hiyoko's cronicles

di kiza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** i demoni dormienti ***
Capitolo 2: *** il faro del re ***
Capitolo 3: *** danza sul fuoco ***
Capitolo 4: *** davide e golia ***
Capitolo 5: *** la spada dal fumo viola ***
Capitolo 6: *** fuga da ranara ***
Capitolo 7: *** caduti ***
Capitolo 8: *** Il burattinaio ***
Capitolo 9: *** Acqua e lava contro metallo ***



Capitolo 1
*** i demoni dormienti ***


I due fronti avanzarono urlando più forte che potevano per terrorizzarsi a vicenda e quando la prime linee entrarono in contatto numerosi furono i morti mentre i due numerosi gruppi erano ammassati in un miscuglio confuso nel quale spade, mazze, frecce e fucili uccidevano in massa. Erano state costruite catapulte che lanciavano balle di fieno unte d'olio combustibile e bruciate. Grossi animali quadrupedi erano cavalcati da alcuni soldati. I keruik erano animali in natura timidi e non propensi al combattimento, nonostante la loro mole. Per ragioni belliche alcuni venivano addestrati per essere usati in guerra. La loro pelle in caso di pericolo s'irrigidisce prendendo un colore giallastro tipico della loro specie. Erano come elefanti senza però le grosse orecchie. Oltre quattro zanne che uscivano ai lati della proboscide1 i Keruik erano provvisti di altre quattro corna ricurve verso il centro sulla fronte. Per attaccare abbassavano la testa colpendo qualsiasi cosa con le loro zanne e corna lunghe un metro.

Ovviamente bastavano soltanto cinque di quegli animali per creare pandemonio più di quanto c'è ne fosse. Decine e decine di soldati venivano sbalzati in aria, altri venivano colpiti dal fieno infuocato. Il rumore si sentiva per diversi kilometri. 

La guerra per gli umani era necessaria o almeno credevano, combattevano per colpe che nessuno aveva. Gli dei infatti, stanchi del comportamento scorretto che gli umani avevano tra loro crearono quelli che poi chiamarono i sette guardiani divini. Sette entità elementali. Con l'arrivo di esse gli scorretti e i disonesti non ebbero vita lunga e la pace regnò per diversi anni. Serak il dio delle ombre, stanco e indebolito dalla pace tra gli umani creò a sua volta cinque entità che scombussolaro il perfetto equilibrio. Una di queste entità che si chiamava odio era difatti capace di innestare nelle menti degli umani deboli di mente, un odio irrefrenabile verso altre persone. Omicidi, stupri e rapine erano diventati frequenti. Non tutti ne furono preda ma dovettero difendersi da certe persone ormai prive di senno quindi bandirono dalle città chiunque era stato soggiocato. 

Con il caos che lo rese tremendamente forte Serak scese sulla terra per uccidere i sette guardiani i quali, uno dopo l'altro perirono anche se ucciderli del tutto era impossibile anche per lui quindi persero soltanto i loro corpi mentre il nucleo, l'anima venne rinchiusa in sigilli. Dove rimasero per tanti di quegli anni che le generazioni si dimeticarono della loro esistenza. Anche Serak e i suoi flagelli sparirono poiché ormai gli umani erano tornati ad odiarsi tra di loro. Le ere passarono e i sigilli, che sembravano grosse pietre colorate erano state quasi inghiottite dalla natura circostante. ma qualcosa era destinato a muoversi. Dera, la dea degli dei decise di provarci ancora. La dea fece in modo che i guardiani, nella loro forma spirituale trovassero un corpo fisico negli umani. Dopo essere stati liberati, Dera preferì che i guardiani entrassero in corpi di neonati. Entrare in un corpo già maturato avrebbe comportato danni fisici e morali. Entrando nel corpo di un infante i guardiani sarebbero "cresciuti" col corpo. 

Lei aveva seminato il campo, all'oscuro di Serak che non s'accorse di niente. Doveva soltanto aspettare che i bambini raggiungessero l'età ottimale, dopo li avrebbe fatti combattere per annientare l'inclinazione malvagia nel mondo, era quella l'unica fiocca luce di speranza che rimaneva, Dera ci credeva e sperava con tutta se stessa...

Il cielo era tinto d'un forte azzurrl e il vento fischiava melodioso mentre accarezzava l'erba e gli alberi. L'aria era fresca e piacevole e nel regno di Ranara regnava la pace assicurata da alte mura sorvegliate da abili arcieri e fucilieri. La città funziona alla perfezione ed essendo vicina al mare era un punto di sbarco nel quale moltissimi marinai facevano sosta. la città infatti si manteneva grazie al mare e il porto, vendeva il pescato ad altri paesi e poteva vantare i migliori carpentieri navali migliori al mondo. Ranara quindi era un ricca città sempre affollata. Le sue mura si estendevano anche oltre la spiaggia e un enorme portone controllava le navi che entravano e uscivano per rendere la città meno attaccabile possibile. Parte del suo territorio comprendeva anche delle grandi pianure dove anziché il pesce, si sosteneva con l'agricoltura. Piccoli villaggi composti di modeste case in legno apparivano qua e là. La nostra storia inizia proprio uno di quei villaggi, più precisamente su una grossa quercia, si perché era quello il posto dove il nostro protagonista s'era nascosto, un piccolo bambino di sei anni con gli occhi rosso scarlatto senza pupilla. Indossava un vestito abbastanza povero completamente verde, era molto più grande della sua taglia. La veste sembrava un kimono tipico giapponese però di un tessuto molto rozzo, tenuto alla vita con una fascia annodata a lato. Verdone e dello stesso materiale. Tanto era grande che pendeva di un po giù dal ramo cui il ragazzo era seduto. Si teneva stretto al tronco per nascondersi il più possibile come se non volesse farsi vedere da qualcuno. Con la mano sistemò le fasce che teneva in testa, stesso materiale e colore della cintura. Feceva leggermente alzare i suoi capelli neri e corti in due punti, poiché la fasciatura girava sulla sua testa due volte prima di penzolare annodata dalla sua nuca. 

Si sentirono dei passi affrettati avvicinarsi e lui si strinse ancora strizzando gli occhi e i denti, dalla bocca uscirono i canini superiori nettamente più grandi degli altri denti così come quelli inferiori.

Un bambino si mise sotto l'albero e portò una mano a lato della bocca.

<< hyioko ti abbiamo detto che non vale sugli alberi, so che sei là! scendi subito! >>.

Hiyoko sbuffò e aprì gli occhi che erano diventati gialli, quasi d'orati. Si mise in piedi sul tronco e guardò il bambino al di sotto. 

<< non è colpa mia se voi siete degli impediti e non ci riuscite! Io mi voglio nascondere dove voglio! >> disse mentre fece un verticale rimanendo con le mani a testa in giù.

<< ma non vale così vinci per forza nessuno di noi sa salire come te sugli alberi! >> continuò innervosito il bambino in terra. La risposta di Hiyoko fu però una risata parecchio divertita.

<< sono il migliore, nessuno può competere contro di... >> hiyoko urlò perdendo l'equilibrio con le braccia, senza poter far più nulla andò a picchiare la testa contro il tronco, il suo corpo s'inclinò fin quando precipitò giù, prese con la pancia un'altro tronco e vorticando su se stesso cadde in terra. L'altro ragazzino in un primo momento si spaventò a morte ma non appena vide il suo amico sollevarsi a fatica si mise a ridere indicandolo.

Dolorante hiyoko riuscì a sollevarsi terra e a desersi poggiato sul tronco della quercia, aveva dei graffi in faccia ma questi si rimarginarono a vista d'occhio.

<< accidenti che botto... >> disse grattandosi la testa. A quel punto l'altro bambino s'avvicinò e gli porse la mano che hiyoko afferrò per aiutarsi ad alzarsi spolverandosi poi il vestito con le mani.

I due corsero per raggiungere il punto di ritrovo ma hiyoko fece pochi passi bipede, poiché ad un tratto saltò in avanti e atterrò appoggiando anche le mani iniziando un coordinamento movimento tra bracciace gambe, simile all'andatura di un gorilla. Il suo amico lo fissò ma ormai era abituato ai compocomponenti stranieri del bambino.

Raggiunto il ceppo di un albero una decina di ragazzini scherzava tra di loro e tre bimbe parlavano tra di loro sedute composte sull'enorme ceppo. La foresta era composta da gigantesche sequoia e i bambini comparati erano grandi come formiche, grosse radici che uscivano e rientravano. dal terreno formavano dei propri e veri ponti naturali dove trovava riposo del muschio verdognolo. 

I due s'aggiunsero al gruppo, lì erano tutti figli di agrigoltori e cacciatori di tesori e taglie. 

Il loro insediamento, quasi più una tribù, era infatti riconosciuto per l'alta affinità allo scontro, i ragazzini venivano addestrati alla caccia e al combattimento fin da piccoli. Il re di Ranara accortosi che non facevano parte dei "dissennati" li accettò tra le loro mura al prezzo però, di essere sempre pronti per interventi bellici.

Come ogni ragazzino hiyoko imparò a combattere e a coltivare i campi. Egli però aveva qualcosa in più rispetto gli altri i suoi occhi cangianti erano la dimora di un antico potere e i liquidi potevano essere da lui plasmati e comandati. Era quello un potere arcano di cui in molti bramavano e altrettanti temevano o ripudiavano. Per questo il piccolo hiyoko era sempre visto in modo strano dal suo villaggio, soltanto i bambini della sua età e i genitori non avevano pregiudizi. Anzi secondo Kyrai, madre del piccolo, era un dono degli dei che andava usato a fin di bene... 

In un altro luogo, spettrale e buio una donna girava le dita tra i suoi ricci color fiamma, guardava il buio fendendolo coi suoi occhi gialli dalle pupille di un serpente. Ella era seduta su un tronco di marmo nero brillante. indossava vesti da vedova completamente neri. La sua pelle bianchissima andava in contasto col colore dei suoi capelli e delle labbra lucidate di rosso scarlatto, come tinte nel sangue. La stanza di forrotonda era lievemente illuminata da duecandelabri, emanavano una luce giallognola, ma dietro la schiena di lei, un ombra si estendeva sul muro, densa quasi da poterla afferrare si estendeva in larghezza formando come dei tentacoli in continuo movimento. Ella parlava con il mento poggiato al suo delicato palmo della mano il braccio. L'altra mano era poggiata leggera al ginocchio della gamba accavallata sull'altra. Lo sguardo annoiato e stanco.

D'innanzi lei stava in piedi un figuro molto magro, una cappa nera con cappuccio lo copriva completamente e stando a testa bassa di lui non si poteva scorgere niente.

<< come procede... >> domandò in modo stanco la donna

<< sono spiacente ma ancora non si sa nulla, è da anni che cerchiamo, mi verrebbe da pensare... >> il figura venne bloccato dal pugno che la donna sferrò al bracciolo del trono.

<< non devi pensare... Tu devi agire ci siamo spiegati? >> ruggì innervosita.

<< vi chiedo venia, con vostro consenso io mi ritiro in privato per degli studi. >>

<< vattene! >> rispose agitando la mano. Così la figura fece un inchino e uscì senza rumori dalla stanza.

La donna rimase in silenzio per qualche istante quando di colpo del fuoco iniziò ad uscire dove ella era seduta, in pochi secondi le fiamme l'avvolsero completamente e lei sparì in esse con bagliore di luce.

Si trovò dietro una casa fatta di pietre, la sua pelle al contatto con la luce sembrava ancora più chiara. I suoi occhi tramutarono e divennero verdi con una pupilla normale.

Girato l'angolo si trovò una via sterrata di un paese che non sembrava essere molto ricco. la donna si guardò attorno, contadini mal vestiti e sporchi viandavano tranquillamente ignorando la donna che invece indossava vesti costose. Da quel paese ci fu un esplosione tanto forte che fece tremare il terreno per diversi metri. Una casa aveva un enorme buco da dove usciva una massiccia quantità di fumo. La donna aveva un braccio proteso proprio verso quella direzione, ora però Indicò un uomo che passava di li, al gesto della sua mano al malcapitato si piegò il busto all'indietro fin quando la sua schiena si spezzò provocando un suono disgustoso. La gente vicina si pietrificò all'istante e lei Indicò una donna con l'indice che poi mosse rapidamente, la gola della povera malcapitata si lacerò misteriosamente e copioso sangue fuoriusci macchiando ovunque.

<< niente di personale.. Ma vi ammazzaerò tutti! >> disse divertita mentre dalle sue mani si crearono sfere energetiche nere con bordi di luce bianca. Dietro la sua schiena una miriade di tentacoli si muovevano frenetici, ancor di più di quando era seduta come eccitati dalla situazione. Nel giro di un ora l'intero villaggio era ridotto un cumulo di macerie fumanti, corpi lacerati giacevano in svariati punti. In piedi sorridente vi era incolume la donna che si guardava attorno soddisfatta senza però mostrare alcun sintomo di stanchezza. Fece uno schiocco di dita e attese ancora un attimo. Era lo stesso individuo incapucciato di prima, questa volta teneva in mano una grossa giara con un tappo di sughero, aveva una forma oblunga e due manici ad orecchie. Venne poggiata in terra e la donna s'avvicinò sensualmente accarezzandone la lucida superficie rossa mogano. Vi erano in bianco alcune scritte di una lingua antica. Non indugiò oltre nel togliere il tappo e nell'aria circostante il cielo si annerì e dai corpi morti fuoriuscì una luce bianca e verdastra in un turbinio di urla disperate e pianti. Tutte quelle luci vennero catturate all'interno della giara e quando l'ultima venne presa, la donna prontamente la sigillò col tappo e in uno scoppio il bel tempo tornò

La notizia fece presto io giro la città devastata da ignoti era sulla bocca di tutti, soprattutto poiché non era particolarmente ricca e non possedeva qualcosa di importante, tutt'altro era un paese povero che campava grazie la cura dei campi. Furono inviate alcune guardie imperiali a controllare la zona ma non riuscirono a concluderr nulla. Con i mesi la cosa andò a scemare e la gente presto se ne dimenticò. Passarono gli anni ovviamente atacchi simili susseguirono, inutili i plotoni di guardia adoperati, quando un paese veniva attacato, l'impero doveva verdersi persa un'altra squadra di uomini senza mai conoscere l'identità del colpevole. Le leggende 

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Capitolo 2
*** il faro del re ***


presero piede immediatamente, si parlò di un demone o un mostro, lo chiamarono il mietitore. Tutti avevano paura cheda un giorno all'altro, egli sarebbe apparso e li avrebbe uccisi. Si domandarono anche se fosse in grado d'apparire dinnanzi il re. Inutile dire che le guardie ao cospetto del re erano numerosissime e tra le loro fila vi erano soldati di prima scelta con qualità e forza sorprendenti. Accanto sua maestà, proprio alla destra in piedi un ragazzo di giovane età stava in piedi a braccia conserte. Il suo sguardo era concentrato i suoi occhi fissavano un punto fisso ma pareva subito chiaro che non era lì che stava guardando aveva lo sguardo altrove come perso in chi sa quali pensieri, ogni tanto le sue pupille rosse si muovevano di pochi centimetri ogni tanto. Il re ogni tanto gli rivolgeva uno sguardo ma poi continuava i suoi affari.

Il ragazzo aveva vestiti di ottima fattura, un lugo abito che scendeva fino a coprire i piedi. Color verde acceso, una cintola verdone scuro teneva fermo la vestaglia e sul torace aveva dei legacci dello stesso colore, su quest'ultimi, nella schiena erano presenti dei ganci argentati, dove fissate vi erano due falci ad una mano, con la lama simile alla forma di una saetta ma con la punta rivolta verso il basso. Erano entrambe verdi come il vestito ma presentavano delle scritte più scure. Erano dei sigilli, quelle armi infatti potevano benissimo contenere il potere del ragazzo. Tutti lo conoscevano, il giovane ne diede mostra durante l'arruolamento militare. Ovviamente fù subito accolto e in pochi anni scalò gradi su gradi divenentanto a soli sedici anni la prima guardia imperiale. Era diverso da quando era un "bambino del ceppo" il giovane hiyoko. Non vedeva quasi mai i suoi amici d'infanzia e la donna che amava, soprattutto perché anche lei era tra le fila militari ma a capo di un plotone di fanteria, poiché anche lei aveva mostrato doti del tutto degne di nota.

La giovane guardia del re aveva fatto crescere i capelli, lunghe chiome nero corvino raggiungevano la zona lombare, libere di svolazzare dove le aggradava poiché sciolte da corde o legacci.

<< sua altezza! Una sospettosa donna s'aggira nei boschi armata! >>

<< descrivimela immediatamente! >> ordinò l'uomo sollevandosi dallo schienale portando l'indice e il pollice sotto il suo mento barbuto.

<< sembra giovane, della mia età, porta vesti da villicca, corazze di metallo e cuoio con pelli d'animale, una lunga... >> hiyoko fece silenzio e strizzò gli occhi. << alabarda, purtroppo come sa non posso dirle che colori porta! >> aggiunse in fine.

Il re si mise a valutare la situazione, era una semplice donna, magari a caccia! Era proprio il caso di interveniere? 

<< abbiamo guardie nei paraggi? >> Domandò ancora

Hiyoko aspettò qualche secondo prima di rispondere. Cercava con lo sguardo concentrato

<< negativo sire, il primo reggimento più vicino è a diversi chilometri, se accetta un consiglio si fa prima a mandare alcuni uomini più tosto che un messagero al reggimento, le tempistiche si accorcerebbero drasticamente! >>

Il re annuì guardando il giovane ragazzo che s'improvvisava stratega.

Era felice d'avere un soldato del suo calibro tra le sue fila.

<< capisco! Cosa suggerisci allora? >> chiese con fermezza. 

A quel punto si vide come un cerchio luminoso allargarsi per poi dissolversi proprio a qualche centimetro dagli occhi del ragazzo.

<< lasciate andare me, sono il più veloce dei vostri uomini! >> tuonò sicuro di se porgendo il palmo della mano per ricevere la benedizione.

<< ma servi qui, come faro! >> a quel punto la voce del ragazzo si fece più forte.

<< ne sono conscio ma nel tempo che le guardie viaggiano ella potrebbe essersi allontanata di molto, io invece la raggiungerei in tempi ottimali, vi prego potrebbe sapere qualcosa o potrebbe essere lei stessa la responsabile di tanti massacri, del resto i pochi sopravvissuti parlano di una donna! >>

Il re abbassò lo sguardo, purtroppo sapeva quanto in suo brillante soldato avesse ragione, così sfiorò le dita di lui, segno che era stato benedetto.

<< vi ringrazio sire! Vedrete che non vi pentirete! Datemi ordini! >>

A quel punto il re si passò una mano sulla barba, indeciso sul dafarsi anche se le scelte erano ben poche e chiare. 

<< portala al mio cospetto, se si rifiuta uccidila senza pensarci un attimo, non lasciare che scappi! >> 

Hiyoko corse verso la porta dando le spalle al sire, mentre le altre guardie lo guardarono andare via, con accenno di disprezzo poiché era il fiore all'occhiello del loro re, tutto merito dei poteri cui disponeva.

Anche quando corse tra le strade della città il giovane veniva guardato, in quel regno tutti sapevano dei poteri del ragazzo. I pettegolezzi ovviamente non mancavano, da chi diceva che il giovane fosse maledetto a chi fosse un discendente degli idei asceso a difendere l'umanità. La madre del ragazzo kirai diceva che qualunque fosse stata la natura dei poteri del figliol quest'ultimo doveva usarli come meglio credeva per lui e chi li stava attorno. Mentre il diretto interessato se ne infischiava e mentre tutti lo guardavano, lui correva incurante dello strascico di pettegolezzi che si lasciava dietro. Percorrendo uno stradone molto affollato prese da dentro la tunica un fichietto d'orato legato al collo da una corda marroncina, quando ci fischiò dentro si percepì un suono molto esile appena udibile dal ragazzo stesso. Sembrò comunque che non accade nulla fin quando egli saltò sul muro di una casa e si diede uno slancio all'indietro facendo una capriola, qualcosa di grosso sbucò da da una via traversa. Un enorme pulcino con un enorme becco ricurvo e grosse ali. Portava un piumaggio giallo vivo con piumaggio nero all'estremità della coda e delle ali, gli occhi erano grossi e azzurri. Sullemsue gambe possenti, simili a quelle di uno struzzo, vi erano legati a metà altezza, dei laccetti verdi e arancioni con dei campanellini d'orati. Legata sul dorso aveva una sella color mogano, proprio su questa hiyoko atterrò finita la capriola, il grosso pennuto per non sbattere contro i muro saltò su esso dandosi poi la spinta verso destra per poi riprendere a correre nella Grossa strada che essendo sterrata si riempì di polvere investendo la gente che la percorreva.

In pochissimo tempo hiyoko e il suo "fido destriero" di nome kiokko uscirono dalle mura delle città, più velocemente di qualsiasi altra guardia. Da li a breve, dopo un pezzo di strada pianureggiante, raggiunsero la foresta dove precedentemente era stata avvistata l'intrusa. La luce che aveva creato nella stanza del re si riaccese appena qualche centimetro dai suoi occhi, colorando i suoi occhi da gialli a rossi. Nello stesso modo in cui un colore ne copriva un'altro nell'acqua. Ora egli aveva una percezione di spazio totalmente soggettiva, oggetti lontani chilometri erano visibili dettagliatamente come vicini a due passi, l'unico punto a sfavore era che in quel momento i suoi occhi non percepivano alcun colore, rendendo quindi tutto quanto una scala di grigi.

La donna si era spostata di parecchio dall'ultima volta ma con kiokko raggiungerla non sarebbe stato un problema...

Ella si chinò a raccogliere dei funghi nati nei pressi di un albero, sapeva riconoscere quelli commestibili da quelli pericolosi e oltre i tre conigli morti legati alla sua vita avrebbero fatto parte della cena, un bottino sostanzioso per la giovane Allie, una cacciatrice amazzone dai capelli color mogano e gli occhi verde smeraldo.

Indossava un reggiseno cucito di pelle e tinto di un rossiccio sporco, le spalle erano coperte da spallacci di metallo rivestiti di pelliccia d'orso che scendeva a metà braccio. 

Sugli avambracci invece portava delle borchie metallizzate arrotolate dal polso al gomito e le mani erano coperte da guanti dello stesso materiale di cui era fatto il reggiseno.

In vita una cintola con tre borchie rotonde emargentee teneva legata un gonnellino con uno spacco centrale di tigre dai denti a sciabola che raggiungeva le ginocchia. Dallo spacco si intravedevano delle mutande uguali al reggiseno. Come sugli avambracci le borchie arrotolate erano presenti dalle caviglie fino a metà gamba e le calzature erano semplici sandali di paglia e corda.

Allie apparteneva ad un villaggio di cacciatori, distrutto dai dissennati, lei e pochi altri erano riusciti a salvarsi, nonostante fossero abilisimi nel combattere.

Mentre s'alzo riponendo i funghi in una sacca sentì che qualcosa non andava, qualcuno la stava spiando, era il sesto senso a dirglielo, una sensazione crescente che non la mollava un attimo, teneva stretta la sua alabarda quando d'un tratto dietro ei lei sentì passi pesanti, si girò di scatto e vide un enorme pulcino da guerra, da questo un ragazzo stava smontando fissandola.

<< da che villaggio arrivi donna? >> le chiese. Allie guardò i suoi occhi rossi, impressionanti poiché sprovvisti di pupilla.

<< cosanti importa? >> rispose lei acidamente.

Lui sorrise e scosse la testa, i suoi occhi in un batter di ciglio erano divenuti gialli.

<< sono una guardia imperiale, hai superato i confini del regno di Ranara, sono obbligato a chiedere le tue credenziali! >> 

La risposta della donna però fu soltanto, puntare la lama dell'alabarda verso il ragazzo. Lo sguardo innervosito della ragazza era come se desse fuoco all'imperiale.

<< non ho un villagio, mi è stato distrutto e voi schifosi ve ne siete lavati le mani! >> ringhiò lei.

A quel punto hiyoko fece spallucce e s'avvicinò non voleva dover usare la violenza su una ragazza ma sapeva che l'avrebbe fatto se necessario. Porse le mani in avanti per rassicurarla, farle capire che nessuno voleva farle del male. Mostrò un sorriso, certo i suoi canini erano più lunghi del normale e probabilmente non erano di certo rassicuranti, me egli innocentemente ci provò.

<< ascolta, mi basta che esci dai confini del mio regno, nessuno si farà male ed entrambi andremo a casa! >> le disse molto diplomaticamente.

Lei però non la prese molto bene, strinse ancor di più l'alabarda e si imputò di guardia guardandolo piu male che poteva.

<< mi hai appena minacciato per caso? >> domandò stizzita.

A Ellie davano fastidio gli imperiali e il loro atteggiamento, si importavano soltanto dei fatti nel loro regno e il resto poteva anche morire, infatti i popoli che più morivano e i più poveri erano quelli indipendenti, come lo era il suo.

<< no... No guarda io non ti sto minacciando se... >> hiyoko dovette smettere di parlare, in pochi secondi si trovò costretto ad estrarre le due falci e incrociarle per parare un colpo verticale da parte della donna che in un attimo divenne ostile.

<< questo cambia le cose... >> gridò hiyoko battendo un piede per terra questo si crepò, nelle crepe si intravedeva una luce rossa fortissima, Allie dovette saltare via notando solo successivamente che lo squarcio creato dal ragazzo, era ripieno di lava incandescente.

<< cos... >> non ebbe tempo di parlare, il ragazzo la colpì in pieno volto con il manico di una delle falci, evitando volontariamente di ucciderla, il colpo la fece sbalzare stordita di qualche passo, ma poi lei girò rapidamente l'alabarda muovendola in avanti e avendo il vantaggio di un'arma più lunga colpì il ragazzo alla bocca dello stomaco con il bastone, roteò ancora l'arma per infilzarlo con la lama ma trovò soltanto il metallo di una falce, sollevata verso l'alto, i disegni sull'arma brillarono di azzurro e dalla stessa uscì un getto potentissimo d'acqua così forte che disarmò la donna e andò a tagliare in due il tronco di un'albero che cadde lentamente al suolo.

<< che stregonerie sono mai queste? >> gridò lei incredula, intanto il ragazzo le stava puntando una delle sue due falci.

<< non ti riguarda, ubbidisci a ciò che ti ho detto o ti arresto! >> disse lui serio, scatenando l'ira di lei che scattò sfoderando il coltellaccio con cui scuoiava gli animali. S'avventò su di lui cercando di accoltellargli il petto dall'alto verso il basso, il ragazzo afferrò il braccio e lo usò come perno per sollevarsi in aria e fare una capriola sopra la testa di lei atterrando alle sue spalle, i due ora erano uno di schiena all'altro ma quando si girarono lei fece un urlo che venne strozzato dalla mano del ragazzo che le strinse la gola

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Capitolo 3
*** danza sul fuoco ***


<< ti farò capire in che situazione ti sei messa... Il settanta percento del corpo umano è composto d'acqua, io ora posso controllare questa percentuale a mio piacere, volendo posso fartela vomitare tutta e moriresti, ci vogliono pochi istanti, quindi non muoverti o questa sarà la fine che farai. >>

Lei capì, abbassò la testa ammettendo la sconfitta ma qualcosa la colpi sul fianco sinistro, un dardo con delle piume rosso vivo, hiyoko non fece nemmeno tempo a realizzare che un dardo colpi anche lui alla gola. 

Quando provò ad attivare la sua abilità extra sensoriale questa non s'attivò, anzi! La sua vista si fece sfuocata e le palpebre pesanti, come tutto il resto del corpo, stesso destino toccò alla donna e insieme crollarono per terra rovinosamente in un profondo sonno. Alcuni individui, non meglio identificati scesero dagli alberi.

Intanto nel castello imperiale del regno di Ranara, qualcosa si stava muovendo o qualcuno. Il re, senza il suo "faro" era vistosamente nervoso. Stava chiuso nel suo stanzone, retto dadoci colonne di marmo grigio, sei per fila, sopra ognuna di esse vi era un arco ornato dagli stendardi gialli e rossi, i colori della città. Egli sedeva su un trono di kuvi, un albero famoso per il suo tronco nero e dalla forma ad aspirale, rarissimo e pregiato.

Aveva uno schienale alto tre metri con tante punte nella parte più alta. Sui braccioli vi erano intagliati due leoni. 

Il trono era posto sopra un tappeto rosso con ricamature d'orate in una parte rialzata del pavimento, vi erano difatti cinque gradini per raggiungere il maestoso trono. Alle spalle d'esso vi era una grande vetrata rotonda, composta di vetro colorato e ferro battuto a formare una croce con un cerchio al centro.

il re non era tanto vecchio, ma era un uomo saggio ma molto codardo. Il suo aspetto era rassicurante, occhi verdi, folta barba castana e capelli del medesimo colore mossi e lunghi fin sotto le orecchie.

Egli restava a pensare innervosito tra due guardie con corazza e lunghe alabarde a sua protezione, senza contare che per ogni colonna e sotto, prima delle scale del trono, vi erano in piedi due guardie. 

Anche la porta chiusa era controllata. E quelle due guardie videro avvicinarsi un ragazzo, egli aveva un andatura sicura come lo era il suo sorriso stampato sul suo volto. 

Indossava vesti nere e larghe, con delle catene argentee legate in vita, la parte più esterna delle sue maniche pendevano ancor più larghe e le sue dita erano pienedi anelli.

<< fatemi passare... >> disse indicandoli con l'indice, piegando l'altro mano sul suo fianco che era lievemente piegato d'un lato.

<< il re ha chiaramente detto di non far passare nessuno! >> tuonò una delle guardie.

Il ragazzo fece una risatina e con fare molto elegante andò a poggiare una mano sulla sua guancia magra e pallida, come il resto del suo corpo.

Mosse rapidamente l'altra mano andando da una all'altra guardia.

<< spero vi piaccia scherzare! Sono il figlio del re, la mia famiglia vi paga da vivere, stupide bestie! >> disse sbuffando mentre si passò una mano tra i suoi capelli neri e corti, tenunti all'indietro con del gel.

Aspettò la reazione dei due, guardandoli coi suoi occhi leggermente scavati all'interno, color verde smeraldo.. Attorno sembrava come se avesse delle occhiaia scure che rendeva il suo sguardo più inquietante ma attraente allo stesso tempo.

Le porte si spalancarono facendo sobbalzare il re, dietro di esse vide suo figlio, a braccia allargate che con la testa lievemente abbassata si guardava attorno sorridendo maliziosamente.

<< padre... Oh mio dolce... Padre! >> disse lui iniziando a camminare guardando le guardie che a loro volta ricambiavano turbati.

<< ciao, Zavist! Di cosa hai bisogno? >> disse seccato l'uomo, il ragazzo fece una finta faccia sconcertata chiudendo le braccia all'interno, verso il suo petto.

<< padre, così mi ferite! >> disse lui per poi avvicinarsi ad una guardia passando un suo dito smaltato di nero sull'armatura.

<< ero solo preoccupato per voi! Come mai tutte queste guardie? >> domandò guardandosi le dita mentre le strofinò per togliersi schifato la polvere che aveva tolto all'armatura.

<< Zavist, va via per favore, non ho tempo da perdere ora! >> tuonò l'uomo.

Il ragazzo non ascoltò, continuando a camminare in modo molto elegante, facendo risuonare i suoi passi avendo grossi stivali borchiati ai piedi.

<< e dimmi... >> lo indicò muovendo il braccio verso di lui. << dove quel ragazzo che sfrutti notte e giorno? >> continuò poi in un falso ma aggraziato sorriso.

<< al momento non c'è, è impegnato altrove, sarà qui a breve! >> spiegò rapidamente l'uomo al figlio.

Il ragazzo intanto era giunto alla base della gradinata e guardò i due uomini che lo fecero passare turbati da quella strana presenza.

<< quale atto coraggioso da parte sua padre... >> disse mentre salì i gradini per andare a sedersi su uno dei braccioli, roteò una gamba cpe poggiò delicatamente una mano sul ginocchio.

<< Zavist, basta con questi giochetti, dimmi cosa vuoi e va via! >>

Il ragazzo sorrise abbassando la testa mentre si Grattò attorno l'orecchio

<< beh in effetti una cosa volevo chiedertela... >> sussurrò insicuro.

Il padre fece il broncio cercando di capire cosa frullasse nella testa del figlio. Che un'attimo dopo mosse fulmineo un braccio verso la gola del padre, un braccio armato d'un pugnale nero pece e ondulante che trapassò la gola dell'uomo facendo schizzare una grossa quantità di sangue.

<< mi daresti il tuo trono? >> disse divertito accoltellandolo una seconda volta, al petto però.

Come le guardie fecero per scattare lui le Indicò col braccio teso, senza nemmeno rivolgergli lo sguardo.

<< fermi bastardi! State fermi o voi e le vostre famiglie verrete impizzate per alto tradimento... >> s'abassò prendendo la corona del padre e mettendosela sulla testa dopo aver fatto con essa un cenno al cadavere dal quale colava una quantita elevata di sangue.

<<... Del resto, io sono il vostro re! >> disse per poi fare un sorriso che divenne una risata sempre più isterica che celò con la mano. Poi di colpo si fece serio e scese le scale spingendo le prime due guardie. Si grattò dolcemente il mento mentre il suo sguardo divenne pensieroso.

<< bene, ora devo, insomma trovare un assassino un povero idiota che faccia da capro espiatorio >> si fermò e poi schioccò le dita facendo un verso di autocompiacimento. 

<< ma certo... I ragazzi del ceppo, sempre distaccati, sono quasi una congrega, fanno in modo che uno di loro sia abbastanza vicino al re per poi ucciderlo, guarda caso ora è scappato via e solitamente era sempre vicino a mio padre! >> 

Il ragazzo si fece aria con la mano che mosse rapidamente mentre si sforzò di piangere.

<< voi siete malato! >> gridò una delle guardie.

Zavist non lo guardò, Indicò soltanto la sua posizione e in modo pacato ordinò. << uccidete quel traditore prego! >> le guardie però rimasero ferme.

<< ho detto: uccidete quel cazzo di traditore o ammazzo voi e le vostre famiglie, prego! >> questa volta urlò e tutti s'avventarono sull'uomo designato che nonostante supplicò pietà e provò a difendersi venne brutalmente ucciso da quelli che poco prima erano i suoi compagni.

Il ragazzo applaudì tre volte e camminò verso l'uscita << bravi cagnolini, ora due mi seguano, gli altri portino via i corpi, preparateli entrambi per i funerali! >> ordinò aprendo le porte ma poi si fermò ricordandosi una cosa e mosse l'indice verso il cielo. << e per l'amor di Dera! Pulite tutto quello schifo! >> disse ancora prima di sbattere le porte alle sue spalle.

Percorse i corridoi ridendo divertito ma pian piano le risate si tramutarono in pianto, sempre più accentuato e straziante. Il suo volto venne lambito da molte lacrime che sciolsero la matita attorno i suoi occhi.

Dal Castello imperiale si udì la campana, quello era il segno per tutti i cittadini di Ranara che la udivano, di radunarsi presso i giardini imperiali poiché qualcosa di importante era successo.

In un ora e mezza, tutte le strade del regno erano desolate e una folla s'accalcava nel giardino dove era stato allestito un palco d'esecuzione. Sopra di esso vi era Zavist assieme ad un uomo nergoruto. Egli era il boia, dall'aspetto affatto rassicurante. A quell'uomo mancava perfino un occhio sicuramente perso in battaglia visto la brutta cicatrice che solcava il suo viso.

Zavist era in lacrime e camminava avanti e indietro per il palco.

<< cittadini onesti di Ranara, tragedia! >> annunciò il ragazzo tenendo le mani dietro la schiena.

La folla a quell'annuncio quellsi spaventò e prestò ancor di più orecchio al ragazzo.

<< il nostro amato re, >> si toccò la mano col petto e tirò su col naso teatralizzando il tutto. << è caduto in una congiura ed è stato... Brutalmente assassinato! >> a quel punto la gente si spaventò seriamente, si domandarono se i dissenati erano riusciti a infiltrarsi tra loro, lo scompiglio fu totale.

<< fate silenzio e ascoltate! >> gridò arrabbiato il ragazzo, tutti lo ascoltarono e lui ringrazio.

<< per fortuna, so già chi sono i colpevoli, perché ebbene si! È più di uno! >> 

Le guardie che conoscevano la verità dei fatti si guardavano tra di loro ma nessuno osava proferir parola. Spaventati dalle minacce del ragazzo.

<< e questi sono la compagnia del ceppo! >> Tuonò. 

I ragazzi che ne facevano parte sgranarono gli occhi increduli, come il resto della città del resto, poiché quel gruppo era noto per essere assolutamente pacifico e giocoso, infatti chi ne faceva parte altro non faceva che intrattenersi con altri senza mai nuocere al prossimo.

<< capisco che vi sembra strano ma aprite gli occhi! La loro è una copertura perfetta, e tra l'altro uno dei loro componenti, il faro! Si quello strano vestito di verde, lui non c'è! Egli ha assassinato il nostro sire ed è scappato! >>

<< io l'ho visto correre via col suo pennuto poche ore fa! >> Gridò qualcuno e molti "anch'io" si susseguirono.

<< vedete dunque che non vengo a dirvi bazecole? Che i componenti della compagnia del ceppo vengano portati a me, loro, I loro amici e le loro famiglie! >> detto questo la folla s'agitò e delle nubi viola esplosero tra la folla facendo cadere in terra privi di vita chiunque veniva colpito dai fumi. Una figura nera riuscì a scappare via nonostante le urla di Zavist.

Gli alti però non furono così abili e la folla li trascinò d'avanti al cospetto del nuovo re che si sedette sul palco lasciando le gambe a penzoloni. Guardò la schiera di persone che aveva difronte sorridendo.

Vi erano anche donne anziani e bambini, tutti coloro che avessero contatto con persone del ceppo.

<< io, re Zavist, vi condannapo alla forza per cospirazione e alto tradimento! >> annunciò per poi saltare in piedi << prendeteli tutti! >> ordinò alle guardie che ubbudirono, più di una quarantina di persone vennero legate, tra alcuni che chiedevano la grazia perché innocenti e bambini che piangevano terrorizzati.

<< mio figlio non è un assassino! >> gridò il padre di hiyoko sputando verso Zavist.

Quella notte la luna brillava di rosso, segno che qualcosa di grave e sbagliato era avvenuto.

Sul palco d'esecuzione erano stati lasciati appesi dal collo quarantadue corpi di varie età, una strage inutile e spregevole. Nella camera del re, intanto Zavist, festeggiava la sua "vittoria" con vino e quattro cortigiane, imbeveva i loro corpi di alcol succhiandolo dai loro corpi e le fanciulle servivano il loro nuovo re dei loro servigi, allietando la sua nottata in quel harem peccaminoso e depravato.

In un posto lontano svariati kilometri hiyoko si svegliò di sobbalzo facendo un verso di sorpresa. 

Si trovò legato ad un palo e la sua testa gli fischiava tanto che sembrava dovesse esplodere da un momento all'altro.

<< finalmente ti sei svegliato, imperiale! >> sussurrò Allie, lei era legata alle sue spalle ed entrambi ad un palo di quella che sembrava una tenda a forma conica, lievemente illuminata d'arancione da una lanterna ad olio. 

Vicino ad una cassa hiyoko vide le sue falci e l'alabarda della donna.

<< ma che diavolo... >> disse il ragazzo cercando di dare scossoni alle braccia tirando di conseguenza Allie, essendo legati assieme, lei fece un urlo di dolore e tirò a sua volta per fargli capire che non doveva farlo.

<< scemo mi fai male! Pensi non ci abbia provato?! >> disse lei.

Lui sbuffò rassegnandosi e cercò qualcos'altro nei dintorni. 

Notò che Erano seduti su della sabbia e provò a cercare di capire dove poteva trovarsi un simil terreno, la sua abilità ancora non poteva attivarsi per il forte mal di testa e per lo stesso motivo, le sue tecniche elementali dell'acqua e della lava erano ridotte al minimo e quindi inutilizzabili.

Di certo non una delle migliori situazione e hiyoko odiava essere legato, gli dava sensazioni claustrofobiche.

<< sai per caso chi diavolo sono? Cosa vogliono? >> chiese alla ragazza.

<< no mi sono svegliata anche io in questa tenda, ma fuori si sente musica e casino, parlano una lingua che non conosco, ma ripetono cantando qualcosa come, boh... Kijbuth! >> Spiegò la ragazza << ne sai qualcosa imperiale? >> chiese poi. Ci fu Silenzio ma dopo svariati secondi il ragazzo rispose.

<< hiyoko! >>

<< hiyoko?! >> Allie non capì.

<< è il mio nome! Il tuo? >>

Lei tirò tanto forte che la nuca del ragazzo picchiò contro il tronco cui erano legati.

<< ascolta hidyoto, non mi sembra il caso di fare amicizia ora! >> disse innervosita lei.

Lui fece una risata per il nomignolo, lo divertì.

<< bello il soprannome! Comunque no, kijbuth no, non mi dice nulla! >> commentò dubbioso il ragazzo mentre nella tenda entrò un uomo di colore, alto e muscoloso, indossava solo delle mutande nere, il suo viso era colorato di bianco con delle linee nere sotto gli occhi e sulla bocca. Tutto il corpo era tatuato con tribali ricurvi.

Proferì parole di una lingua incomprensibile mentre s'accinse a slegare dei nodi tra le cordature dei due. Ora non erano più legati al palo ma uno allschiena dell'altro. Il grosso tizio li spinse fuori, hiyoko s'accorse così che erano parecchio distanti da casa poiché erano nel deserto del tukrac, a ben due regioni di distanza dal regno pianeggiante di Ranara. Il mondo di fatti, era composto da una sola enorme isola, con qualche arcipelago attorno. In mezzo s'innalzava un gigantesco vulcano morto, molti dicono che era la tana di Serak e nessuno osava metterci piede. Il resto dell'isola era più o meno diviso in spicchi, ognuno di esso aveva il suo determinato ambiente, ma principalmente più a nord le temperature erano fredde e andavano a scendere verso sud. Tukrac infatti era la regione più a sud di tutta la terra, Ranara invece si trovava due regioni più ad est ed era la città che rappresentava quel punto cardinale, come i monti Droir a nord e i tropici ambienti di Wishal ad ovest. Ovviamente tra loro vi erano altri regni meno importanti.

Hiyoko ora sapeva dove si trovavano, purtroppo per loro non era uno dei migliori posti dove essere presi in ostaggio i Trukrarici era un popolo selvaggio non in grado di ragionare razionalmente come il resto della popolazione, era come se fossero rimasti bloccati in un periodo passato da svariati anni. Erano disposti in vari accampamenti prevalentemente vicino alle oasi, e tra loro, persone dello stesso regno di facevano guerriglia. Il resto del mondo credeva fermamente che l'inizio dei dissennati provenisse da lì.

I due vennero portati al centro del loro accampamento, tutti quei villici si erano radunati, ognuno con delle pitture sul corpo diverse, avevano fatto un falò ed eseguivano una straziante cantilena di urli e versi animaleschi pronunciando di continuparola kijbuth enfatizzandola più che potevano mentre sbracciavano le mani per muovere vorticosamente le lancie cui erano armati.

<< questi ci vogliono mangiare vero? >> chiese Allie guardandosi attorno spaventa mentre cercava di dimenarsi dalle corde.

<< no, questo popolo non è cannibale, ma non capisco perché si siano spinti così tanto lontano per catturare due persone! >> provò a spiegare hiyoko mentre fece test dei suoi poteri per vedere se erano tornati funzionanti, emanò un getto d'accqua dalla bocca non proprio grande ma abbastanza da spegnere il falò. Tutti si fernarono e guardarono il ragazzo ed in fine urlarono accanendosi sui due.

Li trascinarono tra vari schiamazzi e per quanto i due puntassero i piedi vennero inesorabilmente portati via.

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Capitolo 4
*** davide e golia ***


<< ma bravo... Hidyoto! Complimenti! >> urlò la ragazza. << fa una delle tue magie! >> continuò poi innervosita.

<< ci sto provando! Ma il narcotico ha come inibito i miei poteri, stanno tornando pian piano! >> rispose il ragazzo per poi vomitare un getto di lava che bagnò giusto il viso di uno dei tanti villici, che cadde in terra tra urla strazianti mentre il suo viso venne sfigurato e divorato dalla lava bollente.

Tutto quel gruppo si spaventò notevolmente anche se però non smisero di spingere. Hiyoko continuava a vomitare getti di lava che andavano a colpire indiscriminatamente, i colpi si fecero sempre più ampi e duraturi ma i villici smisero di spingerli, gli diedero uno strattone e i due caddero per terra in un punto dove non vi era sabbia ma terra battuta. Vi era un muro di pietra a semicerchio che faceva ombra e ai piedi di questo muro una voraggine completamente nera al suo interno.

<< forza allie! Alziamoci! >> disse il ragazzo guardando la strana parete. Il pavimento dove camminvano era imbrattato di sangue ormai marrone. I Trukarici si erano disposti anche loro a semicerchio sbarrando quindi la strada alle loro spalle, puntando le punte delle loro lancie.

Continuavanoad urlare soltanto kijbuth ma tacettero spaventati quando il terreno tremò, abbassarono le armi e si guardarono tra loro.

I due intanto erano in piedi ma fecero fatica a starci poiché in quel punto il terreno tremava davvero tanto.

Si sentì uno strano sibilo e dalla voraggine uscì qualcosa di mostruoso come una scolopendra dalla testa piatta e rotondeggiante. Aveva quattro occhi molto sferici color rosso scuro. 

Le parti più interne del suo corpo erano nere mentre le numerose zampe taglienti, e l'esoscheletro nella parte superiore era color sabbia. Sotto gli occhi aveva due gigantesche zanne che si aprivano e chiudevano lateralmente mostrando al loro interno una bocca verdognola piena di denti a spirale.

Le sue zampesi muovevano coordinatamente formando un'onda continua dall'alto verso il basso.

<< magari loro non ci mangiano! Ma di questo ho forti dubbi! >> urlò Allie spaventata.

Il mostro era uscito solamente con metà del corpo e già era più alto della parete rocciosa alle sue spalle, piegò all'indietro la sua testa fischiando e aprendo quelle orribili e taglienti zanne.

<< via! Attacca! >> gridò il ragazzo iniziando a camminare, allie mosse i piedi all'indietro ed insieme evitarono di essere colpiti. Il grosso e schifoso vermone andò. Ad impattare contro il terreno battuto, emanando versi cbe rimbombarono ovunque, si riprese in pochissimo tempo e piegò il suo corpo per guardare i ragazzi e cammino verso essi.

<< arriva! >> gridò Allie ad hiyoko che finalmente riuscì ad attivare la sua abilità extra sensoriale.

<< si lo vedo! >> le rispose << sta al passo! >> iniziò a correre tanto che alcuni passi di Allie andarano a vuoto e se non fosse legata al ragazzo sarebbe caduta. S'avvio verso gli uomini che tenevano tese le lance nella loro posizione. 

<< ma cosa fai? >> gridò la ragazza.

Lui si mise a ridere alla domanda << no ne ho la più pallida idea! >> rispose mentre ormai era arrivato a cortissima distanza dalla punta di una lamcia, il proprietario dell'arma cercò di infilzarli ma hiyoko deviò il colpo col piede, unica parte non legata del corpo la tenette in terra e usò la forza dell'uomo che cercava di sollevarla per spezzarla.

<< fa attenzione! >> gridò allie mentre anche lei deviò un secondo colpo.

Il mostro intanto si era pericolosamente avvicinato ed emettendo versi sinistri caricò ancora.

<< arriva! >> gridò hiyoko e i due si mossero in posizione opposte facendosi male.

Poi lui assecondò lei e il vermone prese il tizio con la lancia rotta con le zanne che chiuse sui suoi fianchi.

Si sentirono urla strazianti e ossa rotte, flotti di sangue schizzarono ovunque, in un attimo l'uomo venne portato Dento la bocca del kijbuth.

gli altri scapparono spaventati spargendosi in varie direzioni, questo distrasse la bestia lasciando del tempo ai due che si accorsero d'aver allentato leggermente le corde per lo strattone che avevano dato quando scattarono in posizioni diverse. Quando se ne accorsero si guardarono e presero a dare strattoni in direzione opposta tanto forti che alcune volte si facevano male, avevano tutto il tempo che volevano poiche il vermone e i tribali erano impegnati tra loro, ignorando totalmente i due.

Di colpo però hiyoko si fermò e si mise a ridere di gioia, Allie non capì e lo smosse innervosita.

<< si può sapere che cavolo hai? >> domandò.

<< kiokko! Sei un grande! >> disse ignorando la donna.

Il grosso pulcino che hiyoko aveva richiamato qualche ora prima, era stato ignorato o non visto dai tribali, ed e seguendone l'odore come nessun segugio poteva fare ritrovò il suo padrone, dietro di lui s'innalzava una grande massa di sabbia che lo rendeva ben visibile. Finalmente raggiunse i due.

<< bravo! Bravo cucciolone! >> disse hiyoko appoggiando la fronte tra gli occhi del pulcino che con un morso attento lacerò le corde dei due, hiyoko gli abbracciò il collo e lui strinse l'uomo a se con la testa.

Il ragazzò saltò sulla sella e porse la mano per far salire la sua compagna di disavventure. 

Lei rimase un po perplessa, non le piaceva molto l'idea ma erano in pieno deserto e sicuramente dasola a piedi non ne sarebbe uscita viva. Montò dietro di lui.

<< tieniti, va piuttosto veloce! >> avvertì la donna che incerta poggiò le mani sui fianchi di lui.

<< no... Devi proprio tenerti! >> suggerì il ragazzo prendendole le mani per portarle in avanti. Le unì tra loro ma lei le tolse immediatamente. 

<< ok! Come preferisci! >> disse lui divertito. 

Kiokko, mosse un piedie spostando un po di sabbia, lo fece altrr due volte e poi scattò in direzione opposta del kijbuth. Lo scatto fu tale che Allie dovette stringersi ad hiyoko per non cadere all'indietro. Lui si mise a ridere divertito.

<< io ti avevo avvisata! >> lei non disse nulla, lo guardava innervosita ma notò una strana serenità nel viso di lui, anche se non poteva vederlo benissimo essendo alle sue spalle, s'accorse però che stava sorridendo, come poteva sorridere dopo quanto stava per succedere? Come co riusciva? Presa dai pensieri venne bruscamente scossa quando hiyoko fece inchiodare kiokko.

<< abbiamo dimenticato due cose... >> disse lui tornando indietro. 

Il vermone intanto aveva fatto banchettl con tutti i tribali, s'accorse dei pulcino e fece uno dei suoi disgustosi urli, uscì completamente dal buco, era lungo almeno una ventina di metri e la parte più alta del suo corpo, il centro, raggiungeva benissimo i dieci metri. Iniziò a muovere la sua miriade di zampe in direzione dei tre.

<< mi spieghi qual'è il tuo piano? >> domandò Allie.

<< beh non è ovvio? >> fece una risata divertita. << andiamo ad uccidere quel coso! >> spiegò.

<< cosa?! Dico ma sei scemo? >>

<< affatto! E poi ci stavamo dimenticando le nostre armi! >> 

fu brevissimo il tempo che impiegaromo per arrivare faccia a faccia col mostro che s'alzo piegandosi all'indietro per poi scagliarsi contro i tre, Kiokko fece un salto a destra e lasciò che il mostro affondò la testa nella sabbia, hiyoko lo fece correre lungo tutto il suo corpo, lo guardava e studiava ma ovviamente non ci voleva un genio per capire di doverlo colpire nella parte nera del corpo, quella più molle e non protetta.

Ormai i dolori erano passati, la sua vista tornata ma quanto riguardava i poteri elementali? Fece una prova vomitando un getto d'acqua, forte come lui desiderava. Ora nessun vermone costituiva per lui un pericolo. 

Intanto la belva era uscita dalla sabbia e si girò per attaccare ancora. Il grosso pulcino corse con un espressione seria e convinta. 

<< aspetta che attacchi! >> gridò il suo padrone, così fece. Il kijbuth s'alzo per attaccare ma hiyoko fece uscire dell'acqua dalla bocca sulla mano, il liquido andò a formare un disco informe. L'acqua all'interno scorreva ad altissimame velocità, era infatti soggetta ad altissima pressione. Quando hiyoko lo lanciò questo s'allargo di poco e in un attimo raggiunse il corpo del mostro, qualche metro sotto la testa. Si poté notare un enorme taglio da dove uscì del sangue verde giallastro. L'urlo della belva riecheggiò per svariati chilometri ma questa non s'arrese e si mosse in un'altro attacco. Il pulcino dovette balzare all'indietro ma proprio in quell'istante il giovane hiyoko si gettò appena sopra le zanne del verme.

<< stai sul pulcino! >> gridò ad Allie cercando un appiglio tra le parti corazzate di quel brutto essere che iniziò a dimenarsi nel tentativo di scacciare quell'esserino che gli si arrampicava in faccia.

Quando hiyoko fu esattamente tra i quattro occhi ne prese uno a calci, avvertendo la membrana molliccia col piede. Un'altro terrificante urlò straziò quel deserto afoso e silente.

Il kijbuth alzò la parte anteriore del suo corpo nel tentativo di far cadere il giovane proprio dentro la sua bocca e ci sarebbe riuscito se egli non avesse avuto una salda presa. Hiyoko si ritrovò invece a cadere nella direzione opposta, lungo la viscida e dura corazza del mostro che tornò con tutto il corpo sul terreno.

Kiokko intanto si era portato a debita distanza, portando con se la giovane villica ed entrambi guardavano atterriti la scena. 

Il vermone creava verene proprie onde muovendo il suo lungo corpo, mo,te volte il giovane si ritrovò a sbracciare sospeso nel vuoto oer poi atterrare pesantemente ancora su quell'enorme corpo che non dava cenni di stanchezza nonostante i continui movimenti e repentini cambi di direzione.

Tenendosi tra una placca di esoscheletro e l'altra con una sola mano, hiyoko impegnò l'altra in continui colpi, intorno la mano pian piano, iniziò a crearsi una luce rossastra e i colpi si fecero più forti, se ne poteva chiaramente udirse il tonfo secco, fiun quando ormai totalmente ricoperta da una luce densa, la mano distrusse l'esoscheletro, per la forza applicata hiyoko si ritrovò tutto il braccio denro la carne del kijbuth che urlò di dolore. Il suo pugno era ricoperto interamente da uno strato di lava incandescente che distruggeva qualsiasi cosa colpisse, il giovane tirò fuori il braccio completamente imbrattato da sangue verde, afferrò con la mano incandescente un pezzo di esoscheletro e tirò con tutte le foze, la lava distrusse i tessuti che divennero più facili da strappare ma dal dolore il kijbuth si arrotolò su se stesso, hiyoko venne sbalzato via e un'intera placca dell'esoscheletro gli rimase tra le mani. Resosi conto del netto svantaggio, il vermone in un istinto molto acuto di conservazione imputò il muso sulla sabbia e scavando in essa sprofondò in quel mare d'orato allontanandosi il più velocemente possibile, lo si poteva avvertire come una scossa di terremoto allontanarsi.

Il giovane s'alzò sollevando anche la placca, cascate di sabbia gli caddero da ogni parte del corpo, egli sembrava molto provato ma ridacchiava divertito quardando la placca che poi lasciò cadere in terra.

<< bravo! Scappa via lombrico! >> gridò al vento.

Qualche ora dopo, Hiyoko ed Allie erano ormai nella steppa, segno che il deserto era ormai volto al termine, avevano recuperato le loro armi.

In lontananza però videro un muro molto alto da dove partivano dei fili metallici verso il cielo dei quali però non si vedeva la fine poiché andano a perdersi per la vista di un normale umano. Anche quando il giovane dalla vista speciale provò a curiosare dovette meravigliarsi, i fili andavano ancor più in alto di quanto egli poteva vedere.

quando furono a breve distanza da quel muro, qualcuno dall'alto urlò per farli fermare.

<< Stupidi stranieri! Non andate oltre! >>.

Hiyoko poté vedere l'uomo come se lo avesse faccia a faccia. Aveva capelli rossi come le sopracciglia e indossava una divisa militare blu e azzurra! >>

<< noi vogliamo tornare a casa! >> indicò il muro. << ma il nostro regno e dopo il vostro! Il mio pulcino sarà per forza passato da qui! >> cercò di spiegare il ragazzo.

<< Jok ha visto quel pulcino e ha provato a fermarlo >>

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Capitolo 5
*** la spada dal fumo viola ***


Hiyoko fece una risata facendo cenno di no con la testa, guardò poi il suo amico pennuto accarezzandone la testa divertito. << oh Kiokko! Non ti smentisci mai! >> gli disse << guarda, di al tuo amico di non farsene una colpa, nessuno è veloce quanto il mio amico! >> continuò rivolgendosi alla guardia. Che però mostrava smorfie di disappunto.

<< Jok è me medesimo! >> spiegò il ragazzo sulle mura.

Hiyoko e Allie s'erano imbattuti in un impero molto territoriale, nessuno sapeva perché datto chenera risaputo, oltre le mura altro non vi era che una terra morta, ma gli abitanti di quei posti difendevano accanitamente i loro confini, hiyoko si chiedeva come avevano fatto degli abitanti del deserto a spingersi tanto lontano senza nemmeno esser visti. Ciò non imoortava però più di tanto. Ora la guardia li puntava con un grosso Archibugio già pronta a sparare.

<< nessuno può entrare nei nostri territori e passarla liscia! >> urlò lui. << ora Jok vi porterà dal re e risponderete a lui! >> spiegò.

Minacciati da quella diabolica arma i tre salirono sulle mura dopo che la guardia aprì una porta, vi era una scala zigzagante fatta di pietra.

<< avremmo potuto scappare hidyoto! >> disse lei.

<< lo so, ma così spiegherò le nostre ragioni e che comunque dal deserto le persone entrano ed escono, come fanno a non accorgersene? >> spiegò lui.

Lei sbracciò sbuffando.

<< ma che eroe! >> disse sarcasticamente.

Raggunta la parte alta delle mura la Jok li fece salire su una strana macchina ovale e rossa. Questa era nascosta tra le mura, proprio sotto uno di quei fili che vanno verso il cielo. Le due estremità avevano dei vetri, quindi si poteva vedere d'avanti e dietro. Hiyoko ordinò al suo pulcino di "tornare a casa" quindi senza che la guardia riuscisse a far niente, questo scappò via.

Ovviamente Allie non era d'accordo ma non ebbe molta scelta, si ritrovarono seduti dentro quella strana macchina, dentro vi erano un piano di metallo con delle panche e strane imbragature. Jok aiutò i due a legarle borbottando riguardo il pulcino. Li chiuse dentro muovendo dall'alto verso il basso uno sportellone scorrevole che chiuse il macchinario. Una volta schiacciato un tasto verde su una console da quella macchina s'allungarono quattro tubi metallici con dei ganci, s'agganciarono al filo in due punti per mantenere il tutto in equilibrio.

Tremò tutto mentre iniziò a muoversi, in poco tempo la terra era ormai lontana, entrambi erano impauriti anche perché ormai erano in verticale e sotto si poteva vertiginosamente vedere tutto.

Attraversarono banchi di nuvole che bagnarono con miriadi di gocce i vetri del macchinario che non emetteva rumore alcuno, mentre iniziavano ad abituarsi a quel bizzarro mezzo di trasporto questo inizio a rallentare la sua corsa quando dal vetro che puntava in alto si inizarono a veder dei pezzi di terreno galleggianti, sotto ognuno di essi vi erano numerosi fasci luminosi violacei, ogni isola volante era collegata tramite dei binari con delle pedane ai lati, un mondo davvero assurdo del quale Hiyoko non sapeva nulla, tanto meno Allie che guardava quelle isole a bocca spalancata.

Una volta raggiunte la macchina si era riposizionata orizzontalmente, vi erano tre uomini, tutti rossi di capelli che s'avvicinarono per aprire lo sportellone.

<< intrusi eh? >> disse quello più grosso, prendendo i due ragazzi da un braccio. Gli altri due rimasero a braccia conserte studiando i due appena arrivati.

Il terreno di quelle isole era povero d'erba, per la maggior parte era composto da terriccio giallognolo. Vi erano palazzi alti, tutti bianchi con tetti rossi. Erano pieni di finestre e cavi con panni appesi da un palazzo all'altro. L'isola più in alto, almeno una ventina di metri più in alto di quella dove erano ora, era sprovvista di quelle case, bensì vi era costruita una torre azzurrastra a spirale che girava su se stessa dando l'effetto di una vite. Un palazzo davvero bello e splendente. 

<< hey hiyoko, tu sapevi di queste isole? >> chiese la ragazza incredula cercando uno sguardo di consenso nel ragazzo che purtroppo non arrivò.

<< no allie, niente, pensavo che questa terra fosse morta, a questo punto mi chiedo perché mettere mura in terra se poi abitano i cieli!! >> disse lui perso nei pensieri.

Le guerdie seguirono i loro discorsi senza però commentare, si limitavano a condurli tra i palazzi, dove curiosa, la gente si affacciava a guardare i due forestieri. Nessuno in quel posto, meno che per gli anziani aveva un colore diverso dai capelli, tutti rossicci e molti avevano lentiggini.

I due si sentirono a disagio con tutti quegli occhi puntati addosso mamdel resto era inevitabile, arrivati ad una peda cementata le guardie gli fecero salire sopra, da li avrebbero preso un'altro trasporto. Vi era una locomotiva che raggiunse la pedana. Questa era rossa gialla e arancione, sembrava una carrozza di qualsiasi montagna russa, solo che aveva una parte vetrata da chiudere in caso di pioggia. 

Il gancio mosso da delle catene nei binari scese lentamente e dopo aver agganciato la locomotiva la trascinò verso l'alto.

Hiyoko continuava a sbuffare, stufo di dover essere trasportato con i mezzi più impensabili, ma sapeva che doveva avere pazienza, convinto che sarebbe tornato a casa il prima possibile. 

Raggiunsero in pochi minuti l'isola della torre volante che rifletteva il sole come il più pregiato diamante, anche li vi erano delle guardie che tenettero ferrmi i due e li accompagnarono verso il palazzo.

<< ora dobbiamo aspettare che le porte arrivino da questa parte per entrare? >> disse hiyoko prendendoli in giro. 

<< sei un idiota... >> Allie venne interrotta.

<< no, ci sono porte da tutti i lati, sappientone! >> rispose una guardia.

Entrarono dentro e cio che videro all'interno fu decisamente sbalorditivo...

Intanto a Ranara un giovane stava correndo per le strade nascondendosi tra le flebili ombre di un pomeriggio ormai giunto al termine, il cielo era arancione e ne colorava tutto l'ambiente.

Questo giovane indossava vesti nere con una cintura che scendeva di lato, la veste raggiungeva solo i gomiti nelle braccia e l'avambraccio era in un rete di tessuto, attorcigliato su esso vi erano dei tubi gommosi che finivano dentro una sorta di tira pugni che il ragazzo indossava.

Gli stessi tubi erano attorcigliati lungo tutto il corpo e sul fianco destro aveva delle ampolle cilindriche tenute da una cintola in vita. Due piene d'un liquido verde e altre due da uno rosa. Da queste ampolle partivano una miriade di tubi, gli stessi che aveva attorcigliati in corpo, infatti questi dopo pochi centimetri andavano a nascondersi dentro la tunica entrando da dei piccoli forellini borchiati. Quattro fili però andavano dietro la schiena, dove legata vi era una spada.

Stava Dietro un angolo, stringendo i denti, ciò che era accaduto giorni prima fu davve assurdo, provava a farsene una ragione ma proprio non c'è la faceva e soprattutto non credeva che Hiyoko fosse stato in grado di assassinare il loro re, provava troppo rispetto verso quell'uomo.

Murasaki, il ragazzo nascosto dietro l'angolo faceva parte della compagnia del Ceppo di sequia, riuscì a scappare non appena Zavist, condannò a morte tutti loro, rimase qualche giorno tra i boschi ma ora doveva tornare per prendere delle cose da casa sua, il giusto per poter viaggiare lontano dal regno di Ranara, sarebbe andato a vivere in un villaggio a nord, tra le montagne poiché era l'unico posto dove conosceva qualcuno disposto a invitarlo. 

Delle guardie s'avviarono verso la sua posizione, lui girò una valvolina di plastica su un'ampolla e di colpo tutti i tubetti attorcigliati al suo corpo diventarono rosa riempiendosi di quel liquido. 

Di quel passo presto sarebbe stato scopetto, il muro dove stava appoggiato avave una finestra, sulla quale s'altò stando con le punte dei piedi, da lì saltò ancora appigliandosi ad una staffa di metallo che fuoriusciva dal cemento, usando i piedi si portò in alto raggiungendo agilmente il cornicione e da li saltò sul tetto facendo attenzione a non scivolare sulle piastrelle. Guardando le guardiesi slacció la parte bassa della veste e prese una maschera antigas che mise in volto, questa copriva tutta la faccia, gli occhi con una visiera di vetro, naso e bocca con materiali gommosi che aderivano perfettamente al viso, d'avanti la bocca aveva i due classici filtri.

Il suo respiro sembrava meccanicoso e quando estrasse la spada, questa era coperta di fumo violaceo, tanto che la lama nemmeno si riusciva a vedere.

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Capitolo 6
*** fuga da ranara ***


il proprietario la guardò.

<< non mi sei amica, lo so, se potresti uccideresti anche me... Ma senza di me non potresti esistere, questo lo sai! >> sussurrò lui per poi rimanere in silenzio. Le guardie ormai lo aveva sorpassato di diversi metri, lui si buttò per terra e svelto sparì nel viottolo tra due case difronte. Casa sua non era poi così distante, girò l'angolo ma si trovò faccia a faccia con una guardia, ci fu uno scambio di sguardi, entrambi erano sorpresi ma lesto, l'uomo con la maschera mosse la spada, non trafisse l'uomo, non lo ferì, fece solo in modo che il fumo viola intenso passò sotto il naso della guardia, quando questa provò ad aggredire l'uomo mascherato, qualcosa la bloccò, le vene del suo collo divennero visibilmente gonfiate e annerite, iniziò a sudare e divenne pallido, subito dopo le sue braccia iniziarono a contorcersi freneticamente e dalla sua bocca fuoriuscì un elevato quantitativo di schiuma fin quando il poveretto crollò a terra mentre del sangue gli uscì da naso, bocca, occhi e orecchie.

Il ragazzo si mosse ancora, lasciando dietro di se una scia di fumo come fosse un fantasma.

Chiaramente la sua casa era presidiata, poiché si sapeva che apparteneva alla compagnia del ceppo. 

Gli si presentavano innanzi due possibilità, fare tutto in basso profilo o creare caos, ovviamente andare li e ucciderli tutti era cosa davvero da poco per un combattente del suo livello, ma l'ultima cosa che voleva fare era farsi odiare ancor di più da Ranara, ma proprio non sapeva come rientrare in casa sua.

Questa era vicino ad una curva del viale. Aveva solo due piani costruiti con mattoni e pietre, sia avanti che dietro aveva un bel cortile fiorito senza recinzioni alcune, poiché nessuno ne aveva bisogno in quel paese.

Le guardie non si erano minimamente accorte della sua presenza e il sole man mano scendeva sempre più, in quel momento passò una diligenza, lui si mosse e camminò al suo fianco, stando ben nascosto alla vista delle guardie, questo gli permise di attraversare la strada, ora era nascosto dietro l'angolo della casa accanto, la quale scalò usando io tubo delle grondaia, abile come una scimmia si portò sul tetto, stando a carponi riusciva a vedere bene tutta l'aria di suo interesse senza però rischiare di essere visto, si chiese se con un salto sarebbe riuscito a raggiungere le finestre e se dentro ci fosse qualcuno ma andava fatta una cosa alla volta. Prese la rincorsa e si lanciò nel vuoto fissando la finestra dalle tende verdi, imoattò violentemente contro il muro aggrappandosi con le mani al cornicione della finestra, per il colpo però una mano cedette e lui si ritrovò appeso per una sola rivolto con le spalle al muro, strinse i denti quando una guardia gli camminò esattamente sotto i piedi, sperando di non essere scoperto. Si girò appigliandosi anche con l'altra mano e dopo si tirò in su. Come di consueto in casa sua le finestre erano soltanto socchiuse, lentamente l'Aprì e si introdusse all'interno. Era nel corridoio che portava alle camere verso destra e alle scale a sinistra.

Vi erano tre stanze e un bagno su quel piano, si portò alla porta di camera sua stando basso e aprì la porta, all'interno vi era una guardia che frugava nei cassetti della sua scrivania, questa era alla parte destra della stanza e girata come era la guardia avrebbe potuto notarlo essendo il ragazzo proprio accanto a lei.

Il proprietario di casa però si scagliò cogliendolo di sorpresa, gli prese la testa e dopo averla scossa verso sinistra la mosse seccamente nella parte opposta rompendogli il collo. Lo fece cascare poi in terra accompagnandolo per non fare rumori e lo trascinò dentro il suo armadio. Mai avrebbe pensato di doverci nascondere un morto. Prese una borsa nella quale mise Dentro alcune tuniche e dei documenti proprio nei cassetti dove la guardia cercava. Ora doveva raggiungere il seminterrato, laggiù c'era il suo laboratorio, sapeva che le guardie non lo avevano trovato poiché l'entrata era celata, ma il tempo correva e non poteva escludere che venisse trovata "accidentalmente" scendere fu più tosto semplice anche se dei soldati s'aggiravano frugando ovunque cercando poi chi sa che cosa. Nessuno lo avvistò egli si portò verso un divano rivestito di pelle chiara. Questo era d'innanzi tre grandi armadi bianchi che formavano un semicerchio. Vi erano dentro una miriade di libri dalle dimensioni e colori disparati. Mise le dita nelle cuciture del bracciolo e lo tirò verso il basso. Li era nascosta una piccola levetta che abbassò. Immediatamente senza far troppo rumore tutti gli scaffali rotarono di cento ottanta gradi, quello a sinistra era impossibile riaprirlo dall'interno, quello Centrale aveva soltanto pochi gradini che sparivano per lasciar posto ad una ripida discesa piena di muschio che portava contro una parete piena di affilati spuntoni.

Murasaki ovviamente sapeva di dover entrare a destra e una volta dentro il tempo scadette, la leva tornò su e gli scaffali si chiusero. Tutta quella precauzione era dovuta alle attività svolte all'interno, ritenute illegali e diaboliche. Dopo una breve e stretta scalinata di pietra il giovane si trovò in un ambiente abbastanza vasto con però un odore strano. Una volta accese le torce poté vedere tutti i tavoli con vari parecchi alchemici: ampolle, contenitori e macinatori. In quel laboratorio Murasaki creava le sostanze che usava in combattimento, una a base di mandorle e bacche e una di ricina ed erbe altamente tossiche poiché modificate con tecniche solo da loro conosciute. La prima prendeva un colore violaceo mentre l'altra si presentava verdognola, suo padre ancor prima di lui si avvaleva di certe sostanze in combattimento e aveva tramandato ciò al pargolo che una volta cresciuto lo eguagliò e forse surclassò.

Prese uno zaino nel quale iniziò a mettere delle ampolle uguali a quelle che teneva in vita. Prese anche delle sacche con due liquidi e degli attrezzi per poterne creare altri in futuro, sapendo che non erano certo infiniti.

Dopo aver preso ciò che riteneva importante di fretta e furia uscì dal laboratorio, schiacciando un grosso interruttore fece riaprire l'entrata segreta ma come uscì vide una guardia camminare a ridosso del divano, Murasaki venne immediatamente scoperto e le altre guardie vennero allertate da un urlo estraendo la spada. Stessa cosa fece il giovane che però non attivò il suo veleno dato che non vi era il tempo di indossare la maschera antigas. Parò abilmente un fendente e schivò abbassandosi un colpo laterale, in quell'istante vide arrivare altre guardie. poggiò la mano per terra e da chinato si diede lo slancio per colpire l'avversario con un calcio dritto sul mento, stordito il nemico ne aproffitò per usare il divano come rampa e si scagliò contro un'altra guardia accorsa volò dritto con la spada puntata che però venne deviata, quando Murasaki arrivò in terra fece un giro su se stesso e la lama lacerò la trachea del malcapitato che nella sua breve agonia cadde in terra sporcando il salotto con grossi schizzi di sangue.

Le altre rimasero visivamente scosse dalla scena ma non demorsero, erano sei in tutto. Il giovane si era creato uno spazio per la fuga ma le guardie non rimasero con le mani in mano. 

Il proprietario della casa dovette schivare abilmente numerose lame che minacciavano il suo corpo, alcune volte parò usando la spada e quando ciò avveniva si avvertiva un forte rumore metallico,in quella situazione di stallo composta da schivate e parate da parti di entrambi murasaki portò lo scontro verso la porta principale aspettando il momento giusto per darsela a gambe o indossare la maschera. Si ritrovò di fianco alla porta, ad una distanza di due metri dove vi era una finestra, che venne distrutta da un colpo di spada, il giovane riuscì ad evitarlo possgiandosi alla sinistra su un tavolino alto dove vi era un vaso, lo prese tra le mani e lo scagliò in faccia ad un soldato, l'occasione era giunta, poggiò la mano sul cornicione della finestra e saltò all'indietro, fuori ovviamente vi erano altre guardie che erano allarmate dal casino e stavano per entrare in casa. In spazio aperto fuggire fu facile e anche se seguito riuscì a defilarsi tra i vicoletti. Saltò contro un muro per darsi la spinta e saltar ancor più in alto quello difronte dove si aggrappò alle sbarre di una finestra che poi agilmente usò per salire più in alto e da li raggiungere il tetto dove si sdraiò, proprio al bordo. Sentì una schiera di guardie correre sotto di lui imprecando e maledicendolo. Poche ore dopo era già fuori dalle mura di Ranara, doveva viaggiare a sud, girando il continente voleva raggiungere Yol, aveva sentito solo parlare di quel posto. Sapeva delle mura sul confine proibito e nel viaggiare valutò se scavalcarle o se passare per nave fin dopo il deserto quindi raggiungendo Yol. Lo faceva per trovare una confraternita di banditi che a quanto si diceva erano maestri coi veleni, un posto del genere non poteva che attrarlo, visto anche la sua latitanza.

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Capitolo 7
*** caduti ***


Quindi con pazienza si mise in viaggio, sapeva che sarebbe durato tanto, non che gli piacesse, ma sapeva che era l'unica possibilità.

... Hiyoko e Allie erano entrati in un maestoso castello dalla mura scintillanti, sembravano fatte di chiacciola struttura come al di fuori girava su se stessa ma così lentamente che era io moto era quasi impercettibile, anche dentro però, le scale ad aspirale formavano uno strano gioco visivo quasi ipnotico. Dovetero salirle, sembravano non finire mai.

Raggiunsero dopo un po una porta, rosso scarlatto, le guardie che li scortarono le aprirono e dentro vi era una stanza ovale, vi erano grosse colonne con dei ghirigori ad ornarle. Grosse finestre permettevano alla luce di entrare e rendere le pareti e il pavimento ancor più brillanti, quasi accecavano. In fondo seduta sopra un gigantesco trono dallo schienale tondeggiante. Vi era una donna, di rarissima bellezza. Lineamenti morbidi, capelli mossi e rossi, tanto lunghi da raggiungere il pavimento. I suoi occhi brillavano d'un verde smeraldo quasi di luce propria. Il suo viso come le sue spalle era puntinato da lentiggini che risaltavano su una pelle pallida. Il suo vestito bianco era tanto lungo che non si potevano vedere le gambe, sembrava un vestito nuziale. Le spalle le lasciava scoperte e legata alla scollatura vi era una rosa molto grande, la gonna era composta da diverse balze ricamate nello stesso colore del fiore.

<< ebbene... Siete intrusi... >> disse lentamente, quasi annoiata, portando una mano lievemente piegata sotto il mento.

A quel punto il giovane hiyoko mosse un passo in avanti stuzzicando l'interesse della donnache si piegò in avanti incredula del gesto che il giovane aveva osato fare.

<< mi ascolti, noi potevamo benissimo scappare alla sua guardia o ucciderla, le posso garantire che saremo stati in grado di farlo! >> disse il ragazzo stando composto ma con lo sguardo pieno di tensione.

La donna rimase in silenzio, fissava il ragazzo negli occhi guardando ogni tanto l'altra giovane, il suo sguardo era fisso, di ghiaccio, sembrava quasi annoiato o stufo.

<< questa non è una scusa e certamente non aiuta la vostra posizione.... Non credi pischello? >> rispose lei sistemandosi una ciocca che era caduta sopra il viso.

<< quello che voglio dirvi è che persone del deserto attraversano inosservate le vostre mura! >> cercò di spiegare il ragazzino facendo adirare la donna che da calma e pacata s'innervosì notevolmente picchiando un pugno sul bracciolo del trono.

<< menti! >> urlò. << le tue sono solo menzogne! È impossibile che dei barbari del deserto attraversino le mie mura! >> continuò. Il suo viso divenne paonazzo dal nervoso. 

Evidentemente la questione delle mura gli era tanto a cuore da ofrendersi a quel modo.

<< guardie, condanno a morte questi due intrusi! >>.

Allie e hiyoko sbarrarono gli occhi a quella sentenza increduli. Nessuno gli aveva preso le armi quindi loro le sfoderarono per difendersi.

<< bravo! Complimenti hidioto! >> lo rimproverò Allie.

Come le guardie s'avvicinarono a lame sguainate hiyoko mosse una delle suendie falci che per frizione prese un colore rossastro, andò a segno e la lama bruciò il vestito di una guardia che per spegnerlo si colpì il petto numerose volte. In poco tempo l'aria circostante si riempì di guardie, gli venne sbarrata la strada ma hiyoko non demorse, prese per una mano Allie e corse verso il trono saltandoci sopra. Lei fu costretta fare lo stesso mentre la regina si spaventò ma rimase lì immobile.

Hiyoko unì i palmi delle mani e il suo petto si gonfiò fin quando dalla sua bocca uscì vera lava che inondò il pavimento e travolse tutte le guardie che caddero e morirono nel liquido ardente tra urla atroci di sofferenza.

<< non volevo Arrivere a tanto cavolo! >> urlò hiyoko guardando poi la donna. << facci andare via! >> le gridò. 

Lei però shokkata da cio che aveva assistito non disse nulla e la lava iniziò a distruggere il pavimento che iniziò a cedere. Per non cadere anche lui nella sua stessa lava prese in braccio Allie e fece un saluto alla principessa, lasciandola li sola e quindi condannandola a morte certa. Il volo sicuramente li avrebbe uccisi, la ragazza che stava tra le braccia di lui prese ad urlare. Mamdi colpo la velocità si ridusse. Lo sentiva anche se teneva gli occhi chiusi poi delle gocce d'acqua le lambirono il viso così aprì gli occhi. Vide hiyoko sorridere, sotto i suoi piedi fuoriusciva una scia d'acqua che schizzava verso l'alto, ciò gli permise di planare lentamente. Alle loro spalle il palazzo che girava iniziò a crollare su se stesso.

<< maledetto ti conosco da qualche giorno e non hai portato altro che guai! >> disse lei dandogli dei colpi sul busto. Quando però atterrarono si videro puntate alla gola una dozzina di spade.

Hiyoko fece un sorriso.

<< sta succedendo troppo spesso tutto ciò... >> disse.

Vennero trascinanti verso un grosso capanno malconcio fatto di bambù e legna marroncina, questa era tenuta ferma da dei grossi ganci da ogni lato, era distaccata dalla pavimentazione e si poteva raggiungere solo grazie a dei binari o dalle pedane ai lati, niente protezioni, ne scorrimano, guardare al di sotto era vertiginoso, e sembrava che le nuvole formassero un terreno dove poter camminare.

Vennero spinti all'Interno e la porta gli venne chiusa alle spalle lasciandoli al buio completo, hiyoko attivò la sua vista particolare e quasi Sobbalzò nel vedere un grosso rettile quadrupede appisolato nel centro di una grossa stanza. Sembrava un drago poiché munito di ali ma il muso era quello di un coccodrillo e sulla schiena aveva grossi aculei che vibravano quando l'animale russava. 

Per fortuna era legato a tutte e quattro le zampe e vistosamente ferito su un fianco.

Sulla destra vi era una stanzetta più piccola, quasi un corridoio, diviso dalla camera principale solamente da varia mobilia rotta e accatastata.

<< non vedo nulla hiyoko, cos'è questo rumore! >> disse allie che si teneva aggrappata alla veste del compagno di sventure.

<< non urlare... C'è un bestione alato brutto e grosso, per fortuna è legato e ferito, probabilmente e qui per il nostro stesso motivo! >> cercò di spiegare alla ragazza mentre si faceva seguire dietro i mobili rotti. 

Lui si sedette per terra e fece sedere anche la ragazza.<< se usassi ancora la lava finiremmo per cadere nel vuoto! >> disse lui innervosito.

<< non puoi fare come prima? >> gli domandò la ragazza.

<< no, siamo davvero in alto non riuscirei a reggere tutto il tragitto e anche se lo attivo dopo ho paura che a quel punto avremmo preso troppa velocità! >> rispose innervosito il ragazzo. Quando di colpo si sentì un forte scossone dopo un rumore metallico. D'istinto hiyoko abbracciò allie che seduta gli dava la schiena. Si sentì chiaramente che il capanno stava cadendo, e lo poteva notare dalla finestrella che aveva alla sua destra, un po più in alto.

I mobili iniziarono a cadere poiché il capanno iniziò a girare su se stesso, vennero colpiti i due e anche la bestia che si svegliò. Tutti e tre all'interno venivano sbalzati da parte a parte, per fortuna il mostro era legato quindi non si muoveva all'intenro ma più di una volta Hiyoko o Allie rischiarono dicessere morsi dalle sue grossi fauci.

Il giovane picchiò la testa e solo sforzandosi non perse i sensi. Con la sua vista potenziata vedeva che stavano raggiungendo il terreno ad altissima velocità, al di sotto però non vi era deserto ma un grossa foresta. 

Hiyoko riuscì prendere per la vita Allie, poiché per gli sbalzi i due si erano separati.

<< prendi fiato! >> gli urlò il ragazzo.

<< cosa perc... >> La ragazza venne bruscamente interrotta.

<< non c'è tempo! Ora! >> urlò hiyoko e non appena la ragazza fece un grosso respiro per poi trattenere l'aria una cupola d'acqua si creò attorno ai due. Una cupola che sembrava densa e infatti quando raggiunsero il suolo ammortizzò il colpo per poi esplodere e lascare i due morbidamente al suolo.

La stessa sorte però non spettò alla bestia che rimase per terra priva di vita, perdeva sangue dalla bocca e tutt'attorno vi erano schizzi di sangue per il corpo martoriato dopo la caduta.

La capanna rimase un quarto intatta, solo il muro dietro e alla destra dei ragazzi era intatto.

I problemi sembravano esser passati.

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Capitolo 8
*** Il burattinaio ***


hiyoko stava per alzarsi quando da una finestrella sul muro ancora in piedi apparve un essere ripugnante. Aveva grossi occhi con l'iride completamente nera. La sua carnagione era marrone scuro e i capelli dei rasta color della paglia. La bocca invece era rossa perennemente aperta ed esattamente rotonda. La cosa che più faceva impressione era che infilzate nella testa vi erano delle lame che la deformavano. La vista di un essere simile gli fece ghiacciare il sangue in gola. Dovette però reagire perché quell'essere fece passare dalla finestra un osso appuntito a forma di croce, il giovane schivò il colpo e girandosi vide che tutta l'aria era piena di quei cosi che producevano un rumore parecchio disturbande, come un tittinnio continuo. Anche Allie era vistosamente nervosa ma bradì la sua alabarda e ne colpì uno mozzandogli la testa ma subito dopo alcuni gli furono addosso, tutti armati con quelle strane lance fatte in osso a forma di croce. Alcuni di loro s'avventarono sulla bestia strappandone pezzi di carne e mangiandoli senza però masticare. Perciò i due si resero conto circa del pericolo in cui s'erano cacciati. I due ragazzi usavano le loro lame per difendersi ma per quanto li colpivano i nemici non morivano, anche se decapitati i corpi avanzano senza testa.

Il resto del corpo era come se fossero due sacchi di tela legati tra loro con due braccia e due gambe, anche il corpo pieno di lame. L'unica era smembrarli pezzo per pezzo ma risultava un processo lungo e dispendioso in fatto di energia anche perché non sembrava diminuissero in numero.

《 ok Allie, sta dietro di me! 》 gli ordinò hiyoko mentre una delle sue falci divenne azzurra, muovendo un fendente con essa si creò una mezza luna composta d'acqua larga e sottile, sembrava essere compresa ad elevatissima pressione e il colore era un po più brillante, comunque al suo lascito la mezza luna aveva soltanto corpi mutilati ed esplose soltanto dopo il secondo albero cui andò a schiantarsi, il primo cadde rovinosamente per terra schiacciando alcuni di quei esseri, rifece la cosa più volte ma dopo un po che faceva certe tecniche il suo corpo ne risentiva quindi evitò di usarne ancora aspettando di essersi ripreso, i mostri però non cessavano, erano inesorabili, Hiyoko venne infilzato da uno di loro sul fianco in un punto per fortuna non mortale, dividendo in due chi lo aveva colpito. Si difese da altri con la croce d'osso in corpo e in un momento di relativo spazio se la tolse. Il vestito verde si macchiò di rosso molto rapidamente. Allie urlò poiché uno di loro le fece un taglio sul costato appena sotto il seno sinistro, i due iniziarono ad essere stanchi, i loro movimenti più lenti e le loro guardie meno efficaci. Hiyoko provò ancora la magia, mise nelle fodere le sue asce e iniziò a colpire con dei pungni gli avversari, come muoveva il braccio uno strato di lava si creava andando a formare un enorme pugno che colpiva e bruciava i corpi di quei cosi, riusciva a colpire anche cinque alla volta o mandarne per aria almeno lo stesso numero. Per fortuna Allie si riprese in fretta dal colpo anche se perdeva sangue da quel brutto taglio. La ragazza però venne assalita da uno di quei cosi, aveva l'alabarda incastrata nel corpo di un'altro così vedendo i loro corpi pieni di larghe lame ne prese una tagliandosi i palmi ma come tolse quella lama il mostro venne come colpito da una scossa e cadde per terra come un pupazzo, la giovane usò la lama per lanciarla addosso ad un'altro, anche questo si dimenò ma esplose in un intenso fumo vilaceo, tutte le lame partirono ovunque infilzandosi addosso ad altri e causando un effetto a catena d'esplosioni e fumo.

《 hiyoko corri via! 》 gli gridò la ragazza, in effetti una di quelle lame poteva benissimo ferirli a morte. 

I due scapparono ai lati opposti esendo separati. Sembrava una scena di guerra con fumo esplosioni e lame che s'incagliavano ovunque. Involontariamente Allie riuscì ad uccidere tutti quei cosi, i due si vedevano agli estremi di una radura in mezzo il bosco salutandosi col braccio, embravano davvero finiti ma alle spalle di entrambi ne apparirono altri dagli alberi, Hiyoko si girò innervosito e aumentò la forza della magia nel pugno, creandone uno talmente grosso che distrusse tutti gli alberi attorno e spazzò via quei cosi, lasciando d'avanti al ragazzo del terreno incenerito e morto. Allie aproffitò del fatto che fossero lenti per muoversi verso Hiyoko e lui fece altrettanto. Quando si raggiunsero videro d'esser circondati ancora da quei cosi. Il giovane si lasciò cadere sulle ginocchia stremato e sconsolato.

《 ma sono infiniti!? 》Esclamò stremato.

《 forza alzati! 》le rispose la ragazza tirandolo per la tunica. 

Proprio in quel momento tutti quei cosi, dal primo all'ultimo si immobilizzarono, rimasero fermi sul posto, tranne alcuni che sembravano aprire uno spazio, dal quale in effetti uscì un tale, alto e magrissimo, aveva orecchie a punta e occhi completamente neri mentre i suoi capelli erano bianchi e lunghi fino le caviglie.

Indossava un cappotto blu scuro di pelle con due buchi sulle spalle dai quali infatti uscivano scoperte. La parte dietro si allungava come uno spolverino. Sotto il cappotto vi erano una maglietta dello stesso colore e delle catenelle d'orate che giravano tutto il busto.

I pantaloni erano attillati e a vita bassa mentre calzava degli stivali alti e borchiati.

《 mai visto qualcuno resistere così tanto ai miei pupazzi! 》 disse lui con voce sorpresa. 《ne avete fatti fuori anche un bel po! È una seccatura perché a costruirli ci vuole tempo... E personale, se sapete ciò che intendo, ma sono davvero bellissimi, ovviamente perché li creo io! 》 disse in un piccolo monologo.

《 chi diamine sei? 》 Gridò Hiyoko ignorando tutto ciò che l'uomo aveva appena detto.

《 non ti è dato saperlo, sono troppo per te... Tu devi soltanto morire assieme alla tua amica e diventare miei pupazzi! 》 Gridò lui muovendo in alto una mano, a quel suo gesto ognuna delle lame in terra o incagliate da qualche parte, s'alzarono in cielo e si disposero tutte con uno dei lati appuntiti verso i due. 

Era una nuvola di lame, qualcosa di mastodontico ed estremamente pauroso, quasi coprivano il cielo per quante erano.

《 mi basterà un solo attacco per gente come voi! Non sapete contro chi vi siete messi! 》 urlò per poi muovere il braccio verso i due.

Terrorizzata Allie si nascose dietro Hiyoko.

Il ragazzo pensò di creare un muro d'acqua per intrappolare le lame o creare un muro di ossidiana facendo asciugare subito la lava, ma quelle lame dovevano sparire, non parate.

Così pur sapendo quanta energia costava una mossa simile Hiyoko strinse le mani al petto incrociandole aprendole di colpo da quel gesto si creò una sfera di lava che andò ad allargarsi sempre più, come le lame colpirono la sfera si sciolsero immediatamente. L'uomo fu vistosamente infastidito ma anche sorpreso da ciò che vide. Dovette comunque schivare la gigantesca sfera di lava che per le dimensioni si muoveva piuttosto lentamente. Quando colpì il terreno esplose bruciando e devastando qualsiasi cosa, ma il tizio era riuscito a schivare il pericolo. Non usava più i suoi fantocci, sembrava molto sicuro di se e il sorriso nel suo volto ne era la prova.

《oh no... Li hai bruciati tutti! 》 Commentò con un tono piatto e monotono muovendo le braccia, dalle maniche uscirono due grosse lame lunghe con le punte piegate in alto. Scattò verso Hiyoko cercando di colpirlo con un fendente che però venne parato da una delle falci, subito dopo provò un'altrocattacco dritto verso il costato ma anche questo venne parato. I due iniziarono a cercare di colpirsi con rapidi fendenti alla fine dei quali Hiyoko strattonando verso destra le lame del nemico fece un balzo all'indietro allontanandosi.

Respirò profondamente guardando l'avversario, studiandolo e aspettando una sua mossa. Lui rimase fermo sorridente.

《tutto qui quello che sai fare? Ovviamente io sono molto, molto più forte di te! 》 disse lui mentre dalle sue maniche uscirono altre due lame che andarono ad incastrarsi con quelle che gia brandiva, diventò quindi un unica lunga spada a due lame con un impugnatura di cordature nel centro.

《fidati, questo è niente! 》 Commentò quando all'improvviso Allie si mosse urlando per attaccare il tizio con la sua alabarda, provò ad inforcarlo per ben due volte ma i colpi vennero parati da un sorridente nemico che rispose facendo vorticare agilmente le due lame, Allie si ritrovò a parare una pioggia di colpi ripetuti, subiva due colpi alla volta e anche se riusciva a pararsi la forza era tale che le dava forti strattoni poi il nemico finse di voler continuare l'attacco in quel modo, in realtà mosse una delle due lame orizzontalmente, la ragazza vide in tempo l'attacco ma fu tale che la sua alabarda venne scagliata lontano infilzandosi con la lama nel terreno.

《 è giunta l'ora! 》 disse lui contento ma quando mosse la lama per colpire a morte la donna un gettò colpì il metallo tagliandolo di netto.

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Capitolo 9
*** Acqua e lava contro metallo ***


Il tizio guardò Hiyoko che teneva il braccio teso verso di lui con la mano ben aperta e le dita piegate.

Stingendo i denti provò a colpirla con l'altra lama ma ancora una volta si spezzò colpita da un getto sottile, ogni volta che ci provò il risultato non cambiò. Allie si girò su se stessa aproffitando del nemico colto alla sprovvista, gli diede un calcione sulla guancia facendolo sbalzare di lato e sanguinare il naso, il sangue una volta uscito divenne argenteo e cadde pesante in terra.

Provò un'altro colpo ma l'avversario lo schivò e contrattaccò colpendola in volto con un gancio e sul costato con un calcio. Hiyoko però non rimase fermo, era già in corsa ed usò l'alabarda come slancio per saltare ancor più in alto.

《Hey tu! 》Gridò così da farlo girare, lui ovviamente sorrideva e mantenne il sorriso anche quando si ritrovò in faccia la mano, il giovane vestito di verde diede un forte strattone sfruttando anche il suo peso in caduta per far sbattere la nuca del tale per terra. Usò tanta di quella forza che si creò un grosso banco di polvere come un'esplosione. 

《ok... Questa l'ho sentita! 》 ammise lui con la testa incastrata nel terreno guardando il cielo. 

《sai penso che....》 hiyoko lo colpì ancora con un pugno devastante in pieno volto.

《auch... 》 la sua espressione vocale era sempre la stessa, come se in realtà non era lì o che non provasse dolore alcuno.

《mi hai stancato ragazzino! 》 Commentò lui parando un terzo pugno in arrivo e colpendogli il volto con tutta la suola.

Hiyoko venne spazzato via e si schiantò contro un albero.

Allie spaventata corse verso di lui che intanto si stava rialzando col muso pieno di sangue.

《 stai bene?! 》 gli domandò spaventsta.

Lui non la guardava, era troppo concentrato nella direzione del suo avversario.

《 riposa un attimo ci penso io ora! 》 Continuò la ragazza senza fargli rispondere.

《 no ferma! Non ti intromettere! 》urlò lui sorridendo verso l'avversario mentre si pulì il viso col polso.

《a lui ci penso io! 》 Continuò infine tornando nella radura dove il sole riusciva a colpire l'erba.

I due si scagliarono addosso questa volta il tipo dai capelli bianchi creò due asce bipenne con le quali fronteggiò le asce del ragazzino, ancora si ritrovarono a pararsi i colpi senza mai toccarsi, in un momento di lontananza Hiyoko sbracciò creando come una lunga corda d'acqua che mosse come frusta. L'avversario fece un balzo all'indietro ma con l'estremità della frusta gli tagliò lievemente l'addome rovinandogli il vestito. Il sangue che gli uscì divenne metallo una volta che colava, lui si sporcò la mano e il metallo si plasmò diventando un uno scudo a forma di "v" lasciò una delle asce mentre l'altra s'allungò diventando una spada lunga con due punte nel mezzo e la parte più esterna allargata. Senza mai perdere il sorriso di mosse sicuro cercando di colpire in obliquo, ovviamente Hiyoko riuscì a parare il colpo però non si aspettò una seconda scoccata che lo colpì ferendogli il braccio. Strinse solo i denti cercando di non abbassare la guardia, girò la frusta per poi muoverla in avanti, il colpo venne schivato dall'uomo inclinando la schiena e in quel preciso istante il ragazzino vestito di verde sbracciò con l'altra mano che creò una punta di lava che sfrecciò verso il nemico arricciandosi su se stessa, ormai si era inclinato per schivare un colpo, e il secondo fu velocissimo, lo colpì all'altezza del linguine trapassandolo da parte a parte, l'uomo cadde a terra ma la sua unica manifestazione di dolore fu un urlo a denti stretti e un pugno al terreno mentre dalla ferita il sangue si spargeva come controllato diventando di metallo e coprendo il buco della ferita, un quarto della gamba destra a partire dalla vita era completamente ricoperta di metallo. L'uomo s'alzò come se niente fosse e si rimise in guardia con la sua spada e lo scudo.

《sai vero che morirai? 》 Gridò ad Hiyoko scattando in modo fulmineo, lo colpì in pieno volto con lo scudo facendolo cadere, una volta in terra provò a trafiggerlo ma il colpo venne evitato rotolando, una volta in piedi il ragazzino mosse ls sua frusta, l'altro parò con la spada e una s'intrecciò sull'altra creando una situazione di stallo nella quale entrambi tiravano.

《stupido moccioso... Non avrai alcuna chanche di sconfiggermi! Io sono migliore di te! 》disse il tale cercando di usare lo scudo per tagliare o allentare la frusta d'acqua.

《quanto cazzo parli!? 》 gli rispose Hiyoko creando una seconda frusta con l'altra mano, ma rossa incandescente, di pura lava. La mosse e fu questione di attimi, l'umo sgranò gli occhi in una smorfia mista tra dolore e sorpresa. La sua spalla iniziò a sanguinare facendo il giro di tutta la circonferenza del braccio e poi quest'ultimo si staccò dal corpo cadendo per terra con ancora la spada in mano.

Hiyoko immediatamente dissolse la frusta d'acqua e con quella di lava iniziò a colpirlo su tutto il corpo mentre dal braccio mozzato continuava a uscire sangue che diventava metallo, ci mise un po prima che il metallo stesso toppasse la ferita. Intanto comunque stava subendo ripetuti colpi di lava che gli bruciavano il petto tsgliandolo ad ogni colpo. Riuscì infinea scattare indietro.

《 pezzo.... Pezzo di merda... Il mio... Braccio! 》 Gridò mostrando finalmente uno stato d'animo.

《mi hai mozzato il braccio, il mio braccio buono! 》Continuò poi guardandolo li per terra.

Hiyoko fece una risata divertita.

《oh no! Adesso come farai a...》 

《sta zitto idiota! 》lo interuppe lui muovendo la mano verso l'alto e schioccò le dita, dalla sua manica uscì un'ammasso di metallo che si divise in una miriade di lame che sfrecciarono verso Hiyoko che in risposta fece vorticare la frusta, come il primissimo attacco tutte le lame vennero sciolte ma quando l'attacco cessò, hiyoko si ritrovò dasolo nella radura. Attivò la sua vista ma niente, era sparito!

《Non ci credo... È scappato! 》 Commentò Hiyoko vistosamente innervosito mentre tutti gli esseri strani caddero per terra privi di vita nel momento in cui l'uomo sparì nel nulla, Allie li guardava sospettosa provando anche a toccarli coi piedi, niente, fantocci inanimati. S'avvicinò quindi ad Hiyoko notando che la ferita nel braccio era guarita del tutto lasciando solo uno strappo nella veste che gli faceva scendere la manica ancora più in basso. I due non si dissero nulla, capirono a vicenda di stare bene soltanto guardandosi un attimo. 

Ranara era vicina, anche se il giorno ormai stava volgendo al termine, il cielo era arancione colorato da un sole morente, la foresta si faceva sempre più buia e tetra, in poco tempo divenne buio, ogni rumore insolito faceva girare il viso ai due che imperterriti continuavano a camminare. Arrivò poi il momento di fermarsi, erano entrambi stanchi morti per l'assurda giornata passata. Hiyoko diede la Buona notte ad Allie e come fosse una scimmia s'arrampicò su un albero adagiandosi su dei rami, s'addormentò in poco tempo, con un braccio a penzolare nel vuoto. Allie rimase invece sotto di lui, riuscì ad accendere un piccolo falò stando attenta a posizionarlo per non mandare il fumo addosso al suo compagno di disavventure.

Lei lo guardava dormire beato, si domandò come riusciva visto la situazione, provò a guardare più in alto per vedere le stelle nel cielo, vi erano pochissimi spazi dai quali riusciva ad intravederle, il resto era coperto dagli alberi. 

Allie sentiva la mancanza di casa e di suo padre, l'unica cosa che desiderava era tornare da lui e dimenticarsi di tutto quel casino. La stanchezza infine ebbe la meglio e anche la ragazza, ipnotizzata dalla danza delle fiamme, s'addormentò.

Il giorno dopo un sasso colpì Hiyoko sul fianco, si svegliò di soprassalto e cadde giù dal ramo precipitando di pancia per terra. Si lamentò mugugnando qualche imprecazione mentre ancora doveva svegliarsi del tutto.

《 forza pigrone! Ti chiamo da non so quanto! 》sbraitò la giovane mentre il ragazzo s'alzava a fatica.

《perché deve sempre finire così?! 》 Commentò la sua caduta ignorando le grida. 《si... si andiamo! 》 aggiunse poi sbadigliando.

Camminarono un quarto d'ora in direzione della regione di Ranara, entrambi affamati e storditi per essersi appena svegliati, l'aria era calda ma vi erano alcuni spifferi freddi che s'intrufolavano dentro le vesti del giovane facendolo rabbrividire. Gli uccelli cinquettavano spensierati e qualche lepre ogni tanto li tagliava la strada, Allie ne avrebbe voluta uccidere qualcuna se solo avesse avuto un arco per avere una chance di riuscire nell'intento.

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