Storie brevi che cercano di insegnare qualcosa al lettore

di The_fanboy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La storia dell'uomo povero e dell'uomo ricco gli fece un regalo ***
Capitolo 2: *** La bambina che tagliò la lingua perché stanca delle delusioni ***
Capitolo 3: *** Storia del povero che accettò una folle scommessa e del re che non sapeva a cosa andava incontro ***
Capitolo 4: *** Storia di un ragazzo solo e del ragazzo popolare ***



Capitolo 1
*** La storia dell'uomo povero e dell'uomo ricco gli fece un regalo ***


La storia dell'uomo povero e dell'uomo ricco gli fece un regalo

C'era una volta, in un paese molto lontano, un vecchietto che viveva per strada.
Il vecchietto, povero dalla nascita, passava i giorni cercando per tutto il paese qualcosa da mangiare nei bidoni dei rifiuti o in qualsiasi altro posto dove fosse possibile raccattare un po' di cibo.
Gli abitanti di quel paese lo conoscevano bene infatti quando passava gli davano qualcosa da mangiare o qualcos'altro che potesse essergli utile per stare al calduccio come un vecchio maglione o una coperta toppata. Il vecchietto accettava tutti questi regali anche se, a dire la verità, si vergognava un pochino a prendere tutte quelle cose senza mai poter ricambiare, così diceva: "Ti prometto che se mai riuscirò a diventare ricco ti comprerò tutto quello che vuoi". Le persone sorridevano e ringraziavano anche se sapevano che non avrebbe mai potuto ricambiare, la cosa importante per loro era che il vecchietto fosse felice.
Ma un giorno tutto cambiò.
Si trasferì in paese un ricco venditore che decise di aprire un negozio di abbigliamento, un negozio di giocattoli e una libreria.
I giorni passarono e i negozi del ricco venditore erano frequentati da tutto il paese. Al ricco veditore non interessavano i soldi, ne aveva già molti, amava vedere il sorriso nelle persone.
Il ricco venditore però, troppo preso dal suo lavoro, non aveva ancora fatto neanche una passeggiata in paese così prese la giacca e uscì da suo ufficio.
Era un paese bellissimo e finalmente il ricco venditore poteva ammirarlo.
Ad un certo punto il ricco venditore incontrò il povero vecchietto. Il ricco venditore vedendo il vecchietto in quelle condizioni con i capelli tutti pieni di terra e gli abiti strappati decise di fargli un regalo. "Vieni, ho deciso di aiutarti" disse il ricco venditore "ti regalerò la mia libreria". Il vecchietto, sentite quelle parole, non sapeva cosa pensare. Dice sul serio o lo stava prendendo in giro? "No, non posso accettare" disse il vecchietto. "Si che puoi! Ho deciso di regalarti un mio negozio così potrai guadagnare un po' di soldi e finché non ne avrai abbastanza per comprarti una casa tua verrai ad abitare da me". Il vecchietto accettò.
Passarono i giorni e il vecchietto guadagnò abbastanza soldi per comprarsi una casa così decise di andarsene dalla casa del ricco venditore. Si comprò una piccola casa, non lontana da quella del ricco venditore.
Passarono i mesi, il vecchietto guadagnava sempre di più così decise di aprire negozio di abbigliamento tutto suo. Ma il suo nuovo negozio aveva molti più clienti di quello del ricco venditore
Passarono i mesi, il vecchietto guadagnava sempre di più così aprì un negozio di giocattoli, anche questo negozio aveva molti più clienti di quello del ricco venditore.
Il vecchietto diventò molto ricco e il venditore iniziò a perdere molti soldi perché i negozi del vecchietto avevano molti più clienti dei suoi. Ma al vecchietto non importava che il ricco venditore stava perdendo tutti i suoi soldi, anzi, non regalò niente neanche agli abitanti che l'avevano aiutato.
Il vecchietto comprò tutti i negozi del paese mentre il venditore divenne molto povero, dovette vendere tutto quello che aveva e dovette andare a vivere per strada. Così il venditore andò dal vecchietto per chiedergli un aiuto ma lui gli sbatté la porta in faccia lasciandolo da solo.
Ma il vecchietto voleva ancora di più. Alzò i prezzi degli oggetti nel suo negozio e gli abitanti di quel paese non riuscivano ad avere abbastanza soldi per comprarsi il cibo. Tutti, tranne il vecchietto, furono costretti a trasferirsi in un altro paese.
E il vecchietto rimase solo.
E morì.
Fine.
A questo punto della storia il lettore avrà già capito la morale. 
Ricordate, questa può sembrare una favola totalmente immersa in un mondo fantasioso, ma non é così, non dimenticatevi mai le persone che vi hanno amati. Mai. Mai, per nessun motivo. Il coltello fa ferite che dopo un po' guariscono ma le nostre azioni lasciano il segno.

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Capitolo 2
*** La bambina che tagliò la lingua perché stanca delle delusioni ***


-Mamma, ho preso 5 e mezzo, mi dispiace-
-Non fai altro che deludermi-

-Mamma, ho preso 6 nell'interrogazione-
-Sei?? Cos'è, la prof é stanca di darti insufficienze e ti ha messo un 6? Mi deludi molto-

-Mamma, vorrei iscrivermi a ripetizioni-
-Ripetizioni?  Non sei neanche capace di studiare da solo? Mi deludi, mi deludi, mi deludi molto!

La bambina capì. La lingua, era quella che non faceva altro che dar delusioni. E, tagliandola, avrebbe smesso di farlo.
Perché no?
Perché? Tanto ormai la delusione ha raggiunto l'apice.

La bambina rubò così delle medicine dall'armadietto dei medicinali. Mettendo fuori uso il dolore non avrebbe sentito niente. Miscuglio di sonniferi e altre medicine.
Si, la ingerì. Ci volle piú del previsto.
Era li, stesa sul letto, con gli occhi chiusi. Probabilmente non sentiva niente, non lo so.
La bambina prese quindi il coltello e tagliò. Bastò un taglio netto e la lingua venne via. Non si mosse nemmeno per il dolore. E dopo che la bambina ebbe cucito il taglio andò a dormire.

-Mamma, ho preso 5-
Ma la madre non rispose. Qualcuno le ha tagliato la lingua.

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Capitolo 3
*** Storia del povero che accettò una folle scommessa e del re che non sapeva a cosa andava incontro ***


-Allora? Facciamo o no questa scommessa, Hershel?-

-Sire, sarò un pover uomo ma....

-Hahahaha forse sottovaluti le mie capacità-

-Potrebbe, cortesemente, ripetere in cosa consiste la scommessa?-

-Va bene, facciamo una partita a scacchi e se vincerai potrai chiedermi ciò che vuoi-

-Davvero? Posso chiedere tutto?-

-Mmmm....forse è meglio che ci accordiamo sul da farsi prima della sfida, tanto per rendere la cosa più....piccante-

-E se vincerà lei, mio sire?-

-Se vincerò io dovrai lavorare come servo-

-Per quanto tempo?-

-Mmmm....che giorno è oggi? Solo per il resto della tua vita-

-Va bene accetto, se vincerò io lei dovrà darmi un quartio (*), il mese successivo due quartii, il mese successivo quattro quartii, il mese successivo....-

-Otto quartii, ho capito. Ma per quanto tempo andremo avanti così?-

Per tanti mesi quante sono le caselle della scacchiera-

-Le caselle sono solo 64, sono un re io, posso permettermelo-

Tutta la corte era in piazza per assistere alla partita. Il re non si accontentò di una semplice partita, fece costruire una gigantesca scacchiera e fece vestire alcuni sudditi da pedoni del gioco. Wow, il re aveva proprio deciso di fare le cose in grande, i cavalli erano purosangue, tutti avevano la propria spada, le regine avevano la corona in oro e gemme e le torri erano vere e proprie torrette alte 4 metri e al loro interno c'era il suddito che le faceva muovere. Mancavano i due re, stava infatti ai due avversari prendere la loro posizione.

La partita iniziò. Il re (il vero re) urlò la mossa e il pezzo ubbidì. Anche il suo avversario decise la propria mossa e la pedina si mosse.

Chissà perché tutti i sudditi nella scacchiera avevano un'espressione impaurita, terrorizzata, inquietata....

Ad un certo punto Hershel mosse la pedina per mangiare quella avversaria. La pedina estrasse la spada, la pedina del re sbarrò gli occhi. Ci furono urli, grida e pianti di bambini dalla folla, la pedina cadde a terra, infilzata dalla spada.

-Bhe, Hershel? Hai deciso di tirarti indietro? Se ti tiri indietro ora farai la stessa fine di quella povera pedina, tu e qualcun altro-

E detto questo, arrivarono delle guardie, armate della tipica spada, che tenevano in ostaggio delle persone.

-Li riconosci? Quanto vale la vita di tua moglie per te? E quella del tuo primogenito?-

Ma c'erano altre persone, le sue figlie e il suo Maestro.

Hershel ebbe un capogiro, migliaia di emozioni e sentimenti ruotavano intorno a lui: paura, curiosità, ma soprattutto la speranza e la disperazione che lottavano tra di loro. Doveva concludere quella folle partita.

Il tempo si fermò per Hershel, aveva davvero messo in pericolo la vita di quelle persone e di tutti i "pezzi" della scacchiera? E per cosa? Per soldi, ma....erano davvero molti soldi (e probabilmente il re non aveva idea della somma da lui richiesta) e sapeva quanto ne aveva bisogno....comunque non ne sarebbe valsa la pena, se solo avesse saputo a cosa andava incontro....

In un istante la mente di Hershel si svuotò e in quel momento capì, il re stava cercando di confonderlo, distarlo dalla partita per vincere.

Ora il sovrano aveva un'espressione folle, isterica.

 


Passarono le ore, e finalmente Hershel stava per vincere. Ovviamente la partita fu molto più difficile di una normale partita giocata uno di fronte all'altro, con pezzi intagliati nel legno, doveva cercare di mangiare mezzo pezzi possibili.

Il re tremava disperato,aveva perso ormai.

Hershel fece l'ultima mossa, subito dopo, tutti i pezzi che tenevano in sacco il re estrassero la spada e con un movimento rapido lo infilzarono, sincroni.

La sua famiglia e il suo Maestro vennero liberati.

-E' questo l'uso che fai dei miei insegnamenti? Io ti ho insegnato a giocare, quel giorno scelsi te e non il re come mio allievo. Mi hai deluso. Vattene, non meritavi i miei insegnamenti- disse il Maestro senza voltarsi verso Hershel.

Il buio, la mente di Hershel non riusciva più ad assimilare nessun pensiero, quando....

 


-Allora? Facciamo o no questa scommessa, Hershel?-

 

 

 

 


*quartio= moneta del regno, vale un centesimo

 

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Capitolo 4
*** Storia di un ragazzo solo e del ragazzo popolare ***


Driiiiiin!!


Come ogni giorno la campanella scolastica suonò alle 10.30 per segnare l'inizio della ricreazione e come ogni giorno mi trovai con il mio unico amico. A volte arrivavo prima io al luogo d'incontro e a volte prima lui e come ogni giorno passavamo la ricreazione a parlare. Di cosa parlavamo non lo so neanche io, iniziavamo a parlare e smettevamo dopo il suono della campanella di fine ricreazione. Come ogni giorno e, come ogni giorno venivo preso in giro dai miei compagni di classe. Ad essere sinceri solo uno di essi mi prendeva in giro e solo dopo gli altri si aggiungevano. Venivo chiamato gay ma a me non importava. Lui é circondato di amici e io ne ho solo uno, ma a me non importava.


Passarono gli anni e la scuola finì.


Passarono gli anni e divenni adulto e trovai un lavoro.


E poi venne quel giorno: stavo facendo una passeggiata in città e passai davanti alla bacheca funebre. E li c'era il suo nome, il nome del ragazzo che tanto mi perdeva in giro durante la scuola, colui che mi guardava dal suo alto al mio basso. Decisi quindi di andare al suo funerale.


Entrai in chiesa e vidi il prete che, sull'altare, stava posizionato sul leggio una copia della Bibbia. Ma non c'era nessun altro.

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