Faithfull - La regina che credeva

di nuvole_e_popcorn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo La scelta di Caspian ***
Capitolo 2: *** Cap I ~ I Pevensie in Inghilterra ~ Il viaggio di Caspian ***



Capitolo 1
*** Prologo La scelta di Caspian ***


Eccomi con una ff su uno dei miei libri/film preferiti! Non avevo mai scritto nulla perché veramente non sapevo cosa scrivere, ma l'altro giorno ho rivisto "Il Viaggio del Veliero" e ovviamente me lo sono andata a rileggere (ovvero ho passato quasi tutto il week-end a rileggerlo) e, anche se è vero che la coppia Caspian-Lillandil è quella scelta dall'autore non posso fare a meno che scriverne una che coinvolge i miei due personaggi preferiti, ovvero Caspian e Lucy... così ho provato a scriverne una... mi piacerebbe molto sapere le vostre opinioni sulla mia scrittura, sulla storia e beh su tutto :) quindi se vi va lasciatemi un commentino in maniera che la scimmietta che ha preso residenza nel mio cervello e che ha deciso che fosse ora di scrivere questa storia (e si, si crede una scrittice, abbiatene pietà, in fondo è solo una scimmietta) possa continuare a lavorare sapendo che la sua storia piace al pubblico di lettori! E ora bando alle ciance! Ci sentiamo a fine prologo.

PROLOGO 

"Non di nuovo" Caspian non si voltò neanche, al suono della voce. Ne aveva avuto abbastanza di piagnistei e lamentele: abbastanza da bastargli per una vita intera, quella che avrebbe - a quanto pareva - condiviso con l'origine dei suoi crucci: Lillandil. La Stella. Aveva chiesto che l'accompagnasse a Cair Paravel solo per educazione... ma quando era tornato con lei era diventato chiaro che l'intera corte voleva che si sposassero e Lillandil era più che eccitata all'idea di essere la futura regina. Continuò, ignorandola, a osservare in religioso silenzio l'unica consolazione in quella vita tetra e grigia che si era scelto. Il ritratto non le faceva certo giustizia, i viso era troppo scarno e la piega delle labbra troppo fanciullesca, l'espressione troppo infantile e l'atteggiamento aveva poco della donna che amava: ma era comunque più di quanto avesse pensato di concedersi in principio. Aveva creduto. Davvero, ne era stato convinto, che alla fine gli sarebbe passata, così come gli era venuta. Ma aveva scoperto che non era così che funzionava con certi sentimenti. La donna ritratta davanti a lui non aveva niente della donna di cui si era innamorato: si bambina - in un certo senso - ma determinata, quella determinazione così decisamente femmina che ti faceva correre i brividi lungo la schiena. Ma accompagnare Lillandil per le stanze di Cair Paravel gli era sembrato quasi un insulto a un qualcosa di sacro.. sarebbe stato completamente diverso se la sua pelle non fosse stata così pallida e i suoi occhi così vitrei, i suoi capelli invece che argentei fossero stati castani e i suoi occhi di un blu picchiettato di nero... sarebbe stato del tutto diverso. Avrebbe potuto farlo. Avrebbe potuto chiederle di restare, ma sapeva che se lo avesse fatto lei sarebbe rimasta, ma non per lui, quanto per Narnia, che era la sua casa... e lui avrebbe sofferto, perché alla fine l'avrebbe vista soffrire della mancanza della famiglia che amava sopra ogni altra cosa. Così aveva deciso lui... e ora ne pagava le conseguenze, ma non credeva sul serio che la distanza lo avrebbe fatto ammattire a quel punto. C'erano dei giorni che si ripeteva che l'avrebbe rivista quando tutto sarebbe finito: sarebbe stata lì, ad attenderlo, dove per la prima volta l'aveva vista, in piedi la testa alta non solo come quella di una regina, ma come quelle di un'eroina, gli avrebbe sorriso come una madre, una moglie, un'amica e un'amante... e sarebbe finita quella sua vita grigia e scura, tutto avrebbe ripreso luce e colore... altri giorni la distanza era troppo da sopportare e contemplava di tentare di raggiungerla... in qualunque modo, anche con la magia nera, poi però ricordava che un essere puro come lei non glielo avrebbe mai perdonato. Le storie erano chiare a riguardo: Peter era stato quello coraggioso e saggio, Edmund era stato quello estremamente intelligente e scaltro, Susan era stata quella gentile e amorevole, ma Lucy... Lucy era stata la Regina che aveva fiducia, la regina che mai per nulla al mondo avrebbe smesso di credere che la speranza non fosse perduta. E in onore a questo neanche lui l'avrebbe fatto. La prima volta che aveva incontrato i fratelli Pevensie la sua attenzione si era incentrata su Peter, che era sempre stato il suo idolo, su Edmund che nonostante la giovane età sembrava già molto più saggio di lui e su Susan,tra la guerra e tutto ciò che era avvenuto Lucy era rimasta un po' in disparte, un po' nelle retrovie ed era stata lei invece, che aveva condotto Aslan da loro, era stata lei l'unica a rimanere in piedi di fronte al Grande Leone, quasi sua pari e sua amica fidata, e aveva capito che lo era davvero quando Aslan si era rivolto a lei amorevole come un padre verso la sua bambina. Sul Veliero aveva capito perché Aslan l'avesse nominata la 'valorosa', e mano a mano quella che in un primo momento gli era sembrata una mascotte era diventata il leader che aveva sempre pensato fosse stato Peter, una sera ne aveva anche parlato con Edmund: 

"Credevi davvero che Lucy fosse piccola e indifesa?" aveva domandato Edmund scoppiando in una risata "Nessuno di noi sarebbe stato la metà del sovrano che è stato se non fosse stato per Lucy" aveva spiegato poi, improvvisamente serio. "Quando Susan si infatuava di qualcuno solo Lucy era capace di farle vedere la verità, di farle capire quanto poco quell'uomo la meritasse e quanto lei si fosse fatta a zerbino per lui... quando io ero insicuro solo Lucy riusciva a tirare fuori quella sicurezza e quella diplomazia che tanto mi decantate... e soprattutto non c'era nessuno in grado di far vedere la ragione a Peter quando era in preda a uno dei sui istinti... tranne Lucy e beh Adalle, quella che sarebbe poi diventata sua moglie... ma senza Lucy, te lo posso assicurare, Narnia non avrebbe avuto i tre sovrani che tanto decanta" 

E poi... poi lei se ne era andata... lo aveva lasciato da solo a crogiolarsi nei sogni di quello che sarebbe potuto essere. 

"Qualcosa ti turba, figlio di Adamo" in un momento la stanza scomparve  e al posto di Lillandir e del ritratto di Lucy Caspian si trovò di fronte il Grande Leone, in tutta la sua gloria. Si inginocchiò al suo cospetto incapace di proferire parola. 

"Alzati figlio di Adamo - gli intimò Aslan - ti sei pentito della scelta fatta sul Veliero" non era una domanda e Caspian non si disturbò neanche a rispondere, ormai sapeva che Aslan diceva solo quello che voleva lui, nessuno era in grado di farlo parlare di qualcos'altro.  

"Io l'ho fatto perché non volevo che soffrisse" rispose sincero Caspian, così Aslan si lasciò andare a quello che somigliava a uno sbuffo.  

"Guarda figlio di Adamo, a quale esistenza l'hai condannata" rispose Aslan scuotendo la criniera davanti ai suoi occhi si prospettò un'immagine: era Lucy, seduta in disparte in una biblioteca mentre disegnava qualcosa su un blocco, persone attorno a lei studiavano e si passavano bigliettini per non far troppo rumore, ma Lucy, Lucy era sola. Vide ciò che la ragazza stava disegnando ed era Cair Paravel in tutta la sua maestosità con i quattro troni per i quattro regnanti di Narnia. Lucy sospirò e si costrinse a chiudere il blocco, alzandosi quasi come un zombie e dirigendosi fuori dalla biblioteca: i suoi occhi blu non erano accesi come prima, profonde occhiaie violacee li contornavano, il viso era molto scarno, sembrava non mangiasse un vero pranzo da chissà quando, era magrissima e si aggirava come un corpo senza anima lungo le vie di quella che sembrava una città di macchine. Camminava come non presente a se stessa verso un parco e lì c'erano i suoi fratelli: Edmund era anche lui molto dimagrito e si passava nervosamente una mano tra i capelli, ma nulla avrebbe potuto descrivere lo sguardo vitreo e vuoto di Peter a cui Narnia sembrava mancare quanto a Lucy.  

La visione scomparve e Caspian notò solo allora di stare piangendo. "Non posso fare niente, Aslan?" domandò il Grande Leone parve pensarci: "Sei sicuro" domandò "di voler lasciare andare tutto ciò che hai ottenuto? Una moglie? Una non vale l'altra?" domandò ancora "la rivedrai nella mia Terra quando sarà il momento, ciò è quello che ha deciso il destino"  

"Una non vale l'altra, Aslan, nessun'altra vale Lucy... neanche il bene di tutta Narnia vale il bene di Lucy" rispose senza esitazione, ma con la morte nel cuore.  

"Forse si può alterare il destino figlio di Adamo, ma è un percorso difficile che dovrai intraprendere da solo... ed è molto pericoloso rischi di non ritrovare più te stesso. La domanda è sei disposto a farlo per Lucy?" Caspian aprì la bocca per parlare, ma il Leone lo zittì con il movimento della criniera: "Pensaci bene, figlio di Adamo - disse - e domani notte torna con una risposta".

Eccomi qua... a fine capitolo: cosa deciderà Caspian? E i fratelli Pevensie? Come se la passano in inghilterra? Non sembra molto bene, vero? Nel prossimo capitolo vedremo bene cosa ne pensano loro di questa storia... insomma Lucy non se la passa bene, ma neanche Peter ed Ed a quanto pare, in quanto a Susan, beh io non ho un particolare odio nei suoi confronti, ma il suo carattere troppo logico e razionale l'ha spinta a dimenticarsi Narnia - così come nei libri originali - e quindi non farà parte di questa storia, almeno non fino alla fine, almeno credo... Beh comunque, recensite pls così che possa sapere le vostre opinioni! Ci sentiamo alla prossima. Baci Giu 

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Capitolo 2
*** Cap I ~ I Pevensie in Inghilterra ~ Il viaggio di Caspian ***


Capitolo I 

Lucy, Ed e Peter avevano cominciato quegli incontri dopo la loro ultima visita a Narnia, dapprima perché Peter voleva sapere tutto e sapeva che i suoi fratelli avrebbero avuto bisogno di coraggio ora che non sarebbero più potuti tornare, ma alla fine erano diventati una necessità... così non avrebbero dimenticato il posto cui appartenevano come aveva invece fatto Susan, che considerava quegli incontri una perdita di tempo in vecchie fantasie infantili.  

"Non vedo l'ora - stava dicendo Peter - di rivedere Adalle nella terra di Aslan" Adalle era una contessa delle Isole Solitarie che aveva rubato il cuore al giovane Re, in un primo momento si erano detestati profondamente, in quanto in sua presenza Peter riusciva a essere l'immaturo, impulsivo, insicuro ragazzino che aveva raggiunto Narnia attraverso un armadio, ma erano diventati profondi amici e si erano innamorati quasi senza accorgersene e Peter si sentiva profondamente in colpa ad averla abbandonata a Narnia quando erano tornati in Inghilterra. Erano passato ormai cinque anni dalla loro ultima visita: Peter aveva finito l'Università, Susan si era sposata con un certo Johnatan Miller ed Edmund stava seguendo l'università, Lucy invece stava seguendo un master per diventare insegnante. Nessuna notizia più da Aslan... niente di niente e questa era una delle cose che più la intristiva... oltre alla mancanza di Caspian a cui, aveva scoperto, essersi affezionata più di quanto non avesse pensato.  

"Spero solo quel giorno arrivi presto - disse infatti - sono già stufa di vivere in questo mondo così... macchinoso" Edmund annuì completamente d’accordo. Gli mancava il Bosco Tremante... il mare, il cielo.. tutto. Tutti e tre sospirarono persi nelle proprie fantasie di ritorni gloriosi.  

"Oh se solo Aslan ci avesse concesso una scelta" sospirò Lucy "io l'avrei presa senza esitare" Edmund annuì e anche Peter, al quale Narnia mancava così tanto che spesso si sorprendeva a contemplare qualche macchinosità impossibile per tornavici.  

"Ci sarà un buon motivo se non l'ha fatto" ragionò Edmund "forse dovremmo solo accettarla e ritenerci fortunati di aver vissuto avventure così meravigliose"  

"Stai cominciando a parlare come Susan" lo ammonì Peter "subito dopo la nostra visita ad aiutare Caspian a riprendersi in trono". Lucy nel frattempo era rimasta in silenzio. Ora guardandosi allo specchio rivedeva la se stessa che era stata all'Epoca D'Oro, meno tutto ciò che la rendeva lei, la vitalità, il sorriso... la serenità e la cosa la destabilizzava: Susan spesso via lettera le domandava se a 21 anni non avesse dovuto cominciare a smetterla di vivere nella fantasie, ma era inutile, proprio non riusciva a smettere. 

"Voglio tornare a Narnia così tanto..." sospirò ancora.  

*** 

"Allora, figlio di Adamo - disse Aslan mentre si grattava un orecchio con la poderosa zampa leonina- hai preso la tua decisione?" Caspian prese un respiro lungo e calcolato.  

"Sono disposto a fare qualsiasi cosa per la sua felicità" rispose sinceramente e Aslan lo fissò intensamente.  

"Allora farò in modo di farla tornare a Narnia, ma bada, alla fine del viaggio toccherà a lei prendere una decisione. E ricordati che ciò che stai per fare, figlio di Adamo, è un viaggio terribilmente pericoloso, non puoi cambiare il corso degli eventi o perderai te stesso definitivamente." Caspian annuì e sospirò di sollievo: aveva finalmente ottenuto di poter tornare indietro sui propri passi. Il grande leone gli poggiò una zampa sulla spalle (una zampa incredibilmente pesante, badate) e soffiò su di lui, poi la sua voce alle orecchie dell'uomo, divenne come un sussurro lontano: “dovrai dire a Lucy, prima della vigilia di mezza estate, che se desidera trovare la strada di Casa dovrà aprire la porta dell'armadio e camminarvi all'indietro fino al lampione”.  

*** 

"Dite che è un naufrago?" domandò una voce profonda e maschile. 

"Non essere assurdo, Pete! - fece un'altra voce maschile - vedi navi in naufragio qua intorno? Se una nave si fosse avvicinata tanto da permettere a questo naufrago di arrivare fino a riva l'avremmo sicuramente notata!" ragionò l'altro uomo, che sembrava - almeno dalla voce - essere più giovane del primo. 

"Beh - fece una voce femminile - Ed ha ragione... ci saremmo accorti di una nave così vicina alla riva... e comunque non sembra un abitante di Carlomen o una qualsiasi delle altre nazioni che ci possono raggiungere via mare"  

"Credete che sia ferito? - domandò un'altra voce, che gli sembrava stranamente famigliare - Pensate che dovrei usare il mio cordiale?" 

"Ma sei matta Lu? Quel cordiale è preziosissimo, neanche sappiamo se sia un amico o un nemico!" replicò, quello che aveva capito chiamarsi ‘Ed’. 

"Non lo sapremo mai se non si sveglia, no?" rispose in tono di sfida quella che si chiamava ‘Lucy’, era sicuro di dover dire qualcosa a questa ‘Lu’, ma ne fosse dipesa la sua vita non riusciva a rammentarsi di cosa si trattasse!  

"Ti prego Peter!" esclamò ancora Lu. Pensò fosse il momento giusto per far capire che era sveglio e che no, non c'era bisogno del miracoloso cordiale di Lu, che per qualche ragione sembrava volerlo aiutare pur non conoscendolo.  

"Va bene, Lucy - accordò l'altro (da notare le esclamazioni di stupore degli altri due interlocutori) - ma solo una goccia" quando l'aiutarono a voltarlo Caspian tossicchiò e la ragazza si allontanò prontamente da lui, mentre un uomo dai lunghi capelli dorati la costringeva dietro di sé a mo' di protezione. 

"Chi siete, straniero?" domandò con tono imperioso, mentre Caspian si sedeva a gambe incrociate e si grattava la nuca indeciso su cosa dire, per qualche strana ragione dire ‘hey, vengo dal futuro, beh non so esattamente se futuro visto che siete grandi e che quando vi conobbi eravate poco più che adolescenti...’ ma questa poi da dove gli era uscita? Mica li conosceva quei quattro, anche se una sensazione nel profondo della sua mente gli diceva che li conosceva molto bene. Davanti a lui stavano due uomini e due donne: i due uomini - uno moro e l'altro biondo - erano pronti con le spade sguainate; ad attirare la sua attenzione fu la donna i suoi lunghi capelli corvini, i suoi occhi color ghiaccio e le labbra carnose, era decisamente molto bella e algida, l'altra donna era seminascosta dall'uomo biondo e ne poteva vedere solo la testolina castano chiaro spuntare da oltre la spalla.  

"Il mio nome è Caspian - perfino il suo nome gli risultava strano sulle labbra - e mi manda questo grosso leone dalla folta criniera che si chiama Aslan e che appare in qualunque luogo se ritiene necessario..." 

"Peter lasciami andare, lo manda Aslan!" sbottò la seconda donna, spintonando via l'uomo biondo che alzò gli occhi al cielo, ma che gli lanciò un'occhiataccia d'avviso. Sembrava molto protettivo della donna: che fosse il suo promesso sposo?  

"Lucy - sbottò l'uomo dai capelli scuri - dovresti davvero smetterla di fidarti così ciecamente delle persone!" 

"Sta zitto Ed!" 

"Possibile che sono Re e lei ancora mi dice di stare zitto?????" esclamò frustato l'altro ricevendo le occhiate simpatetiche degli altri due.  

"Posso colpirlo?" domandò/minacciò Re Edmund facendo gesto di lanciarsi verso il cugino, ferito e lamentoso. La regina Lucy lo trattenne per un braccio "Ed!" minacciò "Toccalo e te la vedrai con me!" sbottò accucciandosi di fronte alla cugino e cominciando a ispezionargli la ferita: re Edmund si appoggiò al timone di fianco a lui e alzò gli occhi al cielo esclamando frustato: "Sono re di Narnia e ancora mi dà ordini! Dannate sorelle minori...!" 

Così come era arrivata la visione sparì e si ritrovò di fronte Lucy, leggermente più grande da quella che ricordava nella visione e un Ed che la osservava esasperato, più grande di come se lo ricordava anche lui. 

"Allora Caspian, cosa ti manda a dire Aslan?" domandò Lucy. 

"Io... mi ha mandato per dirvi qualcosa, ma non riesco a ricordare cosa... quand'è la vigilia di mezza estate?" domandò ricordandosi che qualsiasi cosa dovesse dire doveva farlo entro quel termine ben preciso. 

"Tra dieci giorni" rispose l'uomo biondo, Peter, a questo punto visto che l'altro era Ed. 

"Allora ho dieci giorni per ricordarlo..."   

  

Eccoci qua, ora capite di che viaggio parlava Aslan? E no con questo sbalzo teporale Caspian non ricorda molto bene che ci faccia lì... diciamo che ha dei ricordi, dei glimpse, della sua conoscenza con i Pevensie e che è anche questa una prova del suo amore per Lucy... la supererà? Riuscirà a dirle in tempo come deve fare per - se vuole - tornare da lui? O sarà tutto vano? 
Non mordo mica, quindi se avete suggerimenti (sono sempre ben accetti), critiche (accettate e auspicate laddove costruttive) o complimenti (e chi mai non li desidera) fatevi sentire e sarete ascoltati!Baci alla prossima
 
    

   

 

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