Amori in cors(i)a

di Moony_911
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Turno di notte ***
Capitolo 2: *** Anche i furetti hanno un cuore (forse) ***
Capitolo 3: *** Chiacchiere inaspettate ***
Capitolo 4: *** Scelte difficili ***
Capitolo 5: *** Anche un troll riesce ad essere affettuoso coi suoi piccoli ***
Capitolo 6: *** Matrimoni e... Nargilli ***
Capitolo 7: *** Il divorzio ***
Capitolo 8: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 9: *** Missive ed assegnazioni ***
Capitolo 10: *** (Ri)Partire da zero ***
Capitolo 11: *** Il gioco delle coppie ***
Capitolo 12: *** Come l’ego ipertrofico della Serpe si scontrò con il DNA della Grifona ***
Capitolo 13: *** Improvvisazione teatrale di una convivenza: atto I ***
Capitolo 14: *** Polpi, routine e battute rubate ***
Capitolo 15: *** Tempeste ormonali ed inviti ***
Capitolo 16: *** Questo il mondo fa girar ***
Capitolo 17: *** Il tempismo di Scorpius ***
Capitolo 18: *** Pranzo a casa Weasley ***
Capitolo 19: *** Non ti dico Buonanotte... ***
Capitolo 20: *** Shock termico ***
Capitolo 21: *** Scelte ***
Capitolo 22: *** Pomeriggio di shopping...e ammissioni ***
Capitolo 23: *** Aggiungi un posto a tavola, che c'è una Serpe in più ***
Capitolo 24: *** Girls just wanna have fun ***



Capitolo 1
*** Turno di notte ***


Buonsalve dame et cavalieri!
Prima di lasciarvi alla lettura, qualche piccola precisazione...
Siamo nel post Hogwarts,lo zio Voldy si è polverizzato già da un pò, quindi siamo già qualche anno dopo la fine di HP e i doni della morte;
Draco forse risulterà un tantino OOC ma mi serviva per la storia...rimane sempre il solito idiota, solo un pò meno spocchioso, ma non abbiate paura, la bastardaggine made in Malfoy non mancherà di farsi vedere, sopratutto quando si troverà a dover stare a contatto con una certa riccia di nostra conoscenza (e chissà che non riesca a farle passare la paura per il volo!);
Hermione è stata in Australia alla ricerca dei suoi, e qui si scoprirà come si è svolta la faccenda e quali sono i segni che lascerà nella vita della ragazza.
Ron... perdonatemi, ma la Romione non mi è mai andata tanto giù e prima di prenderlo a bastonate (come qualcuno mi ha fatto notare nella mia Fremione) ho preferito fargli fare la parte del buono..
e infine Baston (di cui io sono sempre stata una fan fin dal primo film ^_^)... gli mancano i pattini a rotelle, ma la scimmietta sul camice era inevitabile! XD
Che altro dire? Il progetto è articolato in una maniera ancora abbastanza indefinita, vado dove mi portano i personaggi,(e ancora non è ben chiaro dove abbiano impostato la destinazione sul tom tom), quindi non posso fare pronostici su quanto durerà la storia, perchè non lo so nemmeno io!
Dopo tutte queste ciarle, vi lascio al primo episodio,perciò buona lettura, spero che vi piaccia (e abbiate pietà se la trovate una ciofeca o se c'ho tirato degli sfondoni notevoli), se vi va lasciate un commentino, anche fosse solo per tirare un pomodoro virtuale alla sottoscritta... =)
Lisetta_Moony
 
1.
Turno di notte


Novembre 2006

Erano quasi le una e trenta del mattino, Hermione era arrivata a metà del suo turno di notte e si stava godendo un attimo di quiete, l’unico da che aveva preso servizio quando la sua collega al bancone dell’accettazione l’avvertì che c’era in arrivo un piccolo paziente in arrivo per lei.
“D’accordo Clarice fallo accomodare, io intanto avverto il pediatra che abbiamo visite!” disse alla collega buttando il bicchiere di plastica nel cestino prima di andare ad avvertire il medimago e accogliere il paziente.
Era di turno col pediatra quella notte, ma vista la carenza di personale sapeva che come fosse stata libera, doveva andare a dare una mano ai colleghi del triage soprattutto nei momenti di calca che quella notte, di passaggio tra il venerdì e il sabato, non erano certo mancati.
Non erano stati pochi i maghi che, non avvezzi a reggere un whisky incendiario di troppo, erano arrivati con una sbronza epica addosso.
Sperò che il piccolo che avrebbe visto di lì a qualche istante non stesse troppo male, che fosse solo stato portato da un genitore un po’ troppo apprensivo o inesperto nel gestire i malanni di stagione… non perché non avesse voglia di fare il suo lavoro, lei amava profondamente il suo lavoro, solo che se c’era qualcosa in grado di turbarla, anche a distanza di qualche anno dall’aver intrapreso la carriera di Guaritrice, era proprio vedere un bambino stare male.
Aprì la porta e vide un’elfa, doveva essere femmina, due grandi occhioni azzurri che le ricordarono per un attimo Dobby, entrare trafelata tenendo in braccio un bambino di circa due anni, non di più che stava cercando di guardarsi intorno, con gli occhietti socchiusi e le guanciotte paonazze.
“Buonasera, io sono Hermione, che succede?” chiese cercando di avvicinarsi al bambino e tastargli la fronte senza irritarlo ulteriormente.
“Signorino Scorpius” disse l’elfa agitata “ha febbre alta e vomito, Holly gli ha dato pozione, ma non è successo niente…”.
“Holly stia tranquilla” disse Hermione facendo strada verso l’ambulatorio “ora andiamo dal pediatra e vediamo di capire cos’ha questo piccolino…”.
Holly tremava e con un gesto repentino le affidò il bambino lasciandola senza parole.
“Holly ma che…”.
“Holly non può restare, deve avvertire padroncino!” disse l’elfa prima di smaterializzarsi con un pop.
Così Hermione si ritrovò con il piccolo Scorpius in braccio che si era accoccolato meglio trovando rifugio nell’incavo del suo collo e si avvicinò alle stanza attrezzate per accogliere i piccoli maghi.

“Oliver ci sei?” chiese bussando alla porta dell’ambulatorio.
Un giovane uomo, sui trent’anni con un bel sorriso e una scimmietta cucita sul camice li accolse facendoli entrare.
“Allora, chi abbiamo qui?” chiese guardando la collega.
“Lui è Scorpius” rispose lei mentre lo adagiava sul lettino per poi dare via allo scan delle funzioni vitali.
Scorpius, nel suo pigiamino verde con ricamato un boccino d’oro protestò un po’ mentre il medimago ed Hermione lo controllavano e quando lei fece per allontanarsi, lui le strinse le dita con la manina.
“Tranquillo piccolino” disse accarezzandogli dolcemente i capelli così biondi da sembrare bianchi che ricordavano quelli di una persona che tempo addietro chiamavano Furetto Platinato “va tutto bene!”.
“Herm ma non c’è nessuno con lui?” chiese Oliver, così lei lo mise al corrente di quanto successo poco prima con l’elfa Holly.
“E ora?”.
“E ora niente Doc, vediamo cos’ha quest’acciughina, lo trattiamo e finchè non arriva il padre sto io con lui, sempre che non arrivi qualcun altro che necessiti delle cure del Medimago Baston!” rispose lei avvicinandosi all’uomo per scompigliargli i capelli.
“La fai facile tu…” rispose lui trattenendole la mano “e se nessuno lo reclama?”.
“Oliver per tutti i boccini, non facciamoci prendere dall’ansia” sbottò lei “quando fai così sembri proprio Ronald!”.
“Granger, non confondiamo l’Ogden invecchiato con la burrobirra, prego!” rispose lui sapendo che si stava per scatenare un putiferio.
“Ferito nell’orgoglio per caso?”.
“Chi, io?” rispose tagliente Oliver “bambina, non sono io che mi sono disinnamorata del mio fidanzato e mi sono messa a ridere quando mi ha detto che per lui era la stessa cosa!”.
“Ehi! Questo si chiama giocare scorretto, non vale!”.
“E non sono io quella che ha accettato di fare i turni massacranti perché non vuole affrontare la realtà e ammettere che sta soffrendo preferendo nascondersi dietro la maschera “sono Herm e niente può scalfirmi”... può attaccare con tutti, ma poiché non è un minuto che lavoriamo insieme e ti conosco, non attacca con me!”.
“E allora!!!” sbuffò Hermione, dandogli uno schiaffetto gentile per non ammettere che il collega aveva fatto centro su tutta la linea “te l’ho detto, sto bene e non è per quello che sto facendo i doppi turni, e lo sai… in ogni caso, tornando a noi, se nessuno viene sto io con lui e se c’è qualcosa mi chiami e alle brutte, c’è sempre l’auror del dipartimento tutela dei minori a cui poter chiedere di fare un incantesimo di identificazione dei genitori…”.
“Te l’hanno mai detto che sei una so tutto io Guaritrice Granger?”.
“Certo, tutti i giorni!” rispose lei ridendo “e se poi sei tu a dirmelo, medimago Baston, con quella tua scimmietta ricamata sul camice, è ancora più credibile!”.
Oliver stava per rispondere quando lo scan avvertì che aveva terminato il suo ciclo di rilevazione.
“Santo Merlino che va in vacanza ad Honolulu, 41,2 Oliver, ci credo che non sta in piedi il piccoletto, una temperatura del genere metterebbe in difficoltà anche un ungaro spinato!”.
“E non solo Herm” aggiunse l’uomo consultando i risultati dello scan “è anche fortemente disidratato…”.
“Lo so, l’elfa ha detto che non è riuscito a tenere niente nello stomaco, a malapena ha tollerato la pozione…”.
“Porco Salazar!”sbottò Oliver preoccupato guadagnandosi in cambio un’occhiataccia dalla ragazza “non posso dargli le pozioni se non le tiene per niente, ed è troppo piccolo per poter tollerare una temperatura del genere ancora per molto!”.
“E quindi?”.
“E quindi non so che fare…”.
“Per le occhiaie di Mirtilla, Oliver, mica lo vorrai lasciare così in attesa che gli passi, vero?”.
“NO, ma….”.
“Ma un par di pluffe, Oliver! Ti ricordo che possiamo avvalerci anche della medicina babbana fino a prova contraria…”.
“Okay, ma non sono poi così pratico, tu come te la cavi?”.
“E secondo te per cosa ci fanno fare un semestre al St.Thomas Hospital? Controlla la dose del paracetamolo e prendi una fisiologica da 500 così lo rimettiamo su questo cucciolotto…”.
“Okay, okay, agli ordini capo! La so tutto io colpisce ancora!”.
“Esatto doc, mi dispiace dirtelo ma Granger batte Baston 300 a 0 senza neanche prendere il boccino! Mi sa che come portiere non hai più la lucidità di un tempo, eh, capitano?”.
“Ma sentitela, ora, come prende gallo la signorina!” rise lui mentre prendeva il materiale dall’armadietto “e pensare che al tuo primo anno mi morivi dietro!”.
“L’importante è esserne convinti!” rise Hermione che nel frattempo era diventata bordeaux “Tu intanto prepara le infusioni che io cerco di mettere un accesso a questo cucciolo e che Merlino ce la mandi buona, non credo sarà molto felice quando si sentirà bucare…”.
Così Hermione prese tutto quello che le serviva e iniziò a fare il suo lavoro, Scorpius era in dormiveglia e quando si sentì pungere, si agitò.
“Buono tesoro, abbiamo fatto…” disse infine accarezzandogli le guanciotte con le mani fresche, cosa che fu molto gradita dal piccolo “Doc, ci sei?”.
“Si, eccomi!” disse porgendole il tutto dopo aver appellato un’asta reggiflebo mettendola vicino al lettino del bambino.
Collegarono la flebo al rubinetto e dopo aver sistemato i vari flaconi e sciolto eventuali nodi, fecero scorrere la rotella che cominciò a far scendere il liquido nel tubicino di plastica collegato al braccio del piccolo paziente.
La terapia stava facendo il suo corso e dopo essersi consultati decisero che nell’attesa, potevano fare degli impacchi freddi per aiutare il bimbo a stare un po’ meglio.
“Aspettiamo che finisca almeno l’antipiretico e poi lo spostiamo nella stanza dell’osservazione pediatrica, che dici?” chiese Hermione che ottenne come risposta un cenno affermativo dal collega.
Aspettarono qualche minuto,poi Hermione prese tra le braccia il bambino e preceduta da Oliver, si diressero verso la stanza dell’osservazione pediatrica.
Scorpius si lamentò quando la ragazza lo allontanò per metterlo nel lettino e decise di mettersi a sedere su una sedia a dondolo lì vicino e cullarlo un po’ fino a che non si fosse calmato.
“Herm…”la riprese il medimago vedendo la scena, di una dolcezza infinita ma decisamente contro i protocolli che vietavano ogni approccio simil genitoriale da parte degli operatori.
“Lo so, ma è solo, e stranamente per la sua età si è fidato… se lo agitiamo diventerà un ippogrifo in miniatura e ci vorrà un sacco per tranquillizzarlo…”.
“D’accordo” concluse Baston passando una copertina alla ragazza che la sistemò in modo che il bimbo non prendesse freddo, prima di tornare a sistemare la flebo “tu tienilo tranquillo, vediamo se riusciamo a farla passare così, sennò lo raffreddiamo in altro modo, io intanto vado a vedere se riesco a contattare un parente…”.
Baston stava quasi per sparire oltre la porta quando Hermione lo richiamò.
“Oliver, grazie!” disse semplicemente e lui le sorrise di rimando.

…Intanto, a Leadworth…

“Draco, c’è un elfo che ti sta cercando da almeno un quarto d’ora, non si schioda dalla sala d’attesa,e mi sta facendo dannare, puoi andare cortesemente a vedere prima che mi internino al reparto psichiatrico del San Mungo?” chiese una giovane ragazza con la divisa verde.
“Certo, grazie Amelia!” rispose l’uomo correndo fuori dalla stanza dove si trovava per imboccare il corridoio e uscire in sala d’attesa.
Stava prendendo fiato quando vide Holly, l’elfa che accudiva suo figlio Scorpius.
“Holly che è successo? Dov’è Scorpius?!” chiese allarmato.
“Padroncino, piccolo padroncino sta tanto male, Holly lo ha portato a San Mungo ed è venuta a chiamare te, vieni, presto!” rispose l’esserino agitata e con gli occhi che trattenevano a stento le lacrime.
“Holly! La signora dov’è? E’ stata avvertita?”.
“La signora non c’è, padrone, padroncino chiedeva della mamma, ma mamma non c’era, l’ho cercata e mi ha risposto che non poteva, doveva uscire con le amiche, così ho portato padroncino a San Mungo e sono corsa qui…”.
Draco si sentì ribollire dalla rabbia ed era in qualche modo grato all’elfa per essersi presa cura del figlio,cosa che teoricamente,toccherebbe ad una madre e Astoria, non se ne occupava neanche!
Che diamine, doveva pur avere un cuore da qualche parte, anche i troll certe volte erano più sensibili e più affettuosi della sua consorte…
“Ascoltami,” disse cercando di tranquillizzare l’esserino davanti a se “tu torna a casa, manda un gufo a Blaise e digli di raggiungermi domattina che devo parlargli, io vado al San Mungo e rimango con Scorpius, okay?!”.
“Holly non deve stirarsi le orecchie con la piastra della signora?” chiese l’elfa sorpresa.
“Cosa?!” Draco si trattenne dal ridere, non per la domanda in se ma per il modo in cui Holly si voleva punire “Holly, no! Ti proibisco categoricamente di stirarti le orecchie, che sia con la piastra della signora o con qualsiasi altra cosa, altrimenti mi arrabbio! Hai fatto ciò che ti ho chiesto, prenderti cura di mio figlio, e di questo sono pienamente soddisfatto!”.
Holly fece un inchino andando quasi a toccare il pavimento con le orecchie e con un pop si smaterializzò.
Draco non perse tempo, tornò dentro, avvertì i colleghi che erano di turno con lui, scusandosi per lasciarli così su due piedi, e si avviò verso lo spogliatoio per cambiarsi e smaterializzarsi all’ospedale.
“Draco tutto okay?!” chiese Amelia, correndogli dietro.
“Amelia, mio figlio, sta male, è al San Mungo, perdonami, ma devo andare!”.
“Draco, santa Morgana, siamo all’ospedale di Leadworth, non al San Mungo, davvero pensi che non ce la facciamo da soli io e il dottor Williams?”.
“Lo so, ma sai come la penso, se vedi che si scatena il delirio mandami il tuo patronus e torno immediatamente!”.
“Guaritore Malfoy, non dirlo neanche per scherzo o giuro che ti schianto! Vai ora, e saluta quella meraviglia del tuo bambino da parte mia!” disse la collega sorridendo guardandolo andare via di buon passo “E fammi sapere come sta, intesi?!”.
“Sarà fatto Pond, non sia mai che ti dia un valido motivo per schiantarmi sul serio e poi mi ritrovo affidato alle tue cure!”si congedò Draco prima di sparire nello spogliatoio.
Si cambiò, chiuse il suo armadietto, prese lo zaino che portava sempre con se e si smaterializzò direttamente al San Mungo.

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Capitolo 2
*** Anche i furetti hanno un cuore (forse) ***


2.
Anche i furetti hanno un cuore (forse)

 

Oliver stava riordinando la cartella del piccolo Scorpius quando un uomo fece il suo ingresso nella stanza.
“Che succede? Come sta?” chiese affannosamente l’uomo che poi rimase sorpreso nel realizzare chi fosse la persona davanti a se “Baston?!”.
“Salve anche a te Malfoy, vorrei dirti che è un piacere rivederti, ma vista la situazione non direi che lo è…” rispose il giovane pediatra.
“Taglia corto Baston, dov’è mio figlio? Che ha? Come sta?” chiese Draco sentendo l’agitazione farsi strada.
Solitamente era calmo, una dote importante nel suo lavoro, ma quando si trattava di Scorpius, era semplicemente un giovane papà preoccupato per il suo bambino.
“Vieni, è di là in osservazione, stiamo aspettando di vedere come reagisce ai farmaci…” disse facendogli strada.

Hermione si ridestò continuando a cullare il bambino che si era calmato sentendo qualcuno alzare la voce mentre dei passi annunciavano dei visitatori in arrivo e sgranò gli occhi… quella voce, eppure la conosceva…
-Dai Herm- si disse – non dire idiozie, non può essere il fur…-.
“Farmaci? E perché non gli avete dato le pozioni invece di quegli intrugli babbani?” chiese il biondo seguendo l’ex portiere di Grifondoro entrando in stanza.
Hermione non voleva credere a ciò che vedeva, il furetto era davanti a lei, che diamine ci faceva lì? Poi ricollegò la somiglianza fra lui e Scorpius e il gioco era fatto… perché non c’era arrivata prima?
“Perché dannato furetto platinato, si da il caso che tuo figlio non riesca a tenere niente di quello che ingerisce e “quegli intrugli babbani” sono l’unico modo per poterglieli somministrare per via endovenosa!”.
“Granger?!” chiese Draco stupito di ritrovare la grifona davanti ai suoi occhi.
“Hermione!” la riprese Oliver per quello scatto di ira.
“Si, furetto, sono io, la so tutto io zannuta, non te l’aspettavi, eh?!” disse lei cercando di non fare movimenti bruschi visto che il piccolo nel frattempo si era sistemato con il nasino premuto nell’incavo del suo collo e una manina sul seno “Ora se non vi dispiace, potreste abbassare la voce? Si è calmato da poco e non vorrei che si svegliasse con la luna di traverso, ne ha già avute troppe per stasera…”.
Draco rimase stupito dalla determinazione della ragazza e da come suo figlio dormisse accoccolato tra le sue braccia senza problemi… sicuramente era merito dei farmaci e della febbre ancora alta che lo avevano stordito notevolmente perchè di solito Scorpius non era così disposto a fidarsi degli estranei ne tantomeno ad addormentarsi tra le braccia di qualcuno che non fosse lui, Narcissa o la piccola elfa Holly.
“Chiudi la bocca Malfoy, ti si disarticola la mascella…” disse Hermione che non si era persa un istante delle riflessioni e delle emozioni passate sul volto del giovane.
Oliver li osservava divertito, passano gli anni ma quei due, nella solita stanza senza inveire uno contro l’altro proprio non riuscivano a starci!
“Quindi?” chiese il biondo rivolgendosi al pediatra non dando peso a quanto aveva appena detto Hermione “Che è successo?”.
“Allora, si… Scorpius ha la febbre alta, la tua elfa ha detto che ha vomitato ripetutamente, ha provato a dargli la pozione ma non l’ha retta e quindi non ha avuto alcun effetto…” l’aggiornò il medico.
“Si, Holly ha detto che a cena ha mangiato poco e già faceva i capricci ma non pensavo arrivasse a questi livelli, altrimenti sarei rimasto a casa…”.
Hermione pensò fosse andato a qualche festa magari con qualcuno dei suoi vecchi compari e Draco si voltò immediatamente verso di lei con un sorriso beffardo.
“No Mezzosangue, mi dispiace darti una tale delusione, non ero a far baldoria con i miei compari, come li chiami tu, ero a lavoro, avevo il turno di notte all’ospedale di Leadworth, dove lavoro…”.
Hermione lo fulminò con lo sguardo, rendendosi conto che il bastardo le aveva letto nel pensiero.
-Passano gli anni,non sembra più leccato da una mucca ma il furetto platinato rimane sempre il solito…troll!-
“E visto che ci sono, ti dirò anche di più, il troll qui presente è anche un tuo collega, Guaritrice Granger!”rispose Draco con l’ennesimo ghigno alla Malfoy stampato in volto.
Hermione rimase senza parole per la seconda volta nel giro di poco e lo fissava incredula, di tutte le carriere che poteva scegliere, mai avrebbe pensato che Draco potesse prendere quella di Guaritore, chissà come l’aveva presa il vecchio Lucius una volta scoperto che ancora una volta suo figlio non avrebbe seguito il suo cammino nelle imprese di famiglia!
Draco sorrise al vederla così, persa nei suoi pensieri che stava seguendo grazie al Legilimens, in cui se l’era sempre cavata abbastanza bene e dovette ammettere che aveva ragione, il caro vecchio Lucius, benché fosse rinchiuso ad Azkaban da qualche tempo, non l’aveva presa esattamente bene e nonostante le velate minacce, per una volta non era riuscito a manipolare il figlio, rimanendo con l’amaro in bocca.
Stava per rispondere a tono quando una delle tirocinanti entrò trafelata dicendo che erano richiesti al triage perché stavano arrivando diversi feriti e c’era bisogno di quanti fossero disponibili.

Oliver seguì la ragazza lasciando i due da soli, sperando vivamente che non si schiantassero dopo neanche mezzo minuto che li aveva lasciati.
Hermione cercò di alzarsi più lentamente possibile per quanto fosse leggermente intorpidita dalla posizione assunta mentre Draco la osservava.
“Hai intenzione di stare lì impalato o vieni qui a prendere tuo figlio?” disse cercando di non essere troppo dura.
Per quanto l’essersi ritrovata il furetto davanti l’avesse lasciata senza parole, era l’aver visto la dolcezza nel suo sguardo mentre guardava il figlio ad averla piacevolmente sconvolta, non si aspettava che persino il gelido Draco Lucius Malfoy avesse un cuore!
Draco si avvicinò e le prese il bambino dalle braccia cercando di fare piano, il piccolo mugugnò un istante e poi si rilassò sentendo l’odore familiare di timo bianco e alloro.
Si mise a sedere sulla poltroncina dove prima stava la ragazza e cercò una posizione comoda che trovò poco dopo.
Hermione si avvicinò per tastare la fronte del bambino e controllare la flebo che nel frattempo era finita e constatò con sollievo che i farmaci stavano facendo effetto.
Mentre chiudeva la flebo si perse ad osservare l’uomo seduto lì vicino con in braccio una copia di se stesso in miniatura e sorrise vedendo la dolcezza nei suoi gesti, poi prese una coperta e la riposizionò sul bambino come aveva fatto lei poco prima.
“E’ più fresco, la terapia sta facendo effetto” sussurrò come sovrappensiero prima di tornare alla realtà “Sicuro che non ti serva altro?” proseguì cercando di mantenere un tono professionale mentre rimboccava la coperta alla meglio peggio non accorgendosi di quanto fossero vicini e di come lui le tenesse gli occhi piantati addosso.
“No, per ora no, se poi c’è qualcosa ti chiamo…” rispose lui abbandonando per un attimo la sua solita aria da essere superiore.
“D’accordo allora” proseguì Hermione con un sorriso avviandosi verso la porta “torno fra un po’, appena si placa il putiferio!”.
“Okay…” concluse lui, che la richiamò prima che uscisse dalla sua visuale “Ah Granger!?”.
“Si?”. Che altro voleva ora? Strano che non l’avesse ancora offesa negli ultimi dieci minuti!
“Grazie”. La voce di Draco era serena, non la stava prendendo in giro, per quanto i suoi occhi cercassero di celare ad occhi estranei la preoccupazione che aveva in corpo, Hermione riuscì a leggerci dentro sincerità.
Draco Malfoy, mister “il mio sangue puro è meglio del tuo” l’aveva appena ringraziata.
-O è sotto Imperius o la fine del mondo doveva davvero essere vicina!- pensò e con un sorriso stampato in volto, si avviò in corridoio per raggiungere i colleghi.



 
Angoletto di Lisetta:

Hola hola hola fanciulli et fanciulle, come state??!
Eccoci qua alla fine del secondo capitolo, spero vi sia piaciuto!
Il nostro caro furetto è entrato in scena con il botto (o forse ha preso una botta in testa, chi lo sa XD) ed Hermione è rimasta un attimino stupita, ma si sa, anche i furetti hanno un cuore (forse) e chissà che questo non ci riservi qualche sorpresa (ooops...SPOILER!)
Tornando a noi, un ringraziamento va a tutti quelli che l'hanno letta, alle 19 persone che l'hanno messa tra le seguite, quelle che l'hanno messa tra le preferite e quelle da ricordare.. GRAZIE!!!
Un grazie inoltre va a Zia Voldy e Azkadelia per le recensioni (e per i pomodori virtuali accantonati prima di essere tirati), mi ha fatto veramente piacere aver ricevuto dei riscontri positivi! ^_^
Che dire, buona lettura!!!
e infine... SPOILER!!

"Hermione arrossì e senza avere il tempo di rendersene conto, ecco che il bambino si sporse verso di lei per abbracciarla riducendo le distanze tra i due adulti"[...]
[...]“mi raccomando ometto, riguardati!”.
Il bambino annuì con la testa e tornò tra le braccia del padre.
“E questo vale anche per te papà, okay?!” chiese poi la riccia fissando il Malfoy più grande.
“Come desideri Mezzosangue” rispose lui usando quel nomignolo privandolo del suo solito senso dispregiativo..."[...]



Alla prossima!
Lisetta

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Capitolo 3
*** Chiacchiere inaspettate ***


3.
Chiacchiere inaspettate

 

Come preannunciato, si scatenò il putiferio e non ebbero un attimo di tregua fino alle sei passate.
Riuscirono a tirare il fiato dopo aver gestito l’emergenza e Hermione ne approfittò per tornare a controllare il suo piccolo paziente.
Si strinse nel suo golfino rosa, si avviò verso l’osservazione pediatrica e una volta arrivata sulla porta, vede i due profondamente addormentati e deve ammettere che forse si deve ricredere… anche i furetti platinati hanno un cuore!
Cercando di non fare troppa confusione si avvicinò per controllare Scorpius, e non si rese conto che Draco nel frattempo si era svegliato e la stava osservando attentamente.
L’uomo la vide, aveva l’aria stanca, le occhiaie cominciavano a fare capolino, non doveva essere stata esattamente una notte tranquilla e nonostante tutto, il sorriso non abbandonava il suo volto… non sapeva perché, forse era la stanchezza che gli stava rifilando un tiro mancino, ma si ritrovò con la voglia di chiedergli come stava, come se l’era passata in quegli anni da che avevano finito la scuola, se stava ancora con quell’idiota di Lenticchia e si chiese come sarebbe stata la sua vita se al posto della gelida Astoria ci fosse stata una persona dolce come lei a prendersi cura di Scorpius.
“Tu come stai?”. La voce di Hermione lo distolse dai suoi pensieri e lo riportò alla realtà.
Sbattè un paio di volta le palpebre cercando di capire cosa gli aveva chiesto e rispose.
“Secondo te?” chiese cercando di non essere troppo scortese.
“Te l’hanno mai detto che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda?”.
“Mettiamola così… ho avuto nottate migliori…” rispose cercando di sfoggiare il ghigno alla Malfoy, che era decisamente lontano dall’originale “ho avuto paura, e sono furioso!”.
“Ehi…” disse lei posandogli una mano su una guancia, accarezzandola gentilmente senza neanche rendersene conto “hai bisogno di sgranchirti un po’, ti va un caffè?”.
“Ma…” provò a protestare pensando che in realtà, più che di un caffè, necessitava di una camomilla.
“Niente ma, non accetto un no come risposta…”.
Draco si alzò e aiutato da Hermione mise Scorpius nel lettino e dopo averlo coperto, si allontanarono un momento per raggiungere la macchinetta del caffè lì vicino.
Parlarono del più e del meno, abbandonando per un istante quei pregiudizi che avevano verso l’altro e la cosa fu piacevole.
“Sai,” le disse mentre stavano sorseggiando il caffè “ho sempre saputo che avrei sposato Astoria, d’altra parte il caro vecchio Lucius come lo hai chiamato tu, aveva firmato un contratto matrimoniale con suo padre e non c’è stato verso di poterlo sciogliere… pensavo che fosse facile riuscire ad amarla, era ed è tutt’ora una bella ragazza, dalle buone maniere, purosangue e lo sai meglio di me che i purosangue in queste cose sono abbastanza dalle vedute strette…”.
“Diciamo che sono alquanto ottusi, si…” lo interruppe lei accennando un sorriso che contagiò anche Draco che non si infastidì per l’interruzione.
“Non importa se non la sopporti, l’importante è che tu ci faccia un figlio e che questo sia maschio, così mandi avanti la discendenza della famiglia…poi se la tua vita si trasforma in un inferno e lei è una stronza persino con suo figlio chi se ne frega, l’importante è che l’immagine del casato dei Malfoy non vada a farsi benedire! Ti potrà sembrare una barzelletta ma persino mia madre, quel ghiacciolo di Narcissa Black in Malfoy è andata su tutte le furie vedendo come Astoria si comporta con Scorpius, l’avresti mai detto? Da quando è nato il bambino è cambiata, penso che in qualche modo stia cercando di rimediare alle mancanze avute con me, e si sta dimostrando una nonna fantastica, sopperendo lei stessa alla mancanza di una figura femminile e materna nella vita di mio figlio. E la cosa più divertente in tutto questo è che nonostante mio padre sia ad Azkaban, non c’è una volta in cui non gli ricordi che è stato un imbecille a non scindere il contratto solo per una questione d’immagine, pensando con la sua testa e andando contro tutti per una volta in vita sua…” continuò Draco che ormai aveva rotto ogni argine e parlava a ruota, sentendosi leggero.
“Ehi…” cercò di rassicurarlo Hermione.
“Scusa, scusa, scusa, ti sto inondando dei miei problemi quando fino a qualche ora fa ci siamo offesi come ai vecchi tempi… penserai che sono più fuori di testa della Cooman…”.
“Non che ci voglia tanto ad essere più fuori di lei,” rispose la ragazza pensando alla stramba professoressa di divinazione “comunque non ti preoccupare, non è stata una notte facile per nessuno, è la stanchezza che ti fa parlare così… sei stanco, sei preoccupato e sei arrabbiato lo capisco, ma adesso quello splendido bambino che è tuo figlio sta bene, tra poco potrai portarlo a casa e tutto sarà solo un ricordo… Dai, torniamo in stanza, non vorrei che si svegliasse e si agitasse non trovandoti…”.
“Hai ragione…”.
“Io ho sempre ragione Malfoy…”.
“Non esagerare Granger… diciamo il più delle volte, forse, da brava so tutto io qual’eri e quale mi pare di capire sei rimasta…”.
“Lo prenderò per un complimento…” rise Hermione divertita.
Buttarono i bicchieri usati nel cestino e rientrarono in stanza dove trovarono Scorpius che si stava svegliando.
Draco lo prese in braccio e lo cullò dandogli il buongiorno mentre Hermione prendeva lo scan portatile per vedere come stava il bambino.
Proprio in quel momento fece capolino Oliver chiedendo come stava il piccolo paziente.
“37,8 Doc, ma la buona notizia è che non c’è più il vomito!” rispose lei soddisfatta.
“D’accordo allora, penso che un succo di frutta potrebbe andare per cominciare, ci pensi tu, Herm?”.
“Certo” disse andando all’armadietto dove recuperò un succo di frutta e una tazza con il beccuccio che veniva utilizzata per rendere più autonomi i bimbi nel bere “ecco qua, succo alla pera per il piccoletto!”.
Porse la tazza a Draco che la diede al figlio che gradì particolarmente la cosa.
“Allora, qui trovi le istruzioni per la dimissione, dovrà prendere la pozione per qualche altro giorno ma penso il peggio sia passato, in ogni caso, sono certo che saprai perfettamente destreggiarti nella situazione Malfoy…” concluse Oliver porgendogli la mano.
“Grazie Baston, di tutto”.
“Dovere,”rispose il medico prima di salutare il bambino e uscire dalla stanza “Herm, io sto andando giù a cambiarmi, andiamo insieme?”.
“Arrivo subito” rispose, poi salutò i due Malfoy e seguì il collega.

Hermione stava camminando verso l’area di smaterializzazione pronta per andare a casa, Oliver l’aveva salutata poco prima quando si sentì richiamare.
Si girò verso la voce che la stava chiamando e vide Malfoy avvicinarsi con in braccio il bambino.
“Ehi!” disse salutandoli e guardando Scorpius imbacuccato nel giacchettino di pile, con un berrettino verde con un ponpon argentato a coprirgli la testa e sorrise.
“Ciao!”continuò Draco rivolgendosi poi al figlio “ringrazia la signorina Hermione, Scorp, è lei che ti ha fatto passare la febbre!”.
Hermione arrossì e senza avere il tempo di rendersene conto, ecco che il bambino si sporse verso di lei per abbracciarla riducendo le distanze tra i due adulti che si imbarazzarono notevolmente.
“Gassie Emmione” le disse il bimbo facendola sorridere mentre Draco la osservava divertito pronto a tradurre.
“E’ stato un piacere Scorpius” la sentì rispondere mentre gli accarezzava una guancia “mi raccomando ometto, riguardati!”.
Il bambino annuì con la testa e tornò tra le braccia del padre.
“E questo vale anche per te papà, okay?!” chiese poi la riccia fissando il Malfoy più grande.
“Come desideri Mezzosangue” rispose lui usando quel nomignolo privandolo del suo solito senso dispregiativo prima di smaterializzarsi a casa.

 
Angoletto di Lisetta
Buonsalve a tutti quanti, come state bella gente?!
Beeene...dopo questa parentesi vagamente Gabibbo style, direi che possiamo tornare a noi...
Che ve ne pare? Ancora non siamo nel vivo della storia, prometto che ci arriveremo presto, intanto comincio a mettere indicazioni stradali per eventuali pomodori virtuali, che non si sa mai ;)
Un grazie a chi ha recensito, a chi l'ha messa tra le seguite, tra le preferite e le ricordate, siete MI-TI-CI!
Per il prossimo capitolo invece preparate la tenuta antisommossa, perchè voleranno piatti e scintille, ma poichè non posso svelarvi troppo, vi lascio un piccolo spoiler!
[...]“Amico come mai quel sorriso da ebete stampato in volto?”.
“Cosa?”.
“Tu non me la racconti giusta…”.
E Draco, sapendo che con Blaise e la sua tendenza ad essere curioso come una scimmia non sarebbe durato due minuti, decise di raccontargli degli incontri fatti."[... ]

[...]“Per i perizomi leopardati della McGrannit, Dra, per caso ti senti male?”.
“No, deficiente, non sto delirando, non sono sotto Imperius e non sono ubriaco, se è questo che intendi! Non solo è stata gentile con la Pulce, è stata addirittura gentile con me nonostante all’inizio io l’abbia trattata come una merda!”.
“Non ti smentisci mai, eh, Dra?!”[...]
 

A rileggerci presto!!
Lisetta

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Capitolo 4
*** Scelte difficili ***


5.
Scelte difficili


 
Hermione rientrò a casa al termine di quella notte che era esausta e con tanti pensieri per la testa.
Se ne avesse parlato con Ginny, la giovane signora Potter come minimo c’avrebbe tirato il calzino dallo shock, e in un certo senso non poteva che darle ragione!
Dopo una bella doccia si buttò sul letto e in attesa che Morfeo si decidesse ad accoglierla fra le sue braccia, si ritrovò a fissare il soffitto lasciando libero il flusso di pensieri.
Era rimasta colpita da quel topetto, il piccolo Scorpius, e mai avrebbe immaginato che suo padre, quello che da ragazzi era un troll ingentilito con un abito di alta sartoria, potesse essere cambiato così tanto.
Non c’era più quel sentirsi superiori, quel disprezzo verso tutti e si chiese cosa l’avesse portato ad intraprendere la carriera di infermiere quando con la sua spocchiosaggine, unita all’eccellente media scolastica che comunque si ritrovava, poteva ambire a qualcosa di più prestigioso.
Non si aspettava certo che si sfogasse così con lei, ed era rimasta colpita nel vedere la tristezza e la preoccupazione che erano celati dietro a quegli occhi di ghiaccio, lo rendevano un po’ più umano e con questo pensiero, si addormentò.
Stava dormendo e rivide il momento in cui si erano salutati ritrovandosi molto vicini grazie all’abbraccio del bambino e come era arrossita per l’imbarazzo.
Era riuscita ad abbassare le difese, e fatta eccezione per Oliver che conosceva il suo passato, in pochi sul luogo di lavoro sapevano cosa celava dietro il suo sorriso.
I più pensavano che il suo cambiamento fosse dovuto alla rottura con il famoso Ronald Weasley, anche se ormai risaliva a quasi un anno prima, fiumi di inchiostro erano stati impiegati da quell’arpia in gonnella di Rita Skeeter a tal proposito e a lei, che era molto gelosa della sua privacy andava più che bene, perché se avesse saputo com’era andata veramente, probabilmente un mezzo infarto non glielo avrebbe risparmiato nessuno!

gennaio 2006

Era appena uscita dal turno al San Mungo e arrivata a casa, aveva trovato Ron che per farle una sorpresa le aveva preparato la cena.
“Ciao! Come mai sei già a casa?”.
“Oggi Don ci ha mandati via prima, com’è andata la giornata?” chiese lui avvicinandosi per abbracciarla.
“Normale…” rispose lei cominciando a sentire l’aria mancare e diventando pallida.
“Herm che hai? Va tutto bene?”.
Ron si preoccupò, non era certo la prima volta che Hermione aveva una reazione del genere, ma di solito succedeva quando qualcuno le chiedeva se ci fossero news dall’Australia, non era mai capitato così all’improvviso.
“Un attimo, dammi un attimo, ora passa”.
Fece un grande respiro e poi lo guardò.
“Ron io, io devo dirti una cosa importante…”.
“Dimmi…” rispose lui prendendole una mano accarezzandola gentilmente.
Hermione prese coraggio e gli disse che non provava più amore nei suoi confronti, ma un grande affetto, come quello che li univa a scuola.
“Ron, mi dispiace, io…” aggiunse osservando attentamente le reazioni del rosso che aveva ancora la bocca aperta dallo stupore, prima di mettersi a ridere.
Sul momento Hermione pensò ad una reazione isterica, ma non vedendo le orecchie diventare rosse come i suoi capelli, non sapeva come interpretare la cosa.
“Ron, io…”.
“Herm, aspetta, non è come pensi!” disse Ronald guardandola dolcemente “anche per me è la stessa cosa, sei la mia migliore amica e io ti voglio bene,ma non ti amo!! Certo, un pezzo del mio cuore sarà sempre tuo, ma lo sai anche tu che non basta solo questo per stare insieme!”.
Hermione non si aspettava certo una reazione del genere, lo guardò un attimo e poi lo abbracciò di slancio.
“Ti voglio bene Ron!” disse infine.
“Anche io Herm, anche io” concluse lui tenendola stretta e risero della loro storia appena conclusa rimanendo abbracciati sul divano.
Appena smisero di ridere come due bambini, Ron che aveva la testa di Hermione poggiata sulla sua spalla e una mano ad accarezzarle i capelli le chiese quali fossero i suoi programmi futuri.
“Hai già deciso cosa fare con il corso?”.
“No, Ron, ancora no…”.
“Posso dirti come la penso?!”.
“Quando mai non l’hai fatto?”.
“Ehi!” protestò Ron mettendole il broncio.
“Sto scherzando Ronald, forza!” rispose lei dandogli un buffetto su una guancia “mamma mia come sei suscettibile quando fai così!”.
“Ha parlato quella che non se la prende mai!”.
“Ehi!” stavolta fu Hermione a protestare.
“Tornando seri, per quanto possibile, visto che è con Ronald Bilius Weasley che stai parlando, io penso che dovresti farlo Herm!”.
“Ma sono una frana a volare, e giusto per la cronaca, soffro anche di vertigini!” rispose lei cercando di scongiurare ogni tentativo di convincimento da parte del ragazzo.
“Miseriaccia donna, e secondo te io che ci sto a fare? Non per essere ma hai davanti a te il portiere dei Calabroni di Kilkenny e parola di Ronald Weasley da qui all’inizio del nuovo anno imparerai a volare, anche a costo di dover usare l’Imperius per farti salire su quella benedetta scopa!”.

Ogni volta sorrideva ripensando a quella sera, al come aveva perso un fidanzato e ritrovato un buon amico, che le era stato vicino nei momenti più critici della sua vita insieme all’immancabile Harry.
Erano cresciuti, avevano intrapreso percorsi diversi ma erano sempre loro due,Harry e Ron che nei momenti critici facevano fronte comune per lei sostenendola come in pochi sarebbero riusciti a fare, sfoderando anche un lato iperprotettivo che certe volte riusciva a darle veramente sui nervi.
Ed erano stati proprio loro due, i suoi “due cavalieri senza macchia e senza paura” come li chiamava lei alcune volte, che l’avevano accompagnata in quell’impresa che si era rivelata la più dolorosa di tutte, che le aveva lasciato un enorme vuoto dentro difficile da rimarginare… perché in realtà in pochi sapevano che dietro al cambiamento di Hermione Granger, al suo chiudersi in se stessa ci fosse il dolore e la delusione per non essere riuscita a far tornare la memoria ai suoi genitori che aveva ritrovato solo dopo diversi anni di ricerca nelle parti più disparate del mondo, perdendoli definitivamente per sempre.

luglio 2006

Nonostante le loro proteste, Hermione si era fermamente opposta alla proposta di Harry e Ron di accompagnarla in Australia dai Granger, dove negli ultimi due anni, da che li aveva ritrovati, andava regolarmente due volte all’anno minimo, ma non riuscì ad impedire loro di accompagnarla alla zona partenze delle passaporte intercontinentali che si trovava al ministero e quando la videro ricomparire, quasi un mese più tardi, capirono subito che non era andata come previsto.

Erano le quattro del pomeriggio del sedici agosto, e tre persone erano in attesa nella zona arrivi delle passaporte intercontinentali.
“Ti ha detto qualcosa?” chiese il ragazzo con gli occhiali tondi e i capelli perennemente scombinati.
“No Harry, per la centesima volta, come te lo devo dire? Non mi ha detto niente, ha solo detto che sarebbe tornata oggi con la passaporta delle quattro e dieci, tutto qui!” rispose una ragazza dai lunghi capelli rossi, marchio della famiglia Weasley.
“Miseriaccia, ma perché fa così? E’ successo qualcosa, me lo sento…”.
“Ronald Weasley!” tuonò Ginny con un tono di voce che la faceva assomigliare decisamente a sua madre Molly “piantala di farti pare mentali a questa maniera, non serve a niente!”.
Ron stava per ribattere quando la riccia comparve nella zona arrivi tenendo in mano la sua passaporta, un pupazzo con le sembianze di un koala.
“Eccola, la vedo!” disse osservandola mentre restituiva la passaporta all’auror della dogana prima di mostrargli un documento di identità.
Qualche istante e la ragazza li raggiunse, ma bastò uno sguardo per capire che non era andata bene, che fosse successo qualcosa ai Granger?
Il primo che andò ad abbracciarla staccandosi dagli altri fu proprio Harry, che la strinse forte a se sentendola tremare.
Non era una che si lasciava andare facilmente Hermione, preferiva tenere tutto per se e questo Harry lo sapeva bene, per questo la tenne ancora più stretta quando la sentì scossa dai singhiozzi e vide le lacrime fare capolino da quegli occhi dorati.
“Che è successo Hermione?!” chiese preoccupato “dove sono i tuoi genitori, stanno bene?”.
“Loro…loro…”ma era talmente stanca che non riuscì ad aggiungere altro e intorno a se fu tutto buio.

Si risvegliò al 12 di Grimauld Place, in una stanza molto luminosa, che riconobbe essere quella appartenuta un tempo a Sirius grazie ad alcuni dettagli che erano stati mantenuti nonostante fosse stata ristrutturata e completamente trasformata dai nuovi inquilini.
Era sdraiata sulla pancia,abbracciando il cuscino quando Ginny fece capolino dalla porta.
“Buongiorno tesoro, come ti senti stamani?”.
“Stamani? Quanto…”.
“Quanto hai dormito? Quasi venti ore o giù di lì…” rispose la rossa “ eri distrutta Herm, e ti abbiamo dato un po’ della pozione per il sonno senza sogni, almeno così potevi riposare decentemente”.
“Grazie”.
“Ti va di raccontarmi cosa è successo?”.
“Gin c’ho provato, ma non ho avuto successo, non sono riuscita a invertire l’Oblivion, era troppo forte, e non si ricordano di me…”.
“Oh Herm…” le disse l’amica abbracciandola “perché non ce lo hai detto, saremmo venuti con te!”.
“Era una cosa che dovevo fare da sola Gin, li ho portati anche all’ospedale di Brisbane, il Medimago neurologo specializzato che li ha seguiti da quando ho saputo che erano in Australia li ha visitati e sottoposti agli esami più disparati e alla fine ha detto che dal punto di vista fisico non c’è alcun danno che possa giustificare la perdita di memoria e quindi è una questione puramente psicologica, dipendente dallo stato d’animo della persona che gli ha imposto l’incantesimo quando l’ha eseguito…”.
Nonostante conoscesse la sensazione dovuta alla perdita di un componente della famiglia, Ginny non sapeva cosa dire, perché non c’è parola che possa alleviare un dolore di quel tipo e le faceva dannatamente male vedere la sua amica in quello stato.
“E’ colpa mia, solo e unicamente colpa mia… avevo provato l’ultima volta che sono stata la, sul momento sembrava ci fossero miglioramenti e invece niente…”.
“Hermione, no… non l’hai fatto perché volevi farlo, l’hai fatto perché non avevi altra scelta, perché c’era la guerra e non volevi che quel pazzoide di Voldemort potesse far loro del male!”.
“Ma loro…loro non si ricordano di avere una figlia ed è tutta colpa mia, Gin, solo e unicamente colpa mia, il dottore è stato chiaro, probabilmente ero talmente sconvolta e preoccupata quando l’ho fatto che ho esagerato e l’ho reso praticamente irreversibile, non ci sono possibilità di recupero…”.
“Tesoro vedrai, andrà tutto bene, devi stare loro vicina adesso…”.
“No Ginny, altra cosa su cui il medico è stato chiaro è che non devo cercare di forzare la memoria a tornare standogli vicina, se dovesse tornare deve farlo da sola, stando con loro rischierei solamente di turbarli ancora di più di quanto io non abbia fatto negli ultimi due anni…” concluse Hermione riprendendo a singhiozzare.
Ginny fu turbata profondamente da questa nuova rivelazione, che complicava notevolmente la situazione… i genitori di Hermione erano vivi, stavano bene e lei li aveva trovati dopo diversi anni di ricerche, non si ricordavano di lei, certo, ma perché diamine dovevano impedire loro ogni sorta di contatto con la figlia proprio non riusciva a capirlo.
“Herm se vuoi, finchè non capiremo bene la situazione e se potrebbero esserci miglioramenti saremo noi la tua famiglia…” la rincuorò la rossa “io, Harry, Ron, tutta la nostra famiglia, che ne pensi?”.
“Ginny… voi siete già la mia famiglia, lo siete sempre stati e lo sarete sempre”.

Qualche ora più tardi, dopo aver recuperato appieno il sonno arretrato, Hermione era in cucina a farsi un piatto di pasta, visto che oramai erano le due passate, quando le arrivò il patronus di Ginny, un cavallo che parlò con la voce dell’amica.
“Ehi Herm, spero di non averti svegliata, è che accidenti, quando fai la notte non so mai se disturbo o meno… comunque bando alle ciance, ho una notizia grandiosa da darti, che ne dici se ci vediamo dopo a Diagon Alley per un pomeriggio solo ragazze con spettegolata selvaggia davanti ad una cioccolata calda? Verso le 17.10 può andarti bene?”.
Hermione, che svegliatasi da poco, si trovava ancora nella fase “mi sono svegliata ora, abbiate pietà dei miei poveri neuroni se ancora non recepiscono il 100% delle informazioni” impiegò un attimo per capire cosa le aveva detto l’incanto e poi rispose che si sarebbero viste più tardi.
Chissà che cosa le doveva dire di così importante Ginny, era per caso successo qualcosa? Stava ancora riflettendo, facendo ipotesi quando sentì un gufo picchiettare alla finestra.
-Ma che hanno tutti oggi?- si chiese Hermione facendo entrare il piccolo pennuto che riconobbe essere Herbert, il gufo di Neville.
“E tu cosa ci fai qui, eh, piccoletto?” chiese togliendogli la pergamena legata alla zampina e aprendo un cassetto del mobile di cucina dove teneva i biscotti per gli amici pennuti per offrirne un paio al piccolo animale.
Il gufo beccò i biscotti e bevve un po’ d’acqua dal ciottolino sulla finestra e poi riprese il volo.
Era seduta a tavola, davanti ad un buonissimo piatto di spaghetti al pomodoro quando si decise ad aprire la pergamena, incuriosita, e quando lesse il contenuto non riuscì a non essere sorpresa.
Neville Frank Longbottom e Luna Elaine Lovegood
sono lieti di annunciare il loro matrimonio
il 24 dicembre alle ore 18.00 a Villa Lunatica


Sapeva che i due stavano insieme da un po’ di tempo, era veramente felice per loro, ancora si ricordava dell’aria persa che aveva Neville gli ultimi tempi a scuola quando vedeva la giovane Corvonero, ma da qui a sposarsi!
Certo, anche Harry e Ginny oramai avevano fatto il grande passo già da un paio d’anni, e non poteva non essere felice vedendo i suoi amici così sereni e rallegrati dalla nascita delle loro due piccole pesti, James Sirius e Albus Severus che a tutti gli effetti erano in pratica i suoi nipoti.
Finì di mangiare, rassettò un po’ la casa, quella che un tempo era la casa dove abitava con i suoi genitori e dopo essersi cambiata, uscì per raggiungere Ginny all’appuntamento.
La giovane signora Potter non si fece aspettare e in breve si accomodarono all’interno di un pub dove l’aria calda era un sollievo in confronto al freddo che cominciava a farsi sentire all’esterno.
Chiacchierarono un po’ di tutto, commentando il recente invito al matrimonio di Neville e Luna e poi Ginny le chiese come fosse andata la notte.
“Tesoro, hai una faccia, sicura di stare bene?”.
“Si Gin, sto bene, è che è stata una nottata da sparo, di quelle toste come solo un venerdì sera può essere…” rispose lei mescolando la sua cioccolata bianca con scagliette di cocco “tu invece? I tuoi uomini come stanno?”.
“I miei uomini stanno più che bene come al solito, James mi fa vedere i sorci verdi, Al invece è proprio tranquillo, sta mettendo i dentini e non fa quasi mai i capricci e Harry poi, è più apprensivo di me che sono la mamma!”.
“E pensa se fossero state femmine, di solito sono molto attaccate al papà che stravede letteralmente per loro!” commentò Hermione.
Ginny spostò lo sguardo sulla sua cioccolata e sentì le guance arrossire.
“Gin tutto bene?” chiese allora preoccupandosi.
“Herm io… c’è una cosa che devo dirti…”.
“O Santo Godric in monopattino Gin, un altro baby Potter in arrivo?”.
Ginny diventò come i suoi capelli, completamente rossa e poi la guardò dritta in faccia facendo un cenno con la testa.
“Esatto zia Herm, un altro baby Potter in arrivo!!” confermò Ginevra.
Hermione saltellò dalla gioia e abbracciò l’amica… un altro bambino, che cosa fantastica!
Si fece raccontare per filo e per segno la reazione di Harry alla notizia e come per le precedenti volte, Ginny confermò che il marito prima era rimasto incantato con la bocca aperta tanto da rischiare che la mandibola toccasse il pavimento e poi era corsa ad abbracciarla stritolandola.
“A questo proposito, stasera ti va di venire a cena da noi? I bambini sarebbero contenti di avere la zia che gioca con loro!”.
“Ma certo Gin, domani sono di riposo, ho tutto il tempo del mondo per i miei piccoli mostriciattoli!” rispose Hermione.
Cambiarono completamente argomento e Ginny sfoderò il suo repertorio da pettegola che cerca di far accasare la sua migliore amica.
“E con Oliver come procede?!”.
Hermione per poco non si strozzò con la cioccolata.
“Dico Gin, hai intenzione di farmi fuori prima di poter gustare la tua cucina stasera?” con voce un po’ rauca per aver tossito più volte.
“No Herm, che dici? Solo che quando sono venuta a trovarti ho visto come ti guardava, e fidati, aveva gli occhietti così a cuoricino il nostro caro pediatra che non potevano neanche essere attribuiti ad un filtro d’amore!”.
“A proposito di visite inaspettate, indovina chi ho incontrato stanotte?”.
“Hermione Granger, non provare a cambiare discorso perché con me non attacca… comunque, qualche indizio?”.
“ Del mio anno, Serpeverde, con i capelli quasi bianchi, e una faccia da furetto…” rispose Hermione curiosa di vedere la reazione dell’amica.
“MALFOY? Che diamine ci faceva all’ambulatorio pediatrico?”.
“In realtà si trattava di suo figlio, Gin, dovevi vederlo, era veramente dolcissimo!”.
“Chi, il bambino o il furetto?”.
“Entrambi Gin, si assomigliano come due gocce d’acqua, è impressionante, e poi dovevi vedere con che dolcezza lui si rapportava al bambino, non riuscivo a credere ai miei occhi…certo, all’inizio è stato un po’ stronzo come ai vecchi tempi…” disse Hermione ripensando all’entrata del biondo.
“E te pareva!” commentò la rossa.
“Però sono rimasta stupita, davvero, dopo si è aperto un po’, e alla fine mi ha anche ringraziata!”.
Stavolta fu Ginevra che per poco non si strozzò con la cioccolata.
“COOOSA?”.
“Già…”.
“E tu come l’hai presa?”.
“Semplice, non era del Malfoy di Hogwarts che stiamo parlando, ma di un ragazzo di quasi trent’anni che in questo caso è solo un papà, Gin… e non sai come ci sono rimasta di sasso quando ho scoperto che anche lui è infermiere, l’avresti mai detto?”.
“No, santa Priscilla, no di certo… forse anche i furetti crescendo possono diventare normali, no?”.
“E’ quello che ho pensato pure io, ma ti dirò, mi ha fatto quasi stare male vederlo così…”.
Hermione le raccontò della conversazione avuta con Draco poche ore prima e Ginevra dovette ammettere che si, forse anche per i furetti platinati c’era sempre una speranza.
Ma quello che la colpì di più fu vedere l’amica parlare così serenamente della persona che per anni l’aveva presa in giro e una strana idea cominciò a prendere forma nella sua testolina di donna incinta in preda agli ormoni…



Salve salvino!

Ed eccoci qui al termine di questo quinto capitolo, spero che sia stato di vostro gradimento! Ringrazio Sinisa e l'immancabile Zia Voldy per le recensioni, chi l'ha messa tra le preferite, le ricordate e le seguite (43 bimbe, siete fantastiche ^_^)
Detto ciò, dopo aver scoperto com'è stato il rientro a casa di Draco (decisamente poco natalizio nonostante sia stato pubblicato durante i giorni festivi) ecco che vediamo quello di Hermione e cominciamo a capire qualche cosa della nostra grifona preferita.
E che dire di Ginny, chissà a cosa starà pensando ora che l'amica le ha raccontato dell'incontro con i due Malfoy, come minimo ce la ritroveremo in giro versione Cupido!
E infine vi lascio qualche spoiler sul mega capitolo che posterò settimana prossima, "Matrimoni e Nargilli" che come vi accorgerete leggendo sarà pieno di spirito natalizio e decisamente a ritmo di musica!


[...]La commessa le portò in camerino e mostrò loro gli abiti che la sposa aveva selezionato tra cui poter scegliere.
“Oh mamma Gin, ti prego, dimmi che non ha scelto un qualcosa che abbia a che fare coi Nargilli…”.
“No, tranquilla, li hanno solo inseriti nelle promesse nuziali!”.
“Cooosa?!”. [...]

[...]Oliver appoggiò una mano sulla sua fronte per sentire la temperatura, le tastò il collo per sentire se c’erano ghiandole ingrossate e le fece aprire la bocca e tirar fuori la lingua per controllare che non ci fossero placche di alcun genere.
“Ehi…”protestò Hermione “non sono uno dei tuoi piccoli pazienti dottor Baston!”.
“Scusa, la forza dell’abitudine… e comunque so cosa ci vuole per farti stare meglio!”.
“Ti prego, non mi dire una pozione dal colore improponibile e un sapore schifosissimo…”.
“Donna di poca fede, nessuna pozione, o meglio, è una pozione si, ma fatta alla babbana!”. [...]

[...]“Come ti senti?”.
“Ubriaca Doc, completamente ubriaca!”rispose lei con la voce impastata dal sonno.
“Che dici, ti porto su in camera così dormi un po’?”.
“Tu resti con me?!” chiese lei senza pensarci. [...]

[...]“E dimmi, questo comporta che andiamo vestiti coordinati?!”.
“Ovvio, è dell’accompagnatore della damigella d’onore che stiamo parlando, mica del primo che passa!!”.
“WOOOOW! E dimmi un po’, di che colore è il tuo vestito?”.
“Borgogna caro, quindi una bella cravatta del solito colore non te la leva nessuno!”.
“Rosso grifondoro, non potrei chiedere di meglio!”.
“Infatti, e poi così potrai fare colpo su qualche invitata carina!”.
“Si d’accordo, ma per il primo giro di pista sei prenotata, cara la mia salsera!”. [...]


A rileggerci presto,
Lisetta_Moony

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Capitolo 5
*** Anche un troll riesce ad essere affettuoso coi suoi piccoli ***


4.

Anche un troll riesce ad essere affettuoso coi suoi piccoli


 
Erano appena arrivati a casa quando Holly fece capolino in salotto felice di rivederli.
“Holly ha preparato colazione abbondante per padrone e padroncino, è di là in cucina, signore, Holly ha preparato torta di mele che piace tanto a signorino Scorpius…”.
Così la seguirono e una volta che ebbero riempito lo stomaco con tutto quello che aveva preparato l’elfa, Draco diede al figlio le sue pozioni, non senza che il bimbo protestasse visto il saporaccio dei preparati.
“Forza ometto,” disse poi prendendolo per mano per dirigersi verso il piano di sopra “che dici, facciamo la nanna insieme, ti va?”.
Il piccolo annuì e seguì il padre dopo aver salutato la sua elfa preferita.

La camera matrimoniale non è così angusta come ci si aspetterebbe dai due serpeverde che la usano, forse perché è già da tempo che non fanno più la vita di una giovane coppia di sposi con un bambino piccolo, si ignorano, hanno orari completamente opposti e hanno abbandonato ogni tipo di cura nei confronti di quei dettagli che risultano fuori dalla vista di eventuali visitatori.
I colori della casa di appartenenza ci sono sempre, ma più attenuati, le tende sono di un verde pastello che lascia filtrare i raggi del sole, e le pareti sono di un bianco ghiaccio.
Al centro della stanza, un vecchio letto in ferro battuto troneggia in tutta la sua bellezza, invitando il visitatore a rifugiarsi sotto le trapunte argentate, posando la testa sui cuscini verdi.
Una volta entrati, i due Malfoy si cambiano, Draco rimane con i soli pantaloni della tuta sapendo quanto il figlio adori addormentarsi accoccolandosi sul suo petto per sentire il suo calore, specie quando sta poco bene, facendolo sentire un papà canguro.
Si sistemano sotto le coperte e dopo un po’ di coccole che conciliano il sonno, Scorpius crolla seguito poco dopo dal padre.

Draco stava dormendo pesantemente quando si sente chiamare.
“Padrone, padrone…”.
Mugugna un po’, dice qualche frase sconnessa ancora perso nel sonno e dopo aver messo a fuoco per poco non gli venne un colpo.
Si alzò di scatto rischiando di svegliare Scorpius e guardò il suo elfo dritto negli occhi.
“Cosa succede?”.
“Padrone, Signor Zabini è arrivato, Padrone…”.
“Okay Tibly,” rispose “fallo accomodare in salotto, mi cambio e arrivo”.
L’elfo si inchinò e sparì, Draco cercò di sistemare Scorpius in modo che non si accorgesse che il padre si stava alzando, poi appellò una maglia e le ciabatte prima di rintanarsi in bagno a darsi una sistemata.
Poco dopo, quando rientrò in stanza, rinfrescato e più sveglio, attivò quell’aggeggio babbano, (del quale si dovette ricredere, perchè nonostante l’origine, si era rivelato comodo) l’interfono così da sentire il bimbo dormire anche non essendo in stanza con lui e uscì.
“Blaise, buongiorno…” disse entrando in salotto dove l’amico lo stava aspettando.
“O santo Salazar in bikini,Dra, hai una faccia!”.
“Sempre simpatico, eh Zabini?”rispose sarcastico il biondo.
“Mai acido quanto te appena svegliato, Dracuccio caro”.
“Hai finito di sfottere o ne hai ancora per molto?”.
“Nah…” sorrise Blaise “Ho finito, ma devi ammetterlo Dra, hai due occhiaie più spaventose del solito”.
“E tu invece, passa il tempo, ma rimani sempre il solito troll scassapluffe…”.
“D’accordo, pausa!” concluse Blaise alzando le mani in segno di resa sapendo che c’era qualcosa che turbava il suo amico incidendo sul suo cattivo umore.
“Bene!”.
“Bene. Che è successo?” chiese il moro facendosi serio all’improvviso “Holly si è presentata a casa mia tutta allarmata farfugliando qualcosa riguardo a te e Scorpius…”.
“Esattamente”.
“La Pulce sta bene?”.
“E’ su che dorme, ma ci ha fatto prendere un accidenti stanotte”.
“E’ tutto suo zio in questo, ma che è successo?”.
Così Draco gli raccontò della nottata appena trascorsa, sfogando in buona parte l’ansia e la preoccupazione che aveva provato in quelle ore e nonostante tutto non riesce a non mettere su un accenno di sorriso ripensando alla Granger.
“Amico come mai quel sorriso da ebete stampato in volto?”.
“Cosa?”.
“Tu non me la racconti giusta…”.
E Draco, sapendo che con Blaise e la sua tendenza ad essere curioso come una scimmia non sarebbe durato due minuti, decise di raccontargli degli incontri fatti.
“Quando ti dirò chi ho incontrato, resterai a bocca aperta credimi…”.
“Dai, per tutte le penne prendi appunti della Skeeter, parla!”.
“Dovevi vedere la Granger, tu lo sapevi che era guaritrice al San Mungo?!”.
“La Granger?!”.
“Esatto, la Mezzosangue so tutto io, e dovevi vederla Blaise, quando sono entrato nella stanza, l’ho trovata su una poltroncina, con Scorp tra le braccia, e lui stava dormendo tranquillo!”.
“Era pieno di pozioni, ci credo che era tranquillo!”.
“No, non hai capito, lo sai anche tu che quando sta male, anche se è stordito dalle pozioni difficilmente si lascia toccare da qualcuno che non sia io o sua nonna, certe volte anche con Holly, che conosce fin da piccolo, non c’è modo…” rispose il biondo gesticolando con le mani.
“Caspita… e poi, che altro è successo?”.
“Tranquillo, non ci siamo ne insultati o lanciati schiantesimi a vicenda come i vecchi tempi se è questo che mi chiedi…” rispose Draco accennando un sorriso “e non so a te ma mi è sembrato già un notevole passo avanti!”.
“Per i perizomi leopardati della McGrannit, Dra, per caso ti senti male?”.
“No, deficiente, non sto delirando, non sono sotto Imperius e non sono ubriaco, se è questo che intendi! Non solo è stata gentile con la Pulce, è stata addirittura gentile con me nonostante all’inizio io l’abbia trattata come una merda!”.
“Non ti smentisci mai, eh, Dra?!”.
“Provaci tu ad essere chiamato mentre sei di notte a lavoro perché tuo figlio è stato portato in ospedale dalla tua elfa dato che sua madre è troppo impegnata a districarsi tra shopping e amanti e non ha un minuto ne la decenza di presentarsi, e lo ritrovi che dorme sereno tra le braccia di una sconosciuta con cui non hai avuto degli ottimi rapporti in passato, che lo sta coccolando come fosse la cosa a cui tiene di più… perdonami, se ci son rimasto di sasso e ho tirato fuori il peggio di me!” sbottò Draco.
“Ti capisco, ma cos’è che ti ha turbato maggiormente in tutta questa situazione?”.
“Cosa vuoi che ti dica? Non so se sono più incazzato con Astoria per come si è comportata o se sono più arrabbiato con me stesso perché mi sono ritrovato a chiedermi come sarebbe la mia vita ora, se al suo posto ci fosse stata una persona come la Mezzosangue, che nonostante tutte le cose bastarde che le ho detto durante gli anni di scuola, stanotte è riuscita a starmi vicina e a tranquillizzarmi con un sorriso e una parola gentile…”.
Blaise era senza parole, non aveva mai visto l’amico così stravolto, dalla vista della Mezzosangue poi! Non riusciva a crederci, era certo che lei potesse essere gentile, per quanto ai tempi di Hogwarts la disprezzassero per partito preso, doveva ammettere che la Granger aveva quel “certo non so che” che ispirava fiducia e trasudava gentilezza… l’animo Grifondoro probabilmente colpiva ancora, rendendola affabile anche davanti a quello che un tempo aveva reso la sua vita un inferno, ma che proprio lui si ritrovasse vittima di questo suo modo di fare, non l’avrebbe mai creduto, e invece, era successo…
“Che ha fatto Astoria di preciso?”.
“Holly l’ha chiamata per avvertire che Scorpius stava male e lei ha risposto che non aveva tempo di venire a controllare suo figlio… suo figlio, ti rendi conto? Non un estraneo, non il sottoscritto, suo figlio, il che è ben diverso! Dovevi vedere com’era spaventata Holly quando è venuta a cercarmi a Leadworth, si è scusata millemila volte, perché ha lasciato Scorp solo in ospedale per avvertirmi, l’ho dovuta minacciare per impedirle di stirarsi le orecchie con la piastra per capelli di Astoria…”.
“Io non ci voglio credere, ma come si fa…”.
“E’ la stessa cosa che mi chiedo io, Blaise, davvero…” rispose Draco prendendosi la testa fra le mani in un attimo di sconforto.
“Cosa hai intenzione di fare?!” gli chiese il moro con tono professionale, entrando nel suo ruolo di legismago.
“Stavolta non posso fargliela passare così,Blaise, proprio non ci riesco…” rispose Draco alzandosi di scatto dalla poltrona e percorrendo a grandi passi il salotto “passi il rancore verso di me, ma diamine, è di suo figlio che stiamo parlando, anche un troll di montagna riesce ad essere più affettuoso con i suoi piccoli!!”.
“Dra, adesso l’importante è che la Pulce stia bene, ad Astoria penseremo dopo, ora calmati un po’, quando avrai sbollito ne riparliamo, ok?”.
“D’accordo…”.
“Ripasso più tardi, così son sicuro che trovo Scorp sveglio, tu non fare stronzate e fila in cucina a farti un caffè di quelli belli forti, ne hai bisogno!”.
“Si, mamma…”.
“Deficiente…”.
“Resti a cena con noi, zio Blaise? Sono sicuro che quel terremoto di tuo nipote, nonostante la febbre sarebbe ben lieto di giocare con te!”.
“Volentieri! A dopo!” disse Blaise e con un pop si smaterializzò.

Era appena uscito dalla cucina con in mano la sua tazza di caffè quando Astoria si materializzò nell’ingresso.
“Ciao” gli disse togliendosi il soprabito.
“Ciao…” rispose lui per pura cortesia quando sentiva la rabbia ribollirgli nelle vene in attesa di uscire, prima di andare al piano di sopra.
Era appena entrato nel suo studio, quando Astoria entra come una furia.
“Che c’è?” le chiede prevedendo una scenata nel corso dei successivi cinque minuti.
“Hai anche il coraggio di chiedermi che c’è?”.
“Beh si, visto che se non parli non lo so, e sono troppo stanco anche solo per pensare di leggerti nel pensiero!”.
Astoria, con un diavolo per capello, lo prende, lo trascina di forza davanti alla porta di camera loro e la apre.
“ECCO CHE C’E’!” disse quasi urlando indicando il bambino che dormiva beatamente nel letto dei genitori.
“E quindi? Qual è il problema?” chiese Draco curioso di cosa avrebbe risposto la moglie.
“Che cosa cazzo ci fa il bambino nel nostro letto, Draco?!”.
“Come che cosa ci fa Scorpius nel nostro letto, Astoria, ma sei idiota o cosa?” risponde lui, chiudendo la porta e pronunciando un Muffliato per evitare, visto che prevede una litigata da manuale, che le grida allarmino e sveglino il bambino.
“Qui l’idiota sei tu,casomai... te lo richiedo un’altra volta, cosa ci fa il bambino nel nostro letto?!”.
“Sta dormendo, perché fino a prova contraria stanotte è stato male ed è stato portato al San Mungo dalla sua elfa, perché sua madre, la donna che fino a prova contraria dovrebbe volergli bene più di ogni altra persona al mondo, era impegnata a fare chissà cosa e non ha reputato importante andare a vedere come stava!” sbottò Draco.
“Perché tu dov’eri, amore?” domandò Astoria cattiva, sapendo bene come fare per ferirlo “Ah, certo, tu avevi il turno di notte, perché sei così fallito che alla scuola di Medimagia hai scelto la carriera di Guaritore invece che quella di Medimago”.
“Ci risiamo, Greengrass” rispose acido Draco, chiamandola volutamente per cognome “ancora con questa storia? Devo ricordarti forse, che lo sapevi cosa facevo quando ci siamo sposati, lo sapevi perfettamente, tesoro, e nonostante questo non ti sei opposta al contratto, oppure devo pensare che ti abbiano obliviata, perché proprio non ti capisco!”.
“Ah, non mi capisci? Eh certo, poverino!”.
“Poverino un corno, Astoria, e no che non ti capisco, non ti capisco più ormai! Passi che sei incazzata con me per un motivo che tra parentesi ignoro, perché sei talmente ottusa che neanche riesci a mettere in fila un discorso di senso compiuto, mentre al mio portafogli invece, ci arrivi più che bene…”.
“Ma sentitelo…”.
“Ti conviene sentirmi bene, Astoria, perché non te lo ripeterò ancora una volta… passi che sei incazzata con me, ma questo non deve tirare in ballo Scorpius” disse stancamente “è tuo figlio, porco Salazar, perché ti comporti in questa maniera? Dove diavolo eri mentre lui aveva bisogno di te?”.
“Ma tesoro, c’era Holly con lui, era più che in buone mani!”rispose lei con una vocetta falsata, cercando di calmarlo, avvicinandosi per accarezzarlo.
“Aveva bisogno di sua madre, porca miseria, non della sua elfa!” sbottò Draco prendendola per le spalle e scuotendola “Di sua madre! Dove diavolo eri, rispondi?!”.
“Non sono cose che ti riguardano”
“Ovviamente!”.
“Ascoltami bene, fallito, dove sono, cosa faccio, non sono cose che ti riguardano, sei così fallito che hai scelto una carriera intrapresa al più da mezzosangue e hai anche il coraggio di parlare?”.
“Si, se quello che ne va di mezzo è mio figlio, e tanto per la cronaca, visto che disprezzi così tanto la mia scelta, sappi che stanotte è stato merito anche di una mezzosangue se tuo figlio è stato curato in tempo, visto che se era per te, a quest’ora di certo non era sul nostro letto che dormiva sereno!”.
“Chi cazzo è questa, ora? Chi si permette di toccare mio figlio?”.
“Ah, ora è tuo figlio?”.
“Si, razza di fallito, è mio figlio!”.
“Sai che c’è Astoria, ora mi hai proprio stufato!” rispose cercando di non afferrare la bacchetta e puntarla contro sua moglie “Se sono così tanto fallito come dici, bene, quella è la porta, addio, non intendo avere in casa una persona così ottusa come te, AMORE!”.
“Lo vedremo!” rispose lei percorrendo le scale infuriata.
“Ah, e visto che ci sei, non ti disturbare a tornare a prendere le tue cose,”concluse Draco “ma soprattutto, non ti disturbare a venire a trovare Scorpius, tanto per quel che può valere, lui una madre è come se non ce l’avesse mai avuta!”.
Astoria non si degnò neanche di rispondergli e una volta recuperato il suo giubbotto, si smaterializzò senza neanche pensare che stava lasciando suo figlio.




Oh oh oh Merry Christmas!!!

Buonsalve ragazzuole, e anche se con un paio di giorni di ritardo buon Natale!!
Ed ecco qui il rientro a casa Malfoy e come vi avevo preannunciato la volta scorsa, Astoria non poteva non entrare in scena dando il meglio di se!
E Blaise poi, ce l'ho visto proprio tanto sfottere il suo amico appena sveglio mentre se ne sta seduto in poltrona nel suo completo gessato da avvocato di successo (visione vagamente figa, gli ormoni vaganti ringraziano ^_^) che mi sono divertita un sacco a scrivere delle loro schermaglie da vecchia coppia sposata!
Nel prossimo capitolo, che sarà bello lungo verranno fuori un bel pò di cose, ed entreranno in gioco anche gli altri componenti della combriccola, tranquilli, come può esserci una storia con Herm senza Harry, Ginny e Ron? Quindi vai con lo spoiler!!!


[...]Appena smisero di ridere come due bambini, Ron che aveva la testa di Hermione poggiata sulla sua spalla e una mano ad accarezzarle i capelli le chiese quali fossero i suoi programmi futuri.
“Hai già deciso cosa fare con il corso?”.
“No, Ron, ancora no…”.
“Posso dirti come la penso?!”.
“Quando mai non l’hai fatto?”.
“Ehi!” protestò Ron mettendole il broncio.
“Sto scherzando Ronald, forza!” rispose lei dandogli un buffetto su una guancia “mamma mia come sei suscettibile quando fai così!”.
“Ha parlato quella che non se la prende mai!”.
“Ehi!” stavolta fu Hermione a protestare.
“Tornando seri, per quanto possibile, visto che è con Ronald Bilius Weasley che stai parlando, io penso che dovresti farlo Herm!”.
“Ma sono una frana a volare, e giusto per la cronaca, soffro anche di vertigini!” rispose lei cercando di scongiurare ogni tentativo di convincimento da parte del ragazzo.
“Miseriaccia donna, e secondo te io che ci sto a fare? Non per essere ma hai davanti a te il portiere dei Calabroni di Kilkenny e parola di Ronald Weasley da qui all’inizio del nuovo anno imparerai a volare, anche a costo di dover usare l’Imperius per farti salire su quella benedetta scopa!”. [...]

[...]Cambiarono completamente argomento e Ginny sfoderò il suo repertorio da pettegola che cerca di far accasare la sua migliore amica.
“E con Oliver come procede?!”.
Hermione per poco non si strozzò con la cioccolata.
“Dico Gin, hai intenzione di farmi fuori prima di poter gustare la tua cucina stasera?” con voce un po’ rauca per aver tossito più volte.
“No Herm, che dici? Solo che quando sono venuta a trovarti ho visto come ti guardava, e fidati, aveva gli occhietti così a cuoricino il nostro caro pediatra che non potevano neanche essere attribuiti ad un filtro d’amore!”.
“A proposito di visite inaspettate, indovina chi ho incontrato stanotte?”.
“Hermione Granger, non provare a cambiare discorso perché con me non attacca… comunque, qualche indizio?”.
“ Del mio anno, Serpeverde, con i capelli quasi bianchi, e una faccia da furetto…” rispose Hermione curiosa di vedere la reazione dell’amica.
“MALFOY? Che diamine ci faceva all’ambulatorio pediatrico?”.
“In realtà si trattava di suo figlio, Gin, dovevi vederlo, era veramente dolcissimo!”.
“Chi, il bambino o il furetto?”.[...]


Sperando che vi abbiano incuriosito, vi aspetto per la prossima puntata!
E infine, ma non per questo meno importante, un ringraziamento speciale va alle 5 persone che l'hanno messa tra le preferite, alla persona che l'ha messa tra le ricordate e alle 34 che l'hanno messa tra le seguite e a Zia Voldy e LyliRose per le belle recensioni!
A rileggerci!
Lisetta_Moony

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Capitolo 6
*** Matrimoni e... Nargilli ***


Buonsalve mie care fanciulle!!
Eccoci arrivati ad un capitolo importante, delirante, (spero) divertente e dall'alto tasso musicale... e per non farci mancare niente, è pieno zipillo dello spirito natalizio (l'ho scritto nei giorni di Natale ma non sono riuscita a postarlo nel periodo giusto perchè non eravamo anche al giusto punto narrativo)..
Detto ciò, vi metterò vicino alla sua posizione nel racconto il link delle canzoni, perchè in un paio di situazioni, leggere la scena con il sottofondo musicale giusto ha il suo perchè..
Quindi, dopo questo papiro di consigli per il lettore, non posso che augurarvi buona lettura e darvi appuntamento alla fine!



 
6.
Matrimoni e... nargilli
 
Dicembre

Natale si stava avvicinando e con esso il matrimonio di Neville e Luna.
Hermione e Ginny, in qualità di testimoni della sposa erano coinvolte nei preparativi e quel giorno erano alle prese con la scelta dell’abito delle damigelle.
Luna era in fibrillazione, Ginny che c’era già passava tempo prima riusciva a capirla e vedere le due amiche così esaltate lasciava la povera Hermione, che non amava passare pomeriggi in giro per negozi di vestiti, molto perplessa.
La commessa le portò in camerino e mostrò loro gli abiti che la sposa aveva selezionato tra cui poter scegliere.
“Oh mamma Gin, ti prego, dimmi che non ha scelto un qualcosa che abbia a che fare coi Nargilli…”.
“No, tranquilla, li hanno solo inseriti nelle promesse nuziali!”.
“Cooosa?!”.
“Già, non sarebbe Luna se non ci fossero i Nargilli, non trovi?”.
“E’ vero anche questo…”.
“E mi ha detto di chiederti se hai voglia di portare qualcuno con te al matrimonio…” buttò lì la rossa sperando in una reazione positiva dell’amica che cercò di cambiare argomento.
Si provarono i vestiti che Luna aveva scelto, e dopo aver sfilato davanti alla sposa, con il suo consenso, decisero quale vestito prendere.
Alla fine entrambe optarono per il solito modello, anche se in colori diversi, verde per Ginny e borgogna per Hermione, perchè come ripetuto svariate volte dalla sposa, che aveva scelto come colore del suo abito l’acquamarina “è la vigilia di Natale ed è il giorno del mio matrimonio, quindi, Nargilli permettendo, i colori smorti lasciamoli ad un altro giorno!”.
Quando l’avevano sentita rispondere così, dopo averle chiesto se non fosse meglio optare un sobrio nero visto che l’attenzione doveva essere catalizzata solo e unicamente su di lei, Hermione e Ginny scoppiarono a ridere e l’abbracciarono insieme. Luna era così, un po’ strana, un po’ svampita e con la fissa per strani animali che non esistevano se non nella sua fantasia ma era una persona dolcissima e loro le volevano bene anche per tutte queste sue stranezze.
Uscirono dal negozio e si fiondarono in un pub all’angolo dove si sedettero ad un tavolo vicino al camino dove si persero in chiacchiere.
“E dove andrete a stare dopo il matrimonio?” chiese curiosa Hermione.
Come il futuro marito, anche Luna insegnava ad Hogwarts, occupandosi di Storia della Magia dato che, l’anziano fantasma del professor Ruf aveva deciso di rassegnare le dimissioni dopo lunghi anni di insegnamento, per la gioia degli studenti.
“La McGrannit ci ha messo a disposizione un piccolo appartamento all’interno della scuola, nell’ala riservata agli alloggi dei professori… e durante le vacanze, o comunque, quando non saremo a scuola, staremo nella dependance a villa Lunatica, papà si è offerto di donarcela come regalo di nozze e non abbiamo potuto dire di no…”.

Fu proprio in una sera di dicembre, che Hermione trovò quello che sarebbe stato il suo accompagnatore per il matrimonio.
Era il primo dei due giorni di riposo poiché era smontata dalla notte ed era distrutta, nonostante avesse dormito svariate ore avvolta nel caldo tepore del piumone, il freddo la stava mettendo a dura prova e il raffreddore che si ritrovava di certo non ne giovava, così si rannicchiò sul divano con una grossa coperta di pile a guardare un po’ di televisione dopo aver acceso il fuoco nel camino.
Stava quasi per ricadere nelle braccia di Morfeo quando bussarono alla porta e non riuscendo a non sbuffare, andò ad aprire.
“Oliver!? Come mai qui a quest’ora? E’ successo qualcosa?” chiese preoccupata.
“Ciao!” rispose il giovane “posso entrare?”.
Lo fece accomodare e tornò a sedere sul divano.
“Vedo che sei un tantino influenzata eh?!” chiese lui.
“Già…” ammise lei.
Oliver appoggiò una mano sulla sua fronte per sentire la temperatura, le tastò il collo per sentire se c’erano ghiandole ingrossate e le fece aprire la bocca e tirar fuori la lingua per controllare che non ci fossero placche di alcun genere.
“Ehi…”protestò Hermione “non sono uno dei tuoi piccoli pazienti dottor Baston!”.
“Scusa, la forza dell’abitudine… e comunque so cosa ci vuole per farti stare meglio!”.
“Ti prego, non mi dire una pozione dal colore improponibile e un sapore schifosissimo…”.
“Donna di poca fede, nessuna pozione, o meglio, è una pozione si, ma fatta alla babbana!”.
Senza neanche poter replicare, lo vide andare in cucina ed armeggiare con un pentolino.
Alla fine, dopo quasi dieci minuti, ecco che Oliver si presentò con una tazza di latte caldo, con un bel po’ di miele e corretto con un goccio di Ogden invecchiato dieci anni e si sedette accanto a lei.
“Baston, hai per caso intenzione di farmi salire la ciucca nel giro di trenta secondi? Lo sai che non lo reggo benissimo l’alcool!” chiese lei osservando quello strano miscuglio nella tazza.
“Bambina, non voglio farti ubriacare, voglio solo farti passare il raffreddore che hai, sennò io come faccio ad essere di turno senza di te?”.
“Vabbè… farò finta di crederti, Doc, ma non ti ci abituare….” rispose Hermione cominciando a bere il liquido.
Sentì subito la gola pizzicare, il miele e il whisky stavano facendo il loro lavoro, e dopo aver tossito un paio di volte, sentì la testa farsi più leggera, segno che anche l’alcool non era da meno.
Così, priva di ogni barriera, posò il bicchiere vuoto sul tavolino davanti a se e poi si accoccolò ancora più vicina al collega in cerca di coccole.
“Ehi…” rispose lui stupito passandole un braccio dietro le spalle permettendole così di posare la testa sulla sua spalla e trovare una posizione comoda.
Hermione trovò il suo cantuccio dove potersi rintanare e chiuse gli occhi sentendo il sonno salire.
“Come ti senti?”.
“Ubriaca Doc, completamente ubriaca!”rispose lei con la voce impastata dal sonno.
“Che dici, ti porto su in camera così dormi un po’?”.
“Tu resti con me?!” chiese lei senza pensarci.
Oliver era stato decisamente preso in contropiede, sapeva che era l’alcool a parlare, ma nonostante ciò, non riuscì a opporsi.
“Andiamo su, intanto, poi ci ragioniamo”.
Hermione provò ad alzarsi in piedi ma sentendo le gambe cedere si aggrappò ad Oliver che la prese in braccio e si avviò verso il piano superiore dove si trovava la camera della ragazza.
Sapeva che la porta dopo quella della camera della ragazza era quella dei suoi genitori… Hermione aveva scelto di continuare a vivere in quella casa piena di ricordi di un’infanzia felice specie adesso che per come erano andate le cose in Australia, era l’unica cosa che le restava di loro.
Entrò in camera e dopo averla depositata sul letto, la chiamò perché collaborasse per riuscire a sgusciare sotto le lenzuola e una volta che le ebbe rimboccato le coperte cercò di allontanarsi quando si sentì trattenere per una manica.
“Oliver…resta” disse quasi farfugliando con la voce impastata di sonno spostandosi per fargli spazio “ti prego, non mi lasciare anche tu…”.
“Bimba dormi adesso, non ti lascio, tranquilla” rispose lui lasciando che le si accoccolasse addosso prima di prendere ad accarezzarle i capelli.
Voleva bene ad Hermione, era una persona speciale per lui e anche se ad occhi esterni poteva sembrare che ci fosse qualcosa oltre l’amicizia, entrambi sapevano che non era così.
Certo, battibeccavano come una vecchia coppia sposata, non passava giorno che non si punzecchiassero ma erano entrambi un porto sicuro per l’altro in un modo diverso da come poteva esserlo Harry per Hermione, ma in ogni modo le voleva bene ed era diventata una parte importante della sua vita.
Era stato uno dei pochi a cui aveva raccontato tutto, a cui permetteva di punzecchiarla nel vano tentativo di farla ragionare e uscire da quella trincea di dolore che si era costruita attorno e l’ammirava per questo suo essere forte, una vera Grifona, coraggiosa, tenace, che si trasformava in un simpatico Ungaro Spinato solo se la si faceva arrabbiare parecchio.

La mattina dopo Hermione venne svegliata da qualcuno stava cercando di svegliarla facendo leva sui suoi sensori intercetta caffè.
Aprì un occhio, si guardò intorno e vide Oliver che sorridendo teneva in mano un vassoio con una tazza di caffè, un piatto con delle fette biscottate imburrate e con la marmellata di fragole e un piccolo fiore che aspettava solo un colpo di bacchetta per cominciare a cantare.
“Alleluja, vedo che ancora reagisci all’odore del caffè, è un buon segno!” esordì allegro Oliver.
“Abbassa la voce, ti prego… mi sta scoppiando la testa, neanche m’avessero lanciato una bombarda maxima!”.
“E incazzosa come un Petardo Cinese con la luna storta, non potevo chiedere di meglio!” continuò imperterrito il pediatra.
Hermione si tirò su a sedere consapevole che se non l’avesse assecondato Oliver era capace di continuare all’infinito e lo guardò un attimo dandogli il buongiorno.
“Oh bene! Bentornata tra noi Herm!” rispose lui posandole il vassoio sulle ginocchia.
Non fece in tempo a prendere la tazza del caffè che il fiore prese vita e iniziò a cantare “Good Morning” nella versione di Cantando sotto la Pioggia, uno dei film preferiti del giovane pediatra.(https://www.youtube.com/watch?v=qu4v5hB1dKk)
Ancora si ricordava quando, una volta che era particolarmente giù, uscendo alla fine del turno di lavoro sotto una pioggia incessante, Oliver si era presentato di fianco a lei tenendo in mano un ombrello e aveva cominciato a cantare la canzone ballando intorno ad un lampione come faceva l’attore nel film originale.
Non riuscì a non trattenere una risata vedendo il fiore che ballava intorno alla zuccheriera e Oliver seppe di aver fatto centro.
“Grazie Doc, davvero… spero di non essere stata troppo molesta stanotte…” gli disse infine prima di addentare una fetta biscottata.
“I miei stinchi la ringraziano per il gentil pensiero mia soave donzella” replicò Oliver con nonchalance “si da il caso che non siate stata affatto molesta, se è questo che vi turba, al contrario! Certo,vi siete rigirata neanche aveste un’Acromantula che balla il tip tap a farvi compagnia tra le coperte un minuto si e l’altro pure, russavate come una motozappa, ma niente che un Muffliato non possa risolvere!”.
“Oh messere, ve l’hanno mai detto che siete un’idiota di prima classe quando fate così?!” rispose Hermione trattenendo a stento le risate sapendo che il collega quando ci si metteva era un vero burlone.
“Ma certo, mia diletta, sapete che non riuscirei a sopravvivere se non me lo rammentaste un giorno si e l’altro pure!”.
“Ehi il mio era un discorso serio!!” protestò la riccia.
“Anche il mio” rispose Oliver.
“Davvero Oliver, grazie…”.
“Ancora con questa storia? Io e te siamo amici o no?!”.
Hermione fece un cenno affermativo con la testa.
“E allora per una volta vedi di ficcarti in quella tua testolina così brillante ma altamente cocciuta, che gli amici servono a questo e non ti devi vergognare se ti affidi a loro in un momento di debolezza!”.
“Lo so ma…”.
“Niente ma, non sarei rimasto con te tutta la notte a farmi tirare calci negli stinchi se non avessi voluto, quindi piantala di farti pare mentali dove non servono!” le disse infine sedendosi vicino a lei e fregandole una fetta biscottata non senza che lei protestasse.
“Capito… a proposito, ho una cosa da chiederti…”.
“Sono tutto orecchi…spara!”.
“Hai da fare il pomeriggio della Vigilia?”.
“Cos’è, vuoi portarmi in giro per vetrine per fare gli ultimi acquisti?!” chiese l’uomo.
“No, idiota di un Baston, l’intenzione è quella di andare ad un matrimonio!”.
Oliver la guarda un attimo stupito e poi comincia a chiedere dettagli.
“E chi sarebbero gli sposi? Li conosco?”.
“Uno è Neville Longbottom, te lo ricordi?” chiese lei.
“Certo che me lo ricordo Herm, è stato uno dei nostri no?!” rispose lui “e la sposa?”.
“Luna Lovegood, Corvonero…”.
“Si, mi sembra di ricordare qualcosa che aveva a che fare con quel giornale, Il Cavillo..”.
“Infatti, è il giornale del papà di Luna e lei prima di andare ad insegnare ad Hogwarts per sostituire il professor Ruf era la caporedattrice!”.
“Ruf?! Finalmente ce l’hanno fatta a sostituirlo, era soporifero in una maniera assurda, lui e la sua nenia continua quando spiegava la rivoluzione dei folletti irlandesi!”.
“Non me lo ricordare guarda, amavo la sua materia ma quella nenia lamentosa proprio mi dava sui nervi!”.
“Senti senti, anche la secchioncella per antonomasia era intollerante alle nenie!”.
“Già, l’avresti mai detto?!” rispose lei tirandogli un pugno sulla spalla.
“Ehi… tornando a noi, davvero vuoi che venga con te?”.
“Te l’avrei chiesto altrimenti?!”.
“E dimmi, questo comporta che andiamo vestiti coordinati?!”.
“Ovvio Doc, è dell’accompagnatore della damigella d’onore che stiamo parlando, mica del primo che passa!!”.
“WOOOOW! E dimmi un po’, di che colore è il tuo vestito?”.
“Borgogna caro, quindi una bella cravatta del solito colore non te la leva nessuno!”.
“Rosso grifondoro, non potrei chiedere di meglio!”.
“Infatti, e poi così potrai fare colpo su qualche invitata carina!”.
“Si d’accordo, ma per il primo giro di pista sei prenotata, cara la mia salsera!”.
Hermione arrossì e sorseggiò il suo caffè immaginandosi la scena e non riuscendo a trattenere un sorriso.
“D’accordo Doc, vada per il primo giro, che sia salsa o meno, non sia mai che tu ti impunti e mi faccia frullare come una pazza per tutta la sala solo per ripicca!”.
“Ovvio che lo farò… passando ad altro, ti va di accompagnarmi a fare shopping uno di questi giorni? Visto che ci sono, ne approfitto per comprarmi una camicia e una cravatta nuova e mi serve un tuo consiglio!”.
“Certo!” rispose Hermione.

Arrivarono così al giorno del matrimonio di Neville e Luna, Hermione era a Villa Lunatica già dalla sera prima dove insieme a Ginny e alla sposa ne aveva approfittato per fare un pigiama party pre-matrimonio come Merlino comanda e aveva detto al suo accompagnatore di presentarsi per le 17 così che lei potesse controllare che fosse impeccabile nel suo completo e appuntargli un fiore borgogna all’occhiello della giacca.
Oliver entrò in casa e trovò un agitatissimo Neville, seguito dai suoi due testimoni, Harry e Ron che cercavano di tranquillizzarlo perché non lo vedevano così in palla dai tempi in cui il temutissimo Piton occupava ancora la cattedra di Pozioni.
Salutò i tre e dopo aver chiesto indicazioni su dove poter trovare le ragazze, salì al piano di sopra.
Bussò alla porta della camera della sposa e per poco non si ritrovò addosso una fattura orcovolante di Ginny, convinta fossero ancora i tre uomini che cercavano di fare irruzione in camera.
Hermione lo vide e dopo aver chiesto alla rossa di non metterle fuori combattimento il cavaliere, andò verso il giovane.
“Ciao Doc!” esordì andandolo ad abbracciare per poi staccarsi e osservarlo con occhio critico “Woooow Oliver, stai una favola!”.
Lui le prese la mano e le fece un piccolo inchino prima di farle fare una giravolta.
“Beh Herm, lasciatelo dire ma anche tu non sei da meno!” le disse infine.
Ginny e Luna li osservavano senza dire niente convinte che prima o poi sarebbe successo qualcosa tra quei due che si giravano intorno incessantemente senza sapere come stavano davvero le cose.
Infine Hermione fece comparire un piccolo bocciolo rosso borgogna come il suo vestito e lo appuntò nel taschino della giacca di Oliver.
“Ecco, ora sei ufficialmente pronto!” gli disse.
“D’accordo, allora ti aspetto giù!”.

(https://www.youtube.com/watch?v=hQrheZTpvNM)
Neville era giù al suo posto sul palchetto dove Kingsley avrebbe celebrato il matrimonio e batteva ritmicamente il piede in preda all’ansia.
Sulle note della versione di Winter Wonderland cantata da Aretha Franklin, tanto per non perdere lo spirito natalizio, fecero il loro ingresso le due damigelle della sposa fasciate nei loro due abiti e una volta arrivate al loro posto, ecco che al braccio di un emozionatissimo Xenophilius fece la comparsa una bellissima Luna Lovegood nel suo vestito acquamarina, con al collo l’immancabile collana di tappi di burrobirra.
Augusta Longbottom aveva provato a spiegarle che una collana di quel genere non si abbinava bene ad un abito da sposa ma Luna era stata irremovibile, non voleva alcun girocollo di perle o altro, solo la sua collana di tappi di burro birre!
Arrivata al cospetto del Ministro, Luna prese la mano del suo (ancora per poco) futuro marito, che l’aiutò a salire lo scalino e poi la cerimonia ebbe inizio.
La cerimonia entrò nel vivo con le promesse degli sposi che riuscirono a strappare un sorriso e a far scappare una lacrimuccia di commozione più volte e quando arrivarono a ripetere le formule di rito, Hermione e Ginny così come la maggior parte dei vecchi compagni di scuola del loro anno riuscirono a stento a trattenere una risata.
“Io Luna, accolgo te Neville come mio sposo, prometto di esserti fedele sempre, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, di non essere gelosa delle tue adorate mandragole e di ogni tipo di pianta con cui hai a che fare, di non arrabbiarmi se dovrò essere la tua ricordella personale, di amarti e onorarti per tutti i giorni della mia vita finchè morte non ci separi” disse Luna emozionata non distogliendo lo sguardo dal suo sposo.
“Io Neville,” rispose lui cercando di non balbettare per l’emozione, “accolgo te Luna come mia sposa, prometto di esserti fedele sempre, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, di non essere geloso dei tuoi amatissimi Nargilli anche se non riesco a vederli, di non arrabbiarmi se continueranno a far sparire continuamente le tue scarpe da ginnastica e di amarti e onorarti per tutti i giorni della mia vita finchè morte non ci separi”.
Kingsley li guardò un attimo divertito, poi chiese ai testimoni le fedi, così che potessero procedere con lo scambio degli anelli prima di pronunciare il voto infrangibile. Perché se c’era un’altra cosa su cui gli sposi non avevano voluto sentire commenti sterili, era sul fatto che avrebbero pronunciato un voto infrangibile al termine del rito, così da rendere il loro matrimonio inscindibile… in fin dei conti si amavano, e tanto, ed erano sicuri di questo loro amore per quale motivo avrebbero mai dovuto anche solo pensare che un giorno potrebbero voler divorziare?!
Al termine, una volta scambiati gli anelli, due semplici cerchietti di oro bianco, e aver pronunciato il voto infrangibile,proclamandoli ufficialmente marito e moglie, Kingsley si schiarì la voce richiamando l’attenzione dei presenti.
“Ed è con immenso piacere che vi presento il signor e la signora Longbottom, ora Neville, puoi baciare la sposa!” disse sorridendo ai due giovani coniugi.
E Neville non se lo fece certo ripetere due volte, prese Luna e la baciò alzandola da terra mentre lei gli passava le mani tra i capelli e aveva un sorriso a trentasei denti.

La cena fu deliziosa, le damigelle e i testimoni più Oliver ed Ellie una simpatica Corvonero compagna di stanza di Luna ai tempi della scuola si ritrovarono al solito tavolo e trascorsero una serata in chiacchiere.
Dopo il taglio della torta ecco che un Dean Thomas nelle vesti di DJ fece partire la musica e si apprestò a fare da speaker come ai tempi delle partite di quidditch.
“Buonasera signori e signore e ben trovati!!” disse attirando l’attenzione dei presenti “sapete, quando il mio amico Neville mi ha detto che si sposava per poco non ci rimanevo secco, ma quando mi ha detto chi era colei che si apprestava a diventare la signora Longbottom, quasi non riuscivo a crederci… perciò fatemi sentire le vostre voci signori e signore perché per la prima volta, su questa pista, ecco a voi il signor e la signora LOOOONGBOTTOM!!”
(https://www.youtube.com/watch?v=OKrqC8Ko0H4)
Fece partire la canzone scelta dagli sposi, Baby it’s cold outside,nella versione di Michael Bublè con Anne Murray che prese tutti in contropiede, soprattutto Hermione che dopo averla riconosciuta inizio a dondolare sul posto poi prese la bacchetta ed evocò delle piccole lucciole che volteggiassero intorno agli sposi a tempo di musica.
Le luci si abbassarono illuminando solo gli sposi, ma Luna e Neville non vi fecero caso e passarono tutto il tempo della canzone stando abbracciati e pestandosi i piedi di tanto in tanto.
Finito il primo ballo, Dean continuò con canzoni a tema natalizio, ed Hermione venne trascinata da Oliver a ballare.
“Dai Doc….”
“Dai Doc cosa? Sbaglio o ti avevo prenotato per il primo giro? Beh… è il momento di riscuotere la prenotazione!” rispose lui sfoggiando un sorriso enorme porgendole una mano.
(https://www.youtube.com/watch?v=bnIqLlBwzrc )
“E va bene, va bene!!” ribattè Hermione lasciandosi portare in pista dove stavano passando “Rockin’around the Christmas Tree” e Oliver iniziò a fare un po’ l’idiota a tempo di musica facendole fare un sacco di giravolte.
Hermione non poté fare a meno di mettersi a ridere mentre ballavano per le facce divertenti fatte dal collega che si era calato perfettamente nella parte del Tony Manero della situazione decidendo di seguirlo divertendosi un sacco quando lui prese a fare dei gesti stile velina.
Poi Hermione andò da Dean e suggerì una canzone che le piaceva tanto, Shake up Christmas dei Train e una volta recuperata Ginny si avvicinarono a Luna per un ballo a tre a cui presto si unirono anche le altre ragazze che erano state del loro vecchio gruppo a scuola.
(https://www.youtube.com/watch?v=J-8VCL4uSUc)
Quando partì il ritornello poi si unirono anche gli uomini e si ritrovarono tutti in un grande girotondo al centro del quale infine vennero spinti gli sposi che ripresero a ballare abbracciati.
Dopo qualche altra canzone Hermione venne intercettata da Harry mentre Ginny ballava con Neville e Ron con Luna sulle note di “Christmas Lights” dei Coldplay, uno dei gruppi babbani che più piacevano alla ragazza.
(https://www.youtube.com/watch?v=F3SKLqywpCY)
Le era sempre piaciuta quella canzone e l’atmosfera che si era creata era veramente suggestiva.
Harry la tenne stretta mentre ballavano e lei non riuscì a non sorridere della goffaggine del suo cavaliere che nonostante tutto la fece volteggiare senza (quasi) mai pestarle i piedi.
“Sei stupenda stasera Herm, davvero!” disse Harry con un sorriso dolce.
“Anche tu non sei male Harry” rispose lei.
“Occhio a non farti sentire da Baston sennò mi tira un bolide in testa tempo due!”.
“Che dici, Oliver è solo un collega…”.
“Eppure state così bene insieme…”.
“Mi fa ridere, mi capisce al volo ma non è niente di più di un caro amico…”.
Harry non aggiunse altro, e una volta arrivato al termine della canzone, prima di congedarsi l’abbracciò e le diede un bacio in fronte.
“Ti voglio bene Hermione” le disse.
“Anche io Harry” rispose lei accarezzandogli una guancia “dai torniamo a sedere che altrimenti tua moglie ti da per disperso!”.
“E chi la sente poi, con gli ormoni in subbuglio che si ritrova la fattura orcovolante le riesce anche meglio!”.
“Ecco appunto, quindi vediamo di non renderla necessaria va!”.



Moony's corner

Ed eccoci arrivati alla fine del sesto capitolo, che ne pensate?
Io personalmente mi sono divertita un sacco a scrivere delle promesse nargillose, d'altra parte non potrebbe essere Luna se non avesse una collana di tappi di burrobirra (e le è andata bene che nonna Longbottom non c'abbia lasciato le penne) e i Nargilli perennemente in testa, così come Neville non sarebbe Neville senza le mandragole (anche se spero bene per la sua sposina che stavolta si metta i paraorecchi altrimenti va ko tempo due ancora una volta)
Oliver ed Hermione... che dite, apriamo le scommesse?! Sarà davvero così, rimarranno solo amici?
Zia Voldy nelle recensioni mi ha chiesto se fosse previsto l'avvistamento di un furetto albino durante il matrimonio, come avete potuto leggere non è andata così ma non disperate, perchè il prossimo capitolo sarà decisamente furetto-centrico

E ora...angoletto spoiler!!!

[...]“Dra, cos’è che ti preoccupa?” gli chiese guardandolo dritto negli occhi.
“E se non dovesse andare bene? E se decidessero che Scorp deve stare con lei?”.
“Frena, respira e finiscila con queste cazzate, sembri quasi un Grifondoro!”[...]

[...]“Cosa vuoi dire Dra, mica vorrai trasferirti in Nuova Zelanda?!”.
“Santissimo Salazar che balla la mazurka Blaise, ma perché devi essere così melodrammatico?!”.
“Eh vedrai, tu giochi a fare il criptico come niente fosse! Forza, fuori il rospo o giuro che ti faccio ballare il tip tap per i prossimi tre giorni tant’è vero che mi chiamo Zabini, Blaise Zabini!”.
“Si, e magari hai anche la licenza di uccidere e sei in servizio per conto della McGrannit… guarda che lo so che non è farina del tuo sacco, 007 dei miei calderoni!”.[...]

[...]“non è una figata? Voglio dire, farei il mio lavoro,che amo, unendolo all’altra mia passione che è il volo…”
Blaise lo guardò un attimo e sorrise.
“Che c’è? Sembro idiota vero?”.[...]


Quale sarà il progetto di Draco? Si aprono le scommesse!

Un grazie a chi ha letto, a chi ha recensito (Sinisa e Zia Voldy), chi l'ha messa tra le seguite, le preferite e quelle da ricordare, siete semplicemente MI-TI-CI!!
A rileggerci settimana prossima con il nuovo capitolo
Lisetta_Moony

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Capitolo 7
*** Il divorzio ***


Buonsalve mie dolci fanciulle, non ho intenzione di tediarvi con il papiro dei consigli del lettore, le cose cominciano a delinearsi e capirete qualcosa del progetto che io e il mio compare, il criceto stiamo architettando per questa storia (siamo un pò tipo Mignolo col Prof, cerchiamo di conquistare il mondo...ehm, no, che cerchiamo di buttar giù una bella storia) quindi non mi resta che augurarvi una buona lettura e darvi appuntamento al termine del capitolo...
7.

Il divorzio
 
Blaise Zabini era un avvocato divorzista.
Blaise Zabini era un avvocato divorzista fottutamente bravo e il fatto che il suo cliente quella volta fosse come un fratello per lui lo rese ancora più inarrestabile di quanto non potesse risultare seguendo la causa di un cliente normale.
Fu in un giorno di Dicembre che si presentò in tribunale per seguire l’udienza per il divorzio di Draco e l’affidamento della pulce.
Per quanto Astoria avesse provato ad infamare l’ormai quasi ex marito, cercando di addebitargli la separazione, Blaise aveva prodotto un bel po’ di prove contro di lei e il fatto che avesse lasciato il figlio rendendosi irreperibile proprio nel momento in cui ogni bambino aveva il sacrosanto diritto alle attenzioni della propria madre, riuscì a far pendere l’ago della bilancia verso una loro vittoria.
Erano in attesa che il giudice emettesse il suo verdetto, non tanto sul divorzio quanto sul termine dell’affidamento di Scorpius e pregò che le prove prodotte e i testimoni sentiti bastassero.
Draco percorreva avanti e indietro il corridoio dove si trovava l’aula, come un’anima in pena e Blaise, stanco di vederlo così agitato gli si piazzò davanti.
“Dra, cos’è che ti preoccupa?” gli chiese guardandolo dritto negli occhi.
“E se non dovesse andare bene? E se decidessero che Scorp deve stare con lei?”.
“Frena, respira e finiscila con queste cazzate, sembri quasi un Grifondoro!”
“Ehi!!!” protestò il biondo.
“Ecco appunto, primo, andrà tutto bene, non ti dimenticare che io sono discretamente bravo nel mio lavoro, ed essere un bastardo serpeverde fino al midollo lo sai anche tu quanto in questi casi si riveli utile e secondo, un giudice che dopo aver sentito quello che è stato detto affidasse un bambino ad un essere come Astoria o è sotto imperius o ha una colonia di avvincini al posto del cervello!”.
“Ma se…”.
“Dra, niente ma e niente se, dovesse andar male, ci appelliamo e ti assicuro che non mi darò per vinto fintanto che la pulce non verrà affidata a te, anche a costo di farmi radiare dall’ordine degli avvocati! Non sei da solo zuccone che non sei altro, ci siamo noi insieme a te e anche se è di sua sorella che stiamo parlando, persino Daphne è dalla tua parte ” concluse Blaise.
Draco rimase un attimo senza parole, non si aspettava che sua cognata parteggiasse così per lui, perché come aveva ben detto Blaise, nonostante fossero sorelle, le due Greengrass erano come il giorno e la notte
Fin dai tempi di Hogwarts Daphne era stata prima di tutto una buona amica, forse una di quelle poche persone che riusciva ad andare oltre la corazza da “Io sono Draco Malfoy il Principe delle Serpi” che il ragazzo portava costantemente celando ai più il vero Draco e che gli voleva bene senza avere secondi fini come quello di infilarsi nel suo letto al contrario della metà della popolazione femminile del castello.
Era stata entusiasta quando Draco aveva comunicato la sua decisione di seguire il corso di Guaritore, vedendo quanto questa decisione lo rasserenava e attenuava il suo senso di colpa per essere stato manipolato dal padre negli anni di scuola e durante la guerra e la incuriosiva quando, andando a trovare la sorella, lo trovava in biblioteca, davanti al fuoco, immerso nello studio di quei testi specifici, pieni di immagini e descrizioni che di tanto in tanto, si fermava a leggere sbirciando oltre la spalla del cognato.

Seduto al tavolo davanti al camino, stava studiando per l’esame di medicina interna, uno degli esami più tosti e complessi del corso di studi, con un programma lungo quasi quanto l’intero volume di Storia di Hogwarts, quando avvertì che c’era qualcuno alle sue spalle e un sorriso comparve sule sue labbra.
“Te l’hanno mai detto che non potresti mai fare il killer di professione Daph?”.
Lei sorrise e gli diede uno scalpellotto sul capo suscitando le proteste del biondo.
“Si, di tanto in tanto… che studi?”.
“Medicina interna…”.
“Ed è interessante?”.
“Ti dispiace se resto un po’ qui con te? Di là Astoria e mia madre stanno tenendo una delle loro discussioni da manuale Greengrass e io rischio di avere una reazione avversa e ricoprirmi di pustole”.
“Scorpius?” chiese Draco trattenendo una risata pensando alla vena melodrammatica della ragazza.
“E’ su che dorme, ma visto che è crollato non avevo più la scusa per assentarmi, e quindi son venuta a chiedere asilo al mio cognato preferito”.
“E io sarò lieto di accogliere la tua richiesta” le disse invitandola a sedere vicino a lui.
“Te l’ho mai detto che ti voglio bene zucca dura?”.
“Di tanto in tanto…”.
“Già, non sia mai che io vada ad ingigantire l’ego del principe delle serpi più di quanto non lo sia già”.
“E io te ne sono grato, mia regina di ghiaccio, perché non potrei desiderare un’amica migliore di te”.

Voleva bene a Draco, ma non si era mai avvicinata a lui per altri motivi se non quelli dettati dall’affetto fraterno perché il suo cuore apparteneva da sempre a Blaise, che viveva l’amicizia tra i due serenamente, sapendo cosa li legava.

Il cancelliere li avvertì che potevano rientrare e prima di riavvicinarsi alla porta, Blaise guardò l’amico e gli diede una pacca sulla spalla invitandolo ad entrare.
Una volta ripreso il loro posto, il giudice entrò e cominciò ad esprimere il suo giudizio.
“Per tanto, si procede ad accettare la richiesta di divorzio dei qui presenti Draco Lucius Malfoy ed Astoria Valerie Greengrass, autenticando le firme apposte sugli appositi moduli precedentemente compilati” disse puntando la bacchetta sui fogli firmati dai due rendendo il documento valido a tutti gli effetti.
“Per quanto concerne l’affidamento del minore Scorpius Hyperion Malfoy, si dispone che sia affidato alle cure paterne, la signora Greengrass avrà diritto di visita ogni quindici giorni previo accordo con il signor Malfoy, avrà diritto di essere informata delle decisioni riguardo all’educazione del figlio ma non potrà espletare la propria potestà genitoriale al riguardo.”
Draco non riuscì a realizzare immediatamente quanto aveva detto il giudice, poi sentì Blaise abbracciarlo prima di dargli una pacca sulla spalla e tornò alla realtà.
Ce l’avevano fatta, non solo quella zecca di Astoria ora non era più una Malfoy, ma sarebbe stata fuori dalla sua vita e da quella di Scorpius il più possibile, il che non avrebbe fatto grande differenza per il bambino visto il costante assenteismo della madre.
Astoria se ne andò senza neanche dire niente, senza neanche preoccuparsi di Scorpius, confermando ancora una volta il suo essere priva di ogni tipo di attaccamento per suo figlio, uscendo definitivamente dalla sua vita.

Appena uscirono dal tribunale, i due serpeverde si concessero una sosta al pub dove, vista l’ora, decisero di pranzare e brindare al successo appena raggiunto.
Si sedettero ad un tavolo e mentre aspettavano le loro ordinazioni, sorseggiando una birra e sgranocchiando noccioline, fecero quattro chiacchiere.
Parlarono di come sarebbe stata la vita del biondo da quel momento in poi e Blaise gli chiese che cosa avesse intenzione di fare.
“Ancora non lo so Blaise, ma c’è un progetto che mi incuriosisce un po’ a dire il vero, e visto che sia io che la pulce stiamo affrontando un cambiamento non indifferente, perché non cambiare del tutto, drasticamente?”.
“Cosa vuoi dire Dra, mica vorrai trasferirti in Nuova Zelanda?!”.
“Santissimo Salazar che balla la mazurka Blaise, ma perché devi essere così melodrammatico?!”.
“Eh vedrai, tu giochi a fare il criptico come niente fosse! Forza, fuori il rospo o giuro che ti faccio ballare il tip tap per i prossimi tre giorni tant’è vero che mi chiamo Zabini, Blaise Zabini!”.
“Si, e magari hai anche la licenza di uccidere e sei in servizio per conto della McGrannit… guarda che lo so che non è farina del tuo sacco, 007 dei miei calderoni!”.
“E da quando si diventato così esperto di film babbani?”.
“Sai com’è, Ian Fleming non è poi così male come scrittore e un po’ mi affascina questa cosa dell’agente segreto…”.
“Si, ma stai divagando Malfoy e bada bene che con me non attacca, cos’hai in mente?”.
“Ma niente Blaise, stanno riorganizzando il sistema dei Pronto Soccorso e hanno visto che sul territorio il servizio Medimago Express non basta, così nell’ottica della riorganizzazione delle risorse hanno deciso di attivare anche delle unità composte da due Guaritori, tutto coordinato da una centrale che in base alla gravità della situazione decide se mandare i Guaritori o il Medimago… di conseguenza hanno organizzato un corso di formazione, della durata di diciotto mesi in cui i candidati verranno addestrati a quello che il loro nuovo lavoro…” spiegò Draco gesticolando mentre spiegava il tutto all’amico “non è una figata? Voglio dire, farei il mio lavoro,che amo, unendolo all’altra mia passione che è il volo…”
Blaise lo guardò un attimo e sorrise.
“Che c’è? Sembro idiota vero?”.
“No, stavo pensando che anche da mia nonna, a Verona, c’è una cosa del genere, i babbani hanno anche un numero che se lo componi dopo poco ti mandano i soccorsi, una roba tipo 118 se non ricordo male…”.
“Ah davvero? E com’è?!”.
“Questo non te lo so dire fratello, però se vuoi sguinzaglio mia cugina Serena e ti faccio mandare un po’ di materiale via gufo!” rispose il moro “tornando a noi, hai già deciso?”.
“Ho compilato la domanda ma non l’ho ancora spedita…”.
“E cosa stai aspettando? Quando scade il termine di iscrizione? Quando inizierebbe? Dove lo fanno?”.
“Calma calma, Blaise, respira, ossigena il tuo neurone, non vorrai mica farlo diventare ipossico, no? Lo fanno al San Mungo, la domanda la devo mandare entro il cinque gennaio, il corso inizia i primi di febbraio e cosa sto aspettando? Non lo so, mia madre ha detto che non ci sono problemi, mi darà lei una mano con Scorp però boh…”.
“Non ci voglio credere, Draco Malfoy che è indeciso su cosa fare, non avrei mai pensato potessi vivere tanto a lungo la fine del mondo deve essere veramente vicina!!” commentò Blaise ridendo prima di ritornare serio “Davvero Dra, io penso dovresti accettare, un cambiamento radicale non può che farvi bene!”.

Una volta rientrato a casa dopo aver terminato il pranzo con Blaise, Draco si mise a sedere in salotto e davanti al camino dove un fuoco scoppiettante gli teneva compagnia, continuò a riflettere sulla grande decisione che lo stava aspettando.
Fu così che Narcissa lo ritrovò dopo aver messo a dormire il nipotino per il sonnellino pomeridiano e senza fare rumore si mise a sedere vicino a lui e gli accarezzò dolcemente i capelli.
Si fece raccontare dell’udienza di quel mattino senza smettere di carezzargli i capelli dandogli modo di accoccolarsi posando la testa sulla sua spalla sapendo che dietro la corazza di uomo intoccabile si celava un Draco più fragile che difficilmente faceva capolino.
“Cos’hai deciso di fare tesoro? Del corso al San Mungo intendo…”.
“Vorrei fare domanda mamma, anche se non so bene come poter fare con Scorpius”.
“Draco te l’ho già detto, se per te va bene a me non dispiace badare al bambino, d’altra parte le nonne servono proprio a questo!” rispose lei fissandolo negli occhi “e se posso dirla tutta, se sei convinto che questa cosa faccia per te, perché mai non dovresti farla?”.
“Non lo so, già il divorzio, Astoria che non si sa come si comporterà, non vorrei fossero troppi cambiamenti tutti insieme…”.
“Per la barba di Merlino tesoro, non devi dubitare di te stesso” gli disse Narcissa “e non perché come dice quel decerebrato di tuo padre sei un Malfoy, o almeno, non solo ed esclusivamente per quello ma perché so che ce la puoi fare, devi solo avere più fiducia in te stesso amore mio, non chiuderti a riccio… prenditi del tempo, rifletti e quando sarai pronto, saprai qual è la scelta più giusta da fare…”.
“Ti voglio bene…” le rispose infine Draco prima di dare un bacio in fronte alla madre e alzarsi per andare nel suo studio.
“Anche io tesoro…”.
Arrivato nel suo studio prese la cartelletta dove teneva la domanda di iscrizione al corso e dopo averla compilata la consegnò ad Anacleto, il suo gufo, con l’ordine di consegnarla all’ufficio protocollo del San Mungo.
Stava facendo la scelta giusta, si disse alla fine guardando il piccolo pennuto alzarsi in volo, un cambiamento non poteva che fare bene.
Ancora non sapeva che presto ne avrebbe avuta la conferma.
 



Moony's corner


Buonsalve (di nuovo) mie dolci fanciulle!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e che il progetto non sia risultato troppo arzigogolato da capire, in tal caso, sono pronta a rispondere ad ogni vostra domanda!
Come ho già risposto in qualche recensione, la storia prende forma da quella che è la mia esperienza di studente infermiere nel corso dei tirocini in reparto, ed essendo quello in pronto soccorso uno di quelli che ho amato di più, e facendo servizio sulle ambulanze, il contesto della storia viene fuori da se.
A proposito di studio, cercherò di essere il più puntuale possibile, ma ci è stato detto che dal 10 al 23 marzo ogni giorno è papabile come giorno di laurea, ed essendo la scadenza imminente e la burocrazia una brutta bestia come questa settimana che ci ha mandato nel panico (perchè i laureandi sono come le persone con patologie croniche, ci son dei periodi che si riacutizzano e nel caso dei laureandi infermieri sono i periodi che precedono marzo e ottobre quando abbiamo la sessione di laurea) ed essendo che si diverte a rincorrerti come non avesse altro da fare(un mese prima fai la domanda, 15 giorni prima porta i libretti, rincorri i coordinatori per fare la parte sperimentale della tesi, elabora i 150 questionari, scrivi una tesi che abbia un senso logico, dai l'ultimo esame e prega che le date tornino), può darsi che tra un pò rallenti con la pubblicazione, ma non c'è bisogno di impanicarsi (se così si dice, sennò ho appena coniato un nuovo termine), perchè ho altri 2 capitoli pronti e conto nei prossimi 15 giorni di portarmi avanti con la scrittura, quindi non disperiamo ma nel caso in cui io salti qualche appuntamento sapete già perchè...
Tornando a noi, dopo il papiro di scuse anticipate dell'autrice in procinto di laurea, che ne pensate di questo capitolo?
Mi sono divertita a pensare a Draco e Blaise come una vecchia coppia che litiga e Zabini che cita Bond, rimanendo stupito che l'amico conosca la letteratura babbana, oppure a vederli chiacchierare fuori dall'aula cercando di stemperare la tensione, perchè gli amici servono a questo,anche a dirti che stai andando in paranoia tirando fuori le tue insicurezze che ti fanno somigliare ad un tenero grifondoro nel caso del nostro biondo.
Astoria sembra che finalmente ce la siamo tolta di torno, ma sarà del tutto vero? Le scommesse sono aperte! ;)
Passando al prossimo capitolo, vi lascio qualche spoiler (che come mi ha fatto notare Sinisa, hanno la capacità di attentare alla sua salute provocando crisi di curiosità, cosa che mi onora perchè vuol dire che non sono una schifezza totale), quindi, rullo di tamburi....
[...]“Scorretta sei, mia giovane Padawan, sputare il rospo tu devi, o come Yoda a parlare continuerò…” rispose Oliver.
“Almeno posso capirti, pensa tu avessi scelto di fare come Chube, allora si avremmo avuto qualche problema!” rise lei “ora piantala, è arrivata la lettera dal coordinamento, mi hanno presa!!!!”[...]

[...]“Non ti preoccupare Hermione, abbiamo appena avuto disposizioni al riguardo” le disse la donna “un collega proveniente dall’ospedale di Leadworth, anche lui iscritto al tuo corso, entrerà a far parte del nostro staff così da coprire qualche turno rimasto scoperto”.
Hermione si chiese chi fosse questo nuovo acquisto e sperò che non fosse un borioso e saccente Guaritore con le manie di grandezza perché non avrebbe tollerato deliri di onnipotenza in casa sua da parte di un nuovo arrivato.[...]

[...]Gli sembrava di essere tornato ad Hogwarts, nell’aula di Trasfigurazione, regno indiscusso di Minerva McGrannit e sorrise al ricordo, poi il suo sguardo si posò sulla prima fila e si chiese se anche lì ci sarebbe stata una so-tutto-io della situazione come era stata la Mezzosangue a scuola.[...]

[...]Hermione uscì dall’aula chiacchierando con Matt quando si sentì chiamare.
"Mezzosangue?!"[...]


Infine, ma non per questo meno importanti, ecco i ringraziamenti:
alle 6 persone che hanno recensito lo scorso capitolo: bimbe mi ha fatto davvero piacere vedere che l'avete apprezzato, anche se ho attentato alla vostra vita facendo andare insieme Hermione e Oliver, facendo diventare per un attimo la nostra Zia Voldy la reincarnazione EFPiana di Al Capone e trovare nuove recensioni come quella di IlaPietro91 che mi fa i complimenti perchè è una dramione un pò diversa dai soliti schemi (e lì Lisetta è diventata ^_^) o quella di blaine_mike_boccino che si è sparata tutta la storia nel giro di qualche ora piena di curiosità per ogni capitolo. GRAZIE!!
alle 57 persone che l'hanno messa tra le seguite e alle 12 che l'hanno messa tra le preferite e le 4 tra le ricordate: WOOOOW, siete MI-TI-CHE!
Alla fine di questo papiro, vi auguro una buona settimana e vi do appuntamento alla prossima puntata!
Lisetta

 

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Capitolo 8
*** Un nuovo inizio ***


 
8.
Un nuovo inizio
 

Il nuovo anno portò con se tante decisioni e quando Hermione ricevette la lettera dall’ufficio del coordinamento dei guaritori, dopo averla letta per poco non cominciò a saltellare per tutto il corridoio.
Oliver la vide entrare nella sua medicheria gongolante e non riuscì a trattenere la curiosità, accettando di prendere un caffè in cucina insieme.
“Allora mia piccola Guaritrice,” esordì Oliver con un tono che faceva molto maestro Yoda mentre metteva le cialde nella macchinetta, una diavoleria babbana che però faceva schifosamente comodo “un fremito nella Forza io avverto, dimmi, cos’è che ti porta ad essere così gongolante??”.
Hermione si stava tenendo la pancia per non ridere ma alla fine fu più forte di lei
“Medimago Baston,”cominciò la ragazza “io capisco che tu ti sia flippato su Star Wars dopo la maratona dell’altra sera, io stessa devo ammettere subisco puntualmente il fascino del lato oscuro della Forza e adoro l’uomo col respiratore, ma ahimè, tu non sei un maestro Jedi e io non sono la tua allieva Padawan, quindi piantala di parlare come Yoda o giuro che ti mando a fare le treccine a Chuwbecca!” .
“Scorretta sei, mia giovane Padawan, sputare il rospo tu devi, o come Yoda a parlare continuerò…” rispose Oliver.
“Almeno posso capirti, pensa tu avessi scelto di fare come Chube, allora si avremmo avuto qualche problema!” rise lei “ora piantala, è arrivata la lettera dal coordinamento, mi hanno presa!!!!”.
"Cooosaa?!"
“Esatto Doc, tra venti giorni la tua Guaritrice preferita riduce i turni all’osso e inizia il corso che durerà ben diciotto mesi!!! Non sei felice?!” chiese lei abbracciandolo.
“Certo che si Herm, è quello che volevi, no? Un cambiamento netto e credimi, penso che tu sia una delle persone più valide tra quelle qui dentro per affrontarlo!”.
“Sai vero che questo non cambierà niente nel nostro rapporto, no?”.
“Certo, altrimenti con chi mi ritrovo a passare al microscopio le mie paturnie con Hanna?”
“A proposito di Hanna, come sta andando?”chiese Hermione pensando alla bionda ex tassorosso che avevano incontrato la sera di capodanno e con la quale Oliver aveva cominciato ad uscire da qualche settimana “Mica dovrò guardarmi le spalle dall’essere cruciata perché ci vediamo, vero?”.
“No, certo che no Herm, Hanna sa perfettamente che siamo amici ma che tra noi non c’è niente, che ti salta in mente?!”.
“No, sai com’è, le donne già sono pericolose a cose normali, se poi sono innamorate allora si che sono come un Petardo Cinese che si è svegliato con il piede sbagliato!”.
“Quindi tu sei innamorata? Chi è il fortunato?”.
“Deficiente, era un paragone!”.

Arrivò così il primo febbraio ed Hermione non stava più nella pelle, aveva chiesto la riduzione dell’orario di lavoro per motivi di studio considerando che il bando prevedeva comunque una parte di tirocinio e la sua responsabile era stata ben lieta di accordarglielo.
“Non ti preoccupare Hermione, abbiamo appena avuto disposizioni al riguardo” le disse la donna “un collega proveniente dall’ospedale di Leadworth, anche lui iscritto al tuo corso, entrerà a far parte del nostro staff così da coprire qualche turno rimasto scoperto”.
Hermione si chiese chi fosse questo nuovo acquisto e sperò che non fosse un borioso e saccente Guaritore con le manie di grandezza perché non avrebbe tollerato deliri di onnipotenza in casa sua da parte di un nuovo arrivato .

Il primo giorno del corso era arrivato e come da immancabile so tutto io, Hermione non stava più nella pelle.
Entrò nell’aula dove si tenevano le lezioni all’ultimo piano dell’ospedale, nell’ala nord, dove si trovava il padiglione dedicato alla formazione.
Era in anticipo di dieci minuti abbondati quando entrò in aula avvolta nel suo giacchetto di lana cotta grigia a righe viola e tenendo in spalla la sua tracolla rossa, regalo di Harry e Ginny quando aveva iniziato il corso di Guaritore all’università.
Prese posto in prima fila e poco dopo venne raggiunta da un ragazzo che non tardò a presentarsi.
“Ciao!” le disse “io sono Matt Tennant, della clinica di Glasgow, tu chi sei?”.
“Ciao, io sono Hermione Granger, qui del San Mungo” rispose lei con un sorriso.
Matt la guardò un attimo e poi non riuscendo a trattenere la curiosità parlò.
“QUELLA Hermione Granger?!”.
“Se per “quella” intendi la compare di Potter” rispose lei sistemandosi un ricciolo fuori posto “allora hai fatto bingo, Hermione Jean Granger, al tuo servizio!”.
Matt rise di gusto ed Hermione si perse un attimo ad osservarlo.
Occhi scuri perennemente sgranati e capelli castani e riccioli, con il suo metro e novanta d’altezza Matt Tennant era veramente carino, per non parlare di quel sorriso che sembrava essere perennemente adagiato sulle sue labbrache trasmetteva un che di rassicurante nella persona che aveva di fronte.
Stavano chiacchierando quando il dottor McGregor, il direttore generale del comparto guaritori del San Mungo prese parola.
“Buongiorno, io sono Liam McGregor, per chi non mi conosce, sono il direttore del comparto Guaritori del San Mungo e dopo la nomina da parte del delegato alla Salute del Ministero della Magia, sono il coordinatore di questo corso.”

Draco era riuscito ad arrivare in aula e mettersi a sedere mezzo secondo prima che quel bizzarro tipo dall’accento palesemente scozzese cominciasse a presentarsi.
Quella mattina Scorpius era stato più capriccioso del solito e aveva protestato a gran voce quando lo aveva salutato affidandolo alle cure di Narcissa facendogli di conseguenza, accumulare qualche minuto di ritardo, aumentato ulteriormente quando aveva scoperto di essere dalla parte opposta rispetto all’ala nord.
Si mise a sedere e mentre stava riprendendo fiato, si accorse della ragazza seduta lì accanto che lo guardò accennando un sorriso.
“Ciao, io sono Rosie” gli disse.
“Piacere Rosie, io sono Draco” rispose lui porgendole la mano.
Mentre McGregor continuava a spiegare l’organizzazione del corso facendo apparire davanti ad ognuno di loro un piccolo libretto esplicativo, Draco si guardò attorno ed osservò quelli che sarebbero stati i suoi colleghi per i successivi diciotto mesi di corso.
Gli sembrava di essere tornato ad Hogwarts, nell’aula di Trasfigurazione, regno indiscusso di Minerva McGrannit e sorrise al ricordo, poi il suo sguardo si posò sulla prima fila e si chiese se anche lì ci sarebbe stata una so-tutto-io della situazione come era stata la Mezzosangue a scuola.
Il direttore intanto aveva finito di parlare lasciando il posto alle domande e il suo sguardo si posò su una ragazza seduta in prima fila che gli dava le spalle ed in particolare su quella massa di riccioli apparentemente indomabili che avevano un che di familiare che Draco non riuscì a spiegarsi.
McGregor diede loro appuntamento al giorno successivo per l’inizio delle lezioni vere e proprie e per la suddivisione nei due gruppi didattici e poi li congedò.

Hermione uscì dall’aula chiacchierando con Matt quando si sentì chiamare.
"Mezzosangue?!?"
Hermione si girò di scatto e rimase a bocca aperta ed impiegò un istante prima di ritrovare l’uso della parola.
"Malfoy?!"
“Mezzosangue ma che…”.
Draco non fece in tempo a finire la frase che Tennant gli si parò davanti con uno sguardo truce.
“Ehi tu, modera i termini e chiedile scusa, ORA!” gli disse con un tono che non ammetteva repliche.
Hermione ancora stupita, tornò in se mezzo secondo prima che la situazione degenerasse.
Draco assisteva allo scambio di battute tra i due e per poco non gli si slogò la mascella quando sentì la riccia prendere parola.
“No Matt davvero, va tutto bene, è da quando avevamo undici anni che mi chiama così e credimi, stavolta non l’ha fatto con l’intenzione di insultarmi!”.
“Sicura che vada tutto bene?!” chiese Matt ancora contrariato.
“Davvero, grazie per il pensiero ma va tutto bene, fa tanto il gradasso ma è innocuo!”.
“Okay allora, a domani Hermione” rispose prima di raggiungere un ragazzo che gli aveva raccontato essere Ewan, un suo collega e amico.

Una volta che Tennant si fu allontanato lasciando i due da soli, Draco riprese il suo discorso.
“Allora, cosa ti porta qui?”.
“Potrei farti la stessa domanda furetto, ma credo che la risposta sarebbe la solita…”.
“Anche tu sei qui per il corso?”.
“Esatto” affermò lei, poi vedendo che non otteneva alcuna risposta, lo guardò divertita “non per infierire Malfuretto, ma mi stai rimanendo a corto di parole un po’ troppo spesso quando mi incontri, non trovi?!”.
“Okay Mezzosangue, tregua”rispose infine alzando le mani in segno di resa “che ne dici se continuassimo il discorso davanti ad una tazza di caffè?”.
“Volentieri… preferisci quello della macchinetta o sfidiamo la sorte con quello della caffetteria?”.
“Direi che con il primo abbiamo già dato, non trovi? Quindi non ci resta che provare quello della caffetteria!”.

Erano seduti ad un tavolo in caffetteria e stavano parlando.
Hermione gli aveva chiesto come stesse il piccolo Scorpius e Draco, di sua spontanea volontà gli raccontò quanto accaduto poco tempo prima e della sentenza di divorzio da Astoria.
“E il bambino come l’ha presa?!”.
“Come vuoi che l’abbia presa Mezzosangue, in pratica è come se non avesse una madre, vederla andare via senza neanche voltarsi o salutarlo ormai era la routine anche quando eravamo sposati…”.
“Mi dispiace…” gli disse Hermione solidale, chiedendosi come potesse una madre lasciare il proprio bambino senza neanche un briciolo di rimorso.
“Non te ne devi dispiacere, è anche per questo che ho deciso di fare il corso, per dare un cambio definitivo alla nostra vita….”.
Stava per confessarle che aveva chiesto il trasferimento al San Mungo così da poter conciliare al meglio gli impegni del corso con i turni di lavoro e che era stato assegnato al Pronto Soccorso quando vennero interrotti dal direttore McGregor.
“Ah, Malfoy, proprio lei stavo cercando,” disse l’uomo con un sorriso “passi dalla responsabile del Pronto Soccorso, la Capo Foster che la sta aspettando…”.
“Grazie signore” rispose Draco congedando l’uomo “provvederò subito”.
Intanto Hermione stava continuando a bere il suo caffè chiedendosi cosa mai potesse volere la sua coordinatrice da Malfoy e decise di scoprirlo.
“Io devo passare dall’ufficio della Capo Foster,” gli disse infine “se vuoi ti faccio strada, tra passaggi sanitari e passaggi aperti al pubblico questo posto è veramente un labirinto, specie i primi tempi…”.
Draco non se lo fece ripetere due volte e accettò l’offerta seguendola una volta terminato il caffè.
-Chissà che faccia farà la Mezzosangue quando scoprirà che mi hanno assegnato nel suo stesso reparto, come minimo gli viene un colpo!- pensò e il ghigno made in Malfoy, sebbene privo della maggior parte della sua bastardaggine, fece capolino.

Dieci minuti e quattro corridoi dopo arrivarono davanti alla porta dell’ufficio della Capo Foster ed Hermione non esitò a bussare.
Una volta appurato che si trattava di una delle sue guaritrici, la donna non esitò a farla entrare, accogliendola con un grande sorriso che divenne ancora più grande quando vide il biondino alle spalle della ragazza.
“Oh, Hermione cara, vedo che hai già conosciuto il tuo nuovo collega…”le disse la donna come se fosse la cosa più scontata del mondo “ho qui i turni per il prossimo mese, un attimo che te li stampo…”.
Ma Hermione non stava prestando attenzione alla seconda parte del discorso, tanto era rimasta colpita dall’affermazione della sua superiore.
“Come scusi!?!” chiese incredula “Furetto cos…”.
Non fece in tempo a finire la frase che Draco prese la parola e andò a darle una risposta che non si sarebbe mai aspettata.
“Si Mezzosangue, mi sono trasferito qui in tutti i sensi e ora siamo persino colleghi, contenta?!”.



 
Moony's corner

Aloha!! Come state mie belle fanciulle?!
Cosa ne pensate del capitolo?! Come la prenderà Hermione? E poi, quant'è figo Matt?!
Draco ancora una volta non smentisce la sua vena bastarda, ma d'altra parte è di Malfoy che stiamo parlando!
Vi lascio qualche piccolo spoiler del prossimo capitolo, buon divertimento!

[...]“Si Mezzosangue, mi sono trasferito qui in tutti i sensi e pensa un po’, addirittura ora siamo persino colleghi, contenta?!” aveva detto Draco lasciandola senza parole.
“Cos..com..Furetto ma che diamine stai dicendo, hai battuto la testa per caso?” balbettò infine [...]

[...]“Sai che c’è Malfoy, pensavo tu potessi essere migliorato, c’avevo quasi creduto quando mi hai raccontato del bambino e di tua moglie,ma ovviamente mi sbagliavo, il serpente cambia la muta ma rimane il solito stronzo di sempre!”.

Fece per andarsene ed imboccare il corridoio che l’avrebbe portata lontana da lì quando si sentì trattenere per un polso.
“Eddai Granger, per favore!” le disse tornando serio “d’accordo, sono il solito stronzo di sempre, ho colto al volo l’interruzione di McGregor per vedere la tua reazione alla notizia e si, d’accordo, sono stato parecchio bastardo, ma com’è che hai detto prima al tizio? Faccio tanto il gradasso ma poi sono innocuo”.
“No, Malfoy, tu sei bastardo e basta, è diverso!”.[...]

Come sempre, grazie a chi ha recensito, a chi ha letto, chi la segue, l'ha messa tra le preferite e le ricordate, siete semplicemente fantastiche!
Alla prossima settimana!
Lisetta_Moony

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Capitolo 9
*** Missive ed assegnazioni ***


9.
Missive ed assegnazioni
 


Ancora non riusciva a crederci, se la Cooman glielo avesse predetto qualche anno prima, non avrebbe fatto altro che ingigantire la cattiva opinione che aveva della stramba professoressa.
E ora che era a casa, immersa in una vasca piena d’acqua calda con sali aromatici che riempivano l’aria di una dolce fragranza di viola, Hermione si ritrovò a pensare a quanto era successo quella mattina dopo che era entrata nell’ufficio della sua coordinatrice.
“Si Mezzosangue, mi sono trasferito qui in tutti i sensi e pensa un po’, addirittura ora siamo persino colleghi, contenta?!” aveva detto Draco lasciandola senza parole.
“Cos..com..Furetto ma che diamine stai dicendo, hai battuto la testa per caso?” balbettò infine.
La Capo Foster si sentì in dovere di spiegare alla giovane guaritrice che cosa era successo.
“Hermione, il Guaritore Malfoy ha fatto richiesta di trasferimento da Leadworth in occasione del corso, così da poter combinare al meglio lo studio e il lavoro, e visto che anche tu hai richiesto una riduzione del 50% dell’orario a causa del corso, abbiamo dato il nostro nullaosta per inserirlo in Pronto Soccorso così da compensare a vicenda le vostre riduzioni d’orario e non avere un Guaritore in meno…”.
Hermione la guardò come se avesse appena visto Fierobecco in tutù che faceva una piroetta.
“E visto che ci siamo, direi che per i primi tempi potreste lavorare insieme così che tu possa aiutare il nostro nuovo acquisto ad ambientarsi…”.
-Certo, -pensò Hermione –perchè non mi chiede anche di andare in giro come gemellini visto che ci siamo!-
La Foster consegnò loro il turno mensile, il badge e la chiave dell’armadietto delle divise e dello spogliatoio a Draco che le sorrise con gratitudine.
“D’accordo ragazzi, direi che per ora è tutto, signor Malfoy non posso che darle il benvenuto nel nostro staff, confido in Hermione perché riesca a renderle l’inserimento più gradevole possibile, sono sicuro che si troverà bene…”.
“Certo Capo Foster, farò del mio meglio” rispose Hermione cercando di nascondere la nota di sarcasmo che era intrisa nelle sue parole.
Quando uscirono da quell’ufficio, dopo aver girato l’angolo, vedendo il sorrisetto divertito stampato sul volto di Malfoy, Hermione non riuscì più a trattenersi.
“Tu, stupido furetto albino con la muta da serpente,” gli disse avvicinandosi furente per dargli un cazzotto in testa, decisamente più forte di quello datogli al terzo anno “togliti quel dannato sorrisetto beffardo dalla faccia o giuro che ti schianto seduta stante!”.
Draco la osservò un attimo divertito e non riuscì a non ridere.
“Ride! Lui ride, idiota di un Malfoy, tu lo sapevi già, non è vero?”.
“Mezzosangue…”cercò di calmarla prima che diventasse veramente pericolosa.
“Mezzosangue un paio di mollicci, Furetto, tu lo sapevi ancora prima di entrare lì dentro e io devo sentirmelo dire dalla Capo Foster che non solo diventi mio collega, ma che devo anche farti da balia!”.
“Davvero Mezzosangue, io stavo per dirtelo prima, quando è spuntato il tizio, McGregor o come diamine si chiama…”.
“E certo, te lo stava per dire ma poi McGregor lo ha interrotto povera piccola palla di pelo spelacchiata, e dopo non ha avuto il tempo… Cos’è, un avvincino t’ha fottuto l’unico neurone che tu abbia mai avuto Malfoy, cosa? Cosa ti costava evitarmi una figura di merda epocale con il mio capo?”.
“Forse perché volevo vedere la faccia che avresti fatto quando la Foster ti dava la notizia, no?”.
“Sai che c’è Malfoy, pensavo tu potessi essere migliorato, c’avevo quasi creduto quando mi hai raccontato del bambino e di tua moglie,ma ovviamente mi sbagliavo, il serpente cambia la muta ma rimane il solito stronzo di sempre!”.
Fece per andarsene ed imboccare il corridoio che l’avrebbe portata lontana da lì quando si sentì trattenere per un polso.
“Eddai Granger, per favore!” le disse tornando serio “d’accordo, sono il solito stronzo di sempre, ho colto al volo l’interruzione di McGregor per vedere la tua reazione alla notizia e si, d’accordo, sono stato parecchio bastardo, ma com’è che hai detto prima al tizio? Faccio tanto il gradasso ma poi sono innocuo”.
“No, Malfoy, tu sei bastardo e basta, è diverso!”.
“Si, d’accordo, sono anche bastardo ma mi pare di averti dato modo di vedere che un po’ sono cambiato, no? Non mi piantare adesso, fammi fare il tour del reparto e poi prometto che prima di andare via potrai schiantarmi o lanciarmi una fattura orcovolante fatta ad arte e non mi difenderò”.
Hermione ci pensò un attimo e poi rispose.
“Sei bravo ad intortare la gente lo devo ammettere, dannato furetto albino con un avvincino al posto del cervello… e sia, però ti avverto, prova a farmi uno scherzo del genere e giuro che non arriverai vivo alla fine dei prossimi diciotto mesi…”.
“Agguerrita, così mi piaci Mezzosangue”.
“Non tirare la corda Malfoy, ti avverto, o potrei commutare una fattura orcovolante in un bel cazzotto, scommetto che ancora te lo ricordi l’ultimo, vero?”.
Draco impallidì al solo pensiero e decise che si, forse per la sua incolumità era meglio non provocarla ulteriormente… ci sarebbe stato tempo, diciotto mesi di corso, più il tempo da passare di turno insieme erano lunghi, tanto valeva prendersela con calma!


Era appena uscita dalla vasca, con addosso l’accappatoio in microfibra ed un asciugamano a tamponare i capelli bagnati quando un gufo bussò alla finestra.
Hermione tolse la pergamena dalla zampetta del volatile che aspettava un’eventuale risposta.
Aprì la missiva e vide una grafia molto sottile che non conosceva.

Spero riuscirai a capire che non stai sbagliando a darmi fiducia, posso assicurarti che farò del mio meglio per non fartene pentire.
Grazie per avermi fatto da cicerone in quel labirinto oggi,
ci vediamo domani a lezione!
Il tuo collega preferito
P.S. Anacleto non se ne andrà se non glielo dirai tu,nel caso tu voglia rispondere.


- Che bastardo!- pensò Hermione – e ha anche il coraggio di sfottere, quel decerebrato di un furetto platinato, ma se pensa che basti questo per farsi perdonare, si sbaglia di grosso!-.
Appellò un foglio di un quaderno ad anelli e una penna e decise di rispondere, se voleva la guerra, ebbene lei non si sarebbe di certo tirata indietro.

Furetto Collega,
a seguito della permanenza di Anacleto sul davanzale della mia stanza sembrava irrispettoso (nei confronti del pennuto, ovviamente, non di uno stupido furetto platinato) non rispondere perciò permettimi di ricordarti una semplice cosa… la minaccia di non farti arrivare integro alla fine dei diciotto mesi è ancora valida, furetto avvisato, mezzo salvato, quindi fossi in te non tirerei troppo la corda, potrei aver terminato la pazienza!


Piegò la pergamena e la legò alla zampetta del pennuto a cui porse anche un biscotto secco prima di vederlo alzarsi in volo per rientrare alla residenza del suo padrone, che non riuscì a non trattenere una risata quando lesse la risposta.

L’indomani mattina, Hermione aveva appena messo piede nella sala d’attesa del San Mungo quando vide Oliver che faceva capolino dalla porta del pronto soccorso.
“Ciao Doc!”.
“Ciao Splendore, è successo qualcosa?” chiese allarmato.
“No, va tutto bene” disse porgendogli un sacchetto tenendo in mano il suo brick con il caffè di Starbucks “ ti ho solo portato la colazione… caffè doppio e torta di mele, quella di Starbucks per cui mi rompi le scatole ogni volta!”.
“E a cosa devo tutta questa premura?”.
“Ho lezione, venendo da casa sono passata proprio davanti al negozio e ho pensato potesse essere un gesto carino per farmi perdonare l’assenza dal lavoro e…”.
“E…perché ho come la sensazione che tu non me la stia raccontando giusta?”.
“E per dirti prima che lo faccia qualcun altro che il nuovo Guaritore che trasferito da Leadworth è Malfoy…” disse sganciando la bomba.
“Quel Malfoy?!”.
“Si, Oliver quel Malfoy, quanti Malfoy conosci che siano Guaritori?!” rispose lei “comunque, ne riparliamo con più calma, devo andare altrimenti faccio tardi e non ho voglia di rimproveri di prima mattina!”.
“Okay, okay, vai adesso” le disse dandogli un bacio in fronte “buona giornata!”.
“Anche a te Doc!” rispose lei prima di riprendere il suo cammino.
In un batter d’occhio arrivò davanti all’aula dove riconobbe Matt che la salutò prima di avvicinarsi portandosi dietro il fido Ewan e prima di potersi presentare, dovettero cominciare a prendere posto e come il giorno prima Hermione si ritrovò seduta vicino a Matt con il quale riprese i discorsi troncati a metà dal giorno prima.
Il professore, che si presentò come Graham Stokes, non tardò a catturare la loro attenzione facendo comparire davanti a loro un fascicolo.
“Come vi è stato spiegato ieri dal dottor McGregor, sarete divisi in due gruppi sia per quanto riguarda le attività pratiche e i laboratori che per le lezioni teoriche per una migliore gestione delle risorse.”cominciò l’uomo “Al fine di creare gruppi omogenei quindi, verrete valutati sia dal punto di vista pratico professionale che da quello psico-attitudinale. Questa mattina,procederete con la valutazione psicoattitudinale, oggi pomeriggio invece, con il test professionale. Potete iniziare a compilare il fascicolo che ho fatto apparire davanti a voi, mi raccomando, nel più assoluto silenzio”.
Una volta terminato il questionario, prima di essere congedati, vennero divisi in due gruppi per la prova pratica professionale ed Hermione e Matt vennero messi nel solito gruppo mentre Ewan venne messo nell’altro.
“Passa il tempo eppure Tennant non ti smentisci mai,” esordì Ewan “sei il solito zotico di sempre, non mi hai ancora presentato a questa adorabile signorina!”.
“D’accordo, d’accordo,” rispose Matt schiarendosi la voce “Hermione Granger, ti presento Ewan O’Callahan, mio collega nonché migliore amico dai tempi dell’università, Ewan, ti presento la famosa Hermione Granger, e prima che tu me lo chieda, si, quella Hermione Granger!”.
Hermione gli sorrise porgendogli la mano e non riuscì a non rimanere colpita da quel ragazzo che aveva davanti.
Ewan che avrà avuto pressappoco trent’anni, due occhi azzurri che erano veramente uno spettacolo, i capelli biondo scuro, lisci talmente spettinati che per un istante le avevano ricordato quelli di Harry e quell’accenno di barba incolta che gli conferiva un’aria malandrina, le prese la mano e fece un piccolo inchino prima di farle l’occhiolino sorridendo.
“D’accordo Tennant” disse Ewan dando una pacca sulla spalla all’amico “ora che hai svolto la tua funzione di presentatore, direi che possiamo anche chiedere alla signorina qui di farci strada verso la mensa perché non so te ma vorrei riuscire a mettere qualcosa sullo stomaco prima di dover rientrare per la seconda parte della valutazione…”.
“E sia, Hermione, ti dispiace farci compagnia e guidarci per questo labirinto?”.
“Oh, si, certo!” rispose Hermione “Forza allora, la mensa non è esattamente dietro l’angolo e il tempo è abbastanza ristretto!”.

Le successive due ore furono dedicate alla parte pratica professionale che Hermione paragonò ad una specie di quei quiz a risposta multimpla che i babbani utilizzavano per i concorsi e al termine vennero trattenuti per qualche istante in aula dal loro coordinatore, il signor Stokes.
“Bene signori, per oggi avete finito, domani verranno esposti i risultati e troverete l’orario della prossima settimana.”.
Hermione uscì dall’aula salutando i due scozzesi e dopo aver recuperato la sua borsa rossa ed essersi messa alle orecchie le cuffiette dell’Ipod residuo del suo bagaglio culturale babbano, si avviò verso le scale per andare ai piani inferiori canticchiando sovrappensiero.

L’indomani mattina alle 9.00 ora di Greenwich c’era una ressa favanti alla bacheca in cui sarebbero stati appesi di li a poco le assegnazioni ai due gruppi.
Il signor Stokes non si fece attendere e facendosi largo tra gli studenti che trattenevano il fiato in attesa della comunicazione ufficiale, appese con la magia i fogli.
“Bene signori,” disse alla fine “potete consultare i fogli, ci aggiorniamo a lunedì mattina con l’inizio ufficiale delle attività. Buon riposo!”.
Hermione si avvicinò alla bacheca e cominciò a scorrere il foglio in cerca del suo nome.
CADWALLADER Eunice
Gruppo ALPHA
CHADWICK Benjamin
FELTON Raymond
GALLAGHER Mae
GRANGER Hermione
HOPKINS Emma
MALFOY Draco
MATTHEWS Gregory
McFARLANE Deirdre
O'CALLAHAN Ewan
QUINN Rosie
SMITH David
TENNANT Matt
THOMPSON Sybille


Hermione scorse la lista e non riuscì a non imprecare mentalmente.
-Merlino a che gioco stai giocando?!-pensò –se hai intenzione di farmi spazientire ci stai riuscendo alla grande!-.
Era ancora persa nei suoi pensieri quando sentì Matt che la chiamava.
“Ehi Hermione tutto bene?!” chiese osservandola notando che qualcosa la turbava.
“Si, scusami!”.
“Siamo insieme nello stesso gruppo, hai visto?!?”.
“Davvero?!?” glissò Hermione.
“Davvero!” rispose Matt dandole una leggera pacca sulla spalla “vedrai, ci sarà da divertirsi!”.
Draco intanto aveva raggiunto Rosie, la ragazza conosciuta il primo giorno che appena lo aveva visto lo aveva salutato con un sorriso dicendogli che sarebbero stati nel solito gruppo.
“Davvero?”.
“Si, gli altri non so chi siano però… tu conosci qualcuno?!”.
“Non lo so, devo ancora leggere gli altri nomi…”.
Così cominciò a leggere la lista dall’inizio quando la sua attenzione venne attirata da un nome in particolare. GRANGER HERMIONE.
-Oh merda, stavolta la mezzosangue mi fa lo scalpo, è garantito!- pensò.
Poi andò avanti a leggere e dopo il nome di Rosie, la sua attenzione venne catturata da un altro nome. TENNANT MATT.
-Oh merda, merda, merda!- pensò subito dopo –l’energumeno scozzese è con noi, così anche se solo provo a parlarle non solo prima mi fa lo scalpo ma poi mette la testa su una picca così, giusto per divertimento!-.

Hermione se ne stava vicino a Matt ed Ewan quando venne avvicinata da Draco che aveva sentito, subito dopo un primo momento di smarrimento per l’assegnazione, il bisogno di parlarle e sapere così come avesse reagito alla novità.
Cosa certa era che non gli dispiaceva averla punzecchiata la sera che le aveva inviato Anacleto, ma visto che avrebbero dovuto passare un sacco di tempo insieme pensò che fosse il caso di ripartire con il piede giusto.
Ma, ancora una volta, aveva fatto i conti senza l’oste (o in questo caso, senza la mezzosangue); stava quasi per chiamarla quando la vide salutare i due energumeni vicino a lei e volatilizzarsi verso le scale.
-Ma che diamine- pensò quasi infastidito – possibile che sparisca come niente fosse?!?-.
Poi però si ricordò che quel sabato notte sarebbero stati entrambi di turno e che la Capo Foster l’aveva nominata sua tutor e il solito ghigno made in Malfoy fece capolino.
Dieci ore di turno da passare insieme erano un buon lasso di tempo a disposizione per riuscire a parlare!


Moony's Corner

 
Ma buonasera mie dolci fanciulle, come state?!
Qui tutto bene, nonostante l'Arno ci stia tenendo sulle spine perchè è bello alto, ancora non dobbiamo fare ricorso alle scorte di algabranchia per poter sopravvivere! XD
Ma bando alle ciaccole, cosa ne pensate del capitolo?!
Draco è sempre il solito bastardo, ma d'altronde non l'ameremmo così tanto se così non fosse, no?!
Certo è che anche Hermione si volatilizza prima che lui abbia anche solo il tempo di ponderare la remota ipotesi di parlarle e scusarsi,non facilità le cose!
Chissà, riuscirà nel suo intento o se dovrà combattere contro i mulini a vento! Al turno di notte ai posteri l'ardua sentenza....
Vi lascio con qualche piccolo spoiler del prossimo capitolo, che è ancora in stesura!

“Che ha fatto stavolta?!” chiese la rossa curiosa di scoprire che cosa avesse combinato stavolta il dannato furetto platinato.
“Intendi a parte esistere?!” commentò Hermione suscitando le risate delle due ragazze.

“E cos’è che ti turba di preciso Hermione?!”chiese allora Luna.
“Cosa mi turba Luna?! E’ Malfoy, cosa potrebbe non andare storto quando c’è Malfoy di mezzo?!?”.
“Io credo che dovresti dargli almeno una chance e se poi continua ad essere fastidioso, puoi sempre rifilargli una fattura che lo riempia di gorgosprizzi!!”


Un grazie a tutte le persone che l'hanno letta, l'hanno recensita e l'hanno messa tra le seguite e se vi va di lasciare anche un piccolo commentino, sappiate che è sempre il benvenuto!
Alla prossima settimana
Lisetta_Moony

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Capitolo 10
*** (Ri)Partire da zero ***


10.
(Ri)Partire da zero

Arrivò il sabato sera ed Hermione cominciava ad essere alquanto tesa.
La sera prima si era vista con Luna e Ginny per una pizza e quattro chiacchiere tra ragazze (leggi: spettegolamento selvaggio) che l’avevano tartassata di domande per sapere se ci fosse qualcuno di carino che avesse attirato la sua attenzione e come stessero andando le cose.
Così dopo aver inevitabilmente parlato dei due scozzesi che anche dal punto di vista fisico erano decisamente interessanti, aveva dovuto cedere alla curiosità delle amiche.
“Vi ho detto che nel gruppo c’è anche il furetto, no?”
“Si” rispose Ginny.
“Ah…” commentò Luna per la quale questa era una novità “chissà se ha ancora l’aura intasata dai gorgosprizzi o se è riuscito a mandarli via!”.
“Altro che dai gorgosprizzi Luna, lui è intasato dai bacilli della stronzaggine acuta, credimi!”.
“Che ha fatto stavolta?!” chiese la rossa curiosa di scoprire che cosa avesse combinato stavolta il dannato furetto platinato.
“Intendi a parte esistere?!” commentò Hermione suscitando le risate delle due ragazze.
“Si, oltre a questo ovviamente!” commentò la rossa.
“Oltre questo sua altezza reale l’idiota di serpeverde è stato trasferito nel mio reparto, la mia coordinatrice mi ha nominato sua tutor per aiutarlo nell’inserimento e domani abbiamo il turno di notte insieme…”.
“E me lo dici così?!”.
“E come te lo dovrei dire scusa, usando il nanico antico?!” rispose Hermione.
“No, in sirenaico moderno, lo capisco meglio!” ribattè Ginny guadagnandosi un’occhiataccia dall’amica “per la barba di Merlino Hermione, mi dici cosa è successo?!?”.
“Ci hanno valutati e ci hanno messo nella solita classe… ci manca solo che ci mettano insieme per qualche compito e poi potrei anche cominciare a considerare l’idea che o Salazar,Godric e Merlino non solo abbiano un senso dello humour da far invidia ad un basilisco, ma che siano anche fumati un cannone da far invidia ai fumi nell’aula della Cooman!” concluse Hermione.
“E cos’è che ti turba di preciso Hermione?!”chiese allora Luna.
“Cosa mi turba Luna?! E’ Malfoy, cosa potrebbe non andare storto quando c’è Malfoy di mezzo?!?”.
“Io credo che dovresti dargli almeno una chance e se poi continua ad essere fastidioso, puoi sempre rifilargli una fattura che lo riempia di gorgosprizzi!!” le rispose Luna come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Erano quasi le otto e mancando poco meno di un’ora all’inizio del turno, Hermione cominciò a radunare le sue cose nel borsone che utilizzava per andare a lavoro.
La prospettiva delle dieci ore da passare a stretto contatto col malfuretto proprio non l’allettava ma non aveva una scusa altrettanto buona per darsi malata ed assentarsi avrebbe significato dargliela vinta in qualche maniera. Ed assolutamente, mai in vita sua, Hermione Jean Granger gliel’avrebbe data vinta così facilmente.
Con la borsa in spalla e le fide cuffiette dell’Ipod alle orecchie Hermione uscì di casa e si incamminò verso l’ospedale.
Come aveva fatto qualche mattina prima, si fermò da Starbucks per prendere un doppio caffè macchiato da sorseggiare mentre riprendeva il suo cammino.
Andò nello spogliatoio femminile e indossò la sua divisa bordeaux scuro, le scarpe da ginnastica che usava sempre, perché per quanto potessero essere comodi, gli zoccoli non le andavano a genio quando doveva percorrere chilometri su chilometri, raccolse i capelli in una coda alta, mise un goccio del profumo che utilizzava sempre, l’acqua di more, delicata e piacevole e una volta radunate le carabattole che le servivano dall’armadietto, lo richiuse e si avviò al piano superiore.
Uscì nel corridoio e neanche a farlo apposta, trovò Malfoy ad aspettarla appoggiato al muro di fronte alla porta dello spogliatoio femminile e per poco non si mise ad urlare dallo spavento.
“Malfoy ma che..:” sbottò infastidita. Il fatto che lei fosse il suo tutor non implicava per forza il fatto che le stesse appiccicato anche prima dell’inizio del turno.
“Buonasera anche a te mezzosangue, pronta per la notte?”.
“Ma dico, sei cretino o cosa… diamine, mi hai fatto prendere un coccolone!”.
“Cos’è Granger, hai paura di veder sbucare un basilisco dal fondo del corridoio per caso?!”.
Hermione scattò e con un gesto repentino si avvicinò puntandogli un dito contro con aria ben poco amichevole.
“Ascoltami bene, cosa nel concetto di non tirare troppo la corda con me non ti è chiaro stupido furetto platinato?” .
Lui la guardò un attimo prima di sfoderare il solito sorriso sghembo, le prese la mano che stava continuando a indicarlo, la girò per esporre il polso e vi posò un bacio sopra.
“Tregua mezzosangue, non sono qui per provocarti” le disse tornando a fissare lo sguardo nel suo “o almeno, non più del solito… volevo parlarti l’altro giorno dopo l’assegnazione, sapere come stavi,ma sei sparita prima che potessi anche solo avvicinarmi”.
Hermione sentì la salivazione azzerarsi del tutto, non si aspettava certo un gesto del genere o che Malfoy potesse addirittura preoccuparsi per lei ma non riuscì a spostare lo sguardo altrove.
“Quindi volevo farti sapere che anche per me l’assegnazione è stata abbastanza sconvolgente, sapevo che poteva essere un’eventualità,”le disse sincero “ma ritrovarsi davvero assegnati nella solita classe insieme per i prossimi diciotto mesi ammetterai che ha un che di sconvolgente, ma c’ho pensato un po’ in questi giorni e avrei una proposta da farti, se mi dai il tempo di esportela”.
Hermione cominciò a pensare che il biondo lì davanti a lei soffrisse di un disturbo da personalità multipla, non poteva essere davvero essere il Malfoy che conosceva da sempre quello che aveva davanti.
“Davvero Granger, non è un modo come un altro per prenderti in giro” continuò lui vedendo che la ragazza ancora non reagiva “mi chiedevo solo se potevamo sotterrare l’ascia di guerra, voltare pagina ed iniziarne una nuova provando a partire con il piede giusto per costruire un rapporto perlomeno civile, in fin dei conti non siamo più ad Hogwarts e non siamo più due ragazzini di undici anni che devono darsi battaglia su ogni cosa!”.
Hermione riuscì a riacquistare la parola e balbettando riuscì a mettere insieme una frase di senso compiuto.
“Si…si..sicuro di stare bene Malfoy?!” chiese “non è che soffri di qualche tipo di disturbo bipolare?!?!”.
“Sicurissimo mezzosangue, non sono mai stato più sicuro in vita mia…”rispose lui “allora, che ne pensi, possiamo ripartire da zero?!”.
“D’accordo”.
“E mettere da parte tutte quelle che sono state le nostre divergenze passate magari?!”.
“D’accordo, non è detto che ci riuscirò però posso provarci, questo si!”
“D’accordo, allora visto che dobbiamo ripartire da zero direi di ripresentarci, come se non ci conoscessimo da una vita e questa fosse la prima volta che ci incontriamo!”.
Hermione seppur continuando a guardarlo perplessa fece un cenno con la testa esprimendo così il suo assenso.
“Piacere, “disse quindi mettendo in atto il suo piano e porgendo la mano alla ragazza “io sono Draco e tu sei?”.
“Piacere Draco, io sono Hermione” rispose lei cercando di essere collaborativa “sei nuovo del San Mungo?!”.
“Si, inizio stasera con il primo turno e se non sbaglio siamo insieme, ti va se ti faccio compagnia mentre andiamo verso il reparto?!”.
“Volentieri, non mi è mai piaciuto troppo percorrere dannatamente lunghi e scarsamente illuminati…” commentò lei quasi senza pensare a cosa stava dicendo.
Draco capì subito a cosa si riferiva, dopo l’esperienza con un basilisco d’altra parte, neanche a lui sarebbero andati troppo a genio dei corridoi di quel genere!
“Sinceramente?! Anche a me!” rispose lui.

Appena arrivarono al piano superiore si presentarono dal capoturno, il guaritore che era incaricato di “smistare” i suoi colleghi nelle varie postazioni.
“Ciao Hermione, bella! Da quant’è che non ti si vedeva in questo turno!” le disse Mark, il capoturno, noto per la sua simpatia e per -il cesto di riccioli castani che lo rendevano simile a quel cantante italiano con la lisca- aveva pensato Hermione le prime volte –ah, si, Jovanotti-.
“Già…è da un po’, a dire il vero!” rispose lei “ dove ci posizioni stasera?!”.
“Allora….Granger….Granger…” disse controllando la disposizione sul suo foglio “ tu e il nuovo acquisto, Malfoy vero?!”.
“Affermativo signore,” rispose Draco “ Draco Malfoy a sua completa disposizione”.
“Bene, dicevo…” riprese Mark “allora, voi due per stanotte, visto che è il primo turno della new entry e non può ancora viaggiare in solitaria, siete con il dottor McCoy”.
“D’accordo!” fu la risposta di Hermione.
“Poi al solito, se ci dovesse essere il degenero, vi dividete e tu Hermione vieni qua con noi, mentre Frank va in Shock Room” continuò il capoturno.

Uscirono dal triage e andarono verso la loro medicheria per prendere le consegne dai colleghi smontanti dal pomeriggio.
Le sue colleghe le dettero le consegne non risparmiando occhiate di ammirazione al nuovo venuto e poi li salutarono dando loro appuntamento per il cambio, il mattino successivo.
Il dottor McCoy non tardò ad arrivare in medicheria salutando Hermione che ricambio con un sorriso.
“Hermione cara, come stai?!”.
“Bene dottor McCoy, bene!” rispose lei.
“Cara quante volte dovrò ripetertelo che puoi chiamarmi Leon?!”.
Il dottor Leon McCoy era un simpatico medimago ormai prossimo al congedo che fisicamente ricordava un po’ Horace Lumacorno ma i suoi occhialetti a mezzaluna e lo sguardo vispo e osservatore rimandavano inevitabilmente ad Albus Silente.
“Si lo so, ma lo sa anche lei come si dice, le abitudini sono dure a morire, no?!”.
“Lo so, e chi è questo giovanotto qui con noi?” chiese puntando il suo sguardo su Draco che ne approfittò per prendere parola e presentarsi.
Piano piano si stavano avvicinando alla mezzanotte, c’era un po’ di gente, ma la situazione era fin troppo tranquilla per essere un sabato sera ed entrambi sapevano che l’ora cruciale sarebbe scattata dalle una in poi, quando la gente rientrava dalla serata, dove magari aveva esagerato con il whiskey incendiario e perdeva il controllo riducendosi uno straccio.
Il dottor McCoy era riuscito a far sentire a suo agio la new entry che seguiva come un ombra la sua collega. E si dovette ricredere, Draco, la mezzosangue non era affatto male come persona se riuscivi a scalfire quella sua scorza da perfettina so tutto io.
Finirono di sistemare il loro paziente, che venne trattenuto per la notte nella sala dell’osservazione temporanea, dove stavano i pazienti in osservazione per un paio d’ore prima che venisse deciso il loro destino, ovvero se dimetterli, rimandandoli a domicilio, o trattenendoli per ricoverarli in reparto e tirarono un attimo il fiato prima di andare in triage a prendere il paziente successivo.
Mentre camminavano continuarono a parlare andando a posare un altro piccolo mattoncino di quel nuovo rapporto che stavano cominciando a costruire.
Erano le quattro e neanche ad essersela chiamata, il telefono della loro medicheria cominciò a suonare.
Quando Hermione andò a rispondere non rimase sorpresa di sentire Mark dall’altra parte del telefono, che li avvertì dell’imminente arrivo di due codici rossi e richiedeva la loro presenza nella shock room numero due, accennandole che si trattava di un incidente automobilistico che coinvolgeva dei giovani
Una volta rimessa la cornetta al suo posto, Draco la stava guardando incuriosito, non riusciva a capire perché d’improvviso fosse diventata così pallida.
“Granger, stai bene?”.
“S…si…andiamo a recuperare Leon, ci stanno aspettando in shock room, a quanto pare stasera sarà il tuo battesimo del fuoco Malfoy… mi raccomando, niente colpi di testa e chiedi se hai bisogno di qualcosa”.
“Agli ordini capo!” rispose Draco.
“Si, forza adesso, saranno qui tra poco e non ho la più pallida idea di quello se devo dirtela tutta!” disse lei prima di avviarsi verso la porta ma lui la trattenne un attimo per il polso e la fece girare verso di se.
“Granger, sbaglio, o avevamo detto di cominciare a chiamarci per nome?!” le chiese.
“Si, scusami…”rispose e Draco pensò che la Mezzosangue che si scusa era un avvenimento da segnare sul calendario “la forza dell’abitudine…”.
“D’accordo, ora però fuori le unghie, e ricordati che puoi contare su di me, okay?!”.
Hermione fece un cenno con la testa, recuperarono il dottor McCoy e si avviarono dove erano stati richiesti.
La situazione si era rivelata fin da subito abbastanza ingarbugliata, ma l’esperienza dell’anziano medimago e dei due giovani guaritori che sembravano andare in simbiosi riuscendo a comunicare senza darsi addosso fu di notevole aiuto e alla fine riuscirono a stabilizzare il loro paziente che poi venne mandato in sala operatoria dove lo avrebbero preso in carico i colleghi medi maghi traumatologi.
Erano passate più di due ore e quaranta da quando avevano iniziato il loro intervento e finalmente riuscirono a tirare il fiato.
Il dottor McCoy disse loro che andava un attimo a controllare dei pazienti mentre Hermione, dopo aver segnalato la sua posizione al triagista che si complimentò con loro per l’intervento appena terminato, propose di andare a farsi un caffè con tutti i crismi e Draco non se lo fece certo ripetere.
Stavano aspettando che salisse il caffè riuscendo a stento a trattenere uno sbadiglio e pregando che le colleghe di mattina arrivassero rapidamente per il cambio.
Bevvero il caffè in silenzio, le occhiaie parlavano per loro e l’unica cosa che entrambi volevano fare era scendere giù negli spogliatoi e buttarsi in doccia prima di andare a casa a dormire.
Uscirono dalla cucina e tornarono in medicheria per controllare che tutto fosse in ordine quando videro arrivare le due colleghe a cui avevano dato il cambio poche ore prima.
Erano le sette spaccate quando, dopo aver dato le consegne e salutato i colleghi, i due giovani si avviarono verso gli spogliatoi.
“Andiamo a fare colazione prima di andare a casa, ti va?!” le chiese Draco prima di svoltare per entrare nello spogliatoio maschile.
“Va bene…” rispose lei “ facciamo tra venti minuti qui?”.
“Cos’è, ci devi prendere la residenza in doccia?!”.
“No. Ma l’acqua calda dopo un turno del genere fidati, ha la sua attrattiva!” rispose lei.
“D’accordo, chi per primo finisce aspetta l’altro qui davanti, okay?!”.
“Okay!”.
“Allora a dopo!”.
Hermione si fiondò in doccia e lasciò che l’acqua calda sciogliesse la tensione e ritardasse un po’ l’affermarsi della stanchezza, poi si asciugò con un colpo di bacchetta e si mise gli abiti comodi con cui era arrivata la sera prima.
Uscì dallo spogliatoio e trovò Draco che l’aspettava con lo zainetto in spalla sorridente.
“Ci sei?”.
“Ci sono. Dove andiamo?!”.
“Ah non lo so, sei tu la padrona di casa qui…la caffetteria è aperta o essendo domenica da forfait?!”.
“No, è aperta, tranquillo!”.
“Allora caffetteria?!”.
“E sia!”.




Moony's Corner


Buonasera mie carissime fanciulle, come state?
Mi scuso enormemente per il ritardo nel postare ma il capitolo era incompleto e questo fine settimana mi è servito per completarlo.
Allora, che ne pensate? Hermione ha fatto bene a concedere una seconda chance a Draco, ripartendo da zero?
Detto tra noi lo vorrei anche io un figaccione del genere che mi aspetta all'uscita degli spogliatoi nel piano seminterrato dell'ospedale per andare insieme in reparto! Quando ero al secondo anno, e l'edificio dove era il mio reparto era ancora in fase di completamento e i reparti non ancora tutti trasferiti, i corridoi erano tutti uguali e vuoti e se ti perdevi, potevi tranquillamente invocare anche Merlino, ma non c'era verso, i telefoni nel seminterrato del nostro amato ospedale (costruito in golena d'Arno...ora, come si fa a costruire un ospedale nuovo di pacca sull'argine di un fiume me lo dovete spiegare, ma questo è un altro discorso) non prendono neanche se piangi e quindi dovevi fare affidamento al tuo senso dell'orientamento! Cosa certa era che, se ti trovavi ad essere rincorsa da un basilisco, potevi benissimo armarti di pattini a rotelle, perchè i chilometri da fare erano veramente una quantità esorbitante!
Altri piccoli aneddoti da allieva infermiera (o allieva Puffa, visto che le nostre divise sono di un celeste molto puffo!), il triagista Mark con la cesta di capelli che pare Jovanotti, è la versione letteraria di quello che era il mio capoturno, Marco, una persona fantastica, con una cesta di capelli alla Lorenzo nazionale che sprizzava gentilezza da ogni poro e il dottor McCoy beh... diciamo che c'è stato un amico (il solito che ha promesso di entrare dopo la proclamazione il giorno della mia laurea, in aula magna vestito da minions con il lampeggiante in capo XD) che, un capodanno di qualche anno fa, mentre eravamo di turno sul 118, accendendo la sirena per la prima volta nel nuovo anno disse "Pronti al salto nell'iperspazio in 3...2..1.." e la mia risposta è stata..."allora se questa è l'Enterprise, tu sei Kirk e io sono Spok?!" e lui mi guarda e mi fa "No, tu sei McCoy, l'ufficiale medico!"...come potevo non mettere il dottor McCoy?!? Anche se vi dirò....io non so perchè ma quando ho pensato a come potesse essere questo tizio me lo sono visto come l'avvocato degli Aristogatti, un pò svampito ma molto simpatico, poi l'ho dovuto ridimensionare un attimino...un pò di credibilità per la barba di Merlino!!
Bando alle ciance e torniamo a noi, spero davvero che vi sia piaciuto, so che non è uscito al massimo ma non volevo lasciarvi a secco troppo a lungo.... a proposito di questo, introduco un argomento un pò spinoso...come vi avevo detto qualche tempo fa, c'era il rischio potessi rallentare un pò... beh, il 18 ho l'ultimo esame e sono un pochetto (etto etto) in ansia e devo studiare come una dannata nonchè passare le prossime giornate al laboratorio pratico a lavorare sui manichini per prepararmi... tutto questo rigirìo di parole per dirvi che è molto probabile che questa settimana l'appuntamento salti e si vada a settimana prossima ancora, dopo l'esame visto che il capitolo è ancora tutto da scrivere...
Cambiando ancora argomento, un GRAZIE a chi ha recensito, a chi ha letto, messo tra le preferite e le seguite, siete semplicemente fantastiche!
Detto ciò, vi chiedo di incrociare le dita (delle mani e dei piedi) per la vostra Moony che deve affrontare l'ultimo spauracchio prima di essere ufficialmente una laureanda!
Un abbraccio!
Lisetta_Moony


 

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Capitolo 11
*** Il gioco delle coppie ***


12.
Il gioco delle coppie

 

Le quattro settimane di osservazione che avrebbero portato alla formazione delle coppie di tirocinio arrivarono al termine e quel venerdì pomeriggio il signor Stokes non tardò ad annunciare loro quanto deciso.
“Bene signori,” disse l’uomo “come sapete, ora annuncerò le coppie per il tirocinio ma non è tutto. Poiché imparare a lavorare in coppia non è mai semplice, per rendere più proficua la vostra collaborazione, su ogni coppia verrà posto un incantesimo di prossimità.Questo vuol dire che non potrete stare a più di 25 metri di distanza, salvo quando siete di turno a lavoro o qui in classe. Ora, prima che comincino le domande, vi leggerò i nomi, quando vi sentite chiamare fate un passo avanti, così potrò pronunciare il vostro incantesimo di prossimità.”
Ogni coppia che si sentiva chiamare faceva un passo avanti e veniva avvolta da un fascio di luce argentea che era propria dell’incantesimo di prossimità.
Nelle settimane prima dell’assegnazione, tra i ragazzi si era aperto una specie di toto assegnazioni ed erano state fatte scommesse e quotazioni.
Erano in pausa pranzo alla caffetteria quando ecco che Matt tirò fuori un taccuino e una penna e richiamò l’attenzione dei colleghi con aria professionale.
“Allora bella gente, le cose stanno così… come sapete tra una settimana quel simpaticone di Stokes annuncerà le assegnazioni di tirocinio, quindi stavo pensando…”
“Ti prego dimmi che non stai facendo come all’università con il campionato di quidditch” lo interruppe Ewan.
“Santa Priscilla, O’Callahan vuoi chiudere quella vecchia ciminiera che ti ritrovi per bocca?!”.
“Gentile come sempre eh Tennant?!” lo prese in giro l’amico.
“Sempre” rispose Matt riprendendo il suo discorso “comunque, dopo l’intermezzo, bando alle quisquilie e alle pinzillacchere, torniamo alle cose serie… come dicevo, Stokes annuncerà a breve le combinazioni, e cosa c’è di meglio per movimentare un po’ la cosa, che scommettere su quelle che saranno le combinate vincenti?!”.
“Tipo la schedina del totocalcio?!” chiese Hermione.
“Esattamente Hermione,” rispose il ragazzo “ allora, che ne dite, elaboriamo un sistema di quotazioni e che le scommesse abbiano inizio?”.
Tutti si dimostrarono entusiasti di questa proposta e così iniziò il toto assegnazioni.
La coppia Granger-Tennant era tra le più quotate e quando Eunice scommise un paio di galeoni sulla coppia Granger-Malfoy, tutti la guardarono come fosse un’aliena.
Tutti la presero in giro per la sua scelta ma lei li guardava sempre con uno strano sorriso, come quello di chi la sa lunga e puntualmente rispondeva con un sibillino “mai sottovalutare il sense of humour di Merlino ragazzi,in fin dei conti, mai dire mai e poi chi vivrà vedrà, no?!”.
I primi ad essere chiamati furono Gregory Matthews e Mae Gallagher che si guardarono straniti perché avevano lavorato insieme spesso in quelle ultime settimane.
I successivi furono Matt e Eunice che lo guardò divertita perché le sue previsioni si stavano avverando ed aveva fatto una contro scommessa con il suo collega;
Rosie venne assegnata ad Ewan che già da qualche settimana le ronzava intorno e con il quale stava stringendo una bella amicizia. Fisicamente parlando erano molto differenti ma forse era proprio questo che li rendeva così curiosi uno nei confronti dell’altro ed Hermione pensò che come si poteva darle torto quando si parlava di quell’uragano di Ewan? Perché diciamolo, Ewan O’Callahan era veramente un bel ragazzo, un bel vedere che non guastava mai!
Benjamin “Ben” Chadwick gallese dai capelli perennemente scombinati e specializzato nel pronto soccorso traumatologico invece, venne assegnato alla simpatica Emma Hopkins, sua coetanea, con una passione sfrenata per l’erbologia che non tardò a farsi notare.
Hermione sorrise sentendo i loro nomi insieme, se Ben con i suoi capelli perennemente scombinati le ricordava Harry, Emma era la versione in gonnella di Neville, molto più carina e decisamente meno pasticciona.
Arrivò il turno di David Smith, un ragazzo veramente simpatico a cui gli occhiali da vista conferivano la classica aria da topo di biblioteca quando in realtà era esattamente l’opposto, che venne abbinato a Sybille Thompson, una ragazza di venticinque anni con due occhi verdi da cerbiatta e dei capelli castani lunghi fin sotto il sedere tenuti raccolti in una treccia. Come Hermione anche Sybille era nata babbana e spesso si ritrovavano a parlare di cose sconosciute ai nati maghi.
Successivamente Raymond Felton venne chiamato insieme a Deirdre McFarlane.
Stokes si schiarì la voce prima di annunciare l’ultima coppia.
“Ed infine, Draco Malfoy, a lei è stata abbinata la signorina Granger”.
Le reazioni a tale annuncio furono delle più disparate.
Hermione sentì l’aria uscire dai polmoni, Draco ghignò ed Eunice esultò.
“E Cadwallader batte Tennant su tutta la linea!! Fuori i soldi!” disse saltellando.
“Ti piace vincere facile eh?!”.
“Ammettilo, cosa ti avevo detto qualche settimana fa?!?” continuò Eunice.
“Cadwallader, per piacere, i suoi battibecchi con Tennant non sono cosa che ci riguardano. Granger e Malfoy, un passo avanti!” li riprese Stokes.
I due, come se si fossero risvegliati di punto in bianco, si riscossero dal loro trance e fecero quanto era stato loro richiesto venendo avvolti poco dopo dalla luce proveniente dall’incantesimo di prossimità.
“Bene signori, a partire da questo momento, siete sottoposti all’incantesimo di prossimità, questo vuol dire che dovrete imparare a collaborare e a vivere sotto lo stesso tetto. Confido nel vostro buon senso affinché non sia un problema trovare un accordo con il vostro compagno sul come gestire la vostra convivenza, quindi fate un buon lavoro, passate un buon weekend, ci rivediamo lunedì mattina” disse il signor Stokes prima di uscire dall’aula decretando così la fine delle lezioni.
Ogni coppia si ritrovò ad accordarsi su come gestire al meglio la cosa e Draco si prese qualche istante per osservare la Granger e le sue reazioni alla notizia. Se già si era infuriata come una banshee con la luna di traverso quando aveva saputo che sarebbero stati colleghi e per di più nel solito turno, figurarsi in cosa si sarebbe trasformata sapendo che dovevano addirittura fare coppia fissa e come se non bastasse, convivere.
“Granger mi concedi una tazza di the da Starbucks?!” le disse sperando di non essere sbranato vivo nel giro dei successivi dodici millisecondi.
“Certo, mi sa che abbiamo un po’ di cose di cui parlare, no?!”.
“Esatto. Andiamo?!” rispose lui.
Salutarono gli altri dandosi appuntamento per il lunedì mattina successivo e si avviarono verso il locale.

Si sedettero in un angolo appartato del locale e mentre aspettavano il loro ordine, cominciarono a parlare.
C’erano vari punti da affrontare, primo fra tutti, il luogo dove coabitare.
“Te lo saresti mai aspettata?!” le chiese ad un certo punto.
“Sinceramente? Considerati i nostri trascorsi e quanto c’è sempre piaciuto offenderci in ogni modo possibile ed immaginabile, no.”
“Esatto, ma forse non tutto il male viene per nuocere, in fin dei conti guarda il lato positivo della cosa, ora non abbiamo più scuse per non affrontare la tua paura del volo, no? E visto che sei la mia socia, farò ancora di più di quanto avrei fatto a cose normali per superare il problema!”.
“Dimmi una cosa piuttosto… sicuro di stare bene e di non aver fatto uso di sostanze stupefacenti?”.
“No, perché?”.
“Perché mi stai diventando troppo buono Malfoy e di sicuro da qualche parte ci deve essere una fregatura!”.
“Ovviamente Mezzosangue,com’è ovvio che dovrei chiamarti Donna di poca fede, altro che!”commentò Draco con un sorriso in volto. Capiva benissimo quanto lei gli stava dicendo, in fin dei conti, considerati i loro trascorsi anche lui al suo posto avrebbe pensato la stessa identica cosa.
“Stai divagando, ancora. Di solito quella è la mia specialità, trovatene un’altra!” rispose lei divertita.
“D’accordo allora, veniamo alle cose serie… da me o da te?”.
“Sinceramente? Preferirei non lasciare la casa dei miei, e poi è grande, il posto non manca di certo”.
“D’accordo, per me è indifferente” rispose il biondo. Poi però si ricordò di una cosa importante. Scorpius. Non poteva andare a coabitare con la Granger e lasciarlo al Manor con sua madre per tutto quel tempo. Non perché Narcissa avrebbe protestato, anzi, ma perché non voleva stare troppo lontano dal suo bambino.
Hermione l’osservò un attimo e vedendo la sua espressione corrucciata si chiese che cosa lo turbasse.
“Qualche problema?”.
“Ho Scorpius” rispose lui “Non posso non tornare a casa!”.
“Draco davvero, casa mia è grande, ho due stanze in più, potete tranquillamente trasferirvi, non mi date fastidio!” gli rispose. –Anzi!-avrebbe voluto rispondere – magari avervi per casa mi aiuterà a sentire un po’ meno il vuoto lasciato dai miei genitori-.
“Si, ma prima devi venire con me al Manor a prenderlo…”.
Hermione sentendo nominare Malfoy Manor esita un attimo, non ha esattamente un bel ricordo di quel posto.
“Accidenti, scusami” le disse dopo essersi reso conto della gaffe appena fatta “dimentico sempre che hai dei brutti ricordi legati a casa mia… davvero Hermione se non te la senti possiamo sempre trovare una soluzione alternativa!”.
“E’ passato Draco, non ti preoccupare…”
“Sei sicura?” chiese lui ansioso.
“Davvero Malfoy, sto bene è storia passata e tua zia Bella non è più un problema,no?!”.
“Esatto. E anche se fosse, il primo che prova a farti qualcosa, fosse anche solo denigrarti dovrà saggiare i miei schiantesimi, la mia partner non si tocca, puoi starne certa!” le rispose lui serio.
“Grazie” gli disse semplicemente.
“Quando vuoi…”.

Uscirono da Starbucks quasi due ore dopo, ore in cui avevano discusso sull’organizzazione della loro nuova vita, e una volta giunti in un vicolo poco distante lontano da occhi indiscreti, si smaterializzarono a casa Malfoy.
Hermione era un fascio di nervi, e quando Draco se ne accorse, le posò una mano sul braccio per infonderle coraggio.
“Tranquilla, mia madre non morde e mio padre è ad Azkaban quindi non c’è di che preoccuparsi!” le disse mentre la invitava a togliersi il giacchetto.
Trovarono Narcissa e il piccolo Scorpius in salotto che giocavano sul tappeto davanti al camino e quando il bambino vide il padre subito cominciò a scalpitare cercando di alzarsi in piedi e raggiungere così il padre.
Draco si piegò sulle ginocchia e attese che il bambino lo raggiungesse prima di prenderlo in braccio e strapazzarlo di coccole.
Hermione li guardava e non poté non sorridere, anche se stava scoprendo piano piano un altro Draco, non era facile riuscire ad abbinare la parola dolcezza all’algido furetto platinato.
Con in braccio Scorpius, il biondo la invitò ad accomodarsi sul divano mentre Narcissa prendeva posto sulla sua poltrona preferita e la osservava sorridendo.
“Draco tesoro, non mi presenti la tua ospite?” gli chiese.
“Certo madre, non so se ti ricordi di Hermione Granger…”.
“Certo che me la ricordo” rispose Narcissa “Eravate a scuola insieme se non sbaglio… grifondoro se non ricordo male, mezzosangue, amica di Potter…”.
“Esattamente” rispose Hermione.
“Cara, Draco non faceva che parlare di te negli anni di scuola” le disse la donna mentre un sorriso divertito faceva capolino “ e di quanto puntualmente tu lo superassi nei compiti e nelle interrogazioni, se ti va un giorno potremmo approfondire l’argomento davanti ad una tazza di the!”.
Draco arrossì leggermente dopo l’uscita della madre e cercò di deviare il discorso. Si schiarì la voce e cominciò il suo discorso.
“Madre, c’è un motivo per cui Hermione è qui oggi… ricordi che ti avevo detto che eravamo compagni di corso, no?”.
“Si, e colleghi sul lavoro se la mia memoria non è fallata”.
“Esattamente… ricordi anche cosa ti dissi, che al termine di queste ultime settimane sarebbero state formate le coppie per il tirocinio e ad ognuna sarebbe stato fatto un incantesimo di prossimità?”.
“Certo, per chi mi hai preso tesoro? Sarò anche moderatamente anziana ma non sono ancora affetta da demenza senile!” rispose la donna quasi divertita, poi li osservò un istante ed arrivò alla conclusione “e dimmi, per caso la tua partner è la qui presente signorina Granger, non è così?”.
“Esattamente”.
“E l’incantesimo di prossimità implica che andiate a vivere insieme…”.
Draco fece un cenno affermativo con la testa.
“E mi pare di capire che non è il Manor, il posto in cui affronterete questa convivenza…”.
“Si… ti dispiace?”.
“Certo che no, tesoro, lo sai che mi fa piacere avervi qui ma sono sicura che qualunque scelta farai sarà quella giusta, lo sai come la penso…”.
“Ci trasferiamo a casa di Hermione mamma, è grande abbastanza per tutti e tre ed è vicino al San Mungo…”.
“Sicuri di farcela con Scorp?”.
“Abbiamo questo fine settimana per vedere come va e poi c’è sempre la nostra super nonna preferita ad una manciata di metropolvere, no?”.
“Certamente!” rispose Narcissa. Guardando il figlio e la sua collega e considerando quanto lui gli aveva raccontato di quella notte in pronto soccorso, non poté non pensare che forse questa convivenza avrebbe avuto un effetto decisamente positivo
Scorpius intanto vedendo che il padre era impegnato in un discorso con la nonna, si sporse verso Hermione e andò a finire tra le braccia della ragazza che gli sorrise dolce.
Sentendo il figlio che si muoveva, Draco lo guardò e provò a richiamarlo all’ordine in modo da non creare fastidio alla ragazza, che però con un cenno quasi impercettibile della testa gli fece capire che il bimbo non gli recava alcun fastidio.
Narcissa chiamò l’elfa Holly e le chiese di preparare un baule con tutte le cose di Scorpius così che potessero essere spostate a casa Granger.
Una volta che l’elfa si smaterializzò per adempiere i suoi compiti, Narcissa propose loro di restare a cena, che fu un momento conviviale a cui Hermione non era più abituata da tempo.
Salutarono Narcissa, Draco tenendo in braccio Scorpius che nel frattempo si era addormentato mentre Hermione aveva rimpicciolito il baule in modo da poterlo tenere in tasca e si smaterializzarono congiuntamente.
Arrivati a casa, una volta arrivati al piano di sopra dove si trovavano le camere da letto, visto che la stanza che sarebbe diventata quella di Scorpius non era ancora pronta, Hermione propose di trasfigurare momentaneamente la poltroncina della sua camera in un lettino dove far dormire il bimbo mentre loro sistemavano il tutto.
Essere dei maghi in questi casi aveva il suo vantaggio, un paio di colpi di bacchetta e la cameretta sarebbe stata pronta!
Così dopo aver riportato il baule a dimensioni naturali, cominciarono a sistemare il tutto e ben presto, le pareti, di un tenue azzurro pastello, furono decorate con degli stencil con i trenini, dei pupazzi fecero capolino su uno scaffale sopra a dove venne posizionato il lettino.
Un tappeto di quelli con sopra disegnato il percorso delle macchinine prese posto sul pavimento insieme alla cesta dei giochi, il fasciatoio e l’armadio dove riporre i vestiti, infine una targa di legno con scritto sopra “Scorpius” venne appesa alla porta.
“Direi che è venuta fuori una bella cameretta, no?!” chiese infine Hermione mentre Draco guardava il tutto.
“Manca solo una cosa…” aggiunse lui e con un colpo di bacchetta riportò a dimensioni naturali la sedia a dondolo che era solito usare fin da quando il bambino era piccolo per farlo addormentare “ecco, ora è perfetta…”.
Hermione sorrise, questa nuova versione di Malfoy la stupiva sempre più e non fece in tempo a formulare il pensiero che Draco fece capolino in camera con il figlio tra le braccia e lo depose nel lettino che lei aveva appena finito di rifare.
Scorpius, messo nel lettino si rigirò un paio di volte e poi, una volta portato il pugnetto vicino alla bocca, tornò a dormire come niente fosse.
“Perfetto,”commentò Draco “ è andato giù come una pera cotta, se tutto va bene, non si sveglierà prima di domattina alle sette!”.
“D’accordo allora, ora dobbiamo sistemare la tua di camera…” disse Hermione facendogli strada.
La stanza che sarebbe diventata quella di Draco era quella che fino a qualche tempo prima era appartenuta ai suoi genitori e se da una parte sapere che un estraneo vi avrebbe dormito, dall’altra probabilmente era un altro tassello nel riuscire ad esorcizzare la solitudine.
Con qualche colpo di bacchetta sistemarono quanto meglio la stanza ed Hermione trasfigurò un quadro in una porta così che Draco potesse avere una comunicazione diretta con la stanza dove dormiva il piccolo.
Lo vide tirar fuori dal suo zaino un walkie talkie che mise sul comodino in modo da essere sicuro di sentire il figlio nel caso si fosse svegliato e cominciare a sistemare il letto per la notte.
“Io vado a dormire, se hai bisogno di qualcosa la mia stanza è quella lì” disse indicando una porta poco più avanti “il bagno è la porta di fianco…”.
“Grazie Granger, buonanotte…”
“Buonanotte a te, Malfoy…”.




 

Moony's corner
Buonsalve belle fanciulle, come state?
Allora, cominciano i giochi e conosciamo un pò meglio i compagni di corso dei nostri due protagonisti... che cosa ci porterà questa convivenza? Le scommesse sono ancora aperte, no? Quasi quasi mi verrebbe voglia di metter su un giro di scommesse come il nostro buon Tennant insegna! ;)
Tornando a noi, il prossimo capitolo è in fase di scrittura, l'avere un pò di tempo libero da i suoi frutti, ma manterrò comunque (salvo colpi di testa o illuminazioni in quanto ad ispirazione XD) l'appuntamento settimanale, così riesco a portarmi avanti con la storia e non correrò il rischio di periodi di silenzio troppo lunghi...
E ora, che ne pensate del capitolo?! Attendo trepidante le vostre impressioni, se volete lasciare un segnale di fumo sapete che sono più che ben accetti.
Grazie a chi legge, a chi l'ha messa tra le seguite e a chi ha lasciato un segno del suo passaggio, siete fantastiche!
Appuntamento alla prossima settimana
Lisetta_Moony

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Capitolo 12
*** Come l’ego ipertrofico della Serpe si scontrò con il DNA della Grifona ***


11.

Come l’ego ipertrofico della Serpe si scontrò con il DNA della Grifona
 
Quel lunedì iniziarono ufficialmente le lezioni e se la mattina era dedicata alla teoria, il pomeriggio l’avrebbero passato alle prese con la pratica.
Per prima cosa, l’istruttore annunciò loro che avrebbe valutato le loro capacità di volo e che tutte le esercitazioni, nelle successive quattro settimane sarebbero state finalizzate alla formazione delle coppie di tirocinio.
Sentendo nominare il volo, Hermione sbiancò… per quanto c’avesse provato ai tempi della loro storia, Ron non era riuscito a farle passare quella paura incontrollabile che aveva ogni volta che si accostava anche al solo pensiero di dover volare.
“Ehi…” le chiese Draco vedendola così pallida “sicura di stare bene?!”.
“Si, tutto bene…” mentì lei cercando di essere credibile. Di certo non poteva sbandierare ai suoi colleghi il suo essere negata per il volo, specie quando uno di questi era Malfoy.
Certo, durante il turno e la successiva chiacchierata in caffetteria a fine turno l’aveva stupita, ma era bene non lasciare il fianco scoperto, non poteva certo fidarsi di una serpe (pseudo) redenta, solo perché si era mostrata innocua e avevano siglato una tregua!
“Te l’hanno mai detto che non sai raccontare balle Granger?! Riuscirei a vederlo scritto su quel tuo faccino d’angelo anche se fossi lontano un miglio e di certo non puoi pensare di farlo con una serpe, noi siamo i campioni nel raccontare balle!”commentò Draco.
Hermione stava per ribattere quando venne affiancata da Matthew che le chiese di lavorare insieme durante l’esercitazione e lei non se lo fece certo ripetere due volte.
Furono due ore estenuanti, Matthew forte della sua esperienza come giocatore della squadra di quidditch ai tempi dell’università non ebbe alcun tipo di problema e cercò di aiutare per quanto possibile Hermione mentre Draco si era ritrovato vicino a Rosie che si era dimostrata un asso a cavallo della scopa.
Quando smontarono dalle scope, Hermione aveva un diavolo per capello e una nausea galoppante tanto che si congedò di corsa per volare al bagno mentre Matthew la guardava stranito.
Aveva appena visto correre via la sua compagna quando venne raggiunto da Ewan e da una ragazza veramente carina che si presentò come Eunice.
Eunice Cadwallader, capelli lunghi, lisci e biondo cenere, che incorniciavano un visetto a forma di cuore dove spiccavano due occhi azzurri rimase colpita quando il suo sguardo incrociò quello di Matt mentre Ewan, con la sua solita finezza da troll di montagna chiedeva dove fosse Hermione.
“Non lo so, è sparita non appena è smontata dalla scopa, sembrava avesse appena messo le dita in una presa della corrente!”.
“Che?!” chiese Ewan.
“Roba babbana…” rispose lui suscitando una risatina alla bionda.
“Sai dov’è andata?”.
“Penso in bagno…”
“D’accordo…” esordì Eunice prima di avviarsi in cerca di Hermione “vado a vedere come sta, mi pare di capire che il volo non sia stato molto di suo gradimento…”.

Quando entrò in bagno Eunice trovò Hermione che si stava sciacquando la faccia cercando di calmare il respiro, una crisi di panico da manuale non era esattamente quello di cui aveva bisogno in quel momento.
“Ehi, tutto bene?!” chiese la bionda gentilmente avvicinandosi al lavandino.
“S…si… è solo un calo di pressione, tranquilla” rispose la riccia.
“D’accordo…io sono Eunice comunque…”.
“Hermione, piacere!”.
“Allora, mi pare di capire che il volo non sia esattamente il tuo migliore amico…”.
“Già…”rispose Hermione “ mi odia proprio, è dal primo anno ad Hogwarts che sono impedita…”.
“Eppure hai scelto di farti mettere nella squadra del Medimago Express” commentò tranquilla Eunice.
“Esatto…” rispose la riccia “diciamo che è una scommessa con me stessa, avevo bisogno di un cambio radicale…”.
“Beh” commentò la bionda “benvenuta nel club! Va meglio?!”.
Hermione che nel frattempo aveva ripreso un po’ di colore fece cenno di sì con la testa e si avviò verso l’uscita per tornare dagli altri.
Una volta tornate fuori, l’istruttore chiamò a raccolta tutti quanti e dopo aver fatto un breve punto della situazione, si disse pronto a congedarli.
Hermione tirò un sospiro di sollievo, aveva risposto alle domande dei due scozzesi senza scendere troppo nei dettagli ed era riuscita a sfuggire allo sguardo indagatore di Draco che le stava facendo una radiografia con lo sguardo alla ricerca di quel qualcosa che l’aveva turbata.
Raccolse le sue cose, prossima ormai a varcare la soglia dell’aula dove si trovavano quando l’istruttore la richiamò e senza tanti giri di parole le disse che aveva notato le sue lacune nel volo e che, per evitare che questo potesse danneggiarla nelle valutazioni, avrebbe preso dei provvedimenti.
“Signor Malfoy!” tuonò l’istruttore richiamando l’attenzione del biondo che subito si avvicinò.
Draco si chiese che cosa potesse volere l’uomo e rimase in attesa di spiegazioni.
“Bene, signorina Granger, come le dicevo, non vorrei che questa sua poca dimestichezza con il volo potesse lederla nel corso di questo programma, ecco perché, sulla base dei profili psico attitudinali ho deciso di affidarla al signor Malfoy….”disse l’uomo sganciando la bomba prima di spostare lo sguardo su Draco “Quanto a lei signor Malfoy, non penso dovrebbero esserci problemi al riguardo, da quanto emerge dalla sua scheda, non se la cava poi così male con il volo, confido che potrà istruire a dovere la signorina”.
I due ragazzi si fissarono sbalorditi, non riuscendo a credere a quanto aveva appena detto il loro insegnante, ma sapevano benissimo che un ordine del genere non poteva essere sottovalutato o peggio ancora, ignorato, e sebbene di malavoglia, accettarono le direttive che erano state impartite loro.
Pochi minuti più tardi, uscendo dall’aula, i due erano persi ognuno nei propri pensieri fin quando Draco prese parola uscendo dall’empasse.
Vedendo che Hermione stava continuando a camminare ancora con la testa da un’altra parte, Draco la fermò.
“Granger!” la chiamò senza ottenere risposta.
“GRANGER!” sbottò per richiamare la sua attenzione.
“Eh?!” chiese lei come riscossa.
“Mi dici che ti succede?”.
“Niente!” rispose lei deviando il discorso.
“Si, e io non sono un furetto platinato, te l’ho già detto, è inutile che provi a farla ad una serpe, sei una grifona, non rientra nel vostro DNA…”.
“Ammettilo, è l’occasione perfetta, il tuo ego ipertrofico non aspetta altro quindi dimmi cosa vuoi sapere e falla finita di fare il gentile con me, sei una serpe, e le serpi per quanto cambino pelle sotto sotto rimangono le solite stronze…” sbotta Hermione con un diavolo per capello.
Draco si avvicina, le posa le mani sulle spalle per fermarla.
“Piantala.”le dice perentorio “respira, articola un discorso sensato e dimmi cosa ti preoccupa. Perché per quanto tu stia cercando di sviare il discorso è ovvio che c’è qualcosa che ti turba e sospetto che abbia a che fare con il volo. Quindi, o sputi il rospo, oppure, visto la mia capacità di legillimens, potrei anche decidere di usarla per capire cosa ti passa per quella zucca dura che ti ritrovi….”.
“Ho paura di volare, contento? E’ dal primo anno che so di essere negata, Ron ha cercato di aiutarmi prima di trasferirsi in Irlanda, ma come hai potuto constatare poco fa, faccio veramente schifo con la scopa…” rispose lei cercando di non iperventilare per l’ansia.
“Ehi Mezzosangue non iperventilare, respira normalmente, ce la puoi fare” le disse Draco addolcendosi un po’ “hai sentito cos’ha detto l’istruttore, no? Sei sotto la mia responsabilità adesso ed io non accetto mai una sfida se non sono sicuro che la vincerò, quindi si, ti assicuro che, fosse anche l’ultima cosa che faccio, tu imparerai a non aver paura di volare, parola di Malfoy!”.
Hermione lo guardava stupita, ma che diamine ne era stato del Draco Malfoy che conosceva?
Draco la fece passare per prima mentre prendevano l’ascensore e nel frattempo pensava a come gestire questa cosa del tutoraggio.
Un sorriso nella versione ghignante made in Malfoy fece capolino sul volto del biondo ed Hermione non poté fare a meno di trattenersi dal chiedere cosa ci fosse di così divertente da far sorridere il diavolo in persona.
“Stavo pensando a questa cosa del tutoraggio… tu sei la mia tutor sul lavoro, io sono il tuo tutor per quanto riguarda il volo…direi che siamo pari, no?”.
“Che siamo pari e che qualcuno lassù non so se sia Godric, Merlino o il tuo amato Salazar, ha il sense of humour di una cozza avariata…” commentò Hermione polemica.
“Si chiama seconda occasione Mezzosangue, forse bisogna solo coglierla…”.
Arrivata davanti all’uscita dell’edificio i due stavano per salutarsi quando Draco si impuntò.
“Cosa?!”.
“Ho detto che ti accompagno a casa, non voglio correre il rischio che tu ti spacchi perché hai il livello di concentrazione sotto i piedi…” le rispose Draco come fosse la cosa più ovvia del mondo.
Hermione provò a protestare, non voleva essere d’intralcio ma vedendo quanto il biondo si fosse piccato, decise di dargliela vinta così che la smettesse di tallonarla.
Si smaterializzarono davanti all’uscio di casa della riccia e Draco non aveva la benché minima intenzione di lasciarla lì senza essersi assicurato che lei fosse un pochino più tranquilla.
Alla fine, dopo averne avuto la conferma, Draco si congedò non prima di dirle che le avrebbe fatto sapere quanto prima come si sarebbero organizzati per le lezioni di volo.
Le settimane successive furono caotiche, tra i turni in Pronto Soccorso e le lezioni intensive del corso, i due non ebbero molto tempo per dedicarsi alle lezioni di volo e se le risposte tardavano ad arrivare, ancora una volta Merlino o chi per lui, ci mise lo zampino.


Moony's corner


Buonasera belle fanciulle, come ve la passate?
Mi scuso per il periodo di latitanza ma il mio status da tesista in crisi ha fatto si che mi rinchiudessi in casa a studiare con 2000 cose da fare nel giro di poco e dovevo dedicarmi del tutto a questa cosa...
Ma... visto che mercoledì mi sono laureata (yeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!), attualmente in attesa di iscrivermi al collegio e di sbrigare tutte quelle simpatiche pratiche burocratiche che faranno di me un'infermiera a tutti gli effetti, ho un pò di arretrati da smaltire e ne approfitto per riprendere a scrivere (e per rimettermi in pari con le ore di sonno perse nelle ultime 5 settimane! XD)
Tornando al capitolo...è un pò di passaggio, il prossimo al momento è in corso di scrittura e le idee sembrano essere tornate tutte insieme! ;)
Alla prossima settimana!
Lisetta_Moony

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Capitolo 13
*** Improvvisazione teatrale di una convivenza: atto I ***


13.
Improvvisazione teatrale di una convivenza: atto I

Sabato mattina. Ore sette e quindici più o meno.
Hermione si sveglia come sempre prima del dovuto e dopo essere andata in bagno sente un rumore provenire dalla cameretta di Scorpius.
Si affaccia e lo trova in piedi nel lettino con l’aria di chi sta escogitante qualche marachella per richiamare l’attenzione.
“Buongiorno ometto,” gli dice avvicinandosi “ che ci fai già sveglio? Siamo mattinieri eh?!”.
Il piccolo vedendo la ragazza andargli incontro sporse le braccia per farsi prendere in collo ed Hermione non tardò ad assecondarlo.
“Andiamo a preparare la colazione, che dici?”.
Si affacciarono nella stanza adiacente e videro Draco che stava ancora dormendo, così Hermione decise di lasciarlo stare.
Con il piccolo in braccio scese le scale e si avviò verso la cucina dove trasfigurò una sedia in un comodo seggiolone dove poter posizionare Scorpius mentre s’inventava qualcosa per la colazione.
“Allora ometto, vediamo…” disse mentre, cercando di ricordare cosa Ginny era solita dare ai suoi figli a quell’età, pensava a cosa poteva mangiare il bambino mentre sentiva il suo stomaco brontolare “proviamo con il latte e i biscotti, che dici?”.
Mise su una moka con il caffè per loro e cominciò a preparare per il bambino.
Aveva tutto il tempo del mondo quindi decise che non c’era bisogno del biberon, potevano tranquillamente fare senza, con un cucchiaio e tanta pazienza.
Prese una tovaglietta e la trasfigurò in un bavaglino e lo mise al collo del bambino prima di spezzettare i biscotti nella tazza mentre aspettavano che il latte fosse caldo.
Il timer del microonde suonò avvertendo Hermione che il latte era pronto, così lo prese e lo mise nella tazza dove aveva messo i biscotti, poi prese un cucchiaio e si mise seduta di fronte al seggiolone del bambino.
“D’accordo piccoletto, a noi” pensò Hermione mentre cominciava ad imboccare il bambino che dopo qualche capriccio iniziale, vedendo che la ragazza giocava insieme a lui, cominciò a collaborare tranquillamente.
Una mezz’ora e una quantità indefinita di espressioni buffe e di aeroplanini dopo, arrivarono alla fine della tazza, per la buona pace di Scorpius che sazio, si lasciò scappare un ruttino.
Hermione scoppiò a ridere e il piccolo la guardò con un’espressione perplessa che era spiccicata a quella del padre prima di ridere pure lui.
“Che dici, ometto, portiamo la colazione al tuo papà, ti va?” chiese prima di metterlo in terra per lasciarlo sgranchire un po’.
Il piccolo emise gridolini entusiasti e si attaccò come un koala alla gamba di Hermione che stava cercando di finire di preparare il vassoio della colazione.
Con la bacchetta in una mano pronunciò un incantesimo di levitazione, prese Scorpius in braccio e si avviarono verso le scale seguiti da un vassoio con una tazza di caffè e qualche fetta di pane tostato con burro e marmellata di fragole.
Perché se c’era una cosa che aveva imparato di Draco Malfoy da quando avevano cominciato a lavorare insieme era che la mattina per colazione, si tracannava una tazza di caffè nero poco zuccherato e due croissant con marmellata di fragole, che all’occorrenza potevano benissimo essere sostituite da qualche fetta di pane tostato ed imburrato con una dose massiccia di marmellata di fragole.
Entrarono in punta di piedi in camera di Draco ed Hermione fece si che Scorpius potesse raggiungerlo sul letto, facendolo salire sul materasso così che gattonando potesse arrivare dal padre.
Hermione rimase lì a guardare cosa succedeva e sorrise vedendo la dolcezza con la quale il piccolo stava svegliando il padre. Scorpius infatti aveva cominciato a tastare con le manine paffute il volto del padre prima di arrivare a stropicciargli i capelli.
Draco intanto si era accorto della presenza del bambino e di una risatina che proveniva da un punto che doveva essere poco distante, ma soprattutto, del profumo di caffè che si stava diffondendo per la stanza.
Aprì gli occhi di colpoe prese il bambino sotto le ascelle per riportarlo sul materasso e cominciare a fargli le pernacchie sullo stomaco come sa che gli piace da matti e subito la stanza di riempie dei gridolini e delle risate del piccolo.
Hermione non può non essere contagiata dalle risate di Scorpius e si gode appieno la scena, pensando che Scorpius oltre ad essere un bambino fantastico, ha la sana capacità di far emergere il lato migliore del furetto.
“Allora signorino, che ne dici se andiamo a fare colazione?” chiede il biondo alla sua piccola fotocopia in miniatura.
“Pa…fatta co Emmione…”risponde lui scuotendo la testa mentre raccontava, alla sua maniera ovviamente, che aveva già fatto colazione ma che in compenso avevano portato un vassoio con sopra la sua.
“Davvero mi avete portato la colazione? A cosa devo cotanto onore?!”.
“Semplice, il rospetto qui era in piedi già da un po’, tu stavi dormendo della grossa,così prima che cominciasse ad urlare come un ippogrifo con la luna storta, l’ho portato giù, ci siamo fatti una colazione coi controfiocchi e abbiamo pensato di portarti su la colazione…” rispose lei.
Prese il vassoio e lo fece levitare sul comodino e si gustò l’espressione di Draco vedendo che gli aveva portato le sue cose preferite.
“Wooow Granger, grazie!” le rispose lui.
“Di niente!” poi vedendo che Scorpius cercava di infilare le dita nella tazza di caffè, decise di prendere il nano e portarlo in bagno a lavarsi.
“Che vuoi fare oggi?” chiese ferma sulla porta con Scorpius in braccio.
“Non saprei… che ne dici se dopo aver finito di sistemare le ultime cose cominciamo con le lezioni di volo?” le disse scrutandola un attimo in cerca di una sua reazione che non tardò ad arrivare
Hermione sbiancò. Diavolo di una serpe, ovviamente si stava divertendo, lui!
“Se proprio dobbiamo…”.
“Ricorda cosa ha detto il simpaticone, non vorrai mica che questa cosa intacchi la tua carriera scolastica vero?!”.
“No, certo che no… comincio a pensare che avrei dovuto scegliere il corso per la terapia intensiva invece che il medimago express sapendo che sono una ciofeca a volare…” disse poi sottovoce.
Raggiunse il bagno e con il piccolo ancora in pigiama tra le braccia, lo fece accomodare su un piccolo sgabello in modo che potesse essere all’altezza giusta con il lavandino.
Di una cosa era certa, aver avuto a che fare con James e Albus le rendeva le cose molto più facili con Scorpius di quanto sarebbero state a cose normali.
Draco nel frattempo stava sorseggiando il suo caffè e con in mano una fetta di pane era uscito in corridoio per vedere che cosa stessero facendo i due.
Fu così che venne guidato fino in bagno e appoggiandosi allo stipite della porta si perse ad osservare la scena sperando di non essere visto subito
“Allora ometto, ora ci laviamo bene il viso e poi ci vestiamo, d’accordo? Mi raccomando, questo non vuol dire che devi farti il bagno, ci siamo chiariti?” disse Hermione a suo figlio aprendogli l’acqua ad una velocità moderata lasciando così al piccolo un certo grado di autonomia.
Era incantato dalla scena. Diamine, Hermione lo conosceva da neanche quarantotto ore e gli parlava con dolcezza per non parlare di Scorpius, che non faceva storie e stava ridendo come la conoscesse da sempre, con Astoria, che per quanto fosse un essere con un neurone solitario che giocava a nascondino con se stesso gridando “c’è nessuno??!” come la particella di sodio nella pubblicità di una nota marca d’acqua babbana era pur sempre sua madre, il piccolo si agitava e riusciva a stressarsi veramente con poco!!!
Scorpius si accorse della presenza del padre e orgogliosamente gli mostrò quanto stava facendo.
“Papu!!!” disse guardandolo sorridendo mentre Hermione si voltava e il suo sguardo andò ad incrociarsi con quello del biondo.
“Mi raccomando Scorp, dai retta ad Hermione, ci siamo capiti?!”gli disse infine cercando di apparire meno coinvolto di quanto fosse in realtà.
Il piccolo fece cenno con la testa e tornò a guardare Hermione che gli stava passando un asciugamano prima di metterlo a terra e prenderlo per mano.
“Forza, andiamo a cambiarci e poi decidiamo cosa fare, ti va?” chiese rivolgendosi direttamente al bimbo che non se lo fece ripetere due volte.

Quella mattina la dedicarono a sistemare le loro cose e verso le undici e mezzo, quando cominciava a fare più caldo, decisero di cominciare con le lezioni di volo.
Scorpius stava giocando con Grattastinchi che aveva accolto decisamente il nuovo compagno di giochi anche se questo era alquanto maldestro mentre gli adulti stavano procedendo con la loro lezione.
“Allora,” le disse Draco mentre tirava fuori da una sacca tutto il necessario per la protezione contro le cadute “Per prima cosa, mettiti queste…”.
“Guarda che non sono una bambina che sta andando sui pattini per la prima volta…” rispose lei cercando di mantenersi seria.
“Lo so, ma ciò non toglie che tu sia come una bambina che impara ad andare sulla scopa…e poiché non voglio correre il rischio di dover spiegare a Potter e alla Donnola perché tu ti sia danneggiata quella fantastica testolina che ti ritrovi, mettiti questa roba e non protestare!” disse infine allacciandole il caschetto con fare protettivo.
“Ammettilo che stai gongolando, quando mai ti ricapiterà un’occasione del genere?!”.
“Credimi, ho come la sensazione che ce ne saranno altre!” rispose lui con un sorriso malandrino “forza ora, non penserai davvero di riuscire a circuirmi con due chiacchiere!”
“Certo che no, sei una serpe!”.
“Appunto, e poiché il coraggio è la virtù dei grifoni, direi che è giunto il momento di appellarti al tuo coraggio e prendere per le corna questa tua dannata paura e fargli vedere chi è che comanda…”.
“Forza allora, cosa mi consigli di fare, Maestro?”.
“Bene mia giovane allieva Padawan, ora voglio che tu ti rilassi, perché lasciatelo dire, sei tesa come una corda di violino!”.
“Ma va! Cosa te lo fa credere? E poi scusa, tu come conosci Guerre Stellari?!”.
“Ricordati che esiste un altro Malfoy oltre quello spocchioso ed insopportabilmente attaccato alle tradizioni purosangue che hai conosciuto ad Hogwarts, e questo Draco ha un debole per i film di fantascienza babbani!”.
“Che ne hai fatto del Malfoy stronzo ed insopportabile?”.
“Quello?! Beh, ha preso un periodo di aspettativa e ha lasciato me, però se vuoi te lo richiamo!”.
“No no, per carità, questo Draco” rispose usando senza quasi rendersene conto il suo nome di battesimo e non il cognome “imprevedibile e filo babbano, per quanto mi spiazzi riesco a tollerarlo meglio…”.
“Ah grazie!”.
“Prego, mica è colpa mia se sei uno stronzo, borioso ed egocentrico, furetto!”.
“Ehi mezzosangue, piano con le offese, così mi ferisci!”.
“Certo come no, ora vuoi punirmi per caso?!”.
“Esatto! Quindi preparati perché alla prossima lezione farai un giro con me e sai bene quanto io sia egoista se voglio, quindi me ne fregherò allegramente se ti verranno le crisi di panico e ti trasformi in una banshee incazzata!”.
“Forza allora, rompipluffe che non sei altro, cosa devo fare?!!”.

Arrivati all’ora di pranzo, Hermioneaveva imparato ad allentare la tensione che aveva accumulato, aiutata notevolmente da un Draco magnanimo che, oltre a rimproverarla un attimo si e quello dopo pure, le aveva posato le mani sulle spalle e cercava di farle capire cosa fare.
Era stato tentato di usare la legilimanzia, ma non voleva rovinare la loro convivenza dopo neanche ventiquattr’ore perciò si accontentò del piccolo risultato ottenuto quella mattina, di sicuro non si sarebbe arreso.
L’ora di pranzo arrivò in un battibaleno e poco dopo Scorpius quasi crollò con la testa nel piatto e Draco si apprestò a portarlo su in camerina per il sonnellino pomeridiano.
Ora che erano da soli si misero a sedere a tavola sorseggiando il caffè appena fatto e decisero come organizzare la settimana successiva e la domenica.
Fecero una lista delle cose di cui avevano bisogno e decisero che appena il piccolo si fosse svegliato, sarebbero andati in Diagon Alley e in un supermercato a fare un po’ di spesa, come una normale famiglia qualunque.



Moony's corner:

Buon salve belle fanciulle, come state?
Intanto vi ringrazio per le belle recensioni che mi avete lasciato lo scorso capitolo ^_^
Che dite di questo capitolo? Indubbiamente Scorpius for president, ha capito tutto della vita il nanerottolo!
Grazie a chi legge, a chi lascia traccia del suo passaggio, a chi l'ha messa tra le seguite (100 persone...bimbi vi amo alla follia, sapevatelo!XD), tra le preferite e le ricordate!
Appuntamento alla settimana prossima!
Lisetta_Moony

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Capitolo 14
*** Polpi, routine e battute rubate ***


14.
Polpi, routine e battute rubate



Il lunedì mattina non tardò ad arrivare, e con lui la ripresa delle lezioni.
A casa Granger si alzarono tutti di buon ora, così che Draco potesse portare il piccolo Scorpius a Malfoy Manor dove nonna Narcissa li stava aspettando per passare la mattina con il nipote.
“D’accordo allora, noi andiamo, ci vediamo direttamente al San Mungo, okay?!” le disse Draco uscendo con il figlio in braccio.
“Andata, se vuoi i libri puoi lasciarli a me così non ti intralciano…” rispose lei avvicinandosi per sistemare il berretto del bambino che si sporse per essere preso in braccio prendendole una mano.
“Dai piccoletto, ci vediamo stasera, ora vai che la nonna ti sta aspettando!” gli disse lei dandogli un bacio sulla guancia come fosse la routine quotidiana
Scorpius le fece un sorriso dei suoi e dopo averle lasciato la mano, tornò tranquillo nell’abbraccio del padre.
“Ehm…Granger, non te lo vorrei dire ma tu devi venire con noi…”.
“Per le mutande di Maga Magò” rispose Hermione mentre Draco si chiedeva chi fosse la tizia appena nominata “ è vero, l’incantesimo di prossimità… dammi cinque minuti, finisco di cambiarmi e arrivo!”.
Fu così che Hermione, ancora in pigiama, si scapicollò su per le scale fino ad arrivare in camera e cambiarsi.
Era scesa giù in cucina a preparare la colazione mentre Draco svegliava il figlio e per non perdere tempo era scesa direttamente con i pantaloncini corti e la maglia con Winnie the Pooh con la quale era solita dormire, in fin dei conti era a casa sua ed aveva il sacrosanto diritto di girareabbigliata come più le piaceva!
Stava trafficando con la macchina del caffè e nel frattempo aveva messoil latte per Scorpius a scaldare quando si sentì avvolgere una gamba e fece volutamente finta di niente.
“Chi è il piccolo polpo avvinghiato alla mia gamba?!”chiese scuotendo leggermente la gamba e il piccolo si avvinghiò ancora di più cominciando a ridere.
“Sei tu, piccolo polpo?!” chiese cominciando a tastargli i capelli scompigliandoli poi si piegò e cominciò a fargli il solletico prima di prenderlo e capovolgerlo dandogli morsetti sulla pancia… aveva imparato questo trucco con Albus e James che puntualmente si sbellicavano dalle risate e anche con Scorpius i risultati non mancarono.
Scorpius stava singhiozzando dal ridere e per questo Hermione decise che era giunto il momento di fermarsi e ricomporsi per la colazione quando voltandosi vide Draco che, appoggiato allo stipite della porta, si stava godendo la scena.
Da che avevano cominciato la convivenza appena quarantotto ore prima non era la prima volta che Hermione lo trovava fermo sulla porta che li osservava e cominciava a chiedersi se magari non stava esagerando nel prendersi certe confidenze con il bambino che potevano però dargli noia.
Si ripromise che durante la prima pausa caffè disponibile gliene avrebbe parlato… non voleva che si creassero attriti tra di loro senza un motivo reale che poteva essere risolto semplicemente parlandone.
Hermione sistemò il nano su quella che da ormai due mattine era la sua seggiola con tanto di cuscini per riuscire ad arrivare al tavolo e gli mise davanti il bicchiere con il latte e una cannuccia… era una via di mezzo, proprio non avevano tempo di perdersi dietro al cucchiaio e perciò fu una scelta quasi obbligata.
Nel frattempo Draco si avvicinò alla macchina del caffè e lo versò in due tazze prima di mettersi a sedere e passarne una ad Hermione.
“Wow, hai un nido di rondini che si è trasferito nei tuoi capelli o sono così di natura?” chiese Draco osservandola.
“Buongiorno anche a te Furetto, cos’è, sei sempre così di prima mattina o oggi ti sei fatto una dose di simpatia liquida andata a male per l’occasione?”.
Draco non fece in tempo a rispondere che venne preceduto da Scorpius che guardando il padre ed Hermione non ci stava capendo più niente e richiamò l’attenzione dei grandi.
“Papu…. FFetto!”.
Hermione che stava sorseggiando il caffè per poco non si strozzò per il ridere, di sicuro sarebbe stata una giornata memorabile, di quelei da segnare sul calendario.


“Tu che dici Scorp, saranno davvero cinque minuti?!” chiese guardando il figlio che lo guardava incuriosito “secondo me ci mette di più!”.
“Guarda che ti sento!” gli rispose Hermione dal piano di sopra e neanche cinque minuti dopo, si presentò davanti ai due pronta per andare e con in spalla la sua tracolla rossa “non so per chi tu mi abbia preso, Furetto, ma sappi che se prendo un impegno lo mantengo, io!”.
Si smaterializzarono a Malfoy Manor dove Narcissa, in tenuta da casa, una tuta di cotone di quelle che si trovano nei negozi di abbigliamento sportivo che aveva cominciato a portare da quando aveva capito che correre dietro al nipote con le mega tuniche da strega era tutto tranne che pratico, li stava aspettando e li accolse con un sorriso.
Rimasero d’accordo che sarebbero tornati alla fine delle lezioni per riprendere il bimbo e si augurarono a vicenda di trascorrere una buona giornata.

Le lezioni teoriche quella mattina si rivelarono particolarmente soporifere: prendi cinque ore con un professore che (almeno secondo Draco) era come minimo un diretto discendente di Ruf, aggiungi una materia tosta (almeno secondo Hermione, Draco non è molto d’accordo) come può essere Pozioni ed incrociala con quella che è la Farmacologia Babbana e otterrai un mix esplosivo.
Farmacologia era una delle materie babbane che Hermione aveva amato di più quando ai tempi del corso avevano avuto modo di studiare anche fondamenti di medicina babbana, il problema si poneva quando si parlava di Pozioni…per quanto fosse sempre la so tutto io, quella era sempre stata una materia ostica per lei, non tanto per gli argomenti quanto per la buon anima (pace all’anima sua) di quel geniaccio del professor Piton.
Durante la pausa pranzo,si accomodarono al tavolo con gli scozzesi, Rosie e Eunice e cominciarono a chiacchierare.
Se i ragazzi si flipparono sull’argomento quidditch, le ragazze cominciarono a parlare della convivenza coi rispettivi partner.
I quattro infatti coabitavano nel medesimo appartamento approfittando del fatto che i due scozzesi avevano una casetta per conto loro mentre le ragazze quando non facevano le pendolari, prendevano base al paiolo magico.
Il primo fine settimana a detta delle ragazze era stato un po’ caotico,se i due avevano i loro ritmi, abituarsi alla vita con una persona diversa dal tuo migliore amico, richiedeva i suoi tempi.
Eunice invece osservò Hermione e le chiese come fosse andato il loro inizio di convivenza e lei raccontò di come fosse strano ritrovarsi i due Malfoy in giro per casa ma che la cosa non le dispiaceva,casa sua era troppo grande per abitarci da sola, e un po’ di risate e calore familiare non poteva farle che bene.
Rosie la sommerse di domande sul piccolo mentre Eunice, acuta osservatrice, cercava quei piccoli segni che potessero avvalorare la sua teoria secondo la quale, i due si stavano girando intorno e prima o poi si sarebbero raggiunti.
Una volta finita la pausa pranzo, fu la volta delle ore di laboratorio pratico di pozioni in cui Draco spiccò come era solito fare fin dai tempi della scuola.
Finalmente arrivarono le cinque del pomeriggio e le lezioni terminarono.
Una volta nell’atrio di ingresso dell’ospedale gli scozzesi e le loro rispettive compagne si smaterializzarono e rimasero solo loro due.
“Ti va un caffè da Starduck’s?!” chiese Draco facendo riferimento al locale dove erano stati qualche giorno prima.
“Ehm…è Starbuck’s casomai…” gli fece notare lei.
“Per favore Mezzosangue,” le rispose lui stropicciandosi gli occhi “sono le cinque del pomeriggio e sono sul bollito andante, non puoi essere così puntigliosa anche a quest’ora…”.
“Comunque la mia risposta è si…” concluse Hermione come se il biondo non avesse detto niente.
Si incamminarono e dopo poco arrivarono nel locale dove ordinarono una tazza di the ognuno e si misero a sedere per fare il punto della situazione.
Così mentre sorseggiavano il the, Hermione ne approfittò per sondare il terreno riguardo a quanto successo in casa quella mattina con Scorpius ma venne battuta sul tempo da Draco che vedendo il suo sguardo perso nel vuoto, la richiamò all’ordine.
“Uno zellino per i tuoi pensieri…” le disse.
"Come?"
“Cosa ti passa per la testa?”.
“Niente…” divagò lei. Diamine, voleva parlare di quella mattina, e allora perché introdurre il discorso era così difficile?!?!
“Errore. Non ci casco Mezzosangue, sento lo scricchiolio dei tuoi pensieri quindi fuori il rospo!”.
“D’accordo… volevo chiederti se era tutto a posto…”.
“Riguardo a cosa?”.
“Riguardo a stamani, intendo dire la colazione di Scorpius e quelle cose lì, non vorrei tu ti sentissi scavalcato…”.
“Frena, respira e apri le orecchie… dici così perché in questi due giorni mi hai visto spesso mentre vi osservo senza dire niente, non è così?”.
“Esatto… se ti ha dato fastidio davvero io…”.
“Hermione” le disse posando una mano sulla sua cercando di rassicurarla “non mi fermo ad osservarvi perché mi da fastidio che tu interagisca con Scorpius, anzi! Mi fermo ad osservarvi perché rimango incantato nel vedere con quanta facilità lui si lasci andare con te nonostante non ti conosca mentre persino con sua madre si stressava per ogni minima cosa!”.
“Sei sicuro, non devi essere gentile solo perché dobbiamo coabitare…”.
“Ma hai sentito quanto ti ho detto trenta secondi fa o devo presumere che il tuo cervellino sia solo per rappresentanza?!”.

"Ehi..."
“Davvero, non è un problema, se così fosse te lo direi subito, anzi, permettimi di dirti che la cosa possa solo giovare a Scorp, per quanto io e la nonna lo amiamo da morire penso risenta un po’ della mancanza di una figura materna… quindi nel caso esagerasse, non ti far problemi a dirmelo che calibriamo correttamente la cosa…”.
Hermione sorrise quasi come un ebete, ora che era tutto chiarito non poteva che essere felice.
“Bene… che ne dici se ora andiamo a recuperare il nano da mia madre?”.
“Si, hai qualche idea su cosa fare per cena? C’è un supermercato qui dietro, ci facciamo un salto prima?”.
“Andata e per la cena, boh…dai, vediamo se girando mi viene un’illuminazione!”.
“Certo…magari chissà, magari davanti al bancone dei surgelati è la volta buona che ti illumini d’immenso!”.
“Si, e magari prendo fuoco… suvvia, Mezzosangue, certe freddure babbane ormai sono assai antiquate, ti devi aggiornare!” le disse prendendola sotto braccio mentre stavano uscendo dal locale.
“Spiritoso! Davvero, il tuo ego ipertrofico ha qualche richiesta particolare per cena?”.
“Fish and chips?”.
“Molto babbano per i tuoi standard devo dire,” rispose lei “però potrebbe essere un’idea, sai?”.
“Beh, signorina è troppo babbano persino per i tuoi standard, visto che ci siamo, e per pareggiare la faccenda, qui ci vuole per forza una vaschetta di gelato di Fortebraccio!” disse lui.
“Come desidera, signor Furetto platinato, tanto il fish and chips ce lo facciamo recapitare a domicilio!” rispose lei.
“Mezzosangue sai che questa me la paghi, vero?!”.
“Paura, Malfoy?!”.
Draco si fermò di botto e la guardò cercando di trattenere una risata e l’impellente quanto improvvisa voglia di avvolgerla nelle sue spire di serpente e sottoporla ad un ciclo di solletico coi controfiocchi.
“Cos’è, mi rubi anche le battute ora?”.
“Tu mi rubi i detti babbani, io ti rubo le battute, mi pare uno scambio equo, no?!”.
Draco non disse niente, le offrì semplicemente il braccio mentre un sorriso aveva preso residenza sulle sue labbra e lì sarebbe rimasto per lungo tempo.




Moony's corner

Eccoci qua, altro capitoletto bello pieno di ammore e di Scorpius che ancora una volta, birbante com'è (Scorp che chiama il padre Furetto,uahuahauha ci sono quasi morta dal ridere immaginando la scena e il sopracciglio alzato a mò di dire "come scusa?" di Draco e Hermione che si sbellica dalle risate) è il centro di tutto.. (All you need is love, paparapapa...)per non parlare di Eunice, chissà se in casa degli scozzelli (misto fra Scozia e Castelli, momento di lapsus, sono le 00.37 e la vostra Moony stamani alle 9 ha avuto la brillante idea di andare in piscina e spararsi 30 vasche dal nulla ergo ora è sul bollito tipo le pozioni nel calderone di Paciock che puntualmente esplodono!XD)sono già partite le scommesse, io ce li vedo, in versione bookmaker però forse sono io...
Per il resto, le cose procedono, stanno prendendo il ritmo, diamogli agio e vediamo dove li porterà il corso degli eventi (o il neurone particolarmente fuso dell'autrice) ->dipende, da che dipende, da che punto guardi il mondo, tutto dipende [si, bimbe, stasera m'è presa canterina, perdonatemi!]..le schermaglie non mancheranno, ve lo posso garantire, per le coccole probabilmente ci vorrà un pò di più, dobbiamo passare ancora dei punti salienti, ma c'arriveremo, non abbiate furia!
Detto questo (rullo di tamburi e stacchetto musicale della 20th century fox, prego regia!) un grazie va a chi ha recensito, alle compagnie "storiche" come Sinisa e alle new entries come LolaBunny , Demebi e Francesca Jackson.. GRAZIE GRAZIE GRAZIE!
Un grazie va alle 107 persone che la seguono, bimbe siete veramente in tante, vi ringrazio davvero tanto, non mi sarei mai aspettata un'accoglienza del genere, a quelle 36 che l'hanno messa tra le preferite e alle 8 che l'hanno messa tra le ricordate...semplicemente grazie!
Orsù dunque, se il capitolo è stato di vostro gradimento, o se semplicemente sentite l'esigenza di tirare un pò di pomodori (seppur virtuali) alla qui presente Moony, non fatevi problemi a lasciare un commento, sono sempre ben accetti e mi incuriosisce un sacco sapere cosa ne pensate!
Bene, grazie per l'attenzione, appuntamento con il prossimo Moony's corner alla prossima settimana!
vostra,
Lisetta_Moony

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Capitolo 15
*** Tempeste ormonali ed inviti ***


15.
​Tempeste ormonali e inviti

 



I giorni passavano, le lezioni procedevano ad un ritmo abbastanza serrato e c’erano stati già dei giorni in cui, entrambi erano di turno in pronto soccorso.
Quel giovedì invece era solo Draco ad essere di turno, Hermione avrebbe fatto la notte l’indomani, era la prima volta che non erano di turno insieme e sarebbe stato alquanto strano.
Le lezioni mattutine finirono e i ragazzi andarono come di consueto a mangiare alla caffetteria approfittando della pausa pranzo prima di andare ognuno per la sua strada.
Matt ed Eunice avrebbero affrontato di lì a breve il primo turno medimago express e quindi sarebbero andati a studiare mentre i loro compagni avrebbero sostenuto a breve un’interrogazione e avrebbero approfittato della casa libera per ripassare, o, per come si erano evolute le cose fra loro nelle ultime settimane, per alternare momenti di studio folle a momenti in cui non riuscivano a staccarsi le mani di dosso.
Draco guardò l’orologio e vedendo che ormai l’ora di andare nello spogliatoio e cambiarsi era prossima, cominciò a radunare le sue cose e congedarsi dal gruppo.
Hermione fece lo stesso e lo seguì così che potessero discutere gli ultimi dettagli prima di dividersi.
“D’accordo allora, vado a prendere Scorpius da tua madre e ci andiamo a fare un giro da qualche parte… Qualche richiesta particolare per stasera oppure vado a mio gusto?”.
“Vai pure a tuo gusto e se c’è qualcosa non ti fare problemi a chiamarmi, altrimenti ci sentiamo quando faccio pausa, okay?”.
“Okay!” rispose lei prima di allontanarsi mentre Draco la seguiva con lo sguardo.
Non appena la vide svoltare l’angolo si rese conto di essersi imbambolato, di nuovo e si maledisse mentalmente perché non poteva fare così.
Decise che se la sarebbe fatta passare, non poteva permettersi di lasciarsi andare con la Granger rischiando di mandare alle ortiche i piccoli progressi che stavano facendo da che convivevano.

Nel frattempo, ignara dei pensieri che turbavano il suo collega, Hermione si avviò verso l’uscita quando il telefono cominciò a squillare.
“Ginny dimmi, è successo qualcosa?”.
“No, Herm,” le rispose la rossa dall’altro capo del telefono “è da un po’ che non ci sentiamo e volevo sapere come stai!”.
“Bene Gin, un po’ a corsa ma bene…”.
“Senti, ti va di fare un salto da noi più tardi per il the? I tuoi nipoti ti reclamano e anche io ho bisogno della mia amica…”.
“Certo, alle cinque va bene?” le chiese. Poi ricordandosi che aveva Scorpius aggiunse “ e prima che ti venga un coccolone quando ci vediamo, non posso venire da sola, è un problema?”.
“Come? Cos…? Hermione Jean Granger, che diamine mi stai nascondendo?”.
“Niente Gin, te lo spiego quando ci vediamo, io sto bene e prima che tu possa solo pensarlo, no, tu ed Harry non state per diventare zii…”.
“Sai vero che ora starò qui a scervellarmi come un’idiota… sei troppo sibillina e la cosa non mi quaglia Herm, perché sento che non me la racconti giusta?!?”.
“Parlando di cose serie, visto che ti voglio bene e non voglio che la mia nipotina nasca con una voglia grande quanto una balla da baseball, hai qualche voglia particolare oppure procedo come al solito per una sana spettegolata made in Weasley?!”.
“Procedi, procedi cara…”rispose la rossa sapendo che l’amica si sarebbe presentata da lei con una vaschetta di gelato con i suoi gusti preferiti “allora ti aspetto!”.
“A dopo rossa!”.
“A dopo,riccia!”.


Finita la telefonata Hermione si smaterializzò al Manor dove la piccola elfa Holly l’accolse felice facendole strada lungo il corridoio che portava al salotto.
Narcissa che stava leggendo un libro quando la vide sorrise e si alzò per andarla ad abbracciare.
“Hermione cara, come stai?”.
“Tutto bene signora Malfoy…”
“Suvvia, Hermione cara, ormai sei praticamente di famiglia, penso tu possa provare a chiamarmi Narcissa, no?”.
“D’accordo… Narcissa” rispose Hermione adattandosi a quanto richiesto dalla donna “tutto bene con il piccolo?”.
“Si, è di là nella sua stanza che dorme, vieni, così puoi svegliarlo tu se ti va…” le disse sorridendo.
Arrivarono nella camera ed Hermione vide che il piccoletto si stava svegliando proprio in quel momento e guardandosi intorno, vedendola fece un grosso sorriso.
La riccia si avvicinò e lo salutò accarezzandogli dolcemente la testa prima di aiutarlo a scendere dal lettino.
Scorpius si stropicciò gli occhietti e una volta in piedi si aggrappò come un koala al collo di Hermione.
“Buongiorno dormiglione!” gli disse lei tirandolo su “Allora, ti va di andare a casa? Ci cambiamo e poi andiamo a fare un giro, che ne dici?”.
Pur sbadigliando il piccolo fece cenno positivo con la testa ed Hermione non poté trattenere un sorriso.
Narcissa li guardava trovandoli molto dolci e curiosa come solo quando si trattava del figlio o del nipote sapeva essere, non riuscì a non chiedere ad Hermione che piani avesse per quel pomeriggio.
“Beh, intanto andiamo a casa, ci riprendiamo un attimo e poi più tardi andiamo a casa Potter-Weasley, la mia amica Ginevra mi ha chiesto di passare da lei per un the e visto che i suoi bambini hanno l’età di Scorpius, penso non possa che essere un bene fargli passare un po’ di tempo insieme…” disse.
“La moglie di Harry Potter?”.
“Si signora, Ginny Weasley felicemente in Potter da qualche anno a questa parte…”.
“E dimmi, Ginny Weasley sa che tu ti presenterai con Scorpius?”.

“No, non gliel’ho detto, ho solo detto che non sarò da sola, i miei amici non sanno molto della convivenza con Draco, a dirla tutta, non lo sanno proprio, quindi Scorp sarà la mia carta introduttiva, se come penso, Ginny si innamorerà di lui, avremo un’alleata in più per far digerire Draco ad Harry e Ron senza che uno dei tre abbia un attacco isterico nel giro di trenta secondi visto quanto andavano d’accordo ai tempi della scuola!”.
Narcissa rise di gusto. Sapeva benissimo che tra il figlio e i due grifondoro non era mai corso buon sangue, avrebbe pagato per vedere le reazioni che si sarebbero innescate da entrambe le parti.
“Ho piena fiducia in te, Hermione, però ti prego, la prossima volta che ci vediamo, raccontami tutto per filo e per segno perché ho come la sensazione che sarà una rivelazione alquanto esilarante!” le disse Narcissa prima di salutare entrambi.


Una volta usciti dal Manor, Hermione e il piccoletto si smaterializzarono a casa per sistemarsi un attimo prima di andare a casa Potter.
Scorpius se ne stava ancora in modalità koala e non aveva la benchè minima intenzione di schiodarsi da lì, così Hermione se lo portò in camera e lo fece accomodare sul letto.
“Pronto piccolo koala? Vuoi saltare sul letto?” gli chiese gentilmente e il piccolo non se lo fece certo ripetere due volte.
Lo aveva portato a casa senza rimettergli le scarpe, in tenuta da nanna pomeridiana, quindi era ancora scalzo quando cominciò a saltare sul letto.
“Mmione!”le disse facendole segno di volere compagnia.
“D'accordo, cinque minuti, poi ci dobbiamo preparare, andiamo a trovare dei bimbi della tua età, ti va di giocare un po' con loro?”.
“Si!!” rispose il bimbo, prima di essere preso da Hermione che cominciò a fargli il solletico e accettò di stare un po' al gioco.
Proprio in quel momento il telefono di Hermione cominciò a squillare e quando, con ancora Scorpius seduto a cavalcioni sulla sua pancia che la usava come un cavallo a dondolo, vide che si trattava di Draco, decise di mettere la chiamata in vivavoce.
“Cof...cof...Qui risponde la segreteria telefonica di Hermione Granger, al momento sono alle prese con un piccolo koala che pensa io sia un cavallo a dondolo, come possiamo esservi utili?” rispose Hermione tenendo il telefono in una mano mentre l'altra era sulla schiena di Scorpius così che non cadesse.
“Granger, tutto bene?” chiese Draco che, dall'altra parte del telefono si chiese che cosa stessero facendo quei due.
“Papu!!!” fu la risposta di Scorpius che sentendo la voce del padre cominciò a cercarlo per tutta la stanza, continuando a saltare sullo stomaco di Hermione.
“No, Scorp...ferm...” disse Hermione quasi senza fiato “fermati, koala, basta saltare sul mio stomaco, papà è al telefono, non è in casa...”.
Scorpius si fermò guardandola un attimo dubbioso, ma quando lei gli mise vicino il telefono, non fece una piega.
“Tutto bene?” chiese Draco nuovamente.
“Si, mi sa che hai un koala salterino per figlio, ma stiamo bene, lì come sta andando?”.
“Il solito degenero, siamo riusciti a tirare il fiato solo ora ma hanno appena chiamato che sta arrivando roba per la shock room quindi ho solo qualche minuto... che fate oggi?”.
“A questo proposito, prima che tu mi mandi un avada via telefono, Ginny ci ha invitati a casa sua per un the, pensavo di andarci con Scorp così può stare un po' con Albus e James, che hanno la sua età, per te è un problema?”.
“Per Ginny intendi la Piattola non è così?”.
“Sempre gentile devo dire furetto... comunque si, quante altre Ginny Weasley conosci?”.
“Fin troppe ad essere sincero...”.
“Malfoy!!!”
“Granger, eddai, è dai tempi dellla scuola che non mi è mai stata simpatica, però hai ragione...”.
“Davvero, ti scoccia che porti Scorp con me?”.
“Se mi fai finire, ti ho appena detto che hai ragione!”.
“Come scusa?!”.
“Hai ragione, per quanto siano i figli dello Sfregiato e della Piattola, il che è tutto dire, non credo sia una cattiva idea che Scorp passi un po' di tempo con dei suoi coetanei!”.
Hermione era senza parole, il Furetto le aveva appena dato ragione!
“Sai che quando fai così potrei quasi volerti bene?!” gli rispose lei quasi sovrappensiero.
“Come?!” chiese Draco “Granger ti senti male per caso?!”.
“Nah, tranquillo, per tua sfortuna sono ancora tutta intera!”.
Draco stava per rispondergli qualcosa quando un suo collega lo avvertì che il paziente che stavano aspettando era arrivato e quindi doveva andare.
Parlò un attimo con Scorpius, raccomandandogli di fare il bravo bambino, ubbidire ad Hermione e possibilmente non demolire casa Potter più di quanto fosse permesso (guadagnandosi una sgridata da Hermione perchè “Diamine Furetto, perchè devi mettere strane idee in capo a tuo figlio? Ci sono già gli altri due nani che cercano di sfasciare casa, vediamo di non creargli l'occasione perfetta!) e riattaccò.
Finita la telefonata Hermione e Scorpius si alzarono per cominciare a prepararsi, era quasi ora di andare e prima di presentarsi a casa Potter dovevano fermarsi da Fortebraccio per acquistare la vaschetta di gelato promessa a Ginny.


Ore 17.01
Puntuali come un orologio svizzero, ecco che Hermione, Scorpius e (l'immancabile) vaschetta di gelato suonarono al campanello di casa Potter-Weasley.
La porta si aprì dopo poco e Ginny fece capolino tenendo in braccio Albus mentre James se ne stava avvinghiato alla sua gamba.
“Ciao Herm!” disse la rossa prima di rimanere a bocca aperta vedendo che l'amica teneva in braccio un bambino biondissimo che le ricordava qualcuno, ma che diamine ci faceva lì Hermione con la fotocopia del furetto??
“Zia Mione!!” disse vedendo chi aveva davanti il più grande dei due piccoli Potter.
“James!” disse lei accogliendolo mentre Scorpius si abbarbicava ancora di più al collo della ragazza “tesoro, come stai?!”.
Ginny li fece accomodare in salotto seguendoli dopo aver richiuso la porta di casa e si preparò ad un quarto grado di quelli da manuale di mamma Molly.
I bambini, soprattutto Albus, non si fecero problemi a fare amicizia con il nuovo venuto e ben presto si trovarono a giocare sul grande tappetone nella stanza vicina al salotto che Ginny aveva adibito a stanza dei giochi.
Erano appena rimaste da sole che Ginny le piantò gli occhi addosso senza dire niente per qualche minuto.
“Okay, fuori il rospo, cosa vuoi chiedermi?”.
“Cos'è, hai per caso la coscienza sporca Herm?!”.
“No Gin, è che ti conosco come le mie tasche e so riconoscere quando hai una voglia matta di farmi un interrogatorio perchè muori dalla curiosità!”.
“Ecco. Appunto. Perchè quel bambino assomiglia dannatamente al furetto Malfoy e sopratutto, che ci fa con te?”.
“Hai un po' di tempo?”.
“Tutto quello che vuoi...”.
“E sei disposta ad ascoltarmi prima di emettere un qualsiasi giudizio?”.
“Hermione, sul serio! Ti pare che potrei emettere un giudizio senza averti prima ascoltata, mica mi chiamo Percy, io!” rispose la rossa.
“D'accordo...ti ricordi che ho iniziato un corso di formazione al San Mungo?!”.
“Si quello del Medimago coso per il quale devi imparare a volare e hai preso lezioni da Ronald?”.
“Esatto, il corso per il Medimago Express... la parte che non ti ho detto è che al corso insieme a me c'è Malfoy...”.

“Il furetto?!”
“Esatto, c'è anche lui... per fartela breve... ha divorziato dalla Greengrass, si è iscritto al corso per il Medimago Express e per non creare casini con il lavoro e lo studio, si è trasferito da Leadworth al San Mungo e lo hanno assegnato al Pronto Soccorso...”.
“Quindi è tuo collega...ma ancora mi manca un pezzo, non è così?”.
“Esattamente... per i primi tempi gli sono stata assegnata come tutor in reparto, e come se non bastasse, ci siamo ritrovati al corso insieme...ora, il corso prevedeva che si formassero delle coppie per il tirocinio in base a dei profili psico attitudinali e ad ognuna, per imparare ad affinarsi e collaborare, è stato imposto un incantesimo di prossimità...”.
“E, se non ho capito male, a te è stato assegnato Malfoy, non è così?”.
“Esatto, ho un incantesimo di prossimità con Draco Malfoy, io, la Mezzosangue per eccellenza attualmente ho come coinquilino quello che ai tempi è stato il più spocchioso dei purosangue e il suo bellissimo bambino...”.
“Wooow Herm, è una cosa assurda...e dimmi, Harry e Ron lo sanno?”.
“Non esattamente, non ci siamo sentiti ultimamente e penso che prima di dargli una notizia del genere vadano preparati un minimo, no?”.
“Direi...e dimmi, com'è convivere con il Furetto? E' sempre il solito stronzo dei tempi di Hogwarts?”.
“Se sono sincera mi collassi?”.
“No, perchè?”.
“Perchè è completamente cambiato rispetto a quando l'abbiamo conosciuto a scuola...”.
Ginny si drizzò a sedere come se fosse stata punta dall'ortica e squadrò bene la sua amica.
“Hermione Jean Granger, non ti sarai mica presa una cotta per il furetto, vero?”.
“Cosa? Ginny per piacere... il fatto che sia cambiato,che sia meno stronzo di com'era da ragazzo e che per cause di forza maggiore ci troviamo a coabitare sotto il solito tetto non vuol dire che io sia cotta del furetto, diamine rossa, comincio a pensare che gli ormoni della gravidanza ti diano veramente alla testa a questo giro!”
“ E il piccoletto come lo spieghi?”.
“Semplice, non voleva lasciare Scorpius da solo dopo la separazione, e così quando ci siamo dovuti accordare per dove vivere l'ho convinto a venire a stare da me visto che la casa è grande e un po' di compagnia non mi dispiace...”.
Ginny la osservò attentamente e da romantica sognatrice in preda ad una tempesta ormonale di quelle da manuale, cominciò a credere che un interesse potesse esserci, ma che per avere la conferma, doveva vedere come interagivano tra di loro e quindi sganciò la bomba.
“Senti Herm, domenica prossima è il compleanno di mamma, perchè non venite tutti e tre alla Tana? Così i bambini possono giocare tranquillamente e nel frattempo noi introduciamo l'argomento a quei due testoni dei tuoi amici, che ne dici? Non vorrei che quando scoprono che convivi con il furetto e suo figlio ti facessero una piazzata a casa armati di fucili ad aria compressa...”.
“D'accordo...” rispose Hermione pensando a come Draco avrebbe accolto la notizia “ne parlo con Draco e ti facciamo sapere... e prepariamoci allo scontro perchè mi sa che anche lui sarà un bell'osso duro da convincere....”.


Far separare Scorpius e Albus fu un'impresa quasi epocale, ma erano quasi le sette e mezza e per entrambe le donne era giunta l'ora di cominciare ad approntare la cena.
“Sicura che non ti serva una mano Gin? Tanto Draco fino alle nove non smonta e Scorp è abituato anche a mangiare un po' più tardi...”.
“Draco eh?!” la prese in giro la rossa.
“Si, Gin, Draco...mica lo posso chiamare Malfoy o Furetto continuamente, che per quello c'ha già pensato Scorp una volta e per poco non gli veniva un infarto... ergo abbiamo deciso di provare a chiamarci per nome...”.
“E dimmi, com'è Malfoy dismessi i panni da stronzo?”.
“Mi credi se ti dico che è una persona completamente diversa? Io stessa fatico a riconoscerlo certe volte... sul lavoro, in classe, con Scorpius, dire che mi stupisce ogni volta è dire poco, credimi, è una sorpresa costante...”.
“Comunque per tornare alla tua domanda di prima, non ho bisogno d'aiuto, i nani hanno le loro cose già pronte ed Harry stasera porta la pizza...” rispose Ginny.
“D'accordo allora...” concluse Hermione “ci sentiamo per domenica, d'accordo? E ti prego, non dire niente ad Harry, non vorrei ritrovarmelo davanti a casa a bacchetta spianata perchè pensa che Draco mi ha messa sotto Imperius!”.
“Ahahah” rise Ginny “tranquilla, per quello ci penso io, che s'azzardi a fare una cosa del genere e la ricalibratura cognitiva secondo Ginevra Molly Weasley non gliela toglie nessuno, a lui e a quel buzzurro del suo amico, nonché mio fratello!!”.
Le due si congedarono, Hermione riprese Scorpius e poco dopo si smaterializzò direttamente in casa.



Moony's corner

Ma buonsalve belle fanciulle, come state?
Intanto prima cosa volevo ringraziarvi per l'accoglienza dello scorso capitolo e per le fantastiche recensioni che avete lasciato...quando ho visto più di 200 visite in neanche 12 ore da che avevo pubblicato ero *_* non me lo aspettavo, quindi grazie grazie grazie!!
Passiamo al capitolo di oggi...che ve ne pare? Si cominciano a vedere occhietti a cuoricino? Mi sa che i nostri due eroi hanno fette di soppressata spesse quanto un blocco di cemento sugli occhi perchè tutti scommettono su di loro e loro neanche si accorgono che potrebbe esserci un qualche interesse reciproco (sadica, sadica Moony, che per caso c'hai messo qualche riferimento alla tua vita personale? Non si fa! XD)... che il rientro a casa di Draco nella prossima puntata sia portatore di novità? Vedremo, appena faccio pace col mio criceto iperattivo e il mio portatile si rianima un attimo (anche se da quando scrivo al fisso, vado come una scheggia, boh!) e decido la trama della prossima puntata, lo scopriremo insieme!
Detto questo, ringrazio le 114 persone che seguono la storia, le 39 che l'hanno messa tra le preferite, le 8 nelle ricordate e le fantastiche bimbe che hanno recensito...tanto ammore a tutte quante (o per dirla alla Moony, vi lovvo abbestia)...attendo con trepidazione i vostri commenti!!
Appuntamento alla prossima settimana
la vostra Moony

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Capitolo 16
*** Questo il mondo fa girar ***


note per una buona lettura:https://www.youtube.com/watch?v=XmpzW--cDoc
questa è la canzone che Draco sente quando rientra in casa.
Bene, vi ho rotto le scatole abbastanza per stasera, vi auguro buona lettura e appuntamento alla fine con il Moony's corner
 
 

16.
Questo il mondo fa girar
 
 
Quando Draco rientrò a casa erano le nove e quaranta passate e si stupì nel non sentire le voci di Scorpius ed Hermione.
Vide una luce soffusa venire dal salotto insieme alla voce in sottofondo della televisione, decise di andare a vedere dove si fossero cacciati, strano che non avessero sentito il crack della materializzazione.
Entrando in salotto vide il televisore mandare le immagini di un cartone animato babbano e non potè fare a meno di sorridere quando vide che si trattava de “La Spada nella Roccia”, uno di quelli che preferiva di più... non era un caso se il suo gufo si chiamava proprio Anacleto!
Si, l'idea che Draco Malfoy conoscesse i cartoni animati babbani avrebbe fatto rivoltare il buon vecchio Lucius così come era successo con quell'oca della sua ex moglie, ma lui aveva deciso di fregarsene allegramente, in fin dei conti ormai la tecnologia babbana era stata sdoganata anche nel mondo magico, e quindi perchè non approfittarne?
Erano stati Pansy e Theo ad introdurlo all'argomento, da quando erano nate le bambine avevano scoperto le fiabe babbane e per certi versi erano meno truci e seriose di quelle che avevano ascoltato quando erano bambini.
In sottofondo sentiva Merlino in versione pesce che cominciava a cantare dopo aver portato Semola nel fossato intorno al castello e sorrise ricordando quante volte il povero Theo gli aveva raccontato che la usava per fare addormentare la più grande delle sue figlie, April, facendo su e giù per i corridoi della villa.
Guardò oltre lo schienale del divano e vide Scorpius, già con indosso il pigiamino che dormiva bellamente addossato alla mezzosangue, con il naso appoggiato sul suo collo e una manina sullo scollo della maglietta mentre lei teneva un braccio sulla schiena del bambino come a proteggerlo da un'eventuale caduta.
Dovevano essersi addormentati guardando il film, chissà cosa avevano fatto nel pomeriggio e se Scorp si era comportato bene!
Per non svegliarli tornò in cucina dove vide che la tavola era apparecchiata per due, segno che la Granger non aveva ancora cenato.
Il pensiero che avesse atteso il suo ritorno per poter cenare, come in una vera famiglia, lo rese felice e cominciò a sentire un principio di tachicardia dovuta all'emozione.
Eccezion fatta per sua madre, che nonostante il suo status purosangue aveva imparato ad essere abbastanza elastica e a non lasciarsi andare al panico se c'era un cambio improvviso dell'ultimo minuto o se gli orari non coincidevano, neanche Astoria,per quanto al tempo fosse sua moglie, lo aveva mai aspettato per cenare quando aveva i turni di pomeriggio e smontava alle nove, anzi, ogni volta era un rinfacciare ed uno stronfiare perchè tornava a casa tardi, stanco morto e tempo di cenare, fare una doccia, due coccole al bimbo e poi cominciava a sentire il bisogno di andare a letto per essere certo di riuscire a partire con il piede giusto quando la sveglia sarebbe suonata alle cinque e quaranta l'indomani mattina.
Controllò cosa la riccia avesse preparato e vide che aveva preparato uno sformato di patate al forno, con formaggio e prosciutto cotto e una ratatouille di verdure con il pomodoro, che potevano essere prontamente riscaldate e mangiate sul momento.
Cominciò a trafficare con il forno per farlo arrivare a temperatura quando la vide comparire in cucina con la faccia di una che si è svegliata da neanche cinque minuti, i capelli scarmigliati e senza un senso logico molto più del solito.
“Ciao, ben tornato!” gli disse lei trattenendo a stento uno sbadiglio.
“Ciao! Com'è andata la giornata?!”.
“Normale amministrazione, il koala è andato giù secco come un ciocco, è stata una giornata impegnativa, ha fatto un po' di storie per cenare tanto era stanco!” rispose lei mentre Scorpius era ancora tranquillamente addormentato abbarbicato tra le sue braccia.
“ Hai già cenato?” le chiese. Anche se conosceva già la risposta, voleva sentirla da lei.
“No, ti stavo aspettando, solo che ci siamo messi a guardare un cartone e ci siamo addormentati entrambi...mi dispiace che debba essere ancora riscaldata, ma è stato più forte di me...”.
“Ehi!” le disse avvicinandosi “davvero, non è un rimprovero, anzi, mi fa piacere sapere che mi stavi aspettando... e poi Merlino in versione scoiattolo concilia il sonno che è una meraviglia!”.
“Tu conosci la spada nella roccia?”.
“Esatto. Ti va se mettiamo a dormire la peste e poi ceniamo?”.
“Certo. Sicuro che non vuoi metterlo a dormire tu?”.
“No, andiamo insieme, ti si è abbarbicato come suo solito, se lo prendessi adesso si sveglierebbe e ti assicuro che ci vorrebbe un bel po' prima di riuscire a farlo riaddormentare...”.
“D'accordo, Papu, andiamo!” rispose lei ridendo usando lo stesso nomignolo che usava il bambino.
Collaborando come una vera coppia, misero a letto il bambino che fece un po' di storie nel passare dal calore del corpo di Hermione al lenzuolo del letto, così Draco le chiese se poteva lasciargli la sua maglia, come una copertina di Linus, così che Scorpius si riaddormentasse tranquillo.
“D'accordo!” rispose Hermione togliendosi senza pensare la maglietta e consegnandogliela senza battere ciglio, rimanendo in cannottiera mentre Draco si meravigliava di non essere stato tempestato di offese tempo trenta secondi.
“Grazie!” le rispose.
“Di niente,” commentò lei mentre si chinava per dare il bacio della buonanotte al bimbo “vado a prendere una maglia, vi lascio un po' da soli, ci vediamo giù così intanto metto la roba in forno, okay?”.
“Okay!” concluse Draco cercando di restare presente a se stesso prima di fare qualcosa di cui poteva pentirsi subito dopo.
 
Dieci minuti più tardi un profumino decisamente invitante proveniva dalla cucina e Draco cominciò a sentire lo stomaco brontolare per la fame.
Cenarono e poi dopo aver sistemato i piatti, si spostarono in salotto per fare quattro chiacchiere sorseggiando un buon bicchiere di fragolino fresco che non guastava mai.
Hermione gli chiese come fosse andata la sua giornata lavorativa, cercando un modo per prepararlo allo sgancio della bomba riguardante i Weasley.
“E dimmi, la vostra di giornata com'è andata? A casa dello Sfregiato tutto bene?” chiese incuriosito.
“Si, Scorp ha legato un sacco con Albus, il figlio più piccolo di Harry e Ginny, e anche James per quanto sia il più tosto da convincere, non ha fatto una piega! Dovevi vederli, lì per lì si sono studiati, poi una scrollata di spalle come solo i bambini sanno fare e hanno iniziato a giocare a non ho capito bene cosa nella stanza dei giochi mentre io e Ginny eravamo in salotto..”.
“Chiacchiere tra donne devo presumere...”.
“Esatto...”.
“E la piattola come ha preso il fatto che ti sei presentata a casa sua con mio figlio appresso?” chiese incuriosito.
“Vuoi la risposta seria o quella che contribuisce ad ingigantire il tuo smisurato ego serpeverde?”.
“La prima. E poi voglio sentire anche la seconda se non ti dispiace....”.
“Se pensi di aver procurato qualche danno irreparabile ad Harry mi dispiace, ritenta, sarai più fortunato, non era ancora tornato a casa per fortuna!”.
“Stai divagando Granger, rispondi!”.
“Allora... Ho per forza di cose dire a Ginny come stanno le cose, dell'incantesimo di prossimità, del fatto che ci siamo ritrovati invischiati in questa cosa e che hai accettato di trasferirti da me insieme a Scorpius perchè non volevi lasciarlo da tua madre per troppo tempo...inutile dirti che la sua reazione al fatto che io e te conviviamo non è stata quella che mi aspettavo. C'è rimasta di sasso, ovviamente, io e te non eravamo esattamente amici ai tempi della scuola e di tutto quello che c'è stato dopo, ma nonostante questo, non si è scomposta troppo!”.
“D'accordo, e lo Sfregiato e la Donnola?”.
“Smetterai mai di chiamarli così?!” chiese Hermione come sconsolata.
“Se me lo chiedi con quell'espressione da mamma di Bambi prima di essere uccisa potrei anche pensarci...”
Hermione lo fissò perplessa... era serio??
Draco vide l'espressione sul suo volto e scoppiò a ridere.
“Eddai, sto scherzando, se ci tieni tanto potrei anche provarci!”.
“Mi sa che ti conviene, domenica è il compleanno di Molly e Ginny ci ha invitati tutti e tre alla Tana per pranzo...”.
“COOOSA?!”.
“Esattamente. E prima che tu possa partire con la tua filippica da serpe, è bene che tu sappia che non gli ho ancora dato una risposta perchè prima volevo parlarne con te, e no, Harry e Ron non sanno ne della convivenza ne del fatto che Ginny ci ha invitato...ora, lo so che ti viene l'orticaria all'idea di andare a casa Weasley...”.
“Ehi!”.
“Devo ricordarti i commenti pieni di gentilezza che hai fatto su di loro per tutti gli anni di scuola per caso?”.
“No, me lo ricordo, e rimango dell'idea che la Donnola sia un idiota, non posso farci niente, però...”.
“Pensa a Scorpius, a quanto potrebbe fargli bene passare una giornata con bambini della sua età, e no, la Weasleytudine non è una malattia contagiosa, anzi... e piccolo dettaglio, ci saranno anche Teddy e tua zia Andromeda...”.
“Ma come?”.
“Ordine della Fenice, ti ricordi?”rispose lei intristendosi un attimo pensando a tutti gli amici che erano morti durante la guerra “E poi Harry è il suo padrino, e Ninfadora mi aveva chiesto di aiutarlo nel suo compito nel caso si fosse ritrovato a doversi fare carico di Teddy se fosse successo qualcosa a lei e Remus”.
“Ehi...” le disse Draco prendendole una mano e cominciando ad accarezzarne il dorso con dei movimenti concentrici del pollice “Per me non ci sono problemi, anzi, penso che ci farà bene una giornata diversa dal solito ma non posso prometterti che non ci saranno battutine sprezzanti nei confronti della donnola e dello sfregiato...”.
Hermione accennò un sorriso immaginando il momento in cui si sarebbero presentati alla Tana e alle reazioni della famiglia Weasley.
“Se è per questo, neanche io posso garantire che non ci saranno,” rispose infine
”Harry e Ron non sanno della nostra situazione, ho chiesto a Ginny di non dire niente, a causa della loro vena complottista, specie se si parla di te, potrebbero benissimo presentarsi qui, in questo preciso momento a bacchetta spianata fermamente convinti che se abitiamo sotto lo stesso tetto dev'essere solo ed esclusivamente perchè sono sotto Imperio...”.
“Devo dire che i tuoi amici hanno molta fiducia in te, eh?!”.
“Beh, tu come la vedresti se metti caso il tuo amico, coso, Zabini, lì, arrivasse dicendoti che per cause di forza maggiore deve coabitare con Lunatica Lovegood?!”.
“Escludendo il fatto che la Lovegood mi hai detto essere diventata poco tempo fa la signora Paciock?!”.
“Santo Piripillo, Malfoy, puoi non essere fiscale ma afferrare al contempo il concetto, per piacere?”.
“Ti sto prendendo in giro mezzosangue e tu come una polla puntualmente ci caschi con tutte le scarpe,” le rispose lui prima di farsi serio “certo che anche io sarei sospettoso, visto che io sono un ex quasi mangiamorte, serpeverde e ti ho spregiata in ogni modo immaginabile durante gli anni di scuola...sarei sospettoso si, se una delle persone a cui tengo di più si ritrovasse a convivere per delle cause non dipendenti dalla sua volontà con una persona della quale non mi fido, e con la quale hai tutto tranne che dei trascorsi felici...”.
“Ehi...” gli rispose lei, portando la mano che era stata fino a quel momento stretta alla sua sulla guancia del biondo “ non metto in dubbio ciò che sei diventato, lo so che sei una persona diversa e che quel bambino borioso e leccato da una mucca è solo un ricordo, ti vedo, ti conosco, e so che sotto la maschera, sei buono, Draco Malfoy...”.
Ripensandoci a mente lucida, non avrebbero saputo dire chi dei due prese per primo l'iniziativa, forse era la bottiglia di vino che si erano fatti fuori nell'ultima mezz'ora che aveva facilitato le cose o forse, semplicemente ci stavano girando intorno da un po' di tempo e finalmente avevano trovato un punto d'incontro, sta di fatto che quello sarebbe stato uno dei momenti che entrambi avrebbero ricordato con un sorriso sulle labbra.
Senza pensarci troppo, Draco si lasciò guidare dall'istinto e le posò un bacio sulle labbra dopo averle sistemato un ricciolo ribelle dietro l'orecchio.
Hermione non se l'aspettava, ma forse resa meno cervellotica del solito dal vino, che puntualmente le dava alla testa, rispose e gli passò l'altra mano, quella libera, sulla nuca per non lasciarlo andare.
Draco non lasciò andare la presa, l'avvicinò maggiormente a se e continuarono a baciarsi, fin tanto che Hermione non si ritrovò seduta a cavalcioni sulle gambe del mago che aveva cominciato a intrufolare una mano sotto la maglia della ragazza che cominciò a dimenarsi come un'anguilla per il solletico.
Quando si ritrovarono a lasciarsi un istante per riprendere fiato, Hermione rimase ferma e poggiò la testa sulla spalla di Draco che non dava cenno di mollare la morsa del suo abbraccio.
Rimasero così per un tempo non ben definibile, nessuno dei due aveva voglia di essere da un'altra parte se non lì con l'altro, eppure era come se entrambi avessero paura di alterare il precario equilibrio in cui si trovavano.
“Che dici se andiamo a dormire?” le chiese Draco.
Hermione si irrigidì immediatamente, dannata impulsività e dannato vino!
“Ferma, prima che tu possa pensare qualsiasi cosa, non ti sto rifiutando, mi piaci da impazzire Hermione e non posso farci niente...”.
Hermione prese ad accarezzargli i capelli e lo tenne stretto ancora di più, non stava pensando a niente, si stava lasciando cullare dal momento.
“Solo che se non mi alzo adesso,” le disse sereno “rischio di non riuscire più a rispondere delle mie azioni, e siamo entrambi un po' alticci stasera, non voglio che sia una cosa di cui potremmo pentirci domani mattina...”.
Hermione capiva il suo punto di vista, lo ammirava perchè era il più razionale tra i due in quel momento, lei al momento non aveva la benchè minima intenzione di schiodarsi di lì, stava troppo bene e aveva la testa troppo leggera per analizzare troppo la situazione.
Lo guardò un'ultima volta, gli diede un bacio a fior di labbra augurandogli la buonanotte e prima che potesse ricadere in tentazione, si alzò e si avviò verso la sua stanza.



Moony's Corner

Belle fanciulle buonasera!
Allora, cosa ne pensate? Lo zucchero comincia a circolare, forse il fragolino da i suoi risultati
(voce della coscienza dell'autrice che viene fuori stile quella di Kronk delle follie dell'imperatore
https://www.youtube.com/watch?v=0f70gBvpzng...ehm...Moony, non è che per caso sei tu quella che va in ciampanelle con un bicchiere di fragolino?) ma chissà cosa porterà il giorno dopo...si parleranno o si eviteranno per l'imbarazzo? E chissà che l'aiuto da casa non arrivi proprio da qualcuno di inatteso...
Detto questo, prossimamente su questi schermi:
-l'alba del giorno dopo (della serie,ufficio complicazioni casi semplici, posso parlare con la mezzosangue o il furetto? Si grazie, attendo in linea!)
-L'incontro con i Weasley e una piccola sorpresa domenicale
- Incontro tra animali: Furetto vs.Donnola, chi la vince?
Voi che dite?
Se vi va lasciate un piccolo segno del vostro passaggio, e di quelle che sono le vostre idee per il futuro, vediamo se viene fuori qualche ipotesi degna degli agenti segreti di sua maestà!
Alla prossima puntata
vostra
Moony!

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Capitolo 17
*** Il tempismo di Scorpius ***


17.
Il tempismo di Scorpius
 
 
Dire che dormirono quella notte sarebbe dire una bugia.
Entrambi infatti, restarono svegli a contemplare il soffitto cercando di capire che diamine era successo.
La mattina dopo, approfittando del fatto che quel giorno le lezioni iniziavano non prima di mezzogiorno, Hermione uscì per sbrigare delle commissioni di carattere personale mentre Draco, dopo aver portato il bimbo al Manor, sentì l'esigenza di andare a trovare Blaise.
Decise che quella sera stessa, approfittando del fatto che Hermione era di notte, avrebbe proposto ai suoi amici di venire a casa a vedere una partita di quidditch in televisione, avrebbe persino parlato con le ragazze chiedendo loro perdono se rapiva i loro compagni, ma aveva bisogno di parlare con qualcuno di quanto successo la sera prima.
Avrebbe potuto parlarne con gli scozzesi, ma non voleva creare pettegolezzi quando non sapeva neanche lui cosa voleva, o meglio, non è che non lo sapeva, cominciava ad averne una vaga idea ma non era ancora definitiva.
Arrivò in ufficio e trovò Marlene, la segretaria di Blaise seduta alla scrivania, piena di post it colorati come al solito.
“Buongiorno Draco, come stai?” chiese la donna.
Marlene era una simpatica signora di mezza età, molto elegante nella sua sobrietà, che lavorava con Blaise praticamente da quando aveva cominciato il praticantato nello studio ai tempi della scuola di Legge.
Li aveva praticamente visti crescere negli ultimi anni e aveva sviluppato sia con Draco che con Theo un rapporto alquanto confidenziale vista la quantità di volte in cui passavano a fare visita all'amico in ufficio, non mancava mai di accoglierli con una parola gentile, e i ragazzi non mancavano di ripagarla portandole quando un caffè, quando una piantina o un qualcosa da mettere sulla scrivania.
“Bene Marlene, e lei?”.
“Siamo qua, il che non può che essere positivo, no?” chiese “cosa ti porta qui oggi?”.
“Blaise è libero?”.
“Si, il primo appuntamento è tra un'ora, il confessionale è libero!” scherzò la donna.
“Grazie Marlene, buona giornata!” le disse mentre si apprestava a bussare alla porta dello studio dell' amico.
“Anche a te ragazzo!”.
Draco aprì la porta dello studio di Zabini e si accomodò sulla poltrona di pelle vicino al camino.
“No, ma buongiorno anche a te, Draco” commentò il moro vedendo con quanta disinvoltura l'amico si fosse accomodato “prego, accomodati, fai come se fossi a casa tua!”.
“Buongiorno Blaise...”.
“Buon Salazar amico, hai una faccia che fa spavento, che cosa ti è successo?” chiese vedendo la faccia alquanto sconvolta dell'amico.
“Siediti Blaise...”.
“E' successo qualcosa a Scorp? Narcissa sta bene?”.
“Stanno tutti bene,non è per quello che sono qui...” disse lui stropicciandosi gli occhi.
“C'entra qualcosa Astoria?”.
“No, e chi la sente più quella, figurati se le salta in mente di venire a trovare suo figlio o solo informarsi per sapere come sta....” commentò amaramente “Sei fortunato ad avere scelto Daphne, è l'esatto opposto di sua sorella, e devi essere orgoglioso della donna fantastica che è diventata!”.
“Mi dici che è successo o vuoi continuare a sparare cazzate di prima mattina? Perchè qualcosa mi dice che c'è qualcosa che ti preoccupa, quindi forza, fuori il rospo e racconta tutto a zio Blaise...”.
“Guarda che non sono Scorp...”.
“Appunto...che è successo?”.
“Ho...ho....”balbettò Draco mentre Blaise lo guardava tra l'allibito ed il divertito.
“Hai...”.
“Ecco...io ho...”
“Draco, le cose son due, o mi dici cosa hai fatto o devo sospettare che la convivenza con la Granger ti stia danneggiando qui pochi neuroni sani che ti ritrovi...”.
“Io...ho baciato la mezzosangue!” disse Draco tutto d'un fiato prima che per qualche stupido motivo il coraggio venisse meno “Ora, prima che tu dica qualcosa, stasera è di notte, devo ancora avvertire Theo, venite a cena da me? Ho bisogno di ragionarne un po' prima di fare qualche bastardata in pieno stile Serpeverde, e si, ho bisogno che voi due, siate la voce della mia coscienza...”.
Blaise non sapeva se essere divertito o preoccupato da questa rivelazione, certo era che la cosa aveva lasciato turbato l'amico più di quanto avesse previsto.
“Per me è ok...ora non posso dirti tutto quello che penso, devo ancora mettere in fila un discorso di senso compiuto e lo sai bene quanto me che a quest'ora sono ancora mezzo addormentato, per Theo non ti preoccupare, sono sicuro che Daphne non farà storie se Pansy le propone un pigiama party con le bambine, visto che è più di una settimana che ne parlano...” disse infine, pregustando la faccia che avrebbe fatto Theo una volta appresa la notizia.

La giornata passò come niente fosse ed entrambi avevano cercato di evitarsi il più possibile.
Era previsto un seminario quella mattina il che permetteva di ridurre al minimo i contatti.
Entrambi erano confusi non sapendo come uscire da quell'empasdse.
Il seminario finì che erano le quattro e trenta passate e mentre Draco andava a recuperare Scorpius prima di passare a fare la spesa per la cena coi ragazzi, Hermione ne approfittò per farsi un paio d'ore di sonno prima di prepararsi per andare di notte.
Era ridicolo, pensava, che proprio lei, orgogliosa figlia di Godric, fondatore della casa dei coraggiosi, se la stesse facendo sotto al solo pensiero di dover affrontare una serpe.
Avrebbe voluto dire qualcosa, ma dopo che Draco non aveva minimamente accennato a quanto successo la sera prima, aveva deciso di lasciare perdere, non sapendo quale fosse il modo corretto per introdurre l'argomento.
La sveglia suonò che erano le sette e mezzo, tempo di farsi una doccia, mangiare qualcosa e poi doveva cominciare ad avviarsi verso l'ospedale.
Uscì dalla camera e si avviò verso il bagno, sentiva la voce dei due Malfoy provenire dalla cucina ma decise di non farsi vedere.
Si buttò in doccia dopo aver messo un po' di musica come sottofondo e si concesse una ventina di minuti di doccia calda per sciogliere i muscoli in tensione e svegliarsi.
Tornò in camera e dopo aver asciugato i capelli con un colpo di bacchetta (Merlino sia lodato, pensava Hermione, specialmente quando era di fretta e il phon non rientrava tra le opzioni praticabili!!), essersi rivestita e aver preparato la borsa per la notte, si avviò verso la cucina dove non appena la vide, Scorpius cominciò a sgambettare per andarle incontro.
“Mmione!!” disse il piccolo con un grande sorriso sul volto.
“Piccoletto! Come stai?!” gli chiese scombinandogli i capelli, poi vedendo che il bimbo non la mollava, decise di prenderlo in braccio mentre si avvicinava alla cucina.
“Ti preparo qualcosa?” chiese Draco cercando di rompere il ghiaccio che inevitabilmente era calato tra i due.
“Non importa, devi preparare la cena per i ragazzi, io posso farcela da sola...” rispose lei cercando di essere cortese mentre Draco era rimasto ferito da tutta questa cortesia, la preferiva quando gli urlava dietro a bacchetta spianata dandogli dello stupido furetto platinato.
Decise di andare contro la sua natura di serpeverde per una volta, non riusciva neanche a pensare che il rapporto che si stava costruendo tra loro potesse danneggiarsi per un banalissimo bacio, che poi banale non era, affatto.
Hermione si preparò un hamburger con la sottiletta e una bella insalata di pomodori e si mise a sedere a tavola dove Scorpius non si fece attendere troppo prima di avvicinarsi per osservare da vicino che cosa stesse facendo la ragazza.
“Scorp, scendi immediatamente di lì!” tuonò il padre, e il rimprovero fu talmente inaspettato che il bimbo cominciò a piangere.
“Malfoy, ehi...guarda che non mi da fastidio, altrimenti lo sai che non mi sarei peritata a dirtelo...”.
Come fosse stato punto da una vespa, ritornò a trafficare con le pietanze per la cena coi ragazzi e non aggiunse altro, congratulandosi con se stesso per essere un codardo di prima categoria.

Qualche ora più tardi, Hermione era uscita già da un po', Scorpius era già nel mondo dei sogni e i tre uomini, terminata una cena coi controfiocchi accompagnata da un buon vino rosso, si stavano gustando un buon whiskey incendiario seduti in salotto.
“Forza Dracuccio bello, fuori il rospo, abbiamo abbastanza alcol in circolo perchè tu possa dire anche al nostro Theo che cosa hai combinato...”.
“Cioè che convivo con la Mezzosangue?” chiese Draco sapendo dove voleva andare a parare l'amico.
“Anche, ma non mi riferisco solo a quello...” ribattè Blaise.
“Ho baciato la Mezzosangue, okay? E il bello è che non mi è neanche dispiaciuto!” ammise infine il biondo.
“Cazzo!” fu il commento di Theodore.
“Bonjour finesse, eh Theo?” fu la risposta di Blaise.
“Nel senso, e me lo dici così?”.
“E cosa dovrei dirti? Che nonmi sono pentito e che anzi, prima mi sono dovuto forzare per non saltarle addosso?”.
“Oh santo Salazar, siamo già a questi livelli?”.
“Non lo so, dovreste vederla” disse con lo sguardo perso e un sorriso simil ebete stampato in volto “con Scorpius, e persino con me, lo stronzo per eccellenza...”.
Così raccontò loro della sera prima, di come si fosse sentito ttrovando la Mezzosangue e il figlio addormentati sul divano, nel vedere che lei aveva preparato la cena pma che lo aveva aspettato per mangiare insieme, di come si fosse sentito parte di un qualcosa che non esisteva e di come, ancora una volta si fosse ritrovato a chiedersi come sarebbe stata la sua vita se al posto di Astoria ci fosse stata la Granger.
Blaise era già stato messo al corrente dei pensieri dell'amico mentre Theo è quello che rimane più spiazzato al sentire il racconto.
E, come suo solito, nonostante il tatto di un elefante in una cristalleria se ne uscì con un semplice quanto arguto commento.
“E dimmi, che cosa ti vieta di provarci esattamente? Da quanto mi dici, lei non è Astoria, è LA Mezzosangue per eccellenza, forse è lei quella giusta...”.
“E dimmi, signor Theodore- sono felicemente accasato- Nott, da quand'è che sei diventato così saggio?”.
“Forse perchè ti conosco, e stavi sorridendo mentre parlavi di lei, quando parlavi di Astoria non lo hai mai fatto!” commentò Theo con una logica disarmante.
“Penso di aver fatto una cazzata... oggi ci siamo visti poco e ci siamo evitati...”.
“E che ti aspettavi? Lei non è come le altre Dra...”.
“Si, ma come faccio...lo sai che faccio schifo a parole, dico una cosa quando penso esattamente l'opposto...”
“Dai tempo al tempo” gli rispose Theo infine mentre Blaise confermava il pensiero dell'amico con un cenno affermativo della testa “e soprattutto, non rimettere la maschera da stronzo, da quanto mi hai detto e da quanto mi ricordi di lei, non se lo merita, forse devi solo darti un'occasione Dra...”.

Domenica mattina, ore 8.45
Hermione si era appena alzata, un silenzio di pace regnava in casa e sopratutto anche il piccolo Scorpius stava ancora dormendo e senza fare troppo baccano, decise di andare a fare una doccia per ripartire con il piede giusto prima di prepararsi per andare a pranzo alla Tana per il compleanno della matriarca del clan Weasley.
Esce dal bagno dopo una mezz'ora buona passata sotto il getto di acqua calda che l'aveva rimessa a nuovo, con indosso un accappatoio blu che le sta più grande di quasi due misure e sovrappensiero percorre il corridoio per tornare in camera e rivestirsi.
Senza sapere come, ecco che va a scontrarsi contro qualcosa di inaspettato, alza lo sguardo e vede che si tratta di Draco che, onde evitare possa scivolare via, le ha avvolto le braccia intorno alla vita quasi senza rendersene conto.
Hermione è imbarazzata, è la prima volta che si ritrovano così vicini da quella sera del bacio.
Draco invece, vedendola così, seppur scarmigliata e con la pelle arrossata per la doccia appena fatta, sente l'impulso di baciarla ma nuovamente si trattiene, è dalla sera del bacio che qualcosa è come si fosse rotto tra loro e non sa se la cosa può essere gradita o meno dalla riccia.
La ragazza lo studia un attimo non riuscendo a capire che cosa gli stia passando per la testa, vede solo per un istante gli occhi del biondo farsi più scuri e non ne capisce il motivo...se è così infastidito dalla sua vicinanza, per quale motivo la sta tenendo stretta e non sembra voler mollare la presa? La cosa non le torna. No. Decisamente non le torna...
“Vado a vestirmi...” gli dice così da poter uscire da quell'empasse imbarazzante.
“Si certo, scusami...” dice lui come riprendendosi da uno stato di trance e lasciando la presa “vado a mettere su il caffè, facciamo colazione insieme?”.
“Andata...” risponde lei.

Dopo neanche quindici minuti ecco che Hermione scende giù in cucina vestita con un jeans ed una maglioncino rosso con lo scollo a v e i capelli raccolti in un morbido chignon.
Rimane quasi stupita vedendo come Draco ha apparecchiato la tavola e la quantità di leccornie che è stato capace di assemblare in così poco tempo, benedetta magia!
Dopo aver fatto colazione, si spostano sul divano per scambiare quattro chiacchiere mentre Hermione, seduta sul tappeto, sta incartando il regalo per Molly, una copia del manuale dell’Artusi, un libro di cucina italiana.
“Posso farti una domanda?” esordì ad un certo punto Draco mentre la osservava alle prese con carta regalo e scotch.
“Dimmi…”.
“Ho visto che usi sempre un accappatoio in microfibra blu elettrico che ti sta decisamente grande, posso chiederti come mai?”.
Hermione che stava finendo di sigillare il pacchetto, si fermò di botto e Draco, che la stava osservando, vide un velo di tristezza posarsi sul suo sguardo e senza pensarci troppo, in un attimo le fu accanto.
“Ehi” le chiese preoccupato della sua reazione “ ho detto qualcosa di sbagliato? Se ho detto qualcosa di inopportuno io…”.
“No..è che…” cercò di spiegargli la riccia prima che le lacrime cominciassero a solcare il suo volto.
Draco non riusciva a capire che cosa potesse aver innescato una reazione del genere, ma non fece in tempo a mettere in fila un pensiero che si ritrovò con un Hermione singhiozzante tra le braccia, con la testa appoggiata sul suo petto e le braccia a circondargli la vita.
Preso alla sprovvista, non potè fare altro che tenerla stretta a se e senza neanche accorgersene, una mano si era posata sulla schiena della ragazza compiendo movimenti circolari mentre l’altra era ferma all’altezza della spalla.
Sentiva il profumo della Mezzosangue entrargli nelle narici e pensò che si, non esisteva un profumo più buono di quello.
“Ehi, Hermione, che succede? Se ho detto qualcosa che ti ha dato fastidio, davvero, io…”.
“N…No…o..ora passa”rispose lei.
Poco dopo la sentì fare dei respironi per calmarsi ma nonostante ciò, non mollò mai un attimo la presa.
“Meglio?”.
“Un po’…scusa, io…”.
“Ehi…” la rassicurò Draco “non c’è niente di male… ti va di parlarne?”.
Pur rimanendo avvolta nell’abbraccio del biondo Hermione allentò la presa e cercò di asciugarsi le lacrime e rendersi almeno presentabile, poi gli raccontò tutto riguardo ai suoi genitori, dell’amnesia e dell’Australia senza omettere niente.
“E che c’entra questo con il tuo accappatoio?” chiese non trovando il nesso logico del discorso.
“E’ quello di mio padre, per questo mi sta così grande… “ rispose Hermione “c’ho fatto sopra un incantesimo che ne mantenga il profumo di papà, così non svanirà mai… mi aiuta nei momenti di nostalgia… e questo è uno di questi, perdonami…”.

Draco le posò un dito sotto il meno affinché i loro occhi potessero essere alla stessa altezza e poi la guardò serio.
“Ehi, non lo dire neanche per scherzo, non ti devi scusare di niente, non con me” le disse “credimi, ti capisco molto più di quanto tu possa credere… sai bene quanto le dimostrazioni di affetto per i purosangue fossero e in alcuni casi lo sono anche adesso, un tabù e che, purtroppo, lo ammetto, la concezione di famiglia e amore sia alquanto anomala ma è proprio per questo ti ammiro…” .
Hermione lo guardò incuriosita dalla piega che aveva preso il discorso.
“Ammiro il tuo coraggio, per la decisione presa per proteggere i tuoi genitori, per aver sfidato la tua paura del volo, ti ammiro perché in poche avrebbero accettato di accogliere in casa quello che è stato il tuo peggior incubo per tutti e sette gli anni di scuola. E visto che ormai mi sono sputtanato in una maniera improponibile, ti ammiro e ti ringrazio soprattutto, perché senza rendertene conto stai facendo veramente tanto per me e per Scorp, facendoci sentire parte di un qualcosa, di una routine familiare se capisci a cosa mi riferisco, che con Astoria non abbiamo mai conosciuto…”.
Stavolta fu Hermione a rimanere senza parole poi accarezzandogli una guancia, lo guardò con un misto di sorpresa e dolcezza.
“Ti va di parlarne?” gli chiese infine.
“Non oggi, una cosa alla volta, però ne parleremo, te lo prometto…”.
“E’ una promessa delle mie o delle tue?”.
“Cioè?”.
“I Grifoni solitamente promettono e tendono a ricordare ciò che hanno detto, le Serpi invece promettono per farti tacere o per ottenere ciò che vogliono ma poi non mantengono quanto promesso…”.
“E allora sarò una serpe anomala stavolta, se me lo scordo o se svio il discorso, sei autorizzata a ricordarmi di quanto ti ho promesso…”.
“Devo crederci?” chiese scettica Hermione.
“Donna di poca fede, ho mai mancato una parola da che viviamo insieme?”.
“No ma…” e se avesse continuato il discorso senza il rischio di non rispondere si se stessa poco dopo perdensosi in quegli occhi adamantini, avrebbe sicuramente aggiunto che aveva mancato proprio quella più importante dopo quanto era successo proprio qualche sera prima proprio in quella stessa stanza.
“Ma… non devi avere paura di me, Hermione, sono io, il furetto platinato” le disse avvicinandosi pericolosamente. Stava quasi per baciarla, di nuovo, quando vennero interrotti dalla sonnosfera che annunciava il risveglio di Scorpius.

 
Moony's corner
Eccoci qua, aggiornamento notturno dopo che gli ultimi giorni sono stati un pò balordi...ditemi la verità, quanto mi state odiando per aver troncato così il capitolo? Aspetto trepidante i vostri commenti, non vedo l'ora di leggerli!
Vi avevo avvertite, che la voglia di tirare pomodori alla sottoscritta sarebbe stata notevole, no?
Ebbene si, altrimenti che gusto c'è? ;)
Scherzi a parte, il bello deve ancora venire, e con lui il pranzo a casa Weasley, quindi appuntamento alla prossima puntata!
Un ringraziamento va a tutte le persone che hanno lasciato una recensione, a chi l'ha messa tra le preferite, le seguite...siete semplicemente fantastiche!!
Alla prossima puntata,
Moony

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Capitolo 18
*** Pranzo a casa Weasley ***


18.
Pranzo a casa Weasley

 

La sonnosfera mostrava l’immagine di uno Scorpius pimpante che si era svegliato e si trovava in piedi sul lettino, appoggiato alle spondine in attesa che qualcuno si accorgesse di lui.
Come se l’incanto si fosse rotto, ancora una volta, i due ragazzi non impiegarono molto per ritornare coi piedi per terra.
“Vado a prendere il nano” disse Draco congedandosi prima che l’imbarazzo la facesse da padrone molto più di quanto già non stesse facendo.
“D’accordo, io finisco qui…” rispose Hermione tornando a sistemare il pacchetto regalo per mamma Weasley.
Percorrendo il corridoio che l’avrebbe portato dal figlio, Draco non sapeva se essere divertito o infastidito per il tempismo del bambino.
Una volta arrivato in camera, guardando se stesso in miniatura, non potè fare a meno di sfoderare un ghigno made in Malfoy… eh si, non si poteva certo dire che Scorpius non fosse una piccola serpe con una maschera da angioletto.
Lo prese in braccio dandogli il buongiorno e dopo averlo strapazzato di coccole, decise di affrontare l’argomento, anche se, fare un discorso del genere, con un bimbo di quasi due anni, rasentava l’assurdo a condizioni normali, figurarsi per uno come lui.
“Ometto capiamoci subito perché non amo ripetermi… non puoi svegliarti mentre il tuo papà è prossimo a baciare la Mezzosangue…”.
“Papu… Angue…” fu la risposta tranquilla del bambino.
“Appunto, se vogliamo che funzioni tu devi fare la tua parte Scorp, altrimenti siamo fritti… già non abbiamo la certezza che la Mezzosangue sia favorevole all’iniziativa, se poi una delle poche volte in cui le sue difese sono abbassate, tu ci interrompi sul più bello, caro il mio birbante, allora si che la cosa si complica!”.
Scorpius lo guardava come se avesse capito tutto quello che il padre aveva detto, poi gli tirò i capelli come era solito fare ogni volta che lo prendeva in braccio.
 
I due Malfoy tornarono in salotto e il piccoletto cominciò a fare il diavolo a quattro per essere messo in terra e poter andare da Hermione.
Scorpius le andò incontro e si lanciò tra le braccia aperte della riccia come in attesa di essere strapazzato di coccole, coccole che, non si fecero certo aspettare.
Dopo un primo momento in cui era stata totalmente presa dal piccoletto, Hermione rivolse lo sguardo verso Draco e gli sorrise.
“Ehi, se vuoi andare a cambiarti nel frattempo, ci penso io alla colazione del piccoletto…” gli disse cercando di non arrossire troppo.
“D’accordo… grazie!” rispose lui prima di scomparire in corridoio.
 
Una volta rimasti soli, Hermione prese per mano Scorpius nel suo pigiamino verde con il boccino d’oro per portarlo in cucina e metterlo sul seggiolone prima di cominciare ad assemblargli la colazione.
Come la volta precedente, prese una tazza e cominciò a sbriciolare i biscotti prima di aggiungere il latte e mettere il tutto nel forno a microonde per qualche istante.
Mentre aspettavano il drin del timer, Hermione ne approfittò per fare quattro chiacchiere col bimbo che sembrava perso nella contemplazione dei suoi ricci.
“Sai Scorp oggi incontreremo tutti i Weasley…” gli disse con dolcezza “ a tuo padre non stanno per niente simpatici, e lo stesso vale per Harry e Ronald… io confido in te, per riabilitare il nome dei Malfoy piccolo birbantello, ci siamo capiti?”.
Il bimbo la guardò serio e poi sfoderò un sorrisone.
“ Ci saranno James e Albus” continuò poi Hermione “un sacco di bimbi con i capelli rossi, tuo cugino Teddy, vedrai che ti divertirai un mondo!”
Draco nel frattempo era tornato al piano di sotto, Hermione lo nota ma decide di fare finta di niente, per quanto le è possibile visto che la cosa la mette alquanto in difficoltà.
Lo vede lì, appoggiato allo stipite della porta che li osserva e non può fare a meno di pensare che anche con indosso degli abiti babbani e casual, sta veramente una favola.
“Papu!!” comincia a strillare Scorpius agitandosi dal seggiolone.
“Ciao Papà!” continua Hermione sorridendo mentre mette in terra il bambino per poi sparecchiare e riporre la tazza nella lavastoviglie “mi sa che tuo figlio è pronto per andarsi a cambiare!”.
Draco la guarda e sorride, accenna un saluto militare e una volta recuperato il figlio, si avvia verso la camera.
 
Sono le undici e quarantacinque circa quando tutti e tre sono pronti a smaterializzarsi alla Tana dove il pranzo era in programma per mezzogiorno e dieci al massimo.
Una volta giunti nel vialetto che conduceva a casa Weasley, prima di oltrepassare il cancello, attesero un momento prima di affrontare il marasma che la presenza dei due Malfoy avrebbe portato in quella casa.
Hermione teneva in mano il pacchetto con il regalo per Molly mentre Draco, con in braccio il figlio sembrava persino più pallido del solito.
“Stai bene?”gli chiese Hermione vedendolo abbastanza provato.
“Richiedimelo dopo che avrò affrontato i tue due fidi scudieri…” risponde lui quasi scoraggiato.
Sentendo quella risposta scoraggiata per Hermione fu istintivo posizionarsi in modo che potessero guardarsi in faccia e dopo avergli posato una mano sulla guancia, gli parlò dolcemente.
“Ehi…” gli disse “ce la puoi fare… so che sembrano mordaci a prima vista ma posso assicurarti che è tutta scena…”.
“Tu dici?”.
“Dico… e poi non sei da solo,” continuò “ ci siamo noi con te e Ginny sa rivelarsi un valido aiuto quando si tratta di mettere in riga chi protesta…e Molly, vedrai, non appena Scorp comincerà a sfoderare i suoi occhioni, non potrà non essere dalla tua parte…”.
Draco portò la mano libera su quella che Hermione ancora teneva sulla sua guancia e la guardò serio.
“Non mi mollare…”.
“Non ti mollo, stai tranquillo…” fu la sua risposta serena “andiamo?”.
“Andiamo” rispose lui.
 
Varcarono il cancello che portava alla Tana e man mano che si avvicinavano cominciarono a sentire il vociare della famiglia e le risate dei bambini che correvano in giardino.
Non fecero neanche in tempo a bussare alla porta che Ginny venne loro incontro accogliendoli calorosamente.
“HERM!!!” gridò la rossa tenendo in braccio Albus “che bello vedervi qui, prego, entrate, la mamma è in cucina!”.
Guardò un attimo i due Malfoy e sorrise prima di salutarli pensando alla faccia che avrebbero fatto suo marito e suo fratello vedendoli.
“Ciao Scorpius!” disse, poi guardò il padre e aggiunse “Ciao anche a te Furetto, benvenuto a casa nostra!”.
“Piattola buongiorno!” fu la risposta di Draco, che sfoderò il classico ghigno made in Malfoy.
Ginny mise per terra il figlio e lo stesso fece Malfoy che lo prese per mano.
“Mamma!!” disse Ginny a voce alta facendo strada agli ospiti per condurli in salotto “è arrivata Hermione!!”.
Un rumore di piedi che scendevano le scale di volata annunciarono che Ron era sceso al piano terra non appena aveva sentito la sorella annunciare l’arrivo dell’amica.
Vedendo che non era da sola, decise di avvicinarsi un po’ di più per vedere chi fosse l’altra persona, ma quando vide il biondo, per poco la sua mandibola non toccava terra dallo stupore.
“Ma..Malfoy?” chiese sentendo la tentazione di sfoderare la bacchetta “E tu che diamine ci fai qui in casa mia con Hermione?”.
Prima che la situazione degenerasse creando imbarazzo, Ginny fulminò con lo sguardo il fratello e poi decise di rispondergli.
“L’ho invitato io Ronald…”.
“Ginny ma che ti sei bevuta il cervello?”.
“No, Ron, ogni spiegazione sarà data a suo tempo, tu vedi di non fare il cafone come tuo solito!” lo liquidò brevemente la sorella.
“Ma…”.
“Ronald Bilius Weasley” tuonò Molly che aveva fatto capolino in salotto con in mano un canovaccio dove si stava ripulendo le mani “non è così che ti ho insegnato ad accogliere gli ospiti… Hermione cara, che piacere rivederti, come stai?”.
La ragazza non fece in tempo a rispondere che subito la matriarca l’avvolse in uno dei suoi abbracci stritolanti.
Non appena la lasciò, dopo averle accarezzato una guancia, ecco che lo sguardo di Molly venne attirato dal piccolo Scorpius.
“E tu chi sei, piccoletto?” chiese piegandosi un po’ per essere all’altezza del bambino.
“Io…ono… Copius MaFFoy” rispose il bimbo porgendole la mano mentre la donna non riusciva a credere ai suoi occhi, poi sfoderò un sorriso materno e poi prese la mano del bimbo nella sua.
“Ciao Scorpius, io sono Molly,” rispose lei “ti va di venire in cucina con me? Ho appena sfornato i biscotti e ho proprio bisogno di un assaggiatore!”.
Il bimbo non se lo fece certo ripetere due volte e dopo aver chiesto il consenso al padre con lo sguardo si apprestò a seguire la donna che prima di portarlo in cucina, si fermò e guardò Draco.
“Che dire… Ginny mi aveva detto che avremmo avuto ospiti, ma non mi aspettavo certo che fossi tu!” gli disse materna“ Benvenuto alla Tana, Draco!”.
Draco rimase letteralmente senza parole, non si sarebbe mai aspettata che la signora Weasley lo accogliesse così serenamente in casa sua, quando fino a qualche anno prima si trovassero sui due fronti opposti mentre Hermione sorrise vedendolo così spiazzato e si sentì meglio sapendo che Scorpius aveva fatto colpo su Molly che sapeva adottare metodi molto persuasivi quando si trattava della sua famiglia.
Ron guardava sbalordito tutta la scena chiedendosi se anche sua madre fosse impazzita tutta d’un botto, era Malfoy, miseriaccia, non potevano accoglierlo in casa come se fosse una persona qualunque…lui era Malfoy!
Hermione vide subito l’amico diventare paonazzo e decise di approfittarne per andare in giardino, dove aveva intravisto Harry poco prima, ed affrontare il discorso una volta per tutte.
“Ron, ti dispiace se andiamo a fare quattro chiacchiere in giardino? Ho una notizia importante e gradirei fosse presente anche Harry così non sto a spiegarvi le stesse cose diciotto milioni di volte…”.
“Certo!” rispose Ron convinto, quanta più distanza metteva tra lui e Malfoy e meglio stava, figurarsi se non ne avrebbe approfittato al volo.
“D’accordo allora, io ti raggiungo subito, tu intanto avviati…” gli disse.
Non appena il rosso ebbe preso la via della porta, Hermione si avvicinò a Draco, sotto lo sguardo vigile di Ginny che voleva vedere coi suoi occhi se la strana idea che le frullava per il capo potesse avere qualche fondamento valido, e lo osservò un attimo.
“Stai bene?” gli chiese la riccia.
“Sono ancora integro, no? Tu?”.
“Io devo ancora combattere la guerra, ma conosco i miei polli e so esattamente come lavorarmeli…” rispose lei cercando di mascherare il filo d’ansia che cominciava a percepire.
Draco la guardò un attimo cercando di scorgere qualche segnale di agitazione ma non trovandone l’unica cosa sensata che gli venne da dire in quel momento fu “Buona fortuna!” prima di essere intercettato da Ginny che chiedeva il suo aiuto per apparecchiare la tavola.
 
Ron intanto aveva raggiunto Harry che stava sorvegliando i bambini più grandi che giocavano in giardino e non vedeva l’ora di metterlo al corrente della novità per mettere a punto una strategia per far rinsavire Hermione, ma venne battuto sul tempo dalla riccia.
Non appena entrò in giardino, Hermione si fiondò tra le braccia di Harry per salutarlo e allo stesso tempo scompigliargli i capelli come faceva da sempre.
Un colpo di tosse li avvertì che l’impaziente Ron era di fianco a loro e conoscendolo, Hermione sapeva che non sarebbe durato ancora molto prima di rompere gli argini.
“Bene,” disse posizionandosi di fronte ai due amici “ so che quanto sto per dirvi potrebbe innescare reazioni avverse, ma prima che possiate anche solo pensarlo, no, non sono impazzita e no, non sono sotto maledizione Imperius…”.
“Herm ma di che diamine parli?” chiese Harry non capendo a cosa si riferisse l’amica.
“Semplice, ha invitato Malfoy al compleanno della mamma, e ora quello stupidissimo furetto è in casa che aiuta tua moglie ad apparecchiare!”.
“E cosa ci fa Malfoy in casa?” chiese stupito Harry.
“Chiedilo alla tua amica, che diamine ci fa a casa nostra Malfuretto!”.
“Per tutti i bermuda di Merlino, Ronald, mi fai parlare prima di iniziare ad elaborare congetture?”.
“Ma…”.
“Niente ma… le cose stanno così, Draco è un Guaritore, frequenta come me il corso del Medimago Express al San Mungo, e uno dei passaggi fondamentali del corso è che le coppie che vengono formate, subiscono un incantesimo di prossimità e devono quindi coabitare…”.
“Draco? Da quando lo chiami per nome Herm, miseriaccia!”.
“Lo chiamo per nome da quando mi è stato assegnato come partner e di conseguenza coabitiamo!”.
“COOOSA?!?” chiesero in contemporanea Harry e Ron.
“Esatto. Io e Draco coabitiamo,” disse asciutta come sottolineando l’ovvio “ecco perché è qua oggi. È il mio partner e l’incantesimo di prossimità è vincolante salvo quando abbiamo turni lavorativi diversi o dobbiamo per forza di cose svolgere delle commissioni separati…”.
I due rimasero fermi immobili con un’espressione allucinata per qualche istante come se avessero appena visto Piton con i capelli puliti.
Certa di avere l’attenzione degli amici, continuò il discorso.
“Ecco perché vi chiedo di non fare i soliti complottisti quando entreremo in casa, non è Malfoy, è Draco, è una persona totalmente diversa, credetemi…”.
“Diversa?” chiese incuriosito Harry.
“Diversa Harry. “ gli rispose Hermione usando la logica che tanto amava “Avresti mai detto che lo spocchioso Furetto sarebbe mai diventato un giorno un Guaritore? Eppure lo ha fatto e credimi, quando ti dico che ho come la sensazione che quel simpaticone di Lucius non sia stato poi così contento della scelta fatta…”.
“D’accordo, ma vorrai perdonarmi se per il momento mi limiterò ad essere cordiale e lo osserverò con sospetto, spero…”.
“Lo so che va contro ogni vostro pregiudizio, so che mi volete bene ed è per questo che vi preoccupate a questa maniera, ma non ce n’è motivo, coabitiamo, ho proposto di stare a casa mia perché è più vicina al San Mungo e perché è abbastanza grande per tutti e tre…”.
“Tre?”.
“Harry, Draco ha un bambino, Scorpius, che ha l’età di Albus…”.
“Capisco…”.
Ron li guardava esterefatto… possibile che Harry si lasciasse abbindolare così?
“Harry ma…”.
“Niente ma, Ron, Hermione è abbastanza grande da sapersi districare in questa situazione e non sta a noi mettere becco,” gli rispose ed Hermione si sentì subito rinfrancata “nonostante ciò, mi riservo il diritto di essere scettico, almeno per i primi tempi, visti i nostri trascorsi…”.
“Grazie” rispose Hermione sorridendogli, sapeva che non era facile per Harry mettere a tacere la sua vena complottista così come era perfettamente consapevole, che avendolo dalla propria parte, gestire Ron sarebbe stato anche più facile.
“Di niente… che dite, mi date una mano a portare la ciurma in casa, così da cominciare a sistemarli per il pranzo?” chiese Harry indicando i bambini che giocavano indisturbati.
 
Nel frattempo, Ginny aveva approfittato dell’assenza del fratello e dell’amica per scambiare quattro chiacchiere con il nuovo arrivato, voleva vedere coi suoi occhi se le ipotesi che le frullavano in capo potessero essere o meno fondate.
Si stupì nel sentire come il biondo parlava della sua partner, del suo rapporto con Scorpius, tutto senza essere minimamente forzato.
“Beh, che dire, lo devo ammettere, Furetto…”gli disse sorridendo dopo aver utilizzato il nomignolo “non sembri quasi più tu, ti ricordavo decisamente più bastardo l’ultima volta che ti ho incontrato…”.
“Beh…Piattola” rispose lui cordialmente con un sorriso divertito “sai com’è, si cresce, si cambia, le priorità cambiano e con questo anche il modo di affrontare le proprie scelte… anche tu sei diversa dall'ultima volta che ti ho vista, sei più... mamma!”.
“Complimenti per l'intuizione, ci voleva un genio per capirlo...”.
“Sai com'è, tuo figlio è la copia sputata dello Sfregiato con il tipico capello rosso Weasley, è impossibille non capire di chi è figlio!”.
“Beh,” commentò Ginny “anche il tuo non è che non sia riconoscibile, è la tua fotocopia, spero bene però che non si metta un quintale di gelatina nei capelli come il padre perchè, non te ne avere a male Malfoy, ma eri orrendo con quei capelli impomatati, come se fossi stato leccato da una mucca mentre percorrevi i corridoi che portavano in sala grande!”.
“No, tranquilla, niente gelatina,” rispose Draco serenamente “dubito che Hermione sarebbe felice di vedere un mini Malfoy impomatato girare per casa sua, credo uno le sia bastato ed avanzato quando eravamo a scuola...”.
Ginny trattenne a stento una risata, ma cominciò a pensare che le sue intuizioni non erano poi così infondate.
Una volta terminato di apparecchiare la loro attenzione venne catturata dal rientro in casa di Hermione,Harry e Ron che erano seguiti da un gruppetto di bambini, capitanati da un baldanzoso Teddy Lupin che sfoggiava orgoglioso una chioma blu elettrica tenendo per mano una biondissima Victoire.
“Teddy tesoro” disse Ginny andando verso il bambino che era pieno di terra ed erba “ma come ti sei conciato?”.
“Ma Ginny...” rispose lui e subito venne ripreso dalla rossa.
“Niente ma, tesoro, ora fili in bagno a sistemarti, non puoi venire a pranzo così...” gli rispose e il bambino non potè che fare quanto gli era stato chiesto.
“Gin vado io con loro, non ti preoccupare, vero Teddy?”.
“Giusto zia Hermione!” rispose il bimbo.
“Ciurma!” disse Hermione ottenendo l'attenzione dei bambini “Ora, prendetevi per mano che andiamo a lavarci le mani che tra poco si mangia e se mamma e papà vi vedono così è la volta buona che un attacco di cuore non glielo leva nesuno!”.
Tempo cinque secondi, i bambini crearono una catena con alla testa Teddy.
“Capitan Teddy, puoi procedere, avanti, marsch!” disse Hermione trattenendo a stento una risata vedendo i più piccoli, Lucy, Louis e James che cercavano di tenere il passo dei più grandi.
Draco la guardava stranito, poi prima che sparisse dalla visuale le chiese se per caso non avesse bisogno di una mano per districarsi in mezzo a tutti quei nani.
“Che dite, ciurma, facciamo salire a bordo anche Draco?”.
Un coro di risatine infantili le fecero capire che aveva ricevuto il permesso e fece cenno al biondo di seguirli, sotto lo sguardo basito di Ron e Harry.
 
Così mentre i due erano in bagno a sistemare i bambini, Harry e Ron misero sotto torchio la rossa che non aspettava altro che il momento in cui il fratello e il marito avrebbero cominciato a lamentarsi dell'ospite.
“Amore, tu lo sapevi?”.
“Che cosa? Che coabitano? Ovviamente.”.
“E perchè non mi hai detto niente?”.
“Richiesta esplicita di Hermione. Non voleva che vi presentaste a casa sua a bacchetta spianata, cosa che, conoscendovi, ovviamente avreste fatto...”.
“Ma...”.
“Niente ma, anche io ero abbastanza incredula quando qualche giorno fa si è presentata a casa nostra con in braccio Scorpius,” continuò la rossa non sapendo se sganciare o meno l'altra parte della bomba “ non trovavo un nesso logico, poi però mi ha spiegato tutto e tanto per la cronaca, sia tuo figlio James che Albus hanno legato tantissimo con il bambino nonostante sia un Malfoy fatto e finito!”.
“Non sono i bambini che mi preoccupano... è che è Malfoy...in casa con Hermione, non vorrei che succedesse qualcosa...”.
“Harry James Potter, ti sei fermato un attimo a guardare la tua migliore amica ultimamente? È felice, sorride e se la coabitazione con il furetto grande e il baby furetto, l'aiuta a sopportare tutto quello che è successo coi suoi genitori, beh, allora non posso che ringraziare Merlino per averli messi sulla sua strada!”.
Harry ci pensò un attimo e poi dovette ammettere che si, la moglie aveva ragione, Hermione sembrava più tranquilla e la cosa non gli dispiaceva affatto e se questo era davvero merito della coabitazione, beh, allora si sarebbe sforzato di accettare o almeno sopportare il suddetto furetto.
 
Il pranzo a casa Weasley risultò essere degno di memoria, Molly e le nuore si erano veramente superate, per non parlare della torta che ovviamente non poteva non essere accessoriata di qualche tiro vispo progettato per l'occasione da Fred e George.
Draco era seduto tra sua Zia Andromeda e il seggiolone dov'era seduto Scorpius che non aveva occhi che per Hermione.
Arrivati al momento del brindisi, anche i bambini cominciarono a guardare con curiosità il contenuto dei calici dei grandi e di comune accordo con Draco, Hermione decise che per quel giorno anche piccolo Scorpius, poteva assaggiare un po' di spumante e la faccia che fece quando si trovò a contatto con le bollicine sarebbe restato nei ricordi dei partecipanti per diverso tempo.
Erano quasi le quattro quando si alzarono da tavola, e dopo aver ringraziato la matriarca per la splendida giornata, Draco si congedò dalla famiglia Weasley per andare a casa a dormire qualche ora prima del turno di notte.
“Tu resta pure qui con Scorpius, è sereno, si sta divertendo e la stessa cosa mi pare per te... io vado a casa a dormire un po'...” disse Draco dopo aver preso in disparte Hermione per comunicarle la sua decisione portandola nell'ingresso di casa dove aveva posato il giubbotto.
“D'accordo” rispose la riccia “sicuro che non ti dia fastidio?”.
“No, altrimenti te l'avrei detto, lo sai...”.
“Okay... ti preparo qualcosa per cena quando torniamo?”.
“Non ti preoccupare, sono pieno come un tacchino, non penso mangerò qualcosa stasera...”.
“Stai bene, sicuro?”.
“Si, mamma!” rispose lui prendendola in giro “Davvero Granger,sto bene! Ho solo bisogno di buttarmi a letto prima del turno di notte...”.
“Okay allora... se non ci vediamo prima che vai via ti chiamiamo prima di andare a dormire come al solito?”.
“Affermativo capo!” fu la sua risposta prima di mettersi il giubbotto, sorriderle e smaterializzarsi.




Moony's corner

Buonsalve belle fanciulle come state?
Finalmente è arrivato il capitolo del pranzo a casa Weasley, spero sia stato di vostro gradimento!
Chiedo scusa per il ritardo nel postare, non sono andata a Roma alla fine ma è stata comunque una settimana balorda, il mal di denti non da tregua (per la gioia di Moony! Alè!) e quindi sono stata rallentata parecchio...
Detto questo, che ve ne pare? Forse non ci sono stati i fuochi d'artificio come vi aspettavate, ma non disperate, c'è ancora una notte davanti, e chissà cosa combinerà quel diavoletto di Scorp (ehm...oooops... beedo bee do allarme spoiler!)
Un ringraziamento a chi ha letto, messo tra le preferite, le seguite e le ricordate, siete veramente tantissimi!
Un ringraziamento speciale va inoltre a chi ha lasciato un commento, anche se l'ho già fatto, lo rifaccio ugualmente, siete MITICHE (e mi raccomando, se doveste mai decidere di sommergere di verdura la qui presente Moony - ehm Lola, hai fatto provviste tornando da scuola per caso?! XD- fatemelo sapere,almeno mi preparo psicologicamente a ricevere pomodori, lattuga, melanzane e quanto altro vi viene in mente!)

Alla prossima settimana,
un abbraccio e tanto ammore a tutte quante
Moony

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Capitolo 19
*** Non ti dico Buonanotte... ***


19.
Non ti dico Buonanotte...

 

Erano le dieci e mezza e stavano parlando da qualche minuto come ogni volta che lei rimaneva a casa con Scorpius mentre lui era di turno.
“D’accordo allora, buonanotte Mezzosangue, ci vediamo domattina…”.
Hermione sorrise sentendo l’augurio che Draco le aveva mandato dall’altro capo del telefono, sapendo esattamente quale sarebbe stata la sua risposta: era infatti consuetudine che quando un Guaritore o un Medimago si apprestavano ad entrare per il turno della notte, non poteva esserci peggior augurio di un comunissimo “buonanotte” perché voleva dire, per chi era di turno, stare in batteria tutta la notte senza un attimo per rifiatare.
“Non ti rispondo altrettanto perché non voglio essere responsabile di un turno massacrante” rispose lei “quindi ti dico solo di fare a modo e ci vediamo quando smonti, buon turno Guaritore Malfoy…”.
Draco sentendo la sua interlocutrice non augurargli una buona notte per pura scaramanzia, non potè fare a meno di sorridere, specie ripensando a quando Hermione gli aveva raccontato qualche aneddoto su questo rito simil babbano proprio durante un turno di notte passato insieme.
“Ti giuro, è proprio così…” gli disse Hermione parlando con enfasi “sai che Ron, quando stavamo ancora insieme, nonostante facessi già da diverso tempo le notti, non aveva ancora capito che se entro di notte, puoi dirmi tutto tranne che buonanotte? Non hai idea di quante volte ho provato a spiegarglielo, ma niente, puntuale come l’orologio della Tana, lui mi salutava così…”.
“Beh Mezzosangue…” fu la risposta semplice di Draco “ in fin dei conti, è di Lenticchia che stiamo parlando, che ti aspettavi?”.
“Eddai, Malfoy…non fare il furetto platinato e stupido come tuo solito…”.
“Ma non sarei io se non fossi così, non trovi?”.
“In effetti…”.
“Caspita, la Mezzosangue che mi da ragione, è da segnare sul calendario!!”.
“Concesso, ma non farci troppo l’abitudine…” concluse lei senza dargli possibilità di replica.
 
Hermione era tornata a casa accompagnata da Ron che si era offerto di scortare lei ed il furetto in miniatura che dormiva, abbarbicato al suo collo.
Una vola richiusa la porta alle sue spalle, sapeva perfettamente che non appena messo il bambino a dormire, Ronald l’avrebbe sottoposta ad un interrogatorio di diciottesimo grado dato che si era trattenuto per l’intero pomeriggio.
“Così… tu e Malfoy, eh?”.
“Io e Malfoy cosa, Ronald?” chiese Hermione mettendosi sulla difensiva.
“Quando pensavi di dircelo?”.
“Quando fossi stata sicura che tu o Harry non vi foste presentati qui a bacchetta spianata al solo sentire la notizia…”.
“Mi spieghi perché c’è anche il baby furetto?”.
“Scorpius, Ron, si chiama Scorpius…” sospirò Hermione “c’è perché i suoi genitori hanno divorziato e la madre lo ha praticamente abbandonato senza neanche pensarci due volte… ed essendo Draco l’unico genitore che gli è rimasto, e visto che coabita con me, Scorpius è parte integrante di questa storia…”.
Ron intanto la guardava incuriosito… si trattava davvero solo di quello?
“E non c’è altro?”.
“Per la miseria Ronald, non è che se due convivono e sono colleghi devono per forza finire a letto insieme… ho proposto a Draco di venire a stare qui non solo perché siamo più vicini al San Mungo e il Manor rievoca ricordi poco piacevoli ma anche perché averli in casa, per quanto possa sembrarti impossibile, mi aiuta a combattere la tristezza e la nostalgia che sento nel vedere la casa senza i miei…” concluse con la voce tremante tralasciando volutamente di metterlo al corrente di quanto successo poco tempo prima proprio lì in salotto, onde evitare che il suo amico ci rimanesse secco.
Ron l’abbracciò d’impulso e la tenne stretta un po’ a se.
“Piccola…” le disse “io rimango scettico, lo sai, è pur sempre del furetto che stiamo parlando, mi è impossibile non esserlo, ma se averli per casa ti fa stare meglio, allora ben vengano…”.
“Sicuro di stare bene, Ron?”.
“Ha avuto le palle di accompagnarti di questo bisogna rendergliene merito e si è tutto sommato per i suoi standard, comportato bene e ho visto quanto il bambino è legato a te…direi che una chance potrei anche provare a dargliela…”.
“Grazie…”.
“Di niente…sappi però che se il mustelide si azzarda anche solo a farti stare male, è la volta buona che lo schianto e mi ci faccio uno scalda piedi con la sua pelliccia…”.
“Ti voglio bene, Ron” concluse lei vedendo che ormai il rosso si stava per congedare.
“Anche io piccola” disse facendole una carezza gentile.
“Devo andare…”.
“Allenamento presto domattina?” ipotizzò Hermione.
“Miseriaccia si, quel pazzoide del coach ci vuole pronti per le sette del mattino…”.
“Allora ti lascio andare a dormire e grazie per averci accompagnati a casa…”.
“Di niente tesoro, lo sai che ci sarò sempre per te…” le disse infine prima di alzarsi dal divano e smaterializzarsi.
Una volta rimasta sola in casa, passò dalla camera di Scorpius e dopo essersi assicurata che stesse dormendo della grossa, andò in bagno dove si concesse una doccia rilassante prima di infilarsi il pigiama e buttarsi a letto.
 
Erano le tre e quaranta del pattino quando il pianto insistente di Scorpius la svegliò di colpo e, stropicciandosi gli occhi si diresse immediatamente nella camera del bimbo per vedere cosa fosse successo.
Entrando in camera lo vede in piedi sul lettino, paonazzo per il pianto ininterrotto, quasi congestionato e avvicinandosi maggiormente, nota che ci sono delle macchioline rosse sul viso.
-Merda! No, no, no- pensa fra se e se analizzando la situazione –ditemi che non è quello che penso! Merlino, Godric, Magò e persino Salazar, no…-.
Senza pensarci troppo, Hermione lo prese e per prima cosa, decise di portarlo nella sua stanza dove aveva la bacchetta.
Arrivata in stanza, la prese e la puntò contro il bimbo per sapere esattamente di cosa si trattasse pur sapendo che, se la sua ipotesi fosse stata confermata, la magia poteva fare bene poco.
La bacchetta diede il suo responso nel giro di qualche istante: temperatura corporea 39.8°C, rash cutaneo diffuso con vescicole con del liquido dentro. In altre parole, varicella.
“Merda!” fu la reazione immediata di Hermione che senza perdere la calma appellò una bacinella d’acqua fresca e con una spugna, cominciò a passarla sul corpo del piccolo che continuava ad agitarsi.
“Ehi ometto” gli disse cercando di calmarlo un poco “va tutto bene, non sei da solo, ci sono io con te, okay? Andrà tutto bene e presto starai meglio…”.
Lo prese in braccio e lo portò con se mentre andava a recuperare lo sciroppo antipiretico… non voleva utilizzare pozioni su una patologia tipicamente babbana perché nonostante stesse diventando un po’ più frequente anche nei piccoli maghi negli ultimi anni, non c’erano ancora stati risultati certificati che l’eventuale trattamento con pozioni invece che con i farmaci babbani, poteva essere comunque efficace.
E poiché non c’erano evidenze scientifiche che scongiurassero l’insorgere di reazioni avverse con l’utilizzo di pozioni e Scorpius non era certo la persona giusta per verificare tale affermazione, l’avrebbe trattato alla babbana maniera.
Trovò il flacone con il paracetamolo in sciroppo e dopo aver controllato la dose e aver riempito il misurino a dovere, dovette trovare un modo per somministrarlo al bambino, ben sapendo che, con il suo colore rosa e il suo sapore di chewingum con un retrogusto amarognolo, non era poi così invitante.
“Pensa, pensa, Hermione, forza!” disse a se stessa “ trovato!!!”.
Non poteva utilizzare pozioni, questo era vero, ma niente le vietava di materializzare lo sciroppo direttamente nello stomaco di Scorpius… in prtica, si disse, era come somministrare qualcosa con il sondino naso gastrico, senza però dover infilare un tubo che permettesse di arrivare allo stomaco attraverso il naso.
Sempre con il piccolo in braccio decise di agire e procedere alla somministrazione del farmaco.
“Ecco tesoro, ora passa, tranquillo” gli disse mentre andava in cucina per preparargli un biberon con la camomilla.
Una volta tornati in camera, prima di dargli il biberon, ancora caldo, appellò un contenitore con il borotalco, che in quei casi aiutava notevolmente con il prurito e cominciò a passarlo sul torace e nei punti dove era presente l'esantema
“Eccoci, tesoro, dai che ora va meglio…proviamo a fare la nanna, che dici?” gli chiede Hermione prendendolo tra le braccia per cullarlo stavolta, prima di andarsi a sedere sulla sedia a dondolo appartenuta a sua nonna che si trovava vicino alla finestra.
Si accomodò sulla sedia a dondolo, prese il biberon ormai tiepido per porgerlo al bimbo che, seppur esausto, lo accolse benevolo.
Hermione cominciò a cullarlo tenendolo stretto e, vuoi la stanchezza per il pianto inconsolabile, vuoi il paracetamolo che stava facendo effetto provocando sonnolenza, Scorpius crollò in meno di dieci minuti mentre era ancora attaccato al biberon.
Erano quasi le cinque ed Hermione, esausta, constatando che ormai il bimbo dormiva, decise di alzarsi per mettersi a letto.
Non avendo la minima intenzione di riportarlo nella sua stanza, si accomodò sul suo letto alla francese sistemando il piccolo in modo che stesse il più comodo possibile ma il discoletto, seppur dormendo, cominciò a protestare per l’improvvisa assenza del calore della ragazza.
Hermione non potè fare a meno di sorridere… anche nel sonno, Scorpius era un piccolo despota, degno figlio di suo padre e senza attendere oltre, se lo portò di nuovo vicino.
Non si meravigliò quando il piccolo si posizionò sul suo ventre, con la testa poggiata sul suo cuore ed una mano dentro lo scollo della canottiera con cui era andata a dormire, perciò, con molta tranquillità, posò una mano sul suo sederino mentre con l’altra continuava ad accarezzarlo dolcemente.
 
Fu così che Draco li trovò al suo rientro dal turno di notte qualche ora più tardi.
Era salito al piano di sopra per controllare il figlio prima di farsi una doccia e buttarsi a letto un paio d’ore per riprendersi ma non trovandolo nella sua stanza, si avviò verso quella della mezzosangue e per l’ennesima volta, vedere quanta tenerezza ci fosse nell’abbraccio in cui era avvolto il figlio, gli scaldò il cuore.
Si avvicinò senza fare troppo rumore e sempre sottovoce riuscì a svegliare Hermione.
“Ciao” gli disse non appena riuscì a mettee a fuoco l’immagine del biondo davanti a se.
“Ciao” rispose lui sedendosi sul letto “tutto bene?”.
“Ni…” ammise lei continuando ad accarezzare la testa del bambino.
“E’ successo qualcosa?”.
“Scorpius…”.
“Scorpius cosa?” si allarmò Draco.
“La pianti di ripetere quello che dico e mi lasci finire?”.
Draco che stava per ribattere richiuse la bocca ed Hermione sorrise soddisfatta.
“Grazie… Draco, Scorpius ha la varicella!”.
“Come ha la varicella? È tranquillo…”.
“Sta sfebbrando “ rispose lei, poi scostò leggermente il bambino in modo che anche il padre lo vedesse “ però è varicella piena, è pieno di pustole, guarda qui…”.
“Porco Salazar!”.
“Già…”.
“Vieni, lo porto a letto…” gli disse lui.
“Aspetta…sta dormendo, è tranquillo, tu sei appena tornato dalla notte e permettimi di dirtelo ma hai l’aria parecchio stanca… lascialo qui, se c’è qualcosa ti chiamo…”.
Seppur controvoglia Draco dovette ammettere che la Mezzos..-che Hermione, aveva ragione.
“D’accordo…allora vado di la, se c’è qualcosa non esitare a svegliarmi, okay?”.
“Okay…buonanotte”.
“ ‘Notte…” rispose lui prima di andare nella sua stanza.
La notte non era stata poi così agitata…certo, non era stata esattamente tranquilla ma ne aveva affrontate di più movimentate, ma si sentiva comunque come se gli fosse passato sopra un tir e non riusciva a capire perché.
 
Qualche ora più tardi, Hermione aveva contattato Oliver per un consiglio ed il giovane medimago non tardò ad arrivare.
“Ciao Doc!” gli disse non appena lo vide uscire dal camino.
“Ciao raggio di sole, come stai?”.
“Bene Oliver, ma non è per me che ti ho chiamato medimago Baston…”.
“E’ il piccoletto tra le tue braccia, vero?”.
“Affermativo… varicella…”.
“E come…”.
“Siamo stati al parco qualche volta ed ha giocato più spesso con altri bambini ultimamente…”.
“Ho capito…fammi dare un’occhiata” disse avvicinandosi al bimbo che protestò non poco quando il medimago fece per prenderlo in braccio.
Scorpius si aggrappò ancora di più ad Hermione prima di cominciare a piangere perciò la ragazza lo riavvicinò a se e prese a cullarlo nel tentativo di calmarlo un po’ così da dare modo ad Oliver di visitarlo, seppur rivolgendogli addosso la bacchetta.
Il pediatra confermò la diagnosi dell’amica e apportò qualche piccola modifica alla terapia che era stata iniziata la notte.
“Sostanzialmente, sta reagendo bene, ricordati però di non farlo grattare Herm, è pieno di pustole che danno un prurito molto fastidioso, è anche per questo che è particolarmente uggioso…”.
“C’è qualche altro farmaco che devo dargli Oliver?”.
“Ecco, direi che possiamo provare con un antistaminico e vedere se riesce a ridurre un po’ il prurito così che Scorpius si gratti meno” rispose Baston con tono professionale mentre estraeva il ricettario dove segnare i farmaci.
“Grazie Doc!” gli disse mentre Scorpius nel frattempo si era riassopito.
“Di niente, principessa, se hai bisogno, lo sai che ti basta chiamare ed il tuo prode cavaliere correrà a salvarti dal drago a cavallo della sua bellissima scopa!”.
“Scemo, hai già la tua damigella in pericolo a cui pensare, non vorrei ritrovarmela sull’uscio di casa armata di mannaia!”.
“Tranquilla, Hanna sa che sei la mia principessa, ma lei è l’altra parte della mela e lo sai anche tu che cosa significa questo…”.
“Che devo iniziare a cercarmi un accompagnatore ed un abito per il tuo matrimonio Doc?”.
“Ci stiamo lavorando ma sostanzialmente si, e mi raccomando, principessa, non un abito qualsiasi…”.
“Oliver ma sei serio?”.
“Mai stato più serio in vita mia” rispose il giovane, poi mettendosi in ginocchio, con un sorriso enorme fece la sua proposta “ Hermione Jean Granger, vorresti farmi l’immenso onore di essere la mia testimone di nozze?”.
Hermione lo guardò stupita, poi vedendo la serietà nella postura dell’amico, non potè fare a meno di scoppiare a ridere.
“Oliver ma che ti sei fumato stamani, una fila di cipressi per intero?”.
“Herm…”.
“Alzati da lì medimago Baston” continuò ancora scossa dalle risate “ non è davanti a me che devi inginocchiarti…”.
“Herm…”.
“Ciònonostante…” provò a rispondere Hermione ma venne interrotta da Oliver.
“Cara ti amo!” intonò il giovane medimago Baston facendo riferimento ad una canzone italiana di un gruppo chiamato Elio e le storie Tese.
“Oliver, riesci a stare serio un attimo o devo impastoiarti?!” chiese tenendosi la pancia avendo colto bene il riferimento dell’amico.
“D’accordo…”.
“Dicevo, non è davanti a me che devi inginocchiarti ma” continuò Hermione facendosi seria “poiché hai la grazia di un troll in tutù in un negozio di cristalli, e sono solidale con Hanna, ti concedo l’onore di usarmi come cavia per la prova generale e si, sarei onorata di essere la tua testimone di nozze!”.
Oliver che intanto aveva perso un po’ di colore dopo aver sdrammatizzato la situazione, lo recuperò immediatamente sentendo la risposta della riccia.
“Grazie, grazie, grazie!” le disse abbracciandola.
“Oliver…”gli fece notare la ragazza “mi stai stritolando…non…respiro!!”.
“Ooops! Scusa principessa!!”.
“Fa niente Doc, ne riparliamo con calma che ne dici?”.
“Va bene, anche perché sappilo, per l’anello ho bisogno del tuo aiuto, sto decisamente brancolando nel buio!”.
“Respira, Oliver…” gli disse infine Hermione addolcendosi “ appena esco da questo momento critico, ci prendiamo un caffè e pensiamo a qualcosa…”.
“Okay, ci sentiamo più tardi, fammi sapere come sta il piccoletto e se ti serve qualcosa…” si congedò infine il medimago prima di sparire nel camino.
Rimasti soli Hermione tornò in cucina a preparare un biberon, poi mandò un patronus a Narcissa perché la contattasse via camino.
Qualche minuto dopo, il volto di Narcissa Black in Malfoy fece la sua comparsa nel camino.
“Hermone cara, va tutto bene?”.
“Non esattamente, Scorpius ha un po’ di febbre, suo figlio è su che dorme ed il pediatra mi ha lasciato una ricetta e avrei bisogno di andare in farmacia…”.
“Cara ma perché non puoi usare una pozione?”.
“Signora Malfoy non si agiti ma suo nipote ha la varicella, che in quanto patologia tipicamente babbana, va trattato con farmaci babbani…”cercò di rassicurarla Hermione.
“E come sta?”.
“Ha ancora febbre e delle pustole che gli danno prurito ma tutto sommato sta meglio… per sicurezza lo ha visto anche il medimago Baston che si è detto abbastanza tranquillo… ora mi chiedevo, non è che potrebbe mandarmi uno dei suoi elfi così può stare col bambino mentre io vado in farmacia?”.
“Se vuoi vengo io…”.
“Sarebbe meglio di no, allo stato attuale Scorpius è ancora nella fase infettiva della varicella e non vorrei la contagiasse…”.
“Ma è sicuro che guarirà, si?!” chiese Narcissa apprensiva ed Hermione le sorrise dolcemente, poteva essere un’algida purosangue, ma la nonna è sempre la nonna.
“Si, signora, stia tranquilla, è questione massimo di dieci giorni e sarà come nuovo!” la rassicurò la riccia.
“D’accordo cara, ti mando Holly che è la più abituata a stare con il bambino, basterà chiamarla e sarà a tua completa disposizione!”.
“La ringrazio signora…”.
“Tienimi aggiornata cara, mi raccomando…”.
“Ci conti…”.
 
Appena chiusa la conversazione, Hermione chiamò l’elfa che comparve immediatamente e rimase in attesa di istruzioni, poi dopo averle affidato il bambino si smaterializzò in farmacia.
Erano trascorsi neanche venti minuti quando fece ritorno e trovò la piccola Holly con un diavolo per capello che teneva uno Scorpius che piangeva urlando come un aquilotto.
“Holly ma che?” chiese Hermione mentre si toglieva il giubbotto per essere più libera.
“Holly non sa, signorina, padroncino non smette di piangere…” disse la piccola elfa con gli occhi lucidi che trattenevano a stento le lacrime.
“Holly, va tutto bene, ora gli diamo le medicine e vedrai che starà meglio…” disse mentre prendeva la busta con i farmaci.
Prese la compressa di antistaminico e con l’aiuto della magia la camuffò in una Zigulì, che aveva scoperto piacere particolarmente al bambino e si avvicinò all’elfa.
“Amore,” disse rivolgendosi al bambino che nel frattempo si sbracciava per tornarle in braccio “ora ti do una caramella che ti fa passare la bua, mi raccomando, non la sputare, okay?!”.
Il bambino fece cenno con la testa mentre era tornato ad abbarbicarsi come un koala tra le braccia della ragazza.
Somministrare l’antistaminico camuffandolo da Zigulì risultò più facile del previsto e nel giro di poco, il piccolo si calmò ed Hermione ne approfittò per restituirlo alle cure di Holly mentre lei trasfigurava una poltrona in un box dove poter far riposare il bambino mentre cominciava a trafficare in cucina.
“Holly ti dispiace badare a Scorpius?”.
“No, signorina, Holly è abituata a vegliare padroncino” rispose l’elfa un po’ più tranquilla.
Si era fatta l’ora di pranzo quando Hermione salì al piano di sopra per andare a vedere se Draco fosse sveglio e per sapere se voleva qualcosa per pranzo ma affacciandosi alla porta, lo vide che dormiva della grossa e le dispiaceva svegliarlo.
Tornò al piano di sotto, Scorpius stava riposando sotto lo sguardo vigile di Holly mentre l’antistaminico stava facendo effetto e l’aveva nuovamente messo k.o.
Vedendola così, Hermione le chiese se volesse qualcosa da mangiare e le ci volle un po’ prima che la creaturina accettasse, specie perché non voleva contraddire la sua padrona.
 
Erano quasi le tre del pomeriggio quando Draco fece la sua comparsa in cucina e rimase un attimo stupito di trovare l'elfa Holly in cucina che conversava con la Mezzosangue.
Hermione lo vede e nota subito che c'è qualcosa che non va, ma onde evitare di fare la parte della guaritrice fin troppo apprensiva, non vuole insistere.
“Buongiorno” le saluta Draco.
“Ehi... vuoi qualcosa da mangiare?”.
“No, grazie...”.
“Sicuro di stare bene?” chiede infine Hermione cercando di capirci qualcosa di più.
“Non esattamente...”.
“Che hai?”.
“Non lo so... mi sta scoppiando la testa, mi sembra di aver preso un bolide a piena velocità in mezzo alla schiena...”.
Hermione si avvicina, fa per tastargli la fronte e la sente bruciare.
“Draco, tu scotti...”.
Non fa in tempo a finire la frase che lo vede ondeggiare, come uno che sta per andare giù a causa di uno svenimento e con dei riflessi pronti da far invidia ad un cercatore, Hermione lo prende e riesce a smaterializzarsi in camera.
“No,ma che...” prova a protestare Draco riconoscendo la sua stanza
“Niente ma” gli risponde la riccia assumendo il tono e l'atteggiamento alla Molly Weasley “tu ora te ne stai qui buono a riposarti caro il mio furetto, e non provare neanche ad opporti perchè a questo giro sei in svantaggio!”.
Nonostante le proteste riuscì a metterlo a letto, gli rimbocca le coperte e dopo aver controllato che la temperatura superasse i trentotto gradi, gli fa prendere una pozione antipiretica, tanto per stare tranquilli.
Poco dopo lo vede addormentarsi e in punta di piedi torna in cucina, dopo aver buttato un occhio a Scorpius che nel frattempo si sta svegliando.
Decide che per merenda, visto che come minimo ha le bolle anche in bocca, proverà a dargli un po' di gelato, chissà che un po' di fresco riesca a farlo calmare un po' e si disse che si, avere sempre un po' di gelato in casa, alla fine non si era rivelata una cattiva idea.
Preparò un ciottolino, prese il cucchiaio e il bavaglietto onde evitare che si sporcasse e si avviò in salotto dove posò tutto sul tavolo da fumo davanti al divano.
“Ehi, piccoletto...” gli disse avvicinandosi al box per prenderlo in braccio “allora, come andiamo?”.
Il piccolo, ancora stordito, non tardò a sporgersi per aiutarla a prenderlo e puntualmente afferrò lo scollo della maglietta di Hermione che intanto si stava accomodando sul divano.
Una volta seduti, cominciò a tastarlo, sentendogli la fronte e notando con sollievo che, seppur calda, era meno a bollore di qualche ora prima, e poi controllò l'evoluzione dell'esantema.
“Topino, facciamo merenda, che dici?” gli disse infine e il bimbo sfoderò uno dei suoi sorrisi che, anche nonostante la varicella, erano dolcissimi.
Scorpius mangiò il gelato serenamente, come aveva previsto Hermione, mangiare qualcosa di morbido e fresco non poteva che farlo stare meglio e una volta finito, decise di fargli un bagno mentre chiedeva ad Holly di cambiare le lenzuola che aveva messo nel box e quelle del lettino nella camera al piano di sopra.
 
Il bagno si rivelò più piacevole di quanto previsto, nonostante tutto Scorpius non aveva perso l'entusiasmo davanti alle bolle di sapone che Hermione stava producendo con l'aiuto di una cannuccia e seppur con un po' di fatica, non ne volle sapere di rinunciare a farle.
“Topino non ti stancare troppo, okay? Che dici, ci asciughiamo e ci mettiamo il pigiamino col boccino?”.
“Si!!!” rispose il bimbo trattenendo a stento uno sbadiglio.
“D'accordo...prima ci tagliamo le unghiette, ti va?” gli disse, sapendo che con le unghie corte, sarebbe stato quasi impossibile per il bambino grattarsi dove c'erano le pustole.
Scorpius non fece una piega, si fece tagliare le unghie, asciugare i capelli ed infilare il pigiama senza fare storie ed Hermione fu quasi sorpresa di ciò.
Lo prese in braccio e si avviarono in corridoio per tornare al piano di sotto quando, passando davanti alla stanza di Draco, lo sentì parlare nel sonno e decise di andare a dare un'occhiata.
Vedendo il padre, Scorpius cominciò a sgambettare per raggiungerlo ed Hermione, una volta arrivata vicino al letto, lo lasciò fare.
Arrivato vicino al padre, il piccolo cominciò a tastargli il viso con le mani e a chiamarlo mentre si accoccolava lì di fianco e Draco non ci mise molto ad aprire gli occhi.
“Papu!” disse il bimbo.
“Eh? Che succede?” chiese, poi vedendo che si trattava del figlio si rilassò.
“Ciao ometto!” gli disse accarezzandogli la testa e cingendolo con un braccio.
Hermione li guardava sorridendo, poi il suo sguardo si posò su Draco e vedendo delle macchie cominciò ad insospettirsi.
Draco dormiva a torso nudo ed Hermione non si fece troppi scrupoli a sollevare il lenzuolo per ispezionare anche il torace per trovare conferma ai suoi sospetti.
“Merda!” esclamò infine.
“Che succede?” chiese Draco distogliendo lo sguardo dal figlio per piantarlo sulla ragazza.
Hermione si schiarì la voce, sperando che il biondo non la prendesse troppo male.
“Ehm... hai la varicella anche tu...” disse infine continuando ad ispezionare l'esantema.
Sentire le mani fresche di Hermione fu quasi un sollievo per Draco che poi realizza quanto detto dalla ragazza e si fa più serio.
“Non dovresti stare qui, Hermione, e se...” disse mettendosi a sedere per essere alla solita altezza della ragazza ma venne bloccato prima di poter aggiungere altro.
“Shh...” gli risponde dolcemente lei cercando di rassicurarlo “non ci sono se, va tutto bene, ho già avuto la varicella da bambina, non c'è nessun rischio...”.
Draco la guarda, si fa ancora più vicino ed approfittando della situazione, la bacia.
 
Fu una cosa istintiva, dettata dall'impulso del momento.
Cominciò quasi per scherzo ma ben presto Hermione, si ritrovò a rispondere, quasi come fosse una cosa ovvia, come se lo facesse da sempre.
Sorrise per un istante, la reazione del biondo l'aveva colta quasi alla sprovvista, o meglio, era perfettamente conscia che si trattava di un discorso che si tiravano dietro da un po' di tempo, di certo però non si aspettava che il furetto decidesse di affrontarlo in quel momento.
Decise perciò di mettere, per una volta, a tacere il cervello e la razionalità, lasciando totalmente campo libero all'impulsività e le tornarono in mente le parole di sua nonna Tess quando le diceva che in certi casi, come questo, l'unica cosa da fare era cogliere l'attimo senza starsi a porre troppe domande.
Una mano di Draco andò ad intrecciarsi con la sua mentre l'altra stava vagando sulla schiena fino a trovare l'orlo della maglietta ed intrufolarvisi sotto così da arrivare alla pelle nuda.
Hermione rabbrividì a quel contatto, nonostante la mano del ragazzo fosse più calda del solito mentre la sua accarezzava ritmicamente quei capelli così biondi da sembrare quasi bianchi, soffermandosi in particolare alla base della nuca.
Si staccarono di malavoglia, solo ed unicamente perchè cominciavano ad essere entrambi in debito di ossigeno, si guardarono un istante poi Hermione gli accarezzò una guancia prima di parlare.
“Come ti senti?”.
“Ora che sei qui con me e il Nano non ci ha interrotti?” chiese facendo cenno a Scorpius li vicino che era crollato di nuovo come una pera cotta “Divinamente”.
“Non mi stavo riferendo a quello, o almeno” rispose lei arrossendo vistosamente “non solo a quello...”.
“Ah...se ti riferisci alla varicella, prude da far schifo e mi sento come Magò quando si ritrova piena di pustole...”.
“Piccola stella...” lo prende un po' in giro lei “non ti preoccupare, sei decisamente molto più carino di Magò, anche se, questo non puoi negarlo, allo stato attuale sei una bolla che cammina...”.
“Sempre gentile, vero, Mezzosangue?”.
“Sai com'è, ho imparato dal migliore!”
“Devo per caso pensare che tu abbia un debole per me?” chiese Draco sornione.
“L'importante è esserne convinti, Furetto...fossi in te però...”.
“Però...”.
“Utilizzerei questo tempo in maniera più proficua, fossi in te...”.
“Ah si, eh? E come di grazia” rispose lui dandogli un pizzicotto sul fianco.
“Buon Salazar Malfoy, sta zitto e baciami...” concluse Hermione prendendo l'iniziativa per una volta e Draco non potè che esserne entusiasta, se questi erano i presupposti, ci sarebbe stato di che divertirsi.




 

Moony's corner
Ma buonsalve belle fanciulle, come state?
Il nuovo capitolo è arrivato e con lui il momento che (forse...spero...non lo so...ditemelo voi) stavate aspettando... ma poichè la vostra Moony è un filo cattivella e non è una fan sfegatata del "Ti piace vincere facile" non poteva far evolvere la situazione senza un filo di complicanze qua e la giusto per movimentare la situation... quanto mi state odiando? Lola, dimmi la verità,hai già caricato il lanciafiamme con le verdure comprate l'altro giorno, vero? XD
In compenso, per chi mi chiedeva quando avrebbe fatto la sua comparsa Oliver, ecco che il nostro Scorp c'ha servito su un piatto d'argento l'occasione per farlo tornare... perdonate la citazione ad Elio ma quando mi sono ritrovata a scrivere quel "Ciònonostante" io stessa l'ho intonato come la canzone, il criceto è partito per conto suo e il "cara ti amo" l'ha seguito a ruota...cmq, per chi non sapesse a cosa mi riferisco, vi lascio il link https://www.youtube.com/watch?v=GrH49OwJoWY
Vi chiedo scusa per il ritardo, ma tra un momento di blackout in cui mi sono ritrovata a scrivere tutto sul cartaceo perchè così ho sempre il quadernetto in borsa, il pc portatile che nuovamente ha deciso che vuole fare l'alternativo e non caricarsi, e varie cose che si sono presentate tutte insieme (perchè se non ne capitano tre tutte insieme, non siamo contenti in casa Moony), ho fatto un pò di fatica anche perchè sono abbastanza scoraggiata (da fattori esterni, non dalla storia,che però un pò risente degli stati d'animo dell'autrice)..
Che dire quindi, io vi ringrazio per l'affetto, per le recensioni che lasciate e le risate che mi fate fare leggendole, perchè siete in tanti a seguirla e ad averla messa tra le preferite e perchè son qui che gongolo nel vedere che i primi 6 capitoli di questa storia partita un pò per scommessa, hanno superato le mille visualizzazioni...sarà anche una bischerata ma oh, io mi sono emozionata! ^_^
Aspetto con ansia i vostri commenti, i pomodori e tutta la verdura che vi vien voglia di tirarmi (mi viene in mente questo videohttps://www.youtube.com/watch?v=Cj25UpcBDt0, specie il punto in cui i bimbi sparano agli avversari armati di carta igienica, immaginando che nel mio caso, ci siano pomodori e co... si, di tanto in tanto il neurone della Moony si pianta e ci vuole un pò per sbloccarlo, perdonatemi! XD)
Appuntamento con il prossimo capitolo che non ha ancora una data di pubblicazione fissata, ma state tranquille che arriverà
Un bacione immenso a tutte quante
Moony

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Capitolo 20
*** Shock termico ***


20.
Shock termico


“Che cosa?” chiese una Ginny in versione Molly incazzata con un diavolo (o per essere più precisi, un ormone impazzito) per capello.

“Ehm..tuo fratello sembra aver quasi dato la sua benedizione alla mia convivenza con Malfoy?”.

“Non quello, che Ronald non riesca ad essere arrabbiato troppo a lungo con te ormai è un dato di fatto, io mi riferisco alla parte che viene subito dopo...”.

“Ehm...che ho baciato il furetto?”.

“Eh, e ti pare una cosa che puoi dirmi così come niente fosse?”.

“E come dovevo dirtelo, mettendo cartelli per tutta la Londra magica e non così ti ritrovi vedova tempo trenta secondi?”.

“Spiritosa, comunque potrebbe essere un'idea...”

“Rimanere vedova?”

“I cartelli...” fu la risposta immediata della rossa che aveva un sorriso a quarantacinque denti, il suo sesto senso non sbagliava mai e questa ne era la riprova.

“Gin!!! Non so che fare, non ci sto capendo niente!”.

“Santa Morgana, Herm, certo che sei proprio un caso perso! Che diamine c'è da capire? Malferret non ti stacca gli occhi di dosso un attimo che sia uno, il baby furetto ti sta appiccicato come un koala e permettimi di farti notare che in pratica ti ha quasi elevata a figura materna di riferimento, tu hai gli occhietti che sembri un avvincino ubriaco d'amortensia, e, in questo preciso istante, hai esattamente la faccia di una che non se l'è solo baciato ma che c'ha fatto anche un paio di round di ginnastica da materasso con suddetto mustelide!”.

“GINEVRA MOLLY WEASLEY IN POTTER!”.

“Si, Hermione Jean Granger, dica!? Ora, hai intenzione di tergiversare ancora per molto oppure ti decidi a smollare la lingua e raccontare tutto alla tua migliore amica preferita!!”.

Dopo un botta e risposta del genere, Hermione scoppiò a ridere prima di tornare seria e decidere se parlare o meno. Poi si alzò e cominciò a percorrere il salotto di casa Potter avanti e indietro sotto lo sguardo di una divertita Ginny.

Raccontò ogni cosa, di come si fossero avvicinati ultimamente, di Scorpius, della varicella e di come si fosse appiccicato ancora più di prima, del rientro a casa di Draco e di cosa fosse successo dopo...

Scorpius continuava a dormire ma onde evitare problemi, Hermione decise di metterlo nel suo lettino e Draco vedendola alzarsi cercò di protestare ma lei gli sorrise dolcemente e per un istante il suo cuore perse un battito.

“Dove stai andando?”.
“Metto tuo figlio a letto furetto...”.

“Cos'è, vuoi campo libero?!”.
“Credi ciò che vuoi, l'avrei fatto comunque, non vorrei che volasse giù dal letto mentre dorme...”.

“L'importante è esserne convinti mezzosangue!” le disse Draco non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso mentre la vedeva prendere il bimbo, portarlo nel suo lettino e rimanere a vegliarlo fin tanto che non ebbe la sicurezza che fosse completamente addormentato.

Una volta sistemato Scorpius, Hermione prese posto dalla parte del letto dove poco prima c'era il bambino, si sdraiò su un fianco e prese ad accarezzare i capelli del biondo che nel frattempo si beava di quel contatto.

“Lo sai che stai giocando col fuoco, vero?”.

“Paura, Malfoy?” chiese lei a presa di giro con lo stesso tono che usava lui ai tempi della scuola.

“Io no, forse sei tu che ancora non hai capito che se continui così non so quanto ancora risponderò delle mie azioni...”.

“Se lo dici tu...ricordati solo che non è esattamente il massimo strapazzarsi eccessivamente nelle tue condizioni...”.

“Wow donna, tu si che sai come smontare qualsiasi principio di eccitazione o romanticherie...” le fece notare lui.

“Beh...senti chi parla! Per farti avanti hai dovuto riempirti di pustole...” rispose per le rime lei.

“Dettagli...” le disse poi prima di farsi serio “non ragionarci troppo, l'importante è esserci arrivati, no?”.

 

“E poi?” chiese Ginny “ mica penserai che mi accontenti delle briciole, vero?”.

“Eddai, Gin, possibile che tu ti stia facendo un film a luci rosse dove in realtà non è successo niente?” chiese, inconsapevole che stava assumendo un colorito rosso da far invidia ad un pomodoro maturo.

“Si, vabbè, Herm... raccontala meglio, e...”.
“Gin...” si lamentò Hermione, peraltro, inutilmente.

“Gin un par di mollicci, fuori i dettagli. Adesso.”.

“Dannato furetto, proprio la varicella ti dovevi prendere” pensò Hermione poco più tardi mentre, sdraiata sul letto al fianco del biondo che si era riaddormentato, lo vegliava, anche se dovette ammettere che la cosa aveva un che di comico, il grande Draco Malfoy, ambasciatore convinto della superiorità del sangue puro, messo k.o. da una patologia babbana.

La temperatura continuava ad aumentare, provò a chiamarlo senza ottenere risposta ma Hermione non si perse d'animo,si sa che quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare, e lei era fermamente intenzionata a vincere.

Andò in bagno, aprì l'acqua per riempire la vasca, poi tornò in camera e con un Levicorpus riuscì a trasportarsi dietro il biondo.

Sapeva che come minimo, se fosse stato un po' più reattivo, le avrebbe lanciato dietro uno schiantesimo di quelli coi fiocchi, ma era sicura di avere dei buoni argomenti con i quali eventualmente giustificarsi.

“D'accordo, Furetto, a noi!” disse infine.

Il fatto che Draco dormisse solo con un paio di pantaloncini le facilitava alquanto il lavoro e sempre aiutandosi con la magia, lo fece immergere nell'acqua mentre lei gli teneva la testa onde evitare che ingerisse acqua o che la picchiasse sul bordo della vasca.

“Ma che cazz...” cercò di sbottare Draco flebilmente.

Posizionata alle sue spalle, Hermione gli accarezzava la testa, poggiata sul suo seno, cercando di tranquillizzarlo.

“Buono, va tutto bene, ti ho messo in vasca perchè hai la febbre alta...”si giustificò infine.

Draco, anche se stordito dall'elevata temperatura corporea, si stava godendo la vicinanza con la ragazza e con una mano andò a cercare la sua per intrecciarci le dita.

Un brivido lo percorse da capo a piedi ed Hermione lo osservò sentendosi colpevole.

“Scusa, scusa, scusa...” gli disse “l'acqua è fredda, lo so, perdonami...”.

“Non...non ti preoccupare. Sto bene...”.

“Lascialo dire a me se stai bene, okay?” gli disse continuando ad accarezzargli la testa.

Senza lasciare la mano del ragazzo, prese la bacchetta, si accertò che la temperatura fosse scesa e si preparò per farlo uscire dall'acqua mettendoglisi di fianco .

Solo che quando gli porse la mano perchè si alzasse, entrambi persero l'equilibrio ed Hermione si ritrovò spalmata addosso al ragazzo.

“Cazzo che botta!” fu il commento di Malfoy “Mezzosangue, stai bene?”.

“Sono stata meglio, grazie”rispose lei massaggiandosi la testa cercando di rialzarsi.

“Dove diamine stai andando?”.

“Dove pensi stia andando, genio? L'acqua è gelata e non voglio prendermi un malanno!”rispose lei uscendo dalla vasca.

“Perchè, io si?” chiese il biondo, improvvisamente più sveglio e lucido di qualche istante prima.

“Tu hai già un malanno Draco, hai la varicella!”.

“Ecco, appunto. Questo non vuol dire che mi debba trasformare in un animale a sangue freddo, no?”.

“Perchè, non lo sei già?” chiese lei stringendosi nell'accappatoio.

“Spiritosa!”fu il commento di Draco “allora mi aiuti o vuoi stare lì fino ad anno nuovo?”.

Hermione prese un asciugamano, porse una mano al ragazzo che l'afferrò per aiutarsi a mantenere una posizione eretta e lo avvolse nel telo.

Lo fece accomodare sul bordo della vasca e con un colpo di bacchetta finì di asciugarlo.

“Okay...” gli chiese poco dopo “ce la fai ad arrivare in camera?”.

“Penso di si...”rispose Draco cercando di controllare la sua stabilità.

“Si, certo...”commentò Hermione invitandolo a posare un braccio sulle sue spalle così da non affaticarsi troppo “supereroe fino alla fine, vero Malfoy?”.

“Ovviamente Mezzosangue!”.

Arrivati in camera, Hermione lo aiutò a sistemarsi sotto le coperte, poi prima che lui potesse anche solo pensare di protestare, si infilò dfalla parte opposta del letto e si accoccolò tra le braccia del ragazzo, poi si sporse per dargli un leggero bacio sulle labbra prima di augurargli la buonanotte.

In un futuro troppo lontano, quando avrebbe ripensato a quella strana notte, un ghigno divertito avrebbe fatto la sua comparsa sul volto di Draco...molte cose sarebbero cambiate da quel momento in poi, un po' come uno spartiacque.

Aveva dormito con una ragazza che per inciso, gli piaceva e anche parecchio, senza fare niente, se non dormire.

“Certo...” direbbe poi la voce della sua ragione mettendo piede sul palcoscenico “sarebbe stato alquanto improbabile visto che avevi la varicella, la febbre alta e una cera pessima da fare concorrenza al Barone Sanguinario!”.

“Non c'è scusa che tenga” avrebbe risposto poi dall'altra parte del palcoscenico con l'occhio di bue puntato su di se, la voce del suo ego ipertrofico, rimirandosi allo specchio, come la più vanesia delle sue proiezioni mentali “i Malfoy sono irresistibili, è matematicamente impossibile rimanere impassibili!”.

“Cala...” risponderebbe infine la ragione, sistemandosi il suo farfallino rosso che era un picchio in un occhio con quella giacca di tweed marrone “se continui a gonfiarti così tanto, va a finire che scoppi, lo sai anche tu...”.

“Geloso per caso?” chiese la proiezione mentale vanesia, sicura di se.

“Realista, piuttosto” rispose la ragione “ o devo ricordarti per caso quanto sei andato vicino a perderla?”.

“Guastafeste che non sei altro”.

“Paura, Malfoy?”.

“Mai?” rispose la proiezione vanesia rimirandosi le unghie con un ghigno vittorioso stampato in volto.

Hermione si svegliò di colpo quella mattina, sentiva un respiro ritmico infrangersi sulla sua nuca e vedendo un braccio che non era suo, posato sul suo fianco, le servirono un paio di secondi per capire che andava tutto bene e non era in preda ad allucinazioni di alcun genere.

Si girò cercando di non disturbare il sonno di Draco così da poterlo osservare meglio.

Non le capitava spesso di vederlo così con le difese abbassate e un sorriso appena accennato sulle labbra.

In quel moemnto era un uomo come tanti altri, lontano dalle preoccupazioni che l'essere sveglio portava con se, ed Hermione sorrise mentre una mano, come se fosse mossa da una volontà indipendente, si ritrovò a giocare on quei crini biondi accarezzandoli.

“Che succede?” chiese Draco sbadigliando.

“Scusa...ti ho svegliato?” rispose lei fermandosi, come colta in flagrante.

“No, tranquilla...” disse con un sorriso condito con un pizzico di malizia “ton ti fermare, mi piace quando mi accarezzi la testa, Mezzosangue...”.

“Come ti senti?” gli chiese poco dopo e Draco maledì per un istante quel suo repentino cambio di argomento.

“Meglio, fintanto che stai qui con me” rispose lui sporgendosi in modo da poterla baciare indisturbato.

Hermione benchè colta di sorpresa da questo repentino cambio di atteggiamento, lo lasciò fare e non fece ulteriori domande, beandosi delle premure di Draco, poi, come se fosse una cosa che faceva da sempre, cominciò ad accarezzargli la nuca con i polpastrelli per poi fermarsi e baciarlo di nuovo prendendo l'iniziativa.

Draco non potè fare a meno di sorridere, gli piaceva decisamente il fatto che fosse stata Hermione per una volta a prendere l'iniziativa.

“Te l'ho mai detto che mi piace quando prendi l'iniziativa, Mezzosangue?” le chiese poco più tardi non appena ripresero fiato.

“Proprio non ci riesci a baciarmi e basta senza tirare una stronzata delle tue, eh, Furetto?”.

“Fossi in te non mi sfiderei, Mezzosangue, potrei stupirti!”.

Hermione sorrise, gli sistemò un ciuffo di capelli fuori posto e poi si avviò pericolosamente all'angolo della sua boca.

“E' una promessa signor Malfoy?”.

“Ci può scommettere, signorina Granger” rispose lui provando a riavvicinarsi.

“Bene, perchè non vedo l'ora che tu cominci a stare meglio...” rispose lei facendogli l'occhiolino prima di alzarsi “cosa vuoi per colazione?”.

“No...cos...dove stai andando?”.

“A preparare qualcosa per colazione, a vedere come sta il nano e poi devo mandare un gufo ad Oliver per aggiornarlo...”.

“Vengo con te...” .

“Scordatelo!”.

“Ma...”.

“Niente ma, facciamo una cosa migliore, porto qui Scorpius, preparo la colazione e ve la porto qui...”.

“Immagino sia inutile protestare, no?”.

“Immagini bene e poi, per le mutande di Merlino, Malfoy, non fare la mandragola inacidita come tuo solito e lasciati coccolare di tanto in tanto, non è che muori se ogni tanto abbassi le difese e lasci che qualcuno si prenda cura di te, sai?”.

 

“Hai capito il Furetto, eh?”.

“Già...”.

“Ora, Herm, non per essere la solita romanticona, ma ti ci vedo bene con lui, sai?”.

“Ginny!”.

“Ginny cosa, è la verità... se riesce a farti sorridere, ne vale la pena tesoro, e lui da quanto vedo ci sta riuscendo!”.

“Non lo so...”.

“Ma come non lo so... Hermione disattiva per una volta quel criceto maniaco del controllo che ti ritrovi per cervello, cogli l'attimo e goditelo sopratutto!” le disse infine Ginny “E ora vai, ti ho trattenuta fin troppo a lungo, non vorrei che i tuoi due uomini cominciassero a dare di matto non vedendoti tornare a casa...”.

 

Moony's corner

buonasera dolci fanciulle,
è la vostra Moony che vi scrive, come state?
Chiedo scusa per il ritardo nel postare ma le mie idee per la storia erano praticamente andate a farsi benedire e quindi ho scritto poco e niente per un pò di tempo.. Ho risentito di alcuni eventi, malumori vari che hanno giovato come una galla sul tallone quando devi fare un bel pezzo di strada e questi sono i risultati, perdono, perdono perdono...
In ogni caso, eccoci qui, che ve ne pare del capitolo?
Ringrazio tutti quelle che seguono, l'hanno messa tra le preferite e recensiscono la storia, siete semplicemente fantastiche ed è bello sapere cosa pensate!
Alla prossima,
Moony

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Capitolo 21
*** Scelte ***


21.
Scelte

"Lights will guide you home,
And ignite your bones,
And I will try to fix you..."
Fix you- Coldplay
 
Erano le sette di sera, le lezioni quel giorno erano finite poco prima delle sei ed Hermione ne aveva approfittato per fare un po' di spesa prima di rientrare avendo deciso che per cena avrebbe preparato alcuni dei piatti che le riuscivano meglio, il polpettone con le patate arrosto ed il budino al cioccolato del quale Scorpius andava letteralmente pazzo.
Si era appena richiusa la porta di casa alle spalle quando, sentendo più silenzio del solito ad accoglierla, si insospettì non poco.
“Sono a casa!” disse cercando di richiamare l'attenzione “Dove vi siete cacciati?!”.
Le bastò raggiungere il salotto pochi istanti più tardi dove la sua attenzione venne richiamata dai suoi due uomini che dormivano sereni sul divano mentre in sottofondo andava un programma babbano che avevano scoperto piacere molto al bambino, la casa di Topolino.
-I tuoi uomini, Hermione?-le chiese una vocina dispettosa dentro di se -sei sicura di non andare troppo veloce?-.
Scosse la testa così che la vocina decidesse allegramente di smetterla di scocciare e sorrise, perchè si, quelli erano i suoi due uomini, al momento, e la cosa non le dispiaceva.
Passata la fase critica dei primi giorni, che per fortuna non si erano accavallati poi troppo con i turni di lavoro in Pronto Soccorso e gli orari delle lezioni, Hermione aveva dovuto lasciare i suoi due pazienti preferiti, sebbene si fosse rivelato più faticoso del previsto, per andare a lezione.
I suoi compagni, specie gli scozzesi e le loro rispettive compagne si erano più volte informati sullo stato di salute del collega e Matt, che era immune alla varicella, era passato un paio di volte per lasciarle le sbobinature delle lezioni che non era riuscita a seguire.
 
Cercando di fare meno baccano possibile, si avvicinò ai due dormienti, sistemò una coperta che si erano tirati addosso e posò un bacio leggero sulle labbra del furetto volatilizzandosi in cucina prima di correre il rischio di svegliarlo.
Era una strana routine quella che si era creata da qualche giorno tra loro e onestamente, la cosa non le dispiaceva poi tanto.
Non avevano ancora ragionato bene di quanto stava accadendo ma per certi versi le andava bene così, sapeva benissimo che se avesse cominciato a tirare in ballo la logica si sarebbe fregata con le proprie mani, perciò decise che per una volta nella sua vita, avrebbe lasciato le cose al caso, affrontando un passo alla volta senza fasciarsi la testa ancor prima che potesse esistere un motivo per rompersela.
Venti minuti più tardi, il polpettone e le patate erano in forno, il budino era pronto per essere messo in frigorifero dopo aver subito un incantesimo raffreddante che avrebbe permesso di dimezzare i tempi di permanenza ed Hermione, soddisfatta del suo operato, impostò il timer prima di concedersi una doccia.
Quando all'incirca un quarto d'ora più tardi rientrò in cucina, iniziò a canticchiare mentre apparecchiava, non accorgendosi minimamente di Draco che, appoggiato allo stipite della porta, la stava guardando divertito.
“Te l'hanno mai detto che sei stonata come una campana, Mezzosangue?”.
Hermione colta di sorpresa fece un balzo per lo spavento.
“Santa Morgana, se avevi intenzione di farmi fuori, stavi quasi per riuscirci... no, dico, sei scemo o cosa?”.
“Ehi, piano con le parole!”rispose lui avvicinandosi “era solo un dato di fatto, sei stonata come una campana!”.
“Ancora...”.
“Però mi piaci anche così...d'altronde non puoi essere perfetta proprio in tutto, no?”.
“Ora si che ti riconosco, quasi non sembravi più tu senza i tuoi commenti bastardi!”.
“Cos'è, senti così tanto la mancanza della versione bastarda e boriosa?”.
“Non è esattamente così...”.
“E allora com'è?” chiese sistemandole un ciuffo ribelle di capelli che era sfuggito alla coda riportandolo dietro l'orecchio.
“Semplicemente non sono abituata ad avere a che fare con questo tuo lato gentile, tutto qui...” rispose lei sentendo che stava drammaticamente arrossendo per l'imbarazzo.
“E se ti chiedessi di provare a smontare i vecchi preconcetti insieme, cosa mi risponderesti?”.
“Che probabilmente la varicella ti ha dato alla testa più di quanto avessi previsto...”.
“Donna di poca fede...” fu la risposta ghignante di Draco vedendo un sorriso di sfida sul volto della ragazza.
“Tu dici?” rispose infine Hermione passandogli le mani dietro la nuca prima di alzarsi sulle punte dei piedi e baciarlo.
 
Placati momentaneamente gli ormoni che avevano già imboccato l'autostrada per andare per i fatti loro,riuscirono a separarsi, con la tacita promessa di riprendere il discorso in un momento ed in una sede più appropriata, Hermione finì di apparecchiare mentre Draco sarebbe andato a svegliare il nano.
I due rientrarono in cucina tenendosi per mano ma quando il bimbo vide la ragazza, lasciò la mano del padre e si sbracciò per raggiungerla e abbarbicarsi alla sua gamba.
“Ciao piccoletto, pronto per andare a tavola?!” gli chiede mentre gli scompiglia i biondissimi capelli.
“Ho fame!” le risponde il nano con enfasi.
“D'accordo allora, a tavola! Papà lo aiuti tu?” chiede infine rivolta a Draco che nel frattempo aiuta il figlio a prendere posto mentre lei porta le pietanze in tavola.
 
Terminarono la cena poi, essendo giunto il momento di prepararsi per la notte, Scorpius si piccò perchè fosse Hermione a mettergli il pigiama e vista la situazione Draco non disse niente onde evitare che il bimbo cominciasse a fare i capricci e a scalpitare come un piccolo aquilotto.
“Forza rospetto...dai un bacio a papà” disse prendendolo per mano “e a lavarsi i denti...marsch!”.
Draco salutò il figlio e poi li guardò andare via insieme parlando di solo Merlino sa cosa prima di iniziare a sparecchiare.
Una ventina di minuti più tardi il baby furetto era lavato, profumato, con indosso il pigiamino coi boccini e, anche per merito dei farmaci presi in quei giorni, con delle palpebre pesanti e prossimo ad andare giù secco come un ciocco nelle braccia del buon vecchio Morfeo.
Specie durante i giorni di malattia, quando non era stato al massimo della forma e Scorpius era stato più uggioso del solito, Hermione aveva inaugurato delle tradizioni tutte loro e che aveva la ferma intenzione di continuare, come quella di leggere una fiaba sdraiata sul letto con il bimbo che puntualmente le si abbarbicava addosso come un koala con la manina poggiata sullo scollo della maglietta.
Anche quella sera, fu così che Draco li ritrovò quando fece capolino nella stanza del figlio e li raggiunse accomodandosi sul bordo del letto.
“Buonanotte piccolino” la sentì dire sottovoce al termine della storia “dormi bene e fai bei sogni...” e rimase imbambolato a guardarla mentre gli rimboccava le coperte e posargli un bacio in fronte prima di alzarsi.
 
“Te l'hanno mai detto che sei portata per fare la mamma?” le chiede.
-Merlino, Draco, ma come diamine ti viene in mente di dirgli una stronzata del genere?Se ti schianta ha perfettamente ragione!-gli risponde il suo criceto.
“Sono ancora troppo giovane per fare la mamma” gli risponde lei sorridendo ruotando un po' il collo per sciogliersi “per il momento mi si addice di più lo status di zia e mi va bene così!”.
“Ciò non toglie che ci sai fare!” le disse avvicinandosi per massaggiarle le spalle contratte.
“Ho avuto delle buone cavie con le quali fare pratica...”.
“Tipo?”.
“I piccoli Potter, tuo cugino Teddy, le bambine di Bill e Fleur...” continuò lei tranquillamente.
Sentendola rilassata sotto le sue mani ne approfittò e prendendola per mano la riportò in salotto dove, dopo averle tolto le pantofole la invitò ad accomodarsi sul divano.
“Giornata faticosa?” le chiese osservandola mentre prendeva posto tra le sue braccia come fosse un'abitudine ormai collaudata da tempo.
“Neanche tanto.... certo, se il mio partner non fosse a casa malato sarebbe decisamente più tollerabile, ma che ci posso fare se viene messo k.o. da una malattia babbana?”.
“Ehi, guarda che non è che mi diverto a stare a casa, sai?”-
“Lo so...” si sporse verso il tavolino da fumo dove aveva posato la cartelletta degli appunti portati dagli scozzesi e poi commentò con il suo tono da secchioncella “ecco perchè mi sono fatta portare gli appunti dai ragazzi, così possiamo metterci in pari visto che tra una settimana abbiamo i test di fine modulo e non credo che Epstein ci andrà giù leggero solo perchè sei appena rientrato dopo la convalescenza.”
“Figurati se quel barbagianni non ne approfitta.... praticamente mi odia!”.
“Ora, non per fare la solita rompiscatole, Epstein non ha certo un carattere facile,non a caso è conosciuto ai più come la iena è competente, questo si, ma dannatamente insopportabile... però potevi anche evitare di dargli apertamente dell'idiota!”.
“Io sono una serpe,” rispose lui sfoggiando il suo solito ghigno “oramai dovresti saperlo che i convenevoli li lascio a voi grifoni!”.
 
Passò qualche minuto in cui nessuno dei due emise fiato, come se non ci fosse bisogno di aggiungere niente per gustarsi la pace derivante dall'essere lì, fintanto che Draco non decise che non era più il momento di stare tranquilli.
“Che stai facendo?” gli chiese Hermione sentendosi abbracciare da dietro per poi notare che le mani di Draco stavano compiendo movimenti circolari sul suo ventre.
“Sbaglio, o io e te avevamo un discorso in sospeso?” lo sentì soffiare vicino al suo orecchio.
Hermione si girò in modo che potessero essere uno di fronte all'altro e lo guardò con un sorriso stampato in volto.
“Mi stavo giusto chiedendo quanto tempo avresti impiegato prima di riprendere il discorso, sai?” gli rispose con voce suadente praticamente ad un battito di ciglia dalle sue labbra, una mano che vagava spensieratamente sull'avambraccio del ragazzo e sorrise vedendo la reazione di Draco alla sua uscita, le pupille dilatate dallo stupore e il respiro mozzato per la sorpresa inaspettata.
“Che diamine ne hai fatto della pudica Mezzosangue?” chiese infine.
“Si è presa una pausa e ha lasciato me, ti dispiace?” gli chiese prima di sporgersi e baciarlo mentre le mani si stavano già intrufolando sotto la maglietta.
Seppur a fatica, lottando praticamente contro se stesso e contro il brivido che gli stava percorrendo la schiena dopo la presa d'iniziativa di Hermione, in un momento di lucidità prima di perdere del tutto il controllo ed entrare in modalità “ormone a palla che trova campo libero e organizza un rave party”, Draco riuscì a posarle le mani sulle spalle e a mettere un briciolo di distanza tra loro.
“Non sarò certo io a protestare” le disse “ sia chiaro, perciò te lo chiederò comunque. Sei sicura? Non è che poi arriva uno dei tuoi momenti cervellotici e mi vai in loop, vero?”.
Per tutta risposta Hermione gli prese il volto tra le mani e lo baciò con calma, con perizia, fornendogli così la risposta alla sua domanda senza l'ausilio delle parole dopo essersi messa a sedere a cavalcioni sul biondo mentre le mani di lui l'aiutarono automaticamente a mantenere la posizione assunta.
Vederla così intraprendente, lei che era decisamente restia nel mostrare agli altri le proprie emozioni celandosi dietro una maschera, lo elettrizzò e impiegò decisamente poco a spegnere il cervello e a lasciar spazio a quello che era l'istinto, che in quel momento reclamava a gran voce Hermione.
Arpionò con le dita il bordo della maglia che la ragazza aveva indosso quella sera e lo tirò verso l'alto così da poterla togliere lasciandola semplicemente con il reggiseno, prima di avventarsi sul suo collo per lasciare traccia del suo passaggio.
Per tutta risposta, ma soprattutto per non fargli cantare vittoria così facilmente, Hermione fece la stessa cosa con la maglia del furetto che ben presto andò a fare compagnia alla sua per terra.
Non era abituata a sentire la barba incolta di un giorno sul collo e in un primo momento provò quasi fastidio perchè le stava facendo il solletico e per quando fosse decisamente piacevole, lei soffriva in una maniera dannatamente scandalosa il solletico sul collo.
Mentre una mano si stava intrattenendo nei crini biondi del giovane, l'altra aveva preso a scorrere gentilmente sulla schiena e quando un sospiro le fece capire che era cosa gradita, decise di continuare finchè non si senti mordere, sebbene con garbo, il collo e allora tirò un pizzicotto al ragazzo che si staccò immediatamente per poi guardarla negli occhi.
“Siamo maneschi stasera, Mezzosangue?”.
“Cretino”.
“E pure gentili, vedo” le disse non mollando la presa fin quando entrambi capirono che il momento dei convenevoli era terminato.
Senza darle tempo di anticipare le sue mosse, con un pop si smaterializzarono in camera dove Draco fece evanescere i pantaloni di entrambi prima di ribaltare la situazione con un colpo di reni e stendersi su di lei.
Si impose di andare con calma, di non perdersi neanche un'espressione della sua Mezzosangue (e sorrise, pensando ad Hermione come sua), perciò, sebbene la cosa lo provasse parecchio, prese a baciarla con calma come aveva fatto lei poco prima.
E poi fu delirio, eccitazione, passione, e forse, sebbene entrambi fossero ben consapevoli di quanto fosse presto per poterlo definire tale, amore.
Si rincorsero, si ripresero rubando l'aria sulle labbra dell'altro imparando conoscersi di nuovo, in un modo totalmente diverso, inaspettato rispetto al passato, finchè non crollarono esausti ma appagati e sorridenti.
“Wow!” fu il commento di Draco mentre si accomodava meglio sui cuscini in modo che anche la ragazza fosse comoda senza darle odo di allontanarsi troppo.
“Già” rispose lei con il fiato corto trovando l'incastro giusto, con il naso a contatto con il collo di Draco, dove poteva apprezzare lo sfarfallio ritmico del suo battito cardiaco, che in quel momento era come impazzito e alla fine, una volta trovata la posizione più comoda sentendosi stringere cominciò a lasciar vagare una mano sul petto del giovane.
Calò il silenzio, quello che precede i discorsi seri e magari la posa del primo mattoncino di un nuovo inizio.
Hermione rimase ferma a contemplare il silenzio, chiedendosi cosa potesse dire in quel momento senza correre il rischio di sembrare idiota, ma fortuna volle che Draco, riuscì a precederla, interrompendo la quiete.
“Come la prenderesti se ti dicessi che mi piacerebbe che quanto appena successo non fosse solo una parentesi ma il punto di partenza di qualcosa di ancora più bello?”.
“Indubbiamente ti chiederei se per caso ti sei fumato un abete o sei serio...”.
“Mezzosangue, mi spieghi perchè devi sempre fare il bastian contrario ed avere il romanticismo di uno schiopodo sparacoda anche adesso?”.
“Forse perchè si tratta di me e di te?”.
“E cosa dovrebbe esserci di così diverso rispetto a tutti gli altri?”.
“Seriamente?”.
“Se ti stai riferendo al passato, è andato, non sono più lo stesso che ero anni fa, sono cambiato ”.
“Sai bene che non mi riferivo al passato,te l'ho già detto come la penso al riguardo” replicò Hermione.
“Fammi finire...ho scelto di scegliere me stesso tanto tempo fa, e so che adesso è presto, che probabilmente mi taglierai la testa dopo che avrai sentito quanto sto per dirti, ma sto scegliendo di scegliere te, e sarei la persona più felice su questa terra e probabilmente in tutta la galassia, se tu me lo permettessi...”.
Dire che era rimasta spiazzata era farle un complimento, era letteralmente senza parole, il che per una come la Granger era tutto dire, perchè non si aspettava che Draco se ne uscisse con un discorso di tale portata, ma capì che si stava mettendo in gioco andando oltre a tutte quelle che erano le sue paure e decise di provare a dargli fiducia spiegandogli le sue perplessità.
“E che mi dici del fatto che siamo diversi come il giorno e la notte?”.
“Io credo che non siamo diversi, semplicemente siamo complementari, il che, se lo applichi nella dimensione di una coppia non è una cosa così brutta...”.
In fin dei conti, come poteva dargli torto? E che un basilisco in preda ad una crisi esistenziale la rincorresse per tutti i corridoi del San Mungo, ma si ritrovò a dover ammettere che con un discorso del genere, la serpe l'aveva messa all'angolo, ancora una volta.
“Tu sai vero che ci stiamo infilando in un ginepraio non indifferente?” gli chiese infine cercando di moderare lo stupore.
“Lo so, ma tu sai che io sono una serpe, e le serpi...”.
“Scappano?”.
“Di solito si, ma come sai, io sono una serpe anomala e intendo esserlo ancora più del solito, se questo significa stare insieme...”.
“E cosa mi dici del fatto che sarà un litigio continuo, un giorno si e l'altro pure?”.
Draco sorrise, ancora una volta, la Mezzosangue stava cercando di sviare il discorso utilizzando la sua adorata logica, che lui aveva intenzione di smontare pezzo per pezzo, con la dovuta calma.
“Beh” rispose infine sfoderando il suo solito ghigno divertito “se la guardiamo da un'altra prospettiva, hai idea di quanto buon sesso riappacificatore avremo la possibilità di fare?”.
“E ti pareva che non rigirassi la frittata a tuo favore, come al solito?” sbottò Hermione dandogli un cazzotto scherzoso sulla spalla.
“Ovviamente, o non sarei io...però ti faccio notare che per quanto tu cerchi disperatamente di dimostrare il contrario, è un lato di me che tutto sommato non ti dispiace...”.
“Forse...fossi in te però, non ci farei troppo l'abitudine...”concluse infine Hermione prima di sporgersi un po' e baciarlo.
“Ah, e per la cronaca” aggiunse poco dopo “se ti becco a fare lo stupido con qualcun'altra, giuro, ti stacco la testa di netto, la infilzo come uno spiedo e poi la pianto in giardino a mò di spaventapasseri!”.
“Gelosa per caso, Mezzosangue?!”.
“Beh, se vuoi stare con me è bene che tu lo sappia già da adesso a cosa vai incontro, no?” gli rispose scoprendosi definitivamente.
“Tu vuoi stare con me?”.
“Se è quello che vuoi anche tu, si”.
Sentendo la sua risposta, Draco le pose la stessa domanda che qualche minuto prima lei gli aveva posto.
“Sai vero che sarà un gran casino?”.
“E quale sarebbe la differenza rispetto al solito scusa?” lo provocò Hermione curiosa di sentire la sua risposta.
“La differenza, Mezzosangue, sta nel fatto che se qualcuno ti si avvicina troppo, lo schianto senza batter ciglio!”.
“Geloso Furetto?” chiese infine divertita.
“L'hai detto...” rispose Draco stringendola un po' di più.


Moony's Corner

Buonasera mie belle fanciulle,
si, non sono un miraggio tipo cactus nel deserto quando hai sete (e come chiedeva sempre all'esame di Pediatria il mio prof, se vai nel deserto, ricordati sempre di avere con te acqua, aranciata, un cucchiaio di sale e uno di zucchero, così ti prepari un beverone che previene la disidratazione ;)), armate pure i cannoni (Lola come sta il tuo fruttivendolo? XD) e sparate tutte le verdure alla sottoscritta che ha latitato un bel pò quando aveva promesso di postare in tempi che fossero non rapidi, ma neanche così dilatati... Vi chiedo umilmente perdono, mie adorate, e sono pronta a fare da tiro a bersaglio mobile (ma permettetemi almeno di fare come Timon e Pumbaa e ballare la Hula prima).
Eccoci qua, che ne pensate del nuovo capitolo? Finalmente i nostri due adorati piccionci ce l'hanno fatta, il Nano non si è svegliato proprio sul più bello e stanno cominciando a dare una quadratura al cerchio (o almeno, ci provano, almeno loro, io con la geometria c'ho litigato penso ai tempi della quarta elementare e da allora siamo guaste!), qualcosa mi dice che ne vedremo delle belle prossimamente, se s'ingelosisce il furetto poi diventa mordace! ;)
Piccoli consigli per gli acquisti: il capitolo è stato scritto con sottofondo una canzone più ritmata, poi però i Coldplay hanno colpito di nuovo
( l'assolo di chitarra in Fix you per essere precisi) e quindi vi lascio questa perchè secondo me, quando i nostri due ragazzuoli impostano la modalità ormone a palla, ci sta a puntino
...

https://www.youtube.com/watch?v=k4V3Mo61fJM
La prossima puntata è in corso di scrittura, sto andando a rilentissimo, ultimamente è stato un periodo un pò impegnato, mio fratello ha tolto da poco il gesso, sono andata su a Giussano a fare il mio primo concorso (anche se poi era un avviso pubblico, ma dettagli), domani ho un colloquio a Firenze e in tutto ciò sto facendo le notti ad un signore a giorni alterni, in pratica, avrei bisogno di giornate di 76 ore, per non andare di corsissima e avere il portatile attualmente fuoriuso non è un incentivo alla scrittura e giro costantemente con un quadernetto in borsa, il che rallenta ancora di più la scrittura...
Tutto questo per dirvi che non so quanto potrei metterci, magari una settimana, magari un mese, ma comunque le nuove puntate arriveranno, ma prefersco non darvi scadenze certe per poi doverle cannare miseramente!
Quindi a presto, mie belle fanciulle,vi ringrazio per i bellissimi commenti che avete lasciato allo scorso capitolo e mi auguro di leggere i vostri commenti, fossero anche per tirarmi dietro una cassettata di pomodori e nel caso non dovessimo risentirci prima di qualche settimana, auguro a tutte voi delle buone vacanze!
Un abbraccio ad ognuna di voi
Moony

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Capitolo 22
*** Pomeriggio di shopping...e ammissioni ***


22.
Pomeriggio di shopping…e ammissioni
 
Qualche giorno più tardi, con Scorpius e Draco definitivamente guariti, la solita routine riprese il suo corso.
Uscivano di casa la mattina presto, portavano il Nano al Manor da una nonna Narcissa sempre felice di vederli, per poi correre al San Mungo per il turno di lavoro o per le lezioni.
Nonostante non fosse facile cercare di non saltarsi addosso ogni trenta secondi, decisero di tenere riservata per il momento la loro relazione, ancora neonata e troppo delicata per essere sottoposta allo sguardo altrui.
Appena possibile, stando ben lontani da occhi indiscreti, cercavano un angolo dove potersi appartare come due adolescenti alle prese con il primo amore, con gli ormoni perennemente a palla, e se in un primo momento il fatto di lavorare insieme poteva essere una copertura sufficiente, non ci volle molto perché chi li conosceva meglio, cominciasse a sentire puzza di bruciato.
 
Il primo a nutrire qualche sospetto, eccezion fatta per Ginny, che l’aveva sottoposta ad un interrogatorio fatto ad arte durante un pomeriggio passato sorseggiando the e una volta  appresa la novità, la guardò con un sorriso di chi la sapeva lunga.
Poi,fu il turno di Oliver che cominciò a tastare il terreno durante il famoso pomeriggio che passò con Hermione in gioielleria alla ricerca dell’anello per Hanna.
“Senti principessa…”.
“Dimmi Doc!”.
“E’ un po’ che ti osservo ultimamente, è una mia impressione oppure sono un paio di settimane che hai un sorriso a quarantacinque denti e mi chiedevo se ci fosse qualcosa di cui devo essere informato?”.
-Santo Godric, lui e l’intuito di Baston…e ora?- si chiese Hermione.
“Beh…forse… diciamo che è ancora troppo presto per dirlo ma si,” gli rispose infine sapendo di risultare fraintendibile tempo due secondi “tra un po’ potrebbe esserci qualcosa di cui potresti dover essere informato…”.
“Herm, mica sei incinta, vero?”.
“Buon Salazar, no, Oliver, non stai per diventare zio, o almeno, non per il momento!”.
Non fece in tempo a finire di parlare che vide Oliver guardarla divertito non sapendo se ridere o se piangere.
“Che ho detto? Perché hai quella faccia?”.
“Forse perché hai imprecato definendo buono Salazar Serpeverde?”.
“Ah, quello?”.
“Beh…direi!”.
“Deformazione professionale, sai com’è… a forza di convivere con una serpe si impara anche ad imprecare contro il vecchio Salazar dandogli del buono!”.
“E dimmi un po’…. È solo convivenza o devo presupporre che ci sia qualcosa di più?”.
-Dannato istinto grifondoro!- pensò Hermione e il suo silenzio protratto diede conferma dei sospetti al medimago.
“Bingo!”.
“Bingo cosa?!” rispose. Per la miseria, stave seriamente rischiando di rimetterci la sanità mentale a stare dietro a Baston e I suoi discorsi.
“Tu e Malfoy!”
“Io e Malfoy?”.
“State insieme, è ovvio!”.
“Cosa te lo fa pensare, medimago Baston?”chiese Hermione arrossendo paurosamente.
“Vediamo…hai appena imprecato contro Serpeverde, sei diventata rossa come un peperone e non hai risposto alla mia domanda…in pratica, ti sei fregata con le tue stesse mani ragazza!”.
“D’accordo, prima che tu possa aggiungere altro, si, è vero, io e Malfoy stiamo insieme, da poco a dire il vero, e per questo non abbiamo ancora detto niente a nessuno, siamo appena all’inizio e non vogliamo intrusioni di alcun tipo, a maggior ragione se non dovesse andare…”.
“Ottimista come sempre principessa, vedo…”.
“Direi realista, Doc… la situazione non è facile, c’è Scorpius di mezzo, e non so come sua madre prenderà il fatto che suo padre frequenti una persona che lei ritiene feccia…” rispose Hermione incupendosi.
Oliver la guardò serio, le si piazzò davanti e con un dito le alzò il mento così che potessero guardarsi negli occhi.
“Hermione” le disse, e il fatto che Oliver l’avesse chiamata con il suo nome per intero era indice della serietà del discorso “non voglio togliere a Draco il piacere di tranquillizzarsi, perché so quanto si possa essere gelosi della propria donna e non è questo il mio compito. Io sono tuo amico e lascia che ti dica una cosa… Scorpius ti adora tesoro, ti ha adorato la prima sera quando neanche ti conosceva, figurati adesso e tu adori lui, e a quanto pare anche il gelido Malfoy ha capitolato davanti alla regina dei grifoni!! Quindi se mi permetti di azzardare una previsione, non penso proprio che farà marcia indietro o permetterà a qualcuno dei suoi compagni di casa, specie sua moglie, di buttarti fango addosso…se poi lo fa, vuol dire che è l’emerito imbecille che era ai tempi della scuola e non ha capito che tesoro ha per le mani!”.
Hermione lo guardò, gli diede un bacio sulla guancia e lo ringraziò.
“Ti voglio bene Oliver!”.
“Anche io principessa, anche io!”.
“Hanna è veramente fortunata, sai?”.
“Anche Draco lo è e sappi che se solo prova a farti stare male, giuro che non rispondo di me e ci faccio una pelliccia di furetto spelacchiato!”.
“Non ce ne sarà bisogno…che dici, cominciamo a scegliere l’anello o restiamo ancora a cincischiare?” chiese infine Hermione.
“Certo! Ricordami di aggiungere due inviti alla lista, presumo sarà lui il tuo accompagnatore al nostro matrimonio, no?”.
 
Non molto lontano da lì due amici stavano bevendo una pinta di birra spilluzzicando salatini parlando del più e del meno.
“E dimmi,” chiese il moro “ il mio nipotino come sta?”.
“Bene” rispose il biondo “si è ripreso bene dalla varicella ed ha energia da vendere!”.
“Ci credo!Tu invece come te la passi? Ti vedo molto più rilassato del solito, devo dedurne per caso che ci sia qualche nuova dama ad allietare le tue nottate?”.
Per poco il biondo, conosciuto come Draco Malfoy, sono si strozzò con la birra.
“Cos’è, un modo come un altro per farmi capire che ho azzeccato?”gli chiese l’amico.
Draco si schiarì la gola sapendo perfettamente che se Blaise si metteva in testa qualcosa non avrebbe mollato la presa fintanto non avesse ottenuto quanto desiderava.
“Diciamo che c’è qualcuno, si” ammise infine.
“E dimmi, per caso questa pulzella ha le sembianze di quella che un tempo rispondeva al nome di mezzosangue zannuta?”.
“E tu?”.
“Come faccio a saperlo, dici?”.
“Esatto!”.
“Ho le mie fonti, caro mio!!”.
“Io…”.
“Non devi giustificarti Dra, di certo non con me, da quanto mi hai raccontato in passato ero certo che fosse solo questione di tempo prima che succedesse, per come ti sei aperto con lei, per come sta con Scorpius….”.l
“Lo so…”.
“E di cosa hai paura, si può sapere?”.
-Dannata serpe!-pensò Draco –possibile che riuscisse a leggerlo meglio di tanti altri senza neanche utilizzare la legilimanzia?-
“Sai perfettamente che sono una frana con il Legilimens,” gli disse Blaise dando voce ai suoi pensieri “però ti conosco da un così discreto numero di anni da sapere esattamente che c’è qualcosa che ti turba e non è l’avere una relazione con la mezzosangue per antonomasia!”.
“D’accordo, ho paura della reazione di Astoria! Sono felice con Hermione , forse è troppo presto per dirlo ma credo fermamente che poterei persino essermi innamorato di lei come un novellino o comunque ci sono dannatamente vicino, sono felice come penso di esserlo stato poche volte in vita mia ed ho una paura fottuta che quella stronza ne combini una delle sue!”.
“Non penso ci sia bisogno di dirti che penso che Hermione sia abbastanza tosta da tenerle testa, in ogni caso, visto che siamo entrati nel discorso… ho intenzione di chiedere a Daph di sposarmi!”.
“Alla buon ora!”.
“Detto questo, nonostante si tratti di sua sorella, anche lei la ritiene una grande stronza, per come si è comportata, se non nei tuoi confronti, perché quelli sono esclusivamente affari vostri, nei confronti di Scorpius che non si meritava certo di essere trattato come un accessorio privo di valore…”.
“Ringraziala da parte mia”.
“Aspetta a dirlo…”.
“Perché?”.
“Perché” continuò Blaise “ parlando di te che per motivi logistici convivi con la mezzosangue sai che ha detto?”.
“Spara!”.
Blaise modulò la voce in modo da imitare quella della fidanzata e poi parlò.
“Dieci galeoni che quei due finiscono insieme entro l’estate, ci stai?”.
Draco non riuscì a trattenere un sorriso, sentendo quanto aveva detto la bionda serpeverde.
“A quanto pare dovrai pagare pegnp amico, la tua signora non ha ancora perso il suo tocco per le scommesse!”.
“Ed è per questo che tu dovrai aiutarmi ad organizzare il tutto!”.
“A tuo rischio e pericolo ciccio, lo sai che sono romantico come uno schiopodo spara coda!”.
“Questo perché Astoria non era certo una tipa dai gusti semplici, quanto ci scommetti che con la Granger mi diventi schifosamente romantico?”.
“Tu dici?”.
“Dico dico, se tanto mi da tanto, è la volta buona che la tua patina di ghiaccio va a farsi benedire definitivamente!”.
“Andata. Senti, una di queste sere venite a cena da noi?”.
“Sei sicuro? Non è che poi la tua dolce metà ti fa a pezzettini, vero?”.
“Nah!” confermò il biondo prima di concludere sornione “e poi ho sempre una sfilza di valide motivazioni con cui convincerla!”.
 
In gioielleria intanto, Oliver ed Hermione annuivano soddisfatti.
“Si,” concluse Oliver “direi che ci siamo!”.
“Vorrei anche vedere!” fu la pronta risposta della ragazza che lo stava guardando divertita.
“Ehi, provaci tu a scegliere l’anello per la donna della tua vita e poi ne riparliamo!”.
“Fortuna vuole allora che al massimo io mi debba ritrovare ad essere dalla parte di chi l’anello lo riceve!” gli fece notare la riccia.
“Va bene allora, riparliamone se e quando ti ritroverai con Malfoy che ti fa la proposta e poi vediamo…”.
“Oliver per le mutande di Magò, che diavolo ti sei fumato? Io e Draco stiamo insieme da neanche un mese, tu lavori troppo di fantasia Doc!!”.
“Tesoro credimi… non mi stupirei se un giorno, non molto lontano, accadesse…”.
“Tu sei fin troppo ottimista, Doc!”.
Uscirono dalla gioielleria soddisfatti dell’acquisto, alla fine Oliver aveva scelto di far rimodellare l’anello di fidanzamento appartenuto a sua nonna Jocelyn in un qualcosa di più giovanile ed adattabile ad Hanna.
Era stata Hermione quando gli aveva chiesto se avesse qualche idea particolare a proporre l’idea di riadattare l’anello in qualcosa di più moderno: non solo era un gesto assolutamente romantico ma anche perchè, dopo aver visto una serie infinita di proposte assurde, aveva chiaramente detto all’amico che non uno di quegli anelli proposti dal commesso, a suo avviso sarebbero stati bene ad una ragazza semplice come sapeva essere Hanna.
“Ti va un caffè principessa o devi tornare dai tuoi uomini?”.
“No tranquillo, il Nano è dalla nonna e il Furetto penso sia da qualche parte a spettegolare come due vecchie comari insieme a Zabini…”.
“D’accordo, allora ti rapisco giusto un altro po’ poi ti lascio andare, siamo invitati a cena dal fratello di Hanna stasera e non voglio fare tardi!”.
“Certo che no,” commentò Hermione “da quanto ricordo Jackson è molto pignolo in fatto di puntualità, una specie di Percy Weasley ma meno acido!”.
“Esatto, e non dimentichiamoci una delle cose più importanti, è dannatamente geloso della sorella!”.
“Appunto!” gli diede corda Hermione “E’ per questo che devi essere al top! Quindi un caffè e poi ti riporto di volata a casa medimago Baston, hai un cognato da conquistare stasera e devi sprizzare figaggine da ogni poro!”.
 
Entrarono nella prima caffetteria disponibile, si concessero un’altra oretta di chiacchiere dove una curiosissima Hermione gli chiese come aveva intenzione di fare la proposta e poi si separarono con la promessa di sentirsi quanto prima.
Hermione, che si era liberata quindi con un po’ di anticipo rispetto al previsto, prese il cellulare e compose il numero di Draco, che le rispose dopo a malapena due squilli.
“Mezzosangue, va tutto bene?” chiese quasi allarmato pur mantenendo la dolcezza nell’usare quel nomignolo che qualche anno prima grondava di disprezzo.
“Ciao!!” rispose lei cercando di non balbettare troppo “va tutto bene,m ho appena finito con Baston e sto rientrando a casa…. Hai già recuperato il Nano da tua madre?”.
“Non ancora, no…andiamo insieme, ti va?”.
“Sicuro di non piantare in asso Zabini in questo modo?”.
“Tu non ti preoccupare” rispose lui tranquillo “quella vecchia comare di Blaise ha già soddisfatto le sue curiosità, ergo non hai niente di cui doverti preoccupare!!”.
“Se lo dici tu…”.
“Facciamo tra una ventina di minuti davanti al Manor?”.
“Andata. A dopo!”.
Hermione stava per chiudere la telefonata quando si sentì richiamare da Draco.
“Ehm…Mezzosangue?”.
“Dimmi”.
“Ti amo…”le disse semplicemente.
“Anche io furetto” rispose lei prima di chiudere la chiamata con un sorriso stampato in volto, chiedendosi ancora una volta quando l’algido principe delle serpi fosse diventato così smielato tanto che ancora le riusciva difficile farci l’abitudine Non era certo la prima volta che Draco glielo diceva, si era esposto quasi subito, molto prima di quanto si aspettasse, ma scoprì presto che era decisamente piacevole essere importante per un’altra persona.
 
Venti minuti più tardi i due si incontrarono davanti al cancello del Manor come previsto.
Hermione puntuale come suo solito era già lì da quasi cinque minuti quando Draco comparve alle sue spalle.
“Porca Morgana, Furetto!” sbottò Hermione “la pianti di sbucare alle spalle della gente?”.
“Ciao anche a te Mezzosangue!” rispose lui ignorandola ed immergendo il naso nei suoi capelli “andata bene la giornata con Baston?”.
“Molto bene, grazie…la tua?” chiese voltandosi così da poterlo guardare negli occhi in cerca di una qualsivoglia traccia di gelosia prima di cingergli il collo con le braccia come fosse la cosa più normale del mondo.
Non era certo un mistero che Draco fosse molto geloso nei suoi confronti e ancora una volta la cosa la lusingava non poco mentre per un istante la sua mente tornò ad una discussione avuta qualche giorno prima.
 
Quella sera, una delle tante da quando il loro rapporto aveva preso una piega diversa che passavano accoccolati sul divano parlando del più e del meno, Draco le chiese che tipo di legame la legasse ad Oliver, non solo perché era vagamente infastidito dalla confidenza tra i due ma anche perché era proprio curioso di sapere se ci fosse mai stato qualcosa tra i due.
“Io e Oliver? Scherzi? Sarebbe stato un delirio già in partenza!”.
“Hai detto la stessa cosa di me…”.
“Beh, ma io e te ci scanniamo da che abbiamo undici anni, il delirio è d’ordinanza; con Oliver invece, siamo stati compagni di casa, e sarei bugiarda se non ti dicessi che per un certo periodo, al secondo anno, avevo anche una mezza cottarella per lui…” continuò Hermione sentendo la presa di Draco sul suo fianco..
“Continua…”.
“Penso sia normale, morire dietro ad un ragazzo della tua casa che è più grande e che non è poi così male. Poi però lui si è diplomato e io non l’ho rivisto fino a quando non c’è stato tutto il discorso dell’Ordine, benché al tempo fosse ancora specializzando, non era male avere un medimago nelle nostre fila…”.
Draco l’ascoltava assorto, chiedendosi quando sarebbe arrivata la fregatura.
“Voglio bene ad Oliver, è mio amico, è un po’ fuori di testa e conosce abbastanza il mondo babbano e la sottoscritta da sapere che quando gira male, tipo durante i momenti di nostalgia per i miei genitori, non c’è rimedio migliore che passare la serata guardando un bel film, magari un cartone della Disney o la trilogia originale di Guerre Stellari, mangiando gelato direttamente dalla vaschetta, con indosso un vecchio pigiamone made in Weasley tutto sformato. Harry e Ron sono miei fratelli, Oliver è un caro amico.”.
“E non c’è mai stato niente tra voi?”.
“In effetti, forse per un certo periodo un pensiero al riguardo c’è stato, ma poi per quale motivo perdere un’amicizia come la nostra per un rapporto che non era destinato a durare già in partenza? Gli voglio bene, è stato forse la prima persona oltre ad Harry, Ron e Ginny che erano presenti a cui ho raccontato dei miei, è la persona che se sa che non mi sento bene, si presenta a casa armato di latte, miele e un goccio di grappa, mi prepara una tazza e mi mette a dormire dopo che l’ho finita perché non reggo molto bene l’alcol e collasso dopo trenta secondi, mi capisce al volo, ma non è la persona per me, e ora che ha deciso di chiedere ad Hanna di sposarlo, io sono decisamente molto felice per loro!”.
“E con Weasley?”.
“Te l’ho detto, ci siamo lasciati prima che la cosa degenerasse, non volevamo danneggiare la nostra amicizia! Addirittura il giorno che ci siamo lasciati, lo abbiamo fatto ridendo come due bambini!”.
“Potter?”
“Dico, ma stai scherzando?”.
“Decisamente no!”.
“Harry è il fratello che non ho mai avuto, Draco… è un amore diverso quello che provo per lui, è la mia famiglia, è stato il mio punto fisso nei momenti belli o brutti che ci sono stati durante gli anni scolastici, ma non sarà mai la mia metà, perché il suo cuore appartiene a Ginny e così sarà sempre!”.
“Krum?!”.
“Dico, ma hai per caso intenzione di continuare a fare il quarto grado?”.
“Ovviamente.Vai avanti!”.
“Bene, Viktor è stato una bella parentesi”disse prima di guardarlo male per aver stretto troppo la presa sul suo fianco in segno di dissenso “ma niente di più di qualche bacio, lui amava osservarmi, io ero lusingata dai suoi modi di fare galanti…Ehi!”.
“Cosa?”.
“Mi stai facendo male!”.
“Scusa…”.
“Wow, tu che mi chiedi scusa…è da segnare sul calendario! E dimmi un po’… com’è che mi stai facendo un sacco di domande stasera?”.
“Voglio solo sapere!”.
“Devo crederci?” chiese lei col sopraciglio alzato a marcare ancora di più la sua espressione incredula.
“Va bene, va bene!”ammise infine Draco come messo all’angolo “Sono geloso, okay? Dammi pure del cavernicolo ma anche il solo pensiero che qualcun altro ti sfiori mi fa incazzare come un ippogrifo!”.
Hermione lo guardò dolcemente gli fece una carezza sulla guancia prima di sfoderare un sorriso divertito.
“In effetti un po’ cavernicolo lo sei quando hai di queste uscite, però sei troppo carino quando fai il geloso, senza motivo per altro!!”.
“Grazie…” rispose lui sarcastico.
“Di niente… e prima che tu lo venga a sapere da altri e ti venga voglia di far saltare qualche testa, Oliver mi ha chiesto di accompagnarlo a scegliere l’anello per Hanna, non ti dispiace se passiamo un pomeriggio insieme per negozi, vero?”.
“A condizioni normali sarei schifosamente geloso, ma poiché si tratta di Baston, e tu sei la sua testimone di nozze, chi sono io per fare storie?”.
“Lo sai che se fai così poi mi è impossibile controbattere quando litighiamo?”.
“Ecco perché lo faccio, bisogna sempre disarmare l’avversario, non lo sapevi?!”.
 
 
“Non male… dopo ricordami che devo dirti una cosa…”.
“Devo preoccuparmi?”.
“Non credo ce ne sarà bisogno, ma nel caso ricordati che ti amo se ti dovesse venir voglia di darmi un altro cazzotto come quello al terzo anno…”.
“Che hai combinato?” chiese Hermione cominciando a sentire il panico aumentare.
“Niente di illegale, tranquilla”rispose lui con nonchalance “ora però basta cincischiare e dammi un bacio come si deve, donna!”.
“Ehi tu, uomo delle caverne, bada a come parli,sai? Mica sono Wilma Flistones!”.
“Chi?!”.
“Seh…vabbè, ciao Furetto, mi sa che qui ti ci vogliono ripetizioni in babbanologia…”.
“Se sei tu l’insegnante molto volentieri!”.
“Cretino! Andiamo dai, che il Nano aspetta!!”.
“Signor si signora!” esclamò infine Draco continuando a prenderla in giro mentre Hermione, guardandolo con un espressione a mezzo tra il disperato e il divertito, si chiese per l’ennesima volta, se non avesse preso una botta in testa tale da giustificare il suo comportamento.


Moony's corner

Ma buonsalve mie belle fanciulle, come state?
Vi ringrazio delle recenioni che avete lasciato, sono contenta che nonostante il mio toppare puntualmente le scadenze nel postare, non abbiate perso la pazienza abbandonando la lettura...
Per il resto,che dire, il ritorno del portatile e il mio fido quadernetto sempre sotto mano durante le notti di assistenza sta portando, seppur lentamente, i suoi frutti e spero davvero che questo nuovo capitolo vi piaccia.
Blaise e Oliver, benedetti figlioli, hanno le antenne dritte come non mai, poteva sfuggire loro questa nuova liason? Ginny non ne parliamo neanche, l'aveva già fiutata a distanza, nonostante l'incredulità di Hermione! XD
Per il resto, prossimamente arriverà la cena con le serpi e chissà che nuove amicizie nascano in questa occasione...lo scopriremo solo vivendo ;)
Appuntamento quindi alla prossima puntata, non so dirvi quando ma arriverà!
A presto belle bimbe,
un abbraccio
Moony

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Capitolo 23
*** Aggiungi un posto a tavola, che c'è una Serpe in più ***


23.

Aggiungi un posto a tavola che c'è una serpe in più

“Che cosa hai fatto?”.
“Ho invitato Blaise e Daphne una sera di queste a cena da noi…” rispose Draco tranquillo come fosse la cosa più normale di questo mondo.
“Dico ma sei scemo o cosa?”sbottò Hermione “E si può sapere che cosa aspettavi a dirmelo?”.
“Lo stavo giusto facendo! Ti ricordi che ti ho detto di ricordarti che ti amo prima di compiere gesti avventati? Ecco, mi riferivo esattamente questo momento!”.
“Ti rendi conto che mi stai mettendo di fronte al fatto compiuto senza neanche chiedermi che cosa ne pensassi?”.
“E dai Mezzosangue!” rispose lui abbracciandola cercando di contenere l’ira della ragazza “Mi dici che cosa ti preoccupa così tanto da sbottare così?”.
Hermione si staccò un attimo dal suo abbraccio e lo guardò storto prima di schioccare la lingua seccata e rispondergli per le rime.
“E dai Mezzosangue un tubo! Cosa mi preoccupa? Cristo santo Draco, si tratta di tua cognata, ti servono ulteriori spiegazioni?!”.
Draco si fece serio, la prese per le spalle e la guardò dritta negli occhi prima di rispondere.
“Hermione, prima di essere mia cognata, cosa che non è più da un po’, al massimo la si può ancora appellare come la zia di Scorpius, Daphne è una delle mie più care amiche, e se può farti sentire meglio, mia ansiosa Grifondoro, lei e Blaise parteggiano apertamente per noi, hanno addirittura fatto delle scommesse!”.
Hermione lo fissò per un istante perplessa cercando di mettere in ordine le mille domande che le giravano in testa.
“Piccola lo so che può sembrare strano detto da me,” le disse infine Draco consapevole che la ragazza ancora non era convinta della sua risposta prima di abbracciarla“ma ti prometto che andrà tutto bene, vedrai…”.
-Dannata serpe, l’ha fatto di nuovo!- pensò Hermione subito dopo, rendendosi conto che con quell’uscita, Draco aveva toccato i tasti giusti.
“D’accordo… ma non te ne avere a male se terrò sempre una fiala di antidoto sotto mano…”.
“Come vuoi Mezzosangue… ma se mi è permesso fare una previsione, credimi, non ce ne sarà bisogno!”.
 
Qualche sera più tardi, nonostante i vari tentativi di Draco per farla rallentare, Hermione stava girando come una trottola isterica per casa cercando di sistemare al meglio per la cena con Daphne e Blaise.
La cena era già ad un buon punto di cottura, l’aperitivo era pronto per essere servito e la tavola apparecchiata quando Hermione decise che poteva andare a prepararsi.
Si prese una mezz’ora, non di più, per una doccia calda che sciogliesse la tensione derivante dall’imminente arrivo degli ospiti e per rendersi presentabile.
La verità era che se la stava facendo sotto, non era sicura di riuscire ad uscire indenne dall’incontro con la regina di ghiaccio, sorella di quell’arpia di Astoria; ad essere sinceri, temeva anche che Daphne fosse come la sorella e, nonostante Draco sostenesse fermamente il contrario, le fosse ostile per la loro recente relazione.
Ancora con indosso l’accappatoio, si fermò come in contemplazione davanti all’armadio aperto alla ricerca di qualcosa che potesse andare bene per la serata, finchè il suo sguardo non si posò su un vestitino in maglia grigio che poteva fare esattamente al caso suo e che ben si accompagnava ad uno stivaletto con un tacco non molto alto.
Finì di sistemarsi e guardandosi allo specchio dopo essersi truccata decise che si, poteva dirsi pronta ad affrontare una serata impegnativa.
Tornò al piano di sotto dove Draco stava intrattenendo Scorpius che non stava più nella pelle all’idea di vedere gli zii e si fermò un attimo sulla porta per guardare i suoi due uomini che giocavano insieme.
Scorpius fu il primo ad accorgersi della presenza di Hermione tanto che si alzò in piedi di scatto e le corse incontro chiamandola e quando Draco poco dopo, seguendo con lo sguardo la traiettoria del figlio la vide, rimase letteralmente senza parole.
“Ciao piccoletto!” la sentì dire al bambino prendendolo in braccio “che stavi facendo con papà?”.
Sorrise sentendo il bambino raccontare, seppur a modo suo che stava giocando con il padre, poi spostò lo sguardo e andò ad incrociare quello del giovane che se la stava letteralmente mangiando con gli occhi.
“Che c’è, sto male con questo vestito?” chiese preoccupata.
“Cos…no!”rispose Draco avvicinandosi maggiormente ai due “Buon Salazar Hermione, sei stupenda!”.
Hermione stava per rispondere quando il campanello cominciò a suonare e Draco andò ad aprire.
“Oh, ciao!” esordì una Daphne particolarmente sorridente.
Scorpius si scapicollò per raggiungere la zia che lo accolse tra le sue braccia.
“Tesoro!!” lo salutò la ragazza “Come sei cresciuto!”.
Draco fece accomodare gli amici in salotto quando venne raggiunto da Hermione.
“Granger! Che piacere vederti!” esordì Blaise sfoderando un sorriso che avrebbe illuminato una stanza rimasta completamente al buio.
“Zabini, il piacere è reciproco!” rispose lei cercando di essere cortese.
“Se sei d’accordo potremmo cominciare a chiamarci per nome, che dici?”.
“D’accordo allora,” rispose lei porgendogli la mano “Blaise, benvenuto a casa nostra!”.
 
Più volte nel corso della serata Blaise ebbe modo di osservare l’amico e rimase colpito dal vedere come fosse sereno e tutto questo grazie alla Mezzosangue.
Finirono di cenare e poi, una volta giunta l’ora di andare a dormire, Scorpius reclamò sia Hermione che la zia Daphne per essere messo a letto e Blaise ne approfittò per parlare un po’ con l’amico.
“Allora, cosa racconti di bello allo zio Blaise?”.
“Deficiente, guarda che non sono Scorpius!”.
“Hai capito cosa intendo…”.
“Certo, e la mia risposta è la solita che ti ho dato l’ultima volta che ci siamo visti… tu invece?”.
Stava quasi per rispondere che aveva appena fatto il grande passo con Daphne quando le due ragazze rientrarono in salotto.
“Non ci credo,” commentò Draco guardando Hermione che nel frattempo si era seduta lì di fianco“il Nano è già crollato?”.
“E’ crollato come ha toccato il letto caro mio” rispose Daphne anticipando la riccia “ricorda Drachetto, mai sottovalutare il tocco della zia!”.
“Drachetto?!” chiesero stupiti il diretto interessato ed Hermione allo stesso tempo.
“Già… o preferisci Dracuccio?” lo provocò la bionda.
“Draco prego!”.
“Comunque si,” rispose Hermione risollevando la situazione “il Nano è andato giù secco come un ciocco, e tutto per merito della zia!”.
“Grazie Granger, ma non ho fatto tutto da sola, diciamo che il mio nipotino è la versione in miniatura di mio cognato e della sua vanità, è crollato ma non senza prima essere stato coccolato da entrambe…”.
“Apperò, hai capito il piccolo marpione!” commentò Blaise “E bravo il mio nipotino!”.
“Già,” gli rispose la futura moglie “comunque, ora che il Nano è crollato, possiamo dare il via alla serata, che ne dici tesoro?”.
“Affermativo, direi che è giunto il momento!”.
“Il momento per cosa?” chiese Draco preoccupato che gli amici avessero pensato qualcosa in stile Slytherin.
“Tranquillo ciccio, niente per cui le tue coronarie rischino di saltare!” gli rispose l’amico.
Draco li guardò un attimo perplesso chiedendosi se per caso non si fossero fumati qualcosa negli ultimi dieci minuti così da avere una giustificazione per questo bizzarro modo di comportarsi.
“Quello che questo deficiente del tuo amico sta cercando di dire è che…”.
“Ehi, protestò Blaise sentendo la fidanzata dargli del deficiente.
“Si,sai cosa intendo, in fondo in  fondo, ma molto in fondo, lo sai che ti amo da morire, no?”.
“Daphne ma che?!” chiese Draco mentre Hermione li guardava divertita.
“Quello che stiamo, che sto, cercando di dirti è che io e il tuo compare qui…” trattenne il fiato prima di alzare la mano dove, all’anulare sinistro, si trovava l’anello di fidanzamento “ci sposiamo!!”.
“Ma è fantastico Daph, congratulazioni!” commentò Draco abbracciando la ragazza.
“Lo so, e questo vuol dire che sei ufficialmente dispensato dal doverti scervellare per aiutarlo riguardo alla proposta, ha quasi rischiato di far saltare per aria la cucina quando l’ha fatta, ma è andata bene così e non la cambierei per niente al mondo!”.
Draco la guardò e scoppiò a ridere immaginandosi la scena e vedendo che nonostante tutto, Daphne non accennava a perdere la sua vena ironica, cosa che la rendeva esattamente l’opposto della sorella che davanti ad una proposta alternativa come poteva immaginare essere stata quella dell’amico, avrebbe come minimo reagito con una crisi isterica.
“Per Salazar, ora ci manca solo che tu mi dica che sei incinta e allora si che siamo a posto!”.
Per un attimo i due promessi sposi si guardarono, Daphne che stranamente era diventata taciturna tutta d’un colpo e Blaise che tossicchiando cercava di sviare l’attenzione.
“Beh? Non avete niente da dire?”.
“E va bene, si, tra qualche mese diventerai zio, sei contento?!”.
“O santa Magò…”commentò Draco abbracciando la cognata “e me lo chiedi anche se sono contento?”.
Poi, con ancora Daphne tra le braccia, si rivolse a Blaise che lo stava guardando storto.
“E tu, bell’amico che sei… divento zio e non me lo dici neanche?!”.
“Guarda che l’ho saputo poco fa anche io e la tua amica qui, mi ha pregato di non dirti niente, anche se sa che non riesco a tenere un segreto, non con te, ma la signora voleva rendere la serata indimenticabile e sai com’è…”.
“Beh, direi che ci siete riusciti alla grande, altro che! La mia bellissima regina di ghiaccio e quello scapestrato del mio migliore amico che diventano genitori!, sembra un sogno!”.
Hermione vista la situazione ed i grandi annunci che erano appena stati fatti andò in cucina a prendere i bicchieri e qualcosa per brindare sapendo che gli uomini avrebbero certamente gradito un Ogden invecchiato a dovere mentre lei, e soprattutto Daphne vista la sua condizione, avrebbero optato per un più innocente e soprattutto analcolico succo di zucca.
Torno in salotto e poco dopo fu il suo turno di congratularsi coi due ragazzi e lo fece sinceramente, nel tempo aveva imparato a conoscere Blaise e per quel poco che conosceva Daphne, beh, non poteva esserci persona più adatta per tenere a freno quel terremoto di Zabini.
“E di voi invece, che raccontate?” chiese appunto la bionda.
“In che senso, scusa?” le rispose Draco.
“Com’è che due persone diametralmente opposte come siete voi due finiscono per stare insieme?”.
“Per dirla alla babbana, “rispose Hermione sorridendo “sai com’è, l’amore è cieco!”.
“EHI!” protestò il biondo seduto al suo fianco.
“E’ vero, pensaci bene e dimmi se solo fino a qualche tempo fa non ti sarebbe sembrato impossibile tutto questo… dimmi, se te lo avesse predetto la Cooman al quarto anno durante la lettura dei fondi di the magari, non l’avresti mandata a quel paese per direttissima?”.
“In effetti Dra,” si intromise Blaise “non è che abbia tutti i torti, anche se mi ricordo che dopo il cazzotto che ti ha rifilato, parlasti di lei per un mese abbondante!”.
“BLAISE!!!” sbottò Draco, colto in fallo, quasi arrossendo.
“Non ci credo!” commentò Daphne trattenendo a stento una risata “Sei arrossito!”.
“Ahahahahah spiritosa come sempre vedo…”.
“Ovviamente, ma è anche per questo che mi adori, no?”.
“Comunque si, penso che se me lo avessero anche solo minimamente accennato all’epoca, uno schiantesimo prima e un ricovero al reparto psichiatrico del san Mungo poi sarebbe stato il minimo…però si, diciamo che se l’amore è cieco, chi c’ha messo lo zampino c’ha visto bene!” rispose infine Draco posando un braccio intorno alle spalle della sua ragazza per farla avvicinare “ Comunque, per rispondere alla tua domanda, semplice, abbiamo sotterrato l’ascia di guerra e siamo ripartiti da lì, poi il dover vivere insieme a causa di un incantesimo di prossimità ha fatto il resto…”.
 
“Ti faccio i miei complimenti Hermione” commentò infine Daphne a metà tra il serio ed il divertito mentre erano in cucina a preparare il caffè.
“Per cosa?” chiese Hermione dubbiosa.
“Per essere riuscita a scongelare il cuore dell’algido principe delle serpi, non è frequente vederlo così sereno, a meno che non ci sia Scorp di mezzo, e credimi, non lo vedevo così sereno da tanto tempo…”.
“Neanche con Astoria?” chiese “Ops, scusa, è tua sorella, non volevo sembrare impertinente…”.
“Non ti preoccupare... la Tori dolce e gentile che conoscevo se ne è andata da tanto tempo lasciando spazio ad un essere spregevole, quindi non hai niente di cui doverti scusare… comunque, per rispondere alla tua domanda, no, neanche con Astoria l’ho visto così sereno, questo è il Draco che conosco, il mio amico di sempre, non quella persona chiusa e scorbutica che era fino a poco tempo fa… non fraintendere,”continuò la bionda “all’inizio ero contenta che stesse con mia sorella, poi ho visto come lo ha ridotto e non posso che essere felice che lei si sia tolta di mezzo… Draco era uno straccio, era inquieto ma ciò che era peggio è che lo sai com’è fatto, è orgoglioso e difficilmente lasciava vedere cosa c’era oltre la sua corazza”.
“Già… e non sai che fatica fargli capire che non c’è bisogno di sovrastrutture, si può essere semplicemente se stessi ed essere amati per questo…”.
“Esattamente… poi è arrivata la convocazione per il corso, e si è entusiasmato, ha preso Scorp e ha cambiato la sua vita… e tu sei parte integrante di questo miglioramento, sei quel che che gli mancava per tornare ad essere il Draco di un tempo, anche se decisamente meno stronzo!”.
“Sul decisamente meno stronzo non so che dirti, certo, non è il furetto platinato degli anni di scuola…”.
“Furetto?!” chiese Daphne trattenendo a stento una risata.
“Si, al quarto anno quando quello che poi si scoprì essere Barty Crouch jr. si era camuffato prendendo le sembianze del professor Moody, non mi ricordo cosa scatenò la reazione a dirla tutta, so solo che ad un certo punto ci siamo visti Draco trasfigurato in un furetto da quel pazzo, che lo sbatacchiava qua e la per fargli capire qualcosa…se non fosse intervenuta la McGrannitt avremmo avuto una gelatina di furetto albino…”.
“Si, ma come mai continui a chiamarlo così?”.
“Beh, era il nome in codice che gli avevamo dato coi ragazzi, Furetto Albino, credo lo abbia coniato Ronald, sai che lui e Draco non sono mai stati molto fan l’uno dell’altro e mi è rimasto, ogni tanto lo chiamo ancora così specie quando mi fa andare fuori dai gangheri, cosa che gli riesce dannatamente bene!”.
“Si, lo immagino, anche perché anche se non lo ammetterà mai, non è una cosa che è nata da poco quella che sente per te…tu sapessi che palle quando nel corso degli anni non la smetteva di parlare di te… ad un certo punto, se non si fosse chetato ti giuro, l’avrei accoppato con le mie mani!”.
“Davvero?!” chiese incredula Hermione cercando di capire cosa intendeva dire Daphne.
“Davvero… penso che sia nato tutto al primo anno, una volta che la prese grossa con Blaise l’abbiamo messo sotto torchio e ci siamo fatti dire tutto per filo e per segno e a quanto pare è rimasto colpito da te quando vi siete incontrati sull’Espresso il primo giorno di scuola…”.
“Già… solo che poi ha scoperto che sei Mezzosangue, aggiungi che sei stata smistata a Grifondoro e capirai bene che avevi entrambi i requisiti che per anni Lucius gli aveva ripetuto essere inaccettabili per anche una semplice frequentazione scolastica… che idiota! Buon Salazar, ancora non mi spiego come diamine si faccia a fare una testa tanta ad un bambino… aveva undici anni mica venti!”.
“Si infatti… e purtroppo per lui, ha seguito fin troppo bene i dogmi del paparino… Godric, era insopportabile, lui, la sua spocchia e quei capelli talmente impomatati da avere vita propria!”.
“Si, in effetti, fortuna che ora si è ripreso… non so quanta gelatina abbia consumato in sette anni ma potrebbe benissimo aver ottenuto la tessera fedeltà dal produttore!” rispose la bionda “comunque, il colpo di grazia è arrivato al terzo anno… quel cazzotto, Hermione, lasciatelo dire ma sei stata una grande! Lui era furente, ma si vedeva lontano un miglio che non era solo per il pugno, ma era sostanzialmente una questione di orgoglio maschile!”.
 
Hermione stava quasi per rispondere quando l’oggetto dei loro discorsi fece capolino dalla porta della cucina.
“Donne, ma dove diamine siete andate a prenderlo questo caffè, direttamente nelle piantagioni?”.
“Spiritoso Dra, complimenti!” lo rimbeccò Daphne prima di raggiungere Blaise rimasto solo in salotto.
“E’ una delle mie doti migliori, dovresti saperlo!” gli rispose lui alzando la voce facendo in modo che l’amica lo sentisse prima di raggiungere Hermione.
“Di che stavate spettegolando?”.
“Cosa ti fa pensare che stessimo spettegolando scusa?” chiese lei osservandolo con un sorriso divertito.
“Bah, forse perché sono quaranta minuti che state qui chiuse mentre preparate un caffè…” rispose lui con il suo solito ghigno in volto avvicinandosi per poi abbracciarlarla.
“Ma come siamo impiccioni stasera, Furetto, cos’è, hai la coda di paglia?”.
“Forse Mezzosangue, sicura di non voler dire niente in tua discolpa?” le disse all’orecchio, facendole venire la pelle d’oca.
“Nah… non ho niente di cui preoccuparmi,” rispose buttandogli le braccia al collo “piuttosto, direi che Daphne mi ha appena fatto vedere tutto da un’altra prospettiva e devo dire che mi ha sorpreso parecchio!”.
“Tutto cosa?!”.
“Te lo spiegherò più tardi, promesso!” concluse Hermione dandogli un bacio leggero allontanandosi prima che gli ormoni partissero per direttissima a rincorrersi come dei forsennati, prendendo il caffè che nel frattempo era salito e raggiungendo gli ospiti.
“Occhio che ti prendo in parola!” rispose lui a mezza voce prima di seguirla.



Moony's Corner
Ma CIAO!! Come state belle fanciulle?
Si, non è un'allucinazione, la Moony è tornata dal mondo della latitanza!
Chiedo venia per l'enorme ritardo ma ultimamente è un gran canaio, sono dietro ai concorsi e solo sarò in modalità trottola tra Longarone, Poggibonsi e Cagliari (della serie, pigliala più ariosa! XD) e quindi sono un attimino presa (c'è chi dice che ultimamente assomiglio al Bad Minion, quello viola e un pò pazzerello tanto sono in fibrillazione!) se poi aggiungete che la mia ispirazione ha ben deciso di scioperare, ecco che si accumula un ritardo stratosferico!
Detto questo, che ve ne pare del capitolo? Lola io son qui che mi aspetto una carrettata di verdura tale a sto giro che intanto mi sono premunita di pentola, tagliere e coltello così ci metto su un bel minestrone!
Se avrete voglia di lasciare un commentino sapete che sono ben accetti!
Alla prossima (spero non così distante) volta,
a rileggerci
vostra,
Moony

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Capitolo 24
*** Girls just wanna have fun ***


24.
Girls just wanna have fun

 

Il tempo in casa dei due Guaritori aveva preso a scorrere veloce, tanto che in un battibaleno si ritrovarono a Maggio senza neanche quasi rendersene conto.
Ormai erano quasi due mesi che i due giovani avevano deciso di stare insieme, pur sempre mantenendo una certa riservatezza sul loro legame anche con quelli che erano i compagni di corso che, nonostante ci avessero provato, si erano accorti subito che tra i due c’era qualcosa di diverso ed in fin dei conti non erano i soli.
Approfittando di un momento di relativa quiete tra i turni e il corso, Hermione ne aveva approfittato per organizzare un’uscita con le ragazze, Eunice e Rosie, con cui non aveva avuto più molte occasioni di passare del tempo.
Così un giovedì sera, approfittando del fatto che in televisione davano una partita di Quidditch e quindi gli uomini erano a casa degli scozzesi dove probabilmente sarebbero rimasti fino a notte fonda, Scorpius era rimasto dai nonni, Hermione aveva invitato le ragazze per una pizza e quattro chiacchiere davanti ad un buon bicchiere di vino.
Le ragazze stavano spilluzzicando salatini in attesa dell’arrivo della pizza quando Eunice, con i suoi modi molto spigliati, chiese ad Hermione come andasse la convivenza.
“Va, sinceramente, conoscendo il Furetto, poteva andare anche peggio!”.
“Scusa Herm” intervenne Rosie che la guardava un attimo confusa “chi diamine è il Furetto?!”.
“Come, chi è il Furetto?!” sorrise Hermione divertita pregustando la reazione delle ragazze “Draco, ovviamente!”.
Eunice la guardò un attimo e poi scoppiò a ridere.
“Tutto amor che cresce devo dire!” fu il suo commento e un sorrisetto le spuntò vedendo che Hermione era arrossita.
“E’ da quando avevamo forse quattordici anni che Furetto è il suo soprannome, o meglio, Furetto Platinato se vogliamo essere precisi…” rispose prima di spiegare loro da cosa derivasse quel nome.


“E quindi era uno stronzo di prima categoria?” chiese Rosie infine stupita di sentire descrivere così il suo collega.
“Decisamente, e credimi, non mi aspettavo che la convivenza potesse andare così bene, ma per mia fortuna è cambiato tanto da quando eravamo a scuola…fosse stato il solito Malfoy dei tempi di Hogwarts penso gli avrei tirato il collo dopo neanche un mese!”.
“Mi pare di capire che c’è dell’altro, oppure ho preso un abbaglio?” chiese Eunice indagatrice
"Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo!! L’istinto Cadwallader colpisce ancora!! Aspetta solo che lo dica a Matt domattina!!” gongolò Eunice prima di rivolgersi a Rosie che la guardava divertita “che guardi Rosie?! Pagare!!”.
“Che?!” chiese Hermione non capendo nulla del discorso dell’amica.
“Semplice Herm, è da quando sono state fatte le coppie che Eunice sostiene che tra te e Draco sarebbe nato qualcosa!”rispose Rosie tranquillamente.
“Quindi, fuori il rospo! Tu e quel gran figo di Malfoy state insieme?” chiese schietta Eunice.
“Affermativo…” confermò Hermione rossa come un peperone prima di ripartire all’attacco sapendo di andare a colpo sicuro“ ma ditemi di voi, come stanno quei gran fighi dei vostridue partner?”.
“B…Bene!” confermò Rosie che aveva raggiunto una colorazione bordeaux simile a quella della padrona di casa“P..perchè?”.
“Perché ricordo di aver visto Matt parecchio contento quando è passato a casa a vedere come stavamo quando il Nano aveva la varicella…” rispose Hermione come a restituirle la pariglia.
“Già,” commentò Eunice “talmente contento che ci siamo ritrovati a fare una convivenza a quattro visto che quei due non sembrano, ma sono semplicemente inseparabili!”.
Continuarono a parlare per un bel po’ lasciandosi andare ai pettegolezzi sui rispettivi compagni tanto che si ritrovarono a prenderli in giro per quelli che erano i loro modi di fare.
“Merlino quanto odio quando fanno gli energumeni in stile Wilma dammi la clava!” commentò ad un certo punto Rosie scatenando le risate delle altre “E il bello è che Ewan sa che se comincia a fare il cavernicolo uno schiantesimo ad arte non glielo leva nessuno, eppure, puntualmente lo fa e mi manda in bestia…”.
“Perché vogliamo parlare di quando si mettono davanti alla tv per una partita di quidditch o, peggio ancora, quando gioca la nazionale scozzese di rugby?” continuò Eunice “Santa Morgana, se la casa non viene giù è perché lassù qualcuno ci ama per davvero!”.
“Sono così inquietanti?”.
“Hai presente un molliccio in gonnella?”.
“Non proprio, ma una volta un mio caro amico fece prendere ad un molliccio le sembianze di un nostro professore vestito come sua nonna, cappello con avvoltoio impagliato incluso…” rispose Hermione riferendosi a Neville e al molliccio Piton con le vesti della signora Paciock.
“Okay, mi pare di capire che paragonarli ad un molliccio è un offesa nei confronti del suddetto, diciamo che quei due sono potenzialmente dannosi in un contesto sportivo decisamente competitivo… penso non si farebbero minimamente problemi a darci in pasto ad una piovra gigante nel caso li disturbassimo, foss’anche una questione di vita o di morte!”.
“Perché, vogliamo parlare di Draco? Lui e Blaise, il suo migliore amico nonché prossimo cognato, sono peggio delle comari di paese, sai quelle che vanno dal parrucchiere e sanno vita morte e miracoli di ogni singolo abitante? Uguale! E poi ha il coraggio di dirmi che quando mi trovo con Ginevra per fare quattro chiacchiere,siamo due pettegole incallite!”.
 
La sera passò veloce e le ragazze si ritrovarono a confrontarsi poi su quelle che erano le peculiarità del percorso formativo che stavano intraprendendo.
“Tralasciando Epstein che è veramente odioso, direi che come corpo insegnanti non è poi malvagio, dai, poteva andarci peggio!” commentò Eunice.
“Tu dici?” chiese Rosie.
“Decisamente, visto chi poteva capitarci!”rispose Hermione pensando quali potevano essere le alternative, come un tale professore di nome FrancisWhite, che ai tempi della triennale le aveva fatto sudare diciotto camicie “ comunque ditemi, come stanno andando le vostre turnazioni pratiche?Io e Draco le iniziamo tra due mesi e sono nel panico totale!”.
“Onestamente? E’ un dover tenere i nervi saldi continuamente, ma non è poi così ingestibile, dai!” rispose Eunice “certo, la parte tosta sono i parenti che danno di matto un secondo si e l’altro pure, ma fortuna vuole che siamo maghi, no? E all’occorrenza, credimi, non c’è incantesimo più utile del silenziante!”.
“Davvero? Allora immagino mi ritroverò a doverlo praticare anche sul mio collega, visto e considerato quanto sa essere indisponente in certe occasioni!”commentò Hermione pensando al compagno e alla sua faccia da schiaffi made in Slytherin.
“Herm posso farti una domanda?” continuò Eunice.
“Certo, dimmi!”.
“Con la tua paura del volo come va?” lechiese.
“Domanda di riserva? No, davvero, apparte tutto, ci stiamo lavorando e per ora sta andando bene…”.
“Niente ma, diciamo che ultimamente è stato un tale casino che ci siamo esercitati poco, ma conto che il mio diabolico coinquilino decida di essere più rompiscatole di quanto già non sia a cose normali…” rispose lei. In effetti era vero, tra le lezioni, il trasloco, il nano, la varicella e la convalescenza, non avevano avuto poi molto tempo per affrontare il discorso, ma anzi, ora che l’emergenza era rientrata, contava di poter riprendere la terapia d’urto senza troppi problemi.
Erano letre e venti del mattino quando Draco fece rientro a casa, un po’ sull’allegro in effetti, tanto bastava per non accorgersi degli sguardi stile radiografia delle ragazze che aveva trovato ancora intente a chiacchierare in salotto, prima di salutarle ed avviarsi verso la camera da letto.
“Bene…” commentò Eunice richiamando l’attenzione di Rosie “mi sa che è giunta l’ora di andare a casa, che ne dici Rosie, andiamo a vedere se è sempre integra o se i due casinari l’hanno fatta saltare in aria?”.
“Andiamo, va!” rispose la ragazza trattenendo a stento uno sbadiglio “Che non so voi, ma io e quell’altro scimmione domani abbiamo lo spezzato e, almeno io, ho bisogno di dieci ore di sonno minimo per riagguantarmi prima di un turno del genere…”.
Le due salutarono l’amica e si smaterializzarono a casa pronte ad affrontare i due scozzesi e il casino che la serata per soli uomini aveva creato, ma stranamente trovarono tutto in ordine e i due che ronfavano tranquilli uno sul divano e l’altro sulla poltrona, come due vecchietti tanto da dover usare metodi poco ortodossi per convincerli ad andare a dormire nel proprio letto prima di ritrovarsi con un atroce mal di schiena l’indomani mattina.
 
A casa Granger-Malfoy invece, Hermione si avviò verso la camera dove sapeva che avrebbe trovato il compagno e non si meravigliò di sentirlo russare come una motozappa di quelle che suo nonno usava quando doveva smuovere le zolle di terra nell’orto nei periodi che precedevano la semina… le venne da ridere, pensando a come avrebbe reagito Draco una volta venuto a conoscenza del simpatico paragone e soprattutto, a che cosa avrebbe pensato suo nonno Alexander se mai l’avesse conosciuto…e conoscendo il proverbiale senso di protezione che nonno Granger aveva per le sue donne, che si trattasse della moglie, delle figlia o delle nipote, era certa che non si sarebbe contenuto, specie di fronte al fidanzato di quest’ultima.
Sarebbe stato divertente, certo, e per un attimo si era dimenticata che già da qualche anno nonno Granger se ne era andato e che quindi non sarebbe mai potuta verificarsi un’evenienza del genere.
Per un attimo un sorriso triste fece capolino sul suo volto, ma poi lo scacciò, perché sapeva che non era così che Alexander avrebbe voluto vederla quando avrebbe pensato a lui. Scosse la testa, e cominciò a prepararsi per la notte, contenta che il giorno dopo non sarebbero dovuti andare a recuperare Scorpius prima del tardo pomeriggio, riuscendo così a ritagliarsi un po’ di tempo per riuscire a mettersi in pari col sonno accumulato e con lo studio soprattutto.
Non appena entrò sotto le coperte, la prima cosa che fece fu quella di andare ad incastrare i suoi piedi, freddi, nonostante la temperatura cominciasse ad essere più accettabile, tra quelli di Draco che bofonchiò qualcosa tirandoci dentro anche qualche offesa contro quel vecchio idiota del Godric, facendola sorridere, perché certe cose non sarebbero mai cambiate.
Com’era il detto? Ah,si, il lupo perde il pelo ma non il vizio…
Con un sorrisetto divertito, Hermione si ritrovò a pensare che forse, cambiando animale e la componente del pelo con la muta serpetina, la cosa era applicabile anche ad una vecchia serpe come poteva essere Draco…si ecco, ora, magari magari sentendosi etichettata come geriatrica la serpe in questione si sarebbe un tantino alterata (prima di trovare modi ben più piacevoli per fargli scontare tale insolenza) ma niente che non fosse capace di gestire.
Si sistemò meglio che poteva ma tempo due minuti eDraco la incastrò nel suo abbraccio senza lasciarle molte possibilità di movimento come faceva ogni volta, protestando quando la sentiva muoversi.
“Sei fredda, Mezzosangue” biascicò infine impastato dal sonno tenendo sempre gli occhi chiusi .
“Disse l’animale a sangue freddo” commentò lei nascondendosi ancora di più addosso al ragazzo.
“Si, ma io sono così per natura, non perché ho una circolazione periferica che fa schifo!” ribattè lui per non dargliela vinta.
“Taci furetto, è tardi, tu sei brillo e stai sragionando più del solito…” continuò imperterrita Hermione prima di fermare ancora sul nascere la protesta del biondo che stava continuando a bofonchiare con un bacio leggero.
“Buonanotte” gli disse poco dopo.
Ma Draco, che non era esattamente dello stesso avviso, aprì gli occhi in quel preciso momento e si avventò come un rapace sulla bocca della ragazza che si ritrovò coinvolta in un bacio mozzafiato.
“Ecco.”commentò il principe di Serpeverde col fiato corto qualche istante più tardi, quando un ghigno soddisfatto guardò la sua compagna sistemandosi nuovamente con la ragazza che gli dormiva spalmata addosso “Ora si che si può definire una buonanotte coi fiocchi. Buonanotte Mezzosangue!”.

 

Moony's corner

Ehm Ehm (si schiarisce la voce)...
Parte la sigla della 20th Century Fox...
Si, non è un abbaglio, eccomi qua!
Vi chiedo scusa per aver latitato parecchio ultimamente contravvenendo a quanto vi avevo promesso (si, ormai l'avrete capito, in quanto a mantenere le promesse, faccio veramente pena)...
Non so se vi avevo detto che fino a fine gennaio mi ero trasferita in provincia di Siena per lavorare, ora sono rientrata ma ho iniziato un master all'Uni Firenze e mi porta via parecchio tempo...aggiungete che spesso e volentieri le idee ci sono,ma manca il tempo e la voglia di metterle in ordine ed eccomi qua...

So che non è una buona scusa,(per la cronaca Lola, io son qui bardata pronta per essere presa a cannonate ortofrutticole), capisco a chi magari è passata la voglia di seguire la storia, ma ringrazio ugualmente chi decide di continuare e magari lasciare un segno del suo passaggio...
Non so dirvi quando arriverà il prossimo capitolo, il titolo c'è già, la linea da seguire pure, devo solo dare il tempo alle idee di mettersi su carta,quindi non disperate, ci vorrà un pò di tempo magari, ma la storia farà il suo corso.
A presto,
Moony

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