Amor, ch'a nullo amato amar perdona.

di CassidyBlack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vaffanculo Rodriguez. ***
Capitolo 2: *** Mirtilla Malcontenta. ***
Capitolo 3: *** E non è che forse un pò mi piaci? ***
Capitolo 4: *** Una buona ragione per... ***
Capitolo 5: *** Tanto va la gatta al lardo... mercoledì di paura. ***
Capitolo 6: *** Fare pace. ***
Capitolo 7: *** Modi e maniere per invitare una ragazza al ballo. ***
Capitolo 8: *** Ballo d'autunno ***
Capitolo 9: *** 9.Hogsmeade ***



Capitolo 1
*** Vaffanculo Rodriguez. ***


1. Vaffanculo Rodriguez.

Il solito chiacchiericcio di fondo riempiva briosamente la Sala Grande del castello che si apriva immensa e sconfinata subito dopo aver superato la grande scalinata d’ingresso che dava sull’entrata. Quattro bancate, poste perpendicolarmente al portone in legno, finemente rifinito, e al tavolo sopraelevato in cui normalmente sedevano tutti i professori durante la prima cena di inizio anno, erano occupate da studenti di diverse casate e colori, illuminate da candele fluttuanti e grandi vetrate di cui mosaici spesso prendevano vita, soprattutto in quest’ora del giorno in cui la sala stessa si animava. Come al solito i serpeverde stavano per i fatti loro, rintananti li, nell’ estrema sinistra della sala, bisbigliando fittamente e scambiando occhiate verso i grifondoro che invece stavano esattamente dal lato opposto e che facevano di tutto per farsi sentire, orgogliosi come leoni. In mezzo stavano silenti prima i corvonero e poi i tassorosso. Due casate che avevo da sempre ammirato per il loro maniacale impegno nello studio e nel lavoro, ma alla quale non appartenevo.
Già. Fra tutte le case che avrebbero potuto accogliermi, quella rosso ed oro mi aveva scelto senza nemmeno che avessi il tempo di poggiare il cappello parlante, e sta di fatto che proprio ora, con libri fra le braccia e cappa a coprire la divisa era proprio verso il tavolo all’estrema destra che mi stavo dirigendo con un aria che non sembrava delle più felici. Lily Evans, la mia migliore amica dal primo anno in cui avevamo iniziato a condividere la stanza, insieme ad altre nostre coetanee, camminava accanto a me con un aria raggiante. Cosa ci trovasse di buono nel porridge non lo so. C’era qualcosa di dannatamente sbagliato in quel piatto che non poteva che starmi antipatico, almeno quanto non sopportavo certa gente che guarda caso non si era ancora fatta vedere in tutta la giornata, tanto meno a lezione.
Capitava di tanto in tanto che i Malandini – quel gruppo di scapestrati nullafacenti bipedi più simili a scimmie – non facessero vedere i loro brutti musi nemmeno per l'ora di pranzo. La possibilità che stessero in biblioteca a studiare era pari a… bhe, zero. Quindi di sicuro stavano organizzando qualcosa di losco alle spalle di una intera scuola che nel giro di, massimo una settimana, si sarebbe trovata sommersa dalle loro cretinate. E se qualcuno, come i professori, credeva che con l’arrivo dell’ultimo anno avrebbero messo la testa a posto, bhe… era una opzione che ne Potter, ne Black ne tantomeno Lupin o Minus si sarebbero sforzati di pensare. Limitati. Ecco cosa erano. E almeno su questo io e Lily eravamo d’accordo.
 
Fiutavo ancora l’aria incerta che fosse quantomeno raccomandabile sedersi in quel bancone in legno, sicura che sarebbero comparsi da un momento all’ altro per propinarci una delle loro cazzate e avrebbero fatto ridere mezza Hogwarts, o almeno il branco di pecorelle smarrite che andava dietro i più popolari di loro, ossia James e Sirius. Il fascino che esercitavano sulla maggior parte degli alluni di sesso femminile, per non parlare di qualche caso di sesso maschile, era dovuta al loro carattere leggermente pungente, sprezzante e giocoso che, da racconti sentiti in svaritate occasioni senza la possibilità di evitare qualche contato di vomito da parte mia, si rifletteva persino sotto le lenzuola. Ormai avevano la fila con il numerino per qualte erano le ragazze che volevano andare a letto con loro. E il fatto che esistessero ancora persone come me, o Lil, era un miracolo, perche molti, più o meno, erano stati trascinati da quei due. Tuttavia, il fatto di avere molte, se non troppe cose in comune con le serpi che li odiava dal profondo non poteva che farmi rivoltare lo stomaco. Pazienza. Di certo il mio odio verso di loro era dovuto al fatto che principalmente li ritenevo tutti dei grandi cretini, eccetto Remus. Non potevo paragonare quel mio atteggiamento nei loro confronti a quello di Lily, che invece gli odiava per davvero, anche perche il mio caratterino non era poi cosi diverso dal loro. Ma non sopportavo quella fama da bulli che si erano costruiti nel tempo e che a molte faceva girare la testa. Non sopportavo che nella stragrande maggioranza dei casi se la prendessero con i più deboli e questo aveva scatenato spesso e volentieri veri e propri litigi con tanto di bacchette fra me e il vice lider del gruppo: Sirius. Ma quando non si sforzavano di darci fastidio non posso negare che mi facesse piacere sedermi accanto a Remus e chiacchierare, anche perche fra tutti lui era quello che preferivo.
 
-Leti non ti siedi?- fu la voce di Lily a richiamare la mia attenzione su di lei e distogliermi dai miei pensieri rivolti al passato, mentre qualche primino maldestro correndo lungo la sala, rischiava non solo di travolgermi, ma di far finire la mia ricerca sulle creature fantastiche nel 1600 e del loro culto nelle religioni babbane proprio dentro quella ciotolina stracolma di materia informe, prendendosi di conseguenza qualche urletto poco educato e non privo di parolacce da parte mia, mentre andavo velocemente ad infilare le gambe fra panca e bancone, riportando lo sguardo su quella ragazza dai capelli rossi che mi osservava con aria contrariata per la mia forbita lingua.
Lily Evans era il tipico esemplare di ragazza capace di far girare la testa a molti, se non troppi studenti. Alta, snella, altamente e pericolosamente bella. Ma chiaramente troppo impegnata nello studio e nell’ odiare James Potter per avere anche il tempo di uscire con qualcuno. Il suo amore più grande erano i libri e di certo ora come ora sarebbe stata ancora amica di quel piagnone di Severus Piton se non fosse che lui era stato un vero e proprio stronzo durante il nostro quinto anno. Il stessa avevo consigliato a Lily di rompere ogni legame con lui e di pensare solo a se stessa almeno finche le acque non si sarebbero calmante. E di fatti lei e Severus non si erano più parlati. Ogni tanto la beccavo spiare verso il loro tavolo, cercarlo con quegli occhi verdi che si ritrovava, per ritonare poi ai suoi libri e al suo mondo di incantesimi. Ma non dicevo niente, anche perché in parte capivo quanto ci stesse male, nonostante il tempo passato. L’unica cosa che potevo fare era essere per lei una buona amica, o meglio una sorella, dato che la sua l’avrei volentieri schiantata, se me ne avesse dato l’occasione. Sul tavolo stava una copia della Gazzetta del profeta che mi affettai a prendere prima che qualcun'latro la notasse ed iniziasse a sfogliarla.
-Si scusa, stavo controllando che non ci fosse niente di vivo dentro la mia zuppa…- le risposi, arriccando appena le carnose labbra e ritirando all’ indietro i capelli capelli che mi ricadevano spesso disordinati su viso.
-Conoscendo quei quattro e il loro amore sporadico per gli scherzi non mi stupirei se adesso saltasse fuori una rana dal piatto… - mi fece eco lei, capendo perfettamente verso che direzione stavano andando i miei pensieri e sorridendo ironicamente, ritirando la chioma fulva in una coda bassa ed iniziando a mangiare. Cosa che feci anche io sistemando tutti i capelli di lato e andando a osservare di nuovo quel piatto stracolmo e ripieno di un sughetto bianco cosi lucido che volendo, potevo specchiarmici.
Li vedevo chiaramente, i miei zigomi alti e marcati, gli occhi nocciola dal taglio allungato e le labbra carnose, poste in viso ovale dalla pelle olivastra, baciata dal sole. Origini ispaniche le mie, importate da una madre di origini messicane e un padre mago che mi aveva trasmesso la vena magica della famiglia, tratti che trovavano spazio per affiorare selvaggi sulla mia carne e darmi un’aria da vera dura. Maschera che col tempo avevo provato a cucirmi addosso.
-Non credo… le rane erano il top al loro secondo anno, ora non so cosa sia di moda, nel loro campo… – feci, alzando impercettibilmente un sopracciglio e assumendo un’espressione a metà fra il serio e l’ironico, ignara che qualcuno da qualche minuto stava ascoltando i nostri discorsi e , ancora peggio, gravava silente sulla mia testa.
-Parli di me, Rodriguez?- una voce maschile mi arrivò rocca e graffiante alle orecchie, basta tanto da riuscire a muovere angoli del mio essere che sino ad allora erano rimasti assopiti, ma non tanto per quanto fosse bella e ammaliante, ma perché conoscevo benissimo il suo possessore. Non ero pronta psicologicamente a ritrovarmi Sirius Black alle spalle, accompagnato da un scimmiesco Potter che se ne stava con il braccio appeso alla spalla dell’amico e da un fedele Minus, che lo seguiva pure al cesso. Almeno Remus che, per quanto appartenesse al gruppetto era quello più calmo e meno piantagrane, si era gia andato a sedere lasciando un posto fra me e lui, senza infastidire me e Lily, che come la sottoscritta si era voltata a guardare con aria schiaffata quei cretini di grifondoro. Come facessero sempre a comparire ogni volta che gli nominavamo, era ancora un mistero.
-Se siete venuti per rompere i boccini allora…!- stava gia facendo la mia migliore amica, impugnando il cucchiaio ed ignara di avere proprio nell’ angolo sinistro della bocca pronunciata un chicco di riso sfuggito all’appello. Cosa che James notò nell’ immediato, tanto da andare a staccarsi dall’ amico e allungare la mano manca verso di lei, riprendendo quel chicco con il pollice e portandoselo alla bocca, lasciando sia me, che Lily che tutte le ragazze del circondario a bocca aperta per svariate ragioni.
- Calmati Evans… è ora di pranzo e anche noi mangiamo.- gli rispose lui, con quel sorriso beffardo e strafottente, risistemandosi gli occhialetti quadrati sul naso, accompagnato dalle risate grossolane degli altri due per l’espressione che “la Evans” aveva di colpo assunto, prendendo il colore dei suoi capelli.
In ogni caso lo sguardo si Sir tornò su di me, indagatore, beffardo e senza pudore, sondando la mia divisa scolastica. Maiale in piena crisi ormonale.
-No, Black, parlavo degli ippogrifi che svolazzano fuori da qui, non li hai visti?- risposi con la mia solita acidità voltandomi di scatto e riprendendo a mangiare, decisa ad ignorarlo fino alla fine. Cosa che non sarebbe stata di certo facile dato che non solo avevamo tutti gli occhi puntanti addosso ma anche perche quello andò ad occupare il posto vacante fra me e Rem.
-No, non credo di averli notati. Ero troppo impegnato a sbarazzarmi di qualche ragazzina del terzo anno.- rispose lui, gonfiandosi come un pavone e osservandomi con quegli occhi argenti che, devo ammetterlo, qualche anno fa mi avevano fatto sospirare tremendamente. Aveva di certo bisogno di un parrucchiere, per quella zazzera nera che si ritrovava in testa.
- Ah, capisco, immaginavo che invece quelle del terzo fossero proprio adatte a te. Sai, stesso IQ.- risposi, mostrandomi a mia volta combattiva e bellicosa, almeno quanto lui, scuotendo un poco il capo. In sottofondo sentii la risatina divertita di Rem, e questo appoggio da parte sua non potè che farmi piacere. E mentre proprio accanto a me, James scambiava quatto paroline con Lily, io tenevo testa a questo leone nero, cercando di non sopprimere di colpo Minus per i suoi commenti poco inappropriati, soprattutto quando assumeva quell’ espressione schifata e ricca di disprezzo nei miei confronti. Sapevo di non andargli a genio da quando con le ragazze del quarto anno, esattamente due anni fa, avevano sparso la loro biancheria per tutto il campus, per vendicarci di uno scherzo non troppo diverso dal nostro. E fra tutti avevamo scoperto che Minus era l’unico con le mutande segnate a giorno.Lunerdì, martedì mercoledì e giovedì erano rimasti per molto tempo nei nostri cuori e avevamo riso per mesi di questa cosa, noi e l’ intera scuola.
Comunque, mentre gli altri tre si erano andati a sedere, il sorcio se ne stava in piedi, cercando con lo sguardo un posticino per infilarsi fra LUI e Remus. Spazietto che alla fine trovò, facendo praticamente finire il licantropo addosso ad una povera ragazza del sesto, e causando il visibile rossore di entrambi.
Sebbene sia io che Lily non andassimo d’accordissimo con i ragazzi, durante il nostro terzo anno eravamo venute per caso a sapere della vera natura di Lunastorta. Era proprio il periodo in cui stavamo studiando le creature oscure, e da qualche tempo Lily mi aveva detto che aveva beccato i ragazzi a sgattaiolare nella foresta. Allora ci eravamo appostati e gli avevamo seguiti. E magari le cose sarebbero finite male se non fosse stato che quella notte il professor Silente non si aggirasse per la zona limitrofa alla casa in cui Rem passava le notti di luna piena. Comunque questo suo essere diverso l’aveva sempre reso una persona un po più chiusa delle altre. E sebbene l’atteggiamento mio e di Lily non era mai cambiato nei suoi confronti, quando venni a sapere degli studi dei ragazzi sull’arte della trasformazione, cosa che avvenne in un modo altrettanto particolare, mi misi anche io a studiare come assumere le forme di un animale e nel giro del quarto anno un grande gattone nero iniziò a seguire il quartetto nella foresta. Cosa che i ragazzi non avevano mai scoperto, grazie anche alle dritte del preside che in svariate occasioni mi aveva chiesto di far rapporto di come andassero le cose.
E adesso vederlo cosi paonazzo per essere finito addosso ad una ragazza riusciva ancora a farmi ridere. Cosa che non accadeva con i commenti di Codaliscia.
-Non hai la minima idea di quello che dici ragazzina… tu non sai niente di Sir.- Il modo in cui prendeva con serietà ogni insulto che io proferivo al suo amichetto dal cuore, mi aveva fatto venire vari dubbi sul fatto che in realtà Peter non fosse innamorato di lui. Ma alla fine mi ero sempre ricreduta, anche perche era ovvio che "Siiiiiir" avesse un interesse puramente rivolto alle ragazze, come manifestavano quei poster di donne in bikini e motociclette appesi nella loro camera.
-Stai zitto ratto se non vuoi che ti schiacci…- feci pungentemente con una risposta che fece tacere all'istante Minus. In fondo non si poteva dire che non sopportavo Sirius Black o James Potter come quell’ energumeno che si trascinavano dietro; ma più che altro era schifo il mio, per quel budino grassoccio con le zampe. Lo sentivo che di li a poco avrei cercato la mia bacchetta e schiantato quel roditore dal cervello di molliccio, se non fosse che Sirius riempì totalmente la mia visuale, mettendosi in mezzo fra me e il ratto.
-Ehi, ehi… non siamo qui per litigare. Vero ragazzi… vorremo un favore…- Che diavolo voleva Sirius Black da me?! Era più preoccupante che piuttosto di tirarci i capelli a vicenda lui facesse il carino e gentile. Ma ero curiosa e cosi mi mostrai interessata, accavallando sotto il tavolo le gambe e voltandomi totalmente verso di lui. Cosa che, da come scivolò il suo sguardo alla gonnella appena accorciata, probabilmente notò.
-Si tratta di una festa…- fece, senza distogliere gli occhi dalle mie calze opache, per poi riportare lo sguardo su di me, mellifluo e ferino.
-Non se ne parla!- fu la risposta di Lily che non tardò ad arrivare quando anche Potter andò a fare la stessa proposta.
Di norma i prefetti devono essere due, ma quest’anno le elezioni erano state ritardate a causa di un incidente successo nel mondo babbano non troppo distante da dove magie secolari nascondevano la nostra scuola e c'era una grande probabilità che fossero coinvolti i magiamorte. Sconvolti dall' accaduto, per assicurare una protezione agli studenti erano stati scelti dalla presidenza, quattro prefetti dell’ultimo anno per ogni casata, due ragazzi e due ragazze abili nelle arti magiche e che, nel corso degli anni si erano distinti dal gruppo per spiccate capacità. Indovinante un po chi erano i nuovi rappresentanti per i grifondoro? Ecco.
-Perche no?- fu la risposta di James, che con fare stupito e polemico non capiva la tanta opposizione da parte della mia amica.
-Perché non è un periodo adatto per festeggiare. – risposi io, volgendo il capo verso di lui e scappando cosi a quegli occhi che mi fissavano con insistenza, troppo vicini perche non mi facessero un qualche inspiegabile effetto.
-Non ha senso Rodriguez. E tu lo sai… la gente ha bisogno di divertirsi, ora come ora.- rispondeva James, mentre Remus rinfilava il naso dentro il suo tomo di almeno e Sirius si rigirava verso il tavolo ritirandosi i capelli all’ indietro e sospirando stressatamene. Che si aspettavano, che avremmo dato il permesso per una cosa tanto inappropriata e sprovveduta? Per le mutande di Merlino, NO!
- Non se ne parla, Potter. E poi non ci darebbero mai il permesso… -fu la risposta di Lily, mentre riprendeva a mangiare il suo porridge, e anche il mio.
-E chi dice che avremmo chiesto il permesso Evans?- Sirius non mancò a farsi sentire, assumendo un’espressione divertita e da vero sbruffoncello, mentre da qualche parte nella sala, qualche ragazza sospirava beandosi della sua pelle marmorea perfettamente scolpita come un vero giocatore di quidditch, di quei capelli neri e quegli occhi selvaggi. Ma non la sottoscritta.
-E in ogni caso non stiamo chiedendo nemmeno a voi… era per farvelo sapere. Tutto qui. Fra due settimane o anche meno, daremo una festa nella stanza delle necessità. Sono tutti invitati. A voi la scelta. - rispose, ancora, lasciando che lo sguardo scivolasse verso di me, assottigliandosi come il suo tono di voce. Mentre in sottofondo Minus gia cantava qualche canzoncina cretina.
-Dai Leticia… lo so che sei un animale da festa, sei una che si diverte tu… – mi fece, mentre tentavo di trattenersi da ficcargli una forchetta nell’ occhio sinistro. Ma che, ci stava provando?
-Black…- presi toni solenni ed autoritari. – Ti sarei grata se non storpiassi il mio nome ogni volta che ne hai l’occasione, e se smettessi di dare opinioni su di me, dato che non mi conosci affatto e mai mi conoscerai. E in quanto alla festa, la nostra posizione è irremovibile. Non si farà. Sono stata chiara?- distanza. Dovevo metterci pure una buona dose di distanza, anche perche se no non ne sarei uscita in piedi. Di certo la mia risposta non gli piacque perche quel sorrisetto beffardo scomparve dalla sua faccetta angelica. Si alzo di scatto, uscendo dal tavolo.
-Come immaginavo sei solo una bambina viziata e perfettina… di quelle stronzette con la puzza sotto il naso. Vaffanculo Rodriguez. E ricordati di una cosa, nessuno mi da ordini… chiaro?- Queste furono le sue ultime parole, prima di uscire dalla sala a grandi falcate, lasciandomi decisamente interdetta ed incazzata. Soprattutto incazzata.

Per capire:
Introduzione ai personaggi.
Leticia Isabela Rodriguez, conosciuta anche come Leti è una studentessa al settimo anno della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts (chiaramente un oc). Mezzosangue di origini ispaniche e coetanea dei malandirini e di Lily Evans, viene smistata fra i grifondoro e da subito stringe una forte amicizia con Lily. Leti ha un carattere tenace, ribelle, bellicoso e questo fa di lei un' ottima controparte per il famigerato Sirius Black, che gia ai tempi della scuola faceva parlare di se sebbene in una maniera molto diversa. Lei è sostanzialmente il punto di contatto fra Lily e James, fra l'ordine e il caos totale. Intelligente, sveglia e con una abilità innata per le arti magiche, diventa scopre di Remus al terzo anno, insieme a Lily e con i malandrini promettono di mantenere il segreto. Durante il quarto anno diventa un animagus dalle sembianze di un grande gatto nero con gli occhi dorati e sotto consiglio di Silente stesso inizia a seguire i ragazzi durante le notti di luna piena, assistendo anche alle mutazioni di Felpato, Ramoso e Codaliscia. Ha un carattere molto versatile, dovuto anche al fatto di dover fare da bilanciere. Durante il settimo anno diventa temporaneamente prefetto speciale, insieme a Lily, James e Sirius per le loro abilità magiche. Il legame con Lily è molto forte e simile a quello di due sorelle, mentre quello che lega lei e i Malandrini è qualcosa di più simile ad una amiciziafra ragazza-ragazzi in cui spesso le tocca essere la coscienza del gruppo se non la loro fata madrina, quando chiaro, non è impegnata a fargli la guerra. Fisicamente è una ragazza quasi anonima, leggermente più bassottina della media, e dalla pelle ambrata. Capelli castani tinti di nero e occhi scuri la rendono comunque affascinante. E forse il suo essere bella ed introversa la renderà particolarmente interessante soprattutto agli occhi di Sirius...

Angolo dell'autrice.
E si ricomincia, sperando che l'Università non mi risucchi nuovamente ogni bricciolo di forza vitale. Nuova storia, nuovi personaggi, nuovi momenti da vivere insieme. E' appena all'inzio, quindi non nego che potrebbero esserci dei cambiamenti radicali nella trama che al momento appare più come un abbozzo mal fatto di qualcosa di indecifrabile. Abiate pietà di me e leggete se vi fa piacere, scrivete se volete dirmi la vostra opinione. Non capite quanto tutto ciò mi farebbe felice. Se avete idee allora vi consiglio di perseguitarmi finche non vi risponderò. Ogni suggerimento è ben accetto dal profondo del cuore.

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Capitolo 2
*** Mirtilla Malcontenta. ***


2. Mirtilla Malcontenta.

Il rumore dei tacchetti che percorrevano con fare frenetico il corridoio del secondo piano non potevano che riflettere il mio attuale stato d’animo. Chi CAZZO si credeva di essere per mandarmi a quel paese cosi, davanti a tutta la scuola!? Eh no, questa volta aveva seriamente superato il limite. Mi ero sempre comportata bene con loro, facendo la mia parte e cercando di bilanciare le cose. Lily certo era severa, e loro erano dei pazzi scatenati, in piena crisi ormonale da tenere sotto controllo. Dunque a me toccava fare la giusta… ma non stavolta. Al diavolo buone maniere e tutto il resto. Se volevano fare una festa mettendo a rischio la vita di centinaia di studenti il tutto perche le loro vite stanno diventando troppo noiose adesso che stavano crescendo, allora avrei fatto il possibile per sabotarla. E al diavolo anche quell’ equilibrio interno che avevo cercato di preservare per non lasciare che James e Lily si scannassero a vicenda, sebbene lui non le avrebbe mai fatto qualcosa, chiaro com’era che si era preso una sbandata per lei. No, le avrei lasciato fare tranquillamente. E pensare che mi ero pure convinta l’anno scorso, quando mi chiedeva consiglio alle spalle dei suoi amici per rendersi bello ai suoi occhi, che quest’anno avrebbe messo la testa a posto. Col cavolo! Vai a fidarti di un Potter testa di nargillo. Brutto idiota, lui e l’amico suo. Per quanto mi riguardava potevano anche rimanere appesi alla torre di astronomia che, Merlino mi scendesse un colpo, non andrei ad aiutarli nemmeno sotto tortura. Ma coinvolgere cosi tanta gente, dovevano aver bevuto burrobirra avariata per fare una tale cretinata.
 
Infuriata com’ero certo non mi rendevo conto che più di camminare, stavo correndo lasciando indietro Lily, appena uscita dalla biblioteca con una decina di libri che a mala pena riusciva a reggere da sola. Un tonfo mi fece di colpo fermare e voltandomi potei ammirare la mia amica che precariamente cercava di raggiungere quel tomo dalle dimensioni di un Atlantide babbano. Un leggero sbuffo uscì stanco e provato dalle mie labbra, mentre la lunga coda nera che mi sfiorava le scapole dondolava copiosamente mentre ritornavo indietro, verso Lily.
-Aspetta…- le dissi, cercando di evitare che venisse sommersa da quei libri e raccogliendo non solo quello a terra ma anche l’altra metà che si portava in braccio. –Ecco, così va meglio…- le dissi accennando un piccolo sorriso che aveva l’aria di essere stato impresso sul mio viso d’angelo con una paralisi facciale. Sapevo che anche lei era praticamente furiosa con quel gruppetto dei Malandrini, ma non potevo domandarmi come riuscisse a controllarsi e non andare li e schiantarli tutti. Pensiero che più di una volta aveva sfiorato la mia malsana mente.
-Grazie. Ma non devi fingere che vada tutto bene sai? So quanto non sopporti che quello ti tratti cosi…- avevamo passato anni a raccontarci di quanto odiassimo uno o l’altro dei Malandrini e di certo Lily era l’unica a sapere che durante il mio quarto anno mi ero presa una sbandata di un mese per Sirius, che avevo rapidamente soppresso per il bene supremo. In ogni caso di certo i problemi che occupavano la mia testa e probabilmente quella dell’altra grifa erano di natura prettamente scolastici e non di poco conto. In quanto ai ragazzi che volenti o nolenti ci davano da sospirare, questi erano principalmente la causa dei nostri guai.
-Vogliono fare una festa con tutto il casino che sta succedendo fuori. Devono essere impazziti. Come credono che riusciranno a controllare cento persone, come minimo dentro quella stanza?-le feci dietro, mentre continuavamo a camminare nel corridoio più vuoto di tutta la scuola, tranquille di non essere sentite da nessuno se non dai bianchi muri della scuola, cercando di moderare il passo e stare una accanto all’ altra.
 
Per quanto fisicamente fossimo diverse, almeno sulle nostre idee ci assomigliavamo. Lily era chiara di carnagione, rossa di capelli e decisamente più alta di me almeno di una decina di centimetri, per quanto invece fosse meno dotata dal punto di vista delle curve. Io per quanto mi riguardava ero alta meno di un metro e sessanta, ma dalla mia avevo un fisico niente male che comunque aveva i suoi punti forti, ma per il resto ero di certo una tipica bellezza mediterranea, estranea alle terre della Scozia. Un animale esotico che per qualcuno aveva rappresentato un trofeo, ritrovandosi poi appeso ad uno degli anelli di Quidditch. E si, perché comunque mi piaceva anche giocare nel ruolo di cacciatore, sebbene non potessi dire di essere forte quanto i miei compagni. Ma almeno era un ottimo sfogo, per non prendere a schianti qualcuno. E soprattutto quando si rompeva con quello o quell’ altro ragazzo. Non ne avevo avuti molti ad essere sincera. Giusto un tre o quattro di cui uno anche babbano, conosciuto qualche estate fa.
-Non ne ho la più pallida idea ma so che non possiamo lasciar correre Leticia.- Mi fece lei, seria come poche volte, e agguerrita, soprattutto agguerrita. Sapevo che aveva sempre considerato quel gruppetto come degli scansafatiche idioti e spesso le davo ragione, anche per questo ero certa che non potessi avere migliore alleato della Evans in questa missione. Anche perche non ne avrei avuto altri. Di certo la voce della festa organizzata dai Malandrini aveva gia fatto il giro del castello, dato il brusio di sottofondo che riempiva quasi tutti i corridoi e le aule, eccetto quando passavamo noi. Quindi era anche arrivata la notizia che le due prefette dei grifondoro non erano a favore. E che qualcuno ci desse appoggio? No, non sarebbe mai successo, nemmeno con Alice che condivideva con noi la camera. Lei era il vero animale da festa, divertente, allegra, sempre con la battuta pronta. Io ero più un cane che abbia tanto ma non morde, e che assume le sembianze di un gatto. Dettagli.
Provare a mandare segnali di fumo all’ unica mente del gruppo, ossia Remus Lupin per tentare di convincere quantomeno James e Sirius a rinviare la festa era stato inutile. In biblioteca aveva chiaramente detto che lui era a favore e che, per quanto capisse il nostro punto di vista, la festa non sarebbe stata rimandata. MAI. Faceva quasi impressione la sua totale devozione verso il gruppetto, ma per come era la sua condizione, non c’era molto da fare. Sbuffai ancora, con un diavolo per capello, cercando di snodare la pesante matassa di idee che mi si contorcevano come serpenti nella testa. Magari avremmo potuto chiedere aiuto a qualche serpeverde ma non nego che, se cosi fosse stato, ci saremmo trovati con qualche studente in meno. Loro e la loro sporadica passione per le arti oscure. E poi Lily si sarebbe dovuta confrontare di nuovo con Severus. No.
-Forse dovremmo dirlo al preside…- sentii la vicina di Lily farsi spazio e sgomitare fra i miei pensieri. La guardai leggermente accigliata mentre le sue gote diventavano rosse. Ecco, era certa di aver detto una cavolata, anche perche mettendo le cose da questo punto di vista, non avremo fatto altro che passare come le spione di turno, e quindi addio rispetto da parte di tutta la scuola.
-Pessima idea…- concordammo in coro, fermandosi proprio dinnanzi la porta del bagno delle ragazze che compariva in tutto quel candore delle pareti e della loggia superiore con due ingressi verdi.
-Purtroppo non abbiamo abbastanza informazioni per sapere come comportarci e chiaramente non le otterremo da nessuno della scuola dato che qua credo tutti sappiano siamo contrarie. - Spiegai alla rossa che attenta seguiva il filo del mio discorso, sistemando una parte dei libri sulle braccia mentre io abbandonavo la mia metà su una panca in marmo. – Di sicuro la faranno prima o dopo della luna piena, anche perche diversamente dovrebbero essere occupati a stare con Remus, e inoltre non altro nessun altro posto per adescare gli studenti se non nei..- mi fermai indicando la porta stessa.
-bagni…- completò la mia frase Lily, mentre annuiva convinta. – La luna piena sarà la fra due settimane, quindi probabilmente daranno prima la festa. Furbi come sono… -per un momento la vidi arricciare le labbra schifata dal suo stesso commento e quel complimento velato -… riusciranno ad organizzare tutto per la settimana prossima.- concluse, mentre ci sedevamo su una di quelle panche in marmo che delimitavano il perimetro del muro. Da quando avevamo scoperto quel lato di Rem, avevamo iniziato a tener conto del ciclo lunare. Lily era l’unica cosciente del fatto che io seguissi i ragazzi sebbene in forma non umana e per questo sapeva che la sera, spesso mi appostavo su qualche ramo vicino alla stamberga stillante.
- Gia. Ma non possiamo esserne sicure… - le feci, poggiando il capo lungo la pietra e andando a picchiettare contro la gonnellina, mentre i tacchetti battevano veloci sulla pietra. Li conoscevo troppo bene per dare per scontato cose cosi basilari, e proprio perche sapevo come erano fatti, non potevo di certo stupirmi che avessero trovato un modo molto più ingegnoso per spargere la voce. I miei occhi si soffermarono su quel pavimento di pesanti pietre finemente incastrate fra loro, cercando una possibile soluzione, mentre qualche ragazzina sgattaiolava fuori dal bagno bianca come un cerino.
-Abbiamo bisogno di qualcuno che frequenti assiduamente i bagni scolastici. Se hanno iniziato da li magari possiamo chiedere a qualche ragazzino del primo anno. Quelli del primo sono facilmente abbindolabili… -rispose convintissima una Lily ormai pronta alla guerra o almeno a rimettere a posto quegli scapestrati. Nel mentre nella mia testa si era accesa una lampadina, o meglio, la visione di quella ragazzina tremante di poco prima mi aveva permesso di giungere ad una conclusione più che ovvia per noi del settimo anno.
-C’è una persona che potrebbe aiutarci effettivamente…- le feci scattando come una molla, e trascinandomi dietro Lily, entrando in quel bagno.
-Di chi stai parlando?!- Mi guardava esterrefatta lei, mentre cercava di capirci qualcosa. Nel mentre io ero gia intenta a controllare dentro ogni gabinetto alla ricerca di una ragazzetta dotata di pesanti lenti occhialute e una matassa di capelli corvini legati in due codette fatte di ectoplasma.
-Non c’è… non dev’essere in queste tubature… MIRTILLA?!- iniziai a chiamare, mentre il viso di Lily si illuminò tutto e, capendo le mie intenzioni iniziò a chiamare con me.
-Mirtilla? –Mirtilla!? –MIRTILLAAAA!- al terzo urlo che cacciammo in coro ecco che la testa di una ragazza totalmente pallida e trasparente comparve dal lavandino.
-Mirtilla di qua, Mirtilla di là, MIRTILLA MIRTILLA MIRTILLA! Mi lasciate sempre sola e venite a disturbarmi quando sto dormendo!- fece Mirtilla Malcontenta con il suo tono melanconico e lamentoso, fluttuando intorno alle figure mie di di Lily. Che per lei non avesse una grande passione era cosa nota, un po come non sopportava ogni ragazza che entrava o usciva, spesso in lacrime da quel bagno.
-E adesso che c’è?! Eh? Eh? Anche voi volete prendermi in giro per i miei occhiali?! Non lo sapete che ai ragazzi non piacciono le vive? Forse potremo rimediare… -diceva, passando da un gabinetto all’ altro, comparendo e scomparendo come suo solito.
-Mi pare che il terzo anno Peter le abbia fatto uno scherzo poco carino, intasando tutti i bagni di melma…- mi sussurrò Lily all’orecchio, suggerendomi una maniera per portare Mirtilla dalla nostra parte. Non che fosse semplice con il carattere che aveva. Ma tutti sapevano che, proprio per colpa sua, il bagno al secondo piano era praticamente inagibile, perche spesso li allagava lei stessa in preda a scenate isteriche. Ottimo posto per parlare senza essere scoperti.
-No, affatto Mirtilla. –Era meglio che parlassi io, perche per qualche ragione, provavo un po pena per questo fantasmello odiato da tutti.
-Ah no? No? E allora cosa volete?!?- Non doveva proprio avere la luna dritta dato come la sua testa divenne di colpo gigante e rossa. Cosa che solo i fantasmi sanno fare.
-Ti ricordi di Peter Minus?- incredibile come quel ragazzo sapesse farsi odiare da tutti, ma sta di fatto che la testa di Mirtilla di colpo scoppiò, per poi riapparire li, con gli occhi iniettati da sangue ed una voce tremendamente da troll.
-MISUS? PETER MINUS? Quel piccolo schifoso energumeno?- un’altra ragione per la quale lei in particolare mi stava simpatica era per la sua capacità di spiegare una persona in poche semplici ed efficaci parole. Sorrisi gentilmente mentre annuivo.
-Sai, lui e i Malandrini vogliono organizzare una festa… e –feci, ma venni interrotta dalla stessa Mirtilla, mentre Lily la seguiva volare freneticamente fra di noi, sino a fermarsi di colpo immobile e con lo sguardo fisso.
-La festa di inizio anno per il loro ultimo anno ad Hogwarts… sisi, li ho sentiti. Sono venuti qui a parlare con qualche ragazzino del sesto anno. Ho provato a cacciarli via, ma loro mi hanno mandato nel cesso… letteralmente. – ed eccola che andava a sedersi sul lavandino, iniziando a piagnucolare a prendo di colpo tutti i rubinetti.
-Sono stati dei cafoni maleducati! Lo sanno tutti che questo è il tuo bagno! – le fece Lily, cercando di avvicinarsi a lei e posarle, metaforicamente, una mano sulla spalla. Fortunatamente tutti i rubinetti si chiusero di colpo.
- LO SOOOOOO! Ma loro non mi hanno dato ascolto! E hanno continuato a parlare e a scrivere un messaggio con la bacchetta sulla porta del terzo bagno sulla destra… e poi dopo che se ne sono andati un sacco di studenti sono venuti a controllare in quella porta! –fece Mirtilla, raccontandoci l’accaduto.
Mi bastò un cenno del capo di Lily per andare a vedere sulla porta del bagno indicato da Mirtilla per trovare il legno laccato di verde completamente… vuoto. Lo osservai leggermente esterrefatta. Di certo Mirtilla non si era sbagliata, e li c’era nascosto qualcosa. Ma dove?
Iniziai a tastare sulla superficie, cercando qualche solco o incisione che suggerissero il passaggio di qualcosa, mentre Lily continuava a consolare la povera Mirtilla. In quel momento mi ricordai di una cosa.
L’anno scorso quel quartetto di scapestrati avevano usato dell’inchiostro simpatico su tutti i quadri del dormitorio facendo a tutti indistintamente un paio di baffi. Se l’avevano usato una volta, potevano averlo usato di nuovo. Sbirciai verso la mia amica, vedendola un poco in difficoltà dato che con Mirtilla bisognava avere un tatto particolare soprattutto con le parole.
-Lily mi serve il tuo rivelatore…- le feci, mentre lei cercava nella tasca un qualcosa. Subito dopo estrasse una gomma leggermente più grande del normale, rossa e delle dimensioni di una mano. Me la porse e subito dopo la passai sulla superficie del bagno. Quello che lessi dopo a gran voce mi riempi di orgoglio perche in poco tempo eravamo riusciti a smascherare la loro malefatta.
Lessi:
A tutti gli studenti di Hogwarts, quest’anno i signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso sono lieti di invitarvi alla festa di inizio anno. Essendo l’ultimo anno che passeremo con voi vi possiamo solo assicurare che sarà qualcosa di grande ed eclatante, che difficilmente dimenticherete. Fuochi d’artificio, balli e bevande poco raccomandabili vi attenderanno quando, verso le dieci di sera di questa settimana di inzio Ottobre avrete davvero necessità di venire a divertirvi con noi. Vi attendiamo numerosi e coscienti che non avrete per niente buone intenzioni.
 
Quando terminai l’ultima riga, il silenzio calò nel bagno ogni tanto diviso dai singhiozzi di Mirtilla.
-Quindi lo vogliono fare questo sabato, prima della luna piena. Che facciamo Leti? –mi chiese Lily guardandomi esterrefatta.
-Non lo so Li. Dobbiamo fare un piano… e… credo proprio che dovremo partecipare.- le feci, storcendo un poco le labbra e lasciando Mirtilla al suo pianto, mentre in punta di piedi sgattaiolavamo fuori.
-E’ l’unico modo che abbiamo per evitare i danni. - le spiegai, scuotendo la testa ed allontanandoci, ritirando i libri.
 
Nell’ mentre dall’ altra parte della scuola, coricato sul letto a baldacchino dai colori rosso ed oro, Sirius Black controllava con aria soddisfatta la mappa del Malandrino.
-Credo che abbiano trovato la nostra scritta Ramoso - disse con tono divertito Felpato verso l’altro che proprio in quel momento si stava infilando una casualissima falpa rossa risistemandosi la zazzera castana e i capelli di lato, troppo mossi e riccioluti per essere controllati da un qualsiasi pettine.
-Io non ti capisco Sir, perche hai messo quella scritta nel bagno? Avremmo potuto fare tutto cosi che non lo scoprissero… - chiese James, andando a sbirciare dal libro che Rem leggeva da qualche ora.
-Perche lui è un egocentrico pallone gonfiato al quale piace giocare con il fuoco, o meglio con Leticia. – rispose Lunastorta sbirciando le reazioni di Sir dall’ altro lato, alzando giusto un sopracciglio e ritirando la sua zazzera biondiccia. Peter invece se ne stava per conto suo, a mangiare un panino vicino al caminetto comune. –A me lei non piace. – disse assumendo una delle sue peggiori espressioni colme di odio ed invidia.
-Sta zitto Peter… - gli fece subito dopo Sirius. Andando a mettersi seduto sul letto. –Leticia è una ragazza insopportabile, ma è un giocattolo divertente e vivace. Mi ci divertirò un po. –rispose lui ridacchiando sotto lo sguardo preoccupato di James e Remus.
Angolo dell' autrice.
Allora, eccoci qua di nuovo insieme. Spero che il secondo capitolo, per quanto piccoletto, vi sia piaciuto. Man mano che stiamo andando dentro la storia, o meglio, inziando con una delle tante avventure che faranno da cornice alla storia vera e propria i caratteri dei nostri personaggi stanno lentamente affiorando. O almeno quella sarebbe l'intenzione *ci spera* Leticia è praticamente l'opposto di Sirius, forse perche sono più simili del previsto. Per quanto mi riguarda sono felice di essermi messa a scrivere qualcosa su Sirius Black e sui Malandrini, essendo i personaggi che preferisco, ancor più del trio. Per cui sarei grata se mi faceste sapere cosa ne pensate <3 Recensioni o messaggi, va bene tutto. Anche consgili sul modo di narrare, dato che mi sta tentando tanto la narrazione in terza persona... Ma ci sentiamo al prossima capitolo. BACIOZZI <3

 

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Capitolo 3
*** E non è che forse un pò mi piaci? ***


3. E non è che forse un po mi piaci?

In quei pochi giorni che erano passati dalla scoperta del piano dei ragazzi e il sabato in cui il loro piano avrebbe preso forma sotto le mentite spoglie di una festicciola di liceali, per così dire, né io né Lily avemmo l’occasione di incrociare il fatidico quartetto. Remus aveva cambiato il suo habitat naturale e piuttosto che andare a studiare in biblioteca dove era facilmente rintracciabile, si era barricato nel dormitorio; James e Sirius avevano saltato tre volte di seguito gli allenamenti, rimandandoli persino alla settimana dopo e Minus… lui lo evitavamo a prescindere. Non avevamo avuto nemmeno un’occasione per parlare con quelli, tanto erano diventati abili nell’ arte di evitarci, per cui il nostro tentativo di annullare la festa ancor prima che prendesse forma era morto sul nascere. In compenso eravamo riuscite a convincente i primini del nostro anno a non andare alla festa. Bhe, Lily li aveva convinti, io, probabilmente in preda ad una crisi di nervi per la voglia sporadica di andare nel dormitorio dei ragazzi a prenderli a colpi e buttarli dalla torre di astronomia dovevo averli minacciati da fare la stessa fine che avrei riservato a quelli una volta che mi sarebbero finiti fra le mani. Certo, dovevo essere stata parecchio convincente, dato che nemmeno uno aveva provato a mettersi contro e anzi, da bravi bambini se n’erano tornati nelle loro stanze.
 
Ma sicchè erano stati gli unici che eravamo riusciti a convincere, l’unica opzione che ci rimaneva era andare alla festa ed assicurarci che non succedesse niente di male. Avevamo chiesto persino l’aiuto ai fantasmi del castello, che gentilmente si erano offerti di darci una mano a controllare la sala, nel mentre che io e Lily finivamo di prepararci. Secondo il consiglio di Alice, che ormai si era avviata alla festa da almeno mezz’ora accompagnata da quel galantuomo di Frank in un fantastico abitino azzurro dai disegni geometrici verdi, per passare inosservate, o quanto meno per non essere guardate male da tutti i presenti, ci saremmo dovute vestire come per andare effettivamente ad una festa. La divisa dunque fu scartata dal principio, per quanto invece sarebbe stata comoda e versatile. Concordammo dunque sul vestirci ciascuna secondo le proprie preferenze, anche perche Lily di certo non avrebbe approvato la scelta del mio vestitino nero lungo sino a metà coscia e leggermente scollato sul dietro e davanti, decorato intorno ai bordi con disegni geometrici e abbinato ad un paio di zeppe nere che non facevano che esaltare i miei tratti ispanici rendendomi simile ad una gitana. E di certo  io non mi sarei mai messa quel vestitino rosa antico con tanto di scollo sa scolara e scarpette basse. Niente di esagerato, sebbene d’urante l’anno ci era stato gia anticipato che ci sarebbe stato un ballo per non so quale anniversario della scuola, e per tanto avremmo dovuto indossare abiti molto, ma molto più eleganti. L’aiutai a ritirare i capelli in una coda alta e per quanto mi riguarda lasciai che i miei scendessero lungo il viso liberi e ondulati, esaltando la pelle e le labbra che avevo abbellito con un filo di rossetto.
 
-Bene…- le feci convinta infilandomi la bacchetta nella manica sinistra del vestito, dentro una custodia che mi ero messa come bracciale intorno all’ avambraccio, identica a quella che Lil portava dentro il suo vestito. Ci ispezionammo un poco davanti allo specchio, cercando di non scoppiare a ridere per i nostri stili contrastanti, concentrandoci invece sulla missione di sta sera. –Credo che cosi vada bene… sei pronta?- le domandai, cercando il suo sguardo con il mio riflesso nello specchio. Era una cosa alla quale ormai ci stavamo abituando, o almeno io ero abituata a tirare quei quattro fuori dagli impicci. Invece per lei doveva essere molto difficile dato che, per quasi sei anni aveva provato a farli espellere. Quindi stasera, provare ad aiutarli ed evitare qualche catastrofe, doveva risultarle davvero complicato. –Si… possiamo andare. Ormai sono le undici, la festa sarà gia iniziata da un pezzo…- mi disse, prima di precedermi e scendere verso la sala comune che chiaramente trovammo deserta. Oltre la sala, superate le scale che con il loro cambiare ci portarono al primo piano, passeggiando per il castello ci trovammo lungo un corridoio totalmente deserto. Increspai le labbra, bagnandomele appena, e volgendo lo sguardo verso Lily. –Ok, adesso la missione inizia… dobbiamo solo desiderare di… - le facevo, parlando sottovoce.
-Leticia…-
-No, Lily fammi finire o non riusciremo ad arrivare…-
-No Leti…-
-Lily lascia almeno che ti spieghi…-
-LETI. Guarda.- le sue dita afferrate al mio mento sottile mi costrinsero a volgere lo sguardo verso un gruppo di ragazzi che velocemente e probabilmente ignari di essere osservati si infilavano esattamente dentro lo scomparto delle scope. O almeno questo poteva sembrare. Peccato che fossero tutti agghindati per bene per andare a pulire alle undici di notte. Ci bastò uno sguardo d’intesa che rapidamente ci fiondammo verso la porta giusto in tempo per afferrare la maniglia prima che questa scomparisse e sentire un leggero vociare oltre di essa.
-Parola d’ordine?-squittii Peter, mentre sul mio viso andava a disegnarsi un’espressione di totale disgusto mentre con forza aprivo la porta, prendendo in pieno il naso del ragazzotto biondiccio e piuttosto bruttino che se ne stava tutto dolorante in un angolo, riverso a terra. Che peccato non averglielo rotto, ma almeno mi presi qualche grugnito ed imprecazione da parte sua mentre osservavo la stanza e la porta scompariva alle nostre spalle.
Luci, luci ovunque. Candele fluttuanti ad ogni angolo della sala dai colori caldi e ammalianti illuminavano l’eccessivamente grande ambiente organizzato come una vera e propria sala da discoteca babbana, con un bancone in stile irlandese abbastanza lungo dove, per la miseriaccia, stavano servendo dodicenni e tredicenni decisamente troppo presi dalla festa. Poi v’era al centro una grande pista da ballo, esattamente sotto quello che sembrava un palcoscenico dove rocchettari fantasma si davano alla pazza gioia. E poco più in la, divanetti e tavolini venivano totalmente imbanditi ogni qual volta che qualcuno si sedeva. V’era anche una salata riservata al gioco delle carte, degli scacchi e al biliardo e poco dopo dietro il bancone e vicino ad un piccolo corridoio che dava verso i bagni divisi da una pesante tenda stavano dei divanetti piuttosto riservati e dall’aria losca. Sommersa da cosi tanta magnificenza e cretinaggine mischiare insieme, mi ero dimenticata di Peter che ancora a terra si lamentava per la botta. Il mio sguardo si abbassò accigliato, mentre prendendolo per quella che sembrava una camicia decisamente troppo piccola per lui, forse prestata da Ramoso, lo aiutavo a rimettersi dritto con tutta la grazia che Merlino mi aveva dato.
-DOVE DIAVOLO SONO I TUOI AMICI?!- gli tuonai contro, spalleggiata da Lily che osservava il tutto più intimorita che altro.
-Voi non dovreste essere qui. Sputacchiò piccato tali parole, guardandomi carico di disprezzo. E fu davvero fortunato che non mi misi a schiaffeggiarlo sul posto perche di li a poco una figura che riconobbi come James si avvicinò a noi.
-Ma tu guardaaaa… le nostre ospiti d’onore sono arrivate! -Disse reggendo con la mancina un boccale di qualcosa che non doveva essere semplice burrobirra. –Leti tu sei bellissima, e Lily… ti ho detto quanto ti trovo spettacolare? - fece, decisamente poco lucido, mettendo il braccio intorno alle spalle di Lily.
-Potter levami immediatamente le mani di dosso se non vuoi che ti schianti in questo momento. - Lo fulminò lei acidamente, mentre con indice e pollice spostava quella mano dalla sua spalla scoperta. Io dal canto mio scambiavo quelle effusioni piuttosto schifata, anche perche mi sembrava assurdo che, dopo tutti questi anni, James non avesse ancora imparato a comportarsi decentemente in presenza di Lily. Scossi la testa, decisamente orripilata, vedendo Lily allontanarsi a grandi falcate da me, e  osservando James rimanere lì come uno stoccafisso. Mi avvicinai a lui, poggiandogli una mano sulla spalla.
-Sei seriamente senza speranze…- gli dissi assottigliando gli occhi e scuotendo il capo.
-Ma io…-
-Te l’ho detto mille volte che queste tecniche con Lily non funzionano. E sei riuscito a fare più cazzate in questa settimana che nell’ ultimo anno. Senti, smettila di dare ascolto a Sirius e non fate più cavolate come questa. Intesi? E non fare nemmeno il finto ubriaco che lo so benissimo che reggi più di questo… cos’è, idromele?- gli stappai dalle mani il boccale e lo annusai attentamente, storcendo le labbra.
-Adesso va da lei e scusati per averci costretto a venire qua e prova a parlare di qualcosa che non sia il Quidditch James. Ah… e prova a farla ridere, magari parlando dell’ ultimo libro che hai letto… perche tu leggi vero?- Gli feci, dandogli l’ennesima spintarella. Quello mi guardò leggermente smarrito.
-Allora che fai ancora qui… ti muovi?!- gli dissi, cercando di assumere lo stesso sguardo che faceva la McGranitt ogni qual volta li spediva in punizione. E la cosa sembrò funzionare anche perche quello si allontanò di corsa.
E’ vero, molti non potrebbero capire il mio comportamento, cosi contradditorio. Ma ho sempre saputo che quei due si sarebbero messi insieme, colmando le mancanze l’uno dell’altra. Se solo Potter si applicasse un po di più! Rifilai a Peter il boccale togliendolo cosi dai piedi, dirigendomi verso il bancone dove, per una frazione di secondo mi era sembrato di intravvedere la figura ingobbita di Rem.
 
E lo trovai a bere silenziosamente, da solo, osservato da un paio di ragazzette del quinto che lui dal canto suo, manco guardava. Sospirai pesantemente. Nonostante fossi davvero infuriata con loro per il danno che stavano combinando non potevo non preoccuparmi per quel ragazzo dall' anima solitaria. Occhi fissi che guardavano il boccale, coperto da un semplice maglioncino beige e un paio di pantaloni sbiaditi. Mi faceva davvero tenerezza. Ecco perche, per un momento decisi di mettere da parte la spilla da prefetto e sedermi accanto a lui.
-Un boccale di burrobirra per me…- feci ritirando oltre le spalle i capelli e poggiandomi al bancone con i gomiti, volgendo il capo verso di lui. –Come va?- domandai gentilmente.
Tutto quello che ottenni fu uno sguardo leggermente stupito ed anche un po preoccupato.
-Allora?- domandai ancora, guardandomi un po intorno e fulminando con lo sguardo uno del terzo anno che stava per rendere dell’ sidro. Cosa che non fece più rispedendolo indietro e sgattaiolando via fra la folla.
-Non dovresti essere qui Leti…- Mi disse lui, passandosi una mano lungo il viso che prometteva niente di buono, e manifestava cosi la sua frustrazione.
-Sisi, lo so. Non eravamo a favore della festa. La mia opinione non è cambiata. Ma dato che James è piuttosto impegnato con Lily e Sirius non si vede… tu che fai da solo?- ero decisamente più interessata a trovare Felpato per dirgliene quattro, ma ora come ora la mia attenzione era tutta su Remus che, forse spinto da un momento di scarsa lucidità beccai ad osservare il mio vestito decisamente leggero e scollato.
-…- mi guardò per qualche secondo, prima di sospirare pesantemente e serrare gli occhi.
-Pessima idea, davvero pessima idea. Appena ti vedrà vestita cosi e per di più alla festa proverà a fartene di tutti i colori… tu e Lil sareste dovute restare al dormitorio tanto qui ci sono i…- non gli diedi nemmeno il tempo di finire che subito gli puntai un indice contro.
-Remus Lupin se pensi che io non sia abbastanza capace da tenere testa a quel tuo amico di un Black, allora non mi conosci per niente. E poi questo è il mio lavoro, per cui non ti preoccupare. Piuttosto sai dov’è?- gli chiesi, sporgendomi appena verso il mio boccale e prendendo un sorso.
-E’ proprio perche vi conosco bene entrambi che dico quello che dico. Non sopporta che qualcuno gli tenga testa e poi si fissa su queste cose. Sai come diventa quando trova un carattere affine e… - un piccola pausa la sua, mentre gli occhi si assottigliavano verso la zona delle tende, cercando attendi qualcuno.
-Leticia forse non è il caso.- aggiunse poco dopo scuotendo il capo e prendendomi stranamente la mano.
-Perche non te ne vai a letto eh?- sapevo che lo diceva per il mio bene, che stava solo cercando di evitare che scoppiasse la terza guerra mondiale, ma il suo atteggiamento cosi protettivo nei miei confronti non poteva che farmi dubitare che stesse succedendo qualcosa alle mie spalle.
-Rem c’è qualcosa che non so?- gli feci, assumendo un’espressione seria, ritirando dietro l’orecchio una ciocca di capelli.
 
 
Ma lo sguardo di Remus non era puntato verso di me, ma su qualcuno che, senza che me ne rendessi conto era di nuovo arrivato alle mie spalle.
-Ma tu guarda chi abbiamo qui. Miss prefetto perfettina numero due…- il tono canzonatorio di Sirius non poteva che farmi accapponare la pelle, soprattutto quando aveva quella punta di ironia che dava sfogo ai suoi lati più bui. –Allora, ti piace la festa Leticia?- mi fece, mentre il mio busto si voltava verso di lui, lasciando che i miei occhi scuri cercassero i suoi argentei e liquidi. Aveva un ombra di barba incolta e sapeva di un profumo decisamente troppo forte per lui, che contrastava con il solito odore che gli sentivo addosso. Portava una maglietta babbana sul quale stava la faccia di una ragazza altrettanto babbana in atteggiamenti poco consoni ed un paio di jeans erano infilati dentro degli anfibi. I capelli, ribelli come al solito incorniciavano il viso marmoreo sfiorando appena l’incavo del collo. Le sentivo, quelle iridi che indagavano attente in mio vestiario che cercavano oltre la scollatura del mio vestito, forse spinte da un goccetto di troppo di quell’ idromele che anche lui reggeva nel palmo destro.
-Proprio te cercavo sai…- gli feci seriamente, mentre sotto la luce delle candele un sorriso beffardo faceva capolino sul viso di lui, facendomi per un momento tremare le ginocchia. Solo adesso notai il succhiotto che stava nuovo di zecca sul lato sinistro del collo, rosso fiammante.
-Dobbiamo parlare di questa… cosa- indicai con un movimento rotatorio del dito tutta la sala, storcendo appena le labbra.
-Ma certamente! - mi rispose lui, poggiando il boccale sul bancone ed invitandomi a seguirlo. -Prego vieni con me…- mi disse e forse, vedendomi titubante penso giustamente di prendermi per mano e portarmi verso i divanetti, oltre le tende.
Occupammo cosi una postazione, nascosta alla vista degli altri e mentre io predo posto lui andava a sistemarsi sullo sgabello davanti a me. Non posso negare che questa situazione mi mettesse in difficoltà, ma ero piuttosto risoluta.
-Dannazione Sir che diavolo ti è saltato in mente? Fare una festa cosi… lasciando che anche i ragazzini bevano alcolici e con questi divanetti in cui non voglio sapere cosa si fa…- dissi scuorendo la testa, e mettendo conserte le braccia esattamente sotto il seno.
-Se ti interessa cosa fanno potrei…- fece provocatore lui, sfiorandosi le labbra.
-Sirius, per favore - risposi io assotigliando serveramente lo sguardo. E per quanto per una volta mi sarebbe piaciuto lasciarmi andare come facevano le altre, mi trattendi pensando a come fosse complessa la situazione fra noi due.
-Ah dannazione! Rodriguez sei sempre cosi seria e noiosa, ti informo che se continuerai cosi non piacerai mai a nessun ragazzo. Finirai per diventare una zitellona di quelle frigide, che non guardano. E’ questo che vuoi?- certamente i suoi desideri di morte erano aumentati dall’ ultima volta che ci eravamo visti.
- Ma si ti prego, continua. Dammi una buona ragione per schiantarti seduta stante. Non ti bastava avermi insultato davanti a tutta la scuola, ci tieni persino a rimarcare l’idea. Guarda che l’ho capito che non mi sopporti eh. Non serve.- strano il modo in cui mi guardò quando finii di parlare, perche per un momento mi parve totalmente disorientato.
-No, Rodriguez, guarda… hai totalmente frainteso… io…- iniziò portando le mani avanti e togliendosi quella sigaretta che si era messo in bocca.
-Tu che, tu che? Hai deciso di organizzare una stupida festicciola perche? Perche volevi la tua dose di attenzioni? Ecco adesso ce l’hai.- sbuffai, e sebbene mi rendessi conto di stare esagerando e che con il mio parlato stavo andando a colpire nervi ancora scoperti non potevo fare a meno di dire quello che pensavo.
-Adesso stai esagerando… non hai il diritto di parlare di me cosi, non sai niente di me.- mi freddò lui, fissandomi cosi intensamente che per un momento mi sentii davvero in colpa. Sapevo della sua situazione familiare alquanto incasinata e di quella madre che ancora provava ad imporsi sul figlio. Sapevo anche dei legami con suo fratello perche più di una volta mi era capitato di parlare con Remus di queste cose.
Abbassai lo sguardo, imbarazzata, un po come fece lui.
-Scusa.- semplici furono le parole che uscirono dalla mia bocca, mentre decisi di alzarmi ed uscire da quella tenda, riprendermi Lily e tornare al nostro dormitorio. E ci sarei anche riuscita se una mano non avesse afferrato il mio polso e mi fossi ritrovata di colpo fra le braccia di Sirius. Un sorriso da vero vincente gli illuminava il viso e non potei fare a meno di trovarlo affasciante, sebbene, certo non potevo dimenticare di essere seduta sulle sue ginocchia, stretta fra le sue braccia e a due centimetri dalla sua bocca.
-Per questa volta ti perdono.- mi disse canzonatorio, sollevando appena l’angolo destro e passando una mano fra i miei capelli al quale subito dopo avvicinò il suo naso. Ispirò profondamente, memorizzando il mio odore, un po come io feci con il suo, sfiorandogli involontariamente la guancia con il naso. E la situazione sarebbe di certo peggiorata dato come le sue labbra stavano scendendo verso le mie, mentre la sua barba appena incolta sfiorava le mie guance, se non fosse che un urlo ruppe il silenzio. Di colpo la musica si fermo, anche sotto i comandi di Lupin e noi due, colti di sprovvista sgattaiolammo fuori dalla tenda come tutti presenti che stavano andando ad affollarsi in semicerchio intorno ad una figura riversa a terra in una posizione certamente non delle migliori.
-Ma che diavolo sta succedendo?!- squittii seguendo Sir che si faceva spazio fra la folla. Quello che mi ritrovai davanti fu uno spettacolo decisamente raccapricciante. Minus stava disteso a terra con le gambe in una posizione innaturale ed un osso fuori dal setto della pelle. –Per Merlino…- fu l’espressione che accompagnò quella visione, mentre mezza Hogwarts stava immobile a guardare la scena.
-Il barista dice che ha bevuto troppo e si è lasciato dal candelabro.- spiegò Remus che giunse alle mie spalle e si avvicinò insieme a James  verso Peter dove Sirus aveva gia preso posto, pallido e disorientato.
-Che facciamo adesso?- Chiedeva agli altri, mentre fra la folla si spandeva un sommesso brusio.
-Lily dammi una mano…-feci alla mia amica, bianca come un cerino per la vista del sangue.
Estrassi la bacchetta e l’appoggiai alle corde vocali della mia gola, lasciando che questa amplificasse la voce.
-Ste tutti calmi. Non è successo niente di grave…- Richiamai in men che non si dica l’attezione di tutti, mentre un dolorante Peter riprendeva conoscenza per la gioia dei Malandrini.
-Adesso ordinatamente uscite dalla sala e tornate ai vostri dormitori. La festa è finita…- nel giro di una decina di minuti la sala si sgombrò e rimanemmo solo noi sei.
 Io e Lily ci avvicinammo al gruppetto.
-Ahiahiahiahi… non… mi sento più una gamba… è normale?- chiedeva quel cicciottone di Minus, prima di scoppiare a piangere.
-No, non lo è, ma adesso te lo rimetto in asse…ok? - gli feci atona e infastidita da essere stata fermata da tanta stupidaggine, ma anche grata del fatto che il topo qui presente fosse un completo idiota; e senza nemmeno il tempo che lui realizzasse il significato delle mie parole, con un semplice incantesimo l’osso rientrò dentro e andò a riformarsi, senza evitare qualche piagnucolio da parte del topastro. E mentre gli altri mi guardavano esterrefatti mi preoccupai persino di aiutarlo a sedersi.
- Come hai…?- James mi guardava davvero colpito, un po come tutti i presenti.
-Diciamo che, nel mentre che voi preparavate la festa, io e Lily ci organizzavamo per pensare a come rimediare ai vostri casini… come al solito.- risposi scuotendo la testa, appoggiata dalla rossa che nel mentre si era occupata con un leggiadro movimento di bacchetta di far sparire tavoli e tavoletti, banconi e divani, lasciando praticamente vuota la stanza.
-Ecco, credo che adesso la festa sia davvero conclusa. Ecco perche per fare cose del genere avete bisogno anche di noi…- gli rimproverò lei, dando gentilmente una pacca sulla spalla a James, sicuro che non si sarebbe lavato quel pezzo di pelle per almeno un mese.  
-Adesso torniamo ai dormitori…- feci, mostrando la mia evidente stanchezza e cercando di evitare lo sguardo di Sirius che sentivo seguirmi da lontano, dolce e forse un poco grato per il mio intervento repentino e anche perche, per la prima volta dopo tanti anni ci eravamo davvero sentiti vicini.
Ci separammo dunque dentro la sala comune, prendendo ciascuno le proprie scale e ritornando alle nostre stanze. Ricordo che l’ultimo pensiero di quella notte fu il ricordo sbiadito di Sirius che mi sfiorava il mignolo con le dita, prima di prendere sotto spalla Peter e portarlo a letto. Per qualche ragione quella notte non riuscii a prendere sonno. Come le successive.

Angolo dell’ autrice.
Bene bene bene… par che ci sia un po di attrazione fra Leticia e Sirius… a voi no? E tra Lily e James nel mente cosa è successo? E chi era l’artefice di quel succhiotto che c’era sul collo di Sirius? Tante domande… una sola risposta. Al prossimo capitolo. Baciozzi. E se volete, recensite… che mi fate taaanto felice.
Ogni suggerimento è ben accetto dal profondo del cuore.

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Capitolo 4
*** Una buona ragione per... ***


4. Una buona ragione per odiare S. Black.

Il sole autunnale che batteva insistenze oltre la superficie vetrata e andava gentile a scaldare la pelle delle mie gambe rannicchiate contro il mio petto coperto da una maglietta a maniche corte ma decisamente troppo grande per me tanto da arrivarmi alle ginocchia, spendeva silente oltre il vetro del dormitorio delle ragazze del settimo anno, li nella torre dei Grifondoro che aveva fatto da scenario a tanti segreti bisbigliati fra cioccolate e caramelle tutti i gusti più uno. Per chi come noi conosceva il freddo della Scozia e il suo tempo variabile e altalenante almeno quanto il mio carattere, svegliarsi con una giornata di sole era qualcosa di speciale, o almeno fuori dall’ ordinario. Sentivo i raggi che, gentilmente mi accarezzavano i capelli, e mi perdevo in quel paesaggio sconfinato che si estendeva sotto i miei occhi, oltre quella finestra appena aperta. I miei sensi si erano amplificati durante il corso della notte, anche perche non ero riuscita a prendere sonno e, pur di non perdere tempo, ne avevo approfittato per fare un giro notturno, senza uscire però dalla sala comune, sebbene fossi rimasta tutta la notte con orecchie, baffi e coda. Era stato un consiglio dello stesso Silente, una delle prime volte che ipoteticamente aveva notato una mia certa capacità. Sarebbe stato meglio, secondo il suo ipotetico punto di vista, che evitassi di scorrazzare per il castello in quella forma, anche perche, secondo lui occhi attenti potevano sapere dove mi trovassi. Ho sempre pensato che parlasse dei quadri, anche perche oltre a loro, nessuno poteva sapere di quello che facevo o non facevo. Chiaro, il tutto era diverso quando si trattava di assicurarmi che le notti di luna piena trascorressero tranquille, allora, dopo che i ragazzi uscivano, era mio compito seguirli e spiarli da oltre un vetro di quella casa sgangherata. Non fraintendete, non era mancanza di fiducia, o paura che le situazioni sarebbero potute evolvere in maniera ehm… pericolosa. In fondo nella mia forma felina non avrei potuto fare granché. Ma, secondo il preside, era meglio che quei quattro avessero un piccolo angelo custode a…. parargli il culo. E io avevo già dato il mio contributo, anche la settimana scorsa. Di fatti nel giro di qualche sera Peter era tornato come nuovo, ossia il solito scassa boccini senza il minimo ritegno, tanto che non si era preoccupato nemmeno di ringraziarmi. A quello ci avevano pensato gli altri tre. Anche Sirius era stato educato, o meglio, ci aveva provato prima di passare una mano sul mio fianco ed essere schiantato da Lily. Invece James ci aveva messo davvero impegno, soprattutto con la rossa che, sebbene non lo ammettesse, aveva apprezzato quelle parole gentili. Ma giustamente lui era stato snobbato con il solito “Potter” e il tutto si era concluso li. E io e Sirius non ci eravamo più parlati, se non chiaro, per offenderci a vicenda.

I pedini scalzi stavano a contatto con il tappeto che posava sulla nicchia sotto la finestra, mentre osservavo l’esterno cercando di schiarirmi le idee. C’era qualcosa che non andava in me. Per forza, non potevano esserci altre spiegazioni che non includessero una qualsiasi pozione d’amore.  Forse dovevo aver picchiato forte la testa senza rendermene conto, o aver sbattuto contro uno dei quattro pilastri in legno del letto a baldacchino e di colpo ero diventata cretina. Si, poteva essere una buona spiegazione, quanto meno accettabile dalla parte più razionale di me. Senza rendermene conto mi ritrovai a mordicchiarmi il labbro e a passare le dita fra i capelli proprio dove qualche giorno prima il suo naso aveva ben pensato di annusarmi. Cane. Il suo lato animale stava prendendo il sopravvento senza che se ne rendesse, anche perche annusare le persone non è normale, almeno non per me. Forse avrei dovuto parlarne con la McGranitt. Lei di certo era la persona più competente in materia e ipoteticamente, era stata anche la donna che mi aveva consigliato di leggere questo piuttosto che quel libro, quando avevo iniziato il processo di mutazione. Spesso, quando non ricopriva il ruolo di docente, prendeva le sfumature di una mentore, capace di spalleggiarmi nelle situazioni di difficoltà. Questo non toglie che, quando ci fosse da dare punizioni, fosse gentile. Dura come un sergente dell’ esercito, ma anche materna. Le sue vittime preferite erano di certo i Malandrini e loro avevano di certo una passione per quella stanza delle punizioni. Mi ritrovai a sorridere fra me e me, pensando all’ ultima volta che li vidi abbandonati sui quei banchetti da scolari del secondo anno, decisamente troppo stetti perche si trovassero a loro agio e osservati da occhidilinceMcgranitt. E di nuovo la mia testa tornò a Sirius, o meglio ai suoi occhi.
-Ma che!?- feci, scotendo la testa, sconvolta da me stessa, scendendo di colpo da quella mia posizione privilegiata e andando ad infilarmi nel letto di Lily che, ignara, dormiva serenamente. O almeno faceva credere. I miei piedi freddi trovarono presto i suoi caldi, mentre i miei capelli neri si mescolavano ai suoi boccoli rossi. Me l’ero trovata un sacco di volte infilata nel mio letto, ogni qual volta qualche cretino desideroso di morte provava a sedurla in maniere poco galanti o James le dava da pensare. Forse fu il contatto con le mie lastre di ghiaccio che la fecero mugugnare, battere assonata le lunghe ciglie ramate e volgere il capo verso di me. Potevo contare con esattezza il numero delle sue lentigini.
 
-Mmm… Leti che c’è? - mi fece, trattenendo uno sbadiglio. –Oggi abbiamo solo lezione dopo le dieci, perche non dormi?- chiese ancora, tentando di riappisolarsi.
-Mi chiedevo perche non siamo ancora in biblioteca a studiare.- le risposi, affossando maggiormente la testa nel cuscino. Parlare con Lily in questo stato aveva sua un pregio che un difetto. Il difetto era che, principalmente, non era cosciente di quello che diceva. Il pregio invece era che non si ricordava mai niente di tale conversazione. Ma sapevo che con le mie ultime parole, l’avrei di certo svegliata, anche perche al solo nominare la biblioteca una lucina dentro di lei si accendeva. E di fatti scattò sull’ attenti, mettendosi a sedere. Portava una comune camicia da notte, decisamente troppo femminile per me, ma magari vedermi con quella cosa sarebbe piaciuto a Sir…?! Di nuovo!!!
-Si effettivamente dovremmo andare in biblioteca… meglio sfruttare tutte le ore a nostra disposizione. Ci vestiamo?- il bradipo che si era impossessato di lei era stato velocemente soppresso, mentre io rientravo nel tunnel della mia crisi esistenziale. E forse la mia amica notò quel mio momento di disorientamento, o meglio, le mie pesanti occhiaie sotto gli occhi, perche ritornò a coricarsi e ci tirò sopra la coperta.
-Va tutto bene? - mi chiese cautamente, studiando la mia espressione con quei grandi smeraldi che mi studiavano.
-Si, credo solo di aver fatto indigestione… -dissi abbassando lo sguardo e grattandomi un poco la tempia.
-Ieri ho passato tutta la notte in giro, perche non riuscivo a prendere sonno. – Le spiegai, ammutolendo.
Lei annui appena, stropicciandosi gli occhi. –Sai, Potter mi ha chiesto se, dopo questa luna, mi va di andare ad Hogsmeade con lui… - mi fece disarmandomi totalmente. Il modo in cui diceva questo genere di novità con tale semplicità era preoccupante. Io invece scattai sull’attenti come una molla. Pensare ai casini di Lily era meglio che pensare ai miei, ovviamente.
-E tu che gli hai detto?- chiesi, puntandola con le miei iridi castane.
-No, ovviamente-
-Ma Lily, quel ragazzo è disperato. Lui...- tentai prima di venire interrotta.
-E’ solo un pallone gonfiato, tutto qui. Un arrogante ragazzino che crede di poter incantare il mondo. Un bambino troppo cresciuto che non vuole accettare il fatto che dall’anno prossima sarà un adulto e che non si rende conto di quello che gli succede intorno…- sapevo che era molto categorica e risoluta quando si parlava di lui e io non ero ancora riuscita a farla schiodare da quell’ idea.
-Però se consideriamo il suo atteggiamento nei confronti di Rem… quanti avrebbero fatto una cosa cosi per un loro amico?- e nel mio profondo non mi riferivo solo a James, benche lui fosse il lider di quella combriccola.
-Non vuol dire niente… anche tu sei diventata come loro per aiutarli.-
-Lily sta cercando di mettere la testa a posto, dai… ieri abbiamo parlato dello scorso numero della Gazzetta. Era molto concentrato. E poi l’hai visto anche tu, sta smettendo di fare scherzi a tutti quanti e aiuta pure quegli degli anni più piccoli.- dovevo dare una mano a quella povera anima pia di James Potter. Era mio dovere come amica.  –Secondo me dovresti dargli una opportunità…- le feci, prima di portare fuori la testa da quella coperta.
- Forse. Sai quanti problemi mi ha dato quando ero amica di… Severus.- Era da tanto che non sentivo quel nome pronunciato dalla sua voce. Forse due anni erano passati dall’ ultima volta, quando aveva avuto il coraggio di chiamarla “sudica mezzosangue” e se allora non lo schiantai fu perche venni preceduta dalla bacchetta di James. I suoi occhi per un momento si erano incupiti e non potei che sentirmi in colpa per aver portato la nostra conversazione ad toni che non avrei dovuto toccare. Comunque presto lei si affrettò ad aggiungere -Ma anche tu dovresti pensare a Sirius.- I miei occhi si spalancarono di botto. Che cosa stava dicendo? Com’era possibile che la mia amica pensasse queste stupidaggini? Coff.
-Non so di cosa tu stia parlando. Io Black non lo sopporto… è un pallone gonfiato e…- mi resi conto che mi ritrovavo a dire tutte le cose che in precedenza la stessa Lily mi aveva propinato per scollarsi Potter di torno.
Ma io a differenza sua avevo qualche asso nella manica. - Lui si diverte ancora a fare scherzi, e per di più… è andato a letto con tutta la scuola. - non so perche dire queste ultime parole mi fece per un momento stringere lo stomaco e mi costrinse a voltarmi verso la finestra, scendendo definitivamente da quel letto e andando a frugare nel mio baule per cercare la mia divisa.
-Ah si, quello è vero… si dice che ultimamente stia con quella ragazza dei serpeverde. Come si chiama… Magdalene?- mi fece lei, seguendomi fuori dal materasso e cercando il pettine per districare quella matassa di capelli rossi.
Io non aggiunsi altro ma mi limitai a cercare la mia divisa scolastica.
 
Magdalene Periwinkle. Il suo alterego in gonnella. Una facile, ma di classe. O almeno cosi veniva definita dalle voci che giungevano nel dormitorio femminile. Non so perche, ripensando a quel succhiotto non pensai a lei quella sera. Di certo era passata prima di me e aveva lasciato un marchio indelebile. Ma sinceramente non volevo che me ne importasse molto, o meglio lui era libero di fare quello che gli pareva e quello che era successo fra di noi, o che sarebbe successo se Peter non si fosse fatto male, non sarebbe stato niente in confronto, e magari anche dovuto al fatto che lui aveva bevuto un po di più.
Mi infilai una gonna, sotto i collant, abbottonandomi la camicia e sistemando sulle spalle una giacchina. Ritirando poi i capelli in una coda alta.
-Credo sia lei.- mi ricordai di rispondere dopo una decina di minuti mentre Lily come me, finiva di sistemarsi, mettendosi meglio le trecce che in fretta e furia era riuscita a comporre.
-Mmm…- non approfondimmo più di tanto quella conversazione, anche perche per quanto mi riguarda ero già andata troppo affondo. In ogni caso, posai lo sguardo sul calendario, notando che durante questa settimana, esattamente questo mercoledì, ci sarebbe stata la luna piena. Meno di due giorni per prepararci psicologicamente al tutto. – Fra poco ci sarà il periodo di luna piena…- feci notare anche all’altra, indicando il calendario.
-Si, Rem mi pare gia abbastanza provato, ha due occhiaie pesanti ed è diventato più pallido. Sembra come al solito malaticcio. Pensi stia gia passando le notti nella Stamberga Strillante?- mi chiese lei, sedendosi sul materasso e riallacciandosi gli stivaletti.
-Probabile. Normalmente va li qualche sera prima, per sistemare alcune cose. Ricordi quando li scoprimmo? - le feci, imitandone le movenze.
-Gia… quella sera rischiammo di brutto, non tanto perche si era dimenticato di prendere l’antidoto che il professore stava testando, ma perche i ragazzi erano davvero infuriati. Mi dispiacque un sacco, anche perche poi, parlando con lui scoprii che non voleva coinvolgere nessuno. Mi chiedo come ancora oggi non abbiamo capito che la notte li segui.- mi fece lei, scuotendo il capo. Avevo affinato le mie tecniche con il tempo, ma ormai mi ci ero abituata.
-In ogni caso Alice non è ancora tornata!- le dissi ridacchiando e indicando il letto intatto della nostra compagna di stanza. E proprio in quel momento un esemplare di Alice selvatica fece la sua comparsa, con uno sguardo sognate, e gli occhietti appagati, con quella zazzera corta e il visetto ovale che la rendeva più simile ad un folletto che altro.
-Parli del diavolo…- fece Lily, andandole incontro con le mani stette a pugno sui fianchi. –Alice ti sembra questa l’ora di tornare?- disse serissima, facendo scoppiare me e la moretta in una risata divertita.  Il modo in cui Lily imitava Minerva McGranitt era magistrale, e avere una compagna di stanza che passasse la maggior parte delle notti con il suo ragazzo piuttosto che con noi, ci rendeva più semplice parlare di certe cose. Frank poi, per quanto sembrasse uno scapestrato con quei capelli a spazzola che più di una volta avevo minacciato di rasare, era un bravo ragazzo e sapevamo che trattava Ali con i guanti, e mai e poi mai l’avrebbe fatta stare male. Era un po l’esemplare di uomo in età da moglie che tutte desideravamo, o quasi.
-Ragazze è stato fantastico… Frank mi ha portato nell’aula di divinazione e li…- gia si stava mettendo a raccontarci delle sue avventure.
-Ferma ferma ferma… non raccontare niente, non voglio sapere quello che fate tu e Frank li, soprattutto perche poi abbiamo lezione.- le dissi, arricciando il naso scherzosamente, contenta comunque che la mia amica avesse una buona persona al suo fianco.
-Ah ok… allora tutto quello che ti serve sapere è di non sedersi al tavolino numero tre.- commento lei, prima di sparire oltre la porta del bagno.
Io e Lily ci guardammo esterrefatte e solo una manciata di secondi dopo scoppiammo a ridere. Alice aveva il raro dono di mettere un po di vivacità e brio dove non c’era. Anche per questo stava simpatica a molti, e molti apprezzavano la sua compagnia. Soprattutto noi due che stavamo diventando dei mollicci musoni.
Infilai la bacchetta dentro il cinturino e dopo aver avvisato Ali che saremmo scese a fare colazione, ci incamminammo lungo la scalinata, arrivando cosi in una sala comune, gremita di studenti del quinto e stesso anno che, chiassosamente si affollava intorno ad una figura tutta intenta a raccontare qualcosa. Prima che potessi avvicinarmi mi sentii afferrare per un braccio e voltandomi incontrai le iridi color miele di Remus.
 
Era vero, aveva un’aria particolarmente provata. Scavato sotto gli occhi e con un leggero accenno di barba che non aveva rasato. Mi guardò per un momento con un’allarmante serietà, per poi lasciare che il suo viso si distendesse in uno stanco sorriso e che la mano che prima era stretta intorno al mio avambraccio, scese a cercare la mia mano. Questo suo atteggiamento per un momento mi allarmò, tanto che dolcemente andai ad accarezzare i suoi ciuffi castani. Molti nel castello credevano che fra me e Remus ci fosse di più di quell’amicizia speciale che ci distingueva dalla massa, perche spesso eravamo l’uno l’appoggio dell’altro. Ma lo avevo visto sempre come un amico, sebbene, forse, mi sarebbe convenuto innamorarmi di uno come lui.
-Passata una pessima nottata?- gli chiesi, ricevendo semplicemente un grugnito che mi fece sorridere.
-Non mi posso lamentare, per ora… -parlavamo a bassa voce in modo tale che non ci potessero sentire, vicini al punto tale che mi toccava volgere il capo verso l’alto per guardarlo in viso. Ma non era alto come Sirius. Non ci arrivava nemmeno per sbaglio.
-Come mai c’è tanto chiasso cosi di mattina?- Lo vidi storcere le labbra, spostando lo sguardo verso quel cerchio che si era andato a formare e nascondeva due figure a me note. Da dietro le spalle di Rem intravidi la figura di James.
-Buongiorno Lunastorta… - lo salutò, dandogli una pacca sulla spalla, beccandosi un’occhiataccia da parte mia.
-Ah Leti… non ti avevo visto, scusa. Sai dov’è Lily?- lo osservai esterrefatta, scuotendo un poco il capo.
-Non demordi mai te! E’ la giù a parlare con dei primini su come affrontare le lezioni di pozioni. – gli risposi indicando con il mento la rossa che, per Merlino che i miei occhi diventino storti, stava guardando proprio James e vedendosi scoperta aveva di colpo voltato il capo.
Avvertii la risata gutturale di Remus farsi largo vicino al mio orecchio, mentre lanciava un’occhiata complice all’amico.
-Ehm… allora io vado.- disse Ramoso, avviandosi verso Lily e prendendo in braccio qualche libro di quello che lei leggeva, beccandosi cosi qualche insulto e forse, forse un grazie.
-Dici che ce la faranno ad arrivare a fine anno illesi? – domandai a lui, lasciando la presa della mano. Remus alzò impercettibilmente la linea delle spalle scuotendo appena il capo.
- Chi lo sa... magari si -  mi rispose, ritornando ad osservare la calca che nel mentre era cresciuta di numero e si dilettava in “OOOOH” d’ammirazione. Incuriosita mi feci largo fra la folla, seguita fedelmente dall’ ombra di Lupin, mentre sgomitando a destra e a manca mi ricavai un cantuccio fra due del quinto anno. E allora lo vidi.
 
Seduto su una poltrona in pelle,  con una gamba poggiata sul bracciolo e l’altra a penzoloni, altamente senza camicia e con un aria di soddisfazione. Sirius Black. Non potei che non notare il fisico marmoreo ma non esagerato, tonico al punto tale da esaltare i bicipiti, i pettorali, la leggera ombra di addominali e quella leggera peluria che partiva dall’ ombelico sfiorando i pantaloni. Ma non era di certo questo quello a cui dovevo pensare, perche dopo una seconda occhiata potei notare il perche di tanta esaltazione da parte di quei cretini degli altri anni. Buona parte del suo corpo era cosparso da chiazze rosse e violacee e piccoli morsi che mostrava con soddisfazione ai presenti, acclamato da un Peter Minus che esaltava la folla.
Il mio sopracciglio destro si inarcò al punto tale che avrebbe potuto scavare un solco nel soffitto, mentre coglievo qualche pezzo di quel racconto.
-… e poi siamo andati nella stanza delle necessità, perche lei aveva proprio bisogno di farmi tutte queste cose. Non vedeva l’ora ragazzi, letteralmente, che iniziassi a giocare con quella pelle deliziosa… certo se si fosse fatta la ceretta prima… - fui l’unica a non ridere, insieme a Remus sui suoi commenti riguardo all’ ultima conquista del bastardo che ci stava davanti.
-Ricordami perche sei amico suo Rem…- gli feci cercando di resistere dal schiantarlo.
-Vorrei saperlo anche io.- mi rispose lui, proprio quando Peter notò il licantropo accanto a me.
-RemusRemusRemus! Hai sentito vero, hai sentito cosa ha fatto Sir? Quella del quinto anno non vedeva l’ora… e…- lo fulminai con uno sguardo e probabilmente fece effetto perche si zitti di colpo. Sirius notandoci pensò bene di rimettersi composto e rifilarsi la camicia, per poi alzarsi e venirci in contro.
-Ragazzi, vi stavate divertendo? - fece lui, lasciando quella camicia aperta, passandosi una mano fra i capelli e sorridendomi provocatore. Io di mio non dissi niente, anche perche tutto quello che mi veniva in mente erano parole poco carine che volentieri avrei evitato di dire in pubblico.
-Sirius sai che certe cose non si dicono vero?- lo canzonò Lupin, scuotendo il capo e dandogli una spintarella. –Fai certe bravate mentre io sono via.- aggiunse passandosi una mano fra i capelli.
-Scusa amico, la prossima volta ti avvertirò.- rispose lui, tornando a guardarmi come faceva di solito. – Non dici niente Leticia? Ti ho tolto il respiro? – cazzo, ma voleva davvero essere lanciato fuori dalla finestra? Togliere il respiro a me?! Si ok, forse in una circostanza diversa ci sarebbe anche riuscito, ma non oggi.
-Stavo pensando a quanto tu sia porco Black. –sputai cosi la mia dose di veleno mattutino, alzando appena l’angolo del labbro sinistro, leggermente schifata.
-Ah, sai che ogni cosa che dici è un complimento per me?- mi fece ancora, beandosi di quel pubblico che ci ammirava. Un animale da palcoscenico, ecco cos’era. Se aveva tutti gli occhi puntati addosso lui era la persona più felice del mondo.
-Vai a farti fottere.- sentenziai, prima di allontanarmi a grandi passi, seguita da Lily che, vedendomi andare via cosi torva ebbe la brillante idea di seguirmi, lasciando James con un’espressione esterrefatta.
Il ragazzo di colpo si voltò a fissare l’amico ancora mezzo nudo che osservava il punto dal quale eravamo uscite. –Ma bravo Felpato, bravo. Ero a un tanto cosi da convincerla a studiare insieme. E tu mandi all’ aria tutto. Mi spieghi come fai, per le mutande di Merlino? Dannazione!- disse l’occhialuto, muovendosi a grandi falcate verso l’amico.
-E rivestiti per piacere, che non serve a niente. Tanto Leti è andata via.- lo rimproverò ancora il cervo.
-Avete visto come mi ha guardato? Mi sbavava addosso… -rispose quello, prendendo ad abbottonarsi la camicia.
-Si, certo.- rispose Remus, dando una pacca sulla spalla ad entrambi. –Non lo capite che cosi con loro non funziona?- fece ai due, scuotendo il capo, stanco e provato. – Questa di certo non è una tecnica che puoi usare con Leticia, Sirius. – lo rimproverò il licantropo.
-Sarà Lunastorta; so solo che quando mi manda la diavolo mi fa impazzire. -rispose lui beffardo, sfoderando uno dei suoi ghigni malefici - In ogni caso la scommessa e ancora valida, e io non ho intenzione di ritirarmi. Ricordati che dovrai offrire da bere a tutti per un mese. E dovrai far felice una mia amica dei Corvonero… intesi?- disse quello, prima di prendersi una gomitata nello stomaco da Rem. –Intesi.- rispose lui, con un’espressione seria e preoccupata, mentre risalivano le scale del loro dormitorio per andare a cambiarsi.
-Pronti per mercoledì?- chiese James mettendo una mano intorno al collo grassoccio e giallino di Peter, mentre dall’ altro lato della scuola io pensavo a come far cadere Sirius dalla scopa.

Angolo dell’ autrice.
Non so cosa dire di questo capitolo se non che faccio il tifo per Lily e James e una idea malsana sta nascendo riguardo a Remus, che ho tanto adorato stendendo questo pezzo della storia. Ditemi se è piaciuta pure a voi o se invece non vi è piaciuta per niente, o se avere qualche idea o cose cosi <3 a me fa sempre piacere <3 Baciozzi.
-CB

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Capitolo 5
*** Tanto va la gatta al lardo... mercoledì di paura. ***


5. Tanto va la gatta al lardo... mercoledì da paura.

Dovetti dare necessariamente almeno una decina di spallate a poveri malcapitati primini rischiando persino di far cadere qualcuno all’ indietro prima che la mia camminava veloce si fermasse di colpo davanti all’ aula di divinazione, saltando beatamente la sala Grande dove ci avrebbe atteso una fantastica colazione. Troppo tardi, nel giro di qualche minuto mi si era chiuso lo stomaco. Rivedevo la stessa scena ripetutamente, più volte. Sarebbe stato impossibile non provare un sentimento di disgusto per chiunque si fosse trovato al mio posto. E sinceramente non sapevo se mi infastidiva di più il fatto che Sirius Black, il trombamico per eccellenza, si fosse portato a letto un’altra ragazza delle tante, o che si pavoneggiasse in questo modo di fronte ad un gruppetto di maschietti insuati e desiderosi di essere come il loro mito. Ok. Forse sapevo quale delle due mi nauseava di più, ma di certo entrambi avevano a che fare con lui. Non riuscivo a scollarmelo di dosso, mannaggia a me.  
 
Dovevo avere le guance paonazze, la coda sfatta e la fronte sudata tanto era stato lo scatto che il mio corpo mi aveva spinto a compiere e solo adesso avvertivo il freddo di chi si era dimenticato di mettersi il maglione. O forse mi stavo ammalando, anche perche era impossibile che oltre quelle spesse pareti in pietra, magicamente riscaldate e con la capacità di trattenere il calore, vi fosse effettivamente freddo. Mi fermai per un momento a prendere aria, riempendo forzatamente i polmoni e andando a sedermi lungo una delle tante panche che affiancavano l’ingresso della porta dell’ aula, posta in una delle torri più alte della scuola, prossima a quella che sapevo essere la sala comune dei corvonero. La gonna in tessuto che copriva le mie gambe andò a poggiarsi sulla lastra di marmo, mentre le dita sottili sfioravano le ginocchia. Il mancato allenamento dei giorni passati andava a farsi sentire e non potevo fare a meno di pensare che anche questa, chiaramente, era colpa sua. Se al posto di fare quella festicciola del cavolo in cui era quasi riuscito a fregarmi ci fossimo messi a fare le selezioni per la squadra di Quidditch ed iniziare gli allenamenti, allora probabilmente non sarei stata in quelle condizioni.
Andai malamente a mordicchiare il labbro inferiore con i canini, rischiando persino di farmi male, mentre la mano manca andava a cercare quell’ elastico che stava stretto intorno ai miei capelli corvini. Lo feci scorrere sulla loro superficie liscia, lasciando che ricadessero sciolti lungo la schiena.
Ottimo, davvero ottimo, iniziare una giornata cosi con già il mal di testa. Abbassai lo sguardo. Il pavimento di questa scuola non mi era mai sembrato così affascinante. Doveva avere il fascino di chi era stato guardato anche troppe volte da ragazze sull’orlo di una crisi di nervi. Sicuro che nel giro di un paio di giorni l’avrei strangolato nel sonno. Come minimo. O magari con un colpetto sarebbe caduto dalla scopa di faccia e allora il mondo intero avrebbe dovuto rinunciare a quel suo bel faccino. Pazienza, c’es la vie.
 
Non mi accorsi nemmeno della comparsa nella mia visuale di un paio di scarpette da donna, abbinate a delle calze grigie ed una gonna del medesimo colore delle scarpe. Quando alzai lo sguardo, notando quell’ intruso che occupava chiaramente uno spazio fondamentale del mio piano malefico, trovai fortunatamente gli occhi verdi di Lily che mi scrutavano attenti e preoccupati. E menomale che era lei, perché non so cosa sarebbe successo se fosse stata una delle tante del funclub di Sir, o se, peggio ancora fosse stata quella vipera di Magdalene.  In questo caso le avrei di certo tirato i capelli, o cavato gli occhi… o avrei inventato una qualche magia per farle venire le rughe. Meglio ancora… le avrei messo una cintura di castità, cosi avrei fatto un favore a quasi tutta Hogwarts.
Sorrisi tirata all’ altra e solo adesso mi accorsi che lei come me, non aveva proprio un bel aspetto. I boccoli rossi normalmente ordinati stavano selvaggi intorno al viso ovale, dalle labbra sottili e le marcate lentiggini.
-Tutto bene?-Le chiesi, inclinando appena il capo verso il posto che stava accanto a me e facendole segno di sedere, mentre sistemavo l’elastico a mo’ di braccialetto intorno al mio polso.
-Veramente dovrei chiederlo io a te…-rispose lei, ritirando una ciocca rossa dietro l’orecchio. Pareva un po dispiaciuta. Effettivamente prima l’avevo vista chiacchierando con James, e magari le stava piacendo. Bene, avevo trovato anche il modo di sentirmi dannatamente in colpa, per le mutande di Merlino.
-Lil scusa… davvero non c’era bisogno di seguirmi, potevi anche rimanere con James. E poi è solo Sirius che mi fa perdere la pazienza… niente di grave.- circa. Non potevo dire di che entità sarebbe stato il danno che gli avrei fatto, stavolta.
La vidi lievemente arrossire, forse colta sul un nervo appena scoperto. Potter in fondo, non era tanto male, come ragazzo. Quando non faceva scherzi idioti era una persona brillante, un ottimo studente e, dovevo ammetterlo, un ottimo amico.
-M…ma no! Scherzi vero? Con Potter! Quando mai… e poi ero curiosa, che è successo?- mi fece, cercando di nascondere quell’ imbarazzo palese e interessandosi a me mentre appoggiava con grazia innata i nostri, menomale che aveva preso pure i miei, libri sulla panca per poi alzare gli occhietti nella mia direzione.
-Il solito, te l’ho detto. L’ennesimo trofeo che non si vergogna di mostrare ai suoi seguaci. Raccapricciante.- feci, storcendo le labbra e arricciando il naso. Il fatto che lui non avesse il minimo ritegno nemmeno in queste cose mi nauseava ancora di più del fatto che fosse stato con una quasi sconosciuta, con il quale magari aveva avuto una tresca, uno o due giorni. Annoiato, ecco. La sua vita doveva essere davvero monotona con un amico licantropo, una banda da capitanare e gli esami a fine anno per fare delle cose del genere. Era una cosa cosi abituale che davvero, non capivo nemmeno perche me la stessi prendendo tanto. Di fatti la risposta di Lily fu piuttosto lampante.
-Ah… tutto qui?- disse lei, andando a sistemarsi meglio la treccia.
Abbassai gli occhietti, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi e notando che, intorno a noi andavano a formarsi tanti piccoli gruppetti di chi avrebbe fatto tale materia anche il settimo anno. Una fortuna sinceramente che quel quartetto non avesse continuato la materia, portando avanti Trasfigurazione che era esattamente alla stessa ora. Fra i tanti che vidi, notai la fluente chioma bionda di una ragazza che ahimè conoscevo piuttosto bene. –Si… tutto qui, comunque non parliamone più.- feci seriamente, voltandomi verso di lei ed indicando con la coda dell’ occhio quella che era il sogno erotico di mezza Hogwarts. Magdalene Periwincle. Alta, decisamente molto più alta di me, con un fisico da sballo ed una confermata discendenza Veela. Aveva due occhi azzurro ghiaccio, un mento appuntito e delle ciocche vaporose che scendevano sino alle natiche. Le sue forme erano piene e piacenti ed era certo che quasi tutti i maschietti della scuola l’avessero sognata almeno una volta senza veli. E Sirius si infilava regolarmente fra le sue mutande. Bleah.
 
Quando mi voltai per guardarla ancora, con lo stesso disprezzo di prima, sfortunatamente me la trovai a mezza spanna dal naso. Ohoh…
-Ciao Rodriguez… come va?- mi chiese, melliflua e con quella voce ingannatrice da vera vipera narcisista ed egocentrica, una perfetta compagnia per Felpato.
-Bene, Magdalene. Niente di cui tu passa gioire.- Che non ci sopportavamo reciprocamente, lo sapeva tutta la scuola, ma solo perché lei, durante il viaggio del primo anno, aveva provato a buttare fuori dal finestrino il rospo di Alice.  Io chiaramente, avevo rischiato di cadere fuori dal treno pur di riprenderlo e, con uno di quei incantesimi che mi insegnava papà per difendermi dai bulletti, le avevo fatto diventare la pelle viscida come quella della rana. Cosi, la sera dello smistamento, tutti avevano avuto gli occhi puntati su di lei, anche per il colore della pelle. E per quanto intorno a me l’aria rischiava di mandare la scossa tanto ero nervosa, non avrei mai dato a quella piccola mocciosetta la soddisfazione di infastidirmi.
Quella, muovendosi come una diva su un tappeto dorato, riuscì solo a regalarmi un ghigno.
-Sono felice per te, sai?- chiaro che non lo era. Piuttosto che continuare quella falsa conversazione, mi concentrai sulla figura di Alice alla quale andai in contro quando finalmente aprirono l’aula.
Veloci come fulmini entrammo dentro per tovare posti migliori, chiaramente precedute da quella cretina che, come i bambini delle materne, ci teneva proprio a farci un dispetto, anticipandoci ogni qual volta stavamo per sederci.
E mentre il mio desiderio di schiantarla seduta stante o ricordarle cosa significasse avere le dita palmate stava per prendere il sopravvento mi ricordai di una cosa che ci aveva detto Ali solo poche ore prima. Cosi mi diressi di corsa verso il tavolino n°3, pronta a sedermi. Ed ecco che, lei si sedette al posto mio.
-Oh, Rodriguez. Mi dispiace, volevi sederti tu?- mi fece, falsa come un molliccio.
-No tranquilla, mi siederò dietro.- le dissi, fingendomi pure dispiaciuta e trascinandomi apresso Alice e Lily, entrambe con un espressione scioccata.
-Leti, tu… l’hai fatta sedere li?- mi fece Lily, tentando di trattersi dal ridere, a differenza di Alice che rideva quasi sguaiata, beccandosi parecchie occhiate dai vicini.
-Leticia sei un genio!- mi diceva, sogghignando e asciugandosi le lacrime. –Comunque che è successo fra te e Sirius? Frank mi ha detto che vi ha visto battibeccare anche di mattina presto..- domandò la mia seconda migliore amica.
-A ti prego, non me ne parlare. Non lo voglio sentire, almeno sino a mercoledì.- le feci io, avvicinandomi la tazzina da tè.
-Perché, che succede mercoledì?- a quella risposta ne io ne Lily rispondemmo, e ringraziai che Alice non fosse una di quelle persone che si impuntano sulle cose. Che non fosse come me.
 
Mercoledì.
I giorni trascorsero veloci e in men che non si dica arrivò il mercoledì. Le lezioni erano finite da un pezzo, come di consueto, tuttavia le ore di luce non erano ancora arrivare al loro termine. Si stava bene, seppure la giornata si era  appena raffreddata e si arrivava a mala pena ai dodici gradi, niente tuttavia che un buon maglione o una pelliccia non potessero curare. I ragazzi, che ero stata troppo occupata ad evitare durante quei due giorni prima della luna piena, non si erano nemmeno presentati a lezione. Non che questo facesse pensare male, eh. Era comune che, per ragioni varie ed eventuali, saltassero qualche lezione. Ma con grande probabilità adesso stavano preparando le varie cose nella stamberga strillante. Da quando avevano iniziato ad usare quella casa come avamposto per le trasformazioni di Remus, strane dicerie erano iniziate a girare di bocca in bocca fra la gente di Hogsmeade. Chi diceva che era stata infestata dai fantasmi e chi invece sosteneva che era solo il vento. Anche questa era stata una delle ragioni perché il professor Silente mi aveva segretamente affiancato al gruppetto. Dalla mia postazione di prestigio, sopra i tetti di quella casa o nascosta fra una tegola e l’altra, sarei stata capace di vedere per prima un improbabile intruso. Erano pochi comunque quelli che avevano il coraggio di avvicinarsi, anche perche i lamenti di Remus erano piuttosto forti e realistici.
 
Erano gia le cinque e il sole, seppur nascosto dietro le pesanti nuvole cariche di pioggia che ingombravano il cielo, non era ancora tramontato. Il rumore dei miei anfibi che percorrevano il corridoio adiacente alle stanze dei professori era l’unico che avesse il coraggio di farsi sentire. Non ero vestita secondo il regolamento scolastico, cosa che, se mi avesse beccato un altro prefetto, avrebbe incasinato particolarmente le cose. Ma per uscire la notte senza farmi scoprire avevo imparato a prediligere i colori scuri, primo fra tutti il nero. Per questo dentro le scarpe stavano infilati un paio di jeans scuri, coperti a loro volta da una felpa totalmente nera, completa di cappuccio, coperta in parte da un giacchino in pelle, sempre nero. I capelli stavano sciolti intorno al viso e si posavano sul petto, scivolando lisci. Ero di fretta, davvero. Anche per questo non potevo trattenermi troppo nello studio del preside che, su richiesta speciale mi aveva richiamato proprio ora, prima che andassi a pedinare i ragazzi. E pensare che per un momento avevo anche pensato di lasciarli al loro destino, qualunque esso fosse. Quando finalmente completai la scala nascosta dietro a quella antica statua di un ippogrifo con le ali spalancate, mi trovai davanti la figura di un uomo decisamente vecchio, che mi osservava attraverso le sue acute lunette, poste su quel naso ad unco. Vestiva chiaramente secondo i colori dei maghi, portando una lunga tunica violetta, ricamata in argento, e un leggero cappello a punta. I capelli, come la barba, non erano ancora totalmente bianchi, ma fra di essi si intravedevano dei leggeri fili argentati. Se ne stava in piedi, accanto alla piccola fenice che beata dormiva appollaiata su quell’ appoggio in ottone, alle spalle della sua scrivania. Un sorriso gentile mi accolse tuttavia, rimasi sulla porta finche non mi fece segno di avvicinarmi e sedere.
-Buonpomeriggio signorina Rodriguez… esce per una passeggiata nel bosco?- mi domandò lasciando che una qualche magia riempisse le tazzine che ci stavano davanti. Era un uomo enigmatico, e di grande carisma, tale era la fiducia che spesso riponevo in lui.
-Si professore, e ad essere sincera sono anche in ritardo.- gli feci notare, guardando fuori dalla finestra il sole, che iniziava a tramontare.
-Ah, speriamo vivamente di no, mia cara. Perche allora potrebbero esserci seri problemi.- mi fece lui, incupendosi per un momento e abbandonando la tazzina su quel piattino finemente decorato.
-Cosa vuol dire?- gli domandai allarmata, portando gia la mano destra alla bacchetta che tenevo ritirata dentro la custodia. E nel mentre che proferivo tali parole, quello era andato con la mano rugosa a prendere cinque boccette dalla forma rettangolare, grandi quanto tre dita. Cinque boccette, quattro vuote, una piena. E successivamente, un’altra vuota. I miei occhi continuavano a saettare fra quelle e gli azzurrini del preside che mi guardava preoccupato.
-Queste, signorina sono gli antidoti che il signor Lupin deve prendere prima di ogni luna. E questa è una pozione che serve per riposare.- fece indicandomi prima le cinque boccette e poi la sesta.
-Credo che ci sia stato un malinteso. E se è cosi, i suoi amici potrebbero essere in pericolo.- rispose, prima che sulla sala calasse il silenzio.
Il mio cervello si era spento totalmente, non riuscivo più a ragionare, a collegare quello che il professore mi stava dicendo, quello che vedevo e la realtà. Di colpo il mio cuore aveva preso a martellare, a battere cosi forte in petto che rischiava persino di schiacciarmi sotto il suo peso. Sentivo le ginocchia molli, la testa pesante, e un incredibile malessere.
-Remus non ha preso gli antidoti?- chiedi esterrefatta, con un filo di voce, mentre il professore scuoteva la testa.
-No, credo proprio di no. E probabilmente non lo sa nemmeno, come il signor Potter, Black e Minus.- mi disse, muovendosi intorno la scrivania e avvicinandosi a me, mettendomi la boccetta fra le mani.
-E io cosa…?- non riuscivo nemmeno a trovare le parole per quello che stava succedendo. Pensavo solo a Remus, ma più di tutti a Sirius. Che sarebbe successo se lo avesse squarciato. Dovevo intervenire, ora, subito.
-Deve correre da loro Leticia, e dare la boccetta al signor Lupin. Non importa quando la berrà, ma deve berla, o sarà difficile controllarlo. - non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che mi precipitai fuori dal suo studio, correndo con il rischio di bruciare completamente i miei polmoni. Superai in fretta le mura del castello e fu allora che lasciai che le zampe da gatto prendessero il posto di quelle da bipede.
Reggevo la boccetta fra le fauci, stringendola con i denti e intorno al me la foresta scorreva, veloce come un vecchio film che va avanti alla velocità massima possibile. Sentivo i miei sensi acutirsi, i baffi fremere per il freddo, mentre il mondo appariva sfocato ai miei occhi felini, lasciando che le pupille si stringessero e l’iride dorata prendesse il sopravvento. E da lontano seguivo il cielo, cercavo la luna che, per fortuna tardava a comparire, ora che il cielo si era leggermente oscurato. Poco tempo, avevo poco tempo, mentre le possibilità di trovarli tutti illesi diminuivano di secondo in secondo e la mia preoccupazione per Sirius cresceva. Se lo avessi trovato ferito o peggio ancora, che avrei fatto?
 
 
James aveva appena finito di sistemare il letto a baldacchino, mentre Sirius si era occupato di chiudere tutte le finestre, lasciando un leggerissimo filo d’aria perché quel tanfo di muffa e polvere non entrasse nei loro polmoni. Peter si era occupato delle provviste: tanto cibo, cioccolato, formaggio e le immancabili riviste di modelle babbane. Quelle che i ragazzi tenevano nascosti sopra e sotto il letto. L’ unico che non stava facendo niente era Remus. Se ne stava addossato alla parete, stringendo di tanto in tanto gli occhi per il dolore, mentre la bestia dentro di lui provava a ribellarsi a quel controllo che era riuscito con tempo ad ottenere. Era pallido come un cerino e il suo viso appariva stanco e sudaticcio, come i capelli che ricadevano sparsi sul viso. Quelle cicatrici di tempi immani sotto la chiara luce di una lampada ad olio sembravano ancora più profonde e il suo fisico magrolino scompariva dentro quegli abiti dai colori morti.
-Rem, perche non ti stendi?- gli chiede d’un tratto James, facendosi più vicino al camino e cercando quel poco di calore che un fuoco prodotto dalla bacchetta di Sirius potesse dare. Era, come l’amico vestito semplicemente. Una felpa marroncina, che ne richiamava i colore dei capelli, ed un paio di jeans sbiaditi. Intorno al collo stava la sciarpa dei Grifondoro, con i suoi colori sgargianti e accesi. Di tanto in tanto si portava su gli occhialetti neri e spessi, dando occhiate a Peter che gia, stava pensando a cenare.
Sirius invece si era trovato un bell’ angolino accanto alla porta, o meglio su di essa, poggiato con lo schienale della sedia, in modo tale che, se fosse entrato qualcuno, avrebbe dovuto prima togliere di mezzo un cagnolone incazzoso. Aveva i capelli come al solito disordinati, come chi si è appena alzato dal letto e portava, sotto il giaccone in pelle, una felpona grigia. Poi alle gambe pure lui portava dei jeans sbiaditi e dei pesanti scarponi. Minus, poggiato contro uno dei muretti del camino, vestiva un maglione color sabbia, sbiadito e dei pantaloni sul marrone, con un paio di scarpe invernali.
La bacchetta di Sirius produceva in aria vari cerchietti, seguendo un fascio di luce che lui stesso emetteva, aveva uno sguardo concentrato, serio e al contempo freddo, sebbene era palese che qualche cosa non gli andava.
-Che hai Sir?- chiese Minus dalla sua postazione, attento al suo idolo, grattandosi un poco il mento sul quale erano spuntanti due peletti di barba incolta. Nessuna risposta.
-Che c’è? Leti è troppo difficile per te?- si aggiunse James, lasciando che Remus andasse a distendersi sul lettone polverso, cercando forse di riposare un poco. Stanco, si sentiva stanco e spossato, come se al posto del solito cinghiale dell’ora di pranzo avesse mangiato un troll. E poi quel mal di testa. Lo stava torturando.
-Va al diavolo Ramoso.- gli aveva ringhiato contro Felpato, mostrando un poco i denti e grattandosi la testa. Pulci.
-Che c’è… non ti piace che non ti guardi più?- aveva continuato quello, prendendo una caramella tutti i gusti più uno al sapore di caccola. Bleah. –Forse dovresti lasciar perdere la scommessa. Sappiamo entrambi che tra te e lei non succederà mai niente.- a tali parole si era aggiunto un grugnito di approvazione da parte di Lunastrorta, che continuava a rigirarsi nel letto.
-Ma perché non la smettere? Eh?! Leticia è affare mio. Prima o poi ci penserò. Al momento ho altro fra le mani…- rispose con un ghigno malefico, sebbene quei occhi chiari erano capaci di tradirlo. C’era rimasto male, effettivamente, quando l’avevo snobbato all’ ora di pranzo e cena, per due giorni consecutivi, e anche la sera, quando non gli avevo rivolto la parola.
-Se vuoi un consiglio da parte mia, che conosco la mia migliore amica…- si aggiunse al solo Remus, prima che la luna facesse capolino in quella stanza e io entrassi di corsa dall’unica finestra che era stata lasciata aperta. –Smettila di scherzare con lei, e provaci seriamente… tanto lo sappiamo che ti piace.- lo guardò, prima di chiudere per un momento gli occhi e reclinare il capo all’ indietro.
-Lunastorta, non stai bene?- si fece sentire il piccolo e cicciotto Minus, sopra le voci degli altri due, catalizzando cosi l’attenzione dei ragazzi sul licantropo. Ma neanche il tempo di voltarsi che entrai di corsa dalla finestra, abbattendola di peso.
Avevo preso la rincorsa, salendo sopra la parete, per cui, quando mi appoggiai di peso contro di essa, non ci misi molto a buttare giù quel legno marcio che la componeva e a comparire agli occhi di tutti, ancora nelle sembianze di un gatto. Ma non durò molto, perché appena vidi Sirius, e poi Remus, osservarmi interdetti, ripresi le mie sembianze umane.
Bastò un balzo perché il muso riprendesse la forma si un viso e la coda rientrasse, lasciando che il pelo da gatto venisse sostituito dalla mia pelle gelata, sebbene coperta, per fortuna, dagli indumenti che portavo prima. E la boccetta, stretta fra le mani. Mi ritrovai di colpo le bacchette di Sirius e James alla gola.
-Chi diavolo sei e  cosa….- poi si fermarono, mentre la baccetta di Sirius si calava giù il cappuccio.
-LETICIA CHE CI FAI QUI PER LA BARBA DI MERLINO…e aspetta, ERI IL GATTO?- non era il momento per queste conversazioni, quindi snobbai Potter e mi rivolsi a Sirius che mi guardava scioccato.
-Non abbiamo tempo. Questa è una dose di quelle che Remus deve prendere…- dissi mostrando la boccetta e parlando strettamente, ignorando però il vero problema della situazione.
-Se non la prendere rischia una muta…- non feci in tempo a finire che un ringhio sommesso mi fece voltare di scatto.
-GRAAAAAAAAAAAAAH!- al posto della figura del mio amico era apparso un essere che effettivamente, me lo ricordava parecchio. Una via di mezzo fra Remus e il licantropo che, per mia fortuna, avevo visto solo una volta. Ma il fatto che, per alcune ragioni assomigliasse di più al mio migliore amico, non dava per scontato che la sua mente ragionasse come la sua. Aveva le braccia sproporzionate al copro, più lunghe e artigliate, tanto sa sfiorare le ginocchia. Si era appena elevato di una trentina di centimetri e una parte della testa di era allungata, tanto da scoprire le fauci aguzze e pericolose, i capelli non erano scomparsi del tutto e addosso portava ancora quelli che erano gli abiti del ragazzo di prima.
Sentii Minus gemere come una ragazzina, quando quello spettacolo raccapricciante ci si presentò davanti. Le mie gambe divennero di pietra e il cuore mi si fermò in gola. Fu solo grazie alla spinta di Sirus che evitai quella zampata, dritta contro il mio fianco. Caddi di sedere, ma senza perdere la boccetta che tenevo stretta al petto.
Remus stava ancora sul letto. Un movimento di bacchetta una delle aste che sosteneva il baldacchino si ruppe, facendogli cadere questo addosso. Ci precipitammo fuori dalla casa, correndo verso la foresta e guadagnando di quei pochi minuti di precedenza, prima che Remus, o meglio il licantropo in lui, prendesse il controllo.
Ci fermammo solo un istante, per far prendere aria a Peter.
-CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO?- mi tuonò contro Sirius, più preoccupato che mai, reggendo la bacchetta fra le mani e guardando intorno come faceva Ramoso.
-Te l’ho detto. Remus si è sbagliato e ha confuso pozione. Non ha assunto l’ultima dose e adesso, secondo Silente, sta attraversando quella che è una trasformazione a metà… se gli diamo questa…- cercai di rispondere, tentando di ignorare le gambe che tremavano.
-NO, VOGLIO SAPERE COSA STA SUCCEDENDO, PERCHE SEI QUA E NON AL CASTELLO E COSA CENTRA SILENTE CON TUTTO QUESTO! – urlava come un pazzo, rischiando di farci scoprire.
-Adesso non mi pare il momento e vedi di tenere la bocca chiusa se non vuoi…- gli dissi, con i denti stretti prima che… 
-Ragazzi.- James ci indicò un punto preciso, dal quale si ergeva il profilo di Remus contro la luce della luna.
-Merda… non lasciare la mia mano.- mi fece Felpato, prima di iniziare a correre, afferrandomi la destra. Non riuscivo più a sentire niente, se non i polmoni che mi esplodevano.
-Ragazzi dobbiamo trasformarci, sarà più semplice!- fece James, mentre Minus senza aspettare gia prendeva la forma di un topolino grigio. In men che non si dica un cervo, un cane e un gatto si aggiunsero a quel topino.
Di corsa mi arrampicai su un ramo, reggendo la boccetta fra i dentini, seguendo lo scontro che successivamente avvenne. Remus si scagliò ringhiando contro Ramoso, afferrando le corna con le zampe e provando a sollevarlo per morderlo sotto il collo. Subito felpato gli si aggrappò alla schiena, cercando di staccarlo da James che nel mentre aveva perso i sensi, e sebbene ci riuscì venne scaraventato contro una roccia. Remus si fiondò su di lui, infilando gli artigli proprio lungo la zampa posteriore, quella sinistra. Un guaito di dolore squarciò l’aria, facendomi tremare dentro. Appesa al ramo, ripresi le mie forme.
-Peter. Corri al castello e avvisa Silente. Digli che abbiamo bisogno di aiuto. Ora. – Il topino, terrorizzato, non si fece ripetere due volte quell’ ordine, approfittando di quell’ occasione per uscire di scena, prendendo il passaggio segreto che portava al platano picchiatore.
Io di mio, ripresi le sembianze di un micione e nero, e vedendo Sirius, che nel mentre, anche per il dolore, aveva ripreso le sue sembianze umane e stava tutt’ora perdendo sangue dalla gamba, pronto ad essere squarciato, smisi di ragionare. Mi lanciai dal ramo e nel bel mezzo del salto, ripresi le mi sembianze umane. Atterrai cosi contro la schiena di Remus, avvinghiata a lui per non essere buttata giù, e aprii la boccetta.
Lui, cercando di ribellarsi, mi batté su uno dei tronchi. Trattenni il fiato per non urlare dal dolore, mentre sentivo dei rametti conficcarsi nella mia pelle. Ma non potevo lasciare che il mio migliore amico facesse del mare ad una delle persone alla quale lui, chiaramente, teneva di più. Cosi, cercando di resistere andai a mettere da dietro il liquido di quella boccetta dentro la sua bocca.
 
All’ iniziò si dibatté, come colto da un attacco anafilattico, poi il suo corpo iniziò a rimpicciolirsi, ritornando a dimensione normale, e in fine, crollò. Con le mani tremanti e sporche di fango e terra andai a controllare il respiro, mentre un James svenuto riprendeva conoscenza. Respirava, affannosamente, ma respirava.
-Sta bene, sta bene.- feci ad entrambi, mentre Potter si avvicinava a Lunastorta e io mi staccavo da lui, reggendomi il fianco e barcollando verso Sirius.
Era pallido, e la mano che reggeva la gamba era sporca di sangue, ma era ancora lucido, e questo voleva dire molto. Mi inginocchiai al suo fianco, senza dire niente, ispezionando la situazione. Dovevo avere la schiena piena di graffi e cicatrici per come aveva provato a buttarmi giù, ma non sentivo dolore. Vedevo solo il SUO sangue.
-Sirius…- gemetti, prima di sentire qualcosa di caldo e liquido scendere sulle mie guance.
-Va t..utto.. bene Leticia. Clamati, non piangere. – mi disse, accarezzandomi la guancia.
-Piuttosto, aiutami… premi qui.- e mi indicò il punto dove, poco prima avevo visto gli artigli del licantropo perforare la carne. Feci come mi disse, forse con poco tatto, tanto che gli scappò un gemito.
-Scusa…- gli dissi, tirando su con il naso.
-Remus come sta? Tu come stai?- mi domandò nuovamente, ripassando una mano sulla mia gota, e tentando di mettersi meglio, di tirarsi su.
-No, sta fermo…- gli dissi, poggiando una mano sulla sua spalla. Era rossa dal sangue che usciva dalla sua gamba. –Sta bene, e anche io sto bene. Non ti preoccupare. Ho mandato Peter a chiamare Silente. Presto starete tutti bene…- gli feci, ritirando una ciocca corvina oltre il viso.
-Lo so, lo so…- mi rispose, chiudendo un po gli occhi.
-James, Sirius Remus! JAMES, SIRIUS, REMUS!- in lontananza sentii la voce di Peter e, prima che tutto diventasse nero, la figura del professore che, aiutato da Hagrid e un’ altro essere a me sconosciuto, prendevano Remus e James, venendo verso di noi. Mi avvicinai a Sirius. Poi, divenne tutto nero.

Angolo dell'autrice.
Un capitolo un po lunghetto e ricco di adrenalina che spero vi sia piaciuto. Io mi sono sinceramente divertita a scriverlo. Ma mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. Quindi commentate, recensite e smessaggiate quanto volete. <3 Baciozzi
-CB

 

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Capitolo 6
*** Fare pace. ***


6. Fare pace.

Quando finalmente riaprii gli occhi la prima cosa che vidi fu il soffitto dell’infermeria. Nuda pietra marmorea retta da vari pilastri che si intrecciavano sul soffitto con volte a vela e un lampadario centrale che dava luce alla stanza. Le candele però erano spente. Questo perché la luce del mattino defluiva attraverso le lunghe vetrate della sala rettangolare al quale capezzale stava la scrivania di Madama Pomfrey. Una bella donna, dai setosi capelli biondi e i grandi occhi azzurri che mostrava senza vergogna le rughe dei suoi quasi cinquant’anni e per questo piaceva tanto ai giovani maghi di sesso maschile.
Sbattei varie volte le ciglia stropicciandomi gli occhi e tentando così di mettere a fuoco la sala. Mi misi a sedere, portando i palmi delle mani sul materasso e raddrizzando la schiena. Per un momento trattenni il respiro, anche perche una fitta particolarmente acuta mi attraversò il quel momento le spalle.
-Ahi…- mugugnai, andando ad indagare sotto quella maglietta che, no, non era mia, a detta delle dimensioni che aveva, decisamente troppo grandi e dal taglio maschile per essere adatte al mio fisico minuto ma formoso. Tastando con i polpastrelli trovai presto quella che aveva l’aria di essere una fasciatura che mi circondava tutto il busto, sia posteriormente che anteriormente. Sospirai, abbassando lo sguardo e andando cosi a trovare i miei vestiti, quelli della sera prima, poggiati sulla sedia che mi stava accanto. Qualcuno doveva avermi cambiato nel pieno della notte, oltre che medicato quei graffi che ora come ora si facevano sentire tirando la pelle. Forse una magia autocucente, stava lentamente rattoppando la mia pelle lesionata. Chissà. Comunque l’idea di stare ancora a letto non mi andava a genio, ecco perche mi alzai. E ringraziai il cielo che, proprio vicino alla tendina che mi nascondeva dal resto della sala, ci fosse uno specchio abbastanza grande da riflettere la mia intera figura. Scalza, mi avvicinai e mi ritrovai a fissare me stessa. Avevo i capelli arruffati, le guance scavate e la pelle un po più pallida della media. Vari lividi, alcuni anche violacei, si intravedevano oltre le corte maniche e al di là del bordo inferiore di quella maglietta che scendeva sino a sfiorare le ginocchia. Stropicciai le labbra, districando un paio di nodi fra i capelli. Non era poi uno spettacolo cosi raccapricciante, il mio. Di sicuro sarei potuta stare in uno stato peggiore se come Sirius, mi avessero perforato una coscia.
Sirius.
Per un momento i miei occhi si illuminarono, riprendendo la loro consueta vivacità e mi concentrai sulle voci che, silenziosamente, riempivano la stanza. Troppo basse perché prima mi rendessi conto di non essere sola. A piccoli passi andai a sbirciare oltre il separé, portando fuori solo la testa e trovai quasi nell’ immediato quella che aveva l’aria di essere una chioma cremisi, resa più chiara dai raggi del sole che vi si perdevano dentro, giocando con quelle ciocche ramate.
Lily Evans stava seduta davanti ad un lettino dei tanti della sala. Composta, elegante, con le mani congiunte sul grembo, ma non per questo meno provata. Era stata svegliata in piena notte dalla professoressa McGranitt che l’aveva avvisata di quello che era successo la notte prima al limitare della foresta proibita. Anche per questo si era diretta di corsa in infermeria, per assicurarsi delle condizioni dei suoi amici. Era tornata solo una volta in camera, per togliersi quella vestaglia da notte e ottenere il permesso, da parte del preside, per non assistere alle lezioni che si sarebbero svolte la mattina. Accanto a lei, poggiato su un piccolo sgabello a tre gambe, stava un ancora piangente Peter Minus. Si portava di tanto in tanto il fazzoletto al naso, stropicciandoselo e soffiandolo, per poi passarlo sotto gli occhi ancora umidi. A dire dagli abiti che portava, non si era cambiato minimamente, ma anzi, da buon topo fedele, aveva passato tutta la notte in infermeria, cercando, di stare vicino ai suoi amici per la pelle. Li scorgevo appena gli altri, anche perche un altro separé mi nascondeva quasi completamente il lettino in cui stava coricato Sirius. Accanto a lui, James, raccontava nuovamente gli eventi, cercando di metterli in odine ed enfatizzando quanto fosse stato sconvolgente scoprire che anche io potessi trasformarmi. Forse il colpo alla testa era stato particolarmente forte, dato che non si rendeva minimamente conto di urlare. Invece, seduto su un angolino del letto stava Remus. Aveva il viso affranto e sconsolato, e da quello che mi raccontò in seguito Lily, più volte si era scusato di quello che era successo. Aveva passato anche buona parte della nottata accanto a me, nella speranza che io mi svegliassi. Cosa che non era successa sino a questo momento.
Mi avvicinai silenziosamente a loro, cercando di non essere vista, nel tentativo di arrivare alle spalle di Lily senza che i miei graffi mi facessero scappare qualche gemito e trattenendo quelli che salivano alle labbra.
-Sono rimasto a bocca aperta quando l’ho vista apparire dove stava quel gattone nero! Vero ragazzi! E’ stato fantastico!- continuava ad insistere James, che di tanto in tanto andava a massaggiarsi la fasciatura che aveva intorno alla testa, strizzando appena gli occhi.
-Non ti sforzare Jam… Potter. O alla fine dovranno ricoverare te, piuttosto che Black.- Lo canzonò Lily, ritirando quella manina che, involontariamente stava andando ad accarezzare i boccoli castani di Ramoso.
-Come se io mi facessi ricoverare, è gia molto che sto qui per questa mattina… non è stato niente di che e la pozione di professor Lumacorno sta gia facendo effetto.- rispose lui, tirandosi su e appoggiando la schiena al cuscino. Anche dopo quello che era successo, manteneva la solita aria da strafottente, presuntuso e arrogante ragazzino pieno di se, di quelli che credono di essere eterni.
La Evans sbuffò, scuotendo il capo.
-Invece di Leti non si sa ancora niente?- chiese al gruppetto che di rimando si ritrovò ad abbassare lo sguardo.
-Da quello che dicono è cosi tosta che anche dopo aver parato il culo a questi quattro teppistelli da strapazzo, rimane comunque la più figa della scuola.- risposi sarcastica, facendo il mio ingresso nella conversazione. Di rimando tutti si voltarono verso di me, che stavo tranquillamente in piedi, con le braccia incrociate.
Nel giro di meno di un secondo ritrovai la mia compagna di stanza appesa come un koala al mio collo. Per sbaglio mi feci sfuggire un piccolo gemito, provocato da quella stretta che doveva aver sfiorato un po di pelle in guarigione.
-Ngh..- feci, strizzando appena gli occhi. –Lily, fai piano..- le dissi, sfiorandole i capelli.
-Scusa scusa scusa.- mi rispose staccandosi da me. Notai che aveva gli occhi lucidi, come se fosse sul punto di piangere, ma si trattenne. Piuttosto assunse un’espressione di rimprovero. –Letizia Isabela Rodriguez- quando mi chiamava in quel modo voleva dire niente di buono. –Avevi per caso intenzione di farmi morire di crepacuore?! Che ti è saltato in mente, uscire per fare una cosa cosi pericolosa senza avvisarmi! Sarei potuta venire anche io e aiutarvi.- mi face lei, offesa. Alzai per un momento l’angolo della bocca, scuotendo il capo.
-Scusami, ma avevo piuttosto fretta. E quattro zampe sono più veloci di due gambe… quindi ho dovuto scegliere.- le dissi, sorridente.  Lei mugugnò qualcosa sul fatto che non fosse giusto, ma la lasciai fare, avanzando e andando ad osservare i ragazzi. Mi sedetti su un angolino del letto, seguita dalle iridi grigiastre di Sirius, che mi osservavano indagatrici.
-Leticia, stai bene?- sebbene quegli occhi parlassero da soli, non fu lui a fare tale domanda, ma ci pesò James. Annui con la testa. – Sono solo pochi graffi, credo prodotti dai trochi degli alberi sui quali ho sbattuto. Passerà nel giro di pochissimo tempo. Non vi preoccupate.- Notai con la coda dell’ occhio le nocche di Remus farsi bianche, e mi voltai verso di lui. Rimasi per un po ad osservarlo, prima di sospirare.
-Immagino vogliate delle spiegazioni.- dissi, abbassando gli occhi.
-Mi pare il minimo.- mi rispose Sirius, che andò a ritirarsi i capelli dietro la testa, stanco.
-Mmm… si mi pare giusto.- feci io, andando a sistemare meglio quella maglietta sulle cosce. - Quando con Lily scoprimmo che volevate diventare animaghi, allora ci preoccupammo che la cosa non fosse troppo pericolosa. Spiammo qualche vostro tentativo, di quelli mal riusciti, finche una volta non ci beccò il preside. Fu lui a dirmi che, sarebbe stato comodo che voi aveste un piccolo angelo custode a coprirvi le spalle. E allora ci venne la brillante idea di provare anche noi. Bhe… io. Estraemmo a sorte che avrebbe provato. Anche perché sarebbe stato meglio che una delle due non si trasformasse, per coprire le spalle all’altra. Da quel momento in poi la McGranitt mi fece sempre trovare vari libri sul comodino, da leggere in una settimana. Cosi al quarto anno, presi a seguirvi.- Alzai appena lo sguardo ritrovandomi gli occhi di tutti puntati addosso. –Dovevo solo accertarmi che andasse tutto bene e che non vi seguissero, o che qualcuno non si avvicinasse alla casa. Tutto qui. Quello di ieri sera… non era previsto.- conclusi, osservando Remus, che nel mentre aveva assunto un’espressione quasi arrabbiata.
-Chi ti ha chiesto di fare una cosa del genere eh…?- mi fece lui, a toni bassi. Avrei preferito mille volte che si mettesse a urlare, o che mi tirasse qualcosa contro. Mi sarebbe piaciuto anche che mi strattonasse o cose del genere, piuttosto che ricevere quello sguardo freddo da parte sua. Non mi aveva mai guardato in quel modo e sentii i brividi scendermi lungo la schiena.
-Chi ti ha detto di far parte di tutta questa merda Leticia? Non credevi che mi bastasse aver gia coinvolto i miei migliori amici, volevi esserci anche tu?- continuava a dire, osservandomi vuoto e spento, provato più del solito.
-Perche per una volta non potevi starne fuori, almeno tu?- questo fu il colpo di grazia. Mi sentii le gambe molli e il peso che portavo sul cuore si fece più acuto.
-Remus… senti.- tentai.
-No. Non voglio saperne niente. – mi rispose alzandosi e provando ad allontanarsi. Io feci lo stesso, andandogli dietro, affrettando il passo.
-E invece adesso mi ascolti. Non puoi farci niente Remus Lupin. Le persone che ti vogliono bene si preoccupano per te e sono disposte a tutto per aiutarti.- mi resi conto successivamente di aver alzato appena il tono della voce. Avevo parlato senza pensare alle conseguenze, osservata da quei quattro che stavano seduti a seguire la scena. –Quindi non puoi farci niente. Non sei tu a scegliere in questo caso. L’unica cosa che puoi fare è accettare.- risposi, tagliente.
Me lo ritrovai presto ad un palmo dal naso, alto e con gli occhi frementi.
-E io dovrei accettare di sapere che anche tu ti trasformi e vieni con noi? Ma non vedi cosa vi ho fatto?!- ecco, come me si era messo ad urlare. - Ho quasi perforato una gamba a Sirius, stordito James e sbattuto te contro non so quanti alberi. Per questa volta non ho ucciso nessuno, ma la prossima? Cosa farò la prossima volta, staccherò un braccio a Peter?- si sentii di sottofondo lo squittio di Peter preoccupato.
James si alzò e ci venne in contro, cercando di mettersi fra di noi, seguito da Lily.
-Calmatevi tutti e due. Siamo in infermeria.- Strano che tali parole venissero da Ramoso, abituato a fare danni ovunque. –E’ stato uno schock per tutti noi, anche per Felpato che, anche se non lo ammetterebbe mai, se ora potesse stare sulle sue gambe, non si staccherebbe neanche per un secondo da Leticia, vero Sir?- lo canzonò James.
-Cazzate Ramoso, a me quella cosa sta pure antipatica… - fu la risposta di lui, che fulminai con lo sguardo.
-Ma ora stiamo bene, tutti quanti. E’ stato un incidente. Non siamo stati attenti con le pozioni, ma non rissuccederà. Per cui sta calmo, ok? Quello che ha detto Leticia è vero, ormai non puoi farci niente. Le cose non cambieranno, e per quanto sappiamo sia dura per te, ci dovrai fare l’abitudine perche siamo tuoi amici. Chiaro?- notai con la coda dell’ occhio uno sguardo di ammirazione da parte di Lily. Nessuno di noi due l’aveva visto assumere degli atteggiamenti tanto solenni. Ma sta di fatto che dopo tali parole Remus si calmò e mi regalò uno sguardo di scuse non dette che io ricambiai.
-Bene, ora che abbiamo fatto tutti pace perché qualcuno non mi aiuta a mettermi un paio di pantaloni e ce ne andiamo da questo posto?- ci fece Sirius, provando a scendere, ma fu presto fermato da James.
-Amico non esagerare eh?- Ridacchiò Ramoso mettendolo a sedere, di nuovo.
-Suvvia Sir, come se non sapessimo quanto ti piace stare in mutande…- gli feci eco io, ritornando a sedermi sul letto, accanto a lui.
-Vedo che neanche a te dispiace Rodriguez.- disse, posando l’occhio languido sulle mie cosce, scoperte.
-Scommetto che sono nere e in pizzo.- aggiunse lui, facendomi l’occhiolino.
-Sirius!- Lo sgridò fredda Lily, scuotendo la testa e rimanendo a bocca aperta, ritirando i capelli di lato. Cosa che fece terribilmente arrossire Ramoso.
-Che c’è… mi sembra il tipo. Sei il tipo Leticia?- mi chiese ancora, cercando di inclinare un poco il capo e sbirciare sotto. Io di rimando di appoggiai alla gamba che era ferita, ma gia in fase di guarigione.
-Ah… cazz’!- lo sentii imprecare a denti stretti e sbuffare nella mia direzione.
-Credo che questo, Felpato, non lo saprai mai. Piuttosto smettila di piagnucolare come una femminuccia per un graffietto. E’ cosi che si riducono i battitori della nostra squadra?- gli feci, stringendo appena un poco le fessure dei miei occhi nocciola.
-Non saprei… se stiamo parlando di mazze allora…- schiacciai più forte.
-DANNAZIONE LETI GLI SERVE QUELLA GAMBA!- aggiunse James, facendomi alzare, tirandomi su per le braccia. –E comunque dovremmo avere partita fra un poco… prima dovrebbero esserci le selezioni. Fra quanto pensi che ti faranno uscire Sir?- chiese all’ altro, cercando appoggio.
-Spero oggi, non ce la faccio più!- disse l’altro, beccandosi un occhiataccia da parte mia, che nel mentre avevo roteato gli occhi al cielo.
-Ora che ci penso a breve ci sarà anche la festa di Halloween. Leti mi aiuteresti per l’organizzazione?- mi fece Lily ricordandomi di quelli che erano i nostri impegni da prefetti. Annuii silenziosamente, cercando di sopportare l’ennesima fitta alle spalle.
-Ti posso aiutare anche io, se vuoi. -Si propose subito James, preoccupato. Lily scosse la testa. –Non ti preoccupare. Sarete impegnati con i provini di Quidditch… dovrò rubarvi Leticia per un po. E poi molti hanno aderito al comitato per la preparazione. Ci sarà anche August Kayle dei Corvonero.- mi fece Lily dandomi una piccola gomitata.
-Ci sarà anche lui?- chiesi io curiosa. Adam era stato uno dei primi con cui ero uscita. C’era stato un piccolo flirt, l’anno passato, che si era concluso effettivamente con un nulla di fatto. Ma era un ragazzo simpatico, decisamente più della media dei suoi concasati, era brillante e divertente allo stesso tempo, aveva una mente complessa, ma coraggiosa e geniale, capace di applicarsi e modellarsi ad ogni situazione. Quel poco tempo che ci eravamo sentiti, avevamo considerato il fatto che il capello si fosse sbagliato, riguardo al suo conto, anche perche rispettava quasi tutti i canoni dei Grifondoro. A essere sincera non si sarebbe dispiaciuto accarezzare quelle ciocche castane o perdermi in quegli occhi cosi limpidi e azzurri da sembrare due specchi d’acqua. Inoltre aveva un spiccato senso dell’umorismo. Cosa rara per i corvonero.
Il mio interesse venne leggermente colto dai presenti, e qualcuno avrebbe anche avuto il coraggio di dire mezza parola se non fosse che in quel momento Madama Pomfrey apparve alle nostre spalle.
-Miss Rodriguez!- saltai sul posto sentendomi nominare – che cosa fa in piedi!? Dovrebbe riposare come i signori Black e Potter. Ora fili a letto, stasera potrà tornare nella sua sala comune.- mi fece quella donnina dal viso grazioso, ma autoritario come un sergente, capace di tenere in pugno quasi tutta la scuola, persino lo stesso preside.
Me ne tornai quatta quatta al mio posto, rinfilandomi sotto le coperte sbuffando, salutando con la manina Lily, prima di rimettermi a dormire.
 

Angoletto autrice
Allora, finito il quinto capitolo <3 Yay! E’ comparso un nuovo personaggio, questa volta maschile ^_^ Il caro August Kayle che spero sappia sorprenderci. E poi ci sarà anche una festa di Halloween *faccina furbetta* chissà come andrà.
Comunque questi malandrini passano da una festa all’ altra! Ma non studiano mai? Bho. Inoltre questo capitolo è uscito leggermente più corto del previsto. Ma va bene cosi, in fondo è solo un capitolo di passaggio XD
Ho deciso di proporvi alcune immagini che potrebbero darci i volti dei nostri personaggi. <3
 

 

 

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Capitolo 7
*** Modi e maniere per invitare una ragazza al ballo. ***


7. Modi e maniere per invitare una ragazza al ballo.

Respiri affannati si susseguivano fugaci uno dopo l’altro mentre rapide le mani cercavano vogliose la giovane carne e le bocche si trovavano, unendosi in baci avidi e mai sazi. Il bacino di lei si muoveva spedito sui fianchi di lui, mentre i capelli defluivano in avanti accarezzandone il viso. Le mani percorrevano la pelle se ne saziavano lasciando che le spinte aumentassero mentre i gemiti si susseguivano aumentando sempre di tono. La teneva stretta a se, passando le mani sulla di lei nuda schiena e ritirandole di tanto in tanto i capelli oltre le spalle in modo tale da potersi beare maggiormente di quella visione, di quei seni pieni, di quei fianchi armoniosi e di quella pelle chiara che bramava. Un colpa di bacino e si mise a sedere, stingendola maggiormente e circondandola con le possenti braccia, mentre i capelli corvini ricadevano all’ indietro, umidi e sudati, lasciando che le dita di lei glieli afferrassero nel momento in cui, insieme, raggiunsero l’apice del piacere. Si strinsero maggiormente, uno contro l’altro, per poi ricadere sfiniti su quel materasso che occupava l’intera stanza delle necessità. Lentamente i respiri rallentarono, tornando regolari.
 
Gli occhi argentei di Sirius Black puntavano il soffitto, osservando quel candelabro che pendeva sopra le loro teste. Nudo come un bambino, stava coricato di schiena, stremato e ansimante come poche volte. Il fisico da battitore, che non pensava certo di nascondere, veniva esaltato da quelle lenzuola chiare in cui stava disteso. Le spalle larghe, il petto ampio, la vita stretta. Un ombra di barba che si era dimenticato di rasare; e poi i capelli che ricadevano all’ indietro. Sfioravano le spalle, quasi. Avrebbe avuto bisogno di una sforbiciata, per renderli almeno più ordinati e curati. Ma se ne fregava altamente. In fondo alle ragazze piacevano cosi. In particolar modo erano graditi a quella che le stava accanto. Coricata a pancia in giù, Magdalene Perriwinkle, serpeverde del settimo anno, affondava tranquillamente la testa nel cuscino lasciando che i capelli di un biondo chiaro e scompigliati le facessero da cornice. Gli occhi azzurri seguivano sornioni il profilo di Sirius, cercando di riprendere controllo del proprio respiro. Con fare lento andò ad appoggiare il mento su petto di lui, punzecchiandolo con le sottili manine. Lui di rimando posò una mano intorno alle di lei spalle, sbirciandola di nascosto con stampato sulle labbra un sorriso strafottente senza poi trattenere una risata di soddisfazione.
-Ahu… è stato… fantastico…!- disse Felpato fra un sospiro e l’altro, accarezzando dolcemente i capelli di Magda, senza che lei si opponesse a tali carezze. In fondo andavano a letto insieme da parecchio ed uno riusciva perfettamente a soddisfare le esigenze dell’altro. Non c’era mai stato niente al di la del loro rapporto fisico, o almeno cosi la pensava Sirius. Donna troppo ambiziosa quella, perché ci stesse bene.
-Mmm… si, niente male.- la vocina sibillina di Magda aveva fatto capolino in quella conversazione, lasciando che i suoi occhi freddi scrutassero attenti il viso del suo compagno di letto,  andando ad arricciarsi una ciocca di quelle biondicce dietro l’orecchio, osservandolo melliflua e curiosa. Una strana mania la sua, quella di voler vedere le reazioni della gente ad ogni suo dire. Un livello avanzato di egocentrismo e superbia.
-Niente male?!- fece lui, mettendosi a sedere e tirandosi su con il supporto dei gomiti e scrutandola attento. Essere classificato “niente male” equivaleva ad un insulto, per il famigerato S. Black.  
Al dire del ragazzo la biondona semplicemente annuì, andando a raccattare dal pavimento quel paio di mutandine turchesi e il reggiseno, alzandosi dal letto e muovendosi aggraziata per la stanza. –Si, niente male. Per uno che due settimane fa ha quasi perso la gamba, venendo colpito da un qualche essere misterioso nella foresta proibita.- disse, chiudendo il gancetto.
Sebbene molti, compresa la sottoscritta, credessero che Magdalene Perriwinkle fosse solo una avida vipera senza cervello e con una ragnatela fra le gambe, in realtà era una ragazza abbastanza sveglia, almeno quanto fosse crudele.
Anche Sirius nel mentre era andato a rivestirsi, coprendo le sue protuberanze con un paio di boxer neri, sopra i quali stava allacciando i pantaloni della divisa. – Mi fa piacere che tu ti sua preoccupata per me, sai? Mai immagino che dovremmo ringraziare, dato che ha colpito la gamba sinistra… e non altro. Allora immagino ci saresti rimasta male?- la canzonò lui, ritirando indietro i capelli.
Quella nel mentre era già passata a mettersi la camicia che chiaramente, aveva lasciato decisamente scollata, fatta su misura per il suo fisico veeloso e la grande perfezione. Bleah.
-Si, credo di sì… se ne trovano pochi, di compagni come te Black, con cui passare le ore buca in una maniera così… ingegnosa. - disse lei, inumidendosi le labbra e andando a prendere la cravattina di lui, passandogliela intorno al colletto e adoperandosi per legargliela, senza chiaro, evitare di spararglisi addosso. Me mani di lui andarono presto a cercare il suo fondoschiena, tirandosela addosso. Un ghigno canino comparve sul quel volto marmoreo, presuntuoso e pieno di se, al quale la ragazza rispose divertita, per poi riassumere la solita espressione altezzosa di sempre.
-Piuttosto- disse, abbassando gli occhi e concentrandosi sul nodo al cravattino- avrai saputo della festa di Halloween, no? Si dice che si stia pensando anche ad un ballo, con tanto di abiti eleganti, e maschere.- fece lei, fingendosi del tutto disinteressata alla questione.
Sirius di rimando trattenne un risolino divertito, uno dei suoi, ricchi di sarcasmo e di una nota di ironia tanto elegante quanto pungente. –Mmm… si ho sentito.- fece, seguendone gli angoli del viso, quadrato, gli occhi chiari, i capelli biondissimi, gli zigomi alti e le labbra carnose. –Immagino che i tuoi cavalieri stiano facendo a botte per accompagnarti. No?- commentò inclinando il capo di lato.
-Già, come al solito.- rispose lei, alzando gli occhi al cielo. –Ma io so già con chi voglio andare. E scommetto che lo sai pure tu.- disse lei staccandosi un poco per andare a sedersi sul materasso, accavallare le gambe, in attesa. Il giovane malandrino non poté trattenere una risata.
-Credo che in questo momento dovrei invitarti ad andare al ballo no?- commentò grattandosi un poco la guancia barbuta e producendo quel rumore di sfregamento contro la superficie ruvida della mano. Non era cosi che doveva andare. In realtà, da quando aveva iniziato a circolare l’idea di un ballo in maschera, aveva pensato che sarebbe stata un’occasione al quanto ghiotta per provare a sedurre Leticia. L’avrebbe invitata, avrebbero ballato insieme, si sarebbe comportato bene e… SBANG, dopo averla baciata, avrebbe vinto la scommessa. Ma riuscire a rintracciarla negli ultimi giorni era stato impossibile. Era sempre indaffarata con le scartoffie per la festa, o fra i libri oppure a dare una mano con le partite. Era venuta anche al loro scontro con i tassorosso, in cui avevano vinto, ma oltre alle congratulazioni e qualche frecciatina, non si erano detti gran che. Non avevano neanche più parlato dell’incidente con gli antidoti, in cui effettivamente si erano preoccupati uno per l’altra. Ma forse era meglio cosi, o James avrebbe continuato a dire che provava qualcosa per lei. Perche non era cosi, vero?
-Accetto.- fu la risposta di Magdalene a destarlo da quei pensieri, quando la serpe andò a schioccarli un bacio a fior di labbra. –Bene, adesso vado che abbiamo lezione con i tassofessi. Pensami nella prossima ora buca che hai.- e detto questo la ragazza uscì di corsa dalla stanza, con la sua solita andatura ferina, provocatrice, da mangiauomini.
Sirius si accasciò sul materasso sulla quale, poco prima avevano fatto sesso. Le mani andarono ad arruffare i capelli, prima di emettere l’ennesimo sospiro. –Bene, almeno adesso non ho nessuna ragione per mancare alla festa. Hai fatto bene vecchio mio…- commentò fra se e se, dandosi pacche sulle spalle, sino a fermarsi, per un momento, immobile. –Oh merda… adesso parlo anche da solo. Questo è perché mi sono messo a parlare con Pazzo Xenophilius Lovegood. Cazzo.- fece, prima di alzarsi ed uscire anch’egli dalla sala.
 
 
Avevo passato la prima delle due ore buca a sfogliare alcuni tomi in biblioteca. Non che avessi una gran voglia di studiare, ma l’idea di allontanarmi almeno due orette dal comitato per la festa che si sarebbe tenuta al castello di li ad una settimana rendeva il tutto più sopportabile. La proposta di organizzare qualcosa di diverso dal solito ricevimento era venuta a me e Lily, ed era stata presto accolta dal comitato, in particolar modo da August che aveva subito supportato il nostro desiderio di cambiare le cose. Si era fatto più alto, August. E aveva anche sviluppato una certa muscolatura. Eppure aveva abbandonato il ruolo di cercatore nella sua squadra di Quidditch. Non che non gli piacesse, sia chiaro. Mi aveva raccontato che l’era giunta persino una proposta da una delle squadre emergenti della Norvegia. Ma essendo questo il suo ultimo anno, aveva preferito dedicarsi maggiormente agli studi. Certo, aveva passato durante il nostro quinto anno i G.U.F.O. con il massimo dei voti, come Lily e Remus, ma quest’anno se la sarebbe presa con più calma. Aveva anche tagliato i capelli e cosi quella zazzera castana era stata sostituita da una chioma morbida o almeno cosi sembrava, dato che non avevo ancora avuto occasione di toccarla. Inoltre quando mi sorrideva, cosa che stranamente faceva spesso, due adorabili fossette gli comparivano sulle gote. Non era rude o maleducato ma gentile e simpatico, di quella simpatia che non guasta mai. Ma per qualche ragione oggi non avevo voglia di vederlo. Forse perché ieri mi aveva chiesto di andare insieme al ballo. E io come una cretina gli avevo detto che ci avrei dovuto pensare. Capito?! Avevo detto, ad uno dei ragazzi più carini della scuola, che avevo bisogno di tempo.
 
Lasciai cadere con forza i libri sopra quella scrivania in legno, producendo un rumore sordo che fece girare quasi tutti i presenti verso di me. Abbassai lo sguardo arricciando le labbra e andando ad infilarmi dentro quella panca che mi nascondeva alla vista dei prossimi, o quasi. Di certo la vaporosa coda che avevo aggiustato più e più volte nella giornata, che ricadeva copiosamente lungo la divisa scolastica che portavo addosso, con quelle calze scure a coprirmi le gambe, gli stivaletti neri e la gonna grigia, abbinata ad un maglioncino nero e alla solita camicia a cui stava appesa la cravatta appena allentata, spuntava oltre la linea perfettamente in asse di quegli scaffali così alti da raggiungere il soffitto, occupati da interi muri di libri contro i quali rivolgevo lo sguardo. Abbassai gli occhietti nocciola, andando ad osservare stanca quei tomi che mi ero portato dietro. Almeno studiando, o fingendo di studiare non avrei pensato ad altro e mi sarei distratta dai sogni che ultimamente animavano le mie notti. Vedevo, o meglio, rivedevo spesso, anche troppo per i miei gusti, la scena di Sirius riverso a terra con la gamba sanguinante, pallido e freddo, con le labbra viola. Nella maggior parte dei casi si svegliavo in preda a sudori freddi e battito accelerato. E se invece non lo sognavo morente, allora lo vedevo fra le braccia di mille donne, allontanarsi sempre più da me. Oppure il suo volto assumeva quello di Kayle. Anche nel sonno trovava il modo di torturarmi.
Aprii la prima pagina di quello che pareva essere un libro riguardante le creature magiche della Scandinavia, e iniziai stancamente a sfogliare qualche pagina, quando qualcuno afferrò con le dita l’elastico che mi reggeva i capelli e me lo sfilò di dosso.
-Ma che cazz’…?!- Mi voltai di scatto, gia andando a cercare con la destra la bacchetta, pronta a schiantare quell’ idiota che aveva avuto la brillante idea di sfiorarmi i capelli che ora ricadevano sparsi in mille ciocche ad incorniciarmi il volto. E poi li trovai. Argentei e liquidi come il metallo fuso, a tratti chiari per poi prendere delle tonalità più scure, gli occhi di Sirius Black mi scrutavano silenti, con una strana luce negli occhi. Aveva l’aria leggermente trasandata, con quell’accenno di barba sfatto e i capelli in disordine, eppure la cravatta era perfettamente annodata, seppur distante dal colletto leggermente sbottonato, tanto da lasciar intravedere le clavicole. Per un momento rimasi impietrita, come se, al posto suo avessi incontrato le iridi cremisi del basilisco. Poi mi ripercossi, ritornai a respirare e a denti stretti lo sgridai.
-Che diavolo credi di fare con il mio elastico?- tentai di mantenere un tono quantomeno basso, per evitare che la bibliotecaria ci cacciasse entrambi.
-Non lo vedi?- mi rispose lui, che nel mentre era andato a farsi un codino piccolo e corto, ma che non faceva che esaltare i tratti del suo viso. Di nuovo, lo trovai particolarmente affascinante, di una bellezza rara, elegante, seppur capace di sconvolgerti dal profondo.
-Prego fai pure. Spero che te li sia lavati prima… non vorrei mi venissero le pulci.- impettita, sbuffai, inclinando la testa di lato, e cercando di non dargli troppa importanza.
-Ah, grazie mille, ma non c’era bisogno. E si, tranquilla. James me le ha tolte tutte l’estate scorsa.- fece lui divertito, grattandosi fintamente l’orecchio. Con il sedere andò ad appoggiarsi all’ altro banco che stava attaccato alla libreria specularmente opposta alla mia, i pami si poggiarono sul legno, mentre continuava silentemente ad osservarmi.
-Che c’è?- gli feci, inclinando un poco il capo e gonfiando le gote come una bambina.
Lui di rimando scuote semplicemente il capo e andò a sorridere, ancora. Era capace di mettermi in soggezione come pochi.
-Niente. Pensavo che stai particolarmente bene a capelli sciolti. Tutto qui.- rispose, andando ad osservare fuori dalla finestra, mentre un leggero acquazzone batteva contro i vetri.
Credo che in quell’ istante le mie gote presero fuoco, ma mi voltai repentinamente verso la scrivania.
-Questa si che è una novità. Meglio della gazzetta. Sirius Black sa anche pensare. Penso che, aggiunta al fatto che sei entrato in biblioteca di tua spontanea volontà da quando ti conosco, questo distruggerebbe la tua reputazione. - dissi cercando di metterla sul ridere. Reclinai un poco in avanti il collo, scoprendo involontariamente l’attaccatura dei capelli, nascondendo cosi il naso dentro quel libro.
Lui continuando a guardare fuori aggiunse. – Non ti ho ancora ringraziato per quello che hai fatto quella sera. La penso come Remus sai? Ossia che avresti dovuto starne fuori, ma se non ci fossi stata probabilmente le cose sarebbero andate davvero male.- disse, riportando lo sguardo su di me, che avevo preso a fissarlo accigliata.
-Sirius sei sicuro di stare bene? Stai dicendo cose strane, per te… dov’è andato a finire il solito Black?- gli domandai, alzandomi e avvicinandomi a lui, con passo cauto, cercando comunque di mantenere le distante. Solo ora notai che, alle sue spalle, stava malamente ripiegata la gazzetta del profeta. Ricordai con dispiacere l’ultima notizia della settimana scorsa. “Gruppo di mezzosangue brutalmente uccisi.” E “Possibile coinvolgimento dei Black.”
Alzai lo sguardo attenta. –Altre cattive notizie?- erano rari i momenti in cui, da persone adulte parlavamo di quello che succedeva fuori dal castello. Eravamo entrambi sensibili alla faccenda, io perché ero figlia di un mago e una babbana, e lui… bhe. La famiglia Black non era nota per aver vinto il premio nobel per la pace.
-Le solite.- sbuffò andando ad osservarmi, per poi riprendere la solita allegria canzonatoria di sempre.
-Allora Rodriguez, chi ti porta al ballo?- mi chiese di colpo, avvicinandomi a lui e prendendomi per i polsi. Non potei fare a meno di ritrovarmici addosso e per quanto la cosa non mi dispiacesse, essere visti in quelle circostanze dai presenti sarebbe stato compromettente.
-Non sono affari tuoi, Black.- gli feci notare, senza però divincolarmi affatto, ma lasciando che quelle parole venissero marcate da un tono acido e scostante.
-Oh… scommetto che non ti ha invitato nessuno. Con il caratterino che ti ritrovi, di sicuro sei capace di far scappare tutti a gambe levate. Però mi piace… sai.- fece, scendendo con il viso verso il mio. Temetti per un momento che fosse in grado di sentire il mio cuore galoppante, veloce quanto l’Hogwarts Express. Se cosi fosse stato, mi sarei di certo tradita sa sola.
-L’hai finita? - feci fredda, accigliata, spingendo contro le sue braccia perché mi lasciasse andare. Ma cosi non fece. Anzi, mi si avvicinò di più a lui, lasciando quasi che i nostri nasi si sfiorassero e per un momento sentii la sua mano scivolare lungo la mia spina dorsale.
-Perche, ti infastidisco? - No, non mi infastidiva affatto. Mi faceva letteralmente impazzire, perdere il controllo, oltre ogni limite. Ma non ero ancora pronta. Ecco perché d’impulso gli schiacciai il piede destro.
-Sei un vero idiota Sirius Black. Per tua informazione ho un accompagnatore al ballo. Quindi vedi di smetterla di stare in mezzo ai piedi.- gli fischiai contro come i gatti, prima di prendere i miei tomi ed andarmene, lasciandolo li dolorante.
 
Poco distante dall’ entrata notai la figura di August. Non certa che Sirius mi stesse venendo dietro di avvicinai a lui.
-Ciao Leticia.- mi salutò, sorridendo tranquillo e cercando con fare gentile il mio sguardo che, per ora, era ancora rivolto a quel ragazzo che ci osservava immobile, con i capelli legati in una codetta.
-August… mi chiedevo se la tua proposta di andare al ballo insieme è ancora valida.- gli chiedi, alzando appena lo sguardo e cercando di sorridergli nella maniera più sincera possibile. Quello che ricevetti fu il più sincero dei sorrisi, mentre le sue braccia, non ricordavo ci fossero cosi tanti muscoli, andavano ad aiutarmi con i libri.
-Assolutamente… quindi, andiamo insieme?- mi chiede ancora. Il mio sguardo ricadde per un momento su Sirius. Lo sentii contrarre la mascella. –Si. Va bene- gli risposi, prima di dargli le spalle e allontanarmi con il mio cavaliere.
 
Rimasi tutta la sera a pensare perché Sirius si comportasse in una determinata maniera. Non raccontai dell’accaduto a Lily, ma invece, con mio grande piacere mi disse che James l’aveva invitata al ballo e che lei aveva accettato. Rimasi tutta la notte a girarmi e rigirarmi nel letto, rivedendo quegli occhi chiari farsi mano a mano più scuri, serrare la mascella e guardarmi tristemente.
 
Insonne decisi di alzarmi e presi come lettura la Gazzetta che di mattina avevo visto oltre la schiena di Felpato. Non aiutò molto, anche perché la maggior parte erano annunci di morte, assassini e genocidi per opera di Colui-che-non-doveva-essere-nominato. E quella notte mi addormentai pensando quanto ancora sarebbe durato questo nostro mondo idilliaco, protetti dalle mura del castello.

Angolo autrice.
Finito anche il sesto capitolo in questo lunedi piovoso, prima che mi prepari per andare in facoltà. Spero che vi sia piaciuto, perche a me è piaciuto abbastanza. Adoro le frecciatine che si lanciano quei due e il modo che hanno di flirtare. Ma fatemi sapere la vostra eh! Tutto quello che volete dirmi, qualsiasi cosa essa sia, recensite o mandate messaggini. Un bacio e buona settimana a tutte.
-CB

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Capitolo 8
*** Ballo d'autunno ***


8. Ballo d'Autunno

James Potter se ne stava seduto all’ angolo estremo del palco in legno che, nel giro di mezzo pomeriggio, aveva contribuito a montare per l’esibizione del gruppo di musicisti invitati dalla scuola per il ballo di Halloween, il quale si sarebbe tenuto di lì a pochi minuti. Lui, come tutti, aveva avuto giusto il tempo di ritornare nel dormitorio maschile dei grifondoro per infilarsi quello che appariva come un abito dell’epoca vittoriana, sia babbana che magica; tema che noi del comitato per le feste avevamo scelto a sorte e che era stato approvato dai docenti, in particolare da quello di babbanologia. Se non fosse stato per l’età, il fascino e per l’animo decisamente più allegro e scherzoso, sarebbe potuto tranquillamente passare per la fotocopia vivente di Mr. Darcy, di Orgoglio e Pregiudizio. O almeno di questo discutevamo io e Lily, ridendo come due donne di mondo del 1850 mentre da sopra quel palco, da cui si aveva una visuale decisamente più ampia e migliore, controllavamo che ogni angolo della sala fosse stato allestito a dovere. Ci eravamo davvero impegnate per questo nostro ultimo ballo ad Hogwarts e, come tutta la scuola si aspettava, il risultato era stato eccellente. Dalle luci rosate e arancioni, ai drappi, al pavimento e al banchetto in cui piccole arpe e clavicembali sembrava suonassero senza però riprodurre suono. Tutto di quella immensa sala rettangolare ricordava una tipica sala da ballo vittoriana. Inoltre, per rendere il tutto più divertente, avevamo messo all’entrata una lista delle buone regole del ballo:

  • E' considerato sconveniente che una dama o un cavaliere balli sempre con lo stesso partner. E' comunque consentito chiedere ad una dama un secondo giro di danze, ma più di due sottintendono un certo coinvolgimento sentimentale.
  • Ogni ospite al ballo deve tenersi disponibile a ballare con chiunque si trovi scompagnato e fare buon viso a cattivo gioco.
  • Alle ragazze è richiesto di ballare con altri partner e non solo con quello che l'ha accompagnate al ballo.

Queste tuttavia erano solo alcune di quelle che, con molto impegno, io e Lily ci eravamo messe a cercare per rendere la festa più, come dire, verosimile. L’intenzione di rispettarle o meno spettava solo ai partecipanti, ma almeno qualche ochetta petulante si sarebbe fermata ad usare il cervello prima di entrare in sala. Non ci potevamo definire certo insoddisfatte, ma chiaramente il giudizio finale lo avrebbero dato gli studenti. Io, nel mio piccolo, ero già entusiasta di aver trovato un abito per l’occasione, seppure all’ ultimo. Un grazioso abito rosato con decorazioni fiorite rosso e dorate che scendeva leggero sulle spalle. Una scollatura a barca con taglio appena sopra l’attaccatura del seno e delle maniche a spalla bassa lo rendeva grazioso e adatto all’occasione. Non che mi trovavi perfettamente a mio agio con il corsetto, ma era decisamente più facile da gestire di quella gabbia per gli squali che portavo sotto la gonna. Per quanto riguardava i capelli, Lily mi aveva aiutato a raccoglierli in un chignon basso che, sebbene non riflettesse lo stile dell’epoca, era decisamente più comodo. In quanto alla rossa che adesso si dirigeva con passo leggero verso il suo accompagnatore, portava un grazioso abitino lillà decorato con veri nontiscordardime che ricadevano leggeri sulla gonna larga, quasi più larga della mia. Certo è che James non si sarebbe scordato tanto presto di quella visione celestiale che gli andava incontro. Non potei che sorridere felice per loro. E mentre con velocità la sala si gremiva di studenti con abiti più o meno adatti, compresi quelli da zucca e da vampiro che non centravano niente. Un leggero mormoriccio iniziava a far da sottofondo alla musica che aveva iniziato a suonare. Senza che me ne rendessi conto una mano mi circondò con delicatezza la vita. Mi voltai di scatto, sicura di trovare quegli occhi argentei pronti a fare a pugni con i miei castani, ma con mio grande stupore, e forse un pizzico di delusione, trovai quelli più chiari e pacifici di August, nascosti in parte da una maschera nera.
- Forse dovresti indossare la tua maschera, Leti, o tutti scopriranno chi è la mia dama e le chiederanno di danzare.- mi fece con aria scherzosamente preoccupata. Mi piaceva il modo in cui mi trattava, mi piaceva come mi sentivo io con lui, senza bisogno di mantenere sempre la guardia e il machete pronto per difendermi o di dovermi aspettare da un momento all’altro una battutina pungente. Alzai appena la mano guantata e mi appoggiai sul naso quella minuta mascherina rosata con tanto di fiorellini ai lati, e lo guardai sorridente.
- Cosi è meglio? – gli domandai scherzosa, lascando che mi accompagnasse giù da quel palco per unirci ai festeggiamenti. - Che ti sembra, pensi che sia andato bene? Forse dovrei ricontrollare ancora le luci o che nessuna delle arpe si inceppi…- gli feci, esponendo senza problemi le mie preoccupazioni e contenta di aver una distrazione per il momento in cui l’avrei visto. Già, perché tutti nella scuola sapevano che lui e Magda sarebbero venuti al ballo insieme, come tutti sapevano che io e Magda non ci sopportavamo. Questo non avrebbe fatto altro che alimentare maggiormente i dissapori fra di noi, ma sinceramente non volevo che mi importasse.
- Leticia rilassati, seriamente. - mi fece lui, scherzando. - Abbiamo organizzato tutto alla perfezione. Vedrai che piacerà a tutti. E anche se non fosse, piace a me. - Mi diceva, mentre il suo sguardo si addolciva. Come il mio. Alla fine ero grata di aver accettato di venire al ballo con lui. Sicuramente con altri ragazzi mi sarei sentita a disagio, invece con August no. Buono, gentile e sveglio, un ottimo partito, o almeno cosi mi ripetevo. Inoltre era chiaro che gli piacessi, quindi perche non pensarci? No?
- Posso chiederle l’onore di questo ballo signorina?- Adesso stava addirittura chinato davanti a me con di galante proposta alla mano. Cosa che mi fece ridere e accettare con tanto di inchino, prima che il suo braccio circondasse la mia vita e iniziassimo a danzare.

Non troppo distante dal banchetto con il clavicembalo stavano in piedi, l’uno accanto all’altra, Sirius e Magdalene. Lei vestiva un abito decisamente scollato ma, come si può intuire dai suoi nobili natali, raffinato e particolarmente costoso, di un verdone scuro che, a seconda delle luci, assumeva tonalità nere. Trucco impeccabile, atteggiamento da meretrice. Tutto nella norma. Black invece non era vestito troppo diversamente da James, se non fosse che il suo cravattino non era di certo allacciato e che quel bottone della camicia probabilmente sarebbe dovuto essere chiuso per non scoprire quel tanto di pelle che tutte le ragazzine del secondo anno sbirciavano timidamente. Inoltre portava i capelli raccolti in un codino mal arrangiato, mentre sulle labbra pendeva una cicca già a metà. Si guardava intorno attento e con un aria non troppo felice di trovarsi in quel posto, mentre di tanto in tanto accarezzava con non curanza la vita della bionda che di rimando mangiava come un pulcino. Non sia mai che la sua dieta venisse alterata e che qualche chilo di troppo si posizionasse su quei fianchi. Seduti vicino a dove stavano loro si trovavano Peter e Remus, intenti in una conversazione quantomeno divertente, o cosi spero, con delle ragazze del quinto anno che James aveva trovato perche i due venissero accompagnati alla festa. Ben presto le figure di Lily e James si avvicinarono a quella zona della sala, tenuti, stranamente per mano e con un’aria piuttosto rilassata e allegra.
-Sicura di volerti fermare? Io sono ancora carico, e attendo il nostro quarto ballo! – gli fece dietro Potter, mentre Lily prendeva posto esattamente accanto a Remus che guardava i sue due amici con aria divertita.
-Ti prego Pot… James, fammi prendere fiato!- si lamentò Lily. Ma per chi la conosceva bene non vi era alcun lamento in quel tono di voce cosi energico e frizzante. Anzi probabilmente si stava godendo la serata più della sottoscritta. -E poi ho bisogno di far riposare i piedi. Comunque sono stupita che tu non me li abbia schiacciati. Davvero, complimenti.- diceva, mentre Lunastorta tratteneva a stento una risata. -Bhe, che ho detto?- indagò la rossa, guardandolo sottecchi.
-Scusa Lil, non è colpa tua. E’ che mi hai fatto ricordare quante volte ha schiacciato a me i piedi, questa settimana, per imparare a ballare decentemente. - Il commento di Remus fece scoppiare a ridere tutti i presenti, addirittura anche Magdalene accennò un mezzo sorriso, mentre James per poco non si lanciava al collo del biondiccio. L’unico di cui espressione non cambiò affatto fu Felpato. Guardava i presenti con occhi disinteressati, per poi spostare lo sguardo verso il centro della sala, dove in quel momento io mi stavo divertendo parecchio. Un po mi metteva in soggezione, vederlo fra un giro di ruota e l’altro, ma non potevo farci niente. Lui aveva rovinato tutto, non io. O di questo cercavo di convincermi.

Un braccio si posizionò intorno alle sue spalle e mentre la festa continuava a gonfie vele e Remus invitava Lily a ballare con lui, io persi di vista James e Sirius che, invece, erano sgattaiolati fuori con una bottiglia di idromele che avevo messo in ciascuno dei tavoli e incantato perche solo i maggiorenni potessero toccarla.
-Non mi pare ti stia divertendo un granchè amico.- Gli fece James, scendendo con un balzo gli scalini che portavano fuori dalla sala grande, troppo allegro quasi per stare fermo. Sirius lo seguiva più placidamente, fumando con calma quella sigaretta, uscendo come lui in quello che era il cortile d’ingesso del castello.
-Ah, già. Tu invece vai alla grande, con la Evans dico.- era quanto meno possibile che ci fosse un pizzico di gelosia da parte del cane nei confronti del suo migliore amico. Si da quando erano bambini lui e James avevano sempre fatto tutto insieme. Feste cosi normalmente le avrebbero sabotate. Invece questa volta, dato che era importante che tutto filasse liscio per Ramoso e la sua nuova fiamma, non avevano organizzato un bel niente. Era possibile che i loro giorni da malandrini stessero finendo? E sebbene una parte di Sirius era fortemente incazzata con l’amico per aver deciso di innamorarsi proprio al suo ultimo anno, dall’ altra parte non erano questi i pensieri che al momento lo stavano torturando.
-Si, bhe… non voglio essere presuntuoso, ma credo si stia divertendo, con me.- forse avrebbe dovuto spaccargli il muso, se non la smetteva di fare quegli occhi da pesce lesso. L’ennesima nube di fumo uscì pesante dalle labbra del corvino, mentre, reclinando la testa all’ indietro, andava a sedersi su uno di quei muretti che delimitavano la passeggiata coperta. -Sono felice per te.- fu il suo commento, pronunciato in maniera atona e annoiata.
-Sai, credevo che ti piacesse farti vedere con Magda.- iniziò James, andando ad allentare il cravattino e prendendo posto accanto all’ amico, osservando quelle stelle che, durante il loro primo anno, Sirius gli aveva insegnato a riconoscere.
-Lo credevo anche io. Ma a quanto pare non è di grande compagnia, eccetto per il sesso.- commentò l’altro, alzando il muso ferito. Magda in realtà non era un problema. Bastava non stare troppo distante da lei, far vedere che lui era il suo accompagnatore e di tanto in tanto farla ballare.
-E poi Leticia sembra si stia divertendo un sacco, con August.- aggiunse l’occhialuto, togliendosi la maschera e infilando le lenti su per il naso. Alle sue parole la mascella di Sirius si contrasse e lo sguardo si incupì. Un’altra nuvola di fumo uscì dal naso. James, lo scrutò per qualche secondo con quell’aria di chi sapeva di aver colpito in pieno il bersaglio. Si massaggiò per qualche istante la guancia rasata per poi andare ad osservare l’altro, leggermente dispiaciuto.
-Perche non le hai chiesto di venire al ballo con te?- gli domandò successivamente, offrendo la mano perché quello gli porgesse il pacchetto di sigarette con dentro l’accendino.
-Perche probabilmente mi avrebbe spaccato la faccia, e perché era chiaro che volesse andare con lui e non con me. E poi lo avevo gia chiesto a Magdalene.- rispose l’altro, guardando finalmente in faccia l’amico e alzando lievemente la linea delle spalle. –Noi non andremo mai d’accordo, lo hai visto James. Succede sempre che finiamo per scannarci. Anche se è solo una stupida scommessa.- disse, staccandosi da quel basamento in pietra e mettendosi a passeggiare per il cortile.
-Comunque, EHI, non ti devi preoccupare per me. Anzi, dovresti tornare alla tua dama, che a quanto pare si, si sta divertendo con te. Non avrei mai detto che la Evans ti desse una possibilità, sai?- fece scherzoso Felpato, alzando appena l’angolo sinistro della bocca e mostrando il canino. L’altro di rimando scoppiò a ridere.
-Se per quello nemmeno io. Ormai avevo perso tutte le speranze. Invece… proverò di nuovo a chiederle di uscire con me. Magari è LA sera in cui dice di si.- fece, prima che entrambi scoppiassero a ridere. Anche James questa volta si staccò dal muretto per andare in contro al castano. –Dai torniamo dentro, non sarà poi cosi male avere Magda come accompagnatrice, e poi ti devo ancora offrire da bere… amico.- fece Ramoso, iniziando ad incamminarsi.
-Tu vai… io ti raggiungo fra poco.- disse quello. James titubò per un attimo, ma poi salì di corsa i gradini, tornando dentro.

Io invece ero ormai reduce del mio primo settimo ballo, decisamente esausta per continuare, ero stata lasciata temporaneamente sola dal mio cavaliere che, per riportare ai dormitori un gruppo di primini che aveva fatto indigestione e chiamare l’infermiera, si era dovuto allontanare dalla sala. Me ne stavo tranquillamente seduta ad osservare Remus ballare con Lily e poco più in là, dietro una tenda riuscivo ad intravvedere MagdaleneMeretricePeriwinkle strusciarsi con uno della sua stessa casata. Bleah. Minus poi era letteralmente sparito, come la sua accompagnatrice. Ma immaginare cosa stessero facendo ora mi faceva venire decisamente il voltastomaco, quindi evitai di pensare di essere stata lasciata sola.
Tuttavia la mia solitudine non durò allungo, anche perche presto James venne a sedersi accanto a me. Ero più che certa di averlo visto uscire con Sirius e il fatto che adesso fosse entrato solo lui un po mi preoccupava, ma ero grata di non dovergli stare accanto davanti a cosi tanta gente.
-Ottima festa, davvero i miei complimenti Rodriguez.- commentò ramoso, facendomi l’occhiolino e guardando la sua forse-ragazza ballare con il licantropo.
-Grazie. Immagino che tu e Lily ve la stiate godendo al massimo. Comunque no vedo il tuo amico pulcioso, dimmi la verità… hai deciso di sterilizzarlo e lasciarlo fuori al freddo e al gelo?- gli chiesi. Ottima mossa, davvero, chiedere di lui. Come se il fatto che lo stessi cercando con lo sguardo non fosse gia un segnale lampante. Almeno avevo fatto in modo di sembrare disinteressata.
-Nhaaa…. L’ho lasciato fuori. Ha bisogno di far prendere fresco ai nargilli che ha in testa.- Ah, dunque era solo fuori. –Capisco… bhe, magari vuole un po di compagnia. Con il tuo permesso…- ecco che il mio corpo aveva preso il pieno possesso delle mie azioni e che senza rendermene conto mi stavo dirigendo proprio fuori, da lui.

Lo trovai li, seduto vicino a quello che alla luce delle stelle e della luna era un vecchio ulivo. Mi avvicinai piano e mi resi conto che stava contando le stelle.
-Mirzam, Adhara e poi c’è…- stava chiamando le stelle che componevano la costellazione del cane maggiore.
-Sirio- completai il suo parlato senza rendermene conto e abbassando lo sguardo mi resi conto che adesso due occhi argentei mi osservavano sopresi. Teneva fra le mani quella bottiglia di idromele che avevo visto prendere e solo adesso mi rendevo conto di quanto avesse l’aria stanca e provata. Mi avvicinai piano e mi sedetti accanto a lui, togliendomi dagli occhi la maschera.
Rimanemmo per qualche momento in silenzio.
-Ti stai divertendo?- gli domandai poi, inclinando un po il capo.
-….- non disse niente per qualche momento, forse perso nei suoi grovigli di pensieri. –Si, abbastanza. Invece tu? Perche non sei con il tuo principe?- se fosse stata un’altra sera probabilmente l’arei schiantato. Ma sapevo che tutto ciò che voleva era farmi perdere le staffe. Quindi rimasi calma.
-August è andato a riportare un gruppetto ai dormitori, hanno fatto indigestione.- gli spiegai, per poi allungare le mani verso quella bottiglia. – La bevi tutta?- chiesi, per poi portarmela alla bocca.
-Ehi! Le signorine non bevono cosi!- mi fece, e finalmente notai un pizzico di ironia nella sua voce, che stranamente mi scaldò il cuore.
-Ah, lo sappiamo entrambi che io non sono una signorina, Felpato. Il mio essere femminile è molto discutibile. Non sai il casino che abbiamo fatto per farmi entrare nel corsetto.- gli spiegai, prendendo un altro sorso. Quando eravamo soli, solo noi, non era poi cosi difficile stare accanto senza provare ad uccidersi.
- Sarà io comunque ti trovo bellissima, stasera.- disse, senza guardarmi in faccia però. Il mio cuore per un momento si fermò mentre avertii le gote tingersi di rosso. Mi schiarri la gola. – Questa cosa è forte… ne hai bevuta troppa, sicuramente. Ecco perche non sai quello che dici.- gli feci, scherzando e alzandomi, lasciando quella bottiglia sul muretto.
Lui mi seguì. – So quello che dico. Quindi immagino che non ci siano problemi se ti chiedo un ballo.- La musica si sentiva anche fuori, e nel profondo speravo che un qualcosa del genere succedesse. Eppure non riuscivo ad alzare lo sguardo. Le sentivo, quelle iridi che indugiavano su di me, che mi osservavano attente. Avvertiti la sua mano prendere la mia, ma non mi ribellai. Lasciai che mi circondasse la vita e che, con lentezza e grazia, mi guidasse nella danza. Per quello che ricordo, non respirai durante tutta la canzone, e quando probabilmente finì, continuammo a ballare, ancora per un po.
-August mi ha chiesto di fare coppia fissa con lui. E pensavamo di andare insieme a Hogsmeade, il prossimo fine settimana.- Non so perche lo dissi, ma senza che mi rendessi conto, quando finalmente finimmo di danzare, mi sembrò giusto spifferare tutto e uccidere il momento.
- Ah.- fu tutto quello che ricetti in cambio, insieme ad uno sguardo freddo e scostante.
Non riuscii più a dire niente, dopo quello, ma pensai bene di ritornare dentro, lasciando cosi solo, fuori e forse con il cuore spezzato.

Quando la festa si concluse e il coprifuoco ci impose di tornare tutti ai nostri alloggi raccontai a Lily come era andata la serata. Per la prima volta non le dissi di quello che era successo fra me e Sirius, piuttosto decidemmo di organizzare per una uscita di coppia a quattro, per sostenerci a vicenda. Io stavo ufficialmente con August e, prima di separarci ci eravamo anche baciati, davanti ad un contrariato Remus Lupin. Lei aveva bisogno di compagnia per stare con James. Ma ero sicura che le cose sarebbero andare bene fra loro due, perche di notte, nel sonno la sentii pronunciare il suo nome.


Angolo autrice:
Finalmente l'ho ripresa. Non che con gli esami e tutto il resto gli potrò dedicare molto tempo, ma almeno abbiamo aggiunto un capitolo! Weeeeeee! Eh si, il ballo si è concluso, tutto hanno ballato, tutti hanno bevuto, qualcuno ha pure vomitato... no, scherzo! I miei bambini crescono senza che me ne renda conto ;( ma in tutto questo, che fine ha fatto Peter e la sua accompagnatrice (IHIHIHIHI!) NON lo volete sapere, fidatevi. Ah, mi sono accorta di un problema nella numerazione. *stiamo lavorando per voi <3* Bhe, allora ci vediamo al prossimo capitolo #Siriusqueendramathebest!
-CB

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Capitolo 9
*** 9.Hogsmeade ***


9. Hogsmeade

I Tre Manici di Scopa era uno dei locali più popolari per giovani maghi e streghe che nel fine settimana avevano l’accortezza di uscire da quelle quattro mura del castello e passare una tranquilla giornata senza libri o manuali di stregoneria o difesa contro le arti oscure. Certo, dopo l’incidente di inizio anno Silente aveva fatto in modo che i controlli per la sicurezza degli studenti fossero duplicati, per questo ogni carrozza era stata incantata personalmente dal nostro preside e per quest’anno era stato impedito agli studenti del terzo di recarsi ad Hogsmeade senza che un professore li scortasse per quasi tutto il tragitto. Anche io e Lily con James e Sirius avevamo dovuto contribuire scortando un gruppetto del quarto anno a testa, ma grazie al cielo non c’era stato bisogno di scambiare parola con Felpato. Io troppo imbarazzata e lui troppo impegnato ad ignorarmi. Quella distanza che si era formata fra noi aveva fatto insospettire Lily, ma le avevo giurato che non era niente di grave e cosi avevamo semplicemente raggiunto i nostri cavalieri che ci avevano anticipato dentro il locale.
Era noto che uccidere un Basilisco fosse più semplice di trovare posto a sedere dentro il pub di Madama Rosmenta, una giovane donna da poco sposata e da altrettanto poco vedova dai boccolosi capelli biondi e i grandi occhi azzurri, nel fiore degli anni, che faceva perdere la testa a tutti gli ubriaconi della zona e non solo. Di fatti non erano stati pochi i casi di spasimanti che la poveretta aveva dovuto schiantare per continuare ad onorare serenamente la memoria del marito. In questo modo fra noi studentesse aveva guadagnato un ottima reputazione come Madama D’acciaio Rosmenta.
Notai con la coda dell’occhio August muovere la mano per farci segno di avvicinarci. Aveva trovato un grazioso, se cosi si può definire, tavolino rotondo per quattro persone, posizionato in un angolo della sala vicino al caminetto e non troppo distante dalle vetrate che davano sull’esterno. Nonostante fossimo solo a Novembre la prima neve si era già posata e questo di sicuro avrebbe condizionato la partita di Quidditch dei Grifondoro contro i Serpeverde. In quanto alla mia partecipazione, bhe… non l’avrei data per scontata questa volta.

Mi avvicinai a lui e ci scambiammo un semplice bacio a fior di labbra, mentre gli sedevo accanto. A fare da separè al resto della sala c’era un alto pannello in legno che rendeva la zona quasi intima. Lily, seguita da James si sedette davanti a noi, mentre il suo cavaliere l’aiutava a togliere la giacca. Non potei non notare lo sguardo che Lily regalò a Potter, ma mi trattenni e decisi di lasciare i miei commenti per quando saremmo state sole.
-Allora, vi hanno dato problemi i ragazzi del quarto?- chiese August, cercando di rompere il ghiaccio. Certo, era un po strano essere ad un appuntamento a quattro, anche per me che l’avevo organizzato, ma ero davvero grada che James e Lily si trovassero qui, con noi.
-Puoi immaginare quanto fossero felici di essere accomagnati da noi del settimo, invece i tuoi?- rispose James mentre io e Lily decidevamo cosa prendere da bere.
-Ah, il solito. All’inizio erano un po scontenti, poi hanno pensato che trovarsi davanti un dissenatore senza uno del settimo sarebbe stato… sgradevole, e ci hanno ripensato.- rispose il moro incrociando le braccia al petto. –Pronti per la grande partita?- chiese ancora il corvonero, inclinando il collo e puntandomi i suoi grandi occhi azzurri.
-Ovviamente… Quelle serpi avranno possibilità di vincere solo quando io non ci sarò più!- fece orgoglioso Ramoso portandosi alla bocca il boccale di burrobirra che un cameriere ci aveva appena portato al tavolo.
-Non essere presuntuoso James. Non sai nemmeno se Leticia gioca quest’anno…- rispose Lily prendendo un fazzolettino e passandolo sulle labbra dell’altro, causando l’improvviso rossore di tutti e due. O tre, considerando che quel gesto lasciò a bocca aperta pure me.
-Davvero… e perché?- August puntò i suoi grandi occhioni azzurri su di me e io non riuscii a reggere lo sguardo.
-Non lo so… pensavo che ormai e ora di ritirarsi, e poi volevo dare più spazio alle nuove leve.- mentii spudoratamente, ma la mia bugia sembrò soddisfare almeno in parte la sua sete di sapere, tanto che per concludere posizionò il suo braccio intorno alla mia vita piazzandomi un secondo bacio sulle labbra che ricambiai. Girare il viso sarebbe stato decisamente controproducente, cosi, una volta che la zazzera castana di August si ritirò vidi con mio grande stupore Sirius che ci osservava dall’ uscio del locale, seguito da Remus e Peter, insieme alla sua nuova fiamma, la ragazzetta con cui si era imboscato alla festa.
Abbassai lo sguardo e ritornai a chiacchierare con Lily, sperando che la giornata non andasse peggio di cosi, ma chiaramente non sapevo ancora cosa tutto sarebbe successo.
 
Remus posizionò un braccio intorno alle spalle di Sirius e lo spinse verso uno dei tavoli centrali dove i quattro andarono a sedersi.  O meglio dove Peter e quella ragazzina del quinto anno, decisamente tassorosso, iniziarono a strusciarsi, leggermente distanti e isolati dagli altri due che regalarono alla neocoppietta uno sguardo quasi disgustato.
Una nuvola di fumo uscì dalle labbra di felpato mentre Lunastorta approfittò del momento di apparente tranquillità dell’ amico per ordinare due coppe di idromele a Madama Rosmenta che di rimando gli sorrise causando un leggero rossore sulle gote del giovine.
Presto i bicchieri vennero poggiati sul legno del tavolo. Sirius si tolse la cicca dalle labbra e ne portò uno alla bocca.
-Se vuoi possiamo cambiare locale, se preferisci…- tentò Rem, avvicinandosi il suo e iniziando a sorseggiarne un po’.
-E perché mai dovremmo? Perche il mio migliore amico ha deciso di uscire con una ragazza preferendo lei a noi, o perché la ragazza con cui volevo uscire io sta con un altro? - fece con tono piuttosto iracondo ma sforzandosi di non riporre con troppa forza la coppa sulla mensola.
-Non puoi prendertela con James se vuole stare con Lily, Sir. Lui non preferisce lei ai malandrini, ma ci tiene in maniera differente. Non puoi fargliene una colpa e di certo questo non ti aiuterà ad accettare che volente o nolente dobbiamo pensare a quello che ci aspetterà una volta finita la scuola…
-Credi che non ci pensi già abbastanza?!- il tono si era leggermente alzato e quelli che sedevano vicino al loro tavolo avevano appena girato il capo, ma notando di chi si trattava, erano tornati a farsi gli affari loro. Il carattere impulsivo di Sir era di dominio pubblico già da un paio di anni, da quando durante il quinto aveva rotto una finestra lanciando fuori un serpeverde del sesto.
-So quello che mi aspetta una volta che tutto questo finirà e non sarà di certo piacevole. Ci sarà la guerra Remus, e lo sappiamo bene tutti qui, se no perché Silente ci avrebbe chiesto di pensare di entrare a far parte di…. Tu sai cosa? Ma io sono un Black, e questo implica parecchie cose.-
-Pensavo avessi smesso di essere un Black quando te ne sei andato via di casa Felpato.- rispose l’altro, continuando a bere e lanciando occhiate verso il tavolino rotondo dove io e gli altri stavamo chiaccierando.
-Magari per voi e per la mia famiglia si, ma per il resto del mondo sarò sempre un suddito di…-
-Non dire il suo nome, non qui che è pieno di gente…- lo riprese giusto in tempo Remus, mentre lo sguardo si alternava da me (che per altro avevo notato ci stesse fissando e stavo vivendo un momento di pura agitazione) e l’amico. –In quanto a lei… non era mai stata una scommessa… vero?- lo canzonò divertito il mannaro.
-No, mai. Ma adesso che importanza…- fece, poggiando il mento conto il palmo della mano sinistra e voltando lo sguardo dall’ altra parte, dove un gruppo di ragazzini delle serpi ridevano.
-Bhe dovresti dirglielo. Non c’è niente di male ad amettere che…- iniziò a dire Lunastorta prima di essere interrotto da Minus.
-Ragazzi vi dispiace se io e Ingrid ce ne andiamo…da qualche altra parte…- fece quello, strofinando il suo grande naso a patata contro quello dell’altra poveretta che stranamente gradiva.
-Fate pure.- risposerò i due in coro, prima che Sirius riprendesse a parlare. –Comunque non c’è niente da ammettere, io non ammetto niente e lei può stare con chi preferisce, come faccio io.- rispose.
 
Da quando ci eravamo seduti Lily e James non si erano nemmeno sfiorati, neanche una volta. Ed era strano perche conoscevo esattamente le intenzioni di uno e dell’altra, inoltre quella strana tensione non giovava minimamente al rapporto fra me e August che, si, era un ottimo oratore e baciatore, ma per qualche ragione non mi entusiasmava.
-Dunque… da quando state insieme voi due?- chiese quello mentre io gli schiacciai con forza il piede, lanciandogli un’occhiataccia.
-Che…. Che ho detto…?- mi chiese avvicinando le sue labbra al mio orecchio.
-Eh… non stiamo insieme, ancora…- rispose Lily e a quell’ancora gli occhi di James si illuminarono, comunque presto si affrettò a rispondere.
-Questo è il nostro primo appuntamento. - disse con garbo ramoso andando a prendere la mano di Lily che non scappò da quella presa.
-Ah…. Adesso capisco tutto. Sapete per un momento ho pensato che Leticia si sentisse in imbarazzo ad uscire da solo con me, invece era per dare una mano a voi!-
Fulminai con lo sguardo Lily che si mise ad annuire alle parole di August. –Già, solidarietà femminile… e…-
-RIPETI QUELLO CHE HAI DETTO SE HAI IL CORAGGIO!- Il rumore della  vetreria infranta rieccheggiò in tutta la sala accompagnata dall’urlo di madama Rosmenta quando si trovò sul pavimento del locale Sirius Black che teneva stretto un ragazzo del sesto anno dei Serpeverde, gia reduce di un pugno dato il sangue che gli colava dal naso.
-RIPETILO! FORZA! COME MI HAI CHIAMATO?- Sirius urlava contro il poveretto dall’ aria perduta, poco cosciente di quello che stava succedendo, mentre Remus cercava di calmarlo e di tenere lontani gli amici di quello che ne stava prendendo convincendogli a non immischiarsi.
-M….m…- all’ennesimo stratone finalmente il ragazzo riuscì a parlare. –MANGIAMORTE!- fece, prima che sulla sala calasse il silenzio. Quello si sollevò con l’aiuto dei gomiti, guardando negli occhi uno sperduto Sirius Black.
-A scuola dicono tutti che sei uno di loro. La tua intera famiglia lo è, tutti i Black sono mangiamarte, anche tuo fratello Regulus se ne andato per entrare nelle fila del Signore Oscuro. Ti credi diverso solo perche sei un grifondoro e fingi di essere amico di tutti, ma sei un Black! Non un Potter! Quelli come te sono e saranno sempre persone con l’animo oscuro. Quanti bambini babbani hai già ucciso? Dieci, vent…- non riuscì a finire la frase che un altro pugno lo colpì sul naso e a quello ne seguirono altri tre, prima che James si fondasse sull’ amico e lo staccasse dal serpeverde.
-LASCIAMI JAMES, GLI SPACCO LA FACCIA A QUELLO… CAZZO LASCIAMI TI HO DETTO!- Sirius continuò ad agistarsi e dibattersi anche quando Ramoso lo portò fuori dal locale seguito da Remus, Lily e me con accanto August.
-SEI IMPAZZITO?!- gli urlò contro James spingendolo via quando quello tentò nuovamente di entrare dentro il locale. –Ma che ti prende Sirius?-
-HAI SENTITO QUELLO CHE HA DETTO… HAI SENTITO COME MI HA CHIAMATO, QUEL CAGASOTTO.- rispose ancora scosso Felpato che andava avanti ed indietro prendendo a calci la neve.
-Ma… credevo che ormai non ti importasse più di quello che dicessero di te…?-
-Ah davvero, tu… TU CREDEVI CHE NON MI IMPORTASSE!? Mi conosci davvero bene Ramoso…- faceva cercando di togliersi la giacca da motociclista attirando su di se l’attenzione dei passanti.
- Sirius perfavore calmati…- gli aveva detto con gentilezza Lily, staccandosi dal braccio di James e andandogli incontro. –Noi sappiamo che non sei quello che gli altri dicono.-
-Stai. Zitta.- tuonò quello facendosi serio in volto. –Tu non mi conosci per niente. Nessuno di voi mi conosce.- e i nostri occhi si trovarono, i miei scuri allarmanti, preoccupati e spaventati, e i suoi chiari ma tristi, vuoti e disorientati.
James afferrò con foga il colletto della giacca.
-Non parlarle in questo modo….- e tutto quello che ottenne fu un cazzotto sul naso. Fece un paio di passi all’ inidietro prima di sbilanciarsi e cadere di sedere reggendosi il naso dal quale usciva sangue.
-James…- Lily gli si inginocchiò accanto, prendendo dalla borsetta che portava a tracolla un fazzoletto e offrendolo a Ramoso.
-Sir… -tentò Rem ma quello, vedendo il casino che aveva combinato aveva preso a correre verso la foresta.
Forse gli sarei dovuta andare dietro, forse avrei dovuto provare a parlargli, ma in quel momento mi fu praticamente impossibile. Sentivo la mano di August che stringeva la mia. La sua era calda e protettiva ma in quel momento non era ciò che volevo, perché di colpo mi parve rigida come una catena.
 
-Non è ancora rientrato?-Chiesi a James prendendo posto accanto a lui sul divano della sala comune; guardava con insistenza la fiamma e se ne stava immobile da qualche minuto con le braccia incrociate.
-No… e l’ultima navetta è arrivata mezz’ora fa.- mi rispose semplicemente, abbassando lo sguardo.
-Vedrai che sta bene. Magari è alla stamberga strillante, o sta correndo nel bosco. Ha bisogno di calmarsi, tutto qui.-  cercai di mascherare la mia preoccupazione rassicurandolo, ma era la prima volta che quei due litigavano cosi duramente davanti ai miei occhi.
-Tu dici? Forse non avrei dovuto chiedere a Lily di uscire. Se mi fossi reso conto prima come si sentiva allora…- Fece Potter, massaggiandosi il naso.
-James. Tu non sei la loro balia. Non ti potrei prendere cura di Rem, Peter e nemmeno di Sirius in eterno. Devi pensare anche alla tua felicità e se è Lily, bhe… sarei davvero felice per voi due.- Gli sorrisi sfiorandogli appena la mano. –E in quanto a Sirius, sta tranquillo. Io ci litigo molto più spesso di te. Vedrai che andrà tutto bene.- gli dissi, notando l’impovviso arrivare di una chioma rossa alle sue spalle.
-Allora andiamo a cena?- chiese la Evans, poggiando una mano sulla spalla di James.
-Si eccomi… Leti tu vieni?- mi chiese Ramoso, offrendomi la mano.
-No, voi andate. Non ho molta fame ora…- risposi.
-Cosa diciamo ad August, se ti cerca?- Mi chiese Lily e li trasalii ricordandomi del corvonero.
-Ditegli che non mi sentivo molto bene… tutto qui.-
-Ok…. Allora passa una buona serata.- fece Ramoso circondando le spalle della sua bella.
-Ti portiamo un po di budino dopo…- disse la rossa salutandomi con la mano oltre il braccio del suo ufficialmente ragazzo. Li salutai di rimando, lasciando che la sala lentamente si svuotasse e rimanendo così sola. Mi portai la coperta sulle gambe e mi raggomitolai sul bracciolo godendo del tepore del caminetto e di quell’attimo di silenzio, finchè un cagnolone nero non entrò nella mia visuale.
Alzai di colpo il capo quando vidi Sirius mutare davanti ai miei occhi.
-Dove sono tutti gli altri?- Mi domandò, guardandosi intorno e grattandosi i capelli. Aveva un’aria tesa e provata.
-Fortunatamente tutti a cena. Ci siamo solo noi due.- Gli risposi facendo spazio nel divano. Lui prese posto lasciandosi cadere come un sacco e reclinando la testa all’ indietro.  Osservava il soffitto in silenzio, ma sapevo che in quel momento stava pensando ad un sacco di cose.
-Dove sei stato? Eravamo tutti preoccupati, James…- non mi lasciò finire di parlare.
-James sta bene?- chiese allarmato.
-Si… aveva il naso rotto, ma Lily glielo ha riparato. Era anche un po giù, ma credo che adesso stia bene.- risposi, poggiando la testa contro il dorso del divano.
-Lily immagino.- fece lui e io semplicemente annuii. Lo visi oscurarsi, di colpo coprirsi il viso con le mani.
-Credo di aver fatto un casino Let.. un grande, immenso casino.- mi disse con voce flebile e tremante. Il mio cuore ebbe un fremito vedendolo stranamente cosi indifeso.
Scivolai appena nella sua direzione e con molta gentilezza gli posai una mano sulla spalla. Il fuoco scoppiettante del camino mi riscaldava il viso e illuminava i nostri volti colorandoli di rosso e arancione.
Con delicatezza, risalii dalla spalla sino ai capelli che iniziai piano ad accarezzare, mentre con l’altra mano spostai le sue dita dal volto e lo costrinsi a guardarmi in faccia. Gli sorrisi dolcemente.
-Ehi… chi sei tu? Il Sirius Black che conosco io non si abbatte cosi facilmente ma anzi, è uno tosto, con una faccia da schiaffi grande quanto questo castello. E qualsiasi casino combina, trova il modo per rimediare…- gli dissi, ridacchiando appena.
-Non so se sono ancora quel Sirius, Leticia. Forse sono solo uno che si finge un grifondoro, forse sono davvero un pessimo amico per James, che non riesce ad essere felice per lui e tutto il resto.- disse, volgendo lo sguardo altrove.
-Sai ho sempre sospettato che fossi follemente innamorato di Ramoso, ma non credevo sino a questo punto.- cercai di farlo ridere.
-Ehy! Non è “amore”…è una cosa fra uomini. Lui è come un fratello per me.- mi disse con tanta onestà da lasciarmi quasi disarmata. –E poi ho sempre preferito le belle donne ispaniche io- eccolo lì, il ghigno malefico che tanto mi rendeva vulnerabile.
-Ahhhhh! Forse dovrei davvero diventare un Mangiamorte e farla finita con questa cosa dell’ Ordine della Fenice…- disse, lasciandosi scappare quel piccolo dettagli di cui ero gia al corrente.
-Smettila!- gli diedi un calcio, colpendolo sul fianco. –Non diventerai un magiamorte e poi non mi puoi lasciare da sola con quei piccioncini all’ interno dell’ ordine!- gli dissi, minacciandolo con il dito indice. Lui di rimando mi osservò un po perplesso, ma poi sbuffò.
-Silente… vero?- ipotizzò alzando appena il sopracciglio.
-Esattamente… mi ha detto che aveva bisogno di maghi e streghe come noi… e io ho accettato. Con una famiglia come la mia, metà babbana e metà magica non posso che sentirmi coinvolta in quello che sta succedendo e fare la mia parte.-
-Capisco come ti senti. Io non posso permettere ai miei di rovinare tutto quello che ho guadagnato.- rispose lui, ritornando a fissare il fuoco.
-Ma almeno uno di noi oggi si è divertito… immagino che August baci bene…ti chiederà di sposarti?- mi fece con un tono appena ironico, senza però guardarmi.
-Veramente non credo, dato che ci siamo lasciati.- gli risposi, mettendomi a sedere in maniera più composta, accanto a lui e lasciando che le nostre braccia si sfiorassero.
-COME?!- tuonò osservandomi attentamente, con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
-Già, dopo la tua scenata di stamattina gli ho detto che in realtà non provavo quello che lui provava per me.- mi portai le ginocchia al petto e le circondai con le braccia poggiandoci la testa sopra rivolgendo il viso verso Black.- E poi mi ha chiesto se c’era qualcun altro di cui ero innamorata, e allora ho dovuto essere sincera.- gli raccontai guardandolo tranquillamente negli occhi. –E forse sono davvero una “bambina viziata e perfettina, di quelle stronzette con la puzza sotto il naso”.- gli dissi, ricordando una nostra vecchia conversazione.
Notai le sue labbra incresparsi, il pomo d’Adamo muoversi e gli occhi seguire mia linea del collo.
-Chiunque l’abbia detto è davvero un cretino…- mi fece, massaggiandosi la nuca.
-Sono felice che la pensiamo allo stesso modo per una volta Sirius.- Gli dissi trattenendo a stento una risata.
-Comunque…- eccolo, sapevo cosa avrebbe chiesto di li a poco.- che gli hai risposto?- il suo viso si era appena avvicinato al mio e ormai ci stavamo guardando dritti negli occhi a meno di dieci centimetri di distanza fra le nostre bocche.
-Gli… ho detto…. la verità…- avvertii la sia mano perdere una ciocca nera e lasciai che risalisse sino ad accarezzare la mia nuca. E poi me lo presi. Mi spinsi appena il avanti lasciando che le sue labbra trovassero le mie. Non fu un bacio di quelli da film, casto e puro. Fu un attimo di guerra fra la mia bocca e la sua e le nostre lingue intente a rincorrersi. Le sue mani mi afferrarono per  la vita, avvicinandomi maggiormente, mentre io mi posizionavo sulle sue ginocchia.
Sapevo di essere impulsiva delle volte, ma mai avrei detto che avrei baciato Sirius Black di mia spontanea volontà. Sentii l’uscio aprirsi e mi staccai di colpo da lui che ancora mi teneva stretta. Saltai oltre il divano e corsi su per le scale del mio dormitorio sperando che nessuno mi avesse visto, lasciandolo immobile e si stucco sul divano, di colpo da solo.
-Sirius! Sei tornato!- Fu Remus ad accoglierlo o almeno questo mi raccontò Lily il giorno dopo a colazione.

Angolo Autrice!
Scusate l'assenza ma sto preparando degli esami e mi prendono un sacco di tempo. Universtà VS. Autrice = 1 - 0
Comunque eccoci qui con un altro capitolo XD Leggete e recensite *_*
Baciozzi

-CB

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