Tsukkiyamafest

di marta_weasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cheesy Love Song ***
Capitolo 2: *** Video Diaries ***
Capitolo 3: *** Internet Friends ***
Capitolo 4: *** University AU/Art Student AU ***
Capitolo 5: *** Cuddling/physical contact/PDA ***
Capitolo 6: *** Teacher AU/Tutor AU ***



Capitolo 1
*** Cheesy Love Song ***


CHEESY LOVE SONG
In un giorno come tanti Yamaguchi si ritrovò a correre per non fare tardi agli allenamenti; era stato trattenuto per fare una commissione per il professore di inglese e quindi il biondo lo aveva già preceduto da un pezzo in palestra.
Quando fu vicino all’ entrata iniziò a sentire delle risate provenienti dall’ interno. Mai si sarebbe aspettato che una volta aperta la porta avrebbe assistito ad una scena simile. Tsukishima Kei furioso che stringeva forte il suo cellulare mentre Hinata, Nishinoya e Tanaka ridevano sguaiatamente, chi con le lacrime agli occhi e chi non riuscendo quasi a respirare. Yamaguchi si avvicinò al biondo che, vedendolo arrivare si voltò dandogli le spalle.
“T-Tsukki, che succede?” provò a chiedere il moro completamente confuso.
“STA ZITTO YAMAGUCHI!” urlò il biondo di spalle.
Tadashi era più confuso di prima soprattutto nel costatare il rossore dell’ altro che aveva raggiunto le orecchie. Imbarazzo? Rabbia? Il moro non lo sapeva, ma decise di lasciar perdere per non farlo arrabbiare ancora di più ed emettendo un flebile “Scusa, Tsukki” andò a cambiarsi.
Una volta che il lentigginoso non fu più a portata di orecchio Tsukishima si girò con sguardo minaccioso verso il trio di idioti che ancora si teneva la pancia.
“NON. UNA. PAROLA. AL. RIGUARDO.” e nessuno ebbe più il coraggio di ribattere o ridere.
L’ allenamento trascorse in modo abbastanza normale, se ovviamente si escludeva l’ atmosfera cupa e irritata che sembrava irradiare il biondo occhialuto.
Yamaguchi non riuscì a reprimere il senso di inquietudine che iniziò ad opprimerlo vedendo il suo migliore amico così di pessimo umore. Cercò in tutti i modi di distrarlo parlando del più e del meno come sempre durante il loro cammino verso casa, ma Kei non lo degnò di uno sguardo immerso come era nel suo malumore. Il moro si sentì un po’ sconfortato perché tutti i suoi tentativi andavano a vuoto e così smise di parlare finché non raggiunsero casa Tsukishima, come ogni venerdì sera Yamaguchi avrebbe dormito lì e la cosa di solito lo avrebbe rallegrato, ma con il biondo così arrabbiato non riusciva proprio a stare tranquillo.
Dopo qualche minuto di silenzio teso arrivarono a casa del biondo trovandola buia e silenziosa.
“Torneranno fra due ore” disse Kei all’ improvviso anticipando la domanda dell’ altro. E fu di nuovo silenzio.
Yamaguchi non ne poté più di tutta quell’ ansia e una volta raggiunta la camera del biondo raccolse il suo coraggio.
“Tsukki” lo chiamò guardando a terra. L’ altro non rispose.
“Tsukki, è successo qualcosa? Prima quando sono entrato in palestra-“
“Non è successo niente!” tagliò corto Tsukishima.
E di nuovo il rossore del biondo raggiunse le sue orecchie. Yamaguchi questa volta capì che era imbarazzo, ma per cosa?!
“Tsukki, per caso sei arross-“
“VADO PRIMA IO A FARE IL BAGNO!” e detto questo si chiuse rumorosamente la porta dietro di se’.
Yamaguchi si sedette sul letto cercando di capire cosa abbia fatto arrabbiare, e a quanto pare, anche imbarazzare Tsukki così tanto. Ad un certo punto ebbe un’ illuminazione, quando era entrato in palestra il biondo stringeva nella mano il suo telefono. Yamaguchi si girò verso la scrivania e fissò il telefono dell’ altro. Iniziò a torturarsi le mani pensando a cosa fare.
Non posso ficcanasare nel telefono di Tsukki! Se lo scopre mi ucciderà di sicuro, ma sono così curioso. Accidenti!
Prese il telefono ad occhi chiusi e lo sbloccò. Ad un certo punto nella camera si diffuse una canzone dalla melodia dolce.
Aspetta, ma questa voce… Ma è Tsukki!
Yamaguchi aprì gli occhi e lesse il titolo riportato sul telefono. “Tadashi”.
Il moro sentì la porta della camera aprirsi di scatto e vide uno Tsukishima Kei dallo sguardo attonito e completamente rosso.
“T-Tsukki…” Yamaguchi cercò di dire qualcosa, ma la sua lingua non si mosse.
Tsukishima gli prese il telefono dalle mani e bloccò la canzone che in quel momento stava comparando delle lentiggini ad alcune stelle.
Rimasero in silenzio per un bel po’ in imbarazzo senza sapere esattamente cosa dire.
Poi però, Tsukishima sospirò e si sedette sul letto facendogli segno di sedersi, ma senza guardarlo. Yamaguchi ubbidì e si sedette torturandosi le dita per l’ ennesima volta in quella giornata.
“Era… per quello che Hinata e gli altri hanno riso oggi?” stranamente fu il moro a parlare per primo, ma solo perché non sopportava più quel silenzio.
Tsukishima annuì e poi prese di nuovo il telefono e vi collegò le sue cuffie. Si girò verso Yamaguchi e gliele mise nelle orecchie guardandolo negli occhi.
La canzone di prima ripartì daccapo e la voce calda del biondo dritta nelle sue orecchie lo imbarazzò da morire. La canzone era dolce e le parole, doveva ammetterlo, un po’ troppo sdolcinate per i suoi gusti, ma il suo cuore quasi si fermò un paio di volte perché quella canzone così sdolcinata Tsukki, il suo, Tsukki la stava cantando per lui. E quando finalmente anche le ultime note si spensero Tsukishima tolse le sue cuffie dalle orecchie dell’ altro.
“Allora…” il biondo cercava di suonare deciso, ma l’ imbarazzo lo tradì un po’ e tornò in silenzio.
Yamaguchi inghiottì a vuoto un paio di volte, ma poi sorrise come solo lui sa fare, in quel modo che faceva sempre sciogliere il cuore dell’ altro; gli si buttò al collo felice non riuscendo a levarsi il sorriso ebete dal volto.
L’ altro si irrigidì, ma rispose subito all’ abbraccio.
“Sai, Tsukki, sei bravo a cantare!”
“Sta zitto, Yamaguchi”
 
 








ROBA DELL' AUTRICE
spero che questa piccolo sciocchezza vi sia piaciuta o vi abbia in qualche modo interessato. spero di poter postare ogni giorno per essere coerente col Tsukkiyamafest, ma prometto di finirla ad ogni costo (speriamo). vabbè... al prossimo capitolo (spero lol)

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Capitolo 2
*** Video Diaries ***


Video Diaries
 
Video 10
La telecamera si accese, e un ragazzino si schiarì la voce prima di parlare.
“Anche oggi purtroppo non mi sono fatto nuove amicizie, ma ci sono dei ragazzi che ogni tanto mi guardano, forse vorranno fare amicizia! Spero di sì!”
Il piccolo Yamaguchi non sapeva esattamente perché avesse iniziato a tenere questi Video Diari, ma si sentiva meno solo nell’ aver qualcuno o qualcosa a cui parlare.
Ormai lo faceva da quasi un mese, ovvero da quando era iniziato l’ anno scolastico.
 
Video 20
“I ragazzi che mi fissavano sempre oggi mi hanno chiesto di diventare loro amico! Che bello!”  il piccolo lentigginoso fece in tempo a premere il tasti REC che quasi urlò quella sua novità. Il suo viso era completamente rosso ed aveva un sorriso ebete in volto.
“Sono felice” da qualche tempo il lentigginoso aveva preso anche l’ abitudine di descrivere i propri sentimenti e questo lo faceva sentire più leggero.
 
Video 26
“Io e i miei nuovi amici oggi siamo andati al parco… loro hanno giocato a calcio mentre io sono rimasto seduto a tenere le loro borse di nuovo e quando ho provato ad avvicinarmi per chiedere se potevo giocare, ma hanno spinto a terra.” Il piccolo teneva la testa bassa e ciondolava le gambe sulla sedia.
“P-però ci riproverò domani… Sono un po’ triste”
 
Video 33
“Da qualche giorno ho notato al parco un ragazzo biondo ed altissimo con dei grandi occhiali che mi guarda mentre tengo le borse degli altri bambini, ma non è mai venuto a parlarmi… Sono curioso”
 
Video 40
“Il ragazzo biondo si chiama Tsukishima Kei e siamo diventati amici dopo che lui oggi mi ha aiutato con quei bambini che mi trattavano male! A volte dice delle cose un po’ cattive, ma per me in fondo non lo è! Sono felice” il viso del bambino era allegro e i suoi occhi brillavano mentre parlava dritto alla telecamera.
 
Video 42
“A Tsukishima piace giocare a pallavolo soprattutto perché anche il suo fratellone ci gioca ed è anche un campione, ha provato ad insegnarmi qualche cosa, ma non credo di essere molto bravo. Sono felice!”
 
Video 48
“Oggi ho dato a Tsukishima un soprannome… Tsukki! Non credo che gli piaccia molto, ma a me sì, quindi credo che continuerò a chiamarlo così!” Yamaguchi fece una lunga risata e poi riprese a parlare sorridente “Sono felice!!”
 
Video 50
Yamaguchi sospirò un paio di volte prima di iniziare a parlare.
“Oggi.. io e Tsukki siamo andati a vedere giocare suo fratello, ma… lui non giocava veramente… stava facendo il tifo e quando Tsukki lo ha visto si è rattristato molto… Sono preoccupato”
 
Video 60
“Finalmente sono alle medie.. è da un po’ che non aggiorno il Video Diario, ma ho avuto molto da fare anche perché sono stato quasi tutti i pomeriggi con Tsukki a farmi aiutare per gli esami e grazie a lui ho fatto meno schifo del solito!” rise leggermente “Peccato però che non siamo in classe insieme quest’ anno. Tutto sommato però, sono tranquillo”
 
Video 65
“Ora che sono alle medie non credo che avrò molto tempo per aggiornare il Video Diario, ma ci proverò comunque… A casa di Tsukki la situazione con il fratello non migliora ed è sempre arrabbiato per questo, soprattutto perché prossima settimana suo fratello se ne andrà di casa. Tsukki non lo ammetterà mai, ma sono certo che gli mancherà.” Fece una piccola pausa alzando un’ angolo della bocca in un lieve sorriso “Sono un po’ preoccupato, ma tranquillo”
 
Video 92
“SONO STATO ACCETTATO ALLO STESSO LICEO DI TSUKKI! Pensavo che non ce l’ avrei fatta e con tutto il tempo che Tsukki ha sprecato per inculcarmi qualche nozione di algebra se non avessi passato gli esami mi avrebbe ucciso di certo” sospirò sorridendo “Sono soddisfatto!”
 
Video 93
“Wow io e Tsukki saremo in classe insieme quest’ anno! Non mi sembra vero, in tutti gli anni che ci conosciamo non era mai capitato… Quasi dimenticavo… Oggi Tsukki ha detto di volersi iscrivere al club di pallavolo e lo farò anche io, credo che sarà divertente! Sono  emozionato”
 
Video 95
“Tsukki sembra finalmente che stia iniziando ad andare d’ accordo o meglio a sopportare più del solito Hinata e Kageyama… bhe… più che altro non si azzuffano sempre come i primi giorni… Anche se Tsukki non smette mai di punzecchiarli…” Yamaguchi restò in silenzio per qualche secondo “Dovrei essere felice che Tsukki si stia facendo degli amici, ma sono… Sono un po’ geloso a dir la verità e non so perché”
 
Video 97
“Negli ultimi giorni mi sto comportando in modo strano e non so perché... Credo che anche Tsukki se ne sia accorto… Il fatto è che divento subito triste quando Tsukki parla con gli altri membri della squadra. Forse sono solo preoccupato perché ho paura di poter perdere l’ amicizia di Tsukki visto che è il mio primo vero amico, non lo so… Sono confuso”
 
Video 100
La stanza era completamente al buio e il volto di Yamaguchi quasi non si riusciva a scorgerlo “Oggi… Sono entrato in campo per la prima volta… Ed ho fallito… Non ci sono riuscito… Nonostante gli insegnamenti di Shimada-san, non sono riuscito a stare in campo… Devo essere sembrato veramente disperato visto che Tsukki non ha fatto nessun commento al riguardo… Ma la cosa non mi ha fatto piacere, anzi!” Yamaguchi alzò la testa di scatto e nell’ oscurità della stanza si potevano intravedere un paio di occhi umidi “Lo odio, odio il fatto che non abbia rimproverato! Perché non lo ha fatto?! Se fosse stato Hinata o Kageyama o un qualsiasi altro membro lo avrebbe preso in giro senza pietà! Non voglio la pietà di Tsukki non l’ ho voluta quando mi ha aiutato quel giorno al parco e di certo non la voglio ora! Io voglio… io… io non lo so cosa voglio…” la voce di Yamaguchi si incrinò leggermente ed abbassò il capo “Non  lo so proprio cosa voglio, sono così confuso”
 
Video 101
“Credo di amarlo... Non so quando è successo o perché, ma è così. Tsukki non dovrà mai saperlo. Sono spaventato”
 
Video 102
“L’ ultimo video risale a tre settimane fa e la situazione è peggiorata. Non riesco più a stargli accanto come prima, non riesco neppure a guardarlo in faccia. Tsukki si è accorto che sto cercando di evitarlo e sebbene mi abbia domandato cosa mi sia successo non gli ho risposto, come potrei?! Come potrei dire al mio migliore amico che mi sono innamorato di lui? Lo troverà disgustoso, troverà me disgustoso…” una lacrima silenziosa scese sulla guancia del lentigginoso, ma lui la asciugò prontamente “Sono patetico”
 
Video 103
Questa volta la telecamera riprese un Yamaguchi completamente terrorizzato. Aveva gli occhi spalancati e le mani tra i capelli gli tremavano.
“L-l’ho fatto… Non volevo… ho rovinato tutto! Cazzo, cazzo, CAZZO!” Yamaguchi non cercò più neppure di trattenere le lacrime e si rannicchiò sulla sedia abbracciandosi le gambe e appoggiando la testa sulle ginocchia “Oggi l’ ennesima ragazza è venuta da me per chiedermi di lui… Era bella, intelligente, la ragazza perfetta per lui ed ho avuto paura che fosse lei quella che me lo avrebbe portato via. Ed io sono scappato, non so quanto tempo è passato da quando mi sono nascosto sotto un’ albero vicino alla palestra… So solo che all’ improvviso era lì, accovacciato davanti a me e Dio mio, non sapevo cosa fare, ha iniziato a chiedermi cosa mi stesse succedendo, perché lo stessi evitando e non sapevo che fare ho cercato di spingerlo via, ma poi lui mi ha preso per le braccia ed io... io l’ ho baciato… Sono patetico e disgustoso, ho avuto paura che un giorno mi avrebbe allontanato ed ora gli ho dato il pretesto per farlo… Sono patetico, disgustoso… ed ora sono di nuovo solo” la testa di Yamaguchi era ancora sulle sue ginocchia e le sue spalle iniziarono ad alzarsi ed ad abbassarsi accompagnando i suoi singhiozzi.
 
Video 104
“Anche oggi non sono andato a scuola, Tsukki continua a chiamarmi e mandarmi messaggi dicendomi che dobbiamo parlare e che vuole vedermi... Non ho il coraggio di rispondergli” il moro era in pigiama con i capelli scompigliati e delle occhiaie scure sotto gli occhi “Sono completamente svuotato”
 
Video 105
“Sono a casa da quasi due settimane e Tsukki si è rassegnato, va bene così… Sono tornato solo e credo che questo sarà anche il mio ultimo Video Diario“
 Ad un certo punto però, sentì la porta aprirsi lentamente e si congelò sulla sedia. Uno Tsukishima Kei completamente furibondo iniziò ad avvicinarsi sbattendo la porta dietro di se’.
“Ts-tsukki? Che ci fai qui?” Yamaguchi iniziò ad andare nel panico.
“Sta zitto Yamaguchi!” Era furioso, Yamaguchi non ricorda di averlo mai visto così arrabbiato ed iniziò leggermente a spaventarsi.
“T-tsukki, posso.. posso spiegarti”
“Sul serio? Riesci a spiegare perché cavolo non vieni a scuola e non rispondi né alle mie chiamate, né ai miei messaggi?! Sono tutto orecchi” la voce di Tsukishima era calma, ma faceva veramente paura.
“I-io”
“E riusciresti anche a spiegarmi perché hai iniziato ad evitarmi da ormai mesi? Ma soprattutto” il biondo si avvicinò un po’ “riusciresti  a spiegarmi perché mi hai baciato?”
Yamaguchi tenne lo sguardo basso e i pugni serrati.
“Dillo…” la voce di Tsukishima risuonò nelle orecchie dell’ altro, bassa e calma.
“Tsukki ti prego… non posso…”
“Yamaguchi… dillo… ti prego”
Il lentigginoso alzò la testa di scatto. Tsukki lo stava pregando? Non aveva senso. Incontrò gli occhi dell’ altro e quasi si sciolse nel vedere quanto fossero caldi.
“Dillo” ripeté di nuovo il biondo.
“L’ ho fatto perché mi sono innamorato di te, Tsukki.. non so perché e non so nemmeno quando è successo esattamente, ma è così. Mi dispiace, è disgustoso lo so, ma non posso farci niente. Ho avuto paura di perderti e ce l’ ho ancora e sebbene capisca che sia inevitabile! Ed ero anche geloso perché tutte le tue attenzioni erano rivolte ad Hinata e Kageyama!” il fiume di parole che uscì dalla bocca di Yamaguchi non accennava  a fermarsi “Sai quanto sia frustrante vedere che tu sei così popolare con tutti? Sai quanto può far male il dover osservarti nell’ ombra aspettando solo il giorno in cui mi lascerai di nuovo solo? Sono patetico ed egoista, ma ti amo Tsukki, ti amo ed ho paura di perderti!” finalmente riprese fiato , ma tenne gli occhi chiusi e le spalle rigide. Aspettandosi che l’ altro lo colpisca o lo insulti, ma l’ unica cosa che sentì fu una mano accarezzargli la nuca ed un sospiro uscire dalla bocca del biondo.
“T-tsukki, cosa?!” Yamaguchi si azzardò ad aprire gli occhi e a guardarlo e non vide disgusto o odio, ma un sorriso obliquo.
“Non sei disgustato, non.. non mi odi? Non capisco, che significa?”
Il biondo sospirò di nuovo con una faccia finta infastidita “Certo che se le cose non te le spiego io tu proprio non le capisci vero?!”
Il più alto appoggiò il mento sulla nuca dell’ altro e lo abbracciò in vita.
“Significa che per me va bene se mi ami” il moro sebbene non riuscisse a vedere la faccia dell’altro riusciva quasi a sentirlo arrossire leggermente. Tutto ciò sembrava irreale, era un sogno, uno di quella da cui non vorresti mai risvegliarti. Si sarebbe messo a piangere dalla felicità, ma aveva ancora un po’ di orgoglio.
“E tu invece, Tsukki?” provò a chiedere il più basso dopo un po’ stringendo la maglia dell’ altro tra i pugni quasi per paura che potesse scappare.
Il biondo rimase per molto tempo in silenzio. “Non so esattamente cosa sia l’ amore, ma so che voglio averti accanto, quindi non provare mai più a scomparire”
E dopo giorni Yamaguchi sorrise di nuovo “Va bene Tsukki!”
Rimasero in quella posizione per un po’ finchè Yamaguchi come folgorato alzò la testa di scatto per poi iniziare a ridere leggermente.
“Che succede?” chiede l’ altro sinceramente preoccupato.
“Sai, credo che la telecamera sia ancora accesa!” disse ridendo più forte, soprattutto quando vide la faccia dell’altro farsi ancor più rossa. Tsukishima non chiese neanche perché la telecamera fosse accesa, glielo avrebbe chiesto in un altro momento, ma si avvicinò al treppiedi su cui era adagiata e la spense dopo aver detto un “Nessuno vedrà mai questa cosa” in un tono che sarebbe suonato minaccioso se solo la faccia di Tsukishima non fosse stata rossa come un peperone.
 




ROBA DELL' AUTRICE
finalmente sono riuscita a finire questo capitolo. in realtà avevo in mente due finali diversi, ma ho optato per questo (l' angst lo lascerò per un porssimo capitolo) vabbè.. al prossimo capitolo

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Capitolo 3
*** Internet Friends ***


Internet Friends
 
Tsukishima Kei  si sedette sulla panchina della stazione, il treno che aspettava sarebbe arrivato fra almeno altri trenta minuti, era in largo anticipo, ma non poté evitarlo perché per la prima volta lo avrebbe visto e questo lo faceva sentire terribilmente agitato.
Lo conobbe per la prima volta in uno di quei siti per “farsi degli amici”, o così lo chiamò suo fratello maggiore che lo costrinse ad iscriversi. A Tsukishima non importava niente di farsi degli amici nella vita reale, figurarsi su internet, ma alla fine il fratello riuscì a convincerlo.
Dopo i primi venti minuti il biondo constatò che quel genere di siti non andrebbero visitati di sera a meno che non hai problemi nel vedere molti uomini nudi annoiati. Cliccò per l’ ennesima volta il bottone per cambiare e la finestrella in alto a sinistra dove dovrebbe comparire il volto dell’ interlocutore si oscurò completamente.
Stava quasi per cambiare di nuovo, quando sentì una voce dall’ altra parte.
“Dannazione, come funziona questa cosa?” era una voce buffa ed a tratti leggermente acuta.
“Ah ecco!” all’ improvviso nella finestrella a sinistra spuntò un ragazzino dai capelli arruffati e con in mano una felpa nera “Scusa, la felpa era sulla webcam…” disse arrossendo leggermente.
All’ improvviso cadde un silenzio un po’ imbarazzante tra loro, ma Tsukishima non cliccò il tasto per cambiare ed aspettò che l’ altro iniziasse a parlare.
L’ altro ragazzo si schiarì un po’ la voce “Mi.. mi chiamo Yamaguchi Tadashi, piacere. È la prima volta che parlo con qualcuno su siti del genere” a fine frase emise una risata un po’ insicura ed imbarazzata. Era a disagio e il biondo non poteva che biasimarlo, forse anche lui era stato forzato da qualcuno a provare questa cavolata.
“Io sono Tsukishima Kei e mi hanno costretto ad entrare in questo sito” ormai era in ballo tanto valeva provare ad instaurare una conversazione.
L’ altro ragazzo rise, ma questa volta seriamente.
“Sai, è bello riuscire finalmente a parlare con qualcuno, non sono stato molto fortunato prima” disse continuando a ridacchiare ed arrossendo un po’. Ogni volta che il moro arrossiva le piccole lentiggini che aveva sulle guance e sul naso diventavano più scure.
Tsukishima si ritrovò ad emettere una piccola risata visto che aveva avuto la stessa esperienza.
Senza sapere come si ritrovarono a parlare del più e del meno e si accorsero di quanto fosse tardi solo quando Yamaguchi sbadigliò rumorosamente.
“Scusa Tsukishima, ma credo che io debba proprio andare a dormire, non combino mai niente se non dormo abbastanza”
“Non credevo che fosse già così tardi” disse Tsukishima più a se stesso che all’ altro.
“S-senti…” parlò un po’ titubante il moro mentre giocherellava con il filo delle cuffie.
“Mi ha fatto molto.. molto piacere parlare con te… bhe.. ecco, mi chiedevo se tu.. insomma… vorresti ecco…” Yamaguchi arrossì profondamente ed iniziò a balbettare.
Tsukishima avrebbe riso se solo non fosse certo che l’ altro ci sarebbe rimasto male.
“Sta zitto Yamaguchi” e l’ altro tacque “Ti mando la mia e-mail, ma tu smettila di balbettare e va a dormire anche perché inizio ad essere stanco anche io” il tono che Tsukishima usò sembrava un po’ scontroso, ma anche leggermente divertito ed a quelle parole il lentigginoso sorrise.
“Sì! Aspetta ti scrivo anche la mia! Fatto! Buonanotte Tsukishima!”
“Buonanotte Yamaguchi”
Da quella sera i due iniziarono a sentirsi tutti i giorni; il loro rapporto si approfondì molto anche perché nessuno dei due aveva amici. Uno perché troppo freddo e permaloso con coloro che provavano ad avvicinarsi a lui e l’ altro perché a causa della sua natura troppo buona e timida era sempre stato vittima di bullismo fin da piccolo.
Ogni notte parlavano fino alle due del mattino e più di una volta Tsukishima si ritrovò a sorridere come un’ idiota alle stupide faccine che l’ altro mandava sempre. Ultimamente poi Yamaguchi aveva iniziato a chiamarlo con uno strano e buffo soprannome “Tsukki”.
“Ehy, come è andata oggi?” chiese il biondo appena rispose al telefono.
“Ciao Tsukki! Mmmm.. diciamo che sono riuscito a sopravvivere” disse ridendo con la voce squillante che il telefono gli faceva sempre.
“Un momento, come è che mi hai chiamato?”
“Tsukki” disse come se fosse qualcosa di ovvio “Ti piace, è il soprannome che ho ideato personalmente per te”
“Non ne sono del tutto sicuro” disse storcendo il naso il biondo, ma non riuscendo a reprimere un sorriso.
“A me piace, quindi continuerò a chiamarti così, Tsukki. Tsukki. Tsukki!” continuò a ripetere ridendo.
“Va bene, va bene, fa come vuoi, mi arrendo” disse con voce finta esasperata per poi scoppiare a ridere quando lo fece anche l’altro.
Le loro conversazioni di solito erano sempre allegre e spensierate, ma c’ erano delle volte in cui o l’ uno o l’ altro aveva solo voglia di sfogarsi, di buttare fuori tutta la tristezza, la frustrazione e l’ odio che provavano. Quando succedeva rimanevano al telefono per tutta la notte finché il sole non sorgeva incuranti del fatto che il giorno dopo sarebbero dovuti andare a scuola, il loro unico pensiero in quel momento era sostenere l’ altro.
Una notte Tsukishima si ritrovò a fissare costantemente il suo telefono. Erano le dieci di sera e l’ ora in cui di solito Yamaguchi lo chiamava era passata da un pezzo. Iniziò leggermente a preoccuparsi, ma poi finalmente la chiamata arrivò.
“Pronto Yamaguchi!” rispose all’ istante il biondo.
“Ciao Tsukki…” la voce del moro era più bassa del solito ed un po’ tremolante.
“Va tutto bene?”
L’ altro non rispose.
“Yamaguchi…” lo chiamò di nuovo preoccupato “Che succede”
Dall’ altra parte si sentì il rumore di tessuto che sfregava, probabilmente si stava asciugando gli occhi con la manica della maglia.
“Tsukki… voglio vederti” disse piano il moro.
“Se ti fa sentire meglio possiamo fare una video chiama-“
“No Tsukki, non capisci…” lo interruppe con la voce che iniziava ad incrinarsi “Tsukki ho bisogno di vederti, di vederti sul serio” lo sentì singhiozzare leggermente.
“Yamaguchi…” lo chiamò piano “Cosa è successo?”
Yamaguchi iniziò a raccontare di come ultimamente un gruppo di ragazzi avessero iniziato ad infastidirlo, all’ inizio insultandolo e prendendosi gioco di lui fino a passare alle mani, spintonandolo e colpendolo. Tsukishima lo ascoltò senza parlare. Ascoltò ogni singola parola ed ogni singolo singhiozzo che uscì dalla bocca dell’ altro e solo Dio sa quanto avrebbe voluto essere lì, quanto avrebbe voluto stringerselo al petto e lasciare che si sfogasse. Odiava quella loro distanza dal più profondo del cuore.
“Vengo da te” disse semplicemente “Domani”
“Cosa? Tsukki, no, non devi, non ce ne è bisogno. Sto… sto bene adesso, veramente” provò a dire Yamaguchi.
“Non mi importa quello che dirai ok? Anche io voglio vederti Tadashi”  raramente usavano i loro nomi e questo significava una sola cosa, Tsukishima non accettava repliche.
Parlarono per un’ altro po’ dei preparativi per il giorno successivo finchè il biondo non sentì l’ altro sbadigliare e si salutarono. Niente avrebbe impedito a Tsukishima Kei di prendere il treno ed andare da lui e il solo pensiero di vederlo lo agitò così tanto che non riuscì a dormire. Si alzò più volte provando vari tipi di conversazioni, si sentì un po’ stupido, ma non gli importava, l’ unica cosa importante era che si sarebbero visti.
Quando arrivò il mattino iniziò a preparare un borsone e andò a comprare il biglietto.
Finalmente il treno arrivò e il nervosismo iniziò ad impadronirsi del biondo non appena mise piede all’ interno. Era così agitato che non riuscì neppure a sedersi, ma rimase in piedi a fissare un po’ il suo biglietto e un po’ fuori dal finestrino. Fra poco lo avrebbe visto, non si sarebbe mai aspettato che potesse succedere, non così presto.
Stazione dopo stazione il cuore iniziò a battere sempre più forte nel suo petto e una parte di lui avrebbe voluto scappare, ma non lo fece, aveva bisogno di vedere Yamaguchi tanto quanto lui aveva bisogno di vedere il biondo.
Finalmente arrivò alla stazione giusta e scese i gradini. Si guardò attorno finchè i suoi occhi non videro una massa di capelli scuri e scompigliati. Davanti a lui c’ era Yamaguchi, il naso arrossato per il freddo e un timido sorriso sulle labbra.
“C… Ciao Tsukki” provò a dire il moro guardandosi le punte delle scarpe.
Tsukishima si avvicinò di qualche passo “Ciao Yamaguchi” e poi lo abbracciò. Forse troppo forte perché sentì un piccolo lamento da parte dell’ altro e quando cercò di staccarsi per scusarsi l’ altro ricambiò l’ abbraccio affondando la faccia nel suo petto. Rimasero così per molto tempo felici, ma terribilmente imbarazzati, ma in fondo a nessuno dei due importava poi tanto. Dopo un po’ però Tsukishima si staccò ricordandosi all’ improvviso il vero motivo della sua presenza lì.
“Dove sono?”
“Di chi stai parlando?” chiese Yamaguchi confuso.
“Sto parlando dei bastardi che ti hanno fatto l’ occhio nero” disse spostandogli una ciocca di capelli che il moro aveva usato per coprirlo.
“Credo al parco qui vicino, perché? Aspetta Tsukki, che vuoi fare?” chiese Yamaguchi rincorrendo Tsukishima che iniziò ad avviarsi fuori dalla stazione.
“Niente, voglio solo punire un paio di idioti che hanno osato metterti le mani addosso” disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.




ROBA DELL' AUTRICE 
ed anche questa è fatta *sospira* ringrazio chiunque abbia letto questo mio ennesimo sclero serale. bhe.. alla prossima! 

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Capitolo 4
*** University AU/Art Student AU ***


University AU/Art Student AU
 
L’ università era completamente diversa dal liceo. Nessun club a cui andare, nessun gruppo di idioti scalmanati che corrono da una parte all’ altra urlando, nessuna partita da giocare e per cui allenarsi. Da quando Tsukishima era entrato all’ università aveva iniziato a trascurare un po’ la pallavolo, troppo concentrato sulle mille nozioni da imparare e i saggi da scrivere. Era buffo come in poco tempo il suo intero mondo fosse cambiato. Per fortuna però, qualcosa era rimasto uguale, aveva ancora Tadashi al suo fianco. Da quando si erano trasferiti in un’ altra città per frequentare la stessa università, uno per studiare medicina e l’ altro arte, avevano anche iniziato a vivere insieme. La cosa all’ inizio imbarazzò entrambi perché era come “passare al livello successivo”; sebbene dopo essersi messi insieme, alla fine del secondo anno di liceo, passavano giornate intere l’ uno a casa dell’ altro.
Anche quel giorno iniziò come tutti gli altri. Tsukishima si svegliò per trovare accanto a se’ il lentigginoso ancora addormentato con la bocca un po’ aperta e i capelli sparsi ovunque.
“Tadashi, hai lezione fra poco più di un’ ora, sveglia”
L’ altro mugugnò qualcosa e si girò dall’ altra parte. Kei sospirò rassegnato, ogni giorno riuscire a svegliarlo era un’ impresa, ma sapeva come fare.
“Tadashi, hai un ragno gigante in faccia”
Il lentigginoso si alzò di scatto urlando. “DOVE? ODDIO TOGLIMELO, TOGLIMELO!!”
Ci vollero alcuni secondi perché il moro si accorgesse che il biondo aveva usato  di nuovo lo stratagemma del ragno.
“Tsukkiiii!!! Lo sai che non mi piace quando fai così!” si lamentò Tadashi piagnucolando un po’.
“Non è colpa mia se la mattina non ti svegli… Ora sbrigati a fare colazione o arriverai in ritardo” disse il biondo alzandosi dal letto.
“Sì mamma” scherzò l’altro ricevendo come punizione un’ occhiataccia e un cuscino in faccia.
Kei iniziò a mettere la colazione al tavolo quando finalmente il moro entrò in cucina per poi sedersi sulla sua solita sedia.
“Buongiorno Tsukki!” disse sorridendo.
“Buongiorno” mugugnò il biondo sorseggiando del caffè.
“Ah quasi dimenticavo” disse all’ improvviso il moro “Questa sera farò tardi, devo lavorare con il mio compagno di corso per quel progetto di anatomia”
“Di nuovo? È la terza volta questa settimana” esclamò Tsukishima riappoggiando la tazza sul tavolo.
L’ altro ragazzo lo guardò per un’ attimo senza dire niente per poi sfoggiare un sorriso furbo sul volto.
 “Non mi dire che sei geloso?” chiese il moro stupito.
“Cosa? Per niente!” protestò l’ altro alzandosi da tavola.
“Sicuro? A me sembra di sì…” incalzò Yamaguchi puntandogli il cucchiaio che stava usando per mangiare i cereali.
L’ altro non gli rispose neanche, ma prese la sua borsa e si avviò verso la porta.
“Aspetta, te ne vai di già? Stavo scherzando! Tsukiiii!!”
Fu l’ ultima cosa che Tsukishima sentì prima di chiudersi la porta alle spalle.
Yamaguchi Tadashi non era mai stato un ragazzo perspicace o particolarmente intelligente, ma questa volta ci aveva preso in pieno. Tsukishima era geloso, molto geloso, ma non lo avrebbe mai ammesso. Era sempre stato geloso delle cose a cui teneva, che si trattasse dei peluche di dinosauri che aveva da bambino o del suo ragazzo. Quante volte durante il liceo si era ritrovato a fulminare con lo sguardo qualsiasi persona provasse ad avvicinarsi troppo a lui, forse troppe, ma per fortuna il moro non sembrava essersene accorto.
La mattinata passò piuttosto in fretta, così come il pomeriggio. Purtroppo era riuscito a vedere Tadashi solo durante la pausa pranzo e la cosa lo infastidì parecchio, ma ovviamente non gli disse niente.
Quando arrivò nel loro appartamento guardò l’ orologio e decise di farsi una doccia visto che era relativamente presto e che il lentigginoso non sarebbe arrivato che tra un paio di ore. Finita la doccia decise di tenersi occupato, cosa che gli risultò un po’ difficile visto che il suo sguardo continuava ad andare dall’ orologio alla porta ogni cinque minuti. In un modo o nell’ altro il tempo passò, ma di Yamaguchi non vi era traccia. La cosa iniziava ad irritarlo, non perché non si fidasse di lui o cose del genere, ma se ritardava avrebbe potuto almeno avvisare. Passò un’ altra ora e il biondo stava attraversano il salotto a grandi falcate decisamente irritato.
Si può sapere dove cavolo è? Potrebbe almeno chiamarmi quell’ idiota!
Finalmente il suo cellulare iniziò a squillare con la suoneria personalizzata che aveva per Yamaguchi.
“Dove cavolo sei finito?” chiese cercando di mantenere la voce calma.
“Scusa Tsukki, si è fatto più tardi del previsto!” piagnucolò il moro. Tsukishima stava per ribattere qualcosa, quando sentì una voce dall’ altra parte del telefono.
“Ehy, perché non ceni a casa mia questa sera per festeggiare la fine del progetto?”
“Non posso, mi stanno aspettan-“ provò a controbattere, ma fu di nuovo interrotto dall’ altra voce “Oh andiamo, non farti pregare Tadashi”
Ok di solito il fatto che le persone lo chiamassero per nome non infastidiva il biondo, ma il modo in cui quel tizio aveva pronunciato il suo nome, con voce languida, lo stava facendo incazzare.
“Dove sei?” chiese all’ improvviso il biondo.
“Sono davanti alla biblioteca comunale, perché?” domandò confuso il lentigginoso.
“Vengo a prenderti”
“Non ce n’ è bisogno, sto arrivan-“
“VENGO. A. PRENDERTI.” La voce che aveva usato non ammetteva repliche ed una volta chiusa la chiamata, prese con foga il cappotto e si diresse verso la biblioteca.
Dieci minuti più tardi arrivò a destinazione irrigidito un po’ dal freddo ed un po’ dall’ irritazione visto che il compagno di studi di Yamaguchi aveva un braccio sulle spalle dell’ altro che cercava, il più cortesemente possibile, di scrollarselo di dosso.
“Tsukki!” lo chiamò felice appena lo vide riuscendo finalmente a svicolare dalla presa dell’ altro ragazzo.
“Tu devi essere l’ amico di Tadashi, sono felice che abbia un così buon amico, che arriva addirittura a sprecare un venerdì pomeriggio intero in sua compagnia; sai, potrebbe sembrare che tu sia solo un  povero perdente disperato e patetico che non fa altro che cercare di soffocare il senso di inutilità e solitudine della propria vita provandoci con persone già impegnate, ma per fortuna non è questo il caso, visto che sei solo un caro amico” lo disse con un sorriso tirato molto simile ad un ghigno malefico. La lingua di Kei era così tagliente che nessuno si sarebbe stupito se avessero visto l' altro ragazzo fatto letteralmente a pezzi. Il biondo girò i tacchi senza neanche aspettare una replica e afferrando Yamaguchi per un polso lo trascinò verso casa.
Arrivarono al loro appartamento in completo silenzio. Il biondo rimanendo in silenzio si levò il giubbotto e si sedette sul divano. Pochi secondi dopo sentì il moro sedersi vicino a lui con le braccia incrociate ed un sorriso accompagnato da un sopracciglio alzato.
“Non dire niente” lo ammonì il biondo.
“Non ho parlato” disse l’ altro con una punta di divertimento e continuando a fissarlo.
“Bene”
I due rimasero in silenzio, uno facendo finta di guardare la TV e l’ altro continuando a guardarlo insistentemente, finché  quest’ ultimo non iniziò ad avvicinarsi al viso del biondo mettendosi in ginocchio sul divano.
“Tsukkiii” lo chiamò piano. “Ammettilo...”
“Non so di cosa tu stia parlando” cercò di mantenere la voce fredda, cosa che trovò non poco difficile visto che il moro si era avvicinato per potergli sussurrare dritto nell’ orecchio.
“Ammetti che eri geloso”
“Mai” non gliel' avrebbe data vinta.
“Tsu-kkii~” cantilenò il moro con voce bassa e musicale.
Non avrebbe ceduto, no, non lo avrebbe fatto.
Il moro prese la sua faccia tra le mani e lo costrinse a guardarlo.
Ma Tsukishima Kei non avrebbe ceduto mai e poi mai.
“Kei~” lo chiamò di nuovo appoggiando la sua fronte su quella dell’ altro e continuando a guardarlo negli occhi.
Yamaguchi non lo chiamava quasi mai per nome, perché sapeva benissimo che quando lo faceva avrebbe potuto chiedergli qualsiasi cosa e sarebbe stato accontentato ed anche questa volta fu così. Il biondo fece un sospiro esasperato e circondò la vita dell’altro con le braccia “Va bene, va bene, mi arrendo… Ero un po’ geloso”
“Un po’ geloso?! Se l’ omicidio non fosse un reato lo avresti sgozzato, ti si leggeva in faccia.” Ridacchiò il lentigginoso circondandogli il collo con le braccia.
“Oh, sta zitto Tadashi” disse scontroso e poi lo baciò con trasporto. Il biondo prese ad  accarezzargli la schiena prima sopra la maglia e poi sotto.
“As- aspetta Tsukki! Non abbiamo nemmeno cenato!” provò a protestare, non troppo convinto il lentigginoso. L’ altro per tutta risposta lo prese in braccio e si alzò dal divano.
“Whaa!! T-Tsukki! Aspetta!”
L’ altro lo ignorò completamente iniziando a camminare verso la camera da letto. Tadashi si era divertito un po’ troppo a farlo irritare quel giorno, così Kei decise che aveva proprio bisogno di una punizione.


ROBA DELL' AUTRICE:
mi scuso per il ritardo, ma ho avuto un po' di problemi, ma sto cercando di recuperare. vi ringrazio per le bellissime recensioni che mi lasciate e spero che questo capitolo non vi deluda, lo so, magari può essere andato un po' OOC, ma essendo un AU mi sono sbizzarrita ad immaginare uno Tsukki geloso (il mondo ha bisogno di più Tsukki geloso)

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Capitolo 5
*** Cuddling/physical contact/PDA ***


Cuddling/physical contact/PDA
 
 
Tadashi era nervoso, molto nervoso, lo era sempre quando doveva andare a dormire da Tsukishima. Erano anni ormai che il biondo lo ospitava per passare la notte, ma l’ altro non riusciva proprio ad abituarsi. Stare lì lo metteva in agitazione, soprattutto da quando  si erano messi insieme.
Sentiva il cuore esplodergli nel petto mentre camminavano verso casa Tsukishima. E quando finalmente arrivarono era quasi sicuro che il suo battito potesse sentirlo perfino  il biondo.
“B-buonasera!” salutò appena varcò la soglia.
La mamma del biondo sbucò fuori e abbracciò il moretto “Oh Tadashi, quanto tempo! Come stai?”
“S-salve signora Tsukishima. Molto bene, grazie” la madre di Tsukki era sempre allegra e cordiale, ovvero l’ opposto del figlio e molte volte, un po’ per scherzo ed un po’ no, Yamaguchi si ritrovò a pensare a come poteva essere possibile che fossero imparentati.
“Ciao mamma” la salutò il figliò con la sua solita voce piatta. La madre per tutta risposta gli scompigliò i capelli ridendo.
“Andate pure di sopra, vi chiamerò quando è pronta la cena” e se ne andò canticchiando. Davvero come era possibile che madre e figlio fossero così diversi?!
Yamaguchi seguì l’ altro su per le scale per poi svoltare a destra verso la camera del ragazzo. Il moro iniziò a sentire un nodo allo stomaco, era tesissimo e non si spiegava il perché, in fondo erano anni che andava a casa di Tsukishima, solo perché si erano messi insieme non cambiava niente, o no?! In realtà lo sapeva benissimo che non era la stessa cosa, ma era ancora troppo spaventato ed imbarazzato per fare ciò che di norma fanno i loro coetanei.
 Entrò con la testa bassa cercando di non guardare l’ altro. Il biondo appoggiò la borsa vicino alla scrivania e si sedette sul letto. Yamaguchi era in piedi al centro della stanza completamente irrigidito che si torturava la mani.
“Rimarrai lì tutta la sera?” chiese alzando un sopracciglio il biondo.
“S-scusa Tsukki!” si affrettò ad esclamare il moro che prese posto seduto vicino al biondo.
Doveva darsi una calmata, lo sapeva, ma proprio non riusciva a comportarsi normalmente. Tsukki se ne era accorto, ma non gli disse niente. Si avvicinò appoggiando una mano sulla schiena dell’ altro “Se continui  a tenere la schiena irrigidita in questo modo ti si spezzerà”
Yamaguchi  scattò leggermente all’ improvviso contatto. Era insolito che Tsukishima lo toccasse senza una ragione precisa, ma il biondo, essendosi accorto del nervosismo dell’ altro, non poteva resistere nel stuzzicarlo un po’.
“N-n-non credo che.. che sia possibile!!” balbettò il moro completamente nel panico.
Per tutta risposta il biondo iniziò ad accarezzare con il dito indice la spina dorsale dell’ altro lentamente. L’ altro tremò e si scostò talmente bruscamente che batté la testa sulla testiera del letto. “S-si può sapere che ti è preso Tsukki?”
“Stavo cercando di aiutarti a rilassarti” disse con voce monotona come se fosse ovvio.
“B-bhe non ha funzionato!” la faccia del moro era completamente rossa cosa che faceva evidenziare le lentiggini che aveva sulle guance e sul naso. Era terribilmente adorabile. Tsukishima salì sul letto e si avvicinò all’ altro. “Yamaguchi guardami…” ma l’ altro non lo fece, era troppo imbarazzato per fare qualsiasi cosa.
“Guardami” ripeté con tono deciso il biondo. L’ altro titubante voltò la faccia per incontrare gli occhi che lo scrutavano attenti. “Dimmi Yamaguchi, da quanto vieni a casa mia?” era una domanda retorica. “Rispondo io, saranno ormai anni, quindi non vedo il motivo di tutto questo nervosismo. A meno che…” nella voce di Tsukishima ora c’ era una punta di divertimento. “A meno che tu non ti aspetti che succeda qualcosa” il biondo avevo lo stesso sguardo che avrebbe un gatto pochi attimi prima di papparsi la propria preda.
“No.. io.. n-n-non è così… ti sbagli… non ci pensavo a-assolutamente, cioè non che non vorrei… cioè nel senso... s-sarebbe normalissimo… però.. insomma…” Yamaguchi iniziò a dire cose senza senso e avrebbe potuto continuare così per molto a scavarsi la propria fossa nel più totale imbarazzo se non sentì, per sua fortuna, la mamma di Tsukishima chiamarli dal piano di sotto.
“Ne riparleremo dopo cena”  promise il biondo con un’ angolo della bocca alzato in una specie di sorriso furbo.
 
La cena passò più  o meno normalmente e tranquillamente, se non fosse per i continui sguardi che Tsukishima lanciava al moro. Ma nonostante tutto per un po’ Yamaguchi si dimenticò di tutto e gli parve di essere tornato ai vecchi tempi in cui Tsukki era solo il suo migliore amico e non doveva affrontare situazioni imbarazzanti con quest’ ultimo come quella avvenuta poco prima.
Il tempo passò velocemente, anche troppo, infatti avevano già finito di cenare e Yamaguchi iniziò di nuovo  a sentirsi nervoso. Tsukishima si alzò da tavola e gli fece cenno di seguirlo; così si alzò, salutò la madre e lo seguì di nuovo nella sua stanza.
Quando entrò si chiuse la porta alle spalle e ci si appoggiò guardandosi i piedi.
“Se vuoi andare in bagno a cambiarti vai” disse il biondo di spalle mentre cercava la maglia e i pantaloncini che usava sempre come pigiama. Il moro annuì e prendendo la proprio roba si diresse in bagno.
Ok, Tadashi, calmati... Accidenti a te Tsukki, scommetto che ti stai divertendo da morire! Devo darmi una calmata. Yamaguchi prese un bel respiro.
Yamaguchi uscì dal bagno ed entrò in camera. Tsukishima era seduto al centro del letto e gli fece cenno di avvicinarsi. Il moro si sedette sul letto, di fronte a lui con i pugni serrati sulle ginocchia. Il biondo avvicinò una mano e scostò una ciocca di capelli dalla fronte dell’ altro che istintivamente sobbalzò. Tsukishima ritrasse la mano e sospirò. “Dio mio Yamaguchi sembri una verginella alla prima notte di nozze, non ti farò niente, lo giuro”
“Ah, no…?” domandò titubante e, doveva ammetterlo, un tantino deluso Yamaguchi.
“No, se non è quello che vuoi” rispose l’ altro guardandolo negli occhi.
Il moro strinse i pugni ancora di più e cercò di non arrossire, cosa che non gli riuscì “E- e tu invece? Lo v-vorresti?”
Il biondo all’ inizio sembrò scioccato dalla domanda, ma poi rispose tranquillamente “Sì”
“Allora puoi farlo…” sussurrò il moro. “Puoi t-toccarmi se vuoi”
Il biondo alzò un sopracciglio “Questo è un’ invito per caso?” sussurrò piano.
“Sto dicendo che se vuoi t-toccarmi un.. un po’, va bene, credo…”
Tsukishima prese Yamaguchi con delicatezza e lo fece sedere sopra le sue gambe incrociate facendo in modo che le gambe del lentigginoso fossero ai lati del biondo.
Yamaguchi sentiva la faccia bruciare e il cuore scoppiargli. Le mani di Tsukishima si posarono sulle sue guance e lo avvicinò per rubargli un piccolo e casto bacio. Yamaguchi tremò leggermente mentre il biondo appoggiò la fronte a quella dell’ altro. Le mani di Tsukishima accarezzavano la schiena dell’ altro su e giù regalando all’ altro delle piccole scosse. Yamaguchi prese un po’ di coraggio ed appoggiando la mani al petto dell’ altro lo baciò delicatamente, tremando un po’. Sotto le sue mani riusciva a sentire il cuore dell’ altro battere forte tanto quanto il suo e la cosa lo tranquillizzò abbastanza per smettere di tremare.
“Posso levartela?” sussurrò all’ improvviso Kei parlando della maglietta. Tadashi annuì e chiuse gli occhi, mentre l’ altro gli tolse la maglia lentamente facendo sì che le sue mani accarezzassero la pelle bianca olivastra del lentigginoso. Una volta che l’ indumento fu tolto il biondo si prese qualche momento per ammirare il corpo dell’ altro. Era slanciato e magro, forse un filino troppo, ed gli addominale appena accennati si vedevano ogni volta che l’ altro tremava sotto le sue dita. Era bellissimo. Iniziò ad accarezzagli il collo fino ad arrivare ai muscoli delle braccia per poi risalire a toccare i pettorali poco delineati. Kei si accorse di alcune lentiggini che l’ altro aveva sule spalle ed iniziò a baciarle una ad una. Adorava le lentiggini del moro, anche se lui le trovava brutte Kei le trovava affascinanti. Tadashi con le mani tremanti iniziò ad accarezzare il petto dell’ altro attraverso la maglietta. Ma voleva sentire la pelle dell’ altro, lo desiderava veramente tanto, così  con un sospiro tremante iniziò a fargliela scivolare sopra la testa. I due si guardarono negli occhi per l’ ennesima volta in quella serata così silenziosa e si baciarono di nuovo, e di nuovo e di nuovo ancora.
Il biondo fece sdraiare l’ altro sulla schiena che lo guardò con un misto di sorpresa e paura. Kei lo baciò sulla fronte e poi di nuovo sulle labbra per tranquillizzarlo “Tranquillo, non voglio forzarti” disse direttamente nel suo orecchio. L’ altro in risposta gli baciò il collo “Lo so, mi fido di te” sussurrò tra un bacio e l’ altro.
I due continuarono a scoprirsi per molto tempo accarezzandosi e baciandosi finché il mattino non li sorprese a dormire ancora abbracciati; Tadashi con la testa sul petto dell’ altro che lo stringeva a se’ per la vita.




ROBA DELL' AUTRICE
tralasciando l' enorme ritardo... questo piccolo capitolo serve anche per annunciare che è mia intenzione prima o poi di alzare un po' il rating (sperando che ne sia capace). come sempre ringrazi chi recensisce sempre e chi ha messo questo mio piccolo progetto tra le "seguite". ci vediamo alla prossima!

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Capitolo 6
*** Teacher AU/Tutor AU ***


Tutor AU
 
Yamaguchi Tadashi non era mia andato molto bene a scuola. Passava tutto l’ anno a poltrire per poi recuperare, quando ci riusciva, alla fine con voti mediocri. La matematica poi, non era proprio il suo forte, per quanto si impegnasse non riusciva proprio a capirla. Quel giorno Yamaguchi si ritrovò in mano l’ ennesimo pessimo risultato del test di matematica. I suoi genitori lo avrebbero di certo ucciso questa volta, così nascose il compito nella tasca posteriore della divisa e cercò di entrare in casa senza farsi sentire. Per sua sfortuna però sua madre lo stava aspettando all’ ingresso.
“Yamaguchi Tadashi!” disse incrociando le braccia al petto.
“M-mamma… come mai sei qui?” chiese Yamaguchi  cercando di non guardarla negli occhi. Era impossibile che sapesse del suo ultimo compito ne era certo, ma questo non lo consolava affatto.
“Ho una sorpresa per te” la signora Yamaguchi aveva uno sguardo furbo sul volto. “Vai in camera tua e lo scoprirai”
Il moro era confuso e,  doveva ammetterlo, anche un po’ terrorizzato per la sua sorpresa. Salì le scale con un certo nervosismo ed aprì cautamente la porta facendo sbucare dentro solo la sua testa. Ciò che vide fu la sua solita e normale stanza.
“Tu sei Tadashi, vero?” il moro sentì una voce dietro di lui e scattò come un gatto girandosi all’ improvviso. Davanti a se’ aveva un ragazzo biondo, un po’ più alto di lui, magro e slanciato dagli spessi occhiali neri. Il biondo lo guardò sollevando un sopracciglio. “C-chi sei?” domandò il moro arretrando.
“Sono il tuo nuovo tutor” rispose l’ occhialuto come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
Yamaguchi sbarrò gli occhi. Un tutor?! Il biondo si avvicinò ed allungò la mano verso la tasca posteriore dei pantaloni del moro. Quest’ ultimo arrossì violentemente irrigidendosi all’ improvviso. L’ altro però, come se niente fosse gli sfilò il foglio e lo lesse attentamente. Yamaguchi, risvegliato dal suo stato di shock, cercò di riprendersi il compito senza riuscirci. “Tsk. Come si fa a prendere 25 su 100 in matematica?! Neanche a farlo apposta…” commentò con un sorriso obliquo. Yamaguchi gli strappò di mano il foglio. “S-sono cose p-private!” cercò di sviare il discorso lamentandosi, ma non gli riuscì molto bene.
Il biondo sospirò alzando un angolo della bocca in un piccolo sorriso divertito. Constatò che era divertente vedere quel ragazzino  imbarazzato. “Comunque” disse dopo essersi schiarito la voce “Ci conviene iniziare a lavorare, abbiamo molte cose da fare se vogliamo che tu quest’ anno venga promosso”
Yamaguchi lo guardò attonito. Ma allora fa sul serio?
“Ah, e comunque, io mi chiamo Tsukishima Kei”
 
Passarono giorni e poi settimane ed i due si trovavano due volte a settimana a casa di Yamaguchi per le lezioni supplementari. Senza accorgersene diventarono piuttosto legati. Sebbene all’ inizio Tsukishima-san sembri un ragazzo freddo che pensa solamente a se stesso, Yamaguchi si era accorto che aveva anche un lato gentile e premuroso ed il moro, doveva ammetterlo ne era completamente affascinato.
Anche Tsukishima iniziò ad apprezzare la presenza dell’ altro, certo ogni tanto lo faceva veramente innervosire con tutte le sue scuse o quando si distraeva, cosa che succedeva terribilmente spesso, ma non poteva fare a meno di pensare a quanto stesse bene accanto a lui.
Un giorno però, mentre Tsukishima aspettava il moro nella sua stanza, quest’ ultimo entrò frettolosamente sorridente e col fiato corto. “Tsukishima-san ce l’ ho fatta!!” gli sventolò davanti alla faccia un foglio di carta “Sono riuscito a passare il test di matematica!” il moro preso dall’ entusiasmo abbracciò l’ altro e rimase così per un po’ a godersi il calore dell’ altro finché non si rese conto effettivamente di ciò che aveva fatto. Si staccò all’ improvviso iniziando a balbettare una scusa dietro l’ altra, ma Tsukishima non aveva aperto bocca, era rimasto pietrificato. Sentire il corpo dell’ altro contro il proprio gli aveva fatto perdere un battito o due per non parlare della faccia imbarazzata e paonazza che aveva in quel momento. Tsukishima resistette allo strano impulso di stringerselo al petto e non lasciarlo più andare e si schiarì la voce accarezzandogli la testa “Ben fatto Tadashi”
Quel piccolo ed imbarazzante episodio fu accantonato da entrambi, ma nei giorni seguenti tra loro era cambiato qualcosa. Ogni volta che si sfioravano anche solo per caso il moro si ritraeva immediatamente cercando di non guardarlo negli occhi, mentre l’ altro avrebbe solo voluto che quel contatto continuasse in eterno.
Non va bene, non va bene per niente… devo darmi una calmata.
Quel giorno Tsukishima se lo ripeté più volte. Più i giorni passavano più si sentiva legato a quell’ imbranato lentigginoso. Aveva iniziato a studiare ogni suo movimento, dai muscoli delle gambe che si tiravano quando incrociava le gambe sulla sedia per concentrarsi su un problema particolarmente difficile, ai movimenti delle lunghe dita affusolate che continuavano a torturarsi a vicenda ogni volta che tra loro scendeva un silenzio imbarazzante; ma la cosa su cui più amava soffermarsi erano le labbra rosse che l’ altro aveva. Certe volte si ritrovò a fissarle intensamente ed a desiderare di poterle baciare più e più volte. Ma non poteva, doveva darsi una calmata, non voleva rischiare di rovinare quel rapporto di amicizia e fiducia che si stava pian piano instaurando tra loro anche se certi giorni la tentazione di mandare tutto all’ aria e baciarlo era troppa.
Passò un’ altra settimana e Yamaguchi si stava impegnando duramente per il nuovo test di matematica che avrebbe dovuto dare il giorno seguente.  Tsukishima si allontanò dalla camera per andare in bagno e quando tornò lo ritrovò addormentato sulla scrivania.
Come diamine fa ad addormentarsi così in fretta? Mi sono allontanato per 5 minuti…
Non riuscì a trattenere un piccolo sorriso obliquo per quella visione così adorabile.
Lo fissò a lungo finché non lo vide muoversi leggermente e mugugnare. Lo sguardo finì sulle sue labbra dischiuse. Voleva baciarle, Dio se lo voleva. Era la prima volta che lo vedeva da così vicino. I capelli scuri erano arruffati intorno al viso e un ciuffo ribelle gli copriva l’ occhio sinistro. Senza pensarci il biondo glielo scostò dal viso gentilmente. La pelle del moro era morbida e Tsukishima non poté fare a meno di passare un dito sopra le lentiggini dell’ altro. Ora che era così vicino poteva addirittura contarle. Una… due… tre….
 
Yamaguchi aprì gli occhi e si ritrovò il volto addormentato di Tsukishima davanti a lui. Saltò in piedi completamente paonazzo. Tsukishima aveva il volto appoggiato alla scrivania sopra il braccio destro. Aveva gli occhiali un po’ storti e calati sul naso e lo faceva sembrare un po’ goffo e buffo, ma sempre terribilmente bello.
Era da tempo che il moro si era accorto di essere attratto dall’ altro e quando quel giorno per la felicità di aver passato il test lo aveva abbracciato pensò che il suo cuore avrebbe potuto sfondargli la gabbia toracica. Il moro iniziò a camminare avanti ed indietro per la stanza cercando di calmarsi. Quando stavano insieme era perennemente nervoso, ma ora lo era ancora di più perché sentiva l’ irrefrenabile impulso di baciarlo.
Oddio, non dovrei, ma.. ma se lo faccio n-non se ne accorgerà, vero?!
Yamaguchi inghiottì a vuoto e si accucciò vicino all’ altro. Chiuse gli occhi e strinse forte le labbra. Si avvicinò stringendo le palpebre e sentendosi il cuore in gola lo baciò. Fu un tocco leggero e veloce.
Non si è svegliato, m-magari potrei dargliene un’ altro e poi basta.
Il moro chiuse di nuovo gli occhi e lo baciò di nuovo. Le labbra del biondo erano così morbide e quando si staccò non resistette dal baciarlo ancora ed ancora ed ancora.
Quando si staccò per l’ ultima volta e aprì gli occhi si congelò sul posto. Ciò che vide furono due occhi ambrati che lo fissavano completamente spalancati. Yamaguchi si alzò di scatto e iniziò a farfugliare; avrebbe voluto mettersi a piangere, era finita , ora lo disprezzava, lo avrebbe insultato e picchiato e non sarebbe più tornato. Sentiva le lacrime pungergli gli occhi mentre il fiume di parole sconnesse continuava a fluire dalle sue labbra senza controllo. Il biondo si alzò e fece una cosa del tutto inaspettata; lo baciò, non come aveva fatto Yamaguchi, ma  con trasporto circondandogli la vita con le braccia e stringendoselo forte.
“T-tsuki... Tsukishima-saaaan!! Asp-“ il biondo si staccò un’ attimo per riprendere fiato e lo guardò negli occhi.
“Ascoltami bene” gli sussurrò all’ orecchio con voce pesante provocando nel moro decine di brividi lungo la schiena “Se vuoi che mi farmi e che faccia finta che tutto questo non sia mai accaduto dillo ora che riesco ancora a fermarmi” sebbene la voce del biondo fosse bassa e leggermente incrinata Yamaguchi la sentiva rimbombare in tutto il corpo chiara come mai prima d’ ora.
Oh, al diavolo!
Il moro prese il volto dell’ altro tra le mani e lo baciò con trasporto. Il biondo si immobilizzò per un secondo, sorpreso dalla mossa di Yamaguchi, ma si riprese in fretta e ricambiò il bacio. Yamaguchi era schiacciato tra la scrivania e il corpo di Tsukishima e con le mani si reggeva alla sua maglia. La sua mente non voleva funzionare normalmente, l’ intera stanza era sparita per lui, c’ era solo Tsukishima incollato a lui. Quest’ ultimo gli leccò il labbro inferiore in un chiaro invito ad aprire le labbra. Tadashi era completamente in balia dell’ altro ragazzo ed aprì la bocca approfondendo il bacio. Ad un certo punto Tsukishima iniziò ad accarezzare l’ addome dell’ altro prima sopra e poi sotto la maglia. Yamaguchi si staccò ed appoggiò  la testa nell’ incavo del collo dell’ altro riprendendo fiato. Il biondo gli baciò il collo continuando ad accarezzarlo dolcemente per imprimere nella memoria ogni singolo lembo di pelle dell’ altro; il colore, la morbidezza, il sapore. Tsukishima si abbassò ed inizio a baciargli il ventre, assaggiandolo; il moro tremò e si appoggiò alla scrivania con una mano mentre mordeva piano l’ altra per cercare di non urlare; lo avrebbe fatto, avrebbe voluto urlare perché quella situazione era così nuova, così strana e così bella.
Nel frattempo il biondo continuava la sua esplorazione salendo verso i pettorali poco delineati, con le mani ancora che circondavano la vita sottile del moro con gentilezza, quasi avesse paura di poterlo rompere. Poi le sue mani si spostarono verso l’ elastico dei pantaloni da ginnastica che il moro portava sempre in casa.
“A-aspetto un attimo Tsukishima-san!” le mani del moro fermarono all’ istante quelle dell’ altro. Non riusciva neanche a guardarlo perché tutto l’ imbarazzo che non riusciva a sentire prima era arrivato tutto in una volta facendogli scoppiare il cuore nel petto. Era tutto nuovo per lui e si sentiva in balia di tutte quelle emozioni ed era bellissimo, ma anche un po’ spaventoso.
Tsukishima lo guardò per un attimo cercando di ricomporsi, ma era difficile, finalmente lo aveva lì tra le sue braccia con i capelli scompigliati, le labbra umide e le guance talmente rosse da far spiccare le sue lentiggini più del solito e lui gli chiedeva di fermarsi?! Prese un respiro ed allontanò le mani riluttante, non avrebbe mai fatto niente contro la sua volontà.
Appoggiò la mano destra sulla sua guancia e baciò l’ altra con gentilezza. Yamaguchi lo guardò per un attimo ed accennò un piccolo sorriso; il biondo sarebbe potuto morire solo guardandolo sorridere. Lo strinse a sé e appoggiò il mento sulla sua spalla.
“Tsukishima-san?” lo chiamò il moro dopo qualche minuto perché l’ altro sembrava non volersi muovere. “Tsukishima-saaan” lo chiamò di nuovo.
“Voglio rimanere così ancora un po’” rispose il biondo stringendolo più forte, ma stando attento a non fargli male.
Il moro sorrise sentendo la sua faccia completamente bollente e gli passò una mano tra i capelli. Rimasero così per un po’ e quando il giorno dopo Yamaguchi portò a casa l’ ennesima insufficienza non poté fare a meno di ridacchiare tra sé.
Bhe, sembra che avrò bisogno del  tutor ancora per un po’.
 
 ROBA DELL' AUTRICE
non so come chiedervi scusa per la mia scomparsa improvvisa! sul serio, mi dispiace tantissimo, ma ho avuto delle settimane infernali, tra un raffreddore tremendo e l' inizio del progetto "scuola-lavoro" (cioè per due settimane non vado a scuola, ma a fare uno stage mattina e pomeriggio). chiedo ancora scusa e spero di poter recuperare al più presto ç.ç

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