Heart to Heart

di needacurlyboy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo Due. ***
Capitolo 4: *** Capitolo Tre. ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quattro. ***
Capitolo 6: *** Capitolo Cinque. ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sei. ***
Capitolo 8: *** Capitolo Sette. ***
Capitolo 9: *** Capitolo Otto. ***
Capitolo 10: *** Capitolo Nove. ***
Capitolo 11: *** Capitolo Dieci. ***
Capitolo 12: *** Capitolo Undici. ***
Capitolo 13: *** Capitolo Dodici. ***
Capitolo 14: *** Capitolo Tredici. ***
Capitolo 15: *** Capitolo Quattordici. ***
Capitolo 16: *** Capitolo Quindici. ***
Capitolo 17: *** Capitolo Sedici. ***
Capitolo 18: *** Capitolo Diciassette. ***
Capitolo 19: *** Capitolo Diciotto. ***
Capitolo 20: *** Capitolo Diciannove - Parte uno. ***
Capitolo 21: *** Capitolo Diciannove - Parte due. ***
Capitolo 22: *** Capitolo Venti. ***
Capitolo 23: *** Capitolo Ventuno. ***
Capitolo 24: *** Capitolo Ventidue. ***
Capitolo 25: *** Capitolo Ventitré. ***
Capitolo 26: *** Capitolo Ventiquattro. ***
Capitolo 27: *** Capitolo Venticinque. ***
Capitolo 28: *** Capitolo Ventisei. ***
Capitolo 29: *** Capitolo Ventisette. ***
Capitolo 30: *** Capitolo Ventotto. ***
Capitolo 31: *** Capitolo Ventinove. ***
Capitolo 32: *** Capitolo Trenta. ***
Capitolo 33: *** Capitolo Trentuno. ***
Capitolo 34: *** Capitolo Trentadue. ***
Capitolo 35: *** Capitolo Trentatré. ***
Capitolo 36: *** Capitolo Trentaquattro. ***
Capitolo 37: *** Capitolo Trentacinque. ***
Capitolo 38: *** Capitolo Trentasei. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.
 
Sospiro rassegnata a quello che mi aspetta.
 
Sono incinta di una star internazionale, ho sedici anni e sono all’ottavo mese.
 
Sono madre di due gemelli e purtroppo loro non hanno un padre, anzi, il padre non sa nemmeno della loro esistenza.
 
È iniziato tutto quando sono andata al suo concerto.
 
Io e le mie migliori amiche, Elisa, Chiara e Celine, siamo andate a Milano per incontrarli.
 
Quest’ultima mi aveva regalato i biglietti del concerto per il mio sedicesimo compleanno.
 
Il concerto è stato magnificato.
 
Ho riso, ho pianto, ho gioito.
 
È stata la serata più bella della mia vita.
 
Non la dimenticherò mai, o almeno, non posso anche se volessi.
 
Ho visto i miei idoli, ho incontrato i miei idoli.
 
Era tutto così bello.
 
Alla fine del concerto, Celine ha estratto dei pass per il backstage.
 
Ho pianto e urlato così tanto in quel momento.
 
L’euforia è scomparsa una volta che ci siamo ritrovate davanti a loro.
 
Ricordo di aver fatto scena muta mentre Chiara e Elisa se la sono cavata meglio di me.
 
L’unica indifferente a tutto questo è stata Celine.
 
La sua espressione era così buffa.
 
Era arrabbiata perché aveva passato due ore in mezzo a quella baraonda che sono le Directioner messe insieme.
 
È claustrofobica ed ha fatto tutto questo per me.
 
Non mi ha mai svelato come ha fatto ad avere dei pass e sicuramente non me lo dirà tutt’ora.
 
Quando purtroppo era ora di andare, Harry ci ha raggiunte e ci ha invitate a passare la serata con lui e i ragazzi in un locale.
 
Non potevamo crederci.
 
Ho pensato: “Cavolo, questa fortuna da dove esce fuori?”
 
Beh, naturalmente noi abbiamo accettato, sotto le proteste di Celine.
 
Siamo andati al locale, abbiamo ballato, ci siamo divertiti.
 
E siamo finite nel loro hotel.
 
Tra una cosa e l’altra io sono andata a letto con Harry.
 
Lui è stato la mia prima volta.
 
E anche l’ultima.
 
Il giorno dopo loro sono partiti e noi siamo tornate a casa.
 
Ho scoperto di essere incinta alla fine del primo mese.
 
Sono contro gli aborti così ho deciso di tenerlo.
 
Mai mi sarei aspettata di ritrovarmi con due gemelli.
 
Cavolo, sono rimasta incinta alla prima volta, di due gemelli.
 
Non credevo che tutto questo potesse essere possibile.
 
Comunque, mi sono rimboccata le maniche e preparata a tutto quello che mi aspetterà.
 
Purtroppo i miei bambini cresceranno senza un padre, ma non posso andare a cercare Harry e costringerlo a fare il padre.
 
Forse lui non si ricorderà nemmeno di me quindi sarebbe tutto inutile.
 
Lui non si prenderà mai una responsabilità del genere.
 
La vita va avanti.
 
Ora sto solo aspettando i miei bambini con tanta gioia.
 
Lorenzo e Leonardo.

 
 
Angolo Autrice.
Salve a tutte. :D
Eccomi con una nuova fanfiction.
Questo è solo il prologo, ma spero comunque in delle recensioni.
E' ispirata ad una OS che ho scritto qualche tempo fa. ; )
Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, 
così appena ne vedo alcune continuo.
Alla prossima,
Reds xx

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Capitolo 2
*** Capitolo Uno. ***


Capitolo Uno.
 
La sveglia suona.
 
Che incubo.
 
Qualcuno la spenga.
 
Mi fa male la schiena e non ho voglia di andare a scuola.
 
Apro un occhio e allungo il braccio per spegnere la sveglia.
 
Vedo la porta aprirsi e chiudo l’occhio facendo finta di dormire.
 
“Vero? Sei sveglia?” È mia madre.
 
La porta si richiude e tiro un sospiro di sollievo.
 
Mi giro sull’altro fianco e cerco di addormentarmi di nuovo.
 
La porta si apre ancora, dei passi forti si avvicinano al mio letto e si fermano dalla mia parte.
 
“Ehi mammina, svegliati.”
 
Sorrido alla dolce voce.
 
Ma sparisce in fretta.
 
“Non mi va.” Bofonchio.
 
“Muoviti Vero.” Dice aspramente la voce femminile.
 
Sbuffo ma non mi muovo.
 
“Se non ti alzi, non ti compro la ciambella al cioccolato.” Dice persuasiva.
 
“Ricattatrice.” Mi tolgo le coperte di dosso.
 
“Sempre.” Dice sorridendo.
 
“Mi porti al bagno?” Chiedo speranzosa.
 
Mi guarda per un’infinità di minuti e poi scoppia a ridere.
 
“Che stronza.” Gracchio, mentre svendo dal letto e vado in bagno.
 
Una volta lavata torno in stanza e mi siedo sul letto mentre aspetto che Celine scelga cosa mi devo mettere.
 
Mi metto una mano sulla pancia sentendo dei calci e sorrido.
 
“Celi, abbiamo fame.” Dico guardandola mentre dondolo le gambe.
 
“Ora andiamo.” Si gira con delle cose in mani e mi aiuta a indossarle.
 
“Oggi pomeriggio hai l’ultima ecografia.” Dice.
 
“Lo so.” Sorrido. “Che giorno è oggi?” Chiedo.
 
Celine sbuffa con il naso sorridendo. “Lo chiedi a me? L’orientamento non è il mio forte, tesoro.” Alza gli occhi per guardarmi.
 
Sorrido e giro la testa guardando il calendario.
 
Venerdì 31 Gennaio.
 
Sospiro e torno a guardare Celine. “Venerdì trentuno.”
 
Sbuffa mentre mi allaccia le scarpe. “La pianti di dondolare le gambe!?” Sbotta finendo di allacciarle, per poi alzarsi.
 
“Scusa.” Dico con una voce da bambina, mentre mi sporgo in avanti e avvolgo le braccia intorno alla sua vita.
 
“Ora andiamo.” Si allontana.
 
“Nemmeno un abbraccio?” Metto il broncio.
 
“No.” Sorride bastardamente.
 
“Stronza.” Mi alzo dal letto e vado in sala, mi metto il giacchetto, saluto i miei e insieme a Celine e Leila esco di casa.
 
Leila è la sorella maggiore di Celine, buffa come cosa, visto che Celine è tipo tre volte più alta di lei.
 
Beh, lei è tre volte più alta di tutti.
 
Diciamo che Celine cresce molto in fretta.
 
Comunque, dopo essere andate a fare colazione al bar, Leila ci porta a scuola.
 
Per le scale che portano al piano di sopra troviamo Chiara, Elisa e Andrea che ci aspettano.
 
Quest’ultimo si è aggregato alla nostra combriccola quest’anno.
 
“Buongiorno.” Diciamo in coro io e Celine.
 
“Buongiorno.” Rispondono gli altri tre sorridendo.
 
Cominciamo a parlare, ma il suono della campanella ci riporta alla realtà e andiamo in classe.
 
Il professore di ginnastica fa l’appello e poi scendiamo in palestra.
 
Dopo due ore di pura noia, in cui Celine si è addormentata su una delle panche, finalmente suona la campanella che annuncia la ricreazione.
 
Mentre Chiara, Elisa e Andrea si vanno a cambiare io sveglio Celine, li aspettiamo e poi ce ne andiamo tutti in cortile.
 
“Ehi balena.” Dice qualcuno alle nostre spalle.
 
Celine si gira più arrabbiata di prima, visto che l’ho svegliata. “Hai qualche problema!?” Sibila.
 
“Nessuno.” Dice il ragazzo sorridendo.
 
“Bene. Ora vattene.” Ringhia.
 
“Calma dolcezza. Non è mica colpa mia se la tua amichetta è andata in giro a fare la troia ed è rimasta fregata.” Sghignazza.
 
Porto le mani sulla pancia sentendo una morsa allo stomaco, abbasso lo sguardo e la vista mi si appanna.
 
“Questo non lo dovevi dire.” Dice Andrea prima di scattare verso il ragazzo e dargli un pugno in pieno viso.
 
“Andrea!” Urlo.
 
Chiara mi abbraccia mentre Celine ed Elisa vanno da Andrea per cercare di separarlo da quello stronzo.
 
Si aggiungono altre persone alla mischia e per fortuna, prima che si scateni una vera e propria rissa, qualche professore e il vicepreside intervengono.


 
Angolo Autrice.
Ciao a tutte, sono di nuovo qui. : D
Scusate se non ho aggiornato prima, ma ieri avevo da studiare.
Oggi ho trovato un po' di tempo, perciò ecco a voi il primo capitolo. 
Questi primi capitoli parleranno della vita della protagonista mentre aspetta i bambini,
gli altri parleranno del resto. ahah ^^
Grazie per le tre recensioni al prologo, mi piacerebbe superare questo numero. : 3
Me lo fate questo regalo? Perchè oggi sono tristissima. :'c
Odio la scuola.
Comunque, adesso devo andare. Vi lascio con una gif che, sono me, è dolcissima. *w*
Alla prossima,
Reds xx
 
La gif di cui vi parlavo, aw. *w*
 

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Capitolo 3
*** Capitolo Due. ***


Capitolo Due.
 
Mi guardo intorno, seduta a tavola mentre penso a quello che è successo oggi a scuola.
 
Fortunatamente ad Andrea non è successo niente, però si è beccato un rapporto e anche l’altro ragazzo oltre ad avere un occhio nero.
 
Sento il campanello suonare e mia sorella Valentina va ad aprire.
 
“Ciao ragazze.” Dice.
 
“Ciao Vale.” Salutano in coro.
 
“Tua sorella?” Chiede Chiara.
 
“È in salotto.”
 
“Arrivo.” Dico mentre cerco di alzarmi.
 
“Ti serve una mano?” Chiede Celine sorridendo appoggiata allo stipite della porta.
 
“No, tu continua a reggere la porta.” Ridacchio.
 
“Come vuoi.” Alza le spalle.
 
Cerco in tutti i modi di alzarmi ma oggi ho mal di schiena e non riesco a muovermi senza farmi male.
 
Sbuffo e guardo Celine che ha un sorrisino bastardo in viso. “Mi aiuti?” Chiedo combattuta.
 
“Volentieri.” Dice ammiccando.
 
Rido scuotendo la testa.
 
Celine mi aiuta ad alzarmi, mi metto la giacca, prendo la mia cartella clinica e, dopo aver salutato mia madre e mia sorella, usciamo di casa trovando Leila seduta sul muretto che fuma.
 
“Pronta?” Chiede sorridendo.
 
“Si.” Ricambio il sorriso.
 
Fa un ultimo tiro dalla sigaretta e poi la butta, saliamo in auto e andiamo in ospedale.
 
Una volta trovato il parcheggio entriamo e andiamo in sala d’aspetto.
 
Pochi minuti dopo un’infermiera ci chiama, noi ci alziamo e ci accompagna nello studio della dottoressa.
 
“Buon pomeriggio ragazze.” Ci saluta sorridendo.
 
“Buon pomeriggio dottoressa.” Diciamo in coro.
 
“Inizia pure con la visita. Stenditi sul lettino Veronica.”        Lo indica ed io lo faccio.
 
“Allora, vediamo un po’.” Si mette gli occhiali e si siede vicino a me, mi tira su la maglietta e tasta un po’ la pancia. “La pancia è cresciuta dall’ultima volta che ci siamo viste. Ora manca solo una settimana al parto. Hai fatto i corsi che ti ho consigliato?”
 
“Tutti.” Sorrido.
 
“Bene. facciamo un ecografia per vedere se i bambini si sono posizionati.”
 
Annuisco mentre lei prende la sonda, accendo il macchinario e spalma un po’ di gel sulla mia pancia.
 
È freddo.
 
Poggia la sonda sulla pancia e la muove un po’ cercando l’immagine di bambini.
 
“Oh, eccoli!” Esclama Celine come una bambina indicando il monitor. “Leila, ti ricordi quando siamo andate con la mamma per vedere Yasmine?”
 
“Si, era così piccola. Si succhiava il pollice.” Sorride.
 
Celine si acciglia. “Lo fa anche adesso.”
 
“Celi, Yasmine ha solo sei anni.” La guardo spazientita.
 
“Va bene, va bene.” Sventola una mano davanti al suo viso.
 
Ridacchio e torno a guardare il monitor, dove ci sono i miei bambini.
 
 
“Ragazze, io ho fame.” Dico mentre siamo in auto.
 
“Sai che novità.” Esclama sarcasticamente Celine.
 
“Ti odio quando fai così! Ti ricordo che siamo in tre!” Sbotto.
 
“Ehi, rilassati.” Mi dice Chiara, poggiando una mano sulla mia chiusa in un pugno.
 
“Non ce la faccio più.” Sospiro poggiando la testa sulla sua spalla.
 
“Manca poco, okay? Devi solo resistere ancora un po’.” Mi rassicura Elisa.
 
Prendo un grosso respiro e poi butto fuori l’aria. “Okay.”
 
“Mac per tutte?” Chiede Leila.
 
“Leila.” Celine le scocca un’occhiata.
 
“Giusto.” Ridacchia. “Scusa Vero.”
 
“Non preoccuparti. Pensa che nemmeno ne ho voglia.”
 
Celine si gira a guardarmi, scioccata. “Scherzi, vero? Io ne ho voglia tutti i giorni.”
 
“Non è che anche tu…” Lascio la frase sospesa, sorridendo maliziosa.
 
“Naa. Al contrario di tutte voi, io sono ancora vergine e pura.” Si atteggia.
 
“Vergine te lo concedo, ma pura.” Faccio una smorfia.
 
“Era per dire.” Sventola una mano a mezz’aria mentre torna a girarsi.
 
La guardiamo e poi scoppiamo a ridere.
 
“Sei un’idiota.” Esalo tra un risata e l’altra.
 
“Gne gne gne.” Mi fa il verso.
 
“Metti su un po’ di musica va.”
 
“Agli ordini capitano.”
 
E forse era meglio non accenderla quella radio.
 
Proprio in quel momento viene trasmessa una loro canzone.
 
You & I.


 
Angolo Autrice.
Eccomi qua, bellissime.
Scusatemi per questo mio enorme ritardo, ma non avevo Internet.
Oggi me lo hanno riattivato e perciò, ecco a voi il secondo capitolo. :D
In questo capitolo Veronica va a fare l'ultima ecografia prima del parto.
Chi è che non vede l'ora che i gemellini nascano? *alzalamano*
Ahah. Io amo i bambini, sono bellissimi. *w*
Spero con tutto il cuore che questo capitolo vi piaccia. 
Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto. ^^
Alla prossima,
Reds xx

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Capitolo 4
*** Capitolo Tre. ***


Capitolo Tre.

Apro gli occhi di scatto e mi guardo intorno.

È buio.

Accendo la lucetta che si trova sul comodino e porto una mano sulla pancia.

Muovo l’altra sotto le coperte e vado alla ricerca di un’altra, la trovo e la stringo.

“Celi.” La chiamo terrorizzata. “Celi, ti prego. Svegliati.” Dico sempre più allarmata.

“Mamma, lasciamo dormire…” Bofonchia. 

“Non sono tua madre!” Sbotto irritata.

“Veronica? Perché urli?” Chiede strofinandosi un occhio.

“Io… Credo di avere le doglie.” Piagnucolo.

Si alza di scatto con gli occhi sbarrati. “Cazzo.” Impreca scendendo dal letto.

Va nella stanza dei miei genitori e poi torna con mamma.

Mi aiutano a scendere dal letto mentre papà prende l’auto e mia sorella la valigia.

In pochi minuti siamo in ospedale.

“Celi, mi sono fatta la pipì addosso.” Sussurro.

“Ti si sono rotte le acque.” Risponde.

“Oh. È una sensazione piacevole.” Sorrido mentre mi rilassato.

Purtroppo non dura molto perché le contrazioni iniziano quasi subito.

Veniamo portati in una stanza, io vengo stesa su un lettino e aspettiamo.


Sono passate sette ore.

È mezzogiorno in punto.

Cavolo, voglio partorire!

Non ce la faccio più.

Sono stanca, i bambini non smettono di muoversi e scalciare.

Celine mi tiene una mano e dorme con la testa appoggiata sul letto.

Le stringo la mano quando una contrazione è più forte delle altre.

“Vero?” Chiede assonnata.

“Hey, scusami. Non volevo.” Le accarezzo i capelli.

“Cos’era?”

“Solo una contrazione più forte delle altre, non preoccuparti.” Sorrido rassicurandola.

Si passa le mani davanti al viso e sospira. “Che ore sono?”

“Mezzogiorno.”

“Sette ore. Quanto manca?”

“Non lo so.” Sospiro.


“Oddio! Ci siamo!” Esclamo aggrappandomi alle sbarre del letto.

“Vado a chiamare l’ostetrica.” Annuisco mentre Elisa, Chiara, Andrea e la mia famiglia si avvicina a me.

Chiara, Andrea e Elisa ci hanno raggiunto nelle ultime otto ore.

L’ostetrica e gli infermieri arrivano e mi portano in sala parto.

Mamma ci segue mentre gli altri aspettano fuori.

“Dio, che male!” Esclamo quando sento dei calci seguiti da delle contrazioni.

“Siamo pronti.” Dice l’ostetrica. “Ora spingi, Veronica.” Si posiziona davanti a me.

Afferro una mano di mamma e inizio a spingere, mentre urlo per il dolore.

Continuo con una serie di spinte e respirazione alternate.

Alla fine sento un pianto risuonare nella stanza.

“Uno è fuori, ora manca l’altro.”

Ricomincio a spingere. Dopo tante spinte e mezz’ora dopo, un altro pianto scoppia.

“Sei stata bravissima, tesoro.” Sussurra mamma con le lacrime agli occhi.

Sorrido e chiudo gli occhi.

Celine’s pov.

Eleonora, la mamma di Veronica, torna da noi e ci annuncia che i bambini sono nati.

Mi dice di andare nel reparto neonatale al secondo piano e Andrea viene con me.

Arriviamo al piano, ci dirigiamo verso il bancone della reception e chiediamo di Lorenzo e Leonardo.

“Proseguite per il corridoio e andate alla prima porta a destra. Lo stanno ancora visitando.” Risponde sorridendo l’infermiera.

“Grazie.” Diciamo in coro prima di seguire le sue indicazioni.

Troviamo delle infermiere con i bambini.

“Tu sei il padre?” Chiede un’infermiera ad Andrea, una volta che si è accorta di noi.

Cala il silenzio mentre io e lui ci guardiamo.

Mi guarda insistentemente facendo dei cenni impercettibili.

“Oh no, non è lui.” Dico tornando con lo sguardo sull’infermiera.

“Ah, scusate.” Dice imbarazzata.

“Non fa niente.” Risponde Andrea sorridendo.

“Comunque, i bambini?” Chiedo per rompere il silenzio.

“Eccoli qua.” Dice l’altra infermiera tenendo un bambino in braccio.

E ora chi è dei due? Lorenzo o Leonardo?

“Questo è nato dopo, quindi è il più grande.” Spiega sorridendo.

È Leonardo.

Lo prendo in braccio mentre Andrea fa lo stesso con Lorenzo, usciamo dalla stanza e andiamo in quella di Veronica.

“Guarda un po’ chi c’è qui?” Dico mentre mi avvicino a lei.

Sorride e allunga le mani.

“Nuo, tu tieniti Lorenzo. Leonardo è mio.” Mi allontano di qualche passo.

“Celi.” Si lamenta lei.

“Sei così carino.” Sussurro. “Tutto… Tuo padre.”


 
Angolo Autrice.
Hey, bellissime. :)
Oggi pomeriggio devo andare via, perciò mi sono detta:
Perchè non aggiorno? Ed eccomi qua. ahah.
Finalmente, Lorenzo e Leonardo sono nati. *w*
Che cosa succederà nei prossimi capitoli, ora che i bambini sono nati?
Ora vado a fare la doccia, vi lascio con una foto.
Alla prossima,
Reds xx
I bambini. *w*

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Capitolo 5
*** Capitolo Quattro. ***


Capitolo Quattro.
 
Dopo aver portato i bambini in camera, un’infermiera ci ha detto che qualcuno doveva andare all’anagrafe per registrare i bambini.
 
Quindi, ora, io e Eleonora stiamo andando al terzo piano dell’anagrafe.
 
Busso e, dopo un avanti entriamo.
 
“Salve.” Dice il ragazzo che si trova dietro la scrivania.
 
“Buonasera.” Diciamo in coro.
 
“Accomodatevi, prego.” Indica le sedie davanti a lui. “Siete qui per…?”
 
“I bambini che sono nati poco fa.” Rispondo.
 
“Bene.” Prende dei fogli. “Allora, nome e cognome dei bambini?”
 
“Lorenzo e Leonardo Rossi.”
 
“Madre?”
 
“Veronica Rossi.”
 
“Padre?”
 
Io e Eleonora ci guardiamo e poi torniamo a guardare lui. “Non c’è.”
 
“Oh.” Alza gli occhi dai fogli.
 
“Si. Già. Poi?” Chiedo nervosamente.
 
“Data e ora di nascita?” Si affretta a chiedere.
 
“Venerdì otto febbraio duemila quattordici, ora venti e dieci Lorenzo e venti e quaranta Leonardo.”
 
“Peso?”
 
“3,650 chili ognuno.”
 
“Altezza?”
 
“Quaranta centimetri ognuno.”
 
“Segni particolari?”
 
“Nessuno.”
 
“Bene, abbiamo fatto.” Sorride.
 
Ci alziamo tutti e tre, il ragazzo ci accompagna alla porta tenendola aperta e poi stringe la mano a Eleonora.
 
Lei esce mentre noi due ci stringiamo la mano.
 
“Davide.” Dice a lui all’improvviso.
 
“Celine.” Mi presento a mia volta.
 
“Mmh, nome francese.” Sorride.
 
“Sono italo-tunisina.” Spiego. “Ora devo andare. Arrivederci.”
 
Esco e raggiungo El, prendiamo l’ascensore e torniamo nella stanza di Veronica e i bambini.
 
Troviamo suo padre, Piero, fuori dalla stanza con Andrea.
 
Veronica starà allattando i bambini.
 
Entriamo in stanza e troviamo tutte attorno al letto mentre Veronica allatta Lorenzo e Leonardo dormire.
 
“Ragazze, sono quasi le dieci. Ci conviene andare.” Dice Eleonora.
 
“Solo un altro po’, mamma.” La supplica Valentina.
 
“Va bene, ma verso le dieci e mezza andiamo.”
 
“Perfetto.”
 
“Rimani tu con loro?” Mi chiede.
 
“Certo.” Sorrido e mi vado a sedere nella poltrona infondo all’angolo.
 
Mi rannicchio su me stessa e mi addormento.
 
 
Sento dei lamenti e apro un occhio.
 
Mi alzo dalla poltrona e mi avvicino ai lettini.
 
Lorenzo è sveglio e sta piangendo.
 
Veronica non l’ha sentito.
 
Lo prendo in braccio e lo cullo mentre gli do il ciuccio ma lo sputa subito.
 
“Ehi piccolo, ssh.” Sussurro.
 
Passo una mano sopra la sua pancia e mi accorgo che la sua respirazione non è regolare.
 
È meglio se vado da un’infermiera.
 
Esco dalla stanza e ne trovo una.
 
“Mi aiuti per favore. Il bambino non respira!” Mi avvicino.
 
Lei lo pende in braccio e mi dice di seguirla.
 
Dei dottori gli fanno un paio di esami e alla fine mi dicono che sono riusciti a normalizzare la respirazione.
 
Ora Lorenzo è in un’incubatrice con dei tubi attaccati.
 
Ha avuto un attacco di panico.
 
Veronica’s pov.
 
Mi sveglio sentendo un pianto.
 
È Leonardo.
 
Mi giro dall’altra parte per controllare Lorenzo ma non lo trovo.
 
Dov’è?!
 
Vedo che nemmeno Celine c’è e mi rilasso.
 
Si sarà svegliato e l’avrà portato a fare una passeggiata.
 
All’improvviso entra, da sola, con una faccia bianca.
 
“Celi? Che succede? Dov’è Lorenzo?” Chiedo preoccupata.
 
“Lui…” Sospira. “Lui ha avuto un attacco di panico. È con le infermiere.”
 
Spalanco gli occhi e, con uno scatto, mi tolgo la flebo e altri tubicini, sposto il lettino di Lorenzo e scendo. “Portami da lui!” Esclamo.
 
“Calmati.” Sospira e prende Leonardo in braccio, che non ha mai smesso di piangere.
 
Me lo da in braccio e poi chiama un’infermiera per far spegnere i macchinari che suonano.
 
Mi porta in una stanza dove c’è un’incubatrice con Lorenzo dentro.
 
Ha tanti tubi e fili attaccati e una mascherina in viso per la respirazione.
 
È girato su un fianco.
 
E sta bene, per fortuna.


 
Angolo Autrice.
Ciao bellissime, sono sempre io!
Scusate il ritardo per il capitolo, ma non riuscivo a pubblicare.
Allora, la nostra Celine ha ricevuto delle avance dal bel Davide,
ma non ha ceduto. ahah.
Il piccolo Lorenzo ha avuto un problema con la respirazione e ora è dentro ad un'incubatrice.
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo dell'inizio della vita dei bambini
per poi passare parlare dell'incontro con Harry. :)
Adesso devo andare, tra qualche giorno aggiornerò.
Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, eh!
Alla prossima,
Reds xx

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Capitolo 6
*** Capitolo Cinque. ***


Capitolo Cinque.
 
Siamo finalmente tornati a casa.
 
Abbiamo passato più giorni del previsto in ospedale per via della salute di Lorenzo.
 
Deve prendere dei medicinali ma niente di grave.
 
Dopodomani è San Valentino e Andrea mi ha invitato a cena fuori, ma ho rifiutato perché non voglio lasciare i bambini da soli.
 
“Secondo me, dovresti andare.” Dice Celine mentre cambia il pannolino a Leonardo.
 
“No, Celi, dai. I bambini sono ancora piccoli e non mi va di lasciarli da soli.”
 
“Lasciarli soli, che parolone. Ci siamo io e tua madre e il coso che si usa per spremerti le tette può prendere latte sufficiente per sfamarli entrambi fino a quando non torni.” Sorride.
 
“Certo che sei sempre delicata tu eh?” Borbotto offesa.
 
“Non mi ricordo come si chiama.” Scoppia a ridere.
 
“Idiota.” Prendo Lorenzo in braccio e vado nella mia stanza per allattarlo.
 
“Quindi?” Chiede Celine dalla porta con Leo in braccio mentre lo dondola.
 
“Quindi cosa?”
 
“Ci vai si o no?” Sbotta spazientita.
 
Prendo un respiro profondo e butto fuori l’aria. “Tu la smetti di rompere?”
 
“Andata.” Sorride.
 
“Dammi il telefono.” Sbuffo.
 
Sorrido, lo prende da sopra la scrivania e me lo passa.
 
Compongo il numero di Andrea e aspetto che risponda.
 
“Ciao topino!” Esclama Celine mentre gioca con Leo.
 
“Veronica?”
 
“Ehi Andrea. Ti ho chiamato per dirti che dopodomani vengo a cena con te.”
 
“Benissimo.”
 
“Poi ci mettiamo d’accordo meglio. Vado che sto allattando Lori.”
 
“Dagli un bacio da parte mia e anche a quella peste di Leo.” Ridacchia.
 
“Lo farò. Ciao.” Rido con lui.
 
“Ciao.”
 
Attacco e torno a guardare Lorenzo.
 
Celine’s pov.
 
È la sera di San Valentino.
 
Sono nella stanza di Veronica e i bambini.
 
Lei è a cena con Andrea.
 
“Ehi topino? Non vuoi proprio fare la ninna eh?” Accarezzo la manina di Leonardo.
 
Inizio a canticchiare Little Things e vedo che le sue palpebre si fanno pesanti.
 
You'll never love yourself
half as much as I love you
You'll never treat yourself
right darlin' but I want you to
If I let you know I'm here for you
Maybe you'll love yourself
like I love you, oh
 
Lo vedo dormire beatamente, sorrido e gli lascio una carezza sulla guancia e un bacio sulla fronte.
 
“Buonanotte piccolino.”
 
Spengo la lucetta sul comodino ed esco dalla stanza.
 
Veronica’s pov.
 
Io e Andrea siamo in una pizzeria.
 
Stiamo aspettando le nostre ordinazioni.
 
Qui è tutto rosso, addobbato apposta per il giorno di San Valentino.
 
“È carino qui.” Sorrido indicando quello che ci circonda.
 
“Si, non è male. Un po’ troppo rosso, ma è apposto.” Sorride di rimando.
 
Sospiro e mi muovo nervosamente sulla sedia.
 
“Vero, c’è qualcosa che non va?” Chiede guardandomi.
 
Sospiro di nuovo e mi passo una mano tra i capelli. “Non posso credere di aver lasciato i bambini a casa.”
 
Mi prende una mano e sorride. “Sono con Celine. Quale miglior baby-sitter di lei?” Ridacchia.
 
“Già.” Sorride.
 
“Però c’è qualcos’altro no?”
 
“Si. I miei bambini non hanno un padre ed io sono sola, anche se ci sono Celine, Elisa, Chiara e la mia famiglia. E tu.” Sorrido stringendogli la mano.
 
“Ci sarò sempre.” Sorride e si avvicina baciandomi.
 
Ricambio e quando ci allontaniamo, sorrido e passo il dorso della mano sulla sua guancia.
 
“Ho una cosa per te.” Sussurra.
 
“Cosa?” Sorrido.
 
Prende qualcosa dalla tasca del giacchetto e me lo porge.
 
È una scatolina.
 
La apro e trovo un anello con un piccolo smeraldo.
 
Mi avvicino e poggio le labbra sulle sue dando vita a un vero bacio.
 
“Grazie.” Sussurro.
 
“Sarai la mia fidanzata?”
 
“E tu sarai il padre dei miei figli?”

 
Angolo Autrice.
Buon pomeriggio a tutte e buona Pasqua!:D
Quanti uova avete ricevuto? Io uno dei ragazzi ed ho trovato un braccialetto. :3
Passiamo al capitolo; 
vi lascio con una frase piena di suspance alla fine, che cosa succederà secondo voi?
Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, eh!
Fatevi sentire LETTORI.
Sono di fretta, perciò scappo.
Vi lascio con una gif. :D
Alla prossima,
Reds xx
 
Andrea e Veronica,aw.
 

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Capitolo 7
*** Capitolo Sei. ***


Capitolo Sei.
 
Oggi è il gran giorno.
 
Finalmente si parte!
 
Sono passati due anni ormai.
 
Io, Celine e Elisa ci siamo diplomate, Chiara farà l’ultimo anno di liceo a Londra, Andrea andrà all’università per diventare sommelier e Lorenzo e Leonardo sono cresciuti.
 
Le ragazze li hanno viziati tantissimo e gli hanno insegnato a dire mamma, papà, zia.
 
Celine e Elisa sono andate per prime in Inghilterra per cercare casa, hanno fatto delle foto e ce le hanno mostrate.
 
Ci sono varie stanze, ognuna arredata secondo le cose che ci piacciono, ognuna ha il proprio bagno.
 
Il soggiorno è spazioso e ben arredato, la cucina è magnifica.
 
Quella che io e Celine abbiamo sempre desiderato e sognato.
 
È rossa con i ripiani bianchi, il frigorifero è nero a due ante, un bancone sempre rosso e bianco con tanti cassetti ed è tutta laccata.
 
Adesso siamo sull’aereo diretto in Inghilterra.
 
Io, Andrea, Lorenzo e Chiara siamo seduti davanti a Celine, Leonardo e Elisa.
 
“Leo, mettiti seduto.” Dice quest’ultima.
 
“No!” Esclama lui.
 
“Leonardo.” Mi giro guardandolo in modo autoritario.
 
Mi fa una pernacchia e corre via.
 
“Leonardo!”
 
“Vado io.” Celine si alza e va nella direzione in cui è andato lui. “Ehi nano, dove sei?” Lo chiama.
 
Pochi minuti dopo li sento urlare e la risata di Leonardo si diffonde intorno a noi.
 
“Ti ho preso!” Urla trionfante Celine. “Sei un piccolo nanetto dispettoso.” Dice mentre torniamo indietro.
 
Celine tiene Leonardo a testa in giù come piace a lui.
 
“Celi, tiralo su o vomiterà.”
 
“Che schifo.” Lo lascia andare sul sedile.
 
“Fai piano.” La rimprovero.
 
“Si mamma.” Alza gli occhi al cielo mentre si siede.
 
Leonardo continua a ridere e Elisa gli fa il solletico.
 
“Signore e signori, allacciate le cinture. L’aereo sta per atterrare all’aeroporto di Heathrow.” Annuncia una hostess.
 
Facciamo come ci ha detto e aspettiamo che l’aereo atterri.
 
 
Vedere Londra dal vivo e non in foto è tutta un’altra cosa.
 
È stupenda.
 
La casa è in periferia, è ha due piani e i vicini sembrano simpatici.
 
Quelli alla nostra destra ci hanno accolto con dei sorrisi. Anche loro hanno un figlio di due anni e un cane.
 
Si sono anche offerti di tenere Lorenzo e Leonardo mentre noi sistemiamo un paio di cose.
 
La casa è piana di scatoloni.
 
“Allora, mettiamoci al lavoro. Ognuno sistema le proprie cose nella propria stanza e poi penseremo al resto.” Sentenzia Celine.
 
“Va bene.” Esclamiamo noi.
 
Prendo le mie cose con l’aiuto di Andrea, saliamo al piano di sopra e entriamo nella stanza davanti a quella dei bambini.
 
Sistemo i vestiti nell’armadio mentre Andrea mette le altre cose sui comodini e sulla scrivania.
 
 
Scendo le scale andando in cucina trovando Celine che prepara il pranzo.
 
“I bambini?” Le chiedo guardandomi intorno.
 
“Sono in giardino con Andrea. Com’è fare il bagno in quella vasca’” Chiede ridacchiando.
 
“È bellissimo.” Dico estasiata.
 
“Lo so. Io l’ho provata la prima volta che sono venuta qui con Elisa.” Sorride.
 
Rido scuotendo la testa e esco in giardino trovando Andrea e Lorenzo giocare mentre Leonardo è accovacciato vicino alla piscina che cerca di toccare l’acqua con la manina.
 
Sorrido e mi avvicino.
 
“Ehi monello, che combini?” Mi chino vicino a lui.
 
“Mamma boglio toccae acqua.” Dice concentrato.
 
“Così però rischi di cadere. Vieni, ti aiuto io.” Lo prendo in braccio e lo sporgo di più verso l’acqua.
 
Leo ci immerge una mano e sorride.
 
“È fresca?”
 
“Si.” Annuisce con vigore.
 
All’improvviso fa scattare la mano e mi schizza.
 
“Leonardo!” Trillo tirandolo su.
 
Lui ride e mi abbraccia mentre io mi stendo all’indietro.
 
“Non si fa.” Lo rimprovero fintamente.
 
“Scusa.” Mette una manina davanti alla bocca ma continua a sorridere mostrando le fossette.
 
Gli bacio la fronte e lo abbraccio.
 
“È pronto il pranzo!” Urla Chiara dalla porta finestra della cucina.
 
“Andiamo a vedere cos’ha preparato di buono zia Celi.” Mi alzo tenendolo sempre in braccio, vado verso Andrea e Lorenzo e insieme torniamo in casa.
 
Angolo Autrice.
Buonaseeera bellissime!
Mi dispiace per il ritardo ma non avevo internet. Spero possiate perdonarmi.
Ieri è cominciato il WWAT. Io, anche quest’anno, non ci sarò *sniffsniff*, quante di voi invece ci saranno? (:
Allora, passiamo alla storia. Sono passati due anni e, come si è letto, Andrea e Veronica stanno insieme. I bambini sono cresciuti e sono a Londra.
Non è dolcissima la scena tra Leo e Veronica?aw.
Che cosa succederà nei prossimi capitoli secondo voi?
Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto.
Lettori silenziosi, fatevi sentire anche voi! :D Mi fa piacere ricevere nuove recensioni.
Adesso vado a vedere Amici.
Alla prossima,
Reds xx
 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo Sette. ***


Capitolo Sette.
 
Louis’s pov
 
Sorrido guardando la movimentata Time Square.
 
Oggi io e i ragazzi abbiamo il giorno libero e, siccome nessuno di noi aveva voglia di fare qualcosa, abbiamo deciso di stare un po’ in pace in giro per Londra.
 
Naturalmente, per non farci riconoscere, siamo tutti provvisti di capello e occhiali da sole.
 
Mentre mi guardo intorno, vedo una palla rotolare vicino a noi e un bambino riccio e con gli occhioni verdi e castani, correre verso di noi ridendo felice e mostrando le fossette.
 
Una copia in miniatura di Harry.
 
“Aw, guardate carino quel bimbo. Sembra Harry.” Dico indicandolo.
 
Gli altri portano l’attenzione sul bambino e sorridono.
 
Il bambino si avvicina però cade e Harry scatta in piedi, raggiungendolo, mentre il piccolo scoppia in lacrime.
 
“Lorenzo!” Esclama qualcuno.
 
Una ragazza corre a perdifiato nella sua direzione ma quando si trova davanti a me scivola ed io la prendo al volo prima che possa ritrovarsi per terra.
 
La guarda da dietro le lenti scure dei miei occhiali, li tiro su mettendoli sulla visiera del capello e la osservo attentamente.
 
È castana, ha gli occhi azzurri e un volto familiare che però mi sfugge.
 
“Stai bene?” Le chiedo riportandola con i piedi per terra.
 
“S-Si. Grazie. Scusa, devo andare.” Parla frettolosamente, correndo poi verso Harry e il bambino. Ha un accento strano.
 
“Tia, bua.” Dice lui, singhiozzando, mentre le indica il ginocchio.
 
“No piccolo, vieni qui.” Dice lei.
 
È italiana.
 
Fortuna che in questi tre anni abbiamo imparato bene la lingua o non avrei capito un tubo.
 
La ragazza si allontana ed io continuo a guardarla cercando di ricordare se l’ho già vista.
 
“Avete visto quella ragazza?” Chiedo agli altri dopo un po’, riprendendomi dal mio stato di trance.
 
“Tu però l’hai vista molto bene, Louis.” Dice Zayn con una punta di malizia facendo ridere gli altri.
 
“Dico sul serio.” Borbotto rimettendomi gli occhiali.
 
“Potresti almeno smettere di seguire spudoratamente il suo corpo che ondeggia, fasciato da quel vestito di jeans.” Continua il moro.
 
“Allora la stai guardando bene!” Esclamo accusandolo.
 
Scoppiano tutti a ridere mentre io torno a guardare la ragazza prima che sparisca del tutto.
 
Elisa’s pov
 
Merda!
 
C’è mancato poco che mi riconoscessero!
 
Ed Harry ha anche preso in braccio Lorenzo!
 
Entro in casa, mi chiudo la porta alle spalle, ci appoggio la schiena e tiro un sospiro.
 
“Tia, male.” Si lamenta Lorenzo.
 
“Si tesoro, ora curiamo la bua.” Lo stringo a me e vado in soggiorno trovando Chiara che gioca con Leonardo sul tappeto e Celine e Veronica stese sui divani.
 
“Mamma, bua.” Dice Lorenzo.
 
“Cosa, amore?” Chiede lei, non capendo.
 
“Lorenzo è caduto e si è fatto male al ginocchio.” Spiego.
 
“Ouh, il mio piccolo.” Si alza, avvicinandosi, e prende Lorenzo dalle mie braccia.
 
Gli disinfetta la ferita e gli mette un cerotto.
 
“Com’è andata la giornata?” Chiede Celine in generale.
 
“Io ho accompagnato Andrea in aeroporto e l’aereo ha ritardato un po’ la partenza.” Dice Veronica, sbuffando.
 
“Io mi sono andata a iscrivere a scuola.” Dice Chiara.
 
“Brava. Io invece ho trovato lavoro per me e Veronica. Cameriere da Nando’s. Cominciamo la prossima settimana.” Dice Celine.
 
Cala il silenzio ed io mi muovo nervosamente sulla poltrona.
 
“E tu?” Mi chiedono tutte e tre, contemporaneamente.
 
Mi passo una mano tra i capelli e sospiro. “Sono stata accettata come maestra a quell’asilo nido in cui avevo fatto domanda e…” Mi ammutolisco soppesando se devo sganciare la bomba o no.
 
“E?” M’incita Chiara, curiosa.
 
“E… Ho incontrato i ragazzi.” Sussurro.
 
“Incontrato in che senso?” Indaga Veronica.
 
“Io e Lorenzo abbiamo fatto le nostre magre figure. Lui è caduto e Harry l’ha aiutato mentre io sono scivolata e atterrata tra le braccia di Louis. Mi sono vergognata come un cane.” Borbotto l’ultima frase.
 
Chiara e Veronica mi guardano sconcertate, a bocca aperta, mentre Celine scoppia a ridere piegandosi in due.
 
“Non è per niente divertente.” Dico offesa.
 
“Oh si che lo è.” Si asciuga fintamente una lacrime, smettendo di ridere. “Hai fatto più schifo di Veronica quando li abbiamo incontrati la prima volta.”
 
“Io non ho fatto niente.” Si difende lei.
 
“Sembravi una fontana.” La sfotte.
 
“Vaffanculo.”


 
Angolo Autrice.
Visto? Questa volta sono stata veloce, ahah.
Oggi, finalmente, torna la mia migliore amica dalle vacanze! *w*
Come ho fatto senza di lei per una settimana? Non lo so nemmeno io. 
Passiamo al capitolo; hanno fatto la loro entrata i ragazzi! *applausi* 
La nostra Elisa ha fatto una bella scivolata e si è ritrovata tra le braccia di Louis.

Io quando scivolo mi ritrovo abbracciata al pavimento, ma questi sono dettagli ahah.
A lui gli ritorna in mente qualcosa, ma non riesce a ricordare.
Harry si è avvicinato a Lorenzo,aw. *w*
Che cosa succederà nei prossimi capitoli ora che Celine e Veronica hanno trovato lavoro da Nando's?
Lasciate una recensione per farmelo sapere, ci conto. ;)
Riuscite a fare 5 recensioni su questo capitolo? *occhidacucciolo*
Adesso vado a vedere 'Cyberbully'.
Alla prossima,
Reds xx

 

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Capitolo 9
*** Capitolo Otto. ***


Capitolo Otto.
 
Veronica’s pov.
 
“Allora, birbantelli. Andiamo a fare la spesa?”
 
“Si!” Esclamano battendo le manine.
 
Sorrido e finisco di legare Lorenzo al seggiolino, chiudo lo sportello e metto il passeggino nel portabagagli.
 
Salgo in auto e parto verso il centro commerciale.
 
Una volta arrivati metto i bambini sul passeggino ed entriamo.
 
“Vediamo cosa dobbiamo prendere.” Dico estraendo la lista della spesa.
 
“Mamma, boglio caamelle!” Dice Leonardo.
 
“Dopo, Leo.” Alzo lo sguardo verso una bottiglia di olio.
 
Cavolo, è troppo in alto.
 
Mi alzo sulle punte ma non riesco nemmeno a sfiorarla.
 
“Che palle.” Borbotto.
 
“Serve aiuto?” Chiede un ragazzo al mio fianco.
 
“Magari.” Sorrido imbarazzata.
 
Prende la bottiglia di olio e sorride. “Ecco a te.” Me la porge.
 
“Grazie.”
 
Harry’s pov.
 
“Quindi!? Che caramelle dobbiamo prendere?” Chiede Zayn esasperato.
 
“Queste!” Esclama Niall.
 
“No, queste sono meglio.” Louis sventola un pacchetto in aria.
 
Mi abbasso e afferro un pacchetto colorato e contemporaneamente una manina prende l’altra estremità.
 
Alzo lo sguardo e incontro due occhioni verdi e castani.
 
Il bambino di ieri.
 
“Ciao.” Sorrido. “Vuoi queste caramelle?”
 
Lui annuisce ed io gli do il pacchetto.
 
“Gatie.” Sorride.
 
“Leonardo!” Urla una voce femminile, preoccupata.
 
“Vai piccolo, la mamma ti sta cercando.”
 
Il bambino si gira e corre via.
 
“Ma non si chiamava Lorenzo?” Chiede Liam.
 
“Potrebbe avere un gemello.” Ipotizzo.
 
“Già. La domanda che mi tormenta da ieri è che sono identici a te.” Dice Louis pensieroso.
 
“Come sei paranoico.” Roteo gli occhi.
 
“Bè, Louis ha ragione. Hanno anche le fossette.” Dice Zayn.
 
“Sono ricci.” Dice Niall.
 
“E hanno gli occhi verdi.” Finisce Liam.
 
“Queste sono solo coincidenze. Non sono l’unica persona in questo modo riccio con gli occhi verdi.” Sentenzio. “E poi avranno su per già due o tre anni. Se state ipotizzando che sono miei figli, vi sbagliate di grosso.”
 
“Era un’ipotesi. Non ti scaldare. Borbotta Louis.
 
Veronica’s pov.
 
“Leonardo! Dove sei andato?” Lo rimprovero arrabbiata.
 
“Caamelle!” Sventola il pacchetto, felice.
 
“Ti avevo detto che le prendevamo dopo. Non farlo mai più, chiaro?”
 
Lui mi fa una pernacchia e ride.
 
Nascondo un sorriso mettendomi una mano davanti alla bocca.
 
Non riesco mai ad essere autoritaria con Leonardo.
 
Con Lorenzo non c’è nemmeno bisogno.
 
Finisco di fare la spesa, vado alla cassa a pagare e, mentre metto le cose sul nastro, vedo Louis e Niall camminare tranquillamente verso le casse.
 
Cazzo!
 
Respiro a fondo, mi ricompongo e faccio finta di niente.
 
Non devono per forza riconoscermi.
 
La cassiera mi dice il conto mentre io metto le cose nelle buste.
 
La pago, prendo le buste e, con i bambini, esco.
 
Carico tutto in auto, metto i bambini nei seggiolino e torno a casa.
 
 
“Siamo a casa!” Urlo facendomi sentire dalle altre.
 
Chiara e Elisa spuntano dal soggiorno mentre Celine della cucina. “Ehi nanetto hai rimediato tu, eh?” Dice quest’ultima a Leonardo.
 
“Caamelle!” Esclama lui contento.
 
“Vedo.” Ridacchia lei.
 
“Ci sono le buste della spesa in macchina.” Faccio un cenno con la testa verso la porta.
 
“Vado.” Sbuffa alzando gli occhi al cielo, dirigendosi alla porta.
 
“Ti voglio bene.” Dico con voce dolce.
 
“Io no.” Alza il dito medio ed esce.
 
“Cattiva.” Borbotto.
 
“Tia?” Chiede Lorenzo.
 
“Si, è una cattivona.”
 
“Ah, Vero. Volevo dirti che i bambini sono stati accettati al nido dove lavoro io.” Mi informa Elisa.
 
“Benissimo. Così mentre noi siamo al lavoro e Chiara a scuola, tu e le tue nuove colleghe tenete queste pesti.” Sorrido.
 
“Ma che ti sei comprata tutto il centro commerciale?” Chiede Celine con le buste tra le mani.
 
“Solo quello che mi hai chiesto tu.” Sorrido innocentemente sapendo che non è del tutto vero.
 
“Certo, perché io ti ho detto di comprare tre barattoli di nutella. Come no.” Dice sarcasticamente.
 
“Ooops.”
 
Scoppiamo a ridere mentre i bambini ci guardano perplessi.


 
Angolo Autrice.
Salve a tutte, oggi avevo voglia di aggiornare questa storia, perciò eccomi qua!
Comincio col dirvi che non so quando potrò aggiornare, perchè ho dei problemi.
Cercherò di fare il possibile per aggiornare il prima possibile, promesso. :D
Allora, Leonardo, incontra i ragazzi, i quali stanno litgando per le caramelle.
Ahah, ma ve li immginate? Tra due anni ancora a litigare per le caramelle. :")
Per scrivere il capitolo ho ascoltato l'intero 'Midnight Memories'. Qual'è la vostra canzone preferita in questo album? 
Le mie 'You & I' e 'Happily'. *w*
Adesso devo andare. Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto.
Alla prossima,
Reds xx

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Capitolo 10
*** Capitolo Nove. ***


Capitolo Nove.
 
Celine’s pov.

 
Oggi io e Veronica iniziamo a lavorare.
 
Chiara inizia la scuola mentre Elisa tiene i bambini fino a quando il nido non apre.
 
Le ragazze che c’erano prima di noi hanno appena staccato ed io sono già pronta per sostituirle.
 
Veronica, come al solito, è sempre l’ultima.
 
È il nostro primo giorno e c’è abbastanza gente.
 
Servo tutti con un sorriso e giro tranquillamente per i tavoli.
 
Passo vicino a un tavolo e qualcuno mi chiama.
 
“Si?” Chiedo girandomi.
 
Incontro due occhi castani che mi fissano con incertezza.
 
Oddio…
 
Sbatto le palpebre ripetutamente e stringo il vassoio che ho in una mano.
 
“Celine? Sei tu?” Chiede Liam.
 
Boccheggio e, capendo che non spiccicherò parola, annuisco.
 
“Hai… Hai i capelli rossi.” Inarca un sopracciglio.
 
Perspicace il ragazzo. “Già.” E comunque è uno shatush.
 
Ma questo lo tengo per me.
 
Come diamine ha fatto a riconoscermi? Sono passati tre anni.
 
“Che ci fai qui?” Chiede ancora mentre anche gli altri quattro prestano attenzione.
 
“Ricordi quando tre anni fa ti avevo detto che un giorno mi sarei trasferita a Londra? Il giorno è arrivato.” Annuisco convinta. “Comunque, io dovrei tornare a lavorare.” Indico dietro di me. “Devo…”
 
A interrompermi sono degli urletti felici e due nanetti che si attaccano alle mie gambe.
 
“Ciao amori miei.” Guardo Lorenzo e Leonardo dall’alto.
 
“Hai due figli?” Sgrana gli occhi.
 
“Aspetta, ma quelli sono Lorenzo e Leonardo.” Dice Niall, indicandoli.
 
“Caamella.” Dice Leonardo indicando Harry.
 
Qualcuno mi salvi da questa situazione!
 
“Ciao Celi.” Dice Elisa affiancandomi.
 
Il suo sorriso sparisce quando punta lo sguardo sui ragazzi.
 
“Ecco i miei piccoli!” Esclama Veronica, venendo verso di noi.
 
Merda!
 
Questo non può essere vero.
 
“Veronica…” Sussurro.
 
“Veronica?” Ripete Harry.
 
“Coincidenze eh?” Chiede Louis sarcastico.
 
Mi passo la mano libera sul viso e butto fuori l’aria trattenuta.
 
“Cosa sta succedendo?” Chiede Zayn.
 
“Avevo ragione!” Esclama contento Louis. “Lo sapevo! Non erano banali supposizioni!” Continua urlando quasi.
 
“Quindi non sono tuoi.” Dice sollevato Liam, sorridendo.
 
“Ma sono di Harry!” Louis salta dal posto, sorridendo a trentadue denti indicando Harry.
 
“Io devo andare.” Dice Veronica prendendo Leonardo.
 
“Anche io.” Dice Elisa prendendo Lorenzo.
 
E così se ne vanno lasciandomi nella merda, inchiodata da cinque sguadi che mi penetrano fino in fondo.
 
Penso che sverrò tra cinque secondi.
 
Me la batto prima che uno di loro possa farmi qualche altra domanda, ma me li ritrovo alle calcagna.
 
Corro tra i tavoli schivando i clienti e, quando Zayn mi sbarra la strada, cambio direzione mentre Niall e Louis mi seguono.
 
Oh andiamo! La porta della cucina è a pochi metri!
 
Liam viene nella mia direzione alla destra e io allungo il passo ma Harry mi cattura parandosi davanti alla porta.
 
C’ero quasi, cazzo!
 
Vengo messa con la schiena al muro e circondata.
 
Sembra quasi uno stupido gioco!
 
“Parla!” Esclamano in coro.
 
“Posso avvalermi alla scelta di non farlo?” Domando incerta.
 
“No.”
 
“Tutto questo è ingiusto.” Borbotto.
 
“Voglio sapere.” Dice Harry.
 
“Cosa?” Chiedo facendo finta di niente.
 
“Tutta la verità, Celine. Lorenzo e Leonardo sono i miei figli?”
 
Rimango in silenzio abbassando lo sguardo.
 
“Cos’è successo tre anni fa, dopo il nostro incontro?”
 
“Non è a me che dovresti chiederlo.” Dico seria, rialzando lo sguardo.
 
“Aiutami a capire. Ti prego.” Sussurra guardandomi con urgenza, stringendomi la mano.
 
Prendo un respiro profondo e cerco il blocchetto e la penna nella tasca del grembiule.
 
Scrivo l’indirizzo di casa su un foglietto, lo piego e glielo porgo.
 
“Stasera, alle nove e mezza. Né un minuto prima né un minuto dopo.”
 
“Grazie.” Afferra il foglietto e sorride.
 
“Adesso mi lasciate andare? Devo lavorare.”
 
“Certo.” Creano un varco e mi lasciano passare,
 
“A stasera.” Sussurra Liam con un sorrisino quando gli passo accanto.
 
 
“Com’è andata la giornata?” Chiede Chiara sorridendo.
 
“Una merda.” Dico acida.
 
“Perché?”
 
“I ragazzi hanno scoperto tutto.” Sussurra Veronica sconsolata.
 
“Tutto, tutto?” Chiede la bionda preoccupata.
 
“Tutto, tutto.” Conferma Elisa.
 
“E stasera verranno pure qui.” Sospiro.
Angolo Autrice.
Buongiorno a tutte, come state?
Tra due gioni i ragazzi saranno in Europa, yuppy! *-*
E la scuola sta per finire, che bello, non vedo l'ora di svegliarmi tardi. 
Comunque, passiamo al capitolo!
I ragazzi hanno incontrato le ragazze e Liam ha riconosciuto Celine.
I bambini sono arrivati e Leo ha riconosciuto Harry chiamandolo "Caamella", aw. *w*
Che cosa succederà nei prossimi capitoli?
Lasciate una recensione per farmelo sapere, ci conto.
Alla prossima,
Reds xx

 

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Capitolo 11
*** Capitolo Dieci. ***


Capitolo Dieci.
 
Veronica’s pov.

 
“Loro cosa!?” Sbotto sgranando gli occhi.
 
“Se ti racconto cos’è successo ti metti a ridere.” Dice Celine.
 
“Non c’è niente da ridere!” Urlo.
 
“Va bene, ma non ti scaldare.” Dice tranquillamente.
 
“Perché sei così tranquilla? Io mi agito ancora di più.” Porto le mani tra i capelli.
 
“Perché prima o poi questo giorno sarebbe arrivato. I suoi figli hanno il diritto di sapere chi è il loro padre. Forse adesso non lo capiranno e Harry non potrebbe rimanere ma almeno potrai dire loro che il loro padre li ha conosciuti ma che non li voleva. Mentre Harry ha il diritto di sapere che ha due figli e se resta, lui li vedrà crescere e loro sapranno chi è.” Spiega.
 
“Perché fai sempre questi discorsi giusti?” Protesto.
 
“Quante domande che fai.” Sbuffa. “Sbrighiamoci a sistemare casa. Alle nove e mezza saranno qui.”
 
 
Il campanello suona ed io mi muovo nervosamente sul divano.
 
Chiara va ad aprire e la sento parlare con i ragazzi.
 
Lorenzo e Leonardo già dormono.
 
Celine è andata a controllare mentre Elisa è seduta vicino a me che mi stringe la mano.
 
Sono nervosa e tesa.
 
Entrano in soggiorno e si accomodano sul divano e le poltrone libere mentre Chiara si siede alla mia destra.
 
“È sempre difficile far addormentare Leonardo.” Dice Celine spuntando dalle scale che portano al piano di sopra. “Oh, sono già le nove e mezza? Bè, io vado a dormire. Fatemi sapere domani com’è andata questa riconciliazione.” Fa per tornare su ma io scatto in piedi.
 
“Ferma!” Esclamo.
 
“Okay.” Alza le mani in avanti.
 
Si siede sulla poltrona libera, porta le gambe al petto e appoggia il mento sulle ginocchia. “Quindi?”
 
I ragazzi puntano gli occhi su di me che mi rimetto seduta con lo sguardo basso.
 
“Allora, si può capire che Lorenzo e Leonardo sono miei figli.” Dice Harry. “Quindi sei rimasta incinta quella sera.” Continua.
 
“Perspicace.” Dice Celine sarcastica.
 
“La vuoi piantare?” Dico stizzita.
 
“Non ho i semi.” Sorride innocentemente.
 
Sospiro scuotendo la testa mentre lei ride felice.
 
“Ma loro due sono sempre così?” Chiede Zayn.
 
“Sempre.” Dicono Elisa e Chiara, annuendo.
 
“Tanto lei mi ama così come sono.” Si vanta Celine.
 
“Ora però torniamo alle cose serie. Harry è il padre di Lorenzo e Leonardo, purtroppo le cose sono andate così ma, se tu vuoi, puoi sempre recuperare.” Sorride lei.
 
“Perché non mi hai detto di essere incinta?” Chiede Harry.
 
“Oh, aspetta! Forse perché tu te ne sei andato in America ed io sono tornata a casa?” Uso un tono sarcastico e irritato.
 
“Come avrei potuto contattarti o cercarti!?” Urlo alzandomi in piedi.
 
“Veronica…”
 
“No! Non me non importa niente se lui è venuto qui con tutte le buone intenzioni. Sa che ha due figli e basta! Me li sono cresciuti da sola e loro non sanno nemmeno chi è.” Sbotto.
 
“Ora te ne puoi anche andare.” Dico mentre apro la porta e la indico.
 
Lui sgrana gli occhi ma si alza lentamente.
 
Mi sposto dalla porta per farlo passare ma lui mi guarda senza accennare di andarsene.
 
“Ho il diritto di vederli.” Sussurra.
 
“Mamma.”
 
Mi giro di scatto trovando Leonardo sulle scale.
 
“Caamella.” Dice indicando Harry.
 
Lui sorride e fa per avvicinarsi ma io mi paro davanti e lo guardo male.
 
“Vattene.” Sibilo prima di prendere Leonardo e salire di sopra.
 
Mi nascondo nel buio vedendo la delusione e il dispiacere negli occhi di Harry che poi abbassa la testa.
 
Celine si avvicina e gli poggia una mano sulla spalla. “Andrà tutto bene.” Riesco a percepire.
 
“Lei… Lei non vuole farmi vedere i bambini. Non andrà bene.”
 
“Le parleremo.”
 
“Ti lascio il mio numero.”
 
Angolo Autrice.
Ehi bellissime, vi sono mancata?
Scusate il ritardo, ma sono stata impegnata con la scuola. :s
Spero che questo capitolo vi piaccia.
Allora, Veronica incontra Harry, il quale ormai ha capito di avere due bambini.
Lei si agita e lo tratta male, fa per mandarlo fuori ma una vocina attira la loro attenzione.
Si girano e vedono Leo, che chiama Harry "caamella". Ma non è dolcissimo? *w*
Che cosa succederà nei prossimi capitoli secondo voi?
Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto.
Alla prossima, con tanto amore,
Reds xx

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Capitolo 12
*** Capitolo Undici. ***


Capitolo Undici.
 
Mi siedo in mezzo al letto con le gambe incrociate e Leonardo in grembo.
 
Non riesco a farlo addormentare.
 
Qualcuno bussa alla porta e do il permesso di entrare.
 
Sono Chiara ed Elisa.
 
“Ehi. Come stai?” Chiede quest’ultima.
 
“Bene.” Sospiro. “Sono solo un po’ arrabbiata.”
 
“Non dovresti.” Dice Chiara mentre si siede vicino a me.
 
“Harry è venuto veramente con tutte le buone intenzioni.” Continua Elisa imitando Chiara.
 
“È quello che mi spaventa. E se poi lui se ne va? Se si stufa di correre dietro a loro? Se me li portasse via?”
 
“Lui non lo farebbe mai.” Dice Celine dalla porta.
 
“Come fai a esserne sicura?” Abbasso lo sguardo.
 
“Sarebbe una cattiveria da parte sua.” Risponde Elisa.
 
Sospiro mentre accarezzo i capelli a Leonardo. “E se invece lui resta e poi di punto in bianco se ne va? Oppure è assente per loro? Non voglio che i miei figli abbiano un padre che c’è ma non c’è.”
 
“Se Harry si vuole veramente assumere le sue responsabilità, farà di tutto per esserci.” Dice Chiara sorridendo.
 
“Lo chiamerai?” Chiede Celine sbandierando il suo telefono in aria. “Ho il numero di Harry Styles!” Urla contenta facendo finta di essere una fan sfegatata.
 
Noi ridiamo mentre lei muove le sopracciglia su e giù.
 
“Comunque, seriamente. Lo chiamerai?” Chiede di nuovo.
 
“Ci penserò. Dammi il numero, gli manderò un messaggio. Ora andiamo a dormire.”
 
“Ehi nano! A letto, forza.” Dice a Leonardo.
 
“No!” Esclama lui.
 
“Con te ci rinuncio.” Dice facendo un movimento teatrale con la mano. “Io vado a dormire.”
 
“Tia!” La chiama Leo.
 
“Si?”
 
Leonardo gli manda un bacio e sorride.
 
“Aww.” Celine gli manda un bacio a sua volta e poi se ne va.
 
Speriamo che vada tutto bene.
 
Harry’s pov.
 
Entro in casa sospirando, lascio le chiavi dell’auto sul piccolo tavolino all’entrata e mi tolgo il giacchetto.
 
Salgo lentamente le scale, entro in camera, prendo il pc e mi siedo sul letto.
 
Accendo il computer e apro skype, cerco il contatto di mamma e la chiamo.
 
Mi risponde quasi subito e accenno a un sorriso.
 
“Ciao tesoro.” Mi saluta.
 
“Ciao mamma.” Dico senza troppo entusiasmo.
 
Non ne ho per niente.
 
“Che hai, Harry?” Chiede preoccupata.
 
Sospiro e abbasso lo sguardo. “Ti ricordi che tre anni fa siamo stati in Italia? E ho conosciuto quella ragazza?”
 
“Veronica? Come potrei dimenticarla? Ne ho parlato per una settimana intera.” Ridacchia.
 
“L’ho incontrata qui a Londra, mamma. Lei… Lei ora ha due bambini.” La prima lacrima mi riga la guancia.
 
“Harry? Stai piangendo?” Domanda.
 
“E… Quei bambini sono miei.” Sussurro.
 
Mamma si mette la mano davanti alla bocca e sgrana gli occhi.
 
“Li ho visti. Li ho anche tenuti in braccio.” Sorrido. “Solo che ho discusso con Veronica e ora lei non vuole farmeli vedere.”
 
“Oh, tesoro. Mi dispiace.”
 
“Anche a me. Mi sono già perso la loro nascita e i loro prima due anni.” Mi asciugo le lacrime.
 
“Hai due bambini, che bello!” Esclama felice. “Vedrai che si aggiusterà tutto.” Sorride. “Come si chiamano?”
 
“Lorenzo e Leonardo.” Sorrido involontariamente.
 
“Sono maschi! Speravo che un giorno ti saresti fatto una famiglia tutta tua.” Dice sognante.
 
“Frena l’entusiasmo, mamma. Se Veronica non mi permetterà di vederli non potrò avere una mia famiglia, per ora.”
 
“Giusto.” Mette il broncio.
 
Sento il telefono vibrare e lo prendo dalla tasca dei jeans.
 
Apro il messaggio del numero sconosciuto e leggo ad alta voce.
 
“Vieni domani alle sei e mezzo. Veronica.”
 
“Si, cazzo! Si!” Esulto.
 
“Harry.” Mamma scoppia a ridere, felice.
 
“Ti rendi conto?! Ha accettato! Prepara i regali di Natale perché ti porterò a far conoscere i tuoi nipoti!” Sorrido.
 
“Va bene, va bene.”
 
“Non vedo l’ora che sia domani.” Dico mentre rispondo al messaggio.
 
“Perfetto. :D Ci vediamo domani. H xx”
 
Sorrido più di prima mentre poggio il telefono sul letto.
 
“Gemma come sta?” Chiedo cambiando discorso.
 
“Bene, è venuta a trovarmi qualche giorno fa con Ashton. Quel ragazzo è così dolce e poi ti assomiglia così tanto.” Sorride.
 
“Lo stai viziando, non è così?” Riduco gli occhi a due fessure.
 
“No.” Scuote la testa.
 
“Mamma.”
 
“Forse un pochino.” Ridacchia.
 
“Sono io il tuo bambino.” M’imbroncio.
 
“Ma ora ho due nipoti."

 
 
Angolo Autrice.
So che mi odiate, ma vi prego perdonatemi. *occhidolci*
Sono stata impegnata con la scuola e con altre cose che non sto a dirvi.
Spero possiate perdonarmi e che il capitolo vi piaccia.
Allora, Veronica manda un messaggio ad Harry e gli dice di andare domani da lei. 
Ha fatto la sua entrata Anne, la mamma di Harry, che si ricorda di Veronica.
Gemma sta con Ashton dei 5SOS. *w* (scusate, li shippo troppo insieme).
Non fa ridere la scena in cui Leo manda un bacio a Celine? aw.
Adesso devo andare. :)
Ah, passate a leggere la mia OS e lasciate una recensione per farmi sapere che ne pensate? 
Vi lascio il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2614593&i=1
Alla prossima,
Reds xx

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Capitolo 13
*** Capitolo Dodici. ***


Capitolo Dodici.
 
Veronica’s pov.

Guardo per l’ennesima volta l’orologio.
 
Sono quasi le sette e di Harry non c’è nemmeno l’ombra.
 
“Lorenzo vieni qua!” Urla Celine.
 
“Pendimi!” Urla lui.
 
“Che state combinando?” Chiedo sporgendomi dalla porta della cucina.
 
“Sto cercando di prendere Lorenzo. Gli ho fatto il bagnetto e ora non vuole più vestirsi.” Spiega lei.
 
Ridacchio e scuoto la testa.
 
Il campanello suono e vado ad aprire. “Apro io.” Avverto le altre.
 
Apro la porta e mi ritrovo davanti Harry. “Sei in ritardo.”
 
“Si, lo so…”
 
Gli chiudo la porta in faccia e me ne vado in soggiorno.
 
“Veronica.” Mi rimprovera Chiara prima di aprire la porta. “Viene Harry, entra pure.”
 
Il riccio entra a testa bassa e con le mani nelle tasche.
 
“Abbiamo finito il bagnetto.” Annuncia Elisa scendendo dalle scale con Leonardo in braccio.
 
“Lorenzo!” Urla di nuovo Celine.
 
Lorenzo, in pannolino, corre verso di me ridendo mentre lei lo insegue.
 
Scatta verso di lui, lo prende e lo stende sul divano facendogli il solletico sulla pancia scoperta.
 
Guardo Harry che sorride guardando la scena.
 
Sorrido a mia volta ma cerco di nasconderlo.
 
“Ora vestiamoci, su.” Dice Celine prendendo la tutina che si trova sul bracciolo del divano.
 
Gliela mette e poi gli lascia un bacio sulla fronte.
 
Va in cucina e torna con il biberon, il succo di frutta e la medicina per Lori.
 
“È ora della medicina.” Trilla con un tono buffo che ai bambini piace.
 
“Ew. Che chifo. Non la boglio.” Dice Lorenzo girando il viso dall’altra parte.
 
“Avanti Lori, non fare storie.” Dico portando le mani ai fianchi.
 
“Perché deve prendere la medicina?” Chiede Harry.
 
“Lorenzo ha problemi respiratori. Questa medicina serve a tenere sotto controllo la respirazione.”  Spiego.
 
Celine mette il succo nel biberon e le gocce in seguito. “Tieni, bevi.” Lo porge a Lorenzo.
 
“No.” Scuote la testa.
 
“Boglio io.” Dice Leo spuntando dalla porta.
 
“No, Leonardo.”
 
Mette il broncio e incrocia le piccole braccia.
 
Harry ridacchia, si avvicina e si abbassa alla sua altezza. “Ti va una caramella?” Chiede tirandola fuori dalla tasca e mostrandogliela.
 
“La boglio anche io.” Dice Lorenzo guardandolo.
 
“Facciamo così, tu bevi il succo e io ti do la caramella. Ci stai?” Propone lui sorridendo.
 
Lorenzo lo guarda sospettoso ma poi annuisce, prende il biberon e beve.
 
“Bravo. Allora, questa a te.” Da la caramella a Leo e poi ne tira fuori un’altra. “E questa a te.” La da a Lorenzo. “Perfetto, no?” Dice alzando la testa per guardarmi.
 
Sorrido e annuisco.
 
“Io vado a preparare le pizze.” Dice Celine. “Ti fermi a cena, Harry?”
 
Lui mi guarda per un po’ e poi rivolge l’attenzione a lei, sorridendo. “Volentieri.”
 
“Okay.” Sorride e torna in cucina.
 
Harry si alza in piedi e prende Leonardo in braccio. “Allora, piccoletto, come ti chiami?” Chiede mentre si siede sul divano vicino a Lorenzo.
 
“Leonado.” Risponde lui.
 
“E tu?” Chiede a Lorenzo.
 
“Loento.”
 
“E quanti anni avete?”
 
“Così.” Dicono mostrando due dita.
 
“Ma siete grandissimi.” Sorride.
 
I due annuiscono e mostrano le fossette come lui.
 
“Io invece sono Harry.”
 
“Hally.” Provano a dire.
 
“Mmh, è già un passo. Mettono la elle al posto della erre.” Dico prendendo Lorenzo in braccio.
 
“Allora, come sono stati questi due anni con loro?” Mi chiede Harry.
 
“Magnifici.” Rispondo sorridendo.
 
“Posso solo immaginare.” Dice accarezzando i capelli a Leonardo. “Tu sei fidanzata o… Non so.” Dice vago.
 
“Perché me lo chiedi?” Ridacchio.
 
“Era per sapere. E poi ho notato… L’anello.” Lo indica.
 
“Si. Me lo ha regalato Andrea.” Sorrido.
 
“E ora lui dov’è?”
 
“È ritornato in Italia, ha deciso di andare all’università.” Spiego.
 
“Capito.” Annuisce. “Chi è venuto con te in sala parte.”
 
“Mia madre.”
 
“È pronto.” Ci avverte Celine.
 
“Arriviamo.” Mi lazo, metto in piedi Lorenzo e lo prendo per mano.
 
“Stai ancora con Andrea?” Chiede Harry mentre si alza tenendo Leonardo in braccio.
 
“Una specie. Tu invece?”
 
“Io mi vedevo con una ma non è proprio una relazione. Mi sta troppo addosso.” Alza gli occhi al cielo.
 
Rido e scuoto la testa.
 
“Sembra simpatica.”
 
Angolo Autrice,
so che mi odierete per l’enorme, immenso, ritardo ma perdonatemi. Non avevo molto ispirazione questi giorni e non sapevo se continuare le mie storie. Oggi proverò ad aggiornarle tutte, ma non vi prometto niente. La mia mente è piena di idee nuove per delle storie che sto scrivendo, ma neanche una piccola idea per quelle che devo continuare. Scusate ancora.
Allora; da questo capitolo sembra che Harry e Veronica stiano istaurando un rapporto amichevole e i bambini sono adorabili come sempre.
Cosa succederà nei prossimi capitoli? Lasciate una recensione per farmelo sapere, ci conto.
Alla prossima,
Reds xx  

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Capitolo 14
*** Capitolo Tredici. ***


Capitolo Tredici.
 
Harry’s pov.

 
Sono passati diversi giorni.
 
Oggi è il compleanno di Liam e quindi passiamo la giornata tutti insieme qui a casa delle ragazze.
 
Veronica ed io stiamo stabilendo un rapporto sul campo di pace, stiamo sperimentando i ruoli di genitori insieme e siamo amici.
 
Siamo in giardino, i bambini giocano con il pallone, Veronica ed io stiamo parlando mentre gli altri fanno il bagno in piscina o prendono quel poco sole che c’è.
 
Sento all’improvviso un pianto e mi giro vedendo Lorenzo in lacrime che corre verso di noi.
 
Lo prendo in braccio e Veronica gli asciuga le guance.
 
“Leonado cattibo.” Dice tra un singhiozzo e l’altro.
 
“No amore, non piangere.” Lo consola Veronica. “Andiamo a fare il bagnetto in piscina, ti va?”
 
Il piccolo annuisce e ci spostiamo verso la piscina mentre con lo sguardo cerco Leonardo.
 
Dov’è andato?
 
Celine’s pov.
 
“Oggi è il mio compleanno.” Dice Liam mettendo un braccio intorno ai miei fianchi e avvicinandomi a se.
 
“E?” Chiedo inarcando un sopracciglio, divertita.
 
“Che regalo mi aspetta?” Domanda inclinando la testa da un lato.
 
“È un regalo, quindi non si dice.” Rido portando le braccia dietro al suo collo.
 
“Dietro queste parole c’è qualcosa? Perché io sto già pensando a cosa.” Sussurra vicino al mio orecchio.
 
“Suppongo che dietro alle due, ci sia qualcosa.” Dico passando le punte delle dita nei suoi capelli.
 
“Si, c’è sicuramente qualcosa.” Ghigna compiaciuto guardandomi da dietro gli occhi da sole.
 
Lo fanno sembrare ancora più sexy di quello che è già.
 
“Da quando sei diventato così sfacciato, Payne?”
 
“Forse quella notte mi hai contagiato.” Ridacchia.
 
“Ma non penso proprio.” Scuoto la testa. “Avanti, condividi con me il tuo pensiero di regalo.” Lo incito a parlare.
 
“Magari, io e te, potremmo…”
 
“Celine! Leonardo è sparito!” Urla Veronica disperata.
 
“Come sparito?” Chiedo guardandola.
 
“Sparito, andato, volatilizzato! Ti prego, trovalo!”  Urla ancora, mettendosi le mani nei capelli.
 
“Andiamo.” Dico a Liam prendendolo per mano. “Hai controllato in casa?”
 
“No.” Scuote la testa.
 
“Dividetevi e tappezzate casa, dentro e fuori. Noi guardiamo intorno alla zona.”
 
Detto questo, esco dal cancello con Liam e iniziamo a cercare intorno alla casa.
 
Non può essere andato molto lontano.
 
“Leonardo.” Lo chiamo guardandomi intorno.
 
“Proviamo di qua.” Dice indicando a sinistra.
 
Passiamo davanti al giardino dei vicini e troviamo Leonardo seduto sul prato che accarezza il cane, che sta stesa con la testa sulle sue gambe.
 
“Oh, Leonardo.” Tiro un sospiro di sollievo.
 
Lui alza la testa per un attimo e poi la riabbassa.
 
Ha gli occhi lucidi.
 
Liam ed io ci avviciniamo e ci sediamo ai suoi lati.
 
“Ehi ometto, che c’è?” Chiede Liam.
 
Leo singhiozza e si passa il dorso della mano sull’occhio.
 
“Perché piangi?” Domando passandogli la mano tra i ricci.
 
Scuote la testa e continua ad accarezzare il pelo morbido del cane. “Mamma cattiba.”
 
“Vieni qua da zia Celi?” Allungo le braccia verso di lui. “Ti serve un abbraccio, uhm?”
 
Annuisce, si libera dal cane e si rannicchia tra le mie braccia nascondendo il viso sul mio petto.
 
“Può avere anche zio Liam un abbraccio?” Chiede lui, sbattendo le palpebre, facendo gli occhi dolci e sporgendo il labbro inferiore.
 
“No, tia mia.” Dice Leo.
 
Rido e mi stendo con la schiena sull’erba.
 
“Il mio topino.” Gli bacio una guancia.
 
“Ce la dividiamo?” Prova ancora Liam.
 
“No!” Esclama il piccolo aggrottando le sopracciglia.
 
Scoppio a ridere e mi tiro su in piedi.
 
Liam fa lo stesso e mi affianca.
 
“Andiamo, la mamma è preoccupata.”
 
Usciamo dal giardino dei vicini, camminiamo un po’ e poi entriamo nel nostro.
 
Gli altri non ci sono.
 
Poi mi accorgo che ci sono Zayn e Lorenzo seduti su bordo della piscina.
 
“Lo abbiamo trovato.” Dice Liam.
 
“Dov’era?” Chiede il moro.
 
“Nel giardino dei vicini.”
 
“A coccolare il cane.” Concludo.
 
Andiamo in casa e chiamiamo Veronica che scende di corsa dalle scale.
 
“Leonardo!” Urla in lacrime.
 
“Mamma.” Sussurra lui.
 
“Ti prego, non farlo mai più.” Dice avvicinandosi.
 
Leonardo allunga le mani verso di lei che lo prende in braccio stringendolo a se.
 
Leo le asciuga le lacrime e le da un bacio sulla guancia.
 
Angolo autrice,
buonasera a tutte. Come state? Questa volta sono stata più ‘veloce’ ad aggiornare, anche se non così tanto visto che sono passati quattordici giorni dall’ultimo aggiornamento, ma passiamo al capitolo. Allora, questo è un capitolo di passaggio, dove Leo s’ingelosisce dal comportamento di Veronica con Lori e ‘scappa’ dai vicini. Tra Liam e Celine cosa succederà secondo voi? Vi piacerebbero insieme? Tra qualche capitolo metterò le foto delle protagoniste, così vi fate un’idea di come le ho immaginate, e anche quelle dei due gemellini. Che cosa succederà nei prossimi capitoli? Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, alla prossima. :*
Reds xx
 
P.S. Ho aggiunto una nuova fanfiction e mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensate. Vi lascio il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2724515&i=1

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Capitolo 15
*** Capitolo Quattordici. ***


Canzoni per il capitolo:

- Set the fire to the third bar - Snow Patrol feat. Martha Wainwringht.
- Give your heart a break - Demi Lovato.
- Don’t let me go - Harry Styles.
- The other side - Jason Derulo.
- Never too late - Three Days Grace.
Capitolo Quattordici.
 
I bambini sono andati a fare una passeggiata con Chiara ed Elisa mentre io sto preparando i biscotti con le gocce di cioccolato, proprio come piace a loro.
 
Non vedo Celine da ieri sera. Dopo la festa di compleanno di Liam è sparita e non si è fatta sentire.
 
Sto davvero cominciando a preoccuparmi.
 
Il suono del campanello mi fa cadere dalle nuvole.
 
“Arrivo!” Urlo correndo verso la porta mentre mi pulisco le mani sporche di farina sul grembiule.
 
Apro la porta e mi ritrovo davanti Harry.
 
“Harry?” Chiesi confusa inarcando un sopracciglio. “Che ci fai qui?”
 
“Sono venuto a trovare i bambini.” Sorride mettendo in mostra le fossette.
 
“Oh.” Abbasso gli occhi. “Sono andati fare una passeggiata, tra poco dovrebbero essere a casa.” Dico scrollando le spalle.
 
“Okay, li aspetto.” Sorride di nuovo passandosi una mano tra i capelli, ormai troppo lunghi.
 
“Accomodati.” Mi faccio da parte per farlo passare e, una volta entrato, chiudo la porta.
 
“Che stavi facendo?” Chiede girandosi a guardarmi.
 
“I biscotti, i bambini li adorano.” Dico sorridendo prima di ritornare in cucina.
 
“Mmh, posso aiutarti?” Chiede appoggiando i gomiti sul bancone sporgendosi verso di me.
 
“Ne sei capace?” Ridacchio alzando gli occhi su di lui mentre continuo a impastare.
 
“Metti in dubbio le mie capacità di cuoco?” Si appoggia una mano sul petto facendo il finto offeso.
 
“No, no.” Scuoto la testa e alzo le mani, sempre ridendo.
 
“Bene, lascia fare a me.” Si arrotola le maniche della camicia e viene dietro al bancone.
 
Comincia a impastare ed io rimango a guardarlo.
 
Da quando l’ho rivisto da Nando’s , qualcosa dentro di me è cambiato.
 
Ma le cose sono cambiate.
 
Io sono fidanzata con Andrea e Harry si vede con una ragazza.
 
Abbasso lo sguardo mordendomi il labbro inferiore e giocherello con l’anello che mi ha regalato Andrea.
 
Sembra ieri che eravamo nel ristorante per festeggiare San Valentino.
 
Sospiro, rialzo lo sguardo e vedo Harry portarsi un dito alla bocca.
 
“Harry!” Lo rimprovero ridendo spostando la zuppiera.
 
“È buono.” Dice sorridendo passandosi la lingua sulle labbra.
 
“Lo so.” Prendo le gocce di cioccolato e ne verso un po’ nell’impasto.
 
Devo fargli uno scherzo.
 
Un’idea mi passa per la mente e infilo una mano nel sacco della farina.
 
Lui è girato di spalle perciò non può vedermi. Gli lancio la farina sui capelli e scoppio a ridere.
 
“Che hai fatto?” Si gira lentamente verso di me con un sorriso strano.
 
“Io? Niente.” Scrollo le spalle continuando a ridere.
 
Prende il sacco della farina e me lo tira.
 
Spalanco la bocca e mi pulisco gli occhi mentre lui ride.
 
“L’hai voluta tu!” Raccolgo della farina e gliela tiro sul viso.
 
Comincia questa specie di lotta con la farina tra noi, sembriamo dei bambini.
 
Corro verso di lui per tirargliela ma scivolo sulla farina afferrando Harry per la camicia trascinandolo con me.
 
Scoppiamo a ridere e quando riapro gli occhi, mi ritrovo poco distante dal suo viso.
 
“Mi dispiace.” Ridacchia scuotendo la testa facendo cadere la farina su di me.
 
Ridacchio e gli accarezzo una guancia.
 
Ci guardiamo per un’infinità di tempo negli occhi, non so chi abbia fatto la prima mossa, ma le nostre labbra s’incontrarono.
 
Sono morbide, come ricordavo, e sanno d’impasto per i biscotti.
 
È come un déjà-vu.
 
Mi sembra di essere tornata in quella stanza dell’hotel a Milano.
 
È la stessa sensazione.
 
Sento la porta di casa aprirsi, spalanchiamo gli occhi e ci allontaniamo di scatto alzandoci in piedi.
 
“Siamo a casa!” Urlano i bambini entrando in cucina. “Hally!” Urlano ancora quando vedono Harry al mio fianco.
 
Corrono verso di lui e lo abbracciano.
 
Sorrido nel guardarli. Sono così dolci e si assomigliano così tanto.
 
“Che…” Sento la voce di Elisa e alzo lo sguardo. “Che cosa è successo?” Si guarda intorno abbastanza sorpresa.
 
“Ehm, stavamo preparando i biscotti.” Fingo un sorriso e mi sposto i capelli dal viso.
 
“Lo vedo.” Dice Chiara ridendo.
 
“Andate a farvi una doccia, sistemiamo noi qui.” Dice Elisa raccogliendosi i capelli in una coda.
 
“Grazie.” Mi avvicino a lei e le do un bacio sulla guancia. “Ehm, vieni Harry, ti do dei vestiti puliti.” Dico girandomi a guardarlo mentre i bambini gli tirano la farina.
 
“Si.” Dice alzandosi in piedi. “Torno subito monelli.” Scompiglia i capelli ai bambini prima di seguirmi al piano di sopra.
 
Entro nella mia stanza, mi avvicino all’armadio e prendo una maglietta e dei pantaloni della tuta, che Andrea ha lasciato qui.
 
“Ecco.” Glieli porgo fingendo un sorriso.
 
“Grazie.” Dice prendendoli dalle mie mani. “Ehm, per prima…” Comincia a parlare ed io vengo pervasa dal senso di colpa.
 
“Il bagno è laggiù.” Gli indico il bagno prima di superalo e scendere in salotto, dove trovo i bambini seduti sul tappeto a giocare con le costruzioni.
 
Li raggiungo e mi metto seduta accanto a loro. “Posso giocare con voi?”
 
“Si mamma!” Esclamano loro sorridendo.
 
Comincio a giocare provando a distrarmi ma non ci riesco.
 
Ripenso sempre al bacio tra me e Harry.
 
Non doveva succedere, continuo a ripetermi.
 
È stato uno sbaglio.
 
Harry’s pov.
 
M’infilo la maglietta e i pantaloni e torno al piano di sotto, dove trovo Veronica impegnata ad apparecchiare.
 
Ciò che è successo prima tra noi è stato… Fantastico.
 
Era da tempo che non provavo qualcosa del genere.
 
Per lei dov’essere stato lo stesso, ma quando prima ho provato a parlarne se n’è andata.
 
“Veronica.” Richiamo la sua attenzione e lei sobbalza.
 
Si gira verso di me e appoggia una mano sul suo petto.
 
“Harry, mi hai spaventata.” Dice sospirando.
 
“Scusa, non volevo.” Ridacchio passandomi una mano tra i capelli, ancora bagnati.
 
“Che… Succede?” Chiede girandosi di nuovo verso la tavola.
 
“Volevo parlare di ciò che è successo prima in cucina.” Sorrido ripensando al bacio.
 
“Ehm, già…” Si gira verso di me tenendo lo sguardo basso. “È stato uno sbaglio.”
 
Spalanco gli occhi e dischiudo le labbra.
 
“Io sto con Andrea e tu frequenti quella ragazza… Non mi viene il nome.” Si passa una mano tra i capelli e si asciuga una lacrima.
 
“Facciamo come se non fosse successo niente, okay?” Sforza un sorriso.
 
Abbasso lo sguardo e annuisco.
 
Esce dalla sala ed io mi butto a peso morto sul divano infilandomi le mani trai capelli.
 
E come se mi fosse caduto il modo addosso, per la terza volta.
 






Angolo autrice,
dai, questa volta sono stata super veloce! Questa mattina mi è venuta ispirazione e, dopo aver fatto colazione, mi sono messa subito al lavoro. So che mi odierete per questo capitolo e per aver rovinato un momento… Ehm, come nomignolo quale possiamo usare? Heronica? O Verry? Fatemi sapere se ne avete altri in mente. Veronica ha spezzato il cuore di Harry, ma che cosa succederà nei prossimi capitoli? Lasciate una recensione per farmelo sapere, belle! Per il personaggio di Veronica, come vedete, ho pensato a Selena Gomez, penso che si addica a questo ruolo, e voi? Ora devo andare, alla prossima!
Reds xx
 
P.S. GRAZIE A TUTTE QUELLE CHE RECENSISCO, SIETE DOLCISSIME! *W*

 

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Capitolo 16
*** Capitolo Quindici. ***


CANZONI PER IL CAPITOLO:
- Almost is never enough - Ariana Grande Feat. Nathan Sykes.
- Because of you - Ne-Yo.
- Amnesia - 5 Seconds of Summer.
- Next to you - Julia Michaels.
 

 
Capitolo Quindici.
 
Veronica’s pov.

 
Celine è tornata a casa giusto qualche minuto prima di cena.
 
Non mi ha voluto dire dov’è stata, ma dopo mi farò raccontare ogni singolo particolare della sua serata con  Liam.
 
La cena è andata avanti tra risate e chiacchiere.
 
Ho evitato in tutti i modi gli sguardi di Harry, non riuscivo a guardarlo dopo ciò che gli ho detto.
 
Sospiro, ripensando ai suoi occhi che mi guardavano mentre gli dicevo che era stato uno sbaglio, e salgo al piano di sopra.
 
Sono le dieci e mezzo.
 
Lorenzo e Leonardo non volevano andare a dormire poi, però Harry li ha conviti dicendo che se non fossero andati a dormire, domani non li avrebbe portati al parco.
 
“E poi il lupo disse: ‘ora ti mangio’.” La voce di Harry mi fa cadere dalle nuvole e mi affaccio dalla porta.
 
È steso sul letto di Leonardo con un libro e il piccolo lo guarda dal basso.
 
Sposto lo sguardo sul letto di Lorenzo e noto che sta già dormendo.
 
Sorrido e ritorno a guardare i due.
 
“Li ha mangiati?” Chiede il piccolo, quasi impaurito.
 
Harry scuote la testa sorridendo e Leo si rilassa.
 
“Ora dormi, peste.” Gli da un bacio sulla fronte e lui annuisce.
 
“Buonanotte Hally.” Dice prima di chiudere gli occhi.
 
Il riccio sforza un sorriso, si gira nella mia direzione, si accorge di me e scende dal letto.
 
Si avvicina e socchiude la porta.
 
“Grazie per averli fatti addormentare.” Sorrido giocando con le mie dita.
 
“Nessun problema.” Scrolla le spalle.
 
Rimango in silenzio e abbasso lo sguardo.
 
“Devo andare.” Dice sorpassandomi per andare al piano di sotto.
 
“Aspetta!” Lo afferro per la maglietta.
 
Non so perché l’ho fatto, mi è venuto d’istinto.
 
“Cosa?” Si gira verso di me con un sopracciglio inarcato.
 
“Ehm, io…” Mi mordo il labbro inferiore. “Scusami Harry.”
 
“Non voglio le tue scuse, Veronica.” Dice appoggiando due dita sul mio mento per alzare il mio sguardo.
 
“Ma…”
 
“Qual bacio ha significato molto per me e farò finta di niente solo perché me l’hai chiesto tu.” Mi punta un dita contro.
 
“Io…” Cerco di parlare, ma lui mi fa cenno di non farlo.
 
“Tu hai ricambiato, dannazione. Pur qualcosa dovrà significare anche per te, no?” Alza di poco il tono della voce.
 
“Ha significato per me!” Singhiozzo asciugandomi le guance.
 
Credevo che, dopo questi mesi passati insieme, avesse capito che persona sono.
 
“Dimostramelo.” Il suo tono ora si è addolcito.
 
“Come…?” Lo guardo confusa.
 
Appoggia le mani sulle mie guance e avvicina le sue labbra alle mie.
 
Dischiudo le labbra, sorpresa, e appoggio le mani sul suo petto.
 
Chiudo gli occhi e sento le farfalle svolazzare nello stomaco.
 
Sta per succedere di nuovo.
 
Sento il suo cuore battere velocemente e le sue labbra sfiorare le mie.
 
Andrea.
 
L’immagine di Andrea compare nella mia mente e spingo Harry per allontanarmi.
 
“Harry, Andrea, lui…” M’infilo una mano tra i capelli cercando di non piangere.
 
“D’accordo.” Sospira abbassando lo sguardo. “Ci vediamo domani, Vero.” Mi da un bacio sulla fronte e scende al piano di sotto.
 
Lo sento salutare le ragazze e poi uscire di casa.
 
Sospiro e mi appoggio alla ringhiera.
 
Dannazione.
 
Mi prende la testa tra le mani e impreco tra me e me.
 
Entro nella camera dei bambini, do la buonanotte a entrambi e vado nella mia stanza.
 
Mi butto nel letto di schiena, guardo il soffitto e sbuffo.
 
“Vero?” La voce della mia migliore amica risuona nella stanza.
 
Alzo la testa, accenno a un sorriso e le faccio cenno di avvicinarsi.
 
“Che succede?” Mi chiede dopo essersi stesa.
 
Sospiro e chiudo gli occhi. “Non lo so.”
 
“Tu e Harry vi siete baciati?” Chiede all’improvviso cogliendomi di sorpresa.
 
Spalanco gli occhi e mi giro verso di lei. “Come…?”
 
“Vi ho sentiti parlarne in salotto.” Mi guarda.
 
Sospiro. “È stato uno sbaglio.” Dico in un sussurro.
 
“Che cosa provi per lui?”
 
“Non lo so. Da quando l’ho incontrato qualcosa è cambiato in me. Sto bene con lui e… Durante quel bacio ho sentito qualcosa che non ho provato con nessun altro.” Mi mordo il labbro inferiore.
 
“E… Per Andrea?”
 
“Oh, Andrea.” Sospiro di nuovo e mi passo una mano tra i capelli. “Lui è una delle persone più care a me e non lo ringrazierò mai abbastanza per essermi stato accanto quando Leo e Lori sono nati.”
 
“Ma…?” M’incinta ad andare avanti.
 
Mi conosce così bene.
 
“Gli voglio bene e gliene vorrò sempre ma… non provo per lui ciò che provo per Harry.” L’a abbraccio.
 
“Dovresti parlare, con entrambi.” Puntualizza ricambiando l’abbraccio.
 
“Lo farò.” Annuisce allontanandomi da lei. “E, invece, com’è andata a te con Liam?” Chiedo sorridendo.
 
“Sono stanca, parliamone domani.” Dice girandosi dall’altra parte.
 
“No! Mi ha detto che ne avremmo parlato dopo cena!” Esclamo girandola verso di me.
 
“Va bene, va bene, ma non urlare o sveglierai i bambini.” Mi rimprovera ridendo tirandosi su a sedere.
 
“Okay.” Annuisco chiudendo la bocca.
 
“Allora, quando siamo andati via, Liam mi ha portato a fare una passeggiata per Londra e poi siamo andati nel suo appartamento.” Credo di averla vista arrossire.
 
“Unas cosa tira l’altra siamo andati nella sua stanza e abbiamo fatto… l’amore.” Scrolla le spalle sorridendo.
 
“Quindi, ora state insieme?”
 
“Credo di… Si.” Dice ridendo passandosi una mano tra i capelli.
 
“Aah! Sono così felice per te.” Urlo buttandole le braccia al collo.
 
“Okay, okay, ma ora dormiamo, sto morendo dal sonno.” Sbadiglia coprendosi la bocca con una mano.
 
Annuisco, mi metto una maglietta e dei pantaloncini e la raggiungo sul letto.
 
Harry’s pov.
 
Sono passato a prendere i bambini alle quattro e li ho portati al parco.
 
Non devo lavorare questi giorni perciò ho intenzione di passare più tempo con loro.
 
Veronica, quando sono andato a prenderli, non c’era. È andata con Chiara ed Elisa a fare shopping.
 
È stato meglio così, se l’avessi vista non so che cosa avrei fatto.
 
Ma che diavolo mi è saltato in mente ieri?
 
Lei è fidanzata.
 
“Hally, Hally!” Urlano Leonardo e Lorenzo venendo verso di me.
 
“Che succede, monelli?” Chiedo a entrambi guardandoli.
 
“Vieni a vedele.” Mi afferrano le mani, mi alzo dalla panchina e mi lascio trascinare.
 
Si fermano davanti ad una vetrina di un negozio di animali e guardano i cani.
 
“Bau bau.” Dice Leonardo imitandoli.
 
Ridacchio e li guardo.
 
Sono dei cuccioli di Beagle.
 
Un’idea mi passa per la mente e sorrido.
 
Veronica’s pov.
 
Infilo la teglia della pizza nel forno e mi metto seduta accanto a Chiara, che sta compilando un questionario per la scuola.
 
Elisa e Celine sono al piano di sopra e quest’ultima la sta aiutando a scegliere un vestito per l’appuntamento che ha con Louis sabato.
 
“Manchi solo tu.” Dico a Chiara sorridendo.
 
“Cosa?” Scuote la testa guardandomi confusa.
 
“Celine sta con Liam, Elisa sabato esce con Louis, e tu?” Sorrido.
 
“Io devo impegnarmi con la scuola, non ho tempo per queste cose.” Ridacchia tornando a concentrarsi sul questionario.
 
Ridacchio, sento il campanello e mi alzo per andare ad aprire.
 
Apro la porta e vedo Lorenzo con un cagnolino tra le braccia.
 
“Cosa…?” Inarco un sopracciglio puntando lo sguardo su Harry, che sorride.
 
“Caamella!” Esclama Leo alzando le braccia.
 
“Un regalo.” Dice Harry prendendolo in braccio.
 
“Oh, grazie.” Lo ringrazio facendoli entrare.
 
Vanno in salotto ed io li raggiungo mettendomi seduta sul divano accanto ad Harry.
 
È stato davvero dolce a fare questo regalo ai bambini, ma avrà speso una fortuna.
 
“Harry, non avresti dovuto, ci avrei pensato io.” Dico guardando i bambini giocare con il cucciolo.
 
“Nessun problema, dopo tutto sono miei figli.” Sussurra l’ultima parte per non farsi sentire dai piccoli.
 
Sono ancora piccoli, se gli diciamo che Harry è il loro padre non capirebbero.
 
“Grazie.” Mi avvicino a lui e gli lascio un bacio sulla guancia.
 
Sorride, fa per dire qualcosa ma il suono del campanello lo precede.
 
“Devono essere i ragazzi.” Dice tornando a giocare con Leo e Lori.
 
Mi alzo dal divano e vado ad aprire.
 
Spalanco gli occhi e la bocca quando riconosco il ragazzo di fronte a me.
 
“Andrea!” Urlo abbracciandolo.







Angolo Autrice,
mi odierete ancora di più dello scorso capitolo, ne sono sicura (sopratutto per il finale), ma finalmente capiamo i sentimenti di Veronica che prova per Harry. Allora, oggi sono a corto di parole... Quindi passo subito al sodo. Che cosa ne pensate del capitolo? E, ora che è arrivato Andrea che cosa succederà tra i 'Heronica'? Veronica parlerà con lui? Non è stato dolce Harry a comprare il cucciolo ai bambini?aw. Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto. Riuscite a farle arrivare ad ottanta? Vi preeeego. *occhidacucciolo* 
La ragazza sulla fotografia è Shay Mitchell e interpreterà il ruolo di Celine, non è bellissima? 
Ora ho due domande da farvi: 
1) Stavo pensando di fare un profilo Facebook su di me, dove posterei degli spoiler della storia e potrei fare amicizia con voi. Che ne pensate?
2) Conoscete qualcuno che fa i banner per le storie? Ne vorrei uno per questa storia. :D
Fatemi sapere. 
Ora devo andare, alla prossima!
Reds xx

 

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Capitolo 17
*** Capitolo Sedici. ***


CANZONI PER IL CAPITOLO:
No Light No Light - Florence The Machine.
Stay - Rihanna feat. Mikky Ekko.
The A Team - Ed Sheeran.
Love Runs Out - OneRepublic.
 
Capitolo Sedici.
 
Harry’s pov.

 
“Andrea!” Urla Veronica, dopo aver aperto la porta.
 
Andrea?
 
Che ci fa lui qui, a Londra?
 
“Mamma, chi è?” Chiede Lorenzo senza smettere di giocare con il cucciolo.
 
“Pesti.” Una testa bionda entra in salotto e i bambini, riconoscendo la voce, girano la testa di scatto.
 
“Papà!” Urlano correndo verso di lui per abbracciarlo.
 
Papà?
 
Dischiudo la bocca e punto lo sguardo su Veronica, che ha lo sguardo basso sui bambini.
 
Ritorno a guardare Lorenzo, Leonardo e Andrea. Sembrano così felici di vederlo ed io comincio a sentirmi di troppo.
 
Mi alzo dal divano, il biondo punta gli occhi su di me e poi rivolge uno sguardo confuso a Veronica.
 
“Andrea, lui è Harry.” Mi indica con una mano sorridendo. “Harry, lui è Andrea.”
 
“È un piacere conoscerti.” Dice porgendomi una mano.
 
“Anche per me.” Mento stringendogli la mano.
 
Supero Veronica e, senza guardarla, mi avvicino alla porta.
 
Non sopporterei un altro secondo di sentire i miei figli chiamare ‘papà’ un altro.
 
“Harry, dove stai andando?” Mi chiede Veronica appoggiando una mano sulla mia spalla.
 
Mi giro verso di lei stringendo le mani in dei pugni e guardandola dall’alto.
 
“Cre-Credevo saresti rimasto per cena.” Sorride nervosamente e si sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
 
Mi passo una mano tra i capelli e rido nervosamente.
 
“Pensavi….” Mi blocco. “Pensavi davvero che sarei rimasto qui, dopo aver sentito  miei figli chiamare papà un altro?” Sussurro arrabbiato indicando il salotto.
 
“A-Andrea è come un padre per loro, li ha cresciuti.” Si morde il labbro inferiore e si guarda intorno guardando se qualcuno ci sta ascoltando.
 
La rabbia mi arriva al cervello ed esplodo.
 
“Perché io non sapevo della loro esistenza!” Urlo.
 
Le lacrime cominciano a rigarle le guance e si copre il viso con le mani.
 
Rimango sorpreso della sua reazione.
 
Non ero intenzionato a farla piangere.
 
“Che succede?” Chiede Andrea uscendo dalla sala avvicinandosi a Veronica.
 
“Niente.” Rispondo seccato girandomi verso la porta.
 
Sto per aprire la porta ma qualcuno mi afferra la camicia.
 
Abbasso lo sguardo e vedo Lorenzo e Leonardo che sorridono.
 
“Veni a giocae?” Chiede Leo.
 
Voglio passare ogni momento con loro, dopo essermi perso i loro primi anni della loro vita, ma in questo momento sono nervoso e non sarei di buona compagnia.
 
“Devo tornare a casa, piccoli.” Gli scompiglio i capelli sforzando un sorriso.
 
“Nuo.” Si lamenta Lorenzo con il broncio.
 
Ridacchio e punto gli occhi su Veronica.
 
“Ti prego, resta.” Quasi supplica.
 
I suoi occhi sono ancora rossi per le lacrime versate qualche minuto fa.
 
Non avrei dovuto urlare contro in quel modo, e vederla in questo stato mi spezza il cuore.
 
“Va bene.” Sorrido guardandola e lei ricambia rilassandosi.
 
“Sii!” Urlano i bambini abbracciandomi.
 
Li stringo a me e lancio un’occhiata ad Andrea, il quale sorride.
 
“Andreea!” Urla Celine correndo giù prima di saltare in braccio al biondo.
 
“Ouch!” Esclama lui facendo una smorfia.
 
“Che sorpresa! Non sapevo saresti venuto!”  Dice Celine ritornando con i piedi per terra.
 
“Volevo stare un po’ con voi prima di cominciare l’università.” Scrolla le spalle sorridendo e stringendo Veronica a se.
 
Roteo gli occhi e faccio una smorfia senza farmi vedere, ovviamente.
 
Qualcuno suona il campanello e apro la porta ritrovandomi davanti i miei migliori amici.
 
“Scusate il ritardo, ma qualcuno si è dimenticato di fare benzina.” Borbotta Zayn indicando Louis.
 
“Oh, ora è colpa mia!” Esclama quest’ultimo facendoci ridere.
 
“Ciao piccola.” Dice Liam avvicinandosi a Celine e dandole un bacio a stampo.
 
Tutti gli occhi dei presenti si puntano su di loro.
 
“Che c’è?” Esclama Celine inarcando un sopracciglio.
 
“Niente.” Borbottiamo tutti spostando lo sguardo.
 
 
La cena è finita da un po’.
 
La pizza preparata da Veronica era deliziosa.
 
I bambini giocano con il cane in giardino mentre noi parliamo seduti sulle sedie e sul dondolo.
 
Non riesco a sopportare Andrea e Veronica fare la coppietta felice.
 
Al posto sul dovrei esserci io, penso.
 
“Quando torni in Italia?” Chiedo dopo aver sorseggiato la mia bibita.
 
“Ehm, sabato, credo.” Scrolla le spalle.
 
Non vedo l’ora che sia sabato.
 
Sento il cellulare vibrare nella tasca dei pantaloni, lo prendo e sospiro quando vedo di chi si tratta.
 
“Torno subito.” Dico prima di allontanarmi.
 
“Pronto?” Chiedo dopo aver premuto il pulsante verde.
 
“Harry, sono Paige.”
 
Veronica’s pov.
 
Sono felice che Andrea sia qui, così potrò parlargli.
 
Non posso continuare a stare male e a mentirgli.
 
Lui non lo merita.
 
“Torno subito.”  Annuncia Harry prima di alzarsi e allontanarsi per rispondere al telefono.
 
Chi sarà?
 
Perché me lo sto chiedendo?
 
Harry è libero di parlare con chi vuole.
 
Continuo a guardarlo mentre parla al telefono e sento uno strano dolore al petto quando lo vedo sorridere.
 
“Vero?” Niall mi passa una mano davanti al viso e punto lo sguardo su di lui.
 
“Che succede?” Lo guardo confusa.
 
“Sono finite le patatine.” Indica il sacchetto vuoto sul tavolo.
 
“Oh, si. Vado a prenderle.” Mi alzo dal dondolo e vado in cucina per prendere le patatine.
 
Harry è seduto su uno sgabello e non sembra essersi accorto di me.
 
“Si, d’accordo.” Annuisce facendo una smorfia.
 
Prendo il sacchetto e faccio finta di prendere qualcos’altro per continuare ad ascoltare.
 
“Ci vediamo domani, Paige.” Riattacca.
 
Paige?
 
È la ragazza con cui sta uscendo?
 
Sento di nuovo quella strana fitta al petto e mi mordo il labbro inferiore.
 
“Che stai cercando?” Chiede.
 
“Ehm, Niall vuole le patatine.” Sorrido e gli mostro il sacchetto.
 
“Oh.” Annuisce.
 
“Chi era al telefono?” Chiedo facendo finta di niente.
 
“Paige. Viene a Londra e mi ha chiesto di passare la giornata con lei.” Scrolla le spalle.
 
“Oh.” Prendo delle bottiglie di birra dal frigo.
 
“Sei gelosa.” Ipotizza sorridendo.
 
Alzo lo sguardo, arrossendo, e inarco un sopracciglio.
 
“C-Cosa? Gelosa… I-Io? No, c-certo che no!” Scuoto la testa e esco dal bancone.
 
Ridacchia, scende dallo sgabello e ritorna dagli altri.
 
Sospiro e mi mordo l’interno guancia.
 
Forse ha ragione.
 
Forse sono gelosa.






Angolo autrice,

Eccomi qua bellezze, come state?
State trascorrendo bene le vacanze estive? Io, visto che per il momento non andrò da nessuna parte, mi sto impegnando a scrivere questa fanfiction perché, forse, è una di quelle a cui tengo di più, perciò per il momento aggiornerò solo questa. Siamo arrivate a ottantadue recensioni, yee! *partelacanzoneHappy*
No, okay, è meglio se la smetto di fare la pazza. Passiamo al capitolo! Andrea, è interpretato da Jamie sonobellissimo Campell Bower, e ha portato un po’ di caos. I bambini lo chiamano ‘papà’ e Harry si è arrabbiato.
Harry riceve una chiamata da Paige, la ragazza con cui esce, e sarà presente nel prossimo capitolo. Veronica vuole parlare con Andrea ed è gelosa. Beh, non so cos’altro dire.
Questa volta riuscite a fare novanta recensioni? Daaaai. :3
Creerò il profilo di Facebook tra qualche giorno. (:
Ora devo andare, alla prossima,
Reds xx 

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Capitolo 18
*** Capitolo Diciassette. ***


 Capitolo Diciassette.
 
“Come stai, tesoro?” Mi chiede mamma al telefono.
 
“Tutto bene, e tu?”
 
“Bene. I bambini? Ho tanta voglia di abbracciarli.”
 
Ridacchio. “Bene, anzi benissimo. Harry gli ha regalato un cucciolo e non smettono un secondo di giocarci.”
 
“Sono contenta. Harry, come si sta comportando?”
 
“Bene, si sta prendendo le sue responsabilità da padre e cerca di stare il più possibile con loro.”
 
“Ho incontrato i genitori di Andrea, mi hanno detto che è venuto a trovarvi.”
 
“Si, è qui, sta giocando con i bambini in giardino.” Dico guardando fuori dalla finestra.
 
“Harry, come l’ha presa?”
 
“Male.” Una lacrima mi riga la guancia. “È colpa mia, mamma. Quando ho scoperto di aspettare un bambino sarei dovuta salire su un aereo e cercarlo.”
 
Dico tutto a mia madre.
 
È come una migliore amica.
 
“Non è vero, tesoro.” Mi consola. “Hai fatto ciò che credevi migliore per te e i bambini. Non sapevi neanche se Harry si sarebbe ricordato di te.”
 
“Già.” Singhiozzo e mi asciugo le lacrime.
 
“Devo andare, Veri, tua sorella deve andare a comprare delle cose per scuola.” Sbuffa una risata.
 
“D’accordo. Saluta tutti, ti voglio bene.” Riattacco.
 
Appoggio il cellulare sul comodino e mi avvicino alla finestra per guardare i bambini.
 
Da quando è arrivato Andrea sono così felici.
 
Pensano che sia il loro papà, ma non sanno che è così, e questo mi fa sentire in colpa.
 
Dovremmo dirgli la verità un giorno. Ma come la prenderanno, quando sapranno che il ragazzo che chiamavamo ‘papà’ non era lui?
 
“Mamma!” Le urla dei bambini mi fanno scendere dalle nuvole e punto lo sguardo su di loro.
 
Indossano il costume e Andrea gli sta infilando i braccioli.
 
“Veni in piscina?” Urla Lorenzo sorridendo.
 
“Arrivo tesoro!” Urlò di rimando, prima di chiudere la finestra.
 
Mi metto il costume viola, prendo dei pantaloncini di jeans, dei teli e scendo in giardino.
 
Ci sono anche i ragazzi, tranne Harry ovviamente. Oggi doveva passare la giornata con la sua ‘ragazza’ e, ha detto che sarebbe venuto dopo cena.
 
Roteo gli occhi immaginandolo con quella ragazza.
 
“Chiara, andiamo in piscina?” Chiede Niall alla bionda circondandole le spalle con un braccio, mentre lei cerca di finire il questionario.
 
“Devo finire questo questionario prima, dopo vengo dove vuoi okay?” S’infila le mani tra i capelli e sbuffa.
 
Ridacchio e mi avvicino ai bambini, che sono nella loro piccola piscina.
 
“Allora, vi state divertendo?” Chiedo scompigliandogli i capelli.
 
Annuiscono e mi schizzano.
 
“Ehi!” Ridacchio facendo la finta offesa.
 
Ridacchiano e puntano lo sguardo dietro di me.
 
Mi giro, vedo Andrea, con i capelli legati, e uno strano sorriso sul volto.
 
“Andiamo in piscina?” Chiede porgendomi una mano.
 
“Si?” Annuisco, quasi incerta, e inarco un sopracciglio.
 
Mi avvicino al bordo della piscina e mi abbasso per sentire se è calda.
 
Senza rendermene conto mi ritrovo sott’acqua e quando torno in superficie noto che tutti stanno ridendo, soprattutto Andrea e i bambini.
 
Lo guardo male e mi avvicino al bordo.
 
“Mi dai una mano?” Chiede dolcemente porgendogli una mano.
 
“Certo.” Afferra la mia mano e appena le nostre pelli si toccano lo butto in acqua, cogliendolo di sorpresa.
 
Comincio a ridere e, rido ancora più forte quando torna in superficie, sputando acqua.
 
Mi prende per i fianchi e mi avvicina a lui.
 
“Sei un’idiota.” Dico ridacchiando circondando il suo bacino con le gambe.
 
“Lo prendo come un complimento.” Scrolla le spalle ridendo.
 
Senza accorgermene le sue labbra sono sulle mie. Rimango un po’ sorpresa, ma poi decido di ricambiare.
 
Non so il perché, forse per abitudine, oppure perché non so come dirgli addio.
 
Mi allontano dalle sue labbra e appoggio la fronte contro la sua.
 
“Stai bene?” Chiede accarezzandomi una guancia.
 
Scuoto la testa, mi allontano da lui ed esco dalla piscina per andare da Celine.
 
“Aspetta, Vero!” Andrea mi raggiunge e afferra un mio polso, per poi girarmi verso di lui.
 
“Che… Che diavolo ti prende? È da ieri sera che sei strana.” Sussurra per non farsi sentire dagli altri.
 
Deglutisco e mi guardo intorno in cerca d’aiuto.
 
“Ehm, ho solo fame. Sai che quando non mangio sono di cattivo umore.” Faccio un sorriso innocente e scrollo le spalle.
 
“Se lo dici tu.” Mi lascia andare il polso e circonda la mia vita con un braccio. “Andiamo da Celine, stava preparando una torta al cioccolato con Elisa.” Dice sorridente.
 
Annuisco e circondo la sua vita con un braccio.
 
Come potrei dirgli addio?
 
Dopo questi due anni insieme, dopo tutto ciò che ha fatto per me e per i bambini…
 
“No. Provate. Ad. Entrare.” Sibila Celine venendoci incontro prima che entrassimo.
 
“Che c’è?” Inarco un sopracciglio.
 
“Siete bagnati e ho appena comprato il tappeto nuovo, non voglio che lo sporchiate.” Riduce gli occhi a due fessure e ci indica con un dito.
 
“Va bene, capo.” Borbottiamo Andrea ed io roteando gli occhi.
 
Andiamo ad accomodarci sulle sdraie e lui si stende accanto a me, mentre teniamo d’occhio i bambini.
 
Harry’s pov.
 
Dopo una giornata d’intero shopping, Paige, ha deciso di tornare a casa.
 
Non ne potevo più di girare per i negozi.
 
“Che devi dirmi di così importante, Harry?” Chiede la bionda mettendosi seduta accanto a me.
 
Già, me ne ero completamente dimenticato.
 
Quando sono andata a prenderla in hotel, le avevo detto che dovevo dirle una cosa ma poi le mi ha trascinato da Prada.
 
Come le dico che ho due bambini di cui non sapevo l’esistenza fino a qualche mese fa?
 
“Beh, non è facile da dire, Paige. Ecco…”
 
“Non dirmelo! Vuoi sposarmi!” Spalanca gli occhi e si porta una mano davanti alla bocca.
 
Inarco un sopracciglio e spalanco la bocca.
 
Di che diavolo sta parlando?
 
Usciamo insieme da un paio di mesi, come le è saltata in mente quest’idea?
 
“Harry, siamo ancora giovani, forse tra qualche anno ma…”
 
“Non era questo che volevo dirti.” Alzo una mano per farla stare zitta.
 
“Oh…” Abbassa gli occhi e si morde il labbro inferiore. “Quindi, cosa c’è?”  Si passa una mano tra i capelli.
 
“Ho due bambini.”  Dico tutto d’un fiato guardandola negli occhi.
 
Li spalanca e dischiude la bocca.
 
“Di che… Di che diavolo stai parlando, Harry? È impossibile!” Esclama agitando le mani in aria.
 
“Non è impossibile, Paige.” Sospiro abbassando lo sguardo. “È successo due anni fa, a Milano.”
 
“E tu non mi hai detto niente?!” Sbotta alzandosi dal divano portandosi le mani suoi fianchi.
 
“Non ne sapevo nulla neanche io, fino a qualche mese fa.” Alzo lo sguardo su di lei.
 
Senza che me ne renda conto la sua mano incontra la mia guancia e giro il viso dall’altra parte.
 
“Cazzo, Paige!” Esclamo alzandomi in piedi e appoggiando una mano sulla guancia colpita.
 
“Non ti credo, come puoi scoprire di avere dei bambini da un giorno all’altro!?” Esclama incrociando le braccia. “Torno in hotel, chiamo un taxi.” Prende il suo cellulare dalla borsa e digita qualche tasto.
 
Parla al telefono per un paio di minuti e poi riporta l’attenzione su di me.
 
“Addio, Harry.” Mi guarda male, prima di raccogliere le sue cose e uscire di casa sbattendo la porta.
 
Non mi ha neanche dato tempo di spiegarle.
 
Ma meglio così. Ora devo solo spiegare a Veronica cosa provo per lei e sarà mia.
 
Le sei e mezzo.
 
Prendo le chiavi della macchina dal bancone della cucina ed esco di casa.
 
Salgo in macchina e parto verso casa delle ragazze.
 
Parcheggio davanti al marciapiede, scendo dall’auto e mi avvicino alla porta per suonare il campanello.
 
Dopo qualche secondo Liam viene ad aprirmi la porta. “Ehi, Harold!” Mi saluta sorridendo.
 
In questi giorni è di buon umore, forse la compagnia di Celine gli fa bene.
 
“Ehi, Liam. Dov’è Veronica?” Chiedo subito, dopo aver chiuso la porta alle mie spalle.
 
“Oh, è in giardino con Lori e Leo. Dov’è Paige?” Inarca un sopracciglio.
 
“Lunga storia.” Sventolo una mano in aria e lo supero per andare in giardino.
 
Il sangue mi si gela e rimango immobile a guardare la scena davanti a me.
 
Veronica è stesa su una delle sdraie e Andrea accanto a lei.
 
Alza lo sguardo, dischiude la bocca e si tira su a sedere.
 
“Ha-Harry, che ci fai qui? Non dovevi essere con Paige?” Chiede velocemente passandosi una mano tra i capelli.
 
“Le ho detto dei bambini, è andata su tutte le furie e se n’è andata.” Scrollo le spalle infilandomi le mani in tasca.
 
“Oh, ehm, mi dispiace?” Abbassa lo sguardo e si morde il labbro inferiore.
 
“Non importa, è meglio così.” Scrollo le spalle. “Così potrò concentrarmi solo su una persona.” La guardo negli occhi e un leggero rossore compare sulle sue guance.







Angolo autrice,
ecco il capitolo diciassette, lo amerete sicuramente. Paige ha lasciato Harry, dopo aver scoperto che ha due bambini, ed è interpretata da Sasha Pieterse, nota come Alison di Pretty Little Liars. Alcune di voi mi hanno chiesto la foto dei bambini, mi dispiace se l’ho messa tardi, ma non riuscivo a trovarla. Non sono dolcissimi? Solo, immaginateveli con gli occhi verdi. Ieri sera ho provato a creare un profilo Facebook, ma non ci sono riuscita perciò mi sono arresa. Che cosa succederà ora? Veronica dirà la verità ad Andrea? Che ne pensate del suo personaggio? Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto. Non sono di molte parole oggi, perciò vado ad apparecchiare.
Alla prossima,
Reds xx
 
P.S. Grazie a tutte quelle che recensiscono, siete dolcissime. 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo Diciotto. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
“Il tuo amore mi solleva fuori dal tempo
e conosci il mio cuore a memoria”
Demi Lovato – Heart by Heart.
 
Capitolo Diciotto.
 
È sabato.
 
I ragazzi hanno un’intervista e le ragazze li hanno accompagnati con i bambini.
 
Io, invece, sto accompagnando Andrea all’aeroporto di Heathrow.
 
Parcheggio davanti ad esso e scendo dall’auto per aiutarlo con le valigie.
 
“Lascia, faccio io.” Dice gentilmente prendendo la valigia dalle mie mani.
 
“Oh, okay.” Sorriso e lo seguo davanti all’entrata.
 
“Il volo per Roma, Italia, partirà tra venti minuti.” Annuncia una voce.
 
“Beh, ci vediamo.” Dice avvicinandosi a me per darmi un bacio sulle labbra.
 
Abbasso lo sguardo e deglutisco.
 
Adesso o mai più! Dice la vocina nella mia mente.
 
“Non posso.” Sospiro.
 
“Io…” Non riesco a farlo.
 
Come posso dire “addio” a una delle persone più importanti della mia vita?
 
“Tu ami Harry.” Dice con tristezza.
 
Alzo lo sguardo sorpresa dischiudendo le labbra per dire qualcosa, ma non esce alcun suono.
 
“Quando sono arrivato, ho subito notato il modo in cui lo guardavi…” Fa una pausa prendendo un respiro profondo. “E tu, non mi hai mai guardato come guardi lui.” Mi guarda con gli occhi quasi lucidi e il mio cuore perde un battito.
 
“Mi dispiace, Andrea. Tu sei un ragazzo fantastico e non ti ringrazierò mai abbastanza per ciò che hai fatto per me e i bambini. Quando ho rivisto Harry, qualcosa dentro di me è cambiato…” Appoggio la testa sul suo petto stringendo la sua maglietta in un pugno.
 
“Va tutto bene, Vero.” Mi accarezza la schiena. “Ma, se ti farà soffrire, prenderò il primo volo per L’Inghilterra e gli spezzerò le gambe.” Ridacchia.
 
Rido con lui e mi allontano per asciugarmi le guance.
 
“Il volo per Roma, Italia, partirà tra quindici minuti.” Annuncia, di nuovo, la voce.
 
“Non lo farà.” Sorrido.
 
“Sarà meglio per lui.” Mi sposta una ciocca di capelli dal viso. “Devo andare, ci vediamo.”
 
“Ti voglio bene.” Sussurro stringendolo a me.
 
“Ti amo.” Dice prima di allontanarsi e poggiare le labbra sulla mia fronte.
 
Afferra le sue valigie, mi rivolge un ultimo sorriso e s’incammina all’interno dell’aeroporto.
 
Mi avvicino alla macchina, salgo e parto verso Londra.
 
Ci ho messo un’oretta per arrivare qui, spero di arrivare in tempo per almeno una parte dell’intervista.
 
Celine mi ha mandato un messaggio con l’indirizzo degli studi televisivi, così mi sarà più facile trovarli.
 
Stringo il volante tra le dita e mi mordo il labbro inferiore.
 
Ora, la cosa più importante che devo fare è parlare con Harry.
 
Sono stanca di piangere, come ho fatto in questi giorni, voglio essere felice con lui… Se lo vuole.
 
Speriamo vada tutto bene.
 
 
Un’ora precisa.
 
Sono arrivata agli studi televisivi ma, per mia sfortuna, non c’è più nessuno.
 
Impreco tra me stessa sbattendo una mano sul volante, facendo suonare il clacson.
 
Sobbalzo sul posto guardandomi intorno, sperando che non ci sia nessuno, e sospiro.
 
Noto non molto distante da me un ragazzo appoggiato contro il muro e, quando lo riconosco il mio cuore comincia a battere più veloce.
 
Harry.
 
Harry’s pov.
 
L’intervista è andata benissimo.
 
Abbiamo parlato del nuovo tour, del nuovo disco, abbiamo scherzato e finalmente ho parlato di Lorenzo e Leonardo.
 
È stato difficile, ma con l’aiuto dei ragazzi ci sono riuscito.
 
Ho raccontato di come ho conosciuto Veronica, di come l’ho rincontrata qui a Londra e come stavo dopo aver scoperto dei bambini.
 
“È andata bene, no?” Dice Celine accanto a me tenendo Leonardo per mano.
 
“Già.” Annuisco e guardo Lorenzo che dorme con la testa appoggiata sulla spalla di Elisa.
 
“Noi passiamo per il retro, non voglio che Lorenzo si svegli.” Borbotta Celine prendendo in braccio Leonardo, il quale si stropiccia un occhio e sbadiglia.
 
“Ci vediamo dopo.” Diciamo noi in coro.
 
Le ragazze ci salutano e si allontanano.
 
Usciamo dagli studi e, davanti a noi, vediamo una folla di fan.
 
Facciamo foto, facciamo autografi, prendiamo regali e le ringraziamo per tutto il loro supporto.
 
Senza di loro a quest’ora non saremo da nessuna parte.
 
Guardo tra la folla, sperando di vedere Veronica, ma di lei non c’è la minima traccia.
 
Aveva detto alle ragazze che sarebbe venuta agli studi. Forse ha fatto tardi accompagnando Andrea all’aeroporto.
 
Mi mordo il labbro inferiore pensandoli insieme e continuo a firmare autografi per distrarmi.
 
 
Un’ora.
 
I ragazzi sono andati a casa delle ragazze, mentre io sono rimasto ad aspettare Veronica.
 
La folla non c’è più, ci sono solo io.
 
Sento il suono di un clacson e sobbalzo alzando lo sguardo.
 
Conosco quell’auto.
 
Veronica.
 
La vedo scendere dall’auto e sorriso istintivamente, nel vederla.
 
Si avvicina a me velocemente, guardandosi intorno e, quando mi è abbastanza vicina, mi abbraccia.
 
“Avrei dovuto darti ascolto; provo qualcosa per te, qualcosa più forte di una semplice amicizia.” Dice contro il mio collo prima di darmi un bacio sulla guancia.
 
Quante volte avrei voluto sentire queste parole uscire dalla sua bocca in questi giorni.
 
La stringo a me e le do un bacio sulla guancia.
 
Mi allontano da lei, le sposto delle ciocche di capelli che le erano cadute sugli occhi, sorride ed io ricambio.
 
“Era ora.” Dico mentre le accarezzo una guancia con la mano.
 
Ridacchia dolcemente e appoggia le mani sul mio petto.
 
Fallo, adesso, baciala! Esclama la voce nella mia mente.
 
Avvicino le mie labbra alle sue e lei azzera la distanza fra esse alzandosi sulle punte dei piedi, facendole combaciare perfettamente.
 
Cominciamo a muoverle l’una contro l’altra facendo scontrare le nostre lingue e, dopo un paio di minuti, ci allontaniamo per riprendere fiato.
 
Appoggio la fronte sulla sua e la bacio a stampo prima di scoppiare a ridere insieme.
 
“Andiamo a casa.” Dice intrecciando le mie dita con le sue e cominciando a camminare verso la sua auto.




Angolo autrice,
Buonasera a tutte, scusate l’ora per l’orario ma oggi sono stata impegnata e l’unico momento libero che avevo era questo. Ho anche il banner della storia, vi piace? A me mi piace molto. E, sono sicura che vi piacerà molto anche questo capitolo, visto che le cose per gli ‘Heronica’ vanno molto meglio. Finalmente possono cominciare la loro storia d’amore senza nessuno che interferisca e, con i bambini, possono formare una famiglia. Per lo scorso capitolo mi aspettavo che arrivassimo a cento recensioni, ci sono rimasta un po’ male, ma sono comunque grata alle ragazze che hanno recensito. Per questo capitolo quante recensioni riuscite a fare, invece? Fatevi sentire anche voi lettori silenziosi, mi fa piacere avere nuovi pareri. Detto questo, passo a parlarvi dei prossimi due, forse tre, capitoli: saranno concentrati soprattutto su due personaggi, Elisa e Chiara. Negli scorsi non ho parlato molto di loro, così conoscerete un po’ anche loro. Poi, tornerò con gli ‘Heronica’, Lorenzo e Leonardo e il Natale. Non aggiungo altro, sennò vi rovino la sorpresa.
Ehm, credo di aver parlato abbastanza. Vi saluto e vi do la buonanotte.
Alla prossima,
Reds xx

 

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Capitolo 20
*** Capitolo Diciannove - Parte uno. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
Dedico questo capitolo a Elisa, la mia migliore amica a distanza, per ringraziarla per avermi sopportato per un anno intero e per volermi bene.
 
“Perchè t’illumini sempre di più mano mano che diventa buio”
Coldplay –  A Sky Full of Stars.
 
Capitolo Diciannove – Parte uno.
 
Elisa’s pov.
 
Guardo il mio riflesso allo specchio per l’ennesima volta e mi sistemo il vestito.
 
Le ragazze mi hanno aiutato a sceglierlo. È blu scuso, non molto scollato e mi arriva al ginocchio.
 
Finalmente è sabato, il giorno dell’appuntamento con Louis.
 
Sono nervosa.
 
Mi giro verso le ragazze, che sono sedute sul mio letto, e faccio un giro su me stessa.
 
“Allora, come sto?” Chiedo guardandole.
 
“Sei perfetta! Louis cadrà ai tuoi piedi!” Esclama Chiara in cerca di conferma.
 
Sposto lo sguardo su di loro e le vedo alzare i pollici in su e annuire. “Sei bellissima, davvero.”
 
“Grazie.” Ridacchio spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio, tornando a guardarmi allo specchio.
 
“Ci resterà il tuo riflesso in quello specchio!” Borbotta Celine alzandosi dal letto. “Prendi il cardigan e la borsa, Louis ti sta aspettando, su su.” Batte le mani un paio di volte e indica il piano di sotto.
 
Scoppiamo a ridere tutte e quattro, faccio come mi ha “ordinato” e insieme scendiamo.
 
Entro in salotto e vedo i ragazzi che giocano con i bambini e il cucciolo.
 
“Ehm, ehm.” Veronica finge una tosse per attirare l’attenzione e sette paio di occhi si puntano su di noi.
 
“Tia, sei bellissima!” Esclamano Leo e Lori correndo verso di me.
 
“Oh, grazie tesori.” Li ringrazio prima di dare un bacio sulla guancia a entrambi.
 
“Beh, possiamo andare?” Chiede Louis avvicinandosi a me.
 
Alzo lo sguardo e, involontariamente, arrossisco.
 
Indossa una giacca nera sbottonata, così da far intravedere la maglietta grigia, e dei pantaloni scuri.
 
È bellissimo.
 
“Ehm, si.” Torno in me e mi decido a parlare.
 
Circonda la mia vita con un braccio, salutiamo i ragazzi e usciamo di casa per salire in auto.
 
Dopo avermi aperto la portiera si accomoda al posto del guidatore, mette in moto ed esce dal vialetto.
 
“Dove andiamo?” Chiedo curiosa dopo essermi allacciata la cintura di sicurezza.
 
“Ti pace il cibo cinese?” Si gira a guardarmi con un sorriso meraviglioso stampato sul viso.
 
“Si.” Annuisco sorridendo.
 
Ho mangiato cinese qualche volta, quando io o le ragazze non avevamo voglia di stare ai fornelli e, devo dire, che mi è piaciuto molto.
 
“Bene.” Ritorna a guardare la strada senza togliersi il sorriso dal viso.
 
 
Il ristorante scelto da Louis è davvero molto carino. È decorato di rosso, non c’è molta confusione, i proprietari sono adorabili e il loro strano accento mi fa morire dal ridere.
 
Abbiamo ordinato da qualche minuto e un cameriere ci ha portato degli antipasti squisiti.
 
Noi siamo in silenzio. Un imbarazzante silenzio che, ormai, va avanti da un paio di minuti.
 
“Finalmente Veronica e Harry si sono messi insieme.” Mi faccio coraggio intavolando un discorso sulla prima cosa che mi passa per la mente.
 
“Si vedeva da chilometri che quei due provavano qualcosa l’uno per l’altra.” Ridacchia dando un morso al grissino.
 
“Già, ma erano un po’ troppo testardi per ammetterli.” Alzo gli occhi al cielo ridendo.
 
Fa per dire qualcosa ma l’arrivo del cameriere lo interrompe.
 
Appoggia un piatto di spaghetti davanti a lui e poi rivolge l’attenzione a me.
 
“Ecco a lei, signorina.” Dice sorridendo dopo aver appoggiato il piatto davanti a me.
 
“Grazie mille.” Gli rivolgo un sorriso prima che si allontani.
 
“Non mi piace quel tipo.” Borbotta Louis fulminando con gli occhi il cameriere che ormai è sparito in cucina.
 
“Come?” Inarco un sopracciglio ridendo leggermente.
 
“Ti guarda troppo.” Fa una smorfia e rotea gli occhi prima di abbassare lo sguardo sugli spaghetti.
 
Sento un leggero calore espandersi sulle mie guance e un sorriso involontario compare sulle mie guance.
 
Louis è… Geloso?
 
“Sei geloso?” Chiedo curiosa senza smettere di sorridere.
 
Alza lo sguardo su di me con le sopracciglia aggrottate e un leggero rossore sulle sue guance. “Io? Geloso? Pff, si certo.” Ironizza passandosi una mano tra i capelli.
 
Lo prendo come un si.
 
 
Dopo aver finito la cena, abbiamo deciso di spostare l’appuntamento nel suo appartamento, per stare un po’ più tranquilli.
 
È un appartamento davvero carino, perfetto per una persona. C’è una cucina, un bagno, il salotto e una camera da letto.
 
Dopo la sua “rottura”, se così posso chiamarla, con Eleanor si è trasferito qui.
 
Non ha mai racconta a nessuno come stanno le cose tra loro due, soltanto che non ha accettato la richiesta di matrimonio e che in questi ultimi tempi si sono allontanati, ma continuano a sentirsi.
 
Sento una morsa allo stomaco e faccio una smorfia, mentre tanti pensieri cominciano a formarsi nella mia mente.
 
Se lei venisse a trovarlo e ci trovasse insieme?
 
“Stai bene?” La voce di Louis mi riporta alla realtà e scuoto la testa, cacciando via i brutti pensieri.
 
“Si,  è solo che…” Deglutisco e mi passo una mano tra i capelli.
 
Forse per lui questo è un argomento delicato, ma io voglio sapere come stanno le cose.
 
“Che…? M’incinta a continuare con un gesto della mano e sorridendo.
 
“Tu ed Eleanor non state più… Insieme?” Alzo gli occhi su di lui e mi mordo il labbro inferiore.
 
S’irrigidisce sul posto e abbassa lo sguardo.
 
Ecco, hai rovinato tutto, mi rimprovera la mia coscienza.
 
“S-Se non vuoi parlarne non farlo, non ti costringo.” Appoggio una mano sulla sua spalla e sorrido.
 
“Tranquilla.” Punta gli occhi su di me e sorride.
 
“Come sai, un anno fa le ho chiesto di sposarmi ma lei rifiutò. Mi disse che mi amava, ma che ancora non si sentiva pronta a impegnarsi perché troppo giovane e perché voleva continuare gli studi. Le dissi che la capivo e siamo rimasti insieme, se così si può dire.” Si passa una mano tra i capelli e fa una smorfia.
 
 “Continuammo a sentirci, ma tra noi non sentivo più quel sentimento che c’era prima, il suo rifiuto mi aveva distrutto, letteralmente.”
 
Resto in silenzio ascoltandolo.
 
“La sento qualche volta, ma sono le solite conversazioni.” Scrolla le spalle. “Poi sei arrivata tu. Mi sei caduta, nel vero senza della parola, tra le braccia.” Ride e punta lo sguardo su di me.
 
Abbasso lo sguardo imbarazzata ridendo ricordando quel giorno.
 
“Mi dispiace per come stanno le cose fra te ed Eleanor.” Ammetto.
 
“Già, anche a me. Ma non tutte le storie hanno il finale romantico.” Appoggia un braccio sullo schienale del divano.
 
Prendo il cellulare dalla borsa e guardo che ore sono.
 
Le undici e mezzo. Il tempo è passato davvero velocemente.
 
Domani è il mio primo giorno di lavoro all’asilo, è meglio se torno a casa.
 
“Devo andare.” Dico dispiaciuta alzandomi dal divano.
 
“Okay. Prendo le chiavi della macchina.” Si alza anche lui e prende le chiavi del bancone.
 
Mi avvicino alla porta aperta con lo sguardo basso e, per sbaglio, inciampo sul tappeto e finisco tra le braccia di Louis.
 
“Attenta, Eli.” Ridacchia tirandomi su in piedi.
 
Alzo lo sguardo e i nostri occhi s’incontrano.
 
Posa una mano sulla mia guancia e sposta delle ciocche di capelli dai miei occhi.
 
Avvicina il suo viso al mio e sfiora le labbra contro le mie.
 
La porta si apre all’improvviso e ci allontaniamo di scatto.
 
“Sorpresa!” Urla la ragazza davanti a noi sorridendo. Ma il suo sorriso sparisce subito quando punta gli occhi su di me.
 
Eleanor.





Angolo autrice,
inizio con augurarvi buon Ferragosto e con lo scusarmi per il ritardo, ma la mia ispirazione era sparita fino a ieri sera. L’orario non è proprio ideale per pubblicare ma lo faccio lo stesso. Questo capitolo parla di Elisa, interpretata da Danielle Campbell. Che ne pensate del personaggio? Della coppia Elisa/Louis? (A me piacciono tantissimo insieme). E di Eleanor e della sua comparsa all’improvviso? Metto in chiaro una cosa; non ho nulla contro Eleanor, anzi la trovo una bellissima ragazza e la adoro, ma ho dovuto darle questo ruolo. Del capitolo invece che cosa ne pensate? Io spero con tutto il cuore che vi piaccia. Lasciate una recensione per farmi sapere che ne pensate, ci conto. Ora devo andare che si è fatto tardi. Buonanotte e alla prossima,
Reds xx
 
P.S. GRAZIE PER LE RECENSIONE, SIETE ADORABILI.

 

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Capitolo 21
*** Capitolo Diciannove - Parte due. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
“Perché sei tutto ciò di cui ho bisogno”
Sam Smith – Stay With Me.
 
Capitolo Diciannove – Parte due.
 
Sposto lo sguardo da Eleanor a Louis e noto che è sorpreso di vederla quanto me.
 
“Lei, chi è?” Chiede scrutandomi dalla testa ai piedi. “Non l’ho mai vista qui.” Sorride dolcemente spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
 
Louis sta per rispondere, ma il lo precedo.
 
“Sono un’amica, Elisa, vengo dall’Italia.” Sforzo un sorriso e sento gli occhi pizzicare.
 
“Oh, è un piacere conoscerti.” Mi porge una mano sempre sorridendo.
 
“A-Anche per me.” Balbetto stringendole la mano. “Ehm, ora devo andare. Ci vediamo.” Li saluto con una mano ed esco dall’appartamento.
 
Non riesco a guardare Louis.
 
“Eli…” Lo sento sussurrare il mio nome e la porta si chiude alle mie spalle.
 
Entro in ascensore e digito il pulsante per il piano terra, mentre le lacrime cominciano a rigare il mio viso.
 
Louis ed io stavamo per baciarci.
 
Singhiozzo e mi copro la bocca con le mani.
 
Ma è arrivata Eleanor, la sua “fidanzata”.
 
L’ascensore si ferma, le porte si aprono ed esco velocemente.
 
Non vedo l’ora di arrivare a casa e nascondermi sotto le coperte.
 
Cammino a passo veloce per le strade fredde di Londra e mi stringo nel cardigan.
 
Avrei dovuto indossare qualcosa di più caldo, penso tirando su con il naso.
 
Non sarei dovuta uscire con lui sapendo che stava con Eleanor.
 
Louis era pronto a fare il grande passo con lei, come ho potuto pensare che si fosse invaghito di me?
 
Una lacrima riga la mia guancia destra ma subito la asciugo.
 
Sento un tuono e sobbalzo.
 
Bene, ci mancava solo la pioggia!
 
Delle gocce cominciano a scivolare sul mio corpo. Per fortuna sono quasi arrivata.
 
Aumento la velocità e in dieci minuti sono davanti alla porta di casa.
 
Prendo le chiavi e apro la porta.
 
La richiudo alle mie spalle e ci appoggio la schiena.
 
“Eli?” Chiede Veronica affacciandosi dal salotto.
 
Lascio cadere a terra la borsa, mi avvicino a lei e la stringo a me.
 
“Ehi.” Mi accarezza la schiena. “Che cosa è successo?”
 
Singhiozzo e sciolgo l’abbraccio. “Louis, lui… E poi Eleanor.” Mi copro il viso con le mani e ricomincio a piangere.
 
“Ssh, non piangere.” Mi abbraccia di nuovo. “Ora va ad asciugarti e poi riposati, okay? Ne riparleremo domani.” Sorride e mi asciuga le guance.
 
Annuisco, tiro su con il naso e salgo al piano di sopra.
 
Prendo il pigiama e l’intimo, vado in bagno e mi sfilo il vestito bagnato.
 
Ho un aspetto orribile. Il mascara è colato a causa delle lacrime e il rossetto è sbavato.
 
Mi sciacquo il viso con l’acqua fresca e mi asciugo con l’asciugamano.
 
Prendo il phon dall’armadietto sotto il lavello, attacco la presa e mi asciugo i capelli e, una volta asciutti, li sistemo in una coda di cavallo.
 
Indosso il pigiama, dopo essermi cambiata l’intimo, e torno nella mia stanza per rifugiarmi sotto le coperte.
 
Sto per addormentarmi quando sento la porta di casa sbattere e delle voci.
 
Non riesco a sentire bene ciò che dicono, perciò decido di alzarmi e avvicinarmi.
 
“Sta dormendo, Louis.” Quando sento il suo nome, il mio cuore comincia a battere più veloce.
 
“Ti prego, ho bisogno di parlare, Veronica.”
 
“E va bene.”
 
Oh, cavolo!
 
Mi stendo sul letto e mi copro fino alla testa con la coperta, facendo finta di dormire.
 
La porta della stanza si apre, ma subito dopo si richiude, e sento qualcuno sedersi accanto a me.
 
“Eli, sei sveglia?” Chiede dolcemente.
 
Annuisco lentamente, mi tiro su a sedere e tengo lo sguardo basso.
 
“Guardami, ti prego.” Appoggia le mani sulle mie guance e alza il mio sguardo.
 
“Perché sei qui, Louis?” Allontano le sue mani dal mio viso.
 
Sospira e si passa una mano tra i capelli tirandoli. “Non sapevo che Eleanor sarebbe venuta, volevo davvero passare una bella serata con te.”
 
Mi porto le gambe al petto, le circondo con le braccia e appoggio il mento su di esse.
 
“L’ho lasciata, definitivamente.” Dice guardandomi.
 
Sgrano gli occhi e dischiudo le labbra.
 
Non so che cosa dire.
 
Ha lasciato Eleanor… Per me?
 
“Io voglio stare con te. Mi hai fatto provare sensazioni in questi mesi, che non provavo da tempo.” Sorride e appoggia le mani sulle mie guance.
 
“Lou…” Non riesco a finire di parlare che le sue labbra sono sulle mie.
 
All’inizio rimango immobile ma poi decido di ricambiare il bacio.
 
Circondo le sue spalle con le braccia e mi metto sopra di lui, mentre le sue mani scendono a stringermi i fianchi.
 
Dischiudo le labbra e le nostre lingue s’incontrano, danzano e giocano insieme per un’infinità di tempo, che sembra non passare mai.
 
Mi allontano dalle sue labbra e sorrido.
 
“Stai con me, sei tutto ciò di cui ho bisogno.” Sussurra lasciando dei leggeri baci sul mio collo e sulla spalla scoperta.
 
“Si.” Annuisco e poso di nuovo le labbra sulle sue.
 
 
Il suono del mio cellulare interrompe i miei sogni e apro un occhio.
 
È il mio primo giorno di lavoro all’asilo e sono davvero nervosa.
 
Mi giro su un fianco e di fronte a me c’è il ragazzo dei miei sogni.
 
Sorrido dolcemente e gli lascio un bacio a fior di labbra, prima di alzarmi dal letto.
 
Indosso dei jeans chiari, una maglietta bianca e le mie adorate ballerine nere.
 
Vado in bagno mi lavo il viso, i denti e mi sistemo i capelli in una coda ordinata.
 
Scendo al piano di sotto, vado in cucina per fare colazione e mi ritrovo davanti una scena divertentissima.
 
“Tia, volio nutella!” Esclama Leonardo sul seggiolone sorridendo.
 
“No Leo, il latte è quasi pronto.” Borbotta Celine sbadigliando e stropicciandosi un occhio.
 
“No! Volio nutella!” Esclama lui con il broncio e incrocia le piccole braccia.
 
“No.” Socchiude gli occhi a due fessure e lo guarda dall’alta.
 
“Ti invece!” Le fa la linguaccia e non posso far altro che ridere.
 
I due puntano gli occhi su di me ed io mi avvicino a loro. “Buongiorno!” Esclamo felice.
 
“A quanto pare l’appuntamento è andato bene.” Dice Celine sorridendo prima di girarsi e mettere il latte nel biberon di Leo.
 
“Benissimo.” Mi avvicino al cassettone e prende i cereali.
 
Mi accomodo su uno sgabello intorno al bancone, Celine mi passa una tazza con del latte ed io ci verso i cereali.
 
Appoggia il biberon davanti a Leo ma lui si rifiuta di berlo.
 
“Come fa questo bambino ad avere così tanta energia di prima mattina?” Sospira e si passa una mano tra i capelli.
 
“Dagli una fetta di pancarrè con la nutella, non gli farà male.” Dico sorridendo prima di infilarmi dei cereali in bocca.
 
“Ti sei alleata con lui, eh? E va bene!” Borbotta prendendo la nutella dal cassetto.
 
“Ti! Nutella!” Batte le mani il piccolo.
 
“Veronica e Chiara?” Chiedo dopo aver sorseggiato del latte.
 
“Chiara si sta godendo gli ultimi giorni di vacanza, Veronica invece è rimasta sveglia con Lorenzo, perché non riusciva a dormire, e si è addormenta alle cinque.” Dice preparando la fetta di pancarrè.
 
“Oh, poteva svegliarmi. Sarei stata con lui.” Mi alzo dallo sgabello e appoggio la tazza sul lavandino.
 
“Harry le ha dato una mano.” Ridacchia e porge la fetta al bambino.
 
“Tii!” Da un morso e subito si sporca di nutella.
 
Alzo lo sguardo sull’orologio e noto che sono le sette e mezzo.
 
“Accompagnate voi i bambini all’asilo?” Chiedo prendendo la borsa e la giacca.
 
Annuisce. “Ci vediamo dopo, maestrina.” Ridacchia.
 
“Simpatica.” Le faccio la linguaccia. “Ciao monello, a dopo.” Gli scompiglio i capelli e gli lascio un bacio sulla fronte.
 
“A dopo, tia!” Mi saluta con una manina sporca di nutella.
 
Esco di casa, salgo in auto e mi dirigo verso l’asilo.
 
Alison, una mia nuova collega, mi ha detto di arrivare con qualche ora di anticipo così mi può spiegare un po’ di cose.
 
Parcheggio davanti alla strutta, scendo dall’auto ed entro.
 
“Ciao!” Esclama Alison avvicinandosi a me. È bionda con gli occhi chiari, alta qualche centimetro più di me, ha ventiquattro anni ed è un po’ svampita, ma è simpatica.
 
“Ciao.” Sorrido dolcemente.
 
“Allora; oggi ti farò conoscere Ella, una nostra collega. È un po’ anzianotta, ma sono sicura che andrete d’accordo.” Ridacchia.
 
“Okay.” Ridacchio con le e appendo la giacca e la borsa sull’attaccapanni.
 
“Ali, non sono anziana, ho solo trentanove anni.” Borbotta qualcuno dietro di noi.
 
Ci giriamo a guardare di chi si tratta e noto una donna castana, dagli occhi scuri oltrepassare la porta principale.
 
“Quaranta.” Tossisce Alison ridendo e non posso far altro che unirmi alle sue risate.
 
“Okay, okay.” Sbuffa Ella. “Tu devi essere Elisa, è un piacere conoscerti.” Rivolge l'attenzione su di me e mi porge una mano sorridendo.
 
“Anche per me.” Ricambio il sorriso e le stringo la mano.
 
Credo che andremo d’accordo.



Angolo autrice,
buonasera bellissime, come state? Io tutto bene, anche se un paio di giorni fa sono andata in montagna e sono tornata a casa rossa come un peperone. Ma comunque; questa è la seconda parte del capitolo su Elisa. Louis ha lasciato Eleanor e le cose tra lui ed Elisa sono andate per il meglio. Il capitolo doveva essere più corto, ma poi ho aggiunto il suo primo giorno di lavoro, dove ha conosciuto Ella, interpretata da Caroline Flack (non so la sua età, sulla storia ho inventato) e Alison, interpretata da Amanda Seyfried (ce la vedo per il ruolo della ragazza svampita, lol). Che ne pensate del capitolo? Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, mi raccomando. Grazie alle ragazze che recensiscono! Ora mi rivolgo a voi lettori silenziosi, lasciate un commento anche voi, mi fa piacere avere nuove opinioni. (:
Il prossimo sarà il capitolo dedicato a Chiara e lo pubblicherò sabato(credo), perché domani ho da fare. Perciò, ci sentiamo sabato!
Reds xx
 
P.S. questo è il mio profilo di wattpad, seguitemi se avete un profilo : www.wattpad.com/user/needacurlyboy  

 

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Capitolo 22
*** Capitolo Venti. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
 “Facciamoli ricordare
Che eravamo incredibili
Semplicemente incredibili”
Celine Dion feat. Ne-Yo – Incredible.
 
Capitolo Venti.
 
Chiara’s pov.

È passata una settimana e per me è cominciata la scuola.
 
Mi manca passare le giornate intere in compagnia delle ragazze e dei ragazzi, ma anche per loro è cominciato il tour.
 
Siamo state al loro primo concerto, a Londra, ed è stato fantastico; come tornare indietro nel tempo.
 
Sono a lezione di chimica, e grazie a Dio, ho scelto i corsi in lingua italiana o non avrei capito nulla. La mia compagna di banco, Sophie, mi sta aiutando a migliorare il mio inglese.
 
Rigiro la matita tra le dita e continuo a guardare fuori dalla finestra. Sta piovendo.
 
Niall, stranamente, questa mattina non mi ha mandato nessun messaggio e questo mi ha fatto un po’ male.
 
Forse sta ancora dormendo, oppure si è svegliato presto e, visto che sono a scuola, ha deciso di non mandarmi niente.
 
Tanti pensieri si formano nella mia mente ma svaniscono quando qualcuno attira la mia attenzione.
 
Giro lo sguardo verso il professore e noto che mi sta fulminando con lo sguardo.
 
“Signorina, può condividere con noi i suoi pensieri?” Inarca un sopracciglio.
 
È grassottello, porta gli occhiali e il camice che indossa lo rende avvero buffo, ma non lo è affatto.
 
Scuoto la testa e abbasso gli occhi mordendomi il labbro inferiore.
 
Quando si tratta di Niall sono da un’altra parte. Mi mancano i suoi scherzi, il suo profumo, la sua risata…
 
“Bene. Stavo dicendo…” Si gira di nuovo verso la lavagna continuando a scrivere ciò che aveva interrotto e a spiegare.
 
“Chiara, stai bene?” Mi chiede Sophie dolcemente sussurrando. Ha i capelli neri lunghi fino alle spalle, gli occhi castani e una carnagione chiara.
 
Annuisco tirando le labbra in un sorriso. Non posso di certo dire che ho un problema perché Niall non mi ha mandato un messaggio come fa di solito.
 
Ricambia il sorriso prima di appuntare chimica sul suo note book.
 
Dovrei farlo anche io, penso guardandola.
 
Apro il note book davanti a me, stringo la matita tra le dita e comincio a prendere appunti.
 
 
La lezione di chimica è finita e finalmente posso uscire da quell’inferno.
 
“Ehi, te ne vai senza salutare, dolcezza?” Chiede qualcuno circondando le mie spalle con un braccio.
 
Alzo lo sguardo e i miei occhi chiari s’incontrano con un paio di occhi scuri.
 
William.
 
È un ragazzo che frequenta il mio stesso corso d’italiano e la prima persona che ho incontrato.
 
Non riuscivo d aprire il mio armadietto e Will si è offerto di darmi una mano, ma neanche lui ci è riuscito.
 
Ridacchio ripensando al nostro incontro.
 
“Credevo avessi lezione di chitarra elettrica.” Sorrido spostando una ciocca di capelli dal mio viso.
 
“No, il professore non si è presentato, perciò ho la giornata libera.” Scrolla le spalle rivolgendomi un sorriso.
 
“Oh, fico.” Ridacchio.
 
“Che ne dici se…” Non riesce a terminare la frase che qualcuno alle sue spalle lo interrompe.
 
“Ma chi è quel fico?” Mi giro per vedere di chi si tratta e vedo Alexis, la più ‘popolare’ della scuola.
 
Popolare solo perché porta gonne che le fanno intravedere tutto.
 
Roteo gli occhi, faccio una smorfia e punto lo sguardo, dove sta guardando lei per vedere questo ‘fico’.
 
Spalanco gli occhi e dischiudo le labbra quando noto chi c’è fuori dal cancello.
 
Niall.
 
Indossa dei Ray Ban neri e un capello per non farsi riconoscere, ma io lo riconoscerei tra mille persone.
 
Il mio cuore comincia a battere più velocemente e quando le sue labbra s’incurvano in un sorriso lo sento perdere un battito.
 
Non posso credere che sia davanti a me.
 
“D-Devo andare, Will. Ci vediamo lunedì.” Gli rivolgo un ultimo sorriso prima di camminare a passo veloce verso il biondo.
 
Attraverso la strada, dopo aver guardato a destra e sinistra, e mi avvicino a lui.
 
Allarga le braccia ed io gli salto in braccio circondandogli il collo con le braccia e la vita con le gambe.
 
“Mi sei mancato!” Urlo stringendolo a me.
 
“Anche tu.” Ridacchia e mi riporta con i piedi per terra.
 
“Avanti, Sali in macchina.” Indica l’auto con un cenno della testa ed io annuisco.
 
Mi accomodo sul sedile del passeggero mentre lui su quello del guidatore. Mette in moto ed esce dal parcheggio.
 
“Non mi hai mandato il messaggio stamattina.” Borbotto con il broncio.
 
Ridacchia e continua a mantenere il contatto visivo con la strada. “Volevo farti una sorpresa e poi non volevo disturbarti.”
 
Non mi disturbi mai idiota, avrei intenzione di dirgli ma mi trattengo.
 
“Chi era quel ragazzo?” Chiede sfilandosi gli occhiali e infilandoli nella scollatura della maglietta.
 
“William, te ne ho parlato.” Sorrido e mi sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
 
“Ah, si.” Fa una smorfia con il naso. “Hai fame?” Chiede puntando per un secondo i suoi occhi azzurri.
 
Sento un brontolio provenire dalla pancia e arrossisco dall’imbarazzo.
 
“Lo prendo come un si.” Mi prendo in giro trattenendosi dalle risate.
 
“Idiota.” Lo colpisco leggermente con un pugno sul braccio.
 
Continua a ridere. La sua ristata è qualcosa di stupendo, soprattutto dal vivo.
 
Arriviamo al McDonald’s dopo qualche minuto, entra nel parcheggio e parcheggia l’auto nel primo posto libero che trova.
 
Scendiamo, entriamo nell’edificio e ci mettiamo in fila per prendere le nostre ordinazioni. Non ci sono molte persone, più che altro lavoratori in pausa pranzo, perciò ha deciso di non rimettersi gli occhiali.
 
Sono davvero felice che sia qui, e sono sicura, che in questo momento sto sorridendo come un ebete.
 
Arriva il nostro turno e ordino: “Un’insalata con pollo grigliato, una coca-cola e delle patatine fritte.” Dico alla ragazza davanti a me.
 
Annuisce, alza lo sguardo dal monitor e dischiude le labbra alla vista del ragazzo accanto a me.
 
Mi porto una mano davanti alla bocca per non farmi vedere e ridacchio.
 
Sono sicura che sta facendo del suo meglio per mantenere il controllo.
 
“P-Poi?” Ritorna a guardare il monitor e digita qualcosa con le dita tremanti.
 
“Un Crispy McBacon, una coca-cola grande e patatine fritte.” Dice sorridendo.
 
“S-Subito.” Si allontana e prepara un vassoio.
 
In qualche minuto le nostre ordinazioni sono pronte, faccio per prendere il portafoglio dalla tracolla ma Niall mi blocca.
 
“Ci penso io.” Mi fa l’occhiolino, prende il portafoglio dalla tasca posteriore dei pantaloni e porge i soldi alla ragazza.
 
Prendiamo i nostri vassoi, troviamo un posto libero e ci accomodiamo.
 
“Davvero? Insalata?” Chiede ridacchiando aprendo la scatola del suo panino.
 
Abbasso lo sguardo sulla mia insalata, rialzo lo sguardo ed annuisco.
 
“Non mi va il panino.” Dico scrollando le spalle prima di portarmi la forchetta alla bocca.
 
Continua a ridere scuotendo la testa prima di addentare il suo panino.
 
Ci godiamo il nostro pranzo in silenzio e poi rimaniamo seduti intorno al tavolo per farci due chiacchiere.
 
All’improvviso entrano una decina di ragazzi bisbigliando e Niall si rimette gli occhiali ed il cappello.
 
“Cavolo.” Borbotta alzandosi.
 
“Dove vai?” Chiedo seguendolo con lo sguardo e inarco un sopracciglio.
 
“Via, vieni.” Mi porge una mano ed io prontamente la stringo alzandomi.
 
Usciamo dal McDonald’s e, a passo veloce, ci dirigiamo verso l’auto, ma all’improvviso si ferma facendomi sbattere la fronte contro la sua schiena.
 
“Ci sono delle ragazze all’entrata.” Si gira e comincia a camminare.
 
“Ma, la tua auto?” Chiedo
 
“Tornerò più tardi a prenderla, ora cammina e mettiti il cappuccio.” Indica in cappuccio della mia felpa e faccio come mi ha detto.
 
“Eccolo!” Sento urlare alle nostre spalle e Niall comincia a correre, costringendomi a fare lo stesso visto come stringe la mia mano.
 
Corre fino a un parco, mentre le ragazze ci seguono, e mi trascina dietro ad un albero.
 
Le ragazze si guardano intorno e poi tornano indietro ed io tiro un sospiro di sollievo.
 
Appoggio le mani sulle ginocchia e cerco di regolare la mia respirazione. Non credo di aver corso così tanto neanche durante le lezioni di ginnastica.
 
“Ci hanno visti!” Urla Niall facendomi spaventare.
 
Alzo lo sguardo spaesata e mi guardo intorno sperando che stia scherzando. Non ho voglia di correre!
 
Afferra il mio viso tra le mani e mi avvicina al suo prima di posare le labbra sulle mie.
 
Spalanco gli occhi e stringo il tessuto della sua felpa in un pugno, mentre muove le labbra contro le mie.
 
È un sogno, vero…?
 
Se è così, vi prego, non svegliatemi mai più!
 
Circondo il suo collo con le braccia e infilo le mani tra i suoi capelli stringendoli mentre ricambio il bacio.
 
Si allontana da me, continuando a stringermi i fianchi, e sorride.
 
“Perché lo hai fatto?” Chiedo arrossendo e il cuore che batte a mille.
 
“Era dal primo giorno che ti ho vista che avrei voluto farlo.” Riporta le labbra sulle mie.






Angolo autrice,
buonasera a tutte, dolcezze. So che mi odierete per il ritardo, ma venerdì sere mi è scaduta la promozione sulla chiavetta e l’ho riattivata solo ieri, perciò perdonatemi. Allora, questo è il capitolo che parla di Chiara; che ne pensate? Vi piace? Lei e Niall non sono carini insieme? Io li adoro! è interpretata da Ashley Benson, vi piace? E del capitolo che ne pensate? Lasciate una recensione per farmelo sapere, ci conto! Il prossimo capitolo tornerà a parlare di Veronica, Harry e i bambini. (:
Beh, non ho nient’altro da dirvi, perciò alla prossima!
Reds xx

UN ABBRACCIO ENORME A TUTTE QUELLE CHE RECENSISCONO, SIETE DOLCISSIME.

 

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Capitolo 23
*** Capitolo Ventuno. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
“E io odio così tanto
il fatto che ti amo, ragazzo, si
non sopporto che ho così tanto
bisogno di te, bisogno di te”
Rihanna feat. Ne-Yo – Hate that I love you.
 
Capitolo Ventuno.
 
Veronica’s pov.
 

“Arriverò in tempo, piccola.” Ridacchia Harry dall’altra parte del telefono.
 
“Okay.” Ridacchio con lui. “Ci vediamo all’asilo.”
 
“A dopo.” Riattacca.
 
Blocco il cellulare e lo rimetto dentro la borsa.
 
Sono passati quasi tre mesi da quando è cominciato il tour e sono successe tante cose.
 
Elisa e Louis sono felicemente fidanzati e, lo stesso, vale per Chiara e Niall.
 
Celine ed io continuiamo a lavorare da Nando’s e va tutto bene.
 
I bambini crescono ogni giorno di più, assomigliano sempre di più ad Harry e hanno cominciato il loro primo anno di asilo, dove lavora Elisa.
 
I ragazzi avranno un periodo di pausa fino all’otto Gennaio e poi partiranno per l’Europa.
 
Domani, io e i bambini, andremo a conoscere la madre di Harry e trascorreremo il Natale a casa sua e di Robin, il suo compagno.
 
Per questo sono così nervosa e agitata, anche se Harry mi ha detto di non esserlo.
 
Le piacerò?
 
Che cosa penserà di me e dei nostri bambini?
 
“Tiamo ponti!” Delle urla felici mi arrivano alle orecchie, sorrido e mi giro a guardare Lorenzo e Leonardo.
 
Indossano i loro cappottini blu, una sciarpa e un cappello. Questa sera hanno la recita di Natale e sono davvero curiosa di sapere quale sarà il loro ruolo, ma hanno deciso che sarà una sorpresa.
 
“Quando alliva papà?” Chiede Lori sorridendo.
 
Eh, si. Ho certo di spiegare a entrambi che Harry è il loro vero e unico padre; all’inizio sembravano un po’ spaesati ma poi hanno cominciato a chiamarlo papà.
 
Ricordo ancora la sua faccia quando durante una videochiamata su Skype hanno urlato papà; aveva gli occhi lucidi e non smetteva un minuto di sorridere.
 
Sorrido al ricordo e rispondo alla sua domanda. “Ci raggiungerà lì.” Gli scompiglio i capelli.
 
“Possiamo andare?” Chiede Elisa mentre si sistema la sciarpa intorno al collo.
 
Annuisco, prendo il cappotto rosso, che avevo appoggiato precedentemente su una sedia, e me lo infilo. Metto anche una sciarpa, la sciarpa di Harry con il suo profumo.
 
Stringo le manine dei bambini e con Elisa usciamo di casa, raggiungendo Chiara e Celine nell’auto di quest’ultima, dato che è la più grande.
 
“Siete pronti, nanetti?” Chiede Celine guardando i bambini dallo specchietto e i due annuiscono sorridenti.
 
“Allora, si parte!” Usa una voce dolce che piace ai piccoli.
 
Mette in moto, esce dal vialetto e parte verso l’asilo.
 
Arriva all’edificio, dopo una decina di minuti, parcheggia permettendoci di scendere e raggiungiamo la loro classe.
 
“Maeta Alison!” Urlano alzando le manine verso qualcuno.
 
Alzo lo sguardo e noto una bionda avvicinarsi; l’amica maestra di Elisa.
 
L’ha invitata qualche volta a cena, è una ragazza molto simpatica, svampita e non riesce a stare zitta per più di due minuti.
 
“Ciao Veronica! Finalmente siete arrivati, senza questi piccolini non potevamo andare in scena.” Sorride scompigliandogli i capelli.
 
“Maeta ssh.” Borbottano loro portandosi un dito davanti alla bocca.
 
“Ah, giusto!” Fa finta di chiudersi la bocca con una cerniera e di buttare via la chiave.
 
“Possiamo entrare.” Dicono le ragazze, dopo avermi raggiunto.
 
“Venite, vi mostro i vostri posti mentre questi nanetti vanno a prepararsi.” Dice Elisa indicando l’entrata.
 
“Fate i bravi.” Mi abbasso all’altezza dei bambini e li indico uno a uno sorridendo.
 
“Ti mamma.” Sorridono mostrando le fossette.
 
Ricambio il sorriso, torno alla mia altezza e seguo Elisa fino ai nostri posti al centro della sala.
 
“Ora vado dalla mia classe, a dopo.” Sorride, prima di allontanarsi.
 
Ci accomodiamo ai nostri posti, mi tolgo il cappotto e l’appoggio sulla sedia di Harry.
 
Spero solo che arrivi in tempo.
 
 
Controllo l’ora sul cellulare e batto ripetutamente il piede per terra. Sono quasi le dieci, la recita sta per finire e Harry ancora non è arrivato.
 
Mi chiedo che cosa stia facendo.
 
Sblocco il cellulare, vado sulla cartella dei messaggi e gliene mando uno chiedendogli dove sia.
 
Lorenzo e Leonardo stanno per salire sul palchetto e Chiara sta facendo un filmato per i miei genitori.
 
Ci tenevano a esserci, ma per colpa del mal tempo non sono potuti partire.
 
“A che ora ti ha detto che sarebbe arrivato?” Chiede Celine avvicinando le labbra al mio orecchio.
 
“Ha detto che sarebbe arrivato in tempo.” Mi mordo il labbro inferiore e mi passo una mano tra i capelli.
 
“Sono qui.” Dice qualcuno alle mie spalle con il fiatone.
 
Mi volto e un sorriso compare sulle mie labbra quando vedo Harry. “Harry!”
 
“Scusa il ritardo, piccola. C’era molto traffico.” Sospira e si accomoda accanto a me, dopo avermi dato un bacio sulle labbra. “I bambini hanno già fatto?”
 
Scuoto la testa. “Ora è il loro turno.”
 
“Bene. Non mi sarei perdonato se me li fossi persi.” Sorride facendo comparire due fossette ai lati delle sue labbra e mi stringe una mano.
 
Le luci si abbassano, i bambini si posizionano sul palchetto e, quando vedo Leo e Lori, non posso far altro che sorridere.
 
Indossano dei costumi da angioletti.
 
Sono adorabili.
 
Cominciano a cantare una delle tante canzoni di Natale: So this is Christmas.
 
Prendo il cellulare dalla borsa metto la fotocamera e scatto delle foto.
 
Una volta finita la canzone, la sala scoppia in un applauso e anche gli altri bambini, delle altre due classi, salgono sul palchetto e cominciano a cantare Jingle Bells.
 
 
Mi alzo dal lettino di Leonardo, dopo avergli dato un bacio sulla fronte, esco dalla cameretta e socchiudo la porta.
 
Vado nella mia stanza, mi libero dei jeans e della maglietta e indosso il pigiama.
 
M’infilo le pantofole, scendo al piano di sotto ed entro in salotto, dove mi sta aspettando Harry che è impegnato a mandare messaggi.
 
“Con chi stai parlando?” Gli chiedo sedendomi sul bracciolo della poltrona.
 
“Mia madre, non vede l’ora di conoscere te e i bambini.” Appoggia il cellulare sul tavolino davanti a noi, circonda la mia vita con le braccia e mi mette seduta sulle sue ginocchia.
 
“Neanche io.” Sorrido. “Spero di piacerle.”
 
“Le piacerai, ne sono sicuro.” Mi bacia il collo provocandomi dei brividi.
 
Ridacchio, mi accomodo sul bracciolo e appoggio i piedi sull’altro, mentre con le dita accarezzo i suoi capelli.
 
“Dovrei tagliarli.” Alza gli occhi.
 
“A me piacciono lunghi.” Sorrido e continuo ad accarezzarglieli.
 
Ho sempre avuto un debole per i ragazzi con i capelli lunghi.
 
“Oh, allora li lascio così.” Sorride, prende il mio viso tra le mani, avvicina il mio viso al suo e posa le labbra sulle mie.
 
Sorrido, stringo in un pugno i suoi capelli e ricambio il bacio.
 
Ogni volta che lo bacio, sento le farfalle nello stomaco e il mio cuore comincia a battere sempre più veloce.
 
È una bella sensazione, ma a interromperla è il suono del suo cellulare.
 
Sbuffa e si allontana dalle mie labbra, facendomi ridere.
 
Ritorno seduta sul bracciolo della poltrona, per permettergli di prendere il cellulare e torno ad accarezzargli i capelli.
 
“Mamma ci aspetta per cena.” Riporta il cellulare sul tavolino e sorride.
 
“Perfetto! Così ho tempo per preparare un dolce.” Ricambio il sorriso e batto le mani.
 
“Non devi.”
 
“Invece si. Ci ospiterà per quattro giorni, in qualche modo devo ringraziarla.” Scrollo le spalle e torno seduta sulle sue ginocchia.
 
“Come vuoi.” Alza le mani scuotendo la testa e ridendo.
 
“Comunque. Com’era la sfilata?” Chiedo curiosa incrociando le braccia sotto il seno.
 
Devo dire che l’idea di lui che guarda altre ragazze, m’infastidisce un po’.
 
“Carina.” Scrolla le spalle e fa una smorfia con le labbra.
 
“Mmh.” Roteo gli occhi e guardo da un’altra parte.
 
Vedo il mio cellulare illuminarsi sul tavolino e mi allungo per prenderlo. È mia sorella.
 
“Sei gelosa?” Chiede Harry sorridendo divertito.
 
“Io? No, per niente.” Mento facendo una smorfia e sbloccando il cellulare.
 
“Oh, si che lo sei.” Appoggia le mani sui miei fianchi e comincia a farmi il solletico.
 
“No, Harry!” Comincio a ridere, mentre mi dimeno e cerco di rispondere a mia sorella.
 
“Ammettilo.” Ride anche lui e continua a torturarmi.
 
“Okay! Okay! Sono gelosa!” Continuo a ridere.
 
Smette di farmi il solletico e circonda la mia vita con le braccia stringendomi a se.
 
Torno a guardare il cellulare e noto che, per sbaglio, ho digitato l’applicazione di Facebook.
 
 Aspetto che si carichi, così potrò uscire, ma quando compaiono le immagini, rimango a guardare lo schermo.
 
Come prima notizia c’è un articolo di gossip inglese con un’immagine di Harry e Paige, la sua ex, che gli bacia una guancia.
 
È di oggi.
 
Dovevo aspettarmelo che ci fosse anche lei, dopotutto è una modella.
 
Respiro profondamente e chiudo gli occhi cercando di rilassarmi.
 
Quella foto non significa niente, continuo a ripetere nella mia mente.
 
“Piccola?” Chiede Harry confuso inarcando un sopracciglio.
 
Mi giro verso di lui mostrandogli la foto e dischiude le labbra.
 
“N-Non è come credi, Vero. È stata lei a baciarmi, non l’incontrario.” Balbetta.
 
“Perché non mi hai detto di questo? Sai cosa penso di Paige!” Alzo il tono della voce alzandomi dalle sue ginocchia.
 
“È solo una foto, non significa niente.” Si alza cercando di avvicinarti ma alzo una mano bloccandolo.
 
“Si, come no.” Incrocio le braccia sotto il seno e guardo da un’altra parte.
 
“Ehi, guardami.” Prende il mio viso tra le mani e fa in modo che i nostri occhi s’incontrino.
 
Mi asciugo una lacrima ribelle dalla guancia e lo guardo.
 
“Ho paura, Harry.” Tiro su con il naso.
 
“Paura? Di cosa?” Inarca un sopracciglio, confuso.
 
“Che… Che tu un giorno possa innamorarti di un’altra ragazza e che te ne vada, sparendo dalla mia vita un’altra volta.” Circondo il suo busto con le braccia e lo stringo a me.
 
“Vero.” Sospira. “Non succederà mai, okay? Io ti amo, tanto, e amo i nostri bambini.” Sussurra contro i miei capelli accarezzandoli dolcemente.
 
Mi allontano per guardarlo negli occhi, mi asciuga le lacrime con i pollici e posa le labbra sulle mie.
 
Lo amo anche io, più  di qualsiasi cosa.





Angolo autrice,
buonasera a tutte! Questa volta sono stata veloce ad aggiornare visto? Non vedevo l’ora di pubblicare questo capitolo, perché tornano in scena Veronica, i bambini e Harry. Non è l’ora ideale per pubblicare ma io lo faccio lo stesso. I bambini hanno la recita di Natale e sono vestiti da angioletti, ma ve lì immaginate dei mini-Harry angioletti? Aw. Torno seria. Nel prossimo capitolo invece Veronica ei bambini conosceranno la famiglia di Harry, come andrà secondo voi? Poi, lei vede una foto di Piage (non la sopporto) e Harry e si arrabbia, ma poi tutto va a finire per il verso giusto, e lui le dice 'ti amo' (wah, i miei feelings). Io li amo troppo gli ‘Heronica’. Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto. Riuscite a farne dieci per questo capitolo? Dai, così mi fate felice.
Ora devo andare, bellezze!
Alla prossima,
Reds xx


 

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Capitolo 24
*** Capitolo Ventidue. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
“Perché nessuno ti conosce come ti conosco io
e nessuno ti ama come ti amo io”
One Direction – Fireproof.
 
Capitolo Ventidue.
 
Il rumore della pioggia che sbatte contro la finestra mi sveglia.
 
Cerco di muovermi per alzarmi dal letto, ma un peso sullo stomaco me lo impedisce.
 
Apro un occhio guardandomi intorno, abbasso lo sguardo e noto Leonardo steso su di me che dorme tranquillamente, mentre nella manina destra stringe la sua copertina.
 
Sorrido dolcemente e gli accarezzo i capelli.
 
Ho davvero il sonno pesante, per non essermi accorta della sua presenza su di me.
 
Giro lo sguardo e vedo Lorenzo steso sulla pancia che dorme stringendo a se il suo orsacchiotto.
 
Sorrido, mi alzo dal letto tenendo Leonardo stretto a me e facendo attenzione a non svegliarlo. Lo stendo sul letto, copro entrambi con la coperta e metto dei cuscini ai lati del letto, prima di uscire dalla stanza.
 
Entro in bagno, mi lavo il viso e i denti, e mi pettino i capelli.
 
Devo ammettere che, dopo la chiacchierata con Harry, mi sento molto meglio.
 
Ti amo e amo i nostri bambini. Le due parole mi ritornano in mente, sorrido e un leggero rossore compare sulle mie guance.
 
Ho aspettato tanto tempo per sentirlo uscire dalla sua bocca, che non mi sembrava reale.
 
Torno nella mia stanza, facendo silenzio, mi libero del pigiama e indosso dei pantacollant neri e una maglietta che uso per cucinare.
 
Scendo al piano di sotto e vado in cucina per preparare il dolce al cioccolato per la famiglia di Harry.
 
Faccio un nodo al grembiule e prendo gli ingredienti.
 
Mi metto all’opera e, dopo qualche minuto, l’impasto è pronto e lo verso in una teglia co un cucchiaio. Me lo porto alla bocca e l’assaggio.
 
Mmh, delizioso. Penso chiudendo gli occhi.
 
Il suono del campanello mi riporta alla realtà e infilo la teglia nel forno, che avevo in precedenza acceso.
 
Vado ad aprire la porta e mi ritrovo davanti Harry con un sorriso e delle buste in mano.
 
“Buongiorno. Ho portato la colazione.” Indica le buste e si abbassa per darmi un bacio sulle labbra. “Mmh, cioccolato.” Mi bacia di nuovo entrando in casa e chiudendo la porta con un piede.
 
“Stavo preparando il dolce per tua madre.” Sorrido e circondo il suo collo con le braccia.
 
“Mmh, un altro assaggio.” Appoggia le buste alle mie spalle, posa le mani sui miei fianchi e mi bacia di nuovo. Ridacchio scuotendo la testa e ricambio il bacio.
 
Mi solleva da terra da terra facendomi circondare il suo bacino con le gambe e, stando attento a non andare a sbattere, entra in cucina e si accomoda sul divano.
 
“I bambini?” Chiede allontanandosi dalle mie labbra.
 
“Stanno ancora dormendo.” Sorrido e infilo le mani tra i suoi capelli, prima di baciarlo di nuovo.
 
“Oh, wow.” Dice qualcuno accanto alla porta facendoci allontanare.
 
Ci giriamo a guardare di chi si tratta, vediamo Celine appoggiata allo stipite della porta con un sopracciglio inarcato e le braccia incrociate sotto il seno.
 
“Fare sesso di prima mattina sul nostro divano, ma che romantico.” Fa una smorfia e rotea gli occhi prima di entrare in cucina.
 
“Non stavamo facendo niente di male!” Alzo il tono della voce spalancando gli occhi e le mie guance diventano rosso fuoco, reazione che fa scoppiare a ridere Harry.
 
“Cos’è quest’odorino?” Chiede facendo finta di niente.
 
“Vado dai bambini.” Dice Harry dandomi una leggera sculacciata sul sedere. Mi alzo, permettendogli di scendere, e seguo Celine in cucina, mentre lui va al piano di sopra.
 
“È un dolce per la madre di Harry.” Mi avvicino al forno e guardo quanto manca alla cottura.
 
“Oh, giusto, oggi è il gran giorno! Come ti senti?” Chiede addentando uno dei cornetti che ha portato Harry.
 
“Nervosa, non ho mai conosciuto la madre del mio fidanzato. Quando stavo con Andrea, conoscevo già sua madre ed eravamo in confidenza.” Mi passo una mano tra i capelli e mi mordo il labbro inferiore.
 
“Vedrai che andrà tutto bene… Oppure Anne ti fulminerà con lo sguardo per tutta la serata, perché sei rimasta incinta di suo figlio e non gli hai detto niente per due anni.” Scrolla le spalle mettendosi seduta sul bancone e continuando a mangiare.
 
Le immagini di un incontro simile si proiettano nella mia mente e rabbrividisco.
 
“Sei davvero stronza, lo sai vero?” Le chiedo riportando l’attenzione su di lei e riducendo gli occhi a due fessure.
 
“Lo so!” Si vanta sorridendo.
 
Ridacchio e scuoto la testa, prima di avvicinarmi al forno, tiro fuori la teglia del dolce e l’appoggio sul bancone.
 
Devo aspettare che si raffreddi e metterci una spolverata di zucchero a velo.
 
“Io vado a farmi un bel bagno caldo e poi ti aspetto per andare al lavoro.” Sbadiglia scendendo dal bancone e uscendo dalla cucina per andare in bagno.
 
Oggi dovremmo lavorare prima delle ferie Natalizie, poi potrò preparare la borsa per me e i bambini.
 
Sento delle urla e delle risate provenire dal piano di sopra, m’incuriosisco e salgo le scale.
 
Mi avvicino alla porta della mia stanza, che è socchiusa, vedo Harry seduto sul letto mentre Leonardo si aggrappa alla sua schiena, Lorenzo cerca di stenderlo e Caramella abbaglia scodinzolando felice.
 
Scoppio a ridere e copro le mie risate mettendomi una mano davanti alla bocca, mentre Harry cerca di resistere e restare seduto.
 
Busso alla porta, cercando di non ridere, e mi danno il permesso per entrare.
 
“Che state facendo?” Appoggio le mani sui fianchi e li guardo con uno sguardo di rimprovero. Si fermano e mi guardando.
 
“Papà non vuole cadele!” Esclama Leo sforzandosi per buttarlo giù.
 
Ridacchio scuotendo la testa e abbasso lo sguardo sentendo Caramella girarmi intorno.
 
“Si, abbiamo vinto!” Urlano i bambini attirando la mia attenzione. Alzo lo sguardo, tenendo il cucciolo in braccio e vedo Harry steso e i piccoli che saltano sul letto.
 
Riporto Caramella per terra e mi avvicino a Lorenzo. “Ora dobbiamo vestirci, mamma deve andare al lavoro e quando torna, possiamo andare da nonna Anne.”
 
“Nonna!” Esclamano sorridenti.
 
Vado nella loro cameretta, seguita da Harry, che tiene Leonardo a testa all’ingiù e gli fa il solletico, e cerco dei vestiti nel cassetto.
 
 
Siamo in viaggio verso Holmes Chapel, ormai manca poco per arrivare a casa di sua madre.
 
Mi mordo il labbro inferiore e aumento la stretta sulla mano di Harry, appoggiata sulla mia coscia.
 
Si gira a guardarmi e mi rivolge un sorriso, che provo a ricambiare.
 
“Vedrai che andrà tutto bene.” Sussurra dolcemente.
 
“Okay.” Prendo un respiro profondo e annuisco.
 
Mi giro a guardare i bambini, che sono seduti sui seggiolini e guardando fuori dai finestrini.
 
“Siete felici di incontrare nonna?” Chiedo a entrambi.
 
Annuiscono e si girano a guardarmi sorridendo. 
 
L’auto si ferma, torna a guardare davanti a me e noto che siamo arrivati.
 
Oh Dio.
 
“Ci sono anche mia sorella e Ashton.” Dice Harry scendendo dalla macchina. Faccio lo stesso, apro la portiera dove c’è Lorenzo, lo slego e lo predo in braccio.
 
Prendiamo le nostre cose, ci avviciniamo alla porta, Harry prende le chiavi da sotto il tappeto e apre la porta. “Siamo arrivati!” Annuncia.
 
Metto Lorenzo in piedi e mi guardo intorno. È davvero una bella casa e un profumino di pollo mi arriva al naso.
 
“Siamo in salotto, tesoro.” Urla sua madre.
 
Appoggia le nostre borse per terra, mi rivolge un sorriso d’incoraggiamento –che io ricambio- e mi stringe la mano intrecciando le nostre dita.
 
Entriamo in salotto e quattro paia di occhi si puntano su di noi.
 
Anne si alza dal divano e si avvicina a Harry stritolando in un abbraccio, gesto che mi fa sorridere. “Oh, Harry, mi sei mancato tanto.” Sono sicura che abbia le lacrime agli occhi.
 
Si allontana da lui sorridendo e punta i suoi occhi su di me. “Tu devi essere Veronica. È un piacere conoscerti, Harry mi ha parlato tanto di te e sei molto più bella di come ti ha descritto.” Dice dolcemente prima di abbracciarmi.
 
“È un piacere anche per me, signora.” Sorrido e ricambio all’abbraccio. Sta andando bene, fiù!
 
“Non chiamarmi, signora. Chiamami pure Anne.” Scioglie l’abbraccio, senza smettere di sorridere.
 
“Okay.” Annuisco e mi sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
 
“E voi due dovete essere Lorenzo e Leonardo.” Si abbassa alla loro altezza e li guarda attentamente. “Ti assomigliano molto Harry.” Alza lo sguardo su di lui e si asciuga una lacrima.
 
“Non piangele.” Dice Lorenzo prima di abbracciarla insieme a Leonardo.
 
Ricambia l’abbraccio stringendoli a se.
 
“Accomodatevi pure.” Stringe le manine dei bambini e ritorna a sedersi accanto a Robin.
 
“Sono adorabili.” Dice una ragazza avvicinandosi a Lorenzo. “Io sono zia Gemma.” Sorride e lo prende in braccio.
 
“Io sono Loento!” Sorride.
 
Si mette seduta accanto ad Ashton e alza lo sguardo su di me. “Mio fratello ci ha parlato tanto di te. Due anni fa, non faceva altro che parlare di quanto gli piacesse e ora ne capisco il motivo.” Sorride e mi fa l’occhiolino.
 
Arrossisco mentre vedo Harry fulminarla con lo sguardo. “Non ho detto niente di male.” Si difende lei alzando le mani in segno di resa facendo ridere i presenti.
 
“Io sono Robin.” Dice l’uomo accanto ad Anne porgendomi una mano.
 
“Veronica.” Gliela stringo sorridendo.
 
“Io sono Ashton.” Dice il ragazzo accanto a Gemma prima di allungare una mano verso di me.
 
“È un p-piacere conoscerti.” Sorrido mentre sento le mie guance riscaldarsi. Devo ammetterlo, adoro i Five Seconds of Summer.
 
“Gemma stava per dirci qualcosa, prima che arrivaste. Che succede, tesoro?” Le chiede Anne dolcemente e tutti gli occhi dei presenti si puntano su Gemma.
 
“Beh, ecco.” Stringe una mano ad Ashton, che gli fa un cenno con la testa, e prende un respiro profondo. “Sono incinta di quasi tre mesi.” Sorride.
 
Anne spalanca gli occhi per la sorpresa e si porta una mano alla bocca. Giro lo sguardo su Harry e noto che anche lui è sorpreso.
 
“E, Ashton mi ha chiesto di sposarlo.” Prende una scatolina dalla tasca della felpa, la apre e ci mostra un anello.
 
“Oh, tesoro, congratulazioni.” Si avvicina a lei e la stringe in un abbraccio.
 
Ci congratuliamo tutti con loro e rimaniamo a conoscerti in salotto fino all’ora di cena.
 
Come primo incontro, devo dire, che non è andato tanto male.





Angolo Autrice,
buon pomeriggio a tutte. So che mi odierete per il ritardo, ma ho avuto dei problemi, l’ansia per l’inizio del nuovo anno scolastico e mi sono sentita poco bene, perciò perdonatemi. Allora, parto col dirvi che siete davvero adorabili nelle recensioni e vi ringrazio una a una per aver recensito, per aver messo la storia tra le preferite, ricordate e seguite. Finalmente è arrivato il giorno dell’incontro con la madre di Harry e il resto della sua famiglia e, anche Gemma ed Ashton (li shippo troppo insieme *w*) portano buone notizie; lei aspetta un bambino e si sposeranno. Che ne pensate del capitolo? Io spero con tutto il cuore che vi piaccia perché mi sono impegnata molto per scriverlo. Avete ascoltato Fireproof? Il l’ascolto almeno cento volte al giorno. ** Beh, non so cos’altro dire, perciò alla prossima!
Reds xx

 

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Capitolo 25
*** Capitolo Ventitré. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
“Perciò tesoro, ora
Prendimi tra le tue amorevoli braccia
Baciami sotto la luce di mille stelle
Posa la tua testa sul mio cuore che batte
E sto pensando ad alta voce che
Forse abbiamo trovato l'amore proprio dove siamo”
Ed Sheeran – Thinking Out Loud.
 
Capitolo Ventitré.
 
La cena è andata benissimo. Mi hanno fatto sentire a mio agio, la cena preparata da Anne era assolutamente deliziosa e hanno gradito il dolce al cioccolato che ho preparato.
 
Credevo prendessero la notizia in un modo diverso –quasi come aveva previsto Celine-, invece hanno accolto me i bambini come se facessimo già parte della famiglia e ne sono molto felice.
 
Ora sto lavando i piatti con Anne mentre chiacchieriamo tranquillamente. Asciugo un altro piatto con lo straccio, mi alzo sulle punte e lo rimetto al suo posto nella credenza.
 
“Che lavoro fai?” Chiede la donna al mio fianco sorridendo dolcemente.
 
Sto per risponderle, ma vengo bloccata da qualcuno che mi tira la manica della maglia. Abbasso lo sguardo e vedo Leonardo, che sbadiglia e si stropiccia un occhio con la mano chiusa in un pugno.
 
“Mamma, tanto sonno.” Dice allungando le braccia verso di me.
 
“Vieni qui.” Lo prendo in braccio, dopo aver appoggiando lo straccio accanto al lavandino. “Porto Leonardo a dormire, torno subito.” Mi giro verso Anne sorridendo.
 
“Va’ pure. Continuiamo dopo la nostra chiacchierata.” Mi fa cenno di andare, senza smettere di sorridere.
 
“Certo.” Annuisco ed esco dalla cucina per andare al piano di sopra, dove si trovano le stanze.
 
Cammino per il corridoio fino ad arrivare alla stanza degli ospiti, dove dormiranno i bambini, apro la porta e vedo Harry steso sul letto con Lorenzo al suo fianco che dorme beatamente.
 
“Hey.” Sussurro, attirando la sua attenzione.
 
“Hey.” Sorride mentre ci guarda. “Anche lui sta per crollare, finalmente.” Dice indicando Leonardo.
 
“Già.” Mi avvicino e mi stendo al suo fianco mettendo Leo tra di noi.
 
Il piccolo si rannicchia più vicino ad Harry e poco a poco il suo respiro diventa regolare e lento, segno che finalmente dorme.
 
Ci alziamo silenziosamente dal letto e mettiamo due cuscini ai loro lati, per evitare che durante la notte cadano.
 
Accostiamo la porta e scendiamo al piano di sotto. Gemma, Ashton, Robin e Anne si trovano in soggiorno mentre intrattengo una conversazione. Harry si siede sulla poltrona a destra del divano e mi prende per i fianchi, facendomi sedere sulle sue gambe.
 
“Allora, stavamo dicendo del tuo lavoro.” Dice Anne concentrando l’attenzione su di me.
 
“Bè, lavoro semplicemente come cameriera da Nando’s.” Alzo le spalle.
 
“E’ comunque un lavoro.” Ribatte Gemma con una risata.
 
“Sei venuta qui solo con i bambini?” Chiede Robin.
 
“No, sono qui con delle amiche. Chiara, elisa e Celine, quest’ultima lavora con me mentre Elisa lavora nell’asilo in cui vanno Lorenzo e Leonardo, Chiara studia ancora, si deve diplomare.” Spiego brevemente.
 
“Tu sei diplomata?” Chiede ancora.
 
“Si, io e Celine abbiamo frequentato una scuola alberghiera professionale.” Sorrido.
 
“Quindi siete delle cuoche.” Afferma Ashton.
 
“Già, invece siamo finite a fare le cameriere.” Ridacchio.
 
“Invece dei tuoi genitori che ci dici? Come hanno preso la notizia della gravidanza?” Domanda Anne.
 
Cazzo! Speravo non mi facessero mai questa domanda.
 
Mi irrigidisco e nel frattempo mi torturo le mani nervosamente. Harry deve accorgersene perché mi stringe per la vita in modo rassicurante.
 
“Loro… diciamo che l’hanno presa… abbastanza bene.” Sforzo un sorriso.
 
“Potremmo invitarli al matrimonio.” Propone Gemma. “Così avremo anche l’opportunità di conoscerli.”
 
“Questa è un’ottima idea.” Concorda Anne.
 
Merda.
 
“Saranno sicuramente felici di venire.” Sorrido forzatamente.
 
 
Fare di nuovo l’amore con Harry dopo esserci rincontrati è una delle cose più belle che mi siano mai successe in questi ultimi mesi. È come essere tornati indietro di due anni in quella stanza d’albergo a Milano, ma tutto è diverso.
 
Non ho più quell’ansia che mi divorava, non sono più inesperta e non ho paura di svegliarmi il giorno dopo senza di lui al mio fianco.
 
Il pensiero che la sua famiglia possa sentirci compare nella mia mente e apro gli occhi.
 
“Harry.” Gemo mentre conficco le unghie nella pelle della sua schiena. “Ci sentiranno.” Ansimo.
 
“No, se… fai piano.” Dice tra una spinta e l’altra.
 
“Come faccio?” Borbotto con il fiatone.
 
Mi bacia con trasporto e affonda di nuovo in me prima di venire con un gemito prolungato che si spenge sulle mie labbra, io vengo subito dopo con un sospiro.
 
Rimane dei minuti al mio interno mentre ci baciamo, così, uniti.
 
“Ora togliti Harry, mi pesi.” Rido.
 
Sbuffa scocciato e si sfila da me, si toglie il preservativo, lo annoda e lo getta via.
 
Torna sul letto, si stende sotto le coperte, appoggia la testa sul mio seno e circonda la mia vita con un braccio, stringendomi a lui.
 
Infilo una mano tra i suoi capelli e comincio a intrecciarli alle mie dita.
 
“Quando mamma ha chiesto dei tuoi genitori, ti sei irrigidita, è successo qualcosa?” Dice rompendo il silenzio che si era creato cogliendomi di sorpresa.
 
Alza i suoi occhioni smeraldi su di me ed io sobbalzo leggermente, distogliendo lo sguardo.
 
Deglutisco. Come faccio a dirgli che papà non l’ha presa molto bene quando gli ho detto della mia gravidanza, soprattutto di chi fossi incinta?
 
Non si sarebbe mai aspettato che la sua “bambina” sarebbe tornata dal viaggio a Milano incinta di una pop star.
 
“Papà, lui…” Sospiro riportando lo sguardo su di lui, che non ha smesso un secondo di guardarmi. “Non ha preso molto bene la notizia della gravidanza. Era arrabbiato, soprattutto con te.” Borbotto l’ultima frase sperando che non mi senta.
 
“Cosa?!” Sbotta tirandosi su a sedere, in modo che le coperte scivolino a coprirgli la vita, e si copre il viso con le mani.
 
“N-Non devi preoccuparti, sono passati due anni ormai Harry. Adora i bambini, sa che sei con noi e che vuoi prenderti cura di loro. Gli passerà.” Lo seguo coprendomi il seno con la coperta e appoggio una mano sulla sua spalla sorridendo, per rassicurarlo.
 
“Merda!” Impreca sbattendosi una mano sulla fronte. “Non lo conosco nemmeno, se ha già questa impressione di me, non immagino cosa penserà dopo il nostro incontro.” Borbotta passandosi una mano tra i capelli.
 
“Mio padre non è così tanto male.” Faccio una smorfia e scrollo le spalle. “È solo un po’ protettivo nei miei confronti. Vedrai che gli piacerai, ne sono sicura.” Gli faccio l’occhiolino e lascio un bacio sulla sua guancia.
 
“Lo spero.” Sospira abbassando lo sguardo.
 
Mi metto seduta sulle sue gambe, prendo il suo viso tra le mani e alzo il suo sguardo, facendolo incrociare con il mio. “Ti amo.” Dico, prima di baciarlo sulle labbra a stampo.
 
“Ridillo.” Dice contro le mie labbra appoggiando le mani sui miei fianchi.
 
“Ti amo così tanto.” Sussurro prima di ribaciarlo, ma stavolta con più passione.
 
Picchietta con la lingua sulle mie labbra, le dischiudo e le nostre lingue entrano in contatto.
 
Senza interrompere il bacio si stende sul morbido materasso facendomi stendere sopra di lui.
 
Ci allontaniamo per riprendere fiato, una sua mano si allunga verso il mio viso, mi accarezza una guancia e sposta i ciuffi di capelli che sono caduti sui miei occhi.
 
“Ti amo.” Dice con voce roca sorridendo.
 
Ricambio il sorriso e riporto le mie labbra sulle sue.
 
Prendo i bordi della coperta e la trascino sopra di noi, per ripararci dal freddo.
 
Circonda la mia vita con le braccia e in un batter d’occhio mi ritrovo stesa sotto di lui.
 
Ridacchio contro le sue labbra, riprendo a baciarlo e infilo le mani tra i suoi capelli.
 
Le sue labbra passano a baciarmi il collo ed entra dentro di me, di nuovo, riprendendo a fare l’amore.



Angolo autrice,
buonasera a tutte.
Comincio col dire che mi dispiace per questo lunghissimo ritardo, ma la scuola è ricominciata e sono stata sommersa da verifiche e interrogazioni di ogni materia. Questo non è un buon periodo per me, sto poco bene e sto traslocando perciò se non aggiorno più quasi tutti i giorni, vi prego, capitemi. Sono riuscita a trovare un po’ di tempo solo ora perché ci tenevo a postare questo capitolo – che spero vi piaccia- . beh, ora parliamo del capitolo, sono sicura che non vi interessa la storia della mia vita, perciò… che ne pesante di questo capitolo? A me piace molto. Gli ‘Heronica’ mi piacciono sempre di più e a voi? E di ciò che ha detto Veronica ad Harry di suo padre che ne pensate? Lasciate una recensione, mi raccomando. Anche voi lettori/lettrici silenziosi lasciatene una, mi fa piacere ricevere nuovi commenti per sapere che cosa ne pensate della storia e, se volete, datemi anche dei consigli per migliorare il mio modo di scrivere. (:
Per questo capitolo ho ascoltato la canzone di Ed Sheeran, mi piace da moire e il testo è davvero bello. **
Ringrazio tutte quelle che seguono la storia, siete dolcissime nelle recensioni. Grazie! :* <3
Ora devo andare,
alla prossima (che spero sia al più presto).
Reds xx 



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Capitolo 26
*** Capitolo Ventiquattro. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
“Tu ed io
non vogliamo essere come loro
noi possiamo farcela fino alla fine
niente si può mettere tra di noi
Nemmeno gli Dei sopra di noi possono separarci
No niente si può mettere tra me e te
Oh, tu ed io”
 One Direction – You & I.
 
Capitolo Ventiquattro.
 
Uno strano ronzio risuona nella stanza rovinando i miei sogni e apro gli occhi, trovandomi poco distante dal viso di Harry. Ha gli occhi chiusi, le labbra gonfie e dischiuse, il suo respiro esce a piccoli sbuffi dalla sua bocca e ha un’aria rilassata.
 
Sorrido e accarezzo una sua guancia mentre il fastidioso ronzio termina, facendo ritornare il silenzio nella stanza. Ieri sera è stato tutto bellissimo. Lui, io… eravamo come un’unica cosa.
 
Non mi ero sentita così bene dal nostro primo incontro.
 
Faccio per avvicinarmi a lui per lasciargli un bacio a fior di labbra, ma quel fastidioso ronzio riprende a risuonare intorno a noi. Borbotto infastidita, allungo una mano verso il comodino, prendo il cellulare e mi tiro su a sedere coprendomi il seno con il piumone.
 
Guardo di chi si tratta e vedo il nome di mia madre sullo schermo. Digito il pulsante verde e mi porto l’apparecchio all’orecchio.
 
“Pronto?” Chiedo con la voce impastata dal sonno sussurrando per non svegliare Harry.
 
“Tesoro, spero di non averti svegliata.” Risponde dolcemente mia madre.
 
“Non preoccuparti, ero già sveglia.” Mi porto le ginocchia al petto e mi passo una mano tra i capelli. Piccola bugia.
 
“Com’è andata la cena con la famiglia di Harry?” Chiede cambiando discorso.
 
“Benissimo, mi hanno fatto sentire parte della famiglia.” Sorrido al ricordo di ieri sera.
 
“Sono felice per te.” Dal tono di voce mi sembra sorridere. “Mi dispiace non essere venuta per la recita dei bambini, ma il tempo per viaggiare non era dei migliori.” Sospira.
 
“Oh, non preoccuparti. Chiara ha fatto un video, lo vedrai quando verrete a trovarci.” Mi alzo dal letto, mi avvicino alla valigia e m’infilo la biancheria intima, un maglioncino di lana e dei pantacollant neri, mentre continuo a parlare al cellulare.
 
“I bambini sono svegli?” Chiede dolcemente in seguito.
 
“Vado a controllare.” Rispondo infilandomi le pantofole ai piedi.
 
Esco dalla camera di Harry stando attenta a non fare rumore e cammino silenziosamente verso la camera degli ospiti, dalla quale sento delle risate e i piccoli parlare.
 
Mi avvicino alla porta socchiusa e vedo Lorenzo e Leonardo nascondersi sotto le coperte mentre ridacchiano e complottano tra di loro. “Mamma sta allivando”, “Non ci tlovela mai”, “Si paventela”, riesco a sentire.
 
Mi porto una mano davanti alla bocca soffocando una risata e busso alla porta, attirando la loro attenzione, visto il silenzio che si è formato.
 
“Leo, Lori… Siete svegli?” Chiedo in un sussurro stando al loro gioco, mentre entro nella stanza.
 
Silenzio.
 
“Forse sono al piano di sotto con Anne.” Borbotto tra me e me guardando il letto.
 
Sorrido, mi avvicino a loro senza fare rumore, prendo il bordo della coperta e li scopro, facendoli urlare e ridere.
 
“Siete dei monelli.” Rido con loro e comincio a fargli il solletico, dimenticando di essere al telefono con mamma.
 
“No, bata!” Mi supplica Lori mentre si contorce dalle risate.
 
“Okay, la smetto.” Rido alzando le mani. “Fatemi spazio.” Gattono fino al centro del letto e mi metto seduta tra di loro, appoggiando la schiena alla testiera del letto.
 
“Vero?” La voce robotica di mia madre attira la mia attenzione e riporto l’apparecchio all’orecchio.
 
“Mamma, scusa mi sono distratta.” Ridacchio guardando i bambini. “Volete parlare con nonna?”
 
“Si!” Esclamano in coro sorridendo alzandosi in piedi sul letto.
 
Attivo il vivavoce ridendo e do il cellulare in mano a Leonardo. “Puoi parlare, mamma.” Le dico.
 
“Bambini, come state?” Chiede dolcemente, sicuramente sorridendo.
 
“Bene!” Esclamano. “E tu?” Chiedono in seguito.
 
“Benissimo. Vi piace stare con papà?”
 
“Si!”
 
Continuano a parlare, mentre io mi avvicino alle loro borse per prendere qualche vestito.
 
Guardo fuori dalla finestra e noto le strade bianche per colpa della neve. Sicuramente quando si accorgeranno della neve vorranno uscire, perciò decido di prendere qualcosa di caldo.
 
Mi chiedo se Harry stia ancora dormendo…
 
“Mamma.” La voce di Lorenzo attira la mia attenzione e abbasso lo sguardo su di lui. “Nonna vuole palale con te.” Dice sorridendo mettendo in mostra le sue piccole fossette.
 
“Grazie piccoletto.” Prendo il cellulare, me lo porto all’orecchio e gli scompiglio i capelli. “Che succede, mamma?” Le chiedo.
 
“Sono felice che i bambini si trovino bene con Harry e la sua famiglia.” Risponde dolcemente.
 
“Si, anche io.” Sorrido pensando alla sua famiglia e mi torna in mente che Gemma ed Ashton hanno deciso di sposarsi… Dovrei dirlo a mamma?
 
Mamma, devo dirti una cosa.” Le dico mentre mi metto seduta accanto ai bambini, che mi guardano curiosi.
 
“Dimmi, sono tutta orecchie.” Dice con una risatina finale.
 
“Gemma, la sorella di Harry, si sposa e mi ha chiesto se potevate venire, così vi conoscete.” Gioco con le dita con il piumone del letto.
 
“Che bel pensiero, certo che mi farebbe piacere venire!” Esclama entusiasta.
 
“Oh, perfetto.” Gli angoli della mia bocca si alzando formando un sorriso. “Pensi che papà penserà la stessa cosa?” Mi mordo il labbro inferiore.
 
“Non preoccuparti di tuo padre, ha ancora un po’ di rancore nei confronti di Harry, ma gli passerà, vedrai.” Dice sicura di se facendomi rilassare.
 
“Mamma, vieni!” Urla qualcuno dall’altra parte del telefono e riconosco mia sorella Valentina.
 
“Devo andare, Veri. Ci sentiamo, saluta la famiglia di Harry.”
 
“Certo. Tu saluta papà e Valentina.” Sorrido e chiudo la chiamata.
 
Appoggio il cellulare sul comodino accanto al letto e guardo i bambini. “Adesso ci vestiamo e andiamo a svegliare papà, okay? Però dobbiamo fare piano.”
 
Annuiscono, chiudono la bocca e fanno finta di buttare via la chiave. Prendo i vestiti, preparati precedentemente, e comincio a vestirli.
 
Una volta finito usciamo senza far rumore camminiamo verso la camera di Harry.
 
Entriamo silenziosamente e ci avviciniamo al letto, faccio cenno ai bambini di salire e loro lo fanno, urlando e saltando.
 
“Papà, sveglia!” Urla Leonardo saltando sopra di lui.
 
Vedo Harry stringerlo tra le braccia, stenderlo sul letto e cominciare a fargli il solletico, mentre Lorenzo ed io scoppiamo a ridere.
 
Mi metto seduta accanto ad Harry e prendo Lorenzo tra le braccia. “Buongiorno.” Dico prima di baciarlo sulle labbra.
 
“Eww.” Borbottano i bambini coprendosi gli occhi con una mano.
 
Harry ed io ridiamo.
 
“Possiamo andale sulla neve?” Chiede Leonardo indicando la finestra.
 
“Certo.” Dice Harry sorridendo. “Prima andate a fare colazione da nonna, io mi vesto e andiamo in giardino, okay?” Riporta Leonardo con i piedi per terra e, insieme a Lorenzo, corre al piano di sotto.
 
“Andate piano!” Urlo sperando che mi sentano.
 
Harry appoggia la testa sulle mie gambe e circonda la mia vita con le braccia. “Mi piace questo risveglio.” Dice chiudendo gli occhi.
 
Sorriso e infilo una mano tra i suoi capelli accarezzandoli.
 
“Mi ha chiamato mia madre.”
 
“Che ti ha detto?” Chiede aprendo gli occhi.
 
“Mi ha chiesto come stavo, dei bambini e le ho accennato del matrimonio di tua sorella.” Sorrido al ricordo delle parole dette da mia madre.
 
“E che ha detto? Le fa piacere venire, oppure no? Non deve venire per forza se…” Dice freneticamente tirandosi su a sedere, ma prima che possa continuare lo fermo.
 
“Calmati Harry.” Porto le mani davanti al suo viso ridendo. “Ha detto che le farebbe piacere venire.” Sorrido e gli accarezzo una guancia.
 
Si rilassa e un sorriso si fa spazio sul suo viso. “Notizia migliore non potevi darmela.” Prende il mio viso tra le mani, mi stende sul letto e mi bacia sulle labbra.
 
Ridacchio e ricambio il bacio.
 
“Voglio chiederti una cosa, Vero.” Dice contro le mie labbra guardandomi negli occhi.
 
“Cosa?” Chiedo curiosa inarcando un sopracciglio.
 
“Vieni a vivere con me.”
 
Dischiudo le labbra e spalanco gli occhi.
 
Ho capito bene?
 
Harry mi ha appena chiesto di andare a vivere da lui con i bambini?
 
Andare a vivere con lui sarebbe bellissimo –sia per me che per Leo e Lori- ma non sarebbe una cosa troppo affrettata? Voglio dire, non che non mi farebbe piacere, solo… Stiamo insieme da soli quattro mesi.
 
E come faccio con l’affitto della casa con le ragazze?
 
“Io… Non lo so.” Mi torturo le dita e incastro il labbro inferiore tra i denti. “Devo pagare l’affitto con le altre, dovrei parlarne con loro.”
 
“Ci penso io.” Sorride facendo comparire le fossette ai lati della sua bocca.
 
“Harry.” Lo guardo riducendo gli occhi a due fessure e dandogli un leggere schiaffo sul petto scoperto. “Non voglio che spendi altri soldi per me.”
 
“Okay, non spenderò altri soldi per te.” Ridacchia e scuote la testa facendo in modo che dei ciuffi di capelli gli cadano davanti agli occhi. “Ma tu…” Mi punta un dito contro. “Devi venire a vivere con me.”
 
Ridacchio e mi passo una mano tra i capelli.
 
Posa le labbra sulle mie, circondo il suo collo con le braccia e ricambio il braccio, prima di essere interrotti dalle voci dei bambini che ci chiamano.
 
“Mamma, papà!” Urlano dal giardino.
 
Ci allontaniamo, scendiamo dal letto e ci avviciniamo alla finestra, che da proprio sul giardino. I bambini stanno facendo il pupazzo di neve con Gemma e Ashton.
 
“Andiamo da loro.” Mi avvicino alla valigia, m’infilo il piumino, gli stivali e aspetto che Harry sia pronto.
 
Scendiamo al piano di sotto, usciamo in giardino e ci uniamo a loro per fare il pupazzo.
 
Ora ho tutto quello che ho sempre desiderato, e spero che duri per sempre.
 
Angolo autrice,
buon pomeriggio, splendori! Come state? (:
questa volta sono stata più veloce ad aggiornare, visto? Anche se questo è solo un capitolo di passaggio, dove Harry chiede a Veronica di andare a vivere insieme e la madre la rassicura dicendole che non deve preoccuparsi per il padre perché il rancore che ha nei confronti di Harry passerà e, nel prossimo sarà capodanno e ci sarà il ritorno di un personaggio, ma lascio a voi indovinare di chi si tratta. ;) I bambini sono adorabili, io li adoro aw. Che ne pensate dal capitolo voi? Lasciate una recensione per farmelo sapere, ci conto. Anche voi lettrici/lettori silenziosi lasciatene una, così mi faccio un’idea di cosa ne pensate. (:
seguitemi su Wattpad, sono: www.wattpad.com/user/needacurlyboy
ora vado a vedere American Horror Story (anche se dovrei studiare economia e storia D:) mi sono innamorata di questa serie tv e sono quasi arrivata alla fine della seconda stagione!  Voi lo avete mai visto? Così ci conosciamo meglio. :D
alla prossima,
Reds xx

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Capitolo 27
*** Capitolo Venticinque. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
Capitolo Venticinque.
 
Siamo tornati a Londra da un paio di giorni. Il Natale è andato benissimo, Anne ed io abbiamo preparato un pranzo delizioso e i bambini hanno ricevuto molti regali. Sono stati tutti gentili; con Gema ho istaurato un rapporto di amicizia e, domani, la sera di Capodanno, verrà da noi per festeggiare con Ashton che – da quando ha scoperto di essere incinta – è diventato la sua ombra.
 
Anne ed io ci siamo scambiate qualche ricetta, ci siamo conosciute meglio e posso dire che è una persona adorabile, molto dolce e sensibile. Purtroppo, lei e Robin, non potranno raggiungerci per domani sera.
 
Nel periodo in cui siamo stati a Holmes Chapel, Harry mi ha fatto conoscere qualche suo vecchio amico e la città. È tutto molto bello e si conoscono tutti.
 
Per Natale mi ha regalato un bracciale con dei ciondoli – davvero bello – ed io gli ho regalato una collana con un ciondolo, nel quale sono incisi i nostri nomi e quelli dei bambini. Devo dire la verità… Non sapevo cosa regalargli – ero molto indecisa -, ma poi ho visto quella collana e me ne sono innamorata.
 
Des, suo padre, ci ha raggiunto questa mattina per passare dei giorni con noi. È molto gentile, simpatico e, quando parlava con i bambini, era molto dolce e i suoi occhi brillavano. Sicuramente, perché gli ricordavano il suo bambino ormai cresciuto.
 
Appena sono tornata a casa Harry ha insistito molto per trasferirmi subito da lui ma, dopo averne parlato con le ragazze, ho deciso di trasferirmi da lui dopo le vacanze natalizie. Elisa, Chiara e Celine erano molto felici per me.
 
Harry ha portato i bambini allo zoo con suo padre. Leo e Lori erano contentissimi di poter andare.
 
Celine – stranamente piena di energia – mi ha mandato a fare la spesa per il cenone di domani sera. Saremo in tredici; Zayn ha deciso di restare con i suoi genitori e le sue sorelle a Bradford – era molto triste dopo l’annullamento dell’attesissimo matrimonio con Perrie -. Lei ha deciso di interrompere il fidanzamento perché entrambi erano molto impegnati con il lavoro e a mala pena si vedevano. Non sa cosa si perderà.
 
Ma tornando a parlare di Celine! Mi ha dato la lista della spesa e mi ha sbattuto fuori di casa dicendomi di fare in fretta perché non vedeva l’ora di mettersi al lavoro. Strano, troppo strano. Ho un’idea di chi potrebbe essere la colpa: Liam. Tra loro va tutto bene, lui voleva portarla a casa dei suoi genitori per Natale ma lei ha detto che era troppo presto… Ma io so che stava per farsela sotto quando Liam glielo ha proposto.
 
Un ghigno compare sul mio viso, ma cerco di nasconderlo alle altre persone che fanno la spesa per non essere scambiata per una pazza.
 
Mi avvicino al banco del pesce, prendo il ticket e aspetto il mio turno.
 
I miei genitori non potranno raggiungerci nemmeno per Capodanno, tutta colpa del mal tempo. Mi mancano da morire, soprattutto mia sorella. Ricordo che litigavamo per qualsiasi cosa, anche la più stupida.
 
Sento una voce robotica chiamare il mio numero, alzo una mano, il pescivendolo si mette davanti a me e con il sorriso mi chiede di cosa ho bisogno.
 
Gli passo la lista, mi guarda per qualche secondo e poi prepara ciò che ho richiesto.
 
Elisa è uscita a fare una passeggiata con Louis per le strade innevate di Londra. Sono davvero carini insieme, lei è molto felice e anche li. Hanno passato il Natale a casa della famiglia di Louis, mi ha detto che si è trovata bene e che i due piccoli gemellini, Ester e Doris, non volevano lasciarla andare quando era il momento di tornare.
 
Chiara, invece, ha passato il Natale a casa dei suoi genitori, in Italia, lontano da Niall, il quale è andato  in Irlanda. Torneranno entrambi questo pomeriggio, anzi, a quest’ora dovrebbero già essere in aeroporto. Loro stanno facendo le cose con calma, nessuno dei due ha intenzione di correre troppo in questa relazione.
 
“Ecco a te.” Dice l’uomo passandomi delle buste.
 
“Grazie.” Le prendo e le metto nel carrello.
 
Guardo la lista per controllare se ho preso tutto e vedo che devo prendere soltanto qualcosa da bere. Mentre ero a Holmes Chapel, il mio datore di lavoro e di Celine, le ha dato i nostri stipendi e – in più – i miei genitori mi hanno mandato qualche soldo perciò non ho problemi per pagare.
 
Mi avvicino allo scaffale, prendo due bottiglie di champagne e un paio di bibite gassate.
 
Vado alla cassa, pago, metto tutte le borse nel carrello e cammino verso l’uscita del centro commerciale. Ad attirare la mia attenzione, però, è una vetrina di una boutique d’intimo; un manichino sta indossando un completo rosso con dei fiocchetti neri sule mutandine e dei reggi calze. Mi pace, mi chiedo se piacerà anche ad Harry.
 
Prendo il cellulare dalla tasca dei jeans, lo sblocco e, dopo aver guardato che non ci sia nessuno intorno a me, scatto una foto al completo d’intimo e l’invio ad Harry tramite Whatsapp.
 
“Ti piace? :*”
 
Spero solo che i bambini o suo padre non la vedano, sarebbe imbarazzante!
 
Aspetto la risposta, che non tarda ad arrivare.
 
“È un regalo per domani?”
 
Ridacchio divertita scuotendo la testa e rispondo al messaggio, prima di riportare il cellulare in tasca. Entro nella boutique, chiedo alla commessa del completino d’intimo in vetrina; sparisce in magazzino e ritorna con il completo della mia taglia.
 
 
“Sono a casa!” Annuncio entrando in casa cercando di non far cadere le buste. Silenzio… Ancora non è tornato nessuno.
 
Chiudo la porta di casa con un piede e vado in cucina, da dove provengono dei rumori. Celine è dietro al bancone che sistema delle pentole.
 
Appoggio le buste sul tavolo e mi avvicino a lei. “Che stai facendo?” le chiedo mettendomi a sedere su uno degli sgabelli presenti intorno al bancone.
 
“Ehm, sto cercando… Quella padella per friggere le sogliole.” Si tira su con il busto, si gira a guardarmi e si passa una mano tra i capelli, spostandoli dal viso.
 
“Oh.” Annuisco mentre la vedo riprendere a guardare nel cassettone.
 
“Mmh, ci sono quasi.” Dice mordendosi la lingua. “Presa!” Esclama alzandosi in piedi stringendo la padella in una mano. “Era finita in fondo.”
 
“Devo farti vedere una cosa!” Esclamo scendendo dallo sgabello per prendere la bustina della boutique di intimo. Estraggo il completo, mi giro verso di lei e glielo mostro. “Ti piace?” Le mie labbra si alzano in un sorrisino malizioso e lei scoppia a ridere.
 
“Hai già pensato di fare scintille domani sera?” Prende il reggiseno tra le mani e lo osserva divertita.
 
Alzo le spalle sorridendo.
 
Lo appoggia sul tavolo e torna dietro al bancone per sistemate le buste. Faccio per fare lo stesso, dopo aver appoggiato le mutandine accanto al reggiseno, ma il suono del campanello mi blocca.
 
“Vai ad aprire tu?” Mi chiede sorridendo dolcemente.
 
“Okay.” Esco dalla cucina, mi avvicino alla porta e la apro ritrovandomi davanti all’ultima persona che mi sarei mai aspettata di trovare.
 
“Andrea?” Chiedo confusa, ma sorridendo prima di stringerlo in un abbraccio. Che cosa ci fa qui? Non sapevo sarebbe venuto a trovarci! “Che ci fai qui?” Gli chiedo dopo essermi allontanata.
 
“Sono venuto a passare il Capodanno in vostra compagnia. Mi ha invitato Celine.” Spiega con un sorriso.
 
“Vieni, entra.” Mi sposto per farlo passare, chiudo la porta e andiamo in cucina.
 
“Ciao Andreaaa!!” Urla Celine mentre gli corre incontro e lo abbraccia.
 
Lui ricambia l’abbraccio ridacchiando.
 
“Non mi avevi detto che sarebbe venuto.”
 
“Me ne sono dimenticata.” Dice con un’alzata di spalle mentre torna dietro al bancone.
 
“E questo?” Chiede Andrea divertito.
 
Sposto lo sguardo su di lui e lo trovo a guardare il mio completino intimo. “È suo.” Indico Celine.
 
“Che?” sclama lei sorpresa.
 
“Eh si, oggi torna Liam.” Enfatizzo la cosa con dei movimenti di sopracciglia.
 
“Le coppe del reggiseno sono un po’ troppo grandi.” Osserva Andrea.
 
“Tsè.” Celi gli lancia un’occhiataccia e prende il completino in mano. “A Liam piacerà comunque.” Borbotta acidamente prima di andarsene.
 
Andrea ed io ci guardiamo per qualche secondo prima di scoppiare in una fragorosa risata. Mi è mancato ridere con lui, mi è mancato lui.
 
 
Io, Andrea e Celine ci siamo messi al lavoro cucinando le sogliole alla mugnaia. Ridiamo come dei cretini, facciamo i versi e ricordiamo i bei tempi.
 
“Vi ricordate la prima volta che la professoressa ci ha fatto cuocere le sogliole?” Domanda Celine. “Tu eri schifata.” M’indica ridendo.
 
“Certo! Voi due cretini giocavate con quei pesci puzzolenti e cercavate di colpirmi ogni tre per due!” Sbotto indignata.
 
Andrea prende una sogliola in mano e me la sventola davanti al viso.
 
“Andrea!” Urlo schifata. “Se non la smetti, non vi aiuto più!”
 
“Perché tanto ci stavi aiutando, vero?” Inarca un sopracciglio Celine.
 
“Stupida.” Le faccio la linguaccia.
 
“Ehi! Vi ricordate il famoso diciassettesimo?” Chiede maliziosa.
 
“Ti prego, no.” Mi copro il viso mentre Andrea ridacchia.
 
“Avevamo praticamente preparato tutto. I tuoi erano usciti con i bambini e tutto era pronto. Accendiamo la luce e vi troviamo avvinghiati, tu con la lingua nella sua bocca e tu con la mano nelle sue mutande. È stata la scena più esilarante che io abbia mai visto!” Scoppia a ridere.
 
“Falla finta.” La schiaffeggio su un braccio. “Che vergogna.”
 
“Dopo a tavola lo racconto.”
 
“Sei impazzita!?” Urlo spalancando gli occhi.
 
I due cominciano a ridere ed io non posso far altro che unirmi alle loro risate contagiose. Mancano solo Elisa e Chiara e sarebbe come tornare indietro nel tempo.
 
La porta d’ingresso viene aperta, smettiamo di ridere, ci giriamo a guardare di chi si tratta e vedo Harry, suo padre e i bambini che, appena vedono Andra corrono ad abbracciarlo.
 
“Quanto siete cresciuti dall’ultima volta che ci siamo visti.” Li guarda uno ad uno dalla testa ai piedi.
 
“Noi siamo glandi!” Esclamano alzando le braccia in aria. “E abbiamo bisto i pinguini.” Continua Lorenzo prima di iniziare ad imitarli con il fratello tutti infagottati dai giacchetti, sciarpe e cappelli.
 
“E poi, e poi abbiamo bisti i leoni, le foche, i delfini…”
 
“Okay, okay. Ora calmatevi.” Ridacchio interrompendo Leonardo.
 
Mi abbasso alla sua altezza e lo libero dagli indumenti in eccesso mentre Andrea fa lo stesso con Lorenzo.
 
“Papà ci ha comprato lo tucchero filato.” Afferma Lori.
 
Alzo lo sguardo su Harry e lo trovo a fissare in malo modo Andrea.
 
Sento Celine al mio fianco che si china vicino al mio orecchio ridacchiando. “Sta meditando di ucciderlo.”
 
Sospiro e torno dritta mentre Celine si occupa di Leonardo.
 
“Andrea, lui è Des il padre di Harry. Des, lui è un mio caro amico del liceo.” Li presento.
 
Andrea si alza in piedi e stringe la mano a Des prima di guardare Harry. “Ciao Harry.”
 
“Ciao Andrea.” Lo saluta freddamente.
 
La tensione che c’è tra loro si può benissimo tagliare con un coltello da quanto è palpabile. Dio, è imbarazzante.
 
Il silenzio viene spezzato dalla porta d’ingresso che si apre così tiro un sospiro di sollievo. Niall, Chiara, Louis, Elisa e Liam fanno il loro ingresso in cucina e la confusione distrae un po’ tutti; Harry si avvicina cautamente e mi blocca tra il suo corpo e il ripiano dei fornelli.
 
“Perché lui è qui?” Sussurra a denti stretti.
 
“Lo ha invitato Celine per passare in Capodanno con noi.” Spiego tranquillamente.
 
Lui manda un’altra occhiataccia ad Andrea e una a Celine, che ricambia con un sorriso a tutti denti che se è possibile fa incazzare ancora di più Harry. Le mando un’occhiata torva e semplicemente alza le spalle prima di prestare attenzione a Liam.
 
“Devi stare tranquillo, okay?” Gli lascio un piccolo bacio sulle labbra. “Sai di zucchero filato.” Ridacchio.
 
Finalmente sorride, mi da un bacio e andiamo a salutare gli altri.





Angolo autrice,
buonasera a tutte! Come state?
Forse questo è uno dei capitoli più lunghi che io abbia mai pubblicato in questa storia, spero che vi piaccia perché ci ho messo davvero tanto nel pensare cosa inserirci e a scriverlo. Non chiedetemi come mi è venuta in mente la scena in cui Veronica manda la foto del completo d’intimo a Harry, perché non lo so nemmeno io. È tornato Andrea! Io lo adoro, e voi piace come personaggio? La foto che vedete sopra l’ho fatto io, vi piace? L’ho fatto perché nei prossimi capitoli capirete i sentimenti di Andrea e ci saranno anche tante nuove notizie, ma non vi anticipo niente o vi rovino la sorpresa! Non sono carinissimi i bambini quando imitano i pinguini? Della reazione di Harry quando vede Andrea in cucina che cosa ne pensate? È esagerata oppure va bene? A me Celine fa morire della riste, e a voi? Che cosa succederà nel prossimo capitolo? Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto! (:
Per il capitolo ho ascoltanto: Pretty Hurts di Beyoncé. (che non c’entra niente con il capitolo, ma è molto bella e vi consiglio di ascoltarla!)
Ora vado a vedere Maze Runner – Il labirinto. Voi l’avete visto? (:
Grazie a tutte quelle che recensiscono, siete dolcissime!
Ringrazio anche chi ha messo la storia nelle preferite, ricordate e seguite. Grazie mille!
Alla prossima,
Reds xx

 

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Capitolo 28
*** Capitolo Ventisei. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
Capitolo Ventisei.
 
Celine ha addobbato l’intera casa con le piantine di vischio, sono ovunque. Nelle ultime due ore Harry ed io ci siamo baciati almeno venti volte, lui ne approfitta continuamente.
 
Andrea e Harry: la situazione non è migliorata, ieri sera erano seduti uno davanti all’altro ai capitavola e si sono mandati tutto il tempo delle occhiatacce. La situazione a pranzo non è stata delle migliori, si odiano.
 
Comunque, tra poco arriveranno Gemma e Ashton. Lei l’ha fatto sapere a Harry con un messaggio. La cena di stasera è già pronta da infornare, io, Celine e Andrea con lo scarso aiuto di Elisa e Chiara –non sono molto portate per la cucina- l’abbiamo preparata questa mattina.
 
“Hey Vee, posso parlarti?” Chiede Andrea affiancandomi.
 
“Certo.” Sorrido continuando però a sistemare i giocattoli dei bambini sopra al tavolo.
 
“Io… Sai è un po’…”
 
Il suono del campanello lo interrompe così vado ad aprire. Alla porta ci sono Ashton e Gemma.
 
“Ciao ragazzi.” Li saluto con entusiasmo prima di abbracciarli.
 
“Ciao Vero.”
 
“Guarda, ho portato una bottiglia di spumante.” Gem alza la bottiglia per mostrarmela.
 
“Che tu non puoi bere.” Dice Ash.
 
“Lo so.” Fa una smorfia.
 
Ridacchio e li faccio entrare. Gli altri vengono a salutarli e Celine prende la bottiglia di spumante.
 
“Vero! Con questa possiamo anche iniziare a bere!” Esclama con una ristata.
 
“Oddio no! Non come l’anno scorso!” Sbotta Chiara scuotendo la testa.
 
Celine ed io ci guardiamo complici mentre Liam e Harry ci guardano perplessi.
 
“È una cosa tra me e lei.” Spiega Celine prima di andarsene in cucina.
 
“Io voglio sapere però.” Si lamenta Liam. “È una cosa sporca! Per questo non me lo vuoi dire.”
 
“Liam! Come hai fatto a indovinare?” Si affaccia dallo stipite della porta fintamente sorpresa.
 
La guardano sconvolta ed io scuoto la testa. “Non è vero. Abbiamo solo alzato un po’ il gomito.”
 
“Un po’!? Scherzi?” Elisa mi guarda di traverso.
 
Muovo una mano a mezz’aria per chiudere il discorso e sorrido.
 
Un capodanno con il botto.
 
Andrea’s pov.
 
Mi siedo sul divano demoralizzato al massimo. Da quando sono qui a Londra, non sono riuscito a dire a Veronica che sono malato ai polmoni e che forse dovrò operarmi. Dopo che mi ha lasciato, ho ripreso a fumare, il doppio di prima.
 
Sento il divano affossarsi alla mia sinistra e sposto lo sguardo incontrando quello di Veronica.
 
“Allora, che volevi dirmi?” Chiede curiosa.
 
“Io…”
 
All’improvviso la codardia prende il sopravvento, so quanto tiene a me e mi sentirei in colpa a rovinarle l’anno nuovo.
 
“Andrea?” Mi richiama.
 
“Io… Niente d’importante, veramente.” Sorrido.
 
“Ma…”
 
Le urla di Leonardo la interrompono, mi lascia un’occhiata e, esitante, va a controllare che succede.
 
Sospiro e mi lascio andare del tutto sul divano.
 
 
Sono le undici e i festeggiamenti sono iniziati subito dopo cena. Liam, Louis, Niall e Ashton sono completamente andati; ora stanno circondando Des e cantano a squarciagola come dei perfetti ubriachi di fine anno.
 
Celine, Elisa, Chiara e Gemma li guardano divertite e anche un po’ esasperate. Lorenzo e Leonardo sono ancora svegli mentre Harry e Veronica sono seduti sul divano a fare i piccioncini. Mi sta tornando su la cena solo a guardarli.
 
“Avanti piccoli, è ora di andare a nanna.” Dice a un certo punto.
 
“Nooo. Bogliamo stae qui.” Protesta Lori.
 
“Non abbiamo ancoa sonno.” Continua Leo.
 
“E va bene, ma solo un altro po’.” Acconsente Harry.
 
Mezz’ora dopo i bambini sono KO sul tappeto ai piedi del divano, i quattro sono ancora più ubriachi e le ragazze gli stanno facendo un video da poterli così ricattare il giorno seguente.
 
“Portiamo i bambini a letto, torniamo subito.” Annuncia Veronica.
 
Nessuno sembra calcolarla così alza le spalle e prende Loreno in braccio mentre Harry Leonardo. Quando tornano, è quasi mezzanotte, Chiara va a prendere la bottiglia di champagne e iniziamo il conto alla rovescia.
 
“Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due uno… Buon anno!”
 
Finalmente è un nuovo anno, possiamo dimenticare quello vecchio e iniziarne un altro. Ci facciamo gli auguri, abbracciandoci uno con l’altro.
 
“Buon anno Andrea!” Esclama Veronica abbracciandomi.
 
“Buon anno anche a te, piccola.” Sorrido forzatamente.
 
Mi bacia una guancia e torna da Harry per poi afferrarlo per una mano e salire le scale.
 
E pensare che l’anno scorso c’ero io al suo posto.
 
“Ehi bambolo! Non ti ho invitato per startene in un angolo a tenere il muso.” Dice Celine avvicinandosi con uno shortino.
 
‘Fanculo! Lo afferro e lo mango giù, il primo di una lunga serie.
 
Harry’s pov.
 
“Fermo qui.” Sussurra Veronica, mentre mi spinge a sedere sul bordo del letto.
 
Ridacchio, un po’ per l’alcol e un po’ per il suo tono misterioso. Aspetto impazientemente per qualche minuto e quando sto per alzami e andare in bagno la porta si apre.
 
Veronica alza un braccio appoggiandolo allo stipite della porta mentre l’altra mano è appoggiata su un fianco. Indossa il completo intimo di cui mi ha mandato la foto, sul suo corpo sta molto meglio.
 
Il reggiseno è rosso con del pizzo nero sui bordi, anche le mutandine sono in quel modo solo completamente di pizzo e il reggicalze rosso con i laccetti neri che reggono calze a rete fina nere con i bordi di pizzo rossi.
 
“Wow.” Sussurro estasiato.
 
“Grazie.” Ride.
 
“Fatti guardare per bene.” Con un dito le indico di girare su se stessa e lei esegue. “Sei uno spettacolo da dietro.”
 
“Allora prendimi.”
 
Angolo autrice,
finalmente sono riuscita ad aggiornare! Comincio col dire che mi dispiace per questo lunghissimo ritardo, ma non avevo internet e l'ho rimesso solo ieri. Volevo aggiornare ieri sera, ma non ne ho avuto tempo e mia sorella ha tenuto il computer occupato tutta la sera. Oggi i ragazzi sono a Roma ed io sono rimasta a deprimermi tutto il pomeriggiosotto le coperte; voi siete andati a vederli o siete state nello studio dove hanno registrato la trasmissione? Fatemi sapere, sono curiosa. :) Ma, ora passiamo al capitolo; si parla dei sentimenti di Andrea (non so a voi, ma a me il suo personaggio piace tantissimo) e della sua malattia, che non è riusciuto a dire a Veronica. La scena dove Liam, Louis, Ashton e Niall cantano intorno a Des mi fa morire, anche mentre ridere mi stavo sbellicando dalle risate! Ora, vi lascio. Voi lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto! Grazie mille a tutte coloro che recensiscono, siete dolcissime. :* <3
Alla prossima,
Reds xx

p.s ho pubblicato una nuova storia, che potete trovare sul mio profilo. Si chiama 'Ricordati di noi', passate a dare un'occhiata e lasciate un commento per farmi sapere se vale la pena continuare. :D



 

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Capitolo 29
*** Capitolo Ventisette. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
"Lei è una brava ragazza
E’ una studentessa dai voti migliori
Le piace il suo lavoro
Giurerei che vive in biblioteca
Perché se glielo chiedi, ti dirà:
“Ecco dove mi troverai!""
 
5 Seconds of Summer – Good Girls.
 
Capitolo Ventisette.
 
Veronica’s pov.
È passata una settimana. Zayn è tornato e Andrea se n’è andato, ho scoperto che ha ripreso a fumare e la cosa non mi va affatto giù. Voglio dire, dopo che sono nati i bambini, aveva smesso e mi aveva promesso che non avrebbe ripreso. Mi ha mentito.
 
Ne ho discusso con lui ma è stato tutto inutile, non mi ha minimamente ascoltata e, anche se penso che sia sexy mentre fuma, mi preoccupo per lui.
 
Anne è venuta a farci visita per passare n po’ di tempo con i bambini, Robin non è potuto venire perché ha ripreso a lavorare come me, Celine ed Elisa. Chiara inizierà lo stage e non vede l’ora, i ragazzi invece hanno iniziato le prove per il tour che comincerà il quattordici. Infine i bambini sono tornati all’asilo e la casa è più silenziosa e ordinata.
 
I bambini ed io ci siamo trasferiti a casa di Harry, tutti gli altri in questi giorni ci hanno aiutato e finalmente ci siamo sistemati.
 
La vita ha ripreso a scorrere.
 
Zayn’s pov.
 
Siamo tutti nel soggiorno a casa delle ragazze, è pomeriggio inoltrato e stiamo decidendo cosa fare per il mio compleanno. Non sono sicuro di volerlo festeggiare, ma non posso fermare la mia vita solo perché Perrie mi ha lasciato.
 
“Io direi di farlo in un pub.” Propone Niall.
 
“Noioso.” Borbotto.
 
“Cerchiamo un posto carino e facciamo una cosa privata.” Tenta Harry.
 
“Si imbucheranno comunque.” Sbuffo.
 
“Sei incontentabile!” Sbotta Celine.
 
“È il mio compleanno.” Protesto.
 
A farci distrarre dal mandarci occhiatacce è il suono del campanello così Celine si alza dalla poltrona e va ad aprire. Il resto è tutto un vociare e urlare come ossesse.
 
“Ciiaoo!” Urla Celine.
 
Con chi diamine sta parlando?
 
“Guardate chi è venuta a trovarci.” Dice mentre torna in soggiorno.
 
C’è una ragazza al suo fianco, è castana riccia, ha due grandi occhi marroni contornati da ciglia folte e lunghe. È bassa rispetto a Celine ma comunque alta nella norma, ha un fisico delicato fasciato da un paio di jeans, il sopra nascosto da un cappotto nero e ai piedi porta degli stivaletti neri sportivi con la zeppa, ma eleganti per le catenine d’oro attaccate a ognuno di essi.
 
“Ragazzi, lei è mia sorella maggiore Leila. Leila, sai chi sono loro.” Ci presenta.
 
Non si assomigliano molto, sono una l’opposto dell’altra.
 
“Già.” Dice lei indifferente, quasi infastidita potrei dire.
 
Ecco in cosa si assomigliano quelle due. Acide. Ha detto solo una parola e già mi sta antipatica.
 
“Allora, come mai qui?” Chiede Veronica.
 
“Ho trovato lavoro qui e, siccome mi pagheranno profumatamente, ho deciso di partire. Ora, vi sto chiedendo di ospitarmi fino a che non trovo casa.” Spiega con un sorriso.
 
“Puoi stare qui quanto vuoi, puoi prendere la mia stanza. Io e i bambini ci siamo trasferiti da Harry.” Parla ancora Veronica.
 
“Oh, fantastico. Così posso pagare la mia metà d’affitto.”
 
“Bene! perché siamo nella merda fino al collo.” Brontola Celine.
 
“Perché?” Le chiede Liam.
 
“Problemi al lavoro.” Lo liquida.
 
“Che genere di problemi?” Indaga lui.
 
“Io ho famo e voi?” Gira su se stessa e se ne va in cucina.
 
 
Io e i ragazzi siamo intorno al tavolo mentre le ragazze si danno da fare per preparare le ultime cose per cena. nel frattempo aspettiamo Anne che ha portato i bambini fuori per tutto il giorno, è veramente brava come nonna nonostante la sua età. Per me è ancora giovane. Anche mia madre voleva dei nipoti, c’è rimasta malissimo quando Perrie ha annullato il nostro matrimonio.
 
In queste poche ore ho avuto modo di osservare e conoscere Leila. Si, mi sta sul cazzo. Non abbiamo fatto altro che litigare, mi manda continuamente frecciatine e non fa niente per essere un po’ simpatica. Celine ci ha rimproverato tutto il tempo.
 
Non abbiamo ancora trovato cosa fare per il mio compleanno e penso che la conversazione continuerà a cena.
 
Liam ha momentaneamente rinunciato a chiedere a Celine cosa c’è che non va al lavoro e forse è meglio così perché ho notato che oggi è facilmente irritabile. Acida.
 
Forse oggi sono irritabile anche io.
 
Il campanello suona e Chiara va ad aprire, Lori e Leo entrano in casa con la loro solita esuberanza proprio come Harry.
 
Rimangono sorpresi quando si trovano davanti Leila che li guarda con le mani ai fianchi, un sorriso spavaldo e un sopracciglio inarcato. I piccoli iniziano a urlare e le corrono incontro per aggrapparsi alle sue gambe mentre lei ride.
 
Perché non è così per la maggior parte del tempo? Perché non lo è con me? Con Liam, Niall, Louis e Harry scherza e parla tranquillamente mentre con me sta sempre sul chi va là ed è un po’ diffidente. Non era mia intenzione offenderla quando le ho detto che non c’è bisogno di essere troppo altezzosa nei nostri confronti.
 
Comunque, finalmente la cena è pronta, siamo tutti seduti e possiamo iniziare a mangiare.
 
“Quindi, che vuoi fare per il tuo compleanno?” Chiede Louis.
 
“Non lo so. Forse voglio qualcosa di sobrio oppure qualcosa in grande, la cosa fondamentale è che ci deve essere tanto alcol.” Scrollo le spalle.
 
“Ha le idee molto chiare.” Dice Leila rivolgendosi a Celine in italiano.
 
“Posso fare quello che voglio, ragazzina.” Ribatto perfettamente in italiano.
 
“E ora che mi hai risposto in italiano vuoi delle lodi?” Esclama falsamente emozionata.
 
La guardo male e grugnisco. “Stronza.”
 
“Coglione.”
 
“Basta!” Sbotta Celine facendoci sobbalzare.
 
Perfino Lorenzo e Leonardo smettono di sghignazzare.
 
“Siete insopportabili! Crescete per la miseria!” Urla ancora prima di alzarsi e andarsene.
 
Il silenzio regna in cucina, Leila si morde il labbro inferiore carnoso con nervosismo e così mi ritrovo a riflettere il gesto.
 
Veronica si schiarisce la voce e si alza. “Vado a parlarle.” Esce dalla cucina e la raggiunge.
 
“Tia allabbiata.” Sussurra Leonardo guardando la madre allontanarsi.
 
“Vedrai che le passerà, Leo.” Lo rassicura passandogli una mano tra i capelli e facendogli l’occhiolino.
 
Il piccolo annuisce e riprende a mangiare, come tutti gli altri.
 
 
Celine, dopo aver parlato con Veronica, è tornata a mangiare ma appena io o Leila provavamo ad aprire bocca ci mandava delle occhiatacce per non farci fiatare. Forse l’abbiamo combinata grossa prima.
 
Per la festa, alla fine, abbiamo deciso di prenotare una parte di un locale per una festicciola privata con tanto alcol. Ho bisogno di dimenticare quello che è successo in queste settimane.
 
Harry, Veronica e i bambini sono tornati a casa verso le dieci, mentre io, Niall, Liam e Louis siamo rimasti a casa delle ragazze. Abbiamo giocato fino a tarda notte a carte, abbiamo guardato qualche show in televisione e abbiamo parlato del più e del meno.
 
Guardo l’ora sull’orologio che ho al polso e sospiro vedendo che sono solo le sei del mattino. Mi alzo dal divano, m’infilo la giacca, apro la porta-finestra ed esco in giardino per fumarmi una sigaretta.
 
Prendo il pacchetto dalla tasca interna della giacca, ne prendo una e me la porta alla bocca per poi accenderla. Noto in lontananza, seduta sul dondolo, Leila con la testa di Caramella sulle cosce e lei che gliela accarezza, mentre fuma una sigaretta.
 
Dovresti scusarti, dice la mia coscienza.
 
Mi passo una mano tra i capelli aspirando il fumo e mi avvicino a lei. “Posso?” Chiedo sforzando un sorriso. Annuisce alzando lo sguardo verso di me.
 
“Come mai sveglia?” Chiedo una volta seduto cercando di intavolare un discorso.
 
“Mmh, forse è il jet leg.” Alza le spalle gettando il mozzicone della sigaretta a terra. “La tua scusa?” Chiede tornando a guardarmi con un sorriso sulle labbra. Sono sorpreso, non credevo riuscisse a sorridermi.
 
“Non riuscivo a dormire.” Sorrido, getto la sigaretta, ormai finita, a terra e la spengo con un piede.
 
Tra noi ora regna un silenzio imbarazzante, se non contiamo il rumore del traffico.
 
“Perché ce l’hai con me?” Chiedo all’improvviso rompendo il silenzio.
 
Si gira a guardarmi e alza le spalle. “Hai cominciato tu.”
 
“Cosa? Ora sarebbe colpa mia?” Fingo di essere offeso. “Sei tu quella che è entrata tutta saltellante come una cretina per poi fare una faccia scocciata quando ci hai visti. Guardatemi, io sono Leila una donna matura e in carriera.” La sfotta cerca di imitarla e riprodurre una voce stridula.
 
“Io non parlo in quel modo.” Dice ridendo.
 
“Aaah! Stai ridendo!” Esclamo sbattendo i piedi per terra.
 
“Ora chi è che si sta comportando come un cretino?” Mi fa il verso.
 
“Va bene, va bene. Sono venuto qui per chiarire e non per sfotterci a vicenda.” Sorrido.
 
“Okay, chiariamo le cose e smettiamo di darci addosso prima che mia sorella mi cacci di casa.”
 
“Io non abito qui, quindi so dove andare se lo farà mentre tu finirai in strada.” Le faccio la linguaccia.
 
“Non lo farà perché sono la sua sorellona adorata.” Si vanta.
 
“Si, come no. Entriamo, qui fuori si gela.” Mi alzo e le tendo la mano che lei afferra.
 
Entriamo in casa tenendoci ancora, stranamente, per mano e con Caramella che ci segue.
 
Come inizio non è male.


Angolo autrice, (importante)
questa volta sono stata super veloce, visto? E' il primo punto di vista di Zayn! Questo e il prossimo capitolo parleranno di lui e Leila, una vecchia/nuova protagonista che ritorna in scena. Che cosa ne pensate del suo personaggio e del comportamento che ha con Zayn? Secondo voi come si evolveranno le cose? Per farvi vedere da chi è interpretato il personaggio di Leila ho fatto un collage di tutti i personaggi principali, così per farvi ricordare da chi sono interpretati -cosamai ve li foste dimenticati-. Spero con tutto il cuore che questo capitolo vi piaccia; se è così dovete ringraziare la mia migliore amica perchè è anche grazie a lei se sono riuscita ad aggiornare così in fretta. Credo che anche domani farò un nuovo aggiornamento per non farvi stare sulle spine. :)
Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto. 
Ringrazio tutte quelle che hanno recensito sin dall'inizio e che continuano a seguire la storia, siete dolcissime!
Alla prossima,
Reds xx

p.s per conoscerci meglio avevo pensato di mettere alla fine di ogni 'angolo autrice' una piccola domanda, che ne pensate?
Oppure mi è passato per la mente di creare un gruppo su whatsapp, ma non credo che voi darete il vostro numero ad un perfetto sconosciuto.

pp.s per chi segue le storie 'Love you' e 'The other side' non so quanso aggiornerò perchè non ho un seguito, mi dispiace. Per 'I need you' invece ci sto lavorando e credo che a breve aggiornerò. :)




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Capitolo 30
*** Capitolo Ventotto. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
Echosmith – Cool Kids.
 
Capitolo Ventotto.
 
È arrivata la sera del mio compleanno e sono a casa delle ragazze, in fondo alle scale ad aspettare Leila mentre gli altri sono in auto.
 
“Leila, andiamo! Gli altri sono già in auto!” Urlo per la terza volta.
 
“Arrivo!”
 
“È il mio compleanno, dannazione! Sei tu che dovresti aspettare me.” Borbotto.
 
“Come sei lagnoso.” Sbuffa mentre finalmente appare dalla cima delle scale.
 
La analizzo per bene, indossa un vestito rosso con una fascia nera sotto il seno e da lì scende giù morbido fino a metà coscia con sopra un’altra gonna velata che finisce con pinzi irregolari. Ai piedi calza un decolté nero con il tacco esageratamente alto.
 
Stacco gli occhi dal suo corpo per portarlo al suo viso. È leggermente truccata e i capelli castani le ricadono intorno in morbidi boccoli.
 
“Zay?”
 
“Si?” La guardo negli occhi.
 
“Hai capito quello che ti ho detto?” Inclina la testa da un lato.
 
“Mmh, no.”
 
“Ti ho chiesto se sto bene.” Dice girando su se stessa.
 
Sei uno schianto.
 
“Si, non sei male.” Alzo le spalle.
 
“Nemmeno tu.” Scende le scale e mi osserva.
 
Indosso una semplice camicia nera sotto una giacca di pelle, dei jeans chiari stretti e gli anfibi ai piedi. Non avevo voglia di vestirmi elegante, dopotutto andiamo in un locale.
 
Le tendo una mano che lei afferra prontamente e così usciamo di casa spendo le luci e chiudendola. Raggiungiamo l’auto, dove Paul ci aspetta, faccio salire Leila e poi mi siedo al suo fianco.
 
Pochi minuti dopo siamo davanti al locale e scendiamo. Veniamo investiti dalle urla dei fan che mi fanno gli auguri e i flash dei paparazzi che si accaniscono su tutti noi; riusciamo ad entrare solo con l’aiuto delle guardie del corpo. Liam parla con una ragazza che indossa la divisa con il logo del posto che ci accompagna al piano di sopra e ci fa accomodare in un angolo appartato con divanetti di pelle neri e rossi e un tavolino basso di vetro.
 
“Tra poco questo verrà tolto.” Afferma Niall indicando il tavolino.
 
“Che ti frega, se lo rompiamo paga Zay.” Esclama Celine.
 
“Quindi vedi di fare la brava.” La minaccio scherzosamente.
 
“Agli ordini, capitano!” Fa un saluto militare.
 
“Bene. Ora, diamo inizio a questa festa.” Annuncio.
 
E dopo la mia affermazione si scatena il delirio. Una cameriera ci serve tutta la sera da bere, senza sosta. Mi ritrovo a partecipare ad una gara di chi beve più shorts. Ci siamo io, Liam, Niall, Louis e Harry contro Leila, Celine, Chiara, Elisa e Veronica. Un testa a testa. I primi a cedere sono Harry e Veronica con solo quattro shottini di vodka.
 
“Andiamo Vero! Non mi puoi abbandonare così!” Si lamenta Celine.
 
“Non ho più il fisico e i sedici anni di prima.” Scuote la testa.
 
Cedono anche Chiara ed Elisa così Leila e Celine rimangono a difendere l’onore femminile.
 
“Avanti baby, so che cederai.” Liam provoca la fidanzata.
 
Lei scuote la testa con un sorriso. “Scommetto che cede prima Louis, amore.” Calca l’ultima parola.
 
E alla fine ha ragione Louis cede al dodicesimo short. Niall si ritira al quattordicesimo così rimaniamo solo noi quattro.
 
“Sono sbronza e vedo doppio!” Urla Leila ridendo. “Andiamo a ballare prima che non riesca più a stare in piedi.” Mi prende per mano e mi trascina in pista.
 
“Stavo per vincere!” Mi lamento sbuffando.
 
Arriviamo nel centro della pista e lei comincia a ballare sfiorando il mio punto sensibile con il fondoschiena. Merda, sa come muoversi.
 
Le afferro i fianchi con le mani e comincio a muovermi, cercando di seguire il suo ritmo. È sexy stasera, più del solito.
 
Lo ammetto, dal primo giorno che è entrata nel soggiorno della casa delle ragazze l’ho sempre pensato. Ma non so se sono pronto per una nuova relazione; con Perrie è durata per quattro anni ed io ero preso, forse troppo.
 
Dovrei lasciarmi andare e dimenticarla?
 
Ma si, goodbye Perrie.
 
Giro Leila verso di me, prendo il suo viso tra le mani, infilo la lingua dentro la sua bocca e sento il sapore della vodka al melone sulle sue labbra. Apro gli occhi e noto che ha gli occhi chiusi, ma la cosa che mi sorprende di più e che sta ricambiando il bacio.
 
Non me lo sarei mai aspettato; pensavo mi agganciasse uno schiaffo su una guancia.
 
Appoggia le mani sul mio petto e mi fa indietreggiare verso il mio. Infilo una mano tra i suoi capelli e mi allontano dalle sue labbra per riprendere fiato, ma ne riprendo subito possesso.
 
“Uuh!” Esclamano gli altri urlando e fischiando, facendomi ridere.
 
 
Leila’s pov.
 
Apro gli occhi, ma subito li richiudo per colpa della luce del sole che penetra dalle persiane. Dove sono?  Che cosa è successo ieri sera alla festa? Non ricordo nulla; solo il nostro arrivo al locale e la gara di chi beve più shottini.
 
Chiudo le mani in dei pugni e mi stiracchio. Riapro gli occhi, mi giro su un fianco e, per poco non cado dal letto, quando vedo Zayn accanto a me. Che diavolo!?
 
Alzo il piumone dal mio corpo e noto che non indosso nulla e lo stesso vale per lui. Siamo stati insieme… E non ricordo nulla!?
 
“Aaah!” Urlo coprendomi fino alla testa.
 
Sento Zayn sobbalzare e, dopo qualche secondo, nella stanza risuona un tonfo. “Che cazzo!?” Esclama mentre fuori dalla porta si sentono le risate degli altri.
 
“State bene?” Chiede Niall tra le risate.
 
“Non che non stiamo bene!” Sbotta Zayn.
 
Mi scopro lentamente la testa e giro il viso per guardarlo. Lo trovo in terra, con una mano tra i capelli corvini e una smorfia dolce sul viso. È davvero carino e buffo.
 
“Ti sei fatto male.” Chiedo sporgendomi dal letto.
 
“No, tranquilla.” Borbotta prima di alzarsi.
 
“Zayn!” Esclamo coprendomi gli occhi.
 
“Oh, andiamo! Abbiamo scopato (mi scuso per la volgarità), non fare la pudica.”
 
“Zayn.” Mi scopro di nuovo e lo colpisco sul braccio. “Volgare.”
 
Alza gli occhi al cielo e si butta a peso morto sul letto, si copre di nuovo e avvolge i miei fianchi con un braccio. Nasconde il viso nell’incavo del mio collo e sospira.
 
Apro la bocca per dire qualcosa ma lui poggia due dita sulle mie labbra. “Ssh.” Soffia sulla mia pelle facendomi rabbrividire. “Dormiamo. Ho mal di testa.”
 
Angolo autrice,
buonasera! Come state? Io sto morendo dal freddo e le mie dita stanno congelando, ma sono riuscita a scrivere questo capitolo, che spero vi piaccia. Anche questo parla di Zayn e Leila perché, come ho fatto per Chiara ed Elisa, ho voluto fare un capitolo che si concentrasse principalmente su due personaggi. Che ne pensate dei due personaggi e di ciò che è successo tra di loro? Come andranno avanti le cose? Zayn riuscirà a dimenticare Perrie? Prometto che i prossimi capitoli si concentreranno soprattutto sui bambini, Harry e Veronica ma prima dovevano succedere queste cose, perciò vi chiedo scusa se i capitoli stanno diventando noiosi.
Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto. Il prossimo aggiornamento sarà sabato, o forse domenica. (:
ora devo andare.
Alla prossima,
Reds xx

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Capitolo 31
*** Capitolo Ventinove. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
Capitolo Ventinove.
 
Veronica’s pov.

 
“Vi prego, signori e signore, di allacciare le cinture di sicurezza. Stiamo per atterrare.” Annuncia la hostess sorridendo prima di tornare dentro alla cabina e prendere posto.
 
Mi allaccio la cintura e poi faccio lo stesso con i bambini che ridono e sghignazzano tra di loro. Stiamo, finalmente, per atterrare all’aeroporto di Parigi per raggiungere i ragazzi.
 
Hanno cominciato il tour in Europa e oggi, per il compleanno di Harry, li raggiungeremo. Celine ed io abbiamo preso dei giorni liberi dal lavoro –che il proprietario ci ha concesso gentilmente-, lo stesso vale per Elisa, mentre Chiara ha deciso di saltare scuola, dopo il suo stage era davvero stanca. Leila, invece, è rimasta a Londra per finire del lavoro; ha cominciato a lavorare ed è subito stata sommersa dal lavoro arretrato.
 
Prendo Leo in braccio, mentre Elisa Lori e scendiamo dall’aereo. Aspettiamo le nostre borse e usciamo dall’aeroporto, per poi fermare un taxi e raggiungere i ragazzi all’arena. Non sono potuti venire a prenderci perché hanno le prove per il concerto di domani sera.
 
Il taxi si ferma davanti all’arena, il tassista ci aiuta a prendere le nostre borse dal bagagliaio e, dopo averlo pagato, ci incamminiamo verso l’entrata. All’esterno del cancello ci sono una ventina di ragazze -forse di più- con dei cartelloni che, appena ci vedono, cominciano ad urlare.
 
Le salutiamo gentilmente mentre Paul e Travis si avvicinano a noi, prendono le nostre borse e i bambini salgono sulle loro spalle ridendo; gli piace giocare con loro.
 
Li seguiamo parlando tra di noi e, quando entriamo, veniamo tra volte da cinque voci melodiose. I ragazzi sono in piedi sul palco con la band.
 
I bambini sono seduti in prima fila che li guardano meravigliati, a bocca aperta. Mi metto seduta accanto a Lorenzo, Harry si accorge della mia presenza, mi rivolge un sorriso e mi fa un occhiolino continuando a cantare ed io ricambio il saluto.
 
“Possiamo smettere?” Chiede Liam agli altri, i quali annuiscono, prima di scendere dal palco e avvicinarsi a Celine, abbracciandola.
 
Gli altri fanno lo stesso; Niall si avvicina a Chiara, Louis a Elisa, Zayn si guarda intorno ed Harry viene verso di noi.
 
“Papà!” urlano Leo e Lori correndo ad abbracciarlo. In questi giorni non facevano altro che chiedermi dove fosse e quando sarebbe tornato.
 
“My midgets!” Si abbassa alla loro altezza, li abbraccia e lascia un bacio sulle loro testoline. Sorrido nel guardare quella scena e mi avvicino a loro. “Mi siete mancati, dopo andiamo al parco giochi, va bene?” Gli scompiglia i capelli facendoli ridere, mentre annuiscono alla loro proposta.
 
Alza gli occhi su di me e il suo sguardo si addolcisce. “Ehi.” Mi saluta avvicinandosi a me per lasciarmi un bacio a fior di labbra.
 
“Ehi.” Ricambio il saluto dandogli un altro bacio.
 
“Ho prenotato una cena per stasera in un ristorante nel centro di Parigi.” Sorride guardandomi negli occhi.
 
“Oh, perfetto.” Annuisco spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
 
“Prendetevi una stanza!” Esclamano gli altri fischiando. Mi giro verso di loro, alzo il dito medio e gli faccio la linguaccia.
 
“Aww, il piccolo Harry compie ventitré anni.” Dice Celine prima di avvicinarsi a lui e cominciare a pizzicargli le guance.
 
“Ah! Celine!” Esclama lui massaggiandosi le parti doloranti del viso con le mani, per alleviare il dolore.
 
Scoppiamo tutti a ridere mentre Harry ci fulmina con lo sguardo.
 
“Ragazze, l’auto è pronta per andare.” Ci avverte Paul avvicinandosi.
 
“Bene, andiamo allora.” Sorrido.
 
“Di già?” Chiede Harry.
 
“No mamma!” Esclamano i bambini attaccandosi alle gambe di Harry. “Bogliamo stae con papà.” Cantilenano.
 
Sospiro e mi abbasso alla loro altezza. “Hey, papà deve lavorare però vi prometto che quando avrà finito rimarrete con lui.”
 
“E poi noi dobbiamo andare a Disneyland!” Esclama Celine battendo le mani e saltando su se stessa. Le brillano gli occhi.
 
I bambini la guardano a occhi sbarrati e poi guardando me.
 
“E papà?” Chiede Leonardo.
 
“Ci raggiungerà più tardi.” Sorrido.
 
Alzano lo sguardo su Harry che annuisce e con un’alzata di spalle si staccano dalle sue spalle per raggiungere Celine.
 
“Andiamo!” Cinguetta la mora.
 
Prende i bambini per mani e si avvia per l’uscita insieme a Travis.
 
“Seguiamola, potrebbe combinare qualsiasi cosa!” Esclama Elisa.
 
 
I ragazzi hanno finito prima le prove, così ora siamo tutti insieme in coda per i biglietti.
 
“Ricordatemi ancora perché siamo qui.” Borbotta Zayn.
 
“Siamo qui per divertirci, Zayn. Almeno fai finta.” Sembra che Elisa stia parlando con un bambino.
 
Il moro sbuffa di nuovo e si appoggia alla spalla di Louis.
 
“Gli manca Leila.” Sussurra Harry al mio orecchio.
 
Ridacchio e guardo comprensiva Zayn. Dopo il suo compleanno hanno cominciato una relazione che, in realtà, non saprei definire. Sono amici di letto, ma si divertono, escono insieme; potrebbero perfettamente cominciare una relazione, ma nessuno dei due è ancora pronto.
 
“Ehi, come mai nessuno si è ancora accorto di voi?” Chiede Chiara cuorisa.
 
“Chi se ne frega! Siamo a Disneyland!” Esclama Celine indicando intorno a noi platealmente.
 
“Quindi ce ne possiamo andare.” Dice Zayn risoluto.
 
“Ciao.” Lo saluta lei con la mano.
 
Sembra una bambina troppo cresciuta.
 
Zayn fa per andarsene ma Liam lo afferra per la giacca. “Rimani qui.”
 
Riusciamo a entrare dopo una fila interminabile in cui i bambini non sono stati fermi un minuto e si sono lamentati tutto il tempo.  Ci facciamo un giro per il parco provando qualche giostra su cui Lorenzo e Leonardo possono salire.
 
“Tia!” Urla Leo all’improvviso guardando Celine.
 
“Cosa?” Chiede lei guardandolo dall’alto.
 
“Topolino!” Esclama indicando con il ditino alla nostra destra.
 
“Uh, selfie!” Lo prende in braccio e si dirige verso il pupazzo. “Magari dentro a Topolino troviamo un bel topolone francese.” Ridacchia.
 
“Celine.” La richiama Chiara esasperata.
 
Certe volte si scambiano l’età ed è Elisa a fare la persona matura tra le due, anche se effettivamente lo è.
 
Dopo la foto tornano da noi e proseguiamo il giro per scoprire il parco divertimenti comprando anche delle mele candite ai bambini.
 
“Lo fai dare un morso alla mamma?” Chiedo a Lorenzo.
 
Sorride e me la allunga, do un morso alla mela e gli sorrido. “Grazie amore.”
 
“Sei sporca.” Dice Harry.
 
“Dove?” Mi tocco con le dita le labbra.
 
“Qui.” Abbassa la testa e mi bacia leccandomi poi il labbro inferiore.
 
“Scusa molto originale per baciarmi.” Rido.
 
Abbasso lo sguardo sui bambini e semplicemente non ci sono più. “Harry, dove sono i bambini?” Mi guardo intorno e non vedo nemmeno Liam e Celine così mi tranquillizzo pensando che siano cn loro, ma quando i due tornano la mora tra le braccia ha un grande serpente di peluche tutto colorato.
 
“Guarda! Guarda! Guarda! Non è bellissimo? Me l’ha vinto Lee!” Urla battendo le mano come può.
 
“Celine. I bambini sono spariti.” Sussurro.
 
Il suo sorriso sparisce e sgrana gli occhi. “Spariti?”
 
“Ti prego, trovali.” Le lacrime mi assalgono gli occhi così la mia vista diventa acquosa.
 
“Tieni.” Mi passa il serpente. “Tu rimani qui, magari tornano indietro. Chiara rimani con lei, Eli vieni con me, ragazzi voi spargetevi per le vie.” Ordina.
 
Si sparpagliano stabilendo che tra due minuti si ritrovino qui. Cerco di trattenere le lacrime e stringo il serpente per scaricare la tensione; come ho fatto a non accorgermi della loro scomparsa? Mi sono distratta giusto il tempo di baciare Harry.
 
“Mamma!”
 
Mi giro di scatto e sospiro per il sollievo, Lorenzo e Leonardo si avvicinano a noi mano nella mano con due sorrisi giganti. Lascio il serpente a Chiara e corro da loro con le lacrime a scorrere libere sulle guance. Mi abbasso e li abbraccio stretti a me.
 
“Mamma, pechè piangi?” Chiede Lori passando una manina sulla mia guancia.
 
“Perché sono felice. Dove eravate?” Tiro su con il naso sorridendo.
 
“Abbiamo bisto Pluto, Pippo, Papeino…” Inizia a elencare Leonardo.
 
“Okay, okay.” Ridacchio singhiozzando.
 
“Mio quello?” Chiede indicando il serpente tra le mani di Chiara.
 
“No, nano.” Dice Celine alle sue spalle. “E se non la smetti di trascinare tuo fratello ovunque senza dire niente a tua madre, giuro che ti faccio il solletico a morte.” Lo minaccia con un sorriso.
 
“Pendimi!” Urla lui iniziando a correre.
 
“Oh, no! Ora come farò a raggiungerlo?” Dice drammaticamente prima di iniziare a corrergli dietro.
 
Corrono un po’ intorno a noi fino a quando Leonardo s’infila dentro ad un gioco-castello.
 
“Oh, andiamo! La zia non ci entra lì!” Si lamenta Celine.
 
“Vado io.” Dice Harry.
 
“Si, certo. Così dopo dobbiamo tirare fuori te, dinosauro.” Lo sfotte Louis.
 
“Allora vai tu, gnomo.”
 
Iniziano a battibeccare mentre io mi avvicino con Lorenzo in braccio e guardo dentro il castello di plastica. “Andiamo a prendere le caramelle, tesoro.”
 
Leonardo esce dalla porticina e mi prende la mano così ci avviamo verso un chioschetto. “Non è stato così difficile.” Dico sorridendo superando i due.
 
 
“Come sto?” Chiedo girando su me stessa una volta uscita dal bagno della stanza di Niall. Indosso un semplice vestito blu con le spalline fine che mi arriva alle ginocchia, delle calze scure e delle semplici scarpe con un leggero tacco. Chiara mi ha leggermente truccato sul viso e con la piastra mi ha sistemato i capelli in dei boccoli.
 
“Bellissima mamma!” Esclama Leonardo sorridendo e battendo le mani.
 
“Aw, grazie tesoro.” Mi avvicino a lui e gli lascio un bacio sulla fronte.
 
“Stai bene.” Chiara mi fa l’occhiolino mentre si mette seduta accanto ai bambini.
 
“È merito tuo.” Le rivolgo un sorriso prima di abbracciarla.
 
“Ehi, ehi.” Mi ammonisce sciogliendo l’abbraccio. “Non rovinare il mio capolavoro.” Dice in modo scherzoso.
 
“Agli ordini.” Raddrizzo la schiena ridendo.
 
Abbasso lo sguardo sull’orologio che ho al polso e sussulto. “Dobbiamo andare, bambini.” Mi avvicino al letto, indosso il cappotto nero e la sciarpa, e prendo la borsa.
 
Lori e Leo scendono dal letto, mi afferrano per mano, salutiamo Chiara e usciamo dalla stanza per raggiungere quella di Louis dove Harry mi sta aspettando.
 
Harry’s pov.

 
Mi guardo allo specchio del bagno della stanza di Louis e mi sistemo il colletto della camicia.
 
“Ci rimarrà il tuo riflesso se ti specchi ancora un po’.” Mi sfotte Louis ridendo, facendo ridere Elisa seduta al suo fianco sul letto.
 
Sbuffo una risata, mi do un’ultima occhiata allo specchio ed esco dal bagno, raggiungendoli.
 
“Vado bene?” Chiedo a entrambi guardandomi dalla testa ai piedi.
 
“Quanto sei noioso, Haz!”Esclama Louis roteando gli occhi. “Stai andando ad una cena, non ad un galà.” Borbotta.
 
“Non è noioso, vuole soltanto apparire perfetto agli occhi di Veronica.” Sbuffa Elisa alzandosi dal letto, dopo avergli dato uno schiaffo scherzoso su un braccio. “Ignoralo, il romanticismo non fa per lui.” Sussurra per non farsi sentire da lui, e fa una smorfia. Annuisco, d’accordo con ciò che ha detto, e ridacchio.
 
“Ecco, ora sei perfetto.” Mi passa una mano tra i capelli sistemando un ciuffo ribelle e mi fa l’occhiolino. Faccio per ringraziarla, ma qualcuno bussa alla porta attirando la mia attenzione e lei va ad aprire.
 
Dischiudo le labbra e sento un leggere calore espandersi sulle mie guance quando Veronica fa il suo ingresso. Le sue labbra formano un sorriso -il più bello che io abbia mai visto-, è leggermente truccata, il corpo è fasciato da un vestito blu che le arrivare alle ginocchia e ai piedi ha detto scarpe nere con il tacco. Perfetta, penso mentre qualcuno mi riporta alla realtà passando una mano davanti al mio viso.
 
“Amico, chiudi la bocca o entreranno le mosche.” Dice Louis trattenendosi dalle risate.
 
Scuoto la testa e ritorno a guardare Veronica, che mi rivolge un sorriso timido.
 
Prendo la giacca -appoggiata precedentemente sul letto-, la indosso e mi avvicino ai bambini. Li raccomodando di non distruggere nulla aggrezzandogli i capelli e che dovranno andare a dormire presto, facendoli sbuffare.
 
Ridacchio e lascio un bacio sulla fronte di ognuno di loro. Saluto Louis ed Elisa e mi avvicino a Veronica, porgendole una mano. “Andiamo?” Le chiedo sorridendo.
 
Annuisce, mi stringe la mano intrecciando le nostre dita e usciamo dalla stanza, salutando un’ultima volta i ragazzi. Scendiamo nella hall, usciamo dall’hotel e camminiamo lungo le strade illuminate di Parigi. L’ho sempre trovata una città bellissima, ma stasera con la sua compagnia lo è ancora di più.
 
Dopo qualche minuto arriviamo davanti al ristorante in cui ho prenotato, entriamo e subito un cameriere si avvicina a noi. Gli dico il mio nome, guarda su un registro e, dopo aver controllato, ci accompagna al nostro tavolo sorridendo.
 
Ci accomodiamo e, dopo qualche secondo, il cameriere ritorna porgendoci dei menù. “Vi auguro buona serata, signori Styles.” Dice prima di allontanarsi.
 
“Mmh, signora Styles. Potrei farci l’abitudine, sai?” Dice scherzosamente aprendo il menù.
 
Oh, ma lo diventerai presto, penso sorridendo guardandola.
 
“Dov’è il mio regalo?” Le chiedo con un sopracciglio inarcato cominciando a leggere il menù.
 
“Te lo darò dopo, in hotel.” Dice senza guardarmi.
 
Un sorriso malizioso compare sul mio viso, lei sembra rendersi conto di ciò che ha detto, arrossisce ed alzo lo sguardo. “Ehm, no. Non pensare male.” Sventola una mano davanti a me ed io scoppio a ridere, attirando l’attenzione di alcune persone sedute ai tavoli intorno al nostro, ma non m’interessa. Voglio godermi questa serata al cento per centro.
 
 
Dopo una lunga passeggiata per Parigi, Veronica ed io siamo tornati in hotel e abbiamo fatto l’amore. Ogni volta è come la prima.
 
Le accarezzo con le dita i lunghi capelli castani, mentre lei tiene la testa appoggiata sul mio petto e gioca con le dita dell’altra mia mano.
 
“A cosa stai pensando?” Le chiedo dolcemente baciandole la fronte.
 
“Ehm,” Si passa la lingua sulle labbra e alza lo sguardo su di me. “L’otto di questo mese sarà il compleanno dei bambini, con le ragazze ho deciso di organizzare una festa a casa e mi stavo chiedendo se… Uhm, tu sei occupato.” Sorride e si morde il labbro inferiore.
 
Sposto il braccio dietro la testa e guardo il soffitto, pensando ai miei impegni. In quei giorni dovrei essere in Italia ma quel giorno non ho niente da fare, perciò si, potrei andare. “Posso venire.” Abbasso lo sguardo su di lei e le accarezzo una guancia.
 
“Davvero? Fantastico!” Esclama sorridendo abbracciandomi. “Oh, il tuo regalo!” Esclama in seguito tirandosi su a sedere, prende una maglietta ai piedi del letto e la indossa, scende e si avvicina alla sua borsa.
 
Prende qualcosa e torna da me, porgendomelo. Mi tiro su a sedere e lo afferro; è un album fotografico.
 
Inarco un sopracciglio e punto lo sguardo su di lei, che m’incita ad aprirlo sorridendo. Faccio come mi dice, rimando sorpreso quando vedo delle foto di Lorenzo e Leonardo appena nati e continuo a sfogliarlo.
 
“Visto che ti sei perso i loro primi anni di vita ho pensato di fare un album che li raffigurava.” Sussurra guardando le fotografie. “Ti piace?” Mi chiede dolcemente alzando gli occhi su di me.
 
Annuisco, incapace di parlare e sorrido, mentre delle lacrime rigano le mie guance. Foto di lei da ragazzina con i bambini, le ragazze, i suoi genitori e sua sorella… Quante cose mi sono perso?
 
Arrivo all’ultima pagina, dove con un pennarello nero c’è scritto: CONTINUA, INSIEME..
 
“Insieme.” Sussurro sorridendo alzando gli occhi su di lei.
 
Sorrido, mi asciuga le lacrime con il pollice e poi posa le labbra sulle mie.
 
Ho tutto ciò che ho sempre desiderato.
 
 
Angolo autrice,
11 pagine, 2538 parole.
Buongiorno a tutte! Mi dispiace aggiornare solo ora, quando qualche settimana fa avevo detto che avrei aggiornato prima, ma ho avuto dei problemi con la connessione e non sapevo quando avrei potuto rimettere internet. Spero abbiate passato una buona Vigilia, un buon Natale e che vi siate rimpinzate di cibo a più non posso, ahah. Che cosa avete ricevuto? Io due libri, un DVD e il CD dei ragazzi (in questi giorni non sto ascoltando altro **). Il capitolo è, forse, uno tra i più lunghi che io abbia mai scritto e spero davvero che vi piaccia, perché ci ho messo tanto nello scriverlo. È il compleanno di Harry, Liam vince un serpentone gigante a Celine, i bambini si perdono a Disneyland ma poi li ritrovano, gli ‘Heronica’ passano una tranquilla serata in un ristorantino a Parigi e Veronica gli regala un album dove ci sono le foto dei bambini quando erano piccolissimi wefhoweq. Che cosa ne pensate del regalo? e del capitolo? Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto! (:
Oggi sono un pochiiiiiino rintontita, perciò non fateci caso! xD
Alla prossima,
Reds xx
 
VI ANO TUTTE! :*

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Capitolo 32
*** Capitolo Trenta. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
“Non ho mai avuto intenzione di spezzarti il cuore
Ora io non lascerò che questo aereo precipiti
Non ho mai avuto intenzione di farti piangere
Farò quello che serve per farlo volare
Oh, devi tenerlo su
Aggrappati a ciò che senti
Questa sensazione è la cosa migliore
La cosa migliore, va bene
Sto scommettendo su di noi
So che questo amore si sta muovendo nella stessa direzione
Che è verso l’alto”
Olly Murs feat. Demi Lovato – Up.
 
Capitolo Trenta.
 
Veronica’s pov.
Oggi è il compleanno di Lorenzo e Leonardo quindi abbiamo deciso di dare una piccola festa a casa invitando i bambini che vanno all’asilo con loro. Le ragazze sono venute a darmi una mano e con l’aiuto di Celine ho preparato degli stuzzichini e la torta.
 
Abbiamo attaccato uno striscione di “Buon Compleanno” in soggiorno e gonfiato qualche palloncino; siamo senza fiato.
 
I ragazzi sono ancora in tour ma Harry mi ha promesso che ci sarà per il terzo compleanno e i bambini sono felicissimi.
 
“Chiara, potresti vestire i bambini?” Le chiedo dalla cucina.
 
“Va bene!”
 
Veniamo raggiunte da Elisa che si siede su uno sgabello davanti alla torta.
 
“È venuta veramente bene.”
 
“Ovvio, l’ho fatta io.” Ridacchio.
 
“Dovreste aprire una pasticceria.” Suggerisce convinta.
 
Trascina un dito al lato della torta e se lo porta alla bocca.
 
“Elisa!” La rimprovera Celine.
 
“È buona.” Si giustifica lei ridendo.
 
“Mmh, non sarebbe male come idea però.” Dico pensierosa appoggiando un gomito sul bancone e il mento sulla mano.
 
Ad interrompere la nostra conversazione è il suono del computer, che mi avvisa di una chiamata su Skype. Inarco un sopracciglio, guardo le altre, mentre in cucina regna il silenzio e vado in salotto.
 
Mi accomodo su una sedia intorno al tavolo, apro il computer e un sorriso compare istintivamente sul mio viso. È Andrea.
 
Apro la schermata, accatto la chiamata e poco a poco comincia a vedersi il suo viso.
 
“Ehi!” Esclamo sorridendo salutandolo con una mano.
 
“Ehi, piccola. Dove sono quei due nanerottoli che compiono gli anni?” Chiede sorridendo mettendo in mostra i denti.
 
“Sono al piano di sopra con Chiara. Dovrebbero-” Sento Chiara urlare ai bambini dal piano di sopra di non correre, dopo qualche secondo, compaiono davanti alla porta e si avvicinano a me. Indossano un maglioncino dai diversi colori, i pantaloni color panna e delle Air force bianche. I miei ometti, penso guardandoli.
 
“Come non detto.” Mi passo una mano tra i capelli ridendo. “Leo, Lori, venite qui. C’è qualcuno che vuole farvi gli auguri.” Batto le mani sulle ginocchia sorridendo e i due si avvicinano a me curiosi. Si mettono seduti sulle mie ginocchia, mi giro verso il computer e quando vedono Andrea, cominciano a urlare, felici.
 
“Auguri mostriciattoli, state diventando vecchi!” Esclama ridendo e indicandoli con l’indice.
 
“Gatie tio!” Esclamano sorridendo. “Tu sei vecchio!” Continua Leonardo facendogli una pernacchia. Scoppiamo a ridere, ma a interromperci è qualcuno che suona al campanello.
 
“Devo andare, Andri.” Torno a guardarlo, mentre i bambini scendono dalle mie gambe e corrono verso la porta, seguiti da Celine.
 
“Ci sentiamo domani. Saluta le ragazze.” Sorride e mi saluta con una mano, prima di chiudere la chiamata.
 
Mi manca.
 
Sospiro, chiudo il computer e raggiungo Celine all’entrata, dove la vedo impegnata a intrattenere una conversazione con una donna bionda dagli occhi castani –sulla quarantina-, mentre i bambini stanno parlando con una bambina –che è la copia della madre, se non per gli occhi azzurri-.
 
La donna, che ho capito chiamarsi Elisabeth, ci saluta dicendo di dover accompagnare il figlio più grande al torneo di calcetto e saluta la figlia con un bacio sulla fronte.
 
I bambini si spostano in salotto, dove cominciano a giocare, e noi torniamo in cucina dalle altre.
 
“Quella bambina è carinissima!” Esclama Celine riferendosi alla bambina. “Ha due grandi occhi azzurri e sono sicura che gli piaccia Leo!” Continua sporgendosi dallo stipite per guardare che cosa combinano i bambini.
 
“Il mio bambino ha fatto colpo.” Ridacchio vantandomi, facendo ridere anche le altre.
 
Abbasso lo sguardo sull’orologio al mio polso e vedo che sono le tre e mezzo. Ormai Harry dovrebbe già essere sull’aereo.
 
 
Gli amichetti di Leonardo e Lorenzo sono arrivati e sono in salotto a osservare il mago, che ha chiamato Chiara, meravigliati. Hanno passato la maggior parte del pomeriggio a fare baccano per casa, ma per fortuna, il mago è riuscito ad attirare la loro attenzione. Ci sarà molto da fare una volta terminata la festa.
 
Controllo per l’ennesima volta l’orario sull’orologio e mi mordo il labbro inferiore quando vedo che sono le sei. Perché Harry non è qui? Gli sarà successo qualcosa?
 
Estraggo il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans, digito il suo numero e me lo porto all’orecchio. Dopo qualche squillo risponde e faccio per parlare, ma parte la voce robotica della segreteria.
 
Sospiro, chiudo la chiamata e riporto il cellulare al suo posto. Dove può essere? Mi aveva assicurato che ci sarebbe stato.
 
“Vero.” La voce di Chiara mi riporta alla realtà e punto lo sguardo su di lei, spaesata. “Dobbiamo dare la torta ai bambini, non possiamo più aspettare.” Dice mordendosi il labbro inferiore.
 
“Si, okay.” Annuisco, mi avvicino al frigo e prendo la torta per portarla in salotto.
 
Dove sei Harry?
 
Harrys’ pov.
 
“Di cosa sta parlando!?” Esclamo sbarrando gli occhi.
 
“Mi d-dispiace, signore. L’ultimo volo per Londra era alle quindici.” Balbetta imbarazzata guardando lo schermo del computer. Sono nell’aeroporto di F    iumicino, a Roma, per prendere l’aereo per tornare a Londra e festeggiare il compleanno dei bambini, ma ovviamente qualcosa doveva andare per forza storto. Ho chiamato Veronica questa mattina, ho fatto gli auguri a Lori e Leo e le ho assicurato che sarei arrivato in tempo per la loro festa.
 
“Ma sul mio biglietto c’è scritto che la partenza è alle tre e mezzo.” Le mostro il biglietto e le indico l’orario.
 
“Devi esserci stato qualche errore, mi dispiace.” Si scusa per l’ennesima volta la ragazza dietro al bancone mordendosi il labbro inferiore. “Potrei rimborsarglielo con il prossimo volo.” Si passa una mano tra i capelli, si mette seduta e torna a guardare lo schermo del computer.
 
“A che ora è?” Sospiro passandomi una mano tra i capelli tirando alcune ciocche.
 
“Mmh, tra cinque ore.”
 
Spalanco gli occhi e dischiudo le labbra. “Alle otto?” Chiedo mordendomi il labbro inferiore. “È il compleanno dei miei bambini.” Sussurro abbassando lo sguardo.
 
“Mi dispiace. Allora… Che faccio?”
 
“Si, lo rimborsi.” Sospiro e prendo i miei documenti di riconoscimento per farle fare un nuovo biglietto. Veronica, questa, non me la perdonerà molto facilmente.
 
Sento il cellulare vibrare nella tasca dei pantaloni, lo prendo tra le mani e sospiro quando vedo il nome e la foto di Veronica. Ci leggiamo nel pensiero?
 
Scorro il dito sul pulsante verde, ma il cellulare si spegne. Che diavolo-?
 
Provo a riaccenderlo, ma non succede niente e lo riporto al suo posto. Avrei dovuto lasciarlo in carica tutta la notte invece che soltanto qualche minuto stamattina.
 
“Ecco a lei.” La receptionist mi porge i miei documenti ed io li riporto dentro al portafoglio, prima di afferrare la mia borsa e andare a sedermi.
 
Ora come faccio?
 
 
Il tassista ferma l’auto davanti a casa mia, prendo il portafoglio e lascio una banconota sulla sua mano. Sono le dieci e mezzo, i bambini stanno sicuramente dormendo e Veronica sarà arrabbiata per il mio ritardo e per non averla avvertita.
 
“Grazie e tenga il resto.” Afferro la mia borsa, scendo dal taxi e corro verso l’entrata.
 
Prendo le chiavi, le infilo nella serratura e apro la porta cercando di fare piano per non svegliare Leo e Lori.
 
La richiudo alle mie spalle, appoggio la borsa per terra e quando alzo gli occhi incontro lo sguardo di Veronica. È in piedi davanti a me, mentre sorregge una scatola, e mi guardo con un’espressione indecifrabile. Il trucco è sbavato sul suo viso, i capelli raccolti in una cipolla disordinata e indossa una semplice vestaglia nera.
 
“Che cosa ci fai qui?” Chiede impassibile appoggiando la scatola per terra.
 
“Io-” Deglutisco avvicinandomi a lei. “Mi dispiace per essere arrivato in ritardo, ma ho perso il primo aereo e ho dovuto aspettare cinque ore per l’altro volo.” Faccio per prenderle le mani, ma lei si allontana.
 
“Sai quante volte mi hanno chiesto di te Leonardo e Lorenzo?” Ridacchia amaramente scuotendo la testa.
 
“Lo so, mi-” Non mi lascia finire di parlare, precedendomi.
 
“Smettila di scusarti, non ne vale la pena.” Borbotta sbuffando prima di girarsi per andare al piano di sopra.
 
“Ascoltami!” Le afferro una mano costringendola a girarsi. “L’orario era sbagliato, non sono arrivato tardi in aeroporto di proposito.” Agito la mano libera in aria con fare ovvio.
 
Si libera dalla mia stretta e posa l’indice sul mio petto. “Se per te fosse davvero stato importante, non saresti arrivato in ritardo.” Mi guarda negli occhi con rabbia.
 
Dischiudo le labbra e resto immobile nel guardarla sparire dalla mia visuale.
 
“Ah, e dormirai sul divano.” Ricompare in cima alle scale, mi lanci il mio cuscino e una coperta, prima di scomparire di nuovo.
 
Sospiro abbassando la testa e vado in salotto per appoggiare il cuscino e la coperta sul divano. Non è così che doveva andare questa giornata, nella mia mente era tutto diverso.
 
Prendo i regali per i bambini dalla borsa, salgo al piano di sopra e apro la porta della cameretta silenziosamente per non svegliarli. Cammino in punta dei piedi, mi metto seduto accanto a loro e sorrido accarezzando i capelli scompigliati di Lorenzo senza svegliarlo, fallendo.
 
Si stiracchia, apre un occhio e quando mi vede le sue labbra formano un sorriso. “Papà.” Mi butta le braccia al collo stringendomi a se.
 
“Anche tu mi sei mancato.” Ricambio l’abbraccio.
 
“Pechè non eri alla festa?” Mi chiede sussurrando una volta allontanato.
 
“Ho fatto tardi.” Sospiro abbassando lo sguardo. “Ti ho portato un regalo.” Cambio discorso mostrandogli il regalo.
 
“Gatie.” Afferra il pacchetto e lo scuote per capirne il contenuto. Lo scarta e i suoi occhi brillano quando vede il contenuto; un Transformers, li adora.
 
Mi abbraccia un'altra volta e sbadiglia quando si allontana.
 
“Torna a dormire, nano.” Gli scompiglio i capelli sorridendo.
 
Lui annuisce e sbadiglia di nuovo stropicciandosi un occhio, prima di rimettersi sotto le coperte.
 
Faccio per alzarmi al letto, ma la sua manina afferra la mia e mi giro a guardarlo.
 
“Esta con me.” Sorride mostrando le piccole fossette.
 
“Fammi spazio.” Dico sfilandomi le scarpe, prima di prendere posto accanto a lui. Si stringe a me e chiude gli occhi, prima di cadere in un sonno profondo seguito da me.
 
Angolo autrice, (giochino in fondo)
yaay! Sono riuscita ad aggiornare finalmente, non credevo di riuscire a farlo oggi!
Non sono riuscita a farvi gli auguri di buon anno nuovo, perciò lo faccio ora: TANTI AUGURI E BUON 2015! :D È passato in fretta il 2014 o è solo una mia impressione? Lo stesso vale per le vacanze natalizie; ditemi he domani è il ventitré dicembre e che cominceranno le vacanze, vi prego. Non credo di essere pronta per ricominciare e voi?
Ma passiamo al capitolo; i bambini compiono tre anni, stanno crescendo troppo in fretta ahah. La prima discussione degli ‘Heronica’, secondo voi ha fatto bene Veronica a prendersela così? Non è dolcissima la scena finale tra Harry e Lori? Nei prossimi capitoli succederanno tante cosine, ma non voglio anticiparvi niente, perché voglio che sia una sorpresa! Sono cattiva, mahah. Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto. xx
Giochino:
Qual è il vostro film preferito? Il mio Dear John e La memoria del cuore. **
 
Alla prossima,
Reds xx

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Capitolo 33
*** Capitolo Trentuno. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
 
Capitolo Trentuno.
 
Veronica’s pov.

Quando sento il suono della sveglia del cellulare allungo un braccio verso il lato di Harry per abbracciarlo, ma l’unica cosa che riesco a sentire sotto il mio tocco è il freddo lenzuolo.
 
Apro lentamente gli occhi e mi alzo con il busto stiracchiandomi. Abbasso lo sguardo verso destro e dei flashback di ieri sera compaiono nella mia mente; lui che cerca di scusarsi, io che non gliene do modo e gli lancio il suo cuscino e una coperta per farlo dormire sul divano.
 
Non credevo mi sarebbe mai successa una cosa del genere, ma per me e i bambini era importante la sua presenza e vederlo arrivare in ritardo proprio il giorno del loro terzo compleanno è stato… Indescrivibile. Non voglio che Lori e Leo abbiano un padre che c’è ma che non c’è, anche se fa un lavoro che lo tiene molto impegnato.
 
Mi mordo il labbro inferiore e abbasso lo sguardo stringendo la coperta tra le mani.
 
Prendo un respiro profondo, mi tolgo le coperte di dosso, m’infilo le pantofole e mi stringo nella vestaglia quando esco dalla mia stanza. Accendo i termosifoni, scendo al piano di sotto e vado in cucina per preparare la colazione ai bambini.
 
Oggi, Celine ed io, abbiamo il turno di lavoro all’ora di pranzo, ci siamo messe d’accordo che lei verrà a prendere me e i bambini per accompagnarli all’asilo. Spero davvero di riuscire ad andare a prenderli anche all’uscita.
 
Preparo dei pancake, apparecchio la tavola per la colazione e ci sistemo sopra anche dei piatti con dei panini avanzati di ieri pomeriggio. Dopotutto la colazione è il pasto più importante della giornata, no?
 
Il mio sguardo finisce in salotto e rabbrividisco al pensiero di Harry. Mi dispiace averlo trattato in quel modo, ma era importante.
 
Sospiro, mi faccio coraggio, cammino verso il divano per svegliarlo, per fare colazione e magari chiarire.
 
“Har-” Lo chiamo, ma mi blocco quando vedo che non c’è. Dischiudo le labbra e mi guardo intorno; che si sia già svegliato? Ma dove può essere? Che se ne sia andato?
 
Il solo pensiero mi spezza il cuore. Ma questo non è da lui.
 
Guardo l’ora sull’orologio al polso, vedo che sono le sette e mezzo e decido si andare al piano di sopra. Manca un’oretta all’inizio delle loro “lezioni”, ma tra il vestirsi e il fare colazione, il tempo passerà in fretta.
 
Apro la porta socchiusa e il mio cuore comincia a battere velocemente contro il mio petto, quando vedo una scena dolcissima davanti ai miei occhi. Harry è steso al centro del letto con Lori e Leo avvinghiati a lui, mentre dormono tutti e tre beatamente. Preferirei non svegliarli, ma devo.
 
“Leo.” Lo chiamo accarezzandogli una guancia con la punta delle dita. “Ehi, piccolo devi andare all’asilo.” Sussurro, scuotendolo leggermente, facendolo svegliare.
 
Apre un occhio e si stiracchia tra le braccia del padre. Vorrei che non si svegliasse.
 
Il piccolo non sembra intenzionato ad alzarsi, sorrido e avvicino le labbra al suo orecchio. “Ho preparato i pancake.” Sussurro ridacchiando, dopo aver visto la sua reazione. Le sue orecchie sembrano scattare e e scende velocemente dal letto.
 
Ora sarà un’impresa più dura svegliare Lorenzo; lui è come me, quando dorme nemmeno una bomba riesce a svegliarlo.
 
“Lori, svegliati.” Sussurro riempendo il suo visino di teneri baci.
 
“Mamma.” Ridacchia cercando di allontanarsi, senza successo. È stato più facile del solito, strano.
 
“Ho preparato la colazione.” Sorrido mettendomi seduta accanto a lui.
 
“Hai visto il egalo che mi ha fatto papà?” Chiede indicando una scatola ai piedi del letto.
 
Inarco un sopracciglio, prendo la scatola e ne osservo il contenuto. Un Transformers, lui ne va matto.
 
“È bellissimo.” Sorrido e riporto la scatola dov’era prima.
 
“Guada mio!” Esclama Leo avvicinandosi a me, mentre sorregge una scatola, quasi più grande di lui.
 
Ridacchio e annuisco. “Bellissimo.”
 
“Brum brum!” Esclama muovendo una macchinina davanti al mio viso.
 
Per terra c’è un’altra scatola piena di macchinine come quella che ha in mano; stasera saranno ovunque.
 
“Ora però andiamo.” Sussurro alzandomi dal letto per non svegliare Harry.
 
Prendo i loro vestiti dall’armadio e lascio la camera, socchiudendo la porta, per raggiungere la mia. Comincio a vestirli mentre loro non stanno fermi un secondo e poi da bravi ometti che sono, vanno in bagno a lavarsi ed io nel frattempo indosso il mio solito abbigliamento per andare al lavoro.
 
Raggiungo i bambini in bagno, che si schizzano l’acqua, ma si fermano appena incrociano il mio sguardo di rimprovero e abbassano gli occhi mormorando un flebile “scusa”.
 
Sorrido, mi avvicino a loro, gli scompiglio i capelli facendoli ridere e mi lavo il viso e i denti. Una volta lavata scendiamo al piano di sotto, ci mettiamo seduti intorno al tavolo e cominciamo a fare colazione.
 
Verso le otto e un quarto Celine ci raggiunge e si unisce a noi, fino a quando non decidiamo di andare. Prendo una penna e su un post-it lascio un messaggio a Harry.
 
“Ho accompagnato i bambini a scuola e vado al lavoro. Ci vediamo verso le quattro e mezzo. Veronica.”
 
Lo attacco al frigo, afferro la mia borsa ed esco di casa chiudendomi la porta alle spalle, raggiungendo i bambini in macchina di Celine.
 
“Com’è andata con Harry?” Mi chiede quest’ultima, mentre lascia il vialetto di casa e Leo e Lori giocano tra di loro.
 
“Non voglio parlarne.” Scuoto la testa appoggiando la fronte sul finestrino. “Non davanti a loro.”
 
“Come vuoi.” Alza le spalle e mi rivolge un sorriso, che io cerco di ricambiare.
 
 
“Arrivederci.” Salutiamo in coro Celine ed io gli ultimi clienti, prima di tornare a sistemare alcuni tavoli per la cena di questa sera; ci sarà una cena d’imprenditori a cui parteciperà anche Leila, come segretaria del suo capo.
 
Celine pulisce l’ultimo tavolo liberato e, una volta che tutta la sala è brillante, andiamo negli spogliatoi e ci cambiamo. Controllo l’orario sull’I-Phone e sorrido nel vedere che mancano dieci minuti alle quattro. Perfetto, potrò andare a prendere i bambini.
 
“Andiamo a prendere Leo e Lori?” Chiede Celine sorridendo e sistemandosi i lunghi capelli in una coda.
 
Annuisco ricambiando il sorriso e m’infilo la giacca.
 
Lasciamo gli spogliatoi e mentre stiamo per lasciare il ristorante, il nostro capo di ferma.
 
“Ragazze, devo parlarvi.” Dice.
 
Celine ed io ci guardiamo e poi ritorniamo a guardarlo. “Che succede, capo?” Chiedo sorridendo per alleggerire la tensione. Vuole licenziarci per caso? Non ne avrebbe motivo; abbiamo sempre lavorato duramente in questi mesi anche se p in ritardo con lo stipendio di due mesi.
 
“Come ho già detto ai vostri colleghi, nemmeno questo mese verrete pagate per pro…”
 
“Non può farlo! Di nuovo!” Protesta Celine indignata.
 
“Posso farlo, invece. Quindi, stavo dicendo…”
 
“Sono due mesi che non veniamo pagate e abbiamo fatto dei turni pazzeschi. Pretendiamo di essere pagate.” Continua la mora.
 
“Celine…”
 
“Celine niente!”
 
“Sai cosa? Siete licenziate, tutte e due.” Dice lentamente.
 
“Ma vaff-“ Capisco che cosa ha intenzione di dire, mi avvicino a lei e le chiudo la bocca con una mano.
 
“Fuori. Ora!”
 
 
Guardo Celine e poi scoppio a ridere. “Sei un disastro.”
 
“Ma cazzo! Questa settimana sono stata più qui dentro che a casa, sono due mesi che non paga e aveva promesso che lo avrebbe fatto domani. Sinceramente mi sono rotta eh!” S’imbroncia.
 
Scuoto la testa con un sorriso affettuoso e la prendo a braccetto. “Andiamo a prendere i bambini, penseremo più tardi a quello che è successo.”
 
Sbuffa e prende le chiavi dell’auto.
 
 
La mia migliore amica parcheggia davanti all’asilo dei bambini, scendo dall’auto, mentre lei mi aspetta lì e cammino verso l’entrata. Saluto la bidella che si trova seduta dietro al suo tavolo e vado nella classe dei bambini, dove trovo la stanza completamente vuota. Dove sono Lorenzo e Leonardo?
 
La porta alla mia destra si apre ed entra Elisa che non si accorge di me fino a quando non alza lo sguardo da dei fogli.
 
“Vero? Che ci fai qui?” Inclina la testa da un lato, confusa.
 
“Sono venuta a prendere i bambini?” Non sono nemmeno sicura di quello che sto dicendo.
 
“Ah, è passato Harry. Pensavo ti avesse avvisata.” Sorride.
 
“Si sarà dimenticato.” Scuoto la testa. “Okay, io vado. Ci vediamo.” Le lascio un bacio sulla guancia ed esco.
 
Una volta fuori, lentamente, torno alla macchina e mi siedo vicino a Celine.
 
“I bambini?” Inarco un sopracciglio.
 
“Harry li è venuti a prendere.” Sospiro.
 
“E un messaggio o una chiamata per avvertire no!?” Sbotta per poi mettere in moto e partire.
 
Prendo il cellulare dalla borsa e sblocco lo schermo; c’è un messaggio ed è di Harry.
 
“I bambini li vado a prendere io, li porto un po’ al parco. xx”
 
“Mi ha mandato un messaggio dieci minuti fa, mentre stavamo parlando con il capo.” Informo Celine.
 
“Mmh, okay.”
 
“Siamo senza lavoro.” Dico dopo un attimo di silenzio.
 
“Già.” Ridacchia.
 
“Non c’è niente da ridere.” Ribatto seria.
 
“Però la cosa è abbastanza comica.” Mi fa notare.
 
“Okay, è vero.” Ridacchio. “Appena torno a casa cerco qualcosa sugli annunci online.”
 
“Lo farò anche io, magari troviamo un lavoro migliore.” Sorride.
 
“Siamo arrivati alla sua destinazione, signorina.” Dice fermando l’auto.
 
“Grazie.” Prendo la borsa, le lascio un bacio sulla guancia ed esco dall’auto.
 
Quando sono in casa, appendo la borsa e la giacca all’appendiabiti e vado in soggiorno a prendere il computer da sopra il tavolino e il giornale sopra la cassapanca all’entrata per poi andare in cucina sedendomi s uno sgabello.
 
Che la ricerca abbia inizio.
 
 
Sento la porta di casa aprirsi e guardo l’orologio, sono le sei e mezzo. Sposto lo sguardo sulla porta della cucina da dove spuntano Lorenzo e Leonardo seguiti da Harry. Saluto i bambini con un bacio sulle guance paffute e poi li lascio andare in soggiorno a giocare.
 
“Ehi.” Sussurra Harry avvicinandosi.
 
“Ciao.” Sorrido allungando il braccio e infilando due dita sotto la sua cinta per portarmelo vicino. “Mi dispiace per come mi sono comportata ieri sera.”
 
Sorride e si piega su di me per baciarmi. “Tranquilla, so quanto ci tenevi, dispiace a me avervi deluso.”
 
“Se manchi al prossimo ti taglio le palle.” Esclamo strattonandolo dalla cinta.
 
“Per la mia incolumità ci sarò.” Ridacchia.
 
Ci baciamo di nuovo poi torno a guardare lo schermo del pc.
 
“Che stai facendo?” Chiede guardando il giornale. “Perché stai guardando gli annunci di lavoro?” Torna a guardarmi con la fronte aggrottata.
 
Ridacchio nervosamente e mi passo una mano tra i capelli. “È una storiella veramente simpatica. Allora, io e Celine stavamo uscendo quando il capo ci ferma e ci dice che nemmeno questo mese ci pagherà. Abbiamo protestato e ci ha licenziate.” Scrollo le spalle.
 
“Cioè, così? Senza spiegazioni o quant’altro?”
 
“Niente di niente.” Scuoto la testa.
 
“Che gran bastardo.”
 
“Già.” Annuisco. “Però è stato divertente, non ho mai visto Celine così infuriata.” Ridacchio scuotendo la testa, ripensando a ciò che è successo qualche ora fa.
 
“Immagino.” Appoggia il mento sulla mia spalla e circonda la mia vita con le braccia. “Beh, allora mettiamoci al lavoro.” Guarda lo schermo del computer e appoggia una mano sopra la mia, che si trova sopra il mouse.
 
Sono felice di aver chiarito con lui.
 
Angolo autrice,
Hello my love!
Come state? Mi sento terribilmente in colpa per il mio ritardo spaziale, ma ho avuto dei problemi (che per il momento sembrano risolti) e non ho avuto tempo per aggiornare. Spero che con questo capitolo, riusciate a perdonarmi. Allora, Celine e Veronica vengono licenziate, ce la faranno le nostre “eroine” a trovare un altro lavoro? Gli ‘Heronica’ per il momento sembrano aver chiarito, ma… quanto durerà? Nella mia testolina ho pianificato tante cose e manca ancora molto alla fine, ma tanto tanto tanto, ahah. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto.
Alla prossima,
Reds xx
 
Giochino: La vostra serie tv preferita? Le mie sono Pretty Little Liars, American Horror Story e The Tudors. Ora sto anche guardando Teen Wolf (la mia migliore amica lo sta guardando e mi ha fatta incuriosire) (:
 
p.s. mi siete mancate!
pp.s passate a leggere la mia storia "Ricordati di noi".

 

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Capitolo 34
*** Capitolo Trentadue. ***


                                                         
Crediti: Sara Scrive 
 
Capitolo Trentadue.
 
“Vado a prendere i bambini.” È la voce di Harry a riportami alla realtà dai mille pensieri che occupano la mia mente. Punto lo sguardo su di lui, sorrido, annuisco e lui esce da casa delle ragazze. Oggi è venerdì, il che significato che ci riuniremo tutti da loro. Elisa è al lavoro e Louis è andato a farle una sorpresa, Niall e Chiara sono andati a fare la spesa, mentre Liam e Celine si sono nascosti in camera di quest’ultima da questa mattina a fare chissà quante porcherie.
 
I ragazzi sono tornati dal tour europeo ed hanno una pausa di un mese -o più-, prima di riprendere il tour in Canada e negli Stati Uniti. Tra qualche giorno partiremo per l’Australia, dove si terrà il matrimonio di Gemma e Ashton, e verranno anche i miei genitori e mia sorella. Harry è molto agitato per questo, vuole a tutti i costi fare buona impressione su di loro, soprattutto su mio padre, mentre io gli ripeto di essere se stesso e di stare tranquillo.
 
Gemma mi ha chiesto di essere la sua damigella, insieme con una sua amica, ed io ho accettato. Abbiamo girato tutti i negozi di abiti da sposa per i nostri vestiti e ieri, nell’ultimo negozio, abbiamo trovato degli abiti perfetti e poi il suo aderisce perfettamente al suo pancione. Siamo a Marzo e lei ormai è al sesto mese, spero che Abby -esatto, aspetta una femminuccia- decida di starsene buona quel giorno… Anche se sarebbe divertente.
 
Ridacchio tra me e me, ma torno subito a concentrarmi sul tablet appoggiato sul bancone. È passato un mese da quando siamo state licenziate e ancora non siamo riuscite a trovare un lavoro, è un’attesa snervante. In questi giorni ci è arrivata la nastra busta paga, se fossero passati altri cinque giorni Celine sarebbe andata al ristorante e avrebbe ribaltato tutto.
 
All’improvviso sotto i miei occhi compare il volantino di una vendita e leggo incuriosita di cosa si tratta: “Locale nei pressi di Time Square, 100mq, con magazzino, due bagni  giardino a lato. Precedentemente usato come pasticceria, fallito pochi mesi dopo l’apertura. Costo: Inf. in agenzia.
 
Sarebbe un’idea fantastica, questa potrebbe essere un’occasione per mettere a prova le nostre abilità da pasticcere.
 
Le mie labbra si allargano in un sorriso, scendo dallo sgabello stringendo a me il tablet e salgo al piano di sopra per dire la mia idea a Celine. So che potrei disturbarli mentre stanno facendo porcherie, ma è una questione di “vita o di morte”.
 
Mi ritrovo davanti alla porta della sua stanza, da dove provengono delle risate, busso con un pugno e il silenzio cala all’interno. Roteo gli occhi e busso di nuovo, ma stavolta più forte.
 
“So che ci sei, aprimi!” Busso ancora.
 
Sento Liam ridere e lei sbuffare e, dopo qualche secondo, mi ritrovo davanti Celine con i capelli scompigliati e con il lenzuolo intorno al corpo per coprirsi, molto probabilmente perché è nuda.
 
Trattengo una risata e lei mi fulmina con lo sguardo, come se volesse uccidermi. “Allora? Ero impegnata, se non te ne fossi accorta.” Borbotta facendo una smorfia.
 
“Lo so, lo so. Vi siete barricati qui dentro da questa mattina.” Roteo gli occhi e sventolo una mano a mezz’aria. “Guarda che cosa ho trovato sugli annunci.” Sblocco il tablet e le mostro ciò che ho trovato.
 
Lei sembra incuriosita, si sporge verso di me ed io comincio a spiegarle di cosa si tratta. “Potremmo aprire una pasticceria e realizzare il nostro sogno, sarebbe fantastico!” Esclamo sorridendo riportando gli occhi su di lei.
 
Noto un movimento alle sue spalle, mi sporgo e vedo Liam buttarsi sul letto a peso morto con indosso solo un paio di boxer neri.
 
“Ehi Lì!” Esclamo salutandolo con una mano, mentre Celine è ancora concentrata sul tablet.
 
“Ehi Vee, come stai?” Mi chiede sorridendo spostando le braccia dietro la nuca.
 
“Benissimo, e tu?” Rispondo ricambiando il sorriso. Ha davvero un bel fisico, Celine lo tiene sott’occhio.
 
“Lo stesso.”
 
Vedo Celine fare dei passi indietro, entrare in camere e sbattermi la porta in faccia. Ma che cazzo…!?
 
“Ehi, stavamo parlando!” Sbotto agitando le mani.
 
“No, tu stavi parlando.” Ridacchia. “Ora ho da fare, dopo ne parliamo.”
 
Sbuffo alzando gli occhi al cielo. “Non fate sesso come conigli e usate le protezioni!” Urlo camminando verso le scale, per poi scendere al piano di sotto.
 
“Tranquilla!” Esclamano in coro, prima di scoppiare a ridere.
 
Ah, l’amore.
 
La porta d’ingresso davanti a me viene aperta e compaiono i miei bambini; la cosa più bella che mi sia capitata nella vita.
 
Sorrido e mi accovaccio, quando li vedo venirmi incontro per abbracciarmi. Li stringo a me e gli lascio un bacio sulla fronte, per poi alzare lo sguardo su Harry che guarda la scena con un sorriso stampato sulle labbra. Sono felice di averlo ritrovato e che lui abbia trovato loro.
 
“Che cosa avete fatto oggi?” Chiedo dolcemente mentre li libero dai cappottini e dai cappelli.
 
“Tanti disegni!” Esclama Lorenzo prendendo i disegni dalla sua cartellina.
 
“Belli.” Sorrido nello sfogliare i fogli e punto lo sguardo su Leo, che ha il broncio e le braccia incrociate. “Che succede, patatino?” Gli chiedo accarezzandogli una guancia paffuta.
 
“Leo ha fatto un dispetto a Janice.” Lori lo precede ricevendo un’occhiata dal fratello.
 
“Elisa ha detto che la bambina ha trovato un lombrico nel suo astuccio.” Dice Harry con una scrollata di spalle, prima di prendere Lori in braccio e andare in salotto.
 
“Leo.” Mi giro verso di lui con uno sguardo di rimprovero, che tiene lo sguardo basso e si rigira i piedi. “Perché lo hai fatto?” Inarco un sopracciglio mettendolo seduto su una mia gamba.
 
Lui non incrocia il mio sguardo e resta in silenzio.
 
“Sai che puoi dire tutto a mamma, vero?” Lo rassicuro con un sorriso, mettendo due dita sotto il suo mento e alzando il suo sguardo.
 
“Janice, caina.” Borbotta e le sue guance cominciano a prendere colore.
 
Un sorriso compare sulle mie labbra e gli scompiglio i capelli.
 
“Mamma.” Si lamenta sorridendo e allontanando la mia mano.
 
“Se la trovi carina non devi farle i dispetti, ma darle dei fiori e farle dei bei disegni.” Gli dico sorridendo. “Mai usare dei lombrichi con una ragazza.” Faccio una smorfia e gli pizzico una guancia.
 
“Va bene.” Si massaggia la guancia dolorante. “Domani le chiedeo scusa.” Sorride.
 
“Ecco, bravo.” Lo bacio sulla fronte e lo lascio scendere dalla mia gamba.
 
Dei passi sulle scale ci fanno girare e dopo poco spunta Celine.
 
“A Leonardo piace una bimba.” Lo indico guardandola.
 
La mora emette un verso strozzato e si porta una mano sul petto. “Tradisci così zia Celi? Chi è la bimba?” Si piega per arrivare alla sua altezza.
 
“Janice.” Sussurra il piccolo.
 
Lei trilla felice e batte le mani. “L’angioletto biondo! Ottima scelta, ometto!” Lo prende tra le braccia e gli riempie il viso di baci.
 
“Basta tia.” Borbotta Leo.
 
Lo lascia andare ridendo e torna dritta. “Vai pure a giocare, biscottino.” Sventola una mano verso la sala.
 
Leo se ne va di corsa mentre io rimango a guardare Celine. “Ora che lo hai preso sei in modalità figlia dei fiori?”
 
“Ah!” Ride.
 
Scuoto la testa e mi siedo sullo sgabello in cucina.
 
“Allora, parliamo di questa cosa. Ne sei sicura? Voglio dire, anche se abbiamo preso i soldi della liquidazione non so se ce la faremo. Lì c’è scritto che per il costo bisogna sentire l’agenzia e questo significa che costerà un sacco.”
 
“Di che state parlando?” Chiede Harry entrando in cucina seguito da un Liam impegnato a mettersi una maglietta.
 
“Ho trovato questo annuncio su internet.” Porgo loro il tablet. “Mi sembrava una buona idea, ma-“ Scrollo le spalle e Celine mi precede.
 
“Non abbiamo i soldi per acquistarlo.” Dice lei facendo una smorfia.
 
Harry e Liam leggono di cosa si tratta, alzano lo sguardo e si scambiano un’occhiata complice. Che cosa staranno pensando?
 
“Potremmo pensarci no.” È Liam a parlare indicando se stesso e Harry, sorridendo.
 
Non voglio che spendano dei soldi per noi; ho sempre voluto aprire una pasticceria con Celine, ma voglio farlo con le mie mani, non grazie a loro.
 
“No.” È la mora a parlare. “Se dobbiamo farlo, lo faremo da sole. Ma grazie lo stesso.” Sorride con un’alta di spalle e lascia un bacio sulla guancia del suo ragazzo.
 
Harry’s pov.
 
“Sono le quattro e mezzo, Haz. Dobbiamo andare allo studio di registrazione.” Dice Liam guardando lo schermo del telefono.
 
“Già. Ci vediamo più tardi.” Mi alzo dal divano e bacio Veronica sulle labbra e saluto i bambini. Il mio migliore amico m’imita e posa le labbra su quelle di Celine. Ancora? Sono stati insieme fino a mezz’ora fa.
 
Inarco un sopracciglio e guardo Veronica, che scuote la testa e sorride, per poi tossire fintamente per far allontanare i due. Celine ed io si allontanano e ci guardano per qualche secondo per poi scoppiare a ridere.
 
“Ci vediamo dopo.” Dice il castano dandole un altro bacio, prima di indossare la sua giacca.
 
Faccio lo stesso, salutiamo un’ultima volta i bambini e le ragazze e usciamo di casa. Saliamo nella mia auto e accendo subito il riscaldamento, anche se siamo a Marzo si gela. A volte mi manca il caldo di Los Angeles, quando il tour sarò finito ci porterò Veronica e i bambini. È una delle città che adoro in assoluto.
 
Metto in moto, mentre l’aria intorno a noi comincia a cambiare ed esco dal vialetto per poi cominciare a guidare verso l’agenzia immobiliare. Liam ed io abbiamo pensato di fare una sorpresa alle ragazze e, anche se loro non voglio che spediamo dei soldi per loro, noi lo faremo lo stesso. Ho visto una strana luce nei loro occhi mentre parlavano di aprire questa pasticceria e ci è venuta questa idea.
 
Farei di tutto per vedere il sorriso sulle labbra di Veronica.
 
“Quindi, tra qualche giorno tua sorella farà il grande passo.” La voce di Liam mi riporta alla realtà e mi giro verso di lui per guardarlo qualche secondo per poi riportare lo sguardo sulla strada.
 
“Eh, già.” Sospiro e scuoto la testa pensando a mia sorella. “Sono felice che stia con Ashton, è un bravo ragazzo e aspettano anche una bambina.” Le mie labbra si arricciano in un sorriso. Ashton è molto cambiato da quando ha conosciuto Gemma, non è più un ragazzino e si sta prendendo le sue responsabilità.
 
“E tu?” Mi chiede all’improvviso, facendomi inarcare un sopracciglio.
 
“Io… Cosa?” Domando facendo il finto confuso. So perfettamente di cosa sta parlando.
 
“Oh, non fare il finto tonto, Harold!” Esclama dandomi una gomitata su un braccio, facendomi ridere. “Quando hai intenzione di chiedere a Veronica di sposarti?” Continua sorridendo. Esatto, era da un po’ che ci stavo pensando e solo un paio di giorni fa mi sono convinto. Nessuno sa di questa mia scelta -se non i ragazzi-, non ho detto niente nemmeno a mia madre perché voglio che sia una sorpresa. Ho comprato l’anello di fidanzamento ieri, con Louis, e l’ho nascosto nel mio cassetto della biancheria intima, spero solo che Veronica non vada a frugare in esso e sarò rovinato. Per fortuna, grazie ai nostri travestimenti, nessuno si è accorto di noi, quando siamo andati nella gioielleria.
 
“Stavo pensando di farlo durante il pranzo del matrimonio di Gemma, ma temo che Veronica sarò troppo impegnata. Sai, essendo la damigella dovrà stare accanto alla sposa, fare fotografie e tante altre cose.” Sbuffo e roteo gli occhi. “Poi ho pensato di chiederglielo dopo, quando saremo in hotel, così sarà una cosa privata. Sola nostra.” Alzo le spalle, punto lo sguardo su di lui sorridendo e lui ricambia. Sono passati pochi mesi da quando ci siamo rincontrati, ma nei due anni precedenti -anche se ho frequentato altre ragazze- non ho mai smesso di pensare a lei e scoprire di avere due bambini, non ha fatto altro che aumentare i miei sentimenti nei suoi confronti.
 
“Sono felice per te, amico.” Fa l’occhiolino e mi da una passa sulla spalla. “Spero ti dica di si.”
 
“Anche io.” Ridacchio nervosamente. “Tu e Celine, invece?” Cambio discorso.
 
“Noi cosa?” Chiede tranquillamente.
 
“Bambini, matrimonio.” Dico ovvio.
 
“Nah, Celine prende la pillola. Non è pronta.” Fa una smorfia con le labbra.
 
“Ma a cresciuto i miei figli per tre anni e credo che sia più che pronta.” Sorrido. “E orimai sei vecchio, dovresti mettere su famiglia.” Ridacchio.
 
“Simpatico.” Ridacchia amaramente fulminandomi con lo sguardo.
 
Dopo qualche altro minuto di viaggio mi ritrovo davanti all’agenzia, parcheggio davanti al marciapiede e scendiamo dall’auto per poi rifugiarci velocemente dal freddo all’interno. Dietro ad una scrivania, davanti a noi, c’è un uomo quasi sulla sessantina, che ha lo sguardo puntato su di noi e ci rivolge un sorriso. Molto probabilmente ci ha riconosciuto.
 
“Buonasera signori. Accomodatevi pure.” Dice, rompendo il silenzio, indicando le due poltrone di pelle nere davanti a se.
 
“Buonasera.” Risponde Liam per entrambi, mentre ci accomodiamo sulle poltrone.
 
“In cosa posso aiutarvi?” Chiede gentilmente appoggiando i gomiti sulla scrivania.
 
“Ehm,” Mi passa la lingua sul labbro inferiore e una mano tra i capelli. “La mia ragazza ha visto nel vostro sito un annuncio riguardante una pasticceria.”
 
“Quella nei pressi di Time Square?” Chiede digitando dei tasti sulla tastiera del computer.
 
“Esatto.” Annuisco sorridendo.
 
“È un bel locale quello.” Torna a guardarci e sorride. “Ma, ci sono alcuni lavori da fare nel magazzino e mancano degli strumenti, come il bancone, dei forni e degli scaffali, ma per il resto è ottimo.” Gesticola con una mano, facendo una smorfia con le labbra.
 
“Potremmo vederlo oggi stesso? Sa, per farci un’idea.” Chiede Liam.
 
“Mmh, certamente.” Apre un cassetto della scrivania e cerca qualcosa. “Trovate!” Esclama mostrandoci delle chiavi.
 
Ci alziamo dalle poltrone, l’uomo indossa un cappotto, lascia a capo dell’azienda un suo collega nell’altra stanza e usciamo.
 
Sarà una bella sorpresa.
 
Angolo autrice,(giochino)
BABY I LOVED YOU FIRST!
Buonasera a tutte, ragazzuole! Questa volta sono stata un po’ più veloce nell’aggiornare, quanto sono stata brava? Credo che i miei vicini chiameranno la polizia, o i pompieri, da quanto sto cantando ad alta voce ogni canzone che passa al computer, ahah. Ma, torniamo a concentrarci sul capitolo; Celine e Liam sono dei zozzoni, Leonardo è “innamorato” (aww) e Harry vuole fare la proposta di matrimonio a Veronica! Non sono dolcissimi gli ‘Heronica’? Ma, Harry riuscirà a farle la proposta? Che cosa succederà nei prossimi capitoli, secondo voi? Non è carino da parte dei ragazzi fare quella sorpresa alle ragazze? aw.
Io ho già scritto altri due capitoli e credo di finire il terzo proprio questa sera, perciò potrei aggiornare tra due giorni, se ci riesco. (:
Ora devo andare,
alla prossima.
Reds xx
 
Giochino: il vostro anime/manga preferito? Il mio Naruto, credo che sia la mia seconda ragione di vita. **


Il vestito di Gemma. Appena l'ho visto mi è piaciuto subito.
Voi che ne pensate? (: 


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Capitolo 35
*** Capitolo Trentatré. ***


 
Capitolo Trentatré.
 
“L’aereo da Roma, Italia, è appena atterrato. Preghiamo i...” Le prime parole bastano a farmi paralizzare sul posto. Siamo a Sidney, in Australia, per il matrimonio di Gemma e Ashton, che si svolgerà nella città natale di quest’ultimo tra di giorni.
 
Io, Veronica, i bambini, i ragazzi e le ragazze siamo arrivati ieri, i miei genitori erano già arrivati da qualche giorno ed oggi arriveranno i genitori della mia ragazza, anzi sono già qui. Deglutisco rumorosamente, mentre Veronica mi stringe una mano, con un enorme sorriso sulle labbra e Leo e Lori si guardano intorno impazienti di rivedere i nonni.
 
È da tanto che mi preparo, sia mentalmente sia fisicamente, a questo giorno ma ora che è finalmente arrivato, vorrei tanto tornare indietro nel tempo di qualche mese.
 
Sento Veronica al mio fianco lanciare un urletto, prima di cominciare a correre verso qualcuno seguita dai bambini. Abbraccia un uomo sulla sessantina, alto quanto lei, dai capelli neri con qualche ciuffo bianco e con i baffi. La solleva da terra, fa un giro su loro stessi e la riporta con i piedi per terra, in modo che possa salutare la donna e la ragazzina accanto a lui. Mi ha sempre parlato del rapporto speciale che ha con suo padre, soprattutto dopo la nascita dei bambini.
 
La vedo indicarmi e, quando gli occhi di suo padre si puntano su di me, sussulto. La donna prende i braccio Leonardo lasciando la valigia nelle mani della figlia più piccola, Lorenzo viene preso in braccio dal padre e cominciano a camminare verso di me.
 
Oh, cazzo, credo di farmela sotto.
 
Le mani stanno sudano e il mio cuore sta battendo velocemente contro il mio petto.
 
Devi stare tranquillo ed essere te stesso, le parole di Veronica mi ritornano in mente e prendo un respiro profondo. Devo fare una bella impressione.
 
Sento un braccio circondarmi la vita, abbasso lo sguardo e vedo Veronica che mi guarda con gli occhi rossi, qualche lacrima sulle guance e un sorriso rassicuratore sulle labbra. Le bacio la punta del naso e torna a guardare davanti a me.
 
“Beh, non ci presenti?” Chiede la sorella di Veronica ridacchiando. Ha i capelli castani lunghi fino alle spalle con la frangia, gli occhi sono più chiari rispetto a quelli di Veronica ed è alta quasi quanto lei.
 
“Un attimo.” Risponde Veronica facendole la linguaccia, prima di rivolgersi a me. “Allora, Harry, loro sono mia sorella Valentina e mia madre Eleonora.” Mi presenta le due davanti a me.
 
Stringo la mano sorridendo a Valentina, la quale ricambia il sorriso e poi mi rivolgo a sua madre. “È-È un piacere conoscerla, signora.” Le dico porgendole una mano.
 
“Oh, Harry. non chiamarmi signora, mi fa sentire ancora più vecchia, chiamami El.” Alza le spalle sorridendo e mi stringe la mano.
 
“Va bene, sign- El.” Mi riprendo passandomi una mano tra i capelli.
 
“Tanto sei sempre vecchia.” La prende in giro il marito ridendo, facendo ridere Lorenzo ancora tra le sue braccia.
 
“Piero.” Eleonora lo fulmina con lo sguardo, pressa le labbra in una linea dura e lo colpisce su un braccio.
 
“Papà, lui è Harry. Harry, lui è mio padre Piero.” Ci presenta Veronica muovendo la mano tra di noi come una racchetta da ping pong.
 
Deglutisco e punto gli occhi su di lui, che mi sta guardando impassibile.
 
Passano alcuni secondi e il silenzio regna intorno a noi, solo le voci di altre persone che camminano intorno a noi lo riempiono.
 
È davvero così arrabbiato?
 
Vedo Eleonora dagli una gomitata, lui fa una smorfia e mi porge una mano costringendo le labbra ad assumere un sorriso. “Piacere.”
 
“Anche per me.” Sorrido stringendogli la mano.
 
“Dove sono i tuoi genitori, Harry? Veronica mi ha detto che sono delle persone adorabili.” È Eleonora a parlare smorzando la tensione tra me e suo marito.
 
“Si, ehm. Mia madre sta aiutando Gemma con gli ultimi preparativi per le nozze e mio padre e Robin stanno giocando a golf.” Sorrido e circondo le spalle di Veronica con un braccio.
 
“Andremo a pranzo insieme, perciò avete due orette per riposarvi.” Li informa lei sorridendo, mentre io mi guardo intorno notando in lontananza delle ragazze e dei paparazzi fotografarci. Dannazione.
 
“Non vedo l’ora!” Esclama El.
 
“Nonna Anne fa buoni biscotti!” Dice Leo tra le sue braccia, facendoci ridere.
 
“Vero.” Attiro la sua attenzione e avvicino le mie labbra al suo orecchio. “Dovremmo andare. Stanno arrivando i paparazzi.” Sussurro sospirando. A volte mi manca la mia vita “normale”, dove andavo ovunque senza essere fotografato o circondato da decine di persone.
 
“Si, dovremmo.” Annuisce alzando lo sguardo su di me. Aiuto Valentina con le valigie, usciamo dall’aeroporto e saliamo sul SUV nero, dove Carl –la mia guardia del corpo- ci sta aspettando.
 
 
“Ho fatto una buona impressione su tuo padre, secondo te?” Chiedo a Veronica mettendomi seduto sul letto, mentre lei si prepara per il pranzo con le nostre famiglie. Suo padre non mi ha rivolto parole, oltre che in aeroporto, e questo mi fa demoralizzare. Vorrei davvero fare buona impressione su di lui. Sua madre, Eleonora, e Valentina sono adorabili. Mi hanno parlato e raccontato qualche storia divertente su Veronica.
 
Lei ridacchia, si avvicina a me e si accovaccia davanti a me per avere un contatto visivo. “Non preoccuparti. Può sembrare cattivo, ma sono sicura che tu gli piaccia, è solo un po’ scettico.” Mi accarezza una guancia e posa le labbra sulle mie. “Ora sorridi e rilassati.” Si alza da terra e mi da uno schiaffo scherzoso su un braccio.
 
Sorrido guardandola, mi alzo dal letto, mi avvicino a lei circondandole i fianchi con le braccia e usciamo dalla stanza per raggiungere i suoi genitori e i bambini. La prendo per mano, prendiamo l’ascensore e, dopo qualche minuto, ci ritroviamo nella hall, dove ad aspettarci ci sono i suoi genitori.
 
“Dove sono i bambini?” Chiede Veronica dopo esserci avvicinati a loro.
 
“Sono in giro per l’hotel con Valentina.” Risponde Eleonora.
 
“Va bene.” Annuisce. “Possiamo andare o aspettiamo i tuoi genitori, amore?” Chiede in seguito alzando gli occhi su di me e stringendo una mia mano.
 
“Possiamo entrare, loro sono già all’interno.” Sorrido e ricambio la stretta, intrecciando le nostre dita.
 
Annuisce, dice ai suoi genitori di seguirci, entriamo nel ristorante e subito intravedo i miei genitori, Robin, mia sorella e Ashton seduti intorno ad un tavolo. Sono felice che mio padre e Robin vadano d’accordo tra di loro così possiamo riunirci tutti insieme durante le feste, senza problemi.
 
Mia madre alza lo sguardo, punta gli occhi su di noi e sorride appena ci riconosce. Si alza dalla sedia e si avvicina a noi, seguita da Gemma. Entrambe si presentano a Eleonora e Piero, i quali ricambiano sorridendo e una volta finite le presentazioni ci accomodiamo intorno al tavolo, dove le presentazioni continuano, una cameriere ci porta i menù e i bambini e Valentina ci raggiungono.
 
“Sono su tutte le pagine Facebook dei ragazzi e su Twitter, i miei followers ora arriveranno alle stelle.” Esclama quest’ultima mostrando il cellulare alla sorella, facendo ridere i presenti.
 
 “Lei ha tredici anni e sa usare Twitter. Io ne ho quasi venti e non so usarlo… Mi sento demoralizzata.” Sussurra Veronica al mio fianco, in modo che nessuno possa sentirla, abbassa lo sguardo ed io ridacchio.
 
“Potrei crearti un profilo quando torneremo in camera.” Dico sorridendo accarezzandole la schiena.
 
“Mmh, davvero?” Mi chiede sbattendo le palpebre e incastrando il labbro inferiore tra i denti.
 
“Davvero.” Annuisco e le lascio un bacio sul naso, facendola sorridere.
 
“Selfie!” Esclama Valentina posizionando il cellulare davanti a noi. Veronica ed io inarchiamo un sopracciglio e ci voltiamo verso di lei divertiti.
 
“Stai diventando insopportabile, lo sai?” Le dice la sorella riducendo gli occhi a due fessure e incrociando le braccia sotto il seno.
 
“Andiamo, è solo una foto. Sorridi.” Le dico ridendo pizzicandole una guancia con le dita e costringendola a sorridere.
 
“Grazie.” Mi ringrazia Valentina, prima di scattare la foto. “Questa finisce su Instagram.”
 
La cameriera torna a prendere le nostre ordinazioni e, dopo qualche minuto, cominciano una ad una ad arrivare. Gemma ha ordinato da mangiare per un esercito, dannazione.
 
Mia madre ed Eleonora stanno andando d’accordo e stanno raccontando le cose più imbarazzati su di noi. Ci stiamo vergognando da morire. Mentre Piero, Robin e papà stanno programmando una partita a golf per domani, invitando ance me. La tensione tra me e Piero non c’è più, anzi parliamo come dei vecchi amici.
 
“Oh, questa devo raccontarla!” Esclama Eleonora attirando la nostra attenzione. “Allora, Veronica aveva all’incirca otto anni ed eravamo all’ippodromo-“ Viene interrotta dalla diretta interessata.
 
“Non provarci, mamma! È imbarazzante!” Sbotta rossa in viso.
 
“Ssh, fammi finire.” Sbuffa e gesticola con una mano. “Lei stava cavalcando un cavallo bianco –ancora me lo ricordo-, la sella ha cominciato a scivolare e lei si è ritrovata a testa all’ingiù.” Conclude ridendo, facendo ridere anche noi, mentre il rossore sulle guance di Veronica aumenta
 
“È scesa, ma è risalita subito. Non ha avuto paura o altro, la mia bambina coraggiosa.” Sorride, allunga una mano verso di lei  e le scompiglia i capelli.
 
“E quando Harry ha indossato il reggiseno di mamma?” Gemma sposto il discorso su di me.
 
“Oh, non farlo, Gemma. Ero solo un bambino e tu mi hai obbligato!” Esclamo arrossendo, incrocio le braccia al petto e metto il broncio, mentre loro scoppiano a ridere.
 
È andata bene.
 
N/A
Buonasera a todos chicas!
Mi dispiace per questo lungo ritardo, ma avevo finito i giga sulla chiavetta e l’ho rimesso solo qualche giorno fa ed oltre a questo ho anche traslocato, non sapete quanto è stata dura e ancora dobbiamo finire di montare alcune cose. Spero di non traslocare per i prossimi cinque anni!
Avrei voluto aggiornare oggi pomeriggio, ma ho dovuto fare delle commissioni e sono andata a prendere mia sorella a scuola, perciò eccomi qua quando dovrei studiare per il compito di alimentazione di domani, ye!
Allora, passiamo al capitolo; c’è il tanto atteso incontro con i genitori di Veronica! Che ne pensate di loro? E di Valentina? A lei ho voluto dare un po’ il ruolo della “pazza per i social network”, beh un po’ come i giovani di ora, lol.
Ora devo andare, lasciate un commento per farmi sapere che ne pensate!
Alla prossima,
Reds xx
 
p.s. vi piace il nuovo banner? L’ho fatto io con le mie manine medesine. :3
pp.s avrei una nuova storia in mente su Niall, se la pubblicassi, in quante la leggerebbero?

 

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Capitolo 36
*** Capitolo Trentaquattro. ***


 
Capitolo Trentaquattro.
 
Veronica’s pov.

Prendo il vestito di Gemma appoggiato sul letto e mi avvicino a lei, che è seduta su una sedia con i capelli sistemati, il trucco e per il momento indossa una vestaglia di seta bianca.
 
“Eccolo.” Dico sorridendo mostrandole il vestito. Anne e Aurora, la sua amica e damigella, sorridono e applaudono, mentre lei deglutisce e stringe la vestaglia tra le dita. “Pronta?” Le chiedo dolcemente.
 
Scuote la testa e abbassa lo sguardo. “Non so più se voglio farlo.” Dice in un sussurro.
 
Aurora, Anne ed io ci scambiamo un’occhiata sorpresa, ritorniamo a guardarla e aspettiamo che ricominci a parlare. Non può dire sul serio, ama Ashton da morire, non può davvero lasciarlo all’altare.
 
“Abby ed io potremmo prendere il primo volo per Londra e far sparire le nostre tracce. Che cosa ne pensi, piccolina?” Appoggia una mano sulla pancia e abbassa lo sguardo su di essa. La accarezza per qualche secondo e poi fa una smorfia. “Questo calcio lo prendo come un no?” Chiede ridendo facendo ridere anche noi.
 
“Dai, si sta facendo tardi.” Anne si avvicina alla figlia e la aiuta ad alzarsi dalla sedia.
 
“Però se ha quella dannata bandana in testa, giuro, che lo lascio sull’altare.” Ridacchia e lascia cadere a terra la vestaglia, per poi indossare il vestito con il nostro aiuto. È bellissima; il vestito le ricade perfettamente lungo i fianchi, mettendo in risalto la sua pancia, le maniche le arrivano fino al gomito, ha qualche decorazione in pizzo e il velo le arrivo fino a metà schiena. Aurora prende il bouquet di rose rosse dal comodino e glielo porge.
 
“La mia bambina.” Dice Anne con gli occhi lucidi mettendo le mani davanti alle labbra.
 
“Mamma, non piangere, o piangerò anche io, e il trucco si rovinerà.” Dice indicandosi il viso anche lei con gli occhi lucidi, prima di abbracciarla. Sono così dolci.
 
“Andiamo?” Chiede Aurora aprendo la porta della stanza.
 
Gemma si allontana dalla madre, prende un respiro profondo e annuisce. “Sono pronta.”
 
 
La cerimonia è finita e ora stiamo andando al ristorante per il pranzo. Aurora ed io eravamo alla destra di Gemma mentre alla sinistra di Ash c’erano Luke, Michael e Calum. Non posso credere di essere stata a pochi centimetri dai 5 Second of Summer ed essere riuscita a non saltargli addosso… Cioè, sono bellissimo e con lo smoking poi… Dovrei smettere di fare questi pensieri.
 
Lorenzo e Leonardo hanno portato il cuscinetto con le fedi ai due neo sposini, mentre indossavano un completino bianco adatto alla cerimonia, che hanno comprato con Harry qualche giorno fa. Erano adorabili.
 
Al termine sono stata trattenuta insieme agli altri testimoni dal fotografo per fare le fotografie per l’album del matrimonio e mi ha lasciata andare solo qualche minuto fa. Ora sono in auto con i bambini e Harry, che cerca di guidare facendo attenzione ai paparazzi, che si accaniscono sulla macchina solo per fare delle foto.
 
Per fortuna i finestrini dell’auto di Harry sono oscurati e non possono vedere l’espressione sul mio viso; ancora non mi abituo a tutto questo, è lontano anni luce dalla mia vecchia vita: prima nessuno mi seguiva per una fotografia, invece, ora non posso nemmeno andare al supermercato senza essere seguita e non ne capisco il perché. Non sono famosa, dannazione!
 
Sospiro e appoggio il mento sulla mano chiusa in un pugno. Le voci del matrimonio si sono diffuse in fretta, nonostante avessero mantenuto il luogo della cerimonia e del pranzo segreti. Mi chiedo come abbiano fatto a scoprirlo.
 
Sento qualcosa di caldo poggiarsi su una mia coscia, abbasso lo sguardo e vedo la mano di Harry, che mi accarezza dolcemente facendomi tranquillizzare. Alzo gli occhi su di lui e mi rivolge un sorriso che io tento di ricambiare.
 
“Tranquilla.” Aumenta la stretta sulla mia coscia, torna a guardare la strada e accelera quando i paparazzi sembrano essere finiti.
 
Guida seguendo le altre macchine e dopo qualche minuto arriviamo al ristorante. Parcheggia nel parcheggio, scendo con il suo aiuto, prendiamo i bambini in braccio e ci dirigiamo verso l’entrata. Entriamo, andiamo nella sala indicata dal maître, ci accomodiamo al tavolo con i nostri genitori e attendiamo l’arrivo degli sposini, mentre i bambini giocano tra di loro.
 
“Tua sorella è bellissima, Harry.” Si complimenta mia madre.
 
Sta per rispondere, ma viene interrotto dall’entrata di Gemma e Ashton. Tutti i presenti applaudono e fischiano e loro vengono a sedersi al loro posto al nostro tavolo. Questo è il più grande… Beh, siamo una grande famiglia.
 
 
Il pranzo finalmente è finito ed io mi sento piena. Ho mangiato di tutto; l’antipasto, il primo, il secondo, il dolce e anche quello di Leonardo, che stranamente non l’ha mangiato. Non so perché ho così tanta fame. È impossibile che sia incinta, il mio ciclo è finito tre giorni fa e Harry ed io non abbiamo rapporti da un po’… Un bel po’.
 
I miei genitori sono in mezzo alla pista da ballo e ballano felici come se fossero loro gli sposi, seguiti da Anne e Robin e da Gemma e Ashton, che hanno dato il via alle danze.
 
Mia sorella, invece, è in giardino a sorvegliare Leo e Lori, le ragazze e i ragazzi si sono avvicinati al nostro tavolo e parliamo tranquillamente ridendo.
 
“Ho rubato la sposa!” Urla qualcuno attirando la nostra attenzione. Mi volto per vedere di chi si tratta, vedo Michael - abbastanza brillo - prendere Gemma, la quale scoppia a ridere, dalle braccia di Ashton e allontanarsi.
 
Tutti quelli che hanno assistito alla scena ridono.
 
“Vuoi ballare?” Sussurra Harry al mio orecchio.
 
Gli rivolgo un sorriso, annuisco e afferro la sua mano, alzandomi dalla sedia e lo seguo al centro della pista. Appoggia le mani sui miei fianchi ed io circondo il suo collo con le braccia, mentre cominciamo a muoverci a ritmo della musica.
 
“Vero, io…” Parla attirando la mia attenzione, alzo gli occhi e incontro i suoi. Ha un’espressione seria. “Io, voglio chiederti una cosa.” Deglutisce, facendo muovere il suo pomo d’Adamo.
 
“Dimmi.” Provo a sorridere, ma dal suo sguardo mi è un po’ difficile. Che cosa vorrà chiedermi?
 
“Ecco-“ Comincia a parlare, ma viene fermato dalle urla di Lorenzo.
 
Sussulto spaventata e mi allontano da Harry per puntare lo sguardo alle mie spalle. Valentina si avvicina velocemente a me con il piccolo in braccio, mentre Leonardo li segue con uno sguardo spaventato.
 
“Che è successo?” Chiedo allarmata prendendo Lori in braccio, che allunga le braccia verso di me.
 
“Ginocchio.” Sussurra tirando su con il naso e singhiozzando.
 
Abbasso lo sguardo sul punto indicato e vedo i suoi pantaloni macchiati di sangue.
 
“Come è successo?” Chiede Harry.
 
“N-Non lo so!” Esclama mia sorella. “Stava rincorrendo un bambino, mi sono distratta un attimo con il cellulare e poi l’ho sentito piangere.” Spiega velocemente infilandosi le mani tra i capelli.
 
“Non è colpa tua.” La rassicuro per poi guardare Harry. “Puoi andare a prendermi la borsa e seguirmi in bagno, per favore?” Gli chiedo gentilmente, lui annuisce e va al nostro tavolo, mentre io mi dirigo in bagno.
 
Netto Lori seduto su ripiano del lavandino, Leo gli stringe la manina ed io gli arriccio il pantalone fino alla ferita. Sono dei graffi non molto profondi.
 
Mentre aspetto l’arrivo di Harry, comincio a tamponare la ferita con della cartaigenica bagnato, Lori chiude gli occhi e stringe i denti.
 
La porta si apre, Harry mi porge la borsa, prende del disinfettante – che porto sempre con me, nel caso accadessero cose del genere- e ne metto un po’ sulla carta.
 
“Brucerà un po’.” Alzo lo sguardo sul piccolo.
 
Annuisce e aumenta la stretta sulla manina del fratello.
 
Tampono per un po’, prendo un cerotto dalla borsa e lo sistemo sopra il ginocchio.
 
“Fatto.” Sorrido e gli lascio un bacio sulla fronte. “Devo avere un cambio in macchina. Vai tu, Harry?” Punto lo sguardo su di lui, il quale annuisce.
 
“Andiamo, campione.” Prende in braccio Lori, gli asciuga le lacrime ed esce dal bagno, mentre Leo rimane a guardarmi dal basso.
 
“Loento sta bene?” Mi chiede preoccupato.
 
Annuisco, sorrido e mi abbasso alla sua altezza. “Sei un bravo fratello.” Gli scompiglio i capelli.
 
Ridacchia e si allontana. “Vieni a ballae?” Mi chiede in seguito porgendomi una manina.
 
“Certo!” La afferro, mi alzo in piedi, sistemo le mie cose dentro la borsa e dopo averlo preso in braccio, esco dal bagno e andiamo a ballare.
 
Il mio piccolo cavaliere.
 
 
Harry’s pov.
“Buonanotte Harry.” Dice Eleonora una volta davanti alla mia stanza. La festa di matrimonio è finita e tutti siamo tornati in hotel. I bambini questa notte dormiranno con Valentina, perché non volevano allontanarsi da lei e Veronica ed io dormiremo da soli.
 
È la mia occasione.
 
“Si, buonanotte.” Mormora Veronica appoggiando la testa contro il mio petto. Dimenticavo una cosa; è “leggermente” ubriaca da non riuscire nemmeno a camminare, per questo è tra le mie braccia. Durante il ricevimento ha alzato un po’ il gomito.
 
“Prenditi cura di lei.” Si raccomanda la madre spostandole i capelli dalla fronte, mentre Piero le sta accanto.
 
“Oh si, lui sta perfettamente come prendersi cura di me. Vero, amore?” Dice facendo un sorriso sbilenco e facendomi arrossire. Porca troia!
 
Suo padre punta lo sguardo su di me, riduce gli occhi a dure fessure e mi fulmina con essi, mentre Eleonora trattiene una risata.
 
“Ehm, si. Buona – Buonanotte.” Balbetto imbarazzato aprendo la porta della stanza per rifugiarmici dentro.
 
Stendo Veronica sul letto, la quale mugola infastidita, torno indietro a chiudere la porta e appoggio la fronte su di essa. Dire cosa del genere davanti ai suoi genitori, soprattutto a suo padre.
 
Sospiro al pensiero del suo sguardo e mi mordo il labbro inferiore.
 
“Harry.” Mi richiama la voce di Veronica. Giro lo sguardo verso di lei e, quando la vedo, spalanco gli occhi e dischiudo le labbra; è inginocchiata sul letto con indosso solo il suo completo d’intimo nero, i capelli sono sciolti lasciati cadere sulle sue spalle. Dio, è bellissima. “Vieni? Mi sento sola qui.” Gattona fino al bordo del letto e picchietta con la mano accanto a se.
 
Mi avvicino a lei – come ipnotizzato -, circonda il mio collo con le braccia e sorride maliziosa, spostandosi i capelli su una spalla. Posa le labbra sulle mie e comincia a slacciarmi la camicia, mentre io le accarezzo la schiena con le mani facendole venire la pelle d’oca.
 
È troppo sexy, non riesco a concentrarmi.
 
“C’è qualcosa che non va?” Mi chiede contro le mie labbra guardandomi con i suoi occhioni da cerbiatto e lasciando cadere a terra la mia camicia.
 
“Devo parlarti di una cosa seria.” Sospiro e mi passo una mano tra i capelli.
 
“Oh.” Annuisce, si passa la lingua sulle labbra e si mette seduta sul bordo del letto. “Dimmi pure.”
 
Appoggio le mani sulle sue cosce e m’inginocchio davanti a lei. Forse non è il momento giusto per chiederli, potrei aspettare domani, o qualche altro giorno.
 
“Ecco, è da qualche giorno che io-“ Cerco di finire di parlare, ma lei mi ferma posando le mani sulle mie guance. Inarco un sopracciglio e la guardo confuso, mentre lei mi pizzica le guance sorridendo come una bambina.
 
“Sembri un cucciolo, amore.” Ridacchia.
 
Faccio lo stesso e scuoto la testa.
 
Si, è meglio aspettare.
 
 
Sento Veronica al mio fianco alzarsi dal letto e correre in bagno. Accendo l’abatjour sul comodino, mi tiro su a sedere e mi stropiccio gli occhi, per poi mettere a fuoco le immagini che mi circondano. È la quarta volta che si sveglia nel mezzo della notte per andare in bagno a vomitare.
 
Tira lo sciacquone e si sciacqua la bocca, per poi tornare nella stanza a testa bassa. Ha i capelli raccolti in una cipolla disordinata, il viso è pallido e indossa una mia canottiera nera, che le arriva sopra il ginocchio.
 
Si stende accanto a me girandosi su un fianco dandomi le spalle e, dopo qualche minuto, la sento tremare e singhiozzare.
 
“Ehi, perché piangi?” Le chiedo accarezzandole un braccio.
 
“Sono una madre orribile.” Dice tra singhiozzi. “Mi sono ubriacata davanti ai bambini, ma a che diavolo pensavo!?” Esclama mentre le lacrime continuano a rigarle il viso.
 
“Ehi, ehi.” Le asciugo le guance, provando a tranquillizzarla. “Tutti possono esagerare, non credi? Poi, hai visto mio zio Mark? Lui si che era ubriaco.” Ridacchio facendo ridere anche lei, che ha aperto gli occhi.
 
“E i bambini si sono divertiti mentre blateravi qualcosa sul fiore del nostro tavolo.” Le bacio la fronte facendola sorridere.
 
“Grazie.” Tira su con il naso. “Mi abbracci, ora?”
 
“Certo, piccola.” La stringo a me incrociando le nostre gambe, mentre lei circonda la mia vita con le braccia e appoggia la testa sul mio petto.
 
“Le tue braccia sono la mia fortezza.” Sussurra facendomi sorridere, prima di chiudere gli occhi e tornare a dormire.
 
Angolo Autrice.
Buongiorno e buona Pasqua!
Mi dispiace non aver aggiornato per tutto questo tempo, ma non avevo internet e la scuola mi ha stressata. La prossima settimana comincerò gli stage, perciò niente scuola, e proverò ad aggiornare il più possibile, o almeno ci proverò.
Prima ho fatto un errore ed ho postato il capitolo uno della mia nuova storia. Scusate!
Se vi va andare a leggerla, è una storia fantasy su Luke Hemmings. (:
Il prossimo capitolo sarà davvero importante per la storia!
Riuscirà il nostro eroe a chiedere a Veronica di sposarlo?

Alla prossima, che spero sia al più presto.
Reds xx

 

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Capitolo 37
*** Capitolo Trentacinque. ***


The Script – Six Degrees Of Separation.
Capitolo Trentacinque.
 
Veronica’s pov.
Sono passate due settimane dal matrimonio di Gemma e Ashton. Noi ragazzi siamo tornati a Londra mentre i miei genitori sono tornati in Italia e già mi mancano.
 
Celine ed io non abbiamo ancora trovato un lavoro e, soprattutto per lei, è un problema siccome deve pagare l’affitto di casa. Elisa è tornata al lavoro, dove i “suoi” bambini la aspettavano a braccia aperte e Chiara ha ripreso la scuola, ma in questi ultimi giorni l’ho vista un po’ tra le nuvole.
 
I ragazzi riprenderanno il tour tra quattro giorni e Harry sta cercando di stare più tempo con Leo e Lori, anche se deve lavorare allo studio di registrazione per il nuovo album. Vorrei tanto andare con lui, ma non posso; starà via quattro mesi e i bambini devono andare all’asilo, lo raggiungerò subito dopo la chiusura delle scuole.
 
Gemma e Ashton sono tornati una settimana fa dal loro viaggio di nozze in Europa ed oggi con Luke, Michael e Calum si esibirà all’Arena O2 per dare inizio al loro nuovo tour. Gemma ha invitato tutte noi ragazze al concerto e poi andremo a mangiare qualcosa in un fast-food, mentre Harry resterà a casa con i bambini.
 
Mi guardo allo specchio sistemando la mia camicetta azzurra nei pantaloni blu a vita alta, m’infilo gli stivali marroncini, prendo la trousse dei trucchi, metto del fondotinta, del mascara e sono pronta.
 
Indosso una giacca di pelle nera e lascio i capelli sciolti, in modo che mi coprano le spalle. M’infilo gli occhiali da vista e scendo al piano di sotto, dove trovo Leo, Lori e Harry impegnati a preparare la pizza.
 
“Ehi, uomini.” Mi avvicino ai bambini, che sono seduti sugli sgabelli davanti al bancone e gli scompiglio i capelli. “State cucinando bene?” Chiedo dolcemente guardando il disastro che hanno combinato.
 
Annuiscono contemporaneamente, senza guardarmi.
 
Sono troppo concentrati.
 
“Ora mamma andrà via con le zie. Starete bene senza di me?” Chiedo cercando di attirare la loro attenzione, ma si limitano ad annuire. Sporgo il labbro inferiore e alzo lo sguardo su Harry, che sta guardando la scena ridacchiando.
 
Cammino verso di lui, circondo il suo collo con le braccia e gli lascio un bacio a stampo sulle labbra. Farina?
 
“A che ora tornerai?” Chiede.
 
“Uhm, I don’t know.” Alzo le spalle e gli pulisco una guancia sporca di farina con il pollice. “Dopo il concerto andremo a mangiare qualcosa, perciò credo che tornerò dopo mezzanotte.” Faccio una smorfia e sorrido. Sarà una serata tranquilla, almeno credo.
 
“Non è un po’ tardi?” chiede dopo essersi allontanato da me per tornare a preparare l’impasto per la pizza.
 
Inarco un sopracciglio alla sua domanda e mi sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Che vuoi dire?”
 
“Dovresti essere con i bambini a quell’ora.” Dice senza guardarmi. Di che diamine sta parlando? Sto soltanto uscendo con le ragazze per una seratina tranquilla, non sto andando a uccidere nessuno.
 
“Puoi stare solo tu con loro per qualche oretta, io non li ho mai persi d’occhio in questi anni.”
 
“Perché io non c’ero! Al posto mio c’era un altro.” Sbotta alzando il tono della voce, attirando l’attenzione, che puntano lo sguardo su di lui, confusi e spaventati. Sta parlando di Andrea? Perché diavolo sta parlando di lui? E vuole davvero affrontare questo discorso ora?
 
“Non qui, Harry. Andiamo in salotto.” Dico cercando di mantenere la calma, prima di uscire dalla cucina e entrando in salotto seguita da Harry. “Mi sai dire che diavolo ti è preso? sto soltanto andando ad un concerto con delle amiche.” Dico incrociando le braccia sotto il seno.
 
“Devi prenderti le tue responsabilità, sei madre.”
 
La mia bocca si spalanca a forma di “o” e strabuzzo gli occhi. Perché mi sta dicendo questo? Io mi sono sempre assunta le mie responsabilità, lui non dovrebbe nemmeno pensare una cosa del genere.
 
“Li ho cresciuti io, Harry, con l’aiuto delle ragazze e di Andrea.” Dico appoggiandomi una mano sul petto.
 
“Non ricordarmi di lui.” Ringhia stringendo i denti e passandosi una mano tra i capelli. Cos’ha contro Andrea? Credevo gli fosse passata questa gelosia.
 
“Perché no? Negli anni passati tu con quante sei uscito? Taylor, Kendall, Nadine, Paige… Ne manca qualcuna?” Le conto con le dita alzando il tono della voce e guardandolo dritto negli occhi. “Come credi che mi sia sentita quando accendevo il computer e vedevo foto di te con altre, ah? Da schifo! Mi sentivo usata e cercavo in tutti i modi di dimenticarmi di te, della notte che abbiamo passato, ma non ci sono mai riuscita: ogni volta che guardavo Leo e Lori mi tornava tutto in mente e Dio solo sa quante volte go chiesto ad Elisa di cercarti su Twitter, ma poi le dicevo di non farlo. Avevo paura, paura che le persone mi avrebbero giudicato, paura che le tue fan mi avrebbero preso sotto tiro ma, soprattutto, che per te quella notte a Milano non avesse significato niente…” Sussurro l’ultima frase singhiozzando e asciugandomi una guancia bagnata dalla lacrime, che non hanno resistito ai ricordi. Mi sembra che sia successo ieri.
 
“Quando – Quando uscivo con loro tu, tu eri sempre nei miei pensieri.” Sussurra tenendo lo sguardo basso e stringendo le mani in due pugni.
 
Rimaniamo in silenzio senza guardarci e il mio sguardo finisce verso la porta, dove Lori e Leo ci stanno guardando spaesati.
 
“Mamma, pechè tu e papà ulate?” Chiede Lori avvicinandosi a me mentre si morde le dita.
 
Provo a sorridere, mi abbasso alla sua altezza e provo a trattenere le lacrime. “Abbiamo solo avuto una discussione. Succede tra – tra grandi.” Dico accarezzandogli una guancia, lui annuisce e avvicina una sua manina al mio viso.
 
“Ma… Stai piangendo.” Dice accarezzandomi con il pollice una guancia bagnata.
 
“Oh, no.” Mi allontano da lui e mi passo una mano sotto gli occhi, tiro su con il naso e continuo a fingere di sorridere. “Deve essermi entrato qualcosa negli occhi, puoi soffiarci per vedere se va via?” Gli chiedo dolcemente sfilandomi gli occhiali e lui annuisce con vigore, per poi avvicinarsi e fare ciò che gli ho chiesto.
 
“Grazie, molto meglio.” Gli lascio un bacio sulla fronte.
 
“Ver-“ Harry apre la bocca per parlare, ma viene interrotto dal suono del campanello. Grazie a Dio… Non voglio parlare più con lui per questa sera.
 
“Bambini, andate a finire la pizza. Buona serata.” Mi avvicino a Lori e lo bacio sulla fronte, per poi fare lo stesso con Leo.
 
Sistemo la borsa su una spalla, lascio un’ultima occhiata a Harry, che mi guarda a sua volta mordendosi il labbro inferiore, ed esco di casa trovandomi davanti una Gemma sorridendo. Anche il mio umore era così fino a qualche minuto fa. Perché ha dovuto rovinare tutto?
 
“Ehi, tutto bene?” mi chiede ispezionandomi il viso con attenzione.
 
Distolgo lo sguardo dal suo, per non farle vedere i miei occhi rossi e annuisco. “Per sbaglio mi sono infilata il mascara negli occhi e non smette di bruciare.” Mente facendo una smorfia.
 
“Okay! Comunque, le ragazze ci stanno aspettando all’arena. Non vedo l’ora di essere lì.” Batte le mani contenta, come una bambina alle giostre, mentre camminiamo verso la sua auto.
 
“Anche io.” Sussurro e sospiro.
 
 
Il concerto è terminato qualche minuto fa e noi ragazze siamo sparse per i SUV dei ragazzi, mentre li aspettiamo. Ho cercato di divertirmi, ma non riuscivo a smettere di pensare alle parole di Harry; in sostanza ha detto che non mi assumo le mie responsabilità per quanto riguarda i bambini.
 
Ma come si è permesso?
 
Perché lo ha detto?
 
Che cosa ho fatto di sbagliato?
 
Abbasso lo sguardo sui miei stivali, mentre Luke e Ashton prendono posto davanti a me e Gemma. Celine sarà felice come non mai per essere nella stessa auto con Michael: è follemente cotta di lui… Beh, chi non lo sarebbe?
 
“Tutto bene?” chiede qualcuno appoggiando una mano sul mio ginocchio attirando la mia attenzione. Alzo lo sguardo e incontro due occhioni azzurri, che mi scrutano dalla testa ai piedi. Luke.
 
Forzo le labbra a formare un sorriso e mi sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Si.”
 
“Dio, sto morendo di fame! Ho tanta voglia di kebab.” Borbotta Gemma incrociando le braccia sopra la pancia, facendoci ridere.
 
Ashton dice all’autista di guidare verso il negozio di kebab in centro, manda un messaggio a Calum per avvertirlo della nostra direzione e, dopo qualche minuto di viaggio, ci ritroviamo davanti ad esso.
 
Mentre i ragazzi prendono anche i nostri ordini, noi ci accomodiamo intorno ad un tavolino e parliamo di tutto e di più.
 
Prendo il cellulare dalla borsa per controllare se ho dei messaggi, o delle chiamate ma niente, nemmeno una notizia. Sospiro e lo riporto al suo posto, sempre più triste.
 
Non riesco a smettere di pensare a lui e a ciò che ha detto.
 
Mi sento ferita.
 
“Ehi, Vero. Tutto bene?” Mi chiede Chiara appoggiandomi una mano sulla spalla.
 
“Si.” Mento e costringo le labbra a formare un sorriso. “Sono solo un po’ pensierosa, tutto qui.” Alzo le spalle, mentre lei annuisce contraria. Mi conosce troppo bene e capisce subito se c’è qualcosa che non va.
 
“Sei sic-“ Elisa sta per parlare, ma viene interrotta dall’arrivo di Luke, che prende posto in mezzo a noi due.
 
“Ecco la cena, signore.” Dice porgendoci dei vassoi sorridendo mentre anche gli altri prendono posto.
 
Alzo lo sguardo su Celine e la vedo ridere e scherzare con Michael. Credo che stia cercando in tutti i modi di trattenersi dal saltargli addosso.
 
Ridacchio tra me e me, e do un morso al kebab. Delizioso.
 
“Buon appetito!”
 
Angolo autrice,
buonasera a tutte! Com’è andato il rientro a scuola dalle vacanze pasquali? Io ancora non so rientrata, sto facendo uno stage e quando torno a casa sono molto stanca, ma è sempre meglio di stare a scuola! Come avevo detto nello scorso capitolo, questo è molto importante: che cosa ne pensate del litigio tra Harold e Veronica? Si risolverà tutto o ci sarà un’altra svolta?
Io ho già i capitoli 36-37 pronti e sto finendo il 38. Proverò in tutti i modi ad aggiornare durante il weekend e, se non ci riesco, ci proverò lunedì! Spero con tutto il cuore che questo capitolo vi sia piaciuto, lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto! Riusciamo ad arrivare alle 200 recensioni? Sarebbe un bel regalo per me! (:
Nello scorso capitolo non ho parlato di Zayn e della sua decisione di lasciare la band, non perché non m’importi, ma perché so che tante ragazze ci sono e stanno male per questo perciò non volevo riaprire un discorso doloroso.
Mi dispiace non aver risposto alle recensioni di due capitoli fa, ma ho già finito i giga sulla chiavetta e non mi carica le pagine. Vi ringrazio qui e spero che continuerete a seguire la storia! (:
Ora devo andare, sono stanca!
Reds xx
 
Domanda: che scuola frequentate? Io alberghiero! :D
p.s. non riesco a mettere il banner, nel prossimo proverò a metterlo! :*

 

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Capitolo 38
*** Capitolo Trentasei. ***


Selena Gomez – The heart wants what it wants.
 
Capitolo Trentasei.
 
Giorni, settimane, mesi… Mi sembra passata un’eternità da quando Harry ed io abbiamo litigato, ma quella è stata solo la prima di tante altre. Sono passati solamente tre giorni, domani lui partirà per il tour e in questi giorni ha passato la maggior parte del tempo agli studi per le prove, ma quando tornava a casa ricominciavamo a discutere.
 
Non capisco perché abbia tirato fuori questo discorso.
 
Non capisco tutto questo accanimento nei confronti di Andrea.
 
Non capisco cosa io abbia sbagliato.
 
Forse non dovevo accettare di venire a vivere con lui così presto, non sarei dovuta andare a lavorare da Nando’s –sapendo che molto probabilmente lo avrei incontrato- e non sarei dovuta venire a vivere a Londra; sarei dovuta rimanere con i miei genitori in Italia e vivere la ma vita crescendo i bambini con loro e le ragazze.
 
Trattengo le lacrime che minacciano di rigare il mio viso e continuo a sistemare il letto di Leonardo. Questa mattina Harry è uscito presto ed ha accompagnato i bambini all’asilo… Non mi ha nemmeno detto se tornerà o no per pranzo.
 
Piego le loro tutine che usano per dormire, le sistemo ai piedi del letto e esco dalla stanza aprendo la finestra per far prendere aria.
 
Entro nella mia camera e sospiro nel vedere solo la mia parte del letto disfatta. Anche questa notte Harry è andato a dormire sul divano.
 
Non volevo che andasse così tra noi.
 
Tiro su con il naso, mentre le lacrime rigano le mie guance e comincio a sistemare il letto.
 
La mia vita insieme a lui me la ero immaginata molto differente, ma non tutto quello che si vuole si ha, giusto?
 
Mi asciugo le guance ed esco dalla stanza, per scendere al piano di sotto ed entrare in cucina. Pensandoci bene, dovrei andare a fare la spesa, ma non me la sento di uscire da sola… Potrei sentire le ragazze.
 
Prendo il cellulare dalla tasca della felpa, compongo il numero di Celine e mi porto l’apparecchio all’orecchio. al terzo squillo risponde.
 
“Pronto?” Chiede con voce roca.
 
“Celi, stai bene?” Chiedo preoccupata.
 
“Do, ho la febbre e il raffreddore.” Borbotta.
 
“Oh, mi dispiace. Hai bisogno di qualcosa?”
 
“Do, tranquilla. Liam verrà da me subito dopo le prove.” Dice felice.
 
Vorrei esserlo anche io.
 
“P-Perfetto. Ora riposati, ti mando un messaggio più tardi.”
 
“Agli ordini.” Ridacchia, ma si blocca per colpa della tosse.
 
Chiudo la chiamata e appoggio il cellulare sul bancone sospirando. Chi posso chiamare? Elisa è al lavoro, Chiara è a scuola… Gemma? Si, forse lei è disponibile.
 
Cerco il suo numero nella rubrica, la chiamo e, dopo un paio di squilli, parte la segreteria telefonica. “That’s Gemma, I’m busy , so I can’t talk now. Call me later, if it’s important! Bye!”
 
"Owh.” Sbuffo e abbasso lo sguardo. Devo andare da sola.
 
Scendo dallo sgabello, esco dalla cucina, mi avvicino all’attaccapanni e indosso la giacca. Cerco nelle sue tasche le chiavi della mia auto, ma subito mi torna in mente che la macchina è dal meccanico per la revisione. Dannazione, oggi sembra andare tutto storto.
 
Devo prendere un auto di Harry, spero solo che non si arrabbi.
 
Scendo in garage e accendo la luce, che poco a poco illumina la stanza. Guardo le tante auto in fila davanti a me e scelgo quale guidare; anche quando non lo conoscevo ero innamorata della sua Ferrari nera.
 
Prendo le chiavi dalla teca accanto alla porta, mi avvicino all’auto, entro e mi accomodo sul sedile del guidatore. Che la corsa abbia inizio.
 
Apro il garage con il telecomando, metto in modo ed esco ritrovandomi davanti casa. comincio a guidare verso il supermercato e, dopo una decina di minuti, sono arrivata. Trovo un posto libero nel parcheggio e, prima che possa farlo qualcun altro, mi ci infilo.
 
Prendo la borsa dal sedile accanto al mio, scendo dalla macchina e mi dirigo verso l’entrata. Ci sono anche dei negozi di vestiti, elettronica e profumi… Potrei farci un salto per passare il tempo, visto che non ho nient’altro da fare. Perciò entro in uno di essi.
 
Sento il suono del mio cellulare e velocemente lo prendo dalla borsa.
 
È Harry. il mio cuore comincia a battere più forte e le mie labbra si arricciano in un sorriso, che leggendo svanisce.
 
“I won’t be home for lunch. Harry.”
 
Oh…
 
Sarò sola.
 
“È lei? Ne sei sicura?” A riportarmi alla realtà è la voce di una ragazza a qualche scaffale da me. inarco un sopracciglio e alzo gli occhi su di lei, che con la sua amica distoglie lo sguardo.
 
Stanno parlando di me?
 
Non rispondo al messaggio, riporto il cellulare dentro la borsa e comincio a guardarmi intorno per scegliere qualcosa. Una maglietta? No, il mio armadio ne è pieno. Dei jeans? Mmh, si potrei.
 
“Hai visto cosa dicono su lei e Harry?” Chiede ancora. I giornali parlando di me?
 
“Che si sono lasciati? Spero che non sia vero, mi piacciono insieme e i loro bambini sono adorabili.” Dicono che Harry ed io ci siamo lasciati? Da chi diamine anno avuto questa falsa notizia?
 
Continuo a fare finta di niente, trova la taglia per i jeans e mi avvicino alla cassa per pagare.
 
Esco dal negozio velocemente, prendo il carrello ed entro nel supermercato. È mezzogiorno, nessuno mi aspetta per pranzo perciò posso fare con calma.
 
 
Quando esco dal centro commerciale riporto il carrello al suo posto e prendo le tre buste tra le mani, ma mi fermo quando vedo dei paparazzi appostati accanto all’auto di Harry. come faccio a tornare a casa?
 
Appoggio le buste per terra, cerca nella mia borsa un paio di occhiali scuri e, per fortuna, li trovo. Sistemo il cappuccio sopra la testa, raccolgo le buste e comincio a camminare verso la macchina. Si renderanno conto che hanno fatto un buso nell’acqua e andranno via, vedendo che non sono Harry.
 
“È Veronica!” Urla qualcuno attirando l’attenzione dei paparazzi, che non perdono tempo ad avvicinarsi a me, accerchiandomi. Dannazione, oggi non è proprio la mia giornata.
 
“Per favore, f-fatemi passare.” Provo, ma nessuna sembra intenzionato a lasciarmi andare mentre continuano a farmi domande inappropriate e ad accecarmi con i flash.
 
“Sei rimasta incinta di proposito?” Chiedo uno. “Per i soldi?”
 
Come possono anche solo pensarlo? È meschino.
 
“Avete litigato, vero? Vi state lasciando? Non pensate ai bambini?”
 
“Ora stai frequentando Hemmings dei 5SOS?”
 
Da dove esce questa ora?
 
Luke ed io siamo solo amici, ci sentiamo qualche volta dopo il concerto, ma niente di più.
 
“Vuoi uscire con altre star per diventare famosa?”
 
“Ora basta!” Sbotto alzando il tono della voce, mentre le lacrime rigano il mio viso. “Voi paparazzi siete bravi soltanto a rovinare la vita delle persone. Come potete pensare che io sia rimasta incinta di proposito a sedici anni!? Ero un’adolescente, dannazione, e dovevo vivere la mia vita! E tra me e Harry va tutto bene, ora smettetela e fatemi passare, cazzo!” urlo ancora spingendo dei paparazzi per passare. Apro la macchina sistemo le buste nei posti posteriori e mi accomodo nel sedile del guidatore.
 
Faccio retromarcia stando attenta a non imbarcare nessuno ed esco dal parcheggio guidando velocemente verso casa, mentre le lacrime continuano a rigare le mie guance.
 
Come sono finita in tutto questo?
 
 
Apro la porta di casa e, una volta all’interno, la richiudo alle mie spalle appoggiandomici contro. Ho bisogno di parlare con una persona, ho bisogno di lui.
 
Porto le buste in cucina, le appoggio sul tavolo, salgo al piano superiore e mi rifugio nella mia stanza. Dopo ciò che è successo nel parcheggio del supermercato mi si è chiuso lo stomaco e mi è passata la dame. Solo a pensare al cibo mi viene da vomitare.
 
Mi sfilo la giacca appoggiandola sul letto, metto la borsa sulla scrivania, prendo il cellulare e mi metto seduta al centro del letto. cerco il suo nome nella rubrica e lo chiama. Lui è l’unico che riuscirebbe a capirmi, spero solo di non disturbarlo.
 
Porto il telefono all’orecchio e attento impazientemente che mi risponda. Al terzo squillo lo fa.
 
“Pronto?” Chiede in un sussurro.
 
“Andrea.”
 
Harry’s pov.
“No, no, no. Harry fermati.” È Vittori, la nostra vocal coach a fermarmi. Chiudo gli occhi, sospiro e sistemo le cuffie intorno al collo. Non riesco a concentrarmi. “Che hai? Sei tra le uvole questi giorni.” Si avvicina a me e mi accarezza una spalla.
 
Sospiro e mi passo una mano tra i capelli. “Non dovrei pensare alla mia vita privata mentre lavoro, ma… Ma non ci riesco. Veronica ed io stiamo litigando da tre giorni, la notte non riesco a dormire ed ho un brutto presentimento da questa mattina.”
 
“Vedrai che tutto si sistemerà, tesoro.” Sorride dolcemente. “Ora, vai a casa e parla con lei.”
 
Annuisco, mi sfilo le cuffie e le lascio accanto al microfono. Devo chiederle scusa, non avrei dovuto dire quelle cose, ma pensare che Andrea ha cresciuto Lorenzo e Leonardo durante la mia assenza mi ha fatto imbestialire.
 
“Voglio ascoltare Louis, adesso.” Dice guardando il castano. Si alza al divano e prende il mio posto, mentre io m’infilo la giacca per uscire.
 
“A domani, ragazzi.” Li saluto con una mano, prima di uscire dallo studio. Mi ferma ad autografare e a fare foto con delle fan, che sono qui fuori, e poi mi allontano. Entro in macchina, metto in moto e m’immischio nel traffico di Londra per arrivare a casa.
 
Noto, una volta arrivato, la mia Ferrari parcheggiata davanti al vialetto e parcheggio dietro di essa. L’auto di Veronica è dal meccanico, probabilmente è uscita.
 
Scendo dalla macchina, la chiudo e mi avvicino alla porta. Infilo una mano nella tasca della giacca per trovare le chiavi, le infilo nella serratura, la apro e la richiudo subito alle mie spalle. Silenzio… In salotto e in cucina non c’è nessuno.
 
Controllo l’ora sull’orologio al polso e torno a guardarmi intorno. Sono le due e mezzo, non può essere andata a prendere i bambini.
 
“Che cosa devo fare?” È lei; la sua voce è roca. Sta piangendo? E con chi sta parlando? Salgo al piano di sopra, mi avvicino alla nostra stanza e, grazie alla porta socchiusa, riesco a vederla seduta con le ginocchia al petto al centro del letto e con il cellulare davanti al viso.
 
“Non lo so, Vero. Quello che senti, suppongo.” A quella voce il mio cuore perde un battito e trattengo il fiato. Andrea. Tra tutte le persone, proprio lui?
 
“Ma io-io… Voglio tornare in Italia, ho-ho bisogno di una pausa; in più ho perso il lavoro, i miei genitori devono traslocare e… Questa non è la vita che volevo. Sono stata circondata dai paparazzi e non smettevano di farmi domande inappropriate. Pensavo-pensano che io sia rimasto incinta di proposito, che mi stia approfittando di Harry per i suoi soldi.” Singhiozza ripetutamente mentre le lacrime le rigano il viso. Vederla in queste condizioni mi spezza il cuore e sentire che cosa le è successo con i paparazzi mi fa arrabbiare, sempre di più.
 
Stringo le mani in dei pugni, facendo diventare le nocche biacche, e quando rialzo lo sguardo noto che Veronica mi sta guardando con le labbra dischiuse, sopra di vedermi.
 
“T-Ti chiamo dopo, Andrea. Ti voglio bene.” Dice tornando a guardare il cellulare.
 
“Okay. Ti voglio bene.”
 
Chiude la video-chiamata, appoggia il cellulare accanto a lei, circonda le sue ginocchia con le braccia e appoggia la fronte su di esse, mentre io entro nella stanza a testa bassa.
 
“Abbiamo bisogno di una pausa. Penso che-che siamo stati troppo avventati; dopo quattro mesi siamo andati a vivere insieme e… E dovevamo ancora conoscerci meglio.” Ridacchia amaramente tirando su con il naso. “Tornerò dai miei genitori, hanno bisogno di me.”
 
“I bambini?” Chiedo soltanto a voce bassa.
 
“Dirò a Elisa che non andranno per gli ultimi due mesi e lo riferirà alle sue colleghe.”
 
“Non potrò vederli… Per quanto tempo starò lontano da loro?” Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi rossi per il pianto.
 
“Non li avresti visti lo stesso. Sarai in Canada e negli Stati Uniti per tutta l’estate.” Dice impassibile passandosi una mano su una guancia. “Ti chiamerò, ci scriveremo e potremmo video-chiamarci. La tecnologia ha fatto miracoli in questi anni, lo sai.”
 
Sospiro e provo a contenere le lacrime. Non devono tradirmi. “Puoi-Puoi usare il mi jet per il viaggi, così potrai portare anche il cucciolo.” Sussurro dandole le spalle.
 
“Grazie.” Dice.
 
“Va-Vado a prendere i bambini, si sta facendo tardi.” Esco dalla stanza, stringo i pugni e le lacrime cominciano a rigare le mie guance, mentre provo a contenere le lacrime.
 
È l’inizio della fine?
 
***
“Ci mancheai, papà.” Dicono in coro Leo e Lori stringendomi in un abbraccio, mentre siamo in aeroporto. Partirò per il Canada tra mezz’ora, non riesco ad allontanarmi da loro e, pensare che non li vedrò per quattro mesi mi spezza il cuore. Ora che tutto stava andando per il verso giusto, stavo per chiedere a Veronica di sposarmi, io… Io ho dovuto rovinare tutto con la mia inutile gelosia.
 
Mi allontano dai due e li guardo sorridendo. “Che cosa vi ho detto prima di partire?” Chiedo loro indicandoli con un dito.
 
“Non dobbiamo picchiacci, non tiae le oecchie a Caamella e non fae impaie mami.” Dicono in coro sorridendo. “E non tiae più lombichi alle bambine.” Prosegue Leonardo, facendo ridere Veronica alle loro spalle. Alzo lo sguardo su di lei, volendo incrociare i suoi occhi, ma a dividerci sono gli occhiali neri che porta, per non far vedere le occhiaie. Questa notte abbiamo dormito nel nostro letto, ma a debita distanza; l’ho sentita rigirarsi per tutta la notte e, quando ho cercato di abbracciarla per calmarla, lei si è lasciata cullare e si è addormentata tra le mie braccia, alle prime luci del mattino.
 
Mi alzo in piedi, senza smettere di guardarla e mi avvicino a lei sotto lo sguardo curioso dei bambini.
 
“Ci vediamo.” Forza un sorriso e mi porge una mano. Quattro mesi senza di lei, di loro… Passeranno in fretta, continuo a ripetermi cercando di convincermi.
 
Le afferro la mano e la tiro verso di me stringendola in un abbraccio. All’inizio sembra sorpresa dal mio gesto, ma poi appoggia le mani sulle mie spalle e mi stringe a se. “Chiamami ogni volta che hai bisogno, non esitare. Okay?” Sussurro al suo orecchio e lei annuisce.
 
“Le chiavi del mio jet le ho date a Chris, il pilota. Ho lasciato il suo numero in un post-it attaccato al frigo, quando vuoi partire chiamalo, sarà disponibile quando vorrai.” Sorrido e mi allontano da lei.
 
“Grazie.” Annuisce e tira su con il naso.
 
“Ci vediamo presto.” Li saluto di nuovo e cammino verso l’imbarco, mentre mi saluto con una mano sorridendo.
 
Passerà.

 
Io lo conosco nonostante tutto
e conosco il suo cuore
e so che ciò che non farebbe per farmi del male
ma non avevo realizzato che
sentirsi così sicuri, sentirsi così bene nei propri panni
e poi è andato completamente in frantumi
per una cosa, per qualcosa così stupido
ma poi mi fai impazzire


 
Angolo autrice.
Non potete immaginare quante camice io abbia sudato per scrivere questo capitolo, probabilmente è uno dei più lunghi che ho scritto fino ad ora. Mi dispiace per questo mio immenso ritardo, ma la scuola mi tiene molto impegnata ultimamente e, in più, ho l’esame. Ho già qualche capitolo pronto (fino al 40) e, d’ora in poi, aggiornerò tutte le settimane, ogni giovedì. Spero che questo capitolo vi piaccia, anche se molto probabilmente non era ciò che vi aspettavate.
Gli Heronica non hanno risolto, anzi tutto l’incontrario. Veronica viene “attaccata” dai paparazzi, lei ha bisogno di qualcuno con cui parlare e chiama Andrea. Vi aspettavate che chiamasse lui? E che prendesse la decisione di prendersi una pausa e tornare in Italia dai suoi genitori?
Secondo voi che cosa succederà nei prossimi capitoli? Ah, vi avviso ora. Tornerà Andrea! *-*
Porterà guai o aiuterà Veronica nella sua situazione?
Ora devo andare. Lasciate una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate, ci conto.
Siete arrivate quasi alle 200 recensioni, asdvfekg.
Okay, devo calmarmi.
Alla prossima,
Reds xx

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