My little Princess

di MatsuriGil
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 2. Hyung, ti presento mia figlia ***
Capitolo 3: *** Tornare alla vita di tutti i giorni ***
Capitolo 4: *** Taemin, il nuovo babysitter ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
 

POV Jonghyun

 
Era un giorno come tanti altri, anche se da una settimana non faceva altro che piovere interrottamente.
Mi stavo apprestando ad andare a lavoro, gestivo insieme ad un mio collega e amico il locale più  in voga di Seoul. Avevo solo 24 anni, ma i miei genitori,  morti tragicamente 3 anni fa in un incidente d’auto, mi avevano lasciato tutto nel loro testamento e questo comprendeva anche il fondo dell’attuale locale.
E pensare che prima dei lavori era solamente una palestra!
Mi stavo mettendo le scarpe quando sentii bussare alla porta.
Strano, non aspettavo nessuno, soprattutto a quest’ora e non avevo nessun vicino, c’erano soltanto locali intorno alla mia casa.
“Si, arrivo subito, un attimo”.
Presi il giacchetto ed aprii la porta, sperando che questo ospite  non mi portasse via poi molto tempo.
Quanto mi sbagliavo!
Al di là della porta, c’era una signora accompagnata da un agente e teneva in braccio una bambina che avrà si è no 3-4 anni.
“Posso esserle d’aiuto? Mi dispiace, ma spero che sia una cosa veloce, il lavoro mi chiama” dissi nel modo più gentile possibile mentre infilai il giacchetto per fargli notare la mia fretta di uscire.
“Veramente signor Kim, penso che dovremmo rubarle un po’ più di tempo. Vede si tratta di una cosa delicata”.
Dai loro sguardi e dalla voce con cui l’agente aveva parlato, decisi che il lavoro poteva aspettare.
“D’accordo, accomodatevi pure, io intanto faccio una telefonata per avvertire il mio collega che tarderò al lavoro”.
Li feci accomodare in salotto e, mentre loro si sedevano, digitai il numero di Onew.
Dopo due squilli rispose:
“Ehi Jong sei in ritardo, e qui c’è assolutamente bisogno di te, fra quanto arrivi?”
“Hyung è successo un imprevisto, non credo di riuscire a liberarmi stasera, prova a chiamare Minho anche se è il suo giorno libero, digli che si può concedere un weekend libero se accetta di venire stasera  e, fidati, di certo non si rifiuterà”.
“D’accordo, allora faccio così, ma di che imprevisto parli?”
“Te lo racconto più tardi, ora devo proprio chiudere”.
“Ok , ti richiamo dopo”.
“Va bene, Hyung”.
Ritornai in salotto dagli ospiti, solo ora mi accorsi che la bambina era profondamente addormentata fra le braccia di quella donna.
“Scusatemi se vi ho fatto aspettare, ma potrei sapere il motivo per cui siete venuti da me?”
“Lei è il Signor Kim Jonghyun, giusto?”
“Sì, sono io e lei è…’”
“Mi scusi se non mi sono presentato prima, sono l’agente di polizia incaricato in questo caso, mi chiamo Lee Howon e la signora accanto a me fa parte dei servizi sociali, si chiama Park Minji. Siamo qui a quest’ora tarda per dirle che purtroppo la madre della bambina è morta in un incidente e lei – indica la bambina - si è salvata per miracolo”.
“E, mi scusi l’interruzione, ma cosa centra tutto questo con me?”
“Vede, non penso io sia la persona più indicata a dirglielo, ma la bambina qui presente è sua figlia Kim Jonghyun, abbiamo trovato una foto negli oggetti della madre con una lettera indirizzata a lei. Molto probabilmente gliela stava venendo a recapitare il giorno in cui è capitato l’incidente”.
Rimasi turbato da queste parole. Ma ancora non riuscivo a capire cosa stava succedendo intorno a me.
“Il nome della vittima e madre della bambina è Lee Jorim”.
Il mondo mi crollò addosso in quell’instante.
Quelle semplici due parole che costituiscono quel nome mi riportarono indietro di 4 anni. A quel tempo come ogni ragazzo di 20 anni andavo a giro per le discoteche con gli amici a rimorchiare.
Avevo un certo fascino, che ho tutt’ora sia chiaro, anche se i miei gusti sono alquanto cambiati.
Avevo conosciuto Jorim ad una festa, era un anno più piccola di me, ma in poco tempo mi avevo catturato.
Fu solo un avventura di una notte, non perché io non volessi approfondire il nostro rapporto, ma lei sparì prima che potessi chiederle il suo numero di cellulare.
Dopo qualche ricerca, scoprii che i suoi si erano dovuti trasferire per motivi di lavoro in Giappone e che lei era andata con loro.
Quindi ci misi una pietra sopra e continua per la mia strada, col pensiero che non l’avrei più rivista.
“Signore, Kim Jonghyun, mi sente?”
Il poliziotto mi scosse dai miei pensieri. Ero alquanto sconvolto.
“Capisco che sia una cosa improvvisa, ma c’è una cosa necessaria da fare”.
“Credo di aver capito cosa intende” risposi riprendendo il controllo.
“Vede, dalla lettera siamo risaliti al suo indirizzo, ma noi non abbiamo la certezza che lei sia il padre, quindi potremmo chiederle di sottoporsi ad un test di paternità, sempre che sia necessario, naturalmente se lei in questo momento ci dicesse che non conosce nessuna Jorim, non vedo perché farle perdere ulteriore tempo”.
“Lo farò”.
“Signore… - l’assistente sociale finalmente parlò – vede, se lei risultasse il padre della bambina, per i diritti legali, lei d’ora in avanti vivrebbe sotto la vostra tutela, altrimenti verrà affidata ad un istituto”.
“Capisco, se sono il padre mi prenderò tutta la responsabilità, non voglio che la bambina vivi in un  istituto solo perché io sono troppo stupido”.
L’assistente mi guardò con uno sguardo soddisfatto e un po’ sorpreso, forse non era da tutti un discorso del genere, soprattutto per un ragazzo di soli 24 anni, ma dopo che il mondo mi cadde addosso per la prima volta quando morirono i miei genitori, decisi di prendere tutto quello che il mondo mi offriva, e se davvero questa bambina fosse stata mia figlia, non potevo di certo abbandonarla in questo modo.
“Potrei sapere una cosa prima di andare in ospedale per il test? Come si chiama?”
“Crystal, il suo nome è Crystal e quando si sveglierà capirà perché il suo nome è così particolare”.
Ci dirigemmo tutti insieme verso l’ospedale e in poco tempo, grazie all’aiuto dell’assistente sociale, avevamo già i risultati in mano del test di paternità.
D’altronde era una questione delicata, soprattutto perché la bambina aveva solo 4 anni.
Avevo la busta in mano, spettava a me aprirla e in quel momento le mie mani sembravano immobilizzate. In qualche modo però riuscii a sfilare il foglio e a leggere la risposta del test.
“Dove sono? ”
Una voce mi risvegliò dai miei pensieri.
“Crystal, ti sei svegliata piccola, vieni qui, che ti presento una persona”.
La bambina che era su una sedia mi raggiunse in un attimo.
“Chi è questo signore?”
“Vedi lui è…”
“Ciao piccola – dissi mettendomi in ginocchio per poterla vedere da più vicino – io sono Jonghyun, il tuo appa”.
Mi scrutò per un po’, poi prese la collanina che aveva al collo e l’aprì. All’interno c’erano due foto, una di Jorim che l’abbracciava e l’altra era una mia foto, scattata di nascosto, molto probabilmente.
La cosa che mi fece divertire e che mi scaturì un sorriso fu quando prese il ciondolo e lo posiziono accanto alla mia faccio e disse queste esatte parole che mi rimarranno impresse per tutta la mia vita:
“Dal vivo sei molto più bello, bling bling Appa” e mi dono uno dei sorrisi più meravigliosi che potessi mai avere.
Volevo abbracciarla, ma decisi solo di accarezzarle i capelli, non volevo rischiare troppo, anche perché era la prima volta che parlavamo dopotutto.
Solo in quel momento mi persi nel suo sguardo.
Il colore dei suoi occhi era molto diverso dai colori che eravamo abituati a vedere soprattutto qui in Corea.
Crystal, il suo nome non poteva essere più azzeccato di così. Al posto delle pupille marroni o nere che tutti si aspettavano da un asiatico, aveva due occhi color blu- ghiaccio.
“Ha una strana forma di albinismo – spiegò l’assistente sociale – che a quanto pare si è incentrata solamente negli occhi o almeno questo è quello che mi hanno riferito i dottori quando l’hanno visitata. Per informarla, i suoi occhi sono molto sensibili alla luce, quindi di giorno sarebbe meglio che indossasse sempre degli occhiali da sole per proteggerli. Se vuole altre informazioni può chiedere direttamente al medico che l’ha visitata quando viene al centro. Questo è il mio biglietto da visita, la prego di venire domattina nel mio studio per certificare tutto quello che è successo e riconoscere in senso legale sua figlia. Se vuole Crystal può già stare con lei”.
“Va bene, ma voglio che sia la piccola a decidere, dimmi Crystal con chi preferisci passare la notte con me e con la signorina?”
Crystal girò lo sguardo un paio di volte, pensierosa sul dar farsi, ma alla fine disse:
“Appa bling bling”.
“Con questo siamo d’accordo, la aspetto domattina nel mio ufficio, buona serata”.
“Anche a lei, e, piccola – dissi rivolgendomi a quella che era mia figlia – che ne dici di andare a casa? Domani dovremmo fare un sacco di cambiamenti, ma ora che siamo insieme abbiamo tutto il tempo per farlo”.
Non mi rispose, mi fece un gran sorriso e mi prese la mano.
Con quel suo innocente gesto mi fece capire che già ero entrato a far parte della sua vita.
 
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Salve a tutti, finalmente mi sono decisa di pubblicare questa fanfiction dopo quasi 6 mesi che l'ho scritta, ancora non sono arrivata ad una conclusione per questo per oragli aggiornamenti saranno circa uno al massimo 2 ogni mese.
Questo è il link della mia pagina facebook dove potete avere notizie e chiedermi qualsiasi cosa. Ogni tanto pubblicherò piccolo spoiler quindi spero che metterete mi piace per seguirli: 
https://www.facebook.com/MatsuriGilFanfiction?ref=hl
Spero che commentere questo primo capitolo/prologo.
A presto :)

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Capitolo 2
*** 2. Hyung, ti presento mia figlia ***


Capitolo 1: Hyung, ti presento mia figlia

 
La notte trascorse tranquilla e la mattina non feci altro che andare a firmare tutti i documenti.
E con l’ultima firma pensai che la mia vita di qui in avanti sarebbe cambiata, ma non mi sarebbe dispiaciuto affatto, perché avevo ottenuto una cosa meravigliosa, mia figlia.
Sembrerà strano, ma sono già affezionato a lei in un modo inconcepibile, fin da piccolo ho sempre adorato i bambini, ma non so se questo centra qualcosa  o meno, so solo che da quando ho incrociato i suoi occhi ho capito che avrei fatto di tutto per proteggerla e renderla felice in ogni modo, a già sofferto abbastanza per i miei gusti ed ha solo 4 anni.
Tornai in fretta a casa, sperando che non si fosse ancora svegliata, non mi andava di farla alzare così presto solo per andare a firmare tutte quelle scartoffie.
Stavo per aprire la porta quando il mio cellulare iniziò a squillare.
Era Onew, sicuramente voleva sapere il motivo per il quale la sera precedente avevo saltato il lavoro.
“Ehi Jong, mi spieghi che ti è successo? Aspettavo una tua telefonata, ma non ti sei fatto più sentire”.
“Scusa Hyung, ma ho avuto da fare delle cose, ma non voglio spiegartele al telefono, che ne dici di passare a casa mia in mattinata?”
“Certo, ma non è successo niente di brutto vero?”
“Sì sì, non ti preoccupare, anzi diciamo che ho ricevuto un regalo inaspettato”.
“D’accordo, ora mi hai fatto incuriosire però, sarò da te in meno di un ora, giusto il tempo di fare colazione e vestirmi”.
“Ok Hyung, a dopo”.
Chissà che faccia avrebbe fatto quando avesse visto la mia piccola Crystal.
Bhe non mi restava che aspettare per scoprirlo.
Andai in camera da letto, stavo per aprire quando mi accorsi che Crystal stava avendo un incubo. Si rigirava nel letto e sudava freddo.
Cercai di calmarla chiamando dolcemente il suo nome, dopodiché l’abbracciai.
Sembrava si fosse calmata, almeno per il momento.
Si divincolò un pochino e mi accorsi che si stava svegliando.
“Omma… singh…”.
“Piccola, Appa ora è qui con te, stai tranquilla”.
“Appa, dove è Omma? Voglio Omma!” ed  iniziò a piangere.
Mi si spezzò il cuore.
L’agente mi aveva detto che la bambina era all’oscuro ancora di tutto, poiché durante l’incidente aveva sbattuto la testa e non riusciva a ricordare niente di quella giornata.
Molto probabilmente il suo cervello ha rimosso quel ricordo tanto doloroso, è una cosa molto comune, è un sistema di autodifesa interno che se non si attiverebbe, metterebbe a rischio lo stato mentale di qualsiasi individuo, soprattutto quello di un bambino – mi aveva spiegato il medico che l’aveva visitata dopo l’accaduto.
“Piccola, non piangere, ora sono io qui con te e ti prometto che non ti abbandonerò mai qualsiasi cosa succeda”.
Cercavo di consolarla in tutti i modi, ma si calmò solo dopo molti minuti.
“Ora stai meglio piccola? Dopo che ne dici di venire con me a comprare tutto quello che ti serve?”
Lei mi fece un sorriso e rispose:
“Voglio un peluche enorme”.
“E lo avrai, promesso” le porsi il mignolino e lei fece altrettanto in modo da suggellare la nostra promessa.
La presi in collo e la portai in cucina.
“Oggi che vuole la mia piccola principessa per colazione? Ogni sua parola è un ordine per questo umile servo”.
La feci ridere e ne fui veramente felice.
Dopo colazione feci accomodare la mia piccola principessa sul divano ed accesi la televisione sul canale dei cartoni animati.
C’era Pororo e mi misi a guardarlo con lei in attesa che il mio migliore amico arrivasse.
“Fra poco arriverà un mio amico, ti voglio presentare a lui, che ne dici?”
“Okay! Ma dopo si va a comprare il peluche?”
“Certo principessa, oggi ogni suo desiderio è un ordine”.
Stava quasi finendo l’episodio ed ancora di Onew nessuna traccia, così decisi di chiamarlo per sentire a che punto era. Al primo squillo rispose:
“Jong sono nel vialetto, vieni ad aprirmi”.
“Arrivo” e staccai la telefonata, poi mi rivolsi alla mia piccola principessa “E arrivato, che ne dici di venire con me ad aprirgli la porta?”
“Ok Appa” e mi venne a dare la mano. Dopodiché andammo ad aprire la porta.
“Alla buon ora, Jong quanto ci metti ad … aprire … la … porta … “ .
Non riuscii nemmeno a finire il discorso che i suoi occhi si erano posati su Crystal.
“Su Crystal salutalo, lui si chiama Jinki, ma puoi benissimo chiamarlo Zio Onew”.
“Ciao Zio Onew”.
“…”.
“Onew la tua faccia è stupenda in questo momento, saresti da foto,  comunque lei è Crystal, mia figlia”.
Altro minuto di silenzio.
Sicuramente le rotelle stavano riprendendo a funzionare in quanto aveva almeno chiuso la bocca da una decina di secondi.
“Tua figlia, e sentiamo da quando avresti una figlia, perché io fino ad ieri non ne avevo mai sentito parlare”.
“L’ho conosciuta anch’io ieri, dopo ti spiego anche tutti i dettagli, comunque è mia figlia, la mia vera figlia”. calcai appositamente su quella parola per fargli capire la situazione, infatti Onew smise di fare domande e mi guardò con uno sguardo che stava a dire: Dopo mi racconti tutto nei minimi dettagli.
“Appa, ora si va a prendere il peluche?”
“Certo, andiamo subito e Onew verrà con noi, naturalmente”.
“Non mi sembra di aver detto che ci sarei venuto anch’io”.
“Eddai Zio Onew, ci divertiremo” disse Crystal afferrando la mano dello zio e iniziò a correre per il vialetto di casa, tirando Onew da una parte e l’altra.
Una volta arrivati al centro commerciale, ci dirigemmo subito nel reparto giochi, con l’idea di comprare solo un peluche, ma Crystal non aveva la mia stessa idea.
Da quante cose voleva comprare facevo prima ad andare alla cassa e dirle se potevo comprare tutto il centro commerciale.
“Certo che per avere quattro anni, è una vera forza della natura” mi disse Onew divertito dalla situazione.
“Dopotutto è mia figlia”.
“Già, ora che ne dici di spiegarmi meglio la situazione?”
“Va bene, tanto lei è impegnata a svaligiare il negozio, oltre che al mio conto in banca”.
Spiegai ad Onew tutto quello che era successo la sera precedente, cercando di non tralasciare nessun dettaglio.
“E così adesso sono diventato padre”.
“Bhe di certo, non mi sarei mai aspettato che tu diventassi padre prima di me”.
“Non fare lo spiritoso, sai benissimo che sarebbe stato quasi impossibile, ma ora che ho Crystal capisco quanto mi sbagliavo, averla con me mi ha fatto pensare molto, voglio diventare davvero un buon padre per lei e non farle mancare niente”.
“Mi piace questo tuo lato di te, ma che ne dici di spiegarle che non può comprare l’intero reparto giochi?”
“Mi sa che hai proprio ragione, zietto”.
Alla fine riuscii a convincere mia figlia a scegliere solo una cosa fra quelle che voleva, e indovinate un po’, scelse un peluche formato gigante, che era molto più grande di lei.
Bhe, almeno non mi ero prosciugato il conto in banca.




Per sapere in anticipo alcune cose riguardanti le mie storie, seguirle, farmi sapere le vostre opinioni o per sapere quando pubblicherò il prossimo capitolo, vi lascio il link della mia pagina facebook: https://www.facebook.com/MatsuriGilFanfiction?ref=hl

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Capitolo 3
*** Tornare alla vita di tutti i giorni ***


Capitolo 2: Tornare alla vita di tutti i giorni
 


Tornare a casa non fu un problema, anche se all’inizio avevo avuto dei seri dubbi che quell’enorme peluche a forma di orsacchiotto riuscisse ad entrare in macchina.

La giornata passò in un attimo, Onew aveva pranzato con noi poi era andato al locale per dare una pulita, mi aveva detto di prendermi qualche altra giornata libera, ma rifiutai.

In qualche modo, dopotutto, dovevo tornare al lavoro. Ora l’unico problema era quello di trovare un babysitter disposto a tenere la bambina fino a tarda notte.

Onew mi diede il numero di suo cugino, un certo Taemin, dicendo che era in cerca di lavoro, e preferiva vederlo fare il babysitter che l’addetto a qualche bar notturno visto che aveva 21 anni appena compiuti.

Chiamai immediatamente. Mi rispose che poteva da partire da domani sera. Gli lascia il mio numero e l’indirizzo di casa e che per tutto poteva chiamarmi a qualsiasi orario.

Stasera però non potevo lasciarla da sola a casa così decisi di portarla con me al lavoro, anche se non era molto consono ad una bambina della sua età. Però pensai di poterla lasciare nel salotto adiacente che veniva aperto solo se qualche cliente vip lo richiedeva per qualche festa particolare.

Ma stasera non c’era niente e quindi decisi che ci poteva stare anche Crystal.

Essendo una porta adiacente, dove solo lo staff poteva arrivare, non c’era nessun pericolo. Inoltre era anche una sede a parte, per questo non ci sarebbe stato nessun problema al livello legale.

Dopo aver parlato anche con Onew mi aveva detto che non c’era nessun problema e che, una volta presentata anche ad Minho, potevamo fare a turno durante la serata per farle compagnia.

Ringraziai Onew per tutto quello che stava facendo per me in modo da rendermi le cose più facili possibili e che, in un modo o nell’altro, gli avrei contraccambiato il favore.

Crystal era in salotto che giocava con il suo nuovo peluche, vederla ridere mi rese molto felice.

Aveva passato troppi brutti momenti in un così breve periodo.

“Crystal, che ne dici se stasera vieni a lavoro con me? Poi ti presenterò anche un mio amico. Invece da domani avrai un fantastico babysitter che ti terrà compagnia mentre io dovrò andare a lavoro”.

“Non posso sempre venire con te a lavoro? Nemmeno se faccio la brava?”

“Mi dispiace piccola, purtroppo il mio lavoro non è un luogo adatto per dei bambini, però stasera verrai con me, va bene? E poi quando rimarrai a casa con Taemin, il tuo nuovo babysitter, vedrai che il tempo volerà in un attimo ed io sarò già tornato”.

“Ok, va bene. Quando si va a lavoro?”

“Fra un oretta. Verso le sette, ora continua pure a giocare”.

“Giochi con me?” mi chiese con gli occhioni da cucciolo.

Come vi sarà chiaro mi è stato impossibile rifiutare tale offerta. E chi potrebbe resistere a degli occhioni di una bambina di 4 anni, soprattutto se è vostra figlia.

Quell’ora volò in un attimo e dopo esserci preparati entrambi ci dirigemmo al lavoro.

Aprii la porta e la bambina corse subito dentro andando incontro all’unica persona che conosceva.

"Zio Onew!"

Lui sorpreso della sua corsa la prese in collo al volo.

“Non sapevo che avevi una nipote, Onew-hyung” disse Minho sbucando da dietro il bancone del bar.

“Non è la mia vera nipote, sono figlio unico, ricordi?”

“E allora di chi è figlia?”

“Appa, chi è quel principe che assomiglia ad una ranocchia?” disse rivolgendo il suo sguardo verso di me e indicando la faccia di Minho.

Sia io che Onew ci mettemmo a ridere in un istante e non riuscimmo nemmeno a capire le parole che la cosiddetta ranocchia disse da quanto ridevamo.

“Appa, mi dici chi è?” disse scendendo dalle braccia di Onew e venendo tra le mie.

“Ora te lo presento. Lui è Minho, un ragazzo che lavora qui con me insieme a zio Onew, Minho, lei è Crystal, mia figlia”.

“F I G L I A?!”

I suoi occhi se possibile divennero ancora più grandi.

“Posso chiamare zio anche te? Mi piace avere tanti zii belli”.

“Lo sai che al contrario tuo la adoro questa piccola principessa?” disse Minho prendendo Crystal in collo.

“Lo so che in realtà mi ami, ma ti capisco, la mia piccolina riesce a conquistare tutti solo con uno sguardo, non voglio nemmeno immaginare quante stragi di cuori farà una volta diventata grande”.

“Mi piacerebbe vederti quando porterà a casa il suo primo fidanzatino” disse ridendo Onew.

“In questo momento non ci voglio nemmeno pensare”.

Nell’ora prima dell’apertura del locale, la bambina non aveva fatto altro che giocare con Minho, lo adorava e lui adorava lei.

Alla fine la serata passo nel migliore dei modi. Dopo aver cenato la bambina andò nella stanza adiacente con Minho dove si addormentò poco dopo e, noi tre, facevamo a turno per non lasciarla da sola.

Quando finii di lavorare, la portai a casa cercando di non svegliarla nel tragitto e l’adagia sul letto lasciandola dormire tranquilla, mentre io andai a fare la doccia e a cambiarmi per andare a dormire.



Eccomi qua con il nuovo capitolo, prima del previsto visto che pensavo di aggiornare dopo il concerto dei Block B, ma avevo il pc a portata di mano e ormai ho già fatto la valigia quindi non sapevo che fare e mi sono detta, perché non aggiornare? Spero che vi fa piacere anche a voi, miei cari lettori :)
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia fra le seguite/preferite/ricordate, ma ancora di più ringrazio chi recensisce le mie fanfiction. 
Soprattutto questa che è una di quelle a cui tengo di più e mi sto impegnando al massimo per rendere la trama avvincente.
Quindi, vi prego, di farmi sapere se questo capitolo vi piace oppure no e dirmi le vostre impressioni.
Cercherò sempre di migliorare, ma se sto sbagliando qualcosa non preoccupatevi a dirmelo, non mi offendo, anzi, accetto volentieri le critiche costruttive :)
Al prossimo aggiornamento,
Kiss MatsuriGil

   

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Capitolo 4
*** Taemin, il nuovo babysitter ***


Questo capitolo è un po' di passaggio, per presentare il nuovo personaggio, dal prossimo capitolo inizierà la vera storia.
Buona Lettura.


Capitolo 3: Taemin, il nuovo babysitter




Era passata un’altra giornata ed era il momento di tornare a lavoro.
Stavo aspettando Taemin per affidarli la bambina e potermi così dirigere verso il locale per lavorare.
Suonò il campanello e mi apprestai a rispondere al citofono di casa.
“Sono Taemin”.
“Ti apro subito”.
“Piacere di fare la tua conoscenza, Jinki mi ha parlato molto di te”.
“Il piacere è tutto mio”.
“Crystal vieni qui che ti devo presentare una persona”.
La bambina scese dal divano e corse verso la porta fino a raggiungermi e a nascondersi dietro alle mie gambe.
Pensare che non era mai stata timida fino a questo momento.
“Io sono Jonghyun e lei è mia figlia Crystal, forza piccola saluta, lui è Taemin e ti farà compagnia quando io sarò a lavoro”.
“Piacere unnie”.
“Ti sbagli, tesoro. Scusami Taemin, forse è colpa dei tuoi capelli, davvero mi dispiace”.
“Figurati ci sono abituato, non è la prima volta che mi capita, tranquillo”.
“Ciao piccola, in realtà sono un oppa sai?”
“Se sei davvero un oppa come mai hai i capelli lunghi come le ragazze?”
“Perché mi piacciono così, non pensi che sono carino?”
“Mmm… si forse hai ragione, ti stanno bene Taemin oppa”.
“Sono felice che siete entrati subito in sintonia, ora mi dispiace ma devo andare altrimenti tuo cugino mi sgriderà e mi farà pulire tutto il locale senza aiutarmi, se dovessi aver bisogno di qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi, il mio numero è scritto accanto al telefono su un foglio, sarò di ritorno per mezzanotte circa”.
Salutai Taemin e diedi un caloroso bacio a mia figlia dicendole di comportarsi bene e di andare a letto presto.
Dopodiché uscii e mi diressi verso il locale.
Al mio rientro il salotto era un disastro.
I giochi erano tutti sparsi sia sul divano che per terra, sembrava quasi che una bomba fosse esplosa all’interno della stanza.
Trovai Taemin in camera che leggeva una favola a Crystal cercando di farla addormentare, tentativo vano visto che tirava le ciocche del suo babysitter per farlo continuare a leggere.
“Crystal sei ancora sveglia?”
“Appa!” disse saltandomi fra le braccia.
“Sei stata brava?”
“Sì, io mi comporto sempre bene”.
“E allora perché il salotto è diventato una discarica?”
“Dis-disca…rica?”
“Vuol dire che è ridotto un disastro”
“Oh, quello è colpa di Taemin oppa, non sapeva a che gioco giocare così gli ha tirati fuori tutti”
La guardai con uno sguardo perplesso.
“E  va bene, un po’ è anche colpa mia, ma Taemin oppa ha contribuito, non sei arrabbiato con me vero Appa?”
“No, non sono arrabbiato a patto che domani appena ti svegli rimetti tutto in ordine, ok?”
“Va bene”
“Promesso?”
“Promesso”.
“Bene, ed ora penso che sia il momento di dormire, è già molto tardi”.
“Buonanotte Appa”
“Buonanotte Piccola” la misi a letto e gli diedi un bacio sulla testa.
“Andiamo di la a parlare” dissi a Taemin che per tutta la scena era rimasto muto come un pesce.
“Mi dispiace per il casino, mi metto subito a pulire”.
“Tranquillo, lo farà Crystal domattina, deve imparare che se vuole giocare, dopo deve rimettere a posto”.
“Non pensi di pretendere troppo per una bambina di 4 anni?”
“Non credo, o almeno lo spero, ho scoperto di essere padre da poco, ma spero di poterle insegnare tutto quello che so”.
“In ogni caso spero di continuare ad essere il babysitter di tua figlia, è intelligente e molto vivace”.
“Certo, non vedo perché non puoi continuare. Questo è il tuo compenso per stasera. Domani ti mando un messaggio appena so che turno mi aspetta questa settimana, spero che sarai disponibile”.
“Sì, sì, la sera sono quasi sempre libero Hyung, soprattutto ora che non devo più andare a scuola”.
“D’accordo allora ci sentiamo, ciao”.
“Ciao Hyung”.

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