Là dove la foresta piange...

di mewmewdrake03
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Così tutto comincia! ***
Capitolo 2: *** Storie di scimmie, canarini gialli e neri sciacalli ***
Capitolo 3: *** Foresta insanguinata ***
Capitolo 4: *** La Città delle Anime! ***
Capitolo 5: *** Palude dagli occhi gialli ***
Capitolo 6: *** Ritrovarsi dopo molto tempo ***
Capitolo 7: *** Scintille di luce ***



Capitolo 1
*** Così tutto comincia! ***


 

Ragazzi salve, non vi annoio con un'introduzione tediosa e lunga!!! Tengo solo molto a farvi sapere che questa è la mia prima fan-fic in assoluto!! E mi piacerebbe molto se mi diceste cosa ne pensate!! Ve ne sarei molto grata!!!
Spero di avervi incuriosito almeno un po'!!!
Buona lettura!!!





Notte... Era notte e a Sakura piaceva molto la notte.
Le permetteva di rimanere sola con se stessa ed era allora che scioglieva le briglie dei cavalli della sua fantasia ed essi partivano al galoppo... e sognava ciò che più agognava al mondo.
Si, la notte proprio le piaceva! Preferibilmente senza luna, s'intende... si, perché quel maledetto satellite orbitante le ricordava cose che preferiva non ricordare, che si sforzava di dimenticare; pensieri che pur se dolorosi adesso erano tinti di una dolce malinconia, perché sapeva che,sebbene se ne fosse andato in una notte con la luna in cielo, poi era anche tornato. Per poco, certo, ma stavolta le aveva regalato una promessa, una promessa importante... Una di quelle che avrebbe mantenuto... DOVEVA mantenerla! Si, Sakura ne era sicura, l'avrebbe fatto! Lui sarebbe tornato! Non necessariamente per lei, ok, ma che importava in fondo? Voleva solo che lui tornasse, ecco tutto! Solo che tornasse, ecco... solo...
Calde lacrime iniziarono a solcarle il viso. Certo, le aveva detto che sarebbe tornato, le aveva detto pure di nuovo grazie, maledetta parola che lei cominciava ad odiare davvero, e poi era sparito senza dare sue notizie per 2 anni e diversi mesi. Era tornato al Villaggio per una ventina di secondi circa durante l'emergenza della caduta della luna sulla terra (Oh!Ma guarda che spiacevole coincidenza!) e poi era di nuovo scappato... Ooopsss, voleva dire ANDATO A FARSI UN GIRO PER IL MONDO, proprio come aveva detto lui, no? Per vedere le cose nitidamente come supponeva in futuro non sarebbe poi stato più in grado di fare...
Già, il suo viaggio! Il suo stramaledetto viaggio di redenzione a cui lei non era stata ammessa, e anzi di nuovo scartata, dopo essersi DI NUOVO umiliata pubblicamente! E adesso aveva una voglia matta di sbattere la testa contro il muro e tramortirsi, anche solo un pochino, per potersi coricare senza rimuginare oltre sull'accaduto.
Lui voleva vedere il mondo, IL MONDO! E pensare che una volta avrebbe voluto distruggerlo, quel mondo sul quale camminava, una volta avrebbe pure voluto distruggere il Villaggio a cui aveva promesso di fare ritorno... Sasuke ora era del mondo e il mondo di Sasuke. Sakura si chiedeva che avventure avesse vissuto in quegli anni, quante persone avesse conosciuto... con quante donn-!!!Arrrrgh! Aspetta! No! Questo non poteva pensarlo! Questo proprio no, non ce la faceva a sopportarlo, perché anche se non le importava quanto lontano potesse spingerlo il suo viaggio, l'idea che potesse trovare qualcuno che lo facesse restare così distante per sempre la terrorizzava a morte.
Sakura non era stupida, e non era neppure un'illusa: sapeva quale fosse il fascino di Sasuke, e quanto fosse forte, e s'immaginava che molte donne lo avessero avvicinato, o per lo meno avessero provato a farlo... e lui aveva detto di voler vedere il mondo, di scoprire cose cui prima non aveva fatto caso ecc... e immaginava che nel pacchetto-viaggio fosse pure compreso QUELLO. Cioè, non che fosse partito pianificandolo, certo, Sasuke non era il tipo da “viaggetti mentali prima del viaggio effettivo”, non aveva programmato niente, ma avrebbe vissuto alla giornata, accettando tutto ciò che il mondo aveva da dargli e da rivelargli... e sicuramente c'erano molte cose che il mondo e soprattutto le sue abitanti potevano svelargli! Se lo immaginava già, anche se non voleva e cercava di non farlo, aggrappato al corpo di un'altra donna, un'altra che non fosse lei, mentre la baciava, la prendeva per i fianchi e ...
Sakura si tuffò sul cuscino rossa come un peperone maledicendosi per tutti i pensieri che le molestavano la psiche quella sera. Forse avrebbe dovuto cominciare ad accettare gli inviti di Tsunade-sama al bar delle scommesse clandestine (ora che non era più Hokaghe sembrava decisa a recuperare tutto il tempo perso nel fingersi”una brava ragazza rispettosa della legge” come diceva lei. Sakura aveva pensato di rivelarle che non era mai stata una “brava ragazza rispettosa della legge” ma alla fine aveva deciso di tenerselo per sé, insieme a tutti i denti). Si, forse dopo 2,3 o 4 bicchieri di sakè sarebbe riuscita a dormire sonni tranquilli.... forse dopo qualche bottiglia sarebbe stata addirittura felice!
... O sarebbe morta...
In ogni caso si ripromise di pensarci seriamente, e magari di andare pure a comprarsi qualcosa per l'occasione! Un po' di shopping non può far altro che migliorarti l'umore, se hai già tutte e 4 le ruote a terra! L'indomani avrebbe chiamato Ino per mettersi d'accordo e sarebbero andate insieme: dopotutto sapeva che non c'era nessuno al mondo a cui lo “shopping per tirarsi su di morale” piacesse di più che alla sua amica.
Chiuse gli occhi, e non potè fare a meno di pensare che se fosse nata un po' più tonda, un bel po' più grossa e un po' più a chiazze verdi,marroni e blu, almeno adesso sarebbe con lui durante il suo viaggio, e gli apparterrebbe almeno un po', proprio come in quel momento gli apparteneva la terra su cui camminava...



La mattina seguente a quella che era stata una delle peggiori nottate della sua esistenza (aveva visto in sogno orribili donne che cercavano di approfittarsi di “Voi sapete chi” per rubare la sua virtù, e aveva dovuto combatterle per tutta la notte mollando cazzotti qua e la alle povere seduttrici sfortunate) e dopo il terzo caffè, si decise a passare dall'ufficio dell'Hokage : Kakashi sensei l'aveva convocata nel suo ufficio la mattina stessa, avendole fatto recapitare un messaggio all'ospedale.
Arrivata davanti alla porta del suo ufficio, Sakura bussò forte 3 volte.
< < Vieni pure avanti, Sakura > >
< < Kakashi sensei voleva vedermi?Oh! Tsunade-sama anche voi qui? > >
Sakura si stupì di trovarsi davanti anche la sua maestra, che sembrava avere un aria più grave del solito.
“Che abbia subito un' ingente perdita di denaro al locale, ieri sera?”
Tsunade la guardò fissa ed una vena ammonitrice iniziò a pulsarle sulla tempia destra
< < Posso immaginare bene cosa stai pensando, Sakura, te lo leggo in faccia! Ma sarà bene per te che tu impari a celare meglio le tue emozioni, altrimenti troverai qualcuno che ti farà la pelle, prima o poi! E per tua informazione, no affatto! I miei affari vanno benissimo, oserei dire A GONFIE VELE se capisci cosa intendo, chiaro!?!?! > > Ovviamente alla jonin fu subito chiaro, visto come la sua maestra aveva continuato a scrocchiarsi le dita delle mani per tutta la durata del discorso
< < H-Hay Tsunade sama! Ka - Kakashi sensei, mi aveva convocata? > > lo guardò supplice lei, cercando di dirottare la nave del suo discorso su “acque più tranquille”.
Lui la guardò con la solita espressione bonaria, complice della volontà della ragazza di rabbonire gli animi (dopotutto l'ufficio era appena stato ristrutturato...)
< < Si Sakura volevo parlarti di una cosa importante, vorrei affidarti una missione > >
In quel preciso momento qualcuno bussò alla porta e, accordato il permesso, Sai fece il suo ingresso nella stanza.
< < Buongiorno Hokage-sama, perdoni il ritardo, ho avuto un piccolo imprevisto stamani. > >
< < Sai, allora andremo insieme > > disse curiosa la rosa. Il ragazzo della Radice annuì con la sua solita faccia da pesce lesso. Poteva bene immaginarsi il “tipo di imprevisto” dai lunghi capelli biondi e dai languidi occhi blu che aveva trattenuto Sai più a lungo del dovuto “Ino è sempre la solita, abbastanza immatura da confondere le priorità degli altri” pensò sbuffando la ragazza, con una goccia che le pendeva sulla testa. Certo, lei era contenta per tutti i suoi compagni,che si erano fidanzati e vivevano le gioie dell'amore universale ecc ecc: Ino e Sai (loro erano davvero una strana coppia, ma forse il ninja della radice era l'unico in grado di reggere una ragazza dal carattere forte ed eccentrico come Ino), Shikamaru e Temari (aveva sempre sospettato che tra quei due ci fosse del tenero, ma non avrebbe mai immaginato che fosse proprio quell'indolente di Shikamaru a fare il primo passo!), Choji e Karui (Loro si che erano stati una rivelazione!) ed infine Naruto ed Hinata. Loro erano l'immagine perfetta di ciò che secondo Sakura doveva essere l'amore, e di ciò che esso doveva fare alle persone; loro due erano cambiati molto da quando stavano insieme: Naruto era diventato un ragazzo dieci volte più responsabile di quanto non lo fosse mai stato in tutta la sua vita e lei era diventata più sicura di se stessa, come se si piacesse di più e per questo avesse acquisito più fiducia ...Sembrava che traessero forza da quel loro mistico legame e questo Sakura lo capiva bene: li aveva visti spesso insieme, mentre si abbracciavano passeggiando in giro per Konoha, mentre Hinata imboccava il fidanzato durante uno dei loro frequenti pik-nik, mentre lui la guardava intensamente e le diceva quanto fosse bella prima di posare un bacio lieve su quelle pallide labbra... E quanto era attento Naruto! Ogni minimo gesto lo calibrava al millesimo per la sua Hinata! Il modo in cui le si rivolgeva, dolcemente, sapendo quanto lei ancora fosse timida nei confronti del mondo e quanto avesse bisogno del suo appoggio e della sua spinta... E lei dava una ragione a lui per continuare a vivere ogni giorno dando il massimo, perché Hinata lo faceva sentire come se fosse il suo eroe... Era il suo eroe... Ed era anche uno degli eroi di Sakura... Lui, accanto ad un freddo tenebroso adoratore delle lunghe passeggiate in giro per il mondo... Lei davvero era felice per tutti loro, ma un mostriciattolo verde spesso e sempre più frequentemente faceva capolino da dietro le sue spalle: perché in fondo sapeva che per lei non sarebbe mai potuto essere così... e ultimamente cominciava a sospettare che non sarebbe mai stato in nessun modo...
< < ...akura mi stai ascoltando? > >
< < A-ah! S-scusi Kakashi sensei, mi sono distratta! > >
< < ... Si, lo vedo... > > Fece con espressione rassegnata il Neo-kage
< < Stavo esponendo l'importanza e lo scopo della missione: dunque, ascoltate bene e non interrompetemi mai durante la spiegazione: è necessario che io abbia la vostra totale attenzione > > disse questo guardando Sakura che arrossì come un pomodoro < < Ufficialmente tu e Sai sarete inviati in un Villaggio ai piedi del Monte Sereno in missione diplomatica, per cui dovrete consegnare questa lettera scritta di mia mano al capo-villaggio: sembra che finalmente le terre in quella zona abbiano deciso di firmare un trattato di pace tra loro e con i paesi più potenti. Con ciò elimineremo il problema d' insorgenze di moti civili durante questo periodo di pace, che si spera molto duraturo. > >
Kakashi fece una pausa, chiuse gli occhi ed espirò, ma nessuno osò fiatare: era chiaro che ci fosse di più.
In fine espirò e riaprì gli occhi, che si erano fatti molto più intensi e scuri.
< < Ufficiosamente la vostra missione comincia da quel preciso istante. Dal villaggio dovrete dirigervi verso un sito dove si trovano delle rovine note a molti; si tratta dei resti di un'antica città da cui poi si sono generati tutti i villaggi limitrofi. Si può affermare con certezza che quella sia la città antenata dei suddetti villaggi, e che abbia più di 3000 anni. Sto parlando delle rovine della città Sacra di Hara. Lì incontrerete un gruppo di ninja che vi porterà fino a destinazione. Fate attenzione: non dico che non possiate fidarvi di loro, ma preferirei foste molto cauti: fanno parte di un corpo ninja speciale chiamato “gli sciacalli neri”. Sono combattenti di altissimo livello,addestrati fin dal principio per fare una sola cosa: uccidere. E' chiaro dunque che dovrete stare molto attenti a tutto ciò che vi accade intorno, è chiaro? > >
I due compagni di team annuirono, ma Sakura non potè fare a meno di stringere con forza i pugni “Kakashi sensei non si sarebbe mai esposto tanto se non ci fosse stato in ballo qualcosa di davvero importante”
< < Ciò che viene dopo è di massima imporatnza, ma soprattutto è di massima segretezza, per cui badate bene di non lasciarvi sfuggire nessuna informazione per nessun motivo al mondo, con nessuno. Sarete condotti dai suddetti ninja fino al villaggio che conosciamo con il nome di Villaggio delle Anime > >
Sakura sussultò < < K-kakashi Sensei non intenderà... > >
< < Si Sakura, parlo proprio di QUEL villaggio, il Sacro Villaggio della Vita Eterna, di cui avete sentito parlare nelle leggende o nelle favole, fino ad ora. Voi sarete scortati fino a lì per consegnare questo rotolo sacro, che abbiamo requisito perlustrando uno dei villaggi caduto vittima della guerra; non sappiamo perché il rotolo si trovasse lì o quale fosse la sua effettiva utilità, perché non è stato aperto, ma sappiamo fin troppo bene che possedere armi come queste in tempo di pace fa pensare ad un pretesto fin troppo reale per riprendere la guerra. Nessuno dei Villaggi può custodirlo, se non il Villaggio che ne è il legittimo proprietario, ovvero il Villaggio delle Anime. La locazione è incerta, entro il paese della Nuvola. Lì i conflitti sono ancora aspri, per cui c'è la possibilità che veniate attaccati. Non è necessario a questo punto che vi dica quanto è importante che proteggiate il rotolo. > >
< < Scusi la domanda Kakashi sensei, ma se il rotolo non è stato aperto come fate a dire con certezza che appartenga a QUEL villaggio? > >
Azzardò Sakura, che ancora non riusciva a credere di essersi davvero svegliata quella mattina e di stare conducendo quella conversazione... probabilmente nella prossima missione sarebbe andata a caccia di gnomi nella foresta o a catturare l'ombra di Peter-Pan che si aggirava furtiva per Konoha...
< < C'era il sigillo del Villaggio sul rotolo: il simbolo dell'infinito. Pare che neppure il villaggio che ne era entrato in possesso abbia avuto il coraggio di leggere il rotolo: il potere che potrebbe esservi racchiuso è tanto intrigante quanto spaventoso. Non a caso il Villaggio delle Anime è stato tramandato come una leggenda: ma ricordatevi che ogni leggenda ha un fondo di verità. > >
< < Se non sbaglio > >fece Sai < < il Villaggio di cui parlate è quello che, secondo la leggenda, racchiude il segreto dell'immortalità. Si dice che i suoi abitanti abbiano più di 2000 anni, e tutti si presentino con l'aspetto di donne e uomini giovani. Sembra che il tempo non passi mai e che ci sia una foresta magica che dona la vita eterna ai più meritevoli. > >
Sakura guardò il suo compagno, e poi i due adulti di fronte a lei < < M-ma sul serio? Cioè, credete davvero che esista un posto del genere!?!? > >
< < Certo > > le rispose un imperturbabile Kakashi < < Gli sciacalli neri vengono proprio da lì > >
< < Ma perché!?!? Vi renderete conto anche voi che è assurdo! Va contro ad ogni forma di- > >
< < Perchè io ci sono stata > >
Il silenzio calò nella stanza e Sakura fu percorsa da un brivido gelido che le salì lungo la spina dorsale.
Tsunade era appoggiata contro lo stipite della finestra e adesso la guardava intensamente negli occhi: sembrava quasi volerle comunicare più di quello che lasciava trasparire.
< < Durante i miei viaggi in gioventù mi sono trovata,a causa di circostanze moleste, a corto di denaro e in fuga da certi tipi loschi che avevano tutta l'intenzione di rovinarmi la vita. > >
Sakura poteva ben immaginare quali fossero le “circostanze moleste”(--> scommesse andate decisamente in modo pessimo e gioco d'azzardo a go go) e chi “i tipi loschi!”(→ conosciuti anche come creditori...) Ma evitò di lasciarlo trasparire e si congratulò mentalmente con se stessa per la sua capacità di adattamento e o spirito di sopravvivenza.
< < Ad un tratto – proseguì la Sanin leggendaria- mi ritrovai in una foresta fitta e,sfinita dalla fame e dalla fuga, mi accasciai al suolo. Mi ricordo che cominciò a piovere come se il cielo volesse scendere sulla terra e io non avevo neppure le forze per trovarmi un riparo > >
Tsunade si ricordava bene come fosse stato umiliante quel periodo della sua vita: si era resa conto che non sarebbe più potuta essere un medico, perché ogni volta che vedeva del sangue si ricordava di Lui... e di tutti quelli che durante la sua vita non era riuscita a salvare; se solo avesse incontrato allora Naruto- rammentò a se stessa- le cose sarebbero state di certo diverse. Comunque il passato è passato e non si può certo cambiare nel presente. E in quel periodo lei non sapeva neppure di possederlo un presente: sempre ubriaca, dedita al gioco e ad imbrogliare gli altri. Tutto pur di non pensare, pur di non essere se stessa... e alla fine non faceva altro che fuggire di casa in casa, di villaggio in villaggio; fino a ridursi all'osso, fino a scomparire...
< < Fu allora che accadde: aprii gli occhi e vidi un albero cavo davanti a me, e mi fosse preso un colpo se prima c'era! Era come apparso, rispondendo ad una supplica che non avevo emesso. Comunque, riuscii a strisciare dentro il mio rifugio di fortuna e lì mi addormentai, circondata da uno strano tepore; la mattina dopo mi svegliai rinvigorita e in piene forze e decisi di rimettermi in viaggio, quando mi sentii chiamare... > >

Inizio flashback
< < Hey tu, dove pensi di andare? > >
La giovane si fermò interdetta e lentamente si girò, trovandosi davanti all'albero cavo
< < T-Tu hai parlato!?!? > >
< < … > >
Da dietro al tronco imponente sbucò una donna alta e dall'aspetto etereo: occhi grandi e scuri come la notte, capelli neri come la pece che le ricadevano in parte sul volto e giù lungo la schiena, fino ai fianchi. Aveva una pelle straordinariamente nivea ed indossava una lunga tunica scura.
< < S-SPIRITO VA VIAAAAAAAAAAAA! TI CACCIO IN NOME DI TUTTI GLI DEI CELESTI E ANCHE DI TUTTI QUELLI DI ALTRI COLORI MA TI PREGO VA VIA ! OH KAMI! GIURO CHE NON INGANNERO' PIU' AL GIOCO DEI DADI E NON PICCHIERO' PIU' NESSUNO A MORTE LO GIUROOOOOOOOO > > Disse tutto questo facendo una stana danza di scongiuro, o almeno questo era quello che doveva significare...
< < ... Pff.... > >
< < ... Hè???... > >
< < ... Pff... Pfffff... PffffffffAHHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHHAHAHAHHAHAHAHAH > >
< < HE'?!?!?! > >
< < Ma ahahahhahahahah Ma cosa AHAHAHAHAHH MA COSA DIAVOLO STAI DICENDO RAGAZZINA!?!? Devi avere battuto forte la testa ieri notte ahahahahaahaahahahahha! Prima parli con gli alberi e poi vedi spettri nella foresta ahahhahahahahahhhah! Sei davvero un tipetto strano!! > >
< < ... Ma quindi.... Tu sei umana? > >
Al chè una vena iniziò a pulsare pericolosamente sulla tempia della donna che aveva preso ad avanzare con passo spedito verso di lei
< < Beccati questo! - dandole un cazzottone in testa- e porta rispetto per chi è più grande di te! > >
< < AHIA! Ma che...!?!? Solo perché sei vecchia io devo parlarti con rispetto anche se non ti conosco? Potresti pure essere un'assassina e poi sei stata tu ad uscire all'improvviso da dietro quell'albero e a spaventarmi a morte, maledizione! > >
E queste dichiarazioni non le fruttarono altro che una valanga di botte tra il capo e il collo, che arrivarono in fretta e furono inesorabili.
< < BRUTTA MOCCIOSA INSOLENTE! A CHI HAI DETTO VECCHIA!?!? FORSE AVREI DOVUTO LASCIARE CHE TU IERI MORISSI INVECE DI SALVARTI! MA SE QUESTO E' DAVVERO IL TUO DESIDERIO, ADESSO RIMEDIAMO SUBITO! > >
< < Aspetta, hai detto che mi hai salvata ieri?! > >
< < Certo mocciosa maledetta! Pensavi che la foresta avesse deciso di prendersi cura di te per IL TUO UMORISMO PUNGENTE? > >
< < L'albero cavo! Avevo ragione, prima non c'era vero!? Ma poi è apparso e io mi ci sono rifugiata e poi... poi... non ricordo altro, solo una forte aura di calore e la sensazione, per un istante... la sensazione di essere in un posto sicuro, ed ero felice, era come.... essere a casa... > >
Calò un improvviso ed inquietante silenzio.
< < La foresta sorride benevola, lei si prende cura di chi ne abbisogna... la foresta sorride e la foresta perdona, perché ella è casa, ella è vita > > Mentre diceva questo, la donna aveva come un alone opaco sugli occhi, lo sguardo lontano, perso in chissà quali pensieri.
E Tsunade si ritrovò a pensare che era qualcosa di grande, qualcosa di importante.
Poi l'incantesimo si ruppe e tutto cessò; la donna scosse il capo e la guardò con aria indignata
< < Comunque sia, tu sei in debito con la foresta e questo significa che sei indirettamente in debito con me; normalmente gli uomini chiedono denaro per i loro servigi,ma tu sei fortunata: io non sono un essere umano così banale. Ho per l'appunto bisogno di un'assistente che svolga alcune faccende per me, e tu sei la candidata ideale. > >
< < C-cheeeeeee!?!? No, hey, senti, aspetta un attimo! Che vuol dire tutto questo!?!?! Io devo farti da assistente???? Stai scherzando per caso??????????????? > >
< < Ovviamente no nanetta > >
< < NA- NANETTA!?!?!? Ma si può sapere che vuoi da me!?!? > >
< < Ti ho appena salvato la vita, un po' di riconoscenza non sarebbe male. > >
< < Non te l'ho mica chiesto io, maledizione! Hai fatto tutto da sola! > > Disse indignata la bionda incrociando e braccia al petto.
< < Ti sbagli > >
< <. .. Hè? > >
< < Ho detto che ti sbagli. Sei stata proprio tu a chiedermelo. > >
< < Cosa dici? Io non ho nemmeno parlato! > > E di quello almeno Tsunade era sicura: non avrebbe avuto nemmeno la forza per farlo.
< < La tua anima ha parlato per te, e la foresta ha ascoltato. Io ho ascoltato. La tua storia di lacrime, sangue e dolore tu l'hai gridata in silenzio quando la tua disperazione, ieri sera, era diventata troppa da tollerare. Avevi deciso di smettere di lottare e di abbandonarti, semplicemente. Ma sai Tsunade cosa hai pensato poco prima di lasciarti tutto alle spalle? Hai detto a te stessa “ io non voglio morire così, io non sono questa donna che giace prostrata riversa nelle sue stesse lacrime. Io non sono così” E io ti credo. Noi ti crediamo – disse allargando le braccia e mostrandole la foresta- ed è per questo che la possibilità che ti abbiamo concesso tu non devi sprecarla. > > Disse infine, guardandola dritta negli occhi.
Tsunade, dal canto suo, la fissava allibita “Q-questa donna è completamente pazza! O è pazza lei, oppure sono impazzita io! Forse ieri sono davvero morta e questo è il reparto psichiatrico dell'inferno! Ma maledizione, Maledetta lei! Come fa a sapere tutte queste cose? Perchè mi parla come se mi conoscesse? Questa donna che sembra uno spirito del bosco riesce a leggermi dentro con una tale facilità... è spaventosa! Eppure non percepisco nessun intento malvagio in lei; forse è un po' folle, ma no, decisamente non c'è niente di malvagio in lei! E ora cosa....? Che devo fare?”
Nel frattempo la donna si era incamminata lungo un sentiero che sembrava apparso all'improvviso dal nulla.
< < Sbrigati nanetta, o con quelle gambe corte che ti ritrovi non riuscirai mai a starmi dietro > >
< < H-Hey aspetta! Dove stiamo andando Vecchia??? E per tua informazione, sono nella media ideale di altezza per una ragazza della mia età! > > Disse sbuffando sonoramente e alzando il capo... che si riabbassò subito, conseguenza di un severo cazzottone al centro della testa.
< < Continua a fare la mocciosetta irriverente e forse non camperai fino a domani > > disse sputando fuoco dalle orbite la mora.
< < Ahia maledetta! Che cavolo mi hai salvato a fare se rischi di uccidermi procurandomi una commozione cerebrale!?!? > > “ MA DAVVERO HO PENSATO NON FOSSE MALVAGIA!?!?”
< < Sbrigati nanetta, non lo ripeterò: non ho intenzione di aspettarti, e se mi perderai di vista non riuscirai più a ritrovare la strada e rimarrai imprigionata per sempre in questo bosco > >
Tsunade fu percorsa da un brivido e si affrettò a raggiungere la sua strana guida
< < A-ad ogni modo, come fai a conoscere il mio nome??? E a questo punto mi pare equo sapere il tuo! > >
< < Lo so perché la foresta sa tutto, Tsunade. I suoi abitanti vegliano sulle azioni umane da migliaia di anni, e da migliaia di anni ci seguono silenziosi lungo il nostro cammino. Non ci possiamo nascondere dalla foresta: i sui occhi sono ovunque e arrivano a scrutarti fin dentro l'anima. Ed il mio nome è Miko > >
“ Sacerdotessa... Si, è decisamente pazza e pure abbastanza inquietante!”
< < Senti, ma non mi hai ancora spiegato come hai fatto con quell'albero! Voglio dire, come lo hai materializzato davanti a me??? > > Chiese Tsunade immaginando fosse opera di qualche strano jutsu.
< < Semplice, gli ho chiesto di prendersi cura di te, e lui ha accettato > >
< < C-CHE COSAAA!?! Ma chi credi di prendere in giro vecc- > >
< < Shhhh > > la zittì all'improvviso l'altra < < Silenzio ora > >
E la giovane ninja smise addirittura di respirare “Mai contraddire un pazzo!”
La donna iniziò a comporre dei sigilli cantilenando qualcosa che aveva la parvenza di una preghiera.
All'improvviso di fronte a loro apparve come per magia un intero villaggio < < Un Genjutsu!?!? > > Tutto era candido come la neve: case enormi di marmo bianco contornavano parchi che parevano piccole foreste
“foreste in un villaggio nella foresta.... ma che- !?!?”
Palazzi che si stagliavano contro il cielo,con striature marmoree che nella luce riverberante del sole parevano dorate. Tutto era un gioco riflessi che si rincorrevano lungo le lisce mura della città, e le voci della gente si mescolavano con il rumore del vento che s'insinuava sibilante tra le foglie.
“Un arte illusoria così potente... chi mai ne sarebbe capace!?!? Nasconde suoni ed immagini come se fosse una vera e propria barriera nei confronti del mondo! Come fanno a mantenerla tutto il giorno per tutti i giorni dell'anno!? E poi, perché-”
Ma le sue recriminazioni mentali furono interrotte sul più bello da parole che lei non avrebbe più dimenticato, mai più per il resto di tutta la sua vita:
< < Benvenuta in quella che sarà la tua nuova casa Tsunade, almeno per un po' : Il Villaggio delle Anime. > >

Fine flashback

< < E questo è quanto. Sono rimasta due anni al Villaggio, diventando allieva di Miko e poi ho ripreso il mio cammino,con la promessa che non avrei fatto parola con anima alcuna né del Villaggio né di cio' che vi alberga. > > Concluse Tsunade, riabbassando lo sguardo e perdendosi nei suoi pensieri.
La Sanin leggendaria sapeva bene che se non fosse stato per quell'incontro dettato dal destino, lei non si sarebbe trovata li in quel momento.
Nella stanza era calato il silenzio più assoluto.
Sakura si decise a parlare per prima.
< < Quando dobbiamo partire esattamente? > >
< < Il prima possibile Sakura, oggi stesso nel pomeriggio se possibile. Capirete che a questo punto e nella situazione delicata in cui ci troviamo, prima portiamo a compimento la missione, meglio sarà per tutti. > > Ribattè Kakashi appoggiandosi allo schienale della sua poltrona d'ufficio, incrociando le dita di fronte a sé.
< < Bene > >Risposero i due ragazzi in coro, congedandosi per andare a prepararsi adeguatamente alla missione.
< < Sakura, un'ultima cosa > > La trattenne la sua Sanin.
La ragazza guardò negli occhi la sua maestra, e quello che ci lesse la turbò non poco: inquietudine.
< < Sai è un ottima spia, sa mantenere i segreti meglio di chiunque altro qui al villaggio, e per questo è stato scelto. Il motivo per cui sei stata scelta tu, invece,non è solo dovuto al fatto che sei uno dei migliori ninja medico e jonin che abbiamo al villaggio > > Disse scandendo bene le parole.
“Ok, ora davvero comincio a preoccuparmi” pensò la ragazza. Tsunade non faceva mai giri di parole! Si può dire che la maggior parte delle volte era diretta come una palla di cannone, anzi!
< < .. e? > > si azzardò a chiedere
< < E io desidero che una volta arrivati al villaggio tu cerchi Miko, la guardiana dell'Albero Sacro, e che tu la convinca ad essere tua maestra. Rimarrai lì sei mesi ed imparerai ciò che solo a pochi eletti è dato conoscere. Tu che sei stata mia allieva adesso sarai allieva della mia maestra, perché credo che possa insegnarti cose che non sono in grado di insegnarti io. E Sakura, ti avverto: non sarà facile convincerla, non è una donna comune, la si può infatti definire abbastanza eccentrica... al limite della pazzia, per così dire; quasi diabolica a tratti – nel frattempo a Sakura era nata una goccia in testa che andava via via ingigantendosi - ma sappi che se riuscirai a farti istruire da lei, ben poche cose non sarai in grado di fare! Perchè, sebbene non sia semplice.....starle accanto è soprattutto un onore. > >
E l'ultima frase fu colma di sentimenti che Sakura in quel momento non seppe neppure definire.
< < Tutto quello che so, Sakura, e molto di quello che sono... lo devo a lei>> Concluse la sanin che ora pareva commossa. E forse proprio per questo si giro verso la finestra sbraitando un < < E ora andate senza perdere altro tempo! > >
Sakura sorrise tra sé e sé; conosceva abbastanza bene Tsunade da sapere che questa Miko era una persona decisamente importante per lei.
< < Tsunade-sama > > disse fermandosi mentre varcava la porta < < non ti deluderò > > e uscì dall'ufficio con il volto luminoso. La sua Sanin si fidava di lei e non l'avrebbe delusa per nessun motivo al mondo.
< < So che non lo farai Sakura, credimi, lo so > > Disse la sua maestra, mormorando al suo riflesso.
< < Hèèè... Questi ragazzi crescono in fretta … > > mormorò di rimando Kakashi, celando il sorriso dietro la maschera.

Sakura correva e correva verso casa a più non posso: si sentiva emozionata e viva come non le succedeva da tanto tempo!! Troppo tempo!!! “Ordini di ninja assassini, Città magiche che sbucavano dalle leggende per diventare reali, Rotoli misteriosi che celavano chissà quali meraviglie ed infine la prospettiva di incontrare la maestra della sua maestra!!! Una donna che aveva fatto di una Senin ciò che era! Doveva essere di certo una creatura straordinaria, e lei non vedeva l'ora di conoscerla : sarebbe diventata sua allieva ad ogni costo, le fosse anche costato un braccio! (nda : si questo era intenzionale XD )
Adesso avrebbe solo dovuto spiegare la situazione ai sui genitori e ai suoi amici (s'immaginava già la fila infinita di domande che avrebbe fatto Naruto!) e rimandare lo shopping di un bel po' ;
“perdonami Ino, dobbiamo solo rimandare di sei mesi!!!! Almeno ci saranno i saldi di fine stagione!”
E con gioia colma d'aspettativa, una ragazza correva verso casa, attraversando a gran velocità le strade assolate di Konoha.



Allora cosa ne pensate??? Piaciuto il primo capitolo???
Alla prossima!!
Mew

 

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Capitolo 2
*** Storie di scimmie, canarini gialli e neri sciacalli ***


 

Salve a tutti!!! Ecco il secondo capitolo fresco di fabbrica!!!!
Sarà un passaggio fondamentale soprattutto perché ci svelerà qualcosa in più sul cammino del nostro amico girovago...
Non è stato affatto un pezzo facile da scrivere! Ma ci ho messo tutta me stessa, perciò non ho rimpianti!!!
Ringrazio infinitamente chi mi ha recensito! Siete voi che mi fate capire se la storia che sto scrivendo valga la pena di essere letta o meno!!!
Ma ora basta, ho tergiversato anche troppo!
Vi auguro una buona lettura!!!!!
 
 
 
 
 
La mattinata passò in un lampo, impegnata com'era a preparare il bagaglio per la missione e a spiegare ai suoi che quel viaggio “ si sarebbe prolungato giusto un pochino”.
Tsunade stessa si era premurata di arrivare a casa della sua allieva all'ora di pranzo per spiegare ai due poveri genitori che la sua pupilla sarebbe dovuta rimanere fuori più del previsto “perchè circostanze superiori lo richiedevano”!
Quali fossero le reali circostanze, ai due inconsapevoli parenti non era dato saperlo, ma quelle ufficiali “richiedevano la presenza di Sakura per la riorganizzazione dell'orto botanico adibito alla coltivazione di erbe medicinali del villaggio di Kun “(il piccolo villaggio a cui la loro missione faceva riferimento, e da cui sarebbero poi dovuti partire per dirigersi alle Rovine di Hara).
Ovviamente sua madre e suo padre non si opposero, ma Sakura sapeva quanto fosse doloroso per loro doversi separare da lei per un periodo così lungo... soprattutto per sua madre, che dopo la Grande Guerra non le si era staccata di dosso, nemmeno per un istante,per almeno tre settimane: quella donna sapeva essere estremamente caparbia quando voleva! ( e la caparbietà era una caratteristica che i suoi geni si erano premurati di tramandare)
Nonostante il suo carattere duro (quasi granitico, si potrebbe dire) Sakura sapeva che sua madre aveva pianto durante la guerra, e non aveva smesso di farlo per molti giorni anche dopo la sua fine... La paura che aveva avuto di poter perdere la sua amata unica figlia l'aveva quasi fatta cadere in uno stato catatonico per giorni, e Sakura ne era rimasta davvero stupita;
Quella donna che era stata il suo primo e importante esempio, colei contro cui spesso combatteva guerre civili feroci che duravano per giorni (mentre suo padre se la cavava scappando di casa dopo aver lanciato qualche freddura di pessimo gusto), quella ninja che celava dietro una coriacea e spessa pelle d'orso una sensibilità materna sconvolgente, era rimasta inebetita per giorni dopo la fine della guerra, ed aveva preso la penosa abitudine di irrompere in singhiozzi improvvisi senza un motivo apparente.
Ma il motivo c'era eccome, Sakura lo sapeva... Anche lei, se fosse stata madre al suo posto, avrebbe avuto le medesime preoccupazioni. Veder partire un figlio per la guerra non era mai stato facile per nessuno.
Vederlo partire per una Grande Guerra Ninja doveva essere stato qualcosa di immensamente più straziante.
E poi aver saputo che sua figlia era stata una dei 4 che aveva affrontato una Dea Millenaria decisa a distruggere il mondo per come lo si conosceva...
Suo padre, vedendola tornare, le era corso incontro e l'aveva sollevata gridandole con il petto pieno d'orgoglio quanto fosse fiero di lei! Sua madre... sua madre no: l'aveva guardata, le si era avvicinata piano, l'aveva abbracciata e poi si era lasciata scivolare in ginocchio, cominciando quello che era stato un pianto di sfogo che si sarebbe protratto per giorni.
Capiva bene quindi quale fosse il suo stato d'animo al momento, all'idea di averla lontana per così tanto tempo, ma da una parte la jonin sapeva che avrebbe fatto bene ad entrambe riprendere le distanze, perché erano passati due anni dai terribili fatti, ma sua madre sembrava aver sviluppato una dipendenza da lei che iniziava ad essere un po' insana.
“Questo le farà bene. Le farà capire che non c'è nulla da temere: sarò sempre in grado di tornare a casa, da lei. Adesso è tempo che si prenda una pausa da tutta questa storia della Super Madre Guardiana ecc ecc. Papà, confido su di te...”
Si raccomandò mentalmente la ragazza al padre dalla testa spigolosa, che stava finendo di raccontare un aneddoto alla sua Sanin: < < E così disse il delfino al pinguino : “ Vedi, il problema è che non posso mettermele le scarpe, perché... PERCHE' NON HO I PIEDI!!!!!!!!! AHAHHAHAHAHAAHAHAHAHAHAAH > >
 
“...................................Perdonami mamma!!!!!!”
 
 
Più tardi, subito dopo aver consumato un pranzo in stile Schumacher, Sakura si diresse verso il parco pubblico dove aveva dato appuntamento ai suoi amici per salutarli prima della partenza.
< < …. e così Tsunade conta su di me per rimettere in sesto quella preziosa serra! > >
< < Ma, Sakura-chan, davvero vuoi abbandonarci per coltivare della stupida erba!?!?! Ma lasciali perdere quelli della Nuvola. Se non sono neanche in grado di potare un giardino da soli, che ci vai a fare laggiù! > > Disse il biondo jinchurichi, incrociando le braccia dietro la testa e alzando il mento con fare saccente < < Cioè, non capisco davvero cosa ci sia di emozionante nel piantare due semi in un vaso! > > disse, continuando a scavarsi una fossa sempre più profonda sotto ai piedi, mentre la rosa lo guardava come un toro fissa un drappo rosso < < Voglio dire, una bella ciotola di ramen! Quella si che- > >
BANG!
< < Taci Baka Ignorante! > > Fece la jonin schiacciandogli un cazzottone in testa
< < Cosa puoi capirne tu!?!?!? Te la do io una POTATA! Ma hai almeno una vaga idea di quanto siano importanti le erbe medicinali per i rimedi che vengono usati quotidianamente!?!? E parlo anche in campo ninja, sai????? Secondo te se a Suna non avessero avuto una serra ben fornita adesso sarei qui a raccontarti di aver sconfitto Sasori? E Kankuro sarebbe a casa sua a giocare al teatrino delle marionette se non avessi sfruttato quelle erbe – che tu tanto deridi e disprezzi – per procurargli un antidoto efficace!?!? > > (inutile dire che in quel preciso istante Kankuro fu assalito da un'improvvisa e inspiegabile starnutite acuta... )
E tuttavia Sakura si sentiva un'ipocrita nel dover mentire in questo modo ai suoi amici, ma gli ordini erano stati chiari: non parlarne a nessuno per nessuna ragione.
“ Perdonami Naruto, non dipende da me”
< < Ahia!!!!! Ma insomma Sakura, tu però sei ingiusta! Non sono io che me ne voglio andare per sei interi mesi dal villaggio! Prima Sasuke, e poi tu! Chi sarà il prossimo, Kakashi sensei???? > > Chiese indispettito il giovane futuro Hokage < < Oppure addirittura Hinata!?!? > >
< < M- ma no Naruto-kun, che dici!?!? N-non ti potrei mai lasciare, l-lo sai! > > Disse la moretta che si stava colorando di una simpatica sfumatura di porpora.
< < Oh Hinata, amore mio! Cosa farei se non ci fossi tu! > > Le disse guardandola con occhi adoranti e correndole incontro per sollevarla ed abbracciarla < < Ti amo! > > Le disse, credendosi parte di chissà quale film strappa-lacrime di categoria z
< < A-anche io Naruto-kun! > > gli fece eco la mora, con la faccia nascosta nell'incavo del suo collo.
Tutti osservarono con aria rassegnata il teatrino tragi-comico che stavano allestendo senza pudore davanti a loro; ultimamente era una scena che si ripeteva spesso, e ci si chiedeva quando erano cominciati i provini per quella che sembrava voler essere una penosa telenovela di infima categoria o qualcosa del genere.
“ Uff... Se l'amore deve essere così, allora quasi quasi non rimpiango che il mio sia lontano...”
Pensò questo, e una spessa aura nera di rassegnazione e autocommiserazione le calò addosso, trasformandola in una specie di zombie.
Ino se ne accorse e decise di darci un taglio ( Con quella,e con la scena davanti a loro che sembrava voler sfociare in una specie di pseudo-porno da incubo)
< < Allora fronte spazziosa, visto che hai deciso di partire proprio oggi e rovinarmi lo shopping, pretendo che al tuo ritorno tu mi porti la più bella pianta endemica che riuscirai a trovare, sono stata chiara?!?! > >
< < Certo Ino-Pig, ti porterò un bel cactus a misura d'uomo, così il tuo fidanzato potrà esercitarsi per i suoi studi sulla “socializzazione umana” > >
Al che scoppiò una fragorosa risata generale, a cui Sai non partecipò, pensando tra sé e sé che quel cactus sarebbe stato un compagno ideale per le sue chiacchierate.
 
 
 
 
Alle quattro precise, Sakura e il suo compagno di team solcarono le porte di Konoha, e si lanciarono a gran velocità nella foresta; mantenendo quell'andatura sarebbero giunti a destinazione tra due giorni esatti ( soste notturne comprese nel calcolo).
Continuarono a viaggiare a passo spedito senza fiatare per tutto il pomeriggio, ognuno assorto nei propri pensieri: Sakura fremeva di una vivace trepidazione all'idea che presto sarebbero arrivati in una città mitica che ben pochi esseri umani avevano l'onore di visitare, visto che molti addirittura pensavano che neppure esistesse! (nda. Compresa te fino a qualche istante fa!)
Già s'immaginava di percorrere le strade di quella fantastica città, e di parlare con i suoi millenari abitanti, facendosi spiegare cosa si provava ad essere in vita da così tanto tempo. E poi la foresta magica! Da bambina aveva immaginato più volte di essere una piccola fatina birichina che viveva in quella foresta da favola dove la leggenda narrava ci fossero creature mitologiche dotate di poteri incredibili!!
Si, decisamente quella era un'occasione che non poteva lasciarsi sfuggire!
Sai, dal canto suo, pensava a quale fosse il nome più adatto da dare al suo “futuro-neo-amico-cactus”
“Jhon? William? Fitzgerald?”
Ma sembrava proprio una decisione dannatamente difficile.
A sera inoltrata organizzarono il campo in una zona vicina ad una sorgente termale naturale (dopotutto si trovavano nel paese delle terme...).
Sakura si convinse che un bel bagno se lo meritava, per cui, dopo aver controllato che Sai non fosse nei paraggi, scivolò dentro l'acqua , che l'avvolse come una piacevole calda coperta.
La rosa si rilassò veramente dopo molti giorni di malinconica tensione e, ancor prima di accorgersene, si era già addormentata.
Fu per questo che non si rese conto dello sgradito sporco spettatore, che le afferrò i vestiti e li trascinò via con sé, nel buio di quella scura notte...
 
 
Dopo due orette abbondanti,la jonin si svegliò di soprassalto, sentendo un rumore provenire da un cespuglio alla sua destra.
Subito si mise in posizione di attacco e scandì un chiaro e minaccioso < < Chi è là > >
Non ricevette nessuna risposta, e il suo cuore cominciò a battere più velocemente.
Certo, battersi non sarebbe stato un problema, ma doveva ammettere che farlo nuda come un verme, ecco, quello si che lo sarebbe stato.
E all'improvviso successe: non ebbe nemmeno tempo di reagire.
 
 
 
 
 
 
< < AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH > >
 
< < Sakura! > > Sai imbracciò il suo fedele rotolo e corse nella direzione di provenienza dell'urlo.
Arrivato a destinazione, nulla avrebbe mai potuto prepararlo a dovere per quella scena.
Sakura era accovacciata a terra che cercava di coprirsi con una frasca strappata da un malcapitato albero nelle vicinanze, e indicava furiosa una piccola losca figura davanti a sé.
< < S-Sai prendilo! Mi ha rubato i vestiti, MALEDIZIONEEEEE! > >
Sai osservò il macaco appollaiato su un basso arbusto,che lo guardò di rimando, e rimasero così per dei lunghi intensi istanti...
< < Sai, quando finisci di socializzare e decidi di darmi una mano, fammi un fischio, hè!?!?!? > >
Sai si girò verso la ragazza < < Ha i tuoi vestiti > >
< < MA DAI!?!?!? Pazzesco, sei incredibilmente ACUTO! Non mi sorprende che ti abbiano scelto come spia! E ora, per tutti i santi e venerabili Kami, ti decidi a darmi una mano si o no!?!? > >
Il giovane ninja annuì e si avvicino furtivamente e il più lentamente possibile all'animale, per non spaventarlo.
< < Ecco, bravo, così, lentamente... Non spaventarlo > >
Tutto sembrava procedere senza intoppi, perché l'animale pareva essersi completamente disinteressato agli umani, ma poi all' improvviso si girò verso di loro.
Afferrò la casacca di Sakura e con una malvagità e perfidia quasi umane............. la usò per grattarsi selvaggiamente il deretano.
< < M-MA CHE STA FACENDO!?!? CHE STA FACENDO QUELL'AMMASSO PUZZOLENTE DI PULCI!?!? COSA DIAVOLO STA FACENDOOOOOOOO!?!?!?!?!? > > urlò la rosa uscendo dal suo rifugio di fortuna con le mani tra i capelli.
< < ….....Sakura stai calma, e poi che vorresti fare? Sei tutta nu- > >
< < LEVATI DI MEZZO! SHANNAROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO > >
E fu così che mezza foresta, una scimmia ed un ragazzo dal sorriso sornione quella notte saltarono in aria.
 
 
La mattina seguente i due si rimisero in cammino e Sai non osò rivolgere parola alla jonin che era evidentemente di umore nerissimo, e preferì dedicarsi ad attività che considerava più costruttive
< < Jean-Paul? Rutilio? Amilcare? > > cominciò a pensare, mettendo in fila nomi su nomi sperando di trovare finalmente quello che lo folgorasse.
Sakura era nera come la morte, e aveva le sue benedette ragioni: la sera prima non era riuscita a lavare l'abito per paura che questo non asciugasse in tempo per la mattina seguente. L'altro cambio lo doveva conservare per l'incontro con il capo-villaggio;
per cui le alternative possibili erano due: o se ne andava in giro con la sua sola pelle addosso, oppure teneva lo sfortunato e putrescente vestito.
 
E così se ne andava in girò per la foresta puzzolente come una scimmia
 
“ Adesso, se mi faccio due rasta e mi procuro una liana...”
La giornata passò veloce e – quasi – indolore per entrambi.
Verso sera arrivarono in una locanda che pareva decisamente accogliente ( e Sakura ebbe modo di constatare che il servizio di lavanderia era più che soddisfacente).
Presero una stanza a testa e decisero che l'indomani sarebbero partiti subito dopo l'alba, per essere al villaggio nel primo pomeriggio.
Dopo una cena abbondante a base di cereali e manzo (piatto tipico di quella regione) decisero di congedarsi e si diressero ognuno al proprio giaciglio.
Una volta sotto le coperte, Sakura tentò di addormentarsi con tutta se stessa, ma fallì miseramente. Evidentemente lo stress della giornata e il nervosismo della sera prima avevano fatto scattare su on il tasto della sua insonnia.
“ Certo sarebbe bello poter fare una gita tutti insieme alle terme – TERME SENZA NESSUN MALEDETTO ANIMALE NEI PARAGGI! – una gita con Naruto, Hinata, Ino, Sai... Sasuke-kun... AAAAHAHHHH Maledizione!!!! Ma perché ci penso proprio adesso!?!?” Sakura iniziò a girarsi e rigirarsi nel letto come una disperata “non c'è verso che io stanotte riesca a prendere sonno! Proprio per niente! Ma perché!?!?” Se lo chiese stringendo forte le lenzuola nel pugno e chiudendo quei verdi occhi stanchi.
“ … Sasuke-kun … Chissà che stai facendo in questo momento …”
 
 
 
Intanto, in un villaggio al confine tra il paese della Cascata e quello della Roccia:
 
< < Mmmmh... Certo che sei un vero leone a letto, hè moretto? Come hai detto che ti chiami? > >
< < Il mio nome non ha importanza e non ti deve interessare. Non sei stata tu a dirmi che volevi solo l'avventura di una notte? > >
< < Mmmhh... Quello perché tu sembravi decisamente allergico ai convenevoli... Ma devo ammettere che non capita spesso di incontrare bei ragazzi come te da queste parti. Sai, questo in fondo non è altro che un piccolo villaggio noioso... > > Disse rigirandosi nel letto la mora.
< < E tu sei davvero bello; peccato solo per quel braccio, ma immagino non ci si possa fare niente > >
< < Mmh > > le concesse un monosillabo,perché era la cosa più educata che gli era venuta in mente di dirle, tra tutte quelle che gli erano passate per la testa.
< < Se può consolarti però, devo dire che te la cavi meglio tu con un braccio solo di quanto non facciano gli altri uomini integri qui al villaggio! > > Disse questo avvolgendolo languidamente da dietro.
“ La situazione si sta facendo noiosa”
Sasuke si alzò dal letto su cui poco prima si era dato da fare con la ricciola moretta, che da come lo guardava in quel momento non doveva aver capito l'antifona e si sentiva pronta per un altro round.
Sasuke si voltò dalla parte opposta, avanzando verso l'uscita.
< < Hey, aspetta! Vai già via!?!? Non resti a dormire? > >
Sasuke si voltò e la guardò dritta negli occhi< < Scusami, pensavo l'avessi capito ieri sera: non sono interessato > >
< < M-Ma come, prima vieni a letto con me e poi mi scarichi in maniera così scortese? Sei un subdolo approfittatore! > >
Il moro sharingan-dotato sbuffò sonoramente: non riusciva a capire come mai ogni volta le cose si concludessero così: la serata iniziava con qualche ragazza che gli si buttava languidamente addosso e gli chiedeva, non solo a parole, ma soprattutto con il corpo – linguaggio che ormai il giovane ninja aveva imparato a conoscere bene-- di passare la serata con lei. Lui se non era dell'umore rifiutava, ma quando gli capitava di accettare – per noia, bisogno o, e questo non l'avrebbe mai ammesso, perché a volte si sentiva quasi troppo solo, malinconico addirittura-- metteva bene in chiaro le cose: lui NON sarebbe rimasto con lei per mettere su famiglia, loro NON avrebbero avuto un coinvolgimento sentimentale e finito il tutto se ne sarebbe andato a dormire per i fatti suoi; quest'ultima clausola era necessaria perché 1) l'Uchiha non si fidava di nessuno in pieno giorno, sveglio e sotto la luce del sole, figuriamoci se ce l'avrebbe fatta ad avere qualcuno accanto durante la notte 2) A volte nei suoi incubi riviveva gli orrori che aveva dovuto sopportare in passato: la morte dei suoi genitori, lo sterminio del clan, la morte di suo fratello, lo scontro con Madara... e si svegliava impugnando la katana, fendendo l'aria intorno a sé... No, decisamente non gli pareva il caso di dormire con qualcuno accanto.
Non che tutta quella faccenda del sesso non fosse divertente, certo,e almeno per un attimo lo distoglieva da quella realtà ancora poco definita che era la sua vita; e d'altro canto lui si riteneva un buon amante, non un bastardo egoista che si approfittava delle donne per trarne un vantaggio senza scambio di piacere (Com'è che lo avevano definito alcune ragazze? “ Un amante generoso” o qualcosa del genere); per cui si domandava cosa avessero tutte da lamentarsi nel momento in cui decideva di andarsene. Entrambe le parti erano soddisfate, fine.
Perchè , in fondo, non c'era altro più di questo.
Era tutto fine a se stesso, tutto così... vuoto...
Ma era proprio quello che desiderava in quel momento, ciò di cui aveva bisogno.
A dire il vero si era chiesto più volte, ora che era rientrato in possesso dei suoi sentimenti, cosa volesse dire “fare l'amore” con una persona, e come quel fenomeno potesse differire dal sesso standard a cui lui era abituato. Ne aveva sentito parlare e aveva letto qualcosa al riguardo (qualcosa di dolce e smielato in un libro di poesie che dopo si era assicurato di far sparire dalla faccia della terra, tanto era pericoloso far perdere inutilmente tempo al potente Sasuke Uchiha). Sicuramente alla base c'era un legame tra i due individui coinvolti, un legame forte e duraturo.
Tuttavia non c'era ragione per lui di creare legami in posti che gli erano estranei. Non c'era ragione di creare legami in posti che non fossero casa sua; e casa sua distava un bel po' da quel piccolo villaggio sperduto in mezzo al nulla; a Konoha aveva dei legami che meritavano la sua attenzione, che valevano il suo tempo; legami da saldare, legami da ricostruire... altri da modificare... si, da modificare.
Non sapeva ancora bene quale fosse esattamente il tipo di modifica che doveva e voleva apportare, ma se ne sarebbe occupato in seguito, quando se la fosse ritrovata davanti.
Sapeva anche lui che pensare ad una donna mentre si era nel letto di un'altra non era proprio una delle azioni più pure che si potessero compiere,ma dopotutto LUI era forse la persona meno pura sulla faccia della terra, quindi...
A questo punto sapeva bene cosa doveva fare, o meglio, cosa sarebbe stato costretto a fare;
Si avvicinò con lentezza al letto e vi si mise a sedere altrettanto lentamente.
Guardando la ragazza dritta negli occhi, le disse < < Sei stata tu ieri sera a gettarmi le braccia intorno al collo e a pregarmi di “ravvivare quella che era stata una pessima serata”. E io l'ho fatto. E non ti è affatto dispiaciuto, di questo sono sicuro – alla ragazza si tinsero subito le guance di rosa-- per cui dimmi,dunque, in che modo mi sarei approfittato di te? > > Chiese scandendo limpidamente ogni parola.
< < M-ma vedi io, io pensavo che saresti almeno potuto rimanere per un thè! Già , un thè! Dai, lo preparo in un attimo, hè? Aspetta solo che mi vest- > >
< < No. Ti ringrazio ma ora devo andare > > Detto questo il ragazzo si alzò deciso a lasciare la stanza una volta per tutte.
< < ASPETTA! Aspetta ti prego, portami con te! Voglio vedere altri villaggi!Grandi Villaggi! Girare il mondo insieme a te! Dopotutto mi hai detto che sei in viaggio, no? Ti prego, lascia che ti segua, saprò rendermi utile, vedrai > > Disse quest'ultima frase scendendo dal letto con un espressione che sfociava nell'osceno.
“ Portarla con me nel mio viaggio...” Si disse pensieroso l'Uchiha.
Poi la fissò per un istante, attivando lo sharingan; La ragazza si afflosciò su se stessa, ma prima che potesse cadere in malo modo a terra, Sasuke la afferrò al volo e la adagiò sul letto: il giorno seguente avrebbe avuto solo qualche ricordo confuso della sera prima, come dopo una brutta sbronza, ma senza postumi.
Infine si decise a lasciare la stanza, che stava diventando fin troppo angusta.
Poco prima di varcare la soglia, si voltò a guardare la ragazza stesa sul letto.
< < … Se mai dovessi portare qualcuno con me nel mio viaggio, quella non saresti tu. > >
E detto ciò, trascinò la porta dietro di sé, chiudendo nella stanza quella che fino a poco prima era stata una piacevole serata.
Sasuke sapeva che il suo tempo stava per scadere; non avrebbe potuto continuare per sempre il suo viaggio, e presto sarebbe dovuto tornare. Avrebbe dovuto guardare in faccia il suo passato cercando un modo per riconciliarlo col suo futuro.
“ Presto” si disse “Presto...”
 
 
 
La mattina seguente, in una locanda nel Paese della Brina, Sakura si godeva un'abbondante colazione;
Alla fine la sera precedente era riuscita ad addormentarsi e stranamente aveva goduto di un salutare e ristoratore sonno inaspettato.
Ora si sentiva in forze e pronta per andare all'avventura! ( All'arrembaggio!)
C'era solo un particolare a guastarle l'umore;
< < Sai, mi spieghi che stai facendo? Sono dieci minuti che mi fissi senza proferire parola. Ho forse qualcosa in faccia!?!? > >
 
< < No, è solo che, vedi... > >
 
< < Mmh???? > >
 
< < No, pensavo solo che... > >
 
< < Alloraaaaaaaaaaaa!? > >
 
< < Se tutto quello che mangiassi lo mettessi sul seno a quest'ora saresti la degna erede di Tsunade anche nel corpo, e non solo nello spirito > > Disse guardandola con la faccia angelica di un cherubino
 
… un cherubino morto …
… Molto morto ...
 
A sakura cadde la fetta biscottata che aveva in mano
 
< < MA COME TI PERMETTI MALEDETTO IMBIANCHINO DA STRAPAZZO!?!?!? SHANNAROOOOOOOOOOOOOOOOOO > >
E per la seconda volta nella stessa settimana Sai si fece un giro in orbita, seguito questa volta da tutta la locanda.
 
Più tardi quella stessa mattina, dopo essersi scusati per l'inconveniente e aver pagato i danni (pagamento GENEROSAMENTE effettuato da Sai) i due ripresero il loro viaggio.
Sarebbero giunti a destinazione da lì a poco;
Proseguirono in silenzio per un po'
 
“Pasqualino, Bernardo, Josuè” pensava il moro con estrema concentrazione.
 
Alla fine scorsero da lontano una costruzione imponente, che doveva essere la cupola del palazzo del consiglio.
< < Siamo arrivati finalmente! > > disse la ragazza balzando giù da un albero; guardando Sai che le rivolgeva un sorriso da bambolotto pensò “Un altro giorno di viaggio insieme e probabilmente lo avrei ucciso” Voleva bene a quel ragazzo, davvero, ma a volte pensava che forse proprio per il suo bene fosse meglio eliminarlo dalla faccia della terra...
 
< < Sakura, guarda > > disse il ninja della radice indicando tre persone che si dirigevano a grandi falcate verso di loro.
< < Un comitato di accoglienza? > > Fece la rosa.
< < Benvenuti, cari emissari del Villaggio della Foglia, benvenuti!! > > Disse il più basso e grassoccio dei tre; indossava un assurda casacca giallo-canarino che strizzava il suo corpo in maniera penosa, e portava un improbabile cappellino dello stesso colore in testa. Aveva due lunghi baffi pendenti ai lati delle labbra e i suoi occhi erano allungati e un po' sporgenti sul viso grassoccio.
< < Vi stavamo aspettando! Io sono il Consigliere del Capo villaggio, il mio nome è Yun-Sing e sono lieto di fare gli onori di casa! Loro sono le mie fidate guardie del corpo, ma non prendetela come un'offesa, non sono certo qui per paura che voi possiate nuocermi! Vedete, il fatto è che siamo abituati a trattare con bande ribelli che si aggirano nei dintorni, per cui non è prudente andare in giro senza protezione alcuna > >
Fece il Simpatico uomo a bauletto-canarino.
“ Sarebbe meraviglioso se adesso si mettesse anche a cantare” pensò Sakura, per poi rivolgere l'attenzione ai due gorilla che erano rimasti dietro all'uomo, pronti a spodestare le “famigerate bande di briganti” di cui lei e Sai non avevano percepito la minima presenza; ma pensò che questo era meglio tenerselo per sé.
Poteva forse biasimare questo simpatico piccolo grassoccio canar-oh! Voleva dire uomo, se aveva paura di trovarsi davanti due emissari con cattive intenzioni? Dopotutto il villaggio di Kun, proprio a causa degli aspri conflitti che erano sempre stati presenti all'interno del paese della Nuvola, era rimasto isolato per molto tempo, ed era già un segno fin troppo positivo che il Capo avesse deciso di aprire trattative con l'esterno.
< < Se volete seguirmi, vi condurrò subito da Kanzei-Sama, il nostro capo villaggio, così che possiate consegnare la lettera di vostra mano. > >
L'uomo s'incamminò con passo deciso verso il centro della piccola cittadina;
Sakura e Sai osservavano attenti tutto ciò che li circondava;
il villaggio costava di molte basse casette a schiera, tinteggiate con i vari toni dell'ocra, che costeggiavano la strada principale. Questa era la sede, a quanto pareva, di un fiorente mercato dove sembrava si potesse trovare di tutto: frutta e verdura tipiche della zona, cereali dalle mille sfumature dell'oro, spezie colorate che lasciavano nell'aria il loro tipico profumo, banchi adorni di collane e braccialetti preziosi e dietro ad un angolo, nella parte più periferica della strada, c'era persino un venditore di uccelli esotici, che sembrava riposare placidamente attorniato da bassi trilli e acuti cinguettii.
Alla fine giunsero all'ingresso del palazzo del Consiglio, un'imponente struttura alta almeno 10 metri e costruita su più piani. Passata l'anticamera sbucarono in un ampio salone decorato da pitture a muro all'apparenza molto antiche;
Sakura notò che rappresentavano un'antica città che esponeva come struttura centrale un Tempio cinto da un colonnato. Al centro della stanza era raffigurata una figura di donna dalle sembianze eleganti, ma allo stesso tempo anche inquietanti, perché surreali. Aveva la pelle bianchissima, gli occhi vuoti e le membra allungate che terminavano in quelle che sembravano essere delle radici di alberi...
Sì, si disse la ragazza, decisamente molto strano.
I due ninja si premurarono di consegnare il messaggio dell'Hokage a quello che doveva essere il capo della sicurezza, che a sua volta lo consegnò alla massima autorità presente in sala.
Il capo villaggio era un uomo di mezza età dai capelli grigi e lo sguardo profondo; sedeva al centro della sala attorniato da esponenti dell'alta società e guardie armate.
Sebbene l'aspetto fosse severo, la voce lasciava trasparire un animo benevolo:
< < Benvenuti nel nostro modesto ma beneamato Villaggio, messaggeri di Konoha. Mi auguro che il viaggio non sia stato troppo stancante e che sia trascorso senza inconveniente alcuno. Riferite al vostro Hokage che il mese prossimo mi recherò io stesso al suo cospetto, per definire i termini del trattato di pace. Come vedete mi sono premurato di riunire le massime autorità di Kun per sancire definitivamente un accordo che andasse bene a tutte le parti in gioco. > >
Disse pacatamente l'uomo.
All'improvviso una voce squillante si mise a parlare in modo concitato:
< < Abbiamo sentito parlare molto di voi! Si dice che abbiate partecipato alla Grande Guerra e che abbiate addirittura combattuto accanto a quei ninja che adesso sono diventati eroi! E mi è giunta notizia che uno di voi due è addirittura allievo di un Sanin leggendario! E' un vero onore fare la vostra conoscenza!!!! > > Proferì un giovane ragazzo dai capelli castani e gli occhi ridenti, che sedeva alla destra del Capo.
< < Perdonate mio figlio, la sua esuberanza a volte non conosce confini > >
< < Ma padre! Non vediamo quasi mai degli stranieri, e se permetti vorrei approfittare di questa imperdibile occasione per ascoltare le storie delle loro battaglie! Sarei disposto a restare sveglio per tutta la notte!!! > >
Al che ai due ragazzi prese un mezzo apoplesso; carino il fatto di essere delle celebrità, ma di stare in piedi tutta la notte per appagare i desideri di un marmocchio elitario proprio non se ne parlava.
< < Ichiro, lascia stare i nostri ospiti , saranno esausti per il lungo viaggio. Immagino che andranno a riposarsi per poter ripartire domani di prima mattina. Non dimenticarti che sono qui in missione, stanno facendo il loro dovere > >
< < Oh... Peccato... > > Disse immusonendosi il ragazzino.
 
A quel punto Sakura approfittò dell'occasione che era stata offerta loro e fece per congedarsi
< < Allora la ringraziamo infinitamente Kenzei-Sama per la calorosa accoglienza e penso di poter parlare a nome dell'Hokage e del Villaggio stesso nel dire che la vostra lungimiranza nel perseguire la pace è davvero ammirevole. > > Disse questo facendo un breve inchino, per poi rivolgersi a Sai
< < Coraggio andia- > >
< < Ichiro! > >
< < Hè? > >
< < Ma certo, è perfetto! Come ho fatto a non pensarci prima?? > >
< < M-ma si può sapere ora di cosa stai parlando!?!? > > Gli chiese la rosa abbassando la voce e guardandolo in maniera truce. Tutti gli occhi erano puntati su di loro.
< < Trovo che sia il nome ideale per il mio Cact- > > Ma fu zittito dalla jonin che, afferrandolo saldamente intorno al collo, si affrettò ad aggiungere < < B-Bene allora grazie mille ancora per la vostra attenzione e la vostra pazienza! Adesso, con permesso, prendiamo congedo > >
E trascinò via il suo compagno sotto gli occhi allibiti di tutti.
 
Poco dopo, per le strade del villaggio:
< < MA SI PUO' SAPERE CHE COS'HAI IN QUELLA TESTACCIA DURA!?!? BAKA BAKA BAKA > > E fu proprio quest'ultima parola a scandire il ritmo della severa scazzottata.
< < Perdonami Sakura, è che era troppo tempo che stavo pensando a quel nome e, non so, credo di essermi lasciato trasportare dall'emozione > >
< < Ho capito, ma paragonare il figlio del capo ad un cactus!?!? Andiamo Sai, lasciamo queste scene patetiche a Naruto, hè?! > > disse sconsolata la ragazza, chiedendosi come mai, da quando stesse con Ino, quel ragazzo avesse iniziato a seminare neuroni per strada.
 
Quella stessa sera, dopo aver consumato un pasto abbondante sulla veranda del lussuoso albergo in cui alloggiavano ( Tutto gentilmente offerto dal Consiglio del villaggio ), i due ragazzi si misero ad osservare le stelle.
< < Sai, tu non sei emozionato? > >
< < Cosa intendi dire? > >
< < Dico, non sei eccitato all'idea di vedere QUEL villaggio?? Di incontrare QUEL misterioso gruppo ninja?? > >
< < Sakura, non dovremmo parlare di questo > >
< < Lo so , lo so, è solo... vedi, era da tanto che non mi sentivo così spensierata, così... viva! Sono davvero grata a Tsunade-Sama e Kakashi-sensei per avermi coinvolto in tutta questa storia! > >
Cadde il silenzio tra loro e si alzò un lieve soffio di vento che fece mormorare le foglie del giardino.
< < Pensi spesso a lui, vero Sakura? > >
< < D-di chi stai parlando !? > >
< < Sai benissimo di chi sto parlando > > Le disse, rivolgendole il suo solito criptico sorriso
< < ...A volte mi capita di non dormire notti intere, per paura di sognarlo e svegliarmi solo per rendermi conto che lui non è veramente accanto a me... > >
< < Capisco. Avevo notato come si fosse di nuovo spento il tuo sorriso, ultimamente. > >
< < Sai... > > Sakura fissò il volto sorridente dell'amico e si chiese come facesse un ragazzo con problemi di personalità così spiccati a capirla tanto bene. Era da sempre stato in grado di leggere il suo sorriso, e per questo gli era grata. In quel momento la faceva sentire meno sola.
< < Io non sono certo la persona che può darti il consiglio migliore in una simile circostanza; come ben sai, ho seri problemi a relazionarmi con gli altri. Sono stato cresciuto distante dal concetto di “rapporto umano” e per me tutto ciò che riguardava la sfera delle relazioni non aveva importanza alcuna. Ma poi ho incontrato voi: Naruto, tu, il capitano Yamato... Ino... Ed è stato come rinascere. Ho deciso che avrei protetto i legami degli altri e che, col tempo, sarei stato in grado di crearne di miei. Finalmente sono riuscito a realizzare ciò che mi ero prefissato e devo dire che comincio davvero a percepire quella sensazione di completezza di cui ho tanto letto sui libri. Posso dirti solo questo Sakura: ti auguro con tutto me stesso di riuscire a raggiungere il tuo obiettivo e ti giuro che sarò sempre pronto a difendere i legami a cui tieni. Dopotutto, non è questo che fanno gli amici? > >   Le disse inclinando la testa leggermente di lato.
Sakura lo fissò intensamente e poi il suo viso si addolcì < < Si Sai, è proprio questo che fanno gli amici, si guardano le spalle l'un l'altro > >
Alla fine si guardarono per un istante, e poi alzarono in alto i volti , rimanendo in contemplazione della volta celeste. Entrambi rivolsero verso il cielo le loro preghiere.
Restarono così per un tempo indefinito, ma poi Sakura fu assalita da una sensazione di fastidio e le si rizzarono i peli sulla nuca.
< < Sai, non senti niente di strano!? > >
< < Mmmh? Di che parli? > >
< < Ssshh > > Lo zittì la rosa
Ascoltarono in silenzio il sibilo del vento;
Tuttavia,vedendo che non c'era nulla di anomalo, decisero di andare a coricarsi: l'indomani sarebbero dovuti partire all'alba.
Sakura fu l'ultima a rientrare, ma prima di farlo,si voltò un'ultima volta verso il giardino
“Me lo sarò immaginato?”
E decise infine di lasciarsi quella strana sensazione d'ansia alle spalle, entrando nella sua stanza per godersi un po' di meritato riposo.
 
 
Intanto, da dietro una grande quercia centenaria in giardino, due occhi neri come una notte senza stelle avevano osservato tutta la scena.
E sbocciò un sorriso sotto quella maschera scura da sciacallo.
 
 
 
 
Ed eccoci arrivati alla fine di questo capitolo...
Non sapete come ho faticato per scrivere il pezzo su Sasuke! Volevo rendere un'idea precisa senza cadere nel banale o nello squallido, e spero vivamente di esserci riuscita!!
Non vedo l'ora di scrivere come si svilupperanno i rapporti tra lui e Sakura e come si intrecceranno i loro sentimenti, ma per questo ci vorrà ancora un po'!!!
Perciò ci vediamo al prossimo capitolo, che spero di riuscire a pubblicare il prima possibile!!!!!
Alla prossima!!!
 

 

 

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Capitolo 3
*** Foresta insanguinata ***


Ecco a voi gente un altro Capitolo!!!
Finalmente sono riuscita a completarlo... Non so perché ma è stato particolarmente difficile scriverlo! Forse è che in questo periodo sono particolarmente stanca!
Ma l'importante è che finalmente ce l'ho fatta!!
Fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando!!
E buona lettura a tutti ^____-














I due compagni di team sfrecciavano a gran velocità nel bosco, due macchie scure su uno sfondo verde: erano partiti di prima mattina in direzione delle Rovine di Hara, dopo aver fatto rifornimento al mercato cittadino.
Il clima era mite e il sole baciava loro il viso sbucando tra le chiome aperte degli alberi.
La foresta era silenziosa, si sentiva solo, di tanto in tanto, il rumore di qualche animale che si dedicava alle solite attività quotidiane.
Proseguirono il loro quieto viaggio per mezza giornata e alla fine arrivarono a destinazione.
Le Rovine erano un'isola di rocce nel mezzo di un mare di smeraldo: il sole spandeva le sue calde dita sopra l'arenaria gialla che era stata usata per la loro costruzione.
Le alte mura a perimetro rettangolare erano le guardiane del confine della città, insieme a due giganti di pietra col volto segnato dalla durezza del tempo.
Le due figure si ergevano a guardia di quella che una volta doveva essere stata la porta principale, passata la quale si sbucava in un'enorme strada ricoperta di alabastro.
Edifici in rovina incombevano taciturni e seri sui due ragazzi,che avanzavano lentamente tra gli antichi fasti di una civiltà perduta.
Fregi di ogni tipo costellavano le pareti gialle; c'erano rappresentazioni di battaglie tra uomini e strani esseri dalle parvenze quasi deformi, donne che pregavano davanti ad una figura incappucciata, feste e celebrazioni in onore degli Dei e molti altri ancora il cui significato era più oscuro.
Da ogni anfratto e su ogni superficie libera sbucavano enormi drappi di fiori vermigli,che Sakura riconobbe essere Passiflora Coccinea.
Alla fine della strada c'era un enorme scalinata, al culmine della quale si trovava quello che doveva essere stato il tempio principale della città.
Ora caduto in rovina a causa dalle intemperie e dal passare degli anni, prima doveva essere stato un punto di riferimento per molti: emanava una sacralità disarmante e la sua maestosità rendeva quasi impossibile credere fosse opera dell'uomo.
Sembrava che la mano di un Dio fosse scesa dal cielo e lo avesse modellato, tanto era raffinata e meravigliosa l'architettura: mura costeggiate da colonne imponenti, finemente lavorate e rivestite d'alabastro, pavimenti pitturati raffiguranti immagini della foresta e al centro del salone principale, quello dedicato alla divinità più importante, un enorme albero dall'aspetto maestoso: doveva essere molto antico.
Era tanto alto da far pensare che una volta avesse avuto il desiderio di toccare il cielo, e massicce erano le radici che affondavano nel terreno,come enormi dita di un'invisibile mano.
Era una presenza soverchiante, eppure spenta.
Non c'era vita in quel gigante, che doveva aver conosciuto l'epoca in cui l'essere umano era una sola cosa con la foresta, l'epoca in cui l'uomo pregava la pioggia e venerava il fulmine, l'epoca in cui il vento sussurrava parole magiche a chi sapeva ascoltare e in cui la notte portava con sé antiche e oscure maledizioni.
Sakura allungò la mano e toccò la corteccia scura del gigante. Era ruvida. E fredda.
I due si guardarono intorno e scorsero un altare posizionato di fronte ad un ampio terrazzo da cui si godeva una vista mozzafiato della foresta. Un tappeto di fiori di un vivido color carminio circondava quel monumento ad un antico culto di Dei ormai dimenticati da tempo.
Sopra l'altare era scolpita una scena raffigurante la stessa donna-albero che era dipinta nella sala del consiglio del villaggio di Kun. Accanto a lei c'erano una miriade di animali diversi, alcuni dei quali Sakura si chiedeva proprio cosa fossero.
“Creature mitologiche,sicuramente” Si disse la jonin, sfiorando con dita lievi quell'opera d'arte.
< < Il Sacro Altare di Miko > > Li colse di sorpresa una voce dietro di loro.
I due compagni di team si girarono mettendosi in guardia.
< < Oh-oh calmi agnellini della Foglia, qui nessun lupo vuole mangiarvi > > Fece la figura vestita di scuro che ora si trovava proprio di fronte a loro. Alle sue spalle c'erano altri cinque ninja vestiti alla stessa maniera: Calzoni e casacca rigorosamente nere, con una maschera da lupo posata sul viso... O forse era più corretto dire sciacallo?
< < Voi siete gli emissari del Villaggio delle Anime? > > Si fece avanti Sakura, cercando di non dare a vedere la tensione che si stava facendo strada in lei: quei tipi non sembravano avere nulla della figura dell'emissario, e tutto di quella dell'assassino.
La cosa più inquietante era il fatto di non poterli guardare negli occhi: la maschera svolgeva diligentemente il suo compito, celando tutto alla perfezione.
Quello che sembrava essere il capo parlò di nuovo, e nella sua voce sembrava esserci una sfumatura di ironia.
< < Signori, benvenuti nell'Antica città di Hara; sarà per noi un immenso piacere farvi da guida turistica fino al nostro villaggio. > > Disse questo omaggiandoli con un profondo inchino;
bastarono le sue parole ed il suo atteggiamento a far capire ai due ragazzi che nessuno lì era contento di fare da guida a nessun' altro.
Sakura prese di nuovo parola, con più sicurezza stavolta: non le erano mai piaciuti i tipi irrispettosi, e ancora meno le piacevano quelli arroganti.
< < Ci è stato detto che avremmo trovato una compagnia di ninja ad aspettarci in queste rovine, e che quei ninja ci avrebbero portati fino all'antica città perduta delle Anime, affinché ci sia possibile portare a termine la nostra missione: la consegna di questo sacro rotolo. Lo dovreste conoscere bene, dopotutto vi appartiene, a quanto ci hanno detto. > > La ragazza fece per tirare fuori l'oggetto nominato dalla sua bisaccia, ma prima ancora di riuscire ad afferrarlo si sentì stringere il polso;
alzò gli occhi e si ritrovò a fissare quelli di uno sciacallo.
“ M-ma come ha fatto!?!?!? Non può essere così veloce, nessuno può ! E'... è disumano!”
< < Lasciala andare subito > > A quanto pare Sai si era riscosso ed era pronto a scendere in battaglia per difenderla, o così sembravano testimoniare i due grossi cani d'inchiostro che ringhiavano al ninja scuro che la teneva stretta in pugno.
D'altro canto, lui sembrò non curarsene affatto e continuò a fissarla minaccioso < < Non qui ragazzina, sei pazza forse!? Continua a tenerlo nella sporta, e non fare mai in modo di metterlo in evidenza > > Ma adesso la sua attenzione si era spostata alla foresta
< < Qui anche gli alberi hanno occhi > >
Detto ciò la lasciò andare, girandosi verso i suoi cupi subordinati < < Shin, Dayo, andate in perlustrazione lungo i confini della città; non voglio brutte sorprese prima della partenza. > >
I due ninja annuirono in silenzio e nella frazione di un secondo sparirono nel nulla.
Poi il capo di quelli che, ormai era chiaro, fossero gli Sciacalli, si rivolse di nuovo a loro, con tono più pacato, ma sempre piuttosto aspro. < < Preparatevi, riposatevi e rifocillatevi: partiamo tra poche ore > >
< < Scusi, quanto dista da qui la nostra mèta? > > Chiese Sakura,smaniosa di arrivare a destinazione
“Non posso crederci, manca così poco! Tsunade-sama, ci siamo quasi !!”
Lo Sciacallo si girò, le rivolse uno sguardo scrutatore da capo a piedi -cosa che imbarazzò non poco la jonin e la fece arrossire- e poi si rigirò, riprendendo a camminare.
< < Hey tu! Non ti hanno insegnato a rispondere alle domande? Non lo sai che ignorare le persone è da veri maleducati????? > >
Al che l'uomo si fermò, di nuovo, la guardò da sopra una spalla e < < E tu lo sai che sai essere proprio una petulante e noiosa ragazzina rosa? > >
Detto questo, saltò giù dal terrazzo e sparì, portandosi dietro un sorriso molto simile a un ghigno.
< < H-HA... ha detto... NOIOSAAAAAAA!?!? PETULANTE E NOIOSA RAGAZZINA ROSA !?!? Lasciami andare Sai,lasciami andare!!!!! Io l'ammazzo quel cagnaccio pulcioso! L'AMMAZZOOOOOOO !!!!!!!!!!!!!! > >
“Ma che cavolo sono,parentiiiii!?!?!?”
Sbraitò la rosa, contorcendosi tra le braccia del suo povero compagno di team che le stava prendendo al posto del vero colpevole per evitare una guerra tra i 2 villaggi;
Se ci fosse stato il morto, non si sarebbe più potuti tornare indietro.



Nel tardo pomeriggio il gruppo si riunì alla base di una grossa colonna spezzata a metà;
Il capo-sciacallo si avvicinò ai due ragazzi che si erano messi a fissare il gruppo di strani accompagnatori da lontano.
< < Se avete domande, non fatele. Aspettate di essere a destinazione. Non dovete far nulla che possa attirare l'attenzione su di noi. Ricordatevi che il carico che portiamo è molto “prezioso”. Siamo stati molto discreti nel giungere alle rovine ed accorti nelle perlustrazioni, per cui non dovremmo avere brutte sorprese, ma come ben sapete nel mondo ninja tutto è possibile. Mai abbassare la guardia, chiaro? > >
I due ragazzi annuirono
< < Scusi!! Hem... Signor Capo Sciacallo! Dovremmo informare il nostro Hokage sulla riuscita della precedente missione e sull'inizio di quella attuale. Posso farlo tramite la comunicazione con le lumache, non impiegherò più di qualche istante e ho pensato che se volesse dire lei stesso all'Hokage che- > >
< < Ragazzina, dimmi,hai forse un problema d'amnesia? > >
< < Come? Amnesia? No, perch- > >
< < Perchè ho appena detto di non fare nulla che possa attirare l'attenzione su di noi,se non sbaglio > >
< < Certo, lo capisco, ma è essenziale che l'Hokage sappia-> >
< < Senti confettino, parlerai al tuo Hokage una volta giunti a destinazione. Fino a quel momento siete sotto il mio comando ed obbedirete agli ordini che IO impartirò. Avete obbiezioni in merito? > >
“C-Confettino!?!? Te lo do io il confettino, cane arrogante!!! E che sono, una specie di bomboniera ai tuoi occhi?!?!?!” < < Certo, è stato piuttosto diretto! > >
< < Perfetto > > Il ninja delle Anime fece per andarsene, ma fu costretto ad arrestarsi di nuovo
< < Solo un'ultima cosa > > Fece la rosa molto risoluta
< < Cosa? > >
< < Il mio nome è Sakura. Veda di ricordarselo, la prossima volta > > e gli passò avanti a testa alta,senza degnarlo di uno sguardo.
Il ninja di nero vestito ghignò in silenzio “Oh, lo farò sicuramente,Confettino”.



Più tardi, quello stesso pomeriggio, un convoglio di otto ninja stava procedendo a ritmo costante e in maniera furtiva attraverso la fitta foresta, fermandosi di tanto in tanto per assicurarsi di non essere seguiti.
Il viaggio, a dire il vero, stava procedendo senza nessun tipo di inconveniente.
Intorno a loro era tutto silenzioso e quieto... forse troppo?
E proprio come in un film, quando ormai tutto sembra procedere per il meglio e si è sicuri che non ci saranno brutte sorprese ad attendere il nostro protagonista dietro l'angolo, ecco che sbuca fuori il mostro.
Venti uomini sbarrarono loro la strada, come fantasmi della foresta venuti fuori dal nulla e, ancora prima di rendersene conto, si ritrovarono nel bel mezzo di uno scontro violento.
Sai iniziò a dar vita a creature d'inchiostro con sembianze di cani, tigri e feroci orsi dagli artigli affilati.
Gli sciacalli schizzavano come schegge impazzite in ogni direzione. Erano spietate e veloci macchine da guerra che non lasciavano spazio d'avanzata per i nemici.
Sakura si accorse che l'avevano circondata e le facevano da scudo: dopotutto era lei ad avere il rotolo.
All'improvviso si sentì afferrare la caviglia sinistra e guardando in basso vide un ninja dello schieramento nemico sbucare dal terreno e puntare in direzione della sua gola con un kunai affilato.
Il capo degli Sciacalli, accortosi del pericolo, cercò di raggiungerla prima che fosse troppo tardi, ma inutilmente.
< < SHANNAROOOOOOOOOO > >
Sakura sbriciolò la terra sotto i suoi piedi e privò dei sensi il ninja temerario che aveva cercato di mettersi contro i suoi pugni.
Lo Sciacallo si fermò a guardarla per un frammento di secondo, allo stesso tempo colpito e affascinato dalla forza sorprendente della ragazza.
“Non sei solo un bel faccino, dopotutto” Si disse, compiaciuto, per poi rimettersi a falciare nemici a destra e a manca.
Compose complicati ed arcani sigilli con le mani < < Njoburu-Mazo! > >
Gli alberi intorno a loro si animarono e si occuparono dei restanti ninja che avevano teso l'imboscata, afferrandoli con fronde e radici ed immobilizzandoli.
Fu allora che successe;
Sakura era tutta presa a cercare di capire che tecnica avesse mai usato l'uomo mascherato da non rendersi conto della figura ostile che la stava puntando, da dietro le spalle, a spada sguainata.
Il Capo-Sciacallo sgranò gli occhi e si tuffò repentinamente su di lei.
La ragazza si girò e lo vide: un ninja alleato che cercava di trafiggerla a morte.
Ma questo non avvenne; Almeno non a lei.
Il ninja dell'anima le aveva fatto da scudo umano, ed ora si trovava di fronte a lei trafitto e tremante. La lama era affondata per intero nel suo petto.
< < S-Shin... Perchè... > > Ma le parole gli morirono in gola, soffocate da un eccesso di tosse e sangue.
< < Merda > > l'altro ninja si allontanò con un salto, atterrando a molti metri da loro e scappando nella fitta boscaglia. I ninja alleati fecero per seguirlo, ma furono fermati dalla voce roca e sofferente del loro generale. < < Fermi! Rimanete a pr- proteggere il rotolo! > >
Gli alberi si ritirarono, e i legacci che imprigionavano i loro nemici persero vigore, causando così la fuga dei quattro superstiti.
Sakura si affrettò a soccorrere il suo protettore < < Mettetelo giù, lentamente > > Ordinò ai suoi compagni, dopo aver estratto la spada insanguinata.
Curò subito la grave ferita al petto, consumando una buona parte del suo chakra, ma il paziente non dava segni di miglioramento.
< < E' come se ci fosse qualcosa dentro di lui che non gli permette di recuperare le forze > >
< < E' il veleno dell'albero nero > > La interruppe un giovane sciacallo, che si era inginocchiato accanto a lei. Si era tolto la maschera e mostrava quello che poteva essere il volto di un ventenne: capelli biondi e chiarissimi incorniciavano un volto pulito e all'apparenza quasi angelico, con due chiari occhi celesti da husky. Quasi troppo bello per essere vero.
Sakura si riscosse sentendo il gemito del povero ninja che stava cercando di curare.
< < Che genere di veleno? > > Chiese la ragazza, iniziando a sospettare di essere in una situazione ben peggiore di quella immaginata. Aspettando la risposta decise di levare la maschera al suo paziente: ora che respirava a fatica non le sembrava il caso di tenergli coperti bocca e naso.
Allungò la mano e fece per sfilargliela, ma una mano le afferrò repentinamente il polso.
Il giovane che le aveva parlato le rivolse uno sguardo eloquente e lei non potè fare a meno di rispondergli nell'unico modo possibile < < Sono io il medico, quindi adesso decido io per lui. > >
Il ragazzo, dopo un attimo d'esitazione, le lasciò la mano, e lei liberò il volto dell'uomo in agonia.
Le si mozzò il fiato.
Sotto la faccia da canide si nascondeva il volto di un bellissimo uomo sulla trentina, con capelli di un colore che Sakura non aveva mai visto addosso ad un essere umano: aveva i capelli tagliati corti, che ricadevano all'altezza del collo, color malva! E mai si sarebbe aspettata che quel colore stesse così bene sul corpo di un uomo.
Portava un orecchino dorato e lucente sul lobo sinistro e aveva un piercing dello stesso colore sul sopracciglio.
All'improvviso le sue palpebre si alzarono e due occhi di un magnetico profondo blu la paralizzarono.
< < Scappate, non dovete rimanere così esposti, dovete mettervi al riparo e COFF COFF > > Non riuscì a finire la frase perché un forte eccesso di tosse dolorosa lo colpì senza mostrare pietà alcuna.
< < Shhhh silenzio ora, devi riposare. Penseremo a tutto noi e io penserò a te. Stai tranquillo adesso e non consumare energia inutilmente > >
< < R-ragazzina, non c'è tempo da perdere, non sappiamo se- > >
< < Vuoi davvero costringermi a zittirti?!?! Perchè posso farlo, e temo che non sarà piacevole! Senti, lo so che sei il capo e qui comandi tu, ma purtroppo per te IO sono l'unico medico in circolazione, al momento, e credo di sapere meglio di chiunque altro cosa fare adesso! E lasciarti qui a morire a causa di chissà quale veleno non è tra le possibili opzioni. Vedi di non farmelo ripetere > >
L'uomo la osservò, tentato dalle sue parole, attanagliato da un terribile conflitto. Dopotutto lui era il capo, lui doveva proteggerli tutti quanti... ma non così, non in quello stato.
Alla fine le sorrise < < Tu sei davvero... Rosa... > > e si lasciò andare, cadendo in un gratificante ed inatteso limbo di oscurità.
Sakura guardò lo sciacallo perdere i sensi; “ R-rosaaaaaaaaaaaaaaa!?!?!? E che cavolo significa!?!? Vedrò di non lasciarti morire, così poi potrai spiegarmelo! Te lo farò dire a suon di cazzotti!" >
Pensò la ragazza, mentre si mettevano tutti in cerca di un riparo, che non tardò a farsi scovare.
Una grotta nascosta da fitti cespugli: a quanto pare era ciò che da quelle parti equivaleva ad un hotel a 5 stelle.
Nessuno si lamentò, visto e considerato che fuori aveva anche cominciato a cadere una fitta e snervante pioggerellina.
La ragazza, dopo aver sistemato il capitano della compagnia su un giaciglio di fortuna fatto con i loro mantelli, interrogò di nuovo il ragazzo biondo, che aveva scoperto chiamarsi Dayo, sul misterioso veleno che era causa del malessere del suo paziente.
< < E' un veleno molto potente, utilizzato nei tempi antichi dai cacciatori neri. Erano un clan di spietati tagliagole e vivevano in questi boschi tanto tempo fa. Io e la mia gente scendemmo in guerra contro di loro, perché rendevano la nostra sacra foresta un luogo di crudeli stragi; pensavamo di averli eliminati del tutto, ma a quanto pare ci sbagliavamo. Comunque sia, ciò che li rendeva veramente pericolosi era il veleno in cui immergevano le loro armi: una potente miscela di neurotossine che vanno ad intaccare il sistema nervoso e lo rendono, per così dire, iperattivo; esso, di conseguenza, va ad agire sui centri di controllo del chakra, causandone il consumo a vuoto, anche se non lo si sta davvero utilizzando. Se non riusciremo a trovare il modo di rompere questa catena di eventi, presto il nostro capitano esaurirà tutto il suo chakra residuo e poi... > >
< < Morirà > > concluse Sakura per lui.
Il ragazzo annuì < < I nostri curatori erano riusciti a sintetizzare un siero antagonista del veleno, ma ormai è da molto tempo che nessuno ne sente più parlare, e poi francamente non credo che riusciremmo ad arrivare in tempo al Villaggio. La situazione è davvero critica. > >
Tutti rimasero immobili ed in silenzio, troppo immersi nei loro pensieri per azzardare anche solo a proporre quella che sembrava l'unica soluzione logica alla loro situazione: abbandonare il capitano e, senza perdere altro tempo, dirigersi al Villaggio per mettere in sicurezza il rotolo. Era davvero troppo alto il rischio che i loro assalitori tornassero alla carica e riuscissero a portare a termine il loro piano.
Il silenzio si protrasse ancora per diversi penosi minuti.
Sakura intanto pensava e ripensava come una pazza ad una soluzione alternativa... Doveva esserci un altro modo! Ma certo che c'era un altro modo! E lei lo avrebbe trovato, se lo sentiva, aveva la soluzione sulla punta della lingua...
“ E' debole,ha perso molto sangue, maledizione! E' tutto rosso qua intorno... rosso... fiore rosso... !!!!!!” < < MA CERTO! COME HO FATTO A NON PENSARCI PRIMA!?!? > > Disse la rosa, facendo sobbalzare tutti i presenti.
< < Alle Rovine era pieno di passiflora coccinea! E' una pianta nota per le sue proprietà rilassanti; con il suo ricco contenuto in flavonoidi e alcaloidi indolici funge da potente sedativo del sistema nervoso! Se riuscirete a portarmi quel fiore, entro stasera sarò in grado di preparare un infuso abbastanza potente da contrastare l'azione del veleno. Ma dobbiamo fare in fretta però, non ci resta molto tempo. Io starò qui e cercherò di infondergli regolarmente una dose del mio chakra. Forse così riuscirà a resistere fino al vostro ritorno. > >
Dayo annuì ed organizzò una squadra per i recupero della pianta medicinale.
Sai si avvicinò alla sua compagna di team, posandole una mano sulla spalla
< < Vado anche io con loro, così potrò tenerli sott'occhio: come dice l'Hokage “ fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. Questi tizzi avevano una spia infiltrata tra loro, chi ci dice non ce ne siano altre? Se succede qualcosa di sospetto, troverò il modo di avvisarti. > >
Sakura annuì < < Fai attenzione Sai > >
Il ragazzo le rivolse uno dei suoi rari sorrisi sinceri < < Anche tu,Sakura. E cerca di non affaticarti troppo: ora siamo tutti nelle tue mani > >
< < Stiamo per partire per la missione di ricognizione > > Le disse Dayo, avvicinandosi < < Se non ci vedete tornare entro quattro ore, lasciate il capitano e continuate senza di noi. Ryoru, lascio a te il comando. > >
< < Si signore. > > Rispose un ninja alto e barbuto dall'altro capo della grotta.
< < Bene, allora andiamo! > > Il giovane lanciò un ultimo sguardo alla ragazza, prima di getarsi nel verde profondo della foresta.
“Sbaglio o mi ha appena fatto un piccolo inchino?”

I minuti scorrevano, incessanti e infiniti, e con loro trascorrevano anche le ore. Ne erano già passate tre, durante le quali Sakura non aveva fatto altro che alternare periodi di riposo a periodi in cui cedeva un po' del suo chakra all'uomo che,a terra, diventava sempre più pallido.
I suoi capelli malva ora erano una macchia scura che incorniciava un viso candido come la neve. Sembrava riposasse tranquillamente, ma lei sapeva che quello era un sonno dal quale l'uomo avrebbe potuto anche non risvegliarsi mai più.
Era stanca ormai, quasi allo stremo delle forze; per risparmiare al massimo energia non si spostava nemmeno fino al giaciglio per riposare, ma si stendeva accanto al corpo del suo paziente e chiudeva gli occhi, lasciandosi cullare da una temporanea dolce oscurità.
In compenso, però, il comportamento dei due sciacalli che erano rimasti lì con lei era cambiato: da freddo e distaccato era diventato caldo e … premuroso?
Le portavano in continuazione acqua da bere e bacche dolci da mangiare, le avevano persino messo una coperta sulle spalle e le chiedevano di continuo come si sentisse. Evidentemente quegli uomini coriacei e segnati dagli anni ritenevano la lealtà un valore essenziale. E Sakura, trovando prima la soluzione al problema e poi sforzandosi all'estremo per mantenere in vita il loro capitano, un uomo che nemmeno conosceva, ne aveva dimostrata molta.
Aveva scoperto i nomi dei suoi compagni di sventura: il più alto e all'apparenza più vecchio dei due era Ryoru. Portava legata in vita una lunga e pestante spada e sul volto aveva una ispida barba scura che nascondeva labbra sempre incurvate in un ghigno arcigno; eppure i suoi occhi mostravano un calore ed una sicurezza quasi rassicuranti; si vedeva lontano un miglio che aveva la stoffa del capo.
L'altro era Toma, un ragazzo gioviale e, aveva scoperto lei con sommo piacere, pure spiritoso. Aveva folti capelli castani, vivaci occhi verdi e una simpatica costellazione di lentiggini sul naso.
I due si erano tolti le maschere poco dopo l'allontanamento del gruppo dalla caverna, e ora sembravano molto più rilassati.
Sakura era stesa accanto all'uomo privo di sensi in uno dei rari momenti di riposo, e si decise a porgere la dannata domanda che da tanto le ronzava in testa: < < Quel ragazzo, Shin, era una spia? Voglio dire, ovviamente ha colto tutti di sorpresa, ma... > > non riuscì a trovare le parole per esprimere ciò che voleva sapere: chi era il ragazzo che li aveva traditi? Era loro amico, oltre che compagno di squadra? Chi aveva lasciato indietro al suo Villaggio, per unirsi alla fazione nemica? Genitori? Fratelli? Sorelle? Figli, addirittura?
Sakura sapeva che non era giusto chiedere, ma voleva sapere: com'era possibile che un traditore avesse potuto albergare in seno ad una delle squadre di ninja più potenti del creato? Qualcosa non tornava. E se non fosse stato l'unico? Se qualcuno l'avesse aiutato dall'interno?
< < Capisco i tuoi timori > > Aveva risposto Toma, quasi leggendole nella mente. < < Devi sapere che Shin non è originario del nostro Villaggio; è uno dei tanti orfani che si aggirano nella foresta, vittima di questo mondo tormentato dalla guerra. Kuma lo trovò stremato dalla fame e dagli stenti mentre tornava a casa alla fine di una missione, e decise di portarlo con sé. Gli promise che lo avrebbe reso un grande guerriero. Da allora lo ha cresciuto, allenato e si è preso cura di lui. Erano come fratelli. Mai avrei immaginato... > > Il ragazzo si rabbuiò e non emise più un fiato.
A Sakura vennero in mente altri due fratelli che avevano avuto un destino simile, e si chiese se davvero non fosse meglio essere figli unici a questo mondo.
< < Kuma è il vostro capitano? > > Chiese la ragazza, osservando l'uomo inerme steso accanto a lei.
“Orso... a guardarlo adesso si direbbe che assomigli più ad un agnellino.”
Fu Ryoru a fare un cenno d'assenso nella sua direzione. < < Shin amava Kuma. Era tutto ciò che aveva. Sicuramente c'è una spiegazione per quello che è successo. > >
Sakura abbassò il capo: non se la sentiva di aggiungere altro, percepiva il loro dolore.
E finalmente il gruppo di ricognizione tornò;
Sebbene provata dalla stanchezza, in poco tempo la ragazza preparò l'infuso e lo fece bere allo Sciacallo ancora privo di sensi.
Ora tutto ciò che restava da fare era aspettare, e pregare di essere riusciti ad agire in tempo.



Ed ecco che si conclude anche questa fase della storia!!
Ho già detto quanto mi ci è voluto per scriverla?!?! Mha, qualche volta mi sorprendo da sola O.O
Ci sono dei giorni in cui vado come un razzo e altri che... bhè, anche un bradipo mi batterebbe ^____^
Detto questo devo fare una precisazione, per correttezza naturalistica : Passiflora Coccinea non è una delle varianti della Passiflora usata come erba medicinale (che invece lo sono P.Edulis, P.Caerulea e P.Incarnata), ma il colore mi piaceva decisamente di più, per cui mi sono presa una bella libertà, e chiedo perdono per questo. *_____*
Mi raccomando, fatemi sapere quali sono le vostre opinioni e se vi sta piacendo la storia!!!!
Grazie mille
Alla prossima
Mew

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Capitolo 4
*** La Città delle Anime! ***


Salve a tutti!!!
Finalmente ce la faccio a postare un nuovo capitolo, ultimamente ci metto sempre un po' più del solito a scrivere!!
Spero di non deludervi ^___-
Buona lettura!!!
 
 
Sakura si godeva la tiepida luce del sole, salito in cielo ormai da un po' di tempo,lasciando che la frizzante brezza primaverile le accarezzasse dolcemente i capelli.
Era seduta vicina all'entrata della caverna, accanto all'uomo che era stato dichiarato ormai fuori pericolo.
Davvero una lunga notte per tutti!
Adesso però il nero manto stellato era stato strappato dal brillante sole del giorno, e le loro paure avevano ceduto il passo ad un sollievo e ad una serenità inaspettati.
< < Buongiorno Confettino! Certo che mi hai fatto fare proprio la figura del babbeo; di solito sono i principi a salvare le principesse, non viceversa. > >
Sakura si voltò di scatto, ritrovandosi davanti due occhi blu-oceano profondi ed avvolgenti. Kuma si era svegliato e sembrava in ottima forma: si era sollevato puntellandosi col gomito a terra e la osservava in modo strano, mettendola notevolmente in soggezione.
La ragazza sorrise sollevata e, dopo un attimo di esitazione, rispose affilata < < Principe? Quale principe? Io vedo solo un vecchio lupo spelacchiato! > >
< < Ah Ah Ah, ma come siamo spiritosi stamani! Vedo che salvare la gente ti fa un certo effetto, piccola Sakura; ma ricorda che questo VECCHIO lupo ha ancora i denti > > La rimbeccò quello, con un ghigno smaliziato e sicuramente poco rassicurante stampato in faccia.
< < E allora il lupo farà bene a stare attento a quello che dice, se non vuole perderli tutti quei suoi bei denti affilati! > > Rispose, mostrandogli il pugno.
< < Ahahahahah ragazzina, hai davvero una forza sovrumana! Ma mi piace, apprezzo molto il potere > > I suoi occhi si scurirono, diventando cobalto liquido, e la ragazza fu attraversata da un brivido... che non era di paura?
“ C-cavolo, ma questo che intenzioni ha!?!? Fino a ieri mi avrebbe spellata viva e ora-”
< < Comunque Confettino, sono in debito con te. Da oggi, ti devo la mia vita. > > Le fece l'occhiolino e provò ad alzarsi.
Sakura, che nel frattempo si stava chiedendo che stesse succedendo e se il mondo si fosse capovolto, lo trattenne a terra poggiandogli una mano sul petto. < < Fermo. Non puoi ancora alzarti: ordini del medico, ricordi? Devi riposare almeno un'intera giornata. E poi ho fatto solo i mio dovere, non devi sentirti in obbligo nei miei confronti. > >
< < Ragazzina, non scherzare! Non possiamo permetterci di perdere altro tempo. A causa di questo spiacevole imprevisto siamo in ritardo di un giorno sulla tabella di marcia e non ho intenzione di rallentare ulteriormente. > > Lo sciacallo cercò di nuovo di alzarsi, chiamando a raccolta tutte le sue forze per compiere quel misero gesto, ma crollò rovinosamente a terra.
< < Bhè, campione! Complimenti per la tenacia, ma non sei fisicamente in grado di farcela; il livello del tuo chakra è arrivato a sfiorare lo zero, per cui non mi sembra il caso di fare l'eroe. Riposati, recupera le forze e poi proseguiremo. > >
< < Mezza giornata, non di più: mi farò portare in spalla da uno dei miei uomini, se necessario. > > La guardò dritta in faccia con espressione torva: i suoi occhi non ammettevano repliche.
“Certo, sempre che non t'infilzino nel bel mezzo del viaggio” Pensò la rosa, sentendosi subito una stronza: non era certo colpa di Kuma se il ragazzo che aveva cresciuto come un fratello lo aveva colpito a morte con una spada avvelenata.
Sospirò rassegnata e acconsentì.
< < Sei un osso duro ragazzina! Non sono molti quelli che possono dire di avere discusso con me ed essere sopravvissuti per raccontarlo > > ghignò compiaciuto l'uomo dall'inusuale chioma.
< < E tu sei fortunato, perché nessuno riesce mai a sottrarsi alla riabilitazione medica che gli impongo. Di solito, se un paziente ha qualcosa da ridire, trovo il modo di farlo tacere. Ma se lo facessi adesso con te, probabilmente ti ammazzerei, viste le tue precarie condizioni. > > Disse, guardandolo spazientita.
< < Ahahahhahah sei così tenera! Come faccio a resisterti se mi dici cose così dolci? > >
Sakura lo guardò allibita “Ma è un masochista o cosa!?!?!?”
< < Ad ogni modo > > aggiunse lo Sciacallo tornando serio < < Adesso puoi pure contattare il tuo Hokage; a quanto pare non è servito a molto mantenere tutta questa segretezza. Aggiornalo sulla situazione e digli che lo contatterete di nuovo non appena saremo entrati nel Villaggio e avremo portato a compimento questa benedetta missione >>
La ragazza annuì e chiamò Sai; insieme si diressero verso il fondo della grotta, cercando un angolo riparto per poter contattare Konoha.
 
 
 
Venti minuti e una spiegazione dopo...
…... e così ci siamo accampati in questa grotta per passare la notte; il capitano si sta ristabilendo bene e contiamo di ripartire oggi pomeriggio stesso > > Disse la rosa, rivolgendosi ad una verde lumaca di fronte a lei.
Rispose una voce un po' distorta < < Capisco. Le cose si sono fatte più complesse del previsto, come temevo > >
Le sembrava di vederlo, Kakashi Sensei, seduto dietro la sua scrivania con gli occhi chiusi e le mani conserte, un espressione pensierosa dipinta in volto.
< < Sakura, Sai, pensate di aver bisogno di rinforzi? Non mi ci vorrebbe molto a mettere insieme una squadra di supporto ed ad inviarvela. > >
I due ragazzi si guardarono < < Kakashi-Sensei, non si deve preoccupare: i ninja che ci accompagnano sono molto forti e ci fidiamo di loro. Inoltre presto saremo a destinazione; mandare una squadra adesso sarebbe un inutile spreco di risorse e di tempo. > >
< < Mmhh... Come preferite allora. Ma Sakura, Sai, voglio che mi teniate aggiornato in caso ci siano altri cambiamenti nel programma: non mi piace come si stanno mettendo le cose. > >
< < Certo > > Risposero in coro i due ninja.
< < Bene. Al prossimo aggiornamento, allora. In bocca al lupo > > E ci fu l'interruzione della comunicazione.
I due compagni di team sorrisero all'ultima affermazione dell'Hokage : era più appropriato dire in bocca allo sciacallo.
 
Nel frattempo, A Konoha:
< < Aahhh maledizione Tsunade, inizio a sospettare di aver preso una decisione avventata a mandare solo loro due in una missione del genere. Voglio dire, Sakura e Sai sono due ottimi ninja e hanno dei talenti straordinari, ma- > >
< < Kakashi, sai bene che non potevi inviare più di due persone in una missione di questo tipo: la segretezza è la priorità! Se non Sai e Sakura -che è la migliore ninja medico di Konoha e quindi l'unico medico che potevi raccomandare per l'occasione- chi allora? Naruto, che non saprebbe mantenere la bocca chiusa da qui al chiosco di Ichiraku? Hai preso l'unica possibile decisione, non sentirti in colpa per questo! > > Gli disse la Sanin, mentre rispediva a casa la lumaca usata per comunicare.
L'Hokage volse il viso verso la finestra e si mise a fissare le nuvole, augurandosi che andasse tutto per il meglio.
 
 
 
 
Era pomeriggio inoltrato e il gruppo si era rimesso in viaggio già da un po'.
Kuma arrancava, ma cercava in ogni modo di non darlo a vedere. Sakura, dal canto suo, non gli staccava gli occhi di dosso: che non si potesse mai dire che non era un medico scrupoloso!
Si stava giusto chiedendo quanto ancora ci avrebbero messo ad arrivare, che lo Sciacallo li fermò
< < Aspettate e non muovetevi, adesso > >
Compose dei sigilli con le mani e cantilenò una strana e bassa lìtnia.
Davanti a loro apparve un mondo che fino a poco tempo prima era rimasto celato agli occhi di tutti, come se un enorme velo invisibile fosse stato scostato da un soffio di vento.
Erano arrivati, quello era il Villaggio delle Anime.
Meravigliosi riflessi dorati danzavano sul marmo niveo che rivestiva per intero la città.
Venature auree attraversavano le lisce superfici giocando a rincorrersi con il sole.
Rigogliose macchie di florido verde sbucavano da anfratti segreti, creando dei boschetti interni al Villaggio, e le voci degli abitanti del luogo si mescolavano con i rumori della foresta: il frusciare del vento tra le foglie, i trilli di una moltitudine di uccelli, dei passi ovattati sull'erba alta che si stendeva ai margini delle strade.
Tutto era luce, tutto era vita.
Era quasi troppo, quasi soverchiante.
I due ninja di Konoha entrarono nel Villaggio storditi dal sovraccarico sensoriale.
E l'odore!
Da ogni dove sbucavano balconi bianchi carichi di profumati fiori colorati; Sakura ne riconobbe alcuni: lavanda, gelsomino, pitosforo, calicanto, fresia, giacinto... c'era persino una magnolia stellata!
Ovunque sorgevano basse case e botteghe dai colori vivaci.
Il gruppo si calò nel flusso cittadino, in mezzo ad onde di passanti che nuotavano in un oceano umano in perenne movimento.
La strada principale che stavano seguendo si snodava dal centro del Villaggio fino ad una parte più periferica ma sopraelevata: una costruzione in legno massiccio che puntava dritta verso il cielo, circondata da alberi enormi su cui erano appostate sentinelle che indossavano l'uniforme degli Sciacalli; doveva essere il palazzo del governo.
Erano arrivati finalmente: stavano per portare a termine la loro missione.
Kuma fece cenno al gruppo di fermarsi
< < Aspettatemi qui, vado a fare rapporto e ad indicare il motivo del nostro ritardo. Finchè non avremo l'autorizzazione a procedere, non possiamo avvicinarci. > >
Il gruppo attese in disparte, colto da una smaniosa frenesia; c'era chi tra loro non vedeva l'ora di tornare a casa dai propri cari, chi non vedeva l'ora di concedersi un po' di riposo e chi, come lei, desiderava informarsi riguardo una certa persona cara alla sua maestra.
L'attesa non si prolungò più di tanto, perché presto il capo sciacallo fu di ritorno e li guidò all'interno della costruzione.
Se da fuori poteva sembrare un edificio spoglio ed austero, costruito per resistere ad una guerra, dentro presentava una raffinatezza inaspettata; le pareti di castagno erano intagliate con motivi
figuranti animali della foresta: regali cervi con palchi di diametro smisurato, gufi scuri dall'espressione arcigna, lupi dallo sguardo penetrante e grossi cinghiali spinosi che scavavano a terra con le potenti zanne.
“Spiriti guardiani della foresta?” Si chiese la ragazza.
Poi davanti a loro si aprì un ampia camera scura, senza finestre. Il soffitto era molto alto e nella semioscurità che li circondava, rischiarata solo dalle poche lampade ad olio appese alle pareti,non se ne percepiva la fine.
Più che una sala del consiglio sembrava... una tomba?
“No” pensò la ragazza “Somiglia molto più ad un piano di emergenza: un ambiente così ampio può ospitare molte persone e in un periodo di crisi può fornire riparo, mentre la battaglia infuria all'esterno”
Il Villaggio delle Anime, la città dai molti segreti... C'era molto da proteggere laggiù, molto da nascondere...
Intorno al tavolo centrale stavano seduti sette individui anziani.
Era chiaro fossero le massime autorità del luogo, ed in effetti ognuno di loro ispirava una certa soggezione.
“Ma allora non è affatto vero che in questa città non s'invecchia mai!”
Fu quello che a prima vista sembrava il più anziano a parlare.
< < Benvenuti, ambasciatori della Foglia. Sappiamo che avete affrontato un viaggio estenuante e ricco d' imprevisti per giungere fino a noi oggi, e per questo vi saremo sempre grati. Io sono Khair, l'anziano responsabile delle relazioni con l'esterno, e sono il primo che vuole porgervi i propri omaggi. Avete rischiato molto, ma lo avete fatto per una giusta causa; il rotolo che portate con voi contiene uno dei più oscuri segreti della mia gente e mai nessuno straniero ne dovrà entrare in possesso. Se ciò accadesse, allora per molti sarebbe la rovina, e forse addirittura si arriverebbe ad una guerra ben più terribile della precedente. Vedete, come ben saprete a nord nel nostro Villaggio alberga un'antica foresta. Al suo interno vive da migliaia di anni ormai un albero la cui linfa, mista a sangue, scorre nelle vene degli abitanti di questo villaggio, rendendoci immuni allo scorrere del tempo. Ovviamente ci sono dei costi, per ognuno di noi: condizioni alle quali dobbiamo sottostare. Perché questa è cosa giusta, serve a mantenere l'equilibrio del mondo. Ma se esistessero dei modi per aggirare queste condizioni? Bhè, cari ragazzi, se ciò fosse possibile allora saremmo tutti in grave pericolo, e parlo anche per gli abitanti del mondo esterno a queste mura; se ci fossero persone in grado di sfruttare l'immortalità senza rispondere a nessuna regola, allora questi individui sarebbero di fatto Dei tra gli uomini. E gli Dei immortali, si sa, nascono per regnare sui mortali. Così, se il rotolo che ci avete portato fosse finito in mani sbagliate, sarebbe stata una catastrofe. Perché quello che contiene è proprio la ricetta per l'immortalità. > >
I due ragazzi impallidirono nel sentirselo dire; avevano trasportato una cosa simile? Se Kakashi l'avesse saputo, probabilmente avrebbe rinchiuso il rotolo in una cassaforte e avrebbe messo la cassaforte in una gabbia d'acciaio indistruttibile, caricando tutto dentro un razzo diretto verso un buco nero.
E addio problemi con i briganti!
Perchè una cosa del genere esisteva? E per quale motivo non era stata distrutta?
< < Sommo Khair, posso chiederle una cosa? > > Gli si rivolse la rosa, chinando la testa in segno di rispetto.
< < Ma certo, porgi pure la tua domanda > > L'espressione sul volto dell'anziano era benevola.
< < Come faceva questo rotolo sacro,d'estrema importanza per voi, ad essere in un altro villaggio? E' stato rubato? > >
< < Vedi cara, quando tra noi ci sono traditori o criminali che non meritano la pena di morte, li esiliamo all'esterno delle mura. Diversi decenni fa viveva tra noi un giovane archivista, Takashi mi pare si chiamasse, che aveva preso la spiacevole abitudine di leggere i documenti proibiti che erano stipati nei recessi più remoti dell'archivio. Venne avvisato più volte che il suo comportamento avrebbe avuto delle conseguenze gravi, ma lui non ascoltò. Fu condannato all'esilio, e il giorno che fu condotto fuori dal villaggio, chi era incaricato di perquisirlo non fece il suo dovere: si scoprì in seguito che quella donna era la sua amante e che erano fuggiti insieme, potando via uno dei rotoli proibiti. Si sparse la voce che si era nascosto nella terra del Fuoco, fondando un piccolo villaggio mercantile. Non avevamo più avuto sue notizie, almeno fino a qualche tempo fà. Il luogo caduto in rovina durante la guerra probabilmente era proprio quel villaggio. > > Finì in tono grave, socchiudendo gli occhi e mostrando una malcelata stanchezza.
Il vecchio Khair si ricordava le vicende che avevano accompagnato il furto del rotolo: il panico si era sparso in città e aveva attanagliato la gola di molti; c'erano state violente rivolte contro le autorità, considerate non in grado di svolgere il proprio dovere, ed erano state sedate con il sangue. Una tragedia di proporzioni colossali. Quello era stato il suo unico errore, da quando era stato eletto membro del Consiglio. Ma era una macchia troppo oscura e profonda, incancellabile : se la sarebbe portata con sé nella tomba.
< < Ma, mi perdoni Sommo Khair, questo vuol dire che quell'uomo è la fuori da qualche parte? Se è un abitante di questo Villaggio vuol dire che è immortale dopotutto, no? Lo si potrebbe ancora catturare e- > >
L'anziano la interruppe con un sorriso criptico < < Perdonatemi se sto qui a tediarvi con le mie chiacchiere, voi sarete di certo molto stanchi; provvederò a farvi trovare pronto un alloggio per la notte. Domani preparerò una lettera da consegnare al vostro Hokage, e voi e il vostro Villaggio sarete ricompensati adeguatamente. > >
Sakura aveva capito l'antifona, il discorso che aveva proposto era spinoso... ma fino a questo punto? Il vecchio Khair aveva evitato palesemente l'argomento.
In ogni caso, non aveva intenzione d'indagare oltre. Avevano portato a termine la missione e adesso potevano finalmente rilassarsi, e magari curiosare un po' in giro!
La ragazza consegnò il rotolo a chi di dovere e si allontanò con Sai verso la strada più affollata della città.
Decisero di contattare l'Hokage per comunicargli l'esito positivo della missione, e poi partirono alla scoperta di quel luogo pieno di misteri.
 
 
Era sera e in giro cominciava a calare una fitta foschia;
In alto erano collocate corde, da un balcone all'altro, che sorreggevano lanterne ad olio; l'effetto che si otteneva era mistico: sembrava di passeggiare in un villaggio incantato.
Dalla nebbia uscivano figure ridenti e bambini che si rincorrevano.
“Stanno rientrando per la cena” Si disse Sakura; dopotutto anche loro iniziavano a percepire i crudeli morsi della fame!
Decisero di cercare un posto in cui rifocillarsi, ma con quella foschia era davvero difficile vedere oltre il proprio naso.
Come per magia, si ritrovarono davanti ad un simpatico chiosco di ramen che somigliava molto a quello di... Ichiraku?!?!?!
Il loro stupore si accrebbe quando videro un biondino tutto indaffarato a tracannare tonnellate di ramen.... Biondo, capelli a punta.... modi di fare decisamente bestiali...
Ai due prese un colpo < < N-Naruto?!?!? > > Gridarono in coro
Il ragazzo si fermò, si girò lentamente e...
< < Si può sapere che cavolo avete da urlare voi due? Siete forse pazzi ? E poi chi sarebbe questo Naruto? Un pezzo del mio Ramen??? > >
I due caddero in stile manga. Il ragazzo era sorprendentemente simile a quel baka, ma aveva grandi occhi verdi e lentiggini sparse ovunque.
A Sakura si accese una lampadina < < Sei il fratellino di Toma, per caso? > >
< < Conoscete mio fratello? E perché non l'avete detto subito???? Gli amici del mio nii-san sono anche miei amici! Toshiro, prepara altre due porzioni del tuo fantastico ramen! Anzi-aggiunse guardando la sua ciotola quasi vuota- facciamo tre! Grazie!! > >
< < Subito Nori! > >
“Si chiama come le alghe usate per guarnire il ramen?... Forse i sui genitori e quelli di Naruto si conoscevano...”
< < Hey ragazzi, anche voi qui? Ahahah ma che splendida sorpresa! > > Fece una voce maschile e vivace alle loro spalle;
Dalla nebbia apparve la figura alta e snella di Toma, accompagnata da quella di un'altra loro conoscenza.
< < Hey Confettino! Ragazzo strano > > Salutò lei con l'occhiolino e Sai con un cenno della testa.
< < Kuma! > > la rosa si alzò dallo sgabello, piacevolmente sorpresa < < Sono contenta di vedere che stai bene! Sei anche troppo in forze, in verità; sei stato a farti vedere in ospedale, come ti avevo detto? > >
< < Ma certo ma certo, ho fatto proprio come mi avevi caldamente minacciato, mia dottoressa > >
La puntò, con un sorriso sornione stampato sulle labbra.
Poi arrivarono le ordinazioni e tutti si misero a mangiare;
Durante la cena parlarono del più e del meno, di come fosse strutturata la città, di quanto fosse antica, degli animali che abitavano nella foresta e cose simili.
E alla fine Sakura si decise a sparare la domanda che avrebbe voluto porre già da un po'
< < Conoscete per caso una certa Miko? E' un abitante di questo villaggio, a quanto mi è stato riferito > >
Fu Kuma a rispondere, piuttosto sorpreso < < Miko? Perchè la cerchi? > >
< < Vedi, in realtà molto tempo fa lei fu la maestra della mia maestra; mi farebbe davvero piacere poterle parlare, anche solo per un po' > >
Pensò di non rivelare le sue vere intenzioni: fidarsi è bene, non fidarsi...
< < Bhè, in realtà non è che si faccia vedere spesso qui al Villaggio. Fa un salto nella civiltà solo se convocata dal Consiglio > > Disse Toma, pensieroso.
< < Vive nel fitto della Foresta Sacra, e non è facile riuscire a contattarla. E' una donna molto particolare e spesso rifugge il contatto con gli altri esseri umani. > > Kuma aveva un'aria seria, mentre pronunciava queste parole, e molto... malinconica?
< < Comunque se t'interessa posso accompagnarti fino alla foresta, domani mattina presto; starà a lei decidere se volerti parlare oppure no. Che non si dica mai che Kuma dell'Orso non è ospitale con chi gli salva la vita! E ora brindiamo a noi e alla nostra faccia tosta! Toshiro, porta qui quel tuo buon Sakè da quattro soldi! Ahahahahahhahah > >
< < Bhè, sarà pure un buon Sakè da quattro soldi, ma quanto te ne scoli tu, nessuno mai Kuma! > > Lo rimproverò il padrone del locale, venendo verso di loro con una bottiglia d'invitante Sakè caldo.
 
Quando infine la serata si concluse, si trascinarono tutti verso i propri alloggi, sorreggendosi l'un l'altro: erano più che brilli.
Kuma consegnò Sakura a Sai, con la promessa che la mettesse a letto: l'indomani si sarebbero dovuti svegliare di buon'ora per dirigersi alla Foresta.
La ragazza era alcolicamente felice e non poteva far altro che pensare che tutte quelle sere passate con Tsunade-sama a bere sakè e giocare a dadi, alla fine non avevano affatto alzato il limite della sua tolleranza alcolica.
Quando il ninja della radice la posò sul letto e la coprì, biascicò un confuso < < Grashie > >
E cadde in un sonno così oscuro da rasentare la morte.
 
 
Bene ragazzi, ho concluso anche questo capitolo in allegria!!!
Nel prossimo faremo finalmente la conoscenza della misteriosa figura che si cela nel fitto della foresta.... che succederà alla nostra Sakura??? Alla fine di questo viaggio si riscoprirà un persona nuova, molto più forte e sicura di prima!
Alla prossima!
Baci
Mew
 
 

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Capitolo 5
*** Palude dagli occhi gialli ***


 

Salve a tutti, cari lettori!!!
Da ora in poi la storia comincerà ad entrare nel vivo, e ad ingranare sul serio!!!!!
Scopriremo cose moooolto interessanti sulla misteriosa Città delle Anime, e vedremo la nostra protagonista alle prese con... ma basta parlare, sennò vi spoilero tutto!
Buona lettura ^___^
 
 
 
 
 
La mattina dopo si svegliò con quello che avrebbe ricordato come uno dei peggiori dopo sbronza di tutta la sua vita.
Il sole era alto in cielo, ma doveva essere ancora presto. La ragazza guardò la sveglia poggiata sopra il comodino: le 8.30.
Sakura si stava ancora chiedendo per quale motivo si fosse improvvisata così mattiniera quando sentì qualcuno bussare energicamente alla porta.
Un urlo di guerra per la sua povera testa, ma soprattutto incessante!
< < Arrivo arrivo! Maledizione! Presentarsi alla porta di qualcuno così presto! Sai, se sei tu ti avverto: comincia a corr- > >
< < Buongiorno Confettino! Vedo che siamo di ottimo umore stamani! Per non parlare dell'aspetto! > > Quello sul volto di Kuma poteva essere descritto come lo sguardo ammiccante per eccellenza
< < K-Kuma?!?! Ma che ci fai qui?!?! > > Disse la rosa chiudendosi meglio i baveri della vestaglia, imbarazzata.
< < Come, non ti ricordi? Ti porto alla foresta stamani! Se ti sbrighi però, più tardi devo presentarmi al palazzo del consiglio. Perciò ti concedo dieci minuti, dolce fatina!! > >
< < O-ok! Faccio in un lampo! > >
“Maledetto grado misero di tolleranza alcolica! Perchè non mi ricordo quasi nulla!?! Ma chi l'ha distillato quel sakè, il demonio?!?!”
Doccia-razzo, vestiti infilati alla velocità della luce, colazione scansata a piè pari, e Sakura era pronta a seguire lo sciacallo per le affollate vie della città: sembrava che anche di prima mattina gli abitanti del luogo fossero indaffarati e pieni di energie.
Lei NO. PER NIENTE. Dovette pregare Kuma di aspettarla solo due minuti,mentre entrava in un negozio di erbe e comprava il necessario per farsi un rimedio contro l'emicrania che le torturava il cervello.
“Mai più! Giuro MAI PIU' berrò quello stramaledetto Sakè!”
Una ventina di minuti dopo erano arrivati: di fronte a loro si apriva un mondo di verde dipinto, abitato da chiome di smeraldo e antichi tronchi secolari.
< < Bene ragazzina, io ti ho portato dove volevi, ma non mi addosso alcuna responsabilità! Da qui in poi sei sola; per incontrare Miko devi inoltrarti nel fitto della foresta, e non è detto che si farà vedere! Fa attenzione però: non è un semplice bosco. Ricordati dove sei adesso Sakura, e forse questo ti aiuterà a non cacciarti nei guai. Te la senti di affrontare tutto in solitaria? > >
Un viaggio in solitaria? Sakura se la sentiva eccome; dopotutto c'era chi IN SOLITARIA se ne andava in giro per il mondo; quello che stava per fare lei, a confronto, sembrava una passeggiata rilassante!
Annuì risolutamente e lo salutò con un cenno della mano < < Ti ringrazio Kuma > >
< < Uff... testarda! Proprio il genere di ragazza che preferisco! > > E strizzandole l'occhio, sparì con un agile balzo.
“Mi domando perché fa tutte quelle scene! Che marpione manipolatore!” Si disse la ragazza gonfiando le guance in segno di disapprovazione.
Poi si gettò tra le grinfie di quel mare di giada.
 
 
Il paesaggio era sicuramente straordinario;
La foresta era molto antica, e di conseguenza le chiome degli alberi millenari si erano inspessite col tempo, non lasciando filtrare a terra la luce.
Così il terreno era ricoperto solo da foglie morte e muschi sparsi, in una semioscurità piuttosto inquietante.
Gli alberi erano enormi sequoie dall'aspetto burbero, e per scalarne una Sakura ci mise un po': sembrava che la dentro il suo controllo del chakra fosse in qualche modo disturbato, più debole ed incerto.
Alla fine giunse in cima ad uno di quei giganti, e cominciò a saltare di ramo in ramo.
Improvvisamente dalla vegetazione alla sua sinistra apparve un enorme volatile grigio, un rapace.
Sakura lo osservò meglio, mentre si appollaiava dieci metri più avanti.
Era un grosso gufo dalle dimensioni di un aquila, con grossi artigli scuri e... tre occhi!?!?!?
Alla rosa prese un colpo e dovette afferrarsi saldamente ad un ramo per evitare di cadere a terra.
Quel coso infernale era addirittura dotato di un becco pieno di denti affilati!
“M-ma che cavolo-!”
La strana creatura si alzò pesantemente in volo e, guardandola un ultima volta prima di sparire tra i rami scuri, emise uno stridio basso e raccapricciante.
“... Questo me lo voglio dimenticare prima possibile, grazie!”
 
Dopo una mezz'oretta di cammino, il paesaggio cambiò.
Adesso si trovava in una faggeta dai colori caldi e vivaci; la luce, sebbene ancora molto ridotta, penetrava meglio tra le chiome, e a terra si vedevano sparsi soffici tappeti verdi.
In quel tratto di foresta apparivano, sbucando dal suolo come pinne dal mare, grossi massi di pietra grigia e lucente, ricoperta di licheni e cosparsa di striature calcaree; quel tipo di roccia apparteneva ad uno strato inferiore del mantello terrestre, ed in genere era quella in cui era più probabile trovare fossili. Sakura si chiedeva come fosse finita lì.
Ad un tratto la sua corsa si arrestò bruscamente;
Da dietro uno di quei massi apparve un cervo dorato con un palco enorme sulla nobile testa, e accanto a lui si presentò una bellissima femmina dello stesso colore. La ragazza si sporse per godersi meglio lo spettacolo: il cervo somigliava molto a quello che aveva visto scolpito lungo il corridoio del palazzo del Governo. Non volendo, scorticò con il piede un pezzo di corteccia, e il rumore risuonò lungo tutta l'area. Entrambi si voltarono verso di lei, ma dopo un attimo non le diedero più importanza, proseguendo lungo la loro strada.
E anche Sakura riprese il suo viaggio.
Erano passate due ore, ma ancora non era riuscita a trovare il cuore di quella che le sembrava sempre di più un infinita voragine verde smeraldo.
Ad un tratto il paesaggio mutò ancora: un'estesa e melmosa palude si allargava sotto i suoi piedi; Enormi alberi dalle foglie gialle, che sakura non riconobbe, emergevano da quelle acque scure, coperte da una lieve grigia foschia.
“Che posto è questo?” Si chiese la rosa, saltando su uno dei bassi alberi color miele.
Guardò le acque nere e provò un senso di disagio, ma se lo scrollò di dosso, convincendosi di essersi lasciata suggestionare dall'ambiente.
Così poggiò un piede sulla superficie liquida, cominciando a camminare in equilibrio sul chakra. Non si accorse del movimento che increspò il pelo dell'acqua alle sue spalle.
La ragazza proseguiva con passo deciso verso nord, concentrandosi per mantenere saldo il controllo sul suo chakra, per evitare di finire con il posteriore a mollo.
Si fermò per tergersi il sudore dalla fronte: nonostante la temperatura non fosse alta, i raggi del sole diretti su di lei e la densa foschia che avvolgeva l'ambiente rendevano quel luogo estremamente soffocante.
Successe in un attimo;
dagli alberi intorno a lei si alzarono all'improvviso stormi di uccelli dorati che non aveva neppure notato, scambiandoli per foglie. Non aveva fatto rumore, e allora perch-
Attirata da un riflesso provvidenziale, guardò vero il basso: due enormi fauci aperte come la bocca dell'inferno la stavano puntando dalle profondità di quella torbida palude.
Fece appena in tempo a saltare in alto, che una bestia orribile uscì fuori dal pelo dell'acqua: pelle cosparsa di squame nere, lunghe pinne terminanti in artigli e un muso allungato che ricordava quello di un alligatore.
Era grande quanto un'orca e doveva avere la forza di un treno merci: saltò ad almeno tre metri dal pelo dell'acqua, contorcendosi come una balena nell'oceano, per sprofondare di nuovo nelle acque oscure e silenti della palude.
Sakura faticava a regolarizzare il respiro, aveva ancora il cuore a mille; la cosa che più l'aveva terrorizzata erano stati i suoi occhi: enormi ovali d'ambra attraversati da una pupilla felina.
E si erano fissati su di lei. Volevano LEI.
“Oddio, e ora che faccio? Salto da un albero all'altro, d'accordo, ma quell'affare può arrivarmi facilmente con un balzo! Lo stenderei con un colpo, ma... > > La ragazza si guardò il pugno; in quel posto il chakra sembrava non rispondere bene ai suoi comandi. E se fosse venuto meno proprio nel momento cruciale, mentre lei si preparava ad abbattere il mostro!?!? La conclusione sarebbe stata ovvia, e si vide trascinata nelle profondità di quella tomba fangosa...
La rosa scrollò il capo “NO NO NO Sakura! Forza! Ce la puoi fare, maledizione! Hai affrontato di peggio, nella tua miserabile vita! Salterò da un albero all'altro, e se il Diavoldrillo – Così nella sua fantasia si figurava l'incrocio bastardo tra un diavolo e un coccodrillo - spunterà ancora per provare ad assaggiarmi, allora dovrà fare i conti con il mio micidiale pugno! SHANNAROOOOO!”
E si lanciò rapidamente verso l'albero vicino; proseguì pacificamente per un po', tanto che pensò che il suo assalitore avesse lasciato perdere per dedicarsi a prede più arrendevoli; ma all'improvviso, proprio mentre era a metà di un salto, ecco di nuovo l'enorme muso nero sbucare dalle acque, aprendosi in un perfido luccichio di zanne affilate. Sakura fu veloce: si girò e lo affrontò faccia-faccia < < PRENDI QUESTO BASTARDOOOO > > Il pugno lo colpì dritto sul muso, e sebbene non fosse stato potente come aveva sperato, sembrò sortire il suo effetto: il diavildrillo si ritirò nell'oscurità emettendo un gemito profondo e gutturale.
< < AAAhhhh!!!! E' così che si fa! Shannaroooo > > Si complimentò con se stessa la ragazza, agitando il pugno verso l'alto.
Un rumore improvviso dietro di lei, però, la convinse ad interrompere i festeggiamenti e a proseguire il più in fretta possibile.
Per fortuna quella palude infernale si interruppe, cedendo il passo ad una fitta distesa di chiari salici piangenti.
Sembrava il Paradiso dopo l'Inferno.
Al centro della vallata scorreva un fiume dall'acqua cristallina, e Sakura decise di riposarsi un attimo, approfittando dell'occasione per prepararsi l'infuso contro il mal di testa, che dopo la disavventura era tornato più prepotente e bastardo di prima.
E già che c'era, decise di vedere se riusciva a prendere qualche pesce: ormai doveva essere ora di pranzo.
 
Mentre stava seduta placidamente sulla riva del fiume, pulendo il magnifico salmone argentato che era riuscita a procurarsi, da dietro il tronco di un albero fecero capolino due soffici bianche orecchie, seguite da un becco giallo e appuntito e da due splendidi occhi blu. Sakura rimase immobile, e lentamente una piccola figura delle dimensioni di un cane sbucò fuori dal suo nascondiglio.
Aveva il corpo ricoperto di piume nella metà anteriore, con zampe da rapace e ali da falco, e la parte posteriore sembrava propri quella di un leone.
“Oh Kami! Un grifone! Me li sono sempre immaginata più grandi! Invece questo è così... Carino!!!! Awwww!”
< < Vieni piccino! Non avere paura: non ti farò del male > > Disse la ragazza, con voce dolce e rassicurante.
Piano piano la figura le si avvicinò,la annusò e le toccò un braccio con il becco;
Sakura allora si azzardò ad andare oltre, e gli tocco la testa col palmo della mano.
Il suo ospite sembrò gradire, e presto le lievi carezze si trasformarono in coccole più decise e in grattini sparsi per tutto il corpo; e quel ruffiano faceva le fusa!
“ Dio com'è morbido! E guarda che musino! Mi verrebbe voglia di mangiarlo di baci!”
Ma all'improvviso si raddrizzò, fissando un punto preciso alle sue spalle e... con un balzo la superò, afferrò il pesce ormai pronto per la cottura e se la svigno in grande stile.
< < MA-MALEDETTO! Torna indietro! Quello è il mio pranzo!!! > > Urlò esasperata, lasciandosi cadere a terra e sospirando sonoramente.
Era inutile, ormai il pranzo era andato e decise di proseguire il viaggio: non voleva rischiare di rimanere intrappolata in quella foresta diabolica durante la notte! Per nessun motivo al mondo!
Ferita nell'orgoglio ed irritata per la fame, si rimise in marcia verso la sua ignota mèta.
Dopo qualche tempo (ormai dovevano essere passate le tre) ,si ritrovò ancora una volta in un ambiente diverso dal precedente, ma qualcosa le diceva che era giunta alla fine della sua corsa;
Tutto intorno a lei sorgeva un antico bosco di querce bianche.
La parte centrale dell'ambiente presentava un ampio spiazzo rivestito di un verde manto erbaceo, da cui si sollevava un enorme albero chiaro dalle foglie color del cielo.
Sakura si avvicinò lentamente e vide che al centro di quel gigante giaceva un corpo di donna, come scolpito nel tronco secolare.
Gli occhi erano chiusi, le membra allungate e delicate, le mani unite in preghiera sul petto, la pelle color del legno.
Sembrava intagliata da un angelo, e lei stessa di stirpe divina.
Si stava ancora domandando cosa avesse davanti agli occhi, quando il frenetico flusso dei suoi pensieri fu interrotto da una voce profonda e melodiosa alle sue spalle
< < E dunque chi sei tu, che osi presentarti nella casa della Dea della Foresta? Nessun mortale è ammesso al suo cospetto, tanto meno un miscredente straniero > >
Sakura si voltò lentamente, battendo le palpebre stordita da quell'improvvisa intromissione.
La donna dietro di lei era simile ad un demone dei boschi: alta, magra, con capelli ed occhi d'ebano che ardevano di un'antica follia.
< < Scu-scusi, non era mia intenzione disturbare! Non pensavo che ci fosse qualcuno qui! C-cioè,sono venuta qui per trovare qualcuno, ma- > >
< < Ssssshhh! Zitta, Piccola Ninfea; le urla in questo sacro luogo non sono gradite. Dimmi perché ti sei inoltrata nella foresta, oppure paga il prezzo della tua arroganza > >
La rosa prese un profondo respiro < < Sono arrivata qui, al vostro villaggio, in missione insieme ad un mio compagno. Abbiamo riportato un rotolo che era stato rubato molto tempo fa e ritrovato solo recentemente in uno dei villaggi caduti in rovina durante la guerra. In verità, però, mi ha inviato da voi, in questa foresta, la mia maestra, affinché possiate farmi l'onore di accettarmi come allieva, seppur per un breve lasso di tempo. > > Lo disse tutto d'un fiato e a capo chino, cercando di sembrare il più risoluta e ossequiosa possibile.
< < E chi sarebbe questa allieva che tu tanto decanti? > >
< < Tsunade-Sama, signora > >
La donna non si mosse, ma la ragazza vide nei suoi occhi passare un lampo.
< < Capisco. Ma ciò che NON capisco è perché Tsunade crede che io possa essere interessata a te, ragazzina. Non mi servono altri impiastri in giro per il bosco; ho già troppo da fare senza che una mocciosa straniera si metta a frugare tra le mie foglie giocando a fare la ricercatrice botanica. > > La donna alzò il mento risoluta.
“I-impiastri in giro peri il bosco? Mocciosa straniera che gioca con le foglie???? RICERCATRICE BOTANICAAAAA???????... Capisco da dove la mia Sannin abbia preso il suo carattere..”
Sakura si fece coraggio < < La mia Sannin ha detto che sapreste insegnarmi tecniche che lei non conosce, che sapreste migliorarmi anche come persona, e non solo come ninja. E per questo ci terrei molto a che voi mi accettiate come allieva! > >
La donna sembrò divertita < < E così pensi di essere degna di questa foresta e delle sue conoscenze? > >
< < Penso di essere degna almeno di un'occasione. > >
< < Bene. Se così credi, presentati come si deve all'Albero Divino, e vedremo se verrai accettata. > >
La giovane jonin si girò verso il gigante boschivo e si inginocchiò, in segno di rispetto.
< < Oh Grande Albero Sacro, ti imploro di ascoltare la mia preghiera: sono Haruno Sakura, un ninja medico di Konoha. Vengo innanzi a te con la speranza di poter diventare creta nelle tue mani, discepola della tua saggezza. > >
“Ringrazio tutti gli dei celesti che non ci sia nessuno qui a guardarmi! Mi rinchiuderebbero in un manicomio e butterebbero via la chiave! Naruto mi prenderebbe in giro per i restanti giorni della mia esistenza, infischiandosene dei miei pugni! Mi sono ridotta a supplicare le piante! Pazza! PAZZA furiosa!”
< < Ecco, ho fatto que- > > La ragazza si voltò, ma dietro di lei non c'era più nessuno.
La donna era scomparsa, lasciandola sola in quella selva oscura, tra cruda realtà ed antica magia.
 
 
Sakura aspettava, non poteva fare altro.
Da più di tre ore non c'era traccia d'anima viva e ormai tutt'intorno a lei stava calando l'oscurità. Presto sarebbe scesa la notte, e si sarebbe trovata in guai seri.
Aveva cominciato a scendere una leggera pioggia dal cielo plumbeo.
Non era di certo un bene starsene da soli in un bosco incantato avvolti dalle tenebre: era decisamente una situazione da incubo!
Quanto tempo ancora si sarebbe potuta permettere di aspettare? Dovevano essere passate le 6 del pomeriggio...
Forse faceva meglio a tornare indietro, avrebbe riprovato la mattina successiva, con più tranquillità e meno rischi.
“Ma sì, è la decisione migliore” Pensò, ravvivandosi i capelli e tirandosi in piedi.
Mosse il primo passo “Infondo, non è necessario dare sempre il massimo, sputando sangue per ottenere ciò che si vuole! Ci sono anche altri modi... Non sono come Naruto...” Le venne in mente quella testa-quadra dal sorriso caloroso, quello sguardo combattivo e la sua vitalità... Era stato il suo sole così tante volte! Ormai aveva perso il conto! Era sempre pronto a rischiarare l'oscurità che albergava nel cuore degli altri, ma lei... lei non era come lui. Lei era una ragazza forte all'esterno, ma con il cuore fragile come il vetro... Vetro incrinato, crepato... corrotto... No-si disse-non era come Naruto.
“Non si può sempre riuscire alla prima occasione!” Ma d'altronde, lei quando mai ci era riuscita? Aveva fermato Sasuke, quella sera maledetta rischiarata dalla fredda luce della luna? No, non c'era riuscita; aveva tentato, certo, ma con la forza di un topolino; era stato Naruto ad affrontare Sasuke nella valle della fine e sempre Naruto era stato ferito e quasi ucciso quando aveva cercato di riportarlo indietro... E lei aveva tentato e ritentato più volte di fare qualcosa di concreto per il ragazzo che amava, ma alla fine, cos'era cambiato? Ah! Una novità ad un certo punto c'era stata! Aveva provato ad ucciderlo! Era arrivata dal dichiarargli il suo amore folle al cercare di assassinarlo con un kunai avvelenato...
E lui aveva ricambiato alla grande! Per ben due volte, o forse tre! Con la differenza che l'ultima volta l'aveva uccisa mille e mille volte, intrappolata in un'illusione, straziandole il cuore...
Non aveva importanza il fatto che lei lo avesse fatto credendo di liberarlo dal suo male e sperando di levare il peso di QUELLA promessa dalle spalle di Naruto...
La verità era che ad un certo punto si era arresa. Fine.
La cosa peggiore, in tutto questo? Non riusciva a smettere di pensare a Sasuke come all'uomo della sua vita; sapeva bene di aver provato a fargli accettare i suoi sentimenti in tutti i modi possibili, ma alla fine aveva dovuto aprire quegli occhi che continuava a tenere ostinatamente chiusi: lui non la voleva, non in quel senso; lei era una compagna, un'amica, addirittura una della famiglia, ma non la sua donna.
Non lo sarebbe mai stata, questo aveva cominciato a capirlo.
Sasuke aveva bisogno di liberarsi della sua oscurità, almeno in parte, per far spazio alla luce... Ma come poteva farlo, se non accettava nemmeno una scintilla di sole dentro di sé.
Ma lei lo amava, Kami quanto lo amava!
Lo amava tanto da augurargli di trovare l'amore, un giorno o l'altro... Mai avrebbe voluto vederlo solo per il resto della sua vita...anche se quella non era lei... anche se al solo pensiero le esplodeva il cuore...
“Basta, maledizione! Non ci riesco! Non ce la faccio, sono stanca!” Calde lacrime amare cominciarono a solcarle il viso.
“Perchè vengo lasciata sempre indietro? Perchè non sembro nemmeno degna di un'occasione? Perchè, anche se mi impegno,alla fine non riesco mai ad ottenere quello che voglio?” Ripensò a tutte le volte che Naruto, Kakashi e Sasuke le avevano salvato la vita, a tutte le volte che li aveva delusi, non dimostrandosi all'altezza del ruolo che le era stato assegnato. Ripensò alla guerra, a quanti pazienti non era riuscita a salvare, a quanti bambini non era riuscita a riportare la propria famiglia; quei bambini avrebbero vissuto un'infanzia triste, come l'aveva vissuta Naruto... come l'aveva vissuta l'uomo che amava... e ancora una volta, lei non aveva potuto fare niente per impedirlo.
Adesso piangeva a dirotto, scossa da fremiti profondi quanto profondo era il suo dolore.
Raggiunse il grande albero, si lasciò cadere in ginocchio, scivolando lentamente verso il basso, e scossa da singhiozzi laceranti iniziò a colpirlo ripetutamente gridando.
< < V-VUOI SAPERE CHI SONO!? S-sono una ragazza che ha più volte tradito l-la fiducia di coloro che aveva più a cuore! S-sono una pessima amica, p-perchè spesso non ho sostenuto l-l'unico ragazzo che abbia mai creduto in me! I-io sono una donna dal cuore spezzato così profondamente, da non credere più di avere il diritto di essere amata! M-mi sono umiliata... f-fatta umiliare... Sono caduta e a volte non ho avuto la forza di rialzarmi! So di non meritarmi alcuna occasione, credimi, lo so! Tutto ciò che vorrei, adesso... vorrei solo che questo dolore sparisse! V-vorrei avere la capacità di cancellarlo, di cancellarmi! Vo-voglio essere più di questo, per loro, per tutti quelli che mi circondano, per tutti quelli che mi vogliono bene e di cui so di non meritarmi l'affetto! M-maledizione! Fallo smettere! Se sei u-un albero divino, allora fallo smettere! QUESTA DISPERAZIONE MI LACERA L'ANIMA! > >
Rimase così, accasciata ai piedi di quel gigante silenzioso.
Intorno a lei, solo il rumore della pioggia che tamburellava sulle pallide foglie e strisciava dolcemente,come una vecchia amante,sui morbidi fili d'erba.
Fruscii... all'improvviso percepì dei fruscii ovattati, e una fredda pressione intorno al polso destro.
Si riscosse da quella specie di trance auto-imposta e vide che era stato circondato da un giovane viticcio verde.
Sentì la testa appesantirsi, e pian piano le cedettero le palpebre;
Cadde a terra, davanti al grande albero... cadde a terra e cominciò a sognare con occhi che non erano i suoi ...
 
 
Calore... era circondata da calore e luce bianca.
C'erano suoni tutt'intorno, voci...
All'improvviso un'esplosione d'immagini e colori la investì: si ritrovò in una città, nel bel mezzo di una parata; tutti erano vestiti a festa ed individui con maschere dai piumaggi sgargianti avanzavano vorticando su se stessi . Uomini donne e bambini danzavano intorno ad un altare.
Al suo centro, una giovane donna dai capelli corvini innalzava preghiere verso il cielo; ed era amata! Dio, com'era amata! Sakura percepiva l'affetto delle persone che la circondavano: la veneravano, ma lo facevano con l'anima e col cuore. Quella città però le era familiare... ma dove- “Ah! Le rovine! Questa dev'essere la città di Hara prima del crollo!”
La donna adesso rideva e con passo lieve, scalza, si avvicinava all'albero che lei e Sai avevano visto al centro del tempio della città.
“Miko, Miko-sama!” Sentiva le invocazioni della folla.
Il ritmo delle preghiere e dei canti era cambiato: si era fatto frenetico.
Tutti avevano cominciato a danzare più velocemente, con più foga, quasi impazziti
“Un rito sciamanico?”
Appena toccata la corteccia dell'albero, la donna entrò in trance, e la sua pelle comincio a brillare di un verde chiarissimo... sembrava un prezioso smeraldo...
La visione cambiò: adesso si trovava al centro di un vero e proprio scontro;
era notte e le case della città avevano preso fuoco. In ogni angolo c'erano persone a terra, esanimi, e tante altre che urlavano e piangevano implorando per la propria vita.
Il grande Tempio era stato assalito da bande di razziatori che distruggevano e dissacravano i preziosi monumenti.
La giovane donna dai capelli d'ombra uscì dal Tempio correndo, ferendosi i piedi nudi sulla dura pietra, passando sopra ai cadaveri di molti di coloro che l'avevano venerata, che l'avevano amata.
“Presto, devo fare presto!”
Sakura, non sapeva come, percepiva i suoi pensieri, tutta la sua disperazione.
Voleva aiutarla, desiderava da morire farlo, ma non sapeva come.
Lei, dopotutto, era solo un ombra celata in quel ricordo.
La Miko di Hara era entrata nel fitto della foresta, quasi non sfiorando terra con i piedi.
“Devo farcela, io... devo farcela! Li proteggerò, a qualsiasi costo!”
Si fermò al centro di una radura lambita dal gelido vento del Nord.
Avanzò fino a trovarsi di fronte ad un pallido e piccolo arbusto dalle foglie di cobalto; lo accarezzò, lo baciò lievemente e infine lo abbracciò.
La sua pelle fu circondata da un alone di giada e le sue mani cominciarono a trasformarsi in lunghe ed affusolate radici, così come i suoi piedi.
Più la luce dentro di lei s'intensificava, più la ragazza mutava, diventando una cosa sola con l'albero .
E alla fine accadde: un enorme colosso dalle foglie di cielo e dal tronco color delle stelle apparve in quella piana desolata. Una forte energia si espanse per tutta l'area, fino a toccare ed attraversare Hara, spazzando via i nemici del suo popolo, polverizzando gli invasori che avevano distrutto la sua città.
Gli abitanti del villaggio si guardarono intorno spaesati, richiamati da una voce che vibrò profonda e piena di calore nei loro cuori < < Venite, venite da me. Io vi proteggerò e insieme ricostruiremo il nostro mondo; un mondo di pace, un mondo in cui nessuno potrà più favi del male. Venite da me, e io vi proteggerò per sempre. > >
E quella notte la foresta per un momento smise di sussurrare e di osservare il mondo, quella notte la foresta per un momento pianse, perché era morta una ragazza dai capelli d'ebano e dagli occhi pieni di stelle, ed era nata una giovane Dea della foresta. Forgiata dal dolore e dal sacrificio. Nata dal sangue delle molte vite che erano state spezzate.
Quella notte, anche gli astri volsero il loro infuocato sguardo alla ragazza il cui volto sarebbe rimasto raffigurato per i secoli avvenire in un pallido tronco di quercia bianca.
Sakura non si era accorta di piangere, almeno fin quando non si toccò il viso.
Quella ragazza... lei aveva sacrificato tutto quello che aveva per salvare le persone che amava, il suo popolo...
La visione cambiò di nuovo, e stavolta raffigurava... lei!?! Era proprio lei nella foresta, con le mani sul corpo inerme Kuma, mentre gli donava un po' del suo chakra, prima di stendersi quasi esausta accanto a lui, sulla fredda e dura pietra.
 
 
La rosa si svegliò con un sussulto, il viticcio sul suo polso era scomparso.
Che fosse stato tutto un sogno?
Si guardò intorno: una fitta nebbiolina avvolgeva il sottobosco e una fredda luce filtrava dai rami dell'alta quercia.
Era l'alba!?!? Ma quanto era rimasta priva di sensi???
< < Ce ne hai messo di tempo a svegliarti, piccola ninfea; spero che tu non sia abituata a dormire così tanto la mattina, perché altrimenti temo sarà davvero dura per te abituarti ai miei ritmi di vita. E dovrai farlo, bambina: ti sei gettata dritta dritta dentro la bocca del lupo, e quella ora si è richiusa intorno a te; quindi, ti do' il benvenuto; Sakura Haruno, ninja medico di Konoha, nonché mia nuova e sfortunata discepola > > La donna ammantata di scuro si esibì in un ghigno compiaciuto, allungando un braccio su cui si appollaiò... il brutto ed inquietante gufo grigio che aveva visto poco dopo essere entrata nella foresta?!?!
L'animale girò la testa a 360 gradi e... le sorrise mettendo in mostra i denti acuminati!
< < La parte difficile comincia adesso! > >
“... In che razza di guaio mi sono cacciata?!?!”

 

 


Ecco fatto!
Finito anche il nuovo capitolo!!!!
Povera Sakura, le sue fatiche sono appena cominciate!!!
Siete curiosi di vedere cosa avrà in serbo per lei la sua nuova maestra???
Bhè, io si ^____^

Ci tengo a precisare che in questo capitolo è apparsa la parte più fragile della nostra ninja preferita, quella che ancora soffre per i fallimenti passati e che tende a sottovalutarsi, perchè in realtà non si conosce così bene come crede! E non si rende conto di quanto sia diventata forte e coraggiosa! E' sicuramente più sicura rispetto a com'era un tempo, ma può diventare ancora più forte! E presto le cose cambieranno!
Spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile!!!
Benedetta ispirazione!!
Grazie mille a tutti coloro che seguono la mia storia, e a tutti coloro che la recensiscono dico: siete come benzina per il mio fuoco!!!!
A presto!!
Baci baci
Mew!!
 

 

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Capitolo 6
*** Ritrovarsi dopo molto tempo ***


Salve e ben trovati a tutti i simpatici lettori della mia fan!!!
( Ahahahha si qui risulto un po' ruffiana, me ne rendo conto XP )
Ho completato questo nuovo capitolo con non poche difficoltà, lo ammetto!
Mi sento un po' svampita ultimamente!
Spero con tutto il cuore di essere riuscita a non deludere le aspettative!!!
Buona lettura!!!
 
 
Ore... erano ore ormai che camminavano senza sosta, passando attraverso stretti sentieri e contorti viottoli pieni di rovi;
Sakura cominciava a chiedersi se fossero davvero dirette da qualche parte, ma ogni volta che provava ad aprire la bocca per porre una qualsiasi domanda, puntualmente il pennuto terrificante girava sgradevolmente la testa verso di lei per fissarla!
Più che un uccello sembrava un cane da guardia!
E parecchio brutto, anche!
Qualche tempo e troppa strada dopo:
< < Scusi maestra, potrei sapere dove siamo dirette? > >
La donna girò appena il capo, guardandola di sottecchi
< < Perchè, sei ancora lì? Qualcuno ti ha detto di seguirmi per caso? > >
< < M-ma come, ha detto che sono la sua nuova allieva o sbaglio? > >
< < Mph, credimi se ti dico che sarebbe meglio per te se ti sbagliassi! > >
< < Scusi, ma davvero non capisco! > >
< < E come potresti? Sei la pupilla di quella testa di rapa di Tsunade! Non ha mai brillato per arguzia! Preferiva, come dire... l'approccio brutale! > >
( Nel frattempo, a Konoha < < Shizune, portami subito dei fazzoletti! Credo mi stia venendo una brutta allergia > > )
< < ...Si... Comunque immagino che il mio allenamento sia già cominciato! Questa è una prova di resistenza, per caso? Io sono piuttosto brava a- > >
< < Ragazzina - la sua maestra le si piazzò davanti granitica - francamente me ne frego! E non so nemmeno di che stai parlando! > >
< < C-come? Allora non sta testando la mia forza...? > >
La donna la guardò sorpresa < < Forza?!?! NO, ASSOLUTAMENTE : avevo solo voglia di fare due passi di prima mattina, tutto qui! Anche le ossa di un'avvenente donna come me scricchiolano con l'avanzare degli anni > > Si stirò sbadigliando sonoramente.
Sakura cadde a terra tramortita
“M-ma siamo sicuri che sia la persona giusta????????”
 
 
Un'oretta più tardi,finalmente, in lontananza si delineò il profilo di una bassa casetta .
La costruzione era graziosa, ed in effetti alla ragazza ricordava molto le immagini dei suoi libri di fiabe preferiti: le pareti erano di legno chiaro, tappezzate di piccole finestre intagliate e variopinte, e al centro risaltava una porticina più scura, forse in legno di noce.
La cosa più sorprendente, però, era sicuramente il tetto: simile alla cima di un fungo gigante, tinteggiata di rosso e costellata di graziosi pois bianchi!
A Sakura spuntarono due cuoricini al posto degli occhi “Ma è meravigliosaaaaaaaaaa! Da piccola sognavo di vivere in una casetta come questa, circondata da folletti e fatine!!! Oh Kami, sembra davvero una favola!”
Si riscosse subito, arrossendo a causa dei pensieri infantili che l'avevano assalita. “Dai Sakura, non sei più una bambina! Concentrati!”
< < Allora piccola ninfea, dì ciao alla tua nuova dimora! Questo sarà il nostro quartier generale: qui consumeremo i nostri pasti, qui cureremo le nostre ferite, o quelle degli altri, e qui riposeremo nei rari momenti di quiete. Ovviamente, ora che sei la mia nuova allieva, ti sfrutterò senza ritegno, peggio di come farei se tu fossi una schiava; per questo sarai tu a pulire la casa, cucinare, lavare, stirare.... > >
Cominciò una lunga lista di imposizioni impietose, e alla ragazza iniziarono a sbiancare i capelli.
“Altro che allieva, qui il termine più appropriato da usare è sguattera! D-devo anche cucinare?!?! Ma siamo sicuri che appena sentiti i miei manicaretti non mi ucciderà??? Potrebbe pensare che tenti di avvelenarla!!!!”
< < Allora, è tutto chiaro? Finché sarai sotto il mio tetto obbedirai solo ed esclusivamente a me e farai tutto ciò che ti dirò di fare! E per assicurarmi che tu non combini guai, ti metterò sotto la custodia di Fukuro. > >
< < S-si, certo maestra! Ma... chi è Fukuro? > >
< < Bhè, che domande, è lui! > > Le disse, mettendo in mostra l'orrendo volatile appollaiato sul suo braccio.
La bestiaccia la guardò ed emise un suono basso, d'avvertimento. I sui occhi scintillavano cupi.
E a Sakura vennero i brividi per l'ennesima volta.
< < E sembri pure stargli simpatica! Ma tu guarda, questa sì che è una sorpresa! Non succede spesso. > >
La ragazza evitò di pensare che genere di effetto sortiva quella specie di gufo-demoniaco sui suoi nemici...
< < Ad ogni modo-proseguì la donna in nero- adesso entriamo in casa: ho proprio voglia di un thè! E non c'è bisogno che ti dica chi lo preparerà, vero?? > >
Il suo sguardo era un misto tra l'ironico e il tirannico.
“ Perfetto, davvero magnifico! Ho dovuto sopportare per tutti questi anni il caratteraccio della mia Sanin, e ora ne trovo una che è addirittura peggio... Stavolta sarà davvero dura!”
< < In fretta mocciosa, se rimani lì sulla soglia tutto il tempo della tua giovane vita, l'erba crescerà fitta e ti strangolerà lentamente! > >
“... Molto Dura!!!!!!!!”
All'interno la casetta era più ampia di quanto si fosse immaginata: un largo salotto di forma circolare era affiancato da una fila di ordinate scale a chiocciola che conducevano al piano superiore, sede delle camere da letto e del bagno. La sala principale comunicava con una piccola cucina, dotata di un robusto bancone in mogano e di tutte quelle comodità che erano riservate alle cucine moderne.
“ Hai capito la signora degli alberi: fa tutta questa scenata da “arcano mistero nella foresta” e poi.................ha pure la lavastoviglie -_______- eviterò di commentare, non voglio diventare cibo per gufi!”
L'ambiente era davvero accogliente, con un unico difetto: era STRACOLMO di cianfrusaglie! Ninnoli preziosi sparsi ovunque, scacciapensieri costruiti con qualsiasi tipo di materiale ( a partire da pezzi di vetro rotto per finire con pigne e semi vari ) appesi ogni dove, figure in legno raffiguranti creature della foresta a riempire ogni mensola, vasi con piante davvero strane poggiati a terra in più punti... E chi più ne ha più ne metta!
Quella piccola casetta nel mezzo del bosco racchiudeva l'essenza più pura del caos!
E anche questo si riservò dal dirglielo: riconosceva di essere un po' incosciente, ma non di certo pazza!
Quella, nella migliore delle ipotesi, l'avrebbe data in pasto a qualche pianta carnivora nel retro del suo giardino!
No, era decisamente meglio tenersi stretti i commenti.
La ragazza si diresse in cucina e, con non poche difficoltà in mezzo a quella confusione infernale, riuscì a preparare il thè.
“ Non male Sakura! Cerca di mantenere intatta la tua sanità mentale ancora per un po'...”
Le due si misero a sedere ai lati opposti del tavolo, in cucina, sorseggiando la calda bevanda in silenzio.
< < Fatti un bagno e poi riposati: domani mattina cominciamo presto. > >
< < Maestra, io dovrei avvertire il mio compagno, che al momento si trova in città; non sa che mi ha preso come allieva, e devo comunicargli che non farò ritorno con lui al Villaggio! Se non lo avviso e non mi vede arrivare... > >
< < Capisco... sono una vera scocciatura questi uomini, hè???? > > Le strizzò l'occhio in segno di comprensione.
< < M-ma veramente io- > >
< < D'accordo d'accordo, puoi andare ad avvisare il tuo “amico”, ma sei obbligata a tornare prima che cali il sole: la foresta di notte sfugge anche al mio controllo. Fukuro verrà con te e ti terrà d'occhio. > >
“ Oh maledizione, mi devo portare dietro il rapace inquietante????? Porc-”
< < Ma Signora, ha detto che devo tornare prima di sera?? Allora devo partire subito, mi ci è voluta almeno mezza giornata per- > >
< < Mph, questo perché sei una pivella! > >
< < … Hè? > >
< < Tu credi davvero che ogni volta che mi reco in città io sprechi tutto questo tempo? Ah, ho i miei metodi cara, e finché starai con me avrai la possibilità di usufruirne! > > il sorriso che le mostrò era più simile a un ghigno...
< < G-grazie mille, allora vado a prepararmi! > > Si alzò e fece per dirigersi verso le camere.
< < Ah, Sakura? > >
< < Si, Maestra? > > Si girò con un piede sullo scalino.
< < La prossima volta che mi chiami signora ti spello viva e ti uso per concimare le piante del mio giardino, tagliandoti a pezzettini giorno dopo giorno, il più penosamente e dolorosamente possibile . > >
Sakura ingollò a fatica il rospo che aveva in gola
< < S-si mia saggia e potente maestra! > > la voce le uscì più stridula di quanto avesse desiderato.
< < Mmmh... lieta di sentirtelo dire. Puoi anche chiamarmi Miko, se preferisci > > continuava a bere il suo thè con espressione soddisfatta, senza dare peso al disagio dall'allieva.
< < S-si certo, Miko-sama! O-ora vado! A dopo! > >
Scappò come un razzo su per le scale, chiudendosi in bagno ancor prima di esserci arrivata.
“ Quella donna è davvero pazza! E mi terrorizza a morte! Ma siamo sicuri che Tsunade non abbia architettato tutto questo per sbarazzarsi di me!?!?”
La ragazza si svestì in fretta e si lasciò cadere a peso morto nella vasca piena di meravigliosa acqua calda.
“Aaaaaaaaaaaaaaahhhhhhh finalmente un po' di-”
Un rumore attirò la sua attenzione: dietro al suo riflesso, dall'altra parte della finestra, vide il volto torvo del gufo col becco aperto in un sorriso pieno di denti affilati come kunai.
Riuscì a reprimere a stento un grido, tappandosi la bocca con le mani.
“Oh Kami, io spero solo di non morire d'infarto prima della fine di questi sei mesi!”
 
 
 
Era primo pomeriggio quando Sakura decise d'incamminarsi;
Miko la portò dietro casa, di fronte ad un muro su cui si arrampicavano come serpenti verdi viticci d'edera.
E aspettò.
Aspettò...
Aspettò ancora...
< < Ve-venerabile Miko, che stiamo aspettando, esattamente? > >
< < Ah, pensavo non me lo avresti mai chiesto! Sta a guardare, la tua maestra sta per fare una magia ! > > Le strizzò l'occhio e con le dita sfiorò un albero di acacia lì vicino.
Davanti a loro, là dove prima sorgeva il muro di pietra, si aprì un sentiero costeggiato da alti alberi.
< < Segui la strada maestra, e in breve tempo sarai in città. Non uscire dal viale alberato piccola ninfea, o sarà l'ultima cosa che farai. > > Le sorrise, prima di voltarsi e procedere verso casa.
< < Aspetti! Scusi, ma può dirmi come ha fatto? Se riuscisse ad insegnarmelo io- > >
< < Oooooh! Con calma ragazzina, per nascere impieghiamo nove mesi, per crescere molti di più! Tutto a suo tempo; Fukuro penserà al viaggio di ritorno. > >
< < Quindi non posso nemmeno sapere di cosa si tratta? > >
< < Tu che cosa hai visto? > >
< < Ha solamente toccato quell'albero! > >
< < Ed è esattamente ciò che ho fatto! Ecco il mio segreto! > > La sbeffeggiò divertita.
< < Capisco... ma se lo tocco io, al massimo riesco a riempirmi il braccio di formiche! Quindi non mi venga a dire che è tutto qui, perché la cosa puzza, e non parlo del concime che ha usato per il suo giardino! > >
< < Pff... Pffffh... > >
< < Hè? > >
< < PffffffAHAHAHHHAHAHHHAAHAHAHAHA > >
< < M-ma che?!?! > >
< < Aahahahah! Tu sei proprio tale quale a lei, solo che non vuoi darlo a vedere! Va bene piccola ninfea, dal momento che ti ho vista tirar fuori gli artigli, la conoscenza sarà il tuo premio! Ricordati che finché sarai con me, solo uno sarà il metodo che ti permetterà di ottenere ciò che vuoi: dare tutta te stessa. Ma tornando a parlare del trucchetto di prima... Bhe, devi sapere che nell'antichità l'acacia era il simbolo della saggezza e della rinascita, il legame tra il visibile e l'invisibile; sappi che molte sono le trame sottili che la foresta cuce proprio davanti a noi, rendendole irraggiungibili all'occhio umano; la realtà che appare è tale solo perché così la percepiamo. Tutto ciò che ti circonda, però, cambia di significato, se si modifica il punto di vista. > >
< < In pratica... mi sta dicendo che si tratta di una distorsione spaziale? E' in grado di passare da una dimensione all'altra?? > > “proprio come sapeva fare Kaguya!”
< < Ma non essere ridicola! Ti sembro una specie di Demone Sacro?!?! Bhè, lo prenderò come un complimento! Comunque la spiegazione è molto più semplice: le acacie creano dei ponti spaziali tra di loro, essendo collegate tramite una rete radicale sotterranea. Ciò che si crea, come dici tu, è una distorsione spazio-temporale, ma limitata solo ad uno spazio che va da acacia ad acacia. Come ti dicevo, si creano dei veri e propri ponti! E si da il caso che ci sia una bellissima pianta di acacia al centro della piazza cittadina. Lì, e in molti altri posti nella foresta. > >
< < Ora capisco. Certo è una cosa sbalorditiva! > >
< < … Si, e pensa che è solo una delle tante! > >
< < Quando pensa di potermi insegnare? Voglio dire, io sono pronta anche subi- > >
< < Con calma ragazzina, maledizione! Vuoi farmi venire il mal di testa già di prima mattina???!!!! > >
< < Ma veramente sono le tre del pome- > >
< < Si si, risparmia le chiacchiere per il tuo “amico”, a lui sicuramente interesseranno di più! Buon viaggio, logorroica e stressante ragazzina! > > Disse, gettandola letteralmente nel tunnel verde che si apriva come un'enorme bocca di smeraldo davanti a lei.
Sakura si girò subito, guardando indietro: della donna nessuna traccia. Solo un'immensa e scura desolazione verde senza inizio ne', apparentemente, fine.
Fukuro la superò starnazzando in modo atroce, incitandola a proseguire.
< < Si si, ho capito adorabile pappagallino! Adesso arrivo. > >
 
 
Neanche un'ora dopo furono fuori dal sentiero boscoso e si ritrovarono... al centro di una piazza!
“Ma com'è possibile? E sembra che nessuno si sia accorto di niente!”
La ragazza guardò l'albero di acacia alla sua sinistra e, poggiando il palmo della mano sul ruvido tronco, proferì mentalmente un ringraziamento.
“Non si sa mai”
Il gufo le si appollaiò sulla spalla e la guardò in modo furbo.
< < Oh, magnifico! Non solo tu sei la mia baby-sitter, ma io sono pure diventata il tuo taxi! Davvero meraviglioso... > >
La ragazza si diresse verso l'alloggio che le era stato riservato a fine missione, sperando di trovare lì anche il ninja della radice.
E fu così: Sai era appoggiato su un basso tavolino, impegnato nella lettura di un rotolo sull'arte locale.
Alzando lo sguardo la vide e le sorrise pacatamente.
< < Sakura, finalmente ti sei fatta viva; iniziavo già a preparare il discorso sulla tua scomparsa- > >
< < … Felice di vedere che ti preoccupi per me Sai, come sempre! > > Gli rifilò uno scappellotto potente e poi gli si sedette accanto. Gli racconto più o meno tutto ciò che le era successo, tralasciando la fase di pianto acuto e miserabile crollo emotivo avuto in mezzo alla foresta più pericolosa in cui avesse mai messo piede...
< < Capisco, quindi non tornerai con me a Konoha. Immagino che questi fossero i tuoi piani fin dall'inizio; sono lieto che tu sia riuscita a raggiungere il tuo scopo. > >
La rosa annuì, assorta nei suoi pensieri.
< < Quando torni indietro? > >
< < Pensavo di partire domani in tarda mattinata, dopo aver fatto un salto al negozio di piante esotiche in fondo alla strada; ho visto un cactus che proprio- > >
< < Sai, dì a Naruto di non preoccuparsi e che sarò di ritorno ancor prima che se ne accorga! Io non ho intenzione di abbandonarlo, o di abbandonarvi! > > Lo interruppe bruscamente lei.
Il ninja della radice rimase per un attimo stupito < < Ti senti in colpa perché non torni al villaggio con me ? > >
La ragazza abbassò il capo e annuì leggermente
< < Non devi, qui stai facendo il tuo dovere > > Una calda e rassicurante mano le si posò sulla testa, e quando alzò gli occhi incontrò un sorriso sincero.
< < So quanto è importante costruire se stessi. > >
I due non ritoccarono l'argomento e stettero insieme tutto il pomeriggio, finchè il sole cominciò a calare verso oriente.
< < Sai, devo proprio andare ora! La mia maestra mi userà come straccio per pulire i pavimenti se non rientro prima del crepuscolo. > >
< < Okay, allora ti saluto adesso! Buon proseguimento Sakura, e in bocca al lupo! > > Le mostrò un pollice alzato.
La ragazza pensò a tutto quello che l'aspettava, e annuì preoccupata < < Spero solo di riuscire a tornare tutta intera! > >
 
 
Uscita fuori dalla locanda, la rosa sentì il roco richiamo del suo compagno di viaggio;
Il gufo era appollaiato sopra un balcone lì vicino e la aspettava con trepidazione.
< < Lo so lo so, è leggermente più tardi del previsto, ma non perdiamo altro tempo, va bene? Potrai rimproverarmi quanto vorrai, una volta che saremo rientrati per cena; altrimenti di me non rimarrà abbastanza neppure per farmi seppellire! > >
Usciti dal centro del Villaggio, si diressero verso una prateria che dava poco nell'occhio, al limitare della foresta.
La ragazza si aspettava che il viale alberato percorso all'andata sbucasse fuori da un istante all'altro, ma dovette ricredersi: niente passeggiata nei boschi per loro!
L'animale accanto a lei cominciò ad emettere una chiara luce e sotto gli occhi increduli della ninja subì una repentina metamorfosi.
Il rapace che le apparve innanzi non era più grazioso del precedente, solo molto più grande e minaccioso: un tremendo gufo grigio delle dimensioni di un elefante, con occhi di pece e artigli come spade affilate. Emise un verso rauco e le zanne che costellavano il suo becco brillarono nella luce opaca del tardo pomeriggio.
La creatura le si posizionò vicino, facendole cenno con la grossa testa di salire sulla sua schiena, arruffando le piume per prepararsi al volo.
“... Okay, sta calma Sakura, fai la disinvolta!”
La ragazza si avvicinò con passo tremante, cercando di non darlo a vedere, e dopo un paio di tentativi riuscì a salire in groppa all'animale (se così lo si poteva definire).
Questo, con un grosso balzo, si lanciò nella cupa luce del tramonto, volando rasente alle cime degli alberi; si stavano dirigendo verso il centro di quell'oceano verde e Sakura riusciva a sentire la morbidezza della piume sotto di sé, in netto contrasto con la durezza e la forza dei muscoli dell'animale, che fendeva l'aria fresca procedendo nel crepuscolo. In quel frammento di tempo, intrappolato tra sogno e realtà, regnava il silenzio, interrotto solo dal ritmico battito d'ali della sua cavalcatura e da lievi respiri.
Una patina dorata si stendeva su di loro, ghermendo alberi, pelle e piume. Tra tutti i bagni che aveva fatto nella sua vita, di sicuro questo tuffo nell'oro non se lo sarebbe mai scordata.
Doveva ammetterlo, il tragitto di ritorno era stato decisamente migliore di quello all'andata.
Atterrarono poco dopo, in uno spiazzo tondeggiante vicino alla casa da quel tetto così particolare.
Il grosso gufo regredì alla forma originale, ma a Sakura non parve più tanto mostruoso. La maestra li accolse sulla soglia di casa.
< < Per questa volta ho cucinato io, ma da domani, mia cara...!!! > >
La cena fu servita: una sbobba caleidoscopica amara come il fiele, che fece ricredere la ragazza riguardo le sue doti culinarie “Col cavolo che sono io la peggiore al mondo, Naruto! Ti svuoterei questo schifo nella ciotola col ramen, e poi vediamo se oseresti ancora lamentarti di me!”
 
 
 
A cena conclusa, la ragazza si occupò di riordinare la sala e la cucina, per poi prendere congedo, dirigendosi verso la sua camera; Miko era stata chiara: la giornata successiva sarebbe stata lunga e faticosa.
Si coricò sul letto e chiuse i verdi occhi stanchi.
Fuori, solo il rumore del vento tra le foglie, il respiro della foresta.
E sopraggiunse dolcemente il sonno...
 
 
Naruto camminava sbuffando nell'oscurità.
< < Non capisco perché Kakashi-Sensei continui ad affidarmi questi incarichi mediocri! Ma insomma, io sono il futuro Hokage e mi sono ridotto a fare il messaggero?!?! Ma dico io, ho aiutato a sconfiggere una Dea pluricentenaria, un po' di gratitudine me la merito, no? > >
< < Ma sentitelo, l'eroe! Naruto, da quand'è che ti vanti delle tue gesta cercando di sfruttarle per ricavarne un qualche vantaggio? > >
< < E infatti non lo faccio mai proprio perché non mi piace vantarmi, Shikamaru! Ma davvero non ne posso più di missioni simili! E' già la terza questo mese! La prossima volta che facciamo, portiamo a passeggio i cani del quartiere Inuzuka?!?!?! > >
< < Aaahhh che scocciatura! Naruto, sicuramente quei cani ti mangerebbero prima di lasciarsi portare in giro da te, e in ogni caso lo sai meglio di me che grazie a questo lungo (e speriamo pure duraturo) periodo di pace non sono disponibili molte missioni di livello elevato. E poi vorrei ricordarti che sei ancora un genin! Quindi vedi di non puntare troppo in alto. > >
< < Aaaaaaahhh dai Shikamaru! Te l'ho già detto un milione di volte: al prossimo esame chunin farò scintille, e allora vedrai di che pasta è fatto Naruto Uzumaki! > > Disse battendosi orgogliosamente il petto.
< < Mph! Direi che l'ultima volta hai preso una bella batosta,hè?!?! > > Gli si affiancò il giovane ragazzo.
< < Aaaahh sta' zitto Konohamaru! La tua è stata solo fortuna! > >
< < Ah, davvero?!?! Allora fatti sotto! > >
< < Con piacere! Ma poi non correre a lamentarti dall'Hokage se ti concio per le feste! > >
< < Devi solo provarci, sbruffone! > >
< < Sbru...Sbruffone!?!? Ora ti faccio vedere io! > >
“Aaaaaaaaaahhhhh povero me, ce la farò a tornare al Villaggio senza perdere la mia lucidità?!?! Inizio ad avere qualche dubbio a riguardo.”
Finalmente i tre ninja arrivarono alla locanda dove erano destinati a passare la notte; erano partiti la mattina precedente per arrivare in quel paesino tra le montagne, vicino al confine con il Paese della Roccia, per consegnare un messaggio a scopo diplomatico.
Shikamaru aveva letto il rapporto arrivato dai Villaggi di quella zona: le rappresaglie da parte dei briganti nei confronti dei centri rurali impoveriti e debilitati dalla Guerra non erano rare, purtroppo. Naruto era la solita testa quadra, che parlava ancor prima di analizzare le cose, ma lui sapeva bene il perché fossero stati mandati tre ninja esperti da quelle parti: se fosse scoppiato uno scontro, avevano il dovere di sedarlo senza recare danni al Villaggio e ai propri abitanti, già abbastanza provati dalle vicende precedenti.
I tre si accomodarono intorno ad un tavolo al limitare della stanza, per poter avere una buona visuale di chi entrava\usciva dal locale.
Una figura incappucciata si alzò all'improvviso e con passo moderato raggiunse l'uscita.
< < Potete scusarmi un attimo? Vado a prendere una boccata d'aria! > > Naruto si alzò, in viso uno sguardo profondo.
< < Hey testone, ma dove vai?! > >
< < A cuccia Konohamaru. Non l'hai riconosciuto? > >
< < Hè? > >
< < Mph, bhè immagino che non ci sia molto da stupirsi, dopotutto non lo puoi aver presente. Non lo hai certo conosciuto bene... Anche se in realtà, lo stesso vale per me... > > Parlò tra se e se pensieroso il jonin di Konoha
< < Ma di che cavolo stai parlando!?!? > > Il ragazzo, sempre più confuso, si lasciò cadere frustrato sulla sedia, osservando in silenzio la porta dietro cui era sparito il suo idolo.
 
 
Fuori dalla locanda, vicino al limitare del bosco:
< < Ne è passato di tempo, hè, Teme? > >
< < Mph, sei sempre il solito confusionario, Dobe. > >
< < Già, bhè, in realtà sai ... ho messo un po' la testa apposto da quando... si sai, bhè da quando... IO E HINATA CI SIAMO SPOSATI !!!!! > >
Il vento soffiò in aria una manciata di foglie, e gli sguardi dei due amici s'incontrarono a metà strada.
< < Prego? > >
< < Si, insomma, io e Hinata ci siamo resi conto di essere innamorati l'uno dell'altra e abbiamo deciso di rendere tutto ufficiale con una... sai... una cerimonia!!! Ho pensato pure di aspettarti, ma immaginavo che ci avresti messo un po' a schiarirti le idee... E quindi lo abbiamo fatto il prima possibile!! > > Il sorriso del biondo gli attraversava la faccia da zigomo a zigomo, mentre con un dito si strofinava soddisfatto il naso.
< < Mph, Usuratonkachi, è proprio da te; dopo tutto questo tempo, appena ci rincontriamo te ne esci fuori così! Non so nemmeno più che dirti. > >
< < Dai Sasuke, guarda che per me è una cosa importante! La più importante, anzi! > > Disse il jinchuriki lasciandosi scivolare ai piedi di un grosso frassino.
< < Immagino sia davvero così. > > Il giovane Uchiha si lasciò cadere accanto a lui, rimanendo con la testa alta ad osservare il cielo.
< < Heyyyy, con questo cosa vuoi dire? Che sono una testa quadra che non sa pensare a nient'altro che all'amore? Bhè, forse in questo momento potrei anche darti ragione > > Sorrise ancora il biondo, con gli occhi blu che scintillavano al ricordo della sua dolce Hinata.
< < Voglio dire, Testa Quadra, che hai sempre messo al primo posto i sentimenti, e poi il resto veniva da sé. Sai, in questi anni ho riflettuto molto sul significato del nostro legame, e anche sul tuo modo di essere, Naruto. Credo di aver finalmente capito qual'è il tuo segreto, come fai a non perdere mai la speranza in questo mondo e ad avere la forza ed il coraggio di rialzarti sempre. La verità è che combatti per coloro che ti stanno più a cuore, combatti per poter tornare da loro, perché è lì che si annida la tua felicità. Naruto, tu combatti per amore, e io questo non l'ho mai fatto. Ho combattuto per vendetta, per odio e persino per addossarmi tutta l'oscurità di questo mondo, ma mai per amore. E' stato un grande errore temo, il più grande. Fu Tobirama a dirmelo, dopo essere stato risvegliato dalla tecnica di Orochimaru: “Gli Uchiha sono coloro che considerano amicizia e amore più importanti di qualsiasi altra cosa.” Solo adesso capisco che se avessi agito diversamente in passato, non sarei sprofondato nell'abisso da cui mi sono lasciato avvolgere. Ma ormai è tardi per parlare di quello che sarebbe o non sarebbe potuto essere, e sinceramente non posso dirti di essermi pentito di tutto ciò che ho fatto. Ci sono cose nel mio passato che neanche adesso cambierei. > >
< < Mmmh, credo di poterti capire, almeno in parte. Sai, anche io ho fatto cose di cui ancora mi rammarico, ma sono certo che se avessi agito diversamente, non sarei qui adesso. Alla fine, Sasuke, credo ne sia valsa la pena! > > Si stiracchiò soddisfatto e fissò le stelle sopra la sua testa: il cielo, quella notte, sembrava meno buio del solito.
< < Mph, il solito Dobe. > > Il moro si alzò, issandosi con l'unica mano il cappuccio sul volto.
< < Lei come sta? > >
< < Immagino tu non ti riferisca ad Hinata > >
< < Nnnhh > >
< < Bhè, che dire: è il più grande medico della Nazione, seconda solo a Tsunade, è una ninja dalla forza formidabile e per giunta una jounin! Ma questo lo sapevi già... C'è altro che dovrei aggiungere? Ah, sta diventando sempre più permalosa ed irritabile, ho rischiato di lasciarci le penne più volte negli ultimi tempi! Sarà che è nervosa per qualche motivo in particolare, nhè, Sas'ke !? > > Disse il ragazzo, dando un paio di gomitate al suo amico.
< < Mph, sarà che sei semplicemente troppo irritante, Usuratonkachi ? > >
< < Sicuramente, Teme, sicuramente! > > Si alzò in piedi e gli diede una pacca sulla spalla < < Ad ogni modo, adesso dovrebbe trovarsi in un villaggetto del cavolo da qualche parte nel paese della Nuvola, per prendersi cura di uno stupido orto! Ma tu guarda, sembra che facciano di tutto per tenere separato il nostro team! Sarà che siamo troppo forti, noi tre insieme! La verità è che ci temono! > > Disse sfregandosi le mani, accarezzandosi violentemente l'ego.
< < Non potresti essere un tantino più preciso, Dobe? Quale Villaggio? > >
< < Mmmmhhh vediamo... Mi pare si chiamasse Kun, o Kin... non me lo ricordo,comunque qualcosa del genere! Perchè t'interessa tanto, Sas'ke????? > > Si avvicinò viscidamente a lui con aria allusiva.
< < Pura curiosità, Testa Quadra. Piuttosto, perché non te ne torni dai tuoi nuovi compagni di team? Ormai che ci hai rimpiazzati, tanto vale che tu ti goda il tempo che ti rimane con loro! > > L'Uchiha si voltò con un sorrisino sghembo sulle labbra, sapendo esattamente quale reazione avrebbe suscitato nel suo compagno quel commento. Iniziò a dirigersi verso l'oscurità del bosco.
< < Daaai Sasukeeee! Io non c'entro niente con tutto questo! E' stata solo un'assegnazione temporanea! Lo sai che non potrei mai- > >
< < Congratulazioni, Dobe. Ti auguro di essere felice con la Hyuga. > > Il moro interruppe la sua marcia solo per un istante < < Te lo meriti > >
Il futuro Hokage guardò le spalle dell'amico con espressione sicura < < Sai teme, credo che sia arrivato il momento. > >
< < Per cosa, Dobe > >
< < Per il tuo ritorno. > >
L'Uchiha sorrise tra sé e sé, riprendendo il suo cammino.
< < Già, lo credo anch'io > >
“Presto” Pensò il ragazzo addentrandosi nella foresta “Presto”.
 
 
 
 
 
Okay, ecco fatto! Ce ne ho messo di tempo!
Volevo parlare un po' più di Miko in questo tratto della storia, ma alla fine ho aggiunto il pezzo su Sasuke e Naruto!! Il capitolo sarebbe stato troppo lungo, se avessi inserito altre cose ^____^
Sarà per la prossima volta!!!!!
Tanti baci,
a presto
Mew
 

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Capitolo 7
*** Scintille di luce ***


Salve a tutti !!!!!
Mi dovete perdonare per questo mostruoso ritardo nell'aggiornamento, ma ho avuto impegni universitari distruttivi e ora come ora sono in fase di recupero (O almeno spero!) *______*
Mi auguro apprezziate questo luuuuungo e ricco capitolo, io ci ho messo l'anima e ci ho sudato parecchie camice, direi!!!!!
Ma ora smetto di tediarvi con con le mie inutili chiacchiere!!
Buona lettura!!!
 
 
 
 
 
 
 
Sakura se ne stava lì, immobile da almeno tre ore a guardare la corteccia grezza dell'albero.
Quella mattina la sua nuova maestra l'aveva condotta al centro di un piccolo boschetto di caducifoglie, e l'aveva fatta assistere a quello che alla ragazza era sembrato una specie di strano miracolo.
 
 
***Inizio flashback***
 
Si erano alzate all'alba e, dopo aver camminato a lungo,si erano ritrovate di fronte ad un enorme quercia. Il gigante legnoso mostrava i segni di un duro inverno, costellato di foglie gialle e completamente privo di giovani germogli.
La donna le aveva fatto cenno di prestare attenzione, stringendo tra le mani una piantina debole e appassita.
Dopo aver scavato una buca poco profonda, ve la immerse con delicatezza, finendo di sotterrare le radici.
Si mise in ginocchio tra la grande quercia e la piantina morente, posando su entrambe una delle sue mani affusolate.
Ciò che Sakura vide non se lo sarebbe potuta dimenticare facilmente: cominciò a trasmettere energia dalla pianta più grande a quella più piccola e smunta, con acuta precisione.
In genere ci si sarebbe aspettati che in un processo simile una delle due parti in gioco subisse danni gravi, dato che la sua energia veniva risucchiata da un'altra vita.
Ciò che accadde fu l'opposto.
La piantina sofferente diventava via via sempre più verde, così come la grande quercia che sembrava ringiovanire a vista d'occhio.
Alla fine Miko ritrasse le mani e la guardò < < Vedi Sakura, il nostro mondo si poggia su regole precise ed inevitabili. C'è chi da e chi riceve, ma l'energia vitale non scompare mai del tutto: essa cambia solo di forma; ciò che diventa, a volte possiamo essere noi a deciderlo. Quello che hai appena visto si basa sul principio dello scambio equivalente, un baratto di energia che non necessita di alcuna sottrazione, ma si basa sull'equilibrio della condivisione tra due individui. Quando ho trasmesso l'energia dalla grande quercia alla sua compagna minore, ho semplicemente privato la prima di una certa quantità di energia, quella accumulata in un anno. In parole povere, ho rinforzato la più giovane e ringiovanito la più anziana, ed è come se la grande quercia fosse tornata allo stesso stato in cui si trovava una primavera fa. L'energia è ovunque intorno a noi. Se sappiamo come accedere ai suoi canali, allora essa ci concederà la possibilità di sfruttarla. Ovviamente la strada da percorrere per arrivare ad un simile livello è lunga e tortuosa, ed il primo passo è cercare di entrare in comunione con ciò che ci circonda, nel tuo caso la foresta. La tua missione per ora sarà quella di cercare di aprire una comunicazione a doppio senso con lei. Cerca di suscitare una qualche reazione visibile: radici che si muovono, un ramo che si allunga verso di te, un fiore che sboccia, un germoglio che cresce... Lo sai, vero? Adesso vedremo quanto vali, Piccola Ninfea.> >
Sakura, senza perdere inutilmente tempo, decise di mettersi subito al lavoro, sedendosi a gambe incrociate davanti all'albero, mentre la sua maestra e Fukuio giacevano distesi su un verde praticello qualche metro più in là.
Ed era stato quello il principio della sua disperazione.
 
***Fine flashback***
 
 
Erano passate ore, ma del tanto agognato dialogo neppure l'ombra!
Ad essere sinceri, neppure l'ombra di un sospiro!
A parte i suoi, s'intende!
La ragazza non faceva altro da dieci minuti ormai e si stava cominciando a chiedere se davvero ne valesse la pena. Non aveva la più pallida idea di quello che stava facendo!
Aveva provato a parlare con il tronco ad alta voce, ma non aveva ricevuto risposta alcuna. Allora si era chinata verso dei giovani fili d'erba, ritenendoli bersagli più facilmente condizionabili, ma ancora niente. Alla fine aveva cominciato a comunicare col pensiero, chiedendo ai fiori di aprirsi, alle foglie di crescere e ai frutti di maturare, ma la risposta che aspettava si faceva ancora attendere. Era arrivata addirittura a cercare di spostare uno stelo legnoso col pensiero, per la miseria!
E tutto ciò che aveva ottenuto era solo un gran mal di testa!
“Non importa” Si disse risoluta “Proverò e continuerò a farlo finché non mi esploderà il cervello! Forza,Sakura Haruno, fai vedere a questi vegetali di che pasta sei fatta! Shannarooooo!”
Intanto cinque occhi la osservavano divertiti dall'altra parte del paesaggio: tre di rapace e due di donna.
 
 
 
 
Non passò giorno senza che la ragazza andasse a piazzarsi davanti a quel vecchio albero, provando e riprovando a costruire una qualsiasi connessione.
Il più delle volte si sedeva semplicemente a terra e rimaneva lì fino a sera, in silenzio; altre volte passeggiava nei dintorni, raccontando ad alta voce delle avventure vissute con Naruto e Sai nelle loro ultime missioni insieme; poi c'erano quei giorni, giorni in cui si perdeva nei ricordi di un passato lontano, quando ancora era parte integrante del vecchio team sette, e lasciava che il suo cuore s'impregnasse di una dolce malinconia rivivendo scene che le avevano toccato corde profonde nell'anima più e più volte: quando Naruto e Sasuke l'avevano salvata da quel branco di criminali, pur avendo le braccia incatenate tra loro; quando tutti e tre avevano cercato, con mille maldestri stratagemmi, di scoprire cosa si celasse dietro la maschera del maestro Kakashi, quando insieme avevano salvato il paese della Neve riportando a casa la legittima principessa, quando avevano dovuto indossare delle ridicole passatine per entrare nel paese dei gatti... mille e mille frammenti di memoria s'impossessavano di lei, trascinandola in un limbo di gioia nostalgica da cui poi riemergeva sempre in lacrime.
Alla foresta raccontava anche dell'allenamento che aveva intrapreso con Tsunade, di come fosse stato duro e allo stesso tempo appagante: riportava via via alla mente tutti i tipi di complicate operazioni che avevano eseguito insieme, i metodi più innovativi che avevano utilizzato su diversi pazienti, i nomi delle piante medicinali che preferiva utilizzare per le terapie o per procurarsi antidoti contro i potenti veleni in circolazione... E poi ovviamente non riusciva a fare a meno di menzionare le sue grandi abilità di lottatrice: il suo stile nel combattimento corpo a corpo ormai eguagliava quello della sua Sannin, e di questo andava immensamente fiera!
La ragazza non aveva smesso di pensare alla missione affidatagli dalla sua maestra, ma adesso aveva preso d'abitudine passare la maggior parte del suo tempo immersa nel verde di quel mare di foglie; le piaceva parlare lasciando che il vento portasse lontano le sue storie e mai si era sentita meno sola in vita sua! … Il che in realtà era strano, visto che la sua maestra e il suo gufo aguzzino ormai non la seguivano più durante le sue escursioni diurne; in realtà, Sakura aveva la sensazione di essere circondata da un'immensità di occhi che la guardavano e orecchie che l'ascoltavano interessate, fossero quelle degli alberi o dei misteriosi abitanti della foresta.
Un giorno le era capitato di scorgere tra i rami quella che a prima vista le era sembrata una libellula, ma che, in seguito ad un esame più attento, aveva catalogato come... una fatina? Un folletto? Difficile dirlo, dal momento che il su simpatico ospite, appena accortosi dello sguardo attento di lei, se l'era data a gambe!
Ma da quel giorno la rosa aveva rivisto spesso quelle scintille di luce nascoste al riparo tra i rami, mentre lei se ne stava quieta davanti alla quercia e non riusciva a fare a meno di sorridere.
Ed infine, il decimo giorno dopo il suo arrivo al Villaggio, la foresta decise di risponderle;
se ne stava seduta tranquilla a gambe incrociate davanti al solito tronco chiaro, quando all'improvviso percepì una pressione già provata risalirle lungo il polso: un piccolo viticcio verde chiaro le si stava lentamente arrampicando dalla mano sino alla spalla.
La ragazza sussultò e non riuscì a trattenere un esclamazione di gioia < < Shannaroooo! Finalmente!!!! > >
Si districò gentilmente da quella lieve stretta e, dopo aver rivolto i suoi più sentiti ringraziamenti a chi di dovere, corse verso la piccola casa fatata.
Una mezz'ora più tardi Miko la guardava, con cipiglio indispettito, inginocchiarsi davanti al solito albero.
< < Allora, cosa ci sarà mai di così urgente da valere una sottrazione di tempo al mio riposo quotidiano? > > Il gufo appollaiato sulla sua spalla emise un rauco richiamo, appoggiandola in pieno.
< < Oh, lo vedrete Maestra, lo vedrete! Questo varrà di certo il vostro tempo > >
Detto questo, chinò il capo e chiuse gli occhi concentrandosi e rivolgendosi direttamente agli spiriti che abitavano quel mare di giada.
“ Ok, sono pronta! Come prima, devo far spuntare un viticcio!”
Pensò questo con la massima intensità, ma purtroppo non ne conseguirono apprezzabili risultati.
“Che succede?? Allora ci riprovo: cresci, viticcio!”
Intorno a lei solo il cinguettio di qualche uccello, accompagnato dal sospiro del vento.
“Ok, te lo devo chiedere per favore? Va bene allora: per favore, il viticcio?”
… Ancora niente …
< < Sakura, sto aspettando! Sarà meglio per te che tutto questo valga davvero la mia attesa! > >
< < S-si, scusi, solo un attimo! > >
“Allora, qual'è il problema??? Che ho fatto, per caso ti ho offeso?!?! Perchè cavolo non sta succedendo niente????? Non chiedo molto,solo un piccolo viticcio! Va bene anche tutto rinsecchito, ma per favore, non farmi fare la figura della babbea!!!!!!”
La ragazza sentiva lo sguardo infuocato della donna bruciargli le spalle “A-allora una foglia?? Un fiore??? Va bene anche un misero filo d'erba, maledizione!!!!”
Ma ancora una volta non ottenne nessuna risposta, e alla fine la sua pazienza scoppiò come dinamite in una miniera: portandosi dietro una bella frana.
“AAAHHH DANNAZZIONE! Non ti sto' chiedendo molto, ti pare??? Solo un DANNATISSIMO PICCOLO INSIGNIFICANTE VITICCIO! UNO SFORZO MOLTO MENO CHE MINIMALE!!!! Che c'è che non va in te, stupido bosco snob ?!?!?! Lo so che mi stai ascoltando! E' tutta la settimana che mi ascolti ma eviti di rispondermi, vero?!?! E ora che ho davvero bisogno di te mi neghi il tuo aiuto?!?! MA INSOMMA, LA CONOSCI MEGLIO DI ME QUELLA DONNA, NO?!?! Lo sai che m'impiccherà per i piedi ad un faggio se non mi dai una mano! ACCIDENTI A TE, MA CHE TI COSTA SPUTARE FUORI UN MALEDETTISSIMO VITICCIO VERDE !?!?!”
Pensò, calciando mentalmente l'albero con tutta la sua forza.
All'improvvisò sentì un tonfo potente ed un dolore lancinante alla nuca, e si ritrovò faccia a terra immersa in una pozza di fango.
Sentì degli sghignazzi per niente discreti alle sue spalle, e si girò per ritrovarsi davanti la sua maestra piegata in due che si teneva la pancia con le mani, sganasciandosi dalle risate.
La rosa alzò la testa nel preciso istante in cui un ramo si ritirava verso la parte più fitta della chioma dell'albero: aveva ottenuto la sua reazione, anche se non proprio quella sperata.
< < AHAHAHHAHHAHAHAHAH Si ragazzina, questo vale decisamente il mio tempo!!!!!! HAHAHAHAHHHA Oh ti prego, fallo ancora AHAHHAHAHAHAHA > >
La ragazza, da prima basita, guardando le lacrime che colavano dagli occhi della donna non pote' fare a meno di inclinare la labbra in un sorriso, che poi si tramutò in una vera e propria risata che la portò a piegarsi a terra, con la faccia ancora tutta sporca di fango.
Le risa delle due donne risuonarono a lungo nell'aria, e coinvolsero anche quegli spettatori che le osservavano di nascosto.
Quella giornata fu per loro un dono prezioso, perché non è facile riuscire ad assaporare quella gioia pura e genuina che nasce solo da momenti di profonda condivisione.
 
 
Per la ragazza i giorni passavano in compagnia degli alberi e delle strane creature che popolavano quel mondo per lei ancora sconosciuto. Sicuramente stava migliorando, adesso riusciva a controllare meglio le reazioni che suscitavano le sue richieste; aveva capito che tutto si basava sullo scambio del chakra: lei ne donava una certa quantità ed otteneva una data risposta. La parte difficile era stata fondamentalmente farsi accettare dalla foresta, che inizialmente sembrava non volerne sapere di scambiare proprio un bel niente con lei. Ora invece riusciva a far schiudere i fiori, a velocizzare la maturazione dei frutti, ad evocare l'intervento di viticci, rami e radici.
Le capitava sempre più spesso di scorgere una piccola figura alata di colore rosa pallido che, appena voltava la testa, spariva ad una velocità allarmante. Era diventata ormai una presenza fissa e anche se Sakura non la vedeva, ne avvertiva la presenza.
Quel giorno la sua maestra le aveva chiesto di passare dal Villaggio per una commissione particolare: doveva recarsi alla scuola cittadina per ritirare una bimba di nome Ai e riportarla con sé nella foresta.
< < Ti accompagnerà Fukuro > > Le aveva detto con quel suo squillante tono autoritario < < Non fate tardi, la vostra sarà una lunga giornata. > >
La ragazza si era subito messa in viaggio ed era arrivata al punto dell'incontro con un bel po' d'anticipo.
Decise di dirigersi al chiosco di Ramen di Toshiro per pranzare; dopotutto la bambina l'avrebbe fatto a scuola e Sakura non avrebbe avuto tempo di mangiare, una volta tornata al rifugio nel bosco. “Chissà che cosa avrà escogitato Miko”
Le persone passeggiavano tranquille per le strade illuminate dalla tiepida luce e il cielo cristallino sorrideva benevolo sopra il Villaggio: le era sempre piaciuta la primavera, sembrava traboccare di speranza.
Davanti al chiosco le apparve una figura conosciuta.
< < Heeeeyyyyyyy confettino! Ma ciao! Quanto tempo,accidenti! Mi sei mancata! > > Kuma fece per abbracciarla, ma si ritrovò con un palmo piantato in faccia < < Si si, ciao anche a te. > >
I due si sedettero e divisero il pranzo, parlando allegramente del più e del meno.
A Sakura, che ormai si era abituata a lunghi monologhi a senso unico e ai profondi silenzi della sua meditazione, non dispiacque per niente quell'incontro inaspettato.
< < Allora come va con la vecchia e burbera Miko? Ti ha già piantata in giardino per i piedi? O sta aspettando che tu la faccia arrabbiare per bene??? > >
< < Ah ah ah, tu ci scherzi, ma certe volte fa davvero paura! Mi mette una voglia maledetta di scappare!! > >
< < AHAHAHHAHA ci posso credere, si! Lei è una donna dannatamente testarda! Riuscirebbe a convincere una montagna a spostarsi solo perché le intralcia il passaggio! > >
< < Già! Però rappresenta proprio il tipo di donna che vorrei diventare! Incute una specie di timore reverenziale... non saprei dirti come, ma si capisce subito > >
< < Che cosa? > <
< < Che è una donna che merita rispetto. > > la rosa socchiuse gli occhi e si lascio carezzare dalla brezza primaverile.
< < … Già > >
Tra i due calò un silenzio che parve protrarsi all'infinito.
Alla fine fu lei ad interrompere quel momento di sospensione < < Kuma, come conosci la mia maestra? > >
L'uomo volse lo sguardo verso la strada affollata, ma il suo spirito, così come il suo cuore, parevano lontani anni luce da lì.
< < Solo da ricordi di un passato troppo remoto per sembrare davvero reale. > >
Quegli occhi... la ragazza rivide se stessa in quello sguardo, lo sguardo che rifletteva un uomo che le volgeva le spalle per andarsene, sempre e comunque... per andarsene via da tutto ciò che gli era caro, da tutti coloro che lo amavano di più, dai suoi amici, dal suo team... da lei...
La ninja si riscosse e vide che l'uomo la stava osservando intensamente.
< < Ragazzina, cos'era quello sguardo sognante? Devo presumere che stessi pensando a me? Se fosse così, mi renderesti l'uomo più felice della terra > >
Sakura avvampò senza pietà ed ebbe il violento impulso di levargli a suon di ceffoni quel ghigno malizioso dalla faccia. < < O-ovviamente NO! E non stavo pensando a nessuno in- cioè! A NIENTE in particolare, capito??? A NIENTE! E ora scusami tanto ma ho un impegno urgente e devo scappare! > >
< < Ooohhh peccato!!! E va bhè confettino, allora sarà per la prossima volta!!! E chissà, magari riuscirò persino a strapparti un bacio! > >
La ragazza si alzò in tutta fretta, ancora rossa in faccia < < E' più probabile che io ti faccia cadere qualche dente! > > Con passo marziale si allontanò dirigendosi verso la scuola, seguita da uno sguardo che era del tutto divertito e per niente spaventato.
 
 
 
Sakura aspettava di fronte ad un alto edificio in marmo venato, tutto rifinito da incisioni profonde e molto raffinate.
Tutto in quel Villaggio sembrava studiato al dettaglio e lavorato dalla mano di un abile maestro.
Alla fine la campanella anticipò di poco l'uscita di una nube di ragazzini strillanti che quasi la investirono uscendo di corsa.
Sakura aveva visto in foto la ragazzina (in casa della sua maestra ce n'era una sopra la mensola in salotto) e la riconobbe nella bambina che aspettava in piedi, quieta e rilassata, vicino all'ingresso del palazzo.
Era piuttosto piccina,vestita di un grazioso abitino scuro, con guance rosee e capelli corvini lunghi fino alle esili spalle. Non doveva avere più di otto anni, nove al massimo.
Sakura non aveva indagato sul legame che la univa con la sua Sanin, non aveva avuto molto tempo libero nell'ultimo periodo. Una volta aveva provato a chiederle chi fosse la ragazzina nella foto, ma lei l'aveva liquidata con un “ Fai la brava piccola Ninfea e vammi a preparare un thè” per cui non le era sembrato il caso d'insistere.
< < Ai? > > La rosa le si avvicino con un sorriso, pronunciando dolcemente il suo nome. < < Sono Sakura. Miko-sama mi ha mandata a prenderti > >
Due grandi occhioni azzurri la puntarono decisi
< < Tu sei la ragazza Foglia? La maestra mi ha parlato di te. > >
“La ragazza foglia?” < < Ah, si? E che cosa ti ha detto? > >
< < Che sei piuttosto lenta nell'apprendere e che le hai davvero fatto pena in più occasioni > >
< < Ah-a si, ti ha detto questo!?!? Ma pensa- > > Un enorme vena pulsava imbizzarrita sulla sua fronte spaziosa.
< < Mh-mh > > La ragazzina annuì decisa < < Ma non preoccuparti, ha aggiunto anche che alla fine pensa che tu non sia un totale ed inutile spreco di tempo, o almeno lo spera. > >
< < Ah! > > La ninja color fragola stava digrignando i denti con la forza di un bisonte inferocito, tanto che ad un certo punto temette di esserseli rotti.
< < Ma non perdiamo altro tempo, graziosa bambina, andiamo!!! La nostra MAESTRA ci sta aspettando, non mettiamoci troppo, o subiremo la sua ira!!! Sei d'accordo con me? > >
La piccola annuì ed insieme si diressero verso il bosco.
 
 
 
Poco tempo dopo stavano sorvolando un'ampia distesa verde, illuminate dalla chiara luce del sole; erano appena passate le tre del pomeriggio e Sakura si godeva lo spettacolo in santa pace.
Non era riuscita a parlare molto con la bambina, sembrava un po' restia nel darle confidenza, ma era riuscita lo stesso ad estorcerle qualche informazione: aveva innanzitutto scoperto che già da piccolissima trascorreva molto tempo con la sua maestra, che la istruiva soprattutto sulla botanica e sulle proprietà delle erbe medicinali (Sakura sospettava che al riguardo ne sapesse addirittura più di lei); non frequentava un'accademia ninja, era una studentessa in una semplice scuola elementare. La ragazza le aveva chiesto se i suoi genitori fossero d'accordo che lei passasse tutto quel tempo fuori casa, in mezzo al bosco con una tizia,diciamo, non del tutto raccomandabile, e la bambina le aveva risposto che “ a Cristina fa piacere quando imparo cose nuove sulla foresta”.
Era chiaro che Cristina non fosse sua madre e sospettava che Ai avesse perso i genitori. Probabilmente la ragazza di cui aveva fatto i nome era la responsabile di un centro di accoglienza per senza famiglia, in altre parole un orfanotrofio.
Improvvisamente sentì un tiepido peso premerle sulla schiena, e girandosi lentamente si ritrovò di fronte ad un morbido faccino rilassato nel sonno.
La ragazza sorrise alla bambina e la circondò con un braccio: l'avrebbe lasciata dormire ancora un po'.
Atterrarono non molto tempo dopo e la rosa aiutò la sua assonnata compagna a scendere dalla loro cavalcatura piumata.
La maestra le aspettava sull'uscio di casa
< < Mamma mia signorine, che faccia avete! Parlo soprattutto per te, paperina! Vai a sciacquarti la faccia, che dopo vi porto in un posticino!!! > >
Poco dopo si ritrovarono al centro di una radura circondata da ciliegi in fiore.
Ai lati dell'ampio spazio aperto sorgevano arbusti e piantine che Sakura non aveva mai visto: dovevano essere rare specie endemiche di cui lei non conosceva nemmeno il nome.
< < Ora Ai ti lascio con Sakura. Devi istruirla riguardo alle principali erbe con proprietà mediche che troverai qua intorno. Cerca di colmare la sua ignoranza e vedete di non tornare troppo tardi, intendo cenare ad un'ora decente stasera! > >
Le due guardarono la donna allontanarsi con passo disinvolto e poi, rimaste sole, si lanciarono una lunga occhiata.
“Ecco fatto, ci mancava pure farmi istruire da una bambina!!! La mia autostima sta chiedendo il porto d'armi...”
< < Non farti illusioni: questa storia pesa a me quanto pesa a te! Non sono davvero entusiasta di condividere le mie conoscenze con una profana come te, ma se proprio devo, immagino di poter sopravvivere allo sforzo...> >
“C-condividere le sue conoscenze?!?! Una profana come me!?!?!? IMMAGINA DI POTER SOPRAVVIVERE ALLO SFORZO?!?!!? Bhè, magari allo sforzo si, ma ad uno dei miei scapaccioni??????” < < Ehmmm, si, certo... Coraggio Ai, vogliamo cominciare? > >
< < …. ….. …... Puoi risparmiarti quel sorriso falso, anche una scimmia sarebbe più abile di te nel mentire > >
Una vena minacciosa pulsava malvagia e piena di rancore sulla tempia destra della rosa < < Già, appunto, quindi cominciamo, prima che possa fare qualcosa di cui poi potrei pentirmi!!! Ah ah ah …. > >
Si guardarono dritte negli occhi : verde giada quelli della più grande, azzurro cielo quelli della più piccina.
< < Ok > >
La bambina era, con grande sorpresa della ninja, un vero pozzo di conoscenza; non solo sapeva distinguere le piante l'una dall'altra con magistrale maestria, ma elencava persino tutte le loro proprietà, integrando di tanto in tanto qualche insolito effetto collaterale.
Non c'era che dire, doveva aver studiato molto e quella capacità mnemonica in una bambina della sua età era a dir poco straordinaria.
Senza rendersene conto, la rosa aveva davvero cominciato ad apprezzare quella lezione tra i petali di ciliegio.
< < Questa pianta invece è chiamata “Dita di Fata” e se ne può ricavare un infuso contro l'insonnia; tuttavia, se assunta a dosi eccessive, ha forti effetti allucinogeni che possono persino indurre uno stato di coma. > > Le disse indicando una piccola piantina dalle parvenze inusuali, con lunghi steli violacei culminanti in piccoli fiori turchini, ricoperti da foglie ricurve.
Ad un tratto le due ragazze s'immobilizzarono, alzarono lentamente il capo e... erano circondate da un ampio pubblico curioso: decine e decine di piccoli occhioni le scrutavano attenti, pronti alla ritirata strategica da un momento all'altro.
< < Ah, siete voi. Mi domandavo quando vi sareste fatti vedere, non capisco perché ci abbiate messo tanto. Nonostante io sia stata lontana dalla foresta per più di una settimana, non volevate nemmeno passare a salutarmi? > > Ai pronunciava quelle parole con una nota di rimprovero.
Sakura, dal canto suo, era rimasta a fissare la scena inebetita, come un pesce lesso a bocca aperta.
Miriadi di quelle che si potevano definire fatine le circondavano e la fissavano interessate.
Avevano esili e longilinei corpicini scintillanti, ognuno di un colore diverso dalle particolari sfumature. Dalla schiena spuntavano due paia di ali trasparenti e le loro membra erano ricoperte da petali di fiori, foglie, pezzi di legno o cose simili. Alcuni indossavano pezzi di castagne o ghiande sulla testa, mentre altri avevano i piccoli piedini avvolti in verdi steli d'erba o piccoli viticci.
In ogni caso,non erano più grandi di un passerotto.
< < A-Ai, tu li conosci? > > Parlò piano per paura di spaventare quello strano pubblico, ringraziando i Kami per averle restituito la voce.
< < Ah, si certo. Sono il piccolo popolo della foresta. Immagino che si possano definire fate o folletti, o comunque tu voglia chiamarli. Non sono spiriti maligni, solo un po' diffidenti, ma credimi se ti dico che è meglio non farli arrabbiare! Possono diventare terribilmente dispettosi! Di solito mi accompagnano in giro per la foresta, ma evidentemente erano spaventati dalla tua presenza. Credo che vederti insieme a me gli abbia fatto cambiare idea. > >
Sakura notò che una nuvola di quegli esserini luminescenti si avvicinava festosa alla bambina, agitando freneticamente le piccole ali ed emettendo suoni lievi pieni di allegria: quella si che era una vera e propria festa di benvenuto!
All'improvviso sentì un soffio di vento sulla guancia e si girò, rimanendo impietrita: una piccola fatina rosa, ricoperta da petali di ciliegio,le si stava avvicinando lentamente, guardandola con occhi di glicine.
Piano piano allungo una manina esile vero di lei e … le toccò estasiata i capelli.
< < Quella è la piccola Tily, lo spirito guardiano dei ciliegi di questa valle. Sembra molto colpita dal colore dei tuoi capelli: le piacciono proprio. Non riesco ad immaginare perché! > > Aggiunse sarcastica, guardandola di sottecchi.
< < I-io che devo fare? Cioè, non voglio offenderla o altro, solo che... che è davvero tutto parecchio strano > > La fatina continuava a fissarla incantata e aveva cominciato a dare dei piccoli strattoni alla sua chioma.
All'improvviso la ragazza si ricordò di tutte le volte che si era sentita osservata e fece due più due
< < Allora eri tu! > > Le disse entusiasta, quasi urlandole contro.
La piccola fatina squittì atterrita, e dopo essersi scossa tutta le soffiò addosso della polvere rosata.
La giovane starnutì un paio di volte, e quando riaprì gli occhi si trovava in mezzo ad un fiume che scorreva rapido e potente.
La ragazza si sentì tirare giù da quelle acque impetuose e cominciò a nuotare controcorrente, cercando di rimanere a galla, cercando di non affogare...
“Aspetta, un fiume? E Ai dov'è? Non è possibile, io ero nella foresta, ma come-!?!? AH! Aspetta, la polvere della fatina! Che sia tutta un'illusione? Ma certo! E' il suo meccanismo di difesa! Che sciocca! Ora devo solo calmarmi e...”
Per fortuna era sempre stata brava ad interrompere le false realtà create dagli altri.
Sakura aprì gli occhi e vide due chiari zaffiri fissi su di lei.
< < Tutto bene? Tily si è spaventata e ti ha messa a nanna > >
< < Più che altro mi ha messa a mollo > > Disse ridendo, mentre si grattava imbarazzata la testa.
La fatina, tutta tremante, la guardava da dietro la testa della bambina, e Sakura si sentì una stupida ad aver reagito in quel modo.
< < Scusami Tily, non volevo spaventarti! Non sono riuscita a trattenere la mia reazione quando ho capito che eri proprio tu che mi spiavi silenziosa, in questi giorni. Perdonami, in realtà sono solo contenta, e a volte esagero nell'esternare le mie emozioni, tutto qui! Hehehe > > Cercò di sembrare davvero pentita, ed in effetti lo era: veder tremare in quel modo quello scricciolo di esserino la stava facendo sentire un verme.
In men che non si dica, la fatina cambiò faccia;
le si avvicinò più decisa di prima, la guardò negli occhi e... sorridendo le prese il naso tra le mani, strofinandoglielo. Poi, nella frazione di un secondo, le si tuffò tra i capelli, avvolgendoseli tutti intorno al corpo ed emettendo acuti trilli di pura gioia. Sembrava aver trovato un prezioso tesoro, e non pareva intenzionata a lasciarlo andare neppure per un istante.
Sakura e Ai si fissarono per qualche secondo prima di scoppiare a ridere senza ritegno.
Il pomeriggio passò così, con la bambina che continuava a darle nozioni sulle strane piante del luogo, seguita con interesse da una numerosa platea di esserini alati, e con la ninja che ascoltava interessata, senza far caso alla fatina che si era imboscata tra i suoi capelli.
Alla fine arrivò per loro il momento di rientrare e, a malincuore, si separarono dai piccoli compagni.
Per Tily fu' particolarmente dura lasciar perdere i capelli della sua nuova amica, ma alla fine riuscirono a cavarsela con la promessa che si sarebbero riviste l'indomani, e che i suoi capelli sarebbero stati ancora lì.
Le due si organizzarono per preparare la cena, mentre la loro maestra oziava sul divano in salotto.
Sakura si vide riflessa sul vero di una finestra e non pote' trattenere un sorriso: la sua testa sembrava un vero e proprio nido di piccioni.
La serata passò tranquilla senza grandi novità: a tavola raccontarono come si era svolta la lezione nel bosco e la maestra si mostrò piacevolmente sorpresa nell'apprendere che il piccolo popolo aveva già cominciato a mostrarsi alla nuova ospite; evidentemente Sakura doveva ispirar loro particolare fiducia, o semplicemente non riuscivano a percepirla come un'effettiva minaccia.
A fine serata, coricandosi sotto le coperte, la ragazza non pote' fare a meno di pensare che un po' le mancava il suo Villaggio: le chiassose strade di Konoha percorse dall'inequivocabile profumo proveniente dal chiosco di Ichiraku, le chiacchierate allegre e spensierate insieme ai suoi compagni, la genuina semplicità di Naruto, la dolce innocenza di Hinata, la spiccata e pungente ironia di Ino, le stranezze di Sai. E poi ancora le mancavano le lunghe chiacchierate con la sua Sannin, i loro estenuanti allenamenti... che diamine! Le mancavano persino le loro bevute! E chissà come se la stava passando Kakashi! Il ruolo di Hokage gli calzava a pennello, ma ultimamente lo aveva visto un po' troppo stanco, provato dal sovraccarico lavorativo. Voleva bene a tutti quanti loro e avrebbe voluto averli accanto in quel momento.
Ma alla fine non era davvero sola, quella foresta brulicava di vita! E a lei piaceva da morire ascoltarne i sussurri prima di addormentarsi: la trasportavano in mondi segreti, costituiti della stessa materia di cui sono fatti i sogni.
Si era accorta, inoltre, che il senso di malinconia che spesso le opprimeva il petto quando era a Konoha, lì si era di molto assottigliato! Probabilmente era dovuto al fatto che pensasse molto meno a lui ultimamente, dopotutto era sempre molto impegnata...
Ed era proprio quello che aveva desiderato sin da quando aveva intrapreso quel viaggio: riuscire finalmente ad accantonare il suo ricordo, almeno per un po'.
Dopotutto sapeva che pensarci e ripensarci non averebbe fatto altro che aumentare la sua ansia ed alimentare la sua impazienza, e tutto questo non sarebbe servito davvero a niente.
Finchè non fosse tornato al villaggio, finché fosse stato lontano, lei non avrebbe di certo potuto convincerlo che valeva la pena almeno provare a darle una possibilità.
Ormai una sola certezza popolava il suo spirito e il suo cuore.
Avrebbe aspettato il suo ritorno, l'avrebbe aspettato per sempre.
 
 
 
Qualche giorno prima, oltre i confini del paese della Nuvola.
Il ragazzo camminava, silenzioso come sempre, lungo una buia strada deserta.
La sua mente era in pace e il suo corpo per nulla provato da quel lungo tragitto.
Ormai erano più di due anni che viaggiava ininterrottamente e senza una meta precisa;
ora, dopo tanto tempo, si stava dirigendo verso un punto in particolare, senza interrogarsi troppo sul perché lo stesse facendo.
Dopo aver parlato con Naruto aveva deciso di recarsi nel paese della Nuvola, verso un certo villaggio... ma fosse dannato se conosceva il motivo della sua decisione.
“Sto solo seguendo il mio istinto” Supponeva
“Credo si tratti solo di curiosità” Dopotutto neppure il formidabile Sasuke Uchiha era immune a quella debolezza propriamente umana.
Aveva deciso di non porsi troppe domande e di non ragionare in maniera spasmodica sul bisogno che sentiva di dirigersi lì.
O meglio, sapeva il perché vi si stesse recando, ma non riusciva a capire cosa lo spingesse a farlo.
Per ora si sarebbe limitato ad agire come meglio credeva e a seguire il suo istinto.
Punto.
Di fatto, anche se avesse voluto analizzare la situazione, non ci sarebbe riuscito un granchè;
Per affrontare a fondo il problema, avrebbe dovuto anzitutto riuscire a definire il rapporto che aveva con lei adesso.
Prima era stato facile, prima era stato tutto molto chiaro.
Da ragazzino sapeva esattamente a cosa stava andando incontro e credeva persino di sapere quale sarebbe stato il suo destino, per cui non aveva avuto bisogno di aggrapparsi a qualcosa di esterno per dare un senso alla sua esistenza; gli bastava appigliarsi al suo odio per tirare avanti.
Adesso però le cose erano diverse, molto diverse.
Non aveva un sogno, ne' un vero obiettivo. Viaggiava proprio per capire meglio se stesso e cercare d'immaginare che genere di futuro sarebbe stato in grado di costruirsi.
Si sentiva come un carpentiere che, nel bel mezzo della costruzione del suo ponte migliore, si fosse ritrovato penzolante nel vuoto perché la sua opera gli era franata sotto i piedi quando meno se l'aspettava.
Sasuke era stato un vendicatore.
Adesso non lo era più.
Sasuke era stato un nukenin.
Adesso i suoi peccati gli erano stati perdonati.
Sasuke era stato un assassino.
E quello lo sarebbe rimasto per sempre.
Sasuke era stato un eroe.
E quel ruolo lo metteva parecchio a disagio, per dirla tutta.
Alla fine, il vero nocciolo della questione non era tanto ciò che era stato, ma cio' che voleva diventare.
E questo proprio non lo sapeva.
Certo, aveva desideri e cose a cui teneva davvero; aveva concentrato le sue riflessioni proprio su quelle, durante il periodo della sua redenzione.
Non avrebbe mai permesso a nessuno di fare del male a quella che riteneva la sua famiglia, il team 7; avrebbe sempre protetto Kakashi, Naruto e Sakura, anche se non glielo avessero chiesto.
Questo lo sapeva, ma non riusciva a togliersi dalla testa l'idea di essere un sudicio ipocrita;
lui stesso aveva cercato di nuocere ad ognuno di loro, persino a Sakura, che aveva ritenuto essere la più innocua...
E lei lo aveva ripagato con la stessa moneta; non se lo sarebbe mai aspettato, non dalla ragazzina che conosceva.
Lui aveva fatto il bastardo e la fiera Sakura (non riusciva a credere che quell'agnellino si fosse trasformato in una simile leonessa) aveva cercato di rendergli pan per focaccia.
Anche ora non riusciva a fare a meno di chiedersi se il desiderio che avesse di vederla ed accertarsi che stesse bene non fosse dovuto al senso di colpa che nutriva nei suoi confronti.
Quante volte aveva cercato di farla fuori? Tre, quattro addirittura, contando anche l'illusione? Già che c'era poteva regalarle una lapide e inciderci sopra una bella dedica: “Dal tuo assassino, l'uomo che non si è limitato a lacerarti il corpo, ma si è persino preso il tuo cuore”.
Sempre più spesso, tra i suoi sogni, s'insinuavano due occhi verdi, una chioma rosa e un paio di labbra carnose che ripetevano nel vuoto sempre le solite parole
“Perchè non mi dici nulla? Perché sei sempre così silenzioso? Perchè non mi dici nemmeno mai una parola?”
“Io so tutto sul tuo passato, anche se cerchi vendetta, non porterà felicità a nessuno”
“Io ho amici e una famiglia, ma se tu vai via io... io sarò sola quanto te!”
“Io... io ti amo con tutto il mio cuore! Se decidi di stare con me non lo rimpiangerai, perché ogni giorno faremo qualcosa di divertente, saremo felici, LO GIURO!!!”
“Farò tutto per te, quindi per favore resta con me!”
“O portami con te se non puoi stare qui”
“Fin dall'inizio sapevo che non potevo fare niente per te, ma io ti amo! Nonostante quello che è successo, ti amo così tanto da star male!”
“Se avessi potuto farmi carico del tuo dolore per farti star meglio, l'avrei fatto!”
“Ma se io ho ancora un posto nel tuo cuore, non importa quanto piccolo,allora ti prego! Non allontanarti più di così..!”
Sasuke sospirò, irritato.
Ogni volta che ripensava a quegli avvenimenti era assalito da un gran mal di testa.
Non sapeva davvero cosa pensare; se si fosse trovato di nuovo in quelle situazioni, probabilmente avrebbe agito di nuovo allo stesso modo.
Probabilmente.
Lui aveva fatto delle scelte, e quelle scelte avevano irrimediabilmente condizionato la sua vita, compromettendo anche il suo futuro.
Non che considerasse Sakura poco attraente o non interessante; alla fine si ricordava con nostalgia i momenti passati insieme a lei e agli altri. Li rimpiangeva, a volte.
Sapeva che era cresciuta e che in qualche modo era cambiata... le sarebbe piaciuto conoscerla meglio; nei pochi mesi che era rimasto al villaggio dopo la fine della guerra si erano visti, generalmente in compagnia di Naruto e Kakashi, ma non avevano trascorso molto tempo insieme.
Stranamente, più ci pensava e più gli sembrava che non fosse stato abbastanza.
E si era accorto che, in effetti, non conosceva quasi nulla di lei.
Lui avrebbe voluto essere diverso, a volte, magari più aperto e disponibile al dialogo; aveva visto che in certe situazioni lei si trovava a disagio in sua presenza, ed aveva amaramente notato che sempre più spesso sfuggiva il suo sguardo.
Avrebbe voluto apparirle meno cupo, magari cercare di tranquillizzarla, ma non aveva mai fatto il primo passo. Non aveva mai preso l'iniziativa.
Semplicemente, non era mai stato bravo nei rapporti interpersonali, per lo meno non da quando Itachi aveva sterminato il clan, e men che meno ne capiva qualcosa dell'amore romantico.
Di sicuro non ci si vedeva a fare quelle cose che facevano le coppiette in pubblico: Pick-nick, cinema, lunghe passeggiate romantiche per il parco, imboccarsi a vicenda...
L'Uchiha si massaggiò energicamente le tempie, con il volto lievemente arrossato: che cavolo andava pensando quella sera? Cos'erano tutte quelle recriminazioni mentali sull'amore e sulla vita di coppia?
Non erano cose a cui era solito pensare, anzi, a dirla tutta lo infastidivano parecchio!
Sinceramente, in futuro non gli sarebbe dispiaciuto avere una famiglia tutta sua, una moglie, dei figli... era strano come trovasse irritante pensare alla ragazza rosa mentre lo imboccava durante un pik nik nel parco e come invece trovasse naturale immaginarsela nella sua vecchia villa in veste da casa, circondata da una nuvola di bambini urlanti dai capelli neri.
“Assurdo” Si ritrovò a pensare tra se e se, e decise che per quella sera ne aveva abbastanza di pensare, per cui si fermò e mise in piedi il campo.
Si sarebbe riposato per il resto della notte e il giorno seguente sarebbe giunto a destinazione, nel piccolo e poco conosciuto villaggio di Kun.
 
Allora ragazzi e ragazze cari/e innanzitutto mi scuso per il mega papiro che ho buttato giù stavolta, ma non sapevo davvero come fare a dividerlo! Mi avrebbe spezzato la storia in modo crudele e non potevo permetterlo.
Tutti i pezzi della storia io cerco di incastrarli come un puzzle, e se mi tocca dividere i capitoli in maniera che mi convince poco o niente, poi rischio l'esaurimento!!!!!
Perdonate la mia follia ^____^
Mamma mia che fatica scrivere il monologo interiore di Sasuke! Questo ragazzo mi distrugge!!!
Volevo anche dire che cercherò di non sparire di nuovo, maledetti esami @____ @
E va bhè, non ci posso fare nulla purtroppo!!!! :3
Alla prossima!!
Baci baci
Mew

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