La sorpresa di San Valentino

di MariVent
(/viewuser.php?uid=134744)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In cui qualcuno è stranamente triste ***
Capitolo 2: *** Accordo ***



Capitolo 1
*** In cui qualcuno è stranamente triste ***


La signorina Betty stava appendendo cuori di carta rossi e rose di carta alle mura del penitenziario, con Peabody dietro di lei che controllava la sua attività.
«Uhm... signorina Betty? Non pensa che sia un po' troppo presto per le decorazionitudini di San Valentino?»
La signorina Betty si voltò e gli sorrise.
«Niente affato, signor Peabody. Intoltre, mancano solo due settimane a San Valentino.»
Peabody mise le mani sui fianchi e la guardò imbronciato.
«Devo farle solo una richiesta: mi deve promettere che non smetterà di rivolgere la parola a quella povera ragazza se riceverà più doni di lei, come invece ha fatto l'anno scorso.»
Lei alzò gli occhi al cielo e continuò ad appendere le decorazioni.
«Ho smesso di rivolgerle la parola perché ha avuto l'audacia di rubare e mangiare anche il mio cioccolato...»
Nel frattempo, nella cella in cui la "povera ragazza" che aveva rubato i doni della signorina Betty soggiornava assieme ai suoi tre fratelli, Averill (lei si chiamava così) stava piagnucolando rumorosamente.
«Ehm... Io sto provando a leggere, potresti abbassare il volume?» disse William sfogliando le pagine del suo libro.
«Gia, e io sto cercando di farmi venire in mente un piano.» sibilò Joe coprendosi entrambe le orecchie con le mani.
«Averill~» disse Jack con voce cantilenante «Ti do qualcosa di buono se la smetti di frignare, vieni qua~!»
Averill si mise seduta nel letto di Jack accanto a lui così velocemente che si potè vedere soltanto una macchia a strisce nere e gialle.
«Qualcosa di buono, uh? È... cibo?»
Jack ridacchiò e indicò il proprio cuscino.
«Si... È lì.»
Averill buttò il cuscino (che era in realtà un mucchio di paglia) per terra e mise il cioccolato che era sotto di esso nella sua bocca senza nemmeno preoccuparsi di togliere i fili di paglia che erano dentro.
«Grazie.»
Si pulì le labbra con la manica e Jack gli accarezzò la schiena dolcemente.
«Ho sentito dire da una delle guardie che Peabody e la signorina Betty hanno preparato una sorpresona per te: magari ti aiuterà a smettere di pensare a...» le diede una leggera gomitata «...tu-sai-chi...»
Joe gli diede una di quelle occhiatacce che Ran-tan-plan riservava ai gatti e gridò col fiato in gola al fiato in gola:
«È INUTILE, JACK, TUTTO IL MONDO SA DI CHI STAI PARLANDO!»

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Accordo ***


Due settimane passarono: era il giorno di San Valentino e, contrariamente alla previsione di Jack, l'idea della "sorpresona" non fece nient'altro che ricordare a Averill il tutto-il-mondo-sa-di-chi-stai-parlando che non poteva essere lì con lei quel giorno. Non stava piangendo ma non era nemmeno la sé stessa felice di sempre.
Tutti i detenuti era in fila uno accanto all'altro e Peabody e la signorina Betty erano davanti a loro.
«Considerando che le uniche donne qui sono la signorina Betty e Averill Dalton, ho deciso di modificare le regole di questa giornata: invece di regalare cioccolato solo a una persona dell'altro sesso, potete regalarlo anche a chiunque consideriate un amico o un fratello.»
I detenuti andarono ognuno per la propria strada: Averill camminò verso un grosso masso rimasto dal giorno precedente e vi ci sedette sopra.
Guardò gli altri detenuti mentre si davano calci e pugni l'un l'altro per dare per primi il loro cioccolato alla signorina Betty, con alcune guardie e la stessa signorina Betty che cercavano di calmarli e separarli sebbene lei li stesse più calmando che separando.
«Hey!»
Averill sentì una pressione sulla spalla e sussurrò:
«Ciao, Emmet.»
Emmet le mise una scatola a forma di cuore sulle gambe.
Averill guardò in basso, prese la scatola e l'agitò vicino al proprio orecchio.
«So che la mia faccia non dice di aver apprezzato il tuo regalo ma, fidati, domani lo farà.»
Si sforzò di sorridere e lo guardò negli occhi.
«Sai...Puoi sederti qui con me se ti va.»
Emmet si sedette accanto a lei e le mise una mano attorno alle spalle.
«Capisco come ti senti: anch'io ho una fidanzata in città ma non vado a visitarla molto perché...a causa del mio lavoro, ecco.»
Averill fece una risatina.
«ASINACCI! NON RIESCO A PENSARE CON TUTTO QUESTO CASINO!» Joe gridò agli altri detenuti che fermarono il loro pestaggio collettivo per qualche secondo prima di cominciare a rincorrere Joe, per il divertimento di Peabody, che stava sorridendo alla scena, e la preoccupazione della signorina Betty che corse dietro alla folla inferocita.
Emmet strinse Averil a sè con il braccio e le sussurrò nell'orecchio:
«Ora che nessuno ci sta guardando voglio farti una proposta: i ti do le chavi così tu scappi e vai a trovare il tuo uomo o quello che è ma! Se dici a qualcuno che te le ho date io, io lo negherò.»
Averill annuì e si mise in piedi.
«Puoi chiedere a Peabody di portarmi in cella?» mise una mano sulla pancia «San Valentino mi sta facendo sentir male un'altra volta.»
Emmet si mise in piedi, prese la sua mano, fece un respiro profondo e gridò:
«SIGNOR PEABODYYYYYYY!»
Il direttore girò la testa in direzione di Emmet.
«LA PORTO IN CELLA!»
Peabody annuì.
Emmet e Averill andarono alla cella dei Dalton: lui aprì la porta e si guardò intorno.
«E adesso mi rubi le chiavi.»
Lui prese le chiavi dalla cintura e le mise nella mano di Averill.
«Beh, si: sono una ladra abilissima, io!»
E risero.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3017804