Bugia

di Queila
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The First One ***
Capitolo 2: *** The Second One ***
Capitolo 3: *** The Truth ***



Capitolo 1
*** The First One ***


 
 
The First One
 
La guerra non aveva risparmiato niente e nessuno. Il cielo incombeva grigio e terrificante su Diagon Alley, mentre i sopravvissuti cercavano di farsi largo tra le cenere e le macerie del villaggio magico. Erano due ore ormai che vagavano tra le vie spettrali per cercare sopravvissuti e per tentare di aggiustare ciò che era stato rotto, impresa quasi impossibile.
“Ron, attento” una voce femminile tagliò l’aria.
Il Weasley si spostò subito di lato per evitare una tegola caduta da un tetto lì vicino.
“Grazie, Herm…” le sorrise facendosi rosso in viso, la ragazza gli rispose con leggero cenno del capo, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio con fare imbarazzato.
“Quanto ti deciderai a dirglielo?”
“Dirle cosa?”
“Ron, ti prego…”
Il rosso distolse lo sguardo dal viso preoccupato del suo migliore amico e si allontanò, girando l’angolo verso un edificio fatiscente. Fece un lungo sospiro e si coprì il viso con le mani, non voleva pensare. Non voleva ricordare quella notte: Fred, il bacio, i fasci di luce verdi, gli occhi vitrei di chi non ce l’aveva fatta… era troppo, voleva solo chiudere i ricordi, serrare il cervello e mentire a sé stesso, il dolore acuto al torace, però, anche così non accennava a diminuire. Strinse le palpebre fino a farsi venire il mal di testa e diete un calcio al vuoto, come per allontanare la brutta esperienza, la tristezza e la malinconia che incombevano su di lui da giorni.
“Tutto bene, Ron?” la voce di Hermione lo fece sobbalzare e quasi non inciampò in un brandello di muro.
“Sì, tranquilla…” la ragazza lo scrutò con aria interrogativa.
“Sei silenzioso, ultimamente. Parli poco sia con me che con Harry” disse abbassando lo sguardo sulle ceneri a terra: ci deve essere stato un incendio in quella parte della cittadina.
“Beh, non so affari tuoi, sai?” lo disse in modo gentile, sorridendo leggermente, ma lei ci rimase male lo stesso e gli occhi le si velarono di lacrime.
“Pensavo, beh, ecco… che dopo il bacio… io potessi diventare per te…” Hermione prese a farfugliare imbarazzata,  agitata dal discorso che si era preparata tante volte in testa, ma che mai aveva avuto il coraggio di pronunciare.
“Hermione, no, ecco. Quel bacio, dimenticalo, non ha significato nulla” disse in tono deciso prima di voltare le spalle alla Grifondoro.
La ragazza rimase in piedi immobile e silenziosa, l’unico movimento era dettato dallo scorrere delle lacrime sul suo volto e in quel momento fu sicura di udire qualcosa spezzarsi e abbassò lo sguardo sul suo petto: percepiva in crepa al centro del suo cuore che prima non c’era.
Ron vagava per le macerie di Diagon Alley pensando che il suo muscolo cardiaco era esattamente come la cittadina: straziato e in mille pezzi. Aveva mentito, Ron.
Ma non poteva permette che Hermione si prendesse cura anche di lui, aveva troppo a cui pensare la ragazza per preoccuparsi anche di uno stupido ragazzino che non sarebbe riuscito più a sorridere. Non poteva farle questo: l’amava troppo per costringerla a guardare giorno dopo giorno il viso triste e privo di gioia che avrebbe avuto Ron d’ora in avanti; sarebbe stato un paziente e non un fidanzato.
Hermione Granger continuava a piangere. D’improvviso le gambe le cedettero e senza accorgersene si ritrovò tra le macerie con le ginocchia sanguinanti, ma non provava dolore, non percepiva il male che l’impatto le aveva provocato, le sue emozioni erano state risucchiate dal vuoto enorme che si era generato al centro esatto del suo petto.
Si sarebbe rialzata, ma in quel momento voleva rimane sola con l’anima a brandelli per soffrire come non aveva mai sofferto in vita sua.
Ginny la trovò con le mani insanguinate e il volto coperto di lacrime, gli occhi che vagavano sul paesaggio senza prestare attenzione ai dettagli, la strinse piano e la materializzò via, lontano da quel posto senza amore.
 
Note Autrice:
Salve ^^ grazie per aver aperto e letto la storia… sarà una mini Long composta da tre capitoli. Lunghi più o meno come questo, i capitoli sono già tutti scritti. Spero non sia un disastro totale.
 
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Capitolo 2
*** The Second One ***


 
 The Second One
 

L’aria di fine Dicembre era gelida, per strada chiunque girava con sciarpe e cappelli nella cittadina da poco rimessa a nuovo di Diagon Alley. Era la Vigilia di Natale e i maghi e le streghe passavano di negozio in negozio per acquistare gli ultimi regali rimasti da comprare.
Hermione era coperta da un fitto strato di maglioni e maglioncini e risultava quasi irriconoscibile perfino da chi la conosceva da anni.
Ron passeggiava distratto per le vie di Diagon Alley da circa due ore, maledicendosi per non aver comprato prima i pensierini natalizi per la famiglia; si fermò di colpo, attratto dalla gioielleria più costosa della cittadina. Si avvicinò con cautela al negozio come richiamato da una misteriosa voce e lo vide: un ciondolo a forma di cuore con una piccolissima campanella al centro. Sarebbe stato perfetto al collo candido di Hermione, già, se solo si parlassero, se solo non le avesse mentito, se solo non fosse uno stupido e irrimediabile idiota.
“Miseriaccia” sbottò Ron agitato, cacciando in dentro le lacrime che stavano per fare capolino, si girò di scatto pronto ad allontanarsi il prima possibile da quella collana e dai suoi pensieri su Hermione, ma scivolò appena oltrepassato il gradino che separava il marciapiede dalla strada.
“Attento devi stare…” una voce con un forte accento bulgaro s’intromise tra i pensieri del rosso. Viktor Krum padroneggiava la vista di Ron con i suoi quasi due metri d’altezza, vicino a lui una piccola figura imbacuccata faceva capolino: Hermione.
Il Weasley divenne paonazzo. Una rabbia bestiale lo scaldò, portandolo a credere di poter sciogliere la neve sotto il suo corpo tanto si era surriscaldato alla vista di quella coppia; gli occhi di Hermione saettarono in quelli del rosso e vi lesse dentro tutta l’irritazione che lo caratterizzava in quel momento. Senza perdere altro tempo, il Grifondoro si alzò stando attendo a non scivolare di nuovo sul manto bianco della strada, salutò i due e si avviò a grandi falcate il più lontano possibile, stringendo i pugni così forte da conficcare le unghie in profondità nella carne. Cercando in tutti i modi di non ascoltare il dolore provocato dal suo cuore, si concentrò su quello fisico che si stava inducendo serrando sempre più la stretta alle mani.
“Ron! Ron!” qualcuno lo chiamava, una voce troppo familiare per non poterla riconoscere, il ragazzo si arrestò, incapace di resistere al suo richiamo.
“Ronald, non è come pensi!” la moretta si giustificò, emettendo un profondo sospiro finale.
“Che cosa credi che io pensi, Hermione?” sussurrò livido si rabbia il ragazzo, guardando in basso.
“Krum è qui per le vacanze, è venuto a trovare la sua ragazza, ci stiamo facendo solo un giro tra i negozi, da amici, ecco…” la Grifondoro affondò i suoi occhi a terra, imbarazzata.
“Non m’importa” mentì Ron.
“Puoi anche stare con lui, anzi, puoi uscire con chi ti pare, non sono affari miei” la rabbia lo aveva portato a dire una serie di menzogne, una dietro l’altra, era accecato dalla gelosia e dal disprezzo verso se stesso e non riuscì a trattenersi dall’alzare la voce.
“In ogni caso, auguri Ronald” detto questo, la ragazza lo baciò leggermente sfiorandogli appena la guancia rossa non a causa del gelo, lasciandolo solo con i propri pensieri.
Hermione si voltò appena in tempo per celare le lacrime al rosso, vederlo le faceva sempre male, non poterlo toccare o abbracciare a suo piacimento, le provocava fitte di dolore su tutto il corpo, gli mancava, e la cosa la stava uccidendo lentamente.
Ron rimase imbambolato toccandosi la guancia per almeno dieci minuti prima di riprendersi. Provava un calore innaturale per quel periodo dell’anno, fece un leggero sorriso e si voltò, decise di entrare nella gioielleria per comprare una cosa che con tutta probabilità non avrebbe mai avuto il coraggio di regalare alla persona di cui era segretamente innamorato da anni.
 
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Capitolo 3
*** The Truth ***


The Truth
 
Il due Maggio millenovecentonovantanove era arrivato, e con esso il primo anniversario della vittoria su Lord Voldemort, che fosse un giorno speciale, lo si leggeva nel volto dei maghi e streghe che Ron incontrava per Diagon Alley: avevano tutti le facce felici, ma inesorabilmente malinconiche, tutti avevano perso molto durante la guerra…
Ron Weasley girava come una trottola in cerca del negozio che la madre gli aveva indicato. Era in ritardo, ma non poteva presentarsi al San Mungo a mani vuote, non con una nipotina appena nata. Il biglietto scritto da Molly ormai era ridotto a un brandello di carta in cui non si decifravano né lettere né numeri, e a Ron girava la testa: era confuso e accaldato, se la sarebbero preso con lui, sarebbe stato il capro espiatorio della sua famiglia, come sempre.
Sospirò affranto e rassegnato, si girò per tornare indietro quando la vide. Era bellissima come sempre, indossava in tubino verde chiaro che le risaltava le forme e le spalle erano coperte da una giacchetta rossa, i capelli le ricadevano selvaggi sulla schiena, a Ron divennero gli occhi lucidi per l’emozione: erano mesi che non la vedeva e la sua immagine era meravigliosa come se la ricordava.
Lo vide e gli sorrise, di rimando il rosso spalancò la bocca, estasiato.
Hermione Granger si sorprese di scoprire lì il più piccolo dei maschi Weasley: sapeva da Ginny che Fluer era stata ricoverata al San Mungo e che era in procinto di partorire. Si avvicinò cauta, incoraggiata dal sorriso spuntato sul viso di Ron, il viso che tanto amava e che sognava tutte le notti di poter carezzare. Il volto del Grifondoro si fece rosso in un secondo, le guance e le orecchie divennero scarlatte non appena Hermione gli si avvicinò.
“Ciao, Herm…” mugugnò in soggezione, puntando gli occhi sulla strada.
“Ciao, Ron” disse lei non riuscendo a staccare lo sguardo dal ragazzo, conosceva alla perfezione ogni lentiggine di quel volto, eppure non si stancava mai di ammirarlo, rimase beata a godersi lo spettacolo mentre Ron cominciava a sudare per la tensione.
“Fluer come sta?” chiese la ragazza tentando di spezzare il silenzio.
“Be-bene, credo. Deve aver appena partorito… miseriaccia!” esclamò il ragazzo, dandosi una sonora pacca sulla fronte con fare sconvolto.
Hermione lo guardò con occhi interrogativi.
“Devo trovare il negozio di Betty Baby o qualcosa del genere, ma non so assolutamente dove sia” confessò il rosso alzando gli occhi da terra e puntandoli in quelli di Hermione, a quel contatto entrambi sussultarono, Ron quasi dimenticò di saper respirare: non ricordava che il volto di Hermione così vicino al suo gli potesse provocare quell’effetto.
“Il negozio per neonati?” chiese cortese la ragazza, completamente paonazza.
Ron annuì leggermente imbarazzato.
“Oh, beh, ma è facile! Devi girare quell’angolo e te lo ritrovi sulla destra” indicò la mora sorridendo. Il mondo vacillò per un secondo e si fermò a guardare il dolce sorriso di Hermione, o per lo meno Ron ebbe questa impressione, perché per un attimo esistette solo lei, lei e i suoi occhi che brillavano.
Cosi, senza capire, senza ragionare, agendo per puro istinto, Ron le cinse i fianchi e affondò il viso nei suoi capelli profumati.
“Mi sei mancata…” confessò.
“Anche tu” la ragazza cominciò a piangere sommessamente.
“Ti amo, tutto il resto è solo una bugia” ammise a lei e a se stesso.
Tirò fuori dalla tasca una piccola scatolina che si portava dietro tutti i giorni da mesi, gliela porse in silenzio.
“La verità è che tu sei tutto ciò di cui ho bisogno, ero troppo stupido per capirlo prima…”
La ragazza col viso irrorato di lacrime salate dal gusto incredibilmente dolce, aprì il pacchetto con mani tremanti, sorrise alla visione del gioiello: era perfetto, perfetto come il suo Ron. Con il cuore a soqquadro e le gambe malferme si precipitò di nuovo tra le braccia di Ron, sperando di non fare altro per il resto della vita.
 

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