The Show Must Go On [boyxboy] (Italian Translation)

di zaynseyes_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Show Must Go On (1) ***
Capitolo 2: *** The Show Must Go On (2) ***
Capitolo 3: *** The Show Must Go On (3) ***
Capitolo 4: *** The Show Must Go On (4) ***
Capitolo 5: *** The Show Must Go On (5) ***
Capitolo 6: *** The Show Must Go On (6) ***
Capitolo 7: *** The Show Must Go On (7) ***
Capitolo 8: *** The Show Must Go On (8) ***
Capitolo 9: *** The Show Must Go On (9) ***
Capitolo 10: *** The Show Must Go On (10) ***
Capitolo 11: *** The Show Must Go On (11) ***
Capitolo 12: *** The Show Must Go On (12) ***
Capitolo 13: *** The Show Must Go On (13) ***
Capitolo 14: *** The Show Must Go On (14) ***
Capitolo 15: *** The Show Must Go On (15) ***
Capitolo 16: *** The Show Must Go On (16) ***
Capitolo 17: *** The Show Must Go On (17) ***
Capitolo 18: *** The Show Must Go On (18) ***
Capitolo 19: *** The Show Must Go On (19) ***
Capitolo 20: *** The Show Must Go On (20) ***
Capitolo 21: *** The Show Must Go On (21) ***
Capitolo 22: *** The Show Must Go On (22) FINE ***
Capitolo 23: *** Avviso- non prendetevi un infarto ***
Capitolo 24: *** Adesso potete prendervi l'infarto ***



Capitolo 1
*** The Show Must Go On (1) ***


C'erano un paio di cose che mi piacevano più di ogni altra cosa al mondo, oltre ad avere il controllo completo su ogni situazione.

"Alexander, per favore, il minimo che puoi fare è darmi una spiegazione!" esclamò Christian.

"Perchè dovrei?" chiesi sogghignando.

"Hai rotto con me mandandomi un fottuto messaggio!" disse Christian. C'era un mix di rabbia, dolore e disperazione nei suoi occhi.

"Perchè non ne valeva la pena farlo di persona" dissi scrollando le spalle.

Lui trasalì "Alexander, perchè lo stai facendo? Pensavo fossi felice con me!"

"Mi sono stancato della nostra relazione, Christian, perciò semplicemente l'ho finita qui. Adesso smettila di infastidirmi" dissi, il mio ghigno si fece più ampio. Mi girai e mi allontanai da lui, non degnandolo più di uno sguardo.

Camminai lungo il corridoio verso il mio migliore amico, Bennett. Aveva aperto il suo armadietto e adesso, dopo avermi notato, si girò verso me alzando un sopracciglio.

"Christian ti ha già stancato?" chiese.

"Ovviamente. Gli ho già parlato" dissi.

"Immaginavo che l'avresti fatto. Spero che lui non sia uno di quelli troppo appiccicosi che non riesce a farsene una ragione" disse Bennett con un sospiro, infastidito.

"Se è uno di quelli, gliene farò fare una ragione" dissi, il ghigno ritornò sulla mia faccia mentre pensavo all'espressione di Christian.

"Quindi, hai intenzione di trovarti presto un altro ragazzo?" chiese quando incominciammo a camminare insieme lungo il corridoio.

Feci spallucce "Forse. Se mi annoierò di nuovo, credo proprio di si. Nel frattempo mi divertirò in altri modi"

Bennett ridacchiò "Ovviamente lo farai, Alexander. Andiamo a cercare Scott"

I miei occhi slittarono su ogni figura presente nel corridoio alla ricerca di qualche patetico idiota che di solito usavo per divertirmi.

Mi annoiavo molto velocemente e molto facilmente. Ero sempre costantemente alla ricerca di nuovi modi per intrattenermi, e scoprì che quei inutili perdenti che popolavano la scuola superiore, erano una buona risorsa di divertimento per me.

Un paio di ragazzini mi guardavano nervosamente, alcuni notavano a mala pena che fossi lì, e altri mi rivolgevano degli sguardi di apprezzamento. Ero ben consapevole di essere attraente, quindi gli sguardi persistenti degli altri su di me non mi sorpresero affatto.

"Dove diavolo è Scott?" disse Bennett con un sospiro mentre lasciavamo il corridoio, camminando verso l'ingresso principale della scuola.

"Scott è proprio qui." disse Scott, venendo verso di noi "Alexander, hai già scaricato Christopher, quel mocciosetto?"

"Christian." dissi "Non che adesso mi importi più il suo nome"

"Lo prenderò come un sì" disse.

"Quella relazione era durata troppo a lungo" dissi, agganciando il pollice nella tasca dei jeans e guardandomi intorno.

Bennett ridacchiò "Oh, ma per favore Alexander. Se dura più di una settimana già pensi che sia durata troppo a lungo"

"Non è vero," dissi "L'ultima relazione è durata un paio di mesi"

"Solo quando ti senti particolarmente eccitato dal ragazzo" disse Scott, ridendo.

"Il fatto che nessuno ancora ti abbia dato un'appuntamente mi fa ridere" disse Bennett.

"Oh, sta zitto Bennett. Sono attraente, affascinante e pago pure le cene"

"L'ultima parte è quella che li conquista" disse Scott

 "Le persone sono superficiali" dissi scrollando le spalle "Questo però mi rende più facile abbordarle"

"I soldi possono comprare l'attenzione" disse Bennett, appoggiandosi contro il muro e incrociando le braccia al petto.

"E l'aspetto può mantenere l'attenzione su di te" continuò Scott.

Ghignai "Un'affascinante sorriso e un paio di parole carine ti dà molto di più che sola attenzione"

"Oh, davvero interessante." disse ironicamente Bennett, spingendosi dal muro "Adesso andiamo all'armadietto di Scott prima che suoni la campana"

Seguimmo Scott giù per il corridoio fino al suo armadietto. Mise la combinazione e l'aprì, scavando all'interno per trovare ciò di cui aveva bisogno.

Mi appoggiai all'armadietto vicino al suo, i miei occhi osservavano pigramente la folla di studenti che camminavano avanti e indietro. I miei occhi si fermarono su un ragazzo attraente.

"Sto per andare ad intrattenermi" dissi, allontanandomi dall'armadietto su cui ero poggiato.

Bennett mi afferrò il braccio "No, non adesso. Intrattieniti con qualcun'altro dopo pranzo." disse, lanciando un'occhiata al ragazzo "Adesso abbiamo lezione"

La campanella suonò quando finì di parlare. Sospirai e annuì. Bennett mi lasciò il braccio mentre Scott chiuse il suo armadietto, dirigendoci poi tutti insieme verso la classe di quell'ora.

Il giorno passò dolorosamente lento. Infatti quando suonò la campanella, che indicava che fosse ora della ricreazione, corsi letteralmente fuori dalla classe e giù verso il mio armadietto, prendendo il mio pranzo a sacco e aspettando pazientemente Scott e Bennett.

"Scusa, non riuscivo ad aprime l'armadietto" disse Scott quando lui e Bennett finalmente arrivarono.

"Non importa, andiamo dai" dissi girandomi e andando verso la caffetteria, sedendomi al nostro solito tavolo.

Aprì il mio pranzo e presi un morso del mio sandwich, i miei occhi osservavano attentamente la stanza, cercando il ragazzo attraente di prima. Ghignai quando lo individuai.

Era seduto in un angolo del tavolo con i suoi amici. Stava parlando con un altro ragazzo, sorridendo e gesticolando con la mano.

Bennett seguì il mio sguardo e sospirò "Vai Alexander, vai ad intrattenerti con lui"

Scott ci guardò curiosamente prima di seguire anche lui il mio sguardo. Sospirò e scosse la testa annoiato.

"Non mi dire che vuoi rimetterti con lui?" chiese.

"No, voglio solo infastidirlo per farmi due risate" dissi alzandomi.

"Oh, bene" disse sollevato.

Mi allontanai da loro senza dire un'altra parola. Dopo essermi avvicinato al ragazzo, lo osservai meglio, squadrandolo dalla testa ai piedi.

Capelli castani, pelle chiara, abbastanza muscoloso, jeans stretti che mettevano in evidenza il culo e una camicia abbottonata che però faceva intravedere il suo petto liscio. Sicuramente aveva attirato un bel pò di sguardi.

"Donnie" dissi, poggiando la mano sulla sua sedia.

Il suo sorriso gli morì sulle labbra e voltò lo sguardo verso me "Alexander" disse, pronunciando il mio nome come se ne fosse disgustato.

Sorrisi "Ha da tanto che non ci facciamo una chiaccherata"

"Un vero peccato. Purtroppo stavo proprio sperando che non accadesse mai" disse sospirando "Cosa vuoi?"

"Forse un'altra serata divertente" disse, il mio ghigno più ampio.

"Che ne dici invece di un pugno in faccia?"

Alzai lo sguardo verso il ragazzo che aveva appena parlato, seduto vicino a Donnie. Lui mi stava fissando, il suo corpo teso, come se fosse in attesa di una rissa.

Sarebbe stato attraente se non fosse stato per i suoi occhi neri che gli rovinavano l'aspetto. Aveva una cicatrice sul suo labbro superiore che gli accentuava di più il ghigno sulla faccia.

"In realtà non ero in cerca di un pugno in faccia." dissi pensieroso "Anche se penso sia più eccitante di una serata con Donnie"

Il ghigno del ragazzo crebbe ancora di più "Donnie ha di meglio da fare che sprecare il suo tempo con una ricca viziata troia"

Lo guardai "Non penso che ti abbia mai incontrato prima d'ora. Non che mi piacerebbe ricordare una feccia come te"

"Ciao Alexander" disse Donnie con noncuranza, girandosi verso i suoi amici.

"Non avevo finito di parlare con te, Donnie" dissi, accarezzando con le mie dita la sua nuca, vedendolo rabbrividire sotto il mio tocco.

"Ed io che pensavo che il detto che i biondi fossero stupidi era solo un mito." disse il ragazzo "Ti sei perso la parte in cui Donnie ti dice 'ciao'? Di solito questo è un saluto che indica un congedo, ovvero che la discussione è finita"

"Sei fastidioso" dissi sospirando.

"Sta parlando con me, o io mi sono improvvisamente trasformato in uno specchio?" il ragazzo chiese a Donnie.

Donnie sogghignò "Neo, lascia perdere, non ne vale la pena"

"Perciò non ne valevano la pena neanche i tuoi piagnistei per mesi" dissi, accarezzando di nuovo la nuca di Donnie, soddisfatto dei brividi che gli provocavo. Era un suo punto sensibile, e spesso lo utilizzavo per sfruttarlo a mio vantaggio.

"Okay, seriamente, hai intenzione di sederti qui e continuare ad accarezzargli la nuca come se fosse un animale domestico?" chiese Neo "è spiacevole da vedere"

"Chi è il tuo affascinante amico?" chiesi lanciando un'occhiata a Neo, disgustato.

"L'affascinante amico sa parlare" disse Neo "Sono Neo Bartosz, non sono una puttana viziata e tu mi fai venire voglia di far male fisicamente ai bambini"

"Oh, che sorpresa. Non mi interessi" dissi.

"Oh, che sorpresa. Neanche volevo" disse lui.

Decisi di ignorare l'esistenza di Neo, e rivolsi la mia attenzione di nuovo verso Donnie "Quindi Donnie-"

"Non riesce proprio a capirlo" disse Neo, interrompendomi "Te lo devo dire in spagnolo? Adios  bitchahos!"

"Non penso che quello sia davvero spagnolo" disse Donnie.

"Non lo è? Dannazione, questo spiega il mio voto in quella classe" disse Neo con un sospiro.

"Ti verrò a trovare un'altra volta, quando non avrai questo sudiciume tra i piedi" dissi a Donnie.

"Credo che tu sia un pò sfortunato, perchè questo 'sudiciume' è il miglior amico di Donnie" disse Neo.

"Neo, sei autorizzato a non lasciarmi mai solo. Ho intenzione di metterti un'etichetta con su scritto 'Anti-Alexander'" disse Donnie.

"Un paio di mesi fa avresti fatto di tutto per ottenere la mia attenzione" gli ricordai, sorridendo.

"Abbiamo avuto tutti dei periodi imbazzanti, nella vita" disse Donnie con un sospiro triste.

"Entrambi sappiamo che non sei ancora riuscito a dimenticarmi" dissi, il mio ghigno si faceva più ampio mentre mi giravo e tornavo indietro, verso il mio tavolo.

"Vorrei che la tua personalità fosse grande quanto il tuo culo!" esclamò Neo dopo di me.

Alzai gli occhi al cielo e mi sedetti con i miei amici "Sai chi era quel ragazzo seduto al tavolo di Donnie? Quello con gli occhi neri" dissi.

Bennett lanciò un'occhiata "Penso che si chiami Neo. Mio padre conosce suo padre. Finisce sempre in mezzo a delle risse. Non ne vale la pena"

"Immaginavo un qualcosa del genere" dissi, prendendo di nuovo in mano il mio pranzo e finirlo. Ero affamato.

Bennett, Scott ed io parlammo fino a quando la campana suonò. Mi misi la borsa a tracolla sulle spalle, alzandomi e dirigendomi verso la classe della prossima ora, decidendo che Donnie sarebbe stato senza dubbio la mia distrazione dalla noia, fino a quando avrei trovato qualcuno di migliore.

 

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Ciao a tutti con un'altra traduzionee,

in realtà non so se riuscirò a tradurre ben due storie, ma vabbè, io ci provo..

Spero che la storia vi abbia intrigato almeno un pò.

Alla prossima :)

 

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Capitolo 2
*** The Show Must Go On (2) ***


Guardai Donnie parlare con dei suoi amici in classe. Mi dimenticavo sempre che avevamo l'ultima lezione della giornata insieme.

"Andiamo Donnie, seriamente?" disse il ragazzo con cui stava parlando. Era seduto al tavolo da pranzo. Il ragazzo era molto tranquillo, a differenza di quella piccola peste del suo amico Neo.

"Seriamente. Guarda tu stesso se non ci credi" rispose Donnie, mostrandogli il telefono. Entrambi poi si misero a ridere.

La campanella suonò ed io mi alzai, guardandomi attorno. Non vedendo nessun segno di quel pezzente che ci aveva disturbato l'ultima volta durante il pranzo, mi diressi a passo spedito verso di lui.

"Donnie" dissi perciò, mentre lui raccoglieva le sue cose sul tavolo.

Lui si immobilizzò sul posto e lentamente alzò lo sguardo "Alexander, non hai intenzione di mollare vero?"

"No, mi sa proprio di no." dissi appoggiandomi contro il tavolo "Volevo parlare con te prima, ma quel pezzente si era messo in mezzo"

"Quel 'pezzente', come lo chiami tu, è il mio miglior amico" aveva detto il suo amico, guardandomi con astio.

"Clifton vai. Raggiungerò te e Neo fra un pò" disse Donnie.

Clifton mi lanciò un'occhiataccia prima di annuire e andarsene. Donnie si alzò sospirando e facendo correre una mano sui capelli.

"Fra noi è finita Alexander, l'hai detto tu stesso. Perché adesso stai parlando di nuovo con me?" domandò lui.

"Forse fra noi non è del tutto finita" disse con un sensuale sorriso, poggiando una mano sul suo petto.

"Perchè adesso?" disse con la voce un pò tremante "Perchè non quando ho cercato di riaverti indietro? Pensavo che comunque adesso uscissi con Christian"

"Non funzionava più fra di noi" risposi avvicinandomi lentamente verso di lui.

"Hai detto la stessa cosa quando mi hai lasciato" i suoi occhi si spostavano velocemente dalle mie labbra ai miei occhi.

"Forse mi sbagliavo" dissi annullando la distanza fra noi, baciandolo. Lui ricambiò il bacio, le nostre labbra si muovevano voracemente insieme.

Ma poco dopo mi spinse via, uno sguardo terrorizzato nei suoi occhi. Si asciugò la bocca, facendo un passo indietro.

"No!" affermò "Non cadrò di nuovo nei tuoi stratagemmi! Tu usi le persone! Non sono più il tuo giocattolo, Alexander"

"Giocattolo?" ghignai "Stavo solo cercando di parlare, Donnie"

"Non mi farò più ingannare da te." ringhiò "Sei una persona di merda, ti odio Alexander, smettila di parlare con me"

Lasciai andare fuori un fischio "'Odiare' è una parola grossa"

"Bene, allora è perfetta" mi guardò un'ultima volta e si precipitò fuori dalla stanza.

Ridacchiai e scossi la testa, dirigendomi tranquillamente fuori dalla classe. Andai verso il corridoio, dove Bennett e Scott mi stavano aspettando.

"Donnie se n'è andato via come se qualcuno gli avesse ucciso il cucciolo" disse Bennett.

"Presupponiamo che quel 'qualcuno' sia tu"

"Ovviamente." dissi, andando verso il mio armadietto e mettendo la combinazione, gettando dei quaderni dentro e prendendo quello che mi serviva "Si arrabbia così tanto, è divertente da guardare"

"Beh, sai cosa si dice sul giocare con il fuoco.." affermò Scott.

"Non sono un idiota, Scott" dissi, raddrizzandomi e chiudendo l'armadietto.

"Oh fidati Alexander, tu sei l'ultima persona che raffigurerei come idiota." disse Scott "Solo non rendere più difficile la situazione. Hai fatto arrabbiare un sacco di persone, alcuni di loro potrebbero anche vendicarsi, prima o poi"

"Lascia che si vendichino, allora" dissi ghignando.

Mi guardai attorno e vidi Donnie e i suoi amici in lontananza. Il mio ghigno crebbe quando questi passarono vicino a noi.

"Ehy Donnie!" incominciai "Le tue labbra sono un pò screpolate"

Le sue guance si colorirono. Mi guardò e si inumidì le labbra nervosamente.

"Ehy Alexander, la tua personalità è un pò merdosa" rispose Neo.

Donnie ridacchiò "Un pò merdosa?"

"Beh, se avessi detto 'molto merdosa', non sarebbe suonato così efficace." spiegò Neo, dandogli una gomitata sul fianco. Neo poi, mi lanciò un'occhiata "Bene, vai avanti, dimmi che sono un pezzente o patetico o quello che mi dici sempre"

"Fastidioso è la parola a cui stavo pensando." dissi, agganciando il pollice in tasca "Ma anche pezzente e patetico vanno bene"

Neo fece un piccolo inchino "Ci provo, ci provo"

"Come ho già detto, non sprecare il tuo tempo" mi disse Bennett.

"Bennett! Mi fa piacere rivederti" salutò Neo ironicamente.

"Non parlarmi" rispose Bennett alzando un sopracciglio.

"Non vorrei sprecare il mio fiato con te." affermò Neo "Andiamo via da qui, qui c'è puzza di Hollister. A quanto pare nessuno ha informati i ragazzi ricchi che Hollister è passato di moda in seconda media"

"È 'Abercrombie and Fitch'" rispose Scott, annusandosi la maglietta.

"Penso che abbia detto qualcosa anche su quanto siete troie" affermò Clifton.

"Wow, che insulto originale." disse Scott "Lascia me e la mia colonia di terza media da soli"

"Bene, almeno il ragazzo l'ha ammesso. Andiamo, dai" disse Neo afferrando la mano di Donnie e trascinandoselo con sé.

"Ci vediamo domani Donnie" esclamai, ghignando mentre lo guardavo allontanarsi. Lui si girò e mi lanciò un'occhiata prima di seguire Neo e Clifton e scomparire dalla mia vista.

"Perchè ti sei fissato di nuovo con Donnie?" mi chiese Bennett.

"Solo per come reagisce quando si trova vicino a me." lo assicurai "Sebbene il suo amico dagli occhi neri mi irrita"

"Beh, non preoccuparti di questo. Quando ti stancherai di Donnie, anche Neo se ne andrà con lui." mi tranquillizzò Scott dandomi delle pacche sulla spalla "Adesso andiamo a casa"

Ci dirigemmo perciò verso il parcheggio. Salutai i miei amici ed entrai in macchina, alzando il volume della musica quando uscì dal parcheggio, allontanandomi dall'edificio scolastico.

Una volta arrivato sul vialetto, uscì dalla macchina ed entrai in casa. Calciai via le scarpe con i piedi ed entrai in cucina, aprendo il frigorifero e guardando al suo interno, decidendo poi di afferrare una mela.

Salì le scale ed entrai nella mia stanza, dove il mio gatto mi stava aspettando sul letto. Mi guardò mentre mi avvicinavo e gettavo la borsa sul materasso.

"Vesper" lo salutai sedendomi e abbassando le spalle. Vesper si alzò e mi mise le zampe sulle spalle con curiosità, saltando poi sopra di esse e accucciandosi su di me per mettersi più comodo, i suoi artigli scavavano sulla mia maglietta per potersi mantenere stabile.

Il mio cane, Link, fece il suo ingresso nella stanza. Si rannicchiò sul tappeto vicino al mio letto e mi osservò, la sua coda scodinzolava un pò.

Tolsi Vesper dalle mie spalle e lo appoggiai sul letto, dando un morso alla mela. Il gatto strofinò la testa contro il mio stomaco ed io gli accarezzai distrattamente il pelo.

Voltai lo sguardo su Link e "Neo," mormorai "sarebbe un bel nome per un animale domestico." ridacchiai "Un buon nome per una troia, vero Link?"

Link abbaiò, adesso la sua coda scodinzolava più forte. Presi un altro morso della mia mela, lasciando il mio sguardo vagare su, sul soffitto nero.

Quando finì di mangiare, rotolai sul materasso ed afferrai la borsa, incominciando la mia solita routine: fare i compiti, cenare e uccidere la noia fino a quando si faceva tardi. Di solito avevo delle incredibili serate noiose o delle serate molto divertenti con i miei amici. Oggi si presupponeva una serata molto noiosa.

Mi spogliai delle mutande e mi sdraiai sul letto, guardando l'orologio. Erano le due e un quarto di notte e gemetti, sapendo giá di non volermi svegliare fra un paio di ore per andare a scuola.

Aprì il cassetto del comodino ed estrassi un flaconcino di sonnifero ingerendo delle pillole e sdraiandomi, aspettando che facessero effetto. Vesper, nel frattempo, saltò sul letto e si rannicchiò sul mio stomaco.

Anche Link saltò sul letto, sdraiandosi vicino a me. Delicatamente gli accarezzai il pelo.

"Neo sarebbe davvero un bel nome per una troia." mormorai, chiudendo gli occhi quando le pillole iniziarono a fare effetto. Un piccolo ghigno comparì sul mio viso "Neo sarebbe veramente un nome perfetto per una piccola troia"
 

__________________

Ma ciaao!

Dedico il capitolo a tutti coloro che lo aspettavano♥

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Capitolo 3
*** The Show Must Go On (3) ***


"Ehy" Alexander" mi salutò Bennett quando mi avvicinai a lui, la mattina a scuola.

"Scott in ritardo? Ma che sorpresa" dissi ironico, superando Bennett e proseguendo dritto per la mia strada. Lui mi seguì mentre attraversavo il corridoio e mi dirigevo verso il mio armadietto.

"Scott ritarda sempre, non capisco perché conti sempre su di lui e speri che un giorno si presenti in tempo" disse l'amico.

"Bennett, ho bisogno di te" dissi mentre mettevo la combinazione e aprivo l'armadietto.

"Per..?" alzò un sopracciglio.

"Scoprire l'orientamento sessuale di Neo" dissi.

Bennett gemette "Seriamente Alexander? Pensavo che volessi Donnie!"

"Donnie mi divertirà solo per un paio di giorni." risposi "Fai quello che ti ho detto"

"Credo di non essere in grado di poterti fare cambiare idea, uh?"

"Esatto, nessuna possibilità, scoprilo"

Bennett annuì e si allontanò. Chiusi l'armadietto e mi diressi nell'atrio principale, incrociando le braccia al petto e aspettando Scott.

"Sei sempre in ritardo" affermai quando lo vidi un paio di minuti dopo.

"Mi sono addormentato" si scusò lui, strofinandosi gli occhi.

"Si, va bene" dissi tornando indietro, diretto verso il corridoio.

"Dov'è Bennett?" mi chiese raggiungendomi.

"Sta facendo delle ricerche per me" risposi vago.

"Ah," esclamò Scott "nuovo bersaglio. Non vedo l'ora di vedere come se la cava questo"

"Credo che sarà molto interessante" dissi.

Scott si fermò al suo armadietto e mise la combinazione. Guardai in giro ma non vidi nessun segno di Donnie o Neo.

La campanella suonò e Scott chiuse di scatto il suo armadietto "Merda, ho fatto più tardi di quanto pensassi" disse, facendo correre pigramente una mano fra i suoi capelli pettinati.

"Alza il tuo culo dal letto più presto, la prossima volta." dissi camminando dritto verso la mia classe "Ci vediamo a pranzo"

"Si, ci vediamo più tardi Alexander" mi salutò lui, dirigendosi anche lui verso la sua classe.

La mattinata sembrò proseguire estremamente e dolorosamente lenta, fino al suono della campanella che segnalava l'ora di pranzo. Balzai in piedi e corsi fuori dalla classe, diretto al mio armadietto. Gettai i libri lì dentro ed afferrai il mio pranzo.

Mi sedetti al solito tavolo, aspettando impazientemente l'arrivo di Bennett e Scott. Quest'ultimo entrò al suono dell'ultima campana, circa dieci minuti dopo, e si sedette con me.

"Dove diavolo è Bennett?" chiesi, una nota di impazienza nella mia voce.

"Ed io che ne so?" rispose Scott alzando un sopracciglio.

Mi girai attorno, ma non individuai da nessuna parte la figura del mio migliore amico. Avrei ucciso quello stronzo se non si fosse fatto vedere a pranzo.

"Quello sguardo da omicida è per me? No perché se lo è, andrò a sedermi da qualche altra parte"

"Bennett" esclamai, alzando lo sguardo e seguendolo con gli occhi mentre si sedeva di fronte a me.

"Non uccidermi. Ci ho messo così tanto perché avevo una domanda da fare al professore" disse.

"Parlando di domande.." inclinai il capo con aspettativa.

Bennett sospirò "Ho scoperto tutto quello che ho potuto. Nessuna risposta definitiva, ma ha avuto delle brevi relazioni con due ragazze ed ho trovato qualcuno che mi ha detto di averlo visto baciare un ragazzo l'anno scorso. La possibilità è che sia bisessuale"

"E questo è tutto quello che avevo bisogno di sapere" dissi dando un'occhiata al tavolo di Donnie.

Donnie, Clifton e Neo erano seduti lì, a parlare fra di loro. Neo aveva un ghigno sulle labbra e poco dopo disse qualcosa a Donnie. Quest'ultimo gli lanciò una patatina e lui gli fece il dito medio.

Scott seguì il mio sguardo e lasciò uscire dalle labbra un sospiro "Donnie non è più un tuo bersaglio, giusto?"

"Sa che io penso che sia una cattiva idea" disse Bennett.

"Lui è diverso dagli altri ragazzi" dissi guardando Neo curiosamente.

"Forse perché non si inchina quando sente pronunciare il nome Alexander Sullivan?" chiese Scott ridacchiando.

"Perchè non ho bisogno di dire il mio nome o far vedere i miei soldi per conquistarlo. Così è troppo facile" dissi, guardando Neo spostare i capelli dalla fronte e prendere un sorso di acqua dal bicchiere.

"Quindi è come se fosse una sfida con te stesso?" chiese Scott.

"Si," dissi ghignando "esattamente. Qualcuno come Donnie sarebbe troppo facile, ma qualcuno come Neo...beh, sarebbe di certo divertente"

"Donnie non potrebbe essere un problema?" chiese Bennett "Insomma, lui ti odia, Alexander"

"Un divertimento aggiuntivo." risposi "Devo conquistare Neo quando ancora a lui non importa di come mi chiamo e ancora mi odia a causa di Donnie"

"Sei un fottuto bastardo, Alexander." rispose lui, prendendo un morso della sua patatina "Divertiti allora con questa tua idea, perchè non credo che succederà"

Mi alzai, ignorando i miei amici, e dirigendomi a passo spedito verso il tavolo di Donnie. L'espressione di Neo si rabbuiò non appena mi vide avvicinare e Donnie si irrigidì prima ancora che avessi poggiato la mano sulla sua spalla.

"Donnie" strinsi leggermente la sua spalla.

"Ti ho detto di smetterla di parlare con me, Alexander" disse, girandosi sulla sedia per fissarmi.

"Nessuno te lo ha mai detto, Donnie? I biondi sono stupidi." affermò Neo indicando i miei capelli "Il ragazzo d'oro qui presente non sa come prendere ordini da noi persone comuni"

"Sembra che tu sappia molto di me, considerando il fatto che non abbiamo mai parlato prima di ieri" dissi ghignando.

"Visto? I biondi sono stupidi." affermò Neo "Apparentemente sembra che tu ti sia dimenticato che Donnie è uno dei miei migliori amici, molto prima che diventasse il tuo giocattolino"

"Neo!" esclamò l'amico tirandogli un'altra patatina.

"Scusa, la verità fa male amico, ma adesso sai come non cadere più nella trappola di disperati ragazzi ricchi che hanno bisogno di fare molto sesso per compensare il fatto che mammina e papino non sono mai nei paraggi" disse Neo.

Mi appoggiai contro la sedia di Donnie, incrociando le braccia al petto e guardando divertito il ragazzo. Lui alzò un sopracciglio, aspettando che dicessi qualcosa.

"Tu mi stereotipizzi troppo," dissi alla fine "'mammina e papino' non c'entrano nulla." feci roteare una ciocca di capelli di Donnie fra le dita "Vero Donnie?"

Donnie cacciò via la mano "Neo ha ragione, hai dei problemi con la tua mammina e papino"

"Oh povero me, i miei genitori lavorano troppo." dissi drammaticamente "Non è come quando ero più giovane che i miei saltavano il lavoro quando potevano, in modo che poi non fossi cresciuto come un ricco ragazzo trascurato"

"Qualcuno ha un foglio di carta per caso? Ho bisogno di scrivere queste cose in modo da avere un quadro accurato del passato di Alexander" disse ironicamente Neo, guardandosi attorno con una penna fra le dita.

"Affascinante scelta di amici" dissi a Donnie.

"Se non cerchi di rovinare la mia relazione con loro, puoi anche conoscerli" disse alzando le spalle.

"Oh, quindi ce l'hai una giustificazione per quello? Foglio di carta per favore, devo assolutamente scriverlo da qualche parte" disse Neo impazientemente.

Clifton alzò gli occhi al cielo e gli prese la penna dalle mani. Neo lo guardò e gli morse la mano. Clifton gridò di dolore e tirò via la mano dalla sua presa, strofinandosela.

"Mi ero dimenticato che mordevi" brontolò Clifton.

"Affascinante" ripetei.

"Non sono qui per deliziarti, principessa." disse Neo riprendendosi la penna e appoggiandosi allo schienale della sedia "Adesso corri via al tuo tavolo" disse facendomi cenno con la mano di allontanarmi.

"Neo è un nome strano" dissi.

"Alcuni di noi hanno dei papà nerd" rispose lui.

Più lo ascoltavo, più percepivo un leggero accento. Non era molto marcato ma dava una leggera musicalità alle sue parole.

"Sono trascurato, quindi non so molto di mio padre" dissi ironicamente.

"Oh, c'è dell'insolenza in lui" ghignò Neo.

"Lasciaci soli, Alexander. Noi abbiamo chiuso, basta" disse Donnie fissandomi.

"Ma io non ho chiuso con te" accarezzai gentilmente il suo braccio con le sue dita, guardandolo mentre rabbrividiva un pò sotto al mio tocco. Era molto lontano dall'aver chiuso con me, si vedeva, ma non era più il mio bersaglio. Adesso volevo l'attenzione di Neo e il miglior modo per ottenerla era attraverso Donnie, almeno per il momento.

Proprio come mi aspettavo, Neo strinse gli occhi verso di me "Perchè devi sempre toccarlo? È veramente raccapricciante"

"A Donnie piace quando lo tocco" dissi, continuando ad accarezzarlo.

Donnie mi colpì la mano, allontanandomi "Si, forse quando stavamo insieme e cadevo ai tuoi piedi per tutto quello che facevi. Non toccarmi più Alexander, vai via!"

"Donnie," continuai, con le dita sulla sua pelle "lo sai anche tu che non hai ancora chiuso con me"

"Lui no, ma io si" disse Neo, protendendo la testa verso di me e facendo scattare i denti dritti verso la mia mano, con uno scatto repentino.

"Stai cercando di mordermi?" alzai un sopracciglio, dal momento che era un pò troppo lontano dal mordermi la mano.

"Dannazione, il tavolo ti ha salvato" grugnì lui.

Clifton gli diede un colpetto al naso "Neo, non mordere Alexander! Potresti acquisire una malattia sessualmente trasmettibile, il suo corpo ne sarà sicuramente affetto!"

"Donnie spera vivamente che Alexander non sia infettato di qualche malattia" disse Neo, facendogli l'occhiolino quando lui lo colpì sul braccio.

"Non ho nessuna malattia trasmettibile" dissi, incrociando le braccia.

Donnie stava arrossendo e fissava giù il tavolo, ricordando probabilmente i nostri momenti intimi. Approfittai del momento per sfiorare il suo punto sensibile sul collo, amando il modo in cui gli procuravo i brividi.

Sentì una sedia strisciare sul pavimento ed alzai curiosamente lo sguardo, osservando Neo alzarsi. Si avvicinò a me ed io mi irrigidì quando incominciò a strofinare le dita sul mio collo in modo seducente.

"Oh, guarda un pò, ti faccio sentire a disagio strofinandoti il collo in maniera imbarazzante." disse, scacciando via il mio braccio da Donnie "Adesso basta toccare Donnie, rende tutti a disagio"

"Non hai proprio dei limiti" disse Clifton con un sospiro.

"Potevo vedere quanto fossi anche tu a disagio ad osservare la scenetta, non dire bugie." disse Neo. Fece tornare poi l'attenzione su di me e mi spintonò "Torna al tuo tavolo"

"Giudicando dai tuoi occhi neri, sei un tipo che agisce sempre duramente e non può fare diversamente" dissi ridacchiando.

"Vuoi scoprirlo?" chiese lui, alzando il pugno.

"No!" Donnie spinse Neo verso Clifton, che lo costrinse a sedersi e a calmarsi.

"Non mi spavento di te" informai il ragazzo, più incuriosito che mai.

"Ti darò un pugno in faccia e ti morderò il pollice" mi promise lui.

"Neo, smettila!" disse Clifton, afferrando la maglietta di Neo per assicurarsi che non mi avesse attaccato di nuovo.

Ricordai Bennett dire che Neo faceva sempre un sacco di risse. Qualcosa mi diceva che era una persona molto irascibile e violenta. Gli lanciai un'occhiata, guardando la postura tesa del suo corpo. Aveva quasi sicuramente dei problemi di rabbia, anche se adesso ne era uscito abbastanza velocemente.

"Perchè mi stai fissando? Vuoi per caso una foto? Potrei anche fotografartela se vuoi, gratuitamente" propose Neo.

"Non sarà necessario, mi sono già stancato di te" dissi, agganciando i pollici nella tasche.

"Grazie a dio" esclamò Neo sollevato.

"Alexander Sullivan annoiato da qualcuno così velocemente?" disse Donnie falsamente scioccato "Che cosa inaudita!"

"Per quel che vale, per un bel pò ti sei divertito con me" dissi ghignando.

"In effetti non vale molto" disse Donnie.

"Aw Don, stava cercando di farti un complimento, ovviamente nel suo piccolo, dolce, ricco e viziato modo" disse Neo.

"Okay, adesso sono proprio annoiato" annunciai.

"Nelle parole di 'Papa Roach': fai in modo che la porta non ti colpisca dove il buon dio ti ha dato una fessura, dolcezza" disse Neo facendomi un cenno.

Il mio ghigno crebbe ancora di più ed io mi girai, ritornando al tavolo e sedendomi con i miei amici. Bennett scosse la testa.

"Non penso che sia una buona idea, sta già per fallire" disse.

"Ho tutto sotto controllo" lo assicurai.

"Quel Neo sembra un punk" disse Scott, guardandolo.

"Ci sarà da divertirsi" dissi con fiducia.

"Puoi trovare di meglio" disse Bennett.

"Certo che posso trovare di meglio, ma adesso voglio intrattenermi con lui." dissi "Lasciamo perdere questo argomento"

I due, obbedientemente, lasciarono cadere l'argomento 'Neo' e parlarono di altro mentre pranzavamo. Quando la campanella suonò, mi alzai e gettai ancora una volta un'occhiata al tavolo di Neo, ghignando quando lo vidi lasciare la sala.
 

___________________

E da qui si sta incominciando a capire la natura violenta del nostro piccolo Neo ;)

Non potete capire quante volte ho scritto Theo, invece che Neo ahahah

Per chi fosse interessato, comunque, ho scritto una One Shot su i Larry. Se volete dateci un'occhiata e fatemi sapere che ne pensate, ci conto!

Un grandissimo bacio a tutti coloro che continuano a seguire questa storia♥

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Capitolo 4
*** The Show Must Go On (4) ***


La campanella suonò violentemente, distogliendomi dai miei noiosi pensieri. Afferrai il quaderno e cercai di farcelo entrare nella borsa, impaziente di uscire dalla scuola.

"Alexander"

Ghignai e alzai lo sguardo su Donnie. Aveva uno sguardo sicuro sul viso, ma le sue mani irrequiete non erano del suo stesso parere.

"Si Donnie?" chiesi amichevolmente.

"Che cosa stai facendo?" mi chiese sospettosamente.

"Cosa?" chiesi, il mio ghigno cresceva.

"So che hai qualcosa in mente!" rispose lui, restringendo gli occhi "Io...io non so se stai facendo arrabbiare Neo apposta o no, ma sembra quasi come se lo fosse! Ti conviene lasciare Neo in pace!"

"Ha dei problemi con la rabbia" riflettei ad alta voce, chiudendo la borsa, portandomela alle spalle e alzandomi dalla sedia.

Donnie si agitò ancora di più, confermando i miei pensieri "Non è una cattiva persona, tu invece lo sei. Quello è solo il carattere di Neo" disse lui, in difensiva.

"Un carattere che lo porterà a farsi male" dissi, ghignando e indicando il mio occhio.

Donnie mi fissò "Alexander, lascia Neo in pace"

"Non gli stavo facendo nulla. Non è colpa mia se si arrabbia così facilmente" dissi, facendo spallucce.

"Avrei dovuto lasciare che ti mordesse." borbottò "Stai lontano da lui, dico sul serio. E stai lontano anche da me!"

"Non voglio" mi avvicinai di un passo, poggiando una mano sul suo fianco e portandolo più vicino a me, le nostre labbra quasi si sfioravano. Lui mi fissò e potei perfino percepire la debolezza nei suoi occhi.

"Stai lontano da me" mi ripetè, con voce tremante. Mi mossi in avanti per baciarlo ma lui voltò il viso, in modo che baciassi la sua guancia. Poi mi spinse via e "Dannazione, stai fottutamente lontano da me! Non voglio più avere niente a che fare con te!"

"Donnie"  dissi, le mie labbra a curvarsi in un ghigno.

"Hai bisogno di aiuto, Donnie?"

Voltai lo sguardo verso la voce di Neo. Era appoggiato sulla soglia della porta, le sua braccia incrociate al petto e un sopracciglio alzato. La cicatrice sul suo labbro, che gli dava perennemente l'impressione di avere un ghigno sul viso, in realtà lo rendeva incredibilmente sexy, anche se aveva gli occhi neri.

"Posso gestire la cosa," rispose Donnie, dandomi un'occhiataccia "adesso andiamo via Neo"

Neo si spinse via dallo stipite e si affiancò all'amico, appoggiando pigramente un braccio sulle sue spalle. Mi lanciò un'occhiata disinteressata.

Lo ignorai e tesi una mano verso Donnie ma, prima che me ne potessi accorgere, la testa di Neo balzò in avanti e serrò i denti sul mio dito.

Tirai via il dito dalla sua stretta e lo fissai sorpreso "Mi hai appena morso?"

"Si" rispose lui annuendo. Sembrava eccessivamente compiaciuto con se stesso.

Asciugai il dito sui jeans "Stai attento a chi fai arrabbiare"

"Ha per caso intenzione di denunciarmi? Dubito che ne varrei il tempo e l'energia." affermò "Vorrei poter essere arrabbiato adesso. Tu potresti essere la moglie traditrice nel film 'Cujo'"

"Neo," disse Donnie sospirando "smettila di mordere le persone"

"Ma la nostra amicizia è iniziata in questo modo." gli ricordò Neo "Forse questo sarà l'inizio di una bellissima amicizia tra me e Alex"

"Alexander." dissi seccato "Odio quando le persone mi chiamano Alex"

"Oh beh, in questo caso mi assicurerò di chiamarti così più spesso" disse Neo.

"Sei una scocciatura" dissi.

"Donnie, hai sentito? Sono stato promosso da 'pezzente' a 'scocciatura'" disse Neo emozionato.

"Neo, lasciamo perdere" disse Donnie, lanciandomi un'occhiata diffidente.

"Proprio adesso le cose si facevano interessanti" dissi ghignando. Donnie non sapeva cosa avevo in mente, ma sapeva che Neo ne era coinvolto. Se Donnie fosse iniziato ad essere un problema per il mio voler passare del tempo con Neo, potevo facilmente togliermelo dai piedi. Avevo un bel pò di ricatti da potergli fare. Mi assicuravo sempre di avere dei ricatti da poter fare a tutti i miei ex fidanzati. Un modo per tenerli al guinzaglio corto, così non sarebbero stati una seccatura in futuro.

"Non mi importa. Dai Neo, andiamo a cercare Clifton" borbottò Donnie, afferrando il polso di Neo e trasportandolo a forza con sè.

"Ehy! Non mi trascinare!" esclamò Neo, piegandosi e mordendo il braccio di Donnie. Lui invece ignorò il morso e continuò a trascinarlo fuori dalla stanza, fino ad essere fuori dalla mia vista.

Scossi la testa divertito, lasciando anch’io la classe alla ricerca dei miei amici. Neo era una persona così interessante. Poteva offrirmi ancora un altro bel pò di divertimento.

"Dov'eri?" chiese Bennett quando mi avvicinai a lui e Scott "Perfino Scott è arrivato qui prima di te"

"Ehy" disse Scott, alzando pigramente lo sguardo dal telefono.

"Sta zitto Scott. Ero occupato con Donnie e Neo," dissi "adesso possiamo andare"

"Ci vediamo a casa tua" disse Bennett, dopo essere usciti dalla scuola e aver camminato diretti verso il parcheggio.

"Non ci mettete troppo" dissi, lanciando un'occhiata a Scott.

"Lasciami guidare come un nonnetto, se lo voglio" disse, aprendo la macchina.

"Siate lì fra dieci minuti" affermai dopo avergli voltato le spalle, diretto verso la mia macchina.

"Oh guarda, i tuoi migliori amici sono laggiù" disse Bennett alzando gli occhi al cielo e facendo un cenno verso l'altra parte del parcheggio.

Seguì il suo sguardo e vidi Donnie, Neo e Clifton camminare verso le loro auto. Neo aprì la portiera di una sporca macchina bianca e, dopo aver detto qualcosa ai suoi amici, salì sull'automobile.

"Pensa un pò, una macchina sudicia per una persona sudicia" dissi sospirando.

"è la macchina di suo padre. Come ho detto, i nostri padri si conoscono. Suo padre è una persona disordinata, mi ricordo quella macchina sporca" disse Bennett, scuotendo la testa mentre apriva la sua bella macchina pulita.

"Com'è che i vostri padri si conoscono?" chiesi. Il padre di Bennett era un avvocato, quindi se conosceva il padre di Neo probabilmente non era in un senso buono.

"Il padre di Neo è professore di un'università distante circa un'ora dalla città." spiegò Bennett "Professore Bartosz. I nostri genitori andavano nella stessa università"

"Affascinante. Beh, comunque penso che Scott abbia avuto abbastanza vantaggio iniziale per arrivare a casa mia entro un'ora, quindi è meglio andare" dissi, entrando finalmente in macchina.

Uscì dal parcheggio e feci la strada di ritorno verso casa. Come mi aspettavo, battei sia Scott che Bennett, arrivando lì prima di loro. Scott arrivò due minuti dopo che io e Bennett avevamo parcheggiato.

"Entriamo" dissi, guidandoli su per il vialetto e dentro casa.

Link gironzolò per la cucina quando posammo gli zaini sul pavimento, annusando i miei amici e abbaiando felicemente quando Scott lo accarezzò. Mi sedetti sul bancone, sentendomi di nuovo annoiato.

"Sono annoiato," informai perciò i miei amici "facciamo qualcosa"

"Sono affamato. Cerchiamo del cibo da qualche parte" disse Bennett.

"Va bene." saltai giù dal bancone "Scott, smettila di flirtare con il mio cane"

"Non puoi fermare il nostro amore" disse Scott quando Link gli leccò la gamba.

"Andiamo" dissi impazientemente.

Scott sospirò e gentilmente spinse via Link. Tutti e tre ci incamminammo fuori da casa e dentro la mia macchina, Bennett si sedette davanti e Scott nel sedile posteriore.

Connettei il mio telefono alla macchina ed accesi la musica, facendo poi marcia indietro nel vialetto. Presi la direzione del nostro usuale ristorante, quello più bello in città.

Parcheggiai ed uscimmo dalla macchina. La moglie del proprietario ci sorrise quando entrammo nel locale.

"Alexander! Bennett! Scott! è bello rivedervi tutti qui" disse lei.

"è bello rivedere anche te." dissi, lanciandole un'affascinante sorriso "Vorremmo un tavolo per tre stasera, per favore"

Afferrò tre menù e ci guidò verso la parte destra del ristorante, facendoci sedere vicino un separè. Bennett ed io ci sedemmo insieme e Scott di fronte a noi. La cameriera venne circa un minuto dopo, prendendo le ordinazioni dei drink e lasciandoci soli con i nostri menù.

"Alexander, penso che dobbiamo parlare di Neo" disse Bennett, posando il menù sul tavolo e incontrando i miei occhi.

Alzai un sopracciglio "Bennett, abbiamo già parlato di questo"

"Non abbastanza. Lui non è qualcuno di cui ti vorresti far coinvolgere. Hai una reputazione e lui te la farà scendere" spiegò meglio Bennett.

"Che ricatto ho su Donnie?" chiesi, respingendo l'argomento. Non mi importava di sentire l'opinione di Bennett a riguardo.

Il labbro del mio amico si curvarono leggermente verso l'alto, come faceva sempre quando era infastidito o arrabbiato. Ma, al contrario di tutto, manteneva sempre una faccia calma.

"Il padre di Donnie ha tradito sua madre." disse "Questa è la maggior presa che hai su di lui. Oltre a quello, solo piccole cose che non gli potrebbero importare poi così tanto: quella volta in cui ha rubato nel negozio in fondo alla strada, il fatto che ha fatto la spia a discapito dei suoi amici del secondo anno e li ha fatti sospendere e tutto ciò che ha fatto in privato con te"

"La cosa degli amici del secondo anno...è stato alla fine dell'anno, quando gli detto che volevo lasciarlo, giusto? Erano Neo e Clifton?" chiesi.

Bennett scosse la testa "No, altri suoi amici. Ancora loro non sanno che è stato lui quello che ha fatto la spia al preside"

"Che noioso" dissi.

La cameriera ritornò al nostro tavolo e prese le nostre ordinazioni. Ci lasciò poi dell'insalata e del pane sul tavolo e se ne andò verso la cucina per riferire gli ordini.

"Alexander, dovresti andare dietro qualcun altro" mi suggerì Bennett, tentando di rianimare la sua conversazione iniziale.

"Bennett, ho già preso la mia decisione" dissi, lanciandogli un'occhiata.

"Non penso che sia una buona idea" continuò lui.

"Neanche io." fece eco Scott "Quel Neo sembra quasi che ha intenzione di essere un guaio per te. Troppo fastidioso per averci a che fare"

"Infatti questo non sarà di certo un tuo problema, Scott. Mi occuperò io di tutto" dissi.

"Non mi piace" ricominciò Bennett.

"Bennett," dissi, dandogli un'occhiata seccata "mi stai facendo innervosire"

Lui esitò prima di rivolgere la sua attenzione sulla sua insalata, prendendone un pò nella forchetta "Scusa, Alexander"

La cameriera tornò un paio di minuti dopo, posando il nostro cibo sul tavolo. Bennett non riaprì di nuovo il discorso mentre mangiavamo ed io ghignai fra me, sapendo che i miei amici sarebbero andati avanti anche con questo. Neo sarebbe stato mio e avrebbe ucciso la mia noia per un pò.

 

 

____________________

Attenzione ragazzi che Neo morde! Ahahah

Se il capitolo vi è piaciuto e se Neo vi sta sembrando, ogni capitolo che passa, un personaggio sempre più strano e intrigante....beh, sapete cosa fare. 

Ciao fanciulli e donzelle, alla prossima!

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Capitolo 5
*** The Show Must Go On (5) ***


Ero nel corridoio e ignoravo completamente la vibrazione del mio telefono. Sapevo che Scott e Bennett mi stavano cercando, ma adesso ero impegnato.

Quando vidi la mia preda, mi avvicinai e gli afferrai il braccio non appena mi passò accanto. La sua testa scattò verso l'alto e immediatamente si mosse per mordermi la mano. Con calma la tolsi dalla sua spalla, per evitare che mi mordesse.

"Oh, sei tu" borbottò Neo.

"Il tuo primo istinto è sempre quello di mordere le persone?" chiesi.

"Si" disse per poi incominciare ad allontanarsi. Io però gli afferrai di nuovo il braccio, facendolo ritornare indietro.

"Qualcuno è entrato in una rissa, a quanto vedo" dissi, sollevando la mano e accarezzandogli gentilmente il nuovo livido sulla sua mascella.

Lui sobbalzò e mi colpì la mano "Ricordi quella piccola lezione sul toccare in modo imbarazzante le persone? Bene, tienila a mente, trecce d'oro"

"Il tuo occhio sembra molto meglio rispetto agli altri giorni" affermai. Stava un pò scomparendo il livido intorno all'occhio. Adesso era un mix di giallo chiaro, blu e viola.

"Buono a sapere che hai preso il ruolo del mio medico personale." disse "Adesso puoi lasciarmi in pace?"

"Con chi hai fatto a pugni?" gli chiesi, facendo un cenno alla mascella.

"Un ragazzo del mio quartiere" mugugnò "Perchè ti importa?"

"Curiosità. Mi piace sapere le cose"

"Vedo che stai combattendo contro lo stereotipo dei 'biondi sono delle zucche vuote'. Buon per te, ma ho degli amici da incontrare" disse.

"Sei arrabbiato" affermai, afferrandogli di nuovo il braccio.

In risposta, affondò i denti nella mia mano, guardandomi male. Sobbalzai ma mantenni la presa su di lui, ghignando.

"Pervertito" dissi.

Allontanò la bocca dalla mia mano, facendo una faccia disgustata "Disgustoso. Quella è l'ultima cosa che voglio che tu pensi, Lascia me e i miei momenti sexy fuori dai tuoi pensieri"

"Non hai mai fatto sesso" dissi, sghignazzando.

"No, non l'ho mai fatto," confermò lui "ma questo non significa che voglio che tu mi pensi mentre lo fai"

"Donnie era abbastanza bravo" dissi.

"WHOA, FERMATI QUI." disse Neo alzando le mani "Non voglio assolutamente sapere della vita sessuale di Donnie! Non voglio sapere della vita sessuale di nessuno!"

"Come ti sei fatto quella cicatrice sul labbro?" chiesi.

"Wow, cambi argomento molto velocemente. Sono stato colpito sulla bocca, ovviamente." disse "Hai finito di interrogarmi? Voglio andare dai miei amici e smetterla di parlare con te"

"Continua" dissi, facendo correre le mie dita sul suo braccio con delicatezza.

Lui mi guardò intensamente, preso alla sprovvista. Mi lanciò poi un'occhiataccia e corse lontano da me ed io ghignai alle sue spalle. Qualcosa mi diceva che non era così forte come cercava di apparire.

Camminai lungo il corridoio, dove Scott e Bennett mi aspettavano. Il primo alzò un sopracciglio quando mi avvicinai.

"E poi dici che sono io quello ad essere sempre in ritardo" disse.

"Ero impegnato" risposi, dirigendomi verso il mio armadietto e mettendo la combinazione.

"Questo spiega perchè Neo camminava lungo il corridoio con un espressione confusa sul viso." disse Bennett sospirando "Immaginavo che lo stessi aspettando per parlargli, nell'atrio principale"

"Fidatevi delle mie tecniche" dissi, chiudendo l'armadietto e girandomi verso i miei amici.

"Lo facciamo sempre. Stasera andrai a cena con i tuoi genitori?" mi chiese Bennett.

"Certo. Scott, tu invece verrai?" chiesi.

"Si, purtroppo" mi rispose lui.

"Non sarà così male" dissi nel momento in cui suonò la campanella.

Entrammo in classe. La mattinata si trascinò con lentezza fino all'ora di pranzo. Mi sedetti al mio tavolo, dando un morso al mio pranzo mentre guardavo Clifton e Neo entrare nella caffetteria insieme. Si sedettero con Donnie e incominciarono a parlargli.

"Bennett, voglio sapere come si è procurato quel livido sulla mascella" dissi.

"Perchè non gliel'hai chiesto questa mattina?" chiese.

"L'ho fatto. Mi ha risposto solo che ha fatto a botte con un ragazzo del suo quartiere." affermai "Voglio sapere chi era e perchè si sono presi a pugni. Neo non me lo direbbe"

"Va bene." disse Bennett facendo spallucce "Però non coinvolgerti troppo nella sua vita. Hai cose migliori da fare con il tuo tempo"

Mi alzai, lasciando i miei amici e ignorando Bennett. Mi diressi al tavolo di Donnie, sorridendo compiaciuto quando Neo mi lanciò un'occhiataccia.

"Di nuovo tu. Oh che gioia, il principe reale è qui per unirsi a noi per il pranzo" disse Neo con un drammatico sospiro.

Donnie si alzò, afferrandomi la mano e trascinandomi fuori dalla caffetteria. Poi mi lasciò e incrociò le braccia al petto.

"Che cosa stai facendo?" domandò.

"Niente di niente" dissi, sorridendogli amichevolmente.

"Neo mi ha detto che oggi l'hai fermato all'ingresso della scuola. Stai lontano da lui" ringhiò lui.

"Protettivo?" sorrisi.

"Neo non è un tuo giocattolo, perciò stagli lontano" disse seccamente.

"Come se volessi andare dietro a quel pezzente." dissi, agganciando i pollici nelle sue tasche e strattonandolo più vicino a me, le nostre labbra quasi a toccarsi "Conosci i miei gusti meglio di chiunque altro, Donnie"

Mi allontanò bruscamente "Stai solo lontano da lui, Alexander"

Ridacchiai sotto i baffi e lo superai, spintonandolo, ritornando alla caffetteria. Sorrisi a Neo quando passai vicino al loro tavolo, diretto verso il mio. Mi sedetti con i miei amici. Bennett sospirò ma non disse nulla, prendendo un pò del suo cibo dal piatto.

La campanella suonò, annunciando la fine del pranzo, e perciò ritornammo in classe. Donnie mi fissava durante la nostra ultima ora, ma non mi disse nulla.

Arrivò la fine della giornata scolastica ed io salutai i miei amici prima di dirigermi verso casa. Entrai nel vialetto e sospirai seccato quando vidi che mio padre aveva occupato il mio posto auto.

Uscì dalla macchina ed entrai in casa. Link corse verso di me, abbaiando contento. Gli diedi una pacca sulla testa e lasciai che mi guidasse in cucina, dove c'erano i miei genitori.

"Alexander, sei qui! Vai a prepararti, dobbiamo andare ad una cena stasera" disse papà, alzando lo sguardo non appena entrai nella stanza.

"E Alexander, fai scendere il tuo gatto dal tavolo!" disse mia madre, indicando Vesper.

"Vieni qui Vesper" dissi appunto, alzandolo dal tavolo. Lui miagolò contrariato e si accucciò fra le mie braccia.

Salì le scale e poggiai il gatto sul mio letto. Mi tolsi i vestiti che avevo addosso e indossai un bel vestito, sistemandomi i capelli di fronte allo specchio. Scesi le scale solo dopo che mi ritenni soddisfatto del mio aspetto.

"Sei così bello!" disse mamma, ammirandomi "Andiamo caro, prima che arriviamo in ritardo"

"Perchè, è così importante?" chiesi.

"Alexander, puoi ritardare nelle cene che organizza la tua azienda, ma non in una come questa. Dimostra solo che il tuo stato sociale è più elevato rispetto a quello degli altri e tu non vuoi davvero fare una cosa del genere, dimostrandoti arrogante. Lì ci sono persone con uno stato sociale superiore al nostro. Stai al tuo posto, figlio mio" disse papà, dandomi una pacca sulla spalla e spingendomi leggermente verso la porta.

Uscimmo di casa, entrando nella macchina di mio padre. Guidò verso il ristorante più elegante della città dove c'era un evento di beneficienza tenuto dalla società in cui lavorava mio padre. Anche Bennett e Scott sarebbero stati lì, con i loro genitori. In realtà, tutti quelli importanti sarebbero stati lì.

Una volta arrivati, scendemmo dalla macchina ed entramo nel locale. Una cameriera ci accolse all'entrata e ci accompagnò al nostro tavolo, dove vi erano alcuni colleghi di mio padre. Bennett mi fece un cenno con la testa a mò di saluto, anche lui era vestito elegante. Non ero nemmeno sorpreso che Scott non fosse ancora arrivato.

"Ciao Alexander!" mi salutò il padre di Bennett.

"Buonasera signor Winslow" ricambiai educatamente il saluto, stringendogli la mano, per poi prendere posto.

"Marcus, vieni con me" disse il signor Winslow rivolgendosi a mio padre "voglio farti conoscere un mio amico!"

Si allontanò con mio padre e nel frattempo mia madre si sedette vicino a me. Alzai lo sguardo nel momento in cui vidi entrare Scott con a seguito i suoi genitori. La sua maglietta era un pò stropicciata ma, a parte quello, stava bene lo stesso. Si sedette poi al nostro tavolo.

"Alexander, da quanto tempo non ci vediamo" disse lui.

"Ciao Scott," lo salutai "buonasera signore e signora Anderson"

I genitori di Scott mi sorrisero salutandomi, per poi girarsi e mettersi a parlare con mia madre. Mio padre si avvicinò, appoggiandomi una mano sulla spalla e facendomi cenno di alzarmi dalla sedia.

"Voglio che tu incontri l'amico del signor Winslow. Non fa male incontrare nuove persone" disse lui facendomi l'occhiolino e guidandomi attraverso il ristorante dove potevo vedere il signor Winslow in piedi insieme ad un uomo e un ragazzo.

Gemetti mentalmente quando ci avicinammo a loro. Grazie alla vicinanza, potei vedere che quel ragazzo aveva gli occhi neri, un livido sulla mascella e labbra sfregiate.

Quando Neo mi riconobbe, sospirò pesantemente.

"Alexander Sullivan, non sono neanche sorpreso che tu sia qui" disse.

"Voi due vi conoscete?" chiese mio padre curiosamente.

"Neo va nella mia stessa scuola." risposi "Abbiamo un...amico in comune"

"Questo non è proprio come lo definirei ma fai come ti pare, vostra altezza" disse Neo.

"Neo! Non essere maleducato!" lo sgridò severamente l'uomo accanto al ragazzo. Si girò verso di me e sorrise, tendendomi la mano "Professore Eryk Bartosz, piacere di conoscerti" aveva un accento più forte rispetto a quello di Neo.

Presi la sua mano nella mia, scuotendola con sicurezza "Alexander Sullivan, piacere di conoscerla signore"

"Beh, conosci già mio figlio Neo" disse, indicando il ragazzo.

"Infatti, signore" dissi, rivolgendo un sorrisetto a Neo.

"Quanto sono fortunato" mormorò lui. Dopo sogghignò "Beh, che piacere vederti, Alex"

Il mio viso si incupì, ma rapidamente mi ripresi e gli rivolsi un'affascinante sorriso "Neo, preferirei essere chiamato Alexander. Mi danno fastidio i nomignoli"

"Oh, davvero? Devo averlo dimenticato. Le mie scuse, vostra altezza" disse Neo, facendo un piccolo inchino.

"Neo!" disse il signor Bartosz.

Mio padre tirò fuori il suo portafoglio e mi porse dei soldi "Alexander, perché non vai insieme a Neo a prendere qualcosa da bere a me e al signor Bartosz? Dovete solo dire ai baristi di chi siete figli e loro sapranno che fare"

"Ridotto a fare il fattorino" disse Neo sospirando e seguendomi nel retro del ristorante.

"Non mi sarei mai aspettato di vedere un pezzente com te ad un evento del genere" dissi.

"Mio padre non è un ricco avvocato o il proprietario di una compagnia, ma di certo è un professore rispettato e capo del suo dipartimento." disse Neo facendo spallucce "A differenza di te e della tua famiglia, noi non ostentiamo un'insignificante status sociale"

"Non ci si può pavoneggiare di qualcosa che non si ha" dissi, arrivando al bar e ordinando i due drink. Tesi i soldi al barista ed io e Neo afferrammo le bibite e ritornammo dai nostri genitori.

Gli consegnammo i drink e diedi a mio padre il resto. Neo si mosse per andarsi a sedere ad un tavolo, ma il professore Bartosz lo fermò.

"Neo, siamo seduti con il signor Sullivan! " disse contento.

"Mi sa che mi è venuta la febbre." affermò il ragazzo "Meglio che ritorni a casa!"

"Neo, smettila" disse suo padre alzando gli occhi al cielo.

Mio padre ci guidò al nostro tavolo e Neo malvolentieri si sedette vicino a me, Bennett e Scott. Gi adulti incominciarono a parlare tra di loro, prestandoci a mala pena un pò di attenzione.

"Questo è un incubo" disse miseramente Neo.

"La tua mascella," disse Bennett, indicando il suo livido "Axle Larson ti ha conciato così dopo che hai cominciato una rissa con lui"

"Mi stalkeri per caso? Dovresti scrivere una biografia su di me." disse Neo "'La Vita e Le Risse di Neo Bartsosz'. Diventerebbe un best seller"

"Perchè ha iniziato la rissa?" chiesi.

"Axle ha chiamato Donnie e Neo 'froci' quando li ha visti. Neo lo ha attaccato e Axle ha vinto" disse Bennett con un pò di interesse.

"Allora mi stalkeri davvero" disse Neo, alzando un sopracciglio.

"Sono una persona molto informata" rispose semplicemente Bennett, alzando le spalle.

"Guardati Alexander: scegli gli amici in base a quanto possano esserti d'aiuto per i tuoi interessi! C'è il sapientone e- beh, non so che cosa fa quel ragazzo" disse Neo, indicando Scott.

"'Quel ragazzo' si chiama Scott" rispose lui "E non servo i suoi bisogni. Sono un suo amico solo perché mi piace il suo cane"

"La parte triste è che probabilmente è vero." dissi con un sospiro "E Neo, bel tentativo, ma sono un loro amico da quando eravamo dei bambini"

"Congratulazioni, sei un amico di Clifton e Scott da quando eravate dei bambini. Ti piacerebbe se avessi preso Scott, me lo fossi scopato e gli avessi spezzato il cuore?" chiese Neo amichevolmente.

"Beh, quello sarebbe un problema di Scott" risposi.

"Lasciate Scott fuori da tutto questo." affermò Scott, appoggiandosi contro la sedia "Scott non si è scopato Donnie"

"Quello che c'è tra di noi è reale, tranquillo" lo assicurò Neo.

"Bene. Se mi tradisci, chiederò il divorzio" disse Scott.

Diedi una gomitata al mio amico "Sta zitto Scott" mi girai verso l'altro ragazzo e "Neo, vieni con me" affermai.

Mi alzai e Neo, cautamente, fece lo stesso. Lo guidai verso le toilette, nella parte posteriore del ristorante. Lo feci entrare e chiusi la porta a chiave.

"Non so cosa facevate tu e Donnie, ma non ho intenzione di farti un pompino in bagno." disse Neo, incrociando le braccia al petto "Cosa vuoi?"

"La tua cravatta è messa male. È una cosa che mi infastidisce." dissi avvicinandomi e slegandogli la cravatta "Sai almeno come si fa una cravatta?"

"A mala pena," disse, scacciando via la mia mano "però se la devo fare, ho con me Google. Forse incomincerò ad indossare il papillon come te"

Ghignai e camminai verso di lui. Lui indietreggiò fino a quando si scontrò con il muro. Procedetti ancora e mentre gli legavo la cravatta, mi avvicinavo sempre di più a lui.

"Oh dio," grugnì lui "sono il tuo nuovo bersaglio, non è vero?"

"Tu non sei un bersaglio. Sei solo interessante." sorrisi, stringendogli la cravatta "Ci vediamo al tavolo, Neo" gli feci l'occhiolino e lentamente feci correre le mie dita sul suo petto prima di uscire dal bagno, lasciando Neo a fissarmi con un'espressione incredula e confusa sul viso.


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Ehii

Mi piacerebbe sapere quello che ne pensate della storia perchè se non volete non la continuo, non c'è problema.

Alla prossima :)


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Capitolo 6
*** The Show Must Go On (6) ***


"Dov'è Neo?" chiese Scott quando ritornai al tavolo.

"Probabilmente è in bagno a cercare di capire cosa diavolo è appena successo" dissi con un'alzata di spalle.

"Alexander, non mi piace tutta questa situazione." disse Bennett sospirando "Tanto meno quando la madre e il padre di Neo sono qui. Non menzionando nemmeno il fatto che ci siano anche i tuoi genitori. Se hai intenzione di andare dietro Neo, almeno fallo quando i vostri genitori non sono nei dintorni"

"Bennett, mi stai dando sui nervi. So come gestire tutto" dissi.

"Stai rischiando, con la tua relazione. È una scelta stupida da parte tua. Se i tuoi genitori lo venissero a sapere, saresti in un sacco di guai" disse.

"Bene, questo è il motivo per cui ci assicuriamo che nessuno mi dia problemi" risposi.

Bennett lanciò un'occhiata a Neo quando ritornò. Il ragazzo si sedette al tavolo, non guardandomi, e giocherellando nervosamente con la sua cravatta.

"Neo, cos'è successo alla tua faccia?" gli chiese mio padre, curiosamente.

"Un teppista del nostro quartiere ha picchiato Neo." rispose il professore Bartosz, un pò troppo velocemente "È una vergogna sapere quanto possano essere violenti alcuni ragazzi!"

"Che indecenza! Non posso neanche immaginare Alexander che sia violento fino a quel punto" disse mio padre, scuotendo la testa.

"La violenza è inutile" dissi, chiedendomi se il padre di Neo sapesse della sua abitudine di mordere le persone.

"Bennett, chi era quell'uomo con cui Anna George aveva una relazione?" chiese il signor Winslow, sporgendosi un pò sul tavolo verso suo figlio.

"Martin Wilkinson" disse prontamente Bennett.

"Conosci ogni dettaglio raccapricciante di ogni singola persona?" chiese Neo.

"Sono poche le cose che non so." affermò Bennett "Non sono la persona che vorresti come nemico"

Era decisamente un avvertimento quello. Neo lo capì e diede a Bennett un sorriso che non aveva niente di buono.

"Oh no, signor Winslow, odierei averla come nemico!" disse drammaticamente "Tutto ma non questo!"

Bennett sospirò "Odio quando mi rivolge la parola"

"Su con la vita, Bennett" dissi, ghignando verso Neo. Vedi il leggero disagio negli occhi del ragazzo nel momento in cui mi guardò.

"Finora, mi piace solo lui." disse Neo, indicando con il pollice Scott "E preferisco ancora essere intrappolato in una stanza con Dandy Mott che con questo ragazzo"

"Puoi chiamarmi Dandy Scott" disse Scott.

"Questo è stato imbarazzante da ascoltare, e apprezzerei se non parlassi per il resto della serata" disse Neo.

"Tu mi hai trascinato dentro" rispose Scott, facendo spallucce.

"No, lui mi ha trascinato dentro questo discorso e alla fine questo ha portato te ad essere trascinato dentro il discorso." disse Neo, indicandomi "Dai la colpa alla sua scarsa scelta di amici"

"Tutto questo è troppo drammatico per me, sono venuto qui solo per il cibo" disse Scott, appoggiandosi alla sedia, come per distanziarsi anche dalla conversazione.

"Sei carino quando sei vestito elegante" dissi a Neo.

"Oh dio, stai flirtando con me" disse inorridito.

"Sto solo dicendo la verità" dissi, scrollando le spalle. Neo era incredibilmente attraente adesso che la sua cravatta era sistemata, e poi il suo sguardo disperato dipinto sul viso gli dava un aspetto carino e innocente rispetto alla sensualità del vestito che indossava. 

"Il gatto ti ha morso la lingua?" chiese Scott a Neo.

"Mi piacerebbe avere la sua lingua" dissi.

"Oookay, ed io sono di nuovo fuori dalla conversazione" affermò Scott con un sospiro.

"Come ho avuto l'onore di essere la tua nuova preda?" chiese Neo, aggrottando le sopracciglia sospettosamente.

Sapeva cosa era accaduto con Donnie, quindi avrei dovuto prendere un approccio leggermente diverso. E comunque, avevo già capito una piccola cosa interessante su Neo: era vulnerabile. Si mostrava con una carattere forte, ma in realtà era debole.

"Non sei la mia preda, sei solo...diverso" dissi, sorridendo un pò mentre lo dicevo.

"Che complimento." disse con tono asciutto "Hitler era diverso e tutto si risolse fantasticamente"

"Non è un insulto" dissi.

"Non appena tornerò a casa mi assicurerò di scrivere sul mio diario che mi hai fatto un complimento dicendomi che sono diverso" disse, alzando i pollici in alto.

In quel momento arrivarono alcune cameriere e posarono sul tavolo il cibo. Scott, affamato, si tuffò sul suo piatto mentre Bennett mi guardava con uno sguardo di disapprovazione.

"Bennett, non fissare qualcuno che sta per mangiare" dissi, posando il tovagliolo sulle gambe e prendendo la forchetta.

"Scusa. Non vorrei essere maleducato" disse, afferrando la sua forchetta e distogliendo l'attenzione da me.

"Voi persone fighettine e ricche" disse Neo con un sospiro, incominciando a mangiare.

"Non è una cosa da persone ricche." risposi "Sono solo le buone maniere. Un qualcosa che Scott e Bennett non hanno"

"Com'è che vengo trascinato sempre in mezzo alle vostre discussioni?" disse Scott, lasciandosi scappare un sospiro.

"Perchè Bennett mi stava fissando e tu invece stavi facendo il solito rozzo. Almeno posa il tovagliolo sulle gambe prima che tua mamma ti urli addosso, di nuovo." dissi, prendendo il suo tovagliolo e lanciandolo sulle sue gambe, anticipandolo "Onestamente, sei un dolore continuo"

"Probabilmente dovrei sentirmi insultato, ma ho del cibo davanti a me e quindi credo che semplicemente annegherò i miei sentimenti su di esso" disse, prendendo un pò del cibo sul piatto.

"Cenare con i più grandi stronzi del mondo. Che gioia" grugnì Neo.

"Non siamo poi così male" dissi, scrollando le spalle.

"Oh no, certo, uno di voi fa sesso con le persone perchè è costantemente annoiato, un altro si assicura di conoscere tutti i più sporchi segreti di ogni persona sul pianeta e l'altro è la pigrizia in persona" disse Neo.

"Koala," corresse Scott "dormo come un koala"

Ignorando Scott, scossi la testa a Neo "Ho anche avuto relazioni serie"

"Non ci credo" rispose lui.

"È vero." arrivò in mio aiuto Bennett "Essendo il ragazzo che conosce tutti i più sporchi segreti di ogni persona sul pianeta, posso confermare che Alexander ha avuto delle relazioni serie"

"E li fece finire per la noia?" cercò di indovinare Neo.

"Per niente. Finirono per diverse ragioni" risposi.

"Bene, sono molto contento che in realtà ci sia qualche accenno di buon senso in te," disse "ma non sono interessato, quindi sentiti libero di scegliere un nuovo bersaglio. Qualcuno che sia abbastanza stupido da innamorarsi di te"

"Quand'è stata l'ultima volta che hai avuto una relazione?" chiesi.

"Non ho intenzione di sedermi qui e parlare della mia inesistente vita amorosa con te. In parte perchè non sono affari tuoi e in parte perchè sono terrorizzato che tu mi possa parlare della tua vita amorosa, e sto cercando di mangiare" disse.

"Anch'io" disse Scott, grugnendo quando gli diedi una gomitata.

"Non lo capisco. I tuoi genitori sanno che sei una puttana o semplicemente ti incoraggiano ad infettarti con qualche malattia sessualmente trasmettibile?" chiese Neo.

"Non sono una puttana." dissi con un'alzata di spalle "Mi piace il sesso. Molte persone lo fanno"

"Non io, la mia mano mi è sufficientemente di compagnia" rispose lui.

"Il mio cibo aveva un sapore migliore prima che fosse cosparso di informazioni non necessarie" affermò Scott.

"Tu non hai mai dovuto intervenire manualmente?" chiese 

"Non divulgo queste informazioni a cena. Oltretutto, adesso devo prendermi cura io di te" disse Scott.

"Si, non puoi avermi come obiettivo, perchè sono fidanzato con Steve" disse Neo, rivolgendosi a me.

"Scott" lo corresse il ragazzo.

"Si, certo, qualsiasi cosa ti rende felice" rispose noncurante Neo.

Mi avvicinai a Neo, vedendo che la sua cravatta era storta. Lui mi fissò ed io a mala pena vidi la sua testa scattare in avanti e i suoi denti affondare sulla mia mano, facendomi sussultare.

"Neo!"

Neo lasciò la mia mano, lanciando un'occhiata al suo mortificato padre. Il professor Bartosz si alzò e si avvicinò alla nostra parte di tavolo, tirando Neo in piedi.

"Neo! Vai in bagno, dobbiamo parlare!" disse arrabbiato.

"Se lo meritava" brontolò il ragazzo, dirigendosi in bagno.

"Alexander, mi dispiace così tanto per il suo comportamento!" disse freneticamente il padre di Neo.

"Non si preoccupi, Professore." dissi con un sorriso "Ero a conoscenza della....mh, abitudine di Neo"

"Mia moglie ed io non sappiamo perchè lo fa" disse miseramente.

"Non è un problema" dissi, ridendo.

"Di nuovo scusa! Andrò a parlargli io!" disse il professore Bartosz, quasi correndo verso i bagni.

Mio padre si avvicinò, sedendosi davanti a me "Alexander...quel ragazzo ti ha appena morso?"

"Si," dissi sospirando "Neo lo fa, a volte"

"Ho sentito dal padre di Bennett che il ragazzo fosse strano. Stai bene?" chiese, accigliandosi.

"Sto bene, papà" lo rassicurai.

"Ragazzo strano, veramente strano" disse lui, scuotendo la testa.

"Mi piace suo padre. Non sono un fan, invece, del figlio" disse Bennett. Gli lanciai un'occhiata che lo fece zittire. Non ero un idiota, e Bennett sapeva che preferivo non avere relazioni con persone che i miei genitori disapprovavano. Non c'era bisogno di mettere, ancora di più, in cattiva luce Neo con mio padre.

Alzò lo sguardo quando Neo e suo padre ritornarono. Il professore Bartosz sembrava orribilmente imbarazzato, Neo invece mi lanciò solo un'occhiataccia.

Mio padre si alzò e si diresse, insieme al padre di Neo, ai loro posti mentre Neo si sedette al tavolo e mi mostrò i denti.

"Non provare a toccarmi o ti morderò" mi avvertì lui.

"Sei così interessante" dissi curiosamente.

"Non sono qui per interessarti" rispose seccato.

"Ha sempre morso le persone?" chiesi.

"Si. Sono sicuro che era una gioia allattarmi al seno" disse Neo.

"Voglio solo mangiare" si lamentò Scott.

"Non comportarti come se non volessi allattarmi" rispose lui.

"Dannazione, Neo, parla a bassa voce così Alexander non si ingelosisce" disse Scott.

"Scott" dissi irritato.

"Giusto, scusa. Lascerò la parte del flirt a te" rispose lui.

"Cosa ti fa pensare che sceglierei te piuttosto che qualcun'altro, Alexander? Tu pensi che tutti ti vogliano." disse Neo "Beh, non se te, ma a me non piace uscire con persone che sono emotivamente degli stronzi abusivi"

"Neanche io." risposi "E comunque non sono uno stronzo abusivo"

"Il nome 'Donnie' non ti dice nulla?" chiese.

"Lui mi rivoleva indietro. Gli sto dando solo quello che voleva" risposi.

"No, ha avuto un periodo imbarazzante di 'oh, lo amo e lo rivoglio indietro nonostante mi abbia fottuto' e poi è passato oltre e ti ha dimenticato" disse lui.

Facemmo tutti silenzio quando il relatore dell'evento fece la sua comparsa. Neo alzò un sopracciglio prima di distogliere la sua attenzione da me.

Io ignorai il relatore, osservando Neo mentre ascoltava l'uomo che parlava, annoiato. Voleva che credessi che lui non voleva nulla da me, tuttavia qualcosa nella sua espressione lo tradiva: lui mi voleva intorno, voleva che lo toccassi.

Quando il relatore finì di parlare, il professore Bartosz e una donna che aveva le stesse caratteristiche facciali di Neo, si avvicinarono. Lui alzò lo sguardo verso di loro, speranzoso.

"Per favore, dimmi che ce ne stiamo andando" Neo, praticamente, pregò.

"Si, tuo padre ha del lavoro da fare" rispose la signora Bartosz.

"Oh, grazie a dio" disse lui sollevato, balzando in piedi.

"è stato un piacere conoscerti, Alexander, e piacere di averti rivisto, Bennett. E tu devi essere il ragazzo di Anderson!" disse il padre di Neo.

"Scott Anderson, piacere" disse lui, scuotendogli la mano e stringendogliela leggermente.

Il professore Bartosz ci offrì un ultimo sorriso prima di condurre sua moglie e suo figlio fuori dal locale. Neo si girò e sbirciò oltre le spalle, quell'espressione di incertezza sul viso.

Quella era una cosa che avevo imparato anni fa: non volgi mai lo sguardo indietro, specialmente non verso delle persone con cui non vuoi avere niente a che fare.

"Immagino che non sono un capitolo chiuso per lui" dissi ghignando. Il suo voltarsi indietro suggellò ancora una volta la mia promessa: Neo sarebbe stato mio.

 

 

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Che ne dite della storia, la trovate abbastanza intrigante? Ricordatevi che "non tutto è come sembra" ;)

Vorrei sentire anche commenti da parte dei 'lettori anonimi' che non hanno ancora espresso un'opinione a riguardo. Dai che non vi mangio ahahah

Alla prossima :)

 

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Capitolo 7
*** The Show Must Go On (7) ***


"Oh mio dio, stai cercando di persuadere il ragazzo" disse Scott nel momento in cui vidi lui e Bennett il giorno dopo, a scuola.

"E tu sei puntuale, per una volta" dissi sorpreso.

"L'ho dovuto andare a prendere io stamattina perchè la sua macchina è dal meccanico. L'ho letteralmente trascinato giù dal letto" rispose Bennett seccato.

"E comunque, i tuoi vestiti. Vuoi senza dubbio convincere Neo" affermò Scott.

"Esatto" dissi ghignando. Indossavo dei jeans che fasciavano alla perfezione il mio sedere e una maglietta che era abbastanza stretta da far intravedere il mio petto e i miei muscoli.

"Beh, quel pezzente certamente non sta provando ad impressionarti" disse Bennett, facendo un cenno con la testa.

Mi guardai intorno e vidi Neo insieme ai suoi amici. Indossava dei jeans che erano tirati su solo grazie ad una cintura, una maglietta larga e un cappello messo alla rinfusa in testa.

"È carino quando si veste in modo così trasandato" dissi facendo spallucce.

"Alexander, prima che ti cimenti in tutto questo, mi ascolti un attimo?" disse Bennett, incrociando le braccia al petto.

"No, so cosa hai intenzione di dirmi e non mi interessa saperlo. Risparmia il fiato" risposi.

"Vado in classe" disse lui, voltandosi e andandosene via, in tutta tranquillità.

Guardai Scott, che alzò le mani innocentemente "Non ho detto nulla. Non coinvolgere Scott. Scott non vuole essere coinvolto"

"Si, si, andiamo" dissi.

Mi seguì ed insieme ci dirigemmo in classe. Avevo un compito, oggi. Quando la campanella suonò per il pranzo, gemetti mentalmente. La professoressa alzò una mano per fermarci dal lasciare la classe.

"Voglio che tutti mi portiate il vostro compito, e poi potete anche uscire dalla classe" disse.

Ci alzammo e velocemente gli consegnammo i compiti. Dio, odiavo le persone che mi facevano fare tardi per le mie cose. Il mio tempo era prezioso e non avevo intenzione di sprecarlo con quelli che non sapevano come gestirlo. Beh, a parte Scott.

Percorsi il corridoio fino ad arrivare al mio armadietto, mettendo la combinazione, quando suonò l'ultima campanella. Gettai le mie cose dentro di esso e lo chiusi.

Mi girai per dirigermi verso la mensa ma mi bloccai, sentendo un rumore. Tornai indietro, allontanandomi dal corridoio e svoltando l'angolo.

Neo e un altro ragazzo che si chiamava Dan, che andava nella mia stessa classe, erano lì, in piedi. Neo lo stava fissando, il suo corpo era teso. Dan invece lo guardava arrabbiato e irritato.

"Rimangiatelo" stava dicendo Neo.

"Non me lo rimangerò." disse Dan, spintonando il ragazzo contro il muro "Penso che Donnie sia un fottuto frocio. Una piccola puttana succhia cazzi"

Si mosse per spingere di nuovo Neo, ma quest'ultimo riuscì a serrare i denti nella sua mano. Lui gridò di dolore e gli diede un pugno, con la sua mano libera, colpendo così forte la testa di Neo, che il suo cappello cadde giù.

Neo gemette, mordendo Dan più forte e colpendolo nelle costole. Dan afferrò i suoi capelli e gli tirò su la testa, liberando così la mano che Neo gli aveva morso.

Neo spinse con tutte le sue forze Dan contro il muto, mordendogli stavolta la spalla e colpendolo di nuovo nelle costole. Il ragazzo ansimò quando Dan lo colpì nella gola, dandogli poi un calcio alle ginocchia e gettandolo per terra. Sollevò i piedi per colpire nuovamente Neo e lui riuscì solo ad alzare le mani di fronte al viso per difendersi.

"Non lo farei, se fossi in te" dissi, avvicinandomi a loro tranquillamente.

"Alexander Sullivan" disse Dan, facendo cadere il suo piede per terra e fissandomi.

Tirai in piedi Neo. Lui si strofinò il collo, cercando di respirare regolarmente. Mi avvicinai a Dan, che mi guardava nervosamente.

"Non lasciarmi vedere di nuovo te fottere con Neo." dissi seccamente "E nemmeno con Donnie"

"Sei uscito con lui, non è vero? Esci con ogni frocio di questa scuola. Scommetto che te l'ha succhiato anche lui" disse Dan.

"Scommetto che l'ha fatto," dissi "e adesso vattene via"

"Te la fai con tutti. E ti nascondi dietro i soldi del tuo papino" disse, spintonando anche me.

Il mio pugno lo colpì, scontrandosi con il suo occhio e facendolo gemere dal dolore. Dan indietreggiò, mettendosi una mano sull'occhio.

"Mio padre è così intelligente da non lasciare il figlio inerme e indifeso. Non farmi incazzare di nuovo" dissi, afferrando il cappello dal pavimento e girandomi, prendendo la mano di Neo e trascinandolo con me.

"Non eri tu quello che diceva di essere contro la violenza?" borbottò Neo, districandosi dalla mia presa.

"Penso ancora che sia inutile, ma questo non significa che mio padre mi debba lasciare indifeso." dissi facendo spallucce "Non sono uno debole"

"Hai difeso non solo me, ma anche Donnie. Perché?" domandò, afferrandomi il braccio e costringendomi a fermarmi.

"Puoi pensare quanto vuoi che io sia uno stronzo, ma non sono di certo uno senza cuore" dissi scrollando le spalle.

"Non ti metterai nei casini per aver picchiato un ragazzo? Con l'immagine di ragazzo ricco e tutto il resto" chiese Neo.

"So gestire il tutto, non preoccuparti. Tu stai bene?" chiesi, controllando il nuovo livido che gli si stava formando. Sollevai la mano, toccando delicatamente il livido su un lato della sua testa. Lui gemette ma non scacciò via la mia mano.

"Sto bene" mormorò lui.

Sollevai il cappello e glielo misi in testa, assicurandomi che non cadesse per terra. Gli spostai alcune ciocche di capelli dal suo viso e lui in cambio mi sorrise.

"È carino il fatto che tu sia così protettivo nei confronti dei tuoi amici" dissi.

"Oh si, fottutamente adorabile." affermò "Questa è una cosa totalmente normale da dire ad un ragazzo che ha appena morso più volte un altro ragazzo"

"C'è certamente qualcosa di affascinante nei tuoi morsi" dissi.

"Allora mi assicurerò di morderti più spesso." disse e, come per rendere più credibile le sue parole, affondò i denti nella mia mano "E non mi toccare i capelli. Divento una prima donna quando si tratta di loro"

"Cosa ti ha detto tuo padre, la scorsa notte?" chiesi.

"Che non posso mordere le persone, quanto questo lo imbarazzi, che specialmente non potevo mordere nè te nè nessun altro a quell'evento, bla, bla, bla." rispose con un pò di interesse "Io mordo chi voglio"

"Torniamo in mensa," dissi infine "sto morendo dalla fame"

Camminammo in silenzio lungo il corridoio. Neo continuava a lanciarmi delle occhiate furtive, quasi come se non credesse a quello che era appena successo.

Entrammo in mensa e i suoi amici alzarono lo sguardo su Neo, sorpresi. Lanciai un'occhiata a Neo e sorrisi.

"Abbi cura di te stesso" dissi. Mi voltai per andarmene, ma Neo mi afferrò il polso.

"Grazie per avermi aiutato e aver preso le difese di Donnie" mormorò, sputando fuori quelle parole come se avessero un gusto amaro. Poi mi lasciò andare e corse verso i suoi amici, congedando così la nostra conversazione, e rubando una patatina dal vassoio del pranzo di Clifton.

Mi avvicinai al mio tavolo, sedendomi con i miei amici. Rivolsi la mia attenzione a Bennett.

"Dan Abel," incominciai "l'ho picchiato. Assicurati che non mi causi dei problemi"

Bennett si alzò, annuendo "Me ne occuperò adesso"

"Bennett è veramente infuriato che tu ancora corra dietro a quel ragazzo." disse Scott, dopo che il ragazzo in questione aveva lasciato la stanza "Personalmente, non potrebbe importarmi di meno con chi tu vada a letto, ma probabilmente questo qui ti causerà più problemi di quello che vale"

"Scott, sai perché continuo a tenerti con me?" chiesi.

"Perchè sono affascinante e puntuale?" tentò di indovinare.

"Perchè la maggior parte delle volte sei troppo pigro perfino per farmi incazzare. Non iniziare adesso" gli risposi.

"Era solo per dire. Bennett non è uno che tipicamente vuoi ignorare" disse, scrollando le spalle.

"Lo ignoro io, e così farai pure tu" affermai duramente.

"Non voglio essere coinvolto in questo. Sto solo flirtando con il ragazzo, non sto cercando di entrare nei suoi pantaloni" disse Scott sospirando.

"Tu sei troppo pigro persino per entrare nei pantaloni di qualcuno" dissi, scuotendo la testa.

"Non capisco la tua fissazione per il sesso" disse Scott, dando un morso alla sua mela.

"Non è mai noioso" dissi semplicemente, ghignando.

"Parla per te. Il sesso è noioso e poco interessante" disse.

Feci spallucce "Come hai detto pure tu: parla per te stesso"

Incominciammo a parlare del più e del meno fino a quando Bennett arrivò al nostro tavolo alla fine dell'ora. Si sedette e prese in mano il panino che ancora doveva finire di mangiare.

"Ho sistemato tutto, non preoccuparti" mi disse, dando un morso al suo pranzo.

"Grazie." dissi lanciando un'occhiata all'orologio e alzandomi, andando a gettare i rifiuti del mio vassoio "Sto andando al mio armadietto"

"No, stai andando da Neo" disse Bennett.

"No, sto andando al mio armadietto e probabilmente Neo mi seguirà fino a lì." lo corressi "O lui o Donnie"

Lasciai i miei due amici, rallentando il passo quando passai vicino al tavolo di Neo. Lui mi guardò, i suoi occhi mi seguirono fino a quando lasciai la mensa.

Mi diressi al mio armadietto, aprendolo e cercando il quaderno che avevo dimenticato di prendere. Sentendo dei passi, ghignai fra me e me. Veniva sempre qualcuno da me quando ero solo e lontano dai miei amici.

"Ancora non so perché l'hai fatto" iniziò Neo.

Mi alzai, chiudendo l'armadietto e mettendomi faccia a faccia con lui "Perchè non sono il ragazzo cattivo che tu pensi che io sia"

Sbuffò "Hai persuaso Donnie, gli hai chiesto di uscire, lo hai fatto innamorare di te, gli hai preso la verginità, lo hai irrimediabilmente avvolto intorno alle tue fottute dita e lo hai gettato via come se nulla fosse quando ti sei annoiato di lui. Ma comunque sono sicuro che tu sia un perfetto cittadino. Un vero modello di ispirazione per i bambini"

"Quello è stato l'anno scorso," dissi "e so quello che ho fatto. Ero annoiato di Donnie, non lo negherò, ma posso avere delle relazioni serie e posso essere carino con le persone"

"Come con Bennett e Steve?" chiese Neo "Li tratti come delle merde, loro sono solo le tue troiette per te"

"Bennett e Scott." lo corressi "Bennett non deve fare niente per me se non lo vuole e Scott non fa niente per nessuno"

"Perchè io? Perché sono io la tua nuova preda?" chiese Neo, frustrato.

Indietreggiò quando mi avvicinai a lui. Sollevai la mano, togliendogli delicatamente i capelli davanti agli occhi, ancora una volta.

"Perchè mi interessi, sei diverso da tutti quelli che ho conosciuto" dissi sinceramente.

"Non sono il tuo giocattolo. Non sono qui per intrattenerti" disse arrabbiato, senza però scacciare via o mordere la mia mano.

"Perchè non mi dai una possibilità? Solo una e se rovino tutto, puoi smettere di parlarmi ed io ti lascerò in pace" proposi.

"Cosa intendi con una 'possibilità'?" chiese sospettosamente.

"Una cena. Ti porterò fuori a cena, stasera, penserò io a tutto. Possiamo uscire insieme e potrai vedere tu stesso che non sono così male come pensi. E se non mi sopporterai, bene, ti lascerò in pace" dissi.

Lui esitò prima di sospirare "So che me ne pentirò, ma va bene. Una possibilità. Se dopo stasera ti dirò di lasciarmi in pace, tu lo farai." dissi severamente "E fidati, te lo dirò"

"Ti lascerò in pace solo dopo cena. Se ti stuferai, farai la tua decisione e ce ne andremo da lì" dissi, sorridendo un pò.

"Lo faccio solo per fare in modo che mi lasci in pace!" disse, prima di girarsi e andarsene infuriato "Non aspettarti niente di più!" disse oltre le sue spalle, prima di scomparire dietro l'angolo, alla fine del corridoio.

Ritornai in mensa, sedendomi al mio tavolo. Bennett mi lanciò un'occhiataccia.

"Di cosa avete parlato tu e Neo?" chiese.

"Lo sto portando fuori a cena, stasera" dissi.

"Alexander, sei uno stupido a farlo. Neo potrebbe facilmente usarti per vendicarsi di Donnie" disse Donnie.

"Se pensi onestamente che lui possa superarmi in astuzia, allora non mi conosci. Lui non lo sta facendo per la vendetta, lui vuole solo essere usato." dissi, sporgendomi un pò sul tavolo "Voi più di tutti dovreste saperlo. Lui. Vuole. Essere. Usato"

"Potrebbe usarti facilmente tanto quanto tu potresti usare lui. E chi l'ha detto che non vuoi essere tu quello ad essere usato?" chiese Bennett.

"Nessuno mi usa," dissi severamente "sono Alexander Sullivan e io non vengo usato"

"La tua situazione cambierà se non stai più attento con Neo" controbattè

"Probabilmente mi sta solo usando per raggiungere te. Che cattivo ragazzo. Ed io che pensavo fosse una relazione così forte" disse Scott

"Scott, sta zitto, a te neanche piacciono le relazioni, il sesso e tutto quello che li accomuna" dissi.

"Stai solo gettando odio sulla nostra relazione" affermò.

"Sei un dolore al culo" esclamai.

"Neo dovrebbe saperlo" disse lui, facendomi l'occhiolino.

"Griderà il mio nome, non il tuo" dissi divertito.

"Wow, non posso mangiare un pasto senza delle spiacevoli conversazioni, vero?" chiese ironicamente Scott, appoggiandosi contro la sedia.

La campanella suonò e ci alzammo dal tavolo. Bennett mi afferrò il braccio prima che potessi lasciare la mensa.

"Ti avverto per l'ultima volta, Alexander. Tu forse pensi che lui voglia essere usato, e probabilmente hai ragione, ma ultimamente ti stai comportando in modo diverso. Sei più avventato. Non ne rimarrei sorpreso se sapessi che stai sperando di essere usato" disse prima di lasciarmi e uscire fuori dalla mensa.

Fissai il punto in cui scomparve il mio amico. Non stavo cercando di essere usato. Togliendo Bennett fuori dalla mia testa, mi focalizzai sul pensiero di uscire con Neo stasera, e un piccolo sorriso sorse spontaneo sul mio viso.

 

 

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Ciao bellissimi,

siete contenti del capitolo?

Much love♥

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Capitolo 8
*** The Show Must Go On (8) ***


Donnie neanche mi lanciò un'occhiata quando uscì dalla classe, quindi supposi che Neo non gli avesse detto nulla. Oh, mi nascosi furtivamente proprio dietro di lui. Questo si che era divertente.

Mi diressi verso il mio armadietto, dove Scott e Bennett mi stavano aspettando. Quest'ultimo incrociò le braccia al petto mentre inserivo la combinazione.

"C'è qualcosa che mi devi dire, Bennett?" chiesi.

"Niente che tu già non sappia" rispose duramente.

"Voi due siete la personificazione vivente degli 'appunti passivi-aggressivi dei post-it'" affermò Scott.

"Scott, a volte vorrei che tu fossi troppo pigro anche solo per parlare" dissi.

"A volte vorrei che fossi troppo pigro da non stare ancora intorno a voi due e ai vostri appunti passivi-aggressivi dei post-it" disse.

"Gioverebbe a tutti se tu la smettessi di parlare" disse Bennett.

"Per il bene degli altri, starò zitto" affermò infine Scott indietreggiando e appoggiandosi contro degli armadietti.

"Lo porterai fuori." disse "Non credo che questa sia la tua idea migliore, non posso aiutarti se lo farai"

"Posso occuparmene da solo, Bennett" dissi.

"Spero per il tuo bene che tu abbia ragione" concluse.

"Non sono un idiota, so quello che sto facendo" dissi chiudendo l'armadietto.

"Andiamo Scott" disse Bennett voltandomi le spalle.

"Scott non è un cane" affermò lui.

"Scott," ringhiò Bennett "farai tardi alla cena con i tuoi genitori e visto che devo dartelo io il passaggio a casa, poi incolperanno me. Andiamo"

Scott sospirò "Preferirei non andare. Odio dover andare fuori a cena con i miei genitori"

"Andiamo. Alexander, non metterti nei guai" disse Bennett afferrando il braccio di Scott e trascinandoselo lungo il corridoio.

Alzai gli occhi al cielo e mi misi alla ricerca di Neo. Lo trovai vicino al suo armadietto, solo, e perciò mi avvicinai a lui, sorridendo contento.

"Cena, stasera" dissi.

"Cavolo, grazie. Avrei voluto dimenticarmi completamente di avere un appuntamento con Satana." disse. I suoi occhi si spalancarono leggermente e si affrettò ad aggiungere "Non un appuntamento. Questo NON è un appuntamento. Sto facendo questo solo in modo che poi tu mi lasci in pace. Capito stronzo?"

"Capito." dissi "Ti verrò a prendere alle cinque, così avrai tempo per prepararti"

"Sarà un posto lussuoso? Odio i posti lussuosi. Io sono il tipico ragazzo da Panera*"

"Indossa solo qualcosa che non ti stia così largo." affermai "Non preoccuparti di vestirti come se fosse la cena in cui siamo andati con i nostri genitori"

"Oh, non ero preoccupato per quello," rispose lui chiudendo l'armadietto "non me ne potrebbe importare di meno che io mi vesta in maniera adatta. Voglio solo superare questa cosa nel modo meno doloroso possibile"

"Sono in grado di gestirlo. Come ho detto, alle cinque" dissi e me ne andai.

Uscì dalla scuola e salì in macchina, tornandomene a casa. Una volta arrivato entrai in casa e, dopo aver accarezzato brevemente Link, mi diressi in camera mia.

Mi ammirai allo specchio e sospirai. Mi tolsi i vestiti che stavo indossando, spogliandomi anche dei boxer.

Vesper miagolò, strisciando da sotto il mio letto. Lo sollevai fra le mie braccia, lasciandolo poi sistemarsi sulle mie spalle.

"Sei esattamente come tutti gli altri uomini, Vesper. Vieni fuori solo quando sono senza pantaloni" dissi sospirando.

Vesper miagolò ancora una volta e mi mordicchiò alcune ciocche di capelli. Allontanai la sua faccia dai miei capelli, sollevandolo dalle mie spalle e posandolo sul letto.

Afferrai un nuovo paio di jeans e una vecchia maglietta di una band, decidendo di mettere una camicia a quadri sopra di essa. Mi sistemai i capelli allo specchio, lasciandoli un pò disordinati. Presi il telefono e messaggiai a Bennett per sapere l'indirizzo di Neo prima di sdraiarmi sul letto. Vesper strisciò sul mio petto, cercando di nuovo di mordermi i capelli.

"Smettila, Vesper. Non c'è bisogno che mi sputi sui capelli." dissi, togliendomelo di dosso "Sono abbastanza sicuro che Neo non lo troverebbe molto attraente"

Vesper miagolò contrariato, prima di strofinare la testa contro il mio collo. Gli accarezzai il pelo, alzando gli occhi al cielo. A volte poteva diventare un problema ed io dovevo chiuderlo nell'armadio o lanciarlo fuori dalla stanza, sin dal momento che quando facevo sesso, saltava sul letto nel bel mezzo del rapporto. Niente rovinava l'umore come quanto un gatto si strofinava su di te mentre cercavi di scopare.

Rimasi sdraiato lì, ad accarezzare Vesper fino a quando non fu l'ora di andare. A differenza di Scott, sapevo come arrivare in orario.

Mi alzai, lasciando un Vesper protestante sul mio cuscino, e mi misi le sneakers ai piedi. Presi le chiavi della macchina e il portafoglio, uscendo da casa e alzando il volume della musica quando mi allontanai dal vialetto, guidando verso casa di Neo.

Dopo essere arrivato, aspettai pazientemente fino a quando il ragazzo uscì fuori un minuto dopo. Adesso indossava dei jeans, che lo fasciavano perfettamente, e una semplice maglietta.

"Un fan dei 'Marianas Trench'?" chiese quando notò la mia maglietta, dopo aver aver chiuso la portiera.

"Per caso è stata la maglietta dei 'Marianas Trench' a fartelo capire?" dissi, uscendo dal suo vialetto.

"Il sarcasmo è riservato solo a me" disse facendo il broncio.

Alzai ancora di più il volume della musica, lasciando che la musica risuonasse nell'abitacolo e mi misi a cantare"Seguimi verso il basso, solo seguimi verso il basso e fallo. Nessuno saprà come sei venuto e che hai deciso di farlo. Non sarà pericoloso, non devi preoccuparti di noi. Qualcuno a cui dare quello che hai ottenuto e tu ottieni quello di cui hai bisogno adesso"

"Oh Dio, mi stai dedicando una serenata" disse Neo disgustato.

"E queste luci brilleranno per fartelo capire. Sarebbe tanto, tanto, tanto bello conoscerti" cantai insieme alla canzone, disinvoltamente.

"Non voglio conoscerti. Non sarebbe bello. Smettila di cantarmi testi di canzoni che parlano di sesso, mi fa sentire a disagio!" esclamò Neo, sprofondando miseramente sul suo sedile.

"Non sto cercando di metterti a disagio, sto solo cantando una canzone" dissi ridendo.

"Beh, almeno non fai schifo a cantare." disse lui sospirando "Dove andremo a mangiare?"

"Perchè non provi a guardare fuori dal finestrino?" dissi, svoltando verso il parcheggio.

Lui si tirò su e ridacchiò "Panera? Stavo scherzando, ma non rifiuterò di certo di mangiare una maledetta zuppa"

"Andiamo"

"Tu, tu, io, adesso credo che tu l'abbia capito. Un ultimo respiro e adesso gira la bottiglia" cantò la canzone.

Spensi la musica ed entrambi uscimmo dalla macchina. Tenni la porta aperta per Neo, il quale mi ignorò ed entrò nel locale.

"Pagherò per te" affermai.

"Sono perfettamente in grado di pagare per me stesso" rispose lui seccato.

"Lo so, ma voglio lo stesso pagare per te. In fondo sono stato io a portarti qui" dissi.

"Okay, come vuoi, se vuoi pagare per me non mi lamentarò" disse sospirando.

"Tu e Scott siete la coppia perfetta" gemetti facendo un passo verso la cassiera, dandole la mia ordinazione. Anche Neo fece lo stesso e successivamente pagai. Gli porsi un bicchere e insieme andammo a riempirli delle nostre bibite.

"Forse è per questo motivo che Scott è il mio vero amore" disse.

"Oh ma per favore, Scott non ha nessun interesse per le relazioni" affermai.

"Aspetta, è dipendente dal sesso come te?" immaginò Neo.

"Non sono dipendente dal sesso, solo mi piace. A molte persone piace. Ad eccezione di Scott. Lui non è interessato nè alle relazioni nè al sesso" dissi, guidandando Neo verso un tavolo e sedendomi.

"E Bennett?" chiese.

"Neanche lui è un grande fan delle relazioni. Credo che potresti definirlo paranoico. Ha avuto fidanzate in passato. Non è più vergine, ma non ha una vita sessuale molto attiva"

"Non te ne stanchi mai?" mi chiese.

"Mi stai chiedendo un sacco di cose sul sesso" dissi, alzando un sopracciglio.

Un leggero rossore comparì sul suo viso, che lo fece sembrare più carino del solito "Scusa. Donnie era solito dire cose su voi due che non volevo nemmeno sapere. E poi, nonostante tutti pensassero che tu fossi dominante, mi è stato detto che tu facevi il passivo"

"Si," dissi facendo spallucce "con il rischio di dare troppe informazioni, mi piace essere compiaciuto. Ma la mia vita sessuale non è di certo una conversazione da cena"

"Probabilmente ne rimarrò sconvolto a vita. Dovevo restare con il ragazzo troppo pigro perfino per scopare." disse Neo miseramente "Steve è la scelta migliore"

"Scott," lo corressi "si chiama Scott"

"Davvero? Ha una faccia da Steve" rispose lui.

"Beh, non è Steve"

"Allora non è neanche Scott. Come tu non sei Alexander"

"Cosa?" inclinai la testa di lato.

"Il vero nome di Scott è Prescott Anderson e il tuo primo nome non è Alexander. Alexander è il tuo secondo nome" disse lui.

"Questo lo sanno tutti" risposi.

"Davvero? Perché quando ho chiesto a Donnie quale fosse il tuo primo nome, lui non lo sapeva"

"Okay, bene, tutti sanno che il vero nome di Scott è Prescott. Molte persone sanno che Alexander è il mio secondo nome" dissi.

"È nell'annuario. Lì c'è scritto J. Alexander Sullivan. Quindi qual'è il tuo primo nome?" mi chiese Neo.

"James," risposi "ma non mi importa questo nome. Mi faccio chiamare Alexander da quando ero bambino"

"Perché?" chiese.

"Non mi piace molto il nome James. L'ho detto a mia mamma quando avevo più o meno sette anni e da quel momento tutti mi chiamano Alexander." dissi semplicemente "Non è un segreto e dietro non c'è nessuna storia profonda"

Si sentì risuonare il suono di una campanella ed io e Neo ci alzammo per prendere le nostre ordinazioni. Dopo aver preso il cibo, tornammo a sederci al tavolo.

"Tutto questo prima ancora che abbiamo iniziato a mangiare" dissi, strappando un pezzo del mio panino e immergendolo nella zuppa.

"Non lo so, trovo i nomi interessanti" disse Neo, portandosi in bocca una forchetta piena di maccheroni al formaggio.

"Neo è un nome interessante" dissi.

Il ragazzo fece il broncio "Mio padre amava così tanto il periodo del Neoclassicismo tanto da chiamare suo figlio in questo modo. Lui e mia madre si incontrarono al liceo, nella classe di letteratura neoclassica, infatti questa è l'unica ragione per cui mia mamma lasciò che mio padre mi chiamasse così"

"Anche tuo padre è interessante. Ma non mi sarei aspettato niente di meno da un uomo con un figlio che morde" dissi ridendo.

Affondò i denti su i suoi maccheroni al formaggio "Prova a toccarmi, e ti morderò" disse con la bocca piena di cibo.

"Ne sono consapevole," dissi divertito "so come funziona, Neo"

"Quindi, perché non stai indossando i tuoi soliti vestiti da fighetto?" chiese Neo.

"Perché ho anche delle semplici magliette e T-shirt di band molto comode" dissi indicando la mia maglietta.

"Un ragazzo ricco che indossa vestiti larghi" affermò Neo prima di riempire la sua bocca dell'ultimo boccone di maccheroni al formaggio.

"In realtà indosso molti vestiti di questo genere. Io e Donnie andavamo ad un sacco di concerti." dissi "Anche con Scott vado ad un sacco di concerti. Con Bennett no perché non è il suo genere di cose"

"Mi piacciono i concerti." disse Neo illuminandosi un pò "I miei odiano mandarmi lì perché una volta sono stato preso a pugni in faccia e sono ritornato con un occhio nero e il naso pieno di sangue, però amo andarci"

"Niente può battere l'emozione di vedere corpi sudati pressati tra loro mentre insieme cantano, stonando completamente" dissi affettuosamente.

"Avere il tuo corpo pressato contro il palco e piegarsi quando le persone saltano nella folla" disse Neo ghignando.

"I concerti sono i migliori" affermai.

"Sono sorpreso che tu non vada tipo all'opera o merdate del genere" disse.

"No, odio le opere." dissi "Sebbene mentirei se ti dicessi di non esserne mai stato in un paio"

"Questo suona orribilmente doloroso. A volte mio padre mi porta con sé a delle letture. Tutto quello mi fa pensare solo a quanto forte dovrei sbattermi la testa contro il muro per poter morire" disse.

Presi una cucchiaiata di zuppa, alzando leggermente la testa verso Neo "Vi vedete molto spesso con la famiglia di Bennett?"

"Sfortunatamente," incominciò lui "suo padre ed il mio si conoscono da un pò. Io preferirei evitare Bennett, mi fa paura. Noi due proviamo solamente a non riconoscere il fatto che l'altro sia ancora in vita"

"Da quanto tempo tu e Donnie siete amici?" chiesi.

"Da quando avevamo...cinque anni, credo. Lui mi aveva chiesto se poteva usare i miei pastelli ed io l'ho morso." rispose "Poi quando avevamo circa sette, otto anni abbiamo conosciuto Clifton"

"Non posso dire di aver mai morso un mio amico," incominciai "ma una volta accidentalmente ho fatto cadere Scott da una rampa di scale"

"Provando ad uccidere il mio fidanzato" disse Neo con un drammatico sospiro.

"È stato un incidente" dissi in mia difesa.

Poi incominciò a mangiare avidamente la sua zuppa ed io quasi risi nel vederlo così assorto nel cibo. Presi tempo per mangiare la mia zuppa, assaporandone il gusto. I miei genitori solitamente mi portavano in ristoranti lussuosi con cibi costosi. Avevo lo stomaco per mangiarli, ma preferivo di gran lunga cibi come questi.

Quando finimmo di mangiare, posammo i vassoi e ci dirigemmo fuori dal Panera. Entrammo in macchina e Neo allungò la mano, afferrando il mio telefono e scorrendo la lista delle canzoni.

"Prendi pure, fai con comodo" dissi sarcasticamente, alzando un sopracciglio.

"Si, lo stavo già pensando" rispose lui premendo sullo schermo del cellulare e alzando il volume della musica della macchina.

"Stai attento, stai attento, sii scettico dei loro sorrisi, i loro sorrisi placcati d'oro, inganni così naturali, ma un lupo negli abiti di una pecora è più di un avvertimento" la musica eruttò dalle casse della macchina ed io abbassai un pò il volume, uscendo poi dal parcheggio.

"Ti andrebbe una cheesecake? Me ne è rimasta un pò a casa" chiesi.

"Io amo le cheesecakes. Non posso nemmeno resistere alla tentazione." rispose lui "Quindi, Bennett non ti ha minacciato con le sue informazioni?"

Scossi la testa "Bennett non minaccia nè me nè Scott. Noi siamo i suoi migliori amici"

"Che tesoro." diede un'occhiata a casa mia mentre entravo nel vialetto e spegnevo la macchina "Abbiamo una casa lussuosa, qui"

"Grazie" uscì dalla macchina e percorsi il vialetto, con Neo che mi seguiva. Aprì la porta di casa e lasciai che Neo entrasse.

Link abbaiò felicemente, arrivando dalla sala anteriore correndo. Si avvicinò a Neo, fiutandolo freneticamente e abbaiando ancora di più.

"Cane amichevole" disse Neo, accarezzandogli la testa.

"Scott quando aveva sette anni cercò di rubarmelo" dissi con un sospiro.

"Come si chiama?" chiese.

"Link. Il personaggio principale di 'the legend of Zelda'" risposi.

"È morbido" Neo lo accarezzò ancora di più, ed io gli feci cenno di seguirmi in cucina.

Lanciò un'occhiata alla stanza mentre io aprivo il frigorifero, prendendo la cheesecake. La poggiai sul tavolo, tagliandone una fettina per entrambi e posandola poi su due piatti.

"Dove sono i tuoi genitori? Troppo occupati con il lavoro per stare con loro figlio?" cercò di indovinare Neo.

"Stanno a lavoro per la maggior parte del tempo ma se li voglio a casa, loro tornano a casa." dissi facendo spallucce "Non sono più un bambino, non ho bisogno che i miei genitori stiano qui per tutto il tempo. In realtà mi piace avere la casa tutta per me"

E questo ovviamente andava a mio vantaggio. Non dovevo mai preoccuparmi che i miei genitori tornassero mentre avevo qualcuno come Neo a casa, e potevo fare sesso in qualsiasi parte della casa senza preoccuparmi che i miei genitori mi vedessero.

"Vesper, no!" dissi severamente quando il gatto saltò sul tavolo, fissando la torta. Lo presi e lo allontanai dal tavolo, appoggiandomelo sulle spalle.

"Questo è...stranamente adorabile" disse Neo.

"A lui piacciono le mie spalle. Tieni" dissi porgendogli il piatto con la fetta di torta.

"Uomo-animale?" chiese, infilzando la forchetta nella torta e portandosi il boccone alla bocca.

"Ho sempre avuto degli animali domestici. Ho avuto Vesper per il mio decimo compleanno mentre Link da più tempo." dissi, addentando anch'io un pezzo della mia torta "Tu hai qualche animale in casa?"

"Abbiamo due cani, ed uno di questi è maledettamente irritante." rispose lui "I miei genitori scherzano sempre sul fatto di volerlo dare via"

Cademmo poi in un piacevole silenzio mentre finivamo le nostre fette di cheesecake. Quando finì, alzai la forchetta verso Vesper che felicemente la ripulì dai residui della torta.

"Questo è così fottutamente adorabile" affermò Neo, guardandomi "Non mi sembravi il tipo di ragazzo che condivide la forchetta con il suo gatto"

"Beh, hai imparato qualcosa di nuovo oggi" dissi scrollando le spalle.

Gettai la forchetta nel lavello e Neo fece lo stesso, posando poi lì dentro anche i piatti.

"Vesper" dissi, quando il gatto incominciò di nuovo a mordicchiarmi i capelli.

"Quel gatto è così adorabile. Steve può prendere il tuo cane ed io prenderò il gatto" disse.

"Non è Capitan American. Il suo nome è Scott." dissi togliendo Vesper dalle mie spalle e cullandolo fra le braccia "Vieni nella mia stanza. Voglio lascerlo lì così smette di provare a mordermi i capelli"

Neo sospirò ma mi segui lo stesso per la casa e su per le scale. Lo guidai verso il corridoio, spingendo poi la porta della camera, aprendola.

"Mi sento estremamente turbato in questo momento per il fatto che so per certo che tu e il mio migliore amico avete scopato qui una moltitudine di volte" dusse Neo, indicando il mio letto.

"Si, ma comunque le lenzuola poi le lavo" dissi, scaricando Vesper sul letto.

"Dio, quanti ragazzi hai fottuto su quel letto?" disse Neo disgustato.

"Perché continui a farmi domande sulla mia vita sessuale?" chiesi, girandomi per guardarlo in faccia.

Un leggero rossore comparì sul suo viso "Solo non riesco a capire come puoi fare così tanto sesso, con così tante persone"

"Allo stesso modo in cui fa la maggior parte delle persone" dissi facendo spallucce e andando verso di lui. Lui indietreggiò fino a quando si ritrovò schiacciato contro la mia scrivania. Sollevai una mano, facendo correre delicatamente una mano sul suo petto "È seduzione. È divertente e passionale e ti fa sentire meglio, sia che tu sia attivo o passivo"

"E le relazioni? Odio le persone che pensano solo al sesso" affermò, agguantando la mia mano con i denti.

"Anche le relazioni sono coinvolte. Quando persi la verginità pensavo di essere innamorato." dissi facendo cadere la mano al mio fianco "È da allora che ho questi rapporti"

Lanciai un'occhiata all'orologio e sospirai "Dovrei riaccompagnarti a casa. Si sta facendo tardi. Andiamo Neo"

"Si, certo, arrivo" mormorò lui, seguendomi fuori dalla stanza "E se ti iniziassi a chiamare James? O Alex?"

"Non mi piacerebbe" dissi afferrando le chiavi della macchina.

"E se iniziassi a chiamare Scott, Prescott?" chiese seguendomi fuori da casa mia.

"Ne rimarrebbe infastidito per un paio di secondi e poi smetterebbe di preoccuparsene." risposi "E se ti iniziassi a chiamare Neoclassicismo?"

Gemetti di dolore quando i suoi denti affondarono nel mio braccio. Poi si allontanò da me e ghignò trionfante.

"Farei questo" disse con un cenno del capo.

"Giusto" dissi entrando in macchina. Neo fece lo stesso e gli lasciai scegliere di nuovo la musica mentre io lo riaccompagnavo a casa.

Neo guardava fuori dal finestrino mentre guidavo, perso tra i suoi pensieri. Arrivai nel suo vialetto un paio di minuti dopo, parcheggiando la macchina.

"Mi è piaciuto cenare con te" dissi sorridendo.

"Si, credo che non sia stato così insopportabile" disse senza guardarmi.

Mi chinai verso di lui e Neo mi guardò con un'espressione nervosa. Le mie labbra si curvarono in un sorriso mentre cercavo i suoi occhi.

"Quindi? Devo stare lontano da te? No,perché sarebbe un peccato" dissi.

Potevo vedere l'indecisione nei suoi occhi e sapevo che stava pensando a Donnie. Ma stavo mentento quando avevo detto a Bennet che Neo Bartosz voleva solo essere usato.

"Come vuoi, ci vediamo" disse, aprendo frettolosamente la portiera dell'auto.

Mi avvicinai ancora di più, baciandogli la guancia e "Ciao, Neo" pronunciai, ritornando al mio posto e guardandolo arrossire mentre si affrettava a percorrere il vialetto ed entrare in casa.

Mi allungai verso il suo sedile, chiudendo la portiera. Sorrisi mentre uscivo dal vialetto e mi dirigevo verso casa mia. Certo, mi era piaciuto cenare con Neo. Ma che divertimento sarebbe stato se non l'avessi fatto?

"Le cose stanno davvero per farsi più divertenti" mormorai a me stesso, il sorriso ritornò a farsi spazio sul mio viso.

 

 

*La Panera è un semifreddo al caffè tipico della città di Genova. La sua denominazione è una contrazione di 'panna nera', dovuta appunto al colore del dolce. Probabilmente questi bar presero il loro nome da questo dolce.

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Oddio, ma da quanto tempo che non postavo qualcosa. Scusate, mi sento davvero in colpa. Vi autorizzo ad insultarmi in tutte le lingue del mondo.

Diciamo che ho avuto poco tempo e poca voglia di tradurre, il che è abbastanza grave per me.

Però voglio farmi perdonare e proprio per questo domani pubblicherò un altro capitolo!! Spero che ne siate contente ahaha

A domani♥ :)

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Capitolo 9
*** The Show Must Go On (9) ***


"Allora?" disse Bennett quando mi avvicinai a lui, il mattino seguente.

"Allora cosa?" chiesi alzando un sopracciglio.

"Sai esattamente cosa, Alexander. Lo devo prendere per un 'non lascerò Neo in pace'?" disse.

"Te l'ho detto che voleva essere usato" dissi facendo spallucce.

"Ne sono consapevole." disse Bennett con tono asciutto "Dove lo hai portato?"

"Panera," risposi "va bene? O forse dovevo prima chiederti il permesso?"

"Dopo la scuola andremo a casa di Scott" affermò Bennett, le sue labbra si curvarono leggermente verso l'alto, l'unico segno visibile della sua irritazione nei miei confronti.

"Parlando di Scott, dov'è adesso?" chiesi.

"Scott è qui" disse il ragazzo in questione avvicinandosi a noi, i suoi capelli disordinati come se fosse appena sceso dal letto.

"Per caso sei sceso dal letto e ti sei messo i vestiti?" chiesi, osservandolo.

"Avevo quasi lasciato addosso i pantaloni del pigiama ma mio padre mi ha letteralmente afferrato per il collo della maglietta e mi ha riportato in camera. E poi mi ha lanciato i pantaloni in faccia" spiegò Scott con un sospiro.

"Sei un disastro" dissi, voltandomi e guidando i due verso il mio armadietto.

Presi i libri che mi servivano e lo chiusi, seguendo poi i miei amici verso i loro armadietti. Mi guardai intorno e vidi Neo insieme a Donnie e Clifton.

"Andiamo, oggi volete venire da me?" stava dicendo Clifton ai due.

"Si, certo" disse Donnie scrollando le spalle.

"Forse posso onorarvi della mia presenza" rispose Neo.

Sorrisi mentre lo guardavo. Ritornai dai miei amici, afferrando la spalla di Scott quando questo chiuse il suo armadietto.

"Offrimi prima un drink" disse lui, togliendosi di dosso la mia mano.

"Oh ma per favore, non verresti a letto con me neanche se ne avessi la possibilità" dissi.

"Per tanti, tanti motivi, questa è una affermazione accurata" disse Scott.

"Neo verrà a casa tua, stasera" dissi.

"No," affermò Bennett "no Alexander, non esagerare"

"È casa di Scott quindi è una decisione di Scott"

"Non trascinare Scott dentro questo" disse appunto Scott, indietreggiando.

Afferrai la sua maglietta, portandolo in mezzo a noi "Scott, un giorno dovrai prendere una decisione"

"Come vuoi, non mi importa chi viene a casa mia." togliendo indiscretamente la mia mano dalla sua maglietta e facendo di nuovo un passo indietro "Porta chiunque, tranne Miley Cyrus"

"È molto specifico" osservai.

"Mia madre odia Miley Cyrus. Dice che è troppo sessuale e inappropriata" disse Scott, alzando le spalle con indifferenza.

"E poi tua mamma lascia entrare in casa Alexander" affermò Bennett.

Alzai gli occhi al cielo "Sta zitto Bennett"

Suonò la campanella e perciò ci dirigemmo in classe. Quando si avvicinò l'ora di pranzo corsi giù per il corridoio, salutando Bennett e Scott, e aspettai Neo. Volevo acciuffarlo quando era solo, senza i suoi amici intorno.

L'ultima campana suonò ed io osservai attentamente il corridoio. Ghignai soddisfatto quando vidi Neo mentre cercava di mettere un foglio tutto spiegazzato dentro la sua borsa.

"Neo" dissi quando si fece più vicino.

Lui sobbalzò leggermente "Gesù, mi hai fatto prendere un colpo"

"Noi andremo a casa di Scott, dopo la scuola. Tu verrai" dissi.

"Ho degli impegni" disse dirigendosi verso il suo armadietto.

Lo seguì "Vorrei passare più tempo con te"

Lui mise la combinazione, aprendo l'armadietto "Sono molto felice per te, ma andrò a casa di Clifton. Ho detto a lui e Donnie che ci sarei andato"

"Dì che c'è stato un imprevisto e adesso hai altri impegni" dissi.

"Perché lo dovrei fare?" chiese lui, chiudendo l'armadietto.

Lo feci voltare, in modo da poterlo guardare in viso, e sorrisi "Come ho già detto, voglio passare più tempo con te"

"Va bene," rispose dopo aver esitato per un minuto "ma solo per Steve"

Sospirai "Adesso lo stai facendo di proposito"

"Probabilmente si," disse annuendo "ma io dovrò sopportarlo e così sarà anche per Steve"

"Buon per me. Ti accompagnerò io lì, dopo la scuola." affermai "Ci incontreremo al mio armadietto"

Poi mi allontanai da lui ed entrai in mensa. Mi sedetti con Scott e Bennett, tirando fuori il mio pranzo.

"Quindi? Verrà?" chiese Bennett.

"Verrà" risposi.

"Ha intenzione di chiamarmi con il mio nome?" chiese Scott.

"Probabilmente ti chiamerà Prescott o Steve" dissi.

"Perché le persone non possono chiamarmi semplicemente Scott?" scosse la testa e diede un morso al suo panino, facendo apparentemente finire la questione sul nome.

"Alexander, non dovevi portarlo a casa di Scott. E se i genitori di Scott dicessero qualcosa ai tuoi genitori?" chiese Bennett.

"E quindi? I miei genitori non devono per forza sapere che lui è mio. Per quello che sanno, abbiamo incominciato a parlare di Neo più spesso dopo quella cena con lui"

"Questa è una cattiva idea. Molte cose potrebbero andare per il verso sbagliato" affermò Bennett.

"Niente andrà per il verso sbagliato, Bennett. Lascia che sia io a gestire tutto" dissi, trattenendo a stento la pazienza. Bennett aveva bisogno di mandare giù quella pasticca amara. Il suo lamentarsi tutto il tempo mi dava i nervi.

"Scott, vuoi per caso arrivare in ritardo a casa tua?" disse Bennett, lasciando cadere il discorso.

"Non capisco perché voi vi comportate sempre come se fossi lento" disse Scott.

"Perché tu sei un bradipo" affermai.

"Nah, i koala sono migliori." disse Scott "Voglio un koala. Ma mi accontenterò di Link"

"Il mio cane è il mio cane." dissi duramente "Se mi rubi Link, farò in modo che i koala si estinguano"

Scott si accigliò "Lascia i koala fuori da tutto questo"

"Non minacciare i koala, Alexander. Lo sai quanto questo faccia innervosire Scott" disse Bennett.

"Scusa Scott, non volevo minacciare i koala" dissi.

"Koala minacciati" brontolò Scott.

"Ti passerà fra un paio di minuti" lo rassicurai.

"Probabilmente. Ma fino ad allora, ti odio" disse.

"No, non è vero, tu non odi nessuno. Quello ti farebbe consumare troppa energia" dissi.

"Non minacciare i koala e noi due siamo apposto" disse lui.

"Non minaccerò i koala. Scusa per averti sconvolto" dissi.

Lui strizzò un pò gli occhi, l'espressione più vicina a quella di un'occhiataccia arrabbiata. Gettò poi una patatina in bocca, annunciando che al momento fosse ancora furioso. La cosa buona di Scott era che non importava quanto tu lo facessi arrabbiare, in neanche un'ora lui si sarebbe già dimenticato tutto. Solitamente impiegava cinque minuti circa.

Alzai gli occhi al cielo e continuai a mangiare il mio pranzo, parlando con Bennett della puntata più recente di Arrow. Scott si appoggiò alla sedia, ascoltandoci e occasionalmente annuendo con quello che dicevamo. In generale era stato un pranzo noioso e monotono.

La campanella suonò e noi ritornammo in classe. La giornata finì più velocemente di quanto mi aspettassi e subito l'ultima campana stava già suonando.

"Alexander!"

Donnie apparì di fronte a me ed io mi alzai "Si, Donnie?"

"So che non hai intenzione di stare lontano da Neo. Lui evita di parlare di te, quando cerco di aprire il discorso. Non so esattamente cosa tu gli stia facendo, ma è meglio che tu stia fottutamente lontano da lui" disse con uno sguardo furioso.

"Non sto dando fastidio a Neo." dissi facendo spallucce "E poi nemmeno gli piaccio. Mi morde"

"Lui morde chiunque. Ma hai ragione, a lui non piaci, perciò lascialo in pace" disse.

"Si può fare" dissi, ghignando e dando una spallata a Donnie dopo averlo superato. Lasciai la classe e mi diressi al mio armadietto, facendo cambio con i libri che mi servivano e aspettando i miei amici.

"Dov'è Neo? Dobbiamo andare" disse Bennett impazientemente quando li raggiunsi.

"Starà arrivando." lo rassicurai "Forse Scott dovrebbe incominciare ad andare, in modo che sarà già a casa sua quando arriveremo"

"Scott se ne sta andando a nascondere i koala da te" affermò Scott.

"Credo che questo sia il rancore più lungo che tu abbia tenuto contro qualcuno" osservai.

"Ragazzo. Koala" disse semplicemente.

"Scott, mi spiace aver minacciato i koala, ma ti prometto che non li toccherò. Ti porterò allo zoo ogni volta che vorrai per farti vedere che sono al sicuro" dissi.

"Okay, mi può bastare. Sto uscendo" disse, facendo dondolare le chiavi della macchina intorno al dito prima di uscire.

"È arrivato Neo" annunciò Bennett facendo un cenno con la testa.

Mi girai quando il ragazzo si avvicinò "Andiamo prima che Donnie mi veda" borbottò lui.

Noi tre perciò, uscimmo dalla scuola e ci dirigemmo verso il parcheggio. Guidai Neo verso la mia macchina, e lui entrò poi nel lato del passeggero.

Gli lanciai il mio telefono e lui esaminò le varie canzoni prima di premere sullo schermo e collegare il telefono alla macchina. Io nel frattempo uscì dal parcheggio, guidando in direzione della casa di Scott.

"E dirai a tutti i tuoi amici che hai avuto la tua pistola contro la mia testa?" gridarono gli altoparlanti.

Abbassai il volume della musica "Donnie non sa che sei qui con me?" chiesi.

"Si, certo ehi Donnie, non posso passare del tempo con voi, ragazzi, perché sto andando con il tuo ex fuckboy* a casa del suo miglior amico." disse Neo "Sono sicuro che dirgli questo avrebbe funzionato alla grande, Alexander"

Sospirai "Non sono un fuckboy"

"Si, continua a ripetertelo" disse, dandomi delle pacche sulla spalla.

Alzai gli occhi al cielo, e poi restammo in un piacevole silenzio fino a quando entrai nel vialetto di Scott. Poco dopo anche Bennett entrò e parcheggio proprio dietro di me. Miracolosamente, Scott era arrivato prima di noi e stava uscendo dalla sua macchina.

"Steve!" lo chiamò Neo dopo essere uscito dalla macchina.

"È Scott. Come possiamo essere amanti se non sa neanche pronunciare correttamente il mio nome?" disse lui.

"Scusa Scott, tesoro. Per favore, non lasciarmi" disse Neo con un cipiglio.

"Perdonato. Dai entriamo, sto morendo di fame" disse Scott, guidandoci dentro casa e posando poi pigramente lo zaino sul pavimento.

"Prescott Charles Anderson, non lasciare di nuovo lo zaino sul pavimento! Portalo in camera tua!" disse sua madre dall'altra parte della stanza.

Bennett afferrò lo zaino "Andiamo a mettere le tue cose nella tua stanza e poi mangiamo. Prima che tua madre ci uccida" disse, spingendo Scott in avanti.

Entrammo in cucina, dove la madre di Scott stava cucinando la cena. La donna alzò lo sguardo e notò Neo.

"Il figlio del Professore Bartosz, giusto?" disse lei.

"Si sono io, Neo Bartosz" rispose il ragazzo.

"Le presentazioni sono finite. La cena è già pronta?" chiese Scott.

"Scott, mangiati una mela. La cena sarà pronta non prima di un'ora." disse sua madre, passandogli una mela "Vi chiamerò io quando sarà pronta e Prescott, sistemati la maglietta! È tutta sgualcita!"

Scott alzò un sopracciglio, dando poi un morso alla mela e scrollando le spalle. Si voltò e ci guidò su per le scale, verso camera sua.

"Sei così fottutamente adorabile, oh mio dio" disse Neo.

"Cosa?" chiese Scott, gettandosi sul letto.

"Hai un poster gigante di un koala vicino al tuo letto. È una cosa così carina" affermò Neo.

"Mi piacciono i koala" disse semplicemente Scott prendendo un altro morso della mela.

Bennett gettò il suo zaino sul pavimento "Scott, alzati. Andiamo a prendere qualcosa da sgranocchiare in cucina. Anch'io sono affamato"

"Non condivideremo la mia mela" disse Scott.

"Wow, condividi il tuo corpo con me ma non il tuo cibo" disse Neo.

"Perché con te dovrebbe essere diverso." disse Scott alzandosi "Comunque, voi due non pomiciate sul il mio letto o cose del genere"

Scott e Bennett uscirono dalla stanza, non prima che quest'ultimo mi lanciasse uno sguardo di avvertimento. Neo si sedette sul bordo del letto.

"Bennett mi odia" disse lui sghignazzando.

"Si" dissi annuendo.

"Solo non riesco a capire come qualcuno come te abbia degli amici. Bennett forse è un pò rovinafamiglie, ma alla fine lui e Scott non sono degli spezzacuori" affermò Neo.

"Ho avuto delle relazioni serie, come te lo devo dire?" chiesi sedendomi vicino a lui.

"Molte altre volte. Quello è un tritone?" chiese Neo, osservando il piccolo recipiente sopra la scrivania di Scott.

"Isaac Newton," alzai gli occhi al cielo "Scott non può avere un cane perché suo padre soffre di una brutta allergia, sua mamma perciò si sentì in colpa e gli comprò un tritone. Scott lo tratta come un bambino"

"Scott è stranamente adorabile" disse Neo.

"E anche tu" dissi, alzandogli il viso e guardandolo.

Lui si voltò, affondando i denti nella mia mano. Io gemetti di dolore ma lasciai che mi mordesse. Mi lanciò un'occhiata confusa e mi morse ancora più forte, aspettando che mi lamentassi.

"Ti stai divertendo?" chiesi.

"Non ti fai male?" chiese lui, tirandosi a sedere e asciugandosi la bocca.

Mi pulì la mano nei jeans e scossi la testa "No, ormai ci sono abituato"

"Interessante." allungò poi la mano e fece correre una mano tra miei capelli "I tuoi capelli sono maledettamente morbidi. Sai, per avere dei capelli ricci e disordinati"

"Riesco a domarli abbastanza bene" dissi. Di solito tendevo ad avere problemi con i miei capelli e odiavo averli così ricci. Ormai ci ero abituato.

"Perché? Perché sono io la tua nuova preda?" domandò, lasciando cadere la mano al suo fianco.

"Non sei la mia preda. Sono davvero interessato a te" dissi onestamente. Certo, mi aiutava a sconfiggere la noia ma allo stesso tempo mi intrigava.

"Ti dovrei mordere fino a quando sanguinerai, così starai lontano da me" ringhiò.

"Tu non vuoi che io ti stia lontano" dissi.

Si morse il labbro e mi guardò arrabbiato, sapendo che avevo ragione. Era ben consapevole che voleva essere usato. Che voleva fare questo con me. Che tutto quello era sbagliato e pericoloso ed era un tradimento nei confronti del suo migliore amico, ma lui lo voleva lo stesso e non poteva convincersi di non doverlo farlo. Non doveva essere qui, mentre mi accarezzava i capelli, seduto vicino a me, quando dovrebbe essere con i suoi amici.

Sollevai la mano e la posai sulla sua nuca, facendo avvicinare la sua testa alla mia, fino a quando le nostre fronti quasi si toccavano. Cercai i suoi occhi e sorrisi leggermente, le nostre labbra quasi a toccarsi.

"Puoi andartene se vuoi" dissi.

Lui mi guardò senza dire una parola. C'era uno sguardo di nervosismo e insicurezza nei suoi occhi ma non si spostò, non fece neanche un solo movimento.

Mi chinai lentamente, dandogli tutto il tempo del mondo per allontanarsi da me, se lo voleva. Le nostre labbra erano così vicine che il mio labbro inferiore accarezzava il suo, e lui ancora non fece un singolo movimento per spostarsi da me. C'era quello sguardo nei suoi occhi: paura, nervosismo, incertezza e desiderio.

Mi mossi in avanti, annullando quella piccola distanza tra di noi. La mia mano si spostò dalla nuca ai suoi capelli, arruffandoli, le nostre labbra premute insieme in un bacio.

 

~

*Fuckboy: ho voluto lasciare il termine in inglese perché a) non riesco a trovare una traduzione italiana che possa riassumere il termine in una sola parola b) rende meglio la descrizione ahaha. Per chi non lo sapesse, significa colui a cui piace il sesso e lo fa con chiunque.

 

___________________

E come promesso, ecco l'altro capitolo! Spero di essermi fatta perdonare :)

Alla prossimaa♥

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Capitolo 10
*** The Show Must Go On (10) ***


Le labbra di Neo erano leggermente bagnate. Mi baciò goffamente, chiaramente inesperto in queste cose. Ma era...bello. Bello sapere che non era stato baciato molte volte. Che ero stato uno dei pochi a poterlo fare.

Perciò lasciai che le mie labbra ci guidassero, lavorando sulle sue, mentre nel frattempo giocavo delicatamente con i suoi capelli. Le sue mani sembravano non sapessero cosa fare, quindi ne afferrai una e la poggiai sulla mia nuca, spingendo Neo più vicino a me.

Le sue dita si arricciarono sul mio collo e potei sentirle tremare leggermente. Erano fredde contro la mia nuca ed io rabbrividì quando incominciò ad accarezzarmi.

E lui mi aveva detto di smetterla di farlo a Donnie, pensai divertito.

Mi allontanai dalle labbra di Neo e gli baciai la mascella. Lui sollevò la testa, lasciandomi fare, le sue dita ad accarezzarmi nuovamente la nuca.

Avvicinai ancora di più il suo corpo al mio, avvolgendogli le braccia intorno alla vita e baciandogli il collo. Lui si dimenò a disagio.

"Smettila" disse, la sua voce leggermente tremante.

Sollevai la testa e lo baciai di nuovo. Lui ricambiò il bacio, prima di allontanarsi bruscamente da me e liberarsi dalla mia presa. Lo lasciai, guardandolo con curiosità.

"Non voglio avere un, uhm, problema nel letto di Scott" disse non guardandomi, mentre le sue guance si coloravano di rosso.

"Sono sicuro che Scott lo odierebbe." dissi. Poi feci una pausa e gemetti "Dannazione, sei stato tu a farmelo dire"

Un piccolo sorriso gli comparì sul viso, ma venne spazzato via nel momento in cui sentimmo i passi di Scott e Bennett nel corridoio.

"Le noci salutari di mia mamma." Scott informò Neo quando lui e Bennett entrarono in camera e si sedettero sul letto "Voi due non avete violato la purità del mio letto, vero?"

"Scott, hai già fatto sesso nel tuo letto" gli ricordai.

"E che incubo che è stato" disse, immergendo una fetta di mela nel burro di arachidi e prendendone poi un morso.

"Non posso neanche immaginare te che fai sesso. Sarebbe così spiacevole. Tu sei monotono in tutto" disse Neo, allungando la mano e affermando una fetta di mela.

Scott fece spallucce "La mia fidanzata a quei tempi voleva farlo. Non vedevo l'ora che finisse. Non capisco come quella merda possa piacere ad Alexander e Bennett"

"È stata la tua prima volta, non è come se sei durato ore" dissi.

"E questo capita sempre quando sto cercando di mangiare" affermò lui sospirando e spostandosi sul letto, lontano da noi, continuando a mangiare la sua fetta di mela. Tirò fuori il cellulare e incominciò a far scorrere il dito sullo schermo.

"Sei di nuovo su Twitter?" chiesi.

"Io non giudico la tua vita" rispose lui non alzando lo sguardo dal telefono.

Alzai gli occhi al cielo "Probabilmente starai tweettando qualcosa di stupido"

"Scommetto che usi il burro di arachidi come lubrificante" disse lui.

"Affascinante" affermai, rivolgendo la mia attenzione a Neo.

Neo alzò un pò lo sguardo, sbirciandomi e cercando il mio viso. Gli sorrisi mentre afferravo un pezzo di melone.

"Quindi questo è quello che fate quando state insieme? Parlare di sesso, mangiare frutta e mettere a disagio Scott?" chiese Neo.

"In realtà raramente parliamo di sesso. Ed è difficile mettere in imbarazzo Scott" risposi.

"Lascia Scott fuori da tutto questo" disse Scott, alzandosi e facendo uscire Isaac Newton dal suo recipiente. Se lo mise fra le mani e si sedette, afferrando poi una fetta di mela e piazzandogliela davanti. Il tritone strisciò in avanti, poggiando la bocca sulla mela.

"Wow, sei adorabile." affermò Neo "Stai seriamente nutrendo il tuo tritone con una mela"

"Isaac deve mangiare" rispose semplicemente lui, facendo spallucce.

"Spero che tu lo faccia uscire dalla stanza quando fai sesso" disse Neo.

"Scott mette una coperta sopra il suo recipiente" dissi.

"Non è vero" affermò Neo.

"È vero" confermò Scott.

"È illegale essere così dannatamente carini" affermò Neo.

"Scott non scherza quando si parla dei suoi animali domestici" disse Bennett.

"Scotty!" lo chiamò sua madre dalle scale "Scott, scendi un attimo!"

Scott sospirò e si alzò, alzando piano Isaac tra le mani in modo da non disturbarlo. Poi lasciò la stanza ed io mi girai verso Neo.

"Aspetta," disse Neo alzando una mano "fai uscire lo stalker"

"Bennett, va via" dissi.

"So cosa sta succedendo," affermò lui "ma lascerò che voi due pensiate che io sia un imbecille"

Lasciò anche lui la stanza ed io feci cenno a Neo di parlare. Lui semplicemente mi osservò, come se stesse cercando di leggermi nel pensiero.

"Perché?" disse infine.

"Perché sei differente. Sei...complicato" risposi.

"Fai davvero schifo a dire complimenti ai ragazzi" disse.

"Sto solo affermando dei fatti" dissi, incrociando le gambe e poggiando i gomiti sulle ginocchia.

"Sei stato con così tante persone. Non credo possa fidarmi di te." disse lui "Infatti, sarei completamente stupido se mi fidassi di te. Chiunque pensi che significhi qualcosa per te, è stupido. So perché così tante persone si ammassano per te. Ognuno di loro vuole essere l'unico a cambiarti. Ma tu non vuoi essere cambiato. Hai un piacere malato nel vedere cuori spezzati"

"Chiaramente, non devi capirmi." iniziai "Non è come dici tu, Neo"

"Tu sei un piccolo moccioso viziato a cui non importa chi ferisce, fino a quando si diverte mentre lo sta facendo" disse Neo.

"Anche questo non è vero. Sono stato dalla parte dello spezzacuori, e fa schifo. Guarda, non imbroglio nessuno. Tutti sanno come funziona. Tutti sanno i rischi che corrono quando si mettono con me. Non è facile entrare in una vera relazione con me, ma questo non significa che non ne voglia una. In realtà sarebbe bello avere di nuovo una relazione seria. Mi manca un pò" dissi, voltando la testa per guardare fuori dalla finestra di Scott.

Le relazioni erano complicate per me, però mi piaceva averne alcune serie, anche se ne avevo avute solo poche. Quella sensazione di essere follemente innamorato di qualcuno...mi era capitato solo una volta, e quando poi è finita avevo avuto bisogno di Scott e Bennett per aiutarmi a rimettere i pezzi insieme. Ma non volevo essere uno di quei ragazzi che odia l'idea di essere impegnato o innamorato, perché non ha funzionato neanche una volta.

"Non- non ho mai avuto una relazione seria." disse Neo, facendo ritornare la mia attenzione su di lui "Voglio dire, ho avuto delle relazioni, ma mai una seria"

"Questo mi sorprende, davvero" dissi ironicamente.

Neo alzò gli occhi al cielo "Si, okay"

"Voglio passare più tempo con te, Neo. Solo io e te, da soli. No Scott, no Bennett, no Donnie, no Clifton" dissi.

"Specialmente no Donnie o Clifton" disse nervosamente.

"Se non glielo dici, non lo sapranno" affermai.

"Come posso fidarmi di te?" chiese Neo sospettosamente.

Feci spalllucce "Credo che dovresti darmi almeno un pò di fiducia." gli sorrisi "Posso sigillare l'affare con un bacio, se vuoi"

Arrossì e puntò lo sguardo sul pavimento "Fa quello che vuoi" borbottò.

Perciò mi chinai e lo baciai, amando quell'inesperienza e il modo goffo con cui ricambiava il bacio. Era certamente diverso da tutti i ragazzi che avevo avuto.

"Wow, baciare te sul letto di Scott con Bennett seduto fuori dalla porta non era proprio il modo in cui avevo immaginato la giornata" disse Neo.

"Sono felice che la giornata sia andata in questo modo" dissi, facendo ruotare una ciocca dei suoi capelli intorno al dito.

Lui si mosse, mordendomi il polso. Alzai un sopracciglio verso di lui, ma continuai a giocare con i suoi capelli.

"I tuoi capelli sono veramente soffici" dissi.

"Buono a sapersi, posso consigliarti il mio shampoo" disse, ma non mi persi il modo in cui si avvicinò leggermente a me.

"Una volta ho bevuto lo shampoo." dissi pensieroso "Avevo sei anni e mia mamma mi aveva lasciato solo nella vasca. L'ho bevuto, sputandolo poi nel lavandino e bevendo dell'acqua per togliere il sapore dalla bocca. Di certo non uno dei momenti più fini della mia vita"

Neo ridacchiò "Eri un idiota"

"E tu non lo eri?" dissi alzando un sopracciglio.

"Okay, ammetto che forse ho cercato di addomesticare un'ape. Ma in mia difesa, posso dire che avevo tre anni" disse Neo.

"Un'ape?" risi "Quando avevo quattro anni per sbaglio sono entrato nello spogliatoio delle ragazze in un evento in cui mia mamma mi aveva portato, e le sue amiche mi chiamarono James Lo Sbircione fino agli undici anni" alzai gli occhi al cielo al ricordo.

"Giusto, mi ero dimenticato che James fosse il tuo vero nome" disse Neo.

"Sentiti libero di dimenticarlo. Preferisco Alexander" dissi.

"Ma Alexander è così lungo. Gli altri tuoi fuckboys non si stancavano ad urlarlo a letto?"

"Vuoi scoprirlo?" gli chiesi, facendogli l'occhiolino.

"Se il tuo pene fosse più lungo di questa frase, ti avrei scopato." disse, dandomi un colpetto al naso "Ma bel tentativo"

Ruotai gli occhi, allontanando la sua mano dal mio naso "Allora ne rimarresti scioccato"

"Quindi cerchi i ragazzi solo per il sesso?" chiese.

"No. Infatti tu sei l'unico che menziona sempre il sesso" sottolineai.

Neo arrossì "È solo una cosa strana da pensare. Cioè...sei dentro qualcuno. O qualcuno è dentro te. Non lo so, per me è una cosa strana da pensare"

"È una cosa naturale. Osserva gli animali. Tutti lo facciamo" affermai.

"Tu e i tuoi amici ne parlate così facilmente" disse.

"Perché non è niente di cui vergognarsi o imbarazzarsi. Io e Donnie di solito ci sdraiavamo sul letto e ne parlavamo per tutto il tempo" gli dissi.

"Non volevo saperlo." affermò lui "Tutta l'intera cosa di perdere la verginità è una cosa strana per me"

"Dai a me la tua verginità. La terrò al sicuro" dissi facendogli l'occhiolino.

"Pervertito" borbottò.

"Sto solo scherzando. Alcune persone vogliono aspettare per fare sesso, altre no." feci spallucce "Che tu ci creda o no, quando si parla di sesso rispetto gli altri e le loro decisioni"

Aprì la bocca per replicare, ma venne troncato dalla voce della signora Anderson che ci avvertiva che la cena era pronta. Neo balzò dal letto di Scott.

"Sto morendo di fame" disse.

"Andiamo a mangiare il delizioso cibo della signora Anderson" dissi, alzandomi anch'io dal letto.

Uscimmo dalla stanza e Bennett alzò lo sguardo su di noi. Era seduto sul pavimento, contro il muro, con il telefono in mano.

"Non continuare a cacciarmi via" disse, alzando una mano in alto, verso di me.

L'afferrai e lo tirai su "Scusa. Dovevamo discutere su alcune cose"

"Discutete da qualche altra parte" disse Bennett. Lo seguimmo giù per le scale e verso la sala da pranzo.

Scott era seduto al tavolo, con ancora Isaac in mano. Ci sedemmo anche noi, il mio stomaco brontolò quando l'odore del cibo cucinato dalla signora Anderson mi colpì le narici.

"Prescott! Non tenere quella lucertola a tavola durante la cena!" disse severamente sua madre mentre trasportava le pietanze.

"È un tritone. E comunque vuole unirsi a noi per cena"

Sua madre sospirò "Scott, per favore, posa Isaac nel suo recipiente e lavati le mani. Domani può mangiare con noi a cena"

Scott si alzò ed eseguì l'ordine di sua madre. Lei nel frattempo posò giù i piatti per ognuno di noi e noi affamati prendemmo il cibo e lo posammo su di essi, incominciando a mangiare.

"Santo cielo, cibo delizioso" disse Neo.

"Te l'avevo detto" ghignai.

Scott ritornò al tavolo e riempì il suo piatto, mentre noi avevamo già le bocche piene di cibo. Quando finimmo di mangiare, la signora Anderson afferrò i nostri piatti e noi ci spostammo nel salotto.

Neo diede un'occhiata al suo telefono quando si sedette "Ehy fuckboy, devo andare a casa. I miei vogliono che ritorni. Prendi le chiavi della macchina e portami a casa"

"Certo, sua maestà" dissi, tirandomi su dal divano.

"Ci vediamo dopo Alexander" disse Bennett.

"Non ti azzardare a minacciare di nuovo i koala o noi due avremo seri problemi" disse pigramente Scott, sparanzato sul divano.

"Presto ti porterò allo zoo." gli promisi. "Scusa se ho minacciato i koala. Ci vediamo dopo ragazzi"

"Hai minacciato i koala?" mi chiese Neo quando afferrai le chiavi della macchina e lo guidai fuori da casa.

"Una pessima decisione. Mai minacciare i koala quando c'è Scott nelle vicinanze" dissi, scuotendo la testa.

"A malapena conosco quel ragazzo, e avrei potuto dirtelo" disse Neo entrando in macchina e tendendo la mano verso di me.

Posai il mio telefono nella sua mano dopo aver acceso la macchina. Scelse una canzone e collegò il telefono alle casse della macchina, mentre io uscivo dal vialetto di casa Scott.

"Quindi, non così male?" chiesi.

"Non mi piace Bennet. Non penso che qualcuno possa odiare Scott. È così disinteressato in tutto, ad eccezione dei koala e di quel tritone" disse Neo.

"Tu odiavi Bennett prima ancora che mi conoscessi" affermai.

"Questo è vero" rispose lui annuendo.

"Usciamo di nuovo insieme, domani. Però solo io e te. Puoi venire a casa mia," proposi "cucinerò la cena. Attualmente sono abbastanza bravo a cucinare"

"Questo sarò io a giudicarlo" disse.

Entrai nel suo vialetto. Lui mi osservò ed io gli sorrisi. Mi chinai su di lui e riportai le nostre labbra insieme.

"Ci vediamo domani, Neo" dissi, sapendo che adesso ero il suo piccolo sporco segreto.

"S-si." disse, schiarendosi la gola "Non ti fare venire nessun'altra brillante idea. O ti staccherò le dita a morsi"

"Voglio tenere le mie dita, quindi non mi farò venire nessun'altra brillante idea" dissi.

Si morse il labbro, prima di chiudere la portiera e affrettarsi ad entrare in casa. Sparì dentro casa ed io uscì dal suo vialetto, ritornando a casa.

Entrai dalla porta principale, accarezzando Link e sollevando un protestante Vesper da sopra il bancone. Lo cullai tra le braccia, trasportandolo in camera mia con a seguito Link.

"Non fare la peste domani" dissi a Vesper, banciandogli la testa e accarezzandogli leggermente il pelo.

"Meow!" Vesper si curvò contro il mio petto.

Sospirai "Bene. Adesso devo proteggere Link da Scott e Vesper da Neo" dissi.

Mi sdraiai sul letto e il gatto mi si appoggiò sull'inguine, la sua testa sulla mia coscia. Gli accarezzai il pelo mentre Link salì sul letto e si accovacciò vicino ai miei piedi.

Mi leccai le labbra. Amavo la sensazione di quelle goffe e inesperte labbra sulle mie. E dopo la nostra facile conversazione di oggi...

Chi lo sa. Forse Neo mi avrebbe sorpreso e si sarebbe rivelato più di un semplice divertimento. Forse sarebbe diventato la mia prima vera relazione seria da un pò di tempo. Sospirai, mettendomi le mani dietro la testa e leccandomi nuovamente le labbra.

"Non sarebbe un problema uscire con lui, a meno che mi rubi il gatto" chiusi gli occhi, desideroso che venisse domani.

 


_________________

Dobbiamo seriamente parlare della fissa di Scott per i koala? Ceh boh, che amore ahahah e poi quanti baci che si sono dati Neo e Alexander? Aaw.

Adesso che si è chiarito un pochino di più su quello che James (lol) pensa e prova per Neo, cosa ne pensate? Secondo voi può nascere una relazione seria tra i due?

Una bacioo♥

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Capitolo 11
*** The Show Must Go On (11) ***


"Scott, la tua lentezza mi dà sui nervi" dissi quando Scott si avvicinò a me e Bennett.

"Te lo farò sapere quando me ne importerà qualcosa" rispose lui, appoggiandosi contro gli armadietti.

"Non fare niente di stupido con Neo, oggi" mi disse Bennett.

"Non ho nemmeno detto che uscivamo" risposi.

"Ti comporti come se non lo sapessi" disse Bennett, incrociando le braccia.

Sorrisi "Allora saprai che non farei niente di stupido con Neo"

"Non mi rendere il lavoro più difficile, Alexander"

Gli diedi una pacca sulla spalla "Non me lo sognerei nemmeno"

"Odio interrompere un momento così toccante, ma stai davvero pianificando di mantenere quest'imbarazzante relazione con Neo un segreto da Donnie?" chiese Scott.

"Certo. Gli ho detto che l'avrei fatto e dicevo sul serio." dissi " Donnie sarebbe una scocciatura"

"Donnie non sarà un problema" disse Bennett.

"Lo so. Ho detto che Donnie sarebbe una scocciatura, non un problema." risposi "Mi ascolti quando parlo?"

"No, sei irritante." rispose lui "Scott è il mio preferito, lui è troppo pigro per infastidirmi"

"Dannazione, questo è il motivo per cui lui è il mio preferito" dissi.

"Battetevi per me, plebei" disse Scott.

"Sta zitto Scotty" dissi.

"Mi hai chiamato Scotty, quindi automaticamente vince Bennett" affermò lui.

Ruotai gli occhi "Oh ma fa silenzio. Ho lasciato che tu e Bennett la faceste franca per avermi chiamato James e Alex. Penso che potresti sopportare se una volta ogni tanto ti chiamo Scotty"

"Non ti chiamo James per rispetto. Credo che ti chiamo Alex. Alexander è così dannatamente lungo" disse Scott.

"Quindi sopporta l'occasionale Scotty" conclusi, dandogli un colpetto sull'orecchio, ghignando quando mi lanciò un'occhiata con gli occhi socchiusi torva-ma-non-davvero-perché-mai-niente-mi-fa-arrabbiare.

"Alexander," disse Bennett allontanando la mia mano dell'orecchio di Scott "vieni, ti devo parlare"

"Cosa, non posso ascoltare?" chiese Scott con un sopracciglio alzato.

"Ho solo bisogno di parlargli" disse Bennett severamente, portandomi via. Mi spinse contro l'armadietto, fuori dalla portata d'orecchio di tutti i ragazzi nel corridoio.

"Non spingermi" dissi seccato.

"Non è più un gioco per te, non è vero?" domandò lui.

"Cosa?" chiesi confuso.

"Il tuo umore è cambiato. Ed è a causa di Neo. Ti stai innamorando di lui" disse, il suo tono accusatorio.

"Forse. E quindi?" dissi incrociando le braccia, dandogli un'occhiata che lo sfidava a controbattere.

Bennett si strofinò le tempie "Alexander, se fosse stato qualcun'altro ci sarei passato sopra. Ma questo è Neo Bartosz. Non è la persona con cui tu vuoi iniziare ad avere dei sentimenti"

Mi diedi un leggero pugno sul petto "Sentimenti sbagliati. Dai ascolto a Bennett!"

"Vedi? Ti comporti in maniera differente!" disse "Alexander, allontanati da Neo prima che questo vada troppo oltre! Lui vuole solo vendicarsi per quello che hai fatto a Donnie. Si, vuole essere usato. Si, sei intelligente. Ma questo non significa che lui non possa usare questa opportunità a suo favore. Si farà usare per un pò e poi otterrà la sua vendetta. è una vittoria per lui. Ma per te? Non sarà una vittoria per te. Non essere idiota"

"Non sono un idiota!" dissi arrabbiato "Quindi che succede se mi metto insieme a Neo? Se solo sospettassi che mi stia usando per ottenere la sua vendetta, mi assicurerò che impari meglio come fregarmi"

"Jacob Chambers" disse semplicemente.

Mi morsi l'interno della guancia, cercando di mantenere il mio temperamento "E Jake? Abbiamo rotto un sacco di anni fa"

"Non lasciare che tu venga ferito di nuovo in quel modo. Ti sto avvertendo. Quindi se continui ad andare avanti con tutto questo, come un deficiente, non avrò nessuna compassione verso di te quando le cose crolleranno e bruceranno" affermò.

"Bello sapere di avere dei così buoni amici" risposi.

"Ti sto avvertendo, Alexander. Dovresti sapere già da adesso che ascoltarmi è nel tuo miglior interesse" ringhiò.

"Preso in considerazione. Adesso, vado da Neo." dissi, spintonando un furioso Bennett e avvicinandomi al ragazzo "Neo"

Lui sobbalzò leggermente e alzò lo sguardo, inumidendosi nervosamente le labbra "Cosa?"

"Ti sto solo salutando" risposi, guardandolo mettere la combinazione nell'armadietto e aprirlo.

"Ho notato. Adesso io ti sto dicendo addio. Addio" disse.

"Ciao Alexander"

Sospirai e mi voltai "Ciao Donnie, ciao-"

"Clifton" rispose quello, guardandomi sospettosamente.

"Giusto, è quello il tuo nome" dissi.

"Il tuo nome è Clifton? Pensavo fosse Herman! La mia intera vita è una bugia" esclamò Neo con orrore.

"Sta zitto Neo" disse Clifton, lanciandogli una penna.

"Oh dio, è venuto armato." disse Neo, nascondendosi dietro di me "Sei stato degradato a scudo di carne. Non che prima fossi molto più di questo, ma vabbè"

"Stai lontano da Neo. Gli dai solo fastidio" pronunciò Donnie, guardandolo.

"Questo è vero al 100%." confermò Neo, sbirciando da sopra la mia spalla per assicurarsi che non fossero lanciate altre penne sulla sua testa "E comunque, è un fantastico scudo di carne"

"Donnie dovrebbe conoscere la mia carne" dissi, ghignando quando la faccia del ragazzo diventò rossa.

Gemetti quando Neo affondò i denti sulla mia spalla, forte. Gli lanciai un'occhiata e lui alzò lo sguardo su di me innocentemente, facendomi sussultare quando mi morse ancora più forte.

"Potresti smetterla? Fa male!" dissi.

"Quefto è il puffto!" disse.

"Questo è il punto." tradusse Donnie lanciandomi uno sguardo furioso "Prosegui, fa come vuoi, i miei amici sanno che ho fatto sesso con te." disse, facendo un passo in avanti e togliendomi di dosso Neo per poi spintonarmi "Sarei più che felice dire loro quanto è stato soddisfacente sentirti gridare il mio nome mentre scopavo il tuo inutile corpo"

"Wow, non volevo saperlo" disse Neo.

"Questo è estremamente imbarazzante" disse Clifton.

"Sono sorpreso che non ci sia Scott nelle vicinanze." dissi, scuotendo la testa "Comunque, non è un segreto il fatto che non ho problemi ad essere l'attivo o il passivo quando faccio sesso. Ma ci hai provato. E per la cronaca, non eri davvero così tanto bravo"

"State parlando di sesso? Se state parlando di sesso, tornerò più tardi" affermò Scott, comparendo affianco a me.

Lo afferrai per la maglietta, facendolo restare al suo posto "Tu resti qui"

"Si, si. A ogni modo, sposta il tuo culo da qui prima che scoppi una rissa" disse Scott sospirando pesantemente.

"Stai lontano dai miei amici, Alexander" ringhiò Donnie.

Ghignai "Ciao Donnie"

Trascinai Scott con me, ignorando lo sguardo feroce che Donnie aveva fisso su di me, andando via. Aspettai che fossimo fuori dalla loro visuale prima di lasciare la presa sulla maglietta di Scott e sistemargliela, al posto suo, perchè sapevo che lui non l'avrebbe fatto.

"Che gentiluomo," disse Scott "adesso dimmi perchè diavolo stavi provando a iniziare una rissa"

"Non stavo provando a iniziare una rissa. Stavo solo salutando Neo e Donnie ha dato di matto per questo" risposi.

"Sapevi che l'avrebbe fatto" disse lui.

"Ne ero consapevole" confermai.

"Ma tu sei Alexander Sullivan e sei un ragazzaccio" affermò Scott.

Gli sorrisi "Esatto"

Scott alzò gli occhi al cielo "Che importa, è un tuo problema, non mio"

La campanella suonò e noi uscimmo dalla classe. Sapevo che Bennett era arrabbiato con me, quindi probabilmente non l'avrei visto prima di pranzo.
E avevo ragione. Non vidi nessuna traccia di Bennett fino all'ora di pranzo, quando si sedette al nostro solito tavolo.

"Hai deciso di non rivolgermi la parola?" chiesi.

"Lo sto considerando" rispose.

"Andrà tutto bene. Posso gestirlo" lo rassicurai.

"Mi fiderò e non avrò i sensi di colpa quando realizzerai che avevi torto" disse.

"Ed io sono seduto qui nel bel mezzo di un'altra conversazione spiacevole." disse Scott "Mi sento come un bambino in mezzo a dei genitori divorziati. Grazie ragazzi"

"Scusa Scott" dicemmo all'unisono.

"Nessun problema, me ne resterò seduto qui a cantare da solo 'Broken Home' di Papa Roach" disse.

"Credo che sopravviverai" dissi con un cenno.

"Voi due avete bisogno di una consulenza matrimoniale" disse Scott.

"Preferirei conficcarmi un coltello in gola piuttosto che sposare Alexander" affermò Bennett.

"Ne sono lusingato" risposi.

"Non penso che dovresti uscire con Neo dopo scuola, Alexander" disse Bennett.

"Lo so. Continui a ripetermelo" risposi.

"E tu continui a non ascoltarmi" disse.

"Hai ragione," confermai "adesso smettila di tirare fuori l'argomento. Non farmi incazzare, Bennett"

Le labbra di Bennett si arricciarono e si voltò, parlando con Scott di alcuni test che avevano avuto prima di pranzo. Sorrisi e finì di mangiare il mio pranzo mentre loro parlavano.

La campanella suonò e ci dirigemmo in classe. La giornata proseguì lentamente fino all'ultima campana. Balzai in piedi, correndo fuori dalla classe prima che Donnie potesse fermarmi per parlare.

Mi incontrai con Bennett, aspettando impazientemente Scott, che si fece vedere ben tre minuti dopo. Esaminai il corridoio fino a quando i miei occhi si posarono su Neo.

Era vicino il suo armadietto mentre parlava con i suoi amici e scambiava i libri. Chiuse l'aggeggio metallico, ridendo a qualcosa che aveva detto Clifton. Salutò poi i suoi amici e percorse il corridoio fino a quando scomparì dalla mia visuale.

Guardai Donnie e Clifton uscire dalla scuola e poi vidi la testa di Neo sbirciare in giro e avvicinarsi a me.

"Andiamo via da qui" borbottò lui.

"Era ora" dissi, allontanandomi dai miei amici. Neo mi seguì, affrettandosi.

Lo guidai verso il parcheggio per poi entrare nella mia macchina. Porsi il telefono a Neo mentre io invece guidavo verso casa mia.

"Sono affamato. è meglio per te che mi cucini del cibo appena arriviamo a casa" disse, accontentandosi di Adam Lambert.

"Certo, cucinerò qualsiasi cosa vorrai" dissi.

"Tacos." disse Neo automaticamente "I tacos sono il mio piatto preferito. E non provare a trasformarlo in una battuta a sfondo sessuale o ti morderò così forte da farti sanguinare, questa volta"

"Mi hai fatto un livido sulla spalla" dissi, tirando giù lo scollo della maglietta in modo che potesse vedere il livido con la forma dei suoi denti.

Esitò prima di sporgersi e baciare il livido. Le sue labbra contro la mia pelle sembravano più morbide di ieri, cosa che mi fece nascondere un sorriso. Sicuramente sapeva che le sue labbra erano bagnate e che ci aveva messo del burrocacao, cosa che stava a significare che oggi aveva programmato di baciarmi di più.

"Grazie. Ma in futuro, non mordermi così forte" dissi.

"Nessuna promessa" rispose, raddrizzandosi e appoggiandosi contro il sedile.

Entrai nel vialetto e uscimmo dalla macchina. Aprì la porta di casa e guidai Neo dentro casa.

"Kitty!" disse quando Vesper spuntò fuori. Poi si piegò, sollevandolo "Ciao gatto!"

"Meow" Vesper mi guardò, come se non potesse credere che avevo lasciato che qualcun altro lo prendesse in braccio.

"Ciao Vesper" dissi, allungando la mano e accarezzandolo. Voltai lo sguardo quando Link corse verso di me e mi inginocchiai per accarezzare anche lui.

"Non avrei mai pensato che fossi il tipo che amava gli animali" disse.

"Perchè no? Io amo i miei animali" risposi.

"Non lo so, non sembri il tipo." disse scrollando le spalle "Adesso sta zitto e cucinami i tacos"

Feci un passo verso di lui "Ad una condizione"

"Questa condizione comprende le mie labbra e le tue?" chiese.

"Ragazzo intelligente" dissi, chinandomi e baciandolo.

Poi mi voltai e tirai fuori gli ingredienti per fare i tacos, mettendomi a lavoro. Neo si sedette sul bancone, lasciando che Vesper si rannicchiasse sulle sue ginocchia e prendendo ad accarezzare il gatto.

"Alexander...dobbiamo parlare di questo" disse, dopo un paio di minuti di piacevole silenzio.

"Dei tacos?" chiesi.

"No! Di noi" rispose Neo, sembrando improvvisamente un pò più nervoso.

Mi girai per guardarlo "Dimmi quello che pensi di me"

"Cosa?" chiese sorpreso.

"Dimmelo," risposi "e sii brutalmente sincero. Se mi odi, allora questo è il momento giusto per farmelo sapere"

"Io...uh..." smise di accarezzare il pelo di Vesper e sospirò "Penso che mi piaci. cosa che odio perchè ero fermamente convinto che fossi un bastardo, ma penso che ci sia un lato umano in te. E quello è il lato che mi piace. Ma se ferisci me o i miei amici, te ne farò pentire"

"Ho ferito Donnie" gli ricordai.

"Non devi ricordarmelo, non sono un idiota." disse impazientemente "E questo è perchè non dovresti piacermi. Perchè hai ferito Donnie. Sei l'ex fidanzato stronzo del mio migliore amico. Dovrei odiare le tue schifose budella. Dovresti farmi venire il vomito. Dovresti essere la feccia tra le mie scarpe"

"Mi chiamo Alexander, non Darla" dissi ridendo.

"Si, si. Faccio schifo nei discorsi. Credo che hai capito. Dovrei odiarti, ma per qualche ragione, sto cadendo nella stessa trappola in cui è caduto Donnie" disse.

"Non stai cadendo in una trappola. Mi piaci." dissi "Non sei Donnie, sei Neo. Non ti sto attirando in una trappola. Se lo stessi facendo, ti avrei ricordato di aver ferito Donnie? Non ho avuto una vera relazione da tanto tempo, Neo. Sarebbe bello riaverne un'altra di nuovo. Non per divertimento, non per combattere la noia, non per ferire qualcuno. Solo per essere in una relazione ed essere felice e rendere qualcun altro felice"

"Gesù, sei uno debole" disse.

Feci spallucce "Adesso lo sai"

Gemette, facendo sprofondare il viso contro il pelo di Vesper "Non avrei dovuto innamorarmi di te! Mayday mayday!"

Mi avvicinai, costringendo il suo viso ad allontanarsi dal pelo del gatto "Puoi mangiare il cibo che ti preparo e poi andare via, se è quello che vuoi davvero. Ma non è quello che voglio io. La scelta è tua"

Mi allontanai e ripresi a cucinare, cadendo di nuovo nell'assoluto silenzio. Quando finì, posai il cibo sul tavolo, facendo cenno a Neo di sedersi e mangiare.

Quest'ultimo posò Vesper sul pavimento e si sedette di fronte a me. Silenziosamente incominciò a mangiare il tacos, occasionalmente osservandomi, sembrando impotente e confuso.

Lo lasciai da solo, immerso nel silenzio, mangiando e porgendo dei pezzi di formaggio a Link, come fece anche Neo. Finì tre tacos e mi appoggiai allo schienale, guardando Neo, che ne aveva finiti anche lui tre.

"Quindi? Hai intenzione di andartene?"

Lui si alzò e, con mia grande sorpresa, incominciò ad allontanarsi dalla tavola, cosa che mi aveva fatto sprofondare il cuore. Non mi sarei aspettato che lui mi abbandonasse. Io...Io non volevo che mi abbandonasse. Dannazione, quello era il motivo per cui non mi ero impegnato in una relazione da così tanto tempo. Perchè questo era quello che era successo.

Poi però, la mia delusione si trasformò in sorpresa quando Neo raggirò il tavolo e mi si avvicinò. Afferrò la mia maglietta, facendomi alzare dalla sedia e facendomi quasi inciampare su di lui.

"Se stai escogitando qualcosa, ti staccherò la testa a morsi" grugnì, e mi baciò appassionatamente.

Mi rilassai nel bacio e sì, le sue labbra erano morbide. Ancora un pò screpolate, ma questo mi fece sorridere nel bacio. Avvolsi le braccia intorno al suo collo, lasciando che una mano scivolasse fra i suoi soffici capelli, tenendo il suo viso vicino al mio mentre le nostre bocche lavoravano insieme.

"Wow, è meglio che non me ne penta" disse Neo quando alla fine si allontanò dalle mie labbra.

"Non te ne pentirai. Vieni a giocare con me ai videogiochi" dissi, prendendogli la mano e guidandolo verso la mia stanza, con Vesper e Link a seguito.

"Quale videogioco?" chiese Neo mentre cercavo tra i miei giochi.

"Legend of Zelda?" proposi.

"Mai giocato" rispose.

"Cosa?" chiesi scioccato "Basta, adesso proverai Ocarina of Time. Non sai quanto possa essere frustrante e doloroso fino a quando non hai lottato nel tempio dell'acqua"

"Suona patetico" disse nel momento in cui avviai il gioco.

"Oh, lo è" dissi, ghignando e porgendogli il controller. Mi sedetti sul letto e Neo si sdraiò, la sua testa poggiata sulle mie gambe.

Feci correre una mano tra i suoi capelli quando incominciò il gioco. Lo aiutai in alcune parti difficili e ruotai gli occhi ogni volta che mi mordeva la gamba per la frustrazione.

Poi notai l'orario e sospirai "è tardi. Dovrei riportarti a casa" dissi.

"Dannazione! A fanculo questi polli!" esclamò furiosamente.

"Te l'avevo detto di smetterla di attaccarli! Contraccambiano l'attacco," dissi, dandogli un leggero colpo sulla fronte. Lui però riuscì a sfuggire al mio colpo e i suoi denti affondarono nella mia mano. Alzai un sopracciglio verso di lui "Non avresti dovuto distogliere lo sguardo dallo schermo. I polli ti hanno ucciso"

"Cosa? No! Davvero?!" esclamò, facendo ritornare la sua attenzione allo schermo "Aw, dannazione! Andrà sul mio necrologio? Tipo 'qui giace Neo, il ragazzo fatato, brutalmente assassinato da polli arrabbiati'"

"Probabilmente." risposi, tirandolo su e salvandogli il gioco "Andiamo, è tardi"

"Merda, è tardi." disse sorpreso, accorgendosi dell'orario "Amico, il tempo vola quando vieni assassinato da polli furiosi e spingi in modo imbarazzante delle carote su per il culo di un cavallo." si voltò verso Vesper e gli accarezzò il pelo "Finchè non ci rincontreremo, amore mio. Scott ed io verremo a prendere te e tuo fratello cagnolino"

"Spero per te che non mi rubi il gatto" dissi severamente.

"Faccio quello che voglio" rispose lui.

Alzai gli occhi al cielo e lo guidai giù per le scale, lanciandogli delle occhiate sospettose per assicurarmi che non mi avesse rubato Vesper dopo che avevamo lasciato la mia stanza. Ci mettemmo le scarpe ed entrammo in macchina.

Neo afferrò il mio cellulare e mise i The Summer Set mentre guidavo verso casa sua. Annuiva con la testa a ritmo di musica.

"Ehi, ehi, premi il grilletto, questo è l'inizio di un qualcosa di grande. Mi dispiace, non mi dispiace. Ho recitato la parte e posso solo scusarmi un milione di volte prima che non ci farai più caso. E tu lo sai" cantò insieme alla canzone.

Sorrisi. Oggi era stato un bella giornata per noi, andando oltre l'intera cosa del 'ho fatto a mille pezzi il cuore del suo migliore amico'. Avevamo solo passato del tempo insieme, come degli amici.

Entrai nel suo vialetto e misi la macchina nel parcheggio. Lui raccolse le sue cose e mi guardò.

"Sei ancora un bastardo," disse "ma cucini degli ottimi tacos. E il tuo gatto significa molto per me"

"Ci vediamo domani, Neo." lo salutai "Dovremmo uscire di nuovo"

"Hai davvero un lato umano," disse con un sospiro "ma sono in guardia, Alexander. Non fare scherzi o ti lascerò più veloce di...beh, più veloce di qualcosa che va veloce"

"Chi minaccia. Sto tremando" dissi.

"Stronzo" borbottò lui.

Mi chinai e gli baciai la guancia "Non ho nemmeno ricevuto la buonanotte"

Lui di tutta risposta uscì dalla macchina ed io sorrisi mentre lo guardavo entrare in casa. Ritornai a casa, preparandomi per andare a letto e prendendo le pillole per dormire, sdraiandomi insieme a Vesper e Link.

Chiusi gli occhi, cercando di prendere sonno. Obbligai però i miei occhi ad aprirsi quando il telefono vibrò sul mio comodino, afferrandolo. Aprì il messaggio e un sorriso mi comparve sul viso mentre le pillole facevano effetto, le palpebre si chiudevano ma il sorriso restava sul mio viso.


Da: Neo
Buonanotte, Alexander.



_________________

Aww, ammettetelo: anche a voi piace questo lato di Alexander.
Io devo dire di aver avuto molti dubbi su di lui, però in effetti sembra davvero un bravo ragazzo. Tralasciando il fatto che è un vero e proprio spezzacuori, ovvio. E poi io amo profondamente Scott, giuro.
E comunque merito una piccola recensione perchè oggi non avevo neanche intenzione di finire la traduzione del capitolo e invece, grazie all'aiuto dello spirito santo, ce l'ho fatta! Quindi forza, sto aspettando....
No scherzo AHAHAH siete liberi di fare quello che volete, io vi voglio bene lo stesso u.u (tra l'altro mi sto affezionando troppo a voi e non so se questo sia un problema o no, mh)
Un bacio :)

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Capitolo 12
*** The Show Must Go On (12) ***


Ecco un altro capitolo!

Hope you enjoy it :)

Comunque, ripeto: chiunque volesse essere aggiornato il prima possibile per le storie che traduco o creo, vi consiglierei di seguirle su wattpad, che è il sito dove mi collego con più frequenza. Io sono @larryshugs_, potete contattarmi per qualsiasi cosa o qualsiasi richiesta :)

→p.s: a chiunque interessasse, ho appena pubblicato una storia larry, si chiama 'Faith'. Se passate a dargli un'occhiata ne sarei mooolto felice!←

_______________

"Quindi, hai intenzione di uscire con Neo?"

Ero sdraiato nel lato opposto del letto, la testa che penzolava dal bordo. Lui era seduto alla sua scrivania, lasciando che Isaac gli si arrampicasse sù e giù lungo il braccio.

Feci spallucce, continuando a messaggiare al telefono "Probabilmente"

"Stai messaggiando con lui?" chiese.

"No, Scott. Ho altri amici all'infuori di te e Bennett" affermai.

"Stavo solo chiedendo." rispose lui, prendendo tra le mani il tritone prima che questo gli entrasse dentro la manica "Ultimamente sembri più felice"

"Quando dico che Neo è diverso, non mento" dissi guardandolo a testa in giù.

"Solo, non ignorare completamente Bennett. Non sto dicendo che ha ragione, ma non sto dicendo neanche che ha torto. Personalmente, non me ne potrebbe importare di meno. Puoi uscire con chi vuoi. Non sono tua madre" disse, posando Isaac nella sua gabbia.

"Che amico compassionevole" dissi, mettendomi seduto.

"Cosa? Come se ti importasse con chi usciamo io o Bennett." disse facendo spallucce "Siamo adulti, possiamo prendere delle decisioni"

"Che succederebbe se Neo incominciasse ad abusare di me?" chiesi.

"Quello è un tuo problema. Lo sai che morde" rispose Scott.

"Cosa, mi stai dicendo che se qualcuno abusasse di me, tu non interverresti? Anche tu, Mr. Non-Mi-Importa-Di-Niente, hai avuto le nocche ammaccate, in precedenza" dissi.

"Sono una mamma orsa nel cuore." disse "In più se ti deprimessi, ti affezioneresti di più al tuo cane. Non posso permettermelo"

"Il migliore amico al mondo." affermai "Vai a lavarti le mani. Sono affamato"

"Ti comporti come se Isaac fosse sporco" disse, saltando giù dalla scrivania.

"Scott, Isaac È sporco." dissi "è un fottuto tritone"

"Link si lecca le sue parti basse ma lasci che ti lecchi la faccia." disse Scott, strizzando gli occhi verso di me "Perciò lascia Isaac in pace. Ultimamente non sono un tuo fan"

"Mi dispiace aver minacciato i koala, mi dispiace che ti mettiamo in imbarazzo quando stai cercando di mangiare e mi dispiace aver chiamato Isaac sporco." dissi sospirando "Per favore, vai a lavarti le mani e andiamo a incontrare Bennett per la cena"

Diede una rapida occhiata a Isaac "Isaac, non lasciare che l'uomo cattivo ti tocchi"

Alzai gli occhi al cielo quando Scott lasciò la stanza. Mi sdraiai nuovamente sul suo letto, tirando fuori il telefono quando vibrò.

Da: Neo

Ehi fuckboy. Mi sto annoiando, intrattienimi.

"Affascinante" mormorai, sorridendo leggermente mentre gli rispondevo.

Scott entrò nella stanza, asciugandosi le mani nei pantaloni "Stai messaggiando con Neo." affermò, guardandomi in viso "Non sorridere in quel modo. È inquietante. Se hai intenzione di uccidere qualcuno, mio padre è di sotto. Lasciami fuori da questa storia"

"Non ho intenzione di uccidere nessuno. Adesso andiamo a mangiare. Invierò un messaggio a Bennett per dirgli di uscire di casa" dissi, alzandomi dal letto di Scott.

Scendemmo le scale, passando per il corridoio. I suoi genitori ci sorrisero.

"Stai andando a mangiare, Scott?" chiese suo padre.

"Si" rispose, allungando la mano nella sua direzione.

Il signor Anderson ruotò gli occhi "Sei viziato, ma sei troppo pigro per essere un cattivo ragazzo per questo" disse, prendendo il portafoglio e porgendo a Scott i soldi.

"Non è viziato!" affermò la signora Anderson, colpendo il braccio di suo marito.

"Sono un pò viziato" confermò Scott, posando i soldi nel suo portafoglio.

"Viziato" concordai.

"Tu non puoi parlare." disse lui "Adesso andiamo a mangiare. Anch'io sto morendo di fame"

"Ciao ragazzi! Divertitevi! Scott, sii prudente e comportati bene!" disse la signora Anderson.

"Si, si" concluse Scott, ed io lo seguì fuori da casa.

Entrammo in macchina e inviai un messaggio a Bennett prima di guidare dritto verso il ristorante in cui dovevamo incontrarci. Misi della musica mentre guidavo. Scott si accucciò contro il sedile e appoggiò i piedi nel cruscotto, piegando le mani dietro la testa.

"Sei fortunato che te lo lasci fare" dissi.

"Sei fortunato che io sia entrato in questa macchina. Lo so cosa hai fatto nei sedili posteriori" disse, chiudendo gli occhi e accucciandosi ancora di più.

"Ho messo una coperta. E poi ho pulito la macchina" risposi.

"Dovrei incominciare a trattarti da sgualdrina"

"Impiegheresti troppa energia" dissi.

"E questo è il motivo per cui non ho iniziato a trattarti da sgualdrina." concluse "Metti della musica Disney. Lo so che ce le hai nel telefono"

"Perchè dovrei mettere delle canzoni Disney?" chiesi.

"Amico, perchè non dovresti mettere della musica Disney? Adesso sta zitto e metti 'Prince Ali'" disse.

"Hai anche tu le mani." dissi, ma sbloccai lo stesso il telefono e feci quello che Scott mi aveva detto "Sei un tale bambino, Scott"

"Ehi, è nel tuo telefono" sottolineò lui.

Sospirai e ignorai il suo commento. Un paio di minuti dopo, parcheggiai la macchina. Uscimmo fuori da quest'ultima e vedemmo Bennett che ci stava aspettando all'entrata, con le braccia incrociate al petto impazientemente.

"Scott ti sta contagiando" affermò Bennett quando ci avvicinammo.

"Il traffico ci ha rallentati," dissi "non sto diventando Scott"

"Cosa c'è di male in Scott?" chiese il diretto interessato.

"Sei lento e in ritardo in tutto" rispose Bennett.

"Non voglio essere te, Scott. Mi piace troppo il sesso" affermai.

"Non siamo neanche dentro il ristorante e tu già stai facendo la cosa" disse Scott con un sospiro.

"Oops, scusa." dissi "Andiamo a mangiare. Cercherò di non menzionare il sesso"

insieme entrammo nel ristorante e seguimmo la cameriera verso i nostri posti a sedere. Mi fermai mentre camminavamo, lanciando un'occhiata e ghignando.

"Professore Bartosz, Neo" dissi, avvicinandomi al loro tavolo.

Neo alzò lo sguardo su di me, sorpreso. Il suo telefono era sulle gambe, fermo nella nostra conversazione. In fretta bloccò il telefono e lo ripose in tasca.

"Alexander" disse con disinteresse.

"Alexander Sullivan!" disse il Professore Bartosz con un sorriso, alzandosi e allungando la mano nella mia direzione.

Gliela strinsi con un educato sorriso "Scusi per aver interrotto la vostra cena, signore. Volevo solo salutare." mi girai verso sua moglie "Buonasera, signora Bartosz!"

"Ciao Alexander. Come stanno tuo padre e tua madre?" chiese.

"Stanno bene, grazie" dissi.

"Sei qui con Steve e Bennett?" chiese Neo.

"Scott." lo corresse Scott, comparendo dietro di me con Bennett "Il mio nome è Scott, non Steve"

"Si, quello che è. Se voglio, ti chiamerò Steve" rispose Neo facendo spallucce.

"Neo! Lui è Scott Anderson. Sua madre è una rinomata imprenditrice" disse Professore Bartosz, lanciandogli occhiatacce.

"Non mi importa se sua madre è Obama" disse.

"Mi interessa." affermò Scott "Colore di pelle sbagliato"

"Scusate, questi due stanno interrompendo la vostra cena. Piacere di rivedervi, signore e signora Bartosz." disse Bennett, avvicinandosi "Scott, Alexander, andiamo a sederci e lasciamoli mangiare in pace"

"Scusate per avervi disturbato. È stato bello rivedervi" dissi con un sorriso, seguendo Bennett al nostro tavolo e sedendomi. Una cameriera venne e prese gli ordini dei drink, lasciandoci poi ad osservare il menu.

"Non fare nulla mentre i suoi genitori sono qui" disse Bennett senza alzare lo sguardo dal suo menu.

"Si Bennett, sono completamente stupido" dissi.

"Sono felice che lo accetti" rispose Bennett.

"Sono indeciso se cantare 'Broken Home' di Papa Roach o 'Stay Together For The Kids' dei Blink182" disse Scott.

"Mi sto solo preoccupando per Alexander" rispose Bennett, alzando finalmente lo sguardo dal suo menu.

"Non ho bisogno che ti preoccupi per me. So prendermi cura di me stesso" dissi seccato.

"Scott" disse Bennett, rivolgendosi al ragazzo in questione.

"Scott adesso non è qui, per favore lasciate un messaggio dopo il segnale acustico. Beeeeep" disse semplicemente Scott, accucciandosi sulla sua sedia e coprendosi il viso con il menu.

"Idiota, volevo solo chiederti se pagavi con contanti o carta" disse Bennett, allontanando il menu dal suo viso.

"Contanti." rispose Scott "Non prendere il mio menu. Voglio del cibo. Perchè mi odi così tanto?"

"Non ti odiamo. Vieni solo coinvolto nelle nostre discussioni" dissi, rubando il menu dalle mani di Bennett e porgendoglielo a Scott.

"Stai solo cercando di farti perdonare per aver insultato Isaac" disse Scott.

"Hai intenzione di portarmi rancore per questo?" chiesi.

"Probabilmente. Isaac non è sporco. Tu sei sporco" disse, ma il suo tono era calmo e sapevo che stava solo fingendo di portarmi rancore.

"Certo, qualsiasi cosa ti renda felice" risposi, scuotendo la testa.

Il mio telefono vibrò e lo tirai fuori dalla tasca. Aprì il messaggio e cercai di mantenere la mia espressione neutrale.

Da: Neo

Cogliamo il tipico clichè romantico e incontriamoci tra due minuti in bagno.

Gli risposi e controllai l'orario prima di bloccare il telefono. Esaminai il mio menu, ignorando l'occhiata che Bennett mi stava rivolgendo, come se già sapesse tutto.

La cameriera ritornò e ci portò i nostri ordini. Posò sul tavolo il pane e i piatti, per poi andarsene a prendere le nostre pietanze.

"Scott, posso andare? Devo andare in bagno" dissi.

"Striscia sotto il tavolo. Non ho intenzione di muovermi" disse.

"Mi dispiace aver insultato Isaac" dissi.

"Compragli delle pietre colorate per il suo compleanno. Gli piacciono quelle colorate di viola" affermò.

"Affare fatto" dissi, e Scott scivolò fuori dal divanetto in modo che potessi uscire.

Con calma mi diressi verso il bagno ed entrai. C'erano bagni a destra e a sinistra e Neo era appoggiato contro i due lavandini al centro.

"Chiudi la porta" disse.

Chiusi a chiave la porta e mi girai, aprendo le braccia. Neo sospirò e si mosse verso di me, abbracciandomi.

"Perchè sei qui?" chiesi.

"Per mangiare, idiota. Siamo in un ristorante" rispose.

"Giusto, scusa, domanda stupida" dissi.

"Domanda molto stupida" confermò lui.

Mi chinai, baciandolo, amando la sensazione delle sue labbra sulle mie. Lui ricambiò il bacio, le sue braccia avvolte intorno la mia vita.

"Cosa siamo?" chiese nervosamente, allontanandosi dalle mie labbra.

"Siamo qualsiasi cosa tu voglia che siamo" dissi, attorcigliando una ciocca dei suoi capelli intorno al dito.

"Cosa...cosa vuoi che siamo?" chiese.

"Non è ovvio?" dissi, sorridendogli e baciandolo "Ma sei tu a decidere. Siamo qualsiasi cosa tu voglia che siamo, Neo"

"Credo che voglia che siamo qualsiasi cosa tu voglia che siamo" disse.

"Okay, ma non ho intenzione di dirtelo in un bagno." dissi "Quindi tu verrai da me stanotte. Ti darò del tempo per poterci pensare su e per assicurarti che sai quello che stai facendo "

"Si...okay" disse annuendo.

Lo baciai "Ti invierò un messaggio quando arriverò a casa"

"Attenderò con ansia vicino al mio telefono come una ragazzina innamorata" rispose Neo.

"Adesso meglio che ritorni dai miei amici" dissi, sbloccando la porta del bagno e sgattaiolando via.

Mi diressi verso il tavolo, Scott alzò lo sguardo ed io alzai un sopracciglio. Non si muoveva dal suo posto per permettermi di farmi sedere.

"Ti manderò quella foto del koala con il cappello da festa che ami così tanto" dissi.

Scott balzò in piedi ed io risi mentre scivolavo al mio posto. Scott si sedette nuovamente, guardandomi avidamente mentre prendevo il cellulare. Il suo telefono vibrò e lui lo prese, sorridendo alla foto appena ricevuta.

"Si. Amo quel koala. Guarda il suo cappello da festa!" disse, mostrando l'immagine a Bennett.

"Incorniciatelo al muro" disse Bennett.

"Penso che lo farò" borbottò Scott, osservando l'immagine soddisfatto.

Sghignazzai e presi un sorso del mio drink. La cameriera arrivò un paio di minuti dopo, posando sul tavolo le nostre ordinazioni. Scott con riluttanza ripose il telefono in tasca mentre noi incominciammo a mangiare.

Quando finimmo, pagammo e ci alzammo. Lanciai un'occhiata al tavolo vuoto dove erano seduti Neo e i suoi genitori.

"Ragazzi, volete venire a casa mia?" chiese Bennett.

Scossi la testa "No, me ne andrò dritto a casa"

"So che hai intenzione di uscire con Neo, stasera" disse lui.

"Ovvio che si. Comunque, non sono affari tuoi" risposi.

"Koala con un cappello da festa. Koala con un cappello da festa. Koala con un cappello da festa" affermò Scott.

"Scott, cosa diavolo stai facendo?" chiesi.

"Sto cercando di far allontanare questa negatività con la più grande forza del mondo." spiegò "Koala con un cappello da festa. Koala con un cappello da festa"

Presi il telefono dalla sua tasca, sbloccandolo e riportando all'immagine, porgendoglielo. Lui la osservò felicemente, distraendosi subito dopo.

"Porta l'amante dei koala a casa tua e stai con lui. Stasera sono occupato" dissi.

"Te ne pentirai di tutto questo" disse Bennett, lanciandomi un'occhiataccia.

"Lo dubito. Smettila di farmi innervosire per questo" dissi.

"Questo è il mio ultimo avviso, Alexander. Te ne pentirai. Ti spezzerà solo il cuore. Se ignori il mio avvertimento, non proverò compassione quando ti spezzerà il cuore" disse semplicemente Bennett.

"Non avrò bisogno e non voglio la tua compassione. Ci vediamo domani" dissi.

Bennett lo fulminò con lo sguardo, le sue labbra tremavano di rabbia. Afferrò il braccio di Scott e lo portò via con lui, vicino alla sua macchina.

Ruotai gli occhi ed entrai in macchina. Guidai verso casa e inviai un messaggio a Neo per dirgli che ero arrivato a casa.

"Vesper, Bennett ha torto" dissi, sollevando il gatto dal bancone.

"Meow, meow" rispose Vesper, accucciandosi tra le mie braccia.

"Fidanzato o meno, non è autorizzato a rubarti!" dissi severamente.

Link mi si avvicinò, scodinzolando felice. Gli accarezzai il capo, ansimando soddisfatto e poggiandosi contro di me.

"E neanche Scott è autorizzato a rubarti," dissi "tu e Vesper siete miei"

Ghignai, ricordandomi di quando Scott tentò di rubarmi Vesper quando eravamo più piccoli e quanto ero sconvolto quando lo colsi sul fatto.

Il campanello suonò e Link scodinzolò ancora di più, correndo via da me per fiutare la porta. Posai Vesper sulle mie spalle e andai ad aprire la porta.

Neo entrò e allungò le braccia verso di me. Sospirai e tolsi Vesper dalle mie spalle, porgendoglielo a Neo.

"Kitty" esclamò contento Neo, accarezzandogli il pelo.

"Vieni" dissi, facendo un gesto a Neo per seguirmi.

Lo guidai verso la mia camera. Posò Vesper sul mio letto, pentendosene subito quando quest'ultimo balzò sul davanzale, lontano da lui. Adesso non aveva niente con cui distrarsi.

"Ci hai pensato?" chiesi.

"Si," rispose lui, non guardandomi negli occhi "i-io voglio ancora quello che vuoi tu"

"In questo caso-- Neo, vorresti essere il mio ragazzo?" chiesi.

"Duh," incominciò lui "oggi continui a fare domande stupide. È seccante. Credevo che fossi più intelligente"

Mi avvicinai a lui, spingendolo tra le mie braccia e baciandolo "I miei amici lo sapranno. Bennett sa sempre tutto. Ma i tuoi amici non devono saperlo per forza. Non mi importa mantenere segreti" dissi.

"Si, grazie." mormorò "Dubito che Donnie salterebbe di gioia. Merda, questo significa tradirlo?"

"No," dissi, alzandogli il mento in modo che mi guardasse in viso "questo non è tradirlo. Uscivo con Donnie tanto tempo fa. Le cose cambiano. Le persone cambiano. Non ho intenzione di ferirti, te lo prometto. Voglio renderti felice, Neo. Essere felici non significa tradire il proprio amico"

"Se vuoi rendermi felice, allora smettila di fare il debole." affermò baciandomi "Lo sai cosa mi renderebbe davvero felice?"

"Non puoi avere il mio gatto" dissi.

"Wow, questa è stata la relazione più breve di sempre" rispose.

"Sta zitto," sospirai e lo spinsi più vicino a me. Lo abbracciai, la mia testa era poggiata sulla sua spalla e strofinavo il viso contro il suo collo. Odorava leggermente di legno "Odori di legno"

"I nostri pavimenti sono stati rifatti. Stiamo mettendo del legno nel nostro covo" spiegò, le sue braccia intorno a me e il suo viso pressato contro i miei capelli "I tuoi capelli sono così morbidi e pelosi"

Risi e lui rabbrividì quando il mio fiato soffiò sul suo collo. Mi raddrizzai e presi la sua mano nella mia, guidandolo verso il mio letto per poi sdraiarci.

All'inizio era imbarazzato tra le mie braccia, come se non fosse abituato agli abbracci. Giocai leggermente con i suoi capelli, baciandogli la guancia, sperando di alleviare la sua tensione.

"Si sta facendo tardi-- che succede se ci addormentiamo?" chiese.

"Non mi addormenterò. Puoi fare un pisolino se vuoi"

Sbadigliò "Sicuro che non ti addormenterai? Non voglio che i tuoi genitori sappiano già di noi. O i miei. Non ancora. Dopo"

"Mi sta bene. Ho promesso che non mi sarei addormentato. Sono sveglio" lo rassicurai.

Chiuse gli occhi ed io lo strinsi più vicino a me, baciandogli la fronte "Ti sveglierò tra un'ora"

"Grazie" mormorò, accoccolandosi contro di me e scivolando nel sonno. Gli sorrisi. Sembrava così innocente e vulnerabile quando dormiva. Bennett si sbagliava su Neo. Ne ero sicuro. Forse questa relazione avrebbe funzionato e noi due saremmo potuti essere felici.

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Capitolo 13
*** The Show Must Go On (13) ***


****Neo's POV****

"Neo"

Strizzai gli occhi, pressando la testa contro la cosa confortante su cui ero poggiato. Qualcuno mi scosse ed io ringhiai.

"Neo, sveglia"

Replicai, producendo un suono incomprensibile, senza aprire gli occhi.

"Neo, devi andare a casa. Si sta facendo tardi"

Mi obbligai ad aprire gli occhi quando realizzai che Alexander stava parlando con me. Il mio viso era sepolto sul suo petto e aveva un braccio intorno la mia vita, l'altra mano invece era sulla spalla con l'intento di scuotermi di nuovo.

"Non scuotermi o ti stacco la mano a morsi" mormorai mezzo addormentato.

Si alzò, portandomi con sé e facendomi di conseguenza sedere "Avanti, svegliati" disse.

"Sono sveglio!" dissi strofinandomi gli occhi "Per quanto tempo ho dormito?"

"Un'ora. Te l'avevo detto che ti avrei svegliato" disse.

"Un uomo di parola." dissi guardandomi intorno "Dov'è il gatto?"

"Il gatto ha un nome" rispose lui.

"Gatto," lo chiamai "gatto, vieni qui"

"Vesper probabilmente è in cucina a cercare del cibo." disse Alexander "Devo dare da mangiare a lui e a Link. Ero preoccupato che se mi fossi alzato, ti avrei svegliato"

"è così riflessivo il mio ragazzo," dissi e mi fermai, registrando le parole in testa.

Uh, era successo davvero. Stavo frequentando davvero Alexander Sullivan, il più grande fuckboy del secolo. Il ragazzo che aveva fatto a pezzi il cuore di Donnie senza pensarci due volte.

Avevo odiato Alexander ancora prima di incontrarlo. Odiato con ardore ancora prima che spezzasse il cuore di Donnie. Avevo sentito storie su Alexander e di quello che aveva fatto. Avevo avvertito Donnie di non coinvolgersi con lui, ma Donnie l'aveva fatto lo stesso. E Alexander, lentamente, lo aveva fatto allontanare da me e Clifton. Poi un giorno Donnie mi chiamò singhiozzando, dicendo che Alexander si era stancato di lui e, a differenza di Donnie che mi aveva abbandonato per la sua relazione, guidai dritto verso casa sua e lo aiutai ad affrontare la notte.

E guardarlo piangere in quel modo, così miseramente e con il cuore spezzato, aveva fatto accrescere il mio odio verso Alexander. Guardare Donnie cercare di riavere indietro la puttana mi aveva fatto stare male dentro.

Continuavo a chiedere il perché a Donnie. Perché voleva tornare insieme a una persona così terribile? Insieme a qualcuno che gli aveva spezzato il cuore con così noncuranza? Qualcuno che aveva dietro di lui una scia di cuori spezzati?

Donnie mi aveva detto che Alexander era diverso da come le persone lo raffiguravano. Che non era un viziato, bastardo senza cuore. Mi aveva detto che Alexander aveva un lato umano che lo aveva fatto innamorare di lui.

E questo era quello che stavo capendo in quei giorni. Alexander aveva un lato umano. E basandomi su quello che mi aveva detto Donnie, stavo vedendo quel lato molto di più di quanto lo aveva visto lui.

Qualcosa mi diceva che Alexander era sincero. Non stava cercando di attirarmi nella sua rete solo per divertirsi. Aveva affrontato in maniera differente la sua relazione con Donnie rispetto a quella con la mia.

Non ero un idiota. Non credevo di essere quello che avrebbe cambiato completamente i modi di fare di Alexander Sullivan. Ma forse non sarei stato uno dei tanti cuori spezzati lasciati nella sua scia.

Inizialmente, avevo lasciato che si avvicinasse, con l'intento di umiliarlo nel modo in cui aveva umiliato Donnie. Ma stavo vedendo sempre più il suo lato umano, quello premuroso.

Non avevo intenzione di dimenticare il suo passato perchè mi diceva un paio di parole dolci. Era stato un completo stronzo. Ma avevo fatto delle piccole ricerche per conto mio su Alexander, e qualcosa mi diceva che lui stesso era stato vittima di un cuore spezzato.

Le relazioni lo spaventavano. Questo era quello che avevo scoperto. Beh, forse non proprio "spaventavano" Alexander, ma sicuramente non erano un qualcosa in cui lui era completamente a proprio agio. Ma ci stava provando davvero. Potevo dire per certo che ci stava provando davvero.

"Ehi" mi agitò una mano davanti il viso ed io barcollai indietro.

"Cosa? Non agitarmela in faccia!" mi lanciai in avanti e gli morsi la mano, lanciandogli un'occhiataccia.

Alzò un sopracciglio "Eri tra le nuvole. Ti avevo chiesto se volevi uno snack prima che te ne andassi"

"Foglio uno snafck!" dissi, con ancora la bocca sulla sua mano.

"Se vuoi uno snack, devi lasciarmi andare la mano" disse.

Riluttante liberai la sua mano dai miei denti. Scivolò giù dal letto ed io lo imitai, seguendolo giù in cucina.

"Gatto!" esclamai, correndo e sollevando Vesper da sopra il bancone, coccolandolo. Il lato positivo di frequentare Alexander Sullivan? I suoi animali erano fottutamente adorabili.

"Ti farò un sandwich prima che te ne vada" disse, scavando dentro il frigorifero alla ricerca di qualcosa.

"Non penso di aver mai visto i tuoi genitori in casa" dissi.

"Tornano a casa tardi. Di solito quando arrivano, io già dormo e quando vado a scuola sono loro quelli a dormire" disse facendo spallucce.

"Non ti senti solo?" chiesi, accigliandomi.

"Questo è il motivo per cui mi hanno dato Vesper e Link" disse, posando un mucchio di cibo sul bancone e incominciando a combinarli insieme nel sandwich.

"Ma i tuoi genitori non sono genitori." dissi "Dio, non c'è da meravigliarsi che tu sia un stronzo"

"Non sono uno stronzo. I miei genitori passavano un sacco di tempo con me quando ero piccolo. Fu solo quando avevo circa quindici anni che i loro orari di lavoro cambiarono ed io incominciai ad stare sempre più solo a casa. Se glielo chiedessi, loro cambierebbero il loro orario per stare più tempo con me. Mi piace avere la casa solo per me" spiegò Alexander.

"Perchè, così puoi portare occasionalmente dei ragazzi e sedurli in qualsiasi posto della tua casa? Oh Dio, probabilmente avrai scopato nel tavolo della cucina" dissi schifato.

"Tranquillo, non ho mai fatto sesso nel tavolo della mia cucina. Un pompino di fronte il bancone, ma niente di più" disse, parlando come se stessimo discutendo del dannato tempo.

Guardai Alexander mentre mi faceva il sandwich, bruciando di curiosità. Non si sentiva come se stesse umiliando se stesso, facendo così tanto sesso con così tante persone? Non se ne preoccupava mai?

"Ecco qui, pronto" disse, porgendomi il piatto. Prese poi un piatto per sè e mise sopra il suo sandwich.

Riluttante poggiai per terra il gatto e afferrai il sandwich. Lo morsi e gemetti, meravigliato continuamente dalle abilità culinarie di Alexander.

"Fa schifo?" chiese lui.

"No, è delizioso e ti odio per essere capace di prepararti del cibo perchè io, adesso che ci penso, mettevo solo il cibo sul fuoco e basta" dissi e presi un altro morso del mio panino.

Alexander rise e scosse la testa, i suoi ricci biondi rimbalzavano. Era incredibilmente attraente e stentavo a crederci che frequentasse me.

Abbassai lo sguardo sul mio cibo, cercando di calmarmi. Avrei detto ai miei genitori che frequentavo Alexander? Loro non sapevano che mi piacevano le fighe e i cazzi...

Sobbalzai quando un braccio si avvolse intorno alla mia vita. Alexander mi baciò il capo e mi regalò un dolce sorriso, che trasformò il suo viso da malizioso e spavaldo a caldo e premuroso.

"Cos'è che ti preoccupa? Donnie?" chiese.

Scossi la testa e sospirai "Nah. I miei genitori non sanno che mi piacciono le ragazze e i ragazzi. Non so come reagiranno. I tuoi sanno che sei gay?"

Lui annuì "I miei sapevano che ero gay da un sacco di tempo. Probabilmente perchè quando avevo dieci anni ero solito dire a mia madre quanto fossero carini i ragazzi." rise "A loro va bene. Il migliore amico di mio padre è gay e mio padre è stato sempre un suo sostenitore, e anche parità di diritti e cose del genere"

"Ai miei va bene Donnie," dissi pensieroso "quindi spero che gli andrò bene anch'io"

"Diglielo quando sei pronto" affermò.

"Avevo già in programma di farlo." risposi, appoggiandomi contro di lui e prendendo un altro morso del mio sandwich "Metti un pò di musica mentre mangiamo"

Lui mi porse il suo telefono ed io scorsi le varie canzoni. Cliccai su una di quelle e posai il telefono sul bancone, muovendo la testa al ritmo della musica.

"Se tutte le onde del mondo incominciassero ad avvicinarsi, pregherei Dio che tu non sapresti nuotare. è il modo in cui mi dici che non valgo nulla che mi rende così dannatamente pazzo quando dormi con me" cantai, cercando di non sputare cibo ovunque. Chiunque mi guardasse mangiare e continuasse ancora a volermi frequentare, era completamente un buon partito.

"Non credo che dovresti mangiare e cantare" disse lui.

"Non credo che dovresti dirmi come vivere la mia vita" risposi.

"Forse è il modo in cui mi pieghi fino a rompermi, stai solo dannatamente lontano da me, stai solo dannatamente lontano da me" cantò Alexander insieme alla canzone, ignorandomi.

"Ehi, non ignorarmi" dissi, mordendogli il braccio.

"Hai intenzione di continuare a mordermi?" chiese.

Annuì, lasciandogli andare il braccio in modo da poter dare un altro morso al mio panino "Abituati. Mordo anche i miei amici"

"L'ho notato" disse, pulendosi il braccio nella sua maglietta.

Finì il sandwich e sospirai "Meglio che vada. è tardi"

Mi guidò verso la porta principale e mi girai, esitando prima di baciarlo, ancora incapace di credere che si sarebbe spinto oltre con me. Poteva avere tutti i ragazzi che voleva e stava scegliendo me. Fortunatamente non c'era nessun tranello.

"Ci vediamo domani" mi disse, dopo essermi allontanato dalle sue labbra.

"Si, ci vediamo" dissi e me ne andai da casa sua.

Entrai in macchina e guidai verso casa. Entrai dentro e mi tolsi le scarpe, sperando che i miei genitori non mi chiedessero dove fossi stato.

"Quindi, dove sei scappato?" chiese mamma, leggendomi nella mente.

"Mi sono fermato a casa di Clifton per finire i compiti." mentì facilmente "Sono stanco, buonanotte"

"Buonanotte Neo!" rispose mia madre.

"Notte" disse papà, alzando lo sguardo dal suo lavoro.

"Si, notte." dissi ed entrai nella mia stanza, chiudendo la porta e cadendo di schiena sopra il letto "Oh Dio, la mia vita si sta trasformando nella trama di un disgustoso romanzo pieno di clichè. Qualcosa andrà orribilmente male, ed io ho intenzione di essere semplicemente impotente e dormire"

Sospirai e chiusi gli occhi, coprendomi interamente il corpo con una coperta. Tanto valeva farsi una bella dormita e pregare che i miei amici non lo scoprissero prima che glielo dica io.

*****

"Ehi Neo" disse Donnie quando mi avvicinai a lui e Clifton, l'indomani mattina.

"Troppo presto" grugnì, facendo cadere la testa sulla spalla di Donnie.

Donnie mi spinse via da lui, ed io gli lanciai un'occhiataccia, mordendogli il braccio. Lui gemette e provò ad allontanare la mia testa dal suo braccio.

"Cattivo Neo! Non si morde!" disse severamente, dandomi un colpetto sul naso.

Gli lasciai il braccio e piagnucolai, strofinandomi il naso "Non sono un cane!"

"Loro non si comportano in questo modo!" rispose Donnie.

"Oh, guarda, Alexander Sullivan." disse un ragazza vicino a noi, rivolta alla sua amica "Sai che Dio esiste quando quel ragazzo indossa una canottiera"

"Sai che Dio è crudele quando quel ragazzo è gay" disse la sua amica con un sospiro.

"A quest'ora avrebbe circa diciassette figli illegittimi se non fosse gay" borbottò Donnie.

"E tu saresti la madre orgogliosa di tre di loro" dissi, dandogli una pacca sulla spalla.

"Oh, sta zitto" rispose, dandomi un leggero pugno sul braccio.

Guardai dove era Alexander e Santo Gesù su una canna di bambù, quel ragazzo aveva dei fantastici muscoli e delle toniche braccia. Indossava una canottiera e dei pantaloni che gli sfioravano leggermente le ginocchia, i suoi capelli perfettamente arricciati come sempre.

Stava parlando insieme a Scott. Scott, come sempre, sembrava completamente disinteressato alla loro conversazione, ma Alexander proseguiva come se fosse la cosa più interessante che Scott avrebbe mai sentito in tutta la sua vita.

"Sante braccia" dissi, incapace di trattenermi.

"Neo!" Donnie mi lanciò un'occhiata di fuoco "Non apprezzare quanto lui sembri carino!"

"Non intendevo quello! Volevo dire che quelle braccia sembrano sante! Forse le ha battezzate!" dissi in difensiva.

Donnie e Clifton erano ben consapevoli della mia sessualità, senza che io li abbia mai detto nulla. Ma immaginavo che fissare le braccia del mio fidanzato segreto era un grande no-no quando Donnie era presente. Merda, ero davvero pessimo con tutta la cosa della relazione segreta. Fra tre ore sicuramente i miei amici lo avrebbero scoperto. Faccio schifo.

"Non lo guardare! Ti dà ancora fastidio? Quel ragazzo non ha pudore" disse Donnie, scuotendo la testa.

"Riesco a gestirlo" lo rassicurai, sapendo che era una bugia. Ero la definizione di un disastro strafigo. Meno la parte dello strafigo. Si, ero un totale disastro.

La campanella suonò e seguì i miei amici in classe. Quando arrivò l'ora di pranzo, lanciai delle discrete occhiate alle straordinarie e splendide braccia di Alexander. Dio, queste cose dovevano essere conservate in un museo per tutta l'eternità.

"Neo, smettila di guardargli le braccia prima che Donnie si arrabbi" disse Clifton, dandomi una gomitata sul fianco.

Urlai e mi strofinai il fianco "Stavo solo sbirciando." borbottai "Posso apprezzare le sue braccia. Sono molto meglio della sua personalità"

Potevo solo immaginarlo avvolgere le braccia intorno a me. Oh Dio, smettila Neo. Smettila.

Guardai Alexander alzarsi e lasciare la mensa. Presi il telefono dalla tasca, sperando che avrebbe fatto quello che avevo fatto io ieri e mi avrebbe inviato un messaggio.

Poi però, lo stupido idiota anti-clichè, tornò un paio di minuti dopo con un quaderno e alcuni fogli tra le braccia. Si sedette e porse i fogli a Scott, dicendogli qualcosa mentre lo faceva.

Ugh, il fuckboy imbecille.

Mi alzai "Devo andare in bagno e prendere un paio di robaccia dal mio armadietto. Torno subito" dissi ai miei amici prima di lasciare la mensa e dirigermi giù per il corridoio, scivolando dentro una classe vuota. Inviai un messaggio ad Alexander con su scritto di portare il suo culo lì e mi appoggiai contro il muro, aspettandolo impazientemente.

Finalmente la porta si aprì e Alexander entrò "Di cosa hai bisogno? Stavo mangiando" disse.

"Cosa intendi con 'cosa hai di bisogno'? Hai del sesso invece che delle braccia e indossi una canottiera." dissi "Prova a indovinare di cosa ho bisogno"

Lui ghignò ed aprì le braccia. Mi mossi nella sua direzione, sospirando contento quando me le avvolse intorno al corpo, abbracciandomi stretto.

"Sono contento che ti stia godendo la vista" mi prese in giro, alzandomi la testa e baciandomi.

Allungai le mani e gli strofinai le braccia "Dovrebbero essere illegali. Come puoi avere delle braccia così fantastiche?"

"Allenamento," disse, roteando gli occhi "abbiamo l'attrezzatura nel seminterrato. Faccio un sacco di allenamento con mio padre"

"Dio benedica tuo padre" dissi, continuando ad accarezzargli le braccia.

"Posso riavere indietro le mie braccia?" chiese.

"No," dissi, abbracciandone una "la pretendo. Vai a prendertene delle nuove"

Sospirò "Sto morendo di fame. Sto andando a finire di pranzare"

Riluttante gli lasciai il braccio "Bene" lo afferrai per la canottiera, portandolo più vicino e baciandolo.

Lui coprì le mie guance con le sue mani, ricambiando il bacio. Oh, perfetto. Stavo pomiciando con il mio fidanzato segreto nello spogliatoio della scuola. La mia vita era patetica.

Nonostante questo, ero completamente immerso nel nostro bacio, il cuore mi batteva violentemente contro il petto, la felicità parlava attraverso me. Sapevo esattamente come sarebbe andata questa relazione e, con questo in mente, spinsi Alexander più vicino a me e mi godetti il bacio finchè durò.

 

 

__________________

Diciamo sì alle canottiere rivelatrici. E sì a un Neo eccitato ;)

Addio.

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Capitolo 14
*** The Show Must Go On (14) ***


****Alexander's POV****

"Quindi tu sai tutto di me," disse Neo, sdraiato sul letto con la testa poggiata sulle mie gambe "grazie a quell'inquietante Bennett. Ma io non so tutto di te"

Feci correre una mano tra i suoi capelli "Cosa vuoi sapere?"

"Una volta hai detto che ti eri innamorato. Chi era lui?" chiese.

"Molto schietto." dissi ridendo un pò "Probabilmente non lo conosci. Si chiamava Jacob Chambers, andava in una scuola privata in città. L'ho incontrato grazie ai nostri genitori, quando eravamo più giovani, e incominciammo a passare sempre più tempo insieme fino a quando incominciammo a frequentarci. Fu la mia prima relazione"

"Quanti anni avevi?" chiese Neo.

"Avevo circa 15 anni quando è iniziata," dissi, scrollando le spalle "lui era più grande di me. Non di molto, quasi due anni"

"Hai perso la verginità con lui? A meno che non ti prostituissi già da quando avevi 14 anni" disse.

Roteai gli occhi "Si, ho perso la verginità con lui"

"Quanti anni avevi?"

"15"

Neo si lasciò sfuggire un fischio "Dannazione, hai iniziato presto"

"Cosa importa quando l'ho persa?" chiesi, inarcando un sopracciglio "Potevo avere 15 anni o 51. Non capisco perchè le persone si comportino come se la verginità avesse così tanta importanza"

"Voglio solo...voglio fare sesso perchè il sesso sembra così eccezionale, ma da una parte non voglio farlo perchè il più delle volte tendo a rimpiangere le decisioni della mia vita" Neo disse, le sue guance si riscaldarono per l'imbarazzo.

"Quando pensi che tu sia pronto, fai sesso." risposi "Solo quando sai di essere pronto"

"Wow, il più grande fuckboy che abbia mai incontrato ha più rispetto del 90% delle persone che conosco." affermò Neo "Dovresti essere il volto di 'Non Tutti Gli Uomini'"

Tirai leggermente i suoi capelli "Sta zitto. Solo non mi piace l'idea delle persone che ricevano pressioni per fare sesso. Dovrebbe essere una scelta, non un errore"

"Mi chiedevo come Donnie avesse potuto applicare la parola 'gentleman' a te, ma adesso lo capisco in un modo molto vago e astratto." disse "Sebbene l'ultima cosa in cui potrei mai chiamarti è gentleman. Beh, perlomeno non potrei chiamarti in quel modo e pensarlo sul serio"

Vesper balzò sul mio letto e fu immediatamente afferrato dalle braccia di Neo. Sospirai quando Neo coccolò felice il mio gatto.

"Ciao gatto," incominciò lui "ho intenzione di portarti a casa e amarti per sempre"

Strappai Vesper dalle sue braccia, e risi al lamento di disperazione che fece. Agitò le mani in direzione di Vesper quando tenni il gatto lontano da lui.

"Mio! Mio gatto!" ringhiò, mordendomi il braccio "Mio gaffo!"

"È il mio gatto." dissi, lasciando che Vesper si accoccolasse sulle mie spalle. Vesper guardò sospettosamente Neo prima di strofinare la testa contro la mia guancia.

"Quel gatto è così fottutamente adorabile" disse Neo, lasciandomi il braccio.

"I miei animali sono i miei animali." affermai duramente "Dio, è come se stessi frequentando Scott"

"Qualcosa mi dice che Scott non frequenta nessuno" affermò Neo, allungando la mano e strofinando il pelo di Vesper.

"Scott non esce con nessuno. Non più" dissi facendo spallucce.

"Forse lascerò te e mi metterò con Scott" disse Neo.

"Oh, ma per favore. A malapena riesci a ricordarti il suo nome" dissi.

"Me lo tatuerò, così non me lo dimenticherò." rispose "Steve...uh...qual'era il suo cognome?"

"Rogers" risposi.

"Giusto! Steve Rog--oh, wow, non sei affatto divertente" disse, facendo il broncio.

"Scott Anderson, non Steve Rogers." dissi, dandogli un colpetto sulla fronte "E tu non mi lascerai per Scott" mi chinai su di lui e lo baciai.

"Fammi un favore, Alexander" disse Neo.

"Che favore?" chiesi.

"Togliti la maglietta" disse con impazienza.

Roteai gli occhi ma mi tolsi lo stesso la maglietta, lanciandola sul pavimento "Contento?"

"Molto." disse, osservando il mio corpo. Allungò una mano, facendo correre una mano sui miei addominali "Posso leccarli?"

"No. E smettila di strofinarli o avremo un problema" affermai.

"E quindi? Hai una mano. Puoi sistemarlo da solo il problema" disse, continuando a strofinarmi gli addominali e le braccia.

"Neo!" gli afferrai la mano per fermarlo "So che non stai facendo nulla di sessuale, ma questo non significa che il mio corpo non reagisca per essere toccato in questo modo!"

"Mi stavo solo compiacendo!" si lamentò.

Feci correre una mano sotto la sua maglietta, muovendola lentamente sulla sua pancia. Lui si immobilizzò, i suoi occhi si spalancarono leggermente. Reagì lanciando la testa verso la mia direzione, i suoi denti affondarono nel mio braccio abbastanza forte da farmi gemere di dolore.

"Ti stavo mostrando il motivo per cui non mi piace che mi strofini lo stomaco!" dissi, strattonando via la mia mano. Ispezionai il braccio nel punto in cui mi aveva morso "Dannazione, mi hai fatto di nuovo un livido. Sono in una relazione abusiva e Scott non mi aiuterà"

"Scusa," disse, guardando anche lui il mio braccio "non avevo intenzione di morderti così forte. Okay, beh, in realtà sì, ma mi dispiace comunque"

Avvicinò il mio braccio al suo viso e baciò il livido. Poggiò la testa sulle mie gambe ed io incominciai a giocare di nuovo con i suoi capelli.

Sentì la porta di casa aprirsi e chiudersi, e sospirai. Link saltò giù dal letto e corse fuori dalla stanza, abbaiando violentemente.

"Uh..." incominciò Neo "qualcuno si è intrufolato in casa tua?"

"No," risposi "i miei genitori sono venuti presto per farmi una sorpresa. Lo fanno una volta ogni tanto, di solito quando non sono venuti a casa per l'ora di cena da un sacco di tempo"

"È un problema che io sia qui? Non voglio nascondermi dentro la tua stanza" disse, sedendosi e fissando stancamente il mio armadio.

"No, non è un problema. Anche se mio padre probabilmente glielo dirà al tuo." dissi "Potremmo semplicemente mentire e dire che dovevamo lavorare ad un progetto scolastico"

"Siamo un clichè così continuo che fa quasi male" affermò.

Mi alzai dal letto e Neo mi seguì. Scendemmo le scale e i miei genitori mi sorrisero. Poi guardarono Neo, sorpresi.

Link abbaiò, seduto sui piedi di mio padre. Quest'ultimo gli accarezzò il pelo e sorrise a Neo.

"Ciao Neo!" esclamò.

"Buonasera Mr. Sullivan," salutò Neo "buonasera Mrs. Sullivan"

"Stiamo lavorando insieme ad un progetto scolastico." spiegai "Scusate, non sapevo che sareste ritornati a casa così presto, stasera"

"Ti volevamo fare una sorpresa per cena!" disse mamma "Neo si unirà a noi!"

"Ehi, Alexander, mi aiuteresti a prendere la spesa in macchina? Ci siamo fermati al supermercato per prendere delle cose e cucinarti il tuo piatto preferito" disse papà.

"Certo. Tornerò subito, Neo" seguì mio padre fuori di casa e giù per il vialetto, verso la macchina.

"Perciò, cosa ci fa qui Neo?" chiese papà, aprendo il bagagliaio e porgendomi le buste della spesa più leggere.

"Te l'ho detto," dissi confuso "stiamo lavorando ad un progetto scolastico"

"Ed io sono nato ieri." rispose lui "Alexander, ho guardato abbastanza film pessimi per sapere che questa è la più grande bugia che gli adolescenti dicono"

Mi guardò ed io alzai un sopracciglio "Voi due siete...uhm..."

"Amici?" proposi.

"No. No, lo stavi guardando come se voi due foste più che semplici amici." disse, ed io imprecai per quanto mi conoscessero bene i miei genitori "State insieme?"

"So che non ti piace" iniziai.

Ma mio padre sollevò una mano per interrompermi "Non ho mai detto che non mi piace. Penso che sia selvaggio, penso che non sia buono per la tua reputazione e penso anche che eri felice accanto a lui. Alexander, so che non è facile. So che io e tua madre ti trasciniamo dappertutto per farti conoscere persone e parlare di lavori importanti e reputazione. Ma se sei felice e lui non ti ferisce, allora questo è quello più importante"

"Non dirglielo ai suoi genitori," dissi "non sanno della sua sessualità"

"Sono bravo a mantenere i segreti, James" rispose lui, facendomi l'occhiolino.

Roteai gli occhi "Grazie, papà" dissi, sinceramente grato.

"Immagino che dovrei esserne felice. La signora Anderson impazzisce per la mancanza di interessi di Scott negli appuntamenti" disse, ridendo e chiudendo il bagagliaio.

"Scott uscirebbe con Link, se glielo permettessi" dissi, seguendo papà su per il vialetto, verso casa.

Diede un calcio alla porta per aprirla ed entrammo. Ammassammo la spesa sopra il bancone. Neo era seduto sopra quest'ultima, con l'espressione di chi vorrebbe essere in qualsiasi altro posto piuttosto che lì, mentre mia mamma parlava di letteratura Neoclassica.

"Noi ci togliamo dai piedi, così puoi cucinare in santa pace" dissi, decidendo di salvare Neo malgrado l'espressione divertente che aveva sul viso.

"Okay! Sarà pronto a breve" disse mamma, voltandosi ad aiutare mio padre a disfare la spesa.

Afferrai la mano di Neo e lo trascinai su per le scale e dentro la mia camera. Vesper ci guardò sospettosamente da sotto il letto. Aprì le braccia nella sua direzione e lui saltò dritto tra di esse. Gli accarezzai il pelo affettuosamente.

"Maledico mio padre. Chi diavolo chiama i propri figli come il periodo Neoclassico?" disse Neo miseramente "Tutti credono che il mio nome è la mia passione. In realtà è solo quella di mio padre"

"Mia madre voleva solo fare conversazione su un qualcosa che pensava tu fossi ben informato." dissi scrollando le spalle "Le piace dare alle persone la possibilità di mostrare la propria conoscenza. Parlando di conoscenza, i miei genitori sanno di noi. Non diranno nulla ai tuoi"

"Bene," gemette "questa diventerà una di quelle cose dove tutti, ad eccezione di Donnie e i miei genitori, sapranno?"

"Probabilmente" dissi, sedendomi sul letto e lasciando che Vesper si rannicchiasse sulle mie gambe. Neo si sdraiò sul mio letto e sembrò particolarmente compiaciuto quando Vesper si spostò dalle mie gambe alla sua vita. Accarezzò il pelo del gatto e guardò in alto verso il soffitto.

"Donnie non starà all'oscuro di tutto per sempre" disse alla fine.

"Cosa farai quando lo scoprirà?" chiesi, sapendo che aveva ragione.

Neo fece spallucce "Sentirmi un amico di merda. Litigare con Donnie. Ascoltare 'Until The Day I Die'"

Mi sdraiai accanto a lui, lasciando che le mie dita gli accarezzassero il braccio "Posso occuparmene io, se vuoi"

"Sono un adulto. So risolvere i miei problemi da solo." disse con tono asciutto "Non ho bisogno di un ricca troia che corrompi i miei problemi"

Un sorriso mi increspò le labbra "Ti comporti come se Donnie si facesse corrompere da me. Non credo che dai molta fiducia al suo odio per me"

Lui si spostò, poggiando la testa sulla mia spalla. Mi voltai, baciandogli la fronte, mentre fra di noi cadeva il silenzio.

Se Donnie scoprisse di noi, sarebbe stato molto più che furioso con Neo. Non solo per avermi frequentato, ma anche per averglielo tenuto nascosto.

"Alexander" Neo mi stava guardando.

"Neo" dissi, alzando un sopracciglio.

"Tu e Bennett state litigando per colpa della nostra relazione?" chiese.

"Stiamo avendo un litigio Alexander-Bennett. Sistemeremo tutto" dissi sicuro. Se c'era una cosa su cui ero positivo era che non importava quello che facevo, quello che dicevo o quanti errori commettevo, Scott e Bennett non mi avrebbero mai abbandonato.

Cademmo di nuovo in un piacevole silenzio. Vesper fece le fusa, felice, quando Neo gli accarezzò le orecchie. La mia mano restò sul braccio di Neo e la sua testa restò sulla mia spalla, il nostro unico contatto.

"Ragazzi, a cena" ci chiamò mia madre, successivamente.

Restammo seduti per un minuto, prima di alzarci. Vesper balzò via da Neo e si arrampicò sulle mie spalle, le unghia affondate sulla mia maglietta.

Scendemmo le scale e ci sedemmo al tavolo. Mia mamma incrociò le braccia al petto quando si avvicinò, squadrando me e Vesper.

"Alexander Sullivan, sto per andare a prendere i tovaglioli e quando ritorno sarà meglio che quel gatto non sia sulle tue spalle e che stia lontano dal cibo" disse severamente, andando a prendere i tovaglioli.

Convinsi Vesper a togliersi dalle mie spalle e a saltare giù sul pavimento. Mi lanciò uno sguardo che sembrava volesse dire che per un pò non avrebbe perdonato il mio comportamento, prima di correre a cercare un posto dove raggomitolarsi.

"Alexander, fammi un favore e chiama Scott. Vedi quando sarà quel brunch a cui ci hanno invitato. Giuro sulla mia vita che non ricordo dov'è ho messo l'invito" disse mio padre mentre ci sedevamo.

Tirai fuori il mio cellulare e composi il numero di Scott. Squillò un paio di minuti e mi chiesi se fosse troppo pigro per rispondere. Poi però smise di squillare e la sua voce fece capolino.

"Cosa?" chiese pigramente.

"Mio padre vorrebbe saper-- aspetta, stai ascoltando Fireball?" chiesi.

"Tutti noi abbiamo delle passioni segrete." rispose "Ora, dubito che fosse questo quello che tuo padre voleva sapere. Arriva al punto. Ho stoppato 'Le regole del delitto perfetto' per risponderti"

"Aw, che dolce. Ti importa. Mio padre voleva sapere quand'è il brunch dei tuoi genitori" dissi.

"Chiediglielo a loro" rispose.

"Se riattacchi, non posso garantirti la sicurezza dei koala" dissi.

"Mi minacci sempre con i koala" affermò, e potei immaginare i suoi occhi socchiusi dalla rabbia.

"Ti invierò una foto di un koala ricoperto di glitter se mi dici il giorno del brunch" dissi.

"È martedì alle undici" mi rispose immediatamente.

"Grazie Scott" risposi e mi presi la libertà di riattaccare prima che lo facesse lui. Come promesso, gli inviai una foto di un koala ricoperto di glitter. Avevo un'intera collezione di foto di koala con l'unico scopo di corrompere Scott e farlo collaborare con me.

"Martedì alle undici" informai mio padre.

"Scott esiste davvero?" chiese Neo.

Feci spallucce "È facile andarci d'accordo, specialmente se sai le sue debolezze"

Neo scosse la testa "Quel ragazzo e i suoi dannati koala"

Mentre mangiavamo, i miei genitori incominciarono a parlarmi su come andava a scuola e con gli amici. Provarono davvero duramente a tenersi aggiornati sulla mia vita, ed io tralasciai facilmente il discorso su tutti i ragazzi che entravano ed uscivano nella mia vita.

Neo mi ascoltò, e anche se pensavo che probabilmente fosse annoiato, mi resi conto che stava prestando attenzione tanto quanto i miei genitori. Dovetti nascondere un sorriso mentre parlavo. Anche Neo stava cercando di mantenersi aggiornato sulla mia vita.

"Si sta facendo tardi" pronunciò Neo, lanciando un'occhiata veloce all'orologio.

"Ti riaccompagno a casa" risposi, visto che avevo già finito di mangiare.

"Grazie per la cena" disse ai miei genitori, alzandosi.

"Quando vuoi, Neo. È stato un piacere rivederti" disse mio padre con un sorriso.

Guidai il ragazzo verso la mia macchina e lui mi mise una mano in tasca, tirando fuori il telefono e collegandolo poi all'auto. Uscì dal vialetto mentre 'Set It Off' incominciò a suonare dagli autoparlanti.

"Sei sicuro che non lo diranno ai miei genitori?" chiese Neo, osservando fuori dal finestrino.

"Più che sicuro" risposi.

Lui sospirò e si sporse dal sedile "Credo che dovrei dirglielo, prima che lo scoprano in modo imbarazzante"

"Prenditi il tuo tempo" gli risposi.

"Per una ricca troia, i tuoi genitori non sono presuntuosi o negligenti. Dannazione, ecco che se ne va la mia teoria di te che ti prostituisci per l'amore che i tuoi genitori non ti hanno mai dato" affermò.

"Posso assicurarti che i miei genitori non mi hanno mai dato il tipo di amore che mi piace avere con gli uomini." dissi "Ma te l'avevo detto che non erano negligenti. Non è come se fossi stato cresciuto da un maggiordomo e una balia"

"Ed io che ero sicuro che ti avevo già inquadrato" disse con un sospiro.

"Tu come tutti gli altri. Vieni con me al brunch di martedì. I genitori di Scott lo trascineranno in giro a conoscere persone e Bennett è arrabbiato con me" spiegai.

"Posso venire?" chiese.

"Tuo padre probabilmente è invitato." dissi "E anche se non lo fosse, posso portare un ospite"

"Si, sicuro, immagino che andrò con te." rispose quando entrai nel suo vialetto "Il cibo gratis dei ricchi mi rende felice"

Mi chinai su di lui e lo baciai, la mia mano era contro il suo collo, portandolo più vicino a me. Era ancora un baciatore un pò goffo, ma stava migliorando.

"Ci vediamo" lo salutai.

"Ciao Alexander" rispose, uscendo dalla macchina e dirigendosi verso casa, lanciandomi un'ultima occhiata mentre chiudeva la porta.

Uscì dal suo vialetto, cambiando canzone mentre mi immettevo in carreggiata. La mia testa era un vortice di pensieri, oggi.

"Smettila di perdere tempo, penso che già qualcuno lo sa, qualcuno lo sa, perciò possono guardarmi esplodere, un altro pezzo di me è andato di nuovo. Non voglio che te ne vada, ma già lo so, si già lo so, forse è meglio andare, e tu puoi lasciarmi se è più facile" cantai insieme alla canzone.

Donnie avrebbe scoperto di noi in ogni caso e Neo glielo avrebbe detto ai suoi genitori prima o poi, e questo significava due problemi sulla nostra relazione. Neo era l'unico a poter decidere i risultati, perché quelle erano le sue battaglie, e c'erano solo due soluzioni.

La prima era che stava con me, mandando al diavolo gli amici e i genitori.

La seconda era che mi lasciava, lasciando così che alcuni frammenti di me andassero in frantumi una volta per tutte.

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Capitolo 15
*** The Show Must Go On (15) ***


"Alexander, sistemati i capelli" disse mio padre, lanciandomi un'occhiata mentre si sistemava la cravatta di fronte lo specchio.

Vagai giù per il corridoio fino al bagno, accendendo la luce. Grazie a Vesper i miei capelli erano completamente in disordine ed avevo dei peli di gatto sulle spalle. Sospirai, bagnando un pò le dita della mano e lisciandomi poi i capelli. Afferrai un levapelucchi e rimossi i peli di gatto dalla mia maglietta.

"Sei sicuro che non vuoi che veniamo con te per andare a prendere Neo? A noi va bene andare con una sola macchina" disse mio padre.

"No, se no faremo tardi. Tu e mamma andate avanti" risposi, agitando con noncuranza la mano.

C'eravamo presi il giorno libero dal lavoro e dalla scuola per andare al brunch degli Anderson. Ero vestito elegantemente con dei pantaloni, una camicia e una cravatta intorno al collo, poggiata contro il mio petto.

"Beh, cercate di non fare tardi." disse mamma, controllando l'orario "Ci incontreremo lì. Chiamami se non ci trovi. Guida con prudenza"

"Ci vediamo lì" risposi, prendendo le chiavi della macchina e uscendo da casa. Inviai un messaggio a Neo per fargli sapere che mi stavo dirigendo verso casa sua ed ero appena uscito dal vialetto.

Arrivai davanti il suo vialetto e gli inviai un altro messaggio con su scritto che ero arrivato. I suoi genitori andavano al brunch ma Neo aveva deciso di andarci con me. Aveva detto che non voleva sentire suo padre impazzire per gli Anderson e i suoi figli e su quanto si comportasse bene Scott e sul perchè Neo non poteva essere così educato e blah, blah, blah.

Il telefono mi vibrò per l'arrivo di un messaggio da Neo, dicendomi di entrare dentro. Uscì dalla macchina e mi avvicinai alla porta, suonando poi il campanello.

"Alexander Sullivan" disse sorpreso il Professor Bartosz.

"Professor Bartosz" dissi con un sorriso, chiedendomi perchè diavolo Neo mi avesse detto di entrare mentre c'erano ancora i suoi genitori in casa.

Neo apparì dietro suo padre "Oh papà, mi sono dimenticato di dirti che mi accompagnerà Neo al brunch. Adesso sono pappa e ciccia con lui e Steve"

"Chi è Steve?" chiese confuso il Professor Bartosz, facendo vagare il suo sguardo su di me e su Neo.

"Voleva dire Scott. Scott Anderson" chiarì.

"Vieni, aiutami a fare questa stupida cravatta. Faccio schifo nel farle" disse impazientemente, facendomi cenno di entrare in casa.

Regalai a suo padre un altro educato sorriso prima di seguire Neo nella sua stanza. Neo chiuse la porta e mi lanciò la cravatta, indicandosi poi il collo.

"Impiccami o fammi una cravatta decente. Mi stanno bene entrambe le opzioni" disse.

"Perchè sono a casa tua in questo momento quando ci sono ancora i tuoi genitori in casa?" chiesi.

"Perchè gli farò pensare che siamo amici. Se continuo a dire ogni giorno che sono a casa di Donnie, mio padre glielo ricorderà al ragazzo la prossima volta che lo incontrerà. E poi sarà un bel casino trovare una scusa per i miei genitori E per Donnie" disse.

Incominciai a fargli la cravatta "Perchè non dici che siamo tutti amici, perchè solo io e Scott?"

"Perchè odio Bennett" mi ricordò.

"Giusto, giusto." dissi, indietreggiando dopo avergli stretto la cravatta "Adesso sembri meno un senzatetto"

"Amo frequentare un pretenzioso stronzo" affermò.

"Amo frequentare un sarcastico stronzo" affermai.

Ci avvicinammo di qualche passo e le labbra si Neo furono sulle mie. Lo afferrai per la cravatta, portandolo più vicino al mio corpo. Lui mi mise le braccia intorno al collo e le mie mani andarono subito sulla sua schiena, tenendolo vicino a me. Le sue labbra erano più morbide rispetto alla prima volta che le avevo baciate ma erano ancora un pò screpolate, e per me era un qualcosa di piacevole e familiare.

"Neo, hai bisog-"

Professor Bartosz si interruppe e noi ci allontanammo l'uno dall'altro. Sua moglie era dietro di lui e i suoi occhi erano spalancati per la sorpresa.

Anche Neo li guardò sorpresi "Beh, credo che questo sia il momento giusto per dirvi che mi piacciono i ragazzi"

"Cosa..." suo padre sembrava non riuscire a trovare le parole.

"Okay, quando dicevo che ero pappa e ciccia con Alexander, in realtà volevo dire che ci stiamo frequentando." disse Neo "Ma, lo sapete, è stato un piccolo fraintendimento. E anche un lieve accenno di omissione. Parlando di questo, sono stato a casa sua, non in quella di Donnie"

Il Professore e sua moglie semplicemente osservarono il figlio.

"Oh, non ditelo a Donnie. Donnie odia Alexander." affermò Neo sistemandosi la cravatta "Se lo dite a Donnie o Clifton farete incavolare Alexander. E poi lui vi querelerà o assumerà un killer o qualsiasi altra cosa fanno le persone ricche quando sono incavolate"

"Non usare me per minacciare i tuoi genitori." dissi "E poi non conosco nessun killer"

"Davvero?" disse Neo, inclinando la testa di lato "Proprio nessun killer?" si voltò verso i due genitori "Beh, questo è estremamente imbarazzante. Adesso noi andiamo al brunch. Ci vediamo là!"

Neo afferrò la mia mano e mi strattonò via dai suoi genitori, correndo verso la mia macchina. Mi prese il telefono dalla tasca mentre io iniziavo a guidare, gli Anarbor cantavano mentre casa sua scompariva dalla vista.

"Quindi se vuoi far arrabbiare i tuoi genitori, esci con me per spaventarli, mostragli che sei cresciuto" per un paio di minuti la musica fu l'unico suono tra di noi.

Finalmente incominciai il discorso, abbassando il volume della musica "Quindi è stato..."

"Imbarazzante è un eufemismo." disse lui "Quindi non ti disturbare di dire che è stato imbarazzante. Gli parlerò staserà. Immagino che sia stato meglio che è successo in questo modo. E comunque, immaginavo sarebbe successo così. Adesso hanno del tempo per pensarci su. E, davvero, cosa hanno intenzione di fare? Dirmi che non posso più vederti? Mio padre è innamorato di te, Scott e Bennett. Pensa che voi siate dei ragazzi d'oro"

"Ragazzi d'oro?" inarcai un sopracciglio.

"Lo so, anch'io penso sia fuori di testa." rispose Neo facendo spallucce "Ma mio padre non sa della tua ossessione per il sesso. Pensa che tu e Scott siate perfetti e, anche se sa che Bennett sia un'inquietante bastardo, ama lo stesso il ragazzo"

"Potrei parlare con i tuoi genitori al posto tuo" dissi.

"Diavolo no. So gestirli." disse Neo, alzando i piedi e poggiandoli sul cruscotto "Andrà bene. Dubito che mi spruzzeranno addosso dell'acqua benedetta e mi malediranno per la mia sessualità"

"Se insisti" parcheggiai ed entrambi uscimmo dalla macchina, dirigendoci dentro il ristorante dove si teneva il brunch.

"Alexander" disse Scott, le sue spalle si abbassarono di sollievo.

"Dov'è seduto Bennett?" chiesi.

"Dubito che voglia vederti. È laggiù, vicino ai tuoi genitori" rispose Scott, facendomi cenno di seguirlo.

"I tuoi genitori ti stanno lanciando qua e là a conoscere nuove persone, huh?" dissi. I lineamenti facciali di Scott mi fecero capire che in quel momento voleva essere ovunque tranne che lì.

"Sto conoscendo almeno 723 nuove persone al minuto" disse, mentre ci avvicinavamo al tavolo dove Bennett era seduto, solo. Feci un cenno veloce ai miei genitori prima di sedermi di fronte a Bennett. Neo si sedette vicino a me.

"Sono sicuro che sopravviverai" risposi, dandogli una pacca sulla spalla.

"Fammi uscire da questo posto" disse Scott miseramente.

"Domani ti lascerò giocare con Link dopo la scuola" dissi.

"È ora di andare ad incontrare altre 723 nuove persone" disse, alzando di scatto la testa.

Suo padre lo chiamò e lui sospirò, alzandosi e dirigendosi verso di lui. Feci tornare la mia attenzione su Bennett.

"Alexander" disse.

"Si, sono io" risposi.

Bennett si alzò dal tavolo senza aggiungere un'altra sola parola e se ne andò. Lo guardai sparire e sospirai, scuotendo la testa.

"Che stronzo" disse Neo, alzando un sopracciglio.

"Gli passerà" dissi.

Bennett riapparì due minuti dopo con due bicchieri d'acqua in mano. Me ne porse uno mentre ritornava a sedersi.

"Grazie" disse Neo.

"Hai le gambe" rispose Bennett.

"Che straordinaria osservazione" rispose Neo, prendendo un sorso dalla mia cannuccia.

"I tuoi genitori lo sanno. Non ci vorrà molto affinchè lo scopra anche Donnie" disse Bennett.

Neo si strozzò con l'acqua "Come lo sai?"

"Perchè so le cose" rispose Bennett enigmatico.

"Hai parlato con i suoi genitori, vero?" cercai di indovinare.

"Sono appena arrivati. Glielo si legge nei visi." disse, prendendo un sorso dal suo bicchiere "Non puoi mantenerlo segreto. Credi davvero che Neo sceglierà te invece che Donnie quando questo scoprirà tutto?"

"Non comportarti come se conoscessi Neo" rispose Neo.

"Bennett, non qui" dissi, guardando intorno le varie persone che sorridevano, parlavano e passavano accanto al nostro tavolo.

"I segreti non restano segreti, Alexander. Tu più di tutti dovresti saperlo" affermò Bennett.

"Le cose vanno a rotoli e lo spettacolo continua. Questa è la vita." dissi facendo spallucce "Non sono preoccupato di Donnie. Lo scoprirà, ovvio. Ma ce ne occuperemo di questo quando accadrà"

"Questo è il perchè sono sempre a risolvere i tuoi casini" rispose Bennet seccato.

"Non pensavo fossi sua madre" rispose Neo.

Mi guardai intorno e vidi i genitori di Neo avvicinarsi ai miei. Mio padre si alzò per scuotere la mano del Professore, sorridendogli. Quando incominciarono a parlare però, la loro espressione cambiò e sapevo che il Professore avesse intavolato il discorso su me e Neo.

Mio padre guidò il Professore verso un luogo più tranquillo ed io rivolsi nuovamente la mia attenzione a Neo, che stava giocando con le posate, completamente annoiato.

"I nostri genitori stanno parlando di noi" lo informai.

"Bene. Forse tuo padre conosce un killer" rispose.

Roteai gli occhi e presi un sorso di acqua. Dopo un paio di minuti di silenzio imbarazzante e noia, la signora Anderson chiamò l'attenzione di tutti.

Lei e suo marito ringraziarono tutti gli invitati per essere venuti e fecero un breve discorso sul perché fossero stati invitati lì. Io ascoltai il discorso per metà, più concentrato a non ridere per Scott.

Era in piedi vicino i suoi genitori, un pò più indietro rispetto a loro. La cravatta era storta e i suoi capelli erano in disordine per quante volte aveva fatto correre la mano tra di essi. Puntò lo sguardo su un punto fisso, probabilmente sognando ad occhi aperti il mio cane. O i koala. O lui che coccolava il mio cane e i koala.

Quando gli Anderson finirono di parlare, tutti applaudirono. Le cameriere e i camerieri comparirono poco dopo e incominciarono a posare il cibo sui tavoli.

"Finalmente, stavo morendo di fame" disse Neo, afferrando la forchetta quando la cameriera posò sul tavolo il pasto.

Scott si avvicinò al nostro tavolo e si sedette vicino a Bennett. Quest'ultimo si spostò per fargli più spazio e chiese educatamente ad una cameriera che stava passando di portare del cibo anche per Scott.

"Odio questi eventi" annunciò Scott, scivolando sulla sua sedia.

"I tuoi genitori usano un sacco di paroloni" disse Neo, prendendo un morso del suo pancake e portandolo alla bocca.

"Lo so" Scott afferrò la forchetta quando la cameriera posò sul tavolo il suo cibo.

"Quindi, Steve, cosa ami di più? Link o i koala?" chiese Neo.

"Questo è come chiedermi quale braccio amo di più mentre tu ti prepari a tagliarmene uno" rispose lui.

"Io voglio Link" affermò Neo.

"Vuoi davvero dirlo adesso che ho quattro coltelli a disposizione?" chiese, indicando le posate.

"Alexander, salvami." disse terrorizzato Neo "Ho fatto arrabbiare l'amante dei koala"

"Sei tu ad aver trascinato su di te la sua ira" risposi, prendendo un morso del mio pancake.

"Che razza di fidanzato" borbottò Neo.

"Fino a quando non parlate di sesso, mi sta bene. Visto che lo fate sempre quando sto cercando di mangiare" disse Scott.

"Non abbiamo neanche fatto sesso" dissi, e il viso di Neo si riscaldò per l'imbarazzo.

"Ottima scelta" rispose Scott, mangiando il suo pasto.

Cademmo nel più totale silenzio mentre mangiavamo affamati. Sobbalzai leggermente quando qualcosa mi accarezzò la mano, poi mi resi conto che si trattava delle dita di Neo.

Presi la sua mano nella mia, le nostre dita incollate insieme sotto al tavolo. Lui non mi guardò, ma potei vedere lo stesso un leggero colorito fare ritorno sulle sue guance.

"Neo?"

Neo strizzò leggermente la stretta sulla mia mano mentre alzava lo sguardo su suo padre. Il Professore Bartosz forzò un sorriso.

"Ciao Bennett! Ciao Scott" disse lui.

"Ehi" salutò Scott, e grugnì quando ricevette una gomitata tra le costole.

"Buonasera Professor Bartosz" rispose educatamente al saluto Bennett.

"Neo, avanti. Tua madre ed io stiamo andando. Fra un'ora ho una classe" disse lui.

"Mi farò riaccompagnare a casa da Alexander" disse Neo.

"Vogliamo che ritorni a scuola per il resto della giornata." incominciò il Professore "Questo era il piano originale prima che tu ci informassi che saresti ritornato a casa con Alexander. E questo è il piano a cui ci atteneremo anche adesso. E adesso andiamo prima che tu perda altre ore di scuola o prima che mi faccia arrivare in ritardo a lavoro"

Neo si accigliò ma si alzò "Okay, va bene. Ma solo perché ho detto a Donnie che sarei ritornato" mi lasciò un'occhiata "Ci vediamo, idiota"

"Neo!" esclamò il Professore.

"L'ho chiamato in modi peggiori" Neo face spallucce e si allontanò da noi.

"Sono davvero dispiaciuto" si scusò il Professore, guardando Neo.

"Non fa nulla" risposi con un sospiro.

Il Professore mi guardò prima di correre dietro suo figlio. Sospirai e guardai in basso verso la mia mano. Era ancora calda grazie al calore della mano di Neo.

"Non è felice della vostra relazione" affermò Bennett.

"Grazie, avevo bisogno che qualcuno me lo facesse notare" risposi sarcastico.

"Ed ecco di nuovo delle vibrazioni negative." disse Scott "Forse questa volta tornerò indietro alla seconda media e canterò 'What Is Love' di NeverShoutNever"

"Non siamo divorziati, Scott" disse seccato Bennett.

"In realtà è come lo fossimo" dissi.

"I miei papà stanno litigando" affermò Scott, sospirando.

"Prescott" disse Bennett.

"Benny" disse Scott.

"Bene, la situazione sta per prendere una brutta piega. Vado a cercare mio padre. Credo sia dall'altra parte del ristorante" dissi, alzandomi.

"Siediti. Probabilmente starà parlando. Gli parlerai di Neo più tardi" disse Bennett.

"Voglio solo sapere di cosa hanno parlato mio padre e il Professore Bartosz" risposi, incominciando ad allontanarmi dal loro tavolo.

"James, siediti" dissi, e la sua voce era così seria che lo guardai sorpreso.

"Chi ha pisciato sul tuo pancake?" chiesi, ritornando a sedermi, riluttante.

"Tornerò subito. Voi state qui" disse Bennett alzandosi e allontanandosi.

"Non mi chiama mai James" affermai, guardandolo scomparire dietro l'angolo.

"Sei davvero un idiota" disse Scott.

"Cosa?" chiesi confuso.

"Jacob Chambers" rispose semplicemente Scott, prendendo un altro morso del suo pancake.

Impallidì "Jake? Jake Chambers è qui?"

"I miei genitori sono amici dei suoi. Tuo padre probabilmente starà parlando con loro. Prima ho visto Jake. E a quanto pare anche Bennett lo ha visto" rispose facendo spallucce.

"Grazie a dio non mi ha visto qui con Neo" affermai, strofinandomi le tempie.

"Bennett probabilmente lo ha tenuto lontano. Non lo so. Non mi immischio in queste cose" disse Scott "Non sapevo neanche che ci sarebbe stato anche lui. Probabilmente i miei genitori non me l'hanno detto apposta"

"Dannato Bennett" dissi. Però ero grato che mi stesse guardando le spalle nonostante fosse ancora arrabbiato con me.

"Senti, non mi interessa chi frequenti, con chi fai sesso, chi sposi o cose del genere. Ma penso che almeno dovresti considerare quello che ti dice Bennett. Se non perché di solito ha ragione su tutto, almeno fallo perché continua a lamentarsi con me e sta incominciando a darmi i nervi" disse Scott.

"Non è così facile. Penso che sto incominciando a..." mi bloccai. A cosa? Ad amarlo?

"Per me è troppo presto per ascoltare del vostro giovane amore." disse Scott "Cambiamo argomento. Parliamo di Link"

"Sei così idiota" dissi.

Bennett ritornò e si sedette nuovamente al nostro tavolo. Non parlammo di Jacob Chambers o Neo Bartosz. Semplicemente mangiammo e parlammo del test che avevamo affrontato questa settimana, di Arrow e dei protagonisti che lo interpretavano.

Mio padre successivamente mi si avvicinò "Alexander, posso parlarti un minuto?"

Annuì e mi alzai, seguendo mio padre verso un angolo tranquillo. Lui si guardò intorno, accertandosi che nessuno origliasse la loro conversazione.

"Ovviamente sai che i genitori di Neo sanno. Non-- non penso che ne siano molto felici. Alexander, dubito che ti dicano qualcosa su questo, ma se lo fanno--" sospirò e mi posò una mano sulla spalla, stringendo leggermente la presa "Non credo che siano comprensivi come alcune persone. Il Professore Bartosz non è stato cattivo su questo, ma non è sembrato molto felice di sapere che Neo uscisse con te"

"Non sono preoccupato" risposi.

"Ti voglio bene, Alexander" disse lui.

"Ti voglio bene anch'io, papà. È tutto sotto controllo." dissi, sperando che fosse vero "Non ti preoccupare"

"Ritorna dai tuoi amici" disse, la sua mano cadde al suo fianco.

Ritornai perciò al mio tavolo, sollevato che non avesse menzionato che Jake fosse lì. Mi sedetti con i miei amici, la mia mente vagava da un pensiero all'altro.

Il Professore Bartosz avrebbe provato a dividerci? Avrebbe detto della nostra relazione a Donnie e Clifton? Sarebbe stato cattivo con Neo per questo?

"Non vi rovinerà nulla." disse Bennett, leggendolo nella mente "Sarete voi stessi a rovinare tutto, quando Scott lo scoprirà"

"Mi concentrerò su quello dopo aver aver risolto la questione con i genitori di Neo" dissi.

"Buona fortuna, allora" mi schernì.

"Se Donnie ti uccide, posso avere Link e Vesper?" chiese Scott.

"Ti lascerò Link." risposi "Beh, forse"

"Me lo devi. Hai minacciato i koala" mi ricordò.

"Okay, va bene. Ti lascerò Link. Ma Neo avrà Vesper" annunciai.

"Bene, posso sopportarlo." rispose Scott "Spero ti uccida presto"

"Che buon amico che sei" dissi ironico.

"Scott ha ragione, comunque. Il tuo segreto verrà scoperto molto presto"

"Sì, lo so." risposi, alzandomi "Adesso vado" prima che Jake mi trovi e peggiori ancora di più la situazione.

Salutai i miei amici e me ne andai, salendo in macchina e guidando lontano da quel posto. Alzai il volume della musica per coprire il rumore dei miei pensieri. Forse Neo avrebbe dovuto dirglielo a Donnie, prima che quest'ultimo lo scoprisse da sé. A questo punto non ci sarebbe voluto molto, prima che tutti venissero a conoscenza della nostra relazione. E poi, le cose si sarebbero fatte interessanti.
 

 

_____________

Questo capitolo doveva essere pubblicato un giorno fa, ovviamente però mi si è cancellato tutto quindi ho dovuto riscriverlo :))

Vi informo che purtroppo da adesso gli aggiornamenti saranno più lenti (più del solito, lol) perché a luglio sarò super impegnata-- ho deciso di fare l'animatrice al grest e non so davvero cosa aspettarmi (ne sono anche un pò terrorizzata, crepo) e poi a fine luglio mi aspetta una vacanza in Sardegna, sia lodato il dio del cioccolato (?)-- quindi perdonatemi. Vi autorizzo a imprecare contro di me. Ricordate solo che vi voglio bene...tanto...quindi magari, uhm, evitate di farlo. Grazie. Ahahah

Anyway, dopo avervi raccontato i miei cazzi, che sicuramente a nessuno interessano, passiamo al capitolo.

Secondo voi questo Jake entrerà in scena per mettere casino tra la coppia? E i genitori di Neo--poverini, sono stati traumatizzati, lol-- accetteranno l'omosessualità del figlio o no?

Dai che sono curiosa di sapere la vostra opinionee :)

Ciao bella gente♥

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Capitolo 16
*** The Show Must Go On (16) ***


"Vesper, basta" mi lamentai, voltandomi. Vesper però continuò a darmi delle zampate in viso.

"Meow" rispose, dandomi un graffio particolarmente forte.

"Ow!" esclamai, girandomi completamente e lanciandolo lontano da me. Mi toccai il viso e allontanai le dita, trovando su di esse del sangue "Che diavolo, Vesper. Basta, ti regalerò a Neo"

Vesper saltò nuovamente su di me "Meow!"

Lo presi e gli afferrai le zampe "Smettila!"

Ascoltai e capì perchè era così irrequieto. Potevo sentire vagamente il rumore del segnale acustico della lavastoviglie, e quel suono aveva terrorizzato Vesper sin da quando era un micio.

"Non posso crederci che mi hai graffiato il viso per colpa della lavastoviglie" dissi, sistemandolo sopra il letto e alzandomi da quest'ultimo.

Mi diressi giù per le scale ed aprì la lavastoviglie per far si che il segnale acustico smettesse. Lo chiusi, in modo che Vesper non ci strisciasse dentro. Mancavano ancora due ore per andare a scuola.

Link scodinzolò verso di me, sbattendo la testa contro il mio braccio e leccandomi la mano. Gli accarezzai il pelo per poi prendere una tazza e una scatola di Cheerios. Tanto valeva mangiare, visto che ero già sveglio.

Mi sedetti con i miei cereali, porgendone una manciata a Link. Vesper saltò sul tavolo, rannicchiandosi di fronte a me.

"Oh, adesso vuoi che siamo amici?" inarcai un sopracciglio.

"Meow" miagolò, osservandomi.

Finì di mangiare e salì le scale, andandomi a vestire. Avevo così tanto tempo prima di andare a scuola che non sapevo cosa fare.

Ammirai il mio nuovo taglio allo specchio, passandoci una mano e sussultando. Bene, Vesper aveva fatto davvero un buon lavoro.

"Grazie Vesper" mormorai, lasciando il bagno e sedendomi sul bordo del mio letto.

Tirai fuori il cellulare e composi un numero familiare. Lo portai poi all'orecchio e aspettai mentre squillava.

"Sarà meglio che sia una questione di vita o di morte. La mia sveglia non suonerà per ancora un'altra ora" borbottò la voce assonnata dell'altro capo.

"Il mio gatto mi ha svegliato strappandomi metà faccia. Ti verrò a prendere tra poco" dissi.

"Alexander," la sua voce era un insieme di stanchezza, lamento e sconfitta "non bussare alla porta. Se no sveglierai i miei genitori"

"Sarò lì tra un paio di minuti. Fatti trovare pronto" dissi e riattaccai. Afferrai il mio zaino, diedi ai miei animali domestici dell'acqua fresca e del cibo per poi dirigermi verso la mia auto.

In macchina risuonavano i Manchester Orchestra mentre guidavo. Era ancora buio fuori, il cielo incominciava a diventare più chiaro, con la promessa di far sorgere il sole.

"Quindi dal tetto, lei volerà, quindici piedi lungo il lato della casa dove una volta era felice" cantò la musica.

Entrai nel vialetto, i fari della macchina illuminavano la figura che stava fuori di casa, con le braccia avvolte intorno al suo corpo. La sua borsa era messa malamente sulla spalla mentre si muoveva verso di me, entrando in macchina.

"Non hai chiamato Neo" disse Scott, chiudendo la portiera.

"Non volevo svegliarlo" risposi, uscendo dal vialetto di casa sua.

"Quanto sono fortunato." rispose lui, strizzando gli occhi verso di me "Vesper era arrabbiato. Meglio dare i tuoi animali a me"

"Non avrai il mio cane. O il mio gatto" dissi duramente.

Scott fece spallucce e alzò il volume della musica. Guidammo in un confortante silenzio verso la scuola superiore. Parcheggiai ed uscimmo fuori, salendo lungo la collina che portava all'edificio. Ci sedemmo sulla cima, l'erba ancora bagnata.

"Sta finendo" disse Scott, poggiando i gomiti sull'erba e guardando il cielo diventare sempre più chiaro. Il sole stava incominciando a sorgere.

"La notte?" chiesi.

Lui scosse la testa "Il liceo. Cosa vuoi fare dopo la scuola?"

"L'Università." risposi "Lo sai che sono stato ammesso a quella migliore"

"No. Non dove vuoi andare. Cosa vuoi fare" disse.

Cademmo in silenzio per un paio di minuti "Non lo so" dissi alla fine.

"Andrai all'Università, continuerai a comportarti da puttana?" disse.

"Non si tratta di questo. Io...io voglio stare in una relazione con Neo. Lo voglio davvero" risposi onestamente.

"Donnie? Clifton?" chiese lui.

"Continuerò a fare il viziato bastardo che tutti pensano che io sia, sperando che Neo preferirà me invece che gli altri" risposi. Il sole stava incominciando a fare la sua comparsa in mezzo agli alberi.

"E Bennett?" chiese.

"Gli passerà tutto, dopo che il problema di Donnie e Clifton sarà risolto" risposi. Mi abbracciai le gambe al petto, guardando il sole mentre lentamente incominciava a sollevarsi dalla cima degli alberi.

"Quindi, sei innamorato di Neo" affermò Scott.

"Credo di si" feci correre una mano tra i capelli, togliendo dal viso delle ciocche di capelli bionde.

Alzò uno dei suoi gomiti e pigramente mi colpì il braccio, facendo cadere dei fili d'erba sul mio braccio "Buona fortuna, allora"

Cademmo poi in un piacevole silenzio mentre guardavamo il sole diventare sempre più alto in cielo. Dopo un pò, delle macchine incominciarono ad entrare nel parcheggio e noi senza dire una parola ci alzammo, dirigendoci nella porta sul retro della scuola.

Prima di prendere le pillole per dormire, ero solito chiamare Scott quando non riuscivo a dormire, poi ci sedevamo vicino la scuola a vedere il sole sorgere, parlando o stando in silenzio. Solo quando il sole era alto ed era ora di andare, fingevamo che niente fosse successo.

I miei occhi si posarono su Neo quando entrò nell'atrio un paio di minuti dopo. Sembrava assonnato e triste mentre metteva la combinazione del suo armadietto e lo apriva.

Mi avvicinai e "Neo" lo salutai, facendolo sobbalzare.

"Niente rende un ragazzo più sveglio come un attacco cardiaco" affermò, lanciando il suo quaderno nell'armadietto e cercando poi qualcos'altro al suo interno.

"Cosa hanno detto i tuoi genitori?" chiesi.

"Oh, abbiamo avuto un'amorevole chiacchierata. Ma che importa. Ci lasceranno in pace. Non hanno ancora del tutto accettata questa cosa, ma hanno reagito meglio di quanto mi aspettassi" disse facendo spallucce.

"Puoi venire lo stesso da me?" chiesi.

"Beh, sono un adulto. Non ho intenzione di chiedere il permesso. Oltretutto loro sono sempre al lavoro fino all'ora di cena" disse, raddrizzandosi e mettendo una manciata di fogli spiegazzati nello zaino. Chiuse l'armadietto con un calcio e si voltò a guardarmi.

Vidi con la coda dell'occhio Donnie. Osservò il mio viso ferito e un sorrisetto gli curvò gli angoli della bocca. Clifton era accanto a lui.

"Vesper?" cercò di indovinare. Quando annuì, lui rise "Perfino il tuo gatto ti si è rivoltato contro"

"Era spaventato" dissi, toccandomi i tagli sul viso.

"Amo quel gatto" disse Neo con un sospiro sognante, ammirando il mio viso pieno di tagli.

"Scommetto che il tuo culo ha un aspetto peggiore, Donnie" disse.

Lui arrossì furiosamente "Fottiti pervertito. Forse semplicemente non riuscivi a gestire tutto me"

"Dannazione, devo trovarmi un nuovo amico" il sospiro di Scott mi arrivò vicino all'orecchio. Guardai oltre la mia spalla, incontrando i suoi occhi "Bennett ci sta cercando"

"Ci vediamo dopo" dissi con un ghigno, allontanandomi da lui e dai suoi amici.

Ci incontrammo con Bennett e insieme ci dirigemmo in classe. La giornata proseguì dolorosamente lenta, ma quando finalmente l'ultima campanella suonò, un esplosione di energia avvampò in me e balzai su dalla sedia, diretto verso l'armadietto.

Scambiai i libri e chiusi l'armadietto. Qualcuno mi afferrò per un braccio e mi trascinò nello spogliatoio.

"Neo?" dissi, voltandomi verso di lui "Era necessario?"

"Estremamente." rispose lui "Aspetteremo qui finché Donnie e Clifton non se ne andranno. O fino a quando l'umanità non si estingua e io non debba preoccuparmi che qualcuno mi veda con te. Ho una reputazione da mantenere, lo sai"

"Oh, immagino." mi sedetti in una panchina. Neo si rilassò contro il muro, incrociando le braccia al petto. Potevo sentire i suoi occhi su di me.

"Alexander-" alzai lo sguardo su di lui, e lui lo distolse dal mio "Uh, non importa"

"Cosa?" chiesi.

"Niente" giocherellò con l'estremità della sua manica.

Non ci diedi molto peso. Restammo in silenzio fino a quando Neo si spinse dal muro e mi fece cenno di seguirmi.

Cercai la sua mano, ma lui si allungò verso di me e mi morse la spalla, guardandomi "Potrebbero esserci ancora persone, lì fuori" disse, lasciandomi poi la spalla.

"Non mi importa" dissi, cercando nuovamente la sua mano e sospirando quando mi morse il braccio.

"Mi importa" rispose, schiaffeggiandomi la mano e uscendo dallo spogliatoio.

Lo seguì nel corridoio quasi deserto. Scendemmo nel parcheggio ed entrammo nella mia macchina, Neo afferrando il mio telefono mentre accendevo la macchina.

"Scelta interessante" dissi, mentre uscivo dal parcheggio, inarcando un sopracciglio quando iniziò la canzone.

"*" la canzone cantò.

"Sei l'unico ad averla sul telefono" disse.

"Probabilmente hai ragione" risposi.

La nostra guida fu silenziosa, a parte per la musica. Entrai nel vialetto e poi uscimmo dalla macchina, dirigendoci dentro casa.
Salutai Link e diedi un colpetto all'orecchio di Vesper quando questo tentò di aggrapparsi sulle mie spalle.

"Aw, gattino! È così cattivo con te" disse Neo, sollevandolo tra le sue braccia "Come tuo nuovo padrone, sarò carino con te"

"Mi ha rovinato la faccia" dissi.

Neo mi guardò i tagli e sghignazzò "Il Karma è uno stronzo. Uno stronzo chiamato Vesper"

"Stupida lavastoviglie" borbottai, gettando lo zaino sul tavolo.

Neo posò Vesper e si avvicinò a me. Avvolse le braccia intorno alla mia vita. Sollevai la mano, accarezzandogli dolcemente la guancia. Mi baciò, in modo nervoso ed esitante.

"Cosa c'è?" chiesi dopo esserci allontanati dal bacio.

"Riderai." disse sospirando "O mi dirai che sono un cliché. O-- o forse riderò e dirò a me stesso che sono un cliché"

"Sputa il rospo" risposi curioso.

"Sono pronto" mormorò.

"Pronto?" chiesi confuso.

Agganciò i pollici nei miei jeans, facendomi scontrare con il suo corpo, e mi baciò. Ricambiai il bacio, portando una mano sulla sua nuca.

"Oh" sussurrai contro le sue labbra.

"Oh." disse "Merda, amico. Spero tu non abbia nessuna malattia sessualmente trasmissibile"

"Sono pulito." lo baciai "Lo giuro"

 

Gli presi la mano, guidandolo fuori dalla cucina e trascinandolo verso la mia camera. Chiusi la porta, chiudendola a chiave in modo che Link non l'aprisse e lasciasse che il mio gatto pervertito entrasse.

Subito dopo, le labbra di Neo erano sulle mie. Mi spinse verso il suo letto e ci lasciammo cadere insieme su di esso.

La sua lingua scivolò nella mia bocca, e potevo sentire dai suoi baci e dai suoi tocchi che era veramente pronto per questo. C'era solo un battito nervoso in tutto il suo corpo, nessuna esitazione oramai.

Lasciai che Neo prendesse il controllo. Sarei stato al gioco con qualsiasi cosa lui si sentisse a suo agio. I nostri baci diventarono più intensi, i nostri corpi premuti insieme, le sue mani che mi cercavano.

"Donnie ti ha scopato." farfugliò contro la mia bocca "Voglio che tu-- lo sai--" arrossì e riprese a baciarmi passionalmente "Ma solo questa volta" aggiunse, e poi mi baciò prima che potessi rispondergli.

Le sua mani erano fredde contro la mia pelle mentre le faceva scivolare sotto la maglietta. Lo aiutai a toglierla su per la mia testa e a gettarla sul pavimento. Insieme cercammo di togliere i miei jeans, riprendendo poi a sbaciucchiarci.

I libri e i film lo facevano sembrare sempre cose se andasse tutto lentamente. Ma nella vita reale? I nostri vestiti vennero via velocemente, le nostre mani erano ovunque, le nostre labbra si incontravano furiosamente. Cambiai posizione, Neo emetteva dei gemiti sotto il mio tocco. Il tempo sembrava irrilevante mentre i nostri corpi si scontravano, noi due gemevamo ed eravamo solo Neo e Alexander, ed ero così innamorato di lui. Era diverso da tutte le altre persone con cui ero stato. Non ero stato solo preso da un'incontenibile lussuria. Amavo davvero Neo, e questo prese tutta la forza che avevo per mordermi la lingua e non far uscire quelle parole dalla bocca, mentre il mio corpo parlava per me.

***

Baciai la testa di Neo sul mio petto. Le mie dita tracciavano un leggero percorso su e giù per il suo braccio, avvolto pigramente intorno a lui.

"Come può piacere alle persone?" esclamò.

"La prima volta fa schifo. È sempre dolorosa" lo baciai.

"Il ragazzo con cui hai perso la verginità-- ecco, è stato nella tua stanza?" chiese.

Annuì "Stavano passando del tempo qui. È semplicemente-- successo e basta"

"Eri pronto?" chiese, posando una mano sul mio stomaco.

"No," risposi, scuotendo la testa "per niente. Gli avevo detto che non ero pronto, ma a lui non importava"

"Alexander," gli occhi di Neo si spalancarono.

"So quello che stai per dirmi, ma ero troppo giovane e stupido. Non lascerei che accadesse di nuovo. Pensavo che quello era il modo in cui funzionavano le relazioni." sollevai lo sguardo sul mio soffitto "Jake Chambers. Siamo restati insieme per un pò dopo quello. Una volta che era tutto finito-- intendo la prima volta che abbiamo fatto sesso-- credo che non mi importava più. Realizzai che non era tutta quella gran cosa che le persone lo facevano sembrare. Era solo sesso." feci spallucce "Non provo vergogna a dire che mi piace"

"Sei un bel soggetto" borbottò Neo "Ma capisco quello che intendi" strofinò la testa contro il mio petto ed io mi abbassai, baciandogli i capelli.

Giocai un pò con questi. I suoi occhi erano chiusi ma sapevo che era ancora sveglio.

"Alexander" disse dopo un paio di minuti.

"Hm" lo guardai.

"Non prenderti gioco di Donnie. Non usare la tua vita sessuale e la vostra relazione come arma." disse "Oppure ti morderò dove so che non vuoi che ti morda"

"Affare fatto" dissi, sapendo che parlava sul serio.

Il suo telefono vibrò e lo cercò di fianco al letto, prendendolo poi dalla tasca dei jeans. Lo sbloccò e guardò il messaggio, sospirando.

"Mia mamma mi vuole a casa per cena" disse alzandosi. Strisciò fuori dal letto e si rivestì. Lo copiai, sistemandomi i capelli con le dita.

Anche Neo si diede un'occhiata allo specchio, per assicurarsi che non sembrasse come se avesse appena fatto sesso. Annuì di approvazione e aprì la porta della mia stanza, dove il mio gatto pervertivo era accovacciato.

"Gattino, è l'ora di ritornare a casa" disse Neo, raccogliendo Vesper fra le sue braccia.

"No," dissi severamente, prendendo Vesper dalle sue braccia "Può avermi ferito il viso, ma rimane sempre il mio gatto"

"Stronzo" disse facendo il broncio.

Scesi con lui le scale, posando giù Vesper e uscendo di casa con Neo a seguito. Entrammo in macchina e guidai verso casa sua mentre la musica risuonava dalle casse.

Entrai nel suo vialetto e mi chinai su di lui, baciandolo. Lui aprì la portiera e mi guardò nuovamente.

"Ci vediamo domani" disse, con un accenno di un sorriso. Poi chiuse la portiera e si affrettò ad entrare in casa.

Guidai verso casa e salì in camera mia. Sprofondai sul letto e Vesper saltò sul mio grembo, accovacciandosi comodamente su di esso. Link apparì ai piedi del letto e poggiò la testa sulle mie gambe.

Ricordavo la prima volta che Scott e Bennett scoprirono che avevo perso la verginità con Jake. Potevo ricordare il momento in cui realizzarono che non ero pronto.

Ma quello era il passato. Chiusi gli occhi, lasciando che la mia mano affondasse sul pelo caldo di Vesper. Quello che era accaduto con Jake non mi caratterizzava. A stento influenzava la mia vita, oramai.

Neo. Neo era nella mia vita, adesso. Ed ero più maturo e intelligente. Sapevo quali fossero i miei sentimenti. Sapevo che ero pronto, e sapevo che Neo sarebbe valso il rischio di perderlo quando i suoi amici avrebbero scoperto tutto.

 

______________

VEDO LA LUCE! SÌ, È UN MIRAGGIO!!

NO. È tutto vero, ho semplicemente aggiornato u.u

Anyway, Neo e Alexander hanno finalmente fatto qualcosa. Quel qualcosa wooh!

Non eravate pronti eh! Vi capisco, nemmeno io...

Vi ricordo che ho scritto una storia a cui tengo molto (sì, è stupido i know). Si chiama 'The Guardian angel' con protagonista men che meno Zayn Malik!

((Amo quell'uomo, se non si era capito))

Gli aggiornamenti lì sono più veloci e regolari, giuro!

Comunque, a voi i commenti su questo lungo capitolo, mi piacerebbe tanto sapere qual'è stata la vostra parte preferita!

La mia è stata quella in cui Alexander e Scott hanno passato del tempo insieme, da soli, ad osservare il sole che sorge *^*

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Capitolo 17
*** The Show Must Go On (17) ***


Non so neanche come scusarmi perchè sono imperdonabile, davvero.

Il fatto è che oltre i vari impegni, ho perso interesse nel tradurre la storia e quindi in pratica lo sto facendo solo per VOI. So cosa significa seguire una storia per poi restarci di merda quando l'autrice scrive 'non ho più l'ispirazione' o 'non mi piace più' quindi...AMATEVI.

AHAHAH no scherzo, spero solo che possiate capirmi >.<

Mi raccomando, fatemi vedere che avete apprezzato il ritorno di The Show Must Go On!!

E niente, spero che non abbiate perso l'interesse per la storia per colpa mia e che non ce l'abbiate così tanto con me.

In fondo vi amo, non potete tenere il muso con me :c

 

_________________

 

"Bennett" dissi, andando da lui il giorno dopo.

"Alexander" rispose lui, posando un libro dentro l'armadietto "Questa relazione ti ha preso troppo. Sesso con Neo Bartosz?"

"Come diavolo lo sai?" chiesi.

"Dal modo in cui camminava stamattina." rispose chiudendo l'armadietto "Spera che Donnie non lo capisca"

"La camminata della vergogna" dissi sospirando.

"Andrà a finire male. Ma tu questo già lo sai"

"Grazie per l'approvazione," mi guardai intorno "Dov'è Scott?"

"È in ritardo. C'era anche bisogno di chiederlo?" alzò un sopracciglio.

Guardai verso l'armadietto di Neo. Lui era accovacciato a terra in modo imbarazzante mentre guardava intensamente un pezzo di carta accartocciata. Sospirò e lo rimise dentro l'armadietto, tirando fuori un altro pezzo di carta stropicciata e dandogli una sbirciata. Sembrando soddisfatto, lo mise dentro il suo zaino e si rialzò in piedi.

Donnie gli si avvicinò e i due si misero a parlare amichevolmente. Poi si unì a loro anche Clifton, dicendo loro qualcosa che li fece ridere.

"Smettila di fissare prima che lo notino"

"Bennett, sono stanco di tutto questo." dissi, afferrandolo per un braccio quando mi passò accanto "Sono felice. Solo perché sei paranoico non significa che devi rovinare la MIA felicità"

"Adesso sei felice. Non lo saresti se le cose andassero male" disse lanciandomi un'occhiataccia.

"Questa è la vita. Si corrono dei rischi e si affrontano le conseguenze." risposi ritornandogli l'occhiataccia "Smettila di rovinare tutto. Sono innamorato di Neo. Io...merda, io lo amo. Non è affar tuo prima di tutto, quindi se non sei felice per me chiudi quella dannata bocca. Stai incominciando a farmi incazzare"

"James," incominciò "quando tu e Jake avete incominciato a frequentarvi te l'avevo detto che non mi fidavo di lui. Te l'avevo detto. E quando tu hai uscito fuori la carta del 'oh, ma sono felice', me ne sono stato zitto. E poi lui ti ha obbligato a fare sesso con lui, ti ha manipolato emotivamente e quando ti ha mollato, ti ha strappato il cuore dal petto come se fosse stato di sua proprietà. Se quella non era una lezione sull'imparare ad ascoltarmi allora sei uno stupido, e non proverò compassione per te"

"Alexander!"

Cercai di reprimere la rabbia quando mi voltai verso Donnie. "Cosa?" sforzai di far apparire normale la mia voce.

"Ti ho visto fissare Neo" disse incrociando le braccia al petto e lanciandomi un'occhiataccia. Così tante l'occhiatacce di mattina presto.

"È carino," risposi "e quindi?"

"Ti ho ripetuto più volte di stare lontano da lui e tu continui a non ascoltarmi. O lo lasci in pace o ti rovinerò la tua dannata reputazione. So delle cose su di te, Alexander"

"E noi sappiamo cose su di te quindi, prima di minacciare Alexander, forse dovresti chiediti se la sua reputazione ne valga la pena" rispose Bennett, il suo umore già pessimo per la nostra conversazione.

Donnie rise "Non ho paura di te, Bennett"

Decisamente la cosa più sbagliata da dire ad un Bennett arrabbiato.

Bennett gli si avvicinò, raddrizzandosi e sovrastando Donnie, nonostante la loro altezza fosse quasi identica. Donnie lo guardò un pò nervoso, realizzando solo adesso il suo errore.

"Sono sicuro che a tua madre farebbe piacere sapere che tuo padre ha scopato la sua collega"

La bocca di Donnie si spalancò all'inverosimile "Questo...questo non è vero! Mio padre non è un cazzo di traditore"

"Katy Franklin," rispose lui "tuo padre ha una relazione con lei da tre anni. E tu lo sapevi. Solo lo tenevi al segreto dalla tua mammina"

"Sei malato," Donnie battibeccò "Il matrimonio dei miei genitori non è un gioco!"

"Bennett" lo chiamai, percependo lo scoppio di una rissa "Bennett andiamo amico, dacci un taglio"

"No, non osare dirgli di darci un taglio! So cosa stai facendo, Alexander! Non posso crederci! Ti assicuri che il tuo stupido amico sappia i miei segreti più oscuri in modo da potermi controllare anche se non stiamo insieme!" esplose Donnie, sbattendomi violentemente contro l'armadietto "Tutti sono solo delle pedine per te! Solo qualcosa da tenere sotto controllo!" mi afferrò per la maglietta, mettendomi facci a faccia con lui "Sei il più grande errore della mia vita. Ti odio"

"Se lo colpisci, faresti meglio a compilare tu stesso i documenti del divorzio dei tuoi genitori" disse freddamente Bennett.

Donnie riluttante mi lasciò andare "Tu stai male, Alexander. Spero che il karma ti si ritorca contro. Vorrei farlo io stesso ma la troietta al tuo fianco gioca sporco"

Diede una spallata a Bennett mentre gli passava accanto, percorrendo infuriato il corridoio e scomparendo dalla mia vista. Lanciai un'occhiata a Neo e potei affermare con abbastanza sicurezza che ci stava guardando sospettosamente. Scosse leggermente la testa prima di afferrare il braccio di Clifton e andare a cercare Donnie.

Bennett mi lanciò un'altra occhiataccia prima di andarsene. Io mi appoggiai contro gli armadietti e in preda alla frustrazione mi passai una mano tra i capelli.

"Cosa mi sono perso?" chiese Scott avvicinandosi a me.

Sospirai e gli raccontai cosa era successo. Lui ascoltò con indifferenza, per niente colpito da quegli avvenimenti.

"Bennett si calmerà. Andiamo in classe" rispose quando suonò la campanella.

Ci dirigemmo nella nostra aula e il giorno passò lentamente fino all'ora di pranzo. Andai al mio armadietto e sospirai.

"Tu. Vieni con me, adesso" disse Neo, spingendomi dal mio armadietto e camminando diretto verso gli spogliatoi.

Io lo seguì. Neo chiuse la porta e controllò l'interno per vedere se ci fosse qualcuno prima di voltarsi e affrontarmi.

"Che diavolo, Alexander?" domandò.

"Che ti è successo?" chiesi sorpreso. Aveva un livido sulla guancia e un taglio sul labbro inferiore.

"Una rissa, ieri. Non cambiare argomento. Perché diavolo hai minacciato i genitori di Donnie?" mi guardò con impazienza.

"Non ho minacciato i genitori di Donnie! Bennett lo ha fatto," chiarì "Ascolta, Bennett trova sempre qualcosa che riguarda i miei ex fidanzati. È una sorta di...assicurazione. Per essere sicuri che non causino problemi"

"Quindi che tipo di 'assicurazione' hai su di me?" disse con amarezza.

"Nessuna," dissi sorpreso "non avevo intenzione di rompere con te"

"Faresti meglio" borbottò.

Mi avvicinai a lui, prendendolo per il mento e obbligandolo a guardarmi "Non ho intenzione di lasciarti. Non sei un divertimento. Ti amo, Neo"

Si morse forte il labbro. Poi nascose il viso sulla mia spalla "Se provi un'altra sola volta a minacciare il mio migliore amico, ti morderò così forte che quando avrò finito ti serviranno dei nuovi arti"

Lo abbracciai "Mi dispiace. Bennett era arrabbiato a causa mia. Di solito non fa queste cose"

"Hai detto che mi ami" mormorò.

"Ed è vero" dissi, baciandolo.

"Ti amo" disse lui, circondando la mia vita con le sue braccia "per qualche strana ragione"

Il mio stomaco brontolò e sospirai "Il pranzo chiama. Ci vediamo dopo" lo baciai di nuovo prima di uscire dallo spogliatoio.

Mi sedetti con Bennett e Scott. Bennett gli stava raccontando una storia su un amico di suo padre, e non alzò lo sguardo o si fermò quando mi sedetti al loro tavolo.

"Odio i pranzi imbarazzanti" affermò Scott, mangiando una patatina.

"Predicando al gruppo" rispose Bennett.

"Non fare l'innocente, è per entrambi" disse Scott alzando un sopracciglio "Ma non sono parte di tutto questo. Risolvetevela da sola" si poggiò sulla sedia con indifferenza.

"Aaron Foose" pronunciò Bennett.

"Cosa?" chiesi confuso.

"È il ragazzo con cui Neo ha fatto a botte. Ho pensato che mi avresti chiesto di scoprirlo." disse "Te l'avevo detto che Neo entrava in un sacco di risse. È successo ieri. Aaron lo ha fatto incazzare chiamandolo 'frocio', Neo lo ha morso, Aaron lo ha colpito, è scoppiata una rissa. È stato il fratello di Aaron a dividerli"

"Dannazione Neo" dissi con un sospiro.

Bennett fece spallucce e continuò a mangiare il suo pranzo. Lo copiai e i tre di noi cademmo nel silenzio.

Continuai a sbirciare il tavolo di Neo. Donnie sembrava ancora incazzato mentre fissava il cibo nel suo piatto. Clifton gli parlava e Donnie ogni tanto annuiva. Neo era seduto in silenzio, fissando il muro con assenza mentre mangiava.

Sospirai mentalmente, sperando che Neo non fosse troppo arrabbiato con me per quello che era successo stamattina. Mi obbligai a smettere di guardarlo prima che Bennett se ne fosse accorto. L'ultima cosa che volevo era che Donnie facesse una scena in mensa.

Il resto del pranzo passò in silenzio. Quando suonò la campanella ci dirigemmo in classe, la mia mente era affollata di pensieri su Neo. Quasi non vidi nemmeno le occhiatacce che Donnie mi aveva lanciato per tutta l'ora di lezione che avevamo avuto insieme.

Quando la giornata finì, mi diressi agli spogliatoi e mi sedetti sulla panchina. Neo arrivò un paio di minuti dopo e si sedette accanto a me, non dicendo una parola. Poggiò la sua mano sopra la mia, fissando come me il pavimento.

Dopo un paio di lunghi minuti, lo guardai e "Pronto per andare?" gli chiesi.

"Sono ancora arrabbiato" rispose lui.

"Mi dispiace" gli baciai la guancia.

"Lo sarai quando arriveremo a casa tua" rispose, facendomi alzare.

***


Pigramente alzai lo sguardo quando sentì il rumore di qualcosa che graffiava la porta. Gli artigli di Vesper affondavano indisturbati contro la porta chiusa della mia stanza.

"Il tuo gatto è pervertito" affermò Neo, accucciandosi al mio fianco.

"Ne sono consapevole" gli baciai la fronte.

"Quindi cosa farai se i tuoi genitori faranno una delle loro 'sorpresa, siamo a casa!' mentre fai le tue cose da sporcaccione?" chiese Neo.

"Non è mai successo. Sono abbastanza bravo a capire quando hanno intenzione di ritornare a casa" risposi. Lo strinsi a me e gli baciai la mascella.

"Spero che il culo ti faccia male" borbottò, baciandomi.

Ridacchiai "Abbiamo un porcellino qui"

Lui arrossì "Non lo sono!"

Diedi una sbirciata al pavimento, dove i nostri vestiti erano ammassati. Baciai Neo prima di sgattaiolare fuori dal letto e rivestirmi.

Neo mi copiò e si rivestì anche lui. Presi la sua mano nella mia e lo guidai al piano di sotto, verso la cucina.

"Cucinerò la cena. Sto morendo di fame" dissi, e il mio stomaco brontolò come a confermare la mia affermazione.

"Lavora per me," affermò, saltando sul bancone della cucina e dondolandosi le gambe mentre mi guardava "Ma per prima cosa, dammi il gattino"

Roteai gli occhi e afferrai Vesper dal pavimento per poggiarlo sulle sua gambe. Il suo viso si illuminò mentre coccolava Vesper.

"Ciao gatto!" esclamò felicemente.

"Meow" Vesper si mise in una posizione comoda prima di autorizzare Neo ad accarezzarlo.

Presi un paio di cose e mi misi al lavoro, preparando dei panini con la carne per cena. Neo guardava la sua mano mentre accarezzava il pelo di Vesper. Feci scivolare un paio di pezzi di carne a Link, che strofinò il naso contro la mia gamba per ringraziarmi di tutte le volte che lo facevo.

"Ecco qui, è pronto" dissi dopo un pò. Porsi un piatto con sopra il sandwich a Neo. Lui osservò il mio gatto con ammirazione prima di abbandonarlo per il cibo.

Ci sedemmo al tavolo e incominciammo a mangiare. Lasciai cadere altri pezzi di carne a Link che poggiò la testa sulla mia coscia e puntò il suo sguardo sul mio panino.

"Ti sposerò e tu sarai la casalinga," disse Neo con la bocca piena "Il tuo cibo è sempre così delizioso"

"Grazie," rispose, pulendomi la bocca con un tovagliolo "Cucinerò per te ogni volta che vorrai"

"Signore e signori: il miglior fidanzato del mondo" annunciò, indicandomi.

Alzai gli occhi al cielo prendendo poi un altro morso del mio panino. Spinsi la testa di Link dalla mia coscia e lui piagnucolò, accovacciandosi sul pavimento vicino a me, i suoi occhi ancora puntati sul mio panino.

"Alexander" pronunciò Neo, posando il panino sul piatto e pulendosi le mani.

"Neo" risposi alzando un sopracciglio.

"Avete veramente fatto incazzare Donnie, oggi" disse.

"Scusa. è stato Bennett quello a minacciarlo" risposi.

"Solo perchè hai detto a Bennett di tenersi pronto a minacciarlo"

"Mi assicurerò che non accada più" risposi.

"Sarà meglio. Se c'è qualcuno che ha bisogno di un guinzaglio corto quello è Bennett. Non Donnie" rispose.

"Posso gestire Bennett. Era solo arrabbiato. Raramente sbotta in quel modo"

"Hai mai detto a Donnie che lo amavi?" chiese Neo.

Ci pensai un pò prima di rispondergli "No. Non gliel'ho mai detto"

"Lui pensavo che lo amassi. Mi ricordo che me ne parlava sempre," continuò Neo "e tutto quello che riuscivo a pensare era a quanto ti odiassi. Avevo sentito di te e di quello che facevi alle persone con cui uscivi. Lo stavi allontanando da noi e lui neanche se ne accorgeva. Era così di convinto di averti cambiato. Cercavo di dirgli quanto fosse stupido a pensarlo. Ero un pò come Bennett, lagnandomi e lamentandomi sul fatto che lo avresti ferito. E poi tu l'hai fatto, lo hai ferito, ed io ti ho odiato"

"Che affascinante conversazione"

"Sta zitto. Volevo dirti qualcosa con questo." si strofinò la nuca "Immagino che...questo sia il motivo per cui so che tu non mi stai prendendo per il culo quando mi dici che mi ami. Lo pensi davvero"

"Certo che lo penso davvero," risposi "non lo dico con tanta leggerezza"

"Non cerchi di allontanarmi dai miei amici. Mi dici che mi ami e lo pensi davvero. Non...non sei una persona di merda." esclamò "Insomma, voglio dire, lo sei. L'amore non è un lasciapassare per quello che hai fatto in passato. Ma hai comunque un lato buono e umano. E ti amo per questo. Ti amo"

"Adesso è una conversazione romantica" mi chinai sul tavolo, baciando Neo.

"Sta zitto. Mi sento come se dovessi sciacquarmi la bocca dopo questa confessione. Finiamo di cenare" afferrò il suo panino e mise fine alla conversazione.

Quando finimmo, guidai Neo fuori, nel cortile. Link ci seguì e felicemente si sdraiò sull'erba.

Imitai il mio cane, sdraiandomi sull'erba e portando con me Neo. Lo strinsi forte a me e lo baciai. Una leggera brezza soffiò sui nostri corpi e Neo seppellì il viso contro il mio petto, le su braccia a circondarmi i fianchi.

Gli sorrisi, contento e soddisfatto. Chiusi gli occhi, tenendo le mie braccia intorno a Neo mentre stavamo aggrovigliati insieme sull'erba. C'erano un sacco di problemi di cui occuparsi, e presto li avrei affrontati, ma per adesso era contento e in pace con me stesso, più di quanto non fossi mai stato, mentre stavo sdraiato lì con il mio fidanzato.

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Capitolo 18
*** The Show Must Go On (18) ***


"Buongiorno" salutai Neo.

"Donnie ti strapperà via le palle se vede che stai parlando con me" mi rispose lui senza nemmeno alzare lo sguardo.

"Dovresti sentirti onorato che sto correndo questo rischio per te" mi poggiai contro l'armadietto vicino a lui, guardandolo.

"Dovresti andare prima che ti veda" rispose Neo alzando lo sguardo "Già vuole ucciderti"

"Vieni da me dopo la scuola" risposi invece.

"Perchè? Così possiamo scopare fino a quando nessuno dei due sarà capace di camminare?" alzò un sopracciglio.

Scossi la testa "No, volevo preparare la cena. Potremmo mangiare fuori. Sarebbe carino. E subito dopo potremmo entrare nella vasca idromassaggio," risposi "Ti lascerò perfino scegliere la musica"

"Suona come un appuntamento" si alzò e chiuse l'armadietto. Si guardò intorno prima di baciarmi velocemente la guancia "Ci vediamo dopo, fuckboy"

"A dopo" lo guardai andare via, alla ricerca dei suoi amici.

Mi diressi poi verso Scott. Lui alzò pigramente lo sguardo prima di farlo ritornare nuovamente sul cellulare.

"Con chi messaggi? Tu non lo fai mai. Sei troppo pigro per rispondere"

"Non sto messaggiando," rispose lui "Sono su Tumblr. Per me è molto più importante questo sito che la comunicazione umana"

"Hai seguito un mucchio di blog di animali carini?" chiesi.

"Preferisco avere koala sulla mia dashboard piuttosto che peni," rispose "C'è una ragione perchè posso entrare su Tumblr in pubblico senza il bisogno di nascondere il telefono"

"Ho capito il concetto," dissi "Dov'è Bennett?"

Scott fece spallucce "Per caso ti sembro il suo babysitter?"

"Se tu fossi il mio babysitter sarei morto" rispose Bennett, avvicinandosi a noi.

"Isaac sta bene" rispose Scott senza alzare lo sguardo dal telefono.

"Isaac è un tritone, Scott. Gli dai da mangiare una volta al giorno e occasionalmente gli dai dell'acqua potabile" rispose Bennett "è un pò più difficile pendersi cura degli umani, a differenza dei tritoni"

"Non sminuire il valore del mio tritone solo perchè non ti assomiglia" disse Scott.

"Mi dispiace aver sminuito il tuo tritone"

"Devo consultarmi con Isaac prima di decidere se accettare le tue scuse"

"Aspetterò impazientemente il risultato. Andiamo in classe" concluse Bennett.

Scott con riluttanza posò il telefono in tasca. Quando la campanella suonò, ci dirigemmo insieme verso al classe.

La mia mente rimase al pensiero di Neo e di quello che potevamo fare stasera. Durante l'ora di pranzo avrei potuto chiedergli quale fosse il suo piatto preferito e vedere se avrei potuto cucinarglielo. Forse avrei potuto stappare il vino o lo champagne dei miei genitori dopo essere entrati nella vasca idromassaggio.

Volevo solo passare un'altra bella nottata con lui. Ieri avevamo messo della musica e ci eravamo coccolati fino a quando si era fatta notte. Eravamo sdraiati fuori, all'aperto, a guardare le stelle, a parlare e occasionalmente scambiarci dei baci. Era stato rilassante e l'ho amato.

La campanella suonò ed io mi alzai, diretto verso la mensa. Il giorno stava passando incredibilmente veloce. Presi il mio pranzo dall'armadietto e mi diressi in sala, sedendomi al tavolo con Bennett e Scott.

"I miei genitori hanno detto che se volete potete venire da noi a cenare" disse Scott dopo essersi seduto.

"Non posso. Ho detto a Neo che sarei uscito con lui dopo scuola" risposi.

"Ovviamente l'hai fatto" disse Bennett.

"Sta zitto," Scott sospirò "Bennett, verrai a cena da noi o no?"

"No," rispose lui "I miei genitori hanno dei clienti importanti a cena. Scusa Scott"

"Va bene. Questo significa che non devo apparecchiare il tavolo" Scott fece spallucce.

"Alex" disse Bennett, lanciandomi un'occhiata.

"Alexander" lo corressi.

"Quello che è. La tua relazione con Neo...le persone la stanno notando. Al brunch degli Anderson i miei genitori hanno notato quanto voi due foste vicini"

"Beh, stiamo insieme." risposi "è normale che ci comportiamo in questo modo"

"Di solito sei bravo a far rimanere segreti i tuoi fidanzati"

"Non voglio far rimanere segreto Neo"

"E Donnie?" Bennett alzò un sopracciglio.

"Lo saprà comunque. Dubito che i tuoi genitori glielo andranno a dire" dissi prendendo un morso del mio panino.

"I genitori di Neo non vorranno che si venga a sapere che loro figlio sta frequentando un ragazzo. Si preoccuperanno di come questo li farà apparire" rispose lui.

"Adesso mi metto a piangere"

"Questa conversazione si sta facendo imbarazzante quindi o la cambiamo o mi inviate delle immagini di koala per distrarmi" annunciò Scott.

"Cambiamo argomento. Preferisco salvare le immagini di koala per quando ti faccio incazzare" risposi.

"Beh, questo mi ha fatto incazzare"

"Posso facilmente dire dalla tua assenza di emozioni quanto tu sia pieno di collera"

"Faresti bene a stare allerta. Dieci episodi dopo e saprò come farla franca per omicidio"

Roteai gli occhi "Okay. Comunque, qualche serata dovremmo fare una maratona di film. Ha da un pò che non la facciamo"

"Odio i film horror" affermò Scott.

"Allora te ne dovrai guardare più di Bennett e me messi insieme. Questo fine settimana faremo una nottata di film horror" esclamai "Bennett, trova un paio di bei film spaventosi"

"Ne troverò di moderni e di classici" rispose lui mordendo il suo pranzo.

Annuì e tornammo a mangiare. Era questo che mi piaceva fare con i miei amici. Nessun litigio. Solo passare del tempo insieme.

Il resto del pranzo continuò senza nessun incidente fino a quando la campanella suonò, costringendoci a ritornare in classe. La fine della giornata si avvicinò, lasciandomi impaziente di passare più tempo con Neo.

La campanella dell'ultima ora suonò e posai il quaderno dentro lo zaino. Mi alzai, mettendo quest'ultimo su una spalla, per poi voltarmi per andarmene, quasi sbattendo contro Donnie.

Strinse gli occhi alla mia vista "Alexander"

"Ti serve qualcosa? Ho delle cose importanti da fare" risposi.

"Tipo metterti in ginocchio dentro qualche stanza con un ragazzo a caso? Immagino" si mise le mani in tasca "Sono stanco di litigare con te. Quindi stai lontano da me e dai miei amici e non dovremo più avere problemi da oggi in poi"

"Patteggiamento fatto. Addio" gli diedi una spallata mentre gli passavo accanto e uscì dall'aula.

Mi diressi negli armadietti, dove i miei amici mi stavano aspettando. Scott era appoggiato pigramente contro l'armadietto vicino al mio e Bennett mi stava aspettando impazientemente con le braccia incrociate al petto.

"Scott ti sta contagiando" esclamò Bennett.

"Scott non contagia nessuno" rispose il diretto interessato.

"Stai facendo di nuovo quella cosa dove parli di te stesso in terza persona" osservai, mettendo la combinazione e aprendo l'armadietto.

"Scott dice che non gli importa"

"Scott non giocherà più con il mio cane" risposi.

"Scott si scusa per star parlando in terza persona" disse lui, accigliandosi "Non allontanare il tuo cane da me. è il mio legame* ((in inglese Link, che sarebbe appunto il cane di Alexander)) con il tuo cuore" scoppiò in una risata per il suo stesso stupido gioco di parole.

Bennett ed io ci guardammo e ridemmo anche noi. Scott di solito era così indifferente a tutto che non c'erano molte cose che lo facevano ridere. Solitamente era il suo stesso strano, banale senso dell'umorismo l'unica cosa che poteva farlo ridere in quel modo. La sua risata era un suono così cristallino che trasformava pure il suo viso, facendolo sembrare eternamente divertito.

"Sono contento che ti trovi divertente" affermai, prendendo quello che mi serviva dall'armadietto per poi chiuderlo.

"Sono divertente" rispose lui, tornando alla sua neutrale, poco divertita espressione.

"Sei esilarante" controllati l'orario "Okay, vado a cercare Neo. Ci vediamo ragazzi"

"Si, ci vediamo" mormorò Bennett, voltandosi e andandosene. Scott fece spallucce e seguì Bennett.

Camminai verso lo spogliatoio, entrando poi dentro. Neo non era ancora arrivato, probabilmente era ancora nel suo armadietto. Mi sedetti nella panchina, aspettando con impazienza che Neo si facesse vivo. Avevo dimenticato di chiedergli quale fosse il suo cibo preferito ma immaginavo che avrei potuto impressionarlo con qualcosa che ero bravo a cucinare.

La porta si aprì ed alzai lo sguardo, sorridendo quando vidi Neo. Mi alzai e aprì le braccia nella sua direzione.

Lui si avvicinò e mi abbracciò "Ehi, fuckboy"

"Ehi" mi chinai, baciandolo.

Lui ricambiò il bacio, approfondendolo. Le sue braccia si mossero intorno al mio collo, facendolo avvicinare al mio corpo. Con impazienza assecondai le sue labbra, afferrando i suoi fianchi e portando i nostri corpi più vicini mentre ci baciavamo.

"NEO!"

Neo si allontanò velocemente dalle mie labbra, girandosi a fronteggiare Donnie "Donnie" esclamò sorpreso.

"Lo sapevo. Lo sapevo! Ieri vi avevo visti entrare nello spogliatoio!" scattò lui "Ho visto Alexander entrare, e poi tu!"

"Credo che questo sia molto simile allo stalking" affermò Neo.

"Cosa diavolo stai facendo?! Perchè stavi baciando Alexander Sullivan?" domandò lui. Era così furioso che il suo corpo tremava per la forza della sua rabbia.

"Perchè io e Alexander ci stiamo frequentando," rispose Neo "Stiamo insieme da un pò"

Donnie si passò una mano sulla faccia "Non posso credere a quello che sto ascoltando"

Guardai Neo nervosamente. Cosa aveva intenzione di fare adesso che Donnie sapeva tutto? Dannazione, avremmo dovuto essere più prudenti.

"Donnie, non ti preoccupare" rispose Neo. Allontanò le braccia dal mio collo. E poi mi spintonò così forte che barcollai indietro "Mi sono annoiato di lui"

"Cosa?" lo guardai incredulo.

"Eri solo un passatempo." Neo alzò un sopracciglio nella mia direzione "Ma adesso mi hai stancato. Abbiamo chiuso"

"Neo..." la mia mente era alla ricerca delle parole giuste da dire "Cosa diavolo?"

"Fa schifo, non è vero? Eri il MIO gioco, Alexander." disse lui "A te piace andare in giro, portarti a letto ragazzi diversi, spezzare cuori e trasformare l'amore in un gioco. Credevo ti sentissi triste a giocare da solo"

"Sei andato a letto con Alexander?" chiese Donnie, la sua voce ancora piena di rabbia.

"Si, l'ho fatto. Ma adesso mi sono annoiato di lui. Non è così interessante. Non è una buona fonte di divertimento" rispose Neo, i suoi occhi glaciali quando mi guardò "Perciò, andiamo Donnie. Volevo dirtelo molto tempo prima ma dovevo mantenerlo segreto per renderlo più credibile per Alexander"

"No." Neo guardò sorpreso Donnie. Quest'ultimo strinse forte i pugni ai lati del corpo "Sai cosa? Andate a fanculo, tutti e due. Pensavi che questo potesse, che cosa, vendicarmi Neo? Scopando il mio ex fidanzato?! Uscendo con lui? Sei malato quanto Alexander! Andate a farvi fottere!"

Si voltò e come una furia uscì dallo spogliatoio. Io semplicemente continuai a guardare Neo, ferito. I suoi occhi erano fissi sulla porta che si chiudeva.

"Neo" dissi, la mia voce era instabile.

Lui si voltò, quello sguardo freddo ancora presente nei suoi occhi "Non ti amo. Non l'ho mai fatto. Ti meriti tutto questo. Ti meriteresti di peggio, ma questo è un buon inizio per il karma. Avresti dovuto ascoltare Bennett. Noi abbiamo chiuso, stammi lontano fuckboy"

Si voltò, lasciando lo spogliatoio, ed io ascoltai il rumore della porta che si chiudeva di nuovo. Crollai contro l'armadietto, passandomi le dita lungo i capelli e mordendomi forte il labbro, cercando di proteggermi dai taglienti pezzi del mio mondo che crollavano e piovevano intorno a me.

 

 


 

___________________

NON SO CHE SCRIVERE.

Posso solo dirvi che la storia sta giungendo alla fine e nonostante tutto un pò mi mancherà.

Cosa ne pensate di questo finale? Alexander se lo meritava davvero o forse stava cambiando in meglio, una volta per tutte?

Io mi sento male per lui, anche se si era comportato da emerito stronzo all'inizio, non sono l'unica a pensarlo vero?...

Comuunque, fatemi sentire quando il capitolo vi ha reso mentalmente instabili e stellinate! I feel you, anyway.

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Capitolo 19
*** The Show Must Go On (19) ***


Aprì la porta di casa, entrando dentro. Link scodinzolò e corse verso di me, pressando il naso contro il palmo della mia mano.

"Non adesso" risposi, allontanandogli la testa.

Lui piagnucolò e mi leccò il braccio. Sospirai, sedendomi sul pavimento e avvolgendo le braccia intorno al suo collo e pressando poi il mio viso sul suo pelo. Scodinzolò e mi leccò di nuovo il braccio prima di strofinare la testa contro la mia spalla.

Vesper si sedette sulle mie cosce, mettendomi le zampe sul petto. Miagolò curiosamente ed io gli accarezzai il pelo.

Gentilmente mi tolsi gli animali da dosso e mi alzai. Mi diressi in camera, osservai il letto e sperai che Neo fosse lì per coccolarmi.

Tirai fuori il telefono dalla tasca e composi un numero familiare. Aspettai mentre suonava, sentendomi impaziente e ansioso.

"Pronto?"

La voce di Scott mi arrivò dritta all'orecchio. Aprì la bocca per parlare ma le parole mi si bloccarono in gola.

"Pronto? Alexander?" disse Scott. Quando rimasi in silenzio, parlò di nuovo "Alexander, dove sei? Stai bene?"

Chiusi la chiamata, lanciando il telefono dall'altra parte della stanza e scivolando contro l'armadio. Portai le ginocchia al petto, abbracciandole a me e chiudendo gli occhi.

"Me lo meritavo." sussurrai a me stesso "Me lo meritavo"

Ovviamente me lo aspettavo che qualcuno mi facesse una cosa del genere. Avevo ferito un sacco di persone nel passato: il karma me l'avrebbe fatta pagare prima o poi.

Ma non mi sarei mai aspettato che fosse Neo. Pensavo che mi amasse davvero. Sembrava così sincero. Forse era entrato in panico quando aveva visto Donnie?

Ma no...non era soltanto entrato in panico. Qualcosa nel modo in cui aveva detto quelle parole era come se pensasse davvero quello che aveva detto.

"Fanculo" esclamai, prendendo una manciata di capelli in mano e tirandomi le punte.

Osservai il telefono sul pavimento. Potevo chiamare i mie genitori e dire loro di venire a casa in modo da non essere solo. Sarebbero ritornati a casa da me. Ma non volevo che si preoccupassero.

Potevo chiamare i miei amici e dire loro di venire. Conoscevo Bennett e Scott abbastanza bene da sapere che sarebbero venuti, non importava quanto fossero arrabbiati. Ma non volevo ascoltarli mentre mi dicevano "te l'avevamo detto".

Chiusi gli occhi, cercando di tenere lontano i ricordi dell'ultima volta che era successo una cosa del genere. Ricordando il modo in cui Jake aveva chiuso la nostra relazione all'improvviso, senza che io me lo aspettassi.

Rimettendomi in piedi, mi avvicinai al comodino e aprì il cassetto. Tirai fuori i miei sonniferi e li scaraventai contro il muro, guardandoli riversare sul pavimento.

"Me lo meritavo. Cazzo! Cazzo, me lo meritavo!" gridai furiosamente. Sapevo che sarebbe successo. Ero passato da un ragazzo all'altro. Adesso non avevo il diritto di essere ferito?

Crollai sul letto, le mani a coprirmi il viso. I miei amici lo avrebbero scoperto l'esatto momento in cui domani mi avrebbero visto a scuola. Bennett riusciva sempre a scoprire le cose. Forse avrei potuto saltare la scuola. I miei genitori non l'avrebbero nemmeno venuto a sapere.

Nel piano di sotto Link abbaiava entusiasta. Restai nella mia posizione, con le mani sulla faccia. Ero così arrabbiato e ferito, non sapevo nemmeno come tirare tutto fuori dal mio corpo.

"Sembri patetico"

Non mi tolsi le mani dalla faccia "Ovviamente sei qui" mormorai.

"Alexander, siediti" ordinò Bennett.

Riluttante allontanai le mani dal viso e mi misi seduto. Scott si poggiò contro lo stipite della porta, guardando Bennett.

"Come se venuto a saperlo così velocemente?" chiesi.

"Mi ha chiamato Scott. Ha detto che c'era qualcosa che non andava, e poi ho scoperto cos'era successo" rispose Bennett. Scott annuì, come se la storia necessitava di essere confermata.

"Pensavo che i tuoi genitori avessero invitato a casa tua delle persone importanti?"

"Sì, è così" si sedetti sul bordo del mio letto. Scott obbedientemente lo copiò, sedendosi con le gambe incrociate sul letto, spostandosi nel frattempo i capelli dal viso.

Bennett lanciò un'occhiata alle pillole sparse sul pavimento. Mi sforzai di mantenere neutrale la mia espressione, preparandomi alla conversazione "te l'avevamo detto".

"Era ora che ti liberassi di quelle pillole" esclamò Bennett.

"Cosa?" chiesi.

"Eri diventato dipendente da quelle pillole, dopo che Jake ruppe con te. Sei stato sottomesso a quelle cose per anni." disse "E non dirmi che non te le prendi ogni notte perchè lo so che lo fai"

"Okay, và avanti" risposi stanco di aspettare.

"Non ho intenzione di dirti cosa tu pensi io sia, per il solo fatto che tu chiaramente lo sai." rispose lui "Vuoi che faccia stare zitto Neo?"

"No," risposi, sentendomi improvvisamente esausto "Lascia Neo in pace. Me lo merito"

"C'è una differenza tra quello che hai fatto tu e quello che ha fatto lui" rispose Scott.

"No," dissi "non c'è nessuna differenza"

"Scott ha ragione." esclamò Bennett "Quando tu esci con dei ragazzi, loro sanno come sei fatto tu. Sei molto aperto sul tuo bisogno di intrattenimento"

"Le tue storie potrebbero ispirare un intero album di Taylor Swift" disse Scott.

"Ma," Bennett continuò, ignorando il ragazzo "Neo ti ha ingannato. Se c'è una cosa che tu non hai mai fatto è raggirare le persone. Loro sanno a cosa vanno incontro. Tu no. Non lo sai mai"

"Non cercare delle scuse per me"

"Non lo sto facendo. Non cerco scuse per nessuno. Sto solo esponendo i fatti" Bennett scrollò le spalle.

"Me lo aspettavo da un sacco di tempo" risposi, facendo correre una mano tra i capelli.

"Bene allora, piangiti addosso" esclamò Bennett.

"Non mi sto piangendo addosso! Sono solo arrabbiato con me stesso!" sbottai.

"Per me non ha nessun senso." rispose Scott "Ha attraversato un sacco di guai solo per vendetta. E nel processo ha apparentemente perso il ragazzo che stava vendicando." sospirò "Non capirò mai le persone"

"Questo fa schifo" dissi.

"Dovresti interpretare 'Bad Guy' dei Set It Off. Ti si addice molto." rispose Scott "Oppure essere uno stereotipo e interpretare i Mayday Parade"

"Sei così di aiuto" risposi ironicamente.

"Mi piace la musica più delle persone" rispose lui.

Bennett lanciò un'occhiata al suo telefono "Devo andare. Mio padre mi ha detto di ritornare presto a casa" si alzò dal letto, portando Scott con lui.

Li guardai, quasi sperando che Scott rimanesse. Era piacevole parlare con lui quando mi sentivo in quel modo.

"Non provo dispiacere per te. Ti avevo detto che non lo avrei fatto." disse Bennett "Ma so chi potrebbe farlo. I tuoi genitori arriveranno a casa da un momento all'altro"

"Hai chiamato i miei genitori?!" strillai.

"Prima o poi lo avrebbero scoperto. Non dovresti restare solo in un momento del genere. Se fossi in te toglierei quelle pillole sul pavimento prima che i tuoi li possano vedere." esclamò "Ti manderemo in messaggio, Alexander"

Spinse Scott fuori dalla stanza. Grugnì dopo aver sentito chiudere la porta di casa. Bene, adesso i miei genitori avrebbero dato di matto per me. Sospirando, mi alzai e mi inginocchiai per prendere le pillole dal pavimento.

Com'era prevedibile, un paio di minuti dopo sentì la porta di casa aprirsi. Sentì dei passi salire le scale mentre Link abbaiava come segno di saluto.

"Ehi, Alexander." esclamò mio padre, poggiandosi contro lo stipite della porta "Bennett ci ha chiamati. Ci ha detto che tu e Neo avete avuto una rottura abbastanza brutta"

"Si," confermai "non ne voglio parlare"

"Okay." rispose annuendo "Beh, andiamo. Sono affamato. Sto pensando al 'Five Guys' per cena"

Sapevo che mio padre odiava mangiare da 'Five Guys', ma era uno dei miei posti preferiti. Sospirai e mi tirai su dal letto.

"Alexander, come stai?" chiese mia madre preoccupata dopo aver sceso le scale. Con la coda dell'occhio potei vedere mio padre scuotere leggermente la testa.

"Bene" risposi.

"Gli ho detto che 'Five Guys' sembra un bel posto per cenare, stasera" disse papà, mettendomi una mano sulla spalla e scuotendola giocosamente.

"Si, questo mi salverà dal problema del cucinare." rispose mia madre forzando un sorriso "Andiamo!"

Riluttante, seguì i miei genitori fuori di casa e dentro la macchina. Mi misi le cuffiette nelle orecchio in modo che non potessero parlarmi.

"Forse è il detto tu mi pieghi fino a spezzarmi. Stammi alla larga, stammi alla larga, perchè se tutte le onde del mondo intero incominciassero a chiudersi, io pregherei Dio che tu non sapessi nuotare. È solo il tuo modo di dirmi che sono inutile che mi fa impazzire quando vai a letto con lui"

Chiusi gli occhi, lasciando che la musica danzasse nella mia testa, mentre ricordavo me e Neo ascoltarla insieme in cucina. Cambiai canzone.

Mio padre parcheggiò ed uscimmo insieme dall'auto. Seguì i miei genitori all'interno del locale e ordinammo il cibo e la bevande, sedendoci poi ad un tavolo.

"Non guardarmi in quel modo," dissi, prendendo un sorso della mia bibita "Ho rotto con il mio fidanzato. Non è morto nessuno"

"Puoi almeno dirci quello che è successo? Bennett ci ha solo comunicato che è stata una brutta rottura" disse papà.

"Era stanco di me. Ecco tutto"

Chiamarono il nostro numero e mio padre si alzò per prendere il cibo. Mia madre allungò il braccio verso di me, accarezzandomi il dorso della mano.

"Hai bisogno di qualcosa, Alexander?" chiese lei.

"No." risposi, sforzandomi di mantenere il contatto visivo con lei "È solo una rottura. La so gestire"

"Se non vuoi che ti aiutiamo, almeno lascia che lo facciano i tuoi amici" disse, i suoi occhi supplichevoli.

"Certo"

"Starai bene?" chiese ancora.

Forzai un sorriso "Certo. Il mondo continua a girare, lo show continua ed io starò bene"

"Ecco qui la cena!" mio padre ritornò, posando il cibo sul tavolo.

Afferrai il panino e lo mangiai, nonostante non mi sentissi molto affamato. Non volevo che i miei si preoccupassero così tanto. La mia mente vagò da tutt'altra parte, chiedendomi cosa stesse facendo Neo.
 

***Neo's POV***

"Ciao, avete chiamato Donnie, lasciate un messaggio e vi richiamerò!"

Il telefono aveva fatto a malapena uno squillo e mezzo prima che Donnie mi rifiutasse la chiamata. Grugnì e gettai il telefono sul letto, lasciandolo perdere definitivamente. Anche Clifton stava provando ad ignorarmi, quindi presumevo che Donnie gli avesse già detto quello che era successo.

"Sono senza amici, senza fidanzato e sono affamato!" borbottai, sedendomi sul letto.

Il mio cane, Milton, entrò nella stanza abbaiando e saltando poi sul letto. Non era neanche lontanamente carino come il cane di Alexander.

"Sei vecchio e puzzolente" lo informai.

Lui inclinò la testa di lato, la lingua che gli usciva fuori dalla bocca.

"Ma in questo momento sei la mia unica compagnia. Lo apprezzo, vecchio amico"

Saltò giù dal letto e trotterellò fuori dalla stanza. Sospirai. L'esatta rappresentazione di come la mia vista stava andando in quell'esatto momento.

"Neo, hai visto Milton?" chiese mia madre, facendo sbucare la testa dentro la mia stanza.

"È appena uscito" risposi.

"Perché non sei a casa del ragazzo Sullivan?"

"Perché ho scaricato il suo culo da troia" risposi.

"Neo!"

"Cosa? Oh, va bene. Ho appena scaricato l'affascinate ragazzo Sullivan" roteai gli occhi.

"Oh" esclamò, sembrando tra l'imbarazzata e il felice "Beh. La cena è quasi pronta. Tuo padre è appena arrivato"

"Grazie per la compassione" dissi.

Sospirò e uscì dalla stanza, chiudendo la porta. La mia mente vagò e grugnì quando Alexander entrò nuovamente nei miei pensieri.

"No." dissi severamente a me stesso "No, no, no. Solo perché qualcuno lo ha forzato a fare sesso e gli ha spezzato il cuore a quindici anni, questo non gli dà il diritto di ferire le persone. Se lo meritava quello che gli ho fatto"

La sua espressione con il cuore spezzato di stamattina si ripeteva costantemente nella mia testa. La sua espressione era soddisfacente ma allo stesso tempo nauseante. Dannato fuckboy.

Sentì una vibrazione sul letto e subito mi misi in piedi, afferrando il telefono e rispondendo senza controllare chi fosse.

"Pronto?"

"Neo" disse Clifton.

"Clifton!" risposi sollevato.

"Ti ho chiamato solo per dirti di smetterla di chiamarmi. Quello che hai fatto è stato rivoltante. Come hai potuto fare una cosa del genere a Donnie? Cosa diavolo ti ha fatto pensare che fosse okay?" domandò

"Volevo solo..." mi morsi il labbro "Okay, forse non è stata la mia idea migliore. Non volevo ferire Donnie"

"Beh, l'hai fatto. Sono dalla parte di Donnie per questo. Forse possiamo riparlarne quando non vorrò più spararti" disse.

"Va bene, va bene" risposi, sapendo che aveva bisogno di un paio di giorni per calmarsi. Forse se Clifton mi avesse capito o perdonato, questo avrebbe portato Donnie a fare lo stesso.

"Per adesso smettila di chiamarmi. Tornerò a parlarti quando sarò leggermente meno incazzato con te" disse e riattaccò.

Gettai il telefono da parte e mi alzai, uscendo dalla stanza. Scesi le scale, dove potei sentire profumo di cibo. Non buono quanto quello che cucinava Alexander ma me lo sarei fatto bastare.

"Tua madre mi ha detto che tu e Alexander non siete più...uh..." incominciò mio padre mentre mi sedevo vicino a lui.

"Fidanzati? Beh no, non lo siamo." risposi "L'ho lasciato"

"Sei stato scortese con lui?"

Sospirai "Sì papà, sono stato scortese con lui. Spero che i miei insignificanti problemi adolescenziali non rovinino la tua perfetta immagine pubblica. Scusa se ho fatto arrabbiare un ragazzo con un padre più ricco di me"

Il viso di mio padre si surriscaldò "Neo!"

"Sono irrispettoso, lo so" dissi, mettendo cibo nel piatto subito dopo che mia madre lo posò sul tavolo.

Papà scosse la testa. Poi lui e mamma incominciarono a parlare di cose noiose. Le classi di mio padre, il lavoro di mia madre, i cani, tutto tranne me e la mia problematica relazione gay.

Finì di mangiare il più velocemente possibile e corsi nuovamente nella mia stanza, chiudendomi dentro. Mi sedetti sul letto controllando il telefono, ma ovviamente non c'erano nè chiamate nè messaggi. Avevo fatto incazzare i miei amici e ferito Alexander.

"Ma non ho sbagliato. Sapevo fin dall'inizio che sarebbe finita in questo modo" ricordai a me stesso, raggomitolandomi su me stesso.

E ovviamente sapevo esattamente come sarebbe finita. Dovevo rubare il cuore di Alexander per poi mandarlo in frantumi, come lui aveva fatto a tanti altri.

Solo non avevo tenuto conto tutti i sentimenti che sarebbero arrivati insieme al piano.

 

 

________________

EBBENE SÌ, È PROPRIO UN AGGIORNAMENTO.

Ovviamente scusate il ritardo, ma oltre tutte le altre cose ho dovuto anche prepararmi mentalmente per questo capitolo. È stato difficile tradurlo, troppe emozioni in mezzo.

Vi ringrazio davvero per sopportarmi, dovrebbero farvi santi davvero.

Un abbraccio virtuale a tutti coloro che nonostante tutto-- e per tutto intendo me e i miei imperdonabili ritardi-- seguono ancora questa storia e l'hanno messa tra i preferiti! Vi adoro.

Un grosso bacio a tutti.

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Capitolo 20
*** The Show Must Go On (20) ***


***Alexander's POV***

Mi girai su un fianco e grugnì frustrato mentre i numeri sul mio orologio cambiavano. Link si era addormentato ai piedi del letto, sdraiato sulle mie gambe. Vesper era accanto a me, rannicchiato sul cuscino, leccandosi le zampe e guardandomi di tanto in tanto.

"Dannazione" dissi alla fine, mettendomi seduto e liberandomi le gambe dal cane.

Accessi la luce della lampada sul comodino accanto a me e misi un pò di musica per spezzare il silenzio. Scrollai il telefono, mormorando nel frattempo le parole della canzone che stava suonando.

"Se bruciamo, non è affar tuo. Credo che non imparerò mai. Credo che non impareremo mai. E posso a malapena respirare quando le luci si spengono, e posso vedere le scintille dove abbiamo fatto tremare il terreno, e tu puoi sentire urlare i miei pensieri, la mia anima mi lascia mentre cadiamo sul pavimento dove le navi affondano" Cantai e premetti il contatto di Scott, ascoltando il telefono suonare.

"Così presto?" la voce mezza addormentata di Scott borbottò dall'altra parte della cornetta.

"Così presto" confermai.

"Amico, non so nemmeno dove siano i miei pantaloni"

"Meglio che li trovi in fretta, allora, perchè sto per uscire di casa"

"Fai schifo" rispose e riattaccò.

Mi alzai dal letto e mi vestì, sistemandomi poi lo zaino. Uscì di casa e, una volta entrato in macchina, sparai la musica a tutto volume. Guidai verso casa di Scott, parcheggiando nel vialetto.

Lui si alzò e scese gli scalini del portico, entrando nel sedile del passeggero. Si rilassò e poggiò i piedi sul cruscotto.

Uscì dal vialetto, diretto a scuola "Puoi cambiare musica se vuoi" dissi.

Scott scosse la testa, i suoi capelli disordinati gli caddero di fronte al viso "No. Lasciamo che la tua sofferenza interiore si sfoghi nella musica o qualsiasi cosa voi ragazzi facciate oggigiorno"

"Metterò la musica più sofferente che ho sulla playlist" risposi.

"Riempimi dell'odio dei ragazzini di dodici anni"

"Metterò tutte le vecchie canzoni di Bring Me The Horizon" risposi.

Scott ridacchiò " La dura vita dei pre-adolescenti"

Entrai nel parcheggio della scuola, parcheggiai, ed entrambi uscimmo dall'auto. Salimmo la piccola collina e ci sedemmo sulla sua sommità. Era ancora buio ma i lampioni posizionati accanto alla scuola illuminavano abbastanza da permetterci di vedere.

"Non so nemmeno cosa fare quando lo rivedrò a scuola"

"Ignoralo." rispose lui "Sei migliore di lui, non devi pregarlo di tornare"

"Non ho mai detto di rivolerlo indietro" risposi, facendo correre una mano tra i capelli.

"Bene, non iniziare. Anche se fossi stupido abbastanza da ritornare insieme a lui, cosa lo fermerà dal farlo di nuovo?" chiese Scott.

"Io...non lo so." ammisi "Ma mi manca"

Scott mi diede dei colpetti sul polso con due dita "Ti mancava anche Jake. Ma sei riuscito ad andare avanti"

Guardai le sue dita sul mio polso. Scott non era una persona che amava il contatto fisico, e questa era la stessa cosa di ricevere un suo abbraccio.

"Con Jake era diverso. Avevo capito quanto fosse malsana quella relazione subito dopo la rottura. Con Neo, riesco a vedere solo quanto fosse bella"

Pensieroso, mi diede altri colpetti sul polso prima che facesse restare una volta per tutte le sue dita sulla mia pelle. Alzò lo sguardo per guardare le stelle nel cielo.

"Non era falsa, la vostra relazione." esclamò Scott "Ed è questo quello che non ha senso. Lui sostiene che fosse falsa, ma si comportava troppo genuinamente per farla sembrarla davvero in quel modo"

"E se lo avesse pensato tutto il tempo? Chiaramente aveva deciso che odiarmi era meglio di amarmi"

"Non incominciare a dire di essertelo meritato. Non è così"

"Ha importanza, ormai? Neo pensava che me lo meritassi, è questo quello che conta" risposi.

"Per quel che ne so, Neo non ha il potere di decidere chi merita di essere ferito o no." esclamò Scott "Ha fatto più danno che altro. Adesso tu sei ferito, Donnie è ferito e Neo è ferito. Questo è il problema con la vendetta. è un'esplosione e le persone a cui tieni, incluso te stesso, possono essere coinvolti nell'esplosione se sono troppo vicini"

"Non so come ho superato la rottura con Jake. E non so ancora come superare una rottura" risposi senza speranza.

"Non con i sonniferi, questo di sicuro"

"Ma--" iniziai.

"Ne sei dipendente, l'ho capito. Non puoi dormire senza di loro. Le occhiaie sotto gli occhi lo dimostrano" rispose. Premette nuovamente le dita sul mio polso con fare pensieroso "Col tempo ne verrai fuori. Dovrai pur dormire, prima o poi, con le pillole o senza"

Cademmo in un lungo silenzio, a guardare semplicemente le stelle. Le dita di Scott rimasero sulla mia pelle, ed era veramente confortante.

"Odio questo. Mi sono odiato per così tanto tempo dopo la rottura con Jake. So che non sono inutile, ma non posso evitare di sentirmi come se lo fossi" dissi alla fine.

"Amavi Neo. Hai messo parte del tuo valore sul modo in cui ricambiava i tuoi sentimenti. è questo quello che è successo. Ami e ti fidi delle persone, e incominci a dar loro importanza quando ti ricambiano. E quando non lo fanno, ti fanno sentire inutile" rispose saggiamente Scott.

"I sentimenti fanno schifo"

"Questo è il perchè li evito"

Scott ed io rimanemmo seduti lì in silenzio per un pò. Guardammo il sole sorgere e alzarsi sugli alberi di fronte a noi, bagnando il mondo di colore. Scott continuò a tenere le dita sul mio polso, anche quando si sdraiò leggermente all'indietro, tenendosi fermo con la mano libera. Lasciai che i miei pensieri vagassero, preparandomi per il momento in cui inevitabilmente avrei rivisto Neo.

Scott, alla fine, liberò il polso dal suo tocco e si alzò. Senza dire una parola lo copiai e ci dirigemmo verso l'entrata della scuola.

Dopo un pò, incominciarono ad arrivare altri studenti. Noi due andammo verso i nostri armadietti, aspettando che Bennett si facesse vivo.

"Wow, Scott è arrivato prima di me" esclamo Bennett.

"Non fingerti così sorpreso." rispose Scott "Sono famoso per la mia velocità e tempestività"

"Certo, ed io sono famoso per la mia abilità da ballerino" rispose lui, superandoci e andando verso il suo armadietto. Noi lo seguimmo, guardandolo prendere i libri.

"Sai qualcosa?" chiesi.

"No," rispose "non c'è niente da sapere in questo momento. Nessuna rissa, nessuna conversazione, niente di niente. Tutto quello che so è che adesso nemmeno Clifton parla con lui"

"Quindi è da solo" il mio cuore si restrinse al solo pensiero.

"L'ha voluto lui, non provare dispiacere per lui" disse Bennett.

"Parlando del diavolo, eccolo lì" disse Scott.

Sembrava normale ma potevo vedere quanto fosse stanco dalle occhiaie sotto gli occhi. I suoi capelli erano un pò in disordine ma oltre quello, era normale.

"Non guardarlo, non abbassare la testa. Se ti ha fatto a pezzi il cuore, almeno mantieni un pò di dignità" esclamò Bennett.

"Sono autorizzato a mantenere la testa bassa?" chiese Scott.

"Si, Prescott" rispose lui.

"Grazie mamma"

Passammo accanto a Neo e, come Bennett aveva detto, non lo guardai e mi sforzai di mantenere la testa alzata. Non sapevo se mi avesse guardato mentre andavo via, ma la risposta mi importava anche troppo.

"Bennett, prima o poi dovrò parlargli. Lo sai questo, no?" dissi quando già eravamo abbastanza lontani da Neo.

"Certo che lo so. Ma nel frattempo non dargli la soddisfazione di distruggerti" rispose semplicemente lui.

"Hai bisogno di ascoltare 'Over You' dei We The Kings a ripetizione" esclamò Scott.

"Tu e la musica" risposi scuotendo la testa.

La campanella suonò e corremmo in classe. Quando arrivò l'ora di pranzo mi sedetti con i miei amici, lanciando un'occhiata al tavolo di Neo.

Donnie e Clifton erano seduti lì, parlando tra di loro. Donnie indicò la sedia dove solitamente sedeva Neo e disse qualcosa con una faccia disgustata. Clifton annuì e rispose a qualsiasi cosa Donnie avesse detto.

"Vado un attimo in bagno" dissi alzandomi.

Scott e Bennett a malapena prestarono attenzione a me, dato che stavano parlando di quale razza di cane fosse la più carina. Lasciai la mensa e mi guardai un pò intorno, non vedendo Neo da nessuna parte.

Sospirai e camminai lungo il corridoio fino a raggiungere gli spogliatoi. Aprì la porta ed entrai.

"Neo," dissi "sapevo che ti avrei trovato qui"

"Ti ho detto di starmi lontano" rispose lui lanciandomi un'occhiataccia. Era seduto sulla panchina, il suo pranzo a sacco accanto a lui, intatto.

"Ma dobbiamo parlare" risposi.

"No. Ho detto tutto quello che dovevo dire ieri" disse duramente.

"Neo, per favore!" esclamai "Pensavo fossi sincero!"

"Beh, pensavi male fuckboy" ringhiò.

Feci un passo verso di lui e Neo mi mostrò i denti. Sembrava arrabbiato, ma c'era qualcos'altro nascosto nei suoi occhi.

"Non saresti stato capace di mentire per tutta la nostra relazione. Tu mi amavi davvero"

Scosse la testa "è stato solo per vendetta"

"No, anche se lo fosse stato mi avresti amato lo stesso." dissi "Hai tirato avanti con la storia della vendetta"

"Non voglio stare insieme a te." rispose alzandosi. Mi si avvicinò, spostandomi con violenza "Non voglio ritornare con te. Se ho perso i miei amici, beh, almeno te l'ho fatta pagare per tutto quello che hai fatto a così tante persone"

"Come pensi di averli aiutati? Non cambia quello che ho fatto a Donnie o ad un altro ragazzo! Ed ero con te! Non avevo intenzione di spassarmela con qualcun'altro! Ti amo, Neo!" urlai.

"L'amore non corrisposto fa schifo." rispose lui, tornandosi a sedere "Addio, Alexander"

"Non vuoi che me ne vada" dissi risoluto.

"Voglio che te ne vada. Il che spiega perchè continuo a dirti di andartene" rispose.

Mi lanciai verso di lui e lo afferrai, pressando forte le mie labbra sulle sue. Sentì lui incominciare a ricambiare il bacio ma poi i suoi denti affondarono nel mio labbro inferiore ed urlai di dolore.

Mi allontanai dalla sua bocca, sentendo il sapore del sangue nella bocca. Lui si asciugò le labbra con un'espressione disgustata.

"Nauseante." affermò "Non riprovarci mai più. Abbiamo chiuso"

"Non ti penti di nulla?" chiesi a bassa voce.

Incontrò i miei occhi "Solo la parte in cui mi sono innamorato di te"

Feci una smorfia "Mi dispiace"

Mi voltai e lentamente lasciai lo spogliatoio, dandogli il tempo di richiamarmi. Ma non lo fece. E il suono della porta che sbatteva dietro di me fu umiliante.

Ritornai in mensa e mi sedetti al mio tavolo. Bennett mi lanciò un'occhiata e scosse la testa con disapprovazione.

"Sei uno stupido" disse.

"Lo so" mormorai.

Spinsi il pranzo lontano da me, non sentendomi per niente affamato. Mi sentivo vuoto, come quando Jake ruppe con me.

Ecco come tutto ebbe inizio. La noia, l'andare a letto con chiunque, i numerosi fidanzati, la relazione con Donnie. E tutto mi aveva portato a Neo. E chi sapeva a cosa mi avrebbe portato questa rottura. Mal di testa più forti? Altre inutili relazioni?

Ero mai stato annoiato? O cercavo forse di riempire il vuoto che Jake mi aveva lasciato? Mi ero sempre sentito al comando nelle relazioni, ma forse non avevo mai avuto il controllo di nulla.

"Smettila di pensare troppo alle cose con lo stomaco vuoto." esclamò Scott, avvicinando il piatto nella mia direzione "Mangia prima che lo faccia io"

"è tutto tuo" risposi.

"Oh, dacci un taglio. Hai bisogno di mangiare, Alexander" disse Scott.

"Scott ha ragione. Non dare ai tuoi genitori un altro motivo per cui essere preoccupati" continuò Bennett, e il suo tono di voce era disinvolto ma la minaccia era chiaramente presente.

Lo guardai di traverso ma iniziai a mangiare. Mi diede un leggero cenno di approvazione prima di tornare a mangiare il suo pranzo.

La campanella suonò e tornammo in classe. Quando suonò anche l'ultima campana mi alzai frettolosamente dalla mia sedia e corsi verso Donnie.

"Donnie" lo chiamai.

"Cosa?" si voltò verso di me, sembrando del tutto esausto "Cos'altro vuoi da me, Alexander?"

"So che sei arrabbiato con lui, ma non lasciarlo da solo" dissi.

"Non hai nessun diritto di chiedermi una cosa del genere." rispose "Il mio migliore amico si è scopato il mio ex fidanzato. Ti ha frequentato alle mie spalle. Mi ha mentito. Come posso perdonarlo per una cosa del genere? Non posso perdonare te per avermi gettato via come se non valessi nulla, e non posso perdonare Neo per avermi pugnalato alle spalle in questo modo. Non l'ha fatto per me. Lui ti amava"

"Non puoi lasciarlo completamente da solo. Non ha nessuno" la mia mente estrasse il ricordo di lui nello spogliatoio, un'ora prima.

"L'ha voluto lui." rispose Donnie, il suo sguardo cadde ai suoi piedi "Perdoneresti il tuo migliore amico se ti facesse una cosa del genere?"

Provai ad immaginare Scott o Bennett fare la stessa cosa con Jake e non potei proprio immaginarmelo. Non solo perchè Bennett era troppo paranoico per una relazione e Scott non frequentava mai nessuno, ma perchè sapevo che non mi avrebbero mai fatto una cosa del genere. Avrebbero saputo che il male prevaleva sempre sul buono.

"Non ti sto chiedendo di perdonarlo. Ti sto solo chiedendo di assicurarti che non faccia niente di stupido" risposi.

Donnie scosse la testa "Sei incredibile. Vai a chiederlo a qualcun'altro"

"A nessuno importa di lui tanto quanto a te" risposi.

Strinse i pugni al suo fianco "Dannazione, Alexander. Stai ancora recitando?!" gridò furiosamente "Non continuare a coinvolgerlo! Hai già fatto abbastanza!"

"Non sto recitando! Mi importa di lui!" risposi.

La rabbia abbandonò il suo viso, lasciando spazio nuovamente alla stanchezza "Si, lo so. Non importa. Non lo terrò d'occhio per te. Non gli lascerò fare niente di troppo stupido, ma Neo è incline alle risse e alle pessime idee"

"Grazie" risposi"

"Non lo sto facendo per te." rispose mettendosi le mani in tasca "Pensa, ho sprecato mesi della mia vita frequentandoti, amandoti, piangendo per te e cercando disperatamente di convincerti a rimetterci insieme. E poi Neo ti corre dietro con l'intento di ferirti e tu ti innamori perdutamente di lui." scosse la testa "Il più grande errore della mia vita"

Si mise la borsa sulla spalla e lasciò la stanza senza dirmi un'altra parola. Mi appoggiai contro uno dei banchi. Neo mi mancava così tanto. Ci doveva essere qualcosa che potevo fare per riaverlo indietro.

 

 

 

__________________

Alexander sta mostrando il suo cuore tenero, non è adorabile?

Ammetto che all'inizio ho pensato che se lo meritasse ma dai, dopo tutto quello che ha passato, dopo quella relazione, ci sono rimasta male.

Ma solo a me è piaciuta questa piccola conversazione tra Alexander e Donnie? Non so, mi è sembrata gradevole e in un certo senso anche  più ""intima"", boh.

Cosa pensate succederà adesso? Ricordo che ci saranno altri due capitoli e poi-- udite, udite!- un seguito! Ovviamente tradurrò anche quello perchè non voglio lasciare le cose a metà, basta che abbiate la pazienza di aspettare i miei aggiornamenti (so che molti di voi ancora non mi hanno perdonato, i feel you).

Spero abbiate gradito il capitolo, lasciate una piccola recensione perchè in fondo-- ma proprio in fondo-- mi volete bene dai AHAHA

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Capitolo 21
*** The Show Must Go On (21) ***


Leggere note a fine capitolo, per favore. Grazie dell'attenzione!

_________

"Scott" dissi avvicinandomi a lui.

"Alexander, so già cosa vuoi dirmi. Non ho intenzione di aiutarti a riprenderti Neo" rispose lui senza alzare lo sguardo dal telefono.

"Voglio ritornare con lui. Significa troppo per me per poterlo lasciare andare" risposi tenacemente.

Scott finalmente alzò lo sguardo su di me "Alexander, pensaci. Ti ha ferito. Più di Jake. Più di qualsiasi altra persona. Come sai che non lo farà di nuovo? Non ti rimettere con lui" disse.

"Scott, per favore, devi capirmi" dissi pazientemente.

"Guarda, solitamente non mi potrebbe importare di meno di quello che fai nella tua vita, ma questa è un'idea stupida." rispose alzando un sopracciglio "Non rimetterti con Neo"

"Devo almeno parlare con lui." risposi "Aiutami con questo"

"No." disse, cosa che mi sorprese: Scott solitamente acconsentiva a queste cose. Fece un passo indietro e si poggiò contro l'armadietto "Non ti aiuterò a farti ancora più male. Ho intenzione di andare a casa e giocare con il mio tritone"

"Va bene." risposi dopo una pausa "Ci vediamo"

Me ne andai via prima che comparisse Bennett e peggiorasse le cose. Entrai in macchina e misi la musica a tutto volume per coprire il rumore dei miei pensieri.

Guidai verso casa, sollevato di non aver visto la macchina dei miei genitori nel vialetto. Entrai dentro, salutando Link quando abbaiò è si tuffò su di me.

"Scott non ti avrà mai" dissi, abbracciando il suo collo mentre lui mi leccava il viso.

Vesper nel frattempo si arrampicò sulle mie spalle, sedendosi e rilassandosi su di esse. Dopo un pò mi alzai e mi diressi in camera mia, sedendomi sul letto.

Tirai fuori il telefono e composi il numero di Scott. Ascoltai mentre squillava, sperando che mi rispondesse.

"Sono nel bel mezzo di un gioco con Isaac" rispose.

"Lo so, lo so. Solo..." solo cosa? Non volevo restare da solo? Ma come potevo dirglielo?

"Dovresti fari ritornare a casa i tuoi genitori" disse Scott.

"No, stanno lavorando. E non ho bisogno che si preoccupino per me" risposi.

"Sono i tuoi genitori. Preoccuparsi per te è il loro lavoro. Se è per questo, i miei genitori fanno pure gli straordinari"

"Scott, questo è perchè tu sei disinteressato a tutto." roteai gli occhi "Ma i miei sono troppo impegnati. Non gli darò un altro motivo per stressarli"

"Sono interessato agli animali carini e a Netflix" rispose lui.

Il mio campanello suonò e sospirai, alzandomi "Ti chiamo dopo Scott"

"Vuoi venire da me?" chiese.

"Non lo so. Ti richiamerò" risposi e riattaccai.

Scesi le scale, spingendo Link da dietro la porta principale e aprendola subito dopo.

"Neo" dissi, del tutto scioccato.

I suoi pollici erano agganciati nei pantaloni e le sue spalle erano ricurve, a disagio "Avevi detto che potevo venire a cena da te in qualunque momento"

Mi misi di lato, annuendo "Si, l'ho fatto"

Lui entrò e accarezzò Link. Tolsi Vesper dalle mie spalle e lo poggiai sul pavimento, guidando il ragazzo verso la cucina.

"Cosa vuoi da mangiare?" chiesi.

"Qualsiasi cosa tu voglia cucinare" rispose, appoggiandosi contro il bancone.

Mi guardai intorno per vedere cosa avevo. Decisi di cucinare delle pennette al forno, e mi misi subito al lavoro.

"Alexander," incominciò Neo, guardandomi finalmente negli occhi "Avevi ragione, lo sai. Ti amo davvero"

"Lo so." mi inumidì le labbra nervosamente "Ti amo anch'io"

"Ma non possiamo frequentarci." disse "Io...io non posso. Non dopo quello che hai fatto a così tante persone. Non solo aver spezzato loro il cuore, ma anche per avere Bennett come ricattatore. L'ho capito, una relazione passata ti ha fatto uscire di testa, ma questo non ti dà il diritto di fare le stesse cose ad altre persone"

"Loro sapevano a cosa andavano incontro" risposi.

"Quindi? Pensavano di essere quelli a poterti cambiare. Si sono innamorati del tuo fascino tanto da dimenticarsi della tua lunga scia di cuori infranti"

"Non voglio che nessuno dei due abbia il cuore infranto" risposi, avvicinandomi a lui.

I suoi occhi si fecero più tristi "Lo so, neanche io vorrei. Ma non si può evitare. Ho preso la mia decisione e mi atterrò ad essa. Questo è tutto, Alexander. Ho capito di non essere migliore di te. Quindi questo sono io che chiudo la storia con te, cosa che tu non hai mai fatto con nessuno dei tuoi ex fidanzati"

"Non voglio una chiusura, voglio una relazione con te. Neo, per favore. Possiamo risolvere tutto" dissi, cercando di non far trapelare la mia voce supplichevole. Non avevo intenzione di pregarlo per ritornare insieme.

"No, non possiamo. Ho fatto troppi danni. E immagino sia una cosa positiva perchè altrimenti sarei stato così stupido da rimettermi con te"

Lo avvicinai a me lo baciai, con passione e disperazione. Lui ricambiò il bacio e mi afferrò le spalle, combattuto tra il portarmi più vicino a sè o allontanarmi. Ma si limitò solo ad aggrapparsi a me e baciarmi.

"Non farò sesso con te" mormorò contro le mie labbra, prima di chiudere le nuovamente le distanze.

Dopo un pò ci separammo l'uno dall'altro. Neo non mi guardava mentre indietreggiava, poggiandosi nuovamente contro il bancone.

Finì di cucinare la cena e apparecchiai il tavolo. Neo si sedette davanti a me mentre io nel frattempo gli avvicinavo un piatto ricolmo di cibo e me ne mettevo un pò nel mio.

Mangiammo in silenzio, entrambi troppo occupati a pensare a cosa stavamo facendo. Avevamo idea di cosa stavamo facendo, poi? Aveva importanza?

Qualcosa mi diceva che tutto quello che era successo stanotte sarebbe rimasto tra noi due. E una parte di me pregava di farlo ritornare con me prima che se ne andasse, o altrimenti sapevo di rischiare di perderlo davvero.

"Gattino" esclamò Neo quando Vesper saltò sulle sue gambe e si rannicchiò su di lui.

Lo guardai mentre accarezzava il gatto. Forse Scott e Bennett avevano ragione. Forse non dovevo rimettermi con Neo. Sarei capace di tornare a fidarmi di lui?

Ma comunque...non potevo permettere che uscisse dalla mia vita in questo modo. Mi importava di lui anche fin troppo per perderlo. Se solo potessi farlo rimanere in un qualsiasi modo...

"Ehi, fuckboy" disse Neo.

"Si?" chiesi.

"Dovresti smettere di frequentare qualcuno per un pò. Voglio sperare che tu abbia imparato la lezione, ma ti conosco e so che non l'hai fatto. Smettila di ferire le persone"

"Non voglio frequentare nessuno a meno che non sia tu" risposi sinceramente.

"Quindi suppongo che non uscirai con nessuno"

Ci fu un lungo silenzio mentre finivamo di mangiare. Neo mi aiutò a sparecchiare la tavolo e poi, senza dire una parola, mi seguì fino alla mia camera.

"Perciò abbiamo chiuso definitivamente?" chiesi.

Lui annuì "Si, abbiamo chiuso definitivamente"

"Non voglio" risposi.

"Non sempre si ottiene quello che si vuole" rispose lui.

Mi sedetti e lui mi copiò, mettendosi vicino a me. Si poggiò contro di me ed io sospirai mentre gli avvolgevo un braccio intorno alle spalle.

"Scusa, non dovrei essere qui. Pensavo di riportarmi sulla retta via almeno un pò, chiudendo una volta per tutte con te. Ma tutto quello che ho fatto invece è stato baciarti" disse.

"Non importa." risposi "Sono stato già lasciato una volta, in passato"

"Il tuo ex, Jake" disse e annuì "Sembra proprio un imbecille"

"Lo è. Ma sono sopravvissuto a quella rottura"

"E sopravviverai anche alla nostra" rispose.

Gli sollevai il mento e delicatamente lo baciai "Non voglio"

"Devi. Non possiamo stare insieme. Non sarà un bene per nessuno dei due, Alexander"

"Lo so." mormorai "Questo non la rende una scelta facile"

Neo sospirò "Devo andare. Non fa bene a nessuno dei due, Alexander"

"Neo," esclamai, afferrandogli il braccio prima che se andasse definitivamente dalla mia vita "Possiamo almeno parlare, qualche volta?"

Lui esitò "Non dovremmo. Potremmo, ma non dovremmo"

"Io lo voglio"

"Va bene, suppongo che potremo parlare qualche volta. Ma se ti dico di lasciarmi in pace, tu mi lasci in pace. E viceversa." rispose, mordendomi la mano fino a quando gli lasciai il braccio "Addio, Alexander"

Mi alzai e lo baciai, cercando di memorizzare la sensazione delle sue labbra screpolate pressate sulle mie. Era diventato molto più bravo nel baciare di quanto lo fosse la prima volta che l'aveva fatto.

"Ciao" dissi, separandomi da lui con riluttanza.

Neo mi diede un'ultimo sguardo, i suoi occhi pieni di tristezza e determinazione, prima di lasciare la mia stanza. Ascoltai il rumore della porta di casa chiudersi prima di far sprofondare la testa tra le mani, cercando di aggrapparmi a qualcosa.

Restai seduto in quella posizione per un pò, il tempo che passava velocemente come sempre aveva fatto. Il mondo non si sarebbe fermato perchè due adolescenti si erano lasciati.

Almeno non lo avevo perduto del tutto. Almeno potevo messaggiargli. Quello doveva pur significare qualcosa, no? Forse c'era la possibilità che un giorno...forse avremmo potuto...

La porta di casa si aprì e si richiuse. Probabilmente erano i miei genitori che erano ritornati a casa presto per vedere come stavo. Sapevo di dovermi spostare da questa posizione patetica, ma non riuscì a convincere il mio corpo a farlo.

"Sembri patetico"

"Bennett" borbottai tra le mani.

"E Scott" aggiunse l'altro.

Finalmente mi tolsi le mani dal viso per guardare i miei amici. Erano entrati nella mia stanza con a seguito un Link scodinzolante. Scott sorrise mentre lo accarezzava.

"è venuto qui, non è vero?" cercò di indovinare Bennett.

"Si" risposi, annuendo lentamente. Sospirai e raccontai loro cosa fosse successo.

"Non sperarci troppo. Non sembra che voi due ritornerete di nuovo insieme" rispose Bennett.

"Grazie per le parole di incoraggiamento" risposi ironico.

"Anche se tu avessi la possibilità di rimetterti con lui, saresti un idiota a correre il rischio." continuò lui "Non aveva nessun diritto di farti quello che ti ha fatto. E non aveva nessun diritto per ritornare qui e peggiorare tutto. Non è molto bravo in questo"

"Non so cosa fare, adesso" esclamai.

"Prenditi una pausa" rispose Scott.

"Si. Credo lo farò" risposi con un sospiro. Non potevo immaginarmi di uscire con qualcuno per un bel pò. Non potevo neanche immaginarmi di fare sesso con qualcuno.

"Diventerà tutto più facile" aggiunse Scott.

"Per te è facile dirlo. Non sei mai stato emotivamente legato a nessuno"

"Lo è stato." rispose Bennett "Non comportarti come se tu sia l'unica persona che ha attraversato una rottura, Alexander. Riuscirai a superarla. Non puoi lasciare che la tua vita si sgretoli per Neo. Lascia che sia la sua vita a farlo. Ha perso te, Donnie e Clifton"

"Questo dovrebbe farmi sentire meglio? No, perchè il dolore di Neo non mi fa sentire affatto meglio. Se è possibile, anche peggio" risposi.

"Non lasciare che ti faccia sentire peggio. Se non vuole affrontare le conseguenze delle sue azioni, allora non avrebbe dovuto uscire con te. O almeno non avrebbe dovuto lasciarti" disse Bennett con una scrollata di spalle.

Sia lui che Scott poi, si sedettero sul letto. Feci correre una mano tra i capelli, ricordando il modo in cui Jake era solito stringermeli forte mentre facevamo sesso e la sensazione delle labbra di Neo sulle mie, e realizzai che ero stato con tanti uomini nella mia vita ma i soli due che amavo e volevo che rimanessero, erano stati i soli due a lasciarmi. Ed entrambi si erano presi una parte del mio cuore con loro.

"Non è giusto" esclamai, sentendo le mie emozioni esplodere. All'improvviso ero esausto e ferito e confuso e arrabbiato e triste. Era un qualcosa di travolgente e opprimente.

Mi coprì nuovamente il viso con le mani quando sentì gli angoli degli occhi pizzicarmi. Non era giusto. Perchè potevo avere chiunque tranne il ragazzo che volevo davvero? Avevo dato il mondo a colui che me lo aveva portato via. Avevo messo il cuore in mani incuranti. Avevo esternato i miei sentimenti solo per far sì che mi si ritorcessero contro. Ero un bravo ragazzo, diventato cattivo ogniqualvolta qualcuno veniva ferito. Anche quando ero io quello ad essere ferito, ero sempre considerato il ragazzo cattivo, mai la vittima.

E forse me lo meritavo, o forse no, ma in ogni caso avevo perso Neo. Certo, avrei potuto continuare a parlargli ma non si sarebbe rimesso con me, e quella parte del cuore che mi si era indurita non voleva lasciarmi ritornare con Neo.

Soffocai un singhiozzo, odiandomi, sentendomi imbarazzato, desiderando essere solo a temere la sensazione di solitudine far capolino negli angoli oscuri della mia camera.

Sentì due dita intorno al polso e una mano sulla spalla. Mi lasciai cullare dal calore dei miei amici mentre liberavo il mio corpo da quelle sensazioni soffocanti che mi stavano consumando, il mio cuore che si rimpiccioliva al pensiero di aver perso Neo e la sensazione di vuoto della rottura.

 

***Neo's POV***

Mi sedetti sul pavimento, abbracciando le ginocchia al petto. Volevo così tanto rimettermi con Alexander, ma avevo mandato tutto a fanculo e me ne facevo una ragione. Era meglio per entrambi se non fossimo ritornati insieme.

Era così triste quando lo avevo lasciato nella sua stanza. Mi aveva amato davvero.

Tu pensa, tutti quelli che lo avevano frequentato pensavano di essere coloro a cambiarlo e a farlo di innamorare di loro. Ed io, che uscivo con lui con la crudele intenzione di ferirlo, ero stato il ragazzo a raggiungere il loro obiettivo.

Non sapevo più cosa Alexander si meritasse o no. Sapevo quanto non si meritasse quello gli era successo quando aveva quindici anni. Ma chi lo sapeva, ormai. Forse avevo torto, forse aveva torto, forse avevamo entrambi torto. Ma questo non cambiava quello che avevamo fatto. Non lo rendeva migliore o più facile.

Non dovevo più buttarmi a capofitto su Alexander. Certo, avrei continuato a parlargli. Avrei dovuto tagliare tutti i ponti con lui quando ero andato a casa sua, ma quell'orribile espressione triste mi avevano fatto perdere il sangue freddo. Lo amavo ancora. E quella parte di me voleva minimizzare il danno ed aveva accettato la sua richiesta di continuare a parlarmi. Dio, me ne sarei pentito. Ma me ne sarei occupato dopo di quelle conseguenze.

Mi domandavo se i suoi amici mi odiassero tanto quanto i miei. Scott Anderson era capace di odiare qualcuno? Sicuramente Bennett mi odiava. Lo faceva anche prima che frequentassi Alexander. Adesso di certo disprezzava con tutto se stesso la mia esistenza per aver ferito il suo amico.

Mi scappò un sospiro. Avrei dovuto evitare i suoi amici. Qualcosa sul pensiero del rilassato e indifferente Scott mi facevano temere la sua sola vista.

Piegai la testa all'indietro e chiusi gli occhi. I finali felici erano solo una stronzata. Nessuno lo aveva avuto veramente.

Io e Alexander avevamo chiuso, avevo perso i miei amici. Che casino. E non c'era nessun altro da incolpare se non me stesso.

"è finita" mormorai tra me e me, sperando che Alexander non reagisse alla nostra rottura allo stesso modo con quella di Jake. Il sesso e altri cuori spezzati non avrebbero risolto nulla. Non lo avrebbero mai fatto sentire meglio.

Aveva i suoi amici che lo confortavano. Io non avevo nessuno, e sapevo esattamente il perchè. Lo accettavo.

Mi alzai e mi poggiai contro il muro, osservando fuori dalla finestra la silenziosa notte. Delle nuvole si spostavano pigramente in cielo, coprendo occasionalmente la luna dalla mia vista.

"è finita" sussurrai, e non ero sicuro cosa intendessi con quello. La mia relazione con Alexander Sullivan? La mia amicizia con Donnie e Clifton? Aveva così importanza cosa intendessi, oramai?

Mi allontanai dalla finestra e spensi le luci, sdraiandomi sul letto. L'oscurità urlava da ogni parte della camera, e chiusi gli occhi. Alexander si allontanò dai miei pensieri nel momento in cui mi addormentai, il mio cuore afflitto sperava che non lo avessi spezzato irreparabilmente. E solo un unico pensiero mi ruotava in testa, a tempo con il mio battito del cuore.

è finita.

 

 

 

_______________

OKAY.

Il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Aiuuutoo

Per chiunque se lo chiedesse, sì c'è un continuo e sì tradurrò anche quello. Purtroppo però non aspettatevelo subito, dovrete essere pazienti-- non odiatemi-- e rispettare i miei tempi.

Se volete potete seguirmi e seguire gli aggiornamenti. Ad ogni modo vi farò sapere quando inizierò la nuova storia postando un altro capitolo qui con link a seguito ;)

Adesso, domanda inerente al capitolo: secondo voi c'è davvero la possibilità che si rimettano insieme, anche dopo tutto quello che si sono detti? Sono curiosa di sapere la vostra opinione!

Io ovviamente non posso esprimere la mia per ovvie ragioni (avendo già letto tutto il libro so cosa andrò a finire) e non posso spoilerare nulla, sorry :c

Comunque, solo secondo me a Bennett piace Alexander? è sempre così protettivo nei suoi confronti, forse anche un pò troppo e.e

Un piccolo commentino se avete gradito, grazie per il vostro costante supporto!

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Capitolo 22
*** The Show Must Go On (22) FINE ***


***Alexander's POV***

"Buongiorno" salutai i miei amici "Non pensavo fossi così in ritardo da farmi battere sul tempo da Scott"

"Solo perchè sono venuto a prenderlo io" rispose Bennett, chiudendo il suo armadietto.

"Voi due mi prendete in giro, ma indovinate un pò chi non ha mai avuto una multa per eccesso di velocità" disse lui.

"Nessuno ha avuto una multa per eccesso di velocità, Scotty" risposi.

"Quando Link diventerà il mio cane, la prima cosa che gli insegnerò sarà morderti" esclamò Scott.

"Il mio cane non sarà mai tuo e non mi morderà mai"

"Chiudete il becco, per favore. Volete andare a cena, dopo scuola?" chiese Bennett.

"Non posso" risposi con un'alzata di spalle.

"Tobias?" cercò di indovinare lui.

Sorrisi "Non sono affari tuoi"

Bennett alzò gli occhi al cielo "Come vuoi. Stai andando al tuo armadietto?"

Annuì e sia Bennett che Scott mi seguirono. Misi poi la combinazione all'armadietto e lo aprì, cercando il quaderno che mi serviva.

Erano passati un paio di mesi dopo l'incidente con Neo. Continuavamo a messaggiarci qualche volta, ma le conversazioni erano sempre imbarazzanti e mi facevano sentire la sua mancanza più di prima.

Neo si era trasferita in una scuola privata in città. C'erano un sacco di pettegolezzi che giravano a scuola sul motivo per cui si era trasferito. Uno di questi era perchè quella scuola privata era Cattolica e i suoi genitori speravano che questo lo avrebbe fatto uscire dalla sua omosessualità, come se fosse possibile. Alcuni dicevano che Neo aveva lasciato la nostra scuola perchè, adesso che Clifton e Donnie erano arrabbiati con lui, non aveva più amici. Altri dicevano che era a causa di una grave rissa in cui si era cacciato un paio di giorni prima. Io non c'ero, ma avevo saputo che era stata piuttosto terribile.

Bennett aveva cercato di sapere di più su quella situazione per me. Aveva detto che il vero motivo sembrava la combinazione di tutti quei pettegolezzi. Qualsiasi fosse la causa, Neo non era più qui e non lo avevo visto da quando aveva cambiato scuola. Avevo visto i suoi genitori ad un paio di eventi, e fui sempre cordiale con loro. Neo, o stava evitando tutte le feste a cui io potevo essere presente, o forse i suoi genitori non volevano più portarlo con loro.

Inizialmente rimasi alla larga da qualsiasi tipo di relazione, ma lentamente riuscì a sconfiggere la mia paura di essere ferito. Non perdevo tempo con gli appuntamenti. Se stavi con me, sapevi esattamente cosa stavamo facendo e come sarebbe andata a finire.

Nonostante tutto, stavo trascorrendo un sacco di tempo con il mio amico Tobias. Ci conoscevamo da quando eravamo piccoli, grazie ai nostri genitori, ma ultimamente stavamo passando molto più tempo insieme.

Bennett aveva cercato di avvertirmi anche con lui, ma finalmente riuscì a zittirlo definitivamente. Lui e Scott mi avevano lasciato liberi dal fare quello che volevo con chi volevo. Adesso ero più prudente. Sapevo di non dover aprire il mio cuore a nessuno.

"Potresti sbrigarti? Faremo tardi in classe" disse Bennett, facendomi ridestare dai miei pensieri.

"Hm? Scusa" mi alzai e chiusi l'armadietto.

La campanella suonò e ci dirigemmo in classe. All'ora di pranzo ci sedemmo e insieme incominciammo a mangiare.

Lanciai un'occhiata al tavolo in cui era solito sedersi Neo. Donnie e Clifton erano seduti insieme a due ragazze, parlando e ridendo. Sapevo che Donnie non aveva perdonato Neo per quello che aveva fatto. Non ero sicuro se Clifton gli avesse parlato da allora, ma lo dubitavo fortemente.

Cercavo con tutte le mie forza di liberarmi di Neo, ma semplicemente non riuscivo a non pensarlo. Diedi un'occhiata ai nostri brevi messaggi, anche se era dolorosamente imbarazzante.

La nostra relazione mi aveva cambiato, di questo ne ero certo. Sapevo che aprire il mio cuore a qualcuno sarebbe stata una sfida. Sapevo che se avessi baciato qualcuno, avrei chiuso gli occhi e avrei immaginato che fosse Neo. Sapevo di essere tornato alle brevi e passionali relazioni per divertimento, ma mai mi soddisfacevano. Però stavo cercando di riprendermi e di andare avanti.

"Sei silenzioso" osservò Scott.

"Stavo pianificando come far intrufolare un koala a casa tua senza che i tuoi genitori lo sappiano" risposi.

"Non mi prendere in giro in quel modo. Mi fa male al cuore"

"Scusa. In estate ti porterò allo zoo" risposi.

"Ci conto"

Bennett alzò un sopracciglio "Tutto okay?"

"Solo pensieroso," dissi, sorseggiando l'acqua "Domani andremo a cena insieme"

"Solo se dopo possiamo passare da casa tua. Mi manca il mio cane" esclamò Scott.

"Il mio cane." lo corressi "E comunque va bene. Andremo a casa mia, dopo cena"

Io e i miei amici incominciammo a parlare di quello che avremmo potuto fare oggi, dopo aver mangiato. Le mie riflessioni su Neo vennero rimandate nella parte più profonda della mia mente, persistenti e pronti a penetrare i miei pensieri senza preavviso, come sempre. Cercai di ignorarli. Un giorno o l'altro sarei riuscito a voltare pagina.

Ma quel giorno non sarebbe arrivato presto.

 

***Neo's POV***

Abbassai leggermente il colletto della mia maglietta. La mia nuova scuola richiedeva delle uniformi che portavano troppo calore. E lo stupido gilet di maglia rosso che dovevamo indossare mi facevano sembrare come Elmo.

Portai il braccio sul banco e poggiai la guancia sul palmo della mano. La professoressa stava spiegando matematica. O forse era Inglese? Ow, a chi importava. Era comunque noiosa, qualsiasi materia fosse.

Scarabocchiai pensieroso il mio quaderno. Guardai poi più attentamente e strattonai la mano, quasi facendo volare per terra la matita.

Un pessimo scarabocchio del viso di Alexander Sullivan mi stava fissando. Non ero di certo un'artista, ma sapevo che inconsciamente stavo cercando di disegnarlo.

Strappai il foglio di carta dal quaderno, ignorando gli sguardi degli altri studenti al forte rumore. Lo accartocciai fino a quando diventò una palla e mi alzai, gettandolo nel cestino. Tornai a sedermi e picchiettai la matita sulla coscia, desiderando che l'ora finisse velocemente, in modo da poter andare a pranzare con i miei amici e distrarmi dal pensiero di Alexander.

Mi mancava. Sapevo che mi mancava. Ma ero stato io quello a porre fine alla relazione ed ero stato io quello a romperlo irreparabilmente.

E ovviamente, mi mancavano tanto Donnie e Clifton. Avevo perso anche loro per la mia stupidità. Davvero, non aveva il diritto di sentire la mancanza di nessuno di loro. Ma mi mancavano lo stesso.

Mi ritrovai a pensare ad Alexander. Si stava ancora comportando da sgualdrina? Gli mancavo allo stesso modo di quanto mancava a me?

Qualche volta mi inviava dei messaggi. Una parte di me non vedeva l'ora di riceverli e l'altra li temeva. Conversazioni imbarazzanti che mi facevano solo sentire di più la mancanza di fuckboy.

Era finita, comunque. E non si poteva più tornare indietro. Entrambi dovevamo andare avanti con le nostre vita, che ci piacesse o no. Questa era la vita. Le cose non sempre avevano un lieto fine. L'amore non sempre vinceva. Cosa diceva solitamente Alexander? Oh, giusto. "Lo show doveva continuare".

Amavo ancora Alexander Sullivan, ma la nostra relazione era finita e non sarebbe iniziata nuovamente. Non saremmo più tornati insieme. Ci saremmo innamorati di altre persone. Noi avevamo finito, ma lo show sarebbe continuato e così avrebbero fatto le nostre vite.

 

 

__________________

Sì, questa è la fine.

Che tristezza, ragazzi....

Comunque, ripeto: quando inizierò a tradurre il secondo libro posterò un capitolo di avvertimento direttamente qui. Quindi se volete continuare a seguire The Show Must Go On vi pregherei di non toglierle tra le seguite!

Mi piacerebbe che continuaste a seguire insieme a me il percorso di questi due ragazzi. Non siete curiosi di sapere cosa succederà? ;)

Mi auguro che il secondo libro abbia lo stesso supporto del primo. Non credo continuerei a tradurlo se nessuno la seguirebbe, quindi se me lo faceste sapere prima mi fareste un grande favore ahahah

Oltre questo, che dire. Non smetterò di ringraziarvi perchè ve lo meritate davvero. Spero comunque abbiate gradito la storia e che la traduzione non sia stata troppo penosa ahahaha

Alla prossima, e grazie di tutto!!

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Capitolo 23
*** Avviso- non prendetevi un infarto ***


Ciao a tutti!

Volevo darvi un'importante-- o forse non ve ne frega nulla ma okay, rido-- informazione e chiarire un pò di cose.

Alcuni di voi mi hanno chiesto quando ho intenzione di pubblicare i capitoli del secondo libro e, se state cercando una risposta chiara e sicura, purtroppo non potrei darvela in questo momento.

Sì, lo so. Avevo detto che avrei iniziato al più presto ma ho troppe cose per la testa e la scuola è una di queste. Devo tenere duro fino alla fine di Maggio e togliermi di mezzo tutte le interrogazioni e compiti, e non ho il tempo materiale per tradurre seriamente una qualche storia.

Per chi se lo stia chiedendo, l'unica storia in cui aggiorno regolarmente-- o giù di lì-- è The Barman, solo perché i capitoli li ho già scritti molto tempo prima. Quindi capisco che voi vogliate il continuo, dannazione se lo capisco, ma ho sempre preferito fare le cose per bene e sinceramente non mi piace l'idea di tradurre capitoli in modo approssimativo solo per la fretta e il poco tempo. E sono sicura che neanche a voi piacerebbe.

Sono comunque contenta che il libro abbia ricevuto così tanto supporto e amore, forse non l'ho dimostrato abbastanza ma ve ne sono grata!

Ho scritto tutto questo perché mi dispiace dare sempre delle brutte notizie circa gli aggiornamenti e volevo metterlo in chiaro una volta per tutte, così non state con l'ansia di un probabile nuovo capitolo pubblicato quando meno ve lo aspettate, e forse finiranno anche gli insulti borbottati contro di me a bassa voce. Forse.

C'è comunque una buona probabilità che inizi la seconda parte in estate, a partire da Giugno se non ci sono troppi intoppi :D

Vi starete chiedendo il perché abbia sentito il bisogno di pubblicare un capitolo solo per me, facendovi prendere inutilmente un colpo pensando che vi stia avvertendo dell'inizio del secondo libro ma...lo sapete che sono la persona peggiore del mondo :c
 

 

Vi ricordo per l'ennesima volta che se volete vedere subito eventuali aggiornamenti o leggere i capitoli tradotti già revisionati, vi invito a seguire la storia su Wattpad! A chiunque interessasse sono @larryshugs_ e se volete seguirmi o contattarmi in privato non esitate a farlo, sono sempre disponibile con tutti :)

Grazie per l'ennesima volta della vostra pazienza e soprattutto dei complimenti che ho ricevuto per la traduzione! Cosa farei senza di voi??

Un bacione grande, non odiatemi :c

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Capitolo 24
*** Adesso potete prendervi l'infarto ***


Ebbene sì, come promesso ho postato il primissimo capitolo di Curtain Call, nonchè secondo libro e continuo di The Show Must Go On!

Spero siate felici e che seguiate questa storia con la stessa passione e dedizione con cui avete letto la prima. Eccovi qui il link:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3467542&i=1

(Se non lo vedete, potete cercarlo nel mio profilo)

Ci vediamo direttamente lì xx

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