Mare d'Inverno

di _BlueHeart
(/viewuser.php?uid=213739)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Azzurro come il cielo, Giallo come l'oro. ***
Capitolo 2: *** Don't you try to stop me. ***
Capitolo 3: *** When you need someone to love you…Here I am. ***
Capitolo 4: *** Because of you. ***



Capitolo 1
*** Azzurro come il cielo, Giallo come l'oro. ***


Ciao a tutti questa storia nasce da una passione sfegatata per il film 'La piccola principessa'. Adoro entrambe le versioni sia quella dell'1939 con Shirly Temple che quella del 1993 che mi ha rapito il cuore e mi ha spinto a scrivere questa storia!
L'idea mi è venuta riguardando il film per l'ennesima volta, ma non avrà molte cose in comune con il film. 
Detto questo vi lascio alla lettura e ci rivediamo alla fine del capitolo ;) 


<Era un dolore forte, più prepotente del mare d'inverno.
Impossibile da mandar via e troppo faticoso da poterlo domare e restare a galla.
Le onde erano alte e lei era tanto piccina.
Così per non soffocare aveva imparato ad essere di pietra, come uno scoglio.
E allora, il mare s'infrangeva prepotente contro di lei, bagnandola, ma senza annegarla.
Almeno era ciò che credeva.>

Era l’alba, la luce leggera del sole filtrava dalla finestra.
Aveva da poco riaperto le tende, adorava quel momento della giornata.
Il mondo era silenzioso, la gente era ancora sotto le coperte , nessun rumore ad infastidire, nessuna voce da non voler sentire, nessuno pronto ad infierire sulle ferite già aperte.
Il nulla. Ecco forse era quello che più le piaceva dell’alba, non c’era nulla.
A quell’ora l’unica cosa da guardare erano i colori del cielo che dall’oscurità della notte pian piano schiarivano e il solo suono da ascoltare era il fruscio delle foglie al vento.
Amava quel momento e amava svegliarsi a quell’ora, tanto non è che riuscisse a dormire di più.
Santana aveva sette anni, era in camicia da notte con i calzini color panna di lana che le arrivavano fin sotto il ginocchio, i capelli arruffati e il suo oggetto preferito che stringeva ogni volta che poteva fra le mani. Rigirava fra le mani quel carillon oro e blu , accordandolo di tanto in tanto per poter ascoltare la melodia di una vecchia ninna-nanna che cantava sempre con la sua abuela. Le mancava la sua nonna, le mancavano i suoi genitori e quella peste insopportabile del suo fratellone.
La sua vita non le piaceva per niente, era arrabbiata , era triste, il mondo non le parve più un posto così bello dove poter vivere. E questo ormai andava avanti da quasi un anno.
Guardava il cielo Santana e si perse nell’azzurro e nel rosa che si mescolavano quasi accarezzandosi. Una lacrima scivolò incontrollata sulla guancia e Santana fu sollevata perché sapeva che se fosse accaduto più tardi sarebbe stata male. Odiava aver l’istinto di piangere , avrebbe voluto non aver un cuore.
Ormai non si riconosceva nemmeno più, non sapeva più chi era e le andava bene così, non aveva più nessuno che la riconoscesse o la rimproverasse di non essere più la stessa. Quasi non voleva essere più quella bambina originaria di Puerto Rico.
Passò quasi un’ora alla finestra, un’ora che le serviva per ritrovare le forze e rimettere su quella corazza dura come il cemento che ormai non distingueva più da se stessa. Si faceva forza, nel modo più sbagliato nel quale potesse farlo, ma era l’unico modo che conoscesse.
E da qui, il suo caratteraccio intrattabile, il suo menefreghismo, il suo cuore di pietra.
Lo stomaco costantemente chiuso, lo sguardo impenetrabile e persino cattivo con chi non le andava a genio. Le labbra serrate il più delle volte , il sorriso sarcastico dedicato alla maggior parte dei conoscenti.
E poi ancora l’ironia a nascondere il dolore ,quella stessa ironia che il più delle volte l’aveva salvata quando le lacrime premevano troppo e lei non riusciva più a piangere , non davanti agli altri , non di fianco a chi avrebbe potuto sfruttare la sua debolezza e farla sentire ancora più piccola ed insignificante, non l’avrebbe permesso, non poteva permetterlo.
Si asciugò le lacrime e si preparò per la giornata. Indossò la sua divisa e si guardò allo specchio sistemando gli ultimi particolari.
La camicetta bianca era perfettamente stirata nei bordi della gonnellina a pieghe verde smeraldo, così come la mantellina che aveva messo sulle spalle.
Le calza rigorosamente nere e le ballerine dello stesso colore di pelle lucida.
Era pronta se non fosse per l’ultimo accessorio che non poteva mancare se non si voleva voler scatenare l’ira di Miss. Cunningham , si doveva sempre avere qualcosa fra i capelli ‘l’ordine prima di tutto’ diceva, ‘essere sciatte non vi renderà signorine rispettabili’. E così ogni mattina Santana dopo aver pettinato i capelli scuri si ritrovava a dover scegliere fra nastrini in raso, cerchietti, fermagli, fasce ed elastici in seta tutti rigorosamente verde smeraldo. Era quello il colore del Saint Luis. 
Il Saint Luis, era uno dei collegi più costosi ed importanti di tutti gli Stati Uniti d’America. Aveva i migliori insegnanti di tutto il paese ed offriva ad i suoi alunni corsi pomeridiani di ogni tipo. Aveva due sedi, una maschile e l’altra femminile. Ed in più una casa famiglia che distava pochi metri e portava lo stesso nome.
Tutte e tre le strutture erano di proprietà di Miss. Cunningham , che per di più gestiva la sede femminile e si assicurava che ogni sua regola venisse rispettata a dovere.
‘E’ una troppo tosta anche per te, Santana’ continuava a ripeterle Quinn . ‘Non puoi pensare di farla franca sempre’ aggiungeva ogni volta che Santana le chiedeva di coprirla per restare meno tempo in biblioteca il pomeriggio a studiare o quando di nascosto le passava il cibo nel piatto o costringeva a mangiarlo a qualche altra bambina. Una volta Quinn era stata costretta a coprirla durante l’ora di geometria perché lei non voleva scendere in classe ‘Non voglio e nessuno può obbligarmi , Miss. Cunningham non è mia madre!’ Aveva sbottato la piccola latina con occhi duri e Quinn aveva alzato le mani , sapendo che quando riusciva a nominare i suoi genitori era meglio non infierire. ‘Ok , ti copro, ma non uscire di qui. Dirò che sei stata male stanotte e che ti sei addormentata da poco’ poi era sparita dietro il legno laccato di bianco della porta della sua camera e Santana era scoppiata a piangere. La verità era che il giorno prima a lezione si era parlato delle persone defunte e di come nonostante tutto si debba andare avanti. Le parole di quelle ore le erano rimaste così tanto nella mente da tenerla sveglia per davvero tutta la notte. Le si era formato un nodo al petto che non riuscì facilmente a mandare via.

Dopo qualche minuto Santana era pronta, con il suo cerchietto fra i capelli ed un sorriso stampato volutamente sul volto.
Prese il libro di letteratura Inglese e uscì dalla sua camera. Scese le scale arrivando al terzo piano dove c’erano le aule dei corsi pomeridiani e gli armadietti delle ragazze divisi tra i corridoi e un grande atrio dove si riunivano quasi sempre prima delle lezioni.
Santana camminava con il mento alto , facendo ondeggiare i capelli lunghi lungo la schiena a destra e sinistra. Stringeva al petto l’unico libro che aveva in camera e osservava le ragazze camminare a gruppetti.
Non l’avrebbe ammesso, ma tra la folla cercava gli occhioni verdi della sua amichetta Quinn, l’unica ragazzina che le stesse simpatica, ma neanche questo l’avrebbe mai ammesso.
Dopo poco la individuò insieme a Rachel Berry,che come al solito parlava e parlava, Santana voleva tanto capire cosa stesse dicendo.
 La Berry invece non era proprio nelle sue grazie. Era innocua e gentile, non è che le stesse antipatica, non le aveva fatto niente, semplicemente il più delle volte non la sopportava e lei si divertiva a prenderla in giro semplicemente perché era un bersaglio facile.
Distratta dalla parlantina logorroica di Rachel e dello sguardo per lo più annoiato di Quinn , Santana finì per scontrarsi contro qualcuno e per poco non perse l’equilibrio. Si voltò infuriata mentre le voci squillanti delle sue coetanee cominciavano a fare versetti tra lo spaventato e l’esaltato. ‘Ehy che diavolo fai? Stai attenta a dove metti i piedi!’
Una bambina bionda era invece finita per terra e adesso era indietreggiata sulle ginocchia impaurita ‘scusa, scusa, scusa… io non volevo, avevo così tanti libri e non riuscivo a trovare il mio armadietto’ Santana abbassò lo sguardo su di lei ,mentre l’altra si alzò allarmata lasciando tutte le sue cose sul pavimento ‘ ti sei fatta male?’ Aveva aggiunto un secondo dopo, lasciando Santana spiazzata quando il suo sguardo incontrò finalmente quello dell’altra. Si perse in quegli occhietti dolci ed azzurri.
Azzurri come il cielo più sereno , aveva pensato Santana.
Aveva poi scosso la testa e si era chinata a raccogliere i libri dell’altra che si chinò a sua a volta ancora una volta ‘stai bene?’ Aveva chiesto Santana, meravigliandosi di essere stata proprio lei a pronunciare quelle parole. E la biondina aveva annuito , aveva poi teso la mano verso di lei credendo che l’altra le avesse ridato i libri. ‘Questi è meglio che li porti io, sono troppi per essere portati da una sola persona!’ Aveva esclamato con naturalezza Santana mentre il vociare si faceva più insistente. ‘Gra- grazie’ aveva balbetto l’altra. ‘Io sono Brittany ’ aveva aggiunto qualche secondo più tardi tendendogli la mano ‘io Santana.’ Le aveva risposto, ma la sua mano non si era allungata a stringere l’altra. Poi aveva cominciato a camminare mentre l’altra non sapendo bene perché aveva cominciato a seguirla senza chiedere spiegazioni.
‘Sei quella nuova giusto?’ Chiese in una domanda retorica l’ispanica , ricordandosi improvvisamente che quel giorno sarebbe dovuta arrivare una nuova alunna , Brittany annuì ‘Beh ritieniti fortunata il tuo armadietto è accanto al mio!’ Brittany sorrise e non sapeva bene il perché. Quella bambina dalla pelle ambrata le stava simpatica chissà forse avrebbero fatto amicizia. Brittany ci mise un po’ prima di capire come aprire l’armadietto, poi esclamò qualcosa tipo ‘E’ colpa degli orchetti cattivi, mi fanno sempre sbagliare!’ E Santana aveva riso , aveva riso per davvero come non rideva da molto , non sapeva bene se per quello che aveva detto Brittany o per il suo modo di parlare così frenetico e dolce allo stesso tempo. Aveva poi messo su un adorabile broncio che fece bloccare le risate dell’ispanica in un sussulto improvviso. Era tenera e Santana non riuscì a non pensare che fosse tremendamente dolce.
E poi il respiro le mancò e avrebbe voluto urlare, si sentì in colpa per essersi sentita allegra nel modo più sincero possibile , anche se per pochi istanti.
Così lasciò i libri fra le braccia di Brittany e  scappò su per le scale lasciando l’altra perplessa.
 Doveva piangere e doveva farlo prima di avere un attacco di panico.
Non poteva sorridere per davvero, figuriamoci ridere . Non poteva essere felice, non voleva.
Non dopo che aveva perso tutto quanto, non dopo che un anno prima aveva visto morire fra le sue braccia la sua famiglia. E lei era solo una bambina, si sentiva abbandonata , si sentiva sola e la cosa che più le faceva male e che era consapevole del fatto che non era stata colpa di nessuno e che non poteva essere arrabbiata con nessuno. Era per questo che era arrabbiata con la vita, con il destino o con chi per lui aveva deciso di portarle via le persone più importanti della sua vita.
Le era rimasto un solo un parente , Zio Fred.
L’uomo al quale era stata affidata la bambina era un grande uomo d’affari che aveva frequentato la figlia della sorella solo durante le festività di Natale o Pasqua. Era un uomo burbero, anche se buono, ma mai avrebbe messo quella bambina prima del suo lavoro e delle sue priorità. Così aveva messo Santana in collegio , sborsando il doppio della somma necessaria per farle avere una camera singola da non dover dividere con nessuno e per assicurarsi che la bambina avesse tutto ciò che le servisse. In più aveva aperto le pratiche per l’adozione, nel caso la ‘sua’ bambina fosse piaciuta a qualche famiglia. Ma non voleva che Santana fosse messa in una casa famiglia qualunque , dato che lui poteva permettersi di comprare l’intero complesso del Saint Luis se solo avesse voluto.
Aveva tutto in quel collegio più di quanto avesse prima.
Aveva tutto tranne la cosa più importante , la sua famiglia.
Era la sua gioia, come era giusto che fosse per una bambina di quell’età, ma non c’era più e non era colpa di nessuno.
E Brittany in pochi attimi l’aveva fatta ridere di cuore , mentre gli altri era già un anno che ci provassero, ma con scarsi risultati.
Si era spaventata.
Aveva letto qualcosa di simile a se in quegl’occhietti dolci e Santana si era spaventata a morte, sentendosi improvvisamente fragile.

E Brittany? Beh Brittany aveva soltanto una storia molto simile alla sua, troppo simile, ma questo Santana ancora non poteva saperlo.

Passarono due giorni ed arrivò velocemente la Domenica.
L’ispanica aveva evitato volutamente la biondina il più possibile. Non poteva credere che quell’esserino biondo riuscisse a sgretolarla così senza renderla partecipe della cosa.
Le bastava guardarla che un sorriso involontario le si dipingeva sul volto, oppure le bastava incrociare i suoi occhi per provare un senso di protezione simile a quello che provava quando suo fratello Matt la stringeva fra le sue braccia decisamente grosse rispetto al suo corpo esile.
Santana odiava la Domenica, dopo la celebrazione della messa nella cappella a cinquanta metri lontano della sede femminile , occasione per la quale si riunivano ragazzi e ragazze, era abitudine che i genitori almeno quelli che potevano , facessero visita passando quasi l’intera giornata con i loro figli.
Quel giorno era la prima domenica di avvento e i bambini avevano d’abitudine di scrivere la lettera a babbo Natale. Per questo ogni anno le domeniche di Dicembre erano sempre affollate e allegre al Saint Luis.
Non era tutte le domeniche così, non tutti i genitori venivano ogni domenica, ma a Dicembre il mondo cambiava, e così pure il Saint Luis.
Santana era seduta sullo scalino più alto della scala in marmo che portava al  grande salone e guardava con il magone le sue compagne urlare felici e divertite fra le braccia dei loro genitori. Quinn sembrava rinata i suoi occhi chiari sembravano aver acquisito una luce nuova e quasi accecante. Per Santana fu troppo. Quasi si sentiva tradita da quello sguardo felice.
Così si alzò e cominciò a camminare lungo il corridoio del primo piano. Le aule erano vuote e lei non riuscì a far altro se non a cacciare via in continuazione l’aria dai polmoni, le sembrava quasi tossica.
Le ballerine sul marmo provocavano un ticchettio leggero e piacevole, ma che in quel momento le sembrava quasi assordante. Avrebbe voluto toglierle e gettarle da qualsiasi parte, magari in testa a Quinn. Non riusciva a togliersi dalla mente i suoi occhi felici. Occhi che lei non credeva di poter riavere mai.
‘Scricciolo i tuoi occhi sono i più belli del mondo’ le ripeteva sempre la sua mamma ‘Non preoccuparti princesa, i tuoi occhi non mentono mai’.
Se solo la sua mamma avesse saputo come i suoi occhi fossero duri adesso, si sarebbe meravigliata, magari avrebbe pianto, lei amava i suoi occhi.
E Santana guardava al cielo chiedendosi se mai la sua mamma riuscisse a perdonarla per questo.
Poi i suoi passi si arrestarono , il ticchettio cessò improvvisamente e lei resto immobile e con il fiato corto sulla soglia della porta dell’aula di francese.
Brittany era con il viso fra le braccia appoggiata sul banco e singhiozzava, Dio se singhiozzava.
E improvvisamente la sua maschera crollò lasciandola spoglia e senza difese. Non si mosse, ma evidentemente non servì molto a nascondersi all’altra che di scattò alzò lo sguardo calmando velocemente i gemiti e asciugandosi freneticamente le lacrime.
‘Santana stai bene?’ Aveva chiesto tremante. Incredula l’altra avrebbe voluto chiederle del come potesse preoccuparsi di lei se singhiozzava da matti.
Aveva camminato lentamente e si era fermata di fronte alla bionda prendendo una sedia e sedendosi dall’altro lato del banco.
‘Perché piangi?’ Parlò in un sussurro e a sguardo basso , ma l’altra sentì lo stesso e sorrise debolmente ‘ non ti hanno mai detto che non si risponde alle domande con altre domande?’ Santana boccheggiò un momento chiedendosi improvvisamente perché era lì e perché si importasse di quella biondina, proprio non riusciva a capirlo eppure sapeva di non poter far niente ‘perché non sei giù?’ Aveva chiesto di nuovo Brittany questa volta guardandola negl’occhi e lei non sapeva se parlarne o meno. Aveva un dubbio una parte di lei avrebbe voluto farlo. ‘E tu… ? Non sono venuti i tuoi?’ Brittany distolse lo sguardo , mentre altre lacrime le scivolarono sul viso, scosse la testa e Santana avrebbe voluto dirgli di non piangere, non riusciva a sopportare di vedere quegl’occhi tanto freddi e tristi. ‘No, i miei non verranno, né adesso né mai. Sono volati in cielo’ aveva finito poi la frase girandosi verso la mora.
E Santana si maledisse, come aveva fatto a non capirlo vedendola lì tremante? Il respiro le si bloccò alla gola , erano morti , come erano morti i suoi genitori e lei provò dolore per l’altra e non per se stessa.
Perché proprio a lei? Un dolore tanto forte ad una bambina così dolce.
Soffre tanto quanto me? No, non è giusto non lo merita.
‘E i tuoi?’ Aveva poi chiesto Brittany e Santana parlò, velocemente , ma lo fece ‘Sono morti’ disse soltanto.
‘Sono in cielo anche loro con gli angeli?’ Brittany sorrise e lei quasi si innervosì, perché lo faceva, non c’era poi tanto da sorridere in quella situazione. ‘Io, non lo so..’ ammise poi quasi nervosa ‘erano brave persone?’ Aveva continuato la biondina, con lo sguardo di chi crede di conoscere già la risposta ‘certo che lo erano!’
Santana aveva leggermente alzato la voce quasi offesa. ‘Bene, allora sono anche loro in cielo. In paradiso e nessuno le farà mai più del male.’ Santana corrucciò la fronte cercando di seguire il suo discorso e l’altra riprese a parlare dolcemente ‘loro ci proteggono e ci guardano sempre , viaggiano sulle nuvole e sorridono quando ci vedono felici.’ Iniziò a muovere la mano come se fosse una navicella spaziale e poi prese quella dell’ispanica facendole fare lo stesso gesto ‘Si, così…’ disse sorridente. ‘Su e giù , magari si fermano alle finestre, ci accarezzano e poi volano via per non farsi vedere.’ Accarezzò la guancia di Santana come se fosse la cosa più naturale del mondo e poi fece scattar via la sua nuvola. ‘Non ci abbandonano mai e anche quando crediamo di esser soli , loro fanno di tutto per mandare qualche angelo ad abbracciarci se abbiamo paura o ad aiutarci se siamo in pericolo, ma questo non possono farlo sempre altrimenti non impariamo mai a difenderci, anche se io non sono molto brava in questo’ Santana sorrise, sorrise per davvero . Immaginò sua madre su una nuvola tutta rosa, magari quelle dell’alba che vestita di bianco si fermava alla sua finestra Mon amour non preoccuparti ci sono io con te.
‘Magari adesso che comincerà a scendere la neve cominceranno a giocarci ed è per questo che la mattina anche se è prestissimo e nessuno è ancora per strada , troviamo sempre delle impronte strane.’ Aveva poi  arricciato il naso Brittany, riflettendo su ciò che aveva appena detto.
‘Forse si sono incontrati!’ Aveva poi esclamato quasi ridente ‘incontrati?Chi?’ aveva chiesto confusa l’ispanica ‘i nostri genitori, in paradiso! E’ un posto grandissimo, ma magari a furia di fare su e giù verso il Saint Luis si saranno incontrati come noi’
Santana avrebbe voluto piangere e sfogare tutto il dolore di quel giorno e di tutti quelli precedenti. E avrebbe voluto ridere fino a farsi venire i crampi alla pancia ‘Già magari è successo veramente’ aveva cercato lo sguardo della bionda trovandolo nuovamente caldo e un po’ leggermente meno triste.
‘Se sei convinta di tutte queste cose… perché piangevi?’ Si pentì quasi subito della sua domanda, sapeva in cuor suo che nonostante il racconto il motivo erano i suoi genitori.
‘Perché mi mancano molto.’ Poi aveva alzato le spalle e aveva nascosto ancora il viso dietro i palmi delle mani, scoppiando a piangere ancora. Santana si sentì in colpa e senti il cuore stringersi nel petto.
Fece il giro del tavolo e senza pensarci due volte si chinò ad abbracciarla. Brittany ricambiò l’abbraccio con le mani che tremavano frenetiche.
‘Anche a me manca la mia famiglia…’ aveva ammesso approfittando del fatto che Brittany non potesse guardarla negl’occhi. Brittany profumava di fragola e zucchero a velo. I suoi capelli erano morbidi ed abbracciarla era piacevole e l’aveva fatta sentire bene per quei pochi minuti.
Poi si era staccata e Brittany si era alzata dalla sedia sistemandosi le pieghe della gonnellina. ‘Ti va una cioccolata calda San?’ Santava aveva respirato a fondo spingendo giù il respiro affannato e aveva ignorato gli occhi che pizzicavano e chiedevano di gettar giù un po’ di lacrime. Aveva annuito e aveva seguito la bionda fianco a fianco fino al Bar. Brittany aveva preso le due cioccolate poi le aveva chiesto di seguirla e Santana l’aveva semplicemente fatto fino al quarto piano ‘ti va di farmi compagnia, ci vediamo un film della Disney se ti va… non mi va per niente di restare sola.’ Brittany l’aveva guardata e Santana non riusciva a dirle di no. Anche se avrebbe voluto solo correre in camera e scoppiare a piangere disperatamente.
Brittany aveva sorriso e lei beh, avrebbe solo voluto poter piangere.

Brittany era arrivata nella sua vita come un uragano. L’aveva ammaliata semplicemente con il sorriso più dolce che avesse mai visto e con gli occhi più profondi che conoscesse. Adorava i suoi capelli e il suo viso, la trovava bella e si chiedeva se non fosse lei l’angelo che la sua mamma e il suo papà avevano mandato giù per lei. Ma poi l’aveva vista piangere così dolorosamente che si ritrovò a pensare a quanto quella bambina tanto dolce e tanto diversa da lei, in realtà le somigliasse più di quanto aveva già immaginato.
I giorni passavano e Brittany le sembrava l’unica cosa positiva della sua vita.
L’aveva stravolta e le aveva frantumato tutto il cemento che aveva abilmente appiccicato alla pelle.
‘Santana ti senti bene?’ Aveva chiesto Quinn un giorno in corridoio ‘Benissimo Fabray perché?’ rispose lei scocciata, acida e un po’ perplessa ‘ Sei gentile con lei… non era mai successo’Quinn fece un gesto con la testa per indicare l’altra biondina che rideva a qualcosa detta da Maya, la sua compagna di stanza.
Santana si bloccò , che Brittany riuscisse a sgretolare il suo muro, la spaventava, ma si sentiva tanto bene quando succedeva che non mise alcun freno volontario, ma che Quinn riuscisse a notarlo.
Quello si, quello la preoccupava.
Così pensò alla prima scusa che potesse propinarle ‘Tieni vicini gli amici e ancor più vicini i nemici Fabray’Quinn alzò le sopracciglia visibilmente , non riusciva a bersela ‘ Un nemico? Ma chi? La biondina dagli occhietti azzurri?’ E quasi provò gelosia quando la sua amica evidenziò con sole due semplici parole gli occhi dolci dell’altra. E questo la spaventò ancor di più.
‘Già proprio lei, è brava a cantare, a recitare è decisamente tanto dolce ed è una ballerina eccezionale’.
La bionda rise leggermente ‘Non me la bevo Lopez, puoi dire ciò che vuoi, ma solo il fatto che tu abbia utilizzato le parole dolce ed eccezionale per descriverla , la dice lunga.’
Santana sbuffò ‘andiamo è brava davvero e lo sai…’ Quinn annuì sorridente ‘certo che lo so, ma anche Rachel ha una voce da far invidia e questo lo sai anche tu… ma quell’eccezionale dalla tua bocca non è mai uscito’ Santana scosse la testa ‘Beh, è diverso’ ed era diverso per davvero. Brittany era diversa da chiunque avesse mai incontrato. Lei era diversa quando Brittany era con lei.
‘Si è diverso perché lei ti sta simpatica ed è una cosa bella… solo…’ disse alzando le spalle ‘Beh forse mi dispiace che io non sia riuscita mai a strapparti un sorriso come ha fatto lei immediatamente, insomma l’hai aiutata subito con i libri e non l’hai mai trattata male…’ Quinn rialzò le spalle poi guardò la mora dolcemente sorridendole .

Una settimana dopo.
Brittany piangeva e urlava, non voleva. Non voleva farsi toccare i capelli, non voleva che la pettinassero, non voleva dover passare un’altra giornata con i capelli bagnati per paura che Miss. Cunningham , le arruffasse i capelli e poi pretendesse di legarglieli in uno chignon.
Non voleva. Faceva freddo e i suoi capelli sembravano quelli di una cavernicola e lei non poteva ribagnarli e tenerli bagnati come qualche giorno prima.
Santana riconobbe immediatamente quella voce e quelle urla strazianti che le fecero male al petto.
Aprì la porta della sua camera per vedere cosa stesse succedendo e per sua fortuna si accorse che anche quella della bionda di fronte alla sua, leggermente più a destra, era spalancata.
Miss. Cunningham era di spalle e teneva la bambina per un polso.
‘Signorinella, lo sa che mi sta facendo perdere la pazienza? Non un’altra parola’ l’avvertì puntandole un dito. ‘Ma io non voglio! Mi lasci , mi sta facendo male’ gli occhi arrossati e i capelli arruffati. Brittany sembrava sconvolta e l’ispanica non riuscì a frenare un senso di rabbia e nausea che premeva forte alla bocca dello stomaco!
‘Bene, allora oggi niente pranzo e niente cena! Vedrai che la fame ti farà rendere conto che i capricci non servono a niente!’ Miss. Cunningham si voltò e Santana di scatto socchiuse la porta senza farla sbattere. Sentì l’altra porta far vibrare gli spessi muri del corridoio e i tacchi di Miss. Cunningham allontanarsi velocemente. Aspettò qualche secondo, fin quando non fu sicura che la direttrice fosse lontana.
Poi aprì la porta della sua camera e bussò a quella dell’altra.
Brittany aprì la porta ancora scossa. ‘Santana..’ pronunciò il suo nome in un  sussurro ‘C’è Maya?’ Le aveva chiesto guardandosi intorno ‘No, è già uscita’ Santana annuì ‘Bene, posso entrare?’ Brittany si spostò di lato e fece entrare l’altra che velocemente fece passare lo sguardo su tutte le cose delle sue due compagne.
Poi si voltò verso la bionda ‘Perché sei ridotta così? Ti ho sentito piangere e urlare circa un minuto fa’
Brittany abbassò la testa imbarazzata e si asciugò ancora una volta il viso.
‘Miss. Cunningham mi asciuga i capelli arruffandomeli per fare prima e poi pretende di legarmeli dicendo che sono brutti ed inguardabili’ Santana aprì la bocca , metabolizzando la frase dell’altra ‘ti ha detto così?’
Aveva chiesto incredula! Quando Brittany una settimana e qualche giorno prima le si era presentata, la prima cosa che notò di lei furono gli occhi azzurri e quella cascata meravigliosa di capelli biondi quasi color oro. ‘Si, ma la verità è solo che lei per far prima me li asciuga stropicciandoli!’ Santana sorrise al sentire il verbo utilizzato d’altra che pur non essendo quello giusto aveva reso l’idea perfettamente.
‘Io li voglio come me li faceva la mia mamma! Non posso portarli sempre bagnati come la settimana scorsa’ e allora collegò gli avvenimenti ‘E’ per questo che la tua treccia era bagnata, Lunedì?’ Santana ricordò come Miss . Holiday, l’insegnante di danza avesse notato questo particolare e lei aveva risposto che le fatine le avevano fatto il bagno con la rugiada. Miss. Holiday la guardò quasi offesa che la biondina le avesse raccontato una bugia, ma poi Rachel era subentrata nel discorso , straparlando del fatto che siccome un giorno sarebbe diventata una stella di Brodway, merita assoli per far pratica fin da adesso.
Le altre ragazzine la guardarono nervose e sbuffarono un paio di volte. Miss Holiday allora, presa a spiegare a Rachel che ognuna di loro meritava di esibirsi, lasciò cadere l’argomento Brittany e andò avanti con la lezione.

‘Riesco a gestirli solo da bagnati, non riesco ad asciugarli.’ Brittany abbassò la testa imbarazzata e Santana pensò che fosse adorabile con quel broncio dolce. ‘Vieni con me…’ Brittany seguì l’ispanica nel bagno.
La mora aprì il rubinetto del lavabo e regolò la temperatura dell’acqua. ‘Bagna i capelli, io li so asciugare’
Brittany sgranò gli occhi e poi scosse la testa ‘No Sannie, farai tardi a lezione’ Santana sorrise per il nomignolo che le aveva appena affibbiato l’altra ‘Non preoccuparti per me, mi coprirà Quinn. Adesso sbrigati se non vogliamo saltare anche la seconda ora!’ E così dicendo prese l’altra per mano e la invitò a bagnarsi i capelli. Brittany lo fece velocemente e poi li avvolse in un asciugamano.
Uscì dal bagno con un phon ed una spazzola. Santana sorrise era adorabile così imbarazzata e lei non riusciva a far altro che sorridere. La fece sedere di fronte alla ballerina che avevano tutte in camera ricoperta da accessori per capelli tutti rigorosamente verdi.
Liberò i capelli dell’altra dall’asciugamano e la guardò attraverso lo specchio. ‘Spazzola..’ disse allungando la mano come se dovesse fare un’operazione chirurgica. La prese dalle mani dell’altra e cominciò a spazzolarle dolcemente i capelli.
Erano belli i capelli di Brittany ed era un piacere pettinarli. ‘Phon!’ Disse qualche secondo più tardi e l’altra sorrise di rimando stando al gioco e passandoglielo. Santana cominciò ad asciugarle i capelli alternando le mani che dolcemente li accarezzavano alla spazzola che permetteva di non farli arruffare ed annodare.
Dopo un po’ di tempo che i capelli cominciarono a prendere sembianze civili Brittany parlò rompendo il silenzio e facendo sobbalzare l’altra. ‘Dove hai imparato?’ Le chiese dolcemente mentre alzava le spalle imbarazzata dal fatto che lei non lo sapesse fare.
Santana le rivolse uno sguardo preoccupato. Parlare dei suoi genitori le era troppo difficile , le faceva male al petto ripensare alla sua famiglia che solo un anno prima la rendeva la bambina più coccolata e viziata del paese. Prese un grosso respiro ed evitando volutamente lo sguardo dell’altra che era penetrante anche dallo specchio , rispose in un sussurro lieve , ma che Brittany sentì lo stesso ‘Mia madre, era una parrucchiera, ho visto farglielo fare tantissime volte’  La biondina percepì l’altra irrigidirsi e cercò di non infierire, ma Santana continuò a parlare ‘ Ma io non sono certo brava quanto lei, se solo fosse ancora qui forse sarei riuscita a diventarlo’ aveva annuito alle sue stesse parole, meravigliandosi l’attimo dopo di essere riuscita a fare una tale confessione.
Brittany non parlò più solo le sorrise quando l’altra dopo un po’ cercò il suo sguardo allo specchio.
Quando i capelli furono asciutti, Santana spense il Phon e accarezzò quella cascata d’oro ‘cos’altro faceva la tua mamma?’ Brittany sorrise e prese due ciocche ai lati della testa. ‘Qualche volta faceva due trecce e poi le legava dietro. Diceva che mi faceva sembrare un angelo’ Santana rise dolcemente rendendosi conto che anche lei riusciva a paragonarla solo ad un angelo.
Prese una ciocca e cominciò ad intrecciarla poi diede l’estremità in mano alla bionda e fece lo stesso con l’altra. Poi le prese entrambe e con un elastico le legò dietro la testa . Brittany era carinissima.
‘Allora… scegli un accessorio…’ Ma la biondina scosse energicamente la testa. ‘Non voglio mettere niente, la mia mamma non usava il verde , non so se le piacerei con il verde … non voglio che lei non mi trovi più carina’ Santana boccheggiò e poi capì perché quella bambina non portava mai niente fra i capelli color oro.
‘Brittany Miss. Cunningham è una vera strega, se tu non metterai nulla fra i capelli, lei si arrabbierà ugualmente e non è servito niente riaverti asciugato i capelli’ Brittany abbassò la testa.
‘Lo so, quando sono arrivata aveva detto che mi avrebbe concesso del tempo senza forzarmi , ma adesso vuole che io segua le sue regole. La mia mamma usava solo l’azzurro e il giallo oro diceva che erano i suoi colori preferiti’ Santana sorrise tra dolcezza e amarezza , e non potette non notare che quei colori erano i colori di Brittany e che lei ormai da più di una settimana non faceva altro che pensarli in continuazione.
‘Brittany la tua mamma doveva volerti molto bene, l’azzurro è il colore dei tuoi occhi e il giallo oro quello dei tuoi capelli.’ Brittany spalancò gli occhi azzurri in quelli scuri dell’altra che si era messa seduta sul mobile . ‘Ti amerebbe anche se avessi fra i capelli il colore che odia di più e non credo che il verde smeraldo possa essere odiato così tanto.’ Santana prese un nastrino di raso e lo legò dietro la testa dell’altra con un fiocco. Brittany si guardò allo specchio e sorrise ripensando alle parole della mora.
‘Grazie Sannie…’ si alzò dallo sgabellino ricoperto in velluto e l’abbracciò senza permettere all’altra di tirarsi indietro. Santana restò rigida per qualche secondo per poi stringere le mani che erano rimaste sospese a mezz’aria dietro la schiena dell’altra.
Quando si staccarono Santana si sentì a disagio e un po’ infastidita dal senso di benessere che era velocemente scivolato via appena l’altra aveva lasciato le sue braccia.
‘Andiamo prima di fare ancora più tardi’ Brittany prese la sua mantellina legandola con un fiocco sul petto poi uscirono dalla camera e si incamminarono per il corridoio.
Santana sfiorò più volte involontariamente le dita dell’altra e mentre per Brittany la cosa passò in osservata lei non riusciva a far a meno di pensare che avrebbe voluto stringere quella mano per farle sentire che non fosse più sola. Così velocemente ne prese il mignolo stringendolo con il suo .
Brittany si voltò e sorrise , sembrò capire quel gesto perché poco dopo osservando le loro mani esclamò dolcemente ‘Grazie… per tutto quanto!’ Poi aveva alzato di poco le loro mani per fargli capire che si riferisse a quello. ‘Qual’era il colore preferito della tua mamma?’ Santana s’irrigidì e senza volerlo strinse ancor di più il dito di Brittany l’altra se ne accorse ma non sapeva cosa fare ‘Forse il rosso , ho tanti vestiti di quel colore, ma se ti può consolare anche io preferirei avere fra i capelli l’azzurro o il giallo oro piuttosto che il verde!’
E Brittany sorrise e Santana non riuscì a fare altrimenti, anche se avrebbe solo voluto piangere per liberarsi ancora un po’ di quel peso sul cuore che non riusciva a mandar via.  


***
Eccoci arrivati alla fine del primo capitolo... beh che dire... spero che un pò vi sia piaciuto!
Vi avverto che ovviamente le nostre protagoniste cresceranno abbastanza rapidamente, ma che ci tengo molto alla storia iniziale e alle piccolette <3
Detto ciò vi dico che avrei voluto fare una bella copertina su photoshop ma sul pc di casa non ho questo programma così mi sono accontentata di un collage di immagini che possano essere pertinenti alla storia. 
Inoltre invito chiunque abbia la vena artistica e abbia voglia di disegnare o comporre manip che potrebbero riferirsi alla storia ... che se vogliono possono mandarmele ed io le pubblicherò nel capitolo dove avete preso ispirazione e nel capitolo successivo che pubblicherò.
Spero che questa storia possa piacere a qualcuno e niente... aspetto qualche commento, che sia positivo o negativo.
Adesso credo che sia meglio lasciarvi.
Un bacio grande a tutti e grazie a chiunque sia arrivato fin qua. <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Don't you try to stop me. ***


<Era un dolore forte, più prepotente del mare d'inverno.
Impossibile da mandar via e troppo faticoso da poterlo domare e restare a galla.
Le onde erano alte e lei era tanto piccina.
Così per non soffocare aveva imparato ad essere di pietra, come uno scoglio.
E allora, il mare s'infrangeva prepotente contro di lei, bagnandola, ma senza annegarla.
Almeno era ciò che credeva.>







Finalmente era passato anche il Natale.
Santana , Brittany e Carolinne(una ragazza più grande che frequentava il terzo anno di liceo) erano le uniche ragazze ad essere rimaste al Saint Luis, anche il 24 e il 25 Dicembre.
Per entrambi i giorni le tre non si erano rivolte la parola.
Carolinne, sembrava sparita nel nulla. Non c’era mai, da nessuna parte.
Santana, era rimasta in camera sua nel più totale silenzio.
E Brittany, lei beh, avrebbe voluto i suoi genitori come le altre due e piangeva, era il primo Natale senza la sua famiglia.

Era ormai sera e Santana sospirò alla finestra, provocando un alone caldo sul vetro di ghiaccio.
L’immensa distesa delle terre del Saint Luis era ricoperta di neve ormai da settimane e faceva così freddo che ci si paralizzava.
Era finito il giorno di festa, tutto poteva lentamente tornare alla normalità.
Guardò il pacco regalo che le era arrivato firmato Babbo Natale, ma in cuor suo Santana era già convinta nonostante avesse solo sette anni che quel pacco fosse spedito dallo zio Fred.
Non lo aprì.
Ripensò alle sue compagne.
 Cosa aveva fatto Quinn a casa in questi giorni? Avevano passato il Natale insieme come l’anno precedente lei e Rachel?
Cosa stava facendo Margaret? I suoi le avrebbero finalmente comprato quella bambola che tanto desiderava? E Maya? Era riuscita a riabbracciare il suo cane?
E i nomi e le domande si susseguirono veloci.
Christel? Maria?Frankie? Hanna? Lavinia? Emily? Nicol?
Tanti nomi e l’amarezza che l’assaliva al petto.
E Brittany? Brittany cosa stava facendo dall’altra parte del corridoio?
Si sentì in colpa per non essere andata da lei per quei due giorni. Ma non avrebbe saputo essere di compagnia né di conforto! Era quasi convinta che fosse il suo primo Natale senza la sua famiglia.
Cosa avrebbe dovuto dirle?
Non sapeva nemmeno cosa voleva che le persone dicessero a lei. Era per questo che si chiudeva in camera evitando il mondo.
Si disse che era ora di smetterla di fissare il vuoto alla finestra. Si spogliò e si infilò sotto le coperte accendendo la televisione sul primo film natalizio che capitava.
Scosse la testa non avrebbe trovato pace quella sera. Voleva la sua mamma o il suo papà o il suo fratellone che la faceva sempre ridere.
Prese il carillon da sopra il comodino e lo poggiò al petto come se fosse una bambola da coccolare ‘Abuelita, te extrano mucho.’ (Nonnina, mi manchi molto). E qualche lacrima scivolò via dal suo controllo.
La sua nonna era morta un po’ prima che la tragedia s’infrangesse sulla sua famiglia. Ammalata e sofferente aveva preso una piccola Santana, di soli cinque anni appena compiuti, fra le braccia e le aveva sussurrato all’orecchio. ‘Piccola princesa , quando ti mancherò accorda il carillon e canta la nostra ninna nanna’ e la bambina l’aveva stretta forte, prima che qualche giorno dopo venisse a mancare.
Cercò di addormentarsi, di trovare pace in qualche modo fra quelle lenzuola fredde che di scaldarsi quella sera non volevano saperne.
Passarono minuti , forse ore… poi un tuono la fece sobbalzare. Aprì di scatto gli occhi ritrovandosi alla finestra un temporale venuto fuori dal nulla. Scosse la testa , nascondendola sotto le coperte.
Il temporale era forte e prepotente, sembrava volesse squarciare il cielo.
I lampi erano flash che rischiaravano la quiete notturna.
E poi un bussare incessante alla porta la fece scrollare. Si chiese se Miss. Cunningham avesse un po’ di buon senso e riuscisse ad evitare almeno quella sera il giro di controllo, dato che erano solo in tre e da due giorni erano chiuse nelle loro camere senza dar fastidio.
Si alzò nervosa e aprì la porta.
No, quella non era Miss. Cunningham. ‘Brittany?’
Brittany aveva solo la camicia da notte e i calzini ai piedi sembrava infreddolita e tremava piangendo stringendo al petto un unicorno di peluche. ‘Stai bene?’ Aveva continuato poi osservandola.
La biondina scosse debolmente la testa ‘è colpa del temporale..’ Santana boccheggiò prima che un tuono fece sobbalzare entrambe e Brittany non riuscì a trattenere un singhiozzo forte ed acuto.
‘Vieni entra…’ la invitò Santana prendendola per un braccio e trascinandola dentro la camera.
‘Non aver paura è solo pioggia …’ ma l’altra sembrava paralizzata.
‘Brittany?’ La bionda fissava le finestra impaurita ‘ti prego San, chiudi le tende’ Santana fece viaggiare lo sguardo dall’amica alla finestra un paio di volte e poi si diresse a chiudere le tende velocemente, mentre l’altra tiro un sospiro di sollievo.
‘Non c’è da avere paura…’ le aveva detto mentre si infilava nel letto e la invitava a fare lo stesso.
‘Non mi sono mai piaciuti i temporali. I lampi e i tuoni mi fanno troppa paura’ aveva ammesso stendendosi affianco all’altra sul lato destro per poterla guardare. Santana cercò di asciugarle la lacrime , doveva trovare qualcosa per distrarla. ‘Non piangere..’ le disse voltandosi un attimo e prendendo il carillon che poco prima aveva riappoggiato sul comodino.
L’accordò velocemente ‘Che cos’è?’ Chiese Brittany con la voce rotta dagli spasmi. ‘Un carillon. Me l’ha dato mia nonna prima di morire,suona una ninna nanna spagnola’ Brittany sembrò interessata all’argomento ‘ E’ anche lei su in cielo con gli angeli?’ Santana sorrise ‘Credo di si, era molto buona’ la biondina sorrise fra le lacrime , mentre l’altra si fece forza e aprì il carillon . La musica partì e quando fu il momento di cantare Santana raccolse tutte le forze che aveva per non scoppiare. Non era mai riuscita a ricantarla ad alta voce. Si sollevò quel poco che le bastava e cominciò ad intonare le strofe .

A la nanita nana, nanita ella nanita ella . Mi nina tiene sueno, bendito sea, bendito sea.’
Brittany la guardava incantata mentre Santana faceva rimedio ad occhi chiusi a tutte le sue forza per non scoppiare a piangere. Poi riaprì gli occhi incontrando quelli della bionda e sorrise dolcemente ripetendo la strofa . ‘A la nanita nana, nanita ella nanita ella. Mi nina tiene sueno, bendito sea, bendito sea.’
Cantò alzando un tantino la voce e accarezzandole i capelli.
‘Fuentecita que corre clara y sonora.’ Sollevò la mano e percosse un sentiero immaginario del suo ruscello , ‘Ruisenor que en la selva cantando llora. Calla mientras  la cuna se balancea. A la nanita nana, nanita ella.’
Con occhi colmi di emozione e il cuore che traboccava , Santana finì di cantare e sorrise di rimando a Brittany che sembrava persa in un’altra dimensione . ‘Adoro la tua voce Sannie.. è ancora più bella quando canti in spagnolo’ la naturalezza e la dolcezza che accompagnarono le parole di Brittany , rilassarono Santana che riuscì a rispondere con un flebile ‘Grazie Britt’ .
La bionda si alzò un tantino anche lei poggiandosi allo schienale del letto ‘Cosa significa la ninna nanna?’
Santana sorrise ancora ‘Beh nulla di particolare in realtà , ma è molto dolce e rilassante… comunque dice Alla piccolina, lei piccina, lei piccina… la mia bambina ha sonno, benedetta sia, benedetta sia’ canticchiò leggermente, le picchiettò un ditino sul nasino e sorrise a Brittany che continuava a guardarla come se avesse visto una magia. ‘Un ruscello che scorre, chiaro e sonoro..’ rifece lo stesso gesto di prima che faceva sempre la sua nonna e che Brittany di riflesso cominciò a fare anche lei. ‘Un usignolo nella giungla, cantando piange. Calma mentre la culla fa l’altalena. Alla piccolina, lei è piccina’
‘è un immagine molto bella’ disse Brittany con occhi sognanti ‘immagino una mamma che vicino ad un ruscello chiede la benedizione per la sua bambina che si sta addormentando, e un usignolo che canta’
Santana sorrise , rendendosi conto che nonostante il temporale non abbia cessato un attimo di far tremare le finestre dell’istituto sembrava ben lontano dalla mente di Brittany. ‘Già, però l’usignolo piange..’ rispose Santana trovando immediatamente triste la cosa ‘Si, ma non dice che è disperato. Forse è commosso dalla scena.’ Brittany era così cercava sempre il bello nelle situazioni. Il buono che il mondo poteva offrirle.
Fin dalle piccole cose. E da quel giorno per Santana quell’usignolo sarebbe stato sempre commosso e mai disperato. E così ogni giorno si ritrovava ad amare sempre un po’ di più il modo che aveva la piccola biondina di guardare al mondo.
Scivolarono nuovamente sotto le coperte, Santana riposò il carillon e si avvicinò all’altra. ‘Mi nina tiene sueno bendito sea, bendito sea.’ Le sussurrò e Brittany sorrise sentendo come l’altra avesse utilizzato quella frase dedicandogliela. Poi le porse il mignolino e aspettò che l’altra lo stringesse contro il suo. Santana lo fece sorridendo e abbandonando le mani sul cuscino. ‘Dormi BritBritt..’ e la biondina chiuse i suoi occhietti chiari e si rilassò, lasciandosi cullare dalle lenzuola ormai calde e dal respiro regolare della sua amichetta che non la faceva sentire sola.

Finite le feste, ricominciarono le lezioni e con loro tornarono tutte le loro compagne.
Santana era in fondo al corridoio vicino all’atrio con la testa nel suo armadietto cercando fra le tante cose una penna rossa. ‘Ehy Santana..’ una biondina tutto pepe e con gli occhi più verdi della divisa che indossava le saltò letteralmente addosso ‘Io e Rachel vi abbiamo preso un regalino a te e Brittany’ in quei mesi, Brittany aveva legato anche con le altre due. Aveva descritto Quinn come una fata madrina e Rachel come il grillo parlante fastidioso, ma buono di Pinocchio. Già le voleva bene.
‘Quinn lasciami mi fai cadere’ cercò di scrollarsela di dosso l’ispanica che rischiava di perdere l’equilibrio. Quinn lasciò la presa ‘quanto sei acida Lopez’ poi le aveva sorriso e le aveva preso una mano trascinandola all’armadietto di Rachel ‘Ciao San, dov’è Brittany dobbiamo darvi una cosa’ Santana scosse la testa e cercò velocemente con lo sguardo la bionda , non trovandola. ‘Ragazze quante volte devo dirvi che non voglio regali a Natale?’ Le altre due sbuffarono all’unisono ‘ma non esiste che ti lasciamo senza un pensierino a Natale!’ Aveva esclamato Rachel. ‘Andiamo Hobbit cosa puoi avermi mai regalato di così importante da non poterne fare a meno con il gusto dell’orrido che ti ritrovi?’ Quinn spalancò la bocca e Rachel abbassò la testa ‘Santana!’ La richiamò la bionda ‘Sei cattiva Santana..’ aveva poi sussurrato triste Rachel.
Quinn poi aveva sgranato gli occhi e aveva intimato un ‘ssshh… ascoltate’ e le altre due placarono gli animi e tesero le orecchie.
Si sentivano delle urla e qualche lamento, ma non si riusciva a capire cosa dicessero con il vociare insistente delle loro compagne lungo i corridoi. ‘E’ da questa parte’ aveva poi intuito Rachel prendendo per mano prima Quinn e poi Santana che non si sottrasse, ma la seguì.
E le voci si fecero velocemente più chiare ‘Sei una stupida! Non ci saranno fate o angeli a proteggerti ’ era Lavinia, era odiosa. La voce proveniva da un aula in fondo al piano. ‘ Tu non capisci Lavinia, tu non puoi capire’ aveva detto una voce rotta dal pianto che fece tremare il cuore di Santana.
‘E’ Brittany?’ Aveva chiesto Quinn e Santana non rispose nemmeno, semplicemente corse velocemente trascinandosi le altre due. Brittany era appoggiata ad un banco della prima fila e Lavinia era di fronte a lei che la strattonava. ‘Lavinia, toglile le mani di dosso’ Lavinia sorrise nervosa ‘altrimenti che fai cara Lopez?’ Chiese girando la testa e incontrando il suo viso teso e duro. Santana si avvicinò velocemente e senza dargli il tempo di riflettere la spinse via dall’amica lasciandola indietreggiare e finire contro un altro banco. ‘Questa me la paghi Lopez, vedrai quando parlerò con Miss. Cunningham!’ Aveva esclamato furiosa l’altra.
Quinn e Rachel corsero da Brittany che si rifugiò nelle braccia della più piccoletta.
‘Ah si? E cosa hai intenzione di dirle che stavi aggredendo Brittany o cosa?’ Lavinia scosse la testa ‘non la stavo aggredendo, Brittany è una deficiente convinta che esistano fate ed orchi e convinta che i suoi genitori possano essere diventati angeli’ per Santana fu troppo. Si scaraventò letteralmente contro l’altra facendola finire per terra ‘non ti azzardare Lavinia! Non parlare di lei in questo modo!’ Aveva urlato con tutto il fiato che aveva , ma Lavinia approfittò che l’altra affannasse nervosa per invertire la posizione. ‘Altrimenti che fai Lopez? Mi mandi gli orchetti cattivi? O i tuoi genitori con gli angeli?’ E per Santana fu troppo . Senza rendersene neanche conto la sua mano si alzò e schiaffeggiò veloce la guancia dell’altra
‘Non ti permettere di nominarli e non ti permettere più di parlarci così. Riuscissi solo un tantino a vedere il mondo come lo vede Brittany , saresti una persona cento volte meglio!’ Detto ciò cercò di alzarsi , ma Lavinia sembrava fare pressione .
‘Ti prego Quinn fermale..’ aveva chiesto Brittany supplicando l’altra di intervenire e Quinn aveva racimolato tutte le sue forze per affrontare quelle due furie. ‘Adesso basta!’ Aveva urlato a pochi centimetri da loro ‘Smettetela!’ Poi aveva preso con forza Lavinia dalle spalle e l’aveva spinta lontana dalla sua amica.
Santana strinse gli occhi poi si alzò nervosa e senza voltare lo sguardo verso nessuno scappò fuori dall’aula.
Doveva piangere se non voleva impazzire e doveva farlo il prima possibile. Si rifugiò sotto le scale e si lasciò andare per qualche secondo, sperando che le lacrime si arrestassero presto, dato che le sue amiche erano corse a cercarla. Sentiva che la chiamavano e sentiva il ticchettio veloce delle ballerine sul marmo.
Così si fece forza e si asciugò più volte le lacrime velocemente per poi correre nel primo bagno a sciacquarsi il viso. Dopo poco una testina bionda entrò nel bagno, mentre Santana la osservava dallo specchio.
‘Santana..’ sussurrò dolcemente , mentre ancora affannata si avvicinò a lei.
‘Dove sono Rachel e Quinn?’ Aveva chiesto Santana preoccupata. ‘Oh, ti stanno cercando , aspetta che vado a chiamarle’ fece per voltarsi, ma Santana la bloccò ‘No, aspetta. Non chiamarle.’ Il suo tono le ricordò tanto una supplica. Brittany annuì non capendo bene perché di quella richiesta.
‘Hai pianto?’ Chiese mentre Santana si asciugava velocemente il viso ‘Non dirlo a Rachel e Quinn’ la biondina le accarezzò un braccio ‘Ok… Sannie?’ l’altra alzò lo sguardo ‘Si…?’
‘Grazie per avermi difeso, nessuno l’aveva mai fatto per me a parte la mia mamma e il mio papà.’ Santana sorrise dolcemente ‘so di essere strana a volte e che dico tante cose , forse anche troppe, ma…’
Brittany cominciò a parlare freneticamente e a gesticolare in modo buffo ‘Ehy, le pensavo davvero le cose che le ho detto. Non sei strana né stupida!’ Brittany sorrise dolcemente lusingata e commossa.
Poi le schioccò un bacio sulla guancia e le prese il mignolo. ‘Andiamo Quinn e Rachel vogliono darci qualcosa.’

‘Andiamo San, accetta il regalo.’ L’ispanica sbuffò per l’ennesima volta poi accettò il sacchettino bordò e si sedette insieme alle altre sul letto di Quinn . ‘Avanti aprite…’ le aveva incitate Quinn.
Quinn e Rachel erano figlie di due vecchi amici militari, entrambi sempre in viaggio. Si conoscevano fin dalla nascita. A Natale solitamente le famiglie delle due si riunivano anche se una era Ebrea e l’altra Cristiana.
Era semplicemente un modo per passare insieme il tempo e di viversi quando potevano un po’ di quello che era la loro famiglia.

Brittany e Santana aprirono contemporaneamente il sacchetto lasciando scivolare poi il contenuto sulla trapunta blu del letto. ‘E’ un braccialetto!’ Esclamò entusiasta Brittany. Poi lo prese fra le mani e l’osservò.
‘Si, è un braccialetto e questo ciondolo ci terrà unite per sempre…’ aveva risposto Rachel indicando uno charm a forma di tessera di puzzle che pendeva mentre Brittany teneva il braccialetto alle due estremità. Santana sorrise era carino. ‘Vedete…’ Quinn si tolse il braccialetto dal polso mostrando che l’aveva anche lei e lo stesso fece Rachel. Quinn prese tutti e quattro i braccialetti e unì i ciondoli che insieme formavano il quadrato di un puzzle. Su ogni charm c’era incisa l’iniziale del loro nome e dietro più piccole erano incise le lettere delle altre tre. Santana rimase a fissare il quadratino, sorridendo nel vedere le lettere vicine.
‘E’ bellissimo!’ Esclamò Brittany sorridendo felice ‘Si, ma non è finita! Se lo giri dietro ci sono le nostre iniziali.’ Disse per poi indicare se stessa e le due brune al suo fianco. Santana fece lo stesso gesto di Brittany e passò delicatamente il dito sull’argento scolpito.
‘Grazie..’ disse soltanto a sguardo basso e tremendamente imbarazzata.
‘Aspettate puoi ridirlo devo farti un video!’ Esclamò Rachel scherzando. ‘Andiamo Rach , per una volta che non fa la stronza vuoi farla incavolare?’ Aveva sbottato Quinn. ‘Stavo solo scherzando’ aveva risposto Rachel offesa ‘oh falla scherzare Fabray perché non so se lo potrà rifare ancora…’ sorrise alzando lo sguardo e poi le urlò scherzando ‘ una volta che l’avrò presa!’ Santana si portò a cavalcioni sull’altra che era ricaduta con la schiena sul materasso. Spaventata fece un urletto che soddisfò Santana facendola ridere divertita ‘Andiamo fate le brave…’ la voce di Brittany arrivò delicata alle altre due che si fermarono nel loro giochetto e la guardarono cambiando velocemente espressione, diventato improvvisamente dolci.
‘Al mio tre Brittany….1.2…3!’ Esclamò Quinn e Brittany urlò soddisfatta e felice ‘Guerra coi cuscini!’ e scaraventò un cuscino contro le sue amichette more.
‘Ahi Brittany!’ Esclamò nervosa Rachel. Ma Quinn e Brittany cominciarono a ridere di gusto e le altre due si lasciarono andare, ridacchiando sommessamente. ‘Ah… è così allora?’ Santana prese un cuscino e poi ne passò un altro a Rachel spostandosi dal suo corpo. Poi velocemente mentre le altre erano ancora prese dalle risate sferrò il primo colpo contro                 Quinn. La bionda si riscosse visibilmente scombussolata e poi ridendo cominciò a prenderla a cuscinate anche lei. La cosa non finì lì e la guerra coi cuscini ebbe fine solo dopo circa un quarto d’ora , quando tutt’e quattro le bambine erano sfinite e senza fiato.
‘Grazie ragazze, questo è stato il primo Natale senza i miei. Beh se non fosse stato per voi e soprattutto per te San…’ disse guardandola dolcemente mentre l’altra era stesa con la testa sulla pancia di Quinn ‘non so se ce l’avrei fatta. Probabilmente sarei impazzita o soltanto Dio sa cosa .’ Poi abbassò lo sguardo mentre lottava affinché gli occhi continuassero a contenere le lacrime. ‘Ma siamo qui Brittany e non ti lasceremo .’
Cercò di rassicurarla Rachel che si era messa seduta come lei e le stava accarezzando i capelli. Santana si alzò e si mise seduta al suo fianco la guardò dolcemente e le prese il mignolo che era abbandonato sul letto. E non c’era bisogno di parole. Brittany poggiò la testa sulla sua spalla e sorrise incrociando gli occhi con quelli di Quinn.
Faceva ancora tutto troppo male, ma almeno sapeva di non essere sola.

Quell’estate era stata sicuramente migliore della precedente pensò Santana.
Il collegio portava le ragazze che non tornavano a casa, in piscina almeno due volte a settimana.
A Santana piaceva nuotare e il fatto che potesse andarci con Brittany, Quinn e si anche con quella rompiscatole della Berry l’aveva fatta felice.
Era Luglio faceva caldo e la piscina distava solo altri dieci metri per fortuna, ma Brittany era stranamente silenziosa quel giorno. ‘Britt, c’è qualcosa che non va?’ Le aveva chiesto mentre mano nella mano , camminavano in fila per New York. La bionda scosse il capo e lei rassegnata continuò a camminare.
In estate la divisa era sostituita da un vestitino rigorosamente verde smeraldo lungo fin sopra il ginocchio e ballerine in tessuto bianche o nere.
Arrivate in piscina si spogliarono velocemente, mentre il sole cocente riscaldava la loro pelle. Poi furono travolte da Rachel che saltellava contenta come non mai.
‘Ci tuffiamo tutte insieme?’ Aveva chiesto alle altre tre che annuirono. Santana se ne accorse, Brittany sorrideva a stento e la cosa era sempre più strana. A quest’ora di solito saltellava irrequieta da una parte all’altra e l’ispanica si sarebbe aspettato un entusiasmo pazzesco alla domanda di Rachel.
Quinn prese la mano di Rachel e quella di Santana, mentre Santana prese la mano di Brittany stringendola forte. ‘Andiamo… al mio tre…1…2…3.’ Le quattro presero una breve rincorsa e si tuffarono in acqua.
‘Ragazze fate piano’ aveva esclamato Miss. Holiday! In estate Miss. Cunningham non si vedeva quasi mai.
Non le piaceva portarle in piscina e allora ci andava sempre Miss. Holiday che adorava vederle giocare felici e spensierate.
Santana e Quinn si spruzzavano l’acqua mentre Rachel diceva che dovevano stare attente che l’acqua non le finisse alla gola, il cloro avrebbe potuto danneggiarle le corde vocali. Allora Santana e Quinn sbuffarono nuovamente e cominciarono a sommergerla d’acqua.
Ma poi le risate di Santana finirono notando Brittany appiccicata al bordo della piscina che con sguardo basso si lasciava cullare dall’acqua. Si avvicinò lasciando Quinn ad affogare Rachel.
‘Ehy BritBritt è da questa mattina che stai così…’ Brittany alzò le spalle. ‘Non ti va di giocare?’ la bionda scosse il capo. ‘ Andiamo non mi diverto senza di te e poi se non ci sbrighiamo rischiamo di lasciare Rachel affogare per davvero’ disse girandosi verso le altre due che continuavano a scherzare. Brittany si voltò preoccupata verso le due amiche e sospirò di sollievo vedendo che giocavano soltanto, si rigirò ‘Non mi va San…’ Santana annuì ‘vuoi dirmi il perché?’ Chiese a bruciapelo… ma Brittany non si scompose per niente, scosse la testa ‘Non ci riesco…’ Santana sospirò. ‘Ok, non vuoi parlare, non vuoi giocare, ma posso restare qui con te?’ Brittany accennò un sorriso e annuì ‘ma non vuoi giocare?’ Le aveva chiesto meravigliata. ‘Non va nemmeno a me se tu sei qui sola e triste.’
Brittany le sorrise prendendole il mignolo e poi appoggiò la testa sul bordo, cercando di mandar via l’angoscia che le aveva preso d’assalto lo stomaco.
A Santana non piaceva quello sguardo triste e quel muso lungo che Brittany non aveva mai avuto per così tanto tempo. Era troppo triste e lei non sapeva che fare.
Passarono tanto tempo in quella posizione finché non arrivarono nuovamente Quinn e Rachel
‘Ragazze che fine avete fatto? Vi stiamo cercando da tanto…’ Quinn gesticolava tanto e l’acqua si alzava troppo per i gusti di Santana che aveva trovato un certo equilibrio di relax.
‘Io esco ragazze, voglio stendermi un po’.’ Brittany cominciò a nuotare e poi risalì le scalette della piscina ‘Brittany ti senti bene?’ Le aveva chiesto Rachel e lei semplicemente annuì.
‘Britt aspetta…’ l’aveva richiamata Santana , ma la bambina si era inginocchiata arrivandole con il viso ad un palmo dal naso. ‘Resta Sannie.. io mi sento un po’ … e grazie,per prima’ l’altra restò di sasso e la lasciò andare per poi zittire Rachel che aveva ripreso a parlare di Funny Girl con una spinta sott’acqua.
Non poteva sopportarla quando attaccava a parlare dei suoi musical preferiti.
Restò in acqua ancora un po’ , poi con una scusa uscì dalla piscina alla ricerca della sua amichetta bionda.
Brittany era seduta su un muretto in pietra che doveva scottare parecchio , con un’ asciugamano sotto il sedere e i piedi che dondolavano giù. ‘Brittany..’
‘Non dovresti essere in acqua a giocare?’ Santana si sedette accanto a lei sull’asciugamano ‘non volevo…’
Brittany annuì e poi in un soffiò le chiese dolcemente ‘ ti posso abbracciare?’ E l’altra spiazzata da una richiesta mai dovuta fare prima, semplicemente l’attirò a sé e la strinse forte.
E Brittany scoppiò a piangere scossa da mille singhiozzi trattenuti . ‘Va tutto bene BritBritt’ diceva Santana anche se non sapeva per cosa la stesse consolando.
‘E’ passato un anno. Oggi è già un anno che sono volati in cielo’ e Santana l’aveva stretta forte mentre gli occhi cominciarono a pizzicarle forte. Sapeva come ci si sentiva, sapeva quanto tutto il dolore accumulato volesse esplodere in quei giorni dove il pensiero era fisso a loro.
‘Dio Brittany… mi dispiace così tanto’ l’altra annuì mentre i singhiozzi non cessavano di farla tremare ‘lo so Sannie…’ Non seppero mai stabilire quanto tempo rimasero in quella posizione,l’una fra le braccia dell’altra. Santana dedusse che non fu sicuramente poco dato che quando si staccarono le girava la testa e le facevano male le braccia per quanto avesse stretto l’altra.


‘Ehy Brit…’ Brittany era nel parco del Saint Luis in ginocchio dietro un cespuglio ‘guarda Sannie, non è adorabile?’ Santana si sporse a guardare oltre la bionda . Un gattino era disteso fra le foglie mentre la bambina lo accarezzava ‘è carino..’ aveva risposta Santana molto meno entusiasta dell’altra. ‘Si chiama Lord Tubbighton!’ Santana rise ‘Lord che?’ Continuò ridendo ‘Lord Tubbighton!’ Esclamò l’altra. ‘Il punto è che deve essere nato da poco e mi sa che non riesce più a trovare la mamma..’ Santana le accarezzò i capelli in un gesto ormai automatico ‘benvenuto del club micetto…’ aveva detto sporgendosi in avanti e dandogli una carezza giocosa. Brittany rise e poi la guardò teneramente imbarazzata ‘mi dispiace per oggi in piscina.. non volevo rovinarti la giornata’ Santana scosse la testa, facendo ondeggiare la sua coda di cavallo ‘No, no Brittany cosa dici… va tutto bene, non pensare a scusarti neanche per scherzo.’Brittany sospirò e continuando ad accarezzare il gatto cercò di parlare dosando le parole ‘Meriti di sapere il perché almeno’ Santana fissò i suoi occhi in quelli chiari e limpidi dell’altra ‘credo di averlo già capito.. non devi sentirti in obbligo di dirmi niente.’ Brittany era rigida con lo sguardo sofferente. ‘Ma voglio farlo…’prese un lungo respiro e riprese a parlare a testa bassa ‘l’anno scorso a quest’ora c’era il temporale..un maledetto temporale estivo. Eravamo alla casa sulla spiaggia in Carolina.’ Poi guardò Santana ‘Al mattino eravamo stati in spiaggia con il signore e la signora Coleman, due nonnini che ritrovavamo sempre d’estate. Ma poi al ritorno a casa scoppiò il temporale e mio padre mi chiuse in camera, mentre lui e mia madre richiudevano tutte le finestre. Era pericoloso perché poteva esserci il pericolo di uragani o trombe d’aria.’ Santana la guardava sconcertata e preoccupata. Le si bloccò ancora il fiato alla gola e bruciava terribilmente. Capì perché quella notte tra il 25 e il 26 Dicembre, quella bambina dolce e allegra sembrasse così sconvolta . ‘Così io rimasi chiusa a guardare il mare dalla finestra che diventava sempre più alto. Li vidi uscire e mio padre urlava di non andare che era pericoloso e che sicuramente il Signore e la Signora Coleman non erano ancora in spiaggia.’ Brittany dovette farsi forza , respirò ancora a lungo ,mentre l’altra incapace di fare altro le si era semplicemente avvicinata un po’ di più e le aveva messo una mano tremante sulla gamba. ‘Mia madre urlava che non si sarebbe mai perdonata se fosse successo loro qualcosa. Mio padre diceva che era folle ed io urlavo da matti cercando di dirgli di venire a riprendermi e di non litigare lì fuori, mi faceva così paura.’ Alzò lo sguardo mentre le lacrime ormai avevano preso il sopravvento. Gli occhi di Brittany sembravano essere ancora più chiari ed intensi, seppur di un sentimento negativo, cominciò a singhiozzare e  con una forza che Santana pensò di non poter possedere mai riprese a parlare ‘ È stata una palma a crollare.. finì su entrambi ed io non so per quanto tempo ho urlato a quella finestra. Avevo capito cos’era successo, ma il mio cuore non voleva accettare. Così urlavo di non andare via, di non lasciarmi sola , che gli volevo bene.’
Brittany lasciò andare il gattino tirandosi le gambe al petto e affondando la testa fra le ginocchia.
L’ispanica si sentì così piccola ed insignificante in quel momento. L’abbracciò , la strinse forte contro di sé e trattenne per l’ennesima, le tante lacrime che rimanevano sempre imprigionate davanti alle sue iridi per poi essere ricacciate dentro. Alla stretta forte della mora, Brittany ne afferrò un braccio con la mano stringendolo forte come a volersi aggrappare a qualcosa pur di non precipitare.
Santana affondò il viso sulla nuca dell’altra ispirando profondamente quell’odore di fragola cercando di calmarsi. ‘Io ti capisco..’ aveva sussurrato quasi non volendo che l’altra sentisse, ma Brittany sentì.
Annuì ‘Io lo so..’ le rispose semplicemente , per poi sciogliere quella posizione e rigirarsi e abbracciarla anche lei. ‘Ti voglio bene’ e Santana giurò di aver sentito il cuore sussultare e la sua stretta diventare serrata intorno all’altra.


Un pomeriggio di metà Settembre.
Santana era stesa a pancia in giù , sull’erba fresca appena tagliata sotto un albero di mele del grande parco del Saint Luis. Era assorta, con lo sguardo concentrato sul libro aperto che teneva fra le mani.
Il peso sui gomiti e i capelli che scendevano dolcemente sulla spalla destra.
Le gambe piegate che cominciarono a dondolare, prima l’una e poi l’altra.
‘Sannie…’ Brittany era arrivata saltellando da un piede all’altro sull’erba, i capelli raccolti in una treccia sulla destra , con qualche ciuffo che fuoriusciva dall’acconciatura. ‘Ehy…’ aveva risposto sorridente la moretta alzando lo sguardo. ‘Che cosa leggi?’ Brittany strinse gli occhi cercando di leggere le parole sul libro, ma erano troppo piccole da lassù ‘Alice in Wonderland’ aveva poi risposto l’altra poggiando il libro sul terreno. La bionda sorrise entusiasta ‘Io adoro quella storia, mio padre mi ha letto tante volte il libro e conosco il film della Disney a memoria’ con un saltello scese giù e si sedette sull’erba ‘Leggeresti ad alta voce?’ Le aveva poi chiesto poggiando una mano sulla sua spalla. Santana sorrise dolcemente , abbassò lo sguardo e poi annuì. Brittany contenta di poter ascoltare una delle sue storie preferite, saltello sul posto e poi appoggiò la schiena alla corteccia dell’albero.
Santana scosse la testa ridendo e poi ricominciò a leggere da dove aveva lasciato.
Chi sa se un giorno avrebbe raccolto intorno a sé altre bambine, per fare che i loro occhi brillassero come stelle al racconto del suo (oramai tanto lontano) viaggio nel Paese delle Meraviglie.’
Paese delle Meraviglie’ aveva finito la frase con lei Brittany. ‘Lo conosci a memoria?’ La bionda alzò gli occhi al cielo evitando il suo sguardo ‘già… quasi tutto’ Santana si era incantata a guardarla cercando di capire quanti ricordi cominciassero a riaffiorare nella mente dell’altra. ‘Però continua.’ L’aveva poi riscossa la voce di Brittany.
Chissà se avrebbe saputo partecipare, ancora con lo stesso cuore ai piccoli dispiaceri e alle loro semplici gioie, nel ricordo della sua vita di bambina e dei suoi felici giorni d'estate.’ E qui fu Santana a fermarsi, sapeva che il suo cuore non era più lo stesso. I suoi ricordi delle felici estati con la sua famiglia erano così irraggiungibili che sarebbero stati vani tutti gli sforzi per poterli rivivere anche soltanto con il pensiero.
‘Non finisce così…’ aveva protestato la bionda per poi fissarla, mentre l’altra a sguardo basso e con le mani rigide non riusciva più a parlare. E allora si avvicinò lentamente intuendo i suoi pensieri. Le mise due dita sotto il mento facendogli alzare lo sguardo ormai colmo di lacrime non versate.
‘E’ proprio la prossima frase che dovresti leggere sai?
Lei era certa che Alice ne sarebbe stata capace.’ Fissò i suoi occhi in quelli scuri dell’amichetta e deglutì perchè anche per lei era difficile ‘Ed io sono convinta che tu ne sia capace’.
Santana si ritrovò a boccheggiare, sentendo l’aria divenire pesante improvvisamente.
Come faceva Brittany? Come riusciva a leggerla dentro?
Le girava le testa , il suo sguardo sembrava stralunato.
 
Trippin out  
Spinning around 
I'm underground ,
I fell down 
Yeah I fell down.


Fare un passo falso
girare vorticosamente
sono sotto terra,
Sono caduta
si, sono caduta.
Brittany le prese le mani che tremavano frenetiche stringendo ancora il libro.
C’era qualcosa che non andava. ‘Ehy, ehy… ti senti bene?’ Brittany cominciò ad allarmarsi, non aveva mai visto Santana cambiare espressione così velocemente. ‘Io non sono Alice, Brittany’ aveva detto in un sussurro talmente leggero che se la bionda fosse stata solo pochi centimetri più distante sicuramente non l’avrebbe sentita ‘No, che non sei Alice. Ma se si può essere convinti che possa farlo una stralunata come Alice, mi chiedo come faccio a non essere convinta che ce la possa fare tu.’
Brittany era davvero intelligente. Santana non capiva come potessero darle della stupida. Lei riusciva sempre a trovare una soluzione, una parola saggia, qualunque cosa potesse essere d’aiuto l’altro.
La biondina le tolse il libro dalle mani poggiandolo sull’erba, poi si avvicinò di più all’altra e le fece poggiare la testa sulle sue gambe. Santana non oppose resistenza, non riusciva ad imporsi a quell’uragano biondo che in meno di un anno le aveva stravolto il suo mondo cupo e scuro.
Brittany era luce. Una luce forte ed accecante.
Prese ad accarezzarle i boccoli scuri tenuti fermi solo da un nastrino verde.
 ‘Respira Sannie.’ Sussurrò spaventata. Doveva far qualcosa per distrarla. Prese a sfogliare velocemente il libro cercando una frase che somigliava più ad uno scioglilingua che ad una riflessione e che tanto la faceva ridere. ‘Ascolta questa e dimmi se questo libro non è folle…’ Santana annuì a corto di fiato mentre affondava il viso nelle gambe dell’altra.
Se viceversa così fosse, potrebbe essere; e se così non fosse, sarebbe; ma dato che non è, non si dà.’ Santana sorrise debolmente. Si                , quella bambina sapeva farci.
‘Sai… nel cartone Alice dice una cosa simile che mi fa tanto ridere .Dovrebbe esserci anche nel libro, ma non riesco a trovarlo.’ Disse sfogliando le pagine ‘ Fa le faccette buffe la bimba del cartone.’
Santana si rigirò , mettendosi a pancia all’aria ‘Cosa dice?’ Lo sguardo curioso , anche se le labbra tornarono ancora serrate. Brittany fu felice di essere riuscita a distrarla e così continuò a parlare , imitando la bambina bionda del cartone. ‘Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa! Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe!’
Santana cominciò a ridere e Brittany fu così felice che quasi non saltò letteralmente dalla gioia.
‘ E se ce l’avessi tu questo mondo Britt? Che cosa non sarebbe ciò che è , e viceversa?’ Brittany ci pensò su un attimo e poi la guardò eccitata ‘ Se avessi un mondo come piace a me … Rachel parlerebbe di meno! Lord Tubbinghton parlerebbe la nostra lingua così che quando ci parlo le altre non mi direbbero che sono matta!’
‘Tu , non sei matta! E se io avessi un mondo come piace a me… anche nel mio Rachel parlerebbe meno!’ E poi rise ancora, mentre Brittany la spinse ad alzarsi e poi si alzò in piedi , le prese le mani e le fece fare lo stesso. ‘Se io avessi un mondo come piace a me, Miss. Cunningham sarebbe una donna dolce e simpatica e Maya non lascerebbe tutta la camera disordinata’ Brittany cominciò a girare tenendole ancora le mani e facendo un lento girotondo. ‘Se io avessi un mondo come piace a me , Quinn non riuscirebbe a tenermi testa e riuscirei a fare tre piroette a lezione di classico!’ Brittany strinse gli occhi pensandoci e poi cominciò a parlare girando un po’ più forte ‘E nel mondo come piace a me, si mangerebbe tutti i giorni zucchero filato e caramelle… una montagna di dolci da arrivare fino alle nuvole’ Santana abbassò la testa ricordando chi c’era sulle nuvole della loro fantasia ‘non fermarti San… avanti…’ l’aveva incitata l’altra , la mora prese un respiro ‘nel mondo che piacerebbe a me si potrebbe scalare quella montagna di dolci e arrivarci fin sopra le nuvole.’ Brittany annuì ‘già..’
I'm freaking out, where am I now? 
Upside down and I can't stop it now 
Can't stop me now, oh oh 
I, I'll get by 
I, I'll survive
 

Sto impazzendo, dove sono ora?
A testa in giù e non posso a fermarlo adesso.
Non riesco a fermarmi ora
Io , io me la caverò
Io, io sopravvivrò


Le mani di Santana erano di nuovo rigide e l’altra aveva così paura che decise di continuare con quel gioco , riprendendo a girare più forte ancora. ‘Nel mio mondo ci sarebbero unicorni per volare e uno film della Disney ogni settimana’ il sorriso di Santana ricomparve anche se debole  e soltanto accennato e la biondina sospirò di sollievo. ‘Se io avessi un mondo come piace a me… tutto sarebbe azzurro e giallo oro’ Brittany, rise. Sapeva il perché di quei colori e ne fu tremendamente felice. ‘E ci sarebbe musica a tutte le ore…’ aveva poi detto sgranando gli occhi azzurri.
‘si, a tutte le ore…’ aveva risposto Santana. ‘ Si andrebbe a lezione solo per due ore al giorno e si canterebbe tutto il giorno’  Brittany rise. Santana rise.  ‘E’ proprio un bel mondo sai San?’
‘Già, BritBritt . Bellissimo’ e poi Santana aveva accelerato quel giro troppo forte e dopo pochi secondi erano entrambe finite a terra l’una accanto a l’altra ridendo forte.
 
When the world's crashing down 
When I fall and hit the ground 
I will turn myself around 
Don't you try to stop me 
I, I won't cry 

Quando il mondo starà per crollare,
quando cadrò e sbatterò a terra
mi solleverò.
Non tentate di fermarmi.
Io, io non voglio piangere

Santana non rideva così da tempo. Faceva così male che si chiese per quanto tempo sarebbe riuscita a reggere quella dolce agonia. La gola pizzicava , gli occhi scuri bruciavano e il fiato era scomparso nuovamente. Le sembrava di soffocare. Ma spinse forte quelle risate impossibili da trattenere, così forte che poi penso di scoppiare.
‘Santana..’ Brittany la prese per le spalle. ‘Ehy guardami… respira’ Brittany sembrava in preda al panico, la scuoteva forte . Solo allora Santana si accorse che non stava più ridendo che i crampi allo stomaco erano aumentati e che probabilmente l’aria nei suoi polmoni si era congelata.
Alzò lo sguardo verso la bionda che era sull’orlo di una crisi di pianto ‘Vado a chiamare aiuto, torno subito’ le aveva detto incastrando i loro sguardi, ma Santana fu come riscossa da quelle parole ‘No. Ti prego, non andartene…’aveva soffiato debolmente che Brittany credette di averlo immaginato ‘ Ho paura’ aveva continuato la mora. Non si era mai sentita così, non che non fosse stata male così tante altre volte, ma era sempre riuscita a scappare e a piangere quanto voleva. Ma con Brittany di scappare non se ne parlava. Non riusciva a farlo, allontanarsi dalla bionda faceva doppiamente male. Non era mai successo di sentirsi così in sua presenza e non riuscire a controllarlo, ma adesso era come precipitare. Aveva paura e tremava. Tremava più forte delle foglie al vento.
Brittany era spaventata, aveva solo otto anni, che cosa avrebbe potuto fare?
‘Non aver paura… è un attacco di panico…’ Santana aveva cercato di rassicurarla dopo averla vista spaventata forse più di lei. La sua voce era poco più di un sussurro e il fiato era così corto che sembrava avesse l’asma.‘E cosa posso fare per aiutarti?’ Insisteva Brittany prendendole le mani cercando di fermarle. ‘Non lo so, forse niente. Mi succede perché non riesco a piangere…’ poi ispirò ancora ‘non davanti agli altri’ Brittany allora capì. Capì perché quella volta era fuggita , quando a lezione si parlava della famiglia. Capì perché tante volte le si spezzava il respiro improvvisamente e perché proprio quando lei si aspettava che l’altra scoppiasse in lacrime , questo non avveniva mai. ‘Sannie..’ pronunciò dolcemente avvicinandosi di più. Si mise al suo fianco e la spinse contro di lei facendola appoggiare sul suo petto.
‘Puoi piangere, io non ti giudicherò, non potrei farlo sono una frignona’ il respiro di Santana prese a rallentare . Brittany si sentì nuovamente sollevata ‘non aver paura di mostrarti debole, non con me. So ciò che significa, io ti starò solo accanto’. Le accarezzò i capelli fin quando il respiro dell’altra cominciò a regolarizzarsi pian piano ‘respira San, non tenerti tutto dentro, la mamma diceva che fa doppiamente male’.
E Santana scoppiò in un singhiozzo assordante che scosse entrambe.
Brittany la strinse forte, lasciando scivolare qualche lacrima per la tensione.
Il pianto disperato e rumoroso di Santana , spezzò il cuore alla povera biondina che si sentì ad un tratto più piccola di quanto già non fosse.
Santana prese a stringere la stoffa della camicetta di Brittany , come se potesse ricavarne la forza necessaria per non impazzire.
‘Sannie, va tutto bene… e non vado via’ Brittany si accorse della stretta possessiva dell’altra e di come sembrasse aver paura di lasciarla andare. ‘Non ti lascio sola’ aveva poi aggiunto, sapendo quanto l’altra come lei dovesse sentirsi male al pensiero che ormai aveva perso la sua famiglia.
E Santana piangeva, piangeva finalmente aggrappandosi a qualcuno con tutte le sue forze.
Se avesse potuto l’avrebbe tenuta così stretta al petto per sempre.
Poi lentamente, molto lentamente, dopo che passarono minuti che sembrarono eterni. I singhiozzi si placarono leggermente e l’ispanica si sentì in pace con se stessa, mentre la stretta intorno all’altra si allentava un pò e il vento di Settembre le accarezzava le guance bagnate.
Brittany sospirò ancora di sollievo e continuò ad accarezzare quei capelli che tanto le piacevano.
‘Stai meglio?’ Le sussurrò baciandole la testa e l’altra annuì semplicemente.
Poi Santana si fece forza e si allontanò da lei di qualche centimetro per guardarla negli occhi.
‘Grazie BritBritt…’ poi le lasciò un candido bacio sulla guancia e si alzò porgendole la mano. La biondina la strinse senza esitare e le sorrise. ‘Non ho fatto niente San, non ringraziarmi solo perché ti voglio bene.’
Santana sorrise, le voleva bene tanto anche lei. Ma non riuscì a dirglielo, non in quel momento almeno.
Allora le porse il mignolo e l’altra lo strinse contro il suo sorridendo.
‘Sai San… riguardo al gioco di prima… c’è ancora una cosa che vorrei nel mio mondo…’
Santana tirò sul col naso e si asciugò le ultime lacrime. ‘Sarebbe?’ Chiese con un mezzo sorriso
‘Beh, se io avessi un mondo come piace a me, tu saresti la bambina più felice del mondo perché mi piace tanto quando sorridi e sono felice anch’io.’
E a Santana quella frase fece scoppiare il cuore di gioia. Solo la sua mamma le ripeteva sempre che l’unica cosa che voleva era vederla felice e adesso Brittany sembrava intenzionata a volerle bene sul serio e lei giurò a se stessa che non le avrebbe fatto mai del male.
I found myself in Wonderland 
Get back on my feet, again 
Is this real? 
Is this pretend? 
I'll take a stand until the end.

When the world's crashing down 
When I fall and hit the ground 
I will turn myself around 
Don't you try to stop me 
I, and I won't cry.



Ho ritrovato me stessa nel Paese delle Meraviglie 
Mi sono rimessa in piedi, di nuovo.
è tutto reale?
è una finzione?
Prenderò una posizione fino alla fine.


Quando il mondo starà crollando, quando cadrò e
Sbatterò a terra
mi solleverò non tentate di fermarmi.
Io, io non voglio piangere.

***
Ed eccoci arrivati alla fine di questo secondo capitolo, spero tanto vi sia piaciuto.
Adesso che abbiamo percorso un pò di episodi del loro primo anno di amicizia le cose procederanno più velocemente per poi arrivare all'adolescenza :)
Ringrazio chi ha recensito rendendomi felice, chi ha aggiunto la storia fra le preferite, le seguite o le ricordate.
Spero che abbiate voglia di lasciare qualche recensione perchè fa sempre tanto piacere.
Ps. La ninna nanna è davvero una vecchia ninna nanna spagnola e la versione più bella per me è quella cantata dalle Cheetan girl, si intitola 'A la nanita nana'
La canzone inserita nell'ultimo episodio invece è 'Underground' di Avril Lavigne, colonna sonora del film 'Alice in Wonderland'. ;)
Un bacione grande a chiunque sia arrivato fin qui. <3 a presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** When you need someone to love you…Here I am. ***


Buona giornata a tutti cari lettori.
Allora eccovi qui il terzo capitolo. ;)
Colgo l'occasione per ringraziare chiunque la stia leggendo, chi la segue , la preferisce o la ricorda e sopratutto chi recensisce riempiendomi di gioia. Lo so sono ripetitva, ma è molto importante per me come per chiunque scriva, sapere che ci siano persone che apprezzano. Spronano ad andare avanti :) Detto questo vi lascio il capitolo e poi vado a rispondervi alle recensioni... un bacione a tutti <3

<Era un dolore forte, più prepotente del mare d'inverno.
Impossibile da mandar via e troppo faticoso da poterlo domare e restare a galla.
Le onde erano alte e lei era tanto piccina.
Così per non soffocare aveva imparato ad essere di pietra, come uno scoglio.
E allora, il mare s'infrangeva prepotente contro di lei, bagnandola, ma senza annegarla.
Almeno era ciò che credeva.>

 
A metà del secondo anno arrivò al collegio un’altra ragazzina , Samantha.
Samantha aveva la loro stessa età era aggraziata e dolce, aveva una famiglia profondamente cristiana che l’aveva rinchiusa al Saint Luis ‘perché era il meglio per l’educazione di una fanciulla’. È così che aveva detto la sua mamma quando l’aveva presentata al resto della scolaresca.

‘Signorina Lopez, mi dispiace , ma dobbiamo assegnarle una compagna di stanza’ Santana sbuffò ‘dovrò dirlo a mio zio, lo sa? Deve sapere che non deve pagare più la retta doppia, dato che la camera è condivisa!’
Lo zio Fred aveva stilato un lunghissimo rapporto affinché la nipotina potesse usufruire di tutte le comodità.
Era una lunga lista di privilegi , ma che a Santana nonostante la somma , non furono mai concessi veramente. La bambina non aveva detto niente allo zio, le bastava avere i suoi spazi, dei libri , i giocattoli o le merende in più non le importavano granché.
 ‘Oh, allora vorrà dire che dirò alla signorina Pierce di disfare le valige... Ti mando Samantha Davis tra qualche minuto.’ Santana spalancò gli occhi ‘No, no … aspetti’ fece la bambina bloccando la donna sulla porta. ‘Come la signorina Pierce? Davvero vuole far venire Brittany?’ La bambina era incredula , Miss. Cunningham invece era impassibile, già sapeva come sarebbe finita quella discussione, ma Santana non diede peso al suo atteggiamento, interessata com’era a capire con chi avrebbe condiviso la camera.
‘Beh , era quella l’idea principale. Farti avere una compagna di stanza gradita e violare una legge per farti usufruire di uno dei tanti privilegi che ti spettano, dato che qui dovrebbe venirci la signorina Davis . Ma se vuoi dire a tuo zio di non pagarli questi privilegi, capirai che io non te li conceda.’
Santana fece vagare gli occhi , assimilando velocemente le parole della donna, per poi capire che nonostante quella vipera stesse mentendo e che avrebbe potuto tranquillamente richiedere lei stessa Brittany come compagna di stanza, era meglio accettare quella specie di accordo , dato che altrimenti non le avrebbe mai concesso di avere la sua amica in camera e non una perfetta sconosciuta, che per quanto ne sapeva, poteva anche esserle antipatica.
‘Accetto, non dirò niente allo zio Fred!’ Miss. Cunningham annuì sorridente e soddisfatta. ‘Bene.. la signorina Pierce sarà qui fra qualche minuto!’
La donna lasciò la stanza e Santana si sedette sul letto in attesa di veder sbucare l’altra dalla porta.
Sarebbe stato strano, quella camera era l’unico posto dove poteva rifugiarsi.
Non aveva mai condiviso la sua stanza con  nessuno , nemmeno quando era con la sua famiglia.
Aveva sempre visto quel luogo come uno spazio tutto suo, dove potersi lasciare andare.

Brittany ci mise davvero solo qualche minuto.
Bussò alla porta ‘Sannie.. Miss. Cunningham non mi ha ancora dato le chiavi, mi aprì?’ Santana si risveglio dalle sue riflessioni e sorrise al tono scocciato dell’altra. Aprì la porta trovandosi Brittany con tre enormi valige e il suo solito pupazzetto a forma di unicorno stretto al petto.
‘Quelle sono tutte tue?’Chiese Santana scioccata. Dove avrebbero messo tutte quelle cose?
‘Si Sannie, non solo tu hai tante cose… mia nonna è ricchissima’ alzò le spalle. Santana si spostò di lato invitandola ad entrare e poi l’aiutò a trascinare dentro le valige.
In realtà le camere del Saint Luis erano così grandi da poterci tenere il triplo delle cose che dovevano occuparla. Ma la piccola ispanica era ormai così abituata ad avere tutto quello spazio che non se ne rendeva conto. Brittany lanciò il pupazzetto sul letto e poi si voltò verso l’amica a braccia incrociate ‘Dici la verità , ora che mi sono trasferita qui odierai anche me?
L'ispanica boccheggiò .Non le avrebbe detto che  la notizia di avere lei in camera e non Samantha l’aveva sollevata e non poco.
Non le avrebbe detto che nonostante non riuscisse ad ammetterlo nemmeno a se stessa era quasi felice di averla con lei.
‘Non potrei mai odiarti..’ fu questa l’unica e forse la più importante delle cose, che riuscì a dire. Il viso di Brittany si rilassò e si aprì in un sorriso raggiante leggermente emozionata.
Santana poi per deviare il discorso e far sparire l’imbarazzo cominciò a frugare in una delle tre valige.
‘Britt, ma quanti pupazzi hai?’ La biondina alzò le spalle avvicinandosi all’altra ed abbassandosi anche lei sulle ginocchia. ‘Mi piacciono, più delle bambole.’ Aveva risposto sincera. Santana aveva preso dalla valigia una paperella di peluche gialla con gli occhioni azzurri, guardandola con un sorriso dolce ‘ti piace?’ Le aveva chiesto Brittany osservando la sua espressione . Santana annuì ‘è tenera e… ti somiglia’ Brittany rise… ‘io adoro le papere…  sono dolci.’ Santana fece vagare lo sguardo dal pupazzetto all’amica un paio di volte. ‘Mi fa piacere che ti piaccia perché volevo regalartela..’ Santana scosse la testa ‘No, Brittany davvero non ce n’è bisogno...’ Ma Brittany sorrise ancora ‘Sannie , sarà solo sul letto accanto al mio.. potrò vederla quando voglio,ma sarà tua , non hai pupazzi ed un letto senza peluche è triste’. Santana sorrise e poi abbassò lo sguardo sul pupazzetto ‘Grazie Britt…’ poi ridendo avvicinò la paperella al viso dell’amica ‘ehy ti somiglia davvero’ e Brittany scoppiò a ridere per poi spintonarla leggermente.
Santana ricordò come quando le portavano di tanto in tanto al Central Park e si era ritrovata ad osservare Brittany fissare tante volte quel laghetto con le paperelle senza mai potersi fermare per davvero , dato che lo spiazzato con i giochi dove le portavano era un po’ distante. ‘Quando andremo al Central Park con Miss. Rose o Miss Holiday cercherò di convincerle a farci restare al lago.’ Brittany la guardò con gli occhi colmi di speranza ‘ci andavo sempre con la mia mamma…’ disse teneramente per poi continuare con un sospiro affranto ‘non ce lo permetteranno mai…’
‘Ce lo dovranno concedere! Non preoccuparti adesso andiamo per i nove anni dovranno pur responsabilizzarci un minimo non credi? E in primavera quando ci porteranno al parco li avremo compiuti entrambe.’
Brittany sciolse il suo lieve broncio e sorrise.
‘Allora il tuo letto?’ Aveva poi deviato il discorso Santana ‘Miss. Cunningham dice che arriverà fra un paio d’ore!’Rispose l’altra concentrata ‘però oggi è Sabato quindi… niente divisa!’ La biondina si era alzata e aveva preso una delle valige piazzandola sul letto ‘E questo cosa c’entra?’ Chiese confusa l’ispanica.
‘Significa che possiamo divertirci ad indossare i vestiti che ci piacciono di più.. poi ci pettiniamo e andiamo a chiamare Rachel e Quinn per andare a giocare fuori… ti va?’ Chiese felice Brittany, con gli occhini che traboccavano di speranza.. Santana aveva annuito e aveva cominciato a scavare nella valigia. Tirò fuori tante cose per poi prendere un vestitino bianco con i ricami in azzurro. ‘Provati questo..’
Brittany abbassò la testa ‘non so se mi va ancora..’ Santana si avvicinò all’amica mettendole il vestito vicino al corpo ‘secondo me ti sta, avanti mettilo.’ Brittany si sfilò la tuta e si infilò il vestitino. ‘Ehy, stai benissimo!’ Esclamò Santana. ‘Ma non fa freddo a giromanica?’ Santana annuì un po’ delusa poi le venne in mente di avere un cardigan azzurro come i ricami del vestito ‘aspetta un attimo’ . Si voltò verso il grande armadio e l’aprì cercando immediatamente fra i vestiti. Una volta trovato l’indumento si girò verso Brittany sorridente. ‘Ecco qua…’ sorrise porgendoglielo. ‘Sei perfetta’ annuì soddisfatta Santana. L’altra arrossì velocemente. Santana era capace di farle capire indirettamente quanto per lei fosse speciale , con piccole parole e piccoli gesti che quando riusciva a rielaborare la facevano sentire bene.
‘Avanti San, ora tocca a te…’ Brittany si avvicinò all’armadio già aperto e scavò fra i vestiti della bruna.
‘Sono tutti bellissimi, Sannie..’ Santana sorrise ‘Grazie..’ poi la biondina tirò fuori un vestitino color pesca con un soprabito dello stesso colore, ma un tono più scuro.
‘Mettilo.’ Santana sorrise e si infilò il vestitino per poi girare su se stessa guardandosi allo specchio.
‘Sembri una principessa’ Brittany aveva gli occhi sognanti persi in chissà quale fantasia.
‘Grazie…’ ormai Santana era sempre più imbarazzata . ‘Sai..? Anche se sei una principessa devi comunque aiutarmi assolutamente a sistemare i capelli’ e l’imbarazzo svanì lasciando spazio ad una risata felice e spontanea.

Quel giorno fu uno dei più spensierati che avessero mai vissuto. Contrariamente a ciò che si aspettava l’ispanica, avere Brittany accanto , le faceva sentire molto meno la solitudine che il più delle volte stando in camera la invadeva.
Era ormai sera e Santana era appena uscita dal bagno con la sua camicia da notte .
‘Sai paperella, Santana è una buon amica e ti farà divertire tanto. Vuole sembrare dura , ma vedrai che ha un cuore grande, più grande di tutto quanto il Saint Luis.’ Brittany era seduta sul letto di Santana con indosso la sua camicia da notte , le gambe incrociate e la paperella di peluche fra le mani.
Santana era rimasta paralizzata sulla porta. Una lacrima incontrollata scivolò lungo la sua guancia. Nessuno le aveva mai detto da più di due anni che fosse una brava persona. Era ormai considerata una stronza, acida con il cuore di ghiaccio. Ed era soltanto una bambina. ‘Lo pensi davvero?’ Aveva chiesto asciugandosi una lacrima. Brittany sorrise imbarazzata abbassando lo sguardo ‘Certo non mi piace mica dire bugie.’Alzò le spalle e poi lo sguardo, chiedendole con un gesto della mano di sedersi accanto a lei.
E Santana lo fece. Brittany le schioccò un bacio sulla guancia e le diede la paperella che prontamente la mora strinse al petto con un braccio. ‘Sono contenta che tu sia la mia compagna di stanza, probabilmente qualcun'altra l’avrei odiata.. ma non te.’ Poi per togliersi da quella situazione scomoda creata per aver parlato un po’ troppo gattonò fino al cuscino , scoprendo il letto e infilandosi sotto le coperte.
Brittany la osservò per poi sistemargli le coperte e le lasciò un bacio sulla fronte che le ricordò vagamente il modo di fare di sua madre quando alla sera le rimboccava le coperte e le dava la buona notte.
Fece per andarsi a stendere sul suo letto, ma Santana la bloccò per un braccio ‘Ti va di dormire con me?’
Le chiese, mentre lo sguardo cominciò a vagare per la stanza pur di non incontrare quegli occhietti chiari.
Brittany annuì sorridente e si infilò accanto all’ispanica in quel letto da una piazza e mezzo che sembrava ancora tanto grande per i loro corpicini esili.
‘Brittany?’
‘Si?’
Santana avrebbe voluto dirle che le voleva bene e che mai avrebbe potuto odiarla come l’altra aveva pensato per qualche secondo quella mattina.
Avrebbe voluto dirle che non l’avrebbe mai abbandonata e che non le avrebbe mai fatto del male .
Ma le parole le morirono in gola come sempre. Deglutì a fatica, guardò il pupazzo che stringeva al petto e sorrise guardando poi la biondina che la guardava aspettando una sua risposta, per poi pronunciare debolmente ‘dormi bene, paperella..’ e Brittany rise avvolgendola con un braccio. ‘Anche tu principessa’.
E poi la stanchezza si fece sentire e le due si addormentarono velocemente, con il cuore un po’ più pieno, ma stranamente più leggero.


Quel giorno di fine Marzo era finalmente uscito il sole. Inoltre era finalmente Venerdì pomeriggio e così Miss. Rose e Miss Holiday decisero che avrebbero portato le loro allieve della 3°,4° e 5° elementare al Central Park. Alla notizia Brittany era letteralmente saltata dalla gioia e aveva stretto Santana tanto forte che l’altra pensava di poter morire fra le sue braccia senza nemmeno dispiacersene.
Poi si erano preparate velocemente indossando le loro divise ed erano uscite euforiche.
Tutte le ragazzine erano contente di passare un po’ di tempo fuori da quelle mura. Rachel sembrava uscita da una pubblicità. Saltellava allegra e spensierata come se il mondo che la circondava non potesse influire su di lei. Quinn era corsa ad abbracciare Brittany dicendole che doveva insegnarle a fare la rovesciata sull’erba in modo che avrebbe avuto meno paura di farsi male.
Alla fine arrivate al Central Park erano tutte corse verso le altalene ritrovandosi a litigare a chi doveva andarci per prima.
Santana invece era andata dalle insegnanti e le aveva supplicate di lasciar andare lei e Brittany al lago, spiegando che era una cosa che la piccola biondina faceva sempre con la sua mamma e che le aveva detto di voler rifare ancora. Le due insegnanti dopo aver tentennato più di una volta, alla fine si erano decise e avevano concesso a Santana il permesso, a patti che Miss. Holiday le avrebbe accompagnate e si sarebbe seduta su una panchina a guardarle. E Santana aveva accettato senza indecisioni. Poi era corsa da Brittany e l’aveva trascinata con lei fino al lago mentre Miss. Holiday le seguiva a passo svelto.
‘Davvero possiamo rimanere un po’?’ Chiese la biondina commossa e l’altra annuì ‘si, Miss Holiday è lì. Possiamo starci per una mezz’ora, hanno detto. Altrimenti Miss. Rose impazzisce a badare a tutte le altre.’
Brittany le saltò al collo ‘Sei la migliore amica di tutti i tempi di tutto il mondo!’
Esplose la biondina urlando di gioia. ‘No, non è vero…’ scosse la testa l’altra ancora sorridendo. ‘Certo che è vero… vieni con me’ si staccò dall’abbraccio e le prese la mano avvicinandosi al lago e sedendosi sotto ad un albero.
‘Ce ne sono tantissime..’ Brittany avevo lo sguardo più tenero e felice che Santana avesse mai visto a qualcuno. Le si riempì il cuore solo ad osservarla .
‘ Quando ero con la mia mamma ovunque andassimo cercavamo un lago con le paperelle.. la mia mamma diceva che.. nel Feng Shui le Mandarin Ducks  vengono associate al simbolo dell’amore. Hanno un solo partner nella vita quindi rappresentano l’amore profondo la fedeltà e l’affetto, ma a me piace pensare che sia così anche per tutte le altre papere.’ Rise lievemente alla fine del suo discorso e vide Santana fare lo stesso. ‘E’ anche per questo che ti ho voluto dare la paperella , così saprai che ti vorrò sempre bene, io non credo riuscirò mai a voler bene qualcun altro tanto quanto ne voglio a te .’
A Santana si bloccò il respiro alla gola, quasi si sentì soffocare per poi liberarsi in un solo respiro profondo. Non era più sola e Brittany aveva detto una delle cose più dolci che una persona potesse mai dire e aveva solo nove anni. Si ritrovò a pensare che avesse il cuore più grande del mondo e che se il suo fosse più grande del Saint Luis come diceva l’amichetta, probabilmente quello della bionda doveva essere più grande di tutto l’universo e ancora di più . ‘Brittany… io…’ voleva dirglielo, davvero, voleva farlo, ma non ci riusciva e non sapeva il perché ‘Sannie, non c’è bisogno di dire niente , tanto io lo so anche se non me lo dici’ l’ispanica la guardò tra lo sconvolto e il confuso ‘ che cosa?’ Chiese velocemente e la bionda la fissò negli occhi ‘ quanto mi vuoi bene’ le disse poggiando una mano sul suo petto in corrispondenza del cuore ‘io lo sento.’ Se n’era uscita così, sconvolgendola ancora un po’. ‘La tua mamma aveva ragione sai? Tu devi essere davvero un angioletto!’ Esclamò Santana convinta e Brittany rise lusingata.
‘Hai detto che hai portato del pane… allora le diamo da mangiare?’ Santana annuì sorridendo e prese il sacchetto dalla sua cartella dandolo alla bionda. Brittany cominciò a lanciare il pane alle papere che velocemente le si avvicinarono. ‘Non sono pericolose?’ Chiese leggermente spaventata Santana quando le si avvicinarono ‘Le papere?Ma davvero? Sei una fifona Sannie. Mica sono tigri’ Santana sgranò gli occhi e fece un verso imitando un tono offeso stando al gioco. ‘Chi io? Non sono fifona, ma potrebbero beccare e ci farebbero male.’Brittany scosse la testa ‘sono animali buoni.’ Mise un po’ di briciole sul palmo della sua mano e si allungò vicino all’acqua fin quando una papera non le si avvicinò cominciando a mangiare ‘vedi…? Avanti prova’Santana titubante fece lo stesso gesto di Brittany e quando la papera le si avvicinò mangiando dalla sua mano rise divertita ‘fa il solletico..’ Brittany ridacchiò ‘Già’ rispose divertita.
Dopo poco Miss Holiday le richiamò e loro dovettero lasciare a malincuore quei pennuti che anche Santana aveva cominciato a trovare simpatici.
Santana le prese il mignolo stringendolo contro il suo. ‘Grazie Britt’ Brittany sorrise ‘e di cosa? Grazie a te. Se non fosse stato per te non ci saremmo mai potute venire.’ Santana scosse la testa e si incamminarono verso la loro insegnante per poi raggiungere le compagne e cominciare a giocare con loro.

A Settembre, cominciavano il potenziamento delle attività extrascolastiche , al fine dello spettacolo di Natale che si teneva ogni anno. Miss. Holiday(insegnante di danza), Miss. Rose (insegnante di canto) e Miss. Brown ( insegnante di recitazione) erano sempre indaffarate in quel periodo, dato che lo spettacolo Natalizio era il più importante dell’anno per il Saint Luis che ne faceva un evento di beneficenza e riceveva premi e riconoscimenti da gente famosa o altolocata.
Quel pomeriggio Brittany era al potenziamento di danza classica. A Dicembre avrebbe ballato un assolo Jazz, oltre ad avere le coreografie,i numeri di canto e il musical con le altre.
Santana e Rachel erano al potenziamento di canto impegnate ad aggiudicarsi contro le altre quanti più assoli riuscissero ad ottenere.
Quinn invece era la protagonista del Musical Dirty Dancing ed era impegnata in prove su prove.

Quel pomeriggio caotico , aveva portato l’ispanica all’esasperazione.
Nicol aveva scelto di cantare ‘Wish you were here’ dei Pink Floyd dedicandola a suo nonno che era scomparso qualche mese prima. La bambina era poi scoppiata a piangere circondata dalle sue amiche.
Rachel le aveva rivolto uno sguardo dispiaciuto per poi immediatamente ricordarsi di Santana.
L’ispanica aveva serrato gli occhi cacciando indietro tutte le lacrime che premevano forti. Respirava a fondo cercando di far uscire l’aria tossica che le si era intrappolata nei polmoni. Rachel ebbe paura, le mise una mano sulla spalla sussurrandole lievemente ‘ti senti bene , San? Vuoi che ti accompagni fuori?’ L’ispanica scosse la testa cercando di riacquisire un minimo di lucidità.
Ma Rachel non riusciva a far finta di niente ‘Miss. Rose…’ chiamò l’insegnante che era impegnata a consolare Nicol. L’insegnante bionda si voltò facendo ondeggiare i suoi boccoli chiari che arrivavano fin sulle spalle. ‘Santana, non sta bene…’ aveva detto facendo aprire di scatto gli occhi all’ispanica che con sguardo vuoto , cominciò a scrutare il volto dell’insegnante che le andò vicino ‘Vuoi un po’ d’acqua bambina..?’ Le chiese con fare quasi materno mentre Santana scuoteva rapidamente la testa e cercava di incenerire con lo sguardo Rachel senza riuscirci. In realtà i suoi occhi non apparivano nemmeno minacciosi in quel momento e la piccola ebrea non credeva nemmeno di averla fatta infuriare tanto che l’altra sembrava sotto shock. Il cuore le batteva tanto forte, la gola le bruciava sempre di più e la nausea non voleva abbandonarla. Si alzò di scatto scendendo dallo sgabello accanto al pianoforte ‘Mi scusi Miss. Rose..’poi corse velocemente fuori dall’aula.
Si poggiò con la schiena contro al muro e cercò di regolarizzare il respiro. Ma non bastava.
Rachel uscì dall’aula circa dieci secondi dopo. ‘Santana … stai bene?’ Le chiese incredula e preoccupata la più bassa. Ma l’ispanica voleva solo essere lasciata da sola ‘lasciami in pace Berry, non seguirmi.’ Poi era scappata giù per le scale, mentre il viso dell’altra cominciò a bagnarsi di lacrime di tristezza e paura.


Brittany era nella sala di danza classica di fronte alle scale, che aveva le pareti interne di vetro. L’aula di canto invece costeggiava le scale.
Vide Santana urlare qualcosa contro Rachel e poi scappare giù per le scale.
Approfittò del fatto che stesse provando Christel e chiese all’insegnante di poter uscire.
Una volta fuori , corse verso l’amica che era rimasta fuori la porta. ‘Rachel che è successo?’ Rachel scosse la testa ‘Santana non cambierà mai…’ aveva detto la piccola ebrea lasciando confusa l’altra , poi aveva continuato ‘mi ha mandato via, io volevo solo aiutarla..’ Brittany la prese per le spalle. Se voleva aiutarla c’era qualcosa che non andava. ‘Rach, che è successo a lezione?’ Rachel tirò su col naso, poi si asciugò qualche lacrima e cominciò a parlare ‘Nicol. Ha cantato una canzone a suo nonno che è morto e lei non stava bene , volevo aiutarla , ma mi ha mandata via ed è scappata.’ Brittany sospirò affranta per poi rivolgersi a Rachel ‘Tranquilla non ce l’aveva con te... vado a vedere se posso fare qualcosa, tu torna dentro, poi ti faccio sapere’ Rachel annuì e fece per rientrare in aula, ma la bionda la bloccò ‘mi presteresti la mantella sto ghiacciando’ , Rachel annuì sfilandosela e appoggiandola sulle spalle dell’altra ‘grazie Rach..’
‘Di niente…’ aveva poi alzato le spalle ed era tornata dentro.

Brittany era ancora vestita con il body azzurro e le calze rosa. I capelli raccolti in uno chignon ormai non più perfetto per via delle prove. Le scarpette in tela rosa e un gonnellino di velo dello stesso colore del body.
La mantellina della divisa verde smeraldo, stonava parecchio, ma sarebbe morta congelata, se non l’avesse chiesta a Rachel e lei doveva assolutamente cercare Santana.
Scese le scale velocemente meravigliandosi di non trovarla nemmeno alla seconda rampa. Si affacciò dalla ringhiera e la vide rannicchiata sotto le scale in un angolo del terzo scalino. Le spalle poggiate alla ringhiera di marmo e le gambe al petto. Aveva il viso fra le ginocchia e le mani che torturavano i lembi della gonnellina. Brittany scese rapidamente quelle scale per poi avvicinarsi a Santana ‘Sannie..’ sussurrò e l’altra sobbalzò non avendola sentita arrivare dato che le mezze punte di stoffa non procuravano alcun rumore.
‘Brittany..’ alzò lo sguardo stravolto dalle lacrime e da un dolore che non sarebbe mai andato via.
Il suo tono ricordava una supplica d’aiuto e Brittany non se lo fece ripetere due volte si inginocchiò sullo scalino più alto e l’abbracciò , lasciando che l’altra appoggiasse la testa sul suo petto .‘Shhh , sono qui…’ aveva mormorato mentre anche lei si sentì improvvisamente afflitta. Santana cominciò a singhiozzare rumorosamente e lei non sapeva che fare per calmarla, dato che cominciò a lasciar andar via qualche lacrima anche lei.
‘Britt eravamo in aula canto..’ cominciò a spiegare a fatica Santana. ‘Sannie, lo so ho parlato con Rachel, cerca solo di respirare..’ spiegò con la voce rotta la bionda accarezzando i capelli scuri dell’altra.
‘Non ce l’ho con Rachel’ aveva poi aggiunto , facendo annuire l’altra.
‘Lo so , gliel’ho detto.’ Santana alzò lo sguardo ‘ come facevi a saperlo…?’ Chiese asciugandosi il viso ‘perché ti conosco e so che quando stai così vorresti solo sparire, ma non dovresti desiderarlo più sai? Io non saprei più che fare ormai senza di te.’ La mora l’attirò nuovamente a se stringendola ‘non voglio lasciarti..’ e l’altra annuì sorridendo fra le lacrime ‘bene, perché non potrei sopportarlo.’

I mesi passarono veloci tra pianti e sorrisi.
Santana non avrebbe mai creduto di sentirsi nuovamente come a casa.
Le faceva terribilmente paura, pensare di poter riprovare quel sentimento.
La famiglia. Ecco si, la sua famiglia. Aveva paura di dimenticarla , aveva paura di veder lentamente sparire i volto dei suoi cari nella nebbia della mente senza poter far nulla per mandarla via.
Ma allo stesso tempo, sapeva di non poter far niente per impedire a quel sentimento di accompagnarla ogni qual volta si ritrovasse nella,ormai, lorocamera.
Velocemente quella bambina bionda stava mandando via tutto il dolore accumulato o almeno le aveva insegnato come conviverci.
Non le permetteva di sentirsi sola. Non le permetteva di credere che il mondo fosse un posto orribile come si era ritrovata a pensare dopo quella terribile tragedia. Non le permetteva di pensare che tutti avessero un secondo fine quando ti allungavano la mano, perché lei ne era sicura, Brittany voleva solo volerle bene e nulla più.
Poteva una sola bambina sostituire un’intera famiglia? Probabilmente no.
Brittany non sarebbe mai stata la sua mamma che voleva solo vederla felice. Eppure Brittany, le aveva proprio detto qualcosa del genere più o meno l’anno prima. Brittany le rimboccava le coperte tutte le sere e il più delle volte si addormentavano abbracciate. Le raccontava le favole prima di andare a dormire e cambiava episodi e finali quando sapeva che all’altra non sarebbero piaciuti.
Eppure Brittany non poteva essere la sua mamma.
Brittany non sarebbe mai stata nemmeno il suo papà. Insomma il suo papà era un omone alto e muscoloso con il sorriso rassicurante e tanto forte che la faceva sentire protetta. Eppure Brittany aveva il sorriso più dolce e rassicurante che avesse mai visto e quando l’abbracciava il senso di protezione che riusciva a dargli era così forte che non pensava di poter sprofondare. La portava sempre a prendere la cioccolata calda quando Santana era giù proprio come il suo papà le portava a prendere un gelato.
Eppure Brittany non poteva essere il suo papà.
Brittany la faceva ridere e tanto. Quando si sentiva sola o quando il dolore era troppo forte Brittany ci si impegnava per farla ridere riuscendoci per il più delle volte, proprio come faceva suo fratello Matt.
Ma Matt assomigliava a suo padre e la sollevava sempre in aria , perché adorava vederla urlare divertita.
Poi la ricorreva per tutta la casa e magari le faceva il solletico, come faceva anche Brittany quando cominciava a rincorrerla per tutto il collegio. Ma Brittany non aveva i suoi stessi genitori , non conosceva le sue tradizioni eppure riusciva sempre a cavarsela strappandogli sorrisi che non aveva concesso più a nessuno dopo la morte del suo fratellone.
Eppure Brittany non poteva essere suo fratello.
Era un’amica? Che razza di amica era ? Perché lei non ricordava di aver mai provato niente di tutto ciò con nessuna delle sue amiche. Era amica anche di Quinn e Rachel anche se a volte facevano a capelli, lei sapeva che loro erano sue amiche.
Eppure Brittany non era un’amica come le altre.
Lei non aveva mai provato la sensazione di famiglia come essere a casa con le altre due mentre invece le capitava con Brittany.
Era la sua migliore amica. Ne era certa. Eppure era così profondo che avrebbe giurato che lo stesso rapporto non l’avessero Rachel e Quinn. Non aveva mai visto lo sguardo che Brittany aveva nei suoi confronti in una delle due quando si guardavano complici.
Il suo rapporto con Brittany, la spaventava da matti .. avrebbe potuto dimenticare tutti e lasciarsi solo lei , perché le bastava. Ora che la sua famiglia non c’era più il suo rapporto con Brittany era l’unica cosa che si avvicinasse ad essere una famiglia, Santana ne era sicura.

‘BritBritt… ho trovato la canzone che canterò domani a lezione di canto.’ Aveva affermato l’ispanica mentre stesa sul letto a pancia in giù faceva dondolare le gambe.
‘Sarebbe…?’ Chiese l’altra che sul suo letto si era sdraiata con la testa a penzoloni sul lato del letto che era rivolto all’amica, rischiando anche di cadere con la testa a terra e di farsi male.
‘Non te lo dico è una sorpresa…’ aveva risposto l’ispanica mettendosi seduta ‘uffa, ma non è giusto ora voglio saperlo!’ Santana rise ‘ e scendi da quella posizione potresti farti male…’Brittany sbuffò per poi fare una capriola all’indietro e ritrovarsi sul pavimento. Si voltò infuriata verso Santana ‘Ora me lo dici… dai lo sai che sono curiosa’ e Santana aveva riso ancora, osservando quel visetto d’angelo che fremeva .
‘No, è una sopresa. Punto.’ Brittany si sedette accanto a lei per poi parlare leggermente incavolata ‘E di grazia si può sapere perché me l’abbia detto? Non potevi farmi la sorpresa domani, direttamente?’ Santana scoppiò a ridere nuovamente Brittany non riusciva mai ad apparire minacciosa. Era buffa.
‘Tu mi hai detto prima dimmi quando troverai la canzone e io te l’ho detto’ disse alzando le spalle.
Brittany sbuffò di nuovo per poi illuminarsi improvvisamente ‘Aspetta, ma se è una sorpresa … è per me?’ Ok, seriamente perché gli aveva detto di averla trovata? Adesso si sentiva imbarazzata da morire . Non poteva aspettare domani Brittany? ‘Beh… si.’
La biondina aveva sgranato gli occhi e poi aveva ripreso a fare domande eccitata ed emozionata ‘è una bella canzone? E’ triste ? Allegra?’ Santana frenò rapidamente le parole dell’altra con un gesto della mano.
‘Non ti dirò niente… vedrai domani.’ L’altra sbuffò sonoramente.
‘Fila a letto paperella che così il tempo passa prima’ Brittany rise e poi le fece segno di spostarsi.
‘Ok, ma dormo con te… sta cominciando a piovere.’ Santana aveva annuito, poi si era alzata dal letto e aveva chiuso le tende consapevole che l’altra non si sarebbe mai avvicinata per paura.
Poi si stese accanto all’altra e sospirò cercando di calmarsi e di non pensare alla canzone che aveva scelto di cantare. ‘Buona notte Sannie…’ aveva detto Brittany lasciandole un bacio sulla guancia.
‘Buona notte Britt’.

La lezione di canto era ormai cominciata da diversi minuti e Santana era leggermente tesa, mentre ascoltava cantare le altre aspettando che arrivasse il suo turno.
Brittany era seduta dall’altra parte del pianoforte sullo sgabello di fronte al suo. Accanto a Brittany ,Quinn stava intonando una canzone di Alicia Keys , mentre Rachel non smetteva di fissare il suo foglio di appunti accanto a lei. C’era Lavinia seduta in disparte con Frankie ed Hanna. Mentre Samantha e Maria sorridevano complici di qualcosa. C’era qualcuna radunata accanto a Miss. Rose che suonava al pianoforte e ancora qualcun'altra che guardava annoiata fuori la finestra. Santana osservò la scena e senza nemmeno accorgersene la sua amica dagli occhi verdi aveva finito di cantare.
‘Complimenti Quinn, davvero un ottimo lavoro…’ Santana guardò l’insegnante sapendo che ormai toccava a lei. ‘Santana…? Ti va di dirci cosa canti?’ Chiese in una domanda retorica. Santana annuì per poi alzare lo sguardo dal foglio con il testo e passarlo a Brittany ‘Here I am di Leona Lewis’. L’insegnante annuì soddisfatta della scelta sapendo che non era una canzone per niente facile e le passò un microfono.
Santana diede spartito all’insegnante che dopo pochi istanti le fece segno di essere pronta e cominciò a suonare. Vide Brittany commuoversi appena , poi chiuse gli occhi e quando sentì l’attaccò cominciò a cantare ‘This is a crazy world,these can be lonely times. It's hard to know who's on your side most of the time...’{Questo è un mondo pazzo, in alcuni momenti la solitudine ti invade. È difficile capire che ti sta vicino il più delle volte.}Santana aveva una voce calda e profonda, nonostante avesse solo dieci anni. Brittany la guardava commossa e con il fiato sospeso.
La piccola ispanica racimolò tutte le forze e lentamente riaprì gli occhi. ‘Who can you really trust ?Who do you really know ?Is there anybody out there {Di chi puoi fidarti veramente? Chi conosci veramente?C’è qualcuno lì fuori } Santana fissò i suoi occhi scuri in quelli commossi della biondina che aveva di fronte. Respirò a fondo e ricominciò a cantare, mentre la presa sul microfono diventava leggermente più salda. ‘Who can make you feel less alone ,some times you just can't make it on your own...’ {qualcuno che potrebbe farti sentire meno sola..a volte non puoi farlo da sola}.
Ed era vero. Brittany aveva riempito quel vuoto che sembrava incolmabile. L’aveva presa per mano e l’aveva guidata in un mondo tutto azzurro e giallo oro del quale Santana non si sarebbe mai stancata.
La biondina trattenne le lacrime a fatica. Presa da un improvviso coraggio sfilò il microfono dalle mani di Quinn e intonò i versi del ritornello. Sapeva che Santana stava facendo uno grande sforzo e voleva fargli capire che si, lei era lì e ci sarebbe sempre stata. ‘If you need a place where you can run…’{Se hai bisogno di un posto dove fuggire..} Santana cantò sorridendo tesa. Già Brittany era stata il suo luogo dove fuggire. Era quel luogo magico, luminoso e caldo dove tutti vorrebbero essere.
‘If you need a shoulder to cry on…’ {Se hai bisogno di una spalla sulla quale piangere.} E qui Brittany si sentì d’intervenire con una vocina leggera ed intima che fece tremare il cuore a Santana e fece emozionare le loro compagne, che cominciavano a dedicarsi la canzone l’una con l’altra abbracciandosi. Santana sussultò ritrovandosi gli occhi chiari dell’altra che cercavano di incoraggiarla con sguardi caldi e complici.
‘I'll always be your friend.’ { Io sarò sempre la tua amica} cantarono all’unisono e fissandosi come se non potessero fare altrimenti.
‘When you need some shelter from the rain’{Quando ti serve un rifugio quando piove}. E Brittany avrebbe voluto continuare a cantare se solo , la gola non si fosse seccata e quella frase cantata con tale intensità non le avesse prosciugato ogni barlume di sicurezza. Si, Santana era il suo rifugio dalla pioggia, era la sola persona che fosse riuscita a placare i suoi singhiozzi durante i temporali.
‘When you need a healer for your pain. I will  be there time and time again..’{Quando hai bisogno di qualcuno che faccia passare il tuo dolore. Io sarò lì tutte le volte...} Santana chiuse gli occhi cantando ciò che più le stava a cuore. Brittany doveva saperlo. Doveva sapere che lei ci sarebbe sempre stata. Doveva sapere che non le avrebbe abbandonata.
La biondina fece il giro del piano e sfrattò Rachel dallo sgabello accanto all’ispanica , senza che l’altra opponesse resistenza. Si sedette al suo fianco e le appoggiò una mano sul braccio, facendola voltare verso di lei. E cominciò a cantare insieme all’altra, i due versi che più la facevano tremare il suo cuore di bambina. ‘When you need someone to love you…Here I am.’ {Quando hai bisogno di qualcuno che ti ami.. io sono qui.}
Santana aveva gli occhi stracolmi di lacrime che sapeva per certo avrebbe faticato a versare. Brittany invece dovette asciugarsi le lacrime e fare i conti con il suo cuore, che ancora non riusciva a credere che quella bambina dagli occhi neri come la pece, le stesse dicendo finalmente ad alta voce che le voleva bene.
Approfittando del momento musicale , si avvicinò all’orecchio sinistro di Santana sussurrando ‘Grazie..’ che l’altra bloccò scuotendo la testa. Poi respirò profondamente e riprese a cantare per entrambe dato che la biondina sembrava stravolta dall’emozione. ‘If you have broken dreams, just lay them all on me..’ {Se hai sogni distrutti, basta che li dia tutti a me…} Brittany scosse la testa. Mentre l’altra la rassicurava annuendo.
‘I'll be the one who understands…So take my hand.’{Sarò l’unica che capirò… così afferra la mia mano.}Santana allungò una mano verso l’altra che la prese prontamente stringendola forte. E quanto era vero. Entrambe sapevano che soltanto l’altra avrebbe capito, quei dolori infernali che non riuscivano mai a scomparire totalmente. Santana per Brittany e Brittany per Santana erano il solo conforto l’una dell’altra.
‘If you reach emptyness, you know I'll do my best..’ {Se sei sull’orlo del precipizio, tu sai che farò del mio meglio…} Si, Santana avrebbe fatto di tutto per Brittany.Non avrebbe lasciato che scivolasse in chissà quali oscurità. Non avrebbe mai permesso che quella bambina fatta di puro amore e luce venisse inghiottita dal dolore. Non l’avrebbe permesso. Poi Brittany riprese a cantare con lei ed era come se le tutto il mondo si fosse annientato e accanto a loro in quell’aula non ci fosse più nessuno. To fill you up with all the love ,that I can show someone .I promise you you'll never walk alone.’{Per riempirti di tutto l’amore che possa provare per qualcuno. Ti prometto che non camminerai mai sola.} L’acuto di Santana riempì l’aula e fece tremare l’anima alla piccoletta che aveva al suo fianco. Qualche ragazzina cominciò ad applaudire mentre Santana non riusciva a notarlo nemmeno. E poi ripartì a cantare il ritornello, mentre oltre a Brittany anche le altre cominciarono ad intonare le strofe. Santana distinse la voce delicata di Quinn e quella prorompente di Rachel e sorrise imbarazzata sentendole commosse. Poi il ritornello terminò e con tutto il fiato che aveva in gola, intonò i due versi alti della canzone ‘ Everybody needs somebody who,keep a heart and soul in two’ {Tutti hanno bisogno di qualcun altro che mantenga un cuore e un’anima in due.} Gli applausi e gli urletti di apprezzamento , vennero accantonati immediatamente quando incrociò nuovamente lo sguardo di Brittany e il suo viso ormai ricoperto dalle lacrime. Con voce più sottile ricominciò ad intonare l’ultima strofa .
‘If you need a place where you can run…’{Se hai bisogno di un posto dove fuggire..}
‘If you need a shoulder to cry on…’ {Se hai bisogno di una spalla sulla quale piangere.
‘I'll always be your friend.’ { Io sarò sempre la tua amica}
E poi ancora a voce alta e tremante
‘When you need some shelter from the rain’{Quando ti serve un rifugio quando piove}.
‘When you need a healer for your pain. I will  be there time and time again
..’{Quando hai bisogno di qualcuno che faccia passare il tuo dolore. Io sarò lì tutte le volte...}
Cercò lo sguardo di Brittany trovandolo pochi secondi dopo e con un filo di voce terminò la canzone stringendogli nuovamente la mano.

‘When you need someone to love you…Here I am.’ {Quando hai bisogno di qualcuno che ti ami.. io sono qui.}

La canzone finì mentre Miss. Rose terminò di suonare le ultime note. Brittany abbracciò Santana e sapeva per certo che l’altra avrebbe voluto piangere. Tremava talmente tanto la sua Sannie. ‘Complimenti Santana è questo che si intende quando si dice di cantare voce , cuore ed anima… brava’ Disse Miss . Rose che commossa anche lei risistemava i fogli sul leggio.
Brittany si staccò leggermente dalla presa e notò come quasi tutte erano in lacrime.
‘Miss. Rose possiamo uscire un attimo?’ Aveva chiesto asciugandosi per l’ennesima le lacrime e sorridendo commossa. L’insegnante che sembrava anche lei travolta dalle emozioni annuì dolcemente ‘Ok, ma non tornate tardi’ Brittany scese dallo sgabello e poi tirò con se Santana che sembrava paralizzata dal suo stesso respiro. Una volta fuori dall’aula la biondina si fiondò fra le sue braccia, stringendola forte. ‘Sei la migliore amica del mondo Santana Lopez’ disse al suo orecchio mentre l’altra scuoteva la testa sorridendo e imbarazzata nascondeva il viso nella spalla dell’altra. ‘No, tu lo sei paperella..’ Brittany rise dolcemente. Non poteva farne a meno quando la chiamava in quel modo , con quel tono dolce che si ritrovava ad avere pronunciando quel soprannome.
Ma Santana tremava ancora come una fogliolina. ‘Dovresti piangere San..non voglio che ti senta male’ Brittany si staccò leggermente per guardarla negli occhi. Santana sembrò improvvisamente ricordarsi di poter respirare e cominciò ad ispirare ed espirare profondamente fin quando le lacrime non bagnarono il suo viso. La mora scivolò con la schiena contro il muro , finendo per sedersi a terra. L’altra s’inginocchiò davanti a lei poggiandosi con le braccia sulle sue ginocchia ‘Ci hai messo tre anni per dirmi che mi volevi bene, ma ne è valsa la pena aspettare! L’hai fatto nel modo più fantastico, tu sei fantastica!’ Esclamò decisa. E gesticolando eccitata. Santana rise leggermente fra le lacrime e l’attirò a se abbracciandola. ‘Ti voglio veramente bene BritBritt’ Brittany si asciugò l’ennesima lacrima ‘anche io, tanto Sannie.’

Brittany era ciò che di più caro aveva, ma non poteva sostituire di certo la sua famiglia.
Il loro rapporto era così profondo che la confondeva.
Capire cosa le legasse era qualcosa che Santana avrebbe potuto fare solo qualche anno più tardi. 
Per adesso le bastava essere convinta che Brittany era la sua famiglia, anche se non sapeva perché.
Le bastava sapere che era la sua migliore amica e che le voleva davvero bene senza che nessuna delle due avesse dei secondi finiproprio come in una famiglia.

***
Bene siamo giunti , anche qui alla fine del capitolo. Abbiamo visto che cominceranno a 'vivere' praticamente insieme XD e che un po' felici e un po' non abbandoneremo man mano la loro infanzia. Anche se ho una buona notizia per chi ama vederle bambine:
Molto probabilmente alcuni episodi della loro infazia verranno ricordati o raccontati tramite flashback ;)
Ok, detto questo smetto di annoiarvi e spero che vogliate lasciarmi qualche commentino ;)
Un bacione a tutti e grazie a chiunque sia riuscito ad arrivare fin qua giù. 
Ps. ma secondo voi la copertina riesce a rispecchiare un po' quel che è questa storia? XD
Pps. Non so voi, ma dopo gli episodi fantastici 5x12 e 5x13 voglio ammazzare Murphy ... c***o rivoglio le Brittana e i Quick! XD

Vi lascio un video dell'amicizia di due bimbe. Vi presento Chloe e Maddie ;) Chloe è la biondina più alta e Maddie la mora più bassa. Mi sono 'affezionata' a queste bimbe perchè faccio danza da quando avevo cinque anni e loro sono due protagoniste di un talent americano chiamato Dance Moms e sono due bravissime ballerine.
Quando è cominciato il programma nel 2011 Maddie aveva solo otto anni *-* e Chloe nove se non sbaglio.
Ieri ho visto questo video che ripercorre un po' la loro amicizia e non ho potuto non pensare alle Brittana sopratutto quando dal minuto 1.46 in poi Maddie le manda un bacino e guardate che gesto fa Chloe...? *-*
Spero vi piaccia io l'ho trovato adorabile... e non posso non pensare che le amicizie dei bambini sono così vere e sincere , così spontanee che riempono il cuore.
Maddie e Chloe si dicono cose dolcissime nonostante siano in copetizione il più delle volte e gioiscono per le vittorie di una o dell'altra. 
I loro 'passi a due' sono fantastici magari poi ve ne posto qualcuno, quando le brittana balleranno insieme XD
Guardate il video ve lo consiglio. https://www.youtube.com/watch?v=hzN1hVx3jPA

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Because of you. ***


Lo so, sono imperdonabile, ma davvero non è stata colpa mia.
Manco da moltissimo, ma non era mia intenzione davvero!
Mi si è rotto il pc e diciamo che a casa mia abbiamo dovuto dare le priorità ad altre cose prima di aggiustarlo.
Quindi non potevo scrivere ed era un vero disastro perchè questa storia nella mia testa è già tutta scritta, è stata una tragedia.
Ma adesso ho il pc e ho il capitolo pronto.
Vi avviso che non l'ho riletto e che quindi potrebbe avere errori, mi scuso in anticipo se dovesse essere così.
Detto questo spero che la storia vi piaccia ancora e sopratutto che vi interessi ancora.
Scrivetemi qualcosa , anche se volete insultarmi XD
Un bacio a tutti <3

<Era un dolore forte, più prepotente del mare d'inverno.
Impossibile da mandar via e troppo faticoso da poterlo domare e restare a galla.
Le onde erano alte e lei era tanto piccina.
Così per non soffocare aveva imparato ad essere di pietra, come uno scoglio.
E allora, il mare s'infrangeva prepotente contro di lei, bagnandola, ma senza annegarla.
Almeno era ciò che credeva.>

 

 
Era l’alba e quel mattino Santana era più agitata del solito.
Si voltò numerose volte fra le lenzuola sperando di assopirsi , ma come sempre il sonno era andato via. Solo che quel giorno oltre all’insonnia, la tristezza e i ricordi le stavano facendo male al petto e non riusciva a trovare pace.
Alla fine si alzò dal letto cosa che non capitava da un po’ , da quando la biondina aveva messo piede in quella camera.
Santana e Brittany avevano dormito insieme la prima notte che Brittany si trasferì lì e all’alba non se la sentiva di alzarsi , poteva svegliarla e poi sapeva quanto Brittany potesse essere insistente nel caso si fosse svegliata e lei non aveva voglia di darle spiegazioni. Così si era voltata verso la finestra e aveva guardato la luce far sparire il buio come sempre. Era accaduto tutti i giorni seguenti e anche quando non erano nello stesso letto, non si alzava per non far rumore.
Ma quella mattina restare a letto fu un’impresa. Una battaglia persa.
Guardò Brittany dormire nel letto accanto al suo. Aveva i capelli scomposti sul cuscino , il viso rilassato ed il suo amato unicorno stretto al petto.
Santana accennò un sorriso , prese il carillon da sopra il comodino e si avvicinò alla finestra.
Le finestre del Saint Luis avevano grossi davanzali interni , una delle panchine preferite dall’ispanica.
Si sedette con le gambe piegate e poggiate alla finestra, la tempia destra contro il vetro e la schiena appoggiata al muro.
Si torturava una ciocca di capelli e di tanto in tanto si ritrovava a sospirare frustata.
Non si  accorse di quanto tempo passò.
Sapeva soltanto che il cielo era passato dal blu cobalto, al celeste e poi al rosa. Segno che il sole stava per sorgere.
‘Santana?Che ci fai alla finestra?’L’ispanica si voltò immediatamente verso Brittany. La sua voce l’aveva fatta sobbalzare dallo spavento. Brittany era seduta con le gambe piegate a sinistra, una mano fra i capelli ed ancora l’unicorno stretto nell’altra. ‘Io.. mi sveglio sempre all’alba’ aveva risposto con naturalezza la mora. Brittany sorrise consapevole. ‘Lo so.. ma di solito resti a letto.’ Le aveva detto alzandosi e avvicinandosi a lei. ‘Come..come lo sai?’ La biondina abbassò lo sguardo imbarazzata ‘mi accorgo quasi sempre quando ti svegli, soprattutto se dormiamo insieme, ma sei sempre rimasta a letto.’ Santana sgranò gli occhi , possibile che non si fosse mai accorta che la biondina si risvegliasse?
‘Ma tu non accenni nessun movimento.. come diavolo fai? A restare immobile intendo’ Brittany rise debolmente ancora assonnata ‘Non lo so , credo che sia perché quando dormiamo insieme e ti svegli prima cominci ad accarezzarmi i capelli e io non volevo lo sapessi, perché volevo che continuassi a farlo..’ Santana boccheggiò. Dio quella ragazzina riusciva sempre a zittirla. ‘Ma.. ora sembra più importante che tu sappia, perché voglio sapere che ti prende’ si allontanò un po’ e prese la paperella di peluche dal letto della mora.
La passò a Santana che come previsto se la strinse al petto.
L’ispanica guardò al cielo ancora e posò istintivamente una mano sul vetro ad accarezzare una nuvola.
Brittany capì e così si diede un bacio sulle dita e poi le poggiò sulle dita di Santana ancora aperte alla finestra. La latina si voltò verso l’amica osservando i suoi gesti e quando Brittany se ne accorse prese a darle una spiegazione. ‘A chiunque tu stia pensando, mando un bacino anche io’ aveva detto nel tono più dolce e sincero che potesse avere una persona. Santana rise debolmente ‘tu non devi essere nata come noi comuni mortali!’ Esclamò spostando la mano dal vetro e passandola velocemente fra i capelli biondi dell’altra.
‘Vuoi dire che non mi ha portata la cicogna?’ Santana scoppiò a ridere e poi cercò di togliere quanto più velocemente possibile quel broncio d’incomprensione di Brittany ‘voglio dire che sei stata fatta di pane e miele…’ continuò sorridente ‘in che senso?’ Continuò la biondina corrucciando la fronte.
‘Nel senso che sei buona come il pane e dolce come il miele’ e allora Brittany sorrise abbassando la testa imbarazzata. Quando Santana le diceva cose apparentemente banali, ma in realtà così dolci e intime, la biondina sapeva di potersi sciogliere da un momento all’altro. La faceva star bene, Santana le faceva bene.
‘Se ti dico chi è.. dopo prometti di non fare domande?’ Brittany alzò di scatto lo sguardo, incredula che l’amica volesse parlare della sua famiglia. ‘Certo..’ rispose avvicinandosi un po’.
‘Oggi sarebbe stato il compleanno di mio fratello Matt. Avrebbe compiuto 20 anni..’la bambina parlò tutto di un fiato con le parole che s’infrangeva contro le pareti del petto . Poi sprofondò contro il muro mentre una lacrima cominciava a scivolarle lungo il viso. ‘Sono già passati quasi cinque anni’ sussurrò l’ultima frase in una consapevolezza che faceva sempre troppo male.
Brittany non proferì parola ,mentre anche lei aveva cominciato a versare lacrime amare.
Prese il plaid dalla sedia alla scrivania e se lo poggiò sulle spalle , per poi passare un braccio attorno alla latina e coprire anche lei. Santana era fredda, più per i nervi che per il freddo in se. La bionda si avvicinò al suo orecchio sussurrando leggermente‘Sono sicura che lui ci stia guardando adesso e che sicuramente non vuole vederti piangere’ poi le asciugò qualche lacrima e la strinse forte.
Santana tremava e cercava di ricambiare la stretta debolmente.
Brittany non riusciva ancora a capire come facesse al di fuori di quelle quattro mura a nascondere tutta quella fragilità e sembrare la ragazzina più feroce del pianeta. Soltanto lei sapeva e forse Quinn e Rachel sospettavano, ma il resto del mondo era sicura che non le avrebbe creduto se l’avesse raccontato un episodio come questo.
Quando la mora sembrò calmarsi leggermente, Brittany si allontanò un po’ e prese il carillon che Santana aveva poggiato ai suoi piedi. L’accordò per poi poggiarlo sulla pancia dell’ispanica. ‘Avresti dovuto farlo prima.. avanti aprilo’ la biondina ,l’aveva notato appena sveglia. Sapeva quanto quella ninna nanna calmasse l’ispanica e quanto avesse lo stesso effetto anche su di lei. Aveva notato che non l’aveva aperto ed era riuscita ad immaginare il perché. ‘ Non volevo svegliarti..’ Rispose Santana, mentre l’altra annuiva , la sua ipotesi era stata confermata. ‘Non avresti dovuto farti di questi problemi… stai male Sannie.’ Santana sospirò mentre Brittany le fece poggiare la testa sul suo petto . Alla fine aprì lei stessa il carillon, e la musica ormai così familiare anche per lei, cominciò a riempire la stanza ed il cuore.
Santana si rilassò leggermente contro il petto dell’altra e quando la musica finì aprì gli occhi esasperata.
‘ Lo ricarico?’ Aveva chiesto con una vocina tanto sottile la bionda e Santana annuì. Allora Brittany ripeté l’operazione di poco prima. Poi prese la mora per mano. ‘Però vieni al letto. Sei di ghiaccio.’ L’ispanica annuì impercettibilmente e la bionda la trascinò nel suo letto, facendola stendere accanto a se e coprendola con le coperte. ‘Credi che riuscirai a riprendere calore o devo metterti in forno?’ Santana scoppiò a ridere di gusto. Brittany ricambiò il sorriso per un attimo poi continuò il suo gioco ‘Guarda che il forno della mensa è molto grande dovresti entrarci.. potrei infilarti per un po’ e tirarti fuori quando sarai calda, calda.. come le brioche a colazione.’ Santana rideva sempre più forte. Brittany era davvero un genio e lei se ne rendeva conto ogni giorno un po’ di più.
Era capace di farla ridere nei momenti più difficili e di toglierle macigni dal cuore senza farle fare un reale sforzo.
Vederla ridere in quel modo fece risollevare la biondina , che felice e orgogliosa per essere riuscita a distrarla cominciò a ridere anche lei.
Quando le risate man mano si affievolirono per poi smettere del tutto, anche il carillon aveva smesso di suonare, già da un po’ e il silenzio occupò un nuovo spazio.
Le due si guardarono negli occhi, scrutandosi come erano solite fare.
Si dicevano sempre tanto con quegli sguardi. Si dicevano tutte quelle cose che a voce erano impossibili da pronunciare. Poi Santana abbassò lo sguardo e sottovoce pronunciò un ‘Grazie..’ che a Brittany fece tremare il cuore.
Quella voce diventata così leggera improvvisamente l’aveva scombussolata un attimo. Poi l’aveva guardata sorridente e l’aveva abbracciata forte, notando con piacere che l’altra non era più così fredda e che pian piano stava riprendendo calore.
‘Ehy , ora può bastare se continui a farti ancora più calda, poi dovrò metterti nel congelatore’ e Santana era scoppiata nuovamente in una fragorosa risata. Aveva stretto la bionda facendola ridere per poi solleticarla ad un fianco e farle aumentare le risa e i movimenti che ogni tanto si bloccavano fra le lenzuola.
‘Sei speciale, BritBritt. Non ascoltare chi ti dice il contrario. Sei un unicorno, il più speciale degli unicorni!’
 
Qualche mese dopo…
‘Ma Brittany dov’è finita?’ Aveva chiesto Rachel. La piccola ebrea era distesa a pancia sotto sul letto di Santana e stava leggendo uno dei tanti fogli che avrebbero dovuto studiare.
‘Deve averla trattenuta miss. Holiday..’ aveva risposto annoiata Quinn, che se ne stava seduta a gambe incrociate sul letto di Brittany. Santana invece era seduta alla finestra con il computer portatile poggiato sulle gambe. Aveva un’aria concentrata anche se come le altre si stava annoiando a morte. In quelle occasioni Miss. Cunningham dava alle allieve delle chiavette per potersi collegare ad internet.
Il lavoro di gruppo di Storia dell’Arte le stava scocciando parecchio. Era già il secondo pomeriggio che tra le lezioni pomeridiane non avevano il tempo di far nulla che dovevano correre a studiare. Era stancante e scocciante.
‘Allora ragazze… ho trovato la lettura dell’opera Amore e Psiche leggiamola e facciamola finita!’ Aveva esclamato un’esasperata Santana. Le tre undicenni si erano posizionate tutte sul letto della latina e avevano cominciato a leggere.
Poco dopo una Brittany del tutto sconvolta entrò spalancando la porta. Aveva il viso ricoperto di una sostanza rossastra e piangeva.
‘Brittany!’ Esclamarono in coro le tre confuse e preoccupate. Si avvicinarono velocemente all’amichetta.
‘Che ti è successo?’ Aveva chiesto Quinn confusa. ‘Cos’è questa roba rossa?’ Aveva aggiunto Santana e Rachel aveva passato velocemente un dito sul mento della biondina ‘Sembra granita…’ aveva detto, poi si era portata un dito alla bocca ‘alla fragola’ aveva aggiunto subito dopo. Santana e Quinn sgranarono gli occhi, mentre Brittany annuiva alle parole di Rachel.
L’ispanica aveva scosso la testa incredula poi aveva preso Brittany per mano e l’aveva trascinata in bagno.
Aveva aperto il rubinetto del lavabo e aveva regolato l’acqua aspettando fosse abbastanza calda, ma non tanto da scottare.
‘Britt, ci dici che ti è successo?’ Aveva chiesto dolcemente Quinn, passandole un asciugamano sul viso cominciando a ripulirla. Ma Brittany piangeva silenziosamente. ‘E’ stata Lavinia vero?’ Aveva chiesto nervosa Santana. La bionda aveva abbassato lo sguardo, sapendo che quella consapevolezza non avrebbe portato a nulla di buono.
 ‘La detesto!’ Aveva aggiunto Quinn. ‘Diavolo, ma perché?’ Aveva chiesto Rachel nervosa.
L’ispanica si avvicinò e alzò il viso di Brittany con due dita sotto il mento ‘Dicci cosa è successo prima che vado in camera di Lavinia e le brucio tutti i capelli!’ Brittany aveva sgranato gli occhi sapendo bene quanto Lavinia ci tenesse ai suoi capelli ‘No, Sannie. Non voglio che tu vada in punizione ancora per colpa mia!’ La sua voce era tremante e nervosa. Santana scosse la testa ‘Parla.’ Le aveva sussurrato più come un comando che come una richiesta. Brittany sospirò affranta per poi abbassare nuovamente lo sguardo e cominciare a raccontare. ‘Miss. Holiday, mi ha trattenuto per farmi provare un assolo. Poi mi ha detto che da quest’anno cominceremo a fare lezione di passo a due e che quindi due volte a settimana verranno i ragazzi a lezione di danza e una volta a settimana a quella di canto’ Le altre tre si guardarono curiose e sorprese. ‘Che cosa? E perché? Da quando?’ Aveva cominciato a straparlare Rachel. Poi però lo sguardo furioso e gelido di Santana l’aveva bloccata ‘Va bene, va bene.. ci pensiamo dopo vai avanti.’ Aveva aggiunto e Brittany aveva ripreso a raccontare.
‘Poi sono entrate Lavinia, Frankie ed Hanna e Miss. Holiday ha dato la notizia anche a loro erano felici poi Miss. Holiday le ha detto che il primo passo a due l’avrebbe assegnato a me e loro si sono infuriate.
Quando Miss. Holiday è andata via loro si sono avvicinate e prima mi hanno fatto falsi complimenti e dopo mi hanno seguito fino agli spogliatoi e quando sono uscita , Lavinia mi ha lanciato la granita. Ecco tutto.’
Brittany sospirò affranta. Santana furiosa la trascinò al lavandino facendole sciacquare la faccia e poi bagnare i capelli. ‘Non può passarla liscia!’ Aveva esclamato agitata, mentre Rachel chiedeva l’aiuto di Quinn per prendere lo shampoo dalla doccia, perché stava troppo in alto.
‘No, non può’ l’aveva assecondata Quinn passandole lo shampoo. ‘Santana niente violenza ti prego..’ Brittany supplicava a mezza voce l’amica che puntualmente faceva cadere le sue proteste e continuava a parlare con Quinn. ‘Credo che si meriti una lezione… non credi Fabray?’ E l’altra bionda aveva annuito, chiudendo i due occhioni verdi in due piccole fessure. ‘Vi prego non voglio che andate in punizione per colpa mia. E’ già la terza volta in due settimane per te San, non voglio!’ Aveva esclamato rialzandosi e facendo schizzare l’acqua un po’ ovunque. ‘Sta giù che ti devo ancora passare il balsamo.’ Aveva cercato di farla riabbassare Santana ‘No. Ascolta, preferisco che la cosa finisca qui, non voglio vederti ancora in punizione.’ Santana sbuffò, scuotendo la testa ‘come vuoi rispondere ad una persona che ti riduce così?’ Le aveva chiesto in una risata nervosa e stanca. Brittany incatenò il suo sguardo in quello di Santana ‘non lo so, ma non con la violenza.’ Santana aveva sbuffato sonoramente e con un gesto della mano l’aveva invitata a riabbassarsi con la testa nel lavandino.
‘Io avrei un’idea…’ aveva improvvisamente rotto il silenzio Quinn.
‘Sentiamo Fabray..’ l’aveva invitata poi a parlare la latina, mentre passava il balsamo nei capelli chiari di Brittany. ‘Sappiamo tutte quanto Lavinia ci tenga a primeggiare in tutto e quanto ha dato i numeri quando ha avuto una A- in grammatica l’anno scorso..’ le tre annuirono. Santana risciacquò i capelli all’amica e poi li avvolse in un asciugamano pulita. ‘Si, e allora?’ Aveva chiesto curiosa Rachel mentre si aggiustava un fermaglio fra i capelli scuri. ‘Allora domani a lezione di cucina, potremmo sabotarle il compito.. vi immaginate se prende una B? O peggio?’ Brittany guardò Santana con un sorrisetto felice e complice e Santana sorrise di rimando , guardando poi Quinn ‘Ci sto Fabray! Quando di tanto in tanto il tuo genio viene fuori è sempre un piacere’ le aveva poi battuto il cinque. ‘Anche io ci sto…’ aveva saltellato Rachel poi avevano guardato tutt’e tre Brittany che rise lievemente ‘Facciamolo! Sarà divertente!’
Avevano esultato eccitate alla risposta di Brittany.
‘Abbraccio di gruppo’ aveva urlato Rachel e Santana indietreggiò di qualche passo ‘Ma andiamo, no!’Aveva esclamato fra le risate.
‘Andiamo Sannie…’ Brittany le tese la mano , aspettando che l’afferrasse. La sua voce era sempre così dolce e delicata. Santana afferrò la mano un po’ incerta, ma poi non dovette nemmeno sforzarsi di accettare l’invito della bionda che l’altra l’aveva già stretta fra lei e Quinn.
 
Il giorno dopo a lezione di cucina. Le quattro insieme a Samantha si erano ritrovate a condividere il piano di lavoro , aspettando il momento opportuno per sabotare il faticoso lavoro delle tre dispettose compagne poco distanti. ‘Come facciamo a farlo?’ Chiese Rachel all’orecchio di Santana. ‘Tranquilla Berry, lasciate fare a noi.. quando sarà il momento tu assicurati solo che l’insegnante non ci sia.. ok?’ Rachel annuì dopo quello scambio di sussurri , mentre Quinn e Brittany cominciarono a fare l’impasto per i muffin.
‘Quinn.. come farete a sabotare l’impasto?’ Brittany sussurrò lievemente mentre con un dito si grattava il viso e si sporcava di farina. ‘Tranquilla, basta aggiungere qualcosa al lievito, così l’impasto non cresce’ Brittany annuì poco convinta. ‘BritBritt?’ aveva chiamato Santana e l’altra si era girata sorridendo tranquilla. ‘Dobbiamo sabotare il lievito non te..’ aveva riso debolmente la latina contro il suo orecchio prendendo a pulirle il viso con uno strofinaccio. Poi le aveva lasciato con naturalezza un bacino sullo stesso punto dove si era sporcata e si era allontanata chiamando con un gesto Quinn e indicandogli il sale.
Appena l’insegnante cominciò a girare per i tavoli lasciando il lievito ad ogni gruppo. Per Quinn e Santana non ci fu nient’altro che quella ciotolina sul piano al loro fianco.
Assicurandosi che Miss. Coleman non stesse guardando, Santana e Quinn fecero finta di giocare a spingersi e ridere fin quando casualmente non arrivarono a spingersi vicino al piano di Lavinia e il suo gruppo. ‘Ehy state attente!’ Aveva urlato Hanna mentre loro continuavano a giocare… poi Santana con un gesto veloce della mano aveva aggiunto il sale nella ciotolina senza farsi vedere. ‘Scusate …’ aveva detto Quinn fingendo ancora quell’ilarità che sarebbe solo servita a distrarle poi aveva preso a spingere Santana verso il loro piano di lavoro ‘Fatto..’ avevano sussurrato in coro , mentre Samantha le guardava perplesse ignara di tutto quanto. Le quattro si erano sorrise complici per poi prendere ad impastare.
 
A fine della giornata i loro Muffin erano risultati buonissimi e l’insegnante aveva detto che se non fosse stato per il disordine che regnava sul loro piano le avrebbe sicuramente dato una A+, ma che per adesso quel + se lo sarebbe tenuto per se e che si dovevano far bastare la fantomatica A.
E loro non avevano potuto far altro che esultare tutte e cinque complimentandosi a vicenda.
Quando erano stati sfornati i muffin delle loro compagne, era successo l’imprevisto che tutt’e quattro avevano previsto. ‘Come è potuto accadere?’ Aveva chiesto spalancando gli occhi Lavinia. ‘Abbiamo seguito ogni passaggio!’ Aveva esclamato Hanna. ‘Non è possibile..’ aveva aggiunto Frenkie. Mentre Corinne e Rose si guardavano sconcertate e sul punto delle lacrime.
Le quattro si trattennero dal ridere e cercarono di pensare a qualcos’altro. ‘Ragazze non so che cosa abbiate combinato , ma mi trovo costretta a darvi una C.’ A quel punto Lavinia scoppiò in una crisi isterica ‘No, Miss Coleman la prego non è possibile, mi rovinerà la reputazione ed il curriculum non ho mai preso meno di una A- !’ diceva nervosa. Pregando l’insegnante con le mani giunte e sbattendo i piedi sul marmo. ‘Signorina, la smetta questo è il voto. Potrà recuperare durante l’anno e adesso mi lasci continuare il giro.’ Aveva sbottato l’insegnante per poi allontanarsi e raggiungere un altro gruppo. Lavinia continuava a dare i numeri e a parlare di tanto in tanto in Francese, insultando a turno le compagne.
Alla fine della lezione erano scappate fuori scoppiando finalmente a ridere e a fare il verso a quella francesina dispettosa.
Si allontanarono correndo verso il grande parco del Saint Luis e cominciarono a rincorrersi felici.
Fu Brittany a fermare quella corsa spensierata. ‘Ragazze… volevo ringraziarvi’ disse soltanto e le altre tre sorrisero dolcemente per poi avvicinarla e abbracciarsi ancora.
‘Tu... tu e le tue amiche, sei stata tu!’ Le urla di Lavinia avevano fatto sobbalzare e dividere il gruppetto.
La ragazzina puntava il dito contro l’ispanica che senza intimorirsi le sorrise beffarda. ‘Certo… non pensavi mica di passarla liscia?’ Aveva chiesto incrociandosi le braccia al petto e sfidandola con lo sguardo.
‘Perdonami ma passarla liscia di cosa?’ Aveva chiesto facendo ondeggiare i capelli ‘Brittany’ fu l’unica risposta che arrivò da parte di Quinn. ‘Era solo una granita , non si è fatta niente e voi me la pagherete… vedrete quando lo dirò a Miss. Cunnigham!’ Aveva sbottato a voce alta Lavinia.
‘Non hai prove che siamo state noi e io purtroppo non ho prove che sia stata tu…’ era intervenuta allora Brittany ‘E poi diavolo.. non hai idea di quanto bruci la granita negli occhi!’ Lavina sbuffò poco convinta.
‘Già non ne aveva idea Brittany… ma adesso Si!’ Rachel tirò fuori da dietro la schiena un bicchiere di granita e lo gettò contro Lavinia che sorpresa indietreggiò per poi cominciare ad urlare. Quinn , Santana e Brittany guardarono Rachel meravigliate . Con uno sguardo quasi di ammirazione Santana le andò vicino battendole il cinque. ‘Adesso noi ce ne andiamo.. e faresti molto bene a pensarci più di una volta prima di rischiare di prendere ancora un’altra C!’ Aveva esclamato Santana, poi con decisione aveva trascinato le altre tre lontano da quella smorfiosa.
 
‘Dove diavolo hai preso la granita?’ Chiese Brittany sorpresa, quando ormai erano nel salone del collegio .
‘Ce l’aveva una bambina della prima, le ho detto che c’era una mia amica che stava letteralmente morendo di caldo e lei me l’ha data spaventata..’ Santana e Quinn continuavano a guardarla sconvolta.
‘Tutto questo è successo … quando?’ Chiese Quinn.. Rachel sorrise. ‘Beh , praticamente subito dopo che avete cominciato a parlare con Lavinia.’ Santana le sorrise scuotendo la testa ‘Berry-geniodelmale- Berry… incredibile!’ Aveva esclamato l’ispanica, tra lo sconvolto e il divertito.
‘Andiamo al bar va…’ aveva detto Quinn trascinandosele dietro. ‘Si, ma niente granite. Non ne posso più’. E le altre avevano annuito convinte alla richiesta della biondina. Dovevano ammetterlo anche loro non avrebbero voluto mai prendere una granita.
 
***
Quando Miss Holiday aveva annunciato che quel giorno ci sarebbe stata la prima lezione di passo a due , le ragazzine si erano agitate parecchio, intimorite da ciò che i maschietti avrebbero pensato di ognuna di loro.
Erano tutte con i loro body blu e i gonnellini dello stesso colore. Le mezze punte e le calze rigorosamente rosa chiaro e i capelli raccolti in perfettissimi chignon. Adesso erano tutte alla sbarra a fare lezione, aspettando l’arrivo dei fantomatici ragazzini.
Non era la prima volta che si conoscevano, i maschietti erano stati nei musical e Quinn aveva instaurato quasi un rapporto d’amicizia con Sam recitando insieme in Dirty Dancing, e poi si vedevano la domenica per un paio d’ore tra la celebrazione della messa e quel poco tempo che Miss. Cunningham permetteva loro di svagarsi nel giardino della cappella.
Dopo circa una mezz’ora. Arrivarono i ragazzi insieme a Mr. Shuester, insegnante di danza e canto nella sede maschile. Miss. Holiday mise pausa alla musica classica e si avvicinò al suo collega. ‘Buona sera Will è un piacere avervi qui, come al solito.’ Il professore sorrise e ricambiò con un ‘piacere nostro Holly.’  Poi si era fatto da parte e aveva fatto entrare i ragazzi che si erano già precedentemente cambiati negli spogliatoi.
Indossavano dei pantaloni scuri elasticizzati e canotte bianche. Ai piedi scarpette nere in pelle.
‘Bene ragazzi, io e Mr. Shue, ci siamo incontrati un paio di giorni fa, per decidere in base al rendimento , le altezze e quant’altro le coppie.’ Mr. Shuester annuì per poi aggiungere ‘vi avvisiamo che non abbiamo pietà per simpatie e antipatie e che le coppie resteranno quelle che adesso vi assegneremo .’ I ragazzini sbuffarono, qualcuno cominciò ad incrociare le dita , Santana non sembrava essere particolarmente interessata .
‘Allora… cominciamo la prima coppia.. Brittany avvicinati.’ Brittany lasciò il suo posto alla sbarra accanto all’ispanica e si avvicinò al centro della sala verso l’insegnate. ‘tu sei con Mike..’ Mike si avvicinò e lei sorrise. Ricordava che Mike ed i suoi amici quando avevano parlato qualche volta non avevano fatto altro che esaltare le sue doti da ballerino e lei non poteva essere più felice di ballare con qualcuno in grado di farlo.
‘Lavinia.. tu sei con Trevor’ la ragazzina si avvicinò a Trevor che la squadrò dalla testa ai piedi conoscendo il caratteraccio di quest’ultima. Sbuffò leggermente cercando di non farsi vedere.
‘Quinn.. ho deciso di lasciarti con Sam.. sembravate abbastanza in sintonia a ballare insieme in Dirty Dancing, diciamo che almeno su questo ci semplifichiamo la vita!’ Aveva esclamato Miss. Holiday .
Sam era un ragazzino carino, biondo e dolce. Viveva di imitazioni e scherzi . Era simpatico e sarebbe stato perfetto se le sue labbra non fossero stati così grandi, una bocca da trota.
Almeno era così che diceva Santana.
‘Hanna, tu sei con Philp. Francesca (Frenkie) con Tayler.’
Santana sbuffò sperava tanto che non le capitasse Finn o Kevin… erano impediti.
‘Santana tu sei con Noah’ Noah Puckerman, a Santana le stava simpatico Puck. Era un tipetto strano che non faceva altro che sperare di andar via dal Saint Luis per potersi pettinare e vestire come avrebbe voluto. Primeggiava in tanti sport, era magro , ma aveva i muscoli  al punto giusto. Sarebbe diventato sicuramente un giocatore di Football, Basket o Baesball.
Santana sorrise e si avvicinò al ragazzino.
‘Ehy Puck stammi a sentire.. vedi di non rendermi ridicola ok?’
Puck sbuffò infastidito e si avvicinò al suo orecchio sussurrando indispettito ‘Chi ti dice che sarò io a rendere ridicola te e che non capiti il contrario?’ Santana scosse la testa sorridendo ‘Andiamo, non potrebbe mai accadere. Quindi vedi di impegnarti!’ Detto questo si ammutolì aspettando che l’insegnante finisse la lista.
‘Rachel con Mettew. Christel con Finn.’ Rachel sgranò gli occhi lo sapeva. Non sarebbe mai capitata con l’unico dei ragazzi che le stava simpatico era troppo bassa. Si ritrovò a pensare che aveva ragione Santana quando la chiamava nana. Finn era troppo alto e probabilmente lo sarebbero stati anche tutti gli altri ragazzi. Anche Mettew era più alto di lei, ma non quanto Finn.
Miss. Holiday continuò ad accoppiare ancora i ragazzini poi cominciò la lezione.
 
‘Ragazze mezze punte alte quando siete in attitude, avanti andiamo avanti.. chiudete in passè e piroette.’
Qualche ragazzina cascò , altre erano decisamente fuori peso. ‘No, ragazzi così non va bene dovete tenerle per la vita e per tenerle significa che dovete sentire la presa non tenerle tanto per.. ora hanno le mezze, ma quando dall’anno prossimo cominceranno a mettere le punte , le fate far male.. avanti riproviamo.’
I ragazzini si rimisero in posizione, per provare l’ultima sequenza di passi spiegata. I maschi dietro a tenerle per i polsi un braccio in terza e l’altro alla seconda e le ragazze in mezza punta in attitude avanti. Proseguirono con la sequenza di passi fino alla fine. ‘Giusto Brittany e Mike.. Bravi ragazzi sapevo di aver indovinato la coppia!’ Esclamò soddisfatta l’insegnante sorridendo e facendo sorridere i due ragazzini . ‘Avanti riproviamo un’ultima volta e poi rimettiamo la musica.’ I ragazzi ripresero ancora una volta a provare e alla fine l’insegnante si complimentò ‘molto meglio, bravi . Vedo che seguite i consigli allora. Per favore Santana e Noah passate avanti accanto a Brittany e Mike. Ci siete quasi.’ Santana sorrise felice e si trascinò letteralmente dietro il ragazzino che non gongolava certo quanto lei.
‘Lavinia e Trevor andate dietro accanto a Philp ed Hanna.’ Lavinia sbarrò gli occhi indignata per poi dover lasciare il posto all’altra coppia pur non volendo.
I ragazzi erano a caso disposti nella sala , ma mettere avanti chi era già ad un buon punto, permetteva di far copiare in un certo senso, nei momenti di confusione. ‘Vedi Lopez.. non ti è andata poi così male.’ Sussurrò Noah al suo orecchio e l’ispanica sorrise. ‘Devo ammetterlo non sei male Puckerman, continua ad impegnarti e vedrai che andrà tutto bene!’ Esclamò guardando poi allo specchio e scambiandosi uno sguardo felice con Brittany che era qualche metro più lontano.
 
Al fine della lezione i ragazzi erano tutti stanchi e sudati. Le ragazzine non avevano più quell’aria di angeli perfetti. Erano sconvolte e affaticate ed i capelli non erano più impeccabili come prima.
Gli insegnanti mandarono nello spogliatoio prima i ragazzi che dovevano tornare nella loro sede. Le ragazze erano tutte sedute sul parquet della sala ognuna in un angolo differente.
Brittany si avvicinò velocemente a Santana che se ne stava con le spalle contro il vetro e il respiro affannato a muoverle il petto. ‘Dio la faccia di Lavinia quando Miss. Holiday l’ha mandata dietro’ sussurrò all’orecchio dell’ispanica e scoppiarono a ridere entrambe divertite. ‘Rachel voleva stare con Finn.’Aveva continuato Brittany sedendosi al suo fianco. ‘E’ troppo nana la Berry, l’ho sempre detto!’ Esclamò sorridendo Santana. ‘Andiamo non essere cattiva con lei è tua amica!’ Santana sbuffò nervosamente ‘la Berry non è mia amica!’ Brittany si voltò verso di lei, alzando un sopraciglio. ‘Sei sua amica ed io lo so. Non so perché ti ostini a dire il contrario dopo anni e a prenderla in giro nove volte su dieci, ma è tua amica e non puoi mentirmi, non a me!’ Santana tornò a sbuffare , per poi lasciar cadere l’argomento e smetterla di discutere su qualcosa che non avrebbe portato a niente.
‘Beh comunque sia è stata fortunata per la lezione, Finn è un impedito!’ Esclamò l’ispanica guardando Rachel dall’altro lato della sala completamente imbronciata mentre si scioglieva i capelli.
‘Si, hai ragione Rachel non è male anche se non è perfetta e non ha delle lunghe linee , può migliorare.. con Finn non avrebbe molte speranze!’ Santana annuì. ‘Già.’
 
‘Ragazze, i maschietti sono andati via, tutte nello spogliatoio e poi a farvi le docce su in camera che tra qualche ora si cena.’Miss . Holiday lasciò libere le sue allieve e sistemò la sala che velocemente si svuotava, fra chiacchiere e risate.
Si cambiarono velocemente , sciogliendo i capelli e indossando le divise della scuola per poi uscire correndo verso le proprie camere. Brittany e Santana arrivarono completamente distrutte ed entrambe si buttarono a peso morto sul letto della bionda. ‘Oh, se potessi non scenderei a cena , non mi farei nemmeno la doccia e mi addormenterei di colpo adesso!’ Brittany scoppiò a ridere per poi portarsi sulla latina ‘andiamo , non puoi essere così pigra.’ Le disse cominciando a farle il solletico, mentre l’altra si dimenava lamentandosi ‘Non sono pigra, sono stanca morta’ Aveva protestato la latina continuando a ridere, approfittando del momento di tregua che le aveva concesso l’amica.
‘Alzati dai, vado a lavarmi prima di addormentarmi come una pera cotta!’ Brittany si alzò e le tese la mano tirandola ad alzarsi. ‘Perché le pere cotte dormono?’ Aveva poi chiesto la biondina voltandosi di scatto e Santana rise cominciando ad avviarsi al bagno ‘E’ un modo di dire Britt!’ La bionda sciolse la sua espressione confusa e si avvicinò alla latina ‘Vabbè, fai presto Sannie!’ Le lasciò un bacetto sulla guancia e lasciò che l’altra si facesse la doccia. Prese a svuotare le borse prendendo le divise di danza da mettere tra i vestiti sporchi che sarebbero state lavate e stirate entro un paio di giorni.
Poi sbuffò e si sedette con le gambe incrociate sul pavimento, aspettando che l’altra uscisse dal bagno.
Quando Santana finì, la stanza si riempì del suo buon profumo che Brittany tanto amava. Sorrise non appena quella fragranza le pizzicò le narici e corse in bagno lanciando uno sguardo a Santana e richiudendo la porta.
Si fece la doccia il più velocemente possibile, ignorando i ricordi che premevano per torturarla e lasciarla in lacrime. Non voleva piangere, era stata una bella giornata e lei tutto sommato si sentiva bene. Odiava quando i ricordi volevano infrangere il suo equilibrio. Faceva sempre troppo male ricordarsi episodi fin troppo felici. Era Santana che li faceva riaffiorare , era soltanto lei che la rendeva tanto serena da ricordarla immediatamente la sua famiglia.
Sbuffò sonoramente e chiuse l’acqua. Uscì dalla doccia e si asciugò, poi si infilò la divisa pulita, si pettinò i capelli prima di avvolgerli in un asciugamano e uscì dal bagno.
‘C’è qualcosa che non va?’ chiese l’ispanica accigliata. Brittany scosse la testa, non si era nemmeno accorta di aver cambiato espressione. ‘Puoi dirmi tutto lo sai vero?’ Continuò Santana legandosi i capelli appena asciugati e poi avvicinandosi subito dopo. Brittany annuì e poi istintivamente l’abbracciò affondando il viso nel collo della mora e respirando il suo profumo. Non sapeva perché , ma riusciva a tranquillizzarla e lo stesso valeva per l’altra anche se entrambe ne erano ancora ignare.
‘Asciughiamo i capelli?’ Aveva chiesto Santana mentre l’altra la stringeva ancora.
Brittany annuì e poi sorrise dolcemente cambiando ancora espressione e umore. La biondina era così . riusciva a cambiare umore velocemente e sorridere all’improvviso senza rendersi conto di quanto per la maggior parte delle persone questa sua dote fosse considerata incredibile e talvolta folle.
Santana la adorava. Non capiva come facesse quella bambina tutta dolcezza ad essere tanto forte , capace di trovar sempre il coraggio di andare avanti e sorridere.
Lei non ci riusciva. Il più delle volte si chiudeva  a riccio, lasciandosi andare a disperate  voglie di fuga. Il suo mondo veniva buttato giù in un buco nero, dove la sola luce era quella biondina che man mano le si avvicinava cercando di tirarla fuori tutte volte. E ci riusciva, tutte le volte, Santana avrebbe tanto  voluto poter essere forte quanto lei.
 
Quella sera a cena, nonostante le tante energie sprecate, Santana non aveva poi così tanta fame, come al solito. Al contrario Quinn, Rachel e Brittany, sembravano divorare, nel vero senso della parola, tutto quello che le veniva portato .
'Andiamo Sannie... è scientificamente impossibile che dopo questa giornata tu non abbia fame!' Esclamò Brittany alla sua destra mentre infilava in bocca un pezzo di pane.
La piccola ispanica scrollò le spalle. 'No, Britt la scienza si sbaglia, perchè io non ho fame!' Brittany sbuffò e poi sperando che nessuno la vedesse prese la carne dal piatto di Santana e la divise in due , poi ne passò un pezzo a Quinn 'ancora Santana?' l'altra annuì, mentre Quinn sbuffò, lanciando a Santana uno sguardo di rimprovero e poi sussurrando 'ma ha mangiato qualcosa?' Brittany rivolse ancora uno sguardo al piatto di Santana mentre quest'ultima mangiava con una lentezza esagerata delle carote bollite. Cosa c'era da masticare tanto?Si chiese Brittany. Si sciolgono praticamente in bocca.
'Si, non capisco come riesca a mangiare così poco!' Esclamò rispondendo all'amica. 'Se Miss. Cunnigham vi becca una di queste volte, finirete nei guai!'Intervenne Rachel sussurrando anche lei, mentre le altre tre sbuffarono all'unisono. 'Berry fatti i fattacci tuoi!'La intimò Santana 'Te poi stai zitta, che mangi quelle cose strane' Brittany non era mai sgarbata. Eppure in quel momento non riuscì a dirlo con la gentilezza. Quinn e Rachel spalancarono gli occhi e Rachel boccheggiò un momento prima di rispondere con 'E' cibo vegano Brittany ed è buono'. Brittany alzò le spalle 'se lo dici tu' rispose poco convinta che le pietanze nel piatto di Rachel fossero davvero ingeribili.
Era sempre stato così, da quando aveva fatto amicizia con Quinn e l'anno dopo poi era arrivata anche Brittany, Santana non riusciva mai a finire i suoi pasti e le altre due la maggior parte delle volte, mangiavano quel tanto che potevano affinchè Miss. Cunningham non avesse da ridire.
Era successo la prima settimana che Santana arrivò al Saint Luis che una sera non riuscisse a mandar giù quasi niente e la direttrice prese la piccola di soli sei anni e la rinchiuse per un'intera notte in punizione. Un'aula come le altre solo vuota e molto polverosa. 'Rifletti su quello che ti ho detto. Il cibo va mangiato e non gettato via!' Aveva urlato, poi aveva chiuso la porta a chiave e la bambina aveva sbraitato insulti e tirato calci alla porta. Quella notte si era rannicchiata su se stessa e non aveva versato una lacrima, dicendosi che non avrebbe dovuto dare preoccupazioni alla sua famiglia che non poteva aiutarla più.
L'episodio, raccontato a Quinn in un secondo momento aveva fatto preoccupare la biondina che aveva cominciato a finire i pasti al suo posto fin dove il suo stomaco permetteva. E quando la cosa fu raccontata da Quinn ad una Brittany appena arrivata, per spiegargli il perchè continuava a mangiare dal piatto dell'ispanica, Brittany si era offerta di aiutarla e di dividersi qualora fosse necessario le pietanze che restavano quasi intatte nel piatto di Santana.
Da quando era accaduto ciò che le era accaduto, a Santana si era letterlamente chiuso lo stomaco, mangiava davvero poco e se non fosse per le varie cioccolate e dolcetti che la bionda le faceva mangiare quasi ogni pomeriggio, Brittany ne era sicura, Santana non si sarebbe retta in piedi!
I ritmi del Saint Luis, erano frenetici e le amiche non si capicitavano di come facesse a non avere fame e a mangiare un po' di più. Ne avevano parlato tante volte, ma Santana rispondeva che semplicemente dopo un po' non riusciva a mandare giù più nulla, le veniva la nausea.
Nonostante non fosse mai stato esplicitato ,Brittany aveva capito che il piatto restava sempre più pieno quando c'era qualcosa che non andava. Non era il caso di quella sera, ma la biondina sperava sempre un giorno di riuscire a far fare a Santana una di quelle abbuffate che ricordava di aver fatto nei giorni di festa con la sua famiglia, come a Natale o a Pasqua o a qualche compleanno.
Ma sapeva anche che non ci sarebbe riuscita fin quando non avrebbe tirato fuori dall'altra tutto il suo dolore, facendola esplodere. Al contrario suo, Santana dopo tanti anni non aveva ancora mai parlato di cosa era successo, tanto che Brittany aveva avuto addirittura incubi incredibili che riprendevano scene apocalittiche o quando era più piccola e aveva sognato mostri con occhi giganti e denti aguzzi che trascinavano via dalla sua amica, mamma,papà e fratello. Non aveva nemmeno mai visto una foto di quella famiglia che doveva essere stata tanto importante per lei. Sapeva così poco e la sua mente tanto fantasiosa aveva viaggiato tanto senza mai sapere la verità.
Brittany l'aveva capito. Sapeva che per farla mangiare con gusto, avrebbe dovuto farla vomitare tutto quello che aveva dentro e sapeva anche che probabilmente poi avrebbe dovuto disinfettare tutte quelle ferite che si sarebbero riaperte bruciando ancor di più.
E che forse poi, ci sarebbero voluti ancora tanti anni per farlo e per far si che fossero lasciate alle spalle tutte quelle cicatrici.
Semplicemente la piccola latina era sazia, di qualcosa che non le piaceva affatto, peggio del cibo vegano della Berry.
Era talmente sazia da avere la nausea non appena lo stomaco venisse riempito un po'.
Perchè era proprio lì,alla bocca dello stomaco che il dolore si accumulava da anni. In quel punto dove, dovrebbe entrare il pane per nutrirsi e non l'acido per uccidersi. Ma Santana era avvelenata dai suoi stessi sentimenti, dalle emozioni che provava che non riusciva mai a gestire, a mandar via o semplicemente a far venire fuori, magari in urli e pianti disperati , in una crisi isterica che Santana aveva imprigionato dentro ormai da anni.
E Brittany lo sapeva, la capiva, perchè quando lei aveva tenuto dentro il suo dolore era lentamente impazzita. E poi per sua fortuna era esplosa, senza aver paura delle conseguenze del suo gesto, sapeva che quello era l'unico modo per uscirne fuori.
 
Brittany finì di masticare l'ultimo pezzo di carne e poi si avvicinò all'orecchio di Santana sussurrandole 'però più tardi prendiamo una cioccolata..' e l'altra si era appena voltata sorridendole e annuendo. Poi le aveva lasciato un bacio sulla tempia destra.
Voleva dirle tante cose Brittany, ma erano così confuse che non riusciva nemmeno ad articolare un discorso sensato. Sapeva di sapere, ma non era ancora consapevole di quanto ciò che aveva intuito fosse qualcosa di più grande di lei.
 
***
Santana, Brittany e Quinn erano in camera di quest'ultima. Rachel era in biblioteca a studiare letteratura, mentre loro se ne stavano a far niente.
Quinn aveva compiuto dodici anni da qualche settimana e non faceva che dire di essere più matura e che  le mancava soltanto un anno per essere effettivamente una teeneger.
Santana stava sistemando i libri su uno scaffale, leggermente annoiata.
Brittany invece era stesa sul pavimento a pancia in giù , una miriade di pastelli a cera erano sparsi al suo fianco.
Era impegnata a disegnare, arricciando di tanto in tanto il nasino e sorridendo ogni qual volta le piaceva come veniva qualcosa. 'Britt cosa disegni?' Chiese Quinn scendendo dal letto e sedendosi sul pavimento al suo fianco.
Brittany sorrise 'Questa è la casa che avremo io e Sannie quando usciremo da qui!' Aveva esclamato convinta ,alzando poi il foglio  e facendolo vedere alla bionda e a Santana che nel frattempo aveva spostato l'attenzione sulle amiche non appena aveva  sentito il suo nome. Santana sorrise.
Lei e Brittany avevano fantasticato tante volte su come sarebbe stato una volta uscite da lì.
La bionda aveva affermato con convinzione che avrebbero vissuto insieme in una bellissima casa,arredata come piaceva a loro. Aveva poi incluso anche Lord.Tubbighton nella loro convivenza cosa che non rese Santana molto contenta,ma nonostante ciò  non riuscì a dire di no a Brittany che a quel micetto si era affezionata tanto.
'E' bellissima Brittany...' aveva risposto poi Quinn sorridendo.
'Lo so.. potrai venirci a trovare quando vuoi' aveva detto facendo scuotere la testa a Santana,come se si stessero per trasferire il giorno dopo.
'Credete che anche io potrei avere una casa tanto bella con Sam?' Santana e Brittany si guardarono e poi guardarono Quinn. 'Sam?' Aveva chiesto Santana confusa. 'Si, è carino e mi sta simpatico, è dolce forse ci sposeremo!' Aveva esclamato convinta . 'Certo che potrete avere una casa  bella ,ma la nostra resterà sempre la più fantastica!' Aveva risposto Brittany sorridendo entusiasta. 'E poi se ti sposerai con Sam avrete tanti bambini tutti biondissimi e con gli occhi come i tuoi' Continuò poi mettendosi a sedere.
'Vedi?' Aveva chiesto retoricamente indicando il disegno. 'Sarà su tre piani. Avremo una grande cucina e una grande sala da pranzo così possiamo fare le feste. Poi ci sarà anche il pianoforte e una sala da ballo, perchè io diventerò una ballerina e Sannie una cantante!' Aveva esclamato convinta. Quinn strinse gli occhi concentrata e seguendo la descrizione della casa.
Sorridendo poi ad un futuro fantastico che sperava arrivasse quanto prima.
'Avremo tre bagni e delle camere per gli ospiti. Un grande giardino e il bagno in camera!' Aveva continuato con occhi sognanti. 'Avrete cinque bagni?' Domando Quinn meravigliata. 'No, quattro!' Aveva ancora replicato Brittany. 'Perchè tu dovresti avere il bagno in camera e lei no?' Aveva chiesto Quinn curiosa e divertita. 'Beh dormiremo nella stessa camera!'
Quinn arricciò la fronte mentre Santana aveva preso posto fra le due.
 Santana non accennava a mostrarsi ne contraria, ne tanto meno a favore.
'Andrà così vero Sannie?' Santana alzò lo sguardo cercando di dare una risposta sensata ad una domanda tanto semplice. 'Ma certo!' Era tutto quello che riuscì a dire. 'Non dovreste avere due camere diverse quando sarete grandi? Magari vi fidanzerete e dovrete dormire con i vostri ragazzi come nei film!' Quinn alzò le spalle , mentre le altre due cominciarono a far viaggiare la mente. Santana non poteva ignorare che l'affermazione di Quinn l'avesse messo dei dubbi.
Era vero. Si sarebbero fidanzate e non potevano di certo dormire in quattro in una sola camera. Aveva ragione la sua amica, succedeva in tutti i film che i fidanzati dormissero insieme. Eppure pensare di non poter più dividere la camera con l'amica la fece innervosire.
'Perchè mai? Io voglio dormire in camera con Santana non con un ragazzo!' Aveva risposto Brittany con naturalezza attirando l'attenzione delle altre due. 'Anche se mi fidanzerò un giorno vorrò sempre bene più a lei che a chiunque altro e di notte voglio dormire nella sua camera. Mi sentirei solo e impaurita senza di lei.' Aveva risposto poi nervosa, rendendosi conto anche lei che magari non sarebbe risultato tanto normale.  Si era velocemente alzata scocciata sotto lo sguardo scioccato delle altre due 'Non avrai paura a dormire da sola Brit, quando sarai grande.' Aveva detto Quinn alzandosi e cercando di dare un senso al suo ragionamento , messo in discussione in meno di un minuto da Brittany che velocemente senza pensare aveva tirato in ballo sentimenti e sensazioni e le altre due erano rimaste impalate meravigliate da quanto fosse un libro aperto la bionda. Completamente trasparente , come acqua cristallina.
Santana le si era affiancata. Le parole di Brittany l'avevano colpita. Anche lei la pensava più o meno così e a rendersi conto che risultasse un po' contorto e anormale le si strinse il cuore. Gli occhi di Brittany vagarono velocemente per la stanza.
Per poi guardare prima Quinn e poi Santana.
'Si, che avrò paura Quinn.' Aveva detto impaurita alzando la voce 'Ne avrò sempre! Tu non puoi capire. Nessuno può farlo, tranne lei.' Aveva detto alludendo a Santana e cominciando ad affannare mentre le lacrime le scivolarono inevitabilmente sul volto. Pensare di non poter vivere con l'ispanica, l'aveva destabilizzata e mandata in confusione in un attimo. Aveva paura e non riusciva ad immaginarsi a dormire da sola o con un ragazzo che magari l'avrebbe presa in giro per la sua paura dei temporali.
In un attimo era corsa via. 'Dove vai  Brittany?' Aveva chiesto urlando Santana, ma l'altra era già fuori la porta intenta a scappare da quella situazione.
'Complimenti Fabray, grazie tante!' Aveva esclamato guardando Quinn che in un attimo era sbiancata. Non voleva certo far piangere Brittany, ne tanto meno far arrabbiare Santana. Non voleva  litigare.
L'ispanica afferrò velocemente il disegno dal pavimento e poi sparì anche lei dietro la porta. 
Corse velocemente in camera loro sperando che Brittany non avesse voglia di scappare lontano, ma solo di starsene a piangere sul letto.
Dovette invece rendersi conto che per sua sfortuna non fu così. Lasciò il disegno sul letto e uscì dalla camera per cercarla.
Passò per la sala di danza, magari si sarebbe distratta lì ,ma non c'era. La cercò in aula canto e in quella di musical. Ma della bionda nemmeno l'ombra. Allora corse fuori sapeva che Brittany adorava starsene sdraiata sotto gli alberi. Il parco era così grande che Santana si chiese se mai l'avesse trovata prima che facesse buio.
La cercò alternando camminata e corsa per un po' fin quando non la trovò distesa con le spalle contro la corteccia della grande quercia del Saint Luis. Era un posto tranquillo, dove ci si andava poco.
Era abbastanza lontano dalla sede e quindi per il più delle volte era vuoto.
'Brittany...' la chiamò in un sussurro Santana facendola sobblazare. 'Scusa non volevo spaventarti.' Aggiunse un attimo dopo. La bionda si asciugò il viso e le rivolse uno sguardo dal basso. Santana si sedette al suo fianco. 'Non voglio parlare con te Santana,non voglio parlare con nessuno ,tanto meno spiegarti che sto facendo!' Aveva esclamato incrociando le braccia la petto nervosa. A Santana prese una morsa allo stomaco, Brittany non l'aveva mai allontanata. Boccheggiò per un momento senza riuscire a pronunciare nulla. 'Ma fa freddo e.. potrebbe arrivare un temporale.' Aveva detto Santana osservando il cielo. 'Lo so.' Rispose Brittany annuendo. Santana sospirò facendosi forza e cercando di riuscire a trascinarla dentro. 'Tu hai paura dei temporali' sussurrò dolcemente l'ispanica cercando il suo sguardo perso nel vuoto.
'Già. E' la prima paura che devo superare...' Santana arricciò la fronte stringendo gli occhi. 'Perchè? Non puoi farlo così da un momento all'altro' Brittany si girò di scatto verso di lei 'perchè no? Tu te ne andrai come tutti del resto ed io devo imparare a non aver paura' Santana scosse la testa e le spostò qualche ciocca di capelli appiccicata al viso a causa delle lacrime. 'Io non voglio andarmene.' Rispose la mora incrociando lo sguardo dell'altra. 'Succederà. Quinn ha ragione! Sei anche bella e quindi vorrà dire che ti fidanzerai molto presto!' Disse alzando le spalle , come se fosse una cosa ovvia e scontata.
'Brittany io non ti lascerò sola... te lo prometto!'Le aveva stretto una  mano e aveva cercato di rincuorarla in qualche modo.
'E adoro il tuo disegno è bellissimo.' Brittany sorrise. Le si riempì il cuore alle parole di Santana anche se aveva ancora paura, si fece bastare la sua promessa per tranquillizzarsi velocemente.
Un tuono rimbombò facendo eco nella tenuta. Brittany sobbalzò spalancando gli occhi e stringendo più forte la mano di Santana. 'Non vuoi restare qua fuori vero?' Chiese speranzosa Santana ,mentre l'altra cominciava a sentire il terrore impossessarsi del suo corpo. Scosse il capo velocemente e si alzò dal terreno insieme all'altra. Un altro tuono ancor più forte le fece vibrare nel petto. Brittany si strinse contro Santana abbracciandola stretta. Cominciò ad avere seriamente paura e ad irrigidirsi inevitabilmente. Santana la strinse 'ehy.. dobbiamo sbrigarci e tornare dentro' le prese la mano e si allontanò quel poco che bastava per guardarla negli occhi.
Avrebbe voluto abbracciarla e fargli capire che andava tutto bene, ma sapeva che se continuavano a stare ferme lì il temporale le avrebbe travolte e Brittany sarebbe morta di paura.
Cominciò a correre trasciandosi dietro la biondina che sussultava ogni dieci secondi.
Quando furono quasi a metà del loro percorso il cielo cedette e la pioggia cominciò a scendere giù copiosa.
Santana imprecò qualcosa in spagnolo. Brittany tremava senza sosta e cominciò a piangere rumorosamente.
Fecero qualche altro passo, ma poi la biondina si fermò. Restò immobile incapace di fare qualsiasi altra cosa.
Santana si voltò verso di lei 'Ehy Britt non possiamo stare qui, dobbiamo andare dentro' le disse cercando di essere quanto più convincente possibile. Ma Brittany sembrava su un altro pianeta. Aveva la mente annebbiata e l'ansia che le divorava il petto. Si lanciò contro Santana stringendola forte 'ti prego, ti prego, ti prego... non lasciarmi!' La supplicava sussurando nel suo orecchio. L'ispanica la strinse.  Cercò di mantenere tutta la sua calma ed il buon senso, ma vedere l'amica in quello stato le fece gettar via i buoni propositi. 'Non ti lascio , ma dovremmo andarcene da qui lo stesso. Quando saremo in camera non ti lascerò un secondo, ma dobbiamo andar via da qui' Rispose l'ispanica cercando di convincerla. Ma Brittany era completamente rigida, le gambe cominciarono a cedergli e Santana dovette far forza su tutta se stessa per tenersela stretta al petto e sorreggerla.
'Gli alberi San, falli smettere!' Aveva esclamato tra un singhiozzo e l'altro e Santana aveva alzato lo sguardo guardando gli alberi ondeggiare al forte vento. Capì che inevitabilmente quella scena ricordava a Brittany le palme sulla spiaggia della Caroline. Ma per fortuna erano a New York e non c'erano palme. Ma solo quercie , e alberi da frutto.
'Tesoro, non sono palme ed è veramente tanto difficile che possano cadere. Ti prego andiamo dentro.' La supplicò mentre non riusciva più a trattenere le lacrime. 'Non riesco a muovermi!' Esclamò la bionda e Santana dovette credergli. Brittany non riusciva veramente a muoversi. Era paralizzata fra le sue braccia ed il suo cuore batteva forte e veloce contro il suo petto. Rimasero in quella posizione per minuti che parvero interminabili. Poi un urlo, una voce disturbata dal rumore della pioggia, ma che entrambe avrebbero riconosciuto in qualsiasi momento. Miss. Holiday, l'unica persona adulta della quale entrambe avevano fiducia. 'Brittany, Santana...' si voltarono di scatto, mentre la bionda continuò a tenere la testa poggiata alla spalla dell'altra. Miss. Holiday correva affannata con un ombrello nero nella mano e un'espressione preoccupata sul viso.
'Bambine..' aveva aggiunto avvicinandosi ancora e coprendole con il suo ombrello.
'Quinn mi ha detto di venirvi a cercare, ha aggiunto che vi coprirà lei nel caso Miss. Cunnigham dovesse fare qualche controllo. Ma dobbiamo sbrigarci ed entrare per la porta di servizio.' Santana annuì mentre Brittany continuava ad essere assente.
L'insegnante le osservò , erano sconvolte.
'Brittany... guardami.' Ma Brittany continuava ad avere lo sguardo perso nel vuoto, stretta in un abbraccio disperato.
'Bambina dobbiamo entrare dentro.. se ci scopre Miss. Cunningham , succede un macello.' Ma Brittany sembrava impassibile , l'insegnante così fece reggere con una mano l'ombrello a Santana e prese di peso la biondina fra le braccia.
E fu in quel momento che Brittany sembrò risvegliarsi. 'No, no... mi lasci, ho bisogno di lei.' Urlava mentre Santana cominciava a piangere singhiozzando.
No, non riusciva a capire, continuava ad essere inconsapevole.
Cosa le legasse, continuava ad essere un mistero, ma di una cosa era sicura Santana, non avrebbe mai voluto bene così a qualcun altro.
Miss. Holiday strinse forte la presa sulla ragazzina tenedosela stretta al petto ed incitando Santana a camminare al suo fianco tenendo l'ombrello quanto più alto le riuscisse. 'Santana è qui, vi porto in camera e poi sarà tutta tua' le aveva detto sorridendole e baciandole la fronte.
Brittany incrociò lo sguardo con la mora , che le sorrise fra le lacrime e si abbandonò sul petto dell'insegnante, facendosi portare in camera.
Camminarono quanto più velocemente possibile e arrivate alla porta ringraziarono mentalemente il Signore che non ci fosse nessuno.
Il calore dell'instituto fece distendere i nervi alle tre. Santana lasciò l'ombrello all'ingresso mentre Miss. Holiday correva sulle scale per riportarle in camera. Una volta sull'uscio fece poggiare i piedi a terra alla biondina e la guardò insistentemente negli occhi. 'Ascoltami Brittany...' le disse tenedola per le spalle. 'Ora devo andare, fatti un bagno caldo e rilassati. Non so cosa sia successo, ma qualsiasi cosa sia, sappi che io ci sono.' Brittany annuì e poi si gettò ad abbracciare l'insegnante che sorrise stringendola. 'Passerò più tardi a vedere come stai..'poi guardò Santana e le rivolse un sorriso incoraggiante 'assicurati che faccia ciò che ho detto!' Santana annuì asciugandosi il viso di lacrime e pioggia. L'insegnante  aspettò che furono dentro e poi si richiuse la porta alle spalle.
Una volta in camera da sole , Santana aprì la fontana della vasca aspettando che si riempisse. Spruzzò del bagnoschiuma e qualche olio all'interno in modo che si facesse la schiuma. Poi si spogliò velocemente , si infilò la biancheria ed una maglietta asciutta e si legò velocemente i capelli. 'Brittany , spogliati che sto riempendo la vasca' aveva urlato dal bagno.
Ma l'altra era ancora con le spalle contro la porta e lo sguardo assente.
Quando Santana uscì dal bagno ancora per metà bagnata, osservò Brittany, non meravigliandosi poi così tanto di trovarla ancora così.
Senza perdersi d'animo, le si avvicinò e le prese una mano. 'Sei gelata Britt.' Disse in un sussurro per poi trascinarla in bagno.
Le slacciò la mantellina, lasciandola cadere a terra . Poi prese a sbottonarle la camicetta , e ad abbassare la cerniera della gonnellina. Lasciò cadere gli indumenti per terra e alzò lo sguardo cercando quello dell'altra.
La bionda però continuava ad essere assente. Questo non le piaceva, non le piaceva per niente. Cominciò a preoccuparsi e capì che doveva velocemente trascinarla via da quello stato distruttivo.
La fece sedere sul bordo della vasca ormai piena e chiuse l'acqua. Si piego leggermente sulle ginocchia portandosi all'altezza dei suoi occhi.
'Brittany, guardami..' aveva sussurrato ancora poggiando le mani sulle sue gambe fredde.'Torna qui, lascia andare via i ricordi'aveva continuato continuando a fissare quelle iridi che sembravano essersi gelate nel ghiaccio.
'Non siamo in Caroline, siamo nella nostra camera.' Cominciò ad accarezzarle le gambe e le braccia, cercando di poterle ridare calore, ma Brittany non accennava reazioni.
'Ti prego, non posso guardarti in questo stato.' Santana poggiò la fronte contro quella dell'altra per poi abbracciarla forte, lasciandogli dei baci caldi sulla spalla.
'Non andare via...' aveva sussurrato finalmente Brittany, nell'orecchio dell'altra. Santana scosse la testa 'Mai.' Le rispose, e la biondina finalmente le strinse le braccia sulla schiena scoppiando a piangere. Santana la consolò in ogni modo, cercando di ridarle una serenità che non sarebbe mai tornata veramente.
Pianse tanto quel pomeriggio Brittany fra le braccia della sua amica. La strinse forte al petto, facendole mancare il fiato. Ma Santana di ciò non si lamentò mai.
Ricambiò quella stretta , cercando di placare quei singhiozzi che la stavano facendo scivoltare in un baratro troppo profondo e buio.
Ci riuscì molto lentamente e quando finalmente credette di star meglio, lasciò andare Santana che uscita dal bagno si era seduta sul davanzale osservando il temporale rallentare che divenne lentamente una pioggia leggera. E mentre Brittany si risciaquava da schiuma ed oli di mango e cocco, Santana sorrise di meraviglia e serenità quando alla finestra apparve magicamente un nitido arcobaleno.
Si alzò di scatto improvvisamente colta da una serenità inaspettata.
Bussò alla porta del bagno 'Britt. Sei pronta? Se ti sbrighi ti faccio vedere una cosa bellissima' aveva detto l'ispanica che incredula di se stessa non si spiegava come potesse sentirsi tanto bene per un semplice arcobaleno.
'San trattienila lì , ho quasi finito...' aveva risposto l'altra infilandosi la biancheria. 'Magari potessi farlo..' aveva siceramente risposto Santana. Già magari.. Santana avrebbe tenuto con se quell'arcobaleno per sempre. Sapeva quanto la ballerina amava gli arcobaleni, quei colori e la gioia che provava ogni qualvolta ne vedeva uno. Ma quello era davvero bellissimo ed era riuscito a mettere di buon umore lei, non aveva dubbi sul fatto che avrebbe tranquillizzato la biondina.
I pensieri veloci di Santana furono interrotti dalla porta che si apriva di scatto. Brittany indossava la camicia da notte , aveva i capelli sciolti sulle spalle e un espressione sicuramente meno crucciata di qualche minuto prima. Santana le prese la mano e la trascinò alla finestra.
'Vedi Britt, dopo il temporale c'è sempre un arcobaleno. Magari non sempre bello come questo, ma sarà pur sempre un arcobaleno.' La biondina si voltò a guardare l'amica sorridendo leggermente , poi tornò nuovamente a guardare verso la finestra avvicinandosi e poggiando le dita sul vetro freddo.
'Per quanto brutti siano i temporali e ti spaventino, pensa che ci sarà sempre un arcobaleno che arriverà prima che tu possa rendertene conto.' Santana sospirò, quelle parole erano le stesse che gli diceva sempre suo fratello e non si riferiva di certo solo al tempo. Santana aveva provato tante volte a credere a quelle parole dopo quello che le era successo.E tante volte si era ritrovata a pensare che dopo il suo temporale di arcobaleni non si erano mai visti, questo fin quando la biondina non era entrata nella sua vita. E allora si ,aveva potuto dire che di sorrisi e serenità erano arrivati anche se con molta fatica, anche se non erano nitidi come l'arcobaleno di quel giorno, ma c'erano stati.
'Sei tu il mio arcobaleno Santana.'.
Quelle parole che l'ispanica ricambiava con la stessa intensità  e che non avrebbe saputo dire meglio.
A Santana si bloccò il respirò per qualche secondo , poi trovò finalmente la forza di sorriderle e l'altra ricambiò con quella dolcezza che nessun altro aveva.
'Anche tu lo sei per me, Brittany'. Brittany annuì sorridendo ancora di più, prese la mano dell'altra e si avvicinò al suo orecchio canticchiandole dolcemente , il primo verso di una canzone che tanto amava. 'Somewhere over the rainbow... '
Santana sorrise e cominciò a cantare dalla melodia iniziale quella canzone che conoscevano bene. Ballavano volteggiando piano e leggere .
'Somewhere over the rainbow way up high...'{Da qualche parte sopra l'arcobaleno , proprio lassù..} Santana le sorrise intenta a farla divertire , indicò il cielo e continuò a cantare giocando con l'altra 'And the dreams that you dreamed of once in a lullaby...'{Ci sono i sogni che hai fatto una volta durante una ninna nanna..} L'ispanica la guardò complice , alludendo a quante volte si erano addormentata al suo di quella dolce ninna nanna spagnola che ormai era diventanta necessaria ogni qualvolta una delle due non riuscisse a trovare pace la sera. 'Somewhere over the rainbow.. Blue Birds fly...And the dreams that you dreamed of dreams really do come true' { Da qualche parte sopra l'arcobaleno ... volano uccelli azzurri. E i sogni che hai fatto, i tuoi sogni diventeranno realtà...}La biondina con un sorriso ormai a trentadue denti aveva trascinato l'altra a volteggiare con lei per la stanza, a ridere a giocare a ballare e a farsi cantare quella dolce melodia.
'Someday I''ll wish upon a star , wake up where the clouds are far behind me..Where trouble melts like lemon drops, high above the chimney tops thats where you'll find me..' {un giorno vorrò essere su una stella alzarmi dove le nubi saranno lontane da me...Dove i problemi si sciolgono come gocce di limone. In alto sopra i comignoli è lì che mi troverai. } e cominciarono a saltare sul letto di Santana facendo a gara a chi arrivasse più sù , vicino a quella bellissima stella.
' Oooh Somewhere over the Rainbow Blue birds fly...and the dream that you dare to, why, oh why can't I?' {Da qualche parte sopra l'arcobaleno uccelli azzurri volano ... e il sogno che tu hai il coraggio di fare, perchè, perchè io no?' Santana saltò giù dal letto trascinandosi la biondina che improvvisamente le fece cennò di aspettare e non continuare a cantare perchè voleva ripartire con una versione che non sapeva se era la stessa che Santana stesse cantando e allora prese fiato e cominciò cantanto 'Well I see trees of green and red roses too..'{Bè io vedo alberi dei prati e anche rose rosse..}volteggiò prendendo una rosellina finta che avevano usato la settimana precedente per un compito di arte , di quelle piccole che dovevano essere di quelle che si usano per le confezioni da bomboniere e la infilò fra i capelli mori dell'altra che sorrise ancora al gesto dell'altra e la lasciò piroettare per la stanza a canticchiare 'I'll watch them bloom for me and you.' {Io le guarderò sbocciare per e me e per te.} Indicò prima se stessa e poi l'altra per poi avvicinarsi ancora alla finestra ed esclamare quasi felice...'And I think to myself ...What a wonderful word!' {E penso fra me e me ... che mondo meraviglioso!'}
Santana le si avvicinò prendendole la mano mentre con l'altra continuò ad accompagnare con i gesti le frasi della canzone che aveva ripreso a cantare 'Weel I see skies of blue and I see Clouds of White and the brightness of day..I like the dark and I think to myself ' {Bè io vedo cieli blu e nuvole bianche e lo splendore del giorno.. Mi piace anche l'oscurità e penso fra me e me < Che mondo meraviglioso>} Brittany annuì convinta e la invitò a riguardare fuori mentre apriva un lato della finestra. Il freddo entrò nella stanza, ma loro sembravano beate dalla sensazione che quell'aria fresca provocava. La voce di Brittany poi era così dolce e gentile che sembrava davvero di essere sopra a qualche arcobaleno. 'The colors of the rainbow so pretty in the sky, are also on the faces of people passing by... {I colori dell'arcobaleno sono così belli nel cielo, sono anche nei volti dei passanti..} Cantò indicando prima il cielo e poi le ragazze più grandi che erano uscite ancora dopo il temporale. Santana pensò di riunirsi a quel dolce canto e intonò i prossimi versi 'I see friends shaking hand saying, 'How do you do?' { Io vedo amici che si salutano dicendo 'Come va?'} Brittany sorrise 'Meglio , grazie' rispose sinceramente . Santana sorrise di vero cuore per essere riuscita a farla star meglio.Poi Brittany le si avvicinò prendendole una mano e sussurrandole nell'orecchio 'They're really saying, I..I love you'{loro dicono davvero, io... io ti voglio bene'}Santana sorrise ancora quando quella vocina sincera e dolce arrivò dritta al suo cuore. Sospirò cacciando via la commozione e continuò a cantare divertita e con il cuore ricco di emozione 'I her babies cry and I watch them grow...' {Sento bambini piangere e li guardo crescere...}Lei la sua bambina. Quella che amava le trecce che le faceva sua madre e che aveva concesso solo a lei di poter intrecciare quei fili di seta d'oro. Quella bambina dagl'occhietti sinceri che qualche anno prima aveva imparato subito a volerle bene. Quella da proteggere e d'amare , perchè essere sgarbata con Brittany le sarebbe stata un'impresa. E adesso insieme a lei , stava crescendo. Stava crescendo in un mondo che Santana era sicura non le appartenesse. Un destino crudele che non sembrava essere giusto per lei. Troppo dolce, troppo sincera, troppo buona e troppo innamorata della vita nonostante questa le avesse fatto così male. 'They'll learn much more than we 'll know' {loro impareranno molto di più di ciò che sapremo noi} continuò allora Brittany accorgendosi che la sua amica si era persa in chissà quale viaggio mentale.'And I think to myself ...What a wonderful word!' {E penso fra me e me ... che mondo meraviglioso!'}La biondina le schioccò un bacio sulla guancia e poi le sorrise, facendo sorridere anche l'altra. 'Sai dovremmo farci una coreografia...' propose Brittany guardandola negl'occhi ed alzando le spalle con fare buffo.'Perchè no.' Rispose Santana sorridendole a sua volta 'sarebbe bello'.
 
Quella sera, quando Miss. Holiday passò per vedere se stavano meglio, si meravigliò parecchio di trovare la bionda rannicchiata e già addormentata nel letto dell'ispanica , che si era allontanata da un abbraccio necessario, solo per aprire la porta.
L'insegnante osservò la scena, ritrovandosi ad ammirare quel faccino leggermente imbronciato della sua allieva che stringeva in una mano un unicorno di peluche. 'Dorme da molto?' Aveva sussurrato a Santana che aveva scosso la testa 'solo da qualche minuto.' L'insegnante annuì , e poi le sorrise dolcemente 'ha fatto quello che ho detto?' Santana mise su un espressione buffa 'controvoglia, ma ci sono riuscita a farglielo fare' disse fiera di lei.
Miss. Holiday le sorrise invitandole con lo sguardo ed un gesto della mano a tornare a letto. 'Buona notte Santana...' le disse avvicinadosi e rimboccandogli le coperte. 'Buo-buonanotte Miss. Holiday' balbettò incredula del gesto dell'insegnante.
Solo Brittany l'aveva fatto da quando i suoi non c'erano più. Nemmeno a casa di suo zio, per quel breve tempo che Santana ci aveva abitato, nessuno la sera le rimboccava le coperte. Nessuno si era mai preoccupato di farlo. E Brittany la sorprese qualche anno prima , la prima volta che lo fece , ma Brittany era solo una bambina di sette anni che l'aveva fatto senza pensarci due volte. Miss. Holiday l'aveva sorpresa ancora di più. Era la prima persona adulta che dopo anni si preoccupasse di lei, anche se solo per una misera coperta. Santana si sentì protetta da quel gesto, da quel calore che per pochi secondi le aveva avvolto il cuore. Scivolò ancor più giù e cinse con un braccio Brittany per poi lasciarsi andare e addormentarsi serena almeno per quel momento, per un pò.

***
'Ti va di colorare questo disegno con me?' Le chiese Brittany mostrandogli il disegno di un gattino. 'Non somiglia a Lord Tubbighton?' Chiese ancora prendendo il micio dal pavimento e avvicinandolo al disegno. Santana fece una smorfia , scuotendo la testa. Non avrebbe mai capito cosa Brittany trovasse di speciale in quel micio che per di più crescendo era diventato gigante , pesante e decisamente spropozionato.
La domanda di Brittany rimase sospesa nel vuoto. Santana non vedeva nessuna somiglianza e non voleva dirglielo, perchè sapeva che se le avrebbe detto che il gattino del disegno era così piccolo, dolce e tenero, mentre Lord Tubbingthon era enorme e per niente carino, Brittany avrebbe messo il broncio e poi avrebbe cercato di spiegarle in ogni modo che non era grasso, ma che aveva solo le ossa grandi e che con lei era dolce e le faceva le fusa. Con Santana quel gatto non aveva proprio un bel rapporto, ma l'ispanica adorava veder sorridere Brittany e quindi non riusciva a dirle di no, quando il micio si arrampicava fino alla loro finestra e la bionda lo faceva entrare dentro. Senza commentare la mora si sedette affiancò all'amica, prese un pastello e cominciò a colorare , mentre il micio si appollaiò sul tappeto.
Restarono a colorare per pochi minuti prima che qualcuno bussasse alla porta. Santana sbuffò . 'Chi può essere secondo te? Di solito Rachel e Quinn sono con i genitori la domenica pomeriggio'. Chiese stringendo gli occhi la bionda. Santana alzò le spalle e si avvicinò alla porta per aprirla mentre Brittany velocemente faceva uscire il gatto dalla finestra.
Miss Cunningham era sulla soglia con un sorrisetto cinico sul viso. ‘Miss Cunningham…’ salutò Santana incerta.
‘Salve signorine sono venuta a portare una buona notizia..’ Santana corrugò la fronte e poi guardò l’amica per assicurarsi che stesse ascoltando. Brittany ricambiò lo sguardo stranito, Miss Cunningham non portava quasi mai buone notizie. ‘Signorina Pierce è venuta a trovarla sua nonna.’ Santana boccheggiò spalancando gli occhi scuri e si voltò ancora verso Brittany che aveva spalancato la bocca dallo stupore. ‘Come scusi?’ Chiese Santana per lei. ‘Si, sua nonna signorina Pierce è di sotto che la sta aspettando, mettiti qualcosa di carino e raggiungici nel salone.’ Brittany sbattè le ciglia un paio di volte ancora incredula e frastornata da quella notizia che di buono non aveva proprio nulla. Da quanto non vedeva sua nonna? Cinque anni? Insomma per tutti questi anni si erano solo scritte. E per di più a scrivere era lei, sua nonna si limitava a risponderle sporadicamente.
Le andava bene, o meglio se l’era fatto andare bene, ma adesso che si era ripresentata così dopo anni di assoluta assenza non sapeva se le andava bene.
No, non le andava bene affatto.
‘Ok..’ fu l’unica risposta che riuscì ad articolare la biondina. Santana osservò ancora la scena e poi aprì bocca ancora incerta ‘Insomma ma è sicura? Sua nonna non si è mai fatta viva’ Miss Cunningham sorrise di scherno e scosse la testa ‘ Non osare mettermi in dubbio signorina e adesso sbrigatevi. La annuncio fra quindici minuti signoria Pierce.’
Le due ragazzine erano del tutto scioccate. Quando la porta si chiuse si guardarono per qualche secondo prima che una crisi d’ansia s’impossessasse della bionda.
‘Ehy, ehy.. tranquilla devi solo scendere a salutarla.’ Cercò di incoraggiarla la latina prendendole una mano e cercando il suo sguardo che veloce vagava per la stanza alla ricerca di un appiglio qualsiasi cosa fosse.
Brittany scosse la testa ‘Ma non va tutto bene! Non la vedo da prima di mettere piede in questo colleggio, per poco non dimentico il suo viso e fatico a credere che lei si ricordi il mio.’ Brittany si allontanò da Santana sfilando la mano dalla stretta dell’altra e veloce si voltò ad aprire l’armadio in cerca di qualcosa di carino.
Santana sbuffò , nemmeno lei sapeva come aiutarla, non sapeva proprio che comportamento avrebbe dovuto usare l’amica. Si insomma non si vedevano da anni e probabilmente non era poi una donna così amorevole se l’aveva lasciata vivere in questo collegio senza mai andarla a trovare, ma era pur sempre sua nonna, l’unica persona della sua famiglia che fosse ancora viva. Un po’ come per lei era lo zio Fred, e se un giorno quel ricco signore si fosse ripresentato di sicuro non riusciva ad immaginarsi che reazione avrebbe avuto.
‘Se non dovessi piacerle?’ Domandò all’improvviso Brittany, frenando la marea di pensieri che si erano impossessati di Santana. L’ispanica scosse la testa. Come poteva non piacere Brittany? Era impossibile
‘E’ impossibile Brit-Brit, non puoi non piacere e poi è tua nonna le piaceresti anche se fossi brutta e antipatica’ Brittany sorrise dolcemente, per poi spalancare di nuovo gli occhietti chiari preoccupata.
‘Oddio.’ Disse soltanto facendo corrugare la fronte di Santana che non capiva ancora una volta cosa la preoccupasse tanto.
‘Forse dovrei fare la sgarbata, l’antipatica e mettermi qualcosa di assolutamente poco buon gusto!’Esclamò poi Brittany agitata scavando nell’armadio freneticamente ‘Co-Cosa?’ riuscì a boccheggiare Santana… ‘Perché?’ continuò attirando la sua attenzione.
Brittany si voltò nuovamente verso l’amica , il suo sguardo era preoccupato e incerto non sapeva bene cosa pensasse , ma sembrava impaurita.
‘E se vuole portarmi via?’
Poche parole che fecero crollare tutte le sicurezze della latina che prima spalancò gli occhi e poi scosse la testa in segno di rifiuto.
‘No, no.. non può farlo. Non accadrà!’ Le rispose fingendo sicurezza e convinzione.
‘Certo che può farlo San, è mia nonna!’ Santana si rifiutava di ascoltarla, nonostante una parte di lei sapeva che c’era un’alta probabilità che potesse accadere una cosa del genere.
Scosse energicamente ancora la testa e le prese le mani cercando quello sguardo impaurito e velato di lacrime di preoccupazione ed ansia che attanagliavano lo stomaco della biondina.
‘Potrebbe accadere…’ sussurrò ancora Brittany.
Santana abbassò lo sguardo incapace di accettare una cosa del genere.
Se le toglievano Brittany avrebbe potuto dire addio a tutto ciò che era ormai la sua famiglia, la sua sicurezza.
E poi chi era quell’anziana signora, che dopo averla rinchiusa qui dentro per anni senza mai degnarla di un minimo dell’affetto che meritava , le si permetteva di portarsela via?
Da quello che le aveva raccontato Brittany, sua nonna dopo la scomparsa dei suoi genitori l’aveva portata a casa sua, una villa immensa con tanto di camerieri e maggiordomi. Qualche sera dopo aveva portato la bambina a dormire nella sua stanza e le aveva detto di essere malata, di non poterla accudire come avrebbero potuto fare persone più giovani e sane e che l’avrebbe portata in un posto dove sicuramente si sarebbe sentita a suo agio. Ci saranno tante bambine come te, e insegnanti che ti sapranno educare. Le aveva detto e Brittany aveva annuito, non le importava poi tanto dove sarebbe finita, aveva perso i suoi genitori e quella signora anziana che le sedeva accanto l’aveva vista solo nelle foto prima di quella settimana. Così non aveva fatto storie e circa un mese e qualche settimana più tardi, la bambina si era ritrovata a crescere in uno dei collegi più importanti degli Stati Uniti d’America. Quello che era successo dopo fra quelle mura, non se lo sarebbe mai aspettato, ma era successo e adesso poteva dire di aver di nuovo qualcosa che somigliasse ad una famiglia.
Insomma Brittany non voleva andarsene e di sicuro sua nonna se avesse avuto intenzione di portarla con lei non avrebbe chiesto il suo parere.
Santana le rivolse nuovamente lo sguardo notando per l’ennesima volta quanto fosse turbata la biondina , e si convinse velocemente che non era il momento di pensare a se stessa, ma di farsi forza e cercare di darne un po’ anche all’amica.
L’abbracciò velocemente , stringendola forte per poi far scivolare le mani fino agli avambracci dell’altra e fermarle in una presa decisa e forte. ‘Avanti, cambiati velocemente , io sono qui qualsiasi cosa dovesse accadere..’ Brittany annuì , le lasciò un bacio sulla guancia e poi tornò a guardare l’armadio in cerca dell’abito adatto.

Pochi minuti dopo le due ragazzine si incamminarono per il corridoio dirette alle scale che portavano ai piani inferiori. Avevano indossato due vestitini carini, si erano pettinate e avevano lasciato la loro camera e con essa anche la loro sicurezza.
Prima di scendere le scale Brittany afferrò la mano dell’ispanica e la guardò negli occhi insistentemente ‘non lasciarmela ti prego’ Santana annuì preoccupata anche lei ormai e strinse più forte le dita. Ricacciò ancora le lacrime e l’ansia e trascinò la biondina con lei fino al salone.
La sala era gremita di persone, di tutti quei parenti che ogni domenica venivano a trovare le loro compagne. Dovevano esserci anche Rachel e Quinn con i rispettivi genitori , ma non si preoccuparono di cercarle con lo sguardo.
Poi Brittany si bloccò , frenando la sua discesa dalle scale e bloccandosi un paio di gradini prima. Santana seguì il suo sguardo fisso da qualche parte e capì che aveva trovato sua nonna.
Una donna anziana sedeva su una sedia a rotelle. Aveva capelli tinti di biondo tenuti su in uno chignon morbido e occhi azzurri tanto quanto quelli della nipote. Indossava un vestito blu e grigio e portava una collana a girocollo di perle come il bracciale che teneva al polso sinistro. Alle sue spalle una donna sulla quarantina le parlava gesticolando e sorridendole, doveva essere la badante o qualcosa del genere pensò Santana.
‘Ehy, dovremmo avvicinarci..’ sussurrò l’ispanica tirandola leggermente per il braccio. Brittany annuì continuando a tenere gli occhi fissi sulla nonna.
Scesero gli ultimi gradini e si diressero verso quella donna che tanto le preoccupava.
Arrivate a pochi passi. Brittany approfittò del fatto che sua nonna non l’avesse ancora notata, impegnata come era a chiacchierare e ispirò profondamente sperando che l’ossigeno potesse ridargli un po’ di fiato.
‘Ciao..’ sussurrò impercettibilmente attirando finalmente l’attenzione della donna che si voltò verso di lei, spalancando leggermente gli occhi chiari.
‘Brittany…’ ricambiò la nonna sussurrando anche lei. ‘Quanto sei cresciuta!’ Esclamò quasi meravigliata.
Vorrei vedere non la vedi da cinque anni! Avrebbe volentieri risposto Santana.
‘Già…tu non sei cambiata molto’ rispose la ragazzina, tenendo ancora stretta la mano dell’amica.
‘Grazie bambina, ma non è vero’ Brittany alzò le spalle con noncuranza.
‘Cosa ci fai qui?’ Chiese finalmente la bionda , recuperando le forze.
Era l’unica cosa che le premeva sapere, perché era venuta? Cosa voleva?
‘Vedi bambina, sai bene che sono molto malata e così dato che dei controlli urgenti da fare qui i New York ho pensato di passare a salutarti.’
Brittany non sapeva se essere felice per il fatto che la nonna voleva solo salutarla o triste ed arrabbiata perché quella donna l’aveva abbandonata in quell’istituto da anni.
La ragazzina guardò un momento Santana cercando di capire se anche lei avesse intuito che non voleva far altro che salutarla, per poi ritornare a prestare la sua attenzione alla nonna.
‘Oh beh..ok.’ Rispose incerta. Ricercò ancora lo sguardo di Santana che finalmente fiducioso le accarezzò l’anima. Si rese conto di non averla ancora presentata nonostante fosse accanto a lei sua nonna non aveva fatto domande. ‘Nonna lei è Santana…’ Santana sorrise dolcemente a Brittany, poi ritornò anche lei con lo sguardo verso sua nonna ‘l’avevo immaginato.’ Aveva risposto la donna sorridendo appena e indicando le loro mani intrecciate ‘ Santana, Brittany mi ha scritto tanto di te.’ Il sorriso di Santana si aprì un po’ di più ‘Anche io ho sentito parlare di lei signora, è un piacere conoscerla’. Rispose educata per poi stringergli la mano.
Santana sospirò appena quando lasciò la mano ruvida della donna.
‘Questa invece è Olga Brittany, ricordi della mia governante?’ Brittany strinse gli occhi cercando di ricordare i volti che abitavano sotto il tetto di sua nonna , poi annuì. Si la ricordava eccome.
‘Ciao Olga…non mi sono ricordata subito’. La donna le fece un cenno con la testa.
‘E’ un piacere rivederti , sei diventata veramente bella.’Brittany sorrise imbarazzata abbassando lo sguardo.
‘Grazie..’
E poi calò silenzio fra le quattro  che cominciò a diventare imbarazzante per tutte, ma davvero non si sapeva cosa dire. Brittany non aveva idea di cosa raccontarle. Insomma tua nonna non si fa viva per cinque anni e appena la vedi non riesci semplicemente a dirle niente.
Puoi mai parlargli di cosa avete fatto ieri? O cosa stavi facendo qualche ora prima? Insomma non capirebbe o semplicemente non le interesserebbe!
Cominciò a dondolarsi da un piede all’altro con fare nervoso. Cominciò a guardarsi le scarpe e poi con lo sguardo implorò Santana di far qualcosa.
L’ispanica boccheggiò un paio di volte prima di uscirsene con un ‘Che ne dite se ci andiamo a sedere al bar e ordiniamo qualcosa?’ Chiese titubante , la donna la guardò dal basso. ‘Questo posto ha un bar?’ Domandò stranita. Le due ragazzine scoppiarono a ridere . ‘Oh nonna certo che ce l’ha e tante altre cose.’
La donna sorrise ‘Quando ti ho scritto in questo collegio non pensavo che addirittura avesse un bar…’Brittany continuò a ridere ‘Si e come ti ho detto… e tante altre cose’.
Si diressero verso il bar e ordinarono da bere.
Brittany e sua nonna cominciarono a chiacchierare trovando una quasi perfetta armonia. Ridevano, scherzavano e si cominciarono a raccontare aneddoti divertenti che facevano ridere anche Santana.
La mora guardava la scena attentamente e capì che qualora sua nonna avesse voluto portarla via, forse sarebbe stato anche meglio per Brittany.
Avrebbe riavuto una famiglia e avrebbe fatto la vita che fanno tutti gli adolescenti americani.
Non si capacitava di come quella donna l’aveva potuta abbandonare, sembrava piacerle Brittany con quale coraggio aveva cacciato via dalla sua vita quegli occhi dolci.
Le si strinse il cuore a pensare che nulla di quello che avevano costruito in quegli anni era forte come credevano. Erano solo delle ragazzine ed inevitabilmente non erano loro a scegliere del loro futuro.
Avevano sempre dato per scontato che avrebbero lasciato insieme quel posto, probabilmente a diciotto anni, ma se fosse accaduto prima ad una e poi ad un’altra? Cosa avrebbero fatto?
Ancora una volta si ritrovò a pensare che questo mondo non aveva fatto altro che togliergli e mai donargli. L’unica cosa bella che le aveva donato era proprio la biondina che le sedeva di fianco , non poteva immaginare che le avrebbe potuto togliere anche lei!
‘Sannie… ehy, ci sei?’ Brittany la distolse ancora una volta dai suoi pensieri , facendola tornare alla realtà.
Santana incrociò i loro sguardi e annuì. ‘La nonna vuole vedermi ballare… secondo te ce lo permetteranno?’
L’ispanica guardò l’anziana signora sperando con tutta se stessa che non decidesse di portarsi via la sua bimba dagli occhietti azzurri. ‘Dovremmo chiederlo a Miss. Holiday, vedrai che ci darà il permesso.’ Le rispose sorridendole e facendole l’occhiolino.
Brittany sorrise dolce e si alzò di fretta dal tavolo. ‘La vado a cercare, tu resta qui..’ Cosa? Santana avrebbe voluto dirle di fare a cambio perché Dio, non sapeva proprio cosa dire a quella donna che le sedeva di fronte.
Ma non ebbe tempo di parlare che Brittany era già scappata via.
‘Le vuoi molto bene vero?’ La nonna di Brittany la guardava intensamente, i suoi occhi erano di un celeste leggermente più chiaro di quello degli occhi di Brittany e sembravano volessero ghiacciarla, lì seduta stante.
Annuì decisa per poi pronunciare ‘Si è impossibile non volergliene’. La donna sorrise e colpevole abbassò il capo.
Santana si fece forza e respiro ancora prima che con coraggio riuscì a far uscir fuori ‘Brittany è la persona alla quale tengo di più, io credo di aver bisogno di sapere se vuole portarla via’. Pronunciò quella frase tutta di un fiato e con lo sguardo basso, per poi rialzarlo ed incontrare quello incerto della donna.
‘No.’ Rispose debolmente la donna. Santana quasi sospirò di sollievo , ma poi la donna continuò a parlare.
‘Vedi Santana, devo dire che per questi pochi minuti che oggi abbiamo passato insieme , non posso negarti che volentieri me la sarei portata via. E’ così dolce e sincera, sembra che nonostante tutto il male subito non sia cambiata per nulla.’ Santana annuì ancora, consapevole che quelle parole fossero del tutto vere. Brittany era una forza della natura, non lo si poteva negare. ‘Già. Lei ha una forza inaudita è la persona più bella che io abbia mai conosciuto e credetemi anche se ho solo dodici anni, qui dentro ne ho conosciute tante’.
La donna le sorrise con fare quasi affettuoso. ‘Da quanto sei qui?’
Santana si agitò improvvisamente, non si aspettava che sarebbero finite a parlare di lei.
Respirò profondamente e tutto d’un fiato le rispose ‘Da un anno prima che arrivasse Brittany, ho una storia molto simile alla sua, ma non ho la fortuna di essere come lei’. Non sa con quale coraggio riuscisse a parlare, ma sentiva di doverlo fare , di dover essere sincera, se non altro perché voleva che capisse quanto fossero legate e che non ci pensasse due volte a separarle!
La donna aspettò qualche minuto nella speranza che la ragazzina dicesse qualcos’altro , ma Santana smise di parlare e cominciò a far vagare lo sguardo per la sala, in soggezione.
‘Hai perso i genitori?’ La mora annuì debolmente , inspirò ancora profondamente e poi con lo stesso coraggio avuto qualche secondo prima le chiese ‘Perché l’ha abbandonata qui dentro? Perché se le vuole bene? Non le credo che è perché sia malata!’ Santana indurì la voce improvvisamente. Quella donna aveva fatto del male a Brittany. Nonostante sembrasse una brava persona, l’ispanica non riusciva a non pensare ciò che aveva fatto.
‘Vedi Santana , crescere con me non l’ avrebbe di certo giovata. Sono bloccata su questa sedia da anni e non potevo di certo prendermi cura di lei come hanno fatto qui. L’hanno tirata su bene ed è cresciuta con le sue coetanee. Io ho una villa fuori città, sperduta in mezzo al nulla. Pur volendo non avrebbe avuto grandi opportunità di farsi delle amichette, di giocarci. E comunque non avrei potuto accompagnarla a scuola o a scuola di danza, ci doveva andare la governante.’ Santana scosse la testa incredula e stupita da quei pensieri.
‘Brittany aveva solo bisogno di sentirsi accettata dall’ultima persona della sua famiglia che le fosse rimasta. Merita quell’affetto che le avete negato e credetemi quando continuo a dirle che le credo poco.’
La donna indurì lo sguardo ferita ‘Tu mi continui a mettermi in dubbio ragazzina e non sai nulla di me’.
Santana sbuffò facendo andar via la soggezione e cominciando ad essere finalmente se stessa.
‘Si forse è vero, non so molto di lei, ma ciò non toglie che le avete fatto del male e sinceramente non so con quale coraggio ci siate riuscita.’ Santana non aveva mai capito come ci si riuscisse a fare un torto a quella bambina dolce e coraggiosa che le aveva cambiato la vita , portandole tanta gioia e luce.
Quegli occhi, era impossibile tradirli.
‘Santana non conoscevo Brittany, non le avevo mai dato affetto, quindi no, non le ho sottratto proprio nulla’. Santana annuì sorridendo ancora incredula. ‘Ditemi qualcosa che non so. Lei continua a far finta di non capire.
Brittany le voleva bene nonostante non la conoscesse. Mi ha raccontato di come sua mamma le parlava di lei e del fatto che abitavate lontano e che per questo non vi frequentavate. Scommetto che anche qui ci sia qualcosa sotto, continuo a non crederci. E sa qual è la parte peggiore? Brittany le vuole ancora bene.’ Santana scosse la testa e incrociò ferocemente lo sguardo con quello della donna . Quello sguardo era completamente impenetrabile differentemente da quello di Brittany così sincero e vulnerabile.
‘Ci sono troppe cose da spiegare ragazzina e non starò di certo qui a farlo. Credimi non necessitava del mio amore.’ Santana sbuffò rumorosamente e perdendo le speranze cominciò a giocare con il cucchiaino nella tazza che aveva di fronte.
Pensò a Brittany a che fine avesse fatto. Perché ci stava mettendo tanto.
Ripensò allo sguardo emozionato che aveva pochi minuti prima quando le aveva detto di voler ballare per sua nonna. Non poteva ferirla ancora.
‘Brittany è una bravissima ballerina e ci tiene davvero tanto a dimostrarglielo. Non le rovini questo momento’
Sussurrò l’ispanica che non voleva veder spegnere quella luce negli occhi azzurri che tanto amava.
‘Non accadrà Santana, puoi stare tranquilla’.
Passò ancora qualche minuto prima che una Brittany su di giri e affannata le corresse in contro esaltata.
‘San, miss Holiday ci ha dato il permesso, posso farlo.’ Sorrideva, quanto sorrideva. Era tanto emozionata ed i suoi occhi emanavano calore. L’ispanica sorrise di rimando, prima di rivolgere uno sguardo di rimprovero alla donna che incurante le sorrise anche lei.

Poco dopo si ritrovarono nella sala di danza.
Santana fece sistemare la donna e la governante , poi velocemente andò nello spogliatoio dove si stava cambiando la bionda.
‘Ehy..’ chiamò Santana attirando la sua attenzione.
‘Ehy , San mi aiuti a mettere il fiocco?’ Santana le sorrise e le si avvicinò.
Brittany indossava un body azzurro con il gonnellino dello stesso colore, le mezze punte di tela rosse e un grande fiocco rosso da legare sui capelli, tenuti su da una coda.
‘Sembri Dorothy del Mago di Oz!’ Esclamò Santana per poi sfilargli il fiocco dalle mani e andarlo a legare ai capelli chiari dell’altra.
‘Si quello era l’intento, voglio ballare Samewhere over the rainbow, era la colonna sonora del film’. Spiegò alzando le spalle. ‘Ma Britt, perché proprio quella? L’abbiamo provata solo un paio di volte in camera e non l’ha vista nemmeno Miss. Holiday’. Brittany si guardò allo specchio e inspirò lentamente ‘Perché al momento è la coreografia che sento di più e perché se mi dovesse salire l’ansia ripenso a quando l’abbiamo montata , alla risate che ci siamo fatte.’ Brittany riprese a sorridere debolmente e Santana le prese una mano incoraggiandola.
‘Se non dovessi piacerle?’ Chiese ancora una volta la biondina.
Santana boccheggiò , ripensando a tutto quello che si era detta con la nonna della sua amica e nonostante ancora non riuscisse ad inquadrare del tutto la donna decise che doveva farle forza e cercare di essere positiva.
‘Certo che le piacerai Britt, è tua nonna e poi non potresti non piacerle. Sei la Dorothy più carina della storia’. Brittany arrossì lusingata e abbassò lo sguardo sussurrando un lieve ‘Grazie’ .
‘Adesso andiamo…e nel caso ti venisse l’ansia,guarda me ok?’ Brittany annuì sorridendo ‘Lo farò’.
Poi Santana la trascinò fin dentro la sala per poi lasciarle la mano e andare allo stereo.
Aspettò che si sedesse sul parquet, e poi mise play.
Brittany cominciò a ballare e lei come sempre ne rimase incantata e rapita.
Quella ragazzina aveva da sempre la danza negli occhi. Quando ballava, non c’era niente che le si potesse dire.
Ti trascinava nel suo mondo facendoti vedere tutto ciò che provava e facendolo provare anche a te.
Santana ne era affascinata come sempre , e quel sorriso dolce che ogni tanto le compariva sul volto tra un passo e l’altro, la stregava sempre.
Rapita com’era dalla danza dell’amica, Santana non si accorse dell’arrivo di Miss Holiday che la sorprese facendola sobbalzare. ‘Wow, da dove esce fuori questa coreografia’ le aveva chiesto rompendo l’idillico mondo nel quale era scivolata Santana. ‘Miss. Holiday, mi ha spaventata!’ La donna le sorrise e aspettò che le rispondesse ‘Qualche tempo fa l’abbiamo montata insieme in camera’. La donna sbarrò gli occhi sorpresa. ‘Santana è bellissima, io adesso devo andare , ma ne riparleremo , potreste perfezionarla e portarla allo spettacolo di fine anno’. Santana esultò sul posto saltellando da un piede all’altro silenziosa. ‘A domani bambina’
la salutò l’insegnante prima che Santana potesse far altro.
Santana guardò Miss. Holiday uscire dall’aula mentre Rachel e Quinn ne facevano l’ingresso sorridenti.
Passò lo sguardo sulla nonna della bionda che aveva un espressione alquanto strana. Santana sbuffò e tornò a concentrarsi sull’amica che danzava con tutta l’anima per sua nonna.
Rachel e Quinn si dimenavano per attirare la sua attenzione e quando finalmente ci riuscirono le mimarono con le labbra un ‘è sua nonna?’ Santana annuì sorridendo appena, mentre le altre due esaltavano entusiaste della notizia.
Beh, in un mondo perfetto, la normalità sarebbe stata quella. Ci sarebbero dovuti essere tanti esulti alla notizia di una visita della nonna, ma quello non era un mondo perfetto e Santana lo sapeva fin troppo bene.
Brittany era ormai giunta alla fine della coreografia, respirava affannata e finì di ballare guardando al cielo, per poi stendersi su un fianco. Respirò ancora qualche secondo e poi si voltò verso sua nonna che stava sussurrando qualcosa ad Olga.
Quello che accadde dopo, le spezzò letteralmente il cuore. Senza fare alcun cenno di saluto la donna si fece portare fuori. Santana rimase spiazzata. Era meravigliata e i suoi occhioni scuri non facevano altro che scrutare quella donna incredula. ‘Nonna…’ la chiamò Brittany, ma la donna sembrava non ascoltarla.
La bambina provò ancora ‘Sono così male?’ Chiese ormai in preda allo sconforto, mentre sentiva le lacrime premere per voler venir fuori. Santana la guardò scuotendo la testa ‘No, che dici Brittany..’ la biondina rimase ferma mentre le altre tre le si avvicinavano preoccupate. ‘E’ andata via senza neanche salutare.. devo farle proprio schifo!’ Esclamò lasciando uscire una lacrima.
Santana voleva rassicurarla e dirle che non era così, ma come poteva convincerla dopo tutto questo?
Non poteva credere che quella donna le aveva spezzato il cuore ancora ed ancora, la sua Brittany non lo meritava. Avrebbe tanto voluto stringerla in quel momento , ma non lo fece perché sapeva che Brittany sarebbe scoppiata a piangere e lei non sarebbe stata più in grado di lasciarla andare ed andare a parlare con la nonna prima che fosse andata via.
‘State con lei , torno subito’. Quinn e Rachel la guardarono interrogative, ma poi annuirono continuando a consolare la biondina.
La latina uscì dalla sala di danza e corse verso l’ascensore, per fortuna erano ancora lì ferme ad aspettare.
‘Mi dica perché l’ha fatto? Perché è venuta qui e poi le ha spezzato di nuovo il cuore? Perché non l’ha salutata? Ha ballato per lei se ne rende conto?’ Santana aveva pronunciato quelle frasi arrabbiata e con un tono di voce troppo alto per risultare educata, ma non se ne curò adesso le importava avere delle risposte, perché quando avrebbe dovuto consolare l’amica qualche minuto più tardi si aspettava almeno di sapere cosa dire per farla sentire meglio. ‘Mi aveva fatto una promessa ..’ disse poi abbassando la voce. ‘Avrebbe dovuto mostrarsi felice e… Dio, ma perché le sto dicendo queste cose, a lei non importa niente di quello che le dirò!’ Sputò d’improvviso nervosa e stanca. La donna finalmente la guardò come se la vedesse per la prima volta per davvero. Il suo sguardo era meno duro e il portamento rigido delle spalle sembrava esser sparito.
‘ Vedi Santana prima non ti ho detto tutta la verità. Sai quanti anni aveva la madre di Brittany quando ci ha lasciati?’ Santana scosse la testa , non riusciva a capire dove volesse andare a parare. ‘La mia piccola Alice aveva solo venti anni, ha avuto Brittany a quindici ed io l’ho mandata via per le mie stupide credenze, non rendendomi conto che nonostante fosse un tantino presto una bambina non era di certo la fine del mondo.
Ma ecco vedi io ho avuto Alice molto tardi e la differenza d’età fra di noi si è fatta sentire. Quando l’ho mandata via non accettando lei , il suo ragazzo e la sua piccola creatura ho fatto l’errore più grande della mia vita.’ Santana seguiva attenta il racconto stupita e curiosa. ‘Mia figlia amava la danza e ballava tutto il giorno, lei frequentava una scuola di danza dall’età di quattro anni, ha smesso quando ha saputo di aspettare Brittany, ma  mi hanno raccontato che ha avuto la forza di ricominciare dopo. Quando l’ho vista ballare, quello sguardo deciso e ricco di buone emozioni , ho rivisto mia figlia e tutto il male che le ho fatto. Ho rivisto la mia piccola  Alice e non riesco a non pensare a quanto sia stata stupida a farla andar via perdendomi quel che restava della sua vita. Non posso farcela, quella bambina è la fotocopia della madre ed io non riesco ad affrontarla.’
La donna finì di parlare affranta mentre Santana annuiva, finalmente aveva capito qual’era la situazione.
‘Posso almeno salutarti?’ Brittany sbucò fuori da dietro l’angolo asciugandosi qualche lacrima. Era ancora vestita come prima e sembrava decisamente infreddolita.
Santana si voltò incontrando i suoi occhi chiari impauriti e fragili.
Quinn e Rachel si fermarono qualche passo dietro.
‘Da quanto tempo sei qui?’ Chiese sua nonna guardandola insicura. ‘Credo da quando hai cominciato a parlare della mamma.’ Brittany tirò sul col naso e poi si lanciò ad abbracciare la donna che rimase spiazzata al momento , ma che poi ricambiò la stretta dolcemente.
‘Mi dispiace’ le disse la donna cercando un perdono che Brittany, nonostante non la capisse già le aveva concesso. Brittany annuì per poi staccarsi dalla nonna e fare qualche passo indietreggiando. Santana le prese la mano e con l’altra le accarezzò il braccio cercando di rincuorarla.
‘Adesso devo andare, abbiate cura di voi…’ la donna fece cenno alla governante di entrare finalmente in ascensore , la guardarono entrare e poi sussurrarono contemporaneamente un debole ‘Ciao.’

Quella sera le due ragazzine erano stese rispettivamente sui loro letti.
Santana stava ripetendo algebra mentre Brittany se ne stava a fissare il soffitto pensierosa.
Prese la foto dei suoi che aveva sul comodino e la guardò per un po’. ‘La mia mamma non somigliava per niente alla nonna.’ Disse attirando l’attenzione dell’altra che alzò lo sguardo dal libro e poi lo lasciò scivolare sul letto incurante. La bionda passò i polpastrelli sul viso di sua madre in una carezza e chiuse gli occhi.
L’ispanica si alzò dal letto lentamente ‘Che tipo era?’ Le chiese dolcemente mentre si avvicinava . Brittany aprì gli occhi e sorrise all’altra ‘Era dolce e spontanea, faceva sempre quello che le passava per la testa. Era una persona molto solare e amorevole.’ Brittany riappoggiò la foto sul comodino e poi guardò l’amica porgendogli una mano. Santana l’afferrò e la biondina la fece sedere sul suo letto. La tirò giù e si strinse forte a lei scoppiando a piangere improvvisamente carica di tutte le emozioni che le attanagliavano lo stomaco da tutta la giornata. Santana sapeva che quel momento sarebbe arrivato e non riuscì a far niente se non a ricambiare quell’abbraccio disperato cercando di calmarla con le carezze.
‘Beh allora forse su una cosa ha ragione tua nonna, devi aver preso proprio tutto da tua madre’ la biondina rise fra le lacrime , facendo sospirare l’altra di sollievo.
‘Grazie per tutto quello che hai fatto oggi San, senza di te non avrei saputo affrontare tutto questo’. La bionda si asciugò le lacrime e si allontanò quel poco che bastava per guardarla negli occhi. Santana aveva gli occhi lucidi e le guance rosse. ‘Ed io chi devo ringraziare per avere come migliore amica questa splendida persona?’
L’ispanica avvampò ancor di più e scosse la testa ‘non saprei, non so a chi somiglio, forse a mia mamma’ disse sollevando le spalle. ‘ Beh, fammi vedere le loro foto così almeno vedrò a chi somigli fisicamente’ Santana scosse la testa contrariata ‘no, Britt mi fa troppo male rivederle.’ Brittany annuì e le schioccò un bacio sulla guancia. Santana le spostò una ciocca di capelli che aveva appiccicata al viso a causa delle lacrime.
E poi si ricordò di Miss Holiday e di cosa le aveva proposto.
‘Ah, Britt prima mentre ballavi è passata Miss Holiday, non so più se sia una buona notizia…’ ripensò triste per quello che era avvenuto prima, forse a Brittany non sarebbe piaciuto ballare di nuovo quella coreografia ‘Cosa ti ha detto?’ Santana sorrise all’impazienza dell’altra ‘Ha detto che le è piaciuta la coreografia , ne è rimasta meravigliata ed ha detto che forse ce la fa portare allo spettacolo di fine anno’ Brittany si mise a sedere di scatto sorridente come non mai ‘ Che cosa?’ Santana si tirò su anche lei e le rispose con un semplice ‘Si , ha detto così’ e sorrise anche lei. ‘Oddio, San ti rendi conto? La nostra coreografia..’ le disse esaltata. Le prese le mani per poi slanciarsi ad abbracciarla ancora.
Santana sorrise a tanta gioia e si stupì di come Brittany avesse lasciato cadere l’argomento nonna, anche sulla coreografia. Il modo poi con il quale aveva sottolineato la parola nostra , le aveva fatto vibrare l’anima commuovendola appena.
La bionda si allontanò poi dolcemente e incastrando il loro sguardi le disse canticchiando
And I Think to my self..  what a wanderful word’ { E io penso fra me e me… Che mondo meraviglioso!’ }
Santana sorrise a tanta dolcezza. Poi la bionda le si avvicinò ancora tendo il peso sulle mani le sussurrò ad un orecchio ‘E lo penso solo grazie a te.’

 
'I see friends shaking hand saying,<>>They're really saying, I..I love you'
‘ Io vedo amici che si salutano dicendo << come va? >> Loro dicono davvero, Io… Io ti voglio bene’

 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2580239