Algunas noches

di Thesinandtheshame1952
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La selva ***
Capitolo 2: *** Desaparecida-Enero de 1896 ***
Capitolo 3: *** La boca de los Lobos ***
Capitolo 4: *** El frio en mi ***
Capitolo 5: *** Buscando mi Sol(edad) ***
Capitolo 6: *** La vuelta del Hermano ***
Capitolo 7: *** Encontrarte ***
Capitolo 8: *** Muerta ***
Capitolo 9: *** Estrella sin cielo ***
Capitolo 10: *** Primavera del '98 ***
Capitolo 11: *** Quien soy?Tenes que amarme ***
Capitolo 12: *** Mirame ***
Capitolo 13: *** No llores para mi ***
Capitolo 14: *** Viviendo en las montanas ***
Capitolo 15: *** El destino de la estrella ***
Capitolo 16: *** Cambiar de aire ***
Capitolo 17: *** No te veo ***
Capitolo 18: *** La espera ***
Capitolo 19: *** Sueno de una noche de pleno verano ***
Capitolo 20: *** Rosario ***
Capitolo 21: *** Amados ***
Capitolo 22: *** La partera ***
Capitolo 23: *** Nunca pense que... ***
Capitolo 24: *** Mellizos ***
Capitolo 25: *** Costumbres ***
Capitolo 26: *** En el miedo de la noche... ***
Capitolo 27: *** Mili ***
Capitolo 28: *** Llevame en tu alma ***
Capitolo 29: *** Esperando ***
Capitolo 30: *** El milagro y el cielo ***
Capitolo 31: *** Hijas ***



Capitolo 1
*** La selva ***


Si avvicinò a lei sempre di più con passo pesante,così tanto che riuscì a sentire l'odore del whiskey e del vino.Aveva gli occhi iniettati di sangue e spiritati.Le fece più paura di ogni altra volta.Nonostante tutto cercò di negarlo. "Non mi fate paura" "No?Dovrei" Le toccò i capelli e poi li tirò,facendo in modo che lo guardasse bene negli occhi.Poi la trascinò fino alla porta,tappandole la bocca per evitare che gridasse.La fece salire su un cavallo e sali di dietro. "Zitta,stai zitta o vedrai chi sono veramente" Cavalcarono fino al bosco e vi si addentrarono.La portò su in montagna e quando arrivarono era quasi l'alba.La fece scendere e sedere su un masso.Poi si inginocchiò davanti a lei e le afferrò il volto. "Se osi tornare o muoverti da qui ti giuro che la pagherai cara,compreso?Rispondi" Annuì "Tornerò stanotte...figlia"

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Capitolo 2
*** Desaparecida-Enero de 1896 ***


Soledad entrò dalla porta della cucina quatta quatta e salì su guardando fuori dalla porta per vedere se ci fosse qualcuno dentro al salone.Da quando suo padre aveva scoperto che stava vedendo qualcuno aveva fatto in modo che ci fosse sempre uno dei suoi a controllarla.Beh lei era più furba e non si sarebbe fatta scoprire di nuovo,perchè non aveva alcuna intenzione di prendersi un'altra strigliata o un giro di cintura,anche se per lui avrebbe fatto tutto.Uscì dalla cucina del tutto,tolse le scarpe e corse verso le scale.Ben presto però sentì una voce rimbombare per il salone che le gelò il sangue.Dove si era nascosto?Come faceva a sapere della sua uscita?
"Soledad"
Si voltò di scatto e vide suo padre venirle incontro.
"P-padre"
"Dove sei stata?"
"..."
"Rispondi...ooora"
"I-io...veramente...p-padre"
"Vieni qua"disse in un tono minaccioso.Lei scese le scale,col terrore negli occhi e si avvicinò a lui,cercando di non fargli vedere quanto fosse spaventata.Aveva alzato la voce.Era nei guai fino al collo.
 
 

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Capitolo 3
*** La boca de los Lobos ***


Spaventata Soledad rimase seduta su quella roccia per diverso tempo,finchè non decise di contravvenire alla regola e guardarsi un pò intorno.Non conosceva la zona,ma ne aveva sentito parlare e non bene.Ogni angolo avrebbe potuto rivelarsi la sua fine.Doveva riflettere,esplorare e tornare prima che suo padre lo facesse o non avrebbe visto per un mese.Girò per un pò e poi torno al suo posto.Memorizzati alcuni punti particolari sarebbe riuscita a trovare ogni volta la strada.Aspettò per diverse ore,sedendosi,rialzandosi,camminando su e giù,pensando che già era lontana da casa da un pò e che qualcuno se ne sarebbe dovuto accorgere.Juan se ne doveva essere accorto,e se non l'aveva fatto,lo avrebbe fatto presto.Del resto si vedevano quasi ogni sera e lui si sarebbe allarmato,perchè Soledad era sempre in tempo e ritardava al massimo di cinque minuti quando uscire era un pò più difficile.Aspettò ancora e poi quando la luna tornò a farsi alta in cielo sentì i passi di qualcuno dirigersi verso di lei.Si alzò speranzosa,ma ben presto capì che l'unica persona che poteva conoscere la sua posizione era quel pazzo di suo padre.Forse aveva perso completamente la testa e stavolta definitivamente.Finchè Tristan era rimasto a casa l'aveva punita,ma si era sempre contenuto,perchè sapeva che suo fratello non gliel'avrebbe fatta passare liscia,nonostante fosse suo padre.Ma quando era partito per l'esercito,lei era rimasta sola con lui e con sua madre,che non era minimamente interessata a lei e lasciava correre tutto,come se avesse solo un figlio.A volte l'aveva spiata a guardare dalla finestra aspettando notizie da suo fratello o addirittura il suo ritorno,ma non aveva mai fatto lo stesso per lei.Sicuramente non aveva neanche notato che non aveva dormito nel suo letto.Si sedette per far vedere al padre che era rimasta li dove lui le aveva detto e lo aspetto fino a che non apparve davanti a lei. "Sei ancora qui.Bene. Credevo che fossi stupida come tua madre. Lo sai che non ha neanche notato la tua assenza?O meglio è bastato dirle che fossi uscita presto per calmarla. Non sembra che le interessi molto di te." Lei non rispose. " Non rispondi? " " Non vedo perchè dovrei...padre "disse con disprezzo. Lui lo sentì e l'afferrò dal colletto del vestito.Si avvicinò al suo orecchio e disse: "non hai scampo". Le mise i brividi ancora una volta.Poi senza che lei se lo potesse aspettare le diede uno schiaffo,così forte che cadde a terra e la sua guancia cambiò subito colore,prima in rosso e poi viola.Indietreggiò ma lui l'afferrò di nuovo,e la sollevò di peso.La trascinò per diversi metri finchè non arrivarono ad un dirupo.Tenendola sempre per il vestito la costrinse a guardare giù,a guardare il nulla.Scoppiò a piangere. " Per favore padre.Vi prego,non..." " Cosa?Cosa?Hai paura?Non ti preoccupare...papà è qui ". Così la trascino di nuovo verso il primo posto dove l'aveva portata,parlando tutto il tempo di come si sarebbe divertita lì,da sola.Le raccontò delle storie sul posto e di come ci fosse ogni tipo di animale là.Lupi,serpenti,anche gli insetti più piccoli,le disse,avrebbero potuto ucciderla.Soledad lo ascoltò solo a metà.Aveva il cuore in pezzi ed aveva paura perchè le sue minacce erano divenute realtà.Le aveva detto molte volte che un giorno l'avrebbe portata lì e che se si fosse comportata nel modo sbagliato ce l'avrebbe lasciata senza neanche dirle quando e se sarebbe tornato.Le sue minacce non erano più vuote e lei non aveva mai desiderato cosi tanto avere le persone che amava e che l'amavano veramente accanto.

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Capitolo 4
*** El frio en mi ***


Quando Salvador lasciò la gola nuovamente,Soledad si lasciò cadere su quella che era diventata la sua roccia e abbassò la testa.Poi la rialzò non appena sentì l'ululato di un lupo,chissà quanto vicina.L'abbassò sulle gambe e le abbracciò.Si sentì patetica.A chi la voleva dare a bere?Era spaventata ed aveva freddo.Non solo sulla pelle,ma anche nel cuore.Forse era vero.Forse era vero che nessuno l'amava,altrimenti l'avrebbero già trovata.E se nessuno l'amava perché mai sarebbe dovuta tornare?Non conosceva neanche la strada.Sentì il freddo entrarle nel cuore sempre di più,ma qualcosa di caldo rimase.Juan.Non voleva rassegnarsi a credere che non l'avrebbe mai cercata.Loro si amavano. Si sdraiò con la testa sul masso e osservò che non c'era alcuna stella in cielo,ma grandi e minacciose nuvole cariche d'acqua.Trovandosi all'aperto dovette necessariamente cercarsi un riparo,ma fu difficile trovarlo finché non decise di ripararsi sotto una roccia.Prestò vide i lampi sfrecciare nel cieloe sentì i tuoni che annunciavano un dell'acquazzone.Era sicura di aver sentito da qualcuno che quello era l'inverno più freddo che Puente Viejo avesse mai visto e pensò che quel qualcuno avesse ragione e che la sua situazione era peggiore di quella che pensasse.

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Capitolo 5
*** Buscando mi Sol(edad) ***


Dopo la pioggia Salvador non tornò per due giorni e quando lo fece le portò del pane duro ed acqua come se fosse in prigione e se ne andò senza proferir parola.Conosceva tutte le sue paure e sapeva che il silenzio le avrebbe fatto ancora più male delle minacce.Odiava il silenzio,perché per lei era assordante e le dava il tempo di dar voce ai pensieri funesti che scaturivano dalla presenza di Salvador.Odiava il silenzio perché si era sempre circondata di persone che amavano parlare e parlarle.Dopo la terza visita del padre la pioggia ricominciò più forte di prima e mentre si trovava in esplorazione ed il risultato fu funesto.Si poteva ritenere una ragazza che non aveva mai avuto problemi gravi o cronici,ma molto cagionevole di salute,per via della sua prigionia alla Villa e prona a beccarsi spesso malanni quando usciva.Se Tristan non si era mai preso un raffreddore,almeno da quando era nata,lei aveva sempre avuto le febbri più alte e non poteva ricordasi una volta nella quale non avessero detto alla sua famiglia che non avrebbe passato la notte,eppure era ancora lì.Era lì e stava male,ma non si sarebbe lasciata andare.Aveva qualcosa per cui combattere.C'era ancora qualcuno per lei.In un paio di ore però la sua risolutezza cominciò ad essere minata dalla malattia.Fu assalita dai brividi e dalla stanchezza e lasciò che i suoi occhi si chiudessero.Si sarebbe preoccupata del mondo il giorno dopo. Nel frattempo Juan decise che non poteva più aspettare che la maledetta guardia civile si attivasse,preparò uno zaino e uscì da casa mentre tutti dormivano.Non sapeva quando sarebbe tornato,ma giurò che sarebbe tornato lì e con la sua Soledad.

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Capitolo 6
*** La vuelta del Hermano ***


All'inizio di marzo Tristan tornò a casa per incontrare il suo primogenito,senza avere idea di cosa fosse successo.Entrò in paese a passo spedito,indossando ancora l'uniforme,e si diresse verso casa pronto per rivedere la sua famiglia.Arrivò in poco tempo ed entrò dalla porta della cucina per sorprendere tutti.Vide che Rosario era di spalle e cosi si avvicino a lei e l'abbracciò da dietro. "Ciao Rosario" Sentì la donna sussultare e poi girarsi,la gioia dipinta sul volto,per abbracciarlo. "Come stai?" "Signore,non ci posso credere.Siete tornato." "Sono qui per conoscere mio figlio" "Vedrete signore com'è bello.Vi assomiglia" "Si?" "Si" "Però..." "Rosario?" "Niente.Ve lo dira vostra madre o padre.Salite su,saranno felici di vedervi" E così si diresse sopra ancora ignaro dei fatti dell'ultimo mese. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJ Incontrò i suoi genitori,riabbracciò la moglie e poi finalmente potè vedere suo figlio.Rosario aveva ragione.Era stupendo ed era suo per sempre.Lo avrebbe protetto e gli avrebbe insegnato ad essere un bravo ometto e soldato.L'euforia del momento però gli permise comunque di notare che qualcuno mancava.Perchè Soledad non era lì?Ogni volta che era tornato le era sempre corsa incontro per abbracciarlo.Giù dalle scale, fuori dalla cucina o dal suo amato pianoforte a coda;era sempre corsa verso di lui,per chiedergli come stesse e se gli fosse mancata.Ancora con il piccolo Martin in braccio si voltò verso i genitori e disse:"dov'è Soledad?" I due abbassarono gli occhi per non guardarlo.Francisca non lo sapeva e Salvador doveva mantenere quell'orribile segreto. "Perchè nessuno dice niente?" JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJ Fecero sedere Tristan e una volta seduti Salvador recitò alla perfezione la parte del padre affranto per la scomparsa della figlia.Vide l'orrore stampato nel volto del figlio e se ne compiacque.Ne fu felice.Si era liberato di due problemi enormi e ne era più che soddisfatto.Tristan si alzò, si risedette,camminò pr tuttta la stanza,cercò di uscire ma non lo lasciarono andare.Gli dissero che la guardia civile era sul caso già da un mese e mezzo e che nessuno l'aveva ancora trovata.Tristan si strinse a suo figlio e scoppiò a piangere.Sua sorella,la sua amata sorella,sparita nel nulla e così Juan,in due momenti diversi.Fu allora che capì quanto dolore stesse nascondendo la povera Rosario e allo stesso tempo quanta speranza avesse ancora.Lui voleva servirsi di quella.La guardia civile era già sul caso,Juan era andato a cercarla...forse l'aveva trovata e non sapevano solo come tornare.... Tristan non sapeva niente,ma quella notte non dormì,ne le due sere successive.

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Capitolo 7
*** Encontrarte ***


Quando Rosario si svegliò quella mattina seppe subito che qualcosa o meglio qualcuno mancava dalla sua casa.Soledad era sparita solo qualche giorno prima e suo figlio...sembrava che fosse andata a cercarla.Da un lato era preoccupata per entrambi,ma sapeva che se c'era una persona in grado di trovarla,quella era il suo secondogenito.Aveva avuto paura per loro ogni giorno da quando si erano incontrati,ma nel suo cuore sapeva di non potersi mettere contro.Vedeva quanto il loro amore fosse profondo e non avrebbe mai potuto separarli.Il loro era l'amore più puro che avesse mai visto.Si mise il cuore in pace e cominciò a pregare affinchè il Signore accompagnasse il figlio nel suo percorso.Aveva bisogno di aiuto e fortuna. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJS Entrato nel bosco Juan girò tutta la parte più vicina al paese e poi si spostò a piedi sempre nel territorio facente parte di Puente Viejo.Evitò di passare troppo vicino dalla Villa...ed ispezionò le zone delle altre proprietà della Montenegro.Nessuna traccia. Si fermò un pò di più vicino a quelle abbandonate,senza padrone,ma non la trovò. Si guardò intorno e chiuse gli occhi.Pensò a lei e cercò di sentirla.Quando non la sentì gli sembrò di morire.Nonostante tutto non voleva arrendersi e continuò ad andare avanti. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJS Nel frattempo il paese era in subbuglio. Non era inusuale che la figlia della donna più ricca del paese sparisse per qualche ora o giorno di solito perchè chiunque la conoscesse bene conosceva la sua meta e anche la sua voglia di stare in paese.Ma non era mai sparita per così tanto tempo.E ciò era innaturale.Rosario aveva già detto tutto ciò che sapeva ed aveva raccontato che Juan era andato a cercarla.La guardia civile era stata allertata e lavorava già da ore,ma la signora non si era vista in paese.E suo marito nemmeno. Nessuno sospettava che lui fosse implicato.Aveva fatto tutto da solo,senza mettere in mezzo nessuno e neanche sua moglie si era accorta di niente.Per la prima volta sembrava essere veramente preoccupata e lui fingeva.Fingeva una preoccupazione che non sentiva.Sua figlia lo aveva stancato e doveva dimostrargli di avere un pò di midollo altrimenti non sarebbe mai andato a riprenderla.Fino ad allora,per lui,era stata solo una debole.Si era divertito a vedere la sua faccia spaventata mentre la reggeva ad un passo dal vuoto e se non lo avesse seguito dove voleva le avrebbe fatto ancora più male.Così nel cuore della notte,nascosto agli occhi di tutti lasciò ancora la Villa e lo fece armato. Cavalcò finchè potè e poi scese.Camminò fino al gruppo di pietre dove l'aveva lasciata la prima volta e la trovò distesa a terra.Si inghinocchiò sorridendo perfidamente e la illuminò con la lampada.I suoi occhi erano semi-aperti e la sua pelle abbastanza pallida;tremava.Le diede uno schiaffo e non riuscì a svegliarla del tutto,poi lo fece di nuovo e ci riuscì. "Padre" "Soledad" "Padre,per favore,portatemi via da qui(tossì),ve ne prego" "Facciamo così.Hai una possibilità.Ora ti alzerai...." "Ma..." "Ascoltami"tuonò. "Ti alzerai e mi seguirai.Ho un fucile...queste pallottole...lo sai..fanno molto male...mi seguirai...e dovrai correre finchè non ti dirò di fermarti.Nel frattempo io sparerò verso di te.Se continui fino alla fine,ti riporterò a casa...,ma se osi fermarti...ti giuro che ti farò rimpiangere di essere nata". Con ciò la trascinò su e la spinse più in là con il mirino.Rischiò quasi di perdere l'equilibrio,ma lo recuperò velocemente e cominciò a trascinarsi in avanti.Lui attivò il silenziatore e appena Soledad fu abbastanza lontana cominciò a sparare.La mancò volontariamente,ma si diverti a vederla trasalire,mentre la pallottola le passava non lontana dalla spalla.Completamente atterrita,accelerò il passo fino alla corsa. Sentì il suo corpo protestare,ma non si fermò.Se lo avesse fatto i dolori causati dalla febbre sarebbero stati il male minore per lei. Salvador le corse dietro senza neanche fermarsi per puntare e sparò ogni volta che voleva.Quando decise di metterla in difficoltà,si fermò e puntò dritto davanti a lei.Sparando raso terra vicino ai suoi piedi.La guardò fermarsi e fare il passo falso.Infatti dopo aver messo il piede indietro,perse l'equilibrio e cadde sulla schiena.Quel mostro di Salvador annullò la distanza che c'era tra loro due e le mollò un calciò sulla schiena e lei gridò. "Alzati" Nessuna risposta "Alzati" Ma lei non fece altro che scoppiare a piangere e scuotere la testa.Il suo volto s'indurì e il suo sorriso mordente si trasformò in un espressione pressochè indecifrabile.Poi girò il fucile dalla parte del calcio e la colpì finchè i suoi singhiozzi non divennero altro che flebili lamenti e poi i respiri non furono intervallati da rantoli. "Ricorda che questo è ciò che meriti" La schiaffeggiò di nuovo e la lasciò lì per terra dolorante,senza curarsi dei danni che forse le aveva causato e se ne andò via,sorridendo trionfante,come ogni volta da quando l'aveva portata lì.

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Capitolo 8
*** Muerta ***


Con l'avanzare di marzo Salvador decise di mettere in pratica il piano che gli avrebbe permesso di sbarazzarsi della figlia una volta per tutte.La cercò e riuscì a trovarla.Si era spostata,ma lui conosceva bene quei posti e la trovò lo stesso.Aveva per molto peso,ed il suo colorito era non so,o pallido,ma anche malato.Come se fosse perennemente presa da attachi di febbre ed altro.Non gli interessava minimamente.Forse le aveva causato anche problemi respiratori,per cui si vedeva che respirava male.Strappò un pezzo del vestito e poì tirò un coltellino svizzero fuori dalla tasca.Poi,le sottrasse i brillanti alle orecchie e senza scrupolo tagliò l'anulare destro di netto(al quale portabva un anello).Si divertì a vederla muoversi sotto di lui,cercando di liberarsi,a vedere il suo volto riempirsi di dolore e poi arrendersi alla sua forza.Ghignò felice e come tutte le altre volte si fermò a guardarla contorcersi dal dolore,prima di andarsene.Quella sera uccise un lupo e poi lo trascinò a valle,sapendo perfettamente che la guardia civile si sarebbe recata lì il giorno dopo.Pose il pezzo di stoffa ed il dito vino alla sua bocca e se ne andò.Tutti avrebbero pensato che Soledad aveva dovuto combatterlo e che fosse riuscita ad ucciderlo però a costo della vita.Una volta fatto ciò doveva aver raggiunto un posto e lì doveva essere morta o forse no.Insomma la guardia civile avrebbe continuato a girare a vuoto.Qualora l'avessero considerata morta sarebbe stato meglio,ma qualora l'avvessero considerata viva,molto probabilmente avrebbero pensato che fosse morta per le ferite dello scontro.Tutti sembravano pensare che lei fosse forte,si sarebbero bevuti la storiella.Nessuno era abbastanza intelligente in quel paese da pensare oltre.Il suo piano perfetto era quasi concluso.

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Capitolo 9
*** Estrella sin cielo ***


La guardia civile non ebbe molte difficoltà a trovare la trappola di Salvador ed il signore e la moglie furono mandati a chiamare.Arrivarono anche troppo presto per i gusti di Francisca,che fu invitata a riconoscere l'orribile reperto.Lo guardò senza toccarlo e si sentì male.Lo riconobbe subito.Era l'anulare al quale aveva portato l'anello con la pietra di nascita,che era ancora lì. "Signore...ci penseremo noi qui,voi portate vostra moglie a casa." Salvador annuì falsamente addolorato e salì sulla carrozza insieme alla moglie per tornare alla villa.Un contadino che aveva assistito alla scena,cambiò strada e si diresse verso il paese per dare la notizia.Entrò in piazza gridando: "E' morta,la signorina Soledad...è morta" Vide la gente trasalire e li sentì parlare.Dolores Miranar invece,per una volta,non volle intromettersi.Non volle spettegolare su un evento così orribile.Aveva visto quella bambina crescere,girare per la piazza,come una qualsiasi paesana.Non si era mai sentita superiore agli altri.Scosse la testa.Aveva tutta la vita davanti. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJS Quando si potè procedere con un funerale decoroso,Donna Francisca decise per la prima volta di far qualcosa per la figlia e le organizzò esequie in pompa magna,alle quali tutto il paese,dato l'amore provato per la giovane Montenegro,partecipò.La povera ragazza,fu pianta da due madri.Quella che non si era mai presa cura di lei,e quella che l'aveva accolta in casa come una seconda figlia,come ragazza di suo figlio,come complice.Del suo secondogenito però non v'era ancora traccia e questo le fece temere.Dov'era?Era andato incontro allo stesso destino di Soledad?Era lì quando era successo?Mille domande le affollavano la testa,ma solo Juan avrebbe potuto rispondervi.Era assorta nei suoi pensieri mentre la cassa attraversava la piazza in religioso silenzio,quando sentì qualcuno urlare.Sapeva di non essere la persona che aveva emesso quel suono straziato,non era una donna.La voce l'avrebbe riconosciuta dovunque,era quella di suo figlio.Un varco si apri da dove era arrivata la voce e Juan si fece spazio tra la folla fino alla cassa,buttandosi su di essa non appena l'abbassarono.Francisca era troppo addolorata per notarlo,ma Salvador no. "Castaneda togliti subito...forza" Lui non lo ascoltò. "Composto" Rosario si interpose tra i due e riuscì a staccare Juan dalla cassa senza ricevere alcuna opposizione. Gli disse:"è solo colpa tua,è colpa tua".Poi guardò un ultima volta la bara e corse via.I suoi fratelli cercarono di seguirlo,ma Rosario glielo vietò.Non voleva lasciarlo solo,ma sapeva che ne aveva bisogno.Doveva stare da solo e affrontare il suo dolore. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJS Tristan lò guardò andare via...senza potergli dire grazie per essersi preso cura di sua sorella quando non c'era.Ne potè farlo nei giorni a seguire,perchè dopo il funerale di sua sorella,Juan Castaneda scomparve nel nulla,proprio come lei.

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Capitolo 10
*** Primavera del '98 ***


Dopo aver partecipato alle esequie della sorella,Tristan ripartì per l'esercito,tornando in sud America,mentre le cose tra Salvador e Francisca erano peggiorate.Lui era un mostro ogni giorno di più.Nei due anni passati dalla morte di Soledad,Francisca aveva cominciato ad odiarlo sempre di più,finchè una notte tutto ciò che aveva sempre desideratpo non divenne realtà.Vi fu un agguato in casa,un uomo che non aveva dimenticato lo screzio fattogli da Salvador.Con la casa sotto controllo,si vendicò di lui e gli sparò. Francisca non sapeva cosa fosse successo dopo,ma quando riaprì gli occhi capì che lui non era più lì e la casa non era più sotto attacco.Luì non era lì.La casa le sembrò così vuota...ma per la prima volta si sentì libera.Si rinchiuse nello studio e sentì di essere la padrona di tutto.Chissà dove se l'erano portato,forse non lo avrebbe rivisto mai più.Beh tanto meglio,finalmente dopo tanti anni di odiato matrimonio,si era liberata di lui.Però le rimaneva qualcuno di cui vendicarsi ogni giorno,Raimundo Ulloa. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSSJSJSJSJSJSJSJSJSJSSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJS Da quando la bara di Soledad era stata tumulata,Juan aveva lasciato il paese ed aveva speso ogni giorno di quei due anni a cercarla.A cercare anche il suo fantasma.Forse non era morta....forse c'era ancora una possibilità per loro.Aveva girato tutte le montagne,l'aveva cercata nel vento,nella foresta,dovunque...e non l'aveva trovata,benchè avesse una grande volontà.Si sedette stanco su una roccia,e si immaginò di averla davanti,con i suoi occhi verde mare e i capelli biondi ancor di più per il sole. Sentì un bisbiglio,un fruscio.Ma pensò di averli solo immaginati.Continuò a tenere gli occhi chiusi,ma sentì qualcosa di nuovo.Aprì gli occhi e balzò giù dalla pietra,quasi spaventato.Lei era lì,non la stava sognando. "Soledad!!"

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Capitolo 11
*** Quien soy?Tenes que amarme ***


"Soledad" Ripeté il suo nome,ma lei non rispose.Camminò verso di lei per toccarla,ma lei indietreggiò sembrando spaventata.Non lo guardava e gli chiese:"chi sei?" Juan rimase di stucco.Cercò di spiegarsi di nuovo,ma lei sembrava non capire.Nonostante fosse straziato per quello,si avvicinò sempre di più e le toccò il volto. "Non voglio farti del male,non ti ricordi di me?"Scosse la testa. Sì mise il cuore in pace e l'abbracciò senza dire una parola.Si sedettero su una roccia e le chiese cosa sapesse di sé. Ma ancora una volta non rispose.Le circondò le spalle con un braccio e l'attrasse a sé.All'inizio lei s'irrigidì,poi si rilassò e appoggiò la sua testa sulla spalla di Juan e si addormentò senza neanche accorgersene. "Ti amo.Non hai idea di quanto io ti abbia cercata.Pensavo...però poi ho sentito che tu eri ancoraì e ti ho cercata e trovata.Ti giuro che ricorderai.Ti aiuterò io a farlo.È solo una prova,ma la supereremo insieme,come sempre."Poggiò la testa sulla sua e cercò di immaginarsi l'immediato futuro.Aveva sofferto tanto pensando che non avessero più una possibilità ed ora...ora voleva riprendersi ciò che avevano perso.Lei avrebbe ricordato,perché in fondo il loro amore era così profondo che non avrebbe mai potuto dimenticarlo. "Ti amo.Amerò sempre e solo te" Per Soledad quel ragazzo era la prima persona che avesse mai incontrato in due anni ed aveva una voce gentile.Sicuramente era anche bello.Se solo i suoi occhi avessero potuto vedere più che contorni e luci sfocate...

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Capitolo 12
*** Mirame ***


"Ricordi qualcosa di quello che è successo" "No" "Parlavi molto di più,sai?" "Non dovrei.Quando parlo rovino tutto." "Perché?" "Non so.Non riesco a ricordare" "Ci penso io a riportarti giù..." No" Lei non voleva tornare giù.Aveva paura delle persone e di cosa avrebbero potuto farle.Voleva stare lì,dove nessuno avrebbe potuto ferirla. "Ok allora staremo qui...come vuoi tu".JSJSJSJSJSJSJS Nell' estate del '97 Soledad aveva scoperto che un po più a valle c'era un pozzo.La zona era stata usata da contadini e pastori a lungo,ma poi tutti si erano spostati verso il centro ed erano andati a lavorare altrove.Il pozzo aveva ancora il suo secchio ed acqua e lei andava lì quasi ogni giorno.Aveva osato troppo fino ad allora e dopo aver cercato di tirar su tutto per l ennesima volta,perse l equilibrio e precipitò giù.Quando si svegliò,lo fece immersa nell'acqua senza ricordare perché si fosse recata lì o cosa fosse successo prima della caduta.Neanche il suo nome.Aveva cominciato ad avere dei forti mal di testa e poi un giorno si era svegliata al buio,come se fosse notte e da allora la cosa era degenerata,finché la sua vista non si era ridotta solo a luci ed immagini sfocate. EOF "Tu sai come mi chiamo" "Si" "Perché sei così paziente con me?" "Perché passerei il resto della mia vita a ripeterti chi sei e che sei importante per me" "Lo sono?Perché?Mi conosci bene?" "Conosco meglio te di quanto non conosca me stesso" " Soledad sorrise.Juan,quello era il suo nome,era simpatico.Era divertente.Tutte le sue prime impressioni su di lui erano giuste.La faceva sentire stranamente al sicuro.Se qualcuno altro l'avesse ritrovata al suo posto non l'avrebbe mai seguito,ma Juan era diverso...e diceva di conoscerla.Perché era così misterioso?Perché la faceva sentire viva,dopo essersi sentita morta dentro per così tanto tempo?Realizzò che man mano che le ore passavano Juan assomigliava sempre più alla sua ancora di salvezza.Poteva quasi immaginarsi i suoi occhi gentili guardarla ed era felice del fatto che non avesse ancora scoperto il suo problema.Non lo "guardava" quasi mai negli occhi e quando lo faceva aveva la sensazione che Juan non lo avesse realizzato perché in fondo lei aveva sempre avuto la sua vista e lui le aveva parlato tanto prima che lei perdesse la memoria. "Juan..."

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Capitolo 13
*** No llores para mi ***


"Juan" "Si" "Io devo dirti una cosa" "Dimmi" "Guardami" J la guardò afferrandole le mani e poi portandole al suo volto.Smise di sforzarsi di sembrare normale e abbassò le palpebre. "S,guar..." "Io...non vedo..sempre...non so perchè però riesco a vedere te.Io non ricordo molto...ma ho avuto un incidente e da allora tutto ciò che vedo sono macchie sfocate,luci,colori e sempre di meno ciò che mi circonda.Riesco a vederti...ma ho paura perchè so che prima o poi non potrò più per diverso tempo.Ho paura.Guardami...per una volta lascerò che tu lo faccia,nonostante io abbia paura di tutto e di tutti,mi fido di te...cosa vedi?" Per la prima volta da quando si erano reincontrati Juan potè guardarla veramente negli occhi senza che lei li abbassasse,celandoli ai suoi,e tra le sfumature capì che c'era qualcosa di diverso.Era come se tutto si dovesse spegnere da un momento all'altro.Come le luci delle grandi città,che andavano ad intermittenza perchè la fiammella era esposta al vento.Sentì le lacrime bagnargli il viso,mentre le accarezzava le guancie.Chi era il mostro che l'aveva ferita?Chi l'aveva portata lì e tolto la vista e un dito...chi aveva potuto essere così crudele da ferire la sua stella?Strinse le mani di Soledad tra le sue e le baciò.L'aveva trovata,aveva finalmente posto fine alla sofferenza della donna che amava. Lei percepì che stava piangendo e districò le loro mani ripetendo il suo gesto ed asciugandogli le lacrime. "Non piangere per me" "Tu meriti tutte le mie lacime,i miei sorrisi...io ti guiderò...io..." Non si tradì per poco e continuò. "Non sarai mai più sola,non lo sei mai stata." Si alzò e l'aiutò a fare lo stesso.La strinse tra le braccia e inalò il profumo dei suoi capelli e si lasciò trascinare dall'idea di averla accanto di nuovo.L'avrebbe amata comunque,qualunque cosa fosse successa.Poi cominciò a muoversi lentamente a passo di danza,sempre abbracciato a lei,facendola volteggiare elegantemente e accenando uno dei motivetti popolari che conosceva.La sentì ridere e continuò.Sorrise.La sua Soledad era ancora lì,si era solo smarrita,e lui l'avrebbe aiutata a ritrovare la strada,la loro strada.La prova che gli era stata data era quella di dimostrare quanto grande fosse il suo amore per lei;e per far ciò doveva farla re-innamorare di sè.E qualora vi fosse riuscito non avrebbe mai più dato niente per scontato.La sua famiglia era la cosa più importante del mondo,e senza uno dei suoi componenti era vuota,non più la stessa.Soledad era la luce della casa.Un giorno sarebbe stata una perfetta moglie e madre e lui non desiderava altro che farla sua per sempre.Guardare al futuro significava vedere ciò che avrebbero potuto avere con lei.Il futuro aspettava solo loro.

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Capitolo 14
*** Viviendo en las montanas ***


Presto Soledad e Juan cominciarono a costruirsi una routine su quelle montagne.Lui avrebbe vissuto ovunque per lei e lei sentiva di avere un compagno nella solitudine della foresta.Trovarono una grotta dove vivere.Lui aveva uno zaino ben fornito e le chiese di raccontargli come fosse riuscita a sopravvivere.Soledad aveva imparato che nella foresta c'erano molte più cose da mangiare di quanto si pensasse ed aveva cercato di imparare quanto più possibile.Dopo essersi trovati una "dimora",Juan decise di farla divertire un pò.La portò fino a valle dove correva un ruscello e lì cercò di insegnarle a pescare con una canna molto rudimentale.Pescarono finchè non calò la luna su Puente Viejo e non si riunirono davanti al fuoco per parlare.Juan le parlò un pò di sè,le racconto dei suoi genitori e dei suoi fratelli e le rivelò che la sua famiglia era molto attaccata a lei,e che era la miglior amica di sua sorella.Soledad sorrise e il suo sorriso continuò ad allargarsi mentre ascoltava le storie di Juan,che le diceva che la sua famiglia la conosceva e che mancava a qualcuno.Parlarono finchè poterono e poi come la prima sera che avevano passato assieme si addormentò accanto a lui,con le sua braccia attorno alle spalle pronte a sorreggerla semmai fosse caduta.Aveva bisogno di sentire il suo calore.Quando il mattino venne,fu un mattino nuovo,guardò Juan e sentì il cuore battere di nuovo.Quella mattina si era svegliata vedendo,lo poteva vedere chiaramente...senza sfocature...senza ostacoli....il cuore battè ancora più forte...e realizzò di essersi innamorata.Prima della voce e della delicateza,poi della sua dedizione nel volerla aiutare e poi del suo volto.Dormiva e pensò che da quel momento in poi avrebbe sempre voluto svegliarsi accanto a lui.E se conosceva la sua famiglia,allora lei era legata a Juan...ed aveva bisogno di ritrovare quel legame...aveva bisogno di ricordare...doveva...

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Capitolo 15
*** El destino de la estrella ***


Il loro secondo primo bacio avvenne vicino al ruscello al quale Juan l'aveva portata per insegnarle a pescare.Si erano distratti dalla loro attivita quotidiana e improvvisamente lui la trascinò in acqua e cominciò a schizzarla,lei cercò di difendersi,ma presto lui l'afferrò dalla vita e la trascinò in un lungo e acquoso bacio,che le tolse il fiato e fece perdere ad entrambi il senso del tempo,del luogo,e dimenticare il motivo per cui fossero scesi fino al ruscello.Durò finchè non sentirono il bisogno di respirare e si guardarono. "Soledad,io...ti amo...e se mi lasci..." Ma lei non lo lasciò concludere.Uscì fuori dall'acqua e corse via.Juan la segui spaventato all'idea di aver fatto qualcosa di sbagliato. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJS Soledad corse finchè potè,ma poi per la fatica si dovette fermare e Juan riuscì a raggiungerla.La voltò verso di se e cercò di capire perchè fosse scappata. "Soledad..perchè..." "Io...perchè me...perchè ami me?Tu mi....non dovresti...guardami...cosa posso offrirti io..." "Io ti ho sempre amata...non ho mai voluto nessun'altra se non te.E non devi avere paura...non potrei mai smettere...neanche se inverosimilmente lo volessi..." "Anche io...sento....ti amo anch'io(rise).Da quando ci siamo incontrati" Non era corsa via perchè Juan non le piacesse,ma aveva avuto paura che fosse solo un sogno,che si stesse facendo gioco di lei.Però quando sentì quelle parole capì che per una volta si sarebbe dovuta fidare ed ascoltare il suo cuore.

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Capitolo 16
*** Cambiar de aire ***


Il paese di per sè non era cambiato molto negli ultimi due anni,anche se c'era qualcosa di diverso.L'assenza di Salvador Castro aveva migliorato la vita di gran lunga,ma ciò non significava che le cose fossero cambiate radicalmente.La signora,dopo la morte della figlia,si era inacidita ancora di più e a tutti sembrava che fosse invecchiata di 10 anni con la sua perfidia.L'unica persona che riuscisse ancora a farla sembrare umana era il giovane nipote,Martin.Anche Rosario,che lavorava giorno e notte per Francisca,era molto attaccata al bambino e le capitava spesso di prendersi cura di lui.Per entrambe,nonostante non avessero niente da condividere,era il/a figlio/a che avevano perso. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJS A maggio l'idea di scendere a valle permanentemente si fece di nuovo spazio nella mente di Juan,che riferì a Soledad il suo desiderio.Lei aveva ancora paura,ma acconsentì a provare,soprattutto perchè sapeva che il suo Juan non l'avrebbe lasciata sola.Mise lo zaino in spalla e le afferrò la mano e così cominciarono la discesa a valle,cercando di seguire sempre i sentieri più sicuri e liberi.Giù fino a La Puebla e dentro al piccolo paese.Dato che nessuno li conosceva si recarono prima nella parte più esterna per vedere se ci fosse una cascina vuota o cose del genere e trovarono rifugio in un vecchio ritrovo per i pastori e agricoltori. Non trovarono molto dentro ed era abbandonato,perchè non vi era niente che facesse pensare il contrario.Non vi erano attrezzi,il fuoco non era stato acceso da tempo e non vi era alcun fascio di paglia che faceva pensare che qualcuno fosse stato lì negli ultimi mesi.Comunque,qualora vi fossero stati problemi,Juan avrebbe fatto di tutto per convincerli a lasciargli il rifugio,perchè non avendo soldi non sapevano dove andare.Una volta poggiato lo zaino,Juan osservò Soledad camminare per la cascina interessata,toccare un pò tutto e cercare di memorizzarla prima che il buio l'avvolgesse di nuovo.Quello sarebbe stato il loro riparo dalle intmperie un avolta ch l'inverno fosse arrivato,un posto più comodo dove dormire e vivere in generale.Era la cosa più vicina ad una casa che avessero avuto in due anni.Erano felici.La loro vita era semplice e stava prendendo la direzione esatta. Quella notte Juan trascinò alcune pietre leggere davanti alla finestrella e l'aiutò a salirvi(poi facendo lo stesso per circondarla con le sue braccia) per guardare fuori.Le stelle brillavano più che mai e l'aria si era fatta più calda.L'estate stava per arrivare.Nei campi le lucciole sembravano creare un'altra distesa di stelle luccicanti. "E' quasi estate" "E sarà la migliore estate Juan,la migliore." JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJS Quando il sole calò su La Puebla uscirono nei campi,a correre mano nella mano.Ballarono,volteggiarono,risero assieme.Sotto la luce della luna si distesero sull'erba e parlarono,pianificarono,sognarono.Juan le sussurrò di esprimere un desiderio e che se lo avesse fatto,questo sarebbe volato in alto,e avrebbe raggiunto le stelle,per poi realizzarsi.Soledad desiderò di averlo sempre accanto.

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Capitolo 17
*** No te veo ***


La primavera cedette il posto all'estate e la coppia felice continuò a vivere tranquillamente,senza intoppi nel percorso almeno fino a quel tramonto.Lo stavano guardando come sempre da quando erano arrivati,Soledad aveva appoggiato la testa sul suo petto e lui l'abbracciava quando venne il buio.Avvenne all'improvviso,prima cominciò a vedere il sole ì maniera sfocata e poi fu come se si fosse fatta notte di un colpo.Sì alzò spaventata e cercò di vedere Juan(che nel frattempo si stava alzando per capire cosa fosse successo),ma non ci riuscì completamente.Girò la testa velocemente e la testa le girò.Juan la vide vacillare e l'afferrò prima che cadesse. "Soledad" "Mi scoppia la testa" "Ti porto da un medico" "No...no" "No tu devi andare...ascoltami" Così prese lo zaino e le fece appoggiare la testa sulla sua spalla,e sostenendola cercò di portarla in paese.Il dottore non era lì,quindi dovettero recarsi molto più lontano da lì perché i due paesi dopo non avevano un medico e utilizzavano quello del paese dove si erano sistemati loro.A mattina inoltrata nel terzo paese trovarono finalmente qualcuno.Il dottore fu molto chiaro.Le disse che stava diventando cieca e niente avrebbe potuto fermare il processo e anche che era molto fortunata ad essere ancora viva,quasi un miracolo.Avrebbe potuto capitarle di peggio,avrebbe potuto essere già morta.Sarebbe intervenuto,ma la prognosi era già chiara.Cecità permanente.Fu un colpo durissimo.Non avrebbe visto mai più.

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Capitolo 18
*** La espera ***


Juan passò tutto il giorno successivo fuori dalla stanza dove il dottore operava a camminare su e giù per lo stretto corridoio.Il tempo che passò lì gli permise di pensare a qualcosa da fare con la sua famiglia.Sapeva quanto avesse sofferto sua madre per la loro scomparsa e voleva fare in modo che lei sapesse che loro stavano bene.Non voleva ancora rivelarsi a lei,ma avrebbe fatto qualcosa comunque.Cercò un pezzo di carta e cominciò a scrivere. "Amatissima madre,vi scrivo con il cuore in mano per dirvi che il figlio che credevate essere morto...è ancora vivo.Non sono mai lontano da voi...sé solo sapeste quanto sono vicino....ma non cercatemi...datemi tempo e sarò io stesso a venire da voi.Vi amo.Per favore non mostrate la lettera ai miei fratelli.Comprenderete che io voglia fare una sorpresa anche a loro. Ps:ho una sorpresa per voi.Ma non vi dirò niente". Quando finì di scrivere cercò della cera lacca e sigillò la busta senza scrivere il luogo da dove mandava la lettera.Poi uscì dallo studio e cercò il postino.Fortunatamente lo trovò quasi subito e gli chiese di consegnare la missiva a Puente Viejo e di darla solo ed esclusivamente nelle mani di sua madre.Dopodiché tornò dentro allo studio e continuò ad aspettare.

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Capitolo 19
*** Sueno de una noche de pleno verano ***


A notte fonda il dottore completò l'operazione e lasciò la stanza per incontrare Juan nel corridoio.Vide il ragazzo alzarsi con foga e sorrise.Sorrise con un bel sorriso,perchè Juan potesse capire che Soledad stava bene. "Sta bene.Sono riuscito a togliere il coagulo.Andrà tutto bene.Lei è forte." Juan tirò un sospiro di sollievo e si appoggiò al muro come se volesse riposare un pò dopo la lunga attesa,ma poi ancora prima che il dottore gli desse il permesso,entrò nella stanza operatoria.per sedersi accanto alla donna che amava.Le afferrò la mano e la baciò.Notò che Soledad si era svegliata e le sorrise. "Juan" "Hey,sono qui.Come ti senti?" "Divina...ti amo...lo sai?" "Ti amo anch'io...sempre" JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSSJSJSJSJS Pochi giorni dopo Rosario ricevette la missiva.Il postino fu fedele alle richieste di Juan e la consegnò direttamente nelle mani della donna,che lo guardò sorpresa.Le era capitato poche volte di ricevere delle lettere nella sua vita,e non sapeva neanche da dove venisse la lettera.Si ritirò a casa ringraziando Dio di essere sola e l'aprì curiosa di sapere chi l'avesse scritta.Riconobbe la mano subito.La scrittura di Juan era inconfondibile.Per un attimo pensò che fosse uno scherzo di pessimo gusto,ma poi continuò a leggere la lettera e il suo sorriso si allargò sempre di più.Suo figlio era vivo,le stava scrivendo ed aveva una sorpresa.Cosa fosse,non lo sapeva,ma sperava che fosse qualcosa di bello...doveva esserlo.Per quanto fosse strano non condividere una cosa del genere con i suoi altri figli,decise di fare come le aveva detto Juan e aspettare pazientemente una seconda missiva nella quale le avrebbe rivelato il momento propizio in cui si sarebbero potuti vedere.La richiuse e la nascose dove nessuno avrebbe potuto trovarla.Una sola domanda non aveva ancora avuto risposta.Dov'era stato negli ultimi due anni?Sentiva il desiderio di conoscere cosa avesse fatto,ma non si sentì adirata nei suoi confronti.Doveva avere avuto i suoi motivi per allontanarsi dalla sua famiglia e forse aveva passato tutto il tempo a cercare qualcosa o meglio qualcuno che non avrebbe mai più ritrovato,ma ne aveva avuto bisogno.Suo figlio aveva sempre saputo cosa fare,e sarebbe tornato al momento giusto. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSSJSJSJSJSJSJS Allo stesso tempo Soledad cominciò il recupero dopo l'operazione.Abituarsi a non vedere sarebbe stato difficile,ma non impossibile.Aveva Juan accanto,e lui l'avrebbe sostenuta.Durante i primi giorni cercò di imparare a camminare per piccoli spazi e poi sempre più grandi,finchè il dottore non si fidò del suo senso dell'orientamento abbastanza da affidarle un bastone,col quale si sarebbe potuta aiutare in qualsiasi caso.Nonostante tutto volle che Soledad rimanesse ancora per qualche giorno,quindi quando tornarono a "casa" l'estate era già entrata.Era metà giugno quando camminarono di nuovo dentro il loro rifugio.Juan la guidò, un braccio intorno alla vita,per fare in modo che si ambientasse di nuovo.L'aiutò anche a sedersi e si trovo ad osservarla per l'ennesima volta da quando l'aveva conosciuta.Indossava vestiti da paesana ed una bandana in testa.Sembrava che fosse nata per vivere in quell'ambiente così semplice,eppure così caloroso.La sua pelle era diventata più scura,e nonostante avesse passato diverso tempo dentro lo studio del dottore,non era diventata più chiara.Decise di portarla un pò fuori e fecero una passeggiata in paese.Due giorni prima aveva comprato qualcosa per organizzare una cena speciale all'emporio del paese per la notte in cui sarebbero tornati.Dovevano festeggiare e lo avrebbero fatto in grande.Al tramonto sistemò la vecchia pentola,che avevano trovato una volta arrivati,sul fuoco e preparò dei sedili di paglia.Sedetterò di fronte ad esso e Juan cercò di utilizzare le sue doti culinarie per fare qualcosa di commestibile.Vi riuscì tra grida di giubilo e mangiarono conversando e poi Soledad si alzò e lo abbracciò,baciandolo.Lui rispose affamato e cominciò una lotta tra le loro labbra.Juan l'adagiò leggermente sul letto di paglia e slacciò la sua camicetta.Lei invece cercò le sue bretelle e quando le trovò lui l'aiutò ad abbassarle e le loro labbra si cercarono di nuovo.I vestiti furono messi da parte e presto si ritrovarono a rotolarsi nella paglia,cercando l'una il corpo dell'altro e viceversa.Juan le baciò il collo,il petto e poi i loro corpi si fusero,divennero una cosa sola,come le loro anime.Si mossero al ritmo della passione che provavano e si lasciarono andare in quel capanno dal quale il mondo era separato e lontano.I corpi bruciarono,come fuoco vivo,fluirono come acqua limpida,sentirono la paglia solleticarli,senza però fermarsi.Divennero parte della natura che li aveva voluti lì,quella notte e pronti ad aversi in quel modo.Così fu e piano piano rallentarono,finchè non si sdraiarono di nuovo,sorridendo,ansimando ancora.Non si erano mai sentiti in quel modo,così vivi ed era avvenuto al momento giusto.Juan catturò le sue labbra di nuovo e tutto ricominciò.Fu come un ciclo destinato a non finire.Vissero il loro sogno di una notte di mezza estate.

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Capitolo 20
*** Rosario ***


Ad agosto Juan decise di mandare una seconda lettera a sua madre.Era il tempo di reincontrarla.Solo lei e poi tutti gli altri.Soledad non riusciva ancora a ricordare e pur avendole parlato della loro famiglia,non voleva darle uno shock troppo grande,soprattutto dopo ciò che era successo.Il postino,fedele una seconda volta,consegnò la missiva solo nelle mani di Rosario,che lo ringraziò felice e si trovò un buon posto per leggerla. "Carissima madre...mi dispiace avervi fatto stare in pensiero negli ultimi due mesi,ma sto bene...e non vedo l'ora di ritrovarvi.Ci vedremo alle 23.00 di domani(20 agosto)all'uscita del paese,nel bosco.Venite sola.Vi amo e vi aspetterò ansiosamente." Sorrise.Juan riusciva a suonare poetico in tutto,anche nelle lettere.Doveva aver scelto quell'orario per un determinato motivo.Chiuse la busta e la nascose dove sapeva lei,per poi andare a prepararsi.Avrebbe fatto finta di andare a dormire(il giorno dopo)e poi si sarebbe recata all'uscita del paese.Lo fece,piena di speranze e si sedette ad aspettare.Non aveva idea di che ora fosse,ma si figurò che fosse l'orario pre-indicato dal figlio,quando lo vide apparire all'orizzonte con un altra figura,camminando a braccetto.Si fermarono ad alcuni metri da lei e poi Juan andò ad abbracciare sua madre.Rosario rise felice e lo abbracciò quasi togliendogli il fiato,mentre ammirava la sua bellezza sempre più prestante.Poi si voltò verso la figura dietro Juan.Lui si staccò da lei e porse la mano a quella che era la ragazza con lui;che avesse trovato qualcun'altro dopo aver sofferto così tanto per Soledad?Quando la ragazza alzò gli occhi però,le venne quasi un secondo infarto.Avrebbe riconosciuto quegli occhi dovunque. "Madre...madre" "Madre Santissima" Rosario si avvicinò a lei e la toccò,quasi per accertarsi che fosse vera. "Rosario..." Si abbracciarono anche loro,ma l'incontro assunse delle note dolenti quando la donna notò che Soledad non la fissava ed aveva un bastone nella mano sinistra. Le spiegarono cosa fosse successo e si ritrovarono a consolarla.Non riusciva a capacitarsi di come fosse potuto accadere e soprattutto di non essere stata lì per aiutarla,e Soledad,nonostante non la ricordasse(la conosceva dai racconti di Juan)si sentì legata a lei e l'abbracciò di nuovo.Le dispiaceva non ricordare,ma voleva credere che un giorno sarebbe riuscita a farlo e ripagare Rosario per le attenzioni passate,presenti e future.

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Capitolo 21
*** Amados ***


Godettero della presenza di Rosario ogni domenica per il resto di agosto e settembre.Non poteva assentarsi dalla Villa troppo spesso,ma fece di tutto per venire ogni domenica anche a costo di lavorare fino a tardi tutti gli altri giorni della settimana.Senz'altro di ciò furono felici anche i fratelli e il padre di Juan che poterono fermarsi a vivere la giornata con lei un pò di più.Dalla loro parte lui e Soledad furono viziati molto e nel frattempo invitati a tornare a Puente Viejo.Le spiegarono che non volevano ancora tornare e che volevano costruire qualcosa insieme,da soli,ma che sapevano che un giorno sarebbero tornati.Lui era fiducioso del fatto che presto lei avrebbe recuperato la memoria,e che per fare ciò avrebbe dovuto re introdurla nella famiglia con calma,persona per persona,perchè tutti potessero capire ciò che era successo ed accettarlo.Rosario lo accettò e l'ultima domenica di settembre la passò a raccontargli di quand'erano bambini e dei guai nei quali si erano messi assieme.Soledad ascoltò incantata e la fermò a volte per chiederle altre cose.Sembrava che loro tre avessero finalmente trovato un'equilibrio. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJS All'entrata di ottobre la corrispondenza cessò.Juan aveva mandato due lettere che non avevano avuto risposta e così decise di non scrivere.Non voleva mettere sua madre nei guai e allo stesso tempo dare un dispiacere a Soledad.Realizzò che qualcuno le stava intercettando quando mandò una terza falsa lettera e spiando il postino.Decise cosi che si dovevano spostare,e preparò tutto,compreso ciò che avevano trovato li e avrebbe potuto essergli utile.Soledad si trovò a dargli ragione e così andarono.Non fu facile lasciare la loro prima casa,ma dovevano farlo e lo fecero pensando che forse avrebbero trovato un altro posto come quello,anche migliore.Ce n'erano molti in giro.Mentre loro camminavano tranquillamente,però,qualcuno li seguiva nell'ombra,adirato per ciò che vedeva.Com'era potuto succedere?

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Capitolo 22
*** La partera ***


Passarono mesi e mesi a scappare,sentendosi osservati.A volte notavano la presenza di qualcuno,a volte solo la presenza di occhi,ma avevano girato paesi e paesi allontanandosi sempre di più da Puente Viejo e in Febbraio decisero di fermarsi.Da qualche giorno Soledad si sentiva spossata,era sbadata e Juan voleva essere sicuro che niente fosse cambiato da quando aveva subito l'operazione.Fortunamente non aveva lamentato alcun dolore alla testa,quindi forse non era niente di grave.Si recarono dal dottore del nuovo paese in cui vivevano.La visitò per qualche minuto e poi uscì dalla stanza con un'espressione incuriosita in volto.Quando tornò portò qualcun altro con sè.Era una ragazza molto giovane,capelli e occhi castani,in abiti umili e sorridente.Li guardava come se fossero due bambini appena scoperti con le mani nella marmellata.Juan si dimenticò per un attimo che Soledad non lo poteva vedere e la guardò incuriosito anche lui. Il dottore lo fece sedere fuori. La ragazza,la fece stendere,le sorrise di nuovo e le chiese come si chiamasse,Soledad rispose e le chiese lo stesso. "Pepa,Pepa la levatrice".

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Capitolo 23
*** Nunca pense que... ***


I risultati non tardarono ad arrivare.Pepa era molto veloce e sopratutto faceva quel lavoro da molto e le aveva assicurato che ci avrebbe messo ben poco a capire se fosse incinta o no.Annuì un pò,mormorò qualcosa e poi sorrise a 32 denti e la guardò,desiderando che Soledad potesse vedere il suo sorriso. "Congratulazioni,sei incinta di qualche settimana...va tutto bene...certo sono ancora..." "Sono????!!!" "Due gemelli...sani come pesci" "Due..." Gli occhi di Soledad si riempirono di lacrime e cominciò a singhiozzare.Pepa la guardò credendo che ci fosse qualche problema,poi sorrise quando i singhiozzi si trasformarono in risate,Aveva appena dato a quella ragazza la notizia più importante e bella della sua vita.Soledad si alzò dal lettino quasi capitolando a terra,ma recuperando l'equilibrio in tempo e Pepa le porse il bastone,poi andarono ad aprire la porta.Quando lo fecero,comunicarono la notizia e Juan cadde ai piedi della sua donna per parlare un pò con i suoi figli(una volta che seppe che erano due rincarò la dose di voce per bambini).Poi si alzò e la strinse al petto.Non poteva crederci.In nove mesi avrebbero avuto due figli.Non uno.Due.Avevano sempre sognato di avere una famiglia,ancora meglio se numerosa,e presto l'avrebbero avuta.Dopo aver speso molto tempo accanto a Soledad andò a ringraziare il dottore con una vigorosa stretta di mano e Pepa con un abbraccio spacca-ossa.Era il papà più eccitato che le fosse mai capitato di vedere. "Dove vivete?Se me lo dite saprò dove andare quando avrete bisogno di me" "Ahh...bene...non abbiamo esattamente una casa..." "Nah non esiste...so che alla locanda del paese vi sono un paio di camere libere,starete lì." Sembrava che avessero trovato l'oro senza scavare.La felicità che era sempre stata dietro l'angolo stava quasi per sommergerli.Una casa più comoda,due figli...anche un'amica. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJS Pepa gli trovò una stanza vicina alla sua,li aiutò a conoscere un paio di persone amichevoli che avrebbero potuto aiutarle.A Juan ricordavano tanto casa.Scelse di scrivere un'altra lettera ignorando il pericolo;doveva arrivare a sua madre,ma sarebbe stato molto criptico,avrebbe saputo tutto una volta arrivata lì.

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Capitolo 24
*** Mellizos ***


Rosario riuscì a ricevere la lettera e prendendo la diligenza li raggiunse qualche giorno dopo.Chiese in giro dove potesse trovarli finchè qualcuno non fu finalmente capace di dirle dove fossero i suoi figli.Sorrise.Erano riusciti a trovarsi una sistemazione migliore,nella parte centrale del paese.Dopo essere entrata nella locanda,bussò alla loro porta.Juan andò ad aprirle e le saltò addosso come la vide,Soledad la salutò con un bacio affettuoso e poi i tre si sedettero.Sembrava che avessero qualcosa di veramente importante da dirle.I due giovani sedettero davanti a lei,intrecciando le mani e sorridendo.Avevano deciso di dirglielo insieme. "Madre...noi..." "Noi siamo incinti"dissero simultaneamente.A Rosario balzò il cuore in gola,e gli occhi le si ingrandirono.Qualsiasi altra madre,soprattutto una della fine del 19° secolo avrebbe avuto diverse riserve su quanto avevano fatto,ma la donna era veramente diversa.Aveva cercato e cercava ancora di guidare i suoi figli al meglio e aveva sempre creduto che la cosa più giusta da fare fosse lasciargli percorrere la loro strada,consigliandoli qualora ne avessero avuto bisogno.Juan e Soledad erano sempre stati una buona coppia e sarebbero stati anche dei buoni genitori.Erano giovani si,ma avevano la testa sulle spalle...erano anche una coppia fuori dagli schemi,e a volte aveva avuto paura per loro,ma non avrebbe mai potuto vederli separati. "Gemelli" Si sorprese ancora di più.Il suo lato materno la spinse a sedersi accanto a Soledad e poi appoggiò una mano sulla sua pancia. "Sono due!?" "Si madre...sani come due pesci...saranno dei bravi ragazzi si..." "Ragazzi?Juan ti amo,ma saranno due femmine..." "Qualunque sia il sesso...saranno felici...perchè noi saremo con loro ogni volta che avranno bisogno di noi." Battibeccarono allegramente sul sesso dei nascituri per un pò e poi cenarono insieme.Discussero anche sulla possibilità di lasciare che Soledad incontrasse qualcun'altro della famiglia e poi decisero.Il tutto sarebbe avvenuto qualche settimana dopo.Nel frattempo Rosario non cercò di reiterare la sua proposta di ritorno a Puente Viejo.Sapeva che volevano costruire qualcosa da soli e che vivevano una vita tranquilla.Avrebbe potuto anche dirgli che Salvador era morto,ma decise di non farlo perchè la signora aveva sempre provato poca fiducia nei confronti di suo figlio,ed era una despota.Non avrebbe mai permesso che stessero insieme.Le doleva l'idea di doversi recare costantemente così lontano per vederli,ma da quel momento in poi avrebbe avuto una ragione in più per fare tutta quella strada.Stava per diventare nonna e la vita sembrava scorrere giusto un pò più armoniosamente.

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Capitolo 25
*** Costumbres ***


Nel giorno prestabilito del nuovo incontro,Rosario si ritrovò a fare lo stesso percorso insieme alla sua figlia minore.Mariana,era la migliore amica di Soledad,le due erano cresciute assieme,ed erano pappa e ciccia.Nessuno avrebbe potuto essere più felice di scoprire la verità sulla scomparsa della piccola Montenegro.Mariana la segui incuriosita,ma non osò proferire parola.Ciò di cui era curiosa lo avrebbe scoperto presto,poteva pazientare.Camminarono per un bel pò e poi arrivarono ad un paesino,che si trovava a qualche ora da Puente Viejo ed era più o meno piccolo come il loro.Si addentrarono nella piazza affollata del primo meriggio di quel giorno invernale ed entrarono dentro la locanda del paese.Sua madre le chiese di aspettare e poi salirono due piani,attraversando un lungo corridoio.Alla fine di questo,bussarono ad una porta.Rispose una voce maschile e poi l'uscio si apri.Gli occhi della ragazza si spalancarono,così come la bocca e poi con un gridolino saltò addosso al fratello maggiore,balzando su e giù dalla felicità,mentre gridava parole incoerenti.Per mesi aveva creduto che fosse morto,o scappato,o chissadove;e invece era lì,in carne ed ossa e la stava abbracciando. "Sei vivo!?" "Sono qui"disse sorridendo "Entra..." Mariana entrò nella stanza ed ebbe un'altra grande sorpresa.Sul letto sedeva una ragazza,piu o meno della sua età,con i capelli biondo rame. "Juan..." La ragazza si alzò dal letto ed i suoi occhi vitrei,ma ancora espressivi incontrarono quelli della vecchia amica.Soledad...la squadro dalla testa ai piedi per essere sicura che non fosse un sogno,o uno scherzo,ma poi capì.Era tutto vero.La sua famiglia era ancora tutta unita.Corse ad abbracciarla e Sole rispose,chiedendole però di fare attenzione. "Attenta ci sono i tuoi nipotini qui dentro" "M..miei...n-nipoti???" "Si" "Ahhhhhhh"grido Mariana e comincio a ballare intorno alla sua famiglia,saltellando qua e la come una bambina.Ora stava anche per diventare zia.Quante novità,e tutte belle.Un giorno da ricordare.Le due ragazze sedettero sul letto e poi Rosario usci qualcosa da una sacca e lo diede ai futuri genitori. "Dato che vi sposerete tra un pò e avrete anche due bambini,volevo seguire qualche tradizione."Gli diede il pacchetto e lasciò che lo aprissero,mentre Mariana aspettava trepidante. "Le tue nonne me le regalarono alla tua nascita." Erano due paia di scarpe,fatte da loro. "Madre...non so cosa dire..." "Non dire niente...accettale e basta...saranno vostre per sempre o fin quando non le vorrete regalare a loro quando mi daranno dei bisnipoti,mm?"disse ridendo Gli altri fecero lo stesso e Soledad la ringraziò di nuovo: "Rosario....grazie...grazie mille" "No,grazie a voi...grazie di tutto" Qualche ora dopo,Rosario decise di lasciare i ragazzi soli.Juan volle fare lo stesso ed usci,aveva una nuova missione da compiere.Soledad invece spiegò tutto a Mariana.Tutte le sue peripezie e i motivi che l'avevano portata alla sua nuova "condizione",per poi raccontarle il viaggio fatto col fratello fino al loro arrivo in quel paese.Mariana ascoltò tutto con attenzione,ed alla fine si abbracciarono.Era incredibile che fosse ancora in grado di abbracciare Soledad,sua amica e sorella. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJ uan passò la serata a cercare un lavoro,ma non trovo niente.Aveva girato poco,quindi era sicuro del fatto che presto sarebbe riuscito a trovarne uno.Ne avrebbero avuto bisogno finche fossero rimasti,in più stavano per avere due figli.Svolto in diversi vicoli e tornò alla locanda.Quando arrivo,dovette a malincuore salutare la madre e la sorella e rimase solo con la futura moglie e figli.Si prepararono e poggiarono le scarpine tra i loro corpi abbracciati.Se i calcoli erano esatti,in poco tempo sarebbero riusciti a sentirli scalciare.Sentire i loro figli era un'abitudine alla quale da quel momento in poi non avrebbero più potuto rinunciare.

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Capitolo 26
*** En el miedo de la noche... ***


I mesi passarono.Juan era riuscito a trovare un lavoro come bracciante,e la pancia di Soledad cresceva,come i loro bambini.La cecità era ormai diventata un'abitudine.Un'altra compagna di viaggio.Avrebbe imparato a conoscere i suoi figli in un altro modo,toccandoli,abbracciandoli,sentendo il loro calore sul petto.Nel frattempo le visite continuarono anche se di rado per sicurezza,e la ragazza continuò a vedere Pepa,che era in breve tempo diventata la sua migliore amica insieme a Mariana.Crescevano i bambini,e la loro capacità di sorprenderli.Scalciando,muovendosi.Erano lì,più tangibili che mai...e crescevano sani e forti,pronti per la vita.Pronti per essere guerrieri della vita come i loro genitori. Ma mentre la loro felicità si moltiplicava ogni giorno,c'era chi nell'ombra tramava.Contro di loro,e contro i loro figli non ancora nati.Salvador Castro era ancora vivo,si,nonostante tutto era ancora vivo.Aveva scoperto il nascondiglio della figlia,l'aveva seguita per mesi.Lei e quel suo sporco contadino.Aveva tutti i motivi per liberarsi di loro. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJS Juan e Soledad camminarono dentro il vicolo che portava alla piazza per tornare alla locanda,quando improvvisamente un'ombra piombò su di loro.I due si spostarono e Juan lo attaccò,ma l'ombra lo colpi con l'elsa di un coltello,facendolo cadere a terra svenuto.Soledad atterrita indietreggiò,e poi l'ombra parlò,con la voce di suo padre. "Ho aspettato a lungo di fare ciò.Pensavo fossi morta,ma vedo che il tuo sporco contadino ti ha salvata.Ti ho,vi ho seguiti per mesi,aspettando il momento giusto,ma non arrivava mai.E poi voi stessi mi avete dato l'occasione per punirvi.Una volta e per sempre." Soledad indietreggiò atterrita,sentendolo non lontano,ma con un balzo felino lui l'afferro e la colpì.............i suoi istinti di madre fecero si che la ragazza riuscisse a mettere un braccio sulla pancia prima di essere colpita.Cosi Salvador riuscì ad accoltellarla,ma trapassadole il braccio con il coltello.Soledad cadde per terra,ferita ancora una volta da quel pazzo di suo padre.Juan recuperò i sensi,e vide la sua promessa a terra stringersi la pancia,allora attacco l'uomo e riuscì a sottrargli il coltello,ferendolo.Salvador capì che era ora di tagliare la corda ed aspettare il risultato delle sue azioni,e così ghignando per le sue malefatte lasciò il vicolo,svanendo nella notte.Juan le corse accanto e la sollevoò fra le sue braccia. "Soledad,Sole...amore mio" "Juan...i bambini...i gemelli...salvali..." "Non lascerò che gli accada niente,ok?" La posizionò meglio tra le sue braccia e corse all'ambulatorio.Fece un gran casino,bussando alla porta,ma alla fine il dottore gli apri. "Signor Castaneda" "Per favore dottore,aiutatela." vide che stava s e la esaminò subito.Estrasse il coltello e cercò di controllare le condizioni dei bambini in base alle sue conoscenze di ginecologia,che non erano molte.Nonostante tutto capì che qualcosa non andava. "Corra,vada a chiamare la levatrice,presto." Juan corse alla locanda e andò a chiamare Pepa,che si vestì in fretta e furia e scese giù per raggiungere l'ambulatorio con lui.Chiese ai due di uscire fuori,per esaminarla da sè.Controllo la situazione e si accorse di una cosa fondamentale.Le acque si erano rotte con due mesi di anticipo. "Pepa,che succede?" "So che sarà strano,ma questi bambini stanno per nascere,adesso" "Adesso??" "Si.Ascolta non ti preoccupare.Io sarò qui." Soledad annuì,ma il terrore l'attanagliava.Non aveva portato la gravidanza a termine e i bambini settimini non sopravvivevano spesso.Pepa la guardò di nuovo e non potendola rassicurare con gli occhi,lo fece ancora con la voce. "Ci penso io.Tutto andrà bene"

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Capitolo 27
*** Mili ***


"Ora spingi" Provavano da circa dieci minuti e Pepa era sicura che presto ce l'avrebbero fatta.La testa era già fuori.Soledad spinse e il bambino uscì.Pepa lo sollevò e capì che si trattava di una bambina.Non respirava bene. "Pepa?" "Andrà tutto bene sono le vie aeree.Ora le libero e tutto andrà bene" Fece ciò che aveva detto e poi la bimba pianse.Dato che nno vi era altro da fare,la pose tra le braccia della madre.Sole pianse felice al vedere che la bambina sembrava star bene e la incitò a portarla dal suo papà.Pepa fece ciò che le era stato detto e poi tornò dentro per occuparsi del secondo,mentre da dentro poteva sentire le urla di gioia di Juan,e i suoi primi tentativi di cullare la figlia.Il dottore ando per visitarla,mentre Pepa faceva il suo lavoro,ma... sembrava che l'altro non volesse uscire.A quel punto,considerando il tutto,decise di non fare niente e lasciare che la natura facesse il suo corso e lasciar crescere l'altro bambino fino al termine della gravidanza. "Che succede?" "Io non...sei la prima..." "Cosa?" "Ti è capitata una cosa pressochè impossibile" "Eh?" "L'altro gemello o gemella...pare che non voglia venire fuori" "Cosa vuol dire?" "Niente paura.E' una buona cosa,è ottimo.In questo modo l'altro bambino avrà più tempo per crescere e sviluppare tutto al meglio." "Due gemelli con due mesi di differenza!?" Disse Soledad e poi scoppiò in una fragorosa risata.Pepa sorrise allo stesso modo,divertita.I suoi amici erano destinati ad entrare nella storia.Non le era mai capitato nella sua vita...e dubitava che fosse capitato a molti altri di assistere ad un parto così strano.A quel punto aiutò Soledad a sdraiarsi e la coprì.Poi apri la porta per lasciare entrare Juan.Il neo papà entrò nella stanza con un sorriso ad un infinità di denti e andò ad abbracciare la futura moglie cercando di far piano,con la bambina nel mezzo,nonostante il dottore gli dovesse parlare.Il dottore decise di entrare e fece la fatidica domanda. "Allora come si chiamera questa bella bimba?" Juan guardò Soledad e lei alzo lo sguardo come se lo potesse vedere.Si sorrisero e risposero assieme:"Milagros,Milagros Castaneda". JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSSJSJS Il dottore si mostrò parecchio preoccupato riguardo alla salute della bambina e subito dopo la portò via per esaminarla nuovamente.Aveva visto che presentava apnea neonatale,e voleva risolvere.Sembrava che quei ragazzi avessero avuto fortuna.Aveva comprato una Tarnier quando era stato dottore a Madrid,e l'aveva portata con sè in quel piccolo paesino,nella speranza di poter aiutare ancora di più.Quella macchina in quel caso si rivelò essere fondamentale.Avrebbe sicuramente aiutato Milagros nel suo percorso verso una crescita piu veloce e sicura.Sarebbe stata bene abbastanza per la nascita della gemella o gemello.Ringraziò il cielo di aver trovato quella macchina e quando venne la mattina,Juan portò Soledad dov'era la bambina e i due passarono l intera giornata a guardarla e pregare che sopravvivesse.Non avrebbero mai potuto rinunciare al loro miracolo.

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Capitolo 28
*** Llevame en tu alma ***


Juan si sedette accanto alla macchina e guardò sua figlia.Era così piccola,ma forte.Appoggio un dito sul vetro e lei si girò.Lui la guardo negli occhi,e gli sembrò che fossero gli occhi di Soledad a guardarlo,nonostante fossero nocciola come i suoi. "Il mio miracolo.Tieni duro,eh?Sei la nostra vita.Tu e tua sorella o fratello,siete quello che abbiamo di più caro in questo mondo." Si sentì ispirato dal momento e noto che aveva appoggiato il blocco da disegno su un altra sedia vicina.Lo prese e si sedette di nuovo su quella di prima.Lo aprì e sparì dietro ad esso,come se stesse giocando a nascondino con la figlia.Appoggiò il carboncino sul foglietto e la disegnò.Sapeva che i bambini non avevano la percezione di dove fossero all'inizio,che non vedessero bene prima di qualche settimana,ma era sicuro del fatto che sua figlia lo stesse comunque guardando.Approfittando di ciò,le sorrise e continuò.La disegno sulla soffice coperta,con la sua tutina una volta piu grande,salutando leggermente.Lo avrebbe mostrato a Soledad non appena lo avesse finito.Milagros aveva tre giorni di vita.Scrisse sotto il disegno la data:17/8/1899 e si firmò di dietro con il suo nome e cognome e davanti con una sola parola:Papà.In quel momento decise che avrebbe immortalato tutti i momenti importanti della vita dei figli,perchè una volta che se ne fosse andato loro potessero portare con sè il ricordo di un padre dedito ai suoi figli e amorevole.Lo ripose nella cartelletta e la posò sull'altra sedia,riassumendo la posa di prima e la sua contemplazione della figlia.

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Capitolo 29
*** Esperando ***


La mattina del quarto giorno Juan e Soledad ricevettero la visita di Mariana e Rosario,molto sorprese di aver ricevuto la missiva così presto.I due ragazzi raccontarono l'incontro con Salvador dando uno shock ad entrambe.Le due avevano veramente creduto che fosse morto... Ma il timore fu temporaneamente sostituito dalla gioia di poter vedere che Milagros stava già meglio.E nonostante il dottore gli avesse detto che molto probabilmente i problemi non sarebbero finiti lì,loro erano sicuri del fatto che avrebbero potuto risolvere tutto.Superare tutto.Dovevano farcela. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJ La piccola cresceva.Lentamente si,ma non mollava.Soledad e Juan erano sicuri di averle dato il nome giusto e di averne concepito uno altrettanto consono per la bambina che staba per arrivare.Ormai ne erano sicuri,anche Juan se n'era convinto.Sarebbe stata una bambina.Comunque decisero di lasciare che il nome rimanesse segreto fino alla nascita.Non fu facile dover accettare che avrebbero dovuto aspettare un pò per portare Milagros a casa,ma era l'unico modo per salvarle la vita e fare in modo che si sviluppasse meglio. JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJS In due mesi la bambina mise su del peso e la sua apnea sparì.Avevano aspettato,e presto sarebbe venuta fuori dalla Tarnier e avrebbe visto la sorella,che i due genitori sospettavano stesse per venire.

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Capitolo 30
*** El milagro y el cielo ***


Donna Francisca si era sempre interessata ai movimenti in casa sua.Non che le interessasse troppo da quando sua figlia era morta.Niente era più lo stesso.Ma ultimamente aveva visto Mariana uscire spesso,e capitava raramente che mandasse la ragazza a fare compere,perchè non si fidava.Troppo giovane e con la testa per aria.Così un giorno di quelli decise di seguirla,solo per vedere dove stesse andando e la vide prendere la diligenza per uscire dal paese.La seguì così altre due volte,poi decise di andare in carrozza da una strada meno conosciuta e la seguì fino all'altro paese dove si era recata.Scese dalla carrozza e si nascose.La vide entrare nella locanda de quest'ultimo,e uscire con qualcun altro.O meglio con un bambino in braccio.Un batuffolino di pochi mesi.Aggrottò le ciglia sorpresa e continuo a guardarla mentre cullava suddetto batuffolo.Ma... No,non poteva essere suo.Mariana non aveva mai avuto un ragazzo in vita sua...e se fosse stata incinta lei se ne sarebbe accorta,dato che la ragazza lavorava da lei giorno e notte.Un'amica?Boh.Comunque ormai la curiosità era sopraggiunta,doveva capire. "Ma che bella bimba che sei?Eh,Mili...Buona,che la mamma...ah non lo vuoi sapere,capirai quando sarai grande." JSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJSJS "Ahhhhhhhhhh" "Dai...dai Soledad..." "Amore...dai" Era in travaglio da un pò,ma Pepa aveva detto che tutto andava bene e quindi si poteva procedere ancora col naturale.Diede un'ultima spinta,e Pepa sollevo il bambino,anzi un'altra bambina.Juan si sentì quasi svenire e capì perchè i padri non entrassero mai,ma vedere la bambina fu emozionante.Non aveva potuto farlo la prima volta. "E forte e sana" Pianse subito e non aveva alcun problema.Tirarono un sospiro di sollievo.Avevano avuto molto timore che potesse succedere qualcos'altro.Tuttavia,dopo due mesi,Milagros stava bene,e si era ripresa,e ora c'era anche la sua gemellina.Dopo averla esaminata nuovamente il dottore fece la fatidica domanda e ancora una volta non li trovò impreparati. "Araceli Castaneda"

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Capitolo 31
*** Hijas ***


Dopo la morte di Soledad,Donna Francisca non si era più molto interessata agli avvenimenti del paese,o a quelli della sua stessa casa.Si era rinchiusa in uno strano silenzio,pur mantenendo un certo grado di tirannia e cattiveria,che negli anni si era acuito soprattutto per l'assenza della figlia.Tuttavia le era sembrato strano che la piccola Castaneda uscisse così spesso ultimamente.Così decise di seguirla,e per due giorni lo fece a piedi,venendo a scoprire che prendeva sempre la diligenza per uscire dal paese.Dopodichè prese la carrozza e seguì la diligenza fino alla destinazione della ragazza.Il paese si trovava a qualche ora da Puente Viejo e dato che la partenza era avvenuta di pomeriggio,arrivarono in serata.Dato che non le aveva mai dato troppa importanza e che la ragazza non si dedicava alla cucina perchè per lei era troppo giovane ed inesperta,sapeva che non avrebbero notato la sua assenza.In secondo piano,molto probabilmente capitava raramente che Mariana andasse di sera,e quindi capì che lo faceva sempre in orari diversi.Scese dalla carrozza e si nascose opportunamente.La vide entrare nella locanda del paese e uscirne con due ragazzi più o meno della sua età che si abbracciavano e cosa ancora più sorprendente avevano due fagottini in braccio.I tre sedettero alla fontana ridendo e parlando con i bambini(da li non aveva idea del sesso dei due),cercando di coinvolgerli.Al buio cercò di avvicinarsi un pò di più e ascoltare la conversazione. "Sono meravigliose" "Sono la nostra vita" La sua voce. "Sono due Castaneda,sono forti" Le sue sopracciglia si aggrottarono e sotto la luna Donna Francisca vide i suoi boccoli neri,la sua barbetta e gli abiti da contadino e sentì Mariana gridare il suo nome ridendo:"Juan" Rimase di stucco.Castaneda era vivo ed aveva due figlie e forse anche una moglie.Quindi chi era la ragazza con lui?Cosa aveva fatto negli ultimi tre anni?Perchè si era trasferito,senza tornare a casa?Poi la risposta.Quella risata.La risata limpida della figlia,che le sembrava più matura.Era come se la stesse vedendo di nuovo.Eppure lei era morta.Avevano trovato brandelli dei suoi vestiti,il suo dito...le avevano detto che era stata sbranata dai lupi,senza pietà.Se solo fosse stato vero...che lei era viva.Non poteva essere.Ma la sua voce... "Dovremmo girare un pò domani,sarà pieno di sole.Le bambine ne hanno bisogno." "Hai ragione"e la baciò.I loro volti brillarono di nuovo,mentre i due lasciavano le bambine a Mariana e cominciavano a rincorrersi per la piazza come due bambini,giocando a guardie e ladri o similari.Lui la acchiappò e attrasse a sè,abbracciandola.I capelli biondo ramato della ragazza,il suo tono,i suoi gesti.L'ultima volta che aveva visto sua figlia,non aveva neanche 13 anni.La ragazza che aveva davanti,per essere Soledad,ne avrebbe dovuti avere 16 compiuti ed era una donna;con figli e responsabilità.Tutto per quanto inspiegabile coincideva.Quella ragazza...che brillava sotto le stelle...era sua figlia...ne era sicura.

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