Cronache del mondo Altrove

di Kaito Dark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il libro vuoto ***
Capitolo 2: *** La Regina e il Cavallo ***
Capitolo 3: *** La bottega ***



Capitolo 1
*** Il libro vuoto ***


Quel giorno, come sempre del resto, Karma si rifugiò in biblioteca durante la pausa pranzo: ogni mattina, infatti, le ragazze delle ragazze la tormentavano con scherzi di ogni genere; lei,però, in fondo, non si sentiva di colpevolizzarle: l’uomo per natura diffida di ciò che è diverso e lei, se paragonata alle altre ragazze, sembrava appartenere ad un mondo diverso: due occhi color nocciola, capelli neri lunghi con talmente tante doppie punte da non poter essere sistemate neanche da uno specialista; la sua pelle, infine, era bianca come la neve e sembrava che fosse impossibile per lei abbronzarsi:

“ Vorrei soltanto che mi lasciassero in pace; mi andrebbe bene anche solo essere ignorata.”

Karma si recò nella sezione horror della biblioteca ed iniziò a cercare un libro che non potesse interessarle: lei stravedeva per le storie di paura e ormai aveva già letto almeno una volta tutti i libri di quella piccola biblioteca. Quando, non trovando nulla di nuovo, stava per arrendersi e rinunciare, un libro cadde dallo scaffale. La ragazza si affrettò a raccoglierlo e a rimetterlo a posto. Avvicinandosi allo scaffale, però, notò un piccolo libro messo in orizzontale dietro tutti gli altri in modo che non si vedesse:

“ E questo cos’è?”.

La ragazza spostò i libri che lo coprivano e afferrò quel romanzo; sulla copertina c’era uno strano simbolo che somigliava ad una meridiana greca con al centro un Omega. Incuriosita, Karma lo iniziò a leggere; sulla prima pagina c’era scritto il titolo: Cronache del Mondo Altrove. 

“ Che nome curioso, non sembra un libro dell’orrore.”.

Sfogliando le altre pagine, la ragazza si accorse che erano bianche:

“ Questo sì che è strano”.

Curiosa di scoprire qualcosa di più su quel libro, Karma lo portò alla bibliotecaria; la donna, tuttavia, non seppe dirle nulla:

“ Mi spiace ma questo libro non risulta negli archivi e non porta nemmeno il bollino della scuola.”

“ E allora com’è finito qui?”

“ Non ne ho la più pallida idea.”

“ Le dispiace se lo tengo?”

“ No, prendilo pure; è un libro bianco e qui non lo leggerebbe nessuno.”.

 

Quella sera, quando Karma arrivò a casa, aiutò come di consueto sua madre a preparare il pranzo, dopodiché andò in camera sua a leggere:

“ Vediamo, quale libro potrei iniziare oggi?”.

Proprio quando stava per mettersi a leggere, Karma sentì dei sussurri provenire dal suo zaino:

“ Ma cosa?!”.

Corse immediatamente a vedere e si accorse che quei bisbigli provenivano da quello strano libro preso in biblioteca; anche se inquieta, la ragazza aprì il romanzo; rimase stupefatta nello scoprire che su una delle pagine, prima completamente bianca, ora c’era una frase: Qual’è il tuo desiderio?

Spaventata da quella scoperta, Karma lanciò nella spazzatura il libro e scese in cucina cercando di dimenticare l’accaduto.

 

Quando quella sera andò a dormire, Karma fece uno sogno a dir poco agghiacciante: si trovava nella biblioteca della scuola e, insolitamente, c’erano molte altre persone sparse per tutta la costruzione. La ragazza si avvicinò ad uno degli scaffali e prese un libro ma immediatamente si accorse che era quello che l’aveva tanto spaventata. Una donna allora si avvicinò a lei e, sorpassandola, sussurrò:

“ Qual’è il tuo desiderio?”.

Terrorizzata, Karma iniziò a correre ma immediatamente un uomo le si avvicinò e ripeté la domanda. Prima di accorgersene, la ragazza si trovò circondata da persone che continuavano a porle quella domanda:

“ Qual’è il tuo desiderio?”.

Karma si svegliò di soprassalto; il suo cuore batteva a mille e sembrò quasi fermarsi quando la ragazza si accorse di avere tra le mani il libro che aveva gettato il giorno prima. Completamente dominata dalla paura, Karma afferrò il libro e scrisse una risposta: Voglio che tu e tutti gli altri mi lasciate in pace!

In quell’istante le voci cessarono e la frase che la ragazza aveva appena scritto si cancellò, lasciando posto ad una nuova richiesta: Desiderio esaudito.

Le voci cessarono improvvisamente ma Karma non ebbe il tempo di calmarsi: il libro iniziò a brillare, obbligando la ragazza a chiudere gli occhi per non essere accecata.

 

Quando Karma riaprì gli occhi, non si trovava più in camera sua: tutto intorno a lei c’erano edifici che sembravano essere usciti da un film sul medioevo: case in mattoni, tetti in legno, strade in pietra e addirittura vecchie bancarelle scassate in mezzo ad ogni via:

“ Ma che diavolo di posto è questo!?”.

Una voce si rivolse alla ragazza:

“ Ehi, ragazzina, spostati, dobbiamo passare.”.

Karma si voltò per vedere chi le aveva parlato e vide una gigantesca creatura umanoide con il muso simile a quello di una lucertola. Emettendo un grido di terrore assordante, la ragazza corse via per una dei vicoli senza neanche pensarci:

“ In che razza di Inferno sono finita!?”.

Una voce allora la scosse nuovamente:

“ Benvenuta ad Altrove, Karma!”.

Cercando di mantenere la calma, la ragazza si voltò verso il suo interlocutore: era un uomo piuttosto alto ed in carne, con la pelle bianca come il gesso; i suoi occhi erano di un verde acqua brillante e le sue sopracciglia arancioni; indossava un paio di scarpe nere molto grandi, un paio di pantaloni viola simili a quelli di un clown ed una giacca fucsia con un fazzoletto rosso nel taschino che c’era in corrispondenza del cuore; sulla sua testa spiccava un cappello a cilindro piuttosto sinistro e tra le sue mani, coperte da dei grossi guanti bianchi, stringeva un grosso ombrello nero che lo riparava dal sole. 

Karma cercò immediatamente di darsi alla fuga ma quello strano individuò l’afferrò allungando a dismisura il braccio e la riportò a sé:

“ Lasciami, lasciami!”

Un pupazzetto bianco, simile ad un coniglio, spuntò allora dalla manica di quel folle signore ed iniziò a parlare:

“ Su, non aver paura, io non voglio farti del male. Io sono Clapper e sono qui per aiutare.”.

La ragazza cercò di calmarsi, incuriosita da quello strano pupazzo che sembrava parlare, nonostante chi lo tenesse non muovesse le labbra:

“ Che bravo ventriloquo, anche se si veste in maniera davvero stravagante.”.

L’uomo si tolse il cappello e con voce allegra e giocosa esclamò:

“ Benvenuta ad Altrove, mia cara Karma.”

“ Altrove?”.

Ricordando il titolo di quello strano libro, la ragazza esclamò:

“ Aspetta, vuoi dire che sono finita dentro il libro!?”

Allora il pupazzo rispose:

“ Non dire cose strane, mia cara Karma, Altrove è un mondo che sta qui come lì come laggiù.”.

Il folle uomo allora, rimettendosi il cappello, disse:

“ Credo che sia ora delle presentazioni; mi presento a te come ambasciatore, Cappellaio Matto è il mio nome.”

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Capitolo 2
*** La Regina e il Cavallo ***


Karma osservava perplessa e ancora un po’ spaventata il Cappellaio Matto, che, con fare eccentrico, si accingeva nuovamente a parlare:

“ Ora che mi sono presentato, è giunto il momento di presentarti al tuo accompagnatore.”.

L’uomo chiuse il suo ombrello e batté la punta a terra. Si generò una folata d’aria immensa e da essa uscì un giovane di circa vent’anni: aveva i capelli neri lunghi fino alle spalle, gli occhi viola ed una pelle piuttosto chiara; indossava una lunga giacca nera e al collo una cravatta Jabot di stoffa bianca. Sotto portava una camicia anch’essa color neve, dei pantaloni neri, con degli stivali del medesimo colore. A coprirgli le mani, due guanti di tessuto bianco con un leggero rigonfiamento intorno all’indice sinistro:

“ Ben arrivato, Oswald, ti presento la tua nuova compagna, il suo nome è Karma.”.

Con i suoi freddi occhi il ragazzo scrutò attentamente la giovane che, sentendosi in soggezione, rimase immobile senza dire una parola e cercando di calmarsi. Dopo qualche secondo, Oswald si voltò di spalle e, incominciando a camminare verso il centro della città, esclamò:

“ Non ha il minimo talento, mi rifiuto.”.

Il Cappellaio Matto allora disse:

“ Conosci le regole, Oswald, non puoi rifiutarla, Eon si arrabbierà.”

Il giovane si bloccò e, voltandosi, sbuffò:

“ Va bene, le farò da guida; sbrigati a darle i pezzi.”.

Tra le zampe di Clapper apparvero due pezzi degli scacchi: il Re e la Regina:

“ Tieni, Karma, questi sono per te.”.

La ragazza prese i due oggetti dal pupazzo. Il Cappellaio Matto le porse un sacchetto di stoffa:

“ Qui ci sono gli altri.”.

Karma prese anche quell’oggetto e, perplessa, domandò:

“ Cosa dovrei farci con questi? Sentite, io voglio solo tornare a casa.”

“ Oswald risponderà a tutte le tue domande, addio!”.

Il Cappellaio e Clapper scomparvero nel nulla. La ragazza iniziò a fissare Oswald attentamente, attanagliata da tutte le domande che voleva fargli; il giovane, però, iniziò a camminare verso il centro della città senza proferire parola.

“ Hey, aspettami! Come torno a casa!?”

“ Non puoi farlo.”.

Karma si bloccò:

“ Come sarebbe a dire che non posso!?”

“ L’unico essere che può rimandare a casa gli abitanti di Altrove è il suo re, Eon, ma lui non concede a nessuno questo privilegio.”.

La disperazione a quel punto invase la ragazza:

“ Allora sono destinata a morire qui!?”

“ Morire non è la parola che avrei usato, dato che la vecchiaia non è di questo mondo.”

“ Come sarebbe a dire?!”

“ Eon desidera che il suo regno sia eterno, per questo il tempo in questo mondo è fermo mentre nel tuo mondo continua a scorrere.”

“ Questo è impossibile!”

“ Nulla è impossibile per Eon. Ora sbrigati, non ho intenzione di restare al tuo fianco più del dovuto.”

“ Gentile… dove mi stai portando?”.

“ Vuoi tornare a casa, no? Seguimi, ti mostrerò l’unico modo che hai per farlo.”.

Rincuorata da quelle parole, Karma seguì il ragazzo fino ad una gigantesca arena:

“ Cosa siamo venuti a fare qui?”

“ Ascoltami bene perché non mi ripeterò: in quest’arena si svolgono delle battaglie molto speciali, sia tra singole persone che tra squadre; chiunque vinca una di queste battaglie, ottiene dei punti desiderio.”

“ E cosa sarebbero?”

“ Sono dei punti assegnati in base al tempo, al numero e tipo di colpi e alla difficoltà con cui hai sconfitto il tuo avversario; ora arriva la parte importante: a chiunque raggiunga un totale di mille punti, Eon concede un desiderio. Se vuoi tornare a casa, questo è l’unico modo.”

“ Mi stai dicendo che devo combattere?! Ma sei impazzito!?”

“ Questo è l’unico modo che hai per tornare a casa tua.”

“ Anche se volessi, non saprei come farlo! Non ho armi e non conosco le arti marziali!”

“ Per questo il Cappellaio ti ha dato quei pezzi.”.

Karma estrasse il re e la regina dalla tasca:

“ Parli di questi?”

“ Sì; la regina è il simbolo del tuo potere; usalo per combattere.”

“ E come dovrei fare?”

“ La magia domina il mondo di Eon e quell’oggetto è uno strumento per canalizzarla. Imprimi la tua energia spirituale in quel pezzo ed esso farà il resto.”.

Anche se poco convinta, Karma si lasciò scortare dentro la costruzione da Oswald; il ragazzo, poi, si avvicinò ad una bacheca su cui erano appesi diversi fogli:

“ Questi sono tutti gli scontri che puoi affrontare; direi che questo per te è perfetto, affronterai Cain, il goblin.”

“ Un goblin?!”

“ Smettila di fare la fifona e muoviti ad entrare; con questo il mio ruolo di guida si conclude, addio.”

“ Come?! Mi lasci ad affrontare quel mostro da sola?!”

“ Di certo non ti accompagnerò, non sono la tua balia.”

“ Antipatico!”.

Raccogliendo a sé tutto il suo coraggio, Karma entrò nell’arena e si ritrovò in una ricostruzione perfetta delle antiche arene romane; il pubblico sugli spalti la osservava attentamente, in attesa di scoprire cosa sapeva fare. Dall’entrata opposta, dopo pochi secondi, entrò il secondo sfidante: era piuttosto basso, con la pelle verde, le orecchie a punta, il nasone grosso, le zanne aguzze e due grossi occhi a palla; indossava una vecchia armatura rovinata ed impugnava uno scudo mezzo arrugginito ed una spada ormai quasi completamente spuntata. Vedendolo, Karma si lasciò prendere dal panico:

“ Ma come diavolo ci sono finita in questa situazione!?”.

Appena la vide, Cain si lanciò contro di lei senza esitare. La ragazza, senza nemmeno considerare la possibilità di combattere, se la diede a gambe levate iniziando a correre in circolo per tutta l’arena:

“ Come diavolo dovrei fare a combattere questo mostro!?”.

In quel momento Karma ricordò le parole di Oswald; afferrò i due pezzi degli scacchi e si concentrò:

“ Magia, vieni a me!”.

Non successe nulla. Cain le arrivò vicinissimo, riuscendo a graffiarle il volto con la spada; terrorizzata, Karma ricominciò a correre:

“ Ma quel tipo non poteva spiegarmi meglio come utilizzare questi affari!? Aiuto!!!”.

Il goblin si lanciò nuovamente contro la ragazza che, nel tentativo di scansare l’attacco, inciampò, cadendo a terra; uno dei pezzi degli scacchi contenuti nel sacchetto di Karma, il cavallo, allora uscì dal sacchetto, rotolando per terra. Senza badarci, la ragazza ricominciò a correre, tallonata dal goblin.

 

Nel frattempo sugli spalti alcune persone ridevano osservando lo scontro:

“ Quella ragazza è senza speranza; non è nemmeno in grado di attivare il suo Chess.”

“ Cain la farà a pezzettini, vero Oswald?”

“ Io le ho spiegato cosa doveva fare, ora se la deve cavare da sola.”

“ Andiamo, credi davvero che quella ragazzina possa farcela?”

“ … No, non può farcela.”.

 

Karma provò ad aprire il cancello da cui era entrata ma esso sembrava inamovibile; fu allora che Cain provò a colpirla di nuovo; la ragazza, gettandosi di lato, scansò l’attacco, cadendo a terra e storcendosi una caviglia:

“ Che dolore!”

Il goblin allora le si lanciò contro:

“ Aiuto!”.

Proprio quando la lama di Cain stava per colpire la ragazza, qualcuno la bloccò: Oswald, saltato nell’arena e raccolto il cavallo caduto a Karma, aveva fermato il colpo di spada con la mano destra:

“ Sei proprio debole, ragazzina.”.

Vedendolo, Karma si tranquillizzò:

“ Grazie, Oswald.”

“ Non è ancora tempo di ringraziamenti; dobbiamo vincere prima.”.

Il giovane afferrò il goblin per la gola e lo scaraventò lontano. Karma si mise in piedi e, prima che se ne rendesse conto, Oswald poggiò le labbra sulle sue:

“ Con questo gesto siglo il legame che unirà questa Regina e questo Cavaliere per il resto della vita.”.

Il pezzo degli scacchi che Oswald stringeva tra le mani iniziò a brillare e si tramutò in un liquido che il giovane bevve senza pensarci. Sorpresa, Karma si lasciò cadere nuovamente a terra:

“ Rimani in disparte ora, e osserva come si combatte.”.

Cain si rimise in piedi:

“ Come hai osato colpirmi!?”.

Il goblin si lanciò contro il giovane con tutta la sua foga; Oswald, però, quasi come non lo considerasse una minaccia, si tolse il guanto che gli copriva la mano destra, dopodiché gli si lanciò contro, afferrandogli la faccia ed iniziando a stringere:

“ Lasciami, maledetto!”.

Il goblin provò a tagliare con la sua spada il braccio del giovane ma la lama, appena lo sfiorò, si sciolse come neve al sole:

“ Impossibile! Chi sei tu?!”

“ Tu vuoi saperlo, ebbene il nome del tuo carnefice è Oswald Nightrode.”

“ La fenice nera…”

“ Brucia.”.

In un istante il corpo di Cain prese fuoco, tramutandosi in cenere in un istante.

 

 

“ Che posto è questo?”

“ Casa mia.”

“ Non è molto grande.”

“ Scusi tanto se non è di suo gradimento, regina.”

“ Spiritoso…Piuttosto, perché prima mi hai baciata!?”

“ L’ho fatto per sbloccare i miei poteri.”

“ Ma di che parli?!”

“ Quante domande che fai… Devo partire dall’inizio: i due pezzi che possiedi, la Regina e il Re, hanno funzioni diverse: il primo, come ti ho detto prima, rappresenta il potere che tu puoi usare, mentre il secondo simboleggia il tuo ruolo di comando nei confronti degli altri tuoi pezzi.”

“ Comando?”

“ Esatto; finché avrai il Re con te, potrai guidare tutti coloro che, come me, accetteranno di legarsi a te diventando tuoi pezzi; io ora sono diventato il tuo Cavaliere; per avere una squadra degna di questo nome, dovrai reclutare un altro Cavaliere, due Vescovi ( Alfieri), due Torri e otto Pedoni.”

“ Non ne sono certa ma, se ho capito bene, mi stai dicendo che, finché terrò il Re con me, tu mi aiuterai, giusto?”

“ Sì, è così.”

“ Ma è fantastico! A proposito, voglio ringraziarti per avermi salvato da quel mostro.”

“ Non chiamarlo mostro!”.

Notando la reazione di Oswald, Karma si insospettì. La collera del giovane lasciò immediatamente spazio alla tristezza:

“… era un essere umano.”

“ Come sarebbe a dire?”

“ Tutte le persone di questo mondo, troll, goblin e persino i giganti, in realtà sono esseri umani.”

“ Questo è impossibile! Come avrebbero fatto a diventare così?”

“ Coloro che perdono il proprio spirito fanno quella fine.”

“ Il proprio spirito?”

“ Eon si ciba costantemente dell’anima e dei ricordi di chi abita questo mondo; più lui si ciba, più una persona assume un aspetto bestiale; lo spirito di Cain, ad esempio, era stato quasi completamente divorato.”

“ Ma è terribile! Bisogna fermarlo.”

“ Mi pare di avertelo già detto: Eon può tutto e nessuno può batterlo.”

“ Non c’è un modo per non fare quella fine? Insomma, tu sembri ancora umano!”

“ Io… non lo so… non so nulla.”

“ Come sarebbe a dire che non sai nulla?!”

“ Eon ha preso tutti i ricordi del mio passato già da molto tempo; non ricordo nemmeno più da quanto tempo sono qui.”

“ Terrificante…”

“ Ma non ha importanza.”.

Oswald si tolse i guanti, rivelando un anello all’indice sinistro, ed estrasse un orologio da taschino d’oro dalla giacca:

“ Finché avrò questi due oggetti, sento che la mia anima non verrà più toccata da Eon.”

“ In che senso?”

“ Percepisco che quest’anello e quest’orologio che, a differenza di tutti gli altri, continua anche qui a segnare il tempo che scorre, proteggeranno la mia anima; forse è questa l’unica soluzione: legare a doppio filo il proprio spirito ad un oggetto impedirà ad Eon di prenderlo.”

“ Ma… io non ho nulla del genere.”

“ Un oggetto così lo si può creare.”

“ Di cosa parli?”

“ Scrivi un diario… forse non fermerai Eon ma almeno lo rallenterai… Nella prima pagina scrivi il tuo peccato, è importante.”

“ Il mio peccato?”

“ Solo coloro che dimostrano di aver compiuto un grande peccato sono condotti ad Altrove.”

“ Io non so qual’è.”

“ Pensaci, cos’hai fatto prima di arrivare qui?”

“ Io… nulla di male.”

“ Riflettici: ricordare il motivo per cui sei qui ti aiuterà a ricordare tutto il resto.”.

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Capitolo 3
*** La bottega ***


Karma rimase nella sua stanza a riflettere per tutto il giorno successivo; Oswald le aveva concesso di vivere nel suo alloggio fino a quando non ne avesse trovato uno suo e, nonostante le piccole dimensioni, spostando alcuni mobili, era riuscita a costruirsi un rifugio privato di circa sei metri quadri, separato da una tenda dal resto della casa. 

Verso sera Oswald, con tono autoritario, le ordinò di vestirsi, dicendole che sarebbero usciti entro cinque minuti:

“ Dove andiamo?”

“ Finché non riuscirai ad utilizzare la Regina, sarai completamente indifesa; dobbiamo comprare qualcosa per proteggerti.”

“ E dove?”

“ Qui ad Altrove ci sono diverse botteghe che vendono armi e armature; le ricavano dagli oggetti che trovano nelle terre selvagge intorno alla città o che ottengono come premio per alcune sfide; mettendole in vendita, i fabbri e gli artigiani guadagnano quanto basta per sopravvivere.”

 

Dopo aver camminato tra i vicoli della città per diversi minuti, Karma e Oswald arrivarono davanti ad una piccola bottega; la ragazza lesse ad alta voce l’insegna di legno che sormontava l’entrata:

“ Salvador.”

“ Questa è la bottega migliore di Altrove Est.”

Oswald entrò senza indugio, seguito da una curiosa Karma: l’interno del negozio non era molto grande ma armi e armature erano appese ovunque, sia alle pareti che a dei manichini. Dietro il bancone, un uomo osservava i suoi due nuovi clienti: aveva i capelli rossi, legati con una bandana color cremisi; la sua pelle era piuttosto abbronzata e due smeraldi splendevano nei suoi occhi; il suo corpo era completamente ricoperto da un’armatura da samurai rossa e nera; ciò che incuriosiva del suo aspetto era la grossa cicatrice che gli attraversava diagonalmente il volto da parte a parte; appena l’uomo riconobbe Oswald, gli si avvicinò e, con tono sorpreso, disse:

“ Non credevo di rivederti di nuovo nel mio negozio, Oswald. Dopo tanti anni, hai deciso di comprarti una nuova armatura?”

“ Non ti illudere, Minamoto, a me non servono armature per combattere; sono qui per lei.”.

Con aria scocciata, il giovane indicò Karma che, nel frattempo, si stava guardando intorno in cerca di qualcosa di interessante; il negoziante, stupito di vedere il ragazzo in compagnia, esclamò:

“ E bravo Oswald, ti sei trovato una moglie alla fi..!”.

Il fabbro non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò scaraventato a terra da un pugno:

“ Hai deciso di morire, Minamoto?”.

Osservando lo sguardo demoniaco che si era dipinto sul viso di Oswald, il negoziante comprese di aver sbagliato e tentò di cambiare discorso:

“ Beh, che genere di arma o armatura cercate?”.

Oswald si voltò a fissare Karma e, dopo qualche secondo, rispose:

“ Falle provare l’armatura più leggera che hai; è talmente mingherlina che non riuscirebbe a stare in piedi con una troppo pesante.”.

Sentendo quel commento, Karma si irritò:

“ Ehi, io non sono così debole!”.

La ragazza dovette però ricredersi quando, indossata l’armatura, crollò a terra per il peso eccessivo:

“ Aiuto…”.

Oswald sbuffò, scocciato e annoiato, e domandò al commerciante:

“ Immagino che tu non ne abbia di più leggere, vero?”

“ No, mi spiace.”.

Il giovane allora estrasse una piuma rossa dalla tasca e la appoggiò sul bancone:

“ Chiama Akemi, ci faremo bastare una veste per ora.”.

Dopo qualche minuto una donna scese le scale stringendo in mano un pedone degli scacchi: aveva dei lunghi capelli neri, una pelle bianca come una perla e due grossi occhi color nocciola; indossava un lungo chimono rosa con alcuni ricami alle estremità delle maniche; Karma rimase colpita dalla grande femminilità di quella donna che, con voce aggraziata, si apprestava a parlare:

“ Buongiorno, Oswald, è un piacere rivederti dopo tanto tempo.”

“ Buongiorno a te, Akemi.”.

La donna si voltò verso Karma e, con tono curioso ma sempre pacato, domandò:

“ Chi è questa graziosa fanciulla.”.

Leggermente imbarazzata, la ragazza rispose:

“ Io sono Karma, piacere di conoscerla, signorina Akemi.”

“ Karma, che bel nome; spero che potremo diventare amiche; allora, Oswald, cosa vuoi che cucia per te questa volta?”.

Il giovane consegnò la piuma rossa alla donna che, senza attendere ulteriori spiegazioni, iniziò a lavorare; il pedone che stringeva tra le mani brillò per un istante, tramutandosi in un grosso ago da cucito; Akemi infilò la punta di quell’oggetto dentro la piuma che, come per magia, si tramutò in un abito: era una tunica rosso fuoco; ricamate qua e là aveva delle fiammelle arancioni con una forma piuttosto allungata:

“ Ecco a te, Oswald, la tunica di fenice che mi avevi chiesto.”

“ Ti ringrazio, Akemi.”.

Karma osservò stupita tutta la scena e, trasportata dalla curiosità, domandò:

“ Come hai fatto?!”.

Con tono pacato, la donna rispose alla domanda:

“ Il mio Pedone è di tipo equipaggiamento e contiene l’abilità conosciuta come Agorail mi permette di tessere all’istante qualsiasi abito, anche possedendo solo una quantità minima di materiale.”

“ Ma è fantastico! Aspetta, cosa intendi con Pedone di tipo equipaggiamento?”.

Minamoto, sorpreso da quella domanda, esclamò:

“ Ma come, Oswald, non gliel’hai ancora spiegato?”

“ Non ne ho avuto occasione.”.

Il negoziante allora sorrise ed esclamò:

“ Allora lo farò io; ascoltami bene Karma.”

“ Sì.”

“ Esistono tre tipologie di pezzi ad Altrove; i primi, come quello di Akemi, appartengono alla categoria Equipaggiamento: essi si trasformano in armi o oggetti con poteri particolari; sono molto versatili e veloci ed è possibile ritrasformarli una volta concluso l’utilizzo; purtroppo non dispongono di una grande forza e possono rompersi. La seconda categoria, a cui appartiene il Cavaliere di Jack, è quella dell’Energia: i pezzi appartenenti a questa classe, una volta attivati, diventano liquidi e vengono ingeriti dall’utilizzatore che ne acquista i poteri; per ovvie ragioni, non possono essere rubati o disattivati e dispongono di una grande potenza magica; il loro unico difetto è il costante dispendio di energia da parte dell’utilizzatore. Infine l’ultima tipologia è quella Parassita: tra tutte le categorie è probabilmente la più forte ma anche la più pericolosa tra tutte; una volta attivato, il pezzo degli scacchi si attacca ad una parte del corpo dell’utilizzatore e si ciba della sua energia vitale per crescere; questa particolare tipologia tende ad assumere la forma di gigantesche braccia o di altri arti utili in battaglia ma il quantitativo di energia che consuma è enorme.”.

 

Karma ascoltò con attenzione le parole di Minamoto; da quando aveva incontrato Oswald, aveva compreso che, per sopravvivere e tornare a casa, avrebbe dovuto apprendere il più possibile su quel mondo in cui era stata portata; terminato il discorso, Minamoto esclamò:

“ Ora basta parlare di teoria e passiamo a qualcosa di più interessante: il mio negozio è pieno di armi eccellenti che io stesso ho creato; Karma, prendi pure quella che preferisci.”.

La ragazza, invogliata dal negoziante, iniziò a vagare per la bottega in cerca di un’arma adatta a lei; nel profondo del suo cuore sapeva già su quale tipo sarebbe ricaduta la sua scelta, un’arma con cui si era allenata ogni giorno per anni: una spada; forse quella era la sua unica qualità positiva: fin da bambina aveva guardato il padre partecipare alle competizioni di Kendo e di Scherma e la passione l’aveva conquistata. Karma si guardò intorno per un po’ di tempo senza trovare nulla che le interessasse; ad un tratto, però, appesa ad una parete seminascosta da uno scaffale, notò un’arma completamente bianca simile ad una Ninjato ma lunga quasi ottanta centimetri e con una guardia curva e frastagliata; il fodero era bianco, con alcuni petali di fiori di ciliegio dipinti sopra. Appena la toccò, Karma comprese che quella era l’arma giusta per lei:

“ Prendo questa.”

“ Shiro Yaksha, ottima scelta; tra tutte le armi del mio negozio, quella è una delle migliori.”.

Oswald osservò per qualche secondo quella spada e, percependo qualcosa di strano, si rivolse nuovamente a Minamoto:

“ Di cos’è fatta?”

“ Non lo immagini, Oswald?”.

Senza dire altro, Minamoto appoggiò sul bancone un pezzo degli scacchi, un alfiere. Bastò quel gesto per glaciare l’atmosfera:

“ Vieni, Karma, ce ne andiamo.”.

Oswald mise i soldi sul bancone e si avviò verso l’uscita. Karma ringraziò Akemi e Minamoto e, portando con sé la tunica e la spada, lo seguì.

Mentre camminava verso casa, Oswald rifletteva su tutto ciò che era accaduto quel giorno:

“ Quando una persona attiva un pezzo degli scacchi, la sua anima si imprime sull’oggetto e vi rimane impressa per sempre, liberando un potere diverso per ogni persona; quando l’utilizzatore muore, però, il pezzo continua ad esistere e mantiene l’impronta dello spirito del suo proprietario; questi pezzi sono molto ricercati qui ad Altrove perché, se fusi e utilizzati per forgiare un’oggetto, quest’ultimo manterrà il loro potere. Armi del genere sono potenti ma anche difficili da usare; dovrò stare attento o Karma potrebbe farsi male.”

 

 

Note dell’autore: la Ninjato è una spada giapponese perfettamente dritta e normalmente corta.

Shiro Yaksha= Demone bianco

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