Te amo y no debes dudar

di I_Am_Broken_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nunca creì en la felicidad ***
Capitolo 2: *** Begone ***
Capitolo 3: *** Navaja ***



Capitolo 1
*** Nunca creì en la felicidad ***


Te amo y no debes dudar



‘’El amor no es algo que se elige, se siente... no importa nada, ni la edad, ni la plata nada de nada, cuando el amor llega, llega y atenete a las consecuencias, cuando dura es hermoso, Pero una vez pasado, es el peor momento, cuando llega la tristeza. Pero es bueno luchar por lo que uno ama o quiere, siempre es bueno luchar por el amor’’



Capitolo 1
Nunca creì en la felicidad




Xavier si era trasferito in Italia con la famiglia, per il lavoro di suo padre.
L’estate l’aveva passata da solo, l’unica compagnia che aveva era il suo gatto Iorik , non vedeva l’ora che la scuola iniziasse, per fare amicizia con qualcuno.
Mancava ancora un mese, decise di usarlo per imparare meglio la lingua, sperando di annoiarsi di meno.
Quel mese passò velocemente per lui,  scoprì quanto la lingua italiana fosse difficile, e trovò anche un parco vicino a casa sua, lo trovò un bel posto dove passò molte giornate a studiare.
Vide molti ragazzi passargli davanti, lo guardavano in modo strano, come se stessero guardando un fantasma.
Si disse che sicuramente lo guardavano in quel modo perché era nuovo e non lo avevano mai visto prima.
Abitava in un piccolo appartamento, molto piccolo ma comodo.
I suoi genitori erano sempre via per lavoro, il suo nonno Edmundo dormiva sempre, e quando era sveglio si metteva ad urlare cose strane riguardo alle galline del suo pollaio, povero nonno, lui non aveva ancora realizzato che erano in Italia da quasi tutta l’estate e che non avrebbe mai più rivisto il suo piccolo allevamento di polli.

Mancavano pochi giorni  al inizio della scuola, Xavier era eccitatissimo e non vedeva l’ora di cominciare le lezioni e incontrare i suoi nuovi compagni.
Sua madre gli aveva comprato tutto l’occorrente per le lezioni e glielo aveva poggiato sulla piccola scrivania che aveva in camera, vicino al computer.

Xavier mise ciò che gli serviva per il primo giorno nella sua cartella e poi si guardò allo specchio, mancava solo un giorno.
Di colpo, tutti i suoi pensieri felici e la sua eccitazione si prosciugarono come un fiume in secca.
Iniziò a porsi domande , aveva  paura di quali potrebbero essere state le risposte però.
E se non lo avessero accettato?
Se lo avessero rifiutato?
Se lo avessero preso in giro?
Lui si sentiva molto diverso da loro, non sapeva bene la lingua  e aveva un colore di pelle diverso.
All’iniziò pensò a quel trasferimento come un modo per rincominciare da capo.
Ma se invece fosse stato peggio?
Se lo avessero picchiato e derubato anche li in Italia?
E se avessero scoperto che non era più interessato nei ragazzi che le ragazze? No, non lo avrebbero scoperto o sarebbe stato tutto orribile fino dall’inizio, si disse.
Quella sera non mangiò, forse per l’emozione, ad ogni modo di solito mangiava pochissimo, infatti era molto magro.
Dormì pochissimo, si svegliò presto.
Si fece una doccia fresca  per svegliarsi meglio e poi si asciugò i capelli, sistemandoli.
Si mise i suoi vestiti migliori e il suo paio si scarpe preferito poi si guardò allo specchio soddisfatto di se stesso.
Guardò l’ora e corse a prendere la borsa di scuola, uscì di casa e andò alla fermata del tram.
Il viaggio fu abbastanza lungo e Xavier lo trascorse guardando sorridente fuori dal finestrino.
Scese insieme a tutti gli altri ragazzi nel cortile della scuola.
Si fermò un attimo per osservare meglio l’edificio e ciò che lo circondava, era un posto bellissimo  e molto verde, e l’edificio sembrava molto antico.
Qualcuno lo urtò , era molto più grosso di lui.
- Ma che cazzo ti fermi in mezzo alla strada coglione? – Chiese arrabbiato il ragazzo, per poi girarsi e continuare la sua strada verso la scuola.
Subito Xavier cambiò il suo sorriso in un espressione molto triste, non aveva capito molto bene quello che il ragazzo gli aveva urlato contro, ma di sicuro non era qualcosa di carino.

Entrò nel corridoio principale per poi andare alla portineria, una bidella lo accolse con un sorriso.
- Xavier Hidalgo Vargas? -
- Emm .. Si -
- Sei in seconda A , ti accompagno. -
- Grazie. -
Xavier seguì  la bidella fino alla classe, lei bussò alla porta e  poi la aprì.
- Ragazzi avete un nuovo compagno! -
Disse la bidella, poi se ne andò lasciando Xavier li da solo.
Fu accolto dalla professoressa e entrò timidamente.
- Su, presentati a la classe. -
Gli disse la professoressa sorridendo.
Xavier era molto timido e si stava vergognando tanto.
E se lo avessero preso in giro per il suo accento?
Decise di fregarsene.
- Em ..  – Era molto esitante – Y-yo .. Mi lliamo Xavier, Xavier Hidalgo Vargas. -
- Non sei italiano? – Gli chiese la professoressa, curiosa.
- No, sono argentino, mio padre è spagnolo e mia madre è argentina, però ho passato più tempo la in Argentina. -
- Oh molto bene, come ti trovi qui? -
- Bene signora .. -
No, in realtà si sentiva inferiore agli altri, erano tutti molto diversi da lui, si vestivano in modo diverso, osservò un po’ la classe, stavano tutti ridacchiando e bisbigliando tra loro.
E se stessero ridendo di lui?
- Puoi sederti la, nel banco vuoto tra Ilaria e Alessandro. -
La professoressa indicò un posto e Xavier vi si sedette, sotto lo sguardo giudizioso si tutti, che iniziava a pesargli abbastanza.
Guardò la ragazza di fianco a se e le sorrise, lei lo guardò schifata invece.
- Non parlarmi, sfigato. -
Xavier non sapeva cosa volesse dire ‘’ sfigato ‘’ , però si girò con la testa china sul banco e si disse che no, non sarebbe cambiato nulla.
Non sarebbe stato felice nemmeno li, ma dopotutto .. Lui non aveva mai creduto nella felicità.



Angolo Autore:

Hola todos :’)
Esta es la primera historia que escribo en este sitio! :D
Spero di non avere sbagliato troppe parole e che la storia vi piaccia.
Ringrazio molto Nathan_BvB_97_ e sere_rainbow_biersack per avermi aiutato a fare meno errori di linguaggio.
Al prossimo capitolo!
Hasta pronto! :)







 

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Capitolo 2
*** Begone ***


Capitolo 2
Begone




Le prime due ore di lezione furono interessanti, anche se si trattava solo di presentarsi ai professori, nuovi non solo per Xavier.
Gli bastarono due ore, per capire  che i suoi compagni di classe lo stavano deridendo e non avrebbero smesso fino alla fine dell’anno scolastico.
Suonò la campana dell’intervallo, molti uscirono dalla classe.
Decise di imitarli ma si fermò dopo avere fatto appena due passi fuori dalla porta, voleva evitare di essere preso in giro da altre persone.
Si era sbagliato sull’italiano, non era difficile.. Era molto difficile.
Xavier non aveva problemi a leggere o a scrivere in italiano, aveva problemi a parlarlo con gli altri, e a volte anche a capire cosa dicevano.
Sentì dei piccoli colpetti sulla spalla sinistra e alzò la testa, era Alessandro.
La prima cosa che Xavier pensò vedendolo fu che aveva dei stupendi occhi verdi e che era molto carino.
Poi si chiese perché era venuto a cercare proprio lui, si disse che un ragazzo bellissimo che va a parlare con uno schifo come lui doveva avere qualche problema mentale.. O che magari voleva solo picchiarlo, o chiedergli i soldi per comprarsi il pranzo.
La voce di Alessandro che chiamava il suo nome lo riportò alla realtà, lontano dai propri pensieri.
- Xavier? -
- Si..? – Rispose con voce esitante.
- Perché stai qui da solo? Sei nuovo, dovresti cercare di socializzare un po’ .. -
- .. Sei serio? -
- Si. -
- Mi odiano già tutti, è inutile socializzare .. Non hai sentito quello che mi ha detto prima Ilaria? -
- Ma non ascoltare lei, è un oca, la bocca gliela hanno fatta solo per due motivi, parlare all’aria e fare pompini. -
- Ridono tutti di me, e sono passate solo due ore, e ridevi anche tu .. -
- Beh scusa, seguo il copione. -
- E quale? -
- Quello che bisogna recitare tutti i giorni in luoghi come questi o dove ci sono persone che si conoscono. -
- Non capisco .. -
Arrivò uno dei suoi compagni nel corridoio dove si trovavano lui e Alessandro.
Xavier notò un cambiamento nell’espressione di Alessandro.
- Non osare strami tra i piedi, sfigato. – Gli disse, superandolo con una spallata, poi girò l’angolo del corridoio con il suo amico.
Xavier tornò a guardarsi tristemente le scarpe.
Capì cosa intendeva Alessandro con la parola copione.. Stava recitando tutto, facendolo stare male esattamente come facevano gli altri compagni.
Rimase li nel corridoio, in silenzio.
Vide Alessandro tornare, da solo, gli si avvicinò mettendogli una mano sulla spalla e lui rabbrividì al solo pensiero di essere preso a botte.
- Xavier, scusa per prima io-
- Callate.1 – Lo interrupe, non voleva parlare con lui, dopotutto lo aveva trattato male solo per non apparire anche lui sfigato agli occhi degli altri.
- Che? -
- Begone2! -
- Non capisco.. -
- Déjame en paz3! – Le ultime parole le disse sull’orlo delle lacrime, ma le trattenne.
- Dai Xavier  non fare così! -
- Begone .. -
- Non fare il marmocchio piagnucoloso! -
- … Si solo ti supiera lo que yo pasé..! – Gli disse con un tono di voce un po’ più alto e stridulo, poi  tornò in classe, cercando di non piangere.
Dopo poco suonò di nuovo la campana e tutti tornarono in classe.
Xavier era già seduto al suo banco, impegnato a fissare apaticamente la lavagna, lo avrebbe fatto per il resto dell’anno scolastico, a casa avrebbe detto che andava tutto bene come aveva sempre fatto.

Quando furono tutti in classe, entrò anche la professoressa che salutò la classe.
Xavier guardò Alessandro, iniziò a fissarlo e Alessandro se ne accorse solo dopo un po’.
- Toglimi gli occhi di dosso o mi infetti, microbo. -
Xavier sentì Ilaria ridere, seguita da altri compagni, tornò ad osservare la lavagna vuota.
- Ragazzi. – La professoressa richiamò l’attenzione della classe.
- Sono la vostra insegnante di inglese per questo anno scolastico, mi chiamo Mirella, questo è il primo giorno insieme, quindi potremmo presentarci un po’, in inglese magari.. Siete bravi in inglese? Lo spero per voi, perché sono molto severa ed esigente. – La professoressa si guardò un po’ attorno, poi indicò Alessandro.
- Tu, presentati. -
Alessandro si alzò in piedi sbuffando.
- My name’s Alessandro, I’m Italian and I’m fifteen.. And guess what? I’m brilliant at english! In this class, I’m the best at it.4 -
- Oh, that’s great! And what about you5? – Chiese la professoressa, indicando Xavier, Alessandro si risedette con un sorrisino amaro sul volto.
Xavier si alzò in piedi svogliatamente.
- I’m Xavier, I’m Argentinian. I moved to Italy about three months ago. I like english and I’m good at it but it doesn’t matter ‘cause I’m just a stupid faggot.6-
Xavier disse quelle parole tutte in un botto, poi si risedette guardando il banco.
- .. Why do you say that?7-
- ‘Cause it’s true8. -
- No. -
- Yes.9 -
- Come off it!10 -
- No.. -
- Ok fine.11 – Disse, leggermente alterata, pi puntò il dito su un altro ragazzo e andò avanti così fino a che tutta la classe si era presentata.





1= Sta zitto
2= Vattene
3= Lasciami in pace!/ Lasciami solo!
4= Mi chiamo Alessandro, sono italiano e ho quindici anni .. E indovinate un po '? Sono bravissimo in inglese! In questa classe, io sono il migliore in inglese.
5= Oh fantastico! E tu?
6= Sono Xavier, io sono argentino. Mi sono trasferito in Italia circa tre mesi fa. Mi piace l'inglese e io sono bravo a quello, ma non importa perche 'sono solo un frocio stupido.
7= Perché dici questo?
8= Perché è vero.
9= Si.
10= Ma dai!/ Oh andiamo!/ Ma che dici? / .. Ok, non so come spiegarlo, è una espressione di disapprovazione e non c’è una vera e propria traduzione xD
11= Ok, bene.


Angolo autore

Hola todos, questo capitolo è molto corto, ma in questi giorni non posso andare a scuola, così passo il tempo a scrivere, ho scritto due capitoli assieme e non sono riuscito a dividerli nel modo giusto, uno è più lungo ( il prossimo ).
Spero di non avere fatto nessuno errore particolare!
Grazie a tutti quelli che hanno recensito e a chi mi ha aiutato con la lingua per fare meno errori!
Hasta pronto!









 

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Capitolo 3
*** Navaja ***


Capitolo 3
Navaja



Passarono altre due ore e a sorpresa di Xavier suonò di nuovo la campana, li non c’era l’ora di pranzo, ma due intervalli.
Come aveva fatto prima, uscì dalla porta e rimase appoggiato al muro, lontano da tutti.
Dopo poco arrivò Alessandro, era solo ovviamente.
- Xavier.. Ancora qui? -
- Che ti importa..? -
- Mi importa eccome, non puoi restare sempre da solo. -
- Devo trovare qualcun altro con cui stare, così non ti sono tra i piedi, vero? -
- No, non sto dicendo questo .. Ma non mangi? -
- No. -
- Perché? -
- Non mangio. -
- Vuoi un po’ del mio panino? -
- Non ho fame, grazie. -
- Ma sei magro.. -
- Non mi interessa. -
- Ok .. Lo sai che hai dei bei capelli? -
- Mi fanno schifo. -
- No dai non dire così, sono molto belli, sembrano morbidi posso toccarli? -
- Scherzi? -
- No. -
- E se ti beccano vicino a me? Meglio se ti allontani.. -
- Ma sono tutti fuori a fumare. -
- E tu no? -
- No, mi da fastidio.. Posso toccarti i capelli ora? -
- No. -
- Ma perché? -
- .. Lasciami in pace Alessandro, sono tutte scuse per prendermi in giro dopo. -
- No, non è vero. -
- Si invece. -
- Dove abiti Xavier? -
- Perché ti interessa? -
- Così .. -
- Vicino ad un parco. -
- Ah capito! Negli appartamenti? -
- Si. -
- Quale appartamento? -
- Ma perché ti interessa scusa? –
- Dai dimmelo..! -
Mentre parlavano, Alessandro si era avvicinato a Xavier, che se ne accorse solo quando gli fu vicinissimo e gli sfiorò un braccio, Xavier rabbrividì.
- Il primo.-
- Il 174? -
- Si.. Perché mi tocchi il braccio? -
- Hai una pelle morbidissima.. Perché porti tutti quei braccialetti? Uh, ma sono tutti braccialetti con il nome dei gruppi che ascolto io! Sei grande! -
Xavier non sapeva che dire, non gli avrebbe rivelato il motivo per cui metteva tutti quei braccialetti ovviamente, e  rimase confuso per quello che Alessandro gli aveva detto sulla sua pelle.
- Hum .. -
- Qual è il tuo gruppo preferito? -
- Bring Me The Horizon .. -
- Sono fantastici loro! -
- Si .. -
- Sicuro di non avere fame? Sei magrissimo. -
- Non ho fame, grazie .. -
Non aveva fame sul serio, il suo stomaco si era abituato a mangiare poco.
- Sai che mi piace molto il tuo colore di pelle? E anche il tuo accento .. Dai ti prego posso toccare i capelli? -
Xavier iniziò a chiedersi il motivo di tutte quelle attenzioni .. Non trovò risposta.
- No. -
- Uff .. -
- A-alessandro .. -
- Mh? -
- Perché sei così buono con me..? -
- Perché non ci sono gli altri tra le palle. -
- Quindi quando ci sarà anche solo uno dei tuoi amici con te tu mi tratterai male? -
- Si, mi dispiace .. E loro non sono miei amici, sono solo compagni di classe e non vedo l’ora di mandarli tutti  a fanculo. -
- Oh .. Quindi se loro mi picchieranno lo farai anche tu? -
- .. Non lo so .. -
Xavier entrò in classe, era vuota.
Alessandro lo seguì.
- Vuoi vedere una cosa? -
- Che cosa Xavier? -
Xavier si sollevò un po’ la maglia, lasciando scoperti dei lividi vecchi e anche una grossa cicatrice su un fianco.
-X-xavier! Perché tutte quelle ferite..? -
Riabbassò la maglia e sorrise tristemente.
- La cicatrice.. Beh, una volta avevo rifiutato di dare i miei soldi a dei miei compagni di scuola.. -
- E ti hanno fatto quello..? -
- Si, e non cambierà nulla .. -
- Io non voglio picchiarti, non voglio neanche trattarti male, ma devo .. Per colpa degli altri. -
- Non importa .. -
Si mise seduto al proprio posto, mise le braccia conserte sul banco e vi appoggiò sopra la testa.
Alessandro gli mise una mano sulla spalla.
- Xavier .. -
- Callate .. -
- Xavier, per favore .. Guardami .. -
- Non voglio .. -
Xavier stava piangendo, ma non voleva essere visto, soprattutto da Alessandro.
- C’è un motivo se ti ho chiesto dove abiti .. -
- Non mi interessa! Vai via! -
- .. No .. E lo so che stai piangendo. -
- E quindi..? Vattene, non ti interessa.. -
Alessandro lo fece girare con la forza, nello stesso momento un loro compagno entrò dalla porta spargendo puzza di fumo per tutta la classe.
Xavier se ne accorse e appena lo vide, prese la mano di Alessandro e la mosse contro la propria guancia , fingendo che lo avesse appena schiaffeggiato.
Alessandro ci rimase male e leggermente triste, poi capì quello che Xavier aveva fatto, e lo aveva fatto per lui.
- Ahahah, sono passate appena quattro ore e già vieni preso a botte, sfigato! Bravo Ale, posso continuare il tuo lavoro? -
Rise l’altro.
- Ma l’ho già ridotto male per il primo giorno.. -
- Nah, facciamogli capire chi comanda. -
Alessandro guardò Xavier dispiaciuto, lui invece si sottomise e si lasciò prendere a pugni nello stomaco, il ragazzo gli tirò un ultimo calcio forte sulle costole.
Xavier iniziò già a pensare a quella sera, alla costo condrite che si sarebbe fatta sentire, e non poco, e a tutte le lacrime che avrebbe pianto.
Dopo poco suono la campana, il ragazzo che aveva picchiato Xavier continuò a ridere per un po’, accompagnato dagli altri compagni a cui lo raccontò immediatamente.
Alessandro non si unì alle risate, continuò a fissare Xavier dispiaciuto, Xavier gli fu grato almeno per quello.

Le lezioni finirono, il viaggio fino a casa fu noioso.
Non mangiò nulla per pranzo, non aveva compiti quindi decise di andare al parco, si mise nella panchina più isolata sperando che nessuno lo trovasse.
Portò le ginocchia al petto e si mise a fissare un piccione.
Pensò a quanto quel piccione fosse fortunato.
Nessuno lo prendeva in giro, mangiava tutto quello che gli umani lasciavano a terra di scarto, poteva cagare ovunque, poteva cantare in modo stonato quando voleva, nessuno gli faceva male.
Xavier si chiese se i piccioni avessero una lingua loro, se potevano capirsi e i loro versi avessero dei significati particolari.
Continuò a fissare quel piccione per molto tempo,sempre con le lacrime agli occhi.
Invidiava molto quel piccione.
All’improvviso sentì qualcosa toccargli i capelli e sobbalzò.
- L’avevo detto io che erano morbidi! Sono anche più morbidi di quello che pensavo! -
La persona misteriosa saltò accanto a lui con un balzo.
Era Alessandro.
- C-che ci fai qui..? -
- Qui non c’è nessuno di mezzo .. Prima avrei dovuto proteggerti .. Scusami.. Sono egoista e codardo, preferisco  non essere picchiato al posto tuo e invece sarebbe la cosa giusta, immagino che tu ne abbia già prese troppe nella tua vita, vero Xavier? Scusami.. Sono solo un gran bastardo.. Dovevo fare qualcosa per aiutarti, sei così esile e magro .. E poi senza offesa, sei abbastanza basso .. E questo ti rende più tenero ai miei occhi, ma a quelli degli altri appari come una preda facile .. Sarei dovuto intervenire, mi dispiace, scusami .. -
- Non preoccuparti Alessandro .. -
- Chiamami Ale, e poi mi preoccupo. -
- Ok Ale.. Seriamente, non preoccuparti per me. -
- Ti rovineranno, se ti trattano così già al primo giorno poi.. -
- Ma che ti importa di me..? -
- Lo capirai prima o poi .. E poi le persone in pericolo devono essere aiutate.. -
- Ale faranno del male anche a te, non voglio che ti riducono come me.. Io sono già brutto, non importa se mi ammazzano di botte.. Ma tu sei un bel ragazzo, non devono toccarti. -
- Xavier, non sei brutto .. Anzi per molte cose ti invidio.. Hai una pelle stupenda, mi piace un sacco .. Non è chiara ma neanche scura.. Adoro quel tipo di pelle! E poi hai dei capelli e degli occhi stupendi! E non ti ammazzeranno di botte.. -
- .. Sei strano, a nessuno piace la mia pelle, sono diverso .. E poi si che mi ammazzeranno di botte. -
- No. -
- E come faccio a non prenderle scusa? -
- .. Cerca di evitarli il più possibile.. E se si avvicinano a te, cercherò di distrarli e portarli altrove. -
- .. Grazie mille! -
Xavier era felicissimo, avrebbe voluto abbracciarlo ma si trattenne.
Alessandro gli sorrise.
- Di niente, sei un amico Xavier, devi essere aiutato. -
- Grazie ancora.. -
Alessandro si massaggiò le braccia con le mani.
- Xavier, inizia ad essere abbastanza freddo .. Possiamo andare a casa tua..? -
- Vuoi venire a casa mia..? -
- Se non disturbo.. -
- No tranquillo, vieni pure .. -

Arrivarono dentro casa, Xavier chiuse la porta facendo entrare Alessandro.
- ..Hum.. Piccola, ma carina. -
- Grazie.. Allora.. Vuoi andare in camera? -
- Ok! -
Xavier lo accompagnò nella propria stanza.
- E’ una stanza  carina ..  Posso sedermi sul letto? -
- Fa pure.. -
Alessandro si sedette, notò qualcosa luccicante sotto al cuscino.
- Che cos’è? -
Chiese Alessandro, avvicinando la mano all’oggetto.
Xavier lo anticipò, prendendo l’oggetto, si maledisse mentalmente per averlo lasciato li la sera prima.
Lo gettò nel bidone.
- Niente! -
- .. Xavier era una lametta..? -
- No.. -
Si.



Angolo autore

Hola todos :’3
Questo capitolo era più lungo degli altri e spero si non avere fatto errori troppo gravi!
Al prossimo capitolo!
Hasta pronto!





 

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