Remember me Akira

di LeviaKasamatsu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incidente ***
Capitolo 2: *** Amnesia ***
Capitolo 3: *** Crollo ***



Capitolo 1
*** Incidente ***


''No, non voglio sapere Akira!''

''Taka, ti dico che hai totalmente frainteso tutto. Ti prego, non fare il geloso.''

''Non sono geloso! E' solo che non vuoi ascoltarmi nonostante io stia dicendo la verità!''

''Sto venendo da te, ok?''

''Non venire! Vai da quella ragazza che ti piace tanto. Se vieni tanto non ti apro!''

''La prenderò come un 'sei il benvenuto'.''

''Ti farò mordere da Koron-chan!''

''Ma se Koron mi vuole più bene di te?''

''Non è vero! C-Cioè, te ne v-voglio di più io...''

''Ti amo, Taka.''

''Ti amo di più io... Ma dove sei?! Fa' in fretta!''

''Ahaha! Cambi velocemente idea, eh. Sto guidando, tra qualche minuto sono da te.''

''E stai al telefono? Sei matto?! Akira, metti subito giù e concentrati a guidare!''

''No, voglio sentire la tua voce.''

''Zitto e obbedisci!''

''Va bene, va bene Grande Capo. Un'ultima cosa però. Risponderai 'sì', ok? Non voglio nessun 'no'.''

''Che? Ma ti sei fumato qualcosa?''

''Sono serio, io voglio passare la mia vit-...''

Dopo quella frase incompleta, il suono di una forte sgommata e di due auto che si scontrano, mi paralizzò. Dopo ciò, non sentii altro che quel maledetto 'tuu..tuu' di fine chiamata. Mi sentii svenire, non capivo cosa era successo. Era caduta la linea? Akira aveva messo giù la chiamata perchè era accaduto un'incidente di cui lui non era coinvolto? O... era coinvolto?

Un attacco di nausea mi colpii. Avevo cercato di non pensarci assolutamente. Continuavo a ripetermi che mi avrebbe richiamato.

Passarono dieci minuti... trenta... un'ora. Mi squillò il telefono. La mia mano l'afferrò in un nano secondo e dall'altra parte c'era Yutaka.

''Taka, non farti prendere dal panico. Devi venire in ospedale. Kou e Yuu stanno arrivando, mentre io sono già qua.'' La sua voce suonò seria e composta, una cosa che non sentivo molto spesso al di fuori dal lavoro. Il cuore mi batteva all'impazzata.

''Che è successo?!'' strillai.

''Akira ha avuto un'incidente stradale.''

Le sue parole fondarono le mie peggiori paure. Ero quasi sicuro che mi stesse prendendo in giro, anzi, mi volevo convincere da solo che fosse una presa per il culo. La peggiore che potevano farmi.

Purtroppo non era così e mi precipitai all'ospedale il più presto possibile.

 

Durante il tragitto cercai assolutamente di non piangere. Akira mi avrebbe sicuramente preso in giro, in futuro, se mi lasciassi andare.

Corsi il più veloce possibile per incontrare gli altri nel reparto emergenza. Yutaka, Aoi e Kou erano già lì che fissavano il vuoto. Mi videro e cercarono di essere il più composti possibile. Kouyou non ci riusciva molto bene, notavo benissimo che piangeva.

''Non ditemi che...'' Non riuscivo nemmeno a finire la frase che Yutaka tagliò corto.

''No, no! Akira è vivo! In gravissime condizioni ma è vivo.'' La parola 'vivo' mi fece scoppiare il cuore. Riuscì a respirare di nuovo, mi pettinai i capelli all'indietro con le dita esausto come se avessi cantato in cinque live di seguito. Mi sedetti accanto a Yutaka, mentre Yuu andò a comprare una bottiglia d'acqua per Kou che singhiozzava di continuo. Arrufai i capelli di Kou dicendogli che Akira ce la farà, è un tipo tosto che dice sempre 'We Rock!' di continuo. Sollevai di poco il suo umore e il mio.

Yutaka mi porse qualcosa di morbido e liscio sulla mano.

''Questo l'hanno trovato in una tasca di Akira. Credo appartenga a te.''

Era un piccolo scatoletta quadrata, di velluto bordeaux. Lo aprì.

A quel punto non riuscì più a fermare le lacrime. Mi tirai i capelli dalla disperazione, con il petto che sentivo tanto stretto da soffocarmi. Era un anello.

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Capitolo 2
*** Amnesia ***


Akira sopravvisse all'incidente, mentre l'altro conducente morì. 'Sopravvivere' nel vero senso della parola. Non riprese i sensi dopo l'operazione, rimase in coma. I lavori della band furono sospesi dopo il fatto che non riuscii a fare il live con un bassista di ricambio, e i fan rimasero scioccati. Alcuni di loro erano comprensibili mentre altri ci buttarono al vento.

Andai a visitare Akira ogni giorno, qualche volta con gli altri membri ma mi sentivo di più a mio agio da solo e loro lo sapevano. I giorni venuti subito dopo l'incidente li passai malissimo. Fumavo due pacchetti di sigarette al giorno ed ero quasi sempre ubriaco. Yuu, Kou e Yutaka dovettero controllarmi per due settimane intere in modo che non facessi cazzate. Mi ruppi quasi una mano per colpa di tutti i pugni che davo al muro. Agli inizi pensavo che gli altri semplicemente non capivano il mio dolore, ma ero io il cieco e il sordo che non notava tutto il loro appoggio verso di me. Non ero l'unico che stava male, lo erano anche loro.

Parlare ad un Akira addormentato tutto il tempo faceva uscire quel me che era così reale. Piangevo sulla sua mano, poggiavo dolcemente la testa sul suo petto per ascoltare il suo battito, gli raccontavo delle mie giornate con Koron-chan, del fatto che l'anello lo conservo a casa e che lo fisso ogni giorno pensando a lui, e di altre cose. Un giorno feci anche un autoscatto con lui che aveva lo scotch sul naso, così l'avrei preso in giro in futuro, dicendogli che persino in ospedale si copre il naso. Successero tante cose in quegli 8 mesi di sonno di Akira, e non sapevo che sarebbero successe ancora cose più grandi di quelle.

 

Era un giorno di neve e mi coprii quanto potevo. Prima di entrare nell'ospedale, osservai la neve cadere da sotto l'ombrello trasparente. Era una giornata dove noi quattro andavamo insieme a visitarlo. Ero stranamente eccitato e felice, mi mancava tanto essere uniti tutti insieme. Entrai in quell'edificio dove l'amore della mia vita mi aspettava, addormentato.

Prima che potessi entrare, Yutaka uscì dalla stanza di Akira e mi vide.

''Taka! Ho una magnifica sorpresa per te!'' e mi abbracciò strettissimo.

Il mio cuore cominciò a palpitare, come se volesse uscire da quella gabbia di costole.

''C-Cosa c'è?''

''Akira!''

''Akira..?''

''Ha ripreso i sensi!''

Il mazzo di fiori che tenevo in mano caddero per terra. Ero senza parole, non riuscivo nemmeno a muovermi. Yutaka raccolse i fiori e mi prese un polso, guidandomi dentro la stanza. Non ero pronto psicologicamente ma avevo un bisogno incontrollabile di vedere i suoi occhi, sentire la sua voce, vederlo sorridere, sentire il suo calore tra le mie braccia ed avere i suoi dolci baci solo per me.

''Ehi, Yuta, dove sei finito?''

La sua voce mi annebbiò la mente, volevo solo nascondermi in un'angolino e piangere. Ma la presa ferrea di Yutaka mi costringeva ad avanzare e non scappare. Mi conosce fin troppo bene, il signor Leader.

''Akira, ho una sorpresa per te.'' disse, nascondendomi dietro la schiena.

''Che è?''

Vidi Akira fissare i fiori nella mano di Yutaka e poi sorrise.

''Ti stai confessando a me?''

In quel momento venni spinto in avanti e ricevetti i fiori in mano. ''Lui è la tua sorpresa.''

Akira scoppiò a ridere. ''So di essere stato un bell'addormentato per mesi ma non puoi prendermi in giro proprio il giorno del mio risveglio, Yuta!''

Mi sentii confuso e imbarazzato allo stesso momento. Non sapevo cosa fare né dire. Ero semplicemente là, imbambolato a vedere il viso sveglio di Akira.

''Signore, mi scusi davvero tanto se il mio amico l'ha importunata. E' stato davvero molto maleducato da parte sua.'' e chinò profondamente la testa, come se volesse realmente dispiaciuto.

Yutaka fece una risata un po' forzata. ''Su Aki, non prenderci in giro. Haha...''

Diede una veloce occhiata a me continuando a sorridere.

''Yutaka, ora basta, non dare così tanto fastidio al signore. Non immaginavo che ti piacesse fare scherzi di cattivo gusto.'' disse Akira serio.

''Akira, lui è Taka.''

''Taka? E' chi è questo Taka?''

''Takanori Matsumoto!'' disse Kai, nervoso.

''Ma io questo signore non lo conosco e non conosco nessun Takanori Matsumoto! Non prendermi in giro! Non è divertente.''

 

Quando disse quelle parole, mi terrorizzò più di quanto ebbi il virus alle corde vocali.

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Capitolo 3
*** Crollo ***


Sentivo lo sguardo di Yutaka trafiggermi la schiena, mentre rimanevo lì immobile a fissare Akira. Senza che me ne accorgessi, lo ritrovai accanto al letto e la sua mano era su una spalla di quest'ultimo.

''Aki, davvero non ti ricordi di Taka?'' chiese serio.

''Non dico cazzate, Yuta! Non ti ricordi che sono stato in coma per otto mesi? L'avrai conosciuto in quel lasso di tempo, ti dimentichi ogni cosa così facilmente!''

''Sei tu quello che si è dimenticato qualcosa. Lo conosciamo da quando eravamo ventenni. Tu e Takanori state anche insie-...''

''Yutaka, zitto!'' lo fermai appena in tempo.

''Cosa c'è ora?!'' rispose, voltandosi verso di me.

''Non forzarlo a ricordare... non credo possa essere d'aiuto.''

Sentimmo Akira bisbigliare qualcosa per poi impanicarci per le sue urla.

''Y-Yutaka, l-la te-testa..!'' farneticò, tenendo la testa tra le mani. La stanza si riempì di veloci 'bip, bip', segno che il suo cuore batteva all'impazzata.

''Taka, chiama un dottore, muoviti!'' disse Yutaka mentre cercava di aiutare Akira in qualche modo.

Ritornai in me e corsi fuori nel corridoio. Sentii la voce di Yuu chiamarmi alle spalle ma lo ignorai; non avevo tempo. Arrivai con il fiatone al banco delle infermiere, strillando. ''Un dottore per Akira Suzuki nella stanza 127, vi prego!''

Grazie a Dio si muoverono in fretta. Mentre li guardavo correre, io ripresi a camminare ma deviai per l'uscita; non riuscivo a ritornare da Akira. Il vento gelato mi colpì in pieno viso, facendomi tremare. Camminai verso il parcheggio, per tornare a casa. Buttai il mazzo di fiori in una pattumiera vicina, prima di salire in auto. Rimasi lì seduto a fumare, per qualche minuto che per me sembravano ore. Un misto di emozioni mi riempiva il cervello. Mi sentivo vuoto, arrabbiato e triste. Ogni volta che inspiravo il fumo dalla sigaretta, ricordavo i momenti in cui Akira cercava di diminuirmi la dose di tabacco giornaliera. Non riuscì più a trattenere quel grande nodo alla gola; cominciai a piangere disperato, urlando ''Perchè non si ricorda di me?! Non ero io la persona più importante per lui? Yutaka se lo ricorda, perchè di Takanori no?! Akira, ti odio! Mi hai detto solo cazzate!'' mentre battevo la testa al volante. Non mi accorsi del fatto che ogni battuta di testa causava un 'bip' del clacson. Mentre urlavo disperato, la portiera accanto a me si aprì improvvisamente e due mani mi presero per le spalle, forzandomi a smettere di battere la testa.

''Taka, cosa cazzo stai facendo?! Fermati!'' mi urlò la persona.

Mi fermai per un momento a guardare chi fosse con gli occhi annebbiati e pieni di lacrime. Notai i capelli neri e lunghi, il piercing al labbro e i tratti femminili: era Yuu.

Mi gettai sulle sue braccia, continuando a piangere. Il crollo emotivo si era totalmente preso possesso di me. Strinsi così tanto quella fonte di calore che forse avrei potuto fratturargli qualche costola, ma Yuu semplicemente mi stringeva a sé, senza opporsi. Cercava di tranquillizzarmi con la sua voce che per la prima volta la sentii calda e rassicurante, accarezzandomi piano la testa. Rimanemmo in quella posizione, in quel parcheggio freddo e dopo ciò non ricordai più niente.

 

Mi risvegliai nel mio letto, nella mia camera immersa nel buio; il mio comodino emanava una minuscola lucina rossa che proveniva dalla sveglia. Mi misi a sedere abbastanza lentamente, dato che la testa continuava a girare. Osservai l'ora: erano le 8 di sera. Mi chiesi come ero riuscito ad arrivare sano e salvo a casa, e Yuu mi venne in mente; probabilmente era stato lui a portarmi qui. Arrossai un po', quando i ricordi mi si riaffiorarono nel cervello, io che lo abbracciavo mentre piangevo disperato. Mi vergognai.

Mi alzai dal letto, indossai le ciabatte e uscii dalla stanza, senza accendere luci. Quando entrai nel corridoio, sentii dei passi avviccinarsi che mi immobilizzò. ''Cazzo, è un ladro?!'' pensai tra me e me. Sfilai una ciabatta, pronto ad usarla come arma. I passi si avvicinavano sempre di più, e della tensione cominciò a possedermi. Quando sentii che la persona era molto vicina a me, gridai l'urlo di battaglia e lo colpii con tutta la forza che avevo, nonostante il fatto che la ciabatta probabilmente non lo avrebbe sicuramente steso.

Una voce familiare tuonò. ''Taka, ma che cazzo fai? Sei fuori?!''

Era Yuu. Non riuscivo a vederlo in viso e quindi accesi la luce del corridoio, tastando il muro alla ricerca dell'interruttore. La luce mi impedì di vedere per qualche secondo e poi riuscii finalmente a riconoscere il suo viso, molto incazzato.

''Yuu, ma cosa ci fai in casa mia e perchè vaghi nel buio?!''

''Ma tu li nascondi 'sti cazzo di interruttori!'' disse, puntando la ciabatta verso l'interruttore dove vi era appoggiata la mia mano.

''Ma che cosa dici, sei te che sei stupido!''

Il suo viso divenne scuro e quasi quasi vidi il suo corpo emanare aura nera.

''E-Ehm.. Perchè sei ancora qui?'' chiesi, cercando di cambiare argomento.

''Kouyou sta venendo a prendermi e voleva anche vedere come stai. Per sbaglio l'ho messo un po' in agitazione, raccontandogli che avevi fatto.'' Rispose tirando la mia ciabatta per terra, verso i miei piedi.

La riindossai. ''Merda... Non dovevi. E Yutaka?''

''Credo sia ancora all'ospedale, oppure è tornato a casa.''

''E...'' deglutii a forza. ''...Lui?''

''Di Akira non so praticamente nulla, quando ti ho visto correre per il corridoio, ti ho direttamente seguito ma poi ti ho perso di vista e ti ho ritrovato lì. Sentire il clacson ha facilitato la mia ricerca.''

Restammo in silenzio per qualche minuto, lui fissava me ed io il pavimento. Ruppe il silenzio.

''Taka, che cos'è successo?''

''Credo che Akira abbia un'amnesia. Non si ricorda niente di me ma di Yutaka sì...''

''Cosa?!'' chiese, prendendomi per le spalle.

''Sono arrivato lì e Yutaka mi è quasi saltato addosso dicendomi che Akira si era ripreso e quando l'ho visto non si ricordava più di me e poi Yuta si è messo a parlare del suo passato e allora Akira ha cominciato ad urlare perchè la testa gli faceva male e io ho chiamato un dottore e poi sono scappato e... e... e...'' dissi confusamente, tutto d'un fiato.

Tutto d'un tratto, le sue braccia avvolgerono di nuovo il mio corpo e mi strinse a sé. Sembrò un padre preoccupato per il proprio figlio.

Non ricambiai l'abbraccio, rimasi semplicemente imbambolato. I suoi abbracci erano così rassicuranti e caldi, mi facevano sentire protetto e tranquillo. Non mi sarebbe dispiaciuto se fossimo rimasti lì, così, per sempre; forse sarei riuscito a dimenticare il dolore.

Ding dong.

Il suono del campanello lo fece staccare di malavoglia da me e si diresse verso la porta. Sentii Kou entrare e quindi li raggiunsi. Mi saltò addosso, e lo fermai prima che si mettesse a piangere come una fontana.

''Kou, non piangere, sto bene, davvero.'' e lo abbracciai stretto.

''Taka-chan, ti prego, fatti aiutare da noi! Non ti voglio vedere così... non posso sopportarlo.''

Dopo essere riuscito a calmare Kouyou ed averlo convinto che non c'era bisogno che dovessi passare la notte da loro, mi disse che sarebbe tornato domani a passare il tempo con me e che mi avrebbe raccontato cosa disse il dottore di Akira; dopo ciò uscirono per tornare a casa.
Il silenzio e la solitudine pesarono come due pezzi di piombo sul mio cuore ferito.

 

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