Cicatrici di guerra

di LittleFallenAngel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** - Hermione ***
Capitolo 3: *** - Draco ***
Capitolo 4: *** - Hermione ***
Capitolo 5: *** - Draco ***
Capitolo 6: *** - Hermione ***
Capitolo 7: *** - Hermione ***
Capitolo 8: *** - Draco ***
Capitolo 9: *** - Hermione ***
Capitolo 10: *** - Hermione ***
Capitolo 11: *** - Draco ***
Capitolo 12: *** - Draco ***
Capitolo 13: *** - Hermione ***
Capitolo 14: *** - Draco ***
Capitolo 15: *** - Hermione ***
Capitolo 16: *** - Hermione ***
Capitolo 17: *** - Draco ***
Capitolo 18: *** - Hermione ***
Capitolo 19: *** - Hermione ***
Capitolo 20: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


[canzone consigliata come sottofondo: Extraordinary - Clean Bandit]



1. Prologo
Esistono vari tipi di guerra: guerre mondiali, dove miliardi di soldati si ammazzano fra di loro per conto dei propri superiori; vi sono guerre di rivoluzione, dove popoli spodestano il proprio sovrano; guerre civili, fra abitanti dello stesso stato; guerre sante, dove si combatte per la religione e guerre dove non vi sono armi, come la guerra fredda. Oppure guerre magiche.

Vi sono poi guerre isolate, dimenticate, e guerre che non vengono considerate. Guerre fra persone potenti, segrete, guerre per soldi o per vendetta, guerre fra spacciatori e guerre fra signorotti locali, e poi vi sono le guerre peggiori, che tanti dimenticano di elencare, le guerre personali.

Quel che accomuna ogni guerra non sta tanto nel combattere, ma nel rischiare di morire, di cadere e non poter rialzarsi: che sia una bomba, un coltello, un veleno, o il dolore, ci sono cose che ti costringono a stare giù e spesso non ti rialzi mai più, vai a salutare i demoni alati che si spacciano per angeli, nel paradiso.

Io, il paradiso non lo credo vero, e credo che gli angeli non siano lassù. Ma in terra, si nascondino dietro persone normali e ci salvino dalle nostre guerre.

Un'eroe, vi siete mai soffermati su questo concetto? Chi è un'eroe? Uno che si sacrifica per salvare l'intero mondo? Uno che trova un metodo per guarire milioni di persone? Si, sono senz'altro eroi, questi, ma io conosco un altro tipo di eroe: eroi non famosi, non acclamati, eroi, che sacrificano non se stessi ma solo un po' del loro tempo per porre fine alle guerre personali degli altri.

Ora ho finito di dire queste cose complicate, vi spiegherò meglio, perché comprendo che non tutti possano capire che cosa intendo quando parlo di guerre peggiori, che non si combattono con fucili ma con lame e che non finiscono con un trattato di pace ma con l'amore, o con la morte.

Voglio raccontarvi una storia, una storia triste però, una storia difficile, ma a lieto fine.

Una storia di una guerra, ma non ambientata nell'antica Inghilterra o in Afghanistan, e non con milioni di morti e la vittoria di uno stato, no, qui non vi sono morti, non vi sono bombe e non vi sono trattati di pace, qui c'è solo un ragazzo, Draco, una lametta e un angelo dai capelli crespi.

Cosa succede se sommiamo due guerre insieme? Provate a pensarci, io riesco solo a vedere dolore, e poi una, quella più grave, ma solo all'apparenza perché la prima è agli occhi di tutti mentre l'altra è segreta e solo lui la conosce. Vi chiedete come sia possibile? Le guerre personali le combatte una persona sola, con il sangue e con il rischio di morte come le altre, ma da sola.

Se la prima guerra finisce e tutti a parlare di pace chi vi dice che qualcuno non continui a combattere?

Le guerre sono come uragani, questa, almeno, lo è stata, ma gli uragani se certe case le riempono solo di polvere, certe le fanno crollare, ed ad Hogwarts di case ne sono crollate, ma su una in particolare mi voglio fermare, perché per quanto possa essere forte il dolore di Ron, gli incubi di Harry e i ricordi di Hermione, nulla può battere i sensi di colpa che quel ragazzo si portava addosso: Draco Malfoy non sapeva rialzarsi, seduto sul cornicione del tetto della torre di astronomia, guardava il cielo azzurro, il vento gli scuoteva i capelli chiari,e accarezzava il viso perfetto, diafano, ma scavato da due profondi segni neri sotto gli occhi, il vento gli faceva alzare leggermente la camicia mostrando una striscia di pelle prima dei pantaloni neri, accarezzava i polsi sanguinanti dove il nero del marchio creava contrasto con il bianco della pelle e il rosso del sangue, si chiedeva dove fossero gli eroi, in quel momento, e c'erano gli eroi, il trio Grifondoro che aveva salvato il mondo, ma erano distratti, persino la preside, la professoressa McGrannit, era distratta, e anche il resto delle Serpi, solo Luna Lovegood alzò lo sguardo dal cortile quel giorno, e lo vide sulla torre, corse a salvarlo, ma fu solo un sollievo apparente perché non fece finire la guerra e Draco continuò a desiderare la morte.

Dove sono gli angeli quando servono? Perché non scendono da quel dannato paradiso e vengono a salvarci come dovrebbero? Quante volte se l'era chiesto Malfoy? Quante volte aveva desiderato di essere salvato? E Quanto stupido poteva essere, mentre con un coltello si incideva la scritta “I'm wrong” sulla gamba, per non accorgersi che il suo angelo, in quel momento, lo stava cercandolo per chiedergli se fosse suo il libro nero lasciato nell'aula di pozioni.

Hermione Granger aveva trovato quel quaderno su un banco, a fine lezione, la nuova professoressa di pozioni non piaceva a nessuno, quasi quanto Piton, era così pretenziosa e perfetta, certo, non come Dolores Umbridge, che come non mai era stata odiata, però non raccoglieva molti consensi fra Grifondoro, e nemmeno far Serpeverde, a cui negava le preferenze che aveva sempre fatto l'ex professore.

Così tutti stavano uscendo in fretta e qualcuno doveva aver lasciato lì, per sbaglio, quel libretto.

Hermione lo aprì, per capire chi fosse il proprietario: trovò un scritta, nella prima pagina: “Draco Malfoy” in nero, e vicino piccole macchioline di sangue, si spaventò, non sapendo nulla di autolesionismo, pensando che il sangue non fosse del ragazzo diretto interessato e iniziò a leggerlo, ascoltando gli sfoghi di un Malfoy distrutto dai sensi di colpa dall'anoressia e dalle troppe perdite di sangue, corse veloce all'ultima pagina, leggendo della torre di astronomia, di Luna Lovegood e del volersi impiccare poco dopo le lezioni, vi era scritto che si era già procurato una corda e un diversivo per tenere i compagni lontano dalla sua stanza.

Terrorizzata la ragazza corse nei sotterranei sbraitando contro la porta che non la faceva entrare, nell'aria umida di quella zona del castello continuava a ripetere la stessa frase – Fammi entrare, si vuole suicidare! – Ormai in lacrime, perché per quanto odiasse Malfoy non poteva sopportare un'altra morte in quella scuola. Incontrò Blaise Zabini che la guardò stupito e non capì quello che lei tentava di spiegare, la lasciò entrare sconsolato e la vide spalancare la porta della sua stanza davanti ad un Draco con gli occhi spalancati dal terrore, le gambe insanguinate e una corda con cappio pronta per essere appesa.





NOTE AUTRICE:
Oh ma buongiorno, mi sono decisa, finalmente, a scrivere sta benedetta Draco/Hermione!
Allora... Questo è solo il prologo, per questo è in terza persona ed è poco incentrato sulla storia ma più sul tema della sofferenza di per sè, dal prossimo capitolo che spero di riuscire a postare per giovedì (dipende da voi, tesori miei) si alterneranno capitoli visti dal punto di vista di Draco e di Hermione e saranno più lunghi di questo. Come avrete notato Draco è abbastanza uno sfigato e ne ha d'ogni: anoressico, bulimico, autolesionista ecc. Hermione invece è una persona allegra e solare, nonostate sia stata provata dalla guerra e a volte tornino i dolorosi ricordi, unica sua pecca? Lo stress, che la situazione di Draco non aiuta di certo, ne le furbate che combinerà Ginny... Oh, ma vedrete...
Prossimo capitolo? Chiamamolo il raggio di sole prima dell'uragano, pov's Hermione:


Se ora ripenso a quel giorno mi viene da ridere, l'avevo apostrofata come
una giornata stupenda che però, finita la lezione di pozioni diventò tutt'altro:
uscii per ultima dall'aula e notai un quaderno nero, dimenticato, lo recuperai,
decisa a restituirlo al proprietario.


Spero di non aver fatto errori orrori di ortografia, se ne notate ditemelo vi prego che correggo, accetto qualsiasi critica, non mi offendo per le recensioni negative perchè so che non è perfetta e ho bisogno dei vostri consigli per migliorare.

Continuo con almeno 7 recensioni, è chiedere troppo? ♥♥♥

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Capitolo 2
*** - Hermione ***



[canzone consigliata come sottofondo: Tee Shirt - Birdy https://www.youtube.com/watch?v=oM60hSMqIkI]

2. Hermione

Quella mattina mi svegliai con il sole di settembre in viso, mi stiracchiai e spostai Grattastinchi dalle mie gambe, mi alzai e pensai che quella sarebbe stata una bella giornata.

Preparai la colazione a Grattastichi e gliela diedi, andai in bagno e riempii la vasca, mentre aspettavo mi affacciai alla finestra osservando il cortile ancora vuoto. Amavo svegliarmi presto quando andavo a scuola, la mia finestra era rivolta a est e, appena albeggiava, il sole mi svegliava, amavo guardare il cortile vuoto dalla finestra, pensare a come sarebbe stato dopo qualche ora, pieno studenti che chiacchieravano, riordinavano appunti o correvano a lezione, pensai all'anno prima, alla guerra, sospirai, era stata dura, avevamo sofferto molto, ma ora, nonostante i ricordi e le perdite, ero così felice che tutto fosse finito.

Sorrisi e mi immersi nella vasca piena d'acqua fumante e profumata e giocai con la bacchetta a sollevare piccole bolle d'acqua. Quando finii il bagno mi vestii e svegliai Ginevra aiutandola a preparare la borsa che, nonostante l'avessi più volte ripresa, si ostinava a fare alla mattina anziché la sera prima, poi le pettinai la chioma rossa e le consigliai una maglia nera, quando, finalmente, fu pronta, scendemmo a fare colazione, dove trovammo gli altri.

– Hermione hai fatto il tema di pozioni? – Incorreggibili... – Ma che bel modo di salutare Ron, comunque si, voi? – – No, ce lo fai copiare? – Intervenne Harry – No, dovete farlo voi – – Non facciamo a tempo – – Si che fate a tempo Ron, lascia in pace Hermione, c'è la pausa pranzo in mezzo tanto – – Grazie Ginny – – Dai Herm ti prego – Sbuffai – Ho detto di no, basta – Risposero al mio sbuffo nel medesimo modo, li ignorai e finii la colazione, diedi una fugace occhiata agli altri tavoli soffermandomi su quello delle serpi: Draco Malfoy non parlava, come sempre, Zabini rideva, provandoci con la Greengrass che probabilmente aveva fumato, visti gli occhi bordeaux e Theodore Nott ammiccava stupidamente verso una Corvonero di un anno in meno, sbuffai, nulla di nuovo, Nel tavolo dei Corvonero Luna parlava con Goldstein e quando mi notò mi sorrise – Herm oggi abbiamo Hagrid? – tornai ad ascoltare il discorso: – Si, perché? – Oggi pomeriggio andiamo a trovarlo dopo pozioni? – – Per me – – Io non posso – Ron si girò veloce verso la sorella – Perché? – – Devo andare con Luna – – Ah,nessun strano appuntamento? – Ginny lo ignorò offesa delle insinuazioni di ragazza facile del fratello, risi, scuotendo il capo, quei due erano comici.

Finita la colazione andammo verso l'aula di trasfigurazione e un Malfoy incazzoso mi urtò la spalla facendomi male, ringhiai – Mezzosangue – Mi salutò lui, Ringhiai più forte – Ultimamente Malfoy non risponde mai alle provocazioni, strano – Mi fece notare Harry comparendomi a fianco – Meglio – Lui sorrise e mi guardò – Mi chiedo come faccia a vivere dopo quello che ha fatto, chissà se si sente in colpa? – La risposta era semplice, non viveva, ma ancora io non lo sapevo – Malfoy in colpa? Ma ti prego – Si intromise Ginny, scoppiammo tutti e tre a ridere entrando nell'aula della McGranitt che quel giorno, fortunatamente, non condividevamo con Serpeverde.

La McGranitt ci fece una lezione semplice che finì in fretta e io uscii felice con Harry e Ron alle calcagna – Allora sto' tema? – – Dai Mione lo sai che ti vogliamo bene – Non succederà più – Li ignorai – Che rompicoglioni che siete! – Si intromise la piccola Weasley – Ginevra! – – Che c'è? – – Il gergo... – Ringhiò Ron, lei sbuffò e si divise da noi andando verso l'aula di pozioni mentre noi ci dirigevamo verso le serre della Sprite.

– Oh buongiorno ragazzi! Bisogna dare da mangiare ai tentacoli! – Il buon umore della professoressa ci investì insieme all'odore di terriccio appena entrati, le sorrisi indossando i guanti mentre aspettavamo il resto della classe – Ti prego Hermione facci vedere il tema, sarà la prima e ultima volta – I tentacoli non ne volevano sapere di stare fermi e la voglia di prendere le cesoie e rasarli a zero si faceva alta, Ron e Harry, poi, non contribuivano affatto per la mia pazienza facendomi venire voglia di tagliare a pezzetti pure loro – Ti ho detto di no Harry - - Solo per prendere spunto – Sbuffai rassegnata – Okay ma cerca di impegnarti, non mi sembra il caso di metterti già contro la nuova professoressa – – Quella è contro tutti! È odiosa! – – Intervenne Ron – – A me non mi ha fatto nulla di male – – Per forza! ti amano tutti – Urlò quell'idiota – Ragazzi se chiacchierate resterete indietro! Forza che i tentacoli hanno fame – Maledetto Ron – L'ho notato prof – Sbuffò cercando di staccarsene uno dal braccio, risi, incorreggibili.

Dopo due ore passate nelle serre l'aria del castello mi sembrava estranea ma presto uscimmo per andare da Hagrid a creature magiche, I Serpeverde non diedero molto fastidio quel giorno e Hagrid ci fece qualche domanda sugli unicorni piuttosto facili mettendo in difficoltà Pansy Carlino Parkinson che probabilmente non aveva mai ascoltato una sola lezione di Creature magiche.

Ron e Harry, durante il pranzo, si decisero, finalmente, a fare il tema e io potei mangiare in pace, dopo pranzo tornai in camera per prendere le cose di pozioni passando dal cortile, tossì, quando una nube di fumo mi investì e sbuffai verso il gruppetto Serpeverde che fumava, assieme a qualche Tasso e Anthony Glodstein, il quasi-ragazzo di Ginevra, dopo che questa aveva rotto anche con Harry, sgranai gli occhi: fumava? Se lo veniva a sapere Ron... Bella gente che frequentava Ginny.

Entrai nell'aula di pozioni piuttosto presto rispetto agli altri, non vi era ancora nessuno – già qui signorina Granger? – sussultai, nell'ombra si stagliava la figura di una donna, la Daisyred – Buongiorno professoressa – Mi sedetti, pensierosa, l'aria nell'aula di pozioni era satura di odori, di fumi di pozione e di umidità, non faceva freddo ma l'umido ti penetrava nelle ossa facendoti venire i brividi, la stanza, con i muri di pietra, aveva un che di maligno e di gelido, di macabro, così come macabri erano i barattoli contenti le più svariate cose sulle mensole, non amavo pozioni, non amavo l'ambiente in cui si svolgeva e non amavo la professoressa, capo casa di Serpeverde, per quanto fosse più gentile di Piton. Mi metteva tristezza quel luogo, mi faceva pensare alla morte dell'ex professore e a tutte le vittime della guerra, forse anche per questo lo odiavo, scossi la testa, come a mandar via quei brutti pensieri voltandomi a guardare gli altri studenti che entravano.

Se ora ripenso a quel giorno mi viene da ridere, l'avevo apostrofata come una giornata stupenda che però, finita la lezione di pozioni diventò tutt'altro: uscii per ultima dall'aula e notai un quaderno nero, dimenticato, lo recuperai, decisa a restituirlo al proprietario.

Uscita dall'aula lo aprii e nella prima pagina trovai la scritta 'Draco Malfoy' sussultai, sotto vi erano piccole goccioline di sangue, cosa stava combinando quel maledetto? Di chi era quel sangue? Voltai pagina e inizia a leggere terrorizzata dall'idea di un nuova guerra o di nuovi casini, una nuova guerra che era già in corso ma che riguardava solo Malfoy e che io, ancora non sapevo, che avrei risolto per lui.

 

7- 06

la guerra è finita in sto mondo di merda, San Potter

ha fatto fuori il signore oscuro e mio padre è morto

ad Azkaban, mia madre è distrutta dal dolore per la

perdita, se ne sta tutto il giorno chiusa nelle sue stanze

a piangere rifiutando qualsiasi visita tranne quella della

sorella Andromeda con cui se è riappacificata.

Io, sono un mostro, per colpa mia questa guerra è iniziata

e avrei meritato di essere ucciso pure io da Potter, come

Voldemort, perché io sono come lui,

forse peggio...

Qui al Manor si sta malissimo, c'è sempre silenzio e i pensieri

urlano, ho tentato di suicidarmi ma gli elfi mi controllano, forse,

quando a settembre tornerò a scuola avrò più libertà,

a scuola, oddio non ce la posso fare, mi linceranno...

come merito....

 

Sgranai gli occhi, il sangue in prima pagina era dello stesso Draco! Era distrutto dai sensi di colpa, voleva morire! Non potevo tollerare altre vittime di questa guerra, corsi veloce all'ultima pagina, quella di questa mattina, e la lessi tutta d'un fiato, poi iniziai a correre verso i sotterranei

arrivai davanti alla porta con gli occhi che si riempivano di lacrime – Parola d'ordine? – – Non la so fammi entrare – – No, niente parola d'ordine? Non entri – – Un ragazzo si sta per impiccare fammi entrare! – – Non se ne parla – – BRUTTA BASTARDA DI UNA PORTA FAMMI ENTRARE! - Zabini comparve dietro di me e mi guardò stupito – Granger che succede? – Glielo spiegai brevemente ma parve non capire,probabilmente avevo parlato troppo in fretta, fece spallucce, sussurrò la parola d'ordine che assomigliava molto a 'civetta' e mi fece entrare – Zabini dov'è la tua stanza? – Mi guardò stralunato – Perché? – Dimmelo – Ringhiai, lui scosse il capo, sconsolato, indicò una stanza, corsi verso quella stanza e la spalancai, dentro, sul letto, vi trovai un Malfoy con un coltello in mano, le gambe piene di sangue e le mani pure e, sul letto accanto a lui,poggiata malamente, una corda, pronta per essere usata.

 

MY LITTLE SPACE
Eccoci♥ 
Secondo capitolo a voi, come potete vedere non ho aspettato le sette recensioni, ero troppo impaziente, e non ho nemmeno aspetato una settimana, pazienza, mi accantento.
Allora questo capitolo è l'inizio, di cui già avevo accennato nel prologo, della storia visto dalponto di vista di Hermione, il prossimo, sarà lo stesso giorno visto dal punto di vista di Draco e introdurrà un po' di cosucce dopodiche entreremo nel vivo della storia con il terzo. Questo capitolo, com potete notare, per la prima parte è piuttosto solare e pieno di luce, la parte triste ho cercato di rebderla piuttosto leggera e veloce per cercare di creare contrasto con il prossimo capitolo che, essendo visto da Draco sarà tutt'altro che allegro
Vi lascio con un piccolo spoiler, credo che aggiornerò per venerdì, se qualcuno di barvo è disposto a farmi un banner per la storia gliene sarei infinitamente grata, contattatemi.
Recensioni gradite♥


– Schifo – Sì, schifo,
a mia vita faceva schifo,
questo mondo faceva schifo,
io facevo schifo.

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Capitolo 3
*** - Draco ***


3. Draco

Quel mattino mi svegliai stanco, come sempre, ultimamente, la notte avevo dormito poco e male, mi ero svegliato varie volte, soffocando le urla nel cuscino, avevo sognato per la terza notte di seguito mia zia Bellatrix torturare la Granger, ero quasi stufo, era ora di cambiare repertorio, se avessi potuto sognare che torturasse me sarebbe stato meglio.

Sospirai, mettendo a fuoco la stanza buia e pensando che questa sarebbe stata una giornata di merda, mi tirai a sedere bestemmiando per i dolori alla schiena a causa delle ripetute cadute dal letto e del dormire storto e per il giramento che segui subito dopo, imprecai sottovoce quando alzandomi cercando di non fare rumore le gambe mi cedettero – vaffanculo, vita di merda – Mi trascinai fino in bagno orientandomi malamente nella penombra cercando di non svegliare Zabini e Nott.

Quando raggiunsi il bagno imprecai nuovamente, avevo dimenticato il coltello per terra, mi tagliai il piede e caddi a terra perdendo l'equilibrio – Ma fanculo pure a te – scagliai il coltello nel lavandino, presi uno straccio e ripulii il sangue che avevo perso nella notte, mi ero abituato, nonostante ormai Blaise sapesse dei miei tagli, a cercare di lasciare meno tracce possibili e, ogni mattina, ad alzarmi presto per pulire quello che combinavo la notte. Mi cambiai le bende impregnate di sangue e resistetti alla voglia di infierire ancora sul braccio ormai martoriato, il marchio nero era ormai quasi cancellato dai segni rossi ma, appena essi guarivano, rispuntava fuori, così non avevo altra scelta che continuare a cancellarlo.

Entrai in doccia senza nemmeno togliermi il pigiama e lasciai che l'acqua gelida mi scivolasse addosso, pensai al giorno prima, al mio tentato suicidio, se solo avessi esitato di meno e quella troia di Lunatica Lovegood non se ne fosse accorta ora in questo cazzo di mondo avvelenato ci sarebbe un problema, o anche più di uno, in meno. Sospirai – Schifo – Sì, schifo, la mia vita faceva schifo, questo mondo faceva schifo, io facevo schifo. Uscii dalla doccia, mi asciugai con un incantesimo e trasfigurai il pigiama nella divisa, poi feci sparire i segni dei tagli, tranne che sopra il marchio, perché nessuno li vedesse e le occhiaie, presi la cipria rubata a Daphne e diedi un po' di colorito al mio volto.

Uscii dal bagno e svegliai i miei compagni, poi lasciai i sotterranei.

Sgattaiolai fra i corridoi e uscii dalla scuola evitando, come ogni mattina, per poco, Gazza, andai fino al lago nero e mi sedetti sulla riva. Amavo andare lì la mattina, all'alba, immerso dalla nebbia con tutti i suoi segreti, andavo lì e pensavo, tirai fuori il mio libro nero, dove scrivevo tutti gli sfoghi e iniziai:

 

10-09

Oggi è solo il decimo giorno che sono qui ed è tutto

uno schifo, ieri un coglione di primino di cui non mi importa

sapere il nome mi ha urlato contro che sono un mostro

lo so, aveva ragione, Daphne, la dolce Daphne, è

intervenuta per difendermi, inutile.

Stanotte ho perso il conto di tagli, ho sognato nuovamente

la Granger... perché lei è sempre così felice e perfetta?

Perché non sono nato Grifondoro? Magari come lei?

E sempre così allegra, circondata da amici, la eroina

del mondo magico, mentre io sono un mostro, un assassino...

Ieri stavo per buttarmi finalmente dalla torre di astronomia

ma la Lovegood mi ha visto ed è venuta a costringermi a

scendere “Chiamo la McGranitt” si è messa a sbraitare

con la sua vocetta stridula come unghie su una lavagna

non so cosa mi abbia trattenuto da cruciarla ma sono

sceso.

Ho finalmente trovato un ottima scusa per staccarmi di dosso

Zabini oggi pomeriggio, ho nascosto la corda sotto le coperte,

ci vorrà un attimo se nessuno si impiccia.

Sono stufo di tutto ciò

 

Chiusi il quaderno, era ora di andare, arrivai in sala grande che tutti già mangiavano – Draco dove sei stato? – Daphne a differenza degli altri continuava, inutilmente a preoccuparsi per me – Al lago nero – Mi mise davanti un toast imburrato – Mangia – Mi sorrise, lo rifiutai – Non puoi non toccare cibo – Intervenne Zabini – Si che posso, lasciatemi in pace – Mi alzai avviandomi verso l'aula di Storia della magia in anticipo.

Mi scontrai con la Granger e Potter e questa mi lanciò uno sguardo truce, la ignorai, mi passo davanti l'immagine del mio sogno e lo sguardo saettò verso il suo braccio dove, coperto dal maglione, la scritta “Mudblood” troneggiava – Mezzosangue – La salutai senza degnarla troppo di considerazione, continuai a camminare strascicando i piedi sul pavimento lucido dei corridoi fino all'aula di Ruf

Non vi era ancora nessuno, ottimo, mi sedetti e iniziai un bellissimo disegno di un angelo ferito a cui mi dedicai per tutta l'ora ignorando amabilmente le chiacchiere di Theodore e Zabini e la lezione del professore.

L'ora seguente la bucai e , non contento di violare abbastanza regole, andai a fare una passeggiata nella foresta proibita, mi inoltrai nel buio e mi sedetti su di un tronco caduto, ascoltai i rumori della foresta senza paura, in fondo, se qualcosa mi aggrediva e uccideva non mi importava poi tanto, un thestral, i cavalli che solo chi aveva visto la morte in faccia era in grado di vedere, si avvicinò, probabilmente attirato dall'odore del sangue sulle mie bende e mi lecco il viso, lo scacciai ma lui ritorno, mi annusò incuriosito e mi strofinò il viso contro, poi abbassò un ala per farmi salire, “Perché no?” pensai, infondo se mi espellevano che me ne importava? Salii e mi nascosi fra le sue ali e la criniera diventando trasparente come lui, gli diedi un leggero calcio e questo si alzò in volo strappandomi un urlo, non avevo mai cavalcato una creatura del genere e dovevo ammettere che era una figata, ricordai le lezioni di equitazione fatte al Manor quando ero piccolo e lo guidai con la pressione delle gambe spingendolo verso il lago nero, lo sorvolai schizzandomi e risi, mi stupii di quel suono che da tanto non sentivo e mi rabbuiai, pensando ai motivi dei miei mancati sorrisi, incitai il cavallo magico ad aumentare dirigendomi verso il castello e volando vicino ad una torre, intravidi i Grifoni fare lezione e Potter, che guardava fuori dalla finestra, strabuzzò gli occhi quando gli passai davanti, risi.

Il thestral mi fece scendere al limitare della foresta per poi fuggire via, tornai verso il castello deciso a seguire la prossima lezione.

Fortunatamente, per me, la giornata passo più in fretta del previsto e persto arrivò l'ora di pranzo – Draco hai intenzione di farla diventare trasparente tanto la tagli sta' carne? – Chiese sarcastico Zabini, Daphne rise – Mangia piccolo idiota – Mi riprese, sospirai e misi in bocca un minuscolo boccone di paillard, il mio stomaco protestò, me ne fregai felicemente e ne mandai giù a forza altri due – Bravo il mio Dracuccio – Scherzò Blaise – Ti sbocco in faccia – Gli ringhiai contro – abbiamo il ciclo principino? – – Fottititi – Daphne scoppiò a ridere, sospirai e le sorrisi, l'acidità rimaneva, nonostante la depressione io rimanevo pur sempre il principe delle serpi. Finii la carne e seppure la nausea stesse diventando insopportabile assaggiai persino una cucchiaiata del dolce usando come scusa il fatto che non mi piaceva non lo presi e aspettai i miei compagni per andare a lezione, l'ultima fottuttissima ora di questa fottuttissima giornata: pozioni.

– Draco come la trovi la Daisyred? – – Chi? – – Quella di pozioni – Daphne provò nuovamente ad attaccare discorso – Odiosa – Risposi, freddo – Si? – Sbuffai rassegnato a dover parlare con lei – Ieri le ho chiesto se potevo evitare di fare il tema per oggi non avendo tempo e me lo ha vietato – – Davvero? E che le hai detto? – – Che Piton non faceva tutte ste' cazzo di storie – – Rivoglio Piton – Già – Sospirai ed entrai in classe sbattendo la porta, i Grifoni si girarono – Embè? – Chiesi loro il motivo degli sguardi si rivoltarono, sbuffai, fanculo che lezione di merda.

Tirai fuori svogliatamente il libro, fu probabilmente in quel momento, che il mio quaderno nero scivolò fuori dalla borsa e rovinò tutto

Non ascoltai molto, ogni domanda che la prof faceva la Granger puntualmente rispondeva alla velocità della luce guadagnandosi sempre di più il posto di sua pupilla, e meno male che era la capo casa di Serpeverde! Ringhiai sottovoce quando la Granger rispose correttamente all'ennesima domanda, fottuta troia di una so-tutto-io perfetta, sospirai, che vita di merda, la nausea si stava facendo insopportabile, maledetta carne.

– Mi consegnate i temi?-- La vocina stridula della professoressa mi risvegliò dal mio sonnellino, sbuffai e guardai l'ora, ancora mezzora, il mio stomaco brontolò forte e mi venne un conato, no, non ce l'avrei fatta – Manca un tema! – Ignorai ancora la prof cercando di reprimere la nausea – Malfoy! – Urlò quella – Si? – Alzai lo sguardo – Draco sei un coglione – Mi sussurro Blaise – Il tuo tema? – Chiese sorridendo malevola la professoressa – Non ho avuto tempo – – E cosa dovevi fare di più dei tuoi compagni? – Meditare su come suicidarmi, pensai, non lo dissi – Nulla – sussurrai a denti stretti, lei riprese a correggere i temi, i conati erano ormai insopportabili, sarei scoppiato da un momento all'altro – Scusi? – Domandai – Si Malfoy? – – Potrei uscire? – – E perché di grazia? – Deglutii forte facendomi forza – Non sto molto bene – dissi tutto d'un fiato reprimendo il vomito ancora una volta – Voglio il tema per domani, vada – Ficcai il libro nella borsa e usci, il quaderno rimase lì, nessuno lo notò, chiusi la porta e iniziai a correre verso il bagno.

Vomitai anche l'anima, rassegnato, mentre la Granger recuperava il mio quaderno e lo leggeva piangendo io tornai in camera per impiccarmi.




MY LITTLE SPACE
Eccoci qui con il terzo, sono felicissima per le tante visite anche se pochi rwecensiscono, mi farebbe veramente piacere sapere che ne pensate o sapere anche solo semplicemente chi è a leggere
Comunque lunedì metto il prossimo ma solo se mi lasciate almeno 4 recensioni, vi prego <3
Questo capitolo dovrebbe dare l'effetto contrario dell'altro, volevo creare un contrasto fra Hermione e Draco ovvero fra questo e lo scorso capitolo, spero sia riuscito, nel prossimo si scopre finalmente che succede, questo era l'inizio ed è un po' lento perchè volevo creare un po' di suspence, spero di non aver esagerato e che non diventi noiosa, dal prossimo capitolo comunque inizia la vera e propria storia.
Draco è un po' OCC, passa per debole perchè spesso non riesce a trattenere le lacrime nella storia ma in realtà è fatto un po' apposta, ho senpre pensato che sotto alla maschera di principe delle serpi vi fosse un ragazzo distrutto che non ce la fà più e che, nonostante non lo dia a vedere, si abbatte anche per le piccole cose.
Spero che vi piaccia, a lunedì
Ali

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Capitolo 4
*** - Hermione ***


[canzone consigliata come sottofondo: La vita non ascolta - Marco Mengoni http://m.youtube.com/watch?v=rSMhTYsX9Fo ]

4. Hermione

Come feci a non svenire in quel momento non lo so, vi era sangue ovunque e Malfoy era seduto sul letto macchiato, le maniche tirate su a mostrare le braccia completamente ricoperte di segni e senza pantaloni, che erano buttati, appallottolati, in un angolo, le gambe erano bianchissime, o meglio, una era bianchissima, l'altra era completamente ricoperta di liquido rossastro che continuava ad uscire dalle ferite – Sparisci sangue sporco – Non ci badai e mi avvicinai, con un colpo di bacchetta ripulii il sangue da terra e mi sedetti accanto a lui, gli presi un braccio – Non mi toccare – – Silenzio Malfoy – sapevo abbastanza di Medimagia da saper guarire una ferita da taglio, iniziai l'incantesimo e, un taglio per volta, li cicatrizzai, intanto ripulivo il sangue in eccesso per poter distinguere i tagli aperti da quelli già guariti.

Appoggia la bacchetta su di un taglio per la quarta volta ma lui ritrasse il braccio – Non quelli sul marchio – Lo guardai interrogativo – Lasciali li, lo nascondono – Allora capii, ecco perché lo faceva, per coprire il marchio dei mangiamorte – Ti basta non guardarlo – Mi rispose con un ringhio, gli feci segno di porgermi il braccio e lui, seppur diffidente, lo fece. Gli curai ogni taglio, quelli sul marchio li feci richiudere ma senza farli cicatrizzare in modo che non si vedesse sotto, poi ripulii le gambe dal sangue e notai, quello che forse, era il taglio peggiore, Draco Malfoy, divorato dai sensi di colpa, si era scritto sulla gamba, con un coltello: “ I'm wrong”, sono sbagliato – Non sei sbagliato Malfoy, hai sbagliato è diverso, ma puoi rimediare – – Non ne sarei così certa Granger – Ringhiò, richiusi anche l'ultimo taglio e mi alzai barcollando, indebolita dallo sforzo – Va a farti una doccia – Lui obbedì, lasciandomi stupita e si infilò in bagno – Vedi di non affogarti se no ti faccio pentire veramente di aver perso il tuo quadernino nero – – Più di così non posso pentirmene tranquilla Granger – – Attento a quello che fai Malfoy -.

Aprii l'armadio del Serpeverde nell'istante esatto in cui entrò in camera Zabini – Granger – salutò – Zabini – risposi, si sedette sul letto e si prese la testa fra le mani – Cosa ci devo fare con lui? – Mi chiese, o forse lo chiese a se stesso, quasi singhiozzando – Aiutalo – – E come? Non me lo lascia fare – Sospirammo entrambi, all'unisono, mentre tiravo fuori dall'armadio una camicia pulita – Granger? – – Si? – – Salvalo per favore – Annui, seria, l'avrei fatto anche se non me lo avesse chiesto lui, ma il problema era: come? Lui mi odiava.

Entrai in bagno lasciando da solo Zabini che stava riordinando la stanza, posai i vestiti puliti sul lavandino e mi guardai intorno alla ricerca di quelli sporchi, non li trovai – Dimmi che non stai facendo la doccia vestito ti prego – Lui aprì la porta della doccia comparendomi davanti in boxer e con la camicia e la giacca, completamente fradicio – Non ci credo! Svestiti! – Svestimi tu – alzai gli occhi al cielo e gli sfilai giacca e camicia – Be Granger? Ti fa schifo togliermi i boxer? – – Puoi anche toglierteli da solo – Ringhiai, si divertiva a farmi incazzare – Non hai mai visto un ragazzo nudo? Oppure Weasley faceva tanto schifo che sei diventata lesbica – arrossii, ma quanto lo odiavo! – Svestiti da solo Malfoy – ripetei, e lui, deficiente, lo fece, tranquillo, si tolse i boxer e me li lanciò addosso – Fai schifo! – Sbraitai voltandomi in fretta e uscendo, lo sentii ghignare, maledetto di un Malfoy.

Rimase in doccia una buona mezzora e la mia pazienza vacillò seriamente poi usci pulito e vestito di fresco, si sedette sul letto e mi lanciò uno sguardo truce, alzai gli occhi al cielo – Da quanto non ti cambiavi? – – Da un po' – – E perché? – – Mi faccio la doccia ogni mattina tanto, per lavare via il sangue, quindi era tanto più semplice lavare i vestiti con me e limitarmi a trasfigurarli – Quindi, era sottinteso, che si tagliava ogni notte, sospirai, gli feci scomparire le occhiaie con un tocco di bacchetta e gli alzai gli angoli della bocca in un sorriso che fece scomparire in fretta tentando di mordermi un dito, sorrisi scuotendo il capo.

Lo feci alzare in piedi e lo portai davanti ad uno specchio, lui tenne lo sguardo basso – Guardati, sei un ragazzo bellissimo – Gli dissi voltando, anche io, lo sguardo allo specchio e guardandoci riflessi: era più alto di me, di un bel po' e metteva piuttosto in soggezione, nonostante l'espressione triste, il viso sembrava di porcellana, senza imperfezioni, mentre i polsi, nascosti dalla camicia. di imperfezioni ne avevano fin troppe, dal marchio, ai tagli, alle cicatrici, lui non alzava lo sguardo, si rifiutava, chissà come si vedeva in quello specchio? Io vedevo solo un ragazzo che, nonostante la depressione, era rimasto perfetto – Guardati – Ripetei, e questa volta ubbidì, due occhi color ghiaccio comparvero nello specchio e analizzarono la sua figura – Io vedo solo un disastro – – Io vedo solo un ragazzo distrutto che rimane comunque perfetto all'apparenza invece – – Grazie per i complimenti Granger adesso sparisci – – No – – Cosa scusa? – – Io non me ne vado di qui finché non sono certa che stai meglio – – Granger sparisci, mi hai sempre odiato continua a farlo – – Io non ti odio – – E io sono Godric Grifondoro, ma per favore – – Non sto scherzando serpe – – Vattene non è che perché sei riuscita a salvare il mondo magico ora devi salvare pure me, tanto a me non mi salvi – – Mi sottovaluti – – No, sei tu che sottovaluti lo schifo che ho dentro – – Raccontamene – – Fatti i cazzi tuoi – Non avrebbe vinto lui, non lo avrei lasciato solo neanche morta, mi sedetti sul letto – Non è colpa tua – – Si lo è – – Sei stato costretto – – Non conta – – Se conta per me che era dalla parte opposta deve contare pure per te – – Non conta mi odiano tutti e fanno bene, pure te mi odi non nasconderlo non so perché tu stia facendo questo – – Ascoltami bene Malfoy mettiti bene in testa che io non ti odio, primo, e che nulla, nemmeno il tuo carattere del cazzo, mi impedirà di aiutarti se voglio capito? E si da il caso che voglia, chiaro? – – Vai dai tuoi amici Grifoni – – Vai a farti fottere – – Come siamo volgari – – Mi stai facendo incazzare – – Era quello che volevo – – Non risolvi nulla – – Risolvo che almeno te ne vai, tanto qui non poi fare niente sai? Sono morto oramai – E cosa dovevo fare? Cosa potevo fare dopo una frase del genere? Lo abbracciai, era l'unica cosa che mi veniva in mente in un momento del genere, le parole erano state inutili tanto, e lui, incredibilmente, si lasciò abbracciare, e prese a singhiozzare sulla mia spalla – Non ce la faccio più – – Finirà, tranquillo, te lo prometto – Gli asciugai le lacrime e gli sorrisi – Vai ora si chiederanno che fine hai fatto – – Okay, ma sappi che non ti libererai tanto facilmente di me Malfoy – – Vai Granger, vai – – Non fare cazzate, per favore –

 

Lasciai la sala dei Serpeverde e, appena uscii dalla porta, mi ricordai degli impegni che avevo nel pomeriggio: Hagrid...

Iniziai a correre, forse ancora più veloce di quando, un'ora prima, ero scesa nei sotterranei, attraversai il cancello e corsi a perdifiato giù per il prato verso la capanna di Hagrid elaborando una scusa da rifilare ai miei amici, maledetto Malfoy.

Raggiunsi la capanna ed entrai spalancando la porta, – Hermione finalmente! – Urlò quest'ultimo, i miei amici erano ancora lì, meno male – Ci chiedevamo dove fossi – – Si lo so, scusate, ho avuto un contrattempo – Mi guardarono tutti e tre interrogativi incitandomi a spiegare, lo sapevo che non sarebbe bastato – sono dovuta passare in biblioteca, voi piuttosto di cosa stavate parlando? – Deviai il discorso, funzionò – Stavamo complimentandoci con Hagrid della sua spudorata vittoria sulla Parkinson oggi – – Già, quella non sapeva un cavolo – Risero Ron ed Harry, risi con loro seppure avessi i pensieri altrove, si sarebbe davvero impiccato quel ragazzo se non fossi intervenuta? Era veramente così tanto distrutto da sensi di colpa? Quante vittime avrebbe ancora fatto questa guerra? Perché era finita solo all'apparenza in realtà, ancora in molti combattevano con il dolore, da soli, come Malfoy.

– Allora qualche bella novità? Vi hanno fatto disperare le serpi oggi? – Chiese Hagrid con il suo vocione, sollevai i viso e lo guardai, fu Harry a rispondere – Nulla di che, la guerra li ha trasformati in degli angioletti – – Già, in fondo se vogliono evitare il linciaggi gli conviene tacere – Ron rise, che cosa c'era da ridere nel fatto che le poche serpi rimaste venissero picchiate e insultate tutti i giorni? Stavamo diventando peggio di come erano loro prima della guerra, la situazione si era invertita, erano loro i deboli ora, e noi? Noi ne approfittavamo, non avevamo niente di migliore – Linciaggi che meritano – Appunto... – Harry! – – Che c'è Mione? – – Non ti sembra di esagerare? – – Mi stai dicendo che tu non lo vorresti? – – Ma certo che no! – Ringhiai – Dopo tutto quello che hanno fatto? È colpa loro se è iniziata la guerra! – – Sono stati deviati dalle loro famiglie! Sono dei ragazzi esattamente come noi che, esattamente come noi, hanno dovuto affrontare una guerra più grande di loro, si sono solo trovati dal lato sbagliato! – – Li stai difendendo? – – Si – Mi usci molto simile ad un verso di animale, mi stavano facendo infuriare – Hanno sbagliato loro – – Se ne sono pentiti! Ora stiamo sbagliando noi! Ci stiamo comportando esattamente come si comportavano loro con i nati babbani – – E che ne sai tu che si sono pentiti? – Già e io cose ne sapevo? Io lo sapevo perché Malfoy e i suoi tagli mi avevano aperto gli occhi, avevo visto Zabini piangere, avevo intuito che la Greengrass fumasse per non pensarci e notato che Nott non rideva più tanto come un tempo, ma loro non sapevano che io ero stata da Malfoy, non sapevano del quaderno, non sapevano delle mie scoperte, e io non potevo dirglielo, avrebbero linciato me – Questo comportamento verso i Serpeverde deve finire, punto -

Quelli alzarono gli occhi al cielo, sconsolati, dio, che voglia di cruciarli seduta stante! – Io penso che Hermione in fondo abbia ragione, quando sbagliai io la scuola mi perdonò – Intervenne Hagrid, lo ringraziai con un sorriso – Non è la stessa cosa! – Si infuriò Harry – Invece lo è – Ringhiai incazzata nera – Non puoi paragonarlo ad una serpe! – – Manco fossero dei mostri a tre teste! Ti stai comportando esattamente come loro! – – Come osi? – – È la realtà! – Hagrid e Ron ci guardavano spaventati – Basta ragazzi – ci divise il mezzo gigante – Mione vieni a vedere gli allenamenti di quiddich? – Deviò il discorso Ron – – Okay – – Quest'anno le serpi sono senza cercatore! – Esultò Harry, Cosa? – Perché? – – Malfoy si è rifiutato – Ah, giusto, dovevo immaginarlo, manco il quidditch lo appassionava più – A proposito di Malfoy, cosa ci stavi dicendo prima del suo arrivo? – – Chiese Ron – Ah, giusto, ci credete se vi dico che stamattina, durante la prima ora, l'ho visto cavalcare un thestral? – – Che cosa?! – – Te lo giuro – – Ma è fuori? potrebbe farsi seriamente male! – Già, ma forse non gli importava – O fare male al cavallo – scoppiarono a ridere, e tutta questa cattiveria da dove l'avevano tirata fuori? – Piuttosto, mi chiedo, come abbia fatto a vederlo – – Perché? – Chiese Ron, appena lo chiese capii dove volesse andare a parare Harry – Devi aver visto la morte in faccia per vederlo – – Ha fatto la guerra pure lui Harry – E con quello mi alzai e me ne andai indispettita.

Passai un attimo in camera e mi cambiai, mi vestii più comoda e calda, con dei leggins neri e una maglia di lana e lasciai un biglietto a Ginny, che ancora non era tornata, con scritto dov'ero, poi andai a vedere il loro stupido allenamento.

Non pioveva, per fortuna, anche se si era rannuvolato, però faceva molto freddo, purtroppo e, seduta sugli spalti, stavo congelando, mi strofinai le mani e le misi in tasca e vidi Ginevra correre trafelata verso i compagni, non sentii chiaramente quello che disse a suo fratello e quello che lui rispose ma intuii che quest'ultimo doveva essere piuttosto arrabbiato, chissà dove si cacciava sempre Ginny? Che andasse forse a cacciarsi nei guai con Goldstein? Oddio speriamo di no, Ron la ammazzerebbe come minimo.

L'allenamento finì, per mia fortuna e io me ne tornai al dormitorio, infreddolita e stanca non vedevo l'ora che quell'orribile giornata finisse, mi infilai a letto senza nemmeno cenare e dormii un sonno senza sogni.




MY LITTLE SPACE
Ciao, ecco il quarto capitolo, questo è più movimentato ed è l'inizio di tutto: Dal prossimo in poi inizia la vera e propria storia di Draco ed Hermione, Il prossimo sarà dal punto di vista di Draco e compare Daphne, la migliore amica di quest'ultimo, o almeno, quella che era la migliore amica,
Comunque come potete vedere ho aggiornato prima, amatemi <3
Lo scorso capitolo ho notato che vi ha annoiato un poco, spero che questo vada meglio,
Ecco un piccolo spoiler, la scorsa volta mi sono dimenticata


– Mangia furetto – La accontentai, più che
altro per sfinimento, e addentai ancora qualche
pezzo di torta “sta bravo stomaco” Mi dissi “ non
ci tengo a vomitare in faccia alla Granger per una
volta che è stata gentile”


Il prossimo è un capitolo di passaggio spero in tante recensioni
Ali

 

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Capitolo 5
*** - Draco ***


5. Draco
11-9
Sono ancora qui, purtroppo, la Granger 
mi ha rovinato la vita, o meglio, la morte.
Ieri stavo per farla finita, finalmente, ma lei 
ha trovato questo fottuto quaderno ed  
nè venuta
nella MIA stanza ad impedirmi il suicidio, maledetta,
è solo una bastarda che, non potendo pi salvare
il mondo da me pensa a salvare me dal mondo.
Eppure con quell'abbraccio mi ha fatto sentire meglio di
quanto lo abbia fatto con la doccia e 
tutto il resto... Oddio ma cosa dico? È la Granger 
Draco, la Granger!
 
Una goccia d'acqua mi bagnò capelli, fottuto settembre, amavo la pioggia, in realtà, ma mi bagnava le pagine del libro
 
Fottuta pioggia
 
Aggiunsi, poi lo chiusi e lo misi nella borsa. Decisi di fare il bagno nel lago, era una cosa che amavo fare, nonostante ci fosse il calamaro gigante e altre creature d'ogni genere, queste, di solito, mi lasciavano in pace, forse gli facevo pena.
Mi alzai in piedi, ma, qualcosa, la stessa cosa, la stessa cosa che mi aveva spinto a cambiarmi quella mattina, mi impedì di lasciarmici cadere dentro sfinito, come sempre facevo: mi svestii e posai accuratamente i vestiti puliti nella borsa, all'asciutto, poi mi creai una bolla d'aria intorno al mio viso e nuotai fino al fondo del lago, qui mi sdraiai. Era forte la tentazione di scoppiare quella maledetta bolla e affogare ma mi trattenni e osservai la luce del cielo filtrare nell'acqua, appoggiai la schiena ad una roccia sul fondo e mi rassegnai a bucare la prima ora, non solo non avevo fatto pozioni ma non avevo neanche nessuna voglia di incontrare la mezzosangue e subirmi qualche suo stupido e inutile tentativo di aiutarmi, chissà, magari avrebbe chiesto a Lenticchia e San Potter di essermi amici, mi sarei cruciato da solo a quel punto.
Certo che il mondo è strano, noi serpi avevamo sempre trattato malissimo i mezzi babbani per anni e ora ricevevamo la giusta punizione, venendo trattati nel medesimo modo da quest'ultimi, tranne, però, che dalla Granger, mezzosangue per eccellenza, da noi sempre maltrattata più di tutti, che aveva deciso di essere gentile e aiutare proprio me, quello che più si era fatto odiare, forse, dico forse, in questo mondo vi era ancora qualcuno con un minimo di cuore, oppure, probabilmente, era tutta solo una cazzo di finta.
Odiavo ufficialmente il mondo, io e la Grifona compresi. E con questa convinzione uscii dall'acqua, mi asciugai e rivestii e mi incamminai nella foresta.
Quasi mi venne un infarto quando, vicino al tronco caduto del giorno prima, trovai il thestral: - Che ci fai qui cavallo demone? - Quello si avvicinò trotterellando e mi annusò, poi, accertatosi che fossi io, mi leccò la mano, lo accarezzai - Ciao - Mi rispose con un piccolo colpetto con il muso sulla mia spalla - Va via, è meglio, ti farò del male - Ma quello insistette strofinando il muso contro il mio braccio in cerca di altre carezze, lo accontentai - Vattene, io sono un mostro - Ma quello non se ne andò, anzi, abbassò l'ala per farmi salire - Ti ho detto di andartene Scappa! Forza! Sono quello cattivo io - Spaventato dal mio tono di voce, il cavallo, si allontanò galoppando, ma, dopo poco, tornò, gli accarezzai il collo - Siamo simili sai? Siamo entrambi così soli, solo che io, a differenza di te, lo merito, non sono un cavallo trasparente in cerca di coccole io, sono un bastardo della peggior razza - Quello non mi ascoltava, abbassò nuovamente l'ala e mi rassegnai a farmi un voletto.

A Hogwarts i giorni trascorrevano sempre più lenti che al Manor, per me, ma, ultimamente, erano fin troppo lenti. La mia routine si ripeteva sempre uguale: mi svegliavo presto, andavo al lago nero dal thestral che avevo soprannominato "Demone", a volte volavo, a volte no, la mattinata la passavo facendo finta di seguire le lezioni e saltavo spesso il pranzo, la Granger, dopo pranzo, ogni santissimo giorno, scappava dai suoi amici e mi controllava i polsi, quel giorno, tre giorni dopo la scoperta, mi raggiunse in cortile con una porzione di dolce - Ne assaggi un po'? - Mi chiese e le risposi con un grugnito - Dai! - - Non rompere Granger - - Con la fatica che ho fatto a prenderlo senza farmi beccare! - Sbuffai e ne assaggiai una minima parte - Fa schifo - - Non è vero, bugiardo! - La ignorai - Dai assaggiane un altro pezzetto - - Granger a te piace vomitare? - - No, perché? - - Ecco nemmeno a me - Lei sembrò capire - Basta che ne mangi piccole dosi e il tuo stomaco si riabituerà - - Non rompere mezzosangue - - Mangia furetto - La accontentai, più che altro per sfinimento, addentai ancora qualche pezzetto di torta "Sta bravo stomaco" Mi dissi "Non ci tengo a vomitare in faccia alla Granger per una volta che è stata gentile" - I polsi Malfoy - Sospirai e le porsi le braccia, lei controllò, scuotendo il capo - Devi smetterla - - Come se non lo sapessi - Mi curò i tagli, questa volta anche qualcuno di quelli sul marchio: una striscia di nero comparve suo mio braccio, rabbrividii e mi sfuggì un gemito - Non devi aver paura di lui, Malfoy,  solo uno stupido segno okay? Non conta più nulla - Annuii, serio. Un ragazzino del secondo anno ci passò davanti e mi lanciò uno sguardo crudele, voltandosi verso l'amico, li sentii ridacchiare, abbassai lo sguardo - Sparite! - Ringhiò la Grifondoro affianco a me, ubbidirono - Dillo a loro che non conta - - Sono dei cretini, hai la mia autorizzazione a mandarli a farsi fottere - La guardai ghignando, lo sapeva con chi stava parlando? Mi sollevai dal muretto e mi sporsi oltre di lei - Fottetevi amori miei! - Gli urlai, e penso che tutta Hogwarts mi sentii, quella anziché infuriarsi, come volevo, rise! La guardai stupito - Sei pazzo - - Lo so - Si allontanò tornando dai suoi amichetti idioti. Io mi accesi una sigaretta e rimasi lì a fumare.
Avevo quasi finito la sigaretta quando Daphne mi lasciò senza parole, avvicinandosi, non era fusa e sorrideva, era dalla fine della guerra che non passavamo più del tempo assieme, anche perché raramente era lucida. Mi sorrise raggiante - Andiamo a fare un giro Draco? - Annuii, provando a farle un sorriso che risultò più come un ghigno - Andiamo sul tetto della torre dei grifoni e gli facciamo venire un infarto? - Chiese malevola, quasi quanto me - Ci sto - Risposi, chissà, magari mi avrebbe tirato un po' su il morale - Prima andiamo a prendere la farina nelle cucine - Rise, trascinandomi nel castello, cosa voleva combinare?
Scendemmo nelle cucine e rubammo un sacco di farina agli elfi, lei lo rimpicciolì, sempe ridendo e lo mise in tasca, mi guardò e annuimmo contemporaneamente, potevano dire tutto quello che volevano ma le serpi rimanevano serpi. Scendemmo nei sotterranei e recuperammo le scope, poi salimmo, in volo, fino al tetto della torre Grifondoro. Atterrammo sul tetto e lei ridiede al sacco di farina le sue dimensioni naturali, lo appoggiò sul tetto poi mi illustrò il piano - Allora Draco ci sei? - - Si - - Ora tu ti carichi il sacco sulla scopa e aspetti sospeso sopra la finestra della loro sala comune - - Si... - - Aspetti che apro la maniglia con un incantesimo poi, mentre io pronuncio l'incantesimo di vento, e bada, ho bisogno di ottimo tempismo, tu rovesci la farina così che il vento la porti dentro dopo aver aperto le finestre, chiaro? - - Cristallino - Caricai il sacco sulla scopa cercando l'equilibrio e feci come mi aveva detto - Se ci scoprono - Sussurrai - Non ridiamo più - Rispose, sorrisi: era una nostra "formula" da quando eravamo bambini, ogni volta che facevamo una qualche marachella lo dicevamo, ci portava fortuna, non ci avevano mai beccati in fallo. Aprì la maniglia della finestra e aspettò qualche minuto per accertarsi che nessuno si affacciasse - Tre, due, uno... - sussurrai piano - Via! - Finì lei e io rovesciai il sacco mentre una folata di vento spalancava la finestra e vi trascinava dentro tutto il contenuto scatenando le urla dei Grifoni. Daphne scoppiò a ridere e volò via sorvolando la torre per poi tuffarsi in picchiata verso la foresta, la raggiunsi, stava ridendo, facendo acrobazie con la scopa - Hai fumato? - Chiesi dubbioso - No - Sorrise - Sono solo di buon umore - Ricambiai il sorriso come meglio riuscii, mi chiesi se almeno lei ce l'avrebbe fatta.
 
Quella sera a cena mangiai e la Granger, dall'altro tavolo, mi sorrise fiera, la ignorai. Non andai a dormire, avevo troppa paura che gli incubi rovinassero una delle poche belle giornate che avevo, salii sulla torre di astronomia e mi sedetti sul tetto a osservare il cielo. 
Era bellissimo lassù, sembrava d'essere in cima al mondo. Osservai le luci spegnersi una ad una in ogni stanza, mentre il vento fresco mi spettinava i capelli e mi portava profumo di bosco e di libertà, profumo di Hogwarts, quel posto che tanto avevo amato quando ero bambino, quel posto dove tanto bene ero stato, per i primi anni, quel posto dove io stesso avevo portato la guerra, rovinando tutto. 
Mi chiesi come avessi fatto a non rendermi mai conto di quanto fosse prezioso, per me e per altri, quel posto. Ricordai quando, proprio su quella torre, mi era stato ordinato di uccidere Silente e non avevo avuto il coraggio di farlo, ero già un vile bastardo allora, lo aveva fatto Piton, si era macchiato di un crimine che lui non voleva compiere. Tutti, ora, lo avevano perdonato, persino Potter, mentre nessuno perdonava le serpi, anche se la maggior parte, io no ovviamente, non aveva colpe.
Mi pentii di tutte quelle volte che io e gli altri avevamo discriminato i mezzi babbani, capendo come ci si sentisse ad essere odiati, mi chiesi se mai, in quella maledetta scuola, ci si sarebbe potuti amare tutti, senza odi reciproci, senza ripetere i miei stessi errori. 
br /> NOTE AUTRICE
Eccomi, finalmente, ho avuto dei seri problemi con il computer e ho dovuto pubblicare dal tabler, quindi chiedo scusa se il capitolo è scritto male,  grazie per le 20 recensioni, vi adoro,  questom capitolo è di passaggio,  nel prossimo inizieranno a cambiare le cose.

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Capitolo 6
*** - Hermione ***


[canzone consigliata come sottofondo: Same love - Macklemore https://www.youtube.com/watch?v=hlVBg7_08n0 ]
6. Hermione

Come forse ho già detto la mattina amo guardare fuori dalla finestra il cortile della scuola e quello stavo facendo la mattina dell'inizio dell'incubo, un incubo di quelli crudeli, che all'inizio sembra un bel sogno ma poi si rivela tutt'altro, ora state tranquilli, non sto per raccontarvi di sangue, di mostri, demoni o simili, magari mettendo un “vaffanculo” ogni tre parole, non sono mica Malfoy io. No, vi sto raccontando di quanto quell'idiota sopracitato si fosse impegnato per rovinarmi la vita.

Quella mattina, appunto, guardando fuori dalla finestra, vidi una testa bionda attraversare di corsa il cortile, subito non lo riconobbi, ma, appena capii chi fosse, mi spaventai e non esitai a seguirlo: trasfigurai la vestaglia da notte in un mantello nero e corsi fuori dal castello.

Lo segui, mentre si inoltrava nella foresta, lo vidi prendere il sentiero per il lago nero. Ma che cosa stava combinando questa volta? Percorsi tutto il sentiero, arrancando, fino ad arrivare al lago e qui, davanti allo spettacolo che mi si presentava scoppiai a ridere: mi ero fatta tutta quella corsa fino a lì, con il cuore in gola, per poi trovarlo a fare il bagno nel lago nero creando piccole increspature con la bacchetta sull'acqua!

– Granger? – – Buongiorno Malfoy – – Cosa ci fai qui? E perché ridi? – – Oh niente tranquillo, pensavo stessi per fare qualche cazzata e invece volevi solo farti un tuffo, ma non è pericoloso? – Sorrisi, invasa da un sollievo e da una felicità immensa, mi avvicinai alla riva e mi sedetti con i piedi, nudi, in acqua – Tu sei pazza Granger – – Lo so – – Vengo sempre qui la mattina, mi piace – – Ah, Ecco dove passi tutte le innumerevoli ore di pozioni che buchi – – Non ho voglia di fare il tema – – Oddio! E hai intenzione di bucare fino alla fine dell'anno? – Era passata già una settimana da quella lezione, una settimana piuttosto faticosa, soprattutto visti i suoi innumerevoli tentativi di allontanarmi rendendomi la vita un inferno – Potrebbe essere un'idea mezzosangue, che fai stai li come un'idiota o hai intenzione di entrare in acqua? - Ghignò, e non appena finì di dirlo, con le mani nascoste sott'acqua , fece un incantesimo non verbale e un'onda anomala d'acqua mi investi, infradiciandomi – Malfoy! – Urlai, e quello? Rise con il suo solito sorrissino bastardo, cavoli, lo avrei ucciso prima o poi! Mi asciugai con la bacchetta e quello riprese a rompere – Vieni dentro Granger – Annui, un po' incerta, ma solo in quel momento notai i suoi vestiti abbandonati sul prato, sgranai gli occhi, lui seguì il mio sguardo e capì ridacchiando – Ce le ho le mutande sto' turno Granger, sta' tranquilla – Così mi rassegnai e mi svestii in fretta, restando in intimo, mi immensi subito nel lago, imbarazzata, per non farmi vedere – Mezzosangue guarda che non mi scandalizzo eh! Ho visto anche corpi peggiori – – Era un complimento? – Lo guardai stupita – Vedilo come vuoi – e con quella frase mi investi con un getto d'acqua, eh no tesoro, – Accio bacchetta! – Presi la mia bacchetta e comandai l'acqua restituendogli i sui schizzi, come risposta la serpe creò un'immensa colonna d'acqua che rovesciò tutta sulla mia testa – Malfoy vuoi la guerra? – Ringhiai, lui mostrò il suo solito ghigno malevolo mossi le mani sott'acqua e un getto si sollevò dal lago, proprio sotto esso, sollevandolo in aria, risi – E guerra sia – rispose, inondandomi con un altro getto abbandonai la bacchetta e mi tuffai completamente su di lui, spingendolo sott'acqua dalle spalle, ma quello, serpe, mi perse per le gambe e mi tirò giù con lui. Riemergemmo poco dopo, riprendendo a schizzarci con le mani.

Non so quanto rimanemmo nel lago a fare gli idioti, ad un certo punto ci stufammo e uscimmo, io ancora ridevo, ci rivestimmo in fretta e lui prese a camminare nella foresta, ma non nella direzione della scuola – Dove stai andando? È pericoloso! – Lui mi ignorò, lo seguii, attraversammo un bel pezzo di foresta, dove non ero mai stata, finché arrivammo in cima ad una scarpata e si fermò, si sedette a terra, con i piedi sospesi sul vuoto , mi avvicinai – Dove siamo? – Non rispose, mi sedetti accanto a lui e guardai giù: era uno spettacolo bellissimo, il burrone era altissimo e sotto vi era una distesa di aceri colorati dei colori dell'autunno, vi era molto vento che faceva volare le foglie degli alberi sull'orlo del burrone – É bellissimo – – Lo so, ci venivamo spesso io e Daphne, una volta – – Non sapevo nemmeno esistesse questo posto – – Non sai tante cose, Granger, passi troppo tempo in classe e in biblioteca e non balzi mai nessuna lezione – – Però ho voti migliori dei tuoi furetto – Mi difesi – Che te ne fai dei bei voti in confronto a ciò? – Aveva ragione, tacqui – Io e Daphne scoprimmo questo posto una mattina che entrambi avevamo bucato, per caso, girovagavamo per la foresta quando scivolai giù per quella rupe – Indicò una piccola rupe ricoperta d'erba alta, poco lontano – E, abituatati al buio della foresta ci stupimmo di tanta luce, così venne con me a vedere – – E da tanto che non venite più? – – Dalla guerra, non abbiamo più bucato assieme, lei quando buca va a fumare con Goldstein – – Goldstein fuma canne? – – Si un sacco – – Oddio se lo scopre Ron – Alzai gli occhi a cielo – Perchè? È innamorato di lui? – Rise l'idiota – No! Ginny... – – Ah, bella gente che frequenta la Weasley – – Già... Tu vieni spesso qui anche senza la Greengrass? – – No, non ci ero più venuto – Poi ci zittimmo, certi pensieri non si potevano dire: mi venne in mente che, prima di diventare mangiamorte, anche Draco era stato bambino, anche lui, come io, Harry e Ron, si era cacciato nei guai più svariati, avventurandosi nel castello, e nei suoi dintorni – A volte vorrei tornare, anche solo per qualche ora, al primo anno – – Pure io – – Eravamo tutti così spensierati, e anche la scuola stessa era più spensierata di adesso – – Verissimo – Restammo un attimo in silenzio, un piccolo attimo di tregua dopo la bomba che lanciò dopo: – Hai dato un'occhiata all'orologio Granger? – era tornato il ghigno, non prometteva nulla di buono, alzai il polso e guardai l'orologio. 8:45, avevo bucato la prima ora.

– Oh merda! – Quello rideva come un pazzo, mi alzi di scatto e iniziai a correre verso la scuola – Aspettami Granger – Continuava a ridere, Ma cosa c'era di tanto divertente? Ero nei casini! Avrei dovuto chiedere al professore di Incantesimi di rispiegarmi la lezione e poi – Ora come glielo dico a Harry e Ron? – Gridai disperata – Digli che sei rimasta addormentata – Mi raggiunse – Ginny è in stanza con me, hai visto che non c'ero stamattina – – Digli che eri con un ragazzo e ti coprirà, conoscendo la Weasley, e poi puoi sempre ricattarla, non so se capisci, Goldstein... – – Si ma se gli dico che ero qui con te – – Ti facevo più furba! Non digli con chi eri no? – – Bravo lui, mi torturerà pur di saperlo – – Allora digli che eri via per conto della McGrannit – – Grande! – – Sono un fottuto genio! – – Non gasarti tanto furetto, e per colpa tua se devo trovare mille scuse – – Ehi mica ti ho costretto io a seguirmi – – Sai com'è pensavo facessi qualche cazzata delle tue – – Nessuno ti ha chiesto di impicciarti nelle mie cazzate Granger! – E perché doveva sempre finire così? Non potevamo andare d'accordo e basta? Senza finire sempre per scannarci? No, probabilmente no, iniziavo a credere che ci provasse gusto nel litigare.

 

Convincere i miei amici che ero stata chiamata dalla McGrannit fu forse l'impresa più ardua della mia vita, infuriata come non mai con Malfoy mi ricordai solo dopo che non gli avevo controllato i polsi così aspettai con ansia l'ora di pranzo, che sembrò non arrivare mai. La seconda ora, la prima per me, avevamo la Sprite ed ebbi tutto il tempo per parlare con i miei amici e giustificare la mia assenza, poi, prima di pranzo a difesa contro le arti oscure fummo costretti a seguire nonostante la mia testa fosse altrove.

A pranzo mangiai poco e in fretta e persino Ginny se ne accorse, mi giustificai con il fatto che dovevo ripassare un argomento, lei mi guardò dubbiosa – Oggi pomeriggio andiamo a fare un passeggiata al lago nero? – Mi scappò un brivido a quel nome – Dovrei studiare – – Okay allora vado con Anthony – Ron le lanciò un'occhiata truce che lei ignorò, Mi alzai – Mione dove vai? manca il dolce – – Scusa Harry, sono di fretta, ci vediamo più tardi – Usci dalla sala comune e andai in cortile.

– Malfoy – – Mi perseguiti Granger – – Proprio così, polsi? – Lui obbedì, li contai velocemente, dodici, sospirai – Potresti almeno impegnarti, ieri erano meno – – Scusa Grang – Grang? Stavamo migliorando – Ho bisogno del tuo aiuto oggi – – Tu? – – Si, fa' meno storie, devo seguire Ginny: va al lago nero con Anthony – – La vuoi controllare? – – Esattamente – – E se la scopri che fuma che le fai? – – Non so – – Anche Daphne andava al lago con lui oggi – – Cosa? – – Si – – Merda – – Non puoi lasciarla in pace? É solo una canna – – Non è solo una canna Malfoy! Mi pare che per la tua amica non sia stata solo una canna – – Lei aveva i suoi motivi – – Anche Ginny ne ha – – Immagino, chissà da che pensieri dovrà nascondersi la Weasley – – Mettitelo in culo il tuo sarcasmo Malfoy! Credi che sia felice che Harry l'abbia lasciata – – Se faceva la troia – – Malfoy! – – Che c'è? – – Vaffanculo – – Incazzata? – – Si perché? – – Diventi volgare – – Sei tu che mi fai incazzare – – Smettila di incolparmi di tutto e di ringhiare come un cane rabbioso! – – Sei impossibile! – E con questo mi allontanai, arrabbiata – Granger oggi vieni qui alle tre – Mi girai e lo guardai, annui, sorrise, malevolo, ma sorrise.

Mi rintanai in camera e ripassai gli appunti di antiche rune per il giorno dopo pensando e ripensando a Ginny, quest'ultima comparì in camera solo per un secondo, poi scappo via con il suo nuovo ragazzo, drogato.

Alle tre in punto ero sotto in cortile e di Malfoy neanche l'ombra, arrivò dopo circa mezz'ora – Complimenti per la puntualità furetto – Lui mi guardò truce – Non sono mica rigido come te Mezzosangue – – Non sono rigida! – – Si certo e io sono gentile – Lo fulminai con lo sguardo – Conosci una strada alternativa per il lago nero? – Granger stai parlando con Draco Malfoy – Alzai gli occhi al cielo – Allora? – – Ovvio – Iniziò a camminare verso la foresta, io lo seguii.

Arrivammo al lago esattamente dal lato opposto e mi fece nascondere fra i cespugli – Venivo qua a spiare Daphne quando usciva con Goldstein, all'inizio, oramai ho perso le speranze – Ma mi chiedo, ci è passata mezza Hogwarts dal letto di Goldstein? Eravamo seduti fra i cespugli, spinosi, ed ero piuttosto scomoda, in più faceva freddo, molto, rabbrividii e, senza pensarci mi strinsi di più al Serpeverde che era incredibilmente caldo, rabbrividì ancora e quello se ne accorse, Ginny non c'era ancora – Freddo Granger? – Annui e lui mi lasciò a bocca aperta, passandomi un braccio intorno alle spalle e coprendomi con il su mantello – Puoi anche evitarla quella faccia, a me l'hanno insegnata l'educazione, mica sono come Weasley – E ti pareva che non doveva rovinare tutto? L'arrivo di Ginny, accompagnata da Goldstein, Daphne e altri pessimi elementi ci impedì di scannarci e ci zittimmo.

Si sedettero sotto un albero e tirarono fuori l'erba iniziando a prepararsi le canne – Begli elementi con cui va in giro la Weasley, ripeto – Mi girai verso di lui – Io non sono nella posizione di giudicare – dissi, sorridendo, alludendo a noi due – Ehi io non fumo canne, ne ho fumata solo qualcuna – Disse e nel mentre tirò fuori una sigaretta e l'accese, Goldstein finì di rollare la prima canna – Però fumi sigarette – – Non è la stessa cosa Granger, lo faccio perché mi rilassa – Il Corvonero che stavamo spiando accese e fece un tiro, poi la passo a Ginny che aspirò senza esitazioni, sospirai – Possiamo anche andare Malfoy – Si alzò, silenzioso, ma proprio in quel momento sentii Ginevra parlare, ascoltai – Cos'è? – Chiedeva agli altri mostrando una... bacchetta – Granger ma quella – – L'ho lasciata li stamattina – capii, rassegnata – È quella di Hermione! – Sentii esclamare a Ginny, ero nei guai.


MY LITTLE SPACE
Eccomi, scusate l ritardo ma ho scoperto solo ora che non mi aveva caricato il capitolo, finalmente il computer è di nuovo funzionante quindi spero che questo capitolo sia decente, ho cercato di seguire il vostro consiglio di fare periodi più corti anche perchè questo è un capitolo piuttosto movimentato, come vedete Draco si diverte a rovinare la vita (e la carriera scolastica) della povera Hermione ma lei non si darà per vinta.
Il prossimo capitolo è un po' triste ma nulla di che,soprattutto se confrontato con quello che ci sarà dopo. È, di nuovo, dal punto di vista di Hermione:


– Per quale motivo, a cosa serve? –
– Serve a stare meglio Granger – Saltai
in piedi, estraendo pronta la bacchetta
che Ginny mi aveva restituito, o meglio,
lanciato contro – Malfoy? –  


Eccovi lo spoiler, che brava che sono :) 
Grazie per le 24 recensioni, io vi amo, che ne dite se con questo arriviamo a 30? Lo so, sembra impossibile, però sarebbe bello.
Credo che aggiornerò Domenica o Lunedì, non so, sto scrivendo gli ultimi capitoli e non ho molto tempo.
Ali

 

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Capitolo 7
*** - Hermione ***


[canzone consigliata: I wouldn't mind - He is we https://www.youtube.com/watch?v=2qea3lLr5qQ ]

7. Hermione

– Hermione Granger per quale assurdo motivo la tua bacchetta era al lago nero? – Ginny entrò in camera come un urgano, urlandomi contro – Ehm... Potrebbe darsi che vi abbia mentito... Su stamattina – – L'avevo capito! Ieri ce la avevi! – – Eh già – – Dove sei stata stamattina? – – Al lago nero – – Avevo capito anche quello, perché? – E ora che le dicevo? – Ero con un ragazzo – Confessai rassegnata sperando che il piano di Malfoy funzionasse – Non dirlo agli altri per favore – – E con che ragazzo? – – Non te lo dico – – lo dico a Harry – – E io dico che fumi canne! – Ecco, lanciata la bomba – E tu come lo sai!? – – L'ho intuito, stai con Goldstein e tu me lo hai appena confermato – – Mi hai spiato troia? – – Troia!? – – Solo le troie spiano le persone perché sono invidiose o gelose – – Io non sono invidiosa dei tuoi amici drogati! – – Non sono drogati! – – La Greengrass non è drogata no... – – Come sai che esco con Daphne? Mi hai spiata sul serio allora! Non solo mi hai tenuta segreta la tua relazione con chissà chi, mi hai pure seguito! – – Non ti ho seguito, so che se la fa con Goldstein – – Non se la fa con Anthony! – – Mezza Hogwarts se la fa con Anthony – – Non è vero che cazzo ne sai tu? – – Lo sanno tutti – – Menti! Come sempre! Sei solo una bugiarda spiona di merda – – Non ti spio! E sei tu l'impicciona che vuol sapere con chi esco! – – Sono la tua migliore amica! – – Pure io lo sono per te ma anziché venire da me quando stai male vai a fumare! – – Sai che ti dico? Non sei la mia migliore amica! Sei solo una stronza – E con questo se ne andò, sbattendo la porta... Che avevo combinato? Avevo litigato con la mia migliore amica, proprio ora che lei aveva bisogno di me.

Disperata, non sapendo che fare, mandai un gufo ad Harry dicendoli che non potevo andare da lui e corsi fuori dal castello, non sapevo dove andare, puntai al lago nero, ma avevo paura di trovare Ginny, o peggio Goldstein e la sua cricca così deviai il percorso cercando di ricordare la strada per il posto dove mi aveva portato Draco.

Lo trovai, dopo un bel po', con non poche difficoltà e mi sedetti sotto una quercia, pensierosa, in quell'angolo di paradiso, guardai il cielo, cosa stava succedendo a Ginny? Perché non lasciava che che l'aiutassi anziché risolverla così – Che senso ha poi fumare per non pensarci cazzo! – Gridai, nessuno poteva sentire – Per quale motivo, a cosa serve? – – Serve a stare meglio Granger – Saltai in piedi, estraendo pronta la bacchetta che Ginny mi aveva restituito, o meglio, lanciato contro – Malfoy? – Sospirai di sollievo – Ti ho visto correre fuori e ho intuito, avevo paura che ti perdessi, tu non sei abile come il sottoscritto – Mi fece ridere – Vantati poi anche meno – – Neanche morto – Sorrisi, era più pazzo di me quello! – E così s'è infuriata perché gli hai mentito e tu le hai rinfacciato delle canne vero? – – Mi spiavi Malfoy? – – No, sono solo un po' più comprensivo di quell'oca – – Lei è molto comprensiva – – Si molto guarda, tant'è che non l'ha capito che se avresti detto di me si sarebbero infuriati, cioè dai, lo capivo io – abbassai lo sguardo, lui si sedette vicino a me – Glielo andrà a dire – – No tranquilla non lo farà, altrimenti tu potresti dire di Anthony – Sospirai ancora, lui si accese una sigaretta – Smettila mi da noia – – Perché Granger? – – Sono come le canne fanno ugualmente male – – No Granger, meno, rilassano soltanto, dovresti provare – – Sei scemo? – – Solo un tiro, sei sempre così tesa – – Ma fottiti – – Appunto, prova – – No! – – Eddai se fai un tiro giuro che stanotte almeno ci provo a tagliarmi meno – All'angolo – Uffa, d'accordo ma solo un tiro – Lui annui e mi passò la sigaretta, feci un tiro e mi soffocai, tossì – Non deglutire Grang – Sospirai e feci un altro tiro, questo mi riuscì meglio, e in effetti, funzionò, mi sentii più rilassata e mi venne voglia di provare ancora, passai velocemente la sigaretta a lui – Allora? – – Avevi ragione, lo ammetto, ma con ciò non vuol dire che inizierò a fumare – – Peccato, io ci ho provato – A farmi diventare una drogata? – – No a farti diventare un po' meno rigida – – Che intendi? – – Rispetti sempre le regole, alla perfezione, sei sempre così rigida che alla fine non ti godi la vita – – Tu te la godi Malfoy? – – Me la godevo – – Facciamo che ricominciamo a godercela entrambi? – Lui mi guadò stranito, si, perfino io, in effetti, mi stupivo della mia stessa frase – Okay – sorrise Malevolo – Di pure ai tuoi amici che non stai bene, e che domani non potrai fare lezione! – – Cosa? – – L'hai detto tu, no? Di godercela –

 

La cena fu un vero incubo: io e Ginny non ci parlavamo e Ron ci chiese perché, nessuna delle due parlò, avevamo un tacito accordo – Hermione si può sapere cos'hai? – Feci per rispondere l'ennesimo “Nulla” a Harry quando, alzando lo sguardo, l'occhio mi cadde sul tavolo delle serpi, dove mancava la Greengrass, probabilmente era nel letto del caro Anthony, e dal quale Malfoy mi guardava, ricordai il nostro discorso del pomeriggio e misi in atto il suo piano, per la seconda volta in una giornata segui il suo consiglio, ma in che guai mi stavo cacciando? Maledetta serpe! – Non sto molto bene,credo di avere un po' di febbre, è meglio che vada a dormire, spero di star meglio domani – Mi alzai da tavola e uscii, passando vicino al tavolo delle serpi, strizzai l'occhio a Malfoy che ghignò divertito.

La mattina dopo Ginny dovette tenere il gioco senza fare storie perché nessun Grifone venne a cercarmi disperato, io aspettai, guardando dalla finestra, che tutti andassero a lezione, poi mi vestii, piuttosto pesante, misi la solita camicia ma sopra infilai una maglia bordeaux di lana e anziché la gonna infilai un paio di jeans, poi mi misi il mantello e uscii dalla scuola.

Io e Malfoy non ci eravamo dati appuntamento, ma era sottinteso, per entrambi, che ci saremmo trovati al lago nero, difatti, quando arrivai, lo trovai sdraiato contro un tronco, dormiva, lo svegliai, – Ciao Granger – – Malfoy – – Stavo dormendo – – Ho notato – – Stanotte l'ho passata in bianco – – Come mai? – – Soliti incubi – – Ti va di parlarne? – – Non molto a dire la verità, solitamente sogno cose che accadevano al Manor deformate dalla mia mente – Annui – Possiamo dormire ancora un po'? – – Certo – Gli sorrisi, e, come mi era accaduto il giorno prima, mi venne naturale appoggiarmi a lui, che non replicò, ci addormentammo.

Fu un thestral a svegliarci, stava battendo piccoli colpetti sulla spalla di Draco che lo salutò – Demone! – Io appena lo vidi mi spaventai e scattai in piedi, colta di sorpresa, quello si spaventò pure lui e si allontanò – No, vieni qui, è la Granger, è innocua – Rise, il cavallo si riavvicinò e mi annusò, poi, soddisfatto mi lecco una mano, lo accarezzai – Lo puoi vedere Granger? – – Si – – Sono in molti a vederli, oramai – – Colpa della guerra – – È stato durante la battaglia finale che sei stata vicina alla morte Granger? Se posso saperlo – – Non solo, tu? – – Quando fallii con Silente, mi torturarono – Lo torturarono? Oddio ma era solo un ragazzino! – Chi? – – Voldemort in persona – – Oddio – – Già – – E questo da dove salta fuori? – Cambiai discorso, indicando il cavallo – Bo, non mi molla più – – È carino – – Se lo dici tu – E con questo si alzò in piedi e, dopo aver fatto una carezza al cavallo, si incammino nella foresta, lo seguii.

Passeggiamo un po', seguiti da Demone, a differenza di come pensavo non ebbi paura, non faceva così paura la foresta, ora che la guerra era finita, incontrammo un centauro – E voi che ci fate qui? – – Nulla – Intervenne Malfoy – Passeggiamo – – Andatevene – Draco alzò gli occhi al cielo e tornammo indietro, appena fummo fuori dalla vista del centauro deviò il percorso.

Camminammo così per un po', a caso, poi lui si sedette su di un tronco, mi sedetti accanto a lui – È qui che ho trovato il thestral – annui, mi guardai intorno, era buio, la foresta era buia da sempre, anche in pieno giorno, il tronco su cui eravamo seduti doveva essere caduto di recente, non era ancora marcito, e per terra vi era uno spesso strato di foglie bagnate che si appiccicavano sotto le scarpe, tutte colorate, ne raccolsi una rossa, bella e la lisciai – Rovere – parlò lui – Rovere? – – È la foglia di un rovere – Annui e mi alzai – Torniamo a scuola? – – Lui annuì, si alzò e prese un'altra strada da quella che avevamo fatto per venire – Conosci a memoria tutta la foresta? – Più o meno, ci vengo spesso – – Io non ci sono mai venuta, non di mia spontanea volontà – – Com'è essere un'eroe Granger? – E così, dal nulla, se ne uscì fuori con quella domanda – Dopo un po' non ci fa più caso nessuno a te – – Perché vuoi aiutarmi? – – Perché sono stufa di tutta questa sofferenza – – Io sono l'unico che la merita, sono quello che l'ha scatenata – – No, non è stata colpa tua, non la meriti Malfoy – – Draco – – Cosa? – – Chiamami Draco – Annui, sorpresa – Facciamo una stronzata? – – Lo guardai interrogativa – – Ho bisogno di un alleato per entrare nell'ufficio della Daisyred e scrivergli sul muro “ ti amo, tuo Vitious” – – Sei pazzo? – Rise, no, era Malfoy – Prendiamo la vernice che abbiamo usato per ridipingere? – – Ottima idea – – Sai dove la tengono? – – Io so tutto Granger! – – Quindi? – – Nell'ufficio di Gazza – – È un suicidio – Ma acconsenti lo stesso, ci intrufolammo nell'ufficio del guardiano e rubammo la vernice rossa poi scappammo verso i sotterranei, – Alohomora – Aprii il lucchetto dell'ufficio della nuova professoressa di pozioni, Draco ghignò, poi entrammo, feci da palo, alla porta, anche se mai sarebbe potuta arrivare, in quel momento aveva lezione, con una scrittura che non assomigliava alla sua la serpe scrisse il messaggio sul muro, poi scappammo – Se ci beccano ci uccidono – Risi – Non ci beccheranno Granger – – Hermione – – Cosa? – – Chiamami Hermione –  



MY SPACE
Ciao :) Ecco il nuovo capitolo. Grazie per le tantissime recensioni <3
Alloooora.... questo capitolo è un po' cortino, chiedo umilmente perdono, mi farò perdonare con il prossimo promesso.
Ecco che i dubbi di Hermione vengono confermati e, ovviamente, rovina tutto, meno male che c'è il nostro Draco a consolarla e a continuare con il suo piano 'rendiamo bulletta la Granger' Il prossimo capitolo è un macigno preparatevi, alta dose di depressione in arrivo, è dal punto di vista di Draco:


Il gelo continuava a penetrarmi nelle
ossa, alimentava il dolore, avevo bisogno
di calore, di aiuto, non ce l'avrei mai fatta,
stavo morendo, solo, fuori dalla cucine,
nel freddo di quel castello.


Ci sentiamo domenica ;)
P.S. vi piace il nuovo nickname?
Ali

 

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Capitolo 8
*** - Draco ***


[canzone consigliata come sottofondo: Maps - Maroon 5 https://www.youtube.com/watch?v=xj6fHiF8Osg ]

8. Draco

Sapete cos'è un Haiku? É un tipo di poesia giapponese, formata da soli tre versi, dove, alla fine del primo o del secondo verso, ci può essere la “cesura” un momento, sottolineato, dopo il quale la poesia cambia completamente. Ecco, quella notte, fu la cesura della mia vita: mi scombussolò tutto il mio mondo, fu l'incendio della fenice prima della sua rinascita, il toccare il fondo del lago prima di spingersi su per respirare.

Erano passate due fottute settimane dalla mia mattinata con Hermione, e questa, ogni giorno, a pranzo, veniva a salutarmi, mi controllava i polsi, a volte accettava persino un tiro di sigaretta. La Daisyred non aveva ancora trovato i colpevoli e noi l'avevamo scampata.

Quella notte, però, qualcosa cambiò, e quel qualcosa portò al cambiamento di tutto il resto...

 

Buio, era buio, si vedeva poco, dove mi trovavo? Ero al Manor? Forse si, svoltai l'angolo, da una stanza usciva un raggio di luce, entrai lì: era una stanza fredda, color panna, con decorazioni verdi, vi erano le luci soffuse, giallognole, e grandi finestre davano su un cielo nebbioso. Mi guardai intorno, non ero mai stato in quella stanza, ne ero certo, poi un palo comparve nella mia visuale, vi era una ragazza incatenata, non era la sala delle torture quella, era un'altra sala, sembrava la camera di mia madre, si, era la camera di mia madre, ma era stata svuotata dai mobili, perché? E cosa ci faceva lì quella ragazza? Comparve una figura, alta, con una folta chioma, rideva, con una voce di bambina, la riconobbi: Bellatrix, si avvicinò alla ragazza. Che faceva? Era una prigioniera quella ragazza? Eppure mi sembrava così pura e innocente, mi avvicinai, mi pareva di conoscerla, aveva i capelli riccissimi, castani, disordinati e crespi, era vestita da babbana e aveva il viso livido, aveva uno sguardo terrorizzato, mi pareva di conoscerla ma non ricordavo chi fosse, poi nota le ali, dietro la sua schiena, ripiegate, vi erano due immense ali d'angelo, era un angelo? O fingeva? Erano finte? Un incantesimo? Oppure era scesa dal paradiso? Bellatrix si avvicinò, ghignando, ma che faceva la torturava? Ma se era un angelo! Bellatrix rideva, come una matta, - Crucio – urlò, con voce stridula, la ragazza si contorse a terra dal dolore – Sangue sporco, sangue sporco, sangue sporco-- Ripeteva mia zia, come una cantilena, deridendola, allora non era una angelo? Mentiva? – sangue sporco! – Bellatrix rideva e rideva, le tirò su la manica della felpa e mi chiamò, mi porse la bacchetta, la posai sulla pelle dell'angelo e quest'ultimo iniziò ad urlare, e più urlava più la mangiamorte rideva, trascinavo la bacchetta sul suo braccio tracciando una scritta, contro la mia volontà: M-U-D-B-L-O-O-D, mi opponevo ma la bacchetta continuava a scrivere, e la ragazza urlava, e Bellatrix rideva, e poi si trasformò in qualcosa di alato, un pipistrello, pareva, e continuava a ridere, mentre l'angelo continuava ad urlare. Si accasciò al suolo, e Bellatrix rideva, si accasciò al suolo, svenuta? No, morta. Iniziò a decomporsi, e quello che in natura avviene in un mese, su di lei avvenne in pochi minuti, urlai.

 

Urlai, tirandomi a sedere, sentii Blaise mugugnare, il sogno era cambiato, era peggio, ora, mi alzai e andai in bagno, mi tagliai finché non intervenne Zabini a fermarmi e a riportarmi a letto, inutilmente, non dormii.

“Io non l'ho torturata la Granger” Continuavo a ripetermelo, in mente, che era un sogno, solo un sogno, un fottuto maledetto sogno, io la Granger non l'avevo mia toccata, era stata Bellatrix, non io, non io “ Ma se ne avresti avuto l'occasione?” Già, se ne avessi avuto l'occasione? Cosa avrei fatto? L'avrei torturata? Si, se Bellatrix me lo avesse chiesto lo avrei fatto, era inutile negarlo. Perché io la odiavo, e perché io ero un bastardo, e resto un bastardo, ero un mostro, un fottuttissimo mostro. Continuavo a ripeterlo, fissando il soffitto, nel troppo buio della mia stanza, non sarei arrivato a domattina, sgattaiolai fuori dai dormitori senza fare rumore.

Che facevo? Adesso ero uscito fuori, che facevo? Camminai un po' per i corridoi, scalzo, senza mantello, il gelo mi entrava nelle ossa, decisi che per prima cosa avevo bisogno di calmarmi. Scesi verso le cucine, deciso a farmi una camomilla, nel buio, quando arrivai gli elfi erano svegli, chiesi loro di prepararmi un qualcosa di caldo, lo fecero senza fare storie, gli elfi lavoravano in silenzio, nello stesso silenzio che regnava nella mia camera, nello stesso freddo silenzio che regnava nel castello, aveva tutto un che di malevolo e di gelido, avevo bisogno di calore, presi la mia camomilla e la bevvi, non bastò, il freddo continuava a penetrarmi nelle ossa, alimentava il dolore, avevo bisogno di calore, di aiuto, non ce l'avrei mai fatta, stavo morendo, solo, fuori dalla cucine, nel freddo di quel castello.

Pensai di andare sulla torre di astronomia, e buttarmi giù, ma non ce l'avrei mai fatta ad arrivare fino a li, vi erano troppe scale, ero troppo debole, avevo perso troppo sangue, che ancora usciva dai miei polsi e mi aveva macchiato la camicia, volevo fermarlo, avrei sporcato in giro, ma non ne avevo la forza, si sarebbe fermato da solo.

Pensai di andare dalla McGrannit, chiederle di espellermi e farmi tornare a casa, magari mia madre era guarita, magari si sarebbe pentita di avermi lasciato solo, magari sarebbe tornata la madre che era un tempo

 

*flashback*

Draco aspetta, piccola peste vieni qui! – un bimbo biondissimo correva in

un prato verdissimo ridendo, scappava dalla madre, che lo inseguiva ridendo

anche essa – Sei impossibile! Vieni forza! Le serve ti devono vestire – Il bimbo

rideva, era il giorno del suo quarto compleanno e tutto era pronto per la

grandiosa festa a Malfoy Manor, tutto tranne il piccolo festeggiato che voglia

di chiudersi in una stanza a farsi vestire proprio non ne aveva, preferiva

far disperare la sua adorata mamma.

Draco! – – Prendimi mamma! Se non non verrò mai – Rise ancora, la

madre, rassegnata, si sfilò le scarpe eleganti, con i tacchi alti, e prese

in mano la lunga gonna, poi iniziò a correre, dietro al suo pestifero

bambino, raggiungendolo presto, lo abbracciò da dietro, e insieme

ruzzolarono a terra, Narcissa Malfoy si sporcò di verde la veste nuova

Guarda che hai combinato piccolo demonio – Lo fece notare al bambino

che sorrideva felice fra le braccia della madre – l'avevo comprato

apposta per l'occasione – Al bambino non importava, affatto, gli

bastava che lei lo abbracciasse sempre stretto, poi, poteva anche

andarci in mutande alla sua festa di compleanno, La donna lo prese in braccio

e, con lui, si avviò verso il Manor – Sei quasi peggio di tuo padre – rise

facendogli il solletico – Io sono più bello – replicò il bimbo dando

un bacio alla madre – E tu mi vuoi più bene, mamma – La donna sorrise, fiera

del suo piccolo ometto.

 

Gli occhi mi si erano riempiti di lacrime, singhiozzavo, io, il piccolo ometto, ormai cresciuto, in un corridoio di Hogwarts, scosso da brividi di freddo – Torna da me mamma – sussurrai, pensando a quel giorno in stazione, il mio primo anno di scuola, in cui tutto era finito, da quanto tempo non ricevevo un abbraccio da mia madre? Da anni.

Distrutto ripresi a vagare per i corridoi del castello, e, in quel momento, nella disperazione e nel freddo di quella notte, l'unica persona, l'unico volto, che mi venne in mente fu Hermione Jane Granger e, incurante di mostrarmi debole innanzi a lei, come ormai, tanto, era già, più di una volta successo, mi avviai, correndo nel buio, e arrancando, con le poche forze rimaste, verso la torre dei Grifoni.

La signora grassa mi fece entrare, mi chiese la parola d'ordine – Non la so – – Allora non puoi entrare tesoro – – Per favore, ho bisogno di Hermione Granger – La donna impietosita dal mio volto, scavato dal dolore e bagnato dalle lacrime e, avendo ben sentito dagli altri quadri e dagli alunni di quanto i ragazzo che si trovava davanti a lei, che poteva essere soltanto Draco Malfoy, fosse a pezzi, mi fece passare senza storie.

Entrai e mi diressi verso i dormitori femminili, nella sala comune dei grifoni il caminetto era ancora acceso, nonostante fosse l'una di notte e non faceva affatto freddo, mi fermai un attimo lì davanti, poi cercai la stanza di Hermione e, appena la trovai, mi infilai dentro, senza far rumore, timoroso di trovarla sveglia, o, peggio, di essere scoperto dalla Weasley, entrai, silenzioso e mi infilai nel letto della ragazza, stringendola e svegliandola, quella sussultò, le misi una mano sulla bocca – Sta' zitta ti prego – nella mia voce vi era una richiesta d'aiuto che Hermione accolse, abbracciandomi, senza pesarci.

Non avevo più freddo, in quella stanza vi era più luce, la luce della luna entrava dalle finestre enormi, vi era un intenso profumo di vaniglia, e di talco, e i capelli della Granger mi solleticavano il viso, faceva decisamente caldo, stretto a lei, che mi rassicurava accarezzandomi la schiena, li i pensieri non potevano raggiungermi, lei li allontanava, dormi, senza incubi, per la prima volta, da mesi.




MY SPACE
Eccomi qua perfezioni, ecco l'ottavo capitolo.
Draco è distrutto dall'ennesimo incubo, in cui non riesce a riconoscere Hermione ma vede che è un angelo, il suo angelo.
Il prossimo capitolo è dal punto di vista di Hermione ed è un po' meno triste


 – Puoi perdonarmi Herm? –
– L'ho già fatto – Sorrise e io
ricambiai


Bene,al prossimo capitolo
Ali


 

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Capitolo 9
*** - Hermione ***


[canzone consigliata: Snow - Red Hot Chili Peppers]*

9. Hermione

Stavo sognando qualcosa di strano, mi trovavo, forse, in un campo di papaveri, quando un odore di tabacco mi invase le narici, cosa centrava con i papaveri? Poi l'odore mi svegliò completamente e, sentendo un presenza nel mio letto sussultai – Sta zitta ti prego – Draco? Cosa ci faceva qui? Cos'era successo? Sentii che aveva i polsi bagnati, lo strinsi più forte e ci addormentammo.

 

La mattina dopo fu il sole, come sempre, a svegliarmi,. Sentii un peso sul petto ma non me ne preoccupai, pensando a Grattastinchi, aprii gli occhi: una testa bionda se ne stava comodamente poggiata sulla mia spalla e un braccio muscoloso mi avvolgeva la vita. Mi alzi di scatto, rischiando di svegliare Ginny che, fortunatamente, aveva però il sonno piuttosto pesante, solo quando il ragazzo apri gli occhi ricordai della nottata, sorridendo per la mia reazione, pure lui ci mise qualche minuto a realizzare che era successo, poi capì, e mi guardò, ed ad entrambi venne da ridere pensando allo spavento che ci eravamo presi.

Lui si alzò, in silenzio, senza una parola, usci e tornò nei sotterranei. Io andai in bagno, sperando che Ginny non si fosse svegliata nella notte e non se ne fosse accorta, ripensai al fatto che non mi ero minimamente preoccupata di lei, ancora incazzata con me, nel letto affianco, quella notte, lasciando stare Draco nel mio letto senza problemi, preoccupandomi solo che lui stesse bene. Ero un'incosciente!

Mi immersi nella vasca lavandomi di dosso l'odore di sigaretta e di menta di Malfoy continuando a pensare a quella notte. Cosa era successo per spingerlo a cercarmi? A venire da me in piena notte? A venire nel MIO LETTO in piena notte!

Uscita dalla vasca mi infilai la divisa, già pronta per la lezione ma, al posto del maglioncino di lana, che misi in borsa, infilai un maglione più pesante, grigio, mi corpi con il mantello ed usci. Attraversai in fretta il cortile come appena due settimane prima aveva fatto Draco e mi incamminai verso la foresta, passeggiai un po', certa che nessuno mi avrebbe vista, al limitare del bosco, poi mi sedetti sull'erba, ricoperta di brina, fregandomene se bagnavo il mantello: lo avrei messo asciugare vicino al camino, dopo. Frugai nella borsa e tirai fuori gli appunti, li riguardai pensierosa correggendoli. Il giorno prima Ginny aveva bucato, come avevo fatto io tempo fa, d'altronde, ma senza giustificarsi in nessun modo, Draco mi aveva detto di averla vista con Anthony, anche Daphne non c'era, segno che entrambe ancora non avevano smesso di stare con Goldstein – Daphne forse non smetterà mai – Aveva commentato, rassegnato, Draco. Be, Ginny invece doveva piantarla! Ma io non potevo dirle niente, avevamo litigato e dirlo a Ron equivaleva al suicidio: lei avrebbe confessato che, quando bucavo, non era per conto della McGrannit o perché non stavo bene ma era perché ero con un ragazzo.

Mi accesi una sigaretta, Draco me ne aveva regalato un pacco, convinto che mi sarebbero servite a rilassarmi, mi stava attaccando il vizio, non mi importava. Avevo anche una gran voglia di bucare quel giorno, di starmene al lago nero o nella radura dove mi aveva portato, o in qualsiasi altro posto che non fosse la mia classe, con o senza di lui.

Alzai gli occhi al cielo, mi stavo rovinando. Guardando in alto notai una cosa che mi fece scoppiare a ridere: un thestral volava velocissimo nel cielo di Hogwarts, sopra la foresta, sopra di lui, Draco Malfoy rideva, non lo avevo mai visto ridere, nemmeno prima della guerra, al massimo ghignare ma ridere, mai. Invece ora rideva, eccome se rideva, rideva per davvero, come un pazzo, mentre il vento gli scompigliava gli spaghetti biondi. Mi vide e indirizzò Demone verso di me, atterrò vicino, mi avvicinai e il cavallo che si fece accarezzare – Voglia di bucare Grang? – – Da cosa l'hai capito? – – Manca poco alla prima ora e sei ancora qui – – Si, in effetti non ho proprio voglia, però farò uno sforzo, non sono mica te, sto bucando troppo – – Uff tre volte – – Cinque Draco! Sono fin troppe – – Era ora che imparassi un po'! – Sorrise e mi sfilò la sigaretta dalle dita – Vai allora se no arrivi in ritardo – – Si, ciao – – Mi voltai e mi misi a correre verso il castello – Ah Hermione! – – Mi fermai e lo guardai interrogativa – Grazie per stanotte – Sorrisi e corsi via, ero in ritardo.

 

Le prime due ore di storia della magia erano un massacro, persino io faticavo a seguire le lezioni di Ruf, soprattutto oggi che la mia mente era altrove: era rimasta nel letto, a quella sensazione fantastica che avevo provato stamani, abbracciata a Draco. Non ci eravamo mai dimostrati affetto in nessun modo, prima di quella notte, lo avevo abbracciato solo una volta quando avevo scoperto i tagli e dovevo dire che era stato stupendo, mai avevo pensato che l'abbraccio di un ragazzo avrebbe potuto farmi sentire così bene, soprattutto visto che il ragazzo in questione era Malfoy! Cioè, dai, Malfoy?

Quella settimana fu una delle più impegnative dell'anno, passai molto tempo in biblioteca a studiare ed ebbi poco tempo per Draco, anche se ogni giorno, puntualmente, lo salutavo, prima o dopo le lezioni, e gli controllavo i polsi. Ginny sembrava stare peggio del solito, scopri da Ron che aveva litigato con Goldstein e ne fui, in un certo senso, felice.

Faceva freddo, ad Hogwarts, eravamo ormai a metà ottobre. Di notte si gelava, durante le lezioni, se eravamo nei sotterranei, tenevamo spesso addosso i mantelli e, nella nostra sala comune, si faceva a gara per stare sulla poltrona davanti al camino. Io, come sempre, in inverno, aspettavo con ansia che tutti andassero a dormire, poi mi appropriavo della poltroncina e ripassavo gli argomenti per il giorno dopo, oppure leggevo un libro. Anche in biblioteca iniziava a far freddo ed era sempre meno piacevole andarci. Io e Draco non bucavamo più tanto, e se lo facevamo succedeva al pomeriggio, e restavamo dentro il castello, nelle cucine, o in qualche stanza vuota, vicino ad un camino acceso. Un giorno, ricordando la parola d'ordine pronunciata da Zabini quel giorno in cui era cominciato tutto, entrai nella sala delle serpi e trovai Draco davanti al camino a leggere, mi sedetti accanto a lui e restammo così, al caldo, anziché andare a lezione.

Fu il mercoledì dopo il mio risveglio con Draco che mi riappacificai con Ginny. La trovai in camera, sul letto, silenziosa, per una attimo pensai che mi avesse visto, la sera prima, e volesse dirlo agli altri, poi notai il suo sguardo triste e capii, mi avvicinai – Che succede Ginevra? – – Anthony.. – – Immaginavo, che ha combinato? – – Avevi ragione tu, come sempre, se la fa con la Greengrass – – Lo so – – Ho sbagliato Hermione, lo so, non avrei dovuto insultarti, non avrei dovuto iniziare a fumare e tutto il resto solo che – Trasse un profondo sospiro – Fa ancora male – Già, lo sapevo, sapevo che intendeva, non c'era bisogno che specificasse, anche perché farlo, avrebbe potuto farla star peggio. Sapevo bene che intendesse: Harry, stava ancora male per lui, per come l'aveva lasciata, dopo soli tre mesi, perché lei era 'troppo per luiì, e quel troppo, seppur non lo avesse definito, sapevamo tutti che non era 'troppo bella', o 'troppo intelligente', no, lui intendeva troppo troia, ed era vero, Ginny affogava il suo dolore nei ragazzi, già prima della guerra, ma Harry non capiva che la causa di tutto ciò fosse lui, si era auto-convinto che lo tradisse e l'aveva lasciata e il fatto che Ginny, dopo appena qualche settimana aveva già un nuovo ragazzo, non fece che confermarglielo. Ma Ginny aveva un nuovo ragazzo perché stare senza di lui la faceva soffrire, perché scopandosi Goldstein aveva l'erba gratis, e l'erba le impediva di pensare – Puoi perdonarmi Herm? – – L'ho già fatto – Sorrise e io ricambiai – Me lo vuoi dire chi è questo ragazzo misterioso? – Tacqui – D'accordo – Mi sorrise, annuendo, come a spiegarmi che se mai mi sarei sentita pronta a dirglielo lei ne era felice, ma non voleva forzarmi.

 

E così i gironi passavano, lenti e freddi, la pioggia batteva sui vetri da settimane, e, per mia gioia, gli allenamenti di quidditch erano stati interrotti. Ron si ostinava a non studiare e io cercavo inutilmente di aiutarlo. I numeri di tagli di Draco, a notte, erano scesi a nove, e ne ero veramente felice. Halloween si avvicinava sempre di più, e giravano voci su una super festa organizzata in sala grande, cosa che, dovevo ammettere, mi spaventava non poco. Demone non si era più visto, faceva troppo freddo e Draco usciva poco, l'avevo, finalmente, convinto a tornare nella squadra di quidditch ma la pioggia aveva guastato tutto.

Stavo andando in biblioteca, dopo aver fatto pace con la mia migliore amica, quando senti degli urli nel corridoio, mi affacciai – Ehi bastardo! Come sta il tuo amico oscuro? – – Si è stufato di ammazzare persone? – Cinque ragazzi del quarto anno, due Tassi e tre Grifondoro, avevano accerchiato Draco nel bel mezzo del corridoio e lo stavano insultando. Zabini tentava di intervenire, inutilmente, e la bionda serpe se ne stava li impalata, con il portamento fiero ma lo sguardo distrutto, a beccarsi gli insulti che, a sentire lui, si meritava – Hai mai provato a fare una avada kedavra su di te? – Ridevano – Bastardo assassino – uno gli sputò addosso – Sei solo una lurida serpe – Stufa, feci per intervenire, e mi diressi verso di lor a grandi passi, Draco, forse stufo di mostrarsi debole innanzi a me, trovò la forza per rispondere – Sarò anche una lurida serpe ma resto mille volte migliore di te mezzo babbano – Lo disse con una freddezza assurda, la voce non lo tradì, così come non lo tradì lo sguardo: rabbioso ma fiero, puntato sul ragazzo, tant'è che sembrò essere tornato il ragazzo con cui mi attaccavo sempre i primi anni. Mi fece quasi paura – Sparite – Ringhiai ai ragazzini – 5 punti in meno a testa per avere insultato ingiustamente un Serpeverde, sparite – – Scusi caposcuola Granger? – Era stato un Tasso a parlare, con uno sguardo strafottente in viso – Si? – Freddezza Hermione, freddezza e autocontrollo, come Draco, ce la puoi fare – Ma le serpi sono diventate una specie protetta che non li si può toccare? – Autocontrollo Hermione, freddezza e autocontrollo – Non sono una specie – Intervenne l'altro – Sono dei bastardi – Autocontrollo... – Sparite di qui! Dieci punti in meno per aver contraddetto un caposcuola, vado a chiamare la McGrannit, ci penserà lei a chiarirvi le idee, tranquilli, filate – Filarono e io mi lasciai andare in un ringhio, la maschera era crollata – Piccoli stronzi – Mi lasciai scappare poi mi voltai, e notai lo sgurdo basso di Draco, lo abbracciai, anche la sua maschera era caduta.



Note
Eccomi, finalmente, dio, ragazze scusasatemi, mi dispiace veramnete tantissssssimo di averci messo così tanto!
Per farmi perdonare della mia assenza aggiornerò già domani <3
Allora questo capitolo è solo di passaggio, il prossimo sarà più interresante, giuro

– Voglio ridere stanotte Malfoy –
– È da tanto che non rido –
– Pure io –
– E cosa vorresti fare? –
– Pazzie –


Ecco, ora chiudo, a domani
Ali

*Non mi funziona bene internet e non riesco a mettervi il link, scusate

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Capitolo 10
*** - Hermione ***


[canzone consigliata: Let her go - Passengers]

10. Hermione

Mai odiai Ron come quella mattina. Quando scesi a colazione, già vestita di tutto punto, senti Ginny che chiacchierava con lui, spettegolando di tutto e di tutti – E la sapete la gran bella novità? – raccontava questa – La McGrannit ci ha autorizzato la festa di Halloween! E ti dirò di più, per quelli dell'ultimo anno è permesso bere alcolici! Ci faranno portare da bere! – – Oh e chi organizza tutto? – – Le serpi, credo, sono loro le esperte in materia – – Oh allora non ti conviene bere tanto tesoro, sarà roba avvelenata – Scoppiarono a ridere, nascosi un ringhio – La sapete invece la vera novità? – – No, cosa Ron? – – Malfoy si vede con una ragazza! – – Sgranai gli occhi, Cosa?! – la Greengrass? – – No, pare che sia una Grifondoro, l'ha intravista Neville, era al lago nero con lui – – Una Grifondoro!? E l'ha riconosciuta? – Arrossi e trattenni il fiato, e se mi avesse riconosciuta? – No, l'ha vista di sfuggita, cioè, dai ma chi starebbe con uno come Malfoy? – Nascosi un altro ringhio con un colpo di tosse – Tutto ok Herm? – Annui, Ron riprese a parlare – Chissà, magari la troveremo morta da qualche parte un giorno di questi – No, non ce la facevo, mi alzai di scatto – Mione? – – Scusate devo scappare – Corsi via, ma che aveva di male il povero Malfoy? Possibile che solo io mi fossi accorta di quanto fosse pentito?

Uscii in cortile e mi inoltrai nella foresta, fregandomene del freddo, accesi una sigaretta e cercai Draco, non lo trovai, forse era a lezione. Mi sedetti su una roccia, con il mantello sotto il sedere per non congelarmi, e, per la prima volta, dal nostro primo incontro, mi permisi di piangere, stanca, della guerra e di ciò che aveva portato, del dolore mio, di Malfoy e di tutti gli altri.

Perché in quella stupida scuola non si poteva andare d'accordo? Non era forse quella la volontà di Silente di cui tutti parlavano? Non ci era bastato stare male noi? Ora bisognava far stare male loro, possibile che nessuno si ricordasse come ci si sentisse a essere discriminati? Io ricordavo come fosse e proprio per questo avevo scelto di evitare di farlo provare ai serpeverde, mentre invece, sembrava quasi una vendetta il comportamento che tutti tenevano, ci sarebbe mai stata la pace? Quella vera?

 

Fu solo quando mi alzai da quella roccia che mi resi conto che ero stata lì quasi due ore, stanca tornai ai dormitori e mi rifugiai in camera, aspettai i miei amici

– Hermione? Sei qui? – – Si, scusa non sto bene – – Non stai spesso bene ultimamente – – È tutto ok, Ginny – Mi alzai e mi cambiai veloce poi scesi con lei a pranzo.

Appena arrivai e mi sedetti al tavolo miei amici mi assalirono di domande – Mione cos'hai? – – Tranquilli, sono solo un po' stanca – – Ultimamente salti molte lezioni – Eh, lo so – Già, sono stanca, che avete fatto oggi? – Cambiai velocemente il discorso e loro ci cascarono, tranne Ginny che aveva capito benissimo che nascondevo qualcosa, ma che potevo farci? Non potevo mica dirle che le ore che saltavo le passavo con Malfoy, non so, una cosa tipo: “Oh ciao Ginny come va? Sai oggi ho bucato, buco spesso, per stare con Draco Malfoy che si è dimostrato molto pentito e ora ci ama tutti” Mi avrebbe portato da uno psicanalista, come minimo. Mi riscossi dai miei pensieri, diedi un'occhiata veloce al tavolo delle serpi, badando bene a non farmi notare da Ginevra. Draco non c'era e non era una buona cosa, decisi di evitare di destare troppi sospetti e rimasi al tavolo fino alla fine del dolce – Ragazzi ci vediamo a pozioni, faccio un salto ai dormitori – Lasciai la stanza e passai dal cortile, di Malfoy neanche l'ombra, mi guardai intorno, ansiosa, nulla, sospirai e continuai per la mia strada, l'avrei visto a pozioni, forse.

E invece no, l'ora dopo non c'era, passai la lezione a guardare le serpi, cercando di capire che gli fosse successo, sempre più spaventata. Alla fine dell'ora uscii con i miei compagni facendo però ben attenzione a rimanere indietro, avvicinandomi a Zabini – Zabini? – – Granger? – – Che fine ha fatto Draco? – – Non lo so – – C'era stamattina? – – È uscito presto – Oh ma cazzo!

Rassegnata feci un salto in biblioteca a studiare, cercando di calmarmi. Non poteva essergli successo nulla, no? No, potevano essergliene successe d'ogni, era Malfoy in fondo, poteva essersi tagliato troppo, poteva essersi fatto male nella foresta, poteva essersi suicidato! Basta! Dovevo calmarmi, Feci un respiro profondo e mi concentrai nello studio, Amavo la biblioteca: l'odore dei libri, il silenzio come solo qui si poteva trovare, la luce calda, il calore del caminetto e il sole che filtrava dalle grosse finestre, illuminando l'ambiente, era un'atmosfera stupenda, e lo sarebbe stato maggiormente se quel pazzo di Malfoy non avesse deciso di sparire proprio oggi.

Ero ancora in biblioteca quando un barbagianni grigio entrò dalla finestra, con una lettera nel becco che mi posò in grembo per poi volare via. La aprii: era un cartoncino, inserito in una piccola busta, sul cartone vi erano solo cinque parole:

 

Mezzanotte, alla torre di astronomia

 

Non era firmato, ma era intuibile chi me lo avesse scritto. Tirai un sospiro di sollievo, per lo meno non era morto!

Quella sera, mi vesti pesante e, a mezzanotte meno un quarto, sgusciai fuori dalla torre di Grifondoro con il mantello dell'invisibilità rubato ad Harry e corsi verso il luogo prestabilito. Salii le troppe scale e arrivai in cima: Malfoy era già li, cosa quasi irreale, che mi lasciò non poco stupita,

il dio dei ritardi che arrivava con ben cinque minuti di anticipo?

Era seduto nell'ombra, tant'è che solo dopo il – Ciao Grang – Strascicato potei essere sicura che fosse lui – Che fine avevi fatto oggi? – – Scusa, stavo male – – Motivo? – – Un incubo – – E venire da me come l'altra sera anziché sparire? – – Scusa Grang – Emerse dal buio e la luna lo illuminò mostrando un ragazzo bellissimo. Non mi ero mai resa conto, con i miei occhi offuscati dall'odio, di quanto fosse la perfezione fatta a persona: i capelli ribelli color platino brillavano alla luce della luna, la pelle chiarissima, di porcellana, vestito di nero, come sempre, sembrava un demone, gli occhi, nel buio, luccicavano, sembravano trasparenti tanto erano chiari, gridavano aiuto al posto della bocca, rosea, che ghignava, maligna, come sempre – Polsi? – – Scusa Grang – Ripeté porgendomi le braccia, alzai le maniche – Draco! – Abbassò lo sguardo, gli sfiorai i tagli appena rimarginati – Venti – – Ventuno – Mi corresse mostrando un taglio sulla mano – Cosa hai sognato? – – Possiamo non parlarne? – – Okay ma la prossima volta vieni da me anziché farti ciò – Okay, tanto sono una tortura entrambe le cose – Ghignò – Non sei simpatico – – E invece si – Alzai gli occhi al cielo, lui si sdraiò supino, guardando le stelle – Ti piacciono le stelle Malfoy? – Mi sdraiai accanto a lui e rimirai il cielo nerissimo, misterioso. Avevano qualcosa in comune Draco e il cielo che guardavamo, forse era il fatto di essere nero o il mistero che aleggiava intorno ad entrambi, oppure semplicemente ero io che iniziavo ad accusare i segni della stanchezza – No, Se ne stanno lassù e se ne fottono di tutti – – Che pessimista – – Perché? – Chi ti dice che non ci proteggano senza che noi lo sappiamo? – – Che sognatrice – – Sta a te scegliere se credere nei sogni o meno – – Io credo negli incubi – Sospirai, lui appoggiò il capo su di me, lo avvolsi con un braccio – E credo negli abbracci come cura a ogni male – Sorrisi, era la dolcezza fatta a persona, quando voleva lui, quindi praticamente mai – Guarda quella è la mia costellazione – – Draco – Sorrisi – Che bella – – Come me Grang – Risi, era pazzo – Modesto mi hanno detto, tesoro – Rise anche lui, un risata vera, per fortuna, a cui mi aggiunsi. Poi ci zittimmo, senza più bisogno di dire nulla, perché quel silenzio valeva più di mille parole. Parlava di stanchezza, stanchezza di soffrire e di dover aver sempre tutto controllo. Parlava di Rabbia, verso i miei amici che non sapevano capire le serpi e, da parte sua, verso se stesso, e verso il mondo. Parlava di dolore e di solitudine, parlava di disagio nel sentirsi incompresi da tutti, nel voler dire quello che pensavamo agli altri ma aver troppa paura di non essere capiti. Perché ad Hogwarts tutti ce l'avevano con lui e con i Serpeverde e non capivano che bisognava dimenticare, perché loro ci stavano male.Quel silenzio era rumoroso come urla, richieste di aiuto, voglia di ridere, di ridere tanto, fino a dimenticarsi di come sia piangere, fino a dimenticare tutto – L'universo è immenso – Annuii – Chissà se in tutta questa immensità c'è un posto giusto per me? – – Il tuo posto è qui Draco, su questa fottuta torre a guardare il cielo – Lui non ascoltava, continuava il suo ragionamento – Chissà se da qualche parte, nell'universo, esiste qualcuno che mi ama – – Si, qui – – Qui non mi ama nessuno – – Si invece, Daphne, Blaise, Theo – – Sono pochi, facile parlare per te, tutta Hogwarts ti adora – – A me non importa, mi basta che lo facciano i miei amici – E io sono tuo amico? – Così, di getto, senza pensarci, me lo chiese e così, di getto, senza pensarci, risposi – Si, lo sei –

Poi ci guardammo ed ad entrambi venne da ridere: era comica quella scena, noi due, da sempre acerrimi nemici, ora alleati, abbracciati, contro il mondo. Noi due amici, faceva ridere – Voglio ridere stanotte Malfoy – – È da tanto che non rido – – Pure io – – E cosa vorresti fare? – – Pazzie –

Pazzie, volevo fare pazzie, in quella notte stellata, sotto la luna piena, avevo voglia di ridere e di correre, di fregarmene dei giudizi altrui. Di far ridere Draco, per quanto fosse difficile. Avevo voglia di rischiare l'espulsione, ben sapendo che, con lui, mai ci saremmo fatti scoprire. Avevo voglia di essere libera e di correre spensierata, e così feci, lo presi per mano e, insieme, di corsa, attraversammo il castello, uscimmo, nella notte, fredda, di ottobre, corremmo sull'erba bagnata e risi, e rise pure lui, sembravamo due bambini, innocenti.

E, sotto quella luna, se uno avesse guardato, mai avrebbe pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato nella nostra amicizia, nelle nostre mani unite, nel nostro volerci bene in un modo tutto speciale. Se uno, estraneo alla vicenda, ci avesse visto, avrebbe pensato che erano bellissime le nostre risate, che eravamo pazzi, perché noi lo eravamo, pazzi, ma felici, almeno in quel momento, e bastava. Corremmo veloci, attraversammo il prato, e intanto ridevamo, e ridevamo, come da tempo entrambi non avevamo più fatto, continuavamo a ridere, con le lacrime agli occhi, dimenticando per un attimo il resto e pensando solo a noi due e alla notte. Poi scivolai e caddi a terra trascinandolo con me e rotolammo nell'erba bagnata, continuando a ridere, ridere e ridere.



Note
Eccomi <3 amatemi<3
Ecco il decimo capitolo,m dal punto di vista di Hermione, una Hermione un po' pazza a dire la verità, un po' ribelle. E un Draco un po' più gentile, persino dolce, del solito.
Il mio intento era quello di sottolineare come entrambi stiano cambiando, diventando un poco come l'altro. Spero si sia capito. Metto già in chiaro che l'uscita dolce di Draco ("E credo negli abbracci come cura ad ogni male") è l'unica di tutta la storia :)
Il prossimo capitolo è dal punto di vista di Draco, credo che lo metterò giovedì, non vedo l'or che finisca 'sta scuola maledetta così posso postare di più.


Albeggiò che la sala grande
era già quasi piena, gli amici
della Granger sicuramente
erano già li, senza di lei, però,
perché ancora dormiva.


Bene, adiòs <3
Ali
 

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Capitolo 11
*** - Draco ***


[canzone consigliata: little things - One Direction https://www.youtube.com/watch?v=xGPeNN9S0Fg]

11. Draco

La mattina oramai albeggiava tardi, non andavo più al lago nero a godermela prima di scuola, la Granger non la guardava più dalla finestra. E quella fu una disgrazia per Hermione, quella maledetta mattinata, se solo il sole fosse sorto prima.

Albeggiò che la sala grande era già quasi piena, gli amici della Granger sicuramente erano già li, senza di lei, però, perché ancora dormiva.

Non ero abituato a dormire con la luce, nei sotterranei era sempre buio, così, appena si schiarì il cielo, mi svegliai: non ero nel mio letto, questo era poco ma sicuro. Ero completamente fradicio, sdraiato nell'erba, al limitare del bosco, poca luce filtrava tra i rami, colpendomi in viso, la mia prima costatazione fu che, quella notte, non avevo avuto incubi, o se ne avevo avuti non li ricordavo e non avevano lasciato alcuna traccia, la seconda costatazione fu che qualcosa era appoggiato a me Aprii gli occhi: Hermione dormiva, con il viso appoggiato sul mio petto, i capelli ovunque, i vestiti, come i miei, bagnati, e pieni di fili d'erba strappata, le foglie secche in cui ci eravamo rotolati la sera prima erano ovunque, soprattutto nei suoi spettinati capelli, ne eravamo ricoperti.Volevamo fare pazzie la notte prima e le avevamo fatte, ma non ero certo nell'ottica di addormentarmi nel bosco: era successo per caso, mentre guardavamo il cielo, lei si era addormentata e, a me, non andava di svegliarla. Me ne sarei pentito appena quella avrebbe considerato l'ora, se albeggiava erano come minimo le otto, quindi lei sarebbe dovuta essere a fare colazione, anche io, in realtà, ma nessuno si stupiva se io non ero a letto. Decisi che era meglio farla alzare e subirmi le urla piuttosto che aspettare e aggravare la situazione, la scossi delicatamente, aprii gli occhi e si guardò attorno – Ma cosa? –

– Buongiorno Grang –

– Dove siamo ? –

– Nel bosco – Sorrisi

– Nel? – Poi sembrò illuminarsi, sgranò gli occhi e si alzò di scatto, non potei fare a meno di ridere – Che ore sono? – Chiese allarmata, a malincuore, mi decisi a controllare l'orologio – Le otto –

– Oh, no! – Si tolse le foglie dai capelli e dai vestiti e si asciugò con un incantesimo

– Io buco, vado a dormire –

– Io no, ciao Draco – Scappò via, verso il castello, con i ricci più indomabili del solito, a causa dell'umidità, che le scappavano ribelli dalla coda e si muovevano mentre correva.

Non andai a dormire, ero abituato a dormire poco, e quella notte avevo dormito meglio del solito, non mi andava certo di rovinare tutto, tornai comunque ai dormitori, attento a non farmi vedere. Mi feci una doccia calda, poi mi sistemai, mi vestii pulito e cancellai occhiaie e segni, quella notte, per la prima volta, dalla guerra, non mi ero tagliato, benedetta Granger! Usci, deciso a seguire almeno la seconda ora, che condividevamo con i Grifoni, purtroppo, e mi avviai a Trasfigurazione.

Entrai nell'aula che già tutti erano arrivati, come sempre, e mi sedetti, silenzioso, vicino a Blaise – Che fine avevi fatto? – Risi

– Buongiorno anche a te Zabini –

– Ero rimasto addormentato nella foresta –

– Nella foresta? E cosa ci facevi lì –

– Ci sono andato con Hermione –

– A fare che? – Mi guardò malizioso

– Non quello che pensi – Risi, poi notai la mancanza di Daphne, il mio sguardo saetto verso la prima fila, la Weasley c'era – Daphne? –

– Con il puttaniere – Il puttaniere, per chi ancora non lo sapesse, era Goldstein

– La Piattola c'è –

– Fortunata lei che l'ha lasciato – lei ne era uscita, Hermione l'aveva convinta, non so come, Daphne invece se la faceva ancora con quello, ringhiai sottovoce, era ora di smetterla – Blaise? –

– Si? –

– Placca la Weasley dopo, voglio sapere dov'è il puttaniere –

– Perché? –

– Mi sono stufato di questa storia – Lui annuì.

Appena suonò la campana ci avviammo verso i Grifoni, Hermione mi guardò allarmata, annui, impercettibilmente, con il capo, rassicurandola – Che volete? – Potter ci guardava male così come il suo amico – Un'informazione – Blaise si voltò verso Ginevra – Sai dov'è Goldstein? –

– Credo al lago nero –

– Grazie –

– Posso sapere perché? –

– Daphne – Intervenni io, spiegando

– Vengo con voi – Il coro che la seguì fu epico

– Cosa?! –

– Daphne è mia amica –

– Tu non vai da nessuna parte con loro – Vidi chiaramente Hermione alzare gli occhi a cielo

– Vado io con lei, prendete appunti per me – Li zittì e si avviarono con noi

– Li hai lasciati senza parole Grang – l'occhiata che mi lanciò fu chiara, non una parola, Ginny non sapeva della nostra amicizia, se così si poteva definire, ci zittimmo – E così hai fatto amicizia con Daphne, Weasley? – Intervenne Zabini – Si – Lui annuì, serio – Be, magari tu la puoi aiutare più di noi – Lei fece una smorfia, io e la Granger ci guardammo, no, non avrei lasciato la mia migliore amica fra le grinfie di quello!

E in quel momento, mentre con le ragazze andavamo a cercare Daphne mi resi conto di come in poco più di un mese tutti gli insulti, tutte le prese in giro, le discriminazioni tra me e Hermione le avevamo dimenticate, e lo stesso era successo per la rossa, e lo stesso sarebbe potuto succedere per tutti se solo non fossero stati così cechi, Potter e Lenticchia in primis, noi avevamo sbagliato, era vero, okay, però ora ce ne eravamo pentiti, era stupida la vendetta, saremmo andati avanti in eterno in quel modo. Noi avevamo capito il nostro sbaglio e loro avrebbero dovuto perdonarci. Invece no, solo Hermione lo aveva fatto, aveva perdonato proprio me, il peggiore.

Stando ben attento a non farmi notare la avvolsi con un braccio e la strinsi un po' a me – Grazie – Sussurrai, lei mi guardò stranita, non potendo capire i miei contorti pensieri, poi sorrise.

Trovammo Daphne al lago, che fumava, con il Corvonero, rimanemmo nascosti e mandammo avanti la rossa, lei si avvicinò e la toccò sul braccio, Daphne non era ancora fusa del tutto – Andiamo via? – Le sorrise, lei la guardò con odio – No –

– Ginevra cosa vuoi? Vai a piangere da quella puttana della Granger – Senti la rabbia esplodermi in petto, ringhiai, Hermione mi accarezzo il braccio come a tranquillizzarmi – Daphne vieni dai –

– Perché dovrei? –

– Manchi ai tuoi amici lo sai? Anche a me – La bionda scoppiò a ridere e Goldstein sorrise malevolo – Ginevra sparisci – Le consigliò

– Quali amici Ginny? – Uscii dal nascondiglio

– Io – Mi guardò stupita – Vai dalla tua puttana – Era gelosa

– Non è una puttana – Ginevra ci guardò stupida, non capendo che parlavamo della sua migliore amica

– E solo un'amica Daphne –

– Appunto, va da lei –

– La migliore resti tu, lo sai, e lo sa pure lei – Quella rise soffiandomi il fumo addosso

– Daphne, per favore, ti conosco da quando sei nata –

– E allora? –

– PORCA PUTTANA! NON TE NE FOTTE UN CAZZO DI ME? DELLA SITUAZIONE IN CUI SONO? NON SEI L'UNICA A SOFFRIRE LO SAI? E NON RISOLVERAI NULLA FACENDO LA TROIA CON QUESTO – Indicai il ragazzo vicino a lei con disprezzo – Daphne? Possibile che non ti importa nulla? Dopo tutte quelle che ne abbiamo passate assieme? Non ti ricordi di quando eravamo piccoli? Al Manor? Che facevamo gli scherzi a mia madre? Come eravamo felici? Cosa è successo a quella Daphne? Io sono ancora qui, per te sono sempre rimasto il solito Draco, ma tu dove sei? Perché sei scappata? –

– Tu non sei mai stato in grado di salvarmi –

– Non posso salvarti, ho un mostro da combattere,* Ma nemmeno lui ti salverà! – Daphne scoppiò a piangere – Cosa devo fare Draco? –

– Devi continuare a combattere, sei forte – Mi corse in contro e mi abbracciò, scossa dai singhiozzi – Non ce la faccio –

– Si ce la facciamo – La strinsi forte

– Ma che bella scenetta – Mi girai verso Goldstein furioso, non ne potevo più – Adorabili – Sorrise, sarcastico

– Bombarda maxima! –

– Protego – Svelto mi restituì l'incantesimo ma lo schivai, lo guardai con un odio profondo negli occhi, lo avrei potuto uccidere, se volevo

– Crucio! –

Hermione saltò fuori dal cespuglio

– Expelliarmus – Urlò, la mia bacchetta parti via e l'incantesimo finì, la guardai

– Non lo fatto vero? –

Rimase zitta.

Svenni.

 

Quando mi svegliai c'era troppa luce, ero in infermeria, sbattei gli occhi un paio di volte adattandomi all'ambiente, poi girai lentamente il capo, Hermione era li che mi guardava, da sola, – Cosa ho fatto Grang? – Singhiozzai, lei mi strinse forte accarezzandomi la schiena – Non gli hai fatto nulla Draco sta tranquillo –

– Sono un mostro –

– No non lo sei, ti ha fatto incazzare –

– Ho una gran voglia di morire Hermione –

– Non lo farai, sono qua – In quel momento Daphne entrò sospirando

– Vi lascio soli – Si alzò la riccia sorridendo, Daphne si sedette sul letto – Scusa –

– No scusa devo dirlo io –

– Se l'è meritato –

– Come sta? –

– Fin troppo bene, si è rialzato subito ed è scappato – Sospirai – Draco? –

– Si? –

– Cancelliamo tutto –

– Certo –

No, non avrei cancellato nulla, la Granger mi aveva solamente nascosto dal vero me, facendomi dimenticare chi ero e cosa avevo fatto, invece quella scena me lo aveva ricordato, ero pur sempre un mostro io.

Daphne usci dalla stanza ed Hermione si affacciò alla porta guardandomi con sguardo interrogativo come a chiedermi il permesso per entrare, annui e lei lo fece, si avvicinò e si sedette sul letto – So cosa pensi e ti posso assicurare che ti sbagli, è stato solo un attimo ok? Un attimo di debolezza, solo uno, Draco adesso basta, è passato e ti rialzi ok? Tu non sei un mostro! No, Non lo sei! Sono stata con te per un fottuto mese è l'ho visto: come sei cambiato, ho capito che era solo una maschera, ho capito chi è il vero Draco! –

– Chi è il vero Draco? –

– Il vero Draco è quello che ieri notte si è rifiutato di svegliarmi, è quello che dopo essere sparito tutto il giorno è venuto a cercarmi perché sapeva che ero stata in pensiero, è quello che oggi si è ripreso la sua migliore amica, quello che se glielo chiedessi sarebbe pronto a girare per scuola nudo per farmi ridere e per far ridere Daphne –

– No, non lo farei – Risi, lei mi sorrise triste

– Non sei un mostro Malfoy, non so se io, al tuo posto, sarei ancora qui – Gli sorrisi, riconoscente, si alzò – Hermione? – La chiamai, allarmato

– Si? –

– Resta –

E lei restò, si infilò nel letto e mi abbracciò, Madama Chips si affacciò sulla porta e vedendoci sorrise, senza dire nulla, chiuse la porta a chiave, in modo che nessuno ci potesse scoprire.

 

Non so come feci il giorno seguente ad alzarmi ma lo feci, avevo cruciato Goldstein, okay, ma intanto mi ero ripreso la mia migliore amica, e il discorso della Granger mi aveva fatto pensare, forse ero ancora in tempo per scegliere di essere migliore. Il tempo passava in fretta e Halloween si avvicinava, il giorno prima di Halloween mandai un gufo ad Hermione chiedendogli di venire giù nei sotterranei, non avevo voglia di fare lezione, lei arrivò e, ad aspettarla, quella mattina, trovò anche Daphne e Blaise – Granger – Salutarono – Oh, ciao ci siete anche voi? –

– A quanto pare –

Spostò lo sguardo su di me – Poco acido stamattina mi dicono – Si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia, ormai avevamo preso a salutarci così – Che avete intenzione di combinare oggi che mi avete chiamata? – Sorrise

– A dire il vero io avevo intenzione di poltrire tutto il giorno –

– Mi piace – Sorrise sedendosi sulla poltroncina con me

– Come sta Ginny? –

– Bene, Daphne –

– Non gli hai detto della vostra amicizia? –

– Ho paura di come la prenderebbe –

– Be, noi non l'abbiamo presa male –

– Voi siete diversi, lei magari non direbbe nulla ma Harry e Ron si, non voglio caricarla con altri problemi –

– E così io sarei un problema Grang? –

– Oddio Draco ma quanto sei antipatico oggi? –

Hermione rise – Ha ragione Daphne, furetto – Furetto, era tornato il mio soprannome

– Gente io ho fame, venite un salto alle cucine –

– Ci sto – Uscimmo – È strano stare in mezzo alle serpi sapete – Scoppiammo tutti a ridere all'affermazione della Grifondoro ribelle – Attenta, sei nella tana del lupo cattivo! –

Blaise, come sempre, voleva fare le cose in grande, così prendemmo un sacco e lo riempimmo di quelli che dovevano essere i dolci per la sera dopo – Granger vai alla festa domani? – Chiese Daphne – Si, per quanto odi le feste –

– Odi le feste Hermione? –

– Si –

– Pure Draco odia le feste –

– No, calma, io amo le feste, tranne quelle in mezzo alla feccia come questa – Alzarono tutti gli occhi al cielo all'unisono, uff, non mi piaceva tutto questo allearsi contro di me – Che ne dite se lo festeggiamo a modo nostro oggi? –

– Che hai in mente bionda? –

– Nulla – rise, tirando fuori dalla dispensa tre bottiglie di firewhiskey

– Volete farmi ubriacare? – Esclamò allarmata Hermione, Daphne non la considerò e prese ancora due dolcetti poi tornammo in sala comune, ci sistemammo sui divanetti e Daphne mise della bella musica sul grammofono poi rovesciò sul tavolo la busta e vi appoggio vicino due bottiglie di firewhiskey, una la stappo – Obbligo o verità? – La Granger finse uno svenimento. 




Note:
Eccomi, scusate il ritardo, oddio mi sento un mostro, sono incasinata ultimamente spero che mi perdoniate.
Ecco, finalmente, il capitolo: Draco ne ha combinata una delle sue e ma gli è passata, Hermione ha rischiato di farsi scoprire dai suoi amici.
Il prossimo capitolo è quello che preferisco di tutta la storia, lo posto martedì

Sapeva leggere nel pensiero,
quella piccola mezzosangue,
mi scappò una lacrima ma non
la vide nessuno, sapeva farsi voler bene,
quella piccola mezzosangue.


A martedì principesse 
Ali

* frase tratta da 'Supereroi falliti' di Mostro

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Capitolo 12
*** - Draco ***


[canzone: Dust in the wind - Kansas  https://www.youtube.com/watch?v=12DeNdF0KPA  Vi consiglio veramente di ascoltarla soprattutto durante la parte della festa perchè aiuta a dare la giusta atmosfera]

12. Draco

– HERMIONE! DOVE DIAVOLO SEI? –

Le urla della Weasley si sentivano in tutto il castello e io e la Granger, un po' brilli, ce la ridevamo come matti. Daphne corse in contro alla rossa che sbraitava, essendo, di tutti noi, quella meno mal messa: Blaise ci aveva dato dentro facendosi più di un'intera bottiglia da solo, alla Grang bastava poco invece per andar fuori, non essendo abituata, mentre a me, come sempre, era stato chiesto di finire gli avanzi.

– Tieni va, ubriacona – Le porsi la boccetta

– Avrò la mia vendetta furetto platinato –

– Non vedo l'ora mezzosangue – Lei, rise come una stupida, e si sgolò la mia pozione per salvare dalla sbornia

– Ginny che fai qui? –

– Ciao Daphne, cercavo Hermione –

– Si? L'ho vista in biblioteca –

– Prima non c'era –

Mi voltai verso Hermione – Hai dieci minuti per raggiungere la biblioteca, muoviti – Ci mettemmo a correre verso quella direzione, dietro di noi Daphne passeggiava lentamente, molto lentamente, con la Weasley – Hai fumato Daphne? –

– No perché? –

– Sei un po' fuori... –

– Tranquilla sono solo di buon umore –

Arrivammo davanti alla biblioteca che le avevamo distanziate – Studia mi raccomando Grang –

– Ovvio Malfoy – La pozione non aveva ancora fatto del tutto effetto e mi parlava a pochi centimetri dal viso, in punta di piedi – Sei ancora brilla? – Risi – Può darsi – Si mise a ridere, avvicinandosi di più e il suo profumo mi investì, vaniglia, talco e vaniglia, – Perché mi guardi così furetto? – Continuava a ridere, era così bella, non mi ero mai reso conto di quanto fosse bella quando rideva, forse perché non rideva molto – Torna fra noi amore – Mi sorrise e si avvicinò ancora per salutarmi con un bacio sulla guancia, non resistetti, seguii l'istinto, imprigionai le sue labbra nelle mie in un dolce bacio che sapeva di vaniglia e di tabacco – Ciao Hermione – Mi staccai e mi allontanai silenzioso, di spalle, senza dare spiegazioni.

 

Non parlammo più dell'accaduto, la pozione doveva aver fatto effetto in tempo perché la Weasley non si era accorta di nulla e il nostro bacio era rimasto un segreto, non ne parlammo molto anche perché la mia vita si impegnò proprio per togliermi dalla mente quel piccolo inconveniente, tramite uno più grande. Il giorno dopo, il trentuno ottobre, arrivò una lettera, grigia, con la carta ruvida, intestata a Draco Malfoy, con il sigillo del ministero. La aprii, lentamente, prima di fare colazione, sotto lo sguardo attento dei miei amici e di Hermione, nell'altro tavolo. Nell'esatto istante in cui la vidi un brutto presentimento si fece strada in me, un presentimento che, purtroppo, non era del tutto infondato

 

Ci dispiace informarla signor Draco Lucius Malfoy

che sua madre, Narcissa Black, E stata ritrovata

senza vita all'interno delle sue stanze, si pensa al

suicidio.

- Il Ministero della magia

 

Poi buio, un foglio di carta grigia cade sul tavolo, un corpo a terra, una bestemmia malcelata, molte divise Serpeverde nell'infermeria, e una Grifondoro – Ha solo perso i sensi – si sente dire – Per quale motivo? – Ci si chiede.

 

Quando aprii gli occhi, c'era di nuovo troppa luce, ma, a differenza dell'ultima volta che ero stato in infermeria, non ero solo, c'era un gran vociare, richiusi gli occhi: non avevo voglia di far vedere che ero sveglio, ma, ovviamente, nessuno frega Hermione Granger, nemmeno io – Draco? – Sospirai e aprii nuovamente gli occhi

– Stai bene? –

– Che è successo? – la luce mi dava fastidio, le voci facevano pulsare la testa

– Sei svenuto – Alla parola “svenuto” i ricordi tornarono in mente

– Mi... Mia... Madre –

– Che è successo a tua madre? – Indicai con lo sguardo la lettera sul comodino, lei la prese e la lesse in fretta poi mi strinse forte, senza parlara.

Era troppo per un ragazzo solo: la guerra, mio padre, l'anoressia, l'autolesionismo, ora, persino mia madre che si suicidava, e tutto per colpa di chi? Mia: ero io che avevo scatenato la guerra, siccome io avevo fallito mi padre era stato messo ad Azkaban e di conseguenza mia madre era morta, era tutta fottutamente colpa mia, volevo morire – So cosa pensi, non è colpa tua Draco, non meriti di morire, ci sono io, supereremo pure questa, te lo giuro – Sapeva leggere nel pensiero, quella piccola mezzosangue, mi scappò una lacrima ma non la vide nessuno, sapeva farsi voler bene, quella piccola mezzosangue.

 

Alla festa di Halloween ci andai, indossando la mia migliore maschera, sia in senso di “travestimento” sia in senso di “Espressione” e “Stato d'animo” cercai Hermione nella sala, certo che i suoi amici l'avessero costretta a venire.

Ero vestito da demone, con strati di cipria bianca e le occhiaie, che nessuno sapeva non fossero fatte con il trucco ma veritiere, portavo un lungo mantello nero, leggero, che mi avvolgeva e, quando camminavo, creava intorno a me un ombra malevola, quando passavo fra la gente, essa si spostava, ma non perché ero Malfoy, una maschera nerissima, con un contorno in argento mi copriva il viso, mostrando solo la bocca rosea e gli occhi ghiaccio, si spostava perché incutevo timore, proprio come volevo.

Quando trovai la ragazza rimasi senza fiato e rischiai di svenire nuovamente: era vestita di viola, da dama dell'ottocento, probabilmente, un corpetto stretto, viola scuro, ricoperto di pizzo nero le stringeva la vita, da esso partiva una larga gonna, lunga, fino ai piedi, costretti in decoltè di camoscio nero, alte, su cui non avrei mai pensato che la Granger sapesse camminare. La gonna era dello stesso colore del corpetto, ma non completamente ricoperta di pizzo, si alternavano, su di essa, balze in tessuto nero e viola, la Weasley, vestita in verde accanto a lei, doveva averci dato dentro con l'acconciatura: i capelli erano riportati di lato con una treccia, e lasciati, poi, cadere sciolti su una spalla. Nascosto dalla mia maschera mi avvicinai – Mi concede un ballo dolce dama? – La Weasley probabilmente rise ma non la senti, quella scena aveva un che di speciale, come se fossimo stati catapultati indietro nel tempo, ad una di quelle solenni feste aristocratiche* che si facevano al Manor – Con piacere, principe – La trascinai in mezzo alla pista, vi era un lento, nemmeno a farlo apposta, ballammo e nel frattempo continuammo il nostro gioco:

– Potrei sapere il suo nome dolcezza? –

– Hermione, e il suo, giovane principe? –

– Lo dovrà indovinare –

– Di cosa è principe, del buio? –

– No, affatto –

– Forse delle serpi, che dice? – Un sorriso si dipinse sul volto di entrambi

– Forse, madmoiselle –

– Le piace la festa? –

– Molto, madmoiselle, lo sa che è bellissima? – Rise, arrossendo

– Grazie –

– È la verità –

Annuì, – Si diverta, signor Malfoy –

E ridendo si allontanò dalla pista, lasciandomi lì, con le braccia aperte e l'espressione esasperata mentre la canzone cambiava, era pazza.

Mi avvicinai verso il tavolo degli alcolici e presi da bere, mi appoggiai al tavolo e osservai la sala, notai Daphne che mi cercava, tolsi la maschera e la appoggiai delicatamente sul banco vicino al mio bicchiere, mi sbracciai per farmi vedere, lei mi corse in contro e mi abbracciò – Che bel vestito Daphne – – Grazie – Era vestita da diavolo, tutta di nero, tranne le corna, rossissime e il rossetto, che facevano contrasto con la sua pelle e i suoi capelli chiari

– Mi dispiace per Narcissa, come stai? –

– Meglio – Continuammo a parlare, non notando il Corvonero, tanto odiato, vestito completamente in oro, come dettava il suo cognome, accanto a me

– Ho saputo di tua madre, Malfoy –

Mi voltai – Goldstein –

I nostri cognomi furono, da entrambi, pronunciati come il peggiore degli insulti

– Mi dispiace, soprattutto visto quanto si dice... –

– Cosa si dice? – Mantenni quella freddezza che avevo tenuto per tutta la serata, non avrei ceduto, Daphne invece nascose malamente un ringhio

– Che sia morta per il dolore –

– È così – Mi faceva male parlare di lei, soprattutto con lui ma non lo diedi a vedere

– Per via della morte di Lucius? – Come si permetteva quel reietto di nominare mio padre con con così tanta facilità?

– Si –

– Eppure c'è chi dice che non sia così –

– Ah, davvero? –

– C'è chi dice che sia perché si sia resa conto delle innumerevoli vittime che ha fatto il figlio, e che, infondo, è anche colpa sua se il marito è morto –

– Non l'avevo ancora sentita questa – “Freddezza” mi ripetevo, in mente

– C'è anche chi dice che fosse perché era una puttana –

Lo ammazzo! Sospirai, stringendo i pungi dietrola schiena, trattenendo il dolore

– Dicano quello che gli pare –

– Ovvio, Malfoy – Si allontanò, Daphne gli corse dietro sbraitando, li lasciai a loro, infilai la maschera, poi fuggii via, attraversando di corsa la sala piena di persone.

Ma la dama mi vide, mi inseguì.

 

Quella notte, nel castello, vi era silenzio.

Si sentiva solo un leggero sottofondo musicale provenire dalla sala grande, ma, se si aguzzava l'udito, si poteva sentire un rumore di passi.

Un frusciare di un mantello, nero, che si alzava, indosso ad un ragazzo mascherato, mostrando i pantaloni, anch'essi neri, fasciare con eleganza le gambe magre che, veloci, correvano per i corridoi. Sotto la maschera, un viso, bianco, incipriato, pieno però di righe, più scure, dove le lacrime avevano sciolto il trucco.

Dietro di lui rumore di tacchi, alti, decoltè di camoscio nere, eleganti, di una ricca dama dell'ottocento, frusciare di una veste violacea sulle gambe nude, i capelli che le volano intorno, tant'è che sembra abbia il capo in fiamme, il viso deturpato da un espressione di terrore, rigato da una sola lacrima nell'istante in cui la dama capisce che la direzione presa dal ragazzo è quella per la torre di Astronomia.

 

Non so come fece, quella benedetta ragazza, che pareva tanto una dea, quella notte, nel buio, a raggiungermi, ma ce la fece. Furono le scale, della torre, probabilmente, a fregarmi. Io, e la mia debolezza, fummo costretti a rallentare verso la fine e lei guadagnò terreno: appena misi piede sulle cima della torre quella mi investì, facendomi cadere sul pavimento freddo, mi stinse forte, senza lasciarmi rialzare, rimanemmo così, per un bel po' di tempo, su quella torre, a terra, stretti l'una all'altro: io piangevo, balbettavo, urlavo lei mi consolava, parlava, sussurrava, mi confortava ripetendomi – Tranquillo –

Poi, costretti dal freddo, scendemmo, mi trascinò per i corridoi, fino alla stanza delle necessità, entrammo, la Granger aveva chiesto un semplice letto, matrimoniale, elegante, giusto per una dama, ma non volgare, un camino acceso, sul letto una pesante coperta, due poltrone, mi fece sedere

– Aspettami e non fare NESSUNA cazzata – Annui, deciso ad ubbidire, aveva fatto così tanto per me. Corse fuori.

Tornò dopo dieci minuti, con due tazze di cioccolata calda presa nelle cucine. La sorseggiammo, vicino al camino, poi, ci infilammo nel letto, abbracciati. Quella fu la prima nottata passata lì, se ne susseguirono moltissime, in cui lei, a costo di non dormire, veniva li per aiutarmi, per salvarmi, o semplicemente per farmi sentire meno solo e inutile.




Note:
Eccomi, con un giorno di anticipo.
Questo capitolo è il mio preferito di tutta la storia.
é la prima notte che i due passano nella stanza delle necessità, dove da questo punto in poi, accadrà di tutto.
Vi auguro buon Natale e vi avviso, con rammarico, che fino al sette gennaio non potrò aggiornare perchè vado via.
Spero che aspetterete, vi avviso appena ho aggiornato.
Mancano più solo 7/8 capitoli alla fine della storia, quindi credo che per febbraio avrò finito.
che dite, me le regalate cinque recensioncine per Natale?
L'unico spoiler che vi dò e che nel prossimo ci sarà una grandissima svolta per i due.
Bye e buone feste
Ali

* idea presa dalla storia di DeamWander "Just for love" capitolo 33 - Hide and Seek

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Capitolo 13
*** - Hermione ***


[canzone consigliata: The Year of the cat (riportata nel testo) - Al Stewart  https://www.youtube.com/watch?v=cqZc7ZQURMs]

13. Hermione

Quella mattina ero felice lo ricordo, era più felice anche Malfoy, si vedeva e ciò mi rendeva entusiasta. Ricordo che l'entusiasmo finì in fretta, però.

Alla consegna della posta Draco ricevette un lettera, strano, non aveva spesso posta, lui. Era una lettera grigia, strana, che non seppi identificare.

Seppi solo che era qualcosa di brutto perchè lui, dopo averla letta, cadde dalla sedia, svenuto.

Lo capi poche ore dopo, cos'era, quando andai a trovarlo in infermeria, e poi fu tutto un susseguirsi-di eventi, quella sera dormimmo assieme nella stanza delle necessità, e così la sera dopo, e tante altre sere ancora: ci trovavamo lì, chiacchieravamo, a volte piangeva e lo consolavo a volte litigavamo, spesso litigavamo, eravamo pur sempre Hermione e Draco.

Andammo avanti così per un intero mese, un mese in cui cambiai, in cui cambiò pure lui. In cui riusci piano, piano, a smetterla di star male per la madre. Mi fece bucare parecchie lezioni, maledetto, e inizia definitivamente a fumare, maledetto due volte.

Un mese circa dopo, di nuovo di mattina, arrivò un'altra lettera, a me, questa volta, sempre grigia, del ministero.

I miei genitori erano stati rintracciatati, dopo l'incantesimo di memoria che avevo fatto loro, erano ancora in Australia. Quella sera, parlammo anche di quello nella stanza del terzo piano, ma come il solito fu lui a lanciare la notizia bomba.

 

Erano ormai gli inizi di dicembre ed era la diciassettesima volta che ci trovavamo nella stanza delle necessità. Erano cambiate molte cose in quel lasso di tempo, avevamo sviluppato una passione per le tisane al limone: qualche sera prima, per non so che strano motivo, gli elfi erano rimasti senza cioccolata, così mi ero accontentata di portare a Draco una tisana, lui, l'aveva presa senza storie ma, dopo averla assaggiata, scoprendo che era al limone, aveva replicato – Va bene che sono acido Grang ma la tisana al limone la potevi pure evitare –

Così avevamo iniziato a prendere sempre quella, primo perché piaceva ad entrambi e, secondo, perché lui sosteneva che essere acidi aiutasse ad essere forti.

La settima sera aveva iniziato a fare lui il gentiluomo ed a prendersi l'incarico di portare su lui da bere e non era stata una buona cosa. Si, certo, a volte, quando era di buon umore, mi portava su anche dei biscotti ma, spesso, fin troppo spesso, correggeva le tazze con liquori, che erano buonissimi per carità, ma di cui avrei fatto anche a meno.

Quella sera per la prima volta fu lui a consolare me: gli spiegai la situazione dei miei genitori e gli dissi che non sapevo che fare, spezzare l'incantesimo era difficilissimo, quasi impossibile, e poi non ero così certa di volergli ricordare che avevano una figlia che li riempiva di preoccupazioni e che vedevano solo in estate

– E allora Grang? Hai già deciso, dov'è il problema? – Mi aveva spiegato

– Si, ma io? Starò sola? Nel mondo babbano? Che sento appartenermi sempre meno da quando se ne sono andati –

– Sei piena di amici che ti possono ospitare Hermione, e poi, se hai bisogno, casa mia è immensa – – I tuoi mi ucciderebbero Draco! – Mi accorsi della stronzata sparata subito dopo averla detta, i suoi erano morti entrambi, abbassai lo sguardo – Che stupida –

– Verrai a stare da me, se i tuoi stupidi amici te lo permetteranno –

– Scusa –

– Non ti preoccupare –

Sospirai bevendo una sorsata di tisana, lo guardai: era così bello con il viso illuminato solo dalle fiamme del camino. In un mese erano cambiate molte cose, persino i miei sentimenti stavano mutando senza che me ne accorgessi, mi capitava spesso di sognarlo la notte, e quando dormivo con lui mi sentivo così bene.

Ancora non avevo ben chiaro cosa provassi per lui nonostante ad ogni carezza, ogni abbraccio, nel mio stomaco si scatenasse uno sciame di calabroni inferociti, altro che farfalle, io avevo un uragano.

In quel momento guardava le fiamme, chissà a che pensava, gli occhi riflettevano la luce della stanza ed erano, si grigi, ma con venature aranciate, i capelli erano come sempre spettinati e con la luce contro sembravano più scuri, il profilo perfetto, bianchissimo, le occhiaie ben nascoste dalla magia, la pelle priva di imperfezioni: pareva un angelo, un piccolo angelo caduto dal cielo, e che, cadendo, si era fatto fin troppo male.

Aveva ripreso a mangiare, seppur poco, ed il viso ora era ancora più bello, meno scavato. Stava smettendo anche di tagliarsi, ora non si tagliava più ogni notte e Blaise, ogni volta che ci vedevamo, mi ringraziava: – Finalmente ha smesso di rompere! E di svegliarmi con i suoi cazzo di singhiozzi ogni santissima notte – Scherzava, sapevo che, in realtà, era si felice, ma non perché non lo svegliava, bensì perché lui, come tutti, notava dei grandi miglioramenti in Draco.

Ripensai al bacio di un mese prima, dettato dai residui dell'alcool e dall'istinto: era stato bellissimo, a volte mi veniva voglia di fare in modo che riaccadesse, ma, svelta, cancellavo il pensiero, ricordandomi che eravamo amici, A-M-I-C-I, nient'altro.

 

Quella notte faceva freddissimo, più del solito, eravamo oramai al cinque di dicembre e tutti erano febbricitanti, quella domenica si sarebbe finalmente addobbato il castello

– 'Sta stanza è triste –

– Che? – Mi riscossi dai miei pensieri, ora guardava me, non le fiamme

– È da anni che non passo più un bel Natale –

Lo guardai, non capendo la coerenza fra le due frasi da esso pronunciate

– Andiamo a rubare un po' di decorazioni Grang – Si alzò avviandosi alla porta

Eh-Ehm – Lui mi guardò, interrogativo

– Potresti degnarti di spiegarmi i tuoi contorti pensieri Malfoy o devo tirare a indovinare? –

– Voglio decorare questa stanza, fra un po' è Natale e dubito che ne io ne te torneremo a casa durante le vacanze, sbaglio? – Annui

– Si, ma continuo a non capire –

– Pensavo che potremmo passarlo qua, tanto vale mettere due luci –

Ah, non poteva semplicemente dire che voleva fare l'albero come le famiglie normali e farsi meno problemi – Dove le prendiamo le decorazioni Draco? –

– nel ripostiglio delle decorazioni –

– Che si da il caso sia? –

– Al secondo piano –

Alzai gli occhi al cielo e uscimmo, cercando questo stanzino.

Quando lo trovammo entrammo di nascosto, raccolsi un po' di palline e decorazioni varie e le misi in una borsa espansa con l'apposito incantesimo – L'albero? –

– Se ne accorgerebbero –

– E come credi di fare? –

– Lo vedrai furetto, pazienta –

Tornammo al terzo piano, attraversando Hogwarts silenziosi nel buio. Chiesi la solita stanza, ma la immaginai con un grosso pino verde di plastica di fianco al camino. Quando entrammo Draco si complimentò, poi raddoppiammo le decorazioni con un incantesimo perché non sarebbero mai bastate. Mise sul grammofono, un suo desiderio di qualche settimana prima, il suo cd preferito, di Al Steward: un cantante babbano degli anni settanta, cosa che mi stupì non poco. The year of the cat riempì l'ambiente con le sue note calde e noi iniziammo a decorare l'albero.

Fuori pioveva, la stanza aveva delle grandi finestre su un lato: finestre magiche, che permettevano di guardar fuori ma che dall'esterno non si vedevano. La luce entrava grigia, ravvivai il camino mentre Draco litigava con un festone argentato, avevo freddo.

Soccorsi il mio migliore amico salvandolo dal festone assassino e lo aiutai a metterlo, poi osservai l'albero – Draco? –

– Si? – Si voltò, con espressione a finto angelo come a negare con lo sguardo il crimine di cui lo stavo per accusare

– Perché l'albero è tutto in tenuta Serpeverde dio mio? – Scoppiammo a ridere, quel piccolo stronzetto aveva preso tutte le decorazioni argentate che, unite al verde dell'abete, davano una fantasia uguale ai colori della casa a cui apparteneva. Con un colpo di bacchetta trasformai le palline argentate in rosse ed oro, lasciando però i festoni argentei

– Non sta poi così male –

– Cosa? – Gli chiesi, non capendo

– Grifondoro e Serpeverde assieme – Sorrise avvolgendomi in un abbraccio e facendo sorridere anche me.

 

Ci sdraiammo a letto avvolgendoci nelle coperte calde, mi fece appoggiare a lui e fui scossa da un brivido, non se ne accorse, e se se ne accorse non lo fece notare

– Ho sempre amato il Natale –

– Anche io lo amavo, quando ero piccolo –

– Ora non più? –

– Mia madre non è sempre stata come era ultimamente, quando ero piccolo mi adorava, mio padre non era molto presente ma a noi andava bene così, poi, con l'inizio della scuola è cambiato, lui si occupava della mia educazione lasciando mia madre sempre più fuori fino a farla diventare fredda e distaccata –

– E così tu hai iniziato ad odiare il Natale? –

– Si, Natale nelle famiglie normali si passa tutti assieme, persino Daphne raccontava che, nonostante venissero invitati a grandi feste aristocratiche la sera, tornati a casa, lei e la sua famiglia mettevano di nascosto dei regali sotto l'albero l'uno per l'altro che poi aprivano tutti assieme la mattina.

Al Manor l'unico albero era quello nella sala delle feste dove ogni anno si svolgeva il cenone con mezzo mondo magico, veniva acceso solo per quella sera e poi la stanza veniva fatta sgomberare finita la festa. I regali me li portavano gli elfi, in camera, era brutto, i primi anni mia madre veniva, ben sapendo come fosse passare il natale soli, in camera mia, dopo la festa, dormivamo assieme e poi assieme scartavamo i regali. Però mio padre la scoprì e la sgridò, picchiandola, dicendole che sarei rimasto un bamboccio, non venne più –

Mi venne da piangere, avevo sempre disprezzato Lucius Malfoy ma ora iniziavo proprio ad odiarlo

– Erano dei bravi genitori infondo, non credere, hanno solo sbagliato un po' di cose –

Annui – Io di solito lo passo alla tana –

– Quest'anno andrai di nuovo lì? –

– No –

– Perché? –

– Non è più uguale a prima, ho visto quest'estate, sono tutti distrutti dalla perdita di Fred e Ginny e Harry litigano ogni giorno – Sospirai

– Ah, già, Weasley, mi dispiace –

– È passata, non è stata l'unica vittima, dovrebbero smetterla –

– Diglielo –

– No, non mi importa, poi, preferisco passarlo qua il Natale, non mi va di lasciarti solo –

– Grazie –

Gli sorrisi e mi voltai verso la finestra e osservai fuori

– Guarda Draco! – Mi fiondai verso essa, la pioggia era cessata, o meglio, si era trasformata, in neve – Nevica! –

Spalancai la finestra, tanto nessuno poteva vederci, coperti dall'incantesimo, e mi sporsi fuori, lasciando che i fiocchi mi cadessero sul palmo

– Sembri una bimba – Sorrise

– Ti piace la neve? –

– A te no? – Non rispose, prese il mantello dell'invisibilità di Harry poggiato sulla poltrona e se lo mise, poi prese la scopa

– Non ci pensare nemmeno –

– Sali Grang –

– Odio volare –

– Non con me, sali – Sorrisi e mi decisi a salire, poi, coperti dal mantello magico, sfrecciammo nella notte, tra i fiocchi soffici di neve, nel cielo blu invernale

– È bellissimo! – Mi veniva voglia di aprire le braccia e godermi tutta la notte ma avevo troppa paura così mi strinsi a Draco e rimasi ferma pensando che quello sarebbe stato il Natale migliore di sempre, per entrambi.

 

Tornammo nella stanza e misi il mantello ad asciugare vicino al camino poi ci infilammo nuovamente nel letto

– È bello – Dissi, indicando con lo sguardo il nostro albero

– Già – Lui gli puntò contro la bacchetta e fece uno strano movimento del polso, decine di sfere infuocate si accesero su di esso

– Ora di più –

– Solito presuntuoso –

– Hermione ho un problema –

– Un altro? –

– Si, più grave, mi sono innamorato – Un moto di gelosia mi invase ma lo ignorai

– Non è grave – Gli sorrisi,

– È bellissimo –

– No, non mi sono innamorato di una ragazza qualunque, mi sono ficcato nei casini –

– Ma figurati sei il ragazzo più bello della scuola che problema c'è? –

– Grazie Grang ma a lei non interessa –

– E chi è? posso saperlo? –

– Sei tu –

 

Ah, si alzò e se ne andò, silenzioso come sempre. Ero io? Ah. Cazzo.





Note:
Bella gente eccomi finalmente! Dopo queste fantastiche vacanze passate a scrivere ricomincio ad aggiornare :)
Eccoci finalmente alla dichiarazione! Ce ne ho messo di tempo a farlo dichiarare! Quanto sono cattiva. 
E proprio perchè sono la crudeltà fatta a persona vi dico già che il prossimo capitolo, dal punto di vista di Draco, non sarà certo quello in cui si fidanzano.
Anzi, tutt'altro, il prossimo capitolo è tra i più rossi della storia. Ci sarà la prima scenadi sesso ma, ovviamente, siccome sono cattiva, non sarà fra Draco ed Hermione:

Silenzio, c'era di nuovo silenzio,
che schifo, odio il silenzio, lascia
troppo spazio ai pensieri, avevo
bisogno di riempirlo, ma come?
Pansy.


E con questo adiòs, ci sentiamo martedì prossimo <3
Ali
 

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Capitolo 14
*** - Draco ***


14. Draco

Che avevo fatto? Ero un cretino! Quella sera, appena avevo visto la sua espressione dopo la mia fantastica uscita, avevo capito di essere più coglione di quanto pensavo: come potevo pretendere che Hermione Jane Granger potesse innamorarsi di me?

Mi ero illuso da solo, avevo rovinato tutto quel poco che avevamo creato, che genio!

Due mesi fa avevo fatto di tutto per allontanarla proprio per evitare che succedesse ciò: io, quel coglione di Draco Malfoy, avevo pensato bene di innamorarmi della ragazza che meno poteva ricambiare in tutta la scuola. Se solo avessi saputo che bastava dirle che l'amavo per allontanarla avrei evitato che diventassimo amici sin da subito!

Scappai fuori dalla stanza delle necessità, ricacciando indietro le lacrime, attraversai il castello, silenzioso, e scappai nella foresta.

Mi infilai fra i cespugli e le sterpaglie e mi inoltrai nel buio, nonostante fosse notte alla flebile luce della luna riuscivo comunque ad orientarmi. Arrivai fino alla radura dove andavo con Daphne, dove avevo portato Hermione. Mi sedetti e piansi, finalmente, urlai, in preda al dolore, e alla rabbia. Rabbia, verso me stesso, per ciò che avevo combinato.

Presi la bacchetta e colpii un sasso, rompendolo in due, facendolo diventare tagliente, lo posai sul polso e iniziai a scrivere.

Mostro

Una goccia di sangue, due gocce di sangue, tre, creavano una striscia, una colatura, sul braccio, sulle mani, sul sasso, a terra, sulla neve. Aveva smesso di nevicare, neve, a Hermione piaceva la neve.

Incisi ancora sul braccio: una riga, due righe, tre righe, una croce, una scritta, un'altra:

Loser

Una lacrima, due lacrime, tre lacrime, un sussurro:

- Basta... -

Un singhiozzo, due singhiozzi, tre singhiozzi, un grido, più di uno, nella notte, grida di un ragazzo che vuole morire:

- BASTA! Basta per favore! Non ce la faccio! È troppo! -

Un fiocco, due fiocchi, tre fiocchi, un ultimo singhiozzo:

- Fottuta neve -

Silenzio.

Nella notte.

Silenzio.

Un tonfo, un corpo che cade a terra: ha perso i sensi.

 

Mi svegliai in un posto che non conoscevo, però mi era famigliare, lo avevo già visto, ma non capivo dove fossi

– Oh finalmente sveglio! – Un vocione invase l'ambiente, mi voltai: un gigante

– Pr-Professore? –

– Puoi pure chiamarmi solo Hagrid –

– Ehm, certo... –

– Che credevi di fare nella foresta? – Foresta? Ma cosa? Oh, certo: un'onda anomala di ricordi mi investì, oh, certo

– Nulla, scusi, grazie per essere venuto –

– Ero in giro e ho sentito le grida –

– Certo, posso chiederle di non menzionare con nessuno questo fatto? Non succederà più –

– Dovrò dirlo alla preside –

– No! La prego, ho già abbastanza problemi –

– Ah, okay – Sospirò

– Grazie – Scappai fuori.

Che potevo fare ora? Non avevo più nemmeno la mia migliore amica!

 

Entrai in classe, Hermione non si voltò a guardarmi, che mi aspettavo? Abbassai lo sguardo, tirando fino a metà mano la manica della divisa che copriva il braccio fasciato dal gigante. Mi sedetti e posai il capo sul banco, guardai fuori dalla finestra: continuava a nevicare, sospirai. Non mi mossi da quella posizione fino alla fine dell'ora.

Così feci anche per il resto della giornata, non parlavo e non ascoltavo, non pranzai e andai nella mia stanza. Mi sdraiai sul letto e non mi mossi, continuando a rivedere le immagini della sera prima.

– Draco esci di lì per favore? – Silenzio

– Draco? Per favore! – Ancora silenzio

– Lo so che sei li! – Sospirai – Che vuoi Zabini? –

– Che mi apri –

– Attaccati non ho voglia di alzarmi –

Blaise aprì la porta con un incantesimo ed entrò – Allora? –

– Allora cosa? –

– Cos'hai? –

Eccolo lì, il solito, che ne faceva d'ogni pur di aiutare, scusa, Blaise, non sono capace a farmi aiutare – Nulla – Risposi

– Menti, cos'hai? –

– I cazzi tuoi mai? –

– No, dimmi che cos'hai –

– Manco sotto imperio –

– Così non risolvi nulla –

– Sono fatti miei, vattene –

Sbuffò ed uscì dalla porta, infuriato.

Silenzio, c'era di nuovo silenzio, che schifo, odio il silenzio, lascia troppo spazio ai pensieri, avevo bisogno di riempirlo, ma come? Pansy.

Io e Pansy non avevamo mai avuto una vera e propria relazione, me la ero sempre fottuta e basta, e anche quel giorno pensai che una scopatina me la sarei potuta fare, male non faceva.

Mi buttai sotto la doccia, stavo da schifo ma ero pur sempre un Malfoy, un po' di orgoglio ce lo avevo ancora, non mi sarei fatto una ragazza in quelle condizioni.

Mi lavai via le incrostazioni di sangue e i tagli ripresero a sanguinare, ne fermai la fuoriuscita con un incantesimo che mi riusciva oramai piuttosto bene. Usci dalla doccia e, una per una, feci sparire le cicatrici, quelle dei tagli e quelle delle torture, rimase solo il segno del marchio, quello nessun incantesimo poteva scacciarlo, trassi un profondo sospiro e mi vestii poi andai a cena.

 

Hermione, dall'altro tavolo, mi guardava come a volermi valutare, la ignorai e continuai a mandare giù piccoli bocconi di carne, ne mangiai metà porzione, poi mi fermai

– Draco mangia –

– No Daphne – Non mi andava proprio di vomitare mentre scopavo.

Mi alzai e feci il giro del tavolo – Pansy? –

Si voltò stupita, era un po' che non la chiamavo – Ciao Draco – Mi sforzai di sorriderle

– Vieni a trovarmi stasera? –

– Non sei con quella troia della Granger – Mai troia quanto te imbecille!

– No, e comunque non sono affari tuoi con chi esco –

– Ah, giusto, io servo solo quando ti annoi –

– È sempre stato così Pansy non scassare proprio ora –

– No, tranquillo Draco – si alzò da tavola.

Che palle, facevo soffrire pure lei. Ma che ci potevo fare? Io non amavo Pansy, amavo Hermione, ma lei non amava me.

Quella sera avevo proprio bisogno di scopare, ne sarebbe stata felice infondo, Pansy, anche se ci sarebbe stata male dopo: non è che le piaccia fare la troia, è un modo per sfuggire, pure il suo. Le persone malvagie non sono mai realmente malvagie, non è che perché fai la zoccola, ti fai le canne, ti tagli o, semplicemente sei un bastardo di prima categoria, devi essere per forza un brutta persona. È un modo per sfuggire ai problemi, o per difendersi. I cattivi sono sempre quelli che stanno peggio, sono loro le vere vittime, che per colpa dei loro errori resteranno i cattivi per sempre.

E cosi in ogni storia.

Io e Pansy eravamo due cattivi e due vittime. Io ero peggio perché facevo star male anche lei, però, infondo, il mondo va un po così, si sa, il dolore rende egoisti: se io soffro farò per forza soffrire qualcun altro, è un circolo vizioso.

Mi alzai pure io e mi recai in camera, l'aspettai,

A mezzanotte in punto entrò.

 

– Se non vuoi possiamo evitare –

– Non ho detto che non voglio Draco, solo vorrei fosse più spesso –

– Io amo lei, lo sai –

– Si, lo so –

– Scusa Pansy –

– Tranquillo, ci ho fatto il callo –

Mi sentii uno schifo, e la cosa peggiore fu che l'unico modo che trovai per sentirmi meglio restò fotterla. Mi alzai e la svestii poi sprofondammo nel mio letto.

 

– Cos'ha di speciale? – Alzai gli occhi al cielo, ma non era proprio in grado di starsene muta?

– Pansy non puoi semplicemente tacere e succhiarmi il cazzo? –

– Volevo solo sapere, che palle –

Si chinò, finalmente su di me e lo prese tutto in bocca, succhiando, gemetti

– Non è più semplice così? – Mi mossi sotto di lei e la sentii gemere, le presi la testa e la spinsi tra le mie gambe, si rifiutò, staccandosi – Ma che cazzo! – Rise, sta zoccola.

Leccò tutta la mia lunghezza soffermandosi sulla punta e sfiorandola con le labbra

– L-la vuoi piantare? – Infilò la testa fra le gambe mordicchiandomi delicatamente la pelle vicino al cazzo, ma si divertiva? Poi lo leccò nuovamente, tutto, lentamente. Mi stufai. La presi per i capelli e glielo ficcai in bocca ignorando il suo gemito di protesta – T'ho detto di succhiare – Sbuffò, poi lo fece, mi ero dimenticato di quanto fosse brava a fare pompini, la spinsi ancora verso di me affondandole il viso nella mia intimità, poi le venni in bocca, ingoiò senza fare storie.

– Soddisfatto? –

– No troia – le tolsi gli slip e li lanciai a terra, le accarezzai l'intimità, come spesso avevo fatto, poi le misi un dito, per prepararla, ne infilai un altro, poi li sfilai ed entrai on il mio membro in lei, che gridava, spinsi a fondo facendole urlare il mio nome, sfogai tutto il dolore in quel sesso sbagliato, in quelle spinte volgari, in quella puttana sfondata. E venni gridando i nome sbagliato.

– È Pansy –

– Scusa –

– Vaffanculo – sospirai – Mi fai schifo –

– Lo so, Pansy, lo so –

– Ancora? –

– Girati – Ubbidì, dandomi il culo, ricominciai il lavoro, cercando di tenere a mente il nome giusto, cercando di farmelo venire duro guardando il suo culo e non immaginandomi quello di Hermione.


Note:
Eccomi, si lo so, sono in ritardo, scusate, ieri non stavo molto bene,c hiede perdono.
Faccio veramente schifo non credete? Non solo l'h fatto scopare con la persona sbagliata ma ho anche descritto il tutto molto dettagliatamente e senza un briciolo di amore, sono un mostro.
Allora, primo tranquille, fra poco si aggiusta tutto definitivamente, mancano esattamente quattro capitoli più l'epilogo, forse meno.
Seconda cosa da specificare, di scene di sesso ce ne sono tre, questa è la prima, le altre saranno entrambe tra Draco ed Hermione e saranno decisamente meno brute e con molto più amore.
bene vi lasco lo spoiler e vado a finire di scrivere i prossimi captoli, ci vediamo la prossima settimana
Ali

Questa volta mi aprirono, ma
non mi aprì la persona che mi
aspettavo: con un cigolio la porta
si spostò mostrando un Draco Malfoy
solo con i boxer in tutta la sua bellezza,
con i capelli scompigliati e tutti i segni
 di una notte di sesso addosso.  

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Capitolo 15
*** - Hermione ***


 

15. Hermione

Quando Draco mi sussurrò quelle parole per un attimo non capii, ci misi un secondo a realizzare che proprio lui si era innamorato di me.

Non sapevo che fare, i pensieri mi stavano dilaniando, lo stavo facendo soffrire, io che lo avevo salvato senza volerlo ora lo stavo facendo soffrire, come potevo fare? Lo amavo? No, o forse si?

Il giorno dopo mi svegliai nella stanza delle necessità relativamente presto e ci impiegai un attimo a ricordare. Come un automa andai in camera a cambiarmi e poi scesi in sala grande.

Mi pareva di essere in coma, immersa nei miei pensieri, non riuscivo ad uscirne, come prigioniera dei miei dilemmi. Non facevo caso a ciò che mi accadeva intorno, non feci caso nemmeno alle parole dei miei amici

– Hermione ma ci sei? –

Alzai lo sguardo, chi aveva parlato? Aveva parlato qualcuno o me lo ero immaginato?

– Hermione? –

– Ehm, si, scusa? –

– Stai bene? –

– Si si, vado in classe – I mie amici mi guardarono stupiti

– Di già? –

– Devo riordinare degli appunti – Luna, la dolce luna, si avvicinò con innocenza al tavolo e mi guardò sospetta – Sei innamorata Hermione? – Mi sorrise, sussultai – No ma che dici? – Scappai in aula, nessuno credette al mio No, forse nemmeno io stessa.

Mi allontanai, nella mia trans di pensieri e raggiunsi l'aula mi sedetti e non parlai, facendo ghirigori senza senso sul bordo del libro a matita, non mi ero mai trovata così assente, così incapace di tornare alla realtà. Non mi accorsi dell'arrivo dei miei compagni ne dell'insegnante non prestai attenzione a nulla se non al mio disegno che andava sempre più ad assomigliare ad un occhio di ghiaccio – Signorina Granger? – Una gomitata nelle costole probabilmente di Ginny mi riportò alla realtà e alzai lo sguardo

– Hermione? –

– Si mi scusi professore –

– Le ho fatto una domanda –

– Non ho sentito –

– Si sente bene signorina? –

– Ehm... –

– Già stamattina non stava bene la accompagno fuori professore credo abbia la febbre – Intervenne Ginny a mio favore e mi trascinò quasi di peso fuori dalla stanza.

– Hermione si può sapere cos'hai oggi? Non ci sei con la testa! –

– Sto bene Ginny torna pure in classe vado a dormire – Mi guardò sospetta poi mi congedò. Uscii dal castello, fregandomene del freddo e presi a passeggiare nella neve.

C'era un leggero venticello che sollevava i fiocchi e scuoteva delicatamente i miei capelli, mi infilai il cappuccio e mi immersi nei boschi per evitare di essere scoperta.

C'era tanto silenzio, una quiete estranea alla foresta. Mi ritrovai a pensare a quanta paura avevamo io, Ron ed Harry ad entrare nella foresta oscura solo qualche anno fa mentre invece adesso era diventata il mio rifugio. Quando dovevo pensare.

Anche se, a dire io vero, oggi avevo tutt'altro che bisogno di pensare.

Senza volerlo finii per arrivare davanti al lago nero e mi sedetti su un masso lì vicino. C'era un paesaggio così bello lì, incantevole, silenzioso, di pace. Pace che avrei tanto voluto scendesse sulla mia mente che continuava a ricorrere alla notte prima, all'albero di natale a al nostro volo nella notte, a come mi era piaciuto stare stretta a lui su quella scopa nonostante io odiassi con tutta me stessa volare.

Rientrai a scuola tardi, non so ce ore erano, era quasi buio, andai alle cucine e chiesi una tisana agli elfi che velocemente mi fecero trovare davanti una tazza fumante all'aroma di limone. Come un lampo, quel profumo mi porto di nuovo alla mente Draco e scacciai la tazza gridando, chiesi scusa agli elfi e scappai.

Andai alla stanza della necessità chiedendo la solita camera. Mi sedetti sul letto e osservai ammirata l'albero di Natale, aveva ragione Draco, era stupendo, con i colori delle nostre casate che si intrecciavano e si univano alla perfezione.

Sospirai.

Mi sdraia sul letto e aspettai l'arrivo di Draco, illudendomi che nonostante quanto fosse successo la notte prima sarebbe venuto.

Ebbi un brivido di freddo e mi misi davanti al camino scusandomi mentalmente con Ginny per non vere dato spiegazioni e con Draco per averlo evitato come la peste per tutto il giorno per non finire per capirci ancora meno.

Mi addormentai, forse, perché quando aprii gli occhi era notte fonda. La nebbia che mi aveva avvolta per tutto il giorno si diradò come per incanto e mi colpì la consapevolezza che:

No, Draco non sarebbe venuto quella notte, non sarebbe venuto più,e che:

Si, Ero fottutamene innamorata di lui.

Stanca delle emozioni della giornata scoppiai in un pianto liberatorio: quel giorno avevo fatto così tanti danni, avevo insospettito e fatto preoccupare i miei amici, avevo fatto brutta figura con i professori, cosa che a me accadeva di rado, se non mai. E soprattutto, cosa più importante, avevo fatto sicuramente star mal Draco. Mi addormentai nuovamente, con in mente la decisione di aggiustare tutto il giorno seguente.

 

Quando mi svegliai la prima cosa che pensai fu “ è mattina” e subito dopo “ho bucato la prima ora” sbuffai e mi tirai su, guardandomi allo specchio a parete lì accanto, ero in delle condizioni veramente pietose. Mi aggiustai un po' e corsi in camera tra i corridoi silenziosi: non vi era nessuno in giro, erano tutti a lezione.

Appena arrivata in camera, per prima cosa, mi concessi un bagno caldo e lasciai che l'acqua saponata lavasse via stanchezza e problemi.

Mi vestii con la solita divisa e presi la borsa, poi uscii e mi diressi ai sotterranei pronta ad aggiustare con Draco.

Entrai in sala comune e restai, come ogni volta, abbagliata dalla bellezza della stanza e contemporaneamente inorridita dall'oscurità che emanava: parlava di lussuria e di crudeltà, faceva paura quell'atmosfera eppure ti attraeva, ti faceva credere che solo lì potessi stare bene.

Mi avviai verso la camera di Draco ispirando l'odore di muffa dei sotterranei, bussai ma nessuno mi aprì, sorrisi immaginando che ancora dormisse, ero più che certa che non fosse a lezione, lo conoscevo.

La porta la scoprii aperta ed entrai: non c'era, non c'era nessuno, solo il suo profumo travolgente e qualche bottiglia di firewhiskey vuota abbandonata a terra, mi chiesi che fine avesse fatto ed uscii, manco a farlo apposta trovai Zabini che stava entrando in camera, probabilmente dopo una nottata d fuoco con qualche bellissima serpe

– Hermione? –

– Ciao, perché quella faccia? –

– Ehm...io... nulla, che ci fai qui? –

– Sai dov'è Draco? –

– Ehm... no, non o so –

– Stai mentendo, dov'è? –

– Ehm.. lui... – Lo guardai interrogativa e lui abbasso il volto scoraggiato

– È da Pansy – Sgranai gli occhi, significava quello che pensavo io?

Corsi fuori verso la parte femminile dei dormitori, incrociai una primina – Ehi tu? Dimmi dove cazzo è la stanza di Pansy Parkinson – Quella mi guardò terrorizzata e mi indico un porta: bussai.

Questa volta mi aprirono, ma non mi aprì la persona che mi aspettavo: con un cigolio la porta si spostò mostrando un Draco Malfoy solo con i boxer in tutta la sua bellezza, con i capelli scompigliati e tutti i segni di una notte di sesso addosso.

– Ah, ti ho trovato –

– Hermione!? –

– Esatto –

– Che ci fai qui? –

– Venivo a cercarti per dirti che ho il tuo stesso problema ma, vedo che hai già risolto tranquillo – Girai i tacchi e me ne andai furiosa ricoprendo di insulti chiunque mi trovassi davanti nel percorso dai sotterranei alla mia stanza.

Entrai in camera gridando e tirsi un forte calcio alla porta – Sei un fottuto bastardo di merda vaffanculo – Le parole e gli insulti mi sgusciavano dalla bocca come se fossi nata per questo e presto si trasformarono in un urlo indistinto e grottesco, disumano, che mai avevo sentito pronunciare da me stessa.

Inizia a prendere a calci il letto continuando a gridare con le lacrime che rabbiose, forse più di me, scorrevano sulle guance bagnandomi i capelli che si appiccicavano al viso e andandomi in bocca, a mischiarsi con la saliva pastosa per le urla.

– È così che mi ami coglione? Scopandoti quella puttana – Tirai un pugno alla finestra creando una crepa sul vetro e gridando forte per il dolore alle nocche piangendo sempre più forte – Guarda cosa mi stai facendo stronzo – Colpi la abat-jour sul mio comodino che volò a terra andando in pezzi. Caddi terra in ginocchi rannicchiandomi su me stessa soffocando i singhiozzi.

Ginny mi trovò così quando, mezz'ora dopo, rientrò dalle lezioni.

– Hermione?! –

Alzai il viso lentamente – Ehi –

– Che è successo? –

Non risposi dedicandole un amaro sorriso, lei non insistette e si prese cura di me.

Mi fece alzare da terra e mi accompagnò in bagno mentre ricominciavo a piangere, riempì la vasca d'acqua ben sapendo come apprezzassi che l'acqua sciacquasse i problemi.

Mi svestii lentamente e mi immerse nella vasca aiutandomi a lavarmi mentre io ancora piangevo poi mi fece uscire e mi avvolse in un asciugamano, ci sedemmo sul letto e mi abbracciò, le lacrime si fermarono ma lei continuò a non chiedere spiegazioni, e non le chiese mai, forse le intuì dopo aver scoperto il mio segreto che mi tiravo dietro da mesi.

Ginny infine si alzò, aggiustò con un incantesimo lampada e finestra e mi accompagnò in infermeria per farmi aggiustare la mano, sapevo farli da sola ma non ne avevo le forze in quel momento e lei ancora non era molto brava negli incantesimi di guarigione.

Madama Chips mi guarì in fretta senza fare troppe domande poi uscimmo e tornammo in sala comune.

Davanti al camino c'erano Harry e Ron che giocavano a scacchi ci unimmo a loro. Harry dopo un po' tirò fuori una bottiglia di firewhiskey e sgranai gli occhi – E quella? –

– Non fare storie Hermione, siamo maggiorenni –

– Si certo solo che pensavo fosse una esclusiva delle serpi –

– L'ho comprata da loro – Annuì prendendo la bottiglia e andandone giù una golata per poi passarla a Ginny, mi guardarono stupiti, solo allora mi accorsi di quanto ero cambiata in questi mesi: oramai reggevo l'alcool senza problemi e fumavo ogni volta che non vi era nessun grifone in giro, bucare non mi si presentava più come un problema, così come sgattaiolare di nascosto nel castello durante il notte che mi era oramai naturale.

Sorrisi ai miei amici: quante cose non sapevano di me.

 

 

 

Note:
Sorpresa! Sono un mostro ahahah, ho deciso di farvi soffrire un po' e di aggiungere questa fantastica versione di Ginny crocerossina che aiuta Hermone facendo così scalare i chiarimenti al prossimo capitolo, non c'è di che ahahahah
Il prossimo è ancora sotto il punto di vista di Hermione e ci sarà finalmente la scena di sesso fra loro due, sempre che non trovi qualche bella aggiunta ahahah
Alla prossima settimana 
Ali

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Capitolo 16
*** - Hermione ***


16. Hermione
Mi svegliai la mattina con la testa che pulsava, aprii gli occhi e la luce mi ferì. Mi tirai in piedi ma fu un errore perché mi colse un capogiro e per un attimo vidi nero. Mi sembrava di essere diventata Draco ai tempi della depressione, quando si alzava bestemmiando dietro alla vita, ero un straccio.

– H-Herm? – Sentii la voce strascicata di Ginny rimbombarmi nel cervello. Cosa era successo ieri sera? Cercai di ricordare: Draco, la mia rabbia, Harry che mi offriva da bere... E io che mi ero ripromessa di non ubriacarmi più! Dopo l'ultima volta con Draco avevamo vomitato anche l'anima nel corridoio del terzo piano (lunga storia) e ne avevo avuto abbastanza.

Sentii Ginny alzarsi e correre in bagno, cercai di mettere a fuoco la stanza per raggiungerla ed aiutarla e le tenni i capelli mentre vomitava l'alcool della serata precedente, be, almeno io non mi ero tirata in quello stato.

– Herm cos'è successo ieri sera? –

– Nulla, ci siamo trovati in sala comune a chiacchierare e Harry aveva da bere, ad un certo punto abbiamo iniziato a fare un gioco e abbiamo esagerato –

– Si mi ricordo, dove lo hai imparato quel gioco? – Sussultai la sera prima ero stata io a proporre quella gara di alcool con cui giocavo sempre con Daphne e Draco.

– Cosa? "Ho mai"*? L'ho letto in un libro –

– Ah –

Per fortuna Ginny non era abbastanza lucida da capire che mentivo, un altro conato la scosse e le raccolsi in una coda i lunghi fili rossi spettinati dal sonno.

Dopo il terzo conato la riaccompagnai in camera e la misi a letto. Io mi buttai sotto la doccia e mi lavai, poi presi la pozione contro la sbornia che mi aveva passato Draco e che nascondevo nel baule, aspettai che facesse effetto poi mi vestii e uscii.

Passai a vedere in che condizioni erano i miei amici. Mi aprii Harry, Ron dormiva per terra, mi spiegò che era caduto dal letto e non aveva avuto voglia di rialzarsi

– Stai bene? –

– No ho la testa che scoppia e mi viene da vomitare –

– Ho già dovuto assistere Ginny –

– Come fai a stare così bene? –

– Non ho bevuto tanto come voi io, ieri – Bugia, grandissima bugia

– Ma oggi è sabato? –

– Si –

– L'allenamento! –

– Cosa? –

– Quiddich – alzai gli occhi al cielo

– Vado a chiedere alle serpi una pozione per la sbornia –

– Una cosa? –

– Ho sentito che ne è parlavano tempo fa, Draco Malfoy ha inventato una pozione per curare la sbornia –

– Grazie, due per favore – Disse indicando l'ammasso di coperte e vestiti che dormiva a terra. Ringraziai ancora una volta la mancata lucidità dei miei amici che non avevano dubitato di me nemmeno per un attimo.

 

Mi scocciava andare da Draco a chiedere la pozione, così pensai a Daphne e uscii dalla torre, appena all'uscita mi trovai faccia a faccia con la mia serpe

– Hermione devo parlarti –

– Non mi va –

– No invece vieni – Mi guardai intorno, non potevo scappare

– Ti ho detto di no – Dovetti urlare un po' troppo perché Neville mi vide e si avvicinò

– Lasciala stare –

– Paciok gira largo – Neville si frugò nelle tasche alla ricerca della bacchetta: la situazione degenerava – Tranquillo Neville ci penso io a Dr.. Ehm.. Malfoy – Mi guardò sospettoso come a chiedermi “ ne sei sicura?” e annui poi svoltai l'angolo insieme a quella serpe maledetta

– Hermione senti mi dispiace per ieri –

– Evita di sprecare fiato –

– Sul serio io non pensavo che tu –

– Ti ho detto di tacere –

– Per favore –

– Per favore un cazzo vedi di sparire dai coglioni – Voltai i tacchi e scesi nei sotterranei a cercare Daphne, per fortuna il furetto non mi seguì.

 

– Daphne grazie, ti adoro –

– Tranquilla Grang, ma cosa avete fatto ieri sera? –

– Nulla, Harry e Ron si sono ubriacati –

– E tu ti sei sottratta dalla festa? Non ci credo! –

– Eddai così mi fai passare per un'alcolizzata! Comunque no, io avevo ancora una boccetta in camera –

– Ah, tutto spiegato –

– Dovevi vedere ieri la faccia di quei due quando mi hanno visto bere –

– Tutto merito nostro –

– Proprio merito non direi –

– Ahahah, ti va una passeggiata? –

– Certo, se hai voglia di aspettarmi un secondo porto questa ai due –

 

Entrai nel dormitorio maschile e raggiunsi Harry – Ron? –

– Si è alzato –

– E dov'è? –

– In bagno – Sorrisi, certo che i miei amici erano proprio messi male, reggevano l'alcool ancor meno di me, li avrei visti bene con le serpi, li avrebbero uccisi!

– Come hai fatto a ottenerle Mione? –

– La Greengrass è amica di Ginny – Sorrisi e uscii raggiungendo Daphne al lago nero.

 

– Alla fine veniamo sempre qua – Risi

– È così intriso di ricordi questo posto –

– Già –

Parlammo del più e del meno io e lei, avevamo legato molto in questi mesi e qualche volte si era aggiunta a me a Draco nella stanza delle necessità, sempre armata di Firewhiskey e cose del genere.

– Sai che forse organizzano un ballo per Natale? – Un ballo per Natale? Oh Cristo no, Ginny mi avrebbe obbligata a partecipare!

– Speriamo, non vedo l'ora! – Daphne era così entusiasta, io un poco meno, le sorrisi. Restammo in silenzio a guardare il cielo, poi riprese a nevicare ed entrammo, ci dividemmo e andai in biblioteca.

 

Volevo cercare un libro relativo alle leggende di Hogwarts, l'avevo trovato un po' di tempo prima ed era interessante, lo cercai fra gli scaffali ma non ce ne era traccia, chiesi alla bibliotecaria se lo avevano dato in prestito e mi assicurò di no. Sbuffai e tornai al tavolo sconsolata

– Cercavi questo Hermione? – Mi girai e davanti a me trovai Ron con il libro che cercavo fra le mani

– Oddio grazie Ron! –

– Possiamo parlare un po'? – Annui sedendomi sul tavolo e guardandolo interrogativa

– Ecco ultimamente ti stai allontanando e mi chiedevo se non fosse per colpa mia – Sgranai gli occhi: io e Ron ci eravamo lasciati poco prima dell'inizio della scuola, avevamo capito che fra noi due non c'era speranza, non andavamo d'accordo, non c'era verso: lui era un imbecille e io pretendevo troppo così avevamo litigato. Poi però ci eravamo riappacificati ed eravamo tornati amici.

In questi mesi io avevo trascurato lui e Harry per stare con quello stronzo patentato di Draco Malfoy e ora lui aveva paura che la colpa invece fosse sua

– No Ron, non dire sciocchezze è solo che voglio studiare, voglio passare i MAGO con i voti migliori –

– Uff che palla che sei Herm – Ridemmo anche se la mia risata aveva un nota di amarezza come a dire “Ti sto mentendo ancora, rassegnati”

– Non ricordo molto di ieri sera ma Harry mi ha detto che hai iniziato tu a bere –

– Io? Ma scherzi? Harry ricorderà male, io non ho bevuto, ho meglio, ho bevuto ma pochissimo, infatti stamani stavo bene – Mi sorrise e se ne andò: Un'altra bugia da aggiungere alla serie.

Stavo mentendo così tanto ai miei amici, e li stavo anche trascurando, la sera non stavo quasi mai con loro in sala comune: Ginevra mi copriva, come io avevo fatto con lei quando si vedeva con Goldstein e non faceva troppe domande, sapeva che mi vedevo con un ragazzo e le avevo promesso che gliene avrei parlato appena ne avrei avuto il coraggio. Ma Harry e Ron si stavano insospettendo, il segreto sarebbe durato ancora poco ma, infondo, non c'era problema, io e Draco non eravamo più nulla.

Inspirai l'aria della biblioteca e mi sedetti iniziando a sfogliare il libro quando un barbagianni grigio entrò e mi lasciò una busta. La aprii: era un cartoncino, inserito in una piccola busta, sul cartone vi erano solo cinque parole:

 

Mezzanotte, alla torre di astronomia

 

Non era firmato, ma era intuibile chi me lo avesse scritto.**

Ebbi un deja-vu, era lo stesso messaggio che mesi prima, nella stessa biblioteca mi era arrivato dalla stessa persona.

Sorrisi senza accorgermene ripensando a quel giorno in cui Draco era sparito e io ero spaventata. Mi aveva mandato quel messaggio per rassicurarmi: ora ero io ad essere sparita e lui con quel messaggio mi assicurava che non mi avrebbe lasciato andare facilmente.

 

Dopo cena tornai in camera seguita da Ginny e mi vestii

– Herm esci anche questa sera? Possibile che non mi vuoi dire con chi? –

– Scusa Ginny veramente – Oramai erano due mesi che questa storia andava avanti Ginny era curiosa, io, al so posto, avrei dato di testa molto prima pretendendo di sapere ma lei era perfetta, la amavo per questo, c'era sempre e non voleva nulla in cambio

– Te lo dirò, giuro è solo che devo prima risolvere un po' di cose –

– Entro il nuovo anno? –

– Entro il nuovo anno – Le sorrisi, poi uscii per andare a parlare con Draco, lo avevo già quasi perdonato, volevo solo essere certa che mia amasse e capire per quale assurdo motivo doveva essere andato con quella sgualdrina.

 

Entrai nella torre con cinque minuti di anticipo, era già lì, stupendo come sempre

– Malfoy – Lo salutai

– Siamo tornati a Maldoy e Granger? –

– Che vuoi? –

– Parlare –

– Parla – Tirai fuori una sigaretta e la accesi, mi sedetti e gli porsi il pacchetto aperto, lui ne prese una e la accese con la mia, fece un tiro beandosi il sapore del fumo poi iniziò a parlare.

– Grang, allora senti io lo so che ho sbagliato, non sarei dovuto andare da lei però tu non mi consideravi e io ero più che certo di non piacerti e stavo così male, avevo rovinato tutto, come il solito, e avevo bisogno di non pensare. Io non amo Pansy, lo sai bene, io e lei siamo sempre stati così: scopavamo quando ne avevamo bisogno. È una cosa orribile, lo so, ma non la amo, io amo te, punto. Amo te e nessun altro e ti prego di perdonarmi ,di non andartene perché senza di te io non so vivere, non voglio tornare lo zombie che ero prima. Tu mi hai salvato, dalla depressione e da me stesso non potrò mai ringraziarti abbastanza. Io ti amo Hermione Granger, non so che farci. Scusa. –

Piansi, come si poteva non piangere dopo un discorso così? – Draco io non lo so, siamo un casino noi due –

– Due cuori rotti ne fanno un forte –

– Dove l'hai letta questa? –

– L'ho scritta io –

– È stupenda – Feci un attimo di pausa e gli sorrisi, io ero un disastro, lui era peggio ancora di me ma forse aveva ragione, insieme ce la avremmo fatta e poi, sinceramente, non mi importava molto cose ne sarebbe stato di noi domani, mi importava di oggi

– Ti amo anche io, Draco Malfoy – Lo dissi con sicurezza, ne ero certa, come ero certa di non volere nessun altro che lui, forse era già tutto scritto, forse quel primo giorno ad Hogwarts, quando ci eravamo attaccati, i nostri cuori avevano già deciso che dovevamo amarci.

Le sue labbra si impossessarono delle mie e sembravano non volerle abbandonare mai, stretti uno all'altro ci baciavamo, come se non ci fosse domani, abbracciandoci forte per chiederci scusa.

Si, scusa, perché nessuno dei due era perfetto ma andava bene così

– Fa freddo qui, andiamo giù – Annui e per mano corremmo verso la stanza delle necessità che ci aspettava lì come ogni notte.


*Non so se conoscete questo gioco, ogni partecipante deve dire una cosa che non ha mai fatto e chi, degli altri, lo ha fatto deve bere
**Capitolo 10


Note:
Eccomi qui, che vi devo dire? Mi diverto a rimandare le cose nel capitolo dopo...
Vi avevo detto che in questo capitolo avrebbero fatto l'amore? Lo faranno nel prossimo!
Non aspettatevi chissa che per la scena di sesso, è la prima che scrivo e, a differenza di quella con Pansy sarà molto più dolce e quindi più difficile per me da scrivere.
Bene, ora tolgo il disturbo e spero in tante recensioni <3
Ali


– Non ti piaccio? – La guardai negli occhi,
be forse per intelligenza non eccelleva poi
tanto – Sei bellissima – sorrise e con quel
trionfo bianco in viso era ancora più incantevole,
 tanto da sembrare irreale.

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Capitolo 17
*** - Draco ***


17. Draco

Entrammo nella stanza delle necessità e ci tuffammo sul letto ridendo, infondo non cambiava molto dalle altre volte, a parte il fatto che ci baciavamo.

Quando quella pazza era comparsa sulla porta di Pansy mi ero sentito morire e dopo quello che mi aveva detto non sapevo se essere felicissimo perché, al contrario di ogni premonizione, mi amava o, essere distrutto perché, da buon coglione, avevo rovinato tutto una volta tanto.

– Draco? –

– Si scusa pensavo –

– Tu pensi furetto? –

– Cosa stai insinuando mezzosangue? – Le feci il solletico e scoppiammo a ridere rotolandoci sul letto fino a cadere a terra – Siamo già a metà dicembre – Eh già, eravamo già a metà dicembre, passava in fretta il tempo in quella maledetta scuola!

– Vado a prendere le tisane? –

– Lascia Grang vado io – Uscii.

– Tisane Draco non firewhiskey! – Scoppiai a ridere e scesi verso le cucine.

Il silenzio dei corridoi si sa, portano pensieri, che sia un ospedale, Hogwarts o una scuola babbana quando sei solo in un corridoio vuoto ti ritrovi a pensare.

Così mi ritrovai a ripercorrere la guerra. Era da tanto che il dolore non mi faceva più visita, o meglio, il dolore relativo alla guerra: solo qualche giorno prima ero stato ritrovato nel bosco privo di sensi ma non erano stati i ricordi a provocare i tagli, ma più la solita consapevolezza di essere un coglione che, forse, mai se ne sarebbe andata.

Era da molto che non facevo incubi, anche perché spesso dormivo con Hermione. Hermione... ci credete? Io ed Hermione assieme? Sarebbe durato? Eravamo così diversi eppure così simili: entrambi soli ed entrambi rotti dalla guerra. Sarebbe mai durato?

 

Entrai nelle cucine e sorrisi chiedendo le solite tisane, rubai due biscotti di natale appena sfornati da un vassoio poggiato su un tavolo, si, perché dovete sapere che gli elfi lavorano di notte per preparare i pasti destinati ad un'intera scuola: quelli dovevano essere i biscotti per la colazione di domani, sotto natale li cucinavano sempre, beh, ce ne sarebbero stati cinque in meno.

Li misi in un piatto e presi le due tazze tirai fuori dal mantello un bottiglietta di liquore babbano: rum mi pare si chiamasse e chissà perché con la tisana al limone ci stava da dio. Hermione aveva detto niente firewhiskey non niente rum giusto?

 

Quando tornai nella stanza dovetti appoggiare al più presto le tisane per non rovesciarle mentre scoppiavo a ridere: Hermione era seduta a terra, imbronciata, con due festoni argentati che le frustavano il viso, dotati di una vita solitamente estranea alle decorazioni di Natale.

– Che è successo? –

– Volevo accendere l'albero –

– Menomale che sei la studentessa migliore della scuola –

– Scusa se non mi è mai capitato di dover accendere con la magia delle lampadine inesistenti –

– Non son lampadine, sono palle di fuoco –

– Volevo evitare di dar fuoco all'albero –

– Meno male – La liberai dai festoni e accesi l'albero continuando a ridere

– Puoi anche smetterla di sfottermi sai? –

– Scusa ma era una scena troppo bella –

– Incantevole proprio! – Risi ancora e mi avvicinai a lei baciandole le labbra imbronciate

– Sta brava Grang – Mi sorrise e ci sedemmo sul letto con le tisane, ne bevve un sorso

– Niente alcool avevo detto –

– No hai detto niente firewhisjey, questo è rum –

– Sei impressionante –

– Io? –

– Si tu, alcolizzato –

Le rubai un altro bacio e finimmo le tisane. Il giorno dopo era domenica saremmo potuti stare a letto anche tutto il giorno.

 

Il mattino dopo venimmo come sempre svegliati dal sole che filtrava dalle finestre

– Grang sveglia – Il vaffanculo mugugnato da lei mi fece intuire che no, non si sarebbe alzata.

Io invece mi alzai e aprii le tende inondando l'ambiente e beccandomi il secondo vaffanculo della giornata dalla mia migliore amica, o forse ragazza, che si nascose sotto il cuscino per evitare la luce. – Dormi vado a prendere la colazione – Non mi rispose, lei la mattina era sempre allegra, se si svegliava di sua spontanea volontà! Se la svegliavi tu e lei voleva dormire invece sapeva solo mandarti dove diceva lei.

 

Scesi in sala grande che era già piena e salutai i miei amici raccontando loro che io e Herm avevamo fatto pace

– Lo abbiamo notato –

– Da cosa Daphne? –

– Lei non c'è al tavolo e tu sei raggiante –

– Il principino innamorato –

– Fottiti Blaise –

– Comunque Draco informa la tua donzella che Potter e Weasley stanno torturando la povera Ginny: stamani l'ho beccata e mi ha raccontato che casualmente è sparita da ieri sera e di solito per colazione torna –

– Opss –

Scesi alle cucine e preparai un vassoio con due tazze e due cornetti che presi da un vassoio che ancora doveva essere portato in tavola, poi tornai in camera.

– Grang adesso alzati – Quella, miracolo, ubbidì e si tirò a sedere con i capelli più scompigliati ancora del solito e gli occhi chiusi, sbadigliò

– Sei proprio bella – Risi

– Vai a fare in culo –

– È la terza volta che mi ci mandi oggi, basta! – Scoppiò a ridere pure lei e mi baciò sulle labbra

– E quindi sei diventata la fidanzata di Draco Malfoy –

– Così sembra – sorrisi e mi baciò ancora, questa volta con più passione.

Facemmo colazione e misi la musica sul grammofono, Hermione si divorò la brioche

– Ma quanto mangi Grang? Sei incinta –

– Non mi risulta che abbiamo scopato –

– Possiamo sempre rimediare –

– Pervertito –

Si sdraiò sul letto – Oggi non mi muovo da qui nemmeno se mi date dei soldi –

– O be, nessun problema – Risi e dopo aver messo altra legna nel camino mi sdraiai accanto a lei finendo la mia colazione a piccoli morsi: avevo fatto progressi con il cibo, ero ingrassato parecchio e ora, seppur poco, mangiavo sempre, tutto merito suo, sai che novità.

– Sai che incubo avere dei figli con te? – La guardai stralunato da dove le uscivano?

– Tu prima mi chiedevi se ero incinta, sai che tortura? – Ma stava scherzando?

– E perché scusa? –

– Già mi devo sopportare te pensa avere anche dei mini-draco girare per casa –

– Rassegnati pure Grang perché dubito che di me ti liberi e poi pensa, oltre che essere rompicoglioni come me saranno anche presuntuosi come la loro mamma –

– Io non sono presuntuosa! –

– Si lo sei – Mise il broncio e mi sdraiai su di lei e baciandola

– Però sarebbe bello avere una famiglia con te, e poi guarda il lato positivo, i nostri figli saranno belli come il sottoscritto –

– E tu saresti bello furetto? –

– Decisamente – Rise pure lei.

Mi spostai sul collo mordicchiandole la pelle bianca e lei mi avvolse le mani sulla schiena abbracciandomi.

Le accarezzai i fianchi sotto la camicia da notte e lentamente gliela sfilai, lasciandola in intimo.

Era così bella, così pura.

Aveva un intimo bianco, semplice, non lavorato, diverse da tutte le lingerie in pizzo e fiocchetti che mi ero trovato davanti con le mie compagne di Serpeverde.

Era bellissima, la pelle bianca e le guance arrossate, i capelli sparsi ovunque, come sempre, il fisico stupendo che con non so con quale incantesimo riusciva a nascondere sotto la divisa. Era semplicemente perfetta, altro che purosangue, lei con il suo sangue di babbana era milioni di volte meglio di chiunque altro, in tutto: intelligenza, bellezza, tutto.

– Non ti piaccio? – La guardai negli occhi, beh forse per intelligenza non eccelleva poi tanto.

– Sei bellissima –

Sorrise e con quel trionfo bianco in viso era ancora più incantevole, tanto da sembrare irreale.

Mi sbottonò la camicia, scoprendo il mio petto non più denutrito e cercò nuovamente le mie labbra: la accontentai

– Sei vergine Grang? –

– No –

Un po' rimasi deluso, poi pensai che doveva essere stata solo con Weasley

– Lenticchia non vale, è mezzo gay –

– Draco! –

Scoppiai a ridere e la baciai ancora.

Le slacciai il reggiseno e le accarezzai i seni tondi e perfetti mentre lei armeggiava con la chiusura dei pantaloni della mia divisa.

Presto anche i suoi slip finirono sul pavimento insieme ai miei Boxer e la accarezzai dolcemente baciandola, poi scesi più in basso leccandole l'interno coscia fino ad arrivare alla sua intimità che stuzzicai con la lingua per prepararla, ansimò, e i suoi sospiri fecero gemere pure me, finii il mio lavoretto e alzai il viso guardandola, avrei potuto restare per tutta la vita così, a guardarla, affannata, mentre facevamo l'amore.

La accarezzai ancora in basso e infilai un dito baciandola dolcemente, aggiunsi ancora un altro dito ascoltando i suoi gemiti, poi li tolsi e entrai in lei delicatamente continuando a baciarla chiedendomi stupidamente se la stanza delle necessità fosse insonorizzata, gemetti spingendo piano mentre lei mi accarezzava a schiena e si muoveva sotto di me, spinsi ancora, più velocemente e con più forza gemendo forte mentre le sue carezze diventavano graffi e i suoi gemiti più simili a grida.

Si spinse verso di me con il bacino facendomi impazzire e dovetti mordermi le labbra per non urlare, cosa che lei non fece, chiamando il mio nome stringendosi a me.

Venimmo insieme e quello fu l'orgasmo più travolgente mai provato in vita mia.

Scivolai fuori da lei e mi sdraiai accanto baciandola ancora e desiderai che tutto ciò non finisse mai, che i nostri baci e il nostro amore durassero in eterno perché se c'era lei io vivevo.

– Ti amo – Mi sussurrò nell'orecchio – Anche io Grang, non lo ripeterò mai abbastanza –

Note:
Scusate! Sono in ritardissimo! Scusate!
Però finalmente li ho fatti amare non siete contente?
Allora vediamo un po' questo capitolo, non è un granchè vero? Lo so l'ispirazione è patita per fanculo un'altra volta.
Nel prossimo non accade nulla di particolare è più un capitolo di passaggio, non lascio lo spoiler perchè ancora non l'ho finito di scrivere.
Comunque mancano tre capitoli.
Alla prossima settimana, spero di essere più puntuale.

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Capitolo 18
*** - Hermione ***


18. Hermione

Avevo fatto l'amore con Draco.

Si, avevo fatto l'amore con lui.

Ed era stata la cosa più bella della mia vita, nulla in confronto a Ron, era stato come la prima volta, la vera prima volta. Mi aveva fatto provare emozioni che nemmeno immaginavo e, per la prima volta nella mia vita, mi ero sentita bella, ma proprio bellissima, perfetta, all'altezza.

Era stato qualcosa di indescrivibile.

Dopo quella prima volta ce ne erano state altre, ci amavamo nella stanza delle necessità e non sentivamo il bisogno d'altro.

Ma ricordavo bene la promessa fatta a Ginny e i nostri baci di nascosto negli angoli bui stavano diventando troppo frequenti: era ora di rivelare la mia relazione, ma come? come potevo dirlo a Harry e Ron?

– Ehi troia – Stavo scendendo le scale verso la sala grande e mi voltai, credendo l'insulto rivolto a me, infuriata.

Invece era Pansy Parkinson la destinataria dell'offesa urlata da un ragazzo del nostro anno.

– Stanotte puoi darmela o sei impegnata con qualche mangiamorte? – Ecco, a proposito di amore verso i Serpeverde...

Draco mi aveva parlato della Parkinson a cui, devo essere sincera, tanto bene non volevo, mi aveva spiegato dei vari motivi per cui cercasse sollievo nel sesso e, un po', mi era dispiaciuto per lei. Certo non la adoravo, eravamo un poco in competizione visto che lei era la ex amante del mio ragazzo, ma da qui ad insultarla no.

– Troia Serpeverde vieni a succhiarmi il cazzo –

Pansy fino ad allora era stata zitta, ma la pazienza ha un limite per tutti, e si girò furente, urlando: – Fattelo succhiare da quella puttana di tua madre –

Sgranai gli occhi, in quanto finezza doveva aver preso da Draco.

Vidi il ragazzo tirare fuori la bacchetta e intervenni allontanandoli

– So pararmi il culo da sola Granger –

– Volevo solo aiutare, odio gli imbecilli che giudicano –

– Fai meno la buon samaritana, tanto lo so che mi pensi una puttana pure tu, angioletto –

– Non è vero, anzi, sai, la mia migliore amica è molto simile a te eppure nessuno la chiama così, non credo che ti insultino solo per la tua vita sessuale attiva –

– È perché la mia famiglia stava con Voldemort – Annui

– Lo immaginavo, comunque mi dispiace per averti giudicato male in passato, sono certa che le voci che girano su di te siano una più falsa dell'altra –

– In realtà oltre a Draco e Blaise non ho mai fatto sesso con nessuno – Le sorrisi

– Appunto –

– Sai Granger, io e te potremmo quasi andare d'accordo se io non mi fossi fatta il tuo ragazzo –

– Non stavamo ancora insieme in realtà, e tu non potevi saperlo, non ce l'ho con te per questo –

– Allora amiche? –

– Si potrebbe fare –

Entrammo in sala grande continuando a chiacchierare sorridenti e l'intera sala si ammutolì nel vederci, la salutai e andai a sedermi di fianco a Ginny ed Harry

– Che ci facevi con la parkinson Mione? – Harry, come sempre, mi aggredì

– Nulla, non è poi così antipatica – Troncai la conversazione e consumai la colazione in silenzio.

 

Quando tutti furono presenti la McGrannit ci informò che aveva un annuncio da fare zittendo la sala – Ragazzi buongiorno, ho una notizia da darvi: sono state molte le richieste di una nuova festa dopo quella di halloween così abbiamo pensato di organizzare un ballo di natale –

Dalla sala si levarono grida, Daphne aveva visto bene

– Si terrà la penultima sera prima delle vacanze e spero di vedervi vestiti eleganti come la festa richiede, buona giornata –

Ginny mi travolse di urla informandomi di una imminente uscita di shopping a Hogsmeade il giorno successivo che fui costretta ad accettare.

Solo quando arrivai in classe mi passò per la testa l'idea che, forse, Draco non voleva andarci al ballo, o almeno non come coppia, infondo ero sempre una mezzosangue e lui un Malfoy...

 

Il pomeriggio lasciai Ginny alle tre per scappare in biblioteca a restituire un libro, poi scesi verso i sotterranei dal mio ragazzo che trovai in camera con Zabini ed una Daphne euforica – Tu, Blaise, verrai con me, che tu voglia o no, e vedi di vestirti di chiaro perché io mi vestirò di viola, perché devo abbinarmi assolutamente con Ginny Weasley che vuole qualcosa di verde –

– Ciao Daphne –

– Hermione! – Daphne aveva subito l'influenza di Ginny, o forse Ginny quella di Daphne, fatto sta che il livello di entusiasmo era lo stesso

– Hermione! Ho parlato con Ginny e abbiamo deciso che siccome siamo uguali e opposte metteremo lo stesso vestito in colori diversi! –
– Uguali ed opposte? –
– Si! – Annui, non capendo e rassegnandomi ad avere anche lei da sopportare l'indomani.

Mi sedetti in braccio a Draco sfilandogli la sigaretta dalle dita per fare due tiri e rubandogli un bacio – Puoi dirlo tu alla nostra bionda che sta impazzendo? – Scoppiai a ridere

– Non sto impazzendo è solo che –

– Tranquilla Daphne domani verrai con noi a comprare i vestiti immagino –

– Esatto! – Sorrisi, felice che avesse legato tanto con Ginny, cercando di ignorare il fatto che io, in realtà non ero ancora certa di avere un accompagnatore

– Va bene, Blaise? È meglio che noi due togliamo il disturbo prima che Daphne contagi anche la mia ragazza con la sua pazzia – Esordì Draco facendomi alzare e baciandomi sulle labbra, si allontanarono verso la porta e abbassi lo sguardo: forse davvero non mi voleva con lui la sera del ballo

– Comunque io mi vesto di nero Grang – Mi sorrise sull'uscio e non riuscii ad evitare di donargli un sorriso entusiasta.

 

Non potrei descrivervi il mio risveglio per il giorno seguente nemmeno se mi impegnassi, la velocità con cui Ginny mi ha fatto svegliare, preparare e scappare a Hogsmeade senza nemmeno aver fatto colazione non è descrivibile a parole.

Fatto sta che io, lei e la ultima aggiunta Daphne fummo le prime ad uscire da Hogwarts.

– Dobbiamo assolutamente andare in quella boutique infondo alla strada ragazze: costa poco e vende cose bellissime – Ero un poco preoccupata del "Costa poco" di Daphne ma avevo saggiamente fatto scivolare di nascosto qualche moneta in più fra i risparmi di Ginny per permetterle di comprare veramente un vestito uguale alla bionda

– Ma poi, scusate perché voi due volete vestirvi uguali? –

– Semplice, Harry mi mollerà a metà serata quindi, sebbene l'entrata la faremo con i nostri accompagnatori per non sfigurare, poi saremo libere di ballare e ubriacarci assieme e vogliamo essere perfette! –

– E tu Daphne molli quattro a zero Zabini? –

– Come hai fatto a capire che andava con Zabini? Io ci ho messo ore ad indovinare pensavo andasse con Malfoy – Io e Daphne ci guardammo mordendoci le labbra per non ridere al pensiero di lei con Draco e io furente ma, per fortuna, Ginny e la usa parlantina a ruota libera non esigevano risposte

– Comunque io voglio assolutamente qualcosa di verde! –

– Si e io di viola, comunque Hermione stai tranquilla Zabini sa come divertirsi anche senza di me – Risi con lei

– Mione ma tu con chi vai? –

– Oh non te lo dico Ginny, non lo saprai fino a quella sera –

– Stronza – Mi fece la linguaccia e ricambiai il gesto

– Comunque io mi vestirò di bianco –

Avevo deciso di vestirmi di bianco in modo da contrastare in modo netto con l'abito di Draco.

Entrammo nel negozio ed un profumo fresco ci invase insieme al buongiorno della titolare che ci domandò di cosa avevamo bisogno

– Volevamo dei vestiti eleganti per un ballo –

– Oh, non sarà difficile con delle ragazze belle come voi – Scappò fra gli stand di vestiti

– Per lei signorina vedrei bene qualcosa di verde – Indicò Ginny

– Era proprio quello che volevo solo, ha dei vestiti disponibili in più colori? –

– Ma che domande, certo che si! –

– Perché noi volevamo lo stesso vestito ma di due colori diversi – Intervenne Daphne

– Si potrebbe fare – Guardò in un scaffale un vestito che io giudicai come fantastico: verde, con un corsetto scuro senza spalline ed una gonna a tubino lunga fino alla caviglia

– Questo ce l'ho in verde bianco, rosso e blu –

– Viola? –

– Di viola ho questo -- Mostrò un nuovo modello, corto e Ginny storse il naso

– Oppure questo qui – Ne tirò fuori un altro e dalle facce delle ragazze capì che avrebbero preso quello: aveva un corsetto senza spalline formato da delle fasce oblique di stoffa in tinta scura e terminava in una gonna lunga fino alle caviglie che dal ginocchio in giù era semi-trasparente e lasciava intravedere una parete di gamba. Le ragazze vi si fiondarono sopra e scapparono a provarlo, io mi misi a cercare qualcosa ma nulla mi saltò all'occhio e così dopo poco rinunciai accompagnando le ragazze alla cassa.

Uscimmo ed andammo a prendere le scarpe. Ne trovai un paio nere, con il tacco non troppo alto semplici e decisi di prenderle sebbene non avessi ancora un abito.

Girammo molti negozi ma non trovai nulla fino a che Daphne ebbe un illuminazione e mi trascinò senza obiezioni in un negozio in stile provenzale dove, in vetrina, campeggiava un abito viola simile ad un gioiello.

Entrammo e ci dirigemmo al reparto che trattava il bianco, erano così tanti i vestiti che non sapevo dove guardare finché, dopo aver rifiutato l'ennesima proposta della serpe notai, appeso in bella vista innanzi a me, l'abito che cercavo.

Era color panna, lungo.

Aveva una scollatura semplice, non troppo ampia che copriva le spalle con due maniche a tre quarti strette, un corsetto semplice che si stringeva in vita con solo un nastrino d'oro. La gonna era lunga fino alla caviglia, dritta, e il tessuto era intrecciato con fili d'oro. Lo staccai dallo stand e lo presi in mano girandolo e rimanendo di sasso di fronte alla scollatura fino quasi al sedere che regnava sulla schiena, veloce lo scartai. Ma Daphne me lo impedì

– È stupendo, provalo, subito! – Così entrai nel camerino scettica e lo indossai

– Ragazze io di qui non esco: sono praticamente nuda –

– Muoviti – Uscii sbuffando e mi guardai allo specchio

– Sei incantevole – Era vero, stavo realmente bene

– Si ma sono nuda! –

– Zitta – Ginny si avvicinò e mi sciolse i capelli facendomeli ricadere sulla schiena

– Questi li acconciamo in modo che stiano lontani dal viso ma cadano sulla scollatura – Mi voltai osservando la scollatura lunga tutta la spina dorsale – Ragazze ma sono nuda sul serio –

– No, sei bellissima –

– Non è troppo? –  

– No, ma va –

– Sicure? –

– Si Hermione toglitelo e compralo è stupendo –

Alla fine mi convinsero e lasciammo il negozio con una busta in più e il sorriso sulle labbra tornando a scuola fiere dei nostri bellissimi vestiti.

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Capitolo 19
*** - Hermione ***


19. Hermione

Entrai nella stanza di Draco sorridendo, era il 21 dicembre, nonché giorno del ballo, presto sarei dovuta passare a prendere Daphne che aveva deciso di prepararsi da me e Ginny

– Ciao amore – Mi salutò il mio bellissimo ragazzo, gli posai un casto bacio sulle labbra come ricambio al saluto

– Perché mi hai chiamato? – Mi sorrise. Durante la terza ora, avevo trovato un misterioso bigliettino con scritto “Ti aspetto” tra le pagine del libro di Difesa contro le arti oscure. Come sempre doveva fare tutto nel modo più elegante possibile così non si era fatto vedere per tutto il giorno, solo a mensa, dove non aveva alzato il viso dal piatto e non mi aveva guardato nemmeno un minuto, come se non esistessi, solo quel messaggio.

Non rispose alla mia domanda e intrappolò nuovamente le mie labbra tra le sue in un bacio decisamente meno casto del mio ma non per questo meno dolce

– E no, furetto, ora mi dici perché hai fatto tanto il misterioso – Mi sorrise malizioso ma non disse nulla, si alzò e andò verso il comodino, prese due flûte e li riempì di champagne per poi porgermene uno, lo presi in mano sospirando, non aveva ancora detto una parola al di fuori del “ciao amore”. Prese l'altro bicchiere e lo fece sfiorare delicatamente con il mio per poi berne un sorso, senza specificare per cosa brindavamo anche se era chiaro, per entrambi, che fosse a noi e alla nostra serata.

Appoggiò il bicchiere e aprì il primo cassetto, ne tirò fuori una scatolina nera con un decoro bianco sul bordo in velluto, la sfiorò con le dita e la posò accanto al mio bicchiere. Sorrisi e lui mi baciò, bevvi un sorso di champagne e senza parlare, continuando il suo gioco, presi la scatolina e la aprii, dentro non c'era nulla o meglio, c'era qualcosa ma non era quello che mi aspettavo.

Al posto dei gioielli che di solito si ripongono in scatole simili vi era una piccola pergamena, minuscola, alta qualche centimetro arrotolata su se stessa. La aprii e mi trovai tra le mani un piccolo rettangolo di carta bianca con scritto “ Per ricordarti di quella sera in cui tutto è finito ed allo stesso tempo cominciato”

Lo guardai interrogativa con un accenno di sorriso sul volto e lui mi porse la mano che teneva dietro la schiena. Sopra, appoggiata su un piccolo rettangolo di velluto nero, vi era una catenina argentata che si rincorreva sul panno ad ogni suo impercettibile movimento e terminava in un ciondolo luminoso a forma di fiocco di neve. Un fiocco di neve come i tanti che quella notte avevano sfiorato i nostri visi sorridenti sulla sua scopa. Gli saltai al collo abbracciandolo forte facendo finire quel gioco di eleganza e lui sorrise

– Pensavo fosse una cosa carina –

– Lo è Draco, lo è tantissimo –

– Ti amo – sussurrò direttamente sulle mie labbra e il mio bacio che ne segui fu una degna risposta. – Lo metterò stasera –

– Ci conto –

 

Uscì dalla stanza gioiosa passando da Daphne e svelte corremmo su a prepararci.

Indossammo i nostri vestiti e Ginny mi acconciò i capelli come mi aveva promesso lasciandoli cadere delicatamente sulla schiena nuda ma tenendoli lontani dal volto con una treccia particolare che non saprei riprodurre nemmeno sotto la sua guida.

Poi lei e Daphne si legarono entrambe i lunghi capelli in una semplice treccia classica che arrivava ad entrambe a metà schiena e a cui, con un incantesimo, io aggiunsi qualche sottile filo del colore dei loro abiti intrecciati in mezzo. Erano così belle.

Al trucco ci pensò Daphne che fece un vero capolavoro di colori sui loro occhi mentre su di me decise, fortunatamente, di lasciare il viso pulito con solo una linea di eyeliner nero.

Quando fummo, infine, tutte pronte chiesi a Daphne di mettermi al collo la collana di Draco che, sebbene non centrasse con i colori del vestito, stava benissimo.

Po uscimmo e mi divisi da loro con la scusa di aver dimenticato una cosa in stanza, Ginny corse dal suo Harry e Daphne mi attese davanti ai sotterranei per andare dai nostri accompagnatori.

Draco mi fece mille complimenti facendomi arrossire, aspettammo in camera una mezz'ora ridendo di quale sarebbe stata la faccia di Harry e Ron nel vederci.

Quando fummo certi che tutti fossero presenti in sala scendemmo.

 

Mi feci coraggio, gli sorrisi e lo presi per mano, poi entrammo, il suo vestito, completamente nero, faceva contrasto con il mio, bianco, così come facevano contrasto i nostri capelli, così come facevamo contrasto noi due.

Attraversammo la sala per mano, mentre entrambi sorridevamo, sotto gli occhi stupiti di tutti, specialmente di Harry e Ron al tavolo, poi, siccome lui era pur sempre Malfoy e, nonostante tutto, doveva fare le cose in grande, si fermò, proprio in mezzo ala stanza, mi prese il viso e mi baciò: un bacio casto e veloce, ma che bastò a far capire a tutti che ero sua, gli sorrisi – Incorreggibile –

 

Fu la serata più bella della mia vita.

Ginny ci mise meno di un secondo a riprendersi dallo shock della mia entrata trionfale correndomi incontro urlando – Allora era lui! – Per poi saltare tra le braccia di uno stupito Draco facendo scoppiare a ridere me e Daphne che si stava avvicinando con Zabini.

Harry la piantò nell'esatto istante in cui la vide abbracciare il mio ragazzo e nessuno se ne stupì, per un po', la rossa, restò con noi poi corse con Daphne verso il tavolo degli alcolici e, per un scherzo del destino che non capii mai finì per finire nel letto di Zabini a fine serata.

Daphne invece, abbandonata la sua compare a ballare con quello che in realtà doveva essere il suo accompagnatore, offrì da bere a me e a Draco raccontandoci di come Blaise aveva gentilmente chiesto alla mia migliore amica un ballo.

 

A metà serata Daphne sparì e giurai di averla vista baciare Theodore Nott ma non ero così certa che fosse con lui.

Venne a salutarci anche una bellissima Pansy vestita interamente di blu notte e ballammo insieme due canzoni mentre un Draco, come sempre iperprotettivo, ci osservava da lontano.

Mi divertì molto con lei e rise come una matta quando le raccontai di quelle due pazze delle mie migliori amiche, mi disse di aver visto scappare Daphne di sopra con un ragazzo ben diverso da Nott e risi sperando che non si trattasse di Goldstein.

 

Io e Draco ballammo tantissimo e molti vennero a chiederci se era vero che stavamo insieme, come se il suo teatrino all'entrata non fosse stato abbastanza chiaro.

Ballai anche con Luna e mi stupii di vedere Paciok e il mio ragazzo ridere assieme.

Ron si fece vedere verso fine serata lasciando per un attimo una stranamente bella Lavanda Brown per venirmi a dire che – Non dico che mi faccia felice vederti con questo furetto ma se tu lo ami potrei anche fingere di essergli amico – Risi sussurrandogli un – Non sai quanto lo amo – E tornando a ballare.

 

Ad un certo punto della serata durante un lento ci trovammo soli in mezzo alla pista sotto gli occhi di tutti

– Ci guardano –

– Ci invidiano –

– Ne sono sicura – Lo baciai dolcemente sulle labbra e lui sorrise continuando a ballare

– Mi sento tremendamente a disagio – Rise di me e gli feci una smorfia

– Ricordi alla festa di Halloween? Anche lì ballammo insieme –

– Lì era diverso, avevamo le maschere e non ci guardavano tutti –

– Tu la maschera non l'avevi –

– Hai capito cosa intendo – Mi sorrise e quando la canzone finì mi prese per mano e ci mettemmo a cercare Blaise che, ovviamente, non trovammo perché era già sparito con la piccola Weasley.

 

Harry non si fece vedere, lo immaginavo che lui non lo avrebbe accettato facilmente, avrei aspettato, se ne sarebbe fatto una ragione pure lui, non importava.

 

Quando ci stancammo ci sedemmo su un divanetto sorseggiando un drink e ridendo di alcuni primini impacciati che ballavano vicino a noi, ad un certo punto mi sfiorò la guancia sorridendo

– Andiamo via di qui? –

– E dove? fuori ci scopriranno –

– No, non lo faranno – Con la bacchetta sfioro la mia veste che immediatamente si tinse di nero, come la sua, uscimmo e scappammo nella notte, invisibili nel buio.

Unico bagliore, in quel natale speciale, un raggio di luna, che colpisce un ciondolo, brillante, fa un po di luce, poi le pieghe della veste lo nascondono.

 

Corremmo nella notte sotto la luna che illuminava i nostri volti pallidi, nel freddo, che però sembrava non sentissimo. Come quella notte, molto tempo prima, in cui dormimmo fuori nel bosco autunnale.

Corremmo nel buio che non faceva paura e ci nascondemmo ridendo.

La luna smise di accarezzare la nostra pelle quando ci inoltrammo fra gli alberi e quel piccolo fiocco di neve non mandò più bagliori: nessun segnale per le stelle.

Ci nascondemmo e poi fu solo nero e amore.




Note
Eccoci qui con l'ultimo capitolo prima dell'epilogo.
Allora sono certa che leggendo vi siate accorte nello scorso capitolo che ho fatto molti errori, tra cui quello di scrivere che Draco si veste di bianco, mi sono un poco incasinata e vi chiedo scusa, ho corretto lo scorso capitolo e mi dispiace veramente un sacco di questa mia distrazione.
Il prossimo come vi ho detto sarà l'epilogo e, ho deciso, come per il prologo, di scriverlo in terza persona.
Non vi lascio lo spoiler perchè sarebbe troppo facile indovinare che accadrà, comunque l'ho già scritto e penso (spero) di riuscire a metterlo per lunedì prossimo, prima no di sicuro perchè non sono a casa.
Spero non mi finisca il Wi-fi/muoia il computer/cancelli il capitolo/esploda la casa o qualsiasi altra cosa del genere perchè se no vorrebbe veramente dire che il Karma mi odia
Ali<3

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Capitolo 20
*** Epilogo ***


20. Epilogo

Una massa di ricci ribelli attraversò il cortile di corsa saltando in braccio a quello che, probabilmente, era il suo ragazzo. Rischiando di fargli perdere l'equilibrio e facendolo scoppiare a ridere di una risata fantastica che, da tempo, oramai, era tornata a dominare le sue labbra.

– Grang mi uccidi così –

– Sapevo tutto! –

– C'è poco da essere euforici, si sapeva, hai studiato come una pazza – Quella lo baciò sulle labbra gioiosa.

Ora, siccome sono poche le persone che delle storie leggono solo l'epilogo, immagino sappiate perfettamente chi siano i due ragazzi che battibeccano e si baciano in quel cortile. Immagino intuiate che lei è appena uscita dai MAGO. E immagino conosciate alla perfezione anche coloro che li stanno raggiungendo ridendo.

– Hermione calmati vorrei evitare che tu ammazzassi il mio migliore amico – E si, ne erano cambiate di cose dopo quella festa di mesi prima. Ginny Weasley era diventata nientemeno che la migliore amica di Draco Malfoy, scatenando l'odio di un Harry iperprotettivo che, dopo mesi di liti, era finalmente scemato in un dignitosa freddezza fra i due. Ron si era integrato perfettamente con le serpi nonostante, ancora adesso, non reggesse l'alcool abbastanza per uscire sano dai loro festini. Daphne e Ginny erano oramai inseparabili, la Weasley aveva smesso di cambiare ragazzo ogni mese scegliendo di cambiarlo ogni sera ed Hermione non faceva che ripetersi come, l'influenza di Daphne e l'alto tasso di alcolici che circolava fra i suoi amici il sabato sera, stavano facendo di Ginny tutt'altro che una brava ragazza. Ma lo diceva scherzando, era certa che presto la rossa avrebbe smesso con le pazzie e si sarebbe riappacificata con il povero Harry.

– Daphne? –

– È appena entrata – Hermione annuì lasciando le braccia di Draco per salutare Ron e Zabini che si stavano avvicinando ridendo – Voi non avete idea di cosa abbia combinato Daphne stamani, o meglio, ieri sera – Annunciò Blaise con la voce di una nota più alta del solito, mentre Ron continuava a rotolarsi a terra dalle risate

– Cosa ha combinato? –

– È entrata in camera mia completamente sbronza urlando “Zabini voglio una pozione contro la sbornia ora!” – Iniziò a raccontare Blaise facendo una, decisamente malriuscita, imitazione della voce della Greengrass

– Poi è corsa in bagno a vomitare – Continuò a raccontare Ron scatenando le risa di tutto il gruppo – Cazzo complimenti, pure la sera degli esami si è ubriacata – Intervenne Harry sbucando dal nulla e tutti fecero finta di non notare il suo tono gelido e lo presero come una battuta scherzosa continuando a ridere.

 

Quando anche la bionda di cui abbiamo parlato in precedenza finì un perfetto orale grazie alla pozione inventata da Draco tutti si recarono a pranzare insieme a Hogsmeade fieri dei loro risultati, o almeno, quasi tutti fieri dei loro risultati, tutti tranne Ron e Zabini, più che certi di una bocciatura. Sembrava che Ginny non fosse l'unica Weasley ad essere stata deviata dalle serpi: Ron già non era mai stato un'amante dello studio e l'amicizia con il serpeverde non aveva certo aiutato, ma non importava, avrebbero fatto un anno in più, nulla di grave, non gli importava poi tanto in quel momento di essersi bevuti e fumati un anno della loro vita.

La Bionda non riuscì a fare a meno di lodare se stessa per come se l'era cavata, nonostante la sbornia, e Draco e Ginny non fecero altro che prenderla in giro per tutto il tempo.

Harry si sciolse un poco quando una trafelata Pansy Parkinson entrò nel bar gridando: – Zabini mi sa che non ti farà compagna solo Weaskey il prossimo anno – E scatenando un altro coro di risate

– Eri per caso con Daphne ieri sera? –

– No, a dire il vero avevo cose più interessanti da fare – Strizzo l'occhio a Ron e Draco non poté fare a meno di gridare alla sua ragazza – Guarda che lo capivo anche senza la tua gomitata che hanno scopato – facendo alzare un coro di “chi ha scopato?” nel tavolo, a cui Hermione, dopo aver visto la faccia allarmata di Ron, fece a meno di rispondere scoppiando a ridere della schiettezza del suo fidanzato.

 

La sera per un qualche strano scherzo del destino o, forse, solo grazie a qualche bottiglia di firewhiskey, nessuno della compagnia si trovò a letto da solo.

Pansy Parkinson si incrociò con Ginny sulle scale del suo dormitorio prima di andare nella stanza di Ron facendole scappare un – Oddio! era con mio fratello che hai fatto sesso?? –

La Weasley dal canto suo però non poté lamentarsi poiché un messaggio misterioso le aveva chiesto di trovarsi alla torre di astronomia per “Parlare” ed era certa, che quella notte, lei ed Harry avrebbero fatto tutt'altro che parlare.

Daphne e Blaise festeggiarono insieme a molti altri Serpeverde e qualche imbucato delle altre case la fine degli esami, finendo per abbordare due fratelli Corvonero csenza troppe difficoltà, essendo una delle coppie più sexy della scuola.

Per quanto riguarda i nostri protagonisti non è difficile immaginare cosa fecero nella stanza delle necessità dopo aver bevuto due buonissimi milkshake che avevano da tempo sostituito la famosa tisana al limone.

 

Era passato un anno, un fottutissimo anno scolastico, da quando quei due cuori distrutti erano saliti sul treno che, a loro insaputa, li avrebbe portati verso la loro storia.

Era passato un anno, Draco era uscito dall'autolesionismo e aveva iniziato nuovamente a godersi la vita come si erano ripromessi di fare tempo prima. Hermione aveva iniziato a fumare ed ad esprimersi con il gergo che caratterizzava da sempre il suo ragazzo. Ma aveva anche iniziato a vivere con il sorriso sulle labbra.

– Che ne sarà di noi? – Chiese la ragazza mentre si amavano su quel letto che tante volte li aveva ospitati.

Gli accarezzò le cicatrici sulle gambe muscolose, baciandogli dolcemente le labbra mentre lui le sfiorava i capelli indomabili.

La scritta 'I'm wrong' risaltava ancora, ricordando ad entrambi il giorno in cui tutto era iniziato, ne segui il contorno con il dito

– Cicatrici di guerra – Sussurrò il ragazzo

– Una guerra vinta – Rispose lei sorridendogli felice

– Grazie a te – Terminò lui la frase, con la voce carica di riconoscenza, baciando ancora quelle labbra senza cui non era più in grado di vivere.

Che ne sarebbe stato di loro?

 

 

Note e ringraziamenti:

Già che ne sarà di loro?
Solo io lo so e non ve lo dirò *risata malefica*.
No, in realtà non lo so nemmeno io.
In molti mi hanno chiesto un seguito, si avete ragione è una storia terribilmente corta ma no, non farò un seguito.
Questa non è una semplice storia d'amore, questa è la storia di due ragazzi persi che insieme si sono salvati.
Il filo conduttore di questa storia non sono solo loro due ma è, principalmente, il dolore.
Ora il dolore è finito, si sono salvati, anche se nella vita non si finisce mai, questa è una favola e siamo arrivati al vissero tutti felici e contenti.
Non me la sento di scrivere un seguito, nonostante io, lo hanno capito tutti oramai, ami far soffrire i miei personaggi non me la sento di farli stare ancora male, di ricominciare.
Ogni storia ha il suo lieto fine, anche la più triste.
E se le storie non finissero le persone si stuferebbero di leggere.
Quando ho cliccato su “Completa” mi sono sentita un dio sceso in terra.
Ringrazio tutti coloro che hanno seguito la mia storia, le mie principesse che hanno recensito e che mi hanno resa immensamente felice e fiera del mio lavoro: uraganodistruttivo, katherina23, _Lola99_, krys, LoveMalfoy, alwais, lericina99_in_malfoy, Alessia Swary, Flicla_chan, Herm_periwinkle, Annabeth Granger, Cornelia_Serpeverde, Viola_Ciambrone, _Giuls17_, Sheylen, sofoev, AlinaMalfoy, AmoZiaRowl, ScarletFlower (spero di non avere dimenticato nessuno).
Tutti coloro che l'hanno inserita nelle preferite, seguite e ricordate che non sto ad elencare perché sono realmente troppi.
E ringrazio anche i circa 12'500 che hanno fatto visita alla storia.
Ringrazio anche Alice e Beatrice delle quali non inserisco i cognomi per ovvi motivi e che non sono su Efp ma che hanno letto e l'hanno apprezzata come gli altri.
Ringrazio la mia fantastica gatta che per non so quale motivo ama il mio computer e ogni volta che scrivo mi viene a rompere ed è quella che si è subita le mie crisi isteriche quando davanti a quel maledetto foglio bianco non sapevo che scrivere.
Se vi può far piacere ho pubblicato la prima di una raccolta di One shot nella sezione romantico a cui mi dedicherò d'ora in poi.
Non credo di farcela a scrivere una long per ora, dopo tutte ciò che ha passato questa, ma sarò immensamente felice se leggerete queste storielle dove, come in questa, si intrecciano amore e dolore.
A presto miei angeli

Ali :)

P.S. Sono più lunghe le note del capitolo ma non importa ahahaha <3

 

 

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