Sisters

di piumetta8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Le manine paffute di Amanda erano pasticciate di tutti i colori dell'arcobaleno. Una stringeva quella forte e calda del generale Holden mentre l'altra proteggeva gli innumerevoli disegni che la sera prima aveva realizzato per la mamma.

Alla vista di Claudia Joy, i codini sghembi della bambina (Michael Holden era un ottimo padre ma un pessimo babysitter) ondeggiarono mentre la testa di Amanda si piegava di lato, curiosa.

La stanza d'ospedale era abbellita da numerosi palloncini dalle forme strane (la piccola Amanda si sarebbe divertita un mondo a giocarci), da fiori rosa e confettini e dolcetti dalle stesse tinte pastello.

Vicino al letto di Claudia Joy c'era una culla. Amanda vi si avvicinò con soggezione mentre Michael la spingeva teneramente a farsi avanti.

Dopo essere salita ginocchioni di fianco alla mamma ed essere stata ritemprata dal suo abbraccio carico di amore, Amanda finalmente si decise a studiare la nuova arrivata.

Un piccolo ciuffo biondo incorniciava il visino roseo e una manina minuscola stretta in un pugnetto era tutto ciò che spuntava dalla copertina ricamata.

"Vuoi prendere in braccio la tua sorellina, Amanda?"

Chiese Claudia Joy prendendo la neonata per cullarla. La bambina assentì con la testa.

"Bene. Siediti bene, tienile una manina dietro la schiena e una sotto la testa. Ti aiuterà la mamma."

Quando finalmente ebbe la piccola tra le braccia, Amanda sorrise orgogliosa.

"Amanda questa è tua sorella Emmalin!"

Disse Michael Holden, visibilmente commosso.

"Ciao Emmalin, io sono Amanda. La tua sorella maggiore."

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Capitolo 2
*** 2 ***


Emmalin Jane Holden era una bambina testarda e forte. Aveva iniziato a gattonare da poco e fatto innumerevoli tentativi per reggersi in piedi da sola.

Era caduta un numero infinito di volte ma, senza scoraggiarsi o frignare, si era aggrappata alle pareti del suo box e aveva riprovato.

Amanda spiava affascinata ( e pronta ad intervenire qualora Emmalin non ce l'avesse fatta da sola) le giornaliere conquiste della sorellina.

La piccola di casa sembrava aver attirato le attenzioni di tutti e la dolce Amanda, sentendosi messa da parte, iniziava a covare una competitiva gelosia.

Finalmente il giorno del suo quarto compleanno, agghindata con il suo più bel vestitino e con il sole del South Carolina ad illuminarle i lunghi capelli neri, si sentiva di nuovo la principessina di mamma e di papà.

I palloncini, i regali, gli auguri, le attenzioni, la festa, la torta: tutto sarebbe stato per lei in quel giorno speciale.

Stava giocando ad acchiapparello con altri bambini nel giardino dove era stato organizzato il party quando si arrestò di colpo richiamata dai gridolini festosi di Claudia Joy. E allora vide Emmalin muovere i suoi primi, incerti passi.

La mamma la teneva per mano ma la piccola sembrava voler fare da sola.

Amanda corse incontro alla sua famiglia e dinnanzi a quella scenetta si fermò con le mani dietro la schiena.

"Perché non prendi Emmalin per mano, Amanda? Tua sorella ha bisogno anche del tuo aiuto sai?"

E, nonostante la sua festa fosse passata ormai in secondo piano, ad Amanda non dispiaceva. Si sentiva importante lo stesso.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Da quando Emmalin aveva iniziato ad emettere gorgoglii sempre più comprensibili sia Michael che Claudia Joy erano in brodo di giuggiole.

I due genitori erano entusiasti di quei "mam-ma" e "pa-pà" sillabati dalla loro ridente secondogenita.

Emmalin, infatti, era una bambina solare e sempre allegra. Non piangeva e non si indispettiva quasi mai..

Amanda, invece ,era irritata dal fatto che la sorellina stesse imparando i nomi di tutti meno che il suo.

Solo una cosa impauriva Emmalin: la divisa verde oliva del generale Holden. Quando lo vedeva nel suo ruolo di soldato Emmalin, pensando forse a un personaggio cattivo dei cartoni animati, si metteva a piangere.

Quel giorno era scoppiata in un pianto senza freno che né Michael, né Claudia Joy riuscivano a calmare.

Vedere i grandi sul punto di arrendersi sembrò buffo ad Amanda. Si avvicinò alla sorellina e si accucciò accanto a lei.

"Papà deve andare a lavorare. Anche se sembra una foglia gigante vestito così."

Le sussurrò all'orecchio. Quel piccolo segreto, che Claudia Joy non riuscì mai a carpire, tra sorelle ebbe il potere di calmare Emmalin all'istante e di portarla a mostrare i suoi primi dentini in un riso divertito.

Poi la piccola allungò la sua manina paffuta a carezzare la guancia di Amanda, come tante volte aveva visto fare alla mamma.

"Mia!"

A modo suo aveva chiamato Amanda per la prima volta.

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Capitolo 4
*** 4 ***


La giornata soleggiata, il mare in bonaccia e le vocine canterine delle sue bambine che intonavano filastrocche facevano sentire Claudia Joy piena di felicità, nonostante la separazione forzata da Michael.

Il generale Holden era partito per una nuova, l'ennesima, missione. Questa volta, invece di aspettarne trepidante e impaziente il ritorno a casa, Claudia Joy aveva deciso di approfittare delle vacanze di primavera, di prendere le bambine con sé e di trascorrere una giornata al mare.

"Eccoci arrivate piccole. Potremmo pranzare sulla spiaggia e fare numerosi giochi insieme!"

Annunciò la mamma prendendo la manina di Emmalin e badando che Amanda non scorrazzasse di qua e di là prima che lei la perdesse di vista.

"Possiamo fare il bagno mamma?"

I trepidanti occhi azzurri di Amanda tradivano tutta l'impazienza nell'avere una risposta positiva.

"No tesoro, l'acqua è ancora fredda in questo periodo dell'anno. Sarà per la nostra prossima gita!"

La bambina sembrò delusa mentre Emmalin era più interessata a coccolare il suo orsacchiotto. Poi l'espressione corrucciata di Amanda mutò in un largo sorriso quando scorse un luna park poco distante.

"Mamma ti prego, ti prego. Possiamo?"

Claudia Joy si sistemò gli occhiali da sole e si lasciò trascinare da quell'esuberanza fanciullesca.

"Va bene, va bene. Senza correre e dovrete comportarvi bene. Entrambe."

Sembravano delle regole accettabili.

Dopo essersi divertite con le varie attrazioni del parco giochi, le bambine furono attirate da un chiosco. Poco dopo camminavano insieme a Claudia Joy con una soffice nuvola di zucchero filato ciascuno.

Presto i lunghi capelli di Amanda si impigliarono in quella matassa appiccicosa.

"Mamma i miei capelli . Liberami."

Iniziò a piagnucolare mentre Claudia Joy cercava una soluzione ed Emmalin sembrava più divertita che preoccupata dell'inconveniente. (Del resto lei aveva avuto la fortuna che la mamma la pettinasse con un'ordinata treccia quella mattina).

"Dovremmo tagliare questa ciocca Amanda. Andiamo in macchina, devo avere un paio di forbicine."

Prese Amanda per mano ed Emmalin (che continuava a mangiare placidamente) in braccio e si diressero verso la vettura.

Quando finalmente i capelli di Amanda furono liberati da quell'impasto appiccicoso, Emmalin li afferrò e li tirò indietro come se volesse pettinarli.

"Ti faccio la coda. Così non combini più guai!"

Disse seria facendo scoppiare in una sincera e spontanea risata sia Amanda che Claudia Joy.


*******

Grazie a chi segue le mie storie.

Grazie ad Harryet per le sue recensioni.

Auguri a tutti per un felice 2015.

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Capitolo 5
*** 5 ***


La mamma aveva preparato una delle sue squisite torte per dare il benvenuto ai nuovi vicini di casa. Il fatto che gli Sherwood avessero un figlio dell'età di Amanda aveva incuriosito non poco le piccole Holden.

"Ti fidanzerai con lui? Con questo bambino che si chiama come la foresta di Robin Hood?"

Emmalin non faceva che incalzare la sorella da quando mamma e papà non facevano che ripetere che presto una nuova famiglia sarebbe venuta ad abitare nel loro quartiere.

"Certo che no, stupida! E poi quello è solo il cognome, non si chiama come una foresta!"

Tuttavia Amanda non aveva potuto non fantasticare sul nuovo compagno di giochi che avrebbe avuto da lì a poco.

Sarebbe stato un bambino allegro o antipatico?

Sarebbero andati d'accordo?

Finalmente il momento di conoscere Frank, Denise e, soprattutto, Jeremy venne quando il colonnello Sherwood invitò il suo superiore con tutta la famiglia a cena da loro.

I due militari erano stati insieme, di stanza, a Fort Carson e si conoscevano ormai da diverso tempo.

I bambini avevano lasciato i grandi ai loro discorsi e se ne erano andati a giocare in giardino. Emmalin aveva trovato un grosso bastone e fingeva fosse una mazza da hockey mentre Amanda era più interessata a studiare Jeremy.

"Da grande sarò una brava giocatrice. La più famosa giocatrice d'America!"

Diceva entusiasta Emmalin.

"Io invece farò il soldato. Come il mio papà!"

Rivelò Jeremy lasciando dubbiosa la piccola Emmalin.

"Sarai anche tu una grossa foglia? Amanda hai visto che non era stupido dire che ha il nome di una foresta?"

Jeremy guardò interrogativo le sorelle Holden finché la maggiore si avvicinò al piccolo Sherwood e ad Emmalin.

"Lasciala perdere, mia sorella dice cose strane."

Jeremy si strinse nelle spalle.

"E tu Amanda, tu cosa vuoi fare da grande?"

Amanda provò una strana sensazione nel vedere quel sincero interesse verso di lei. Arrossì lievemente e poi disse:

"Voglio fare l'avvocato. Come la mia mamma!"

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Capitolo 6
*** 6 ***


Claudia Joy era corsa in farmacia, con quel misto di emozione e di sincera preoccupazione, che aveva manifestato anche quando era accaduto a lei.

Ad Amanda era bastata un'occhiata d'insieme al soggiorno per capire: il blister degli analgesici vuoto sul tavolino, il tazzone dal quale fuoriusciva il fumo della tisana bollente, la coperta sotto la quale era rannicchiata sua sorella.

Ai passi impercettibili di Amanda, Emmalin aveva voltato appena la testa: aveva il viso pallido schiacciato contro i cuscini e i morbidi capelli castani aggrovigliati sul bracciolo della poltrona sulla quale era distesa.

Amanda le aveva sorriso e le aveva depositato un bacio in fronte poi, senza parlare, era corsa in cucina.

Era tornata poco dopo con la borsa dell'acqua calda e l'aveva premuta contro la pancia della piccola di casa.

"Essere donna fa schifo!"

Aveva sentenziato Emmalin con tono recriminatorio, tirandosi su a sedere.

Amanda si era stretta nelle spalle.

"Ti ci abituerai. Non fa tanto schifo quanto pensi tu!"

"Io non ho bisogno di queste per giocare ad hockey!"

Emmalin aveva indicato i suoi seni, la cui rotondità appena accennata era annullata quasi del tutto dal pigiama informe.

"Dimmi cosa c'è di bello nell'essere donna?"

"Puoi piangere ogni volta che vedi un film senza vergognartene, puoi mettere il rossetto senza che papà ti guardi di sottecchi, puoi baciare i ragazzi e..."

Amanda aveva scosso leggermente la testa facendo ondeggiare i lunghi capelli raccolti in una coda.

"E potrai rubarmi i vestiti tutte le volte che vorrai senza che io mi arrabbi!"


****** ****

Grazie ad Harryet per la pazienza con cui segue questa raccolta e ne aspetta gli aggiornamenti ;)

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Capitolo 7
*** 7 ***


Era rincasata con ancora addosso la divisa di cheerleader. Prima la scuola, poi gli allenamenti e, infine, era andata con la mamma in ospedale a far visita a Pamela poiché i suoi gemellini erano venuti al mondo in fretta e in maniera rocambolesca.

Aveva tante novità da raccontare ad Amanda.

Emmalin lasciò cadere lo zaino all'entrata e corse di sopra, in camera della sorella.

"I bambini di Pamela sono adorabili. Che triste pensare che non li crescerà lei. Ah forse verranno a stare per un po' da noi, lei e i piccoli. Sai com'è la mamma: dove c'è bisogno lei non si tira mai indietro. Chissà se dovrò cedergli la mia camera..."

Emmalin, eccitata e un po' in ansia per gli imminenti seppur temporanei cambiamenti, aveva parlato senza sosta, come un fiume in piena.

Amanda non si era scomposta: era rimasta sdraiata sul suo lettino, stringendo al petto un cuscino a forma di cuore.

Aveva uno strano sorriso stampato in faccia e un'espressione ebete, trasognante.

"Stai bene?"

Aveva chiesto Emmalin un po' preoccupata. Allora, inaspettatamente, Amanda si era tirata su e aveva stretto le braccia attorno al collo della sorella in un abbraccio pieno.

"Oh Emmalin...Sono innamorata!"

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Capitolo 8
*** 8 ***


Amanda l'aveva combinata grossa e anche se le ragioni per le quali aveva protestato erano nobili e le facevano onore, aveva rischiato di mettere nei guai suo padre e di compromettere la sua ammissione al college.

Il generale Holden le aveva fatto una bella lavata di capo e aveva voluto che anche Emmalin fosse presente affinché quelle situazioni spiacevoli non si verificassero mai più in famiglia.

Emmalin aveva ascoltato in silenzio e annuito seduta accanto alla sorella sul divano ma, poi, si era pentita per non aver difeso Amanda.

Ormai era notte fonda e lei non riusciva a dormire. Decise di alzarsi e andare a bere un bicchiere di latte. In corridoio vide la luce ancora accesa nella stanza di Amanda e decise di bussare.

Forse si aspettava di trovare la sorella maggiore in lacrime, con la testa sotto il cuscino, così fu piacevolmente sorpresa di vederla occupata al computer.

"Entra pure sorellina! Sto facendo questi cd da mettere nei pacchi da inviare in Medio Oriente. Manterranno i nostri soldati Rock and Roll!"

Emmalin prese, svogliatamente, una copertina in mano.

"Musica anni '70?"

Amanda si strinse nelle spalle come a voler mettere le mani avanti e giustificare quella scelta non propriamente sua.

Ad Emmalin venne da ridere.

"Beh alla Saint Albany saranno orgogliosi di te. Almeno se indosserai la divisa della scuola mentre aiuti la mamma nella sua distribuzione a Fort Marshall non verrai arrestata di nuovo!"

Anche per Amanda, orami, quella spiacevole situazione nella quale si era cacciata era diventata un'esperienza di vita ed era pronta a riderci sopra.

"Potrei indossare la divisa mentre domani andiamo al cinema insieme. Papà non avrà niente da obbiettare se esco con te...Sa che mi tieni fuori dai guai!"

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Capitolo 9
*** 9 ***


Solo quando si erano ritrovati stretti tutti e quattro, fuori dall'ufficio di Roland, Amanda ed Emmalin avevano capito che il peggio era passato.

Che la loro mamma non era più in pericolo. Che il sottoposto che l'aveva tenuta in ostaggio era stato colpito da un cecchino e l'incubo era finito.

Tuttavia le ragazze erano tornate a casa con le gambe ancora tremanti nonostante i baci di cui le aveva riempite Claudia Joy e le carezze rassicuranti di Michael.

Prima la mancanza di notizie di Frank Sherwood e il terribile sospetto che il padre di Jeremy fosse morto in missione e, adesso, il pericolo che aveva corso la loro mamma.

A fine giornata le ragazze Holden erano crollate in lacrime una tra le braccia dell'altra.

"Oggi la mamma...sarebbe...Beh sarebbe potuta andare diversamente!"

Aveva gemuto Emmalin, rabbrividendo al solo pensiero.

"Non pensarci. La mamma sta bene: questo è l'importante!"

Ma la piccola di casa, forte delle ultime esperienze, sapeva quanto la vita fosse precaria e come potesse cambiare all'improvviso.

Si era staccata da sua sorella e aveva sollevato il mignolo a mezz'aria come faceva sempre, da bambina, per suggellare una promessa con Amanda.

"Promettimi che tu non mi lascerai mai, Amanda!"

La maggiore aveva sorriso, forse anche un po' deriso quelle paure che le sembravano esagerate, ma alla fine aveva incrociato il suo mignolo con quello di Emmalin.

"Te lo prometto, scema!"

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Capitolo 10
*** 10 ***


"Non si può decidere chi amare, Amanda. Succede e basta."

Le parole della mamma le sembravano profetiche e vere mentre si aggirava per casa Holden addobbata da coccarde rosse, bianche e blu e da bandierine a stelle e strisce. Claudia Joy, forte della sua esperienza come moglie di un veterano, aveva dato il meglio di sé pe organizzare le celebrazioni del 4 luglio nel migliore dei modi. In maniera impeccabile come sempre.

"Io non sposerò mai un soldato!"

Amanda ripensava alla sua affermazione che, poche ore prima, aveva portato a quella confidenza con sua madre. Che buffo: lei aveva appena baciato un soldato. Aveva appena baciato Jeremy.

E, ora, camminava a mezzo metro da terra.

Con il cuore che le batteva forte, forte nel petto raggiunse gli altri in giardino. Emmalin aveva allestito un piccolo palco sul quale i bambini si sarebbero esibiti in "The star. Spangled Banner" e aveva appena presentato i piccoli artisti al pubblico entusiasta e patriottico.

Amanda avvicinò sua sorella e la prese per mano.

"Devo parlarti. Mi è successa una cosa bellissima!"

Anticipò soltanto per poi andare a prendere posto vicino ai genitori, dopo aver lanciato uno sguardo raggiante a Jeremy.

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Capitolo 11
*** 11 ***


"Il tempo per uscire con Jeremy Sherwood però lo trova!"

Emmalin si era pentita immediatamente per quella frase infelice che aveva insospettito i suoi genitori.

Era salita in camera della sorella ad usare i suoi trucchi solo perché, negli ultimi tempi, sentiva che Amanda si stava allontanando da lei e le mancava dannatamente sua sorella. Non doveva metterla nei guai con Claudia Joy ma dalla reazione di sua madre capì di esserci riuscita benissimo.

Spifferando il segreto di Amanda si era comportata come una bambina dispettosa e, forse, aveva perso la fiducia dell'altra ragazza.

Sua sorella non le avrebbe raccontato più niente. Più niente dei suoi amici, delle sue esperienze, di quella storia d'amore che sembrava coinvolgerla così intensamente.

"Stupida!"

Si disse Emmalin guardandosi nello specchio a muro in camera della sorella per poi aggiungere:

"Perdonami Amanda!"

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Capitolo 12
*** 12 ***


Da quando era tornata dalla base militare di Fort Marshall, Amanda aveva uno strano luccichio negli occhi.

Aveva un'espressione di estasi che Emmalin non gli aveva mai visto quando erano andate in quel campo di uomini in uniforme a trovare il loro papà.

Erano stati giorni di tensione sia in casa Holden che in casa Sherwood da quando Frank aveva litigato e scacciato suo figlio e la costante inquietudine del non sapere dove Jeremy si fosse andato a cacciare aveva quasi fatto impazzire Denise.

E aveva messo Amanda in una posizione molto scomoda: era stata presa tra due fuochi. Da un lato la promessa di mantenere il segreto con Jeremy, dall'altra le suppliche di una madre disperata.

All'inizio l'intraprendente ragazza era stata coerente alla promessa fatta a Jeremy e, nonostante le insistenze dei genitori e il nervosismo degli Sherwood, non aveva detto parola. Nemmeno ad Emmalin che le aveva giurato di saper mantenere un segreto.

Alla fine, però, era stata lei a portare Denise da Jeremy e a far riabbracciare madre e figlio.

Ora sapeva di essere molto più simile a Claudia Joy di quanto potesse sospettare: anche lei si era innamorata di un soldato (dal momento che Jeremy aveva deciso di arruolarsi). Ed aveva amato per la prima volta...

"Tu sai mantenere un segreto, vero sorellina?"

Aveva detto, rientrando, alla giovane Emmalin prendendole le mani nelle sue. Emmalin aveva annuito, contenta che sua sorella si fidasse nuovamente di lei.

"Giuro! Perché sei così felice?"

Amanda sorrise, un sorriso a trentadue denti, poi si avvicinò ad Emmalin e le sussurrò nell'orecchio.

"Ho fatto l'amore per la prima volta...Con Jeremy. Io lo amo...adesso ne sono sicurissima!"

Si sentiva un po' più donna, un po' più completa.


******* *******

Un grazie infinito ad Harryet per la sua costante presenza e per il suo affetto!

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Capitolo 13
*** 13 ***


Il papà a pescare, le tranquille escursioni lungo i laghi e loro due a rimpinzarsi di pancake grondanti di sciroppo d'acero e a ridere complici.

Erano sempre state così le loro vacanze, quelle estati trascorse in Vermont.

Essere uniti, compatti tutti e quattro, dava ad Emmalin la rassicurante e statica stabilità di famiglia. Non poteva credere che Amanda fosse pronta a fare a pezzi quella tradizione di famiglia, a ribellarsi, a crescere.

Aveva proposto di restare a casa di Denise per quelle due settimane ma Claudia Joy non se l'era sentita di lasciare la sua primogenita da sola a Charleston e aveva deciso di restare anche lei.

Per la prima volta, Amanda aveva "sfasciato" la famiglia ed Emmalin non poteva perdonarglielo. Le aveva tenuto il broncio per qualche giorno ma quando si erano ritrovate di fronte, al momento dei saluti, con le valigie sue e di Michael già pronte, la canna da pesca, i pantaloncini corti e il cappellino da baseball, Emmalin non aveva resistito.

"Divertiti anche per me sorellina!"

Le aveva detto Amanda. Emmalin l'aveva abbracciata forte e aveva replicato in un sussurro appena percettibile dai genitori:

"Ci proverò. Anche se il Vermont non è New York!"


*****

Come sempre un grazie di cuore ad Harryet che non mi fa mai mancare il suo parere sulle mie storie^^

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Capitolo 14
*** 14 ***


Amanda era tramortita: prima il terribile sospetto, durato meno di un secondo, che Michael non fosse suo padre. Il suo padre biologico.

Poi l'ipotesi, ancora più crudele, che sua madre fosse un'assassina. Un'assassina inconsapevole o incolpevole.

Adesso, finalmente, con la mano stretta a quella di Emmalin, la verità.

La sua diffidenza, i patemi nel dubbio di non conoscere affatto i suoi genitori, erano solo colpa della malalingua, dell'invidia di Lenore Baker.

Quella donna aveva agito con cattiveria, cercando di sfasciare la famiglia Holden che, invece, si era ritrovata più unita che mai.

Dopo aver rivelato il segreto della sua adolescenza, la vera causa che l'aveva costretta a ritirarsi da Harvard, Claudia Joy sentiva il suo cuore alleggerito.

Amanda ed Emmalin si erano guardate negli occhi per un breve secondo nel quale avevano capito di essere grandi e mature, di essere responsabili. Di essere il sostegno indispensabile di mamma e di papà.

"Io credo in te mamma!"

Aveva sentenziato alla fine Amanda, slanciandosi in un abbraccio sincero verso Claudia Joy.

"Anche io!"

Si accodò Emmalin, cingendo la mamma e la sorella. I suoi mentori, le sue amiche più fidate.

La sua famiglia.

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Capitolo 15
*** 15 ***


Casa Holden era in subbuglio: quel tumultuoso andare su e giù per le stanze era dovuto al fatto che la partenza di Amanda per il college era, ormai, imminente.

Harvard! La piccola Holden era diventata una donna, soprattutto dopo quel falso allarme, quella gravidanza inattesa che avrebbe potuto scombussolare tutti i suoi piani.

Si sentiva leggera e, al contempo, malinconica nello stringere in abbracci affettuosi i suoi cari, nel lasciarsi alle spalle un pezzetto di sé, della sua adolescenza, per intraprendere quella nuova strada che l'avrebbe fatta diventare grande sul serio.

Il commiato da suo padre era stato teneramente struggente ma era stato al momento di salutare Emmalyn che il cuore di Amanda aveva sanguinato.

Scambiò uno sguardo con Claudia Joy che l'avrebbe accompagnata fino a Cambridge e chiese, tacitamente, ulteriore tempo. Tempo per restare da sola con la sua sorellina.

Emmalyn non aveva resistito e quando Amanda l'aveva serrata nel suo abbraccio soffocante di puro amore fraterno, era scoppiata in lacrime.

"Promettimi che telefonerai tutte le sere. Promettimi che tornerai non solo a Natale, che farai di tutto per illudermi che ci sei ancora anche se ti trovi in un altro stato. Promettimi che non ci allontaneremo, che sarai sempre la mia sorella maggiore, rompiscatole ed indispensabile. Quella che posso svegliare anche alle tre di notte semplicemente per parlargli di un ragazzo che mi piace..."

Emmalyn aveva aperto il suo cuore sincero, sottolineando quella complicità che aveva paura di perdere.

"Te lo prometto sciocchina!"

Aveva sussurrato Amanda, serrando le mani sui capelli spettinati di Emmalyn. Poi si era staccata dall'abbraccio, aveva armeggiato con la chiusura della sua catenina e l'aveva passata attorno al collo di Emmalyn.

"Ecco! Così ti sembrerà di avermi sempre vicina!"

Aveva sorriso Amanda e si era allontanata ai richiami, sempre più insistenti di Claudia Joy. Prima di richiudersi alle spalle la porta si era voltata ancora verso sua sorella e aveva sollevato la mano in un ultimo saluto.

Non aveva però udito quell'"Addio Amanda!" che era salito alle labbra di Emmalyn.


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Grazie infinite ad Harryet per aver sempre commentato e per aver seguito questa raccolta!

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