Revenge

di Margaret21
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cambiamenti ***
Capitolo 2: *** Marta ***
Capitolo 3: *** Si ha sempre qualcosa per cui vivere ***
Capitolo 4: *** Dimmi che non è un sogno ***
Capitolo 5: *** Nulla è per sempre ***
Capitolo 6: *** Vicolo cieco ***
Capitolo 7: *** Uguaglianze ***



Capitolo 1
*** Cambiamenti ***


~~ 4 MESI DOPO
Sono cambiate molte cose dalla morte di Gibbs, forse troppe, Tony è diventato il capo, il direttore Vance ha lasciato l’incarico per dedicarsi completamente ai suoi figli e ha trovato un lavoro part time, Tony ed io siamo fidanzati e io non sono tornata all’Ncis ma lavoro con Tony all’omicidio di Gibbs.
Dopo quella scoperta rimanemmo tutti sconvolti… Michael aveva una figlia di 20 che è una terrorista.
Questa ragazza si chiama Marta e scoprimmo che abitava in Italia fino a qualche anno fa, Michael l’aveva violentata quando aveva appena 12 anni e sua madre l’aveva portata lontano.
Quando Marta tornò in America entrò nella cellula terroristica e probabilmente ritrovò Michael e lo convinse a farne parte.
 Tony, però, voleva arrendersi e una sera  litigammo. Io stavo lavorando al computer per cercare risposte, risposte sulla morte di Gibbs, risposte su Michael, risposte su Marta:
“ Ziva… vieni a letto?”  mi domandò lui dalla nostra camera da letto.
“ No… devo scoprire qualcosa su questa Marta” risposi io.
Per un attimo non sentii niente ma poi sentii due mani massaggiarmi lentamente la schiena:
“ Non serve a niente indagare ormai sono passati 4 mesi … Zee” disse lui dolcemente
“ Che vuoi dire?” dissi io alzandomi di scatto dalla sedia.
“ Voglio dire che ormai dobbiamo accettare che l’omicidio di Gibbs è stato insabbiato” disse lui calmo
“ Io non voglio fermarmi!” urlai io
“ Vuoi farti uccidere?” disse lui alzando la voce.
“ Per Gibbs… anche !” dissi io
“ Sei matta!” urlò Tony.
Quelle parole mi fecero uscire di testa:
“ Io sono quella matta? E tu che non fai nulla! Gibbs era come un padre per me e anche per te e tu non vuoi fare nulla!” urlai io.
“ Forse è meglio che le cose restino così” disse lui.
Io mi incamminai di scatto verso la stanza e buttai tutti i miei vestiti dentro una valigia:
“ Cosa stai facendo? Dove stai andando?” mi urlò dietro lui
“ Vado a cercare il vero Tony perché quello che ho davanti non è lui!” dissi io uscendo dalla sua casa.
Da quel giorno non ci parlavamo e per tutti  stavamo insieme ma le cose erano cambiate anche per noi.

 Improvvisamente il telefono dell’Ncis squilla, rispondo io, visto che sono passata a salutare Abby:
“ Pronto” dico
“ Chi parla?” sento dire dall’altro capo del telefono
“ Ehm Agente David” mento
“ Ah... è stata trovata una ragazza di circa 20 anni” dice l’uomo
“ Morta?” chiedo io
“ No … è sotto shock. Crediamo che sia stata violentata”
“ Dove si trova?”
“ Alla centrale di polizia di Baltimora”
“ Umm… può farmi una descrizione?”
“ Mora, capelli lunghi, occhi scuri, alta e magra … dice di chiamarsi Marta”
Una scintilla passa per la mia mente.
“ Marta come?” chiedo
“ Marta Rivkin” risponde il poliziotto
“ Arrivo subito” dico.
Attacco il telefono e prendo la pistola che Tony tiene sempre nel cassetto della sua scrivania, so bene che sto facendo una cavolata ma se Tony non ha bisogno di risposte me le procurerò da sola
.

Angolo Autrice:
Oggi è il 10 luglio! Giornarta orribile per noi ... la notizia che Cote usciva da Ncis arrivava oggi di un anno fa.
Per rallegrare la giornata ho deciso di pubblicare Revenge seguito della mia precendente fanfiction!
Revenge è diversa dalle mie altre storie!
Baci
Ziva4ever

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Capitolo 2
*** Marta ***


Guido velocemente verso la stazione di polizia di Baltimora e la raggiungo in poche ore.
Alla centrale mi accoglie un  poliziotto che parla freneticamente:
“Dove è la ragazza?” chiedo
“ Chi è lei?” chiede l’agente stupito
“ Ziva David agente Ncis. Devo ripeterle la mia domanda o era già chiara?” dico in un tono minaccioso
L’uomo si alza dalla buffa sedia e mi conduce nella sala interrogatori. Io entro titubante e vedo una ragazza rannicchiata sul pavimento:
“ Ehi. Io mi chiamo Ziva. Tu come ti chiami?” le chiedo avvicinandomi e sedendomi accanto a lei.
“ Marta” dice lei senza alzare lo sguardo dal pavimento.
“ Quanti anni hai?” chiedo
“ 19” dice lei alzando appena lo sguardo.
“ Che ne dici se usciamo da questa stanza e parliamo in un luogo meno orribile” dico sorridendole appena
“ Va bene” dice lei senza troppa enfasi nella voce.
Io mi alzo lentamente e le porgo la mano. La ragazza la afferra e si alza.
Nel momento in cui me la ritrovo davanti alza lo sguardo. E’ una bella ragazza, mora e … assomiglia totalmente a Michael. Il mio sguardo si abbassa verso la pancia e rimango senza parole … è incita.
“ Dove possiamo parlare?” chiedo al poliziotto rimasto fuori dalla sala
“ Qui non va bene?” chiede lui retoricamente
“ No … la ragazza è spaventata” dico
“ Va bene. Andate nella sala riunioni” dice lui.
Entriamo lentamente nella sala riunioni e faccio sedere la ragazza:
“ Di quanti mesi sei?” chiedo
“ 7” dice lei senza alzare lo sguardo
“ Ti va di raccontarmi la tua storia?” chiedo toccandole gentilmente una mano
“ Non c’è niente da raccontare “ risponde lei
“ Per me c’è. Sei Marta Rivkin … giusto?” chiedo
“ Si” risponde lei
“ Tuo padre ha cercato di uccidermi e ha ucciso un mio amico e crediamo che lui non sia l’unico a volermi morta” le dico
“ Non vogliono te morta … vogliono me” dice lei
“ Tu sai chi sono?” chiedo io sorpresa
“ E’ un gruppo terroristico di cui faceva parte mio padre e anche il padre di mio figlio” dice lei senza voce
“ Racconta tutto dall’inizio” dico io prendendole una mano.
Per la prima volta alza il viso e mi guarda negli occhi … poi inizia a raccontare:
“ Michael, mio padre, mi picchiava fin da quando ero piccola. Mia madre subiva più o meno le stesse cose e quando avevo 5 anni mi portò via… in Italia. Lì mi feci una vita e mi innamorai di un ragazzo che dovevo sposare. Prima di sposarmi decisi di incontrare mio padre e di tornare in America. Il mio ragazzo venne con me ma venne ucciso da una bomba. Mio padre faceva parte di un gruppo terroristico e voleva uccidermi.  Una mattina, 7 mesi fa, mi ritrovai sotto casa un ragazzo che mi violentò e io rimasi incita. Più avanti scopri che mio padre aveva tentato di uccidere un’ agente federale ma che era stato ucciso e scopri anche che quel ragazzo era stato mandato da lui. Ora porto in grembo il figlio di un mostro” dice scoppiando a piangere.
Improvvisamente mi abbraccia singhiozzando:
“ Senti … potrei aiutarti io. Potrei ospitarti a casa di un … amico e verrei anche io a vivere lì per darti una mano … o almeno fin quando non abbiamo preso chi ti vuole morta.”
“ Grazie” dice lei senza voce.
Due ore dopo mi ritrovo di fronte alla porta dell’appartamento di Tony per chiedergli aiuto. La porta si apre automaticamente:
“ Zee … che ci fai qui?” chiede lui sorpreso.
“ Ho bisogno del tuo aiuto” dico scostandomi per fargli notare Marta.
Lui apre leggermente la bocca per dire qualcosa ma la rinchiude subito dopo:
“ Entrate” dice senza mostrare nessuna emozione.
Marta viene mandata a sistemarsi nella stanza degli ospiti io rimango seduta sul divano di Tony e gli spiego la situazione:
“ Sono un passo a prendere gli assassini di Gibbs” dico finendo la mia spiegazione
“ Tu sei un passo a farti ammazzare!” urla lui
“ Abbassa la voce! Abbiamo già fatto questo discorso e se tu non vuoi aiutarmi bene ma aiuta lei!” dico io alzando leggermente la voce
“ Non sai neanche chi sia!” dice lui alzando sempre di più la voce
“ Si che lo so e comunque ha bisogno di aiuto!” urlo io
“ E’ un’estranea!” urla
“ Non ti riconosco più Tony!” urlo io alzandomi dal divano e andando verso la porta.
Improvvisamente Tony si para davanti a me e mi prende il viso tra le mani. In un secondo sento le sue labbra sulle mie e in meno di un secondo sento spingermi contro il muro.
Il bacio diventa sempre più frenetico e io mi lascio trasportare. Metto le mie mani sui suoi capelli e sento le sue insinuarsi sotto la maglietta. Quando mi accorgo di essere arrivata al limite e di stare per perdere il controllo lo stacco da me con uno spintone:
“ Cosa ti è saltato in mente?” urlo
“ Io ti amo … Zee!” urla lui
“ Stai zitto … ti prego!” urlo io
Lui tenta di avvicinarsi ma io mi allontano altrettanto rapida. La mia testa percepisce che qualcosa non va … Marta.
“ Marta” mormoro
“ Che cosa?” chiede lui
“ Dove è Marta?” chiedo
“ Nella camera degli ospiti” dice lui sorpreso.
In due secondi mi precipito nella camera ma lei è sparita nel nulla. La finestra è spalancata e la stanza è sottosopra.
“ O è scappata o è stata rapita” dico a Tony
“ Dobbiamo andare a cercarla” dice prendendo le chiavi della macchina.

Angolo autrice:
Sicuramente vi siete dimenticati della mia storia! Ero in vacanza e con il cellullare non è semplice aggiornare! Quindi mi scuso e prometto che d'ora in poi cercherò di essere puntuale.
Questo capitolo forse è noiso ma dovevo presentare in qualche modo Marta. Nel prossimo capitolo mi prometto molta più azione e molto più Tiva!
Baci
Ziva4ever

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Capitolo 3
*** Si ha sempre qualcosa per cui vivere ***


“ Dove è Marta?” chiedo
“ Nella camera degli ospiti” dice lui sorpreso.
In due secondi mi precipito nella camera ma lei è sparita nel nulla. La finestra è spalancata e la stanza è sottosopra.
“ O è scappata o è stata rapita” dico a Tony
“ Dobbiamo andare a cercarla” dice prendendo le chiavi della macchina.

   4 ORE DOPO
Stiamo girando in tondo da più di 4 ore ormai ma di Marta nessuna traccia. In macchina c’è un silenzio che mette i brividi … un silenzio irreale.
Improvvisamente sul ciglio della strada vediamo una figura:
“ Fermati” urlo a Tony.
La macchina frena di colpo e io scendo velocemente. La figura è rannicchiata sul bordo della strada bagnata tempestata dalle gocce di pioggia:
“ Marta!?” urlo.
“ Ziva…” sento mormorare.
Mi avvicino lentamente e guardo in faccia la ragazza:
“ Mi spiegheraì tutto a casa” dico aiutandola a tirarsi su.
La accompagno in macchina e poi torniamo a casa:
“ Vi lascio sole” dice Tony appena arrivati.
Lo guardo allontanarsi e poi guardo Marta:
“ Che cosa è successo?” chiedo.
“ Sono scappata” dice lei.
“ Questo mi sembra ovvio ma mi chiedo il perché” dico io quasi urlando.
“ Perché non merito il vostro aiuto!” urla lei lasciandosi cadere per terra.
La guardo piangere per pochi secondi poi mi lascio cadere anche io accanto a lei:
“ Sai so come ti senti” le dico fissando il vuoto davanti a me.
“ No. Non lo puoi sapere” dice lei senza voce.
“ Invece lo so. Anche io ho passato le stesse cose che hai passato tu.  Ho perso tutta la mia famiglia, apparentemente non avevo più motivi per vivere. In una missione in Somalia mi hanno anche violentata. Dopo di quello volevo morire. Però si ha sempre qualcosa per cui vivere” dico.
“ E nel tuo caso cosa è che ti fa vivere?” chiede lei asciugandosi le lacrime dagli occhi.
“ Una persona che amo” dico io imbarazzata.
“ Tony” dice lei.
“ Si” dico io senza voce.
“ E per me quale sarebbe il motivo?” chiede lei ricominciando a piangere.
“ La vendetta. Tu hai qualcosa per cui vivere… vendicare l’uomo che ami” dico io.
“ Lo hai fatto anche tu?” chiede lei.
“ Si. Anche io ho vendicato l’uomo che amavo. Due terroristi Israeliani l’avevano fatto uccidere e l’avevano fatto sembrare un incidente. Si chiamava Aaron. Era diverso dagli altri, non veniva dal mondo da cui venivo io, mi faceva ridere. Dovevamo sposarci, volevamo costruire una famiglia. Però me lo hanno portato via” dico io facendomi scappare delle lacrime dagli occhi.
“ E questa cosa non la sa nessuno, neanche Tony … vero?” chiede lei.
“ Si. Sarà il nostro piccolo segreto” dico alzandomi dal pavimento.
La vedo sorridere e alzarsi:
“ Ora vado… Buona notte” le dico.
“ Buona notte e grazie Ziva” dice lei.
Uscendo dalla stanza mi trovo di fronte Tony:
“ Ciao…” dico.
“ Ciao…” risponde.
“ Io vado a dormire sul divano” dico scostandomi.
“ Possiamo dormire insieme Zee” dice lui accennando un sorriso.
“ No … me gli no” dico camminando verso il divano.
“ Ho sentito tutto” dice lui.
“ Lo amavi. Era l’uomo della tua vita. Ecco perché eviti altre storie” aggiunge con un tono amaro.
“ Già” rispondo io.
Due mani mi afferrano per la schiena facendomi girare. Le sue labbra si posano delicatamente sulle mie e poi più freneticamente. Sento Tony cercare la maniglia della porta di camera sua, sento il letto caldo sotto di me e lui sopra di me. Il resto si cancella e rimaniamo solo noi due, noi due e il nostro amore come sarebbe dovuto essere sempre.
Improvvisamente sento il cellulare che squilla e cerco di liberarmi dalla presa di Tony:
“ Tony … Tony” dico.
“ Lascialo suonare … non rispondere” dice continuando a baciarmi.
Per una volta decido di ascoltarlo anche se solo successivamente scoprirò che forse a quelle chiamate avrei dovuto rispondere…

ANGOLO AUTRICE:
Ok questa volta sono quasi puntuale. Comunqueee riguardo alla storia beh Ziva ha sempre nascosto un pezzo del suo passato, un pezzo della sua vita. Il motivo per cui lei non ha mai più voluto una storia seria ... Aaron... l'uomo che amava e che è stato ucciso. Ziva ha avuto proprio una vita difficile eh!?
Ora mi vorrete letteralmente uccidere per come ho chiuso il capitolo ma vi avverto cosa voleva dire chi chiamava Ziva lo scoprirete molto più avanti!
Però ora aggiornerò molto più spesso quindi non preoccupatevi!
Mi nascondo da qualche parte prima che qualcuno di voi voglia uccidermi!
Baci
Ziva4ever

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Capitolo 4
*** Dimmi che non è un sogno ***


“ Ziva … Ziva sei sveglia?” chiede.
Io faccio finta di dormire però mi vedo. Sono sdraiata sul letto in intimo.
Lo sento avvicinarsi e sedersi sul letto, sento le sue labbra percorrermi tutto il collo. Colta dalle sensazioni apro gli occhi:
“ Allora sei sveglia furbacchiona!” dice scoppiando a ridere.
“ Aaron!” dico io ridendo.
Mi tiro su a sedere e lo guardo in faccia. E’ un bel ragazzo, occhi azzurro ghiaccio, capelli biondi e sguardo dolce:
“ Sdraiati” dice sorridendomi.
Io obbedisco e mi sdraio, lui si sdraia di fianco a me e io gli do le spalle:
“ Se non mi dici cosa ti preoccupa come faccio ad aiutarti” mi dice lui accarezzandomi la spalla.
“ Non posso e lo sai. Partiamo, andiamocene via lontano  e non torniamo più in Israele” dico io.
“ Va bene però prima… “ dice muovendosi.
Improvvisamente mi ritrovo sotto il naso una scatolina vellutata, il mio cuore manca un battito:
“ Aprila” dice lui.
Io la apro lentamente e al suo interno c’è un piccolo anello con una perla:
“ So che non ti piacciono le cose tradizionali però Ziva vuoi sposarmi?” chiede.
“ Si” dico io girandomi verso di lui.
Ci baciamo lentamente e io mi stringo a lui:
“ Dimmi una cosa” dico.
“ Cosa? ”chiede  lui.
“ Non è un sogno … vero?” chiedo con le lacrime agli occhi.
“ E’ tutto vero … Ziva” dice lui baciandomi il volto.
“ Ti amo Aaron” dico.
“ Ti amo anche io Ziva” dice.


Mi sveglio di soprassalto e guardo al mio fianco. Ma l’uomo che dorme con me non è Aaron … è Tony.
Mi accorgo di avere il fiato corto e delle lacrime che mi scorrono lungo le guance. Mi siedo in mezzo al letto aspettando che l’incubo finisca, sperando che Aaron tornasse solo un ricordo.
Improvvisamente sento dei singhiozzi sommessi provenire dalla stanza degli ospiti. Mi alzo velocemente mettendomi una vestaglia e correndo nella stanza a fianco.
“ No!” sento urlare dalla voce di Marta.
Mi avvicino al letto e mi accorgo che sta avendo un incubo, mi accorgo da come si agita nel letto:
“ No! Ti prego, ti prego non lasciarmi, apri gli occhi!” urla più forte.
Capisco cosa sta sognando e decido di svegliarla:
“ Ehi Marta… è solo un incubo. Svegliati” le sussurro dolcemente accarezzandola.
L’ennesimo urlo interrompe il silenzio della notte mentre si sveglia di soprassalto:
“ Ziva” dice singhiozzando.
Mi abbraccia dolcemente, cercando conforto:
“ Ehi, va tutto bene. “ dico io più a me stessa che a lei.
“ Che cosa hai sognato?” le chiedo
“ La morte… del mio fidanzato” risponde lei singhiozzando.
“ Ti va di raccontarmi?” chiedo.
“ Ricordo che era un giorno soleggiato, stavamo andando a prendere i certificati del matrimonio, ci saremmo sposati qui. Lui era salito in macchina io avevo dimenticato il cellullare in casa ed ero tornata a prenderlo. Quando arrivai quasi vicino alla macchina sentii un forte boato che mi buttò per terra dall’altra parte della strada. Io… io non avevo capito subito cosa era successo, quando mi rialzai e cercai la mia macchina vidi un ammasso di cenere. Corsi alla macchina  e cercai lui ma era rimasto solo un mucchietto di cenere” dice ricominciando a piangere.
“ Mi… dispiace” riesco a dire solo io.
“ Tutte le notti sogno l’esplosione e il suo volto e penso che ci sarei dovuta essere io in quella maledetta macchina! Lui è diventato il mio usignolo … mi canta nella notte ma canta canzoni lugubri perché era un innocente” aggiunge Marta.
“ Non è colpa tua” dico io
“ Lo è” dice lei.
“ Non permettere ai sensi di colpa di decidere chi sei. Doveva andare così. Devi imparare a convivere con il dolore e … con il rimpianto” dico.
“ E tu ci sei riuscita?” chiede lei riferendosi a Aaron.
Mi alzo dal suo letto e mi avvio verso la porta:
“ No” dico rassegnata senza guardarla in faccia.
Ritorno in camera da Tony e lo trovo sveglio:
“ Mi sono svegliato e non c’eri” mi dice lui fissandomi.
“ Marta ha avuto un incubo” dico io per scusarmi.
“ Tu … stai bene?” chiede.
“ Si” mento.
“ Ti amo … Zee” dice lui baciandomi dolcemente le labbra.
“ Ti amo anche io” dico ricambio il bacio.
“ Dormiamo ora … domani sarà una giornata lunga” dice.
“ Già” rispondo.
Prima di addormentarmi controllo il cellullare e vedo 63 chiamate perse dal numero di Gibbs. Un nodo alla gola mi blocca il respiro. Il cellulare di Gibbs era sparito la notte in cui lui venne ucciso, sparito letteralmente nel nulla. Qualcuno voleva mandarmi un messaggio.
Mi addormento lentamente cullata dal respiro di Tony e dalle sue mani che mi accarezzano le braccia.
Mi risveglio di colpo alle 8 del mattino e mi accorgo che Tony è già andato al lavoro:
“ Ciao Zee. La colazione la trovi pronta sul tavolo. Ti amo” dice un post-it lasciato sul mio comodino.
La porta della camera si apre lentamente e io sfioro la pistola che tengo sempre sotto il cuscino ma è solo Marta:
“ Buongiorno Ziva” dice timidamente.
“ Buongiorno” dico io alzandomi e andandole incontro.
“ Devo chiederti un favore” dice ancora più timidamente
“ Dimmi” dico io sorridendomi.
“ Mi porteresti al cimitero dei caduti militari. Lì è sepolto il mio fidanzato” dice asciugandosi le lacrime.
“ Si” dico con un groppo alla gola.
  2 ORE DOPO
Ho portato Marta dove mi aveva chiesto e l’ho lasciata davanti alla tomba della persona che amava mentre io vado sulla tomba di Aaron.  Nevica e tutto il cimitero è comparso di neve come il giorno in cui l’ho sepolto.
Mi inginocchio sulla tomba con una voragine nel petto mentre il flashback della sua morte mi ritorna nella mente…

ANGOLO AUTRICE:
Ok... mi vorrete letteralmente uccidere. Io avevo avvisato che questa storia è diversa dalle mie altre. La storia di Aaron è tragica e credo che con Tony si sistemerà tutto quando ... no anticipo troppo lo scoprirete più avanti. E per le telefonate lo so sono stata cattiva a non dire subito chi chiamava ma un po' di angst fa sempre bene!!
PS. Venerdì parto per le vacanze quindi sicuramente fino a mercoledì non aggiornerò!
Baci
Ziva4ever
 

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Capitolo 5
*** Nulla è per sempre ***


Era una calda giornata di agosto, i genitori di Aaron ci avevano prestato la casa sulla spiaggia in California.
Avevamo fatto un lungo viaggio ed era la mia prima volta in America.  Mancava una settimana al nostro matrimonio.
Quella notte avevamo fatto l’amore ma quando mi svegliai non lo trovai di fianco a me. Mi alzi lentamente con il sorriso sulle labbra e sul letto trovai un biglietto:
“ Amore sono andato a fare una passeggiata sulla riva del mare. Non volevo svegliarti. Raggiungimi.
Ti amo.”.
Volevo raggiungerlo, volevo andare da lui. Mi vestii in fretta e corsi sulla spiaggia.
A pochi metri di distanza dalla riva , immerso nell’acqua del mare vidi il suo corpo.
Era immerso a testa in giù nell’acqua:
“ Dio, ti prego no!” urlai correndo.
Lo raggiunsi e lo tirai fuori dall’acqua provando a sentirgli il battito del cuore, ma era troppo tardi.
Lo guardai in volto. Era pallido e con un piccolo sorriso stampato sulle labbra, i suoi vestiti erano sporchi di sabbia e le sue dita sporche di sangue come se avesse lottato contro qualcuno. Iniziai a piangere:
“ No!” urlai verso il cielo.
Ero impazzita dal dolore:
“ Aaron svegliati!” urlai singhiozzando.
Lo afferrai per la maglietta dandogli un lieve scossone:
“ Svegliati Aaron … ti prego!” continuavo ad urlare.
Mentre urlavo i miei occhi si rivolsero al cielo che continuava a scaldarsi e improvvisamente sotto quel sole cuocente iniziò a piovere, per me pioveva sangue.
Stringevo convulsamente la sua maglietta mentre le lacrime si inseguivano sul viso:
“ Aaron, per favore, svegliati! Dannazione svegliati! Io ti amo!” urlai al cadavere.
Ma non servì a nulla. Lui era morto.
Affondai il viso nel suo petto e afferrai il suo corpo inerte, tentando di impedire che tornasse ad afflosciarsi:
“ Dio mio, Aaron…” sussurrai al nulla.
Mi chinai sul suo volto senza vita e lo baciai con tenerezza e disperazione.  Lo baciai a lungo e poi corsi via … lontano dal cadavere con il viso devastato dal dolore.
Non andai al suo funerale, non gli dissi addio … non ero abbastanza coraggiosa.
Giorni dopo, tornata in Israele, mio padre mi chiamò nel suo ufficio:
“ Ziva … parti per una missione in America” disse neutro.
“ Papà… vorrei riposarmi un po’… ho appena perso la persona che amavo” dissi senza voce.
“ Non devi mostrare debolezza Ziva!” disse lui alzandomi di scatto dalla sedia.
“ Ma papà” provai a ribattere io.
“ L’anello che Aaron ti aveva dato per te rappresentava un per sempre?” chiese lui.
Io non risposi, mi limitai a chinare la testa:
“ Lo prendo come un si. Beh ti illumino… nel nostro mondo nulla è per sempre” disse glaciale.
Quel giorno parti per l’America mentre nel viaggio la morte dell’uomo che amavo si ripeteva come un film insieme alle parole di mio padre … nulla è per sempre.

Sono passati 12 anni dalla morte di Aaron e io dopo 12 anni sono qui sulla sua tomba a piangerlo.
Prendo la borsa e tiro fuori l’anello che mi aveva dato Aaron anni prima e lo appoggio sulla sua tomba:
“ Il nostro era un per sempre” dico.
Improvvisamente sento qualcuno dietro di me … appoggio la mano sulla pistola e mi volto di scatto…  Tony.
“ Ciao” mi dice.
Io rimango pietrificata:
“ Da.. quanto tempo sei lì?” gli chiedo.
“ Da abbastanza per vedere quanto lo amavi” dice lui.
Io mi alzo dal terreno e chino la testa:
“ Ziva … guardami” dice Tony alzandomi il mento.
Io lo guardo negli occhi, occhi che mi ricordano Aaron, occhi che amo. Tony è l’unica persona che amo quanto amavo Aaron, è l’unica persona capace di chiudere la voragine che lui ha lasciato:
“ Cosa?” dico.
“ So che lo amavi e che lo ami ancora… ma so anche che ami me” dice sorridendo.
Ci abbracciamo davanti alla tomba dell’uomo che amavo, ci abbracciamo perché quel nulla è per sempre è una bugia.
Le sue labbra sfiorano delicatamente le mie e mi mette un braccio intorno al collo:
“ Andiamo a casa” mi dice quando finisce di baciarmi.
Ma… uno sparo.

ANGOLO AUTRICE:
Eccomi tornata dalle vacanze! Al mare si stava meglio ma non potevo aggiornare!! Venerdì si ricomincia al Liceo... fantastico!
Comunque questo capitolo l'ho dedicato un po' di più a Ziva e Aaron perchè volevo raccontare la loro storia ... credo che qualcuno di voi stia progettando una seria vendetta per la tristezza del capitolo e anche per come l'ho finito!
Baci
Ziva4ever

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Capitolo 6
*** Vicolo cieco ***


Sento qualcosa di freddo sotto di me e muovo la mano libera e mi accorgo che si tratta di neve. Sopra di me c’è Tony… deve avermi buttata a terra per ripararmi dagli spari.
Mi accorgo di aver chiuso gli occhi per lo spavento quindi li riapro lentamente.  Aprendo gli occhi mi accorgo che il terreno e la mia mano non sono sporchi solo di neve ma anche di sangue.
Mi tocco leggermente il corpo per verificare se io sia ferita ma non noto nessun particolare strano … il sangue non è mio.
Un pensiero mi sfiora la mente …. Tony.  Non posso perdere anche lui, non voglio perdere anche lui.
Il suono degli spari è sparito:
“ Tony…” mormoro.
“ Ziva stai bene?” risponde ad alta voce lui.
Io tiro un sospiro di sollievo… è vivo.
“ Si..” dico mentre sento il suo corpo sollevarsi dal mio.
La sua mano mi tira su da terra e io noto la sua spalla. La maglietta è forata e sporca di sangue:
“ Oh mio Dio… sei ferito!” dico strappandomi un pezzo di maglietta per fasciargli la ferita.
“ E’ solo un graffio Ziva … non è nulla” dice lui toccandosi una spalla.
Improvvisamente sentiamo delle urla e solo allora mi ricordo della persona che c’era con noi al cimitero… Marta:
“ Dio… Marta!” dico quasi urlando  a Tony.
Lui mi prende per un braccio e mi trascina dalla parte in cui provengono le urla.
Marta è seduta sulla neve morbida con lo sguardo vacuo, assente. 
Io mi siedo lentamente vicino a lei e la strattono delicatamente per un braccio:
“ Marta” sussurro.
Lei non si muove ma sussurra un nome, il nome scritto sulla lapide e poi inizia a piangere.
Tony la prende delicatamente di peso in braccio e andiamo insieme in macchina … le avremo parlato a casa.
Il silenzio che c’è nella macchina e macabro:
“ Abbassati Ziva!” urla Tony ad un tratto.
“ Perché?” chiedo spaventata.
“ Ci stanno seguendo” dice lui.
Io, cercando di non farmi notare, guardo alle nostre spalle… una sub nero ci sta alle calcagna e a bordo sembrano essere quattro uomini.
I ricordi si impossessano della mia mente fino a riportarmi a Berlino, quando Bodnar ci aveva seguito e poi avevamo fatto quell’incidente dove credevo di aver perso tutto.
Improvvisamente uno scossone mi fa tornare al presente:
“ Ziva che cosa è successo?” urla Marta che si è ripresa dallo shock.
Io sono ancora frastornata ma noto che la nostra macchina è ferma … Tony risponde al posto mio:
“ Ci hanno bucato le gomme … e ora ci stanno circondando.” dice guardandosi intorno.
Tony prende dalla tasca la pistola e scende lentamente dalla macchina mentre l’urlo di Marta sovrasta tutto il resto:
“ Mi si sono rotte le acque!” urla aggrappandosi al mio braccio.

ANGOLO AUTRICE:
Ok questo capitolo è un po' corto ma per via della scuola riesco ad aggiornare molto lentamente e in più sono anche a corto di idee quindi come avrete notato non sarò puntuale ad aggiornare e non vi assicuro neanche capitoli lunghi.
Comunque l'angst finale come sempre non manca!
Alla prossima
Baci
Ziva4ever

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Capitolo 7
*** Uguaglianze ***


~~11 anni prima
“ Devo dirglielo, devo dirglielo!” la mia testa continuava a cantare questo motivetto incessante ma io non sapevo come fare.
Era una giornata tremendamente calda e il mio pancione cresceva ogni giorno che passava e io non vedevo Aaron da 4 mesi.
Avevo paura, non sapevo se era pronto a diventare padre ma pensavo che se era pronto a sposarsi sarebbe stato pronto anche per una cosa del genere… o almeno speravo.
Gli avevo chiesto di vederci vicino a un lago per raccontagli la verità e spiegargli perché da un po’ non rispondevo nemmeno alle sue chiamate.
Passarono ore ma non arrivava, stufa decisi di andare a casa a riflettere e proprio mentre camminavo trovai il suo cadavere.
Iniziaì a urlare e poco dopo mi accorsi di perdere sangue… non riuscivo a capire.
Non so cosa successe dopo … ma mi ritrovai in una stanza di ospedale con un medico di fianco:
“ Ziva abbiamo una brutta notizia da darle” disse il dottore.
Io mi toccai il rigonfiamento sulla pancia ma mi resi conto che era sparito… così capi:
“ Dottore… non è quello che penso…” dissi iniziando ad ansimare.
“ Ziva… lei ha perso il bambino” sputò fuori il medico.
Il mio cuore perse i battiti e gli altri sono solo lacrime.
 PRESENTE
Il flashback mi attraversa la mente mentre Marta urla e Tony scende dall’auto.
Non so come usciamo da quella situazione ma so che due ore dopo  siamo in ospedale:
“ Ziva… Ziva… non lasciarmi!” dice Marta mentre la portano in sala parto.
I medici la rinchiudono dentro un’enorme portone e io rimango a fissarla impotente.
“ Ziva David?” chiede un medico uscendo dalla sala.
“ Sono io” dico.
“ Marta vuole lei in sala parto con lei” dice lui.
Il mio viso diventa pallido… ma le mie gambe si muovono da sole mentre la mia testa lotta contro un crollo nervoso. Poche ore dopo nasce Sam… e Marta muore.

ANGOLO AUTRICE:
Ok...ok... è tantissimo che non mi faccio vedere e che non aggiorno Revenge e mi dispiace ma la scuola quest'anno è tremendamente pesante  e ho poco tempo per scrivere.
Mi dispiace anche che il capitolo non sia il massimo è che sia corto ma putroppo è quello che sono riuscita a fare!
Baci
Ziva4ever

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