The glue of my heart

di Ladyoftherainbow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Truth ***
Capitolo 3: *** Paradise ***
Capitolo 4: *** Hearing ***
Capitolo 5: *** Confusion ***
Capitolo 6: *** Shouts ***
Capitolo 7: *** Dreams? ***
Capitolo 8: *** Fight ***
Capitolo 9: *** Passion ***
Capitolo 10: *** Surprise ***
Capitolo 11: *** Plot Twist ***
Capitolo 12: *** Braxton Hicks ***
Capitolo 13: *** Homophobia ***
Capitolo 14: *** Catastrophe ***
Capitolo 15: *** Bloodbath ***
Capitolo 16: *** Olivia ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Comunicazione importante della W|C|K|D

Il test è finalmente terminato. Abbiamo la cura. I corpi dei membri ‘morti’ sono stati rimesti in azione. Sono già stati rimessi in comando della propria mente. Possiamo spedirli a Paradiso come era stato promesso.

Ava Paige.

***

“Per favore, Tommy. Per favore.” Fece Newt con l’ultima briciola di sanità mentale rimasta. Vide il ragazzo dai capelli scuri chiudere gli occhi. Sentì il rumore dello sparo, e poi nulla. Il vuoto lo avvolse.

Newt aprì gli occhi di scatto. Si trovava in una stanza bianca, avvolto da soffici coperte pulite. Prese a respirare rapidamente. Dove si trovava? Era appena stato ucciso! Perché cacchio era ancora lì?

Per qualche secondo pensò di essere già morto. Alzò leggermente le mani e si toccò il viso. Poteva controllare ogni parte di se, e non sentiva alcun dolore. Scosse i capelli biondi dal viso, e toccò il punto in cui era stato sparato. Nulla, nemmeno un graffio. Strinse le mani a pugno, mentre cercava di ricordare. C’era qualcosa che non andava. Perché era ancora vivo? Perché si sentiva così diverso. Poi un ricordo lo trafisse. Sentiva la mente svuotata. Niente sembrava controllarla. Gli sembrava di essere come prima, come quando era nella radura. Non si sentiva manipolato dall’eruzione.

Si guardò nuovamente intorno. Accanto al letto su cui era sdraiato vi era un bicchiere di latte e dei biscotti. Poi vi era anche una pastiglia di non so cosa. Newt non osò toccare nulla. Si alzò e notò di avere i vestiti completamenti puliti. Un paio di pantaloni scuri e una camicia. La normalità degli abiti lo fece quasi spaventare. Si girò e fece per avvicinarsi alla porta, quando udì delle voci all’esterno. Corse rapidamente verso il proprio letto e si buttò sopra. Si infilò nelle coperte e chiuse gli occhi.

La porta si aprì e il rumore cessò. Una voce estranea, che non aveva mai udito, ma famigliare in qualche modo, parlò. “Ed ecco il soggetto A5… Scusate, il vostro amico Newt. Come vedete, dicevo il vero.” Sentì dei passi pesanti avvicinarsi al letto. “Allora non mentivi.” Disse una voce famigliare. Newt sentì il cuore battere forte. Non era possibile. Quella voce non avrebbe dovuta sentirla mai più. Quella voce aveva commesso il suicidio. Quella voce era morta. Ma aprì gli occhi. E lui era lì. Sorriso sfrontato, occhi che lasciavano trasparire irritazione come al solito. “Newt, ben svegliato, shuckface.” Il ragazzo rimase senza parole. “Tu sei morto.” Il ragazzo rise. “In teoria sì. Ed anche te se non sbaglio. Sempre in teoria.” Newt gli toccò la guancia incredulo. Alby. Vivo e vegeto davanti a lui.

ANGOLO AUTRICE: 

DO NOT QUESTION ME. Così decisi e così fu. Corto perchè è solo il prologo. E poi non so scegliere tra Newtmas e Thominho certe volte.

 

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Capitolo 2
*** Truth ***


Newt continuò a fissare il ragazzo con gli occhi spalancati per l’incredulità. Alby era morto. Lui stesso lo aveva visto correre verso il suicidio, senza provare nulla, senza gridare mentre i mostri lo uccidevano. Eppure, se doveva fidarsi dei propri occhi, lui si trovava lì, esattamente davanti a lui. Come era possibile?

Si ritrasse nel letto per allontanarsi da quella vista tanto mancata quanto dolorosa. Un’espressione ferita solcò sul viso di Alby, ma lui non disse nulla. Newt guardò alle spalle del ragazzo e il respiro gli si fermò in gola: Chuck era lì, sorridente, insieme a Jeff, Winston, Teresa… Aspetta Teresa? Se c’era lei lui non si sarebbe fidato, mai e poi mai. Una donna dai capelli biondi raccolti in uno chignon gli sorrise. “Il mio nome è Ava Paige. Suppongo che hai molte domande da farci, vero Newton?” chiese con dolcezza. Un campanello d’allarme risuonò nella testa del ragazzo.

“I nomi che abbiamo non sono nemmeno i nostri nomi reali.” Spiegò Thomas. “La W|C|K|D li ha presi da nomi di personaggi famosi. Io per esempio Thomas come Thomas Edison, Newt, come Isaac Newton…”

Quindi si trovava ancora nelle mani della W|C|K|D. Fissò la donna dritto negli occhi. “No, non ho nessuna domanda.” Lei lo guardò, palesemente dispiaciuta. Poi scosse le spalle. “Permettimi di spiegarti comunque.” Lui la fissò senza espressione. “Non penso di poterti fermare dal farlo.” Lei continuò come se non lo avesse affatto sentito. “Voi ragazzi non siete morti. Voi ragazzi siete i campioni diciamo che non si sono mai mossi dalla sede secondaria nascosta della W|C|K|D.” Newt la guardò confuso. “Come scusa?” La donna sorrise. “Voi credete davvero che la W|C|K|D non è buona, non è così?” sospirò. “Noi abbiamo trovato la cura e non vi abbiamo ucciso. Tutto quello che è successo è accaduto nelle vostre teste. Lasciami spiegare.” Fece prima che Newt avesse la possibilità di ribattere. “Abbiamo connesso la vostra mente a questi specie di automi umanoidi, e grazie a speciali ondi celebrali voi eravate in grado di controllarli, nonostante non ve ne rendevate davvero conto. In quel modo potevamo controllare cosa vi succedeva ed al tempo stesso rendere i risultati immutati. Tutti voi eravate connessi, anche i vostri amici. Ma una volta che loro hanno passato il pass verticale, diciamo che si sono teletrasportati con tutto il corpo.” Guardò Newt con un sorriso. “Era stato Thomas a progettare quella macchina, non so nemmeno io come ha fatto.” Newt sentì un brivido al nome del ragazzo. La donna contiuò. “Comunque, grazie a quello siamo riusciti a mettere a punto la cura. Veramente pochi sapevano di questa cosa. Praticamente solo io, Thomas e altri stretti collaboratori.”

Newt rimase in silenzio, cercando di processare tutte le informazioni. Poi le domandò. “Quindi non ho mai avuto l’Eruzione?” La donna sospirò. “L’hai avuta. Ma grazie al vaccino ideato, ora sei immune.” Newt la fissò. La faccenda sembrava troppo semplice, doveva esserci un trucco. “Cosa vuoi in cambio allora?” sputò. La donna lo guardò allarmata. “In cambio? Nulla. Mi hai già permesso di eseguire esperimenti su di te in cambio della cura. Ora l’hai ricevuta. Quindi ti mando a Paradiso con gli altri.” Disse tranquillamente. Gli mise una mano in testa, che Newt scostò velocemente. Solo Thomas e Minho potevano toccarlo così. Il ricordo dei due ragazzi lo pungolò fastidiosamente. La donna sorrise. “La W|C|K|D è buona, Newton. Quando siete pronti venite nella sala.” Disse con un sorriso in volto. Poi aprì la porta ed uscì.

Il silenzio alleggiò nella stanza per qualche secondo. Poi Newt si girà verso Alby. “Quindi… sei vivo.” Il ragazzone annuì. “E vegeto. Caspio, se penso che tutto ciò è praticamente accaduto nella mia testa. C’è da rimanere rincaspiati.” Fuori dalla radura il ragazzo sembrava aver perso la sua irritazione per ogni cosa che si muoveva e sembrava più calmo. Chuck si avvicinò leggermente a Newt. “Thomas è vivo?” chiese. Newt si sentì come se momentaneamente gli avessero tolto l’aria dai polmoni. Strinse forte il lembo del lenzuolo. Si sforzò di fare un sorriso. “Credo di sì. Cioè, non è qua.” Teresa si avvicinò. “Thomas è vivo. Per questo sono qua.” Gli altri la fissarono confusi, ma Newt riuscì a leggere tra le righe. Aveva salvato la vita di Thomas. La fissò, per qualche secondo. “La cosa non mi rende propenso a fidarmi di te, per quanto possa sembrare assurdo. Sarà difficile perdonarti, ma non impossibile. Ci proverò.” Poi si volse duramente verso Alby. “Quanto a te, non ci sto nemmeno provando a perdonarti. Ciò che hai fatto…!” Fissò il ragazzone in volto e vide che lui aveva capito cosa intendeva. Non hai permesso a me di suicidarmi, e ti suicidi te? “Era un sacrificio.” Sospirò lui. Newt rise senza allegria. “E io mangio farfalle e piscio arcobaleni, cacchio.” Alby lo guardò irritato. “Tu non puoi capire.” Newt strinse il pugno. “Io non posso capire? Io che ho tentato di fare la stessa cosa? Alby, questa è ipocrisia.” Winston si avvicinò. “Calmatevi, ragazzi. Voglio davvero andare a rivedere gli altri, e non voglio vedervi uccidervi a vicenda prima.” Teresa annuì, e Chuck la imitò. Il biondo lo fissò. “Allora è vero che non è successo nulla in realtà. Vedo con piacere che hai tutti i capelli al punto giusto.” Winston lo fissò serrando la mascella e il ragazzo biondo si maledì per essere stato così acido. “Scusami, Winston.” Disse infatti. L’intendente dei Macellai non disse nulla e si girò dall’altra parte, toccandosi distrattamente i capelli. Newt prese un respiro e si alzò dal letto nuovamente. Si stiracchiò e sentì il proprio stomaco gorgogliare.

Chuck sorrise. “Devi prendere quella pastiglia. Praticamente sei a digiuno da una settimana, anche se ti mettevano della specie di zucchero in corpo.” Il ragazzo annuì. Di Chuck si fidava. Prese la pastiglia e il bicchiere di latte e la mandò giù. Poi si girò verso il più piccolo. “Bene andiamo.” Chuck guardò gli altri che annuirono in assenso, e lo guidò fuori.

Minho, Thomas. Pensò Newt. Sto arrivando.

ANGOLO AUTRICE

HO. PRESO. UNA. CACCHIO. DI. A. NELL. ESAME. DI. ENGLISH. LITERATURA.

F*****o a tutto, sono una bomba.

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Capitolo 3
*** Paradise ***


Newt e i suoi amici uscirono dalla stanza bianca. Notò con stupore che anche loro erano vestiti di bianco. Teresa lo notò fissare e si affrettò a rispondere. “A quanto pare c’è qualcosa nel colore bianco che respinge l’Eruzione, o qualcosa del genere.” Spiegò la ragazza. Newt non rispose.

Si sentiva un poco spaventato ed eccitato. Non aveva l’Eruzione. Era vivo ed tutti i Radurai per cui aveva temuto, erano vivi. Nulla sarebbe potuto andare storto, giusto? In più stava tornando da Thomas e da Minho, le uniche persone che contavano davvero nella sua vita. Sentiva il cuore battergli all’impazzata nel petto.

Winston aprì una m porta e trovarono Ava Paige, seduta su una sedia a guardare quello che sembrava… sì un Pass Verticale. Il suo viso era sereno e sembrava parecchio fiera di se stessa. Sorrise nel vederli entrare. “Grazie mille per essere serviti alla nostra causa. Grazie a voi e agli altri, siamo riusciti a creare una cura all’Eruzione. Vi siete meritati una vita di pace e tranquillità.” Disse, con voce dolce e passionale. Si alzò e strinse la mano ad ognuno di loro. Quando arrivò a Newt, il ragazzo vide delle lacrime nei suoi occhi cioccolato. La sentì sospirare qualcosa in spagnolo. “Mi hijo. Siempre te amè y siempre te amerò.” La guardò confuso mentre lei si muoveva velocemente verso il resto degli altri ragazzi.

La donna prese un pacco e glielo consegnò. “La gente di Paradiso è autonoma, ma ogni tanto lasciamo loro qualcosa, medicinali, vestiti, libri e cose del genere. Non si sa mai. Se non fosse per questo, non interagiamo con loro.” Spiegò, mentre Alby prendeva il cesto. Sorrise. “Andate, ora.” Disse.

Alby la guardò e le fece un cenno, prima di muoversi verso il Pass. Newt era esattamente dietro di lui, il suo secondo, e quando il ragazzo entrò, lo seguì.

Atterrarono su una soffice distesa verde. L’aria era pulita e Newt si sentì meglio semplicemente inalandola. Guardò gli altri Radurai arrivare, uno dopo l’altro. Dopo che l’ultimo cadde, Winston, il Pass si disintegrò da solo. Alby guardò gli altri. “Allora. Sembra che ci troviamo su una collina. Adesso io e…” Newt alzò la mano per fermarlo, il cuore che gli galoppava in petto. Il ragazzo più grande lo guardò in sorpresa, ma seguì il suo sguardo. E li vide.

Minho e Thomas stavano correndo tranquillamente sulla collina, con Gally alle loro spalle. Minho e Gally avevano delle lance in mano, fatte artificialmente, mentre Thomas una semplice borsa fatta di cuoio. Nessuno dei tre gli aveva notati. Le facce dei Radurai erano piene di emozione contrastanti: paura, felicità, nervosismo… Newt era al colmo della felicità.

Minho raggiunse la cima per primo e nel girarsi li notò. Impallidì e si fermò di botto. Thomas si fermò accanto a lui e guardò il compagno in sorpresa. Poi seguì lo sguardo di lui e lanciò un leggero urlo, cadendo a terra. Gally si fermò del tutto vedendoli, ma strinse più forte la lancia.

Alby li guardò, un sorriso sul volto. “Eh, pive…” “Non avvicinarti.” Disse Minho, minaccioso. Era ancora pallido come un fantasma, ma stava stringendo la lancia con forza. Gally gli poggiò una mano sul braccio. “Minho, occhio a Thomas!” gli fece, urgentemente, prima di tornare a fissare gli altri. Newt guardò Thomas. Era seduto a terra, ed aveva cominciato a tremare violentemente, terrorizzato. Minho si avvicinò al ragazzo. “Oh, caspio. Thomas, tranquillo…” Gli occhi del ragazzo si riempirono di lacrime. “L’ho ucciso. Ho ucciso Newt. Ho ucciso Newt! Sono un mostro! Minho ho ucciso Newt! Ho creato il Labirinto, sono un mostro! Teresa e Chuck, ho ucciso anche loro, e anche Alby e i Radurai! È colpa mia, Minho non lasciarmi, mi dispiace, uccidimi, mi ha detto di ucciderlo!” urlò scalciando via l’asiatico. Newt si mosse inconsapevolmente in avanti, il volto contratto in un’espressione di puro orrore. “Non ti avvicinare!” gli urlò Gally, brandendo la lancia. “Avvicinati e ti impalo.” Fece. Alby appoggiò una mano sulla spalla di Newt. Il ragazzo biondo era così incredulo che neanche si ricordò di odiare l’altro ragazzo.

Poi Minho riuscì ad abbracciare il ragazzo più giovane, limitandone i calci e le urla. Ora Thomas piangeva. Quei suoni sembravano stracciare l’anima di Newt dal profondo. Minho gli mise una mano tra i capelli. “Shh, sono qua. Sono qua, Tommyboy, non piangere, shh.” Poi cominciò a cantare una leggera litania, come faceva sempre nel Labirinto quando Thomas si svegliava spaventando da un incubo.

Newt si ritrovò a cantare la canzone a mezzavoce, facendo adirare Gally che però, invece di urlargli contro si limitò a fargli cenno di tacere. Newt, suo malgrado, ubbidì. Guardò Minho prendere il ragazzo più giovane tra le braccia. “Sono qua, ok? Sono qua.” Il più giovane annuì lentamente, gli occhi chiusi. “Min?” chiese. Il ragazzo lo strinse più forte. “Non voglio aprire gli occhi.” Minho sospirò. “Non devi.” Thomas lo strinse più forte. “Min?” lo richiamò, mentre il ragazzo si alzava in piedi. “Dimmi, Tommyboy.” Thomas inspirò. “Profumi di casa. Non mi lasciare.” Minho gli diede un bacio sulla fronte. “Non ti lascio.” Disse a mezza voce.

Newt osservò la scena sentendo una forte stretta al cuore. Qualcosa era successo a Thomas. Forse, averlo costretto ad uccidere lui, Newt, uno dei suoi due fidanzati, lo aveva spezzato all’interno. Forse aveva irrimediabilmente distrutto Thomas.

Alzò lo sguardo, vedendo Minho, con Thomas tra le braccia che passava la propria lancia a Gally. “Lo porto da Brenda. Ti mando qualcuno. Se riesco ad addormentarlo…” Gally non mosse lo sguardo dai nuovi arrivati, ma sorrise di sghembo a Minho. “Vai tranquillo, Pive, prenditi cura di quella faccia di caspio.” Minho gli sorrise. “Grazie, Gally.” Poi, con un ultimo sguardo a Newt e gli altri senza però guardarli negli occhi, si mise a correre via.

Gally continuò a fissare gli altri Radunai, senza però incontrarne gli occhi. “Gally, perché…” “Silenzio!” tuonò il ragazzo dai capelli scuri. Alby lo guardò, irritato. Prima che potesse ribattere, Gally parlò nuovamente. “Non voglio sentire una sola parola da voi. Nessuna parola, o non mi importa se siete reali, finti, ologrammi o mostri, per quanto è vero che sono Gally, non ci penserò due volte prima di attaccarvi.” Fece respirando profondamente. Newt sentì la gola arida. Sapeva di non essere mai piaciuto a Gally, e la cosa francamente era reciproca. Quello che non capiva era come il ragazzo potesse arrivare a essere rude nei confronti di Alby. Nessuno a parte Minho lo aveva mai fatto. Ma Minho era un caso a parte.

Alby sembrava uno che aveva ricevuto un pugno in faccia, e incredibilmente, tacque. Gally non si mosse, ancora impugnando le due lance. Poi sentirono passi sulla collina e si girarono per vedere diverse persone, tra qui Frypan, Aris, Minho e Jorge avvicinarsi, tutti armati. Nessuno di loro sorrise. Minho riprese la propria lancia. Una ragazza dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi si mise di fianco a Gally.

“Non fate un passo falso, muchachos, o vi impalo.” Disse Jorge, avvicinandosi. Non era cambiato di una virgola dall’ultima volta. “Cos’è?” disse, indicando la scatola. Alby inarcò un sopracciglio, irritato. “Mi hanno detto di non parlare, e ora mi domandi qualcosa. Quali delle due?” chiese, facendo lo sbruffone. Jorge fu così veloce che Newt non si accorse di ciò che era accaduto se non dopo.

Jorge aveva colpito Alby in pieno viso con il retro della lancia. “Cos’è quello?” ripeté, guardando gli altri. Alby si alzò in piedi, il volto contorto dalla rabbia, sangue che gli usciva dal labbro spaccato. Newt si precipitò a rispondere. “Ava Paige ci ha detto di portarlo.” Spiegò. Vide gli occhi di Minho saettare verso di lui, per poi muoversi via, velocemente. Perché? Si chiese. Jorge annuì. Gally intervenne. “Daphne, prendilo e portalo nella Sala.” La ragazza dagli occhi verdi accanto a lui, lo guardò, le sopracciglia corrucciate. Poi sbuffò e tenendo la lancia si avvinò alla scatola. Jorge la aiutò ad issarla e la ragazza corse via. Frypan guardò Gally con un sopracciglio inarcato. “Iperprotettivo un poco, eh?” borbottò. Gally gli lanciò un’occhiataccia, sebbene stesse sorridendo un poco.

Minho si fece strada verso il centro, mentre metà delle persone si metteva a destra e a sinistra dei nuovi arrivati. Minho non incrociò lo sguardo di Newt. “Seguitemi.” Chuck, tremando come una foglia, si azzardò a fare una domanda. “Dove?” Per qualche istante Minho o nessun’altro rispose. Poi l’Asiatico sbuffò. “Nella stanza delle Adunanze. Sembra che abbiamo qualcosa di grosso da discutere questa volta.”

Salma si scusa per la lunga assenza dal sito. SCUSATEMI UN SACCO! è SOLO CHE HO SCOPERT ARCHIVEOFOWROWN.ORG ed ho pubblicato qualche fanfiction TMR IN INGLESE! MI chiamo SalmaSparrowMalfoy anche lì! Leggetele!

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Capitolo 4
*** Hearing ***


Newt e gli altri seguirono Minho e gli altri Pacifici. Li stavano guidando tra le strade del villaggio che era stato creato sull’isola. Le case erano praticamente capanne, ed, esattamente come nella Radura, sembrava che ognuno stesse già facendo la propria parte.

Dal modo in cui camminavano davanti agli altri, sembrava che Minho, Gally e Jorge fossero i capi. Vide parecchi bambini, anziani e adulti tutti che lo guardavano con stupore, prima di riprendere a lavorare o fare qualunque cosa stessero facendo prima. Newt notò la ragazza bionda di prima, Daphne, in piedi davanti ad una casupola che era parecchio più grande delle altre. Lei sorrise nella loro generale direzione, ma i suoi occhi erano puntati di Gally. Newt notò il ragazzo in questione arrossire sotto gli occhi della ragazza, prima di riprendere la sua solita smorfia. Ma tranne per quest’unico istante, i suoi occhi non si smossero dalla figura di Minho davanti.

L’asiatico non lo aveva guardato negli occhi nemmeno una volta. Nemmeno una. Non che nessuno di loro l’avesse fatto, ma rimaneva il fatto che erano, o almeno erano stati una coppia. Non poteva semplicemente ignorarlo così!

Minho si fermò davanti all’ edificio, e si mosse, in modo che Newt e gli altri si trovassero davanti. Fece un cenno nella direzione di Alby. “Avanti, entrate.” Alby ubbidì, una mano ancora sul labbro ferito, e uno sguardo arrabbiato. Newt provò a incontrare lo sguardo di Minho ma l’asiatico on lo stava nemmeno guardando, era completamente girato dalla parte opposta. Con una stretta al cuore entrò dietro ad Alby.

Era una stanza grande, completamente spoglia, tappezzata da tappeti. Aly era già seduto in fondo, la schiena appoggiata al muro. Si mosse verso di lui, prima di ricordarsi di essere ancora arrabbiato con lui e sedersi dalla parte opposta. Il ragazzo più grande lo guardò, ma non disse nulla. In un attimo la stanza era piena dei vecchi radunai. Chuck si sedette accanto a lui, e Newt non poté fare a meno di sorridergli incoraggiante.

Jorge e Minho si sedettero davanti a loro, mentre Gally restava in piedi, la lancia ancora in mano. La ragazza bionda era sparita. Frypan, Aris ed altre persone erano seduti dietro a Jorge e Minho. L’intera stanza era in silenzio quando Jorge parlò. “Tu. Vieni qua davanti. E anche te. E te.” Disse, indicando Chuck, Teresa e Alby. Chuck guardò Newt, terrorizzato. Newt gli mise una mano sulla spalla. “No.” Sibilò. Frypan si mosse verso di loro, la lancia in mano. Tese una mano verso Chuck. “Andiamo.” “No.” Fece Newt, a voce più alta. Gli occhi di Minho saettarono nuovamente nella sua direzione, prima di tornare a fissare il vuoto. Jorge lo fissò scocciato. “Frypan, porta qua il bambino.” Newt provò a bloccare il vecchio cuoco, che lo spinse via utilizzando la lancia. Ma poi Frypan sorrise. “Tranquillo, Chuck. Non voglio farti del male.” Disse, tendendogli la mano. Jorge sbuffò, mentre Chuck, ancora un poco pallido, afferrava la mano di Frypan e, con un ultimo sguardo a Newt, si allontanava.

Newt strinse i denti e osservò Teresa e Alby farsi largo tra la gente per posizionarsi ad entrambi i lati di Chuck. Minho lo guardò tutti e tre negli occhi, e sembrava sul punto di dire qualcosa quando la porta si aprì, e Brenda entrò.

“Sono in ritardo?” chiese la ragazza. Minho roteò gli occhi, mentre Gally le lanciava un’occhiataccia. Frypan rise, mentre la ragazza si sedeva accanto a Jorge. Non parve per nulla sorpresa nel vedere Newt e gli altri, vivi e vegeti.

Jorge le scoccò un’occhiata, mentre Minho la fissò dritta negli occhi. Lei gli mise una mano sul braccio e annuì. “Dorme.” Fece. Minho si rilassò e riprese a giocherellare con la punta della lancia. Jorge rivolse la sua attenzione verso i tre ragazzi di fronte a lui. “Parlate. Diteci tutto quello che avete da dire, visto che, in teoria, dovreste tutti essere morti.” Disse, pratico.

Teresa annuì, e dopo aver lanciato uno sguardo penetrante ad Alby, prese a parlare. Spiegò nei più minimi dettagli di come si fosse svegliata nel laboratorio della W.I.C.K.E.D, in una stanza bianca, e di come, in seguito avesse visto Alby e Chuck, e tutti gli altri, tutti vivi e vegeti. Ripeté meccanicamente la spiegazione che Ava Paige aveva dato, e alla menzione del nome di Thomas, Minho alzò lo sguardo per una frazione di secondo. Poi tornò a concentrarsi sulla lancia. Chuck si limitò ad annuire e aggiungere qualche “Anch’io.” Durante la spiegazione della ragazza, mentre Alby aspettò pazientemente che Teresa finisse, prima di aggiungere i particolari su cui la ragazza aveva sorvolato.

Nessuno interruppe i loro discorsi, e anche una volta che ebbero finito, Jorge ci mise un minuto intero prima di parlare. “Votiamo?” chiese. Gally fu il primo a parlare. “Sono incline a non fidarmi tanto facilmente di loro, ma la storia è convincente, anche se surreale. È una cosa che la W.I.C.K.E.D farebbe senza ripensamenti.” Fece. Jorge annuì, poi si girò verso Minho. “E tu che ne pensi, Minho?” L’asiatico finalmente alzò il volto, e scrutò il volto di Chuck. “Io dico che Chuck è incapace di mentire, non sembrano manipolati in alcun modo, e quindi mi fido.” Jorge annuì di nuovo e si voltò verso Brenda. “Brenda?” La bionda fece un sorriso stanco. “Io e Thomas facevamo entrambi parte del progetto segreto. Avendo studiato come funzionano i cervelli di questi ragazzi per così a lungo, sapevamo come avrebbero reagito verso la maggior parte delle manipolazioni. Ovviamente non sapevamo di Janson, ma per il resto avevamo tutto studiato nei minimi dettagli. Il progetto consisteva nel creare cloni di coloro che sapevamo avrebbero avuto maggiori, ah, difficoltà, nel gestirsi e crearne dei cloni. Sarebbero stati connessi con l’attività celebrale dei soggetti, e il resto è storia.” Fece. Jorge la guardò, palesemente irritato. “E perché non ne hai parlato?” La ragazza lo guardò dritto negli occhi. “Le parole progetto segreto ti dicono qualcosa?” Il ragazzo sbuffò, prima di girarsi nuovamente verso Gally e Minho. “Allora, muchachos, che si fa? Subito nella società?”

Gally e Minho scossero la testa contemporaneamente. “Direi che è meglio che passino un po’ di tempo nella Buia. Almeno il primo giorno, finché non raduniamo tutti e ne parliamo.” Minho annuì. Newt si sentì, sorpreso ed infastidito da questo fatto. Jorge li guardò sorridendo. “Muchacho, vedo che non vedi l’ora di andartene.” Minho si mise una mano sul cuore. “Beccato. Voglio semplicemente...” Gally gli mise una mano sulla spalla. “Vai dalla bella addormentata, pive.” Disse, facendogli un sorriso sghembo. Jorge e Brenda gli fecero un cenno, e lui si allontanò.

Newt sentì il suo cuore sprofondare, mentre si rendeva conto che, ancora una volta non lo aveva nemmeno degnato di un’occhiata.

Gally, Frypan e Aris erano già in piedi, le lance in mano. “Seguiteci.” Dissero. Gally aveva ancora il suo solito sguardo addosso, mentre Aris e Frypan sembravano molto più tranquilli. Newt si fece coraggio e rivolse loro la parola. “Dove stiamo andando?” Aris gli lanciò uno sguardo. “Nella Buia. O meglio la Gattabuia.” Spiegò. Chuck rabbrividì, cosa che Frypan notò immediatamente. “Tranquillo, pivello. Starete tutti insieme. In realtà non è un granché: avrete una piena vista di ciò che facciamo, mentre noi non potremo praticamente vedervi. Strategicamente parlando, fa schifo.” Gally gli lanciò un’occhiataccia. “Non fai prima a dargli anche le chiavi e dirgli dov’è l’armeria?” Aris gli tirò un pugno leggero sulla spalla, ricevendo una smorfia in risposta. “Ignorateli.” Fece Frypan, aprendo la porta di quella che era una esatta copia della gattabuia della Radura, solo un poco più grande. E senza sedia.

Gally fece cenno a Newt di entrare. “Andate nella vostra nuova residenza, slintheads.” Fece. Alby entrò immediatamente dopo Newt e sistemò in un angolo. Quando furono tutti dentro, Aris chiuse la porta della Gattabuia. Aspettò che Gally fosse abbastanza lontano, prima di sussurrare, “Adesso stiamo andando a mangiare. Potrete vederci.” Fece, prima di allontanarsi in fretta.

E meno di cinque minuti dopo, Newt vide Frypan suonare una campanella, e tutti gli abitanti di Paradiso, coinvolgersi nel centro della radura. Rimase ad osservarli finché non vide la famigliare sagoma di Minho, sedersi su un tavolo con una scodella di cibo in mano.

Newt sentì le lacrime agli occhi, mentre ricordava di come il ragazzo avesse categoricamente rifiutato di incontrare i suoi occhi quel giorno. Sospirò. Non capiva. Qualcosa era successo, anche se lui non aveva idea di che cosa si trattasse. Strizzò gli occhi, quando notò la figura di Thomas avvicinarsi a Minho. Camminava come se fosse ancora addormentato, ma non sembrava sul punto di cominciare ad urlare come prima. Vide Minho sorridergli e aprire le braccia per accoglierlo tra le sue braccia. Thomas vi entrò senza ripensamenti.

Un leggero rumore interruppe i suoi pensieri su Thomas. Era Daphne, la ragazza bionda di prima. Li scrutò tutti uno dopo l’altro, prima di chiedere. “Chi è Newt, tra di voi?” Newt si avvicinò alle sbarre, per farsi vedere. “Sono io.” La ragazza lo fissò a lungo, prima di parlare. “Sono certa che vorrai sapere la ragione del comportamento di Minho e Thomas. E magari anche Gally. Se vuoi posso raccontartela. In realtà non dovrei farlo, ma credo che è meglio dirtelo ora che più tardi.” Fece. Newt la fissò, confuso. La ragazza sospirò prima di parlare. “Minho ti odia. O almeno così dice. Le ragioni sono due: perché hai costretto Thomas ad ucciderti, è la prima; la seconda è perché per colpa dei sensi di colpa, Thomas ha tentato il suicidio.”

 

Angolo Autrice

Cliffhanger! Eed ecco qua il capitolo numero quattro.

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Capitolo 5
*** Confusion ***


Newt fissò Daphne, la mente completamente svuotata di ogni emozione.

Minho lo odiava? Thomas aveva tentato il suicidio? Non aveva senso. Thomas non avrebbe mai fatto qualcosa del genere. Mai e poi mai. Thomas era un ragazzo altruista e sempre pronto a dare il meglio di se per gli altri. Non avrebbe mai fatto una cosa tanto egoista come suicidarsi, Newt rifiutava di crederlo.

Thomas non avrebbe mai fatto nulla di così egoista, al contrario di se stesso. Pensò, mentre scuoteva la testa. “Ti sbagli, di sicuro…”

La ragazza lo fissò, offesa. “Se non fosse vero, per quale ragione conosco il tuo nome?” fece, a mo’ di sfida. Newt la fissò, esterrefatto. “Ma… perché…” Lo sguardo della ragazza si fece più dolce. “So che è difficile. Ma Minho e Thomas…” “Daphne?” fece una voce. “Cazzo!” fece la ragazza bionda, alzandosi in piedi. Probabilmente era un’imprecazione, anche se Newt non aveva mai sentito un termine del genere. La ragazza lanciò un’occhiata di scuse a Newt. “Gally mi ammazza, se mi vede qua.” Disse, prima di sfrecciare via. Newt tentò di richiamarla, ma era già scomparsa.

Si sedette a terra. Minho lo odiava. Ecco perché si rifiutava di guardarlo in faccia. E Thomas… Non riusciva ancora a pensare che Thomas avrebbe potuto fare qualcosa del genere, era un concetto che rifiutava di entrargli in testa.

Batté le palpebre più volte, per impedirsi di piangere. Da quando era diventato così patetico?

Notò con la coda dell’occhio Teresa parlare con altre ragazze, probabilmente le vittime del Gruppo B. Una ragazza in particolare, dai capelli ramati e gli occhi grandi e verdi le stava tenendo la mano forte. Sembravano amiche di vecchia data. Teresa lo notò fissarla e gli offrì un piccolo sorriso. Lui si ritrovò a rivolgerle una piccola smorfia, mentre nella sua testa infuriavano una miriade di domande. Non riusciva a capire. Minho lo odiava per quello che aveva fatto?

Non poteva dargli torto, ma la cosa gli sembrava eccessiva.

All’improvviso sentì la stanchezza travolgerlo all’improvviso, per tutte le emozioni che lo aveva attraversato quel giorno. Guardò Chuck, ormai addormentato accanto a lui, e per nulla sorpreso, vide gli altri Radunai e le altre Radunae, tutti sul punto di addormentarsi, e qualcuno già dormiente.

Chiuse gli occhi, ma poi li riaprì di scatto quando udì la voce di Minho parlare a bassa voce con qualcuno. “Una pastiglia va bene.” Fece l’asiatico, pragmatico. L’altra persona sembrava scettica. “Non mi hai ancora spiegato che intendi fare con una pastiglia di sonnifero.” Aspetta, sonnifero? “È per Thomas, ultimamente fa fatica a dormire, e dopo quello che ha passato oggi, credo che una buona dormita non potrebbe che giovargli.” Fece, e dopo qualche secondo la donna accettò. “Ok.”

Peer chiunque le parole di Minho sarebbero sembrate sincere e vere. Ma Newt conosceva Minho abbastanza bene da capire se mentiva solo dal tono di voce che usava. E in quel momento, Minho stava mentendo spudoratamente, anche se Newt non era certo se fosse tutta una bugia o solo in parte. Sentì i passi dell’Asiatico e della donna allontanarsi e chiuse gli occhi.

A Newt parvero passare pochi secondi prima di sentire qualcuno battere una campana. Aprì gli occhi infastidito, per vedere Aris e Frypan, una campana in mano e un sorriso divertito in volto. “Buongiorno signori e signore!” fece Frypan, ridendo. Il sorriso di Aris era rivolto a due persone in fondo, però. Seguì il suo sguardo e notò che stava fissando la rossa e Teresa. Huh.

Frypan aprì la porta della Gattabuia. “Ora, mie care Teste Puzzone, non fate nulla di cui potreste poi pentirvi.” Fece, ridacchiando. La sera era scesa su Paradiso.

Seguirono Frypan fino al luogo dove i Pacifici si erano seduti a mangiare poco prima. Frypan fece loro cenno di sedersi a dei tavoli. “Tra poco esce Jorge e darà il suo discorsetto del caspio.” Fece Aris, tranquillo. Frypan annuì. “Non muovetevi da qui.” Disse, prima di allontanarsi.

Newt si mise a scagliare la folla. I Pacifici li fissavano con un misto di riverenza e curiosità, ma non era ciò che cercava. Alla fine lo vide: Minho. Era seduto ad un tavolo con Brenda e stavano parlando animatamente di qualcosa. La bionda non sembrava affatto felice, anzi sembravamo molto infastidita. Ma si vedeva che era sul punto di cedere, dal sorriso sicuro dipinto sulle labbra di Minho.

Osservò nuovamente la folla, questa volta alla ricerca di Thomas. Lo trovò facilmente, seduto accanto a Daphne. Non sembrava aver notato i Radunai. Poi Jorge e Gally arrivarono. Si diressero verso il tavolo al centro della radura in cui si trovavano. Con la coda dell’occhio, Newt notò Minho sedersi accanto a Thomas e consegnargli un bicchiere d’acqua, sorridendo. Sentì una stretta al cuore.

Jorge e Gally si limitarono a sedersi, mentre Frypan e altri Pacifici cominciavano a distribuire il cibo. Era un piatto di riso speziato, con lenticchie e altre verdure dentro. Durante i tempi della Radura non avevano mai mangiato nulla di simile. Jorge alzò il suo bicchiere, pieno di una sostanze color oro. Ci vollero pochi secondi a Newt per rendersi conto che si trattava della speciale ricetta di Gally. Suo malgrado, sorrise. “Radunai. Benvenuti a Paradiso.” Fece, alzando la voce giusto in modo che gli altri lo udissero. Molti Pacifici alzarono il proprio bicchiere per imitare Jorge, ma né Thomas né Minho né Brenda lo fecero.

Brenda stava fissando Minho, chiaramente irritata. Thomas invece sembrava sul punto di addormentarsi in piedi, mentre Minho lo fissava, non divertito più che altro soddisfatto. Daphne li osservava curioso. Newt li fissò, corrugando la fronte.

“Non vai dai tuoi fidanzati?” chiese una voce. Newt mosse di malavoglia lo sguardo dal gruppetto, per trovarsi a fissare gli occhi di pece di Alby. Le sue labbra si assottigliarono. “Cosa ti fa credere di potermi parlare?” chiese al ragazzo più grande. Alby strinse le labbra, mostrando ancora di più il gonfiore del labbro inferiore, poi sospirò. Si massaggiò la tempia. “Senti, Newt, mi dispiace. Hai tutte le ragioni del mondo per avercela con me, e ti capisco. Probabilmente se i ruoli fossero invertiti non potrei fare a meno di fare lo stesso. Ma credimi: mi dispiace. Se potessi tornare indietro…” Alby lasciò la frase in sospeso.

Newt avrebbe tanto voluto odiarlo. Rifiutarsi di perdonarlo. Ma un pensiero gli passò in testa.

Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te.

Non voleva che Minho lo odiasse. Voleva che tutto tornasse come prima, tra di loro. Non aveva diritto di giudicare le scelte di Alby. Il ragazzo se ne era pentito. Toccava a lui perdonarlo.

“Ti credo. Proverò… proverò a perdonarti, Alby.” Fece Newt, e lo disse con sincerità, non tanto per dire. Alby gli sorrise. Jorge si raschiò la gola, e tutti si volsero verso l’ispanico.

“Dobbiamo pensare agli alloggi dei nostri nuovi amici. Tutti coloro che vivono in una casa da uno o da due, per favore vengano qua per scegliere uno o due Radunai da aggiungere alla propria casa.” Fece. Newt notò ancora una volta Thomas, ormai profondamente addormentato sulla spalla di Minho.

Gally fu il primo a scegliere. “Scelgo Ben.” Disse, con voce tranquilla. Il vecchio membro dei Costruttori sorrise al proprio ex Intendente, e seguì Gally verso la casa in cui avrebbe vissuto.

Sonya scelse una ragazza di nome Beth, che si sedette accanto a lei e Harriet. Frypan scelse Chuck, mentre Alby fu scelto da Clint insieme a Jeff.

La ragazza dai capelli ramati, venne scelta da Aris, che la chiamò Rachel. In poco tempo, gli unici rimasti erano Newt e Teresa. Minho, Thomas, Brenda e Jorge erano gli unici che dovevano ancora scegliere.

Minho sorrise, mentre lo sguardo di Brenda si fece ancora più malcontento. E mentre la ragazza guardava irritata la figura dormiente di Thomas, tutto si incastrò perfettamente nella mente di Newt.

Primo, Minho aveva fatto bere a Thomas il sonnifero, probabilmente con l’inganno.

Secondo, Brenda ne era al corrente e non molto contenta.

Terzo, se Minho aveva fatto una cosa del genere, significava che non voleva che Thomas si mettesse in mezzo durante la scelta della persona che sarebbe stata con loro.

Quando Minho fece la sua scelta, Newt non ne fu sorpreso, solo molto ferito. “Teresa.” Disse il moro, sorridendo alla ragazza dagli occhi azzurri. Lei lo fissò come se avesse cresciuto una seconda testa, prima di alzarsi e muoversi lentamente verso di lui. Lanciò un’occhiata sorpresa verso di Newt, ma non disse nulla.

Brenda sbuffò. “Newt, sei con noi.” Fece alla fine. E mentre si alzava e seguiva Brenda, Newt non poté impedirsi di lanciare un ultimo sguardo a Minho. Non fu sorpreso nel constatare che, ancora una volta, non lo stava guardando.

ANGOLO AUTRICE

Tatatata. Min Min. spiegami cosa sta succedendo! Perché eviti Newtie?

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Capitolo 6
*** Shouts ***


Anni di abitudini non cambiano in pochi secondi.

Fu questo il pensiero con cui si svegliò quella mattina. Era assolutamente troppo presto per essere già attivo, ma essendosi abituato a svegliarsi così presto fin da quando aveva assunto il ruolo di secondo in comando all’interno della Radura, Newt era abituato.

Si stiracchiò e stropicciò gli occhi, cancellando ogni minima prospettiva di tornare a dormire di nuovo. Notò con immenso piacere che Jorge stava ancora dormendo, mentre Brenda non era nella stanza. Non gli era mai piaciuto Jorge. Si stiracchiò e si alzò, pronto a lasciare la stanza.

Fortunatamente, era stato così stanco che aveva potuto dormire tutta la notte senza che alcun incubo si facesse avanti. Sicuramente un passo avanti rispetto a prima. Sperò con tutto il cuore che la faccenda rimanesse così.

Ora però non c’era nessuno in giro a dirgli cosa fare, e probabilmente i pensieri sarebbero tornati ad assalirlo in poco tempo. In effetti adesso gli sembrava di vedere Thomas, Minho, Teresa e Frypan nella cucina che…

Aspetta. C’erano davvero, non se li stava immaginando.

Thomas era lì, che aiutava Frypan a impacchettare del cibo. Teresa era un poco in disparte, ma era lì. Minho aveva in mano due lance, e dopo averne controllato le punte ne consegnò una a Teresa. La ragazza la prese, e anche da lontano Newt poteva immaginare come si sentisse: non era mai stato segreto che a Minho la ragazza non piaceva per niente.

Ma tra te e lei, Minho ha scelto lei. Sussurrò una vocina all’interno della sua voce. Newt si riscosse, mentre Thomas porgeva due borse di cibo e acqua a Minho. Vide l’asiatico sorridere al più giovane e arruffargli i capelli, mentre lanciava uno dei fagotti a Teresa.

Newt si ritrovò a camminare nella loro direzione, senza averlo nemmeno deciso. Ma voleva delle risposte. Non sarebbe passato molto prima che il buco nel suo cuore divenisse più grande del cuore stesso. Il buco che aveva preso ad allagarsi sin da quando Daphne gli aveva parlato e detto cosa era successo.

Una sagoma si fermò di fronte a lui. Gally. Il ragazzo lo fissava sospettoso. “Dove pensi di andare, Newt?” gli chiese. Newt non aveva alcuna intenzione di lasciarsi fermare da Gally, non quando poteva vedere il suo Tommy e il suo Minho a così pochi metri di distanza. Strinse i pugni. “Vado a parlare con loro.” Disse, stringendo i denti. Gally lo guardò, con un’espressione indecifrabile. “Non mi sei mai piaciuto, Newt. Ma sinceramente, sei arrivato da così poco, non voglio davvero vederti morto in così poco tempo.” Disse, pacato. Fu il turno di Newt di fissarlo sospettoso. “Che vuoi dire? Non ho paura di te, Gally.” Il ragazzo dai capelli scuri rise senza divertimento. “Non è di me che devi preoccuparti. Ma non sono certo sia una buona idea per te quella di avvicinarti a Minho adesso. Ha espressamente detto che non vuole vederti. Né ora né mai.” Fece, scrollando le spalle. Newt sentì il proprio cuore fare un suono tonfo, come se tutta la sua speranza stesse cadendo alla fine. Scrollò la testa con forza e guardò dietro la spalla di Gally. Thomas e Frypan erano spariti, ma Minho e Teresa stavano correndo verso di loro.

La ragazza gli fece un sorriso mentre gli passava accanto, ma gli occhi di Minho fissavano dritto davanti a lui. Newt non aveva intenzione di lasciarsi passare un’opportunità del genere. “Minho!” urlò. L’asiatico continuò a correre. “Minho!” urlò più forte. Teresa si girò, ma Minho non guardò alle proprie spalle. “MINHO!” Urlò ancora Newt. Teresa parve sul punto di fermare l’asiatico, ma Minho non decelerò nemmeno. Continuò a correre, come se non potesse udirlo. “Minho…” sussurrò Newt, incapace di urlare nuovamente. Sentì le lacrime salirgli gli occhi, ma si morse il labbro inferiore per evitare di piangere come un pive del caspio. Una mano gli si appoggiò sulla spalla. Si volse per vedere Brenda guardarlo dolcemente, ma senza pietà. “Andiamo a mangiare, Newt.” Il biondo si sentì all’improvviso stanco, e annuì, incapace di dire di no.

Thomas non venne a colazione, e nemmeno Gally o Daphne.

Passò la mattinata ad aiutare Brenda, il cui lavoro consisteva nel curare le piante. Era un lavoro a cui era abituato fin da quando si era trovato nella Radura, e riuscì a svuotare la mente da ogni pensiero. Brenda continuava a chiacchierare, ma fortunatamente lui non aveva nulla a cui rispondere. Si sentì grato della ragazza: sembrava aver capito che il non parlare lo aiutava.

Era da poco passata l’ora di pranzo, quando una ragazzina bionda si avvicinò in fretta a lui e Brenda. Daphne. La ragazza si fermò di fronte a Brenda e prese un respiro profondo, prima di parlare. “Jorge vuole parlarti. A quanto pare Aris e Tom hanno un’idea.” Spiegò in fretta. Brenda mise giò la propria pala e si incamminò, dopo aver fatto un cenno a Newt. Daphne aspettò di veder sparire la sua testa castana prima di volgersi verso Newt. “Gally mi ammazza se mi becca, e probabilmente anche Brenda e Jorge… ma non mi importa. Mi piaci, voglio aiutarti. So quanto è difficile amare qualcuno che rifiuta di fermarsi ed ascoltarti quando vuoi parlargli dei tuoi sentimenti.” Fece sbuffando. Newt aspettò che si spiegasse.

La ragazza lo fissò dritto negli occhi, verde contro caffè. Poi parlò. “Minho tornerà tra pochi minuti, lo potrai veder avvicinarsi da quel punto lì.” Disse, indicandogli il punto. “Potrai costringerlo a parlarti.” Disse, decisa. Newt la guardò, confuso. “Perché mi aiuti?” le chiese sospettoso. La ragazza lo guardò con un sorriso malinconico. “Perché non mi piace la tua situazione, e se fossi nella tua posizione, mi piacerebbe che qualcuno venisse a darmi una mano.” Disse, e con questo si allontanò.

Newt rimase a fissarla mentre si allontanava in fretta, prima di girarsi e andare nel punto indicato dalla ragazza. Si sedette lì, ad aspettare con i pensieri che gli ronzavano nella mente. Finalmente avrebbe avuto delle risposte.

Sentì i passi prima di vederli arrivare. Minho in testa come al solito e Teresa che gli correva dietro. Il ragazzo aveva della selvaggina in un sacco e così Teresa. Minho non sembrava interessato a fermarsi, ma questa volta Newt non aveva alcuna intenzione di essere ignorato. Gli si parò davanti e Minho dovette fermarsi per forza e guardarlo in faccia. Newt sentì un brivido corrergli lungo la spina all’occhiata fredda e disinteressata di Minho. Parlò comunque. “Dobbiamo parlare.” Fece, deciso.

Teresa si era fermata dietro il Velocista, e sembrava incerta. Minho si volse verso di lei. “Consegna tutto a Frypan.” Le disse, e la ragazza ripartì dopo avergli fatto un cenno di assenso. Minho la fissò allontanarsi prima di volgere la propria attenzione verso di Newt. Il biondo si sforzò di deglutire. “Perché mi ignori?” chiese. Non sapeva per quale ragione quella domanda era uscita per prima, e anche così mal formulata. Minho lo fissò senza battere ciglio. “Perché non parlo con i codardi.” Disse semplicemente. Fu come se un coltello gli si fosse conficcato nei polmoni. Newt si sforzò di rimanere calmo. “Temo di non capire. Sii chiaro, cacchio!” fece. Il volto di Minho parve animarsi. “Hai costretto Thomas ad ucciderlo. Non mi hai fatto sapere nulla. Mi avevi promesso che non avresti più provato a fare qualcosa del genere! Me lo avevi promesso! Ma dovevo saperlo, le tua parola vale come quella di un pive qualsiasi!” Newt fece un passo indietro. Il volto di Minho era contorto dalla rabbia. “Tu non c’eri, non hai visto! Era consumato dai sensi di colpa! Mi ha lasciato una lettera in cui mi diceva quello che ti aveva fatto, e di come mi amava, e di come tu lo avessi pregato di farlo…! Io l’ho trovato sul bordo della rupe. Aveva intenzione di buttarsi! E stava piangendo e mi ha urlato contro di non avvicinarmi! Se non fosse stato per Gally, che mi ha costretto a cantare per calmarlo mentre lui lo soccorreva, Thomas sarebbe morto! Morto e non sarebbe tornato! Come faccio a non odiarti, me lo spieghi?” gli urlò contro. Newt poteva sentire le proprie ginocchia tremare. Ogni parola di Minho era un pugno allo stomaco, una coltellata al cuore, una stretta ai polmoni. E i suoi occhi che mostravano solo rabbia e dolore…

L’asiatico lo guardò, storcendo il naso in disgusto. “Non osare avvicinarti né a me né a lui. E stavolta è stato lui a chiedermelo.” Disse, allontanandosi.

E portando via con se l’ultima traccia di speranza del cuore di Newt.

Angolo autrice

Mi DISPIACE! MI DISPIACE! Prometto che il prossimo capitolo sarà meglio!

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Capitolo 7
*** Dreams? ***


Stavano lavorando da poche ore, quando cominciò a piovere. Poche gocce alla volta, ma Brenda decise di fermarsi non appena le gocce cominciarono a scendere. "Sta per piovere." fece notare a Newt e agli altri che lavoravano con lei." Non mi piace, sembra che stia arrivando un brutto temporale. Seguitemi." Newt mise giù la propria pala e si affrettò a seguire la ragazza, mentre le immagini dell'ultimo temporale a cui avesse mai assistito gli passavano per la mente. Il temporale di fulmini. Rabbrividì al ricordo, e si affrettò dietro a Brenda.

Quando arrivarono al punto di raccolta, Newt noto che tutti erano già lì. Aris e Thomas erano in piedi l'uno accanto all'altro, ma quando Brenda arrivò, Thomas si era mosso verso di lei. Newt si morse il labbro, mentre guardava il moro. Non aveva avuto alcuna occasione di parlare con Thomas da quando erano arrivati sull'isola, e stando alle parole di Minho, non era consigliabile avvicinarsi a lui. Non provò a farlo, mentre osservava intorno a sé. Riconobbe Daphne, in piedi accanto a Teresa. Frypan era un po’ più in la, insieme a Chuck.

Minho, Jorge, Gally, Brenda e Thomas erano nel mezzo di tutti e stavano apparentemente discutendo qualcosa. Minho non sembrava affatto contento della presenza di Thomas, ma il moro lo stava apertamente ignorando. Jorge scambiò un’ultima parola con Thomas prima di volgersi nuovamente verso la folla di persone raccolta intorno. "Okay, sembra che stia arrivando un brutto temporale. Per favore, ora in gruppi di sei andate in una di quelle case costruite al confine del bosco. Dovremmo riuscire a starci tutti." fece l'ispanico. La folla cominciò immediatamente a muoversi.

Newt sospirò mentre ne’ Thomas ne’ Minho facevano alcun tentativo di muoversi. Avrebbe dovuto trovare qualcun altro da seguire. All'improvviso, Daphne gli fu accanto. "Andiamo!" fece, sorridendogli. Lui le sorrise in risposta. "Come è andata, ieri?" chiese la ragazza. Lui scosse la testa. "Non bene." La ragazza borbottò' qualcosa che suonò sospettosamente come "Minho è una testa puzzona." e Newt non poté' far a meno di sorridere. Notò poi Alby in piedi da solo, insicuro di dove andare. In un moto di pietà, fece un cenno al suo ex migliore amico, che gli rivolse un sorriso grato e lo seguì all'interno della casupola dove la giovane ragazza si stava recando. Era spoglia, con un cesto pieno di vestiti e solo tre materassi. Daphne notò lo sguardo perplesso che Newt riservò ai tre materassi e scosse le spalle. "Bisogna accontentarsi. La volta scorsa, io, Gally, Thomas e Minho eravamo qua, quindi penso che verranno. Io prendo questo materasso, Minho vorrà quello più vicino alla porta. Voi due potete prendere quell'altro." Disse, indicando il letto nell’angolo della stanza.

Alby e Newt si scambiarono un’occhiata, prima che Newt si affrettasse verso il materasso, arrivando per primo. Alby sbuffò, mentre Newt occupava l’intero materasso. “Mio. L’ho preso per primo.” Disse il biondo. Alby scosse il capo, divertito e rassegnato a sdraiarsi sul pavimento. Daphne si era appostata davanti alla porta e spiava fuori, in attesa degli altri. Aveva oramai cominciato a piovere a dirotto. Si illuminò. “Arrivano.” Poi i mosse il labbro. “Spero che non vi caccino.” Fece poi. Non ebbero il tempo di dire nulla, prima che Thomas e gli altri due entrarono. Thomas non si guardò nemmeno intorno e si sdraiò su uno dei materassi. Minho notò immediatamente la presenza di Alby e Newt, ma a parte uno sguardo, non disse nulla. Gally fece un loro un cenno con la testa.

“Puoi pendere il materasso, Daphne.” Disse Gally. La ragazza scosse la testa. “Dormiamo insieme, dividiamo.” Controbattè lei. Gally arrossì e scosse la testa. La ragazza lo fissò. “O dividiamo, oppure dormo sul pavimento e rischio di prendermi un raffreddore.” Disse. Gally la fissò, incredulo, prima di borbottare qualcosa e sedersi accanto a lei sul materasso. Daphne sorrise, arrogantemente.

Minho si sedette sul pavimento vicino al primo materasso e non disse nulla. Dalla loro postazione in fondo alla stanza, Alby e Newt non si potevano nemmeno vedere. Daphne fissò Minho e Thomas, curiosa. “Che avete, voi due?” chiese. Minho non disse nulla, ma Thomas roteò gli occhi. “Minho è arrabbiato che io abbia assunto il mio ruolo di leader e abbia aiutato un po’, la fuori.” Spiegò.

Un brivido percorse la schiena di Newt. Era la prima volta che sentiva Thomas parlare coerentemente da quando era arrivato sull’isola. Era un suono che gli era mancato. Minho sbuffò. “Credo solo che, nella tua condizione…” Le sue parole vennero sprofondate dal rumore di un tuono, che fece tremare un poco la casupola. Minho si ritrasse visibilmente.

Newt si ricordò di nuovo della tempesta di fulmini, e del fulmine che aveva colpito in pieno Minho. Un altro tuono risuonò, e Minho si ritrasse nuovamente. Thomas si mise seduto e poi, lentamente, appoggiò la testa di Minho sul proprio grembo. Daphne e gli altri lo fissarono, mentre cominciava a carezzare lentamente i capelli dell’asiatico, e cominciava a cantare.

Thomas aveva la voce più bella del mondo, a parere di tutti i Radunai. Ma non amava molto cantare. Aveva cantato solo due volte prima. La prima volta era stata l’ultima notte prima che scappassero dal Labirinto. Tutti si erano zittiti per ascoltarlo e Newt sarebbe stato pronto a giurare che persino i Dolenti si fossero zittiti per sentire.

La seconda volta, era quando Newt aveva scoperto di non essere immune e il trio aveva rifiutato di ricevere indietro i propri ricordi. Quando erano stati rinchiusi nella stanza, e si erano accoccolati insieme, per dormire, Thomas aveva cantato. Era il più bel ricordo che Newt avesse della sua relazione coi due.

De sobra sabes
que eres la primera
que no miento si juro que daría
por ti la vida entera, por ti la vida entera.

Thomas stava cantando una canzone in un’altra lingua, ma la melodia era così dolce che le parole non contavano nemmeno. Minho si rilassò visibilmente, mentre Daphne si accoccolava tra le braccia di Gally. Il ragazzo si irrigidì un poco, ma poi si rilassò. Alby si addormentò. Newt non riusciva ad averne abbastanza. Non gli interessava ormai nulla. Amava la voce di Thomas. Amava Thomas. E nonostante tutto, amava anche Minho.

A un certo punto doveva essersi addormentato. O forse stava ancora dormendo. Ma gli pareva di sentire Minho e Gally che parlavano a bassa voce. “Sta tremando.” Disse Gally.

Minho sospirò, e si sentì il rumore di una zip che veniva tirata. “Speriamo che questa felpa gli stia bene.” Disse l’asiatico. Gally sospirò a sua volta. “Anche lui trema.” Disse. Minho non disse nulla. “Ehi, Minho, secondo te… Daphne…” cominciò, ma venne interrotto. “Sta tremando tanto, vero?” chiese. Gally rise. “Meno male che hai detto che… sì, sta tremando.” Disse. Minho sospirò nuovamente, mentre prendeva un'altra felpa da un baule li vicino. Gally fissò la felpa. “Sbaglio o è una delle tue?” chiese, mentre l’asiatico si muoveva verso il fondo della stanza. Minho non rispose. “Occhio a non svegliarlo.” Disse poi. Minho grugnì. “Newt ha il sonno pesante.” Fece. Gally dovette tossire per nascondere una risata. Minho lo ignorò mentre lentamente infilava la felpa al ragazzo. Poi si allontanò in fretta.

“Dici che lo odi, ma gli hai appena dato la tua felpa.” Gli fece notare Gally. Minho non disse nulla mentre si accucciava accanto a Thomas. “Non lo so… Voglio odiarlo con tutto il mio cuore, devo odiarlo… ma è difficile.” Disse Minho. Gally rimase in silenzio per qualche secondo. “Allora non farlo.” Decise, semplicemente. Minho sospirò. “Ma devo proteggere Thomas. Chissà cosa dirà, Newt, quando scoprirà che cosa temiamo.”

Nessuno disse niente poi, e Newt riprese a sognare.

Quando finalmente si svegliò, solo Daphne era ancora nella stanza. La ragazza lo fissò, sorpresa. Lui la guardò, confuso. “Cosa c’è?” chiese. Lei scosse le spalle. “Niente, è solo che quella assomiglia un sacco alla felpa di Minho.” Spiegò, prima di correre fuori. Newt fissò la felpa, sorpreso.

Non era stato un sogno.

Angolo autrice.

Yas. Yas, my Minho, dobbiamo protteggerlo e dobbiamo proteggere anche Tommy e Newt. Ma soprattutto Minho, sì.

*La storia è sospesa finchè non finisco gli esami. Probabilmente fino a Giugno. Ovviamente se riesco aggiorno, ma devo concentrarmi sugli esami ora.*

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Capitolo 8
*** Fight ***


Newt non riuscì a trovare Minho per confrontarlo sulla felpa. Non che volesse davvero ridargliela, ma voleva sapere per qualche ragione Minho gliela avrebbe data se lo odiasse come aveva affermato pochi giorni prima.  

Brenda lo accompagnò a colazione, ma quando arrivò lì Teresa e Minho erano partiti da un pezzo. Gally gli fece un cenno, mentre prendeva del cibo e si allontanava.

Brenda lo guardò confusa. “Ma non hai già mangiato?” gli chiese. 

Gally annuì. “Sì, ma questa roba è per Thomas. È insieme ad Aris in questo momento.” Spiegò il Raduraio. Newt si fece immediatamente interessato alla conversazione, e Gally dovette essersene accorto perchè fece un cenno a Brenda e si allontanò. Newt lanciò ad entrambi un’occhiataccia.  

Stavano lavorando da qualche ora, quando Daphne si avvicinò a loro di corsa. “C’è un ragno nella scuola, e Aris non vuole saperne di scendere dal tavolo. Thomas... lasciamo perdere.” Fece la bionda, scuotendo la testa. 

“Devo andare a controllare che fanno quelli scemi.” Sospirò Brenda, mettendo giù la sua pala. La ragazza fece un sorriso a Daphne. “Guidami verso quegli idioti.” La spronò. 

Daphne fece un sorriso a Newt, prima di allontanarsi in fretta con Brenda. 

Newt guardò gli altri 3 ragazzi con cui era rimasto. Un ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli neri, uno con gli occhi verdi e capelli rossi, e una mora con gli occhi castani. La mora gli fece un sorriso, e Newt si affrettò a volgersi dall’altra parte. Non era in vena di conversazioni al momento. 

Continuò ad ignorare il trio alle sue spalle, finchè non sentì il rosso dire: “Sul serio, Thomas è un idiota. Ed è assolutamente inutile.” 

Newt si bloccò immediatamente, e dovette usare tutta la sua forza di volontà per non girarsi e tirare un pugno a chiunque avesse parlato. Forse intendeva un altro Thomas. 

“Davvero, è uno dei capi ma a dirla tutta non fa assolutamente niente, avete notato? Minho, Gally, Jorge e Brenda fanno tutto il lavoro, lui passa la giornata a giocare con i bambini più piccoli.” Continuò il rosso. 

“Mia madre lavora insieme a Jeff e Clint.” Confidò il secondo ragazzo. “E c’è uno scoop enorme riguardo Thomas. Solo che non sono autorizzato a dirlo a nessuno.” 

“Non sono fatti nostri. Lasciatelo stare.” Intervenne la rragazza. Newt fece un respiro. Forse avrebbe dovuto fare un tentativo di conversazione con la ragazza. 

Il rosso sbuffò. “Certo, come no. Resta di fatto che faccio più lavoro io che lui. Stupido gay del cazzo.” 

Newt lasciò andare la pala e si volse verso il ragazzo dai capelli rossi. Si sforzò di rimanere calmo. “Ti consiglio di rimangiare immediatamente quello che hai detto.” Fece, pacato. 

I due mori si lanciarono un’occhiata preoccupata, ma il rosso inarcò il sopracciglio. “Se no cosa? Non ho mica paura di te.” Fece, scuotendo le spalle. Poi fece un sorriso sprezzante. “E non sei forse quel ragazzo, Newt? Quello che è appena arrivato e già ha fatto arrabbiare Minho?” 

Newt si bloccò. Il rosso fece un passo avanti, ignaro della posizione in cui si stava mettendo. “E si sa, se Minho ti odia, Thomas, la stupida pecora che è, ti odierà a sua volta. Perché Thomas è veramente…” 

Il ragazzo non riuscì a finire la frase, perché all’improvviso si ritrovò per terra, un arrabbiato Newt che lo prendeva pugni in faccia. Il rosso urlò quando il pugno di Newt colpì il suo volto, ripetutamente. 

Newt notò nella sua visione periferica gli altri due mori correre via in cerca di soccorso, ma non gli interessava. Tutto ciò che gli importava era infliggere il massimo dolore al ragazzo sotto di lui. 

Newt non era mai stato una persona violenta. Solitamente, avrebbe minacciato qualcuno, o qualcosa del genere, ma non avrebbe mai alzato le mani. In quel momento, però, tutta la stanchezza per il fatto che Minho lo stava ignorando, e che non riusciva a scambiare nemmeno un’occhiata con Thomas lo assallì in una volta, e prendere a pugni il rosso per essere stato maleducato nei confronti di Thomas era liberatorio. 

Troppo presto si sentì tirato di forza ed allontanato dal ragazzo. Frypan lo stava fissando come se si fosse appena fatto crescere un’altra testa. “Newt? Che caspio credi di star facendo?” 

Newt si fissò le mani, ricoperte del sangue del ragazzo dai capelli rossi fuoco. “Se lo è meritato.” Sputò il biondo. 

Il rosso si fece aiutare ad alzarsi da Aris, dopo aver lanciato un occhiataccia a Newt. Quando Newt rispose con uno sguardo inceneritore, però, il ragazzo si affrettò a lasciare la scena. 

Newt ignorò Frypan che gli parlava di quanto fosse stato stupido ed avventato, e non rispose nemmeno quando il vecchio cuoco gli disse che avrebbe dovuto passare un pò di tempo a pensare nella Gatta Buia. Anche se aveva fatto finta di nulla, le parole del rosso lo avevano colpito esattamente come previsto. 

Entrò nella cella, e volse le spalle a Frypan, optando per ignorare qualsiasi cosa il cuoco gli dicesse. Si appoggiò al muro, e chiuse gli occhi. 

Aprì gli occhi solo quando sentì una voce familiare chiamarlo. “Newt.” 

Minho lo stava osservando dall’altra parte delle barre. Newt si alzò più in fretta che

poteva con la sua gamba mal ridotta. “Minho.” Rispose. 

Minho si guardò intorno. “Ho sentito quello che hai fatto. Roger, il ragazzo che hai pestato, ha mentito spudoratamente, ma Jenny ha spiegato come sono andate veramente le cose.”  

Newt avrebbe dovuto sul serio fare un tentativo con l’altra ragazza. Minho non aveva finito. “Non sono venuto a liberarti, poichè resta il fatto che hai attaccato un altra persona. Ma sono venuto a ringraziarti per avere... difeso l’onore di Thomas.” Disse, aggiungendo una nota di sarcasmo pungente sulle ultime parole. 

Newt inclinò la testa di lato. Forse Minho non era così arrabbiato con lui. “Mi ringrazi per non aver rispettato le regole?” chiese. 

Il fantasma di un sorriso si formò sulle labbra di Minho. “Qualcosa del genere.”

L’asiatico si alzò, ma Newt non lo formò. Anche quella specie di sorriso era stato abbastanza per lui. 

***

Newt si svegliò nuovamente nel mezzo della notte, quando sentì il rumore di qualcuno che si muoveva fuori dalla cella. Guardò fuori, e vide il riflesso dorato di un paio di occhi, prima che un sacco di fragole appena colto fosse calato nella cella. 

 

L’estraneo poi scomparve nel buio della notte, ma Newt avrebbe riconosciuto quegli occhi ovunque. 

Thomas. 

 

 

ANGOLO AUTRICE 

SONO TORNATA! SIIII! SONO IN VACANZA, EVVIVA!

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Capitolo 9
*** Passion ***


Newt aprì gli occhi quando udì la porta della sua ‘cella’ aprirsi. Brenda gli sorrise, mentre teneva la porta aperta.

“Avanti. Sei libero adesso.” Disse la ragazza. Newt si sfregò gli occhi e si alzò in piedi. Non disse nulla, mentre usciva dalla Buia e si stiracchiava, e non sprecò nemmeno un’occhiata in direzione della bionda.

Brenda ridacchiò. “Non dirmi che sei arrabbiato perché ti abbiamo messo qua! Diciamo che te lo sei meritato.” Disse.

Newt si volse verso di lei, e sbattè le palpebre un paio di volte. Si passò una mano nei capelli e scosse leggermente la testa. “No. Non sono… non sono arrabbiato.” Rispose.

Brenda lo guardò, leggermente preoccupata. Newt sembrava completamente da un’altra parte. Gli mise una mano sulla spalla, e Newt sobbalzò leggermente. Gli sorrise incoraggiante. “Andiamo a colazione?”

Newt annuì, incredibilmente grato che Brenda non gli avesse chiesto che cosa avesse. Camminò in silenzio alle sue spalle, pensieri che gli ronzavano in testa. Il pensiero più rumoroso era sul perché mai Thomas gli avesse portato del cibo mentre era nella Buia. Da una parte mostrava che forse, forse il ragazzo non lo odiava come Minho diceva. Ma d’altra parte, Thomas non si era fermato a parlare con lui, se ne era andato immediatamente.

“Siediti qui, vado a prendere cibo per due. Ti piacciono le albicocche?” chiese Brenda, facendogli cenno di sedersi. Newt annuì, grato ancora una volta.

Guardò in giro, e notò immediatamente Thomas e Aris lasciare la cucina. Thomas aveva un pacco di gallette in mano, e le gettò nel cestino con una smorfia, non appena vide Aris girarsi dall’altra parte. Thomas si volse e per un secondo i suoi occhi incontrarono quelli di Newt. Newt sentì un leggero brivido mentre il suo sguardo e quello di Thomas si incontravano. Passarono circa 5 secondi, prima che Aris lo richiamasse. Thomas gli lanciò il più piccolo dei sorrisi, prima di sparire alle spalle di Aris.

Newt avrebbe probabilmente commesso una stupidaggine, come seguirlo, ma Brenda si sedette in quel momento al tavolo. La ragazza gli consegnò la colazione, un sorriso in volto. Newt sorrise e mormorò un grazie, prima di affondare i denti nel toast.

Teresa passò in quel momento, Minho che correva alle sue spalle. Teresa sorrise a Newt e fece un cenno a Brenda. Minho non sorrise, ma fece un cenno ad entrambi e si fermò.

“Brenda, ricordati di mandare qualcuno a raccogliere fragole e frutti di bosco.” Si raccomandò. Brenda roteò gli occhi. “Ho già chiesto a Daphne, ha detto che proverò a chiedere a qualcuno di accompagnarla.”

Minho inarcò un sopracciglio e fece un sorrisetto sarcastico. “Voglio proprio vedere come pensa di convincere Gally ad accompagnarla a raccogliere frutta.” Disse, ridacchiando.

Brenda gli diede un leggero pugno sulla spalla. “Ehi! È innamorata, povera ragazza. E lo sappiamo tutti che Gally ha almeno una leggera cotta per lei. Lo vedono pure i ciechi.”

Minho annuì, come sovrappensiero. Poi si volse verso Newt. “Roger è stato punito.” Quando Newt continuò a guardarlo in confusione, l’asiatico roteò gli occhi. “Il ragazzo con cui hai fatto a pugni.” Gli ricordò. “E si è scusato con Thomas.” Disse.

Newt non era certo di quello che Minho stesse cercando di dirgli, e quindi fece un leggero cenno di assenso. Apparentemente questo non era la risposta che Minho cercava, perché l’asiatico scosse la testa, prima di allontanarsi senza salutare.

Newt si volse verso Brenda, che alzò le mani in aria e inarcò un sopracciglia. “Non guardare me, sonno innocente.” Fece la ragazza. Newt accennò un sorriso, e tornò a guardare Minho e Teresa prendere delle provviste da Frypan e Gally, per poi allontanarsi con quest’ultimo.

Brenda appoggiò una mano sul suo braccio. “Sono certa che andrà tutto bene.” Poi si alzò in piedi. “Nel frattempo, abbiamo del lavoro da fare.”

***

“Newt, ti dispiacerebbe andare a raccogliere le albicocche? Sono nell’orto, hai presente il punto in cui te e i Radunai siete arrivati? Vicino al bosco?” chiese Brenda. Newt asciugò le gocce di sudore dal proprio volto ed annuì, mettendo giù la pala.

“Certo.” Rispose, raccogliendo il cesto che la ragazza gli lanciò. Poi, dopo aver pulito le proprie mani ed essersi liberato dalla maggior parte del terreno dalle proprie mani si avviò.

Vide le albicocche e si mise a raccogliere. La sua mente era vuota, non riusciva a pensare a nulla, il che, per uno che aveva avuto la mente divorata dall’Eruzione fino a poche settimane prima, era il paradiso. Fu all’ora che un gridò risuonò nel bosco alle sue spalle.

Per poco le albicocche non caddero a terra mentre Newt si voltava a vedere cosa stesse succedendo. Il grido apparteneva a Daphne, di quello ne era certo.

“Thomas! Oddio, Thomas!” urlò la ragazza. Con il cuore che batteva all’impazzata e il ghiaccio nelle vene, Newt si mise a correre nella direzione della ragazza. “Daphne! Daphne, dove sei?” urlò ad alta voce.

“Newt! Sono qui!” urlò Daphne, e Newt sterzò alla sua destra, correndo nella sua direzione. Quello che vide gli fece gelare il sangue nelle vene.

Thomas era sdraiato a terra, e sembrava svenuto. Il particolare più importante era l’enorme taglio sul suo braccio, che sanguinava copiosamente. Newt rimase simbolizzato per un secondo, prima di mettersi all’opera.

“Daphne, corri a chiamare qualcuno.” Disse, mentre strappava un pezzo di stoffa dalla propria camicia con i propri denti. La ragazza annuì, si asciugò gli occhi e corse via.

Newt si concentrò su il ragazzo davanti a se, cercando di ignorare il suo accelerato battito cardiaco. Prese una bottiglia d’acqua dal borsellino che aveva sempre con se e lavò la ferita accuratamente.

“Newt…” mormorò Thomas.

Newt alzò lo sguardò e guardò il ragazzo più giovane accanto a lui, e si concesse un sorriso. “Starai bene.” Lo rassicurò, mentre usava il pezzo di stoffa e lo allacciava sulla ferita. “Spero che non si infetti.” Mormorò, prima di annodarlo meglio. Alzò i suoi occhi caffè su quelli dorati di Thomas. “Fa male?” chiese, in preoccupazione, prima di aggiungere. “Che è successo?”

Thomas scosse la testa, mentre arrossiva leggermente. A Newt era mancato vederlo arrossire in quel modo. “Non fa male. Sono svenuto.” Ammise.

Prima che Newt potesse aggiungere qualcosa, Gally e Minho apparvero, Daphne che correva alle loro spalle. Newt si allontanò leggermente, mentre Minho si accucciava accanto al più giovane in preoccupazione. “Thomas?” chiese, accarezzandogli il volto.

Thomas gli fece un sorriso. “Sono svenuto.” Ammise.

Minho fece un sospiro di sollievo, prima di guardarlo con sospetto. “Hai mangiato stamattina?” chiese.

Thomas arrossì nuovamente, e volse il suo sguardo sulla ferita che Newt aveva fasciato. Minho seguì il suo sguardo sulla fasciatura, prima di girarsi verso di Newt. Si volse nuovamente verso Gally. “Porta Thomas da Brenda. Accertati che mangi, per favore.”

Gally fece per parlare, ma qualcosa nello sguardo di Minho lo convinse a lasciare perdere. Ignorando le proteste del ppiù giovane (“Posso camminare da solo!”), lo prese delicatamente tra le braccia e si allontanò in fretta, Daphne che arrancava alle sue spalle.

“Grazie per averlo fasciato. Ti devo una camicia.” Fece Minho.

La sua voce era fredda e calcolata, senza alcuna emozione. Newt scosse la testa. “Fa lo stesso.” Avrebbe voluto con tutto il cuore riuscire a passare la fredda maschera che era il volto di Minho.

Minho scosse la testa a sua volta. “Non mi piace essere in debito.”

Newt sentì un’insensata rabbia dentro di sé, ma tentò di controllarsi. “Non è un gioco, o una scommessa. Non è nulla.”

Minho fece un suono derisorio. “È vero non è un gioco, è solo la vita di tutti i giorni. Non è nulla per te dopo tutto, la vita, se non sbaglio.” Disse.

Newt strinse i pugni. Minho sapeva esattamente i pulsanti da schiacciare con lui. “Chiudi il becco, Minho.” Disse, stringendo i denti.

Minho lo guardò con il suo irritante sorriso nuovamente. “Se no cosa? È solo che non mi piace essere in debito con i codardi.” Commentò Minho.

Newt non si controllò, e si mise esattamente di fronte a Minho. “Non osare chiamarmi codardo Minho! Non osare, o giuro che non esiterò a prenderti a pugni!”

Minho avvicinò il volto a quello di Newt. “Codardo.” Disse a bassa voce.

Newt alzò il braccio e fece per prendere a pugni Minho, ma prima che il suo pugno collidesse con il volto dell’asiatico, Minho lo parò. Fece un sorriso, poi lo baciò.

Newt spalancò gli occhi in sorpresa ma non mise molto a rispondere al bacio dell’asiatico. Socchiuse le labbra e permise alla lingua di Minho accesso alla sua bocca. Le loro lingue si combatterono per il predominio per qualche secondo, prima che quella di Minho prendesse il sopravvento.

Quando finalmente si staccarono, entrambi erano a corto di fiato. Minho sorrise a Newt, un sorriso genuino finalmente, dopo così tanto tempo. Newt sorrise di rimando, le guance rosee. Poi tirò un pugno in faccia a Minho.

L’asiatico si accarezzò la guancia ferita, e Newt gli lanciò un’occhiata di leggera offesa. “Mi hai chiamato codardo.” Gli ricordò.

Minho scoppiò a ridere, nonostante il dolore alla guancia. “Volevo avere una risposta da te.” Confessò. “Non eri affatto te stesso quando sei venuto. Eri apatico, e… non il Newt che ricordavo. Volevo vedere se c’eri ancora te sotto questa copertura.” Minho unì le loro labbra in un leggero bacio ancora una volta, prima di fare un passo indietro. “Appena finito di lavorare, dì a Brenda di portarti dove io e Thomas viviamo.” Disse allontanandosi.

Newt guardò Minho allontanarsi, un sorriso idiota sulle labbra. Poi si ricordò delle albicocche che aveva da raccogliere.

 

ANGOLO AUTRICE

Ecco il nuovo capitolo! Spero vi piaccia! Recensioni sono sempre apprezzate :3

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Capitolo 10
*** Surprise ***


Brenda vide Newt tornare da lei, le albicocche già raccolte. Il suo viso era molto diverso da come era pochi minuti prima, quando era andato a raccogliere la frutta. Aveva le guance arrossate e uno strano luccichio negli occhi.

La ragazza inarcò il sopracciglio quando lo vide fermarsi davanti a lei e prendere un respiro profondo. Newt le consegnò la frutta prima di parlare. “Minho... Minho mi ha detto di chiederti di mostrarmi dove abitano.” Spiegò.

Questo certamente spiegava il volto radiante e le guance arrossate. Newt notò immediatamente però che l’espressione di Brenda non era più scherzosa e raggiante come pochi minuti prima. La ragazza aveva assunto un’espressione circospetta e si mordeva il labbro, come se fosse nervosa. Poi concesse un leggero sorriso a Newt. “Okay. Seguimi.  Ma mentre andiamo, ci sono alcune cose di cui devo parlarti.”

Newt annuì, mentre si muovevano verso la cucina di Frypan per consegnare le albicocche. Brenda camminava leggermente davanti a lui, ma siccome lo stava guidando, la cosa aveva senso.

La ragazza fece un sospiro profondo prima di cominciare a parlare. “Ci sono delle cose che devi sapere su prima che entraste nel Labirinto.”

Alla menzione del Labirinto, Newt sentì la pelle d’oca. Era passati mesi dall’ultima volta in cui ci aveva messo piede, e solo il nome aveva ancora il potere di terrorizzarlo. Brenda non parve notare il fatto di averlo innervosito parlando del Labirinto.

“All’inizio, il progetto del Labirinto non era guidato da Janson. Era guidato da un uomo di nome Rafael.” La ragazza fece un sospiro. “Mio padre.” Spiegò. Si volse per vedere che effetto la sua notizia facesse su Newt, ma il ragazzo non cambiò la propria faccia di un millimetro.

“Rafael sperava che ci avreste messo qualche anno, magari 7-8, prima di riuscire a scoprire il codice per il Labirinto. Ma poi è morto e l’Eruzione ha cominciato a diffondersi ancora più in fretta di prima. Così Janson ha cambiato l’intero piano e ha mandato Tom e Teresa.” Spiegò.

Newt annuì, incitandola a continuare. Brenda prese un altro sospiro. Era chiaro che l’argomento era ancora difficile per lei. “Rafael ha... eseguito dei test. E fatto esperimenti. Su tutti voi, quando siete arrivati alla WICKED. Non solo a livello mentale, ma anche a livello fisico.” Brenda si sistemò i capelli e li mosse via dal volto.

“Il piano di Rafael consisteva nel vedere come il vostro cervello avrebbe reagito a tutte le diverse possibilità. Quindi ha fatto in modo...” Brenda arrossì leggermente. “... ha fatto in modo che voi foste in grado di avere figli.”

Newt la fissò per qualche secondo, attendendo che lei dicesse che stava scherzando o qualcosa del genere. Quando vide la sua faccia seria, dovette fare un passo indietro, perché questo di sicuro non era qualcosa che si aspettava. Prima che potesse dire qualsiasi cosa, Brenda riprese a parlare.

“Sapeva che la maggior parte dei ragazzi nella Radura erano gay o bisessuali, e voleva essere pronto ad ogni evenienza. E siccome non avrebbe mai potuto mettere una ragazza prima della fine dell’esperimento, ha voluto fare in modo che voi poteste avere figli comunque.” Spiegò in fretta.

Newt scosse la testa, incredulo. “Questo è... è...” non riuscì a trovare una parola abbastanza forte da esprimere quanto folle l’idea fosse.

Brenda annuì. “Lo so. È folle, idiota, pazzesco, incredibile. Siamo arrivati.” Disse, mostrandogli una piccola capanna di fronte alla nuova residenza dei Med Jack. “Minho e Tom abitano lì.  Buona fortuna.” Disse la ragazza, baciandogli la guancia. Poi si allontanò.

Newt prese un respiro profondo, prima di bussare alla porta. Gally aprì la porta e lo guardò sorpreso. “Newt?! Cosa fai qua?” chiese l’Intendente dei Costruttori.

Prima che Newt potesse rispondere, Minho parlò dall’interno della stanza. “Va tutto bene, Gally. L’ho invitato io.”

Gally si rilassò immediatamente, e lo lasciò entrare. La capanna era abbastanza grande, in confronto alle altre che aveva visto in giro. C’era un bagno, una stanza da letto e un’altra stanza, oltre a un piccolo soggiorno. Non era molto decorata, anzi era piuttosto spoglia, ma le brandine intorno sembravano abbastanza comode in confronto a quelle che possedeva Brenda.

Minho era seduto sul pavimento del ‘soggiorno’, che affilava la sua lancia. Thomas era seduto su una sottospecie di divano fatto di stoffa e piume. Thomas si irrigidì leggermente quando Newt entrò nella stanza, ma Minho immediatamente lo calmò, accarezzandogli distrattamente la caviglia.

Minho  fece un sorriso tirato a Newt e puntò davanti a se. “Siediti qua.” Richiese. Newt obbedì, e Minho si volse verso Gally. “Grazie, Gal.”

Newt non potè far a meno di alzare un sopracciglio al soprannome. Newt era sempre stato quello dei soprannomi. Gal era il peggior nomignolo che avesse mai sentito, e lui era quello che chiamava Alby ‘Al’, e che chiamava Minho ‘Min’. Gally annuì ed uscì.

Newt non potè far a meno di parlare, una volta il ragazzo se ne fu andato. “Gal? Davvero? È il peggior soprannome che abbia mai sentito, Min.” disse.

Minho scoppiò in una fragorosa risata, e un sincero sorriso spuntò sul volto di Thomas. Il più giovane si volse verso Newt. “Ciao... Newt.”

Newt era pronto a morire di auto combustione. Gli era mancato il modo in cui Thomas diceva il suo nome. Il suo sorriso tremò, mentre rispondeva al saluto. “Ciao... Tommy.”

La mano di Thomas tremò leggermente al soprannome. Prese un sospiro per calmarsi, prima di parlare. “Volevo scusarmi. Per il modo in cui sono andato in panico quando ti ho visto.”

Newt e Minho scossero la testa in contemporanea, e Newt parlò. “Ti ho preso alla sprovvista, è ovvio. Ti aveva letteralmente costretto ad uccidermi, non è una cosa da cui ci si riprende. E mi dispiace di averti costretto a fare qualcosa del genere. Mi dispiace.”

Minho sorrise, prima di tornare serio. “Noi siamo pronti a perdonarti, Newt.” Thomas annuì il suo assenso, prima di prendere la mano di Minho. L’asiatico lo lasciò fare, mentre continuava a parlare. “Ma c’è qualcosa che devi sapere. Thomas...” Minho prese un sospiro profondo. “Thomas è incinto."

Un attimo di silenzio passò. Poi Newt spalancò gli occhi incredulo. “Cosa?”

Thomas scoppiò a piangere.

 

Angolo Autrice

TADAAAN! Thomas è cosa?!? OMG, this is socool!

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Capitolo 11
*** Plot Twist ***


Newt rimase a fissare Minho, incredulo, il suono dei singhiozzi di Thomas nel sottofondo.

Sicuramente aveva sentito sbagliato, non era possibile che... Newt scosse la testa. “Uhm. Come hai detto, scusa?”

Minho aveva ancora la sua mano in quella di Thomas, e stava accarezzando la fronte del ragazzo minore, uno occhiata irritata rivolta a Newt. “Mi hai sentito, Newt.”

Newt fece per protestare, a che gioco stavano giocando?, quando la spiegazione che poco prima Brenda gli aveva dato gli tornò alla mente.

Per quanto impossibile sembrasse, Minho era probabilmente serio. Gli tornò in mente di come, sebbene logicamente Thomas sarebbe dovuto essere la persona ad avere più potere sull’isola, non lo era, ed al modo in cui i sopravvissuti e gli amici più vicini di Thomas si comportavano con lui.

Così tante cose avevano un senso all’improvviso.

Newt deglutì, perché sebbene la sua logica riuscisse a dare una spiegazione e credere a quello a cui stava succedendo, il suo cervello non riusciva a darsi una ragione o un come della faccenda.

Newt tentò di spingere via i pensieri, e si volse verso Thomas. “Ehi, Tommy? Tutto bene? Non piangere, che succede?”  chiese il biondo, usando il più gentile dei suoi toni.

Minho inarcò un sopracciglio, mentre Thomas si asciugava gli occhi, imbarazzato. “Scusa. Non volevo scoppiare a piangere in questo modo...”

Minho scosse la testa immediatamente. “Non è colpa tua, Muffin.” Mormorò, uno strano sorriso sulle labbra, mentre accarezzava la testa di Thomas.

Thomas alzò il volto e gli lanciò un’occhiataccia, che si trasformò presto in un broncio al sorrisetto sulle labbra di Minho. “Mi stai prendendo in giro. In più non chiamarmi Muffin.” Fece.

Minho ghignò, stuzzicandogli il naso con un dito. Thomas arricciò il naso, mentre Minho gli rispondeva “Va bene... Muffin.”

Newt non poté non sentirsi leggermente affascinato, addolcito e messo da parte dal loro display di affetto. Thomas sembrava sentirsi al sicuro, solo quando era con Minho, e nessun’altro. Entrambi avevano un’espressione più rilassata e tranquilla rispetto a quella che avevano quando erano fuori in giro per Paradiso.

 Newt non si rese conto di essersi perso nei suoi pensieri finché Minho non lo scosse. “Uhm? Come?” chiese il biondo, volgendosi verso di lui.

Thomas si era spostato dal posto dove era prima, presubilmente andato in bagno, e Minho lo stava guardando come aspettandosi una risposta a qualcosa. L’asiatico roteò gli occhi. “Non hai alcuna domanda? La più ovvia per esempio?”

Newt lo fissò per qualche secondo, prima di rendersi conto che Minho stava parlando del bambino. Giusto. Thomas stava aspettando un bambino. “Beh... chi è il padre?” Newt aveva già stabilito che probabilmente Minho era il padre, ma ovviamente, Minho voleva che il biondo facesse questa domanda comunque.

Minho si morse il labbro. “Non ne abbiamo idea.” Rispose.

Newt lo guardò, sorpreso. “In che senso ‘non ne abbiamo idea’? Thomas non andrebbe mai...”

Minho annuì. “So cosa intendi. Ma Thomas aveva due fidanzati, non uno.” Disse, inarcando un sopracciglio e dando a Newt uno sguardo auto esplicativo.

Oh. Oh. Finalmente Newt si rese conto di dove Minho stava andando a parare. Per quanto ne sapevano, Newt poteva essere il padre tanto quanto Minho. “Oh.” Disse semplicemente il biondo.

Minho scosse la testa. “E non è nemmeno così semplice. Brenda ha detto che osservando attentamente le abitudini di Thomas, potremmo renderci conto di alcuni piccoli cambiamenti che possono derivare solamente dai bisogni e dai piaceri del feto.”

Newt poteva sentire dentro di se che Minho stava per dire qualcosa di sconvolgente, e importante al tempo stesso. Minho prese un respiro profondo. “E abbiamo notato alcuni caspio di cambiamenti, nella dieta di Thomas. Per esempio, Thomas ha cominciato a mangiare albicocche.”

Newt lo fissò sorpreso. Thomas non mangiava le albicocche. Sia Minho che Thomas odiavano particolarmente quel frutto. L’unico di loro che aveva davvero interesse per le albicocche... era Newt.

Minho continuò a parlare. “Sono piccole cose, ma se le aggiungi insieme sono molte. Tu e Thomas entrambi amate il bacon, mentre io lo odio. Indovina chi non ha toccato bacon da prima ancora che arrivassimo sull'isola?”


Newt non riusciva a comprendere. Tutto questo… Tutto questo era assurdo. Newt non aveva ricordi del suo passato e perciò non poteva esserne certo ma era abbastanza sicuro che questo era un caso unico. Cose del genere non erano mai accadute.

Minho continuò a parlare. "Abbiamo solamente Jeff, Clint e un'altra donna che sanno le basi di ostetrica. In più é un caso unico, perciò non sappiamo quanto durerà la sua gravidanza.”

Newt rimase in silenzio per qualche secondo. Minho era serio. Stavano parlando di qualcosa di naturale che è stato fuso con scienza e che andava contro la natura umana. “É un… Abominio.” Disse Newt tra sé e sé. 

Minho gli lanciò un'occhiataccia. “Thomas vuole tenerlo.” Aggiunse. 

Newt alzò lo sguardo esterrefatto. Minho aveva uno sguardo tranquillo come se approvasse la scelta di Thomas. “Cosa?! Gli è andato di volta il cervello?” Chiese il biondo. Minho lo guardò sorpreso. “Non sapete nemmeno cosa sta nascendo… Potrebbe uccidere Tommy!”

Minho lo fissò gravemente. “Non credere che non lo sappia. Ma sai com’è Thomas. È testardo quando si mette in testa qualcosa.”

Newt scosse la testa, alzandosi in piedi. “Da quando in qua Thomas è mai stata una minaccia? Lo costringi, no? Un 16 che pesa la metà del normale non dovrebbe essere un problema per te Minho.”

Minho si alzò in piedi a sua volta. “Tu non capisci, Newt. La gravidanza è una delle poche cosa che aiuta Thomas a restare sano. Da quando... da quando sei... scomparso, sono positivo che Thomas non ha passato un giorno senza svegliarsi in lacrime da un incubo. Credo di averti già spiegato che ha persino di uccidersi. Ma da quando ha scoperto che è incinto, non ha più tentato nulla del genere. Si è calmato, possiamo dire.”

Newt lo fissò come se stesse parlando un’altra lingua. “Minho... non capisci? La gravidanza potrebbe ucciderlo!”

“O potrebbe non ucciderlo! Potrebbe ridarmi il Thomas di prima! Non riusciva a guardarmi in faccia quando siamo arrivati a Paradiso! Quasi non mi parlava! Non parlava quasi a nessuno!” Newt fece un passo indietro. Minho aveva le lacrime agli occhi. “Newt tu non c’eri... tu non puoi capire com’è stato. Era come vivere con un fantasma. Continuavo a vedere la voglia di vivere abbandonare il corpo del ragazzo che amo senza poter far nulla... nulla! Se questo lo rende felice, se c’è una qualunque possibilità che tutto andrà bene... Sono pronto. A rischiare. Tutto.”

Newt lo fissò per qualche secondo, le mani strette in pugni. Il biondo prese un respiro profondo e scosse la testa. “Ho bisogno di qualche attimo per pensare.” Annunciò, voltandosi e lasciando la stanza.

Minho non disse nulla.

Angolo autrice

MI DISPIACE MI DISPIACE LO SO SONO PASSATI MESI DAL MIO ULTIMO AGGIORNAMENTO MA VI PREGO PERDONATEMI VI PREGO NON ABBANDONATE LA STORIA, GIURO CHE CERCHERò DI AGGIORNARE Più SPESSO SCUSATEMI! *scappa via*

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Capitolo 12
*** Braxton Hicks ***


Newt stava zappando la terra, aiutando Brenda e gli altri a piantare gli ultimi ortaggi. Da quel che avevano appurato vivendo sull’isola, questi erano probabilmente gli ultimi giorni di primavera, e se davvero volevano che le piante crescessero sane prima dell’autunno, era meglio che finissero prima dell’inizio dell’estate.

Newt non si lamentava. A lui lavorare la terra non dispiaceva poi così tanto. Era uno dei pochi lavori che poteva fare senza temere di farsi del male per via della propria gamba, e lo aveva fatto fin da quando era ancora nel Labirinto.

In più aver qualcosa da fare, lo distraeva da altre faccende. Come, per esempio, Thomas.

Newt sospirò pensando al ragazzo. Erano passate alcune settimane da quando Minho gli aveva spiegato che Thomas era incinto, ed erano passate poche settimane da quando Newt aveva provato a parlarne con Thomas. Il moro era rimasto ad ascoltare Newt per qualche minuto prima di scuotere la testa, deciso e testardo. Esattamente come aveva detto Minho, non c’era stato modo di smuoverlo.

“Prendetevi una pausa!” urlò Brenda agli altri, mentre si allontanava dal campo.

Newt si sedette a terra esausto, mentre si asciugava il sudore dalla fronte. Afferrò la sua bottiglietta d’acqua e si scolò il contenuto, attento a non rovesciarne il contenuto.

Fu allora che notò il gruppo di bambini dell’isola passare davanti al campo. Aris era davanti al gruppo di ragazzini, e stava chiacchierando amabilmente con una ragazza di forse 4 o cinque anni.

Newt si era spesso chiesto cosa facesse Thomas sull’isola e ora aveva una risposta. Oltre ad essere uno dei capi, si occupava dei bambini.

Thomas era in fondo alla fine, mano nella mano con un bambino di tre anni o meno.

Il bambino stava parlando con Thomas con fare cospiratorio, un sorriso sul volto. Erano adorabili da guardare. Thomas faceva un viso sorpreso o divertito a qualsiasi cosa il bimbo dicesse, il che era adorabile.

Nonostante ciò, almeno secondo Newt, Thomas appariva leggermente pallido e stanco. Aveva le borse sotto agli occhi e non molto stabile sui propri piedi.

Aveva indosso i vestiti di Minho, che gli stavano abbastanza grandi da coprire il proprio stomaco. Newt non aveva idea di quanto fosse avanti con la gravidanza, poiché non sapeva come chiederlo a Minho.

Newt notò Thomas fermarsi all’improvviso e piegarsi su se stesso, le mani strette al suo stomaco come se gli facesse male. Scattò in piedi ancor prima di registrare qualunque altra cosa.

“Tommy!” disse, aiutando il moro a mettersi in piedi. Thomas si volse verso di lui, il volto cinereo e sudato. Fece cenno di aspettare un secondo a Newt, mentre si volgeva verso Aris.

Grazie al cielo il ragazzo moro sembrava aver notato che Thomas sembrasse all’improvviso più pallido. Fece per avvicinarsi, ma Newt scosse la testa. “Tranquillo, ci sono io con lui.” Fece il biondo, cercando di nascondere la preoccupazione nella sua voce.

Aris lo guardò per un instante prima di annuire, mentre rivolgeva un sorriso falso ai bambini. “Avanti ragazzi, Tom non si sente molto bene, quindi andiamo da soli!”

Il ragazzino che stava tenendo la mano di Thomas guardò il moro con preoccupazione, e nonostante lo stato di evidente dolore in cui si trovasse, Thomas gli sorrise. “Tranquillo, Luke. Sto bene, solo un leggero mal di pancia.”

Il ragazzo fece un sorriso aperto, prima di fare ciao con la mano a Thomas e correre verso i compagni di classe.

Newt scosse la testa, allo stesso tempo toccato dal gesto di Thomas e infuriato che il ragazzo dicesse di stare bene anche quando era apparente il contrario. Si concentrò sui problemi principali prima di tutto. “Tommy, che cos’hai?” chiese, apprensivo.

Thomas si strinse una mano sul ventre. “Mi fa male lo stomaco. Sento delle... ah, contrazioni. Aghr.”

Il viso di Thomas si contrasse all’improvviso, e se Newt non si fosse trovato così vicino, Thomas sarebbe finito a terra. Il biondo lo stava guardando a metà tra il terrorizzato e panico totale. Non riuscì a fermarsi dal chiedere. “Stai partorendo adesso?!” mentre lo prendeva tra le braccia. Nonostante fosse abbastanza pesante, Thomas non era tento pesante quanto avrebbe dovuto essere.

Thomas arricciò il naso in dolore, mentre scuoteva la testa. “In teoria ho ancora almeno due mesi, o qualcosa del genere.” Prese un respiro profondo e riaprì gli occhi. “Sono pesante. Posso farcela a piedi...”

Newt non si fermò nemmeno a considerare quello che Thomas stesse dicendo mentre correva verso la sala dove Jeff e gli altri lavoravano. Thomas probabilmente non si aspettava una risposta, e si strinse più forte al collo di Newt.

“Cosa succede?” chiese Minho, apparendo insieme a Gally davanti alla sala dei Raduni.

Newt si limitò a dire “Thomas non sta bene.”, senza fermarsi a spiegare, ma Minho era immediatamente al suo fianco.

Thomas fece un’altra suono di dolore, stringendo una mano al proprio stomaco, sudore che gli imperlava la fronte. Newt corse tanto veloce quanto poteva con la sa caviglia rovinata, sia lui che Minho ignorando gli sguardi perplessi degli abitanti dell’isola.

Jeff, che sembrava averli visti da lontano, aprì la porta non appena arrivarono, offrendo una delle brandine a Thomas senza richiedere alcuna spiegazione.

Una volta che Thomas fu posizionato sulla brandina, Minho si gettò su Newt. “Che caspio gli sta succedendo?” chiese, aggressivo.

Newt non riuscì nemmeno a prendersela per l’atteggiamento di Minho, tanto era preoccupato a sua volta per Thomas. “Non lo so, l’ho visto poco fa, in dolore. Non si stava nemmeno lamentando, non so da quando sta sopportando tutto ciò...” fece, gli occhi fissi sul giovane sul letto.

Jeff era in piedi accanto a lui, le mani sul ventre di Thomas, mentre lo massaggiava lentamente. Il viso di Thomas sembrò rilassarsi un poco al contatto.

Newt sapeva che era irrazionale essere arrabbiati per una stupidaggine del genere al momento, ma non poteva non trovare irritante il modo casuale con cui Jeff toccava Thomas. E dal modo in cui Minho fissava le dita del MedJack, Newt non era l’unico a pensarla così.

Jeff si girò finalmente verso di Newt e Minho, che erano rimasti in religioso silenzio ad osservarlo. “Tranquilli, non è nulla di grave. Contrazioni di Braxton Hicks, sono cose naturali in una gravidanza.” Fece, mentre controllava qualcosa nel cassetto. “Purtroppo non abbiamo nulla per il dolore, ma non è nulla di grave.” Fece infine.

Newt lasciò andare un respiro che non si era reso conto di star tenendo, mentre scivolava a terra. “Cacchio...” fece, sottovoce.

Minho si sedette a terra accanto lui, un’espressione più calma che rispecchiava come si sentiva Newt. “Puoi ben dirlo.” Disse l’Asiatico, mettendo un braccio attorno alle spalle biondo.

Newt si sentì finalmente più vicino ai due di quanto era stato in tutte le settimane passate sull’isola, mentre appoggiava la fronte contro quella di Minho, e univa le loro labbra in un dolce bacio.

Newt non si rese conto di quanto il suo cuore fosse rimasto stretto in un nodo fino a questo momento. Si sentì come se un grosso peso fosse stato calato dalle sue spalle, mentre Minho passava una mano tra i suoi capelli, in un bacio puro e gentile.

“Non vorrei interrompervi perché siete adorabili da vedere, ma ho freddo, e voglio coccole.” Fece Thomas.

Minho si staccò da Newt roteando gli occhi mentre si voltava verso Thomas, che gli stava osservando con un sorriso sulle labbra da sopra la brandina. Era ancora leggermente pallido e sembrava ancora esausto, ma al contempo sembrava aver ripreso un po’ di energia.

“Andiamo dal moccioso, allora.” Fece Minho, aiutando Newt ad alzarsi in piedi.

Thomas fece la linguaccia, poi mise il broncio. “Non puoi più chiamarmi moccioso, sto letteralmente portando in grembo vostro figlio.”

Newt roteò gli occhi a sua volta, divertito. “Tommy, finché non diventi miracolosamente più grande di noi in età, resti il nostro moccioso.”

Thomas fece un suono a metà tra il divertito e l’annoiato, ma c’era un sorriso sulle sue labbra.

Angolo  Autrice

D’ora in poi proverò ad aggiornare una volta alla settimana, va bene? O ogni due  settimane. Boh, dipende.

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Capitolo 13
*** Homophobia ***


Era troppo semplice a questo punto sperare che l’intera isola non si fosse accorta del fatto che qualcosa stesse succedendo. Qualcosa riguardante Thomas.

Era a questo che pensava Newt, sdraiato accanto a Thomas. Minho era sdraiato dall’altro lato, ma anche senza guardarlo, il biondo sapeva che il ragazzo non era addormentato. Chissà a cosa stava pensando?

Ovviamente Newt avrebbe potuto chiederglielo, ma era preoccupato. Era preoccupato per Thomas e le condizioni in cui avrebbe potuto partorire. Il biondo non ricordava molto del tempo prima delle radiazioni solari, ma sapeva che l’igiene era fondamentale affinchè un parto riuscisse bene. E senza offesa per i MedJacks, ma la loro infiermeria non era un granché.

Era pulita e spazzata regolarmente, su di questo nessun dubbio. Ma l’igiene degli strumenti che utilizzavano… meh. Le siringhe erano contate, quindi venivano sterilizzate, pulite e riutilizzate, il che aveva ben poco di igienico. Utilizzavano normale alcol per pulire le ferite, il che probabilmente non era una delle migliori idee.

Newt si stava ancora scervellando sullo stato dell’infermiera quando il suono di qualcuno che bussava impazientemente alla porta risuonò all’interno della stanza.

Newt vide Minho alzarsi a sedere sul letto, un’espressione attenta e grave sul volto. Anche senza alzarsi o aprire la porta, sembrava che Minho avesse intuito già chi era alla porta.

Newt lo fissò, confuso e curioso al tempo stesso, ma il moro scosse la testa, alzandosi in piedi. Thomas era ancora addormentato, il suo respiro calmo e leggero.

Newt rimase seduto dov’era, e osservò l’asiatico camminare verso la porta. Minho aprì la porta e il suo volto assunse un’espressione infastidita il momento in cui i suoi occhi finirono sulla persona davanti a lui. “Martin.” Fece Minho.

Newt notò la persona davanti a lui. Era un uomo di mezz’età dai capelli rossi. Ma tipo rosso fuoco. Quasi dello stesso colore del ragazzo di qualche giorno prima. Gli occhi erano azzurri ed aveva un’espressione schifata in volto.

“Minho. L’intera isola sa quello che è successo. Sappiamo tutto su di te… e sul quell’altro ragazzino con cui condividi la stanza.” I suoi occhi saettarono su Newt e Thomas. “Ed è disgustoso il fatto che l’altro ragazzo sia…” non terminò la frase, prima di alzare il volto su di lui di nuovo. Il suo volto aveva un’espressione disgustata e vittoriosa. “Ho indetto una riunione dell’isola per finire questa disgustosa faccenda e mettervi apposto.”

Senza alcuna altra parola si girò e se ne andò.

Minho si volse all’interno della stanza, un’espressione corrucciata sul volto. “Odio quell’uomo.” Annunciò il ragazzo, mentre afferrava le proprie scarpe e se le infilava. Newt copiò i suoi movimenti senza nemmeno aspettare che Minho dicesse qualcosa.

“Che cosa pensi che voglia?” chiese il biondo, sistemando la coperta su di Thomas. Il moro non si destò.

Minho fece un cenno a Jeff, che era appena entrato nella stanza, prima di volgersi a Newt. “Uno, quell’uomo mi odia. Odia me, Jorge, Brenda, Aris e Thomas perché siamo più giovani di lui, ma nonostante ciò, la gente si fida più di noi che di chiunque altro.” Scosse le spalle. “Non sono certo di sapere che gli è preso questa volta.”

Quando Minho e Newt arrivarono al centro della Radura, gli isolani di Paradise erano già seduti, in attesa del loro arrivo. Brenda aveva un’espressione gravemente preoccupata, e Daphne sembrava afflitta mentre si sedeva accanto a Gally. Martin le lanciò un’occhiataccia.

Jorge rivolse un sorriso sornione all’arrivo dei due, ma tornò serio immediatamente. “Vedo che avete deciso di farvi vedere, muchachos.”

Minho roteò gli occhi, sedendosi accanto a Jorge. Newt esitò qualche secondo, prima di sedersi accanto a Gally, ad una ragionevole distanza dai Capi dell’Isola. Fidanzati o no, Newt era un isolano/radunaio come gli altri ora.

Martin iniziò subito a parlare. “Minho è gay.” Fece, dritto al punto.

Minho si irrigidì accanto a Jorge, mentre gli altri Radunai non si mossero. Rimasero a fissare Martin in attesa che dicesse qualcos’altro.

Il 75% dei Radunai era omosessuale. Duh? Non è molto semplice passare 3 anni in un Labirinto senza alcuna possibilità di avere sesso. Anche il 25% dei radunai non omosessuale era per lo meno bisessuale o pansessuale. Non era una grande notizia.

Gli Isolani, gli Immuni salvati, non sembrarono prenderla tutti normalmente. Alcuni di loro sembrarono sorpresi, ma oltremodo, completamente okay con la notizia. Una parte di loro sembrò perplessa, mentre la maggioranza sembrava schifata.

Jorge fissò Martin con un sopracciglio inarcato. “E con questo?” richiese.

Martin sbuffò. “L’ AIDS e molte altre malattie si sono diffuse con il sesso omosessuale.” Newt notò Brenda scuotere la testa e fissarlo come se fosse un’idiota. “Non mi sorprenderebbe che anche l’Eruzione possa essere trasmessa allo stesso modo.”

Jorge sembrava irritato. “Minho è Immune, Martin.” Disse spazientito.

Martin lo ignorò. “E sapete tutti qual è la cosa peggiore?” i suoi occhi brillavano di cattiveria, e Newt sapeva quello che l’uomo stava per dire. Lo sapeva, ma non aveva idea di come fermarlo. Rimase in silenzio ad ascoltarlo. “Minho ha non uno, ma ben due compagni. E uno di loro sta portando in grembo un Abominio.”

L’intera radura rimase in silenzio, gli occhi fissi su Minho. Alcuni di loro stavano fissando anche Newt, e il biondo poteva sentire lo sguardo di Alby tra di loro.

Martin continuò. “Dobbiamo fermare quell’essere prima che nasca. Dobbiamo uccidere Thomas.”

Questa volta, nessuno rimase in silenzio. L’intera Radura scoppiò in urla e gridi, mentre lo sguardo di Minho si fissava su Martin, rabbia cieca sul suo volto.

Brenda si alzò su uno dei tavoli della Radura, ignorando i lamenti di Frypan. “SILENZIO!” Gridò la bionda. Nessuno fiatò. Il suo sguardo si fissò su Martin. “Non ho mai sentito tante cazzate uscire dalle labbra di qualcuno. Non osare toccare Thomas o Minho o Newt o il bimbo. Non è un Abominio. È semplicemente un bambino.”

Martin si alzò a sua volta e la fissò, indignato. “Come lo sai? Avanti, Brenda. Questo è qualcosa che non è mai successo prima. Non puoi sapere cosa sta crescendo nel ventre di Thomas.”

Brenda rimase a fissarlo, incapace di formulare una frase.

Newt fissò l’umo con odio. Qualcosa successe. In quel momento si ripromise che mai e poi mai avrebbe permesso a qualcuno come Martin o a chiunque, di mettere un dito su Thomas. O sul bambino.

Si mosse finchè si trovava davanti all’uomo, poi parlò, con deliberata lentezza. “Osa toccare Tommy con le tue disgustose mani e giuro che non vedrai mai più la luce del sole.” Fece.

Martin fece un passo indietro. Poi fece un verso di scherno. “Non rimarrò in questa radura dove proteggete la crescita di un Abominio e siete a favore di relazioni poligamiche omosessuali.”

Frypan lo guardò con una smorfia. “Di che caspio sta parlando? Ha per caso mangiato un vocabolario?”

Martin si volse verso il resto di Radunai. “Chiunque sia con me, venga con me. Creeremo la nostra Radura da qualche altra parte.” Guardò Newt negli occhi. “Se pensi di spaventarmi, biondino… riprovaci quando non sei un checca del cazzo.” Fece, sprezzante.

Newt non sapeva cosa ‘checca’ o ‘cazzo’ significasse, ma il tono non suggeriva nulla di buono. Nonostante ciò, non si mosse, e rimase a fissarlo con espressione di sfida.

Fu quasi un pugno allo stomaco quando almeno la metà degli Isolani decise di seguire Martin nei boschi. Ma quando Brenda e Teresa gli misero una mano ciascuna sulla spalla, non poté che sorridere. Loro avrebbero protetto Thomas a qualsiasi costo.

Angolo autrice

HEY! SCUSATE AVEVO GLI ESAMI! Comunque mancano tre capitoli circa alla fine della storia yay!

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Capitolo 14
*** Catastrophe ***


Nel giro di pochi giorni, i rimanenti abitanti dell’isola avevano creato un metodo per essere sempre sicuri che nulla andaste storto nell’isola. E avevano anche fatto in modo che Thomas non fosse mai e poi mai da solo. O che fosse costretto a lavorare.

Il più giovane avrebbe probabilmente avuto qualcosa da dire al riguardo, se non fosse stato per il fatto che al momento si trovava nell’infermeria con una febbre da cavallo.

Tutti erano leggermente preoccupati per lui visto che, secondo le attente misurazioni di Jeff, Clint e della dottoressa dell’isola, Halle, mancavano poche settimane, un mese al massimo al parto.

Newt era già abbastanza teso per essersi perso, per una ragione o per l’altra la maggior parte della gravidanza, quindi aveva senso che il ragazzo si sforzava di essere con Thomas la maggior parte del tempo. Thomas era deliziato da questo, nonostante si sforzasse di nasconderlo.

“Non ti sei ancora stancato di me?” chiese il moro, osservando Newt seduto a terra ai piedi del letto a giocare a carte con Gally.

“In realtà sì, sono abbastanza stufo di osservare il tuo brutto volto pallido e malaticcio.” Rispose Gally, senza guardarlo. Ma le sue labbra erano curvate in un piccolo sorriso.

Thomas lo guardò imbronciato. “Non lo stavo chiedendo a te, testa di caspio.” Brontolò, lasciando andare un colpo di tosse.

Newt gli sorrise. “Nah. Mi diverto a farti da badante, Tommy.” Fece il biondo, osservando il proprio fidanzato da dove era comodamente seduto sul pavimento. Beh, non molto comodamente. Almeno non era sporco.

Il più giovane sospirò, guardando fuori dalla finestra. “È tre giorni che sono rinchiuso qua dentro. Mi manca vedere la luce del sole.” Mormorò, appoggiando la testa sul cuscino.

Newt sospirò a sua volta. Sapeva com’era fatto, Thomas. Detestava essere rinchiuso in una stanza per più di una giornata senza aver nulla da fare. Era un delle sue piccole cose che Newt aveva faticato a apprezzare all’inizio. Se li ricordava ancora, i primi giorni di Thomas nella Radura. Sempre in costante movimento, facendo domande a tutti e cercando di scoprire tutti i segreti che Alby e gli altri Radunai si ostinavano a nascondergli. Newt lo aveva trovato subito interessante. Strano, forse, ma di sicuro interessante.

Qualcuno bussò alla porta, e, senza aspettare risposta, entrò. Minho sorrise alle persone all’interno della stanza. “Buongiorno, teste di caspio.” Fece, in largo sorriso sul proprio volto.

Newt inarcò un sopracciglio. Minho non sorrideva mai in questo modo se non quando aveva qualcosa che gli frullava per la testa. Minho mandò un bacio nella sue direzione e si avvicinò a Thomas. Gally storse il naso, disgustato. “Come stai, Thomas?” chiese l’asiatico, asciugandosi il sudore dalla fronte.

Thomas storse il naso leggermente. “Ew. Sei tutto sudato.” Protestò quando Minho gli schioccò un bacio sulla guancia. “Sto bene. Non vedo alcuna ragione per cui devo rimanere qua, a dire il vero.”

Newt roteò gli occhi, ma si bloccò quando Minho annuì, d’accordo con lui. “Hai ragione. Non c’è alcuna ragione per cui devi rimanere qua.” Quando notò lo sguardo sorpreso di Newt non poté far a meno di scoppiare a ridere. “Dovresti vederti, Newt!”  scosse la testa. “Ho un piano.”

“Che dio ci aiuti, allora.” Mormorò Gally. Newt e Thomas ridacchiarono, mentre Minho gli lanciava un’occhiataccia.

“Dicevo, prima che qualcuno mi interrompesse a malo modo… dicevo. Jeff non ha mai detto che Thomas non ha il permesso di uscire. Ha solo detto che Tommy non ha il permesso di camminare fuori.”

Newt lo guardò confuso. “E cosa pensi di fare? Tenerlo in braccio per tutto il tempo mentre vai in giro?”

Minho scosse la testa, divertito. “Per quanto la proposta sembri allettante, no. Ho un piano migliore.” Disse, facendo un cenno alla porta.

Newt si alzò, incuriosito e si mosse verso la porta dell’infermeria. Non poté che scoppiare a ridere quando vide, aspettarlo li davanti, una sedia a rotelle.

Minho gli fece un occhiolino. “Come ho già detto, sono un genio.”

***

Newt si sdraiò sulla spiaggia, gli occhi fissi sul cielo. Era una bella giornata, e il cielo era leggermente coperto di nuvole, il che dava una buona ventata d’aria fresca rispetto alle afose giornate di qualche giorno prima.

Guardò verso Thomas, seduto sulla sua sedia a rotelle alla sua destra, gli occhi chiusi mentre inspirava l’aria del mare. Il suo ventre era decisamente prominente ed a un primo sguardo sembrava salutare. Ma Newt non poteva fare a meno di notare le occhiaie sotto gli occhi di Thomas, il fatto che sembrasse ancora disperatamente sottopeso e la sua costante aria di stanchezza. A Newt spezzava il cuore vederlo in quel modo e non poter aiutarlo in alcun modo.

Incrociò lo sguardo con Minho, un espressione simile a quella che Newt sapeva di avere in volto sul volto del ragazzo. Era seduto con la testa in grembo a Thomas, mentre parlava a bassa voce con Teresa.

La ragazza si era dimostrata ancora una volta degna di fiducia quando, qualche era venuta a trovare Newt, Thomas e Minho con un piccolo vestito cucito a mano da lei stessa. Thomas l’aveva pregata di insegnarli come fare, e da quel momento lui e la ragazza erano diventati quasi inseparabili. La cosa era abbastanza adorabile che né Newt né Minho ne erano infastiditi o ingelositi. Thomas era felice.

Gally e Daphne erano seduti a pochi passi da loro, uno accanto all’altro, spalle che si toccavano. A dire il vero, l’intera isola stava aspettando che uno o l’altro si dichiarasse, ma entrambi erano cocciuti e sembravano testardi nel dire di non aver affatto una cotta o qualcosa del genere. Come no.

Newt incrociò lo sguardo di Thomas, che lo stava fissando apertamente con un sorriso sul volto, mentre accarezzava i capelli di Minho. Newt sentì gli angoli delle proprie labbra alzarsi a loro volta, e se questo non era prova di quanto Thomas lo influenzasse!

Poi all’improvviso tutto cambiò. Grida si alzarono dai confini dell’isola tutto d’un tratto, e tutti saltarono in piedi, preoccupati. Tutti tranne Thomas, ovviamente che li stava fissando con un’espressione spaventata.

Videro Aris, correre verso di loro, il volto pallido e sudato. Sembra terrorizzato. Gally, Minho e Newt sfrecciarono a soccorrerlo quando il biondo si fermò accanto a loro e quasi cadde dalla fatica. “Sono qui!” disse tra un respiro e l’altro.

“Ragazzi…” sussurrò Thomas.

“Chi è qui?” chiese Minho, ma dalla sua voce si vedeva che aveva già capito. Newt strinse i pugni.

Aris prese un’altra boccata d’aria. “Martin! Martin e gli altri, chi se non altro?” fece, tenendosi una mano al petto.

“Ragazzi.” Fece Thomas nuovamente.

Minho tirò un calcio alla sabbia. “Ma è mai possibile? Come hanno fatto ad armarsi in così poco tempo? Sono passati appena dieci giorni!”

Tutti rimasero in silenzio. “Ragazzi!” questa volta la voce flebile di Thomas risuonò chiara sulla spiaggia.

Newt e Minho si volsero e spalancarono il volto alla vista di Thomas. Il ragazzo era pallido come un cencio, e stava sudando copiosamente. Stava tenendo le proprie mani strette sul proprio bacino. “Credo che mi si siano rotte le acque.” Disse il ragazzo.

Poi perse i sensi.

 

Angolo Autrice

AVANTI RAGAZZI! SOLAMENTE DUE CAPITOLI E LA STORIA E’ OFFICIALMENTE CONCLUSA. IL MIO CUORE STA BATTENDO FORTE ODDIO!

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Capitolo 15
*** Bloodbath ***


Era ufficialmente il caos. Newt pregava che almeno Jeff si trovasse all’interno dell’infermeria, perché se no…

Si riscosse dai suoi pensieri, Minho che spingeva la sedia a rotelle di Thomas verso l’infermeria. Il ragazzo aveva il volto sudato, ma non per la fatica… più che altro per lo spavento. Non capita tutti giorni di avere il proprio fidanzato che annuncia che sta per partorire esattamente quando scoppia una guerra civile tra isolani. La tempistica era orrenda.

Thomas, al contrario, non sembrava spaventato. Il suo volto era ancora pallido per via della febbre, e stava sudando, ma più che spaventato il moro sembrava in ansia. Preoccupato, quasi.

Attraversarono l’isola di corsa, mentre la maggior parte degli isolani era o nascosta all’interno delle proprie capanne, o armata di lance e pronta a marciare verso il nemico.

Brenda era in davanti all’infermeria quando Minho, Thomas e Newt arrivarono. Era anche lei armata di lancia, e appena li vide apparire, aprì loro la porta. “Svelti!” gridò la ragazza, richiudendo la porta alle loro spalle.

Jeff, Clint e Halle erano all’interno dell’infermeria, grazie al cielo. I tre scattarono immediatamente all’attenti quando Minho entrò con la sedia a rotelle, quasi se lo stessero aspettando.

“Merda.” Borbottò Halle, afferrando immediatamente il proprio kit da medico. Clint si mise a mettere apposto il lettino dove avrebbero appoggiato Thomas, mentre Jeff si avvicinò ai tre.

“Thomas, cosa succede?” chiese il ragazzo, posizionandosi di fronte a Thomas, e mettendogli una mano sulla guancia. Newt e Minho erano troppo preoccupati per ingelosirsi.

“Mi si sono rotte le acque.” Spiegò il ragazzo con un filo di voce.

Jeff sorrise. “Hai una tempistica micidiale, eh, Thomas?” lo prese in giro il ragazzo. Thomas non rispose ma fece un sorriso a sua volta. Jeff era fantastico: riusciva sempre a mettere chiunque a suo agio, ad ogni costo.

Halle sorrise a Minho, mentre toglieva la sedia a rotelle dal suo controllo e la sospingeva verso il letto. Minho si volse verso di Newt, e gli mise una mano sulla spalla. “Hanno bisogno di aiuto, là fuori.” Disse. Ora che Thomas era sotto le mani dei medici, sembrava più tranquillo.

Newt annuì. “Sì, hanno bisogno di noi. Ma anche Tommy ha bisogno di noi.” Fece il biondo.

Minho gli lanciò uno strano sguardo, prima di prenderlo per mano e baciarlo dolcemente sulle labbra. Newt fu confuso per qualche secondo, prima di rispondere al bacio con altrettanta passione e dolcezza.

Minho si staccò e fece una smorfia a Newt. “Scusa, Newt.”

Newt avrebbe voluto chiedere di che cosa si stesse scusando, ma poi Minho lo spinse indietro e corse verso la porta. Solo quando Newt udì il familiare suono della serratura chiudersi, si rese conto che il ragazzo era andato verso la battaglia e gli aveva rinchiusi dentro. Per proteggerli, o qualcosa del genere.

Quella testa di caspio, si ritrovò a pensare Newt, con un misto di affetto, angoscia e rabbia, mentre cercava, invano, di aprire la porta della stanza.

“Solo Minho, io e Aris abbiamo la chiave della porta.” Fece Clint, senza volgersi verso di lui. “Ed io ho dato la mia chiave a Brenda.” Finì.

Newt prese un respiro profondo, mentre si avvicinava al lettino dove Jeff e Clint avevano poggiato Thomas. Il ragazzo era ancora dannatamente pallido, freddo e sudato, mentre Halle lentamente gli scambiava gli abiti che aveva indosso con una vestaglia più semplice ed adatta.

Thomas guardò Newt con espressione preoccupata. “Newt, non ti preoccupare, okay? Minho starà bene.” Lo rassicurò afferrando la sua mano nella sua.

La situazione era surreale. Thomas era sdraiato sul lettino, pronto a partorire e rischiare di farsi male sul serio, ed era lui che rassicurava Newt. Newt gli fece un sorriso, afferrando la mano di Thomas nella sua.

Halle guardò Thomas con un sorriso, appoggiando una mano sul suo ventre. “Okay, Thomas, ora ascoltami attentamente. Tra qualche minuto potresti cominciare a sentire dei leggeri dolori nella tua area bassa. È tutto naturale e sotto controllo quindi non ti stressare troppo, okay?”

Thomas annuì leggermente, mentre Clint gli sorrideva. “Non abbiamo alcun antidolorifico, purtroppo, e tu sei già di salute cagionevole quindi segui tutti i passaggi che diciamo con attenzione, okay? Se qualcosa ti fa male, non nasconderlo perché non vuoi spaventare Newt. Diccelo.” Lo spronò, mentre gli dava dei leggeri massaggi sulle gambe.

“Qualsiasi cosa succede, ricordati di respirare e spingere. Io e gli altri siamo qui per aiutarti, ma anche te, dai del tuo meglio.” Aggiunse Jeff, mentre armeggiava con dell’acqua calda.

“Stiamo parlando di Thomas, Jeff. Thomas da sempre del suo meglio.” Ridacchiò Clint. Newt stava cominciando a trovare molesto le continue risatine e sorrisetti dei MedJack, ma solo allora si rese conto che non stavano solo cercando di calmare Thomas: stavano cercando di calmare i nervi, e fare in modo che Thomas non cominciasse ad ascoltare attentamente i rumori provenienti da fuori. La battaglia era cominciata.

Thomas sembrava abbastanza tranquillo, mentre i MedJack armeggiavano con differenti attrezzi intorno a lui. Newt non capiva come il ragazzo fosse così calmo, ma ne era grato. L’ultima cosa che voleva era un Thomas nel bel mezzo di un attacco di panico.

“Uhm… Clint?” fece Thomas, qualche minuto dopo. Il MedJack si voltò verso di lui immediatamente, così come il resto della gente nella stanza. Thomas era ancora più pallido che all’inizio, e dall’espressione preoccupata di Halle, che aveva il termometro in mano, sembrava che la sua febbre si fosse alzata.

“Sta iniziando?” indovinò Clint, e Thomas annuì leggermente. Strinse più forte la mano di Newt.

“Okay, Thomas. Ora probabilmente sentirai il bisogno di spingere ma non farlo. Non adesso. Devi cominciare a spingere solo quando le contrazioni cominciano, okay?” chiese il MedJack, e Thomas annuì.

Newt osservò pazientemente mentre Halle passava una mano sullo stomaco di Thomas, mormorando parole di incoraggiamento mentre Jeff si muoveva vicino a Clint. Newt si morse il labbro, una linea di preoccupazione sulla fronte. Sapeva che stava per cominciare.

Halle alzò il volto e smise di massaggiare qualche secondo prima che Thomas mormorasse, “Contrazioni.” a bassa voce.

Clint scosse la testa in risposta alla domanda che vide negli occhi di Jeff. Newt sentiva il cuore battergli forte nel cuore. Clint parlò agli altri due medici. “8 centimetri. E non si muove più.”

Halle scosse la testa. “Non sono un’esperta, ma credo che questo sia il massimo. Ed è abbastanza.”

“Farà male.” Borbottò Jeff, e Clint annuì.

“Ma farà più male se succede qualcosa al bambino.” Gli ricordò, e Jeff annuì a sua volta.

Halle sorrise a Thomas. “Okay, Thomas. Hai tenuto il conto di quante contrazioni?”

Il moro annuì, mentre qualcosa di duro si sbatteva contro il muro dell’infermeria. Thomas strinse forte la mano di Newt. “Sei.”

Jeff gli strinse il ginocchio. “Ben fatto Thomas. Da uno a dieci, quanto ti ha fatto male l’ultima contrazione?”

Prima che potesse rispondere, Newt parlò. “Tommy… sii sincero.” Gli disse, e Thomas annuì.

“Otto.”

Halle annuì, e riprese a massaggiarli il ventre. “Ora… comincia a spingere.”

***

Era tremendo. Newt non sapeva quante ore la battaglia e il parto di Thomas durarono. Una? Due? 10? Non ne aveva idea.

Ad un certo punto, Thomas aveva cominciato a spingere, e Newt aveva dovuto ricordargli di respirare ogni tot secondi, per essere certi che il ragazzo non svenisse per mancanza di ossigeno. La sua fronte era imperlata di sudore, e la sua presa sulla mano di Newt era a vote troppo flebile ed altre troppo forte.

“Avanti, Thomas.” Fece Clint, e Newt voleva tirare un pugno al MedJack. Non vedeva forse che Thomas stava facendo del suo meglio? Non c’era molto che poteva fare se non spingere.

I respiri di Thomas si facevano sempre più difficili, e il ragazzo stava tenendo gli occhi chiusi dal dolore.

“Newt…” singhiozzò a bassa voce il moro, e il biondo si sentì il cuore spezzarsi.

“Buon giorno, Fagio. Il mio nome è Newt.”

Newt ricordava come se fosse ieri il giorno in cui Thomas era apparso nella Scatola. Lo sguardo pieno di emozioni contrastanti, e un paio di occhi color nocciola che seguivano tutti i movimenti nella radura.

Il modo in cui aveva immediatamente deciso di fidarsi di Newt e la sua affinità nel rompere qualsiasi regola all’interno della radura.

Il primo bacio con Thomas, Thomas e Minho nel labirinto, la prima notte insieme ai due… erano memorie che Newt custodiva con massima cura.

Tutto aveva portato a questo momento. Clint stava tenendo le gambe di Thomas separate l’una dall’altra e stava fissando Thomas con preoccupazione. “Puoi farcela, Thomas.”

La porta si spalancò all’improvviso, ma i MedJack non si mossero. Erano coraggiosi, i medici, non avevano intenzione di lasciar Thomas a morire.

Martin era in piedi davanti all’infermeria, una luce maligna negli occhi. Newt era pronto a scaraventarsi su di lui, ma prima ancora che potesse fare un passo, Martin cadde a terra.

Minho era in piedi dietro di lui, la lancia in mano, ferito ma non morto.

Newt si volse verso Thomas, che stava ancora spingendo e gli baciò la mano. “Tommy, va tutto bene. Anche Minho è qui.” Disse a bassa voce, solo per Thomas.

Il moro aprì gli occhi mentre Minho, che aveva finito di legare e chiudere a chiave la porta, si avvicinava di corsa alla sua sinistra. Newt era troppo sollevato per arrabbiarsi con l’Asiatico.

“Min…” mormorò Thomas, sorridendo leggermente al ragazzo. “Non piangere… adesso… ci siamo tutti…” fece Minho gli stringeva la mano.

Minho non si preoccupò nemmeno di asciugare le lacrime. “Siamo una squadra.” Disse guardando sia Newt che Thomas.

“Bravissimo Thomas! La testa è fuori. Un’ultima spinta!” lo spronò Halle.

Thomas strinse gli occhi e per qualche secondo non fece nulla. Silenzio più assoluto.

Poi il moro aprì gli occhi, stanco, ancora ammalato, ma calmo, e il pianto di un bambino risuonò nella stanza.

 

ANGOLO AUTRICE.

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Capitolo 16
*** Olivia ***


Newt appoggiò la pala a terra solo una volta che la cucina di Frypan avesse assunto un aspetto, abitabile. La battaglia di pochi giorni prima era stata parecchio violenta, e la maggior parte dell’isola aveva bisogno di parecchie restaurazioni e riparazioni.

“Ehi, Newt.” Fece Minho, avvicinandosi a lui con un sorriso. L’asiatico aveva una bottiglietta d’acqua in mano e un sorriso sul volto. Newt non poté che sorridere a sua volta, mentre fregava la bottiglietta dalle mani di Minho.

“Andiamo da Tommy?” chiese il biondo, mentre si incamminavano verso l’infermeria. A dire il vero, le possibilità che Thomas fosse dentro all’infermeria, sdraiato a riposare erano quasi nulle. Probabilmente era seduto fuori con la bambina ad aspettarli.

“NEWT!” Fece la voce di una ragazza. Newt e Minho si girarono, poi l’asiatico rise quando vide la bionda testa di Daphne travolgere il suo fidanzato.

“Ciao, Daphne.” Fece Newt, quasi divertito. “Che succede?” chiese poi, mentre insieme si rimettevano a camminare.

La ragazza sorrise a Minho, tirandogli un pugno sulla spalla. “Andate da Thomas? Vengo con voi.” Decise lei su due piedi.

Minho rise sotto i baffi. “Guarda che non hai bisogno di scuse per andare a trovare Gally in infermeria.” Le ricordò.

Le gote della ragazza si tinsero di scarlatto, mentre lei scuoteva la testa. “Non sto andando a trovare Gally!” brontolò, incrociando le braccia al petto.

Newt si sforzò di non scoppiare a ridere, e fallì miseramente.

Daphne li guardò entrambi e sospirò. “Vi odio.” Poi i suoi occhi si illuminarono quando vide Teresa e Thomas seduti davanti all’infermeria.

Il ragazzo aveva un fagottino in mano e sembrava cento volte meglio di qualche giorno prima. Teresa aveva il cesto che Ava Paige aveva consegnato loro pochi giorni prima, e stava parlando a Thomas di qualcosa, un sorriso sulle labbra.

Thomas alzò lo sguardo per risponderle, ma poi notò Minho, Newt e Daphne avvicinarsi. “Ehi, ragazzi.” Disse, mentre Daphne si sedeva immediatamente accanto a lui.

Minho ridacchiò nuovamente, mentre si chinava per dare un bacio sulla guancia a Thomas. “Ehi, Tommyboy. Teresa.” Fece, prima di dare un leggero bacio al fagottino tra le braccia del ragazzo. “Principessa.”

“Come si chiama?” chiese Daphne, guardando la neonata tra le braccia di Thomas. La bambina aveva gli occhi aperti, mentre osservava Daphne con lo sguardo corrucciato tipico dei bambini.

“Olivia.” Disse Newt, accarezzando dolcemente i radi capelli chiari della bambina. La piccola era davvero un mischio di Thomas, Minho e Newt. Già adesso potevi vedere i capelli chiari che aveva preso da Newt, gli occhi castano/dorati di Thomas e a mandorla come quelli di Minho.

Teresa sorrise a Daphne. “È proprio bellina, non è vero?” le chiese la ragazza, osservando la piccina.

Daphne scrutò il volto della neonata per qualche secondo. “A me sembra una patata.” Concluso la bionda, facendo ridere il gruppetto.

“Vuoi tenerla?” le chiese Thomas, pronto a passale la bambina.

Daphne sembrava sorpresa della richiesta. “Posso?” fece, mentre Thomas le passava la bambina.

Olivia la fissò per qualche secondo senza sbattere gli occhi, mentre Thomas la sistemava tra le braccia di Daphne. La bionda non poteva non fissare la bambina in mite soggezione, mentre la piccola non muoveva lo sguardi dalla sua faccia.

Teresa sorrise. “Ci vorrebbe una foto.” Concluse la ragazza dai capelli castani. “Forse Brenda…”

“33!” disse Thomas ridendo. Allo sguardo confuso di Newt e Minho, spiegò. “È la trentatreesima volta che Teresa ha menzionato il nome di Brenda da quando siamo qui.” Disse. “E sta ancora cercando di convincermi che non ha una cotta per la madrina di Libby.” Fece.

Daphne lo guardò confusa. “Ma non hai detto che si chiamava Olivia? Poi pensavo fosse Teresa la madrina.”

Minho annuì. “Libby è il nomignolo che le ha rifilato Newt dopo che abbiamo deciso il nome. Secondo, sia Teresa che Brenda sono le madrine della principessa.” Fece, scuotendo le spalle.

In quel momento, Libby scoppiò a piangere all’improvviso, tra l’orrore di Daphne. “Oddio, cosa faccio, sta piangendo…!” fece la ragazza, nervosa, mentre Newt le prendeva la bimba di mano.

Il biondo rise, mentre teneva Olivia stretta al petto. “Ehi, Libby. Va tutto bene, tesoro. Non era un mostro, solo la nostra amica Daphne.” Mormorò il biondo.

Thomas sospirò. “Sto morendo di tenerezza.” Annunciò il moro, mentre Minho annuiva. “Chi se lo aspettava dal nostro Newt.”

Il biondo roteò gli occhi, mentre Daphne si alzava in piedi. “Dato che sono già qui, penso che andrò a trovare Gally.” Annunciò, arrossendo e cercando di ignorare gli sguardi di Newt e Minho.

Una volta che la bionda se ne fu andata, Teresa inarcò un sopracciglio. “Caspita, quando pensa di confessarsi a Gally?”

Thomas le fece un sorrisetto furbo. “Quand’è che te pensi di confessarti a Brenda?” chiese, solo per ricevere una leggera spinta dalla ragazza. Thomas rise, mentre Minho e Teresa si alzavano in piedi. “Avanti, andiamo a pranzo, testa di caspio.” Fece l’asiatico con un sorriso gentile in volto.

Newt si incamminò per primo, Olivia tra le sue braccia. La bimba aveva smesso di piangere, accontentandosi di sbavare sulla maglia di Newt. Minho stava camminando mano nella mano con Thomas. Teresa si affrettò a raggiungere Newt, mentre si recavano al centro dell’isola.

Una volta lì, Teresa si avvicinò a Brenda sotto lo sguardo divertito di Thomas, mentre gli altri tre si sedevano ad un posto un poco lontano dal caos degli altri.

Newt passò Olivia a Thomas, mentre Minho si incaricò di andare a prendere il pranzo da Frypan.

Thomas gli fece un sorriso. “Jorge è il nonno di Libby. Chuck è il suo fratello maggiore. Winston è lo zio. Aris è il cuginetto. Rachel è la cuginetta. Daphne la sorellina.” Disse, ridacchiando all’espressione che gli fece il biondo.

Parecchie persone si fermarono al loro tavolo, congratulandosi con Thomas o solo per salutare la piccina. Era tutto perfetto. Tutto.

Minho si sedette accanto a loro, un piatto di riso bollito per loro tre e un biberon di latte riscaldato per Libby. “Lo manda Frypan.” Fece l’asiatico con uno sbuffo.

“Sai, Tommy…” cominciò il biondo, sorridendogli dolcemente. Incrociò lo sguardo di Minho. “Non hai smesso di sorridere una volta da quando è nata Libby.”

ANGOLO AUTRICE

HIP HIP! HURRA’! ABBIAMO FINITO LA STORIA! WOHOO!

Grazie a tutti coloro che hanno seguito la storia! Alla prossima! Vostra per sempre

~SalmaSparrowMalfoy~

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