50 Shades Of Newtmas

di Ladyoftherainbow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Hogwarts ***
Capitolo 2: *** 2. Camp Half-Blood ***
Capitolo 3: *** 3. Hospital ***
Capitolo 4: *** 4. Coffee shop ***
Capitolo 5: *** 5. Acquarium ***



Capitolo 1
*** 1. Hogwarts ***


1. HOGWARTS
Due ragazzi, un prefetto ed uno studente, camminano per i giardini di Hogwarts. All’improvviso il più basso dei due si fermò, costringendo quell’altro a fare lo stesso. “Chi è quello?” chiese il ragazzo più basso. “Testapuzzona che non sei altro, avverti quando vuoi fermarti in questo modo!” Gli occhi del più basso erano ancora fissati sul biondino seduto tranquillamente in giardino. “Non mi ricordo di averlo mai visto prima.” Il più grande sbuffò. “Ma che caspio ne so! Credo sia un Corvonero, boh. Andiamo Thomas, ho fame!” Il più grande spinse via l’altro che continuava a osservare incuriosito il biondino. “Uffa Minho, sei noioso. Non ho fame, voglio conoscerlo. Sembra solo...” Minho gli prese il viso e lo costrinse a fissarlo negli occhi. “Avrai la mia morte sulla coscienza.” L’altro roteò gli occhi. “Sono passate 3 ore dal tuo spuntino.” Puntualizzò. “Secoli!” decretò Minho. Thomas si girò per vedere il ragazzo, ma quello era scomparso. Dimenticandosi il proprio libro dietro. Thomas si affrettò verso il libro e lo prese in mano, rapidamente seguito da Minho. Vide il ragazzo allontanarsi, dimentico del libro.

“Ehi! Ehi te!” urlò correndogli dietro, Minho alle calcagna. Il biondo si girò verso di loro. Thomas gli fece un sorriso. “Ehi hai dimenticato il libro.” Il ragazzo si battè la fronte, e disse. “Che sbadato! Grazie mille.” Thomas gli consegnò il libro. “Come ti chiami? Non ricordo di averti mai visto in giro. Sono Thomas, Grifondoro.” Disse porgendogli la mano. Il biondo lo guardò incerto, poi la afferrò. “Mi chiamo Newt, sono Corvonero.” Thomas sorrise. “Questo qua è Minho, Grifondoro anche lui. È stato un piacere conoscerti.” Newt annuì, ancora un poco confuso, mentre Thomas e Minho correvano via.

***

“Pronto? Thomas!” Il ragazzo si riscosse dai propri pensieri e si concentrò sul ragazzo che parlava. “Scusami Minho, ero da un’altra parte.” L’asiatico roteò gli occhi. “L’ho notato, shuckface, l’ho notato. Stavo dicendo che c’è un ragazzo biondo che ti fissa con insistenza da qualche minuto, quasi incerto se parlarti o no.” Thomas alzò lo sguardo e notò il ragazzo del giorno prima, guardarlo un poco nervoso. Sembrava voler chiedergli qualcosa, ma allo stesso tempo fosse incerto. Ma alla vista di Thomas che lo guardava sorpreso capitolò e si avvicinò. “ Ehm, ciao, sono Newt, quello della volta scorsa. Grazie ancora del libro.” Thomas gli sorrise. “Niente di che.” Il ragazzo si mise una mano nei capelli, gesto che Thomas trovò adorabile. “Ehm, ti ho notato a pozioni, e sembravi in difficoltà... mi chiedevo, io me la cavo e se vuoi, come ringraziamento posso aiutarti...” Thomas gli fece un sorriso enorme. “Davvero? Sarebbe fantastico, Newt!” Il biondino smise di torturarsi le mani e si illuminò in un sorriso. “Allora ci vediamo domani sera in biblioteca?” Thomas annuì. “Certamente.” Il ragazzo gli rivolse un’ultimo sorriso e si allontanò velocemente. Thomas rimase a guardarlo mentre usciva dall’aula. Minho fece un sorrisetto. “Ben fatto, Thomas, hai un appuntamento.”

***

“Concentrati!” lo rimproverò il biondino. Thomas lo guardò con una faccia da cagnolino bastonato. Erano passati un bel pò di settimane dal loro primo ‘appuntamento’ e Newt aveva perso tutto il suo imbarazzo e nervosismo. “Se aggiungi dei petali di mandragora, farai scoppiare tutto!” continuò. Thomas si scusò. “Non lo faccio apposta, scusami.” L’altro sospirò. “Sembra che tu abbia qualcosa che ti frulla nella testa. Dimmi pure, Tommy.” Il ragazzo dai capelli scuri si morse l’interno della guancia. “Volevo sapere se ti va di venire con me ad Hogsmeade, questo fine settimana.” Buttò lì. Osservò atentamente come Newt prese la domanda. Arrossì violentemente e trattenne il respiro, poi sorrise. “Va bene. Ad un patto: devi riuscire a fare perfettamente questa pozione.” Thomas prese la sua pentola. “Affare fatto.”

***

“Amo Hogsmeade!” disse Newt, sorridendo. Thomas annuì. “Tutti amano Hogsmeade.” Tra di lui e Newt c’erano poco meno di 10 centimetri. Newt lo stava facendo diventare pazzo. Il modo in cui ogni tanto si mordeva o leccava le labbra, il modo in cui se le toccava quando pensava... faceva venire voglia a lui di vedere come fossero. Cercò di non pensare a quei pensieri. Solo allora si rese conto che Newt era fermo e lo fissava. “Uhm? Che c’è?” il ragazzo pareva in una lotta con se stesso, come se non fosse certo di cosa fare. Poi fece un respiro profondo e si avvicinò a Thomas. “Tommy... io...” Si morse il labbro e si mise le dita sopra, mentre pensava a come dire.

Thomas non sapeva se era per il fatto che si stava mordendo le labbra in quel modo, o il modo in cui le toccava, o il modo in cui il suo viso fosse arrossato: sta di fatto che lo fece. Si avvicinò a Newt e gli prese il viso tra le mani, schiacciando le sue labbra con quelle del biondo. Per un istante, Newt non si mosse. Poi cominciò a rispodere al bacio, per sommo piacere di Thomas. Quando si staccarono, Newt gli sorrise timidamente. “Possiamo dire che mi hai letteralmente tolto le parole di bocca.” Thomas sorrise sollevato e gli afferrò la mano, come aveva sempre voluto fare, da quando lo aveva visto seduto da solo. “Andiamo a bere qualcosa ai Manici di Scopa, Tommy.” Fece il biondo con un sorriso, trascinandolo. Thomas sorrise. “Andiamo.”

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Capitolo 2
*** 2. Camp Half-Blood ***


CHB

2. Camp Half-Blood

“Ohi, Thomas, si può sapere perché non ti fidi di me?” chiese il figlio di Afrodite. Il figlio di Atena lo guardò scocciato. “Perché mia madre è Atena, la dea della ragione. E mi ha dato abbastanza sapienza e ragione per capire che non devo mai fidarmi di te, Minho.” Minho gli diede una gomitata. “Così mi distruggi, Thomas. Ferisci i miei sentimenti!” Thomas roteò gli occhi. Poi notò il figlio di Zeus camminare tranquillo. Tentò di nascondersi, ma Minho lo notò. “Newt!” urlò infatti. Thomas lo guadò irritato, mentre Newt si avvicinava. “Ehi, Minho, ehi, Tommy.” Disse con un sorriso. Minho gli sorrise di rimando. “Come stai? È da un po’ che non ci si vede.” Newt scosse la testa. “Ho avuto una piccola impresa, sai com’è.” Minho si finse offeso. “E non ci hai chiamati con te? Questa è un’azione deplorevole persino per te.” Newt roteò gli occhi. “E te, Tommy?” il ragazzo riuscì ad alzare lo sguardo dalle labbra del biondo al suo viso, non senza difficoltà. “Ahem, sì, bene anch’io.” Newt gli sorrise calorosamente. “Bene così. Ora vado da Alby. Quella testa di cacchio mi è mancata.” Poi con un cenno a Minho e un sorriso a Thomas, se ne andò. Thomas si mise una mano nei capelli. “Possibile che io riesca sempre a rendermi ridicolo con Newt?” Minho lo guardò senza clemenza. “Mi chiedo come faccia Newt a non accorgersi della tua cotta. Sarò che mia madre è la dea dell’amore, ma si vede lontano un miglio!” Thomas sbattè la testa sulla terra. “Grazie per ricordarmi del fatto che sono un’idiota.” Minho gli sorrise. “Non c’è di che. Sei davvero sicuro di essere figlio di Atena?” Thomas grugnì qualcosa in risposta. “Perché se lo fossi ti saresti reso conto che il modo in cui Newt ti guarda e si lecca le labbra non è salutare.” Thomas alzò lo sguardo. “Smettila di sparare caspiate, Minho. Se non fosse per te, lui non si sarebbe mai reso conto della mia esistenza.”

 

Minho fece per parlare nuovamente quando una figura cominciò ad avvicinarsi a loro. Due ragazze. “Ohi, ohi, arrivano Teresa e Brè!” fece Minho. Thomas alzò la testa e vide la figlia di Poseidone e la figlia di Apollo avvicinarsi. “Tom!” fece la prima. “Indovina!” Il ragazzo la guardò annoiato. “Mi sento mortalmente triste e ferito, Tess. Per favore lasciami crogiolare con i miei rammarichi.” Brenda sollevò un sopracciglio. “Newt?” chiese. Minho annuì. “Newt.” Teresa lo guardò senza pietà. “Stasera do una festa a casa mia, ti divertirai un sacco!” Thomas scosse la testa. “Non credo affatto.” Teresa lo fissò a lungo. Poi si accese. “Puoi invitare Newt se vuoi. Magari si dimentica della tua idiotaggine.” Thomas alzò lo sguardo. “Dici che funzionerà?” Brenda e Minho grugnirono contemporaneamente. Teresa annuì. “Ma certo che funzionerà!” Thomas annuì compiaciuto. “Allora vengo!”

***

Avanti Thomas, la cosa non è difficile. Bussi alla porta della cabina uno, fai un sorriso e lo inviti. Dopotutto non è difficile, no? Tentò di convincersi il figlio di Atena. Prese un sospiro e bussò alla porta. Dopo qualche secondo, la porta della cabina si aprì e Newt apparve. Alla porta. Senza maglietta. Senza scarpe. Senza calze. Con i capelli scompigliati. E solo un paio di boxer addossò. Thomas divenne di una vivace sfumatura di rosso. Oh, dei, perché è così perfetto, perché! Non è giusto! “Tommy!” fece il biondo sorpreso, arrossendo. “Posso fare qualcosa per te?” oh, certo, potresti toglierti quei boxer e farmi tuo. Pensò. “Oh, ehm, volevo invitarti, cioè la mia amica Tess, cioè Teresa, sai la figlia di Poseidone, da una festa, e insomma, mi sono chiesto, non so, magari ti sarebbe piaciuto, che so, venire, ma se non puoi, oh, io non fa niente, insomma, non ti obbligo…” Grandioso, sono riuscito a fargli credere di essere più idiota di quanto sembri. Fantastico. Abbassò gli occhi, con le guance infiammate. “Ma certo che mi farebbe piacere, venire.” Fece Newt. Thomas alzò lo sguardo sorpreso. “Davvero? Cioè, uhm, fantastico. Sai dov’è la cabina, ma certo che sai dov’è la cabina, ehm, uhm, ci vediamo?” Newt gli sorrise e oh, cacchio, le ginocchia mi stanno cedendo. “Certo! Ci vediamo lì, il tempo di mettermi qualcosa addosso.” Ma non serve che tu ti metta qualcosa addosso. Meglio che te ti tolga qualcosa di dosso. Thomas annuì rapidamente, imbarazzato dai propri pensieri e corse via.

***

Perché mi sono lasciato coinvolgere? Pensò Thomas, bevendo il quarto bicchiere di birra, mentre la bottiglia si fermava davanti a lui. Il sorriso di Minho era tanto largo da sfidare lo Stregatto. “Obbligo o verità?” Sarei un’idiota colossale a scegliere obbligo con Minho. “Verità.” Il ragazzo lo guardò irritato, ma poi sorrise. Uh-oh. “Di chi sei innamorato, Thomas tesoro?” chiese l’asiatico, con gli occhi che brillavano. Thomas lo fissò con le guance che cambiavano colore. “Oh, no, Minho, per favore…” Il ragazzo lo fissò con il sorriso ancora lì. Teresa, completamente ubriaca, gli diede manforte. “Avanti, Tom, chi ti piace?” Brenda ridacchiò. “Siamo curiosi!” Traditori! Pensava Thomas. Non c’era via di fuga. Loro sapevano la verità e non l’avrebbero lasciato andare finché non l’avesse ammesso. Gemette. “Ehm, oh… mi piace ehm… Newt!” sbottò, il volto in fiamme. Il figlio di Zeus lo fissò, incredulo. Minho decise di salvare l’amico e girò la bottiglia che si fermò… di fronte a Newt. Oh, caspio. Pensò Thomas. “Obbligo o verità?” gli chiese Minho, sporgendosi avanti. “Obbligo?” fece lui. Quel ragazzo o è scemo o è sorprendentemente coraggioso, per dire obbligo a Minho. L’asiatico rise. “Ok, allora facci un favore e bacia Thomas.” Disse. Thomas alzò il volto in tempo per vedere le guance di Newt arrossire. Thomas borbottò. “Minho, sei un’idiota.” Anche se sentiva il proprio cuore prendere il volto. Poi si girò preoccupato verso Newt. “hm, non sei costretto a farlo.” Newt gli si posizionò davanti e si passò una mano tra i capelli. “Uhm, è un obbligo. E magari potrebbe essere che io voglia baciarti, o che abbia voluto baciarti da almeno 2 anni?” fece. Thomas spalancò gli occhi. “Davvero?” Newt fece un sorrisetto e si chinò a baciarlo. Thomas non perse tempo e rispose al bacio, le mani tra i capelli del biondo. Quando si staccarono, i ragazzi applaudirono. Teresa fischiò, Frypan disse “Usate la cabina di Zeus!” e Minho urlò “Mi ringrazierete un giorno!”. Newt gli rivolse un sorriso incredulo e per qualche miracolo, Thomas riuscì a non cadere. Poi tenendosi per mano come ragazzini delle medie, corsero verso la cabina di Newt. Brenda finse di asciugarsi una lacrima. “Grazie agli dei si sono dichiarati alla fine!”

Angolo autrice

Eccovi il secondo! Felici amorini! Io vi amo!

 

 

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Capitolo 3
*** 3. Hospital ***


AUTRICE: VI CHIEDO GIA' SCUSA. NON FUCILATEMI, HO PIANTO UN POCO, SCRIVENDOLA.

3. Hospital

Newt salì sull’autobus, un poco agitato. Era un giorno come un altro, e pioveva un poco.

Come ogni giorno, era passato a prendere sua sorella dopo scuola e ora sii stava dirigendo verso l’ospitale. Guardò fuori dal finestrino e notò una coppietta di fidanzati.

Lei lo stava tenendo per mano, mentre lui parlava al cellulare. Continuavano a lanciarsi quei tipici sorrisini da coppia alle prime armi. Newt si ritrovò a sperare che la loro relazione sopravvivesse a lungo.

Ultimamente gli succedeva sempre più spesso di guardare una coppia e sperare che la loro relazione fosse positiva. Forse inconsciamente sperava che facendo questo, magari anche la sua relazione sarebbe sopravvissuta a lungo.

Ma solo inconsciamente. Perché lui sapeva che in realtà la sua relazione non avrebbe mai potuto sopravvivere. Scosse la testa, cercando di eliminare i pensieri negativi, prima di chiamare la fermata.

Scese e si mise il cappuccio della felpa in testa. Aveva cominciato a piovere più forte.

Notò un piccolo negozio di fiori, sul punto di chiudere. Corse verso di lì, nonostante la caviglia gli facesse male.

“Scusate… posso? Posso comprare dei fiori?” chiese, respirando affamato. L’uomo lo guardò un poco infastidito, ma poi sorrise. “Cosa vuoi?” gli chiese, infine. Newt sorrise. “Fiordalisi, per favore.” Thomas amava i fiordalisi. La prima volta che si erano incontrati era stato in un campo di fiordalisi.

“Cosa stai facendo?” aveva chiesto Newt, all’epoca 6 anni. Thomas aveva alzato il viso verso di lui, un mazzo di fiordalisi in mano. “Raccolgo dei fiori. Sono i miei preferiti.” Aveva spiegato fiero. Newt li aveva guardati un sorriso sulle labbra. “Sono belli.” Aveva detto. Si era poi girato per tornare da sua madre, ma Thomas gli aveva afferrato il braccio. Quando Newt era tornato a girarsi verso di lui, Thomas gli aveva dato i fiori. “Ecco, visto che tu piacciono.” Gli aveva poi sorriso, quel sorriso che più tardi Newt si sarebbe reso conto di amare ed era corso via.

Newt prese i fiori e li pagò, prima di andare verso l’ospedale. Salutò la receptionist, ormai abituata a vederlo lì e salì calmo le scale.

Davanti alla porta di Thomas vide Teresa e Alby, seduti. I due gli fecero un cenno. “Minho è dentro?” chiese alla fidanzata del ragazzo. Teresa annuì. Teresa era la sorella maggiore di Thomas, nonché la fidanzata di Minho. Newt entrò nella stanza.

Minho era seduto su una sedia, non accanto al letto di Thomas e si stava strofinando gli occhi. Fece un debole sorriso a Newt. “Ehi, biondino.” Disse. Newt gli sorrise a sua volta, prima di girarsi verso il letto.

Thomas sorrise al biondo. “Ehi.” Sussurrò. Newt si avvicinò al suo letto e mise i fiordalisi nel vaso accanto al letto. Thomas  fece un sorriso leggermente più largo alla vista dei fiori. “Fiordalisi.” Sussurrò.

Newt si sedette accanto al letto. “Come stai, Tommy?” La risposta del ragazzo arrivò automatica. “Bene.” Poi rise, leggermente. “Sono stato meglio.” Newt passò una mano tra i capelli del fidanzato.

Thomas sospirò, sempre sorridendo. “Newt, sii forte, quando io… quando io non ci sarò.” Newt sentì il groppo alla gola tornare, ma si sforzò di deglutire. “Anche te. Devi combattere.” Thomas si volse verso la finestra, prima di tornare a guardarlo. “I dottori mi hanno dato ancora una settimana di vita al massimo.”

Newt si sforzò di controllare il movimento del labbro. “Avanti, Tommy, lo sai anche te che a volte i dottori si sbagliano.” Thomas annuì. “Lo so eccome. Non credo che arriverò ad una settimana. Non credo nemmeno che arriverò a stasera.”

Newt scosse la testa ripetutamente, mentre le lacrime scendevano sul suo viso. “Tommy, non dire così, cacchio.”

Gli occhi del ragazzo più giovane erano lucidi. “Non voglio che sia un colpo troppo forte per te, Newt.”

Newt tentò di asciugarsi gli occhi, ma non riusciva a fermare le lacrime. Thomas era sempre stato quello forte nella relazione. E ora vederlo piangere, lo stava distruggendo di più.

Dopo il primo incontro, Thomas e Newt non si videro per un bel po’ di tempo. Poi Thomas cominciò a frequentare la stessa scuola primari DI Newt e Minho. Newt lo riconobbe subito. “Il ragazzo dei fiordalisi!” urlò, non appena lo vide. Thomas lo guardò con un sorriso, chiaramente riconoscendolo. In poco tempo, lui, Thomas e Minho divennero inseparabili migliori amici.

Thomas e Newt si baciarono per la prima volta l’ultimo giorno della quinta elementare. Dalla prima media divennero una coppia.

Erano la coppia perfetta: il ragazzo più intelligente e il ragazzo più gentile della scuola. Rimasero insieme anche durante il difficile periodo in cui Newt rischiò di morire tirato sotto da una macchina.

Andarono alla stessa scuola superiore, e finirono l’università insieme. Tutti dicevano che erano di sicuro anime gemelle, erano perfetti insieme.

Dopo 2 anni dalla fine delle superiori, Newt aveva cominciato a sperare in un matrimonio tra lui e Thomas. Avevano fatto dei piani per andare in vacanza insieme e Newt aveva deciso che si sarebbe proposto in vacanza. Ma non fecero mai la vacanza.

Fu un caso, davvero. Thomas si era rotto un braccio cadendo dalle scale e, una volta all’ospedale, mentre lo rimettevano in sesto, avevano scoperto il tumore. O meglio i tumori, dato che lo stavano consumando letteralmente in tutto il corpo.

E ora, due mesi dopo, Thomas era lì, sdraiato a dirgli che non sarebbe riuscito a rimanere un altro giorno. Thomas tese la mano verso Newt, e il ragazzo gliela afferrò. Thomas la mosse verso il viso del biondo e gli asciugò le lacrime. “Non… non piangere, Newt.”

Newt si morse il labbro, mentre le lacrime rifiutavano di fermarsi. Thomas sospirò. “Ti amo tanto, Newt. Mi dispiace. Vi amo tutti.” Ora le lacrime stavano scorrendo sempre più copiose sul volto del giovane. Newt strinse la fredda mano di Thomas tra le mani. “Tommy, ti amo così tanto! Vorrei che avessimo più tempo…”

Thomas sorrise, tra le lacrime. “Lo vorrei anch’io.” Rimasero a fissarsi negli occhi per qualche secondo, finché un attacco di tosse non costrinse Thomas a chiudere gli occhi. Newt vide il battito cardiaco del moro decelerare.

Thomas sorrise nuovamente. “Newt… voglio dirti che sei il miglior ragazzo che qualcuno potrebbe sperare di avere nella propria vita. Nessuno è come te. Mi mancherai un sacco. Ti amo.” Fece. Poi chiuse gli occhi.

Newt continuò a stringergli la mano. “Tommy…” Thomas riaprì gli occhi. “Sii forte, Newt. Fallo per me.” Newt annuì, la vista oscurata dalle lacrime. Poi con un ultimo sorriso, Thomas chiuse gli occhi. E stavolta non gli riaprì.

Newt non lasciò andare la mano del giovane. “Tommy? Ti prego non lasciarmi. Tommy? Rimani con me per favore! Tommy, non lasciarmi!” urlò, piangendo. Sentì Minho piangere alle sue spalle, mentre usciva dalla stanza.

E dall’urlo straziante di Teresa, lo seppe anche lei.

Un paio di forti braccia lo afferrarono, e si ritrovò stretto tra le braccia di Alby, a piangere. Quando la mano di Tommy scivolò via dalla sua, pianse più forte. “Tommy! Perché…?!”

Pianse per se, e per la morte del proprio amore. Pianse per Chuck, il fratello minore di Thomas, che pensava che il fratello avesse solo un’influenza un poco grave, ma che sarebbe passata. Pianse per i genitori del ragazzo. Pianse per Minho, per Teresa, per Gally e gli altri. Pianse per Tommy.

Non pianse al funerale. Quello che stavano mettendo sottoterra non era il suo Tommy. Il suo Tommy era già andato via.

Newt visse fino ad una veneranda età, ma mai si sposò. Si vedeva ancora con Teresa e con Minho e gli altri. Non aveva più pianto per la morte di Tommy. E se gli chiedevano di lui, lui sorrideva, al ricordo del suo primo, unico e vero amore.

 

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Capitolo 4
*** 4. Coffee shop ***


Newt non aveva mai notato la caffètteria, prima di quel momento. Era piccola ed aveva un aspetto invitante. Il nome era ‘W.C.K.D is good’. Aveva assolutamente bisogno di qualcosa da bere, e, soprattutto, bisogno di qualcosa che rimettesse in sesto il suo cervello, perché davvero, ne aveva bisogno. Gli esami si facevano avanti e questo significava più e più notti insonni e attacchi di stress. Di sicuro gli serviva un buon caffè.

Apri la porta ed entrò. I tavolini erano tutti abbastanza pieni, quindi decise di sedersi al bancone. Aspettò pochi secondi, e un ragazzo gli si avvicinò. “Benvenuto a ‘W.C.K.D is good’, in cosa posso servirti?” chiese. Newt rimase impalato qualche secondo a fissarlo. Aveva i capelli corti e castani, gli occhi che sembravano oro liquido, dei nei assolutamente adorabili, e un sorriso…

Il ragazzo gli schioccò le dita davanti. “Ci sei? Sembri perso.” Fece sorridendogli incoraggiamente. Newt si sentì arrossire. ‘Che vergogna, mettersi a fissarlo cosi, senza ritegno.’ Pensò tra sé e sé. Si sforzò di sorridere. “Uhm, un caffè nero, per favore.” Disse, sospirando un poco. Il ragazzo lo guardò con un po’ di compassione. “Finali, eh?” chiese, portando via l’ordine. Newt si pentì di essersi seduto al bancone. In quel momento aveva una visione perfetta del cameriere/barista che lavorava. Il modo in cui fischiettava tra sé e sé mentre preparava il caffè e il sorriso che gli rivolgeva di tanto in tanto. Newt non faticò molto a rispondere con un sorriso suo.

Il ragazzo gli portò il caffè, e Newt ne approfittò per leggere il suo nome sul cartellino di riconoscimento. Thomas. Thomas lo notò leggere il cartellino e gli sorrise. “Thomas è il mio nome, ya. E qual è il tuo nome, giovane biondo dall’accento carino?” fece, sedendosi dalla parte opposta del  bancone. Newt mosse la testa di lato. “Newt.” Disse alla fine. Thomas sorrise. “Piacere di conoscerti, Newt.” Newt sorrise a sua volta. “Il piacere è tutto mio, Tommy.” Rispose. Thomas lo guardò, chiaramente divertito. “Non mi chiamano così da quando ho 3 anni, ma detto da te sembra molto più carino.” Disse, e gli fece un occhiolino. Newt tentò di controllare il rossore dalle sue guance. “Tom!” “Tommyboy!” urlarono due voci. Thomas e Newt si volsero nella direzione delle voci. Una ragazza dagli occhi blu e i capelli neri, entrò, uno sguardo assassino in volto. Dietro di lei vi era Minho, un ragazzo che andava all' università con lui e con cui era abbastanza amico.

La ragazza si fermò di fronte a Thomas, le mani sui fianchi. “Dì al tuo migliore amico, che può benissimo andare a dormire a casa tua d’ora in poi.” Fece sbuffando. Minho non parve notare la presenza di Newt.  Anche lui sembrava infuriato. “Dì a tua sorella che non ho nessuna intenzione di lasciare la casa per colpa della sua paranoia!” Thomas li guardo uno alla volta, chiaramente annoiato. “In due minuti avrete già dimenticato qualsiasi cosa sia successa, quindi non ho tempo da perdere con voi, ora.” Disse, volgendosi nuovamente verso di Newt. “Dicevi?” chiese, sorridendo nuovamente al biondo. Minho lo notò. “Ehi, Newt, che ci fai qua?” chiese, sorridendo all’amico. La ragazza dagli occhi blu lo fissava a sua volta, curiosa.  Newt sorrise a Minho. “Caffè, come puoi vedere. Ne ho bisogno, con tutta questa ansia d’esame.” Thomas si mise in mezzo. “Oh, Minho, conosci Newt?” chiese, sorpreso. Minho annuì. “Certo, facciamo inglese insieme.” Spiegò. Thomas parve corrucciarsi, poi mise il broncio. “E come mai non me lo hai mai presentato?” chiese, incrociando le mani sul petto. Minho roteò gli occhi. “Adesso lo conosci, no?” fece, incurante. Newt sorrise e Thomas spinse via Minho. “Teresa, Minho, andate a pomiciare da qualche parte e lasciatemi chiacchierare un poco con Newt.” Disse, sbuffando. Minho e Teresa risero e si presero per mano, allontanandosi in fretta.

Newt guardò Thomas, un sorriso sul volto. “A quanto pare conosci Minho.” Fece, chiaramente divertito. Thomas roteò gli occhi ed annui. “Purtroppo. Ma non parliamo di lui, ora, parliamo un poco di te.” Disse, sorridendo. Newt sorrise, mentre assaggiava il caffè. “Che cosa vuoi sapere?” gli chiese. Thomas scosse le spalle. “Oh, per esempio che cosa studi.” Fece. Newt sbuffò, prendendo un altro sorso del caffè'. "Studio inglese." spiegò. Thomas parve impressionato. “Davvero? Che figo!" disse, gli occhi che brillavano. Aveva l'aria di un cagnolino festoso quando sorrideva in quel modo. Newt chiese, a sua volta. "Invece te? Studi oppure no?" chiese. Thomas annuì, mentre faceva una smorfia. "Studio medicina." spiegò. Fu il turno di Newt di mostrarsi sorpreso. "Dici sul serio? Non l'avrei mai detto." fece. Thomas storse il naso. "Scommetto che è perché sono amico di Minho, giusto?" Newt non poté far a meno di sorridere all’adorabilità del ragazzo e alla domanda. "In parte." concesse. Bevve ancora un sorso del proprio caffè. "Quella ragazza, è tua sorella?" chiese. Thomas annuì. "Purtroppo." disse. Newt rise. Thomas scosse la testa, un sorriso sulle labbra. "Mia sorella gemella, per essere precisi. Sai che lei e Minho fanno sul serio? Credo che si sposeranno presto." fece. Newt lo guardo, sorpreso. "Davvero? Sono così giovani..." disse. Thomas annuì. "Sono giovani sì, ma si amano un sacco. E sono la coppia più carina che conosca. L'unico problema sarà chi sceglieranno come testimone: io sono fratello della sposa e migliore amico dello sposo. Sono fottuto." fece. Newt rise ancora. Thomas si fece serio. "Ma davvero, sono due persone fantastiche. Quando ho fatto il coming out, sono state le uniche persone a essermi vicine. I miei non l'hanno presa bene, ma Teresa è rimasta stoica al mio fianco. Minho invece ha detto che lo sapeva da secoli." spiegò, un sorriso sulle labbra. Newt lo guardò, incerto su cosa dire. "Meno male che avevi quei due. Ora invece...?" decise di dire alla fine. Thomas sorrise. "Ora hanno capito che vabbè, non avranno mai dei nipoti dalla mia parte. Ma mia mamma non vede l'ora di vedere chi sarà il mio fortunato primo fidanzatino." disse, ridendo. Newt sorrise a sua volta. "I miei lo hanno sempre saputo, a detta loro. Mia mamma si aspetta che alla prossima visita porti con me la mia ultima conquista." fece lui. Thomas lo fissò intensamente. "Quand'e che tua madre vuole incontrarmi, allora?" chiese. Newt per poco non rovesciò il caffè. Fissò Thomas in faccia. "Stai forse tentando uno strano approccio per chiedermi di uscire?" chiese, alla fine. Thomas sorrise. "Al momento sto tentando di chiedere il tuo numero." disse, facendogli un occhiolino. Newt lo fissò per qualche secondo, prima di scrollare le spalle. "Certo, perché no." concesse alla fine, mentre tirava fuori il cellulare e lo passava a Thomas. Il ragazzo scrisse velocemente il suo numero e nome. Poi sorrise al cellulare e lo passò a Newt. Il biondo sorrise. Thomas aveva salvato il suo numero come 'SexyBarista' e aveva messo una foto al contatto. Newt scosse il capo divertito, mentre gli mandava un messaggio. Poi si alzò in piedi. "Devo andare ora." disse Thomas mise il broncio e fece ciao con la mano. Poi però cambiò idea e lasciò un leggero bacio sulla guancia del biondo. "Ci si vede, Newtie." Newt sorrise. "Ciao, Tommy."

Angolo autrice

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Capitolo 5
*** 5. Acquarium ***


“Spiegami ancora per quale ragione mi trovo qua.” Domandò Newt per la centesima volta. Minho, per la centesima volta roteò gli occhi. “Perché sei il mio migliore amico e non potevi assolutamente lasciarmi venire da solo, hai insistito per accompagnarmi e così eccoci qua.” Rispose l’asiatico.

Newt lanciò un’occhiataccia all’altro ragazzo. “Io invece mi ricordo definitamente di star riposando sul mio letto, senza alcuna preoccupazione in testa, quando te sei apparso e mi hai costretto ad accompagnarti in questo cacchio di posto.” Fece il biondo. Minho fece un gesto con la mano. “Inutili dettagli.” Fece, mentre con gli occhi osservava la folla di gente intorno.

Newt sospirò, mentre ripensava al suo programma per la giornata. Passare la giornata sul letto, a mangiare gelato e guardare Sherlock in televisione. Oh, il paradiso.

Minho gli schioccò le dita davanti al volto, riportandolo alla crudele realtà. “Svegliati, o ti butto nella vasca coi piranha.” Lo minacciò l’altro. Ebbene sì. Si trovavano all’acquario. Evviva. Minho sospirò all’espressione tetra di Newt. “Smettila di fare il muso. Spaventerai tutti i pesci.” Gli disse, spingendolo avanti. Newt gli lanciò un’altra occhiataccia. “Come se te ne importasse un caspio dei pesci. Sei qui soltanto perché trovi troppo carina la ragazza che fa i tour per i pesci tropicali.” Borbottò il biondo. Minho fece un sorisetto. “Eddai! Lo so che in fondo in fondo non ti dispiace essere qua con me.” Gli disse, dandogli una leggera gomitata. Newt sbvuffò. “Certo, così in fondo che non riesco a vederlo nemmeno col binocolo.”

Minho lo ignorò, perché l’oggetto dei suoi desideri stava camminando verso di lui, con un sorriso. “Minho! Non mi aspettavo di vederti qua così presto!” fece la ragazza, sorridendo. Minho le rivolse un sorriso a trentadue denti. “Teresa! Anch’io sono felice di vederti!”

In un attimo Newt fu dimenticato, mentre i due chiacchieravano e ridevano, completamente dimentichi del fatto che esistesse un altro mondo al di fuori di loro due. Per quanto fosse completamente disinteressato nei pesci, decise di andare a farsi un giro, lasciando i due piccioncini a se stessi. Non si preoccupò di dire loro dove andasse.

Camminò tranquillo verso la vasca con i pesci pagliaccio e i pesci che assomigliavano tanto a Dori di ‘Alla ricerca di Nemo’. Si avvicinò per leggere il nome dei pesci blu, quando notò un altro ragazzo davanti al cartello. Stava guardando i pesci pagliaccio con un’espressione alquanto buffa in volto.

Era alto quanto Newt, ma leggermente più muscoloso. Aveva i capelli color castano, e gli occhi a metà fra il castano e il dorato. Probabilmente aveva la stessa età di Newt e Minho. Il ragazzo appoggiò la fronte sulla superficie liscia della vasca, e dilatò le narici del naso, incrociando gli occhi. Il pesce che si trovava lì davanti scappò a pinne levate. Newt non riuscì a trattenersi, e scoppiò a ridere.

Il ragazzo alzò lo sguardo ed arrossì, visto che Newt lo stava guardando e stava ridendo apertamente. Si grattò il collo, nervosamente, prima di scoppiare a ridere a sua volta. E Newt non poté far a meno di notare che il ragazzo aveva una risata bellissima.

“Piacere, mi chiamo Thomas.” Disse il ragazzo, e ok, anche la sua voce era bellissima. Newt gli fece un sorriso brillante, mentre si presentava a sua volta. “Piacere tutto mio. Il mio nome è Newt.”

Thomas annuì, mentre Newt faceva il suo solito sorrisetto. “Allora Tommy. Sei abituato a venire all’acquario e fare le boccacce ai pesci?” gli domandò, divertito. Thomas arrossì leggermente, ma rise. “No, di solito non mi avvicinerei ad un acquario nemmeno per sogno. Ma si da il caso che entrambe le mie migliori amiche abbiano deciso che sia saggio prendere un lavoro part time all’acquario, e quindi eccomi qua.” Disse sospirando. “E te?”

Newt scosse le spalle. “Neanch’io sono un tipo da acquario. Ma Minho, il mio migliore amico, si è preso una sbandata per una tipa che lavora qua, e mi ha fisicamente costretto ad accompagnarlo qua.” Spiegò. Thomas annuì. “Ti capisco.” Disse. Poi lanciò un sorrisetto a Newt. “Ehi, che ne dici di andare ad aspettare i nostri rispettivi e noiosi migliori amici alla caffetteria?” chiese. Newt rispose con uno dei suoi mezzi sorrisi. “Andata. Offri te, però.” Disse, incamminandosi. Thomas mormorò “Scroccone.” Facendo ridere Newt nuovamente.

Finirono seduti ad un tavolino per due, una fetta di torta e della cioccolata calda ciascuno. Chiacchierarono del più e del meno e Newt dovette più volte fermarsi a prendere fiato dalle risate. Thomas era divertente, e il più delle volte non era neanche intenzionale. Newt si tenne le mani sulla pancia, mentre tentava invano di calmarsi. “Non ho mai riso tanto in vita mia.” Annunciò il biondo.

Thomas sorrise. “Dovresti. Hai una bellissima risata. Ed un bellissimo sorriso.” Disse Thomas, arrossendo leggermente. Newt arrossì, ma non riuscì a fermare il sorrise che gli si spalancò in faccia. Fece per dire qualcosa, quando l’arrivo repentino di Minho e Teresa lo fermò.

“Migliore amico del caspio! Dov’eri finito? Mi sono preoccupato!” fece l’asiatico. Teresa non disse niente, semplicemente alzò un sopracciglio in direzione di Thomas. “Cosa?” chiese il ragazzo, sulla difensiva. Teresa rise, alzando le spalle. “Io non ho detto proprio nulla, Tom.” Fece. Minho lo fissò dall’altro in basso. Teresa gli sorrise. “Ti presento Thomas, il mio migliore amico. E te devi essere Newt, vero?” chiese. Il biondo annuì, prima di voltarsi verso Thomas. “le presentazioni sono state fatte. Che ne dici di togliere le tende?” chiese. Il moro fece un sorrisone in risposta. “Sono d’accordo. C’è un cinema a poco da qua, e fanno vedere The Avengers. Quindi andiamo a vederlo.” Disse afferrando la mano di Newt. Poi, con un sorriso strano e un luccichio negli occhi, corse via col biondo.

Teresa e Minho non poterono fare a meno di guardare i loro migliori amici correre via, con affetto. “Sono proprio carini insieme, non credi?” disse la ragazza. Minho annuì. “Assolutamente.” Poi notarono il pezzo di carta che Thomas aveva lasciato sul tavolo. Teresa lo prese in mano, e lesse ad alta voce.

Fanculo a voi e fanculo all’acquario. Grazie per averci fatto conoscere, ma veramente, potevate risparmiarci entrambi. Come penitenza potete pagare per il nostro spuntino. Baci xoxo Thomas e Newt.” Lesse la ragazza.

Minho roteò gli occhi. “Stronzi.”

 

Angolo autrice

No, non ho dimenticato questa sottospecie di Long, tranqui! W gli acquari comunque. Detto da una figlia di Apollo che come madre ha una figlia di Poseidon.

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