Odio

di Pichan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 ***
Capitolo 2: *** #2 ***
Capitolo 3: *** #3 ***
Capitolo 4: *** #4 ***
Capitolo 5: *** #5 ***
Capitolo 6: *** #6 ***



Capitolo 1
*** #1 ***


Autore: Pichan, Piiichaaan  

Titolo: Odio 

Personaggi e pairing: Kiba Inuzuka, Hanabi Hyuuga 

Genere: Sentimentale 

Rating: Arancione 

Pacchetto/i: Albicocca, Lampone, Porpora 

Avvertimenti: AU 

Introduzione: #1 - "Cos'hai da ridere, coglione?" gli chiese irritata. 
"Ehi principessa, anche tu ti sei svegliata col piede sbagliato?" le chiese gustandosela con lo sguardo. 
#2 - Scosse la testa togliendosi dalla mente l'immagine di lui e la Hyuga insieme. 
Shikamaru e Ino erano un conto, lui e la marmocchia erano tutt'altro. 
#3 - L'Inuzuka rimase là, fermo in mezzo al cortile e quando tornò a posare gli occhi sulla causa della sua distrazione, incrociò di nuovo i suoi meravigliosi occhi perlacei. 
Strega. 
#4 -"Infatti Hanabi ha ragione. Sei solo un animale, un cane che segue l'istinto e che sa solo abbaiare" Konohamaru gli sorrise soddisfatto mentre la mano di Hanabi cercava di reggere il pugno partito da Kiba. 
#5 - "Muori schifoso! Aaah!" 
Dio, fa che la smetta presto. 
#6 - Erano nati per odiarsi e poi amarsi. 

Note dell'Autore: Per questo contest, ovviamente, ho optato per una raccoltina di OS. Il destino ha voluto che tra i numeri scelti mi capitassero le mie due coppie preferite, quindi ho deciso di dare spazio a quella sulla quale ho scritto meno. Kiba e Hanabi si odiano, ma l'odio deriva da un sentimento più profondo, nel loro caso l'amore. 

 
 

 
 

 
 

  

Odio  

[#1] 

Era una di quelle giornate uggiose, di quelle che non si sa mai cosa indossare e se portare l'ombrello. Il vento freddo di novembre gli scompigliava i capelli e lo metteva in seria difficoltà: non riusciva ad accendersi la sigaretta. 

Non solo si era svegliato tardi e non era riuscito a fare colazione, ci si metteva anche il vento, oltre che l'accendino quasi scarico, a farlo innervosire. 

"Lo sapevo che dovevo restare a dormire stamattina!" sbraitò lanciando l'accendino e facendolo finire in mezzo a qualche cespuglio sottostante. 

Maledetta sveglia, maledetta scuola, maledetto vento, maledetto accendino. 

Ci mancava soltanto che venisse beccato sulla terrazza della scuolaprettamente vietata da quando il preside aveva beccato un tizio del secondo anno a fumarsi una canna. 

Sbuffò sonoramente passandosi una mano tra i capelli per poi appoggiarsi al parapetto e inspirando a pieni polmoni l'aria fresca d'autunno. 

Rilassati Kiba, è solo cominciata male, non è detto che finisca peggio. 

Si prevedeva una serata interessante al pub con Naruto e sicuramente non si sarebbe fatto abbattere da una brutta mattinata. 

Ad un certo punto sentì un rumore proveniente  dalla porta delle scale e subito sussultò temendo di essere stato beccato. 

I battiti del cuore erano a mille: sarebbe stato sospeso dall'istituto e bocciato per l'ennesima volta. 

Che giornata di merda! 

Si voltò e ai suoi occhi apparse una ragazza minuta- mai vista- che, dopo essersi richiusa la porta alle spalle, osservò l'Inuzuka con un attimo di esitazione facendosi poi avanti. 

Il ragazzo la guardò attentamente mentre questa camminava verso di lui: gli occhi di ghiaccio contornati da lunghe ciglia nere, capelli scuri, sguardo sicuro e passo fiero di chi non teme il nemico. Il fisico asciutto, il seno pieno, le cosce sode e la pelle chiara. 

Era completamente vestita di nero e portava le cuffie alle orecchie con la musica a tutto volume- persino lui riusciva a sentirla. 

Niente male, matricola! 

"Hai da fumare?" gli chiese togliendosi una cuffia e guardandolo fisso negli occhi mentre l'Inuzuka se la rideva sotto i baffi. 

Ragazzina. 

"Cos'hai da ridere, coglione?" gli chiese irritata. 

"Ehi principessa, anche tu ti sei svegliata col piede sbagliato?" le chiese, gustandosela con lo sguardo. 

"Fatti i cazzi tuoi Inuzuka". 

"Alla tua età dovresti prendere il biberon, non andare in cerca di sigarette" la sminuì. 

"Alla tua età non dovresti essere ancora al quinto anno" gli sorrise con una certa cattiveria. 

Come faceva, la ragazzina, a sapere che aveva ventuno anni e che ancora era al quinto anno? 

"Direi che il problema stia alla radice" tornò all'attacco. 

"Che intendi?" assottigliò lo sguardo cercando di arrivare a ciò che il ragazzo voleva dire. 

"Se sei così acida, probabilmente non  ti sei solo svegliata male". 

"Continuo a non capire, Inuzuka". 

"Svegliati mocciosa! Sei acida come una sessantenne zitella alla quale non hanno mai dato una botta" scoppiò a ridere mentre osservava il viso della ragazza tingersi di rosso. 

"Dammi una sigaretta e sarai risparmiato". 

"Preferirei darti qualcos'altro anche perché questa è l'ultima che mi è rimasta" le disse malizioso tirando fuori da una tasca la sigaretta che precedentemente aveva cercato di accendere. 

"Parli in questo modo solo perché in realtà ce l'hai talmente piccolo da avere manie di inferiorità". 

"Smettila di sputare veleno, ragazzina. Dovresti chiedere a qualcuna del quinto anno se le cose stanno davvero come credi!" le rispose indispettito. 

"A me non interessa niente del tuo pisello, Inuzuka. Per quanto mi riguarda puoi tranquillamente tenertelo nei pantaloni" gli rispose annoiata. 

"Ovvio che con una acida come te me lo tengo nei pantaloni!" ribatté cercando di guadagnare terreno. 

"Facciamo a metà" allungò la mano verso di lui. 

"Solo se mi dici il tuo nome, ragazzina" ritrasse la sigaretta. 

Una smorfia di puro fastidio si dipinse sul volto della ragazza. 

"Hanabi Hyuga e adesso passami quella sigaretta!" gliela strappò dalle mani. 

Maledetta Hyuga.

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Capitolo 2
*** #2 ***


[#2] 

Ma che cazzata stava facendo? 

Lui, Kiba Inuzuka, ventuno anni, un figo da paura aveva invitato a uscire quella ragazzina della Hyuga che, per quanto gnocca, era pur sempre una diciassettenne viziata e con la bocca sporca di latte. 

Non poteva essere, non esisteva proprio. 

Che accidente l'aveva spinto, quel giorno a scuola, a chiederle di uscire insieme? 

Era vero che dal momento in cui si erano incontrati/scontrati non avevano fatto altro che stare appiccicati, ma non potevano certamente essere due occhioni perlacei a mettere in ginocchio uno come lui con degli sguardi lunghi e silenziosi. 

Sì perché lui e la Hyuga erano diventati come cane e gatto: sempre insieme e sempre a litigare per ogni cosa, ma in quei rari momenti in cui la marmocchia teneva la bocca cucita, l'Inuzuka rimaneva incantato da lei, dal suo viso, dalle sue espressioni. 

Svegliati Kiba!  

Hanabi non era di certo l'unica strafiga che girava per i corridoi della scuola e non, ma qualcosa di lei lo attirava terribilmente anche più della Yamanaka- ai tempi delle medie. 

A proposito, la Yamanaka sembra felice con quell'idiota del Nara, eppure è dall'età della pietra che si fanno la guerra. 

Scosse la testa togliendosi dalla mente l'immagine di lui e la Hyuga insieme. 

Shikamaru e Ino erano un conto, lui e la marmocchia erano tutt'altro. 

Kiba Inuzuka era un libertino nato, uno che non si fa mettere le catene dalla prima ragazzina che gli faceva gli occhi dolci. 

La porta del locale si aprì rivelando la Hyuga che dapprima lo cercò con lo sguardo e, quando l'ebbe trovato, si diresse verso di lui. 

"Buonasera cane!" lo salutò. 

"Ti credi figa con quei tacchi?" le chiese scarnendo le scarpe che la ragazza portava ai piedi. 

"Arrivo meglio alla tua faccia nel caso dovessi darti un pugno in faccia, Inuzuka" gli rispose con un finto sorriso. 

Ma chi me lo ha fatto fare? 

Chiamò il barista per ordinare: avrebbe bevuto e se ne sarebbe andato il prima possibile lontano da quella rompipalle.  

"Mi accompagni tu, a casa, non è vero?" 

"Se proprio insisti a fare un giro con me..." le rispose con l'aria di chi è troppo desiderato. 

"In realtà preferirei andarmene a piedi, ma fuori è buio e fa freddo". 

"E hai paura dei pervertiti" aggiunse l'Inuzuka. 

"Vorrei ricordarti che anche tu sei un pervertito. Venendo in macchina con te evito due scocciature su tre e, nel caso in cui ti gettassi contro di me, ho un coltellino tascabile" lo tirò fuori dalla borsetta, mostrandolo al ragazzo di fronte a lei. 

"Io che ti salto addosso? Smettila di farti sogni erotici su di me, la notte!" 

"Più che sogni erotici sarebbero incubi, Inuzuka" rettificò e rimasero in silenzio. 

Non era certa di quello che aveva appena detto. 

L'Inuzuka rimase a osservarla pensieroso. 

Ti farei volentieri rimangiare le parole, ragazzina. 

I cocktail erano sul bancone già da un bel po', ma ai due sembrava non importare granché. 

Piuttosto, sembravano persi l'uno negli occhi dell'altro, come se intorno a loro non ci fosse niente e nessuno. 

Lo sguardo quasi infuocato di lui si fondeva con quello indecifrabile di lei mentre inconsciamente si avvicinavano sempre di più. 

La musica alta risuonava in tutto il bar mentre il cuore di Kiba iniziò a pulsare violentemente nel petto. 

Fermati dannato cane che non sei altro! 

I respiri iniziarono a confondersi e poco dopo Hanabi poggiò delicatamente le sue labbra sopra quelle virili del ragazzo. 

Inizialmente l'Inuzuka rimase spiazzato, poi l'afferrò per i fianchi, la attirò a sé e le morse le labbra facendola lamentare per il dolore.  

Quando i suoi istinti chiamavano lui rispondeva, ma non aveva certamente calcolato che tutto quello gli sarebbe costato un ceffone dritto in faccia da parte della ragazza di fronte a lui che con le labbra gonfie gli esclamò in faccia: "Maniaco sessuale!". 

Maledetti tacchi! 

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Capitolo 3
*** #3 ***


[#3] 

"Kiba non è certamente il tipo che sbava dietro alla prima che capita, anzi, solitamente sono le ragazze che lo assalgono!" 

"Mhh..." rispose la Hyuga fingendo un interesse- quasi- inesistente. 

"E' inutile che fai la menefreghista, il ragazzo ti intriga e si vede benissimo!" 

"Non dire cazzate Moegi, lo sai perfettamente come la penso!" 

"Da quando in qua dico cazzate? Quando l'hai baciato, lui ha risposto e a quel punto lo hai respinto solo perché ti faceva piacere farlo soffrire un po'. Tu sei così, ti piace fare la stronza, soprattutto con i tipi come lui" la ragazza incrociò le braccia sotto al petto e sul suo viso si dipinse un'espressione fiera e realizzata per essere riuscita a incalzare la Hyuga. 

"Se l'è cercata!" ribatté la mora senza sapere dove andare a parare. 

Moegi era sua amica da una vita, perché doveva mettersi fare la petulante? 

Sapeva perfettamente che lei, Hanabi Hyuga, non avrebbe mai e poi mai ammesso di volere una relazione stabile e seria, anzi, lei non voleva proprio avere relazioni. 

Tanto meglio starsene sola, a pensare alla propria vita invece di avvelenarsi dietro il primo scemo che le capitava di fronte. 

"Scommettiamo!" 

"Cosa?" 

"Sono giorni che quando prendo il discorso cerchi di convincermi, anzi di convincere te stessa che l'Inuzuka vuole solo quella che hai tra le gambe". 

"Prosegui" la invitò la Hyuga. 

"Ora abbiamo la ricreazione, al cortile dovrai girarti tre volte verso di lui e se per tutte e tre le volte i vostri sguardi si incroceranno pagherai pegno". 

"Un pegno del tipo?" chiese a bassa voce, Hanabi che aveva notato lo sguardo severo del professore puntarle dalla cattedra. 

"Lo dovrai baciare!" 

"Ma che ti salta in mente?" alzò la voce, la mora. 

"Hyuga vuoi andare fuori?" le chiese, il professore, visibilmente disturbato dal chiacchiericcio delle due. 

"Mi scusi professore" disse ricomponendosi e portando lo sguardo sull'esercizio di matematica svolto a metà. 

"Nel caso io dovessi perdere, non ti scoccerò mai più con questi discorsi" le sussurrò Moegi con un'espressione beffarda sul viso. 

Hanabi la guardò e parve pensarci su. 

"Scommettiamo!" accettò. 

 
 

Erano le undici in punto quando la campanella segnò l'inizio della ricreazione e, in un secondo, tutti gli allievi di quel piccolo liceo si riversarono nei corridoi e nel cortile. 

Kiba salì le scale fino all'ultimo piano, ma notò, con un certo disturbo, che la porta della terrazza era chiusa a chiave, quindi scese in cortile cercando di non bestemmiare. 

Uscì fuori dalla porta principale e subito cercò con lo sguardo i suoi compagni. Affianco al loro gruppo, riconobbe una figura che gli era molto familiare. 

Hyuga. 

Proprio nel momento in cui si appoggiò gli occhiali da sole sulla testa, la vide voltarsi verso di lui, restandolo a guardare per alcuni istanti. 

Oggi crollerà il mondo! 

Non era mai successo, nemmeno per sbaglio, che la Hyuga si girasse a guardarlo.  

Sebbene sapesse perfettamente che infondo infondo- ma molto infondo- le interessava, non l'aveva mai pizzicata a osservarlo. 

La ragazza sembrava così irraggiungibile, così perfetta, così precisa e attenta che a volte invidiava quel suo fottutissimo autocontrollo. 

Attenta e precisa come un'assassina. 

Prese una sigaretta dalla giacca e se la portò alle labbra per accenderla. Senza staccarle gli occhi di dosso, si avviò verso i suoi amici. 

Distratto dalla lunga chioma scura della Hyuga andò a sbattere contro un ragazzo del primo anno al quale cadde il telefono a terra. 

"Cazzo!" esclamò, urtato, il ragazzo. 

"Scusami! Non ti avevo visto!" si abbassò per raccogliergli il cellulare. 

"Guarda dove vai la prossima volta" gli strappò dalle mani il telefono che l'Inuzuka aveva appena raccolto e lo sorpassò. 

L'Inuzuka rimase là, fermo in mezzo al cortile e, quando tornò a posare gli occhi sulla causa della sua distrazione, incrociò di nuovo i suoi meravigliosi occhi perlacei. 

Strega. 

Finalmente raggiunse i suoi amici che, prontamente, gli chiesero a cosa stesse pensando, di tanto importante, da farlo andare a sbattere contro quel poveraccio che ci aveva quasi rimesso il telefono. 

Rimase in silenzio a fumarsi la sua sigaretta e, calandosi gli occhiali sugli occhi, puntò il suo sguardo sempre lì, su di lei. 

 
 

Stava per perdere la scommessa, non poteva crederci. 

Perché? Perché l'Inuzuka era così coglione da restare a guardarla senza ritegno? 

C'erano tante ragazze dentro quell'istituto, anche più belle di lei. 

A un certo punto udì delle imprecazioni alle sue spalle e, voltandosi, vide due amici del cane fare gli scemi tra di loro. 

Con lo sguardo, cercò Kiba che trovò a fumare in un angolo mentre rideva, ma dato che aveva gli occhiali sugli occhi non capì se la stesse effettivamente guardando. 

"Ti fissa" le disse Moegi, facendola sussultare. 

"Porta gli occhiali" cercò di difendersi. 

"Ne sei sicura?" le domando la ragazza- imbrogliandola. 

La Hyuga posò di nuovo lo sguardo sul ragazzo- senza occhiali- che puntualmente la stava osservando. 

"Non credere a chi ti dice 'ti amo', ma a chi ti guarda negli occhi e tace." il sussurro vittorioso di Moegi la irritò incredibilmente. 

 
 

Aspettò che tutti fossero risaliti nelle classi e, a passo lento, si avvicinò all'Inuzuka- che rientrava sempre cinque minuti dopo il suono della campanella. 

"Hyuga sei venuta a schiaffeggiarmi ancora?" le chiese ironico. 

"No Inuzuka" si mise di fronte a lui con le mani sui fianchi e con un sorriso sicuro. 

"Allora vuoi una sigaretta?" rise. 

"Voglio baciarti, Inuzuka, quindi vedi di abbassarti perché senza tacchi non ci arrivo lassù" lo spiazzò. 

Il ragazzo, però, sembrò esitante, come se avesse paura di ricevere un altro schiaffo- un'altra umiliazione- da lei. 

Fu la Hyuga, quindi, ad appoggiargli le mani sulle spalle, ad alzarsi sulle punte dei piedi, a far combaciare i loro corpi e a unire le loro labbra in un bacio che di casto non aveva proprio niente. 

Non appena le loro lingue si sfiorarono, si sentì arpionare i fianchi dall'Inuzuka che con le mani la saldò a sé. 

Dove scappi adesso, Hyuga? 

"Ehi voi! La ricreazione è finita, dovete tornare in classe!" urlò, loro, il bidello. 

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Capitolo 4
*** #4 ***


[#4]  

L'infermeria era un via vai di professori e alunni che venivano bruscamente cacciati. Tutti in classe, tutti tranne quei tre. 

Uno aveva un occhio nero, uno il labbro sanguinante, l'altra se ne stava sopra uno sgabello, tremando come una foglia scossa dal vento. 

"Sarutobi, Inuzuka: sospesi per tre giorni con obbligo di frequenza" disse la preside affacciandosi dalla porta dell'infermeria. 

"Stiamo scherzando spero? Volete tenermi dentro questa scuola fino a che non avrò compiuto cinquant'anni?" si alzò di scatto, l'Inuzuka, rischiando di far cadere la donna che gli stava disinfettando il profondo taglio sul labbro. 

"Per quanto mi riguarda puoi restarci anche fino al cinquantunesimo anno, Inuzuka, la cosa non mi riguarda, anche perché già sarò andata in pensione" se ne andò. 

"Lei sta scherzando, spero!" urlò. 

"Tappati quella fogna, Inuzuka! Se non fosse stato per te, a quest'ora, non saremmo qua in infermeria!" lo rimproverò Konohamaru mentre si teneva un pacchetto di ghiaccio istantaneo sull'occhio livido. 

"Modera i termini, Sarutobi". 

"Sennò cosa fai? Mi metti le mani addosso come hai fatto prima?" si alzò dal lettino e si avvicinò pericolosamente al nemico. 

"Sei solo un bastardo" sibilò l'Inuzuka. 

"Smettetela! Adesso basta!" a fatica, Hanabi riuscì a separare i due con il proprio corpo e con le mani. 

"Tu tieniti fuori, Hanabi! Deve imparare a tenere le mani al loro posto, questo ragazzo" disse con astio, Kiba. 

"Ma sì, Hanabi ha ragione. Sei solo un animale, un cane che segue l'istinto e che sa solo abbaiare" Konohamaru gli sorrise soddisfatto mentre la mano di Hanabi cercava di reggere il pugno partito da Kiba. 

"A te una sospensione non basta, ti ci vuole un vero e proprio addestramento" lo provocò ancora, ma, inaspettatamente, fu Hanabi a colpirlo in faccia. 

"Vattene". 

"Fanculo" le disse uscendo dall'infermeria e lasciando da soli i due. 

 
 

Un'ora dopo la situazione sembrava essersi calmata.  

Il traffico di gente si era affievolito, di Konohamaru nessuna traccia e la preside era tornata nel suo ufficio. 

"Spiegami che ti è preso, Inuzuka!" lo invitò la Hyuga. 

"E me lo chiedi pure? Ti sei accorta di quello che ha fatto o no?" le chiese nervoso. 

No, non poteva sopportarlo. Hanabi aveva ragione, sarebbe dovuto restare calmo e reagire in modo meno impulsivo, ma il bastardo aveva decisamente esagerato. 

"Lo so che-" 

"No non sai niente! Era già da un po' che ti fissava il culo da lontano e rideva con i suoi compari, ma mentre tu non te ne accorgevi, io lo stavo guardando. Dopo ha anche avuto la fantastica idea di toccare, il maiale" le disse con tono duro. 

"Non ha calcolato che c'era il cane a fare la guardia, però" aggiunse avvicinandosi a lei che se ne stava seduta sul lettino. 

La ragazza teneva la testa bassa. Era palese che le dispiacesse per la rissa scoppiata a causa sua e che aveva poi coinvolto anche i rispettivi amici dei due. 

Il mascara leggermente colato di lei e i suoi capelli arruffati dal casino che si era venuto a creare fecero sorridere l'Inuzuka che, con la mano sporca di sangue, le accarezzò il viso. 

Alzando lo sguardo incontrò gli occhi del ragazzo e sentì un nodo alla gola. 

La mano calda di lui andò ad avvolgere quella gelida della ragazza che scese dalla brandina e appoggiò la faccia sul petto del ragazzo. 

Non le importava della maglietta sporca di sangue, di apparire disarmata e senza difese.  

Dopo lo spavento che si era presa sentiva solo il bisogno di stringerlo e solo quando sentì le braccia del ragazzo avvolgerle le spalle riuscì davvero a calmarsi del tutto. 

Stupido Inuzuka, impulsivo, violento e mio.

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Capitolo 5
*** #5 ***


[#5] 

"Muori schifoso! Aaah!" 

Dio, fa che la smetta presto. 

"Guarda! Guarda adesso che faccio!" la invitò euforico, Kiba, mentre Hanabi stava per addormentarsi. 

"Bellissimo" disse senza pensarlo veramente. 

Non le ci volle molto per appisolarsi sul divano di casa Inuzuka. Nel frattempo Kiba ancora si agitava come se ci fosse stato davvero lui nel televisore. 

Poco dopo, però, il ragazzo spense tutto. Forse non era davvero il caso passare tutto il sabato sera a giocare con la play, in presenza di Hanabi- anche perché gliel'avrebbe fatta pagare. 

Rimise in ordine i telecomandi e si distese al fianco della ragazza che dormiva indisturbata. 

D'un tratto, Hanabi si sentì avvolgere da un certo calore e d'istinto aprì gli occhi per vedere cosa stesse accadendo. 

Non vide niente, o meglio, non poté vedere niente dato che la stanza era buia e silenziosa. Con le mani andò a cercare l'Inuzuka e lo trovò proprio dietro di sé. Si accorse solo dopo aver tastato per bene che il ragazzo non indossava più il maglione. 

"Non hai freddo così?" gli chiese a bassa voce. 

"Ho il sangue che mi bolle nelle vene, Hyuga. Anzi quasi quasi mi tolgo anche i pantaloni" disse ad alta voce facendola sussultare impercettibilmente. 

"Posso?" le chiese. 

"Si" cercò di sembrare più rilassata possibile. 

Lo sentì muoversi nel buio e poi tornare ad abbracciarla. 

"Vieni qua, lucertola" se la strinse contro il petto. 

Hanabi annusò quel suo buon odore, mentre con le labbra gli lasciò un bacio leggero sulla pelle bollente che irradiava calore anche a lei. 

Con la mano, Kiba le alzò il volto verso di lui e le baciò le labbra dapprima con dolcezza poi con passione. 

Le braccia di Hanabi andarono ad avvolgere le spalle del ragazzo e i loro corpi aderirono ancora di più. 

Non le era mai capitato di restare con lui, da sola, al buio, senza litigare. 

Bacio dopo bacio, le mani di Kiba riuscirono a liberare Hanabi dai suoi vestiti, lasciandola seminuda accanto a lui. 

Con i respiri affannati dalla lunga durata dei loro baci, entrambi sapevano perfettamente cosa sarebbe accaduto di lì a poco. 

Sovrastandola con il corpo andò ad aggredirle il collo con le labbra e con la lingua, mentre lei gli cingeva i fianchi con le gambe. 

"Hyuga, fermami finché sei in tempo" le sussurrò mentre le faceva scivolare lungo le braccia le spalline del reggiseno. 

Lei rise piano. 

"Perché ridi?" 

"Inuzuka, se io non avessi voglia di fermarti?"  

Hanabi non poteva, non doveva sussurrargli quelle parole con quel tono di voce o sarebbe impazzito. 

Tornò a concentrarsi sul collo della ragazza che respirava affannata a causa dei morsi e delle mani di lui che l'avevano, ormai, lasciata del tutto nuda. 

Le prese le mani e se le portò sui fianchi, ai bordi dei suoi slip che poco dopo scivolarono via. 

Ripresero a baciarsi più impetuosi di prima, con più foga, con più passione e con più ardore. 

Kiba prese la ragazza e mettendosi a sedere, la mise a cavalcioni su di sé. 

"Rilassati" le sussurrò dolce, il ragazzo, accarezzandole i capelli. 

Aveva notato quanto Hanabi fosse inesperta e impacciata, ma voleva tranquillizzarla. 

Lei sospirò. Il cuore le batteva all'impazzata e, mentre una parte di lei lo voleva, l'altra aveva paura di sbagliare. 

"Sì, hai ragione" gli disse cercando di scrollarsi di dosso tutta quella tensione. 

Tornò a baciarla mentre con le mani iniziarono a esplorarsi. 

I respiri divennero sospiri. 

"Ti voglio, Inuzuka!" disse Hanabi con il volto nascosto nell'incavo del collo del ragazzo. 

"Mi vuoi?" chiese lui senza smettere di toccarla e di accarezzarla. 

"Sì" sospirò. 

"Ma se il primo giorno in cui ci siamo incontrati hai detto che del mio pisello non te ne importava niente!" disse ridendo.  

"Non fare lo stronzo e prendimi" gli morse la pelle, facendolo lamentare. 

Anche in questi momenti deve fare la stronza. 

Lentamente cercò di farsi strada dentro di lei. 

L'istinto gli diceva di spingere forte, ma sentiva che la ragazza, provando dolore, era tornata rigida come un pezzo di legno. 

Iniziò ad accarezzarle la schiena cercando di alleviarle la tensione, ma sembrava del tutto inutile. 

Con le dita arpionate sulle spalle di lui, Hanabi cercava di soffocare il dolore. 

Si sentiva lacerare dentro, percepiva un fastidioso bruciore, le faceva male. 

Le braccia di Kiba la avvolsero mentre con le labbra le baciava la fronte calda. 

I movimenti del bacino di Kiba continuarono lenti, mentre la Hyuga sentì uno strano calore fra le gambe. 

Estranea alla sensazione e allarmata, pregò il ragazzo di fermarsi. 

Quando l'Inuzuka andò ad accendere la luce, si trovò del sangue sia addosso, sia sul divano. 

 Hanabi sbarrò gli occhi, impaurita. 

Si alzò dal divano e con le gambe tremanti corse verso la cucina in cerca di qualcosa per pulire, ma una mano l'afferrò e Kiba l'abbracciò a sé, baciandole prima la fronte, poi le labbra. 

"Ho fatto un casino!" disse scombussolata dalla marea di emozioni e sensazioni che stava provando tutte insieme. 

"Sei bellissima" la guardò dritta negli occhi, tappandole la bocca con la mano. 

Sta' zitta, amore.

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Capitolo 6
*** #6 ***


[#6] 

Il vento freddo penetrava fino alle ossa. Non era stata sicuramente una buona idea uscire con la moto in pieno marzo, nonostante il sole accecante di quella giornata. 

Kiba sentiva perfettamente l'abbraccio di Hanabi che da dietro gli cingeva i fianchi e si teneva stretta a lui, salda, come se fossero stati una cosa sola. 

Sentiva anche il peso del casco della ragazza appoggiato sulla sua schiena, a contatto con il suo giubbotto di pelle nera. 

A Natale le aveva fatto una sorpresa e gliene aveva preso uno identico anche a lei perché "cazzo che moto, mi ci devi far fare un giro, Inuzuka". 

Accelerò vertiginosamente sentendo il cuore pulsare più veloce, lo sguardo di Hanabi nello specchietto si era posato su di lui. 

Non riusciva ancora a capire come il destino gli avesse potuto far piovere dal cielo quella ragazza che tanto lo riempiva d'amore quanto gli faceva partire i nervi. 

Non era facile stare con lei, da quando stavano insieme aveva iniziato a fumare di più, a bestemmiare e a essere irritabile- ma solo quando lei non c'era. 

Come era riuscita a legarlo a  a tal punto? 

Le braccia di lei andarono a stringere un po' di più la vita del ragazzo. 

 Non mancava molto, erano quasi arrivati. 

Giorno dopo giorno erano diventati inseparabili e totalmente dipendenti l'uno dall'altro. 

Kiba rallentò fino a fermarsi, appoggiando i piedi a terra per non rischiare di cadere insieme ad Hanabi e con tutta la moto. 

"Scendiamo, dai" le disse mentre si slacciava il casco. 

"Aiutami a togliere questo maledetto coso, Inuzuka!" gli ordinò la Hyuga. 

Non posso vivere così. 

Oh sì che poteva, anzi doveva e lo sapeva bene. 

"Vieni qua, rompipalle" le slacciò con destrezza il casco per poi sfilarglielo delicatamente. 

Hanabi scosse la testa per riordinare un po' i capelli, poi guardò il ragazzo e gli sorrise, bella più che mai. 

Presero lo zaino che la ragazza aveva appoggiato a terra, l'Inuzuka le circondò la vita con un braccio e insieme si incamminarono verso la spiaggia. 

 
 

"Mi devi aiutare a studiare per la maturità, Hyuga" le disse mentre entrambi se ne stavano sdraiati su un asciugamano a sentire il rumore delle onde del mare. 

"Scordatelo! Con tutte le volte che hai ripetuto il quinto anno dovresti sapere quella roba a memoria". 

"Mi riprendo il giubbotto di pelle" la minacciò. 

"Fottiti, no". 

"Devo ricordarti chi comanda?" le prese i polsi e glieli portò sulla testa, poi si mise su di lei a cavalcioni, bloccandole ogni movimento. 

"Invece di fare tanto il coglione, baciami forte, Inuzuka!" lo invitò. 

Si sa, Kiba non sa resistere alle provocazioni di Hanabi e l'accontenta sempre, sempre e comunque. 

Mentre s'impossessava delle labbra della ragazza, con prepotenza iniziò a toglierle dapprima la giacca, poi la maglia. 

Animale. 

Lo sentì sorridere contro le sue labbra. L'Inuzuka già pregustava ciò che stava per accadere su quel telo da mare. 

Mentre Hanabi continuava a baciarlo, iniziò a fare la stessa cosa con i vestiti di lui. 

Kiba si ritrovò pochi attimi dopo con solo le mutande addosso. 

Sta volta fu lei a sorridergli contro le labbra. 

"Allora, lo vuoi fare questo bagno?" si liberò improvvisamente delle labbra e delle mani del ragazzo che rimase a guardarla eccitato e scombussolato. 

"Bagno? Siamo a marzo, ragazzina" non era davvero il caso di ammalarsi. 

"Aspettami qui allora" si alzò sfilandosi i pantaloni e gettandoli sulla sabbia. 

"Hyuga siamo venuti con la moto, ti bagnerai i capelli e dovremmo aspettare che si asciughino prima di poter ripartire" cercò di convincerla a non andare, ma la ragazza già si era incamminata. 

La voleva là, su quell'asciugamano, nuda, sotto di lui. 

"Invece di lagnarti vieni in acqua, almeno per ridurre quell'enorme bozzo che si è formato nelle tue mutande, idiota" gli disse sorridendo mentre iniziava a correre verso la riva. 

L'Inuzuka guardò verso il suo basso ventre e con un flebile "stronza" si alzò di scatto, iniziando a correre verso la compagna. 

Quando la raggiunse la spinse a terra, facendola sporcare di sabbia umida e dando inizio a una lotta senza esclusione di colpi. 

"L'hai fatto apposta non è vero, stronzetta?" 

La ragazza continuava a ridere mentre cercava in tutti i modi di liberarsi dalla morsa d'acciaio che Kiba esercitava su di lei. Non poteva muoversi, era completamente bloccata sotto di lui che le stava spalmando quintali di sabbia bagnata addosso. 

Smise di ridere solo quando il ragazzo, ripresosi le sue labbra, aveva poi iniziato a giocare con l'elastico degli slip di lei. 

Solo una piccola vendetta. 

Abile iniziò ad accarezzarla nei punti più delicati, facendola sospirare e a tratti gemere. 

Solo quando la sentì arcuare la schiena verso di lui, si alzò, lasciandola sola e insoddisfatta sul bagnasciuga.  

"Vieni a sbollire le tue voglie, Hyuga" le propose l'Inuzuka mentre sguazzava fiero in mare. 

"Sei un approfittatore, Inuzuka, questa me la paghi" lo avvertì mentre entrando in acqua si sistemava gli slip. 

"Vuoi la guerra?" Kiba si avvicinò a lei. 

"Assolutamente no! Voglio solo che continui il lavoretto che avevi iniziato poco fa, Inuzuka" lo guardò con aria di sfida mentre si ancorava con le gambe ai fianchi di lui. 

"Non ti sazi mai?" le chiese. 

"Perché tu sì?" gli passò la mano sull'erezione. 

Scoppiarono a ridere stretti l'uno all'altro, mentre il sole iniziava a calare sull'orizzonte. 

Non sarebbe stato per niente facile tenere testa- per una vita intera- a una come Hanabi Hyuga, sempre agguerrita e pronta a tutto, ma Kiba lo sentiva dentro: erano nati per farsi la guerra e poi farsi l'amore. 

La guardò dritta negli occhi, cibandosi ancora una volta delle sue labbra. 

Hanabi intanto sentiva il cuore sciogliersi e l'urgente bisogno di prenderlo là, perché sentiva di volerlo, di appartenergli, di voler essere un tutt'uno con lui. 

Erano nati per odiarsi e poi amarsi. 

Ti amo. 

Ti amo. 

Grammatica e stile: 9/10 punti 
Niente male, davvero niente male. Ho poco e nulla da dire riguardo a questo parametro poiché ho apprezzato molto il tuo stile che, fra l'altro, calza a pennello alla coppia che hai dovuto rappresentare in questa storia. L'ho trovato fresco e divertente, davvero una bella accoppiata! Anche per quanto riguarda la grammatica sei andata molto bene, ho trovato solo una svista, che ti riporto qui sotto: 
“[...] "Arrivo meglio alla tua faccia nel caso dovessi darti un pugno in faccia, Inuzuka" gli rispose con un finto sorriso […]” → vi è una ripetizione, trovo che tu debba eliminare l'ultimo in faccia
Per il resto non ho trovato errori grammaticali ma soltanto frasi la cui disposizione della parole non mi era molto congeniale. Ma nulla di troppo obbrobrioso, forse solo una mia impressione personale xD 
Originalità: 8,5/10 punti 
Senza alcun dubbio ho trovato questa storia molto originale, tranne per alcuni cliché che, anche se non mi sono dispiaciuti, ho trovato un po' ripetitivi. Nonostante ciò l'ho trovata innovativa, forse anche supportata dal contesto AU. 
IC: 9,5/10 punti 
Un IC quasi pieno e tutto assolutamente meritato! Ho trovato molto attinenti al personaggio sia Hanabi che Kiba anche se avrei anche gradito se tu avessi aggiunto anche un po' di zucchero ad entrambi. Per il resto nulla da dire! 
Trama: 9/10 punti 
La cosa che mi è piaciuta di più di questa raccolta è, appunto, il fatto che ogni piccola OS sembri collegata all'altra. In questo modo la trama ne ha sicuramente giovato, facendo in modo che tu raggiungessi tale risultato. Una bella trovata, ha dato alla trama maggiore ampiezza e l'ho davvero apprezzato. 
Uso pacchetti: 8,5/9 punti 
Tutti i pacchetti sono stati usati molto bene, ho tolto mezzo punto perché in certi casi ho trovato l'uso un po' banale. Nonostante ciò mi è davvero piaciuto come l'hai adoperati, tanto di cappello! 
Uso citazione: 3/3 punti 
Anche qui non mi hai delusa! La citazione è stata usata molto molto bene, l'ho trovato un modo originale farlo dire a Moegi dopo che la nostra cara Hanabi ha perso quella scommessa xD Mi sono messa a ridacchiare come una scema e il risultato è stato molto soddisfacente! 
Giudizio personale: 5/5 punti 
Anche qui, il punteggio pieno. La storia mi è piaciuta da impazzire, non soltanto per la coppia adoperata – che io adoro – ma anche per il modo personale in cui hai deciso di evolvere la storia. L'ho letta tutta d'un fiato e mi sono emozionata, quei due con i loro battibecchi sono adorabili! Hai aggiunto anche una buona dose di passione che a questa coppia non deve mancare, sei stata molto brava ;D 
Totale: 52,5/57 punti 



Bonsoir piccini miei!
Qui è Pichan che vi parla, una Pichan che per tutta la durata della storia non si è fatta sentire per niente (sono una persona orribile), ma purtroppo ero piena di roba da fare e ho avuto davvero tanta difficoltà a scrivere tutti i capitoli di corsa.
Tralasciando le chiacchiere, vorrei ringraziarvi perché malgrado le poche recensioni, in molti avete seguito questa raccolta e beh, a me va bene anche così, lo trovo abbastanza positivo. 
Probabilmente la mia ff vi ha destato interesse, quiiiindi ok! :3
Ovviamente avrete capito che le parti in blu sono i pensieri di Kiba, mentre quelle in viola quelli di Hanabi.
Non vedo l'ora di ricevere il giudizio, so già che non sarò la vincitrice del contest, ma ciò che conta saranno i consigli della giudicia, Maiko_chan.
Detto questo, ora tornerò a "Waves", dopodiché a "Occhi Blu".
Aspetto una vostra opinione finale, sono davvero troppo curiosa di sapere come vi è sembrata nell'insieme la mia fic quindi, se avete dieci secondi, vi sarei grata se lasciaste una piccolerrima recensione! :*
Un bacione a tutti, a presto.

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