Lilidith- Il regno della Luce e dell'Oscurità

di Chelinde
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Lilidith- Il regno della Luce ed il regno dell'oscurità

 

 

 

 

 

PROLOGO

 

 

Salve a tutti, mi chiamo Lilidith, mi sono schiusa dal mio uovo precisamente il 13 di Marzo, oggi infatti è il mio compleanno.

Sono la figlia di Firox e Nana, i sovrani del regno della Luce.

Dovete sapere che il mio mondo è diviso in due parti in continuo conflitto tra di loro, il regno della Luce ed il regno dell’Oscurità.

Il mio mondo si chiama Yanglung in  onore del primo della nostra stirpe, il nostro fondatore, Yanglung appunto, lui  fu il primo drago a trovare una porta di passaggio dal mondo Terra fin qui.

Molti draghi lasciarono quel mondo che ora mai non li accettava più, tutta colpa dei Dinosauri, bestie cattive che ci cacciavano, più volte abbiamo cercato di crearci un legame, ma erano troppo stupidi, così, per evitare inutili spargimenti di sangue ci aggrappammo all’ultima nostra speranza.

La leggenda dei due mondi.

Questa leggenda narra che alla nascita dell’universo si crearono molti mondi, pianeti popolati e non, stelle, galassie, e all’interno della Via Lattea si formò un pianeta che sarà poi chiamato Terra ed un mondo con l’atmosfera e le condizioni di vita del tutto identica a quel pianeta.

Essendo pianeti gemelli si creò una porta magica che metteva in comunicazione questi due mondi, si dice che attraversando un portale ci si ritrovasse nel pianeta gemello.

Così ci siamo –trasferiti-, sembra buffo definire questo passaggio così, ma non c’è altro modo.

Le cose sono andate bene per i primi 300 anni, Yanglung aveva preso il potere poiché nessuno avrebbe saputo tenere a bada i draghi in quel periodo difficile, ma purtroppo morì.

Non aveva lasciato nessun erede, nessun figlio che potesse prendere il suo posto, aveva designato due eredi, Narick e Miriss, due dragonesse profondamente diverse.

Narick aveva grandi idee per Yanglung, Miriss voleva tornare sul pianeta Terra ed uccidere tutti  i dinosauri rimasti riprendendosi così la terra che un tempo era sta loro.

Il popolo dei draghi si divise in due fazioni, quelli che seguivano Narick e quelli che seguivano Miriss.

Iniziò uno scontro che durò 400 anni, Narick cercava di evitare la guerra ritirando sempre i propri draghi e cercando di fagli capire che non dovevano uccidersi tra fratelli.

Al contrario Miriss istigava i suoi alla guerra dicendogli però di non attaccarli direttamente, ma di stuzzicarli giorno dopo giorno per far si che fossero loro per primi ad attaccarli passando così da eroi.

Iniziarono così piccole rivolte di quartiere, uccisioni tra due draghi, la situazione era insostenibile, le due dragonesse morirono senza aver risolto la situazione e le due fazioni, di comune accordo si divisero il  mondo in due parti uguali.

Chiunque varcasse il confine con scopi malvagi veniva ucciso e per l’assassino non c’erano persecuzioni.

La porta fu rubata da un drago coraggioso che la portò nel mondo della Luce venendo poi ucciso da quelli dell’Oscurità.

Non gli è mai stato restituito.

Entrambi i mondo sono al massimo del loro splendore, ma ci sono ancora uccisioni, più volte sono nati piccoli scontri, fortunatamente brevi e circoscritti, dove le due fazioni si distruggono e si uccidono a vicenda.

Mi guardo nel mio specchio, guardo il mio corpo, viola, i miei occhi sono grandi e azurri.

“Lilidith? Lilidith! Vieni, è pronta la colazione!” sorrido e mi appresto a scendere affamata più che mai.

Mia madre, squame bianche come la luna ed occhi neri come la notte, bellissima, elegante in ogni sua mossa.

“Tesoro” la sua voce dolce mi giunge alle orecchie, ha una voce dolce e delicata, insomma, è perfetta per essere una Regina.

“La tua colazione è sul tappeto, buon appetito tesoro!” mi avvicino al tappeto, il luogo dove tutti i draghi mangiano, c’è un piatto con molta frutta, mangio e mi abbevero nell’altro piatto leggermente più grande contenente dell’acqua.

“Vado mamma!” mi sorride “Divertiti a scuola tesoro!” esco dal palazzo, mio padre, le squame color oro e gli occhi blu scuri, sta seduto ad ammirare il cielo.

Mi avvicino lentamente e senza fare rumore, aspetto il momento adatto e ora!

Gli salto addosso, mio padre rotola con me sopra “Lilidith!” inizio a ridere “Mi ha spaventato” si unisce anche lui alla mia risata contagiosa.

“Vado a scuola pà!” mi alzo ed inizio a volare verso il cielo così azzurro e privo di ogni nuvola sento solo un ultimo richiamo di mio padre “Vola piano e stai attenta alle correnti!”.

 

 

ANGOLO DELL'AUTRICE (alias ME! XD):

 

"Salve a tutti!!!!!!"

Fa la sua entrata trionfale su di un palco.

"Eccomi qui con una mia fanfic originale!"

Rumore di grilli.

"Em ... che dire ... non applaudite tutti insieme miraccomando!"

Silezio.

Rotola una rosa di Gherico (?) ai piedi dell'autrice.

"Comunque ... questa fic parla appunto di Lilidith e NON ci saranno umani! Non signori! nessun umano! solo draghi! contenti!?"

Silenzio di tomba.

"Così mi fate sentire sola ..."

Si asciuga una lacrimuccia, si siede su una sedia a dondolo e si mette un dito in bocca iniziando ad andare in su ed in giù con la sedia.

"Autriceeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!"

Si guarda allarmata in torno.

"Eccomi! non sei più sola!!!!!"

Un grosso drago viola si getta su di lei facendola cadere ... ups! Una grossa dragonessa viola si getta su di lei facendola cadere.

"Lilidith!"

"Autrice!"

Iniziano a piangere commosse.

"Andiamo a festeggiare!"

"Che cosa?"

"L'uscita della tua nuova fic!"

"O-Ok!"

"Su, ti porto io!"

"Si!!!!"

L'autrice sale su Lilidith.

"Arrivederci a tutti! e ricordate! Abemus papam!!!!!!!!" (Spero di averlo scitto bene!)

Volano via insieme.

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


Lilidith- Il regno della luce ed il regno dell'oscurità

 

CAPITOLO I

 

Volai verso la mia scuola, frequentavo il secondo anno, tra soli tre mesi avrei dovuto scegliere la mia specializzazione, ero ancora molto indecisa.

Le scelte erano:

medicina curativa;

arti di guerra;

diplomazia;

politica;

cura delle piante e della terra;

cura dell’acqua;

cura del fuoco;

cura dell’aria;

cura degli animali.

Mi piacevano tutti, tranne –arti di guerra-, la politica e la diplomazia mi sarebbero tornate utili per la mia carriera da regina, ma non mi interessavano molto.

Cura dell’acqua, fuoco, terra ed aria mi interessava studiarle, ma non il lavoro, medicina curativa mi interessava particolarmente, ma non sarebbe servita molto nella mia carriera di sovrana.

Per aiutarci nella scelta in quest’anno avevamo avuto un’infarinatura generale di tutte queste specializzazioni.

Dopo pochi minuti riesco a vedere la scuola, è un edificio enorme, rettangolare a sei piani.

I piani sono divisi con una specie di gerarchia.

Al primo piano si trovano quelli  del secondo anno, quelli del primo stanno in un’altra scuola, anche se non ne ho mai  capito il motivo, al secondo quelli del primo anno di specializzazione, al terzo paino quelli del secondo anno di specializzazione e così via.

Atterrai al cancello e mi avvicinai camminando verso l’edificio, mi sentii spingere di lato e caddi.

“Schiappa, evita di starci tra i piedi!” mi alzai velocemente e li vidi alzarsi in volo, ridevano ancora, ho sempre avuto poca pazienza, ma questa volta ero ben decisa a non perderla, mi librai in volo e gli andai velocemente incontro.

“Eih voi due!” quelli si fermarono e si girarono verso di me.

Uno di loro aveva le squame verdi come l’erba e degli occhi piccoli e gialli, l’altro aveva le squame azzurre e gli occhi rossi.

Rimasi affascinata da quei due tipi di colori, erano molto rari da trovare, anche tra  i draghi e erano sintomo di un grande potere magico.

Li vidi ridere “Che c’è, pensi che essendo la principessa ti riserveremo un trattamento di favore?” era stato quello con gli occhi gialli a parlare, al fianco l’altro rideva “Bè sua altezza, mi spiace, ma a scuola sei una persona normale, non hai diritti in più”.

Li riconobbi solo allora, erano del primo anno di specializzazione, quello dagli occhi gialli frequentava cura del fuoco mentre l’altro politica.

Sorrisi “Non ne ho mai voluti”, li vidi rimanere interdetti, il drago azzurro rise “Che principessina intelligente che abbiamo!”.

Mi si scagliò addosso, lo scansai con difficoltà, non me la aspettavo una mossa in questo modo.

Dovevo mantenere la pazienza, una brava Principessa deve riuscire a mantenere la calma in ogni momento, anche in quelli più difficili.

Appena mi voltai per vedere dove fosse andato il drago che mi aveva attaccato sentii una botta sul fianco, iniziai a precipitare, ma mi ripresi alla svelta.

Io però non sarò mai una buona principessa.

Guardai sopra di me, quei due disgraziati stavano ridendo, volai il più velocemente possibile prendendo quota , gli tagliai la strada fermandoli, i due mi guardarono con uno sguardo truce, ma non mi feci intimorire.

“Oh! La principessina vuole il bis” sorrisi, mentre il drago verde prendeva quota ed iniziava a volare a dieci zampe di altezza sopra di me.

Il drago azzurro mi si scagliò addosso, lo schivai con facilità “Suvvia, non mi dirai che questo è tutto ciò che sai fare vero?” sorrisi davanti alla faccia rabbiosa del mio –nemico-.

“Te ne pentirai di questo affronto!” mi si lanciò addosso una seconda volta, ma a questo giro non mi scansai, mi alzai aggrappandomi alla sua schiena con gli artigli.

La schiena di noi draghi era abbastanza resistente da sopportarlo, altrimenti non lo avrei fatto … o forse si ….

Iniziò a scuotersi, si lanciò a tutta velocità verso il tronco di un albero, si voltò di schiena ma poco prima dell’impatto mi lasciai scivolandogli da  sotto.

Lo vidi sbattere la schiena, l’albero tremò pericolosamente all’impatto, per un attimo temetti che crollasse.

Lo sentii ruggire di dolore, sotto di noi si era riunita una folla di studenti che ci guardavano, dalle finestre si affacciavano altri curiosi, il drago verde mi guardava, nei suoi occhi vidi per un attimo una nota di terrore.

“Tu, stupida dragonessa!” mi voltai versi il drago dagli occhi rossi, ma troppo tardi, non riuscii a schivarlo e mi scaraventò contro un muro del secondo piano.

Mi ripresi, sentivo la testa pulsarmi e farmi male per il forte impatto, ma questa lotta non sarebbe finita senza la mia vittoria.

Mi lanciai contro il drago, quest’ultimo si aspettava un attacco frontale e si preparò a fermarmi, ma gli scesi sotto e mi attaccai al suo ventre, lo sentii ruggire.

Un rigolo di sangue iniziò a scendermi sulla zampa, la guardai con orrore, non mi era mai successo di ferire qualcuno fino a fargli scendere il sangue.

Fino a farlo svenire si, una volta, ma mai a sangue.

Restai in muta contemplazione al rivolo rosso che vedevo,  il drago mi morse una zampa, una fitta di dolore mi avvolse, staccai d’impulso le altre zampe e mi liberai dalla sua presa.

Vidi la sua bocca sporca di sangue, mi guardai la zampa, guardai di nuovo la sua bocca dalla quale colava il sangue, il MIO sangue!

Ruggii e gli volai incontro, lui fece lo stesso, mi preparai allo scontro, ma un drago si mise in mezzo tra di noi.

Mi fermai, le squame erano marroni e gli occhi verdi “Signorino  Marstrog! Signorina … Lilidith! Smettetela immediatamente! Tutti e due nel mio ufficio”.

Mi sentii morire, sarebbe stata la seconda volta che entravo nell’ufficio de l preside, la prima volta mi ero solo difesa, ma i miei erano andati su tutte le furie punendomi e dicendomi che se ci fossi finita una seconda volta avrei rimpianto di essere nata.

Ora capite quindi il mio terrore, seguii a capo basso il drago-preside, sentii Marstrong seguirmi sogghignando, si mise di fianco a me “Combatti bene, era tanto che non faticavo in una lotta”, lo guardai “Io era tanto che non lottavo”.

Mi guardò in modo strano, “Perché tu lottavi?” sorrisi “Un tempo mi allenavo, mi piaceva tantissimo, ma una volta finii in presidenza e mi tolsero gli allenamenti”.

Sentii il suo sguardo su di me, mi osservava e avrei giurato di vederlo sorridere prima di voltare lo sguardo altrove.

Il drago-preside urlava agli studenti di andare nelle loro classi.

Entrammo da una porta di medie dimensioni, ecco l’ufficio del preside.

Fantastico, chissà cosa mi toglieranno a questo giro ….

Proprio mentre il drago-preside apre la porta del suo ufficio sentimmo un boato, il drago si girò verso di noi con lo sguardo preoccupato “Cos’è successo?” il e Marstrong ci guardammo “Presto, seguitemi!”.

Iniziai a volare verso la fonte del rumore che scoprì essere proprio il giardino della scuola, iniziammo ad andargli dietro il più velocemente possibile.

In mezzo al giardino si trovava un drago con le squame verde-acqua, gli altri allievi volavano cercando di nascondersi dalla furia della creatura.

Un paio dei miei coetanei erano stesi a terra, guardai con orrore la scena, il nemico aveva il corpo ricoperto da schizzi di sangue, sentì che Marstrong provava un’enorme rabbia, lo sentivo  fremere al mio fianco.

Vidi gli occhi verdi del preside puntati su di mi, incrociai il suo sguardo “Andate via da cui tutt’e e due, muovetevi!” detto questo scese in picchiata verso l’altro simile preparandosi ad una lotta tremenda.

Fremetti, l’impulso di seguire l’adulto era forte, ma sapevo che probabilmente sarei stata solo d’intralcio, sentì lo sguardo dell’ormai amico.

Mi voltai verso di lui “Dobbiamo nasconderci, il Direttore se la saprà cava” non riuscì a finire la frase che si udì un ruggito.

Il drago verde-acqua aveva appena subito un colpo e perdeva sangue da un fianco, l’avversario era ferito  al ventre, una chiazza di sangue si andò formando sempre più estesa sotto l’adulto.

Il nemico ruggì ancora una volta, ma questa volta fu più lungo, se ne sentirono altri in risposta al richiamo del compagno, mi voltai verso la risposta e vidi con orrore uno sciame nero in avvicinamento.

Sentì una scarica di terrore scendermi lungo la schiena, che quel periodo di pace fosse cessato?

Rivolsi nuovamente lo sguardo ai due lottatori che si guardavano malignamente, osservai con orrore la macchia di sangue ancora in espansione che si era formato sul terreno coincidente con il ventre del preside.

“Tu!” detto questo il drago del regno della Luce si avventò sul nemico, iniziarono a lottare sotto lo sguardo di tutti i presenti, la lotta si espanse anche al cielo, si librarono nel cielo, il più giovane prevalse sull’anziano mordendolo alla gola.

Quest’ultimo cadde a terra con un tonfo sordo.

Sgranai gli occhi, il vincitore volse lo sguardo verso di me, i suoi occhi erano neri, un sorriso beffardo si dipinse sul suo volto “Ma bene, abbiamo qui anche la principessa!” rise “Spero che lo spettacolo sia stato di suo gradimento, ma se vuole le faccio il bis”.

Marstrong mi si mise davanti come a proteggermi “Stolto, così farete iniziare una guerra!” l’altro rise, una risata amara e rabbiosa “E secondo te cosa volevamo noi?” mi sentii come se un getto d’acqua gelida mi fosse stato gettato addosso.

Scartai il drago “Ma perché? Cos’è che volete così tanto da sacrificare le vostre vite e da creare una guerra tra vostri simili? Cos’è che per voi è tanto importante eh?”, il nemico mi scrutò “Non è che ti fai troppe domande eh principessina?”.

Ruggii “Rispondi, cos’è per il quale sacrifichereste le vostre vite e quelle di innocenti?” mi sentii lo sguardo del mio coetaneo della luce, ma non risposi al suo sguardo, dovevo sembrare molto più decisa di quello che ero in realtà se desideravo ricevere delle risposte.

“Mia cara, parli bene, saresti un’ottima Regina, ma non riuscirai mai a salire al trono”, detto questo mi si scagliò addosso, il mio coetaneo dalle squame azzurre mi spinse con forza da lato con un colpo della coda.

Lo guardai, lui e l’altro drago stavano lottando, stavo per unirmi a lui quando un possente ruggito non mi fece sobbalzare, avevo un drago dalle squame grigie e gli occhi marroni.

Rabbrividii sotto il suo sguardo e capì che Marstrong se la doveva cavare da solo, perché io dovevo vedermela con questo energumeno.

 

 

 

Angolo dell'autrice (PAZZA):

 

"Salve a tutti!"

sale di nuovo sul palco parlado agli spalti VUOTI!

"Raga! non è possibile! ora mi deprimo sul serio! non vi piace proprio? ok, non demoralizziamoci ... prima avventura di questo tipo quindi andiamo avanti e speriamo di addirizzare il tiro ... ispira espira ispira espira"

si side sulla sedia a dondolo iniziando ad andarein su ed in giù.

"Oggi la mia aiutante non che socia Lilidith non c'è, torppo impegnata a fare qualcosa di cui non so niente ..."

un'aura maligna la circonda

"Gliela farò pagare! Muahahahahah!"

si rende conto di fare la psicopatica

"Menomale che non c'è nessuno ... comunque, parliamo del capitolo.

Ci sono già le prime scene di lotta, mi dispiace se non sono molto chiare ... io sto cercando di fare del mio meglio, ma le scene di lotta mi sono un po' ostiche, ma è proprio per questo che devo esercitarmi e avere dei consigli! Ma nessuno mi considera ....

Comunque, vi saluto! ciao ciao Chelinde! <3"

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


Lilidith-Il regno della luce ed il regno dell'oscurità

 

CAPITOLO II

 

Mi preparai alla lotta, ma improvvisamente una morsa di ghiaccio mi strinse il cuore, quella non era una lotta tra due draghi che comunque non mirano ad uccidersi, lì, il punto era o muoio io o muori tu!

Menomale che si dice: Vai a scuola, è il posto più sicuro al mondo!

Accipicchiolina se era sicuro! Avevano appena ucciso due draghi ed il preside ed ora stavo per stramazzare al suolo anche io, alla faccia della sicurezza!

Se fossi sopravvissuta glielo avrei rinfacciato a vita ai miei!

Mi specchiai negli occhi marroni del mio sfidante, dovevo sconfiggerlo, dovevo farcela!

Feci un balzo staccandomi dal suolo e raggiungendo l’altezza del terzo piano, l’altro fece lo stesso, ci ritrovammo muso a muso, prima che potesse fare qualunque cosa scivolai sotto di lui e gli sferri un’unghiata sul ventre lasciando che si aprisse un taglio lungo 50 cm.

Lo sentii ruggire di dolore, sorrisi di essere stata la prima ad infliggere dolore all’altro, anche se speravo di fare di più … non sono molti 50 cm per un drago!

Lo vidi girarsi verso di me, dalla ferita usciva molto sangue, ero compiaciuta del fatto di avergli lasciato una ferita, non grande, ma molto profonda da quando liquido rosso fuoriusciva.

Mi si scagliò addosso, fu più veloce di me, non riuscii a scansarmi e caddi a terra, un dolore fortissimo mi prese la colonna vertebrale, cercai di rialzarmi, ma non ci riuscii al primo tentativo, vidi il ghigno compiaciuto del mio nemico.

Il sangue iniziò a ribollirmi nelle vene dandomi una grossa scarica di adrenalina che mi permise di rialzarmi.

Ruggii di rabbia, l’adulto sorrise beffardo, mi librai in volo all’altezza del secondo piano.

Mi gettai a tutta velocità verso di lui, e quando anche l’altro prese velocità mi alzai sopra di lui mordendogli la coda, mi aggrappai con forza alle squame del mio avversario, lo sentii ruggire di dolore.

Mi sentii bene.

Mi diedi slancio e, tenendomi aggrappata con la bocca frustai sul muso il drago, feci il gesto almeno cinque volte, poi con la mandibola indolenzita lasciai la coda dell’altro.

La mia bocca era tutta impastata del sangue del mio nemico, sentii uno schifoso sapore di ferro, il drago mi dava le spalle, sapevo che dovevo agire, ma ero curiosa di vedere il risultato della mia mossa, l’avevo inventata lì per lì e volevo sapere se funzionava.

Lo vidi girarsi, il muso completamente sporco di sangue, ruggiva disperato, il dolore lo faceva contorcere e gli faceva fare smorfie con la mandibola.

Provai pietà per lui, ma sapevo che se la situazione fosse sta capovolta lui non avrebbe aspettato neanche un attimo e mi avrebbe uccisa, ciò nonostante però non riuscivo a muovermi, ero immobilizzata.

Sentii un ruggito disperato, mi voltai, gli altri due contendenti si stavano continuando a sfidare, e con terribile rammarico scoprì che ad essere in difficoltà era Marstrong.

Se volevo salvarlo dovevo finire l’energumeno.

Ero decisa, mi lanciai verso di lui, ruggii di rabbia e lo scaraventai al suolo.

L’impatto lo immobilizzò.

Lui era lì, immobile, pronto a ricevere il colpo di grazia, improvvisamente pensai che poteva avere una famiglia, una moglie, dei cuccioli.

Pensai la sua immagine circondato da tanti piccoli che lo chiamavano papà.

Un altro ruggito mi raggiunse, Marstrong, dovevo salvarlo.

Chiusi gli occhi ed affondai i miei denti sul suo collo.

Sentii il sapore del sangue riempirmi la bocca, mi sentii morire per quello che avevo fatto.

Mi staccai ed osservai il suo corpo martoriato, aveva esalato l’ultimo respiro, ma ciò nonostante il suo corpo continuava a perdere i suoi fluidi.

Mi voltai, non potevo sopportare ancora quella vista e ruggii, ruggii tutta la mia rabbia, la disperazione, il rammarico di aver distrutto una vita uguale alla mia, ma ruggii anche la mia vittoria.

Marstrong era stato scaraventato contro la parete della scuola, i suoi muri prima bianchi ora erano sporchi di sangue.

Non pensai molto e volai contro il mio prossimo avversario, mi parai davanti a lui.

“Salve principessa! Sei venuta in soccorso del tuo principe azzurro?” non lo ascoltai, mi scagliai addosso al mio simile facendolo andare a sbattere contro un albero, mentre lui si riprendeva io gli scivolai accanto e lo ferii al costato.

Non emise neanche un gemito, si staccò dall’albero, mi librai sopra al mio avversario cercando di spostare la scena il più lontano possibile dal mio amico, lui mi seguii.

Quando mi fermai eravamo all’altezza del quarto piano, mi caricò ma riuscii a scansarmi, la botta doveva averlo rallentato, provai a ripetere la mossa che avevo usato prima.

Mi attaccai alla coda e mi slanciai colpendolo al muso, riuscii a farlo so una volta perché la seconda volta lui mi addentò la coda, cercai di ignorare il dolore e strinsi con maggiore forza il mio morso.

Iniziammo a girare intorno, sempre più veloce, la testa iniziava a vorticarmi, iniziammo a rallentare anche se impercettibilmente, decisi che era l’ora di finirla, strinsi la morsa con tutta la forza che avevo nella mandibola.

Lo sentii ruggire, mollò la presa ed io feci lo stesso immediatamente, ci staccammo l’uno dall’altra, il sangue mi fuoriusciva dalla coda, il dolore mi faceva tremare, ma ero felice di non essere l’unica, anche il mio avversario tremava.

Avevo il respiro affannato, dei ruggiti ci fecero distogliere lo sguardo, i draghi del regno dell’Oscurità si stavano avvicinando.

Quando tornai con lo sguardo sul mio avversario mi si stava lanciando contro, non sarei mai riuscita a scansarmi, ma qualcosa, o meglio, qualcuno deviò la sua traiettoria, il drago verde si era lanciato addosso al mio avversario.

“Principessa! Va tutto bene?” sorrisi “Lily!” lo sentii ridere “Lily! Fammi un piacere, dai una mano a quel testone del mio amico!”.

Lo guardai un’ultima volta, la lotta era iniziata, mi lanciai verso il terreno, il vento mi sbatteva sulla faccia, l’odore del sangue mi giunse al naso, atterrai delicatamente accanto a Marstrong.

“Eih! Testone come stai?” era seduto ai piedi di un albero, il dorso completamente appoggiato al suo tronco, mi sorrise, ma era un sorriso pieno di dolore “Non credevo che saresti stata in grado di combattere contro un drago e vincere, complimenti principessina”.

Sorrisi “Fatti dare un’occhiata che gli stanno arrivando i rinforzi!” lo sentii ridere “Si, ma stanno arrivando anche i nostri” lo guardai “Cosa?” sghignazzò “Guarda lì testona!” mi indicò un punto in avvicinamento allo sciame nemico.

“Quelli sono i nostri, gli alunni scappati sono andati a chiamare in genitori, Colings poi è tornato immaginando che noi eravamo rimasti qui”, risi di gioia e senza che neanche me ne rendessi conto delle calde lacrime avevano iniziato ad uscirmi dagli occhi.

Il mio amico mi guardò preoccupato “Eih principessina! Che ti succede?” il suo tono non era sarcastico, era preoccupato, lo guardai “I-io …” continuai a piangere, ora ancora più forte, lo vidi farsi forza per raggiungermi, barcollava.

“Si può sapere per quale motivo piangi?” il suo sguardo mi squadrava “I-io ho ap-ena uc-uciso un-un mio si-mile” la mia voce era scossa dai singhiozzi, lo vidi guardarmi terrorizzato, “Lilidith, ascolta, non avevi altra scelta, se non lo facevi saresti morta tu!”.

La cosa però non mi calmava, sentii un ruggito, mi ero quasi scordata del fatto che il drago verde stava ancora lottando, era molto bravo, era riuscito a ferire l’avversario gravemente.

Voltai lo sguardo verso i due schieramenti che adesso si stavano affrontando, erano lontani ma si sentivano i ruggiti di dolore provenienti da entrambe le parti.

Sentii il drago azzurro cadere a terra con un gemito, mi voltai verso di lui “Marstrong!”, mi piegai verso di lui, tutto il corpo era pieno di ferite, buona parte di esse erano profonde, ma quella più grave era una ferita al collo, era lunga dall’attaccatura sino al muso.

“Scusa, ora ti farò un po’ male”, andai delicatamente con un’unghia a cercare di capirne la profondità, lo sentii gemere sotto il mio tocco, avevo le lacrime agli occhi, non potevo permettere che gli succedesse qualcosa, non me lo sarei mai perdonato.

Dovevo fare qualcosa per fermare la perdita di sangue,  si, ma cosa?

Mi ricordai di una pagina che avevo letto qualche giorno prima in biblioteca, parlava di situazioni in cui dover fermare un perdita di fluido sul ventre, questo non era il ventre, ma forse andava bene lo stesso.

Bisognava far dì che il drago si mettesse in una posizione tale da non far cadere le foglie e di premerlo contemporaneamente, la posizione ideale era quella di metterlo a pancia in giù dopo avergli messo le foglie così da premerle e fermare la perdita.

Ok, dovevo trovare delle foglie, poi avrei trovato un modo per tenerle premute.

“Torno subito!” presi le foglie più grandi che trovai, qualcuna di queste doveva andare bene! Ne presi molte per bloccare anche l’altra grossa perdita, come quella sul fianco.

Tornai velocemente verso il mio coetaneo, lanciai uno sguardo contro i due lottatori, Colings era provato dalla fatica e aveva delle ferite qua e là, ma l’altro era messo peggio, ansimava e perdeva molto sangue, stava per cedere e a quel punto sarebbe morto.

Sorrisi, era quello che si meritava per quello che aveva fatto a Mastrong, rivolsi il mio sguardo verso le due linee nemiche, vide un corpo cadere, fui percorsa da un brivido.

Tornai dal mio amico “Chissà se era un amico o un nemico” la voce del drago era sempre più flebile, sorrisi “Di qualunque schieramento fosse è pur sempre la perdita di una vita”, lo sentii ridere “Non credevo che tu fossi così saggia”.

Risi a mia volta “Nemmeno io lo sapevo!”, iniziai a sistemargli le foglie sul costato “Girati sul lato per favore”, iniziò a girarsi di lato, quando si appoggiò lo sentii gemere, si volse dall’altra parte velocemente “Fa male cavolo!”.

Mi sentii salire il sangue al cervello “Non fare il cucciolo! Girati immediatamente!” il drago eseguì l’ordine dando le spalle alla battaglia che imperversava sorrisi “Bravo cuccioletto!” lo sentii ridere.

“Grazie mammina”, lo disse con la voce roca ma cercando lo stesso di sembrare un cucciolo, lo guardai con dolcezza sentendomi il cuore in una morsa di ghiaccio mentre ridevo alla battuta.

Mi misi a sistemare le foglie sul suo collo, una volta finito iniziai a premere leggermente per non fargli male, ma anche abbastanza forte da permettere una pressione in grado di fermare la perdita.

Continuavo a  guardare la battaglia mentre sentivo di gemiti soffocati provenire dal drago sotto di me “Ti fa ancora male?” sentivo le lacrime pungermi gli occhi, volevano uscire, ma questo non era il momento.

“No, tranquilla, piuttosto come va Colings?” sorrisi, era un bravo drago in fondo.

“Se la cava il dragoncello, è davvero in gamba” lo sentii alternare le risate a colpi di tosse “Già, è davvero in gamba, è stato lui ad insegnarmi tutto” lo sentii sospirare.

“Devo dire che ti ha insegnato bene”, mi sorrise, tornai a guardare la battaglia, il drago nemico ansimava dalla fatica, sanguinava in modo grave, eppure non accennava a volersi arrendere.

Volsi lo sguardo verso la grande battaglia, da questa distanza non si vedeva molto, i due schieramenti non si distinguevano, dei ruggiti di rabbia mista a dolore mi arrivarono fino alle orecchie, un brivido mi scese lungo la schiena.

Era un tipo di ruggito particolare che si usava solo per una determinata situazione.

Marstrong e Colings mi guardarono preoccupati “No, non è possibile, non può essere” avrei riconosciuto quel ruggito tra mille “Lilidith …” mi voltai verso il drago azzurro che mi aveva chiamate “Non ti preoccupare, sono convinta che sta bene”.

Sorrisi, in fondo potevano aver ruggito a quel modo perché l’avevano ferito, quel pensiero mi rincuorò molto, ora dovevo concentrarmi su quello che succedeva qui.

Guardai le foglie che premevo sul collo del drago, ne alzai una, la perdita stava smettendo, sorrisi “Bene, qui sul collo siamo quasi a posto, ma temo che ti rimarrà una cicatrice”, mi sorrise.

“Ne sono felice, vorrei avere qualcosa, oltre la memoria che mi ricordi il mio battesimo del fuoco”, risi “Io mi sarei accontentata della mia memoria”.

I nostri occhi si incontrarono.

Si creò un miscuglio tra acqua e fuoco, i due elementi opposti.

Un ruggito di disperazione ci fece distogliere lo sguardo, il drago nemico era caduto a terra, era in una pozza di sangue, si rialzò velocemente facendo un salto verso il cielo, superò l’altezza del suo avversario “Ci rivedremo presto”.

 

Se ne andò via, volando, Colings provò ad inseguirlo, ma la velocità non era mai stata il suo forte, io non potevo fare niente, dovevo continuare a premere le foglie.

Vidi tornare in dietro il drago verde “Mi dispiace, è troppo veloce non ce l’ho fatta”, gli sorrisi “Grazie per avermi difesa”.

Vidi uno scintillio onorato nei suoi occhi gialli, abbassò il muso in segno di rispetto “Una principessa che sa lottare in questo modo in un momento di difficoltà va sempre aiutata”, risi “Che strano, eppure un attimo fa mi davate della principessina viziata”.

Lo sentii ridere “Già, ma quando non ti ho vista fuggire ho cambiato idea”, sorrisi felice d aver ritrovato un po’ di spensieratezza anche in quel momento difficile.

“Eih testone, come va?” il drago verde si era avvicinato all’amico, sentii ridere il drago dagli occhi rossi “Io bene, piuttosto tu?”.

“Bene, mai stato meglio”, alzai leggermente una delle foglie che tenevo premute sul collo del drago.

“Sembra che la ferita abbia smesso di sanguinare”, le tolsi tutte, una per una accertandomi che non perdesse più sangue, o che comunque ne perdesse in una minima parte “Bene, prova a girati, devo controllare il costato”.

Il giovane eseguì il mio comando.

Iniziai a controllare anche quella ferita “Bene, ora non ti dovrebbe sanguinare più niente, un po’ di riposo e sarai come nuovo”, lo vidi alzarsi e appoggiarsi stanco al tronco dell’albero dove lo avevo trovato prima.

Io mi diressi verso Colings “Tu come ti senti?” lo vidi sorridere “Mai stato meglio”, lo scrutai con sguardo critico, guardai verso il luogo dove si stavano battendo le linee nemiche, non c’era più nessuno.

“Ma cosa?” vidi il drago verde guardare nella mia stessa direzione “Credo che se ne siano andati” ruggii trionfante e poco dopo si unirono al mio ruggito anche gli altri due.

“Torniamo, Marstrong, te la senti di volare?” mi sorrise “Certo che si!” risi “Allora andiamo”.

Volammo piano, lentamente per non esaurire le forze, eravamo provati dalla battaglia.

Accompagnai a casa il drago azzurro, Colings se ne andò dall’altra parte, io mi diressi velocemente al castello sperando che quei ruggiti fossero stati fatti solo per una ferita.

Dovevo muovermi.

Aumentai la velocità finché non giunsi in vista di casa mia.

Tra poco avrò delle risposte.

 

 

 

Angolo dell'Autrice (U.U)

 

L'autrice salue sul palco

"Buon giorno a tutti!"

Sente gli applausi di ShinigamiGirl.

Inizia a paingere commossa.

"E' bellissimo essere su questo palco e ricevere anche degli applausi! Pensavo che questo momento non sarebbe arrivato mai più ..."

si asciuga una lacrimuccia e si siede sulla sedia a dondolo.

"In questo capitolo abbiamo visto come se la cava la nostra cara Lily nella lotta ed abbiamo scoperto il nome del drago verde, Colings, a questo proposito, Lilidith, perché non entri portando dentro il nostro primo ospite della serie?"

"Eccomi Autrice!"

Lilidith entra trascinando per la coda Mastrong.

"No! No! Lilidith! Dannazzione lasciami! non voglio stare da solo con voi due pazze scatenate!"

Lilidith e l'Autrice gli lanciano uno sguardo di fuoco.

"Non.Siamo.Sole! C'è. Anche.ShinigamiGirl! Non. Osare.Scordartela.Un.Altra.Volta!!!!!!!!"

Mastrong le guarda male.

"Ma come! nonsiete offese per il fatto che vi ho dato delle pazzescatenate?"

L'Autrice alza le spalle.

"Io ci sono abituata!"

"Molto bene, sidediti qui"

Lily fa sedere Mastrong su un tappeto.

L'Autrice mette un casco al drago.

"Bene, iniziamo con il gioco: Verità o ... MORTE! Muahahahahahahah!"

Lilidith si aggiunge alla sua risata da pazza schizzofrenica mentre l'unica spettatrice applaude per paure di essere scelta per il gioco.

"Molto bene, prima domanda, Lily,cara, vuoi farla tu?"

La dragonessa scuote la testa.

"Molto bene, Mastrong, a te PIACE Lily?"

Il drago rabbrividisce

"Mi astengodalla risposta"

ohoh ....

"RISPOSTA ERRATA! SCOSSA!"

Una scarica elettrica scuote le ossa del drago.

"EIH! Io ti ho risposto!"

"Non ti puoi astenere in questo gioco"

"Lily! anche tu?"

"A dire il vero ero curiosa anche io ..."

Il dragotenta di togliersi il casto ma gli arriva una scossa elettrica.

"Ahahah! Non ti puoi liberare! Muahahahah!"

Speriamo che non mi scelgano mai per sto gioco

"Bene, concludiamo questa sessione, prossima vota avremo come ospite ancora Mastrong, che risponderà alle vostre domande!"

"A presto ragazzi!"

L'Autrice prende ShinigamiGirl per la mano e la fa salire su Lily

"Ciao ciao!"

se ne volano via sfondando il tetto

"Eih voi tre! LIBERATEMI!!!!!!!!!!"

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


Lilidith- Il regno della Luce ed il regno dell'Oscurità

Capitolo III

 

Aprii il portone di casa, il castello sembrava vuoto, privo di vita.

“Mamma! Mamma? Ci sei?” non ricevetti nessuna risposta, un brivido gelido mi percorse la schiena “C’è nessuno? Mamma? Papà? Ragazzi? Dove siete?”.

 

Iniziai a perlustrare il castello, era desolato, non c’era anima viva.

Mi affacciai dal balcone di camera mia, si vedeva la scuola da qui, sentii un gong, cercai di ricordarmi il significato di un solo gong, non riuscii a fare in tempo a ricordarlo che sentii il secondo gong.

Voleva dire festa … terzo, maratona, poi fu il silenzio, una maratona dopo una guerra? Che cosa strana!

Sentii la porta del castello venire sbattuta con forza.

“Mamma!” corsi verso l’entrata e rimasi sbalordita dal vedere Marstrong e Colings, mi guardavano con aria triste, gli occhi preoccupati.

“Marstrong Colings, che succede?” li vidi scrutarmi, ecco il quarto gong, la morte di uno dei sovrani, rimasi in silenzio, gli sguardi dei miei due amici ancora su di me.

“Lilidith” iniziò il drago verde, ma non lo lasciai terminare “Aspetta, altrimenti non sentiremo il quinto”, lo vidi guardarmi con dolcezza, il cuore mi martellava nel petto, sempre più forte, per un attimo temetti che si potesse sentire anche da fuori.

“Lilidith, non ci sarà nessun altro gong” era stato il drago dalle squame azzurre a parlare “No”, era stato un sussurro, ma tutta via parve che gli altri due lo avessero sentito.

“Lily”, Colings mi guardava, mi si avvicinò, gli occhi gialli pieni di tristezza, dolcezza e comprensione “No”,  ripetei “Non può essere”.

L’altro drago mi venne davanti “Lilidith, mi dispiace”, volevo urlare, sprofondare, piangere, volevo che quelle dannatissime lacrime mi rigassero il volto, volevo nascondermi, fuggire da questo mondo troppo triste, troppo doloroso.

Ma rimasi lì, immobile, impassibile “Chi?” riuscii a dire solo questo.

Marstong mi fissò come a non volermi dare una risposta “Chi?” ripetei più forte “Firox” rimasi immobile.

Pensai a come avevamo giocato allegri solo quella mattina, solo poco più di due ore fa.

Improvvisamente iniziai a vedere sfocato, non mi importava chi avevo davanti, non riuscivo a distinguere i colori, vedevo solo macchie più scure su uno sfondo grigio.

Girai intorno al drago azzurro fino a ritrovarmi davanti al portone, lo aprii con una leggera testata ed uscii, barcollavo pericolosamente, ruggii, un ruggito potente, doloroso, di rabbia, rammarico.

Sentii un altro ruggito in risposta, mia madre, sorrisi pensando che almeno lei mi era rimasta, mi ripetei unendomi a lei.

Iniziai a piangere, i singhiozzi mi toglievano il respiro, i due draghi mi vennero accanto “E’ meglio che torni in casa, avanti”, seguii il loro consiglio, appena entrai andai in camera mia, chiusi la porta dimenticandomi dei due giovani che stavano ancora in salotto.

Piansi disperatamente, e mi addormentai sfinita.

Dopo non so quanto tempo mia madre mi svegliò, gli occhi sempre allegri e pieni di vita ora erano spenti, rossi per  il troppo pianto.

“Lily, tesoro” la sua voce era flebile “Come?” la domanda colse alla sprovvista la Regina “Noi credevamo che tu fossi morta”, fece un respiro profondo.

“Quando abbiamo visto tutti quegli studenti scappare terrorizzati eravamo al mercato, fermammo uno di loro che ci raccontò che la scuola era stata attaccata.

Chiedemmo se cerano dei feriti e lui ci rispose che erano morti due allievi ed il preside.

Corremmo verso il castello, speravamo che tu fossi lì, ma non c’eri.

Poi mi racconterai come mai non eri a casa è tesoro?”.

Annuii “Ora però vai avanti”.

“Stavamo per dirigerci verso la scuola quando sentimmo dei ruggiti, abbiamo visto quello sciame, erano vicini, troppo vicini, dovevamo agire e farlo alla svelta.

Sapevamo che erano del regno dell’Oscurità, e sapevamo anche che erano dei soldati ben preparati.

Tuo padre indossò l’armatura assieme a molti altri draghi e dragonesse, ma mi impedì di partecipare dicendomi di restare in casa ad aspettare il tuo ritorno o di andare verso la scuola.

Tentai di raggiungere l’edificio scolastico, ma dovetti restare in città per organizzare la resistenza.

Quei ruggiti che avevi sentito erano quelli della morte di uno dei due sovrani”.

Al termine del racconto stava piangendo, i singhiozzi la scuotevano, gli strusciai il muso sul collo per consolarla, sapevo quanto era difficile, ora era giunto il mio momento di raccontare la mia storia.

“Quando la mattina sono andata a scuola, ho lottato contro un altro drago”, ignorai lo sguardo accusatorio di mia madre ed il suo: -Lily- detto con tono dolce ma accusatorio.

“Si, lo so che non dovevo, ma ho perso la pazienza, e si, so che una pincipessa deve mantenere la calma ma fammi fine il racconto.

Durante la lotta il direttore si è messo in mezzo e ci ha portato in presidenza, ma, poco prima di entrare, abbiamo sentito un rumore e siamo tornati indietro”, raccontai tutta la storia tralasciando le parti crude, raccontandogli però dell’uccisione del drago.

“Hai avuto il battesimo del fuoco”, annuii “Io l’ho avuto un centinaio di anni più grande di te”, mi sorrise in modo dolce “Tesoro, sei stata in gamba”.

Le sue parole sorpresero, mi sarei aspettata di tutto, ma non quella risposta.

“Perché non andiamo a salutare i due giovanotti che sono di sotto a sonnecchiare? Ti va?” le sorrisi ed annuii.

Scendemmo le scale, i miei due nuovi amici stavano dormendo sul pavimento, lanciai uno sguardo verso la finestra, era buio fuori, dovevano aver aspettato tanto poverini.

Notai che mentre il drago azzurro era fasciato quello verde aveva solo una fasciatura sul ventre, dovevano essere accorsi da me non appena avevano saputo la notizia.

“Con quale dei due hai lottato?” indicai con il muso il mio primo avversario della mattina.

Mia madre andò a svegliare con una leggera musata i due appisolati, quei due si svegliarono, molto lentamente devo dire, ma quando si accorsero di avere davanti la Regina scattarono in piedi facendomi iniziare a ridere a crepapelle.

Mia madre mi fulminò con lo sguardo mentre i miei coetanei mi guardavano straniti.

“Lilidith! Contegno!” non appena mi sentii richiamata cercai di acquistare un po’ di contegno, come lo aveva chiamato Nana, sistemandomi a sedere.

“Salve” disse mia madre ai due giovani, quelli arrossirono di botto e stavo quasi per riprendere a ridere se non fosse stato che dovevo cercare di rimanere calma.

“Regina Nana, noi possiamo spiegare” iniziò il drago verde, mia madre sorrise “Oh, ne sono certa, sarò ben felice di conoscere anche il vostro racconto, ma mia figlia mi ha già spiegato alcuni particolari, quindi rimandiamo a dopo le spiegazioni, vi va?”.

Marstrong mi guardò, lo sguardo preoccupato, gli sorrisi e questo sembrò bastare per tranquillizzarlo.

“Intanto, credo che sarebbe molto grazioso conoscere i vostri nomi”.

Il drago azzurro parlò per primo dicendo il suo nome e poi presentò l’amico.

“Molto bene cari, Colings, tu hai bisogno di cure, prego, seguimi, ti porterò da una dragonessa molto brava nell’arte di medicare.

Lily, cara ti spiacerebbe farti portare dal tuo amico a casa sua e di quest’altro giovanotto per invitarli a cena? Sembre se non è un disturbo".

Il drago azzurro guardò l’amico come per cogliere una sua risposta “No, è un’ onore”, mia madre sembrò compiaciuta “Molto bene”.

Detto questo portò via Colings.

Io e Marstrong rimanemmo soli “Tipa strana mia madre eh?” mi guardò “E’ la Regina” risi “Questo non vuol dire che non sia strana”.

Mi si avvicinò, mi si mise davanti.

“Come stai?” smisi di ridere “Meglio, anche se so che probabilmente tran po’ il dolore tornerà” vidi nei suoi occhi una dolcezza infinita “Ce la farai, tu sei forte”, si allontanò da me dirigendosi verso il portone, lo aprii piano.

“Andiamo?” annuii spiccando il volo nel cielo nero “Che ore sono?” il drago blu mi guardò “Bo, più o meno le otto”.

Lo seguii, il viaggio non durò molto, atterrammo davanti ad una casa in mattoni, era blu, Marstrong mi guidò fino al portone, lo spalancò con una musata “Mamma!”, non sentii nessuna risposta, ma il drago non se ne preoccupò, rimase immobile.

“Signorino! Dove diamine eri finito! Non sai quanto mi hai fatto preoccupare razza di piccolo stupido! Ti sembra questo il modo di comportarti? Dopo una battaglia cosa fai? Tu scompari per ore! Dove eri eh? Dove eri razza di cucciolo troppo cresciuto?”.

Mi feci avanti andando di fianco al mio amico “Mi dispiace, credo che la colpa sia mia”.

Vidi la donna irrigidirsi, abbassò il muso “Principessa Lilidith! Mi scuso della sfuriata e le porgo le mie condoglianze per la sua perdita, suo padre era un tipo coraggioso”.

Sentii le lacrime pungermi gli occhi, ma le ricacciai indietro “Non si preoccupi, capisco la sua agitazione e  la ringrazio”, tentai di fargli un sorriso.

“Oh! Ma che stupida, prego, entrate entrambi, fuori si gela!” Marstrong mi fece entrare per prima.

La casa era completamente addobbata in blu,  tranne dei punti dove si trovavano spazzi bianchi, questa famiglia non doveva avere molta fantasia in fatto di colori.

Mi feci guidare fino al salotto, era uno spazio non molto grande, ma davvero accogliente.

Osservai la madre del drago, era molto bella, aveva le squame celesti come il cielo in quei bei giorni d’Estate e gli occhi neri, sembravano dei pozzi senza fondo dove potersi perdere.

Non potei che ammirare la donna mentre metteva un legno nel camino e soffiava una piccola fiammella di fuoco per farlo ripartire.

Si girò verso di me sorridente “Mi dispiace che la casa non sia in” non la lasciai finire “E’ una casa deliziosa”, mi guardò con lo sguardo allegro.

Cercai di riscuotermi dai miei pensieri “A dire il vero io sarei qui in veste di messaggero, vorrei invitarvi a cenare a palazzo, ovviamente se non avete già mangiato, in tal coso la cena potrebbe essere rimandata o a domani sera o a domani a pranzo”.

Gli occhi della donna si illuminarono, guardò il figlio “Non abbiamo impegni, la ringrazio dell’invito principessa, mi recherò a palazzo non appena mi o marito rientrerà a casa”.

Dopo un’altra serie di piccoli discorsi me ne andai seguita dal drago “Bene, ed ora alla casa di Colings”.

Anche qui il viaggio non fu molto lungo, ad accoglierci ci furono entrambi i genitori del drago verde, due draghi deliziosi, entrambi dalle squame versi, il padre di un verde militare, mentre la madre era verde come gli aghi di pino.

Si dimostrarono molto gentili ed entusiasti dell’invito.

Una volta fuori volai verso il castello seguita da Marstrong.

“Sei brava con le parole quasi quanto i battaglia”, lo guardai sorridente “In quale sono più brava?” lo sentii ridere “Se ti dicessi con le parole mentirei, ma non te la dirò mai la verità”, risi “Me la farai sempre intuire eh?” lo sentii ridere.

 

Una risata cristallina che mi riempì il cuore.

“Sarà meglio però che io inizi a darti del lei, almeno durante la cena”, aumentai la velocità sorpassandolo “Sarà bello non sentire i tuoi commenti, anche se io mi dovrò astenere dai miei”.

“Una gara a chi è più veloce principessa?” sorrisi rallentando e mettendomi accanto a lui “Volentieri”, lo sentii ridere “Meno 3”, sorrisi “Meno 2”, tornammo a guardare la strada verso il castello “Meno 1” dicemmo insieme “Via!”.

Iniziammo un volo sfrenato verso il castello.

Il mio avversario era molto più veloce di quanto poteva sembrare, le sue ali si muovevano velocemente, sfruttava la corrente d’aria che ci spingeva entrambi in avanti.

Io d’altro canto cercavo di stargli dietro, mi sforzavo di aumentare la velocità, ma continuava a guadagnare terreno.

Ok, lo ammetto, quel drago è in gamba.

Vedevo le sue ali muoversi velocemente, ma a ritmo costante, la sua velocità non diminuiva mai, aumentava, possibile che non sentisse nemmeno la minima stanchezza?

Certo, neanche io la sentivo la fatica, ma io non andavo così velocemente.

Lo vidi girare il muso, i suoi occhi rossi mi entrarono nella visuale, non riuscivo a staccare lo sguardo da lui lo vidi sorridere e sentii uno strano calore dentro.

Voltai un attimo lo sguardo, vidi un albero, cercai di aggirarlo con una curva, ma mi voltai nuovamente verso Marstrong, le sue squame brillavano alla luce della luna.

Improvvisamente lo persi di vista, la mia visuale fu coperta da un albero, ci sbattei il muso.

Iniziai a calare mentre il dolore mi prendeva e mi devastava il corpo, atterrai sul terreno.

“Oi oi che male … che dolore …” vidi il mio rivale atterrare di fianco a me

.

“Come diamine hai fatto a non vedere un albero di queste dimesioni?” sentii il suo tono alterato “O si, certo, sto bene, grazie mille amico! Non importa che me lo chiedi!” sentii il suo sguardo su di me, mi voltai verso di lui “Che c’è?”.

Il suo muso era vicino al mio, di nuovo quella sensazione di acqua e fuoco.

Sentii come se una bolla ci prendesse e ci isolasse dal mondo circostante, come se al mondo non ci fossimo solo ni due, che non esistesse il dolore, la guerra, solo noi due.

“Sei un’imbranata!” –blop- la bolla era appena scoppiata, ecco di nuovo l’albero contro il quale avevo sbattuto, il dolore al naso.

Lo guardai malissimo “Grazie mille! Non ti sprecare con i complimenti è!” lo sentii soffocare una risata “Fai vedere”, mi guardò con attenzione il muso come se dovesse farmi una radiografia.

“Non mi sembra che ci siano danni, ma è meglio muoverci, così ti metti del ghiaccio”.

Si alzò in volo, io lo seguii.

“Imbranata?”, lo guardai, eravamo fianco a fianco “Si? Dimmi” lo vidi aprire la bocca,

dopo un po’ sospirò “Nulla, lascia perdere, muoviamoci”.

 

 

 

 

ANGOLO DELL'AUTRICE E DI LILIDITH:

 

"Salve a tutti!"

Guarda nel palco e vede Shinigami-chan ad applaudire.

"Che bello rivederti!"

Un brivido bercorre la schiena dell'autrice, 13 piccoli occhi la scrutavano dietro ad una porta.

"Volete entrare e mettervi a sedere anche voi?"

...

...

Silenzio

...

...

"Ok lo prendo come un no ... ma entrate pure quando volete ok?"

Che strana però questa sensazione ...

"Bene, ed ora applaudiamo per l'entrata della nostra protagonista Lilidith!!!!!"

Lily sfonda il tetto ed atterra accanto all'autrice, questa guarda in su

"Credo che questo ci costerà gisto qualche spicciolo ..."

QUALCHE!?

"Zitti per favore che sono di cattivo umore!"

"Perché?"

"Ma che sei scema? L'hai letto il capitolo no!?"

...

...

Silenzio

...

...

"No, io l'ho solo scritto ..."

Lily sbatte il muso per terra

"Qualcuno mi salvi da sta scema!"

"IO.NON.SONO.SCEMA!"

"NO.TU.SEI.UNA.TOTALE.IDIOTA!!!"

"Ehm! Ehm! Vi dispiacerebbe per favore considerare me??"

Le due si girano verso Marstrong ancora legato dall'ultima volta.

"Oh ... ma tu sei ancora qui?"

Autrice! Ma che diavolo! Cosa hai bevuto!?

"Acqua"

Lily ed il narrratore iniziano a sbattere la testa conto il pavimento, Marstrong cerca di arrostire l'autrice, ma non ci riesce ... peccato ....

"Me che avete tutti oggi contro di me!? Si può sapere?"

"Narratore? Ce ne andiamo?"

Si.

Il narratore e Lily se ne vanno via.

"Eih voi due! Tornate SUBITO qui! eih! L'utrice li insegue correndo"

"Eih! Non abbandonatemi qui!!! Shinigami-chan! Slegami tu! Ti prego!!!"

Shinigami-chan si alza e se ne va via.

"NOOO!!!!!! SLEGATEMI VI PREGOOO!!!!!"

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


Lilidith- Il regno della luce ed il regno dell’oscurità

Capitolo IV


Era passato un mese intero da quella cena, dalla morte di mio padre, ed io non riuscivo ancora a crederci, ad accettarlo, quando uscivo dal palazzo mi aspettavo sempre che mi venisse incontro dandomi il buon giorno, o che mi facesse le solite raccomandazioni. Quando compravamo le ciambelle, il suo dolce preferito mi aspettavo da un momento all’altro di sentire la sua voce forte rimbombare per tutta casa chiedendoci, o meglio, ordinandoci di lasciargliene almeno una.
Invece niente di tutto questo avveniva mai.
Ogni notte mi addormentavo sfinita, cercavo durante il giorno di fare più cose possibili per tenere la mente in esercizio e non pensare a tutto ciò che era successo in quei giorni, la mattina mi svegliavo, e per quanto tentassi di non pensarci il pensiero di mio padre si insinuava nella mia mente e qualche lacrima mi rotolava sul muso.
Mia madre non se la passava certo meglio, gli impegni la sommergevano, si occupava di tutto, e spesso era costretta a saltare perfino i pasti. Mi sentivo sempre più sola, sapevo che era il suo dovere, eppure desideravo soltanto che lei stesse con me, che ci sedessimo in una stanza qualunque del palazzo e che passassimo il tempo a parlare o semplicemente a piangere e consolarsi a vicenda, ma niente di tutto questo è fattibile, o almeno per il momento.
Quella mattina ingurgitai velocemente la mia colazione per poi precipitarmi a rotta di collo verso la scuola, questo era il primo giorno che riapriva, erano riusciti a riparare tutti i danni ed era ritenuto sicuro tornarvi.
Partire per tornare a scuola mi rese triste, l’ultima volta che lo avevo fatto c’era stata la lotta e mio padre era morto, dalla mia altezza mi voltai leggermente guardando il giardino dove io e mio padre ci eravamo salutati l’ultima volta.
Raggiunsi il grande edificio bianco, era stato ripitturato completamente, sorvolai l’ingresso dove erano stati uccisi i draghi, dove si era creato il lago di sangue, scossi la testa, non volevo e non dovevo pensarci, volai dentro il primo piano, ricordavo ancora la sezione, C, iniziai a cercare la mia aula in mezzo a tutte quelle che vi si trovavano e quindi vi entrai prendendo posto ed ignorando volontariamente gli sguardi dei miei compagni ed allontanandomi cercando di non essere avvicinata. Non avevo voglia di chiacchiere. Volevo solo andarmene di lì il prima possibile, non avevo proprio dei bei ricordi in quel posto.
La fine delle lezioni fu per me una benedizione e volai fuori da quel posto il più velocemente possibile, e per poco non mi scontrai con altri draghi-studenti.
“Lilidith!”. Mi fermai solo quando mi sentii chiamare, mi voltai verso quella voce vedendo due draghi, uno dalle squame azzurre e l’altro verdi.
Non li vedevo dalla cena, è stata la cosa più penosa alla quale partecipai, dovetti tenermi stretta le lacrime per tutto il tempo, oltre al fatto che l’aria formale non faceva altro che appesantire l’ara.
“Ciao” dissi semplicemente con un tono di voce estremamente basso, i due si fermarono davanti a me “Wow, mi raccomando, non essere troppo felice di vederci” disse con tono sarcastico Marstrong meritandosi un’occhiataccia dall’amico.
“Scusate ragazzi” dissi con un sospiro facendo un piccolo sorriso.
“Tutto bene?” chiese il drago dalle squame azzurre che si era accorto solo in quel momento della mia tristezza, scossi la testa “È che ho molto da fare sapete e devo proprio volare al castello, scusate” dissi prima di precipitarmi verso casa, in realtà volevo solo chiudermi in camera per mettermi a piangere, mi mancava mio padre, ero tormentata dagli incubi per ciò che avevo vissuto e ciò che avevo fatto.
“Eih, fermati!” urlò il drago azzurro mettendomisi davanti, frenai di botto e per poco non lo investii.
“Ma che ti è preso, se non mi fossi fermata ti avrei potuto far male!” lui mi bloccò con i suoi occhi rossi “Che mi è preso? Che è successo a te!” abbassai lo sguardo sentendo chiaramente le lacrime inumidirmi gli occhi “Lasciami andare per favore” dissi a bassa voce cercando di controllare i singhiozzi. “No, oramai ci consideriamo tuoi amici, ed in quanto tali ci preoccupiamo per te”, mi voltai trovandovi anche Colings con un po’ di fiatone dovuto alla volata.
“Io non ho niente, voglio solamente tornare a casa!” urlai mentre delle lacrime mi solcavano il muso, Marstrong sgranò gli occhi vedendole, il suo sguardo poi si addolcì, si scansò “Ok” mi disse semplicemente “Ma per qualunque cosa vieni da noi ok?” annuii leggermente prima di lanciarmi verso il palazzo piangendo, i singhiozzi mi scuotevano il corpo.
Avevo anche trattato male dei miei amici, ero diventata veramente pessima.
“Tesoro” alzai lo sguardo verso mia madre che mi guardava preoccupata, mi cancellai gli ultimi segni del pianto “Sto bene mamma” dissi prima di volare in camera lasciandola basita ed intristita.
Non so bene quanto tempo passò, fatto sta che mia madre bussò alla mia porta quasi supplicandomi di farla entrare, le diedi il permesso voltandomi dall’altra parte del letto dandole così la schiena.
Ero veramente sciocca, volevo che lei mi parlasse, che potessimo consolarci a vicenda, eppure in quel momento non volevo che mi vedesse piangere. Mi sentivo debole e sciocca e non volevo darle altre preoccupazioni.
“Sai tesoro” iniziò sedendosi al mio fianco “Io e tuo padre” nel nominarlo la sua voce si incrinò leggermente ed il mio corpo fu scosso da un leggero singhiozzo, “Siamo sempre stati convinti che tu saresti diventata una grande Regina, capace di mantenere la pace in questo mondo pieno di conflitti quale è”. Con una zampa mi accarezzò delicatamente “Anche se sei pasticciona” disse ridacchiando “Priva completamente di pazienta, manesca e talvolta agisci senza pensarci, anzi, lo fai praticamente sempre, siamo sempre stati convinti che avremmo lasciato il Regno della Luce in buone mani per non dire ottime”.
Quelle parole mi fecero sorridere leggermente, sapere di non essere sempre stata considerata una completa imbranata era un piccola consolazione.
“Ti abbiamo punita severamente perché imparassi che una Principessa non può fare ciò che vuole, ma che deve seguire determinate regole, ti abbiamo proibito di seguire le lezioni di battaglia per il tuo bene” disse alzandosi dal mio letto ed aprendo la porta bianca “Ma data la situazione credo che sia il caso che tu le riprenda, l’istruttore sarà qui tra mezz’ora quindi sbrigati”. A quella frase mi alzai, giusto in tempo per vederla farmi l’occhiolino e lasciarmi sola.
Potevo riprendere le lezioni di battaglia, non mi sembrava vero.
Corsi a lavarmi la faccia per cercare di risvegliarmi e mettere da parte i brutti pensieri.
Le mie squame avevano ripreso un briciolo della lucentezza che avevano prima di tutto quanto, mi sorrisi riflettendomi nell’acqua limpida, scoprii i denti bianchi ed iniziai a fare le boccacce, prima cercavo di sembrare feroce, poi facevo il broncio, infine scoppiavo a ridere per quanto ero sciocca.
Decisi che era il caso di scendere in giardino e riscaldarmi i muscoli, così non avrei perso tempo nel riscaldamento, iniziai a volare intorno al palazzo facendo delle piroette in aria, non mi divertivo così da tanto tempo, adoravo volare, ed il pensiero che quel riscaldamento lo stavo facendo per poi allenarmi mi metteva stranamente di buon umore.
Atterrai nel campo d’addestramento trovandovi mia madre con il mio vecchio istruttore Frendich, mi sorrise e fece un piccolo inchino.
“Principessa, sono lieto di vederla così in forma” disse con tono reverenziale, Nana sorrise compiaciuta alzando il muso come se quel complimento le fosse stato fatto proprio a lei.
“Frendich, sono lieta di averla ancora come istruttore”, la Regina mi sorrise “Non potevo certo cambiarlo dopo il grande successo che ha avuto con te” mi disse sorridente.
“Adesso vado, ho urgenti commissioni da fare” disse prima di spiccare un balzo e mettersi in volo, anche se io sapevo bene che lo faceva così non poteva esprimersi a riguardo dei miei allenamenti, sorrisi inconsciamente.
“So della sua vittoria durante la lotta a scuola”, il mio sguardo si rabbuiò per un attimo “Ne ho ancora gli incubi” ammisi a bassa voce, l’istruttore mi guardò con un piccolo sorriso triste. “Come faccio a farli smettere?” chiesi con un trasporto tale da farlo sobbalzare “Insomma, so che non avevo altra scelta, ma come posso riuscire a fare si che gli incubi cessino, come posso far si di non rivivere più quei momenti, di immaginarlo circondato dalla sua famiglia?”. Il drago scosse la testa dispiaciuto “Non è possibile Principessa”.
Quella risposta mi lasciò stupita, abbassai lo sguardo a terra, non volevo far si che il suo muso continuasse a tormentarmi, non sarei riuscita a sopportare ancora l’idea il sapore del suo sangue in bocca, del rumore del suo ultimo respiro.
“Con il tempo scemerà fino a scomparire, deve solo avere pazienza, anche se non è una cosa facile”.
Annuii leggermente, mi fidavo di lui.
Era un drago più grande di mio padre di un centinaio d’anni, aveva cinquecentocinquant’anni, le squame tra il rosso e l’arancione e gli occhi marroni, era di un’agilità ed una forza incredibile, oltre che un insegnante eccezionale, era molto severo e non accettava che qualcuno non rispettasse i suoi ordini.
Iniziò così un allenamento che mi lasciò con i dolori a tutti i muscoli delle ossa.
Iniziai dovendo affrontare, diciamo, dei manichini di draghi fatti in legno, dovevo tentare di batterli con l’unico uso della coda.
Lo reputai un esercizio semplice fin quando non tentai la prima frustata che mi lasciò la coda tutta indolenzita.
Mi lasciai ad andare ad un urlo di sorpresa e dolore, la cui risposta del mio allenatore fu una semplice occhiataccia.
“Ritenta” disse semplicemente, io strabuzzai gli occhi scioccata ma non osai rispondere ricordando ciò che era avvenuto un giorno di tanto tempo fa.
Riprovai con un colpo ancora più forte, ma anche questa volta non provocai alcun danno al finto-drago, ma solo un acuto dolore alla coda.
“Non devi colpire così”, quella frase detta con così tanta tranquillità mi fece arrabbiare “Ed allora come?” chiesi sbuffando, lui si limitò a gelarmi con lo sguardo, “Riprova e cerca di osservare ciò che fai. Ragiona, usa la testa, non ci sarà sempre qualcuno a dirti dove commetti gli errori, devi imparare a trovarli da sola”. Parlava bene lui, non aveva una coda dolorante che pulsava.
Strinsi i denti e colpii ancora una volta con più forza.
Osservai che colpivo con la coda completamente rigida, e che forse era proprio per quello che mi facevo male, era il caso di tentare di attorcigliarla attorno alla gamba del finto-drago.
In fondo la coda già mi doleva, un po’ di dolore in più cosa mai sarebbe stato?
La attorcigliai bene attorno alla finta zampa e diedi un forte strattone, la struttura il legno tremò e si accasciò a terra, sorrisi scoprendo i denti “Molto bene, ed adesso comportati come se fosse un nemico”.
Assottigliai lo sguardo e mi alzai in volo portando con me il mio finto-nemico, raggiunta una certa altezza lo scaraventai a terra con tutta la mia forza, quello atterrò con un tonfo sordo. Il mio istruttore alzò il muso verso di me e mi fece cenno di scendere.
“Abbastanza brava, anche se io non ti ho detto di fermarti”.
La lezione andò avanti con Fredich che mi chiedeva di comportarmi come se fossi in battaglia, continuava a dirmi dove sbagliavo e come mi comporterei in certi determinati casi.
Alla fine l’unica cosa che mi riusciva fare fu di barcollare fino alla mia stanza e lasciarmi cadere sul letto priva di qualunque forza, mi coprii con la coperta e ben presto il sonno mi colse.
“Lily?” quella voce mi arrivò come da lontana e le risposi con un semplice mugugno “Lily! Alzati che è pronta la cena!” al suono dell’ultima parola scattai in piedi fiondandomi al piano di sotto ignorando lo sguardo ed i numerosi richiami di mia madre che si arrese con un sospiro affranto.
Il mattino dopo mi alzai in volo con un umore decisamente migliore e non mi voltai a guardare il piazzale dove avevo salutato per l’ultima volta mio padre.
Il vento fresco mi schiaffeggiava dolcemente il muso, mi sentivo bene, mi sentivo libera, ero a posto con me stessa.
Davanti a me vidi i miei nuovi due draghi amici, sorrisi, “Mastrong, Colings!”, i due si fermarono voltandosi sorpresi “Lilidith!” disse il drago dalle squame verdi.
Mi fermai davanti a loro “Che c’è, come mai quelle facce sorprese?” chiesi loro notando le loro facce sbalordite “Nulla, è che sembri … ecco … allegra” azzardò sempre il drago dagli occhi gialli. Io scossi la testa “Ieri ho ripreso i miei allenamenti, mi devono aver rimesso di buon umore quelli” dissi ridendo. Il drago azzurro mi guardò attentamente prima si sospirare “Muoviamoci o faremo tardi a scuola” disse prima di riprendere a volare lasciandomi stupita dal suo strano comportamento.
“Che gli è preso?” Colings alzò le grandi spalle “A bo!” disse prima di seguirlo ed io feci altrettanto.
Atterrammo nel piazzale della scuola “Io vado in classe allora!” disse il drago verde entrando velocemente all’interno dell’istituto “Già, mi devo avviare anche io” dissi alzandomi in volo “Lilidith”, mi voltai verso Mastrong incuriosita “Vuoi venire al campo della Marenga dopo scuola con me e Colings?” annuii felice e le ore di lezione non furono così pesanti come il giorno precedente.
sentii un brivido scendermi lungo la schiena. Qualcosa di brutto stava per accadere, scacciai il brutto pensiero dalla mente, non dovevo farmi suggestionare.
 


N.D.A.:
Autrice: Salve a tutti!!!
Si siede sulla sedia a dondolo iniziando ad andare in su ed in giù come se nulla fosse.
A: Ok, lo so che ci ho messo quasi un anno ad aggiornare, ma voi non avete idea di cosa mi è successo in questo tempo …
Lilidith: Oltre a non avere voglia di scrivere.
A: Eih! Tu non mi raccontavi niente, come facevo a scrivere la tua storia se non me la dici?
L: Hai sempre la scusa pronta tu …
A: Oh Lily, non mettere il muso ti prego!
L: Ma io ho il muso! Non ho certo quella cosa spiaccicata che voi chiamate faccia!
A: Oh Lily!
L’Autrice gli si lancia al collo abbracciandola e facendo sbocciare tanti fiorellini
A: Ti voglio taaanto bene!!
Urla piangendo
L: Guarda che non c’è bisogno di urlarmi nelle orecchie, ci sento benissimo!
A: Scusa se sono sparita per così tanto! Mi dispiace, mi sei mancata taaantoo!!
L: Oh Autriceeeee!!
Urla iniziando a piangere e nascono tanti cuoricini … ma guarda un po’ te queste pazze …    -.-‘’
Mastrong: Eih voi due, mi avete abbandonato qui!
A & L: Oh, sei ancora vivo -.-‘’
M: S-stavate cercando di uccidermi per caso??
A & L: Nah! Come ti viene in mente!
M: Queste ora mi fanno paura sul serio.
Benvenuto nel club fratello U.U
M: Avrei preferito non entrarci T.T
A chi lo dici T.T
A: Mi dispiace molto di avervi fatto attendere così tanto per questo capitolo, spero che vi sia piaciuto anche se non sono accadute tantissime cose, ma un capitolo così doveva esserci, spero di risentirvi presto.
Un Bacione Chelinde! <3

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Capitolo 6
*** Capitolo V ***


CAPITOLO V

Il mio sguardo vagava libero fuori dalla finestra dell’aula, mi ero già stancata delle parole del mio insegnate di storia, continuava a parlare a vanvera di sé stesso e del suo metodo di lavoro, bè certo era normale visto che era la prima lezione dell’anno.
Era un professore piuttosto anzianotto, aveva le squame blu scuro e gli occhi grigi chiari che si spostavano da un alunno all’altro, ogni tanto con la grande zampa si accarezzava la lunga ed ispida barba che gli ricadeva dal mento grigiastra, la sua voce era monotona e noiosa, tanto che trovavo il cielo, ora pieno di nuvoloni carichi di pioggia molto più interessanti del resoconto dei suoi ultimi dieci anni di vita.
Ogni tanto vedevo passare grandi draghi che volavano nel cielo, li invidiavo, odiavo essere rinchiusa dentro quattro mura, soprattutto se si trattava dei muri della scuola!
Il suono della campanella dell’ultima ora fu l’unica cosa capace di stamparmi sul muso un grande sorriso e mentre il professore salutava tutti cordialmente uscii in tutta fretta dall’aula, curiosa di sapere che cosa mi avrebbero mostrato Mastrong e Colings, mi fermai alle radici di una grande quercia quando mi sentii sfiorare una spalla, trasalii a quel contatto voltandomi velocemente. Davanti a me si trovava una dragonessa dalle squame rosse fuoco e gli occhi grandi e verdi, abbastanza comuni tra i draghi, tuttavia ciò che mi colpì in particolare furono le sue ali, anche se chiuse si poteva capire quando fossero possenti, una qualità che personalmente apprezzavo molto perché ti permetteva di volare molto velocemente e di raggiungere quote più alte con minore fatica.
“Mi scusi, non intendevo spaventarla” iniziò lei, non sapevo perché, ma il suo muso mi sembrava di averlo già visto, scossi la testa sorridendo “Non ti preoccupare” iniziai “Ma ti prego di darmi del tu, il lei lo trovo troppo formale ed adatto solo a persone che ricoprono un ruolo importante come mia madre” continuai tenendo a freno anche il nome di mio padre, sentii la tristezza tornare ad assalirmi ma la scacciai in fretta.
“D’accordo Lilidith” iniziò titubante, era estremamente dolce, anche se sapevo che probabilmente questo suo comportamento era solo perché io ero la Principessa, certe volte sentivo come se questo ruolo mi fosse stretto, certo, era il sogno di ogni cucciolo ed anche degli adulti ed a me piaceva molto, però certe volte mi pesava che le persone non mi si rivelassero per come erano come facevano con gli altri.
“Comunque io sono Dorotea”, annuii leggermente continuando a chiedermi dove l’avessi vista, eppure il ricordo continuava a sfuggirmi “Siamo compagne di classe”, a quella frase sgranai gli occhi, sorrisi imbarazzata, ecco dove l’avevo già vista “Ma certo Dorotea!” dissi fin troppo ad alta voce, lei mi guardò un attimo ed infine scoppiò a ridere seguita dopo poco da me.
Aveva una bella risata, cristallina e pulita ed anche la sua voce era molto bella.
“Lily!” mi voltai verso i due draghi che i stavano volando incontro, sorrisi loro, la dragonessa rimase immobile a guardarli “Allora andiamo?” mi chiese subito il drago dalle squame blu, annuii leggermente e mi voltai verso la mia compagna di classe che continuava ad osservare Colings come incantata e la stessa cosa potevo dire del drago verde.
“Vi presento Dorotea” iniziai sorridente “Loro invece sono ”Mastrong e-“ lei mi precedette “Colings” disse per poi spostare nuovamente il suo sguardo su di me “Abbiamo già avuto il piacere di conoscerci” continuò sorridendomi “Comunque adesso devo andare, mi ha fatto piacere conoscerti Lilidith” spalancò le sue ali e potetti ammirare che erano davvero possenti come me le ero immaginate, forse anche di più, “Anche per me” dissi semplicemente prima di vederla alzarsi in volo.
Tornai a concentrarmi su quelli che, non so bene come e perché, adesso consideravo amici “Allora dov’è che mi dovete portare di bello?” loro si sorrisero complici “È un segreto, lo scoprirai quando ci arriveremo”, annuii leggermente “Però vi spiace se passiamo un attimo per il castello? Devo avvertire che tornerò più tardi”, i due annuirono ed iniziammo la strada che ci avrebbe portati a casa.
Le pareti del palazzo mi fecero sciogliere un leggero peso che portavo sul cuore, era tutto a posto, esattamente come lo avevo lasciato quella mattina, atterrai nel giardino, a venirmi in contro fu uno dei servitori al quale dissi velocemente che sarei tronata più tardi e dopo essermi velocemente congedata raggiunsi nuovamente i due draghi che mi avevano aspettato volando in cerchio.
“Ma non è un problema per tua madre?” mi chiese leggermente preoccupato Mastrong “No, è fuori per lavoro, tornerà solo questa sera tardi” risposi semplicemente sorridendo.
Da quando mio padre era morto mia madre aveva sempre più lavoro da svolgere ed era sempre più stanca e triste, nonostante cercasse di non darlo a vedere non era ancora riuscita a superare nemmeno in minima parte la morte di mio padre ed ero sicura che svolgere tutti quegli impegni che prima facevano in due, o che era Fiorix a svolgere doveva ricordarglielo continuamente. La stimavo molto per la sua forza, nonostante la delicata situazione era ancora in grado di reggere l’intero regno contando solo su se stessa, io in effetti non l’aiutavo molto, non sono mai stata molto propensa a svolgere il mio ruolo di Principessa nelle cerimonie noiose e sofisticate ed ancora continuavo su quella strada. Non osavo pensare a quando sarei  stata una Regina e sarei stata costretta a partecipare a quelle noiose cerimonie formali.
“Tutto bene?” mi chiese il drago blu portandosi al mio fianco, gli sorrisi annuendo “Stavo solo pensando a come sarà quando toccherà a me fare la Regina” dissi “Io mi procuro subito un’armatura per difendermi dalla tua ira” disse Colings che era poco più indietro di noi, iniziai a ridere di gusto “Temo che solo quella non ti basterà” dissi rallentando il mio volo per permettergli di raggiungerci facilmente.
“Ci siamo” mi avvertirono iniziando una virata a destra continuando a scendere, li copiai velocemente ritrovandomi ad atterrare difronte ad una strana costruzione, era una casa completamente fatta in legno, qua e là vi era un po’ di muffa, ma tutto sommato sembrava una struttura solida.
“Ma che posto è questo?” chiesi visibilmente incuriosita, non vi ero mai stata, e che credevo di conoscere questi luoghi meglio del palmo della mia zampa!
“È una ex casa d’allenamento” iniziò Mastrong sorridendo felice di avermi stupito “Veniamo spesso qui per allenarci, studiare o semplicemente passare del tempo fuori di casa anche senza fare nulla” continuò “Posso entrare?” chiesi timidamente, il drago dalle squame verdi rise aprendo la grande porta in legno “Certo, altrimenti non ti avremmo mai portato qui!”.
Entrai dento, il legno scricchiolò leggermente, camminai lentamente, la luce filtrava dalle finestre illuminando il corridoio e le stanze.
L’ambiente era molto carino, qua e là si trovavano vari quadri rappresentanti paesaggi del regno della luce, certi erano durante la notte e presentavano un cielo punteggiato da splendenti stelle ed in uno vi era una riproduzione abbastanza fedele della costellazione dei Draghi. Le figure che si venivano a creare erano due draghi che tenevano il muso poggiato l’uno sull’altro in un atto estremamente dolce, avevo sempre amato la loro leggenda.
Erano Cristi e Jam, due draghi che avevano vissuto nell’epoca immediatamente posteriore al termine delle prime controversie tra Narick e Miriss, le due dragonesse che avrebbero dovuto prendere il posto di Yamlung. Entrambi erano figli di due famiglie molto importanti del regno della luce, si erano incontrati durante la danza della primavera, lei vi si era recata accompagnata da colui che l’avrebbe dovuta sposare, anche se in realtà non era ancora stato fatto nessun accordo formale. Purtroppo si era sentita male e lui l’aveva lasciata da sola nei pressi di una grande fontana mentre tornava a divertirsi. Cristi si era messa a guardare le stelle stesa sull’erba quando nel suo campo visivo era entrato il muso di un altro drago, aveva trasalito vedendolo lì davanti a se e si era velocemente rimessa in piedi. Avevano iniziato a parlare e ben presto tra i due era nata un sottile complicità, continuarono a mantenere i contatti anche successivamente divenendo grandi amici, passavano insieme molto tempo leggendo libri, parlando del più e del meno e come sboccia un fiore, lentamente ed inesorabilmente, sbocciò l’amore. Loro stessi non riuscivano a comprendere bene i loro sentimenti al principio, ma con i passare del tempo capirono che quel legame tanto profondo che li univa non era semplice amicizia e che non si accontentavano più di ciò che erano stati fino ad allora. Non si sa com’è avvenuta la dichiarazione, da quanto ci è arrivato di scritto pare che nello stesso giorno del loro incontro lui le abbia fatto presente i suoi sentimenti, se fosse stato così sarebbe stata una cosa veramente molto romantica, ma non possiamo sapere come sia avvenuto realmente. Fatto sta che i due non riuscirono a far accettare alle loro famiglie il loro rapporto sentimentale, Cristi sarebbe rimasta comunque la promessa sposa del drago che l’aveva abbandonata durante la festa dell’anno precedente. I due però non smisero mai di frequentarsi anche se il loro amore non andò mai oltre al mettere le due fronti a contatto e beandosi di quel momento. Non molto tempo dopo Jam fu chiamato al fronte per combattere al fianco dei suoi fratelli contro la minaccia del Regno dell’Oscurità. La separazione fra i due fu molto dolorosa, tuttavia nonostante fossero lontani molti kilometri mantennero intatto il loro dolce sentimento attraverso una corrispondenza di lettere che venivano consegnate ogni settimana dai messaggeri, Cristi attendeva quel giorno sempre con un groppo in gola, temeva sempre di veder spuntare il nome dell’amato tra i morti o i dispersi, o ancora di non vederle recapitata la sua lettera. La guerra durò molto tempo durante il quale la dragonessa fu costretta a sposarsi, inutile dire quanto questo momento fu doloroso per entrambi, non riuscivano ad accettare questa situazione, avrebbero desiderato di ribaltare i loro destini pur di farli ricongiungere nuovamente. Eppure il fato aveva deciso una strada diversa per loro, infatti solo poche settimane dopo il matrimonio di lei, Jam apparì tra i caduti in battaglia. Cristi non uscì dal suo studio per più di un mese facendosi recapitare solo il cibo da una cameriera fidata e la maggior parte delle volte i vassoi venivano riportati indietro pieni o ridotti a metà. Passava il tempo a rileggere quelle lettere che lui le aveva inviato dal fronte, piangeva e ne scriveva di altre che se fosse stato vivo gli avrebbe spedito. Esaurite tutte le sue lacrime si decise ad uscire, continuò a svolgere il suo ruolo di moglie fino a quando non restò in cinta, la piccola dragonessa che nacque divenne la sua unica ragione di vita, passava la maggior parte del suo tempo a contatto con lei, faceva tutto ciò che poteva renderle la vita migliore e desiderava che lei avesse la possibilità di sposarsi con l’uomo che amava. Dovette lottare per riuscire ad ottenere questo diritto per la figlia ed alla fine il marito cedette ritrovandosi con un salto in alto della sua famiglia nella scala gerarchica, più di quanto potesse sperare. Cristi morì vecchia ed in pace, aveva assicurato alla figlia un futuro felice con l’uomo che amava, era stata una brava madre ed una moglie discreta ed ora poteva raggiungere il suo vero amore per poter vivere con lui la vita che non avevano potuto vivere durante la loro vita mortale.
“Lilidith?” la voce di Mastrong mi riportò alla realtà piuttosto bruscamente, spostai lo sguardo verso di lui incontrando i suoi occhi rossi “Ti eri incantata ripensando alla loro storia?” mi chiese dolcemente guardando il quadro che avevo osservato fino a poco prima, annuii leggermente “È incredibile una storia d’amore così forte non è vero?” chiesi innocentemente, lui rise “Non ti facevo così sensibile principessina”, arrossii davanti al nomignolo, “Scemo” borbottai proseguendo lungo il corridoio, lo sentii continuare a ridere alle mie spalle mentre mi raggiungeva velocemente.

N.D.A.:
Autrice: "Ma salve a tutti!! aggiorno con ritardo anche questa volta ma a causa del fatto che non riuscivo a mettere l'HTML al capitolo ^^" ... si, sono una frana U3U"
Lilidith sfonda il soffitto ed atterra accanto all'autrice.
Lilidith: "Ma no Autrice tu non sei una frana!!"
A: "Oh Lily!"
L: "Oh Autrice!"

Iniziano a fuoriuscire una serie di cuoricini mentre le due si abbracciano ... mi chiedo da dove li tirino fuori tutti quei cuoricini,spendano più in cuoricini  ed in riparazioni per il soffitto che per il mio stipendio!
L: "Ma noi non ti paghiamo mica!"
Si, infatti ... -.-" ... e non capisco perché ve ne vantate tanto
A: Suvvia, è il caso di proseguire o questa nota non avrà mai una fine

A: Ma come chiudete?
L: Spazio finito?
L & A: Ma non abbiamo detto niente!

A & L: Ma spendiamo tutto in riparazioni per il soffitto e cuoricini!

L: Si certo, provate ad utilizzare le porte nguènguè parla bene lui!

Si!
L&A: Narratore!
Mbé? Non posso fare il tifo per gli altri?
L&A: NO!
Stron-

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