Wolf In The City.

di BELIEBER_G
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giallo oro/ Blu corallo. ***
Capitolo 2: *** Il Branco. ***
Capitolo 3: *** Mutaforma. ***
Capitolo 4: *** Erica. ***
Capitolo 5: *** Boyd. ***
Capitolo 6: *** I’m The One Keeping You Alive. ***
Capitolo 7: *** Caccia al mostro. ***
Capitolo 8: *** Domande. ***
Capitolo 9: *** Il Piano. ***
Capitolo 10: *** Polvere. ***
Capitolo 11: *** Il Padrone. ***
Capitolo 12: *** La Festa. ***
Capitolo 13: *** Il Burattinaio. ***
Capitolo 14: *** Fury. ***
Capitolo 15: *** Resurrezione. ***
Capitolo 16: *** Scomparsi. ***
Capitolo 17: *** Be Human. ***
Capitolo 18: *** L'Evoluzione. ***
Capitolo 19: *** Imprinting. ***
Capitolo 20: *** La Partenza. ***



Capitolo 1
*** Giallo oro/ Blu corallo. ***


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Gocce calde e rilassanti percorsero il corpo pieno di cicatrici di Lydia,che era rimasta in ospedale per altri mesi. Ma non solo il suo corpo era cambiato, poiché la sua mente non si sarebbe mai dimenticata di quell’episodio in cui Peter Hale l’aveva trasformata in qualcosa che sarebbe tornato presto utile a tutti.
 
Dall’altra parte della città, il volere di Jackson Witthemore era stato fatto: Wendy lo aveva morso esattamente dove voleva lui e il ragazzo già sentiva che la forza dentro di se aumentava alla luce della luna. Ma il potere non era l’unica cosa che voleva ottenere.
***
Quella stessa sera, Wendy era andata a controllare il cimitero dove era stata sepolta Kate,per vedere se era tutto al suo posto. Un ragazzo riccio,sui 16 anni, si stava occupando della terra da usare con una piccola gru. La ragazza, giorni orsono, aveva parlato con Derek pensando di creare un ipotetico branco. Un Alfa deve sempre averne uno, infatti fu quello il piano di Peter. Solo che lui lo aveva fatto in modo sbagliato. Allora la ragazza fece ribaltare la gru e il giovane cadde a terra. Abbassò lo sguardo e lo notò in difficoltà. “Serve una mano?” gli chiese poi, con un sorriso malizioso e le zanne fuori dalla bocca.
 
La mattina successiva, si stava celebrando il funerale di Kate, dove presenti c’erano Chris, sua moglie, Allison e da lontano era arrivato anche il nonno, Gerard. Era conosciuto a Becon Hills come uno dei più spietati cacciatori. Scott era rimasto a guardare da lontano, poiché il padre della fidanzata le aveva vietato di avvicinarsi a lui.
Wendy invece, a differenza del fratello, era tornata a scuola dopo la maternità. Tutti le fecero mille domande,ma sembrava che l’unico ad avere solo occhi per lei, era Jackson. Aveva lasciato Lydia da poco e si stava occupando di Angelica insieme a Wendy. Il contrario di quello che stava facendo Stiles, che stava passando più tempo assieme a Derek e stava seriamente valutando l’idea di lasciare il nuovo Alfa.
 
Mentre andava al suo armadietto, accanto a se notò un nuovo ragazzo che osservava curioso la sua fotocamera. Sembrava nuovo, anche perché Wendy non lo aveva mai visto. Si trattava di un ragazzo con il viso ben tondo, alto,magro,capelli chiari e occhi azzurri. Gli diede solo uno sguardo e poi si voltò per andare in classe con i propri libri. Quando si avviò verso l’aula,notò il ragazzo della sera precedente,quello che aveva morso. Sembrava stesse meglio del giorno prima e aveva anche visto Wendy. Ma la ragazza non sapeva ne cosa dire ne cosa fare, allora fece dietrofront e cercò di usare una strada diversa. Improvvisamente qualcuno afferrò il suo braccio e la spinse dentro un magazzino facendole cadere i libri. Era Jackson che iniziò a guardarla con un sorriso a 32 denti. “Ciao bellissima.” Le disse sottovoce. Wendy arrossì di colpo. “Tu sei scemo.” Commentò sorridendo e scansandolo,nonostante iniziasse a piacergli.  Il ragazzo si morse un labbro con i denti perfetti e le accarezzò la guancia morbida. Infine poggiò la fronte sulla sua e quasi non la baciò se non fosse suonata la campanella di inizio ora.
“Devo andare.” Gli sussurrò infine lei,proseguendo il cammino verso la classe. Non appena le voltò le spalle, dal naso di Jackson iniziò a gocciolare sangue nero senza un motivo preciso,ma non volle allarmare nessuno.
***
Stiles invece, dopo la scuola e quando si fu fatta sera, iniziò a fare una passeggiata nel bosco con Derek e a parlare con lui riguardo al loro rapporto. “So che non lasceresti mai lei per me, chi lo farebbe?” commentò Derek,mettendosi le mani nelle tasche dei jeans neri. “E’ brutto da dire…Ma se non ci fosse la bambina di mezzo, lo farei.” Continuò Stiles. Sul viso del mannaro comparve una smorfia che nessuno aveva mai visto: un sorriso. Un sorriso di speranza che magari anche lui potesse, un giorno, ottenere qualcosa. A quel punto, si udirono dei rumori e Derek prese subito il braccio dell’umano per nascondersi. Erano alcuni cacciatori insieme a Gerard e Chris,che avevano preso un licantropo solitario. “E’ un’ Omega.” Mormorò Derek, studiando la situazione. “Cos’è un Omega?” domandò Stiles,sempre a bassa voce. Intanto uno dei cacciatori aveva legato il lupo mannaro a testa in giù, mentre egli pregava di non essere ucciso. “E’ quando un licantropo si ribella al branco.” Rispose il mannaro,nascondendosi sempre di più e temendo il destino dell’altro licantropo. Infatti Gerard estrasse una spada molto più che appuntita e tagliò in due il corpo del licantropo,uccidendolo infine. Stiles fece una smorfia di disgusto e si coprì per un attimo gli occhi. “Ma che stanno facendo?” domandò poi,con voce rotta. “Dichiarano guerra.”
 
Subito tornata con il primo capitolo della storia dedicata alle seconda stagione. Spero che chi mi ha seguita prima, mi segua anche ora. Buona lettura!
-Belieber_G

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Capitolo 2
*** Il Branco. ***


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Sotto comando di Derek, Wendy trasformava ogni giorno nuovi ragazzi che riteneva perfetti per il suo branco. Uno di questi, era Isaac Lahey, ovvero il ragazzo morso al cimitero. Era un ragazzo che non si faceva notare molto, silenzioso e caratterizzato da dei ricci marroni, gli occhi azzurri e da un sorriso carino che non compariva quasi mai. Ma la sua famiglia era assai complicata: sua madre e suo fratello erano morti, una per una malattia e l’altro perché era un militare. Erano rimasti solo lui e suo padre: un uomo molto violento che puniva il povero ragazzo in maniere orribili. Presto una notte, sarebbe tutto cambiato.

***

Andando in classe di chimica assieme a Jackson, Wendy aveva capito che il ragazzo non stava bene. Aveva continue perdite di sangue dal naso e dalle orecchie,così, quella mattina, Wendy chiese consiglio a Derek che si era precipitato nel bagno della scuola. “Avevi ragione, il suo corpo sta reagendo male al morso. Non credo che raggiungerà mai la piena trasformazione.” Sussurrò il mannaro alle orecchie dell’Alfa, dopo aver esaminato il neobeta.

Dopo la discussione, Wendy si avvicinò a lui per dargli la notizia,mentre Derek aveva ripreso la sua bellissima Porche e aveva tagliato la strada a Stiles che stava andando verso la sua Jeep. “Serve un passaggio?” gli chiese il mannaro, sfoderano il suo abbagliante sorriso e abbassandosi gli occhiali da soli. Stile sobbalzò al suo arrivo e poi fece un sorriso timido contento di vedere l’uomo per cui si era preso una cotta.

Allora non ci pensò due volte e salì in macchina insieme a lui. Passarono davanti a casa di Isaac e notarono che il padre di Stiles stava perquisendo la casa. Stiles scese dalla macchina lussuosa e andò a curiosare dopo che Wendy gli aveva raccontano del ricciolino, che,in quel momento, era sotto interrogatorio. “Ehi Pa, che succede?” chiese l’umano al poliziotto.

Quest’ultimo vide la macchina di Derek e fece uno sguardo confuso. Stiles, velocemente, disse al mannaro con i gesti di filare via. Allora Derek mise il piede sull’acceleratore e dopo avergli fatto un occhiolino, partì via. “Il padre di quel ragazzo è stato ucciso stanotte. Crediamo sia stato lui e perciò lo portiamo alla centrale.” Spiegò poi suo padre. Stiles proseguì a piedi e aveva intenzione di raccontare tutto alla fidanzata e soprattutto di dirle che quella sera ci sarebbe stata la luna piena.

***

L’umano tornò a casa trovando una bella figura di Wendy che dava il biberon alla bambina che stava crescendo settimana dopo settimana. Aveva sviluppato i primi dentini e aveva anche imparato qualche parola. “Isaac è in prigione,credono che abbia ucciso suo padre.” Le disse. Wendy lo ignorò inizialmente. “Puoi chiedere aiuto a Derek se la cosa ti preoccupa.” Continuò però poi, iniziando a pulire il biberon. L’altro sospirò, ma non le diede torto, dopotutto stava dando più attenzioni a Derek ultimamente. “Wendy..” Volle dire qualcosa,ma non sapeva cosa. “…Io dovrei occuparmi di tua figlia.” Esclamò poi,lei, scomparendo dalla stanza. In effetti aveva ragione, ma l’umano era troppo confuso per dare retta a qualcuno. Aveva bisogno di una dimostrazione d’amore da uno dei due.

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Capitolo 3
*** Mutaforma. ***


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Mentre Wendy si occupava di ispezionare la casa di Isaac per vedere se era davvero stato lui ad aggredire suo padre, Stiles e Derek si erano recati con la Jeep davanti alla stazione di polizia ed escogitare un metodo per liberare il neobeta. “Potresti distrarre la segretaria con il tuo bellissimo sorriso e mostrarle i tuoi canini appuntiti.” Commentò Stiles, mettendogli una mano sulla spalla. A quel gesto, il mannaro lo guardò con una smorfia: non amava essere toccato, sembrava che gli desse fastidio qualsiasi contatto fisico con qualcuno che gli provocava emozioni forti. Allora l’altro tolse la mano. “Va bene, io la distraggo e tu entri.” Commentò poi, uscendo dalla macchina. Ma lo fermò prima che entrasse. “Sta attento.” Gli disse, quasi sotto voce. Stiles annuì sicuro e mentre Derek sfoderò il suo bellissimo sorriso con la segretaria di colore, l’umano avanzò verso la cella di Isaac. Improvvisamente vide un poliziotto curioso che lo stava seguendo e aumentò il passo,ma fu sovrastato da lui che lo gettò a terra.

***

Accendere la luce sarebbe stato troppo sospetto, così Wendy analizzava la casa al buio. Attraversò tutte le stanze e poi il seminterrato, iniziando ad avere i brividi quando si fece sera. L’unica luce di quel posto veniva da un frezer, circondato da catene. L’Alfa potette solo immaginare quello che il padre faceva a quel povero ragazzo, poiché c’erano dei segni di graffi sulle mura della scatola congelata. Ma Isaac sembrava un ragazzo tranquillissimo e silenzioso, non poteva essere stato lui. Quando si avviò di sopra, sentì un rumore sospetto. Si guardò a sinistra, poi a destra, vedendo che era tutto al suo posto,quando poi si ritrovò un tratto di bava sulla spalla. Fece una smorfia di disgusto e alzò gli occhi, scoprendo poi che una viscida creatura si era arrampicata sul soffito. Quest’ultima iniziò a correre via e l’Alfa lo rincorse ormai con zanne e artigli di fuori,ma fu più veloce la creatura, che scomparve presto dalla strada. Wendy doveva assolutamente dire tutto ai propri amici.

Dimenticato il momento terribile, Wendy si avviò a casa di Jackson il quale le aveva chiesto un consiglio. Non appena aprì la porta, le iniziò a raccontare di volersi registrare mentre dormiva. “So che mi succede qualcosa durante la notte, trovo sempre tutto sotto sopra quando mi sveglio.” Spiegò il ragazzo.

Wendy sospirò impaurita e acconsentì, allora Jackson mise una telecamera davanti al suo letto. I due si stesero al buio e aspettarono di addormentarsi. “Mi dispiace che non abbia funzionato.” Disse Wendy. “Non è colpa tua, il mio corpo è fatto così.” Continuò Jackson e togliendosi la maglia, sfoderò i suoi muscoli da giocatore di LaCrosse. L’Alfa deglutì e cercò di mantenere la calma,mentre l’altro si girò verso di lei guardandola negli occhi. “Come fanno i lupi mannari a capire cosa pensa l’altra persona?” le chiese. Wendy ricambiò il suo sguardo e affondò ancora una volta nei suoi occhi azzurri. “Non lo capiscono, ma riescono a percepire qualcosa. Come il battito del cuore…Ti rimbomba nella testa…” disse lei,poggiando una mano sul suo cuore. “…Oppure senti il suo odore, che cambia a seconda dell’emozione.” Disse infine, mentre la mano di Jackson raggiunse la sua. I due visi si avvicinarono sempre di più, d’un tratto, fin che le loro labbra sottili si incontrarono. Danzarono l’uno sull’altra mentre la luna piena li illuminava, mentre Jackson ondeggiava dentro il corpo di Wendy in modo dolce. Il nuovo amore stava per nascere e un nuovo amore avrebbe creato scompiglio.

***

Afferrato ormai dal poliziotto, Stiles non aveva più scampo di liberare Isaac. Ma, in realtà, il licantropo si era liberato da solo grazie all’adrenalina che gli dava la luna piena ormai alta in cielo. Il neobeta stordì il poliziotto, costringendo Stiles a nascondersi in un angolo per paura di venir aggredito. Ma intervenne poi Derek, che si mise davanti all’umano, difendendolo con un unico ruggito che spaventò Isaac. Quest’ultimo si sedette da una parte cercando di calmarsi. “Stai bene?” gli chiese Derek, aiutando Stiles a rialzarsi. L’umano annuì e finalmente si sentì al sicuro tra le mani del licantropo. Egli fu costretto a dileguarsi, quando nella stanza venne anche suo padre, guardando confuso la scena. Stiles, non riuscendo a spiegare, si grattò la testa e indicò il poliziotto steso a terra. “E’ stato lui.” Gli disse poi, con una smorfia buffa sul viso. Stiles era sempre più sicuro di quello che provava per Derek e forse si era anche innamorato di lui.

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Capitolo 4
*** Erica. ***


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Dopo essersi svegliato nudo nel proprio letto e senza Wendy che si era recata a scuola, Jackson andò a controllare la telecamera e rivedendo il video, notò che non c’era assolutamente niente di strano; tranne che, non si era trasformato alla luce della luna piena.
 
Come era suo solito fare, Stiles raggiunse la casa vicino di Derek che, come ogni mattina, lo accompagnava a scuola con al Porche. Raggiunse il suo nuovo loft e bussò alla porta scorrevole di ferro. Venne aperto dal mannaro che aveva ancora in dosso solo i pantaloni del pigiama. Alla vista dei possenti muscoli, Stiles si soffermò a fissarli per qualche secondo. “Dovresti stare attento con questi, potresti cavare l’occhio a qualcuno.” Commentò, per poi entrare. L’altro fece un sorriso compiaciuto mentre richiudeva la porta. Derke usava un divano- letto, anche se il loft era enorme e in cima c’erano anche altre camere. Raccolse i suoi vestiti e indossò i pantaloni, con Stiles che lo fissava attentamente. “Sono così confuso Derek.” Mormorò. Allora l’altro si avvicinò a lui e prendendogli una mano, la fece scivolare sul proprio petto volendo sentire la sua reazione. Il cuore del ragazzo aumentò, così come la sudarella sul suo collo. “A te piace questo?” gli chiese Derek, sempre con un mormorio. Stiles non sapeva se togliere gli occhi dal suo petto e incrociarli con quelli di lui. “Dio se mi piace.” Rispose sicuro.
Derek fece un altro dei suoi sorrisi e lo afferrò per la cinta portandolo a pochi centimetri da se. A Stiles venne d’istinto di accarezzare il suo petto e così la sua guancia barbuta. La reazione del mannaro fu come un cane che veniva accarezzato dal suo padrone, ovvero inclinò la testa verso la mano e ne sentì il calore. A quel punto, qualcun altro bussò alla porta e i due sospirarono, non riuscendo mai ad arrivare alla fine. Derek indossò la maglia ed andò ad aprire: era Wendy insieme ad Isaac che aveva in mano una borsa. Alla vista della fidanzata, Stiles si coprì la faccia, essendo scoperto a casa del mannaro. Wendy invece, divenne rossa in viso. “Complimenti, davvero. Sei l’essere più ripugnante che io abbia mai conosciuto Stiles Stilinski.” Disse, subito dopo. Nessuno seppe cosa dire mentre l’Alfa spingeva dentro Isaac. “Lui è Isaac, lo ospiterai.” Continuò decisa, per poi fare dietrofront e camminare verso casa, con Stiles che la seguiva.
***
Dopo una pesante litigata davanti a mamma Mccall che aveva in braccio Angelica, Wendy mise un punto di fine alla sua relazione con Stiles ed era andata a scuola con gli occhi un po’ rossi. Aprì il suo armadietto e con foga strappò tutte le proprie foto con il migliore amico. Infine ricevette un abbraccio alle spalle da Jackson, che aveva appena consegnato il video della notte precedente a Danny, per analizzarlo. “Ehi, stai bene?” le domandò, notando i suoi occhi tristi. Wendy annuì con un piccolo sorriso e sentendosi davvero tradita, baciò Jackson con dolcezza: inizialmente per ripicca e poi sentendo davvero dei sentimenti per lui. Jackson era quello che era riuscito a cambiare in meglio grazie a Wendy e questo le faceva piacere. Alla fine del bacio, si udì la voce di Lydia che andava verso Jackson abbastanza furiosa. “Jackson, spiegami il motivo di questo messaggio: Lydia, riprenditi pure le chiavi di casa tua. E’ finita.” Esclamò la ragazza, mostrando la schermata all’ex fidanzato. “E’ uno scherzo?” gli chiese poi. “Non scherzavo, altrimenti avrei messo Hahaha alla fine.” Rispose Jackson, facendo tornare la sua voce e il suo comportamento arrogante. Wendy, invece, era ancora più sorpresa di vedere Lydia sana e salva: come aveva fatto a sopravvivere ai morsi e ai graffi di Peter?
***
Il coach della squadra di LaCrosse faceva anche come insegnante di educazione fisica, infatti, quel giorno, sfidò i suoi allievi ad arrampicarsi su una murata assai alta. Una di quelle che non avrebbe sconfitto sarebbe stata Lydia, che era uscita dall’ospedale più forte che mai. “Mccall femmina e Reyes!” chiamò il professore. Erica Reyes era una ragazza molto strana, forse data dalla sua malattia: l’epilessia. Le due iniziarono ad arrampicarsi sulla murata, fin che la bionda non iniziò ad avere le vertigini ed infine le convulsioni. Venne immediatamente portata in ospedale: a quell’episodio Wendy doveva rimediare, sapeva che con il morso Erica sarebbe guarita una volta per tutte e aveva intenzione di aiutarla.
 

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Capitolo 5
*** Boyd. ***


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Quando fu uscita dall’ospedale, Erica era magicamente guarita: i suoi capelli erano splendidi, la sua forma smagliante e tutto grazie a Wendy. Fu grazie a lei, che quel giorno,a mensa, la ragazza potette entrare dalle porte principali in minigonna e rossetto rosso. Finalmente fu notata da tutti e Wendy che stava seduta vicino a Jackson, le lanciò un sorriso amichevole. “Sei stata tu?” le chiese sbalordito il ragazzo. Wendy annuì notando un accenno di tristezza nelle sue parole, sapendo che con lui non aveva funzionato.
“Senti, che ne dici di dimenticarci questa storia e di andare a pattinare oggi?” gli chiese l’Alfa. Jackson annuì con un sorriso comprensivo.  Infine giunse Danny, che con il suo computer, aveva analizzato il video di Jackson di due serate prima. “C’è qualcosa di strano amico, due ore di questo filmato sono state tagliate.” Gli disse l’amico. Evidentemente qualcosa era andato storto, oppure qualcuno le aveva cancellate apposta?
***
A capo della pista di pattinaggio, c’era un ragazzo di colore di nome Boyd, che si era occupato del ghiaccio apposta per i due neofidanzati che dovevano dimenticarsi delle cose brutte e pensare un po’ a loro. Per un attimo si stavano divertendo, reggendosi a vicenda per non cadere, quando entrarono anche Scott, Allison e Stiles. Wendy imprecò sotto voce alla vista dell’ex fidanzato che l’aveva scoperta con Jackson. Invece Stiles, iniziò a ridere sarcasticamente ed abbondantemente. “Ma guarda un pò e adesso chi è che ride? Visto tua sorella con chi se la spassa?” commentò Stiles, riferendosi alla coppia. La ragazza tentò di dire qualcosa,ma l’altro la interruppe. “Tu vieni a fare la predica a me, quando te ne stai con lui?!” esclamò. “Sei davvero una troia.” Disse infine, per poi uscire dal posto con rabbia e dirigersi nell’unico posto in cui poteva sfogarsi, a casa di Derek.
***
L’umano bussò più volte alla sua porta, aspettando di essere aperta. “Arrivo Arrivo!” esclamò l’altro,aprendo. “Ma che ti prende?” gli chiese poi, stranito. Stiles entrò con una camminata decisa. “E’ una troia. Fa tanto la predica a me, quando sai con chi è uscita? Con Jackson!” continuò poi. A quel punto, dalle scale, scese Isaac che era venuto a vedere se era tutto apposto. Derek gli fece un cenno e lo rispedì in stanza. Stiles si trovò ad essere molto confuso sulla situazione. “E quello che ci fa qui?” domandò. Derek fece il vago, avendo notato che ancora un pò le importava della ex fidanzata. “Lo ospito.” Rispose, con un alzata di spalle. Il tono di voce dell’umano iniziò ad abbassarsi: chissà cosa avevano fatto i due insieme. “Te lo sei portato al letto?” chiese al mannaro. L’altro cercò di nascondere un sorriso divertito e incrociò le braccia muscolose. “Forse.” Rispose seccamente, andando verso di lui. Stiles lo lasciò fare ed infine esplose: “No. Io devo essere l’unico che deve piacerti. L’unico che afferri in quel modo, che guardi negli occhi in quel cazzo di modo che mi eccita da morire…” disse poi, velocemente. Derek gli fece cenno di stare zitto e gli posò una mano sulla guancia accaldata. “E’ cosi.” Gli mormorò. Allora Stiles si avvicinò col viso al suo e sfiorò il suo naso, prima di sussurrare un flebile baciami. Il mannaro non aspettava altro da mesi: così prese un respiro profondo e poggiò le labbra su quelle dell’umano che tanto gli piaceva. Inizialmente furono titubanti,ma alla fine le loro labbra iniziarono a danzare l’una sull’altra baciandosi a vicenda. Anche i loro corpi si chiamavano, tanto che il mannaro attirò a se il corpo del piccolo umano che andò a toccare il proprio. Sembrava un bacio passionale, quando qualcuno bussò alla porta ed i due furono costretti a staccarsi. “Chi è?” chiese Derek ad alta voce, dopo un sospiro. Era Wendy, così Stiles fu costretto a scappare in cucina, per evitare altri litigi. Derek andò alla porta e vide che assieme a Wendy c’era un ragazzo di colore. “Lui è Boyd, buona convivenza.” Gli disse, lanciando dentro la borsa del ragazzo. Derek non commentò e diede una camera a Boyd. Fu uno dei tanti che Wendy aveva morso, nemmeno lei ne ricordava il numero, sapeva solo che si stava pian piano sviluppando come voleva lei.

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Capitolo 6
*** I’m The One Keeping You Alive. ***


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I cacciatori stavano diventando più numerosi dopo l’arrivo di Gerard, il nonno di Allison, in città. La nipote stava trasgredendo gli ordini del padre e continuava comunque a vedere Scott, il quale le raccontava ogni cosa che succedeva: anche della nuova creatura spuntata in quei giorni. “Mio nonno possiede un Bestiario.” Disse Allison, mentre lei, Scott, Stiles e Wendy si erano riuniti in un’aula. “Che cos’è?” domandò Stiles. “E’ un libro dentro cui vengono raccolte tutte le creature mitologiche e non.” Spiegò Allison. “Posso iniziare a cercarlo.” Disse infine, prendendo lo zaino e dirigendosi a casa.
***
Quella mattina, si svolsero gli allenamenti di LaCrosse, in cui Wendy era andata e si era seduta sugli spalti per vedere cosa combinava Jackson. Notò che anche Isaac si era unito alla squadra e continuava a puntare contro Stiles per nessun buon motivo. “Mi spieghi che cazzo ti prende?!” gli urlò Stiles, finito a terra una dozzina di volte per colpa del lupo. “Sei troppo lento.” Rispose l’altro, a denti stretti. Allora l’umano gli andò contro e i due iniziarono a prendersi a pugni. Il coach intervenne per separarli, mentre Wendy scese dagli spalti per controllare Isaac. Sputò fra i denti il suo nome e lo scansò da Stiles, con il labbro sanguinante. Il lupo mannaro comandò la rabbia agli ordini della ragazza ed iniziò a calmarsi. Il professore però, li spedì in presidenza.
 
Mentre Isaac e Stiles aspettavano fuori la presidenza, Wendy controllava che le ferite lievi del licantropo guarissero come avrebbero dovuto: aveva paura che la cosa che stava succedendo a Jackson, succedesse anche ad altri,ma lui stava bene. Non appena il preside uscì dal suo ufficio, i tre alunni videro che era stato cambiato: alla cattedra era stato messo il nonno di Allison. Mentre gli parlava, Stiles iniziò a sbirciare qua e là per vedere se riusciva a trovare il Bestiario di cui parlava la ragazza del migliore amico, ed intanto Wendy aspettava fuori nervosa mentre la scuola veniva svuotata.
***
Derek era rimasto, come al solito, fuori scuola ad aspettare Stiles con la macchina e stava iniziando a domandarsi perché il ragazzo non fosse uscito alla solita ora. Allora entrò nell’edificio, trovandolo deserto, tranne per Wendy che era seduta fuori l’ufficio. “Che cosa è successo?” gli chiese Derek. “Isaac e Stiles si sono picchiati.” Rispose l’altra, sospirando alla sua vista. Il mannaro si sedette vicino a lei con un sorriso divertito. “Avresti dovuto filmarli. Due uomini che si picchiano, carino.” Commentò poi il mannaro. A quella frase, l’altra si mise a ridere. “Perché ridi?” “Non posso credere che tu sia gay. Insomma.. Il grande e dotato Derek Hale.” Esclamò Wendy, che vide poco dopo uscire i due ragazzi. Stiles salutò Derek con un Ehi e un sorrisino felice. Wendy, invece, prese Isaac e si avviò verso l’ufficio, senza dare conto agli altri due.
 
Quando anche Stiles e Derek si stavano avviando verso l’ufficio, improvvisamente la luce iniziò ad andare e venire, lasciandoli quasi completamente al buio. I due si guardarono attorno ed iniziarono a sentire uno strano rumore: come se degli affilati artigli stessero camminando lungo il pavimento. “E’ qui.” Sussurrò il mannaro, percependo la presenza della creatura. Urlò all’umano di correre, mentre lui si trasformava per affrontarlo e l’altro correva via verso le piscine. Derek iniziò a combattere contro una figura sconosciuta, fin che non potette vederlo bene: al primo impatto sembrava una lucertola, caratterizzata da una coda lunga, artigli trasparenti ed occhioni azzurri.
Sembrò davvero troppo veloce per il mannaro, tanto che riuscì a graffiarlo sul collo. Per Derek un graffio non era nulla, se non fosse che gli artigli di quella creatura erano velenosi. Improvvisamente sentì il copro paralizzato e cadde a terra. Stiles sentì il tonfo e non ci pensò due volte a raccoglierlo da terra e a trascinarlo fino alle piscine della palestra scolastica. Ma la lucertola era dritta davanti a lui, cosa fare? Rischiare di esser avvelenato anche lui e di essere ucciso, o tuffarsi nella piscina per cercare di scappare ancora? Stiles valutò le due opzioni ed infine, avendo paura di affrontarlo, usò tutta la forza per lanciare Derek in acqua ed infine tuffarsi. Stiles resse Derek con la stessa identica forza e notò che l’anfibio aveva paura dell’acqua e non si muoveva dal proprio posto . “Oh grandioso! E adesso?!” esclamò Derek, valutando la propria situazione. “Non commentare, sono l’unico che ti tiene in vita adesso.” Commentò Stiles, mentre lo reggeva.
 
Fuori scuola, Isaac notò che qualcosa al quadro elettrico non andava. Così i due rientrarono e notarono che Derek e Stiles erano spariti. Isaac seguì l’odore dell’umano fino alle piscine, in cui iniziò a combattere contro la creatura. Ma inesperto e meno veloce di quest’ultimo, Isaac cadde a terra paralizzato. Wendy tentò di spaventarlo con un potente ruggito e ci riuscì, poiché la creatura, con i suoi occhi azzurri, la guardò negli occhi ed infine scappò via.
 
Tirati fuori dall’acqua l’umano e il licantropo, quest’ultimo si era ricordato il nome di quella particolare creatura. “Si chiama Kanima. E’ veloce e i suoi artigli sono velenosi. Sicuramente anche gli Argent gli daranno la caccia; ma noi dobbiamo ucciderlo per primi.”
 

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Capitolo 7
*** Caccia al mostro. ***


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La prima persona di cui sospettavano, era Lydia. Dopotutto era ancora viva dopo l’attacco dell’ex Alfa, ciò li fece insospettire. “Come facciamo a capire se è lei?” domandò Stiles a Derek, una volta giunti a casa. Il mannari gli passò una fiala mezza piena di uno strano liquido. “Falle ingerire questo: è il veleno del Kanima. Se non le succede niente, è lei.” Spiegò egli, prima di partire via.
 
Stiles passò la fiala ad Allison, così che la ragazza potesse mettergliela dentro il bicchiere e vedere se succedeva qualcosa oppure no. In mensa entrarono anche Isaac ed Erica, piuttosto arrabbiati contro l’umana. Wendy si alzò immediatamente da tavola per fermare il passo deciso dei neobeta. “Deve bere dal bicchiere, aspettate solo un momento, non possiamo farle male qui davanti a tutti.” Gli disse Wendy. Allora i due posarono lo sguardo su Lydia, che dopo aver bevuto l’intero contenuto del bicchiere, tornò a sorridere come sempre. Era confermato. Era lei il Kanima.
 
Wendy, Stiles, Derek e Scott, assieme ai tre nuovi beta, si riunirono nel loft del mannaro per riflettere della situazione. Wendy non poteva crederci che la vita di una cosa Lydia, fosse stata stravolta da un pazzo psicopatico come Peter Hale. “Dovremmo ucciderla prima che lei uccida noi.” Commentò Isaac. L’Alfa posò entrambe le mani su un tavolo di legno polveroso. “Tu non la conosci, lei è Lydia. Non è colpa sua se è così.” Ribatté poi. Derek scosse la testa a quel suo commento. “Se non lo fai tu, lo faccio io.” Disse poi. Wendy guardò le persone attorno a se, aspettando che qualcuno stesse dalla sua parte, ma niente. “Dannazione, ma è lui o sono io l’Alfa?!” gridò Wendy, per poi spingere il tavolo a terra con tutta la sua potenza. Fece un flebile ringhio e poi uscì dalla casa, dirigendosi verso quella di Lydia. Bussò dozzine di volte con le nocche e con la mano, per essere poi aperta da Jackson. “Che cosa ci fai a casa di Lydia?” gli chiese stupida ed un tratto arrabbiata. “Non è come pensi..” balbettò il ragazzo, fin che non si sentirono i piagnucolii di Lydia. “Sono venuto a prendermi le chiavi di casa e abbiamo litigato..” sussurrò poi Jackson. Wendy iniziò a vedere la sagoma di Derek che stava venendo verso di loro, così spinse dentro Jackson e chiuse a chiave la porta, così come le finestre e qualsiasi  altra uscita. “Che diamine sta succedendo?” esclamò la ragazza, con gli occhi ancora lucidi. “Niente, oggi studiamo tutti insieme.” Rispose Wendy, cercando di fare un sorriso convincente.
***
Ogni tanto guardava di fuori e c’erano sempre Isaac, Erica e Boyd che sembrava si fossero alleati con Derek: forse perché era quello più realista. Jackson invece cercava di distrarre Lydia in tutti i modi. Facendo una perlustrazione della grande casa della ricca ragazza, vide una finestra aperta ed immediatamente la andò a chiudere. Ma non appena si vide le mani, notò che erano viscide e fece una smorfia di disgusto. Improvvisamente il proprio corpo si bloccò e la ragazza cadde a terra. Si trascinò fino alla porta, ormai sfinita. “Il Kanima è qui.” Disse a tutti con voce affannata. I quattro lupi mannari si trasformarono sotto la luce di una luna mezza piena, quando il Kanima si mostrò davanti a loro camminando a quattro zampe sul tetto. Anche Lydia uscì umana dalla sua casa con passo deciso. “Adesso voglio sapere che cosa sta succedendo!” esclamò, con vocina acuta. Tutti rimasero sbalorditi nel vederla, voleva dire che non era lei la creatura. Allora Wendy si mise a pensare e non fu molto contenta del risultato. “E’ Jackson. Il Kanima è Jackson.”

Finalmente posso farvi vedere chi avevo scelto come presta volto per la nostra Wendy. Ebbene si, è la nostra amata Kristen Stewart (o almeno amata da me.) spero che anche voi pensiate che possa prendere il ruolo!
-Belieber_G

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Capitolo 8
*** Domande. ***


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Wendy non ebbe il coraggio di inseguire il Kanima, per ucciderlo o fargli anche solo del male, avendo saputo che si trattava di Jackson. Derek, invece, arrabbiato con la creatura per il torto fatto a lui la precedente sera, lo rincorse e notò che si avviava verso dei cassonetti nascosti, sotto una galleria abbandonata: ma non del tutto. Perché ebbene si, una presenza inaspettata si era postata lì con una grande auto e aveva notato il mannaro con la lucertola. Gerard e Chris. Non si avvicinò ai due, anzi, chiacchierava con il figlio che aveva alla sua destra, su come eliminare la creatura pericolosa.
***
L’Alfa non aveva dormito per tutta la notte pensando che il fidanzato era fuori, di notte, con quelle sembianze, a fare chissà cosa. Anche la mattina dopo, Wendy si avviava a scuola con passo lento e ogni tanto si mordeva il labbro preoccupata. Poi, voltò la testa verso il parcheggio e vide parcheggiata la Porsche del ragazzo in questione. Corse verso di essa e dal finestrino vide che Jackson ne era sdraiato dentro, coperto da un leggero lenzuolo. Non sapendo dove fossero le chiavi, senza farsi vedere sfoderò un artiglio e tentò di aprire la serratura con l’unghia appuntita. Aprì velocemente lo sportello e scosse il corpo del ragazzo per farlo svegliare. Jackson aprì gli occhi improvvisamente e si guardò attorno, riconoscendo dove era. Poi incrociò gli occhi della ragazza e si trattene dal piangere, essendo bene a conoscenza di quello che era successo. “Mi dispiace,mi dispiace.” Sussurrò singhiozzando,mentre stringeva la ragazza a se.
***
 Come poteva essere lui una creatura che avvelenava le persone? Da dove veniva una tale creatura? Lydia e Allison insieme stavano traducendo il bestiario di suo nonno. “Non dice che cerca un amico, dice che cerca un padrone.” Lesse Allison.
 
Wendy aveva ricevuto da Danny quelle due ore di filmato tagliato e fortunatamente non lo aveva visto. Inserì il disco nel computer del fratello e vide che durante la notte, Jackson si era trasformato: ma non aveva toccato Wendy, nemmeno con un artiglio. Ciò voleva dire che l’Alfa aveva qualche strano effetto su di lui. Ma Wendy non poteva lasciarlo a piede libero: così, quella sera, prese la giacca e la macchina di sua madre. Non lo avrebbe ucciso, avrebbe solo cercato di contrattare.
 
Non appena Wendy si mise la cintura, in macchina piombò anche Stiles, che con sicurezza, si unì a lei. “Che ci fai qui?” gli chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia. “Ti aiuto.” Rispose secco Stiles, impegnato con la cintura di sicurezza. Wendy sbuffò per la sua presenza e si avviò verso il parcheggio della discoteca, dove era stato avvisto il Kanima l’ultima volta. I due e entrarono e notarono la dozzina di ragazzi muscolosi e belli che si strusciavano fra di loro. “Credo che siamo in un gay club!” esclamò Wendy, urlando per via della musica alta. Dall’altra parte, Stiles era stato avvistato da cinque Drag-queen che lo avevano iniziato ad accarezzare credendo facesse parte della combriccola. “Tu credi?” commentò Stiles, imbarazzato e arrossato per la situazione.
L’Alfa scoppiò a ridere, ma poi si iniziò a guardare intorno per vedere se trovava Jackson, senza successo: vedeva solo Danny che  se ne stava in disparte a bere. Quell’ambiente le fece ricordare perché la sua relazione era finita, per un uomo. La ragazza alzò gli occhi al solo pensiero e non appena lo fece, vide qualcosa di verde strusciare sul soffitto, con gli artigli pronti per colpire qualcuno. Non fece in tempo a bloccarlo, che sei o sette ragazzi caddero a terra paralizzati, compreso Danny,  e il Kanima scappò. Wendy lo rincorse, lasciando Stiles nel suo mondo, nel parcheggio. Jackson era completamente nudo dietro una macchina. Allora la ragazza prese una coperta e lo caricò sulla propria auto.
 
Stiles, non vedendo più la ragazza, corse fuori e vide che aveva trovato Jackson. “Grazie per avermi avvertito!” esclamò egli, col fiatone. “Sembravi piuttosto a tuo agio.” Commentò Wendy ridacchiando, per poi far partire la macchina verso la foresta. “Che cosa facciamo? Non possiamo tenerlo qui e poi c’è la luna piena.” Disse Wendy, vedendo il grande satellite alto in cielo. Il ragazzo rifletté alla sua domanda e poi gli venne un’idea: lo sceriffo utilizzava dei furgoni dentro cui metteva i prigionieri più pericolosi. Si trattava di una normale auto, ma dietro di essa era presente una cella in metallo, compresa di manette. Per Stiles fu facile intrufolarsi lì, per tutte le volte che lo aveva fatto.
***
La notte ormai era profonda, a Jackson erano state legate le mani e messi un paio di pantaloni di Stiles. Il ragazzo si risvegliò in forma umana, davanti alla figura di Wendy. “Ehi.” Sussurrò Wendy, con un leggero sorriso di conforto. Jackson si guardò attorno e vide la propria situazione. “Che cosa ho fatto?” le chiese, quasi singhiozzando. L’Alfa gli prese le mani e le strinse alle proprie. “Non preoccuparti.” Lo rassicurò. L’altro scosse la testa più volte: “Wendy, dimmi che cosa ho fatto.” ribatté. Wendy si morse il labbro per un attimo e il suo viso si trasformò da rassicurante, in triste. “Credo che tu abbia ucciso il padre di Isaac…Abbia avvelenato Derek…E stasera hai quasi ucciso il tuo migliore amico.” Mormorò la ragazza. Jackson si coprì il viso con le mani e chiese di esser lasciato solo. Quando Wendy se ne fu andata, lui cercò di pensare a come mai era diventato un vero e proprio mostro. Non avrebbe più potuto incontrare Danny senza fargli del male, ne Wendy senza rischiare di venire ucciso per legittima difesa. Ma un altro pensiero gli frullò per la testa. Un pensiero strano: rifletté sul fatto che non avrebbe mai più potuto toccare quella dolce bambina a cui si era tanto affezionato. Non sapeva il perché di questi pensieri rivolti ad Angelica, ma doveva tenerseli per se.

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Capitolo 9
*** Il Piano. ***


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Wendy lasciò solo Jackson per farlo riflettere e andò da Stiles che si era seduto sulle foglie scricchiolanti per ammirare la luna. “Non voglio fargli del male.” Sussurrò l’Alfa, immersa nei propri pensieri. “Dici così solo perché lo ami.” Commentò Stiles,portandosi le gambe al petto. “Se non ci fossi tu, lo avremmo già ucciso: il cattivo Jackson di prima ci avrebbe scatenato una rabbia dentro. Non avremmo avuto problemi. Ma tu l’hai cambiato, perché tu fai questo, cambi le persone. Le rendi buone, fragili, in condizioni che non vogliono più rivolgersi a se stessi, ma a te.” Spiegò Stiles, osservando sempre la luna ed ogni tanto la ragazza accanto a se. Wendy non disse nulla e rimase stupita del suo discorso, si limitò solo a poggiare la testa sulla sua spalla.
Improvvisamente, si udì un forte tonfo proprio quando i due si stavano quasi addormentando: Jackson era scappato,scavando una fossa nel metallo. Wendy sospirò e si passò una mano sul viso: “Non farà del male a nessuno, non stanotte.”
***
La mattina dopo, Wendy era stata convocata dal preside, il nonno di Allison, ancora prima che potesse mettere piede nell’edificio. Vide arrivare la Porsche di Derek, con dentro Stiles e la osservò. Il mannaro venne fuori velocemente da essa e con passo deciso andò verso di lei. “Non dovevi immischiarlo nelle tue stupide missioni.” Esclamò poi, con sguardo arrabbiato. “E’ venuto di sua spontanea volontà,calmati.” Ringhiò Wendy, spingendolo via. “Non mi toccare!” ruggì l’altro, ricambiando il gesto. Stiles li divise con un urlo: “Basta! Sono stanco di questo! D’ora in poi io sarò la Svizzera, okay?!” Wendy non disse altro e continuò a camminare verso la scuola. Entrata dentro, scoppiò a piangere e si lasciò scivolare contro il metallo del proprio armadietto. Erano tutti contro di lei in quel periodo: Stiles l’aveva lasciata, Derek si era preso il suo branco e Jackson avrebbe cercato di uccidere tutti quelli che le stavano a cuore. In quel momento, si avvicinò il ragazzo che faceva le foto e la notò piangere. “Ehi, stai bene?” le sussurrò,chinandosi appena. Wendy si asciugò il viso e annuì con un sorriso dolce, poi Matt si sedette accanto a lei, posando la fotocamera alla propria destra. “Perché una ragazza bella come te piange?” le chiese poi. La ragazza non volle parlare in quel momento e chiuse la bocca. “Beh, se mai ti va di parlare, sai dove trovarmi.” Continuò, per poi alzarsi e dimenticarsi della sua fotocamera. L’Alfa curiosò un po’ tra le foto, quando trovò più che una dozzina di foto che ritraevano solo lei che si muoveva per la scuola: una dopo l’altra. La sua pelle rabbrividì: era forse uno stalker? “Scusami, me la sono dimenticata.” Continuò Matt, che era tornato indietro. Wendy sobbalzò con la pelle d’oca e deglutì la sua paura, per poi ridargli il suo oggetto. Il sorriso pervertito che aveva quel ragazzo sulle proprie labbra, la spaventava a morte.
***
Finalmente entrò nell’ufficio del preside e subito dopo lui si chiuse la porta alle proprie spalle. Gerard sembrava un uomo molto riservato e sicuro di se: il suo viso era alquanto malvagio e la sua postura rappresentava che era uno che stava sempre al proprio posto, o quasi. “Perché mi ha convocata?” chiese Wendy, sedendosi davanti alla sua scrivania. “Beh, so che sei la ragazza di Jackson Witthemore e magari sai anche cosa gli succede.” Rispose il preside. Wendy non aveva intenzione di immischiare i cacciatori nei propri affari, poteva benissimo farcela da sola. “E quindi?” domandò la ragazza. “Adesso ti farò una semplice domanda e controllerò il tuo battito.” Rispose ancora, iniziando a girarle attorno. Wendy si mise seduta per bene e cercò di controllare tutto il suo corpo come gli aveva insegnato Derek: ogni tanto quell’uomo tornava utile. “Sai qualcosa riguardo Jackson Witthemore?” le sussurrò all’orecchio con le labbra rugose e con un accenno di barba. L’Alfa fece un respiro profondo e dalle sue labbra uscì un normalissimo No. Gerard rise tra se e se. “Il tuo battito è aumentato.” Continuò a sussurrarle. A quel punto suonò la campanella e Wendy balzò in piedi, sentendola chiaramente nelle proprie orecchie. Uscì dalla stanza senza preoccuparsi di nulla e poi notò Lydia seduta lì con vicino un ragazzo che non aveva mai visto in vita sua: era molto bello, occhi azzurri e capelli neri. Scacciò i pensieri e si avviò in biblioteca, dove avrebbe parlato con gli amici del piano che aveva in mente.
***
“Qui c’è quello che mi avevi chiesto.” Le disse Erica, porgendole una cartella targata Witthemore: lì c’era tutto quello che riguardava Jackson. Wendy lesse che la sua mamma biologica aveva avuto un incidente con la macchina e che Jackson era nato mentre ella moriva. Era stato adottato così dai Witthemore. “E’ adottato, non lo sapevo.” Sussurrò tra se e se.
“Che cosa facciamo?” domandò Isaac, impaziente. “Tutte le sere va a quella discoteca: si sente solo e cercherà Danny come conforto. Noi saremo lì. Erica e Isaac lo distrarranno ed uno dei due gli inietterà un sonnifero nelle vene. Una volta addormentato, lo leghiamo e cerchiamo di parlare con lui.” Spiegò l’Alfa. Il suo piano era sempre quello di non ucciderlo. Quando Erica, Stiles e Isaac ebbero tutto chiaro, si sparpagliarono per andarsi a preparare. Wendy invece, avvicinò a se Scott per parargli in privato. “Tu andrai da Deaton e ti farai dare questo sonnifero, porta Stiles con te e che sia chiaro, non voglio che Derek si immischi.” Mormorò, guardandolo bene negli occhi. “E parla a Deaton anche di un’altra cosa..” continuò. “Cosa?” le chiese il fratello. “Di Lydia. E’ apparsa immune al veleno del Kanima e dobbiamo capire perché.” Spiegò, per poi lasciarlo andare. Mise gli occhi su Jackson, che era seduto e stava leggendo qualcosa. Il ragazzo alzò gli occhi verso di lei e l’Alfa notò, dal suo sorriso malizioso, che non era assolutamente in se. 

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Capitolo 10
*** Polvere. ***


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Mentre Wendy seguiva Jackson che si era messo in fila per comprare i biglietti della serata, Stiles stava nell’ufficio di suo padre per aiutarlo a riflettere sugli omicidi commessi dal Kanima. Mise un paio di foto su una lavagnetta che ritraevano una coppia con una donna incinta e il padre di Isaac. La creatura aveva lasciato viva solo la ragazza incinta, che in quel momento era nell’ospedale di Melissa. “Che collegamento hanno questi tre?” domandò Stiles, analizzando le cartelle di ognuno e notò che era stata tirata fuori anche quella del fratello di Isaac, un soldato morto forse in guerra. “Da giovani facevano parte della squadra di nuoto della tua scuola. E indovina chi ne era a capo?” spiegò lo sceriffo. “Il padre di Isaac.” Rispose secco il ragazzo e dopo essersi accorto dell’ora, scappò da Deaton.
***
Stiles raggiunse la clinica veterinaria, dove Deaton stava consegnando una siringa a Scott. “Questo liquido va iniettato nelle vene, si addormenterà in un istante.” Rispose il veterinario. “Cos’hai per me?” domandò Stiles,entusiasta. Deaton lo guardò molto bene negli occhi e fece un sorriso come se non vedesse l’ora di mostrargli qualcosa. Mise sul tavolo operatorio un contenitore di vetro con della polvere nera al suo interno. “Polvere?” commentò il ragazzo, con una smorfia. “Non è semplice polvere. E’ sorbo degli uccellatori: tiene lontano qualsiasi creatura, così non permetteremo a Jackson di fuggire.” Spiegò Deaton. Stiles annuì e nascose il barattolo dentro la propria giacca,ma prima che potesse uscire, il veterinario gli afferrò il polso. “Ricordati: L’immaginazione è più importante della conoscenza.” Gli disse prima di lasciarlo andare. I due si fulminarono in uno strano sguardo che quasi fece preoccupare Stiles: credeva che egli sapesse un pò di più rispetto a lui riguardo qualcosa che gli era sconosciuto.
 
Wendy se ne stava seduta su una sedia a bere niente di troppo forte, mentre Isaac ed Erica stavano distraendo Jackson con un ballo assai sensuale. Non riconosceva Jackson e quello vero le mancava tremendamente. Isaac aveva in mano la siringa e non appena ebbe il collo del ragazzo sotto tiro, iniettò il suo contenuto ed egli svenne sulla pista da ballo. Fu in quel momento che Wendy vide arrivare una figura oscura con gli occhi blu: Derek. Voleva sicuramente rovinare il suo piano, così la ragazza tirò fuori gli artigli, senza preoccuparsi degli altri, e gli andò in contro spingendolo fuori.
 
“Non rovinerai il mio piano.” Esclamò Wendy, mostrandogli le zanne. “Davvero credi che così riuscirai a contrattare? E’ un mostro, uccide la gente.” Commentò Derek. A quella frase, l’Alfa emise un potente ruggito e il suo Beta non poteva fare altro che accasciarsi quasi a terra: faceva parte del suo branco e doveva ubbidire. Allora si alzò in piedi e uscì sconfitto dalla discoteca.
***
Intanto, di fuori, Stiles era lì con il suo barattolo e doveva circondare l’edificio con il sorbo degli uccellatori. Derek non aveva mai visto Stiles all’opera, così si nascose dietro una macchina del parcheggio e stette a guardare. L’umano prese un bel pugnetto di polvere e iniziò a spargerla intorno al parcheggio, fin che non la mise tutta. Ma mancava un pezzo. Stiles sbuffò frustrato,ma cercò di pensare tra se e se alla cosa che gli aveva detto Deaton. “Okay Stiles, l’immaginazione è più importante della conoscenza.” Sussurrò tra se e se. A quel punto chiuse gli occhi, prese un grande respiro e mise la mano a pugno, come se sorreggesse davvero qualcosa dentro di essa. Derek stava a guardare,come se dovesse prendere degli insegnamenti da lui. L’umano improvvisamente aprì gli occhi, ma non era marrone scuro: la pupilla bianca si trasformò in nera, l’intero suo occhio era nero, come se fosse impossessato da qualcosa. Il Beta sobbalzò non appena lo vide ed imprecò a bassa voce per non farsi sentire. Non aveva idea di quello che stava succedendo, ma l’umano aveva in mano altra polvere, comparsa dal nulla. La sparse fino a finire il cerchio e poi sbatté le palpebre e i suoi occhi tornarono normali. “Si!!” esclamò Stiles, notando che ci era riuscito. A quel punto Derek si fece vedere, come se fosse appena arrivato sul posto. “Ehi,ciao! Hai visto cosa ho fatto? Nah, non l’hai visto. E’ stato fortissimo, sono stato bravissimo!” ripeté l’umano, velocemente e con entusiasmo. “Aspetta, tu che ci fai qui?” domandò poi, con voce più calma. Derek gli prese la testa fra le mani e lo baciò passionalmente sulle labbra, per poi fuggire via tra i mille pensieri. Una cosa era sicura: quello che aveva visto doveva tenerselo per se.

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Capitolo 11
*** Il Padrone. ***


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Una volta che Jackson era addormentato, Isaac,Stiles ed Erica lo portarono in un posto isolato e lo legarono ad una sedia. “Secondo voi sta dormendo?” sussurrò l’umano. Isaac allungò la mano verso il ragazzo e con tutta risposta egli gli graffiò il braccio. “A quanto pare no.” Rispose il Beta. A quel punto entrò anche Wendy. “Ciao Wendy.” Disse Jackson, con una voce roca e le zanne di fuori appuntite. Tutti spalancarono gli occhi: il ragazzo sembrava posseduto e pareva che conoscesse Wendy. La ragazza prese coraggio, era il suo piano no? Contrattare con lui senza uccidere nessuno. “Chi sei? Perché uccidi queste persone?” gli chiese. Il volto di Jackson si fece rabbioso: “Perché loro hanno ucciso me!” gridò, ringhiando  ed in seguito si liberò dalle corde. “Tutti fuori!” esclamò Stiles, che spinse tutti fuori da quel piccolo garage,lasciando scappare il Kanima.
 
Ci fu un’altra morte quella sera:una ragazza di colore, la stessa che consegnava i biglietti. La polizia venne sul posto e come al solito lo sceriffo ci trovò anche suo figlio. Stiles e Wendy videro di nascosto il corpo e come il padre del ragazzo stesse parlando con un suo superiore. Alla fine di quella chiacchierata, l’uomo gli consegnò il proprio distintivo insieme alla pistola,poi si avvicinò ai due ragazzi. “Ti ha licenziato?” esclamò Stiles, senza capire. “Pare che qualcuno di mia parentela abbia rubato un furgone della polizia.” Spiegò egli.
Il ragazzo sospirò: “Mi dispiace, volevo solo aiutare…” “Non ti preoccupare, non c’è bisogno che mi spieghi.” Disse infine, proseguendo verso la strada di casa.
***
Stiles salutò Wendy ed in silenzio seguì il padre a casa, si stese sul letto e cercò di rilassarsi dopo la serata. Accanto a lui apparve un Derek Hale con un viso dolce e guardandolo dedusse che era arrivata l’ora di scacciare tutti i pensieri per pensare solo a se stesso. I due si avvicinarono l’uno alle labbra dell’altro,senza dire niente. Si baciarono prima dolcemente e poi con passione unendo i loro corpi, mentre Derek permetteva che Stiles si posizionasse sopra di lui con uno scatto. Continuarono a baciarsi e a strusciarsi l’un l’altro, quasi senza accorgersene. Il Beta amava sentire il suo cuore che batteva fortissimo e soprattutto il suo odore che indicava quanto era eccitato. Il momento si fermò quando Stiles udì il vento che veniva dalla finestra: allora si rese conto di quello che stava succedendo e arrossì con un sorriso. Scese da sopra il Beta ed andò a chiudere la finestra. Quindi Derek si avvicinò e gli bacio il collo, quasi con le proprie zanne. Fu in quel momento che Stiles vide Angelica venire verso la sua casa (quella di Wendy e di Stiles erano vicine) , ma dietro di lei, una creatura si muoveva alle sue spalle, senza che lei se ne accorgesse. L’umano imprecò e volò di sotto per cercare di proteggere la bambina. “Angelica, scappa!” urlò, correndo verso di lei più velocemente possibile. Ma cos’altro poteva fare? Se si fosse imbattuto in lui, avrebbe sicuramente perso. Mise freno ai piedi e stesse a guardare. Angelica si voltò ed gridò cadendo sull’asfalto. Il Kanima si avvicinò a lei, ma non la sfiorò nemmeno. Accadde come succedeva con Wendy: i due si guardarono negli occhi,ma non ci fu conflitto. Non appena la creatura se ne fu andata, Stiles andò a controllare che Angelica stesse bene, tastandola ovunque, poi la strinse a se. Perché succedeva così soltanto con loro due?
***
Scott era andato da Deaton per chiedere spiegazioni di Lydia, come gli era stato chiesto. Il veterinario non aveva molte spiegazioni da dare, disse solamente che probabilmente Lydia non era più umana. Peter le aveva fatto qualcosa che l’aveva resa immune da tutto.

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Capitolo 12
*** La Festa. ***


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Derek aveva chiesto a Stiles di fare una cosa importante, di cercare nei suoi strani libri il capitolo che parlava della Prescelta. Ma prima il ragazzo si sentì in obbligo di aiutare la sua migliore amica ad organizzare il suo compleanno. Ebbene sì, Wendy Mccall quella sera avrebbe compiuto 18 anni: aveva la lista degli invitati, doveva solo trovare il posto adatto dove riunirli tutti. Si riunirono a mensa quella mattina per discuterne, sarebbe stato anche un buon motivo per non pensare al Kanima. “Magari riusciamo anche ad attirare chi controlla Jackson.” Commentò Wendy, addentando una carota. Scott posò lievemente una mano su quella della sorella: “Io voglio solo che tu ti diverta.” La ragazza sorrise: “Non preoccuparti.” Ribatté, prima che Lydia potesse unirsi al gruppo. “Beh, casa mia è molto grande, che ne dite di venire da me?” domandò con un sorriso, mentre mangiava dell’insalata. Wendy sapeva che Lydia non era una persona pericolosa, non lo era mai stata, così accettò la sua proposta e ne parlarono.
***
Dopo essersi vestito con dei jeans neri, una camicia ed essersi messo il profumo sul collo, Stiles aprì i propri libri e tentò di cercare quello che gli era stato chiesto, trovando immediatamente qualcosa di simile. La Prescelta è colei che è chiamata anche la Dominatrice della Foresta. Questa donna,nella mitologia antica,ha il potere di risvegliare l’intero bosco. Ella era la figlia della dea Atena,che la veglia sempre dal cielo. Se gli Dei esistessero. Pensò tra se e se. Così lieve e bella,la Prescelta ha il cuore nobile e in qualsiasi caso può trasformarsi in un’abile guarriera,esattamente come la madre,che era definita la dea più intelligente e adatta alle battaglie. Ma dopo la sua nascita,la piccola fu abituata a vivere nella foresta,abbandonata dalla madre per via del suo cuore umano. Ma nella foresta,ella ebbe avuto troppe conoscenze,soprattutto con chi ai suoi occhi sembrava buono ma dentro aveva il cuore duro come la pietra. La bambina si lasciò crescere dalle creature della foresta fin che non divenne forte abbastanza da preoccuparsi da sola di se stessa. Ma colui,che l’aveva cresciuta,non era mai stato d’accordo sul fatto che la ragazza vagasse da sola per la foresta. La creatura che l’aveva incatenata per tutta la vita veniva chiamato Capo o Alfa. Prima che l’Alfa potesse morire e lasciare la ragazza tanto da lui amata,gli trasferì i suoi poteri. Ella crebbe con la maledizione che gli aveva lasciato quello che colei chiamava Padre. Ma pur avendo questo orrendo potere,la ragazza,che non sarebbe mai morta,si occupò delle altre creature della foresta,poi che era l’unica che poteva controllare l’aria,il fuoco,la terra e l’acqua. Da quel momento in poi,venne chiamata La Prescelta. Stiles tentò di pensare a quello che aveva appena letto. Che si trattasse di Wendy? Aveva davvero lei tutto questo potere? Era per questo che la Kanima non poteva toccarla?
 
La casa di Lydia era stata abbellita e la ragazza consegnava ponch alle persone come fosse una cameriera. Tutti ne bevvero bicchieri e bicchieri, era il modo di Beacon Hills per divertirsi. Ma le persone non sapevano che dentro il ponch c’era qualcosa che avrebbe mandato tutti fuori di testa: dello strozza lupo. Subito dopo il terzo bicchiere, Stiles immaginò che suo padre era ubriaco e si era imbucato alla festa. “Brutto bastardo, sei qui. Mi hai rovinato la vita.” Disse l’uomo, bevendo un altro sorso dalla sua bottiglia di birra. “E sai anche tu che è colpa tua se lei è morta. Tu ha ucciso tua madre!” gridò,per poi lanciare la bottiglia verso di lui.
Stiles si scansò e tentò di proteggersi il viso con il braccio e gli occhi pieni di lacrime. Sbatté le palpebre più volte prima di riuscire a capire che era stata un’allucinazione,ma non capì cosa lo aveva portato a questo. Si asciugò il viso e si girò, trovandosi davanti a se Derek che aveva uno sguardo duro. Che fosse anche lui un allucinazione? L’umano si fece poco caso e passò il bicchiere al mannaro, che lo finì tutto.
 
Dentro casa, Wendy si era appena riempita il bicchiere dopo che aveva parlottato con gente sconosciuta. I licantropi non si possono ubriacare, quindi lei era ancora un po’ più lucida delle altre ragazze. Si appoggiò alle scale e bevve ancora, per poi notare una cosa curiosa in cima ad esse. Spaventosa. Jackson era lì che la guardava con ghigno malizioso mentre stringeva la mano della piccola Angelica, che non aveva uno sguardo spaventato, anzi, stava al gioco. Il cuore dell’Alfa iniziò a battere forte al solo pensiero che potesse farle del male, quando qualcuno le diede una pacca sulla spalla. Ella si girò di scatto, era Stiles, completamente ubriaco. “Ce ne andiamo di sopra?” le chiese. Prima di rispondere di sì, la ragazza si voltò e vide che i due erano spariti. Posò il bicchiere e seguì Stiles in una camera, senza capire cosa stesse succedendo.
***
Erano ormai le due di notte quando i due si svegliarono in un letto matrimoniale, probabilmente quello dei genitori di Lydia. Wendy aprì gli occhi per prima e confusa vide che era coperta solo da un lenzuolo e i suoi vestiti erano sparsi per la stanza. Si passò una mano nei capelli e voltò la testa alla sua sinistra per notare che Stiles era accanto a se e stava dormendo. Wendy imprecò a bassa voce più volte e poi velocemente si rivestì, realizzando che aveva appena fatto sesso con lui,ma non si ricordava ne il perché ne il come. Cercando i propri pantaloni sotto al letto, trovò anche qualcos’altro. Era un fiore con dei petali viola: strozza lupo. A quel punto l’Alfa capì tutto: Lydia li aveva avvelenati. Allora svegliò Stiles scuotendolo. Il ragazzo si guardò attorno spaesato e dopo essersi rimesso i vestiti, i due scesero giù e videro che tutti erano abbastanza assonnati. Stiles si guardò attorno e non vide più ne Derek, ne Lydia. Mentre Wendy notò la presenza di Jackson, che non era stato invitato,ma era comunque lì. Un gruppo di ragazzi che non era ancora ubriaco, spinse Matt dentro la piscina per giocare. Ma il ragazzo non sapeva nuotare, a quanto sembrava, e stava annegando. Jackson si precipitò subito a bordo piscina: gli afferrò le braccia e lo tirò fuori. Nonostante le avesse fatto centinaia di foto, Wendy notò che Matt non era proprio un ragazzo pericoloso. Ma perché Jackson lo aveva salvato? Nemmeno si conoscevano. “Okay, tutti fuori!” gridò Wendy, per poi far uscire tutti gli invitati dalla casa. Seguì con gli occhi soprattutto i due ragazzi, e come pensava, Matt era alla sua macchina, alla destra della Kanima. Era lui, era Matt che lo controllava e sembrava piuttosto arrabbiato.

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Capitolo 13
*** Il Burattinaio. ***


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Wendy fu l’unica che andò a scuola il giorno dopo, di Lydia nessuna traccia e nemmeno di Derek. E come se i problemi non fossero già troppi, venne convocata di nuovo dal preside. Ad aprirle porta, però, fu Victoria, la mamma di Allison: una donna alta ed elegante, un viso quasi interamente rifatto, dei capelli corti rossi e vestita con una gonna a vita alta. Ma dopo averle guardato il corpo, Wendy giunse ad osservare i suoi occhi che erano di un colore oro. Qualche Alfa l’aveva morsa e la donna si sentiva sicuramente in conflitto con se stessa, lei che era la moglie di un cacciatore.
Il loro codice era forte e chiaro: "Nous chassons ceux qui nous chassent." Ovvero “Noi cacciamo chi ci da la caccia.” Ma la donna sapeva che non poteva vivere in quel modo. “Che cosa vuole che faccia?” domandò Wendy,tremante. Victoria estrasse un coltello da un cassetto,coperto da un fazzoletto. Il respiro della ragazza aumentò, le stava forse chiedendo di ucciderla? “P-Perché io?” chiese ancora. “So che tu sei in grado di farlo.” Esclamò Gerard,con voce dura. “Stanotte, alla luna piena.”
***
Stiles si era promesso che avrebbe detto tutto a suo padre, così, insieme a Scott, era andato ala centrale per cercare di convincere suo padre, che stava mettendo via le sue cose, che Matt controllava la creatura. Anche Matt faceva parte della squadra di nuoto e non fu difficile convincere lo sceriffo. Improvvisamente, la luce iniziò a mancare, c’erano solo loro quel pomeriggio. Stiles andò a controllare e con tutta risposta, si trovò una pistola puntata alla testa. Era lo stesso Matt, che aveva intenzione di distruggere le prove che lo incriminavano. Legò lo sceriffo con delle manette al tavolo per non farlo infierire. Poi, qualcuno bussò alla porta principale. “Apri.” Ordinò Matt a Stiles, così il ragazzo si avvicinò alla porta, notando che la segretaria di colore all’entrata era stata uccisa. Quando aprì, si ritrovò Derek davanti. L’umano sorrise appena alla sua vista, finalmente qualcuno era arrivato ad aiutarli. Ma a quel punto, il Beta cadde a terra paralizzato e dietro di lui si presentò Jackson con gli artigli e la pelle verde. Matt fece un sorriso maligno alla vista del Beta indifeso. “Perché fai questo?” gli chiese Stiles. “Oh andiamo, licantropi, cacciatori, Kanima. Eccetto per te Stiles, tu in che cosa ti trasformi?” domandò poi l’altro, tenendo saldamente la pistola. “Abominevole uomo delle nevi, conosci?” rispose l’umano, sarcasticamente. Matt fece un cenno a Jackson, che usò i propri artigli su Stiles, facendolo cadere sul corpo di Derek dopo un flebile imprecare. “Ma che bello spettacolo: sai, penso proprio che voi due siate una bella coppia!” esclamò Matt, ridacchiando. Poi si recò nell’ufficio dello sceriffo e costrinse Scott a inserire i propri documenti nel tagliacarte, per far si che non fossero mai esistiti, minacciandolo sempre con la pistola. Intanto, Derek e Stiles rimasero paralizzati a terra. “E’ da un po’ che non ti si vede.” Commentò Stiles. “Già, ho avuto alcuni impegni.” Continuò il mannaro. “Beh, come ne usciamo?” domandò l’umano, non sapendo cosa fare. Derek abbassò gli occhi sui propri artigli che penetravano lentamente la propria carne, così che il veleno potesse uscire dalle vene. Stiles fece una smorfia di disgusto, attendendo solo che il Beta potesse muoversi.
***
Quando la luna piena si era fatta ormai alta, Wendy si era avviata lentamente a casa degli Argent, torturandosi le mani. Bussò e fu Chris ad aprirle, quasi con le lacrime agli occhi e la lasciò entrare. Allison non c’era e la prima cosa che fece Victoria, fu porgerle il coltello e accompagnarla nella propria camera. “Perché lo fa? Potrebbe finalmente capire che i licantropi non sono pericolosi.” Commentò Wendy. “Non lo posso sopportare.” Rispose con un sussurro la donna. “E perché me?” chiese l’Alfa. “Perché sei una donna e sai cosa significa dolore.” Rispose,sedendosi sul letto. Wendy si sedette lentamente accanto a lei, con il coltello in mano. Non potette credere che stava per mettere fine ad una vita. La terza in vita sua; tutto questo stava diventando straziante. La donna poggiò la chioma rossa sulla spalla della ragazza e la aiutò a portare l’oggetto sul proprio cuore, mettendo la mano sulla sua. Wendy iniziò a piagnucolare silenziosamente e poi quasi ad urlare quando la lama raggiunse il cuore della donna, fino ad ucciderla. 

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Capitolo 14
*** Fury. ***


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Secondo la mitologia greca, le Furie sono coloro che puniscono gli dei. Il loro compito era quello di uccidere gli assassini e torturarli fino a farli impazzire.
Derek era riuscito a sbloccarsi e a mandare un messaggio a Wendy per chiederle aiuto. La ragazza era ancora sconvolta per aver fatto quello che aveva fatto e se ne andò da casa Argent con le grida di Chris che stringevano la moglie morta. Arrivò in centrale ed entrando cautamente dalla porta, vide la situazione e alzò le mani quando vide che Matt puntava la pistola contro di lei. “Matt..Sai che a me puoi dire tutto. Dimmi perché lo stai facendo Matt..” sussurrò la ragazza. Gli occhi del ragazzo si fecero lucidi. “Tutti quelli che ho ucciso..Sono tutti assassini. Non avrebbe dovuto farli bere!” esclamò l’altro. Wendy aggrottò appena le sopracciglia, fingendosi interessata alla sua triste storia. “Lahey. Dopo l’ultima partita vinta, siamo andati in una casa di lusso, avevano tutti bevuto e per scherzo mi hanno buttato in piscina. Io gridavo di non saper nuotare, ma a loro non importava, si burlavano di me! Fin che Lahey non mi ha tirato fuori dall’acqua dicendomi che ero uno sciocco e nessuno doveva venire a saperlo!” spiegò Matt, versando qualche lacrima. Poi si asciugò. “Una brava come te a scuola dovrebbe conoscere le Furie. Jackson è la mia furia Wendy, lui mi ha vendicato.” Continuò mormorando e mettendo la mano sul grilletto. A quel punto, le luci nell’intera centrale, vennero a mancare. Wendy e Scott ebbero la possibilità di scappare e raggiunsero il posto in cui avevano legato lo sceriffo. Ma dentro una delle celle, c’era anche Melissa. “Mamma! Mamma che ci fai qui?!” esclamò Wendy, tremante, scuotendo le sbarre. “Qualcuno ha ucciso la ragazza incinta. Era quel ragazzo, l’ho riconosciuto. Ero venuta qui per testimoniare.. M-Ma quella cosa…Mi ha messo qui dentro.” Spiegò la donna, con un livido vicino lo zigomo. Wendy si voltò e vide vicino a se Derek che si era ristabilito, a terra Stiles che riusciva a muovere solo la parte superiore del corpo, lo sceriffo legato alle sbarre con le manette e Jackson che faceva da guardia e sembrava piuttosto arrabbiato. Cosa fare? Si sarebbe dovuta trasformare per liberare tutti ed atterrare Jackson per scappare? La luce andava e veniva come un temporale in cui i tuoni ci sono ogni minuto. L’Alfa si voltò verso il suo Beta e annuì con la testa per fargli cenno di attaccare Jackson. Basta contrattare, era ora di passare all’azione. Derek e Wendy si trasformarono e così il Kanima. Iniziarono a combattere e poco dopo la creatura graffiò pesantemente Derek, che sembrava quasi sul punto di morire. Melissa e lo sceriffo non riuscirono a capire. Che creature erano quelle? Che cosa era successo alla piccola Wendy? Stiles voleva assolutamente fare qualcosa per Derek, cercò di strusciare piangente verso di lui e di allungare la mano per stringere la sua, senza successo. Per lui era una frustrazione non  poter mai aiutare nel modo in cui voleva. Wendy non poteva fare altro che attaccare il Kanima una volta per tutte. Gli prese il collo e lo alzò stringendolo, per poi ruggirgli in viso e lasciarlo scappare via, probabilmente insieme a Matt. Melissa era lì, a fissare la trasformazione della figlia. Aveva paura di lei, ne avrebbe sempre avuta.
***
Quando tutto fu finito, tutti tornarono a casa senza guardarsi in viso. Melissa non riusciva a guardare Wendy e pensava che forse anche Scott era così. I due ex fidanzati poterono riabbracciare Angelica, che era cresciuta di 15 cm. Non sapevano quanto tempo avrebbero potuto passare con lei, data la sua veloce cresciuta. Stiles le diede un bacio e raggiunse Derek fuori dalla casa, per passare il resto della notte con lui. “Odio sentirmi debole quando ci sei tu.” Commentò il Beta, stringendo a se l’umano e guardandolo negli occhi.
“Sei sparito per qualche ora, dov’eri?” domandò l’altro. Derek cercò di ricordare,ma scosse la testa. “Non lo so. L’ultima cosa che ricordo è Jackson che mi conduceva da te.” Rispose. “Proprio il posto in cui volevo essere.” Continuò con un sussurro, per poi baciare intensamente il suo umano e portarlo via con se.
 
Angelica aveva visto tutto dalla finestra, prima che Wendy potesse coprirle gli occhi con le mani e voltarla verso di se. In quel momento la bambina non capiva molto, si limitava ad ubbidire alla madre. “Ti ho fatto una collana.” Disse Wendy, aprendo il cassetto ed estraendo una collana e mettendola al collo della piccola. Angelica aprì la piccola conchiglia legata ad essa e vide una scritta Plus de mi vida. “Significa Più Della Mia Vita. E’ quanto io ti amo.” Continuò. Wendy si meravigliò al fatto che Angelica era cresciuta così bella e che non aveva avuto bisogno della scuola per leggere e scrivere, anche se, raggiunti i 16 anni, l’avrebbe mandata al liceo di Becon Hills. Le due ragazze dormirono strette quella notte, con l’Alfa tra i mille pensieri e Melissa che aveva una paura dentro che quella creatura vista la stessa sera,sua figlia, fosse pericolosa. 

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Capitolo 15
*** Resurrezione. ***


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Mentre Wendy aspettava che Angelica si addormentasse, sentì delle grida in lontananza e allora si affacciò per controllare. Non riuscendo a vedere nulla da quella vista, la ragazza saltò giù e seguì il rumore che si faceva sempre più alto alle sue orecchie quando si avvicinava al laghetto della foresta. La sua casa era proprio lì vicino. Wendy si nascose dietro le foglie e stette a guardare. Una vista orrenda: Gerard stava affogando Matt nel lago,con il Kanima che li fissava come se gli stessero uccidendo un parente stretto. Non era la prima volta che vedeva uccidere qualcuno dal vecchio: aveva capito che era spietato e senza scrupoli. Quando ormai il ragazzo era agonizzante, Gerard alzò il viso e Wendy si voltò di schiena per non esser scoperta. In quello stesso momento, il suo telefono squillò e l’uomo addrizzò le orecchie come un cane a caccia. L’Alfa tentò di nascondere il suono e senza successo si allontanò per rispondere, riprendendo la via di casa. Era Stiles. Era da tanto che non la chiamava e non sapeva nemmeno il perché. “Ehi.” Stiles parlava a bassa voce. “Ciao, è successo qualcosa?” domandò Wendy. “No..Io..Volevo solo sapere cosa ne pensi riguardo a quello che è successo al tuo compleanno…” sussurrò l’umano. Alla ragazza venne in mente quel momento in cui si era risvegliata nuda insieme a Stiles. Ma non gliene voleva dare una colpa, ne se era successo quel che era successo, ne se si era innamorato di qualcun altro. “Non è successo nulla. Il compleanno è stato comunque un disastro, visto che una nostra amica ci ha avvelenati tutti e non so ancora il perché.” Continuò la ragazza, alzando gli occhi per scacciare via le lacrime. Stiles invece, dall’altra parte della cornetta, abbassò la testa e osservò Derek che dormiva: “Mi dispiace che sia andato male.” Commentò.
Restarono a parlare metà della notte e in quell’arco di tempo, il mannaro sembrava come se non esistesse.
***
Anche se aveva dormito poco, l’Alfa andò a scuola quel giorno. Già dal parcheggio Scott stringeva a se Allison che piagnucolava ormai da quindici minuti: era venuta a conoscenza della morte della madre ed egli le aveva lasciato un biglietto in cui le diceva che si era suicidata da sola. La rattristava vedere la sua migliore amica ridotta così, ma forse era meglio non impicciarsi, o prima o poi avrebbe sputato il rospo.
Wendy sapeva che quella stessa sera si sarebbe svolta una partita di LaCrosse e che Isaac era riuscito ad entrare nella squadra. Doveva controllare che tutto andasse bene e soprattutto cercare di capire come salvarlo, senza ucciderlo. Isaac, Scott e Stiles erano pronti a tenere d’occhio il Kanima.
Improvvisamente Wendy udì una voce nella sua testa: Gerard ancora una volta tentava di farla impazzire. “So che mi hai visto, so che mi senti e so che sai anche che adesso lo comando io. Sai del mio odio verso i licantropi e sai qual è il mio codice. Hanno ucciso la moglie di mio figlio e io devo sterminarli tutti.” Le disse, postandosi a pochi metri da lei. La schiena di Wendy si irrigidì e le venne la pelle d’oca a quelle parole. “Tu non li toccherai.” Sussurrò lei, voltando lo sguardo cattivo verso l’uomo. “Consegnami Derek e il tuo branco o ordinerò a Jackson di uccidere qualcuno che ti sta a cuore. Hai due minuti esatti.” Continuò egli,con le mani in tasca.
***
Intanto, Derek tentava di ricordarsi cosa fosse successo dopo il compleanno di Wendy e giunse a ritrovarsi davanti a casa sua. Sentiva una presenza alle sue spalle: una presenza che riconobbe al primo impatto. “Come hai fatto?” domandò, voltandosi verso la figura nera di Peter Hale, tornato in vita. “Ho i miei segreti anche io. Sai perché sono qui?” rispose Peter, entrando in casa e sedendosi sulle scale polverose. “Sei qui per darmi una delle tue lezioni?” continuò Derek, incrociando le braccia come era suo solito fare. “Beh, so che hai chiesto a Stiles di cercare informazioni sulla Prescelta perché non vuoi uccidere Jackson, credi che lei possa dominarlo. Quella ragazza ti sta a cuore nonostante tutto. Ma non hai centrato il punto.” Disse l’uomo, alzando una tavola di legno dalle scale ed estraendo un computer. “Quindi cosa mi consigli di fare?” sbuffò il mannaro. “Una cosa che tu conosci molto bene. Non hai preso in considerazione una cosa Derek, perché sei troppo duro e lo sei sempre stato. Il semplice ma innegabile potere dell’amore umano. Spiegò il vecchio Alfa. Allora Derek cercò di pensare, chi era l’unico umano a cui Jackson teneva? “Angelica.”

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Capitolo 16
*** Scomparsi. ***


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Wendy non smetteva di fissare la gente attorno a se e cercare di capire a chi avrebbe puntato Jackson. La squadra stava vincendo e mancavano pochissimi minuti alla fine della partita. “Chi sarà Wendy? Il tuo nuovo amico Isaac? L’umano a cui sotto sotto ancora tieni? O il fratellino che sembra stare dalla nostra parte? Scegli tu Wendy, o lo farò io.” Sussurrò Gerard, immergendosi nella sua testa. L’Alfa stringeva i suoi jeans con gli artigli, quasi strappandoli e intanto delle gocce di sudore si annidarono sul suo viso. Il fumo fuoriusciva dal suo naso, per via del freddo. Mancavano secondi alla fine della partita e improvvisamente tutto si fece scuro. Le luci a neon si spensero e tutti iniziarono a scappare subito dopo aver udito un grido femminile. Un grido che si sentì fin dentro l’anima.
 
Wendy sobbalzò in piedi quando le luci si riaccesero e in mezzo alla confusione, vide Jackson a terra. Si precipitò da lui e lo scosse più volte mentre attorno a lui si formò la folla, compresi Isaac e Scott. La prima cosa che il giovane Beta notò, fu che si era graffiato da solo. “Perché s’è l’è fatto da solo?” domandò fra se e se, controllando il suo intero corpo. Intanto il vicesceriffo si alzò dalla scalinata e si guardò attorno cercando suo figlio e non lo vedeva da nessuna parte. “Dov’è Stiles?! Dov’è mio figlio?!” gridò.
***
Derek accettò il fatto che Peter gli serviva e forse sapeva anche di più di lui. La polizia aveva già iniziato a cercare Stiles e mentre Wendy tentava di aiutarli, Melissa era andata in ospedale insieme ad Angelica per controllare Jackson. Peter e suo nipote avevano raggiunto lo spogliatoio maschile, dove Wendy stava facendo annusare gli abiti di Stiles ad Isaac, che nonostante il suo poco odio per lui, intendeva aiutarla. Non appena l’Alfa vide il vecchio, sgranò gli occhi credendo fosse davvero un fantasma. “Dovresti essere morto.” Commentò lei, guardandolo più volte dall’alto al basso. “Come ho già detto a mio nipote, ho i miei segreti e i miei metodi.” Disse Peter, con un sorriso malizioso e un occhiolino. Wendy fece uno sguardo frustrato: pensava di essersene liberata una volta per tutte. “Chi è lui?” chiese Isaac, per sentirsi parte della discussione. “Lui è Peter, lo zio di Derek. Semplicemente un pazzo psicopatico che voleva ucciderci tutti,ma, io poi ho ucciso lui.” Rispose Wendy, guardando sempre l’uomo con gli occhi socchiusi. “Lui sa come aiutarci.” Esclamò Derek: anche per lui l’idea sembrava bizzarra. “Jackson non sta morendo, si sta semplicemente evolvendo e noi dobbiamo trovargli qualcuno che lo faccia rivivere. L’amore. ” Spiegò Peter, con un sorriso appena dolce. L’Alfa sospirò a quella stupida idea che sapeva non avrebbe funzionato. “Lui non mi tocca,ma questo non lo fermerà.” Commentò poi. “Chi ti dice che stavo parlando di te?” domandò l’altro, ridacchiando. Wendy aggrottò le sopracciglia e fissò Derek in cambio di una risposta. “Ha intenzione di usare Angelica.” Disse Derek.
 
Fleshback.
 
Tutti erano sugli spalti ad aspettare che il tabellone iniziasse a contare il tempo. Stiles era pronto con la sua mazza, in panchina. “Gioca anche Jackson.” Commentò Scott, guardando che il ragazzo era presente in campo. “Hai paura?” domandò l’altro. “No, ti proteggerò io,sta tranquillo.” Continuò il Beta. A quelle parole, l’umano si amareggiò e si soffermò prima a guardare Wendy che si stava sedendo e poi di nuovo suo fratello, che aveva gli occhi dolci. “Sai, vorrei tanto fare anche io le cose che fate voi. Aiutare in qualche modo, senza alcuno sforzo. Ma.. non posso Scott..Io..Io non posso.” Balbettò Stiles, scuotendo appena la testa e cercando di trattenere le lacrime. Era rimasto paralizzato dopo aver visto l’uomo che amava in difficoltà e aveva odiato il fatto di non averlo potuto aiutare. L’inferno,era per lui. La capacità di non poter risalire a galla perché ti senti debole. La capacità di soffrire quando è in acqua ciò che di più ami al mondo.

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Capitolo 17
*** Be Human. ***


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Non riuscendo a contattare ne Boyd, ne Erica, Scott, Wendy ed Isaac si avviarono da soli all’ospedale dove era stato portato Jackson. Melissa fissava il sacco contenente il ragazzo, ricordandosi che era esattamente lui che l’aveva aggredita. Non sapeva ancora cosa pensare, non si era preparata un discorso per parlare con i suoi due figli. “Dobbiamo portarlo via di qui.” Esclamò Wendy, che con ribrezzo chiudeva la zip del sacco. “Mi dispiace averti coinvolto in tutto questo.” Sussurrò poi a Melissa. La donna scosse la testa come per dire che non ne voleva discutere. “Come la risolverete stavolta?” chiese in seguito. “Diciamo che è un’idea che non mi piace,ma se serve.” Commentò Wendy, che poi andò in corridoio da Angelica e si piegò in ginocchio, alla sua altezza, guardandola bene negli occhi. “Amore, ascoltami, adesso vorrei che tu facessi una cosa per me. Se non te la senti, basta che me lo dici.” Le disse.
La bambina la guardò con sopracciglia appena aggrottate. “ Si tratta di Jake?” domandò Angelica. “Si, si tratta di lui. Ora seguimi.” Rispose e poi si rialzò stringendole bene la mano.
***
Mentre Derek cercava invano Stiles, l’umano era stato incappucciato e portato via da Gerard in una casa ed infine, fatto rotolare giù per le scale di una cantina buia. Cercò l’interruttore e dopo aver acceso la luce, notò Boyd ed Erica legati a dei fili elettrici: l’unico modo per torturare un licantropo. “Sei consapevole che nessuno verrà a cercarvi no?” disse Gerard, con una ridarella. “Non è vero, Derek mi starà cercando ovunque.” Esclamò Stiles, con voce dura. Il vecchio continuò a ridere malvagiamente, fin che dal suo naso non uscirono gocce di sangue che sporcarono il pavimento. Il suo sguardo si fece cupo e immediatamente se lo pulì con un fazzoletto, di nascosto. L’umano davanti a lui socchiuse gli occhi, individuando cosa gli stesse succedendo. “E’ malato vero? Tumore? Cancro?” dedusse. Gerard gli mise una mano al collo,stringendolo. L’umano non aveva forze di spingerlo via. “Non deve interessarti.” Esclamò poi, iniziando a prendere a pugni il povero umano indifeso.
***
Mentre Isaac e Wendy trasportarono via il sacco con dentro Jackson, al parcheggio si avvicinò una macchina nera, con dentro Chris Argent. Wendy temeva che l’uomo portasse via il Kanima da Gerard. “Tranquilla, sono qui per aiutare.” Disse però. “Mio padre è completamente impazzito e dobbiamo fermarlo.” Continuò poi, aiutando i due a trasportare il sacco sulla propria auto.
 
Wendy era venuta a sapere che l’ex sceriffo aveva trovato Stiles ed era stato riammesso. L’Alfa si precipitò subito a casa loro e poi alla sua camera, vedendo come i cacciatori lo avevano ridotto: aveva un labbro spaccato e un livido sullo zigomo. “Dio, che cosa ti hanno fatto.” esclamò con un mormorio, posandogli delicatamente una mano sulla guancia. Stiles chiuse gli occhi e si godè quel tocco, come se non aspettasse altro. “L’unica cosa a cui riuscivo a pensare in quella cantina, era questo.” Sussurrò l’umano, stringendo la sua mano. Poi si schiarì la voce, dopo alcuni minuti e posò la sua mano sul suo fianco. Wendy si asciugò velocemente gli occhi dalle lacrime che le se stavano creando senza motivo. “Crediamo di sapere come fermare Jackson. Ora tu aspetta qui e chiudi tutte le porte e le finestre.” Gli disse poi. Stiles annuì e la guardò andare via, sapendo che quella notte, tutto sarebbe finito.

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Capitolo 18
*** L'Evoluzione. ***


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Il branco trasportò il Kanima in un capannone abbandonato, insieme ad Angelica, in attesa che si svegliasse. E quando lo fece, iniziò ad attaccare tutti. I licantropi si erano preparati a combattere sia verso di lui, che verso Gerard, venuto sul posto per controllare la propria creatura. Il Kanima atterrò sia Derek, che Isaac, mentre Peter se ne stava in disparte, con Angelica, ad aspettare che il piano ideato con il nipote si mettesse in atto. Improvvisamente, dal nulla, apparve una Jeep che investì il Kanima. Stiles urlò e alzò le mani, esultando nell’aver abbattuto la creatura. Poi si rifece serio e scese dalla macchina per guardare Gerard. “Dai vecchietto, dì a tutti perché combatti questa battaglia e cosa vuoi veramente.” Gli disse, con sguardo arrabbiato. Egli lo guardò infastidito: “Ho un cancro, si. E mi serve qualcosa che me lo faccia sparire per sempre.”
Intanto, il suo naso sanguinava di nuovo e non sprecò secondo a cercare la sua medicina nella tasca della giacca, ma non la trovò. Stiles sorrise malignamente: “Perso qualcosa?” gli chiese, estraendo dalla mano una scatola in ferro con dentro delle pastiglie. Infine, gliele tirò. Nessuno in quel momento sapeva qual’era il piano dell’umano, se li stava aiutando,oppure Gerard gli aveva fatto il lavaggio del cervello. L’uomo deglutì la sua medicina e si sentì già meglio. Allora Stiles si avvicinò con passo deciso a Wendy: le afferrò strettamente i capelli e la fece inginocchiare verso il vecchio, per poi aprirle la bocca affilata. Gerard non doveva fare altro che inserire il braccio così che l’Alfa lo mordesse e far si che la malattia scomparisse. Wendy non potette fare altro che mordere il suo braccio e guardare male Stiles, per i suoi atti appena compiuti. L’umano, poco dopo, sì pulì le mani da qualcosa, strofinandole l’uno contro l’altra. Fu in quel momento che Derek e Wendy capirono: Stiles aveva inserito del sorbo degli uccellatori nelle pasticche,così che, non solo annullasse l’effetto del morso, ma lo distruggesse anche. Infatti Gerard si accasciò a terra,mentre del sangue nero gli usciva dalla bocca e dal naso. “Uccidili tutti!!!” Urlò poi al Kanima, furioso. Angelica non aspettò altro e prima che il Kanima potesse utilizzare gli artigli su Derek, si mise fra i due, a braccia allargate. “No!” esclamò, guardando la creatura bene negli occhi. Il Kanima non mosse una mano verso la bambina che gli accarezzò delicatamente la guancia: le squame e le zanne scomparvero, facendo tornare Jackson. Entrambi sorrisero e Angelica volle abbracciarlo,ma qualcosa la bloccò. “Adesso!” intervenne Derek, che insieme a Peter, affilarono gli artigli verso Jackson e lo colpirono al petto e alla schiena. Angelica tentò di fermarli, ma Wendy la tirò indietro e la stringe a se, evitandole di farle vedere. Zio e nipote uccisero Jackson una volta per tutte,mentre la bimba scansò via la madre con disprezzo per accasciarsi sul corpo del ragazzo. Pianse, guardandolo. Ma poco dopo, accadde una cosa inaspettata.
***
Il cuore di Jackson iniziò a battere di nuovo, i suoi occhi azzurri si aprirono e splendettero alla luce dei fari della Jeep. Allora si alzò e Angelica si allontano, strusciando all’indietro. Le mani e i piedi di Jackson si tramutarono in zampe, il corpo divenne peloso, il naso si allungò in un muso e le orecchie si appuntirono. Era naturale pensare che Angelica gli aveva fatto qualcosa di buono: lo aveva tramutato in un vero e proprio lupo mannaro.

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Capitolo 19
*** Imprinting. ***


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Angelica sorrise nel vedere che Jackson stava meglio grazie a lei e andò subito a stringerlo al collo. Gerard era sparito, riuscendo a strisciare via dal capannone. Tutto sembrava esser tornato come prima, ma Stiles aveva deciso di passare nell’ufficio della psicologa Morrell e sfogare i propri pensieri. Si trattava di una donna alta, capelli neri e pelle scura. Si sedette davanti a lei con in mano la mazza da LaCrosse, con cui giocherellava. “Allora Stiles, come stai?” gli chiese, notando i suoi lividi. Ci fu un attimo di silenzio, in cui l’umano guardò prima a terra e poi la donna. “Sto bene. Già, tranne che non riesco a dormire. I salti durante la notte e la costante paura che accada qualcosa di brutto.” Rispose il ragazzo, guardandola. “E’ come quando stai affogando e non sai come riemergere e non puoi. Ti senti debole, inutile, perché non puoi fare niente. Odio questa sensazione, è infernale.” Continuò e nervosamente si mise a mordicchiare la corda della mazza. “Beh, allora ricorda sempre quello che disse Winston Churchill: Anche se sei all’inferno,continua a camminare.” Gli disse la donna,scandendo bene le labbra.
 
Wendy e Stiles furono convocati dal nuovo preside, data la scomparsa di Gerard, che in quel momento stava litigando con il vice-preside sul fatto di aver trovato una spada sulla propria scrivania. I due amici si sedettero davanti alla scrivania. “Dunque, Wendy Mccall e Stiles Stilinski: i professori mi hanno riferito che siete i migliori della classe di arte. Avete avuto ottimi voti nel vostro percorso, quindi vi propongo una proposta: voi ci fate pubblicità e noi vi doniamo una borsa di studio alla American Academy of Dramatic Arts di Los Angeles.” Disse il preside. Wendy e Stiles sobbalzarono appena dalla sedia sentendo quel nome: era la scuola d’arte forse più importante dal 1800. I due accettarono immediatamente di partire con un treno. Bastava avvisare gli altri.
***
Si riunirono tutti a casa di Derek: Jackson arrivò per primo, per discutere con il Beta, riguardo Angelica e i pensieri che aveva su di lei. “Si chiama Imprinting. E’ quando un lupo mannaro si attacca ad una persona e non può fare a meno di lei. Non è più la gravità a farti stare sulla terra ferma, ma lei.” Spiegò Derek. Jackson si mise le mani fra i capelli, scioccato dalla cosa appena sentita. Voleva dire, tecnicamente, che era innamorato follemente di una bambina e nemmeno lo sapeva. “Non diremo niente di questo a Wendy, d’accordo?” esclamò poi, sospirando. I due Beta presenti annuirono, fin che non arrivarono anche Wendy e Stiles. “Dobbiamo parlarvi.” Disse Wendy, sedendosi accanto ad Isaac. “Tra due giorni partiamo per Los Angeles: una borsa di studio importante.” Continuò Stiles. Derek si accarezzò la barba: “No.” Esclamò poi, deciso. “Non decidi tu.” Continuò Wendy. Derek sospirò e distolse lo sguardo da entrambi. “Non decidi tu, è chiaro?! Non per me, non per lui! Noi partiamo, tra due giorni e tu dovrai accettarlo!” ringhiò, balzando in piedi. Il Beta rise. “Davvero credi che questo tuo controbattermi, voglia dire che tu sia un buon Alfa?” domandò poi. Wendy si alzò definitivamente. “Tutti fuori! Ora!” gridò infine. Gli altri nella stanza se ne andarono: Wendy sapeva che Derek faceva il duro solo perché Stiles era presente. Non appena la porta si chiuse, Wendy lo guardò duramente. “Credi che a lui importa solo che tu sia bello e.. e muscolo.. e…e.. duro? Lui può amarti perché sei tu, perché puoi essere fragile, perché tu puoi ricambiarlo.” Gli disse, guardandolo negli occhi. “Devo farti vedere come si fa?” domandò poi. Il Beta annuì lentamente, senza spicciare parola. Allora Wendy prese un bel respiro e lentamente si sbottonò i pantaloncini e si tolse gli slip. Poi la maglietta e il reggiseno, lasciandoli cadere a terra. Si avvicinò a lui,lo sfiorò e si poggiò al tavolo,dandogli le spalle. Derek si voltò verso di lei e guardò il suo corpo, dalla testa ai piedi. Si sbottonò piano i pantaloni,mentre la propria pelle iniziò a irrigidirsi. Se li abbassò, insieme ai boxer. Le accarezzò i fianchi e la ragazza rabbrividì. “Lui è tuo, io l’ho lasciato a te: non ferirlo.” Sussurrò Wendy, prima che Derek potesse spingere lentamente in lei, come un’onda: ancora, ancora e ancora.

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Capitolo 20
*** La Partenza. ***


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Il treno ci sarebbe stato giusto quel pomeriggio, così, la mattina, Wendy si era diretta a scuola per prendere le proprie cose dall’armadietto. A lei, si avvicinò Lydia, con sguardo triste e pentito. “Sono stata io..Ma non credere che l’abbia fatto apposta.” Disse la ragazza. Wendy chiuse l’armadietto e la guardò. “Intendi dirmi che eri sotto il controllo di qualcuno?” le domandò, confusa. La riccia annuì. “Peter. Mi ha costretto a liberarlo.” Sussurrò la ragazza, ad occhi lucidi. L’Alfa si mise una mano nei capelli e scosse la testa. Tipico di Peter. Ma subito dopo prese a stringere Lydia a se. “Sapevo che non avresti mai potuto farlo.” Mormorò Wendy, mentre le due ragazze si abbracciavano. “Adesso devi promettermi di non dire a nessuno di quello che hai visto. Di noi tutti.” Continuò, stringendole le mani e guardandola dritta negli occhi. Lydia annuì velocemente e si asciugò gli occhi grandi, per poi fare un sorriso e proseguire in classe.
***
I treni stavano per partire e i due amici stavano salutando la famiglia. Stiles promise a Derek che lo avrebbe chiamato ogni giorno, Melissa promise a Wendy che si sarebbe presa cura di Angelica e il Beta promise ad entrambi che avrebbe cercato di guidare il branco al posto dell’Alfa. Wendy fulminò lo sguardo di Peter ed andò verso di lui. “Non provare più ad usare Lydia per i tuoi scopi.” Gli disse, ringhiando. L’altro fece un sorriso malizioso e si avvicinò al suo orecchio: “Vivere, può essere una grandiosa avventura.” Le sussurrò, prima di lasciare il posto.
Le porte erano ormai aperte e Wendy e Stiles salirono su, mentre non smettevano di salutare Angelica, che forse sarebbe cresciuta ancora di più durante il tempo in cui i suoi genitori non c’erano.
 
Giunti alla scuola, si accomodarono nella propria stanza e misero apposto i propri vestiti. C’erano due camere con due letti piccoli, due bagni comunicanti con le camere da letto e un balcone ampio, con la vista su Los Angeles. Wendy prese un respiro per respirare l’aria della città e subito dopo andò a vomitare nel primo bagno che trovò. Stiles la guardò confusa, pensando che una cosa del genere l’aveva già vista. “Stai bene?” le domandò. La ragazza si alzò massaggiandosi la pancia ed improvvisamente qualcosa la colpì forte. Come un piccolo pugno nello stomaco, ma che causava un dolore quasi atroce. “Stiles, dentro di me c’è qualcosa che si muove.”
***
Quando si stava per fare notte, Derek riunì Isaac e Jackson per mostrargli una cosa. “Notizie di Boyd o Erica?” chiese Derek. Isaac scosse la testa: “Hanno proprio deciso di evadere dal branco.” Rispose Isaac, mettendosi le mani in tasca. “Probabile, o forse sono stati portati via da loro…” commentò il Beta, mentre chiudeva la porta della casa che mostrava sopra una triscele. Ma non arrotondata come Derek aveva tatuato sulla propria schiena, ma appuntita, rigida. “E’ un branco di soli Alfa. Credo vogliano Wendy. E stanno venendo qui.”
 
FINE.
 
Allora, anche questa storia è giunta al termine, spero vi sia piaciuta. Presto aggiornerò con una nuova storia dedicata alla 3A ! Grazie a tutti per aver letto <3
-Belieber_G

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