My stuff.

di Lady Atena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My stuff. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** My stuff. ***


Tony si avvicinò a Thor, gli si mise davanti e incrociò le braccia.
“Ehi, Point Break, ricordi quanto hai preso tuo fratello e io ti ho detto di non toccare le mie cose?”.
Thor aggrottò la fronte, strinse il manico di Mjolnir assottigliando le labbra e annuì.
“Ricordo”, affermò, “ma Asgard mi aspetta con urgenza, e le memorie dovranno attendere”.
Tony sbuffò muovendo una mano in aria, spostò il peso da un piede all'altro.
“Non si tratta di memorie”, disse.
Si sporse, accostò le labbra all'orecchio di Thor lanciando un'occhiata agli Avengers alle proprie spalle e assottigliò le iridi castano scuro.
“Ho l'impressione che alcune delle mie cose siano ancora su Asgard” sussurrò.
Thor si chinò, grugnì allentando la presa su Mjolnir. Tony gli diede una pacca sulla spalla, sogghignò.
“Rendimele” ordinò.
Thor sgranò gli occhi.

Odino strinse la presa sulla sua spalla.
“Rendimelo” comandò.
Thor s'inginocchiò, poggiò il martello in terra.
“Sul mio onore, vi restituirò ciò che vi è stato sottratto, mio signore”.
Odino gli strofinò la mano sulla spalla, fece due passi indietro e Thor alzò lo sguardo, ghignò.
“Padre”.

“Thor?” chiamò Steve.
Thor si voltò alzando il martello,Steve mostrò le mani e arricciò le sopracciglia.
“Già riparti?” chiese.
Thor sospirò, rinfoderò Mjolnir.
“Un'ombra oscura incombe su Midgard. La creatura che si è riattivata al suono della voce dell'Uomo di Metallo è sconfitta, ma ancora non sento la vittoria”.
Steve accennò un sorriso, ticchettò in terra con lo stivaletto.
“È stata dura. Ci serve del riposo”.
Thor scosse il capo, le treccine sporche di terra strofinarono sulla sua pelle.
“Ombre e sventure porto nel cuore. Devo tornare alla mia casa”.
Guardò Tony, indurì lo sguardo rendendo le iridi blu scure.
“E restituire degli oggetti all'Uomo di metallo”.
Steve si girò guardando Tony sistemare il poncho sulle spalle di Bruce, aggrottò la fronte e si tolse il ciuffo biondo dalla fronte.
“Cosa potrebbe avere Tony su Asgard?” chiese.
Thor sospirò, scosse il capo e socchiuse gli occhi.
“Più di quanto tutti noi sospettiamo” mormorò.

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Capitolo 2
*** 2. ***


Steve si avvicinò a Tony e si appoggiò contro la parete dorata, incrociando le braccia. 
“Bella pensata dire quelle cose a Thor. Così ci ha detto di aspettarlo in camera sua” si lamentò.
Tony scrollò le spalle, sporgendo le labbra.
“Prima non vede l'ora di mollare tutto e poi invece di punto in bianco ci trascina su Asgard. Non ho ben chiaro il collegamento” disse.
Toccò una vetrata, una serie di schermi olografici grandi un palmo con disegnate delle armi si aprirono lungo tutta la finestra.
“Voglio dire: sta per tornare su Asgard, gli dico che ho una strada sensazione, sembra avere ancora più fretta e poi ci parli tu e ... ci porta qui?” chiese.
Chiuse le schermate, si voltò e allargò le braccia.
“Che gli hai detto?”.
Steve si leccò le labbra rosate e incrociò le braccia dietro la schiena, sopra lo scudo.
“Gli ho chiesto se si ricordasse cosa di tuo doveva riportarti” ribatté secco.
Tony si passò la mano tra i capelli, sospirò passando accanto ad una scrivania dorata, vi passò il dito sopra e si aprirono una serie di finestre oleografiche scritte in Norse arcaico.
“Era solo una sensazione”, specificò, “evidentemente gli alieni le prendono troppo sul serio” si lamentò.
Si sedette sulla poltrona di raso rosso decorato d'oro davanti la scrivania e ticchettò sul tavolo ripetutamente.
“Deve esserci qualcosa sotto”.
Steve raggiunse il letto a baldacchino e accarezzò le tende di raso rosso, abbassò lo sguardo e socchiuse gli occhi.
“Questa stanza è immensa, non oso immaginare quanto lo sia l'intero palazzo” sussurrò.
Tony voltò il capo, mosse una mano in aria.
“Vuoi chiedere a Thor il numero della sua agenzia immobiliare o ti concentri sul problema?” chiese.
Scosse la testa, guardò le schermate facendole scorrere con il dito.
“Seriamente. Ricordami di non parlare mai più di sensazioni a nessun essere alieno con cui veniamo in contatto. Neanche se sembra civilizzato”.
Steve si sedette sul letto e lo fece cigolare.
“Dove lo hai visto Thor civilizzato?” domandò. 
Si stese e affondò nelle coperte, inspirò e chiuse gli occhi. Tony chiuse le schermate, sbuffò sonoramente e si voltò poggiando le braccia sulla cima dello schienale della poltrona.
“Sai, considerando il tuo disinteresse inizio a pensare ci siano due biondi volubili, non solo uno” disse.
Steve socchiuse un occhio e sbuffò.
“Non sono volubile, solo innervosito. Siamo bloccati qui dentro. Non ci sono porte o finestre” si lamentò.
Tony indicò la vetrata.
“Eccetto quella, che però da su un server di armi” disse.
Mosse la mano in aria, oscillando il capo.
“Ora, se ho di nuovo la tua attenzione, vorrei sapere secondo che cosa il nostro vichingo alieno abbia preso così seriamente da richiedere la nostra gentile presenza in camera sua”.
Steve richiuse e strinse le labbra fino a farle sbiancare.
“Non è una finestra, è uno schermo olografico. Si ripetono ogni duecento metri. Penso siano i libri di Thor”.
Tony si passò la mano tra i capelli.
“Grazie tante Captain Ovvio” borbottò.
Si alzò, camminò lungo le vetrate socchiudendo le iridi castano scuro.
“Vuoi che mi metta a leggerli tutti, o mi dai una tua teoria sull'improvvisa necessità di Point Break di portare amici a casa?”.
Steve si tolse lo scudo e se lo mise sopra le gambe.
“Io pensavo lo sapessi tu” brontolò.
Tony si voltò di scatto.
“È la quinta volta che te lo chiedo!” esclamò.
Si avvicinò al baldacchino, incrociò le braccia e abbassò il capo.
“Va bene le strane fisime aliene di Conan, ma tu, Cap? Lo stai coprendo?”.
Steve gli tirò lo scudo, facendoglielo fischiare vicino l'orecchio. Lo scudo sbatté contro la parete dorata ed iniziò a rimbalzare da una parete all'altra. Tornò nei pressi del letto e Steve lo riprese al volo.
“Vengo coinvolto per cose che dici tu senza senso e per giunta mi accusi”.
Tony afferrò un cuscino, lo tirò addosso a Steve e salì con le ginocchia sul letto.
“Analizziamo i fatti. Io parlo con Thor, lui decide di tornare ad Asgard velocemente. Tu parli con Thor trenta secondi dopo e lui cambia improvvisamente idea, decidendo di portarci con lui. Io faccio domande e tu le ignori platealmente. Conclusioni? Sei coinvolto in quello che sta preoccupando il nostro asgardiano” snocciolò.
Afferrò lo scudo, lo gettò in terra e socchiuse gli occhi.
“Ricordati che parli con un genio, prima di attaccarmi, perché la prossima volta rispondo al colpo, e non ti piacerà”.
Steve prese lo scudo dal pavimento e si stese a faccia in giù.
”Gli ho solo detto se si ricordava tutto quello che ti doveva prendere” grugnì.
Tony sospirò, si sedette a gambe incrociate sui cuscini.
“E hai una vaga idea perché il fatto che io avessi la sensazione di poter avere qualcosa su Asgard lo abbia indotto a questo scatto?” domandò.
Steve sospirò rumorosamente, conficcò le mani nel letto facendo piegare il materasso e alzò il capo.
“È inutile che me lo continui a chiedere. Non lo so!”.
Tony sorrise, poggiò le mani sul materasso.
“Continuo a chiederlo perché non ricevo risposta, Capitano” disse.
Piegò il capo, stese le gambe.
“Tra l'altro, ti stavo chiedendo di ipotizzare, non di leggere nel pensiero di Conan” aggiunse.
Steve avvicinò il suo viso a quello di Tony.
“Trova un'uscita” sussurrò.
Tony strinse le labbra, assottigliò lo sguardo.
< Ordini del Capitano > pensò, sarcastico.
Saltò giù dal letto, mosse le dita delle mani e piegò il capo all'indietro, sogghignò.
“Naturalmente, Capitano” disse.



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