It's my tribute

di hermione_W
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

E' finita.
Guardo il mio orologio, mancano solo cinque minuti alla fine della scuola. Aspettavo questo momento da mesi e, finalmente, è arrivato, per la mia gioia e per quella di tutti gli altri studenti.
Solo cinque minuti e avrò tre mesi completamente liberi, privi da ogni impegno e colmi di divertimento e spensieratezza. E' il giorno più bello dell'anno, quello in cui cominci a progettare le vacanze e a sperare che le prossime siano le migliori della tua vita.
A 18 anni soprattutto si è colmi di aspettative, poiché ci si perde nei propri pensieri quando si ipotizzano avventure ed amori estivi, in particolar modo se questi non ci sono stati mai nella propria vita.
Amichevole, sognatrice, timida. Questa è Alessandra, questa sono io.
Il mio Casio dorato mi riporta alla realtà, il suo squillo indica la fine dell'ora. Perchè Casio, e perchè dorato?
Semplice, è l'orologio di John Newman, il mio idolo.
E' passato già un anno da quando ho ascoltato Love Me Again in radio e mi sono perdutamente innamorata di quella melodia perfetta, di quella voce profonda. Quando ho scoperto che anche le altre canzoni erano uno spettacolo ho deciso definitivamente di essere una Newmie. Non potevo rimanere indifferente a quel fenomeno musicale.
E così è nata la mia passione per la sua musica, con la quale ho contagiato anche la mia amica Sofia. Ricordo ancora il giorno in cui siamo andate insieme alla Feltrinelli per acquistare le nostre copie dell'album Tribute. E' stato indimenticabile.
Mi affretto ad uscire dal cancello, con gli auricolari nelle orecchie, aspettando che esca Sofia, la quale frequenta un altro corso. Seleziono Gold Dust, una delle mie preferite e comincio a canticchiare tra me e me. Incredibile come qualcosa di così semplice riesca a rendermi felice.

“ Hear me now, it's my time to talk.
I'm throwing out this two years of thoughts.
Please and take a deep breath,
I'll lay my heart out, helpless on the floor...”


Arriva Sofia e capisce già cosa sto ascoltando. < < Aspetta Ale, ti leggo il labiale...Gold Dust?> > Chiede Sofia.
< < Giusto...Vabbè me lo dovevo aspettare. > > Sorrido.
< < Ovvio, che pretendi da una Newmie impazzita come me?!? > > Cerca di giustificarsi e ridacchiamo insieme. Abbiamo programmato di passare l'estate insieme e di divertirci, quindi nulla e nessuno può adesso peggiorarci l'umore. Ieri è stato il suo compleanno, è diventata anche lei maggiorenne, e il mio regalo è stato molto originale. Una torta con la scritta “Tribute” in grande. Lei è rimasta a bocca aperta e mi ha abbracciata così forte da strozzarmi quasi. Non me lo meritavo...
Andiamo a casa mia e ci precipitiamo in camera. Giorgia sta utilizzando il computer e, come già avevo previsto, chiederle di uscire si è rivelato inutile. E' una rompiscatole tremenda, eppure ha 13 anni. Secondo il mio punto di vista dovrebbe crescere e non fare più la bambina. < < Stavo io, non darmi fastidio! Va' da un'altra parte! > > Piagnucola. Purtroppo sono costretta ad andarmene, con Sofia al seguito che ride per la situazione. Le rinfaccio che non c'è niente da ridere e che è fortunata ad essere figlia unica.
Andiamo al parco e ci sediamo nel primo posto libero che troviamo . Roma è molto bella in questa calda giornata di fine primavera.
La maggior parte dei ragazzi ha deciso di festeggiare la fine della scuola giocando a pallone o facendo pic-nic. Noi siamo più tradizionali, ci accontentiamo di stenderci su una panchina all'ombra.
< < Che effetto fa essere liberi da ogni impegno? > > Mi chiede Sofia.
< < Bah, non so, dimmelo tu...> > Ogni tanto le sue stupidate mi fanno ridere.
Decidiamo di osservare una partita a pallone, organizzata dai ragazzi della nostra sezione. Devo dire che sono abbastanza bravi, riescono ad effettuare passaggi eccezionali. Noto che lo sguardo di Sofia si è soffermato su un tipo seduto dall'altra parte del campetto.
< < Guarda Ale, non assomiglia a John? > > Esclama. Chiudo gli occhi sollevata...Sofia è peggio di me.
 Però non ha tutti i torti, il ragazzo ha i suoi stessi capelli. Ma non ha la sfumatura bionda...Quella è fondamentale.
< < Beh, un po' si...Magari fosse lui...> >
< < Puoi dirlo forte, ma ti pare che venga a Roma? Con tutti i posti davvero belli in cui può andare.> > Dice triste.
< < Infatti...Beate quelle fan che sono andate al suo concerto o che lo hanno incontrato. Credo che per una foto con lui mi limiterò al fotomontaggio. > >
< < No dai, in futuro andremo insieme al suo concerto. Te lo prometto. > > Mi sorride. Ricambio.
E' bellissimo condividere le proprie passioni con qualcuno, soprattutto con un'amica pazza ma allo stesso tempo fantastica come lei.
Ciao :D
Rieccomi qui con una nuova fanfiction, questa volta per un fandom diverso!
Ebbene sì, ho deciso di scrivere una fanfiction riguardo John Newman dopo che quest'idea ha cominciato a frullarmi in testa :)
Purtroppo ci sono solo 4 fanfiction qui, inclusa la mia.
Se vi è capitato di essere passati qui, lasciatemi una recensione, anche per dirmi solo che avete letto.
Ci tengo, soprattutto perchè se non ci saranno lettori non andrò avanti con la storia. Mi dispiacerebbe tantissimo però lasciarla incompleta, quindi, se potete, rendetemi felice con una recensione ;)

P.s. : Prima che qualche Newmaner/ Newmie mi azzanni, so che John è andato a Roma per il Music Summer Festival nel 2013, ma ho fatto finta come se ciò non fosse mai accaduto :)

A presto :D
la vostra hermione_W

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2


< < Ehi, guarda quel vestito! Secondo te com'è? > > Chiedo a Sofia.

E' passata circa una settimana dalla fine della scuola e per questo pomeriggio ci siamo organizzate per fare compere al centro commerciale. E' da ore che vaghiamo per la galleria in cerca di qualcosa d'interessante da acquistare ma non abbiamo ancora trovato nulla.

< < Mmh...Non mi convince. Vediamo da un'altra parte. > > Mi risponde, annoiata.

E' la decima volta che cambiamo negozio e, stanche, decidiamo di fermarci in terrazza e di prendere qualcosa da bere. Lo shopping è divertente, ma fino ad un certo punto.


< < Basta, non voglio più vedere negozi di moda in vita mia! > > Esclamo ad un tratto, mentre usciamo dal centro commerciale. Alle fine non abbiamo concluso alcunchè , solo perso un mucchio di tempo. Salgo sul motorino di Sofia e mi lascio avvolgere dalla leggera brezza estiva, che mi scompiglia i capelli. Dopo circa un quarto d'ora, arrivata a casa, saluto la mia amica e varco il cancello. Noto che mio padre parla animatamente al telefono, seduto sul divano, mia madre cerca di ascoltare la sua conversazione e mia sorella con gli auricolari, fa finta di nulla.


Mi precipito in camera mia e accendo il computer per controllare Facebook.

Oltre le migliaia di banalità che condividono i miei amici e che mi appaiono sulla home, spunta un post di John, dove dice che per un po' di tempo non potrà essere online. Che bello, penso, passare settimane senza aggiornamenti da parte del proprio idolo. Di sicuro non è il modo migliore per cominciare le vacanze. Spero che possa tornare al più presto.


Ceno e prendo posto sul divano per vedere un po' qualcosa su Mtv.

Mia sorella protesta ma la lascio perdere. Per una volta almeno voglio averla vinta.

Ad un tratto mio padre chiama me e Giorgia e ci dice di andare da lui un attimo. Non ho idea di cosa voglia dirci. Anche mia madre è lì con lui.


< < Ragazze, abbiamo organizzato le vacanze estive. Quest'anno andremo in un posto un po' più distante del solito, ma sono sicuro che vi piacerà tantissimo. La nostra meta è Montecarlo.

Partiremo tra una settimana più o meno, si è liberato un posto così ho deciso di prenotare subito. > >

Dice mio padre con calma.

Bene. Avevo programmato di passare almeno le prime settimane estive qui in città con Sofia e le altre mie amiche, ed ecco qualcosa che scombussola tutti i piani. Sospiro, visibilmente.

Perchè le cose non vanno come dico io? E' così difficile far filare tutto liscio? Potevano prima chiedermi cosa ne pensavo...


< < Tra una settimana...? Così presto? > > Gli domando accigliata.

< < Si, era la prima data disponibile. > > mi risponde.

< < Ma mi sono organizzata con Sofia per delle uscite nelle prossime settimane! Non si può disdire ed andare più tardi? > > chiedo in preda allo sconforto.

< < No, ho già confermato. Dai, non ti preoccupare. Potrai sentirti con lei via telefono, sono sicuro che ti divertirai! Ci saranno molti altri ragazzi della tua età. > > Cerca di rassicurarmi.

Certo, penso, che parlano altre lingue. Gli rivolgo un' occhiataccia e ritorno in camera. Ho il sangue in ebollizione, potrei scoppiare di rabbia da un momento all'altro. In realtà sono infuriata non principalmente per il fatto che non mi abbiano interpellata prima di decidere ma perchè a giorni sarei dovuta andare ad una festa in spiaggia, in cui ci sarebbero stati molti ragazzi, e forse quella sarebbe potuta essere l'occasione per conoscere qualcuno di interessante. D'altronde io sono una ragazza abbastanza timida e ci metto molto a fare amicizia, quindi lì mi sarei potuta dimostrare una persona diversa dal consueto.

Purtroppo, a quanto pare, c'è sempre qualcuno o qualcosa che ostacola i miei desideri e fa sì che non possano mai realizzarsi. Inizio a pensare che io sia una sfigata cronica.




< < Pronto, Sofia. Sono Alessandra. Volevo dirti che non posso più venire alla festa in spiaggia. > > le dico tutto d'un fiato.

Ci ho pensato stanotte, ho riflettuto a come avvisare i miei amici della mia mancata presenza alla festa. Non sono riuscita a formulare alcun pensiero decente.

< < Che è successo, Ale? Ti trovo giù. Raccontami. > > mi esorta. Sospiro.

< < Nulla di che... E' solo che partirò a giorni per Montecarlo. Starò via una settimana, hanno deciso tutto di fretta. Mi dispiace ma non l'ho voluto io. > > Le dico.

< < Oh, peccato. Mi sarebbe piaciuto andare alla festa con te. Non ti preoccupare, so che non è colpa tua. Allora avviserò io gli altri. Tu divertiti, eh? Non pensare alle occasioni perse ma a quelle che potrebbero capitarti! Non si va a Montecarlo tutti i giorni. > > Mi dice, tirandomi su di morale.

Incredibile come lei conosca sempre il modo di rendermi felice. Non per niente è la mia migliore amica.

< < Ok, mi hai convinta. Ormai quel che è fatto è fatto, non serve essere tristi. > >

< < Così mi piaci! Mi raccomando alla valigia, non riempirla troppo...Potrebbe esplodere! > > Ridiamo insieme.



Mancano solo due giorni alla partenza e non ho ancora preparato nulla. Ci metto molto a decidere cosa portarmi ma questa volta sto proprio esagerando. Ciò che porterò di cui sono sicura sono il mio album di John, il cellulare, le cuffie e il caricabatterie. Per i vestiti sono nel panico. Sicuramente dovrò portarne qualcuno di elegante. Non si sa mai.



E' arrivata la mattina della partenza. Siamo tutti assonnati e vaghiamo di stanza in stanza per raccattare le cianfrusaglie dell'ultimo minuto che potrebbero servire in viaggio. Per fortuna Giorgia è meno sveglia di me, infatti non mi dà fastidio e pensa a sonnecchiare.

Mia madre cerca di chiudere tutte le valigie, anche se queste si rifiutano perchè colme di robe varie e mio padre l'aiuta.

Così ho tempo di staccare un poster di John dalla parete e di metterlo in borsa.

Ripenso a quella volta in cui vidi per la prima volta un suo video musicale. Restai così affascinata da quel ragazzo con quella voce unicamente profonda e carica di emozioni che subito lo condivisi con Sofia. Dubitavo che a lei sarebbe piaciuto, ma per fortuna le provocò lo stesso effetto che ebbe su di me. John ci ha conquistate con la sua incredibile energia.

Poso il mio sguardo sulla foto che rappresenta il brano Out of my head. I suoi occhi cerulei persi nel vuoto mi trasmettono un senso di calma incredibile. Lo ripiego e lo conservo nello zaino, all'interno della copertina di Tribute.


Mi lascio casa alle spalle, mentre carico le mie borse nel bagagliaio ed entro in macchina.

Subito mi infilo gli auricolari e faccio partire la musica.

Inizio a canticchiare e a perdermi nei miei pensieri. Fortunatamente questa vacanza sta cominciando per il meglio.

Angolo autrice:

Ave popolo xD

Rieccomi qui con il secondo capitolo della mia fanfiction. Mi dispiace tanto che non venga seguita molto, per cui, se per caso passate di qui, vi chiedo gentilmente di lasciare un breve commento, per farmi capire che, anche se in pochi, ci siete :)

Spero che vi piaccia e che possiate inserirla tra le seguite, ricordate o preferite. Mi farebbe tantissimo piacere ^-^

A presto Newmaners ( e non) xD

hermione_W

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3


Il viaggio in aereo è stato piuttosto stressante. Non l'avevo mai provato prima d'ora ed ho scoperto di soffrire il mal d'aria, per mia sfortuna. Giorgia rideva come una matta mentre cercavo di non vomitare...Quella stupida.

I controlli sono stati severissimi, ogni minimo oggetto di metallo è stato perquisito. Persino il mio Casio ha suscitato dei dubbi al check-in, tanto che ho dovuto toglierlo e lasciarlo esaminare.


Ora siamo in un taxi che assomiglia molto a quello dei film ambientati negli Stati Uniti.

Sfrecciamo attraverso la strada perfettamente asfaltata, circondata da un paesaggio da sogno. Un'infinità di spiagge si susseguono l'una dietro l'altra, lasciando talvolta spazio a distese di prato.

Mi sembra di essere a Miami mentre osservo quello spettacolo. Un'emozione unica.

Apro il finestrino e sento la brezza estiva che mi scompiglia i capelli. E' molto piacevole e mi trasmette un senso di tranquillità incredibile.


Ci mettiamo circa un'ora e mezza dall'aeroporto a raggiungere il nostro luogo di villeggiatura, ma ne vale davvero la pena. Un villaggio così bello l'ho visto solo in televisione. Yacht e imbracazioni di ogni genere parcheggiati nel porto fanno da cornice ad un panorama mozzafiato.

Sorrido per la prima volta da quando sono scesa dall'aereo.


Scarichiamo i bagagli e raggiungiamo la reception. E' colma di gente di ogni tipo, proveniente da diverse parti del mondo. Mi ero dimenticata di quanto fosse famoso come luogo e dico a me stessa di non meravigliarsi per questa pluralità di gente lì presente.

Prendo il manico del mio trolley e comincio a trasportarlo, faticando. Ad un tratto pesto i piedi di qualcuno, per errore. Mi volto per scusarmi.

< < Oh, perdonami davvero. Sono una sbadata, purtroppo la valigia è pesante...> >

< < No, tranquilla va tutto bene! > > Mi risponde una ragazza della mia età più o meno, dalla carnagione color cioccolato e dai capelli bruni e ricci. Mi osserva incuriosita per un attimo poi riprende, sorridendo. < < Io sono Ella, molto piacere. > > Mi tende la mano.

< < Io Alessandra. Piacere mio! > > Affermo, afferrandola. Sembra piuttosto simpatica.

< < Da dove vieni? > > Le chiedo. Lei mi dice di avere origini sudafricane, ma di essere nata e di vivere a Milano. Io le rivelo di essere di Roma, ma lei mi comunica di non esserci mai stata. Neanche io sono mai stata a Milano in realtà. Mi piacerebbe andarci però, o meglio mi sarebbe piaciuto andare in occasione del concerto di John, ma non è stato possibile.


< < Anche tu villeggerai qui, quindi? > > Le chiedo. Mi risponde di si. Bello, sto già conoscendo qualcuno di nuovo. Di solito mi capita di fare amicizia troppo tardi. Ad un tratto vengo chiamata dai miei e mi comunicano di aver ricevuto le chiavi. Così mi congedo da Ella e le dico di rivederci in giro.


Salgo sul terrazzino e scatto una foto del paesaggio da inviare a Sofia. Sono sicura che le piacerà, anche perchè adora le località di mare. Infatti, mi risponde con un'emoticon dagli occhi a cuoricino. Mi dispiace davvero che non sia qui.


Scendo e vado a fare un giro in spiaggia, lasciando i miei nella stanza a sbrigare le faccende di riordino. Sono abbastanza pigra, lo so. Subito vengo attratta dalla moltitudine di gente che prende il sole o si gode il mare facendo tuffi ed immersioni. Per ora non mi unisco a loro, sto solo esplorando il territorio. Il caldo è insopportabile e decido di fermarmi al bar per prendere un thè. E' la mia bevanda preferita, l'unica capace di rinfrescarmi e di farmi tornare il buonumore. Continuo a passeggiare, godendomi la calura estiva, quando scorgo in lontananza un ragazzo molto alto, piuttosto robusto e con quello che sembrerebbe un ciuffo biondo, ma non ne sono sicura. Sorrido tra me e me, sembra John visto da qui. Ormai mi stupisco di quante volte immagino di vederlo. Trovo persone che gli assomigliano anche quando non ce ne sono. Cerco di rivedere meglio quel ragazzo ma mi volto e non c'è più. Sarà stata un'allucinazione, come sempre d'altronde.

Il posto più strano in cui ho immaginato di vederlo è stato allo studio dentistico vicino casa mia.

Sono troppo fantasiosa, ciò è abbastanza dannoso...


Continuo a camminare persa nei miei pensieri quando mi accorgo di aver fatto tanta, troppa strada.

Avrò percorso circa due kilometri, infatti comincia già a tramontare il sole. Do un'occhiata all'orologio. Sono le sette.

Ripercorro velocemente la strada e quando, stremata, arrivo in camera i miei cominciano a gridarmi contro. Rispondo loro che non ho mai guardato l'orario durante la mia passeggiata e alla fine si arrendono alle mie giustificazioni, per fortuna.

Scendiamo per la cena e sulla via del ristorante incontro Ella, che mi saluta sorridendo, come se fossimo amiche da molto tempo.

< < Alessandra che ne dici di venire a fare un giro in centro stasera? Ti posso portare a conoscere meglio la città, io ci vengo ogni anno. > > Si propone amichevolmente.

All'inizio sono un po' titubante, anche perchè ci metto molto a fidarmi di qualcuno, ma la sua disponibilità mi fa riconsiderare il tutto e acconsento. Prevedevo una bella serata.

Così ceno e, insieme ad Ella, esco dal resort per raggiungere il centro. Montecarlo è pazzesca, fin troppo mondana per i miei gusti. Ci sono locali e negozi dappertutto, e giochi di luce che li rendono ancor più attraenti. Cominciamo a esplorare i negozi e a chiacchierare un po', per conoscerci meglio. E' una ragazza molto simpatica e divertente, sto bene con lei. Mi parla della sua famiglia, dicendomi che ha un fratello maggiore che lavora negli Stati Uniti e io le parlo di mia sorella, anche se avrei preferito non farlo.

< < E così adori i cani? Devo dire che io preferisco i gatti ma anche loro non mi dispiacciono > > mi dice, notando la fantasia sulla mia borsa. Si, mi piacciono davvero, ma non ne ho mai avuto uno.

Le chiedo se ha mai provato ad essere fidanzata con qualcuno e lei mi dice che ha avuto una storiella con un ragazzo della sua scuola ma che non è durata molto. Io ammetto che non sono mai stata fidanzata e lei mi dice che probabilmente è meglio essere single. Molte volte mi chiedo se l'amore provochi davvero così tanta delusione.

Mi porta a vedere un negozio davvero fantastico, in cui vendono abiti di ogni tipo di griffe e stile, con l'unico difetto del prezzo, che è enormemente esagerato.

Ci divertiamo a provare diverse felpe nel camerino e a scattare foto. Purtroppo non compriamo nulla e decidiamo di recarci nella libreria lì vicina. Noto alcuni libri interessanti e mi prometto di comprarne almeno uno prima della fine della vacanza.

Per la via ci sono numerosissime discoteche che ci attirano con la musica a palla che proviene da dentro. Ad un tratto ci viene il desiderio di entrare ma decidiamo che è meglio organizzarci per un altro giorno. D'altronde siamo arrivate giusto oggi e abbiamo ancora una settimana per spassarcela.

Immagino come Giorgia starà rodendo di rabbia sapendo che io sono in giro per Montecarlo.


Una gelateria si presenta nel posto giusto al momento giusto. Decidiamo di prendere un gelato e poi di tornare. E' già quasi mezzanotte e la stanchezza comincia davvero a farsi sentire.

< < Ho sempre adorato i film horror. Mio fratello più grande aveva una paura terribile, io ridevo invece! > > Ridacchia Ella.

< < No, io sono come tuo fratello. Ho paura di qualsiasi cosa, ma soprattutto dei ragni...Che schifo. > > Rabbrividisco visibilmente ed Ella ride.

Arrivate al resort ci salutiamo e ci diamo l'appuntamento a domani.



Non avrei mai immaginato cosa sarebbe accaduto il giorno dopo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4


Apro gli occhi e subito la luce mi pervade la vista. Ho dormito benissimo e tanto, infatti sono già le nove. Decido di prepararmi per passare una mattinata in piscina, infatti in dieci minuti sono già pronta per uscire. Il sole oggi splende in una maniera incredibile ed è una giornata perfetta per restare a mollo in acqua tutto il giorno. Occupo un lettino e mi stendo beata, mentre lascio che il sole mi accarezzi la pelle. Intanto accendo la radio del mio cellulare e provo a cambiare stazione ma non trovo nulla di interessante. Ad un tratto mi ricordo di non aver fatto colazione e mi avvicino al bar per prendere qualcosa. Prendo il mio cornetto e vado a sedermi di nuovo, quando sento qualcuno che parla in inglese dietro di me. Ci sono persone di tutte le nazionalità qui, non devo stupirmi. Adoro l'accento inglese, mi è sempre piaciuto. Infatti ho anche seguito un corso Trinity ma dubito che mi servirà davvero nella vita. E' vero, sono migliorata molto soprattutto nella pronuncia ma al momento non mi pare che l'inglese mi stia servendo molto.

Curioso però, assomiglia alla voce di John. Mi volto ma sembra che quel qualcuno che parlava si sia dileguato. Inizio a pensare che io stia impazzendo davvero, negli ultimi giorni sono peggiorata. Ho avuto già due allucinazioni da ieri. Mi sembra di essere inseguita da un fantasma.


Incontro Ella e decidiamo di andare a tuffarci in piscina. Non ce ne accorgiamo e passiamo lì tutta la giornata, tanto da scordarci anche del pranzo. A cena infatti sono affamata e rimango così tanto tempo a rimpinzarmi che intanto l'orario passa. Convinta di dover uscire nuovamente in centro, corro in camera ma i miei mi intimano di restare perchè è già tardi. Ovviamente protesto ma loro non ne vogliono sentire. Bene, mi toccherà passare una noiosa serata al resort brancolando di zona in zona come uno zombie mentre Ella si divertirà in centro. Che bel programma.


Ad un tratto però dicono di voler andare nella zona del palcoscenico perchè avrebbero organizzato qualcosa per l'intrattenimento. Certo, conosco a memoria gli spettacoli che vengono messi su per far ridere la gente...Sono tutti uguali ed estremamente banali. Vado comunque perchè sfortunatamente non ho nulla di meglio da fare, portandomi gli auricolari in caso di noia totale. Hanno anche tolto le sedie, insolitamente.

Dopo qualche minuto sale un presentatore sul palco, il quale annuncia un ospite speciale. Sarà qualche clown per far divertire i bambini, come al solito. Così decido di allontanarmi un attimo, per parlare un po' con Sofia, ma prima che io possa telefonare sento che qualcuno inizia a suonare. La musica si fa sempre più intensa e completa. Degli strumenti cominciano improvvisamente ad intonare una melodia. Purtroppo c'è il sipario e non si vede chi suona. Però quel ritmo mi è familiare, molto più familiare di quanto avrei potuto pensare.

Ad un tratto, ascolto ciò che non avrei mai immaginato di ascoltare.


It's all for you, it's all for you,

for what have you shown me...

It's all for you, it's all for you,

for what have you made me...

Here's my tribute.”


Il sipario si alza. John Newman è lì sul palcoscenico.



Ci metto un po' a rendermi conto di quello che sta succedendo. E' un'allucinazione, non può essere reale. Scuoto la testa, mi schiaffeggio le guance, ma quella musica continua a rimbombare, più forte che mai. Quando realizzo che il mio idolo sta davvero cantando sul palcoscenico di fronte a me perdo definitivamente il controllo. Comincio ad urlare il suo nome all'impazzata, non curandomi della gente che mi fissa stranita.


< < JOOOHN!! ODDIOOOOO!!! Jooooohn!!!! > >

Mi avvicino al palcoscenico a piccoli passi, con timore. Il mio John è lì sul palco...Vorrei dirgli tantissime cose, abbracciarlo,scattare un selfie, ringraziarlo per la sua musica che mi fa sognare ogni giorno ad occhi aperti, ma non riesco a fare altro all'infuori di sentirmi in imbarazzo. Ho oltrepassato molte persone, spingendole inavvertitamente, e mi ritrovo proprio davanti a lui, che sente le mie urla e mi sorride.

Mi sorride? John mi ha sorriso? Ditemi che non è un sogno, per favore. Se lo è, non svegliatemi.


Comincio a piangere dalla gioia, le lacrime mi scendono in maniera incontrollabile mentre lo ascolto intonare alcuni dei suoi brani più famosi, come Love Me Again, Cheating, Losing Sleep e Out Of My Head.

Ogni tanto mi volto per vedere le reazioni della gente, che sono completamente diverse dalla mia.

C'è addirittura qualcuno che fissa John con fare interrogativo, chiedendosi chi sia.

Giuro, vorrei picchiarli.

E' un'emozione fantastica, canto insieme a lui tutte le canzoni e noto che gli fa molto piacere vedere che almeno qualcuno in quel posto conosce la sua musica o, nel mio caso, vive con la sua musica. Ogni tanto mi rivolge lo sguardo, ed io non riesco a trattenere tutta la gioia, per cui mi sfogo cantando a squarciagola. Ad un tratto, dal palcoscenico tende la mano.

Riesco a toccarlo...Non mi laverò mai più le mani da ora in poi.

Lo osservo mentre canta, con i suoi occhi cerulei che esprimono una sincerità unica e la sua voce profonda ed ipnotica. Con il suo modo di cantare, riesce a comunicare infinite emozioni, rendendo partecipi coloro che ascoltano ai suoi sentimenti, alle sue gioie, ai suoi tormenti.

Il tempo passa troppo velocemente. Vorrei che si fermasse, che mi permettesse di incidere un'immagine indelebile di questo momento nella mia mente.

Senza che me ne renda conto, l'esibizione giunge al termine.

Alla fine dell'esecuzione dei suoi brani, s'inchina e ringrazia il pubblico.


Non posso crederci, e' estremamente surreale. Io ho incontrato John Newman?

Sto vivendo un sogno, è troppo per essere vero. Lo spettacolo finisce ma cerco di andare nel backstage per incontrarlo. Purtroppo non lo trovo, è già andato via.

Non riesco ancora a credere a ciò che è successo questa sera, ho paura che risvegliandomi domani io possa dimenticare tutto quanto. Non riesco a prendere sonno, ma dopo un po' di tempo mi abbandono profondamente alle braccia di Morfeo, dopo aver ricordato per l'ultima volta il suo fantastico sorriso.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5


Ci metto un po' a risvegliarmi, con gli occhi che non ne vogliono sapere di aprirsi. Ho fatto un sogno incredibile, ho immaginato di osservare John mentre si esibiva sul palcoscenico del resort. Ero così felice mentre cantavo con lui le sue canzoni...Mi sentivo una piuma, mi sentivo completa.

Sfortunatamente è arrivata l'ora di tornare alla vita reale. Perchè è tutto così triste?

Decido finalmente di mettermi in piedi per cominciare una nuova giornata. Osservo fuori dalla finestra e noto che oggi non è particolarmente soleggiato.

Mentre mi sciacquo la faccia per eliminare ogni traccia di sonno dal mio viso, mia madre entra in bagno e mi sorride.

< < E così quel ragazzo di ieri sera era John Newman? E' stato davvero bravo! Un vero colpo di fortuna venire qui in vacanza, non credi? > > Mi rivolge uno sguardo carico d'affetto.

La guardo perplessa. Come fa a sapere cosa ho sognato?!?

< < Mamma...Cosa stai dicendo? > > Le chiedo confusa.

< < Sto parlando di ieri sera! Non ti ho mai vista così emozionata, sono contenta per te! > > Risponde tranquillamente lei.

Ci penso su un attimo, mentre trascorrono attimi di silenzio.

< < Quindi mi stai dicendo che ieri sera c'era davvero John Newman? > > Le chiedo, sgranando gli occhi.

< < Ehm...si. O almeno credo, hai gridato il suo nome per tutto il tempo davanti al palcoscenico. Non ti preoccupare, cara, è normale che tu creda di aver sognato. D'altronde non si incontra mica tutti i giorni il proprio cantante preferito per caso, no? > >. Esce dal bagno e mi lascia in balia dei miei pensieri. E' tutto vero quindi. Io ho davvero incontrato John ieri sera... E chi l'avrebbe mai detto. Non riesco ancora a capacitarmene completamente, infatti non riesco a concentrarmi su nulla.

Avrei voluto scattare una foto, fargli firmare la mia copia di Tribute, parlare con lui, invece tutto quello che sono riuscita a fare è stato sorridergli come un ebete.

Mi sento così inutile.


Vorrei chiamare Sofia. Le voglio parlare di tutto ciò che è successo ieri, inaspettatamente. So che ne resterebbe profondamente amareggiata e delusa, ma non posso tenere per me questa bellissima esperienza. Ho bisogno che qualcun'altro ne venga a conoscenza e, senza dubbio, la persona più adatta è lei. Così, digito il suo numero e tiro un profondo respiro.


< < Ciao Sofia! Sono Alessandra! > > esordisco sorridendo e cercando di mantenere un tono tranquillo. Lei subito mi risponde chiedendomi come stia e cosa stia facendo di bello. Le rispondo che il resort è fantastico e che sto passando davvero delle belle giornate, senza ancora accennarle di John. Mi dice di essere contenta per me e soprattutto perchè mi sto divertendo. Decido allora di raccontarle l'avventura di ieri sera.

Le racconto di quando ho cominciato a sentire Tribute dal palcoscenico e di come io sia letteralmente uscita fuori di me nel vedere John lì davanti a me. Sofia ascolta in silenzio, non emettendo suono, tanto che alla fine dell'aneddoto ho dovuto richiamare la sua attenzione.

< < Ale...Stai scherzando? Sappi che non è divertente come presa in giro, è fin troppo prevedibile. > > Mi risponde accigliata.

< < Che tu voglia crederci o no, questa volta è successo davvero. > > cerco di spiegarle pacatamente. Ma lei resta impassibile e continua a non credermi.

Non vorrei davvero che mi prendesse per una bugiarda, così mi congedo da lei dicendole che al più presto le mostrerò una prova di ciò che è accaduto e lei, piuttosto scettica e dubbiosa, mi saluta.

Bene, mi sono cacciata nei pasticci da sola. Non ho nulla che possa dimostrare il mio incontro con John, neanche una foto o un autografo. E pensare che il mio sogno si è realizzato senza che me ne sia resa conto. Non credo che me lo perdonerò molto facilmente.


Passeggio in giro con gli auricolari nelle orecchie. E' una giornata abbastanza ventosa per passare il tempo in spiaggia, così mi concedo un po' di tempo per pensare. Peccato che sia passato tutto così in fretta, avrei solo avuto bisogno di un po' più di tempo per poter scolpire un'immagine mozzafiato nella mia mente di quel magico momento, dato che adesso mi risulta tutto molto confuso.

Lascio che i miei capelli vengano scompigliati dal dolce vento estivo, il mio viso accarezzato.

Inizio a correre, e ad un tratto mi sento leggera, mi sento bene.


And I keep... keep running
I keep... keep running
I keep... keep coming back for more.
Keep running
I keep... keep running
I keep... keep coming back for more.”



Comincio a sorridere e a canticchiare, addirittura non mi accorgo che sto alzando la voce.

Immersa nelle mie fantasie continuo a correre, libera e felice, fino a quando sento qualcosa. Ho la sensazione che qualcuno mi stia osservando, ma non ne sono certa.

Mi volto e cerco di incontrare lo sguardo di qualcuno, ma mi si presenta davanti l'ultima persona che in questo momento, disordinata ed impacciata, vorrei vedere.


I miei occhi incrociano un altro paio, di un colore azzurro intenso.

John è lì vicino a me e mi osserva divertito.


Non appena me ne rendo conto, il mio cuore accelera i suoi battiti, tanto da essere sul punto di scoppiare, non so se per l'emozione o per la vergogna. Resto un attimo immobile, prima che i miei occhi riescano ad abbassare lo sguardo e le mie gambe acquistino la forza per continuare a correre, questa volta lontano da lui. Prima che possa allontanarmi definitivamente, mi ricordo di scattargli una foto, in modo da mandarla a Sofia. Il cellulare rischia di cadermi dalle mani per quanto tremano, ma nonostante tutto riesco ad immortalarlo, cercando di fare estrema attenzione a non farmi vedere. Dopo ciò, con il cellulare nella tasca, corro a gambe levate, pensando al fatto che mi abbia vista e, sfortunatamente, sentita cantare la sua canzone stonando. La sua. Questa è la cosa peggiore, che non avrei mai voluto succedesse.

Vorrei dileguarmi o smaterializzarmi.

Adesso.



Comincia a piovere. Tuoni impetuosi si alternano a lampi abbaglianti, arrivati entrambi senza previsioni. Il clima oggi rispecchia il mio animo, ribelle ed impulsivo. Arrivo appena in tempo in camera , ignorando gli sguardi che mi rivolgono i miei. Mi precipito sul letto e ne approfitto per inviare la fotografia. Non so come la potrebbe prendere, non vorrei che mi ignorasse o, peggio, mi considerasse una bugiarda.

Dopo qualche minuto mi arriva la risposta, tanto significativa quanto sgrammaticata:


OMMIODDIO!!!!

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