And you can learn to love again

di KurtBastian_shipper
(/viewuser.php?uid=770092)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** going back to the past ***
Capitolo 2: *** do you wanna be my boyfriend? ***
Capitolo 3: *** It's just goodbye, it's not the end ***
Capitolo 4: *** Sebastian's model version ***
Capitolo 5: *** Your Romantic Side ***



Capitolo 1
*** going back to the past ***


-Papa' papa', come hai conosciuto babbo Sebby?- chiese la piccola Moonlight, la figliolina di 5 anni di Kurt e Sebastian.

-Beh... e' una storia “un po'” lunghina, te lo devo per forza raccontare?- rispose Kurt, leggermente turbato

-Si! Si! Siiiiiiiiiiiii! Se non me la racconti ti mordo!- disse con una vocina tenera che urlava, e con un bel broncino sulla faccia, la piccola riccattatrice.

-Perche' no?- Disse Seb, entrando in cucina

-Perche' ci metteremo molto piu' tempo di quanto ce ne abbiamo gia' impiegato a dirci una parola che non fosse un insulto tipo “mangusta” o “faccia da checca” da dopo le medie- affermo' Kurt

-Ma papa', tu ce l'hai la faccia da checca- interruppe Moonlight con un ghigno tenero sulla faccia. Kurt resto' fermo a fissare la figliola con una faccia come per dire “are you serious??”. Dopo qualche secondo -Seb, cosa le hai fatto quando non c'ero?-

-Veramente nulla...- rispose con un'aria di quelli che ne hanno combinate di brutte

-Il babbo mi ha insegnato tutti i termini per insultare la gente, tipo piattola, faccia da checca, hobbit, nano, befana... mi ha anche spiegato in che momenti usarli!- interruppe la birbante, con un faccino tutto allegro e pimpante

-Aaaah, capisco... quindi, Mangusta, il momento piu' opportuno in cui usarlo e' quando si discute di avvenimenti passati, con la persona piu' stretta, no?- rispose ironicamente Kurt fissando intensamente Seb

-Si, cioe', volevo dire no- disse rosso dalla vergogna. Kurt lo fisso' con la solita faccia sarcastica. -siii, ma ceeerto, come no?- penso' fra se' e se'. Un morso arrivo' al braccio di Sebastian, che dopo tutto se lo merita

-Autch! Cosa fai Moon?!- Esclamo' Seb

-Mi hai promesso di raccontarmi la storia in cui tu e papi vi siete innamorati!- strillo' Moonlight con i denti gia' occupati a mordere il braccio di Sebastian

-Mhhh... La viziatella... Veramente non te l'ho mai promesso...- Rispose con arroganza lo Smythe. All'improvviso i denti strinsero di piu', fino a far arrendere Seb

-Va bene va bene, te la racconto! Ma levami questa boccaccia dal braccio! Non sei mica un vampiro, piccions!- Si sbrigo' a dire il poveretto, per salvare il suo braccio.

-Ok Moon, sei pronta ad ascoltare la per adesso piu' lunga storia della tua vita?, di cui spero che ti stuferai presto...- Un pensiero detto ad alta voce scappo', la piccola vampiretta era gia' in posa di agguato

-Lo prendo per un si... beh, allora prestami orecchio- si sbrigo' a dire Sebastian

-Ma babbo, ho paura di togliermi l'orecchio, poi ricresce vero?- rispose la piccola preoccupata

-Moon, lascia perdere Seb, con lui e le sue parole “eleganti” non ci capirai nulla, ti racconto io- Rispose prima che Moonlight se lo staccasse veramente

-Ok-

-Allora... tutto incomincio' 14 anni fa, alle medie. Era il primo giorno di scuola, io e tuo padre Seb eravamo nella 1^B. In classe c'era uno straniero, non parlava per niente la nostra lingua-

-Che babbeo!- interruppe Moonlight ridendo

-Gia' gia', quel giorno lo pensavamo tutti. Ma appena ha imparato a parlare bene, si e' rivelato uno dei piu' gran bastardi di questo mondo. Beh, tesoro, quello stronzetto era ed e' ancora tuo padre, Seb-

-Ooooooooh- disse la bimba con i suoi occhioni azzurri, grandi grandi, teneri teneri.

-Ehi! Io non sono uno stronzo!- affermo' Bas

-Non illuderti caro, vai a consultare ogni persona che conosci, la pensano tutti in questo modo, solo i tuoi genitori dicono il contrario- rispose Porcellana. Seb lo fisso' male -A volte mi chiedo come io abbia fatto a innamorarmi di uno come lui- penso' ad alta voce

-Come scusa?-

-Non ho detto nulla- affermo' a “mo' di vittima incompresa”

-Invece si!-

-Noo! Non ho detto nulla! Moon appoggiami!-

-In che modo? Sei un po' pesante per me, non so se riusciro' a tenerti in braccio...- sussurro' dolcemente la piccola

-Argh! Lasciamo stare, e' un caso perso, probabilmente ho pensato ad alta voce- rispose “leggermente irritato” Sebastian

-Ok, allora continuo. Siamo entrati in auditorium, il prof di italiano ci aveva accompagnati in classe, una vera rottura per Sebastian, la prof parlava e parlava, lui era seduto vicino a me, a volte lo vedevo chiudere gli occhi, temevo che si sarebbe messo a russare, ma per fortuna era solo in dormi veglia. L'insegnante aveva appena iniziato l'appello:“...Fedlie Susy, Gurtin Dan, Hummel Kurt …” arrivo' all'ultimo persona segnata:“...Sebastian Smythe(?)” Nessuna risposta:“Sebastian Smythe!” Il mio vicino di banco fece in tempo a svegliarsi riuscendo a capire che “Sebastian” e “Smythe” fossero il suo nome e il suo cognome, un piccolo ragionamento e... tac, finalmente alzo' la mano. Qualche risatina scappo', Bas guardo' i tipi che lo beffeggiavano e gli fece la liguaccia. Mai me lo sarei aspettato: una persona straniera, che non sa parlare la nostra lingua, ma con un cosi' sonno leggero da svegliarsi in un batter d'occhio e rispondere alle risate senza parlare. Io non ci sarei mai riuscito-.

-Non esagerare Kurt- interruppe il “modesto” -Si sa che non sono uno che si fa mettere molto facilmente i piedi in testa dalla gente- continuo'

-Escludi dalla lista dei tuoi sottomessi tuo marito e sopratutto tua figlia- rispose Kurt

-Continua!- Ordino' il solito gridino da viziatella

-Ok. “Di dove sei Smythe?” chiese gentilmente ls prof “I-I'm from France” Rispose lui balbettando. “oh, ok, do you can't speak American...” neanche il tempo di dire quella frase che la professoressa si era gia' rimessa a parlare, e lo Smythe a dormire. Seconda ora: matematica, e' successa piu' o meno la stessa cosa, solo che questa volta il mio vicino di banco era sveglio quando si faceva l'appello. Terza ora, finalmente un piccolo paradiso in un grosso inferno per Sebastian, c'era l'ora di francese. “Bonjour garcon!” Sebastian finalmente si sveglio' e aveva una di quelle facce come per dire:“Sento odore di francese!”. Di nuovo il solito appello, la prof era molto piu' simpatica e divertente rispetto agli altri due, oltretutto era anche bella; Bionda, capelli lunghi e mossi, pelle chiara, occhi azzurri, naso francesino, un corpo snello e magro, era alta ed era una delle poche professoresse vestite alla moda e truccate. Dopo l'ennesima volta:“...... Sebastian Smythe” finalmente proninciato decentemente. Tuo padre alzo' la mano e disse la sua prima parola:“P-presente”. Panico in classe; lo straniero aveva finalmente parlato. Un'occhiata della prof:“Sebastian Smythe... Smythe... vous etes francais?” chiese l'insegnante con un sorriso stampato in faccia. “Oue” rispose Bas. “L'ansia” sul fatto che sapesse parlare l'Americano spari' subito, dopo il “si” detto in francese. La campanella suona, l'ora di francese e' stata molto divertente, la prof parlava prima in francese e poi in italiano, un bel privilegio per chi conosce gia' quella lingua. Finalmente l'intervallo, una breve pausa ci voleva. “Ciao, mi chiamo Kurt Hummel, tu Sebastian Smythe, giusto?” chiese in francese Kurt. “Perche' non mi rispondi? Anzi, non dirmelo, i tuoi occhi parlano gia', sei stupito per il fatto che io sappia parlare il francese. Sai, da quando ho iniziato la terza elementare ho fatto lezioni di francese perche' la lingua mi piaceva e mi ispirava”. Gli dissi io (sempre in francese). “Ok, e quindi??” mi rispose lui come se fosse dispiaciuto per il fatto che gia' due persone potessero capirlo. “E quindi cosa?? Io la tua lingua la conosco, tu sei venuto qui senza neanche saper dire “si” o almeno “ciao”! Vuoi imparare a parlare la nostra lingua??” sclerai io in francese. “Veramente no, non la voglio parlare” mi rispose l'arrogante. “Beh, mi spiace per te, ma ti tocchera', vieni a casa mia sia il sabato che la domenica, dalle ore 4 alle 5, sempre se non sei occupato, che ti insegno la nostra lingua. Ah, a proposito, abito in via Mississipi 8A, superata la piazza Marthin Luther King e subito dopo si gira a destra, poi ci sono delle ville, vai verso la 8 e citofoni alla A” dissi io come se fosse scontato che venisse a casa mia. “Ok, te lo dico adesso e non te lo ripeto piu'; non voglio studiare con una faccia da checca come te, ok? Me lo studio da solo, l'americano”. “Oddio, non riesco a pensare alle cavolate che potresti inventarti di questa lingua! Mi spiace per te ma ho una scusa per cui ti faro' venire a casa mia: mio padre ha un officina in cui ripara le macchine” risposi io. “Ci sono anche le moto?” domando' curioso. “Certamente” risposi io. “Ok, allora vengo, e anche in anticipo!” rispose tuo padre, tutto emozionato dall'idea-

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** do you wanna be my boyfriend? ***


-Babbo, tu davvero sei andato a casa di papa' Kurt per delle macchine??- chiese Moonlight

-Si, ma avevo le mie ragioni, c'era anche una bmw rossa stupenda, peccato che aveva il motore rotto...- Rispose l'appassionato

-Ok, ma cosa avete fatto?! Siete stati seduti li', tutto il tempo, ad appiattirvi il sedere??!- Domando' dispiaciuta la piccolina

-No, no, abbiamo fatto altro pultroppo... ci sarei stato volentieri a sbacciucchiare e a dormire e su quella moto, e' stato il mio primo grande amore dopo Kurt-

-Seb, non sai fare altro che sparare cavolate tu, vero?-

-Ma allora?! Cosa avete fatto dopo??- Interruppe spazientata la figliola

-Beh, a dire il vero poi ho corrotto il proprietario a vendermela per $11.000- disse lui

-E ci sei riuscito?- domando' la piccola incuriosita

-Si, solo che poi ho dovuto pagare anche la riparazione- rispose il corruttore ridacchiando

-E' sempre stata la mia piu' grande domanda il perche' lui avesse $20.000 in tasca- affermo' Kurt

-Semplicemente li ho rubati nella cassa di un commesso all'areoporto. Da allora me li sono sempre portati in giro, fino a spenderli per la bmw- rispose lui, come se la cosa fosse tanto normale.

-Ok, adesso la mia piu' grande domanda e' come abbia fatto tu, a rubare in un aereoporto- disse turbato Kurt

-Me lo sono sempre chiesto anch'io-

-Ok... Beh, allora continuo, se no non la finiremo piu'. Venuto a casa mia, si mise subito a guardare e a toccare tutto quello che c'era nell'officina di mio padre, Sebastian non cagava per niente quello che gli diceva mio papa', anche se io gli traducevo. Per farlo entrare in casa a studiare, gli ho dovuto promettere che gli avrei regalato una collezione di modellini di moto appena avrebbe imparato a parlare bene l'americano. “Dove siamo? Non mi dirai mica che studiamo nella stanza di tua mamma?” Mi disse con un aria schifata. “Io non ho una madre, e' venita a mancare quando avevo 8 anni”.“Oh... M-mi dispiace...”, mi rispose, come se la cosa non fosse ovvia. “Anche a me, ma cambiando discorso, ecco come studierai” dissi io con un sorrisetto. “Cosa? Dovrei cantare?! Scusa ma chi me lo fa fare?! io me ne vado se devo imparare cosi'” mi interruppe con un'aria strafottente. “Aspetta, non ti conviene, li vuoi i modellini?”. Uno sbuffo ruppe il silenzio che si era creato dalla mia “corruzione” o “ricatto” o qualsiasi cosa sia. “Farei di tutto per una dannata collezione di moto” affermo' dopo. “Ok, quando si inizia?? Non voglio impiegarci tanto ad averla” continuo' lui. “Si inizia adesso, allora, la prima canzone che canterai, o che meglio, canteremo”. “Cosa?! Canti anche tu??!!” Interruppe. “Per forza, e' un duetto”. Un altro sbuffo da parte di tuo padre attraverso' la stanza, mentre io mettevo il CD di Karaoke nella PSP. “A saperlo avrei portato GTA!” si lamento' l'annoiato. “Ecco qua, messo, vediamo... possiamo incominciare con ~Beauty and the Beat~ di ~Justin Bieber e Nicky Minaj~”. “Oh no, ti prego! Che schifo!” interruppe l'ignorante. “Che schifo?! Come fai a dire che schifo?! E' una delle migliori canzoni di questi tempi! Se non la canti, di addio alla tua bellissima collezione!” Sclerai io in francese. “Ok, va bene, la canto, ma tu mi devi spiegare da quando un maschio e' fissato con la moda” Mi rispose il “fuori moda”. “Da quando c'ha voglia. Anche tu sei vestito alla moda, io piu' al femminile, e tu piu' al maschile, quindi non ti lamentare”. “Mr. Caldaia” sbuffo' un'altra volta. Messa la canzone incominciammo a cantare. “Non sei poi cosi' stonato, devi “solo” migliorare la pronuncia, mamma mia, era talmente pessima che mi stavo per mettere a piangere...”Affermai io. “Oh, mi fa piacere, ma perche' cantavi come una ragazzina? Ero sull'orlo di scoppiare a ridere” Mi disse lui, appunto, ridendo-

-Veramente anche adesso sono sempre sul punto di scoppiare a ridere quando sento la tua voce- Dice Seb

-E io quando ti vedo subire i morsi di Moonlight- rispose il marito

-E io quando litighi con papi- affermo' dolcemente la cocchina di papa' Kurt

-Bene, adesso che ti abbiamo sistemato posso continuare-

-Aspetta, continuo io- interruppe Bas -“Beh, questa e' la mia voce” mi disse Barbie Porcellana-

-Questo soprannome lo ritengo “offensivo” e “inopportuno”, ho solo detto la mia, non ho fatto la caldaia sbuffante, come facevi te per ogni cosa che non ti girava, quello si, che era opportuno- afferma Kurt

-Mi spiace, la vendetta di Sebastian sara' molto lenta e dolorosa.- Risponde Seb.

-Siiiiiiiii! Assistero' alla terza guerra mondiale!- Urlo' la troppo entusiasta

-Ok... Continuando-

-No! cosi' non va'!- Lo interruppe la bisbetica

-Cosa c'e' che non va nella tua piccola testolina, adesso?- Domanda Kurt

-Semplicemente non va! Riassumete! Mi sto per addormentare!-

-Ci credo, sono le 9 di sera- sarcasico' Seb

-No! Stupido! Non intendo quello!! E' che dovete riassumere! E' troppo lungo e dettagliato, domani ho purtroppo scuola, non posso stare qui fino al Natale dell'anno prossimo!-

-Va bene va bene!- Si affretto' a dire Seb- Adesso riassumo. Tempo qualche mese e avevo imparato a parlare, la mia parte preferita delle lingue erano come ci si aspettava le parole volgari-

-Quelle che mi hai insegnato?- Domando' Moonlight

-Quelle che ti ho insegnato. Non esitai ad usarle, anche davanti ai professori, piu' e piu' volte fui ripreso e qualche volte sospeso per insulti o maleducazione nei loro confronti. “Kurt, non sono normale” gli dissi un giorno a casa sua. “Perche'? Hai scoperto di essere la persona piu' veloce del mondo? Addirittura piu' di Barry Allen??” mi rispose Kurt con un'aria disinteressata. “Quante volte te lo devo ripetere? io sono BARRY ALLEN!” Mi lamentai io, imitando il video di `io sono tuo padre`. “Aaaah, gia' giusto... Comunque mi volevi dire solo questo?” Chiese lui. “No, non e' questo, e' che credo di essere un finocchio...” Risposi in modo `delicato`. “Ah, bene, allora preparero' un minestrone a base di Sebastian Smythe” affermo' tuo padre strafottendomi involontariamente. “Intendevo il secondo senso Kurt! Sono gay!” Spiegai io. “Che colpo, mi sa che la fine del mondo si sta avvicinando! Comunque siamo in due, come te ne sei reso conto?”. “Ti amo”. Silenzio di tomba. “Ho detto ti amo!” mi disse spellingandomi le ultime due parole. Di nuovo nessuna risposta. “Ohi? Ci sei??” gli chiesi io. “Si, ci sono!” Disse in fretta.“E' solo che non so cosa rispondere...”. “Rispondi che mi ami”. Lui da solito imbranato imbarazzato:“Beh... Si... No... Cioe', forse... credo di si... Insomma, non lo so, ci devo ancora pensare”. “Beh, fa in fretta, la pazienza di Sebastian finisce molto velocemente, se vuoi ti porto in uno strip bar per omosessuali, intendo dire dove si puo' sballare alla grande!” Affermai tutto emozionato all'idea. “Come fai a conoscere uno strip bar per omosessuali? La cosa mi inquieta un bel po', da quand'e' che non sei piu' etero?” Mi chiese l'impiccione-

-Scusami se come dici tu, mi `impiccio`, Le cose io le dovevo e le devo sapere, sopratutto se si tratta del mio ragazzo, o in questo caso di mio marito-

-Non m'interessa, per me tu sei e rimarrai per sempre un impiccione, comunque, io gli risposi “Da quando `per caso` sono entrato in bagno mentre mio padre si stava facendo la doccia”. “Dimmi la verita', non si diventa gay per uno shock paterno” Azzardo' Kurt “Ok, da quando da sbronzo ho fatto sesso con il mio migliore amico anche lui ubriaco” Mi affrettai a dire. “Ok... Sappi che se da me vuoi solo il sesso allora non mi fidanzero' con te” Affermo' con un'aria schifata. “No, al sesso ci arriveremo quando ognuno dei due ne avra' voglia”. “Uao, da quand'e' che sei un cosi' bravo ragazzo, che addirittura pensa ad un altro?” Domando' stupito. “Da adesso, ma credo che neanche una collezione di moto vere possa farmi restare in questo stato di `bonta'` per molto tempo. Ah, a proposito di moto, tu non mi hai ancora consegnato i modellini, me li avevi promessi!” Affermai io. “Ah, gia' giusto, li avevo nascosti da qualche parte, ma... che testa che sono! Mi sono scordato dove!” Mi sfotti' lui. “COOOOOSAAA??????!!!! DOVE LE HAI MESSE???!!!” Sclerai io. “Non te lo dico!” mi disse facendomi una linguaccia. “No, tu adesso mi dici dove le hai messe!!”. “O la collezione o me, decidi, a quali dei due tieni di piu'? La scelta sbagliata e dirai addio al fidanzamento con me” Mi ricatto' il qui presente faccia da checca, e non e' mia intenzione offenderti in questo momento Kurt e lo sai, quindi non aprire bocca-

-Non ho detto nulla!- ovviamente Kurt parla in sua difesa

-Non ha detto nulla!- ovviamente Moonlight difende il suo papa' preferito

-Come non detto, avete parlato entrambi. In quel momento mi aveva messo in serie difficolta', cosa preferivo? Le moto o Kurt? Tecnicamente le moto muoiono piu' velocemente degli esseri umani, quindi dovevo passare piu' tempo con loro fino alla loro rottura, ma in teoria le moto non potevano far sesso come le facevano gli esseri umani, peccato che in pratica, Kurt non voleva avere rapporti sessuali. Chi scegliere: Kurt o le moto? Bella domanda per me, ma dopo tutto le persone hanno sentimenti, specialmente Kurt, che e' la sensibilita' fatta a persona, non volevo farlo star male piu' di quanto l'avevo gia' fatto a volte prendendolo in giro in modo sarcastico:“Scelgo quella che mi fara' stare con te” Affermai dopo un po'. “Ce ne hai messo per rispondere, eh? Comunque, ripeto; me o le moto?”. “Te” mi affrettai a rispondere questa volta. La sua risposta:“Lo so che me ne pentiro' amaramente di questa cosa, ma, e' un si”.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** It's just goodbye, it's not the end ***


-Tutto qua? Vi siete innamorati... Cosi'?- chiese la piccola Hummel-Smythe

-Guarda che ti abbiamo detto che e' una lunghissima storia- disse Kurt

-Ed infatti non e' finita qui... Dopo un'anno dovetti dare una brutta notizia a tuo padre- disse Sebastian.

-Papa'! Babbo Sebby che ti ha detto di cosi' tanto sconvolgente?- chiese Moonlight.

-Bhe'... Mi ha detto che doveva tornare in Francia e che gli piacevano le ragazze- disse Kurt, ancora ferito di quel fatto.

-Babbo, sei stato un gran bastardo!- esclamo' la bambina, difendendo il padre.

-Parole sante!- esclamo' Kurt, da bravo padre.

-Kurt... E' il momento della verita'- dice Sebastian, serio.

-Quale verita'?- chiese la piccolina.

-Gia', di che verita' stai parlando?- chiese Kurt

-Non avevo il coraggio di dirtelo... Non te l'ho detto neanche al liceo... “Non puoi andartene! Mi lascerai vero?” mi chiese tuo padre, preoccupato. “Io... Kurt” dissi. Non riuscivo a dire la verita'. Ma comunque io dovevo ritornare in Francia veramente... A quel punto lui mi chiese: “Mi ami ancora?” ed io feci un grandissimo errore, cioe' quello di mentirgli: “Kurt... Io ti ho sempre preso in giro... Io non sono un frocio come te. Sai, mi divertiva prenderti in giro fingendo di amarti... Io non ti ho mai amato. Anzi, ti ho sempre disprezzato. E poi si vede anche a un miglio di distanza che non sono gay!” e detto questo, dopo avermi tirato uno schiaffo, Kurt abbandono' la sala. La verita' e che io ti avevo lasciato a causa di mio padre, che dopo aver detto ad entrambi i miei di essere gay mio padre come sempre non l'ha presa molto bene, cosi', mentre mia madre piangeva delusa fra le sue braccia, mi sono beccato una ramanzona di quelle... Allora gli ho detto che stavo scherzando, che volevo solo vedere le loro reazioni. Loro ovviamente mi hanno creduto, visto che queste cose le faccio spesso, ma la reazione e' stata ancora piu' pesante, mi hanno detto del nostro ritorno in Francia, e io ho dovuto far finta di non essere dispiaciuto, e addirittura di essere felice di andarmene via dall'Ohio.

9 maggio. Ultimo giorno di scuola. Ultimo giorno in Ohio. Io e Kurt, solo uno sguardo e succedeva l'ennesima guerra mondiale, anzi, per meglio dire, guerra interstellare. Apro la cartella per prendere la merenda, e mi ritrovo una scatola. C'era scritto:“MODELLINO FERRARI”. Gia' il nome mi aveva incuriosito, pero' c'era letteralmente qualcosa che non quadrava: la scatola era quadrata, troppo quadrata per i miei gusti, la cosa e' molto strana per un modellino di auto da corsa, quelle sono sottoli, con una forma affusolata. Pero' chissa'... magari ci fosse stato un telecomandino per guidarla... ma poi, chi me l'aveva regalata? Provai a controllare, ma niente, non c'era scritto il nome di nessuno, apparte `Per Sebastian Smythe`. Chissene frega, tanto il detto e' “Non importa il donatore, ma il regalo” giusto?-

-Veramente il detto e' “Non importa il regalo, ma il pensiero-

-Dettagli Kurt, dettagli, solamente dettagli. A quel punto apri' il regalo e... BAZIIINGAAA!!! Un clown spunto' dalla scatola, lanciando coriandoli a destra e manca, facendo ogni rumore possibile per attirare l'attenzione di tutti, contando anche il fatto che la sorpresa riuscisse a parlare, infatti disse con la voce da clown:“COMPLIMENTI! SEI IL PRIMO DESTINATARIO CHE VIENE FREGATO DA QUESTO REGALO!! ECCOTI IN OMAGGIO UN BIGLIETTO CHE TI PERMETTARA' UN VIAGGIO GRATIS A QUEL PAESE!!!”. Dalla lotteria con la sindrome di clownismo usci' un biglietto con su scritto “Biglietto omaggio per `A Quel Paese`”. Ovviamente il timbro era una mano con il dito medio alzato. Le persone che avevano assistito a questo, si misero a ridere a crepapelle. “KUUUUUUUUUUUUUUURT!!!!!!!!!!!”. In quel momento urlai cosi' tanto che mi sa che persino in Francia, dai miei parenti mi avessero sentito urlare. Come dice il detto:“Non e' il regalo che conta, ma il pensiero”. La cosa non mi aiuto' poi piu' di tanto. Non ci misi molto a trovare Kurt, piu' che altro con l'urlo che feci fu lui a trovare me. “Daaaai, Seb, la mia era una vendetta! Solo una vendetta! Una vendetta con fiocchi e coriandoli!” “UNA VENDETTA??!! UNA VENDETTA??!! LA DEFINIRESTI UNA VENDETTA??!!” Lo interruppi io. “Cos'e'? Ci dovevo mettere anche dello Champagne per accontentarti?” Mi sfotti' lui. “Come osi tu???!!!!!”. “Ueeeeh! Tranzollati bello!” Mi blocco' uno, prima che mi fossi messo a menarlo “Guarda il lato positivo, puoi andare gratuitamente A Quel Paese” Disse uno dei simpaticoni della mia classe. Suono' l'ultima campanella, una serie di urli che non finivano piu' riempivano il silenzio delle vie in cui passavano i ragazzi. Io restitui' il pacco sorpresa a Kurt. “Grazie mille per il pensiero, ti regalo quel biglietto, ci sono stato molte volte A Quel Paese, nella mia vecchia scuola, mi ci hanno mandato i miei compagni di scuola andando avanti a scherna, risate e scappellotti, grazie, grazie mille, grazie mille di tutto, grazie per avermi fatto ricordare quei momenti di merda!”. Detto questo me ne uscii da scuola e tornai a casa con un mal di testa atroce, provocato per la maggior parte da quelle urla.

10 maggio. 4:30 di mattino. Prendemmo le valige e ci preparammo ad aspettare il taxi per andare in aereoporto. Ritrovai una lettera per me. Ovviamente il mittente era Kurt, stentai a prenderla, come a leggerla, ma alla fine mi decisi, quello era un addio, non poteva essere tanto. Nella lettera c'era scritto:“Mi dispiace, mi dispiace per ieri, per quello che ti ho fatto. Non ci avevo pensato su nemmeno una volta a vendicarmi con quell'umiliazione che hai ricevuto da parte mia, ma poi mi sono reso conto che avevo esagerato, tu almeno non mi avevi umiliato, non avevi detto a nessuno del nostro rapporto e del fatto che noi fossimo gay, o almeno credevo che lo fossi. Non sapevo niente dall'altra tua scuola, tu non me ne avevi mai parlato. Per te era tabu' pronunciare la parola `scuola in Francia'. Io non sapevo il tuo passato, e tu non volevi che io lo sapessi, io ti ho fatto questo scherzo per vendicarmi, sappi che non era mia intenzione riaprire qualsiasi ferita del passato. Mi dispiace, spero che mi perdonerai. Ho riflettuto molto su quello che ti ho fatto, e ho capito che in realta' la miglior vendetta e' il perdono, fa riflettere sulle azioni compiute, e non rischia di riaprire nessuna cicatrice. Perdonami, e' solo un addio, non e' la fine, dovevo capirlo”.    

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sebastian's model version ***


-Papa' Kurt??! Mi spiace ma non ci credo, papa' Kurt e' un santo, non potrebbe mai fare una cosa del genere, mi spiace ma ci credero' solo con la sua conferma- Dice la chi voi sapete

-Confermo- conferma Kurt.

-Oddio papa', hai la febbre?! Stai bene?! E' tutto a posto?? Che ti e' successo?? Dobbiamo chiamare l'ambulanza?? Oddio non dirmi che stai per morire?!!-

-Uhe uhe, calmati Moon, e' successo in passato, adesso sono tornato “santo” come dici tu-

-Bah, tanto santo non direi-

-Shhhh, non dobbiamo farla spaventare, sai come sono le sue reazioni quando entra in panico -

-Oddio! Sta per finire il mondo! Scappate! Scappate! Gli alieni ci stanno per attaccare! Perche' proprio oggi?!! Sono troppo giovane per morire! AIUTOO!- Detto questo la alienofobica inizia a correre per la casa, devastando tutto quello che incontra, creando un idea per la continuazione dell'orlando furioso:“l'orlando furioso due: La vendetta”. Solo che questa volta era l'orlando spaventato; reazione esagerata, distrugge prima lei il mondo dei suoi cosidetti “alieni” e fa venire gli incubi ad ogni persona che la sente mentre dorme.

-Moonlight! Moonlight! Calmati! Gli alieni non esistono e il mondo finira' fra migliaia di anni, quando nessun essere umano ci sara' piu'!- Dice Kurt mentre Seb la blocca e la prende in braccio.

-Adesso tranquillizzati, ti preparo una camomilla cosi' ti calmi un po', se vuoi continuiamo a raccontarti la storia oppure andiamo a nanna, scegli te-

-Continua a raccontare, cosi' se hai qualcosa da fare ne' Satana ne' gli alieni ti potranno possedere-

-Ok...- dice dopo aver sbuffato

-Al liceo McKinnley, quando Sebastian non c'era piu', venni preso piu' e piu' volte di mira dai bulli-

-Bulli? Che cosa sono? Delle pistole che sparano bulloni?-

-Ehm... Piu' o meno, solo che sono esseri umani e se la prendono con una vittima sola, il piu' debole-

-Ah beh, meno male che non sono alieni-

-Ok... continuando... A causa di questo dovetti cambiare scuola perche' li' era impossibile viverci, era impossibile vivere nella paura di essere buttati nella spazzatura perche' le persone ti schifavano per quello che eri. Allora cambiai scuola, e mi trasferii ad un accademia privata maschile: la Dalton Academy. Li' incontrai Blaine Anderson, hai presente nel film “Lo Hobbit”, Bilbo, il protagonista? Ecco, lui era un Hobbit, come Bilbo, solo che i piedi non erano cosi' grandi e Bilbo senza gel sta moooooooolto meglio di Blaine, mamma mia, quanto faceva schifo senza!-

-Esci da questo corpo Satana!- Dice Moonlight di nuovo spaventata

-Ok, non ti preoccupare, Satana e' uscito. Io mi innamorai subito di lui, quasi dall'istante in cui lui mi aveva detto che era gay. Mi innamorai anche della scuola, che stranamente, anche se c'erano solo ragazzi, fra tutti questi non c'era un solo omofobo, il che e' un miracolo. Un giorno, quando andai al bar col mio ex, incontrai il qui presente Sebastian Smythe.

“Piacere, sono Sebastian Smythe”. Mi disse lui, come se nemmeno ci conoscessimo. Ovviamente il nostro rapporto non fu molto grande, ci prendevamo in giro, con alcuni degli insulti che ti ha insegnato lui, e mi fece molto incavolare ogni volta che lo vedevo, ogni volta che ci guardavamo, ogni volta che fissava con quella faccia da mangusta in calore il mio ragazzo, e sopratutto quando gli parlava con quel tono di voce che sembrava dire :“Escluso noi due tutti gli altri fanno schifo, sono dei rifiuti umani, non prestargli attenzione, sta solo con me, non con quelle nullita'”.

Quando quell'hobbit mi tradi' con un certo `Eli.c` Sebastian tento' di avvicinarsi a me in modi sempre meno scontrosi, dopo tutto non aveva ragione di essere geloso, Blaine se n'era andato. “Ciao, come te la passi senza Blaine?”. Una voce che purtroppo in quei tempi conoscevo benissimo mi infastidi' per la millesima volta in quella giornata.

“Non male, solo un po' di solitudine a volte, quando non ho niente da fare”. Dissi io, sperando di chiudere il discorso li'.

“Se vuoi puoi venire a casa mia, di notte mi trovi spesso sveglio, cosi' non ti sentirai piu' tanto solo”. Io lo fissai male, con un occhio schifato e l'altro che voleva dire `se lo ripeti ti ammazzo`. “Perche' mi guardi male?”.

“E me lo chiedi?!!!” lo interruppi.

“Potresti avere la possibilita' di fare un threesome” Continuo' il maniaco sessuale.

“Ma stai scherzando?!! Mi viene da vomitare solo a pensarci”.

“Non ti vedo alla Scandals da molto, perche' non vieni piu'?”.

“Ci sono andato una sola volta, e non ci ritornero' piu'. Mi fanno schifo i posti dove ci sono alti tassi di tradimento, e sai di che parlo. Adesso te la faccio io una domanda, perche' continui a starmi appiccicato, sei peggio di una cozza quando fai cosi'”. Quando si parlava con Sebastian bisognava stare attenti si' ai doppi sensi, ma anche ai giochi di parole. Ne avevo beccato un grande e grosso:“Beh, spero di essere meglio di un cazzo”. Era proprio in dovere di dirlo.

“Ok, questo non e' divertente, per niente, Sebastian. Quello che stavo per finire di chiederti, se tu non mi avessi interrotto con quelle battute oscene e da maniaco sessuale che spari ogni volta che ti vengono in mente, era che tu non sei normale. Prima cerchi di allontanarmi, rimorchiando Blaine, e invece adesso cerchi di riavvicinarmi, rimorchiando me! Mi vuoi spiegare 'sta faccienda?? A me non piace essere rimorchiato, ti chiedo almeno di smetterla con tutto questo, specialmente quando cerchi fallendo miserabilmente di convincermi ad andare a letto con te”

“Sara' un'impresa non rimorchiarti ma convincerti a farti ritornare con me”.

Detto questo Sebastian mi lascio' sconvolto. Ci fu un attimo di silenzio, fino a quando io non ripresi.

“Aspetta. Co-co-cosa?? Tu vuoi che io ritorni con te???! Ma-ma sei matto??! Dopo quello che mi hai fatto alle medie, dopo quello che mi hai fatto quando stavo con Blaine??! Come la metti col fatto che cercavi di rubarmi Blaine?! EH?!!”.

“Era solo un diversivo... di solito il predatore copia tutti gli interessi della preda, quindi ho cercato di rubarti Blaine, per avere gli stessi interessi”.

Ovviamente queste parole possono essere soltanto sue, come puo' una persona normale solo dire e pensare una cosa del genere, sperando che m'innamori di lui solo perche' ama la mia stessa persona. Solo lui, la persona piu' anormale di questo mondo, avrebbe il coraggio e la stupidita' di dire e fare una cosa del genere.

“Ma che cavolate stai sparando?! Anche se fossi riuscito a rubarmi Blaine, come credi che avresti fatto a rubare poi anche me??! Come?!!”. Gli chiesi con un mix di `rabbia`, `incomprensione` e `tolleranza`.

“Beh, avrei avuto due opzioni, la prima, la potrai immaginare, il mio rapporto piu' lungo e' stato con te ed e' durato 2 anni, per il resto gli altri duravano massimo 2 settimane, quindi ci saremmo lasciati presto. La seconda, la mia preferita, l'avrei rapito e l'avrei portato in stazione, legato ai binari, e aspettato che un treno lo investisse, poi avrei rimosso il cadavere e le prove e...”.

“Ok, mi basta questo” lo interruppi mentre continuava a parlare da solo, anche se io avevo perso il filo del discorso da “la prima la potrai immaginare”.

“Scusa se te lo dico, ma e' una cosa stupida, sei sempre tu quello che si `innamora`, ma ti sei mai posto la domanda del perche' nessuno si innamorasse di te? Adesso l'hai trovata, o meglio, l'ho trovata, e' proprio per questo motivo, Sebastian”. Continuai io sperando di non essere interrotto nuovamente.

“No, non me n'e' mai fregato ne' della risposta ne' della domanda. Comunque... ti vuoi rimettere insieme a me?”. Sebastian parla un po' troppo per i miei gusti. Spero che non m'interrompa, e m'interrompe, spero che non faccia battute oscene, e fa battute oscene, spero che non ci sia, e c'e'. “No”

“No??”

“No. Cosi' impari. Hai appena dimostrato che non sei ancora cambiato. Ieri eri un bastardo. Oggi sei un bastardo. Domani, probabilmente, sarai ancora un bastardo. Ci sono poche speranze in un avanzamento, se non ti dai una mossa e cambi perche' veramente vuoi cambiare. Io non mi fidanzero' con te, finche' sei cosi' non potro', mi potresti portare sulla brutta strada, un futuro bambino che potremo avere se ci sposassimo potrebbe essere influenzato da te, Imparerebbe argomenti brutti troppo presto e comportamenti sbagliati da te. Hai idea dei casini che potresti combinare in un futuro? Se avrai mai dei figli, come farai a badargli se non cambi strada? Ti dico, se rimani cosi' finirai come quei barboni o ubriaconi che girano in piazza, che non si fanno scrupoli a fare pipi' in pubblico, facendo anche vederlo! Che schifo! Preferirei ucciderti che vederti ridotto in quello stato!”. E con questa speravo di avergliela fatta finita.

“Allora mi ami”. Mi disse con un tono di voce che sembrava una sorta di `domanda-affermativa` o `domanda-affermativa-speranzosa`. Mi accorsi che quello che avevo appena detto mi era costato un allungamento della pena dal `bell'innamorato`

“No, quello che volevo dire e' che mi fanno schifo quel tipo di persone, tu mi fai gia' abbastanza schifo cosi', non vorrei vederti peggiorare”.

“Ok, Kurt, preparati a vedere Sebastian in versione modello nei prossimi giorni”.

“Non ci conterei tanto”.

 

 

Angolo delle autrici: Scusate il ritardo, il computer ha avuto l'ebola (scherzo, un virus che mi ha scrausato il computer per un casino di tempo), ed e' colpa anche delle vacanze di Pasqua, la storia la scriviamo in due, e non siamo riuscite a vederci molto. By Miriam

Si', non siamo riuscite a vederci molto perche' io avevo mille impegni (tra cui dormire). By Angela

Citazioni: # se rimani cosi' finirai come quei barboni...facendo anche vederlo!#. Miriam ha visto in una piazza piuttosto malfamata un ubriacone\barbone\drogato che urinava in pubblico, ne e' rimasta traumatizzata a vita, e da allora ha allungato il percorso per andare casa sua per non correre piu' il rischio di rivedere quello schifo. Le e' sembrato opportuno inserirlo nella storia.By entrambe

Maggior dialogo fra le autrici: MIRIAM:“Mmmmh... non so cosa scrivere...”. ANGELA:“Neanch'io”.

By Miriam

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Your Romantic Side ***


-E' questa la versione modello di babbo?-

-Bah, se si deve veramente definire `modello` no, non lo e' mai stato, questa e' la versione `OK`-

-Veramente per un anno sono stato una versione modello-

-Si, solo perche' hai iniziato a fare i compiti, prendere sufficienze, smettere di fissarti con il sesso e finire di prendere in giro gli altri-

-Non dimenticarti che non ho piu' frequentato brutte compagnie-

-Si, perche' quelle brutte le hai mandate a quel paese per stare insieme a me e alle mie, di compagnie-

-Mi volete raccontare si o no?-

-No, al momento c'e' una discussione in corso-

-Non ti preoccupare Moon, e' totalmente pacifica-

-Io mi ricordo perfettamente che gli insegnanti mi lodavano sempre per la mia bravura, e del fatto che ero diligente e mi impegnavo nello studio e nella scuola-

-No, carino, ti lodavano perche' per le prime volte nella tua vita hai aperto i libri di ogni materia senza addormentarti alla prima lettera della prima parola che vedevi. Quando tu hai preso il tuo primo 6 in matematica sei venuto da me e hai detto:“Hai visto Kurt? Da quando tu mi hai detto che per conquistarti dovevo diventare un ragazzo modello, ho ricevuto un bellissimo voto in matematica, e la prof mi ha preso come esempio per chi era insufficiente”.

Venire a vantarsi da me per aver preso un 6 in matematica, non e' stato per niente da studente modello.

Uno studente modello dovrebbe prendere 9 e 10 in tutte le materie, mantenendo la sua dignita' senza vantarsi davanti ad altri. Studiare sempre anche se i prof non lo chiedono, essere calmi e disciplinati, e sopratutto essere spontanei per quanto riguarda il campo dell'amore, e non studiarti di notte delle tecniche scientifiche per farmi innamorare di te tramite la cultura, come quella volta in cui sei venuto da me tutto rintontito a dirmi:“Ehi, guarda, piu' un corpo celeste e' grande, maggior numero sono gli oggetti nelle sue vicinanze ad essere attratti da esso. Secondo te, io sono abbastanza grande da attrarre la persona che in questo momeno mi sta piu' vicina?”.

-Beh, io mi ci sono messo d'impegno, e poi non e' colpa mia se tu ti sei allontanato sbuffando senza rispondere al mio quesito scientifico-

-Questi mi stanno raccontando tutto tramite un litgio... che fico!- Pensa la spettatrice, con una smorfia sul viso.

-Ancora con questo quesito scientifico! E' solo una frase che vuol dire `mi ami?` espressa in un modo per farla sembrare piu' intelligente.-

-Comunque alla fine per te mi sono fatto una cultura-

-Si, una cultura cosi' grande che se io adesso ti chiedessi dov'e' la Spagna tu mi indicheresti la Grecia*-

-Lo sai che la geografia e' sempre stata il mio punto debole-

-Si, talmente tanto che quando dovevi andare a consegnare al prof di geografia il suo libro che si era dimenticato ti sei perso nella scuola come in un imbecille. Per fortuna che hai trovato una classe, ovviamente quella dove stavo io. E sei stato anche fortunato che il prof non ti abbia dato 4 in orientamento.

Magari sarai riuscito anche a prendere dei 7, ma sei comunque rimasto come un parassita, me lo ricordo come se fosse ieri...

“Ehi, ciao, ti va di venire a casa mia questo pomeriggio, cosi' possiamo fare la relazione di arte insieme”. Questa era una delle tipiche frasi che mi dicevi appena ce n'era la possibilita'.

“Ho capito che l'uscita didattica l'abbiamo fatta nello stesso giorno, ma si puo' fare la relazione anche se i componenti sono di classi diverse?”.

“Non ti preoccupare, ho gia' provveduto a chiederlo alla prof. Anche se siamo in classi diverse l'esposizione la facciamo entrambi. Il voto del contenuto sara' lo stesso per tutti e due, ma l'interrogazione la faremo separatamente”. E io che speravo in una risposta negativa, invece, come succedeva sempre, era un si, un dannatissimo si, si poteva.

“Ok, pero' studiamo e basta”.

“Si, massimo massimo se ci avanza del tempo facciamo qualcos'altro”.

“Minimo minimo se ci avanza del tempo me ne scappo via”. Questo era l'unico pensiero che mi veniva dopo quello che hai detto tu. Oramai le uniche cose che proponevi era guardare serie televisive o fare qualche canzone sdolcinata al karaoke.

“E' ok?”

“E' ok...”.

Adesso non domandarmelo nemmeno, ti ho letto nel pensiero:“Perche' se ti stufavo cosi' tanto hai continuato a ripetermi `ok`, `ok`, `si`, `va bene`, e non `mi spiace , ma ho da fare`, `scusa, ma mio padre non vuole`, `veramente, mi piacerebbe moltissimo, ma devo studiare per una verifica molto difficile`, o semplicemente con un banalissimo `no, non c'ho voglia`?”. Beh, volevo vedere fino a dove riuscivi ad arrivare per conquistarmi, e in effetti mi hai stupito tantissimo.

E' stato meraviglioso quella volta in cui sei venuto, a San Valentino, con le mani dietro la schiena, come volessi nascondermi qualcosa, quel qualcosa era un foglio rosa con attaccata una scatoletta, mi dissi di fare attenzione, era fragile il suo contenuto, e di aprirlo a casa, quendo ero solo. Li' capii che veramente tenevi a me, li' capii che quello che provavi per me era un amore sentimentale e non fisico, non quando cercavi di fare lo studente modello, non quando mi parlavi della scienza e del suo fascino. E' per quella poesia, e' per quell'anello, ma sopratutto, e' per te, che ho accettato la proposta di fidanzamento-

-Quale poesia? Te la ricordi ancora?- chiede la piccola incuriosita

-Ah gia' che ci sei anche tu in questo momento- Dice Sebastian, quasi infastidito dalla sua presenza

-E si che ci sono, e ho ascoltato tuuuuutto tutto tutto-

-Guarda tesoro, non solo me la ricordo a memoria, ma l'ho conservata in una cornice d'oro e appesa al muro di camera mia e del tuo babbo, adesso la vado a prendere e te la leggo-

-Oddio vi prego no- ribatte Sebastian

-Si invece- Se c'e' una cosa che piace a Kurt e a sua figlia, e' infastidire in ogni modo Sebastian

Autore: Sebastian Smythe

Quando vedo i tuoi occhi, vedo uno splendido fiume

Quando sento la tua voce, sento il dolce cinguettio di un usignolo

Quando ti trovo triste, divento triste anch'io

Quando vedo che il tuo viso ride, rido anch'io con te

Quando vedi i miei occhi, non vederli solo come quelli di un maniaco del sesso;

Vedili come uno che ti ama

Quando senti la mia voce, non sentire solo quella di un rompiscatole;

Sentila come quella di uno che ti vuole

Quando mi trovi triste, non vedermi come un drammatizzatore;

Vedimi come uno che non riesce a conquistarti

Quando vedi che il mio viso ride, non vedermi come uno che ti copia;

Vedimi come uno che e' tutt'uno con il tuo carattere

Solo osservare una tua foto mi basta, mi fa battere il cuore come nessuno ha fatto mai

Solo vederti mi basta, ma mi piacerebbe che mi vedessi anche tu come ti vedo io

Non solo amare mi basta, per la prima volta vorrei essere ricambiato

Io non provo odio

Io non provo affetto

Io non provo amicizia

Io non provo rancore

Io provo solo amore

-Ok, adesso voglio sapere perche' l'avete fatto- dice Seb tutto rosso mentre rideva per non piangere

-Perche' tua figlia voleva vedere il tuo lato sdolcinato- risponde maliziosamente Kurt, mentre la figlia annuisce mentre ridacchia

-Basta prendermi in giro! Tutti hanno un lato sdolcinato dopotutto!-

-Si, ma il tuo supera di brutto ogni record- Ha parlato proprio la bambinetta, che ovviamente di amore `ne sa molto`

-Perche' l'hai conservata?-

-Per mostrare che tu in fondo in fondo non sei uno a cui i sentimenti non importano, anzi, se sei arrivato addirittura a scrivere una poesia cosi' bella, senza mostrare il tuo lato negativo, vuol dire che i sentimenti ce li hai, anche belli forti, l'unico problema e' che hai sempre avuto paura di manifestarli, perche' in quel modo saresti sembrato piu' debole, e saresti finito come ti e' successo in Francia, ma fidati, solo le persone che cercano di atteggiarsi da duri, sono in realta' deboli dentro. Hai dimostrato di essere veramente forte, mostrando per un giorno, il vero atteggiamenti da modello-

-Lo so, me le hai gia' spiegate un miliardo di volte. Comunque grazie, vedi che per un momento sono stato una persona modello-

-Lo ammetto, hai vinto. Hai vinto quel giorno e hai vinto oggi.

 

Angolo delle autrici: Ok, scusate per la parte sdolcinata, magari ad alcuni non piacciono le parti troppo coccolose (come me, anche se ho scritto tutto io, poesia inclusa che non e' stata presa da google, ma e' originale). Niente commenti alla poesia per favore, mi fa schifo, la detesto, me la ritrovero' nei miei incubi peggiori e me ne vergogno veramente, ma veramente tanto. Grazie per la comprensione e l'attenzione, e ancora scusate per la poesia. By Miriam

Parlo a nome di tutte le ragazze che amano il romanticismo... NON E' STATO DOLCISSIMO IL MIO SEBBY! <3 (sorry I'm gonna die! Anche se ha scritto tutto Miriam). Anch'io vorrei avere un/a ragazzo/a cosi' dolce accanto a me che mi dedica attenzioni del genere (ma ovviamente con tutti quelli che ci sono stata sono tutti dei maniaci traditori... Mi riferisco al mio ultimo ex). Comunque anche se Miriam non e' un tipo da baci e coccole a letto, le voglio bene lo stesso (Guys, my feelings) by Angela

Citazioni:*dov'e' la Spagna tu mi indicheresti la Grecia= Miriam in un'interrogazione di Storia doveva indicare dove si trovava la Spagna (perche' stavamo studiano i conquistatdores spagnoli) e al posto della Spagna ha indicato la Grecia

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3039464