Non sempre crescere risulta facile

di damnregret1991
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presa di coscienza ***
Capitolo 2: *** Caro Diario, ho delle rivelazioni da farti ***
Capitolo 3: *** Memorie di un'adolscente ***
Capitolo 4: *** Confessioni – Parte prima ***
Capitolo 5: *** Confessioni - Parte Seconda ***
Capitolo 6: *** Il digiprescelto della giustizia ***
Capitolo 7: *** Hikaru ed il suo passato ***



Capitolo 1
*** Presa di coscienza ***


La storia che vi propongo è simile quasi ad una “commedia”. Dal significato letterario: inizio tragico e fine lieta. Ma non voglio anticipare nulla. La storia avrà come personaggi principali Yamato, Sora, Taichi, il classico trio dall'ignoto futuro, Mimi, Izzy e dei nuovi personaggi, da me inventati, che avranno un ruolo fondamentale nella nostra storia. Ma state bene attenti, non si parla di personaggi qualunque, ma di vere e proprie sorprese all'interno della storia. Questo primo capitolo è giusto una parte introduttiva a quello che i nostri protagonisti andranno a vivere nel corso della storia.

PRESA DI COSCIENZA



Outer Banks, North Carolina.
A Mimi pareva quasi di soffrire di claustrofobia tanto quel luogo era serrato, piccolo e desolato. Con gli occhi scorreva ed osservava tutto ciò che le stava intorno: uno squallido bagno sporco e maltenuto di un autogrill. Le pareti erano imbrattate di terra, sangue e scritte volgari, grigie cemento ed il pavimento era piastrellato color verde scuro. Il lavandino era infangato, lo specchio che vi era sopra era rotto e chiazzato da macchie di sudore e sputi. Il water non si presentava certo meglio, anzi, era forse l'arredamento più sudicio che vi era in quei servizi: color bianco sporco, senza la tavolozza da poter alzare o abbassare, intasato con escrementi, carta igienica ed assorbenti che vi galleggiavano dentro, il catenaccio spezzato lasciato penzolare dall'alto del soffitto. L'ambiente era buio, triste e malinconico. Se solo le pareti di quel bagno potessero parlare avrebbero tanto, troppo da raccontare. Proprio di fronte al water vi era un buco rettangolare con incastonato al suo interno un pezzo di vetro rotto, spesso almeno due centimetri. Molto probabilmente si trattava di una finestrella, unico foro che permetteva di far trapelare una luce fioca all'interno di quel languido posto, ma veniva difficile stabilirlo con certezza vista la condizione con la quale i servizi si presentavano.
Una smorfia disgustata dipinse subito le ben delineate labbra della ragazza quando realizzò che razza di posto fosse quello. Mimi strinse la borsa più forte che potè al petto e si lasciò sfuggire un sospiro di tensione. I polmoni si contraevano e rilassavamo secondo un ritmo movimentato ed il cuore pareva ballare con loro. Prima ancora di fare un passo per varcare quella piccola porticina, Mimi si mise a contare. Uno, due Tre. Poi di nuovo un sospiro. Cercò di accendere la luce senza successo poiché la lampadina si era fulminata, ma per fortuna erano ancora le cinque del pomeriggio ed il sole non si era ancora del tutto eclissato. Uno spiraglio filtrava da quella finestrella nel muro illuminando la base del water. Mimi girò la chiave della porta alle sue spalle controllando che quest'ultima fosse ben chiusa e, quindi, si avvicinò al gabinetto strisciando i piedi a terra. Dalle mani le scivolò una scatoletta che si arrestò a terra pochi millesimi di secondo dopo senza fare alcun rumore irritante, ma lasciando sgomenta la ragazza, la quale subito si chinò per raccoglierla. Con una lentezza esasperante Mimi fece scivolare i jeans lungo le gambe e se ne sbarazzò con facilità. Fece poi lo stesso con le mutandine. Prese, quindi, della carta e l'appoggiò sui bordi del water ed infine ci si sedette sopra. Riprese la scatoletta in mano, la esaminò un poco ed infine si decise ad aprirla. Ora Mimi teneva tra le mani un test di gravidanza, il secondo di quel mese. Lo strinse un poco tra le mani, chiuse gli occhi e li strizzò quasi volesse svegliarsi da un brutto sogno, ma purtroppo il frastuono caotico della metropolitana che passava proprio in quel momento la riportò al presente.

La vita a Outer Banks sembrava scorrere tranquillamente. Il tempo oggi discreto regalava un sorriso a tutti quei bambini che con le loro mamme avevano deciso di trascorrere un pomeriggio in spiaggia piuttosto che rinchiusi in casa. Anziani signori sedevano all'esterno dei bar sul molo a giocare a carte e a bersi una buona birra americana, mentre le mogli tentavano invano di prendere gli ultimi raggi di sole coperte totalmente da tonnellate di creme solari ad altissima protezione. Ad un tratto la porta dell'autogrill sbatté vigorosamente contro il muro spalancandosi e agitando in un primo momento la gente del posto. Una ragazza infuriata gettò violentemente un pugno al muro, salì sulla sua moto e si allontanò velocemente dal centro città.
Mentre Mimi sfrecciava veloce in sella al suo mezzo, il vento le batteva impetuosamente sul viso quasi volesse sfregiarglielo. Lacrime calde percorrevano le guance fino a bagnarle le labbra lasciandole in bocca un retrogusto salato.
“Dio ma possibile che tutto questo sta succedendo a me? Ma come diavolo è potuto accadere?” si chiese Mimi portandosi una mano sul casco affranta “Non ho mai fatto uno sgarro in vita mia, niente alcool, niente droga, fumo e discoteche. Per una volta che provo un qualcosa di nuovo e non del tutto sicuro finisco subito nei guai!”.
La rabbia non smise di far crescere in lei quel desiderio di voler distruggere tutto e nascondersi e ben presto la ragazza dovette accostare la moto al ciglio della strada ben evitando di far incidenti. Mimi lasciò cadere la moto sulla sabbia, si tolse le scarpe e poi i calzini e quindi li abbandonò ai lati della strada vicino al suo mezzo e percorse quei pochi metri che l'allontanavano dal mare. Si sedette in riva a quest'ultimo portandosi al petto le ginocchia e cingendole poi tra le braccia. La ragazza il mare davanti a sé sognando di poter essere un gabbiano che si libera in cielo e vola verso mete sconfinate senza vincoli d'alcun genere. Purtroppo, però, il presente tornava insistente a farle notare quale fosse la sua vera condizione. Mimi riprese in mano il test di gravidanza e non poté fare a meno che guardare nuovamente il risultato: positivo.
Sorrise beffarda del suo futuro e già si immaginava la sua vita: ragazza-madre di 19 anni costretta a badare ad un figlio che le era stato imposto da Lassù, che di certo lei non aveva richiesto, non ora almeno; lavoro ignoto, probabilmente l'unico impiego che potrà permettersi sarà quello di fare la cubista la notte o la cassiera ad una qualche supermarket sconosciuto e il padre.. già, chissà che fine avrà fatto lui per all'ora.
Mimi si lasciò cadere su un fianco, portò le mani sopra la nuca e fece scivolare il suo corpo sulla sabbia umida, chiuse gli occhi e ripensò a quel giorno fatale di due mesi prima. La vergogna prevalse su tutto il corpo il quale, in segno di protesta, iniziò a contorcersi e dimenarsi. Un retrogusto ferroso si impossessò della sua bocca. La ragazza bloccò le braccia a terra e si tirò su di colpo fissando sconcertata il terreno a lei sottostante e chiedendosi che fine l'attendeva.

Tokyo, Kanto.
Una ragazza brunetta si apprestava ad uscire di casa. Guardò nervosa l'orologio. Le lancette sembravano scorrere più veloce del solito, quasi ad incuterle fretta. Aveva la stra asensazione che oggi sarebbe successo qualcosa di insolito, di inaspettato.
Sora, ormai diciannovenne, frequentava l'ultimo anno di scuola insieme ai suoi inseparabili amici, Taichi e Yamato.
“Se tutto va come dovrebbe andare, mancano solo due mesi alle vacanze estive. Speriamo di passare in fretta e senza troppi disagi gli esami, voglio godermi a fondo l'estate” pensò la ragazza tra sé mentre raccoglieva lo zaino da terra, baciava affettuosamente la madre su una guancia e usciva di casa.
Scuola. Sora raggiunse quell'edificio rosso mattone in meno di dieci minuti. Non vi era ancora nessuno all'ingresso, e, quindi, decise di sedersi sulla gradinata e di aspettare gli amici. Non ci volle molto prima che qualcuno iniziasse a varcare i confini scolastici. Tra tanti studenti, che assonnati si dirigevano verso il portone d'ingresso, Sora riconobbe un paio di loro: Takeru e Yamato.
-Buon giorno ragazzi- li salutò lei in tono solare.
-Ciao Sora- risposero entrambi all'unisono.
-Mattiniera come sempre- constatò il più piccolo dei due.
-Mi sono alzata presto anche questa mattina, ho fatto la notte insonne- spiegò lei.
-Come mai?- intervenne subito un preoccupato Yamato, innamorato dalla ragazza ormai da anni.
-Nulla di particolare- dichiarò lei -Però sto bene- aggiunse nel tentativo di tranquillizzare l'amico. “Speriamo” pensò quest'ultimo.
Era ormai suonata l'ultima campanella quando trafelato come non mai Taichi fece il suo ingresso in classe.
-Salvato all'ultimo Yagami, la prossima volta non sarà così fortunato e avrà per l'ennesima volta l'onore di incontrare il preside.- disse il professore in tono di rimprovero.
-Scusi professore, ma la sveglia proprio non è suonata questa mattina- rispose il ragazzo poggiando lo zainetto ai piedi del suo banco e lasciandosi accasciare sulla sedia.
-Ehi, ciao- bisbigliò Yamato.
-Ciao a te amico, salve Sora- salutò Taichi.
La lezione si presentò più pesante e noiosa del solito e i tre ragazzi fecero di tutto tranne che ascoltarla. Taichi era perso nei suoi pensieri e guardava fuori dalle grandi finestre dell'aula. Yamato d'altro canto era rimasto imbambolato a fissare la bella Sora che, nel tentativo di seguire la lezione, fissava sconcertata la lavagna e arricciava con la biro le ciocche che le cadevano sulle spalle.
Finalmente la campanella. Pausa pranzo.
Tutti i digiprescelti si radunarono intorno ad un tavolo, schiamazzando, salutandosi, parlando dell'ultima lezione e del più e del meno. Ad un tratto il digivice di Sora suonò. La ragazza perplessa lo prese in mano e lesse il messaggio ad alta voce.
-Ciao tesoro, sono Mimi. Domani tornerò in Giappone e pensavo che potremmo vederci nel pomeriggio, sempre se non hai troppi impegni. Ho un sacco di novità da raccontarti. Fammi sapere un bacio.-
Tutti i ragazzi si guardarono straniti.
Da quando in qua Mimi avvisava di una sua visita all'ultimo momento? Che qualcosa fosse andato storto? Che non stesse tanto bene in America come tanto affermava?
Sora e Kari si guardarono storte, quasi a pensare alla stessa cosa. Dunque la moretta le rispose. -Tesoro, che piacere sentirti. Senz'altro, domani pomeriggio va benissimo, lo sai quanto mi faccia piacere vederti. Fammi sapere gli orari e i luoghi. Bacioni-.

Outer Banks, North Carolina.
La situazione pareva presentarsi un po' imbarazzante. Le novità di cui Mimi aveva accennato prima via messaggio erano sicuramente inerenti alla gravidanza. Ma come l'avrebbero presa gli amici? Per non parlare dei genitori. La ragazza si rabbuiò in sé. Raccolse più fiato che poté, gonfiò a pieno i polmoni e poi cacciò tutto fuori.
Raccolse la moto che prima aveva accostato al ciglio della strada, si mise in sella e sfrecciò veloce lungo la strada. Notò come le gomme aderivano all'asfalto, come tutto intorno a lei scorreva veloce e le dava quasi l'impressione che non era lei a correre tanto rapida, ma che fosse tutto il contrario, tutto sbagliato.
Quando tornò in college Mimi notò che la sua stanza era l'unica ad essere tanto in disordine. Preda di una collera che voleva scacciare via da sé iniziò a riordinare tutto, vestiti, libri, scarpe. Tutto era scaraventato sulla scrivania, vicino al letto o nell'armadio. Ma come aveva fatto a non accorgersi prima di che razza di vita stesse vivendo? E com'era possibile che tale vita le fosse scivolata via dalle mani tanto facilmente? Solo ora le si erano aperti gli occhi, solo ora aveva la capacità di vedere ciò che prima le sembrava tanto giusto.
Non era così giusto, anzi, era tutto sbagliato. Il college, gli amici, la sua camera, la sua vita ma soprattutto quel viaggio che aveva deciso di intraprendere. Per cosa poi? Ormai neanche più lo ricordava.
Prese velocemente una valigetta ed iniziò a gettarci dentro cosmetici, vestiti e un paio di libri, unica fonte di compagnia per quel viaggio di ritorno in patria. Raccolse, quindi, il digivice e rilesse il messaggio che poco prima aveva mandato all'amica più cara che aveva, Sora. La ragazza le aveva risposto subito, in tono gentile, cordiale, come sempre era stata. Mimi sapeva bene di aver fatto insospettire l'amica a causa del suo messaggio. La Mimi di un tempo era una persona così precisa, non avrebbe mai avvisato con così poco anticipo il suo ritorno in Giappone. Purtroppo, però, aveva bisogno di tempo per riflettere circa quello che le stava accadendo, aveva bisogno di amici veri accanto e non semplici compagni di classe. Raccolse quindi il giaccone, la valigetta, chiamò un taxi e si apprestò a raggiungere l'aeroporto.
“Certo che crescere non è affatto uno scherzo. Ed io che pensavo che andarmene di casa, vivere e studiare all'estero significasse crescere. Ora ho capito il vero senso di diventare adulti. Crescere significa prendere decisioni ragionevoli, fare scelte appropriate e non scappare dai proprio problemi. Ora ho finalmente preso coscienza del vero significato che un semplice verbo come crescere comporta.” rifletté Mimi mentre salutava per l'ultima volta l'America.

FINE PRIMO CAPITOLO



Eccoci alla fine di questo primo capitolo, spero proprio vi sia piaciuto. Secondo voi che intenzioni avrà Mimi riguardo alla gravidanza? Che le diranno Sora, Kari e tutti gli altri digiprescelti? Sapranno accettare la “novità” che Mimi porterà dall'America? Le cose ora che si sono complicate a tal modo cambieranno nuovamente? Nel prossimo capitolo alcune di queste domande troveranno risposta ma andiamo a gradi, non è ancora il momento di rivelare tutto. Vi aspetto al prossimo capitolo: Caro diario, ho delle rivelazioni da farti.

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Capitolo 2
*** Caro Diario, ho delle rivelazioni da farti ***


Eccomi di nuovo qui, con un nuovo capitolo da aggiungere alla storia. Nello scorso capitolo avevo lasciato in sospeso diverse questioni. In questo nuovo tratteremo l'argomento Sora-Taichi-Yamato. Chi dei due finalmente potrà conquistare il cuore della digiprescelta dell'amore? Chi sarà, invece, lo sfortunato che dovrà gettare la spugna? O meglio, nascerà davvero una nuova coppia? Se volete trovare risposte a queste domande che ho sollevato non perdetevi questo nuovo capitolo.

CARO DIARIO, HO DELLE RIVELAZIONI DA FARTI

-Oggi è una giornata speciale e tale deve rimanere. La nostra amica Mimi torna a casa, ma ci pensate?! È come un sogno- disse ad alta voce Sora mentre parlava con il resto della comitiva. Già, la sua migliore amica, l'unica che l'aveva sempre capita in tutto e per tutto, l'unica che sapeva come farle tornare il sorriso, farla felice, rassicurarla quando tutto sembrava andar male, la sola ed inimitabile Mimi, stava per tornare. Sora neanche poteva crederci, finalmente avrebbe potuto riabbracciarla, parlare con lei di ragazzi, della scuola, di come andava in famiglia, degli indimenticabili giorni passati insieme a Digiworld e delle nottate passate a piangere a causa di Taichi e Yamato.
-Dove andrete oggi?- le chiese Kari sapendo bene di non essere stata invitata, ma ugualmente curiosa.
-Non so bene ancora, sinceramente non mi ha detto ancora niente lei. Non so neanche per quale motivo torni in Giappone- rispose perplessa la brunetta.
-Potresti portarla alle terme, magari quelle di Sapporo, dicono che siano le migliori di tutto il Giappone- si intromise Takeru.
-Fino a Sapporo dici?- rifletté Sora -Beh, potrebbe andare. Magari è la volta buona che prendo un paio di giorni di vacanza dallo studio. Massì dai, facciamo una pazzia per una volta!-.

Alle tre del pomeriggio Sora andò all'aeroporto per accogliere l'amica che tornava finalmente dall'America.
Una figura esile si distingueva tra la massa, snella e non troppo alta. Indossava un vestito celeste che le arrivava a metà coscia, sotto una camicetta bianca un poco pizzata a livello del colletto. Dita lunghe e affusolate reggevano una borsa firmata Gucci. Stivali in pelle marroni con un tacco non troppo vertiginoso esaltavano la sua figura. Ed ecco ora ben in vista l'elemento che più la contraddistingueva da tutti, un capello alla cowboy.
-Mimi!- urlò Sora correndole incontro e abbracciandola forte -Quanto sei bella amica mia-.
-Ma guardati- le disse Mimi facendole un giro intorno -Tu piuttosto! Cosa ti è successo? Sei diventata splendida-.
Sora, infatti, era cambiata molto in quegli anni che Mimi aveva passato in America. Era diventata più alta, più snella, più aggraziata e femminile. Aveva fatto crescere un poco i capelli, gli aveva fatti scalare in modo che le ciocche davanti le cadessero sulle spalle e quelle dietro poco sotto le scapole. Ora portavo orecchini, ciondoli e braccialetti. Non vestiva più da ragazzina che amava il calcio, ma finalmente era diventata una donna a tutti gli effetti.
-Nah dai, non esagerare ora. Sarà la stanchezza del viaggio a giocarti questi brutti scherzi- rispose sarcastica l'amica.
-Allora tesoro, sai di cosa ho bisogno ora?- disse Mimi girandosi sorridente verso l'amica.
-No, non me lo dire! Ho già preparato una sorpresa io per te!- le rispose l'altra raggiante appoggiandole l'indice sulle labbra per farla zittire.
-Ovvero?- chiese curiosa Mimi.
-Niente domande, seguimi, siamo in ritardissimo- disse frettolosa Sora.
“Ritardissimo, e per cosa?” pensò la digiprescelta della sincerità.
Le due ragazze raggiunsero il banco check-in, comprarono due biglietti per Sapporo, si misero in coda per salire sull'aereo e in men che non si dica si ritrovarono a volare sopra Tokyo. Fu un volo tranquillo e poco turbolento, durò all'incirca un'oretta e una decina di minuti.
Durante tale volo sia Sora che Mimi stettero in silenzio, ognuna delle due immerse in chissà quali pensieri. Sora ancora rifletteva sul dilemma Taichi-Yamato un problema che coesisteva sempre nella sua vita e con tanti altri problemi che già aveva. Quando sia Taichi che Yamato le chiesero di scegliere tra di loro, Sora si era trovata in seria difficoltà. Certo non si sarebbe mai e poi mai aspettata che i suoi due migliori amici le avrebbero mai posto una domanda simile. Con quale coraggio poi. Sorrise. Coraggio, Taichi. Che battuta. Poi si mise a guardare fuori dal finestrino. Quant'è bella Tokyo al tramonto. E ancora le venne in mente quella volta nella quale Taichi le aveva stretto la mano, conclusa una partita di calcio, e le aveva dedicato la vittoria. Oppure Yamato, terminato il suo ultimo concerto, aveva dichiarato a tutti gli spettatori quanto la amava. Sbuffò. “Che situazione del cavolo” pensò tra sé. E si rimise a guardare fuori dal finestrino, tentando di scacciare via dai suoi pensieri quelli che erano i suoi migliori amici.
Mimi, d'altra parte, pensava a quanti e quali sacrifici di lì a poco tempo avrebbe dovuto fare per il bambino. Era contraria all'aborto, l'aveva sempre affermato. Una vena di malinconia l'attanagliò. Ricordò quant'erano belli quei tempi passati a Digiworld, quando ancora non frequentava le medie. Quant'erano lontani problemi simili ai suoi. Non avrebbe mai e poi mai pensato di finire in un tale pasticcio. E invece...

Terminato il viaggio ritirarono i bagagli, chiamarono un taxi e raggiunsero il centro termale di maggior successo in tutta Sapporo.
Erano ormai le 6 di sera.
-Non posso crederci che hai organizzato questo per me- disse estasiata Mimi oltrepassando la porta della loro camera -Come posso contraccambiare tutto questo?-
-Beh sei tornata dall'America, questo direi che può bastare- le rispose Sora ammiccandole mentre disfava la valigia.
-Che ne dici, andiamo a rilassarci un poco giù alle terme?- domandò Mimi sentendosi finalmente a casa.
-Certo che sì, non aspettavo altro- le rispose l'amica.
Quando scesero nella sala termale, il vapore si impossessò subito di loro. Le due ragazze si tolsero l'asciugamano e si immersero in una piccola vasca.
-Quanto si sta bene qui.. Sora hai avuto una splendida idea, sai?! Grazie mille amica mia, mi sei mancata veramente tanto- e dicendole così l'abbracciò forte.
-Non dirlo a me, anche tu mi sei mancata tantissimo, Mimi. Comunque l'idea è stata di Takeru- aggiunse infine.
-Ah sì?! Beh ha sempre delle ottime idee anche lui, Hikari è fortunata ad averlo affianco, chissà nel futuro che le aspetterà- disse Mimi lasciandosi scivolare lungo le parete umide della vasca. -Già...- rispose un po' pensierosa Sora.
-Cos'hai amica mia? Ancora problemi con Yamato e Taichi?- chiese Mimi indovinando come sempre l'argomento.
-Già, hai proprio centrato il punto- le rispose una Sora rattristata.
-Non demordere tesoro, vedrai che alla fine farai la scelta adatta. Possibile che ancora non hai un minimo di preferenze tra i due?- le domandò Mimi.
-Macché, Taichi è il mio migliore amico, ma anche Yamato.... e mi piacciono entrambi. Se tu fossi in me chi sceglieresti?- si illuminò Sora.
-No, no, no, non iniziare con queste domande Sora. Sai bene che non devi scegliere in base alla mia opinione.- le rispose l'amica.
-Lo so bene Mimi, però vorrei giusto un parere.. da amica ad amica. Per favore!- la supplicò la brunetta.
-E va bene.. Beh io preferisco il ragazzo razionale, intelligente.....- rimase un po' titubante -Colto, carino, non troppo spaccone... Simpatico e un poco riservato- aggiunse infine.
-Koushirou?- chiese Sora sorridendo all'amica.
-Ma sei pazza- arrossì quest'ultima -Stavo parlando di Kou.. Yamato!!- urlò attirando l'attenzione degli altri ospiti delle terme.
“Dio che vergogna...” pensarono entrambe all'unisono.
-Yamato dici?- rifletté Sora cercando di sviare il discorso Koushirou poiché aveva capito che non era il momento di parlarne -Beh sì, è carino, è popolare, è più in sagoma di Taichi...-.
-Lo sai tesoro che devi pensarci tu a questo. È una tua decisione e non di qualcun altro. Né mia, né tanto meno di Taichi o Yamato.- disse Mimi prendendole la mano e guardandola sincera negli occhi.
La pietra di Mimi emise un fioco luccichio. Sincerità. Sora questo lo capì bene, comprese che la scelta era sua e non degli altri.

Le due ragazze finirono la prima serata alle terme parlando del più e del meno. Mimi decise di non trattare l'argomento del suo “problemino” proprio ora, Sora era troppo turbata per la faccenda Taichi e Yamato per poter affrontare una nuova disgrazia che incombeva sulla vita dell'amica. Perciò optò per il silenzio, gliene avrebbe parlato il giorno dopo, magari davanti ad una buona tazza di cioccolata calda oppure appena sveglie o durante il viaggio di ritorno a Tokyo. Ancora non sapeva bene, era tutto successo così in fretta e Mimi era ancora tanto confusa e non si sentiva all'altezza della situazione. Aveva proprio bisogno di un periodo di svago prima di riattaccare la spina e poter riprendere in mano la sua vita. Per fortuna ora c'era Sora con lei e tutto già sembrava andare meglio.
Arrivate in camera entrambe le ragazze si prepararono per andare a letto. Mimi indossava una vestaglietta grigio perla piuttosto leggera, tanto i riscaldamenti ancora andavano a pieno. Sora invece indossava un completino intimo piuttosto carino, canottierina, mutandine e reggiseno abbinati, rosa coi bordi e le cuciture viola.
-Mimi, è bene che tu riposi un poco ora, sarai distrutta dal viaggio e da questa giornata- le disse Sora sedendole accanto sul suo futon.
-Beh, in effetti- rispose quest'ultima sbadigliando -Ho un “leggero” sonno- aggiunse sarcastica. Sora le diede un bacio sulla guancia e Mimi contraccambiò.
Quando Mimi si fu addormentata, Sora raccolse dallo zaino un quaderno. Dava l'idea di avere diversi anni poiché le pagine erano ormai ingiallite e la copertina era tutta stropicciata, rattoppata con un po' di nastro.

Caro Diario, ho delle rivelazioni da farti.
Forse Mimi non aveva tutti i torti quando prima mi parlava di Yamato. Beh, in effetti so bene che aveva la testa da tutt'altra parte, probabilmente pensava a Koushirou. Quando prima mi ha descritto il ragazzo che faceva a caso suo non stava parlando di Yamato, bensì di Koushirou. Ne sono certa!
Però mi ha fatto riflettere.. Yamato è sempre stato un ragazzo tanto responsabile, innamorato di me, educato, intelligente, bravo a scuola ed era un vero gentleman. Ma d'altra parte anche Taichi mi ama moltissimo e ha sempre fatto di tutto per me ed è così disponibile. Ed entrambi sono come due facce di una medaglia, opposti. Chi scegliere, dunque?
Ho preso una decisione e questa volta voglio portarla fino in fondo, chiederò a Yamato di uscire. Quello che ho sempre cercato, sin da piccola, è un ragazzo come lui. Sì, ora ne sono completamente certa, è Yamato che voglio al mio fianco.
Bene amico mio, è ora di andare a letto, si è fatto tardi.
Notte, Sora.

E detto ciò anche Sora si mise a letto, chiuse gli occhi e si lasciò cullare dai suoi sogni.

FINE SECONDO CAPITOLO

Finalmente anche il secondo capitolo si è concluso. Allora, che ve ne pare? Sembra che i problemi di Sora si siano risolti, ma ne siamo veramente così sicuri? Avrà fatto bene a prendere quella decisione? Sarà veramente capace di portarla fino in fondo? Troverà il coraggio di chiedere al bel biondino di uscire con lei?
Nel prossimo capitolo, Memorie di un'adolescente, vedremo Mimi alla prese con il suo problema. La ragazza dichiarerà tutto all'amica. Riuscirà Sora a comprendere il guaio in cui si è cacciata Mimi? Riuscirà a rassicurarla e a darle una mano? Oppure le volterà le spalle e la lascerà sola? Tutto questo nel prossimo capitolo, vi aspetto.

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Capitolo 3
*** Memorie di un'adolscente ***


Rieccomi ancora qui, finalmente con il terzo capitolo della storia. Quest'ultimo è dedicato alla nostra amica Mimi ancora alle prese con il suo segreto. Finalmente si deciderà a parlarne con la sua amica più fidata, ma lei come la prenderà? Siete curiosi, eh?! Beh, leggetevi il capitolo, non aggiungo altro.


Un grazie particolare va a kari 89 per la sua recensione e tranquilla, non penso ti deluderò in quanto coppie ^^



MEMORIE DI UN'ADOLESCENTE

-Che palle- sbuffò Mimi.
-Ma che hai ancora da lamentarti?- le disse Sora facendole notare di abbassare un poco la voce.
-Sono venti minuti che siamo qui, che abbiamo ordinato e ancora niente colazione- rispose l'amica.
-Ma dai, c'è tanta gente, vedrai che presto serviranno anche noi- cercò di confortarla Sora.
-Lo so tesoro, ma ho una fame da lupi- spiegò Mimi sconsolata.
La mattina stessa le due ragazze si erano svegliate piuttosto presto, il tempo di lavarsi, vestirsi che già erano in sala da pranzo a fare colazione. Molta gente, però, si trovava già nella sala dell'hotel e quindi il locale pareva già affollato nonostante fosse ancora presto.
Dopo pochi minuti ancora, un cameriere dall'aspetto giovanile si presentò al tavole delle ragazze con una brocca di tè, latte, biscotti, fette biscottate, brioche e marmellata.
-Scusate il ritardo- disse il ragazzo -In cucina hanno fatto un po' di confusione con le ordinazioni-.
-Ma figurati, non ci sono problemi- rispose Mimi sorridendogli.
Quando il ragazzo andò via Sora le tirò un leggero calcio -Mimi!-.
-Che c'è? Che ho fatto?- controbatté Mimi fingendo che nulla fosse successo.
-Comunque...- iniziò Sora morendo una brioche alla marmellata -Ieri non abbiamo fatto altro che parlare di me, di Taichi, Yamato, di quanto fosse noiosa la scuola giapponese e di come IO avevo passato quest'ultimo periodo senza te... Parlami un po' di te, del tuo tempo in America, che cos'hai fatto, come sei stata?-.
Sul volto di Mimi si dipinse un'espressione evidentemente preoccupata. Prese fiato.
“Suvvia Mimi, dovevi aspettartela una domanda del genere” pensò tra sé la ragazza.
-Beh.. diciamo tutto bene..- prese una lunga pausa di fiato mentre sorseggiava il suo tè caldo -Ho conosciuto un sacco di gente.. Ho fatto nuove amicizie.. Sai le solite cose- cercò Mimi di sviare l'argomento.
-No dai, fa la brava! Non tenerti tutto dentro, voglio sapere, sai quanto io sia curiosa!- la incitò l'amica -Nelle email scrivevi sempre poco- e la guardò, quindi, con occhioni dolci nella speranza di far sciogliere l'amica.
-Ok, va bene, hai vinto tu! Però non lamentarti con me se poi preferivi non sapere e (abbassando la voce, quasi sibilando) diventare complice dei miei casini- Mimi guardò fuori dalla finestra e capì che era giunto il momento di parlarne.
-Mamma mia! Chissà che avrai combinato di tanto grave- scherzò Sora notando l'esitazione dell'amica e non immaginando minimamente alla confessione che Mimi stava per farle.
-Bene...- e di nuovo prese fiato -Stavo al Outer Banks Brewing Station, ho conosciuto un ragazzo-.
Sora la guardò inizialmente incuriosita, ma il sorriso che prima risiedeva sulle sue labbra ora era scomparso poiché il volto dell'amica iniziava a rigarsi di lacrime.
-Tesoro...- disse soltanto Sora.
-Ci sono andata a letto...- si asciugò malamente le guance con la manica della felpa che indossava -....e ora sono incinta-.
Sora prese un infarto “INCINTA?! Ma... Non mi aspettavo certo tanta incoscienza da parte di Mimi, mai e poi mai me la sarei aspettata!”.
-Ma ne sei proprio sicura? Hai già fatto qualche test?- le chiese Sora prendendole la mano.
-Sì, già due questo mese e.. sono risultati entrambi positivi- disse Mimi scoppiando in un silenzioso pianto e continuando a singhiozzare.
Sora si morse il labbro inferiore -Merda..- aggiunse soltanto.
La colazione la trascorsero nel più assoluto silenzio, nessuna delle due proferì parola, entrambe rimasero immerse in pensieri e considerazioni circa l'avvenuto. Ma Sora proprio non riusciva ad arrabbiarsi con l'amica, cavolo, le era sempre stata di fianco nonostante i suoi casini ormai diventati storici con Taichi e Yamato e nonostante la morte prematura del padre. Mimi era sempre stata lì.
Non poteva certo tirarsi indietro, non ora! L'amica aveva bisogno di lei ora più che mai e nulla al mondo le avrebbe separate, soprattutto in un momento come questo, nel quale Mimi aveva bisogno di una compagnia accanto. Chissà quali e quante cavolate avrebbe commesso se solo avesse tenuto tutto dentro ancora per un po'.
-Ti va di fare una passeggiata per il parco di Moerenuma?- esordì Sora.
Gli unici rumori che rompevano quel silenzio precario erano le posate che battevano contro i piatti o il cucchiaino che stava usando Mimi per mescolare, ormai da minuti, il suo tè.
-Sì...- rispose la ragazza che sedeva difronte a Sora.
Le due amiche si alzarono dai tavoli, indossarono i cappottini invernali, poiché quella mattina in Hokkaido sembrava di essere tornate in Inverno, ed uscirono dall'hotel che le ospitava.
Sora prese Mimi per mano -Ora ci sono io amica mia, non sei più sola- le disse.
Mimi inarcò le labbra e le sorrise.
-Grazie..- disse soltanto.
Quando giunsero al parco si sedettero su una panchina che accerchiava la fontana centrale di Moerenuma.
-Sai Sora, io il bambino vorrei tanto tenerlo- sbottò Mimi guardando Sora -Io non ci riesco ad abortire.. Non voglio diventare un'assassina-.
Sora rifletté un attimo prima di esternare i suoi pensieri -Sono d'accordo con te.. Ascolta tesoro, almeno finché non andrai da un ginecologo o a fare le analisi in ospedale vieni a stare da me. Non ti permetto di restare sola neanche due minuti.. Beh giusto il tempo di andare in bagno magari- esordì quest'ultima ridendo.
Mimi si rassicurò “Che amica che sei Sora” e le sorrise.
La pietra digitale di Sora si illuminò. Amore. Amore nei confronti dell'amica.
-Sai mai e poi mai avrei creduto di ritrovarmi in questa situazione, almeno non alla mia età. Ma ci pensi? Diventare ragazza-madre.. sarà difficile.. Non so neanche a chi potrò appoggiarmi, non so neanche se i miei potranno capire-.
-I tuoi capiranno.. Restano sempre i tuoi genitori, non lo scordare mai questo. E poi, tesoro, ci siamo noi, tutti i digiprescelti, figurati se ti lasciamo sola- le spiegò Sora sorridendole amichevolmente. Cadde un profondo silenzio sulle due ragazze. Mamma coi loro bambini passeggiavano davanti a loro. Ragazzi in canottiera e pantaloncini correvano lungo i viali del parco mentre anziani signori passeggiavano distrattamente scortati dai loro beneamati cani da compagnia.
-Ti ricordi...- esordì Mimi -I primi giorni a Digiworld? Cavoli quanti ricordi-.
-Oddio la prima volta che abbiamo scoperto di essere digiprescelte. E ti ricordi quanto mi sentivo imbarazzata quando ho scoperto di essere la digiprescelta dell'amore? Non mi ci ritrovavo per niente-.
-Come potrei dimenticare tutto questo amica mia! E....- Mimi prese un attimo di fiato -Dio quanto mi mancano quei bei tempi. Mi manca essere quella ragazzina sbarazzina, non incinta- disse infine sarcastica.
Sora scoppiò in una fragorosa risata -A chi lo dici! Suvvia tesoro, io ti starò sempre vicina-.
-Hai presente quelle capsule del tempo che si usano molto in America?- chiese d'un tratto Mimi.
-Capsule del tempo?- rispose incerta Sora -Parli di quelle specie di scatole che raccolgono i ricordi di una persona?- domandò infine.
-Proprio quello amica mia! Ti va di farne uno nostro? In memoria dei vecchi tempi e della nostra perenne amicizia- esordì Mimi.
-Sì, sì, sarebbe fantastico- rispose la ragazza che le sedeva vicino.
Le due ragazze corsero a casa, entrambe raccolsero tutto ciò che era legato coi loro ricordi. Sora l'aveva invitata a stare quella notte da lei e Mimi non si era certo fatta pregare. Non appena raccolsero le cose a cui tenevano di più ritornarono al parco.
Con loro avevano portato anche una grande scatola di latta ed un lucchetto. Sora all'interno di tale scatola poggiò una fotografia di lei, Yamato e Taichi.
-Alle nostre vecchie amicizie- disse.
Mimi raccolse un cappello alla cowboy, logoro e pezzato su più punti.
-Alla nostra infanzia- disse.
Sora di nuovo afferrò il suo digivice.
-Ai vecchi tempi- disse.
Mimi la imitò e “brindò” con lei.
-Ai vecchi tempi- simulò.
Sora strinse in mano un pupazzetto bianco candido.
-Ai vecchi amori-.
Mimi strinse tra le mani un diario.
-Alla vecchia Mimi-.
Sora prese gli scarponcini da calcio.
-Alla vecchia Sora-.
Detto ciò le due ragazze chiusero tutte quelle gioie nella scatola e la fissarono con il lucchetto, presero un indelebile e sulla scatola scrissero memorie di un'adolescente.

FINE TERZO CAPITOLO

Ed anche il terzo capitolo è finalmente concluso. Piaciuto?
Nel quarto capitolo Confessioni rtoveremo la nostra bella Sora alle prese con un irresistibile Yamato ed uno -stranamente- romantico Taichi. Chi sceglierà? Lo leggerete nel prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** Confessioni – Parte prima ***


Ta-dan, sono tornata con il quarto capitolo della fanfiction!
Rispondo subito alle perplessità di kari 89: io tifo tantissimo la coppia taiora e mai e poi mai lascerò il mio amato Taichi solo e soletto e figurati se lascerò Sora nelle grinfie di Yamato. Ma la nostra storia sarà molto più complicata di un semplice “stai con me? Ok, ah bene.”


Confessioni – Parte prima



Mimi quella notatta aveva dormito da Sora. L'amica aveva preparato un piatto di riso molto veloce, impregnandolo semplicemente in un filo d'olio. Le due ragazze dopo essersi fatte una doccia veloce, aver guardato un film comico si erano coricate a letto e si erano addormentate.
La mattina seguente Sora aveva lezione a scuola, perciò si svegliò presto, fece una colazione leggera e, mentre si vestiva e lavava, tirò giù dal letto anche l'amica.
-Dovevi svegliarmi prima!- urlò dall'altra parte della casa Mimi.
-Perdonami, ma mi ero dimenticata che volevi venire anche tu a scuola- rispose Sora.
Le due ragazze uscirono di casa con un leggero ritardo, ma poiché si trattava di Sora, puntuale di natura, questo lieve ritardo era trascurabile.

Tutti i digiprescelti erano riuniti davanti all'edificio che più odiavano nella speranza di poter rivedere anche loro l'amica ormai divenuta americana.
-Mimi!- l'accolse un coro di voci più felici che mai.
-Ragazzi!- rispose Mimi dal canto suo.
Il gruppo finalmente riunito, si abbracciava, baciava, tutti allegri fino a quando “Beep”.
-Ma che diav...- bofonchiò Koushirou tra sé.
-Ehi...- disse Mimi avvicinandosi dolcemente -Ciao Koushirou-.
-C..ciao Mimi..- rispose quest'ultimo intimidito dalla presenza della ragazza -ben...ben tornata-.
Mimi l'abbracciò teneramente. Koushirou cinse le braccia intorno all'esile figura della ragazza e immerse il capo nella sua folta chioma percependo quel dolce profumo che solo lei indossava.
Dopo pochi secondi i due ragazzi controvoglia dovettero staccarsi. Koushirou restò un attimo imbambolato a guardare Mimi, la sua bellezza, la giovane donna che era diventata.
-Ehi amico, non hai sentito il tuo digivice suonare?- urlò Daisuke spezzando così l'unico momento di intimità che i due ragazzi avevano avuto.
-Ehm.. sì... certo- tentennò Koushirou ancora con la testa altrove.
Il ragazzo lesse il messaggio e spalancò la bocca -Che significa..?- commentò tituibante.
-Di che si tratta- domandò Yamato.
-Non... non lo so... bisogna andare a Digiworld, ora- rispose semplicemente.
Tutti i ragazzi senza chiedere maggiori spiegazioni si rintanarono dietro degli alberi per far sì che nessuno potesse vederli ed estratti i loro digivice si prepararono a partire per il mondo virtuale.
-Cavolo!- imprecò d'un tratto Mimi.
-Che succede?- domandò Taichi bloccato proprio all'ultimo.
-Io e Sora non abbiamo qui i nostri digivice!- spiegò velocemente.
-Tranquille ragazze, ho già pensato ad un'eventualità del genere ed ho escogitato un programma che analizza il vostro iride, genera un ologramma ad alta definizione e lo confronta iride reale e virtuale in base ai dati che precedentemente ho inserito nel database del PC e se questi vanno in match ci permetterà di spostarci nel mondo virtuale senza l'utilizzo si alcun tipo di digivice-.
-CHEEE?- risposero tutti in coro.
-Diciamo che... con questo programma- disse indicando lo schermo del portatile -possiamo accedere a Digiworld anche senza i digivice-.
-Ora è tutto più chiaro- commentò Taichi sorridendo.
-Perchè non ce l'hai spiegato così già da prima?- commentò sarcastico Daisuke -Decisamente più chiaro-.
-Beh dai, affrettiamoci ora, il messaggio mi sembrava piuttosto urgente- si sbrigò così Koushirou.
Miyako non scordò certo di dire ormai l'indimenticabile frase per accedere a digiworld e così pronunciò il loro motto -Pronti digiprescelti? Attivarsi!-.
E così i ragazzi furono catapultati nel mondo digitale che tanto aveva segnato le loro adolescenze.

Quando arrivarono a Digiworld tutto sembrava essere al proprio posto, cielo sereno, digimon pacati dormivano ai piedi di grandi alberi, un vento silenzioso soffiava in direziona contraria a loro. Tutto era al solito, non sembrava proprio che il mondo virtuale fosse in pericolo.
Ad un tratto una sorta di “palla con le ali” si avvicinò ai ragazzi -Salve digiprescelti e grazie per essere venuti- li accolse calorosamente.
Si trattava di un digimon un po' paffutello, color celeste, con un'aureola sopra il capo, ed un ciondolo che pendeva dalla zampetta destra.
-Cari digiprescelti, permettetemi di fare la vostra conoscenza e di presentarmi. Io sono Schutzmon (dal tedesco schutzengel angelo custode. Ho scritto schutzmon perchè schutzengelmon veniva troppo lungo. Nda). Alcuni digimon mi conoscono meglio come il digimon protettore, sono il guardiano di Digiworld- spiegò il buffo animaletto -siete stati convocati perché ben presto Golemon, un digimon dalle oscure intenzioni, si farà vivo a Digiworld per distruggerlo. Distrutto il nostro digimondo passerà al vostro ed è quindi opportuno fermarlo in tempo!-.
-Ma come è possibile? Cosa possiamo fare noi?- urlò stridula Hikari.
-C'è un nuovo digiprescelto, dall'ignota identità. Pare che questo abbia sembianze umane, proprio come voi, e che abbia però poteri magici dall'immensa potenza- spiegò Schutzmon -Il vostro compito è quello di scovare questo digiprescelto e l'unico modo per farlo è utilizzando i vostri digivice-.
-Ma io...- bofonchiò Sora.
-State tranquilli, questi...- disse porgendo a loro -sono i vostri nuovi digivice. Mi sono permesso di crearne di nuovi. Questi anno le capacità di rintracciare il nuovo eletto-.
-Come capiremo di aver trovato la persona giusta?- domandò Ken.
-Nessuno problema. Il vostro digivice emetterà una luce visibile solo a voi- rispose Schutzmon.
-E dove lo troviamo questo adepto?- rispose sarcastico Taichi.
-Questo non lo so, è compito vostro rintracciarlo- spiegò il digimon -Digiworld per l'ennesima volta è nelle vostre mani, conto su di voi digiprescelti-.
Schutzmon non diede neanche il tempo di realizzare che cosa stava succedendo che già era scomparso.
-Perfetto, ed ora?- domandò Daisuke sconsolato.
-Ora non ci resta altro che trovare questo digiprescelto- rispose Koushirou.
-Forse è meglio dividerci e iniziare a cercare qui a Digiworld, se tutto va bene lo troviamo entro serata- disse Yamato.
-E se non dovesse andarci bene?- domandò Mimi intimorita.
-Beh se non dovesse andarci bene significa che dovremo cercare anche nel nostro mondo... E qui le cose si compilano notevolmente- rispose Jyou portandosi una mano sul mento pensieroso.
-Chissà che poteri ha questo nuovo digiprescelto- si domandò Ken.
-Ti immagini!- rispose entusiasta Daisuke -magari ha la telecinesi, ho più trasformare gli oggetti in oro-.
-Smettila Dai, non c'è tempo ora per fantasticare, è bene mettersi subito in moto- disse Miyako prendendo parola.
-Miyako ha ragione- disse Hikari -Allora, io, Yamato, Takeru e Ken andiamo a Nord. Mimi e Koushirou andate a Sud. Daisuke, Miyako, Iori, Jyou andate ad Est. Sora, Tai a Ovest-. -BENE!!- urlò il gruppo in coro.


FINE QUARTO CAPITOLO – PARTE PRIMA



Mi dispiace chiudere così il capitolo ma purtroppo veniva troppo lungo per lasciarlo come un unico capitolo. Così ho pensato di dividerlo in due, forse tre parti. Questa prima parte, come avete letto, è dedicata un po' all'introduzione, di quella che sarà la parte più interessante del capitolo.
Nel prossimo capitolo, parte seconda, Taichi finalmente rimarrà solo con Sora. Riuscirà il ragazzo a rivelarle i suoi sentimenti? Un imprevisto incomberà sui due ragazzi che, come al solito, non hanno mai un minimo di tempo per stare da soli. Ma le sorprese non finiranno certo. Mi raccomando commentate e.... alla prossima!

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Capitolo 5
*** Confessioni - Parte Seconda ***


Ariciao a tutti! Eccomi tornata con la seconda parte del quarto capitolo. Ebbene sì, vi ho lasciati un poco in sospeso ma finalmente ho scritto il seguito e non mi resta altro che augurarvi una buona lettura. Un grazie particolare va a martnyny e kari 89 per le continue recensioni e a tutti coloro che hanno letto la fanfiction e mi hanno seguita fin'ora. Comunque martnyny tranquilla, la taiora è sempre nel mio cuore, non oserò mai mettere in coppia Taichi con qualcun'altro all'infuori di me.. ehm volevo dire Sora! XD In questo capitolo aggiungo anche un po' di takari, visto che una parte la dedico anche a loro due.

CONFESSIONI – PARTE SECONDA

I quattro gruppetti di digiprescelti iniziarono subito la ricerca del nuovo arrivato.

Gruppo Nord
Dopo un paio di ore che i ragazzi camminavano per Digiworld, Hikari e Ken davanti ed i due fratelli dietro, Takeru si voltò verso il maggiore.
-Senti Yamato, ti dispiacerebbe concedermi due minuti da solo con Hikari? Sai.. vorrei parlarle- domandò timido il fratello.
-Senz'altro. Mi raccomando fratellino, sii il più sincero possibile con lei. In bocca al lupo- gli rispose Yamato sorridendogli e dandogli una pacca sulla spalla.
-Grazie.. crepi!- rispose Takeru.
Il biondino si avvicinò all'unica ragazza del gruppo.
-Ciao Hikari.. senti ti andrebbe di fare due passi insieme nel frattempo?- domandò con tono speranzoso Takeru.
-Non dobbiamo restare uniti?- domandò ingenua Hikari.
-Beh sì, però.. Io e Ken andiamo a vedere se per caso è là dentro- intervenne Yamato indicando una grotta -intanto voi aspettateci qui-.
-Siete sicuri?- domandò la ragazza rivolgendosi agli amici.
-Sì, certo! Takeru, tu resta qui con Hikari nel caso dovessero attaccarci- disse Ken.
I due ragazzi si affrettarono ad entrare nella grotta, permettendo così al coraggioso Takeru di dichiararsi alla sua amata. Prima che Ken si inoltrasse nella grotta alzò il pollice in segno di vittoria all'amico, augurandogli così una buona riuscita.
Hikari arrossì subito all'idea di dover restare sola con Takeru. Quel ragazzo le aveva sempre provocato reazioni. Il solo contatto della loro pelle la faceva rabbrividire. Il suo sguardo era perennemente rivolto verso il basso, troppo timida per poter sostenere quello di lui.
-Senti Hikari, io vorrei parlarti. Ne approfitto di questo momento di quiete per farlo, sai siamo sempre uniti al gruppo e non trovo mai occasione per farlo- divagò teso il biondino.
-C.. certo Takeru, dimmi- rispose lei un po' tentennando.
-Beh il fatto è.. tu sei una ragazza molto carina sai Hikari?- subito la giovane Yagami arrossì -E lo so che hai tanti ammiratori, io.. non sarò certo il primo che te l'avrà detto ma..- Hikari sentì il cuore batterle a mille.
-Ma....?- chiese lei sentendosi ghiacciare in gola.
-Ma.. tu mi piaci.. Sai, non dico come persona ma.. Davvero.. Cioè anche come persona- e subito Takeru si accorse che stava entrando in quella parte del dialogo dove lui perennemente si confondeva, faceva casino e iniziava a balbettare quasi. Perciò, per evitare disguidi, malintesi e figure imbarazzanti prese in mano la situazione e afferrò dolcemente Hikari per le spalle.
-Ti amo..- solo questo voleva dirle e così fu. Hikari non poteva crederci alle sue orecchi. Takeru, il ragazzo che sempre aveva amato finalmente si era dichiarato.
-Io..- fece per iniziare lei. Takeru, però, furtivo posò un dito sulle labbra della ragazza e le fece cenno di non rompere il silenzio.
Con tutta la dolcezza che aveva in corpo Takeru si avvicinò sempre più al volto della ragazza.
Sembrava quasi di vedere una scena a rallentatore tanto lui tentava di andare lento. Non voleva certo turbare i sentimenti della ragazza e perciò decise di andare cauto con lei. Per nulla al mondo avrebbe mai voluto ferirla.
Hikari, per tutta risposta, incrociò le sue braccia intorno al collo del biondino e, ormai desiderosi l'uno dell'altro fecero sì che la distanza, ormai ridotta a millimetri, che si era creata tra le loro labbra di azzerasse. E finalmente si baciarono. Durò pochi secondi ma fu molto intenso.
-Io...- riprese di nuovo Hikari -Ti amo Takeru- disse infine.
E di nuovo si baciarono ormai succubi di quel sentimento che si chiama Amore.

Gruppo Sud
Mimi e Koushirou erano già stanchi di cercare questo nuovo ragazzo.
-Secondo me neanche esiste- sbuffò d'un tratto Mimi irrompendo nel silenzio.
-Suvvia Mimi, come fai a dire una cosa del genere?- rispose Koushirou.
-Dai Koushirou, pensaci bene. Nessun'altro, oltre a noi ha la possibilità di venire a Digiworld. Noi siamo i digiprescelti, solo noi abbiamo l'accesso a Digiworld- rispose Mimi quasi turbata da questa situazione.
-Beh... questo è vero. Però ricorda che Schutzmon ha detto anche che questo digiprescelto ha dei poteri magici. Quindi non mi meraviglia che questo nuovo eletto possa raggiungere anche lui Digiworld- rispose il ragazzo saggiamente.
Mimi sbuffò. Quel giorno sarà stata la miliardesima volta che lo faceva.
-Qualche giorno fa ho parlato con Taichi- rispose un Koushirou imbarazzatissimo.
-Ah sì?- rispose meravigliata la ragazza.
-Già...- disse lui improntandosi ad iniziare un lungo discorso -Parlavamo di quanto a volte fosse necessario essere coraggiosi. A volte lo ammiro proprio perché lui è praticamente l'esatto opposto di me, è così aperto con la gente mentre io....- fece una lunga pausa.
-Infatti è per quello che Taichi non mi piace- rispose lei sorridendo e facendo trapelare anche altro attraverso la sua affermazione.
-Dici davvero?- domandò Koushirou.
-Già.. Taichi a volte è così sfacciato, irrompe sempre in tutto. E poi è anche fin troppo aperto. Dai, parla con chiunque!- rispose la giovane -Figurati che una volta si è messa a parlare con uno per strada e quando gli ho chiesto chi era mi ha detto che neanche lo sapeva!-.
Koushirou si mise a ridere.
-Beh sta di fatto che lui non avrebbe tutta questa difficoltà a dirti che mi piaci- disse lui.
Quando si accorso di quello che aveva appena detto Koushirou sbiancò di colpo e si voltò verso Mimi.
-Beh io volevo dire.. beh sì insomma, sai se lui dovesse voler dire ad una ragazza, tipo una come te, che beh.. sì tipo che le piace e che... le piace molto- Koushirou era entrato nel panico più profondo. Mimi lo guardava un po' stranita. Poi sorrise.
-Sai Koushirou, mi fai tanta tenerezza- disse lei semplicemente.
Il ragazzo si immobilizzò velocemente.
-Volevo solo dirti che mi piaci Mimi- aggiunse infine il ragazzo facendo per la prima volta parlare il cuore e non il cervello.
Mimi sorrise felice -Grazie..-.
-Perché mi dici grazie ora?- domandò perplesso lui.
-Beh, mi sei sempre stato vicino, sei quello che più si è fatto sentire durante la mia permanenza in America ed ora.. Hai aperto il tuo cuore per la prima volta.. Sai che significa?- chiese lei.
-Sì... Che ti amo- e finalmente quel coraggio che mai aveva avuto si fece presente nel migliore dei momenti.
Koushirou afferrò la ragazza dolcemente alla vita e l'avvicinò a se e senza voler preavvisò la baciò. Dopo qualche minuto i due si staccarono, rimasti senza fiato a causa di un bacio che sembra non voler terminare mai.
-Come mai tutta questa fretta?- domandò Mimi cercando di istigarlo -Avevi paura che il coraggio potesse scomparire da un momento all'altro?-.
Koushirou allora la baciò nuovamente per dimostrarle che il gesto di prima non era dovuto unicamente al coraggio ma bensì a qualcosa di più grande, era dovuto all'Amore.


FINE QUARTO CAPITOLO – PARTE SECONDA

Eccoci alla fine di questo capitolo. Spero che queste brevissime “storielle” su due delle mie coppie preferite vi siano piaciute. Tranquilli, non mi sono dimenticata né di Sora né di Tai. Metà del prossimo capitolo è dedicata a loro e l'altra metà..... Il prossimo capitolo si intitolerà Il digiprescelto della Giustizia. Siete curiosi? Mi auguro di sì. Come potrete forse immaginare dal titolo, nel prossimo capitolo i nostro digiprescelti si troveranno davanti al nuovo eletto. Sì, sto proprio parlando del digiprescelto di cui Shutzmon parlava! Buona lettura e continuate a commentare vi prego! :) ciao alla prossima

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Capitolo 6
*** Il digiprescelto della giustizia ***


Con grande richiesta questo capitolo lo dedicherò in parte alla nostra bella coppia taiora. L'altra parte del capitolo, invece, sarà dedicata a questo nuovo “eroe”. Vi sto incuriosendo? Me lo auguro!
Lo scorso capitolo, interamente amoroso, ha svelato alcuni lati oscuri del carattere dei nostri personaggi. Chi mai si sarebbe aspettato un Koushirou tanto coraggioso? Ma non preoccupatevi, nei prossimi capitoli lo ritroverete timido ed impacciato come sempre. Il quarto capitolo ha svelato alcune coppie che, anche più in là nei capitoli, troveranno spazio per dare sfogo ai loro sentimenti.
Non preoccupatevi, ho intenzione di dedicare un capitolo intero ad ogni coppia.
Grazie ancora per le recensioni e, come dice martnyny, l'amour, come resistergli?!
Continuate a recensire, mi raccomando, la fanfiction vive grazie ai vostri commenti (che esagerata. nda)


IL DIGIPRESCELTO DELLA GIUSTIZIA

Gruppo Est

-Ehi Daisuke, ci possiamo fermare un attimo? Iniziano a farmi male i piedi a forza di camminare- disse Iori distrutto dalla lunga camminata.
-Eh? Starai mica scherzando spero!- rispose subito il ragazzo sconvolto dalla richiesta -Giammai, la mia amata Hikari è ora nelle mani del nemico ed io devo assolutamente salvarla-.
-Perfetto, sta di nuovo delirando- disse Yolei sconvolta -Quando ti deciderai a capire che Hikari proprio non ti vuole zuccone?-.
-Ahi! Mi hai fatto male- si lamentò Daisuke toccandosi il capo che poco prima era stato colpito da un pugno di Yolei -Sei troppo aggressiva. Se continui così Ken non ti vorrà mai-.
Toccato punto debole.
-Come osi?- urlò Yolei iniziando a correre dietro all'amico.
-Guarda te cosa mi è toccato fare, pure il babysitter ora- disse affranco Jyou.
-Già.. A volte mi sembra di essere più grande di loro- acconsentì anche Iori.
Jyou e Iori guardavano impietriti i due amici che, urlavano, saltellavano, e schiamazzavano per tutta Digiworld.
-Pensa Daisuke, magari la tua dolce Hikari ora sta in un momento di effusione totale con Takeru- rise sguaiatamente Yolei.
-NUOOOOOOOOOOOOOOO- e così Daisuke si buttò a terra e iniziò a pregare il buon Dio che tutto questo non fosse vero.

Gruppo Ovest

Sora e Taichi erano ormai ore che giravano a vuoto. I digivice nuovi non davano l'aria di suonare da un momento all'altro. Era palese che il ragazzo dai poteri magici che cercavano non era lì. Taichi allora ne approfittò.
-Vorrei parlarti- esordì il ragazzo.
-Certo, dimmi pure Taichi- disse la ragazza fingendosi sorpresa di tale richiesta.
Taichi la fece sedere su un grande sasso che stava non molti metri lontano da loro. Prese le mani della ragazza tra le sue e le accarezzò dolcemente il volto.
-Vorrei sapere che ti sta succedendo- iniziò dicendo -Non vieni più alle nostre partite di calcio, non esci più coi tuoi amici di sempre, sei sempre sui libri di scuola, sorridi così poco.. Cos'è successo alla Sora che conosco io?- domandò Taichi fermandosi e parlandole guardandola negli occhi.
Il ragazzo fece una breve pausa, abbassò lo sguardo poi lo riportò su di lei.
-Vedi Sora, ormai ti conosco, so bene quando stai bene o quando stai male. A me non puoi negare questo cambiamento. Però... Mi sento lasciato in disparte. Vorrei che tu mi rendessi più partecipe alla tua vita.. anche se questo rendermi partecipe potesse in un qualsiasi modo ferirmi- disse riferendosi a qualcosa in particolare.
-Vedi Taichi, io ora sto crescendo. Sono una donna, non posso più giocare a calcio, venire al Bar con i ragazzi della squadra per festeggiare una vittoria- spiegò lei intristita -le mie esigenze ora sono diverse. Anche se a me piacerebbe moltissimo. I periodi passato con Yamato e te sono stati i più belli della mia adolescenza ma ora è tempo di crescere-.
Come sempre, lui era sempre tra i suoi pensieri. Sempre primo nelle discussioni. Pendeva sempre dalle sue labbra.
Taichi aveva sempre sofferto di questa predilezione nei confronti di Yamato da parte di Sora. Per quanto lui fosse il suo migliore amico, non poteva sopportare che l'unica persona che avesse mai amato non contraccambiava i suoi sentimenti a causa della presenza del suo migliore amico.
In tutta verità Taichi non aveva mai espresso i suoi veri desideri e sentimenti per Sora però non era tanto cieco da non notare come lei guardava il biondino. Era palese cosa provasse la ragazza per Yamato. Almeno così lui la pensava.
La sorellina più volte l'aveva incitato a buttarsi, ad avere il fegato di dichiararsi ma lui non lo faceva per paura ma per rispetto. Taichi affermava di rispettare le decisioni prese da Sora, ovvero di mantenere l'amicizia nel trio.
Oltretutto se Taichi si fosse dichiarato sia in caso di buona riuscita che non avrebbe perso l'amicizia dell'uno o dell'altro: se si fosse messo con Sora avrebbe perso Yamato, ma se Sora rifiutasse l'amicizia tra loro non potrebbe mai tornare la stessa.
Il terrore si inoltrava nel corpo di Taichi il quale ormai succube del suo amore non sapeva più che fare.
-Ma... a me manchi- Taichi si morse il labbro inferire cercando di trovare le parole giuste da dire -mi manca la mia migliore amica-.
Il ragazzo non volle sbilanciarsi troppo, non questa volta. Pensava che mantenendo le giuste distanze avrebbe non rischiato di perderla. E perderla significa morire dentro.
-Oh Taichi..- Sora sentì un tuffo al cuore.
Quello che lei aveva sempre reputato lo spaccone del gruppo, il suo migliore amico era soltanto una farsa. Era davvero amicizia quella che cercava dal ragazzo? Eppure la sua pietra sembrava voler indicare ben altro.
La cosa buffa che Hikari aveva sempre affermato mai in loro presenza, è che nessuno dei due si era ancora accorto l'uno dei sentimenti dell'altro. Buddo a dirsi, sia Sora che Taichi si desideravano a vicenda ma nessuno dei due proferiva parola a riguardo.
-Posso abbracciarti?- domandò Taichi non notando il rossore che era apparso sulle gote della ragazza.
Era l'unico contatto fisico che fin'ora aveva mai ricevuto dalla ragazza e l'unico che poteva sperare di avere.
Sora annuì intimidita e si fece stringere dal ragazzo. Sempre più forte. Sentiva le sue braccia circondarle le spalle. Provava una sensazione di sicurezza tra di esse.
Quanto amava Sora stare tra le braccia del suo amato. Sentiva il suo calore avvolgerla e una forza dolce e soave tenerla stretta a se.
Appoggiò il suo capo al petto del ragazzo e si lasciò cullare per una frazione di tempo dal battito leggermente accelerato del ragazzo. -Che scena romantica- disse una voce facendo sobbalzare i due ragazzi e cogliendoli in flagrante. Un ragazzo castano chiaro comparve dal nulla di fianco a loro.
-C..chi- balbettò Taichi stringendo in tono protettivo Sora a sé -Chi sei?-.
-Mi chiamo Hikari, piacere- disse porgendogli la mano.
Taichi indietreggiò un poco sospettoso. Si domandò chi fosse quel ragazzo apparso dal nulla. Sora, invece, gettò un'occhiata veloce al digivice nella speranza che questo Hikaru fosse il ragazzo che tanto cercavano. Niente. Il digivice non dava proprio segni di vita. Neanche quello di Taichi pareva voler riconoscere Hikaru come l'eletto.
-Piacere, Taichi..- si fece avanti il digiprescelto del coraggio.
-E tu devi essere Sora, dico bene?- chiese Hikaru rivolto alla ragazza che si nascondeva dietro Taichi.
-Come.. come fai a sapere il mio nome?- domandò lei iniziando ad agitarsi.
-Tranquilla.. ci sono io con te- le sussurrò dolcemente Taichi all'orecchio.
-Io so molte più cose di quanto vi possiate immaginare- disse vago Hikaru -Ma questo ora non è importante, io sono venuto qui per voi. Il vostro futuro è nelle mie mani......-
Sora e Taichi si guardarono terrorizzati. Il giovane Yagami strinse forte Sora a sé e le sussurrò -Quando te lo dico io, corri più veloce che puoi-.
Il sospetto che era nato in Taichi stava crescendo man mano che questo Hikaru apriva bocca. Il digivice non era suonato, perciò Hikaru non era l'eletto. Allora, di chi diavolo si trattava? I due ragazzi non riuscivano proprio ad immaginare chi fosse ma un dubbio sorse contemporaneo ad entrambi: chiunque fosse quel ragazzo, sembrava non portare nulla di buono.

FINE QUINTO CAPITOLO

Ebbene sì, anche il quinto capitolo sembra concludersi qui. Breve ma intensa la parte riguardante i nostri eroi. Forse troppo breve, che dite? Massì dai, prossimo capitolo sarà ancora dedicato a loro e a questo nuovo, strano, curioso personaggio che sembra essere sorto dal nulla.
Secondo voi questo Hikaru chi è? Sarà l'eletto, oppure il malvagio della situazione? Oppure un semplice estraneo della situazione? E come fa a sapere il nome di Sora?
Tutto questo e molto altro ancora nel prossimo chappy ^^

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Capitolo 7
*** Hikaru ed il suo passato ***


Eccomi di nuovo tornata con il prossimo capitolo.
Oggi avrete qualche chiarimento circa questo personaggio misterioso. Magari la storia vi sembrerà un po' banale inizialmente ma, proprio oggi ho avuto un'illuminazione, ed ho trovato un proseguito per questa storia davvero carino.
Ringrazio nuovamente tutti gli utenti che stanno seguendo la mia fanfiction e coloro che la recensiscono.
Martnyny: Grazie per la tua recensione e per tutti i tuoi complimenti. Dai, tranquilla, ora avrai chiarimenti su questo nuovo “digiprescelto”. Spero di lasciarti sorpresa quando leggerai il capitolo. Kari 89: Tanto per la cronaca, Taichi è mio soltanto! A parte questo breve ma coinciso chiarimento (ovviamente scherzo ^^), è lui o non è lui? Ma certo che è lui! No.. non è lui, mi dispiace! xD


HIKARU ED IL SUO PASSATO

-Calma calma, non dovete agitarvi così tanto- disse Hikaru notando i volti quasi sconvolti dei due ragazzi che gli stavano difronte.
Sora iniziò a correre veloce, mentre Taichi si piazzò davanti al ragazzo, cercando di bloccargli la strada.
Hikaru non si fece problemi, alzò una mano verso la figura ormai lontana di Sora e, con un gesto veloce, alzò la ragazza in aria e la riportò dove poco prima era. Dopo di che, con lo sguardo fece indietreggiare Taichi.
-Vi ho detto che non dovete avere paura di me- rimembrò il ragazzo.
Sora e Taichi si guardarono stupiti. Che si trattasse di telecinesi? Sì, sicuramente, come avrebbe fatto se no a far sì che Sora tornasse indietro?
-C.. come hai fatto?- Taichi deglutì rumorosamente, facendo trasparire la paura che gli cresceva dentro.
-Parli di questo?- disse muovendo semplicemente le mani ed alzando il tronco di un albero che stava a lato.
-Sì...- Taichi non trovava le parole per esprimere quello che stava vedendo.
Sora si stropicciò più volte gli occhi, domandandosi se per caso stesse sognando. Pensò che tutto questo era incredibile, anzi, impossibile.
-No dai, non è impossibile. Se riesco a farlo significa che tanto impossibile non è- disse Hikaru. -Tu.. tu hai letto.. nella mia mente?- domandò Sora più incredula che mai.
-Lasciate che mi presenti come si deve- disse allora Hikaru capendo che era giusto dare delle spiegazioni.
-Prego- lo invitò Taichi.
-Aspettate- disse Sora -Prima una domanda. Hikaru, sei tu il digiprescelto che stiamo cercando?-. -No, ma so dove potete trovarlo- affermò quest'ultimo.

Nel frattempo gli altri gruppi si erano tutti riuniti. Ormai erano ore che setacciavano tutta Digiworld nella speranza di trovare questo digiprescelto ma ancora nulla.
-Allora, qualcuno ha scoperto qualcosa?- domandò Yamato prendendo momentaneamente il comando.
-Macché, niente di niente, voi?- domandò Daisuke rivolgendosi a Hikari e Takeru.
-Niente- rispose il biondino -E te Yolei, novità?-.
-Nessuna, non abbiamo notato niente di strano- rispose la ragazza.
-Neanche noi abbiamo rilevato qualcosa di sospetto- si intromise Mimi.
-Qualcun'altro?- domandò Yamato rivolgendosi a tutti.
I digiprescelti sussurrano dei no vaghi, alcuni scossero la testa. Nessuno sapeva niente di niente.
-Mio fratello dov'è?- domando la piccola Hikari rivolgendosi un po' a tutti.
-Non è ancora tornato evidentemente- disse Mimi -Beh è in compagnia di Sora.. Magari stanno “parlando”-.
Disse la ragazza stuzzicando Yamato, il quale subito si sentì chiamato in causa e disse -Ma figurati, magari hanno scoperto qualcosa-.
-Se, magari!- scherzò Daisuke.
-Chissà.. magari davvero hanno trovato qualcosa- rifletté Koushirou.

-Come vi ho già detto mi chiama Hikaru ed ho 19 anni- iniziò il suo discorso Hikaru sedendosi sul prato fiancheggiato da Taichi e Sora -Vivo in Hokkaido con mia sorella gemella, si chiama Narumi-. Fece una breve pausa.
-Vi chiedo di non giudicarmi negativamente per quello che vi dirò, i miei poteri ne sono la prova, non sono un pazzo- esplicitò subito Hikaru temendo di essere frainteso -Io arrivo dal.. dal futuro-.
Sora e Taichi spalancarono gli occhi, infine il ragazzo lo guardò perplesso.
-Ecco appunto- disse Hikaru ridendo -Ve l'ho detto che non dovete prendermi per pazzo-.
-Beh, non è che sia così facile sai credere a quel che stai dicendo- disse Taichi cercando di restare obbiettivo.
-Lo so Taichi, per questo ti dico che devi fidarti di me. Nel mio futuro accadranno cose che voi neanche potete comprendere e per evitare tutto ciò sono stato costretto a venire nel passato; grazie a Koushirou che ha progettato per me una specie di varco temporale attraverso al quale è possibile viaggiare nel tempo- spiegò Hikaru -Golemon riuscirà a distruggere te e Yamato e tutti gli altri digiprescelti, non resterà più nessuno se non Hikari e tu Sora-.
Entrambi i ragazzi si guardarono straniti. Certo credere a quella miriade di news che Hikaru gli stava dando era faticoso. E sarebbe stato altrettanto faticoso se veramente tutto ciò fosse vero. -Ok, quindi se ho capito bene Golemon riuscirà a ucciderci tutti, tranne Sora e Hikari, Digiworld verrà distrutta e tu sei venuto nel passato per aiutarci ad uccidere Golemon e quindi cambiare il futuro?- disse Taichi tutto d'un fiato.
-Beh, in quattro termini sì- rispose Hikaru.
-Quindi tu, Hikaru, sei per forza figlio di mia sorella o...- disse Taichi girandosi verso Sora -...suo-.
-Giusto...- rispose vago il ragazzo -Suo- disse infine.
Sora lo guardò sempre più confusa per questa situazione difficile ed ora anche imbarazzante.
Taichi tentando di cambiare discorso domandò al ragazzo -Perciò nel futuro non avrete trovato il digiprescelto di cui Schutzmon parlava, giusto?-.
-Beh, il digiprescelto l'abbiamo trovato, solo che ormai era troppo tardi- spiegò il ragazzo.
-Ditemi che questo è un incubo- sussurrò Sora.
-E'.. tutto così.. sbagliato!- sbottò Taichi -Così confuso.. faccio fatica a crederci-.
-Ascolta Taichi- disse Hikaru -Non c'è tempo per credere o meno, devi fidarti di me-.
Taichi imprecò -cazzo-.
-Taichi.. ti prego, non fare così. Proviamo a fidarci di lui, per favore- chiese cordialmente Sora.
E come dire di no ad una simile creatura? -okay..- sussurrò Taichi cercando di calmarsi.
I tre ragazzi fecero un momento di silenzio. Taichi e Sora avevano bisogno di riordinare le idee viste la valanga di informazioni che avevano appena ricevuto, mentre Hikaru temeva di aver fatto un viaggio nello spazio a vuoto e sperava davvero che i due ragazzi volessero credere alle sue parole.
-Va bene, ci sto- disse Taichi alzandosi di colpo -Sora torna dagli altri digiprescelti, preannuncia quello che Hikaru ci ha appena detto e digli di prepararsi a combattere, io e Hikaru andremo a cercare il digiprescelto di cui Schutzmon ci parlava-.
-BENE!-
Taichi vide Sora correre veloce verso la strada da dove erano arrivati i due, si voltò velocemente verso Hikaru e chiese -Dunque, sai vero chi è questo digiprescelto e dove trovarlo giusto?-.
-Sì....- rispose l'altro.
-Di chi si tratta?- domandò quindi Taichi pretendendo il nome.
-Vedi lui sarebbe....- inizio Hikaru.

-Ragazzi!- urlò Sora dirigendosi verso gli amici tutta trafelata -ho delle grandi novità-.
-Sora, pensavamo che tu e Taichi vi foste dispersi- disse Yamato abbracciando l'amica.
Sora subito si staccò e poggiò le mani sulle ginocchia flettendosi leggermente in avanti cercando di prendere fiato.
-Non c'è tempo per scherzare ora, è successo un casino- Sora spiegò tutto quanto era successo, dall'incontro con Hikaru, con la sua presentazione e quello che gli aveva detto. I ragazzi erano tutti a bocca aperta.
-Io...- cercò di dire qualcosa Yamato -Non ho parole..-.
-E Tai, dov'è mio fratello?- domandò Hikari.
-Tranquilla, Taichi è insieme ad Hikaru, stanno cercando il digiprescelto dai poteri speciali, così da evitare un altro guaio- spiegò Sora stringendo forte la mano dell'amica -Andrà tutto bene-.

-Capisco quindi... il digiprescelto...- Taichi prese una pausa -Io proprio.. non riesco a capire, non... non ci ho mai fatto caso.. non ci posso credere-.
Taichi era confuso, incredulo. Finalmente aveva scoperto chi era il digiprescelto che tanto aveva cercato ed ora, il nulla. Non riusciva più a pensare a niente tanto la notizia era sconvolgente.
-Quindi tu...?- chiese Taichi rivolgendosi a Hikaru -E' per questo che hai i poteri magici?-.
-Già, ereditati da papà- spiegò il ragazzo.
-Sora e...- non riusciva proprio a pronunciare quel nome tanto era forte lo sgomento che aveva preso.
-E dimmi Hikaru, raccontami di te, ti prego- disse Taichi -Ho bisogno di sapere.. tutto-.
-Sora era già incinta di me quando Golemon ha ucciso tutti, mamma ed Hikari erano al riparo, non erano a Digiworld quel giorno. Sora doveva fare un ecografia, appunto per colpa mia, e Hikari si era proposta di accompagnarla. E' così che si sono salvate. Non ho mai conosciuto mio padre...- spiegò malinconico il ragazzo -Mamma mi ha dato il nome di Hikaru perché Hikari, tua sorella, mi ha cresciuto quasi come un figlio. Durante la gravidanza di Sora le è sempre stata accanto, coprendo ogni sua esigenza. Sora le era in debito, perciò ha deciso di chiamarmi Hikaru, in memoria della sua migliore amica-.
-Hai detto di avere una sorella gemella, giusto?- domandò Taichi -ha anche lei i tuoi stessi poteri?-.
-Narumi? No, lei non li ha. Ha solo la telecinesi ed è anche empatica- disse Hikaru.
-Ora quindi? Che consigli?- chiese Taichi pronto ad accogliere ogni richiesta del ragazzo.
-Bisogna allenarsi, tanto. Ce ne è veramente bisogno- rispose Hikaru.
I due ragazzi allora si alzarono dal prato, si guardarono negli occhi e capirono che era rimasto troppo poco tempo e che non bisognava sprecarlo.


FINE SESTO CAPITOLO

Siete confusi vero? Beh ricapitolando tutto Hikaru è arrivato dal futuro per salvare il presente e quindi anche il suo periodo. Semplice no? No.. Già avete ragione, è ancora tutto un po' incasinato.
Per esempio, questo eletto, si verrà a scoprire prima o poi di chi si tratta? O ancora niente? Tranquilli, si scoprirà molto presto.
Il prossimo episodio vedrà i nostro digiprescelti alle prese con tattiche “militari” e allenamenti strazianti e pesanti. Riusciranno i nostri eroi a sopportare tutta questa situazione? Speriamo di sì!
Prossimamente, dunque, seguiremo i digiprescelti in una settimana di puro allenamento, tra serate romantiche, giornate afose e distruttive e mattinate assonnate.
Come promesso tra i prossimi capitoli, alcuni saranno dedicati ad uno ad uno ad ogni coppia che ho già citato.
Buona lettura e al prossimo capitolo ^^

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