Conquerors! A New Day has Come!

di ReVeNgE NiNeTAlEs
(/viewuser.php?uid=803634)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Benvenuti a Ransei! ***
Capitolo 2: *** Nobunaga il conquistatore ***
Capitolo 3: *** Now,I Am Phoenix ***
Capitolo 4: *** Due nuovi amici...forse. ***



Capitolo 1
*** Benvenuti a Ransei! ***


La mattina sorse senza pietà sulla regione di Jhks,portando con sé tutto il calore e il venticello piacevole tipico del mese di metà Luglio.

La cosa non dispiaceva né a Beatriz né a Ninetales,che,per loro fortuna,possedevano una piscina,nella quale adoravano sguazzare e godersi il tepore del solleone al fresco,con le goccioline dell’acqua che scivolavano sulla loro pelle (o pelliccia),facendo amare alle due i loro pochi tre mesi di vacanza più di quanto non facessero già.

Dopo la quotidiana sessione di nuotate (? Beatriz non sa nuotare!),alla malata mentale,cioè la mezza mora mezza bionda,venne l’idea splendida di portare a spasso il cane dello zio,andato a farsi una bella vacanza nella splendente regione di Unima dopo averle affidato il grosso cagnone simpaticone cucciolotto cicciotto ciccioccià con la coda a mozzicone,che la ragazza adorava portare a spasso.

-Andiamo Crip!- disse ad alta voce,prendendo il guinzaglio dall’appendipanni che non usavano mai,né lei né la kitsune d’oro.

Il grosso epagneul breton dal mantello pezzato cominciò a guaire di felicità e a correre per tutta la rampa di scale della grandiosa villa della famiglia di Bea.

La ragazza riuscì a stento a mettergli il collare di cuoio e a portarlo fuori dal cancello ci pensò Ninetales in HF (human form),perchè tirava la cinghia come un camion che va a 160 kilometri orari.

Il cane era molto curioso e annusava ogni angolo che gli capitava a tiro,fino a quando non trovò una strana pietra dalla forma ovoidale e di colori accesi,rosso,bordeaux e fucsia,con solo qualche concessione rara di uno spazio di luce.

-Crip,cos’hai lì?- chiese Beatriz,raccogliendo l’oggetto che era finito sotto alla enorme zampa dell’epagneul, prima che ci “scrivesse” sopra il suo nome con la pipì.

La volpe che li accompagnava la prese tra le fauci per esaminarla.

-Mh…molto particolare.- esordì la bionda dopo aver fiutato attentamente la pietra a forma di ovoide.

-Che cos’ha di particolare,Niny?- chiese il cane,che si poteva trasformare in un Pokèmon disegnato da Beatriz, Kasai,una grande volpe dal mantello identico a quello dell’epagneul e dagli occhi color del tramonto,appropriato per il nome in PV(Pokèmon Vesrion),il significato del quale era “fuoco”.

-Ha un odore molto strano…sa di….- e mentre pronunciava quelle ultime parole,la pietra si aprì e trascinò all’interno di un varco spazio-temporale,che li portò a sua volta in…

***************** Un’ Altra Dimensione… ******************

Un prato sterminato e la natura incontaminata si estendevano davanti agli occhi dei tre, che si erano ritrovati in un’altra dimensione,lontani da casa chissà quanti anni,per non dire secoli…

-Guardate!- esclamò Beatriz,indicando un punto lontano con l’indice. –c’è qualcuno a cavallo laggiù!-.

I due canidi si girarono e guardarono all’orizzonte.

In effetti si sentiva,in lontananza,il rumore sordo degli zoccoli che galoppano sull’erba, abbastanza nervosi.

Dopo qualche secondo,lungo la sottile linea che divide il cielo rossoarancione dalla terra verde,si stagliò la sagoma di una ragazza a cavallo di un Rapidash,vestita come una granduchessa giapponese del periodo PokèEdo,con una lunga coda di cavallo e una katana sguainata tra le mani.

-Chi va là?- disse quando fu abbastanza vicina da poter osservare le creature che le stavano davanti.

La ragazza aveva su per giù quattordici anni,lunghi capelli fucsia con appena appena qualche meche dorata, gli occhi azzurri come il cielo di primavera,un elegantissimo kimono da combattimento mezzo bianco e mezzo color nuvola rosata dal tramonto,la katana rifinita da una decorazione di squisita fattura in oro e argento,con dei kanji disegnati sull’impugnatura,qualcosa tipo pokèmonese antico,non decifrabile.

A bordo del Rapidash,oltre alla “principessa PokèEdo”,c’era anche un paffuto Jigglypuff.

-Chi siete voi?- chiese di nuovo,con fare altezzoso.

Probabilmente era davvero una principessa,o una granduchessa,o qualcosa del genere.

-Non ci crederebbe,se glielo dicessimo,signorina.- disse Beatriz,grattandosi il retro della testa con fare dubbioso. –In realtà non lo sappiamo nemmeno noi!-.

Un’espressione stupita si dipinse sul volto della giovane a cavallo.

-Come non lo sapete? Non sarete per caso alleati di mio fratello,vero?!-.

-Dipende,chi è tuo fratello?- Bea.

Ninetales si sbattè la coda sul muso.

-Susi,la mia amica stupida voleva dire che noi non conosciamo né voi né vostro fratello, signorina.-.

Intanto Crip aveva assunto la sua Versione pokèmon ed era diventato due volte più grosso di quanto il suo precedente corpo non lo fosse già.

-Da dove venite?- continuò a chiedere la princiessa.

-Io sono Ninetales,e lei è mia…diciamo figlia,Beatriz. E lui è un Kasai.- disse indicando il Pokemon Canedifuoco,piuttosto perplesso.

-La tua specie di Pokèmon l’ho già vista,fa parte del nostro esercito,ma il Kasai…non l’ho mai sentito. Da dove venite,stranieri?-.

-Presumo,dal futuro,e da una regione lontana,Jhks.- rispose la dorata.

-La vostra storia ha dell’inverosimile.- concluse la fucsia – e comunque,anche la vostra parentela è inverosimile! Tu sei un Pokèmon,mentre lei è un’umana.- disse ancora,indicando prima Ninetales e poi Beatriz.

-E chi te l’ha detto?-la mezza bionda mezza mora.

-Io sono un Ninetales in forma umana,e se tu vivessi nella nostra epoca,capiresti che viaggi spaziotemporali sono la cosa più normale che potrebbe accadere! E comunque,guarda i nostri vestiti!-.

L’ultima dichiarazione del Pokèmon HF convinse la ragazza,che scese dal Rapidash.

-Salve,io sono Oichi. Sono la figlia di un generale che ora è in battaglia contro mio fratello maggiore. Sono preoccupata,mio padre è abbastanza anziano,è per questo che vado giorno e notte pattugliando le campagne e i feudi.Venite,vi accompagno a casa di Oakley,lei è una veggente che sa tutto,vi aiuterà.-.

************* ************** A casa di Oakley ************************

-Se ho capito bene,voi tre avete raccolto una pietra che vi ha teletrasportati in questa epoca,e che boi siete tre Pokèmon dai poteri straordinari,è così?- chiese Oakley,la quale non era una “vecchia rugosa” come si aspettava Beatriz.

Era una donna sui quarantacinque anni,capelli marroni e occhi nocciola.

Normale.

La donna prese tra le mani una specie di sfera di cristallo e ci scrutò dentro.

-Non vedo soluzione,per ora.- concluse,sospirando. –Perché non vi fermate qui? Ci sono delle stanze libere accanto a quelle dei miei figli,che sono in perlustrazione.-.

Il trio si scambiò un’occhiata indagatoria,poi Beatriz fece un cenno d’assenso con la testa.

-Solo una domanda. I vostri figli sono maschi o…?-.

-BEA!- ululò Ninetales.

-E’per sapere quanti giri di chiave devo dare alla porta!- si giustificò la ragazzavolpe.

-No,sono un maschio e una femmina. E mio figlio è una persona molto posata.- rispose subito la donna.

-E poi è troppo grande per te,ha quattordici anni.-.

-Scusi,lei quanti anni mi darebbe,due?- chiese ancora la ragazza ironica.

Oakley sgranò gli occhi.

-Tu hai quattordici anni?!-.

-A meno che non sia tornata indietro con gli anni sì!-.

Mentre salivano,accompagnati da Oichi,Ninetales disse alla figlia:

-Guarda che qui le chiavi non sono ancora state inventate!-.

********************** Post Capitolum ************************

Salve,eccoci al Post Capitolum.

Tutta questa masnada su come si sono incontrati i protagonisti della long è un po sbilenca,come avrete capito, ma il prossimo capitolo prometto,no,anzi,GIURO SU TUTTI I MIEI GIOCHI DI POKèMON, che sarà entusiasmante,e presenterò il cattivo della storia.

White D.N.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Nobunaga il conquistatore ***


La notte passò abbastanza lentamente per le due,ma soprattutto per Ninetales,che non aveva dormito molto,dato che Beatriz ronfava come un elefante che sta risucchiando l’acqua da un laghetto.

Si svegliarono con le note degli Skillet sul cellulare della giovane kitsune mezza bionda  e mezza mora.

-Bea,mi dici perché cavolo ti piacciono tanto ‘sta canzone degli Skillet?- mugugnò appena appena la Volpe Dorata,stiracchiandosi e sbadigliando rumorosamente nelle orecchie della padroncina,ancora mezza assopita.

Era incredibile che quella ragazzina riuscisse a dormire anche con la musica rock nelle orecchie,ma d’altronde,se non fosse così,non potrebbe essere Bea!

-Che cosa? Ah,sì,…ehm…perché è bella!- rispose un po più brillante,alzandosi a fatica dal lettone.

-E mi dici perché cavolo HAI PUNTATO LA SVEGLIA!?!- cominciò di nuovo a strillare la kitsune dorata, spegendo il cellulare sul comodino accanto a Bea.

-Sì,dunque…vediamo…ah già,perché credevo che oggi ci saremmo svegliati in casa nostra alle nove e mezza, ma se siamo qui è perchè tu hai annusato quell’affare che ci ha teletrasportati tutti e tre qui! E quindi è colpa tua!- si scaricò di dosso la responsabilità la giovane,agitando il dito contro la sua migliore amica, che si sentì tirata in causa ingiustamente.

-Io?! Beh,ti ricordo che è stato Crip a trovare quella maledetta pietra,e se LUI non l’avesse trovata,IO non l’avrei esaminata e NOI saremmo ancora a casa nostra a bearci della NOSTRA PISCINA!- si difese, puntando anche lei  una delle nove code verso l’ “indiziato”.

Crip,o meglio Kasai(incredibile ma vero!) stava ancora dormendo.

-Kasai,sveglia! Svegliati,su!- ma era tutto inutile.

Fu la dorata a svegliarlo con un violento battito d’ali,e dato che c’era,buttò a terra anche qualche oggetto ornamentale che era appeso alle pareti,suscitando l’ira della padrona.

-Ma che sei? Deficiente? Adesso cosa diciamo ai proprietari?- chiese giustamente infuriata lei.

-SAAAAAAAAALVE A TUTTI,GENTE!- trillò appena sveglio il cagnolone,che subito dopo fu “coccolato amorevolmente” da Ninetales.

-Tu pezzo di idiota che non sei altro!- scandì attentamente Ninetales,schiaffeggiandolo. –E’ colpa tua se ora siamo in questa epoca!-.

Tutt’un tratto si udì il rumore della porta scorrevole che si apriva lentamente e entrava qualcuno,dal passo leggero.

Era Oichi infatti,e quando oltrepassò la soglia della camera dei tre vide la seguente scena:

Ninetales avvinghiata al collo di Kasai con tutte le code meno una ,Bea avvinghiata alla coda di Ninetales che era ancora libera e la coda di Bea avvinghiata a qualcosa che potesse fare da “zavorra” per aiutarla a staccare la sua volpe dal collo del cane\pokèmon,semi soffocato.

-Ehm,…se vi disturbo,torno in un altro momento.- disse lei un po scandalizzata dalla visione.

-Non preoccuparti!- cercò di rassicurarla la giovane kitsune Bianca,ancora intenta a staccare dal collo di Kasai le zampette delicate di Ninetales,nonché le sue code.-Fanno sempre così, è il loro modo di dirsi che si vogliono bene!-.

-IO VOLER BENE A QUESTO COSO!?!?- urlò dopo che la padrona ebbe parlato. –IO APPARTENGO SOLO E SOLTANTO A UMBREON!- poi,staccandosi dal gozzo del povero cane quasi morto, fu per lei come risvegliarsi da una specie di coma.

-I cuccioli! E Umbreon! Accidenti,e come faranno loro?!-.

-Nah,Umbry se la sa cavare!- le disse Beatriz,dandole una pacca sulla schiena.

“ Speriamo…” si ripetè nella mente,non tanto convinta.

******************** Nel presente… *********************

-Sì,come ti dicevo Glade...EHI,Flareon! Subito giù da quel lampadario! AH! Ma non ho detto di tirare giù il lampadario!- faceva Umbreon,mentre contemporaneamente stirava,parlava al telefono e teneva d’occhio i cuccioli.

-Accidenti,ma quando torna Niny?- si chiedeva stanco.

************************** Nel Passato… ****************************

Ormai le due si erano alzate e sistemate,e Kasai fu costretto a rientrare nella sua Pokèball,per non causare più ritardi, litigi o catastrofi naturali,come ad esempio far arrabbiare Ninetales.

La donna che si era offerta di ospitarle finche non sarebbero riuscite a tornare a casa era molto gentile: aveva fornito loro dei kimono splendidi,anche se la lunghezza della gonna suscitò un po di ostilità da parte di Beatriz,che si lamentò di quanto fosse corta,ma dopo qualche ramanzina si addolcì.

Il cielo azzurro era già splendido da sé,non c’era bisogno di tende o paravento colorati per renderlo ancora più bello,pensava poeticamente Beatriz nella zucca apparentemente vuota.

Qualcosa però turbò all’improvviso la tranquillità di quel cielo.

Rumori di spade,e di combattimento,e di cavalli al galoppo.

E poi grida di una ragazza.

-Oichi!- la riconobbero subito le due kitsune.

-Dobbiamo andre ad aiutarla! Presto!- trillò vivace Bea,piuttosto preoccupata per la nuova amica,ma fu bloccata sulla soglia da Oakley,la quale disse:

-Ma che vorresti fare? Affrontare Nobunaga senza armi e senza armatura?-.

La giovane rimase perplessa.

-Perché dovrei avere paura di questo Nobunaga?  E’ il fratello di Oichi,a quanto ho capito!-.

-Sì,ma è diventato un conquistatore,ed è molto pericoloso. Non fare pazzie,e lascia almeno che io ti doni queste.- aggiunse la donna,indicando qualcosa di luccicante sul tavolo.

Una lucentissima armatura argentata e una splendida katana,simile a quella di Oichi,ma più lunga e affilata.

-Appartenevano al padre di Oichi.-.

Beatriz le osservò per pochi secondi,poi sentì di nuovo delle grida,ma questa volta di uomini assieme alla voce della loro amica che implorava aiuto.

-Non c’è tempo per mettermi l’armatura,perciò prenderò solo la katana. Grazie Oakley!- concluse lei afferrando la spada giapponese e salutando con l’altra mano la donna.

Correndo giù per la collina sulla quale era situata la casa della signora,Beatriz ebbe modo di capire la situazione.

C’erano come minimo venti uomini,una piccola truppa, cinque dei quali avevano accerchiato Oichi,quattro di loro la tenevano ferma,mentre uno sguainava la spada.

-Aiuto!- continuava a gridare lei.

-Piantala di gridare,tanto non verrà nessuno!- esclamò quello che alla giovane kitsune sulle prime sembrò un barbone della metropolitana di Milano. –Fate di lei quello che volete.- ordinò poi indicando la ragazza fucsia,spaventata a dire poco.

-AIUTOOOOO!-.

-Hei,non hai sentito quello che ha detto tuo fratello? Non ti salverà NESSUNO!- sentenziò l’uomo che aveva la spada in mano.

-E ora,se non ti spiace,ci divertiamo un po!- acconsentì un altro.

-Sì,hai capito che intendiamo,vero?- disse poi un altro ancora,tirandole giù un po del kimono.

-Aiutoooooooo!-.

-Non verrà NESSUNO!-.

-Beh!- esclamò dall’alto Beatriz –Allora io sono quel NESSUNO che la aiuterà!- disse sguainando anche lei la katana,correndo giù per la collina.

-Bea!- sussurrò sollevata Oichi.

-E quella mocciosa chi è?- si chiese l’uomo con la coda nera da barboncino.

I cinque la lasciarono,per poi accanirsi sulla mezza mora mezza bionda,prontamente sconfitti dalla proverbiale potenza che racchiudeva in sé la volpe.

Ninetales si occupò di dare loro il benservito con un attacco Lanciafiamme fortissimo.

Beatriz prese in braccio la sua nuova amica,facendola arrossire un po.

-Ehi,tutto bene?- le chiese,mettendole una mano sulla fronte in modo amichevole.

-Ehm…sì,abbastanza.- mormorò arrossendo lei. –Ma ora mettimi giù.-.

-Bene,sono contenta. E ora…- disse mettendo a terra Oichi e sguainando nuovamente la spada – A noi due, barboncino nero!- esclamò alzando in aria il braccio.

-Stai attenta ti prego,quello è mio fratello. E’ bravissimo con la katana. Gliel’ha insegnato mio…- ma si bloccò con una smorfia di dolore sulla faccia.

Quella che aveva in mano Beatriz era l’unica katana di suo padre,il che significava che…

-Dunque dunque,ma chi abbiamo qui? Una mocciosa come mia sorella che vuole difendere a tutti i costi la regionedi Aurora con i suoi due amichetti!- la sbeffeggiò l’uomo a cavallo,estraendo la sua spada nera come la pece.

-Beh,non mi sembra di essere debole,non come i tuoi soldati!- gli rispose per le rime la giovane kitsune Bianca,accarezzando sulla collottola la sua Volpe a nove code.

-Stai attenta a come parli,ragazzina!- la ammonì lui. –Io sono Nobunaga.-.

Gli occhi di lei si fecero due fessure maligne e taglienti .

-Io sono Beatriz,colei che porrà fine alle tue conquiste!-.

Nobunaga scese da cavallo,cominciando a far vibrare la spada, e assestando un colpo feroce alla terra per spaventare la ragazzina,la quale però fece uno sbadiglio,come per sfotterlo.

A quella reazione il nero assegnò un colpo con la katana,cercando di colpirla.

Ma Beatriz aveva i riflessi pronti e si scansò di colp,inibendo con la sua spada l’attacco del nemico.

-Conquistatore del cavolo! Non sai nemmeno usare una katana piccolina come quella!- lo schernì lei, difendendosi frontamente dai colpi.

A quel punto Nobunaga ritrasse la sua katana e rimontò sul cavallo.

-Un giorno ci rivedremo,mocciosa insolente.- la minacciò.

-Oh,puoi ben giurarci! E quando accadrà,io avrò liberato tutti i regni che tu conquisterai,contaci.- sibilò la Kitsune Bianca,riponendo la spada nella copertura.

L’uomo la fulminò con uno sguardo,dopo di chè diede l’ordine di ritirarsi.

In pochi minuti nella pianura rimasero solo Beatriz,Ninetales e Oichi,la quale chiese subito dopo:

-Beatriz,chi ti ha dato quella katana?-.

 

 

****COMMENTI DELL’AUTRICE E ALTRI PERSONAGGI CHE NON NE VOGLIONO SPAERE DI STARSENE A CASINA LORO! ****

W: Salve gente! Innanzitutto devo ringraziare due persone,e poi passiamo ad analizzare il capitolo!

Ringrazio apertamente Absol Night Star perché sta seguendo con entusiasmo e passione la mia altra long, e poi anche una dedica a un nuovo recensore,Shadow Mewtwo 99,che spero continuerà a seguirmi.

Ni: Blah blah blah,passiamo al capitolo,forza patita degli Skillet!

W: Chiudi il becco! Dunque,questo non è uno dei miei migliori capitoli,lo so,ma non rimroveratemi, dovevo studiare storia (grazie prof!)… L

Allora,come avevo promesso ho aggiunto il cattivo della storia,Nobunaga, e anche qualche combattimento. Vi chiedo un favore.

Stabilite voi se è adatto il rating verde,perché a me non sembra tanto…

Bene,a presto!

White D.N. J J J

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Now,I Am Phoenix ***


-Bea,chi ti ha dato quella spada?- chiese Oichi,cercando di trattenere le lacrime.

La giovane kitsune bianca diede una rapidissima occhiata all’impugnatura dell’arma,anche se non era una cosa così rilevante,ma a lei piaceva esaminare le cose che aveva.

-Me l’ha data Oakley,e insieme c’era anche un’armatura,ma non hoo avuto il tempo di metterla perché tu strillavi come un falco. Sembrava che ti stessero uccidendo. Per fortuna non è stato così!- le rispose.

La ragazza dai capelli fucsia stava per lasciare che le lacrime sgorgassero giù dai suoi occhi celurei, ma raccolse tutte le speranze che le erano rimaste e fece un’ultima domanda,con la voce tremolante:

-Di che colore era l’armatura?-.

Una speranza infranta.

-Argento.-.

Fiumi di acqua impetuosa,questo divennero gli occhi della giovane,che cominciò a correre su per la collina, in direzione della casa di Oakley.

Raggiungendo la porta color della terra,si ripromise di non versare più una singola lacrima e di porre fine ai suoi dubbi,quelli che l’assillavano da quando suo padre partì per la guerra contro Nobunaga e non tornò più per mesi e mesi.

La aprì con impeto inconsueto.

La cosa fece capire subito a Oakley che la sua protetta aveva capito.

-Allora? Non hai niente da dirmi?- fece la fucsia,a braccia incrociate.

 La donna cercò di rassicurla con lo sguardo,ma Oichi non demordeva.

-E va bene,è ora della verità…- sospirò la castana,alzando lo sguardo al cielo –Tuo padre…è morto. E’ stato tuo fratello a riportare a casa l’armatura e la katana.-.

L’espressione sul volto della ragazza era indescrivibile; era un misto tra felicità,odio,rabbia.

La felicità di non aver più quel peso sul cuore e di aver saputo finalmente la verità,l’odio verso chi l’aveva tenuta allo scuro di un fatto così importante e la rabbia che suo padre fosse stato ucciso da Nobunaga, suo figlio.

A quel punto trattenere le lacrime era l’ultima cosa che voleva,perciò diede libero sfogo alle emozioni.

Si gettò a terra e si coprì il viso con le mani,cercando di reprimere anche i singhiozzi,operazione che risultò fallimentare.

La porta color cacao si spalancò di nuovo,ma questa volta più tranquillamente.

Infatti era appena entrata Beatriz,seguita a ruota da Ninetales in versione Pokèmon.

Inutile dire che la situazione era piuttosto strana agli occhi delle due Volpi.

La stanza color avorio era in contrasto con la scena che si stava svolgendo al suo interno.

-Oichi,come va,tutto bene?- chiese la giovane kitsune bianca,chinandosi.

-Umpf…probabilmente è simasta scioccata dall’esperienza che ha avuto con quei soldati,la sravano per violentare.- disse Ninetales tranquilla,ma subito dopo aggiunse,in tono ironico  con un sorrisetto malefico:

-O forse ha paura della tua brutta faccia,Bea!-.

Lei si girò dalla parte della sua compagna di viaggio e le rispose,anch’essa con il sorriso malefico tipico delle Kitsune.

-Cara la mia Niny,devo forse raccontare che cosa fate tu e Umbry la notte quando siete in camera da soli? E ne avete fatto davvero tanto,per avere QUATTORDICI figli!-.

-Sei la solita guastafeste!- si lamentò la volpe dorata a nove code.

Oichi stava per andarsene,quando le mani di Beatriz la bloccarono,prendendola per i fianchi.

-CHE STAI FACENDO?- strillò la ragazza umana,intimidita.

-Sto cercando di farti ragionare! E’ una cosa del tutto normale che tu ti senta così,ma cerca di calmarti! Lo so bene che una perdita del genere è la cosa più brutta che possa capitare,per mano di tuo fratello poi è ancora peggio! -.

Sulle prime Oichi non capì come la kitsune fosse riuscita a capire la situazione in meno di un minuto, ma la tranquillizzarono le spiegazioni di lei.

-Come ho fatto a capire tutto questo in una frazione di secondo? Sono una volpe,leggo nella mente delle persone,io.-.

-Ah.- riuscì solo a dire.

Oakley intanto stava prendendo l’armatura del padre di Oichi e la stava porgendo alla volpe,che aveva mollato la presa sui fianchi della sopracitata,che si era calmata un po.

-Se la signorina vuole può appoggiare qui la katana,non credo che le servirà più.- le disse.

Beatriz porse la spada alla donna,appoggiandola sull’armatura color argento dai riflessi bianchi.

-E ora chi difenderà la nostra regione?- sospirò Oichi,che aveva ripreso il possesso delle sue facoltà fisiche e mentali,a pugni stretti,seduta su una specie di divano dell’epoca ,coperto da un telo di futon rosso come il fuoco e decorato con mille fiori di loto bianco,dai quali facevano capolino delle piccole e grandi foglie verde smeraldo.

La donna ripose gli oggetti e subito dopo si sedette pure lei sul “divano”,reggendosi la testa con la mano e massaggiandosi la tempia con l’altra.

-Nessuno. Siamo spacciati…- sussurrò tristemente.

-I miei figli sono troppo inesperti di Pokèmon e  anche di combattimenti con le spade. Da soli non ce la farebbero mai…- aggiunse.

La ragazza volpe rizzò le orecchie.

-IO! CI SONO IO! VI POSSO AIUTARE IO! IIIIIIIIOOOOOOOOOOO!!!- ululò la mezza bionda mezza mora, cercando di farsi notare,saltellando come una stupida per tutta la stanza,facendo cadere da un mobiletto lì vicino alcuni ninnoli,ma non sembrò rendersene conto.

-Ha detto che vi può aiutare lei.- si spiegò Ninetales,senza però troppo bisogno di spiegare niente alle due,che tra l’altro avevano una faccia tra il divertito e il preoccupato.

-Tranquille,fa sempre così!-.

-Datemi una katana e io farò fuori per sempre i nemici!- esclamò convinta la kitsune bianca,scodinzolando con tutte e nove le code.

***Dopo aver convinto le due…***

Andarono tutte insieme a far prendere le misure per l’armatura e il kimono di Beatriz.

Di una nuova katana non ce n’era bisogno,dato che quella che aveva avuto il padre di Oichi era più che perfetta per la ragazza,al contrario dell’armatura,che era troppo grande per lei.

-Di che colore lo preferisce il kimono,signorina?- chiese il commerciante.

-Bianco. Il bianco è il mio colore preferito,insieme al giallo e al rosso.- rispose trillante la giovane.

-Guarda che non  importa a nessuno!- la ammonì prontamente Ninetales,sdraiata sullo scomodo pavimento di legno andato a male.

Oichi si incuriosì del perché proporio quel colore.

*** Fuori dal negozio…***

-Beatriz…come mai ti piace il bianco?- si decise a chiederlo.

-Perché…non è una storia tanto per la quale…poi con quello che stai passando tu…- cercava di sviare la kitsune.

-Non preoccuparti,raccontami.-la rassicurò la fucsia.

La bianca si sedette su un muretto lì vicino,seguita dall’amica.

-Quando è morta mia mamma…la mia vera mamma,Ninetales mi ha presa con sé. Io dormivo sempre con mia mamma e questo mi ha portata a rannicchiarmi tra le code di Niny,le voglio un mondo di bene… ma il motivo per cui amo il bianco è un altro. Al funerale di Antonella,cioè mia madre,o quella che mi ha fatta nascere,c’erano ghirlande di rose bianche. Ho chiesto il perché alla mia Niny, e lei mi ha spiegato che il bianco è il colore della giustizia,della bontà e della purezza di cuore. Da quel momento il mio colore preferito è stato il bianco,e lo è ancora adesso.-.

-Quanti anni avevi quando è morta?- chiese Oichi,sentendosi un po in colpa per quella confesione così privata e dolorosa.

-Sei,è per questo che non mi ricordo molto di lei.- disse lei,stringendo tra le mani un ciondolo di colore blu con una rosa bianca disegnata in rilievo sopra.

-Ma che bel ciondolo! Posso vederlo?-esclamò l’umana,cercando di sviare un po il discorso.

La kitsune glielo porse,dandole una pacca sulla spalla.

-Non preoccuparti! Non è così doloroso per me parlarne. Ora ho Ninetales come mamma. E lei è la miglior mamma che si possa desiderare!- la rassicurò raggiante lei.

-Sei molto affezionata alla tua “mamma”,vero?-.

-Sì,non so come farei senza di lei.Ma forse ti sto…-.

-Non preoccuparti.-.

Oichi esaminò con attenzione il ciondolo e scoprì che era un medaglione portafoto.

-Posso aprirlo?-.

Beatriz annuì.

Al suo interno c’era una foto di un gruppo di Pokèmon piuttosto numeroso,e sull’altra metà (è un medaglione piuttosto grande) vi era posizionata una foto di Ninetales.

Glielo restituì,appoggiandolo sul muretto.

-Bello. Ma tu non ci sei? In una foto,intendo.- chiese Oichi,fissando le due matà della collana.

-Sì,solo che tu non puoi riconoscermi. Guarda,sono questa qui.- disse,prendendo in mano il ciondolo e mostrando una volpe bianca dalle grandi ali e con nove code piuttosto vaporose e candide,come il suo mantello.

Tra le altre figure che apparivano nella stampa c’erano Ninetales,un Umbreon,un Eevee,una Vulpix e un Flareon,oltre a Bea.

Dalle zampe muscolose della kitsune in fprma volpina si facevano appena appena vedere due piccoli Shaymin, uno cromatico e uno normale.

-Questi tre sono i miei fratellini,mentre l’Umbreon qui sopra è il mio papà adottivo.- spiegò indicandoli sulla fotografia.

-E questi due sotto di te chi sono?-.

-Sono i miei Pokèmon.-.

Silenzio mortale.

Alto nel cielo si era già disegnato il tramonto,con le sue splendide sfumature rosso,giallo e arancioni.

I Wingull volavano verso il sole,che li faceva risultare neri alla vista di qualunque creatura che li mirasse.

-Stai bene con la tua famiglia adottiva?-.

-Io,essendo una kitsune,sto benissimo. Se non ci fosse stata la mia Niny,credo che a quest’ora non sarei qui a parlare con te.-.

Silenzio ancora una volta.

-Ti va di sentire un po di musica?- le chiese Beatriz,estraendo dalla tasca del giubbotto il cellulare. 

-Pensa,con questo affare puoi ascoltare la musica che ti piace di più! Devi solo scaricarla!-.

Mise una cuffietta nel suo orecchio e una in quello di Oichi e fece partire “Stronger than ever” di Christina Aguilera,una delle sue cantanti preferite.

Seguirono tutta la playlist degli Skillet e poi una dedicata a “Pokèmon;le colonne sonore”e di Shakira, pre finire in bellezza.

-D’ora in poi il mio nome di battaglia sarà Phoenix.- esclamò Beatriz togliendo la cuffietta.

Ninetales le guardava da dentro il negozio.

-Sono contenta della tua decisione,Bea. Sei proprio come me…-.

***COMMENTI DELL’AUTRICE***

SALVEEEE!!! Scusatemi per l’attesa,ma stavo male questi giorni. Ma ora rieccomi più White di White!

Un ringraziamento speciale va a Shadow Mewtwo 99,che mi ha dato dei validissimi suggerimenti per rendere la storia ancora più leggibile,perché di bella non si può parlare!

Ho cercato di seguirli alla meglio,ma sono ancora un po tanto inesperta!

In questo capitolo c’è un po della mia VERA storia.

Ci terrei a precisare che la storia in cui spiego il perché del mio colore preferito non è DEL TUTTO frutto della mia immaginazione,queste cose mi sono successe davvero…purtroppo…

Un piccolo tributo a mia madre in un momento di nostalgia.

P.S.; Buona festa della donna!

White D.N.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Due nuovi amici...forse. ***


La notte.

Il momento della giornata favorito da Beatriz e Ninetales.

Quella sera il cielo era particolarmente scuro,tanto che le stelle sembravano staccarsi dalla volta e voler fuggire sulla terra.

Pensieri romantici passavano per la testa della volpe dorata,riguardanti gli altri suoi figli e Umbreon, il suo fidanzato,che se la stava cavando…non molto bene.

L’esatto contrario pensava Beatriz,che rifletteva,come di consueto,sul significato della guerra e delle conquiste.

Che senso aveva uccidere delle persone innocenti?

Che senso aveva ridurre un’intera popolazione in schiavitù?

Nonostante l’aspetto ingannevole e il suo molto dubbio comportamento,la ragazza volpe esprimeva molti di questi concetti anche a voce alta.

C’era molto silenzio.

Che fu straziato da una domanda di Ninetales.

-Bea,tutto bene?-.

Lei si lasciò scompigliare i capelli dal dolce venticello che soffiava lì vicino.

-Sì…o forse no…non lo so…mi dispiace per Oichi….è una ragazza così buona…- fece una breve pausa di suspance -…al contrario di suo fratello!-.

-Beh,intanto lui si è beccatto una bella ferita della tua katana,quindi per un po abbasserà la cresta!- esclamò la kitsune,scodinzolando maliziosamente con alcune delle nove code proprio davanti al suo naso.

-Sì…ho voglia di dare un’occhiata al gruppo della classe.- disse un pochino più allegra, estraendo velocemente dalla tasca del suo giubbotto il cellulare con gli stiker a forma di zampa di cane dorata sul retro. Lo accese ancora più rapidamente e sgusciò subito tra le icone,incrociando finalmente quella di Whatsapp (non so come si scrive) e cliccandola energicamente.

Sullo schermo semi distrutto dai morsi apparve la finestrella con tutte le chat che aveva fatto fino ad allora.

-Becan,Aliss,Carlos,Rùben, AH!,eccolo,il gruppo della classe!- esultò,indicando l’icona del gruppo,una foto in cui c’erano tutti i suoi compagni di classe.

L’immagine era molto buffa,e c’era qualcuno che si era messo in una posa assurda,chi non lo aveva fatto apposta ma era comunque divertente,e poi c’era Bea. Accanto a lei c’era un altro ragazzo dai capelli marroni e con un golf di lana azzurrino…e c’era anche il famoso “Becan”,soprannome dato ad un ragazino piuttosto basso e goffo,dai capelli biondi e con gli occhi verdognoli.

In realtà il suo nome era Gabryell,ma tutta la classe lo chiamava con il suo soprannome storpiato, cioè Becan.

Era in una posa davvero assurda!

Bea era di fianco a lui e stava starnutendo rumorosamente (non si può sapere,ma dalla faccia che aveva nella foto si capisce che stava starnutendo l’anima!),e lui si era ritratto,ovviamente,ma con una gambetta sottile che poggiava sul pavimento e l’altra che si sollevava moltissimo da terra,per evitare che il…macarro di Beatriz gli finisse sulle scarpe,con una faccia davvero indescrivibile!

Ma proprio quando la ragazza stava per cliccare sull’icona,rimise la mano a terra e mormorò:

-Non può arrivarmi nessun messaggio qui…non è grave…- ma la cosa era grave eccome.

Da quasi nove anni,da quando Antonella ci aveva lasciati,lei fu “messa in disparte” da tutti i suoi famigliari, visto che poco dopo naque il cugino di secondo grado,Symone.

Lei,una bimba di sei anni,timida e indifesa (dopo è cambiata grazie a Ninetales),da sola contro tuttti, anche perché dopo altri due anni venne messa a conoscenza di essere stata un grande errore,che i suoi genitori non la volevano e che c’era stata una lotta per chi dovesse accaparrarsela dopo la morte della madre. 

Era sola contro un mondo crudele e contro delle persone ancora più crudeli,che cercavano di trasformarla in argilla,cosìcchè potessero modellarla a loro piacimento.

Ninetales si oppose fermamente a tutto questo,e riuscì a tirare su la sua piccola protetta nel modo più giusto.

-Non ci pensare. Torniamo in casa.- le disse.

Beatriz sospirò e la seguì.

***

La notte,come sempre,passò velocemente per i tre amici.

Questa volta si potè dormire in santa pace fino ad un’ora decente,visto che la proprietaria del cellulare era stata debitamente minacciata da Ninetales,che aveva usato il solito buon vecchio “Se metti la sveglia ti stacco la testa a morsi!”.

In realtà non le dispiaque affatto non inserire la sveglia.

Quella notte si era abbandonata ai sogni,proprio come Ninetales,riguardanti il suo Nate,il suo ragazzo.

-Come starà lui?- si chiese,alzandosi e stiracchiandosi pigramente sotto le coperte profumate di lavanda, tanto calde e comode.

-BEATRIZ! NINETALES! KASAI!- urlò Oichi.

-AH,PERFETTO! ADESSO CHE LA SVEGLIA NON C’E’ TI CI METTI TU A FARE DA SVEGLIA!- fu la “gentilissima” risposta di Ninetales.

-VENITE GIU’,PRESTO! DEVO PRESENTARVI QUALCUNO!- continuava la fucsia.

-Ronf…Crip,Crip,Crip,Crip,Crip…onf…Crip,Crip,Crip,Crip…RONF!!!- era anche abbastanza evidente che Kasai dormiva ancora,con il moccio che colava dal naso e gli occhi serrati come delle porte blindate.

La ragazza dai capelli bicolore si precipitò sul “cadavere incosciente”del cane\Pokèmon,prima che la kitsune sua compagna distruggesse altri quadri o ninnoli…o ancora peggio le sue ossa!

 -Dai,su! Sveglia ronfone!- lo incitò,agitando il corpo mastodontico.

Kasai si alzò dalla sua branda borbottando qualcosa di incomprensibile.

-Dormi molto in stile “Gibby”!- esclamò Ninetales,che si era posizionata alle sue spalle.

-Che vuoi dire?-.

-Ma tu ti sei mai sentito ronfare?-.

-No.-.

La kitsune dorata si mise a ridere.

-Allora ti faccio un’imitazione: Ronf…. Ronf…Crip,Crip,Crip,Crip,Crip…onf…Crip,Crip,Crip,Crip,…CRIIIIIIIIIP!!!  Ron ronf….guardatemi,sono un Kasai e ronfo come Gibby! Ah ah ah ah! Proprio uguale uguale uguale,vero Beat?!-.

Lei si stava preparando e non aveva ascoltato una sola parola della loro conversazione,anche perché stava pensando a Nate.

***

Ci misero un po a prepararsi tutti,ma con tanta tanta…TANTA calma si riuscì ad andare d’accordo e a scendere.

Al piano inferiore non c’erano solo Oichi e Oakley,ma altri due personaggi assieme a loro.

Uno era un ragazzo dall’aspetto coraggioso e fiero,dai capelli castano chiaro,con indosso una modesta armatura dai colori che ricordavano il tramonto,non in contrasto col suo kimino da combattimento,rosso e bianco.

L’altra era una ragazza dai lunghi capelli marroni,legati in una coda di cavallo,con una piccola meche rosa sulla fine. Anche lei portava una lucente armatura argentata,di piccola taglia,sopra un kimono rosa pesco e bianco.

-Ragazzi,vi presento Koral e Neji. Koral e Neji, vi presento Beatriz,Ninetales e un rarissimo esemplare di Kasai.- li presentò a vicenda la ragazza dai capelli fucsia.

Lui si avvicinò al Pkmn per studiarlo meglio.

-Mh…non mi pare di averlo mai visto…- sussurrò,avvicinando ancora di più il volto a quello di Crip.

-Lasciate stare,lui fa sempre così!- Esclamò entusiasta la ragazza,stringendo la mano di Beatriz – Io sono Koral e lui è mio fratello Neji. Siamo già al corrente che alloggiate per un po a casa nostra,e sappiamo anche il perché.-.

-Storia buffa,non credi?- chiese un pochetto ironica la mezza mora mezza bionda,mollando la presa.

-Loro sono i miei figli.- disse Oakley,abbracciando con una certa fatica entrambi i nuovi arrivati. –Sono ancora in fase di apprendimento.-.

Il ragazzo,Neji,era ancora un po diffidente.

Osservava Beatriz con un certo interesse,e la cosa la infastidì,e non poco.

***

Il pranzo,a essere sinceri,non fu uno delli migliori.

Il perché?

Perché cucinò Ninetales!

E come al solito il cibo o cercò di fuggire dal piatto,o assunse un colore strano (blu elettrico la torta alle mele) oppure gli spuntarono due paia di misteriose zampette dal fondo.

Fu dopo quel pranzo disgustoso che alcuni si sentirono male,e con male si intende che TUTTI lo furono!o almeno,tutti,meno Beatriz,che si concesse una pausa rilassante sulla distesa d’erba dietro la grande casa.

Lei era sdraiata calma e tranquilla e si lasciava accarezzare la pelle del viso e delle mani dai fili d’erba, quando si sentì fermare i polsi da due mani forti.

Era Neji.

-MA CHE STAI FACENDO?!?- urlò spaventata,alzandosi tra le sue braccia.

-Tu sei una nemica,io lo so!- esclamò convintissimo il moro. –Me lo hai dimostrato!-.

-E quando?-.

-Quando stamattina mi hai fissato con quell’aria così…-.

-Così come? AH!- disse di nuovo lei,ancora più spaventata,perché il ragazzo aveva cominciato a toccarla sui fianchi.

-Così sinistra. Ammettilo!- concluse dopo una lunga riflessione.

-Ma se eri tu che fissavi me!-.

Dopo un po entrambi si calmarono,e Beatriz confessò la sua vera identità.

-E va bene. Io….sono una Kitsune…-.

 

 

*** Commenti dell’autrice ***                                                                                                       

Ok,ciao,non so se questo capitolo è:

1mo: un crossover

2do: un capitolo da mettere come “romantico”,visto che la protagonista è fidanzata con un altro ragazzo.

Ah,e un’altra cosa!

Se vi capita di passare (ovvio che vi capita) sulla home page di EFP,cliccate su “Aggiungi personaggi”.

Verso la fine ci dovrebbe essere il nome di Ninetales.

Votatelo,per favore.

Grazie,

white D.N.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3043770