The real magic

di Lady Moon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno strano risveglio ***
Capitolo 2: *** Piacere mio ***
Capitolo 3: *** Pericoli in agguato ***
Capitolo 4: *** L'urlo ***
Capitolo 5: *** Un nascondiglio perfetto ***
Capitolo 6: *** Il mistero della leggenda ***
Capitolo 7: *** Una nuova amicizia ***
Capitolo 8: *** L'indovinello ***
Capitolo 9: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 10: *** La sparizione ***
Capitolo 11: *** I Malcontenti ***
Capitolo 12: *** Inconvenienti ***
Capitolo 13: *** Il richiamo di qualcuno ***
Capitolo 14: *** Cedric Thompson ***



Capitolo 1
*** Uno strano risveglio ***


        

La magia è credere in noi stessi. Se riusciamo a farlo, allora possiamo far accadere qualsiasi cosa.
                                                                      - Johann Wolfgang Goethe.




~ ~ ~ ~ 

 
 

 Capitolo 1Uno strano risveglio.


Era sera, una sera apparentemente tranquilla, consueta, dov'era ben visibile la congiunzione tra Marte e Venere.

Luna non era uscita, era ben immersa nei suoi pensieri, lì, sul suo comodo letto, c'era qualcosa che la tormentava continuamente, non faceva altro che pensarla, di notte, di giorno, come se non potesse farne a meno. Magari da un lato poteva ricavarne consolazione, tuttavia dall'altro sapeva che non era giusto per lei starci a pensare troppo su.

Luna era una ragazza di 16 anni, troppo piccola per affrontare il mondo, troppo piccola per capirlo totalmente, ancora immatura per risolvere tutti i problemi che nascevano, che susseguivano dinanzi a lei e non le davano spiegazioni, tregua. Talvolta molte cose le sembravano deliziose, prelibate e fantastiche, altre movimentate, strane, confuse, tristi. Sarebbe durato così per sempre? 

Era nata a Londra, ed è sempre vissuta lì, amava quella cittá e non voleva abbandonarla, non ci sarebbe riuscita facilmente. Ciò nonostante, aveva un'immensa voglia di viaggiare, di scoprire nuove cose, la sua fantasia era colossale e aveva bisogno di nutrirla ogni giorno, come qualcosa che viene creato e per mantenersi dev'essere curato, percepito a fondo. Aveva molte amiche, alcune fidate, altre semplicemente disponibili ma non rivelava ogni suo segreto a tutti, aveva avuto esperienze in precedenza e aveva imparato, a sua fortuna, che a fidarsi completamente di qualcuno non era molto saggio, bisognava valutarlo a lungo prima e forse, col tempo, sarebbe andata bene. Aveva un fratello che si era trasferito in Canada e una sorella che viveva ancora lì con lei, spesso andavano d'accordo ma alle volte non parlavano di questioni estremamente personali.
Come solito di persone della sua etá, era innamorata di un ragazzo; ma non era una cotta qualunque, si diceva tra sé e sé, sperava tanto di poterlo conquistare da molto tempo, di essere non solo "un'amica" per lui, un giorno, se ci fosse riuscita. E ci sarebbe molto altro da dire... anzitutto il loro rapporto non era sempre stato effettivamente "normale", Sam era particolare, vivace, allegro (non che Luna non lo fosse), e si era dimostrato molte volte misterioso nei suoi confronti, come se nascondesse qualcosa, come un ottimo dissimulatore, o semplicemente in realtá non pensava a niente ed era solo bravo a farlo credere. (E quest'ultima ipotesi potrebbe rivelarsi quella più avvilente.) Non parlavano spesso e quando capitava Luna si sentiva straordinariamente bene, e soprattutto meno sola. Adorava le poesie, i libri e scrivere, per questo molto spesso ci si dedicava, quando specialmente sapeva che non avrebbe sentito Sam, scriveva di lui.

Il mattino seguente Luna doveva studiare, ma rimandò appena sveglia e conscia lo studio al pomeriggio. Si alzò dal letto, sbadigliò e... un rumore, le tremò il cuore dalla paura. Cos'era stato?
Di nuovo. Era cascato qualcosa? Sembrava un contenitore pieno di matite, subodorò e tentò di squadrare la sua stanza.

"Cosa diamine è stato?" - pensò, senza peró riuscire a darsi una concreta risposta.

"Chiamo Sarah? Sì, la chiamo. No... potrebbe prendermi per pazza ed io non lo accetterei. Basta. Calmiamoci. Forse mi sono solo impressionata." - continuò.

*buum*. Nuovamente lo stesso rumore, sembrava prendersi quasi gioco di lei, perché "la creatura" che lo provocava  non si degnava di uscir fuori? 

"No... no... non sono tranquilla per niente. Ho paura. E se è una cosa brutta? Uno spirito, forse?" - pensò ancora vaneggiando, innegabilmente non aveva tutti i torti di farlo.

Il rumore cessò, cosicché Luna ebbe la possibilitá di tornare a respirare. Sarah, la sorella, entrò inaspettatamente nella stanza, le rivolse la parola con fare decisivo.

:"Alloraaa: oggi si studia o no? Però prima vieni fuori, dai... che... che hai? Ti senti bene?" - domandò a sua sorella minore, che aveva il viso più pallido del solito ed era lecitamente ancora turbata per l'accaduto.

:"Sì, tutto bene. Vengo." - rispose, dando l'aria di esser appena rinsavita.

:"Sicura? Hai la faccia di uno che ha visto un fantasma. E ci crederei se me lo dicessi..." - disse ancora Sarah, perplessa.

:"Non dici sul serio. Dai... va tutto bene." - rassicurò Luna.

:"Eddai, raccontami! Cosa ti è successo, eh?" - insistette la sorella, con sguardo rincuorante.

:"Sarah, possiamo rimandare la conversazione a più tardi? Ho fame, e hai ragione, devo mangiare qualcosina almeno." - proferì Luna.

:"Va bene." - rispose Sarah, senza contestare, ma avrebbe voluto, era alquanto preoccupata.

"Se solo sapessi cosa dirle. Vuole sapere cos'è successo, sento strani rumori, ecco cosa. Starò impazzendo per davvero." - realizzò Luna, mentre Sarah prendeva congedo dalla stanza.




"Va bene." - disse, stavolta dando voce ai suoi pensieri. Chiuse la porta a chiave, in modo che nessun altro potesse interferire e sottovoce continuò a dire 

:"Esca fuori chi c'è. O adesso o mai più..." - quasi non credeva di star parlando da sola, o con qualcuno che effettivamente non si sapeva nemmeno se fosse in grado di capirla.

Il rumore si rianimò, stavolta più forte, come se avesse voluto risponderle, e anche in modo impertinente. Luna ebbe un sussulto.

"Perché a me?" -

:"Ah, non lo so! Dimmelo tu." - disse una voce d'un tratto alle sue spalle, non solo era una voce estranea ma aveva risposto ad una domanda che Luna si era posta solo nella sua mente. Com'era possibile questo? Era un sogno? O sarebbe stato meglio definirlo un incubo?

Luna si girò frettolosamente, era suo solito affrontare una paura in quella maniera.

:"Ciaaao!" - proseguì quella stessa voce, che Luna notò bene appartenere ad un essere minuscolo con le ali... sembrava... una fata?! Eppure, da che ricordava, le fate o creature innocue simili non spaventano le persone.





 



*Nota dell'autrice:
Buon salve
, lettori! Ecco il primo capitolo della mia storia, che spero vi abbia in qualche modo colpito/interessato. Spero ovviamente anche che mi facciate sapere cosa ne pensate, esprimendo liberamente le vostri opinioni/consigli. 
La storia si apre con Luna, la protagonista, una ragazza apparentemente come tante, la quale non sa ancora cosa le spetta, ma tutto sarà spiegato nei prossimi capitoli e magari quello che appare non è proprio la realtà effettiva... :)
Ci tengo a precisare che il testo sarà in continua revisione! 
Alla prossima e grazie mille per essere arrivati fin qui, e soprattutto ringrazio coloro che sceglieranno di continuare a seguirmi ^-^
Un saluto.*

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Capitolo 2
*** Piacere mio ***


Capitolo 2: Piacere mio.


:"Ma... ma... cosa... cosa sei?! Cosa sei, tu?!?!" - domandò Luna sorpresa e ammirando la figurina dinanzi a sé, i suoi occhi si dilatarono così tanto per lo stupore che quasi facevano impressione a quell'esserino che l'esaminava a sua volta.

:"Oh, calma calma signorina. Non c'è motivo di spaventarsi, io sono Bonnie e sono una strega. Sono immensamente lieta di fare la tua conoscenza. Onoratissima! - disse la "fatina", sorridendole.

:"A me sembri più una fata, piccola... molto piccola... piacere  mio?!" - ci fu qualche secondo di silenzio. Poi Luna riaprì bocca.

:"Io... ahh, non posso crederci. Ma cosa ci fa una strega travestita da fata in casa mia, nella mia stanza?" - disse, dopo essersi tranquillizzata un po', doveva. 

:"Puoi chiamarmi Bonnie? Comunque questo lo scoprirai adesso. Il mio compito è quello di dichiararti la tua vera identità e dovrai imparare ad accettarti per quello che sei veramente. In questo rilassati, ti darà una mano sempre la sottoscritta. Bene. Credo sia tutto, allora..." - esordì Bonnie.

:"No... no aspetta. Scusami ma io so chi sono. Il mio nome è Luna e sono una, ehm... terrestre. Sono nata e cresciuta qui, e beh... ci sono tante altre cose da dire ma so chi sono... potrebbe esserci stato un errore?" - interruppe Luna, aggrottando le sopracciglia in segno di disapprovazione. 

:"Anch'io mi sentirei così come te, forse, se non sapessi chi sarei veramente. Mi appoggerei alla vita che indubbiamente faccio, ma ignara di tutto. Ad ogni modo, devi cercare di ascoltarmi o non combineremo nulla, signorina." - rispose Bonnie, in modo assai garbato e gentile.

:"Io... non ho mai avuto una fatina dei boschi per amica..." - farfugliò Luna, dando quasi l'impressione di non aver afferrato nulla di quanto detto precedentemente da Bonnie. Aveva udito e compreso in veritá, ma ora nella testa volteggiavano così tanti pensieri curiosi e conturbanti che non riusciva a dominarli tutti. Avrebbe voluto fare mille domande, il suo subconscio dominava.

:"Fatina... fatina dei boschi? Ti dico di no, sono una strega e preferirei di gran lunga se tu mi chiamassi Bonnie, per piacere." - rispose la strega sospirando e portando pazienza. Ci voleva molto a convincere una "terrestre" che avesse qualcosa in più rispetto alle altre persone comuni, a quanto pareva.

:"Scusami, scusami. Hai ragione... solo che mi sembra tutto così strano!" - disse scoraggiata Luna, tentava per davvero di capire, ma era un compito arduo. 

:"Ma tranquilla! Sono qui per questo! Ora aspetta, ti faccio vedere una cosa!" - rassicurò Bonnie e sparì in un vortice di fumo, sembrava vapore, era una cosa strana. Ma ancora più strano fu vedere cosa accadde dopo; appena si levò quel fumo comparve una persona in carne ed ossa, più bassina di Luna e senza ali. Sorrideva in modo allegro e apparentemente sincero. Aveva dei capelli di una lunghezza media e color rosso acceso, un maglione verde chiaro da un lato, viola dall'altro e lungo, un pantalone verde giada e delle scarpe simili a quelle di un pagliaccio di colore giallo. In mano aveva una bacchetta di legno di cedro.

:"Eccomi qui. Magari così possiamo sentirci meglio e chiacchierare adeguatamente!" - disse la personcina, che in realtá era Bonnie, l'individuo minuscolo di prima.

:"Tu eri quella fat... ehm, quell'esserino, scusami?" - chiese Luna, non meno sbalordita rispetto a prima.

:"Sì, sì, sì signorina! Ero proprio io! Contenta?" - rispose Bonnie felice. 

:"Sì... come hai fatto? Quanti anni hai?" - domandò Luna, osservandola.

:"Undici, signorina Luna. Eh sì, mi considerano irresponsabile per via della mia giovane etá. Tutte baggianate, te lo dico io! Mi vien spontaneo ponderarlo. E' vero, di tanto in tanto rovescio qualcosa, lancio incantesimi in giro e faccio svenire qualcuno dallo spavento, non sono abituati a vedermi, non so se riesco ad intendermi... hmm, poi disturbo gli animali, mi faccio notare mentre volo con la mia fantastica nonché nuova di zecca scopa, litigo con i passanti alla stazione che mi conoscono e... qualcos'altro... ma so essere anche molto affidabile! Oh, aspetta! Dobbiamo parlare di te, non di me, non farmi dimenticare, per piacere! A volte mi lascio prendere la mano." - disse con un tono esaltante Bonnie, additando - senza volerlo - la bacchetta verso Luna.

:"Tutte cose impressionanti e non decisamente normali... direi... inverosimili a mio parere." - disse Luna, guardando basita la bacchetta che Bonnie, rapidamente, rimise giù.

:"Imparerai che è più verosimile ciò che risulta essere strano o alquanto strambo e meno possibile da compiersi. Comunque avevo una cosa sulla punta della lingua prima di... cosa... uff... giusto! Ti chiedo scusa per prima, non volevo spaventarti, mi ero nascosta in quel contenitore di penne e matite coi fiori sopra, celato dai tuoi stessi libri, facevo fracasso, vero? Non sapevo quando uscire allo scoperto ma alla fine mi sono decisa!" - divulgò Bonnie, amareggiata.

:"Oh... tutto chiaro, ecco perché non ti trovavo allora... oltre ovviamente per la ragione che eri un tantino minuscola." - disse quasi ridacchiando Luna, rincuorata.

:"Ora ascolta. Non ho molto tempo, tra un po' devo tornare nella foresta, mi stanno aspettando. Devi sapere che tutto ciò... ecco, come dire, il mondo in cui hai vissuto fino ad oggi non rispecchia il tuo vero 'io'. Tu non sei ciò che credi di essere, sei molto di più." - enunciò Bonnie, cautamente.

:"Molto di più?" - disse Luna, col cuore a mille.

:"Sei come me, signorina Luna." - 

:"C... che vuol dire? Tu sei una..." - balbettò Luna.

:"Sei una strega." - affermò Bonnie, risoluta.




 


*Nota dell'autrice: 
Anzitutto salve! Se volete sapere come continuerà questa storia, tranquillizzatevi, pubblicherò il prossimo capitolo appena posso e spero tanto che leggiate nel contempo il primo - quindi l'inizio - così capirete meglio come si è arrivati a questo punto.
Ecco tutto, alla prossima ^^ e grazie per aver letto!*

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Capitolo 3
*** Pericoli in agguato ***


 
Capitolo 3: Pericoli in agguato.


"Cosa ha appena detto? Io una strega? Ma come le salta in mente? Non faccio magie, non so spostare gli oggetti dove mi pare e piace... no, non posso esserlo." - pensò Luna, con gli occhi spalancati pari a quelli d'una civetta.

:"Scusami Bonnie, ma come posso essere una strega? Davvero credi che io lo sia?!" - domandò poi trafelata, in cuor suo sapeva che sarebbe stato meraviglioso.

:"Certo che lo sei. E più in lá imparerai a riconoscere le tue doti, i tuoi poteri. Adesso è ancora presto, non puoi ancora sentirli dentro di te, ma al momento giusto percepirai una sensazione, una di quelle sorprendenti, magnifiche, che ti fanno sentire viva e forte." - disse Bonnie, in tono solenne e convincente.

:"Scusami ma... perché non ora? Se sono realmente una strega dovrei sentire in qualsiasi momento qualcosa in me, no?" - le domandò Luna, impaziente di capire.

:"Deduco quasi che l'idea non ti rammarica. Mi fa molto piacere, signorina Luna! Non puoi avvertire i tuoi poteri perché non hai una bacchetta! Perché non sapresti come metterli in atto! Ci vuole pratica! Coraggio! Esperienza!" - dichiarò Bonnie, emozionata.

:"Tutto chiaro... o almeno credo." - disse Luna, con voce vacillante.

:"Adesso devo andare. Domani sará un giorno speciale, verrai con me nella foresta. E credimi, non ci sará niente di meglio. Lì scoprirai te stessa, la vera te stessa, la parte nascosta." - enunciò Bonnie, con aria sognante.

:"Di quale foresta parli ancora? Non vivi con i tuoi genitori? E per quanto tempo starò via? Io ho scuola, e ho una famiglia e..." - esordì Luna ma si interruppe.

:"E...?" - soggiunse Bonnie.

:"Una persona importante che preferirei non perdere." - concluse Luna, col viso puntato al suolo.

:"Ahhhhhhh. Amore impossibile, amore pungente..." - cantò Bonnie, debuttandosi in una danza stravagante - che durò tuttavia pochi secondi -.

:"Ehi! Assolutamente no. Non c'è amore. Ora mi rispondi?" - mentì Luna, imbarazzata.

:"Va bene, va bene. Sì che vivo con i miei. Vedremo di partire di pomeriggio, allora, e spero comunque che non ci saranno particolari problemi se passerai alcuni giorni senza studiare. La foresta di cui parlo si trova molto lontano da qui, ci andremo con una mappa portatrice. Io ho imparato lì a controllare me stessa e lo stesso accadrá con te, come spiegato prima. È il posto adatto e forse ci saranno, ecco... creature magiche. Gli umani normali non ci vengono mai, gli umani normali non la conoscono. È protetta con un incantesimo." - spiegò Bonnie, soddisfacendo in buona parte la curiositá di Luna.

:"Credo di aver capito... ma cos'è una 'mappa portatrice'? E un incantesimo può essere così forte da non far notare alle persone comuni che c'è una foresta, magari nemmeno molto distante da dove vivono?" - domandò Luna.

:"Oh oh oh, la magia è immensa, signorina Luna! Noi streghe possiamo fare molto molto di più! Le persone normali per noi sono come briciole! E per quanto concerne la prima domanda... la mappa portatrice è una mappa che segna tutti i posti di questo pianeta, proprio tutti tutti. Basta solo che le chiedi dov'è che vuoi andare, localizzerà il posto, pronunci la parola d'ordine da lei richiesta e ti condurrá lì in un battibaleno!" - esclamò Bonnie.

:"Davvero fantastico!" - espresse Luna, nel suo viso si leggeva un'infinita concitazione, anche se infondo - e non poteva avere di certo tutti i torti - era spaventata.

Cosa avrebbe fatto qualcun'altro al posto suo? Presumibilmente sarebbe svenuto o avrebbe pianto a dirotto subito nel concretizzare di non essere una persona "normale" e di dover fare un particolare viaggio in un posto remoto e sconosciuto, come quella foresta, o, ancora, non avrebbe dato affatto corda ad un simile individuo, convinto d'avere poteri magici e altrettanto certo di non essere il solo a possederli... ma lei invece voleva crederci.

:"Domani la vedrai! E tranquilla, ti piacerá la foresta! Uuhhh. Che bello che è toccato a me occuparmi di te, signorina! A presto!" - disse Bonnie e sparì di nuovo in quel che sembrava vapore, bensì stavolta senza assumere qualche altra sembianza, se n'era andata veramente.

:"Ma è vero tutto questo? Luna svegliati, è un sogno. No, non lo è, è capitato davvero! Dovrei dirlo a qualcuno? Io... io... non lo so. Forse sará meglio aspettare" - si disse.

:"Luna! Ti sbrighi?!" - le urlò sua sorella Sarah dalla cucina. Luna la raggiunse all'istante. 

:"Stavo sistemando alcune cose." - le disse.

:"L'ho notato. Per circa quindici minuti ti sei rinchiusa e m'è parso quasi che stessi parlando con qualcuno." - azzardò Sarah, passandole una merendina.

:"Ah sì? Non ho ancora amici immaginari, purtroppo." - rispose Luna, esonerando lo sguardo interrogativo di Sarah.

:"Non ci sarebbe nulla di male, ma temo che alla tua etá sia comunque un po' difficile avere tutta questa immaginazione." - disse Sarah.

:"Ora vado. Ci vediamo stasera e se telefona la zia o Billie avvertimi!" - continuò e lasciò Luna. Billie era loro fratello, nato qualche anno dopo Sarah, ergo Luna era la più piccola della famiglia.

 
***
 
Passò la giornata e giunse il lunedì. Luna andò a scuola come ogni mattina, anche se ancora stralunata per quello che era successo.
Si domandava se avesse rivisto realmente Bonnie, se era un'effettiva strega, se era il caso quel giorno di rivelare il segreto di esserlo, di Bonnie e ciò che aveva detto almeno alla sua migliore amica, per liberarsi, sentirsi meno a disagio. Ma non lo fece. Cercò di comportarsi come di consueto, e per buona sorte nessuno notò il suo perdersi in alcuni punti dell'aula, il suo fissare i professori in modo pensieroso, meditativo. 
Tornata a casa entrò direttamente nella sua stanza, gettò la borsa sul suo letto dove si trovava il suo gatto Pummy (un nome da lei inventato) e l'accarezzò appena, esso la guardò con sguardo intelligente, captando qualcosa di diverso.

:"Non mangi, Luna?" - domandò sua madre, raggiungendola.

:"Più tardi. Devo controllare una cosa. Sono le due e mezza, giusto?" - 

:"Sì. Va bene." - le rispose la madre, perplessa.

:"Uffaaaa. Pummy! Dovrebbe essere qui fra poco, penso... credimi, se è una cosa inventata da me, nella mia testa intendo, mi faccio portare da mamma da un buon dottore." - si promise Luna, rivolgendosi al suo gatto che l'ascoltava.

:"Ti rendi conto di quello che mi è successo? Ahhh. Mondo, mondo..." - continuò.

:"Cosa è accaduto Luna?" - domandò Bonnie, comparendo nuovamente all'improvviso nella sua stanza. Sia Pummy che Luna ebbero un sussulto. 

:"Ohhh, quant'è carino... posso accarezzarlo?" - disse, esaminando Pummy.

:"Bonnie! SHHHH! Ho la porta aperta, aspetta, fammela chiudere!" - grugnì Luna, che si affrettò a chiuderla a chiave.

:"Non devi comparire come se niente fosse dal nulla. Non sono abituata e qualcuno della mia famiglia potrebbe vederti. Cerca di avvisarmi in qualche modo o assumi le sembianze di una mosca!" - proseguì.

:"Mi dispiace, signorina Luna. Comunque le mosche non mi piacciono mica!" - fece notare Bonnie, tentando di accarezzare Pummy, che nel contempo si era alzato e aveva assunto la posizione di guardia per la paura (ovvero con la schiena rivolta verso l'alto e lo sguardo attento, tipico dei gatti impauriti da qualcosa o qualcuno).

:"Dobbiamo partire ade-adesso?" - domandò Luna, tentennante.

:"Ovviamente sì! Se puoi, non avvertire i tuoi o fingi di andare da una tua amica. Non devono sapere della foresta e al momento nemmeno di me, e credo che su questo siamo d'accordo." -

:"Decisamente. Se aspetti buona e in silenzio avviso mia madre. Le dico che passo la giornata da Mira." - disse Luna, aprì delicatamente la porta e corse fuori.

:"Va bene, va bene, va bene." - affermò Bonnie, coccolando Pummy che s'era per fortuna intenerito adesso.

Non appena Luna fu di ritorno disse a Bonnie di uscire fuori casa, se la madre l'avesse vista ritornare nella stanza per poi sparire lì senza varcare la porta d'ingresso, sicuramente si sarebbe insospettita.

:"Allora ciao!" - salutó la madre, Bonnie si era giá teletrasportata fuori. 

:"Bene. E ora?" - domandò Luna, una volta fuori, nel retro di casa.

:"Ora prendiamo la mia mappa portatrice, la stessa che ho usato per venire nella tua stanza. Non ho potuto prendere la scopa, i miei per oggi me l'hanno proibito. Io non abito qui, ma dall'altra parte della cittá." - con un tocco di bacchetta Bonnie fece comparire una mappa giallognola e logorata, aveva strani segni incisi sopra. All'apparenza nessuno avrebbe potuto credere fosse quel che era. 

:"Questa è... woow!" - esclamò Luna.

:"I tuoi genitori sanno che ce l'hai? È normale averne una? E sono anche loro come te?" - 

:"Come noi vuoi dire!" - corresse Bonnie. 

:"Certo che lo sanno. Mio padre è un mago e mia madre una strega! Mia cugina è esattamente come te, non ha genitori con poteri magici ma lei ne è dotata. Per i suoi genitori all'inizio è stato uno shock ma poi si sono abituati col tempo, infondo già sapevano che io e i miei eravamo 'diversi', non è stato molto difficile. Non è abituale, comunque, possedere una mappa di questo tipo, è raro che se ne trovino in giro, ragion per cui vengono custodite gelosamente e segretamente. Nonostante a volte combini guai, i miei genitori me la lasciano usare. Ehm... li costringo." - disse tutto d'un fiato.

:"Capisco, capisco!" - rispose Luna, stranamente lieta, e sogghignando per le sue ultime parole.

:"Hmm... Hmm... cara mappa, potresti, cortesemente, condurci alla foresta solitaria?" - disse Bonnie alla mappa. 

"Che aggettivo particolare, mi domando perché mai venga definita in questo modo" - pensò Luna.

La mappa incominciò ad illuminarsi, ed una volta cessato il fioco bagliore apparirono a poco a poco nella sua facciata principale delle lettere scritte in nero che formarono una parola, ne venne fuori "Altair".

:"Altair!" - pronunciò Bonnie, risoluta. Luna ebbe appena il tempo di leggere.

D'un tratto fu come essere in un vortice, Luna dapprima si sentì trasportare in aria come se fosse una secca e malsana foglia ceduta dal suo ramo, successivamente girò più volte in maniera lesta e scombussolata su se stessa, fino a salirle la nausea. Poi azzurro e bianco, aveva finalmente visto il cielo e le nuvole... poi nero, tutto buio, oscurato.


:"Luna... Luna... signorina Luna mi dispiace..." - disse Bonnie quasi piangendo, mentre Luna stava svegliandosi, aveva perso completamente i sensi. Ma ora rivedeva l'azzurro e il bianco.

:"Cosa... cos-a è succes... so?" - domandò flebile.

:"Sei svenuta. Per fortuna che mi sono accorta che stavi cascando al suolo con gli occhi chiusi. Ho subito provveduto con un incantesimo che ti avrebbe poggiata in terra senza un violento impatto. Anche se, effettivamente, giacché ancora non hai una bacchetta, anche da sveglia non avresti potuto evitare un brutto atterraggio senza di me... Dovevo non trascurare che per te era la prima volta... mi dispiace tanto!" - rispose mortificata Bonnie.

:"Non importa... davvero. Non preoccuparti. Però aspetta, un brutto atterraggio hai detto? Sarei morta da quell'altezza, molto probabilmente." - realizzò Luna, rinsavendo e alzando il capo.
Si era accorta solo in quel momento di essere distesa sull'erba, non era fuori casa sua; dinanzi a sé c'era un' indiscreto sentiero circondato da numerosissimi e grossi alberi. Non mostravano una grande simpatia, in quanto molto vecchi e svigoriti dal freddo invernale, alcuni per metà erano spogli. Non si udivano uccelli, ciò nondimeno si intuiva che doveva abitarci qualche creatura lì dentro. Una volta che avrebbero seguito il sentiero, forse, si sarebbero imbattute in qualcosa di curioso.

:"Questa foresta... quel sentiero... dove siamo adesso è la fine o l'inizio di esso?" - chiese Luna, notando che voltandosi dietro di lei c'era il nulla cosmico, apparte delle sbarre di legno consunte dal tempo che non permettevano di essere oltrepassate (ammenoché non si aveva il desiderio di cascare nel vuoto)

:"La fine. La mappa ci ha portato fuori dal sentiero." -

:"Perché?" - 

:"Lei ritiene che siamo più al sicuro qui." - rispose Bonnie, noncurante del tutto della reazione che avrebbe potuto adottare Luna nell'udire ciò.

:"Non avevi detto che qui avrei scoperto me stessa? Che qui anche tu hai imparato ad apprendere la magia? Che mi sarebbe piaciuta, che era speciale, e adatta e quant'altro? - disse Luna, sconsolata e agitata.

:"Non ho mai detto che sarebbe stato facile, signorina Luna. Gli altri mi avevano detto di avvertirti prima... ma ho preferito portarti direttamente qui e farti capire da sola come stanno le cose. In ogni caso non dovrai preoccuparti troppo! Ricordati che ci sono io con te! " - rivelò Bonnie, cercando di essere rincuorante.

:"Va bene... cerco di calmarmi. Ma gli altri... gli altri chi? E per favore, dimmi,  non è che ci sono mostri lì dentro, vero?" - 




*Nota dell'autrice:
Come detto in precedenza, sono riuscita a pubblicare anche questo capitolo - che spero sia stato di vostro gradimento - e voglio sperare che siate curiosi di conoscere anche il prossimo. E cosa altrettanto importante: ci tenevo a ringraziare vivamente chi è arrivato fin qui! 
A presto ^^!*

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Capitolo 4
*** L'urlo ***


Capitolo 4: L'urlo.


Bonnie esitò un istante. La domanda di Luna le era parsa al quanto desiderosa d'una chiara e aperta risposta.

:"No. O almeno io non li definirei così..." - disse poi, preoccupata per Luna, non voleva spaventarla ancor più di quanto non l'avesse già fatto.

:"E come li definiresti?" - domandò caparbiamente Luna.

:"Dissi che avremmo trovato creature magiche! Definiscili anche tu così, sarebbe meglio" - spronò Bonnie, cercando d'essere persuasiva agli occhi di Luna.

:"Bonnie, ho paura ad entrare lì dentro... non sono una strega al completo! Cioè... questo l'hai detto anche tu, no? Non so usare la magia" - proferì Luna.

:"Fidati di me. Non ti succederá nulla. Ma dobbiamo seguire il sentiero, senza perderlo" - soggiunse Bonnie, tutt'un tratto più cupa.

:"Che succede se perdiamo il sentiero di cui parli?" - domandò Luna, sollevandosi da terra e strofinandosi le gambe.

:"Che finiremo sicuramente in posti non graditi e allora troveremo più difficoltà del dovuto. Stammi vicina, signorina Luna. Non accadrá nulla" -

:"Non devi nominarmi sempre 'signorina Luna' se non vuoi, solo perché sono più grande di te non significa che tu debba portarmi così tanto rispetto... chiamami semplicemente per nome" - disse Luna in tutta sincerità, ora - che sia stato per costringersi a pensare ad altro, o perché non riusciva più a mandare giù quello 'pseudonimo' che le aveva affibbiato - decise di sparare il rospo, aveva mandato a lungo quell'intenzione.

:"Oh... sono abituata a chiamare i miei superiori così!" - enunciò Bonnie.

:"Ma io non sono assolutamente un tuo superiore. E non sono nemmeno brava come te con una bacchetta, dal momento che non ne possiedo nemmeno una. Pensa un po'!" - dichiarò Luna, sorridendole affettuosamente.

:"Sei davvero molto gentile, ma preferisco chiamarti come mi viene, difficilmente riesco a controllare il mio istinto. Ah, affrettiamoci adesso. Dobbiamo iniziare oggi l'allenamento!" - disse in tono memorabile Bonnie.

:"Allenamento? Seguendo il sentiero?" -

:"E non solo, emanare i tuoi poteri non consiste solo nel camminare dritto per una stradina tortuosa... andiamo!" - esortò Bonnie e s'incamminarono presso il sentiero.

:"Perché viene chiamata da secoli 'foresta solitaria'?" - domandò Luna mentre iniziarono il cammino, non appena entrò nel sentiero notò come gli alberi erano alti e parevano privi di animo, le foglie gialle, rosse, e d'un verde spento, c'erano cespugli inariditi, i fiori che si scorgevano di tanto in tanto erano appassiti, solo in pochi erano in salute. C'era qualcosa, però, di diverso, che rimandava quel quadretto lugubre: filtrava la luce di un sole radioso tra alcuni rami, questo permetteva a Luna di accendere un po' di speranza dentro sé, e la vegetazione intanto poteva riscaldarsi, seppure poco.

:"Perché nessuno ci va mai da solo, specialmente di notte. Il nome gliel'hanno dato dei vecchi maghi briganti che passeggiavano per caso di qui, notarono come la foresta era persa, sola, insensibile al tocco del vento e al canto inesplorato delle creature o degli uccelli, quando ce n'erano... di uccelli. La descrissero in un'opera, fecero anche parecchi soldi, comunque è successo centinaia di anni fa, non furono più trovate in successione opere, racconti simili, che la descrivessero. È bene che tu me l'abbia chiesto e che io te lo dica. Non vorrei che ti mancasse qualche particolare rilevante" -  le rispose Bonnie.

:"E... come mai tutto ciò?" - insistè Luna.

:"Beh...  non sono solo per le 'creature magiche' che ci abitano. Questa foresta è maledetta, c'è qualcosa che la costringe ad essere così com'è. Qualcosa di potente. Ma finchè ci sarò io, signorina Luna, ribadisco volentieri che non potrà accaderti nulla facilmente. La conosco troppo bene, so evitare i pericoli e gli ostacoli" - confessò Bonnie, sicura.

:"Peró non ci entreresti mai da sola di notte, vero?" - Bonnie non rispose subito, Luna non ripetè la domanda, cercava solo di capire fino a che punto la foresta fosse pericolosa per una come lei, una che - a malincuore - non era dotata ancora di poteri magici - o ancor meglio, non sapeva padroneggiarli. -

:"Probabilmente no..." - disse poi Bonnie.

:"Ferma, ferma!" -

:"Sento qualcosa. Non siamo soli." - concluse Bonnie, Luna sobbalzò.

:"Bonnie... cos- cosa succede?" -

Si udì un urlo. Un urlo squilibrato e folle, pareva quello di una donna anziana con una voce abbastanza roca. Ma perché aveva urlato? E chi era veramente quella donna?

:"Aggrappati a me, signorina Luna." - Luna non esitò un istante, le strinse il braccio e insieme sparirono. Si ritrovarono su un ponticello di legno dove sotto c'era un fiume, limpido, fresco, ci si poteva specchiare.

:"È l'unica cosa essenzialmente viva nella foresta questo fiume. Qui le creature malvagie non vengono mai. Aspetteremo qui, fino a quando la lupa..." -

:"Lupa?!" - domandó Luna, era esterrefatta, e, in realtà non lo era solo per quello che Bonnie aveva appena detto, ma anche per il fatto di non essersi sentita male, di non essere cascata in terra come la prima volta che si era teletrasportata. Pensò che ciò derivava dal fatto che le mappe portatrici erano l'unica cosa che, teletrasportando d'una distanza molto più ampia, la deturpassero a poco. In effetti, il suo ragionamento non faceva una piega.

:"Sì... quell'urlo apparteneva ad una lupa. Di giorno è una vecchia sbigottita e putrida, qualche ora prima dell'arrivo della sera si trasforma in una lupa, è la sua natura. È improgionata qui dentro da secoli ormai. Non ha mai lasciato questa foresta. E non credo abbia intenzione di farlo. È come se fosse casa sua" -

:"Ma... cosa fa alle persone o creature... o chicchessia di non familiare?" - chiese Luna, fissandola.

:"Le uccide" - rispose Bonnie, abbassando lo sguardo al suolo.

:"Dovevo sentimelo dire, direi che sono soddisfatta" - disse Luna, sarcastica. Bonnie alzò lo sguardo e scoppiò a ridere.

:"Non prendertela con te stessa, signorina Luna! E se ti stai domandando come mai quando ci siamo teletrasportate un attimo fa non sei svenuta beh... prima di tutto non sono una mappa portatrice - e credo tu questo l'abbia già capito - e seconda cosa, la distanza era breve. Quindi sì, più aumenta la distanza da un luogo ad un altro e più il nostro corpo subisce violazioni" - esaminò Bonnie, chiaroveggente.

:"Ottimo! Era quello che credevo. Però ora mi spieghi come hai fatto a capire che stavo pensando proprio a questo prima. Anche a casa mia mi hai letto nel pensiero, prima ancora che ti vedessi, mi ricordo benissimo. Vorrei che tu mi spiegassi come fai. Sono curiosa!" - disse Luna, estasiata, gli occhi spalancati, ancor più grandi di com'erano e rilucenti per l'emozione.

:"Lo immaginavo! È una cosa che mi succede non troppo spesso ma di tanto in tanto quando mi trovo con una buona persona come te! Non mi riesce leggere nel pensiero ad individui meschini o sadici. Lo definisco un privilegio, anche se a volte fa venire mal di testa!" - ridacchiò Bonnie, fiera di sé.

:"Ahhhhh. Sarebbe magnifico se sapessi leggere nel pensiero anch'io! E mi sorprende che tu mi definisca buona... nel senso, mi fa davvero tanto piacere e ti ringrazio. Ti succede senza preavviso e solo alcune volte, allora? Con me ti è capitato due volte... bastano e avanzano direi!" - realizzò Luna, ridendo anche lei.

:"Esatto. Non sono io a definirti buona, è la natura a farlo. Non cerchi di provocare male ed è una cosa molto molto giusta. E il bene è giusto, vero? Abbiamo cose in comune, ciò mi lega a te e mi riesce facile sapere cosa ti frulla per la testa, anche se non volendo!" -

:"Mi sentivo di ringraziarti comunque, Bonnie. Hai ragione, sono d'accordo e... bene! Sono felice di saperlo" - disse Luna, dimenticando quasi di essersi appena teletrasportata con una nuova amica strega per sfuggire ad una creatura minacciosa che incombeva il sentiero  - il quale per altro dovevano attraversare. -

Si udì un altro rumore. Uno meno sgradevole dell'urlo di quella lupa, era provocato da alcuni cespugli poco distanti dal fiume, era chiaro. E poi...

:"Sorpresaaaaa!" - urlò una ragazzina della stessa etá di Bonnie, sbucando fuori dal nascondiglio, vestita altrettanto con colori vivaci e forti. Aveva i capelli castani con qualche riflesso ramato, gli occhi piccoli e blu a differenza di Luna che aveva lunghi capelli castani con riflessi aranciastri e grandi occhi nocciola.

:"Buon pomeriggio a voi che entrate. O che siete giá entrati? Oh sì, siete giá entrati!" - urlò un ragazzino sempre della stessa etá, sbucando poco dopo, vestito tutto di giallo e un cappello a punta nero che ricopriva folti capelli rossi. I suoi occhi invece erano verdi.

:"Sono di nuovo circondata da persone imbecilli" - sbuffó Bonnie, malcontenta.

:"Eddai, Bonnie. Presentaci la tua amica!" - disse la ragazzina.

:"La conoscete giá. E diciamo che cominciamo col piede sbagliato. Io devo aiutarla e voi non dovete mettermi i bastoni tra le ruote. Né tu, Clara, né tu, Dean" - disse veemente Bonnie.

:"Non dobbiamo metterti i bastoni tra le ruote?" - iniziò Clara, muovendo in continuazione su e giù le braccia e la sua bacchetta che aveva nella mano destra.

:"Ma perché, guidi la macchina?" - concluse Dean, facendo scoppiare anche Clara in una risata tracotante e stupida. Luna cercò di trattenersi dal ridere.

:"Ah. Ah. Ah. Ah. Che ridere, potrei morire dalle risate, sentite ma perché non tornate da dove diamine siete venuti?!" - abbaiò Bonnie.

:"Calmati, Bonnie. Il compito di aiutare Luna spettava anche a noi. Vi stavamo aspettando. Siamo così felici, adesso!" - affermò Dean, con gli occhi lucenti, simili a quelli di Luna, qualche minuto prima.

:"Sta' zitto!" - rimbeccò Bonnie.

:"Ma ha ragione!" - contestò Clara.

:"Sta' zitta!" - abbaiò di nuovo Bonnie.

:"D'accordo... cerchiamo di calmarci. Ok?" - disse Luna, intervenendo e con un sorrisone in volto.

:"In effetti mi dispiace Bonnie, ma dovresti essere meno vanagloriosa e offrire una possibilitá anche a noi. Vi abbiamo seguiti fin qui senza che nemmeno te ne accorgessi. Non siamo stati bravi?" - propalò Clara. Sia lei che Dean avevano un grosso sorriso glorioso in volto, che, pensò Luna, difficilmente si sarebbe levato. Erano simpatici, divertenti e una buona compagnia se ti sentivi giù o non avevi niente di straordinario da fare.

:"Ditemi... da dove venite? E siete voi quindi le persone che aspettavano ieri Clara in questa foresta? E... oggi aspettavate me?" - domandò Luna, notando che Bonnie si era messa di spalle, lontana, con fare prepotente, e non dava loro corda.

:"Veniamo dal Canada. Dean è mio fratello gemello. Ci siamo accorti di essere strega e mago da soli undici mesi. È stato un trauma per noi inizialmente... da allora non facciamo altro che allenarci nella foresta e tentiamo di distruggere quante più creature maligne possibili. Ma a quelle pericolosissime non ci avviciniamo nemmeno. E... sì! È anche compito nostro difenderti dai 'mostri' della foresta e aiutarti ad usare la magia!" - rispose Clara, serena.

:"Creature magiche, non MOSTRI" - borbottò Bonnie, troppo arrabbiata, orgogliosa e offesa da farsi sentire.

:"Anche mio fratello vive in Canada! Da un annetto ormai. Se può confortarvi, io ho scoperto di essere una strega da poco e quindi voi sapreste sicuramente aiutarmi..." - disse Luna.

:"L'avevo detto! Vedi che dovevi offrirci una possibilitá, Bonnie? Ehi... guardami quando ti parlo! Solo perché cambi idea da un momento all'altro non vuol dire che io e Dean non possiamo essere affidabili persone!" - disse Clara, ora turbata. Poi riprese fiato, sorrise di nuovo con la stessa gioia di prima e disse

:"Bene, Luna. Proviamo" -  Con un colpo di bacchetta fece comparire un topo alto e grosso quanto loro, era così orripilante che Dean e Bonnie, che guardava sottecchi, si misero la mano dinanzi alla bocca onde evitare il rigurgito.

Luna non capì nulla, fu un attimo, ci volle un po' per concretizzare ciò che aveva davanti, non aveva categoricamente mai assistito a nulla di simile, Clara le lanciò la sua bacchetta, lei l'afferró spontaneamente e dapprima non seppe che farci ma poi azzardò un movimento strano verso l'animale che arretrò come se fosse ferito... sparì nell'arco di qualche secondo, indolensito, impaurito. Come aveva fatto?

:"Oh!! Signorina Luna, bravissima! Complimenti!" - esultó Bonnie, contentissima, voltandosi di scatto.

:"Sei davvero una strega, allora!" - urlò Clara. Dean applaudì, solenne.

Luna era confusa. Si stava domandando come ci fosse riuscita, la bacchetta... sì, era grazie a lei, nonostante non fosse la sua. Un incantesimo, senza saperlo aveva emanato un incantesimo.

:"È davvero eccezionale!" - disse, soddisfatta, infine. Ancora non ci credeva.

:"Condivido pienamente! Pensa che animare quell'animalaccio è l'incantesimo più potente che Clara riesca a fare e tu l'hai rimpiazzato facilmente con la sua stessa bacchetta!" - urlò Bonnie, incantata e rincuorata, in un certo senso.

:"Sì... sì... ma andiamoci piano..." - disse Clara, un po' offesa. Dean sogghignò.

:"Da cosa stavate scappando?" - domandò poi Dean, ricordandosene, sia lui che Clara avevano sentito la lupa, non era la prima volta, tuttavia non sapevano ancora chi fosse e che quell'urlo appartenesse a lei.

:"Dalla lupa. Non sono in grado di affrontarla" - disse Bonnie, mostrando loro di nuovo le spalle e ritornando ad essere boriosa nei confronti dei due.

:"Ma... cos'è esattamente? Perché non ce ne hai mai parlato? Dici sempre che dobbiamo scappare da quest'urlo e alla sera sospendere gli allenamenti e anche di non allontanarci troppo dal fiume, non sappiamo nemmeno di chi sia. Non ci avventuriamo in creature troppo terribili e lo sai" - disse Clara, incredula.

:"No, infatti. Ma avevo paura per voi solo a parlarne. Ne ho per tutti e abbastanza anche per me. Quella creatura cresce in potenza ogni giorno" - rispose Bonnie, misteriosa. Luna fece uno sguardo assente.

:"Luna, stai bene?" - domandò Bonnie, notandola.

:"Sì, credo di sì" - le rispose Luna, rabbrividendo.

 
                                                                                                             
                                                                                                           
*Nota dell'autrice:
Mi spiace che sia passato un po' di tempo dall'ultima volta che pubblicai un capitolo, spero di riuscire ad aggiornare presto il prossimo e di avervi incuriosito almeno un po' ^_^ !
A presto!*

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Capitolo 5
*** Un nascondiglio perfetto ***


Capitolo 5: Un nascondiglio perfetto.


:"Allora... molto bene" - disse Bonnie, guardando Luna preoccupata.

:"Ehm... quindi... questa creatura è... è, insomma... da evitare?" - iniziò Clara.

:"Clara..." - 

:"No, dico... cioè Bonnie, pensi che noi non potremmo..." -

:"Clara!" - strepitò Bonnie, furiosa.

:"Assolutamente no. Non vi ho fatto venire qui undici mesi fa affinché perdiate la vita anziché trovare il vostro coraggio e sviluppare i vostri poteri! E poi c'è la signorina Luna qui. Volete metterla in pericolo? Noi sappiamo che è forte, l'abbiamo potuto vedere un attimo fa, ma lei ancora non può dimostrarlo a se stessa. Cercate di ragionare tutti e due, non vi ho forse detto che affrontare creature pericolose richiede tempo e fatica? Dean... sì, sto parlando anche per te, non sbuffarmi contro!" - concluse, per stupore di Luna, tutto d'un fiato.
Clara la contemplò ad occhi sbarrati con sguardo colpevole.

:"Forse Bonnie ha ragione. Non conosco la pericolositá delle creature in questa foresta, tuttavia se neanche lei che conosce meglio di noi la magia può combattere contro creature simili..." - esordì Luna, penseriosa.

:"Oh, un'altra persona che pensa prima di parlare! Che tortura" - esaminò Clara, incrociando le braccia.

:"...gr- grazie?!" - rispose Luna, palesemente incerta.

:"Non era propriamente un complimento" - si affrettò a dire Dean.

:"Mia sorella ed io riteniamo che le persone troppo sagge e ragionevoli siano un buon pretesto per far scorrere il tempo e rimandare troppe volte i propri obbiettivi, talvolta importanti. E che siano anche un tantino mosci" - 

:"Mosci? Cosa vorrebbe significare 'mosci'?" - chiese Luna, un po' turbata.

:"Oh beh, sai, quando una persona è pesante e poco divertente" - rispose Clara, gettando l'occhio su Bonnie. Era chiaro che, tutto quel discorso si era animato contro Bonnie e non per Luna.

:"La signorina Luna , e ne sono sicura, non è per niente così! Del resto... ecco... non lo sono neanch'io" - propalò Bonnie, un po' imbarazzata per essersi fatta un 'complimento' da sola.

:"Sia chiaro, Luna, non pensiamo tu sia poco divertente" - disse Clara.

:"Anzi, sei una persona affabile" - proseguì Dean.

:"Ma in questi ultimi giorni abbiamo capito di non tollerare molto i pregiudizi degli altri... di chi crede che non possiamo compiere gesti eroici o qualsivoglia azione volutamente destinata a far del bene" - terminò Clara.

:"Adesso basta! BASTA ho detto!" - urlò stremata Bonnie. In quello stesso istante, i suoi capelli divennero d'un rosa pallido, poi incominciarono a divenire gialli per metá, poi i due colori andarono sfumando in un verde e poi blu, per terminare con un delizioso, oserei dire, verde acqua. A primo impatto sembrava indossasse una parrucca arcobaleno.

:"Oh! Ecco! Ci siamo riusciti!" - esclamò con fervore Clara, indicando i capelli di Bonnie a Dean, che esultò a sua volta.

:"Cosa? Ma cosa le è successo?!" - domandò Luna, stracuriosa e affascinata allo stesso tempo.

:"Quando si arrabbia, sì... succede ogni qualvolta lei diventa isterica e non riesce più a controllarsi!" - spiegó Clara.

:"Sai, lei ha il potere di cambiare aspetto, con un piccolissimo difetto: non può controllare il colore dei suoi capelli, hanno un brutto effetto su di lei alle volte! Eheh!" - aggiunse Dean con le lacrime agli occhi.

:"Sì, insomma... io... signorina Luna, tu mi hai vista, no? In casa tua. Non mi sono presentata in forma umana ma..." -

:"Sì, Bonnie, eri una fatina. Ricordo benissimo e non te ne devi vergognare, tranquilla" - disse Luna, captando la vergogna e il disagio nel suo volto. Clara e Dean soggghignavano ancora.

:"Oh, beh... mi dureranno per un'ora o due..." - farfugliò Bonnie, coi capelli ancora di colori diversi e vivaci.

:"Va bene! Miei prodi, in marcia, su! Questa è l'ora degli unicorni!" - disse Clara solennemente, innalzando il capo come una vera leader.

:"Cosa, cosa? Ci sono gli unicorni?" - esclamò Luna, gli occhi pieni di meraviglia.

:"E lo domandi? Eccome se ci sono! Avanti, andiamo! Bonnie... tu vieni o rimani qui? Lo sai che sono dall'altra parte della foresta e poi non credo che, ehm... la lupa... abbia qualche genere di amicizia con gli unicorni" - disse Clara, ponderata.

:"No, è altamente improbabile... è chiaro... ma credo che dovremmo presentare Luna alla..." - 

:"Bonnie! C'è tempo ancora per le presentazioni. Avanti, teletrasportiamoci" - interruppe Clara, Dean si avvicinò a lei e si presero per mano. Bonnie si affrettò a prendere Luna per un braccio.

:"Stia tranquilla, signorina Luna, ove sono gli unicorni non ci sono pericoli, solo che non amano essere disturbati e... beh... ma sono sicura che questa visita breve non li disturberá" - le disse.




Luna si ritrovò nello stesso vortice di prima, adesso durò un po' di più, anche se non poteva essere paragonato a quello provocato dalla mappa portatrice. Intravide il verde circumnavigare intorno a lei, era velocissimo, poi un giallo debole, e alzando di più gli occhi poteva vedere l'azzurro... tutto ciò in una frazione di qualche secondo.

:"Eccoci!" - rimbombò una voce infine, Luna non si era sentita male come la prima volta, ma provò una fastidiosa sensazione di vuoto e un lieve giramento di testa che passò subito.

:"Shhhhh! Bonnie, non far rumore o se ne andranno!" - borbottò Clara. Era una parte della foresta che a Luna parve straordinariamente gradevole. Gli alberi erano sempre deboli e malati, ma c'era qualcosa nell'aria che echeggiava forza e bellezza. Si guardò intorno, notò delle piante molto alte, almeno di quattro metri e dallo stelo robusto, e qualche strano uccello svolazzare di qua e di lá, erano di una razza che Luna non aveva mai visto prima. A primo impatto le parvero aquile... ma d'un colore azzurro mare. Non seppe ben dirsi se fossero creature pericolose o no, tanto meno se classificarli nella categoria di comuni uccelli, appunto.

:"Tra poco usciranno fuori" - bofonchiò Clara, il suo vestito per metà arancione e per metà viola contrastava vicino quella che sembravano una corolla gigantesca d'un grigio spento, era appassita e penzolavano da essa strani filamenti color nero giaietto. Notò che più indietro c'era un altro fiore legato al primo, lo stesso tipo, non erano per nulla gradevoli da contemplare.

:"Cosa sono quelli?" - chiese Luna poi, curiosa.

:"Oh... si chiama Mirphak, è una parente alla lontana delle piante carnivore. Questo tipo di pianta - per nostra fortuna - non divora carne umana, ma solo insetti. E' morta da almeno un paio d'anni, a giudicar dall'aspetto. Quando è viva brilla, oh sì, con la luce del sole poi sarebbe ancora più luminosa, quasi accecante" - spiegò Clara, voltando il capo per guardare la pianta. Luna deglutì, il pensiero che esistessero per davvero piante carnivore non era uno dei migliori; cercò di immaginarsi le Mirphak vive, forse le sarebbero piaciute di più, era veramente straordinario, pensò, che esistessero piante di quel genere.

:"E quegli uccelli? Ora ne sono di meno... prima..." - ridomandò.

:"Ah, vengono chiamati Seas. Precisamente non so dirti cosa fanno, però so che hanno poteri particolari, come quello, se non vado errato, di emettere dal loro becco una grande quantità di acqua salata per difendersi dai nemici" - Luna immaginò uno di quegli uccelli sputacchiare tanta acqua, era incantata, le piacevano.

:"Ottime spiegazioni..." - grugnì Bonnie.

:"Tu dici?" - rispose Clara, facendo una smorfia.

Sì udì un rumore, qualcosa si stava avvicinando a loro, Luna sentì qualche vizzo cespuglio muoversi, o forse era mosso da qualcuno che cercava di oltrepassarlo.
Una creatura piuttosto alta, turchina e con un corno lungo almeno dieci centimetri si accostò dinanzi a loro, guardingo. 

:"Oohhh!" - esclamarono tutti, affascinati. Dean si avvicinò ancor di più, lentamente.

:"Salve!" - disse poi, togliendosi il cappello.

:"Cosa fate da queste parti, umani?" - domandò l'animale, aveva una voce femminile molto cauta ma profonda.

:"Oh... signora... cioè, volevo dire, creatura della foresta, noi siamo qui in visita! Questa è Luna. Volevamo mostrarle la sua magnificenza..." - rispose Bonnie, con voce sognante, senza smettere di guardare la creatura.

:"E chi è costei di preciso? Una strega? Percepisco in lei un grande potere, tuttavia..." - esordì l'unicorno.

:"Non so dominarlo al completo, sì" - concluse Luna per l'animale.

:"Il mio nome è Vicky, piacere. Ho sentito il tuo odore, ancora una volta tenti di spiarci, non è così? Scommetto che sei stata tu a suggerire ai tuoi amici di venire ancora una volta qui, e ora che avete portato nella foresta una nuova amica, beh, era sicuramente una buona scusa..." - disse ancora Vicky, riferendosi a Clara.

:"Oh, io... mai spiare, non spiare!" - rispose lei, frettolosamente.

:"Sta' attenta, Clara. Non tutti gli unicorni sono pazienti e gentili con altre creature, specie se non lo sono affatto" - precisò Vicky.

:"So bene che sei amica di Annabeth, ma lei è ancora una puledra, non ha neanche il corno. Non conosce i rischi che noi unicorni incombiamo a mostrarci spesso agli altri... noi dobbiamo rimanere al sicuro, questo è il nostro spazio" - continuò.

Sia Bonnie che Luna guardarono Clara con sguardo interrogativo, non aveva ancora accennato di un'amica puledra, non sapevano che avesse un contatto così vicino con uno di quegli unicorni. Dean non parve stupito.

:"Ora vado, potrete rimanere ancora per poco, la luna si fa sempre più alta... andremo presto a dormire. Addio, umani" - salutò Vicky e sparì, correndo tra gli alberi.

:"Di' un po', tu..." - disse Bonnie, inarcando le sopracciglia.

:"Chi sarebbe questa Annabeth?" - 

:"Lei è... oh, sapevo che te la saresti presa se ti avessi raccontato il mio segreto!" - urlò Clara, pentendosene un attimo dopo.

:"Dean, non potevi informarmi almeno tu a proposito di tua sorella che viola le regole della foresta?!" - domandò Bonnie, arrabbiata.

:"Ma se non lo sapevo nemmeno io" -

:"Però non sembravi sorpreso..." -

:"Infatti non mi sorprendo per niente di questa scelta" - concluse Dean, secco.

:"Oh, basta. Mi piacciono gli unicorni, fine. Ho conosciuto una puledra qualche giorno fa, fine. Volevo raccontarlo a Dean ieri ma mi son detta: gli faccio una sorpresa! Fine. Credevo che avremmo incontrato lei, infatti, oggi, e invece è venuta fuori quell'altra. FINE!" - disse Clara, veemente.

:"Finitela di battibeccare in continuazione! Piuttosto fatemi capire una cosa: perché questi unicorni sono così 'riservati'?" - disse Luna, sfinita. Quell'aria gradevole che prima aveva sentito adesso era inequivocabilmente svanita.

:"Perché sono rari. Sono sempre stati rari, quindi cercano di rimanere in disparte e ora che qui ci sono creature che crescono in potenza maligna sempre più... a maggior ragione non si fidano di nessuno. Sono potenti, per questo meglio stare allerta da loro, anche se non amano combattere" - chiarì Bonnie.

:"Mmh... loro si nascondono qui, allora... è decisamente un nascondiglio perfetto" - disse Luna, guardandosi ancora una volta intorno.

:"Insomma, per quelli che vogliono un po' di pace..." - 

:"Sì, peccato che non sono molto ospitali, l'hai sentita Vicky, no?" - rispose Dean. Luna annuì.

:"Dobbiamo portarti dalla nostra maestra, subito. Abbiamo già perso molto tempo e il tempo è roba preziosa" - debuttò Bonnie.

:"Bene. Andiamo, allora, ah... splendidi capelli, Bonnie" - disse Clara, che, insieme a Dean, sghignazzò.




Di nuovo in un vortice, stavolta Luna non provò nessuna sensazione, apparte quel solito lieve giramento di testa.

:"Maestra... abbiamo portato la ragazza!" - disse Bonnie, noncurante degli altri. Si ritrovarono in una parte della foresta molto familiare a quella che Bonnie e Luna avevano percosso da sole, molto prima. Poi Luna capì, erano proprio lì che dovevano andare prima che sentissero l'urlo, Bonnie aveva intenzione di farle conoscere questa "maestra" molto prima di farle conoscere Clara e Dean.
Una donna, alta, d'una certa età e con un cappello a punta verde cetriolo in testa e con un abito dello stesso colore, uscì fuori all'improvviso, da dietro un albero più robusto degli altri, Luna la guardò attentamente.

:"Finalmente. Incominciavo a pensare che vi foste persi nella foresta... Clara, Dean, siete voi la causa di questo insolito ritardo da parte di Bonnie?" - domandò, lieve, la donna ai due.

:"Ehm... maestra noi... ci dispiace" - dissero all'unisono i gemelli.

:"Benvenuta, Luna. Io sono la loro maestra e la tua se vorrai. Ho affidato a Bonnie, la strega più capace, il compito di portarti qui e di aiutarti in seguito, comunque sono felice che Clara e Dean si sono offerti di darti una mano... Nessuno di noi, temo, vorrebbe starsene qui a parlare, ma ovviamente non abbiamo altra scelta, perché questo posto va curato, sistemato, non può essere lasciato al suo triste destino e tu... tu, cara, saprai darci una mano" - disse la donna, aggiustandosi il cappello.

:"Ma... signora, io... io sono una strega, lo so, e sono contenta di esserlo. Ma non ho nemmeno una bacchetta, e non sono capace di... come potrei io aiutarvi a salvare questo posto?" - balbettò Luna, chiaramente emozionata e dubbiosa allo stesso tempo.

:"E chi ha mai detto questo, cara?" - la donna estrasse la sua bacchetta dal manico della sua veste, la roteò, un paio di scintille blu notte ne vennero fuori e un rumore stridente poco dopo. Una bacchetta poi, color marrone quercia fu l'ultima cosa che uscì, creandosi nell'aria.

:"Ecco. E' tua questa" - disse la donna, porgendogliela. Luna non ne rimase meravigliata, ma di più. Se fino ad allora aveva assistito a cose potenzialmente bizzarre, anomale, misteriose, questa... questa era la prova che in realtà non aveva visto ancora niente di così tanto eccezionale e comparabile, per lei.

:"E' magnifica! La trovo una cosa magnifica!" - esultò, prendendola. Bonnie fece un gran sorriso, Clara e Dean si misero a saltare.

:"Adesso sì che potrai controllare i tuoi poteri, adesso sì che potrai usarli, adesso sì che potrai vivere da strega" - disse la donna, con un sorriso tenue.

:"Posso fare quello che voglio?" - domandò Luna, concitata.

:"Tu chiedi, lei fa, ovviamente con un po' di esercitazione, incantesimi d'un certo livello richiedono pratica, mente e bacchetta devono collegarsi in maniera eloquente. Ma sii prudente, Luna, non è un giocattolo e voglio che sia ben chiaro anche se - e ne sono certa - tu questo lo sai già. Gravi punizioni vengono inflitte a coloro che si comportano in modo sgradevole nei confronti di qualcun'altro, che sia strega o mago, animale, pianta o persona senza poteri magici" - evidenziò la donna. Luna annuì senza indugio, ora aveva in mano una bacchetta, era sua, finalmente.

:"Così potrò aiutarvi a... signora, come mai proprio io? Intendo, perché lei crede che io possa aiutarvi a fermare questa specie di maledizione che incombe sulla foresta?" - chiese Luna, rinsavendo.

:"Lo sanno tutti. Tu sei la protagonista della leggenda" - a quelle parole Bonnie, Dean e Clara sussultarono. Luna subodorò.

:"Leggenda? Di quale leggenda parliamo?" - 





*Nota dell'autrice:
Heilà! Vi va di conoscere il proseguimento della storia? ^-^ Spero di sì. E spero - ancora una volta - di pubblicare presto il seguito.
Grazie a chi ha letto fino in fondo
!
Un salutone.
*

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Capitolo 6
*** Il mistero della leggenda ***


Capitolo 6: Il mistero della leggenda.


La maestra di magia aveva dedotto che Luna non sapesse nulla di quella leggenda. Luna era una ragazza da poco venuta in quella foresta, da poco aveva scoperto di essere una strega e da poco aveva avuto una bacchetta - soprattutto. - 

:"Cara, perché non vi sedete tutti e quattro?" - disse la strega, e roteando la bacchetta in aria fece ergere tre sedie nell'esatto posto in cui erano Luna, Bonnie, Clara e Dean. Si sedettero, senza indugio.

:"Bene. Mettetevi comodi. Allora, Luna, sicuramente saprai che questa foresta un tempo era sicuramente meglio di com'è adesso... diciamoci la verità, non era una gran bellezza nemmeno all'ora. La natura ha reso questa foresta un posto di per sé misterioso e 'freddo', ma ciò non significa che dev'essere necessariamente maledetto. E la maledizione si estenderà ben oltre questi confini, se non la si argina" - esordì, accarezzando la sua bacchetta ed abbassando lo sguardo al suolo.

:"Ciò vuol dire..." - continuò, notando la perplessità nel volto di Luna, che però aveva già capito cosa intendesse dire.

:"Che questo posto è stato maledetto da anni, sì, ma non da sempre. Ecco, la leggenda narra che un fanciullo o una fanciulla, che cresciuto o cresciuta per molto tempo con le persone comuni, cioè senza poteri magici, ma che poi successivamente avrebbe scoperto di essere un mago o in questo caso una strega, avrebbe potuto sfidare - appunto - questa maledizione, avrebbe potuto abbatterla. 
Nessuno dei tuoi parenti è un mago, nessuno. Invece abbiamo chiari esempi qui, i tuoi amici, come Bonnie, che ha parenti maghi e come Clara e Dean, che ne hanno altrettanto, nonostante abbiano scoperto la magia da poco come te" - spiegò la maestra, in tono sempre più determinato.

:"Quindi io... per questo... devo, come posso dire... magari c'è qualcun'altro come me" - balbettò Luna.

:"Oh, abbiamo cercato, sai. Nessuno che non abbia almeno un parente lontano che sappia usare la magia è stato trovato che concordasse. Tu sei l'unica, Luna, a voler conoscere questo mondo, l'unica ad averlo sempre sognato e a non avere timore... e se la leggenda è vera... non ti resta che metterti in viaggio, mia cara, se vorrai aiutarci, ovviamente, e aiutare anche te stessa. Oramai il nostro mondo è il tuo" - continuò la donna.

:"Ma... ma... mi piacerebbe aiutarvi, davvero. Se solo sapessi qualcosa in più di questa foresta" - disse Luna, che aveva la sensazione di essersi dimenticata qualcosa di più importante del "non conoscere affatto la foresta".

:"Immagino che tu sia preoccupata dei tuoi genitori, che noteranno la tua assenza, infatti credo che presto tu voglia andare da loro" - Luna ebbe un colpo al cuore, era proprio questo che per tutto quel tempo aveva quasi dimenticato, e che pian piano le sarebbe venuto in mente, se non fosse stato per la strega.

:"Sì! Assolutamente, sì!" - disse, il tono della voce più alto del solito, Luna non era solita alzare la voce con persone sconosciute, neanche con Bonnie si prendeva questa confidenza.

:"Bene. Devo dire che i tuoi genitori saranno contenti che tu ti sia preoccupata, lo sono già, adesso che sanno che sei una strega" -

:"C- come?!" -

:"Pensi che loro non l'avrebbero scoperto? Le tue assenze, ragazza, per Merlino, mi sembra ovvio che avrebbero sospettato qualcosa più in là, se avessi scelto questa strada. Ho scritto loro, io sono sotto la tua sicurezza, all'inizio erano un po' scettici, come di consueto in questi casi, tuttavia quando sono andata a trovarli e ho dimostrato loro di potersi fidare di te e di me, si sono rivelati abbastanza convinti e affascinati. Buona gente la tua, anche tua sorella maggiore, Sarah" - soggiunse la maestra, solenne. Luna era quasi sconvolta, non si aspettava di sentire quelle parole, inequivocabilmente era contenta ma... confusa, molto.

:"Quando... quando l'hanno saputo?" -

:"Da una settimana. Ho detto loro di non dirti nulla, mi ci è voluto un po' per fargli capire che era meglio così. Sarebbe stata Bonnie ad avvisarti, dimostrandoti dapprima cosa voleva dire essere qualcuno in grado di saper usare la magia, essere qualcuno che ci crede" - rispose.

:"Luna, il tuo compito non sarà solo imparare a riconoscere ogni sentiero di questa foresta... imparare a dominare la magia, e preferirei che tu non mi chiedessi di più, per il momento. Bene, devo lasciarvi, sento che qualcuno dei vostri amici si è cacciato in un bel guaio" - aggiunse.

:"Amici? Ci sono altri qui?" - chiese Luna, sbalordita.

:"Assolutamente no, ma a Rolix sì. Se ti stai chiedendo cos'è, è un rifugio di maghi e streghe, lì ci si può allenare, confrontare... ci sono anche altri maestri. Confido, Bonnie, che tu sappia adesso cosa devi fare. A più tardi" - La strega in un lampo svanì. Clara, Dean e Luna guardarono Bonnie.

:"Oh, beh... pensavo che era meglio non dirti nulla, Luna... ma adesso mi sembra il momento giusto, giacché sai ogni cosa" - azzardò Bonnie, mordendosi un labbro. Luna non l'ascoltava per davvero, stava immaginando un castello pieno di magia dopo le parole della maestra; incantesimi su e giù, forse lì avrebbe incontrato molte altre persone simpatiche come Bonnie, Clara e Dean, sarebbe stato favoloso andarci.

:"E credo che quindi anche noi, ADESSO, potremmo esserne informati, VERO?" - rimbeccò Clara, decisamente offesa. Dean fece una smorfia e incrociò le braccia, nervoso.

:"E va bene, va bene, va bene!" - esclamò Bonnie, perdendo tutta la sua insicurezza.

:"Dobbiamo trovare il germoglio" - poi disse, guardando solo Dean e Clara.

:"Quale germoglio, scusa?" - domandò Luna, rinsavendo.

:"Oh, è un germoglio magico, ovviamente! Non è molto buono... come nessuna cosa qui dentro, ma ha dei speciali effetti curativi. E' di un colore viola intenso e scuro, e molto più grande del normale, cresce in piccole grotte o nei sentieri più oscuri, non ama per niente la luce del Sole" - chiarì Bonnie, risoluta.

:"Andiamo, allora!" - strepitò Clara, impaziente.

:"Aspetta, aspetta. Da dove incominciamo l'esplorazione? E perché Luna devo trovarlo?" - chiese Dean, grattandosi la testa dopo essersi messo una mano dentro il cappello.

:"Perché ci serve, non so per cosa, secondo la maestra Mia è importante che Luna compia questa missione" - disse Bonnie, penseriosa.

:"Quindi non è questa la 'missione' importante e principale che dovrei fare, giusto? La maestra si chiama Mia?" - chiese Luna, conoscendo già la risposta.

:"Esattamente... e comunque sì, si chiama così, meglio che non t'azzardi a chiamarla per nome, però" - rispose Bonnie, sconcertata.

:"Andiamo!" - urlarono all'unisono Clara e Dean. 



Stavolta non ci fu bisogno del teletrasporto, Bonnie era a capo e li guidò più in largo, in direzione di un sentiero in cui la luce sembrava essere proibita.

:"Oh, cielo..." - sussurrò Clara, Dean fece cenno di sì col capo più volte, trattenendo il respiro.

:"E' tetro, molto..." - disse Luna, ponderandolo. Bonnie si fermò.

:"Immagino che debba essere tu ad entrare per prima, signorina Luna..." - disse l'amica dai capelli arcobaleno.

:"Sì" - rispose determinata Luna, varcò la soglia.

:"Che coraggio!" - esclamò Dean.

:"Che grinta!" - esplose Clara. Entrambi alzarono il capo, tracotanti, sorpassarono Bonnie ed entrarono per secondi. Bonnie sbuffò.

:"Avevate paura fino a qualche secondo fa..." - borbottò.

:"Ti abbiamo sentita!" - urlò Clara.

:"Meglio, era il mio intento" - rispose Bonnie, sbuffando ancora.

:"Luna ci dà il coraggio per proseguire" - disse il piccolo Dean, facendo di poco inveire Bonnie. Clara fu soddisfatta di quella risposta. Luna si fermò a sua volta.

:"Ci sono due strade, qui. Come facciamo a sapere quale conduce ad una grotta o ad un sentiero più oscuro?" - domandò, fissandoli, concentrata. 

:"Ci sono!" - esclamò poi, e dalla borsetta blu notte che aveva a tracolla estrasse una piccola torcia, facendo bene attenzione a mantenere salda con l'altra mano la sua bacchetta. Illuminò entrambi i sentieri per vedere se riusciva a capire qual'era quello che richiedeva più luce per essere visto meglio.

:"Direi che dobbiamo andare a sinistra!" -

:"Ah! Allora avanti, sorellina" - incoraggiò Dean, prendendola per il braccio e trascinandola.

:"Sai, signorina Luna, avresti potuto fare lo stesso con la tua bacchetta, avresti potuto pensare ad una torcia e... la bacchetta avrebbe fatto il suo lavoro" - disse Bonnie, procedendo insieme ai tre.

:"Dici che si sarebbe illuminata? Fantastico! Ricordamelo la prossima volta" - esclamò, radiosa, Luna. Bonnie annuì imbarazzata.

Il sentiero era veramente oscuro, quegli alberi che superavano i venti metri emanavano una tale umidità che Bonnie dovette, con la propria bacchetta, far apparire una giacchetta di lana da mettersi sulle spalle. Tutta la foresta era piena di quegli alberi ma pareva che solo in quel momento ci si poteva rendere conto di quanto fosse fredda.

:"Oh, guardate!" - esclamò Clara, indicando uno di quei tanti alberi, dinanzi a loro.

:"Cosa dobbiamo guardare?" - domandò Bonnie, inarcando le sopracciglia. Clara avrebbe giurato di aver visto qualcosa muoversi oltre l'albero, in gran velocità, ma era apparentemente svanito. 

:"Mi sembrava di aver visto..." -

:"Sì" - convenne Luna.

:"Anch'io ho visto qualcosa... ma non sono riuscita a capire cosa fosse" - 

:"Non è mica vero che avete le visioni?" - domandò sarcastico Dean, la sorella - per la prima volta, da quando si erano presentati a Luna - gli scoccò uno sguardo poco divertito.

:"Dai... scherzavo" - disse Dean, scoraggiato. Clara rise, come se avesse voluto prendersi soltanto gioco di lui un attimo prima.

:"Beh, proseguiamo, forse sarebbe meglio che restassimo in allerta" - suggerì Luna, i tre accondiscero.

A poco a poco la via si faceva sempre più cupa, dovettero far brillare le loro bacchette, per Luna non sembrò particolarmente difficile, nonostante ciò si meravigliò di quel che ne venne fuori. 
Il terreno si faceva sempre più impregnato e concentrato, come se avesse piovuto da quelle piccole parti.

:"Perché è così?" - domandò Bonnie, sospettosa. Si chinò, ne prese un po' e cercò di esaminarlo con circospezione. 

:"Mmh..." - disse, quasi dispiaciuta.

:"Non bene" -

:"Perché? Cosa significa?" - chiese curiosa Luna.

:"Non lo so di preciso. Ma non ho mai visto un terreno così, qui di solito non piove, e poi solo in piccole zone è ancora più strano..." - rispose, sembrava che pensasse ad alta voce.

:"Andiamo avanti" - disse Luna. 

:"Cosa? Non pensi dovremmo dirlo alla maestra Mia? Non so se ci conviene... anche se... oramai siamo già qui... poi... non lo so..." - farfugliò Bonnie, incerta.

:"Oh, andiamo Bonnie, non importunare!" - sbottò Clara, infervorita. 

:"Se non seguiamo questo sentiero non potremo mai scoprire la fonte di questo 'guaio' " - disse chiaramente Luna. I gemelli erano più che convinti già senza che ascoltassero quelle parole, tuttavia quelle furono un buon pretesto per confutare ancor di più Bonnie.

:"Sì, hai ragione, signorina Luna, sciocca sono" - disse Bonnie.

:"Già, lo sei" - soggiunse Dean. Luna gli lanciò uno sguardo torvo, Dean abbassò il capo.

:"Non lo sei! Hai solo cercato un modo per evitare - semmai ci fosse stato - qualcosa di spiacevole" - disse, raggiante, Luna. Bonnie sorrise, dopo aver maledetto mentalmente Dean. 
I suoi capelli tutt'un tratto incominciarono a cambiare, sparirono a poco a poco quelle sfumature di colori vivaci e forti, ne rimase un rosso acceso, il suo colore naturale. 

:"Oh, no!" - disse Clara, fingendosi dispiaciuta.

:"Beh, rieccomi!" - disse Bonnie, soddisfatta. Luna pensò che i capelli che aveva un attimo prima erano comunque straordinari, per non dire speciali.

Camminaro e camminaro fino a farsi salire un po' di stanchezza, il terreno era sempre stranamente intriso, fino a quando non ne trovarono la causa.

:"AHA!" - urlò Dean.

:"Una pozzanghera illusoria!" - 

:"Una... che?" - chiese Luna.

:"E' una pozzanghera magica, non è reale, qualcuno ce l'ha messa, suppongo allo scopo di farti finire dentro per poi non riemergere più. Sono state viste altre volte, per fartela breve, non sono sicure" - esaminò Carla. Luna sbarrò gli occhi.


:"Insolito..." -


:"Molte cose sono insolite qui" - disse Bonnie, guardandosi attorno. Proseguirono per altri dieci metri almeno, stando bene attenti ad aggirare quella pozzanghera - ammenoché non volessero rimanere lì dentro per un po'. - Le bacchette erano ancora ben tese dinanzi ai loro volti.
Fu un attimo, un rumore di passi da gigante poco distante da loro li pietrificó.


:"Str-strano... non ci sono... orme..." - disse Luna, guardando avanti, quel rumore non veniva da dietro.


:"Oh, cosa sará!?" - sussurrò Bonnie.


:"Qualunque cosa sia... lo sistemiamo noi!" - dissero vanagloriosi Clara e Dean.


:"Non siate sciocchi! Non potete pensare a tutto voi!" - 


:"Zitta, capelli colorati, ce la sbrighiamo noi" - insisterono, rivolti a Bonnie, e corsero in avanti, lasciando sia Luna che Bonnie alle loro spalle.


:"Ma no! Non siate così presuntuosi! Tornate indietro! Aspettateci!" - urló Luna per Bonnie, disperata, la bacchetta abbassata adesso. Poi prese a correre, accertandosi che anche Bonnie facesse altrettanto. 
Si udirano urla di una bambina, poi anche quelle di un bambino. Sia Clara che Dean erano stati presi da qualcosa, qualcosa di estremamente 'importante'.


:"OH NO!" - sbraitò Bonnie, seguita da un'esclamazione incredula di Luna, che alzò la bacchetta molto in alto adesso, così da scoprire la causa di quelle urla. Una creatura, alta almeno quindici metri, dalla testa umana e dal corpo peloso simile a quello di una scimmia teneva sospesi in aria per le caviglie sia Clara che Dean, mezzo svenuto. 


"Dobbiamo fare qualcosa! Non posso credere che sia vero... tutto questo... oh, pensa Luna, pensa!" -


:"Riprenditi, Dean! E tu, non so chi sia, ma... ma... mettili giù, hai capito? Non è saggio essere così irrispettosi nei confronti di coloro che hanno ben altro da fare che mettersi a giocare in questo modo con te!" - urlò Luna, concitata, per farsi sentire. La strana creatura la guardò, interessato. Il suo volto era triste.


:"E tu... chi sei? Dimmi, stramba ragazzina" - rispose l'essere.


:"La stramba ragazzina si chiama Luna!" - riprese lei, arrabbiata.


:"Io sono Ugo. E non lascerò i tuoi amici, Luna. Hanno cercato di aggredirmi!" - disse Ugo, lanciando occhiate torve ai due che manteneva sospesi, in modo bizzarro quanto lui.


:"Brutto codardo d'un batuffolone piagnucolone!" - strepitò Clara.


:"Ti prego di perdonarli! Non sanno quello che fanno! Cercavano solo di... di... proteggerci! Tutti quanti! Dá retta a me, non occorre fornire loro una sottospecie di punizione per così poco" - cercò di convincere Luna. Ugo parve riflettere su quelle parole, ma Clara fece a Luna uno sguardo stupito.


:"Ma Luna... lui è un most..." - cominciò Clara, prima che potesse finire la frase, però, Luna riuscì a zittirla lanciandole sguardi di fuoco ad occhi spalancati.


:"Indubbiamente non dovevano osare disturbare una buona creatura come te. Non è stato ragionevole il loro comportamento, tuttavia la loro impulsivitá di prima potrebbe permettergli di capire che la prossima volta sarebbe meglio non usarla!" - continuò Luna, nel modo più persuasivo possibile.


:"Mmh... per questa volta, non farò niente" - disse l'omone, che, con quello che sembrava un gesto convulso, si chinò di qualche metro e scagliò per terra Clara e Dean, indolensiti dall'impatto. 


:"Siamo volati da almeno cinque metri, vero?" - protestò Dean, furente. Il gigante si stava allontanando, lo guardarono sparire.


:"Beh, non immagino cosa avrebbe osato farci se avesse deciso di 'punirci'!" - 


:"Ascoltate. Questa volta sono riuscita a convincere qualcuno a non farvi del male. La prossima volta, se agirete di nuovo così, beh, io e Bonnie ce ne laveremo le mani!" -


:"Condivido assolutamente" - intervenne Bonnie, che fino ad allora non aveva fiatato per la paura. I giganti non erano il suo forte. Clara si massaggiava le costole e i fianchi.


Un verso. Sembrava quello di un falco infuriato, bensì comparve tutt'altro: una farfalla nera carbone di grandi dimensioni, poteva essere larga almeno un metro, precipitò su di loro dal nulla, scagliando strane scintille verdi dalle orribili antenne che non appena colpirono Luna e Bonnie, le fece scottare.


:"Aglia!" - urlarono insieme. Bonnie lanciò un incantesimo, aveva pensato a qualcosa che la facesse divincolare e quella così fece, schiantandosi, con una capriola all'indietro, contro un albero logorato. Si riprese poco dopo, Luna era quasi smarrita.



"Ci mancava solo questa, adesso!" - pensò. Poi si fece venire in mente una cosa: poco prima aveva conosciuto una razza speciale di uccelli, i Seas. Loro cacciavano dal becco una grande quantitá d'acqua... e.... l'oceano, dinanzi a lei c'era solo quello, l'acqua fredda e salata era nella sua mente, così nitida, così ondeggiante.
Levò la bacchetta, da essa incominciò ad uscire dell'acqua, a poco a poco sempre di più, quella volteggiava verso l'animale, il quale proprio in quel momento stava decidendosi di riattaccare, l'acqua lo colpì violentemente, facendolo strillare, gemere. Clara e Dean, che si erano riparati, non essendo in grado di fare alcunché, si tapparono le orecchie per attenuare quel suono tanto acuto che emetteva. Sbatteva quelle corvine ali per tentare di allontanarsi da lì, dopo un po' ci riuscì, sembrò volesse sgattaiolare ma Dean levò la bacchetta a sua volta, nervoso per non essere stato ancora d'aiuto e fece evaporare l'animale, di esso rimasero solo un mucchio di scintille, non verdi, ma dorate, parevano stelle... svanirono anch'esse poco dopo.


:"Oh... ce l'abbiamo fatta! " - esclamò Luna, gioiosa.


:"Sì, sì, sì, sì!" - saltelló Bonnie festosamente, e azzardò più giri su se stessa.


:"Ehm... qualcuno sa come fare per riparare un paio di costole?" - si lagnò febbrilmente Clara.



:"Oh, avanti Clara! Alzati! Dean come vedi si è ripreso, su, su!" - incoraggiò Bonnie.


:"Ti do una mano, sorellina" - Dean la prese ossequiosamente.


:"Andiamo...? ehm... allora? Clara, ce la fai?" - domandò Luna, un po' tesa. Clara annuì sorridendo.


Più avanti scoprirono che - straordinariamente - filtrava un po' più di luce, tutti incominciarono ad assaporare di nuovo una flebile, piacevole sensazione e interesse per l'avventura. Poi notarono alcune strane piante, si bloccarono, sbalorditi. Erano similissimi ai Mirphak, solo che queste erano un po' più grandi e d'un rosso scuro, le foglie appassite d'un verde macchiato e lo stelo presentava di qua e lá qualche inconveniente spina. A Luna venne in mente un quadro che aveva visto al museo un mese prima, ritraeva piante enormi come quelle, solo di colore rosso vivo che sfumava in un delicato arancio e senza spine. Pensò che queste potevano essere la brutta copia, o che fossero "marcite" col tempo... poi realizzò che un po' più verosimile era sostenere che quel quadro era la bella e ottimista copia.

:"Piante carnivore" - disse Bonnie, gli occhi socchiusi.


:"Oh... non hanno filamenti strambi che pendono dalla corolla, almeno, come le Mirphak"  - fece notare Luna, con una risatina.


:"Giá, almeno quello!" - disse Clara, ridendo anche lei e scollandosi dal gemello.


:"Sembra che dormino... no?" - esordì Bonnie.


:"Ma non credo ci facciano passare facilmente davanti come se niente fosse" - 


:"Ecco perché il 'sembra', beh, proviamo, no? Oppure lanciamo un incantesimo che le faccia addormentare! O qualsiasi altra cosa più conveniente. Sono solo due..." -  rammentò Dean.


:"Mmh... non lo so... non mi convincono" - disse Bonnie, risoluta.


:"La mente geniale è Luna qui, che ci ha salvati dalla farfalla enorme e dal gigante. Cosa pensi di fare al riguardo?" - intervenne Clara, facendo un passo avanti verso Luna, gli occhi blu scintillanti.


:"Oh, no, non lo sono! Anche Bonnie e Dean hanno contribuito ad abbattere quel mostro... ehm... volevo dire creatura" - disse frettolosamente Luna, voltandosi per guardarla, e scoccò poi uno sguardo veloce anche a Bonnie, la quale sorrise.


:"Beh, sì. Ma tu ci hai dato una grossa mano. Allora, siccome Bonnie non si fida ed io e Clara crediamo che dovremmo passare... o quanto meno scagliare qualche incantesimo sempliciotto... tu cosa ritieni sia meglio? Hai altre idee? Confrontiamoci" - continuò Dean.


:"Io..." - borbottò Luna, tornando a guardare le piante, apparentemente dormienti.


:"Ho paura che non riusciamo ad oltrepassarle senza ricorrere alla magia" - concluse.


:"È fatta! Solleviamo le bacchette, gente!" - canticchió Clara.







*Nota dell'autrice: 
Ebbene eccomi ancora una volta qua, pronta a ringraziarvi per essere arrivati fin qui! ^-^ 
E per chi ci capita per la prima volta, consiglio di leggere almeno il 1° capitolo, per cercare di capirci qualcosina in più :) ma - ovviamente - sta a voi decidere, sono contenta comunque! 
Cooonclusione: se voleste farmi sapere cosa ne pensate, ne sarei felice e come sempre vi saluto, e spero che seguiate la storia nel prossimo capitolo.

Bye! ;)*
 

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Capitolo 7
*** Una nuova amicizia ***


Capitolo 7: Una nuova amicizia.


Parvero convinti tutti quanti. E così, Clara, Dean e Bonnie puntarono le bacchette verso le piante, senza esitare. Luna era rimasta a guardarli, poi levò la bacchetta a sua volta.

:"Dobbiamo scagliare un incantesimo insieme?" - domandò, confusa.

:"Sì, Luna, per accettarci che funzioni per il meglio. Queste piante sono un po'... ribelli" - cercò di spiegare Clara. 

:"Al mio tre... pensiamo tutti a qualcosa come sonniferi... letti candidi e comodi... qualcosa che mette sonno e riversiamolo su di loro!" - disse Bonnie. I tre annuirono.

:"Uno... due... tre!" - Dalla bacchetta di Dean ne uscirono scintille bianche, che sfumavano sul grigio, da quella di Clara scintille più piccole e verdi, da quelle di Bonnie rosse e da quelle di Luna scintille d'un viola particolarmente scuro.

:"Oh!" - esclamò, quando le vide avviarsi. Le piante carnivore, che apparentemente dormivano, dopo un paio di secondi incominciarono a scuotersi; gli steli si agitarono a destra e a manca, facendo oscillare le grandi foglie, le spine su di essi apparivano adesso più minacciose.

:"Cielo... indietro, indietro!" - disse Dean, ponderandole. Le piante dopo un po' tornarono quiete.

:"Ma... secondo voi ha funzionato?" - chiese Clara, incerta.

:"Non sono... convinta, non mi fiderei molto" - disse Luna, intimidita.

:"Nemmeno io" - disse Dean, pensieroso.

:"Sono tornate esattamente com'erano prima, se si fossero afflosciate almeno un po', magari..." - pensò Luna ad alta voce.

:"Con ciò vuoi dire che se erano sveglie prima, lo sono ancora adesso?" - domandò Dean.

:"Sì, credo..." - disse Luna, scoraggiata. Si sedette in terra, esausta. Clara la imitò, lo sguardo di Bonnie passò dalle due ragazze a Dean e alle piante.

:"Che senso ha avere la possibilità di cambiare aspetto se non lo si fa in circostanze che lo richiedono?" - disse. Chiuse gli occhi e... al posto suo un vapore, lo stesso vapore che si innalzò la prima volta che Luna la vide trasformarsi nel suo vero aspetto. Ed eccola, ora, ricomparsa nuovamente in sembianze di una fata.

:"Fatina dei boschi, come va la vita?" - chiese ironica Clara, con le gambe incrociate.


:"Bene, grazie. In sembianze di una fata volo più velocemente, - apparte che non avendo scope non potremmo comunque volare - mi avvicinerò per benino alle piante, vedremo il loro comportamento, nel caso andrà male, saprò cosa fare, trasformarsi in una fata ha i suoi privilegi!" - informò Bonnie. Luna sorrise, si alzò e guardò con ansia Bonnie avvicinarsi; Dean e Clara parevano perplessi.

:"Forse dovremmo farci un po' più indietro... nel caso... accadesse qualcosa" - suggerì Luna a Clara e Dean che convennero.

Bonnie svolazzò su e giù intorno alle piante, il più vicino possibile, ma non accadde nulla di lontanamente spaventoso.

:"Bonnie, hai trovato pane per i tuoi denti!" - commentò sarcastico Dean, vedendo ritornare Bonnie nel suo aspetto naturale, una volta essersi allontanata.

:"Ma se le legassimo per precauzione, prima di passare?" -

:"Non... non credo sia una buona idea, potrebbero prenderla come una provocazione, no?" - disse Luna, irrigidita dall'idea.

:"Già, anche se in effetti dovremmo passare in qualche modo. Camminiamo e basta" - rispose Clara.

:"Beh, con Bonnie non è accaduto nulla, intanto. Proviamo almeno ad avvicinarci insieme!" - enunciò Dean. Si avvicinarono... i cuori che battevano, potevano quasi sentirseli a vicenda... niente.

:"Andiamo!" - urlò Clara e non appena aggirò le piante prima di tutti... uno stelo spuntò d'improvviso in aggiunta a quello della prima pianta, fu così veloce nell'afferrarla che ci volle qualche attimo per realizzare come fosse finita a testa in giù, a sei metri d'altezza. Luna, Dean e Bonnie indietreggiarono subito, rabbrividendo.

:"Aiutatemi!!" - 

:"Oh, no! Clara!" - ululò Dean. Le gambe della gemella erano legate insieme dallo stelo, sembrava che prima o poi l'avrebbe condotta al fiore, la dimenava senza sosta.

:"Per favore!" - 


"Oh, no!... Cosa facciamo, cosa facciamo, adesso?" - pensò Luna, agitata, portandosi le mani sulla bocca.


"Dobbiamo impedire che le succeda qualcosa... la mia sorellina..." - sentì una voce dentro la sua testa, la quale incominciò a bombandarle. Luna sussultò.


:"Signorina Luna! Stai bene?" - chiese Bonnie, preoccupata.


"Cosa succede? Oh, povera signorina Luna, da poco strega e guarda cos'è costretta a subire!"- un'altra voce, stavolta più femminile e acuta pervase la sua mente. Sentire quelle voci era come udire la sua, con l'unica differenza che non capiva perché fossero diverse, e perché parlassero di cose differenti e senza il suo consenso, oltre tutto le facevano male alla testa.


:"Io... sento... le voci, davvero... Dean... Bonnie, ho sentito i vostri pensieri!" - concretizzò Luna, spalancando gli occhi nocciola, quasi impaurita.

:"Non posso crederci! Allora anche tu puoi leggere nel pensiero! E' favoloso, signorina Luna!" - esclamò Bonnie, battendo le mani.

:"Oh... fantastico... io non ci sono mai riuscito, ma conosco un amico che... "- incominciò Dean.

:"C'è mia sorella lì sopra! Tiriamola giù!" - Dean abolì subito quel poco di entusiasmo che stava per invaderlo.

:"Ah, grazie per la considerazione, fate con comodo!" - strepitò Clara, offesa; incrociò le braccia e soffiò contro i capelli che le coprivano il viso. Lo stelo si era momentaneamente fermato, come se avesse voluto ascoltare i tre di sotto.

:"Non ci siamo dimenticati di te, ci dispiace, scusaci! Stavo pensando a cosa fare!" - disse Luna, amareggiata, adesso.

:"Tranquilla, Luna, me la prendo più con mio fratello e Bonnie, che mi conoscono da più tempo - soprattutto mio fratello - ma m'ignorano come se mi avessero conosciuta ieri!" - disse Clara, tranquillamente, in risposta.

:"Piantala, ora ti tiriamo giù in qualche modo!" - riprese Dean, accigliandosi, riteneva ingiusto che se la prendesse così tanto e con lui più di tutti.

:"Sempre la solita" - sbuffò Bonnie.

:"LASCIALA!" - abbaiò Luna allo stelo, puntantogli la bacchetta. Dean e Bonnie fecero altrettanto. Lo stelo reagì di scatto, sembrava avesse avuto paura di quel gesto, tentennò Clara e quasi come se fosse manovrato da qualcosa, si chinò di poco.

:"Ma... cosa vuoi fare?!" - domandò Clara allo stelo, il suo volto era diventato scarlatto, era ormai da un paio di minuti che era a testa in giù e veniva scrollata di tanto in tanto.

Per terribile, nonché angosciante sorpresa, scoprirono tutti che la grande corolla del fiore di quella pianta si era spalancata, rivelando grossi denti aguzzi e malridotti, erano completamente neri. Conseguentemente constatarono - sempre per sventura - che una grossa lingua di foglie, color sabbia e traforata si stava innalzando, pian piano.

:"Oh... dio... Merlino..." - mormorò Clara, un attimo dopo svenne.

:"NO!" - urlò Dean.

:"Adesso basta, non ti permettere di avvicinarla a te!" - strillò Bonnie, rivolta all'inquietante fiore. Luna non voleva credere ai propri occhi, ma come poteva esistere una cosa di quel genere? Un incantesimo che avrebbe defluito molta acqua sarebbe bastato, stavolta? No... quelle erano molto peggio, anche se avrebbe voluto e potuto provare...

:"Ehi, tu! Torna a dormire che sei stanca! Non dovresti sforzarti, sai! Riposa finché puoi, riposa!" - gridò una voce alle spalle di Luna, Bonnie e Dean. Si voltarono all'istante.

Era una bambina, aveva gli occhi sporgenti e un caschetto ceruleo. Indossava abiti da ninja che le conferivano un'aria buffa.

:"Mi hai sentita, vero? Devo forse parlare arabo, aramaico antico, o peggio ancora... cinese? Non per niente, ma sono tutte lingue particolari, non trovi? L'inglese non lo capisci? Questi non sono nemici" - disse ancora, risoluta.

La pianta ritirò a sé in un battibaleno la propria lingua di foglie, la risistemò pacatamente tra i denti, e infine chiuse delicatamente la bocca. Lo stelo che reggeva Clara, ancora svenuta, si spostò dal fiore per poi poggiarla in terra, moderato.

:"La vostra amica... la conosco, si chiama Clara, credo che abbia bisogno di riposo, si è presa un bello spavento, eh?" - disse la piccola, contemplando Clara.

:"Scusami... non per sembrare troppo scortese o... non saprei... troppo... troppo" - cominciò Bonnie.

:"Sì?" - le domandò la bambina, alzando gli occhi da Clara per guardarla.

:"Chi sei?" - 

:"Oh... bella domanda, direi la più carina che mi è stata fatta negli ultimi giorni della mia piccola esistenza..." - 

:"Scusa? Che vuoi dire?" - chiese cordialmente Luna.

:"Oh, beh... sapete, non sono gradita dai miei simili" - rispose la bambina.

:"I tuoi simili?" - chiese Dean, confuso, era già corso dalla sorella.

:"Noi siamo i tuoi simili" - concluse. La bambina fece una risatina triste.

:"Nient'affatto. Voi siete umani" - disse poi.

:"E tu... invece... sei?" - domandò Luna, sempre gentilmente.

:"Io sono un unicorno" - disse la bambina, affibbiandosi sguardi turbati ed increduli dai tre.

:"Ah, beh, per voi è difficile credermi in questo contesto... certo, è ovvio..." - disse, alzando gli occhi al cielo come se avesse voluto riflettere su qualcosa.

:"Bene" - aggiunse ed alzò le braccia, prendendosi altri sguardi curiosi dai tre.

:"Oh, aspettate! E' da poco che ci riesco!" - si lamentò la bimba. Bonnie trasalì. 

Dopo diversi secondi ci fu un turbine di vento, che la fece sparire. 

:"Ma dove diamine è andata? Sentite a me, quella è tutta matta, seppure ha salvato mia sorella" - disse Dean.

:"Non può credersi realmente un unicorno... è folle" - soggiunse Bonnie, voltandosi per guardare Dean e Clara, distesa.

:"Come sta, Clara? Le hai controllato il respiro?" - chiese Luna, avvicinandosi. Pensava che doveva esserci qualcosa di strano - forse più strano del fatto che riuscisse anche lei a leggere nel pensiero ed era meglio non domandarsi nulla per il momento - in quello che affermava la bambina.

:"Certo. Mi sembra regolare e... oh... cosa..." - balbettò Dean, puntando il dito un attimo dopo su qualcosa alle spalle di Bonnie e Luna.

Un unicorno, piuttosto piccolo, stava tossendo e scalciava furiosamente il terreno. Indossava una maglia di lana, cosa che fece quasi meravigliare più di tutto Luna.

:"Miseriaccia. Scusate l'inconveniente, vedete, quando mi trasformo in una sciocca bimba umana... oh, non pensate male, adoro gli umani, dicevo... sì, e poi ritorno al mio vero aspetto, succede, talvolta, che mi teletrasporto, ovviamente senza volerlo, ho corso per raggiungervi!" - spiegò l'unicorno, che aveva esattamente la stessa voce della bambina di prima. Fu questo forse a convincere i tre a prendere sul serio quelle sue parole.

:"Oh... fantastico... E di' un po', come mai indossi quella maglia?" - chiese Luna, stracuriosa. Bonnie e Dean annuirono.

:"Per lo stesso motivo per cui la indossate voi" - rispose brusca l'unicorno.

:"Non rivolgerti alla signorina Luna in questo modo!" - sbraitò Bonnie, adirata.

:"Ti ha fatto semplicemente una domanda. Molti unicorni non la indossano, anzi, se proprio vogliamo essere sinceri, tu sei il primo... scusa... la prima, a cui vedo indossare abiti" - disse Dean.

:"Sì, lo so, scusatemi... è che... mi piace" - rispose l'unicorno, imbarazzata. 

:"Comunque io sono Polluce, per gli amici Polly, piacere..." - guardò Luna per prima, e le sorrise, come per rimediare al comportamento di prima.

:"Io sono Luna!" - rispose lei, radiosa.

:"Dean, lei è Bonnie e questa è mia sorel... aspetta, hai detto prima che la conosci?" - 

:"Ehm... sì" - disse Polluce, sospirando.

:"E come fai, esattamente, a conoscerla?" - domandò Bonnie, insospettita.

:"Lo spiegheró subito: lei è amica di Annabeth, una volta me l'ha presentata proprio lei e... niente, siamo più o meno amiche" - disse, impacciata.

:"Wow. Adesso è tutto più chiaro, almeno. Senti, mi domandavo..." - esordì Luna, cercando di rimanere calma.

:"Come avessi fatto ad addormentare quella pianta? Oh beh, la risposta è molto semplice. Vedi, noi unicorni parliamo spesso alla natura e lei ci sta a sentire. Ora, piante o alberi stregati completamente da forze oscure, sicuramente non staranno ad ascoltarci... ma altre riescono ancora a sentirci, se a loro va" - concluse e chiarì Polluce per Luna.

:"Ah... ma... le piante carnivore,  insomma, fanno parte della categoria di 'piante buone'?" - chiese ancora lei, basita.

:"Dopo quello che stavano cercando di fare?!" - soggiunse Dean. Polluce scoppiò in una risata.

:"No... no... ma non sono malvagie come pensate. Spesso hanno paura di chi si avvicina troppo, preferiscono stare lontane dal pericolo, respirare aria in solitudine, sono un po' come... noi... unicorni... tuttavia... io non mi sento così" - rispose loro, in tutta onestá.

:"È per questo che... ecco... non sei 'ben gradita' come dici tu?" - azzardò Luna, sperando con tutta l'anima di non aver esagerato nel porle quella domanda.

:"Giá..." - rispose Polluce, abbassando gli occhi al suolo.

:"Ci dispiace, davvero... ma io credo che essere se stessi sia molto meglio, anche se da ciò derivano rischi" - disse Luna, per rincuorarla.

:"Oh beh, sì. È quello che dico sempre loro, a volte temo che neanche mi ascoltino. Sapete, non c'è peggiore offesa di chi non vuole ascoltare nemmeno una parola di quello che pensi. Di chi ti ignora, neanche ti odia, no... non ci si odia tra noi... certo, e sono contenti di ripeterselo tra sé, si diventa indifferenti e basta, però questo uccide l'anima molto di più. Loro non lo sanno" - esaminò Polluce, mesta.

:"Senti, da quel che ho capito hai seri problemi con il tuo... ehm... 'branco', allora?" - disse Bonnie, rigida.

:"No, no, no... cioè, non in maniera spudorata. E comunque non sono solo loro ad ignorarmi! Anche le altre creature a volte pare vogliano tenersi lungi da me. Pensano forse che io sia, ecco... strana. Le mie uniche amiche fidate sono Annabeth e la natura. A volte mi faccio lunghe chiacchierate con le stelle, già già, credo che loro - seppure non parlino perché estremamente remote ed incapaci di giudicare - ascoltino molto di più di alcuni esseri quaggiù" - disse Polluce, con aria sognante ed alzando lo sguardo al cielo.

:"Forse non ascoltano nemmeno loro poi così tanto... visto che non hanno orecchie" - borbottó Dean. Luna gli sferrò un'occhiava torva, che lo ricompose.

:"Credo sia una cosa tanto gradevole!" - proferì Luna, raggiante.

:"Davvero? Non pensi che sia matta?" - le domandò Polluce, sbarrando gli occhi.

:"Ehm, no, no... anche io... cioè, voglio dire, a volte è capitato anche a me, guardarle a fondo, ed essere tentata di parlare con loro" - disse Luna, sinceramente, anche se un po' a disagio.

:"Bene, bene! Oh, vedo che si sta svegliando Clara" - fece notare Polluce, emozionata.

:"Oh... che... cosa... io... chi... dove... sono?! ... Io... io... io... IO SONO STATA AGGREDITA DA UNO STELO! MI HA BLOCCATA TUTTA! SONO MORTA?!" - abbaiò Clara, rizzandosi velocemente, come se il suo comandante le avesse ordinato di stare sull'attenti.

:"Dean! Luna! Bonnie! Polly!... Polly? Che Tignosa verdognola ci fai qui?" - 

:"Ti ho salvata, lady. Come vedi, ho delle doti anch'io" - rispose lei, vanagloriosa.

:"Oh, sì, sì... certo, felice di questo. Grazie mille. E Annabeth?" - 

:"Non c'è. Credo sia rimasta con i suoi fratelli. E tra un po' io devo tornare dai miei genitori. Quindi incomincio a salutarvi... e... beh... è stato un piacere conoscervi" - disse Polluce, un po' dispiaciuta per il suo doversi congedare.

:"Potrai sempre venire a salvarci qualche altra volta, sai" - suggerì ironica Bonnie, tutti risero tranne Clara.

:"Certo! Con molto piacere! Allora vi lascio i miei bracciali, intesi?" - 

:"Brac-bracciali?" - domandò sbigottito Dean.

:"Sì! Quando avrete bisogno di me, basterà che premiate la piccola pietra, incisa. Io ci sarò. Correrò da voi, per qualsivoglia ragione. In più... ehi, ma voi com'è che vi trovate qui?" - disse Polluce, realizzando solo ora che i quattro erano praticamente gli unici ad essersi avventurati - apparte lei - così a fondo in quel sentiero, poco delizioso.

:"Dobbiamo trovare un germoglio. Ci serve... la nostra maestra Mia ce l'ha chiesto" - rispose Bonnie. 

:"Aspettate!" - Polluce sparì di nuovo in quel turbine di vento, ricomparve qualche secondo dopo dietro le piante carnivore nelle sembianze di una bambina, la stessa di prima, solo che adesso aveva strambi capelli verdi. Fece sussultare tutti e quattro, ma per fortuna la pianta non si mosse d'una virgola.

:"Non mi sono teletrasportata di tanto, vero? Su due gambe si sta meglio, mi piace. E posso darvi ciò che voglio" - disse loro, raggiungendoli.

:"Ecco. Sono questi" - fece schioccare le dita e comparvero quattro bracciali nella sua mano sinistra; nessuno l'aveva notato, ma lei uno l'aveva indosso giá. Erano uno marrone, uno bianco, uno giallo e uno verde acqua ma tutti avevano una particolare pietra sopra, emanava una luce fioca, era quella che dovevano premere, nel caso - sfortunato e nello stesso tempo fortunato - avessero avuto bisogno di lei. Quello marrone era destinato a Dean, quello bianco a Bonnie, quello giallo a Clara, e quello verde acqua a Luna, la quale lo prese e lo indossò gioiosamente. Anche gli altri parevano lieti di indossarli subito.

:"A presto, cari!" - salutò Polly che corse via, prendendo il sentiero da dove erano arrivati i quattro, verso una meta sicuramente meno pericolosa, in cui avrebbe trovato, in aggiunta, poca bensì felice luce pronta a rivestirla.

:"Noi siamo destinati a continuare il nostro cammino nelle tenebre..." - disse, con voce rauca, Clara.

:"Beh, senz'altro noi avremo qualche avventura da raccontare quando ritorneremo!" - esclamò festosamente Dean. Bonnie sorrise, ma nel suo sorriso nascondeva la preoccupazione. Luna, al contrario di lei e di Clara, provò una deliziosa sensazione nell'udire quelle parole.

:"In marcia!" - incoraggiò poi. Sorpassarono le piante, erano pronti a continuare il loro viaggio.








*Nota dell'autrice: 
Buon salve a tutti, lettori :) 
Vorrei dire qualcosina, giusto per aggiornarvi. Innanzitutto sono molto contenta che ci siano state più visualizzazioni recentemente, e spero possiate rimanere curiosi e se capitate per la prima volta qui, spero ancora - come sempre - che andiate un po' indietro con i capitoli per cercare di capire meglio lo svolgimento della trama. 
Purtroppo per la pubblicazione del prossimo capitolo dovrò aspettare un po', siccome andrò in vacanza e non avrò il pc. Ma cercherò di aggiornare appena possibile. ^-^
Grazie mille per essere passati! 
A pr
esto!*


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Capitolo 8
*** L'indovinello ***


Capitolo 8: L'indovinello.


Così i quattro s'incamminarono, oltre le grosse piante. Straordinariamente dopo di esse il sentiero incominciò a farsi a poco a poco meno plumbeo. Non c'era adesso bisogno neanche di far illuminare le bacchette, come, al contrario, prima fu categoricamente necessario.
Nello stomaco di Luna scattò in movimento qualcosa, come un palloncino, che racchiudeva speranza. Poi rammentò una cosa...


:"Me n'ero completamente dimenticata!" - esordì, sbarrando gli occhi.


:"Ehm... cosa?" - domandò Clara, sbigottita.


:"Poco fa ho letto nel pensiero a te, Dean, e anche a te, Bonnie. Ricordate?" - cominciò Luna.


:"Cos...cosa?" - chiese ancora Clara, più stupita di prima.


:"Ma sicuro che lo ricordiamo, signorina Luna! È favoloso, vero? Anche se fa un po' maluccio alla testa... sai... è normale... specie all'inizio! Troppi pensieri, o pensieri che non ci appartengono... non è facilissimo" - rispose Bonnie.


:"Già giá. Beh, sei fortunata. Non è una dote che hanno tutti" - riprese Dean.


:"Sì sì, questo lo so. E so anche che fa male e che... succede solo in determinate circostanze... ma il punto è... come..." -


:"Luna" - interruppe Bonnie, che per meraviglia di tutti non le somministrò il 'signorina' prima del nome.


:"È una dote che hanno in pochi, fine! Ed è meravigliosa, no? Oh, sono così contenta che abbiamo delle cose in comune! Te l'ho giá detto?!" - disse, guardando dinanzi a lei come se fosse stata ipnotizzata da qualcosa, ignorando totalmente gli altri tre.


:"Sì, okay, ma... quasi non riesco a crederci" - balbettò Luna.


:"Neanche il mio amico ci credeva! Quello che ti accennai prima. Disse che era una sensazione strana... minacciosa quasi" - disse Dean, pensoso.


:"Oh, beh, all'inizio puó sembrare pericoloso! Ma poi ci si abitua al dolorino! Inutile rimuginarci troppo su, è magico!" - concluse Bonnie, solenne.


:"Oh, sì... Magico, hai ragione, non dovrei domandarmi altro, credo sia la giusta risposta! E... sono felice di questo, di riuscirci, ecco" - disse Luna, ponderata. Era la veritá. Mai aveva pensato di poter fare qualcosa del genere, anche se poteva capitarle di rado. Leggere nel pensiero era forse anche l'ultima delle sue ambizioni; Luna non desiderava penetrare nella mente di qualcuno, neanche del suo Sam - l'unico ragazzo che le "stava simpatico" - o meglio, per quanto in una invadente parte l'avesse desiderato, preferiva sempre che fossero gli altri a scegliere come comportarsi con lei, che cosa dirle, senza scoprire le loro vere intenzioni. Preferiva che fossero sinceri, e in un certo senso rispettare la loro decisione. Pensò che c'entravano queste ragioni se aveva avuto quel particolare potere, qualcun'altro che invece non avrebbe desiderato altro, sarebbe stato meno fortunato. Avrebbe sfruttato quel potere senza riguardo e la magia non poteva essere così ingiusta. Incontrovertibilmente non aveva tutti i torti. A volte desiderare ardentemente qualcosa può rivelarsi un danno per se stessi, bisognerebbe sempre controllarsi, capire fin dove ci si possa spingere. Nessuno confermò la sua tesi, tuttavia, e lei non la espose.


:"Comunque... non so se ci avete fatto caso, ma abbiamo praticamente violato qualsiasi codice di sicurezza della foresta" - disse Bonnie, aggrottando le sopracciglia.


:"Ehm... che?" - chiesero all'unisono Clara e Dean. Luna si limitò a rinsavire, dopo le sue speculazioni.


:"Insomma... la maestra Mia ci ha mandati ben oltre noi ci immaginavamo di poter arrivare. È vero che queste creature rispetto ad altre non sono poi granché, ma penso concordiate con me sul fatto che siano comunque di un certo livello... 
Credo lei voglia in un certo senso allenarci! Poi un'altra cosa molto bizzarra è che abbiamo conosciuto un unicorno! Anzi, due... o tre... sì, tre, e ne abbiamo uno per amico!" -


:"Io due... in veritá..." - azzardó Clara, intimidita, riferendosi ad Annabeth.


:"Sì, due. Io ho sempre pensato quello che sostieni, Bonnie, e dico che sarebbe folle pensare il contrario; la maestra Mia confida nelle nostre abilità, e crede in Luna, ne sono certo" - concluse Dean.

:"Voi dite che si fida di me? Ne sarei onorata! Intendo, conosco la magia meno di voi, pertanto..." -


:"Oh, non esplicitare in pubblico baggianate, Luna! Sei bravissima quanto noi... no, aspetta. Cioè, sei bravissima, punto. Leva il 'quanto noi'. E... beh... sei apposto" - disse spudoratamente Clara.


:"Ha ragione!" - esultó Bonnie che, notò Clara, fu la prima volta che convenne con lei.


:"Grazie mille, mi rendete orgogliosa e mi fate sentire molto meglio, davvero! Non che non sia stata bene sino ad adesso con voi, ma sapete com'è... voi ne sapete qualcosa in più di me!" - disse timidamente Luna, commossa. Aveva quasi le lacrime agli occhi. Di solito, si emozionava facilmente in vista di circostanze simili. Quando qualcuno le faceva complimenti, o dimostrava di tenerci a lei, di capirla, diventava automaticamente un motivo per piangere.


:"Oh, Luna, non far così! Ci vogliamo tutti bene, vero?" - rispose Clara.


:"Sicuro" - disse Dean. Bonnie accennò, commossa un po' a sua volta.


:"Dovremmo stare attenti alle prossime piante carnivore che incontreremo - potrebbe succedere -" - proferì Clara.


:"Ti avrebbero mangiata subito, Clara, se quelle di prima avessero avuto fame, temo... e questo non è un pensiero incoraggiante, lo so" - biascicò Bonnie.


:"Almeno grazie a Polluce adesso siamo tutti interi. È stato anche merito suo. Spero non ne incontreremo altre!" - disse Luna, sospirando.


:"Se conoscessimo questo tetro sentiero, e sapessimo fin dove porta, potremmo teletrasportarci direttamente alla fine, per poi imboccare quello giusto, quello ove si trova il germoglio... peccato che non è così" - sbuffò Clara, sconcertata.


:"Ci si puó teletrasportare da un luogo ad un altro solo se si conosce la strada per raggiungerlo, quindi? Beh, ha senso, ora che ci penso" - disse Luna, riflessiva.


:"Certo che ha senso, signorina Luna!" - disse Bonnie, ritornando, pensó Luna, a nominarla come di consueto.


:"Teletrasportarsi non è difficile ma per imparare occorrerá molta pratica, esercizi! Credo che a Rolix qualche insegnante potrá..." - 


:"Oh, Rolix! Ricordo. Quando ci andremo?" - interruppe Luna, Clara non si sentì offesa, bensì fu ancora più contenta di risponderle.


:"Oh oh! Prestissimo! Non appena troveremo il germoglio son sicura che la nostra prossima tappa sará quella. Troveremo la maestra Mia lì e tanti altri..." - 


Qualcosa di profondo oltre che sinistro soggiunse nel discorso di Clara, bloccandole la lingua. I tre si voltarono di scatto, quello strano rumore doveva essere provocato da qualcosa di molto potente e di estese dimensioni, o semmai fosse stato peggio, da qualcuno
Nulla.


:"Cos'era stato?" - domandò Clara, impaurita.


:"Ma... ma..." - farfugliò Dean.


"Potrebbe trattarsi di qualche altra creatura?" - pensò Luna, immusonita per lo sforzo di capirci qualcosa.


"Ne dubito di buone, signorina Luna..." - fu il pensiero che le entrò in testa, un attimo dopo, vorticante, veemente. 


"Oh, Bonnie... sei tu?!" - 


"Sì, signorina Luna, sì!" - 


:"Bene. Ehm... che ne dite di continuare?" - suggerì Luna, captanto il disagio negli occhi dei tre amici.


:"Oh, sicuro... ma... mica ci azzannerà alle spalle se andiamo avanti?" - domandò Dean, in allerta.


:"Qualunque cosa fosse non credo attaccherá inosservato se al suo ipotetico nonché celere passaggio ha combinato quel bel po', fratellino" - rincuorò Clara, sincera.


:"Allora è fatta? Andiamo, oramai siamo giá qui!" - disse Bonnie.





Un po' atterriti, spaesati e malcontenti per il lungo cammino senza una breve pausa né un piccolo accenno ad un rumore che segnalasse loro la presenza di qualcosa di vivente, - e possibilmente di natura benigna - i quattro giunsero sino ad un fiume; esso era terso, fresco, le pietre sul fondo venivano rispecchiate dall'acqua cristallina, che le rendeva signorilmente più poderose.


"Come può tanta bellezza essere stata maledetta?" -


"Le cose non devono cambiare necessariamente aspetto per essere maledette, cambiano nell'anima" - fu la risposta alla sua domanda, proferita da Bonnie, la quale le sorrise. Luna provava ancora un certo dolorino alla testa nel sentire pensieri altrui. 


:"Cosa facciamo? Lo oltrepassiamo, giusto? Oh, guardate!" - esclamò Clara, affascinata.


I tre si apprestarono accanto a lei che indicava qualcosa nell'acqua. Guardarono la meta del suo dito. C'era un fiore, di una media dimensione e di colore opaco, eccetto delle piccole chiazze blu che erano poste solo all'inizio di alcuni petali. Sullo stelo apparivano piccole spine, e difficile fu non notare una minuscola foglia in contrasto con quella di fianco, la quale era enorme ma allo stesso tempo, per i suoi tratti raffinati, riusciva a conferirgli un'aria elegante. 


:"Si chiama Aquariids. È un fiore del mare; le persone comuni - cioè quelle senza poteri magici -  non conoscono questa categoria di fiori. Non si fanno vedere da loro, si nascondono, per paura che possano essere staccati per la loro bellezza. Vivono nelle profondità del mare o nei fiumi" - spiegò Dean, distinto, calandosi per guadarlo meglio.


:"E perché a noi si mostra, questo, fratellino? Non potremmo fare lo stesso? - domandò Clara.


:"Si fida di noi e dei maghi. Ci avrá giá valutato. Forse prima non ti eri accorta di lui perché ancora non voleva mostrarsi" - rispose Dean.


:" 'Fiore di mare'... Aquariids, giusto? Mmh. Ha qualche potere in particolare?" - domandò Luna, curiosa, e allo stesso tempo emozionata.


:"Non ne ha alcuno. Pensa solo a difendersi, sparisce, riappare, non possono vivere fuori dall'acqua" - disse Dean.


:"Mi viene voglia di sedermici sopra!" - ululò Bonnie, le mani incrociate.


:"In pratica vuoi spiaccicarlo, scusa?" - domandò Clara, sogghignando. Dean fece lo stesso. Luna non capiva, pensò stesse impazzendo.


:"In sembianze di una fata, è ovvio! Anzi no, scusami, per te, Clara, sono 'una fatina dei boschi' " - chiarì Bonnie, con una smorfia finale.


:"Oh, beh, fallo. Devo dire che hai assunto comportamenti un po' disumani da quando ti stai trasformando in una fata più spesso" - fece notare Clara, ridacchiando un attimo dopo, Dean non riuscì a trattenersi e rise più forte della gemellina.


:"Ridicoli! È assurdo! Come potete pensare una cosa... " - qualcosa d'un lampo cambiò nei capelli di Bonnie, dal rosso acceso incominciarono a sfumarsi in diversi colori, rosa, poi si aggiunse il giallo, il verde, il blu e infine il verde acqua. Luna notò che erano gli stessi colori che le erano comparsi la prima volta che aveva perso radicalmente la pazienza, l'unica eccezione fu qualche meches viola. Coincidenza volle che la causa di ciò avvenne sempre per gli stessi fattori. 


"Oh, che bei capelli!" - pensó Luna, guardandoli. Non era la prima volta che rimase estasiata a quella vista. Non ci fu una risposta stavolta, né Luna si aspettava di averla; presumibilmente Bonnie era in un momento poco idoneo per ascoltare pensieri altrui. 


:"Wooooow! Sei più graziosa di prima!" - enunciò Dean, battendo le mani e fingendosi meravigliato. Clara continuava a ridere.


:"Spero siate contenti. Razza di molluschi!" - 


:"Ma noi non siamo molli!"- strepitò Clara, con le lacrime agli occhi per le risa.


:"Il fiore è sparito! Non c'è più!" - disse Luna, interrompendoli.


:"Cosa cosa? Strano. Ah, giá, si sará spaventata avendo visto Bonnie!" - continuò Dean, e insieme alla sorella rise ancora più gravemente.


:"Piantatela!" - sbottò Bonnie, abbattuta.


:"Luna, tu cosa pensi?" - domandò Clara.


:"Che dobbiamo proseguire. Sbaglio o non possiamo rimanere di notte? Avanti, andiamo" - disse lei, con la speranza di non suscitare altre battutacce.


:"Mmh... questo è vero" - disse Dean, ancora scarlatto in viso dalle risate.


:"Ma io dicevo riguardo Bonnie! Comunque forse hai ragione, credo sia molto meglio, andiamo" - 

 
                                                                                                             

                                                                                                                    ***

 

Oltrepassarono il fiume con facilitá, bastava prendere la rincorsa e saltare, Dean aveva rischiato di caderci dentro affibbiandosi le sonore risa delle tre amiche.
Il sentiero sembrava adesso - per loro uggia - più fosco di prima, dovettero illuminare le bacchette come la prima volta che vi si insediarono.


:"Restate in guardia..." - suggerì Bonnie.


:"Oh, vedo una luce laggiù!" - proclamò Clara.


:"Sorellina... è tutto buio!" - 


:"No, Dean, guarda!" - 


:"Aspettate... la vedo anch'io!" - soggiunse Luna, inarcando le sopracciglia.
E in effetti, una luce fioca e remota si vedeva. Decisero di seguirla senza indugio, volevano capire cosa fosse, Dean ridendo disse rivolto alle amiche che una luce come quella in mezzo a tanta oscuritá doveva essere provocato per forza da qualcosa di positivo.
La raggiunsero. Ora era un po' più chiara, abbagliante se la si fissava a lungo, misteriosa. Sembrava la luce delle stelle in una deliziosa notte priva di nuvole; come se avesse un'anima, Clara le chiese 

:"Ehm... chi sei?" - 


:"Una luce. Non c'è dubbio" - rispose Bonnie.


:"Certo che sei simpatica" - borbottò Clara. Luna alzò la bacchetta un po' più in alto, si accorse che era legata a qualcosa. Gli amici la imitarono.
Un grosso albero di quercia, con massicci rami che sperticavano fin dove non potevano vedere per mancanza di luce, e probabilmente superando l'altezza di qualsiasi altro albero, fu quello che scoprirono. Aveva poche foglie, molte d'un colore ramato, altre erano appassite. Pochi rami seppure robusti, erano storti, cedevano verso il basso, come se fossero stati colpiti più volte da qualcosa di possente, o come se cercassero salvezza nella terra.


:"Oh... per la barba di Merlino..." - ansimò Clara, Dean ripetè la frase.


:"Ma..." - 


La luce scattò in su, facendo trasalire i presenti, poi andò mano a mano sempre più in alto, sembrava fosse trascinata da qualcosa. Si espanse e si spense, al suolo caddero tante scintille, sembravano tante piccole stelle cadenti. Poi d'improvviso una luce calda, leggera, apparve, illuminando il territorio. Ora vedevano l'albero con più chiarezza, i cespugli alti attorno, e la via dietro di loro, piena di vegetazione... che prima non c'era.


:"Dov'è finito il sentiero?! Come facciamo a tornare indietro, qui non si può proseguire! I cespugli sono troppo alti e guardate lá... anche spinosi!" - gemette Clara. Aveva ragione. I cespugli non solo erano d'una altezza insolita, ma avevano grandi spine scintillanti, una di qua, l'altra di lá.


:"Non posso crederci!" - mugolò Dean.


:"Guardate!" - Luna aveva visto qualcosa. Esattamente dov'era un attimo prima quell'ammaliante luce, ora, sul tronco, erano incise delle immagini in una tabella divisa in quattro quadratini. Una, in alto a sinistra (cioè la prima casella) aveva il disegno del fuoco. Nell'ultima, (casella in basso a destra) c'era disegnata l'acqua.


:"Cosa sta a significare...?" - domandò Luna, incredula.


:"Non è un giochetto, di sicuro" - esaminò Clara, distinta.


:"E invece hai afferrato. Lo è, è un indovinello" - disse Bonnie, impressionata. Gli amici rimasero a bocca aperta.


:"Mia madre me ne ha parlato.

'Inciso su un grande tronco, in un lontano posto,

quasi nel cuore di esso e ove il sentiero è stato nascosto,

troverai un gioco, che dovrai finire, 

per poter proseguire,

indietro non potrai tornare,

se non lo farai,

lì dovrai restare.'


E' quello che mi ha detto. Non ha voluto fornirmi ulteriori dettagli. Credo sia un detto... mi affascinavano, me li narrava sempre. Lei è una strega, lo sapete.
Ed io mi sono sempre immaginata un grande tronco come questo... noi siamo lontani ormai... e forse ci manca poco al cuore della foresta, e siamo bloccati qui... la via non ci permette di passare" - concluse, con aria colpevole.


:"Allora dobbiamo risolvere questo rompicapo" - disse Luna, trasognata.


:"Cosaaaaa?! E come credi che faremo?" - domandò Bonnie.


:"Io sono sicura che possiamo almeno provarci. Non abbiamo nulla da temere, da ciò che ho potuto capire, tua madre non ha detto che abbiamo poche possibilitá o che l'albero se sbagliamo ci farà del male... spero... la nostra unica 'condanna' sarebbe quella di rimanere qui... penso... per sempre" - 


:"E credo potrebbe giá bastare..." - conferì Clara.


:"Luna ha ragione. Pensiamo. Fuoco. Acqua... e le altre due caselle che contengono? Qualcosa che lega il fuoco lì e qualcosa che lega l'acqua sotto... e che automaticamente dovrebbe legare anche il fuoco e l'acqua" - intervenne Dean, ponderato.


:"Non ho capito niente" - rispose la sorella.


:"Dobbiamo trovare gli elementi mancanti e poi stabilire tutti questi elementi che cos'hanno in comune" - proferì Luna per Dean.


:"Potevate spiegarvi direttamente così..." - mormorò appena Clara. Dean fu quasi d'accordo.


:"Va bene, va bene, va bene. Pensiamo! Tutti, Clara, tutti" - intimò Bonnie.










*Nota dell'autrice: 
Eccomi di nuovo qui, cari lettori ^^.
Sono contenta di essere riuscita a pubblicare dopo un po' di tempo questo capitolo e sono felice anche per chi sta seguendo la storia o è capitato qui per la prima volta. Grazie mille!
Spero vi abbia fatto incuriosire, e mi auguro continuiate a seguirmi.
A presto :)*

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Capitolo 9
*** Ritorno a casa ***


Capitolo 9: Ritorno a casa.


I quattro imbronciarono il muso nello stesso istante. Quali elementi potevano mai completare quella tabella? E cosa avrebbe mai legato tutti e quattro? 
Luna pareva ora fantasticare in un mondo assolutamente diverso da quello abituale o che dir si voglia da quello che si immaginano le comuni persone. Un mondo senza magia non esisteva più nella sua mente, era stato occultato, tutto aveva a che vedere con essa adesso, ogni infinitesima cosa. 


"Fuoco... acqua... dev'esserci qualcos'altro di simile ma... no... neanche loro due sono simili tra loro!" - pensò Luna, spaesata.


:"Suggerirei di unire i due elementi che abbiamo di giá. Poi, cercare di vedere quelli che mancano: cos'hanno in comune questi due? E quali altre cose potrebbero venire dopo di loro per il completamento?" - disse Clara, gli occhi spalancati per lo sforzo.


:"Buona idea. Dean... che stai..." - farfugliò Bonnie. Dean stava schiacciando, senza preavviso, la pietruzza sul suo bracciale. Senza ombra di dubbio aveva intenzione di chiamare Polluce.

:"Lei ci abita qui! Ne saprá sicuramente qualcosa!" - ora non bastava che attendere l'arrivo di una piccola umana... o di un piccolo unicorno.


:"G - giusto..." - brontolò Bonnie. Luna anche era d'accordo. Clara sorrise dinanzi l'astuzia del fratello.
Passarono dieci minuti, trascorsi per altro a guardarsi in giro, raccogliere ramoscelli, a scavare il terreno e spiare attraverso i cespugli pungenti ciò che stava dietro. Poi il passaggio si aprì miracolosamente alle loro spalle, si richiuse prima che i quattro potessero constatarlo.


:"Ragazzi! Ma... cosa ci fate qui? State tutti bene? Bei capelli, Bonnie" - domandò Polly, sorpresa.


:"Wow! Sei arrivata. Abbiamo bisogno del tuo aiuto....guardati un po' in giro..." - Polly aveva l'aspetto della solita bambina, ora era vestita da strega. Calze doppie e colorate per metà di verde e metà di nero spuntavano sotto una veste di un viola macabro, e un cappello troppo largo per la sua testa copriva i suoi soffici capelli, cedendole sugli occhi e proibendole di vedere distintamente.


:"Ehm... lo vedo, lo vedo... siete in un bel pasticcio, vero? Tuttavia..." - incominciò Polly, tenendo su il cappello.


:"Potrai aiutarci, giusto?" - soggiunse Clara. Bonnie ansimò.


:"Io... al co - contrario. Non so proprio come aiutarvi, ragazzi. In questa foresta ci vivo, ma non conosco tutti i segreti che le appartengono. So anch'io di quest'albero, e so anche della sua magnificenza, misteriosità, di una specie di luce abbagliante che si presenta dinanzi ad esso nel primo momento in cui si giunge al suo cospetto. Tuttavia, devo avvertirvi che non ho mai saputo cosa essa celasse e cosa significhi. Mia madre e mio padre mi hanno recitato delle strofe, senza che io ne capissi il significato" - rispose Polly, sincera, mesta.


:"Dev'esserci un modo però di uscire di qui, di andare avanti, non credo sia così impossibile come sembra!" - intervenne Luna, prima che Dean aprisse bocca.


:"Ci basta riflettere, cinque menti meglio di quattro. Allora: fuoco... acqua... sono elementi naturali, ok? Vediamo un po'... se si trattasse di unirli ad altri due elementi della natura?" -


:"Probabile. Ma quali? L'aria? Il vento?..." - suggerì Polly.


:"Ma certo! Aria!" - urlò Bonnie, risoluta.


:"Oh... e... la terra. È un elemento naturale, no?" - disse Dean, la sorella pareva aver pensato la stessa cosa.


:"Sì, ma tutti e quattro cos'hanno in comune?" - domandò Bonnie agli altri.


:"Credo di saperlo!" - azzardò Luna, gli occhi luccicanti dall'emozione.


:"Fuoco, acqua, aria, terra... sono elementi attribuiti ai segni zodiacali. Il mio elemento, ad esempio, sarebbe il fuoco!" - 


:"È vero! Anche il mio lo è! Sono nata il 23 luglio e quindi sono del fuoco" - esclamò Polly, contenta.


:"Noi due siamo ariete... anche noi siamo del fuoco. Wow, stiamo attenti ai fiammiferi..." - sospirò Dean.


:"Io... sono di terra... sono nata il 2 gennaio" - borbottò Bonnie, ritenendosi inopportuna in mezzo a quel gruppetto di fuoco.


:"Benissimo! E quindi... qui vengono richiesti solo altri due elementi" - fece notare Clara.


:"Hai ragione. Manca la terra di Bonnie, e l'aria" - disse Polly, solennemente.


:"Io rischierei! Inseriamoli!" - proclamò Bonnie.


:"D'accordo" - risposero all'unisono i gemelli.


:"Luna?" - domandò Polly.


:"Anch'io sono d'accordo, è ovvio!" - rispose lei in tutta sinceritá.

:"Bene!" - Polly era entusiasta. Prese il primo ramoscello che trovò e tracciò su una casella libera qualcosa simile a delle onde in mezzo a qualche nuvola, era l'aria. Polly sapeva disegnare benissimo. Poi realizzò un pezzo di terra sull'altra casella, pensando di aggiungerci qualche fiore - riteneva che così avrebbe reso meglio l'idea all'albero. -


:"Perché non potevamo usare direttamente la magia?" - domandò Clara.


:"Infatti!" - soggiunse Dean.


:"No, ragazzi, provate a far uscire incantesimi dalla vostra bacchetta. Funziona?" - Luna fu la prima a provare, non accadde nulla.
Clara, Bonnie, Dean la imitarono in un batter di ciglia, nulla.


:"Oh, spero che potremmo presto riusare la magia..." - mugulò Luna.


:"Non essere triste, Luna. Ti capisco, da poco riesci a fare incantesimi e ora... Ma appena risolveremo questo inconsueto nonché maledetto rompicapo vedrai!" - rincuorò Dean, sistemandosi il cappello che gli stava cadendo in avanti a furia di muovere la testa mentre parlava, come se recitasse un'allegra poesia.

Una luce accecante li abbagliò tutti. L'albero pareva sparire a mano a mano che quella si ampliava. Ed ecco, infine, dinanzi a loro un passaggio, privo di ostacoli, sereno; dell'albero maestoso non vi era più traccia.


:"Proseguiamo?" - domandò retoricamente Clara, accorgendosi che la via alle loro spalle era riapparsa, e quei cespugli possenti e spinosi erano scomparsi a loro volta.


:"Certo che sì. Ed io verrò con voi, per sicurezza. Andiamo, miei prodi!" - enunciò Polly, con una certa superbia.


Erano tutti un po' confusi, ma sollevati. Erano riusciti ancora una volta a cavarsela; quella serie di avventure erano state sin ora eccezionali nonché eccentriche. Avevano combattuto creature "mostruose", avevano salvato Clara, avevano evitato ostacoli e adesso erano riusciti a liberarsi da quella prigione nel verde, sarebbero rimasti lì, altrimenti, per il resto della loro vita, probabilmente.


:"La mappa portatrice non avrebbe funzionato, non è così?" - chiese Luna, seria.


:"No, la mappa non può evitare gli indovinelli, sarebbe stato un diversivo. L'albero avrebbe emanato un incantesimo che l'avrebbe fermata, o peggio... distrutta" - spiegò Polly.


:"Oh! Si possono distruggere?" - domandò Bonnie, allibita.


:"Ma certo! La mamma me l'ha spiegato. Quelle pergamene consunte non sono così potenti come molti maghi credono..." - 


:"Intanto riesce a teletrasportare i maghi molto, molto lontano. E riesce a ricondurli poi nell'esatto posto da cui sono partiti" - subentrò Dean.



:"Beh, non nego che sia particolare" - spifferó Polly, in tono poco convincente. Luna fece una smorfia divertita. 


:"Mi ha aiutata molto, è utile, questo è certo" - disse.


:"Se lo dite voi..." - sbuffò Polly, poi si fermò di scatto. 


:"Oh, la strada si divide in due sentieri. Destra o sinistra?" -


:"Destra" - risposero i gemelli.


:"Sinistra" - risposero Bonnie e Luna.


:"Vada per la sinistra" - disse Polly. Dean e Clara controbatterono.


:"C'è chiaramente scritto su quel cartello di non entrare... perché insistere?" - specificò Luna, indicando il cartellino presente all'inizio del sentiero di destra. Era strano che qualcuno fosse passato di lì, ma molti erano i visitatori un tempo nella foresta Solitaria e non si fecero sorprendere dall'idea che qualcuno avesse voluto avvisarli di pericolo.


:"E per questo noi vogliamo entrare!" - abbaiò Dean, affranto.


Bonnie, nevrotica, innoiò spudoratamente i gemelli e raggiunse l'inizio del sentiero di sinistra.


:"Entriamo. Se i cartelli ci dicono di non entrare, allora noi li staremo a sentire. Fine della storia. Signorina Luna? Polly? Mi seguite?" - 


:"Certo... siate ragionevoli, non ci conviene entrare lì dentro, non credo, almeno, che abbiano messo quel cartello a caso, o perché stava bene piazzato lì" - disse Luna ai gemelli, con una certa dolcezza.


:"Oh, dall'aspetto sembra anche molto vecchio; con tutto ciò che sta accadendo negli ultimi tempi qui, avrei paura di entrare in sentieri anche senza cartello di pericolo" - soggiunse Polly.


Il nuovo sentiero che varcarono non era tanto diverso dai precedenti. Poca luce filtrava tra gli alberi fino a toccare il terreno, e alcune piante in penombra avevano strane e spaventose forme; alcune sembravano addormentate da troppo tempo, un tempo dimenticato e celato, in cui si erano abbandonate alla loro solitudine.
In effetti poche erano le cose che, in quella foresta, avevano un aspetto più o meno vivo. C'era, tra i maghi, chi credeva che fosse stata completamente abbandonata, che nessun mago quindi, e nessuna creatura si avventurasse ancora lì dentro. Ogni tanto, nel loro cammino, i cinque vedevano svolazzare qualcosa di qua e di lá, era di un colore piuttosto acceso e vivace, pareva turchese.


:"Cosa c'è?! L'avete visto anche voi, vero? È passato di nuovo" - bisbigliò Luna, un po' atterrita. 


:"Altrochè. Perdindirindina, cosa poteva essere? Di creature bizzarre ne abbiamo incontrate un bel po', vero?" - preruppe Clara.


:"Giá. E quello era troppo veloce per essere un Seas." - aggiunse Polly, nervosa.


:"Non hai idea quindi di cosa potesse essere?" - domandò Dean, inarcando le sopracciglia.


:"No, mi spiace. Come non posso riconoscere tutti i segreti e i misteri della foresta non so identificare tutte le creature... anche se..."  - rispose Polly, con una certa indecisione nel tono della voce.


:"Sì?" - incoraggiò Luna, senza successo.


:"Nulla" - rispose Polly, scuotendo la testa.


:"Va bene, va bene, andiamo avanti. Bonnie, se non ti muovi ti lasciamo indietro!" - urlò Clara, infastidita dalla lentezza improvvisa di Bonnie, la quale dopo l'avvertimento, aumentò il passo.



:"Oh, guardate! La luce sta svanendo!" -


:"Bonnie... non c'è mai stata così tanta luce qui, sai..." -


:"No, Polly, intendo... guardate, oltre quei rami spogli si intravede il sole calare verso ovest!" - 


:"Ha ragione. Non dovremmo essere nel cuore della foresta, figuriamoci di sera. Ragazzi, dovete tornare sul sentiero sicuro. Domani, di giorno, con la vostra mappa portatrice ci rincontreremo qui. Per me non sará difficile arrivare, e l'avete potuto constatare" - disse Polly, tutto d'un fiato.


:"Lo sapevo. Ogni volta che io e Clara ci avventuravamo un passo più in là nella foresta, al calar del sole e al sorgere della luna eravamo costretti a ritornare indietro. Così il giorno dopo per ritrovare il sentiero e la strada impegnavamo tanto tempo, di conseguenza erano pochi i passi che facevamo in più!" - gemette Dean.


:"Non piagnucolare, Dean. Conosci le regole da rispettare di questa foresta, per giunta adesso, con l'aiuto della mappa, faremo grandi progressi, e non solo piccoli passetti in avanti e sappiamo giá il perché. E non dimenticare che abbiamo un compito, trovare il germoglio. Non siamo qui per divertimento" - disse Bonnie e fece apparire la mappa.


:"Dobbiamo pronunciare sempre la parola d'ordine che richiede, signorina Luna. Di' che vuoi andare a casa" - disse ancora Bonnie.


:"Portaci a casa mia, grazie" - enunciò Luna. La parola d'ordine che emerse e pronunciarono un attimo prima che Dean e Clara si teletrasportassero con Polly, verso un sentiero più sicuro nella foresta, fu "Coimo".


Quel vortice veemente pizzicò lo stomaco di Luna, che si ritrovò dopo qualche attimo in camera sua; il suo gatto era sulle coperte morbide del suo letto, c'erano dei suoi libri sparsi qua e lá.


:"Oh... sono a casa" - farfugliò Luna, rincuorata.


:"Siamo! Ora però anch'io ritorno nella mia. Passerò a prenderti domani, Luna, spero che avrai abbastanza forza per una nuova avventura!" - fantasticò Bonnie.


:"Oh, ma certo. C'è sempre posto per le avventure in me!" - rispose Luna, sbizzarrita ma nello stesso tempo compiaciuta.


:"Signorina Luna... a dirla tutta, non so cosa ci capiterá domani, ma qualsiasi cosa essa sia l'importante è sapersi difendere, rimanendo uniti. Sei d'accordo?" - chiese Bonnie, un po' ammaliata.


:"Più che d'accordo. Uniti si vince sempre. Spero... spero... che andrá tutto bene" - disse Luna, preoccupata a sua volta, rimanendo però aggraziata.


:"Sì. Buona notte. Mappa, porta a casa me, ora, per favore" - salutò Bonnie.


:"Notte!" - rispose Luna, ma non ebbe il tempo di finire il saluto che Bonnie giá pronunciava una parola d'ordine.


:"Pummy! Oh, sapessi quante te ne devo raccontare! Ora che ci penso... i miei genitori sanno... sanno tutto. DEVO assolutamente parlare con loro. E anche con Susy. Non pensi che lei debba essere... almeno lei... avvertita della mia situazione? Rispondimi - come sempre - muovendo la coda!" - esordì Luna al suo gatto che, proprio in quel momento scodinzolava, contento di rivederla; infondo la sua padroncina era stata via un bel po', ed era sparita e riapparsa con una tipa strana, dai capelli arcobaleno e vestita - come se non bastasse - da pagliaccio. Poteva agli occhi di tutti sembrare una barzelletta o una corbelleria ben costruita la cosa.
Luna uscì di corsa dalla stanza, convinta che Pummy le avesse accordato di parlare con Susy.
Sarah, la sorella maggiore, era l'unica in casa.










*Nota dell'Autrice: 
Ehilà a tutti di nuovo!
Finalmente rieccomi con un nuovo capitolo, spero di avervi incuriosito e che vogliate conoscere il continuo ora che Luna è ritornata a casa. 
Mi scuso per non essere stata veloce nella pubblicazione, ma la scuola  - oltre vari impegni - mi sottrae molto tempo libero.
Alla prossima e grazie mille per aver letto, a tutti :)!*

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Capitolo 10
*** La sparizione ***


Capitolo 10: La sparizione.


Giunse in cucina, dove aveva visto la luce accesa. Sarah stava risistemando alcune cose su di una mensola, aveva un'aria impassibile e i capelli ricci legati in uno chignon.


:"Sarah!" - urlò la sorella minore, ansante.


:"No, aspetta, fammi parlare. Tu sai tutto, vero? Mamma e papá te l'hanno detto? E anche Edmund sa tutto? Lasciamo perdere, spiegami come... perché... voi sapevate, no?" - 


:"Cos'è che dovremmo sapere?" - domandò ridendo Sarah. Luna inarcò le sopracciglia in risposta, non riuscendo a proferire alcun suono.


:"Su, ridi un po'! Questo viaggio nella foresta Solitaria, ammesso che si chiami così, ti ha per caso soppresso l'ironia? Sì. Sapevamo tutto, ci ha avvisato una donna, di mezza età, di nome Mia, e ci ha spiegato ogni cosa, di te, dei tuoi poteri... di un istituto dove potresti alloggiare, Rolix, se non erro" - riprese Sarah.


:"Devo dire che inizialmente fu uno shock, più per mamma che per papá, forse lui ancora non ci crede, nonostante mi sembrasse convinto. È eccezionale però... che tu sia una... strega" - 


:"Oh..." - disse Luna, ritrovando un po' di voce, ma dopo poco si rese conto di non saper con esattezza cosa dire.


:"Tranquilla. Noi confidiamo in te, sei stata scelta per una missione di vitale importanza, non per essere la leader di un gruppo di gente stramba che lancia incantesimi. Io sono sicura che farai bene la tua parte, Luna" - soggiunse Sarah, captando nell'espressione di Luna un tale disagio.


:"Io... Sarah, è successo tutto all'improvviso, e non posso, non posso abbandonare questo nuovo mondo. Devo aiutarli, aiutare i maghi e le streghe e salvare la foresta, se posso" - disse Luna, in tono flebile.
Pummy raggiunse le due sorelle alzando la coda, circumnavigò Luna e si ritrasse accanto alla porta della cucina.


:"Gli sei mancato, sai. Credo che lui sappia meglio di me a cosa sei destinata, ciò che farai quando sarai lontana da qui" - disse Sarah, ritornando ad assumere quell'aria impassibile di prima.


:"Sei stata in pensiero per me? E la mamma?" - domandò frettolosamente Luna, realizzando per la prima volta che i suoi genitori non erano in casa.


:"Certo che lo siamo stati! Per noi non maghi è... curioso: lo è che tu puoi fare incantesimi, è soprendente sì ma... bizzarra, come cosa. Nessuno di noi si immaginava di avere una streghetta in famiglia, è curioso davvero!" - 


:"Sì, lo è stato anche per me. Ma, Sarah, stare in pensiero per me non è giusto. Non voglio che vi preoccupate troppo, non voglio che ci rimaniate male se... affronto creature, o cerco di difendermi da esse" - disse Luna, cercando il più possibile d'avere un tono pacato.


:"Sei stata attaccata?! Oh, cielo! E stai bene, adesso, vero?" - ululò Sarah, improvvisamente spaventata.


:"Sì, sì, sì! Sto bene! Credimi! Io posso farcela e voglio ancora che voi confidiate in me! Voglio che mi appoggiate senza risentimenti! Voglio che tu continui a credere, e spero come lo faccia anche la mamma, che farò bene la mia parte" - rispose Luna, alzando un po' il tono di voce, ora non lo controllava più.


:"Hai ragione... scusami... ero preoccupata fino ad adesso e mi hai detto di questi cosi che potrebbero attaccarti... io non voglio che qualcuno o qualcosa ti faccia del male" -  


:"Non succederá, starò bene" - disse Luna sorridendo, e corse ad abbracciare la sorella, quasi in lacrime.


:"Amiche?" - esordì Luna.


:"Amiche per sempre!" - rispose Sarah, scoppiando in un'aggraziata risata.
Pummy ritornò a fare le fusa alla padroncina, la quale si separò dalla sorella, accarezzò più volte il suo adorato gatto, e si tolse la borsetta blu che aveva tenuto con sé per tutto il viaggio.


:"Mamma e papá dove sono andati, Sarah?" - 


:"Oh, sono dalla nonna a Parigi. Staranno con lei un paio di settimane. Avrebbero voluto salutarti ma sei tornata un po' tardi... ma ho promesso loro che mi sarei presa io cura di te... - rispose Sarah. Luna la guardò penseriosa.


:"...per quando saresti stata qui, ovvio" - si affrettò ad aggiungere. Ora Luna le sorrise divertita.


:"Ma certo! Va bene! Forse è meglio che si distraggano! Così non penseranno a me..." - 


:"Massì invece che lo faranno!" - rimproverò Sarah.


:"Intendo dire solo che sarebbe meglio non si rabbuiassero troppo per me... lo so che mi sarete in ogni caso tutti vicino..." - specificò Luna, sbadigliando un attimo dopo.


:"Va' a riposare un po', sarai stanca e tra poco è ora di cena. Domani andrai a scuola, vero? La tua missione può aspettare fino alla fine delle lezioni? Prima che partisti, riuscisti a studiare?" - 


:"Oh, Sarah, una domanda per volta! Saprò cavarmela, tranquilla. Sprofonderò la testa sui libri per tutta la serata" - discorse Luna, fiacca.


:"No, no! Ti fará male! Cerca di riposare. Domani andrai a scuola, ma se non riuscirai a sbrigare tutti i compiti non vedo dove ci possa essere il problema, per una volta non fa nulla" - gemette Sarah, immaginandosi il peggio.


:"Quest'ansia te l'ho trasmessa per caso io? Preferisco sempre non rimanere indietro con le lezioni, e lo sai. Ora vado in stanza, quando morirò dalla fame mi vedrai qui in cucina a supplicarti di prepararmi qualcosa" - rassicurò Luna, che uscì trascinandosi i piedi.


:"Mi sa di sì. Di solito sei tu quella ansiosa in famiglia!" - gridò Sarah per farsi sentire.


Luna si chiuse la porta alle spalle. Era contenta di essere tornata a casa e di aver rivisto sua sorella e il suo gatto, nonostante ciò desiderava con tutta l'anima, anche solo per un momento, di rimanere sola, per quanto fosse svigorita. Pummy, che era entrato prima di lei, si riacciambellò sul suo letto e iniziò a squadrarla, riflessivo.


:"Vuoi dirmi qualcosa? Sono a pezzi... e domani ho scuola" - gli bisbigliò Luna, emanando un grande sbadiglio e subito dopo uno sguardo di disapprovazione. Si sedette, aprì il primo libro che le stava più vicino, avrebbe dovuto studiare da lì cinque o sei pagine, si ricordò in quel momento che avrebbe voluto farlo molto prima.


"Bene, iniziamo" - 


 
 
 
Giunsero le otto di sera. Tra sonori sbadigli, lacrime di stanchezza, palpebre cedevoli e tanta voglia di mangiare e di dormire, Luna terminò gli studi. I suoi occhi stavano categoricamente chiedendo pietà, e proprio nell'attimo in cui li chiuse sentì bussare alla sua porta.
 

:"Luna? È tutto okay? Vuoi che ti prepari qualcosa?" - domandò cordialmente Sarah.


:"Ah... oh... ehm... sì, penso, se... se non ti sc-scoccia..." - balbettò Luna ad occhi chiusi.


:"Non sei per niente sfinita, vero? Prima metterai giù qualcosa e più in fretta andrai a dormire!" - disse saggiamente Sarah, ridendo.



 
***
 

La mattina del giorno dopo susseguì, infatti, velocemente. Luna, senza alcuna ispirazione né forza, occupò il suo solito posto accanto a Susy, la sua compagna di banco, nonché una delle sue migliori amiche, o forse l'unica per lei da essere definita tale. Eppure lei sapeva di essere riconoscente anche ad altre amiche che l'avevano supportata, ma forse Susy era quella ad esserle più vicino, in qualche modo.
Quel giorno aveva i capelli raccolti in una coda e si lagnava per i troppi compiti che avrebbe dovuto svolgere per il giorno seguente. Appena vide Luna, essendo arrivata prima di lei, subodorò un istante.


:"Pronta per oggi? Ieri non ti sei fatta sentire per tutta la giornata. Hai per caso spento il cellulare?" - le esordì Susy.


:"Oh... no, semplicemente non l'ho guardato... e nemmeno stamane, me ne sono completamente dimenticata" - rispose Luna, riflettendo.


:"Ma è successo qualcosa...?" - domandò Susy ansiosa, ma Luna non fece in tempo per rispondere che suonò la campanella, la quale segnalò l'inizio delle lezioni. La docente di italiano giunse in classe e il discorso fu saltato.


Pervenne finalmente il pomeriggio. Era davvero insolito, così calmo, così silenzioso, o forse era stata insolita la sua precedente avventura. Anche a scuola Luna affibbiava sguardi assenti, meditativi, quando i professori spiegavano e poteva permetterselo. Non era triste per non essere stata ancora chiamata da Bonnie o gli altri, tuttavia percepiva fiocamente una sensazione di mancanza. 
Sentì un rumore di passi svelti, doveva essere la sorella che avrebbe voluto riferirle qualcosa. Stranamente i passi sembravano appartenere a più di una persona... potevano essere di... Bonnie, o Clara o Dean o addirittura Polluce!


:"C'è Susy. A dopo, io vado dalla zia, ci vediamo stasera ragazze. Fa' la brava, Luna!" - riferì Sarah, facendo l'occhiolino e si congedò, Susy era sulla soglia della stanza, immobile.


:"Vieni, entra!" - invitò Luna, gentilmente.


:"No. Tu devi dirmi cosa sta suc-succedendo o non entro" - rispose Susy, fredda.


:"Oh, avanti, non fare la bambina! Te ne avrei parlato... mi spiace se non ho potuto farlo prima ma adesso... ritengo io debba" - ponderò Luna.


:"Ah, sì? RITIENI? Oh... grazie mille per avermi offerto questo onore, amica" - fece Susy, con aria decisamente offesa. Poi sbuffò e si costrinse ad entrare in stanza.


:"Senti, non è una cosa che sentiresti dire tutti i giorni da qualcuno..." - iniziò Luna.


:"Allora non c'entra niente quel tipo? Sam? Nessuna novitá?" - domandò Susy, facendo una smorfia con la bocca nervosamente, come se stesse pensando a come risolvere un problema di matematica.


:"Assolutamente no!" - sbraitò Luna, quasi un po' dispiaciuta in parte di non accondiscendere.


:"Ah... e cosa, allora?" -


:"Sto cecando di dirtelo. Ascolta, sono stata chiamata da un paio di persone per salvare un mondo, un mondo che non conosci e non credo crederesti nell'esistenza. È magico, capisci? Ed è meraviglioso, lo sai che a me son sempre piaciute le avventure e tutto ciò che ha a che fare con la magia! Non è finzione, stavolta, è realtá! Davvero... io sono... come la prescelta, o una cosa simile. Non so bene ancora come salvarlo, né come salvare prima di tutto la foresta Solitaria. Essa è stata infestata, maledetta, ed è la causa di ogni male, della rovina del mondo magico. Non so chi sia il motivo originario, però, chi è la fonte della maledizione. Immagino che prima o poi mi toccherá affrontarlo...
Ad ogni modo, le creature maligne che ci vivono potrebbero conquistare e uccidere tutti una volta che saranno cresciute sufficientemente in potenza, ed ogni giorno lo fanno, per la volontá di qualcuno, e anche le persone senza poteri magici verranno coinvolte, si espanderanno ovunque. Io posso e devo fermare tutto ciò. Ecco dove sono stata ieri, lì, nella foresta... e non ho portato con me il cellulare perché capirai, non mi sarebbe servito a molto. Sicuramente non a sconfiggere un mostro che sputa incantesimi dalla bocca. E, al contrario ho avuto con me una bacchetta. Se non l'hai capito io sono... sono... una strega. La bacchetta mi è stata data da Mia, una maestra dei maghi. Esiste anche un luogo di ritrovo, una sorta di scuola, si chiama Rolix ma per il momento ancora non ci sono stata. Ho avuto la fortuna tuttavia di conoscere persone straordinarie, tra queste c'è Bonnie, una strega come me che mi ha portata nella foresta per la prima volta! È stata lei a spiegarmi ogni cosa, chi sono. È stato incredibile, quasi traumatico all'inizio, non volevo crederle. Dovresti conoscerla, dovresti conoscere tutti!" - disse Luna, straordinariamente tutto d'un fiato. Solo in alcuni punti troncava il suo discorso, ma nemmeno dopo un secondo ricominciava con entusiasmo, passione ed interesse ad aprir bocca.
Susy all'inizio assunse un'espressione patetica, smarrita, e mano a mano che Luna continuava a conferire la sua mimica facciale diventava sempre più sconvolta.
Luna la fissò, in attesa di risposta. Quella non verbale - in fin dei conti - l'aveva già avuta.


:"Okay. Vado e torno dal bagno. Credo di avere un problema di comprensione, forse ho qualcosa nelle orecchie, vado a controllare" - 


:"No! Ti prego, credimi!" - implorò Luna.


:"Non so se ho più bisogno io d'uno psicologo o tu. Ma stai esagerando, questo è poco ma sicuro. La storia sembra carina e ben dettagliata: scrivila. Ma non renderti la protagonista nella vita reale, per piacere... mi hai fatto impressionare... sembravi così convinta! Un'attrice coi fiocchi! Potresti recitarla a teatro se non ti va di scriverla!" - suggerì Susy, ridendo malinconica.


:"Lascia perdere, Susy, se non vuoi credermi. Ma non prendermi per una bimbetta senza arte né parte. Questo non te lo permetto, non sto scherzando e non mi inventerei delle frottole così particolari solo per prenderti in giro!" rispose Luna con un misto di rabbia e tristezza.


:"Luna ma tu.... io...." - balbettò Susy, che conosceva bene Luna. Aveva un tono ed un'espressione troppo seri per continuare a credere che blaterava e basta. Doveva accettare, seppure con riluttanza, che molto presumibilmente diceva il vero. 
La mente di Luna propagava speranza e rancore: sapeva che essere creduta sarebbe risultato inizialmente difficile, allo stesso tempo per niente al mondo avrebbe voluto essere fraintesa, e desiderava nel suo subconscio manifestare le sue emozioni e riflessioni di quell'avventura con qualcuno. 


:"D'accordo. Ti credo. Sei una strega... wow. Okay, tutto normale. Ma com'è successo tutto questo? Nel senso, chi sarebbero queste persone? E... insomma... "fai magie?" " - domandò frettolosamente Susy, improvvisamente illuminata.


:"Sì sì sì! Ehm... sì anche all'ultima domanda, faccio incantesimi, ma grazie alla mia bacchetta. Te l'ho spiegato, Bonnie mi ha portata nella foresta e mi ha spiegato chi sono e cosa fanno quelli come me, come funzionano le cose, insomma. Le altre persone sono miei amici, maghi come me, li ho conosciuti nella foresta!" - spiegò ancora Luna, rincuorata.


:"Oh... okay... io... ma in questa foresta ci ritornerai?" -


:"Credo proprio di sì. Non abbiamo ancora trovato il germoglio. È un fiore, come ben saprai, ma magico. Occorre per... in effetti non sappiamo ancora per che cosa, tuttavia la maestra Mia ci ha assegnato il compito di procurarcelo" - Il discorso di Luna venne interrotto da un rumore sinistro, sembrava lo scricchiolio di una sedia di legno, vecchia e consunta.


:"Hai qualcosa che schioppetta in stanza?" - chiese Susy, impressionata.


:"No..." - rispose Luna, guardandosi intorno. Tutto era normale, i pupazzi, i libri, oggetti vari. In quel momento Pummy miagolò fuori la porta, sia Luna che Susy sussultarono.


:"Oh, gatto gattino... non farti qui vicino... potrei strangolarti!" - abbaiò Susy.


:"Non starla a sentire, Pummy..."  - fece Luna. 
Un vapore si innalzò al centro della stanza, poi iniziò a vorticare ed ecco in fine apparire una persona in carne ed ossa, piccina di statura. Era Bonnie.



:"Oh, mamma! Sto provando a teletrasportarmi da due ore! Non mi riusciva. Ho combinato pasticci? Creato interferenze? Vedete, succede a volte se il teletrasporto non avviene nel migliore dei modi... oh... siete in due. Tu chi sei?" - esordì Bonnie, esausta, e poi guardando con vago interesse Susy, la quale ricambiò lo sguardo con incredulitá.


:"Ehm... io sono Susy!" - 


:"Piacere di conoscerti. Io sono Bonnie!" - 


:"Bene... il piacere è mio. Tu saresti quella che..." -


:"Sì è lei!" - soggiunse Luna, sorridendo.


:"Signorina Luna, è successa una cosa terribile! Oh cielo, come ho fatto a scordarlo?" - riprese Bonnie, spalancando gli occhi, sembrava una mentecatta.


:"Cosa? Di che stai parlando?" - domandò perplessa Luna.


:"Qualcuno ha rubato la mappa portatrice. Lo sai che io e i miei la custodiamo con cura e pazienza, figuriamoci se la mettavamo in esposizione a qualcuno. Ciò nondimeno stamattina, quando decisi di andare a prenderla per poi venire qui, non l'ho trovata. Di solito la teniamo in un armedietto magico chiuso a chiave, insieme ad altre pergamene di vitale importanza. Loro c'erano, a differenza della mappa" - chiarì Bonnie, desolata.


:"Ma è stranissimo! Sei sicura di averla riposta lì quando sei tornata a casa ieri? E hai controllato se per caso c'era in casa da qualche altra parte?" - rispose Luna, basita. Chi poteva mai aver rubato quella mappa e perché? Che senso avrebbe avuto? A chi serviva?


:"Certo. Sono stata tutto il tempo a cercare, poi ho deciso di teletrasportarmi senza. Ora, la perdita della mappa in sé per sé costituisce un grave problema... ma ancor più gravi sono le conseguenze" - disse Bonnie, calando lo sguardo al suolo.


:"Cosa diamine è questa mappa? Ehm..." - commentò Susy.


:"Conseguenza numero uno: i miei genitori non si fideranno più a lasciarmela usare se qualcuno la vuole per sé, ammesso che la ritrovassimo. La seconda è che non possiamo andare nella foresta" - concluse Bonnie, sommessa.


:"Miseriaccia, è vero! È un bel problema! Dobbiamo scoprire chi ha rubato la mappa e perché. Sempre se c'entra qualcuno... anche se, mi sembra ovvio dal momento che sei stata a cercare tutto il tempo e ci credo. Tu hai dei sospetti? Hai "nemici" in zona? Qualcuno a cui magari non vai molto a genio?" - domandò Luna, riflettendo con fervore.


:"No... cioè sì... ma sono non-maghi. Non sanno nemmeno dell'esistenza della mappa portatrice e anche se così fosse, essendo magico l'armadietto, non potrebbero neanche sfiorarlo" - rispose Bonnie, incurvando le sopracciglia.


:"Che? Mappa portatrice? Boh..." - continuò Susy, ormai disperata.


:"D'accordo. Pensiamo ad altro... oh! Aspetta!" - urlò Luna tutt'un tratto, aveva avuto praticamente un insight. Susy spalancò la bocca, confusa, estasiata.


:"Ricordi Polluce? Era perplessa quando nella foresta le chiedemmo quale creatura poteva essere quella che spariva e ricompariva come un razzo, senza che noi riuscissimo palesemente ad identificarla" - disse Luna, rigorosa.


:"Mmh... sì... hai ragione, ma perché dici questo?" - 


:"Pensi potrebbe c'entrare con la sparizione della mappa? Forse Polluce per non farci preoccupare non ci ha detto "qualcosa" " - palesò Luna, severamente.


:"Non lo so, Luna, fammici pensare... mmh... forse hai ragione" - infine disse Bonnie, esitante.


:"Che? Okay, ho capito, sono pazza. Approposito Luna, quel bracciale... l'avevi anche a scuola, dove l'hai preso?" - soggiunse Susy, indicando il bracciale di Luna, donato da Polluce affinché, quando ne avesse avuto bisogno, la chiamasse.


:"Oh... ne abbiamo uno ciascuno. Ce l'ha dato una nostra amica, quando premiamo la pietruzza sa che abbiamo bisogno di lei, rileva la nostra posizione e ci raggiunge" - spiegò in fretta e furia Bonnie.


:"Splendido! Ne posso avere uno anch'io?" - domandò Susy ad entrambe. Luna scoppiò a ridere, proprio lei che non voleva credere esistesse un mondo magico, e a cui non piaceva neanche così tanto immergersi nella fantasia, considerandola roba da bambini o ritardati, ora richiedeva un bracciale completamente stregato.


:"Ehm... non saprei... io..." - farfugliò Bonnie, lecitamente con perifrasi (non voleva risponderle con un 'no' spudorato, o con un 'sarebbe difficile' dal momento che lei non era una strega).


:"Ci aiuterai nella ricerca della mappa, se vorrai, e forse lo avrai se avremo fortuna e rivedremo la nostra amica, Polluce" - propose Luna, contenta. Bonnie accordò.


:"Oh sì, così magari ci capirò qualcosa in più di questa storia! Da dove iniziamo a cercare?" - rispose Susy.

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Capitolo 11
*** I Malcontenti ***


Capitolo 11: I Malcontenti. 


Susy gettò la sua borsa coi libri sul letto di Luna, come se niente fosse stato importante in quel momento, come se fosse tornata da una stressante giornata lavorativa.

:"E quindi? Partiamo, no?" - domandò con fare impaziente. 

:"Certo... sì... oh, signorina Luna, sarebbe, ecco, prudente che portassi la tua bacchetta" - rispose Bonnie, esitante.

:"Va bene, la porterò sempre con me ogniqualvolta saprò che non rischia di essere vista" - disse Luna.

:"Sarebbe molto meglio! Le persone non-magiche non possono capirci. Potrebbero fraintendere" - enunciò Bonnie.

:"Fraintendere? In che senso?" - intervenne Susy, sorpresa - ancora una volta. -

:"Beh, potrebbero pensare che Luna sia una matta o che scherzi o peggio ancora spaventarsi!" -

:"Questo era assodato, secondo me..." - azzardò Susy, rimuginando.

Non fu assolutamente ardua quell'impresa d'uscire dalla porta d'ingresso indisturbatamente, stavolta, poiché i genitori di Luna sarebbero tornati solo tra un paio di settimane, trovandosi a Parigi dai nonni e Sarah sarebbe tornata solo di sera.

:"E' molto comodo uscire da casa tua attraverso la porta, signorina Luna. Effettivamente, molto meglio che cercare di teletrasportarsi decentemente almeno una decina di volte" - disse Bonnie, tutta contenta.

:"Dove credi dovremmo iniziare a cercare?" - domandò Luna, chiudendo la porta e mettendosi le chiavi nella sua solita borsetta, ove era riposta accuratamente anche la bacchetta.

:"Non a casa mia, ho già cercato ovunque. Se qualcuno l'ha presa, beh, ecco... in molti frequentano il parco..." - farfugliò Bonnie.

:"No, no, aspetta..." - soggiunse Susy, interrompendo Bonnie.

:"Vuoi andare a cercare la tua non so che, nel parco? Cioè, penso che il ladro non sia così stupido da trovarsi lì" - 

:"Lo so! Ma tu hai qualche altra idea? Magari lo troviamo qualcuno di sospetto. Nella foresta non possiamo andarci, e voi lo sapete" - spiegò Bonnie, demoralizzata.

:"Mmh... andiamo al parco, non sono sicura di trovare qualcuno o qualcosa di sospetto, ma è vero che molte persone lo frequentano e se Bonnie si è lasciata sfuggire, in qualche modo palesemente strano la mappa, può darsi che qualche indizio lo troviamo... non abbiamo altri posti dove cercare, possiamo tentare" - esaminò Luna.

:"E' come se stessimo cercando di ritrovare il cane del vicino. Un posto migliore del parco?" - disse divertita Susy, che turbò la sensibilità di Bonnie e un po' quella di Luna, ma non ci diedero affatto peso, Susy non conosceva il valore di quella mappa. 

Giunsero al parco, il sole levava sempre più in basso, era pomeriggio. In giro c'erano coppiette di anziani e qualche studente annoiato, due o tre cani si rincorrevano per gioco e alcuni bambini si dondolavano sull'altalena. Luna pensò che fosse tutto troppo tranquillo per sospettare di anche un'infinitesima cosa. Guardò Bonnie, era perplessa. I suoi capelli rossi vivi venivano scossi dal vento e le coprivano il viso, ma rimaneva noncurante, forse preferiva non sistemarseli per non vederci anziché constatare quanto fosse inutile cercare in quel posto. Luna guardò Susy adesso, sospirava e si guardava intorno, poi si faceva seria tutt'un tratto, in vista di una o due persone che si avvicinavano, a mo' di detective.


:"Non c'è nessuno che conosci qui, Bonnie?" - domandò Luna.


:"No... direi... sembra tutto normale" - disse Bonnie, con voce stanca. 


:"Credo sia inutile... credo io... signorina Luna, devo parlarti di una cosa" - le disse, divenendo più inquietante. Susy abbandonò il suo lavoro da investigatrice e guardò Bonnie, in attesa.


:"Non so chi sia quella creatura che abbiamo visto nella foresta. Non so se c'entra qualcosa con la sparizione, ma ho paura. Ho paura fosse una spia" - le disse, in tono macabro.


:"Una che? Spia? Di chi? Cosa vorrebbe da noi?" - rispose Luna, a disagio.


:"Signorina Luna, non siamo i soli che vagabondano nella foresta. Non crederai, intelligente come sei, che qualcuno non tenti di ostacolarti durante la tua impresa... oh, scusa, ostacolarci. Ci sono altre forze in quella foresta, pronte a distoglierci dal nostro obiettivo" - rispose Bonnie, inarcando le sopracciglia.


:"Parli delle creature che abbiamo incontrato fino a poco fa? O ti stai riferendo ad altri esseri... ancora?" - 


:"Bingo. A parte coloro che vivono nella foresta, ovvero le creature stregate e malvagie, beh, ci sono i Malcontenti" - 


:"I chi?!" - soggiunse Susy.


:"I Malcontenti. Scagnozzi della lupa, di quell'essere di cui ti parlai, che durante la notte si trasforma proprio in questo animale, ma che in realtà ha altre sembianze durante il giorno, quelle di una una vecchia, ed è debole, un raggio di sole non può neanche sfiorarlo. È durante la notte che esce fuori dal suo buco, che si nutre, che cresce in potenza" - disse Bonnie.


:"Me ne ricordo, come ricordo quell'urlo. E questo essere... esattamente... cosa vuole? Conquistare il mondo? È lui la causa della maledizione? Credi tenterà di ostacolarmi di persona una volta che avrà riacquistato a pieno i suoi poteri?" - chiese Luna, con un tocco di paura nella voce.


:"Sì, e lo farà" - rispose una voce, una voce fredda, sicura. Luna si voltò di scatto, Bonnie e Susy la imitarono immediatamente. Davanti a loro c'era la sagoma di una donna sulla trentina, alta, parecchio esile e con dei capelli cortissimi e spettinati d'un castano ramato spento. Indossava un paio di jeans neri, una maglia larga e lunga marrone, con dei disegni di triangoli, quadrati e cerchi incisi, ed infine un cappotto bordeaux, abbinato quasi perfettamente ai suoi capelli. 


:"Sono Alice. Insegno a Rolix alcuni degli incantesimi più difficili agli studenti che vanno a caccia di creature pericolose. Sono stata mandata qui dalla vostra insegnante Mia, che mi ha ovviamente spiegato tutto. Devo tenervi sott'occhio, che a voi piaccia o no. Tu dovresti essere Luna..." - disse, rivolgendosi a Luna, ancora più fredda di prima; la sua carnagione giallognola e la sua rigidezza metterono da subito timore a Luna, la quale non seppe dapprima se presentarsi o meno.


:"Allora, tu sei Luna oppure no?" -


:"Ehm, sì, sì! Sono Luna, piacere! Ma... come mai dovreste tenerci sott'occhio? ... non possiamo neanche andare nella foresta" - disse Luna, ancora più confusa di prima.


:"Senti, ragazzina, ti invito ad ascoltare me e la tua amica Bonnie, che ha accennato ad una spia di un certo essere pericolosissimo. Beh, i tuoi sospetti si sono avverati, Bonnie, davvero una spia vi ha seguiti fin qui e ha rubato la tua mappa Portatrice, oggetto raro e prezioso, così da evitare che una di voi o insieme entraste nuovamente nella foresta a disturbarla.
Era ciò che temevamo io, Mia ed altri, che prima o poi qualcosa si sarebbe smosso, da quando sei arrivata nella foresta, Luna, le cose sono cambiate. Gli alberi hanno iniziato a lamentarsi, le creature ad insospettirsi, a farsi del male a vicenda, tutto nella foresta è irrequieto. Potrà sembrarvi banale, difficile da credere, ma anche la natura parla, senza l'uso delle parole, essa si esprime attraverso ciò che domina, ciò che ne fa parte. Quella spia era una creatura mandata dai Malcontenti, i quali - come detto da Bonnie - sono nient'altro che servitori di quell'essere da voi ignoto. Essi gli stanno dietro come un cane fedele al suo padrone, credono che prima o poi potrà salvarli, salvarli tutti, quando succederà..." - esordì Alice, tesa.


:"Succederà cosa?" - domandò Susy.


:"Quando le creature e la malvagità della foresta si espanderanno e insieme ai maghi servitori dell'essere distruggeranno tutto, invaderanno il mondo. Noi moriremo combattendoli, secondo loro, che al contrario vivranno, essendo rimasti fedeli alla lupa, cresciuta in potenza" - continuò Alice.


:"Alice... che creatura era esattamente? Perché non ci siamo accorte di niente?" - domandò Bonnie, incredula.


:"Sei ancora alle prime armi in questo campo, Bonnie, come Luna. Era un corvo dell'Irlanda, hanno quel colore perché sono diversi dai corvi comuni, sono magici e sono alleati con i Malcontenti da diversi anni. Hanno ormai dimenticato la loro vera natura, per servire quella di un essere spregevole" - 


:"Sono anche parecchio veloci. Sono in grado di comunicare con questi "Malcontenti" "? - intervenne Luna, sospettosa.


:"Esatto; si capiscono a vicenda, i corvi hanno imparato con gli anni a farsi capire e a capire la lingua degli umani" - 


:"Allora i Malcontenti sono maghi... ehm... avidi e disprezzabili, i quali hanno mandato una spia che le ha seguite e ha rubato la mappa Portatrice affinché non entrassero più nella foresta... ma perché?" - chiese Susy, ritornando ad assumere l'aria di una detective in azione.


:"La risposta è molto semplice, ragazza, e in breve l'ho già detta. Credi che la foresta voglia essere disturbata? Credi che quell'essere voglia permettere che Luna compia la sua missione? Significherebbe ucciderlo, uccidere il male che incombe nella foresta. Di conseguenza il mondo non potrebbe essere più sotto il suo dominio. Ora, non so se voi l'abbiate capito: i Malcontenti faranno qualunque cosa per soddisfare il loro padrone. Il loro primo avvertimento è stato la sparizione della mappa, il secondo... potete immaginarvelo. Dovete tenere gli occhi aperti, Luna, specialmente tu. Non temo né rancore né dispiacere nel dirtelo, perché è la realtà e dev'essere affrontata così come si presenta... sei in pericolo" - concluse Alice, guardando Luna con una siffatta inespressività che era difficile stabilire a cosa stesse pensando precisamente.
A Luna sobbalzarono le ossa ed il cuore, era una sensazione che non aveva mai provato prima, era diversa; era come se il suo corpo volesse avvertirla che c'era un pericolo, probabilmente mortale, che se non faceva così come le avevano detto sarebbe stato peggio per lei, era un qualcosa di troppo grande da definire in quel momento, puro istinto, pura certezza di volersi salvare, di tenerci alla propria pelle.


:"Io... mi uccideranno, se insisterò? E prima o poi dovrò scontrarmi con quell'essere, vero?" - Susy a quelle parole spalancò la bocca e divenne bianca, forse quanto la carnagione di Luna, che era davvero pallida di suo. Non osò proferire parola. Bonnie emise un gemito.


:"Sì, Luna... loro non guardano in faccia a nessuno, goderebbero nel ferirti, godono nel veder soffrire con le loro torture tutti. E tu che sei la "prescelta", immagina quanto sarebbero contenti di sbarazzarsi di te. Sono loro i veri mostri, non le creature stregate da loro stessi, che vivono nella foresta. Esse sono vittime che hanno combattuto... ma senza successo, non ce l'hanno fatta ad opporsi" - rispose Alice, stavolta straordinariamente con un tono più delicato, compassionevole. Nessuno però ci fece caso, erano troppo impegnate ad elaborare ed accettare quelle crude ed aspre parole.


:"Beh... non siamo così negativi... no?" - esordì Bonnie, singhiozzando.


:"Oh, no... salvo che non preferite essere ridotte in cenere... tenete gli occhi ben aperti" - rispose Alice, seccamente.


:"In cenere?!" - urlò Susy dalla paura.


:"È un modo di dire... ragazza di cui non so il nome.
Bene, ora mi scuserete, ma gradirei che rimaneste qui fino a che non decidete di tornare a casa di Luna. Né le spie né i Malcontenti vi seguiranno, non vengono in posti in cui ci sono non-maghi. Preferiscono evitare il loro contatto ma soprattutto non vogliono essere visti. Non bighellonate in spazi chiusi, bui, privi di persone" -


:"No, tranquilla, non lo faremo. E comunque sono Susy, mi spiace per la scortesia" - disse Susy, tentando di accennare un sorriso, invano.


:"Piacere. Seguite il mio consiglio, dovrò abbandonarvi per un po'...
Tenete pronte le bacchette. A dopo, ragazze" - furono le ultime parole pronunciate da Alice, prima di sparire in un vortice grigiastro che la teletrasportò chissà dove... Luna, Bonnie e Susy rimasero a guardarsi a bocca aperta. Nessuno osava fare un passo, sembravano quasi pietrificate al suolo.


:"Non dovremmo an-andarc-ene, vero? L'avete sentita, no? Andare a casa tua, Luna... o... in posti pieni di gente" - balbettò Susy. Bonnie accennò calorosamente più volte di sì con la testa.


:"Possiamo... possiamo almeno sederci lì?" - propose Luna, indicando una panchina vicino ad un'altalena in momentanea solitudine - nessuno in quel momento si dondolava. -

Si sedettero. Luna rimase a fissare il verde degli alberi, i vari colori vivaci dei fiori del parco, sentiva flebilmente il suono dell'acqua che scorreva nella fontana situata poco più in là; esso era prodigiosamente vivo, mellifluo all'udito. Era assolutamente inammissibile fare un paragone con ciò che si propagava nella foresta Solitaria, palesemente meno ricca di vigore, serenità. Quel posto non emanava alcuna fiducia, nemmeno un vecchio saggio avrebbe pensato che ci sarebbe stata una speranza, seppure minima, di farla rifiorire.


:"Dovremmo avvertire Clara e Dean" - disse Luna, fredda.


:"Cosa?" - le rispose Bonnie.


:"Mi hai sentita. Loro devono sapere che la mappa è stata rubata da quel corvo mandato da quegli esseri spregevoli. Non credi anche tu che non sappiano probabilmente ancora nulla? Loro come raggiungevano la foresta? Non mi sembra di averlo mai chiesto... l'ultima volta Polluce li teletrasportò fuori, ma lei ha poteri più ampi di noi" - disse Luna, avendo d'un colpo un'illuminazione.


:"Potrebbe farci entrare lei! Non pensi!? Come ha riportato fuori Clara e Dean, potrebbe anche farli rientrare, farci rientrare!" - 


:"Io... non... lo so. Io... aspetta! Forse hai ragione ma... gli unicorni di solito..." - 


:"Gli unicorni?" - domandò Susy, basita.


:"Clara è amica di Annabeth. La ricordi? Quando non tornavano a casa con me, anche perché non abitiamo esattamente vicini, lei e il fratello si facevano aiutare da lei ad uscire dalla foresta e li conduceva a casa come ha fatto Polluce l'ultima volta. Ma ci entravano solo grazie a me, con l'aiuto della mappa. Annabeth non li ha mai portati dentro, tuttavia... sì... Polluce potrebbe se volesse... ha senso, però vedi, loro semplicemente non dovrebbero farlo" - disse Bonnie, intimidita.


:"Va avanti" - incitò Luna.


:"Aspettate un attimo! Alice ha detto di rimanere in posti affollati di non-maghi. Ammenoché non stiate tentando il suicidio, non credo dovreste provare a rientrarci!" - subentrò Susy, aspra.



:"Beh, sì, in effetti hai ragione... dovremmo  rimanere qui per il momento anche perché come ti dicevo, Luna, gli unicorni non sono autorizzati a portare membri esterni al loro gruppo nella foresta, figuriamoci se di diversa specie. Farli uscire sì, potrebbe essere considerato quasi opportuno mandarli via, anche se Annabeth non riaccompagnava a casa Clara e Dean con l'intenzione di non riaccoglierli. Se qualche membro del loro gruppo lo venisse a sapere, Polluce finirebbe in guai seri, molto seri... gli unicorni sono rigidi e riverenti con le loro regole. Avvertiremo i gemelli a tempo debito, andrebbero a caccia dei Malcontenti pur di riavere la mappa che mi hanno rubato" - rispose Bonnie.

:"Bene! Restiamo qui ma non con le mani in mano!" - inveì Luna, nevrotica.
Non sopportava l'idea di rimanere al sicuro senza muovere un dito, non sopportava che qualcuno si preoccupasse per lei quando c'erano giá i suoi genitori e sua sorella a farlo. Voleva combattere, voleva agire sul male; lei era le prescelta oppure no? Solo lei avrebbe potuto, avrebbe voluto. Mai come in quel momento sentì di capire e di accordare le presumibili intenzioni di Clara e Dean. Se questi Malcontenti avevano avuto la briga di rubare una mappa di vitale importanza per impedirle di compiere la sua missione nella foresta, allora dovevano farsi sotto, allora dovevano affrontarla, farsi vivi. Lei ci avrebbe provato. Doveva pensare a qualcosa, doveva interrogarsi e cercare delle risposte. Era carica dentro, era un fucile a cui doveva essere premuto solo il grilletto.


:"Oh, Luna..." - disse qualcuno poco lontano dalle tre; Luna conosceva quella voce, era inequivocabilmente familiare, il suo cuore ed il suo stomaco sussultarono in una danza a ritmi veloci.
Si girò nella direzione da cui proveniva, era Sam.

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Capitolo 12
*** Inconvenienti ***


Capitolo 12: Inconvenienti. 


:"S-Sam, ciao..." - disse Luna, il fiato sospeso, lo stomaco irrigidito.
Sam le allargò un sorriso e, senza pensarci troppo, le chiese cosa stesse facendo da quelle parti.

 

:"Di solito non ti vedo spesso qui..." - 


:"Oh, ecco, in realtà ci vengo spesso a quest'ora. La sera ci sono tante persone e a volte preferisco la tranquillità... ma... beh, qualche volta ci siamo visti, comunque" - rispose lei.


:"Hai ragione! Anche io non esco spesso qui per le troppe persone, ma capita a tutti di farsi un giro comunque. Non sapevo venissi quindi di pomeriggio... io sono solo di passaggio... dovrei andare da un amico ma mi ha richiamato un attimo fa dicendomi di aspettarlo qui" - disse Sam, guardando per la prima volta finalmente le persone con cui era Luna. 


"Sia benedetto questo suo amico..." - pensò Luna. Bonnie spalancò gli occhi, si girò a guardarla di scatto e dopo due o tre secondi, mentre Luna programmava una risposta da dare, le venne fuori un mezzo sorriso curioso.


:"Mmh, bene! Capito. Noi stiamo... ehm..." - 


:"Aspettando a nostra volta un'altra amica, sai, dovrebbe essere qui a momenti" - gli fece Bonnie, con un tono carico e spensierato - per nascondere sospetti, senza dubbio. - 


:"Ah, capisco..." - rispose Sam.


:"Già! Musa di solito non ci fa aspettare, ma Luna... non avevi detto che si era fermata dalla nonna per un po'?" - subentrò Susy, chinando il capo in direzione di Luna, come per mostrare tutto il suo interesse per la risposta. 
Susy conosceva Sam per le troppe, numerose, che dir si voglia, chiacchiere di Luna su di lui. Essendo la sua migliore amica, di certo non poteva non sapere molte delle cose che accadevano tra i due.

"Oh, ragazze... non c'è bisogno di recitare così tanto! Cosa dico?! Povera me" - pensò ancora Luna.


"E invece sì!" - fece una vocina particolare nella sua testa, una voce che sicuramente non apparteneva alla sua. Luna guardò Bonnie e Bonnie guardò Luna, spalancando di nuovo gli occhi. Bonnie aveva letto nella mente di Luna anche prima. 


"Bonnie... non parlarmi proprio adesso nel pensiero, so che puoi sentirmi..." -


:"È vero! Beh, noi l'aspettiamo... Samuel... ehm..." - cominciò Luna e Sam, che fino a quel momento sembrò essersi incantato nel guardarla, adesso riprendeva a prestare attenzione alle sue parole.
Quanto Luna avrebbe voluto evaporare in quel momento, quanto il suo cuore le supplicava di resistere, l'avrebbe abbracciato se avesse potuto, dopo tanto tempo che non si vedevano. Adorava i suoi modi, adorava i suoi occhi, adorava Sam.


:"Io... che racconti?" - farfugliò, imbarazzata. Susy si costringeva a sorridere senza mostrare il suo reale imbarazzo per Luna.


"Oh cielo, non ti è venuto niente di meglio?" - le rimbeccò Bonnie nella mente


"Vuoi stare un attimo 'sshhh'? Non vedi? Sto cercando di concentrarmi..." -


"Manco dovessi vincere le Olimpiadi! Avanti!" - spronò Bonnie.


:"Nulla, Luna, a parte che sono molto stanco. In questo periodo le cose non vanno esattamente bene..." - disse Sam, abbassando il capo al suolo.


:"Come? E perché mai?" - rispose frettolosamente Luna.


:"Sono davvero impegnato. E costantemente indaffarato con gli studi. Non è facile, per il resto va bene" - le rispose, con una vena di malinconia. A Luna passò nella mente il pensiero che stesse mentendo, c'era dell'altro in lui che non andava, non poteva essere depresso per così poco... inoltre lui non era il classico tipo che per questioni simili perdeva la testa, chissà cosa stava succedendo a quel Sam...


"Non me la dice buona..."  - enunciò Bonnie, sempre nella mente di Luna, alla quale stava venendo il mal di testa, non essendo abituata a parlare con il pensiero.


"A chi lo dici..." - rispose spontaneamente, non tanto per rispondere a  Bonnie, ma quasi come per rispondere a se stessa, in quel momento il pensiero di Bonnie si era fuso con il suo.


:"Senti Luna, vorrei parlarti... se posso, da solo" - le disse Sam, prendendo fiato. Se lo stomaco di Luna fino a quel momento aveva retto, adesso le sembrò impossibile che sarebbe stato in grado di farlo. Ebbe delle scimmiette che le si contorsero dentro in maniera impetuosa, e il cuore non se lo sentì più. Spalancò gli occhi prima di poter tentare di proferire qualche suono, Sam sembrava a disagio. 
Susy avrebbe voluto darle un calcio. Doveva rispondere, perdinci! E invece era ancora muta. Quei pochi secondi di silenzio sembravano un'eternità.


:"Sì, va bene, Sam..." - rispose, con voce debole.
Susy afferrò il braccio di Bonnie e la spinse con sé altrove, senza neanche dire a Luna dove andassero precisamente ma in fondo lei lo sapeva. Non avrebbero abbandonato di certo il parco e - senza ombra di dubbio - avrebbero origliato da qualche angolino lei e Sam.


:"Io..." - esordì Sam, ma qualcosa lo interruppe. Si udì una donna urlare in maniera spaventosa dall'altra parte del parco. Delle persone si voltarono in quella direzione, due o tre corsero a vedere cosa era appena successo. Sam si voltò a sua volta, preoccupato. Luna rabbrividì parecchio.


:"Luna... andiamo a vedere?" - domandò Sam, tornando a guardarla e constatando dalla sua espressione una certa paura.


:"Non ti preoccupare, ci sono le tue amiche ed io" - rincuorò Sam. Luna sprofondò nella dolcezza di quelle parole e senza dire altro si affrettarono ad avvicinarsi a quella donna.
Bonnie e Susy fecero altrettanto.

La donna minuta era distesa a terra, non si muoveva, il volto pallido e le labbra bianche.


:"Oh, Merlino... no, no... come sta, secondo lei? Che le è successo?" - domandò Bonnie, disperata, ad un uomo anziano.
Sempre più persone circondarono la sagoma della donna, senza azzardarsi ad avvicinarsi, a parte un uomo che pareva analizzarla. Luna guardò una signora coprire gli occhi ad un bambino, intento a guardarla.


:"Non lo so, giovane ragazza, non lo so... ma nulla di buono. Quando sono venuto qui era già a terra, immobile" - rispose l'anziano, preoccupato, si passò una mano sulla fronte, come in cerca di risposte.
Sam si era ammutolito, lo stesso Susy.


:"Respira?!" - domandò la vicina di casa di Luna all'uomo che era accanto alla donna, il quale le aveva misurato più volte il battito cardiaco, porgendole le dita al lato del collo. Luna non si era accorta che c'era anche la sua vicina lì, fortemente catturata da quanto accaduto. Ci volle un po' prima che l'uomo rispondesse, e le persone iniziarono ad andare in ansia ancor di più, compresa Luna. Tutti erano pretendenti di una risposta certa.


:"Signori, per favore, allontanatevi. L'ambulanza che abbiamo chiamato due secondi fa farà un tragitto inutile... è morta" - disse l'uomo, serio, ma con lo sguardo addolorato. 
Per lo stupore alcuni gemettero. Susy spalancò gli occhi così tanto che pareva si sarebbero staccati prima o poi dalle orbite, cadendo, Bonnie lacrimò, Sam scosse il capo più volte, e si voltò per raggiungere Luna, la quale era rimasta in trance. Non poteva crederci, era così strano, troppo strano... una donna morta davanti a lei, senza il minimo taglio, senza una goccia di sangue, non poteva esser stata uccisa. Sentì alcuni signori ipotizzare che avesse avuto un infarto, altri che avesse preso - sfortunatamente - delle medicine inappropriate, di tutto e di più. Eppure Luna non era convinta, eppure Luna pensava che doveva esserci dell'altro.
Sam guardava Luna preoccupato. Lei si accorse di lui, sapeva che era accanto a lei, e il suo cuore era talmente felice che per un attimo si sentì in colpa. In colpa perché era morta una donna e lei non riusciva ad essere triste. 
Proprio quando Sam voleva parlarle, quando l'aveva rivisto e quando il suo cuore iniziava a provare una gioia inspiegabile ed inesauribile... qualcuno moriva sotto il suo naso.


:"Forse sarebbe meglio che tornassimo a casa..." - disse Susy, raggiungendo Luna. Bonnie piangeva ancora, silenziosamente.


:"Ha ragione. Tornate a casa, credo che a breve la polizia sarà qui e perquisirà il parco" - aggiunse Sam, guardandosi intorno.


:"Va bene..." - rispose Luna, con voce mesta. Sam si avvicinò a lei e le diede un bacio sulla guancia per salutarla, poi con la mano salutò le altre due e si allontanò. Susy fece un sorriso, Bonnie smise di piangere e guardò Luna, sorpresa. 
Luna, invece, pensava che quello sarebbe stato il giorno più bello della sua vita.




                                                                                                                         ***
 


:"Secondo voi, quella donna..." - iniziò Susy, seduta sul letto di Luna. Erano arrivate tutte e tre a casa sua da un quarto d'ora e si erano preparate un thè.


:"Mi puzza. Mi puzza un sacco! Non credo sia morta d'infarto" - rispose energicamente Luna.


:"Cosa vuoi dire, Luna? Credi che sia stata uccisa?" - domandò Bonnie.


:"Non lo so... in verità non so bene cosa pensare..." - balbettò Luna.


:"Ricordate quella tizia, Alice? Ci aveva detto di restare in guardia. Forse..." - disse Susy, interrompendosi subito.


:"Allora la pensi come me!" - urlò Luna, illuminata.


:"No... vi prego... no... questo significherebbe che... i Malcontenti... sono qui, tra noi, per davvero" - urlò Bonnie, spaventata e saltò su dal letto.


:"Luna è pericoloso. Se avessero semplicemente sbagliato mira? ...Se avessero voluto... colpire... te? I loro incantesimi sono potentissimi, crudeli, mortali! È magia oscura, magia che usavano gli stregoni di un tempo per sacrificare le loro vittime, solo che adesso si è evoluta, perfezionata... Luna, ho paura! Ho paura per te" - continuò, trafelata.


:"Brava! Aggiungi qualche altra cosa, così se quella donna non è morta d'infarto, lo farà Luna, per lo spavento. Non abbiamo ancora prove che sia stata uccisa! È solo una nostra sensazione, che tuttavia può essere errata" - tuonò Susy, furibonda, saltando su dal letto a sua volta. Luna aveva le mani fredde, e la mente oscurata, quasi congelata dalla realtà, adesso.
Qualcuno bussò alla porta. Sia Susy che Bonnie sussultarono. 


:"Chi va ad aprire?" - domandò Susy.









*Nota dell'autrice:
Salve a tutti! Ci tengo a ringraziare vivamente chi è arrivato fin qui e coloro che per la prima volta hanno aperto questa storia. Sono felice di accogliere nuovi lettori, e spero tanto sarete curiosi di scoprire il proseguimento, non vi lascio alcun anticipo - ovviamente. -
Intanto, vi lancio un augurio di buone feste, e spero di riuscire ad aggiornare presto. Mi perdonerete, ma tra la scuola ed altro non sempre riesco ad aggiornare subito :) 
Alla prossima, lettori!*

 

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Capitolo 13
*** Il richiamo di qualcuno ***


Capitolo 13: Il richiamo di qualcuno.


:"Va bene. Andrò io ad aprire la porta" - disse Susy.
 Luna la bloccò, decise che essendo casa sua, sarebbe stato meglio se fosse andata lei.

:"Non preoccuparti" - le disse, Bonnie si accomodò nuovamente sul letto, stordita ed affranta allo stesso tempo.
Luna subodorò non appena giunse alla porta. Tirò fuori la bacchetta - la quale aveva messo in tasca dopo esser tornata a casa - e immaginò di poter vedere attraverso la porta chi c'era fuori, come uno specchio. Così, a bassa voce sussurrò :"Specchio!" - e lentamente sulla porta, di colore bordeaux, crebbe una grande macchia pallida che si espanse sempre di più, fino a riempire tutta la porta e subito dopo un enorme specchio ritrasse due sagome. Quella di una donna alta e snella, capelli corti ed in disordine. Era Alice. Con lei c'era un uomo piuttosto robusto, alto e di colore. Indossava un mantello lungo marrone ed una veste arancione ed un cappello piuttosto bizzarro circolare, sempre arancione. Aveva uno sguardo cupo, misterioso, risoluto e la bacchetta in mano, sembrava nera, a differenza della sua, che essendo stata creata dal legno, era palesemente marrone.
Terminò l'incantesimo chiudendo forte gli occhi, sperando di fare in fretta. 

:"Alice! Sei qui! Tutto bene?" - esclamò Luna, aprendo velocemente la porta, che ritornò quella di sempre, con suo stupore. L'incantesimo era riuscito bene.


:"Oh, per mille corvi d'Irlanda, io sto bene, tu piuttosto, come stai? Cosa è capitato alle tue amiche? Per un attimo che mi sono allontanata, cos'è che accade? Un omicidio! Ma che Merlino ci aiuti. Mi sento responsabile di quanto accaduto. Mi dispiace Luna, ma non ho potuto evitare tutto... oh, aspetta. Lasci che ti presenti Robin, mio fedele socio di mille imprese" - rispose Alice, ansante, ed indicando infine con una mano l'uomo di fianco a lei.


:"Piacere mio, signore. Vi prego, entrate. Spiegami tutto, Alice. Tu sai chi ha ucciso quella donna?" - disse Luna, chiudendo la porta alle spalle di Alice e Robin. Susy e Bonnie corsero all'ingresso, avevano riconosciuto la voce di Alice.
Susy guardò la bacchetta di Luna. Era la prima volta che la guardava così ossequiosamente. Cercò con lo sguardo quella di Bonnie, ma l'aveva custodita. Bonnie era abituata, vivendo - come Luna - in mezzo a persone non-maghi, a celare la sua bacchetta quando non era nella foresta o in casa sua. Poi cercò quella di Alice, ma anch'essa l'aveva nascosta, ma poté osservare quella di Robin, ancora più interessante - apparentemente -  di quella di Luna, faceva quasi impressione per il colore scuro e per i lineamenti perfetti.

:"Ho il piacere di vedere che state bene! Meno male! Sono veramente contenta. Io, Robin ed alcuni maghi abbiamo perlustrato questa zona. Alcuni Malcontenti, però, ci hanno colto di sorpresa dall'altra parte della città, facendoci allontanare. Pensavamo che... beh... per metterci in guardia... compiessero un pasticcio con le persone non-maghi. 
Un secondo avvertimento, come si suol dire. Il primo sapete qual'è stato" - esordì Alice, cercando di rimanere calma.


:"... un diversivo!" - ululò Bonnie.


:"Volevano distrarvi per colpire Luna inosservati! Si sono sparpagliati di qua e di là quei dannati!" - concluse. Luna concordava quella teoria, seppure non osava proferire il suo accordo.


:"Sì. Luna, ascolta, mi dispiace che sia capitata una cosa simile, che ti abbiamo cacciata in un pericolo così grave... fortunatamente però non sono riusciti nell'impresa.
D'ora in avanti, beh... vedrai, le cose cambieranno. Ma ora la cosa più importante è che voi stiate bene, che tu stia bene, Luna, e che i Malcontenti siano andati via. Le loro spie non si sono viste più in giro" - divulgò Alice, saggiamente.


:"Ti riferisci a quei corvi, vero? Cosa vuol dire che le cose cambieranno?" - domandò Luna, tesa.


:"Esattamente. Vuol dire che verrai a Rolix, la scuola dove maghi e streghe si esercitano per combattere le creature più mostruose... e le altre forze maligne che oppongono la strada del bene. È giunto il momento che la tua bacchetta eserciti incantesimi più potenti, benché fino ad adesso te la sei cavata, direi, abbastanza bene" - spiegò Alice. Nel cuore di Luna iniziò ad insidiarsi una sensazione piacevole e di stupore... avrebbe finalmente conosciuto Rolix, sarebbe giunta in quella scuola tanto attesa, tanto bramata. Allo stesso tempo la sua confusione e frustrazione per quanto riguardava quel misterioso "cambiamento" le provocavano un senso d'inquietudine. Qualcuno tentava di sbarazzarsi di lei, e molto probabilmente dei suoi amici. Questo bastava per farla sentire estremamente diversa, estremamente nevrotica. Se fosse successo qualcosa di brutto ad una delle persone che amava, non se lo sarebbe perdonato facilmente. Se fosse accaduto, lei lo sapeva, i sensi di colpa l'avrebbero pervasa da capo a piedi e avrebbe reagito, avrebbe dovuto necessariamente reagire, per vendicarsi e placare il suo animo.

:"Luna... anche nel mondo della magia accadono cose... non troppo buone" - disse Alice, sorridendole, stranamente mielata. 


:"Lo so. Abbiamo affrontato creature abbastanza pericolose fino ad adesso... ma ora immagino che ci toccherà fare di più" - rispose Luna, fredda. Robin, che fino ad allora non si era espresso e non aveva mutato di una virgola la sua severa mimica facciale, adesso dedicò a Luna uno sguardo piuttosto attento, ponderoso.


:"Già..." - farfugliò Bonnie, che finalmente riprendeva parola.


:"Ad ogni modo, la vostra missione è ancora in corso. Trovare il germoglio, io spero solo che quando riuscirete e potrete entrare nella foresta, non vi cacciate in guai troppo seri ancora una volta..." - aggiunse Alice, per conto di Mia, la quale era rimasta a Rolix, a sorvegliare la scuola ed i ragazzi. 
Sia Luna che Bonnie non avevano dimenticato quella missione, difficile, ma coinvolgente. 


:"Ti conviene dir loro la verità, riguardo a tu sai cosa e a tu sai chi..." - disse l'uomo misterioso, la voce dura, profonda e fredda come il ghiaccio. A Luna, Bonnie e Susy  lasciò una sensazione cupa.


:"Clara e Dean... vedete, l'ultima volta che li abbiamo visti erano nella foresta. Credo stessero cercando voi due. Abbiamo perso le loro tracce da ieri. Alcuni di noi li tenevano d'occhio dopo che... beh, che la mappa è stata rubata, per sicurezza, e poi la foresta Solitaria si sa che non è più un posto sicuro come un tempo, e ogni giorno che passa peggiora. 
Io e Robin con la nostra squadra stiamo cercando di ritrovarli, come cerchiamo di proteggere i non-maghi dai pericoli e... te, Luna. 
Ma adesso che vi ho detto dei gemelli, per favore, non fatevi venire in mente idee strane. Di questo caso possiamo occuparcene noi" - proseguì Alice, severamente, anche se un po' esitante.


:"E siete al sicuro adesso. Quando sarà il momento giusto verrete a Rolix, con me. State tranquille, faremo di tutto per sapere dove sono finiti Clara e Dean. Adesso dobbiamo andare" - disse Alice, ponderando lo sguardo preoccupato di Luna e Bonnie per i gemelli. Salutò come avrebbe fatto una vecchia amica e insieme all'uomo misterioso, che salutò calando il capo verso le tre, si congedò.
Luna e Bonnie si guardarono a lungo, fu un silenzio, quello, carico di parole e brulicante di emozioni. Erano entrambe sorprese, entrambe scosse per quello che avevano appena udito.

:"Luna, andare a Rolix? Anche io dovrei andare in quella scuola? E Clara e Dean, i gemelli, li conoscevate?" - 


:"Susy... tu... non credo sia necessario che venga, davvero. 


:"Sì, sono nostri amici" - conferì Luna, preoccupata per i gemelli. Conoscendoli, di sicuro si erano cacciati da soli in dei pasticci, senza una Bonnie attenta e riluttante Clara e Dean erano un pericolo anche per se stessi.


:"Nient'affatto! Io ci sono dentro ormai. Ho visto anch'io il cadavere di quella donna, la mia migliore amica è una strega e... rischiamo grosso se la diamo vinta a quei mostriciattoli, tutti! Si espanderanno, non è così? Prenderanno il dominio ovunque. È quello che mi hai detto. Allora io verrò con voi due, allora io devo fare a mia volta qualcosa. Faccio parte di questo mondo" - rispose Susy, sicura, alterata.
Bonnie rimase con la bocca aperta per tutto il tempo. Era arrabbiata per l'imprudenza dei gemelli e si sentiva in colpa perché sapeva che quei due erano un danno senza di lei. Ma del resto cosa poteva farci? Non era nei suoi progetti farsi sfuggire la mappa portatrice, l'unico mezzo che avrebbe permesso a lei e Luna di entrare nella foresta Solitaria. 

:"Susy, non voglio che ti cacci in dei pericoli... non sai fare incantesimi, né potresti. Questa è una questione di sicurezza, non posso trascinarti con me in un pericolo mortale! Lo capisci, vero?" - ribatté Luna, sconsolata.


:"Puoi. Non mi importa. Io verrò con voi e vi aiuterò!" - insistette Susy, senza batter ciglio. 


:"Ragazze, io... Luna, lasciala venire. Forse ha ragione" - intervenne Bonnie, ammirando il suo coraggio di esprimere ciò che pensava, in ogni contesto.


:"Ma io... non posso... " - rispose Luna, la voce spezzata.


:"Allora è deciso! Verrò. Bene" - concluse Susy, appagata. Luna rinunciò nel rispondere, sapeva che oramai era fatta. Susy era testarda forse quanto lei, rimbeccare non sarebbe servito a niente. 


:"Vogliono impedirci di entrare nella foresta... rubano la mappa. Cercano di colpirmi perché sanno chi sono, sanno che sono la prescelta e l'unica a poter sconfiggere la lupa... Clara e Dean si sono persi... si aspetteranno adesso che noi rimarremmo qui. Ma non lo faremo e avremo bisogno d'aiuto. Ci sono altri che possono aiutarci a ritrovare la mappa portatrice! E poi, dobbiamo ancora trovare il germoglio!" - esordì Luna, la quale non esitava un istante a non dare corda alla raccomandazione di Alice, per il semplice fatto che Clara e Dean erano suoi amici. Perché loro l'avevano rallegrata, aiutata, e teneva a loro come loro tenevano a lei. Doveva trovarli.


:"Sì. Farò di tutto per salvarli" - disse Bonnie, cogliendo a pieno cosa intendeva Luna... o meglio... chi.


:"Tornerò domani e ne parleremo" - disse Bonnie, guardando l'orologio. Salutò le due amiche e a sua volta uscì fuori casa.


:"Immagino che anche tu debba andare... i tuoi genitori saranno a breve qui, vero? Hanno fatto la loro passeggiata?" - domandò Luna.


:"Sì, Luna, immagino. Ma possiamo fare che rimango da te per un po', domani è domenica e non abbiamo neanche scuola. Dirò ai miei che resterò qui con te!" - propose Susy, la quale sapeva che una volta tornata a casa, si sarebbe annoiata a morte senza ricevere nuove notizie.


:"Va bene!"  - acconsentì Luna, contenta.

Lei e la sua migliore amica avrebbero parlato, quella notte, e magari non solo di tutti i guai che stavano passando o che avrebbero passato insieme, magari anche di Sam... di quanto era accaduto, e magari di quella cotanta bellezza che era entrata nella vita di Luna, da quando scoprì di poter utilizzare una cosa così preziosa e speciale: la magia. 



 
                              ***

 
I genitori di Susy accordarono a farla rimanere da Luna. 
Quella mattina, si alzarono entrambe avendo ancora un bel po' di sonno, avevano parlato fin troppo prima di addormentarsi. 

:"Facciamo colazione? Ho fame" - scongiurò Susy, sbadigliando.
Luna accennò di sì col capo, sbadigliando a sua volta e si recarono in cucina. Sarah, lì, le accolse con un sorriso, la sera prima si era ritirata piuttosto tardi. 


:"Vado a lavoro, Luna. Fate le brave, mi raccomando!" - disse alle due, e uscì in fretta e furia. Sarah non sapeva dell'omicidio e la sera prima, sia Susy che Luna si promisero di non dirle niente.


:"Ehm... senti, senti... non è che... mi faresti vedere qualche magia? Non te l'ho mai chiesto, credo che io prima fossi un po' ecco... impressionata. Ma ieri ti ho rivista con quella bacchetta, la tua. E sono curiosa. Per favore!" - implorò ancora Susy. Luna scoppiò a ridere e prese subito la sua bacchetta. Pensò a una bella colazione, con uova, bacon, toast e succo di frutta. 


:"Voglio uova, bacon, toast e succo! E anche per lei!" - disse, socchiudendo gli occhi per immaginare bene i piatti pieni della loro colazione. Il frigo d'improvviso si aprì, facendo sussultare Susy, ancora un po' assonnata. Le uova e il bacon finirono direttamente in una padella sul fuoco, comparsa altrettanto senza preavviso. La bottiglia di succo di frutta si versò da sola nei due bicchieri posti sul tavolo della cucina. 
Susy rimase per tutto il tempo con la bocca spalancata. Non voleva crederci. Cos'era capace di fare la magia! Poteva semplificare la vita, alle volte.


:"Molto bene, davvero. Grazie per avermi fatto provare" - disse Luna, appagata e sedendosi a tavola. Susy non disse nulla, era ancora allibita.


:"Oh... sì... mi-mitico... sei brava..." - bisbigliò poi, imitandola a sedersi.
 
Finita la colazione, uscirono fuori casa per attendere Bonnie. Non aveva detto l'orario preciso in cui sarebbe arrivata, erano impazienti sempre più di rivederla. Quella mattina era fredda, ma il cielo era terso e luminoso. Il sole, con i suoi leggeri raggi, era un punto giallo che riscaldava il cuore dei prati e degli alberi.
Udirono uno *spuff* e qualcuno poco lontano da loro comparve in mezzo a dello strano vapore. Era arrivata Bonnie.

:"Dannato teletrasporto. Quando mi riuscirà alla perfezione?" - domandò a se stessa.


:"Beh, pensa che io non ne sarei capace!" - esclamò Luna, sorridendo.


:"Imparerai presto, signorina Luna, parola mia!" - rispose Bonnie, riprendendo, come suo solito, ad affibbiarle il 'signorina' prima di pronunciare il suo nome.


:"Di' un po' donnetta, ieri eri così frustrata da esserti dimenticata di chiamare Luna in questo modo così cordiale?" - fece notare Susy, ridendo.


:"Oh!... Luna, cioè, signorina Luna, io credo che..." - 


:"Tu non credi assolutamente niente! Ci ho fatto caso anch'io e ne sono rimasta contenta. Sappi che mi piace di più quando mi chiami semplicemente 'Luna'!"- interruppe Luna, ridendo a sua volta.


:"Beh, io seguirò il mio istinto. Ed a proposito di questo... sei sicura di voler fare quella cosa?  Di volerla chiamare?" - disse Bonnie, avvicinandosi.


:"Per quali ragioni abbiamo, allora, questi braccialetti? Dobbiamo almeno tentare" - rispose Luna, indicando il suo bracciale e quello di Bonnie ai loro polsi.










*Nota dell'autrice: Buona giornata a voi :)
Spero che questo capitolo, come gli altri, vi abbia incuriosito e che vogliate conoscere il proseguimento.
Tenterò di non farvi aspettare molto, ma - come già detto precedentemente - con la scuola, i tanti compiti, e gli altri impegni, è sempre una sorpresa riuscire a scrivere e contemporaneamente pubblicare.
Spero continuiate a seguirmi e alla prossima!
Bye bye.*

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Capitolo 14
*** Cedric Thompson ***


Capitolo 14: Cedric Thompson.


«Mi sembra giusto!» - esclamò Bonnie, dando una fugace occhiata anche al suo di bracciale.
Luna premette la pietruzza, sospirando e sperando che Polluce sarebbe arrivata subito. 
Bonnie a sua volta sospirò e si sedette sul prato, incrociando le gambe, Susy la imitò. Luna si lasciò andare dopo un paio di minuti e si stese, iniziando a guardare il cielo. Passarono dieci minuti, di Bonnie nemmeno l'ombra. 

Era una giornata piuttosto calda, il sole cocente, tanto da infastidire un po' Luna, a causa della sua chiarissima carnagione.


«Pensate non verrà? Che abbia cambiato idea sull'aiutarci? È una metà umana, non so se mi spiego...» - azzardò Bonnie, stupidamente.


«Oh, Bonnie, come puoi pensare...»  -


«Hai ragione Luna, scusa» - troncò prontamente Bonnie.


Si udì uno scoppio e una ragazzina piuttosto esile e vestita di giallo e verde, con un buffo cappello anni '80 comparve sotto i loro nasi.


«Cosa è accaduto? Ragazze! State bene? Mi spiace non essere arrivata subito! Avete sentito di Clara e Dean? Non ci sono tracce nella foresta! Sono seriamente preoccupata... credo sia anche colpa mia se...» - iniziò Polluce, nervosa.


«Frena, frena, frena un istante!» - rispose Bonnie, alzandosi dal suolo e alzando la bacchetta contro di lei, in segno di interruzione.


«La pensiamo esattamente come te. Polly, dobbiamo rientrare nella foresta!» - disse Luna.


«Voi... siete sicure? So che non potreste farlo. Intendo, cercare Clara e Dean. Questo è affare dei maghi di Rolix, sono molto più esperti di voi e anche di me!» - rispose Polluce.


«Lo so! Ma non possiamo rimanere qui senza fare niente! Inoltre abbiamo più di una missione da svolgere. Sappiamo che ci tieni quanto noi a ritrovare i gemelli, non avere paura ad ammetterlo!» - disse Luna, soavemente.


«E sapete anche che io non dovrei aiutarvi... e che per me la cosa è beh... un po' difficile. Ma lo farò lo stesso» - rispose Polluce, con una vena di malinconia ma senza perdere la determinazione.


«Non perdiamo altro tempo, allora» - disse Susy, avanzando.


«Ti ringrazieremo a vita per questo, Polluce!» - disse Luna, sorridendole. Polluce sorrise a sua volta, deliziata dal suo riconoscimento.



«Luna! Ehi!» - quella voce che non troppo tempo addietro Luna aveva udito, e per la quale il suo cuore aveva fatto mille acrobazie, tornò a risuonarle il suo nome.


«Oh no, lui no...» - farfugliò Susy. Sia Bonnie che Polluce si voltarono di scatto; Bonnie fu pronta a mirargli contro la bacchetta, Polluce assunse un'aria minacciosa ed aggressiva. Fortunatamente constatando che era semplicemente Sam, la fiamma ardente di Luna - che dir si voglia -, tornarono subito normali, tirando un sospiro di sollievo. Anche Luna si voltò velocemente, concitata.


«S-Sam... c-ciao» - borbottò.


«Oh, che carini» - disse sottovoce Bonnie, sognante, a Polluce.


«Luna, dovremmo andare...» - incitò Polluce, con estrema riluttanza. Sapeva che non poteva perdere molto tempo fuori dalla foresta e che le regole della sua popolazione erano fin troppo rigide per permettersi di fare ciò che voleva.


«Io, sì, lo so» - rispose Luna, dispiaciuta ed emozionata. Ma Sam non la guardava, non più ormai, da quando Bonnie gli aveva puntato un aggeggio fatto di legno contro.


«Cos'era quel coso? Sembrava un ramoscello. Volevi aggredirmi?» - domandò Sam sospettoso e curioso allo stesso tempo a Bonnie, la quale si ricompose subito, abolendo l'immagine romantica di lui e di Luna che si stava propagando nella sua mente.


«Pratico arti marziali di tanto in tanto, so usare ramoscelli, spade, bastoni, persino mazze da baseball. Vuoi che ti mostri qualche tecnica?» - rispose Bonnie, seria e decisa. Susy non riuscì a trattenere le risa, sapeva come Sam si stava sentendo, anche lei, come lui, inizialmente era incredula riguardante certe cose che avevano a che fare con la magia. Sam rispose di non preoccuparsi, un po' perplesso, tuttavia non dubitò che quanto detto fosse reale. Spostò lo sguardo anche su Polluce, o per essere precisi, sul suo strambo cappello, ma preferì non darci peso, evidentemente. Poi finalmente riguardò Luna, la quale fu contenta di avere un'amica abile nella recitazione ed intelligente.


«Anche tu sei brava nelle arti marziali?» - le domandò, sorridendole. Luna voleva svenire, sparire, teletrasportarsi. Lui le aveva appena sorriso, come poteva il suo cuore non esultare?



«Oh, io, non saprei...» - rispose, un po' intontita.


«Le piacciono altre cose» - soggiunse Polluce.


«Altre persone. Bene, dobbiamo andare» - continuò. Bonnie le pestò un piede, Susy l'aggredì con lo sguardo. Sam contorse il viso, stordito. Cosa voleva significare "le piacciono altre cose, altre persone"?


«Di che stiamo parlando, esattamente?» - domandò Luna, un po' infastidita, adesso.


«Forse dovremmo andare, non credi? Dal tuo amico...» -


«Scusa, allora ci sentiamo, Luna. Ero venuto per parlare un po', dopo quello che è accaduto, insomma... ma a quanto pare sei impegnata» - disse Sam, freddo, come non lo era mai stato prima. Il suo sguardo non era più caldo, né gentile, ma vuoto ed imperturbabile. La salutò dandole un bacio su una guancia e, senza aggiungere altro, si diresse verso casa sua. 


«COSA DIAMINE TI SALTA IN MENTE, POLLUCE? HAI BEVUTO PER CASO PRIMA DI VENIRE QUI? POTEVI ANCHE RIMANERE NELLA FORESTA!» - urlò Susy, arrabbiata, una volta che Sam fu abbastanza lontano. Polluce aveva appena ferito i sentimenti della sua migliore amica e aveva illuso il ragazzo che le piaceva di una cosa non vera.


«Ascolta, so perché l'hai fatto e credo lo sappia anche Luna. Ma non c'era bisogno di mettere su quel teatrino» - aggiunse Bonnie, delusa.


«Basta! Lo sapete che per me è già abbastanza difficile...» - esordì Polluce, nevrotica e pentita, adorava Luna e mai avrebbe voluto ferirla.


 «Lo sappiamo. Ora andiamo» - rispose Luna, glaciale. Bonnie non la riconobbe, poche volte Luna aveva dimostrato il suo lato "istintivo" e "aggressivo", ma negli ultimi giorni le veniva fuori facilmente ed era evidente che Sam per lei valesse molto più di quanto immaginassero, cosa che contribuì in quel momento a turbarla dopo quanto accaduto, almeno in parte.


«E poi mi sembra che anche tu abbia messo su un teatrino» - aggiunse Polluce, guardando torva Bonnie ed evitando lo sguardo di Luna.


«Sbaglio oppure hai preso in giro quel povero ragazzo?» - 


«Cosa avrei dovuto fare? Dirgli che sono una strega, Polluce? Perché se non te lo ricordassi è questo quello che sono, una strega!» - strepitò Bonnie, adirata.


«Adesso basta! Avete sentito Luna? Dobbiamo ancora salvare i vostri amici» - intervenne Susy, mettendosi tra le due.


«Ci condurrai alla foresta, Polluce?» - domandò Luna, cercando di restare calma. Polluce tornò a guardarla, assumendo uno sguardo compunto. Accondiscese.


«Credo proprio che avrete bisogno di una mano, ragazze. Per cui, eccomi» - disse un'altra voce ma stavolta estranea, Polluce sussultò.


«No... ti prego... no» - enunciò, facendo insospettire le sue amiche, le quali si voltarono subito alle loro spalle, avevano un'altra visita pronta ad interrompere il loro viaggio.


«Piacere, Cedric. Ciao, Polluce. Come ti va?» - disse il ragazzo, gli occhi marroni, i capelli scuri e la pelle olivastra. Indossava una maglia verde con una targa bianca al centro, dei pantaloni blu semplici e un paio di converse blu, come le aveva Luna.


«Chi sei?» - domandò Luna d'impulso. 


«Cedric. L'ho già detto... Cedric Thompson e tu sei Luna, giusto? Mi ha parlato di te Alice. Poi la tua amica non-maga, ehm... Susy? E beh, poi c'è Bonnie e Polluce» - 


«Come fai a sapere che io sono Bonnie?» - domandò lei, minacciosa.


«Solo una strega si vestirebbe in quel modo, una strega che ha genitori stregoni, e quella vestita normale non poteva che essere l'amica di Luna, la quale mi è stata descritta» - rispose Cedric, calmo.


«E tu non sei vestito come un mago o sbaglio?» - domandò retoricamente Luna, sospettosa. Poi guardò Polluce in cerca di risposte più chiare.


«No, infatti. Ma lo sono. Semplicemente vestito così passo inosservato» - rispose Cedric, altezzoso. Come se quello che avesse appena detto fosse una cosa incredibilmente da persone intelligenti e scaltre.


«Certo che lo sei. Ciao, Ced. Perché sei qui?» - domandò Polluce, sfinita.


«Ho risposto anche a questa domanda. Per aiutarvi, cara Polluce, non appena sarà possibile. Sono uno studente di Rolix, se non lo sapeste, ed io conosco la magia meglio di voi, posso esservi d'aiuto nella ricerca e nella cattura del germoglio» - disse vanaglorioso a Luna e Bonnie.


«Prima dobbiamo salvare degli amici. Stiamo per entrare nalla foresta» - esclamò Susy, affibbiandosi gli sguardi assassini di Luna, Bonnie e Polluce. 


«Cosa? Non mi dite... e perché non l'avete detto ad Alice e Robin?!? Non pensate che adesso io vi lasci andare! Non è compito vostro! Voi ne avete un altro!» - abbaiò Cedric, allibito.


«Non credo debba interessarti ciò che facciamo o ciò che non facciamo, Cedric. Sei uno studente di Rolix, non un insegnante, non puoi impedirci di proseguire. Tra l'altro sai benissimo che mettersi contro di me non ti porterà a un bel niente, vero?» - rispose Polluce, provocandolo.


«Sei solo una ragazzina. Cosa direbbe la tua gente se sapesse che aiuti degli umani? E che li porti senza problemi nella foresta? Oh, Polluce, lascia perdere!» - rispose Cedric, preoccupato.


«Potresti semplicemente toglierti dalle scatole?» - domandò malignamente Susy, spossata.


«Ohhhh, okay, adesso basta. Possiamo ragionarci su?» - 


«Rischio di perdere un buon rapporto con una delle persone più importanti per me per aver scelto di entrare in quella foresta e ora uno sconosciuto dovrebbe ostacolarmi? No, scusa, sarebbe molto meglio per te se ti facessi da parte. Non abbiamo molto tempo, Polluce potrebbe essere scoperta da un momento all'altro» - disse Luna, con un impeto.


«Mi dispiace, davvero, era carino... il tipo. Ma... i vostri amici... sono Clara e Dean? Quei ragazzini pazzi che gironzolano per la foresta...» - disse Cedric, indicando la strada dove Sam era sparito. Aveva spiato probabilmente tutto, aspettando il momento giusto per intervenire.


«Basta definirmi"ragazzina" solo perché tu hai 19 anni e pensi di poter permetterti di fare e dire quello che vuoi!» - proferì Polluce.


«Alice e Robin si fidano di me. Sono un bravo mago e studente. Non vi lascerò passare e i vostri amici non sono poi così in pericolo, davvero...» - Lo stomaco di Luna si contorse impetuosamente. Quello strano ragazzo le stava facendo perdere la pazienza, allo stesso tempo la stava incuriosendo. Non poteva sapere meglio di loro se fossero nei guai o meno Clara e Dean, in quanto nessuno li aveva più visti, nemmeno Alice e la sua squadra, eppure...


«Dicci quello che sai, Ced. Ti conosco, tu nascondi qualcosa» - minacciò Polluce.





 



*Nota dell'autrice:
Buon salve, salvino e Salvini a voi, lettori! [...] No okay, so che questa dovevo risparmiarmela. Perdonatemi. T.T
Finalmente rieccomi con il quattordicesimo capitolo, il quale avevo iniziato a scrivere - onestamente - tempo fa, ma solo adesso sono riuscita a perfezionarlo, correggerlo ed ampliarlo, vi prego di perdonarmi per questo. Prometto di non tardare con il quindicesimo e di farvi sapere dunque presto cosa accadrà in seguito. Nel contempo spero che questo capitolo vi sia piaciuto, che siate curiosi di sapere come le cose si evolveranno. :)
Alla prossima e buon proseguimento.
Bye! ^-^*




 

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