Time Travel

di MarmellataGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non doveva andare così ***
Capitolo 2: *** Il primo giorno nel passato ***
Capitolo 3: *** Che cosa sta succedendo? ***
Capitolo 4: *** Nuove amicizie e nuovi amori ***
Capitolo 5: *** Il solstizio d'estate ***
Capitolo 6: *** Solo donne ***
Capitolo 7: *** Solo uomini ***
Capitolo 8: *** La prima vittoria ***
Capitolo 9: *** Litigi e riappacificazioni ***
Capitolo 10: *** Il duello ***
Capitolo 11: *** La verità nel sangue ***
Capitolo 12: *** Una notte di luna piena ***
Capitolo 13: *** Decisioni scomode ***
Capitolo 14: *** Il rapimento ***
Capitolo 15: *** Corsa contro il tempo ***
Capitolo 16: *** Due matrimoni ed un funerale ***
Capitolo 17: *** Lo scorrere del tempo ***
Capitolo 18: *** Quando tutto è iniziato ***
Capitolo 19: *** Mistero risolto ***
Capitolo 20: *** Pura Crudeltà ***



Capitolo 1
*** Non doveva andare così ***


Ciao a tutti. Questa storia nasce da un pensiero che mi è venuto all’improvviso: chissà cosa accadrebbe se si potesse tornare indietro nel tempo. E allora ho provato a immaginarlo e l’ho scritto. La narrazione parte dalla 4x23 di TVD. Tuttavia alcune cose sono diverse. Silas non si è nutrito di Jeremy ma di Shane, per cui Bonnie è ancora viva. Silas non è il doppelganger di Stefan, per cui lui non è stato lasciato ad annegare in una cassa, ma è rimasto a Mystic Falls e vive con Caroline a causa della scelta di Elena. Tutti stanno ancora cercando un modo per uccidere Silas. Hayley non è incinta e gli Originali non vanno a New Orleans. Katherine non ha preso la cura che è ancora in mano ad Elena. In questo capitolo il POV è generale, nei successivi analizzerò vari POV di diverse persone. Ditemi che ve ne pare. Se non vi piace non la continuo. Questo capitolo è un po’ corto, gli altri saranno più lunghi. E’ più una introduzione alla storia. Recensite e raccontatemi le vostre impressioni, sia positive che negative.
 

 
Bonnie era ritornata a casa esausta. Si era appena diplomata con i suoi amici più cari e aveva affrontato una giornata ricca di fantasmi. Fortunatamente tutto si era risolto per il meglio, anche se Silas era ancora in libertà. Aveva rivisto sua nonna. Era così contenta che lei fosse lì. Si sdraiò sul letto e lasciò che il sonno prendesse il sopravvento.
Una donna apparve all’improvviso davanti a lei. C’era il fuoco e del sangue. Solo macerie attorno, urla e disperazione. Bonnie si coprì le orecchie e iniziò a piangere. La donna si avvicinò e lei la riconobbe, era Emily Bennet.
“Che cosa sta succedendo?” chiese lei allarmata
“Non doveva andare così” le rispose Emily
“Che significa?” domandò ancora
“Non doveva andare così” continuò a ripetere la sua antenata
“Non capisco. Spiegami”
La scena cambiò. Si trovavano in un prato. La donna le prese la mano e lei vide pezzi di quello che era successo da quando Stefan Salvatore era arrivato a Mystic Falls, fino al diploma.
“Il futuro è cambiato. Non doveva andare così. Morte e disperazione avverranno. Il male risorto doveva rimanere sepolto.”
“Emily ti prego ho bisogno che mi spieghi. Io non capisco”
“Non posso dirti altro. Gli spiriti non lo permettono. Ma tu puoi rimediare. Nel mio grimorio c’era una magia proibita che io non ho mai effettuato. Tu sei abbastanza potente per farlo”
“Ho letto il tuo grimorio Emily. Non c’era nessun incantesimo proibito”
“L’ho bruciato. Una magia del genere, nelle mani sbagliate potrebbe procurare solo danni. Ma tu hai il cuore puro, Bonnie.”
Ad un tratto una fiammella esplose e la strega le porse una pergamena.
“Che incantesimo è?”
“Viaggio nel tempo. Devi sistemare il futuro. Devi tornare a quando tutto è iniziato. Ma non devi andare da sola. Hai bisogno di qualcuno su cui contare. Porta con te del sangue di vampiro. E’ importante.”
“Come si fa? Io non credo di poterlo fare”
“Devi farlo! Adesso svegliati, tutto è scritto. Io ti guiderò”
Bonnie si svegliò. Stringeva tra le mani un foglio. Non aveva sognato allora. Accese la luce e lesse l’incantesimo. Aveva bisogno della luna piena, di sangue di vampiro, di 12 candele e di un oggetto personale su cui legare l’incantesimo. Doveva agire subito. Erano le 12.00 di notte. Qualche ora e sarebbe sorto il sole. Sapeva che era una pazzia, ma doveva farlo. Se ciò che aveva visto nel sogno era il futuro, allora non poteva non agire. Non avrebbe condannato la terra a morte e disperazione. Ma chi poteva portare con sé? Lei ed Elena erano sempre state amiche, sempre unite, ma lei ne aveva passate tante e ora finalmente era felice. Inoltre Damon non l’avrebbe mai lasciata andare, soprattutto non sola. Poi c’era Caroline. Aveva ucciso dodici streghe per salvarla, con Tyler lontano e la maturità che aveva dimostrato da quando era diventata un vampiro, era la persona adatta. Così prese il telefono e la chiamò.
“Pronto”
“Caroline, ho bisogno che vieni subito qui” rispose lei
“Bonnie, tutto bene? Che succede?”
“Ti prego Caroline fai in fretta” e chiuse.
Dopo solo 10 minuti Caroline era arrivata accompagnata da Stefan.
“Bonnie cosa succede? Mi hai fatto preoccupare. Anche Stefan si è spaventato”
“Ho bisogno che vi sediate. Devo spiegarvi una cosa, non interrompete per favore. Non ho tempo”
Caroline si sedette. Poche volte aveva visto la sua amica così preoccupata e non era un buon presagio. Guardò Stefan, anche lui era teso.
“Dicci tutto” iniziò il Salvatore
“Ho avuto un sogno sulla mia antenata, Emily Bennet. Ho visto fiamme, macerie, morte. Ho sentito la disperazione. Emily mi ha spiegato che era il futuro e che non doveva andare così. Ha detto che io ho la possibilità di rimediare e per farlo devo tornare indietro nel tempo a quando tutto è cominciato. Ma non devo farlo da sola. Mi ha suggerito di portare con me qualcuno di cui mi fido e di portare del sangue di vampiro. Non so perché, non so cosa significa tutto questo, però so che devo farlo. Ho sentito la disperazione e se questo è stato causato da un nostro errore devo fare qualcosa. Vorrei che tu venissi con me Caroline”
Caroline era sbiancata. Non riusciva a collegare tutte quelle informazioni. Era tutto assurdo. Anche se era un vampiro, la sua migliore amica una strega e i fantasmi erano tornati per un giorno, l’idea di viaggiare nel tempo era troppo pazzesca.
“Ti prego, rispondimi. Ho bisogno della luna piena, dobbiamo farlo subito. Non si tratta solo di noi, ma dell’intero futuro. Abbiamo poche ore”
“Puoi contare su di me” disse riprendendosi subito “Avviserò mia madre che starò via, o non sembrerà che saremo andate? Non so come funziona?”
“Non ne ho la più pallida idea. Per sicurezza, avvisala. “
“Ci sto anche io” affermò subito Stefan
“Stefan, non so se è una buona idea per te” rispose titubante Bonnie
“Se credi che lascerò andare voi due da sole chissà dove, sei fuori strada”
La strega sorrise. Il più giovane Salvatore era sempre d’animo gentile.
“Perfetto. Allora, prendete queste provette e mettete del sangue. Io cercherò le candele. Ho bisogno di un oggetto personale da legare per l’incantesimo”
“Useremo gli anelli, che ne pensi Stefan?”
“Sono d’accordo”
Dopo aver riempito le due provette di sangue, e preparato ogni cosa, Bonnie chiuse gli occhi, strinse le mani dei suoi amici e iniziò a pronunciare la formula. Le fiamme si alzarono. Un lampo cadde in mezzo al cerchio formato da loro. Tutto iniziò a girare e all’improvviso l’oscurità li avvolse.
Bonnie sentiva molto freddo. Si svegliò e vide il sole che stava per sorgere. Era sdraiata su dell’erba e intorno a lei c’erano molti alberi. Si sedette e si guardò intorno. I suoi amici erano con lei. Li scosse dolcemente per svegliarli.
“Dove siamo?” chiese la bionda, ancora stordita
“Non lo so” rispose lei
“Non ho mai visto tanto verde in tutta la mia vita” ammise Stefan
“Alziamoci ragazzi, dobbiamo capire dove siamo finiti”
“O mio dio. Non è possibile” urlò Caroline
“Cosa succede?” domandò allarmata la strega
“Il mio cuore batte, nessun desiderio di sangue. O mio dio, sono umana. Bonnie cosa è accaduto?”
“Sono umano anche io” affermò incredulo Stefan
“Io non lo so…” Bonnie ebbe una illuminazione “Oddio, credo di sapere dove siamo! Emily ha detto: quando tutto ebbe inizio. Noi siamo stati inviati indietro di mille anni, prima che i vampiri esistessero! Per questo siete umani!”
Le facce dei suoi amici erano scioccate. La testa di Caroline girava. La sua vista si annebbiò e svenne. Stefan la prese prima che potesse cadere.
“Troppe emozioni per la nostra Barbie” scherzò
“Tu come ti senti?”
“Ho sempre sperato di ritornare umano. Per me questo è un dono Bonnie”
Ad un tratto sentirono delle voci. Tre giovani spuntarono da dietro gli alberi. Loro sapevano benissimo chi erano, però non potevano dire niente.
“E voi chi siete?” chiese Klaus umano
Stefan lo osservò attentamente. Era più giovane di come sembrava nel 2012. Aveva capelli lunghi e vestiti molto strani. Cercò disperatamente una scusa, in quanto anche la strega era sbiancata. Poi si ricordò di quello che sapeva di loro. Vivevano in un villaggio con i lupi mannari. Il giorno prima c’era stata la luna piena, per cui poteva usare quella storia e sperare che loro ci credessero.
“Il mio nome è Stefan. Ieri i lupi hanno ucciso la nostra famiglia, solo noi siamo scappati. Lei è Bonnie, vive con noi da quando è nata e questa è Caroline, mia sorella. Non si è sentita bene”
“Mi dispiace tantissimo. Nik portiamoli a casa. Nostra madre la guarirà, lei è una strega” informò Rebekah
Stefan notò che Klaus stava fissando intensamente la sua amica bionda.
“Dalla a me, la porterò subito nella nostra capanna”
Anche se riluttante, lui lasciò che la prendesse in braccio e si diresse con gli altri due nel villaggio.
“Io sono Rebekah. E lui è mio fratello Kol” si presentò la ragazza
“Siete tutti fratelli?” domandò Bonnie dopo essersi ripresa dallo shock iniziale
“Si. Ho anche altri tre fratelli. Sono davvero dispiaciuta per la vostra perdita” le confessò la bionda con gli occhi lucidi.
“Grazie per la tua gentilezza Rebekah” disse sincero il Salvatore
“Posso farvi una domanda?” si intromise Kol
“Certo”
“Che cosa indossate?” domandò
Stefan e Bonnie osservarono il loro abbigliamento. Avevano entrambi jeans e maglia. Poi si guardarono.
“Mia madre era una sarta. Ha cucito questi abiti per noi per facilitare i lavori domestici e la caccia” inventò lui
“Capisco. Ecco siamo arrivati, quella lì è la nostra casa”
Bonnie vide una grande capanna di legno. Era bella, nonostante tutto.
“Madre, ho bisogno di te” urlò Klaus
Entrarono nella capanna e andarono in una stanza dove Klaus depose delicatamente Caroline su un letto. Dopo qualche secondo giunse una donna dai capelli lunghi di colore biondo scuro. La strega originale guardò i nuovi arrivati, si chinò vicino la Forbes e le toccò la fronte.
“Prendi un panno, bagnalo e rinfrescale la fronte. Starà bene” ordinò a Rebekah “Cosa è accaduto?” chiese poi
“I lupi hanno attaccato la nostra famiglia, solo noi siamo sopravvisuti” informò Bonnie
Lo sguardo della donna divenne dolce e dispiaciuto.
“Mi dispiace molto per la vostra perdita” disse commossa “Figlioli, andate a svolgere le vostre faccende. Voi restate pure qui. Quando mio marito tornerà discuteremo della vostra sorte. Lui è il capo di questo villaggio. Vedrò come posso aiutarvi”
Quando tutti lasciarono la stanza, si avvicinarono alla loro amica stesa sul letto. Bonnie le accarezzò la testa, mentre Stefan le teneva la mano. Dopo qualche minuto lei si svegliò.
“Ehi” disse
“Ehi” rispose la strega “Come stai?”
“Come se sono svenuta” scherzò lei “Dove siamo?” chiese poi
“Siamo nella capanna dei Mikaelson. Sono così diversi. Klaus sembra un bravo ragazzo come Kol. E Rebekah è così gentile. Non riesco a credere che siano diventati così spietati” affermò Bonnie
“Credo che 1000 anni di tradimento, uccisione, fughe e rabbia abbiano contribuito in questo cambiamento” intervenne Stefan
“Che facciamo adesso?” chiese Caroline
“Da quello che so, qui dovrebbe vivere una strega Bennet. Dobbiamo parlare con lei”
“Quindi siamo umani, stiamo 1000 anni nel passato e non ci sono le docce. Evvai” disse la bionda causando le risate dei suoi amici.
“Ce la faremo ragazzi. Staremo bene”
Si abbracciarono. Non sapevano cosa aspettarsi, ma erano sicuri che uniti ce l’avrebbero fatta.

 

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Capitolo 2
*** Il primo giorno nel passato ***


Niklaus uscì dalla capanna e si diresse nel bosco per raccogliere la legna. La sua mente continuava a ripresentargli l’immagine della ragazza bionda che aveva portato in braccio. Aveva dei bellissimi capelli luminosi e soffici e odorava in un modo magnifico. Non aveva mai sentito un profumo così buono. Non riusciva a capire il motivo, ma era ossessionato dall’idea di guardarle gli occhi. In tutto il villaggio non esisteva una bellezza come la sua, oltre sua sorella. La sua pelle era chiarissima, perlacea. E le sue labbra erano del colore delle rose. Voleva parlarle, starle vicino, sentire il suo profumo.
Mentre raccoglieva dei rami, sentì una risata di donna. Conosceva quella voce, l’aveva ascoltata molte volte nel corso dei mesi. Senza farsene accorgere, vide Tatia, la donna che lui corteggiava, in compagnia di suo fratello Elijah. La delusione si diffuse dentro di sé. Non era abituato a condividere, lui la voleva solo per sé. Non riusciva a sentire ciò che si dicevano, però vide chiaramente la ragazza dare un bacio ad Elijah. Dalla rabbia spezzò il ramo che teneva in mano.
“Tutto bene?” disse una voce dietro di lui.
Si girò e vide Stefan, il ragazzo che avevano trovato nel bosco, che lo osservava.
“Si grazie amico” rispose lui, voltandosi di nuovo verso Tatia che ormai era lontana
“Hai visto qualcosa di spiacevole?” chiese quello con la voce preoccupata
“Solo la donna che amo in compagnia di mio fratello maggiore Elijah” confidò. Avvertiva una connessione con quel giovane. Di solito non era così diretto con chi non conosceva, ma non sapeva perché, sentiva di potersi fidare. Lui lo guardò in modo dispiaciuto, poi gli mise una mano sulla spalla.
“Capisco perfettamente come ti senti. Nel mio villaggio c’era una fanciulla bellissima di cui ero innamorato. Ho scoperto che anche mio fratello provava dei sentimenti per lei”
“E cosa è successo?” domandò curioso
“Lei ha scelto. E non ero io la sua scelta” rivelò Stefan abbassando la testa
Si girò di nuovo nel punto in cui prima aveva visto Tatia. Le parole del giovane sembravano come un presagio per lui.
“Mi vuoi aiutare a raccogliere la legna?” propose a quello
“Certo amico. E’ il minimo per sdebitarmi della vostra gentilezza”
Si addentrarono nella foresta per trovare più tronchi.
“Tua sorella come sta?”
“Bene, si è svegliata. Era solo molto stanca” lo informò
“Sai, non ho mai visto una fanciulla come lei, a parte Rebekah”
“In che senso?”
“I suoi capelli sono così luminosi e la sua pelle è molto chiara. Le donne di questo villaggio hanno tutte i capelli scuri” spiegò
“Noi veniamo dal Vecchio Mondo”
Niklaus era sorpreso. Da quello che sua madre gli aveva raccontato, lei e suo padre si erano trasferiti dal Vecchio Mondo per vivere una vita tranquilla. Era la prima volta che conosceva qualcun altro che provenisse da lì.
“La tua famiglia doveva essere ricca” affermò lui
“Si, mio padre era un proprietario terriero” spiegò
“Anche il mio. E’ il capo qui” disse con amarezza. Quanto avrebbe voluto essere più forte di suo padre. Almeno lui non l’avrebbe più umiliato o picchiato.
Dopo aver raccolto legname sufficiente, si fermò.
“Basta così Stefan. Torniamo indietro”

 
 
 
Bonnie aveva indossato il vestito che Rebekah le aveva prestato. Era molto scomodo, ma avrebbe fatto meglio ad imparare a sopportare, dato che l’abbigliamento di quell’epoca era quello.
“Mamma mia, sembra di indossare la paglia” si lamentò Caroline
“Credo che dovrai abituarti a questo” la prese in giro
“Ma perché non potevamo andare nell’800? Almeno lì gli abiti erano di classe”
Lei sorrise. Era contenta di averla vicino, anche se si lamentava troppo. Uscì fuori e guardò il cielo. Era così tranquillo, troppo diverso dal futuro. Guardò lontano e notò due figure in avvicinamento. La prima era Esther, la seconda era una donna che non conosceva. Quando anche quella la guardò avvertì una scossa. Lei era la strega Bennet, ne era sicura. Vide che la osservava, doveva aver avuto la sua stessa sensazione.
“Ah sei qui, non ti avevo vista uscire” disse Caroline dopo che la ebbe raggiunta
“Quella deve essere la strega Bennet. Ne sono sicura” la informò
“Cosa vorresti fare?”
“Penso che le parlerò in privato. E’ l’unica che può aiutarci qui”
Quando le due donne le raggiunsero, sentì la strega prendere la parola
“Esther, chi sono queste due bellissime fanciulle?”
“I miei figli le hanno trovate nel bosco, insieme ad un giovanotto. La loro famiglia è stata attaccata dai lupi”
“Mi dispiace molto figliole. Io sono Ayana”
“Io sono Bonnie signora. E lei è la mia amica d’infanzia Caroline”
“Dove avete pensato di rimanere, se avete perso tutto?” domandò
“Quando Mikael tornerà ho intenzione di parlargli. Sai come la pensa riguardo i lupi, non credo rifiuterà loro un posto qui” rispose Esther
“Potete stare da me. La mia capanna è molto grande e io vivo da sola”
“Lei è molto gentile signora, grazie”
“Bonnie, Caroline vado a riempire i secchi d’acqua. Volete accompagnarmi?” chiese Rebekah
“Con piacere” rispose la bionda
“Andate voi. Io vorrei parlare con la signora Ayana”
“Va bene.  A dopo”
Lei osservò le due ragazze allontanarsi. Quando Esther rientrò in casa, Ayana si avvicinò a lei.
“Chi sei tu?”
“Io penso di essere una tua discendente. Sono una Bennet”
La donna sgranò gli occhi dalla sorpresa.
“Vieni con me”
Si lasciò condurre nella capanna vicina, dove abitava ed entrò con lei.
“Quando ti ho guardato ho sentito una scossa. Com’è possibile che tu sia una Bennet?”
“Io vengo dal futuro”
La rivelazione venne accolta da una grande sorpresa.
“Devi essere molto potente. Questo tipo di incantesimo è impensabile per me. Perché sei qui?”
“Una mia antenata mi ha detto che dovevo intraprendere un viaggio indietro nel tempo per modificare alcuni eventi che hanno portato al cambiamento del futuro. Sono qui per rimediare, ma non so che fare. Non so come tornare”
“Calmati bambina. Consulterò gli spiriti e ti aiuterò. Se sei venuta qui c’è un motivo. Le cose non accadono senza che ci sia un disegno specifico”
“Grazie Ayana”
“Fino a quando non avrò consultato gli spiriti, non fate nulla di irrimediabile. Non sei venuta sola vero?”
“No, sono qui con due miei amici. Abbiamo inventato la storia dei lupi perché non sapevamo come spiegare la nostra presenza”
“Avete fatto bene. Oggi parlerò con Mikael. Dirò che sei mia nipote, non potrà cacciarvi così. Inoltre non è una menzogna”
“Per quale motivo dovrebbe cacciarci?”
“Mikael è un uomo duro, crudele e che non ama le novità. Potrebbe non volervi. Riferisci ai tuoi amici di stare alla larga da lui”
“Lo farò. Ti ringrazio per tutto, Ayana. Adesso vado a raggiungere Rebekah e Caroline”
“Non fate tardi, mi raccomando”
Uscì e si addentrò nella foresta seguendo il sentiero che aveva visto intraprendere alle due ragazze. Dopo qualche minuto di cammino, una voce emerse dal nulla, spaventandola: “Che ci fai tutta sola?”
Lei si voltò con la mano sul petto dallo spavento.
“Perdonami, non volevo farti paura.” Era Kol più giovane di come lo ricordava.
“Non fa niente. Stavo cercando tua sorella”
“Seguimi, ti accompagno”
Lei lo osservò attentamente. Era gentile. Diverso dal ragazzo strafottente che aveva conosciuto.
“Mi dispiace davvero per la tua famiglia” ammise sincero.
Bonnie lo fissò negli occhi. Il suo sguardo triste la fece sentire a disagio.
“Ti ringrazio. Non è mai facile perdere qualcuno” e gli sorrise.
“Ecco, siamo arrivati. Dì a mia sorella che è il momento di tornare. A nostro padre non piace il ritardo”
Davanti a loro c’erano le due bionde che stavano parlando. Erano di spalle e non li avevano sentiti arrivare.
“Grazie per avermi accompagnata” disse a Kol e si diresse dalle ragazze. Aveva bisogno di allontanarsi dal quel “Non-ancora-Originale” affascinante e gentile.
 
 
Caroline lasciò Bonnie con la strega e andò insieme a Rebekah. Era stata trasformata in vampiro a 18 anni, solo che sembrava più giovane. Aveva i capelli molto lunghi e occhi dolci e buoni. Era completamente diversa.
“Come stai ora?” le chiese
“Molto meglio. Ti ringrazio per il vestito. E’ bellissimo”
“Non c’è di che. Spero davvero che mio padre vi permetta di rimanere. Non capita molto spesso di conoscere persone nuove” le confessò
“Com’è essere l’unica donna in mezzo a tanti fratelli?” domandò
“Non male. Loro mi proteggono, però mi sarebbe piaciuto davvero tanto avere una sorella” disse con tristezza.
Le si strinse il cuore. Aveva sempre saputo che Rebekah era sola. Nel futuro non le era importato molto, dato che si era comportata come una cagna spietata e arrogante, però ora era un’umana. Era solo una ragazzina senza nessuno e senza accorgersene, i suoi occhi erano diventati umidi.
“Mi piacerebbe essere tua sorella” ammise lei. Quella la guardò sorpresa e sorrise.
“Quanti anni hai Caroline?”
“Ho 17 anni”
“E non sei ancora sposata?” domandò con stupore
Notando l’incredulità nella domanda, provò ad inventare una scusa al momento.
“Dovevo sposarmi, ma il mio compagno è andato via” Aveva optato per una mezza verità.
“Perché?”
“E’ stato costretto a partire. E così ora sono sola” ammise
“Mi dispiace. Lo amavi?”
“Si, lo amavo molto”
Raggiunsero il pozzo e immersero i secchi per prelevare l’acqua.
“Tu quanti anni hai?”
“Io ho 15 anni”
15 anni? Erano arrivati tre anni prima la nascita dei vampiri.
“C’era un ragazzo, ero innamorata di lui. Ha chiesto la mia mano a mio padre” continuò quella
“Cosa è successo?”
“Mio padre l’ha ucciso”
Si portò una mano alla bocca dallo sgomento. Klaus le aveva raccontato qualcosa sulla crudeltà di quell’uomo, ma non avrebbe mai pensato potesse essere così anche da umano.
“Ma perché?”
“Non era alla mia altezza. Lui lo ha sfidato ad un combattimento con la spada e lo ha ucciso. Così da allora nessun uomo si avvicina più a me. Hanno tutti paura di lui.”
Spinta dal bisogno di aiutarla l’abbracciò. Le dispiaceva davvero per la sofferenza che pativa a causa della sua famiglia.
“Troverai l’amore Rebekah. Te lo meriti”
“Ciao ragazze” disse Bonnie da dietro
“Ehi sono contenta che ci hai raggiunte” rispose Caroline
“Ehi? Che parola è?”
“E’ un linguaggio che usiamo tra di noi. L’abbiamo inventato. E’ un modo per dire ciao” si giustificò
“E’ carino” ammise lei
“Kol mi ha detto che dobbiamo tornare” informò Bonnie
“Kol?” chiese lei, guardando la strega in modo interrogativo
“Si Kol è mio fratello. Tu non l’hai visto perché stavi male, ma quando vi abbiamo trovati nel bosco eravamo io Kol e Nik. Nik ti ha portato in braccio fino a casa”
Klaus l’aveva presa in braccio? “Lui è il tuo primo amore, io intendo essere il tuo ultimo”
La sua faccia doveva essere diventata rossa.
“Non vergognarti Caroline. Lui l’ha fatto solo per portarti subito a casa. Non si sarebbe mai preso una tale libertà, se non fosse stato necessario”
“Si ne sono sicura” balbettò ancora sconvolta.
Quando giunsero davanti alla capanna, vide Stefan insieme a Klaus con della legna in mano.
“Caroline, sono contento di vederti in piedi” le disse l’amico avvicinandosi
“Sto bene Stefan. Non preoccuparti”
“Sorella, ti presento Niklaus. Lui ti ha portato qui”
E allora lo guardò. Era più giovane di tre anni ed aveva i capelli più lunghi. Ma ciò che la colpì erano gli occhi. Non erano freddi, arroganti e crudeli come nel futuro. Ma erano dolci e premurosi. Anche il suo sorriso era dolce.
“E’ un piacere conoscerti, Caroline” le prese la mano e la baciò. Sentì tanti brividi partire dal punto in cui le labbra l’avevano toccata. E il modo in cui aveva detto il suo nome, la faceva sciogliere.
“Ti ringrazio per avermi condotta qui”
Si guardarono per un momento che sembrava interminabile. Aveva già dei sentimenti per l’ibrido Klaus. Conoscere il suo lato umano poteva solo rafforzarli.
“Niklaus, porta il legno dietro la capanna, svelto!” una voce imperiosa tuonò dietro di loro. Klaus si allontanò e lei vide l’uomo che aveva già iniziato ad odiare: Mikael. Si piazzò davanti a loro e li guardò. Dopo si rivolse a Stefan: “Ho parlato con Ayana. Lei ha detto che potete rimanere da lei, per cui vi do il permesso di vivere qui. Ovviamente dovete rendervi utile. Così tua sorella e la nipote di Ayana svolgeranno le stesse faccende di mia figlia, mentre tu lavorerai con i miei figli”
“Grazie per questo, signore” rispose educatamente Stefan
“Ora dimmi ragazzo, da dove venite?”
“Veniamo dal Vecchio Mondo. Mio padre si chiamava William Forbes ed era un proprietario terriero. Mia madre Elisabeth era una sarta. Si sono trasferiti qui per una vita migliore, ma i lupi li hanno uccisi”
Sentire Stefan parlare dei suoi genitori la fece piangere. Le mancava tanto suo padre e chissà quando avrebbe rivisto sua madre. Sia Rebekah che Bonnie l’abbracciarono.
“Davvero un peccato. Mi sarebbe piaciuto conoscere tuo padre. Anche io vengo dal Vecchio Mondo e ho conosciuto alcuni Forbes quando ero lì. Sono sicuro che tuo padre era molto fiero di te” vide Mikael dare alcune pacche sulle spalle di Stefan e poi allontanarsi. Il suo amico la guardò dispiaciuto. Aveva utilizzato il suo cognome perché era più sicuro per loro e lei lo capiva. Si avvicinò e lo abbracciò.
“Non preoccuparti, sto bene” lo rassicurò. Poi si avvicinò al fuoco e si unì agli altri per la cena. Quando si fece buio, seguì Bonnie e arrivarono alla loro capanna. si misero a letto e a causa della lunga giornata, si addormentò subito.




Ciao a tutti. Come ho promesso, ho aggiornato la mia storia molto velocemente e questo solo grazie a tutte voi che avete sostenuto la mia storia con le recensioni, e che l'avete aggiunta alle preferite e alle seguite. Devo ammettere che non mi aspettavo un successo così grande e ne sono rimasta sorpresa. Ma il vostro sostegno mi ha dato la spinta per continuare a scrivere e vi posso informare che ho già abbozzato i primi cinque capitoli.
Entrando nella storia, ho descritto il primo giorno prendendo come POV, Klaus, Bonnie e Caroline. Iniziano a crearsi le varie relazioni che poi diventeranno sempre più forti. Un ringraziamento speciale va al mio ragazzo che mi ha aiutato e mi sta aiutando molto con i POV maschili. Spero che vi piaccia ciò che ho scritto e spero che continuerete a seguirmi con maggiore interesse.
Se avete delle critiche, siate ben libere di scriverle. Nei capitoli successivi verranno introdotti nuovi POV e avremo anche il riscontro nel futuro.
Recensite e ditemi cosa ne pensate.
Il seguito della storia dipende solo da voi.
Ciao a tutte!

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Capitolo 3
*** Che cosa sta succedendo? ***


Stefan raggiunse Klaus poco tempo dopo l’alba. Aveva scoperto, grazie a Caroline, che ci volevano 3 anni prima della nascita dei vampiri, per cui, qualsiasi fosse la loro missione, voleva vivere fino in fondo la sua possibilità da umano. Lo vide prendere una canna da pesca e allontanarsi da solo. Per fermarlo gridò: “Niklaus”
Quello si voltò verso di lui e lo aspettò.
“Che c’è amico?” gli chiese
“Posso venire con te? Tuo padre mi ha detto che devo lavorare con voi”
“Sono sicuro che ha già pensato a qualcosa da farti fare con Elijah o Finn” rispose acido
“Stefan sei arrivato. Raggiungi mio figlio Finn, ti dirà cosa fare” disse in modo imperioso Mikael
“A dire il vero signore, pensavo di poter andare con Niklaus. Mio padre mi ha insegnato a pescare abbastanza bene, sono sicuro che potrei essergli d’aiuto” propose lui, notando la sorpresa nel volto del ragazzo.
Mikael rimase in silenzio a soppesare la sua richiesta. “Molto bene, Niklaus prendigli una canna e andate. Magari questa volta mangeremo del vero pesce” e si allontanò.
“Perché ti tratta così?” domandò dispiaciuto
“Lui vede in me solo un giovane impulsivo e inutile. Sono una delusione” affermò amaramente porgendogli la canna da pesca.
“Ma sei pur sempre suo figlio” ribattè lui
“Sai amico, a volte credo davvero di non esserlo”
Non hai idea di quanto hai ragione pensò lui. Lui non sapeva cosa significasse essere sgraditi dal proprio padre. Quella sorte era toccata a Damon. Tuttavia, dopo la trasformazione, anche lui aveva conosciuto quel disprezzo. Forse il loro compito era quello di mostrare agli Originali affetto e amore quando erano umani, di fargli capire che c’era qualcuno che teneva a loro. Giunsero al lago e lì vide Rebekah intenta a sciacquare dei vestiti insieme a Caroline e Bonnie. Si avvicinò a loro e notando la stanchezza nei loro volti scoppiò a ridere.
“Avete un aspetto meraviglioso ragazze” le prese in giro
“Piantala, non è divertente” rispose Caroline
Poi osservò Rebekah. Era semplicemente bellissima. Senza capire il motivo, le prese la mano e la baciò. Lei sussultò dalla sorpresa e arrossì. Meravigliosa pensò. Il suo cuore iniziò a battere più velocemente mentre la fissava e le teneva la mano.
“Tu sei splendida Rebekah” disse e si diresse verso dove stava Niklaus.
“Cosa è successo con mia sorella, amico?” chiese quello sospettoso
Lui lo guardò e fu sincero “Non lo so davvero”
“Tu mi piaci Stefan. Sei un bravo ragazzo” sentì dire dal suo compagno di pesca e capì che quella confessione era una specie di permesso. In quel momento accadde ciò che non era mai successo in 1000 anni di vita: Niklaus Mikaelson stava dando il permesso a qualcuno di corteggiare sua sorella.
 
 
Si toccò il punto dove Stefan aveva posato le labbra. Che strana sensazione. Aveva provato dei brividi dentro e il suo sguardo era così penetrante che sembrava volesse metterla a nudo.
“Sbaglio o fa improvvisamente caldo qui?” scherzò Caroline
Bonnie diede una pacca all’amica dicendo “Ma smettila”
“Io sto bene, come mai senti caldo?” domandò lei ingenuamente
Le due compagne si guardarono negli occhi e sorrisero.
“Nel Vecchio Mondo usiamo questa espressione per indicare un’atmosfera carica di tensione” le spiegò Bonnie
“Tensione?” chiese lei non avendo notato alcuna atmosfera tesa
“Tensione sessuale” precisò Caroline guadagnandosi un’altra pacca da Bonnie
Rebekah arrossì vistosamente. Adesso aveva capito a cosa si riferivano.
“Io…non so..è stato strano” ammise lei
“Intenso direi” precisò la bionda
“Ho avuto delle sensazioni dentro, come brividi” spiegò
“Ti piace Stefan!” Non era una domanda. Era la realtà.
“Lui è un bel giovane, educato, buono” sorrise dolcemente. Tuttavia si rattristò subito “Faresti meglio a dire a tuo fratello di starmi lontano”
Prese il cesto con i vestiti lavati e si incamminò velocemente seguita dalle amiche.
“Non dovresti rinunciare all’amore a causa di tuo padre” le disse Bonnie
“Non voglio che si faccia male”
“Stefan è in gamba. Se c’è qualcuno che può dimostrare a tuo padre di meritarti quello è lui” affermò Caroline
Un barlume di speranza si affacciò nella mente. Mentre si apprestavano a stendere gli abiti per farli asciugare, ripensò al modo in cui l’aveva fissata. Nessuno l’aveva mai guardata così.
“Cosa dobbiamo fare adesso?” chiese Bonnie
“Dobbiamo andare a raccogliere alcune erbe per insaporire i cibi” spiegò lei e si inoltrarono nella foresta. Dopo un po’ di tempo, vide due giovani che passeggiavano mano nella mano.
“Non dovresti svolgere i tuoi lavori Elijah?” domandò lei con rabbia
“Stavo accompagnando Tatia a casa, Rebekah. Ho già svolto i miei compiti” spiegò quello in modo composto
“Lo spero davvero. A nostro padre non piace chi non lavora” sputò nervosa osservandoli andare via.
“Cosa è stato?” chiese Caroline dopo aver assistito alla scena
“Io la odio”
“Chi?”
“Tatia. E’ una svergognata. A causa sua mio padre litiga spesso con i miei fratelli. Inoltre si prende gioco sia di Elijah che di Nik.”
“Niklaus?”
Rebekah si voltò e vide l’espressione delusa di Caroline. Lei aveva notato che era successo qualcosa tra loro due a causa del modo in cui si erano fissati il giorno prima e la speranza che suo fratello potesse dimenticare Tatia e innamorarsi di lei crebbe vertiginosamente.
“Si, sia lui che Elijah provano dei sentimenti per quella lì. Ma ho l’impressione che Nik possa dimenticarla presto” aggiunse con malizia
“E perché?” balbettò quella
“Lo sai benissimo Caroline. Ho visto come ti ha guardata” era soddisfatta di averla fatta arrossire. Così almeno non era l’unica.
Finito di raccogliere le erbe tornarono a casa per preparare il pranzo.
 
 
All’improvviso qualcuno la tirò per il braccio.
“Caroline, posso parlarti in privato un attimo?” Era Bonnie.
Si allontanò con lei e notò che l’amica era arrabbiata.
“Cosa sta succedendo tra te e Klaus?”
“Niente Bonnie, non succede niente”
“E quello che ha detto Rebekah allora? Ho visto come hai reagito. Ti conosco da una vita Caroline, dimmi la verità”
Si sentì l’agitazione dentro. Non sapeva come spiegare i sentimenti che aveva iniziato a provare per Klaus.
“Ok, bene. Io credo che mi piaccia un po’”
“Ti piace un po’? Cosa vuol dire ti piace un po’? Ti sei dimenticata da dove veniamo? Non possiamo permetterci queste distrazioni. Forse qui Klaus è un bravo ragazzo, ma quando noi torneremo a casa, lui sarà l’ibrido che ha ucciso Jenna e ha fatto del male a tutti noi!”
“Pensi che non lo sappia Bonnie? Io ho iniziato a provare qualcosa per quel Klaus ibrido psicopatico! Lui è diverso con me. Non sono la sua seconda scelta. Tutte le cose buone che ha fatto, le ha fatte per me! E io sono così confusa, perché c’è Tyler, ma qui ho la possibilità di conoscere la sua parte umana e io voglio conoscerlo, perché non capiterà mai più quest’occasione!”
Ecco l’aveva detto. Aveva confessato i suoi sentimenti e ora si sentiva meglio.
“Stai facendo un errore Caroline”
“Forse, ma almeno non avrò rimpianti”
Iniziò a camminare. Doveva allontanarsi dalla sua amica. Come poteva non capirla? si addentrò nella foresta e raggiunse un ruscello limpido. Si guardò intorno e vide Klaus seduto su una roccia intento a disegnare. Rimase a guardarlo, fino a quando non si voltò verso di lei. Subito si alzò e la raggiunse.
“Caroline, che ci fai qui?”
“Ho litigato con la mia amica. Avevo bisogno di schiarirmi le idee”
“Vuoi parlarne?” domandò lui premuroso. Lei gli sorrise, era così diverso. Scosse la testa. “Grazie lo stesso”
“Vieni, siediti qui con me. E’ rilassante. Io vengo sempre qui quando ho bisogno di pensare o solo per stare tranquillo”
“E’ un bel posto” ammise lei
“Si, è bello”
“Com’è andata con Stefan?”
“Molto bene, abbiamo pescato molti pesci. E’ abile”
“Si, lo è”
“E a te com’è andata con Rebekah?”
“Bene anche se è faticoso. Non so come ci riesca tua sorella. Io sono praticamente distrutta”
“Non svolgevi faccende prima?”
“Si, ma di meno di queste” inventò
“Capisco. Deve essere difficile cambiare vita così”
“Non hai nemmeno idea di quanto lo è”
Una folata di vento le scompigliò i capelli. Lui la guardò e con una mano sistemò una ciocca ribelle dietro l’orecchio. Caroline iniziò a sentirsi agitata. Il suo respiro accelerò come il battito. Si guardarono negli occhi e lui iniziò ad avvicinarsi pericolosamente al suo viso. Osservò le sue labbra. Voleva baciarlo. Voleva davvero sentire la sensazione delle sue labbra sulle sue. Quando le loro bocche si sfiorarono, sentì distintamente dei brividi e un fuoco di passione nascere.
“Niklaus finalmente ti ho trovato” urlò Henrik interrompendo l’incantesimo. Si allontanarono di scatto.
“Henrik che sei venuto a fare qui?”
“Ti stavo cercando. Oggi non sei stato per niente con me” disse il ragazzino
Lei sorrise.
“Sei una peste” scherzò Klaus
Caroline li guardò giocare insieme e si sentiva stranamente felice. Non aveva cellulare, non aveva trucchi, non aveva nessun abito comodo o doccia. Ma era davvero felice.
“Fratello che ne dici di rincorrere Caroline. Chi la prende per primo vince” propose Henrik
“Io non credo sia una buona idea. Non mi piacciono questi giochi” protestò lei
“Si sta tirando indietro. Non è abbastanza coraggiosa” la prese in giro Klaus
“Mi stai sfidando Niklaus?” disse avvicinandosi molto a lui, lasciando solo un centimetro di distanza tra i loro corpi
“E anche se fosse, tesoro?” rispose lui annullando del tutto la distanza
Lei allora con uno scatto improvviso iniziò a correre. Si nascose dietro gli alberi e vide i due fratelli avvicinarsi a lei. Lei continuò a scappare, fino a quando due braccia forti non la presero per la vita e l’avvolsero del tutto.
“Ti ho presa” sussurrò lui all’orecchio.
Lei respirò affannosamente. Era eccitata si girò verso di lui, sentendo ancora la sua stretta sui fianchi. Si fissarono di nuovo. C’era elettricità nell’aria.
“Non vale, tu sei più grande di me e per questo più veloce” si lamentò Henrik
Lei scoppiò a ridere.
“Ha ragione. Hai barato” poi prese la mano del ragazzino e si diresse verso la capanna, lasciandolo lì, fermo, a fissarla con un sorriso sul volto.
 
 
Bonnie si sedette su un masso a riflettere sulle parole di Caroline. Lei provava dei sentimenti per Klaus. Era rimasta scioccata da quella confessione, però si sentì anche in colpa. Lei era la sua migliore amica e si era comportata da stronza insensibile. Anche se erano sentimenti sbagliati, avrebbe dovuto ascoltarla. Cavolo gli amici non si giudicano, si sostengono.
“Tutto bene?” chiese Kol guardandola
“Si, solo una lite con Caroline. Non ti ho sentito arrivare”
“Eri molto presa” rispose lui “Posso fare qualcosa per te?”
“No grazie. Sono solo stata una pessima amica” ammise lei
“Se riconosci uno sbaglio, chiedi scusa e tutto si risolve. Inoltre non credo che tu possa essere pessima in qualcosa”
Lei lo guardò sorpresa.
“Ti ringrazio. E’ molto gentile da parte tua”
“La gentilezza è una delle mie tante qualità” ammiccò lui. Ah allora c’era un po’ del Kol arrogante in quel ragazzo
“Non credevo che l’arroganza fosse una qualità” lo punzecchiò lei
“Una donna che risponde a tono. Mi piaci” confessò colpito
Lei rise.
“Mi hai risollevato il morale Kol. Grazie davvero. Adesso vado. Ci vediamo”
Si allontanò a disagio. Non voleva affezionarsi. Aspetta si stava affezionando? Lei non poteva, dannazione. Kol era morto. Doveva stargli alla larga. Raggiunse la capanna dei Mikaelson e vide Caroline vicino ad Henrik.
“Henrik posso rubarti la mia amica?” domandò scherzosa
“Certo Bonnie” rispose quello con un inchino
Si diressero in un posto appartato e iniziò a parlare “Volevo scusarmi Care. Io sono stata davvero inopportuna. Tu sai benissimo cosa ha fatto Klaus e hai sofferto in primo piano per Tyler, per cui se stai provando qualcosa per lui, non posso giudicarti, ma solo consigliarti. Io sono tua amica e sappi che con me puoi parlare. Hai ragione, Klaus con te era diverso e ci ha aiutato grazie a te. L’hai cambiato.”
Vide gli occhi della sua amica inumidirsi.
“Oh Bonnie, è stato orribile litigare con te. Prima ho incontrato Klaus è c’è stato un momento tra di noi in cui volevo che mi baciasse, ma non l’ha fatto. Lui è così diverso ora. Mi piace”
“Ti capisco. Kol è così gentile con me, sento che potrei affezionarmi a lui, ma è uno sbaglio. Ho paura Caroline”
La sua amica l’abbracciò e lei ricambiò l’abbraccio.
“Fin quando staremo insieme, andrà tutto bene. Ti voglio bene Bonnie”
“Ti voglio bene anche io Care”
“Ragazze state bene?” chiese Rebekah preoccupata. Lei la tirò nell’abbraccio e tutt’e tre si strinsero insieme, attirando gli sguardi degli altri.
“Ti vogliamo bene Rebekah” disse alla bionda che iniziò a piangere con loro “Sei una sorella per noi, ricordalo sempre”
 
 
Nel frattempo nel 2012
Klaus era in piedi di fronte al camino con un bicchiere di Bourbon  in mano, quando una fitta lancinante lo colse alla testa. Improvvisamente delle immagini si susseguirono. Il ritrovamento di tre giovani nel bosco, la ragazza bellissima che aveva portato in braccio, la nascita di un’amicizia con Stefan e lui che gli dava il permesso per corteggiare Rebekah. Poi ricordò Caroline che stava vicino a lui, il modo in cui si erano guardati, quando l’aveva presa e il desiderio di baciarla.
“Ma che diavolo..” sbraitò ricomponendosi. Era tutto nella sua testa come se lo avesse vissuto. Ma non era possibile, giusto? Senza pensarci due volte raggiunse l’abitazione dove stava Rebekah e la trovò sul pavimento in lacrime.
“Che succede Nik?” le disse
“Non lo so. Ho avuto una fitta e ho visto delle immagini, come ricordi perduti”
“Non è possibile giusto? Cosa sta succedendo?”
“Andiamo a parlare con loro. Magari la strega potrà darci delle risposte”
Si diressero insieme alla casa di Caroline e lui bussò alla porta.
“Klaus, che ci fai qui?” chiese lo sceriffo Forbes
“C’è Caroline?”
“No, mi ha mandato un messaggio in cui mi informava che partiva con Bonnie e Stefan. Perché?”
“Niente, grazie sceriffo”
Raggiunse sua sorella, che era ancora sconvolta.
“Caroline e i suoi amici spariscono proprio quando noi iniziamo ad avere questi ricordi. Non credo sia una coincidenza. Sento puzza di magia”
“Che dobbiamo fare Nik?”
“Andiamo a parlare con Damon Salvatore”
In due minuti, raggiunsero la tenuta dei Salvatore ed entrarono. Vide Damon che baciava Elena e bloccarsi subito dopo il loro arrivo.
“Klaus, che inaspettata e spiacevole sorpresa. Che vuoi?”
“Non credere che a me faccia piacere essere qui. Dov’è Stefan? Che ha fatto con Caroline e la strega?”
“Cosa vuol dire? Cosa c’entrano Bonnie e Care?” si intromise Elena
“Dimmi dove sono”
“Senti ibrido, mio fratello mi ha informato che è andato a farsi una vacanza con Barbie e la streghetta. Non mi ha detto dove, è tutto ciò che so”
Prese un bicchiere e lo scaraventò sul muro.
“Dannazione” urlò
“Nik calmati” gridò Rebekah
“Si può sapere che è successo?” chiese Elena allarmata
“Tutto era normale, quando all’improvviso abbiamo avuto una fitta alla testa e sono apparse delle immagini con Bonnie, Caroline e Stefan” spiegò Rebekah
“In che senso delle immagini?”
“Come ricordi, ricordi della nostra vita umana. Ma è impossibile perché loro non esistevano 1000 anni fa, però sono praticamente spariti. Siamo stati a casa dello sceriffo e ci ha detto la stessa cosa, cioè che sono partiti e contemporaneamente noi abbiamo questi ricordi. E’ tutto così confuso”
“Andiamo a casa di Bonnie” propose Elena
“Per una volta sono d’accordo con te, tesoro”
Che cosa avevano fatto quei tre? Lui era sicuro che era lei. L’aveva vista prendere la mano di Henrik e andarsene con quello sguardo di fuoco ed era felice. Era felice perché c’era lei. Dio, che fine hai fatto Caroline?
“Allora, io sono l’unica che può entrare. Vado nella sua stanza e vedo cosa c’è. Poi torno e vi dico”
“Fai veloce, non voglio che pasticcino con la nostra testa”
Vide la Gilbert entrare. Dopo due minuti scese.
“Ho trovato questo foglio e c’erano delle candele spente e un segno di bruciatura, come se avesse fatto un incantesimo” spiegò quella
Prese il foglio e iniziò a leggerlo.
“Ma stiamo scherzando!” urlò. Era un dannato incantesimo di viaggio nel tempo. Era una follia, cosa diavolo si erano messi in mente quei tre?
“Cosa c’è Nik?”
“Quegli idioti hanno viaggiato nel tempo. Ecco perché vediamo queste immagini! Sono nel nostro passato a pasticciare nella nostra vita!”
Guardò i suoi interlocutori e lesse nei loro sguardi l’incredulità.
“Dobbiamo chiamare Elijah” propose Rebekah
“Lo so. Abbiamo bisogno di una strega.” Compose il numero del fratello.
“Pronto Niklaus”
“Elijah, ho bisogno di un favore”


Ciao a tutte ragazze!
Come promesso sono riuscita ad aggiornare di nuovo in poco tempo la storia! Siete contente?
Ho scritto un pò di più perchè mi era stato chiesto e io, per quanto posso, cercherò di accontentarvi!
Ma che dire delle vostre recensioni? Non mi aspettavo così tanto riscontro in poco tempo! Per cui vi ringrazio davvero tanto! E grazie soprattutto a voi che l'avete inserite tra le preferite e le seguite! Farò del mio meglio per non deludervi. Il vostro interesse mi spinge a scrivere sempre di più, nonostante gli impegni.
In questo capitolo, entra in scena il futuro. Non preoccupatevi se ora sto mostrando più attenzione verso alcuni personaggi rispetto ad altri, è solo questione di tempo e poi tutti avranno la loro presenza fissa.
Che ne dite di come sta procedendo la storia? 
Aspetto con ansia le vostre recensioni e i vostri pareri!
Ciaoooo

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Capitolo 4
*** Nuove amicizie e nuovi amori ***


Bonnie sistemò i capelli di Caroline, legandoli in una treccia. Poi si sedette sul letto. Aveva ancora un po’ di tempo prima di iniziare le faccende domestiche. Stefan entrò nella camera e baciò sia lei che l’amica sulla guancia.
“Una settimana è già passata” sospirò Caroline
“E io non ho avuto notizie né da Ayana né da Emily. E’ frustrante” ammise lei
“Io credo di avere una teoria” intervenne Stefan
“Avanti spara” lo incitò la bionda
“E se noi fossimo stati inviati qui per stare con gli Originali? Se il nostro compito fosse amarli?”
“Cosa vuoi dire?” chiese lei
“Riflettete, Klaus è sempre stato rifiutato e tradito. Se avesse bisogno di conoscere l’amore che non ha mai avuto? E Rebekah ha trascorso la vita con dei fratelli che le impedivano di amare, ma Klaus mi ha praticamente dato il permesso di corteggiarla e io inizio a provare dei sentimenti per lei. E’ bella, dolce, quando sto con lei mi batte il cuore e mi sento agitato. Capite mi batte il cuore!”
“Che bello Stefan! Ti stai innamorando di Rebekah”  disse entusiasta Caroline
“Io credo che in parte tu abbia ragione. C’è un motivo per cui siamo finiti qui, tre anni prima della nascita dei vampiri. Sono umani e sono buoni. Ho conosciuto Kol nel futuro e ho conosciuto Kol adesso e sono così differenti e ammetto che inizio a provare qualcosa per questo Kol umano. Solo che nel futuro lui non c’è e oddio, è talmente confuso e difficile. Mi sembra di impazzire. E’ come se non riuscissi ad associare questi ragazzi con gli Originali del 2012” ammise lei
“Forse dovremmo semplicemente vivere senza pensare più al futuro. Noi torneremo un giorno è vero, ma ci penseremo al momento giusto. Per ora godiamoci questa esperienza. Qui non ci sono l’ibrido e la cagna di sua sorella o quell’arrogante idiota di Kol. Qui ci sono Niklaus: il ragazzo disprezzato dal padre, Rebekah: la fanciulla che ha bisogno di essere amata, e Kol: il giovane divertente e gentile” affermò Caroline
Bonnie guardò la sua amica e capì che aveva ragione.
“Avanti dobbiamo andare. La nostra giornata è appena iniziata.”
Quando uscì si diresse verso la foresta con le altre due a raccogliere della frutta. Per fare prima si separarono. Si inoltrò e raggiunse un ruscello e vide che non era più sola. Klaus era piegato, a torso nudo. Stava sciacquando la maglia dal sangue. Si avvicinò a lui preoccupata, e vide sulla braccia e sul torso ferite profonde che sanguinavano.
“Stai bene?” domandò allarmata
Lui la guardò in modo afflitto, arrabbiato e anche imbarazzato.
“Non dovresti essere qui, non dovresti vedermi così” rispose freddo
“Devi pulirti le ferite, potrebbero infettarsi”
“Non preoccuparti per me Bonnie. Me la vedo da solo”
Che cosa gli era successo? Non avrebbe mai pensato di provare dispiacere per Niklaus Mikaelson, ma era così.
“Chi è stato?” chiese lei non volendosi arrendere con lui
Lui la guardò ma non rispose e lei capì di avere la risposta.
“E’ stato Mikael vero?” domandò in modo duro. Dio, quell’uomo era un mostro.
“E’ così evidente? Sei qui solo da sette lune e già lo conosci bene” rispose con amarezza
“Non è giusto. Il modo in cui ti tratta è sbagliato”
Lui strizzò la maglia che aveva lavato e poi iniziò a sciacquarsi le ferite. Lo vide sofferente a causa del bruciore e provò una fitta allo stomaco.
“Perché ti ha fatto questo?”
“Henrik è caduto nel pollaio e ha rotto delle uova. Ho preso la colpa per lui e mio padre mi ha colpito con delle pietre”
Si sentiva così male per quel ragazzo. Voleva aiutarlo. Era stato affettuoso a prendersi la colpa al posto del suo fratellino.
“Hai fatto un gesto che ti rende onore Niklaus” ammise e vide i suoi occhi diventare umidi per le sue parole. Evidentemente nessuno deve avergli mai fatto dei complimenti. “Sono sicura che Ayana può guarirti” aggiunse
“Non può. Nemmeno mia madre può. Mio padre non lo permette. Vuole che io soffra e io non metterò in pericolo nessuno per me”
“Allora forse posso farlo io. Conosco un modo per non farti provare dolore. Le ferite rimarranno, ma la sofferenza sparirà. Permettimi di aiutarti”
“Sei una strega anche tu?” chiese sorpreso
“Si, sono la nipote di Ayana”
Gli prese la mano e iniziò a pronunciare l’incantesimo. Dopo due minuti finì.
“Fatto”
“E’ incredibile, non fa più male, ma è come se non avessi fatto niente”
Lui la guardò con gratitudine.
“Grazie Bonnie. Sei una ragazza dal cuore nobile”
“Di niente Niklaus. Pulisci quelle ferite però. Io raggiungo le altre. Tu sei un bravo ragazzo, ricordalo”
Tornò nel punto in cui si dovevano incontrare e si diresse con loro verso la capanna.
“Ho incontrato Niklaus al ruscello” informò
Vide Rebekah abbassare gli occhi e lasciarsi sfuggire una lacrima. Lei si fermò e l’abbracciò.
“Non temere, sta bene. Ho fatto in modo che non soffra”
“In che senso?”
“Ho fatto un incantesimo per non fargli sentire dolore. Le ferite ci sono ancora, però non fanno più male”
“Sei una strega?” chiese quella
Lei fece cenno di si con la testa e vide Caroline spazientita.
“Insomma mi spiegate?” domandò nervosa perché non sapeva a cosa si stessero riferendo
“Mio fratello oggi si è preso la colpa di una cosa che non ha fatto per difendere Henrik e mio padre l’ha picchiato”
“Ma io l’ho aiutato Caroline. Non potevo guarirlo dato che Mikael non vuole, ma gli ho fatto sparire il dolore”
Notò la sua amica sbalordita e poi arrabbiata.
“Io lo odio!” sbraitò e se ne andò via.
Rebekah voleva seguirla, ma lei la bloccò “Lasciamola andare. La conosco, è meglio se sta sola adesso”
 
 
 
Quella giornata era iniziata male, molto male. Voleva trovare Niklaus, ma forse era meglio lasciarlo da solo in quel momento. Poi notò le tre ragazze che stavano parlando e vide Caroline andare via velocemente. Sembrava furiosa. Così decise di seguirla.
“Chi ti ha fatto arrabbiare?” chiese divertito
“Tuo padre” sputò irritata, causando la morte del suo sorriso
“Ti ha fatto male?” domandò subito allarmato
“Non a me” ha risposto evasiva
“Capisco, hai saputo cosa è successo a Niklaus”
Provava dolore per suo fratello. Non era giusto quello che lui subiva. Mikael era cattivo con tutti, ma con Niklaus era spietato, perfido ed ingiusto.
“Perché lo tratta così? Perché lo permettete?”
“Caroline è complicato. Quando possiamo prendiamo le sue difese, ma lui ha anche un temperamento impulsivo. Inoltre si arrabbia con noi se rischiamo per lui. Non vuole essere causa di sofferenza. Preferisce subire lui, piuttosto che far subire a noi”
“Ma non è giusto!”
“Lo so”
Kol la guardò negli occhi. Lui non era un debole, ma aveva paura di suo padre. Tutti avevano paura di suo padre.
“Io ho paura di lui Caroline. Ho paura che un giorno possa non controllarsi e ucciderlo. A volte stuzzico Niklaus, lo provoco e lo faccio perché sono un po’ geloso di lui. Vorrei avere il suo stesso coraggio di affrontarlo, vorrei essere come lui. Se Niklaus non ci fosse, saremmo spacciati. Elijah riesce a far ragionare nostro padre, ma è grazie a Nik se io non ho ancora conosciuto la sua furia completa. Lui ci protegge, ci difende. Mi sento come se fossi un codardo”
La vide guardarlo con tristezza. Poi fece qualcosa che nessuna donna aveva mai fatto senza doppi sensi, l’abbracciò.
“Tu non sei un codardo Kol. Sei giovane e hai paura di un mostro che non merita di essere chiamato padre. I genitori devono ispirare fiducia, amore, non paura.”
“Sei fortunata ad aver avuto dei genitori così. Nostra madre non è cattiva, ma non fa nemmeno niente per noi”
“Sono sicura che tutto migliorerà” gli disse con un sorriso dolcissimo
“Vedo che ti ho fatto calmare”
“Si è vero”
“Non vorresti raggiungere Bonnie e Rebekah? Le hai lasciate all’improvviso”
“Credo che tu abbia ragione. A proposito di Bonnie, c’è qualcosa che devi dirmi?” lo stuzzicò lei
Lui scoppiò a ridere.
“E io che pensavo fosse Rebekah la pettegola!”
La lasciò lì e si allontanò senza permetterle di replicare. Vide Stefan e si avvicinò a lui.
“Tua sorella è incredibile”
“Che ha fatto?” chiese quello divertito
“Mi ha chiesto se c’è qualcosa tra me e Bonnie”
“Si, ama curiosare” scherzò Stefan
“Però devo ammettere che ha centrato. Mi piace Bonnie.”ammise sincero
“Non lo devi dire a me amico”
Kol pensò che Stefan aveva ragione. Quando andava nel centro del villaggio, trascorreva il tempo con diverse fanciulle. Invece da quando aveva conosciuto Bonnie, aveva voglia di stare solo con lei. Possibile che lui, Kol, il rubacuori, si stesse innamorando?
Si girò verso le ragazze e fissò la donzella in questione. Quando lei lo guardò di rimando, sentì il battito del cuore diventare irregolare. Quella era la risposta. Si, si stava innamorando.
 
 
Quando Stefan parlò con Bonnie, lei gli raccontò ciò che era successo con Klaus. Allora lui corse subito verso il ruscello e lo trovò lì a fissare l’acqua.
“Cosa ci fai qui Stefan?” gli domandò quello sorpreso
“Sono venuto appena ho saputo. Mi dispiace tanto amico” gli disse
“Sono abituato. Poi Bonnie è stata così gentile da aiutarmi e ora sto bene”
“Lo so, me l’ha raccontato lei”
“Sei venuto qui per me?” domandò ad un tratto, come se fosse impossibile quella possibilità
“Certo, volevo sapere come stessi”
L’incredulità nel volto di Klaus lo colpì. Possibile che fosse così sorpreso che qualcuno, a parte i suoi fratelli, potesse tenere a lui?
“Inoltre, vorrei chiederti un favore amico”
“Dimmi pure”
“Mio padre mi ha insegnato a combattere con la spada, ma non sono molto abile. Puoi istruirmi tu?”
Quello si alzò sospettoso.
“Perché hai bisogno di imparare a combattere?”
“Ho intenzione di corteggiare Rebekah e voglio meritarla”
Klaus mostrò molte espressioni a quella affermazione. Il suo volto si indurì inizialmente e poi sorrise stringendolo in un abbraccio virile.
“Ti insegnerò. Chiederò aiuto anche ad Elijah. Ti faremo diventare più abile di mio padre”
Stefan lo seguì e vide che si fermò dove Elijah stava cacciando. Aveva già ucciso due conigli, era abile. “Fratello vieni qui” lo chiamò Klaus
Elijah si avvicinò a loro.
“Cosa è successo?”
“Stefan vuole imparare a combattere. Vuole corteggiare Rebekah” lo informò
Anche il fratello maggiore sorrise.
“Sarà un onore averti nella nostra famiglia Stefan. Noi ti aiuteremo. Nostro padre partirà domani per alcuni affari nel villaggio, ci eserciteremo in sua assenza. Ora aiutatemi a cacciare”
Così si unì ai due fratelli nella caccia. Si sentiva apprezzato e amato ed era davvero felice. La sua vita gli mancava. Gli mancavano Damon ed Elena. Ma lì, in poco tempo aveva trovato una nuova famiglia. Lui, Caroline e Bonnie sembravano fratelli e Klaus ed Elijah lo trattavano come uno di loro. Inoltre era diventato anche amico di Kol e Henrik. E poi c’era Rebekah. Lo aveva incantato. E dopo tanto tempo finalmente era libero da Elena Gilbert, e poteva amare di nuovo.
Rientrarono verso sera con un bottino molto ampio. Mostrarono le loro conquiste a Mikael che si complimentò sia con lui che con Elijah e non disse nulla a Niklaus. Poi prese in disparte Bonnie e Caroline.
“Tu hai la faccia di qualcuno che deve annunciare qualcosa” disse Caroline guardandolo
“Ho intenzione di corteggiare Rebekah. Elijah e Klaus mi aiuteranno con il combattimento”
“E’ meraviglioso Stefan. Lei è praticamente cotta di te! Sarete felicissimi” annunciò felicissima la Forbes saltellando e abbracciandolo
“Sono davvero contenta per te” disse più composta Bonnie
“Adesso se volete scusarmi, vorrei parlare con la più bella delle donne qui, senza offesa” ammiccò scherzando
Rebekah era seduta vicino ad un cespuglio e stava ammirando i fiori.
“Ciao Rebekah” la salutò
“Sei stato bravo a cacciare” si complimentò lei
“Fortuna” scherzò lui e lei rise “Mentre ero nel bosco, ho pensato molto a te. Ho visto questo fiore e l’ho colto per donartelo. Spero ti piaccia” le disse porgendole il dono
“E’ bellissimo, grazie” rispose arrossendo e sorridendo in un modo così caldo che avrebbe fatto sciogliere un ghiacciaio
“Tu sei bellissima. Questo fiore non si avvicina minimamente a te”
Dopo averle fatto quei complimenti, si allontanò lasciandola nelle mani delle sue amiche. Non poteva esagerare, doveva contenersi. Era nel Medioevo e le cose funzionavano differentemente lì, per cui doveva adeguarsi, anche se il desiderio di baciarla era davvero enorme. Raggiunse Kol, che stava giocando con Henrik e Finn e si unì a loro.
 
 
Nel frattempo nel 2012
Rebekah trasalì. Era nella stanza con Klaus, Elena e Damon e all’improvviso una fitta la colpì. Immagini di Stefan si affacciarono alla mente.
Anche Nik si era preso la testa tra le mani. Si guardarono consapevoli del cambiamento nella loro vita.
“Tutto bene voi due?” chiese Damon
“Si, solo altri ricordi” rispose lei
“Cosa sta combinando il mio fratellino?”
“Tu non hai idea di quello che sta facendo” rispose suo fratello. Sembrava provato, ma non per il dolore alla testa, ma per quello che stava rivivendo. Lei aveva visto immagini belle. Era felice. Il ricordo l’aveva colpita come se fosse successo in quel momento. Nonostante tutto quello che era successo, adesso sentiva un affetto incredibile per Caroline e Bonnie e amava Stefan. Lo aveva amato nel 1920, ma era diverso.
“Ma che diavolo sta succedendo ai miei ricordi?”
Era la prima volta che sentiva Elijah scomporsi così.
“Ciao fratello, benvenuto nel club. Ti ho chiamato proprio per questo”
“Cosa ci fanno Stefan Salvatore, Caroline Forbes e Bonnie Bennet nei nostri ricordi di vita umana? E perché appaiono solo ora?”
“A quanto pare Bonnie ha fatto un incantesimo. Hanno viaggiato nel tempo e ora sono nel nostro passato a scombussolare la nostra vita. Abbiamo bisogno di una strega, potrebbero fare danni”
“Hai ragione Niklaus, ho dei contatti a New Orleans. Chiederò e ti informerò”
Era giusto farli tornare, ma da un lato voleva che rimanessero lì. Era felice con loro, era amata. 

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Salve a tutte! Rieccomi con un nuovo aggiornamento. In primis mi scuso per non essere riuscita ad aggiornare la storia prima, ma ho dovuto farla analizzare dalle mie amiche e ho promesso loro che, solo dopo aver ottenuto la loro approvazione, avrei pubblicato. Così, dopo qualche modifica, ce l'ho fatta. Inizio con i ringraziamenti a chi mi segue e a chi ha messo la storia tra le preferite, a chi ha recensito e a tutte voi che l'avete solo letta. Mamma mia quante visite ragazze! Non me l'aspettavo!
Questo capitolo è di transizione, non ci sono colpi di scena, ma per me è importantissimo perchè c'è l'amicizia. L'amicizia sarà un perno su cui ruoterà tutta la storia. Voglio essere precisa sui legami in quanto vorrei mostrarvi quanto possono rendere vulnerabili. Per cui adoro questo capitolo dato che mi fa avvicinare molto ai personaggi. Spero che anche voi condividiate questo pensiero :)
Allora, adesso spendo due parole su un punto cruciale: la 5x11 di TVD. Per voi che siete fan Klaroline come me sarà stato un brutto colpo. Tutte le speranze alimentate per la coppia finite così, con una botta e via. Io non so che pensare ragazze, ma vi prometto che nella mia fan fiction rispetterò la magia, la passione e l'epicità del Klaroline. La Plec avrà messo la parola fine al Klaroline, ma non potrà impedirmi di scrivere su di loro e di far sognare anche voi (spero).
Detto questo, recensite! Voglio legger i vostri commenti e le vostre opinioni (anche se volete sfogarvi sul Klaroline io ci sono e vi capisco).
Ciao a tutte :)

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Capitolo 5
*** Il solstizio d'estate ***


“Something in your eyes was so inviting
Something in you smile was so exciting
Something in my heart told me I must have you”
 
Kol andò insieme ai suoi fratelli nel villaggio ad aiutare gli uomini con i preparativi. Quella sera festeggiavano il giorno più lungo dell’anno e ci sarebbe stata la musica, balli e cibo. Era molto emozionato. Negli anni passati non vedeva l’ora che arrivasse per divertirsi con le fanciulle, mentre in quel momento pensava solo a quando avrebbe ballato con Bonnie.
“Non ho visto le ragazze oggi” disse rivolto a Stefan
“Erano intente a finire di cucire l’abito che indosseranno alla festa” gli spiegò quello
“Capisco. Immaginavo fossero occupate in quello. Rebekah era in crisi sull’acconciatura da sfoggiare stasera”
“Dovevi vedere Caroline pungersi con l’ago. Si sarà bucata almeno 10 volte” scherzò l’altro
“Non è carino prendere in giro delle signore” li ammonì Elijah
“Ah Elijah, sempre galante”
Dopo qualche ora di lavoro e sistemazione tornarono tutti nella capanna per sciacquarsi e cambiarsi d’abito. Quando giunse l’ora della festa, uscì e vide Bonnie. Era bellissima. Aveva un vestito rosa chiaro che sulla carnagione scura risaltava tanto, i capelli erano lasciati sciolti e mossi e raccolti tutti da un lato. Una visione. Si avvicinò stregato e le baciò la mano.
“Sei incantevole”
“Grazie Kol”
Salutò anche Caroline ma i suoi occhi continuarono a fissarsi su Bonnie. Cosa gli aveva fatto quella fanciulla? Le porse il braccio e la condusse al villaggio.
“Rebekah era molto in ansia per questa festa. Cosa rappresenta per voi?”
“Oggi è il giorno più soleggiato di tutto l’anno. E’ una ricorrenza che festeggiamo. Non ci sono molti eventi di svago qui, per cui quando ne arriva uno lo viviamo appieno”
“Capisco. E’ tutto così emozionante”
La vide sorridere di gioia e si sentì anche lui gioioso. Come poteva un sorriso essere così bello?
“Che bella musica. Tua sorella mi ha insegnato a ballare in questi giorni. Da noi non si danza così”
“Vuoi ballare con me?” chiese lui
“Certo”
Si misero uno di fronte all’altro e iniziarono a muoversi seguendo i passi. Era un ballo allegro. Ci si avvicinava e poi si indietreggiava. Ad un certo punto si prendeva sotto braccio e si saltellava e poi ogni coppia prendeva il posto di un’altra camminando in un tunnel improvvisato di braccia. Era divertente.
“Tu mi piaci Bonnie”
La osservò reagire. Era sorpresa dalla sua confessione.
“Anche tu mi piaci Kol”
Ed eccolo spuntare il sorriso ebete dell’innamorato. Lui piaceva a lei, piaceva a Bonnie.
La musica cambiò e si trovarono a fare una danza più intima e lenta.
“Non parli più?” domandò lei
“Io sono sorpreso. Tu sei così speciale, così perfetta. E io ti piaccio” ammise lui con un’onestà disarmante.
Bonnie lo guardo in modo dolce “Sei gentile e buono. Mi fai ridere. Perché non dovresti piacermi?”
“Hai ragione. Nessuna potrebbe resistere al mio fascino” disse soddisfatto provocandole una risata piacevole.
“Come sei arrogante!”
“Ma ti piaccio” le disse in tono seducente
“Non farmene pentire”
Kol ballò tutta la serata con lei, concedendo solo due balli a Rebekah e Caroline. Era felice come un bambino che aveva ricevuto il regalo di Natale che desiderava.
 
 
“Well darling all the night
You'll be mine and I know
You'll be mine
Till you die
You'll be mine
And so all the night
You'll be mine
You'll be mine
And the stars
Always shine
You'll be mine”
 
Niklaus vide Caroline uscire dalla capanna di Ayana. Aveva raccolto i capelli e lasciato solo due ciuffi ricci a incorniciarle il viso. Il suo vestito era blu ed era semplicemente mozzafiato. La sua bellezza superava addirittura quella di Tatia, che era la donna più bella del villaggio. Si stava avvicinando a lui e più si avvicinava più voleva prenderla e baciarla. Doveva assaggiare il suo sapore, doveva sentire le sue labbra su di sé. Da quando era arrivata non pensava più a Tatia. Caroline Forbes era diventata un’ossessione. Ciò che aveva provato per Tatia era nulla in confronto a ciò che sentiva per lei. Era come se un fulmine l’avesse colpito. Sentiva la passione ardente, la voleva fare sua. Lei doveva essere sua.
“Caroline, sei bellissima”
“Anche tu Klaus”
Klaus? Nessuno lo aveva mai chiamato così. Era piacevole come diminutivo.
“E’ la prima volta che qualcuno mi chiama così”
La vide a disagio e si sentì in colpa. “Ma mi piace molto. Inoltre, tu puoi chiamarmi come desideri, amore”
Ed ecco il suo sorriso splendente capace di illuminare la notte più buia. Arrivarono al villaggio e iniziarono a ballare. Erano vicino a Kol e Bonnie. Non aveva mai visto suo fratello così felice e così preso da una ragazza.
“Sono l’uomo più fortunato qui”
“Perché?” chiese lei
“Perché ballo con la donna più bella del villaggio” rispose sinceramente facendola arrossire. Era bellissima con le guance colorate. Era bellissima sempre.
“Niklaus, non mi chiedi di ballare?” domandò Tatia interrompendo quel momento
Lui rimase fermo un secondo senza sapere cosa dire.
“Tolgo il disturbo” disse Caroline allontanandosi
Tatia si fece avanti e lui iniziò a danzare con lei.
“Ti sei dimenticato di me?”
“Le cose sono diverse adesso. E poi vedo che sei stata accompagnata da Elijah qui”
“Mi manchi Niklaus. Non passeggi più con me e non mi vieni a trovare. Non dirmi che ti sei preso una cotta per quella”
“Anche se fosse? Sono stanco dei tuoi giochetti con me e mio fratello. Ora se vuoi scusarmi, vado a cercare la mia accompagnatrice”
Andò da Stefan che stava porgendo da bere a Rebekah e chiese “Hai visto Caroline?”
“Si è allontanata verso quegli alberi” lo informò quello. Sembrava arrabbiato con lui.
“Grazie amico”
Si mosse verso la direzione indicata da Stefan e dopo un po’ la vide in piedi vicino al lago. Aveva le braccia avvolte intorno al corpo e lo sguardo assente.
“Che ci fai qui, tesoro?”
“Non sono affari tuoi” rispose acida
“A cosa devo questa gentilezza?”
“Che vuoi Klaus?” rispose quella guardandolo ferita
“Ti cercavo, sei sparita”
“Magari, se non fossi stato preso da Tatia, ti saresti accorto che mi ero allontanata”
“Sei gelosa, tesoro?” sussurrò con voce suadente.
Possibile che fosse gelosa? La vide sgranare gli occhi.
“Gelosa? Io? Assolutamente no”
Si avvicinò pericolosamente a lei.
“Sei sicura?” sussurrò praticamente sulle sue labbra. La vide osservarlo in modo diverso. Lei si morse il labbro, facendolo impazzire. Era dannatamente sensuale.
“Perché saresti una stupida ad essere gelosa di Tatia” le disse osservandola negli occhi
“Come mai?”
“Tu sei forte, bella, piena di luce. Mi piaci molto Caroline. E so che è sconveniente da dire, ma tutto quello che vorrei fare ora è baciarti”
“Allora fallo” sussurrò lei
Si sentì spiazzato. Pensava che l’avrebbe schiaffeggiato, invece gli aveva dato il permesso. Si chinò su di lei e la baciò. Nel momento in cui le loro labbra aderirono, provò una scossa dentro che si propagò in tutto il corpo. Caroline gli aveva preso la testa con entrambe le mani tirandogli i capelli. La spinse contro un albero e continuò a baciarla con passione. Le loro lingue danzavano mentre con una mano le accarezzò la guancia, vagando sul suo volto e con l’altra scese sulla vita. Le sue curve erano stupende. Poteva chiaramente sentire la rotondità dei suoi seni e la morbidezza dei suoi fianchi. Il suo respiro si fece pesante. Si staccò da lei ansimando, volendo di più, con l’erezione già pronta per lei.
“Dovremmo tornare alla festa. Si staranno chiedendo dove siamo finiti” disse Caroline respirando affannosamente
“Hai ragione. Andiamo”
Le porse il braccio e  a malincuore, si allontanarono dal posto che aveva consacrato il loro primo bacio.
 
 
“Is in your eyes
A look your smile can't disguise
The look of love
Is saying so much more than just words could ever say
And what my heart has heard well it takes my breath away”
 

Stefan vide Rebekah direttamente al villaggio. Si guardava intorno allegra. Era evidente che le piaceva molto la festa. Sarebbe potuto rimanere ad osservarla per ore. Ogni sorriso, ogni singola espressione del suo viso era angelica per lui. Molti uomini la guardavano, ma nessuno osava avvicinarsi a causa della presenza imperiosa di Mikael. Si fece coraggio e avanzò verso di lei.
“Posso invitare vostra figlia a ballare, signore?” chiese educatamente al padre.
Quello lo squadrò pensando alla proposta.
“Si figliolo. Ho visto che i miei figli sono impegnati con altre dame, non impedirei mai a Rebekah di divertirsi un po’”
“Grazie padre” fece quella e posò le sue delicate mani sulle sue.
Stefan rabbrividì al contatto. Aveva sempre desiderato provare le sensazioni umane e finalmente aveva quell’occasione.
“Sei stato coraggioso con mio padre” ammise lei guardandolo con orgoglio
“Io voglio corteggiarti Rebekah. Devo dimostrare a tuo padre che sono forte e posso prendermi cura di te”
La vide osservarlo con sorpresa.
“Scusami se sono stato così diretto. Ti ho offesa per caso?”
“No, assolutamente. E’ solo che ho paura per te”
“I tuoi fratelli mi stanno insegnando a combattere. Ho solo bisogno di sapere se tu sei d’accordo” In effetti lui non le aveva chiesto se lo voleva come corteggiatore. Poteva anche rifiutarlo. “Mi vuoi come tuo corteggiatore?”
Lei arrossì vistosamente e rimase in silenzio per l’imbarazzo.
“Ti ho messa a disagio vero?”
“No Stefan, sono solo sorpresa. Tu mi chiedi il permesso per essere il mio corteggiatore e io non me l’aspettavo. Di solito le donne non possono decidere nulla in merito a questo, invece tu vuoi sapere il mio parere, come se ti importasse davvero”
“E’ così Rebekah. A me interessa tutto di te. Non fare mai nulla che potrebbe dispiacerti”
I suoi occhi erano colmi di lacrime e sentì una stretta dentro. Non voleva farla piangere.
“Nessuno mi ha mai rivolto parole così dolci. Sarei onorata di essere corteggiata da te”
“Sono io quello onorato”
Le baciò la mano e la condusse vicino al rinfresco per offrirle da bere. Ad un tratto vide Caroline arrivare infuriata.
“Ma chi si crede di essere quella lì” sbraitò nervosa
“Cosa è successo?” chiese lui
“Tatia” rispose Rebekah, che evidentemente aveva capito già tutto. Alzò lo sguardo verso le coppie che ballavano e vide Niklaus danzare con la doppelganger originale.
“Ho bisogno di fare due passi da sola” disse la sua finta sorella e si allontanò verso la foresta
“Cosa ne pensi di questa faccenda?” domandò
“Nik ama Caroline, ne sono sicura. Ma Tatia è una sfacciata. Ama essere al centro dell’attenzione e mio fratello è troppo buono per rifiutarla”
“Lo spero davvero. Non voglio che la faccia soffrire”
Dopo un paio di minuti, Klaus li raggiunse per chiedere se avessero visto Caroline.
“Visto? Lui è preso da tua sorella. Non preoccuparti”
Le sorrise, era così dolce.
“Avevi ragione tu”
“Io ho sempre ragione” scherzò lei
Elijah si avvicinò a loro e chiese a Rebekah di ballare. Mentre aspettava che finissero, vide Tatia venire verso di lui.
“Noi non ci conosciamo vero?” gli domandò seducente
“No, sono qui da poco. Il mio nome è Stefan”
“Io sono Tatia. Balliamo?” gli propose in un modo che ricordava tanto Katherine
“Mi dispiace, ma sto aspettando la mia dama. Non penso sia carino intrattenermi con altre donne”
“Suvvia un solo ballo. Non lo sai che non è buona educazione rifiutare una signora?”
Stefan la fissò negli occhi. Quanti ricordi dolorosi vennero a galla guardandola. Era bella esattamente come Katherine ed Elena. Ma lui la lezione l’aveva imparata. Pur provando ancora dei sentimenti per la Gilbert, il suo sguardo si spostò verso le coppie che ballavano e si soffermò su Rebekah. Era stata la femme fatale degli anni ’20 con cui aveva condiviso molte avventure e non solo. Era stata la nottata di sesso senza impegno nel 2012. Adesso era semplicemente il suo destino. Lo aveva capito nel momento in cui aveva posato gli occhi su di lei. Per un suo sorriso avrebbe fatto qualunque cosa. Non era in grado di spiegare come potesse provare sentimenti così forti dopo così poco tempo, però erano dentro di lui. La sua umanità era tornata e con essa anche Rebekah. Non si sarebbe fatto ingannare di nuovo.
“Perdonami allora la maleducazione, ma sono costretto a declinare. Buona serata Tatia” rispose e andò verso Kol e Bonnie che si erano appena allontanati dalle coppie che ballavano
“Cosa voleva da te Tatia?” chiese Kol
“Mi ha chiesto di ballare, ma ho rifiutato”
Kol gli diede due pacche sulla spalla ridendo.
“Mi piaci sempre di più Stefan. Mia sorella non poteva trovare uomo migliore”
 
 
 
Ormai la serata era finita. Aveva baciato Klaus, oddio l’aveva baciato ed era stato bellissimo! Vide i suoi due amici entrare e non vedeva l’ora di raccontare tutto.
“Da oggi corteggio ufficialmente Rebekah” annunciò Stefan soddisfatto
“Che bella notizia, siete così carini insieme!” rispose lei
“Kol mi ha detto che gli piaccio e io ho detto che anche lui mi piace”
“Non ci credo! Bonnie Bennet ha una cotta per il giovane Originale. Questo è incredibile” la prese in giro
“Ahahah perché invece di sfotterci, non ci racconti cosa avete fatto tu e Klaus nella foresta da soli” la sfidò Bonnie. Lei arrossì.
“Ci siamo baciati”
“Woooow, e com’è stato?”
“Magnifico! Ero così arrabbiata a causa di quella cagna della Petrova e poi lui mi ha detto che vuole me e mi ha baciato!”
“Avreste mai creduto che saremmo stati così felici?” chiese Stefan
“No, mi sento libera qui, diversa. Mi manca mia madre, mi mancano Elena, Tyler, ma sono così dannatamente felice. E Klaus è unico. Io credo che mi sto innamorando”
“Barbie Vampiro ama l’ibrido. Sembra il titolo di un film” scherzò Bonnie
“Tecnicamente io sono umana e Klaus pure, per cui non è così” rispose facendo la linguaccia
“Ragazze so che siete abituate a queste cose come i pigiama party, ma domani dovremmo ugualmente svegliarci all’alba e quindi penso sia meglio dormire”
“Sei un guastafeste Salvatore”
Lui la abbracciò e poi abbracciò Bonnie e si ritirò nella sua camera. Si stese a letto, ripensando alla serata vissuta. Si toccò le labbra, vivendo la sensazione del bacio. Non vedeva l’ora di incontrarlo.
 

 
Nel frattempo nel 2012
La fitta colpì sia lui che Rebekah contemporaneamente. In sole dodici ore era successo già tre volte.
“Altri ricordi?” domandò Elena
“Si” rispose lui evasivo
“Come è possibile che abbiate così tanti ricordi in così poco tempo?”
“Non so come funzioni, ma nella mia memoria è come se li conoscessi già da 15 giorni” spiegò Rebekah
“Per cui lo scorrere del tempo è differente” affermò Damon sorpreso
“Se continua così, un nostro giorno, sarà come un loro mese”
“Spero che Elijah ci faccia sapere presto” disse Elena.
Lui andò in bagno e li lasciò parlare. L’aveva baciata e lei aveva ricambiato il bacio. Avvertiva la sensazione, il desiderio chiaramente. La voleva lì per un altro motivo adesso. Per farla sua.

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Ciao a tutte ragazzuole, rieccomi con un nuovo aggiornamento. Finalmente, dopo 4 capitoli ecco la prima VERTA scena Klaroline e da qui in poi migliorerà sempre. Ve l'ho promesso ragazze, io vi farò sognare..piuttosto ditemi ci sono riuscita?
Vorrei farvi una domanda. Ho scelto tre diverse canzoni per descrivere le coppie. Che ne pensate? le ritrovate appropriate o avete in mente altro? Vi consiglio di leggere il testo della canzone dopo aver letto il paragrafo.
Sono riuscita a completare questo capitolo velocemente poichè volevo aggiornare subito dato l'enorme successo riscontrato la scorsa settimana. Non posso che ringraziarvi. Siete fantastiche. 
In questo capitolo abbiamo l'interazione tra le tre coppie principali. Quale vi piace di più? 
Ed ecco che vediamo anche Tatia, la doppelganger originale. Non dimenticate che è una Petrova XD
Per coloro che me l'hanno chiesto, dal prossimo capitolo un'altra coppia entrerà nella rosa dei protagonisti. E' (rullo di tamburi) il Delena!!!!
Si, non temete, affronterò il Delena (sempre sotto minaccia di una mia amica XD) e spero di rendervi felici per come lo rappresento.
Vi lascio e spero di leggere i vostri commenti. Byeeeeee

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Capitolo 6
*** Solo donne ***


Rebekah guardò il soffitto persa nei suoi pensieri. Da tre settimane la sua vita era completamente diversa. Aveva trovato due amiche così importanti da considerarle come sorelle e un ragazzo di cui si era pazzamente innamorata. Sembrava come se quei tre giovani fossero arrivati all’improvviso per migliorare la sua vita. Nik non corteggiava più Tatia e, grazie a questo fatto, non litigava più con Elijah. Kol non si dedicava più a divertimenti scandalosi con altre donne e si impegnava anche di più nei lavori domestici. Lei era finalmente felice. Si alzò dal letto, si sciacquò la faccia e il petto e iniziò a vestirsi. Faceva molto caldo, per cui indossò l’abito più leggero che possedeva. Impiegò un po’ di tempo per acconciarsi i capelli, in quanto voleva essere al meglio per Stefan. Uscì di casa e vide le sue amiche già sveglie intente a chiacchierare.
“Ehi” salutò lei utilizzando l’espressione che loro le avevano insegnato
“Ehi Rebekah! E’ la prima volta che noi usciamo prima di te” affermò Caroline
“Che bell’acconciatura” disse Bonnie
“Grazie. E’ il motivo del mio ritardo” ammise lei
“Ne valeva la pena” si complimentò la bionda
“Dai sbrighiamoci. Andiamo a raccogliere le mele, non vorrei far arrabbiare mio padre”
Si inoltrarono nella foresta e scelsero ognuna un albero diverso e iniziarono a riempire di mele i cesti che avevano portato con loro.
“Sai, io detesto profondamente Mikael” informò Caroline “E’ un uomo violento e crudele”
“Non è sempre così. Solo che lui mostra spesso quel lato per essere rispettato”
“Il rispetto si guadagna con le azioni meritevoli, non terrorizzando e usando la violenza”
Lei guardò la sua amica. Sapeva che le sue parole erano guidate dall’affetto per Nik e si sentì riscaldare il cuore al pensiero che un’altra persona potesse amare suo fratello in quel modo.
“Nik è fortunato ad averti incontrata”
La sua amica arrossì vistosamente e vide Bonnie ridere di gusto di quell’imbarazzo.
“Possiamo parlare anche di Kol se vuoi Bonnie”
In quel momento fu l’altra ad arrossire. Poi vide le due amiche guardarsi negli occhi e scambiarsi uno sguardo di intesa. Si voltarono verso di lei e contemporaneamente dissero “Stefan” e lei sapeva chiaramente di essere diventata dello stesso colore della mela che aveva in mano.
“Va bene, tregua” propose lei “Abbiamo tutte un argomento che ci imbarazza, per cui non usiamolo contro di noi”
“Ma se hai iniziato tu” la prese in giro Bonnie
“Lei si prende gioco di noi e poi vuole pure una tregua” continuò Caroline
“Dovremmo darle una lezione” finì Bonnie
Rebekah venne colpita al braccio da una mela. Lei lasciò il cestino prese due mele e le lanciò alle sue amiche. Ne schivò un'altra e riuscì a colpire Caroline in testa. La bionda la guardò sorpresa “Ma tu vuoi la guerra!” scherzò. Quella la rincorreva e lei scappava. Non si era mai divertita tanto in vita sua.
“Ma bene. Io vi mando a raccogliere le mele come cibo per sfamarci e voi, come delle sciocche oche, ve le lanciate addosso e perdete tempo in qualche gioco stupido. Vergognatevi” urlò Mikael apparso all’improvviso e rovinando l’atmosfera giocosa
Lei congelò sul posto. Quando suo padre si arrabbiava, poteva essere pericoloso e imprevedibile. Caroline e Bonnie si avvicinarono a lei e tutt’e tre si tennero per mano.
“Padre non volevamo deluderti. Stavamo solo giocando. Adesso raccogliamo subito le mele e non ci distraiamo più”
“Guarda cosa avete combinato! Quelle mele sono rovinate adesso. Avete buttato via del cibo che alla nostra famiglia serve!” gridò indicando il punto in cui si erano lanciate le mele. Lei si spaventò. Indietreggiò tremando, non voleva che facesse del male alle sue amiche.
“Padre, penso che Rebekah abbia compreso il suo errore. Sono sicuro che non sbaglierà più” intervenne Elijah che la guardava preoccupato
Vide Mikael osservare Elijah, poi guardò di nuovo verso loro.
“Raccogliete quelle mele. Ve le mangerete voi. Finite il vostro lavoro e portate i cesti alla capanna. Non tollererò altre distrazioni” ordinò severo
“Certo. Grazie padre” e lo osservò andare via. Una volta sparito si accasciò contro l’albero e tutta la paura provata venne fuori in forma di pianto.
“Mi dispiace Rebekah, è stata colpa mia” disse Caroline abbracciandola
“No non scusarti. Avevi ragione tu su di lui”
“Lui non ti farà mai del male, almeno fino a quando ci sarò io. Ricorda, sono una strega” la consolò Bonnie
“Non voglio che vi mettiate nei guai per me” pianse lei
“Tu sei nostra sorella, e le sorelle si aiutano” continuò la bionda “Guarda, il tuo cavaliere sta arrivando” scherzò poi indicando Stefan.
“State bene? Elijah mi ha informato di quello che è accaduto” disse quello
“Si tranquillo. Noi stiamo bene. Vieni Caroline, andiamo a raccogliere le mele” fece Bonnie
Le due ragazze quindi si allontanarono lasciandoli soli.
“Come stai?” chiese premuroso lui asciugandole le lacrime dalle guance
“Bene adesso” ammise lei
“Sarei voluto esserci. Ti avrei difesa. Nessuno deve permettersi di parlarti così, nemmeno tuo padre”
Rebekah si sentì protetta e amata. Aveva ragione Caroline, lui era davvero il suo cavaliere.
“Ti ringrazio Stefan, sei sempre buono con me” Lui però ora la fissava in modo diverso. Il suo sguardo preoccupato era svanito ed era stato sostituito da uno sguardo che la fece rabbrividire.
“Sei bellissima” ammise lui, accarezzandole la parte scoperta del collo. Poi lui avvicinò il viso al suo e la baciò. Da essere gentile, il bacio divenne più appassionato, famelico. Lui le morse le labbra e le fuoriuscirono dei gemiti di piacere. Non aveva mai provato tante sensazioni in un bacio. Aveva bisogno di sentire il suo tocco. Stefan ruppe il bacio troppo presto.
“Dobbiamo andare prima che ci veda qualcuno” disse con voce roca
“Giusto, andiamo” fece lei ancora sconvolta dalle emozioni sentite. Non era la prima volta che veniva baciata, ma era la prima volta che qualcuno la desiderava davvero. Il suo corpo si era acceso al suo tocco e voleva di più. E da come lui continuava a osservarla mentre raccoglieva il cesto e si dirigeva verso la capanna, sapeva che lui condivideva la sua stessa voglia.
 

“Sarò ripetitiva, ma lo detesto. Che razza di padre spaventerebbe così i figli?” disse lei arrabbiata per ciò che era successo prima
“Calmati Caroline, non fare scenate. Almeno tutto si è risolto per il meglio. Vado a ringraziare Elijah” rispose Bonnie
“Io vado al ruscello a sciacquarmi un po’, fa così caldo” la informò.
“Va bene non fare tardi però. Abbiamo già fatto arrabbiare Mikael abbastanza”
Caroline si diresse verso il fiume e vi trovò Klaus intento a disegnare. Non voleva disturbarlo dalla sua quiete. Sembrava così sereno, era un peccato rovinare quel momento.
“Vedi qualcosa che ti piace?” la prese in giro quello
“Uhm..no niente di che” scherzò lei “Che facevi?”
“Disegnavo. E’ un mio regalo per te”
“Per me?” chiese sorpresa e felice.
“Si. Ti piace?” Lui le porse una pergamena disegnata con un carboncino. L’aveva ritratta appoggiata ad un albero. Le ricordava molto il giorno della festa, quando si erano scambiati il primo bacio.
“E’ bellissimo. Grazie” Lo abbracciò. Era davvero commossa da quel pensiero inaspettato. Lo guardò e notò il suo sorriso. Perché Klaus l’ibrido non sorrideva mai così? Come potevi non innamorarti dopo che ti sorrideva così? Oddio aveva detto innamorarsi? Si era innamorata di lui? Cosa avrebbe detto a Tyler? Ed Elena?
“Tutto bene?” domandò Klaus spazzando via i suoi pensieri
“Voglio farmi un bagno nel ruscello. Ti vuoi unire a me?” propose maliziosamente
“Non credo sia opportuno”
“Era inopportuno anche baciarmi ma l’hai fatto lo stesso. Va bene, vorrà dire che andrò da sola” e si tolse l’abito. Notò che lui si era girato e lei ridacchiò al pensiero di quanto fosse timido.
Si immerse nell’acqua e si rinfrescò subito.
“Puoi girarti ora”
Lui la guardò. Vide che i suoi indumenti erano a terra e i suoi occhi si erano fatti scuri dal desiderio. Lei lo schizzò.
“Sei una fanciulla strana. Ti sei denudata con un uomo affianco e ora mi provochi in questo modo. Dovrei darti una lezione”
“Vieni a prendermi”
Caroline notò la sua espressione cambiare. Da essere giocoso le rivolse uno sguardo da predatore. Doveva essere il lupo dentro di lui. E lei era il suo agnello in quel momento. Klaus si spogliò e si immerse nell’acqua. Lei iniziò a correre, ma lui la prese subito. Avvertì la sua presa dietro di lei. Anche se gli dava le spalle, era come se lo stesse guardando. Sentiva i suoi occhi pieni di desiderio bruciarle la pelle.
“Non dovresti provocarmi così, potrei essere pericoloso Caroline” le sussurrò all’orecchio. Sentì dei brividi di eccitazione espandersi nel basso ventre. Lo voleva dentro di lei. Si girò e lo guardò. Il suo sguardo la fece bagnare ancora di più. Lui si fece talmente vicino che poteva sentire la sua erezione toccare la sua pelle. La baciò in modo affamato, disperato. La sua langua penetrò la sua bocca, mentre le sue mani si posavano sui suoi seni. Le sfregò i capezzoli e lei emise un gemito di piacere. Con una mano continuava a torturarle un capezzolo e con l’atra scese sempre più giù fino a toccarle la sua femminilità. “Klaus..” Caroline sentiva sempre più caldo. Klaus abbandonò la bocca e con la lingua iniziò a leccarle l’altro capezzolo. Con il pollice massaggiò il suo centro, mentre inserì due dita dentro di lei. “Sei così pronta” Lei sentiva troppe sensazioni insieme. Avvertiva chiaramente l’orgasmo montare, sempre di più, sempre di più fino a quando non esplose in contrazioni abbandonandosi completamente a lui. La baciò di nuovo e la fece adagiare sull’acqua in modo che venisse bagnata per metà.
“Ti voglio talmente tanto” le sussurrò “Ma non oggi. Non così”
Caroline lo guardò sorpresa.
“Voglio fare le cose per bene con te Caroline. Non ti prenderò così”
Uscirono dall’acqua in silenzio. Lei non si aspettava questo rifiuto, ma ne era felice. Significava che lui teneva a lei più di quanto potesse immaginare. Si asciugò e si vestì. Raccolse il disegno e si avviò con lui verso la capanna.
“Grazie ancora per questo”
“E’ niente in confronto a ciò che meriti”
Lo baciò sulla guancia e andò da Rebekah.
“Che cos’è quella pergamena?” domandò la bionda
“E’ un disegno. L’ha fatto tuo fratello per me”
“Fammi vedere” disse e glielo porse. “E’ bellissimo. Deve essere proprio cotto. Non ha mai fatto niente di simile per Tatia”
“Davvero?” chiese lei segretamente contenta
“Si”
“Ehi mi ha detto Kol che Stefan, Klaus ed Elijah si stanno esercitando con la spada perché Mikael è assente. Li andiamo a vedere?” intervenne Bonnie
“Mi sembra una buona idea” Prese per mano Rebekah e seguì Bonnie nella foresta. Si udivano distintamente i suoni delle spade in collissione.
“Molto bene Stefan sei migliorato tantissimo. Quando riuscirai a battere me, dovrai confrontarti con Klaus. Se sconfiggerai lui, allora sarai pronto per affrontare nostro padre” sentì dire da Elijah
Caroline li osservò affascinata. Elijah rimaneva impeccabile anche senza completi firmati. Stefan fece un affondo ma venne bloccato prontamente dal Mikaelson. L’altro attaccò e venne a sua volta bloccato. Dopo una serie di colpi, Elijah disarmò Stefan.
“Dannazione” imprecò il Salvatore
“Non preoccuparti amico. Ce la farai. Non ho visto nessuno fare così tanti progressi come te in poco tempo” lo consolò Klaus
“Mio fratello ha ragione. Un altro po’ di allenamento e mi batterai”
“Vi ringrazio. Senza di voi non saprei che fare”
Caroline si avvicinò a loro “Sei stato bravissimo fratello” Lui le sorrise.
“Ci conviene andare. Nostro padre potrebbe tornare da un momento all’altro” li informò Elijah
Andò via con Rebekah e Bonnie e iniziarono ad aiutare Esther a preparare il pranzo. Ripensò a ciò che era capitato al ruscello e mentre era sola con le sue amiche confessò “Credo di amarlo. Io, Io lo amo” Quelle la guardarono con sorpresa  poi l’abbracciarono. “Lo amo” ripetè.
Si era innamorata di Niklaus Mikaelson
 


Aveva lasciato Caroline dirigersi verso il ruscello, così lei andò nel punto in cui si trovava Elijah.
“Tutto bene signorina Bennet?” le domandò quello
“Volevo ringraziarti per il tuo intervento prima. Se non ci fossi stato tu, non so cosa sarebbe potuto succedere”
“Mio padre molte volte tende ad esagerare. Non mi piace quando alza la voce con mia sorella, figuriamoci ora che ci siete anche voi. Ho solo agito al meglio”
“Sei un uomo d’onore Elijah e comunque chiamami Bonnie, lo preferisco”
“Come desideri Bonnie” le rispose prendendole la mano e baciandogliela. Lei sorrise. Ora capiva da dove venivano quei modi eleganti in lui.
“Elijah” chiamò la donna che era praticamente identica ad Elena.
“Tatia, che piacere vederti. Hai già conosciuto Bonnie?”
“Non di persona, ma l’ho vista alla festa in compagnia di Kol” affermò quella
“Elijah vieni!” gridò Finn da lontano
“Scusatemi, devo andare ad aiutare mio fratello in una faccenda. Buona giornata” disse Elijah lasciandole sole
“Allora, ti sei divertita con il fratello minore e ora vuoi assaggiare quello maggiore?” chiese Tatia
“Come scusa?” domandò lei incredula del fatto che era appena stata data della puttana
“Andiamo, sai cosa intendo. Tutti nel villaggio conoscono la reputazione di Kol. Ma mi dispiace per te, Elijah è mio”
“Non tutti si dilettano tra due fratelli Tatia. Prima di lanciare accuse, dovresti pensare a te”
Bonnie notò come lo sguardo di Tatia era diventato furente. Colpita e affondata, pensò.
“Inoltre, io e Kol non ci siamo nemmeno baciati!” poi giusto per vendicarsi ancora di più della sua offesa aggiunse “Stai attenta Tatia. Già ti hanno portato via Niklaus. Non vorrai che qualcuna ti togliesse anche Elijah vero?” e andò via piantandola in asso.
Proprio come se fosse destino, l’unica persona che trovò mentre camminava fu Kol.
“Bu” provò a spaventarlo senza risultato
“Sei troppo bella per farmi paura” disse lui facendola sorridere
“Dove stavi andando?”
“Elijah e Niklaus stanno per combattere con Stefan, dato che mio padre non c’è. Andavo ad assistere, vuoi venire?”
“Certo. Vado ad avvisare Rebekah e Caroline”
Dopo averle avvertite e aver osservato il combattimento, iniziò a cucinare con le sue amiche e lì successe una cosa straordinaria. Caroline aveva ammesso di amare Klaus. Allora iniziò a riflettere su ciò che provava per Kol. Non era innamorata di lui, però le piaceva. Le piaceva il modo in cui scherzava, anche la sua arroganza.
“Bu” Urlò. Kol le aveva ricambiato lo scherzo solo che lei si era spaventata.
“Mi hai fatto paura”
“Voi fanciulle siete tutte così paurose” la prese in giro
“Ah si? Ti faccio vedere io!” Si tolse la scarpa e iniziò a rincorrerlo. Quando si avvicinò abbastanza, gliela lanciò colpendolo.
“Va bene Va bene, scusami. Chiedo umilmente perdono” disse lui inchinandosi e mettendole la scarpa al piede
“Sei perdonato”
“Posso affrontare i lupi, ma tu che mi rincorri con una scarpa fai decisamente paura!”
Bonnie scoppiò a ridere. Si sentiva così bene con lui. Ridevano insieme, poi qualcosa in lui cambiò. Il suo sguardo divenne d’adorazione e mentre lei rideva lui la fissava.
“Che hai?” chiese
“Nulla. Sei bella. Bella come il sole quando tramonta dietro alle colline”
Il respirò le si fermò e il suo cuore iniziò a battere come un martello contro il metallo. L’atmosfera cambiò: da scherzosa, divenne carica di tensione. Kol la guardava nel modo in cui un uomo guarda una donna quando ne è innamorato. Possibile che lui, il donnaiolo del villaggio, si fosse innamorato di lei? Si avvicinò a lei e la baciò. Era un bacio dolce, gentile. Schiuse le labbra e sentì la sua lingua invaderla. Si baciarono per minuti, poi qualcosa scattò in lei e si staccò.
“Io devo andare” disse e scappò via, lasciandolo lì senza spiegazioni. Si fermò di fronte al ruscello e avvertì una profonda tristezza. Non poteva continuare così, ne sarebbe uscita con il cuore spezzato. Doveva allontanarsi da lui e accettare la verità. Stare insieme a lui l’avrebbe portata solo ad innamorarsi e lei non poteva permetterselo. Kol era morto. Era morto. Nel futuro non l’avrebbe ritrovato. Non ci sarebbe stato per lei e cosa avrebbe fatto? Sarebbe rimasta col vuoto dentro, perché amava una persona che non esisteva più. Iniziò a piangere dando sfogo a tutto quello che provava.
“Bonnie, che hai? Kol mi ha detto che ti è successo qualcosa? Perché piangi?” domandò Caroline avvicinandosi a lei
“Lui è morto! E’ morto Care! Non posso continuare così. Se mi innamoro, io…” cominciò a singhiozzare mentre l’amica la stringeva.
“Nemmeno io posso credere che non ci sarà più nel futuro. Gli voglio bene”
“Perché sono così sfortunata? Quando mi ero innamorata di Jeremy, lui mi ha tradito con il fantasma della sua ex. Adesso inizio a provare qualcosa per Kol e lui non c’è più nel futuro. Che ho fatto di sbagliato per soffrire così?”
“Tesoro troveremo una soluzione. Siamo nel passato. Possiamo salvarlo forse”
“Non voglio aggrapparmi ad una speranza. Kol oggi mi ha baciato e ho sentito dentro di me emozioni così forti da farmi soffocare. Devo proteggere il mio cuore”
“Mi dispiace così tanto”
Rimasero insieme per un po’. Dopo che si fu calmata e si fu sciacquata, ritornarono dagli altri. Guardò Kol che si trovava vicino a Stefan e si avvicinò a lui.
“Posso parlarti?” chiese
“Certo. Andiamo”
Quando furono soli iniziò “Mi dispiace di essermene andata così”
“Tranquilla. E’ stata colpa mia. Non dovevo baciarti. Sono stato avventato, spero di non averti offeso”
“Non mi hai offesa. Ma hai ragione, non dovevi baciarmi. Spero non si ripeterà più”
Bonnie notò che Kol rimase sconvolto e ferito
“Pensavo di piacerti”
“E mi piaci, ma devi avermi frainteso. Mi piaci come amico, nulla di più”
Non aveva idea che solo dire quelle parole facesse così male. In più, il suo sguardo sofferente, le fece male al cuore. Poi divenne freddo.
“Non accadrà più” e questa volta fu lui ad andare via lasciandola sola. Si accasciò a terra, distrutta. Non aveva nemmeno visto Stefan che con premura l’alzò.
“Caroline mi ha raccontato tutto. Andiamo alla capanna. Hai bisogno di riposarti”
“Voglio solo proteggere il mio cuore” disse
“Lo so Bonnie”
“Ma perché fa ugualmente male?”
“Forse perché è troppo tardi ormai”
Si lasciò condurre nella camera e si adagiò a letto. L’aveva ferito. Aveva sbagliato? Era davvero troppo tardi? Inutile dire che quella notte non dormì.
 
Nel frattempo nel 2012
 
Elena vide gli Originali tenersi nuovamente la testa. Non voleva nemmeno immaginare il male che dovevano sopportare. Però avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere cosa stesse succedendo. Andò nella camera di Damon e si sedette sul letto a pensare.
“Ti disturbo?” domandò il suo fidanzato
“No, vieni. Ero sovrappensiero”
“Andrà tutto bene, lo sai vero? Torneranno” le disse prendendole la mano e sedendosi accanto a lui
Elena si voltò a guardarlo. Ne avevano passate tante insieme e mai avrebbe creduto che alla fine il suo cuore avrebbe martellato al ritmo del suo nome: Damon.  Lui la rendeva viva. Le era entrato nel sangue e da lì si era infiltrato nella mente, fino a conquistare il suo cuore. Era stato uno spietato tiranno con quel povero cuore, lo aveva preso senza lasciarle scampo. Poggiò la testa sul suo petto e si lasciò cullare da lui.
“E’ che questa attesa mi fa impazzire” ammise
“Io avrei un’idea per ammazzare il tempo”
Si scansò da lui per osservarlo negli occhi e vide la malizia nello sguardo. Lo spinse di spalle sul letto e si mise a cavalcioni su di lui.
“Mostrami la tua idea” disse seducente
Damon la capovolse. Adesso era lui ad essere su di lei.
“Aggressiva” la prese in giro
Elena gli strappò la camicia che indossava. Sapeva che lui andava pazzo per quelle camicie, ma tanto il suo armadio ne era pieno.
“Mmm questo non dovevi farlo” fece lui
Con i denti le squarciò maglia e reggiseno, lasciandole il petto completamente scoperto.
Lo spinse contro il muro. Piano piano tutti i loro indumenti sparirono. Non si era nemmeno accorta di essere arrivata nel bagno. Lui la prese dal sedere e la fece poggiare sul mobiletto accanto al lavandino. Poi entrò dentro di lei.
Da quel momento in poi non fu più l’attesa a farla impazzire.

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Ciao a tutte! 
Sono tornataaaa!!! 
Allora, primo: scusate se non ho pubblicato come al solito di sabato, ma, dato che ho scritto molto di più del solito, ho finito solo oggi. Secondo: per voi che l'avete chiesto ho introdotto l'altra coppia, il Delena!
Terzo: grazie grazie grazie! Mi avete riempita di visite, recensioni. Avete messo la mia storia nelle preferite nelle seguite e nelle ricordate! Siete fantastiche! Da questo capitolo mi aspetto una risposta forte da parte vostra. Ho inserito 4 ship. Alcune trattate con più particolarità, altre con meno. Cosa ne pensate delle scene a luci rosse Klaroline e Delena? E della dolcezza Stebekah? 
E ditemi, voi che magari non avete mai immaginato il Kennet, come lo sto descrivendo?
Inoltre il titolo simboleggia i POV, se notate sono tutte donne XD Ho voluto dare una maggiore attenzione al mondo femminile, poi forse farò lo stesso con gli uomini chissà!
I personaggi diventano sempre più delineati..Mikael è severo davvero! E Tatia? Una Petrova di sicuro XD
Vi avviso che andando avanti i problemi aumenteranno, soprattutto nel presente. 

Aspetto con ansia il vostro riscontro, alla prossimaaaa

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Capitolo 7
*** Solo uomini ***


Klaus posò l’ascia a terra e si asciugò con il braccio il sudore dalla fronte. Erano arrivati i mesi più caldi e il lavoro sembrava più faticoso che mai. Tuttavia, senza abbattersi continuò a rompere pezzi di legno. Aveva bisogno di terminare in fretta il suo compito per potersi dedicare a ciò che aveva ideato per Caroline. Erano già passati 30 giorni da quando lei era arrivata e voleva mostrarle quanto fosse importante per lui.
Terminato il lavoro, portò il legname nella capanna in cui tenevano le scorte e si lavò per essere pulito. Giunse nel luogo dove le ragazze erano radunate a chiacchierare e si soffermò ad osservare Caroline. Rideva per qualcosa che Rebekah doveva aver detto ed era così bella da mozzargli il fiato. I suoi capelli biondi erano legati in una treccia laterale e, a causa del calore, alcuni ciuffi erano fuggiti al nastro e le circondavano il volto rendendola incantevole. Si avvicinò a loro e rabbrividì quando quegli occhi limpidi scontrarono i suoi.
“Caroline, tesoro, vuoi venire con me a fare una passeggiata?”
“Certo” rispose lei sorridendo
Le prese la mano e si sentì bene tastando la morbidezza di quella pelle così pura. La portò nella foresta, in mezzo ai fiori in cui aveva posato una tovaglietta per farla sedere senza sporcarsi.
“Che bella questa radura! Non ero mai stata qui”
“Di solito ci vengo con Rebekah. Lei adora i fiori. Ma ho pensato che oggi avrei voluto condividerlo con te. Sono passati 30 giorni da quando tu sei arrivata e volevo che sapessi quanto tengo a te”
Vide la splendida creatura di fronte a lui commuoversi alle sue parole. I suoi occhi erano diventati lucidi e un enorme sorriso di gioia risplendeva sul suo volto.
“Anche io tengo a te Klaus. Sono davvero felice di essere qui, perché se non fossi venuta, non avrei mai conosciuto te. Non posso nemmeno immaginare a quanto vuota sarebbe stata la mia vita senza di te”
Lui si sporse e la baciò. Le sue labbra erano così morbide che avrebbe voluto morderle. Sentiva una necessità strana di marchiarla anche se non capiva come. Aveva la sensazione che tutto il mondo dovesse sapere che era sua e ciò lo spaventava leggermente. Non aveva provato mai questa possessione con qualcuna, nemmeno con Tatia e ne era sconvolto. Non voleva farle male.
“Klaus..” gemette lei facendogli risvegliare la sua erezione all’istante.
Il suo bacio divenne più rude. Entrò con la lingua nella sua bocca e la strinse più a sé. Le slacciò il vestito lasciandole il petto scoperto. Si staccò da lei e la guardò. Il suo viso era arrossato e i suoi seni erano perfetti. Si chinò a baciarle i capezzoli e con le mani esplorò la sua intimità.
“Non hai idea di quanto ti desidero, Caroline” disse con voce roca “Vorrei strapparti questo vestito, stendermi sopra di te e penetrarti facendoti urlare il mio nome, ma ti rispetto e non mi approfitterò mai di te”
“Io ti voglio Klaus” Quelle parole lo fecero fremere ancora di più. Stava per perdere la sua lucidità, ma si era ripromesso di aspettare.
“Anche io ti voglio amore”
Le stuzzicò il capezzolo con più foga e iniziò a massaggiare il fulcro del suo piacere. Appena iniziò a tremare si fermò e la strinse in un abbraccio baciandola e reclamando ogni singhiozzo di piacere che lui le aveva provocato. Quando si calmò lei si ricoprì, poi lo spinse di schiena a terra e iniziò a slacciarli i pantaloni.
“Che fai?” domandò lui con voce roca e allarmata, perché eccitato com’era non sarebbe riuscito a fermarla
“Voglio solo ricambiarti il favore”
Caroline prese il suo membro tra le mani e iniziò a muoverlo su e giù. Dopo poco sentì l’orgasmo montare e, come se lei se ne fosse accorta, aumentò la forza e la velocità, in modo che lui venne ringhiando in modo esplosivo. Non aveva idea del piacere che lei riuscì a dargli. Era una fanciulla piena di sorprese e doveva assolutamente essere sua. Si riallacciò i pantaloni e la fece appoggiare contro di sé. Non sapeva quanto tempo fosse trascorso, però notando come il sole stava lasciando il posto alla luna, pensò che fosse ora di rientrare.
“Dovremmo andare tesoro”
“Hai ragione. Si staranno domandando dove siamo finiti”
“Chissà quante domande ti porrà Rebekah” fece lui in modo scherzoso
Lei ridacchiò.
Si alzarono e si allontanarono insieme. Giunsero alle capanne e subito sua sorella venne loro incontro.
“Caroline, Nik, dove eravate?” chiese, poi tirando Caroline disse “Vieni e raccontami tutto”
Si scambiarono due occhiate divertite di intesa e guardò le due donne allontanarsi. Andò verso il pozzo per raccogliere un po’ d’acqua e notò due figure. Si avvicinò senza farsi notare e vide che erano Kol e Bonnie e dall’atteggiamento sembrava stessero litigando.
“Mi hai evitato tutto il giorno! Perché?” disse Bonnie
“Ero occupato” rispose Kol freddamente
“Anche gli altri giorni eri occupato, ma hai sempre trovato del tempo per scherzare con me” fece quella
“Evidentemente hai frainteso il mio atteggiamento. Siamo solo amici Bonnie, non puoi pretendere che un ragazzo passi sempre il suo tempo con te”
“Ma prima lo facevi” sussurrò a bassa voce lei
“Prima credevo ne valessi la pena” pronunciò in modo così freddo da far rabbrividire anche in una serata calda come quella. Niklaus vide lo sguardo di Bonnie. Era ferita e sull’orlo delle lacrime. Come poteva suo fratello essere così freddo con lei?
“Tutto bene qui?” si intromise lui per soccorrere la ragazza che aveva evidentemente bisogno di aiuto
“Certo Nik. Abbiamo finito” e così Kol si allontanò lasciandoli soli. Allora si avvicinò a Bonnie e vide le lacrime scendere silenziosamente dai suoi occhi. Non gli piaceva vedere una donna piangere, soprattutto se teneva a quella donna.
“Posso fare qualcosa per te? Chiamo Rebekah? Caroline?”
Lei scosse la testa e si sedette su un masso. Allora lui si mise al suo fianco, avvolse il braccio sulle sue spalle e la fece appoggiare contro di se.
“Ho sentito quello che ti ha detto. Sono sicuro che non lo pensava Bonnie. Conosco mio fratello, lui è pazzo di te”
“L’ho ferito. E adesso l’ho perso” pianse lei  “Qualche giorno fa mi ha baciato e io sono scappata. Gli ho detto che lo vedo solo come amico, anche se non è così”
“Perché hai mentito?” domandò lui
“Perché ho già sofferto troppo e non voglio più soffrire” A quel punto iniziò a singhiozzare. Anche se non capiva le sue motivazioni, provava comunque dolore per lei. Era chiaro che tenesse a Kol, quindi qualsiasi cosa la costringesse a comportarsi così doveva essere seria. Come faceva suo fratello a non vedere che era innamorata di lui?
Dopo un po’ di tempo la ragazza si calmò.
“Grazie per essermi stato vicino”
Lui le sorrise e la accompagnò nella sua capanna.
“Dormi bene Bonnie. Spero che tu e mio fratello risolviate” e così andò anche lui a riposare.
 

Kol era steso di schiena sul letto. Aveva le mani dietro la testa e fissava il soffitto. Dopo la lite con Bonnie si era ritirato nella sua camera ed era rimasto lì da solo. Sentiva le voci degli altri fuori. Ridevano e scherzavano, mentre lui moriva dentro. Quando Bonnie gli aveva detto che lo vedeva solo come amico, il suo cuore si era chiaramente spezzato. Lui era stato molto chiaro, quando le aveva confessato i suoi sentimenti e lei si era presa gioco di lui. L’aveva illuso, fingendo di provare per lui gli stessi sentimenti che lui provava per lei. E anche se vederla così abbattuta prima l’aveva distrutto, non poteva permettere che lei giocasse con il suo cuore ancora.
“Ti va di parlare?” chiese Caroline entrando nella sua stanza
Lui si voltò a guardarla. Era davvero bella. Una bellezza pura, diversa da quella di Bonnie, ma ugualmente piacevole.
“Non saprei di cosa dovrei parlare” rispose lui evasivo
“Ti ho visto allontanarti con Bonnie” La fissò. Il suo sguardo era preoccupato e dispiaciuto. Come lo vedeva Caroline? Era un povero cucciolo ferito dalla donna che amava? Provava pietà per lui?
“E allora?” chiese sempre noncurante
“Kol so che non è facile, ma voglio starti vicino”
Si mise a sedere sul letto e cercò di essere più duro del dovuto. “Non ho bisogno di nessuno Caroline. Ho pensato che Bonnie provasse qualcosa per me. Ho frainteso. Ci sono decine di belle fanciulle nel villaggio. Mi dedicherò a loro d’ora in poi”
“Credevo che avessi bisogno di un’amica, tutto qui” si giustificò lei
“Ho davvero tante amiche intorno a me! Come sono fortunato” rispose con sarcasmo
La bionda rimase in silenzio. Si sentiva un po’ in colpa per sfogare su di lei il suo risentimento, in fondo Caroline voleva davvero aiutarlo e non meritava quel trattamento.
“Lo so che sei ferito Kol. Lo so che fa male e se ti può far stare meglio sfoga pure la tua rabbia su di me. Ma non fingere di stare bene, non inganni nessuno” e se ne andò lasciandolo solo.
Si rimise nella stessa posizione di prima. Si era davvero comportato male con Caroline. Lei era venuta lì per lui e lui l’aveva respinta. Quella notte dormì male. Continuava a rivedere il volto di Bonnie con la consapevolezza che lei lo aveva rifiutato. Da quando lei era giunta lì, lui era cambiato e forse era quello il vero problema. Doveva ritornare ad essere il ragazzo di prima e per quanto fosse difficile, ci sarebbe riuscito. Si alzò presto e quando uscì fuori, vide Caroline che passeggiava con Bonnie. Il suo cuore iniziò a battere velocemente e dolorosamente. Strinse i denti, si sforzò di sorridere e si avvicinò alle amiche per parlare con la bionda. Più si avvicinava, più ripeteva dentro di sé “Non guardarla, non guardarla”.
“Caroline, posso parlarti?” domandò. La bionda si girò verso di lui.
“Certo Kol” poi sentì Bonnie dire “Ti aspetto al pozzo” e la udì allontanarsi.
“Volevo scusarmi per ieri Caroline. Ti ho trattata in modo riprovevole mentre tu volevi solo aiutarmi. Mi dispiace davvero. Tuttavia non devi preoccuparti per me e ti ringrazio per la tua amicizia” le disse sinceramente
“Va bene Kol. Ti avevo già perdonato” sorrise lei
Lui le prese la mano e la baciò, poi si allontanò verso il centro del villaggio. Doveva mettere in atto la seconda parte del suo piano, ovvero riprendere le vecchie abitudini. Per 30 giorni era stato accanto ad una sola donna e ora soffriva. Evidentemente l’amore non era per lui, per cui poteva consolarsi con qualche generosa fanciulla che avrebbe offerto il suo corpo per divertimento.
Appena arrivò, trovò proprio la ragazza che cercava. Si chiamava Anne, aveva 16 anni ed era abbastanza carina.
“Ma guarda un po’ chi si vede dopo tanto tempo” disse lei “Pensavo avessi deciso di prendere moglie”
“Io? Moglie? Ti sei dimenticata chi hai di fronte?” rispose lui in modo arrogante
“Io no. Pensavo che tu invece te ne fossi scordato” poi si avvicinò a lui e disse in modo seducente “Mi sei mancato”
Lui non aveva sentito per nulla la sua mancanza da quando aveva visto gli occhi color nocciola di Bonnie. Lei era diventata tutto per lui.
“Anche tu mi sei mancata Anne”
“Non è vero! Altrimenti non mi avresti ingnorata”
Stava per risponderle quando si bloccò. Vide Bonnie che rideva con Elijah. Non aveva idea che fossero diventati così intimi, anche perché sapeva che suo fratello passava la maggior parte del suo tempo con Tatia. La gelosia si diffuse nel suo corpo e un desiderio di picchiare Elijah e portare via Bonnie si fece sentire dentro di sé.
“L’ho fatto di proposito Anne. Volevo che sentissi la mia mancanza” rispose provando a concentrarsi su qualcos’altro
“Beh ha funzionato” fece quella
“Non mi dire che sei offesa” la prese in giro. Poi le accarezzò la guancia con tenerezza e la vide sciogliersi per lui.
“Penso che dovresti andare. La tua ragazza ci sta fissando e non sembra contenta”
Kol seguì lo sguardo di Anne e vide Bonnie che guardava verso di lui. Una parte di lui voleva correre da lei, l’altra voleva farle del male, lo stesso male che lei aveva fatto a lui.
“Lei non è la mia ragazza” rivelò alla fanciulla “Sai cos’altro mi è mancato di te in questi giorni?”
“Il mio corpo?” provocò maliziosamente
“No tesoro, non vengo da te solo per il tuo corpo. Mi è mancato anche il pane dolce che prepari tu. Sei l’unica che lo sa fare. Posso assaggiarne un pochino?” chiese
“Certo, vieni dentro”
Kol la seguì. Se prima era andato lì con l’intento di infilarsi nel letto di Anne, ora, dopo aver visto Bonnie, non poteva più farlo. Tuttavia doveva giustificare la sua visita e non voleva tornare subito alla sua casa, così approfittò della compagnia della fanciulla per un po’ e poi si ritirò, concludendo un altro giorno con il cuore spezzato.
 
 
Elijah era rimasto sorpreso quando Bonnie si era offerta di accompagnarlo nel centro del villaggio per comperare degli attrezzi che servivano alla caccia e alla pesca. Non che avesse un brutto rapporto con lei, ma a causa del fatto che appena poteva, andava da Tatia, non aveva stretto una relazione così profonda con loro come gli altri suoi fratelli.
“Posso chiederle come mai ha deciso di accompagnarmi, signorina Bennet? Non che mi dispiaccia la sua compagnia, al contrario, ma mi sorprende”
“Si puoi, ma solo se mi chiami Bonnie d’ora in poi, come ti avevo già chiesto” rispose lei
Elijah sorrise. Aveva un bel caratterino.
“D’accordo Bonnie”
“Ho finito le mie faccende quotidiane, Caroline è con Niklaus, Rebekah è con Stefan, Kol…” la bruna si bloccò abbassando gli occhi a terra. Nonostante non fosse molto presente, si era accorto che qualcosa non andava tra suo fratello e la ragazza. Prima erano sempre insieme, adesso si guardavano a malapena.
“Mi dispiace per qualunque cosa sia successa con Kol” fece lui sinceramente
“Ti ringrazio”
A lui non piaceva che una fanciulla fosse triste. Inoltre aveva sempre visto la signorina Bennet sorridere e vederla così infelice era orribile.
“Quindi sono un ripiego” affermò all’improvviso
“Cosa?” domandò lei
“Hai detto che hai deciso di accompagnarmi perché non c’era nessun’altro disponibile”
“No..io..cioè” lesse l’imbarazzo nella donna e non potè fare a meno di ridere
“Scherzavo Bonnie. Comprendo che tra noi non c’è molta confidenza e posso incolpare solo me stesso. Però cercherò di essere più presente”
“Sei un furfante Elijah” scherzò lei
Ad un tratto Elijah notò lo sguardo di Bonnie cambiare. Dalla felicità passò alla disperazione e quando scorse l’oggetto del cambiamento d’umore capì. Vicino ad una ragazza-Anne, se ricordava bene- vi era Kol che le stava accarezzando la guancia. Poi suo fratello guardò verso di loro e infine entrò nella casa della donna per fare Dio solo sa cosa. Bonnie aveva le lacrime agli occhi. In quel momento si sentiva di proteggerla. Doveva distrarla, così, come se non fosse successo niente, iniziò a muoversi verso il mercato.
“Speriamo di trovare un buon prezzo. Abbiamo proprio bisogno di questi attrezzi” e dell’episodio di Kol non fu pronunciata nemmeno una parola.
 
 
Stefan guardò la dea che era stesa con lui. Aveva sciolto i capelli lunghi e biondi, poiché lui li preferiva così e lei lo accontentava sempre quando poteva. Adorava toccare i suoi capelli morbidi e ondulati. Adorava il profumo di fiori che emanava. Adorava il suo sorriso imbarazzato e sincero ogni volta che le diceva che era bella. Era così difficile collegare questa ragazza così innocente, all’Originale che aveva conosciuto nel 1920 e poi nel 2012.
“Mi stai fissando” fece lei
“Non posso farne a meno. Sei una visione” ammise lui
“Anche tu non sei male” scherzò lei “Penso che sia ora di andare. Devo aiutare mia madre con la cena”
Si mossero insieme e si diressero verso la capanna.
“Ci vediamo dopo Rebekah. Elijah è tornato. Andrò ad allenarmi con lui”
“Vinci” gli disse lei speranzosa.
Stefan andò incontro all’amico appena rientrato dalle compere al mercato.
“Rebekah è appena andata a preparare la cena. Abbiamo un po’ di tempo”
“Molto bene Stefan. Andiamo”
Il Salvatore seguì il suo amico nel posto in cui solevano esercitarsi e, prese le spade, iniziarono il duello. Si era allenato molto duramente. Sapeva che se avesse battuto Elijah non sarebbe finita, avrebbe dovuto sconfiggere anche Klaus, ma lo faceva per una buona causa. Lui era motivato e quando hai una ragione per combattere, anche il più inetto può diventare bravo. Schivò molti affondi di Elijah e attaccò in modo veloce ed efficace. La sua tecnica era migliorata davvero tanto e, nonostante avesse vinto nuovamente l’altro, era comunque soddisfatto.
“Complimenti Stefan, allenati un altro po’ e mi batterai”
“Lo so amico” rispose lui sorridendo
Grazie agli allenamenti aveva stretto un rapporto di grande amicizia anche con Elijah. Riposero le spade e tornarono a casa, dove una tavola già imbandita li aspettava.
“Com’è andata oggi?” chiese Klaus
“Mi ha quasi battuto. La prossima volta ce la farà. Poi toccherà a te fratello” rispose Elijah
“Ottimo Stefan. Continua così e potrai chiedere mia sorella in sposa”
“Lo faccio solo per questo” confessò lui
Cenarono e dopo si ritirò nella loro capanna con Caroline.
“Come mai Bonnie non ha cenato?” ha chiesto preoccupato per la sua amica
“Ha visto Kol con un’altra donna oggi” ha risposto quella
“Ah..merda” imprecò
“E’ quello che ho detto anche io quando l’ho saputo. Pensa che non è stata nemmeno lei a dirmelo, ma Elijah” lo informò
“Vorrei poterla aiutare”
“Noi non possiamo fare niente. Per quanto sia triste, ha ragione, Stefan. Più tempo passeremo qui, più lei si legherà a lui. Vedi già in che condizioni è dopo solo un mese. Poi arriverà il momento in cui torneremo a casa. E una volta lì, tu avrai Rebekah, io avrò Klaus, ma lei non riavrà Kol”
“Io non la penso così Caroline. Noi siamo stati mandati qui per una ragione. Non sappiamo ancora quale, ma c’è. Se in qualche modo cambieremo il futuro, chi ti assicura che questo non avrà a che fare anche con Kol? E se lei rovina tutto così, allora davvero non avrà più nessuna possibilità. Pensi che una volta tornati nel futuro, troveremo gli stessi Klaus e Rebekah che abbiamo conosciuto qui? Ogni cosa sarà diversa, ma io sono disposto a correre dei rischi e a quanto pare anche tu. Bonnie ha sofferto troppo a causa di Jeremy, ma anche noi abbiamo sofferto. Lei è nostra amica e io non posso vedere il modo in cui brucia la sua possibilità di essere felice con le sue stesse mani”
Caroline rimase in silenzio. Lui entrò nella stanza dove trovò Bonnie addormentata e poi uscì senza disturbarla.
“Il tuo discorso mi ha convinta. Domani le parleremo” disse decisa la bionda
“Così mi piaci Forbes”
“Buonanotte Stefan”
“Buonanotte Caroline”
Si mise a letto e si addormentò, sognando un’altra bionda.
 
Nel frattempo nel 2012
 
Damon si svegliò sentendo le urla da parte degli Originali che stavano in casa sua. Controllò l’orario e disse fra sé “Un mese è passato”. Si voltò e vide riposare al suo fianco Elena. Il lenzuolo le copriva a malapena i seni. I capelli lunghi erano sparsi sul cuscino. Non riusciva ancora a credere che fosse sua.
Ho ottenuto la ragazza Ric” disse sorridendo ripensando all’amico
In quel momento si domandò quali azioni meravigliose avesse fatto nella sua vita per meritarsi un premio così. Lui era quello egoista, quello che agisce senza pensare alle conseguenze. Eppure lei l’aveva scelto, aveva detto di essersi innamorata di lui, proprio di lui. Dopo tutti gli anni passati a sentirsi un mostro, finalmente qualcuno lo portava fuori da quel tunnel, qualcuno credeva davvero in lui. Elena aveva conosciuto la sua parte cattiva e da lì ha iniziato a fidarsi di lui. Come fosse poi arrivato ad essere migliore, nemmeno lui riusciva a spiegarselo. Fatto sta che aveva una famiglia adesso, la sua Elena. E anche il piccolo Gilbert, gli voleva bene in fondo. “Stefan, mannaggia a te. Non ti cacciare nei guai” pensò preoccupato per quel fratellino a cui nonostante tutto, nonostante gli anni di odio, di problemi, non può smettere di voler bene.
“Buongiorno” fece Elena appena svegliata, distogliendolo da ogni riflessione
“Buongiorno splendore” rispose lui “I nostri amichetti giù hanno avuto un’altra ondata di ricordi, il che ci avvisa che un mese è passato”
Elena poggiò una mano sulla sua coscia.
“Attenta piccola Gilbert, non vorrai giocare col fuoco”
“E se io volessi?” rispose lei alzandosi e rimanendo completamente nuda di fronte a lui
“Mmm..beh allora dovrei mostrarti cosa succede”
“E cosa succede?”
“Questo”
Damon la prese e la sbattè contro il muro. Un gemito sfuggì dalle labbra di Elena mentre lui le mordicchiava il collo. Sentiva il profumo del suo sangue e della sua eccitazione invadergli il corpo.
“Sembra che qualcuno voglia essere morso”
“Damon…” ansimò
“Si?” disse con voce roca
“Dobbiamo andare giù a chiedere cos’altro è successo”
“Dopo che mi hai provocato?” fece lui prendendola in braccio e stendendola sul letto “Non credo proprio”
Le allargò le gambe e la penetrò con forza.
Per Damon Salvatore era appena iniziata una splendida giornata.
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Salve a tutte! Sono tornataaaaa!
Dato che l'altra volta ho dedicato un capitolo al POV femminile, ho trovato giusto ricambiare il favore anche ai maschietti per cui questo intero spazio è stato dedicato agli uomini della fanfic. Ed ecco che dopo un pò è entrato anche Elijah in scena. Siete contente?
Allora le cose non si mettono bene per Kol e Bonnie. Kol ha il cuore spezzato e Bonnie..anche.
Che ve ne pare dell'amicizia Klaus/Bonnie? A me piace tantissimo!!!
I nostri tre paladini sono sempre più uniti. 
A tutte le fan Klaroline che, come me, si sono sentite male quando Caroline ha fatto a pezzi il disegno di Klaus, dedico questo momento Klaroline scritto con tanta cura. Spero che vi faccia sognare.
Per il presente ho deliberatamente scelto di non mostrarvi le reazioni degli Originali perchè ho in serbo altro...poi lo scoprirete.
Pensavo di leggere qualche commento dalle Delena l'altra volta, ma non è stato così. Peccato.
In ogni caso continuo a ringraziare chi fedelmente commenta chi mi segue e tutte tutte voi che mi state davvero ripagando per lo sforzo che faccio ogni giorni. Siete fantastiche.
Buon sabato a tutte!!!!

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Capitolo 8
*** La prima vittoria ***


Bonnie sedeva sul masso vicino al pozzo. Ormai quel posto era diventato il suo rifugio soprattutto nell’ultima settimana. Diversi giorni prima, Caroline e Stefan le avevano parlato, cercando di farle cambiare idea in merito alla decisione presa su Kol. “Siamo venuti qui per cambiare il futuro” le avevano detto “Nessuno di noi sa se quello che troveremo nel 2012 sarà lo stesso che abbiamo lasciato venendo qui. Potresti fare un errore. Tu già provi dei sentimenti per lui, perché privarti della felicità?” E lei non aveva risposto niente. Non aveva riflettuto su quella possibilità. Ayana non era ancora riuscita a mettersi in contatto con gli spiriti e tutto ciò che conoscevano lo doveva a Emily Bennet. “E se ci fosse una possibilità, pure misera, di ritrovare Kol nel futuro? Di impedire che lui muoia? Butteresti la tua occasione senza tentare? Senza correre dei rischi? L’amore è un rischio che vale la pena affrontare” Così lei dopo quel discorso non era riuscita a pensare ad altro. Poteva correrlo quel rischio? E soprattutto poteva passare da sopra al fatto che Kol l’aveva già rimpiazzata? E ancora Kol l’avrebbe voluta nonostante il rifiuto? Era stata troppo impulsiva a respingerlo in quel modo, avrebbe dovuto aspettare almeno che Ayana comunicasse con gli spiriti, però temeva che a quel punto fosse già perdutamente cotta di lui. Ma non lo sei già? Ecco la vocina dentro di lei che la riportava nella realtà. Non le piaceva sbagliare, lei è una Bennet, ma purtroppo aveva fatto un grande errore. Adesso l’unica cosa di cui aveva paura era: Lui l’avrebbe perdonata? Ha preferito non correre il rischio, ha scelto la strada più facile. “Anche se Kol rimanesse morto nel futuro, io preferirei vivere questa esperienza piuttosto che pentirmi in eterno di non averlo fatto” le aveva detto Caroline e sapeva che era giusto. Lei aveva voluto proteggere il suo cuore che era stato già colpito, ha fatto soffrire Kol inutilmente e ha sofferto anche lei. Doveva fare ammenda con lui, doveva chiedergli un’altra possibilità. Doveva rischiare.
“Perché sei tutta sola qui?” le chiese Henrik spuntato dagli alberi dietro di lei. Lei soffocò un urlo a causa dello spavento.
“Mi hai fatto paura Henrik” disse
“Scusami, non volevo” si giustificò il bambino
“Tranquillo. Ero qui a pensare perché è un posto tranquillo” spiegò lei
“Pensavi a Kol?” chiese lui
“Come sai…?” domandò lei spiazzata
“Solo perché sono il più piccolo non significa che sono stupido. Rebekah ha solo 4 anni in più, sto per diventare anche io grande”
Bonnie sorrise. Il contrasto tra Henrik e i bambini di 11 anni a cui lei era abituata era straordinario. Lui era molto maturo per la sua età, ragionava come un adulto, anche se a volte la fanciullezza si faceva vedere, quando in assenza di Mikael, i fratelli lo facevano giocare come un ragazzino dovrebbe.
“Hai ragione, pensavo a Kol. Abbiamo litigato e stavo riflettendo su come posso fare pace con lui”
“Kol era più felice quando gli eri vicino. Ora è triste, non sorride. Vorrei tanto aiutarvi” ammise
E allora a Bonnie venne un’idea.
“Forse c’è qualcosa che potresti fare” Gli occhi di Henrik si illuminarono “Potresti attirarlo qui con una scusa e io provvederò al resto. Solo lui però. Kol non verrebbe mai se glielo chiedessi io, mi evita”
“Certo. Lo porterò qui” e scappò verso la direzione da cui era giunto. Il cuore di Bonnie batteva furiosamente. Era agitata, molto agitata. Non sapeva che dirgli.
“Sai Kol mi sono accorta di aver sbagliato. Ho mentito avevo solo paura. Tu mi piaci e non come amico” provò anche se il risultato non le soddisfaceva. Iniziò a fare avanti e dietro, per smorzare l’ansia che la invadeva. Bonnie Bennet, la strega potente, aveva paura di fare una dichiarazione.
All’improvviso sentì due voci.
“Fermati subito Henrik” udì gridare da Kol
“Vieni a prendermi” disse Henrik con voce divertita
Dopo pochissimo tempo Henrik spuntò davanti a lei seguito da Kol. Appena la vide lui si bloccò. Iniziò a fissarla. Bonnie avvertì il cuore martellare più forte. Henrik si allontanò lasciandoli soli e tutto ciò che vedeva era Kol. Lei si avvicinò a lui che rimase immobile. Non l’aveva mai visto così. Era abituato al ragazzo divertente e spensierato e anche arrogante, ma ora aveva davanti un ragazzo triste e serio.
“Ho chiesto ad Henrik di portarti qui” ammise lei
“Perché?” rispose lui
Almeno le rivolgeva la parola, era già qualcosa. Ora veniva la parte difficile, la spiegazione.
“Io..ho pensato..sai l’altro giorno…” l’imbarazzo era talmente grande che fece l’unica cosa che poteva dimostrare senza parole ciò che sentiva, lo baciò. Kol rimase immobile inizialmente. Poi rispose al suo bacio. Lei avvolse le braccia intorno al suo collo, lui le strinse i fianchi con le sue mani. Le sue labbra erano perfette e Kol era un gran baciatore. Le sensazioni dentro di lei divennero fuoco e passione. Tutto ciò che desiderava ora era spogliarsi e accoglierlo dentro di lei. Non era mai stata aperta come Caroline a questi impulsi focosi, tuttavia era come se lui la risvegliasse. Si staccò da lui con il respiro smorzato dal desiderio. Il suo sguardo era un misto tra la sorpresa e il puro desiderio sessuale. Ovviamente lui adesso si aspettava che lei dicesse qualcosa, così lei iniziò a correre verso le capanne lasciandolo lì a elaborare quanto successo.
Mentre correva vide Caroline e Rebekah sedute vicino a parlare. Le prese sotto braccio e le portò in disparte.
“Ehi Bonnie, da dove vieni così affannata?” domandò Caroline
“Ho baciato Kol” sparò subito, lasciando le sue amiche stupite
“Si! Sono contenta. Finalmente tu e mio fratello avete risolto” disse Rebekah “Cosa ti ha detto?”
Lei rimase in silenzio.
“Allora? Dai raccontaci tutto. Vogliamo sapere per filo e per segno ogni parola d’amore che vi siete scambiati” la incalzò Caroline
“A dire il vero ci siamo solo baciati” ammise infine lei
“Solo baciati?” chiese la Forbes
“Si. Lui è arrivato e io non sapevo cosa dirgli, così l’ho baciato. Poi sono scappata”
“Sei scappata?” domandò Rebekah
“Si, ho avuto paura” confessò a bassa voce, ricevendo una risata da parte di Caroline. Lei la guardò male “Scusa Bonnie è che è assurdo che tu abbia paura di confessare ad un ragazzo che ti piace”
“Spero solo che Kol non si senti usato” informò l’altra “Dovresti davvero parlargli. Io lo so che tieni a lui, ma lui non lo sa”
“Hai ragione. Sono stata vigliacca. Lo troverò e ammetterò di tenere a lui”
“Brava. Adesso però andiamo a cenare. Mio padre oggi non è di buon umore”
Così lei seguì le due ragazze e prese posto per la cena.
 

Stefan vide le ragazze arrivare insieme e sedersi al tavolo. Sospirò di sollievo. Mikael era di cattivo umore e tutti sapevano cosa accadeva quando stava così. Esther infatti, aveva ordinato a Niklaus di andare nel centro del villaggio a procurarsi dei materiali per il cucito, per tenerlo lontano dal marito, sapendo che solitamente amava sfogare la sua rabbia su di lui.
“Dove sono finiti Niklaus e Kol?” urlò Mikael nervoso
“Caro, Niklaus è andato in centro sotto mia richiesta” intervenne Esther
“E Kol? Dov’è?” disse ancora più infastidito a causa dell’alibi fornito da Esther per Klaus
“L’ho visto allontanarsi con Henrik padre” lo informò Elijah
“Henrik è qui. Perché lui non è ancora tornato?”
Stefan iniziò a sentirsi male per l’amico. Mikeal aveva appena trovato il bersaglio su cui sfogarsi oggi. Voleva davvero intervenire, ma lui non poteva fare niente. Erano i suoi figli e per quell’epoca i genitori avevano carta bianca su di loro. Subito vide Kol avvicinarsi a loro.
“Hai qualche problema alla vista figliolo?” disse irato Mikael una volta che Kol si fu avvicinato. Stefan notò tutti essersi messi sull’attenti. Rebekah teneva Henrik tra le braccia spaventato. Caroline stringeva le mani a pugno, in quanto avrebbe voluto intervenire ma non poteva. Bonnie aveva lo sguardo serio e fisso su Mikael come se fosse pronta all’attacco. Sperava non facesse nulla di stupido, tuttavia l’avrebbe compresa. Lui avrebbe difeso Rebekah senza batter ciglio. Elijah si stava avvicinando al padre per provare a calmarlo e Finn cercava di distrarre la madre.
“No padre” rispose Kol
“E allora come mai vieni così tardi quando la cena è pronta?” gridò “ Sono stanco dei tuoi atteggiamenti infantili. E’ ora di crescere Kol! Se dico che tutti devono essere presenti quando si cena, così deve essere”
Stava per colpirlo con un pugno in viso quando il braccio si bloccò.
“Per l’inferno!” imprecò costatando che non poteva picchiare il figlio. Si girò verso la moglie “Esther, che hai fatto?” urlò
“Nulla Mikeal lo giuro” rispose la donna impaurita.
Stefan vide Bonnie. Sapeva che era stata lei. Cominciò a muoversi verso la sua direzione. Anche Mikael arrivò a quella conclusione e infatti si rivolse alla Bennet “Tu! Come ti sei permessa strega!”
Senza verificare quali fossero le intenzioni del capofamiglia, si mise in mezzo.
“Mikael, Bonnie fa parte della mia famiglia e sono io a doverne rispondere. Sono sicuro che non aveva nessuna intenzione di mancarti di rispetto, ma conosci le donne, sono molto deboli e tremano di fronte alla violenza. Credo che lei non volesse spaventarsi e far spaventare Rebekah e Caroline”
L’uomo lo osservò con sguardo truce soppesando le sue parole. Fortunatamente per lui, le sue argomentazioni sembrarono convincerlo.
“Sono sciocche, ecco cosa sono. Non tollererò un’altra intromissione negli affari di famiglia, ti avviso”
“Certo signore”
“Cosa succede?” chiese Klaus appena rientrato
“Nulla fratello” intervenne prontamente Elijah “Stavamo giusto per cenare, accomodati”
La cena proseguì senza intoppi. Quando Mikael rientrò nella capanna, si avvicinò ad Elijah ed entrambi si diressero nella foresta. Aveva trascorso ore ed ore a perfezionare il suo modo di combattere e finalmente si sentiva pronto. Prese la spada e iniziò a duellare. Bloccò subito due affondi di Elijah e lui bloccò alcuni suoi attacchi. Era diventato più preciso e dopo diversi minuti di duello lo disarmò. Elijah si avvicinò e gli strinse la mano con gioia ed orgoglio. Klaus gli diede diverse pacche sulle spalle e lui rimase sorpreso della sua presenza, dato che, era talmente preso dal duello, che non l’aveva nemmeno visto arrivare. Era riuscito a sconfiggere Elijah. La sua prima vittoria, il suo primo passo verso Rebekah.
“Voglio duellare con te Niklaus” disse lui
“Subito?” chiese quello sorpreso
“Si. Devo capire come combatti, ho bisogno di confrontarmi subito. Non voglio far passare troppo tempo”
“Molto bene. Fratello dammi la spada”
Immediatamente si rese conto che Klaus era un avversario decisamente più forte. Tuttavia l’allenamento con Elijah era stato utile e infatti riuscì a resistere e anche a bloccare diversi attacchi. Come immaginava perse, ma non si sentì abbattuto per questo.
“Sei ad un buon punto amico. Riuscirai a battermi prima di quanto credi”
“Devo informare Rebekah”
E si mise a correre verso il punto in cui lei si trovava. La prese per i fianchi e la fece girare in aria. Lei rideva e quella spensieratezza gli scaldò il cuore.
“Ho vinto contro Elijah”
“E’ magnifico Stefan”
La mise a terra e si avvicinò al suo orecchio “Il giorno in cui sarai mia si avvicina sempre più” Le diede un bacio sulla fronte e tornò nella sua capanna.
“Quindi devi solo sconfiggere Klaus adesso” fece Caroline
“Si, poi andrò da Mikael e chiederò la mano di sua figlia” rispose
“E sei sicuro che accetterà?”
“Certo. Sono anche più ricco di lui”
“Davvero?” domandò con voce stupita la bionda
“Si. Quando sono venuto qui avevo una collana e un bracciale d’oro. Vendendoli diventerei l’uomo più ricco del villaggio e Mikael dovrà dare una dote davvero cospicua per Rebekah”
“Quindi anche io e Bonnie siamo ricche! Che fortuna che il giorno in cui siamo venuti qui corrispondeva alla cerimonia del diploma! Non avrei indossato tutti quei gioielli altrimenti!” esclamò sorpresa ed entusiasta
“Si, anzi molto probabilmente sei tu la più ricca del villaggio con tutti i gioielli che indossavi”
Caroline gli diede un colpetto sul braccio “Stupido” lo prese in giro, poi si fece seria “Ma tu vuoi davvero sposare Rebekah? Ho sempre creduto che Elena fosse il tuo amore epico”
“Non l’ho detto a nessuno, ma la amo. Fino ad ora non l’avevo detto nemmeno a me stesso. Elena è stata importante, ma Rebekah è la donna che vorrei al mio fianco. Con lei sono vivo. E sono così felice”
“Oh Stefan non hai idea di quanto sono contenta! Voglio bene a Rebekah come ad una sorella. Mi sento amata, ho una famiglia e mai avrei pensato di poter vivere un amore intenso come quello con Klaus. Ho sempre pensato che fosse Tyler quello giusto, mentre invece ora so che la relazione che vivevo con lui non era nulla in confronto a quella con Klaus”
Stefan si sporse per abbracciare la bionda. Aveva preso il posto di Lexi ed era diventata per lui un’amica preziosa.
“Vi abbracciate senza di me?” disse Bonnie
“Ma no, vieni. Sai Bonnie, Stefan ha appena confessato di amare Rebekah e di volerla per sempre al suo fianco”
“Che bello Stefan! E’ magnifico”
Dopo che rimase solo pensò a Damon. Gli mancava suo fratello, avevano sempre avuto un rapporto bellissimo quando erano umani, poi però da vampiri si erano persi. Negli ultimi due anni aveva ricucito quel legame e ora desiderava averlo vicino per condividere la sua gioia. Era davvero felice. Quando Elena ha scelto Damon a lui, il suo cuore si è spezzato. Pensava che sarebbe stato infelice in eterno, che non avrebbe trovato nessuno che fosse come lei. Ma si sbagliava. Non era mai stato tanto felice di sbagliare.
 

Caroline si svegliò all’alba. Gli eventi di quei giorni erano stati ricchi di rivelazioni. Bonnie aveva baciato Kol, Stefan aveva sconfitto Elijah e aveva ammesso di amare Rebekah e  aveva scoperto di essere ricca. Uscì dalla capanna e andò a passeggiare sulla riva del ruscello. Poco distante da lei vi erano Elijah e Tatia. Non era ancora riuscita a classificare la Petrova originale. Katherine era una cagna egoista che pensava soltanto a sé, Elena era molto altruista, disposta a sacrificarsi per gli altri. Da quanto aveva saputo da Bonnie e per l’atteggiamento sfrontato avuto con lei e Klaus durante la festa, sapeva solo che voleva essere al centro delle attenzioni di tutti e che era arrogante. Ma doveva pur avere delle qualità oltre al bel faccino giusto? Si avvicinò silenziosamente per spiare la conversazione e quando fu abbastanza vicina per sentire, ma non essere vista, si fermò.
“Spiegami Elijah, cosa ci facevi con il giocattolo di Kol al villaggio l’altro giorno?” domandò con astio la bruna
“Tatia non mi piace che manchi di rispetto alla mia famiglia” rispose pacato Elijah
“La tua famiglia? Sbaglio o sono qui da poco? e tu già li consideri la tua famiglia” fece con scherno lei
“Sono ospiti di Ayana, Ayana fa parte della famiglia e anche loro”
“Ma come sei protettivo” lo derise
“Qual è il problema?” chiese in modo stanco
“Mi hai ignorata per giorni e poi ti vedo con quella sgualdrina!” lo accusò
“Bada a come parli”
Lei rimase in silenzio.
“Dimmi Tatia, ti importa davvero di me?”
“Certo”
“Perché penso che l’unico motivo per cui mi parli adesso è che non vuoi perdere un altro giocattolo, o sbaglio? Niklaus non ti vuole più, e se perdi anche me con chi ti diverti?”
Caroline vide Tatia dare uno schiaffo ad Elijah. Poi si voltò e se ne andò lasciandolo solo. Così notò come triste sembrava. Allora lei si fece avanti.
“Ciao” disse con voce dolce. Lui la guardò sorpreso e le sorrise.
“Ciao signorina Forbes”
“Ti prego, chiamami Caroline”
“Ciao Caroline” fece lui “Quanto hai visto?” domandò poi
“Abbastanza” rispose lei vergognandosi un po’. Non era opportuno spiare conversazioni così private, però era curiosa.
“Capisco” sospirò
“Lei non ti merita Elijah” confessò lei spinta dalla voglia di aiutarlo
“E da cosa lo deduci questo?”
“Tu sei un uomo d’onore. Sei buono. Meriti una donna che ti ami davvero, non una che pensa solo a se stessa, che si diverte tra due fratelli e si comporta da egoista” rivelò unendo anche ciò che pensava di Katherine.
“Ti ringrazio Caroline” le prese la mano e la baciò. Si diressero verso le capanne e lei andò subito incontro Klaus.
“Che ci facevi con mio fratello?” le chiese lui sospettoso
Lei gli diede una botta sul braccio “Ehi non mi chiamo mica Tatia io” rispose fingendosi offesa
La sua espressione si fece notevolmente più sollevata.
“Ricorda che sei solo mia” disse con voce roca
Lei abbassò il tono e in modo seducente sussurrò “A dire il vero non mi hai ancora posseduta”
Notò in lui un cambiamento improvviso nello sguardo. Gli occhi si scurirono. L’istinto del predatore si risvegliò.
“Stai attenta amore, non giocare ad un gioco in cui perderesti”
“E se io volessi perdere?” domandò mordendosi il labbro. L’incantesimo venne rotto da Rebekah che l’abbracciò raggiante.
“Non credi sia una bellissima giornata oggi?” esclamò con entusiasmo la bionda
“Si è una giornata perfetta” rispose raggiante anche lei, lasciandosi trascinare via dall’amica.
“Dobbiamo andare al pozzo a prendere l’acqua. Poi dobbiamo raccogliere le erbe e le spezie e infine dobbiamo iniziare a cucire nuovi abiti per l’inverno”
“Quanti lavori” si lamentò
“Io sono contenta, avrò la mente occupata. Non riesco a pensare altro che a Stefan e ho bisogno di distrarmi”
“Sai, manca poco. Sei pronta?”
A quella domanda Rebekah si fermò. Il sorriso sparì e venne sostituito da uno sguardo di terrore.
“Quando sconfiggerà Nik lui affronterà mio padre. Tutti voi siete convinti che lo sconfiggerà, ma se dovesse perdere? Lui non si limiterà a disarmarlo. Lui lo ucciderà”
Caroline fece in modo che l’amica la guardasse in faccia.
“Non accadrà. Mi hai capita Rebekah? Stefan vincerà”
La bionda riprese a sorridere.
“Hai ragione tu, Stefan vincerà” si convinse “Come sta Bonnie?”
“Bene. Ha solo paura di affrontare  Kol”
“Ieri ha fatto un’azione sconsiderata. Kol era molto arrabbiato quando sono andato a parlare con lui. Ha temuto per Bonnie. Lui non potrebbe mai perdonarsi se lei venisse colpita da Mikeal per colpa sua”
“Noi siamo una famiglia Rebekah, ci proteggiamo a vicenda. A Bonnie non sarebbe successo niente”
La giornata trascorse molto velocemente. Arrivate al pozzo, si unì anche Bonnie a loro. Dopo aver riempito i secchi d’acqua, andarono a raccogliere le erbe e le spezie. Infine si misero a cucire. Giunta la sera prepararono la cena. Dopo aver mangiato, tutti rientrarono nelle capanne. Lei però venne fermata da Klaus.
“Vieni con me” le disse trascinandola nella foresta
“E’ tardi Klaus. Se ci scoprono..”
“Non ci scopriranno” la interruppe lui e prese a baciarla. Dalle labbra passò al collo. Le scostò il vestito e le baciò il seno, iniziando a succhiare il capezzolo. Lei gemette.
“Ogni volta che inizio a baciarti, non riesco a smettere” ammise lui. “Volevo farti vedere una cosa. Stenditi”
Lei lo ascoltò. Si stese. “Guarda il cielo” Alzò lo sguardo e notò milioni di stelle. Non aveva mai visto uno spettacolo così unico.
“Questa zona è quella con meno alberi. A volte mi stendo qui per ammirare il cielo”
“Sono senza parole. E’ bellissimo”
“Mai quanto te Caroline. Vorrei poterti corteggiare, se tu mi darai il permesso” le disse in modo sincero e anche un po’ timoroso. Mai avrebbe creduto che Niklaus Mikaelson potesse avere paura.
“Io sarei onorata” confessò facendo scivolare dagli occhi delle lacrime
“Sono io onorato. Sei entrata nel buio della mia vita e hai riempito di luce ogni cosa. Mi hai salvato Caroline Forbes”
“Credo dovresti parlare con Stefan” fece lei ricordando le usanze di quei tempi
“L’ho fatto oggi mentre voi eravate occupate. Lui mi ha detto che sarebbe felicissimo, ma che la scelta spettava a te”
“Si è proprio da Stefan rispondere così” sorrise lei.
“Adesso dobbiamo andare tesoro” L’aiutò ad alzarsi e l’accompagnò alla capanna.
“Buona notte tesoro” e la baciò gentilmente.
Caroline si sentiva euforica. Adesso Klaus era ufficialmente il suo corteggiatore. Si addormentò sognando l’ibrido che prima la spaventava mentre ora amava.
 

 
Nel frattempo nel 2012
 
Rebekah si prese la testa tra le mani. Aveva dormito malissimo. In un giorno aveva avuto ricordi di un mese e adesso altre immagini stavano tornando. Un’altra settimana era passata nel suo passato. Non riusciva a sopportare quel dolore, per quanto le immagini la riempivano di gioia. Stefan la voleva e stava facendo tutti quei sacrifici per sposarla. Sorrise al pensiero di quanto era felice.
“Vedo che anche tu hai avuto i ricordi” le disse Nik entrando nella stanza che Damon le aveva dato
“Si. Sono combattuta Nik. Da una parte voglio che tornino, ma dall’altra riesco a vedere il mio passato così felice, che vorrei rimanessero lì”
“Preferirei vivere ora quella felicità” confessò il fratello
Rebekah si alzò e lo abbracciò. Era un gesto che non compiva da molto, ma che rivivendo il suo passato ora sembrava normale, giusto.
“Altre immagini dalla valle dei ricordi?” fece Damon interrompendoli
“Si. Un’altra settimana è passata”
“Elijah ha chiamato?” chiese Elena
“No. Ancora niente”
“Non riesco a capire perché non ci hanno avvisato” disse lei con rammarico
“Avevano fretta. L’incantesimo prevedeva la luna piena e se avessero fatto passare troppo tempo, avrebbero dovuto aspettare” intervenne Nik
Ad un certo punto il telefono squillò.
“Prono Elijah” rispose Nik
“Fratello, sono arrivato a New Orleans”
“Allora?”
“Ho parlato con un’anziana di nome Agnes e non ha saputo dirmi nulla. Però mi ha dato un suggerimento, ovvero chiedere ad una strega appartenente alla stessa linea di sangue di colei che ha effettuato l’incantesimo”
“Quindi devi trovare una Bennet. Splendido. Ci vorranno giorni” si irritò l’ibrido
“A dire il vero so dove trovarla”
“Come hai fatto?”
“Ho chiesto aiuto ad una persona che ha un disperato bisogno di libertà”
“Katerina” esclamò Nik
“Esatto. Ha promesso di portarmi da Lucy. Ha sangue Bennet dentro di lei”
“Se la strega si rivelerà utile, allora sarà libera” e chiuse la chiamata.
Rebekah notò lo sguardo stupito di Elena e Damon. Suo fratello si era evidentemente ammorbidito grazie ai ricordi ottenuti. Inoltre Elijah aveva sempre amato Katerina e anche Nik ne era a conoscenza. Gli stava dando la possibilità di amare e questo era la conferma che Caroline, Bonnie e Stefan stavano cambiando loro in meglio. Avrebbe riavuto la sua famiglia e sarebbero stati tutti felici.
 
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Ciao a tutti. Sono ritornata con un nuovo capitolo ricco di eventi.
Ecco che entra in gioco l'ultima coppia di cui non ho ancora parlato, il Katlijah. Scusate se non ho aggiornato prima, ma San Valentino mi ha tenuta impegnata. Un augurio per tutti gli innamorati, questo è un dono per voi.
Ringrazio chi mi sostiene sempre, e spero che il capitolo sia di vostro gradimento

 

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Capitolo 9
*** Litigi e riappacificazioni ***


Rebekah si allontanò da sua madre velocemente e senza farsene accorgere. Si inoltrò nella foresta e vide Stefan seduto per terra intento ad osservare un fiore.
“Ti stavo aspettando” disse lui accortosi di lei e porgendole il fiore. Lei lo prese e lo annusò. Odorava in modo splendido.
“Grazie” e si mise a sedere accanto a lui “Come vanno gli allenamenti?”
“Bene. Ho sfidato Niklaus di nuovo ieri e ovviamente mi ha sconfitto, però non demordo. Riuscirò a batterlo e dopo batterò anche Mikael e tu sarai mia moglie”
Lui la fissava negli occhi facendole battere il cuore pazzamente.
“Ho paura per te” ammise lei
“Non devi” la consolò prendendola per mano “Non mi accadrà niente”
Gli sorrise con dolcezza e posò sulle sue labbra un bacio.
“A volte credo sia solo un sogno, ma poi mi sveglio e tu ci sei davvero”
“E ci sarò per sempre Rebekah. Sempre e per sempre” Lei lo guardò sorpresa a causa delle sue parole.
“Che c’è?” domandò lui
“Questo è ciò che ci ripetiamo sempre io e i miei fratelli. Sempre e per sempre”
Lui le sorrise. Poi la sua espressione cambiò.
“Va tutto bene Stefan?” chiese lei allarmata
“Nel mio villaggio c’era una donna. Era bellissima. Aveva i capelli neri lunghi e lisci e degli occhi marroni stupendi. Io e mio fratello ne eravamo pazzamente innamorati e così le chiedemmo di scegliere e lei scelse mio fratello. Da quell’istante ho vissuto con la consapevolezza che non avrei amato mai più una donna come ho amato Elena-così si chiama-perché lei è unica”
Rebekah sentì una fitta al cuore. Così Stefan amava un’altra donna. Ma allora per quale motivo voleva lei? Forse la desiderava per la sua dote? No, non poteva crederci. Lui era un ragazzo onorevole e se addirittura Nik aveva approvato, allora non doveva pensare male di lui. Lei era gelosa e la gelosia fa vedere cose che non esistono.
“Ma poi sono arrivato qui e ti ho visto. Con i tuoi capelli biondi e gli occhi azzurri, con il tuo sguardo dolce e i tuoi meravigliosi sorrisi, mi hai rapito, stregato e io non credo di aver mai amato nessuna, nemmeno Elena, come amo te ora” Rebekah sentì gli occhi inumidirsi e iniziò a piangere dalla gioia. Lui l’amava! “ Si, ti amo e io avevo bisogno di dirtelo perché tu meriti qualcuno che ogni giorno ti ripeta di amarti e ti mostri quanto sei speciale”
Sopraffatta dalla commozione abbracciò Stefan e pianse poggiando la testa sul suo petto.
“Ti amo anche io e non sai quanto. Sbrigati a sconfiggere Nik, voglio essere tua moglie” lo incitò lei ricevendo risate divertite da lui
“Agli ordini mia signora” rispose scherzando lui
Prese un fazzoletto di stoffa e si asciugò gli occhi.
“Credo sia ora di muoverci. Ci siamo trattenuti un po’, devo andare da Niklaus ad aiutarlo a pescare”
“E io devo tornare da mia madre” fece lei dispiaciuta
“Solo un altro po’ di pazienza e poi staremo sempre insieme e ti stancherai di me”
“Mai” disse lei risoluta
“Lo spero, perché io ti vorrei in eterno”
Si separarono e lei fece ritorno alla sua capanna. Preparò il pranzo con la solita accuratezza e quando ebbe finito andò a cercare le sue amiche, ma trovò solo Caroline.
“Ehi Caroline! E Bonnie?” chiese
“Si nasconde da Kol” rispose quella a metà tra il divertito e il preoccupato
“Dovrebbe davvero parlargli. Sono passati già due giorni da quando l’ha baciato e Kol sta perdendo la pazienza”
“Immagino, ma lei è spaventata. Penso si vergogni” la giustificò la bionda
Mentre passeggiava con l’amica, notò un’altra figura femminile avanzare verso di loro.
“Questa giornata era iniziata benissimo e adesso si sta per rovinare” sussurrò all’altra che guardò nella sua stessa direzione
“Ma che piacevole incontro” fece Tatia “Rebekah e..” fissò Caroline “ Non credo ci abbiano presentate” disse con finta cortesia
“Tatia lei è Caroline, la donna di cui mio fratello Nik si è pazzamente innamorato”
Vide la bruna digrignare i denti a causa di ciò che aveva detto
“Finalmente conosco la celebre Tatia” esclamò Caroline
“Addirittura celebre?”
“Si! Il tuo intrattenerti con due uomini in atteggiamenti scandalosi è conosciuto anche ai più piccoli”
Rebekah scoppiò a ridere. Avere una complice con cui trattare male quella donnaccia era per lei puro divertimento.
“Che ti ridi sciocca? Non lo sai che potremmo diventare sorelle? O ti sei dimenticata dell’altro tuo fratello?”
“Preferirei morire piuttosto che avere te come sorella! Elijah non ti sposerà mai! Nostro padre non gli permetterebbe mai di buttare via il suo onore con una sgualdrina come te”
Rebekah vide Tatia diventare rossa in volto per la rabbia. Mosse la sua mano per schiaffeggiarla, ma Caroline la precedette bloccandola.
“Non osare!” gridò l’amica “ Non so se hai notato ma siamo in due e tu sei sola. Fossi in te, me ne  andrei subito prima di fare sciocchezze” la minacciò e quella seguì il suo consiglio e andò via, non senza aver lanciato loro occhiate di fuoco.
“Ti ringrazio per averle impedito di colpirmi”
“Figurati. Siamo sorelle”
“L’ho sempre detestata. Si crede superiore alle altre solo perché è bella, ma ora ha trovato qualcuna più bella di lei”
“Suvvia, mi farai arrossire” scherzò lei
“Oggi Stefan ha detto di amarmi” sputò velocemente
“E tu?”
“Ho risposto che anche io lo amo”
“Siete perfetti insieme. Non vedo l’ora che arrivi il giorno delle nozze. Pianificherò il vostro matrimonio e sarà più regale di quello di Grace Kelly”
“Chi?” chiese lei non conoscendo nessuna donna con quel nome. Subito notò l’espressione imbarazzata e confusa dell’amica.
“Nessuno, una donna ricca che conoscevo” rispose evasiva “Allora dicevi che Stefan ti ha detto di amarti eh?” cambiò discorso
Stettero tutto il tempo a parlare di quanto amava Stefan e l’incontro con Tatia venne dimenticato. Ritornò a casa per la cena e vide Nik ritagliare un pezzo di legno furiosamente. Faceva sempre così quando era nervoso, così si avvicinò a lui e provò a parlargli.
“Che succede Nik?”
“Niente”
“Avanti ti conosco. Hai qualcosa, dimmelo”
“Ho incontrato Tatia oggi”
“E allora?”
“Ha fatto delle insinuazioni su Caroline. Ha detto che lei non è vergine”
A Rebekah si bloccò il respiro. Aveva parlato più volte con Caroline della sua vita passata e lei gli aveva confessato di essere stata sul punto di sposare un uomo, ma che poi lui era stato costretto ad andarsene. Non le aveva mai chiesto se fosse ancora vergine, in quanto lo riteneva indelicato, tuttavia esisteva la possibilità che non lo fosse. E se Nik non la volesse più per questo? La verginità era fondamentale per gli uomini, soprattutto per quelli nella posizione in cui loro vivevano.
“E’ così?” domandò agitato. Lei non sapeva cosa dire. Poteva anche essere pura ancora, ma non poteva dargli una risposta che ignorava. “E’ così?” la incalzò in modo più nervoso “Rispondimi Rebekah” quasi gridò
“Non lo so” disse a bassa voce. Notò lo sguardo ferito. Aveva allargato gli occhi segno che fosse diventato consapevole dell’esistenza di quella opzione. Poi si allontanò velocemente.
“Nik, non fare niente di stupido” gli urlò da dietro, ma rimase ad osservarlo mentre andava via perché lui non si voltò.
 


Mentre si allontanava da sua sorella venne investito da una moltitudine di sensazioni sgradevoli. Rabbia, delusione, tradimento. Come era potuto essere così cieco? Aveva notato subito che era diversa dalle altre donne, tuttavia non credeva che quella differenza fosse dettata dal fatto che non era più pura. Il giorno in cui aveva detto di volerla baciare, lei l’aveva invitato a farlo. Al ruscello si era spogliata con lui vicino ed era rimasta completamente nuda fra le sue braccia. Il modo in cui lo aveva fatto godere diverse sere prima; ogni episodio era la spiegazione di una sola verità: era già stata a letto con  un uomo.
Strinse i pugni per cercare di contenere l’ira che si stava impadronendo di lui. Suo padre lo aveva sempre rimproverato per la sua impulsività e la sua aggressività quando perdeva le staffe, e ora era meglio che rimanesse solo, poiché si sentiva di voler fare del male a qualcuno. Un altro uomo aveva preso il fiore più intimo di Caroline, gli aveva tolto ciò che era suo. Cosa avrebbe fatto con lei?
“Klaus tutto bene?” la sua voce arrivò dietro alle spalle. Ne riconobbe un tremolio come se avesse paura di lui
“Vattene via Caroline” rispose lui freddamente. Non voleva parlarle ora. Non voleva vedere i suoi occhi chiari che lo fissavano con tristezza e non voleva sentire la sua voce melodiosa.
“Non ti lascerò qui solo. Ti prego dimmi cosa c’è che non va?”
“Vattene” urlò voltandosi e fissandola con rabbia. Perché era così bella? Per un attimo osservando i suoi capelli chiari e la sua pelle immacolata, la rabbia svanì. Poi ripensò a quello che gli era stato tolto e l’ira tornò.
“No!” gridò a sua volta lei. Nuovamente Niklaus apprezzò la sua tenacia. L’amava anche per questo, così, per togliersi ogni dubbio, decise di chiederle a bruciapelo “Sei vergine Caroline?”
Dall’espressione che fece a causa della sua domanda ebbe già la risposta. Per un attimo aveva avuto la speranza di sbagliarsi, ma ebbe la conferma che il suo timore non era infondato.
“Vattene” sibilò freddamente voltandosi nuovamente.
“Lascia che ti spieghi Klaus”
“Spiegarmi? Cosa vorresti spiegarmi tesoro?”
“C’era un uomo nel villaggio dove vivevo, mi aveva chiesto di sposarmi. Io credevo che sarei diventata sua moglie, però dopo lui è andato via”
“E questo dovrebbe consolarmi? Mi hai appena detto che amavi un altro uomo e che lo volevi sposare!! Cosa sono io per te?” La gelosia divenne ancora più insopportabile. Aveva amato un altro uomo. Provava per lui dei sentimenti sinceri o il suo interesse era dovuto soltanto al fatto che ormai era già in età da marito?
“Io ci tengo a te Klaus” disse lei avvicinandosi e prendendogli la mano “Non ti ho mai mentito. Ciò che è successo nel passato non posso cambiarlo, ma, se mi vorrai ancora, sarò solo tua per sempre” finì guardandolo con i suoi meravigliosi occhi. Improvvisamente tutti i pensieri negativi svanirono. Aveva riconosciuto la più pura onestà nelle sue parole e tutta la gelosia e la rabbia si tramutarono in possesso. Si avvicinò a lei e le toccò il cuore “ Questo” disse, poi passò al seno “Queste” ed infine posò una mano sulla sua femminilità “ E questa, sono solo mie. Soltanto mie. Tu sei e resterai per sempre mia. Promettilo Caroline”
La vide ansimare leggermente a causa della tensione sessuale creatasi.
“Lo prometto, sarò solo e per sempre tua Niklaus” sussurrò con voce rotta dall’eccitazione. Lui allora la baciò.
“Avevo paura non mi volessi più” ammise lei
“Ormai sei entrata nella mia pelle, nel mio sangue. Non potrei mai rinunciare a te” le confessò e lei lo baciò. Dopo un paio di minuti sentì un rumore e vide Stefan raggiungerli
“Vi stavo cercando” comunicò l’amico “ Rebekah era preoccupata. Va tutto bene?”
“Si Stefan” rispose Caroline
“Amore vai da Rebekah a tranquillizzarla, io vorrei parlare con Stefan”
Niklaus osservò Caroline allontanarsi e lui si girò verso l’amico.
“Quando riuscirai a sconfiggermi, chiederai la mano di Rebekah a mio padre giusto?” domandò
“Si”
“Ebbene, io vorrei chiederti la mano di Caroline”
Notò gli occhi del compagno accendersi di gioia pura.
“E io te la concedo con felicità amico. Ma ovviamente è sempre lei ad avere l’ultima parola”
“Lo so” rispose consapevole
“Potremmo sposarci insieme Niklaus” propose lui “ A Rebekah piacerebbe tantissimo”
“E’ una splendida idea” fece lui veramente entusiasta all’idea di prendere Caroline in moglie lo stesso giorno in cui la sua adorata sorella diventerà la moglie del suo più caro amico
“Adesso dobbiamo solo occuparci di Kol e Bonnie” lo informò Stefan
“Non hanno ancora chiarito?” domandò lui incredulo. Come faceva suo fratello ad evitare Bonnie così a lungo? Lui non sarebbe mai riuscito a non parlare con Caroline per così tanto tempo.
“No purtroppo. Ma ho visto Kol intenzionato a trovare Bonnie e per quanto lei si nasconderà, non credo riuscirà ad evitarlo a lungo. Era molto determinato”
“E’ innamorato” ed entrambi sapevano bene cosa significava essere innamorati. All’improvviso dietro Stefan vide un bel coniglio grassoccio intento a mangiare. Allora fece cenno all’amico di rimanere immobile, raccolse una pietra bella grossa e colpì l’animale che morì subito.
“Che bel coniglio!” si complimentò l’altro
“Alle ragazze piacerà”
Così fecero insieme ritorno alla capanna. Niklaus consegnò l’animale alla madre che iniziò subito a pulirlo. Finita la cena si mise a riflettere nel modo in cui avrebbe chiesto a Caroline di diventare sua moglie. Voleva donarle un gioiello prezioso. Avrebbe cacciato un bel cinghiale e l’avrebbe dato al mercante in cambio di un anello. Suo fratello Elijah l’avrebbe sicuramente aiutato. Con questi pensieri scivolò nel mondo dei sogni con gioia.
 

  
Kol aveva appena finito di parlare con Stefan. Doveva trovare Bonnie. Era rimasto per troppo tempo a rimuginare sul significato di quel bacio e adesso meritava una spiegazione. Quando lei lo aveva baciato era rimasto congelato. Poi si era sciolto e aveva davvero desiderato di stenderla sotto di lui ed entrare dentro lei. Chissà come sarebbe stato bene. Ma poi lei era scappata, di nuovo, senza nemmeno dirgli una parola. All’inizio era troppo sorpreso e troppo pervaso dalle emozioni per reagire, tuttavia dopo che lo stupore se ne andò, ebbe quella terribile sensazione di essere usato. Non giudicava Bonnie capace di essere così insensibile, ma l’amore rende insicuri e lui era molto insicuro. Bussò alla capanna di Ayana e vide Bonnie aprire la porta.
“Dobbiamo parlare” disse lui serio. Lei lo fece entrare e si accorse che non c’era nessuno in casa.
“Hai ragione, ti devo una spiegazione”
“Sto aspettando” fece lui molto serio “O vuoi scappare ancora?” poi domandò ancora ferito
“Non scapperò” Bonnie si sedette sul letto “Ti ho mentito” ammise guardandolo con aria colpevole
“Su cosa?” il suo cuore batteva molto forte
“Tu non mi piaci solo come amico” confessò “Provo per te sentimenti profondi e mi spaventano. Ho già sofferto in passato. C’era un ragazzo, mi ero innamorata di lui, ma mi ha tradito”
“Io non ti tradirei mai” disse con slancio sopraffatto dall’emozione “Quel ragazzo è un folle!”
Lei gli sorrise “Allora mi perdoni?”
“Certo mia cara. Ti perdono”
“L’altro giorno ti ho visto con quella donna” cominciò lei con lo sguardo rabbuiato
Lui le prese il viso tra le mani e fece in modo che lo guardasse negli occhi.
“Non è successo nulla. Non potevo. Tu sei troppo importante per me” e la baciò. Kol le accarezzò i capelli, poi scese sul collo. Iniziò a sbottonarle la veste e non appena la ebbe liberata da tutto quel tessuto si mise ad ammirarla in tutta la sua nudità. Lei, evidentemente imbarazzata, portò un braccio sul seno e sul ventre.
“Non ti coprire” le ordinò con voce rauca “Sei bellissima”
Lei allora si lasciò guardare e lui la divorò con gli occhi. Il suo corpo era stretto in vita ma pieno nei punti giusti. Riprese a baciarla con più foga, mentre con le mani le sfregava i capezzoli. Dalla sua bocca iniziarono ad uscire gemiti di piacere che lo eccitarono. Aiutato da lei, si spogliò ed entrambi rimasero nudi.
“Sei sicura?” chiese. Non voleva fermarsi, ma se lei glielo avesse chiesto l’avrebbe fatto.
“Si”
La adagiò di spalle sul letto e le aprì le gambe. La penetrò con forza e iniziò a procedere a ritmo sostenuto osservando ogni espressione di piacere sul suo volto. “Kol..più forte” Non se lo fece ripetere due volte. La prese dalle spalle e aumento la forza delle spinte. Ad ogni spinta lei emetteva un gemito. Lui sentiva crescere dentro di lui l’orgasmo e dopo altre tre spinte ben assestate venne dentro di lei. La sentì contrarsi e capì che anche lei era giunta al culmine del piacere. Terminate le convulsioni uscì da lei e si stese al suo fianco.
“E’ stato bellissimo”
“Unico” la corresse
“Dovresti andare. Ayana tornerà da un momento all’altro”
Seguendo il suo suggerimento si vestì e dopo averla baciata, a malincuore lasciò la capanna.
“Hai fatto pace con Bonnie?” domandò Caroline appena lo vide tornare verso di loro
“Si nota così tanto?” chiese lui
“Si. I tuoi occhi sono tornati a brillare” spiegò lei
Lui le prese la mano e la fece volteggiare su se stessa facendo alzare leggermente la gonna. “Sono l’uomo più felice del mondo” annunciò. La bionda rise di allegria.
“A che gioco giocate? Mi posso unire?” chiese Henrik intromettendosi
“Certo” disse lui e fece volteggiare anche lui
“Kol” urlò il padre “Anziché buttare il tuo tempo, perché non aiuti Elijah a dare da mangiare ai maiali?”
“Certo padre”
Lasciò i due e si diresse nel punto in cui stava suo fratello.
“Devo dedurre che hai finalmente chiarito con Bonnie” fece Elijah
“Anche tu?” domandò sorpreso “C’è qualcuno che non sapesse della mia lite con lei?”
“Forse nostro padre” rispose quello
“Ho saputo che Stefan ti ha battuto. Sposerà davvero la nostra sorellina?”
“Si. Stefan è un bravo ragazzo. Prova per Rebekah un dolce sentimento. Lei sarà felice e protetta con lui”
“Questo è ciò che conta”
“Abbiamo finito Kol. Vai pure” lo congendò
“Grazie Elijah” e si allontanò nella foresta.
Dopo aver camminato un po’ raggiunse il ruscello e si sciacquò le mani. Le pietroline che stavano nell’acqua iniziarono ad alzarsi e si librarono in aria per magia.
“Henrik!” chiamò
Un risolino sfuggì al fratellino nascosto dietro di lui.
“Cosa ti ho sempre detto sulla magia?” lo rimproverò
“Stavo solo scherzando Kol” si difese
“E se ti avesse visto qualcuno?”
“Ho controllato. Non sono più un bambino”
“Davvero? Ti ho chiesto di fare solo una cosa: non usare la magia e tu la fai!”
La faccia di Henrik si scurì e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Allora Kol si inginocchiò davanti a lui.
“Mi dispiace” disse Henrik
“Ascoltami, io voglio solo proteggerti. Per nostro padre saresti una vergogna. La stregoneria è un arte da donna, hai idea di quello che direbbe se sapesse che suo figlio è una strega?”
“Mi punirebbe”
“Si e ti ripudierebbe Henrik. Nostro padre tiene più al suo orgoglio che a noi. Ti ho promesso che mai nessuno l’avrebbe scoperto e nessuno lo sa. Solo noi due”
“Non lo farò più Kol lo prometto”
“Bravo ragazzo, ora sì che ragioni come un adulto” lo consolò facendolo sorridere. “Torniamo a casa. Si sta facendo buio”
Kol aveva scoperto tre anni prima che Henrik era una strega. Lui si era ferito per colpa di Henrik e lui si era sentito così in colpa che non appena aveva toccato la ferita, era guarito. Allora capì subito e fece promettere al fratellino di non dire a nessuno, neppure a Nik e Rebekah di quell’episodio. Così, iniziò ad insegnargli come controllare la sua magia e come esercitarla e per essere solo un ragazzino era davvero molto potente. Sperava solo che quel fatto rimanesse segreto a lungo. Non aveva nessuna intenzione di scoprire cosa avrebbe fatto suo padre di fronte a tale notizia.
 
Nel frattempo nel 2012
Elijah suonò al campanello dell’abitazione. Una donna alta, dalla carnagione scura e i capelli ricci aprì la porta. Guardò prima lui e poi i suoi occhi si soffermarono su Katerina.
“Ti avevo detto che il mio debito con te era concluso” fece con tono alterato
“Lo so” rispose sicura la Petrova “Infatti non è a me che serve il tuo aiuto, ma a lui. Lo riconosci vero?”
La donna tornò a posare il suo sguardo sull’Originale.
“Elijah Mikaelson” pronunciò con timore e riverenza
“Lei deve essere Lucy Bennet. Mi rincresce disturbarla ma ho bisogno del suo aiuto”
“Non aiuto più i vampiri” quella stava per chiudere la porta quando Katerina intervenne “A dire il vero l’aiuto serve per Bonnie Bennet. Te la ricordi? Credo sia una tua cugina, giusto?”
Lucy si bloccò. Elijah notò che la bruna aveva centrato il bersaglio con la menzione a Bonnie. Ad un certo punto la fitta alla testa tornò. Si prese la testa tra le mani e urlò.
“Cosa succede?” gridò allarmata la Bennet “Io non sto facendo niente lo giuro”
“Lo so” rispose Katerine, che lo prese per sorreggerlo “E’ gia la seconda volta che accade da quando sono con lui. Facci entrare e ti spiegheremo tutto. Non ti faremo del male, per favore”
Sarà stato il per favore che Katerina Petrova non usava mai, ma la strega si convinse. Elijah, aiutato dalla vampira, entrò e si mise a sedere sul divano. Quando il dolore passò, potè riesaminare tutti i ricordi. Non solo quei tre avevano creato nuove relazioni nel passato, ma grazie a loro era riuscito a stringere anche un rapporto più serio con i suoi stessi fratelli.
“Spiegatemi tutto”
“Allora, Bonnie Bennet ha fatto un giorno fa, un incantesimo di viaggio nel tempo e insieme a due sue amici è andata nel mio passato, esattamente mille anni fa. Ora, ogni volta che loro creano nuovi ricordi, essi si presentano a noi-anche ai miei fratelli- accompagnati da fitte molto dolorose. Ho bisogno di sapere come farli tornare, prima che facciano qualcosa di grave e cambino il futuro irrimediabilmente”
Lucy aveva una faccia che esprimeva stupore. Era chiaro che non si aspettava tutto questo.
“Chiederò agli spiriti”
Si alzò e prese cinque candele. Fece un cerchio e si sedette al centro. Elijah rimase ad osservarla per diverso tempo poi le fiamme si spensero e lei aprì gli occhi. Si alzò e si rimise sul divano.
“Non posso farli tornare” disse
“Tutto qui?” chiese spazientita Katerina
“Gli spiriti mi hanno rivelato che loro devono essere lì. Hanno una missione. Non mi hanno detto altro”
“Splendido tutto questo per nulla” La Petrova prese la strega per il collo “Credi che Klaus mi concederà la libertà con queste misere informazioni?”
“Katerina” la ammonì e lei la lasciò “La ringrazio Lucy Bennet. E’ stata d’aiuto”
Prese la vampira per mano e uscì dalla casa. Compose il numero di Niklaus e lo chiamò.
“Elijah”
“Fratello, ho parlato con la strega. Mi ha detto che gli spiriti hanno guidato loro nel nostro passato per compiere una missione e che devono essere lì”
“Ma perché?”
“Non lo sa”
“Almeno è qualcosa. Torna a casa adesso. E porta pure Katerina, è libera”
“Grazie fratello” e chiuse la chiamata. Voltò lo sguardo e vide che la donna lo fissava con la bocca aperta.
“Sorpresa?”
“Abbastanza”
“Andiamo dai. Abbiamo 500 anni da recuperare” la baciò e l’avvolse tra le braccia. Poi la condusse nell’automobile e partì per ritornare a Mystic Falls.
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Salve a tutti. 
Rieccomi con un nuovo capitolo.
Ancora tanti ringraziamenti per i consensi che continuate a dare alla mia storia. Sono felice che vi piaccia a sono felice di quanti di voi continuino ad aggiungersi alla lunga schiera di chi mi segue. E' davvero una grande ricompensa per me.
In questo nuovo capitolo ho introdotto una novità che non credo vi aspettavate..Henrik era una "strega". 
Come il titolo suggerisce avremo dei litigi e delle riappacificazioni. E finalmente i nostri Katlijah sono liberi di vivere la loro storia d'amore dopo 500 anni di attesa e sofferenza.
Che ne pensate del confronto Karoline? e della proposta di Klaus a Stefan?
E come vi sembrano gli Stebekah?
Un'ultima considerazione prima di lasciarvi..i Kennet avranno anche avuto molti ostacoli ma sono stati i primi a concludere!! Furbacchioni! XD 
Aspetto le vostre recensioni, se ci saranno!
Ciaoooo

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Capitolo 10
*** Il duello ***


Quando si svegliò, sorrideva ancora. Era andata a letto con Kol ed era stato bellissimo. Aveva deciso di vivere ogni esperienza con lui. Non sapeva cosa il futuro le riservasse, per questo si era lasciata andare. Si alzò e si vestì. Andò per fare colazione e notò che in casa non c’era nessuno.
“Sono già usciti” la informò Ayana
“Perché non mi hanno svegliata?” chiese lei
“Non lo so. Ieri mi sono messa in contatto con gli spiriti”
Bonnie la guardò sorpresa “Cosa ti hanno detto?” Finalmente avrebbe saputo per quale motivo erano lì.
“Niente”
“Come niente?”
“Non mi hanno rivelato nulla. Lei verrà da te al momento opportuno, così hanno risposto.
“Lei chi?”
“La tua antenata che ti ha condotto qui. Ascoltami cara, qualunque sia la tua missione, saprai al momento opportuno. Gli spiriti ci guidano e non ci abbandonano. Non perdere la fede”
“Hai ragione, grazie Ayana. Adesso vado dai miei amici, buona giornata”
Uscì dalla capanna leggermente sollevata. Anche se era assurdo, si era insinuato in lei il sospetto di essere stata abbandonata. Nonostante fosse una strega, non credeva di possedere ancora tutto quel potere di prima, per cui tornare indietro sarebbe stato impossibile. Si era imbarcata in quella missione senza pensare ai rischi. Aveva semplicemente fatto ciò che Emily Bennet aveva chiesto, perché se ciò che si prospettava nel futuro era quello che lei aveva visto, allora non ci sarebbe stata speranza per nessuno.
In lontananza vide Klaus e Stefan che si dirigevano verso il centro del villaggio.
“Ehi” gridò per fermarli. I due si voltarono e l’attesero.
“Bonnie, finalmente sveglia” la prese in giro Stefan
“Ah ah simpatico. Potevate svegliarmi” fece lei a mò di rimprovero
“Non volevamo disturbare i tuoi sogni. Sembravi così rilassata” Dallo sguardo che l’amico le diede, capì subito che lui era a conoscenza di ciò che era successo con Kol, per cui arrossì vistosamente e cercò di cambiare discorso.
“Dove state andando?”
“Stiamo andando in centro. Oggi una famiglia che abitava in una bella capanna è partita, così ho pensato di farla vedere a Stefan per valutare se potesse andare bene come casa” spiegò Klaus
“Ma è magnifico! Posso venire con voi?” domandò subito in preda all’estasi
“Certo” rispose Klaus
“E Caroline dov’è?”
“Caroline è con mia sorella. Stanno cucendo mentre si intrattengono in discorsi da donne” la informò quello
“Dai andiamo. Voglio vedere questa capanna” li incitò lei
Dopo diversi minuti raggiunsero la loro destinazione. La capanna in questione era leggermente isolata rispetto alle altre. Era molto grande e possedeva una gran quantità di terreno intorno.
“Ma è enorme!” esclamò lei stupita
“Viene usata di solito per ospitare famiglie più ricche. Ha i muri in pietra ed è rivestita di legno per farla somigliare alle altre”
“E’ più grande della capanna di Ayana e la tua messe insieme” notò Stefan
“E tu te la puoi permettere amico”
“Noi ce la possiamo permettere, fratello” puntualizzò il Salvatore. Bonnie rimase ad osservare la scena di fronte a lei. Klaus aveva gli occhi lucidi. La frase di Stefan lo aveva commosso.
“Questa sarà la mia dote per Caroline. Che ne dici, ti soddisfa?”
“Non potrei desiderare di meglio” ammise quello, cui una lacrima era sfuggita dagli  occhi. Si abbracciarono e lei si unì a loro facendoli sorridere.
“Ora però dovete spiegarmi” disse ancora avvolta nell’abbraccio
“Niklaus chiederà la mano di Caroline e ci sposeremo insieme”
“E’ fantastico” gridò, mentre anche lei si commuoveva “Sono così felice” continuò saltellando dalla gioia.
“E questa sarà casa nostra. Vivremo insieme come una famiglia” sottolineò Stefan “Che ne dite di entrare per vederla meglio?” propose poi e venne accolto con un cenno d’assenso da parte di entrambi.
 

Niklaus osservò Stefan e Bonnie entrare nella capanna. Era rimasto sorpreso e incredulo. Aveva sempre adorato quella capanna. Nessuno poteva permettersi l’acquisto, poiché il più ricco del villaggio era suo padre e quella abitazione apparteneva a lui. Così, egli l’aveva destinata a coloro che erano di passaggio nel villaggio e avevano bisogno di una sistemazione temporanea.
“Niklaus non vieni?” domandò Stefan risvegliandolo dallo stupore. Iniziò a muoversi ed entrò. L’interno era comodo e accogliente. Vi erano due piani con un totale di otto camere.
“Penso che con qualche modifica sarebbe perfetta” affermò lui mentre nella sua mente già si immaginava cosa avrebbe cambiato. Nella stanza in cui avrebbe vissuto con Caroline avrebbe reso più grazioso sia i mobili che il letto.
“Lo credo anche io” fece l’amico
“E’ troppo bello per essere vero” esclamò Bonnie
“Adesso dobbiamo andare però. Dobbiamo parlare con il mercante” intervenne Stefan
“Il mercante?” chiese la ragazza
“Si. Stefan deve cambiare l’oro in soldi. Il mercante commercia con il Vecchio Mondo. Lui è l’unico tramite che abbiamo”
“Allora cosa aspettiamo?” domandò Bonnie spingendoli fuori. A passo veloce si diressero dal mercante Yano.
“Cosa posso fare per voi?” chiese l’uomo quando arrivarono
“Il mio amico possiede dei gioielli d’oro e vorrebbe farli valutare per ottenere monete”
“Mostrameli” si rivolse a Stefan, che prese un sacchetto e esibì la mercanzia. Si trattava di un bracciale e di una collana. Osservò attentamente quel tesoro con curiosità. Mai aveva posseduto simili ricchezze.
“Davvero singolari” iniziò a spiegare il mercante mentre si rigirava tra le mani il bracciale “Molto preziosi. Hai detto che vuoi cambiarli in monete giusto?”
“Si”
“Quindi non ti servono più?”
“No”
“Perfetto” Niklaus lo osservò armeggiare con degli attrezzi, poi prese una pinza e tagliò il bracciale, prendendo solo un piccolo pezzo e lasciando il resto. “L’oro è estremamente raro e questo solo piccolo pezzo, ti frutterà talmente tante monete da poter comprare tutto il villaggio e ti avanzerebbero pure. Conosco un uomo che per l’oro pagherebbe fior di libre”
“Per un pezzo così piccolo così tante monete?” domandò stupito l’amico
“Hai un tesoro tra le mani ragazzo. Potresti andare nel Vecchio Mondo e vivere come nobile”
“Prendi altri due pezzi” disse Stefan “Non serve solo a me. Fammi avere il rispettivo valore in monete e ti pagherò bene”
Il mercante fece come ordinato e loro andarono via.
“Non pensavo valesse così tanto l’oro” fece Bonnie
“E’ raro dalle nostre parti” spiegò lui
Tornarono a casa e lui si sentì molto felice. Avrebbe finalmente avuto una vera famiglia ed era la sola cosa che desiderava davvero.
“Niklaus, dove siete stati?” chiese Elijah
“Siamo andati a controllare la capanna del centro e a far valutare l’oro di Stefan”
“Nostro padre non c’è fortunatamente, altrimenti si sarebbe arrabbiato per la tua assenza”
“Nostro padre si arrabbia sempre”
“Elijah, Niklaus perché non duellate? E’ da tanto che non lo fate e mi piacerebbe vedervi” disse Henrik
“Che dici fratello? Vuoi provare a sfidarmi?” lo provocò
“Potresti perdere tu” rispose quello
“Vedremo”
Prese le spade e ne consegnò una a lui. Vide che tutti si erano avvicinati per guardarli. Caroline gli lanciò un bacio volante. Lui le sorrise e poi fissò suo fratello.
“Sei pronto?” chiese
“Aspettavo te” fece quello
Il combattimento iniziò. Elijah partì subito all’attacco, ma lui lo schivò prontamente. Era migliorato, merito sicuramente dei duelli con Stefan. Fece un affondo che venne parato.
“Siete forti” gridò entusiasta Bonnie e lui sorrise.
Dopo altri vari colpi, per poco non lo disarmò.
“Ti sei già stancato Elijah?” lo prese in giro
“Ti piacerebbe”
Bloccò un altro attacco prontamente.
“Vi state divertendo?” tuonò suo padre distruggendo in un attimo tutta l’atmosfera di gioia
“Padre stavamo solo giocando” spiegò Elijah
“Giocando? Noi combattiamo per vivere! Gioca con me Niklaus” disse e prese la spada da Elijah “Avanti gioca” attaccò e lui lo bloccò
“Padre era uno scherzo” si difese debolmente lui. Mikael colpì con violenza e la spada gli cadde dalle mani. Lui non avrebbe mai attaccato suo padre, lo rispettava dopotutto. L’uomo gli puntò la spada sul petto e per poco credette che l’avrebbe colpito.
“A volte mi domando come tu sia ancora vivo ragazzo” disse con disprezzo
“Mikael è colpa mia, Niklaus non c’entra” intervenne Stefan
Lui vide suo padre voltarsi verso il suo amico.
“Perché sarebbe colpa tua? Non mi sembra che tu stessi combattendo”
“Stavano duellando perché gliel’ho chiesto io” rispose
“Stefan che stai dicendo?” chiese allarmato capendo dove volesse andare a parare
“Zitto Niklaus. E per quale motivo gliel’avresti chiesto?”
“Per imparare, signore”
“Imparare cosa?”
“Imparare a duellare”
“E a cosa ti serve?”
“Per sconfiggere te. Voglio chiederti il permesso di sposare Rebekah”
 

Tutti si ammutolirono. Si potevano udire chiaramente gli uccelli cantare e il vento spostare le foglie. Vi erano almeno dieci persone lì intorno, ma dopo ciò che Stefan aveva detto nessuno più parlò. Anche il suo cuore si era fermato. Rebekah si sentì male. Non era ancora pronto. Sarebbe morto e lei con lui. Come se avesse intuito il suo malessere, Caroline le strinse la mano. Lei la guardò. Era molto seria, non l’aveva mai vista così. Alla sua destra Bonnie fissava attentamente suo padre. Non poteva mettersi in mezzo, ma da come lo guardava temeva che l’avrebbe fatto. Henrik si era stretto a Kol. Aveva gli occhi rossi del pianto. Osservò Stefan. Aveva l’aria sicura, tranquilla mentre aspettava la reazione di suo padre.
“Quindi vorresti sposare mia figlia” disse in modo calmo
“Si. La amo e vorrei che diventasse mia moglie” rispose Stefan
“Tu mi piaci figliolo. Sei un gran lavoratore, sei serio. E come hai appena detto, ami mia figlia. Ma io sono un padre e devo assicurarmi che Rebekah sia sempre al sicuro e protetta. Come ben sai, questo villaggio è abitato da creature che ogni luna piena si trasformano in lupi. Per cui se mi sconfiggerai, avrai mia figlia in sposa. Niklaus dagli la spada”
Suo fratello prese la spada e la consegnò al ragazzo. Gli diede una pacca sulla spalla, poi si avvicinò a lei. Nei suoi occhi leggeva il rimorso.
“Non è colpa tua” lo rassicurò Caroline
“Ce la farà” asserì convinto e l’incontro cominciò. Suo padre si muoveva in modo veloce e feroce. Stefan non riusciva a stargli dietro. Si trovò schiacciato contro un albero, ma per fortuna si scansò di lato, quando la lama colpì il tronco. Passarono alcuni minuti e lui non era riuscito ancora ad attaccare.
“E’ furbo” sussurrò con orgoglio Nik “Lo sta facendo stancare. Ha intuito che il suo modo di combattere si basa sulla forza e così ha deciso di utilizzare la tecnica per difendersi e non appena mio padre cederà, passerà alla fase offensiva”
“Può vincere?” domandò con la speranza nel cuore
“Sta già vincendo”
Rebekah osservò Stefan schivare gli attacchi del padre. Adesso anche lei riusciva a notare che erano meno feroci. Dopo qualche minuto suo padre rallentò e in quel momento Stefan riuscì a disarmarlo. Lo vide puntare la spada sul petto di Mikael.
“Allora, mi concedi la mano di Rebekah?” chiese
“Si” rispose sconfitto
Lui si voltò verso di lei raggiante. La raggiunse di corsa e l’abbracciò mentre tutti intorno si profusero in un applauso caloroso. Suo padre si avvicinò e si congratulò con entrambi. Sarebbe diventata la moglie di Stefan. Ce l’aveva fatta.
“Ci sposeremo” proferì incredula. Lui le prese il volto tra le mani e la baciò in modo dolce. “Ci sposeremo” le confermò felice.
 

Dopo aver fatto le congratulazioni a sua sorella e a Stefan si allontanò dal gruppo. Avvertiva come se fosse estraneo a quella felicità. La discussione con Tatia lo aveva rattristato. Lui l’amava, ma era chiaro che lei non provava gli stessi sentimenti.
“Elijah”
Si voltò e vide l’oggetto dei suoi pensieri intento ad osservarlo.
“Tatia cosa ci fai qui?”
“Ti cercavo. Ho chiesto a Kol e mi ha riferito che ti eri allontanato da queste parti”
“Perché mi cercavi?” domandò curioso
“Sto per andarmene”
Una fitta al cuore provò a quelle parole. Era l’unica ragazza di cui si fosse mai innamorato e ora lo abbandonava.
“Dove vai?”
“Ho dei parenti più a nord. Non so quanto starò via, ma ritornerò. Ho solo bisogno di un po’ di tempo per me e questo viaggio giunge al momento giusto”
“Spero che tu sia felice Tatia, te lo auguro con tutto me stesso”
“E io lo auguro a te Elijah. Tornerò, te lo prometto”
L’abbracciò. Voleva inspirare ancora una volta il suo odore per imprimerlo nella sua memoria. Poi la baciò. Quando si staccò notò che stava piangendo.
“Non piangere Tatia. Hai detto che tornerai, giusto?”
“Si, però questo non vuol dire che non sentirò la tua mancanza. Addio Elijah” e si allontanò. Mentre la osservava andare via, temeva che non l’avrebbe più vista. Ma lei aveva dato la sua parola, aveva promesso che sarebbe tornata.
“Come stai fratello?”
Niklaus si avvicinò a lui con un volto preoccupato.
“Bene, non stare in pena per me”
“Ho bisogno del tuo aiuto”
“Dimmi tutto”
“Ho intenzione di chiedere a Caroline di sposarmi e vorrei donarle un anello”
“Quindi domani andiamo a caccia di cinghiali giusto?” domandò lui felice per quella notizia e felice perché si era rivolto a lui
“Giusto. Mi dispiace che tu non sia potuto venire con noi a vedere la capanna. E’ come la ricordavamo. Inoltre dietro c’è talmente spazio che potremmo costruire una stalla e tenerci dentro almeno cinque cavalli! Ti rendi conto?”
“Si Niklaus. Sono davvero contento per te. Finalmente nostro padre ti lascerà in pace e potrai vivere con la tua nuova famiglia”
Era davvero felice per lui, tuttavia provava un po’ di invidia. Anche lui desiderava tutto quello e si sentiva come se quella nuova vita lo avrebbe allontanato da lui.
“Per me?” chiese Niklaus come se non capisse “Per noi vorresti dire. Tu non verrai Elijah?” la sua domanda esprimeva timore. Lui aveva paura che non volesse andare a vivere con loro?
“Che stai dicendo?” adesso era lui a non capire
“Verrai a vivere con noi alla capanna vero?” richiese “Si è vero, staremo tutti a coppie. Io e Caroline, Rebekah e Stefan, e anche Kol e Bonnie anche se non penso divideranno la camera, ma tu verrai lo stesso giusto?”
“Voi volete che io venga? Pensavo che voleste stare da soli” Adesso era ancora più stupito
“Elijah tu fai parte della nostra famiglia. Per noi è importante che tu ci sia. Per me lo è. Sei mio fratello più grande, senza di te non so cosa mi sarebbe successo. Dimmi che verrai”
“Certo Niklaus, sono onorato di questa proposta” confessò con le lacrime agli occhi. “Avremo una stalla tutta nostra con dei cavalli” aggiunse poi per farlo sorridere.
“Si avremo i cavalli” e si abbracciarono. Il loro rapporto non era mai stato tanto stretto. I problemi erano iniziati con l’arrivo di Tatia. Litigavano sempre, mentre adesso, finalmente, erano di nuovo uniti come mai prima.
“Torniamo dagli altri. Hai tre donne molto commosse che non vedono l’ora di abbracciarti” lo informò Niklaus provocandogli una risata di gioia
 
Nel frattempo nel 2012
 
Osservò l’orario. Mancavano pochi minuti e avrebbe avuto il solito mal di testa. Suo fratello era già tornato dall’incontro con la strega e aveva portato Katerina. Si trovavano nel loro palazzo adesso. Rebekah era andata a casa sua per prendere i vestiti, ma sarebbe dovuta essere di ritorno a momenti. Come aveva previsto, la fitta lo colpì e le immagini arrivarono. La capanna, il mercante, il duello ogni cosa tornò nella sua memoria fino al momento con Elijah.
“Niklaus” lo chiamò il fratello. Si guardarono. La scena era così viva che sembrava fosse appena successo. Tutto quello che aveva voluto nei suoi mille anni era non essere solo. Avere una famiglia. E adesso di fronte a lui, Elijah lo guardava commosso. Si avvicinò a lui e lo abbracciò. Non c’erano parole sufficienti ad esprimere quello che provava. Lui aveva bisogno di suo fratello, era sempre stato così.
“Nik, Elijah” chiamò Rebekah commossa anche lei “Mi sposo” aggiunse ridendo e piangendo. La prese e la unì nell’abbraccio.
“Vi ricordate cosa ci promettemmo?”
“Sempre e per sempre” rispose la sorella
“Sempre e per sempre” ripetè lui
“Non vorrei interrompere questo momento, ma potreste mettere i sottotitoli per me che non capisco?” domandò Katerina.
Lui guardò Elijah e poi Rebekah e tutti e tre scoppiarono a ridere, lasciando la Petrova in piedi con le braccia conserte a sbuffare.
Dopo aver discusso a lungo su quanto stava accadendo, uscì di casa per schiarirsi le idee. Erano accadute troppe cose nel passato, troppo importanti perché non portassero con loro delle conseguenze. Il suo se stesso umano voleva chiedere a Caroline di sposarlo. Lui Niklaus Mikaelson che convola a nozze. Chi l’avrebbe mai detto! Tuttavia si sentì non poco angustiato da ciò che avrebbe comportato un matrimonio con Caroline. Lui era l’ibrido millenario temuto da tutti e questo Caroline lo sapeva bene. Probabilmente il suo passato umano avrebbe ricevuto una grande delusione quando lei lo rifiuterà. Era già assurdo tutto ciò che stava succedendo tra loro, ma la bionda non sarebbe andata mai oltre.
“Sono troppo intelligente per essere sedotta da te” le aveva detto una volta ed era la verità. Mai una donna lo aveva fatto così penare come quel vampiro.
Mentre passeggiava, udì a distanza il rumore dei tacchi di una ragazza che camminava. Così la seguì.
“Non urlare” la soggiogò. Le morse il collo e iniziò a bere dalla sua vena. In quei giorni si era servito solo di sacche di sangue e ora quel fluido ricco e caldo era davvero un toccasana per la sua gola. Si staccò da lei. “Un insetto di ti ha punto, non ricorderai di avermi mai visto e di quello che ti è successo” E andò via. Non aveva mai lasciato in vita le sue vittime e se lo aveva fatto era stato solo perché gli servivano ad uno scopo. Caroline era entrata nella parte più profonda di lui e lo stava cambiando. E a lui non dispiaceva per niente, purchè ci fosse lei nella sua vita.
 

Damon notò che Elena era nervosa. Non appena gli Originali se ne erano andati, non aveva detto una parola. Era rimasta a rimuginare con le sopracciglia corrugate.
“Posso sapere a cosa pensi?” le chiese
“Sono quasi passati due giorni e non ci sono novità”
Si avvicinò a lei e le accarezzò i capelli, facendole poggiare la testa sul suo petto.
“Dobbiamo solo aspettare un po’. Sono sicuro che con le loro conoscenze, troveranno un’altra strega e sapranno di più”
Elena si staccò da lui. “Ma io non voglio aspettare Damon! Stiamo parlando di Caroline, Bonnie e Stefan! Voglio sapere cosa sta succedendo. Voglio sapere se stanno bene! Come fai ad essere così calmo?”
“Calmo? Io non sono calmo Elena. Ti sei dimenticata che Stefan è mio fratello?”
Damon notò la sua espressione cambiare. “Scusami, è che questa attesa mi distrugge” disse poggiando di nuovo la testa sul suo petto. “Non sai che darei per poter vedere ciò che loro vedono, per sapere come stanno e cosa stanno facendo”
“Questo posso farlo io per te” disse una voce. Subito Damon si alzò e notò di fronte a lei la strega Bennet che aveva aiutato loro a imprigionare Katherine nella cripta.
“Tu sei Lucy vero?” domandò Elena
“Si, cara. Vedo che sei diventata un vampiro alla fine. Sei stato tu?” chiese a lui la donna
“No. E’ morta, ma aveva il mio sangue dentro”
“Cosa ci fai qui?”
“Dopo che Elijah se n’era andato, mi sono resa conto di non essere stata molto utile. I viaggi nel tempo sono pericolosi e fino ad ora nessuna strega ne aveva mai compiuto uno. Voglio aiutare, lo faccio per Bonnie. Chiamate gli Originali”
“Hai detto che puoi farmi vedere ciò che vedono loro”
“Si, posso. Ma prima occupiamoci di capire cosa è successo ai vostri amici. Abbiamo molte telefonate da fare” 
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Ciao a tutti! Rieccomi puntuale come sempre, ogni sabato.
La storia si infittisce, adesso i nostri protagonisti nel presente si stanno dando da fare e l'arrivo di Lucy è importantissimo. Da qui in poi succederanno molte cose, alcune che non vi aspettereste nemmeno!
Stefan ha sconfitto Mikael! A Elijah si è spezzato il cuore e Klaus finalmente riscopre la sua famiglia.
Grazie sempre per i commenti, le visite e per come mi sostenete!!
Vi posto qui il link della mia nuova storia. Si chiama "The Walking Dead" ed è basata sulla serie televisiva omonima, con protagonisti i personaggi di TVD. E' un lavoro originale del quale vado molto orgogliosa. Se volete, passate a dare un'occhiata.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2450231&i=1
Alla prossima!!!
Ciaooooo

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Capitolo 11
*** La verità nel sangue ***


Era seduto sul suo letto mentre rigirava tra le mani un piccolo anello con una pietra azzurra incastonata. Possedeva quel gioiello da ormai diversi giorni, ma non aveva ancora trovato il momento adatto per donarlo alla sua amata. Fissò la pietra che tanto lo aveva colpito; era dello stesso colore degli occhi di Caroline. Ogni volta che si inoltrava da solo con lei nella foresta, tutti pensavano che fosse il momento in cui lui le avrebbe chiesto di sposarlo. E anche lui lo credeva. La guardava e le parole scalpitavano per uscirgli dalla bocca. Tuttavia le frasi di suo padre lo bloccavano. “Nessuno ti amerà mai” gli aveva detto in passato e lui ne era stato colpito. E adesso aveva paura, paura che lei lo rifiutasse per qualcuno migliore di lui. Infondo che cosa poteva offrirle? Lei era ricca mentre lui era soltanto il figlio indesiderato di un capo villaggio. E non servivano a niente tutti i momenti trascorsi insieme, tutte le parole dolci che si erano scambiati e le promesse d’amore, quando ami qualcuno, hai il terrore di perderlo e questo terrore ti fa diventare folle e Niklaus lo era. Era spaventato di perderla, spaventato di essere rifiutato da lei e per questo commetteva ogni giorno una follia: non si proponeva. Si alzò ripetendosi mentalmente che ce l’avrebbe fatta, che sarebbe stato più forte delle sue paure e le avrebbe affrontate. Mise l’anello nella tasca e uscì dalla capanna per andare incontro a Caroline.
“Vuoi venire a passeggiare con me, amore?” domandò
“Si” rispose lei prendendolo sotto braccio.
Camminarono in silenzio, addentrandosi in un percorso che non avevano mai fatto.
“Dove stiamo andando Klaus?” chiese lei
“Ti sto portando a vedere uno spettacolo bellissimo” rispose
“Di che si tratta?”
“Siamo quasi arrivati”
“Avanti, lo sai che sono curiosa! Dimmelo”
Lui ridacchiò. Era davvero buffa talvolta.
“Guarda” indicò e notò che il suo sguardo seguì il punto da lui indicato. C’era una distesa di verde di fronte a loro e vi erano una decina di cavalli intenti a mangiare.
“Sono bellissimi” esclamò la bionda
“Elijah e io veniamo ad accudirli a turno. Sono selvaggi, non hanno nessuno che si prenda cura di loro”
“Tranne voi due” fece lei con ammirazione
“Vedi quello con il manto marrone lucido? L’ho chiamato Dunor, come il dio del tuono”
“Il nome di un dio, è appropriato per il tuo cavallo” Lei lo guardò. Lui la fissò e si perse nei suoi occhi.
“La giumenta vicino a lui l’ho chiamata Sif, come la moglie di Dunor. Si narra che fosse la più bella delle dee e che avesse dei capelli così biondi da sembrare oro, esattamente come i tuoi. Sif è il mio dono per te, Caroline”
“Klaus, io non so che dire, è meraviglioso. Sono..” lui le portò un dito sulle labbra. Raccolse quel poco di coraggio che si fece strada in lui e iniziò a parlare. “Tesoro, io vorrei che tu accettassi questo anello” Prese il gioiello dalla tasca e glielo consegnò “So che non vale quanto quelli che possiedi, ma è un simbolo dell’amore che provo per te. Vorrei che tu mi facessi l’onore di diventare mia moglie, perché io ti amo e tutto ciò che desidero e vivere la mia vita al tuo fianco”
Caroline stava già piangendo. Lo abbracciò con slancio e lo baciò dappertutto sul volto.
“Si che lo voglio Nik. Lo voglio con tutta me stessa. Ti amo” poi gli prese il volto tra le mani e lo fissò con i suoi meravigliosi occhi lucidi “Ti amo e ti amerò per sempre. So che per te ora l’eternità sembra impossibile, ma credimi se ti dico che sarà così”
Lui non sapeva che dire. Quella dichiarazione lo aveva sorpreso. Nessuno viveva per sempre, eppure lei era così convinta. Molto probabilmente intendeva che anche da morti il loro amore sarebbe rimasto e lui a quello ci credeva.
“Ti credo” La baciò sulle labbra “ Adesso dobbiamo andare ad annunciare agli altri il nostro matrimonio” Lei lo bloccò.
“Gli altri possono aspettare” Niklaus la vide mentre si slacciava il vestito e la gola gli si seccò “Adesso è il momento per me di darti il mio dono” Rimase in biancheria intima. Una camicetta così sottile da mostrare tutto.
“Cioè?” chiese lui con voce rauca. Era talmente eccitato da non ricordarsi nemmeno dove fosse.
“Me stessa. Voglio che tu mi possieda Nik, voglio essere tua” L’erezione iniziò a dolergli. Doveva liberarla e affondare dentro lei. Era una necessità, non poteva tirarsi indietro questa volta. Si era spinta troppo oltre, lo aveva sedotto e aveva usato le parole giuste. Era come se lei avesse capito che lui voleva marchiarla, la voleva fare sua. Adesso Caroline era completamente nuda. Avrebbe voluto baciarle il seno, toccarla, stimolarla nella sua intimità, ma non aveva tempo. Sentiva l’urgenza di penetrarla. Si spogliò rimanendo anche lui nudo e la baciò con forza. La sentì gemere sotto di lui. Lui le allargò le gambe e la penetrò con forza senza nemmeno avvisarla. “Klaus” gridò lei colta alla sprovvista. “Hai detto che vuoi essere mia” sussurrò con voce roca mentre iniziava a spingere “Vuoi che io ti possieda, giusto?” “Si” ansimò lei “Dillo allora” Ne aveva bisogno. “Dimmi che sei mia” “Sono tua” Le sue spinte divennero sempre più violente. In quel momento si sentì come un animale che reclama la sua compagna. Era come se quel gesto avrebbe impedito agli altri uomini di avvicinarsi a lei. Vennero insieme e lui si svuotò dentro di lei. La guardò. Il suo volto era sudato e in estasi, era una dea Caroline, la sua dea.
Si rivestirono e mano nella mano andarono incontro agli altri. Rebekah guardò la mano di Caroline e poi urlò.
“Ha detto di si” spiegò felice di fronte alla sua famiglia. Tutti accorsero da loro abbracciandoli e congratulandosi.
“Che cosa è tutto questo baccano?” urlò suo padre, avvicinandosi al gruppo insieme alla madre
“Ho chiesto a Caroline di sposarmi e lei ha accettato”
“Credevo fossi una ragazza intelligente, ma evidentemente mi sbagliavo dato che hai deciso di sposare Niklaus” Lui strinse i pugni. Mikael era capace di rovinare ogni suo momento di gioia.
“Lo sposo perché lo amo e sono molto fortunata ad averlo incontrato. Nik è un ragazzo meraviglioso e mi rende felice. Dovresti essere orgoglioso di lui” rispose la bionda prendendolo per mano
“Ahahah orgoglioso di Niklaus? Sentiamo Caroline, di cosa vivrete? Di felicità?”
Sentì la mano di Caroline stringersi con molta forza. Si stava innervosendo.
“Nik sa cacciare, sa pescare, sa disegnare, sa costruire oggetti, sa combattere. Vivremo grazie alla sue capacità” Suo padre corrugò la fronte irato. Non gli piaceva essere messo a tacere da una donna. “Inoltre io consegnerò a Niklaus la dote di Caroline che consiste nella nuova capanna in cui abiteremo e talmente tante libre da poter comprare l’intero villaggio con avanzi, a sentire il mercante Yano” intervenne Stefan. Questo fu l’ultimo colpo.
“Fate come volete” disse aspro Mikael che si allontanò dal gruppo. Sua madre invece si avvicinò a lui e l’abbracciò. “Sono felicissima per te Niklaus” e seguì il marito.
“E’ andata meglio di quanto speravo” si intromise Kol facendo ridere tutti ora che l’atmosfera si era alleggerita.
Niklaus li guardò tutti e sorrise. La sua famiglia.
 
Nel frattempo nel 2012
 
Elijah parcheggiò l’auto e scese insieme ai suoi fratelli e Katerina alla pensione dei Salvatore. Damon li aveva chiamati dicendo di andare subito da loro a causa di una inaspettata visita da parte della strega Lucy. Entrarono nell’abitazione e trovarono il Salvatore ed Elena ad aspettarli.
“Ce ne avete messo di tempo” disse Damon
“Solo cinque minuti” protestò Rebekah
“Io ne avrei impiegato uno” continuò quello
“Beh abbiamo preso la macchina” si difese sua sorella
“Per quanto mi divertano i vostri battibecchi siamo venuti qui per un motivo, quindi mettete da parte questi dialoghi infantili e occupiamoci delle cose da adulti” li rimproverò Niklaus e quella uscita lo fece sorridere
“Wow, Elijah Mikaelson che sorride. Questi nuovi ricordi vi stanno davvero cambiando”
“Damon vieni. Lucy li sta aspettando” intervenne Elena, che evidentemente era la sola a poter far ragionare quella testa calda.
Seguirono la Gilbert in salotto e vide la strega al centro di un cerchio magico di candele.
“Siete arrivati. Avete portato l’incantesimo?” chiese
“Si. Ma prima devi dirci a cosa ti serve” disse lui con decisione
“Scoprirò chi ha scritto quell’incantesimo. Non appena trovata la fonte mi collegherò allo spirito della strega in questione e le chiederò informazioni” rispose
Elijah consegnò il foglio a Lucy e vide la donna chiudere gli occhi. “Fes matos..” Si era sempre chiesto perché ogni volta che una strega Bennet faceva una magia, iniziava con Fes Matos. Era l’unica cosa che capiva distintamente di quello che pronunciavano. Il resto arrivava in modo confuso. Vide una fiamma alzarsi in aria e il nome di una strega apparve come scritto dal fuoco: Emily Bennet.
Lucy aprì gli occhi.
“Dovevo immaginarlo. E’ sempre lei. Prima si impossessa di Bonnie per distruggere la mia collana e adesso manda mio fratello mille anni nel passato” borbottò Damon
“Ora che sappiamo chi ha scritto l’incantesimo, ti collegherai a lei esatto?” domandò lui
“Esatto. Ho anche bisogno del vostro sangue”
“Perché?” chiese Niklaus sospettoso
“Perché la magia ha coinvolto voi nello stesso modo in cui ha coinvolto Bonnie e i due vampiri. Con il vostro sangue sarà più facile contattarla”
Elijah prese un coltello e un bicchiere. Si tagliò il polso e versò un po’ del suo sangue dentro. Stava per consegnare a Rebekah il bicchiere quando la strega lo fermò. “Separati. Devo attingere potere da tre fonti differenti” spiegò e notò i suoi fratelli fare la stessa cosa che aveva fatto lui con due diversi bicchieri. Li porsero alla strega “Tradiscici e sarà l’ultima cosa che farai” la informò
“Elijah mi sorprendi” scherzò Niklaus
“Non si gioca con la mia famiglia” rispose lui
Lucy sistemò i bicchieri davanti a lei e richiuse gli occhi. Pronunciò una nuova formula ed ad un certo punto le fiamme si alzarono raggiungendo quasi il soffitto. Poi si staccarono dalle candele ed entrarono nella strega che le assorbì. Lei aprì gli occhi di scatto ma la sua espressione era diversa.
“Cosa volete?” domandò a loro
“Sei Emily Bennet?” chiese lui
“Si. E voi siete gli Originali”
“Perché hai mandato Bonnie Caroline e Stefan nel passato?” domandò
“Hanno una missione da svolgere. Ci sono cose che non dovevano succedere. Non preoccupatevi per loro, quando sarà il momento torneranno”
Elijah vide le fiamme iniziare ad uscire dalla strega. Era troppo poco come informazione, dovevano sapere di più.
“Ma perché li hai mandati mille anni indietro, prima ancora che i vampiri nascessero? Abbiamo bisogno di sapere, diccelo” urlò
“Loro aggiusteranno il futuro a partire da quando tutto è cominciato” e svanì. Lucy tossì. Si voltò verso Niklaus che sembrava stesse ragionando su quelle parole. La frase poteva avere un qualsiasi significato. Gli sembrava di aver solo complicato la situazione. Dovevano aggiustare il futuro da quando tutto è cominciato. Che voleva dire?
“E se fossero stati mandati ad ucciderci?” chiese Rebekah
“Per impedire la nascita dei vampiri?” fece suo fratello “No troppo complicato. Potevano ucciderci ora se era per questo. Esiste un paletto indistruttibile per farlo”
“Deve essere qualcos’altro” continuò lui
“Qualcosa che ci sfugge” disse Niklaus
“Un dettaglio” esclamò Damon “Un dettaglio di cui nessuno di voi è a conoscenza. E’ sempre così con le streghe. Vanno matte per dettagli e cavilli”
“Penso tu abbia ragione” ammise “Non ci resta che aspettare. Almeno ora abbiamo più informazioni. Sappiamo che torneranno” Era questo ciò che più preoccupava loro. Temevano che sarebbero stati in pericolo, che non sarebbero tornati. Rientrarono nella loro casa e subito il mal di testa li colpì.
“Congratulazioni Niklaus” fece lui sorridendo
“Graze fratello” rispose quello con il volto felice.
Andò nella sua camera e vide Katerina stesa nel letto ad aspettarlo.
“Che ne dici di venire a farmi compagnia?” propose lei con voce provocante
“Penso sia un ottima idea”
Si tolse il completo firmato e rimase con i boxer. Entrò nel letto e spostando le lenzuola scoprì che era completamente nuda. Lei gli sorrise consapevole dell’effetto che sortiva in lui.
“Sei una diavolessa Katerina Petrova”
“E tu sei il diavolo vestito con abiti eleganti Elijah Mikaelson”
“Siamo una coppia perfetta allora”
La baciò e trascorse l’intera notte a dimostrarle quanto perfetti erano. Nemmeno il mal di testa lo fermò.
 
 
Quando gli Originali lasciarono la casa, Damon si sentì più libero. Non che avesse paura di loro, ma, nonostante ora fossero nettamente diversi rispetto a prima, non voleva che la sua Elena stesse troppo a lungo vicino a loro. Si sentiva protettivo nei suoi confronti. Era la sua donna, la donna della sua intera esistenza e per lei avrebbe fatto qualunque cosa. Si sarebbe anche ucciso se necessario.
“Hai sentito? Stefan tornerà. E anche Barbie con la strega. Siamo tutti felici adesso”
Lei gli sorrise.
“Ero così in pensiero”
“Ti verranno le rughe a furia di pensare”
“Ma se sono un vampiro”
“Non si sa mai”
“Volevi sapere ciò che vedono Elena? Hai la possibilità. Ma devi scegliere i ricordi di chi vuoi vedere” li interruppe Lucy
“In che senso?”
“Qui abbiamo il sangue di tre Originali. Scegli i ricordi di chi vuoi sondare”
“E una volta scelto che dovrà fare?” domandò lui
“Io pronuncerò un incantesimo e dopo lei dovrà berlo. Fino a quando il sangue resterà nel suo organismo vedrà tutti i ricordi che l’Originale in questione riceve”
“E’ sicuro che funzionerà?” Non era molto convinto. E se qualcosa fosse andato storto?
“Si”
“Lo farò io” propose
“No Damon, io ho bisogno di sapere. Una volta ricevuti i ricordi ti lascerò leggere la mia mente” disse Elena in modo serio, segno che voleva fare di testa tua.
“Potremmo fare il contrario”
“Sappiamo entrambi che non sono abbastanza forte per riuscirci”
“E va bene. Fallo” Elena gli buttò le braccia al collo e lo baciò. “Ti ringrazio. So quanto sei protettivo nei miei confronti ma per me è importante”
“Allora chi scegli?” chiese la strega
“E’ ovvio no? Klaus. Diamine chiunque vorrebbe sapere cosa gli sia successo di così grandioso da fargli perdonare Katherine e trasformarlo in quel modo” fece lui convinto
“A dire il vero vorrei scegliere Rebekah” intervenne Elena
“Rebekah? Perché mai vorresti vedere i ricordi di Barbie Klaus?”
“Io..” abbassò lo sguardo a terra incapace di continuare
Damon capì subito. Stefan. Elena voleva sapere se Stefan aveva qualcosa a che fare con lo sconvolgimento di Rebekah. Era chiaro. Nonostante tutto era sempre Stefan.
“Damon io..”
“No è chiaro Elena. Fai come vuoi”
Andò nella sua stanza e si versò un bicchiere di Bourbon. Lo bevve in un sorso, poi lo ruppe tra le mani. Anche quando ho ottenuto la ragazza il mio fratellino continua ad essere presente, Rick. Era esasperato. Lui la voleva per sé, solo per sé.
Ad un tratto sentì Elena urlare. In un attimo fu accanto a lei.
“Cosa sta succedendo?” urlò alla strega pronto ad azzannarla
“Sono i ricordi” spiegò quella
Dopo un po’ Elena si calmò. La guardò aveva le lacrime agli occhi. Allungò una mano verso di lui, la prese. “Guarda” e lui guardò.
Vide suo fratello insieme a Bonnie e Caroline che sembrava esser svenuta. Lo vide consegnare un fiore, ballare, baciare. Sembrava come se fossero i suoi ricordi, come se stesse baciando lui. Sentì le parole, la proposta di matrimonio. Vide il duello. Ogni cosa successa nella vita di Rebekah da quando Stefan era andata nel passato lui l’aveva vista.
“Oh mio Dio” esclamò senza parole
“Da quando ho scelto te, la mia vita è cambiata. Sono felice come mai prima. Una felicità così intensa non l’avevo provata nemmeno quando i miei genitori erano ancora in vita. Damon io ho scelto te e non ho nessun ripensamento tra te e Stefan. Ho amato molto lui in passato, ma è appunto questo, passato! Tu mi sei entrato nel sangue, nella pelle, nella mente  e nel mio cuore. Mi sono innamorata di te in modo in cui mai credevo si potesse amare. Volevo vedere i ricordi di Rebekah perché mi sentivo in colpa nei confronti di Stefan. Gli ho spezzato il cuore, tuttavia adesso posso godermi la mia felicità appieno perché so che anche lui è felice come merita”
Damon non sapeva come rispondere. Era già la terza volta che quella bellissima donna di fronte a lui lo portava alle lacrime.
“Vieni qui, tu e la tua compassione” la baciò con passione, immaginando tutti i modi in cui l’avrebbe fatta sua.
“Voglio morderti” disse lui
“Fallo” lo invitò piegando il collo. I suoi canini si liberarono e li affondò con urgenza nel collo di Elena. Gustò il suo sangue. Lo riempiva, era il suo nettare. La prese in braccio e la posò sul tavolo di legno. L’avrebbe presa lì, non voleva aspettare un attimo di più. In un attimo i vestiti volarono e la penetrò con foga.
Quando si saziò di lei in tutti i sensi era ormai mattino. I segni dei morsi erano scomparsi e lui si sentiva imbattibile.
“Ti amo Elena”
“Ti amo anche io Damon”
“Mio fratello si sposa”
“E anche Caroline” disse lei con voce amara
“Adesso ci saranno due Barbie Klaus”
“Non scherzare. Non capisco come Bonnie lo permetta”
“Si amano Elena. E poi credo che a quei tempi fossero diversi da oggi. Erano umani”
“Si ma Caroline ha conosciuto Klaus qui, nel 2012! Non posso credere che lo abbia perdonato! Ha ucciso Jenna, me! Ha fatto delle cose orribili. E non dimentichiamoci di Tyler”
“Tu mi hai perdonato però”
“Cosa c’entri tu?”
“Quando ho ucciso Jeremy mi hai perdonato. E anche Stefan mi ha perdonato quando ho ucciso Lexie”
“E’ diverso”
“Perché?”
“Perché tu sei cambiato”
“Anche Klaus”
“Ma..”
“Nessun ma. Tutti abbiamo fatto cose orribili”
Damon la vide rimuginare.
“Credo tu abbia ragione” ammise alla fine. Lui l’abbracciò “Lo so”
“Dovremmo conoscerli meglio”
“Si. Sono diventati una famiglia e io voglio rimanere nella vita di Stefan”
“Ma non posso perdonare Klaus. Io proprio non so”
“Nessuno ti dice che devi perdonarlo. Ma almeno concedigli una possibilità”
“Bonnie e Kol..ancora non ci credo”
“Elena!”
“Lo so, non devo giudicare” si alzò e si vestì “Andiamo dagli Originali. Chissà magari cambierò idea”
“Si prospetta divertente”
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Ciao a tutti!
Sono tornata in anticipo per farvi un regalo proprio oggi che è Martedì Grasso XD
Ho deciso di regalarvi due momenti Klaroline e Delena emozionanti..che ve ne pare??
Spero di rendervi felici con questa mia sorpresina!
Aspetto vostri riscontri e commenti! Ciaooooo
Vi allego la mia nuova storia. Fateci un salto se vi va!
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Capitolo 12
*** Una notte di luna piena ***


Bonnie aiutò Ayana a mettere dentro la capanna tutti i vestiti lasciati fuori ad asciugare e i tavoli con le panche.
“E voi fate questo ogni mese?” chiese stanca
“Si se non vogliamo trovare tutto distrutto dai lupi” spiegò quella
“E’ solo la seconda volta che lo faccio e non ne posso già più” ammise
“Sei qui da soli due mesi. Quando vivi per anni e anni, ci fai l’abitudine e non ti pesa più”
“Ma non possono, non so, incatenarsi? Sarebbero tutti più al sicuro”
“Cara, questa è la loro terra. Siamo noi gli intrusi. Chiedere una cosa simile scatenerebbe una guerra”
“Ma se lo domandassimo con parole gentili? Magari lo prenderebbero in considerazione” provò
“Bonnie” rispose ferma Ayana “Non si può ragionare con i lupi. Sono aggressivi, impulsivi, pericolosi. Nella loro forma umana possiedono una forza immensa, che va ben oltre quella di qualsiasi uomo. Nemmeno Mikael potrebbe affrontarli. E’ meglio accettare di compiere questo lavoro ogni mese, piuttosto che iniziare una faida che perderemmo in partenza”
Bonnie rimuginò sopra le parole della strega e capì che aveva ragione. Ricordava come fosse Tyler da umano. Molto forte e molto aggressivo. Si riduceva a fare tanti sport per sfogarsi e comunque non serviva a molto. Non aveva mai valutato quanto potesse essere pericoloso vivere a fianco dei licantropi. Quella tregua era una specie di guerra fredda, bastava un niente per far partire il missile che avrebbe dato il via al disastro. Poi ebbe l’illuminazione “Ma noi siamo streghe! Potremmo mostrare a loro chi comanda”
“Noi siamo serve della natura. E i lupi appartengono alla natura quanto gli umani. Non siamo guerriere. Non so cosa avvenga nel tuo tempo, ma qui io non uso la mia magia per fare del male. E non dovresti farlo nemmeno tu” detto questo, la donna si allontanò per finire i lavori e lei rimase sola.
“Ehi, cos’è quel muso lungo?” domandò Caroline risvegliandola dai suoi pensieri
“Ho avuto una discussione con Ayana sul senso di essere strega e ho scoperto che abbiamo due punti di vista completamente differenti”
“Cosa è successo?”
“Stavamo parlando dei licantropi. Più che altro mi lamentavo di questi lavori che sono così faticosi! E ho proposto che i lupi si potrebbero anche incatenare, così non sarebbe stato necessario tutta questa fatica. Ma lei ha risposto che questa terra appartiene a loro e che non dovremmo mai dire una cosa del genere perché scatenerebbe una guerra e saremmo noi a perdere. Allora io le ho ricordato che siamo streghe e lei mi ha detto che le streghe servono la natura, non sono guerriere”
“Beh un discorso impegnativo il vostro” fece Caroline pensierosa “Tuttavia hai ragione Bonnie. Anche io la penso come te. Tyler lo faceva e prima di lui, Mason e tutti i Lockwood. Non capisco per quale motivo questi licantropi si comportino come se fossero i padroni. Anche tra la loro gente c’è chi non si trasforma. Dovrebbero pensare alla loro sicurezza, invece di scorrazzare come cani ogni luna piena”
“Almeno ho qualcuno dalla mia parte”
“Forse però anche tu l’avresti pensata come lei, se non avessi vissuto nel 2000. Rifletti, qui non esistono i vampiri, maledizioni ecc, per cui le streghe non vengono messe in mezzo e possono vivere in tranquillità”
“Si, probabilmente hai ragione” disse all’amica “Dai sbrighiamoci tra qualche ora il sole tramonterà e dobbiamo trovarci nelle grotte”
“Lo so” sospirò la bionda “Ci vediamo alle grotte allora”
“A più tardi”
Chiusa bene la capanna, si diresse verso Kol.
“Hai finito i tuoi lavori?” chiese
“Si. Ti stavo aspettando” lui le prese la mano “Dai andiamo alla grotta. Prima arriviamo, i posti migliori prendiamo”
Si incamminò con lui e raggiunse la destinazione dopo un po’ di tempo.
“Stai attenta” sentì dire a Stefan
“Tranquillo. So come si maneggia un pugnale” rispose Rebekah
Bonnie vide la ragazza intagliare qualcosa nella parete della grotta. Si fece più vicino e capì. Rebekah stava scrivendo dei nomi sulla pietra. Lanciò uno sguardo a Stefan. Anche lui stava pensando la stessa cosa. Quelli erano i graffiti che avevano trovato a Mystic Falls.
“Che stai scrivendo? Che lingua è?” chiese Bonnie
“E’ la lingua che si parla in queste terre. Non tutti conoscono il linguaggio del Vecchio Mondo, ma in questo villaggio la maggior parte viene da lì, per cui quasi tutti lo sanno parlare. Sto scrivendo i vostri nomi. Accanto a Nik ho scritto Caroline, accanto a me Stefan e accanto a Kol Bonnie” spiegò la bionda facendola arrossire. Quel gesto era segno che erano considerati davvero parte della famiglia e lei ne fu entusiasta. Sorrise a Kol che l’avvolse tra le sue braccia.
“Ti piace?” domandò Rebekah a Stefan
“Moltissimo” rispose lui “Però adesso dammi il pugnale”
“Sei più noioso di Nik” lo rimproverò scherzando
“Chi mi ha nominato?” si intromise Klaus appena giunto
“Stefan si preoccupa troppo. Teme che non sappia come usare un pugnale”
“E come dargli torto? L’ultima volta che ne hai maneggiato uno mi hai fatto sanguinare”
“Ma se l’ho fatto apposta” rispose quella in modo spavaldo
“Donne” sentenziò Klaus
“Dov’è Caroline?” intervenne lei notando che la sua amica mancava all’appello
“Non è qui?” L’espressione di Klaus si tramutò. Da essere divertito divenne ansioso, serio.
“No. Pensavo stesse con te”
“Calmatevi. Probabilmente starà venendo” si intromise Stefan, che come loro era preoccupato
“Hai ragione” fece Klaus “Ma vado a cercarla lo stesso” e si allontanò
Bonnie si strinse ancora di più attorno a Kol. Anche lui era in pensiero. Tutti erano molto legati e una brutta sensazione si fece strada in lei.
“Sono sicuro che andrà tutto bene” la tranquillizzò
“Lo spero”
 
 
Dopo aver parlato con Bonnie, Caroline finì i suoi lavori. Era stremata. Faceva davvero molto caldo. Andò verso il ruscello e iniziò a sciacquarsi la faccia. Il suo anello splendeva tra le sue dita. Era davvero bello. Non credeva ancora che stava per sposarsi. Lei e Rebekah avevano discusso e avevano deciso di sposarsi due mesi dopo, in modo che le temperature fossero più accettabili. Lei pensava che il matrimonio sarebbe giunto dopo un anno, invece lì ogni cosa funzionava molto più velocemente. L’acqua sul volto era davvero una salvezza. Sentiva di ritornare a vivere.
“Non credo di averti mai vista, fiorellino” disse una voce dietro di lei. Si girò spaventata e vide di fronte a sé un uomo. Doveva avere più o meno quarant’anni. Era alto e muscoloso. I capelli biondi, ondulati, ricadevano sulle spalle. Sembrava uno di quegli attori che interpretano le parti degli dei nei film. Rimase ammutolita per un po’. Quell’uomo le incuteva timore. Emanava forza e sicurezza solamente dallo sguardo. Le faceva addirittura più paura di Mikael.
“Chi sei?” chiese con voce tremolante e subito si rimproverò. Caroline Forbes non è una ragazzina stupida che ha paura di tutto. Lei è una dura.
“Te l’ho chiesto prima io”
“Mia madre mi ha insegnato che non si parla con gli estranei” rispose sicura e si mosse per allontanarsi. Quello la bloccò. La sua stretta era ferma e le sue mani erano molto calde.
“Non giocare con me fiorellino” Vide distintamente un lampo malvagio attraversargli gli occhi azzurri e capì che era meglio fare come diceva.
“Mi chiamo Caroline. Vivo qui da due mesi già”
“Sei una delle nuove ospiti di Mikael” Non era una domanda. Lei però annuì lo stesso.
“Adesso tocca a te rispondere. Chi sei?” domandò
“Io sono il capo del villaggio vicino. Mi chiamo Alexander” E la consapevolezza giunse. Lui era il capo dei licantropi. Era un lupo e stava parlando con lui in un giorno di luna piena. “Noto dal tuo sguardo che la mia fama mi precede” la prese in giro lui, avendo evidentemente scorto il terrore nei suoi occhi. Caroline si riprese e si liberò dalla presa.
“Se non ti spiace, ho una grotta da raggiungere. Sai com’è, non ci tengo a finire in pasto ai lupi”
Quello rise. “Hai coraggio fiorellino”
“Il mio nome è Caroline, non fiorellino”
 “Ti avevo preso per una ragazzina impaurita, ma mi sbagliavo”
“E io ti avevo preso per un uomo, ma mi sbagliavo” fece lei in tutta risposta. Ottima risposta Caroline, batti il cinque! Si congratulò con se stessa.
“Attenta Caroline. Tua mamma non ti ha anche insegnato che non si scherza con i lupi?” la voce di Alexander era minacciosa e lei lo notò. Ma ormai era andata troppo oltre per fare marcia indietro.
“Credi di essere il primo lupo che conosco?” Caroline vide la sorpresa negli occhi dell’uomo. Questo ovviamente non se lo aspettava. Allora lei si fece più spavalda. Si avvicinò a lui puntandogli il dito contro “Solo che il lupo che conosco io è decisamente più uomo di te e di tutti quelli del tuo villaggio. Lui ad ogni luna piena si incatena, perché non vuole fare del male a nessuno. Invece voi preferite che donne, uomini e bambini lavorino come muli e si rinchiudano in delle grotte a tremare poiché dovete comportarvi come animali!” Ora si sentiva davvero orgogliosa di sé. Gli aveva detto tutto ciò che pensava. Elena la rimproverava sempre quando si comportava così. Secondo lei doveva avere più tatto quando parlava, ma Caroline era fatta così, non poteva farci nulla.
“Penso di essermi sbagliato di nuovo” rispose l’uomo con voce seria “Non sei coraggiosa, sei stupida” Questa volta fu Alexander ad avvicinarsi a lei, mentre lei indietreggiava. I suoi occhi avevano sfumature color oro ed erano crudeli. “Non so se l’hai notato, ma il sole è tramontato, fiorellino. E sai cosa accadrà tra poco? Io mi trasformerò” Caroline si bloccò. Dietro di lei un albero le impediva di proseguire. L’uomo si avvicinò ancora. Poteva sentire il suo fiato sulla pelle. “E quando prenderò la forma di un lupo, mi assicurerò di comportarmi da perfetto animale con te. Sai cosa fanno i lupi alle loro prede? Affondano i loro denti nella tenera carne e le squartano.” Si leccò le labbra con la lingua e le annusò il collo “Posso già sentire l’odore della tua paura, fiorellino. Sono sicuro che avrai un ottimo sapore” le sussurrò nell’orecchio, facendola rabbrividire dal terrore. In quel momento avrebbe tanto voluto dare ascolto ad Elena. Dai Caroline, non è la prima volta che ti trovi nei guai. Sei stata torturata da lupi mannari, ibridi, Alaric, tuo padre. Alla fine te la cavi sempre, sì forte!
Il sole era sparito del tutto. Gli occhi dell’uomo erano completamente dorati.
“Sta cominciando” le disse sorridendo in modo crudele e appena lui si distaccò, gli sferrò un calcio nelle parti basse con tutta la sua forza. Poi iniziò a correre.
“Brava fiorellino. Corri pure. Non lo sai che i lupi vanno matti per la caccia?” le urlò Alexander. Caroline continuava a scappare. Doveva raggiungere la grotta, lì sarebbe stata al sicuro. Doveva andare più veloce. Udì le urla dell’uomo e poi un ringhio. Si era trasformato. Ad un tratto andò a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno.
“Caroline, finalmente! Ti stavo cercando” era Klaus
“Nik dobbiamo fuggire. C’è un lupo, mi insegue. Vuole uccidermi”
Lui la prese per mano e iniziarono a correre. Ma il lupo fu più veloce e sbarrò loro la strada. Era gigantesco. Il pelo color grigio scuro, con denti aguzzi. Ringhiava contro di loro. Stava per spiccare un balzo su di lei, quando Klaus si mise davanti per fare da scudo.
“No!” gridò “Lei è mia. Se la vuoi, dovrai prima uccidermi” Il lupo continuava a ringhiare. Si avvicinò a Klaus e lo annusò e poi accadde l’impensabile: dopo un ulteriore ringhio andò via.
Klaus la prese nuovamente per mano e dopo poco giunsero alla grotta. Non parlarono di ciò che era successo, poiché non sapevano che dire. O meglio lei sapeva, però lui no e non avrebbe dovuto, altrimenti il futuro sarebbe cambiato.
“Finalmente! Eravamo preoccupati! State bene?” chiese Bonnie in pensiero
“Si. Siamo solo stanchi” rispose Klaus per lei.
Si sedette vicino a lui per dormire, ma non riusciva a chiudere occhio. Continuava a rivedere ogni cosa successa. Alexander aveva chiaramente sentito che Klaus era uno di loro, tuttavia gli sfuggiva il motivo per cui non l’aveva attaccato comunque. Essendo il capo del villaggio dei lupi, era chiaramente anche l’alfa e un alfa comanda il suo branco, per cui avrebbe potuto tranquillamente metterlo K.O e attaccare lei. Quindi per quale ragione non l’aveva fatto? Cosa le sfuggiva? All’improvviso la risposta le arrivò chiara. Alexander non aveva solo intuito che Klaus era uno di loro, aveva intuito anche un’altra cosa. L’unica che avrebbe potuto fermarlo dall’aggredirli.
Alexander era il padre di Klaus.
 
 
Stefan era preoccupato. L’espressione di Caroline la sera prima non lo aveva fatto dormire tranquillamente. Era chiaramente successo qualcosa. Non era da lei comportarsi da sprovveduta, ritardando nel coprifuoco della notte di luna piena. Avrebbe davvero voluto prendere sia Bonnie che lei e andare da qualche parte a parlare, però non poteva. Doveva andare insieme agli uomini a rimettere il bestiame nel loro posto, a riportare fuori il tavolo enorme di legno e doveva anche svolgere parte dei compiti quotidiani. Intercettò uno sguardo di Caroline e capì che anche lei voleva parlare con lui. Le fece segno che avrebbero parlato dopo e da bravo uomo, andò a lavorare.
“Come sei serio oggi” disse Rebekah dopo che ebbero cenato
“Hai ragione, scusami. E’ che non sono abituato a tutto questo” le spiegò
“Lo so. Io ormai non ci faccio più caso, ma ammetto che per te, che lo vivi da soltanto due volte, deve essere orribile. E si ripete ogni luna piena” lo comprese lei
“Sono davvero distrutto” disse poi “Ti dispiace se torno già alla capanna per riposare?”
“No” sorrise lei con dolcezza “Però domani ti voglio in forma”
“Ai tuoi ordini” scherzò lui. Lei diede un bacio sulla fronte e si allontanò. Giunse alla capanna insieme a Bonnie e vide che Caroline era già dentro.
“Cosa è successo ieri?” chiese senza giri di parole
“Oh Stefan credo di aver appena compromesso il futuro. Ho fatto un errore e non so quali saranno le conseguenze” disse la bionda visibilmente sconvolta
Lui le si sedette accanto e l’abbracciò. “Raccontaci tutto”
“Dopo aver finito le mie faccende ieri, sono andata al ruscello per sciacquarmi un po’. Lì ho incontrato un uomo. Ho scoperto dopo che era un lupo. Dio, mi ha fatto così innervosire! E allora gliene ho dette quattro e lui mi ha minacciata”
“Cosa significa che gliene hai dette quattro?” domandò Bonnie
“Beh ti ricordi il discorso che abbiamo fatto? Insomma ho detto a lui che anziché farci fare tutti questi lavori ogni mese e comportarsi da animali spaventando tutti, potevano incatenarsi e lasciar vivere in pace le persone”
“Oh Caroline, perché?” fece Bonnie
“E poi cosa è accaduto?” intervenne lui
“Lui si è fatto così minaccioso e ho avuto davvero paura. Ha detto che avrebbe voluto assaggiarmi e che sarei stata un’ottima preda. Io gli ho dato un calcio nelle palle e sono scappata. Ma lui si stava già trasformando. Dopo ho incontrato Nik” Caroline si fermò. Stefan intuì che quella era la parte fondamentale del racconto e non voleva aspettare.
“E?” la incalzò
“E il lupo ci ha raggiunto. Stava per attaccarmi, quando Nik si è messo in mezzo e ha detto che io ero sua e che se mi voleva doveva ucciderlo. Il licantropo lo ha annusato e se ne è andato”
“Siete stati fortunati. Se il lupo non avesse riconosciuto il gene in Klaus, sareste entrambi morti” disse Bonnie
“C’è dell’altro vero?” fece lui intuendo che il racconto non era finito lì
“Alexander, così si chiama il lupo, ha detto di essere il capo del suo villaggio. Per cui..”
“Lui è l’alfa” concluse lui
“Esatto.” Disse Caroline
“Un alfa comanda sempre il suo branco” continuò Bonnie
“Per cui poteva benissimo sconfiggere Klaus, senza ucciderlo e prendermi. Dovevate vederlo, lui mi voleva azzannare” spiegò la bionda
“A meno che…” disse lui
“Oddio” esclamò Bonnie
“Lui è il padre di Klaus” finì Caroline.
Quello decisamente non ci voleva. Klaus gli aveva raccontato che lui non aveva mai conosciuto suo padre, perché quando Mikael li uccise tutti, non aveva ancora scoperto di essere un licantropo.
“Oh bambina, non hai idea di quello che hai scatenato” disse Ayana entrando nella stanza
“Quanto hai sentito?” chiese lui
“Tutto. Mi dispiace di aver ascoltato, ma sono contenta di averlo fatto. Dobbiamo risolvere questa situazione”
“Cosa possiamo fare?” domandò la Forbes
“Tu? Niente. Un lupo prende sempre la sua preda. Ora la sua attenzione è stata attirata da Klaus. Vorrà conoscerlo. Ma come avete anche voi detto, è un alfa. Gli hai solo offerto un nuovo interesse, però dopo verrà da te e ti avrà”
“Ayana, così la spaventi” la ammonì Bonnie “Non preoccuparti Caroline non ti succederà niente. Ti proteggeremo”
“Così peggiorerai il tutto! Comincerai una guerra!” fece Ayana “Con Alexander parlerò io. Tutto quello che dobbiamo sperare è che qualcos’altro catturi il suo interesse. Mikael è un angelo in confronto ad Alexander”
“Ma è il padre di Klaus. Se era così orribile, come mai Esther ha tradito Mikael per lui?” domandò lui
“Ci sono sentimenti che nascono solo dagli occhi. Esther era rimasta stregata da Alexander. Anche ora, dopo venti anni, conserva quell’aspetto che ha fatto battere molti cuori. Ed Esther era la donna del capo villaggio. Una conquista per Alexander. Un’ottima preda per un lupo. Ma lei non è mai stato tanto stupida da farlo arrabbiare”
“Risolveremo questa situazione Ayana. Klaus non deve mai scoprire che quello è suo padre. Siamo tutti d’accordo?” propose lui
“Si Stefan hai ragione” fece Bonnie
“Ma come faremo?” chiese Caroline
“Troveremo un modo”
 
 
Nel frattempo nel 2012
Elena era nervosa. Aveva nuovamente litigato con Damon. Lui era troppo protettivo e a volte voleva decidere per lei. Varcò la soglia dei Mikaelson con un senso di inadeguatezza. Bonnie, Caroline e Stefan avevano stretto un legame profondo con gli Originali e lei non voleva rimanere fuori dalla loro vita. Damon l’aveva fatta riflettere e, anche se con riluttanza, aveva capito che doveva almeno provare a conoscerli. Ma prima di affrontarli tutti, doveva parlare con Klaus, da sola.
“Devo ammettere che ero molto sorpreso quando mi hai chiamato” le disse l’ibrido, mentre beveva un bicchiere di liquore
“Sai perché sono qui” rispose lei secca
“Si lo so. Credo che il tuo fidanzato non ne sia molto entusiasta”
“Per nulla. Preferirebbe essere impalettato piuttosto che lasciarmi da sola con te” Elena vide Klaus sorridere.
“Non preoccuparti. Non sono più un problema”
“Dove sono i tuoi fratelli?” domandò lei notando che non c’era anima viva oltre loro
“Sono da Damon a fargli compagnia. Rebekah era ansiosa di conoscere meglio il suo futuro cognato”
“Ah..giusto” disse amaramente
“Vedo che non sei sorpresa, la strega deve aver già fatto l’incantesimo”
“Come hai fatto a capirlo?” chiese lei
“Andiamo Elena. Ho mille anni. Credi che non sappia una cosa o due sulle magie?”
“Se ne eri già a conoscenza, perché non l’hai fermata?”
“Perché volevo che tu vedessi” le rivelò sincero “Allora chi hai scelto?”
“Rebekah”
 “La tua scelta mi sorprende. Deduco che c’entri Stefan”
“Dovevo sapere se era felice. Tutto qui”
“Mio fratello ha proprio ragione. La tua compassione è un dono”
“Io non posso perdonarti Klaus” sputò lei tutto d’un fiato
“Lo temevo” L’ibrido finì il drink e abbassò gli occhi a terra “Caroline ne sarà infelice. Per lei sei importante”
“Caroline sapeva quello che mi hai fatto. Anche se lei ora si sposerà con te, non uscirò dalla sua vita”
“Ma nella sua vita ci sarò anche io”
“Lo so” Elena guardava Klaus. Solo pochi giorni prima era il loro nemico e ora parlavano di sentimenti. Eppure aveva salvato Damon, anche se non ci andava d’accordo. “Hai ucciso Jenna e hai ucciso me. Hai ucciso la mamma di Tyler e hai fatto altre azioni orribili che non voglio nemmeno continuare ad elencare. Ma hai salvato Damon l’altro giorno e a quanto pare, rendi felice la mia amica. Voglio darti una possibilità Klaus. Dimostrami che meriti Caroline, dimostrami che puoi davvero cambiare e io proverò a dimenticare le cose orribili che hai fatto”
Lui la guardò sorpreso. Poi iniziò ad urlare. Elena osservò l’orario e vide che erano già passati due giorni. Dopo il dolore arrivò anche a lei, ma in forma minore. Ebbe le nuove immagini e vide Stefan nella caverna e lei che scriveva i nomi.
“Dannazione” urlò Klaus scaraventando il bicchiere contro il muro. L’ibrido la prese per mano e con la sua velocità la riportò nella mansione dei Salvatore. “Elijah Rebekah” gridò
“Klaus che cosa succede?” chiese lei spaventata. In un attimo Damon la tolse dalle mani dell’ibrido e la prese con sé, mentre Elijah e Rebekah si avvicinarono al fratello
“Cosa è successo?” chiese la bionda
“Caroline è in pericolo. Dobbiamo riportarli a casa, subito! Chiamate la strega. Non mi importa di Emily Bennet e delle sue missioni, se succede qualcosa a Caroline la farò tornare in vita per ucciderla con le mie stesse mani!” sbraitò in preda all’ira
“Spiegaci che cosa è accaduto” intervenne Elijah
“Ho appena incontrato mio padre”
“Ma tu non l’hai mai conosciuto” fece la bionda
“Appunto! Caroline ha cambiato una parte del mio passato ed è in pericolo. Se qualcosa va storto, chissà cosa succederebbe. Se lui la prendesse..”
“Sono d’accordo con Klaus. Qualsiasi cosa sia successa, se Caroline è in pericolo, devono tornare” si intromise lei, capendo, da come sconvolto era, che la situazione era grave.
“Non c’è bisogno di chiamarmi. Sono qui” disse Lucy arrivando verso di loro “Ho bisogno di sette candele. Abbiamo uno spirito da contattare”
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Ciao a tutti. 
In questa settimana sono riuscita ad aggiornare due volte perchè ho avuto molto tempo. Non sarà così sempre, per cui non ci fate l'abitudine XD
In questo capitolo la situazione viene complicata. Eh vabbè Caroline è fatta così.
Adesso abbiamo da una parte i nostri tre protagonisti in difficoltà che devono escogitare un modo per evitare che il futuro venga compromesso e dall'altra ci sono i nostri amici che di certo non resteranno a guardare!
Che ne pensate di questo colpo di scena?
Vi ho stupito?
Commentate e ditemi la vostra.
Buona festa della donna!!!
Ciaoo

 

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Capitolo 13
*** Decisioni scomode ***


Ciao a tutte! Voglio avvisarvi che questo capitolo è un po’ particolare. Sarà totalmente dedicato al 2012. Inoltre il POV è generale, anche se in alcuni punti sarà incentrato su Damon. Ho voluto avvertirvi prima, perché è un capitolo che si distacca dagli altri come forma. Buona lettura!
 
Damon era rimasto tutto il tempo seduto sul divano con il suo bicchiere di Bourbon, mentre Klaus spiegava ciò che lo aveva spaventato e se avesse avuto ragione, non osava nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto succedere. O meglio LUI non osava immaginare, ma gli altri avevano già elencato una moltitudine di finali catastrofici. 1 Il padre di Klaus uccide Caroline 2 Klaus scopre prima di essere un licantropo, mettendo a rischio l’intera sua linea di vampiri, nel caso in cui il suo finto padre non lo trasformi più 3 Inizia una guerra tra i due villaggi e muoiono tutti.
Lui non voleva essere cattivo, ma tra le tre, la migliore era decisamente la prima. Si sa, tra i mali si sceglie sempre il minore, tuttavia gli altri non erano dello stesso avviso e così, lui si era ritrovato con un pugno sul naso gentilmente offerto dall’ibrido. A volte lo preferiva come era prima.
“Abbiamo le candele. Mi metterò in contatto con Emily Bennet” informò la strega
Tutti si avvicinarono al punto in cui Lucy si stava sistemando, mentre lui rimaneva seduto.
“Tu non ti avvicini?” gli chiese Elena, ancora arrabbiata
“Non vedo cosa cambi. Preferisco stare comodo” rispose. Lei gli diede uno sguardo a metà tra il deluso e il rassegnato e poi si allontanò. Odiava litigare con lei, però lui era così. Aveva detto ciò che pensava perché era la verità. Tra le opzioni, la morte di Caroline era quella meno grave. Dannazione, anche lui alla fine si era affezionato alla biondina, ma se doveva scegliere tra lei e tutti i vampiri esistenti, beh la scelta non era poi così difficile. Tuttavia capiva Klaus, se al posto di Caroline ci fosse stata Elena, lui l’avrebbe ucciso piuttosto che limitarsi a dargli un pugno. E forse era proprio quello che avrebbe fatto, se non fosse stato fermato.
Posò il bicchiere sul tavolino e si avvicinò alla sua donna. Le toccò le spalle e le massaggiò delicatamente.
“Andrà tutto bene. Tornerà da noi sana e salva” le disse dolcemente. Elena poggiò la testa sul suo petto, lasciandosi cullare. Poi l’atmosfera si fece tesa. Le fiamme si alzarono e si staccarono dalle candele ed entrarono in Lucy e lei urlò.
“Cosa succede?” gridò Elena spaventata. La strega stava iniziando a sanguinare dal naso.
“Non lo so” rispose Rebekah che facendo un passo verso Lucy, venne bloccata dalle fiamme che si alzarono in cerchio.
“Sono gli spiriti” disse Elijah
Le fiamme diventarono sempre più alte, costringendo loro ad indietreggiare. Poi tutto finì. Lucy tossiva e respirava a fatica. Elena la prese in braccio e la mise sul divano.
“Prendete dell’acqua e un fazzoletto” comandò “Cosa è successo Lucy?” le chiese
“Non vogliono aiutarci” disse a fatica “Non vogliono che tornino senza aver compiuto la loro missione”
“Maledizione” urlò Klaus
“Calmati Nik” fece Rebekah
“Calmati? Come pensi che io possa calmarmi, se la persona più importante della mia vita è 1000 anni nel passato e rischia di morire?”
“E pensi che a me non importi? E’ diventata una sorella per me! La voglio qui, quanto te”
“Basta! Litigare tra noi non ci porterà da nessuna parte” intervenne Elijah
“Elijah ha ragione. Sono sicura che c’è altro che possiamo fare” continuò Elena
“Infatti” disse la strega che si era ripresa “C’è un altro modo”
Con quelle poche parole ottenne l’attenzione di tutti.
“Ho bisogno del grimorio di vostra madre”
“Perché?” chiese Elijah “Ho letto tutti quei libri e non c’è nulla che possa aiutarci”
“Questo perché tu non sai dove guardare” fece Lucy “E ho anche bisogno della collana e di un effetto personale di ciascuno dei vostri amici”
“Di quello mi occupo io” intervenne Elena
“A cosa ti serve tutto questo?” domandò Klaus
“Farò un incantesimo combinato. Unendo diverse magie, attingendo il potere della strega originale, li riporterò indietro. Gli spiriti parlano e non tutti hanno le stesse idee”
In pochi secondi tutti sparirono, lasciando la strega solo in compagnia di Damon. Lui era di fronte al camino a riflettere: c’era qualcosa che gli sfuggiva. Gli sembrava tutto troppo facile. La strega si mosse e lui si voltò a guardarla. Era diversa, la sua espressione era mutata. Non sembrava più Lucy, ma..
“Emily Bennet” disse avendo compreso
“Sapevo che tu avresti capito subito”
Lui la prese per il collo. “Cosa significa tutto questo?”
“Devi ascoltarmi Damon. Ho solo cinque minuti prima che i tuoi amici tornino. E’ importante” Allora mollò la presa “Ti ascolto”
“Loro non possono tornare Damon. Sono lì per un motivo. Ma gli Originali sono troppo presi dalle emozioni che stanno vivendo per ragionare ed Elena, beh la conosci. Sei l’unico che ha la lucidità giusta per sapere cosa è giusto fare. Ti ho osservato negli anni, ti ho visto fare delle scelte, certo difficili, drastiche, ma giuste. Se sei la stessa persona che ha ucciso Abbie al posto di suo fratello, per fare in modo che Elena non odiasse Stefan, allora sai cosa devi fare”
“C’è anche mio fratello lì”
“Ed era consapevole dei rischi. Ha scelto lui di andare Damon. Tutti loro sapevano che fosse pericoloso. Ma non dimenticarti che Bonnie è una strega e non è sola. Quella è una loro battaglia, ma io non permetterò che i sentimenti compromettano il futuro intero” Emily prese la mano di Damon “Guarda” e allora lui vide. Morte e disperazione intorno a lui. Urla strazianti di dolore, sangue e lacrime.
“Che cos’era?” chiese scosso dalla visione
“Il vostro futuro. Se li farete tornare ora, tra qualche anno migliaia di persone moriranno. E’ questo che vuoi per Elena? Come pensi reagirà a tutto quel dolore?”
Damon pensò ad Elena. Non avrebbe mai permesso che vivesse in un mondo così oscuro. Amava vederla sorridere e avrebbe fatto qualunque cosa in suo potere per impedire che il sorriso lasciasse il suo volto, anche farsi odiare.
“Di cosa hai bisogno?”
“Quando torneranno dovrò intrappolarli in una stanza in modo tale che non possano fare nulla. Userò lo stesso incantesimo che Bonnie ha usato contro Klaus, solo che ho bisogno di un’altra fonte da cui attingere il potere, dato che non ho la luna piena”
“Cioè?”
“Il sangue di doppelganger”
“Elena non mi aiuterà e io non glielo prenderò mai con la forza”
“Ma lei non è l’unica doppelganger giusto?”
“Merda” imprecò. Poi prese il telefono e compose il suo numero.
“Damon, che vuoi? Sono appena uscita da un negozio di intimo e ho preso un completino che farà impazzire Elijah, quindi sono molto occupata” disse Katherine
“Devi venire qui. Subito”
“Perché?”
“Subito Katherine” Poi inviò a Jeremy un messaggio “Tieni occupata tua sorella. Poi ti spiego”
E lei fu lì dopo solo pochi secondi.
“Allora cosa c’è di così urgente?”
Damon le spiegò ogni cosa insieme ad Emily e alla fine del racconto il volto di Katherine era una maschera illeggibile. Non capiva a cosa stesse pensando, ma si doveva sbrigare poiché avevano meno di un minuto prima che ritornassero tutti.
“Elijah non mi perdonerà” disse infine
“Andiamo Katherine. Se l’ha fatto una volta, lo farà di nuovo”
“Ma si tratta della sua famiglia”
“Appunto Katherine. Tu mi conosci meglio di chiunque altro. Credi che farei tutto questo se non sapessi che è necessario? Alla fine anche loro capiranno, ma per ora non devono intromettersi” asserì la strega
“Bene” prese un coltello, si tagliò e fece cadere il suo sangue nel bicchiere “Così nessuno potrà più dire che Katherine Pierce è egoista”
Emily si diresse nel soggiorno e iniziò a compiere l’incantesimo. Nel frattempo gli Originali erano tornati.
“Abbiamo tutto ciò che ha chiesto” disse Klaus
“Dov’è Elena?” domandò lui
“E’ stata bloccata da suo fratello. Affari personali, credo” spiegò l’ibrido.
Molto bene, pensò lui. Emily uscì dal soggiorno e prese il grimorio. Lo aprì e finse di leggere. “Bisogna mettere ogni oggetto al centro di quel cerchio” fece indicando il punto in cui aveva pronunciato l’incantesimo. Gli Originali entrarono nel salotto e la magia venne conclusa. In quel momento tornò anche Elena.
“Che cosa hai fatto?” domandò Rebekah mentre sbatteva le mani contro un muro invisibile
“Che succede?” chiese Klaus
“Ho dovuto farlo, non avevo altra scelta” spiegò la Bennet “Non dovete intromettervi”
“Che significa tutto questo? Damon che sta facendo?” Elena si avvicinò a lui sorpresa.
“Mi dispiace Elena, ma è necessario” rispose lui
“Damon facci uscire da qui o giuro che le torture di mia sorella ti sembreranno solletico rispetto a quello che ti farò io” lo minacciò l’ibrido
“Voi non capite. Siete troppo presi dalle emozioni per ragionare” continuò la strega
“Come hai fatto a rinchiuderci qui?” si intromise Elijah che aveva già iniziato a sospettare altro “C’era bisogno di troppo potere per rinchiudere tre Originali e la luna piena non c’è”
“Sei sempre stato quello più calcolatore Elijah” si complimentò la strega “Ho utilizzato un’altra fonte di potere”
“Il mio sangue” Katherine si fece avanti. Lo sguardo di Elijah era ferito.
“Come hai potuto?” chiese
“Ora pensate che vi abbiamo traditi ma non è così. Noi li stiamo salvando”
“Ti ho perdonata, nonostante tutto quello che avessi fatto. Ti ho dato la libertà e la possibilità di stare con mio fratello ed è così che mi ripaghi?” urlò Klaus
“Proprio per questo pensi che sarei così stupida da tradirti di nuovo?” gridò a sua volta Katherine e tutti si zittirono. Lo sapevano anche loro che aveva ragione, però erano troppo accecati per riconoscerlo.
“Come mai Elena non è qui con noi?” Questa volta era stata Rebekah a parlare
“E’ chiaro no? Damon ha chiesto a Jeremy di tenerla occupata. Non l’avrebbe mai lasciata qui con noi. Sei stato furbo” spiegò Klaus per lui
Elena lo guardava con rabbia. “Tu non hai mai voluto che tornassero, vero?”
“Non è così”
“Sai quanto è importante per me! Sono le mie migliore amiche Damon! E Stefan? Non ti interessa nemmeno di lui?” gli urlò contro. “Hai finto per tutto il tempo! Magari hai mentito anche sul fatto che ti preoccupi per me” E in un lampo si mosse verso il salotto dove stavano imprigionati gli Originali. Damon la intercettò in tempo. La bloccò e la portò nella sua camera.
“Sei impazzita? Cosa pensavi di fare? Per come sono furiosi ti userebbero come ostaggio per uscire di lì”
“E allora? Che ti importa?”
“Elena tu tra gli altri dovevi comprendere! Non metterei mai a rischio la vita di mio fratello! Io so quello che faccio, non sono uno sprovveduto!”
“Potevi parlarne con me!”
“E l’avrei fatto dopo! Ti dovevi solo fidare di me. Soltanto questo Elena”
Damon sentiva un dolore nascere in lui. Nonostante tutto lei continuava a vederlo come il cattivo della situazione. “Mi hai accusato senza concedermi nemmeno il dubbio che io possa avere un motivo per averlo fatto”
Elena si mise le mani sulla testa segno che era confusa.
“Mi dispiace, io..non so che pensare”
“Io ti avrei appoggiata, sempre. Adesso però devo assicurarmi che non farai nulla per intralciarmi. Ti avrei voluta al mio fianco”
“Cosa significa?” la sua voce era allarmata. Emily Bennet giunse da dietro e le fece un incantesimo. La testa di Elena girava. Damon la prese tra le braccia e la posò sul letto.
“Perché mi fai questo?” chiese debolmente
“Hai scelto la parte sbagliata” rispose la strega “Quando i tuoi amici torneranno, il tuo futuro sarà roseo e felice e dovrai tutto questo a lui”
Damon le accarezzò i capelli.
“Mi dispiace” sussurrò lei con le lacrime agli occhi
“Lo so” le disse dolcemente e le lasciò un bacio sulla fronte e lei si addormentò.
 
Nel frattempo, mentre Damon si confronta con Elena
 
Katherine era rimasta da sola di fronte agli Originali. Anche la strega si era allontanata. Elijah non l’aveva più guardata. Era sicuramente ferito. Perché non era stata egoista come sempre? Perché si era lasciata trascinare in quella pazzia?
“Elijah” chiamò
“Vattene Katerina” la sua voce era gelida
“Ascoltami, non capisci”
Lui si avvicinò il più possibile a dove stava lei.
“No sei tu che non capisci. Mi hai tradito, hai agito alle mie spalle. Vai a casa, prendi le tue cose e vattene. Hai tempo, ma sappi che appena uscirò di qui, ti troverò. Conosco tutti i tuoi trucchi, vedremo quanto riuscirai a scappare questa volta” Era diventato minaccioso e per la prima volta dopo 500 anni ebbe paura. “Hai visto cosa ottieni quando ti fidi di qualcuno?” la schernì. Lacrime si erano formate nei suoi occhi. Uscì dalla pensione dei Salvatore e una lacrima scese sulla sua guancia. Nessuno l’avrebbe mai vista piangere, nemmeno l’unica persona che avesse mai amato e che continuava ad amare.

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Ciao a tutti.
Chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto molto da fare e questo capitolo è stato più difficile del previsto. 
Ho deciso di realizzarlo Demon centrico perchè è arrivato il momento di dargli più spazio. Come al solito, Damon si trova a dover prendere una decisione che nonostante sia giusta, lo mette in difficoltà. Che ne pensate della sua decisione? E di come ha reagito Elena?
Ringrazio tutti voi per le recensioni e per le visite e chi mi segue e mette la mia storia tra le preferite! Siete tantissimi!!
Ciaooo

 

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Capitolo 14
*** Il rapimento ***


Ciao a tutti. Questo capitolo è molto particolare e come ho fatto per il 13esimo, vi avviso. Ci saranno moltissimi POV, per cui scriverò sopra il nome cui appartiene. Spero di entusiasmarvi!! Buona lettura.
 
Bonnie
Il sole era alto in cielo quando uscì dalla grotta. Era già passato un mese dall’incidente di Caroline e fortunatamente nulla era avvenuto. Ayana era stata fondamentale in questo, se non fosse stato per lei, sarebbe già iniziata una guerra. Il giorno dopo il loro discorso, era andata nel villaggio vicino e aveva parlato con l’alfa e lei l’aveva accompagnata. Aveva messo in chiaro che Caroline viveva con lei e che se le fosse successo qualcosa, avrebbero iniziato una guerra.
Mi stai minacciando, donna? Nel mio villaggio?” le aveva risposto l’uomo
“Tu sai chi sono, lupo?” aveva detto Ayana “Hai idea di quello che potrei fare a te e a tutto il tuo branco?”
“So cosa sei, sei una strega. Ma tu sei da sola, noi siamo tanti”
“A dire il vero non è sola. E non ti sarai dimenticato di Esther vero?” si era intromessa lei “Noi non vogliamo guai. Lascia stare Caroline e Niklaus e noi continueremo a vivere come se nulla fosse accaduto”
L’uomo l’aveva guardata come se avesse parlato una lingua sconosciuta. Evidentemente non gli piaceva trovarsi in svantaggio, però era abbastanza intelligente da sapere che era meglio non sfidare delle streghe.
“Molto bene. Io manterrò la tregua, ma voi terrete a freno la lingua della ragazza. Un’altra qualsiasi violazione e potete anche chiamare tutte le streghe che volete, nessuno ci fermerà”
“E per quanto riguarda Niklaus? Lascerai in pace anche lui?”
“Hai idea di quanti figli io abbia? Sono sicuro che sta bene dove si trova”
Ma quella risposta non l’aveva convinta. Conosceva abbastanza i licantropi da sapere che sono molto possessivi. Klaus era suo figlio e Bonnie era sicura che lui non ne aveva la minima idea, prima del mese scorso. Aveva anche esternato le sue preoccupazioni ad Ayana.
Non credo minimamente che rispetterà la tregua. Dobbiamo prepararci alla guerra” le aveva rivelato ed erano andate direttamente da Esther. Era giunto il momento di informarla. Era l’unica che poteva difendere Klaus dallo scoprire il segreto. Bonnie ricordava lo sguardo terrorizzato della donna mentre loro le spiegavano tutto. Si era sentita davvero male per lei. In fondo aveva solo fatto un errore. Nel suo tempo era una cosa normale, ma lì, Dio sa cosa le sarebbe potuto succedere.
Ho fatto tutto quanto potessi per impedire che Alexander scoprisse Niklaus. Perché continuo ad essere punita per questo unico errore? Ogni volta che Mikael lo maltratta, il mio cuore si spezza. E io lo guardo sempre, dato che so che merito quella sofferenza. Ma lui? No lui non la merita. E’ stato il frutto di un mio sbaglio eppure è quello che ne paga le conseguenze più crudeli. Se si venisse a sapere che è un bastardo, Mikael lo ucciderebbe”
A Bonnie si era seccata la gola a quella rivelazione. Mikael: lo odiava davvero. Si dice che l’odio sia un sentimento troppo estremo da provare, ma lei ne era sicura di odiarlo. Fortunatamente avevano ottenuto l’appoggio di Esther e da un mese si preparavano ad un qualsiasi attacco, ma niente. Era arrivata anche a credere che forse non sarebbe avvenuto niente, tuttavia, quando giunse alla capanna di Ayana, trovò una triste sorpresa. La porta era stata distrutta, dentro era un disastro. Evidentemente quella notte i lupi si erano dati alla pazza gioia nella loro casa. Inoltre, sulla parete laterale era raschiata una parola: fiorellino. Uscì dalla capanna e notò che gli altri erano ancora lontani, allora sistemò ogni cosa grazie alla magia. Nessuno doveva sapere cosa era successo, tranne Ayana, Stefan, Caroline ed Esther. Ayana fu la prima ad arrivare, seguita da Caroline. Stefan purtroppo sarebbe stato occupato fino alla sera.
“Ayana, Caroline entrate”
Entrambe le donne fecero come detto.
“I lupi sono stati qui”
“Cosa te lo fa dire?” chiese Caroline
“Beh il fatto che ho dovuto fare un incantesimo per mettere a posto il disastro che avevano combinato. Inoltre hanno lasciato un messaggio”
“Che messaggio?” domandò Ayana
“Onestamente non ho capito molto. Era solo una parola, fiorellino”
A quella menzione, Bonnie vide il colorito di Caroline andare via.
“Sono io, fiorellino. Mi ha chiamata così quando parlavamo. E’ per me il messaggio”
Ayana si era alzata dalla sedia.
“I lupi hanno scelto. Siamo in guerra”
 
 
Stefan
Lo sguardo di Bonnie quando gli chiese di parlare era sinonimo di guai. Se lo sentiva che qualcosa sarebbe successo. Quella calma era troppo bella per essere vera.
“I lupi sono stati alla capanna. Hanno fatto baldoria distruggendo tutto” Era stata diretta.
“Come ci muoviamo?”
“Prima di venire da te, un ragazzo del villaggio vicino ha bussato alla nostra capanna. Ha detto che Alexander vuole parlarci urgentemente a causa di un imprevisto successo la sera prima” spiegò
“Cosa ne pensa Ayana?”
“Non lo sa. Potrebbe essere che voglia darci una spiegazione per ciò che hanno combinato ieri notte”
“Oppure?”
“Oppure potrebbe essere l’inizio di una guerra” fece con determinazione “Ayana sta parlando con Esther. Andremo da Alexander. Caroline rimarrà nella capanna con Rebekah”
“Io verrò con voi” disse con sicurezza
“Sei sicuro? Potrebbe essere pericoloso”
“Non vi lascerei mai andare da sole in mezzo ad un branco di lupi”
“Nessuno deve sapere Stefan. Rimanere nell’ignoranza è l’unica salvezza”
“Cosa racconteremo agli altri?”
“Ayana ha pensato anche a quello. Fingerà di aver bisogno di comprare del materiale e chiederà ad Esther di andare con lei per un consiglio. Mikael non fa domande quando si tratta di lavori da donne”
“Io dirò che vi accompagno, perché non me la sento di farvi uscire da sole”
“Speriamo che vada tutto bene”
Stefan si congedò dai lavori adducendo la scusa che aveva riferito a Bonnie e le raggiunse. Tutti e quattro si diressero al villaggio dei lupi. L’aria intorno a loro era seria. Nessuna battuta, nessuno scherzo mentre camminavano. Stefan era preoccupato per Caroline, se solo fosse stato un vampiro, l’avrebbe protetta. In quel momento scoprì con somma sorpresa che era la prima volta che rimpiangeva di essere solo umano.
All’entrata del villaggio c’erano degli uomini in gruppo. Uno si distingueva tra di loro. Era alto, muscoloso e biondo e Stefan non aveva dubbi che fosse il padre di Klaus. La somiglianza con il figlio era impressionante.
“Salve a voi donne, e a te ragazzo. E’ bello rivederti Esther” salutò l’uomo
“Non posso dire lo stesso di te Alexander. Cosa significa quello che hai fatto?” fece Esther
“E’ stato solo un innocuo scherzo” confessò divertito
“Uno scherzo?” rispose Bonnie “Distruggere una capanna è uno scherzo?”
“Sono sicuro che avrete già risolto” controbattè lui
“Ma questo non giustifica l’atto compiuto” intervenne lui serio
“Hai ragione, ma vedi, avevo bisogno di una giustificazione”
“Una giustificazione? Per cosa?” domandò, iniziando a sentire una certa ansia dentro
“Per farvi venire qui”
“Perché ci volevi qui Alexander?” chiese Bonnie aggressiva
“Perché mentre voi perdete il vostro tempo qui con me, alcuni dei miei sono andati a fare una visita a Caroline. Sono sicuro che abbiate creduto che tenerla nella capanna, l’avrebbe salvata”
“C’è mio marito lì, Alexander. E ci sono i miei figli! Li vedranno, li sentiranno”
“State sottovalutando i lupi. Possiamo essere molto silenziosi se vogliamo e con gli strumenti giusti, nessuno può fermarci. Sono sicuro che voi sapete che effetto fa la polvere di papavero. Siete streghe dopotutto”
Stefan realizzò all’istante che la vita di Caroline era in pericolo.
“Dobbiamo tornare alla capanna, subito!” urlò
“Non così in fretta” Si sistemarono in cerchio per bloccarli, ma Bonnie fu più furba di loro. Provocò immediatamente un aneurisma facendoli accasciare al suolo.
“Corriamo” gridò lei e iniziarono a scappare più velocemente che potevano.
 
 
Caroline
L’avevano lasciata a casa come se fosse stata una fanciulla indifesa. Diamine lei non era indifesa, o meglio forse lo era, ma lo detestava. Così, era rinchiusa nella capanna, a cucire il suo abito da sposa insieme a Rebekah.
“Sono così emozionata. Manca solo un mese e diventeremo sorelle a tutti gli effetti” le disse
Voleva andare con Bonnie e Stefan. Dimostrare che non aveva paura, che lei era Caroline Forbes, figlia di uno sceriffo e non si spaventava per così poco.
“E una volta che io e Stefan saremo sposati, finalmente faremo l’amore”
Se sua madre l’avesse vista ora! Lei cuciva! Quanto rimpiangeva il suo tempo. Sarebbe andata con Elena, Bonnie e Rebekah in una boutique e avrebbe provato tutti quegli abiti da sposa splendidi che aveva guardato molte volte nelle riviste. Avrebbe ingaggiato una troupe di estetiste e il giorno del matrimonio sarebbe stata bellissima. Oddio, lei stava per sposarsi! Era successo tutto così in fretta che non l’aveva ancora realizzato. Stava per diventare la moglie di Klaus, cosa avrebbe detto Elena?
“Caroline ma mi stai ascoltando?” fece ad alta voce la bionda
“Si scusami Rebekah. Ero pensierosa”
“Oggi siete tutti così strani. Stefan mi ha ignorata, mia madre era così sfuggente. Bonnie non l’ho praticamente vista!”
“Sai com’è il giorno dopo la luna piena. E’ sempre così faticoso. E poi non riesco ancora a credere che mi sposerò davvero” ammise
“Anche io sai. Ho atteso questo momento così tanto. Sono felicissima!”
“Io ho paura. Pensi sia sbagliato?”
“No, penso sia normale. Stai per giurare di amare una persona per il resto della tua vita. E’ normale avere paura”
Per l’eternità, corresse lei nella mente
“Tu lo ami Nik?” domandò Rebekah
“Con tutta me stessa”
“Allora andrà tutto bene Caroline”
Strinse la mano della ragazza e si sentì rincuorata.
“Ma che belle ragazze” disse un uomo, entrato all’improvviso nella capanna.
“Chi sei? Che vuoi?” chiese lei, avvertendo una stretta allo stomaco
“Chi sarà delle due? Sono entrambe bionde” domandò l’uomo ad un altro
“Prendiamole entrambe”
In un attimo furono su di loro. Lei provò a difendersi, ma quello aveva una forza sorprendente. Con la coda dell’occhio guardò verso Rebekah e vide che l’altro la teneva in braccio. Doveva essere svenuta. Ad un certo punto, quello le mise qualcosa sulla faccia. Inalò della polvere e tutto cominciò a girare. L’ultima cosa che vide fu il suo vestito da sposa abbandonato per terra.
 
 
Kol
Quel giorno era nervoso, molto nervoso. Non era riuscito a vedere Bonnie nemmeno una volta e lui desiderava stare sempre con lei. Fortunatamente il caldo soffocante era passato. Era l’unica nota positiva. Mentre aiutava i suoi fratelli con i lavori, notò che Henrik non stava bene. Si teneva la testa e barcollava. Si guardò intorno, ma nessun’altro se n’era accorto. Allora si avvicinò a lui e lo portò dentro la foresta.
“Cosa hai Henrik?” gli chiese
“Non lo so Kol. Sento che qualcosa di brutto sta per succedere” rispose il bambino
“In che senso qualcosa di brutto?”
“Fa male Kol” pianse
Lui allora lo scosse dolcemente. Fece in modo che lo guardasse negli occhi.
“Henrik impegnati. Sei abbastanza forte da controllare tutto questo. Concentrati” lo incitò
Suo fratello chiuse gli occhi. “Sento che siamo in pericolo. Qualcosa si muove contro di noi”
“Sforzati di più. Chi ci vuole fare del male?”
“Non ci riesco. Mi dispiace non ci riesco” e iniziò a piangere. Kol lo prese tra le braccia e lo consolò. “Shh, non fa niente. Va bene così. Calmati adesso”
Ad un certo punto Henrik iniziò ad agitarsi convulsamente tra le sue braccia. “Fai qualcosa Kol. Sta già succedendo. Occhi gialli. Occhi gialli” poi svenne.
Kol non sapeva cosa pensare. Hernik non aveva mai reagito così. Che cosa intendeva con occhi gialli? E che significava: sta già succedendo? Prese in braccio il bambino e lo portò nella capanna. Lo adagiò sul letto e sperò solo che quanto successo erano solo riflessi della paura di un bambino e niente più.
 
 
Stefan
“Che cosa diremo agli altri?” chiese Bonnie mentre correva vicino a lui
“Non lo so. Spero solo di arrivare in tempo” rispose lui
“Ma se non ci riusciamo, che diciamo?”
“Non lo so, Bonnie” disse in modo sgarbato. Non voleva essere rude con lei, ma aveva in mente solo la sicurezza di Caroline
“Abbiamo pensato io ed Esther a questo. Li faremo addormentare. Se è successo qualcosa avremo tutta la notte per trovarli” gridò da dietro Ayana
Stefan vide in lontananza la capanna. Con uno scatto dettato dalla sua forza di  volontà, andò più veloce. Entrò dentro e si sentì morire. Gli abiti erano per terra. Il filo era sparo per tutta la stanza e le panche erano rovesciate, segno che c’era stata una lotta.
“Siamo arrivati tardi” fece Bonnie
“Noi ci occupiamo subito degli altri” informò Esther
“Dov’è Rebekah?” domandò pieno di paura
“Oh mio Dio Stefan. Erano insieme”
Stefan non perdeva spesso la pazienza, ma in quel momento si sentì furioso. Tirò un pugno al tavolo.
“Perché!” sbraitò in preda all’ira
“Devi calmarti Stefan! Urlare non le riporterà qui” fece Bonnie
“Dovevo proteggerla!” Era lui l’uomo. Aveva promesso a Mikael che Rebekah sarebbe stata al sicuro con lui ed invece era chissà dove, rischiando la sua vita.
“Farò un incantesimo di localizzazione. Le troverò e le riporteremo a casa”
 
 
Rebekah
Si svegliò in un posto molto umido. Accanto giaceva Caroline ancora addormentata. Si guardò intorno e capì di trovarsi in una grotta, tuttavia le sembrava di non riconoscerla. Doveva essere una che non aveva mai visto. Provò a muoversi ma non ci riuscì. Le sue caviglie erano legate da delle catene. La sua pelle era già arrossata e livida a causa dello sfregamento con le catene. Scosse la sua amica per svegliarla.
“Caroline, svegliati” fece a bassa voce. La bionda si mosse e aprì gli occhi.
“Dove siamo?” chiese ancora intontita
“Non lo so” rispose lei, spaventata.
“Mi fanno male le caviglie” disse Caroline
“Sono le catene” spiegò
Poi udì dei rumori e vide due uomini avvicinarsi a loro. Il primo era biondo, l’altro era moro e riconobbe in quello colui che l’aveva rapita.
“Non sapevamo quale delle due fosse, così le abbiamo prese entrambe” spiegò quello moro
“Effettivamente mi ero dimenticato della figlia di Mikael. Anche lei è bionda” rispose quello biondo, poi le guardò “Bene bene, vedo che vi siete svegliate”
“Che cosa vuoi?” domandò aspra Caroline
“Lo sai fiorellino. Voglio te” disse l’uomo biondo. Rebekah si sentì confusa. Sembrava come se si conoscessero, eppure era chiaro che Caroline ne fosse spaventata. Eppure lei l’aveva già visto una volta. Ma dove?
“Lascia Rebekah almeno. Lei non c’entra niente” continuò Caroline
“E’ vero, lei non c’entra nulla. Ma ormai è qui e poi è talmente bella, come lo era sua madre” Gli occhi dell’uomo si posarono su di lei e un brivido di terrore si diffuse dentro il suo corpo. Poi cominciò ad annusarla “Mmmm, una vergine. I miei uomini ne saranno entusiasti” Quello moro protese le braccia verso di lei per prenderla. Rebekah iniziò a muoversi con tutte le sue forze. Poco importava se la caviglia iniziava a sanguinare a causa delle catene e le doleva.
“Aggressiva la ragazzina” la prese in giro quello moro
“Ti prego Alexander, lasciala stare. Ti prego, hai me, ma non fare del male a lei. Ti prego” implorò Caroline
“Come mai non mi minacci più fiorellino? Niente più insulti adesso? Addirittura mi preghi! Mi dispiace per te, ma io non sono Dio. Pregare è inutile”
Rebekah venne trascinata a forza dall’uomo. Urlava, graffiava ma non serviva a nulla. Era troppo forte per lei. Provò anche a morderlo, però quello la colpì sulla guancia. Sentì un rivolo di sangue colare dalle labbra e così si arrese.
“Brava, hai capito. Stai buona”
Mentre veniva portata via si girò a guardare la sua amica. Piangeva per lei, tuttavia lei non aveva versato nemmeno una lacrima. Quei mostri non l’avrebbero vista debole.
L’uomo la portò in mezzo ad un gruppo di quattro persone. Pensò a Stefan e a quanto l’amava, pensò ai suoi fratelli, poi ogni pensiero andò via.
“Ho sempre desiderato fotterla” fece uno nel gruppo. Qualcuno la spinse e lei cadde a terra. Il suo sguardo andò al cielo. Non provava più niente.
Rebekah Mikaelson si era annullata.
 
 
Nel frattempo nel 2012
“Gli occhi neri di lui la abbracciarono in un solo sguardo dalla testa ai piedi;               era ancora quel suo sguardo impudente che sembrava svestirla e che le faceva accelerare i battiti del cuore”
 
Elena era decisamente stordita. Aprì gli occhi e vide Damon intenta ad osservarla. Per un attimo dimenticò ogni cosa fosse successa. C’era solo lui e c’era lei. Poteva giurare di sentire il suo cuore battere, tanta era l’intensità dello sguardo che le mandava. Ma lei ricordava ogni cosa, ogni parola, ogni azione e si sentì tremendamente in colpa. L’immagine dei suoi occhi feriti, dopo che lei aveva dubitato di lui, era ancora presente nella sua mente.
“Quanto ho dormito?” chiese
“Quasi un giorno” le spiegò lui
Si mise a sedere di colpo “Così tanto?” si concentrò e vide i ricordi. Le immagini erano sempre più sfocate, segno che il sangue di Rebekah stava per lasciare il suo organismo, ma sufficienti per tranquillizzarla. Nulla era successo loro e Caroline, Stefan e Bonnie stavano bene.
“Ho controllato i ricordi. E’ passato un mese e tutto bene”
“Damon io..” cominciò lei
“Shhh Elena. Non c’è bisogno che tu dica nulla. Non fa niente” lui le accarezzò i capelli e la strinse a sé. Lei lo spinse via.
“Non è giusto che tu faccia così. Non va bene. Io ho dubitato di te, sono stata una pessima fidanzata Damon. Mi sento così male. Avrei dovuto parlare con te e invece ti ho accusato a prescindere e poi..” si bloccò per trovare le parole giuste “Oddio stavo per andare insieme a loro e se tu non mi avessi fermato..non so che sarebbe successo”
“Va bene, sei stata un po’ fuori controllo, ma è tutto risolto” le disse lui sorridendole
“Puoi perdonarmi?” domandò lei
“Certo piccola Gilbert” scherzò e fece per abbracciarla ma lei si scansò di nuovo
“No!” si lamentò “Non è giusto che ogni cosa mi venga perdonata solo perché sono Elena Gilbert, la doppelganger, che ha perso sia i genitori adottivi che quelli naturali e anche la zia Jenna e Alaric. Io ho sbagliato Damon! Dovresti essere arrabbiato con me come io lo sarei con te”
Lui rimase in silenzio. Elena vedeva che la osservava attentamente. Il suo sguardo era strano, profondo.
“Hai ragione Elena” disse ad un tratto “Sono molto arrabbiato con te” si protese verso di lei e lei indietreggiò fino a quando non fu completamente stesa di spalle sul letto. Damon torreggiava su di lei. “Non ti sei comportata bene” continuò mentre il suo viso si faceva sempre più vicino “E le ragazze cattive meritano una punizione” le sussurrò nell’orecchio. Elena era stordita ed eccitata allo stesso tempo. “Sei d’accordo?” chiese cominciando a sbottonarle la camicetta che indossava “Si” disse debolmente lei “Ma cosa dovrei fare” fece ancora lui, mentre con velocità le toglieva i jeans e la lasciava in mutande e reggiseno. Poi la baciò sul collo e lei inarcò la schiena per il desiderio “Forse dovrei morderti” Elena gemette. Quella prospettiva la eccitava tantissimo, lo voleva più di qualsiasi cosa. Damon mordicchio sul suo collo “Qui?” domandò in un sussurro, poi scese in basso sopra il seno “Qui?” si mosse ancora più giù all’inizio del ventre “Qui?” Elena stava impazzendo. Damon raggiunse la sua coscia destra, l’aprì e mordicchiò nella parte interna vicino all’inguine “O qui?” Il suo respiro si spezzò, ogni sua volontà svanì. Sapeva che stava per morderla, era la prima volta che lo faceva in quel punto ed era consapevole che avrebbe perso la testa. Poteva sentire i canini di Damon allungarsi, quando le urla degli Originali spazzarono via l’atmosfera sensuale che si era creata.
“Che diamine” imprecò il Salvatore
Elena si preparò e le immagini giunsero anche a lei. Pur sfocate e deboli, capì subito cosa era successo e l’eccitazione fece posto alla paura. Non aveva nemmeno la forza di parlare. Tese la mano a Damon che la prese e vide anche lui.
“Merda”
 
 
Klaus era come un toro affamato in gabbia. Detestava stare lì dentro senza poter fare niente, però almeno Caroline stava bene ed era tutto ciò che contava. Aveva trascorso un giorno intero a riflettere su quella faccenda e doveva ammettere che forse la strega non aveva tutti i torti. Si era lasciato prendere troppo dalle emozioni e non era più riuscito a ragionare. Guardò Elijah e il suo volto non esprimeva nulla. Si sentiva tradito, lo capiva, ma aveva anche capito Katerina. Aveva sì agito alle sue spalle, ma per fare del bene. Forse anche lui ci sarebbe arrivato, una volta superato il senso di tradimento.
“Sembra che qualcuno stia per fare sesso” esordì lui divertito dalla mancanza di privacy e dal fatto che udiva distintamente i sospiri della coppia
“Che cosa disgustosa” commentò Rebekah “Sono troppo giovane per questo”
Lui scoppiò a ridere. Sua sorella era tutto, ma di certo non giovane.
“Cosa ridi Nik?” fece lei
“Niente” continuò lui sghignazzando “D’altronde hai ragione, hai solo mille anni”
Lei lo spinse via, facendolo sbattere contro la barriera
“Permalosa” commentò e notò che anche Elijah sorrideva.
All’improvviso arrivò il dolore. Gridarono insieme. Vide un’altra luna piena, i lavori e lui che andava a riposarsi per la giornata faticosa. Insomma nulla di nuovo. Tuttavia, fu l’espressione di Rebekah a metterlo in allarme.
“Rebekah, tutto bene?” chiese
“Nik..nik” stava piangendo. Di colpo le fu accanto. Sentiva che tremava.
“Elijah, è successo qualcosa” Anche suo fratello piombò accanto a Rebekah che non parlava. Poi ad un tratto vide. Aveva scelto di mostrarlo poiché non riusciva a parlarne. Era come viverlo. La stavano per stuprare e insieme a lei c’era Caroline.
Un urlo disumano uscì dalla sua bocca. Sua sorella, la sua dolce sorellina. L’immagine si concludeva con lei che cadeva a terra. Che cosa sarebbe successo dopo? Che cosa le avrebbero fatto? Sarebbe morta?
Elena e Damon accorsero subito. La Gilbert era scossa, anche lei aveva visto. Ormai era troppo tardi, qualsiasi cosa stesse accadendo non potevano più fermarla. La rabbia si impadronì di lui e poteva sentire il lupo che prendeva spazio dentro di sé. Guardò Damon dritto negli occhi.
“Io ucciderò te e chiunque tu conosca”

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Capitolo 15
*** Corsa contro il tempo ***


Ciao a tutte. Come vi ho scritto nel capitolo precedente, questo è un continuo, per cui seguirà la stessa forma con vari POV preceduti dal nome. Buona lettura.
 
Stella, mia unica stella,
nella povertà della notte sola,
per me, solo, rifulgi,
nella mia solitudine rifulgi;
ma, per me, stella
che mai non finirai d’illuminare,
un tempo ti è concesso troppo breve,
mi elargisci una luce
che la disperazione in me
non fa che acuire.
Giuseppe Ungaretti
 
Rebekah
Era in ginocchio e guardava il cielo. Le nuvole oscuravano quella serata, ma una stella, luminosa, era fuggita dalla gabbia e splendeva, sola. Rimase incantata a fissare quella luminosità. Qualcuno da dietro le strappò il vestito, che si piegò in avanti lasciandola soltanto con una camicetta sottile. La presero da sotto le ascelle e glielo sfilarono. Lei non oppose nessuna resistenza. Continuava a guardare la sua stella. Era così chiara e così grande che sembrava volesse raggiungerla. Un uomo le prese il seno tra le mani e iniziò a sfregarle i capezzoli. In quel momento si sentì male. Nemmeno la sua stella adesso poteva distrarla. Guardò il volto dell’uomo, che osservava il suo seno come se fosse affamato.
“No, lasciami” provò a divincolarsi, ma le catene le impedivano qualsiasi movimento.
“Dovremmo toglierle, altrimenti come farà ad allargare le gambe?” disse uno, facendo schiamazzare gli altri. Le sue caviglie sanguinavano, come le sue ginocchia a causa della caduta di prima. Il moro che l’aveva presa le tolse le catene e per un attimo, per un solo misero attimo si sentì meglio. Poi qualcuno la buttò bruscamente a terra e le aprì le gambe con forza. Lei provò in tutti i modi a chiuderle. Prese manciate di terra e iniziò a lanciarle addosso a chiunque le stesse di fronte.
“E’ meglio se le leghiamo le mani”
“Ti conviene collaborare, piccola. Ti farà meno male” fece il moro che si piazzò davanti a lei. Rebekah notò che stava iniziando a togliersi i pantaloni. Adesso era in trappola. Due uomini le tenevano le gambe aperte e uno le bloccava le mani da dietro, per fare in modo che l’altro la violentasse e poi si sarebbero scambiati di posto. A turno l’avrebbero presa e di lei non sarebbe rimasto nulla. Voleva davvero essere forte, voleva davvero non mostrare la sua paura. Ma quando quello, nudo, si piegò in avanti verso di lei pronto a penetrarla, l’unica cosa che potè fare fu piangere. Le lacrime bruciavano sulle sue guance, bruciavano come se fossero state di sangue. Diede un ultimo sguardo alla sua stella, ma non la vide. Anche lei alla fine era stata coperta dalle nuvole, anche lei era andata via, lasciandola sola. Il moro di fronte a lei si avvicinò ancora di più e poi Rebekah vide chiaramente la lama di una spada uscire dal suo petto. Inizialmente credette di essersela sognata. Quella scena era stata così veloce che dovette ripensarci per catturarla. Una lama argentata uscì dal petto dell’uomo e poi sparì, lasciando al suo posto un fiume rosso di sangue.
“Stefan! Non devi ucciderli” Aveva detto qualcuno. Le voci erano così distanti che non le riconobbe. Sapeva solo che era salva. La sua testa toccò terra. Chiuse gli occhi e cancellò ogni cosa perdendosi nel buio.
 
 
Bonnie
Prese i due abiti da sposa e li utilizzò per rintracciarle. Sapeva che quella era una corsa contro il tempo, non poteva perdere nemmeno un secondo. Rebekah e Caroline rischiavano la vita ogni momento che passavano con quegli animali.
“Allora” le domandò impaziente Stefan. Non l’aveva mai visto così. Sembrava potesse esplodere da un momento all’altro. Bonnie notò che aveva anche una spada con sé.
“Ho quasi finito” disse, vedendo come il percorso si delineava “Lo sai che non puoi ucciderli vero?”
“E perché mai?” domandò l’amico che davvero stentava a riconoscere
“Perché è Mikael che li deve uccidere quando si trasformerà. Sai la famosa guerra licantropi-vampiri? Se li ucciderai tutti, non so cosa succederà al futuro”
“Hanno preso Rebekah. Se solo osano toccarla, io..” Era chiaramente sull’orlo della follia.
“Sono preoccupata quanto te ma non possiamo interferire con gli eventi. Li dobbiamo solo rendere innocui e far loro dimenticare ogni cosa. Unendo i poteri miei con quelli di Ayana ci riusciremo”
“I miei figli e Mikael stanno dormendo. Noi siamo pronte” informò Esther, entrando nella capanna. L’incantesimo di Bonnie si completò in quel momento. Aveva usato gli elementi della natura ed infatti fu la terra ad indicare loro il percorso.
“Dobbiamo seguire questa striscia di terra, ci condurrà da loro” avvisò lei “Stefan, prometti che non ucciderai nessuno”
Quello iniziò a camminare senza rispondere.
“Prometti” urlò
Stefan si bloccò e la guardò. “Non faccio promesse che so di non poter mantenere” e prese a correre seguendo la linea di terra. Bonnie lo seguì. Doveva impedirgli di compiere una pazzia. Non potevano permetterselo. Avevano sicuramente già modificato il corso degli eventi nel passato, sperava solo che tutto ciò non influenzasse il futuro. In cuor suo pregava per le sue amiche. Vi prego spiriti, fate che stiano bene. Non fateci arrivare troppo tardi, per favore. Stefan era davvero veloce. Stava già correndo da un po’ e si era fatto buio. In lontananza sentiva delle voci. Continuò a correre velocemente. Ormai erano quasi arrivati. Poteva capire ciò che stava succedendo. C’erano degli uomini che stavano tenendo ferma una donna, mentre un altro, nudo, stava per violentarla. Sentì un groppo in gola. Alzò la mano per provocare un aneurisma, ma Stefan fu più veloce di lei. Con la spada infilzò l’uomo nudo che cadde a terra sanguinante e riconobbe così la ragazza. Rebekah.
“Stefan! Non devi ucciderli” gridò per farlo ragionare. Aveva decisamente paura della reazione del suo amico adesso. La bionda era stesa a terra svenuta, mentre gli altri uomini avevano iniziato una rissa con Stefan. Lei li bloccò tutti. Adesso erano arrivate anche Ayana e Esther.
“La mia bambina” disse piena di dolore la strega originale. Bonnie non si era ancora soffermata sull’amica. Quante volte l’avevano violentata? Era piena di ferite e sangue. Che cosa le avevano fatto? Non si era nemmeno accorta di piangere. Allungò la mano e i lupi iniziarono ad urlare. Si presero la testa tra le mani e si accasciarono. A vederli adesso erano patetici. Quante volte avevano fatto urlare Rebekah? Quante volte aveva implorato loro di fermarsi? Quelli iniziarono a sanguinare dal naso. Qualcuno la scosse.
“Fermati, così li uccidi” e si riprese. Non si era resa conto di quello che faceva, aveva agito in preda alla rabbia. Stefan le diede uno sguardo riconoscente, poi prese in braccio Rebekah e la portò via diretto verso la capanna. Insieme ad Ayana si avvicinò agli uomini e fece dimenticare loro ogni cosa. Poi seguì le tracce della terra per recuperare Caroline, ma non la trovò.
“Non c’è” disse allarmata
“Guarda le tracce, è stata portata via” fece Ayana
“Dobbiamo seguirla” asserì Esther
“Noi si” iniziò lei “Ma tu no. Vai da Rebekah, quando avremo trovato Caroline, torneremo e faremo dimenticare questa brutta esperienza. Mai nessuno dovrà parlarne”
“Va bene. State attente” e se ne andò.
Bonnie, seguita da Ayana, cominciò a correre.
Doveva salvarla.
 
 
Caroline
Stava piangendo. Se solo fosse stata ancora un vampiro, lo avrebbe ucciso e avrebbe portato via Rebekah, ma era solo una stupida umana indifesa. L’aveva vista andare via. Quell’animale l’aveva colpita e tutto questo per colpa sua e della sua maledetta linguaccia.
“Devo ammettere che mi piaci di più così, sottomessa, mansueta. E’ eccitante” la prese in giro Alexander, mentre le toccava i capelli.
“Non mi toccare” disse con rabbia, provando a colpirlo. Quello odorò la sua ciocca di capelli. “Hai un odore così buono”
Lei lo schiaffeggiò “Ho detto non toccarmi”
Caroline venne presa dal collo e sollevata come se fosse stata una piuma. Alexander la sbattè contro la parete e sentì un dolore terribile alla testa.
“Non so se hai notato fiorellino, ma sei incatenata in un posto con dei lupi. Non credo sia furbo farmi arrabbiare” La spinse via facendola cadere rovinosamente per terra. Le caviglie le dolevano in modo impressionante. Inoltre a causa della caduta, il vestito le si era alzato, scoprendole le cosce. Notò lo sguardo famelico dell’uomo e subito lei si coprì, guardandolo in maniera disgustata. Alexander rise. Si piegò vicino a lei e cominciò ad accarezzarle le gambe.
“Credi davvero che coprirti basti a fermarmi? Se io volessi, potrei averti ora e tu non potresti fare nulla per impedirmelo” la sua mano andò sempre più in alto toccandole il fianco. Lei provò di nuovo a colpirlo ma venne nuovamente bloccata dall’altro braccio. “Sei legata fiorellino. Posso fare di te quello che voglio” continuò a vagare sul suo corpo fino a soffermarsi sulla sua intimità. Caroline sentì lo stomaco rivoltarsi. Aveva le mani bloccate, le gambe legate. Così fece l’unica cosa in suo potere, gli sputò in faccia. Quello tolse la mano dal suo corpo e la colpì con forza sul volto. Poi si alzò e le liberò le mani. Si pulì la faccia ed infine odorò la mano con la quale l’aveva toccata.
“Mmmm, Davvero un buon odore” disse “Non mi stupisce che mio figlio sia così attratto da te”
Lo sguardo famelico tornò sul volto dell’uomo.
“Però questo atteggiamento da pudica non ti si addice, fiorellino”
“Che cosa vorresti dire?”
“Oh, lo sai benissimo” fece con un ghigno divertito “Tuttavia c’è qualcosa che non avevo previsto. Dovrò cambiare i miei piani”
“Cosa significa cambiare i tuoi piani?” chiese allarmata e poi iniziarono le urla. Li avevano trovati. Sorrise. Finalmente quell’incubo sarebbe finito.
“Le streghe ci hanno trovato. Hanno fatto in fretta” ammise Alexander, prendendola in braccio.
“Che fai?” domandò lei, la cui felicità svanì.
“Ti porto via” rispose “Davvero credevi che non avessi pensato a questo? Mi hai sottovalutato fiorellino” e iniziò a camminare verso il fondo della grotta.
Caroline lo prese a pugni sulla schiena, ma lui reagiva come se gli stesse facendo il solletico.
“Diventi sempre più interessante fiorellino”
“Perché mi fai questo? Che vuoi da me?”
“Prima volevo violentarti in maniera brutale, da perfetto animale. Adesso però i miei piani sono cambiati”
“Cioè?”
“Non potrei mai uccidere la madre di mio nipote, il sangue del mio sangue”
All’inizio non capì. Nipote?
“Andiamo, non dirmi che non ti sei accorta di non aver sanguinato”
E realizzò. Era così presa dal matrimonio che non aveva minimamente pensato di tenere il conto dei giorni. Inoltre Klaus era venuto dentro di lei, dato che non esistevano i preservativi in quell’epoca.
“Sono incinta” pronunciò con sgomento e terrore, mentre tutto intorno a lei girava. Stava per svenire e l’ultima cosa che sentì fu la risata di Alexander.
 
 
Stefan
La portò nella capanna di Ayana e la fece stendere sul letto. Con delicatezza le accarezzò il viso, soffermandosi sul punto dove un livido si stava formando. Che cosa le avevano fatto? Aveva analizzato tutto il suo corpo. C’erano ferite, graffi su tutto il corpo, ma ciò che lo preoccupava di più erano i tagli alla caviglia.
“Mi dispiace tanto” disse colmo di dolore. Le lacrime iniziarono a scendere dal suo volto. La colpa di non averla protetta lo schiacciava.
“Stefan” sussurrò lei aprendo gli occhi
“Sono qui. Sono qui” fece lui con dolcezza
“Grazie, mi hai salvata” affermò debolmente “Lui stava, stava..ma tu l’hai fermato. Mi hai salvata”
Stefan sgranò gli occhi. Era arrivato in tempo. Era davvero arrivato in tempo. Le lacrime continuavano a scendere, ma adesso erano di gioia.
“Non ti lascerò mai più sola, mai più” le promise
“Grazie, grazie” continuava a ripetere lei piangendo. Avvertì un tocco alla spalla e si voltò. Esther era dietro di lui.
“Me ne occupo io adesso, Stefan”
Lui si staccò da lei. Esther si sedette vicino alla figlia. “Mamma” chiamò Rebekah
“Bambina mia” rispose la strega
“Ho avuto tanta paura”
“E’ tutto finito adesso. Nessuno ti farà più del male” Piano piano, le ferite di Rebekah guarirono. Era davvero una strega potente.
“Adesso dormi bambina, hai bisogno di riposo”
Entrambi rimasero a vegliarla fino a quando non fu colta dal sonno. Stefan era preoccupato per lei, era così fragile, non meritava tutto quello.
“Non temere Stefan, Ayana e Bonnie cancelleranno questa serata dalla sua mente. Noi saremo gli unici a sapere”
“Se le fosse accaduto qualcosa..”
“Ma non è stato così. Siamo arrivati in tempo. Speriamo che per Caroline sia stato lo stesso”
Caroline. L’aveva rimosso completamente. Anche lei era in pericolo, ma non appena aveva visto Rebekah ogni cosa è andata via dalla sua mente. Come aveva fatto a dimenticarlo?
“Devo raggiungerle” disse
“Sarebbe inutile. Sono troppo lontani ormai. Bonnie ed Ayana la troveranno. Tua sorella tornerà”
Stefan uscì dalla capanna e guardò il cielo.
Per favore, riportamela a casa sana e salva.
 
 
Bonnie
Stava seguendo le tracce già da un po’ ma non riusciva a raggiungerli.  Erano troppo veloci per loro. Di questo passo li avrebbero persi.
“Siamo troppo lente” avvisò Ayana. Non avevano molto tempo. Ogni minuto era prezioso per la vita di Caroline.
“Li perderemo” fece lei spaventata.
Ayana la prese per mano e la fece fermare. Iniziò ad invocare l’aiuto degli spiriti e il vento si alzò, facendosi sempre più forte. Poi si fermò e davanti a loro videro un cavallo. Era completamente nero. Il suo manto lucido splendeva nell’oscurità. Non aveva mai visto un esemplare così fiero.
“Gli spiriti non ci abbandonano mai Bonnie” le disse la strega
“Io non so cavalcare” affermò lei ancora sorpresa dalla comparsa improvvisa del cavallo.
“Lo farà lui per te”
Si avvicinarono all’animale. Ayana la aiutò a salire. Poi notò che la strega stava proseguendo a piedi. Effettivamente senza sella sarebbe stato impossibile salire per lei.
“E tu?” chiese
“Io ti seguo correndo. Devi fermarli. Sei potente e sai come fare” Poi la strega diede un colpetto al cavallo che partì. Era velocissimo. Sentì il vento attorno a se e si sentì bene. Si tenne alla criniera dell’animale.
“Vai Ares corri”
Aveva deciso di chiamarlo come il dio della guerra. Era un nome appropriato, quel cavallo era un guerriero.
 
 
Caroline
Quando riprese i sensi era ancora tra le braccia di quell’uomo orribile. Stava correndo ed era molto veloce. L’avrebbero raggiunta?
“Dove mi stai portando?” chiese
“Molto lontano, dove non possono raggiungerti” la informò quello
“E poi?”
“E poi ti terrò con me, fino a quando non partorirai. Dopo non so. Se sarai brava, potresti anche sopravvivere. Altrimenti ti ucciderò”
“E il bambino?”
“Se sarà un maschio, sarà mio”
“Perché vuoi il mio bambino?”
“Perché vedi fino ad un mese fa avevo solo figlie femmine, ma poi grazie a te ho scoperto di avere un figlio maschio. Un lupo. E adesso avrò anche un nipote. Se sarà maschio lo terrò con me e lascerò perdere Niklaus”
“E se sarà una femmina?”
“Morirà con te e Niklaus conoscerà il suo vero padre”
“Per quale motivo fai tutto questo?”
“Io sono un alfa fiorellino. Niklaus ha il mio sangue ed è destinato ad essere un alfa come me, quindi anche il suo bambino”
“Mio figlio potrebbe non essere come te”
“Impossibile. I figli di un alfa presentano tutti il gene del lupo. Hai un animale dentro di te fiorellino”
La notizia la colpì. Era incinta e suo figlio o sua figlia sarebbe stato un licantropo. Si accasciò sulla spalla di Alexander. Il peso di quelle rivelazioni era davvero grande. Quali sarebbero state le conseguenze? Lei nel futuro era vampiro e se fosse tornata ora, che sarebbe successo? L’avrebbe perso?
Giunsero in una radura. Le nuvole che fino a prima avevano coperto il cielo erano sparite. La luna splendeva alta. C’era un lago di fronte a loro e una barchetta armeggiata a riva. Alexander la depose sulla barchetta e si preparò a partite. Si tolse la maglia e si asciugò il sudore. Dietro la spalla, Caroline notò una voglia a forma di mezza luna.
“Che cos’è?” domandò indicando quel simbolo
“E’ ciò che sono”
“Che significa?”
“Rappresenta la mia famiglia, il mio branco” spiegò
“Ma Niklaus non ha quel simbolo”
“Lo hai osservato bene allora, fiorellino!” la prese in giro facendola arrossire “Niklaus non ha quel simbolo perché è nato da un rapporto con un non lupo”
“Esther”
“Brava fiorellino”
“Quindi se tu hai rapporti con una donna del tuo branco, il figlio che nasce presenta quel simbolo sul corpo?”
“Esatto. Ci distingue dagli altri”
“Cosa avete di diverso?”
“Siamo più forti, più veloci. E tutti coloro che hanno il mio sangue rimangono in sé dopo la trasformazione”
“Quindi non perdono il controllo?”
“No”
Quelle informazioni la fecero riflettere. Tyler non aveva quel simbolo. Chissà se nel futuro esisteva ancora qualcuno come loro. Aveva saputo che erano rimasti pochissimi licantropi a causa della faida millenaria tra lupi e vampiri, per cui forse erano stati tutti sterminati.
Ad un tratto senti un forte rumore. Sembrava un cavallo. Vide Alexander mettersi in allerta. E Bonnie fece la sua comparsa. Stava cavalcando un cavallo nero enorme. L’animale si bloccò e lei scese puntando una mano verso di loro. Alexander si mise ad urlare tenendosi la testa tra le mani.
“Sarai anche un alfa, ma contro una strega non vali nulla” disse lei con disprezzo
Alexander continuava ad urlare, fino a quando non perse i sensi. Bonnie si avvicinò a lei e le tolse le catene. Poi l’abbracciò
“Oh Care, che paura che ho avuto. Stai bene?” chiese preoccupata
“Ora si” rispose lei
Dopo qualche minuto giunse Ayana. Caroline vide le due streghe fare qualcosa all’uomo.
“Gli stiamo cancellando te dalla sua memoria. Non ricorderà nulla di Niklaus né di quello che è successo con te”
Lei annuì. Quell’incubo finalmente era finito. Insieme alle due streghe tornò a casa che già albeggiava. Era distrutta. Venne guarita da Esther e scoprì che Rebekah stava bene. Ogni ricordo venne cancellato dalla memoria della bionda per la sua salvaguardia. Si mise a letto e si toccò la pancia.
Era incinta.
Poi si addormentò.
 
 
Nel frattempo nel 2012
 
Elena osservava la scena come uno spettatore. Da una parte Klaus, l’ibrido millenario, con i canini che fuoriuscivano e gli occhi ambrati, dall’altra Damon, il suo uomo che lo fissava.
“Dovresti cambiare le battute, questa l’ho già sentita” disse a Klaus “Io ucciderò te e chiunque tu conosca” lo imitò
“Damon smettila” lo riprese lei vedendo l’espressione dell’Originale
“Quando uscirò da qui, sarò ben lieto di dimostrartelo” rispose Klaus
“Ragazzi calmatevi. Questa situazione è già difficile da sola, non c’è bisogno di mettersi a litigare” continuò lei
“Questa situazione non sarebbe stata difficile se il tuo ragazzo non si fosse messo in mezzo! A quest’ora sarebbero già qui! E Rebekah non rischierebbe di morire!” urlò l’ibrido
“Pensi che io non lo sappia? Nessuno avrebbe potuto prevedere tutto questo” si difese Damon
“Come pensi reagirà Stefan, quando scoprirà che chi ha permesso tutto questo è stato suo fratello?” continuò a gridare quello
“Ho solo fatto ciò che era giusto! Se non foste stati presi dai sentimenti come delle ragazzine al primo appuntamento, l’avreste fatto anche voi” urlò a sua volta Damon
“Sei soltanto un egoista! Io uccido, faccio cose orribili in nome della mia famiglia. Tu chi hai? Guarda, nemmeno Elena ha avuto fiducia in te!”
Elena osservava ogni cosa come se succedesse al rallentatore. Klaus l’aveva colpito dove faceva più male. Adesso erano così vicini che si potevano toccare. E capì. Klaus aveva pensato a tutto. Aveva detto quelle cose poiché sapeva avrebbero suscitato la sua reazione. Il Salvatore fece un passo avanti.
“Damon no!” gridò disperata “Emily!” chiamò in preda alla paura.
Klaus aveva preso Damon per il collo e l’aveva sbattuto contro il muro. Stava per morderlo.
“Klaus” chiamò “Mi hai chiesto se avrei mai potuto perdonarti. Ebbene, risparmialo e io ti perdonerò” l’ibrido si bloccò “Risparmia l’amore della mia vita e io dimenticherò tutto il male che mi hai fatto. Dimenticherò che hai ucciso Jenna, dimenticherò che mi hai ucciso. Ogni cosa andrà via. Risparmialo e avremo una possibilità. La possibilità di essere una famiglia. Ti ho chiesto di dimostrarmi di meritare Caroline. Dimostrami di essere cambiato, ti prego” Anche lei era entrata nel salotto. Avanzava verso di lui che teneva Damon bloccato e i canini ancora fuori, pronto per morderlo. Però la fissava. Aveva ascoltato ogni parola, ogni singola parola che lei aveva pronunciato. “Per favore Klaus, io lo amo. Non portarmelo via”
Klaus mollò la presa su Damon. Il suo volto tornò normale. Lei corse verso di lui e lo sorresse stringendolo vicino.
“Per Caroline. Solo per Caroline” disse Klaus
Elena annuì. Poi avanzò verso l’ibrido e lo abbracciò.
“Grazie” Lui era rimasto immobile, come se ancora non credesse possibile che lei potesse perdonarlo.
Elena ritornò da Damon.
“Beh questa volta me la sono vista brutta” scherzò. Alzò gli occhi al cielo. Sempre il solito.
“Siete liberi” disse la strega
“Cosa?” chiese lei
“E’ tutto finito” Poi le fiamme uscirono dal corpo di Lucy e la strega cadde a terra priva di sensi. Contemporaneamente solo Rebekah urlò. Elena colse pochissime immagini sfocate, ma capì anche lei.
Rebekah era salva. Di Caroline non c’era traccia, ma se la strega aveva detto così evidentemente anche lei stava bene.
Non capì come mai, ma abbracciò la vampira bionda. Era contenta che stesse bene, era contenta che tutto si fosse risolto per il meglio.
“Se informaste anche noi, vi saremmo grate” ironizzò Klaus
“Non è successo nulla. Mi hanno salvata in tempo. Inoltre mi hanno cancellato la memoria per non farmi ricordare”
“E Caroline?” chiese l’ibrido
“Non lo so, io sono andata via subito con Stefan. Però credo stia bene, hai sentito Emily? Se ci ha liberati c’è un motivo”
Elena osservò Elijah camminare. Stava per andare via e lei sapeva anche dove.
“Elijah”
Lui si voltò verso di lei.
“Katherine l’ha fatto per voi”
“La tua compassione è un dono Elena. Ma io non sono te” e sparì.
 

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Capitolo 16
*** Due matrimoni ed un funerale ***


Ciaooooo, rieccomi! Ovviamente ormai avete capito che se trovate qualcosa scritto da me prima del testo, è perché devo comunicarvi un cambiamento nella narrazione. Per quanto riguarda il passato al momento del matrimonio il POV è generale, non ci sarà un protagonista, ma lo saranno tutti. Invece per il continuo della giornata ed per il 2012 la narrazione è tradizionale. Buona lettura.
 
Il grande giorno era arrivato. Il villaggio era in festa. C’era chi si occupava di addobbare il paesaggio e chi si premurava di controllare che ogni preparativo fosse a posto. Nelle due capanne in questione, le spose si preparavano ognuna a modo loro.
Caroline si toccava la pancia. Bonnie le sorrise.
“Quando glielo dirai?” le chiese
“Dopo la cerimonia. Spero di renderlo felice, sai non vorrei che non la prendesse bene” confessò lei
“Qui non siamo nel 2012. Klaus sarà entusiasta!” la consolò
La bionda però non sorrideva ancora.
“Caroline?” la incalzò l’amica
“Cosa dirò a Tyler? Lui non ha la minima idea di quello che sta succedendo. Lo sto sposando Bonnie! E per la mia condizione sarà per l’eternità. Mi odierà per questo”
Bonnie provò a tranquillizzarla “Adesso non è il momento di lasciar andare le tue insicurezze. Stai per sposarti Care! Tu lo ami, vero?”
Caroline sorrise piangendo “Si Bonnie, lo amo”
“E allora sbrigati! Stai per diventare la signora Mikaelson”
“Con un piccolo Mikaelson dentro di me” disse accarezzandosi la pancia
“Maschietto eh? Sei sicura?”
“Ne sono certa”
Nell’altra capanna le cose invece si svolgevano diversamente. Rebekah aveva indossato il vestito, era perfetta.
“Sei bellissima bambina mia” le disse sua madre
“Davvero?” chiese lei arrossendo
“Si, tesoro”
Elijah entrò nella stanza della sorella con un regalo per lei.
“Rebekah, sei meravigliosa” si complimentò. “Ho qualcosa per te”
Le mostrò la collana che la sorella guardò con sorpresa.
“E’ stupenda”
Gliela mise al collo. Poi le accarezzò la guancia e le diede un bacio in fronte.
“Ti auguro tutta la felicità di questo mondo” Rebekah lo abbracciò “Ti voglio bene Elijah”
Anche Kol giunse da lei “Ah Rebekah, Stefan è un uomo fortunato”
Per la prima volta nessuno di loro la prese in giro. Era davvero un giorno speciale. Rebekah andò da Nik e lo trovò che si sistemava gli abiti addosso.
“Stai molto bene”
Klaus si voltò e la guardò. I suoi occhi si sgranarono e sorrise.
“Mai quanto te sorellina”
La bionda gli avvolse le braccia attorno al collo e posò la testa sul suo petto.
“Saremo felici Nik”
“Lo so”
Giunta l’ora, gli sposi uscirono dalle capanne. Accompagnati dal suono dell’arpa, con passi lenti si diressero verso il cerimoniere, osservati dagli occhi di tutto il villaggio. La cerimonia si svolse con solennità. Il tempo scorse così velocemente che senza essersene accorti, erano arrivati al momento delle promesse. Onde evitare di ripetere la stessa frase quattro volte, avevano deciso di pronunciarla insieme.
“Prendo te, come mio legittimo sposo/a, e prometto di esserti fedele, in ricchezza e povertà, in salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita, per l’eternità”
La folla applaudì ed entrambe le coppie si scambiarono gli anelli.
“Sposi, potete baciare la sposa”
E in quel momento sigillarono il loro patto.
 
 
Stefan guardò Rebekah salutare i suoi genitori. Non c’era nostalgia nel suo sguardo, ma pura felicità. L’unica nota di tristezza venne nel momento in cui dovettero lasciare Henrik. Purtroppo era ancora piccolo e Mikael non aveva voluto lasciarlo andare con loro. Quella notte sarebbero stati solo loro quattro nella capanna, poi si sarebbero uniti gli altri. Avevano deciso di lasciare loro un giorno di privacy e lui non poteva che esserne lieto. Prese la mano di Rebekah e la condusse nella loro camera alla nuova capanna. Chiuse la porta e si voltò verso di lei. Sembrava a disagio.
“Tutto bene?” domandò con dolcezza. Conosceva abbastanza bene le donne da sapere che era importante farla sentire bene. Inoltre lui ne era talmente innamorato che se lei avesse preferito dormire e basta, l’avrebbe ascoltata. Altre famiglie pretendevano la prova della consumazione del matrimonio, altre addirittura la prova della verginità della fanciulla, ma non era il suo caso, cosa che purtroppo non poteva dire anche per Caroline. A lui importava solo ed unicamente la felicità di sua moglie, nient’altro.
“Si, sto bene” fece lei a voce bassa, toccandosi la collana ed evitando il suo sguardo
Stefan le si parò davanti. Le mise le mani sulle spalle in modo da inchiodare gli occhi ai suoi.
“Dimmi la verità. Lo sai che puoi parlare con me” le rispose con dolcezza
“Ho paura” sussurrò
La vedeva di fronte a lui, così delicata, così innocente. Il suo corpo si accese per la vicinanza a lei. La baciò sulle labbra. “Non devi avere nulla da temere. Io ti amo”
La voltò e le slacciò l’abito, lasciandola in biancheria intima. Poi le tolse pure quella. Averla così nuda davanti a lui, risvegliò la sua erezione. L’aveva già vista nuda, ma nessuna delle altre volte era paragonabile a quella, forse perché ora l’amava davvero. Rebekah con mani tremanti lo spogliò. Non rise della sua inesperienza, ma ne fu felice. Lui sarebbe stato il suo primo e nel futuro sarebbe stato l’ultimo. Ora erano entrambi nudi. La condusse sul letto e la fece stendere. La baciò con passione. Adesso Rebekah non tremava per paura, ma per desiderio. I suoi gemiti divennero più forti.
“Ti voglio” le disse
Le allargò le gambe e la penetrò con molta calma. Sapeva che le avrebbe fatto male, per cui non avrebbe permesso alla sua lussuria di prendere il sopravvento, non ancora almeno. Rebekah si irrigidì.
“Va tutto bene, adesso passa”
Si iniziò a muovere sempre lentamente, fino a quando si accorse che sua moglie era passata dal dolore al piacere. Da lì si lasciò andare. Le spinte divennero sempre più forti, sino al momento in cui entrambi vennero.
“E’ stato così bello” ammise Rebekah, tra gli ansiti.
“E’ stato unico”
Stefan prese una coperta pulita e la sostituì a quella sporca. Poi coprì la sua bellissima sposa e l’abbracciò.
“Dormiamo ora, è stata una giornata impegnativa”
Entrambi si addormentarono, l’uno nelle braccia dell’altro.
 
 
Klaus prese sua moglie in braccio e varcò la soglia di casa.
“Come sei possessivo” lo prese in giro Caroline
“Dovresti saperlo ormai. Tu sei mia”
La baciò sulla labbra. Sempre tenendola sulle braccia la condusse nella camera e la pose sul letto.
“Devo parlarti” disse lei
Lui le mordicchiò il lobo dell’orecchio. “Non possiamo farlo dopo. Ho un urgente bisogno di entrare dentro mia moglie” fece con voce seducente
“E’ importante”
Klaus si bloccò e la osservò negli occhi. Era nervosa. Prese le mani tra le sue e le accarezzò per calmarla.
“Ti ascolto”
“Sono incinta” sputò tutto d’un fiato. Klaus aprì la bocca per parlare, ma non ne fuoriuscì nulla. Era sbigottito. Tra tutte le notizie che pensava di ricevere, quella non l’aveva nemmeno presa in considerazione. Sono incinta. Stava per diventare padre. Lui, il figlio disprezzato. Guardò la meravigliosa donna di fronte a lui. Non gli aveva portato soltanto l’amore. Lei gli aveva donato una nuova vita, l’aveva salvato dall’abisso in cui viveva. Suo figlio sarebbe stato amato, lui l’avrebbe amato e non avrebbe mai alzato un dito su di lui, mai.
“Nik dì qualcosa” lo incitò Caroline preoccupata dal suo silenzio
“Sarò padre” disse lui con un sorriso di gioia pura
“Si, sarai un papà” affermò lei felice
Klaus la prese in braccio e la fece volteggiare. Ridevano insieme in preda all’allegria.
“Dovrò costruire una culla. Sarà enorme e sarà bella quanto quella dei principi. Nostro figlio sarà il bambino più amato e felice al mondo” ammise con le lacrime che gli scendevano sulla guance. Anche la dea di fronte a lui era commossa. Lo accarezzò sul volto e gliele asciugò.
“Anche io sono convinta che avremo un bel maschietto”
“Sono convinto che avrà i tuoi occhi”
“E i tuoi capelli”
“Sarà il bambino più bello che esista al mondo”
“Come il suo papà”
Niklaus sentì il cuore riempirsi di calore. Prese il volto di Caroline tra le mani e la baciò sulle labbra. La passione prese entrambi con forza. Si spogliarono insieme. La fece stendere sul letto e si mise su di lei. Continuò a baciarla, mentre con le mani le accarezzava il seno. Caroline lo spinse via. Lo fece stendere e si mise a cavalcioni.
“Oggi comando io” disse seducente
Non aveva mai provato nulla di simile. Si muoveva su di lui in modo talmente erotico da eccitarlo ancora di più. I morbidi ricci biondi le ricadevano sul seno. Quando vennero, lei si accasciò su di lui e lui l’avvolse tra le braccia. Con una mano le accarezzò il ventre.
“Quando nascerà?”
“Tra sei mesi”
“Ti amo Caroline”
“Ti amo anche io Nik”
Niklaus non riusciva ad addormentarsi. Vedeva sua moglie respirare regolarmente. I boccoli le incorniciavano il viso. Prese una pergamena e la ritrasse. Non si sarebbe mai stancato di disegnarla. Quando finì, finalmente il sonno prese anche lui.
Al risveglio si vestì e andò nella camera di Stefan. Suo cognato era già sveglio.
“Tieni” gli disse consegnandogli il lenzuolo
“Grazie amico”
Suo padre voleva la prova che Caroline fosse vergine, così aveva chiesto a Stefan se poteva mostrare il lenzuolo con il sangue di Rebekah e farlo passare per quello di Caroline. Si era sentito male a fare una richiesta simile, ma Stefan aveva compreso e aveva accettato. Uscì dalla capanna e andò dai suoi genitori.
“Padre, ho qui la prova che volevi”
L’uomo prese il lenzuolo e lo esaminò.
“Molto bene. Congratulazioni figliolo”
Si allontanò dalla casa e chiamò i suoi fratelli. Poi ritornò alla capanna.
“Caroline, amore svegliati”
“Mmm, buongiorno..” fece quella assonnata
“Alzati tesoro, ci sono i miei fratelli. Voglio dare loro la notizia”
“Notizia?” chiese la bionda voltandosi dall’altra parte
“Il bambino” continuò lui sorridendo
“Giusto, il bambino”
Niklaus si mise sul letto e iniziò a farle il solletico.
“Ahhh ti prego basta” rise lei “Io e il bambino soffriamo il solletico” continuò sempre ridendo “Va bene va bene, mi alzo”
“Fai in fretta tesoro. Non vorrai che lo rifaccia vero?” la minacciò scherzando
“No per carità” rispose sciacquandosi con l’acqua nella bacinella
Quando si preparò, raggiunsero i suoi fratelli. C’erano tutti, anche Finn, nonostante non andassero d’accordo.
“Fratelli. Vi ho convocati qui per darvi una notizia” iniziò lui
“Caroline ha capito l’errore e ha deciso di lasciarti?” lo prese in giro Kol, guadagnandosi una botta da Bonnie che fece ridere tutti
“Ahi, era uno scherzo” si difese lui
“Io aspetto un bambino” comunicò Caroline
“Aaaaaaaahhh” urlò Rebekah correndo ad abbracciarla
“E’ magnifico” fece Stefan
“Sono felicissimo per te fratello” disse Elijah abbracciandolo
Nella capanna Mikaelson-Salvatore era una giornata di festa. La gravidanza aveva portato una gioia inaspettata.
 
Elena era sotto la doccia già da un po’. La nottata con Damon era stata molto movimentata e aveva deciso di concedersi qualche minuto in più sotto l’acqua calda. Si asciugò e si vestì. Quando rientrò in camera, vide Damon che frugava tra le sue cose.
“Damon che fai?” chiese, sorpresa da quell’atteggiamento
“Elena pensavo stessi in bagno” le disse lui
Iniziò a sentirsi a disagio. Non capiva il motivo, non le era mai successo con lui.
“Perché stavi frugando nella mia borsa?” domandò
“Cercavo una cosa. Ero solo curioso. Sai non mi hai più detto dove hai messo la cura?”
“La cura?” fece stupita. Dopo tutto quello che era accaduto in quei giorni, si interessava della cura? E poi realizzò. Quello davanti a lei non era Damon. Lui non la guardava mai così. Gli occhi di Damon erano freddi come il ghiaccio, ma mai con lei. Quando lui la fissava, bruciavano sulla sua pelle.
“Silas” disse con un sibilo di disprezzo
Il finto fidanzato fece un ghigno diabolico.
“E’ davvero difficile ingannarvi. Non pensavo di essere riconosciuto così in fretta” quello balenò davanti a lei e la spinse contro il muro “Dimmi dov’è la cura Elena. Non ti conviene giocare con me”
Elena gli prese il polso e glielo torse. Quello allora le piantò un paletto di legno nello stomaco.
“E’ solo un avvertimento. La prossima volta mirerò al cuore”
Il dolore era impressionante. Fece un respiro profondo e se lo strappò via. Poi corse a controllare dove fosse Damon. Lo trovò nel salone. C’era un bicchiere rotto accanto a lui, steso per terra. Si accasciò al suo fianco e gli prese la testa tra le mani.
“Damon, Damon svegliati”
“Silas..” disse lui guardandola
“Sono io Elena. Si è presentato anche a me. Vuole la cura”
Quello si alzò da terra e si passò una mano tra i capelli.
“Non ci voleva anche questa adesso”
“Possiamo chiedere aiuto agli originali” propose lei
“Silas è comunque più forte. Dobbiamo trovare un modo per eliminarlo”
“Senza Bonnie c’è poco che possiamo fare. Dobbiamo guadagnare del tempo”
“Non sembrava molto incline all’attesa”
“Se gli diamo la cura, lui tornerà stregone e abbasserà il velo. Preferisci questo?”
Damon la guardò.
“Quello è proprio ciò che dovremmo evitare” Lo guardò versarsi del Bourbon, faceva sempre così quando rifletteva “Se dobbiamo guadagnare tempo, l’unica soluzione è allontanarci da qui con la cura. Chiama Jeremy e partite. Non dovrai dirmi dove vai, altrimenti è come se non avessimo fatto nulla”
“Tu non verresti con me?” si sentiva spaesata. Non avrebbe mai lasciato Damon lì, da solo
“No. Serve qualcuno qui quando i tre dottor who torneranno”
“Potremmo chiedere a Rebekah o Klaus di informarci”
“E lasciarli senza qualcuno che li controlli? Non credo. Nonostante siano cambiati, per ora rimangono ancora gli originali. E non mi fido”
“Non ti lascerò qui da solo”
“Lo farai invece. Tu andrai via da qui con Jeremy. Fine della discussione”
“Tu non puoi decidere per me, Damon!” urlò lei
“Perché non capisci che la tua salvezza è di massima importanza per me? Ho bisogno di saperti al sicuro. Fallo per me Elena Per favore” Le aveva preso le mani e guardata negli occhi. Quando faceva così, lei non riusciva più a dirgli no.
“Va bene” rispose sconfitta
Damon l’abbracciò “Grazie. Sei la mia vita Elena”
“E tu sei la mia”
 
 
Elijah stava seguendo le tracce che Katerina aveva lasciato dietro di sé. Non poteva credere che l’avesse nuovamente tradito. Ripensò alle parole di Caroline. Lui non meritava quello, eppure era ciò che aveva. E l’amava. Amava dannatamente tanto quella manipolatrice, che il solo pensiero di perderla lo uccideva. Ma questa volta aveva esagerato. Non era andata solo contro di lui, ma contro tutta la sua famiglia. Avrebbe potuto parlargli, confidarsi con lui, invece di tramare alle sue spalle.
“Elijah” chiamò la sua voce da dietro
Si voltò e la guardò. Provocante e bellissima come sempre.
“Non sei molto furba Katerina”
“Sono stanca di scappare. So che mi troveresti. A che pro rimandare qualcosa che inevitabilmente avverrà? Mi sto solo risparmiando giorni di agonia”
“E tu, Katerina Petrova, ti arrendi? Questa è una novità”
“Almeno alla fine sono riuscita a sorprenderti”
Elijah osservò attentamente il suo volto. Sembrava stanca. I suoi occhi erano tristi, come se fosse davvero ferita. Però lui la conosceva. Lei amava far credere ciò che non era vero. Se credeva che avrebbe provato pietà per lei, che l’avrebbe risparmiata, allora era proprio una illusa. In mille anni aveva amato davvero solo due volte. Ed entrambe le volte era lo stesso volto che contemplava. Katerina, così innocente, così piena di speranza. Adesso cos’era diventata? 500 anni di fuga avevano eliminato la sua innocenza, tramutando quella fanciulla in una donna spietata.
“Quale piano hai ideato? Quale sarà la tua mossa finale?”
“Nessun piano e nessuna mossa”
Si avvicinò a lei e le accarezzò una guancia.
“Perché di nuovo?”
“L’ho fatto per voi. Ho sbagliato ad agire alle tue spalle, ma è stato per il meglio. Per una volta ho scelto di non essere la solita egoista, ho scelto di fare qualcosa per il prossimo, anche a costo di pagare il prezzo più alto”
Elijah la ammirò. Così coraggiosa persino in quel momento.
“Voglio solo che ti ricordi che sei stato l’unico che io abbia realmente amato. Ho usato molte persone e ne ho ferite altrettante. Ma tu, tu sei stato reale. Ti ho amato davvero Elijah, sei il mio unico rimpianto.”
Lui sorrise a quelle parole. Se solo fossero state vere.
“Pensavi che dopo questo discorso ti avrei perdonato vero? Beh non funziona”
Con tutta la forza che possedeva, ficcò il braccio nel suo petto, trovando con la mano il suo cuore. Rimase a fissarla, mentre stringeva l’organo caldo. Aveva sgranato gli occhi e poi li aveva chiusi. Elijah in quegli attimi rimase perplesso. Non era da lei reagire così. Ma forse il suo scopo era proprio quello di fargli venire il dubbio. Poi vide l’unica cosa che non si sarebbe mai aspettato di vedere. Una singola, unica, lacrima. Katerina Petrova non piangeva, mai. Tolse la mano dal cuore e lei aprì gli occhi.
“Perché?” gli chiese
“Perché hai detto la verità”
Katerina si buttò tra le sue braccia e scoppiò a piangere. Lui l’abbracciò e la tenne stretta a sé. Non l’avrebbe più lasciata andare. Adesso era davvero sua. Adesso potevano davvero cominciare la loro vita insieme.
 
Jeremy aveva trascorso la giornata con April Young. Era da un po’ che non sentiva Bonnie, così aveva deciso di chiedere alla ragazza di passare del tempo insieme e l’aveva trovata molto piacevole. April era dolcissima e anche molto carina e sembrava davvero cotta di lui. In più non doveva mentirle riguardo il sovrannaturale, cosa che era per lui davvero un gran vantaggio. Si era fatta già ora di cena e non se n’era accorto. Era proprio vero che quando ti diverti il tempo vola.
“Ti va di andare a casa mia? Ordiniamo una pizza o possiamo cucinare noi se vuoi” le propose
“Va bene” rispose April sorridendo
La prese per mano e la condusse verso casa sua.
“Guarda, c’è tua sorella lì” fece lei. Jeremy seguì il suo sguardo e vide Elena ferma vicino alla porta di casa, come se lo stesse aspettando. Non ci voleva pensò Sarà successo qualcosa, di solito Elena sta con Damon. Proprio oggi doveva interessarsi a me?
“Elena ciao. Che ci fai qui?”
“Non posso venire a trovare il mio fratellino?” chiese sua sorella
Accidenti. Come glielo spiego che voglio stare da solo con April? Ah Alaric, se solo ci fossi tu!
“Jeremy! Jeremy” sentì gridare da una voce familiare. Si voltò e vide proprio Alaric, o meglio il suo fantasma, accanto a lui “Jeremy quella non è Elena! E’ Silas”
Strinse forte la mano di April e capì cosa doveva fare.
“Certo che puoi Elena! Ti va di andare al grill?” poi si rivolse alla ragazza al suo fianco “April ti dispiace se continuiamo la nostra serata un’altra volta?”
“No,  non ci sono problemi. Sarà per un’altra volta” disse dolcemente la ragazza
“Ma perché vai via?” fece Silas bloccandola “Resta pure. Mi piacerebbe conoscere la nuova amica di Jeremy. Dimmi, April, ti ha già spiegato che cosa succede alle sue fidanzate?”
“Io non capisco” rispose la ragazza spaesata.
“Elena che stai facendo?” chiese lui spaventato e innervosito
“Sto solo avvisando la piccola Young di cosa comporta uscire con te. Si finisce sotto terra, mia cara. E’ una specie di maledizione”
“April vai via” disse in modo duro, guardando con odio Silas
“No resta qui” fece l’altro
“Jeremy” sentì urlare. “E’ Silas” Si girò e vide la vera Elena. Sua sorella si buttò contro Silas “Scappa” gli gridò. Allora lui prese per mano April e iniziò a correre. Silas si presentò davanti a lui
“Non così in fretta” Afferrò April e si rivolse ad Elena “La prossima volta toccherà a Jeremy” Spezzò il collo alla ragazza come se fosse stato un grissino e sparì. Il corpo senza vita di April Young cadde a terra, sotto i suoi occhi attoniti. Era morta.
“No, April” La prese tra le braccia ma ormai era troppo tardi. Era andata.
“Jeremy mi dispiace tanto” fece Elena abbracciandolo “Povera April” disse mentre alcune lacrime uscivano dai suoi occhi.
“Non aveva fatto niente di male. Aveva solo accettato di uscire con me”
“Non è colpa tua” disse Elena
“Non è colpa tua” fece anche Alaric che lo guardava con aria triste.
E allora perché mi sento così colpevole?
 
 
Damon l’aveva informata di ciò che era successo. Elena e Jeremy erano partiti e si erano portati con loro la cura ed April Young era morta. Si mise un completo nero e andò al funerale con Klaus. Rebekah non la conosceva bene, ma per quel poco che l’aveva frequentata, era stata sua amica. Avevano coperto la sua morte con una caduta che le era costata la vita.
Arrivò al cimitero e notò che c’era quasi tutta la città presente. April Young era morta, come suo padre. Una tragedia, considerando che era così giovane.
“Siamo qui riuniti per dare l’ultimo saluto ad April Young. Una ragazza come tante, ma che il signore ha chiamato a sé. Noi tutti piangiamo la sua morte, avvenute in circostanze davvero banali. Una caduta. Quante volte cadiamo? Può davvero una caduta, portarsi via una persona? Allora mi trovo a dire che era giunta la sua ora, nient’altro. Adesso almeno sarà di nuovo con suo padre. Addio April” disse il prete, commosso. Finita la cerimonia, posò un fiore sulla sua lapide.
Guardò la foto della ragazza mentre sorrideva.
“Mi dispiace tanto April. Non c’entravi niente eppure sei quella che ha pagato il prezzo più alto. Grazie per essermi stata amica”
Rebekah sentì suo fratello posarle un braccio attorno alla spalla. Si accasciò al suo petto e andò via quando ormai non c’era più nessuno. 

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Ciao a tutti,
finalmente ho aggiornato in tempo :) Sono brava, vero?
In questo capitolo ho deciso di dare una conclusione al personaggio di April dato che non si sa che fine abbia fatto in TVD!
Spero vi piaccia!

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Capitolo 17
*** Lo scorrere del tempo ***


Il vento fresco gli scompigliava i capelli. L’auto procedeva ad una velocità elevata, succedeva così quando fuggivi da qualcuno, in quel caso un millenario assassino. Lui ed Elena avevano deciso di non rifugiarsi in nessun luogo, ma di scappare in continuazione, sarebbe stato più difficile per Silas trovarli. Era ormai il sesto giorno e non avevano avuto nessuna notizia da Mystic Falls. D’altra parte sua sorella lo aveva informato su ciò che era successo a Bonnie. Non sapeva se essere più sconvolto per il viaggio nel tempo o per la notizia della sua storia con Kol. Non era geloso, anche se teneva ancora a lei, ormai si erano allontanati, lui stesso era uscito con un’altra. Più che altro non capiva cosa potesse vedere Bonnie nell’Originale che aveva tentato di tagliargli entrambe le braccia. Forse, come Elena aveva detto, erano davvero altre persone, normali umani. Lui però non poteva saperlo per certo, né gli interessava. Era stanco di tutti quei drammi, di tutte quelle difficoltà.
“Fermiamoci al prossimo motel. Passeremo la notte lì e poi andremo nuovamente via” disse la Gilbert
Lui annuì distrattamente.
“Che c’è?” gli chiese la sorella “Avanti Jeremy, hai a malapena parlato per 6 giorni. Spiegami che hai”
“Non ti secca essere sempre al centro di tutti questi problemi? Non vorresti avere per un po’ una vita normale, essere libera di poter vivere la tua esistenza senza pensare a tutte queste faccende sovrannaturali? Io si, non ne posso davvero più. Tutto ciò che voglio è solo dimenticare che mia sorella è un vampiro e una fottuta doppelganger, dimenticare che sono un Cacciatore, dimenticare qualsiasi complicazione magica ed essere solo Jeremy Gilbert. Vorrei poter uscire con una ragazza senza poi doverla veder morire sotto i miei occhi!” finì urlando
Elena accostò la macchina e lo guardò dispiaciuta.
“Lo so Jeremy, io ti capisco. Non è facile per nessuno, ma questo è ciò che siamo e non possiamo liberarcene, perché in questo modo rinnegheremmo una parte di noi.” Gli accarezzò la testa e proseguì dolcemente “Uccideremo Silas, te lo prometto. La pagherà per quello che ha fatto ad April. Ce la faremo anche questa volta”
La guardò con gli occhi lucidi e le credette.
Arrivati al Motel, andò nella sua stanza. Aveva bisogno di stare da solo. Elena aveva affrontato molte perdite, molte situazioni difficili, ma aveva ancora accanto l’amore della sua vita. Lei non poteva capire appieno cosa significasse perdere una volta dopo l’altra la donna che amavi. La sua prima cotta, Vicky, era morta proprio davanti a lui. E’ vero, non tutte le sue donne erano decedute, però quelle più importanti ormai non c’erano più. Aveva amato Bonnie, ma l’amore per lei non era paragonabile a quello per Anna. La sua dolce Anna. Era arrivato al punto di diventare vampiro pur di non sentire ancora quel dolore. Forse era quella la soluzione, forse doveva solo rinunciare all’amore.
Ad un tratto vide delle mani prendere le sue. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di sentire il contatto e non solo vederlo, ma lei era solo un fantasma.
“Anna” sussurrò sorpreso vedendola davanti a lui. Quando l’aveva vista trovare la madre, si era ripromesso di lasciarla andare. Non aveva più pensato a lei, il suo cuore non poteva permetterselo e in più mai avrebbe creduto che lei lo avrebbe cercato ancora.
“Puoi vedermi?” domandò lei sorpresa e commossa
“Si” esclamò incredulo
“Pensavo che non ti avrei mai più parlato” ammise mentre le lacrime scendevano sul suo volto
Jeremy provò ad asciugarle, ma tutto ciò che sentì fu l’aria. Avvertì una stretta dentro, lei era così vicina, ma allo stesso tempo così lontana.
“Credevo fossi con tua madre Anna, credevo di averti persa”
“Se tu non vorrai, non mi perderai mai”
Iniziò a piangere dalla gioia per averla rivista. Gioia che sapeva gli avrebbe solo procurato una sofferenza indescrivibile.
 
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La doppelganger era sparita. Quegli stupidi insetti osavano contrastarlo. Non avevano capito con chi avevano a che fare. Lui li avrebbe schiacciati uno a uno e poi avrebbe ottenuto ciò che voleva. Finì di bere dalla sua vittima e poi la lasciò cadere a terra senza vita. Eppure pensava di essere stato chiaro. Forse però aveva illuso loro di poterlo contraddire, forse non era stato abbastanza chiaro. Magari se avesse spedito alla ragazza qualche parte del corpo del suo fidanzato, sarebbe stata più collaborativa.
Sorrise tra sé e sé, quell’idea lo stuzzicava. Era nervoso, irritato, aveva aspettato 2000 anni e ora non voleva far trascorrere un minuto di più. Si precipitò alla pensione dei Salvatore e trovò proprio chi cercava.
“Silas, entra pure, fai come se fossi a casa tua” lo schernì il vampiro
“Scherza pure, finchè puoi. Ma sai, sono qui per ucciderti”
“E io che pensavo volessi invitarmi a cena! Che sorpresa!”
“Sai, da quando ti ho conosciuto, mi chiedo cosa ci veda Elena in te”
“Sei geloso?” ironizzò Damon riempiendosi un bicchiere di bourbon
“No, ma devo ammettere che sarebbe piuttosto gratificante soffiarti la ragazza, dopo che ci hai messo così tanto per averla. Che ne pensi? Ti piacerebbe saperla nelle mie mani?” lo provocò
“Non osare!” lo minacciò
“Altrimenti? Sai benissimo di non avere speranze con me. Piuttosto perché non mi dici dov’è la cura?”
“Qui, là. Chi lo sa” canticchiò fastidiosamente
Quel vampiro gli dava decisamente sui nervi. Sentiva la necessità di vendicarsi, ma ucciderlo sarebbe stato troppo facile. L’avrebbe fatto soffrire e sapeva esattamente come fare. Era un maestro nella manipolazione della mente, oh si il divertimento stava per cominciare.
Tutto stava avvenendo nella testa del suo nemico. Lo aveva incatenato con lacci resistenti intrisi di verbena. Vedeva che cercava di liberarsi, ma era impossibile.
“E’ terribile sentirsi impotenti vero? Vorresti liberarti, ma non puoi”
Vicino a lui era comparsa anche Elena. Aveva capito il punto debole di Damon Salvatore e l’avrebbe sfruttato. Prese la finta Elena per il collo e la portò davanti al vampiro.
“Guardala, guarda come uccido la tua ragazza senza che tu possa far niente per fermarmi”
“Lasciala andare” urlò quello disperato
“Damon, aiuto” pianse la finta Elena “Ti prego salvami”
Il Salvatore stava per tagliarsi i polsi per quanto aveva iniziato a fare forza sui lacci e Silas usò quel momento per ficcare la mano nel petto di Elena.
“Lasciala” gridò quello sempre più forte e un crack fermò tutto il divertimento.
Klaus Mikealson aveva spezzato il collo del vampiro per interrompere il suo controllo mentale.
“Quanto detesto voi vampiri ficcanaso” esclamò innervosito per la fine del suo passatempo
“Suppongo di aver interrotto qualcosa” fece quello con arroganza
“Non ti conviene affrontarmi, sai benissimo che posso batterti. Sono più forte di te”
“Può darsi, ma non penso che tu possa battere 3 Originali” fece allora un altro vampiro
“Ma che bella riunione di famiglia”
Silas era consapevole di essere in svantaggio. Non avrebbe mai potuto sconfiggere 3 Originali insieme. Provò a scappare ma venne fermato e scaraventato contro un muro. Poi una strega si fece avanti e iniziò a pronunciare un incantesimo contro di lui. Sapeva benissimo cosa gli stavano facendo. Dei muri invisibili lo bloccavano in una stanza.
“Come avete fatto senza luna piena?” disse irato
“Sangue di doppelganger” rispose l’ibrido
“Non mi potete tenere qui per sempre”
“Vero, ma possiamo tenerti qui finchè non sapremo come eliminarti. Goditi il tuo soggiorno Silas” presero Damon e andarono via lasciandolo da solo
 
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Quando si svegliò, capì subito di non essere a nella sua pensione. Vicino a lui c’era Klaus che gli porgeva un bicchiere di bourbon.
“Spero non ce l’avrai con me, amico”
“Che cosa è successo?” chiese lui stordito
“Silas ti è entrato nella testa. Non so cosa ti stesse facendo vedere, ma dalle tue urla ho immaginato fosse spiacevole. Ho dovuto spezzarti il collo”
E così le immagini ritornarono. Silas che prendeva Elena e stava per ucciderla, e lui che non riusciva a salvarla.
“Dov’è Lucy?”
“E’ qui. Abbiamo intrappolato Silas dentro casa tua, per cui da ora faremo tutto qui”
Damon corse dalla strega “Ho bisogno che mi dici dove si trova Elena”
“Se tolgo l’occultamento, potrà essere rintracciata. Anche se abbiamo fermato Silas per ora, non siamo al sicuro”
“Ho bisogno di vederla”
Lucy annuì. Fece un incantesimo e gli rivelò dove Elena si trovasse. Prese la Camaro e partì a tutta velocità. Arrivò al motel in due ore, soggiogò la receptionist e si precipitò nella camera della sua donna. Elena dormiva nel letto. Sembrava così innocente, così serena. Le accarezzò il volto.
“Damon” sussurrò lei aprendo gli occhi “Sei davvero tu?”
“Si” rispose lui sorridendo
“Mi sei mancato tanto” fece lei
“Anche tu Elena, anche tu”
“Ma cosa ci fai qui? Avete sconfitto Silas?”
“Non del tutto, è successa una cosa oggi. Io dovevo vederti”
Elena si alzò e lo abbracciò “Sono qui, Damon. Sono qui”
“Non ce la faccio a stare lontano da te”
“E allora resta qui, rimani qui con me”
“Non posso Elena. Devo tornare a Mystic Falls. Devo assicurarmi che Silas muoia e che Stefan, Caroline e Bonnie tornino sani e salvi a casa. Farò tutto questo per te Elena, perché tu non meriti solo di stare bene, tu meriti il meglio e io mi impegnerò affinchè tu lo riceva.”
“Ti amo Damon” disse commossa la vampira
“Non quanto ti amo io Elena Gilbert” la baciò e le prese il volto tra le mani “Adesso riposa. Pensa alla tua sicurezza e a quella di Jeremy. Ci rivedremo presto” e andò via.
 
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Klaus capiva perfettamente come il più grande dei Salvatore si sentisse. Il bisogno di assicurarsi che la donna amata stesse bene era talmente forte, che non aveva detto niente sul suo viaggio extra.
“Non dovremmo fermarlo?” chiese Elijah dubbioso
“No, lasciamolo fare. Lucy può ripetere l’incantesimo quando sarà tornato, ha ancora un po’ di sangue dei Gilbert da parte”
“Va bene. Raggiungo Katerina. Questa giornata è stata pesante per lei”
“Come sta?”
“Come qualcuno che ha dovuto donare 1 litro del suo sangue”
“Non si è ancora nutrita?”
“No” rispose Elijah “Ha esplicitamente richiesto me come suo donatore personale” sorrise
“Beh fratello allora non ti trattengo oltre. Sembra che avrai una nottata interessante davanti a te”
Klaus non riusciva più ad aspettare. I ricordi lo aiutavano, ma aveva bisogno di Caroline lì con lui. Voleva guardarla, baciarla, fare l’amore con lei. Per quanto fosse assurdo, era geloso di se stesso. Del se stesso umano per precisione. E se lei non l’avesse più voluto una volta tornata? Se dopo tutto quello che lui aveva fatto, nonostante quel viaggio nel tempo, lei non potesse comunque perdonarlo?
Cercò di scacciare quei pensieri angusti dalla mente. Caroline stava per avere un bambino, il loro bambino. Sarebbe diventato padre, e loro due sarebbero stati sempre legati. Tutto ciò che aveva sempre voluto, tutto ciò di cui aveva bisogno, stava per realizzarsi. Lei sarebbe tornata da lui, lei l’avrebbe amato. Le avrebbe donato il mondo. Sarebbe stata la sua regina.
 
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Il dolore era davvero insopportabile e la cosa più buffa è che riusciva a pensare solo al fatto che nel suo tempo avrebbe avuto l’epidurale. Ma perché doveva finire incinta proprio 1000 anni nel passato?
“Respira Caroline. E spingi” fece Ayana aiutata da Esther
Lei respirava, ma non serviva a nulla. Le fitte facevano un male cane. Era nuda dalla cinta in giù, totalmente esposta agli sguardi di quelle donne, ma non le importava. Tutto ciò a cui pensava era quel stramaledetto dolore. Aveva bisogno di Klaus. Lo sentiva nella pelle, doveva averlo lì.
“Ho..bisogno…di…Nik” proferì a stento
“Non dire sciocchezze cara, Niklaus è un uomo”
“Dai Care, ce la puoi fare” la incoraggiò Bonnie che non l’aveva lasciata sola un attimo
“Bonnie ti prego chiama Klaus” aveva detto tutto d’un fiato implorando l’amica.
“Spingi” gridò Eshter
Caroline si sforzò. Stava sudando copiosamente. Con lo sguardo supplicava Bonnie che era chiaramente indecisa. Poi la vide muoversi in direzione dell’uscita.
“Dove vai Bonnie?” la bloccò Ayana
“Caroline ha bisogno di Niklaus. Vado a chiamarlo”
“Ma questa è una follia” insistette Esther
“Sono sicura che se Niklaus sapesse che ha bisogno di lui, correrebbe qui”
La sua amica era uscita. Era davvero fortunata ad averla lì con lei. Un’altra fitta la fece urlare. Nemmeno le torture che aveva subito erano state così dolorose. D’un tratto vide Klaus precipitarsi preoccupato al suo fianco. Le accarezzò i capelli “Cos’è successo amore? Come stai?”
“Fa male” pianse
“Ci sono io” le disse prendendole le mani
“Caroline devi spingere. Adesso è il momento più importante” la informò Ayana
Lei guardò Klaus. “Ti amo” gli disse e poi iniziò a farsi forza. La sua presenza la faceva sentire invincibile. Le era bastato guardarlo per sentirsi meglio.
“Vedo la testa, vai così”
“Amore sei bravissima” si complimentò Klaus con gli occhi lucidi per l’emozione.
Caroline spinse più forte che poteva e ad un tratto tutto finì. Sentì un pianto. Vide di sfuggita un piccolo fagotto di sangue. Klaus le baciava la fronte sudata. Ogni cosa si svolgeva come se il tempo scorresse velocemente. Suo marito si avvicinò a lei con il fagotto in mano.
“E’ un bambino piccola, un bambino. Nostro figlio” e glielo porse
Caroline osservò la creaturina che stringeva tra le braccia. Aveva gli occhi aperti e la fissava. Non se n’era accorta, ma stava piangendo. Stefan e Bonnie si avvicinarono a lei.
“E’ bellissimo Care” fece Stefan
Lei rise di gioia. “Si è bellissimo” poi si rivolse a Bonnie “Hai visto? Te l’avevo detto che era un maschietto”
Anche Bonnie piangeva “Ho informato Rebekah. Voleva tanto essere qui” le disse Stefan
“Glielo faremo vedere. Ma lei non può muoversi, lo deve fare per il bambino”
“Si l’ho minacciata che l’avrei legata, se si fosse alzata”
Caroline rise ancora. Era tutto perfetto. Guardò suo figlio e gli parlò “Hai visto che bella famiglia che hai tesoro? Sei appena nato e già ti amano tutti. Tra poco avrai anche una cuginetta o un cuginetto con cui crescerai. Ti voglio bene, mio piccolo Enzo”
 


Ciao a tutti! Sono seriamente imbarazzata in questo momento. Lo so merito una valanga di insulti e sono sicura li riceverò, ma voglio spiegarvi. La mia storia era ad un punto in cui non mi convinceva più. Mi sono messa a pensare a come fare per cambiarla e ho deciso di prendermi una pausa. Dopo però ho avuto problemi, poi le vacanze, gli studi, insomma avevo completamente perso la cognizione del tempo e la storia era stata dimenticata. Ma dato che non mi piace lasciare le cose a metà, sono tornata a leggermi tutti i vecchi capitoli, e l’ispirazione è tornata. Ho deciso di apportare dei cambiamenti alla mia storia, infatti proseguirà in modo diverso da quello pensato prima. Non prometto di aggiornare puntualmente, ma farò del mio meglio.
Tornando alla storia, che ne pensate? Fatemi sapere e insultatemi tranquillamente ^^


 

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Capitolo 18
*** Quando tutto è iniziato ***


Era ancora buio quando si alzò dal letto. Doveva agire indisturbata e soprattutto non vista. La notte precedente Emily le era apparsa in sonno.
Una distesa enorme d’erba si affacciava davanti a lei.
“Dove sono?” chiese guardandosi intorno
“Ciao Bonnie” la salutò Emily comparendo di fronte.
“Cosa succede?” domandò allarmata “Abbiamo sbagliato qualcosa?”
“No al contrario. La missione è quasi finita. Domani ci sarà l’ultima luna piena senza vampiri, domani tu ed i tuoi amici potrete tornare a casa. E’ ora di agire. Sai cosa va fatto”
Uscì dalla capanna e si inoltrò nel bosco. Se si fosse trovata da Ayana ci avrebbe messo meno tempo, ma erano ormai già più di due anni che viveva con Caroline, Klaus e gli altri nel centro del villaggio, per cui si era dovuta preparare prima. Giunta nel punto che le interessava iniziò a pronunciare l’incantesimo che lei stessa aveva creato, il suo primo incantesimo personale.
Nessuno sapeva ciò che lei aveva scoperto. Caroline e Stefan continuavano a pensare che il motivo per cui erano stati mandati lì fosse perché destinati a stare con gli Originali, ma lei era a conoscenza della verità. Aveva preferito tenerla per sé per sicurezza e sapeva di aver agito per il meglio. Tornò alla capanna che aveva già albeggiato.
“Ehi ti sei svegliata presto”  le disse Caroline vedendola arrivare
“Giusto qualche minuto prima di te. Ho fatto un brutto sogno e sono uscita a prendere aria” le mentì
“Io odio gli incubi, soprattutto perché è da poco che Enzo mi fa dormire di notte e di certo non mi diverto a svegliarmi a causa di un brutto sogno”
“A proposito, dov’è il mio bellissimo nipotino?”
“Sta ancora dormendo, è presto per lui”
“Vado a guardarlo un po’”
“Non svegliarlo!” si raccomandò la bionda
Bonnie entrò nella camera e fissò il bambino che riposava in modo angelico. Prese la provetta che conteneva il sangue di Caroline -vampiro e gliela fece bere. Poi pronunciò il secondo incantesimo creato da lei. Uscì dalla stanza e si diresse in quella di Lexie, la bimba di Stefan e Rebekah, e fece la stessa cosa con il sangue di Stefan-vampiro. Tutti i preparativi erano stati compiuti, ora Bonnie doveva solo aspettare.
 

Kol si alzò dal letto svogliato. Un’altra giornata, un’altra luna piena. Si vestì in fretta, dette un’ultima occhiata alla donna con cui aveva passato la notte e uscì. Si era allontanato molto dai suoi fratelli nell’ultimo anno, non che incolpasse loro di qualcosa. Semplicemente le loro strade si erano divise. Dopo la rottura con Bonnie, era difficile per lui passare troppo tempo in quella casa, così aveva deciso di tornare dai suoi genitori. Mikael aveva gradito il suo ritorno, tant’è che aveva iniziato a concentrarsi su di lui. Lo aveva istruito e così era diventato più veloce, più forte e forse anche più crudele.
“Sei di nuovo in ritardo” lo rimproverò suo padre “Questo stile di vita è indegno” Kol prese la spada e si posizionò di fronte all’uomo
“Sono pronto”
Iniziarono a duellare. Suo padre non era gentile come persona e di certo non si preoccupava di poterlo ferire. Ogni duello con lui si concludeva con lividi e ferite che mostrava con orgoglio. Sembrava assurdo, ma grazie a lui era riuscito ad andare avanti. All’inizio non era capace nemmeno di graffiarlo, col tempo però era arrivato anche al punto di disarmarlo. Almeno aveva ottenuto una cosa: il rispetto di suo padre.
“Mikael, Kol a tavola!” chiamò sua madre
Si voltò attratto dalla voce e suo padre lo disarmò “Dovresti aver imparato che la tua attenzione deve andare soltanto al tuo avversario” lo sbeffeggiò “Ricorda la prima lezione, mai abbassare la guardia”
Raggiunsero Esther che li guardava con disapprovazione.
“Figlio mio, ogni volta rientri sempre peggio” fece preoccupata guardandogli le ferite
“Dovresti andarne fiera, donna. Almeno hai la certezza di aver cresciuto un vero uomo nella tua famiglia” la rimproverò Mikael
Sua madre si ammutolì.
“Questo cinghiale è ottimo” si congratulò l’uomo, gustando la pietanza
“L’ha cacciato Henrik” disse la donna
Kol vide suo padre dare due buffetti al fratello
“Chi l’avrebbe mai detto che i figli più piccoli sarebbero stati quelli migliori? Bravo figliolo, la prossima volta andremo a caccia insieme”
Finito di pranzare, Kol si allontanò dalla capanna. Quella sera sarebbe andato nella grotta e l’avrebbe rivista. Cercava di evitarla per tutto il tempo che poteva, ma, puntualmente, durante ogni luna piena, la vedeva. Era sempre seduta con Rebekah e Caroline e a volte, anche se voleva nasconderlo, lo guardava. Il suo sguardo era ferito, soprattutto perché lui non si presentava mai da solo. Si ripeteva che non gli importava più niente di lei, tuttavia era solo una menzogna. Raggiunse la capanna della sua nuova fiamma e bussò. La ragazza aprì la porta e gli sorrise.
“Temevo che non saresti più arrivato”
“E lasciarti da sola durante una notte come questa? Che razza di uomo sarei?”
Le fece mettere il suo braccio sul suo e poi insieme si diressero alle grotte.
 

Klaus fece volare in aria Enzo e poi lo riacchiappò subito. Il bambino ridacchiava.
“Accoa papino”  E lui lo accontentò rilanciandolo e riprendendolo.
“Accoa!!” esclamò suo figlio felicissimo
Klaus abbracciò il suo bambino e poi lo depose a terra.
“Papà ho fame” pianse
“Ho sentito che c’è un bambino affamato” scherzò Caroline giungendo con il latte per Enzo
“Iooo” esclamò quello
“Vieni dalla mamma amore. Adesso ti fa fare la pappa”
Klaus osservò le due persone che più amava al mondo entrare nella capanna. Era davvero felice. Caroline gli aveva donato una nuova vita e per lui non esisteva gioia maggiore.
Da lontano scorse la figura di suo fratello Henrik che gli faceva cenno di avvicinarsi.
“Henrik che ci fai qui? Non sapevo saresti venuto a trovarci”
“Volevo chiederti un favore Nik. Sei l’unico a cui posso chiedertelo”
“Dimmi”
“Vorrei vedere i lupi mentre si trasformano. Ho sempre desiderato farlo, solo vederli. Per favore”
Klaus non era molto convinto di questo, però suo fratello era cresciuto molto. Anche lui alla sua età aveva questa curiosità.
“Va bene, ma devi promettere che farai come dico io”
“Grazie Nik! Sei il migliore”
“Fatti trovare qui prima del tramonto e per favore non dire niente a Caroline. Si preoccuperebbe molto, la informerò domani”
Non gli piaceva dover nascondere la verità a sua moglie, ma la conosceva fin troppo bene. Si sarebbe spaventata e lui alla fine sarebbe rimasto con lei. Guardò il cielo sereno e poi si diresse alla stalla per dar da mangiare ai cavalli. Adorava la sua vita.
 

Elijah vide Tatia mentre rientrava nella sua casa. Era rimasto sorpreso, ma lei aveva mantenuto la sua parola, anche se era tornata incinta. Non le aveva mai chiesto cosa fosse successo, tuttavia la mancanza di una figura maschile era molto pesante per lei. Inizialmente non l’aveva presa bene, però era talmente innamorato che non riusciva a starle lontano più del dovuto e questo non piaceva per nulla a sua madre.
“Sembra diversa” una voce lo distrasse dai suoi pensieri
“Bonnie, non ti avevo vista” rispose lui “In che senso?”
“E’ cambiata molto”
“Penso che diventare madri faccia questo effetto” ammise lui
“Ti vedo felice Elijah. Sono molto contenta” Bonnie stava per allontanarsi ma lui la bloccò prendendola per il braccio “E tu sei felice?” le chiese
Elijah osservò gli occhi della donna. Li aveva spalancati alla domanda, segno che non se l’aspettava. La guardò a lungo, intensamente. Quanto comunicano gli occhi se li osservi davvero. Gli era parso di leggere ansia, dolore, insicurezza. Forse erano sue impressioni. La teneva ancora ferma nella sua stretta, un comportamento insolito per lui. Si accorse di questo e la lasciò immediatamente.
“Perdonami, non volevo essere inopportuno”
Bonnie sorrise, si avvicinò a lui e gli baciò la guancia.
“Grazie” gli disse e andò via. Elijah si toccò la guancia e rimase fermo ad osservarla.
 

Era successo qualcosa. Sentiva di essere stato colpito, ma non c’era nessun segno evidente che fosse accaduto questo realmente. Diede la colpa all’agitazione e proseguì. La capanna di suo fratello era proprio davanti a lui e Nik era lì ad aspettarlo.
“Andiamo Henrik” fece quello
Proseguirono nei boschi in religioso silenzio. Il suo cuore martellava nel petto. Aveva paura, ma era anche eccitato all’idea di vedere i lupi durante la trasformazione. Inoltre se qualcosa andava storto, si sarebbe difeso. Si era esercitato molto con i suoi poteri, lui era forte. Suo fratello si fermò.
“Saliamo su quell’albero, lì  potremo osservare senza essere visti”
Henrik lo seguì. Si arrampicò sull’albero e si sistemò su uno dei rami più resistenti. Ciò che trovò di fronte era quello che aveva sempre voluto vedere. Degli uomini nudi si contorcevano a terra in preda al dolore. Henrik poteva chiaramente sentire il rumore delle ossa che si spezzano. Non osava nemmeno immaginare il dolore. Piano piano le sembianze da lupo, prendevano il posto di quelle umane. Il processo era durato delle ore. Ormai la luna era alta in cielo quando i lupi in branco andarono via.
“Cosa facciamo adesso?” chiese a Nik
“Dobbiamo aspettare l’alba. I boschi saranno pieni di lupi. Scenderemo quando sarà tutto finito”
Henrik si accasciò contro il tronco. Quello spettacolo lo aveva lasciato davvero stupefatto. Si sentiva in grado di fare qualsiasi cosa, aveva visto i lupi! Senza accorgersene si addormentò.
Una caduta lo riportò nella realtà. Non era più sull’albero e l’alba non era ancora spuntata.
“Henrik! Sali subito” ordinò suo fratello con tono preoccupato. Lui stava per farlo quando udì un ringhio alle sue spalle. Si girò e la prima cosa che vide furono degli occhi gialli. E ad un tratto tutte le lezione che aveva ricevuto erano inutili, era paralizzato dalla paura.
“Nik aiuto” gridò. Sentì un altro ringhio e poi avvertì un dolore lancinante al petto. Poi più nulla.
 

L’ansia la stava uccidendo. Lo sapeva che prima o poi sarebbe successo, era consapevole che quel giorno sarebbe arrivato, come aveva potuto dimenticarsene? Si era immersa talmente tanto nella sua felicità, nella sua vita perfetta, da dimenticare completamente che quel viaggio avrebbe avuto una fine. Nik ed Henrik erano spariti e lei era a conoscenza di ciò che significava.
“Bonnie tu lo sapevi che sarebbe successo oggi?” chiese, allontanandosi con lei
“Si Care”
“Dio, perché non me l’hai detto?” sbraitò nervosa “Non eravamo in questo tutti coinvolti??”
“Sapevo che avresti reagito così e non volevo compromettere l’operazione”
“Compromettere l’operazione? Ma ti senti? Da quando sei diventata un automa senza emozioni?” Caroline sapeva di essere ingiusta, ma si sentiva ferita da Bonnie e ferita dal fatto che un membro della sua famiglia sarebbe morto
“Sono davvero stanca di tutto questo. Io mi sono sacrificata per te e per Stefan! Sono rimasta a guardare la vostra felicità, a vedere come giocavate all’allegra famiglia, mentre ho dovuto rinunciare a tutto ciò che più amavo per restare lucida. Ho sacrificato Kol per tutto questo! Pensi che se te l’avessi detto saresti rimasta ferma mentre sapevi di mandare a morte qualcuno che ami? Né tu né Stefan l’avreste fatto. Emily Bennet è venuta da me! Da me Caroline! Io ho la responsabilità per ciò che ci aspetterà quando torneremo a casa. Tutto il futuro dipende da ciò che facciamo qui!” si sfogò la strega. Nel frattempo era giunto anche Stefan che aveva ascoltato ogni cosa “Volete sapere perché vi ho tenuti all’oscuro di questo?” chiese poi rivolgendosi a tutti e due “Ebbene vi ho visti ragazzi. Io vi ho osservati. Eravate talmente presi dall’amore e dalla vostra vita da esservi dimenticati che tutto ciò che avevate qui sarebbe finito! Quindi adesso prendete i vostri figli e seguitemi. E’ tempo di tornare a casa”
Caroline era rimasta senza parole. Un grande senso di colpa iniziò a diffondersi in lei. Aveva avuto tutto mentre Bonnie no. Era sempre lei a sacrificarsi, come aveva fatto a non capirlo? Prese Enzo in braccio, che dormiva profondamente, aspettò Stefan con Lexie e si incamminò con i suoi amici.
Ad un certo punto Bonnie si fermò. C’erano delle candele nel punto in cui si trovavano.
“Svegliate i bambini e prendiamoci per mano” ordinò la strega
“Enzo, tesoro, svegliati” fece lei scuotendo dolcemente il bambino. Suo figlio si stropicciò gli occhi e la guardò “Mami” disse
“Ascoltami piccolo, adesso dobbiamo fare un gioco. Devi stringere la mano della mamma e della zia Bonnie e non lasciarla mai. Capito? Mi prometti che non la lasci mai?”
“Pometto” fece il bimbo
Si misero in posizione. Tutto successe come la prima volta, con la differenza che in questo caso erano di più. Bonnie pronunciò l’incantesimo, le fiamme si alzarono, un lampo cadde in mezzo a loro e l’oscurità li avvolse.
Quando si svegliò, la prima cosa che notò fu l’erba sotto di sé.
“Enzo” chiamò spaventata non riuscendo a trovare suo figlio. Si trovava in una foresta ed era ancora umana. Forse l’incantesimo non era funzionato. “Enzo” gridò di nuovo con il cuore in gola. E se gli fosse successo qualcosa?
All’improvviso qualcuno spuntò davanti a lei. Osservò il volto dell’uomo e sorrise. Una sensazione di sollievo la invase.
“Klaus” pronunciò. Quello però la guardò in modo diverso da quello a cui era abituata. Il suo sguardo era cattivo, affamato. Era come se stesse guardando una preda. Poi Caroline iniziò a notare i dettagli. I suoi abiti erano antichi, ma diversi da quelli che indossava di solito. Sembravano più lussuosi e appartenenti ad un’epoca diversa. La sua lingua si seccò. Epoca diversa. Quello di fronte a lei era un altro Klaus.
“E’ curioso che il fatto che tu mi conosca, amore. Perché io non ho la minima idea di chi tu sia” Si avvicinò pericolosamente a lei. La spinse contro un albero. Sentì il suo corpo possente premere contro di lei. Klaus avvolse le mani attorno alla sua gola e tutto divenne nero.
 

Nel frattempo nel presente
Klaus aveva appena finito di dipingere sua sorella e la sua bellissima nipotina Lexie.
“Nik, è magnifico” si complimentò Rebekah
Era passato quasi un mese. Elena era al sicuro con Jeremy lontano da Mystic Falls. Silas era ancora intrappolato alla pensione dei Salvatore. Damon viveva con loro. All’improvviso sentì un fortissimo vento.
“Cosa succede?” chiese Rebekah
“Andiamo a vedere”
Nel salotto c’era una specie tornado. Anche il Salvatore ed Elijah con Katherine erano giunti per capire cosa stesse accadendo.
Dal tornado apparirono delle persone. Erano tornati.
“Damon” fu la prima parola che Stefan pronunciò
“Stefan sei davvero tu?” Vide i fratelli abbracciarsi di gioia e sorrise.
“Papà?” una vocina lo richiamò alla realtà. Suo figlio, Enzo era lì davanti a lui, ma sembrava diverso. Corse ad abbracciarlo e lo tenne stretto a sé. Era reale. Tuttavia il suo odore era diverso e anche quello di Lexie era così.
“Dov’è Caroline?” domandò
“Non è possibile” esclamò Bonnie “Dovrebbe essere qui, eravamo tutti uniti” sembrava spaventata “Deve essere qui”
Poi la porta di casa venne spalancata
“No mi dispiace. Caroline non è qui” esordì una voce
Klaus guardò la persona da cui proveniva la voce e rimase sconvolto “Madre?


Ciao a tutti!
Rieccomi con l'aggiornamento! Ho fatto prima che potevo! Allora entrando in merito alla storia, lo so vi ho lasciato con un bel pò di domande. Penso che se non sapessi come andare avanti anche io mi chiederei "Ma che cavolo è successo??"
Ci sono molti misteri. Troppe cose non spiegate. Ve l'avevo anticipato però..la storia prenderà una direzione diversa. Diventerà leggermente più scura, ma non tanto da dover cambiare rating. Ho deciso di mischiare un pò le cose. 
Adesso però voglio sapere cosa ne pensate? Che ne dite dei vari colpi di scena?? 
Spero che continuerete a sostenermi! Siete i migliori! 
Alla prossima!

 

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Capitolo 19
*** Mistero risolto ***


Quasi un mese prima…
“Silas è stato catturato”
Esther Mikaelson si voltò decisamente infastidita da quella notizia. Non ci voleva. Silas era un elemento fondamentale per il piano che avevano messo in atto e se lui avesse saputo che era stato preso…
“Possiamo farcela anche da sole” disse rivolgendosi alla strega che aveva parlato
“Senza Silas? Non credo. Abbiamo fatto di tutto pur di ingannare gli spiriti. Senza lui come copertura, ci scopriranno”
“Non mi interessa. Ci siamo spinte troppo oltre per tornare indietro. E di certo non vorrai far arrabbiare il capo” A quelle parole la strega sgranò gli occhi dal terrore. Celeste aveva subìto più volte la rabbia del capo e non aveva nessuna intenzione di viverla nuovamente.
“E come possiamo fare?” domandò alla strega originale
“Silas è stato avventato. Si è reso debole, cercando di trovare la cura. A noi non interessa nulla del suo fine. Noi dobbiamo contrastare Emily Bennet. Agiremo di nascosto. I miei ricordi sono stati compromessi, qualsiasi cosa la strega abbia architettato, riguarda il mio passato. Dobbiamo aspettare che i ragazzi ritornino e agire in quel preciso momento. Quando ritorneranno, sapremo il perché sono stati mandati nel passato e li ostacoleremo.”
“E la mia vendetta? Hai detto che Klaus è felice, io voglio che soffra!”
“Sai che non puoi ucciderlo”
Celeste iniziò a camminare avanti e indietro. Poi prese un foglio dalla sua borsa e lo mostrò alla donna.
“Non ho nessuna intenzione di ucciderlo. La sua vita non è tanto importante per lui, quanto quella di chi lui ama”
“Ti avviso, se torcerai anche solo un capello ad Enzo, poi te la vedrai con me!” minacciò Esther
“Andiamo Esther, per chi mi hai presa? Io non uccido i bambini.” Rispose indignata “No, la mia vendetta si abbatterà su Caroline. E non sarò io ad ucciderla, lo farà lui stesso”
La Mikaelson lesse il foglio.
“Un incantesimo di distorsione del tempo? Che significa?”
“Nel momento in cui Bonnie lancerà l’incantesimo per tornare qui, io lancerò questo su Caroline. Lei finirà in un’altra epoca. Precisamente il 1492, esattamente poco tempo dopo che Katherine Pierce si suicidò diventando vampira e strappando tutti i sogni di Klaus di diventare ibrido”
“Stai mandando quella ragazza nelle mani di uno psicopatico serial killer, perché è proprio quello che era mio figlio a quel tempo”
“Lo so” sorrise in modo crudele Celeste “Lui la ucciderà e poi ricorderà ogni cosa. Chissà che cosa si prova a vivere per sempre con l’immagine della donna che ami morta dilaniata dai tuoi stessi denti”
“Immagino che lo scopriremo” affermò la strega
 
“Madre?”
“E’ un piacere rivedervi figli miei” disse la donna con tono autoritario “d’altro canto non ho per niente apprezzato il vostro giocare con i miei ricordi” fece rivolgendosi a lei e Stefan
“Che hai fatto a Caroline?” domandò lei preoccupata per la sua amica
“Oh io niente, ma temo che non starà in giro per molto”
Bonnie vide Klaus avventarsi contro la strega che lo bloccò con un aneurisma.
“Papà!” gridò Enzo spaventato nel vedere il padre a terra
“Suvvia Niklaus non vorrai terrorizzare tuo figlio vero?” fece la donna
“Che cosa vuoi?” chiese Elijah
“Voglio sapere perché i tuoi amici si sono intrufolati nelle nostre vite, voglio sapere che cosa hanno fatto”
Bonnie controllò l’orario. Doveva andarsene al più presto da quel luogo. Aveva ancora una sola ora. Quel contrattempo non ci voleva. Se non avesse terminato l’incantesimo, tutto quello che aveva fatto sarebbe stato inutile.
“E io che pensavo che dopo Silas saremmo stati lasciati in pace per un po’” borbottò Damon
Esther rise “A proposito, mi devo congratulare con voi per averlo temporaneamente sconfitto”
“Beh le streghe Bennet sanno il fatto loro” continuò Damon
Le streghe Bennet? Lei conosceva solo un’altra Bennet ed in quel momento era la sua ultima speranza. Concentrò tutte le sue forze, la soluzione era una sostituzione momentanea dei corpi. Per fortuna c’era la luna piena! Un incantesimo del genere richiede molto potere e lei lo aveva. Chiuse gli occhi, individuò Lucy e lo scambio avvenne.
Quando aprì gli occhi, si trovò nel Mystic Grill. Uscì dal locale e si diresse nella foresta. Raggiunse il luogo preciso e notò con piacere che il suo incantesimo era stato un successo. Pronunciò le parole e il vento iniziò ad alzarsi. Sotto di lei la terra si spaccò, mostrando una roccia antica. Si chinò e si punse il dito con un ago. Il sangue colò sulla pietra che iniziò a frantumarsi, rivelando ciò che conteneva: Henrik Mikaelson. Dopo qualche secondo il ragazzo aprì gli occhi.
“Chi sei?” si guardò intorno “Dov’è Nik?”
 
“Che ci faccio qui?”
Damon si girò verso Bonnie. Aveva un’area confusa, come di chi si addormenta in posto e si sveglia in un altro.
“Che cosa succede?” ripetè la Bennet
“Ehi Bon-Bon tutto bene?” le chiese
Bonnie si voltò verso di lui “Come mi hai chiamato?”  La sua voce era allarmata. Sembrava in preda al panico e non capiva cosa potesse esserle successo da un momento all’altro. La ragazza si mosse verso lo specchio. Si osservò come incredula, tastandosi il viso.
“Bonnie stai bene?” le domandò allora Rebekah
La Bennet sembrava indecisa, poi cambiò espressione nel momento in cui vide Esther.
“Si” affermò incerta “Solo un giramento”
“Non c’è da stupirsi con l’incantesimo che hai fatto” affermò Stefan “Dovresti riposare” 
“Non fa niente, mi sento meglio ora”
Damon notò che Esther si stava avvicinando alla Bennet così si mise subito in mezzo per farle da scudo.
“Non hai ancora risposto alla domanda” fece la donna
“Non credo lo farà” disse lui
“Se pensi che vi lascerò andare senza avere ciò per cui sono venuta, sei solo un illuso”
Nessuno parlò. Damon vide la strega squadrarli uno ad uno.
“Se non parlate con le buone, parlerete con le cattive”
Fece un movimento e i bambini svennero.
“Che hai fatto?” urlò Rebekah
“Tranquilli, dormono semplicemente. Non vorrete di certo che assistano al nostro “colloquio” no?”
Damon si avvicinò a Stefan “Mettiamoli in una camera. Saranno al sicuro lì”
Sistemati i bambini, tutti loro accerchiarono Esther nel salone.
“Non ho paura di voi. Potete anche essere di più, ma io sono più potente di voi. E se pensate che sia sola vi sbagliate” iniziò la donna “Vi conviene consegnarmi qualunque cosa abbiate trovato, altrimenti dovrò prenderla con la forza”
“Fatti sotto” la provocò
Esther mosse le mani e contemporaneamente Klaus, Rebekah ed Elijah caddero a terra col collo spezzato. Katherine lo guardò seriamente preoccupata. Damon aveva già avuto a che fare con la forza della strega originale, ma quella era davvero troppa forza anche per lei. Come aveva fatto a diventare così potente?
“Cominciamo con lei” disse puntato Katherine che iniziò a tenersi la testa e a gridare dal dolore. Lui lampeggiò davanti alla strega per fermarla, ma venne scaraventato via da un’altra strega.
“E tu chi diavolo sei?”
“Qualcuno da temere” fece la donna
Si strinse la testa dal dolore. Gli pulsava come se fosse in un rullo compressore.
“Andiamo parlate! Dobbiamo davvero uccidere qualcuno per avere informazioni?” Damon continuava a sentire le urla di Katherine, l’avrebbe uccisa di sicuro continuando così.
“Lasciala stare” ordinò con tutte le sue forze. Anche Stefan si fece avanti inutilmente. Erano davvero troppo potenti.
“E’ davvero così importante per voi?” domandò Esther “Allora facciamo così. Vi do tempo fino a domani al tramonto, consegnatemi qualsiasi cosa avete preso dal passato e io non la ucciderò” Prese Katherine e continuò “Vediamo se siete disposti a rischiare la vita di Elena Gilbert”
E sparì e tutto divenne buio.
 
Quando Klaus aprì gli occhi, la prima cosa che notò fu il silenzio. Con il suo super udito era abituato a sentire molti rumori, anche quelli più lievi, ma in quel momento c’era una calma troppo piatta. Si mise a sedere e capì il motivo della quiete, erano tutti a terra. Si precipitò su Rebekah e cercò di svegliarla, dandole buffetti sulla guancia. Sua sorella, stordita, aprì gli occhi, seguita da Elijah.
“Che è successo Nik?” gli chiese la ragazza, notando tutti gli altri
“Non ne ho la minima idea” ammise “Almeno nostra madre è andata via” Poi incontrò lo sguardo di Elijah che lo preoccupò
“Cosa c’è che non va Elijah?” gli domandò
“Katherine non c’è” gli rispose
Klaus si guardò in giro e capì che suo fratello aveva ragione. Erano tutti lì, tranne Katherine.
“L’ha presa Esther” cominciò una voce. Bonnie Bennet era seduta sul divano “Ha preso Katherine come merce di scambio e poi ha spezzato il collo a tutti”
“Tranne il tuo” fece Klaus
“Beh sai, sarei morta in quel caso. Tuttavia c’è un problema”
“E sarebbe?” domandò Elijah allarmato
“Esther ha preso Katherine, ma in realtà crede di aver preso Elena”
Klaus osservò il fratello. Era ben consapevole di ciò che stava provando. Sua madre aveva rapito la doppelganger sbagliata e se l’avesse scoperto, l’avrebbe molto probabilmente uccisa, non considerandola una merce valida per lo scambio.
“Non dobbiamo in alcun modo farle capire l’errore” decise lui “Abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile, chiameremo anche Lucy. Le consegneremo qualsiasi cosa abbiate preso e poi, una volta messa in salvo la Doppelganger, uccideremo mia madre”
“Sarebbe un ottimo piano, se non fosse per il fatto che fallirà” fece Damon Salvatore, appena alzatosi “Esther è decisamente più forte di prima e non è sola. Dopo che voi siete stati messi ko, con la facilità con cui Sabrina muoveva il naso, è arrivata un’altra strega. Devono aver pensato che fosse Elena, perché io e Stefan l’abbiamo difesa” ammise il vampiro
“Quindi nostra madre non lavora da sola. E se non vado errato, possiamo considerare anche Silas uno dei suoi alleati”
“Ma Silas è fuori gioco per ora” continuò Elijah
“Temo non per molto amico” insistette il Salvatore “Se quelle super streghe sono davvero alleate con lui, credo che la loro prossima mossa sarà liberarlo. E se lo faranno, scopriranno subito di avere Katherine al posto di Elena”
“Quindi cosa suggerisci?” chiese Klaus
“Dobbiamo dare loro ciò che vogliono, ora”
Klaus guardò Damon. Non aveva mai negoziato nella sua vita, tuttavia troppo era in gioco. Andò verso la bottiglia di Bourbon e si versò un bicchiere.
“Va bene” acconsentì dopo aver bevuto un sorso del liquido ambrato. Guardò Stefan “Dammi ciò che avete preso”
Stefan sembrava imbarazzato. Guardò Bonnie “Io non so cosa tua madre vuole. Emily Bennet era in contatto con Bonnie”
“Quindi Bonnie? Che aspetti?” la incalzò
“Vorrei davvero chiederglielo, ma dovremmo trovarla prima” ammise la strega
“Che significa?” fece Elijah
“Bonnie è entrata nel mio corpo. Ha effettuato uno scambio non so per quale motivo. Adesso effettuerò un incantesimo localizzatore per trovarla” Klaus la vide muoversi verso il tavolo “Sono Lucy, se non l’avete capito. Sembra che queste Bennet si divertino con la possessione dei corpi”
“Se Bonnie ha fatto uno scambio, c’è solo un motivo dietro questo” esordì Rebekah
“Lei sa”
 
“….e così ho capito che eri tu il motivo per cui siamo tornati indietro. Se i tuoi fratelli non fossero stati trasformati, avrebbero ereditato con il tempo un po’ di magia. Ma tu sei il settimo figlio, il tuo potere è molto più grande di quanto si possa immaginare. Se tu non fossi morto..”
“Aspetta un attimo” la bloccò Henrik decisamente sbalordito da tutte quelle informazioni “Se io non fossi morto?? Stai dicendo che nel futuro io non esisto?”
La strega, che diceva di essere Bonnie, lo guardò con dispiacere. Gli prese le mani che avevano iniziato a tremare per calmarlo. Stava tremando come un bambino. Se suo padre l’avesse visto..
“Dove sono i miei fratelli? E mio padre e mia madre?”
“Henrik capisco che per te possa essere sconvolgente ciò che ti sto raccontando, però non abbiamo molto tempo. Devi fidarti di me. Ti ricordi cosa ti dicevo sempre quando praticavamo magia?”
“Devo credere in me, qualsiasi cosa accada, devo essere forte”
“Bravo” sorrise la donna “Questa è una situazione in cui essere forti. Se io non fossi tornata indietro, tu saresti morto quella sera di luna piena. Ricordi cosa è successo?”
Henrik riusciva ancora a vedere  gli occhi gialli del lupo che lo aveva attaccato. Sentiva il suo alito e vedeva i suoi denti come se lo avesse lì di fronte a lui. Annuì a Bonnie e all’improvviso realizzò.
“Se io non fossi morto quel giorno, i vampiri non esisterebbero. I miei fratelli avrebbero vissuto una vita normale e sarebbero morti, e mia madre non sarebbe tornata per ucciderli, di nuovo”
“E’ incredibile come somigli ai tuoi fratelli” fece quella “Intelligente e forte come loro”
“Ma allora mi domando” disse proseguendo il suo ragionamento “Perché non mi hai semplicemente salvato la vita?”
“Se ti avessi salvato la vita quel giorno, nulla mi avrebbe assicurato che la tua vita non sarebbe stata messa in pericolo nuovamente. Inoltre avrei prodotto un cambiamento tale del futuro, che una volta tornati tutto sarebbe stato diverso. La mia amica Elena, Stefan, suo fratello Damon, non sarebbero più vivi. La mia antenata mi ha rivelato che era la soluzione migliore portarti via, regalarti una nuova vita qui 1000 anni dopo, con tutti i tuoi fratelli, o meglio quasi tutti” finì con voce rotta
“Kol vero? Lui è morto?”
Bonnie sgranò gli occhi “Come hai fatto?”
“Mi sono sempre chiesto perché tra voi fosse finita e ora i fatti sono più chiari”
“All’inizio credevo che avrei potuto modificare parte del futuro, che magari ci sarebbe stata l’opportunità per salvarlo, tuttavia quando Emily mi ha rivelato cosa dovessi fare, ho compreso che per lui non c’era niente che potessi fare e che dovevo semplicemente lasciarlo andare per il mio bene. Sarò stata egoista, ma io non meritavo di soffrire così, due volte” Henrik le prese la mano, notando una lacrima che le scorreva sul viso “Non devi giustificarti con me, io ti capisco”
La donna si asciugò gli occhi. “Vieni, adesso è il momento di eliminare un cattivo”
La seguì per le vie che erano al contempo familiari ed estranee. Il terreno era duro, grigio, sconveniente sia per scavare che per riposarsi. Le persone si muovevano in oggetti colorati, che percorrevano le strade più veloci di un cavallo. Avrebbe chiesto a Nik ed Elijah di insegnargli tutto su quel mondo così diverso.
“Siamo arrivati” la strega prese un piccolo pugnale e glielo porse “C’è un uomo intrappolato in questa casa. L’ho scoperto grazie alla magia. L’incantesimo per distruggerlo è troppo potente per te, quindi per ora mi serve solo il tuo sangue. In seguito ti insegnerò tutto ciò che so, te lo prometto Henrik”
“Mi fido Bonnie. Cosa farai a quest’uomo?”
“In realtà è un essere immortale, ma una volta era uno stregone. Lui sta cercando la cura. Una pozione che gli tolga l’immortalità per poter morire e non finire nell’altro lato, ma raggiungere la donna che ama. Quello che faremo noi sarà dargli la cura, però un po’ diversa. Metteremo il tuo sangue qui dentro” disse mostrandogli un oggetto trasparente “io ti stringerò la mano e incanalerò il tuo potere per diventare abbastanza forte. Pronuncerò l’incantesimo e darò la cura a Silas, così lui tornerà stregone. Solo che avrà un piccolo effetto collaterale, ritornerà stregone ma uno stregone di 2000 anni”
“Cioè questa cura agirà su di lui come se fosse effettivamente morto quando sarebbe dovuto esserlo, giusto?”
Quella annuì “Quindi diventerà polvere” esclamò Henrik “E tutto questo con il mio sangue?” domandò incredulo
“Te l’avevo detto, sei più potente di quanto si possa pensare. Adesso liberiamoci di questo cattivo”
Hernik entrò nella casa e vide quello che sembrava essere Stefan
“Stefan?” chiese stupito, guardando la strega
“No, un doppelganger” adesso era ancora più confuso “Doppelche?” “Ti spiegherò anche questo” promise Bonnie
“Tecnicamente è Stefan ad essere un doppelganger. Io sono l’originale” fece lo stregone
“Sono qui per proporti un accordo”
“Sentiamo”
“Io ti do la cura” propose la donna mostrando l’oggetto “E tu mi aiuti a distruggere Esther e mi dai la tua parola che non torcerai più un capello a nessuno”
L’uomo guardò la cura con bramosia.
“Hai la mia parola”
Bonnie lanciò la cura verso Silas che l’afferrò fulmineamente. Aprì l’oggetto e bevve il contenuto. Non passò nemmeno un secondo, l’uomo guardò verso Bonnie “Che hai fatto?” chiese e divenne polvere
“Ciò che ti meritavi” pronunciò la strega
“Non hai idea di ciò che hai fatto” esordì una voce troppo familiare. Si girò di scatto e vide sua madre impallidire. Esther aveva tutta l’aria di chi ha appena visto un fantasma.
“He-henrik?” balbettò incredula
“Madre” fece lui debolmente. Bonnie lo prese per il braccio, per evitare che andasse da lei
“Ecco Esther, adesso sai cosa è stato preso dal passato. Spero tu rifletta su quali siano le tue priorità”
Sparirono per ricomparire nella foresta. La strega si accasciò a terra.
“Bonnie, stai bene?” chiese preoccupato
“Si, tranquillo, ma non riesco più a reggere lo scambio di corpi. Ritornerò nel mio corpo adesso. Dì a Lucy di portarti da me. Appartiene alla mia famiglia, ti puoi fidare di lei. Dille di portarti da me, ok?”
“Va bene” E Bonnie chiuse gli occhi.
 


“Aspetteremo il ritorno di Bonnie. Consegneremo a mia madre ciò che vuole e riavremo Katherine. In seguito penseremo ad una strategia per contrastarla”
Rebekah era seduta vicino Stefan e ascoltava Klaus spiegare il piano per riavere la Petrova. Non aveva mai avuto una particolare simpatia per lei, ma ultimamente tutto era cambiato ed Elijah era così felice con lei, che avrebbe fatto di tutto purchè continuasse ad esserlo.
“Se Esther è andata alla pensione, avrà liberato Silas, per cui ci dobbiamo preparare ad affrontare ben due streghe ed un immortale capace di entrarti in testa”
“Direi solo due streghe” fece Lucy “Silas ormai non è più un problema”
Rebekah guardò l’amica “Bonnie?” domandò speranzosa
“Esatto!” esultò lei
“Cosa significa che non è più un problema?” chiese Klaus
“Cioè che tutto ciò che rimane di lui è della polvere. Una passata di aspirapolvere e via” continuò felice. Rebekah sapeva che era una bella notizia, ma in quel momento suonava come una condanna a morte sulla testa di Katherine. Vide Elijah stringere i pugni.
“Che succede?” chiese allora Bonnie capendo forse qualcosa
“Esther ha rapito Katherine, ma pensa che sia Elena. Vuole in cambio ciò che hai preso dal passato, altrimenti la ucciderà” le spiegò
“Eshter lo sa già. L’ho incontrata alla pensione. Onestamente non so se vorrà più fare questo scambio” ammise la Bennet
“Che cosa vuol dire?” domandò Elijah
All’improvviso la sua testa iniziò a dolere. Notò che anche gli altri si tenevano la testa tra le mani. I ricordi tornarono. Il viaggio nel passato aveva cambiato qualcosa, aveva modificato la vita di uno dei suoi fratelli, tanto che tutto ciò che lui aveva passato prima di quel viaggio, ora era diverso. Lei aveva un fratello una volta, uno che Klaus aveva rinchiuso più volte nella bara a causa del suo comportamento infantile e spregiudicato. Quel fratello ora la bara non l’aveva mai vista nemmeno da fuori, c’erano solo piccoli sprazzi di vita passata in cui si erano incontrati accidentalmente o giusto per malinconia. Quel fratello non era mai stato a Mystic Falls per impedire ad Elena di risvegliare Silas. Lei non sapeva nemmeno dove fosse, ma di certo non era morto.
“Oh mio Dio, lui è vivo” esclamò Bonnie con le lacrime agli occhi
“Avrete scatenato qualcosa che gli ha permesso di cambiare tutta la sua vita” informò Elijah
Rebekah tuttavia non prestava molta attenzione a quei dialoghi. Il suo sguardo era fisso su Nik che si stava ancora tenendo la testa tra le mani. Lampeggiò al suo fianco e gli accarezzò i capelli. Aveva le lacrime agli occhi.
“Che succede?”
“Io so dov’è. Caroline. Lei non tornerà mai indietro e sarà solo colpa mia”
 

Delle gocce le stavano cadendo sulla faccia, causandole il risveglio. Aveva freddo e il posto emanava un odore sgradevole di sporco. Si avvolse le braccia attorno al corpo per farsi calore. Il movimento le provocò una fitta al collo. Si toccò il punto dolente e si rese conto di avere delle croste da morso di vampiro. La realtà si riaffacciò dura davanti a lei. Non aveva idea di dove fosse, né di quando. Non sapeva quanto tempo fosse trascorso, né se sarebbe mai uscita da lì. Ignorava le sorti di suo figlio, di Bonnie e Stefan. Il suo Klaus l’aveva morsa. No, non il suo Klaus. Lui non l’avrebbe mai fatto. L’uomo che aveva sposato non l’avrebbe mai fatto. Quello era un altro Klaus, uno di cui lei aveva paura. Uno che sembrava non avere umanità. Le lacrime già scendevano dai suoi occhi senza controllo. Provò a ricomporsi, non avrebbe ottenuto nulla piangendo. Doveva elaborare un piano per mettersi in contatto con Bonnie. Lei era una maniaca del controllo, dannazione! Il suo punto forte era il controllo e doveva trovare qualcosa da controllare. Innanzitutto aveva bisogno di una strega. L’ideale sarebbe stato una Bennet, ma qualsiasi strega sarebbe stata perfetta. Tuttavia per avere una strega doveva uscire di lì, per uscire da lì, doveva convincere Klaus che era meglio tenerla in vita che ucciderla. D’altronde era certa che Bonnie l’avrebbe cercata dovunque fosse finita. L’unica cosa che per ora era necessario che facesse era rimanere in vita.
Gli occhi di Klaus ritornarono potenti davanti a lei. All’inizio pensò stesse rivivendo l’incubo del morso, ma poi odorando il profumo e notando l’aria che usciva dalle sue narici, capì che era più vivo che mai.
“Ora non sembri poi così felice di vedermi” la schernì con un tono di voce che, nonostante quegli anni passati con lui, le sembrava così estraneo “Devo ammettere che mi hai incuriosito. Di solito quando qualcuno mi vede urla o scappa, ma mai, e ti assicuro, mai sospirano di sollievo e sorridono.”
Klaus le toccò una ciocca di capelli e iniziò ad arrotolarsela tra le dita. A Caroline quel gesto fece balzare il suo cuore. Così familiare eppure così distante. “Adesso,  perché non mi dici chi sei e come fai a conoscermi?”
Caroline inghiottì l’aria. Che cosa avrebbe dovuto dirgli? Era umana per cui non avrebbe potuto giustificare la sua presenza. Nonostante non sapesse che anno fosse, il cambio di vestiti era un chiaro segno che era passato più di un secolo.
“Se non me lo dirai spontaneamente, ti costringerò a parlare” la voce del vampiro si era fatta pericolosa
Lui la poteva soggiogare! Gli avrebbe rivelato del viaggio nel tempo, anche se ci sarebbero state conseguenze. Pensò ad Enzo. E se avesse messo in pericolo la sua vita? Cosa poteva fare?
“Io non posso dirtelo” ammise sconfitta alla fine
“Sono colpito. Solitamente mi riempiono di bugie, ma tu sei coraggiosa” Klaus avvicinò il viso al suo fino ad aderire contro la sua pelle. I suoi occhi si oscurarono e i denti si allungarono.
Caroline tremava dalla paura. Possibile che aveva intrapreso quel viaggio per morire così?
“Per favore, non uccidermi” implorò piangendo “Io ho un figlio. Ha solo due anni ed è un bambino bellissimo. Ha bisogno di sua madre”
“Enzo vero?” Lei annuì “Ricordo che lo stavi chiamando”
“Sono solo una ragazza, lasciami andare”
“Hai ragione” fece lui “Per me però sei solo del cibo e io sono abituato a non sprecarlo”
Le parole si tramutarono in pugnalata. Fu atroce. Continuava a ripetersi che quello non era Klaus. Lui non le avrebbe mai detto quelle cose.
“Non hai idea di quanto ti amo Caroline” “Sei forte, bellissima, piena di luce”
“Sei solo del cibo” la realtà era troppo forte per essere ignorata. Lo guardò, perché nonostante tutto erano i suoi occhi che lei avrebbe voluto vedere prima di morire. Tuttavia quegli occhi erano solo degli involucri senza anima dietro. Raccolse tutte le forze che aveva, se doveva morire così, aveva diritto ad un ultimo desiderio giusto?
“Dato che stai per uccidermi, posso chiedere un solo desiderio?” domandò
Klaus sembrò soppesare le sue parole, non nascondendo la sorpresa.
“Credo di poter concedere un’ultima richiesta ad una bella donna, d’altronde sono pur sempre un gentiluomo”
Caroline sorrise tristemente“Puoi fare finta, per un attimo, di amarmi? Puoi fingere che io sia la cosa più importante della tua vita? Devo solo rivedere quello sguardo per portarmelo con me, ho bisogno di credere che sto morendo tra le braccia di qualcuno che mi ami”
Caroline non era sicura a causa della scarsa illuminazione, ma le sembrò di vedere un tentennamento. Un piccolo rimorso sul quel viso crudele.
“Mi dispiace, io non so amare” ammise amareggiato. Poi cambiò sguardo, come attirato da qualche rumore lontano.
“Ora devo andare. E’ il tuo giorno fortunato. Pensa ad un altro ultimo desiderio. Tornerò presto”
Una ventata di aria fresca si alzò dal posto in cui stava Klaus. Lei rabbrividì. Aveva ancora un po’ di tempo. Si accasciò all’angolo e scoppiò in singhiozzi. Era rimasta sola.
 
 Ciao a tutti!!!
Mi dispiace avervi fatto aspettare di nuovo tanto, ma almeno ho pubblicato un capitolone per farmi perdonare. Purtroppo ho tantissimi impegni e scrivere è molto difficile quando non riesci a concentrarti. Tuttavia non abbandono la storia, anzi ho tutte le intenzioni di continuarla. 
Il capitolo si chiama "Il mistero risolto" perchè finalmente abbiamo scoperto per quale motivo i nostri amici sono tornati nel passato. La chiave è Henrik. Vi ho lasciati sorpresi? Ve lo aspettavate?
Questo capitolo è molto importante perchè dà l'avvio alla nuova parte della storia. Sono sicura che avete ancora molte domande. Non preoccupatevi le storie arriveranno. 
Ora però pongo io delle domande a voi: qual è la coppia della mia storia che vi piace di più? 
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e rispondete alla domanda!
Ciao !!
 

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Capitolo 20
*** Pura Crudeltà ***


La fame si stava facendo sentire prepotentemente. Non aveva idea di che ore fossero, né del tempo trascorso da quando Klaus era andato via. Se non l’avesse uccisa lui, di certo l’avrebbe fatto la mancanza di acqua e cibo. Aveva riflettuto bene su cosa chiedere. Come un giocatore di poker quando punta tutto su quell’unica mano, sperando sia fortunata, lei si stava giocando tutto, solo che, se avesse perso, ci avrebbe rimesso la vita. Il silenzio del luogo venne interrotto da dei rumori di voci. Riconobbe il timbro di Klaus, l’avrebbe riconosciuto ovunque.
“Rinchiudilo qui” stava dicendo “Di lui me ne occuperò dopo. Adesso ho altro da fare”
Lo stomaco le si strinse. I passi si facevano sempre più vicini. Sapeva cosa avesse da fare, stava andando da lei. Fece dei respiri profondi per calmare.
Andiamo Caroline, ce la farai anche questa volta.
“Allora, tesoro, ti sono mancato?”
“Non proprio” ammise debolmente, maledicendosi subito dopo. Tuttavia il vampiro sorrise, trovando evidentemente buffa la sua risposta.
“Devo ammettere che apprezzo la tua onestà. Ebbene hai trovato una richiesta adeguata?” chiese
“Si. Vorrei parlare con una strega” disse lanciando la bomba tutto d’un fiato. Il sorriso di Klaus si spense. Caroline vide che i suoi occhi si erano fatti indagatori. La stava fissando, come per cercare di guardarla dentro. Poi, sempre osservandola, avanzò, girandole attorno come un avvoltoio con la sua preda.
“Sai” cominciò “per essere una donna, sei alquanto coraggiosa. Non so quali siano i tuoi piani, ma se pensi che una strega possa aiutarti a scappare, sbagli. In ogni caso mi hai incuriosito. Voglio proprio vedere cosa intendi fare. Avrai la tua strega” si fermò di fronte a lei e la guardò intensamente “Però ti avverto, se scopro che tutto questo è un piano delle streghe per ostacolarmi o fare qualsiasi cosa contro di me e la mia famiglia, andrò a cercare personalmente tuo figlio e lo ucciderò davanti a te e poi ti farò soffrire talmente tanto che implorerai la morte molto prima di quando ti verrà concessa” la minacciò per poi sparire. Caroline si accasciò espirando. Aveva trattenuto il respiro durante tutto il discorso di Klaus, le sue parole erano stalattiti che si conficcavano sempre più a fondo in lei. Lui non è Nik. No infatti. Quello era Klaus, nei suoi momenti peggiori. Pensava di aver visto tutta la cattiveria che poteva manifestare dopo aver ucciso Elena e Jenna, e aver trasformato Tyler in vampiro, ma ora capiva che era niente in confronto a questo Klaus. Che cosa gli era successo? Come aveva fatto a raggiungere quei livelli di crudeltà? Pura crudeltà. Eppure in lui c’era sicuramente una parte del suo Nik, ci doveva essere. Lei l’aveva vista con Klaus nel futuro e quindi significava che, forse, in quel periodo, l’aveva sepolta ancora più a fondo. Sarebbe riuscita a farla emergere? Soprattutto, ne avrebbe avuto il tempo?
Non era trascorso molto tempo dall’incontro con il vampiro, che un uomo la raggiunse. Non aveva idea di chi fosse, forse uno degli scagnozzi di Klaus. La prese per il braccio e nel silenzio più totale la portò via di lì. Dopo non sapeva quanto, finalmente era fuori dal quel tugurio. Osservò il cielo, era sera. C’era qualche stella che si intravedeva, nonostante ci fosse ancora un po’ di luce. Davanti a lei vi era una proprietà vasta. Era un castello che le ricordava Dracula di Stoker. Entrò in una porticina laterale e salì delle scale. Percorse un corridoio illuminato dalle candele. Candele, per cui non c’era ancora l’elettricità. L’uomo la fece accomodare in una stanza di modeste dimensioni, ma calda e accogliente. Si sedette e quello le versò dell’acqua in un bicchiere e le offrì del cibo. Divorò tutto e bevve, provando un piacere indescrivibile nella ristorazione.
“Spero che tu abbia gradito tutto”  Caroline si voltò e vide una Rebekah diversa da come la ricordava. Non aveva più quell’aria di fanciulla pura e dolce che aveva conosciuto, ma era molto più simile alla vampira del 2012.
“Era tutto buonissimo, grazie” rispose lei
“Ne sono felice. Seguimi, ho fatto preparare un bagno caldo e dei vestiti nuovi”
“Perché mi stai aiutando?” domandò lei confusa
Rebekah si girò e la squadrò dalla testa ai piedi “Diciamo che ho preso a cuore la tua situazione. Mi piace sapere tutto ciò che succede e quando sono stata informata di una giovane donna lasciata senza cibo in quelle segrete, ho deciso di migliorare la tua condizione. Ho sempre avuto questa convinzione che le donne dovrebbero essere unite e aiutarsi a vicenda”
Caroline sorrise. “Ti ringrazio davvero”
“A proposito, come ti chiami?”
“Caroline Forbes”
“Io sono Rebekah, Rebekah Mikealson”
 Tutti i momenti trascorsi con Rebekah mentre si facevano forza insieme tornarono a galla. In lei c’era ancora quella ragazza. Forse non tutto era perduto.
Si godette quel bagno profondamente. Certo la vasca non era il massimo, era una specie di secchio enorme di legno e l’acqua stava già diventando fredda, ma era pur sempre meglio di niente. Uscì dalla vasca e si asciugò, poi indossò i vestiti. Rebekah le aveva portato un bell’abito color smeraldo.
All’improvviso la porta si aprì, mostrando un Klaus alquanto adirato.
“Che significa tutto questo?” gridò “Rebekah, vieni qui” ordinò subito
La vampira arrivò come richiesto “Chi ti ha detto di portarla qui?”
“Le ho solo offerto un po’ di ospitalità” si giustificò quella “Cosa di cui tu non sei capace”
Klaus era davvero imbestialito. Era chiaro che non apprezzava quando qualcuno faceva di testa sua, scavalcandolo.
“Lei non è nostra ospite” scandì lentamente pesando bene le parole
“A me piace! Potrei tenere Caroline sotto la mia protezione” lo sfidò la bionda originale
“La tua protezione” derise Klaus “Pensi che la tua protezione possa fermarmi?” Caroline sentì delle braccia possenti che la bloccavano e una mano che le teneva il viso. Klaus era lampeggiato accanto a lei, per dimostrare alla sorella quanto fosse inutile il suo discorso. “Potrei spezzarle il collo in questo momento, quindi dimmi dov’è questa tua protezione?” Rebekah strinse i pugni, sconfitta “Vattene nella tua stanza, noi due faremo i conti dopo” le ordinò e la vampira andò via.
Klaus mollò la presa e rimase in silenzio a guardarla.
“Bel nome Caroline, ti si addice” fece come se un minuto prima non avesse minacciato d’ucciderla. Non riusciva a stare dietro a questa versione super folle e super ingestibile di Klaus. La stava nuovamente fissando, ma questa volta riusciva a leggere i suoi occhi. Lussuria, desiderio. Non era quello sguardo che lui le aveva così tante volte rivolto, quello ricco di amore e di brama, di voglia di annegare l’uno nell’altro. No, era solo profonda e cruda lussuria. Lui la stava denudando con gli occhi e ciò la faceva sentire a disagio, ma allo stesso tempo non riusciva a staccare gli occhi dai suoi. Era come ipnosi. Con un bracciò l’attirò a sé, scostandole i capelli dal collo. Capì le sue intenzioni, nel momento in cui vide le vene fuoriuscire e i denti allungarsi.
“No..”sussurrò provando a divincolarsi, ottenendo come risposta una maggiore presa da parte del vampiro. Il dolore fu pungente, tanto che la prese come una scossa rendendola incapace di muoversi. Rimase inerte mentre Klaus beveva da lei. Si abbandonò completamente tra le sue braccia, fino a perdere i sensi.
Questo Klaus non aveva sentimenti, questo Klaus non chiedeva.
Il mattino dopo una donna la svegliò. Aveva un vassoio con del cibo. Si sentiva molto debole, per cui mangiò molto cercando di rimettersi in forze. Finita la colazione, la donna la condusse davanti alla toeletta. Non vedeva uno specchio da anni ormai, anche se avrebbe preferito non rimirarsi in quel momento. I suoi occhi erano rossi e gonfi a causa del pianto, anche se non ricordava di aver pianto. Il suo viso era pallido per la perdita di sangue. Sul collo spiccavano i morsi di Klaus, uno in via di guarigione, uno ancora fresco e dolente. L’ancella le mise della polvere sul viso e sul petto, poi iniziò a truccarla. Quando finì il suo aspetto era diverso. Infine le mise un pezzo di seta verde attorno al collo per coprire i segni. Proprio in quel momento la porta della stanza venne aperta. Fece il suo ingresso Klaus.
“Dormito bene?” la stuzzicò, riferendosi al fatto che era praticamente svenuta tra le sue braccia. Lei non rispose. L’ancella lasciò la camera lasciandoli soli. Klaus si avvicinò a lei squadrandola. Poi le tolse lo scialle per ammirare il suo capolavoro.
“Così va meglio” disse soddisfatto “Mi piace vedere i miei segni sul corpo di una bella donna”
“Sei disgustoso” sputò lei indignata, mordendosi la lingua per l’imprudenza. Fortunatamente il vampiro sembrava trovare spassosi gli insulti
“Selvaggia” la derise, poi cambiò atteggiamento “La tua strega è arrivata” Infatti dopo qualche minuto un maggiordomo salì per annunciarla. La strega era una donna molto simile ad Ayana. Quando Caroline la vide, era sicura che fosse una Bennet. Forse dopotutto si sarebbe potuta salvare. La donna la fissava con intensità, mista a curiosità. C’era una scintilla nei suoi occhi, difficile da interpretare.
“Ti presento Mary.” Introduce il vampiro, poi si avvicinò “Ricorda ciò che ti ho detto Caroline” le soffiò nell’orecchio Klaus, facendole partire dei brividi di paura in tutto il corpo. Se c’era qualcosa in cui quel Klaus era esperto, quelle erano senza dubbio le minacce. Uscì dalla stanza e lei rimase da sola con la strega.
La donna si sedette e poggiò un contenitore sul tavolino. Poi verso dentro dell’erba e la bruciò.
“Salvia” spiegò “Così non potranno sentire”
“La mia storia è complicata..io..”
“So già tutto di te Caroline” la interruppe “Sono stata contattata dagli spiriti. So del viaggio nel tempo e della missione. Quello che non capisco è come mai sei finita qui, ma sono intenzionata a scoprirlo” Le fece cenno di avvicinarsi. Caroline la raggiunse. La strega prese la sua mano e le punse il dito con un coltello.
“Ahi” fece lei avvertendo il bruciore. Qualche goccia di sangue uscì e la donna iniziò a pronunciare un incantesimo.
“Ora capisco” fece “Sei stata manomessa”
“Sono stata cosa?” chiese succhiandosi il pollice ferito
“E’ stato lanciato un contro incantesimo su di te. Qualcuno ti ha volontariamente spedito qui. Hai idea del motivo?”
“Onestamente no. Ero con i miei amici e poi sono finita qui, ho incontrato Klaus e beh il resto lo sai. Non so nemmeno in che epoca siamo”
“Nel 1492” Caroline riflettè su quella data. Cosa era successo nel 1492 di importante? La scoperta dell’America…ma non credeva che quella informazione sarebbe stata rilevante
“Sei stata mandata qui precisamente nel momento in cui Klaus tornava dalla Bulgaria” aggiunse quella. Bulgaria, 1492..Caroline capì.
“Oh mio Dio, so che periodo è. Klaus ha appena sterminato la famiglia Petrova”
“E come questo può essere collegato a te?”
“Non è collegato a me, ma a lui. L’incantesimo è stato fatto per colpire lui” Ora tutto aveva un senso, non c’era peggior nemico di Klaus, che Klaus stesso. Nei suoi 1000 anni di vita aveva collezionato una tale quantità di nemici, che non c’era da stupirsi se adesso anche lei, in quanto moglie, stava pagando il prezzo dei suoi errori.
“Perché tutto questo dovrebbe colpire lui?”
“Perché io sono sua moglie e per quanto assurdo lui mi ama, o meglio amava, amerà” provò a spiegare anche se era davvero difficile far comprendere quella situazione
La strega sembrava riflettere attentamente. “Credo di aver capito. Siete tornati nel passato e tu e Klaus vi siete sposati. Nel futuro lui c’è ancora, ma a quanto pare è diverso e ti ama. Quindi se lui ora dovesse ucciderti, lo ricorderà e questo lo perseguiterà per sempre”
“Una cosa del genere” ammise trovando ancora il tutto più assurdo
“Quindi dobbiamo fare in modo che tu torni nel futuro incolume”
“Beh l’ideale sarebbe quello”
Mary iniziò a pronunciare un altro incantesimo. Avvertì un forte dolore alla testa, poi sparì.
“Che hai fatto?”
“Ho protetto la tua mente. Quando andrò via Klaus ti soggiogherà per sapere tutto, così non potrà farlo. Ma tu non dovrai farglielo capire, per cui dovrai comportarti come se stessi sotto costrizione. Nel frattempo io proverò a mettermi in contatto con la tua amica strega”
“Ma cosa gli dirò? Klaus è intenzionato ad uccidermi. Mi ha fatto presente che sono solo cibo per lui”
“Forse ho io un’idea”
Caroline era rimasta seduta ad aspettare che Mary finisse di discutere con Klaus. Secondo il piano della strega lei doveva interpretare una principessa, ma non una reale, una principessa erede di un gruppo di streghe provenienti dal Nuovo Mondo. Erede si, ma diseredata a causa della totale mancanza di magia in lei. La strega avrebbe detto a Klaus che, in quanto strega anche se non realmente strega, sarebbe stata considerata sotto la protezione delle Bennet e quindi lui non avrebbe dovuto toccarla, altrimenti lei e le sue sorelle non l’avrebbero più aiutato.
I suoi pensieri vennero interrotti da Klaus.
“Una principessa..se l’avessi saputo prima sarei stato più ospitale” scherzò
“Non sono abituata a fidarmi dei vampiri” rispose lei
“Se è per questo, io non mi fido di nessuno” Caroline si mosse verso la porta, ma venne bloccata dall’originale “Dove stai andando?”
“Non mi lasci andare?” chiese lei
“Come ho detto, non mi fido di nessuno e questo include soprattutto le streghe. Resterai qui come mia ospite” Non era di certo quello che sperava
“Come ostaggio vorrai dire” Klaus sorrise a quella risposta
“Sei davvero coraggiosa, Caroline” lasciò la presa su di lei e si mosse verso la porta. Prima di uscire si voltò verso di lei “A differenza di quanto puoi pensare io so cosa significa essere rifiutati dalla propria famiglia” le disse con tono quasi compassionevole per essere Klaus. Caroline si sedette sul letto, rigirandosi l’anello tra le dita. Aveva ancora del tempo, doveva confidare in Mary e Bonnie. E doveva cercare di evitare Klaus per il suo bene.
 

Elena era seduta fissando silenziosa il suo ragazzo, o meglio il suo ex ragazzo, perché dopo quello che stava succedendo, era più che sicura che non gli avrebbe mai più rivolto la parola. Non capiva cosa Damon stesse aspettando da lei. Voleva dirgli tante cose, da “Vai a farti fottere” al “Marcisci all’inferno” ma sarebbero state tutte inutili. Quanto avrebbe desiderato essere un licantropo e poterlo mordere, lasciandolo nel delirio fino ad un momento prima dell’ultimo sospiro, per poi guarirlo. Forse così avrebbe capito cosa si provava ad essere sempre quella che non può decidere.
Era con Jeremy nell’ennesimo B&B, quando qualcuno aveva bussato. Aveva aperto, trovandosi davanti Damon. Era talmente felice che stava piangendo dalla gioia nel rivederlo, fino a quando non erano spuntati anche Stefan e due bambini addormentati. E l’inganno era stato svelato.
E’ per la tua sicurezza, le aveva detto. Esther ha catturato Katherine perché pensava fossi tu. Sei un bersaglio ed è  meglio se stai lontano da Mystic Falls, aveva cercato di convincerla. Lei era esplosa dalla rabbia. Gli aveva urlato che lui non poteva, anzi non doveva decidere per lei. Se lei voleva combattere, lui non si doveva opporre. Odiava il fatto che non potesse fare ciò che desiderava. Odiava lui, perché le toglieva questa possibilità. E adesso la fissava, aspettando chissà cosa.
“Elena, parlami” disse avvicinandosi a lei e provando a toccarle il viso. Lei si scansò e, puntandogli il dito contro, lo minacciò “Non osare toccarmi”
“So che sei arrabbiata, ma”
“Niente ma Damon” sputò con veleno “Non esistono ma. Mi stai togliendo ciò che mi è più caro, la possibilità di scegliere. Tu non sei nessuno” scandì bene “Nessuno per permetterti di dirmi cosa devo o non devo fare”
“Mi dispiace toglierti questo Elena, però è troppo pericoloso e se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei”
“Non si tratta di te” urlò “Si tratta della mia vita! Sarò io a non perdonarti se farai davvero questo”
“Mi dispiace” fece Damon guardandola con sofferenza
“Io voglio combattere al tuo fianco, voglio stare vicino a te. Non voglio scappare, non questa volta”
Vedendo che Damon non rispondeva, capì che qualsiasi cosa avesse detto, non avrebbe cambiato nulla. Lui aveva deciso.
“Io non lo farò”
“Elena non capisci? Se non andrai spontaneamente, Klaus arriverà qui e ti costringerà. Tutta questa faccenda è molto più grande di quello che pensi. Devi partire e trovare un posto sicuro e proteggere i bambini”
“Perché io? Perché non Rebekah o Klaus che sono i genitori?” chiese esplodendo di rabbia
“Perché loro sono originali. Esther è la loro madre. Se andassero via, non pensi creerebbero sospetti? Poi c’è la faccenda di Caroline. E i bambini ti conoscono”
“Conoscono Tatia, non me”
“Basterà dire che sei una sua parente e si fideranno. Inoltre non sarai sola”
Quel ragionamento non faceva una piega. Era talmente logico, che la irritava in modo esponenziale.
“Quindi per te è meglio che io vada via, odiandoti, piuttosto che avermi al tuo fianco. Devi davvero ritenermi inutile” Le lacrime si affacciarono sul suo viso e Damon lo notò. Si avvicinò per consolarla, ma lei si spostò nuovamente.
“Ti ho detto di non toccarmi. Non voglio più vederti, più sentire la tua voce. Voglio che vai via” disse a fatica, piangendo. Damon continuava a fissarla, combattuto sul da farsi.
“Vattene!” urlò e Damon sparì, così lei si accasciò e iniziò a singhiozzare.
Dopo qualche minuto la porta si aprì. Lei era ancora per terra.
“Ehi, tutto bene?” chiese Jeremy guardandola con dispiacere
“No” ammise lei
Suo fratello si sedette accanto a lei e l’abbracciò.
“Io non voglio andare”
“Lo so”
“Lui non doveva..”
“Lo so”
Elena rimase abbracciata a suo fratello per un po’, ma sapeva che il tempo stringeva e che doveva andare via.
“Verrai con noi?” gli chiese, mentre si alzava
“No, torno a Mystic Falls” Lei annuì, aspettandosi quella risposta. Jeremy era un cacciatore e questo evidentemente lo rendeva più utile di lei.
“Fai attenzione”
Stefan entrò nella stanza proprio in quel momento.
“Dobbiamo andare Elena” la informò
Lei guardò Jeremy e lo abbracciò di nuovo. “Stai attenta anche tu” fece lui
Uscì dalla stanza e seguì Stefan nel parcheggio dove c’era un suv ad aspettarli.
“E’ nuovo?” domandò lei
“Serve al suo scopo” rispose il vampiro indicando i bambini che dormivano nel seggiolone
Aprì la portiera e si sedette anche lei. Non voleva farlo, ma ne aveva bisogno, così cercò con lo sguardo la Camaro e la trovò. Al suo interno, Damon la fissava. Il suo sguardo era indecifrabile, tuttavia non l’abbandonava. Elena lo percepì fino a quando non furono talmente lontani, che sarebbe stato impossibile vederli.
Stefan la guardava di sottecchi e lei lo conosceva abbastanza bene da sapere che c’era qualcosa che voleva dirle.
“Avanti parla” lo invitò lei
“Com’è andata?”
“Sai benissimo com’è andata”
“Lo vorrei comunque sapere da te”
“Una merda. Lo odio”
“Non credo sia davvero così”
“No hai ragione. Non lo odio. Lo amo talmente tanto, che non posso odiarlo e questo fa più male, perché io voglio odiarlo Stefan. Voglio che lui soffra”
“Credo che tu ci sia riuscita”
Elena lo guardò. Il tono sembrava di rimprovero e lo poteva comprendere. Era suo fratello e lei lo aveva fatto soffrire.
“Sai quanto lui sia insicuro quando si parla di te e adesso tornerà a Mystic Falls pensando che lo odi e che non vuoi più avere nulla a che fare con lui”
“Meglio così. E’ la verità”
Stefan le lanciò un’occhiata incredula. “Tra me e lui è finita. Io non sopporto che lui prenda decisioni per me. Non è la prima volta che lo fa e lui lo sapeva benissimo che lo detesto”
“Quindi ti arrendi davanti ad una difficoltà?”
“Magari fosse solo una. Comunque si, mi arrendo”
Rimasero in silenzio per un po’. Elena guardò i bimbi dormire.
“Quando si sveglieranno?”
“Bonnie ha detto dopo l’alba, per cui abbiamo 5 ore di tempo almeno”
“Dove andremo?”
“Abbastanza lontano” frugò tra alcuni fogli e le porse dei biglietti. Lei lesse la destinazione “Roma? Andremo in Italia?”
“Si, ho pensato che più lontano saremo, meglio sarà per loro. Bonnie mi ha dato una fiala che contiene del liquido con incantesimo di occultamento. Arrivati nella nostra futura dimora, la verseremo attorno ai confini della città che sceglieremo creando un cerchio e nessuno potrà trovarci, tranne lei”
“Wow. Bonnie è diventata davvero forte”
“Si, è forte”
“E una volta arrivati lì, che faremo?”
“Creeremo delle identità nuove. Vivremo una nuova vita, sperando che i nostri amici ce la facciano” Elena notò un cambiamento nell’espressione di Stefan.
“Rebekah?”
“Era d’accordo che era la scelta migliore. Ce la faranno e tutto tornerà come prima”
Elena fissò la strada con malinconia.
E se non ce l’avessero fatta?
 

Furono dei rumori a svegliarla. Più precisamente una voce. C’era una donna con lei, la stessa che era intervenuta insieme ad Esther nella casa degli originali. Era al telefono e dal tono , sembrava stesse litigando con qualcuno. Ripresasi dallo stordimento, si concentrò per capire cosa stesse accadendo e trovare una via di fuga.
“Stai scherzando?” aveva urlato la donna
“No..è morto” la persona dall’altra parte del telefono era Esther. “Silas è stato ucciso dalla strega Bennet”
Bene, pensò Katherine, consapevole del fatto che questo le avrebbe concesso più tempo. Silas non poteva più rivelare loro che non era Elena Gilbert, così lei era salva per il momento.
“Lui ci ucciderà” gridò la donna terrorizzata “Oh mio Dio Esther, dobbiamo inventarci qualcosa, dobbiamo scappare”
“Ci troverebbe comunque. Dobbiamo spiegargli che è stata solo colpa dell’ossessione per la cura, se è morto” cercò di tranquillizzarla l’altra
“Hai ragione” tremò quella
La strega sembrava in preda al panico. Chiunque fosse la persona a cui si stava riferendo, sarebbe stato un pericolo per loro, se riusciva a spaventare due streghe talmente potenti da mettere ko gli originali. Come avrebbero fatto loro contro una simile minaccia??
La strega aveva smesso di parlare. Era chiaramente ancora molto nervosa considerando il suo muoversi avanti e dietro. Katherine provò a valutare il posto in cui si trovava, per vedere se ci fosse una via di fuga. Era legata con una corda intrisa di verbena, che le bruciava la pelle. Il suo bracciale le era stato tolto, quindi se doveva scappare, poteva farlo solo di sera, altrimenti sarebbe bruciata. Grazie alla sua esperienza, sapeva di avere poche possibilità di fuggire, ma era disposta a correre il rischio. Lei era Katherine Pierce, per diamine. Non aveva bisogno che qualcuno corresse da lei a salvarla, era in grado di cavarsela da sola.
“Ti sei svegliata finalmente” fece la donna avanzando verso di lei “Esther mi ha raccontato qualcosa di te Elena. Una donna divisa tra due fratelli, una persona speciale, che purtroppo è diventata un mostro. Ammetto che per un attimo ho provato dispiacere per te, in fondo sei solo una vittima e io so come ci si sente ad essere una vittima”
“Non basta la verbena? Devo essere torturata anche con racconti strappalacrime di cui non mi importa un accidenti?” Rispose per farla innervosire
“Se fossi in te mostrerei rispetto, non sei nella posizione per permetterti di irritare una strega”
“Non sembri così spaventosa. Ci mancava poco che te la facessi sotto prima”
Quella si avvicinò cadendo nella sua trappola “Brutta..” Katherine con tutte le sue forze tirò la gamba in avanti rompendo la corda e ficcando il tacco dei suoi nuovissimi stivali di pelle, nella coscia della strega che urlò per il dolore. Riuscì a liberarsi anche della corda sui polsi, anche se la sofferenza fu assurda. Tuttavia ci mise più tempo del dovuto perché la donna si era ripresa e la sua testa iniziò ad esplodere. Si accasciò, tenendosi la testa tra le mani.
“Adesso basta Celeste” ordinò Esther
“Questa stronza mi ha attaccato” si difese lei. Katherine sospirò per il sollievo, il dolore era sparito, ma con due streghe, la fuga si prospettava più difficile.
“Lei ci serve per il piano. Non manderemo tutto a monte per un tuo capriccio” la rimproverò “Vai a curarti quella ferita, ci penso io qui”
Celeste obbedì, quindi era chiaro che riconosceva in Esther una posizione superiore rispetto alla sua.
La strega originale si avvicinò. Non c’era minaccia nel suo sguardo, ma preoccupazione.
“Devi ascoltarmi. Dobbiamo fare in fretta, prima che Celeste ritorni. Ho bisogno che porti un messaggio a Bonnie. Dille che ho bisogno di incontrarla. Lei sa perché. Mordimi, così Celeste penserà che mi hai aggredita”
Katherine era più confusa che mai. Perché Esther la lasciava andare? Tuttavia qualcosa negli occhi della donna la spinsero a non dubitare di ciò che le stesse dicendo.
“Perché fai questo?” chiese
“Bonnie lo sa” le spiegò “Veloce, mordimi. Non hai molto tempo” La doppelganger stava per procedere, quando ci fu all’improvviso un’esplosione. Celeste accorse da loro, con il volto pallido del terrore più puro. Dietro di lei, spuntò un ragazzino. Katherine notò immediatamente il cambio di Esther. Anche lei sembrava provare paura.
“Ecco le mie due streghe preferite” disse il ragazzo sorridendo “Sapete stavo preparando dei deliziosi biscotti ripieni di cioccolato. Quelli duri fuori, ma che una volta morsi, rivelano il cuore morbido di cioccolato liquido. Squisiti” spiegò come se li avesse davanti “Li dovevo mettere in forno, quando ho avvertito ciò che era successo. Speravo di essermi sbagliato, che magari fosse l’ansia per i biscotti, e sono andato a controllare” continuò, mentre avanzava verso di loro sempre con quel sorriso che non le comunicava nulla di buono. “Indovinate cosa ho scoperto? Silas è morto. Ora immaginate quanto possa essere infastidito da questo spiacevole inconveniente”
“Non è stata colpa nostra, Silas era ossessionato dalla cura e si è reso vulnerabile per quello” provò a spiegare Celeste.
“Vi ho dato parte del mio potere per rendervi superiore a qualsiasi ostacolo” fece quello come se nessuno avesse parlato “Vi ho aiutato, promettendovi anche una vostra vendetta personale e voi come mi ripagate?” Non stava urlando, ma incuteva lo stesso terrore. Il suo istinto le suggeriva di non fare niente, che quello era il vero pericolo e il suo istinto non sbagliava mai “Ora mi ritrovo senza biscotti e con uno di voi in meno e sono molto, molto irritato”
Il naso di Celeste stava sanguinando. La donna iniziò a tossire e lacrimare sangue. Si piegò. Le sue mani raschiavano il collo cercando disperatamente un modo per trovare sollievo. La stava soffocando con il sangue. Poi toccò anche ad Esther. Katherine era impietrita. Quelle donne che prima le erano sembrate potentissime, ora stavano morendo nelle più atroci sofferenze. Tuttavia il ragazzo si fermò.
“Vedete” disse in modo seccato “Avete sporcato tutta la casa” Infine la guardò e lei non aveva mai sperato di essere invisibile come in quel momento. Gli occhi dello stregone psicopatico si illuminarono.
“E lei chi è?” la indicò
“Una pedina del nostro piano” spiegò a fatica la strega originale
“Capisco” sorrise “E’ carina” disse guardando sorridente la donna, come se prima non l’avesse quasi uccisa
“Forse oggi avete fatto qualcosa di buono. Avevo così tanta voglia di uccidervi, ma sapevo che non potevo. Tuttavia posso divertirmi con lei”
“Per favore, lei ci serve. Non ci daranno mai ciò che vogliamo altrimenti” provò a difenderla Esther
“Sono sicuro che troverete un altro modo. Non vorrete farmi arrabbiare ancora vero?” Celeste scosse la testa ed Esther abbassò lo sguardo
Katherine aveva capito. Il suo istinto aveva anticipato il tutto. Non aveva bisogno di vederlo spezzare la gamba di una sedia di legno per capire cosa avrebbe fatto. Il ragazzo si avvicinò a lei con il paletto.
“Tu salverai la mia giornata!” esclamò sorridendo “Potrò gustarmi i miei biscotti!”
Le puntò il paletto contro e iniziò a spingere lentamente, gustandosi ogni momento.
Si dice che quando stai per morire, vedi scorrere la tua vita davanti. La prima spinta per Katherine fu terribile. Faceva male, ma forse la feriva di più sapere che non avrebbe avuto un domani. Avrebbe preferito morire tra le braccia di Elijah, con il cuore tra le sue mani, piuttosto che trafitta da un paletto da un perfetto sconosciuto. Mentre il legno toccava il cuore, rivedeva i suoi genitori. La sua bambina che non aveva nemmeno potuto abbracciare. E se suo padre le avesse permesso di tenerla? E se lei non fosse mai stata un vampiro? Forse non sarebbe finita così, forse la sua vita sarebbe stata diversa. Ma non avrebbe mai conosciuto Elijah. Povero Elijah. Mentre il suo corpo diventava grigio, fu il volto di Elijah l’ultima cosa che immaginò. Elijah sorridente che le accarezzava il viso dopo aver fatto l’amore. Tante promesse di un futuro insieme stavano svanendo con lei. Non era giusto. Non era sempre stata una dei cattivi, è stata la vita a portarla ad esserlo. Vita che lei non aveva mai nemmeno realmente vissuto. E adesso che aveva la sua occasione per ricominciare, per fare ammenda, finiva così? Rimase concentrata sull’uomo che amava, non voleva lasciarlo andare, però diventava sempre più scuro e lei non poteva farci niente.
 Poi l’immagine svanì e Katherine non vide più nulla.


Ciao!! Spero che non mi detestiate adesso! Lo so, lo so, dispiace anche a me ma in una storia le morti sono contemplate, devono esserci altrimenti questa sarebbe una fiaba e non un racconto di vampiri.
Uccidere Katherine è stata una decisione che ho preso di istinto. Non l'avevo programmata, anzi, inizialmente non era lei la vittima, ma poi ho cambiato rotta e per questo ho dovuto sacrificarla. La sua morte sarà importante per molti versi. 
E lo so, adesso mi detestate anche per il Delena. Elena è partita con Stefan, mentre Damon è rimasto a Mystic Falls. 
Il resto lo leggerete in futuro :)
Fatemi sapere cosa ne pensate :)

 

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