After all, you're my wonderwall

di hoodsreason
(/viewuser.php?uid=386459)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-Prologo ***
Capitolo 2: *** 2- Here we are ***
Capitolo 3: *** 3-I'll always be there for you ***
Capitolo 4: *** 4. Lay down your arms ***



Capitolo 1
*** 1-Prologo ***


PROLOGO

 A Calum, Michael, Ashton e Luke ché senza le mie troie non so cosa farei;
Alla mia migliore amica che, anche se non lo sa, c'è sempre.


 
Arizona è un cubo di Rubik, non si capisce mai del tutto cosa le passi per la mente. Per quanto tu ti possa sforzare ci sarà sempre quel quadratino verde che stona in mezzo agli altri otto blu.
Calum è impulsivo, dice la prima cosa che gli passa per la mente e, a volte, vorrebbe davvero contenersi, ma semplicemente non ci riesce. Che poi pensi che Luke abbia ragione (anche se non lo ammetterà mai) a dargli del coglione, è un altro discorso.
Michael non sta mai fermo e il colore dei suoi capelli cambia più o meno con la stessa frequenza delle sue mutande. Gli danno dell’eccentrico, ma a lui non importa: ha bisogno di muoversi, il cambiamento è l’unica cosa che permette al suo mondo di girare per il verso giusto.
Delilah odia i cliché e potrebbe staccare le palle a morsi a chiunque se ne esca con un “Aw, Delilah come la canzone”, e passa ogni minuto della sua vita a maledire i suoi genitori: chiamarsi Amy (come la canzone dei Green Day) sarebbe stato davvero troppo bello per essere vero.
Luke è fiero del suo ipod, non manca una solo brano dei suoi artisti preferiti (che ovviamente sa a memoria), e sacrificherebbe tutto, a parte la sua chitarra e il sopracitato ipod per i suoi amici, ché quel gruppo di disastrati l’ha messo assieme lui e davvero farebbe qualunque cosa per loro
Alice la maggior parte del tempo ha in mano una sigaretta e passa i pochi minuti restanti a chiedersi quanto aveva bevuto la sera in cui fece diventare Calum Hood parte integrante della sua vita.
Ashton ha vent’anni e non ha assolutamente idea di cosa fare della sua vita e, mentre ci pensa, si limita a rompere i coglioni ai vicini di casa con la sua batteria, ché lui ha bisogno di fare casino per esprimere le sue emozioni: “lo sanno tutti che se uno protestasse sussurrando come un monaco buddista, non gli darebbe retta nessuno”
Nina ha un’ossessione per Ed Sheeran e passa la vita a imprecare contro il suo vicino di casa ché uno che suona la batteria alle tre di notte merita solo di essere preso a sprangate, e no non scherza assolutamente, prima o poi finirà in carcere per omicidio premeditato.
 
 
 

HOLA AMIKE FIKE!!
Okay, ritorno a far finta di essere una persona normale. Non ho idea di come è nata e di come finirà questa storia; è un esperimento, ditemi voi quanto malriuscito.
A parte gli scherzi lasciate una recensione se vi va e fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio,
Ele.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2- Here we are ***


1- Here we are.

A me, che per una volta, sto continuando una cosa che ho iniziato.

 
“Che rottura di coglioni”. Questo è il primo pensiero che attraversa la mente di Alice Sinclaire quella mattina, ché la voglia di andare a scuola è proprio sotto la suola delle scarpe; e, se le avessero detto come sarebbe finita quella giornata, sarebbe sicuramente rimasta al sicuro sotto le coperte del suo amatissimo letto fino alla fine dei suoi giorni.

Calum Hood sta buttando, con stizza, a terra il mozzicone della terza sigaretta consecutiva, ché non ne può più di aspettare, quando Alice esce trafelata da casa e, prima che il ragazzo riesca a proferire una sola sillaba della sua lista di insulti, allunga una mano verso Calum e : “Dai Hood non guardarmi con quella faccia da mestruato in lotta con il mondo e dammi una sigaretta, ché se il buon giorno si vede dal mattino, sono pronta a giocarmi la casa, questa sarà una fantastica giornata di merda”. Calum sbuffa, abbozza un sorriso, le passa una sigaretta e avvolge un braccio attorno alle spalle della sua migliore amica e insieme si dirigono verso l’edificio fatiscente meglio conosciuto come scuola.

Delilah è pronta a commettere un fratricidio ché non ne può più di ascoltare suo fratello che blatera, ma si vede costretta a sopportarlo perché col cazzo che si fa 20 minuti a piedi alle 8 del mattino. Ashton non fa in tempo a parcheggiare davanti al cortile della scuola che lei si è già fiondata fuori dalla macchina. “Hey piccola ingrata, non solo mi fai tirare giù il culo alle 7 di mattina, ma poi ti permetti anche di non ringraziare?!” Ashton richiama, ovviamente urlando ché per il riccio un tono da persone quasi civili è un miraggio, la sorella che torna sui suoi passi, lo stritola in un abbraccio e gli fa uno dei rari sorrisi che Delilah Isobelle Irwin concede al mondo: “Scusa Ash, ma lo sai che quando parli a raffica non ti sopporto”. Il ragazzo scoppia a ridere contagiando anche la sorella, ché su 7 miliardi di risate la più contagiosa è sicuramente quella di Ashton. Ashton poi, guardandosi in giro, scorge, in mezzo al via-vai di studenti, un ciuffo di capelli biondi che conosce a memoria e si dirige a grandi passi, trascinando con sé Delilah, verso Luke Hemmings.

Il casuale dell’ipod di Luke Hemmings sta riproducendo Holiday dei Green Day quando il ragazzo si trova sommerso da uno scimmione che risponde al nome di Ashton Irwin. Luke non pensava di rivedere Ash dato che, per usare un’espressione ricorrente del repertorio di Calum Hood, lo stronzo ha finito e noi siamo bloccati qui a romperci i coglioni per altri due anni. “Cosa ci fai qui Ash?” domanda allora Luke all’amico che prontamente risponde: “Accompagno la scrocca-passaggi che mi ritrovo come sorella” mentre indica Delilah con un cenno della mano; Hemmings fatica a mantenere un’espressione facciale normale ché, come abbia fatto Delilah Irwin a diventare così figa durante l’estate, non riesce proprio a spiegarselo.

Arizona raggiunge la sua migliore amica, che la sta aspettando su una panchina del cortile della scuola, le ruba un’auricolare, ovviamente c’è una canzone di Sheeran ché Nina è dannatamente prevedibile, e si accomoda accanto a lei aspettando che esponga i modi che ha escogitato la notte precedente mentre “quel rincoglionito che mi ritrovo come vicino di casa voleva far vedere al mondo come si suona la batteria e, deficiente com’è, ha deciso di farlo all’una di notte, cazzo, all’una; e tu non ridere, ché è una cosa seria”. Arizona si limita ad abbracciarla; Nina è l’unica che la capisce veramente e, davvero, non potrebbe chiedere di meglio.

Calum e Alice raggingono tranquillamente i loro amici e non si scusano neanche ché ormai tutti sanno che la puntualità e Alice Sinclaire non sono destinate a coesistere. Delilah si butta addosso all’amica ché le è mancata da morire quest’estate, Calum saluta Luke e Ash con la solita pacca sulla spalla. Mentre si salutano un debole “Hey ragazzi” viene indirizzato a loro. Si girano.
Luke non sa se abbracciarlo o insultarlo;
Ashton vorrebbe urlargli addosso di tutto, soprattutto parolacce;
Delilah lo guarda spaesata e pensa che adora  suoi capelli blu;
Calum sente la rabbia esplodergli nel petto e se, non fosse stato per Ashton e Luke, gli avrebbe spaccato la faccia;
Alice, semplicemente, crolla.

Michael Clifford è tornato
 


HI BABES!!!
Bene, questo è il primo capitolo. Ho presentato i vari personaggi e c’è il colpo di scena alla fine con la comparsa di Mike.
Lasciate una recensione con le vostre impressioni, se vi va.
Queste sono le protagoniste femminili della storia, per come me le sono immaginate.
Cara Delevingne as Arizona

Charli XCX as Alice

Kaya Scodelario as Delilah

Nina Nesbitt as Nina

 
Okay con queste belle ragazzuole (BUONA FESTA DELLA DONNA A TUTTE) vi lascio, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Al prossimo aggiornamento;
Un bacio,
Ele :)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3-I'll always be there for you ***


A Delta_97 che ha recensito tutte le mie storie;
A Calum Hood, la mia Only Reason.
 

2- I'LL ALWAYS BE THERE FOR YOU

Alice non ha la minima idea di cosa sia successo o come abbia fatto a raggiungere il bagno della scuola. L’unica cosa che riesce a percepire sono le braccia forti di Calum che le circondano la vita e sì, il suo mondo è appena andato a puttane, ma per quanto irascibile impulsivo e cazzone possa essere  Calum Hood, lui è lì, con lei, e Alice non potrebbe chiedere un amico migliore.
 
Calum vorrebbe ammazzare Michael, non importa quanto bene gli possa volere, dopotutto è uno dei suoi migliori amici. Calum ha visto Alice ridursi all’ombra di se stessa per colpa sua e l’idea della prematura dipartita di Michael si insinua sempre di più nella sua testa mentre sente le lacrime della sua migliore amica bagnargli la maglietta e, non gli importa se la maglietta in questione è quella dei Green Day, la sua preferita, e se la troverà sporca di mascara, Alice è più importante. Sono le nove del lunedì mattina peggiore della sua vita, le lezioni sono incominciate da mezz’ora e la sua migliore amica sta ancora piangendo tra le sue braccia. Un Calum Hood così incazzato non l’ha mai visto nessuno.
 
Michael Clifford è sempre stato incostante, gliel’hanno sempre detto tutti i professori quando, dopo alcune verifiche con valutazioni più che sufficienti, non apriva il libro e prendeva una valanga di tre e gliel’ha urlato Luke Hemmings, insieme a qualche insulto, quando, un anno prima, ha preso un aereo e si  è trasferito a  New York da suo zio per staccare dalla sua vita a Sidney. Michael è fatto così, ha continuato a tingersi i capelli per avere l’illusione di essere cambiato, ma alla fine non ce l’ha fatta. E’ passato poco più di un anno e ha ceduto. Lui, senza Alice, non è completo. E’ tornato. Ha trovato tutto come se lo aspettava: Luke Hemmings con gli immancabili auricolari nelle orecchie, Ashton Irwin con i muscoli da batterista, Delilah Irwin con le globe ché le vans sono troppo mainstream per una come lei; e sì, si aspettava pure l’espressione distrutta di Alice e lo sguardo furente di Calum, ma sarebbe un ipocrita se dicesse che non sperava in un abbraccio della ragazza e nel classico sorrisone made in Hood.
 
Delilah si butta a peso morto sulla sedia del suo banco, rigorosamente in terza fila, dell’aula di biologia. E’ passata solamente un’ora dall’inizio delle lezioni, ma già non ne può più. Sente la sedia affianco alla sua spostarsi e, senza nemmeno guardare chi si sia seduto affianco a lei, con un tono di voce acido borbotta un poco cordiale:
-Non mi interessa sapere il tuo nome, ma se hai intenzione di parlare del ritorno di Michael Clifford puoi tranquillamente andartene affanculo.
-Wow piccola Irwin, a cosa devo questo bel caratterino? E poi tu e Mike eravate amiconi o sbaglio?. Luke Hemmings si lascia andare a un sorrisino divertito di fronte alla scontrosità della ragazza mentre lei alza gli occhi al cielo.
-Dio Hemmings, sei ovunque. E sì, io e Mike siamo amici, ma oggi il suo nome sembra essere diventato la parola ordine di tutti gli imbecilli pettegoli che popolano questa scuola.
 
Delilah ha sempre provato una certa antipatia per Luke Hemmings, quel ragazzo è la reincarnazione di tutti i cliché di ogni singolo film e/o serie tv: bello, popolare e abbastanza stupido. Essere la sorella di uno dei suoi migliori amici ha portato a vederlo circolare per casa sua ventiquattro ore al giorno,  il che ha solamente favorito questa antipatia trasformandola in pura intolleranza. Sì Delilah Isobelle Irwin è intollerante a Luke Hemmings e, se lo sente parlare per altri cinque minuti, potrebbe commettere un omicidio.
 
Luke ha capito dall’espressione truce della ragazza che dovrebbe tacere per non infastidirla e, solo per oggi, lo fa. Tutti lo reputano un coglione di dimensioni bibliche, sia chiaro che per il 90% del tempo lo è, ma Luke Hemmings ha deciso di usare il 10% del tempo che gli rimane per accorgersi che il sorriso di Delilah Irwin, quando è comparso il nome di Ashton nella schermata  dei suoi messaggi ricevuti, gli piace davvero tanto. Luke vorrebbe che sorridesse così anche a lui, Delilah Irwin ed il suo sorriso, quel lunedì mattina, sono diventati la sua sfida contro se stesso.
 
Arizona è riuscita a scappare dalla noiosissima lezione di matematica e quasi corre verso il bagno per chiamare suo fratello ché da quando vive a New York si fa sentire una volta ogni morte di papa. Arizona si aspettava di tutto aprendo la porta delle toilettes fuorché trovare lo sguardo raggelante di  Calum Hood con Alice Sinclaire che gli singhiozza tra le braccia.
-Scusate, non volevo disturbare, me ne vado subito.
-Si, faresti meglio.
Calum lo sa di essere stato terribilmente scontroso con quella ragazza, ma ha i coglioni girati e, per quanto gli riguarda, la buona educazione può anche andare a farsi fottere.
-Hood ma ti pare il modo di trattare la gente?! Scusalo, è un cretino, comunque piacere, io sono Alice Sinclaire e lui è Calum Hood, il mio migliore amico.
- Arizona Miller, piacere mio.
Alice pronuncia queste parole con il tono di voce roco e flebile di chi ha appena pianto. Sta reagendo, però. Calum Hood guarda con interesse la figura di Arizona Miller e le sorride, ché quella ragazzina è riuscita a dare una mano inconsapevole ad Alice: il sorriso alla Hood che piace tanto alla gente se lo merita proprio.
 
 
 
HI GUYS!!!
Ho scritto il capitolo abbastanza in fretta, scusate eventuali errori.
Beh che dire, ho spiegato un po’ meglio la situazione di Mike e snobbato alla grande Nina e Ash, vi giuro che nel prossimo capitolo saranno i protagonisti.
Aspettatevi un bel po’ di momenti Calice durante la storia perché li adoro.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima.
Un bacio,
Ele :)
 
Ps vi lascio con una foto di Michael che adoro da morire

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4. Lay down your arms ***


Ai Green Day, ché sono gli stronzi meglio riusciti su questo pianeta;
Ad Ashton Irwin, ché le sue fossette sono il mio goal life.

 
4. LAY DOWN YOUR ARMS

Nina Mendes osserva con aria disperata le 10 frasi di spagnolo che le mancano e si chiede come cazzo sia possibile avere i nonni spagnoli e non capire neanche le cose basilari di quella lingua. A questo fantastico quadretto si aggiunge quel rincoglionito che suona la batteria deconcentrandola ulteriormente, il fatto che sia bravo e American Idiot suonata da lui sia una meraviglia è assolutamente un altro discorso.
Nina non è mai stata impulsiva, ma oggi ha intenzione di esserlo; forse è colpa di Arizona che ha dimenticato l’ipod nella sua borsa e i Green Day, cantanti preferiti della sua migliore amica e anche suoi, ovviamente dopo Sheeran, sono meglio di un’iniezione di adrenalina in endovena.
Perciò, oggi, Nina Mendes decide di fare la prima azione impulsiva della sua vita.
Si infila le converse frettolosamente e si precipita fuori di casa, attraversa la strada di corsa e suona il campanello dei suoi vicini di casa.
Dopo un molto fine “arrivo cazzo, un attimo” apre un ragazzo con una bandana in testa che impedisce ad  un ammasso indefinito di capelli ricci di cadergli sulla fronte. Nina non può fare a meno di notare i caratteristici bicipiti da batterista, li adora, per inciso, anche se non lo ammetterebbe mai.
Ashton guarda scocciato la ragazzina che si è appena presentata alla sua porta, cazzo American Idiot gli stava venendo davvero bene.
“Tu chi saresti, scusa?”  chiede il ragazzo (ovviamente dopo aver squadrato per bene la bionda). L’irritazione nel suo sguardo, però, non accenna a sparire: lo sanno tutti che quando suona deve essere lasciato in pace.
“Nina Mendes” la ragazza risponde con tono altrettanto duro, anche se sta già iniziando a pentirsi della sua improvvisata impulsività.
“Bene, Nina Mendes, che cosa ci fai tu qui, esattamente?” ribatte Ashton mentre il suo tono si fa leggermente più divertito.
“Sono qui a dirti che con quella cazzo di batteria mi hai davvero rotto i coglioni, porca troia!” Nina quasi urla e pensa di non aver mai usato così tante parolacce in una frase, ma quel ragazzo ha la capacità di farla incazzare alla velocità della luce.
Ashton scoppia a ridere, quelle risate in cui ti pieghi in due e ti fanno male tutti i muscoli. Ride ché non riesce a credere che quella ragazza si  sia presentata a casa di un emerito sconosciuto a sclerare per il rumore fastidioso della batteria.
Ashton è espansivo, tremendamente espansivo. Forse è questo il motivo per cui si carica la ragazza in spalla a mo’ di sacco di patate, incurante delle lamentele della bionda, e la trascina in camera sua. Non può permettere che qualcuno critichi la sua batteria.
“Allora, Nina Mendes, chiedimi una canzone qualsiasi e ti dimostrerò che con questa cazzo di batteria non rompo solo i coglioni.” Ashton lo dice sorridendo, mostrando delle adorabili fossette e Nina si lascia andare.
“21 guns.” Non c’è traccia di insicurezza o imbarazzo nella voce di Nina, mentre pronuncia queste parole, e, davvero, non riesce a credere di essere così a suo agio con qualcuno dopo così poco tempo.
“Green Day, sul serio? Bella scelta ragazzina!”.
Ashton inizia a suonare e non smette per un secondo di guardare quella ragazzina bionda che lo intriga un sacco, anche se non riesce a spiegarsi il perché.
Nina guarda estasiata Ashton mentre suona la sua canzone preferita, escluse quelle di Ed Sheeran, ma Sheeran è su un altro livello e su quello non ci piove.
Gli occhi verdi di Ashton incontrano quelli marroni, quasi neri, di Nina.
 Il riccio si è totalmente dimenticato di Calum che lo aspetta, ovviamente imprecando, da un quarto d’ora per andare a prendere le corde del basso e le frasi di spagnolo della bionda sono ancora sulla scrivania .
21 guns risuona tra le mura di casa Irwin e, anche se non lo sanno ancora, tra Ashton Irwin e Nina Mendes è appena nato qualcosa.
 

I’M BACK, BITCHES!!
Okay, mi scuso immensamente per il ritardo. In questo capitolo Ash e Nina si incontrano, ho deciso di parlare solamente di loro ché nel capitolo precedente li avevo balzati senza pietà.
Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto (tanto amore per chi lo farà).
Alla prossima,
un bacio
Ele :)
P.S.  se non la conoscete andate a sentire 21 guns dei Green Day che è un qualcosa di meraviglioso

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3045756