Amour - Till&Eleonora

di MetalheadLikeYou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1



Stavo girando a piedi nudi per casa, con solamente una sua maglia come vestito, cercando disperatamente una sigaretta. 
Till ancora dormiva, beato lui.
Mentre continuavo a rovistare, quasi fossi una ladra in cerca di oggetti preziosi, sentii la porta di casa aprirsi e da essa entrò una tipa, dai capelli marroni.
<< Oh Dio i ladri>> urlò lei, facendomi saltare per aria.
<< No, no che ladri, che ladri!>> risposi in italiano, urlando come lei e agitando le mani per farla calmare.
Lei mi osservò, ripetei la frase in tedesco in modo da farmi capire.
<< Papà!>> urlò di nuovo lei.
Sbiancai, decisamente sorpresa e arrossendo come un'idiota, sentimmo un tonfo dalla camera da letto e i passi di Till avvicinarsi a noi.
<< Papà ci sono i ladri!>> strillò di nuovo quella.
Quella ragazza urlava come una matta e io non sapevo se preoccuparmi e scappare oppure, mettermi a ridere.
<< Marie che cazzo urli di prima mattina?>> domandò lui, stroppicciandosi gli occhi e sbadigliando.
<< Papà cazzo e mettiti qualcosa addosso>> lui sbuffò.
<< Non sono mica nudo, queste sono mutande>> indicò il tessuto e io, ormai incapace di trattenermi, iniziai a ridere.
Loro si girarono verso di me, eseguendo lo stesso movimento, anche se il gesto mi fece rabbrividire, quasi fossero mostri, continuai imperterrita a ridere, tenendomi la pancia e sedendomi.
<< Papà?>>
<< Che vuoi?>>
<< Chi è questa?>> domandò lei, fissandomi truce.
Smisi di ridere, sentendomi in imbarazzo.
Till si passò una mano nei capelli e si avvicinò a me.
<< Mmh Lei è Eleonora>>
<< Piacere>> dissi allungando la mano verso la ragazza, che continuava a scrutarmi, quasi volesse uccidermi.
<< Marie-Louise>> rispose lei, senza stringermi la mano, ma incorciando le braccia e spostando lo sguardo al volto del padre.
<< Mari, ecco...lei...io e lei stiamo insieme>>
<< Si certo>> rispose lei, prendendolo in giro, poi fissò la sua mano cercare la mia, << CHE COSA?!>> urlò.
<< NON URLARE>>
<< Papà ma avrà si e no 25 anni>>
<< In verità 30>> precisai io, sentendomi tirata in causa.
<< Sai che differenza>>
<< Marie>> la riprese Till, stringendomi a se protettivo.
Lei mi fissava, forse provando ribrezzo e mi sentii terribilmente inadeguata, strinsi la presa attorno al braccio del mio compagno.
<< Credo che andrò a vestirmi>>
Mi staccai da lui, quasi scappando via.


***Till***


 
<< Potevi essere anche più gentile>> 
Rimproverai mia figlia, che per tutta risposta mi fissò con uno sguardo un po schifato, << 30 anni>>
<< Dov'è il problema?>> domandai non capendo.
<< Vatti a vestire per favore>>
Sbuffai, andando in camera.
Lei stava seduta sul letto che fissava un punto indefinito, mi avvicinai a lei, abbracciandola.
Le avevo promesso che avremmo affrontato questa cosa con calma eppure mia figlia, inopportuna come al solito, aveva appena combinato un disastro.
<< Ehi, rilassati>>
<< Io...io, lei mi odia>>
<< No, non ti odia>> risposi, iniziando a vestirmi.
<< Mi ha fissato malissimo>>
Non risposi, lei mi fissò con uno sguardo pieno di terrore, la baciai.
<< Non mi importa di quello che penserà, io ti amo>>
Lei annuì e una volta vestiti tornammo in salone, dove la mia dolce belva, aspettava a braccia conserte.








Hallo, Jordison con la sua "Eleonora" è tornata.
Bhe questo è il primo capitolo, se non sapete chi è Eleonora ne come mai lei vive da Till, andate a leggervi prima "Ohne dich kann ich nicht sein...Ohne dich".
Comunque ecco..... spero che vi piaccia questa mia "nuova storia" (che poi è solamente il continuo dell'altra), spero di coinvolgervi come nella precedente e beh alla prossima.



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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2



Tornammo insieme in salone.
Quella ragazza mi fissava con uno sguardo strano, mi stava studiando e allo stesso tempo disprezzando.
Così come avevo capito le prime reazioni di mia madre, ovvero la sorpresa mista a "disgusto", riuscivo a capire anche se con difficoltà la reazione di Marie-Louise.
Till la fissava con un'espressione critica e lei gli teneva testa.
Mi misi seduta il più lontano possibile da quella donna, quasi intimorita dal suo gelido sguardo.
<< Marie...lei è Eleonora>> 
Till ci presentò di nuovo, sedendosi poi al mio fianco e come al suo solto poggiando una mano su una mia coscia.
<< Ho capito chi è!>> rispose lei.
<< Potresti essere più gentile, per favore?>> gli domandò lui, sbuffando.
Lei alzò gli occhi al cielo, continuando a fissarmi.
<< Bhe....se devi parlare parla>> disse rivolgendo lo sguardo al padre, che silenzioso la scrutava.
<< Ci siamo conosciuti a Roma il 9 luglio>> iniziò lui, << E' venuta con noi anche a Udine..>>
<< Tu sei pazzo>> lo zittì lei, prendendo posizione.
Io me ne stavo in silenzio, sentendomi quasi sotto esame, braccata.
<< Ma ti puoi mettere con una di 30 anni, portartela in giro per il mondo e qui?>>
Till osservava la figlia con lo sguardo spento, quasi triste ed io mi sentivo colpevole.
Lei continuava a dire la sua e il mio compagno se ne restava in silenzio.
<< Ehy...insomma smettila!>> dissi io, con la rabbia che ormai mi circolava nel corpo.
<< Scusa?>> domandò lei, ironica.
<< Ho detto di smetterla, insomma chi pensi di essere eh? Ok che sei sua figlia ma ti pare il modo di trattare le persone?>>
Till mi osservò, stringendo la presa sulla mia coscia, quasi a volermi calmare, la figlia invece mi osservava con gli occhi quasi inniettati di sangue.
<< Ma chi pensi di essere tu? Non è che se ti scopi mio padre, automaticamente hai il mio rispetto ne...>>
<< Marie>> la riprese il padre.
<< Non difendermi Till, non farlo...senti tu cosetta, non permetto a nessuno di parlarmi in questo modo, quello che faccio io con tuo padre sono cazzi nostri...>>
La tipa si alzò ed automaticamente anche io mi tirai in piedi, Till si passò una mano sul volto e fece lo stesso.
<< Ma non ti permetto di insinuare nulla, io amo tuo padre e non sarai tu ad allontanarmi da lui, intesi?>>
Lei ghignava.
<< Ele..>>
Till mi tirò a se, abbracciandomi e poggiando la testa su una mia spalla, ripetendomi di star calma.
Nessuno, nemmeno sua figlia, aveva il diritto di etichettarmi come una puttana o un'arrivista, lei non sapeva quello che avevamo passato io e suo padre, quindi di conseguenza non doveva permettersi di giudicarmi.
<< Tu mi stai dicendo che non stai con mio padre per i soldi, come tutte le altre?>>
<< Non mi importano i suoi soldi>> commentai rabbiosa.
<< E non ti interessa nemmeno il suo ruolo>>
<< Non userò mai il suo ruolo per dei secondi fini>>
Lei continuò a scrutarmi, lasciando poi inevitabilmente cadere lo sguardo sul mio braccio tatuato.
<< E quello?>>
<< L'ho fatto quando avevo 18 anni, l'ho fatto qui, si sono la prima fan del gruppo, sono fiera di esserlo e sono fiera di star con lui, ma non perchè è Till Lindemann il cantante del mio gruppo preferito, ma perchè è Till e basta>>
Lei alzò un sopracciglio, mentre Till, sorrideva felice, mi diede un bacio su una spalla.
<< Hai un gran bel caratterino>> commentò poi la figlia, << Tu sei felice?>> chiese, rivolta all'uomo che mi stringeva tra le sue braccia.
<< Si>> rispose secco.
<< Ok>>
<< Ok?>> domandò lui.
<< Ok, state insieme, vivete la vostra vita felice, ma se usi mio padre io ti ammazzo con le mie mani>> disse lei.
<< Non preoccuparti, io amo veramente tuo padre>> risposi, sorridendo.
Sentii il mio telefono squillare e Till ridere, gli diedi una gomitata ed andai a rispondere.


*** Till ***

 
<< Certo che hai una delicatezza tu?>>
<< Ho ripreso da te>> 
Mia figlia continuava ad avere uno sguardo duro, freddo anche con me.
<< Che c'è?>> domandai.
<< La ami veramente?>> mi chiese lei a sua volta, fissandomi intensamente.
<< Si, lei è diversa>>
<< Ne sei sicuro?>>
<< Marie, io e lei dopo un concerto...bhe...capisci, il giorno dopo è scappata, terrorizzata, è tornata a Roma, abbiamo passato delle settimane bruttissime, lei ha il terrore di sentirsi inadeguata, non voleva nemmeno provarci, è la prima ad aver paura dei media perchè non vuole crearmi problemi, quando usciamo cerca di non farsi vedere troppo appiccicata a me, le altre invece erano l'esatto contrario>> 
Lei mi fissò, avevo parlato senza mai riprendere aria e ora respiravo a fatica.
Mi diede una pacca su una spalla.
<< Non ti vedevo così preso da tanto>>
<< Non mi ci vedevo nemmeno io>>
<< Spero che vada bene, papà, lo spero>>
Le sorrisi, sotto quella corazza di ferro, mia figlia aveva un gran cuore, era dolce ed era una sognatrice, era una romanticona e soprattutto era molto sensibile.
<< Lo spero anche io>>







Halloooooo.
Eccomi qui di nuovo, certo che Marie rompe un po eh? 
Elfa_ e RoarGirl io sono contenta di avervi fatto felici, ma veramente tanto contenta.
Dato che siamo "all'inizio" della storia, non ho molto da dire, se non ringraziarvi come sempre....bhe un bacione e alla prossima :3 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


Mi stesi finalmente sul divano, cercando di rilassarmi.
Marie-Louise ormai se n'era andata e io ora potevo tirare un sospiro di sollievo.
Quella donna non mi piaceva, per niente.
Till si mise seduto al mio fianco, accarezzandomi il viso.
<< E' andata male vero?>> domandai.
<< No, anzi>> rispose lui, sorridendomi.
<< Scusami se mi sono messa in mezzo>>
Lui si mise a ridere.
<< Hai fatto quello che avrei fatto io, lei ha capito, relax ora, Marie è gentile anche se non sembra, deve solo assimilare questa novità>>
Mugugnai qualcosa, stringendomi ad un suo braccio, lui sorrise sornione e io lo baciai.
<< Ora preparati a conoscere Nele, ah vedrai che Marie non ti farà più paura>>
Sgranai gli occhi, fissandolo e sentendo il gelo entrare nelle mie ossa.
Iniziai a viaggiare con la mente.
Mi creai mille film diversi, tutti che finivano però con lo spargimento di sangue e la mia "morte"
Lui scoppiò a ridere ed io posai lo sguardo su di lui, non capendo il motivo di così tanto divertimento.
<< Perchè ridi?>>
<< Stavo scherzando Ele>>
<< Sei uno stronzo>> risposi, lui continuò a ridere divertito, tenendosi la pancia.
<< Al massimo ti uccidera di abbracci>> disse lui, baciandomi.
<< Sei comunque un grandissimo stronzo>> 
Continuò a ridere abbracciandomi subito dopo.
<< Secondo me, tua figlia mi odia>> dissi pensierosa.
<< No, è solo un po troppo protettiva verso suo padre>>
Lui mi baciò di nuovo, accarezzandomi con un pollice una mia guancia.
<< Sai, secondo me, tempo di accettarti e ti adorerà>>
<< Se lo dici tu>> risposi alzando le spalle, io dubitavo molto ma volevo fidarmi.
<< La conosco bene ormai>>
<< Capito, speriamo bene>> dissi sospirando triste, per poi accoccolarmi al suo fianco e accendermi una sigaretta, Till sorrise e fece lo stesso.
Due ciminiere, ecco come ci chiamavano i nostri amici.
Bel soprannome.
Ci rispecchiava.
Lo vidi alzarsi di corsa, lo seguii con lo sguardo, quasi preoccupata.
Correva per casa spargendo cenere ovunque.
<< Maledizione>>
<< Till che cerchi?>> domandai, senza però ottenere nessuna risposta da quel gigante << TILL!>> urlai.
<< E'?>> domandcò lui fissandomi.
<< Che stai cercando?>> 
<< Ah un foglio ed una penna>> 
Alzai gli occhi al cielo.
<< Inizi ad essere vecchio amore mio!>> dissi prendendolo in giro e porgendogli sia il foglio che la penna, lui mi fissò male e emise una risata ironica.
<< Quasi quasi ti lascio>> mi minacciò lui.
<< Tranquillo che ti mollo prima io>> risposi andando verso la porta, lui si alzò di corsa e mi prese in braccio, come se fossi un sacco di patate.
Si avvicò con me su una spalla verso la nostra camera.
<< Al diavolo l'ispirazione!>> 








Hallo, si lo so questo capitolo non è molto lungo ma deve essere così perchè forse oggi riesco a postarne due.
Che dire, anche Till la prende in giro, povera Eleonora.
Altra cosa, mamma mia le visualizzazioni aiuto, sono tantissime, vi adoro sappiatelo, vi adoro veramente.
Come sempre ringrazio le mie Elfa_ e RoarGirl, spero di avervi strappato anche con questo mini capitolo qualche sorriso.
Bene detto questo vi saluto e alla prossima.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4



<< Dovevate vederle, secondo me se non acchiappavo lei, si sarebbero picchiate di santa ragione>>
Till mi stava sputtandando per bene con i suoi amici, che poi ormai erano anche amici miei.
Tutti ridevano.
Doom era l'unico che cercava di non farlo, forse per non farmi sentire troppo presa in giro, ma si vedeva bene che stava per scoppiare, la sua faccia era di un rosso acceso.
<< Ehy basta>> 
Le mie lamentele non funzionarono per niente, anzi scatenarono ancora più risate.
<< Dai povera Ele>>
<< Grazie Paul, tu si che mi capisci>> risposi ironica, mentre lui continuava a ridere divertito.
<< Che poi...non so chi era più incazzata...>>
<< Immagino già lei ha un bel caratterino, pensa con Marie>> comentò il tastierista, ridendo.
<< Penso...>>
<< Till, giuro ti lascio se non la smetti subito>> lo minacciai, incrociando le braccia al petto, lui mi sorrise cercando poi di baciarmi ma mi scansai.
<< Ah donne>>
<< Ah quanto rompi>> risposi a tono, mentre gli altri ridevano.
La novità della serata, oltre alla mia lite con la cara figliola del mio compagno, che non mi stava per niente simpatica, erano i due nuovi arrivati nella nostra grande "famiglia".
Un cucciolo di pastore tedesco, che avevo trovato abbandonato in uno scatolone vicino ad un cassonetto.
Era un cucciolo di 5 mesi tenerissimo, tutto pelo e vivace.
Till all'inizio era stato riluttante nel accettare l'idea di prendere il cane ma, una volta visto quell'adorabile musetto, aveva cambiato opinione.
Si era letteralmente innamorato del cane e ora anche di notte, con tutto che lui amava dormire e nemmeno le cannonate lo svegliavano, si alzava per portarlo a fare i bisognini.
Sul nome eravamo stati molto in disaccordo, io avevo proposto Aragorn, nome del mio personaggio preferito de "Il signore degli anelli", mentre Till voleva un nome semplice.
Ma alla fine, forse anche per amore, lui decise di accontentarmi e accettò la mia proposta.
La seconda arrivata era Valeria.
La nuova ragazza di Gianluca.
Una moretta dolcissima ma, che con i suoi occhi da cerbiatta, aveva stregato il mio migliore amico, che ora la seguiva ovunque.
Erano molto, ma molto carini insieme e lei, stranamente, mi andava a genio, mi piaceva e soprattutto non mi odiava.
Tutte le ex del mio amico mi avevano sempre odiato ed io avevo esplicitamente ricambiato il sentimento, mentre lei no, anzi stavamo stringendo anche amicizia.
Non mi dispiaceva come persona e vedevo che ci teneva veramente al mio amico e a me andava bene così.
Valeria rideva divertita per la scena, tenendo però per mano suo ragazzo.
<< Povera Eleonora>>
<< Oh vedete, lei si che mi vuole bene>> dissi indicandola.
<< Si chiama solidarietà femminile>> rispose Gianluca, ridendo.
Gli mostrai il medio, << Sai questo come si chiama?>>
<< No come?>> domandò curioso, facendo finta di non capire.
<< Vai a fanculo>> conclusi.
Till mi passò un braccio attorno alle spalle, stringendomi a se.
Fissai il mio amico, sorrideva felice e tranquillo ed io, non potevo che sorridere insieme a lui.
Erano proprio una bella coppia.

 
***Till***


Prendere in giro Eleonora era divertente, soprattutto per come si incazzava poi.
Eppure quella mattina a casa ho seriamente avuto il terrore che mi distruggessero casa, mia figlia era livida in faccia e per quanto, la mia compagna sapeva essere dolce, mai darle contro.
E aveva perfettamente ragione.
Marie l'aveva giudicata senza nemmeno chiederle nulla e giustamente, Eleonora si era fatta sentire.
Se mi fossi schierato da qualche parte una delle due ci sarebbe rimasta male e in primis non volevo far star male la mia Eleonora.
Secondo non volevo nemmeno litigare con la mia bambina.
Usai la tecnica che mi aveva insegnato mio padre ovvero, restare zitti quando due donne litigano.








Halloooo come state?
Io bene, pronti per capodanno? Io andrò a casa di alcuni miei amici, a festeggiare insieme.
Spero di poter aggiornare domani, in ogni caso buon 2014 a tutti.
Passiamo ai ringraziamenti, RoarGirl come al solito sei sempre la prima a commentare awwa e mi fai sempre felice.
Voglio ringraziare anche la nuova arrivata LitaLindemann, grazie per i complimenti e mi fa veramente piacere che ti piaccia la mia storia, grazie grazie.
Un bacione.
Alla prossima.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
***Marie-Louise***


<< Dai Marie, non sarà mica un mostro>>
<< No, peggio, è piccola, rossa e mi sta antipatica>>
<< Senti tu...parti prevenuta sulle donne di papà, dalle una possibilità su>>
Mia sorella, Nele era sempre quella più buona della famiglia, voleva sempre assecondare nostro padre in tutto e per tutto, senza però mai pensare a quello che sarebbe potuto accadere.
<< Ma tu non l'hai vista>> risposi, fissandola.
<< Se papà è tanto preso da questa tipa, ma perchè non lo lasci fare, ha quasi 51 anni...>>
<< Lei 30>>
<< E quindi?>>
<< Nele per favore, non ripetere sempre che l'amore non ha età, per favore>> 
<< Marie, sinceramente non capisco perchè ti da così fastidio quella ragazza>>
<< Non mi piace ecco tutto>>
Conclusi sbuffando, lei mi osservò ed alzò gli occhi al cielo, poi si mise a fissare una delle tante foto del bar dove eravamo.
<< Secondo me dovresti darle una possibilità>>
<< Tu sei troppo buona, magari questa è più stronza delle altre>>
<< Ma cosa ne sai?>> domandò lei, alzando di poco la voce, lei era sempre stata dalla parte di papà, non gli era mai andata contro tranne quando si fidanzò con il suo primo ragazzo, un musicista.
Papà, forse giustamente, le aveva detto che non gli piaceva quella relazione, che non voleva vedere la figlia piangere perchè il compagno era chissà dove a suonare o farsi i cavoli suoi.
La testa calda della famiglia ero io.
Ero sempre io quella che, gelosa del proprio padre, metteva i bastoni tra le ruote ad ogni donna, che poi erano tutte delle mega puttane che stavano con papà solamente per i suoi soldi, i titoli e la fama.
E ora c'era questa tipa, che stava letteralmente rendendo Till un manichino.
<< Ehy>> mia sorella mi risvegliò dai miei pensieri poggiando una mano sulla mia.
Mugugnai qualcosa.
<< Papà non è più un bambino, lascialo fare>>
Sbuffai.
 
***Eleonora***

Mi misi la giacca.
Io e Till avevamo appuntamento con gli altri ad un bar, avevamo deciso di vederci li e poi andarcene tutti in giro, tanto per fare qualcosa.
<< Muoviti Till>>
<< Eh un secondo>>
Lo fissai, stava chino sul cane per infilargli il collare, avevamo deciso di portare con lui anche Aragorn.
Till proprio non riusciva a separarsi da lui.
<< E pensare che non lo volevi nemmeno>>
<< Ma guarda che muso>>
<< Amore....inizio a pensare che tu voglia più bene a lui che a me>> dissi, provocandolo e cercando di non ridere per la sua faccia.
<< Beh effettivamente amo più lui>>
Poggiò le mani sui miei fianchi e si chinò a baciarmi.
Quell'uomo mi faceva venire i brividi ogni volta che mi fissava, ogni volta che mi sfiorava anche solo con un dito e ogni volta che mi baciava.
<< Andiamo>> dissi.
Iniziava a fare freschetto a Berlino.
Till mi prese per mano e insieme andammo a questo bar dove, per fortuna, i cani potevano entrare.
Mi bloccai di botto, vedendo seduta ad un tavolo, difronte ad una che mi dava le spalle, una donna che non sopportavo per niente.
Vidi quella fissarmi malissimo e l'altra girarsi.
<< Oh cazzo>> sbuffai in italiano.









Hallo, ce l'ho fatta ad aggiornare anche oggi, wow.
Beh intanto io ringrazio RoarGirl, awwa evvai abbiamo lo stesso personaggio preferito oddio che cosa stupenda e sono felice anche per il bellissimo commento.
Ringrazio anche UlissA, non puoi capire quanto sono contenta che ti piaccia la mia storia ahahah, ne sono veramente felice.
Beh che altro dire?
Ah si! 
Buon 2014, spero che sia un anno migliore e felice per tutti voi, io vi faccio tutti i possibili auguri e vi voglio bene, veramente.
Alla prossima Jordison.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6



La tipa che mi dava le spalle si era alzata, seguita a ruota dall'altra e ora stringeva il mio compagno in un abbraccio.
<< Amore, lei è Nele>>
<< Ciao, tu devi essere Eleonora, sono felice di conoscerti>>
<< Anche io>> risposi stringendole la mano, lei mi sorrise dolcemente, cosa che non faceva l'altra figlia.
<< Che ci fate voi qui?>> domandò Marie-Louise.
<< Aspettiamo gli altri...>>
<< Oh allora rimaniamo anche noi, così salutiamo quei matti>>
<< Ma si ci fa piacere se rimanete con noi>> dissi io, fissando Nele che mi sorrise di nuovo, era proprio l'esatto contrario di Marie e Till aveva ragione.
La ragazza mi prese a braccetto e mi trascinò via.
<< Quindi voi vi siete conosciuti dopo un concerto?>> mi domandò lei.
<< Com...>>
<< Mi ha già raccontato quasi tutto mia sorella e...ecco...perdonala per il suo comportamento, fa sempre così>>
<< Spero che cambi idea su di me, io sia chiaro non voglio assolutamente stare con lui per quello che fa...>>
<< Ehy ehy, tranquilla, lo vedo, insomma vi brillano gli occhi e secondo me tu sei stra innamorata di papà>>
Arrossii.
<< E' così evidente?>> domandai, abbozzando un sorriso, mi sentivo un attimo in imbarazzo e parlare con lei della mia relazione con suo padre, non aiutava di certo.
<< Un po, ma siete carini>>
<< Grazie...>>
<< Nele, non la imbarazzare su>> disse il mio compagno, sendendosi affianco a me e baciandomi una tempia.
L'altra figlia si sedette proprio davanti a me, scrutandomi con odio, del tutto ricambiato.
<< Tanto se si imbara....>>
<< Senti...>> iniziai fissando male a mia volta quella grandissima rompi palle di Marie, << Non so perchè continui a fissarmi in questo modo, non mi sembra di averlo ucciso no?>>
<< Ti fisso come voglio>>
<< Io non sopporto te, tu non sopporti me...benissimo>>
<< Che vorresti dire?>> domandò lei, quasi balbettando.
<< Che un giorno ne parleremo in privato, ma fino a quel giorno evita di rompermi i coglioni>> conclusi, lei mi osservò con gli occhi più neri che mai, era incazzata.
Till e Nele la fissavano, quasi ridendo.
La tipa non disse nulla.
Sentimmo la porta del bar aprirsi ed entrarono i "ragazzi", Valeria e Gianluca.
Mi alzai per andare ad abbracciare il mio amico.
<< Chi sono quelle due?>> mi chiese in italiano.
<< Le figlie di Till>>
Vidi anche loro e Till alzarsi e venire a salutare tutti, si presentarono con Valeria ed il mio amico poi ci rimettemmo tutti seduti al posto che avevamo occupato.
<< Come è andata con l'altra figlia?>> mi domandò il mio amico, seduto affianco alla sua ragazza.
<< Bene, anzi benissimo, è veramente simpatica>>
Tutti ci fissavano non capendo nulla.





Hallo, buon anno a tutti.
Come avete passato la fine del 2013? 
Bhe io mi sono molto divertita con i miei amici e devo dire che siamo un bel gruppo.
Comunque ringrazio UlissA ed Elfa_ per i loro commenti e spero che anche questo capitolo vi piaccia.
Buona notte e alla prossima :)

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7



Lanciai la giacca sul divano, lasciandomi cadere sulla soffice stoffa.
Sbuffai, seriamente giù di morale e con il nervosismo a livelli insopportabili.
<< Dai non preoccuparti!>> rispose lui come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Magari lo era anche, ma per me, dover cenare assieme a quella donna non era una cosa semplice.
Avrei preferito ammettere a tutto il mondo la mia relazione con Till, piuttosto che dover restare con quella vicino.
<< Non preoccuparti?>> domandai ironica.
<< E' solo una cena tutti insieme>> rispose calmo Till, sedendosi al mio fianco e poggiando una mano su una mia coscia, come al solito.
La dolce Nele aveva deciso di fare una cena in "famiglia", ciò implicava la presenza del suo compagno e suo figlio.
Che poi insieme alla scontrosa e insopportabile Marie forse veniva il suo attuale compagno, quindi magari evitava di stressare.
Sbuffai e affondai la testa nel petto di Till, che mi strinse a se, ridendo divertito.
<< Dai hai Nele che sta dalla tua parte!>> disse lui, forse per sdrammatizzare un po.
<< Si, ma non mi piace questa situazione>>
<< Vedrai che cambierà idea>>
<< Si, lo spero>> risposi.
<< Sai io che spero?>> domandò lui ghignando divertito.
<< Cosa?>> risposi, ridendo, immaginando già la sua risposta.
Mugugnò qualcosa, ma non gli diedi tempo di parlare, che gli salii a cavalcioni e lo baciai.
<< Proprio questo>> 
Non ci mettemmo molto a raggiungere la camera da letto e darci alla pazza gioia.
Fare l'amore con lui era sempre una cosa bellissima, per quanto lui fosse "delicato".


***Nele***


Eleonora mi stava molto simpatica e non capivo per quale motivo mia sorella le volesse così male.
Non mi sembrava un mostro o un serial killer.
Era solamente una 30enne innamorata persa di mio padre e si vedeva lontano un miglio quanto quella ragazza tenesse a lui e a quella relazione.
Devo dire che aveva ragione papà.
La piccoletta aveva un bel caratterino e aveva zittito Marie, cosa che nessuno era mai riuscito a fare prima.
Quest'avvenimento, per quanto eccitante, aveva segnato una linea di confine tra le due e conoscendo mia sorella le avrebbe fatto passare l'inferno.
Ghignai quasi divertita e terrorizzata allo stesso tempo.
Divertita perchè era uno spasso vedere quelle due scannarsi e soprattutto vedere Marie senza parole.
Terrorizzata perchè conoscevo bene mia sorella e non mi piacevano i suoi occhi rabbiosi.
E ovviamente, non conoscendo Eleonora, avevo paura delle sue reazioni.







Hallooooooo.
Come state? Bhe io bene, più o meno.
Eccomi qui.
Nele è adorabile ^____^
Come sempre ringrazio RoarGirl, UlissA e LitaLindemann per i loro bellissimi commenti, awwa mi fate sempre felice voi.
Poi oggi sono allegra di mio....vi chiederete il perchè?
Bhe il mio gigante preferito fa 51 anni e mamma mia come se li porta bene *_____________* l'amore per lui.
Buona serata e alla prossima :3
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
***Marie-Louise***

L'odio, quella donna non la sopportavo, si era permessa di trattarmi male davanti a papà e Nele.
Ma chi si credeva d'essere?
Solo perchè scopava con mio padre, non doveva permettersi di parlarmi in quel modo.
<< Amore ma perchè non provi a darle un po di tempo?>>
Il mio fidanzato, Andrea, mi chiedeva l'impossibile.
<< Ma avete tutti preso le difese di quella puttana?>>
<< Ma non ti rendi conto che magari e quella giusta, insomma tuo padre non ha più 30 anni, ne ha quasi 51, non credi sia ora di lasciarlo in pace?>>
<< Non permetto ad una zoccola di far del male a mio padre>>
<< Magari lei non vole fargli del male?>>
<< Questo lo dici tu!>> 
Lui alzò gli occhi al cielo e si passò una mano nei capelli.
Mi ero trovata proprio un bell'uomo, biondo con gli occhi azzurri, alto e muscoloso, il classico tedesco che faceva invidia a tutto il resto della popolazione maschile del mondo.
<< Secondo me sei esagerata>>
<< NON E' VERO!>>
<< Ti senti quando parli? Insomma pari un'innamorata che teme che gli possano fregare il ragazzo!>>
<< Ma...>>
<< Inizia a pensare che lui ha una sua vita e il fatto che tu sia sua figlia è molto relativo>>
<< E' molto relativo?>> domandai quasi urlando.
<< Si, perchè per quanto possiate essere legati, lui ha una sua vita, non devi sempre essere tu a stargli tra i piedi, cristo santo>>
Rimasi in silenzio.
<< Devi capire che non puoi sempre scegliere tu>>
<< Certo invece>>
<< No Marie, non puoi>>
<< Lei lo sfrutterà..>> dissi quasi fosse una bestemmia, lui alzò di nuovo gli occhi al cielo.
<< Sai credo proprio che qui quella che vuole sfruttare la cosa sei tu, insomma lascialo respirare>>
<< Io non sfrutto pro...>>
<< Tuo padre sapeva a cosa avrebbe trovato iniziando questa carriera>> 
<< Tu stai difendendo quella!>> urlai contro il mio compagno che questa volta sbuffò sonoramente.
<< Senti, perchè non ne parli con tuo padre eh? Almeno ti scanni con lui>> 
<< La stai difendendo!>>
<< No cazzo, non sto difendendo lei anche perchè non so nemmeno chi cazzo sia, difendo tuo padre, la tua gelosia quasi morbosa è insopportabile>>
Incazzata per le sue parole, girai i tacchi e uscii di casa, sbattendo anche la porta.
Me ne andai a fare compere, di solito lo shopping aiuta a calmarsi.


***Till***

 
<< Tua figlia è assolutamente insopportabile, devi parlarle>>
Stavo parlando con Andrea, l'unico che mi aveva risposto al telefono di casa.
Mi aveva raccontato di Marie, che aveva sbroccato nel vero senso della parola.
Aveva ragione, molte volte mia figlia dava fastidio, per carità amavo le mie bimbe ed ero fiero di sapere che il mio amore era ricambiato, ma Marie, lei era sempre stata troppo attaccata.
Mi accesi una sigaretta, stanco.
Ero nervoso, non mi piaceva per niente questa piega che aveva preso la situazione, non mi andava molto a genio che mia figlia stesse così "male" per me e soprattutto non amavo il fatto che Eleonora iniziasse di nuovo a farsi paranoie.
Lei era nervosa più di me.
Non le piacevano questi comportamenti, aveva paura che tutto questo casino si riversasse su di noi e per quanto le ripetessi che non ci sarebbero stati problemi tra noi, lei giustamente era riluttante nel credermi.
<< Le parlerò, appena torna mi fai chiamare?>>
<< Certo>> disse con voce spenta quel poveretto, << Vedrai che capirà>>
<< Deve farlo, io non ho intenzione di lasciare Eleonora>>







Hallooooooo.
Eccomi qui e mi scuso per il fatto che ho aggiornato in ritardo...sorry.
Comunque le cose si fanno, come dire, serie.
Ringrazio RoarGirl e UlissA, io vi adoro seriamente.
Ringrazio anche chi ha messo la mia ff tra le seguite e le preferite, awwa grazie grazie grazie.
Alla prossima.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

 
***Till***
 
<< Sei stanco?>> mi chiese Eleonora ingonocchiandosi sul letto alle mie spalle e abbracciandomi, baciandomi una spalla.
<< Abbastanza>>
<< Che altro è successo?>> domandò preoccupata, simulando un massaggio, che mi rilassava molto.
<< Devo parlare con mia figlia>>
Lei si fermò.
Mi girai a fissarla, teneva la testa bassa.
<< Ehi..>>
<< La mia presenza qui è un peso>>
<< No, Ele' non è vero>> risposi, vedevo quegli occhi spegnersi, cosa che mi dava fastidio.
<< Io non voglio creare tutti questi casini>>
<< Eleonora!>> le presi il viso tra le mie mani, i suoi occhi si riempirono di lacrime, me la strinsi a me, tutto il nervosismo che aveva portato con se negli ultimi giorni si stava riversando ora, stava uscendo fuori e magari se si fosse sfogata per bene si sarebbe anche calmata.
<< Si risolve tutto>>
Lei continuò a singhiozzare.
Sospirai.
In quel momento lei sembrava ancora più piccola di quanto già non fosse e io me la strinsi ancora più forte a me, << Non preoccuparti, risolviamo tutto>>
<< E se non dovesse succedere?>> chiese.
<< Noi ce la faremo>>
Lei si lasciò stringere di nuovo, almeno finchè non si rilassò.
Poi si addormentò.
Lei era stanca, lo vedevo e mi dispiaceva.
Mi alzai dal letto, scendendo giù nel salone e sedendomi sul divano con foglio e penna.
Non avevo molta ispirazione, ma preferivo assolutamente fare qualcosa piuttosto che pensare a come dovevo comportarmi.
Mi faceva male sapere che mia figlia, come al solito, andava contro alle mie scelte.
Fissai il telefono chiedendomi quanto tempo ci avrebbe messo Marie a chiamare.
Certo lei, in fondo, era rimasta male dalla separazione mia e di sua madre, ma ora stava andando troppo oltre.
Sembrava quasi una punizione.
Sbuffai, accendendomi una sigaretta.
Sentii il mio cellulare squillare e mi alzai, arrancando lentamente verso il tavolo dove avevo lasciato il telefono.
<< Pronto>>
<< Till>>
<< Oh Paul..ciao>> mi misi seduto.
<< E' successo qualcosa? Ti sento strano, stai bene?>>
<< No..cioè s...>>
<< Piano, va tutto bene?>> domandò lui e dal tono della voce sembrava quasi allarmato.
<< Io sto bene>>
<< Eleonora?>>
<< Anche lei...il problema è Marie>> ammisi, era brutto dire una cosa simile, ma era la realtà, mia figlia era il problema.
La sua rabbia era un problema.
Perfino la sua gelosia era un enorme dramma.
<< Che ha combinato ancora?>>
<< Ah prima mi ha chiamato Andrea, lei si è incazzata ancora>>
<< Perchè non le parli?>>
<< Sto aspettando che lei mi richiami, senti...mi faresti un favore?>>
Lui rimase zitto, forse stava pensando.
<< Dimmi>>
<< Domani, tu e chi vuoi tu, qualcuno dei ragazzi o Gianluca, ecco...potete portare in giro Eleonora...?>>
Domandai, passandomi una mano nei capelli, avevo bisogno di restare due minuti da solo e soprattutto avevo bisogno di parlare con mia figlia faccia a faccia.
<< Ok>> rispose lui.
Tirai un sospiro di sollievo sapendo che, in ogni occasione, gioia o dolore avrei potuto sempre contare sui miei più cari amici.







Hallo si lo so è un po corto lo so e chiedo scusa.
Chiedo scusa anche per il fatto che non ho aggiornato ieri ma, da brava amante di Tolkien mi sono piazzata davanti alla tv a vedere "Il Ritorno del Re" e a piangere commossa... 
Per chi non lo sapesse io AMO IL SIGNORE DEGLI ANELLI....
Bhe passiamo ora alle cose più importanti, primo voglio ribadire che la storia è frutto della mia immaginazione...siamo chiari.
Poi ringrazio chi mi sta sostenendo ovvero: RoarGirl, UlissA e LitaLindemann, grazie siete fantastiche grazie davvero.
Bhe che altro dire...ringrazio chi sta leggendo e beh alla prossima.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10



<< Alle 10 passiamo a prenderti>>
<< Ma...>> provai a protestare.
<< Su, è tanto che non usciamo>> rispose Gianluca.
<< Ok, ok>> sbuffai, lui rise dall'altra parte del telefono.
Era una risata nervosa, mi stava nascondendo qualcosa ne ero certa eppure lui continuava a sostenere che andasse tutto bene.
<< Beh ora vado a lavorare>>
<< Ok, a domani>> risposi, chiudendo poi la chiamata e lasciandomi cadere sul divano e prendendo tra le mani dei fogli per un contratto con un la sede tedesca del "Rolling Stone".
Ed ero molto felice, era una rivista che adoravo e soprattutto mi avrebbe permsso di rimanere, il più delle volte nel mondo della musica.
Till si sedette al mio fianco, studiando anche lui quelle carte e aiutandomi anche a capire cosa ci fosse scritto sopra.
Sbuffai non capendo nulla di quello che vi era scritto, tutti termini e parole che non capivo, che non riuscivo a tradurre nel mio Italiano.
<< UFFA!>> sbuffai nella mia lingua e il mio compagno mi fissò.
<< Che c'è?>>
<< Non capisco>>
Lui si mise a ridere come un bambino, tenendosi la pancia.
<< Non ridere>> aggiunsi triste e mettendo il muso.
Lui mi baciò.
<< Sei tu che sei voluta venire qui, ti devi adeguare>>
<< Non sto rimpiangendo la mia decisione>>
<< Lo so, vedrai che piano piano capirai, io nel frattempo ti insegno qualcosa>> rispose infilandomi la sua lingua in bocca.
<< Scambio culturale?>> domandai ridendo.
<< Più o meno>> 
Ci baciammo di nuovo.

 
***Marie-Louise***


Alle 10 e 20 sarei dovuta stare a casa di mio padre e dal tono della sua voce, durante la nostra telefonata, non prevedeva nulla di buono.
Sicuramente voleva parlare.

***Till***


I ragazzi, precisamente alle 10 trascinarono fuori casa la mia compagna.
Tirai un sospiro di sollievo quando chiusi la porta, mi sembrava una cosa bruttissima tenere all'oscuro la mia donna, ma conoscendola sarebbe stata tutto il tempo nervosa, avrebbe fumato ancora di più di quanto già non faceva e una volta tornata a casa sarebbe esplosa come una bomba.
Mi accesi una sigaretta, notando che anche io, ero parecchio nervoso.
Mi fissai attorno, già si vedeva un cambiamento in quella casa, sorrisi, sparsi ovunque c'erano delle scatole, ancora chiuse che dovevano essere sistemate, con pazienza.
Quelle scatole contenevano, tutte le fotocamere e gli attrezzi che usava lei per le sue fotografie, tutti oggetti che Eleonora aveva portato via da Roma.
E poi quella casa iniziava a profumare di lei.
Sentii il campanello suonare e risvegliato dai miei pensieri andai ad aprire.
<< Marie entra>> dissi quasi rabbioso.
Lei mi fissò e senza dire nulla entrò in casa.










Hallooooo, eccomi qui, che settimana pesante aiuto.
Bhe che dire, per fortuna che ci sono i "ragazzi" per Eleonora, povera e meno male che c'è Gianluca.
Ehi comunque grazie a chi sta leggendo ma soprattutto grazie a RoarGirl, UlissA e LitaLindemann che adoro, graize awwa grazie mille.
Ringrazio anche chi ha messo la mia ff tra le preferite e tra le seguite, mi fa veramente piacere :)
Un bacione e alla prossima.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

 
***Till***


<< Beh che è successo?>> mi chiese lei, lasciando la sua giacca sul divano e sedendomi.
<< Marie che sta succedendo?>> domandai.
<< Non capisco...>>
<< Perchè stai facendo tutto questo casino per Eleonora?>>
Lei rimase zitta, con la testa china, poi quando l'alzò, puntò i suoi occhi nei miei, fissandomi con attenzione.
<< Non mi piace>>
<< Nessuna ti è mai piaciuta>>
<< Magari perchè volevo che restassi con la mamma?>>
<< Quello che è successo con tua madre è passato...non pensi che anche io abbia bisogno di andare avanti?>>
<< Ma quella ha 30 anni>>
<< Non vedo il problema>>
<< E' una fan>> provò a controbattere lei, vedevo che era rabbiosa e battagliera come sempre e come ogni volta voleva avere sempre l'ultima parola.
<< E quindi?>>
<< Dio mio, quella ti ha fatto il lavaggio del cervello>>
<< Ma mi spieghi cosa ti da fastidio? Insomma ora sono stufo di questi tuoi comportamenti da idiota e da bambina...cazzo>>

 
***Marie-Louise***


 
Era incazzato e stava strillando, cosa che mai aveva fatto con me.
<< Adesso basta!>> disse ancora.
<< Quella ti userà>>
<< Non puoi saperlo e se dovesse succedere che pensi che non so difendermi da solo?>>
<< No>>
<< Cosa?>>
<< Tu non sai difenderti, lasci sempre che le donne ti distruggano la vita...>>
<< Anche tua madre lo ha fatto>>
La sua frase mi colpì come una pugnalata, rimasi in silenzio, lui non capiva.
<< Tu non capisci>>
<< Cosa? Spiegami allora cosa non capisco!>>
<< Io non voglio vederti star male>>
<< Eleonora>> mi chiamò lui, con un tono carico di rabbia e allo stesso tempo tristezza, mi abbracciò.
<< Io non voglio che soffri>> 
Lui mi alzò il viso, stavo piangendo.
<< Ehi, ascoltami, guardami io sono felice, con lei sono felice>>
<< Ne sei proprio sicuro?>>
<< Si, non sai quanto è bello stare con lei, dalle una possibilità>>
<< Ma...>>
<< Ascoltami, nella vita le cose non vanno sempre bene, vanno anche male è normale, le relazioni vanno e vengono...io in questo momento ho bisogno di stare con lei>>
<< Ok>> dissi, lui mi concesse uno dei suoi rari sorrisi e mi abbracciò di nuovo, << E' solo che ti voglio bene>>
<< Anche io te ne voglio, ve ne voglio, tu e Nele siete la mia famiglia e vorrei che anche Eleonora ne facesse parte>>
Mi strinse di nuovo.
 

***Till***

 
Ed eccola la mia bimba, la mia fragile bambina, che piangeva tra le mie braccia.
La sua gelosia era legata alla forte paura di vedermi star male.
Marie era così.
Marie era sempre stata così, piena di paure e allo stesso tempo piena di forza.
Purtroppo durante l'infanzia sua e di sua sorella, non ero stato molto presente per via del mio lavoro e quelle poche volte che riuscivo a restare a casa loro non mi lasciavano solo nemmeno due minuti.
Si erano molto attaccate a me.
Marie soprattutto.
E capivo le sue paure, le capivo eccome.
<< Andrà tutto bene, fidati di me>> le dissi, lei sorrise poi si lasciò cullare come quando era piccola.
<< Dov'è lei ora?>>
<< Ho chiesto ai ragazzi e al suo migliore amico di farla uscire, era piuttosto nervosa>>
<< Devo chiederle scusa>>
<< Si dovresti>>
<< Mah si può sapere che ha di tanto speciale?>>
<< Te l'ho detto...lei è diversa>> 










Halloooo.
Eccomi qui, devo dire che questo capitolo padre-figlia mi è piaciuto molto e le cose da ora andranno un po meglio.
Bhe che dire sta a voi giudicare.
Ovviamente accetto critiche se ci sono e in ogni caso ringrazio di cuore chi sta leggendo, ringrazio chi mi sta sostenendo come UlissA, RoarGirl e LitaLindemann e ammetto che ultimamente ho un piccolo blocco dello scrittore, o meglio ho tantissime idee ma devo riordinarle e scriverle.
Quindi perdonatemi se non pubblicherò ogni giorno come ho sempre fatto, ma prometto di pubblicare un giorno si e uno no.
Detto questo vi saluto.
Un bacione e alla prossima.
 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12



Ero nervosa, avevo una strana sensazione eppure non riuscivo a capirne il motivo.
Stavo camminando per le strade di Berlino, che ormai avevo imparato quasi a memoria.
Iniziavo a sentirmi veramente a casa, anche se di tanto in tanto la voglia di tornarmene nella mia città mi intristiva un po.
<< Bhe che ne pensate se ci mangiamo una pizza?>>
<< Per me va bene e per te Ele....Ele?>> 
Gianluca mi risvegliò dai miei pensieri.
<< Si?>>
<< Per te va bene la pizza?>> 
Annuii, fissandomi un po attorno, il mio amico mi prese a braccetto.
<< A cosa stai pensando?>>
<< Mah niente di importante...>>
<< Ma?>>
<< Ma mi manca un po casa>> ammisi, lui mi strinse a se, dandomi una pacca sulla schiena, gli altri nel frattempo parlavano per fatti loro.
<< Dai, non pensarci, come stai?>> mi domandò lui.
<< Adesso sto bene, con voi sto bene, ma tutta la storia di Marie mi sta innervosendo, finirà male>>
<< Sempre pessimista eh?>> domandò di botto Doom, ridendo come un cretino, lo fissai abbastanza male.
<< Scusa tanto se non vedo nulla di positivo in questo casino>>
<< Secondo me devi rilassarti>> 
Anche Paul disse la sua.
Con loro era così, dicevi una cosa e tutti, ma proprio tutti, se non dicevano la loro idea o il loro pensiero non erano felici.
<< Flake anche tu vuoi dire la tua?>> domandai ridendo.
Anche se erano degli impiccioni di prima categoria, in ogni occasione riuscivano a tirarmi fuori il sorriso e la faccia del povero tastierista, che alzò le mani in segno di resa, mi fece ridere ancora di più.
<< Comunque, davvero, non dargli troppa importanza>>
<< Fosse semplice>>
Entrammo nella pizzeria per ordinare il nostro pranzo, che avremmo mangiato poi nel parco Tiergarten.
Ci sedemmo sull'erba, esattamente sotto un albero.
<< Che poi lei non è così cattiva>>
<< Di chi si parla?>> domandò il mio amico, fissando Paul.
<< Di Marie, si è acida e scontrosa, ma alla fine è solo perchè ci tiene a suo padre>>
Alzai gli occhi al cielo.
<< E ok, ma non può mica trattare tutti in quella maniera e con lei ci va pesante>> gli rispose Doom.
Quel batterista, matto da legare, da quando avevamo stretto amicizia, era diventato un po il fratello maggiore, mi difendeva sempre e in ogni occasione mi ripeteva che lui ci sarebbe stato.
Passai lo sguardo da uno al altro, studiandoli veramente.
Erano diversi.
Non erano i sei musicisti che mettevano a ferro e fuoco ogni città di ogni nazione, erano semplicemente sei uomini.
Ed io ero fortunata.
<< Ma scusate eh? Ma perchè non le lasciamo picchiare di santa ragione così almeno si sfogano....>>
Tutti ci girammo verso Christian.
<< Ma che cazzo stai dicendo?>> domandammo ridendo, lui sorrise.
<< Immaginate la scena>>
<< Io punto su Ele...>> urlò Gianluca, tutto allegro e sorridente.
<< Oh ma che gentile>> risposi.
<< Io...io... io punto su Marie>>
<< Io ti castro appena posso>> 
Paul fece il classico gesto di coprirsi con le mani le parti intime e mi sorrise, io incrociai le braccia, fingendomi offesa.
<< Io punto su Till che le divide>> rispose Doom, forse per evitare occhiatacce.
<< No, Till non saprà nulla>>
<< Si così se mi ritrova con i lividi gli prende un colpo, no grazie>>
<< Ah ecco a proposito....>> urlò Landers, tutto fomentato.
<< Cosa?>>
<< Tra un po farà 51 anni>>
<< Mancano ancora due mesi>>
<< Passano veloci>>
<< No....su non mi mettete ansia grazie>> dissi.
Loro risero tutti.
Come se non bastassero tutte le preoccupazioni, dovevano aggiungerci anche il compleanno.
Sbuffai sorridendo.
Sentii il mio telefono squillare, ovviamente seguito da tre risate.
<< E smettetela>> li rimproverai, alzandomi e allontanandomi da loro per rispondere.
<< Ehi>> 
<< Ciao amore>> dissi sorridendo come un'ebete.
<< Come sta andando con quei matti?>> chiese lui.
<< Mah abbastanza bene...Till va tutto bene?>>
<< Dobbiamo parlare>> confessò lui mentre io, iniziavo a farmi prendere dal panico.
Emisi un qualcosa di incomprensibile.
<< Tra quanto torni?>>
<< Anche ora se necessario>>
<< Credo sia il caso>> rispose.
<< Ok, tra un po arrivo>>
Lui mi attaccò il telefono ed io, rimasi a fissare il vuoto.
Tornai dagli altri, che mi osservarono preoccupati, Gianluca si alzò e mi si avvicinò.
<< Che è?>>
<< Devo andare a casa, mi ha detto che dobbiamo parlare>> risposi, raccogliendo la mia fotocamera e incamminandomi verso casa, che non distava poi moltissimo.
<< Ti do un passaggio>>
<< Ok...ciao a tutti>> 





Hallo eccomi qui, mi scuso per l'immenso ritardo ma tra scuola e blocco, non ho potuto aggiornare.
Ma eccomi di nuovo qui, spero che vi piaccia anche questo capitolo.
Vi ringrazio per la pazienza e per il sostegno.
Grazie UlissA, RoarGirl e LitaLindemann, grazie veramente.
Un bacione e alla prossima.
:)

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13



Arrivai a casa con l'ansia che attanagliava il mio cuore.
In ascensore, mi fissai allo specchio, notando quanto orrore facesse la mia faccia che era di un bianco pallido e quel colore risaltava i miei occhi, truccati di nero come al solito.
Uscii da quella specie di gabbia, sentendomi soffocare.
Camminai fino alla porta e feci per aprire la porta, ma qualcuno lo fece prima di me.
Till mi fissava con un'espressione tremendamente seria e purtroppo non riuscivo a percepire nessuna emozione nel suo sguardo.
Entrai senza dire nemmeno una parola.
<< Dobbiamo parlare>>
<< Eccomi qui>>
<< Siediti>>
Il suo consiglio, arrivò alle mie orecchie come se fosse un ordine e invece di sedermi, come avrei dovuto fare, restai in piedi e incrociai le braccia al petto.
Nessuno mi aveva mai dato ordini e non avrebbe iniziato di certo lui.
<< Ok fa come vuoi>>
<< Mi dici che è successo?>>
<< Oggi ho chiesto agli altri di farti uscire perchè avevo da fare>>
Lo fissai non capendo.
<< Che vorresti dire>>
<< Ecco...ho parlato con Marie>>
La sua espressione si rilassò ma la mia non mutò per niente, anzi indurii la mascella nervosa.
<< E?>> domandai freddamente.
<< E vuole parlarti, da sola>>
Sbuffai seccata, non mi piaceva molto la "trovata" della ragazza perchè paranoica com'ero avrei dato di matto.
<< Quando?>> 
<< Domani>> rispose lui, avvicinandosi a me e poggiando le mani sui miei fianchi, mi sciolsi un po a quel contatto.
<< Me lo fai un sorriso?>>
<< NO>>
<< Dai...>>
<< Till mi hai fatto prendere un'infarto, mi hai chiamata e mi hai parlato con una voce fredda, mi hai fatto correre qui, ho pensato a qualsiasi cosa...ho pensato che volevi mollarmi...>>
<< Respira, ehi ti pare che ti lascio perchè è quello che vuole mia figlia?>>
Sbuffai rassegnata, non capiva.
<< Guardami, non preoccuparti, non vuole ucciderti ma solamente chiederti scusa>>
Mi lasciai abbracciare.



***Till***


 
Per quanto fosse dolce, sensibile, bella, la mia donna era anche molto problematica, paranoica e soprattutto non aveva un carattere facile.
L'avevo capito fin da quella notte, da quando ci presentammo.
Era tosta ma allo stesso tempo fragile.
Riusciva a scalare le montagne e a cadere nelle fosse.
In un momento era allegra poi tutto insieme quel sorriso lasciava il posto ad un'espressione di dolore.
Me ne stavo seduto sul divano a fumare, lei dormiva "beata" in camera.
Aveva detto di voler dormire e non aveva nemmeno mangiato, avevo cercato di parlarle ma evidentemente il mio coportamento al telefono e quando era tornata a casa l'avevano scossa veramente e mi dispiaceva.
Volevo sdrammatizzare e giocare un po su tutto quello che era successo e invece di far ciò, l'avevo fatta preoccupare e di conseguenza star male.
Mi passai una mano nei capelli e spensi quella cicca, che mi stava dando la nausea.
Presi foglio e penna e buttai giù qualche parola.
Mi addormentai li, con Aragorn ai miei piedi.








Eccomi qui, mi scuso per l'immenso ritardo, ma tra la scuola, concerti e blocco, non ho avuto tempo di aggiornare....chiedo venia.
Ringrazio di cuore UlissA, RoarGirl, LitaLindemann e Lea_love_Valo che mi sostengono e beh spero che vi piaccia questo capitolo.
Per chi non avesse capito nulla, Till ha "scherzato" e "giocato" con questo problema facendo prendere alla povera Ele un colpo.
Un bacione e alla prossima <3

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14



Mi svegliai e non trovai Till al mio fianco.
Mi girai schiacciando il viso nel cuscino, sbuffando sonoramente e alzandomi.
Scesi le scale e trovai il mio uomo stravaccato sul divano, con la testa poggiata sul bracciolo in pelle, una mano sul petto e l'altra penzoloni, con il cane ai piedi di esso e dormivano beati.
Sorrisi di fronte a tutta quella dolcezza da diabete ed andai a preparare un caffè all'italiana, di quelli forti e buoni.
Presi le tazze e me ne andai in salone, mi misi seduta ai piedi del divano, svegliando inconsapevolmente Aragorn che non perse nemmeno un secondo nel fare feste e farsi coccolare, emettendo qualche suono roco ma non così forte da svegliare il gigante che ancora russava.
Mi misi a fissare un punto, bevendo tranquillamente il mio caffè quando notai un foglio, tutto scarabbocchiato.
Lo presi e mi misi a leggere.
Erano tutte frasi, alcune collegate tra loro, altre buttate li a casaccio.
Forse era una sua poesia, oppure una canzone.
Le parole erano tristi, rabbiose ma allo stesso temp vi era un tocco, una piccolo particolare che le rendeva stupende, dolci ed infinitamente reali.
Sentii una mano toccarmi e mi girai.
<< Giorno>> mi disse con quella sua voce roca.
Gli sorrisi anche se ancora innervosita per il suo scherzo.
<< Ciao>> risposi.
<< Sei ancora arrabbiata con me?>>
<< No, non più....>>
Un po ancora lo ero, ma mentii.
Non avevo nessuna voglia di litigare ne comunque parlarne.
<< E allora me lo fai un bel sorriso per favore?>>
Lo accontentai e lui, mi sollevò trascinandomi con se sul divano, incollandosi alle mie labbra senza lasciarmi nemmeno il tempo di prendere aria.
Mi sollevò, prendendomi in braccio e arrancando fino alle scale.
Mi feci mettere giù e lo presi per mano,<< Non voglio che ti ammazzi per le scale>>
<< Mi stai dando del vecchio?>>
<< No, anche se un po lo sei>> risposi ridendo, lui mi fissò con una faccia offesa.
Avevo appena toccato il suo orgoglio maschile.
<< Piccola bastarda, vedi ora il vecchio che ti fa>> disse lui, sollevandomi come un sacco di patate.
Scoppiai a ridere mentre il cane, tutto allegro abbaiava scodinzolando.
Entrammo in camera e lui mi buttò sul letto, poi si girò verso la porta dove Aragorn restava tutto tremante per via del suo scodinzolare.
<< Mi spiace amico, ma sei troppo piccolo per queste cose>> disse chiudendo la porta in "faccia" al cane.
Risi divertita pensando a quanto fosse stupido, eppure l'amavo, tanto, davvero.
Era un sentimento reale, puro e forte.
Scossi la testa osservando ancora una volta la sua espressione seria e divertita per poi alzarmi e incollarmi a lui, che non si lasciò pregare molto e con il suo solito modo di fare, da orso e elefante nel negozio di cristalli, mi lanciò sul letto.
<< Sempre delicato!>> osservai, baciandolo.
<< Il vecchio deve far vedere di essere molto giovane>>
<< Oh si certo>> commentai alzando gli occhi al cielo, il suo ego era pari alla sua stazza.
Lasciammo andare via i pensieri, ritrovandoci a gemere e urlare di piacere.


<< A che ora devo vedermi e dove con tua figlia?>> domandai, fissandolo attentamente.
La sua espressione era rilassata, sorrideva ed ogni volta che lui allargava la sua bocca in quei ghigni e sorrisi sghembi io mi innamoravo, follemente e perdutamente.
<< Alle 16...alla porta di...>>
<< Ok ok, ho capito>>
<< Non mi hai nemmeno fatto finire di parlare>> rispose lui, fingendosi offeso.
Lo baciai e mi alzai, andando a farmi una doccia.
Erano le 14.00.
<< Comunque non sei stato molto carino ieri>> commentai ad alta voce.
<< Lo so e mi dispiace>> urlò lui dalla stanza.
<< Ecco>> sorrisi.
Sorrisi vittoriosa.
Non era uno che chiedeva scusa.
Mi preparai e mi vestii.










Eccomi qui, lo so sono stata lenta e chiedo venia.
Che dire il capitolo è un po corto e mi spiace, ma sto scrivendo la fatidica giornata Ele-Marie, chissà che succederà!?
Come sempre (ci tengo molto) ringrazio le mie adorate UlissA, RoarGirl e LitaLindemann, avete veramente molta pazienza con me e non so come ringraziarvi.
Un semplice GRAZIE non basta ma io lo ripeterò all'infinito....GRAZIE mille davvero.
Un bacione e alla prossima.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15




Proprio come mi aveva detto Till, io e Marie, sua figlia, ci incontrammo alla porta di Brandeburgo.
Ci fu un solo "ciao" da parte sua e un mio cenno.
Avevo il cuore che batteva velocissimo e il terrore di sentirmi trattare di nuovo come un cane.
Non mi meritavo tutto quell'odio.
<< Ti devo delle scuse>>
Lei alzò lo sguardo da terra e mi fissò, i suoi occhi erano spenti, quasi tristi e non mentivano.
Si era pentita veramente.
<< Ti devo chiedere scusa per come ti ho trattato, per il fatto di essermi messa tra te e papà, di averti creato dei problemi e soprattutto di averti giudicata>>
La fissai, incredula e decisamente senza parole.
Non sapevo cosa dirle, mi aveva spiazzata e quella vocina interna mi ripeteva di non fidarmi.
<< Ho sbagliato, ti ho reputato una stronza solo per la tua età, ho cercato di farti litigare con mio padre per via della mia gelosia e forse di quel blocco che ho da quando ero piccola...>>
<< Ok>>
<< Ok cosa?>> mi domandò fissandomi curiosa.
Sospirai.
<< Ti perdono, cioè....accetto le tue scuse>>
<< Davvero?>>
<< Ma certo>> risposi sorridendo appena.
I suoi occhioni erano spalancati come quelli di una bambina che vedeva per la prima volta una casa delle bambole.
<< Non me l'aspettavo>> mi disse lei, giocando con una ciocca di capelli.
<< Perchè?>> 
<< Ti ho fatto passare le pene dell'inferno...insom..>>
<< Ascoltami, per quanto tu possa avermi fatto star male, io ho capito perchè ti sei comportata in quel modo...volevo solo farti capire che non sto con lui per il fatto che è Till Lindemann....>>
Lei mi osservava quasi rapita e le sorrisi.
<<...Sto con lui perchè per me è Till e basta>>
<< Lo ami tanto vero?>>
<< Si>> risposi sincera e fiera del sentimento che riservavo per quell'uomo tanto speciale.
<< Sono stata proprio una stupida>> 
Scoppiò a ridere.
Non era una risata nervosa, ma limpida e allegra.
Era una risata vera, di gioia e di cuore.
Una risata che contaggiò anche me.
Risi con lei e per un momento mi sentii finalmente a casa.
Mi aveva accettata e ciò indicava che da quel momento in poi, avrei fatto parte della famiglia.
Sorrisi.
<< Quello sbadato di mio padre ti ha già fatto conoscere Gitta?>>
<< Em...>>
Arrosii, leggermente imbarazzata.
<< Scusami, non...>>
<< Tranquilla, no, Till ha preferito non mettermi troppo sottopressione e lo ringrazio>>
<< Vedrai, amerai quella donna>> mi disse lei, gesticolando e parlando a raffica.
Sembrava un'altra persona, un'altra donna e non la Marie scontrosa e viziata che avevo conosciuto a casa.
Era una Marie allegra, quasi infantile, rideva e scherzava, sorrideva e parlava con enfasi.
Ero sorpresa.
<< Speriamo>>
<< Di sicuro lei non si comporterà come mi sono azzardata io>>
<< Con questo mi dici che sarà peggio?>> domandai scherzando.
Lei rise e mi prese a braccetto, come se fossimo vecchie amiche e come se non ci fosse stato nessun problema e litigio.
Sospirai.
<< Vieni, andiamo a fare shopping>> 
<< Non mi hai risposto!>> le feci notare io, sperando vivamente di sentire buone parole e non cattive premonizioni.
<< Ti adorerà>> mi rispose.



Passammo tutta la giornata a fare compere, o meglio lei mi obbligò a comprare qualche vestito usando la scusa "ora che stai con lui, ti toccherà partecipare a qualche mostra".
Morale della favola? 
Avevo comprato quattro vestiti, due molto eleganti e raffinati e due più leggeri.
Lei ovviamente aveva insistito fino allo sfinimento ed io dovetti accontentarla ma non perchè volevo comprarli, ma per il semplice fatto che quando si impuntava su una cosa, proprio come mi aveva detto il mio compagno, era impossibile farle cambiare idea.
Sorrisi.
<< Secondo me ti stanno benissimo>>
<< Speriamo>>
<< Vieni, assolutamente bisogna comprare delle scarpe, insomma dovrai essere bellissima>>
<< Marie ti prego, sono ore che camminiamo>> 
La mia supplica non fu ascoltata e dovetti seguirla anche nel negozio di scarpe.
Comprate anche due paia di decoltè eleganti, ma semplici, me ne tornai a casa, esausta.
Mi chiusi la porta alle spalle e tirai un sospiro di sollievo.
<< Sei tornata...ma ch...>>
<< Tua figlia la preferivo acida>>
<< Ti ha costretto ad andare a fare compere vero?>> 
<< Si e sono stanchissima>> 
Lui scoppiò a ridere, tenendosi addirittura la pancia e ridendo come un bambino.
Lo fissai.
<< Ridi ridi>>
<< Marie è sempre la solita, d'ora in poi, andrete molte volte a fare compere insieme>>
<< Sembra una minaccia>> pensai ad alta voce, scatenando altre risate.
Lui mi si avvicinò e mi baciò.
<< Mi sei mancata lo sai?>>
<< Come mai così dolce?>> 
<< Uhm....così>> rispose, ridendo.
<< Non me la racconti giusta>> 
Mi staccai da lui, prendendo le buste, le portai in camera e le poggiai in un angolo, non avevo nessuna voglia di mettermi a sistemare ogni vestito.
Avevo anche fame.
<< Vieni>> lui mi prese per mano.
Capii il perchè di tutta quella dolcezza.
Aveva preparato una cenetta romantica.
Sorrisi e lo fissai, abbracciandolo e baciandolo con dolcezza.
<< Ti piace?>>
<< Molto, davvero, grazie...io..io ti amo>>
<< Anche io>>



















******
Eh dopo tanto tempo Jordison è tornata yeeeeee *urli di gioia*
Ok seriamente perdonatemi, davvero, chiedo umilmente perdono per non aver aggiornato.
Sembrerà una scusa banale ma la scuola mi sta uccidendo e non riesco mai a scrivere i capitoli di questa ff, non vorrei cadere nel banale e di conseguenza non butto giù nemmeno le mie idee.
Comunque le cose si sono sistemate, Marie ha capito, ha chiesto scusa e povera Ele.
AHAHAHA
Che succederà con la dolce GItta?
Lo scoprirete nei prossimi capitoli :)
Bhe ringrazio di cuore UlissA, Lea_love_Valo e RoarGirl per l'infinita pazienza.
Un bacione e alla prossima.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16



Dopo la dichiarata "pace" tra me e Marie, le giornate procedettero pittosto lente e monotone.
Till scriveva, iniziava ad avere dei progetti e delle idee, parlava con la band e si organizzavano per riunirsi tutti insieme per discutere sulle frasi che lui buttava giù.
Quasi quasi mi mancava litigare con la figlia.
Lei dal canto suo, forse capendo che un po stare a casa mi annoiava, aveva deciso di rapirmi ogni giorno, con una scusa diversa per trascinarmi dietro nelle sue folli giornate da ragazza.
Mi ripeteva "mio dio sei così giovane, andiamo, comportati da giovane".
<< Oggi andiamo a pranzo da mia madre>> disse di punto in bianco quella specie di orso che avevo come compagno.
Lo fissai confusa, ancora alle prese con i miei contorti ragionamenti e pensieri.
<< Non mi stavi ascoltando...>> sbuffò lui divertito, forse dalla mia espressione.
Lo squadrai, incrociando le braccia al petto e fingendomi offesa dal suo sguardo.
Mi piaceva giocare con lui, che anche se faceva la parte dell'uomo vissuto, sapeva integrarsi benissimo nella parte del ragazzo adolescente e fare le sue cazzate.
Del resto gli uomini crescono solo in altezza.
<< Stavo dicendo che oggi andiamo da mamma>>
<< CHE COSA?!>> urlai fuori di me, scattando in piedi e iniziando a correre verso la nostra camera.
<< Che ho detto?>>
<< Tu non puoi darmi queste informazioni così....e ora che mi metto?>> mi lagnai.
Till scoppiò a ridere, poggiandosi allo stipite della porta e tenendosi la pancia, lo squadrai.
Non che fossi mai stata un'amante della moda, ma l'idea di dover conoscere la madre mi terrorizzava e la parte femminile di me, anche se nascosta, venne fuori di botto, creandomi degli scompensi e mille domande su come avrei dovuto presentarmi.
Vestito?
Troppo elegante.
Jeans e maglia?
Troppo normale.
Cacciai un urlo e mi sedetti sul letto, fissando con odio l'armadio e quel cretino che ancora rideva.
<< Guarda che non andiamo dalla Merkel>>
<< Andiamo da tua madre, sai che mi frega di Angela>>
<< Oh ma tranquilla, mamma non sta a guardare i vestiti..... beh nemmeno io>>
Lo fissai, alzando subito dopo gli occhi al cielo per la sua bellissima quanto fine dichiarazione, mi passai una mano sul viso e presi un vestitino che era decisamente perfetto, non troppo elegante, non troppo sciatto, non troppo scollato ne troppo da suora.
Era davvero l'ideale.
Till mi fissò.
<< Secondo te?>>
<< Ah no, non chiedere consigli a me, preferisco vederti nuda>>
<< Sei pessimo!>> commentai, lanciandogli uno dei tanti fogli che  appallottolati se ne stavano sul suo comodino.
Teneva sempre vicino a se qualche foglio e di tanto in tanto si svegliava anchea notte fonda e si metteva a scrivere e si addormentava con i fogli sulla pancia e la luce ancora accesa.
<< Mah, vieni qui>> disse, togliendomi dalle mani il vestito e baciandomi.
Accadde tutto ciò che ormai era di normale amministrazione, tra baci e coccocole ci addormentammo come ogni volta.

<< DIO CORRI!>> urlai, erano le 12 e noi avevamo meno di un'ora per prepararci ed essere a casa di sua madre, << E' sempre colpa tua>> aggiunsi finendo di lavarmi di corsa i capelli.
<< Come se ti fosse dispiaciuto>>
<< Till alza il culo>>
Entrai in camera, vedendolo bello steso sul letto con un'espressione divertita e alquanto rilassata.
Sbuffò dopo il mio ennesimo richiamo, alzandosi e arrancando nudo fino al bagno, si fece una doccia velocissima e si preparò. 
<< Adesso arriviamo anche tardi>> mi lamentai, mentre afferravo le sigarette e la giacca.
<< Ti stai davvero preoccupando?>> domandò lui.
<< SI>>
Lui scoppiò a ridere di nuovo, iniziando a prendermi in giro e continuando per tutto il viaggio.


Arrivammo finalmente, con 10 minuti di ritardo e con il cuore che iniziava a battere all'impazzata.
Ero decisamente agitata ed era normale.
Till invece sorrideva tranquillo.
Suonò al campanello, urlando un "mamma sono io" che mi fece sorridere almeno un pochino.
Sentimmo i passi della donna avvicinarsi alla porta e subito dopo aprirla lentamente.
Fissai il mio compagno, stringendogli la mano.
<< Così me la rompi>> 
Lo fissai appena, poi mi concentrai sulla madre che ci fissava.
<< Hai 50 anni e ancora strilli in mezzo alla strada? Io non ho parole>>
<< Ciao mammina>> rispose lui abbracciandola e sollevandola da terra come se fosse un bambino.
Sorrisi intenerita dalla scena e mi sciolsi quanto bastava per non rimanere li, ferma impalata come se mi avessero fatto qualche magia.
<< Oh tu devi essere Eleonora, Till mi ha parlato molto di te>> 
<< Emh.....piacere>> dissi stringendole la mano e sorridendo falsamente.
Stavo per avere un attacco di panico, il cuore mi martellava come non mai e l'idea che il mio compagno avesse parlato di me con sua madre mi metteva decisamente in soggezione.
<< Entrare dai>> 

 
*** Till ***


Eleonora era caduta in uno strano mutismo, era pallida e continuava a stringermi, o meglio spaccarmi, la mano.
Entrammo in casa e lei, per quanto le ripetessi di stare calma, che era solo un pranzo, non accennava minimamente a spiccicare parola.
Mamma se la rideva sotto i baffi, conoscendola.
Le avevo parlato della mia nuova compagna, raccontandole più o meno tutto, omettendo forse qualche piccolo dettaglio.
Avevo anche chiesto qualche consiglio su come risolvere i litigi tra lei e Marie e lei, saggia, mi aveva risposto di non mettermi troppo in mezzo, di lasciarle sfogare e darsi contro.
Riemersi dopo una ventina di minuti dai miei pensieri, notando con felicità che le due donne parlavano animatamente e ridevano di gusto.
Sorrisi come un'ebete, notando che Eleonora si stava sciogliendo e rispondeva con allegria alle domande che mia madre le proponeva.
<< Quindi ora state insieme?>>
<< Si>>
<< Ti tratta bene?>> domandò Gitta, indicandomi poi con uno sguardo poco amichevole e tornando a sorridere.
<< Si, mi tratta bene, mi tratta benissimo>> 
<< Perfetto, se mai dovesse trattarti male, non esitare a chiamarmi, anche se inizio ad essere vecchia, so ancora usare un mestolo e dargliele di santa ragione>>
<< MAMMA!>> 









*******************
SALVEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
SONO TORNATA (per vostra sfortuna o fortuna)
Finalmente la mia mente ha iniziato a partorire nuove idee per continuare questa ff che mi stava mancando decisamente troppo e mi dispiaceva lasciarla in questa maniera orripilante.
Che dire di Gitta? chissà come sarà il rapporto di Eleonora con la famosa mamma del suo tanto amato orso.
Vi avverto da qui in poi ci divertiremo un po.
:)
Passo ai ringraziamenti, come prima cosa davvero grazie a chi, nonostante la mia lunga assenza a continuato a credere in me ed ha aspettato con ansia (?) questo capitolo.
Grazie a: Phoenix_619, UlissA, LitaLindemann e Roargirl, vi amo davvero, grazie per i bellissimi commenti e grazie per la pazienza.
A domani :3

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17





La giornata a casa Lindemann passò velocemente.
Per quanto fosse simpatica e semplice, la madre di Till mi aveva comunque messo abbastanza sotto esame, mi  aveva osservata e fatto mille domande.
Till dal canto suo continuava a ridere divertito dal mio essere imbarazzata e quasi distaccata.
La donna forse, per mettermi a mio agio, iniziò a raccontarmi degli strani e divertenti aneddoti del caro figliolo.
Ridemmo molto, tranne ovviamente il diretto interessato che sbuffava e borbottava contrario a tali rivelazioni.
<< Caro guarda come ride, su e poi c'è stata quella volta che....>>
<< Mamma se parli ancora di me, giuro che nel pentolone ti ci infilo!>>
<< Sarai grande e grosso ma ricordati che sono sempre tua madre>>
Io continuavo a ridere per queste scenette, decisamente troppo esilaranti.



La giornata per fortuna si concluse e appena misi piede dentro casa, mi buttai a peso morto sul divano, mentre un piccolo Aragorn, che iniziava a crescere e a diventare più vispo che mai, si lanciò stile kamikaze al mio fianco, poggiando il muso sulla mia pancia e beandosi delle mie carezze.
Till ne era innamorato perso.
E meno male che non voleva cani in casa.
Sorrosi, pensando che dovevamo portarlo un po in giro, aveva bisogno di uscire, così mi alzai, anche se stanca e presi il collare e il guinzaglio.
<< Vieni anche tu?>>
<< Lascia vado io, riposati>> disse, baciandomi e prendendo il mio posto per la passeggiatina del cane.
Sorrisi dolcemente e lo ringraziai.
Usciì di corsa, parlando con l'animale, che come se potesse capirlo, lo fissava con la testa inclinata e scodinzolava felice.
Mi accesi una sigaretta, uscendo sul balcone e fissando il cielo, mi mancava un po mia madre e la giornata con quella di Till mi aveva fatto venire un po di malinconia e nostalgia.
Vidi il mio compagno e Aragorn uscire dal portone e dirigersi verso il piccolissimo parchetto che si trovava davanti casa nostra, sciolse il cane che si mise a correre subito da una parte all'altra, andando a sbattere anche contro gli altri cani che, per fortuna, non si mossero.
Sorrisi.
Till si girò verso casa, osservandomi e sorridendo dolcemente, poi prese un bastoncino e si mise a giocare con quel cucciolo.
Che poi chi dei due era più cucciolo ancora non l'avevo capito.


<< Oddio domani devo consegnare i lavori>>
Nei giorni di totale noia, avevo sistemato le mie cose e con il permesso del mio amato gigante, avevo ristrutturato una stanza a camera oscura, usando poi le mensole come ripiani per le mie macchine fotografiche.
La rivista mi aveva dato come primo incarico, forse per qualche soffiata, di fotografare i Rammstein e per un'articolo che sarebbe uscito nel giro di due o tre settimane.
Alla fine la session era andata anche fin troppo bene e mi ero divertita da morire a dover dare gli ordini a quel branco di giganti che si lamentavano un po e mi sfottevano.
<< Li hai finiti spero>> disse lui, in tono ironico, io sbuffai bevendo l'ultimo goccio di birra e alzandomi di corsa, correndo poi nella stanza a vedere se tutte le foto fossero pronte.
Volevo uno spigolo, tanto per sbatterci la fronte e magari diventare un tantino più intelligente, Till mi affiancò.
<< Quante te ne mancano?>>
<< Due>>
<< Pensavo peggio>>
<< Che fai sfotti?>> domandai, dandogli una spallata, lui per tutta risposta rise e mi strinse a se.
Quanto amavo quelle braccia, che anche se enormi mi stringevano senza farmi male, ma con dolcezza, facendomi sentire protetta e amata.
<< Dai spiegami>>
<< Che cosa?>>
<< Come si fa tutto ciò>> rispose indicando le varie vaschette, i colori e i negativi delle foto.
<< Vuoi aiutarmi davvero?>> 
Lui sbuffò.
Sorrisi e lo baciai di botto, facendolo barcollare.
Passammo la serata in modo nettamente diverso da come avevamo programmato.
Ridemmo e scherzammo per tutto il tempo, scambiandoci di tanto in tanto qualche bacio, più o meno appassionato, come i bambini o le coppiette al primo amore.
<< Ma quanto sono brutto in questa foto>> disse, alzando l'immagine che stava prendendo forma e mi squadrò con una faccia schifata, come se avesse visto un mostro o qualcosa di orripilante.
<< Ma stai zitto>> 
<< Dai guarda>> rispose sventolandomi quel foglio davanti la faccia, facendo gocciare tutto per terra.
<< Per me sei bellissimo, forse nemmeno la consegno quella, potrei essere gelosa>>
<< Ah donne>> 
Scoppiammo a ridere di nuovo.
Aragorn se ne stava seduto, con la testa inclinata e di tanto in tanto, specie quando io e Till ci baciavamo, iniziava ad emettere degli strani versi, come se fosse contrario.
Ridemmo ancora.
Le cose stavano andando bene, finalmente, e noi eravamo felici.
Stavamo bene e sperai vivamente che questa pace potesse durare in eterno, ma ovviamente, qualcosa si mise tra noi.

















********
Buona sera, come state?
Io sono di nuovo in vacanza con la scuola quindi posso scrivere...
Eheheheh chi sarà adesso questa persona che disturberà la tanto ambita pace di questi di questa povera coppietta felice?
Niente spoiler.
Comunque Roargirl, UlissA e LitaLindemann grazie mille per i bellissimi commenti, sono felice di sapere che vi sono mancata e che vi è mancata soprattutto questa ff.
Un bacione a tutte e alla prossima.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18


Così come avevo previsto, iniziarono di nuovo i problemi, le discussioni e le continue ed estenuanti litigate.
Till una volta finito il libro delle poesie, si concentrò su come allestire la mostra per i disegni e comunque per vendere il suo capolavoro.
Avevamo poco tempo per stare insieme, giusto la sera e la maggior parte delle volte eravamo troppo stanchi anche per parlare due minuti.
Come se non bastasse Richard e la mia amica decisero di mollarsi, lui tornò qui in Germania per starsene da solo e lei non si fece mai sentire, nonostante le mie continue telefonate.
Alla mostra, tanto per aggiungere nervosismo e minare la mia pazienza si presentarono due donne, che conoscevo solo di nome e di fama.
Simone e Sophia Thomalla, madre e figlia.
Proprio come avevo letto, si rivelarono subito per quelle che erano, ovvero delle approfittatrici e delle false che restavo nel mondo dei "vip" solamente per i loro scandali.
Due squali, che fin da quella sera iniziarono a mettermi i bastoni fra le ruote.
<< Non mi piacciono>> esordii mentre Marie mi fissava con attenzione.
<< Sei stressata, non piacciono neanche a me ma tu non incavolarti>>
<< Guarda, ultimamente la mia pazienza è sotto zero>> 
<< Lo so>>
Lo sapeva davvero, nell'ultimo mese lei e il mio migliore amico mi avevano trascinata via da casa quando stavo da sola e quando avevo bisogno di sfogarmi un po.
Till non riusciva a capire.
Continuammo a bere il nostro caffè e dopo aver pagato, ci alzammo e uscimmo dal bar.
Ce ne andammo come sempre a far shopping, che ormai sembrava esser diventato una forma di antidepressivo.
Sapevamo di esser seguite, ormai ci avevo fatto l'abitudine.
I giornalisti di gossip erano degli squali, nel vero senso della parola, non ti lasciavano nemmeno un secondo per respirare e se prima le voci sul mio conto erano decisamente poche e sporadiche, dopo la mostra erano diventate una specie di moda.
Tutti che parlavano di me.
Tutti che volevano conoscermi perchè ero la fidanzata di Till Lindemann.
Sbuffai di nuovo.
<< Devi abituarti>> mi consigliò Marie, che nonostante le discussioni e le brutte parole che ci eravamo dette, ormai era diventata una buonissima amica.
<< Lo so, ma non posso più nemmeno uscire di casa, se proprio devo essere famosa vorrei esserlo come fotografa e non come la fidanzata di tuo padre>> risposi stanca.
Sentii il telefono squillare.
Lui.
Risposi sorridendo.
Ero innamorata e ancora mi sembrava strano poter stare con lui.
<< Amore ciao...sta sera dobbiamo andare ad una cena>>
<< Mmh ok>> risposi lagandomi un po.
Se c'era una cosa che proprio non sopportavo erano le cene, bisognava ostentare tutto, sorrisi, belle parole e bisognava sempre e comunque essere perfetti.
Anche lui non le amava particolarmente, ma purtroppo doveva andarci e per sopportare quelle riunioni di pura falsità mi trascinava con se.
<< Appena finisco con Marie, torno a casa>>
<< Ti aspetto, ti amo>>
<< Anche io>> risposi, mentre il mio cuore batteva frenetico.
Non mi sarei mai abituata alla sua voce, alle sue parole e a quei "ti amo" sussurrati con dolcezza.
Marie al mio fianco scoppiò a ridere come una bambina, fissandomi con attenzione.
<< Che c'è?>> domandai inarcando un sopracciglio, incuriosita da tutta quella ilarità.
<< Sei arrossita e sei proprio cotta>>
Sorrisi appena, sentendomi sotto esame ed arrossendo di nuovo.
<< Lo amo>>
<< Sono contenta che sei tu a stare con lui>>

Tornai a casa, con le solite buste e bustine, lasciandole cadere a peso morto sul pavimento e abbassandomi ad abbracciare il cane che mi era corso vicino, per farsi coccolare.
Mi alzai trovando il mio compagno poggiato allo stipite della porta del salone, che sorrideva innamorato.
<< Fatto shopping>> 
<< Tua figlia mi uccide ogni volta>> risposi, baciandolo.
<< Mmh, dovrò dirle di stare attenta, come faccio senza di te?>>
<< Forse sono io a dover dire ciò>> 
Lui scoppiò a ridere, baciandomi di nuovo e coccolandomi per qualche minuto.
<< Andiamo a prepararci>>
<< Mi faccio una doccia...>> cominciai andando veso il bagno, seguita da lui, << Chi ci sarà?>>
<< Noi, Paul, le due Thomalla..>>
Sbuffai sonoramente alzando gli occhi al cielo.
<< Perchè sbuffi?>>
<< Non le sopporto, prevedo casini e non so...>> ammisi, lui rise divertito della mia gelosia e delle mie parole.
<< Ma dai>>
Mi buttai nella doccia, lasciando che l'acqua portasse via i miei cattivi pensieri e rilassandomi.
Dopo di me, anche Till decise di farsi una doccia veloce, cantando.
Scoppiai a ridere, mentre mi asciugavo i capelli, lasciandoli ricarede poi mossi sulla schiena.
Ci preparammo.
Molto eleganti, io con un vestito blu che risaltava i miei occhi e dei tacchi piuttosto alti, lui in camicia e giacca.
<< Sei bellissima>> disse baciandomi e accarezzandomi la schiena, << Rimaniamo a casa>>
<< Ne sarei molto felice>>
<< Ma poi il mio manager romperà...>> disse sbuffando, << Quasi quasi lo licenzio>>
<< Fa solo il suo lavoro, appena finiremo tutti e due di lavorare così tanto avremo tempo per stare insieme>>
<< Lo spero>>
Lo baciai di nuovo, stringendogli le mani e sentendo il cuore scoppiare di felicità.
Lo amavo davvero tanto e nonostante tutto sapevamo uscir a testa alta da ogni brutta situazione.
Sorrisi e prendendolo per mano, uscimmo da casa, recandoci al ristorante, dove ci aspettavano gli altri ospiti, comprese le due arpie.
Simone salutò con calore il mio compagno, rivolgendomi poi uno sguardo ed un saluto freddo e di circostanza, stessa cosa fatta poi dalla figlia che sembrava muoversi, dire e fare tutto sotto il continuo controllo della madre.
<< Non si salutano più i vecchi amici?>> una voce alle mie spalle mi fece girare di scatto e quasi lanciandomi, abbracciai Paul, stringendolo con forza e calore.
<< Sempre il solito>> risposi ridendo.
Lui mi sorrise dolcemente, per poi salutare il suo amico.
Entrammo tutti, sedendoci poi al tavolo riservato.
Till alla mia destra mi osservava sorridendo e rispondendo a tratti alle continue domande di Simone, che sembrava voler indagare sulla mia vita.
Mi infastidiva tutta quella sua curiosità e come me anche Paul aveva i suoi strani pensieri.
<< Quindi hai 25 anni>>
<< Quasi 26>> risposi sorridendo appena, lei annuì di rimando, girandosi poi verso la figlia che stava zitta.
<< Potreste essere amiche>>
Quasi mi strozzai quando sentii quelle parole.
<< Certo mamma, insomma siamo coetanee, sarebbe bellissimo>>
Fissai la ragazza che fingeva in modo parecchio deprimente tutta quell'euforia e felicità.
Till intercettò il mio sguardo stupito e allo stesso tempo di fuoco, non avrei fatto amicizia con quella nemmeno se mi avessero pagato milioni e milioni.
Era falsa e sinceramente non volevo entrare anche io in quel mondo di invidia e falsità nel quale vivevano le due.
Sbuffai.
La cena sarebbe stata molto, ma molto lunga.








**********
Hallo, ciao sono tornata.
Chiedo perdono per la lunga attesa, ma la scuola è stata decisamente troppo impegnativa in quest'ultimo periodo, ma ora che è finita ho tutto il tempo per scrivere e pubblicare.
Le idee ci sono e sono molto buone.
Prevedo dei guai per la povera Eleonora, che deve sopportare tutto ciò...forza e coraggio.
Bene detto ciò, ringrazio voi: LitaLindemann, UlissA e RoarGirl che non mi avete mai abbandonata e soprattutto che avete atteso con tantissima pazienza.
Grazie mille.
Un bacione e alla prossima :3

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19


 
***Till***
 

Avevo intravisto uno sguardo di puro odio che la mia compagna aveva riservato alle due Thomalla.
Fissai la scena incuriosito da Eleonora che ad ogni domanda o frase, rispondeva con tono acido.
<< Per me le odia>> mi disse Paul, facendomi tornare con i piedi alla realtà.
<< Non la capisco>> risposi sincero.
Non riuscivo proprio a capirla e un po mi infastidiva quel suo comportamento.
<< Till sapevi che mia figlia è innamorata persa del tuo gruppo>> esordì Simone.


 
***Eleonora***
 

"Till sapevi che mia figlia è innamorata persa del tuo gruppo" - ma che novità, chissà perchè ma avevo intuito che quella donna se ne sarebbe uscita prima o poi con una frase simile.
Alzai gli occhi al cielo.
Odiavo le persone che facevano di tutto pur di farsi notare e quella sottospecie di leccaculo stava davvero facendo una bellissima figuraccia.
<< Ma davvero?>> domandò Paul che a differenza di Till, rideva.
<< Si, ha tutti i vostri cd>> 
<< Oh che onore, abbiamo allo stesso tavolo una fan...>> rispose il mio compagno, fingendo interesse e di conseguenza far felice la donna.
La ragazza invece se ne stava in silenzio come se fosse un'estranea.
La studiai.
Più che estranea sembrava star sotto le direttive della madre, faceva e diceva esattamente quello che Simone le "suggeriva".
Alzai gli occhi al cielo di nuovo quando proprio la ragazza esordì con il solito elenco di una fans, ripetendo melle volte quanto amasse i testi, la musica e i video.
Ma non ci metteva emozione.
Non vi era nessun tipo di sentimento e sicuramente una vera fan, anche quella più seria e con maggior autocontrollo, avrebbe espresso con gli occhi e con i gesti.
Le parole della Thomalla erano decisamente calcolate, studiate e imparate a memoria per non sfigurare.
"Che schifo" - pensai.
<< Dove vi siete conosciuti?>> domandò la ragazza.
<< Roma, dopo un concerto>> rispose Till, lanciandomi un'occhiata strana, quasi di rimprovero.
<< Oh e che lavoro fai?>> chiese la madre.
<< Fotografa>>
<< Ma che coincidenza, mia figlia deve fare un book...>>
<< Già, coincidenza>> risposi appena, sorridendo nel modo più falso possibile.
Paul mi fissava, comprendendo forse il mio nervosismo e il mio senso di disgusto.
<< Non sei felice Soph..avrai una fotografa bravissima>>
Till per poco non si strozzò con il vino, squadrandomi poi con attenzione.
Sorrisi appena, sentendomi braccata e senza nemmeno una via di fuga.
Lavorare con quelle due sarebbe stato orribile e la mia pazienza avrebbe dovuto sopportare le occhiate e le frecciatine che sicuramente quelle due donne si stavano preparando.

Chiusi la porta di casa, lasciando le chiavi sul mobiletto vicino alla porta.
Till notando il mio silenzio, aveva preso il cane ed era uscito.
Ripensai alle parole della madre dell'attrice - "Sicuramente diventerete amiche e poi per lei sarà un onore lavorare con te"
Io non avevo nessuna intenzione invece, ne di far amicizia ne di lavorare insieme.
Purtroppo però, lavorando per una rivista non potevo rifiutare o mi avrebbero licenziata sicuramente.
Sbuffai sonoramente.
<< Si può sapere che ti è preso sta sera?>> domandò il mio compagno, spaventandomi.
Troppo impegnata con i miei pensieri, non l'avevo sentito rientrare e ora se ne stava poggiato allo stipite della porta della cucina che mi osservava.
<< Nulla perchè?>> mentii.
<< Andiamo, con le Thomalla...>>
<< Non mi piacciono>> ammisi.
<< Non le conosci..>> rispose lui, mi accesi una sigaretta e presi il posacenere.
<< Infatti non ci tengo, non mi piacciono a pelle>>
<< La madre sta con Sven un amico del nostro direttore dei video, la conosco da un bel po e non mi ha mai dato preoccupazioni, conosco Sophie da quando era piccola>>
<< Perchè non vedi come ti sta appiccicata "mia figlia adora i Rammstein" >> risposi facendo il verso della donna.
Till alzò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto accigliato, poi alzò gli occhi al cielo.
<< Secondo me sei gelosa>>
<< Anche tu sei rimasto sorpreso appena ti hanno nominato il gruppo, non negarlo>>
<< Si ma cosa c'entra?>> domandò curioso.
<< Andiamo...Till, se le conosci da tanto dovresti sapere i gusti di quella eppure...e poi di cosa dovrei esserlo?>> domandai.
<< Non lo so..>>
<< Ascolta, magari sbaglio, ma secondo me...quelle due porteranno dei guai>> confessai il mio pensiero, ricevendo subito un'occhiataccia dal mio compagno, che accarezzò Aragorn che si era appena seduto vicino ai suoi piedi.
<< Sbagli>>
<< Vedremo>> risposi secca, spegnendo la cicca della sigaretta e alzandomi.
Gli passai vicino e me ne andai in bagno a lavarmi il viso e cambiarmi.

"Per me avremo molti guai" - mi dissi mentalmente, mentre mi infilavo nel letto e spegnevo la luce.
Aspettai qualche secondo, sperando di sentir il materasso abbassarsi sotto il peso del mio compagno, ma dovetti ricredermi.
Lui non venì a letto, ma rimase in salone e a giudicare dall'odore di Marlboro, stava fumando.
Lasciai correre e nonostante i miei pensieri, le mie preoccupazioni, riuscii ad addormentarmi.







**********
Hallo, eccomi qui....
Ahia Eleonora si è incazzata...e anche io prevedo guai.
Chissà che succederà...qualche pronostico? 
Comunque mi sono commossa leggendo i vostri commenti, non pensavo di riceverne dopo tutto il tempo che vi ho fatto aspettare .
Grazie LitaLindemann e RoarGirl, vi adoro :3
Un bacione e alla prossima.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20



Il giorno del book fotografico mi alzai decisamente innervosita.
Dire che non volevo assolutamente vedere quele due donne era riduttivo, la sola idea di passare con loro un'intera mattina e forse anche il pomeriggio mi faceva imbestialire.
Till diceva che ero esagerata.

Mi avvolsi il collo in una sciarpona, chiudendo lo zaino con le varie macchine fotografiche che avrei dovuo usare e mi recai sul set.
Un ampio salone bianco, con dei vetri grandi che permettevano al sole di illuminare la stanza e permettere un perfetto gioco di luci ed ombre che proprio non si addiceva alla ragazza.
La vidi arrivare insieme alla madre.
Sembrava la sua guardia del corpo e continuava a ripeterle cosa doveva o non doveva fare, dire o non dover dire.
Sbuffai.
<< Buongiorno Eleonora, come stai?>> domandò la madre, allungandomi la mano per afferrare la mia in una stretta decisamente provocatoria.
<< Buongiorno>> risposi con riluttanza.
Quello non sarebbe mai stato un buon giorno.
Alzai gli occhi al cielo quando anche la ragazza venne a salutarmi, sorridendo in modo tirato.
Salutai i miei colleghi, i miei aiutanti che iniziavano a montare i pannelli, mentre la ragazza seguiva Katie e Melanie nello stanzino adibito a sala trucco e camerino privato.
Guardai Marcello, il mio aiutante personale, un ragazzo italiano che ad ogni mio cenno riusciva a capire quale obiettivo o quale filtro passarmi.
Avevamo stretto una bella amicizia ed era uno dei pochi a sapere veramente con chi fossi fidanzata, era uno con cui riuscivo a parlare senza problemi e che, dato il suo amore quasi viscerale,  aveva conosciuto il mio compagno ed i Rammstein al completo.

Ci girammo entrambi verso le due Thomalla, che stavano rientrando nel salone e mi fissavano entrambe con attenzione.
La ragazza iniziò a posare tranquilla ma troppo rigida, avvolta da un vestito nero a maniche lunghe.
La madre iniziò a dirle come mettersi e come atteggiarsi ma lasciai correre senza protestare ma continuando a fotografare quella ragazza che, si vedeva lontano un miglio, avrebbe tanto voluto essere altrove.
Dopo la prima mezz'ora di servizio, lei andò a cambiarsi, dandomi inevitabilmente del tempo per fumarmi una sigaretta in tutta tranquillità e riprendendo un po della calma che mi aveva gentilmente abbandonata.

La vidi tornare per l'ennesima volta, indossando dei pantaloni bianchi uniti ad un top dalla scollatura evidente che metteva in risalto le sue forme.
Osservai il suo braccio sinistro, trovandoci con enorme sorpresa il ritratto del volto del mio compagno, tatuato in bianco e nero e con delle rose vicino.
Sbarrai gli occhi decisamente colpita e innervosita da ciò, ricordando subito che la sera della cena lei non aveva quel disegno e la sua pelle era intatta.
Marcello mi fissò con occhio attento e decisamente preoccupato per una mia possibile reazione.
Ormai ero famosa per il mio caratterino decisamente troppo fumantino e nessuno aveva il coraggio di iniziare una discussione con me, non perchè fossi una stronza colossale, ma per il semplice fatto che riuscivo ad uscirne illesa sempre e comunque.
Sul lavoro accettavo i miei bagli e chiedevo scusa, ma se si trattava della mia vita privata, nessuno aveva il diritto di mettere bocca sulle mie scelte o sui miei ragionamenti.
La madre di Sophia osservò e studiò decisamente incuriosita i miei movimenti senza capire però cosa mi avesse detto il mio assistente, che aveva adottato l'italiano come lingua di comunicazione.
<< Sta calma!>> mi ripetè Marcello per l'ennesima volta mentre io iniziavo a dare le solite direttive alla ragazza, come se fossi un Generale dell'Esercito.
<< Si si, sono calma>>
<>

<< Sophie mettiti così...no più dritta con quella schiena...più dritta ho detto>> 
<< Si mamma>
<< Metti meglio il braccio, più sul fianco>>
<< Così?>>
<< No! Dio mio, devi essere più sensuale>> 
Il tono della voce di Simone era stridula e fredda, manipolatrice e decisamente troppo per le mie orecchie.
<< Adesso basta!>> dissi spazientita e con un tono di voce troppo lapidario per la situazione.
Mi girai verso di lei, lasciando che la fotocamera si poggiasse delicatamente contro il mio petto, tirandomi dritta in piedi e fissandola con astio.
<< Così non riesco a lavorare, basta, se vuoi rimanere ti chiedo di fare silenzio, sennò puoi anche uscire da questa stanza>> continuai decisamente incazzata.
Non solo ero estremamente nervosa per quel tatuaggio messo il bella mostra dalla ragazza, che ora mi fissava con la preoccupazione negli occhi, ma i continui ordini della madre della donna mi davano alla testa e mi rendevano lenta nel mio lavoro.
<< Ma...>> provò ad opporsi lei.
<< Nessun ma, se vuoi assistere, sta zitta!>> le ordinai con tono stanco e distaccato, fissando poi Marcello che ridendo divertito, mi passò un nuovo filtro.
Mi rimisi a lavorare nel silenzio, aprendo bocca esclusivamente per dare le indicazioni alla donna e chiedere gentilmente al mio assistente il suo aiuto, commentando di tanto in tanto nella mia lingua madre il mio disagio e il mio essere assolutamente in contrasto con le due attrici.
Simone non parlava, restava a braccia conserte ad osservare la scena, strizzita sicuramente per il mio tono di voce e per la discussione in cui ne era uscita sconfitta.


Per fortuna la giornata finì presto e le prime ad andarsene furono proprio le due donne.
Riuscii a captare la voce della madre sussurrare un "gliela faccio pagare", scoppiai a ridere divertita sedendomi finalmente su una delle poltroncine presenti nel salone.
Fui l'ultima ad andarmene, portandomi via le mie care e fedeli fotocamere, tornandomene a casa e trovandoci tutto il gruppo al completo che ridevano divertiti per un testo che Till aveva finalmente completato.
<< Oh quale onore, la nostra Ele>> urlarono all'unisono Richard e Paul, facendomi sorridere intenerita.
<< Ciao a tutti, vado a farmi una doccia e sono da voi>>
Loro annuirono comprensivi ed io, correndo su, mi spiacciai a lavarmi e rivestirmi, troppo felice di passare una serata con loro.
Finalmente li rivedevo tutti e l'idea di perdere del tempo nel croggiolarmi nel torpore dell'acqua mi dava fastidio, così tornai giù, con i capelli avvolti ancora in un asciugamano e fissandoli ad uno ad uno.
Christian era solito levarsi gli occhiali ogni volta che rideva mentre Paul continuava a battere la mano destra sul tavolo.
Le loro risate riempivano l'aria e rendevano la casa allegra ed accogliente.
Mi avvicinai a loro, abbracciando Till e posandogli un bacio su una guancia, sorridendo divertita da Richard che con il suo essere una Diva, continuava a gesticolare propinandoci una serie di lunghi commenti allo scritto.
Mi sembrava felice.
Sapevo che la separazione dalla mia ex migliore amica l'aveva fatto soffrire e non poco, ma ora era li e rideva di cuore, riducendo come sempre i suoi occhi a due piccole fessure.
<< Come è andata?>> mi domandò Till, facendomi storcere il naso contraria.
<< Per poco non sbrano Simone>>
<< Te l'avevo detto Doom>> urlò Paul allungando la mano verso il batterista che gli mise sopra una banconota da 50 euro.
<< Avete scommesso di nuovo?>> domandai ironica, schiaffandomi una mano sulla fronte e scuotendo la testa divertita.
<< Si, è sempre bello vincere contro di lui>>
<< Sei uno stronzo>> commentò sbuffando lo sconfitto, poggiando la faccia su una mano.
<< Perchè stavi per ucciderla?>> domandò Flake che cercava in tutti i modi di trattenere una risata .
<< Non la smetteva più di parlare e io non riuscivo a lavorare con quella vocetta stridula di sottofondo>>
Altre risate si alzarono allegre nella stanza mentre io mettevo su un finto broncio, sedendomi su una gamba di Till che serio se ne stava ancora in silenzio pensieroso.
<< Non la sopporti proprio>>
<< No sinceramente non so chi uccidere prima, se lei o la figlia>>
<> domandò questa volta il mio compagno.
<< Si è tatuata il tuo ritratto sul braccio sinistro>> ammisi, vedendolo cambiar espressione e sentendo cessare le risate dei ragazzi, che ora se ne stavano in silenzio a fissare il cantante che si passò una mano nei capelli.
<< Quella porterà guai>> continuai, rimandendo fedele al mio brutto presentimento.
<< Ma no>> esordì lui, << E' solo un tatuaggio>>








******
Salve salve, eccomi tornata.
Quante novità in un solo capitolo, la Thomalla e il suo tattoo, i "ragazzi" che tornano ad essere presenti nella vita di Eleonora e di Till.
Bhe non so voi ma io quelle due donne proprio non le sopporto e ho riversato tutto il mio "amore" per loro in questi capitoli.

Mi scuso per eventuali errori di battitura e ringrazio come sempre le mie adorate pucciosaherm, RoarGirl LitaLindemann: vi voglio bene e vi ringrazio per la vostra infinita pazienza e per il supporto che mi date.
Grazie anche a chi legge questa mia ff.
Un bacione e alla prossima <3
 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21


***Simone***



Quella piccola disgraziata.
Ma chi si credeva d'essere?
Dirmi di star zitta? Con quel tono poi?
Avevo notato un certo sguardo incazzato dovuto al tatuaggio che avevo fatto fare a mia figlia, sguardo che mi aveva davveo resa orgogliosa e fatto capire che il mio piano stava andando decisamente bene.
Ora però, doveva pagarmela cara!
Nessuno ha mai avuto il coraggio e il potere di trattarmi in quel modo e di certo, LEI, non l'avrebbe passata liscia.
Sapevo perfettamente cosa fare e sapevo come manipolare mia figlia.



***Eleonora***


Till mi sembrava strano.
Nervoso.
E questo suo malumore andava avanti da più di una settimana, per essere precisi, da quella sera.
Quando se ne andarono i ragazzi, lui si chiuse nel solito studio con il cane e quando provai ad andare da lui, anche solo per dargli un bacio e andare a dormire, mi rispose male, dicendomi che era meglio se lo lasciavo da solo.
Così, proprio come mi aveva chiesto o meglio urlato contro, me ne andai a dormire.
O almeno, ci provai.

Per tutta la notte lui non venne mai da me, anzi, rimase rintanato li dentro fino all'alba, poi usando la scusa del dover portare a spasso Aragorn, uscì di casa senza nemmeno lasciarmi un bigliettino come era solito fare.
Decisi di lasciar correre, sapendo benissimo quanto fosse cocciuto e permaloso quando era nervoso
Passò una settimana, quasi due.
Sentii il mio telefono squillare e quando fissai il dispaly illuminato, lessi con uno strano e crescente senso d'angoscia il nome di Marcello.

<< Buongiorno>> dissi mentre mi alzavo per andare a prepararmi una mega tazza di caffè vista la nottataccia.
<< Buongiorno anche a te, perdonami per l'orario, so che ami dormire...>>
<< Non oggi, non ho chiuso occhio, quindi tranquillo non mi hai svegliata>>
<< Sai già>>
<< Coosa?>> domandai preoccupata.
<< No, non sai, credo sia il caso che tu accenda la tv>> sussurrò lui, facendomi accapponare la pelle e correre in salone, seguita dal cane che credeva volessi giocare.

Accesi la tv, chiedendogli spiegazione e mi disse di mettere sul canale della musica, dove la prima cosa che catturò la mia attenzione fu la foto di Sophia e del mio compagno che parlavano in un caffè.
La didascalia sotto la foto, riportava la brillante scritta: "Till e Sophia. Nuovo amore per il cantante? O solo amicizia?"

<<
Giuro che l'ammazzo>> ringhiai decisamente incazzata mentre il mio aiutante, dall'altra parte del telefono cercava invano di ripetermi di star calma.
<< SONO CALMA!>> urlai dopo l'ennesima sua richiesta.
<< Oh si, lo sento>>
<< Quella stronza arrampicatrice>>
<< Ti conviene parlarne con la tua dolce metà>>
<< La dolce metà so io che fine fa oggi!>>
<< Prevedo guai!>>

Attaccai non appena sentii la serratura di casa scattare e la porta aprirsi, rivelandomi la figura del mio compagno.

<< Amore ciao>> disse lui, chiudendo la porta e venendomi incontro per baciarmi.
<< Amore un cavolo>>
<< Ehi che succede?>> domandò preoccupato.
<< Succede che accendo la tv e vedo te e quella biondina in un caffè, vicini vicini>> risposi, indicandogli la tv e incrociando le braccia al petto.
<< Ah>>
<< AH? MI DICI "AH?">>
<< Mi ha chiamato dicendo che doveva parlarmi...e sono andato per sapere cosa voleva, ma non è successo nulla, non mi interessa e io AMO te>>
<< Quella se solo si riavvicina la uccido, lo sai? E poi sentiamo, che voleva?>>

Lui sbuffò irritato.

<< Ma nulla di importante>>
<< Till>> lo richiamai, notando il solito tono che usava quando non voleva parlare <>
<< NULLA DI IMPORTANTE, ok?>>
<< E allora spiegami per quale motivo sta scappando!>>
<< IO NON SCAPPO!>> urlò incazzato.
<< Che cazzo voleva da te?>>
<< Vuoi saperlo? Davvero? Bene, quella dice di essere innamorata e dice che vuole star con me e che tu devi andartene, mi ha baciato e che altro vuoi sapere?>>
<< Vaffanculo>> risposi, tirandogli un ceffone e allontanandomi da lui.

Andai a lavarmi e vestirmi di fretta e furia, decisa a uscire di casa per non commettere omicidi o per evitare ulteriori liti.
Sbattei la porta e me ne andai a lavoro.
Non potevo crederci, quella tizia aveva baciato il mio compagno.
E lui?
Lui me l'aveva nascosto.


***Simone***

Finalmente la foto era uscita.
Finalmente il mondo aveva visto ciò e quella ragazzina dai capelli rossi aveva avuto quello che si meritava.
Il gioco era iniziato, dovevamo solamente farla andar via e mia figlia avrebbe avuto il cantante tutto per se, fama e ricchezza.








**********
Salve gente, quanto tempo eh?
Lo so, ci ho messo gli anni per aggiornare e mi dispiace molto avervi fatto aspettare così tanto ma per una serie troppo lunga di motivi, non ho avuto il tempo.
Perdonatemi se potete.
Beh, che dire, guai e deliri per Eleonora e Tillone, chissà chisà.....
UlissA, Cherolain, RoarGirlLitaLindemann, vi ringrazio per l'infinita pazienza e per i vostri commenti, davvero.
Grazie mille!!!!

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