DEMON & WITCH II di SamuelRoth93 (/viewuser.php?uid=244355)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 2x01-Il canto del cigno ***
Capitolo 2: *** 2x02-Il fantasma rubacuori ***
Capitolo 3: *** 2x03-Amuleto ***
Capitolo 4: *** 2x04-La musica del sonno ***
Capitolo 5: *** 2x05-La maledizione della sirena ***
Capitolo 6: *** 2x06-Movimenti involontari ***
Capitolo 7: *** 2x08-Nel risvegliare i morti ***
Capitolo 8: *** 2x07-Le porte della rivelazione ***
Capitolo 9: *** 2x09-Quando le streghe non hanno limiti ***
Capitolo 10: *** 2x10-Dietro alle maschere ***
Capitolo 11: *** 2x11-Un secondo per provare la morte ***
Capitolo 12: *** 2x12-Venerdì ***
Capitolo 13: *** 2x13-Le ossessioni del vampiro ***
Capitolo 14: *** 2x14-Il sussurro ***
Capitolo 15: *** 2x15-Il ritratto di Julian Gray? ***
Capitolo 16: *** 2x16-La città delle ombre smarrite ***
Capitolo 17: *** 2x17-Emozioni mortali ***
Capitolo 18: *** 2x18-Diabolico ***
Capitolo 19: *** 2x19-La casa del viaggiatore ***
Capitolo 20: *** 2x20-Eternità ***
Capitolo 21: *** 2x21-La spada della buona sorte ***
Capitolo 22: *** 2x22-Incastro ***
Capitolo 1 *** 2x01-Il canto del cigno ***
Volume Due
“Diffusione”
~
CAPITOLO UNO
"Sing
Song World"
Morney
Hill, Wisconsin
Era
passato diverso tempo dalla fine
della battaglia contro i servitori del caos e la vittoria dei
prescelti. Dopo
la scomparsa improvvisa di Samuel per mano del consiglio, Jade era
tornata a
Morney Hill, riprendendo in mano la sua vecchia vita.
L’estate stava ormai
giungendo al termine e la giovane strega era sempre più in
pena per il suo
demone e la sorte che lo attendeva; non passava giorno in cui non
pensasse a
lui, nemmeno uno. Nonostante ciò, però, Jade
doveva convivere anche con altri demoni
interiori…
In casa
Ferguson suonò il campanello e
fu la Nonna a precipitarsi ad aprire.
“Oh,
Brenda, entra pure, mia cara!”
“Buongiorno,
signora Ferguson. Jade è in
camera sua?”
Il sorriso
sparì subito dal volto di
Dana: “Sì, ormai è sempre
lì.”
“Per
lei è difficile dimenticare Samuel.
Sa, me lo dice ogni notte al telefono” poi lasciò
sola la donna, diretta verso
la camera dell’amica.
Bussò,
per poi aprire un piccolo spiraglio:
“Posso entrare?”
Jade si
voltò e sorrise: “Ma certo!
Vieni!”
L’altra
entrò e, dopo essersi data
un’occhiata intorno, raggiunse l’altra sul letto.
“Oggi
ti ricordi di me? Oppure devo
dirti io che sono la tua migliore amica?”
L’altra
rise. “Certo che mi ricordo di
te! Mia Nonna mi ha preparato una pozione per bloccare il parassita
mangia-ricordi
che Wolf mi ha messo nella testa, prima di morire. Sono completamente
guarita,
tranquilla.”
“Allora
ricorderai anche che l'estate è
quasi finita e che fra poco si torna a scuola. Jade, devi tornare a
divertirti:
stare qui a piangerti addosso non risolverà nulla! Esci con
me a svagarti,
stasera c'è una festa a casa di un certo Michael e, se
venissi con me, ne sarei
davvero felice.”
“Non
me la sento proprio, mi dispiace. –
rispose l’amica, poco convinta - È passato un mese
dalla scomparsa di Samuel e
questa settimana il Consiglio deciderà cosa fare di
lui.”
“Come
fai ad esserne sicura?”
“E’
molto complicato da spiegare. In
poche parole, il tempo scorre in modo diverso ai piani alti: un giorno
lì
equivale a un mese qui. Perciò Samuel fra poche ore
verrà giudicato.”
“Mi
stai dicendo che poche ore lì
equivalgono a qualche giorno, nel nostro mondo, giusto?”
“Brava!
Vedo che inizi a capire!”
“Ragionare
in modo soprannaturale è
molto meglio che fare un equazione di matematica!”
E, a questa
sua battuta, scoppiarono
entrambe a ridere. Quando tornarono serie, Brenda prese le mani
dell’amica
nelle sue.
“Ascolta,
Jade: vieni con me a quella
festa, ti diverti un po' e ti prometto che ti aiuterò ad
andare da Samuel, dopo.
Okay?”
“Cosa
ti fa credere – replicò l’altra,
perplessa - che cercherò di andare da lui?”
“Sono
tua amica da abbastanza tempo da
capire che non resterai qui seduta senza intervenire. Soprattutto ora
che hai trovato
il vero amore.”
Jade,
allora, abbassò la voce, in modo
che nessuno potesse sentirle: “Non voglio che la Nonna lo
scopra: ho in mente
di raggiungere i piani alti con un incantesimo. Adesso,
però, prepariamoci per
questa festa per cui blateri tanto, a patto, però, che mi
aiuterai. Intesi?”
Brenda si
buttò addosso a lei e
l’abbracciò forte: “Sì,
sì, sì! La mia ragazza è tornata,
finalmente!”
Le due,
quindi, iniziarono a prepararsi
per la festa, finchè la Nonna non le disturbò,
bussando alla porta. Quando le
vide, però, l’anziana donna rimase a bocca aperta.
“WOW!
Come mai siete vestite e truccate,
ragazze?”
“Ho
convinto la nostra Jade a uscire di
casa. Sempre che lei sia d’accordo, signora
Ferguson....”
“Ma
certo! – rispose Dana, sorridendo
dopo tanto tempo - Se fossi giovane come una volta, non ci avrei
pensato due
volte a seguirvi, ma le vecchiette devono rimanere a casa... Voi,
invece,
uscite e divertitevi! Soprattutto tu, piccola Jade, ok?”
“Grazie,
Nonna.”
E
lasciarono la casa, dirette verso la
festa.
“La
villa di questo Michael è a tre
isolati da qui. Non puoi farci apparire a casa sua con la tua
magia?”
“Se
ti riferisci al teletrasporto, non
ho più quel potere, ricordi? Qualche giorno fa ti ho
raccontato che, non
essendo più la prescelta, ho perso tutti i miei poteri. Ora
posso solo fare
incantesimi, come una comunissima strega.”
“Ah,
già! L'avevo dimenticato, scusami.
Ci toccherà camminare, allora.”
Qualche
minuto di camminata dopo, le due
giunsero di fronte a un enorme villa e subito furono colpite dalla
musica a
tutto volume e dai tantissimi ragazzi presenti, alcuni impegnati a
tuffarsi in
piscina e altri a fare gare di bevute. Davanti a tutto questo caos,
Jade si
bloccò, spaesata e subito Brenda la portò in
disparte, preoccupata.
“Sei
sicura di voler entrare? Guarda che
possiamo anche tornare indietro, se non ti va, eh! Non c'è
alcun problema...”
“Non
è che non sono pronta... il fatto è
che, fino a poco tempo fa, lottavo contro cose che non mi sarei mai
immaginata
di vedere in vita mia e ora eccomi qui, a una comunissima festa. Tutto
questo
mi sembra così nuovo, anche se in passato non facevo che
andare da una festa
all’altra. Capisci?”
“Vedrai
che ti riabituerai. Adesso
entriamo!”
Seppur a
fatica, le due riuscirono a
raggiungere l’ingresso e a varcarlo, per poi dirigersi subito
verso il tavolo
delle vivande per prendersi qualcosa da bere; la musica era molto forte
e,
intorno a loro, la stanza era piena di ragazzi che ballavano.
A un certo
punto, Brenda si avvicinò
all'orecchio di Jade e, per farsi sentire sopra il frastuono,
gridò: “Hai visto
quel ragazzo? Mi sta guardando!”
L’altra
rispose altrettanto forte: “Sì,
lo sto guardando! Carino! Cosa intendi fare?”
“Vado
a parlargli, ovviamente! –
ridacchiò Brenda - Oppure mi avvicino, aspettando che lo
faccia lui!” e si
allontanò, lasciando sola l’amica a pensare al suo
amato Samuel.
Su
un’isola sconosciuta
L’uomo
che, un mese prima, aveva depositato
su quell’isola sconosciuta, all’interno del
santuario, un cigno
d'argento, vi fece ritorno, portando con sé cinque
persone, che entrarono
con lui, disponendosi intorno all’oggetto.
“Benvenuti
nel mio santuario Devon,
Xandra, Rey, Terence e Faith. Un mese fa vi ho lasciato un messaggio
che vi
diceva di incontrarci qui, in questo giorno e a quest’ora,
perchè le vostre
vite sarebbero cambiate per sempre.”
Rey, un
uomo apparentemente sbruffone e
impaziente, sbuffò: “Arriva al punto, John! Ci
avevi promesso il potere,
quindi?”
“Rilassati,
Rey! Il potere lo riceverai,
solo quando il cigno canterà.”
“E
quando accadrà?” domandò Faith.
“Manca
poco: a mezzanotte inizierà lo
spettacolo!”
Quando le
campane del santuario
batterono dodici rintocchi, i sei si presero per mano e a quel punto,
improvvisamente, il cigno si attivò, diffondendo
nell’aria un canto che generò
onde di energia circolari che investirono il mondo intero.
Morney
Hill, Wisconsin
Jade
è ancora alla festa, ma non si sta
divertendo molto, al contrario della sua amica. A un certo punto,
mentre è
impegnata a svuotare il suo bicchiere, in un angolo, Brenda
tornò da lei,
infuriata.
“Non
ci crederai mai! Quel ragazzo che
mi fissava è stato con me per dieci minuti e, quando mi sono
distratta per un
attimo, l'ho beccato che sbavava dietro ad una troietta con i capelli
rossi! Ti
rendi conto?!?”
“Già!
– mormorò l’amica, completamente
indifferente - È un vero stronzo!”
In quel
momento, attraverso il vetro
della portafinestra che separava la casa dalla piscina esterna,
notò sconvolta
degli strani fasci di luce nel cielo.
“Ma
che diavolo....?”
Brenda,
confusa, la osservò preoccupata:
“Jade? Cosa stai guardando? Sembra che tu abbia visto
qualcosa di
soprannaturale, o sbaglio?”
“Vedi
quella luce nel cielo?”
L’altra
strizzò gli occhi, ma non riuscì
a scorgere nulla: “Io vedo solo un cielo stellato. Jade, sei
sicura di stare
bene? Sembra che tu stia delirando!”
“Sto
impazzendo! – esclamò, toccandosi
la testa - Forse ho solo immaginato di vedere dei fasci di luce. Sto
impazzendo!”
“Forse
è meglio tornare a casa. Direi
che ti sei divertita abbastanza, per stasera!”
Improvvisamente,
un ragazzo che si
trovava in piscina fu violentemente scagliato all’interno
della casa e, nel
volo, colpì la vetrata, distruggendola in mille pezzi. Dopo
un attimo di
smarrimento, tutti iniziarono a urlare e fuggire in preda al panico,
mentre
Brenda e Jade, più lucide, riuscirono a nascondersi dietro
al divano. Fecero
appena in tempo perchè, poco dopo, piombarono nella stanza
degli esseri enormi
con la pelle verde, simili a degli orchi, ricoperti di stracci
maleodoranti,
che fecero a pezzi tutto ciò che incontrarono sul loro
cammino.
Brenda,
terrorizzata, d’istinto si
rivolse all’amica: “Chi sono questi mostri? Ho
paura!”
“Non
lo so! Non lo so!” rispose l’altra,
confusa.
Intanto,
uno dei mostri disse all’altro:
“Io l'ho fiutata qui, ma non capisco dove sia!”
“Streeega?
Dove seiiiii? Siamo tornati
per fartela pagare!”
Jade,
allora, si fece coraggio e si
rivelò: “Parlate di me, esseri
ripugnanti?”
Anche
Brenda, benché terrorizzata,
spuntò fuori: “Salve! Tutto bene?”
Poi
bisbigliò a Jade: “Ma sei
impazzita?!? Sono enormi: ci faranno a pezzi! Dovevamo stare
nascoste!”
“Ti
pentirai di averci fatto scomparire!
Siamo in tanti, a volerti morta, e ci stiamo diffondendo!”
Jade,
però, è confusa e non capisce: “Ma
cosa diavolo state blaterando?!? Io non vi ho mai visti in vita mia e,
senza
offesa, ma vi offrirei una mentina se ce l’avessi!”
“Noi
siamo disordini che tu e il demone
avete mandato via da questo mondo, ma ora siamo tornati, più
forti di prima!”
I due,
allora, iniziarono ad avanzare
verso le due ragazze, ma Jade, d’istinto, alzò le
mani, scaraventandoli contro
la parete e lasciando l’amica a bocca aperta.
“Ma
non avevi detto di aver perso i tuoi
poteri?”
“Infatti
lo pensavo anche io. – esclamò
l’altra, sorpresa, prendendola per mano - Devo averli
recuperati, ma adesso non
c'è tempo per discutere. Usciamo da questo posto!”
Solo quando
arrivano in strada, hanno il
coraggio di parlare di nuovo.
“Dove
andiamo adesso?”
“Andiamo
a casa mia! La Nonna
sicuramente saprà cosa sta accadendo.”
Sull’isola
sconosciuta
John
annunciò che il rito era stato
completato e si rivolse agli altri per averne conferma.
“Sentite
il potere, adesso?”
Rey fu il
primo a rispondere: “Avevi
ragione: mi sento stranamente…potente!”
L’uomo
sfoderò un sorriso: “Questo è
solo l'inizio, ragazzi! Da oggi, infatti, vi chiamerete I
cinque del
cigno d'argento e io sarò colui che vi
guiderà.”
“Adesso
che tutto è iniziato, però, cosa
dobbiamo fare?” s’intromise Terence.
“Il
nostro potere può essere ostacolato
in ogni momento, perciò voi lo preserverete occupando cinque
punti strategici:
Rey si stabilirà a Devils Lake, Faith a Salem, Devon a San
Diego, Terence ad
Augusta ed, infine, Xandra a Savannah. Tutto chiaro?”
Faith,
però, era perplessa e non lo
nascose agli altri: “Perchè metterci a capo di
cinque città diverse?”
“Nei
luoghi in cui vi troverete, dovrete
amministrare il vostro potere e controllare i disordini che
diffonderete nelle
varie zone. Mi raccomando: più ne create, più il
vostro potere aumenterà.
Perciò, ora andate!”
Mentre
uscivano, Rey si rivolse a Faith,
superbo: “Perchè ti importa di dove andremo?
Adesso siamo potenti e nessuno
potrà fermarci!”
Morney
Hill, Wisconsin
Jade
entrò in fretta e furia in casa,
chiamando sua Nonna fin dalla porta.
“Nonna
è successa una cosa! Nonna...
ehm... Zeta, cosa ci fai qui?”
“Ciao,
Jade. Sono passata qui, perchè ti
sto cercando.”
“Come
mai? Allora vi siete accorti anche
voi di quello che sta accadendo lì fuori, vero?!”
“Devi
venire con me: è comparsa una
nuova profezia!”
“Se
Samuel non sarà con me, sappi che
non farò nulla di quello che mi direte!”
esclamò la ragazza, decisa.
“Mi
dispiace, – replicò l’altra,
sinceramente mortificata – ma Samuel in questo momento sta
per essere
sottoposto al giudizio del Consiglio, perciò non
verrà.”
Jade la
fissò per qualche secondo,
confusa: “Aspetta un attimo... secondo i miei calcoli, Samuel
doveva essere
giudicato solo fra qualche giorno!”
“Il
Consiglio ha voluto anticipare le
cose, a quanto pare.”
“Ti
prego, Zeta... – la supplicò – Devi
portarmi ai piani alti, quello che stanno facendo a Samuel è
ridicolo! Ti
prego... sei il mio angelo-guida. Aiutami!”
Quasi
commossa, la donna cedette:
“D'accordo! Attaccati a me, ok?”
Prima che
se ne andassero, però, la
Nonna riuscì a fare un’ultima raccomandazione alla
nipote.
“Stai
attenta, mi raccomando! E non
essere sfacciata con il Consiglio, perchè sono molto
severi.”
Brenda, che
nel frattempo le aveva
raggiunte, aggiunse: “Riprenditi il tuo ragazzo e, senza
offesa per lei,
signora Ferguson... fregatene di loro!”
“Grazie.
State attente!” riuscì a dire
Jade, prima di scomparire.
Appena Zeta
e la strega se ne andarono,
Dana si rivolse a Brenda.
“Ti
va di andare a caccia di mostri?”
“E’
una frase in codice per dire:
andiamo a fare una torta?” rispose l’altra,
sarcastica, ma l’anziana donna era
serissima.
“No,
cara!”
Ai piani
alti
Jade e Zeta
ricomparvero davanti a un grande
edificio bianco con grandi portoni di legno. Intorno, tutto era
silenzioso e
circondato da una fitta nebbia bianca.
La ragazza
rimase stupita da ciò che le
si parava davanti.
“Dove
siamo? In mezzo alle nuvole?”
“Qualcosa
del genere.”
Poi
iniziò a osservare meglio il palazzo
che si elevava davanti a loro: “Cosa c'è dietro
quelle grosse porte?”
“Il
tribunale, dove il consiglio si
riunisce.”
E, senza
aspettare la donna, Jade
spalancò le porte e si precipitò
all’interno, facendo voltare tutti i presenti
e facendo infuriare il capo del consiglio.
“Signorina
Alison! Come si permette a
interrompere questa riunione?”
In quel
momento, Samuel, seduto davanti
al giudice, si voltò, sorpreso: “Jade?”
“Ciao,
Samuel. – la gioia di lei nel
rivederlo era palese - Non preoccuparti, sono venuta a tirarti fuori di
qui.
Fuori dal regno della follia: ma come vi viene in mente di giudicarlo
dopo
quello che ha fatto per voi? Per non parlare delle milioni di vite che
abbiamo
salvato, e che lui ha salvato!”
“Signorina
Alison, – tuonò più forte la
voce di prima - con quale titolo osa entrare qui?”
“Con
il titolo di prescelta!” esclamò
lei, risoluta.
“Come,
scusi? Lei non è più la
prescelta, il suo compito è stato già
assolto.”
Ma Zeta
intervenì in favore della
strega: “Scusi se mi intrometto, signore, ma, mentre il
Consiglio si riuniva, è
comparsa una nuova profezia e, sulla pietra, è ricomparso il
nome di Jade Alison.”
“Ah!
– ghignò la giovane - Ora come la
mettiamo?”
Il Capo ci
pensò su un attimo, poi
rispose: “Dopo discuteremo anche di questo, ma resta comunque
il fatto che
Samuel Roth verrà giudicato per la sua natura di demone e
per le sue azioni
passate.”
Fu a quel
punto che Jade si infuriò come
poche altre volte nella sua vita: “Mi perdoni la schiettezza,
ma come potete fare
questo a un ragazzo che ha appena salvato il mondo? Samuel ha fatto
tanto di
quel bene, che ve lo sognate da altri demoni come lui e, se ancora non
vi è
chiaro, ve lo posso ripetere fino a perdere la voce: Samuel non ha
ucciso
nessuno! È stato Wolf a commettere l'omicidio, possedendo il
suo corpo. Fine
della storia.”
“Nonostante
le sue affermazioni, penso
che il nome di Samuel Roth non sia stato menzionato dalla pietra delle
profezie, giusto, Zeta?”
“Ehm...
in realtà c'è anche quello. –
rispose la donna, imbarazzata - I due sono stati rieletti come
prescelti
effettivi.”
“Ah!
– esclamò vittoriosa Jade - Adesso
liberatelo! Non vorrete mica andare contro quello che dice la pietra
delle
profezie, sarebbe un reato molto più grave, non
crede?”
Il Capo,
benché innervosito e alquanto
indispettito dalla piega che aveva preso la situazione, non
poté che arrendersi
e rivolgersi alle guardie che tenevano sotto controllo il demone.
“Avanti,
liberatelo! Signorina Alison...
lei ha una bella faccia tosta e questa volta ha ottenuto quello che
voleva, ma
le assicuro che non finisce qui! Noi non condanniamo il giusto, ma
siamo
dell'idea che, chi ha servito il male una volta, può anche
cadere nuovamente in
tentazione e in passato abbiamo pagato care le nostre leggerezze, in
tal
senso.”
Finalmente
libero, Samuel poté
ricongiungersi a Jade, che subito lo abbracciò.
“State
pur certi che con questo demone
non accadrà. Ve lo posso assicurare!”
esclamò, rivolgendosi un’ultima volta al
capo del Consiglio.
Zeta,
allora, si avvicinò a loro, con un
leggero sorriso sul volto: “Venite... dovete leggere
ciò che dice la profezia.”
I due,
quindi, vennero condotti al
cospetto della pietra di cui avevano tanto sentito parlare e la donna
iniziò a
leggere ciò che vi era da poco comparso.
“Colui
che si
muove tra il bene e il male impugnerà l'arma capace di far
tacere il cigno che
canta...”
Come era
solita fare, Jade iniziò subito
a rifletterci su: “Colui che si muove fra il bene e il male?
Sembra che stia
parlando di Samuel! Ha natura di demone, cioè malvagia, ma,
allo stesso tempo,
adesso, è un demone buono.”
“Bene,
il primo enigma è stato risolto,
ma qual è l'arma? E che cos'è il cigno di cui
parla alla fine?”
Nessuno
ebbe il tempo di rispondere, perchè,
voltandosi per caso, la strega rimase sconvolta da ciò che
vide.
“È
vero, Zeta! I nostri nomi sono incisi
sulla pietra, ma... perchè ne stanno comparendo tanti
altri?”
“Questo
può significare soltanto che,
intorno a noi, sta succedendo qualcosa di grande e che, voi due soli,
non
basterete a compiere la profezia...”
CONTINUA
NEL SECONDO EPISODIO
Testo a cura di Lady Viviana.
Angolo autore:
Finalmente ha inizio anche la seconda stagione, siete pronti per questa
nuova avventura? Attenzione, perchè c'è subito il
secondo episodio a tenervi compagnia, non perdetelo.
|
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Capitolo 2 *** 2x02-Il fantasma rubacuori ***
CAPITOLO
DUE
"The
Ghost Latin
Lover "
Morney Hill
Jade e Samuel,
vennero rimandati sulla Terra e, più
precisamente, a casa di Jade e della Nonna.
Brenda, appena la
vede, riabbraccia l’amica, contenta
che ce l’abbia fatta: “Allora sei riuscita a
salvare il tuo fidanzato!”
Samuel, nel sentirla,
arrossisce all’istante: “Ehm...
fidanzato?”
“Brenda!
– esclama Dana, indispettita, mentre
abbraccia la nipote - Credo sia ancora presto per parlare di
fidanzati!”
Poi, si volta verso
Jade: “Allora, tesoro, cos'è
successo?”
“Purtroppo
credo che dovremo ripartire, ma comunque il
Consiglio sta ancora decidendo.”
Brenda, preoccupata,
la interrompe prima che possa
dire altro: “Partire? Fra poco inizierà la scuola,
come farai?”
“Forse
è destino che io non ci debba andare... –
ribatte l’amica, mortificata - in fondo, se il mondo dovesse
finire, il diploma
non mi servirebbe poi così tanto!”
“Voglio
partire con voi, allora!”
“Questo non
è un gioco, Brenda!” la ammonisce Dana,
stupita.
Ma lei la ignora,
troppo impegnata a supplicare
l’amica: “Ti prego, Jade, portami con te!”
“Io... non
lo so, non mi aspettavo mi facessi una
richiesta del genere, ma credo che prima dovresti parlarne con i tuoi
genitori.”
La Nonna, ovviamente,
è contrariata per la piega che
sta prendendo la conversazione: “Brenda, non credo che questa
sia una buona
idea. Adesso chiamo tua madre e la faccio venire qui, altrimenti
darebbe la
colpa a me, se tu scappassi con loro!”
E se andò
nell’altra stanza, dove c’era il telefono.
Dopo qualche minuto,
la madre di Brenda suonò il
campanello e raggiunse il gruppetto in soggiorno.
“Ciao,
Rose! - la accolse subito Dana - Scusa se
ti ho disturbata a quest'ora, ma tua figlia si è messa in
testa di voler
partire con mia nipote per un'avventura rischiosa. E, sinceramente, non
sono
nemmeno sicura io di voler lasciare andare Jade...”
“Nonna! Io
ci devo andare per forza!” protestò
vivacemente la nipote.
“Mamma,
– Brenda si rivolse direttamente a Rose,
supplicandola - devi lasciarmi andare. Ti prego...”
La donna
è, chiaramente, molto preoccupata per lei:
“Perchè ti sei messa in testa una cosa del genere,
Brenda? Dana ha
perfettamente ragione quando dice che è troppo pericoloso e,
poi, tu non hai
alcun potere, non puoi difenderti!”
“Mamma, io
ti ho vista quel giorno, quando hai
incontrato Jade per la prima volta dopo tanto tempo. Ho notato che la
vedevi
cambiata, forte e matura ed eri fiera di lei. Io desidero solo che un
giorno tu
mi possa guardare nello stesso modo. E l’unico modo per
farlo, è lasciarmi
andare. Ti prego!”
Le due donne, ormai,
avevano entrambe le lacrime agli
occhi: “Come farai con la scuola? Cosa dirà tuo
padre?”
Ma nessuno rispose
mai a quelle domande, perchè,
improvvisamente, nella stanza comparve Zeta, portando notizie.
“Ho alcune
novità da comunicarvi: il Consiglio ha
deciso che Jade e Samuel devono ripartire subito portando con loro la
bussola
dei disordini.”
“Allora
è vero che sono tornati! – interviene Dana -
Com'è possibile?”
“Il
Consiglio deve ancora capire da dove sia partito
tutto, ma l'unica cosa certa è che i disordini sono stati
diffusi in tutto il
mondo ed è per questo che la pietra delle profezie ha
nominato due prescelti
per ogni continente e ogni zona del mondo.”
Ascoltando le sue
parole, Jade, dubbiosa, domanda:
“Non ci restituite il Libro del Bene e del
Male?”
In quel momento,
tutti notano che la donna ha fra le
mani due libri: “Dopo la sconfitta di Deimos, si è
diviso, perchè anticamente
erano stati uniti un libro delle Ombre, appartenente alla strega, e un
Grimoire, appartenente al demone” e li consegnò
loro.
Jade prese il suo ed
uscì dalla stanza, diretta verso
il telefono.
Qualche minuto dopo,
la ragazza tornò in soggiorno.
“Ho
chiamato Zack e ha detto che prenderà un volo per
raggiungerci nella città in cui andremo.”
“Allora ve
ne andate davvero?” le chiese Brenda,
triste.
Sentendola, Zeta si
ricordò di essersi dimenticata di
dover portare un’altra comunicazione e, perciò, si
girò proprio verso la
ragazza per comunicargliela.
“Ah,
già! Dimenticavo una cosa. Tu sei Brenda, vero?”
“Sì,
perchè?”
“Il
Consiglio ha ascoltato la tua richiesta e ha
pensato che, dato che la tua famiglia ha avuto un ruolo importante
nella scorsa
missione di Jade e Samuel, tu possa partire con loro. Hanno aggiunto
anche che
il viaggio ti aiuterà ad avere una visione più
chiara del mondo che ti circonda
e che a Jade darà un incoraggiamento in più per
sconfiggere i suoi nemici.”
La ragazza, al colmo
della felicità, saltò addosso
alla donna per ringraziarla, facendola quasi cadere a terra.
“Grazie,
grazie, grazie” poi corse verso sua madre,
che, nel frattempo, stava esternando i suoi dubbi.
“Come
farete con la scuola?”
Zeta, riavutasi,
riuscì a rispondere: “Non c'è alcun
problema, signora Rose. Il Consiglio ha provveduto anche a creare delle
sostitute, o cloni per essere più chiara, che andranno a
scuola al posto delle
ragazze senza destare sospetti; l’idea l’hanno
presa da Heith, quando creò le
copie malvagie di Jade e Samuel!”
“Ma questo
è barare!” esclamò Dana, sconvolta.
“Fico!”
replicarono, invece, le due ragazze.
“Non si
preoccupi, Dana, è tutto regolare. E’ una magia
molto potente e le ragazze acquisiranno in tempo reale ciò
che i loro cloni
stanno imparando a scuola. In pratica, sarà come andarci per
davvero, senza
essere fisicamente lì.”
“Con i miei
poteri, invece, è tutto a posto? – chiese
Jade, preoccupata - Ho recuperato la telecinesi, ma gli
altri?”
“Con la
nomina di più prescelti, i poteri che
possedevi prima sono stati suddivisi fra le varie streghe, quindi non
li
recupererai tutti. Tuttavia, avrai comunque un vantaggio in
più rispetto alle
altre, visto che sei la prescelta originale.”
“Uffa,
sarà dura spostarsi da uno stato all'altro
senza teletrasporto!”
“Vorrà
dire che useremo la mia auto. – la rassicurò
Samuel, pratico come sempre - Se non ricordo male, è rimasta
qui, giusto?”
Ma la ragazza gli
lanciò un’occhiataccia:
“Sfortunatamente,
mia Nonna l'ha conservata in garage. Io odio viaggiare in
auto!”
Alla fine,
però, tutti si convinsero e, la mattina
seguente, dopo aver salutato le rispettive famiglie, le due ragazze
partirono
in direzione sud-est, seguendo la bussola.
Tre giorni dopo
– South
Bend, Indiana
Appena entrarono in
città, Samuel parcheggiò davanti
ad un motel e, vedendo che le ragazze stavano dormendo,
suonò il clacson,
facendole svegliare bruscamente.
Jade, che, come al
solito, era di fianco a lui, lo
colpì sulla spalla: “Sei impazzito? Mi
è quasi venuto un infarto!”
Il ragazzo rise.
“Vi sta bene! Non è giusto che voi
dormiate, mentre io devo guidare per tre giorni di fila con il vostro
continuo
chiacchiericcio nelle orecchie.”
In quel momento,
Brenda riemerse dal sedile
posteriore, con i capelli disordinati che sparavano da tutte le parti
si guardò
intorno, sconvolta.
“Un
motel?”
“Già,
tesoro! – le rispose l’amica, scendendo
dall’auto
- E questo non sarà di certo l'ultimo che vedrai!”
“E’
un scherzo, vero?”
“Mi ricordi
Jade l’anno scorso. – le disse Samuel, con
dolcezza, perdendosi per un attimo nei ricordi - Ti ci abituerai, non
preoccuparti!”
I tre, allora,
entrarono e, dopo aver ritirato alla
reception le chiavi, si diressero nella loro stanza.
Mentre percorrevano
un lungo corridoio, Samuel si
avvicinò all’amica, suadente: “Mi sono
appena ricordato che una certa signorina
mi ha salvato dal Consiglio dei piani alti e vorrei tanto sdebitarmi
con lei.”
“Okay,
sdebitati pure...” e lo baciò, mentre Brenda,
disgustata, apriva la porta della stanza.
Quando si staccarono,
la ragazza, sorpresa, esclamò: “Wow!
Non abbiamo scintillato!”
Brenda era ancora
più disgustata: “Sappiate che già vi
odio, ragazzi! Spero arrivi presto il vostro amichetto,
perchè io il terzo
incomodo non lo faccio!” e si stese sul letto, fissando il
soffitto.
Poco dopo,
però, ruppe di nuovo il silenzio,
rivolgendosi direttamente all’amica: “Spero ci sia
altro da vedere in questa
avventura, oltre ai vostri sbaciucchiamenti. Come diavolo faceva il
vostro
amico a sopportarvi?”
“Diciamo
che lui non conosce ancora questa nuova
versione di me e Samuel....”
In quel momento, il
demone uscì dal bagno, con solo un
asciugamano intorno alla vita e Brenda non poté non
guardarlo, affascinata.
“Mmmh...
accidenti! Adesso cominciamo a ragionare!”
Jade, arrabbiata, le
lanciò addosso un cuscino: “EHI!
Quello è il mio ragazzo!”
“Ah ah...
– la punzecchia lui, felice - hai detto
ragazzo!”
“Copriti,
invece di sorridere! Non siamo più soli come
una volta!”
Per non guardarlo
rivestirsi, Brenda si avvicinò alla
finestra e notò del movimento in strada.
“E’
arrivato un taxi da cui è appena sceso un ragazzo
davvero affascinante...”
Jade
sospirò, facendo roteare gli occhi, per poi
replicare, sarcastica: “Tu trovi affascinanti anche i
manichini dei negozi!”
L’altra la
ignorò, sempre più agitata: “Oh, mio
Dio!
Sta venendo qui! È davanti alla nostra porta!”
In quel momento, si
sentì bussare alla porta e Samuel,
che era andato ad aprire, rimase sconvolto da chi si ritrovò
davanti.
“Z...Z...Zack?”
“Posso
entrare o hai intenzione di rimanere a fissarmi
ancora a lungo?”
Il demone si fece da
parte per lasciarlo passare.
Appena entrò, il nuovo arrivato lanciò sul tavolo
un grosso borsone nero,
mentre le due ragazze lo osservavano, senza parole.
“Cosa avete
da guardare?” chiese lui, notando la loro
reazione.
Fu Jade a trovare
abbastanza coraggio per rispondere:
“Ehm... sei... sei cambiato! Niente più occhiali,
giubbotto di pelle nero al
posto delle tue solite felpe…e capelli che tendono al
biondo?”
“Ora uso le
lenti a contatto, – incominciò a spiegare
lui, togliendosi la giacca e rimanendo con una semplice canottiera nera
che
metteva in risalto le braccia muscolose - le felpe non mi piacciono
più e i
capelli... beh, gli ho solo schiariti un po'! Niente di
che...”
“E quello
sul braccio è un tatuaggio? Sembra anche tu
ti sia dato alla palestra!”
“Sì,
me lo sono fatto giusto un mesetto fa, quando ho
iniziato ad andare in palestra e a frequentare un corso di autodifesa e
uno di
arti marziali!”
Brenda, allora, si
sistemò i capelli e si avvicinò a
lui, per rivelare la sua presenza.
“Ehm...
piacere di conoscerti, io sono Brenda.”
Lui la
guardò confuso: “Ma se ci siamo incontrati un
mese fa! Per la pagina mancante che avevano i tuoi genitori,
ricordi?”
“Ah,
già! Cosa? Tu sei il nerd che si era
abracadabrizzato i poteri? Santo cielo, ti ha posseduto David Gandy,
per caso?”
Jade la
richiamò subito: “Brenda!”
“Che
c’è? Il ragazzo è sexy!”
bisbigliò, tornando a
sedere accanto all’amica.
Samuel, irritato,
mette fine alla conversazione: “Sì,
è proprio lui! Adesso possiamo metterci al
lavoro?” le due ragazze si
limitarono a lanciarsi un’occhiata di intesa e ad annuire.
I quattro si
riunirono, allora, intorno al piccolo
tavolo che c’era nella stanza, per discutere su cosa fare.
Samuel, come al
solito, prese la parola per primo: “Io
direi di iniziare cercando su internet qualche notizia su questa
città” e,
senza dire altro, l’amico mise mano al proprio computer,
mentre Brenda cercava
di aprire il suo borsone, curiosa.
“Qui cosa
c'è? Sembra roba pesante!”
Zack rispose senza
nemmeno distogliere gli occhi dal
computer: “No, stai ferma! Sono armi!”
“Armi?
– chiese Jade, sconvolta - A cosa ti servono?”
“I miei
poteri sono scomparsi, perciò ho bisogno di
qualcosa per difendermi.”
Brenda, nel
frattempo, aveva ignorato i suoi
avvertimenti e frugava all’interno della borsa, esaminandone
il contenuto, per
poi tirare fuori una balestra: “Io posso usare
questa?”
L’altro,
irritato, si girò verso i suoi amici,
domandando: “Adesso che mi ci fate pensare, perchè
lei è qui con noi?”
“E’
una lunga storia, lascia perdere!”
Finalmente, qualche
minuto dopo, riuscì a trovare
qualche notizia interessante.
“Ho trovato
un articolo che parla di una serie di
omicidi di adolescenti, tutte ragazze.”
“Non male
come inizio!” mormora Jade.
Il demone, allora, si
avvicinò a lui, in cerca di
ulteriori informazioni.
“Cos'altro
dice l'articolo su di loro?”
“Tutte le
ragazze sono state trovate senza cuore.”
“Ma
è terribile!” esclamò Brenda,
continuando a tirare
finti colpi con la balestra che aveva fra le mani.
“Già!
Davvero atroce!” sospirò Jade, d’accordo
con
Brenda.
“No, Jade,
che hai capito? Intendevo dire che è
terribile che Zack abbia portato una balestra senza frecce. Come faccio
a
usarla, adesso?”
L’amica
roteò gli occhi, esasperata: “Prendo il libro,
così identifichiamo il colpevole.”
Quando si
avvicinò alla borsa per prenderlo, però, si
ritrovò di fronte una bella sorpresa.
“E’
tornato! È tornato come prima!”
“Fantastico!
– esclamò il demone, contento - Sarebbe
stato noioso consultare due libri diversi ogni volta!”
L’altra,
intanto, aveva già iniziato a sfogliarlo:
“Potrebbe essere un Wendigo?”
“Cos'è?”
domandò Brenda, ignorante in materia.
“È
una specie di lupo che strappa i cuori dalle
persone e se li mangia.”
Ma Brenda, che aveva
posto la domanda, non la stava
ascoltando, perché aveva gli auricolari nelle orecchie:
“Cos'hai detto? Non ti
sento, sto ascoltando la nuova canzone di Rihanna!”
Per la prima volta,
l’amica si infuriò: “Santo cielo,
Brenda! Ti sei portata l'Ipod?”
“Ho portato
anche il cellulare se è per questo.
Perchè?”
A quel punto, Samuel
si intromise e decise di parlarle
seriamente: “Questo non è un gioco, Brenda!
Portando il cellulare qui, rischi
di compromettere la tua copertura a Morney Hill!”
La ragazza si
alzò in piedi, offesa: “Vedo che qui
sono di troppo, in questo momento. Credo che andrò a farmi
una passeggiata,
così vi lascio lavorare in pace” e
uscì, sbattendo la porta.
Appena se ne
andò, Zack, sollevato, esclamò: “Almeno
si è tolta di torno! Ho un fucile nel borsone, ancora pochi
minuti e l'avrei
usato volentieri!”
Jade lo
guardò malissimo: “Fino a prova contraria,
quella è la mia migliore amica! Cercate di darle
tempo.”
~
Intanto, Brenda si
aggirava per le strade della città,
finchè non si avvicinò a un locale e un ragazzo
la fermò, incuriosito.
“Ti sei
persa? Hai l'aria smarrita.”
“No, no,
è solo che non sono del posto.”
Lui le
allungò la mano, presentandosi: “Io mi chiamo
Joey, tu?”
Lei lo
guardò e sorrise: “Io sono Brenda, piacere di
conoscerti...”
“Vieni!
– la invitò lui, entrando nel locale - Lascia
che ti offra qualcosa da bere. Sei maggiorenne, vero?”
Sorridendo, lei gli
mentì: “Certo!”
I due si sedettero a
un tavolo in disparte, dopo
potevano chiacchierare in tutta libertà.
“Sei sola?
Dici di non essere del posto, perciò
presumo che tu sia qui in vacanza.”
“No, sono
qui con degli amici, ma in vacanza, proprio
come hai detto tu.”
Il ragazzo la
osservò per qualche istante, perplesso:
“Allora come mai non sono usciti con te?”
“Lasciamo
stare! – gli risponde la ragazza, un po’
brilla - Preferiscono rimanere chiusi in quello stupido motel- ehm...
volevo
dire hotel, invece che uscire e godersi un po' la vita!”
Joey rise nel vedere
la sua reazione: “Ti lamenti
proprio come un'adolescente, sai?”
“Che vuoi
che ti dica... sono un eterna bambina! Ma
non sono un'adolescente!” puntualizza lei, temendo di
rovinare tutto
rivelandogli la sua vera età.
Il ragazzo,
però, la tranquillizzò: “Non
preoccuparti,
saremmo davvero noiosi, se ogni tanto non facessimo delle
bambinate!”
Brenda era sempre
più affascinata da lui: “Sei stato
davvero molto carino ad invitarmi. Sei proprio un bravo ragazzo,
sai?”
“Ma no,
figurati! Sei stata tu davvero gentile ad
accettare il mio invito. Non tutte si fermerebbero a parlare con un
estraneo.”
Intanto, al motel, i
ragazzi erano ad un punto morto,
mentre Jade, sbuffando, continuava a sfogliare pagine,
finchè, toccando una,
non ebbe una visione orribile.
Samuel, che era di
fianco a lei, si accorse subito che
qualcosa non andava: “Jade? Cos'hai?”
Lei si riprese quasi
del tutto, ma la preoccupazione
degli altri due non svanì altrettanto presto.
“Ho appena
recuperato il potere della premonizione.”
“Cos'hai
visto?”
Ancora sconvolta, la
ragazza rimane in silenzio
qualche secondo, prima di rispondere: “Sicuramente dobbiamo
escludere il
Wendigo, perchè chi ha ucciso quelle adolescenti
è un normalissimo ragazzo, per
di più anche molto affascinante, a mio parere...”
“Allora
guarda su che pagina hai avuto la
premonizione, no?”
Jade, allora, abbassa
lo sguardo sul libro, rimanendo
sorpresa: “Fantasmi? Impossibile! Sono esseri astratti, non
possono toccare gli
oggetti, figuriamoci se sono in grado di strappare cuori dal petto! La
premonizione non c'entra nulla, mi dispiace...”
Samuel,
però, notò che c’era qualcosa di strano
e girò
il libro verso di lui.
“Qui
c’è qualcosa non quadra!”
“Perchè?
Cosa hai visto?”
Il ragazzo inizia a
leggere.
(sezione
modificata) Fantasmi
I fantasmi sono esseri
evanescenti, che non possiedono
un corpo concreto.
Essi
rimangono bloccati sulla terra per questioni
irrisolte e si manifestano grazie al fatto che si nutrono delle
emozioni umane,
oltre al fatto che si presentano con l'aspetto che avevano al momento
della
morte. Non possono toccare oggetti o persone, ma sono in grado di
generare
fenomeni soprannaturali di diversa entità.
Formula per
scacciare
un fantasma: “Vortice di
morte che ostacola la sorte, il freddo
delle sue braccia ti accoglie e poi ti scaccia”
* I
fantasmi infettati da un disordine possono
riacquistare un corpo concreto e toccare oggetti o persone. Il
disordine,
inoltre, offre loro la possibilità di mantenere il corpo, a
patto che uccidano
altri esseri umani nello stesso modo in cui sono stati uccisi loro.
Formula per
ripristinare un fantasma infettato: “La tua
natura non può cambiare, ma
un disordine lo può fare. Ripristina ciò che
è stato, perchè così deve
restare”
Finita la lettura,
Jade è più confusa di prima: “Non
ci sto capendo più niente! Che cosa significano queste
sezioni modificate?”
“Significa
che i disordini non più quelli che
conoscevamo e pare che il libro , adesso, sia anche in grado di
aggiornarsi da
solo. Incredibile!”
Interrompendoli, Zack
riportò il discorso sul
fantasma: “Quindi il nostro fantasma ha l'aspetto di una
persona viva e per
mantenersi così deve uccidere, giusto?”
La strega,
preoccupata, inizia ad allarmarsi:
“Dobbiamo uscire a cercarlo! Se il ragazzo che ho visto nella
mia visione è
veramente così attraente, non mi sento per niente tranquilla
per le ragazze che
sono lì fuori. Chiunque potrebbe cadere ai suoi
piedi!”
“Allora
andiamo, invece di star qui a pensarci”
esclama Zack, estraendo un pugnale dal borsone.
Jade si blocca per
qualche secondo, ancora stupita dal
nuovo atteggiamento dell’amico.
“Accidenti,
sei proprio diverso!”
“Già,
proprio un'altra persona! – esclama il demone,
geloso ed irritato – Andiamo, senza perdere altro tempo, per
favore!”
I tre, allora,
iniziarono ad aggirarsi per la città,
in attesa che la bussola indicasse loro di essere vicini al loro
avversario.
Mentre passavano accanto a un locale, però, Jade ebbe
un’altra visione, che la
sconvolse più della precedente.
“Cos'hai
visto, stavolta?”
“Oh, no!
Non può essere! Il fantasma è con
Brenda!”
“Cosa?!?
– replicò Zack, stupito - Di tutti i ragazzi
della città, proprio con il fantasma doveva
uscire?”
Ma la strega lo
ignorò, troppo impegnata a stringere,
in preda all’ansia, il braccio dell’amato demone.
“Ti prego,
dobbiamo trovarla! Non so cosa farei, se
dovesse capitarle qualcosa...”
In quel momento, Zack
notò che sembrava esserci
qualcosa fra di loro, ma fece finta di niente, intuendo che non era il
momento
per fare domande del genere.
“Ehm... per
caso hai visto dov'erano ?”
“Vediamo....
era un vicolo buio e c'era l'insegna di
un ristorante cinese. Altro non ricordo, mi dispiace. Povera
Brenda...”
Nel frattempo
l’amica, ignara di tutto, stava
passeggiando con Joey.
“Mi hai
detto che mi portavi a conoscere i tuoi amici,
ma la strada mi sembra molto lunga!”
“Abbi
pazienza. Loro non vedono l'ora di conoscerti!”
Lei rise.
“Ma se nemmeno mi conoscono! Comunque, se
sono in quel ristorante cinese laggiù, ti avverto che la
cucina cinese non mi
piace!”
Improvvisamente, alle
loro spalle, comparvero Zack,
Samuel e Jade.
“Brenda!
– le urlò la ragazza – Allontanati
subito da
quel ragazzo! Vuole ucciderti!”
“Jade?
– si voltò, sorpresa – Cosa stai
dicendo?”
Prima che potesse
dire altro, però, Joey, velocemente,
la bloccò, stringendole il collo da dietro.
“Che
nessuno si avvicini o le faccio del male!”
Terrorizzata e
confusa, Brenda non capisce cosa sta
accadendo: “Joey? Cosa stai facendo?”
Ma quello la
ignorò, rivolgendosi direttamente ai due
prescelti.
“Non
riuscirete a mandarci via, stavolta! Siamo più
forti di voi, cari Jade e Samuel...”
“Come fai a
conoscerci?”
“Non si
dimentica chi ha cercato di mandarci via!”
“Non
è lui a parlare, – bisbiglia Samuel a Jade, senza
farsi sentire - ma il disordine che l'ha infettato.”
Improvvisamente,
però, Brenda tirò una forte gomitata
contro l’uomo che, barcollando, si allontanò,
permettendole di fuggire. Nel
frattempo Zack, con tre capriole, avanzò verso di lui, per
poi tirare fuori il
pugnale e infilzarlo.
“Com'è
morire una seconda volta, maledetto bastardo?”
Joey cadde a terra,
sotto gli occhi sbalorditi dei
presenti.
“Wow!
Questo corso di arti marziali deve essere
davvero speciale!”
“Muoviti,
Jade, l'incantesimo!” la incalzò il demone.
“La
tua
natura non può cambiare, ma un disordine lo può
fare. Ripristina ciò che è
stato, perchè così deve restare...”
Un fumo nero
abbandonò il corpo a terra e Joey tornò
ad essere un fantasma, risollevandosi subito, arrabbiato.
“Mi hai
pugnalato? – si rivolse direttamente a Zack –
Sappi che hai fatto un grosso errore!” e, generando un forte
vento, lo
scaraventò contro un cassonetto, per poi voltarsi verso gli
altri due.
“Ora tocca
a voi!”
La ragazza, agitata,
tentò di bloccarlo, ma fallì.
“Non si
blocca! Quel potere non mi è tornato, cosa
facciamo?”
“Aspetta un
attimo, Jade, ora non è più infettato! Usa
l'altra formula!”
“Vortice
di morte che ostacola la sorte, il freddo delle sue braccia ti
accoglie e poi ti scaccia...”
E, con urla
strazianti, Joey si distrusse davanti ai
loro occhi.
Il mattino dopo,
Samuel caricò tutte le loro cose in
macchina, mentre gli altri finivano di prepararsi.
Mentre scendevano le
scale, Jade si rivolse all’amica,
ancora un po’ preoccupata: “Tutto bene,
Brenda?”
“A parte il
fatto che sono uscita con un fantasma che
voleva uccidermi, direi tutto bene!”
“Tranquilla,
io sto con un demone!” entrambe
scoppiarono a ridere, per poi tornare subito serie.
“Sai, Jade,
questa esperienza mi ha fatto capire
quanto sono ingenua e stupida, a volte. Solo ora me ne rendo conto, ma
voglio
impegnarmi fin da subito per cambiare!”
“Brava! Mi
fa piacere sentirtelo dire, è il primo
passo verso il tuo cambiamento. Sono davvero fiera di te!”
Poi, però,
si ricordò di aver dimenticato una cosa in
camera e dovette tornare indietro.
“Vai pure
avanti! Io torno subito, ho dimenticato una
cosa.”
Ma, voltandosi, si
ritrovò davanti Zack.
“Mi
dispiace, ma non ho fatto a meno di sentire quello
che hai detto a Brenda.”
“Che sono
fiera di lei?”
“Mi
riferisco al fatto che hai ammesso di stare
insieme a Samuel...”
“Sì,
è vero! L'amuleto era l'unica cosa che ci
divideva, ma ora non è più così.
Adesso, però, scusami, ma devo salire in
camera, perciò fammi passare!”
E, dopo essersi
guardati negli occhi per qualche
istante, andarono ognuno per la propria strada.
Erano, finalmente,
tutti pronti per partire, ma molti
dubbi su quanto era accaduto la sera prima tormentavano ancora la
strega.
“Ancora non
mi spiego come facesse quel fantasma a
conoscere me e Samuel...”
“Era il
disordine che l'aveva infettato a parlare,
Jade” le rispose Zack, con gentilezza.
Brenda,
però, intervenì, confusa quanto
l’amica: “Voi,
però, mi avete detto che i disordini sono una specie di
nuvola nera. Non riesco
a capire...”
“Infatti
è così! Ma sembra quasi che questi nuovi
disordini abbiamo vita propria e ragionino come se avessero una
mente!”
Samuel, facendo
partire la macchina, pose fine alla
questione.
“Mi chiedo
cos'altro dovremmo aspettarci da loro...
Sono più astuti, forti e pieni di vendetta nei confronti di
chi ha cercato di
sopprimerli e questo non mi ispira nulla di buono...”
CONTINUA NEL TERZO
EPISODIO
Testo a cura di Lady Viviana
Angolo autore: Questo
è l'ultimo episodio di oggi, Demon & Witch II
tornerà mercoledì prossimo con un solo episodio a
settimana. Non perdete l'appuntamento con il prossimo episodio, la 2x03
"Amuleto". Infine, ne approfitto per dirvi che è prevista
anche una terza stagione che avrà iniziò nel mese
di febbraio 2015, subito dopo gli ultimi episodi della seconda
stagione. Buona settimana stregata!
|
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Capitolo 3 *** 2x03-Amuleto ***
CAPITOLO
TRE
“Reverse Karma”
Dayton, Ohio
Jade, Brenda e Zack
si stanno godendo una
pausa nella migliore gelateria della città, approfittando
della mancanza di
disordini.
Pensando, come
sempre, a Samuel, Jade
rompe il silenzio, condividendo i suoi pensieri con gli altri.
“Chissà
perchè Samuel non è voluto venire.
Questo gelato è davvero ottimo!”
“Già!
– le rispose Zack, leggermente
isterico - Chissà perchè!”
E in quel momento
Brenda, senza farsi
vedere, gli tirò un calcio sotto al tavolo, approfittando
della distrazione
dell’amica, che si stava alzando.
“Mi
è venuta sete, ragazzi. Vado dentro a
bere un bicchiere d'acqua, d’accordo? Torno subito, non
preoccupatevi!”
“Sei
impazzito?!? Samuel ci ha detto che
non dobbiamo farle capire nulla della sorpresa! Adesso, comunque, la
portiamo
un altro po' in giro e poi torniamo al motel, d'accordo?”
“Sì,
certo!” annuisce, indifferente.
L’altra,
però, sembrò non notare il suo
poco entusiasmo: “Mi chiedo cosa le regalerà per i
suoi 18 anni... Secondo te?”
“Cosa vuoi
che mi interessi?!?” sbottò
lui, infastidito.
Brenda lo
guardò confusa, senza capire:
“Si può sapere cosa ti prende? Sono i tuoi
migliori amici! Dovresti essere
contento per loro, invece ti comporti come se fossi geloso!”
Il silenzio del
ragazzo le fece capire che
c’era qualcosa che non sapeva e questo la sconvolse.
“Oh, mio
Dio! Tu ami Jade?”
Ma non ottenne mai
risposta perchè la
ragazza ritornò sorridendo, pronta per andarsene.
“Ho fatto.
Andiamo?”
In silenzio, i due si
alzarono e tutti
insieme uscirono, per continuare la loro passeggiata.
~
Intanto, Samuel aveva
vagato senza meta
per la città, finchè non si era imbattuto in una
bottega chiamata “Magie e
Meraviglie”. Entrato, non aveva trovato nessuno dietro il
bancone ed era stato
così costretto a suonare un piccolo campanellino per
attirare l’attenzione del
proprietario, impegnato nel retrobottega.
Questi era un uomo
sulla trentina passata,
stretto in un vestito in stile retrò, ma dall’aria
gentile.
“Benvenuto
nel mio negozio! Mi chiamo
Timoty, come posso esserle utile?”
Stranamente, Samuel
sembra incapace di
nascondere le sue emozioni, come accade di solito, da quando la sua
strega era
riuscita a intenerire il suo cuore gelido di demone.
“Cerco un
regalo per la mia fidanzata.
Oggi compie gli anni e vorrei donarle qualcosa di veramente
speciale.”
“Ti rivelo
un segreto, mio caro ragazzo:
il miglior regalo è la semplicità. In essa
c'è più amore che in qualsiasi altra
cosa. Per esempio, cosa ti viene in mente se pensi alla semplicità?”
“Qualcosa
di piccolo?”
Il commesso rise,
prima di rispondere:
“Non esattamente. Deve essere qualcosa che, quando la vedi,
ne rimani
affascinato, perchè è in grado di farti ricordare
cose piacevoli, che ha la
capacità di riscaldarti
il cuore nei
momenti di tristezza. Ora, hai compreso? Prova a guardare nella
vetrinetta
vicino all’entrata, dovrebbe esserci qualcosa che potrebbe
piacerti.”
“In
effetti, ci sono molte cose carine
qui, ma quella che mi ha colpito di più, è la
collana con la pietra.”
“Intendi
quell’amuleto con la pietra
nera?”
“Sì,
proprio quello. Un tempo lei ne
portava uno, ma ora non lo possiede più e sono sicuro che
risponda a tutti i
requisiti che ha detto lei prima!”
Il commesso, allora,
lo tirò fuori dalla
teca in cui era conservato e si diresse verso il bancone.
“Ottima
scelta! Lo metto nella scatola e
lo incarto subito.”
Pochi minuti dopo,
l’uomo ritornò nella
stanza con un pacchettino e Samuel gli allungò attraverso il
bancone l’importo
corrispondente.
“Vedrà
che le piacerà così tanto, che non
se ne separerà mai più!”
“Lo spero,
altrimenti significherà che non
le è piaciuto. Grazie mille e arrivederci!” ed
uscì dal negozio.
~
Gli altri tre,
intanto, stavano
continuando la loro passeggiata, chiacchierando tranquillamente.
“Non so
voi, – esordì Brenda
all’improvviso - ma non riuscirei mai a vivere in questa
città. È troppo
caotica... guardate quanta gente cammina sul corso! Per non parlare del
traffico, se non smettono di suonare quel clacson, giuro che mi metto a
urlare!”
Jade,
però, non la ascoltò, troppo
impegnata a fissare una ragazza che stava attraversando la strada,
incurante
del furgone che stava arrivando a tutta velocità.
“Ma cosa
sta facendo quella?!? Perchè non
si volta a guardare la strada?”
“Di cosa
stai parlando?” chiese Zack,
confuso, e lei gli indicò subito la scena.
“Guardatela:
non si volta!”
“Hai
ragione! Oh, no! No!” iniziò a gemere
Brenda e l’amica, alzando le mani, bloccò tutta la
città, per poi sbloccare
subito i suoi amici.
Appena riavutasi,
Brenda si guardò
intorno, confusa: “Cosa sta succedendo? Perchè
sono tutti fermi?”
“Hai
recuperato il potere di fermare il
tempo?” le chiese, invece, Zack, ignorando totalmente i
commenti dell’altra.
“A quanto
pare! Ma adesso non c'è tempo,
dovete aiutarmi a spostare quella ragazza dalla strada!”
Benché
fosse piuttosto leggera, la presero
in braccio tutti e tre insieme, per spostarla sul marciapiedi opposto.
“Ci credo
che non guardava la strada,
stava parlando al telefono! Però... bella collana,
vero?” commentò Brenda,
incapace di stare zitta.
Zack non
poté trattenere un commento
sarcastico: “Ha parlato la ragazza che si è
portata dietro il cellulare e
l'ipod per sconfiggere il male!”
“Bene!
Adesso torniamo a dove eravamo
prima, ok?” e, quando furono di nuovo al loro posto, la
strega fece ripartire
il tempo, per poi osservare assieme agli altri il comportamento della
ragazza
che avevano salvato.
“E’
così impegnata a parlare al telefono,
che non si è nemmeno accorta di non essere più in
mezzo alla strada!” esclamò
Brenda, ridendo.
“Almeno ha
cambiato strada, però!” replicò
il ragazzo.
In quel momento,
però, mentre camminava
accanto a un negozio, la ragazza venne schiacciata da un frigorifero,
caduto
dall’undicesimo piano del palazzo che stava costeggiando,
lasciando sconvolti i
tre che la stavano osservando.
“Oh...
mio... Dio!” commentò Brenda, senza
parole.
L’amica era
ancora più sconvolta: “Ma è
terribile!”
“Questa
sì che è Sfortuna!” aggiunse Zack,
basito quanto loro.
Ancora sotto shock e
incapaci di
proseguire, i tre tornarono al motel, continuando a scambiarsi
impressioni su
quanto era appena accaduto.
“Pazzesco!
– esclamò Brenda, la più
sconvolta del gruppo - Come si fa a sfuggire ad un furgone, per poi
essere
schiacciati da un frigorifero? Ancora non riesco a
crederci...”
“Per non
parlare di quel servizio
traslochi! – aggiunse Zack - Come hanno fatto a sganciare per
sbaglio quel
frigorifero? Con tutta quella gente che passava sotto quel palazzo, per
di
più!”
“Sta di
fatto, però, – concluse
Jade, inserendo la chiave nella toppa – che, in quel momento,
c’era solo lei lì
sotto-” ma non riuscì a finire la frase
perchè spuntò fuori Samuel con una
torta fra le mani.
“Sorpresaaaaaa!!!”
Mentre lo
abbracciava, finalmente, la ragazza
capì.
“Ecco
perchè non sei venuto con noi a
mangiare il gelato!”
“E il primo
compleanno che festeggio con
te, da quando ci siamo conosciuti. Non potevo ignorarlo. Non un giorno
così
importante.”
Jade, commossa, non
sapeva cosa dire: “Okay,
ora mi farai piangere. E non dovrei piangere…visto che ora
sono una donna! E
anche la prescelta!”
Lei lo
abbracciò ancora, sotto gli occhi
infastiditi di Zack.
Dopo aver spento le
candeline della torta,
Samuel tirò fuori un coltello e ne presero tutti una fetta.
“Credimi,
Samuel, hai fatto bene a non
venire con noi, perchè ti sei risparmiato uno spettacolo
veramente orribile!”
“Perchè?
Cosa è successo?”
“Abbiamo
salvato una ragazza che stava per
essere investita da un furgone, ma lei, subito dopo, è stata
schiacciata da un
frigorifero caduto da un edificio. – spiegò Jade -
Buffo, vero?”
“Oh,
poverina! – esclamò Samuel,
sinceramente dispiaciuto, mentre abbracciava la ragazza - Devi essere
sconvolta. Stringimi forte!”
Brenda, intanto,
trascinò Zack fuori dalla
stanza, aggiungendo solo: “Forse è meglio se vi
lasciamo soli...”
Ma l’altro,
infastidito, protestò
vivacemente: “Ma io non voglio uscire!”
“Sì,
che vuoi uscire!” e il tono che non
ammetteva repliche fu sufficiente a convincerlo.
I due innamorati,
perciò, rimangono soli
e, non appena la porta si chiuse alle spalle dei due amici, iniziarono
a
scambiarsi sguardi carichi di passione, iniziando a baciarsi.
“Adesso
siamo proprio soli soletti...”
“Aspetta!
– la fermò lui, staccandosi -
Dimenticavo di darti una cosa!” e tirò fuori dal
comodino una scatolina di
velluto blu.
“Che cosa
tenera! Mi hai fatto un regalo?”
Lui la
aprì e tirò fuori l’amuleto
“Voltati!” esclamò, per poi
allacciarglielo.
La ragazza, come
aveva previsto Timoty,
rimase senza parole.
“Mi hai
regalato un amuleto. Io... io sono
davvero – rise, per la felicità – al
settimo cielo, non so che dire. Grazie!”
“Ho pensato
che ti mancasse qualcosa da
mettere al collo.”
Insieme, si
sdraiarono sul letto, e Jade,
sdraiandosi sul letto, riprendendo da dove si erano interrotti.
“E’
il più bel regalo che mi abbiano mai
fatto. Non è solo una semplice collana con una pietra
attaccata, ma un oggetto
capace di farmi ricordare tutto quello che abbiamo passato per giungere
fino a
questo punto. L’amuleto è un simbolo molto
importante per me, perché mi ricorda
che avermi tenuta lontana da te e non poterti toccare, mi ha fatto
desiderare
di non volerlo più al collo. Ma cosa più
importante di tutte, mi ha fatto
rendere conto che ti amo con tutta me stessa, Samuel...”
“Non avrei
potuto scegliere oggetto
migliore, per sentirti dire quello che avrei detto anche io. Ed
è questo che ci
rende una persona sola, e io – Le accarezza il viso - non ti
ho mai amata così
tanto…” poi la bacia.
Improvvisamente, le
gambe del letto si ruppero
e i due si ritrovarono a terra, sconvolti, ma, per fortuna, incolumi.
“Certo che
i letti dei motel sono proprio
scadenti!”
“Già!
Maledetti motel!”
Ormai innervositi, i
due si separano.
“Vado un
attimo in bagno, d’accordo?” gli
disse la ragazza, alzandosi.
Mentre si stava
avviando, però, Samuel
notò che il lampadario stava per cedere e colpirla e
riuscì a buttarsi su di
lei appena in tempo. Il lampadario cade a terra con un rumore
assordante,
rompendosi in mille pezzi.
“Accidenti!
Anche i lampadari sono molto
scadenti!”
“Credo che
pagheremo un piccolo extra per
questo disastro!” esclamò lui, sconvolto.
Intanto, Brenda e
Zack erano usciti dal
motel e si erano seduti su una panchina poco distante, da dove potevano
vedere
l’ingresso.
“Tornando
un attimo al discorso di
stamattina... tu sei innamorato di Jade, ho intuito bene?”
Lui, ovviamente, si
arrabbiò: “Sì! È
questo che vuoi sentire? SI’ sono innamorato di
lei!!!”
“Calmati,
era solo una domanda! Piuttosto,
lei lo sa?”
“Ora sono
due domande, però!”
“Avanti,
smetti di fare il duro, perchè
non inganni nessuno; o almeno non inganni me. Rispondi e
basta!”
L’ultimo
barlume di indecisione si ruppe e
il ragazzo decise di aprirsi con lei, sfogando tutto ciò che
reprimeva dentro
di sè dal giorno in cui aveva conosciuto il demone e la
strega.
“No, non lo
sa. L’ho confessato soltanto a
Samuel.”
Brenda rimase senza
parole: “Ma chi sei?
Il più grande cretino del secolo? Dovevi dirlo a lei, non a
lui!”
“Lei ama
LUI, è inutile negarlo! Persino
il destino ha deciso che doveva essere così. Sai, la
profezia, lui demone e lei
strega, gli opposti che si attraggono e gli altri mille motivi?! Non
c'è
decisamente paragone!”
“E’
per lei che ti sei trasformato da nerd
a bullo delle scuola, vero?”
“Pensavo
che, cambiando, si sarebbe
accorta di me, ma è stato tutto inutile. Prima era
più facile, perchè
scintillavano, ora, invece, sono sempre attaccati come la
colla e io non
lo sopporto!”
“Lei ti
considera un amico, Zack, e se tu
non ti dichiari, è ovvio che le cose continueranno a
rimanere sempre così.”
Il ragazzo,
però, mise fine alla
conversazione, alzandosi e tornando verso il motel.
“Io non
glielo dirò mai! Se mi rifiutasse,
non riuscirei più a stare con voi.”
“Hey!
Aspettami!” lo rincorse lei,
cercando di raggiungerlo.
Il ragazzo, infatti,
era intenzionato a
tornare in stanza, ma la ragazza riuscì a fermarlo in tempo.
“Non vorrai
mica interrompere la loro
romantica serata?”
Lui la
ignorò, continuando a salire i
gradini: “Infatti è proprio così! Ho
molto sonno e non rimarrò certo qui fuori
per permettere a quei due di sbaciucchiarsi tutta la notte!”
Quando misero piede
in stanza, pochi
secondi dopo, ciò che videro li lasciò sconvolti:
Jade era in biancheria
intima, a stento coperta dal lenzuolo.
“Che voi ci
crediate o no, non è come
sembra! Il mio vestito si è impigliato nella cintura di
Samuel e, per
liberarmi, l’ha dovuto strappare.”
“Okay, come
dobbiamo interpretare, invece,
il letto sfondato e il lampadario a terra?”
Samuel,
benché molto imbarazzato, riuscì a
mettere insieme qualche parola per spiegare la situazione:
“Sembra che Jade sia
molto sfortunata, questa sera.”
Zack decise di
rivolgersi a lui, per ignorare
Jade mezza nuda: “Intendi sfortuna normale o sfortuna
soprannaturale?”
La ragazza, entrando
in bagno, gli rispose,
isterica: “Sfortuna soprannaturale. Decisamente.”
“Tesoro,
– Brenda si avvicinò alla porta
chiusa, preoccupata - va tutto bene, lì dentro?”
“Vieni
subito qui! Ho qualcosa tra i
capelli!”
“Stai
chiamando me o Brenda?” le chiede
Samuel, confuso.
“Ma che
c'entri, tu! Voglio Brenda.
Brendaaaaa!”
“Arrivo!
Basta che mi apri la porta: non
sono mica un fantasma!”
Per un minuto, nella
stanza cade il
silenzio, finchè i ragazzi, preoccupati e incuriositi, non
decidono di
avvicinarsi alla porta, ancora chiusa, del bagno.
“Tutto
bene, ragazze?”
Dal bagno
arrivò l’urlo di Brenda.
“Sono
scarafaggi!!! Non riesco ad uscire,
la porta è bloccata!”
“Toglimeli!”
gridava, intanto, Jade.
Intuendo cosa si
celava dietro, Samuel
corse a prendere il Libro: “E’ ovvio che qui
c'è qualcosa che non va!”
Mentre Zack cercava
di rendersi utile:
“Io, invece, cerco qualcosa su internet. Magari è
qualcosa che non sta
accadendo solo a Jade.”
In quel momento
Brenda riuscì a uscire dal
bagno, ma ancora Jade rimaneva lì dentro.
“Jade?”
“Si sta
lavando i capelli. Non capisco
proprio da dove siano usciti quegli scarafaggi...”
Zack
annuì, continuando a digitare
qualcosa sul computer.
“Ragazzi,
ho trovato un articolo davvero
stupefacente: Julie Rosemberg, assistente sociale, viene assalita da un
cane e
muore, ma il padrone non sa spiegare l'accaduto, perchè il
suo cane non è mai
stato aggressivo. Ellen Pierce, infermiera, trovata morta nella sua
camera da
letto, dopo che il soffitto le è ceduto addosso. Tamara
Hererra, insegnate
d'asilo, un camion che trasportava legname davanti alla sua auto perde
un
tronco, che sfonda il suo parabrezza, uccidendola sul colpo. E potrei
elencarvene molti altri.”
“Ma
è terribile! – esclamò Brenda,
sconvolta - Sono tutte morte in modo atroce!”
Nell’articolo
c’era la foto di una delle
vittime e, mentre il ragazzo le scorreva per cercare altre notizie
utili, lei
lo fermò, incuriosita.
“Aspetta!
Puoi zoomare sul collo, per
favore”
“Vuoi
vedere che gioielli porta, per
caso?”
“No,
idiota! Voglio solo verificare una
cosa.”
Il ragazzo, allora,
eseguì quanto gli era
stato chiesto, ma ciò che vide lasciò la ragazza
sconvolta.
“Quella
collana! Non ti sembra identica a
quella che aveva la ragazza di stamattina, quella del
frigorifero?”
“Forse hai
ragione, ma prima non ci ho
fatto tanto caso, pensavo solo a salvarla.”
“Tu non
capisci! Quella collana non è solo
identica a quella della ragazza del frigorifero, ma anche a quella che
Samuel
ha regalato a Jade!”
Il ragazzo, sentendo
le sue parole
dall’altro lato della stanza, iniziò ad agitarsi:
“Ne sei proprio sicura?”
“Sicura
come il fatto che non prenderò mai
una A in matematica!”
In quel momento, Jade
riemerse finalmente
dal bagno.
“Non
capisco da dove siano usciti quelli
scarafaggi... Comunque, di cosa stavate parlando?”
“Ehm...
niente di cui tu debba
preoccuparti!” minimizzò Samuel, ma Brenda,
ignorandolo, le disse la verità.
“Samuel ti
ha regalato un amuleto che
presto ti ucciderà nei peggiori modi possibili:
c’è solo l’imbarazzo della
scelta. La ragazza del frigorifero ne aveva uno simile.”
“COSA?!?
Samuel, è vero?”
Il ragazzo
lanciò un’occhiataccia a Brenda
e poi si rivolse con un sorriso alla sua ragazza: “Jade,
calmati! Vedrai che
una soluzione la troviamo. Magari nel libro.”
“Fantastico!
Il giorno del mio
diciottesimo compleanno, il mio fidanzato demone mi regala una
calamità della
morte! Adesso mi siedo, allora, sperando che un esercito di scarafaggi
non
tenti di divorarmi!”
“Perchè
non te lo levi dal collo? – le
suggerisce Zack - Magari risolvi qualcosa...”
Ma tutti i tentativi
di lei di sfilarselo
fallirono.
“Ovvio! Non
si toglie!” per Jade era
prevedibile.
In quel momento,
però, Samuel finalmente
lo trovò sul Libro.
(sezione
modificata) L’amuleto
del Karma
L'amuleto
del karma è un oggetto che si può
trovare solo nelle botteghe o nei negozi di magia gestiti
rispettivamente da
stregoni e da streghe.
Il
suo potere deriva direttamente dal karma
posseduto dalle donne che lo indossano, perciò se, ad
esempio, commetteranno
azioni positive, l'amuleto porterà loro molta fortuna, ma,
al contrario, azioni
negative causeranno loro solo una serie di sfortunati eventi.
E’
stato creato allo scopo di portare sulla
terra una sorta di giustizia divina per chi fa del bene e per chi fa
del male.
*Quando
uno stregone o una
strega viene infettato dai disordini, vengono modificati, di
conseguenza, anche
gli oggetti magici da loro venduti. L'amuleto del karma, in questo
caso,
porterà alla morte coloro che nella vita si sono dedicate a
fare del bene e
porteranno salute e ricchezze a chi ha fatto solo del male agli altri.
L'amuleto non può essere tolto da chi lo indossa,
perciò l'unica
soluzione è che chi lo ha venduto venga purificato dal
disordine che l'ha
infettato.
Incantesimo
per lo stregone o la strega infettati: “Porti
in dono oggetti preziosi, che della magia ci rendono orgogliosi. Non
ritorcerci più contro tutto il male di questo mondo, butta
fuori ciò che ti
pervade e la tua falsa natura presto cade”
“L'assistente
sociale, l'insegnante
d'asilo e l'infermiera: tutte donne che si sono dedicate a fare del
bene!”
commentò Zack quando finirono di leggere.
“E io ho
fatto un mucchio di bene. Morirò
sicuramente!” replicò Jade, terrorizzata.
“Noi non lo
permetteremo! – la rassicurò
l’amica - Andremo a scovare lo stregone o la strega che hanno
venduto a Samuel
quell'amuleto e sistemeremo tutto, d’accordo?”
“E io cosa
faccio, intanto? Rubo le
caramelle ad un bambino?” era isterica, Jade.
Il ragazzo, allora,
ripensò agli
avvenimenti del pomeriggio, per poi esclamare: “Timoty! Quel
maledetto
bastardo!”
“Chi
è Timoty?”
“Suppongo
lo stregone. Comunque è stato
lui a vendermi l'amuleto.”
“Bene,
– concluse Zack, alzandosi dalla
poltrona su cui si era seduto un attimo a riposare - io vado a prendere
l'ascia
che c’è nel mio borsone. Forse la bottega
è ancora aperta e riusciamo a
beccarlo subito.”
Brenda lo
seguì. “Io prendo la balestra.
Potrei chiamarmi Balestra-girl, oppure la donna balestra...”
“Non devi
avere per forza un nome da
supereroina per maneggiare un arma, sai?” e si allontanarono
insieme.
Rimasti soli, Jade e
Samuel si guardono,
imbarazzati.
“Scusami
tanto, Jade... – esordì lui,
rompendo il silenzio - Sicuramente non è il compleanno che
ti aspettavi.”
“Non
importa. I compleanni non mi sono mai
piaciuti, però tu hai fatto del tuo meglio e sono fiera di
te ugualmente.
Comunque, avete intenzione di lasciarmi qui?”
“Assolutamente
no! Non vorrei che ti
crollasse il motel addosso. Verrai con noi, non preoccuparti.”
Tornati i due con le
armi, i quattro
insieme lasciarono la stanza, diretti verso la bottega indicata dal
demone.
Giunti lì
davanti, però, non videro nulla:
era sparita.
“Sei sicuro
che sia questo l'indirizzo?”
gli chiese Zack, perplesso.
“Certo che
è qui! Com'è possibile che sia
sparito?”
Sconsolata, Jade si
sedette sui gradini
del palazzo vicino: “Tipico! Lui sparisce e io rimango con
questa trappola
mortale al collo.”
Arrabbiato, Samuel
iniziò a colpire il
muro con delle sfere di energia, ma una rimbalzò e
finì contro Jade, ferendola
a una spalla.
Zack, preoccupato,
corse subito in suo
aiuto: “Stai bene?”
“Tranquilli,
mi ha appena sfiorata.”
“Appena?!?
– esclamò lui, lanciando uno
sguardo di fuoco al demone - Poteva ucciderti! Samuel, cosa ti
è venuto in
mente?”
“Io... io
non l'ho fatto apposta! È solo
che questa cosa mi sta facendo impazzire!”
“Non
preoccuparti! – lo rassicurò, invece,
lei - Quella sfera di energia mi ha colpita solo per via dell'amuleto.
Mi
sembra chiaro, è malefico!”
“Ragazzi,
adesso cosa facciamo, però? –
chiese Brenda, interrompendoli – Non so voi, ma io non voglio
assistere alla
morte della mia migliore amica.”
In quel momento,
però, comparve
all’improvviso alle loro spalle il demone, con un leggero
ghigno dipinto sulle
labbra.
“Quanti
clienti fuori dal mio negozio!
Peccato che al momento siamo chiuso.”
Samuel, non appena lo
vide, iniziò ad
avvicinarsi, intenzionato a prenderlo a pugni: “Maledetto
bastardo! Se ti
prendo, ti faccio a pezzi!”
Ma quello scomparve,
per poi riapparire
alle spalle di Brenda, poco distante. Quella, però,
avvertita da Zack, si girò
e fece scattare la balestra; tuttavia, la freccia colpì
Jade, infilzando un
pezzo del vestito e inchiodandola al muro.
Osservando la loro
incredulità, lo
stregone iniziò a ridere.
“Sono
spiacente, ragazzi, ma ogni vostro
attacco finirà contro la povera Jade. Perchè lei
ha fatto tanto bene in questo
mondo e l'amuleto, perciò, le attirerà tanta,
tanta sfortuna.”
“Anche tu
mi conosci?” gli chiese Jade,
interrompendolo.
“Quando ti
metterai in quella testolina
che noi ti conosciamo tutti? Non è stato un caso che Samuel
sia venuto a
comprare quell'amuleto proprio nel mio negozio, era tutto calcolato. E,
più
tempo avrai quell'amuleto al collo, più in fretta
morirai!”
Ma lei, nel sentirlo,
si arrabbiò: “Ti
sbagli, se credi che resterò senza fare nulla aspettando la
mia morte.
Sfortunatamente, quelle povere ragazze non potevano difendersi, ma io
sì!” e
con la telecinesi cercò di scaraventarlo a terra, ma
qualcosa andò storto e lei
si sollevò in aria.
“Povera
streghetta... l'amuleto sta
alterando anche i tuoi poteri!”
Intanto, la ragazza
saliva sempre più
alto, senza accennare a fermarsi.
“Aiuto! Non
riesco a scendere!”
Usando il suo potere
di emulazione, Samuel
si alzò in volo, determinato a raggiungerla.
“Non
temere, Jade. Sto arrivando!”
La afferrò
in tempo, prendendola in
braccio e i due si fermarono a mezz’aria a guardarsi negli
occhi, davanti alla
luna che risplendeva nel cielo sopra di loro.
Intanto, a terra,
approfittando del fatto
che era distratto a guardare i due innamorati fluttuare nel cielo, Zack
decise
di saltare addosso allo stregone.
“Prendi il
libro e leggi la formula!”
gridò a Brenda, che subito eseguì, per quanto
dubbiosa, ciò che le era stato
chiesto.
“Ma se non
sai nemmeno se funzionerà!”
“Provaci e
basta!”
“Okay!
Speriamo che funzioni. Porti
in dono oggetti preziosi, che della magia ci rendono orgogliosi. Non
ritorcerci
più contro tutto il male di questo mondo, butta fuori
ciò che ti pervade e la
tua falsa natura presto cade...”
E il disordine lo
abbandonò, permettendo a
Jade e Samuel di ritornare giù e toccare lentamente il suolo.
“Anche se
questo compleanno è iniziato
male, – gli disse lei, con dolcezza – il finale
è stato a dir poco
spettacolare. Non vorrei essere da nessun'altra parte, in questo
momento!”
Notando che era
finalmente al sicuro, il
ragazzo la adagiò dolcemente a terra, liberandosi dal suo
abbraccio. “Aspettami
qui! Vado a sistemare quello stregone da strapazzo,
d’accordo?”
Ma lei lo
fermò: “Lascia stare, non serve
più! Lo stregone non era malvagio di natura, ma lo era
divento per via del
disordine che aveva dentro.”
Pochi secondi dopo,
l’uomo, sinceramente
dispiaciuto, si scusò con loro e, soprattutto, con lei per
quanto era accaduto,
ma, quando la ragazza fece la mosa di slacciarsi l’amuleto
dal collo, lui la fermò.
“Non
ridarmelo, Jade. Tienilo con te, ora
ti porterà solo fortuna e, senza dubbio, ti
servirà per il tuo viaggio. Quando
il disordine mi possedeva, ho sentito tanta di quella
malvagità, ma,
sopratuttto, rabbia nei confronti di te e del demone che difficilmente
riuscirò
a dimenticare...”
Riconoscente, lei gli
prese le mani: “Ti
prometto che faremo del nostro meglio, affinché le vittime
del tuo amuleto
vengano vendicate. Addio, Timoty!”
Lui
rientrò nel suo negozio, finalmente
libero: “Grazie e buona fortuna, ragazzi!”
Il giorno dopo, i
ragazzi erano pronti per
ripartire e ancora una volta stavano facendo i bagagli e caricando
tutte le
loro cose in macchina, quando Jade e Brenda si isolarono su una
panchina poco
distante per parlare da sole.
“Ti rendi
conto? – Brenda era ancora
incredula per gli avvenimenti della sera prima - Ho recitato la mia
prima
formula magica! Non pensavo che ci sarei riuscita, a essere
sincera...”
Ma l’amica,
incantata a guardare Samuel,
non la stava ascoltando: “Ehm... cosa hai detto, scusa? Non
ti stavo seguendo.”
“Lo so io
cosa stavi seguendo! Piuttosto,
ne sei proprio innamorata?”
“Non puoi
immaginare quanto! Credo che non
potrei amare qualcun'altro come amo lui. Tra noi c'è un
qualcosa di forte che,
però, non riesco a descrivere.”
“Bene, mi
fa piacere. Ma stai attenta
anche a chi ti sta intorno, potresti non accorgerti di molte
cose…”
L’altra,
ovviamente, non capì le sue
allusioni: “A cosa ti riferisci?”
“Niente,
niente!” minimizzò quella,
chiudendo il discorso.
Jade, allora, si
voltò di nuovo verso
Samuel, ma, improvvisamente, intravide accanto a lui una strana ombra
nera che
lo seguiva, mentre sistemava le cose in auto.
“Cos'è?”
esclamò, spaventata, con un filo
di voce.
L’amica la
vide spaventata, ma non capì.
“Di che cosa stai parlando?”
Guardò di
nuovo, ma stavolta non scorse
nulla: “Niente. Forse mi sono solo sbagliata, non
preoccuparti....”
CONTINUA NEL QUARTO
EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE:
L'avventura dei prescelti continua, ma il mistero del cigno
rimane ancora un mistero. Continuate a seguire il viaggio del demone e
la strega nel quarto appuntamento con la 2x04 "La musica del sonno"
Martedì prossimo. Buona settimana stregata!
|
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Capitolo 4 *** 2x04-La musica del sonno ***
CAPITOLO
QUATTRO
"Enchanted
Sleep Long"
Charleston,
West Virginia
L'alba era ormai
sorta da alcune ore ed il sole era
alto nel cielo, mentre i quattro ragazzi percorrevano
l’autostrada diretta a
Charleston. Sbirciando nello specchietto retrovisore, Samuel si accorse
che c’era
preoccupazione sul volto della sua ragazza.
“Jade,
è tutto a posto?”
Lei, distratta, fece
un salto, confusa: “Ehm... cosa?”
“Ora che mi
ci fai pensare, – intervenne Brenda - Jade
è molto strana da quando abbiamo lasciato
Dayton...”
“Ragazzi,
state tranquilli! Sto benissimo, capita a
tutti che la stanchezza faccia brutti scherzi, ogni tanto.”
“Sicura?”
“Sicurissima!”
confermò, decisa, mentre di lei si
scatena l’inquietudine. Dal momento in cui ha scorto
quell’ombra fuori dal
motel, infatti, non è più riuscita a essere
tranquilla.
Nel frattempo,
però, giunsero in città e, non appena
si inoltrarono lungo il viale principale, si accorsero che era deserto.
“Accidenti
che vitalità! Dove può essere la gente alle
dieci del mattino?”
Jade, sconvolta,
ignorò il commento dell’amica e si
girò subito verso Samuel: “Stai pensando a
ciò che ho in mente io, vero?”
La reazione del
ragazzo fu analoga: “Purtroppo sì!”
Zack
continuò a spostare lo sguardo da uno all’altro,
poi sbottò, esasperato: “Si può sapere
di che cosa state parlando? A cosa state
pensando?”
“Ah,
già, è vero, tu non ti eri ancora unito a noi,
all'epoca, per questo non capisci. Devi sapere che l'anno scorso io e
Samuel ci
siamo imbattuti in uno dei Cavalieri dell’apocalisse, si
trattava di Morte, e
l'atmosfera che c'è qui sembra la stessa che aveva creato
lui.”
“Già,
però non vedo corpi distesi per le strade,
Jade.”
Brenda, spaventata,
lo interruppe, prima che potesse
dire altro: “Hai detto c...c..corpi?”
“Sì.
Vedi, il fatto è che, al suo passaggio, ogni
persona nel suo raggio d'azione muore.”
“Di certo
– provò a ragionare Zack, altrettanto sotto
shock, ma più razionale - il Cavaliere non può
essersi preso il disturbo di
spostare i corpi. Non credete?”
Mortificato, Samuel
continuò ad addentrarsi nella
città, finchè non si ritrovò davanti
uno spettacolo difficile da dimenticare.
“Ecco i
corpi! A quanto pare al nostro cavaliere non è
passa per la mente l’idea di spostarli...”
Non potendo
proseguire, il ragazzo si fermò e i
quattro, insieme, scesero dall’auto, rimanendo vicini a
contemplare l’orribile
e angosciante scenario che gli si parava davanti: gente stesa ovunque,
per le
strade, nelle caffetterie, nei negozi, nelle case.
Brenda, ormai
completamente sotto shock, venne colta
da una crisi di pianto e Jade si affrettò a consolarla,
mentre i due ragazzi
cercavano di vedere se qualcuno era sopravvissuto.
Avvicinatosi ad un
uomo, Zack con due dita gli toccò
il collo, scoprendo con sua grande sorpresa un accenno di battito:
“Qui c'è un
uomo vivo! Correte!”
Subito i tre lo
raggiunsero. “Ne sei sicuro?”
“Sembra
quasi che stia... russando. O sbaglio?”
osservò la strega, subito appoggiata dagli altri.
Samuel, allora, corse
anche dagli altri, per
verificare se c’era qualcun altro in quelle condizioni.
“Anche qui
c'è gente che respira!”
Brenda si
asciugò gli occhi, sentendosi più calma.
“Allora non
sono morti?”
“No,
Brenda, stai tranquilla. Pare che stiano solo...
dormendo...”
I quattro decisero
quindi di cercare un luogo
tranquillo dove riflettere e confrontarsi sulla situazione senza la
visione dei
corpi davanti, ma, prima che potessero dirigersi alla macchina, Jade
gridò loro
di fermarsi.
“Fermi!”
“Cosa
succede? – le chiese l’amica, spaventata - Hai
visto qualcuno alzarsi?”
In risposta, la
ragazza estrasse la bussola, che stava
proprio in quel momento lampeggiando di rosso.
“A quanto
pare non siamo soli...”
“C'è
da capire, però, chi è in grado di far dormire
una città intera!”
Improvvisamente, in
lontananza, nascosto a un
incrocio, Samuel scorse un uomo incappucciato e vestito di nero
osservarli con
attenzione. Temendo scappasse, corse gridando verso di lui.
“EHI!! Chi
sei?”
“Samuel?
– lo rincorse Jade, preoccupata – Dove stai
andando?” ma Zack la fermò, tenendola per un
braccio.
“No,
lascialo andare! Dobbiamo rimanere uniti!”
“Non
possiamo lasciarlo andare da solo! Non sappiamo neanche
chi o che cosa ha visto!”
Anche
l’amica, sempre più spaventata, cerca di
convincerla a rimanere: “Ti prego, fa come ha detto Zack! Non
voglio che ci
separiamo, soprattutto se siamo gli unici ad essere svegli in questa
dannata
città!”
Capendo di non avere
alternative, la ragazza si decide
a rimanere.
Intanto, il suo
compagno proseguì nell’inseguimento
dell’uomo misterioso, finchè non si
ritrovò in un vicolo cieco, dove lo vide
scomparire nel nulla.
“Cosa
c'è? Non vuoi uscire allo scoperto perchè hai
paura di me? Guarda che ti troverò comunque! In questa
città è facile vedere
cose che si muovono!”
Circa due ore dopo,
ancora non c’è traccia del demone
e Jade, sempre più preoccupata, continua ad camminare in
tondo, sotto gli
sguardi preoccupati dei suoi amici.
“Che ne
dite di trovare un posto dove sistemarci?”
propose Zack a un certo punto.
“Sei
impazzito? – gli urlò lei, trattenendosi a stento
- Sono passate due ore da quando è sparito! Non ci penso
minimamente a
spostarmi da qui!”
Ma Brenda,
guardandosi intorno ansiosa, ancora una
volta la pensa diversamente.
“Forse
è meglio seguire il suggerimento di Zack, sai?
Non mi sento tranquilla qui, in mezzo alla strada, mi sembra di essere
osservata e, sinceramente, la cosa mi terrorizza molto...”
Arrabbiata, la strega
volta loro le spalle, risoluta:
“Voi andate pure, io resto qui ad aspettare Samuel. Non
voglio abbandonarlo, al
contrario di voi due!”
In quel momento,
però, il ragazzo si fece finalmente
vivo e lei gli saltò addosso e lo abbracciò
felice di rivederlo, sano e salvo.
“Che paura
che mi hai fatto prendere! Si può sapere
dove sei stato?”
“Già,
Samuel! – aggiunse Zack, irritato - Dove sei
stato per due, lunghissime ore?”
“Ho
inseguito un uomo con il cappuccio che ci stava
spiando, ma, sfortunatamente, mi è sfuggito. Ho girato per
le strade, cercando
di ritrovarlo, ma niente, sembra scomparso nel nulla...”
Improvvisamente, in
lontananza, esplose il rumore di
uno sparo, mentre uno stormo di uccelli si levava in cielo.
“Oppure non
è sparito è, semplicemente, nascosto qui
intorno ad osservarci.”
“BASTA!
– gridò Brenda, sempre più agitata
–
Ragazzi, non so voi, ma io inizio seriamente ad avere
paura...”
Subito
l’amica l’abbracciò, nel tentativo di
tranquillizzarla: “Cosa vuole questa persona da
noi?”
“E’
ovvio che vuole spaventarci, forse per mandarci
via.”
“Direi che
il messaggio è arrivato forte e chiaro.
Avanti, ragazzi, lasciamo questa città, non dobbiamo per
forza intervenire
ovunque andiamo!” replicò Brenda, sempre
più confusa.
Jade si
staccò da lei, stizzita: “Invece è
proprio
questo che siamo chiamati a fare! Non possiamo andare via e lasciare
queste
persone, come se niente fosse. Per quanto sia terrorizzata, io
resterò qui e
sconfiggerò l'essere che ha fatto tutto questo!”
Zack, sentendola,
subito la interrompe: “E’ meglio che
vi decidiate in fretta: fra qualche ora sarà buio e saremo
dei bersagli
facili!”
Infatti, non avendo
concluso nulla, dopo alcune ore i
ragazzi si recarono in un hotel nel centro della città, in
cerca di una stanza.
Frivola come sempre,
Brenda esclamò: “Potremo prendere
una suite di lusso!” ma venne subito zittita e sgridata da
un’indignatissima
Jade.
“Brenda!”
“Che
c'è? Tanto mica la paghiamo! E poi, quando ci
capiterà
di nuovo una situazione del genere?”
Stranamente, Zack
appoggiò quest’ultima: “In effetti,
non ha tutti i torti... anche io sono stanco di dormire nei
motel!”
“Vada per
la suite allora!” mise fine al discorso
Samuel, sfondando la porta della stanza numero 406.
Brenda corse subito a
farsi una doccia nella vasca
idromassaggio e Samuel scese nelle cucine a prendere qualcosa da
mangiare,
mentre Jade e Zack si sedevano su delle comode poltroncine
nell’ingresso per
consultare il libro.
“Accidenti!
– esclama lei, aprendolo - Non sappiamo
neanche cosa cercare!”
“Prova a
ragionare: sappiamo che questo essere ha
fatto addormentare la città.”
“Non basta,
mi servono più dettagli!”
Intanto, dal bagno,
arrivò rivolto a loro un urlo di
Brenda, che sembrava avere trovato finalmente la
tranquillità.
“Ragazzi?
Perchè non venite a farmi compagnia? L'acqua
è fantastica e questo hotel è il
paradiso!”
“Non siamo
dell'umore per farci un bagno. – replicò
l’amica, esasperata - Goditelo tu!”
“Ci puoi
scommetere, Tesoro!
Improvvisamente,
però, andò via la corrente in tutta
città e la ragazza, spaventatissima, si precipitò
fuori dal bagno, solo con un
asciugamano a coprirla.
“Cosa
è successo?!?”
“Calmatevi,
ragazze! Ho trovato una candela.”
“Zack,
– gli rispose Jade, tranquillissima - guarda
che è Brenda quella spaventata, io sono più che
calma!”
In quel momento,
Samuel irrompe nella stanza,
preoccupatissimo: “State tutti bene?”
Isterica e incapace
di stare zitta, Brenda anticipò
tutti e rispose per prima: “Suppongo che i miei compagni
coraggiosi ti
risponderanno di sì, ma io no! Io non sto affatto bene e
voglio solo andarmene
da questa maledetta città!”
In pochi minuti
l’atmosfera si fece sempre più cupa e
inquietante, finchè non udirono una strana melodia
diffondersi per tutta la
città.
Brenda, confusa, si
appoggiò al braccio dell’amica:
“Non so voi, ma adesso la cosa si sta facendo
davvero…inquietante...e sapete,
credo di non sentirmi tanto...bene...” e svenne.
La musica si
interruppe e Jade poté avvicinarsi a lei,
per cercare di farla rinsavire con dei piccoli schiaffi sulle guance.
“Brenda?
Tesoro? Avanti, svegliati, cosa ti sta
succedendo?”
Dolcemente, Zack la
staccò, facendola sedere sulla
poltrona poco lontano: “Credo sia inutile, Jade: dorme come
tutti gli altri.”
“Ma... come
è potuto accadere?”
“Forse
è stata quella melodia a farla addormentare.”
“Allora
cosa suggerite di fare?”
“La
portiamo nella nostra auto e la chiudiamo dentro,
poi andiamo a cercare il responsabile di questo sonno collettivo. Che
ne dite?”
progettò Samuel, per poi voltarsi verso gli altri in cerca
di approvazione.
Zack subito lo
appoggiò: “Sì, mi sembra la mossa
giusta da fare!”
Ma Jade, sconcertata,
iniziò a inveire contro di loro:
“Siete impazziti?!? Secondo me Brenda aveva ragione: dobbiamo
lasciare la
città, prima che accada la stessa cosa anche a
noi!”
“Se ce ne
andiamo, Jade, la tua amica e il resto della
città continueranno il loro sonno eterno. E poi, non eri tu
quella che voleva
rimanere per salvare tutti?”
“Ho
cambiato idea, ora che Brenda è l’ennesima vittima
di questo essere! E presto faremo anche noi quella fine, se rimaniamo
qui.
Perchè non lo volete capire?”
Nel tentativo di
mettere fine alla discussione,
Samuel, per una volta, alzò la voce:
“Adesso basta, Jade! Siamo due contro
uno, perciò Brenda finisce in auto e noi tre andiamo a
cercare quella creatura.
Inoltre, anche volendo, non te ne puoi andare perchè non sai
guidare!”
“Bene!
Adesso vi siete coalizzati contro di me, perciò
okay, vi seguirò, ma vi avverto: quando sarò io
ad addormentarmi, vi renderete
conto che avevo ragione....”
I due ragazzi,
quindi, presero delicatamente Brenda e
la portarono fuori dall’hotel, mentre la ragazza li seguiva,
facendo loro luce
con una torcia. Raggiunta l’auto, l’adagiarono
delicatamente sul sedile
posteriore e la chiusero dentro.
“Per
fortuna c'è la luna a fare un po’ di luce: odio
il buio totale!” esclamò la ragazza, mentre si
allontanavano.
“Ora che
Brenda è al sicuro, andiamo a cercare quel
bastardo, ragazzi!”
Zack, guardandosi
intorno, incominciò a riflettere sul
da farsi: “Deve aver tolto la corrente direttamente dalla
centrale elettrica,
perciò propongo di andare lì e ripristinare la
luce in tutta la città.”
Samuel
approvò immediatamente, ma la ragazza non ebbe
il tempo di commentare, perchè la bussola, conservata nella
sua borsa, si
attivò, iniziando a lampeggiare.
“Fermi,
ragazzi! Guardate!”
“E’
qui vicino! Ma non riesco a capire dove...”
Proprio in quel
momento, alle loro spalle comparve
l’uomo incappucciato che il demone aveva visto nel pomeriggio.
“Non
disturbatevi a venirmi a cercare, ragazzi!”
Jade, arrabbiata, gli
si scagliò, subito contro:
“Risveglia subito la mia amica e tutto il resto della
città!”
Ma lui la
ignorò e, tenendosi nascosto nell’ombra,
iniziò a parlare: “Dovevate ascoltare la vostra
amica e andarvene fin
dall'inizio. Lo sparo, la corrente e quello che ho fatto alla ragazza
che era
con voi erano tutti avvertimenti: se continuerete ad ostacolarmi,
farete la
stessa fine degli altri, uno ad uno. E’ chiaro? Cosa decidete
di fare, allora?”
Risoluto come sempre,
Zack fu il primo a rispondere:
“Inizia a darti da fare, allora, perchè noi da qui
non ci muoviamo!”
L’uomo
scoppiò a ridere: “Bene, come volete!”
A quel punto, dalla
giacca tirò fuori un flauto e, una
volta in mano, iniziò a suonarlo. La melodia,
però, fu talmente potente da
rompere i vetri delle auto e delle finestre degli edifici e dei negozi
e da
scaraventare lontano da lui i tre ragazzi.
Jade, quando
riuscì a rialzarsi in piedi, si accorse,
guardandosi intorno, che era sceso il silenzio e che l’uomo
era sparito.
“Tutto
bene?”
Zack, un
po’ stordito, si stava alzando proprio in
quel momento: “Più o meno! Voi?”
La ragazza,
però, non lo ascoltò, perchè si stava
avvicinando al demone, ancora steso sull’asfalto.
“Oh mio
Dio! Samuel!”
“Dorme
anche lui, vero?”
Inginocchiata
sull’asfalto, con l’amato fra le
braccia, la strega annuì, ignorando le lacrime che le
stavano rigando le
guance.
“Perchè
lo hai provocato? Perchè hai voluto fare
l'arrogante con quell'essere? Adesso ci ha lasciati anche Samuel e Dio
solo sa
come andrà a finire!”
“Mi
dispiace tanto, ma siamo comunque rimasti in due e
credo che dovremmo iniziare a inquadrare chi abbiamo davanti.”
Lei si
asciugò le lacrime con la manica del maglione e
si rialzò: “Credo che ormai non abbiamo altra
scelta.”
L’altro
annuì e iniziò a sollevare l’amico
addormentato: “Aiutami a metterlo in macchina!”
Lei, però,
si limitò a guardarlo, preoccupata: “Qual
è
la prossima mossa?”
“Credo che
tu abbia abbastanza elementi. Un uomo che
con un flauto è capace di far dormire una città
intera? Sul libro lo troverai
di sicuro!”
Dopo aver sistemato
Samuel in macchina e averlo chiuso
dentro, i due si sedettero sul cofano dell’auto e, tirato
fuori il libro dalla
borsa, iniziarono a consultarlo, finchè non trovarono la
pagina che cercavano.
(sezione
modificata) Il pifferaio magico
Si
tratta di una creatura mistica capace di
incantare i mortali con la melodia prodotta dal suo flauto magico.
E’ creatura
malvagia per natura e con i suoi poteri è stato in grado di
addormentare i suoi
nemici per secoli o, addirittura, costringerli a fare quello che vuole.
*Il
pifferaio magico, se infettato da un disordine, aumenta il suo potere
per ogni mortale che addormenta, perchè ne assorbe, man
mano, l'energia vitale.
Con un numero elevato di esseri umani sotto il suo influsso, nessuna
formula è
in grado di contrastarlo. L'unico modo è inibire il suo
potere, per poi
eliminarlo.
Incantesimo di
eliminazione: “
Musica
maledetta che è dentro la mia testa, che
circola insidiosa e striscia rumorosa, al pifferaio che per noi non
suonerà, un
destino crudele spetterà”
Zack,
però, non era molto contento di ciò che aveva
letto.
“Se ha
fatto addormentare l'intera città, significa
che il suo potere è di gran lunga aumentato e che la formula
non lo eliminerà.
Giusto?”
“E’
vero! Allora come possiamo fare? Come si elimina
qualcuno che non può essere eliminato?”
“Aspetta!
Il libro parla di inibire in qualche modo il
suo potere. Hai idea di che cosa intenda dire?”
Lei, sarcastica,
replicò subito: “Cosa dovremmo fare?
Suonargli una serenata?”
“Qualcosa
del genere...” rispose lui, sorridendo.
Confusa, lei non
sapeva se prenderlo sul serio o no:
“Ehm... non vorrai mica prendermi sul serio! Guarda che
scherzavo!”
“Hai mai
sentito parlare di falene e pipistrelli?”
“Ti
sembrerà strano, ma sì. Credo che il mio clone a
Morney Hill l'abbia studiato in questi giorni, perchè
improvvisamente mi sta
tornando tutto in mente.”
“Dev'essere
bello imparare, senza andare a scuola!”
Lei rise:
“E’ il piccolo prezzo da pagare per essere
la salvatrice del mondo, ma mi farò forza, non preoccuparti.
Piuttosto,
continua il tuo discorso di prima, qualcosa mi dice che
comprenderò ogni tua
parola, per una volta...”
“Vedi,
all'università ho frequentato un corso che
parlava del fatto che le falene sentono gli ultrasuoni emessi dai
pipistrelli
e, così, li evitano. In pratica creano una sorta di segnale
contrastante che
inibisce il loro orientamento e si salvano dall’attacco dei
predatori
distorcendo gli ultrasuoni che loro emettono.”
“Quindi, se
ho capito bene, il pifferaio ha
addormentato tutta la città usando una specie di lunghezza
d'onda particolare e
noi dovremmo, in qualche modo, assorbirla o interromperla. E’
corretto?”
“Accidenti!
– esclamò l’altro, stupito - Se un anno
fa
mi avessero detto che queste parole sarebbero uscite dalla tua bocca,
non ci
avrei mai creduto! Sono fiero di te secchio-Jade!”
“Ho
imparato dal migliore, secchio-Zack!”
Pochi secondi dopo,
discussi gli ultimi dettagli, i due
si alzarono e iniziarono a camminare.
“Perchè
ci stiamo muovendo?”
Il ragazzo le rispose
continuando a guardarsi intorno:
“Devo trovare un locale dove ci siano degli strumenti
musicali, perchè mi
servono delle casse. Poi andremo alla centrale elettrica e
lì useremo il mio
portatile per scaricare un programma per suoni. Vabbè, ti
spiego tutto strada
facendo, ok?”
Ma lei, perplessa,
continuò a chiedere spiegazioni:
“Perchè non puoi usare il tuo portatile
qui?”
Zack cercò
di nascondere, inutilmente, il suo nervosismo:
“Perchè il mio portatile ha quasi esaurito la
batteria e, sinceramente, non
saprei cos'altro inventare se tutto non va secondo il mio
piano.”
La loro ricerca,
purtroppo, si rivelò infruttuosa, ma,
proprio quando si stavano per arrendere, Jade scovò un
negozio di strumenti
musicali.
“Zack!
Vicino alla videoteca c'è il negozio che fa per
noi!”
Sollevato, il ragazzo
si precipitò nella direzione
indicatogli: “Perfetto! Dobbiamo fare presto,
però!”
Quando si
avvicinarono ad esso, però, si accorsero che
era chiuso.
“E’
chiuso!”
“Avanti,
fallo!” la incitò lui.
“Fare
cosa?”
“Usa il tuo
potere per distruggere la vetrina, così
entriamo!”
Ma lei scosse
energicamente la testa: “Non se ne parla
nemmeno! È da criminali!”
Capendo che non
avrebbe ceduto, Zack riuscì a
recuperare poco lontano un bidone dei rifiuti.
“Di certo
non suonerà l'allarme e sicuramente nessuno
è abbastanza sveglio da venire qui ad arrestarci, non
credi?”
“In
effetti... Comunque, cosa vorresti fare con quel
bidone?”
Lui lo
sollevò in aria, sopra di sè:
“Allontanati e
sta a vedere!” poi lo lanciò contro la vetrina,
mandandola in frantumi.
La ragazza lo
guardò sconvolta, immobile: “Non posso
credere che tu l'abbia fatto!”
“Invece
l’ho fatto!” esclamò lui, risoluto,
entrando
nel negozio.
Fortunatamente,
riuscì a trovare delle casse
abbastanza grandi, mentre l’amica rubava un carrello dal
supermercato vicino,
stupendo l’amico, che ricordava bene la sua reazione di poco
prima.
“Wow! Non
posso credere tu abbia rubato quel
carrello!”
Lei lo
guardò con un sorrisino, avvicinandosi a lui:
“Invece l’ho fatto! Ora metti quelle casse nel
carrello. Sarai anche un pazzo,
ma, di certo, non hai abbastanza forza per portarle fino alla centrale
elettrica.”
Poiché
avevano recuperato tutto l’occorrente, i due si
misero in viaggio per la centrale.
“Secondo
te, – gli chiese lei dopo un po’, rompendo il
silenzio - il pifferaio ci ha sentiti quando abbiamo distrutto la
vetrina di
quel negozio?”
“Ma certo
che sì! – replicò lui, spavaldo - Con
il
silenzio che c'è qui si sentirebbero anche i passi di un
topolino, figuriamoci
una pioggia di vetri rotti!”
“Okay,
okay, non c'è bisogno di farla così lunga, era
solo una domanda!”
Mancavano pochi
metri, ormai, e la centrale si
presentava enorme, silenziosa e buia davanti a loro.
“Eccola!
Siamo quasi arrivati!”
Dopo essere entrati,
Zack chiuse tutte le porte e i
cancelli, mentre l’amica lo osservava perplessa.
“Adesso che
ci hai intrappolati come topi, che
intenzioni hai?”
“Per prima
cosa – iniziò, avviando il computer -
ridiamo la corrente a questa città!” e, con poche
e semplici mosse, riuscì
nell’intento, illuminando a giorno la stanza in cui si
trovavano.
“WOW! Ci
sei riuscito. Ora puoi caricare il tuo
computer.”
“Era questo
il mio obiettivo: niente corrente, niente
batteria.”
“Ora cosa
stai facendo, invece?”
“Sto
scaricando dalla rete un programma per suoni, per
contrastare l'effetto di quel dannato flauto.”
L’amica,
nonostante conoscesse già le sue capacità,
era sempre più stupita: “Bravo! Non pensavo ti
interessassi anche di musica...”
Lui la
guardò, distogliendo per un attimo lo sguardo
dallo schermo, e sorrise: “Beh, dopo la battaglia contro
Wolf, mi sono dedicato
anche a questo, creando decine e decine di effetti sonori per alcuni
spettacoli
teatrali di un mio amico, perciò sarà una
passeggiata!”
Mentre aspettavano
che il programma finisse di
scaricarsi, i due continuarono a parlare come non erano mai riusciti a
fare da
quando si erano rivisti.
“Sai, Zack,
quando Samuel è stato colpito dalla musica
del flauto, ho pensato che per noi era finita, ma adesso mi rendo conto
che mi
sbagliavo: lui non sarebbe mai riuscito a fare tutto questo e un po' mi
sento
sollevata che sia rimasto tu con me, alla fine.”
Nel sentire le sue
parole, Zack si innervosì: “Quindi
sei sollevata, non perchè è il tuo amico ad
essere rimasto con te, ma solo
perchè sono la tua unica speranza?”
Lei, spiazzata,
rimase senza parole per qualche
secondo: “Non intendevo questo! Come ti viene in
mente?”
“Guardiamo
in faccia alla realtà: avresti voluto che
ci fosse Samuel al posto mio, ma ora che ho la soluzione per salvarci,
ti senti
sollevata che sia andata così. Quindi è solo per
il mio cervello che sei
contenta di avermi al tuo fianco!”
La ragazza, ferita,
si innervosì e alzò la voce:
“Adesso, basta! Sai benissimo che ti voglio bene e che sei il
mio migliore
amico, perciò perchè ti comporti
così?”
“La tua
amica, che viaggia con noi da poco più di un
mese, ha capito tutto già dal primo giorno, mentre tu, che
mi conosci da più di
un anno, non ti sei resa conto di nulla! Come fai ad essere
così cieca?”
“Okay! Ho
notato che, nel mese in cui non ci siamo
visti, sei cambiato radicalmente e ammetto che è da un
po’ che sei strano, però
non riesco ancora a capire cosa ci sia che non va, mi
dispiace.”
Zack, frustrato e
quasi in lacrime, fece un ultimo
tentativo per farle capire la verità: “Non ti sei
mai chiesto come mai io abbia
cambiato look o frequentato corsi di arti marziali? Non ti sei mai
chiesta
perchè mi sono unito a te in questo viaggio? O
perchè, quella volta, abbia
usato su di me quella formula, in modo da avere dei poteri?”
Confusa e fragile,
Jade non capiva dove voleva
arrivare: “Tu... tu ti sei unito a noi per il piacere del
soprannaturale.”
“No, Jade!
– scosse la testa - Il soprannaturale era solo
un hobby. La verità è che era te che volevo, sei
tu la ragione per cui mi sono
unito a voi. Ti amo, Jade. Come fai a non vederlo?”
Una solitaria lacrima
segna il volto della ragazza:
“Io... mi dispiace... non immaginavo che...”
“Che
potessi essere innamorato di te? Invece lo sono,
dal primo giorno che ti ho vista alla cassa di quel centro commerciale
e non
immagini quanto sia stato difficile per me sopportare la faccenda della
profezia. Il demone e la strega, destinati ad amarsi per
sempre… Fino a quando
tu e Samuel non potevate toccarvi, potevo sopportarlo, ma adesso le
cose sono
cambiate e ogni volta che vi vedo insieme è un dolore che
non può essere
paragonato nemmeno al peggiore dei mali...”
“Ma io ti
voglio bene! Non puoi farmi questo! Sai che
non potrò mai darti quello che tu vuoi!”
“Lo faccio
perchè tu capisca cosa sia il dolore che
provo io tutti i giorni!”
L’eco
dell’ultima parola del ragazzo riempiva ancora
la stanza, quando la melodia del flauto ruppe il silenzio.
Zack aprì
velocemente il suo programma per i suoni,
mentre la ragazza si asciugava ancora una volta le lacrime.
“Uno di noi
si addormenterà. Cosa facciamo?”
Lanciando
un’occhiata alle telecamere di sorveglianza,
il ragazzo scosse la testa: “Non credo: il pifferaio sta
controllando alcuni
cittadini e vuole farli entrare qui per impedirci di
fermarlo.”
Spaventata, Jade
iniziò a tenere d’occhio l’ingresso.
“Stanno scavalcando il cancello!”
“Usa il tuo
potere!”
“Come? Da
qui dentro non può funzionare.”
“Invece
puoi farlo! Sei abbastanza potente da
riuscirci anche da qui!”
La ragazza, allora,
provò a impegnarsi e, infatti,
riuscì a buttare gli uomini giù dal cancello con
la sola forza della mente. Il
suono si interruppe e il ragazzo le fece cenno di avvicinarsi al
computer.
“Voglio che
tu stia attenta a ciò che sto per dirti,
d’accordo?”
Benché
confusa, lei annuì. “Cosa vuoi fare?”
“Alla
prossima melodia, io mi addormenterò e tu
rimarrai sola, perciò devi ascoltarmi attentamente. Quando
il pifferaio suonerà
di nuovo quel flauto, tu dovrai registrare il suono sull'hard-disk,
selezionarne una parte, tagliarla e copiarla in un'altro file, per poi
selezionare tutto. A quel punto usa il programma per suoni e inverti la
forma
d'onda, copiala e incollala cinque volte in coda, per poi riselezionare
l'intero progetto e mandarlo in LUP e...”
“Fermo!
E’ troppo per me, non sono in grado di farlo!”
Lui, allora, le prese
le mani e la guardò negli occhi:
“Sì che puoi. Io non potrò aiutarti ed
è per questo che, nel poco tempo che ci
rimane, ti ripeterò quello che devi fare fino alla nausea. E
sono sicuro che ci
riuscirai, perchè sei la ragazza più in gamba che
io abbia mai conosciuto!”
“D'accordo!”
esclamò lei, risoluta, sentendosi più
sicura.
Pochi minuti dopo, il
suono ritornò, proprio come
avevano previsto.
“Ci siamo!
Ricorda tutto quello che ti ho detto di
fare. Quando hai finito, premi play e, se tutto è andato
bene, la gente si
risveglierà e lui si indebolirà. A quel punto
toccherà a te farlo fuori con
l'incantesimo, d’accordo?”
Riuscì
appena a finire la frase che iniziò a
vacillare, sempre più debole, sotto gli occhi inorriditi
dell’amica.
“Zack! No,
non lasciarmi!”
“Mi fido di
te, Jade! So che ci riuscirai e che fra
cinque minuti ci rivedremo di nuovo...” poi cadde a terra,
addormentato.
Jade, allora, si mise
davanti al computer e,
incredibilmente, riuscì a seguire tutte le istruzioni.
Finalmente, arrivò
all’ultimo punto, proprio mentre il flauto riprendeva a
suonare: era giunto il
momento della verità. Non appena toccò il tasto
Play, dalle casse partì un
suono potentissimo e, subito, si accorse che stava funzionando e che
era ancora
sveglia. Decise, quindi, di uscire dalla centrale e tornare in
città per
cercare l’uomo, mentre tutti i cittadini di
Charleston e si suoi amici si
risvegliavano, lentamente.
Intanto, vagando per
i vicoli della città, il
pifferaio si accorse che tutti si stavano svegliando e che il suo
potere stava
diminuendo sempre di più, mentre Brenda, chiusa in auto
assieme a Samuel,
cercava di capire cosa stava succedendo.
“Cosa
diavolo è successo?”
Il ragazzo, confuso
quanto lei, non sapeva cosa
rispondere: “Non chiederlo a me! Ricordo solo di essere
stato scaraventato
in aria.”
“Io e
te…non abbiamo fatto nulla, giusto?
“NOO!”
L’altra,
roteò gli occhi, mentre si alzava dal sedile:
“Okay, okay,Scusami! Era solo una domanda!”
Samuel, intanto, si
voltò verso il finestrino,
rimanendo sorpreso da ciò che c’era fuori:
“Guarda! Si sono svegliati tutti!”
“Forse Jade
e Zack hanno eliminato il pifferaio...”
In quel momento
comparve proprio il ragazzo con le
chiavi dell’auto in mano. Subito, i due furono liberati e
poterono tornare
all’aria aperta.
“Ragazzi,
state bene?”
“Direi di
sì! Avete sconfitto il pifferaio?”
“In
realtà l'abbiamo solo contrastato, ma Jade si sta
occupando di lui ora che è debole...”
Il demone
sobbalzò bruscamente, sconvolto: “COSA?!?
L'hai lasciata andare da sola?”
“Guarda che
dormivo anche io! Non potevo certo
seguirla da sonnambulo!”
“D’accordo,
– rispose, più calmo - allora vado a
cercarla. Voi restate qui!”
Nel frattempo Jade
vagava per la città, senza riuscire
a trovare da nessuna parte il pifferaio e, con la gente tornata a
riempire le
strade, la sua ricerca diveniva di minuto in minuto sempre
più difficile.
Esasperata, fu costretta a bloccare l’intera città
con il suo potere.
“Ora va
meglio!”
Poi chiuse gli occhi
e si concentrò.
“D'accordo,
Jade, sei una strega potente ed è ora di
utilizzare una formula inventata da te per localizzarlo. Sperando
funzioni... Il male
è una traccia che non sempre scompare, aiuta la mia mente a
trovare
quello che i miei occhi non possono osservare...”
Con sua grande
sorpresa, l’uomo si materializzò
davanti ai suoi occhi, confuso.
“Ma... ma,
come sono arrivato qui?”
La ragazza lo
guardò, sorridendo trionfante: “Hai
commesso un grosso errore a lasciarmi per ultima!”
“Ti avevo
sottovalutato, strega!” replicò lui,
arrabbiato.
“Un vero
peccato... Ma adesso basta perderci in
chiacchiere! “Musica
maledetta che è dentro la mia testa, che circola insidiosa e
striscia rumorosa, al pifferaio che per noi non suonerà, un
destino crudele
spetterà” E l’uomo si
disintegrò,
urlando.
“Non
finisce qui! Siamo ancora in tantiiiiiiiiii....”
L’altra
sbuffo, seccata: “Ma non hanno altro da dire
quando muoiono? Come se non lo sapessi che sono in
tanti…quando mai i disordini
sono stati pochi!”
Jade tornò
quindi dai suoi amici, per poi far
ripartire il tempo. Samuel rimase sconvolto, trovandosela davanti
all’improvviso.
“J...Jade?
Sei qui! Hai fermato il tempo, per caso?”
“Esatto!”
Non appena la vide,
Brenda corse ad abbracciarla,
sollevata: “Hai ucciso il signor Ninnananna,
quindi?”
“Sì,
Brenda. L’ho ucciso!”
Incapace di
resistere, Samuel le si avvicinò per
baciarla, sussurrandole: “Ho temuto per te, ma vedo che non
ce ne era bisogno...
Ti amo, Jade...”
Notando Zack poco
lontano, però, la ragazza si scansò:
“Non mi piace molto che ci baciamo davanti ai nostri amici,
Samuel.”
Lui, perplesso, si
allontanò da lei: “Non è mica una
novità!”
“Mi mette a
disagio... preferisco baciarti quando siamo
da soli, okay? È ancora tutto nuovo per me e
preferisco andarci piano.
Cerca di avere pazienza con me!”
Benché
confuso, il ragazzo annuì: “D'accordo, come
vuoi tu.”
In quel momento,
dall’auto, Brenda li richiamò:
“Allora, piccioncini, ci muoviamo o avete intenzione di
restare lì?”
In silenzio, i due
raggiunsero l’auto e gli altri,
mentre Zack, curioso, si chiedeva cosa si fossero detti.
Villa di Terence,
Augusta, Maine
Sentendo il
campanello suonare, la domestica si
affrettò ad aprire.
“Buonasera,
signore. Desidera?”
“Sono John.
Ho un appuntamento con Terence” si
presentò lui, quando quella aprì la porta.
La donna si fece da
parte per farlo passare: “Ah, già!
Il signor Terence mi aveva avvisata che sarebbe venuto. Entri
pure!”
Sentendo delle voci
nell’ingresso, Terence si affacciò
per accogliere l’ospite.
“John! Ti
stavo aspettando. Vieni nel mio studio, così
possiamo parlare con calma.”
Entrati nella stanza,
l’uomo si accomodò su una
poltrona al centro della stanza.
“Allora, ti
piace la villa che ti ho dato? Mi sembra
che tu ti sia ambientato bene!”
“Non
c'è male, grazie.”
“Solo il
meglio per i cinque del cigno d'argento, lo
sai. Piuttosto, come mai mi hai convocato?”
“Ti ho
chiamato perchè abbiamo un problema: i
prescelti si stanno avvicinando a Xandra.”
“Non vedo
quale sia il problema. – replicò
l’altro,
indifferente - Xandra è stata dotata di potenti poteri dal
cigno d'argento e
non riusciranno a sconfiggerla tanto facilmente.”
“Questo
è vero, ma... – continuò Terence,
preoccupato
- se dovesse essere eliminata?”
“Di questo
non dobbiamo preoccuparci. – concluse
l’altro, alzandosi - I prescelti non sanno ancora cosa
c'è dietro a tutto
questo e, di certo, non verranno mai a saperlo!”
“Non
sottovalutarli! Hai visto che fine a fatto Wolf!”
“Non
preoccuparti... – lo tranquillizzò John, uscendo
dalla stanza - per accedere all'arma bisogna eliminarvi tutti e cinque
e dubito
che ci riusciranno.”
“Tu cosa
farai, intanto?”
“Andrò
a trovare una persona a me molto cara. Una
persona che non mi vede da tempo e che forse non sarà tanto
felice di vedermi o
magari lo sarà: chi può dirlo!”
CONTINUA NEL QUINTO
EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
Angolo autore: Il viaggio
continua e il mistero del cigno d'argento è rimane ancora
tale. I nostri quattro avventurieri scopriranno cosa sta succedendo?
Scopritelo nel prossimo appuntamento della serie con l'episodio 2x05
"La maledizione della sirena" martedì prossimo. Buona
settimana stregata!
|
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Capitolo 5 *** 2x05-La maledizione della sirena ***
CAPITOLO
CINQUE
"Stuck
in
the Spell"
Wilmington, North
Carolina
Il viaggio
continuò e i quattro presto si ritrovarono
in una nuova città. Per la prima volta, nell’auto
era caduto il silenzio,
dovuto al disagio di Jade dopo la rivelazione fattale da Zack. Ad un
certo
punto, Brenda, incapace di stare zitta troppo a lungo, decise di
romperlo.
“WOW!
– esclamò, guardando fuori dal finestrino - Le
acque dell'Oceano Atlantico sono così
splendenti...”
“Come sai
che questo è l'Atlantico? – le chiese
l’amica, stupita - Senza offesa, ma sono la tua migliore
amica e so per certo
che non hai mai aperto un libro di geografia!”
Quella rispose
celando a stento il sorrisino che le
era spuntato sulle labbra: “Io no, ma il mio clone, a quanto
pare, sì! Adoro
avere qualcuno che va a scuola al posto mio!”
Zack non
riuscì a trattenere il proprio sarcasmo:
“Anche io avrei voluto che qualcuno si laureasse al posto
mio, ma, a quanto
pare, non tutti hanno questa fortuna.!”
“Senti chi
parla! Jade mi ha detto che ti sei
appropriato di alcuni poteri. Anche questa è una fortuna,
anzi è un
privilegio!”
“Forse Jade
dovrebbe aggiornarti, sai, gli ho persi
completamente nell’ultima battaglia!”
In quel momento,
Brenda si sentì girare la testa ed
esclamò: “Oh mio Dio!”
“Brenda!
– esclamò subito l’amica, preoccupata
– Cosa
ti succede?”
Per fortuna,
tornò subito normale: “Niente! Il mio
clone sta studiando trigonometria. Che orrore!”
“Sempre la
solita! – la prese in giro Samuel,
impegnato dietro il volante - Comunque siamo arrivati...
chissà cosa ci
attende, stavolta!”
“Io credo
di saperlo: shopping!” esclamò Brenda, di
nuovo vivace come sempre.
“Shopping?
Guarda che il fatto che Xao e Zeta ci
abbiano muniti di carte di credito, non significa che ne dobbiamo
approfittare
troppo, eh!”
“Avanti!
– lo incitò Jade, d’accordo con
l’amica - Per
questa volta possiamo fare un’eccezione. Ora che ci penso,
indosso questa
maglietta da tre giorni!”
Il ragazzo
sbuffò, prima di rispondere: “D'accordo, ma
non esagerate!”
“Evviva!
Evviva!” esclamarono le due ragazze, felici, battendosi
il cinque.
Preoccupato,
però, Zack sussurrò all’altro ragazzo:
“Secondo me spenderanno tutto...”
“Lo so,
purtroppo...”
Ovviamente, Brenda,
dal sedile posteriore, li sentì e
li sgridò: “Guardate che vi abbiamo sentito! Un
po' di shopping farebbe bene
anche a voi, sapete? Sono certa che avete gli stessi vestiti di quando
siamo
partiti per la grande avventura!”
Pochi minuti dopo, i
quattro arrivarono in città e
Samuel, per prima cosa, fece scendere le due davanti a un grande
negozio di
abbigliamento femminile, per poi fare loro le ultime raccomandazioni.
“Non
esagerate con i soldi, mi raccomando, e
ricordatevi che ci devono bastare per un mese. Noi andiamo a cercare un
alloggio e poi a fare “shopping”. Passeremo a
riprendervi fra mezz’ora, se
avete problemi, chiamateci, ok?”
“Scusate,
se avete intenzione di fare tutto in così
poco tempo, quanto pensate di dedicare allo shopping? Cinque
minuti?” chiese
loro Brenda, perplessa.
“Se siamo
fortunati, anche due! Prenderemo le prime
cose che ci capitano, non ci servirà molto...”
“Uomini:
non li capirò mai!” replicò quella,
alzando
gli occhi al cielo.
“State
attenti, mi raccomando!” raccomandò loro Jade,
prima di scendere.
“Non mi dai
un bacio, Jade? Non ci vedremo per un
po’...”
Ma quella, sentendo
lo sguardo di Zack addosso, si
negò, sentendosi a disagio: “Magari dopo, ok? Di
certo non morirai senza i miei
baci!” e scese dalla macchina, seguita dall’amica.
Samuel
notò lo strano comportamento della ragazza, ma,
non sapendo spiegarlo, scosse la testa, ingranò la marcia e
partì.
Non appena le due
ragazze entrarono nel negozio,
subito furono accolte da un commesso molto gioviale.
“Salve,
ragazze! Sono a vostra completa disposizione,
di cosa avete bisogno?” e, poi, si inginocchiò
davanti a loro.
Jade, sconcertata, si
voltò verso l’amica: “Ma cosa sta
facendo?!? Perchè si inginocchia?”
“Che ti
importa? – replicò l’altra, lusingata -
A
Morney Hill c'erano solo commesse donne che non facevano altro che
snobbarti,
invece qui ci sono commessi sexy che ti trattano come regine. Non
è
meraviglioso?”
“Beh,
sì, ma è anche molto strano....”
Nel frattempo, i due
ragazzi giravano la città in
cerca di un negozio di abbigliamento maschile in cui poter fare
acquisti.
“Lei lo sa,
vero?” chiese il demone, all’improvviso.
“Non
capisco a cosa ti riferisci.”
“Hai detto
a Jade che la ami, vero?”
“Mi
dispiace, – gli rispose Zack, a disagio – ma non
riuscivo più a tenerlo per me. È stata lei a
dirtelo?”
“Sono un
demone, riesco ad avvertire ogni tipo di
emozione umana, comprese la paura e l'amore e, a volte, riesco anche a
capire
quando una persona mente.”
“Complimenti!
Devi aver frequentato un’ottima
Accademia per essere così perspicace!”
“Che
intenzioni hai, Zack?”
“Puoi anche
rilassarti, Samuel, la tua fidanzata mi ha
già chiarito la situazione: ama te e soltanto te!”
Il demone
frenò bruscamente: “Non intendevo questo! So
perfettamente che Jade mi ama. La domanda è riferita a te:
hai intenzione di
rimanere nella squadra e toglierti Jade dalla testa, o te ne
vai?”
Zack rimane sconvolto
dalla brusca sincerità
dell’altro: “Non c’era bisogno di essere
così diretti! Comunque sia, ho
intenzione di restare e ti prometto che non mi metterò mai
in mezzo fra voi
due, ma non posso togliermela dalla testa, mi dispiace...”
Nel negozio, intanto,
Brenda stava provando l’ennesimo
paio di scarpe, mentre Jade guardava pensierosa fuori dalla vetrina
più vicina.
“Hai notato
che non abbiamo visto neanche una ragazza
da quando siamo arrivate?”
“Non...è...meglio
così? – bofonchiò l’altra,
mentre
cercava di infilare il piede in un paio di sandali - In questo modo
prenderemo
i vestiti più belli!” poi, sconfitta,
riconsegnò le scarpe al commesso, che
aspettava poco lontano.
“Ascolta,
tesoro, queste non mi vanno, puoi portamene
un altro paio?”
“Sì,
signorina, torno subito”
Poi la ragazza si
voltò verso l’amica e sussurrò:
“Oh,
Jade! Non è un amore di commesso?”
“Sì,
certo. – mormorò quella, percependo,
però, una
sensazione strana che non sapeva definire –
Piuttosto, sbrigati a trovare
un paio di scarpe, perchè fra poco arriveranno i
ragazzi.”
“A
proposito di ragazzi, mia cara amica, sbaglio, o ci
sono tensioni nell'aria?”
“A cosa ti
riferisci?”
“Non fare
la finta tonta con me! So riconoscere certe
situazioni!”
“Va bene,
va bene! – si arrese, sedendosi di fianco a
lei - Hai sempre avuto occhio per queste cose, in effetti...”
“Lo so.
– replicò quella, con un sorriso –
Avanti,
racconta!”
“Quando il
pifferaio ha addormentato te e Samuel, io e
Zack siamo rimasti da soli e lui mi ha confessato di amarmi. Ti rendi
conto?!?”
“Certo che
devi essere proprio perdutamente innamorata
di Samuel per non averlo capito prima...”
Quella, arrabbiata,
le tirò un pizzicotto sul braccio:
“E tu dovevi dirmi prima che sapevi tutto! Potevi
avvertirmi!”
“Ahia! Non
essere arrabbiata con me. Sai perfettamente
che so mantenere un segreto e Zack mi ha fatto promettere che non te
l'avrei
detto. Però io, ovviamente, gli ho consigliato di farlo e, a
quanto pare, mi ha
dato ascolto.”
Jade, improvvisamente
triste, abbassò lo sguardo:
“Avrei preferito che non lo facesse. Lui è il mio
migliore amico e adesso che
so come stanno le cose, mi sento a disagio anche solo se mi avvicino a
Samuel.
Non voglio ferirlo, capisci?”
In quel momento
tornò il commesso con un nuovo paio di
scarpe e Brenda si precipitò subito a prenderle:
“Cosa hai detto, scusami? Non
ti stavo ascoltando: questo commesso mi manda fuori di testa.
È un amore! Te l’ho
già detto che è un amore?”
“Per lei
questo e altro, signorina.”
Jade
lanciò loro un’occhiataccia: “Preferisco
non
commentare questa scena!”
Nel frattempo, i
ragazzi avevano continuato a girare
per la città, senza tuttavia riuscire a trovare un negozio
adatto a loro.
“Possibile
che non ci sia nemmeno un negozio di
abbigliamento maschile, qui?”
“Forse
dovremmo scendere a chiedere informazioni.”
Così i due
parcheggiarono la macchina di fronte a un
bar poco lontano.
“Buongiorno,
– chiese Zack al barista, entrando –
possiamo chiederle un’informazione? Non ci sono negozi di
abbigliamento
maschile in questa città? L’abbiamo girata tutta,
ma non siamo stati capaci di
trovarne...”
Tutti, nel locale, li
guardarono in modo ostile.
“Uscite
immediatamente da qui!”
“Come,
scusi?”
Barista e clienti
iniziarono ad avanzare minacciosi
verso di loro.
“Ho detto
di uscire! Non lo ripeterò un'altra volta!”
I due ragazzi
iniziarono a indietreggiare,
preoccupati: “Ehm... qui c'è qualcosa che non
va....”
“Già!
Questa gente è poco ospitale.”
In pochi secondi,
furono raggiunti e scaraventati di
peso fuori dal bar. Rialzandosi doloranti, corsero verso la macchina,
prima che
potessero raggiungerli.
“Presto,
presto! Stanno uscendo!”
Samuel
ingranò la marcia e schiacciò
l’acceleratore,
allontanandosi in fretta da lì.
“Devono
ringraziare di essere umani, o li avrei
eliminati subito!”
“Sicuro che
lo fossero? A me non sembra. Inoltre,
sbaglio o, da quando siamo arrivati, non abbiamo visto nemmeno una
ragazza?”
“Ecco
un'altra cosa strana!”
Intanto, Brenda
finalmente aveva scelto cosa comprare
e si era diretta alla cassa, seguita subito dall’amica.
“Paghiamo
con la carta” esclamò, sbattendo gli oggetti
sul banco.
Il commesso sorrise
loro, poi rispose: “Non si
preoccupi, lei non mi deve nulla.”
“Davvero??”
esclamò quella stupita, subito seguita da
Jade.
“COSA?!?
Come sarebbe?”
A quel punto,
però, l’amica le tirò una gomitata,
sussurrandole: “Cosa ti interessa? Gira i tacchi e
andiamocene, prima che cambi
idea.”
In quel momento,
sentirono chiaramente il rumore di un
auto che frenava bruscamente.
“Devono
essere quei due!”
Pochi secondi dopo,
Zack e Samuel fecero irruzione nel
negozio, preoccupatissimi.
“Ma guarda
chi si vede! – esclamò Brenda, vedendoli
entrare - Ci danno mezz’ora per fare shopping e poi tornano
dopo un’ora.
Bravi!”
Ma Zack
ignorò le sue parole: “Allontanatevi da quel
ragazzo!”
“Cosa?? E
perchè dovrei allontanarmi da questo
bocconcino, che non mi ha fatto nemmeno pagare? Resterei qui con lui
per
sempre, se potessi!”
Questa volta fu
Samuel a zittirla: “Allontanatevi,
maledizione: quel ragazzo è pilotato!”
Spaventata dalle sue
urla, la ragazza gli diede
finalmente ascolto: “D'accordo, calmati...”
Jade, curiosa, si
intromise: “Cosa intendi per pilotato?”
“Guardalo
bene: ha lo sguardo fisso nel vuoto. E’
stato soggiogato, come il resto degli abitanti maschi di questa
città!”
“Ora
è tutto chiaro. Sai, pensavo fosse strabico...”
Improvvisamente,
però, una voce femminile e suadente
si diffuse per tutta la città, rivolgendosi a tutti gli
uomini.
“Prendetele
e portatele da me!”
“Ma che
strano! – esclamò Brenda, osservando Samuel -
Anche tu hai quello sguardo fisso nel vuoto, adesso!”
Non ebbe tempo di
dirgli altro, però, perchè lui, Zack
e il commesso presero lei e Jade e le condussero con forza fuori dal
negozio,
nonostante opponessero resistenza, graffiandoli con le unghie. I tre,
allora,
legarono loro le mani e le caricarono in macchina, senza dire una
parola.
“Ragazzi,
cosa state facendo?!? Siete impazziti, per
caso?”
“Jade,
– le chiese l’amica, con voce strozzata - dove
ci stanno portando? Questa storia non mi piace per niente!”
Finalmente, dopo
diversi minuti, la macchina si fermò
e le due si accorsero di essere su una spiaggia.
“Perchè
siamo venuti qui?”
Brenda, isterica, le
urlò: “Non ti sembra ovvio?!?
Vogliono affogarci o chissà cos’altro!!”
In quel momento, il
demone si avvicinò a Jade,
intimandole: “Voltati!”
“Cosa?”
chiese lei, perplessa.
“Voltati,
ho detto!” ripeté quello, con voce
minacciosa e lei, spaventata, eseguì.
“Cos...
cosa vuoi fare, Samuel?” gli chiese Brenda,
terrorizzata, senza ricevere risposta.
Samuel, infatti,
spingendola, aveva gettato la ragazza
in acqua. Dopo qualche minuto, ella riemerse, accorgendosi subito che
era
cambiato qualcosa: al posto dei piedi, aveva una lunga coda da sirena.
Brenda ne rimase
sconvolta: “Jade? Santo cielo!”
Improvvisamente,
però, Zack le si avvicinò da dietro e
la spedì in acqua e si ripetè quanto era appena
accaduto.
“Cosa
significa? - chiese, tornando in
superficie – Jade, dove sono le nostre gambe?”
“Credo che
siamo diventate... sirene...”
“Sirene?!?
Io voglio tornare a camminare con le mie due
bellissime gambe. Immediatamente!”
Intanto, davanti a
loro, Zack disse a Samuel: “Il
nostro lavoro qui è finito. Adesso tocca a lei occuparsi di
loro…” e,
ignorandole, i due si allontanarono.
“HEY!!!
– gridò loro Jade, cercando di fermarli - Dove
state andando? Non potete lasciarci qui!”
“Stanno
andando via!”
“Io non mi
preoccuperei di loro adesso, Brenda, visto
che hanno parlato di una donna che dovrebbe occuparsi di
noi...”
“Quindi
cosa dovremmo fare? Farci una nuotatina, per
caso?”
Non ricevette mai
risposta, però, perchè,
improvvisamente, l'acqua che le circondava iniziò ad
agitarsi, fino a formare
un vortice, che le trascinò bruscamente sott’acqua.
Qualche ora dopo, le
due si risvegliarono, confuse e
stordite, in una caverna sotterranea, illuminata dall’acqua
che traspariva dal
fondale.
“Jade? Dove
siamo? Come siamo arrivate qui?”
“Credo sia
stata una corrente marina soprannaturale a condurci
qui.”
Brenda, allora,
iniziò a guardarsi intorno, sempre più
preoccupata: “Questo posto non mi rende per niente tranquilla
e nemmeno questa
dannata coda, se devo essere sincera... Secondo te perchè
Samuel e Zack ci
hanno fatto una cosa del genere?”
“Credo
fossero controllati, o pilotati, come ha detto
Samuel poco prima di diventare come tutti gli altri, in questa
città!”
“Controllati?
Da chi?”
“Vorrei
tanto saperlo, ma senza libro sono impotente!”
Non potendo fare
altro, le ragazze tentarono di uscire
da quella piccola piscina naturale per raggiungere le rocce che la
circondavano
e, quando ci riuscirono, la coda scomparve, con grande
felicità di Brenda.
“Wow!
È andata via!”
“Forse la
coda spunta solo quando siamo a contatto con
l'acqua. Almeno, se ricordo bene qualcosa sulle sirene...”
Si diressero quindi
verso l’interno della caverna, intenzione
ad esplorarla.
“Io non so
nulla sulle sirene... non sapevo nemmeno
che esistessero!” sussurrò Brenda
all’amica, ancora sotto shock.
“Credimi...
durante il mio viaggio ho imparato che, se
esistono i demoni e le streghe, esiste anche molto altro...anche se:
come diavolo
fai a non conoscere le sirene?”
“Sai, dopo
tutto quello che ho passato finora,
rimpiango decisamente il liceo. E, conoscendomi, puoi capire quanto sia
grave
quello che ho appena detto!”
In quel momento si
sentì un sassolino cadere e le due,
spaventate, si bloccarono.
“Che
cos'è?”
“Oh, era
solo un sassolino!” le rispose Jade, non
vedendo nulla.
L’altra
sospirò. “Che spavento!”
Man mano che si
inoltravano, però, iniziarono a
sentire delle voci rimbombare lungo le pareti e si preoccuparono.
“Zitta un
attimo, Brenda! Hai sentito?”
“Sì,
sento delle voci. Sì, sono sicuramente voci
femminili!”
Arrivate alla fine
della caverna, videro una schiera
di donne in piedi davanti a un trono. Decisero, quindi, di
nascondersi
dietro una roccia e ascoltare non viste quanto stava accadendo. Fecero
appena
in tempo, perchè improvvisamente su di esso si sedette una
donna dai capelli
lunghi e neri.
“Benvenute
nel nostro ritrovo, mie care sirene, per
noi questa notte è una grande notte, perchè da
oggi saremo noi a dominare...”
“Jade, di
cosa sta parlando? E chi sono tutte queste
donne?”
Sconvolta,
l’amica riuscì a bisbigliarle: “Credo
che
siano tutte le donne che vivono a Wilmington, trasformate in
sirene.”
“Credi sia
quella donna a manovrarle tutte?”
“Io credo
che manipoli tutti quanti e non solo queste
donne...”
Le due ragazze
continuarono a seguire la riunione,
finchè, a un certo punto, la donna concluse il suo discorso.
“...prima
di lasciarvi andare, però, voglio
presentarvi altre due nostre sorelle”
“Di chi sta
parlando?”
Jade
sgranò gli occhi, pensando al fatto che le cose
si stavano mettendo decisamente male: “Oh no, credo che parli
di noi.”
“Di
noi?”
La donna,
rivolgendosi direttamente a loro, le incitò
a svelarsi.
“Avanti,
ragazze! Uscite allo scoperto e non
preoccupatevi, sono stata io a condurvi qui da me”
Le due, allora, si
arresero e si mostrarono al gruppo
di donne, avvicinandosi a loro.
“Perchè
siamo qui? Chi sei?”
“Mi chiamo
Ester, sono la regina delle sirene e voi
siete qui per unirvi al mio regno”
“Far parte
del tuo regno? – le chiese Brenda, perplessa
- Ma quanti anni hai? Due?”
“Sei una
sirena come noi e non puoi tirarti indietro.
Che ti piaccia o no.”
“Non so
cosa ti sia messa in testa, – insistette Jade,
appoggiando l’amica - ma noi non ci pensiamo minimamente a
far parte del tuo
regno, o a prendere ordini da te!”
“Invece lo
farete!”
E, con la sua
persuasione da sirena, disse: “Da
questo momento sarete ai miei ordini e
fare tutto ciò che vi dico....”
Brenda e Jade, ormai
soggiogate, annuirono, con lo
sguardo fisso nel vuoto.
“Siamo ai
vostri ordini, regina Ester”
Quella sorrise,
soddisfatta: “Tenetevi pronte, mie
care. Quando la luna raggiungerà il punto più
alto, voi assalirete la città e farete
ciò che vi ho detto di fare!”
Jade si fece avanti:
“Mi permetta di farle una
domanda, regina: cosa dobbiamo fare esattamente?”
“Ah,
già, voi due non lo sapete. Come ho detto alle
altre, andrete in città e ucciderete la persona che tanto vi
ama, con sangue
freddo…loro meritano solo questo!”
Un’ora
dopo, Jade stava nuotando assieme a tutte le
altre verso la città e, quando raggiunse la riva e
toccò la terraferma, le
gambe ripresero il posto della coda. Alzando lo sguardo, si
trovò davanti
Samuel e si spaventò.
“Samuel!
Cosa... cosa ci fai qui?”
“Sapevo che
eri tu. Non avevo dubbi.”
Lei lo
guardò per qualche secondo, confusa: “Aspetta
un secondo... tu non sei soggiogato, vero?”
“La
persuasione non funziona con me, perciò ho finto
di essere controllato.”
Sollevata, la ragazza
lo colpì sulla spalla: “Sei un
idiota! Perchè non mi hai detto nulla? Potevi farmi un
occhiolino o qualsiasi
altra cosa!”
“No,
perchè avrei fatto insospettire Zack e quel
commesso che, al contrario mio, sono realmente controllati.”
Jade, allora, lo
abbracciò forte, saltandogli addosso:
“Sono contenta che tu sia qui! Sai, una sirena malvagia vuole
costringere tutte
le donne della città ad uccidere gli uomini che
amano...”
“Purtroppo
ne sono già al corrente. Sono venuto qui in
spiaggia a cercarti, perchè sapevo che saresti venuta. Noi
due siamo collegati,
perciò, se non vengo soggiogato io, non vieni soggiogata
nemmeno tu.”
“Hai
ragione! Inizialmente ha funzionato, ma, più mi
avvicinavo alla riva, più tornavo ad essere me
stessa. Perchè mi stavo
avvicinando a te.”
Lui la strinse, poi
la allontanò da sè e la guardò
negli occhi: “Ascoltami attentamente: mentre eri via, ho
letto il Libro e non
immagini cosa ho scoperto!” e si diresse verso una catasta di
legna dove aveva
acceso un falò, lasciandola libera di leggere con la luce
delle fiamme.
La maledizione di
Ester
Quando una
strega di nome Lilian si
innamorò perdutamente di un mortale, quest'ultimo la
ricambiò, giurandole amore
eterno, finchè, un giorno, il giovane conobbe una bellissima
sirena di nome
Ester, alla quale non riuscì a resistere. La strega,
perciò, venne tradita dal
suo amato e la sua furia la spinse a vendicarsi di colei che le aveva
rubato il
suo più grande amore, lanciandole una maledizione: Ester,
uccidendo il suo
amato in una notte di luna piena, avrebbe perso ogni sentimento umano e
con
essi la capacità di amare qualcuno, condannata a rimanere
sola nella sua
caverna per l'eternità.
Jade rimase sconvolta
e triste dalla storia che lesse,
capendo improvvisamente cosa aveva visto un’ora prima.
“Che cosa
orribile! Ester è stata costretta ad
uccidere il suo amato senza poter reagire. Come possono esistere
streghe così
malvagie?”
Samuel, seduto su un
tronco poco lontano, fu più
comprensivo: “Anche la strega era innamorata di quel ragazzo.
L'amore ti fa
fare qualunque cosa e, se si tratta di una strega, non esistono davvero
limite,
credimi...”
La ragazza rimase in
silenzio per un po’, intenta a
guardare le fiamme e a scaldarsi le mani, persa nei suoi pensieri.
“Brenda e
Zack sono soggiogati, però, cosa possiamo
fare per fermare tutto questo? Il Libro non ci ha dato molte
informazioni.”
“Mentre tu
eri via, ho notato anche che gli uomini di
questa città si stanno preparando ad una specie di
sacrificio. Ti dice niente?”
“Ma certo!
La regina controlla le sirene che, a loro
volta, manipolano i loro amati. Loro si stanno preparando al
sacrificio, perchè
le sirene stanno arrivando. Sembra quasi che stia sottoponendo le donne
di
questa città alla sua stessa maledizione, ma non capisco
cosa significhi o
perchè lo faccia...”
“Aspetta!
Dobbiamo ragionare fuori dai soliti schemi:
se in questa città gira un disordine, ogni regola viene
letteralmente cambiata
e distorta, giusto? Quindi cerca il capitolo sulle
maledizioni!”
(sezione
modificata) Maledizioni
In
genere una maledizione viene creata al
fine di dare una punizione, scontare una pena o per semplice vendetta
di chi
l'ha lanciata. Le maledizioni sono potenti e complicate, ma, nonostante
ciò,sono sempre a doppio senso: come vengono create,
così possono essere
spezzate.
*Se un
disordine entra in contatto con una
maledizione, ne cambia completamente ogni regola e corso. In questo
caso,
infatti, può essere ceduta a uno o più individui,
trasformandosi in una
maledizione collettiva, impossibile da spezzare.
Incantesimo
per ripristinare una maledizione distorta: “Amplificate
dal tempo, le maledizioni
danno tormento. Dalle parole della strega che l'ha lanciata, che torni
alle
regole con cui è stata creata”
Jade,
però, era ancora perplessa: “Avevi ragione sulla
maledizione, ma quello che non riesco a capire è: come hanno
fatto le donne di
questa città a giungere alla caverna e diventare
sirene?”
“Evidentemente
abbiamo a che fare con un disordine
molto potente, che ha completamente cambiato le regole di questa
città. Ora,
però, è meglio avviarci, sperando che
l'incantesimo funzioni, altrimenti saremo
costretti a ucciderla.”
“Ucciderla?
– lo fermò lei, contrariata - Ma non è
colpa sua! È stata privata delle sue emozioni dalla strega
che l'ha maledetta!”
Il demone le mise le
mani sulle spalle, la guardò
negli occhi e, mortificato, le spiegò: “Nemmeno a
me piace questa opzione,
Jade, ma meglio una sirena morta, che un'intera città
maledetta per l'eternità...”
Mentre Jade e Samuel
spegnevano il fuoco e si
avviavano, il mare iniziò ad agitarsi e, in lontananza, la
ragazza vide una
schiera di sirene che si avvicinava, pronta ad assaltare la
città.
Sconvolta, la strega
si aggrappò al braccio del
demone: “Guarda all'orizzonte: stanno arrivando! Cosa
facciamo adesso?”
Lui, che invece, era
voltato verso la strada, era
altrettanto preoccupato: “Anche i ragazzi stanno
arrivando!”
I due si ritrovarono,
così, in mezzo alle due schiere
che avanzavano, gli uni confusi, le altre minacciose, senza sapere cosa
fare.
“Ricordi il
tuo potere di creare una barriera
protettiva? Quello che hai usato con Terence la prima volta che ci
siamo
incontrati?”
“Non l'ho
più usato da allora. E, se ben ricordi, ho
perso alcuni dei miei poteri quando siamo ripartiti per questo nuovo
viaggio.”
“Provaci
ugualmente, no? Se ci riuscirai, tu fermerai
le sirene dal tuo lato e io i ragazzi dal mio, copiando il tuo potere.
Forza!”
La ragazza, allora,
chiuse gli occhi, pregando di non
fallire: “Avanti, bariera, avanti compari!”
In pochi secondi, una
grande barriera blu e invisibile
si estese davanti a lei, separandola dalle sirene.
“Ci sono
riuscita!” esultò saltellante.
Nello stesso momento,
Samuel, sorridendo per la
piccola vittoria, fece altrettanto con i ragazzi.
Fecero appena in
tempo, perchè in un attimo le due
schiere si avvicinarono e furono respinte dalle due barriere.
“Forza,
Jade! L'incantesimo!”
“Amplificate
dal tempo, le maledizioni danno... ”
ma
non riuscì a finire la frase, perchè venne subito
bloccata dalla regina
delle sirene che, dalla sua caverna, usando i suoi poteri, aveva creato
dei
vortici d’acqua con l’intento di rompere le
barriera.
Jade, destabilizzata,
si bloccò, voltandosi spaventata
verso Samuel: “Non riesco ad andare avanti. È
troppo forte! Non posso recitare
l'incantesimo e trattenere la barriera contemporaneamente... Sto
cedendo,
aiutami!”
“Jade,
continua a leggere. Non farti sconfiggere, tu
sei più forte!”
La ragazza, ormai
allo stremo delle forze, tentò per
l’ultima volta di pronunciare la formula, quasi gridandola: “Amplificate
dal tempo, le maledizioni
danno tormento. Dalle parole della strega che l'ha lanciata, che torni
alle
regole con cui è stata creata ...”
Per qualche secondo
non ci furono miglioramenti, ma
poi, finalmente, la maledizione abbandonò tutti gli abitanti
di Wilmington;
alle donne scomparve la coda e tutti, ragazzi compresi, si guardarono
intorno
confusi, chiedendosi come e perchè erano su quella spiaggia.
Picchiettandola su un
braccio, Samuel sussurrò a Jade:
“Presto, blocca tutti quanti!”
Lei
eseguì. “E ora?”
Il ragazzo
alzò gli occhi al cielo e chiamò:
“Xao!”
In un attimo
l’uomo apparve di fronte a loro:
“Eccomi!”
“Ciao, puoi
fare qualcosa? Sono confusi e non hanno
idea di come sono arrivati qui.”
“Il
Consiglio provvederà a rispedirli in città e a
cancellare loro la memoria. Prendete i vostri amici e andate
tranquilli.”
Il giorno dopo, tutto
era tornato alla normalità, così
Brenda e Jade decisero di fare ritorno al negozio di abbigliamento per
gli
ultimi acquisti prima della partenza.
Dopo essersi
accomodata e aver provato diverse paia di
scarpe, Brenda, con voce sdolcinata, chiese al commesso del giorno
prima: “Mi
porta un'altro paio di scarpe, per favore?”
“Un altro?
– chiese quello, scocciato – Ha già
provato
mezzo negozio senza comprare nulla!”
Lei, offesa,
sospirò: “E va bene, mi incarti l'ultimo
che ho provato.”
Mentre quello si
allontana, diretto al balcone,
sussurrò all’amica: “Era più
carino quando era soggiogato. Decisamente più
carino....”
Jade nascose, con
poco successo, una risata: “Non
preoccuparti: ci sono tanti pesci in mare!”
L’altra
roteò gli occhi: “Giusto per essere in tema,
eh?”
Pochi minuti dopo, le
due uscirono dal negozio,
dirette verso l’auto.
Appena salirono, Zack
si rivolse subito a Jade:
“Samuel mi ha raccontato che ti dispiace per quella
sirena...”
“Già!
Purtroppo, per lei la maledizione rimane
ancora...”
“Zack ha
scoperto sul libro che è stata una tua
antenata a maledire quella sirena, perciò, essendo una sua
discendente, tu hai
il potere di annullarla.”
Sorpresa e
piacevolmente sconvolta, la strega li
abbracciò, commossa: “Grazie, grazie, grazie. Vi
adoro!”
Zeta, chiamata dai
ragazzi, li teletrasportò tutti
nella caverna, dove Jade si avvicinò subito alla regina.
“Ciao,
Ester!”
Quella, che era
sdraiata su una roccia, la squadrò,
indifferente: “Cosa volete? Andate via!”
“Sono qui
per aiutarti. Ho scoperto che è stata una
mia antenata a lanciarti la maledizione, perciò io posso
spezzarla...”
“E
perchè dovresti farlo? Questa sera stavo per
commettere qualcosa di orribile, pur di liberarmene...”
La ragazza, in pena
per lei, cercò di non farglielo
vedere: “Nessuno merita di non poter amare. Tutti dobbiamo
avere la possibilità
di farlo, anche se non viene corrisposto – e
lanciò un’occhiata a Zack - Non
eri in te, questa notte, e non lo sei da molti anni. Lilian ha
congelato le tue
emozioni e ti ha resa sola al mondo. Io, però, penso non sia
giusto che
qualcuno sia costretto a rimanere da solo” e stavolta il suo
sguardo si posò
sul demone, per via del suo passato da recluso.
“Vorrei
piangere in questo momento, ma, come sai, non
posso. Se sei veramente sincera, allora fallo. Non aspetto altro da
molto,
molto tempo...”
Sorridendo, la strega
le prese le mani: “Che
tu possa amare, incantevole sirena,
che tu possa uscire alla luce del sole e, da questo luogo di tristezza
e
dolore, sei libera di andare ovunque ti porti il tuo cuore... La maledizione
è spezzata. Sei libera di andare...”
Avvolta da una luce
bianca, Ester pianse di gioia:
“Finalmente sento ogni emozione umana pervadermi. Non so come
ringraziarti,
Jade, e sappi che non ti dimenticherò mai per quello che hai
appena fatto per
me...grazie!” poi si tuffò nella piscina della
grotta, libera di andare.
Avendo risolto con
successo anche questo disordine, i
ragazzi ripartirono immediatamente, pronti per una nuova avventura.
Il silenzio,
però, fu rotto pochi minuti dopo la
partenza da Brenda, che era assillata da un dubbio.
“Scusa se
ti faccio questa domanda, ma la profezia ha
sempre legato un demone ad una strega? Anche all'epoca della tua
antenata?”
“Certo,
Brenda! La profezia esiste fin dalla prima
generazione e Lilian era la sessantesima strega. Perchè me
lo chiedi?”
“Se Lilian
era legata ad un demone per via della
profezia, perchè stava con un mortale?”
Zack, che non si era
perso una parola, saltò sul
sedile e si voltò di scatto verso le ragazze, che occupavano
i sedili
posteriori: “Aspettate un attimo! Questo vincolo
può essere spezzato?”
La strega, confusa,
non sapeva cosa rispondere: “Non
lo so! So soltanto che la profezia lega un demone e una strega, ma non
ho mai
sentito nulla riguardo a questo. Comunque, la domanda di Brenda mi sta
facendo
riflettere e penso che l’unica che può risolvere i
nostri dubbi, potrebbe
essere mia Nonna.”
“Già!
Anche lei, in passato, è stata legata ad un
demone. Sicuramente sa perfettamente queste cose.”
Innervosito, Samuel
lanciò loro un’occhiata attraverso
lo specchietto retrovisore: “Non vedo perchè
disturbarci. Anche se esistesse un
modo per spezzare il nostro vincolo, perchè dovremmo
farlo?”
“Infatti!
È una cosa stupida. Pensiamo alla
nostra missione, piuttosto...”
Sui quattro, allora,
cadde il silenzio, anche se
ognuno, dentro di sé, continuò a riflettere su
quanto si erano appena detti.
Casa di Dana
Ferguson,
Morney Hill, Wisconsin
Il campanello
suonò e Dana si precipitò ad aprire.
“Rose! Sono
contenta che tu sia venuta appena ti ho
chiamato.”
La donna,
preoccupata, entrò in casa: “Perchè mi
hai
cercato? È successo qualcosa a Brenda?”
Tranquillizzandola,
l’anziana signora la introdusse in
cucina e le offrì una tazza di tè.
“Brenda e i
ragazzi stanno bene. Non preoccuparti.”
“Mi
sembravi turbata, al telefono. Cosa succede?”
Con
un’espressione angosciata dipinta sul volto, la
donna le indicò un vaso con dentro un fiore sul tavolo delle
veranda.
“Vedi quel
vaso? Ogni giorno, davanti alla mia porta,
ne trovo uno e c’è solo un uomo che nella mia vita
mi ha donato una Camelia!”
Rose, altrettanto
shock, si coprì la bocca con una
mano, sospirando: “Non stai parlando di lui, vero?
L’uomo di cui mi hai
raccontato tempo fa.”
Con gli occhi chiusi,
l’altra annuì: “Sì, non ho
dubbi. E’ tornato. Anche se non so come abbia
fatto...”
“Hai
avvertito Jade?”
“Non ho il
coraggio di dirglielo. Porto con me questo
segreto da anni e sarebbe troppo doloroso per lei
scoprirlo...”
CONTINUA NEL SESTO
EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
Angolo autore: Scusate per il
ritardo di questo capitolo, in verità è pronto da
giorni, ma andava revisionato. Non mancate al prossimo appuntamento con
la 2x06 "Movimenti involontari" Martedì prossimo. Buona
settimana stregata!
|
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Capitolo 6 *** 2x06-Movimenti involontari ***
CAPITOLO SEI
"Puppet Shows"
Nei pressi di una
foresta
Mentre il cielo si
tingeva di rosa per l’alba
imminente, Brenda correva in una foresta silenziosa con in mano la sua
balestra, finchè, con il respiro affannoso per la corsa, non
si fermò, guardandosi
intorno. Alle sue spalle, comparve una creatura e la ragazza si
voltò di
scatto.
“Ragazzi!
– gridò – L'ho trovato!”
Poi gli
puntò contro l’arma: “Ti abbiamo cercato
ovunque! Dov'eri finito, demone lucertola?”
Quello
iniziò a fare dei versi, agitando le mani, come
se volesse dirle qualcosa. Purtroppo lei, temendo stesse per
aggredirla,
d’istinto lanciò la freccia, che lo
colpì in pieno, facendolo esplodere.
Era ancora
affascinata dal suo primo omicidio, quando
Zack e Samuel la raggiunsero.
“Ehi,
ragazzi! Queste frecce di porpora che mi ha fatto
Jade esplodono che una meraviglia!”
“Cosa?!?
Perchè l'hai eliminato? Dovevamo chiedergli
perchè ci ha attirati qui!”
“Rilassati,
tanto non parlava!”
Zack, ignorandola,
prese a guardarsi intorno: “Jade
non si è ancora vista? Quando ci siamo divisi per cercare la
creatura, mi
sembrava fosse andata verso est, o sbaglio?”
“Sì,
– confermò il demone - anche io l'ho vista andare
da quella parte. Troviamola e raggiungiamo Macon in fretta,
allora!”
Intanto, Jade, ignara
di quanto era appena accaduto,
stava continuando a cercare la misteriosa creatura, quando un rumore di
rami
spezzati la fece voltare, preoccupata.
“Ragazzi?
Samuel, sei tu?”
Non ricevendo
risposta, continuò a camminare, finchè
non sentì di nuovo il rumore di poco prima.
Sentendosi seguita,
la strega pensò si trattasse di
uno scherzo degli amici: “Ragazzi, se è uno
scherzo, sappiate che non è
divertente!” ma, non appena finì la frase, vide
una creatura osservarla da
dietro un albero.
Spaventata,
iniziò a indietreggiare: “Chi sei? Esci
fuori!”
Quella,
però, la ignorò, iniziando ad arrampicarsi
agilmente su un albero, per poi saltare su quello vicino. Terrorizzata,
Jade
cominciò a correre, senza mai smettere di tenerla
d’occhio; accidentalmente,
però, si imbatté in una radice sporgente e cadde,
finendo in un burrone.
Fortunatamente, mentre cadeva, riuscì ad aggrapparsi a
un’altra radice
sporgente e iniziò a urlare, cercando di attirare
l’attenzione degli amici. La
sua voce risuonò per tutta la foresta, subito sentita da
Samuel.
“Jade!”
“Ragazzi,
perchè sta gridando? chiese Brenda, confusa
– Ho eliminato io la creatura!” ma i due non la
ascoltarono, scappando subito
via.
“Jade?
Grida, così possiamo trovarti!” chiamarono.
Lei, sentendo la voce
di Samuel, cercò di rispondere:
“Sono qui! Fate presto, vi prego, sto
scivolando…”
“Hai
sentito? È vicina. Corriamo!”
Brenda li raggiunse
proprio nel momento in cui Samuel,
sconvolto, vide Jade appesa a un ramo e sul punto di cadere.
“Jade siamo
qui, resisti!”
Per la tensione, la
ragazza scoppiò a piangere:
“Aiutami, Samuel… È altissimo
qui!”
Ma, quando il ragazzo
si avvicinò per aiutarla, da un
albero scese un altro demone-lucertola, che si frappose fra loro e
iniziò a
colpire le mani della strega, nel tentativo di farla cadere.
Aiutato da Zack, si
preparò a saltargli addosso per
fermarlo, ma fu fermata da Brenda, armata di balestra.
“Spostatevi!”
e scoccò un freccia che lo fece
esplodere.
Purtroppo,
però, nello stesso momento, Jade perse la
presa e precipitò nel burrone. Le sue urla, sempre
più fioche, lasciarono
angosciati e sotto shock i tre ragazzi, ma soprattutto Zack, che
iniziò a
chiamarla.ù
“NOOOOOOOO!”
Senza pensarci due
volte, Samuel si gettò nel vuoto,
cercando di recuperarla, prima che raggiungesse il fondo.
Sconvolta, coprendosi
la bocca con una mano, Brenda si
sporse, cercando di scorgerli: “Oddio, non voglio guardare...
moriranno tutti e
due!”
Mentre continuava a
cadere, Jade vide Samuel sopra di
lei che si avvicinava velocemente e si preoccupò ancora di
più.
“Samuel,
cosa stai facendo?”
Lui la raggiunse e la
afferrò, stringendola forte: “Ti
ho presa!”
Improvvisamente, si
fermarono, bloccati a mezz’aria e
la strega, confusa, si guardò intorno, incapace di spiegare
ciò che era appena
accaduto.
“Come fai a
volare, Samuel?”
“Non lo so,
non mi aspettavo di farlo,
sinceramente...”
“Se non ti
aspettavi di volare, perchè ti sei
buttato?”
Il ragazzo sorrise,
guardandola negli occhi: “Non lo
so, una voce nella mia testa mi ha detto di saltare. Volevo soltanto
raggiungerti
e salvarti.”
Sentendosi, dopo
tanto tempo, protetta, Jade lo baciò
con passione, anche se stavano fluttuando a mezz’aria.
Pochi secondi dopo, i due risalirono in cima al
burrone e videro Zack, convinto che fossero morti, che abbracciava
Brenda,
incapace di trattenere le lacrime. Accorgendosi della loro presenza, si
voltò a
guardarli, incredulo.
“Come....
com'è possibile?”
Appoggiata alla sua
spalla, Brenda era scossa dai
singhiozzi: “Come sarebbe...? Sono caduti e sono
morti!”
Lui, allora, la
allontanò da sè e le mostrò i due,
sani e salvi, che li guardavano sorridendo.
“Pensavate
fossi morta? Ci vuole ben altro per
togliermi di mezzo!”
L’amica
corse ad abbracciarla, sollevata: “Sei stata
una stupida a camminare così vicino a questo burrone. Mi hai
fatto prendere un
colpo!”
Solo in quel momento
Zack notò che Samuel stava
fluttuando a qualche centimetro dal suolo.
“Come fai a
volare? Jade non ha quel potere e
tantomeno io o Brenda. Da chi lo stai emulando?”
Rimettendo i piedi a
terra, il ragazzo si avvicinò a
loro: “Non ne ho idea, ma sono contento di poterlo fare,
altrimenti io e Jade
saremmo morti. Magari qui intorno c’è un altro
demone-lucertola e l’ho preso da
lui...”
Zack,
però, era perplesso: “Uhm, non credo. Sono agili
e veloci, sì, ma non sanno volare.”
Brenda, accanto
all’amica, lo guardò male: “Cosa stai
insinuando, Zack? Ringrazia la nostra buona stella e
andiamocene!”
“A questo
punto, sospetto che Samuel abbia fatto un
incantesimo per acquisire dei poteri, come me qualche mese
fa!” accusò lui,
irritato.
Passandogli accanto
per andarsene, il demone gli diede
una spallata: “Non farmi il terzo grado, Zack, non ho fatto
nessun
incantesimo!”
I quattro, allora, si
avviarono, ma Zack continuò a
essere convinto dei suoi sospetti, nascondendo a stento la sua gelosia
nei
confronti di Jade.
Macon, Georgia
Sulla strada, mentre
raggiungevano la città di Macon,
sull’auto cadde il silenzio, finchè Brenda, non
riuscendo più a sopportarlo,
non lo spezzò.
“Forse ho
capito come ha fatto Samuel a volare: vi
ricordate quando abbiamo combattuto contro lo stregone che aveva
maledetto
l’amuleto e Jade si era sollevata in aria?”
Quella, perplessa, ci
pensò un attimo su, poi rispose:
“Sì, quel giorno avevo tentato di usare la
telecinesi, invece mi sono sollevata
in aria. Hai ragione!”
Zack,
però, si intromise, ancora sospettoso: “Tu non
hai il potere di volare. Era l'amuleto che mutava i tuoi
poteri!”
“Forse hai
ragione. O forse era un nuovo potere.”
“Non credo
proprio, visto che i tuoi poteri di
prescelta sono stati divisi fra le altre streghe del mondo. E poi, non
hai mai
volato prima di allora.”
“Beh,
sì, ma non ho nemmeno mai provato...”
“Allora sei
proprio testarda, eh! I tuoi poteri sono
collegati alle emozioni che provi, perciò, quando sei
precipitata nel burrone,
avresti dovuto volare di tua spontanea volontà.”
Brenda, esasperata,
intervenì, cercando di porre fine
alla discussione: “Oddio, la vuoi smettere con le tue teorie
del cavolo? Rischi
di diventare noioso, Zack!”
Samuel, altrettanto
innervosito, l’appoggiò: “Infatti,
Zack! Ho volato, quindi? Un nuovo potere ci fa comodo, ora come ora, e
non vedo
perchè dobbiamo sempre cercare una spiegazione per
tutto!”
“Bene!
– si arrese quello, sentendosi attaccato - Come
volete, non cercherò mai più spiegazioni, anche
se fino ad ora le mie noiose
spiegazioni ci hanno salvati parecchie volte. Va
bene così!” poi si
voltò verso il finestrino, dando le spalle a tutti.
Jade, dispiaciuta,
gli sfiorò un braccio, cercando di
essere comprensiva: “Dai, non te la prendere! Sono
sicura che Brenda e
Samuel non volevano dire quello che hanno detto, vero,
ragazzi?”
“Non ritiro
mai quello che dico, dovresti saperlo!”
esclamò Brenda, risoluta.
“Io sono un
demone. – aggiunse Samuel - Non mi pento
mai di quello che dico, tranne se si tratta di te,
ovviamente...”
“Branco di
ingrati!” bisbigliò Zack, ma non così
piano
da non essere udito da Brenda.
“Come,
prego? Se sono ancora viva, dopo tutto quello
che ho dovuto affrontare, non è di certo per merito
tuo!”
Il ragazzo, sentendo
queste ultime parole, esplose e
iniziò a gridarle contro: “Si può
sapere chi ti credi di essere?!? Sei arrivata
ieri e pensi di sapere già tutto su questo mondo? Pensi che
essere uscita con
un fantasma o aver eliminato due demoni con le tue frecce esplosive ti
renda
più esperta di me? Ne hai di strada da fare,
tesoro!”
“Adesso
basta, Zack!” intervenne il demone, cercando
di porre fine alla discussione.
“No, mi
dispiace, tu non mi dai ordini! Se pensi di
avere a che fare con il vecchio Zack, hai sbagliato di grosso, Samuel!
Per
quanto mi riguarda, tu e Brenda potete anche andare al diavolo, l'unica
cosa
che mi trattiene in questa squadra è Jade!”
“Se credi
che Jade ti amerà per questa tua
dichiarazione, – intervenne Brenda, sarcastica, con
l’intento di ferirlo – beh,
puoi anche andartene...”
Jade rimase
sconvolta: “Brenda! Cosa stai dicendo?”
Ma non ebbe mai risposta perchè entrarono in
città e
Zack saltò giù dall’auto appena Samuel
parcheggiò davanti al motel locale.
Jade, ancora sotto shock, lo rincorse.
“Zack!
Aspetta, ti prego! Dove vai?”
Lui, offeso,
accelerò il passo: “Non hai sentito la
tua amica e il suo nuovo amichetto demone? Non servo a nulla, secondo
loro,
perciò voglio proprio vedere come se la caveranno senza di
me!”
“Resta per
me. Ti prego...”
Sentendo quelle tre
parole, Zack si bloccò, per poi,
dopo qualche secondo, voltarsi e guardarla negli occhi.
“Vado a
fare un giro per schiarirmi le idee. Ok?”
“Poi torni,
vero?”
“Certo! Ma
solo per te, non certo per quei due!”
Più tranquilla, la ragazza la lasciò andare,
tornando
poi da Brenda e Samuel che, nel frattempo, avevano raggiunto la loro
stanza.
Quando li raggiunse, continuarono a mostrare indifferenza, impegnati a
disfare
i rispettivi bagagli.
“Non vi
interessa sapere se Zack è andato via o no?”
chiese, lanciando loro un’occhiataccia.
“NO!”
risposero quelli, in coro.
Sconcertata, la
ragazza si chiuse in bagno.
“Sono senza
parole! Di Brenda non posso dire nulla
perchè è con noi da poco, ma da te, Samuel, non
me lo sarei mai aspettata!”
Dispiaciuto, il
ragazzo si avvicinò alla porta e
bussò: “Scusami, Jade! Il fatto è che
lui mi punta sempre il dito contro e la
cosa mi fa innervosire, sapendo che è a causa del fatto che
è innamorato di
te.”
“Non mi
interessa! Lui è sempre un nostro amico,
quello che ci ha aiutati in tutte le battaglie che abbiamo combattuto e
voi vi
siete accaniti contro di lui ingiustamente...”
“Dai, esci
da quel bagno. – tagliò, secca, Brenda - Ti
prometto che gli chiedo scusa appena torna, ok?”
“Anche io
lo farò, ma tu esci!”
Nel frattempo, il ragazzo era arrivato fino al parco
cittadino e ne stava esplorando i viali, ripensando a quanto era
accaduto prima
in macchina, quando un uomo, seduto su una panchina a dare da mangiare
ai
piccioni, lo notò.
“Hey,
ragazzo, tutto bene?”
“Ehm...sì,
non si preoccupi. Mi ero solo perso nei
miei pensieri.”
“Non ti ho
mai visto qui, sei di passaggio?”
“Sì,
infatti adesso devo andare. Buona giornata!”
Ma quello lo
fermò: “Aspetta! Conosco
quell'espressione: sembri deluso. Prendi un po' di mangime dalle mie
mani e
dallo ai piccioni. E’ fantastico per far risollevare il
morale, credimi...”
Zack
eseguì e, in poco tempo, si ritrovò in mezzo a
uno stormo di uccelli affamati che reclamavano cibo. Quando, pochi
minuti dopo,
l’uomo si alzò per andarsene, il sorriso era
tornato sul volto.
“E’
stato un piacere fare una chiacchierata con te. A
proposito, mi chiamo Craig. Tu?”
“Io sono
Zack. – lo salutò - È stato un piacere
anche
per me! Sembra che dar da mangiare ai piccioni sia terapeutico, in
qualche
modo!”
“Lo penso
anche io!”
Nel frattempo, nella stanza al motel, Brenda stava
lucidando soddisfatta la sua balestra.
“Ah, Jade,
mi sono dimenticata di dirti che le tue
frecce intinte nella porpora sono stramitiche. Mi sento forte con
quest'arma,
sai?”
Seduta al tavolo con
Samuel per consultare il Libro,
quella l’ascoltò solo distrattamente:
“Basta che non ti fai male, ok? La
porpora crea un effetto molto, molto esplosivo, ma credo che tu l'abbia
già
capito, ormai!”
“Piuttosto,
– le chiese il ragazzo, mentre girava
alcune pagine - puoi dirmi come si è comportato il
demone-lucertola prima che
lo uccidessi?”
“Gesticolava,
ma senza parlare e poi è morto con un
grosso boom.”
“Strano! Il
Libro non accenna al fatto che siano muti
o roba simile. Ne sei sicura?”
“Forse,
– ipotizzò la strega - a contatto con i
disordini lo sono diventati. Non è la prima volta che un
disordine cambia le
caratteristiche di un demone o altre creature magiche!”
“Ora che ci
penso, sembrava che volesse dirmi
qualcosa. O almeno credo.”
Samuel,
però, era pieno di dubbi: “Mi sembra comunque
molto strano. In più, ogni volta che ci avvicinavamo a
questa città, compariva
un demone-lucertola, come se volessero distrarci o attirarci lontano da
qui. Ci
avete fatto caso?”
Zack, intanto, stava
continuando la sua passeggiata
per le strade della città, sempre immerso nei suoi pensieri,
finchè, davanti a
sè, non notò sul tetto di un edificio una donna
che stava per suicidarsi.
Mentre la folla si riuniva sotto di esso, discutendo su cosa fare, lui
decise
di salire e provare a salvarla. Corse lungo diverse rampe di scale,
finchè non
arrivò all’ultimo piano e, spalancando la porta
della terrazza, gridò:
“Fermati!”
Lei, piangendo, si
voltò a guardarlo: “Non posso!”
“Certo che
puoi. – le disse, dolce, iniziando ad
avvicinarsi - Non vale la pena fare una cosa del genere, mi
creda...”
“Lei non
capisce... Io non riesco a controllare il mio
corpo, non sono stata io a salire qui sopra.”
Solo in quel momento
il ragazzo notò il riflesso di
alcuni fili che la donna aveva legati al corpo.
“Cosa
sono?” bisbigliò fra sè.
“Presto!
– gli urlò lei, nel frattempo - Il mio corpo
si sta di nuovo muovendo. Aiutami, per favore! Non riesco ad
oppormi!”
E si
buttò, ma Zack fu più svelto e, prima che
cadesse,
le afferrò la mano e la traette in salvo.
Nello stesso momento,
al motel, i tre ragazzi
lottavano contro la luce, che andava e veniva continuamente. Stanca
della
situazione, Brenda decise di scendere dal titolare per chiedere delle
lampadine
nuove.
“Mi scusi,
signor...” iniziò, entrando nell’ufficio.
“Mi chiamo
Craig, cosa succede?” le chiese l’uomo
dietro la scrivania.
“Nella
nostra stanza non funzionano alcune lampadine,
me ne potrebbe dare un paio nuove?”
“Ma certo!
Le prenda pure!” le rispose, porgendole una
scatola nuova appena estratta dal cassetto.
“Grazie
mille!” e si congedò, mentre il titolare la
osservava ritornare in stanza.
Quando
risalì in camera, chiamò Jade e Samuel per
consegnargliele.
“Me ne ha
date 5! Allora... io le cambio alle lampade
da notte, Samuel al lampadario e Jade a quelle del bagno, va
bene?” aprì la
confezione e gliele consegnò.
Un’ora
dopo, Zack fece finalmente ritorno al motel,
irrompendo letteralmente nella stanza.
“Presto,
datemi il Libro!”
Brenda si
avvicinò subito a lui, gentile: “Senti...
volevo chiederti scusa per prima, Zack...”
Ma lui la
ignorò: “Spostati, devo vedere una cosa!”
Offesa, la ragazza
arretrò, lanciando un’occhiataccia
all’amica: “Ti avevo detto che non meritava delle
scuse!”
Jade,
però, notandolo agitato, si preoccupò per lui:
“Ehi, cosa ti è successo?”
“Ho appena
salvato una donna che si stava per gettare
da un edificio. Prima che si buttasse, mi ha detto di non controllare
il suo
corpo e mi sono accorto che aveva attaccati a diverse parti del suo
corpo dei
fili invisibili.”
“Hai detto
fili? – si intromise Samuel, entrando in
quel momento nella stanza - E da dove provenivano?”
“Non lo so.
Sembrava arrivassero dal Cielo, perchè
erano molto lunghi, ma difficili da notare. Infatti io li ho visti solo
grazie
al riflesso del sole e la cosa peggiore è che, mentre venivo
qui, ne ho visti
altri!” e continuò a sfogliare pagine,
finchè Brenda non lo interruppe
bruscamente.
“Aspetta!
Torna indietro un attimo, mi è sembrato di
vedere qualcosa di famigliare!”
Avvicinandosi al
Libro, esclamò, sorpresa: “Ma questo
è Craig!”
Jade la
guardò confusa: “Chi è Craig?”
Zack la
guardò altrettanto perplesso: “Aspetta un
secondo: come fai a conoscere Craig?”
“E’
il titolare del motel, quello da cui sono andata
prima a prendere le lampadine. Tu, come fai a conoscerlo?”
“Ti sbagli!
Craig è un tizio che ho incontrato al
parco, non può essere la stessa persona!”
“Invece ti
dico che è il titolare del motel!”
Samuel, sconvolto,
cercò di porre fine alla questione:
“Ragazzi, credo proprio che dobbiate leggere quello che
c'è scritto qui!”
“Qualcosa
mi dice che non è niente di buono, o
sbaglio?”
(sezione
modificata) Il burattinaio
Il
burattinaio ha
una natura malvagia e possiede il potere di controllare altri individui
grazie
a fili invisibili che, uscendo dalle sue dita, si legano agli arti
delle
vittime, rendendole suoi schiavi.
Per
controllare un
individuo, il burattinaio deve bere una pozione miscelata ad un capello
o a
un’altra cosa che contenga il DNA della vittima. A questo
punto può accedere
alla sua mente, ai suoi pensieri, alle sue parole e al controllo dei
suoi
movimenti.
Il suo
punto debole
è rappresentato dall’anello che possiede al dito,
perciò, se ne viene privato,
non è più in grado di usare i suoi poteri.
*Quando
il burattinaio viene infettato da un disordine, il suo punto debole
rimane ugualmente l’anello, ma, in questo caso, cambia il
modo di controllare
le vittime. Infatti, in questo caso può farlo anche con il
solo contatto
fisico, che sia un semplice sfioramento o una stretta di mano.
Un'altra
variante è che la vittima venuta in contatto con il
burattinaio,
toccando altri individui, li “infetti”, rendendoli
automaticamente suoi schiavi
e innescando così una reazione a catena.
Incantesimo
da
pronunciare al burattinaio senza anello: “Legati
a chi ti parla, esegui ogni mio ordine; io ora
attingo al tuo potere e la morte non dovrai più temere”
Incantesimo
per
rilevare l'anello: “Anello
del controllo, anello della volontà, dal burattinaio resta
lontano, perchè io
ti possa avere nel palmo della mia mano”
Incantesimo
per il
burattinaio infettato: “Una
malvagità che accresce, può oscurare ogni mente.
Che il tanto potere a te dato,
si distrugga in un grosso boato”
Alla fine della
lettura, Zack era più preoccupato che
mai.
“Ragazzi,
io ho avuto un contatto ravvicinato con il
burattinaio. Vi prego, ditemi che non l'avete toccato...”
Brenda ci
pensò su un attimo, poi rispose: “Se Craig
è
il burattinaio, allora l'ho toccato anche io, quando mi ha dato le
lampadine.”
“Voi?”
chiese, allora, agli altri due.
Il demone scosse la
testa: “Io non ho avuto contatti
con nessuno!”
Jade ebbe una
reazione analoga: “Nemmeno io, ma il
Libro dice che, se le vittime vengono in contatto con lui, possono a
loro
volta, toccando altri individui, metterli sotto il suo controllo. E
Brenda ci
ha dato le lampadine.”
Zack, sconvolto,
iniziò a gridare: “Quindi mi state
dicendo che da un momento all'altro saremo tutti sotto il controllo di
un
pazzo?!? E chi ci salverà,
allora??”
Samuel si sedette,
sinceramente mortificato: “Io...io
non lo so!”
Brenda, per una volta
più forte, cercò di farli
ragionare: “Perciò i demoni che abbiamo incontrato
nella foresta erano
controllati dal burattinaio?”
“Evidentemente
– aggiunse Jade - sapeva del nostro
arrivo e ha cercato di tenerci lontani per non farsi mettere i bastoni
tra le
ruote, ma ora che siamo in città, ci considera sicuramente i
suoi giocattoli
preferiti...”
L’amica,
terrorizzata, andò in panico: “No, no, no, io
non voglio! Cosa credete ci farà?”
“Tutto
quello che vuole” rispose Zack, sospirando.
A quel punto, i due
ragazzi, anche se giù di morale,
si sedettero al tavolo e provarono a cercare nel Libro una soluzione al
loro
problema, mentre le ragazze si piazzarono davanti alla tv.
Improvvisamente,
Brenda si avvicinò a Jade e, con sua somma sorpresa, la
baciò.
“Brenda, mi
hai appena dato un bacio!”
Sconvolta, la ragazza
si allontanò: “Lo so benissimo,
ma non sono stata io! Che razza di maiale!”
“Ragazzi?
Presto, venite qui!”
All’urlo di
Jade, i due accorsero subito, preoccupati.
“Cosa sta
succedendo?!?”
“Il
burattinaio ha appena agito, Sherlock, facendomi
baciare Jade!” replicò Brenda, lanciando una
frecciatina a Zack.
Il ragazzo rimase
sotto shock: “C…cosa?!?! Spero di
non dover baciare Samuel, allora!”
“Credimi...
– replicò quello, altrettanto ironico -
nemmeno io gradirei!”
La televisione,
proprio allora, iniziò a gracidare e
l’immagine a sgranarsi, facendo comparire il volto di Craig.
“Salve,
ragazzi! Come va il vostro soggiorno nel mio
motel? È tutto di vostro gradimento?”
Zack, arrabbiato,
pensò seriamente di lanciare qualcosa
contro il televisore: “Va all'inferno! Me la pagherai per
avermi ingannato con
la storia dei piccioni!”
L’uomo lo
guardò sorridendo: “Vedi, Zack, sapevo che
tra te e i tuoi compagni non corre buon sangue e che, quindi, non
avresti mai
avuto un contatto con loro, così mi sono dovuto occupare io
di te. Degli altri
poco mi importava, sapevo che Brenda, al contrario, è una a
cui il contatto non
dispiace. Senza offesa, cara…”
In risposta, la
ragazza lo guardò schifata: “Ti
sputerei in un occhio, se fossi qui davanti a me. Devi essere uno di
quelli che
per tutta la vita vengono emarginati e finiscono per giocare solo con
le loro bamboline
di pezza. O sbaglio, razza di maiale psicopatico?
Craig le
lanciò un’occhiataccia: “Ti pentirai di
quello che hai appena detto, ragazzina, ma adesso devo andare. Buon
divertimento!” e l’immagine sparì,
lasciando i ragazzi con il fiato sospeso.
Passarono diversi
minuti di assoluta tranquillità, che
i quattro trascorsero seduti sul divano e sulle sedie vicine, immersi
nei loro
pensieri. All’improvviso, Samuel balzò in piedi e
Jade, preoccupata, gli sfiorò
un braccio.
“Dove
vai?”
“Non ne ho
idea, non sto controllando il mio corpo, in
questo momento.”
Brenda,
ricominciò ad agitarsi e saltò in piedi:
“Jade, ho paura! Cosa vuole farci fare?”
Lei, ansiosa, non
sapeva cosa rispondere: “Non lo so,
Brenda. Non lo so!”
Intanto, il ragazzo
si era avvicinato a uno dei
comodini e, dopo averne aperto il cassetto, ne aveva estratto una
pistola –
probabilmente messa lì dal burattinaio – ed era
ritornato al suo posto sulla
sedia. Zack, intanto, si era alzato ed era andato a prendere una
bottiglia di
whisky in frigo, per poi tornare al suo posto; Brenda, invece, si
alzò e uscì
dalla stanza, sotto gli occhi sconvolti e preoccupati di Jade, che non
sapeva cosa
sarebbe successo dopo.
La televisione,
allora, si riaccese e comparve
nuovamente di fronte a loro il volto di Craig, che si rivolse
direttamente a
lei.
“Rieccomi
di nuovo!”
Piangendo, la ragazza
iniziò a gridargli contro: “Cosa
stai cercando di fare?!? Perchè la pistola? E Brenda, dove
l'hai mandata?”
L’uomo
scoppiò a ridere: “Adesso ti spiego cosa
accadrà: nella pistola c'è una sola pallottola,
Zack e Samuel si ubriacheranno
e, a turno, la punteranno l’uno contro l'altro e spareranno,
fino a quando uno
dei due non morirà, mentre il vincitore uscirà
dalla stanza. Brenda, invece, si
dirigerà nel parcheggio con la sua balestra e
lancerà una freccia contro chi
uscirà dalla porta, per poi gettarsi sotto una macchina.
Infine, tu... tu
rimarrai semplicemente a guardare i tuoi amici morire, mentre io mi
farò una
grossa risata. Ti piace il programmino? Questa città
è il mio giocattolo e non
sarete certo voi a portarmelo via!”
“Ti prego,
non lo fare. Ti supplico...” ma la
televisione si spense, prima ancora che finisse la frase.
Il piano del
burattinaio, quindi, andò avanti, finchè
Samuel e Zack non arrivarono a tre tentativi ciascuno, tutti andati a
vuoto,
ovviamente, sotto gli occhi sgomenti e pieni di lacrime di Jade. La
pistola, a
quel punto, passò nelle mani di Zack, che la
caricò, rivolgendosi all’altro.
“Tocca di
nuovo a me. Pensi che sarò io ad uccidere
per primo?”
L’altro,
dato che era ubriaco, rispose in modo
piuttosto ironico: “Guarda il lato positivo: il tuo desiderio
potrebbe
realizzarsi davvero!”
Jade, angosciata, lo
interruppe bruscamente: “Non dire
sciocchezze, Samuel! Zack non vuole la tua morte, vero?”
L’altro
puntò la pistola contro il demone: “Se ti
dicessi di sì, Jade, penseresti che sia io a dirlo o che sia
il burattinaio a
costringermi a dirlo?”
La ragazza non
credette a ciò che sentiva: “Questo non
sei tu! È sicuramente il burattinaio a fartelo
dire!”
Con un rumore sordo,
Zack premette il grilletto: il
proiettile, seguendo una traiettoria quasi perfetta, colpì
il petto di Samuel,
che cadde all’indietro, finendo sul pavimento. Con la pistola
fumante in mano,
il ragazzo rimase bloccato per qualche secondo, gli occhi ancora
sgranati per
la sorpresa; non pensava avrebbe azzaccato l’unico proiettile
che c’era.
La strega osservava
la scena, in lacrime, continuando
a scuotere la testa.
“No, no,
no, non può essere vero...”
Zack si
alzò, dirigendosi verso la porta, ma lei,
agitata, provò a fermarlo.
“No, non
uscire! Brenda ti ucciderà con una freccia.
Ti prego, opponiti!”
Il ragazzo,
mortificato, iniziò a girare il pomello
della porta: “Mi dispiace tanto, non posso
fermarmi...”
“No, no
,no, non voglio crederci... Devo fare qualcosa,
un incantesimo, forse! Allora, Jade, concentrati... l'aiuto
delle streghe io invoco per
rendermi libera da questo gioco, datemi la forza di contrastare
ciò che non
posso controllare...”
Finalmente, la
ragazza ritornò padrona del proprio
corpo e, dopo essersi accorta che Zack stava uscendo dalla stanza, si
lanciò su
di lui e lo fece cadere, mentre la freccia colpiva la porta sopra di
loro,
facendola esplodere. Intanto, però, dopo aver messo da parte
la balestra,
Brenda si era avvicinata alla strada per suicidarsi, ma Jade la
bloccò prima
col suo poteredi fermare il tempo.
Fu proprio in quel
momento che comparve davanti a lei
Craig, arrabbiato per la piega che stava prendendo il suo piano.
“Qui
c'è qualcosa che non va, o sbaglio? Perchè non
riesco più a controllarti?”
“Spiacente,
Craig, ma la partita finisce qui... “Anello
del controllo, anello della
volontà, dal burattinaio resta lontano, perchè io
possa averti nel palmo della
mia mano...”
e
l'anello svanì dal suo dito, per
ricomparire nelle mani di Jade.
L’uomo,
ovviamente, si infuriò: “Restituiscimelo
immediatamente, strega!”
Intanto Brenda si era
sbloccata e si guardava intorno,
confusa: “Come sono arrivata qui?” poi si
voltò verso il motel.
“Jade, sono
tornata in me! Spostati, così lo faccio
fuori!”
“NO,
FERMATI! Va distrutto con l'incantesimo!” ma
Brenda non la ascoltò e scoccò la freccia,
facendolo esplodere in mille pezzi.
Nell'esplosione del
suo corpo, però, il fumo nero che
era in lui passò in Jade entrando dentro di lei attraverso
le vie nasali,
mentre Zack, appena ritornato a sè, assisteva confuso alla
scena.
“Tutto
bene, Jade?”
“Credo di
sì, tranquillo.”
“Ne sei
sicura? Ho visto il fumo nero dei disordini che
entrava in te.”
Lei iniziò
a toccarsi la testa, finchè, a un certo
punto, non barcollò, iniziando a gridare per il dolore.
“Ragazzi,
non mi sento tanto bene, mi sta scoppiando
la testa...”
Zack
riuscì ad afferrarla un attimo prima che cadesse:
“Brenda, vieni su ad aiutarmi! C’è
qualcosa che non va in Jade!”
Intanto, fra le
braccia, la ragazza continuava ad
agitarsi, dilaniata dal dolore: “La mia testa! È
un dolore terribile,
aiutatemi, vi prego!”
I due, allora, la
fecero sdraiare a terra, ma lei
continuò a peggiorare finchè, improvvisamente,
non comparve accanto a loro la
signora Ferguson, la nonna di Jade.
“Cosa sta
succedendo, ragazzi?”
Brenda la
guardò, sollevata: “Un disordine è
penetrato
dentro di lei.”
Zack, invece,
guardò confuso l’anziana signora:
“Perchè lei è qui?”
“Jade ha
usato un incantesimo per chiedere l’aiuto
delle altre streghe e io l'ho percepito. Adesso la porto via con me,
non
preoccupatevi!”
“Starà
bene? Che cos'ha?” il ragazzo, sempre più
preoccupato, la sommerse di domande.
La donna,
però, osservando il corpo di Samuel poco
lontano, tagliò corto: “Non ho tempo per
spiegarti. Chiama Xao per curare
Samuel, prima che sia troppo tardi per recuperarlo, e ripartite
immediatamente!”
“E io che
cosa faccio?“ le chiese Brenda, toccandole
un braccio.
La Nonna, con Jade
fra le braccia, esclamò: “Torni con
noi a Morney Hill! Temo di sapere cosa è successo alla
nostra Jade e la cosa
sembra essere molto più grave di quanto
pensassi...”
CONTINUA NEL SETTIMO
EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE: La trama che
avvolge questa stagione, inizia a svelarsi dal prossimo episodio. Cosa
accadrà alla nostra prescelta? Scopritelo nel prossimo
appuntamento con la 2x07 "Le porte della rivalzione" che
verrà pubblicato Lunedì prossimo, stavolta. Buona
settimana stregata!
|
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Capitolo 7 *** 2x08-Nel risvegliare i morti ***
CAPITOLO
OTTO
"Wake Up,
Witches!"
Morney Hill
Jade si
risvegliò bruscamente nel suo
letto e la prima persona che vide fu sua Nonna, che le sorrideva dalla
poltrona
vicina.
“Bentornata,
tesoro!”
Il viso della ragazza
si contrasse subito
in una smorfia: “Non so se sia un bene il fatto che io sia
tornata. Per prima
cosa, voglio sapere cosa mi è successo e come sono arrivata
qui!”
“Un
disordine è penetrato dentro di te,
perchè Brenda ha eliminato il burattinaio prima che tu
potessi pronunciare la formula
.”
Lei, però,
a quelle parole, parve ancora
più confusa: “Perchè un disordine
avrebbe dovuto farmi del male?”
Dana era mortificata:
“Il parassita si è
risvegliato, tesoro, nel momento in cui i disordini sono
tornati.
Assorbendo quello, è diventato più forte e io,
purtroppo, non sono riuscita a
indebolirlo.”
In quel momento, il
silenzio fu rotto dal
rumore di passi concitati sulle scale. Pochi secondi dopo, Brenda
piombò nella
stanza, correndo subito ad abbracciare l’amica, felice per il
suo risveglio.
“Jade!”
Jade rise,
stringendola a sua volta:
“Brenda! Così mi soffochi!”
Sentendo le sue
parole, l’altra la lasciò
subito andare: “Scusa, scusa! È tutta colpa mia,
se ti è successo questo!”
“Non
sentirti in colpa nella maniera più
assoluta, Brenda. Sai perfettamente che mai e poi mai potrò
prendermela con
te!”
Dana,
però, si intromise nella
conversazione e le interruppe: “Scusami, cara, so che avete
voglia di parlare,
ma puoi lasciarci sole qualche minuto? Io e Jade dobbiamo parlare di un
po' di
cose. Va bene?”
“Certo! Ne
approfitterò per tornare a casa
e salutare mio padre.” e, dopo essersi chiusa la porta alle
spalle, tornò al
piano inferiore.
Savannah, Georgia
Zack e Samuel
riuscirono a entrare di
nascosto nella villa, seguendo i demoni con le bare e, a distanza di
sicurezza,
osservarono la donna condurli in un sotterraneo illuminato da torce di
fuoco.
Li seguirono, scendendo lungo delle scale strette e sdrucciolevoli, per
poi
percorrere un lungo corridoio, fino a raggiungere la stanza in cui
erano
entrati gli altri. All’interno di essa, videro quattro porte,
su ognuna delle
quali era posta una targhetta con un nome.
La donna, indicando
una di esse, ordinò:
“Andate da Faith e consegnatele le sue bare. Un gruppo di voi
rimarrà con lei
per aiutarla al cimitero e l'altro tornerà qui da me
immediatamente. Chiaro?”
Quelli, in coro,
risposero: “Sì, Xandra!”
poi attraversarono le porte e, grazie al teletrasporto, sparirono.
I due fecero appena
in tempo a nascondersi
in una nicchia, che la donna passò loro davanti, diretta
verso la villa. Quando
fu lontana, uscirono allo scoperto e si diressero nella stanza
misteriosa, per
poterla osservare più da vicino.
“Rey,
Faith, Terence e Devon: chi diavolo
sono?” lesse Zack sulle porte.
Samuel, nel sentirlo,
sgranò gli occhi per
la sorpresa: “Hai detto Terence, per caso?”
“Oddio,
ho detto Terence! – solo in
quel momento l’altro si rese conto del nome appena
pronunciato - Credi che sia
lui?”
“Non mi
stupirebbe. L'ultima volta ci
disse chiaramente che sarebbe tornato alle sue attività
malvagie.”
“E non ci
ha messo molto a farlo, a quanto
pare... – ribatté, sarcastico, Zack - Mi chiedo
che cosa significhi tutto
questo e, soprattutto, cosa rappresentino queste porte.”
Improvvisamente, alle
loro spalle comparve
Xandra.
“Quelle
sono porte-passaggio e servono per
andare in un lampo da un posto all'altro. Ah, sì, salve,
ragazzi!” e, muovendo
le mani, li attaccò al muro a mezz'aria.
Zack, agitato, la
guardò e le chiese: “Tu
devi essere Xandra, giusto?”
La donna non smise
mai di camminare avanti
e indietro per la stanza, il ticchettio dei tacchi a rompere il
silenzio: “Hai
davvero un udito straordinario! Dovresti lavorare come spia per il
governo,
invece di perdere tempo nella mia villa, piena di demoni pronti ad
ucciderti al
mio più piccolo cenno, sai?”
“A dire il
vero, non mi è mai piaciuta la
vita noiosa. E, comunque, per un po' siamo riusciti a ingannarti,
perciò non
sottovalutarci!”
Xandra rise a lungo:
“Ingannarmi? So della
vostra presenza dal momento in cui avete parcheggiato la vostra auto ad
un
chilometro da qui.”
Fu a quel punto che
Samuel si intromise:
“Allora perchè non ci hai uccisi subito?”
Zack gli
lanciò un’occhiataccia e
sussurrò, cercando di farsi sentire solo
dall’amico: “Non darle suggerimenti!
Qui non tutti abbiamo un angelo guida pronto a riportarci in vita come
il tuo!”
“Credimi,
– iniziò lei - l'avrei fatto
molto volentieri, ma un uccellino mi ha detto che non dovevo. Questo
fino a
quando non siete entrati, ovviamente. E’ stata davvero una
pessima idea!”
“Quindi non
volevate attirare la nostra
attenzione. Perchè? Cosa state nascondendo di
così importante?”
La donna non
apprezzò affatto il suo tono
arrogante: “Di certo qui non troverai le tue risposte. Io non
so nulla di
quello che state cercando, prendo solo ordini dal mio capo e, fino a
quando mi
viene data ricchezza e potere, non mi interessa sapere altro dei suoi
loschi
piani.”
“E chi
sarebbe il tuo capo?”
La donna
lanciò loro una lunga occhiata,
poi sorrise: “Così carini e così
stupidi... Pensate davvero che io sia così
idiota da dirvelo?”
“No,
– le rispose il demone, sorridendo a
sua volta - ma puoi sempre fare un bel volo!” con la
telecinesi la lanciò fuori
dalla stanza e lui e l’amico scivolarono bruscamente a terra.
Zack rimase perplesso
da ciò che il demone
aveva appena fatto.
“Come puoi
usare i poteri di Jade, se lei
non è qui?”
Il demone gli porse
la mano per aiutarlo a
rialzarsi: “E’ un po' di tempo che mi capita di
usare poteri, senza prima
assorbirli, ma non è questo il momento di parlarle.
Piuttosto, oltrepassiamo al
più presto una di queste porte, prima che Xandra si riprenda
e venga a prenderci
a calci!”
“In quale
delle quattro entriamo?” chiese
Zack, confuso.
Deciso, Samuel lo
prese per un braccio e
lo trascinò: “Entriamo in quella di Faith,
ovviamente!” e, pochi secondi dopo,
la oltrepassarono.
Morney Hill
Jade, seduta
comodamente sul letto, si
preparò ad ascoltare ciò che sua Nonna aveva da
dirle.
“Bene, ora
che Brenda è uscita, puoi dirmi
tutto!”
Mettendosi
più comoda sulla poltrona, Dana
iniziò a raccontare.
“Come ben
sai, io sono la prescelta che ti
ha preceduto e, come te, anche io sono stata affiancata da un demone,
tuo
Nonno.”
“Mmmh sono
molto confusa.... io sapevo che
mio Nonno era morto e che era un essere umano...”
“Nonno
David non era il tuo vero nonno, né
il padre di tua madre, ma l’ho sempre tenuto segreto,
perchè entrambe non
avreste mai accettato la verità.”
Jade si
alzò in piedi di scatto, irritata:
“Allora, qual è la verità?”
L’anziana
signora si ritratte, intimorita
dalla sua reazione: “Il tuo vero Nonno si chiama John
Rockwell. Eravamo
innamorati, proprio come te e Samuel, combattevamo il male ogni giorno
per
proteggere l’amuleto che poi ti avremmo consegnato, ed
eravamo molto felici.
Poi, all'età di 29 anni, ho partorito tua madre e siamo
diventati genitori...”
Seguì una
lunga pausa, che la giovane
ragazza cercò di troncare il prima possibile: “Poi
cos’è successo?”
Dana
abbassò lo sguardo sulle scarpe e si
torturò le mani, prima di rispondere: “Io dovevo
fare la madre a tempo pieno e
non potevo più combattere il Male, così John
dovette farlo per entrambi. Col
passare del tempo, però, divenne più forte e
acquistò un nuovo e strano potere:
l'emulazione permanente.”
“Che
cos'è? Sembra lo stesso di Samuel!”
“No, il tuo
Samuel può assorbire poteri
solo da chi gli è vicino, temporaneamente; John, invece, lo
faceva in maniera permanente.
A quei tempi arrivò a possedere una vasta collezione di
poteri, diventando così...”
“... un
essere molto potente!” completò la
nipote per lei.
“Esatto!
– continuò Dana - Il Consiglio,
però, si accorse di tutto questo e si rivoltò
contro di lui, mandando diversi
membri in missione per catturarlo. Erano molto più forti di
lui inizialmente e
l'avrebbero sicuramente esiliato, così John trovò
l'appoggio dei servitori del
caos.”
Jade era sconvolta:
“Santo cielo!”
“Come ben
sai, i disordini hanno il potere
di rendere più forti esseri che lo sono
già, per questo John trovò
allettante un’alleanza con loro, in modo da avere abbastanza
potere per
contrastare il Consiglio, che a quel punto lo voleva morto.”
ma si fermò, la
voce che le tremava.
Jade, anche se
addolorata, poiché voleva
sapere la verità, la incitò a continuare:
“Il Consiglio alla fine lo catturò?”
“No, non ci
riuscì mai. Per molti anni
scomparve e io decisi di continuare la mia vita, crescendo la piccola e
sposandomi con David, e tua madre, anche quando diventò
grande, non capì mai
che David non era il suo vero padre.”
“David,
però, sapeva tutta la verità?
Voglio dire... non tutti gli essere umani sanno accettare l'esistenza
di un
mondo soprannaturale!”
Sul volto della Nonna
si dipinse un sorriso:
“No, no, David non era un uomo come gli altri. Era un
cacciatore di demoni che
ho conosciuto ai piani alti e al’epoca lavorava per conto del
Consiglio,
occupandosi di catturare John. Infatti è così che
ci siamo conosciuti.”
Improvvisamente
sentirono la porta di casa
aprirsi e, pochi minuti dopo, comparve di fronte a loro
un’altra Jade.
Sconvolta, quella
vera fece un salto
indietro, allarmata: “B-Jade?” e, con la
telecinesi, la scaraventò contro il
muro.
Dana,
però, le fece abbassare subito le
mani, cercando di fermarla: “No, no, tesoro, cosa stai
facendo? Quello è il
clone creato dal Consiglio per sostituirti qui Morney hill,
ricordi?”
La ragazza si
sedette, sconvolta e
imbarazzata: “Oh! L’avevo dimenticato, scusami...
Nonna, cosa mi sta
succedendo?”
L’anziana
signora si alzò, le si avvicinò
e le prese con dolcezza le mani nelle sue: “Non preoccuparti,
ogni tanto ti
capiterà di dimenticare diverse cose per via del parassita,
ma ti prometto che
troveremo una soluzione anche per quello.
D’accordo?”
“Lo spero
tanto. Non posso perdere me
stessa in un momento del genere e con tutte quelle minacce che si
trovano
appena fuori dalla porta!”
Villa Faith, Salem,
Oregon
Pochi secondi dopo
aver varcato la
porta-passaggio, Zack e Samuel si ritrovarono dall’altra
parte. Confusi,
iniziarono subito a
guardarsi intorno.
“Cosa sta
succedendo? Perchè siamo sempre
nella stessa stanza?”
“No, Zack!
– chiarì subito Samuel - Questa
è sicuramente un'altra villa, anche se identica a quella
dove eravamo prima.”
“Ma sono
diventati tutti ricchi?! Per caso
esiste una banca demoniaca che stampa soldi per il male, o qualcosa del
genere?
Come fanno a permettersi tutto questo?”
Nel frattempo, il
demone si era affacciato
in corridoio, per continuare l’esplorazione.
“Non fare
lo spiritoso e usciamo via di
qui prima che si accorgano di noi!”
Così, i
due iniziarono a salire e a
inoltrarsi all’interno della villa, senza, tuttavia,
incontrare nessuno. Mentre
Samuel si guardava attentamente intorno in cerca di altre presenze,
Zack,
dietro di lui, osservava gli oggetti che incontravano man mano: candele
appoggiate sui mobiletti, tende rosse a coprire le grandi finestre,
quadri di
donne sulle pareti e strani simboli celtici. Pochi minuti dopo,
raggiunsero la
porta principale.
Fermandosi, Samuel
sussurrò: “Sembra non
esserci nessuno in casa. Ad ogni modo, dobbiamo uscire da qui e
raggiungere il
cimitero al più presto, ok?”
Zack lo
ascoltò a malapena, pensieroso per
via di ciò che aveva visto: “Cosa?? Vuoi andare in
un cimitero? Non ti basta
questa macabra villa con quadri che sembra ti guardino? Dobbiamo anche
incontrare degli zombie nel cuore della notte? E poi,
perché?”
“Certo che
la tua memoria fa proprio
schifo certe volte, eh? Ricordi che Xandra ha detto che i demoni
dovevano
portare le bare al cimitero? Beh, noi ovviamente stiamo andando
lì per vedere
cosa succede!”
Poi, ponendo fine
alla conversazione, lo prese
per un braccio e lo trascinò fuori, incurante delle sue
proteste.
I due,
però, fecero prima sosta in
un parco dove, dopo aver trovato una panchina per sedersi, Zack
tirò fuori il
computer per controllare la strada.
“Allora, in
questa città ci sono tre
cimiteri, perciò... in quale dei tre sono andati i nostri
amici demoni?”
“Aspetta,
prima dobbiamo consultare il
libro! Si aggiorna continuamente, quindi magari può dirci
qualcosa in più su
ciò che sta accadendo e su chi sono i nomi sulle quattro
porte.”
Zack, per una volta
d’accordo con lui, gli
sorrise: “Ottima idea! Lasciamo perdere gli zombie, per ora.
Ma il Libro non ce
l'ha Jade?”
Il demone, allora,
alzò lo sguardo verso
il cielo e chiamò: “Xao!”
L’uomo
comparve subito davanti a loro: “Ti
ascolto!”
“Ci serve
il Libro. Puoi andare da Jade a
recuperarlo? A proposito, come sta?”
“Zeta mi ha
riferito che si è risvegliata
e sta bene. Avrete il libro al più presto!” e
scomparve nuovamente.
Morney Hill
Un paio
d’ore dopo, Brenda tornò a casa Ferguson,
trovando Jade e Dana sedute in salotto a parlare.
“Eccomi!
– esclamò, entrando - È stato
bello tornare a casa, anche se solo per poco!”
L’amica la
guardò e le sorrise: “Mi fa
piacere. Non vedevi la tua famiglia da mesi, ormai...”
In quel momento, alle
spalle di Brenda
comparve il clone di Jade e la ragazza sobbalzò e
urlò, spaventata.
Le due, dal divano,
risero: “Brenda, ti
presento il mio clone!” le disse Jade, naturalmente.
Sedendosi con il
fiatone, l’amica esclamò:
“Sì, lo so! È solo che fa impressione
vederlo dal vivo!”
“Tu hai
incontrato il tuo?”
Fu il clone,
però, a risponderle: “Credo
proprio di no! L'altra Brenda è andata a dormire da una
certa Jenny Donovan e con
altre ragazze.”
“Bene! Mi
fa piacere che l'altra me abbia
una vita sociale attiva!” il sarcasmo era evidente.
“Ottimo, a
me, invece, fa piacere che
l’altra Brenda stia facendo diventare l’altra me un
asociale!” contestò, la
vera Jade.
“Strano,
– le rispose l’altra - forse i
nostri cloni non vanno d’accordo. Può
essere?”
Ma non ebbe risposta,
perchè,
improvvisamente, di fronte a loro comparve Xao.
“Scusate se
vi disturbo, ma Samuel ha
bisogno del Libro. Me lo potete dare, se avete finito?”
Subito, Jade lo
recuperò e glielo porse:
“Va tutto bene? Dove sono?”
“A Salem,
in Oregon.”
La ragazza
pensò si aver capito male e lo
guardò confusa: “In Oregon? Come hanno fatto ad
arrivare lì in poche ore? La
Georgia è lontana da lì e dubito che ci siano
arrivati con l'auto!”
“Accidenti,
– si intromise Brenda - come
siamo messe bene in geografia!”
Il clone della
strega, seduta vicino a
loro, alzò la mano, sentendosi coinvolta: “Merito
mio! Sono io quella va a
scuola, ricordate?”
“Notevole!”
Solo allora Xao
riuscì a rispondere alla
domanda che gli era stata fatta: “Non ho idea di come abbiano
fatto, ma adesso
devo andare. Vi saluto!” e scomparve.
A quel punto, Jade e
Dana continuarono a
parlare, mentre Brenda si sedeva accanto al clone dell’amica,
iniziando a
fissarla.
“Cos’hai
da guardare?” le chiese quella,
innervosita.
“Wow! La
vostra somiglianza è
impressionante, sai?” e le tirò un pizzicotto.
Entrambi gridarono
per il dolore e la
sorpresa.
“Sei
impazzita?!? – le chiese quella vera
- Guarda che l'ho sentito!”
“Perchè
è stato creato da te!” spiegò loro
Dana.
Brenda, allora, si
girò verso il clone,
seria: “Vedi di non ficcarti sotto a un autobus, ok? Non
voglio che la mia
migliore amica finisca a pezzettini per colpa tua!”
L’altra
rispose con una smorfia:
“Tranquilla, so attraversare una strada, non sono stupida!
Sai, io vado a
scuola, a differenza vostra!”
“Beh, anche
io ci vado! – replicò l’altra,
infastidita - Nella mia testa, ovviamente!”
Dana, allora, le
interruppe, rivolgendosi
al clone: “Jane, porta Brenda in cucina e offrile qualcosa da
bere, d’accordo? Io
e Jade dobbiamo finire di parlare.”
“L'ha
appena chiamata Jane, signora
Ferguson?” chiese Brenda all’anziana signora.
“Certo! Per
non fare confusione con la mia
vera nipotina, naturalmente!”
Le due, allora, si
alzarono e lasciarono
la stanza.
Appena la porta si
chiuse alle spalle
delle due, Jade si voltò verso sua Nonna.
“Ora che
siamo di nuovo sole, c'è un
dubbio che non riesco a spiegarmi: se il demone e la strega prescelti
hanno un
vincolo, come hai potuto sposare uno che non fosse John?
Perchè qualche
settimana fa mi sono imbattuta nella storia della nostra antenata,
Lilian,
innamoratasi di un mortale e da allora mi sono chiesta se il vincolo
può essere
spezzato, se lo si desidera. E’ così?”
“Sì,
Jade! Il vincolo che lega una strega
ad un demone può essere spezzato e io l'ho fatto!”
“Come ci
sei riuscita?”
“Ci sono
soltanto due modi: la morte o il
cambiamento.”
“Il
cambiamento? Che cos'è?”
“Quando uno
dei prescelti decide di andare
contro la profezia che li ha eletti, il Consiglio può
decidere di agire,
eliminando il problema o chiedendo alla strega di spezzare il
vincolo.”
“E tu l'hai
spezzato?”
“Quando
John si fece di nuovo vivo, tua
madre era già adulta e tu avevi cinque anni. Uccise David
davanti a me e ai
tuoi genitori, cercando, senza trovarlo, il suo grimorio. Il mese
seguente
cercai di tenerlo lontano da casa mia e feci anche cancellare la
memoria a mia
figlia e suo marito su ciò che avevano visto. Poi, per
garantire la loro
sicurezza, ho regalato loro un viaggio come scusa per farli
allontanare, ma..”
e si fermò, perchè proseguire le era troppo
doloroso.
Fu la nipote a farlo
per lei: “... ma John
mandò fuori strada l'auto in cui c'eravamo io e miei
genitori. Giusto? Oddio...
come ha potuto uccidere sua figlia?”
Dana rispose,
amareggiata: “Perchè il
troppo potere gli aveva fatto perdere la ragione, oltre ad essere stato
con i
servitori del caos. Perciò, a quel punto, concentrai in me
tutto il potere che
avevo e posi fine alla questione rinchiudendolo in una cripta
sotterranea per
l'eternità.”
Sentendo quelle
ultime parole, Jade saltò
in piedi, di scatto: “Lui è ancora vivo, vero? Non
chiedermi perché lo penso,
ma… la me stessa del futuro sembrava abbastanza provata a
causa di alcune
questioni di questo periodo.”
Dana
sospirò: “Infatti è così!
Ora, però,
è ritornato e ti assicuro che non ho idea di come abbia
fatto a liberarsi!”
Improvvisamente,
dalla cucina arrivò un
urlo e le due corsero nella stanza.
Vedendo Brenda
piegata in due, Jade si
avvicinò a lei, spaventata: “Cosa sta
succedendo?”
Fu Jane,
però, a rispondere: “Io le ho
dato solo un succo di frutta!”
Dana, intanto, si era
avvicinata alla
ragazza e la stava aiutando a rialzarsi: “Cara, stai bene?
Cosa ti è successo?”
“Io... io
ho avuto una strana sensazione,
come se mi avessero pugnalata alla pancia.”
La strega, confusa e
agitata, si rivolse
spaventata alla Nonna, in cerca di una soluzione: “Cosa
significa?”
“Che
qualcuno ha fatto del male al suo
clone!”
“Questo
vuol dire che morirò?” le chiese
l’interessata, sconvolta, mentre si accomodava su una sedia.
“No, no,
non dire sciocchezze! Voi e i
vostri cloni non siete collegati a tal punto da morire se succede
qualcosa
all'altro, ne avvertite soltanto le loro sensazioni.”
“In questa
città – pensò Jade ad alta voce
- nessuno farebbe del male ad una mosca, chi potrebbe voler uccidere
Brenda?”
Ma non ebbe mai
risposta perchè,
improvvisamente, la casa iniziò a tremare, facendo cadere
quadri e oggetti e
facendo addirittura rompere i vetri delle finestre.
Salem, Oregon
Samuel, ricevuto il
Libro, lo aprì per
consultarlo, mentre Zack, alle sue spalle, gli metteva fretta.
“Avanti!
Non ci vuole molto a trovare
quello che stiamo cercando!”
“Se mi
metti fretta, ci metterò una vita,
perciò sta zitto!” replicò
l’altro, lanciandogli un’occhiataccia.
Improvvisamente,
sentirono una ragazza
urlare da qualche parte nel parco e subito si allarmarono.
“Hai
sentito anche tu, Samuel?”
I due si misero
subito a correre nella
direzione del suono: “Forte e chiaro! Prendi le tue cose e
andiamo!”
Quando la
raggiunsero, il demone si gettò
su di lei, per fermarla e la ragazza iniziò subito a
gridare, spaventata.
“Aiutatemi,
vi prego! È dietro di me!”
Il ragazzo le prese
il volto con le mani,
nel tentativo di calmarla: “Calmati! Adesso ci siamo noi qui
con te. Dimmi come
ti chiami e cosa è successo, ok?”
Lei, sospirando,
raggiunse la panchina più
vicina e si sedette, ancora visibilmente scossa per quanto accaduto.
“Mi chiamo
Stacy e stavo uscendo
dall'università, come tutti i giorni, dirigendomi verso il
parcheggio, quando,
all'improvviso, ho sentito un rumore dietro di me. Quando mi sono
girata... oh
mio Dio... era Derek!”
“Chi
è Derek? – le chiese Zack, perplesso
- Il tuo Professore?”
“No,
idiota! – replicò quella, isterica -
Era il mio ex-fidanzato, morto l'anno scorso!”
“Ne sei
sicura?” chiese Samuel.
“Sicura che
non fosse un'allucinazione
provocata dal troppo studio? Voglio dire... io quando studiavo troppo
in
biblioteca, vedevo Mary
Poppins, fuori
dalla finestra, sollevarsi in cielo, ad una certa ora!”
aggiunse Zack, ironico.
L’occhiataccia
che Samuel lanciò a Zack
dopo quest’affermazione lo zittì definitivamente.
“Noooo!
– continuò la ragazza - Vi ho
detto che quello era Derek, non una cavolo di allucinazione!”
Il demone,
più controllato, cercò nuovamente
di farla calmare: “Ascolta, hai una foto di questo
Derek?”
Lei tirò
fuori il portafoglio dalla borsa
e gli mostro una piccola fototessera: “Eccola! Cosa volete
farci? Siete
poliziotti, per caso?”
“Qualcosa
del genere. – rispose Zack - Ora
però ti riaccompagniamo a casa, d'accordo?”
“Vi
ringrazio!” più sollevata, la ragazza
si diresse con i due verso l’uscita del parco più
vicina.
Dopo aver portato
Stacy a casa sua, i due
si recarono nel cimitero in cui era seppellito il presunto
Derek,
scavalcando i grandi cancelli per penetrare nel lugubre posto, visto
che era
già passata l’ora di chiusura.
Samuel, con una pala
in mano, iniziò a
camminare indifferente fra le lapidi, mentre l’amico, al
contrario, puntava
ovunque la luce della torcia, scrutando pipistrelli e gufi notturni,
mentre un
vento gelido gli sferzava il viso.
Voltandosi verso di
lui, il demone gli
chiese: “Tutto bene?”
Il tono isterico
celò il suo vero stato
d’animo: “Tutto a meraviglia! Sono in un cimitero
di presunti zombie fuggitivi
con un demone del tutto indifferente a ciò che ci circonda.
Ti sembra che possa
stare bene??”
L’altro si
stupì di una tale reazione:
“Wow! E dire che facevi così tanto il duro, quando
c'era Jade...”
“Avanti, lo
sai benissimo che era solo una
commedia per conquistarla! Ho odiato fare palestra, le lenti a contatto
mi
bruciano gli occhi, per non parlare della tinta bionda che non sopporto
e che
ho sempre criticato nei ragazzi altezzosi!”
L’altro
camminò ancora per qualche manciata
di secondi, in silenzio, poi si fermò davanti a una tomba e
gli rispose.
“Dovrei
prenderti a pugni solamente per il
fatto che mi stai dicendo apertamente che corteggi la mia Jade, ma,
visto che
siamo davanti alla lapide di Derek, è meglio sprecare le
energie per scavare!”
Presa una pala per
uno, i due iniziarono a
lavorare.
A un certo punto,
Zack bisbigliò: “La mia
faccia ti deve un favore, Derek!”
Dopo aver tolto un
grosso mucchio di
terra, che riposero ai lati della buca, arrivarono finalmente in fondo
e
trovarono la bara.
“Il momento
della verità è arrivato!”
Samuel si
abbassò per scoperchiarla: “Il
motivo per cui sto togliendo io il coperchio è che tu
moriresti di paura prima
ancora di farlo e io non ho voglia di perdere tempo a scavarti una
fossa, ok?”
Sarcastico,
l’altro cercò di aiutarlo
illuminando il buco con la torcia: “Ma quanto sei premuroso,
Samuel!”
Con stupore, i due
scoprirono che era
vuota. Ancora sconvolti, ricoprirono subito la buca, preparandosi ad
andarsene.
“Chissà
se Derek è uscito da solo o
qualcuno l'ha aiutato... Tu cosa ne pensi?”
“Non ne ho
idea, ma almeno adesso sappiamo
che Stacy non è pazza. Chissà se, in questa
città, Derek è l’unico ad aver
lasciato il cimitero....”
Fu allora che
sentirono dei rumori e si
zittirono all’istante.
“Shhhhhh!
– disse Zack - Ho sentito delle
voci, anche tu?”
“Sì,
ora le sento anche io. Mettiamoci
dietro al mausoleo laggiù e vediamo chi è,
d’accordo?”
I due ragazzi
riuscirono a nascondersi
appena in tempo nel punto convenuto, quando fecero l’ingresso
nel cimitero i
demoni di Xandra con le bare, seguiti da una donna misteriosa che non
avevano
mai visto.
“Quella
dev'essere la Faith di cui parlava
Xandra!” tirò a indovinare Zack.
“Hanno
posizionato quelle sette bare
intorno a lei fino a formare un cerchio, perciò dev'essere
una specie di rito o
cerimonia. Stiamo a vedere!”
Poco dopo, i demoni
si allontanarono e la
donna, rimasta sola, chiuse gli occhi e iniziò a recitare
qualcosa.
“Spiriti
delle streghe, che il mondo hanno abbandonato. Spiriti delle
streghe, che di morte ingiusta hanno pagato. Spiriti delle streghe, il
mio
potere vi chiama, il vostro corpo, risorto dalle ceneri, vi attende e
vi brama.
Spiriti delle streghe, una seconda vita vi aspetta e, con la stessa
velocità
con cui siete morte, tornate in fretta...”
Le bare, a quel
punto, si aprirono tutte
contemporaneamente e da essa uscirono sette, splendide donne.
Faith sorrise loro:
“Ben trovate, mie
care, spero che il cimitero sia di vostro gradimento...”
Solo a quel punto
Samuel si accorse che,
durante il rito, la bussola si era illuminata e lo fece notare anche
all’amico
che era di fianco a lui.
“Quella
Faith ha usato il potere dei
disordini per riportarle in vita. Ora capisco: tutto questo sta
interferendo
con i morti che riposano in questo cimitero, facendogli
risvegliare!”
Zack,
però, non lo ascoltò, troppo
sconvolto da ciò che aveva davanti agli occhi.
“Ehm...
– lo scosse – Samuel, quella appena
uscita da una delle bare non è Heith?”
“Oh no,
– esclamò, sconvolto - questo a
Jade non piacerà!”
Morney Hill
Dopo lunghi attimi
che a tutte parvero
ore, il terremoto in casa Ferguson si fermò e tutte e
quattro poterono alzarsi
dal pavimento, su cui erano cadute.
“State
tutte bene?” chiese Dana,
cercandole.
“Cosa
è successo?” era sconvolta Jade.
“Non lo so,
ma dobbiamo uscire in fratta.
State dietro di me!”
Le quattro uscirono
fuori, ancora un po’
scosse e Brenda iniziò subito a guardarsi intorno, scrutando
le case dei
vicini. Nessuno era fuggito dalla propria abitazione.
“E’
una mia impressione, o il terremoto
l'abbiamo sentito solo noi?”
Improvvisamente, un
uomo comparve alle
loro spalle.
“Scusatemi,
vi interrompo, per caso?”
La signora Ferguson
si girò e lo fissò,
pietrificata: “John!”
L’uomo
sorrise, mellifluo: “Bentrovata,
amore! Vedo che la tua memoria funziona ancora, nonostante la tua
avanzata età.
Come stai?”
CONTINUA NEL NONO
EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE: Questo
è il secondo e ultimo episodio di oggi, l'appuntamento con
Demon & Witch vi aspetta Lunedì prossimo con la 2x09
"Faith/Haith". Ricordate di lasciare il vostro commento per esprimere
le vostre riflessioni sul capitolo, per noi è molto
importante. Buona settimana stregata!
|
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Capitolo 8 *** 2x07-Le porte della rivelazione ***
CAPITOLO
SETTE
"A Look into
the Past, the Present and the Future"
Macon, Georgia
Sotto gli occhi
preoccupati e in ansia di Xao e Zack,
Samuel, finalmente, si risvegliò.
Confuso e stordito,
li guardò: “Cosa è successo?”
“Non te la
prendere, ma ti ho sparato” rispose
l’amico, mortificato.
“Tutto qui?
Dove sono Jade e Brenda?”
Preoccupato, il
ragazzo sospirò, esitando per qualche
secondo, prima di rispondere: “Purtroppo l'eliminazione di
Craig ci ha creato
dei problemi: Brenda, infatti, l’ha ucciso, prima che Jade
potesse pronunciare
l'incantesimo, perciò il disordine è penetrato
nel suo corpo e sua nonna è
venuta a prenderla.”
Sconvolto, il ragazzo
cercò di alzarsi: “COSA?!?
Dobbiamo andare subito a Morney Hill!”
Ma Xao si intromise e
scosse la testa: “No, mi
dispiace, ma non posso portarvici. Non vi preoccupate, però,
perchè Zeta e Dana
si stanno già occupando di lei. Piuttosto, voi dovete
riprendere il viaggio da
soli al più presto...”
Furioso, il demone si
ribellò: “No, non se ne parla
assolutamente! Come possiamo cavarcela senza di lei? Come faremo con
gli
incantesimi?”
L’amico,
più lucido, provò a calmarlo: “Samuel,
ascolta, non possiamo fare nulla per Jade in questo momento. Saremo
solo
d'intralcio, se torniamo a Morney Hill. Per quanto riguarda gli
incantesimi,
beh, se ci è riuscita Brenda, figurati tu che sei un
prescelto!”
“D'accordo,
– si arrese - ma voglio essere aggiornato
ogni secondo. Chiaro?”
Xao, vedendo come si
era evoluta la situazione, si
preparò ad andarsene: “Non preoccupatevi, vi
informerò presto.”
Morney Hill, Wisconsin
Quando arrivarono a
casa, Dana adagiò Jade sul suo
letto e poi sistemò delle candele per la stanza.
Brenda la
osservò dalla soglia, confusa e preoccupata,
per poi chiedere a Zeta, in piedi accanto a lei: “Cosa sta
succedendo? Cosa sta
facendo Dana?”
“Qualcosa
per aiutarla. E’ una strega molto potente,
sai?”
In quel momento
arrivò Rose e le raggiunse al piano
superiore della villetta. Vedendo la figlia, corse subito ad
abbracciarla.
“Tesoro
mio! Va tutto bene?”
Lacrime solcarono il
volto stanco della ragazza:
“Mamma, ho fatto del male a Jade!”
La donna
guardò l’anziana signora: “Tutto bene,
Dana?”
Col il libro degli
incantesimi in mano, quella si girò
verso di loro: “Tranquilla, non è colpa di Brenda.
E’ qualcosa che Jade già
aveva da tempo.”
Zeta, finora
silenziosa, a quel punto intervenne: “Per
caso ti riferisci al parassita che Wolf ha impiantato nella mente di
Jade poco
prima di morire?”
“Esatto!”
“Ma lei
l'aveva guarita, se non ricordo male!” le
chiese Brenda, sempre più confusa.
“No, non
l'avevo guarita. Con i miei poteri purtroppo
sono riuscita solo ad addormentare il parassita, non a
neutralizzarlo.”
“Cos'è
andato storto?”
“Vedi,
cara, questo tipo di parassita si alimenta con
l'attività dei disordini. Quando Samuel e Jade hanno mandato
via i disordini
nell'ultima battaglia, il parassita si è indebolito e io ho
potuto
addormentarlo, ma ora che sono ritornati, si è risvegliato e
ha iniziato ad
agire fin da quando siete partiti, solo che Jade non se ne è
mai accorta.”
La ragazza
scoppiò in lacrime: “E’ comunque colpa
mia,
perchè, grazie a me, il parassita ha avuto una specie di
overdose di
disordini...”
Dana le fece una
carezza, cercando di
tranquillizzarla: “Tesoro, non c'entra nulla quello che
è successo. Se non era
ora, sarebbe stato fra un mese, o due, stavo già aspettando,
questo momento,
io...”
Rose, sentendo le
parole della donna, si preoccupò
ancora di più: “Quindi adesso cosa
accadrà a Jade? Come interverrai?”
“Preparerò
prima un rito di rallentamento, poi un
filtro e, infine, pronuncerò un incantesimo abbastanza
potente.”
“Rallentamento?
– si intromise Brenda - Quindi il
parassita rimarrà nella testa di Jade?”
La donna
continuò a sistemare i vari oggetti per
qualche secondo, prima di rispondere: “Purtroppo questo
parassita nasce dal
potere di un servitore del caos, perciò, fino a quando ci
saranno i disordini
ad alimentarlo, non potrà essere neutralizzato
definitivamente. Wolf ha giocato
un brutto tiro alla mia bambina, devo ammetterlo!”
Qualche secondo dopo,
tutto era pronto per il rito, ma
Dana si accorse all’ultimo momento di aver dimenticato una
cosa.
“Accidenti!”
esclamò, attirando l’attenzione di Zeta.
“Qualcosa
non va, Dana?”
“Dimenticavo
la cosa più importante: il grimorio del
demone!”
“Ti
riferisci alla parte che compone il libro del Bene
e del Male? – le chiese la donna, perplessa - Quello
è nelle mani di Samuel, in
questo momento”
“Sì,
proprio quello. Chiedigli di prestartelo, non lo
terrò a lungo...”
Non appena Zeta si
teletrasportò via per andare a
prenderlo, Rose si avvicinò all’amica e
sussurrò.
“Quando
Jade si sveglierà le racconterai tutto, vero?”
Dana scosse la testa:
“Non accetterà mai la verità.
Ecco perchè nel rito inserirò un altro
incantesimo per ampliare la sua mente e
permetterle di arrivare alla verità!”
Brenda, nascosta
dietro la porta, ascoltò perplessa lo
scambio di parole fra le donne, chiedendosi di cosa stavano parlando.
Savannah, Georgia
Samuel e Zack erano
da soli in macchina, diretti verso
una nuova città. Il primo guidava nervosamente, senza
nessuna intenzione di
mettere fine al silenzio che era calato su di loro.
Infastidito,
l’amico sbottò: “Vuoi concentrarti sulla
guida e smetterla?”
“Non ci
riesco proprio, sono preoccupato per Jade!”
“Anche io
lo sono, ma non le saremmo d'aiuto, se ci
andiamo a schiantare contro un albero, non credi?”
Il demone, in preda
all’ansia e sempre più irritato,
frenò bruscamente: “Senti, guida tu, ok? Io
proprio non ci riesco!”
Pochi secondi dopo, i
due si scambiarono di posto.
“Devi
essere proprio in ansia, se mi stai facendo
guidare la tua preziosa auto!” esclamò Zack,
girando la chiave.
L’altro gli
lanciò un’occhiataccia: “Non farmene
pentire!”
Il viaggio riprese
tranquillo, finchè, a un certo
punto, Zack non fece sbandare l’auto, quando vide, attraverso
lo specchietto,
Zeta comodamente seduta sul sedile posteriore. Il ragazzo
frenò bruscamente,
fermandosi sul ciglio della strada.
“Zeta! Sei
impazzita?”
Ancora affannato,
Samuel cercò di riprendersi dalla
spavento: “Ci hai fatto prendere un colpo!”
“Scusate,
ragazzi! – la donna era sinceramente
mortificata - Pensavo vi foste abituati al mio apparire e scomparire
senza
preavviso...”
“Non farlo
più! Soprattutto se c'è Zack alla guida!
–
la sgridò il demone – Comunque, hai notizie di
Jade?”
“Sono
venuta proprio per questo: Dana deve compiere un
rito su Jade per rallentare il parassita che c'è nella sua
testa e le serve il
Libro.”
Il ragazzo, sorpreso,
sgranò gli occhi: “Cosa?!?
Pensavo fosse risolta la faccenda del parassita!”
“Purtroppo
Dana quella volta non l'aveva
neutralizzato, ma solo addormentato. Perciò, quando i
disordini sono tornati,
si è risvegliato”
Comprendendo la
situazione, il ragazzo prese il Libro
dalla borsa e glielo porse: “Potete tenerlo quanto tempo
volete, l'importante è
che Jade stia bene. A noi non serve, in questo momento...”
“Vi
prometto che vi terrò aggiornati.” e
svanì, così
com’era arrivata.
Villa Xandra
Tre demoni entrarono
in una sala talmente grande da
contenere un’intera piscina, avvicinandosi subito alla donna
sdraiata su dei divanetti
romani. Uno di loro, si inginocchiò di fronte a lei, prima
di iniziare a
parlare.
“Padrona
Xandra, le portiamo dei messaggi.”
Dopo aver fatto cenno
con la mano al demone che la
stava imboccando con dell’uva di allontanarsi, la donna
rivolse la sua
attenzione ai nuovi arrivati.
“Parla
pure. Ti ascolto.”
“Uno dei
prescelti si sta avvicinando alla nostra
città.”
“Ah,
già! Terence mi aveva avvertita che sarebbero
passati da queste parti. Però, se non sbaglio, aveva parlato
di due prescelti. L'altra
dov'è?”
“Mi
dispiace, ma non lo so...” rispose quello,
intimorito.
Sbuffando, la donna
schioccò le dita e lo fece
bruciare vivo: “Odio chi non sa rispondere alle mie
domande!”
Poi si
voltò verso gli altri due: “Terence mi ha detto
di non fare nulla, quando arriveranno in città, ma, se
dovessero avvicinarsi
alla mia villa, uccideteli. Adesso andate e continuate le vostre
attività
demoniache, la mia amica Faith sta aspettando il prossimo carico.
Sbrigatevi!”
Morney Hill, Wisconsin
Dana finalmente
entrò in possesso del Libro e poté
cominciare il rito. Rose, Brenda e Zeta la osservarono dalla soglia,
intimorite
e preoccupate.
Dopo aver sistemato
dieci candele intorno al letto,
l’anziana donna chiuse gli occhi e, con il libro in mano,
iniziò a recitare: “Ogni
candela rappresenta
l'ostacolo che ti rallenta, le prime tre ti stordiscono, le altre tre
ti
indeboliscono e le ultime quattro calmano la tua fame. Il fuoco
è l’elemento
naturale che mi dà la forza di accingere al tuo male:
bloccati. Bloccati.
Bloccati!”
Poi,
riaprì gli occhi e si voltò verso le altre:
“Il
rito è compiuto. Ora Jade deve solo riuscire ad espellere il
disordine che ha
assorbito!”
Intanto, nella mente
di
Jade
Tutto era buio
intorno a Jade, e la ragazza,
svegliandosi, non vide altro che oscurità e si
spaventò.
“Dove sono?
Che posto è questo?”
Sentendola, intorno a
lei un coro di voci maligne
canticchiò: “Morte alla prescelta! Ti vogliamo
morta, Jade! Non vediamo l'ora
di farti a pezzi. Sei nostra!”
Lei, confusa e sola,
si mise le mani sulle orecchie
nel tentativo di placarle: “BASTA! Mi scoppia la testa! Chi
siete? Smettetela!”
Improvvisamente,
davanti a lei si materializzò il
burattinaio, uno strano ghigno dipinto sulle sue labbra:
“Vuoi davvero sapere
chi siamo? Siamo tutto il male che c’è in questo
mondo e ti stiamo uccidendo
lentamente...”
La strega gli
lanciò un’occhiataccia: “TU! Ho visto il
tuo corpo esplodere, come fai ad essere ancora vivo?”
“Il
burattinaio è morto, infatti, ma io sono il
disordine che c'era dentro di lui. Devi sapere che noi disordini
possiamo
trasformarci in ciò che vogliamo, comprese le creature che
abbiamo infettato.”
Fu allora che la
ragazza ricordò quanto era accaduto:
“Gli incantesimi! Non li ho usati tutti!”
“Di cosa
diavolo stai blaterando?!?”
Ma lei lo
ignorò, chiudendo gli occhi: “Allora...
c'era scritto: una
malvagità che cresce può oscurare ogni mente. Che
il
tanto potere a te dato, si distrugga in un grosso boato...”
L’essere
esplose in un grande fumo nero, urlando: “Non
riuscirai a fermarci tutti! Noooooooo!”
~
Nel frattempo, nella
stanza di Jade, i presenti
guardavano con orrore il fumo nero che usciva dal naso della ragazza e
Brenda,
incapace di trattenere l’ansia, si girò verso Dana.
“Il
disordine è uscito! Significa che sta per
risvegliarsi, vero?”
L’anziana
signora non rispose, anzi, chiuse gli occhi
e pronunciò un nuovo incantesimo: “Giovane
strega addormentata, che dai dubbi sei
tormentata, avvicinarsi alla verità potrai, se le porte
della rivelazione
aprirai...”
A stento Rose
riuscì a trattenere la figlia, che cercò
in tutti i modi di svincolarsi dalla sua presa.
“Cosa sta
succedendo? Non era quello di prima, il
rito?”
Dana, con lentezza,
si voltò verso di lei: “Sì, certo,
ma per Jade è arrivato anche il momento di combattere una
nuova battaglia.”
~
La ragazza, intanto,
è ancora bloccata nella sua
mente, ma almeno l’oscurità si è
diradata, per lasciare il posto a un
meraviglioso giardino fiorito, pieno di uccellino che cinguettano,
coprendo a
stento il rumore dell’acqua che zampilla dalle fontane. In
lontananza, la
ragazza osserva la comparsa di due porte, restando immobile a
guardarle,
indecisa se avvicinarsi e aprirle oppure no.
Savannah, Georgia
Samuel e Zack avevano
appena superato il cartello che
dava loro il benvenuto in città, che il demone
iniziò a sentirsi male,
perseguitato da un forte dolore alla testa. Preoccupatissimo, Zack
accostò l’auto
e si fermò.
“Cosa ti
sta succedendo, Samuel?”
“Non lo so!
È questa città: ha qualcosa di strano.”
L’altro si
guardò intorno qualche secondo, prima di
rispondere: “Non vedo nulla di irregolare in giro, ne sei
sicuro?”
Cercando di placare
il dolore, il ragazzo si sdraiò
sul sedile posteriore e chiuse gli occhi: “Trova al
più presto un motel dove
fermarci, ti prego.”
Qualche minuto dopo,
i due riuscirono ad affittare una
stanza e, mentre l’altro scaricava i bagagli, Samuel si
precipitò subito dentro
per sdraiarsi sul letto.
“Ancora la
testa?” gli chiede l’amico, raggiungendolo
con le valigie.
“Non riesco
a stare meglio. C'è qualcosa che non va!”
Fu in quel momento
che Zack notò, nella borsa che Jade
aveva lasciato in macchina, una strana luce, come quella emanata dalla
bussola.
Il ragazzo, allora, si avvicinò e la estratte, sorpreso.
“WOW! Ha
mai fatto così?”
“Così
come?”
“Si
è mai illuminata di tutti i colori
dell'arcobaleno?”
Sentendo quelle
parole, il demone riaprì di scatto gli
occhi e si alzò, nonostante l’emicrania:
“Accidenti! Non aveva mai fatto così:
sembra impazzita!”
“Forse
è perchè la sua proprietaria non è
qui...”
“No, lo
escludo.”
“Allora in
questa città c'è proprio qualcosa che non
va! Ma cosa potrà mai essere?”
La domanda,
però, non ricevette mai risposta. Il
ragazzo, infatti, si mise a disfare i bagagli, posando tutte le sue
cose sul
tavolo, mentre l’amico si riposava per qualche minuto.
Improvvisamente, però,
con sua grande sorpresa, alcuni oggetti iniziarono a galleggiare in
aria. Capendo
di dover indagare su quello strano fenomeno, si mise al pc a fare
qualche
ricerca. E quello che scoprì, lo lasciò
letteralmente senza parole.
“Non
è possibile!”
Subito dopo, corse a
svegliare Samuel, portando con sè
il computer.
“Guarda
cosa ho scoperto sulla tua strana sensazione!”
Il ragazzo, ancora
stordito, reagì con fastidio: “Cosa
c'è? Stavo dormendo!”
“Guarda,
dormiglione!” esclamò, girando lo schermo
verso l’amico.
“Puoi
tradurre, per favore? Non ci capisco nulla!”
Con un sospiro,
l’altro si sedette di fianco a lui e
iniziò a spiegare: “Prima di tutto, quella che
vedi è una mappa e il puntino
rosso è la città in cui ci troviamo.”
“I cerchi
intorno alla città, invece, che cosa sono?”
“Dovrebbero
essere campi magnetici, ma, aggiungendoci
un pizzico di soprannaturale, posso azzardare che quelli sono disordini
in
accumulo! Io definirei questa La Città dei
disordini...”
Perplesso,
l’altro provò a osservare meglio la rete di
linee che si intersecavano davanti a lui: “Perchè
i cerchi, invece di espandersi,
si concentrano qui?”
“Se le mie
ricerche sono giuste, pare che la città di
Savannah si comporti come una sorta di antenna satellitare, nel senso
che
assorbe un segnale che poi distribuisce all'intera
città.”
“Un
segnale? Mi stai dicendo che i disordini arrivano
da un altro luogo?”
“Non ne ho
la certezza, ma pare che sia così!
Purtroppo non posso fare altro con questa attrezzatura,
perchè stiamo parlando
di cose a cui nemmeno i computer possono trovare una risposta. Non sono
in
grado di spingermi oltre, mi dispiace...”
“Okay, non
preoccuparti. Piuttosto, se la città
raccoglie un segnale spedito da un luogo che non possiamo rintracciare,
non è
possibile, invece, intercettare a chi viene spedito?”
Il ragazzo
annuì: “Sì, credo di poterci
riuscire!” e
si mise subito all’opera.
Dopo alcuni minuti,
Zack chiamò di nuovo Samuel,
facendogli cenno di avvicinarsi al tavolo.
“Vieni!”
“Allora?
Dov'è?”
“In questa
città si trova l’epicentro, ovvero il punto
d'origine dei disordini. Più precisamente, si tratta di una
villa, situata su
una collina in periferia. In pratica, quella villa riceve i disordini
che poi
si diffondono in questa città e in quelle circostanti.
Capito?”
“Perfetto!
Non dobbiamo perdere altro tempo! Tu
occupati delle armi, prendi solo le migliori, mi raccomando. Intanto io
recupero le chiavi della macchina!” e poi corse verso la
porta.
Zack,
però, lo bloccò prima che uscisse:
“Armi?
Aspetta un secondo... non vorrai mica andare in quella villa?”
“Certo!
– replicò l’altro, indifferente -
Cos'altro
vuoi fare? Un pigiama-party?”
“Certo che
no! Intendevo ricordarti che non sappiamo a
cosa andiamo incontro. Voglio dire, mi sembra ovvio che c'è
qualcosa di grosso
in ballo, stavolta, e senza la presenza di Jade siamo come una mosca
cieca!”
“Non
importa, noi andremo comunque! Le mosche danno
fastidio, no? Beh, diamo fastidio allora!”
Morney Hill, Wisconsin
Jade vagò
per un po’ nel giardino che si era creato
nella sua mente, ma, alla fine, la curiosità la spinse ad
avvicinarsi alle
porte misteriose, che finora aveva evitato.
Quando
entrò in quella zona, un silenzio calò su quel
luogo e le porte si aprirono da sole, come per magia. Non sapendo cosa
aspettarsi, la ragazza indietreggiò, mentre avanzavano verso
di lei due figure:
una bambina e una donna anziana.
Capendo di non
doverle temere, Jade si avvicinò loro,
curiosa.
“Chi siete?
Ci conosciamo?”
Fu la signora a
risponderle: “Oh, certo! Siamo la te
stessa del passato e del futuro.”
“Non...non
capisco, com’è possibile? Mi trovo in un
sogno o sono morta, per caso?”
“Non sei
morta, o non sarei qui! Sei semplicemente
nella tua mente. Un disordine è penetrato dentro di te, ma
per fortuna sei
riuscita ad allontanarlo.”
“Perchè
non mi sono ancora svegliata, allora?”
“Perchè
prima devi parlare con noi due. Infatti,
dobbiamo dirti una cosa che tua Nonna vuole tu sappia ora.”
“Sapevo che
c’entrava qualcosa in tutto questo! –
replicò Jade, ironica - Voglio dire: le farfalle colorate,
questo giardino e
gli uccellini? Sono proprio il suo stile!”
“Già!
– le sorrise la sua versione futura - Ricordo di
aver detto questa frase circa 46 anni fa, quando ero esattamente dove
sei tu
ora!”
Mentre la bambina che
rappresentava la sua sé passata
giocava a rincorrere le farfalle, le due si sedettero su una panchina
per parlare.
“Allora,
qual è questa rivelazione?”
“Vedi,
Jade, l’incantesimo della rivelazione che ha
fatto comparire le due porte, non significa che oggi ne riceverai due,
anzi, in
realtà, sarà solo la te stessa del passato a
parlare.”
“Quindi tu
che ruolo hai in tutto questo?”
“Da me
avrai un avvertimento. Diciamo che ho alcune
cose da sistemare con la me stessa di questo tempo e approfitto di
questa
situazione per farlo, ecco...”
Jade la
guardò per qualche secondo, confusa e incapace
di capire chiaramente cosa stava davvero succedendo: “Okay,
così mi confondi e
sai perfettamente che le cose complicate non sono il nostro
forte!”
L’altra
sembrò non cogliere l’ironia, anzi,
cambiò
completamente argomento, spiazzandola: “L'hai vista,
vero?”
“Visto
cosa?”
“Parlo
dell'ombra.”
Improvvisamente, la
ragazza ricordò: “Allora non
l'avevo immaginata! Che cos'è?”
“Non sono
qui per dirti cos'è, quello lo scoprirai nel
corso del tuo viaggio. Infatti, sarà una figura ricorrente
nel tuo cammino e
sono qui proprio per chiederti di non combatterla...”
“Se non
devo combatterla, significa che non è un
nemico, giusto? In fondo, l'ho vista soltanto io!”
“L’ombra
non ha nulla a che fare con la battaglia che
stai combattendo. Cerca solo di non indagare e di non combatterla
quando la vedrai
in futuro, ok? Perchè io non ho ascoltato le parole della me
stessa del futuro
quando mi è comparsa, dato che la storia dell'ombra mi
riguardava da vicino...”
Jade
guardò la donna negli occhi e vi vide della
sofferenza: “Da come parli, sembra che quest'ombra ti abbia
dato molto dolore.
Ma ti prometto che non la combatterò!”
“Ti guardo
e penso a com'era quando iniziò tutto. Sai,
io, alla tua età, non avevo ancora fatto nulla di
ciò che ho fatto fino ad ora.
Cosa non darei per tornare ai bei vecchi tempi!” una
solitaria lacrima le solcò
il viso sorridente.
“Ti
confesso che sono già stanca di tutto questo e
sembra che tu ne abbia passate davvero tante. Pensi che
finirà mai?”
“Sarò
sincera, perchè posso mentire a chiunque, ma non
a me stessa: no, Jade, non finirà mai. Ci sarà
sempre qualcosa!”
La ragazza rimase
sbigottita da quell’affermazione,
ma, dopo qualche secondo di raccoglimento, la loro chiacchierata
continuò.
“So che non
posso chiederti nulla sul futuro, ma non
vedo in te gli occhi dell'amore. Voglio dire... ricordi che in questo
periodo
io e Samuel stiamo ufficialmente insieme, vero? Dopo la prima profezia,
niente
ci ha più potuto ostacolare.”
“Come
potrei mai dimenticare il nostro amore? Il mio
Samuel…”
Jade la vide
sospirare e rise: “Allora, ci siamo
sposati? Dai, dimmelo, ti prego!”
Quella rise:
“Sai che non posso dirti nulla! Però stai
tranquilla: il vostro amore durerà in eterno. Almeno per
noi, – le fece
un’occhiolino - sarà così!”
Jade tirò
un sospiro di sollievo, appoggiandosi alla
panchina: “Beh, se lo dici tu!”
L’altra le
sorrise, poi le prese le mani: “E’ arrivato
il momento di ricevere la tua rivelazione, Jade, ma, prima di lasciarti
alla te
stessa del passato, voglio chiederti di essere forte,
perché, non voglio
nascondertelo, i prossimi due anni saranno i più difficili
della tua vita.
Molte cose mi hanno cambiata e molte sono cambiate. Non voglio che tu
commetta
i miei stessi errori. Promettimi di essere forte e di non cedere
mai!”
Spaventata, la
ragazza si allontanò: “Così mi fai
paura!
Per caso succederà qualcosa di brutto a mia Nonna o ai miei
amici?”
“Sai che
non posso risponderti. Mi dispiace tanto, ma
dovevo dirtelo. La mia me stessa del futuro non mi ha mai parlato con
queste
parole e, quando tutto è accaduto, avrei tanto voluto che
qualcuno mi avesse
avvertito di essere forte. Così magari lo sarei stata, chi
lo sa. Adesso, però,
devo andare. Ti auguro di riuscire anche in questa profezia.
Addio!” dopo
essersi alzata, si avvicinò alla sua porta.
“Aspetta,
ti prego!”
“Mi
dispiace, devo andare!” e, dopo queste ultime
parole, svanì assieme a quella porta.
Jade rimase, piena di
dubbi e di domande, da sola con
la sua versione passata, alla quale si avvicinò teneramente.
“Come sei
bella... Mi piacciono molto i tuoi capelli,
sai?”
Con dolcezza, la
ragazza la prese in braccio e la fece
sistemare sulle sue ginocchia: “Anche tu sei molto bella. Sai
come mi chiamo,
vero?”
“No,
come?”
“Io mi
chiamo Jade, tu?”
La bambina rise:
“Anche io mi chiamo così!”
Jade, allora, le fece
il solletico, non smettendo per
un attimo di sorriderle: “Siamo entrambe belle e con lo
stesso nome!”
Subito dopo,
però, il volto della bambina si scurì ed
ella si mise seria fra le sue braccia: “Mi è
successa una cosa brutta e non
avrei dovuto essere felice, nemmeno per un secondo con quello che
è successo…”
“Cosa
è successo, piccolina? Raccontami…” le
chiese la
ragazza, preoccupata.
“Mamma e
papà sono morti e io sono rimasta da sola.”
Rattristandosi, Jade
mormorò fra sè e sè:
“Già! È a
quest'età che ho perso i miei genitori...”
Ma la bambina la
udì comunque: “Perchè parli da sola?
Hai perso anche tu i tuoi genitori?”
“Sì,
tesoro, ma non devi preoccuparti, perchè io posso
vedere il futuro.”
Quella, nel sentirla,
sgranò gli occhi: “Davvero?!? E
cosa vedi?”
“Vedo che
avrai degli zii molto affettuosi che si
prenderanno cura di te e poi che andrai a vivere con una Nonna
fantastica e
anche un po' pazza. Andrai al liceo e conoscerai una ragazza
eccezionale che
diventerà tua migliore amica ed, infine, avrai un
meraviglioso principe azzurro
tutto tuo che ti amerà per sempre.”
L’altra
ridacchiò: “Wow! Che bello! E il Nonno?”
Jade rimase
sconcertata: “Perchè lo nomini, tesoro?
Non lo conosci nemmeno!”
Quella non rispose,
anzi, scese giù dalle sue
ginocchia e scappò via, dileguandosi nel giardino, mentre
Jade a stento le
stava dietro.
“Aspetta,
piccola Jade! Non hai risposto alla mia
domanda!”
Savannah, Georgia
Dopo qualche minuto
di macchina, Samuel e Zack
raggiunsero la periferia della città, per poi appostarsi in
un bosco vicino
alla villa-attira disordini. Dopo circa un'ora, intravidero dei momenti
sospetti all’esterno di essa e Zack, nascosto dietro un
albero, ruppe il
silenzio che si era creato fra loro.
“Alzati,
alzati! Sta succedendo qualcosa!”
Il demone, seduto
vicino a una radice sporgente, si
alzò e osservò per qualche secondo la scena:
“A quanto pare la villa si sta
ripopolando!”
“Chi sono
tutti quelli?” gli chiese l’amico, in ansia.
“Sembrano
demoni...”
In quel momento,
dalla villa uscì una donna che si rivolse
direttamente a loro.
“Fate
presto! A mezzanotte le porte si chiudono e io
voglio essere puntuale con le consegne!”
Dopo aver
parcheggiato un furgone vicino all’ingresso,
i demoni iniziarono a scaricare fuori una serie di bare che, una alla
volta, portarono
dentro alla villa.
I due assistettero a
tutta la scena, non perdendosi
nemmeno un particolare.
“Visto che
quelli sono amici tuoi per natura, mi
spieghi che cosa fanno?” chiese Zack, preoccupato.
L’altro gli
lanciò un’occhiataccia: “Per prima cosa,
non sono più nel giro e secondo, non facevo questo tipo di
cose, quando ero un
demone assoldato.”
“Mi chiedo
chi sia quella. Sembra che loro ubbidiscano
ai suoi ordini, o sbaglio?”
“Infatti
è così. Piuttosto, io mi domando che cosa
combinino con quelle bare e a chi sono destinate...”
“Ha parlato
di porte che si chiudono a mezzanotte e di
consegne. Forse hanno un qualche tipo di mezzo di trasporto
demoniaco...”
“Allora,
– decise il demone, iniziando a uscire allo
scoperto – dobbiamo intrufolarci e scoprirlo!”
L’altro si
bloccò, troppo sconvolto per tentare di
fermarlo: “COSA?!? Sei impazzito, per caso? Non
andare!”
“Troppo
tardi, Zack: sto già camminando!”
Morney Hill, Wisconsin
Vedendo che Jade non
si svegliava, Brenda iniziò a
preoccuparsi e a tempestare di domande la madre.
“Mamma che
cosa sta succedendo? Che cos'è questa
storia?”
Rose le
accarezzò con dolcezza il viso: “Tesoro, non
preoccuparti... Dana sa quello che fa e Jade starà presto
bene. D’accordo?”
Non capendo, la
ragazza si rivolse direttamente a
Dana: “Signora Ferguson, che cosa sta facendo a Jade? Non
sono un'esperta di
stregoneria, ma so che non servono due incantesimi per risolvere un
solo
problema!”
“Jade in
questo momento ha bisogno di conoscere una
verità di cui finora non sapeva nulla e il mio incantesimo
gliela rivelerà.”
“Non
capisco... una verità? Ma Jade è guarita, o
no?”
“Se ti
riferisci al parassita, non c'è modo di
rimuoverlo dalla testa di Jade. Io ho potuto solo rallentare la sua
attività,
ma, fino a quando i disordini non verranno mandati via da questo mondo,
esso
continuerà a vivere.”
Brenda si
spaventò, temendo per la vita dell’amica:
“Cosa le accadrà, se i disordini non verranno
neutralizzati?”
L’anziana
signora sospirò, triste: “Si tratta di un
parassita mangia-ricordi, perciò con il passare del tempo
Jade perderà gran
parte della sua memoria, fino a perdere persino la sua
identità.”
“Povera,
Jade...”
Intanto, nella sua
mente, Jade rincorreva la sua
versione passata tra le farfalle e i fiori colorati del giardino,
finchè non
riusciva a fermarla. Qualche minuto dopo, passato il fiatone,
riuscì finalmente
a parlarle.
“Finalmente
ti ho presa!”
“Già,
mi hai presa!” la bambina sorrise, lasciandosi
acchiappare.
Jade,
però, tornò subito seria: “Prima hai
parlato del
Nonno. Te l’hanno detto che è morto,
vero?”
Quella,
però, scosse con energia la testa: “Lui non
è
morto! È vivo, però è un uomo molto
cattivo che ha lanciato un forte vento
contro la nostra auto. – scoppiò a piangere - I
miei genitori sono morti per
colpa sua!”
Poi, con le lacrime
che le rigavano il viso, corse
verso la porta, la varcò e poi la chiuse dietro di
sè, scomparendo in pochi
istanti.
Jade rimase sola,
senza parola per quello che le era
appena stato rivelato, confusa e angosciata dalle domande che aveva in
testa e
a cui nessuno, in quel momento, poteva rispondere.
“Non
può essere. Se tutto questo è vero,
perchè non lo
ricordo?”
CONTINUA NELL'OTTAVO
EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE: La
settimana scorsa, Demon & Witch non è stato
pubblicato, quindi non muovetevi perchè è
già online anche il prossimo episodio.
|
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Capitolo 9 *** 2x09-Quando le streghe non hanno limiti ***
CAPITOLO
NOVE
“Clash between the Witches”
Ore
00.58 a.m. – Casa Ferguson, Morney Hill, Wisconsin
John si era appena
rivelato, lasciando Dana con il
fiato sospeso, pietrificata in mezzo al vialetto di casa.
Jade, confusa, la
guardava: “Sei sicura che si tratti
di lui? È un po' troppo giovane, non credi?”
L’uomo la
sentì e si affrettò a rispondere: “Se
ti
chiedi perchè non sono invecchiato come tua nonna, te lo
spiego subito io: per
diversi anni ho alloggiato nel castello dei servitori del caos e i
disordini
che vagavano da quelle parti erano in grado di rallentare
l'invecchiamento. Questo
spiega perché i servitori del caos possono essere gli stessi
per ben tre
generazioni!”
La ragazza gli
rivolse un’occhiataccia: “La domanda
l'ho rivolta a mia Nonna, non a te!”
“Bel
caratterino! – rise – Tu devi essere Jade,
giusto?”
“E tu devi
essere il bastardo che ha ucciso i miei
genitori!” replicò lei, arrogante.
L’uomo,
meravigliato, si girò verso Dana: “Accidenti!
Si vede proprio che è mia nipote, vero Dana? Comunque sia,
dove sono finite le
buone maniere?”
“Le abbiamo
perse, quando hai deciso di farci visita,
John!” rispose la donna, arrabbiata.
Per tutto il tempo,
Brenda era rimasta in piedi al
loro fianco, in silenzio, spostando continuamente lo sguardo
dall’uno
all’altro. Alla fine, in preda la curiosità, si
rivolse all’amica in cerca di
spiegazioni.
“Jade, si
può sapere chi è questo signore?”
Ancora una volta John
si intromise e rispose per
primo: “Sono suo Nonno, bel bocconcino! Per caso hai il
potere di clonarti?
Perchè mi è sembrato di averti già
uccisa, mentre venivo qui!”
La ragazza rimasta
sconvolta dalle sue parole: “Jade,
ma tuo Nonno non era morto?”
“Purtroppo
ci sbagliavamo...”
Dana, a quel punto,
mise fine alla conversazione,
domandando all’uomo: “Taglia corto, John. Cosa sei
venuto a fare qui?”
“Finora ho
solo scherzato, ma ora torniamo a fare le
persone serie: sono qui per il mio grimorio, Dana. Dove diavolo
è?”
“Dovresti
sapere meglio di me che fa parte del Libro
del Bene e del Male insieme a un Libro delle Ombre e che sono
indivisibili...”
John rise:
“Certo, certo, conosco fin troppo
bene la profezia, ma so anche che, se uno dei prescelti muore, i libri
si
separano” e, senza che nessuno potesse prevederlo,
lanciò una sfera di fuoco contro
Jade. Jane, però, si mise in mezzo e fu disintegrata,
salvandola.
Dana e Brenda
cercavano di aiutare la strega, caduta a
terra, quando questa iniziò a gridare contro sua Nonna.
“Nonna! Ha
cercato di uccidermi, senza pensarci due
volte!”
La donna si rivolse
direttamente al demone: “Il potere
ti ha proprio dato alla testa, sai?”
“Dovresti
sapere che non ho alcun limite, tesoro!”
replicò quello, preparando un’altra sfera di
fuoco, ma l’anziana signora si
mise davanti alla nipote, per proteggerla.
“Allora ti
invito a ritentare quello che hai appena
fatto, così posso mostrarti fino a che punto riesco a
spingermi io!”
“Mi stai
minacciando, amore?” e iniziò a lanciarle
colpi, ma quella alzò uno scudo di fronte a lei e le
distrusse tutte.
“Sì,
amore, ti sto proprio minacciando!”
Improvvisamente,
però, alle spalle di John comparve
Terence che, ignorando tutti gli altri, sussurrò qualcosa
all’orecchio
dell’uomo, fermando lo scontro.
“Devi
venire con me. È urgente!”
Jade, nel vederlo, lo
apostrofò, indignata: “Tu! Sei
in combutta con mio Nonno, adesso?”
“Ben
trovate Jade e Dana, e ciao, ragazza che non
conosco. Se la memoria non mi inganna, l'ultima volta avevo
chiarito che
sarei tornato dalla parte del Male, perciò non ho niente da
dirti,
carissima...”
John, seccato, si
girò nuovamente verso Dana: “A
quanto pare, oggi la fortuna gira a vostro favore, perchè,
purtroppo, ora devo
lasciarvi per via di altri impegni più urgenti, ma
tornerò per il mio grimorio,
non vi temete!”
Ma, prima che
svanissero, la donna lo fermò: “Aspetta!
Prima di andartene, puoi spiegarmi come hai fatto ad uscire dalla
cripta in cui
ti ho rinchiuso? Nessuno, oltre me, è in grado di
farlo!”
Sul volto
dell’uomo si dipinse un ampio sorriso:
“Diciamo che ho diversi assi nella manica... Alla prossima,
mie care!” e lui e
Terence scomparvero, lasciando le due donne sotto shock.
Ore 1.45 a.m.
– Cimitero
di Wikery, Salem, Oregon
Zack e Samuel si
rifugiarono all’interno di un
mausoleo e ne approfittarono per iniziare a consultare il Libro.
“Resta di
guardia alla porta! – ordinò Samuel
all’amico, con il libro sulle ginocchia – E, se
dovessero avvicinarsi,
avvertimi subito. Ok?”
“Ci puoi
giurare! Non ho certo il potere per
contrastarli!”
Il ragazzo
iniziò a sfogliare le pagine, pregando di
trovare qualcosa.
“Eccolo!”
esclamò, a un certo punto.
I Cinque del Cigno
d’argento
Si
tratta di una congrega segreta, creata
alla scopo di diffondere i disordini, da cui traggono potere. Non ci
sono molte
informazioni in merito a questo gruppo, se non che possiede un potere
unico, che
può essere indebolito eliminando i membri uno ad
uno. La congrega è
formata da cinque individui, che hanno fatto un patto oscuro con il
possessore
di un oggetto mistico, chiamato “il Cigno”, dai
poteri ancora sconosciuti.
*Anche i
poteri dei cinque sono
sconosciuti, ma possono comparire sul libro se ci si trova nel loro
stesso raggio
d'azione.
1. Devon
“Il sussurratore” = Potere sconosciuto.
2.
Xandra “L'incantatrice” = Potere
sconosciuto.
3.
Rey “Il cacciatore di ombre” = Potere sconosciuto.
4. Terence
“Il servitore del caos” = Mosse estreme di arti
marziali durante
il combattimento.
5. Faith
“La strega alchimista” = Riportare in vita i morti
utilizzando la
magia nera.
Non appena finirono
entrambi di leggere, Zack non poté
non commentare.
“Nomi
abbastanza inquietanti, direi. L'unica cosa che
non capisco, però, è: perchè il potere
di Xandra non compare sul libro, se
l'abbiamo già incontrata?”
“Perchè
allora il libro l’aveva Jade. Diciamo che
questo libro è come un computer: può
immagazzinare dati al momento!”
Il ragazzo
annuì, seppur ancora pieno di dubbi:
“Comunque, ora abbiamo capito che i cinque diffondono i
disordini, ma resta il
dubbio su chi li manda a loro. Ricordi il discorsetto sulle antenne che
ricevono il segnale? Noi dobbiamo scoprire chi è il
mittente!”
“Per non
parlare del cigno... chissà a cosa serve! Se
non ricordo male, viene citato nella profezia che io e Jade abbiamo
letto prima
di partire...”
“Okay,
okay, fermati! Troppe informazioni...
Risolveremo tutto con calma, ma, prima di tutto, cerchiamo di scoprire
dal
Consiglio cosa saono il potere unico e il patto oscuro di cui parla il
Libro,
ok? Se hai letto attentamente, queste due parole sono la chiave per
eliminare e
indebolire la congrega e quindi fermare la diffusione dei disordini, o
sbaglio?”
“Esatto!
Però adesso usciamo di qui e poi contattiamo
Xao, ok?”
I due,
perciò, uscirono dal mausoleo, ma subito si
accorsero di avere un problema: erano circondati da demoni.
Samuel, arrabbiato,
sussurrò all’amico: “Non dovevi
stare a guardia della porta?”
“Ops!”
rispose quello, mortificato.
In quel momento, il
gruppo si scansò per fare spazio a
Faith.
“Ma guarda
un po' chi abbiamo qui!”
A lei si aggiunse
subito Xandra: “Te l'avevo detto che
c'erano due intrusi. Sono passati dalla mia villa alla tua con la
porta-passaggio!”
“Grazie per
avermi avvisata, Xandra! I tuoi demoni ora
possono anche togliere il disturbo, perchè ci penseranno le
mie streghe a dare
il benvenuto ai miei nuovi ospiti!”
Pochi minuti dopo,
Zack e Samuel vennero catturati e
portati alla villa, dove furono imprigionati in una gabbia magica.
Intorno a
loro, le streghe risorte e Faith, tutte intenzionate a dar loro una
lezione.
Il demone,
però, non aveva nessuna intenzione di farsi
sottomere e le apostrofò, arrogante.
“Sono stato
esiliato per molto tempo, perciò
preparati: uscirò da questa gabbia in meno di un
secondo!”
La donna rise:
“Ti avverto: questa non è una semplice
gabbia. Infatti, è pervasa da una simpatica magia. Se la
toccherete o userete i
vostri poteri su di essa, questi vi si ritorceranno contro, oppure
prenderete
una una piccola scossetta!”
Zack, spaventato,
abbassò le mani dell’amico, che
stava già preparandosi a lanciare contro di essa sfere di
energie.
“Forse
è meglio fare come dice. Non voglio finire
arrosto. Comunque, davvero ingegnosa, sai?”
“Merito
della mia nuova alleata. Ragazzi, vi presento
Heith....”
La donna
entrò nella stanza e, dopo avergli squadrati
per qualche secondo, esclamò: “Non c'è
bisogno che ci presenti, cara. Io e i
signori ci conosciamo già!”
“Bene,
allora abbiamo una rimpatriata, a quanto pare!”
Heith,
però, la ignorò, avvicinandosi subito alla
gabbia: “Allora, ragazzi, dov'è la vostra
amichetta strega? Ho voglia di farci
due chiacchere, da vecchie amiche!”
Zack la
fissò, sconcertato: “Questo è davvero
il
colmo! Il Male ti ha voltato le spalle e tu continui ancora a servirlo?
Ti
ricordo che è stato il tuo amichetto Wolf ad eliminarti, non
Jade.”
La donna
iniziò a camminare avanti e indietro davanti
a loro: “Ne è passata di acqua sotto ai ponti,
vero, ragazzi? Per quanto
riguarda Jade, non vedo l'ora di farla marcire in qualche buco oscuro
senza via
d’uscita, magari proprio nel sotterraneo di questa villa
insieme a voi. Stare
tutti e due chiusi qui con lei nella gabbia dovrebbe farvi piacere,
visto che
la amate entrambi, o sbaglio?”
Sentendo le sue
parole di scherno, Samuel si arrabbiò
e iniziò a sbattere le mani contro le sbarre:
“Adesso basta!” ma non riuscì a
dire altro, perchè venne fulminato e cadde a terra, privo di
sensi.
Zack si
avvicinò subito a lui, iniziando a scuoterlo e
a chiamarlo.
“Samuel?
Svegliati, Samuel!”
Le due streghe, nel
vedere la scena, risero di gusto:
“Credo che il tuo amico si farà una bella dormita,
sai?” e se ne andarono.
“Aspettate!
– cercò di fermarle il ragazzo – Cosa
significano
tutte quelle bare che portate qui?”
Fu Faith a voltarsi
per rispondergli: “Questa è la
città delle streghe, mio caro, ed è qui che
vengono seppellite, dopo essere
morte. Peccato che a me servano vive... A dopo,
bellezza!” e, insieme, le
due donne lasciarono la stanza.
Ore 3.56 a. m.
– Casa
Ferguson, Morney Hill, Wisconsin
Rientrate in casa,
Dana, Jade e Brenda si diressero
subito in cantina.
Brenda, stupita e
incuriosita, iniziò a guardarsi
intorno: “Cos'è questo posto?”
“Consideratelo
il mio laboratorio delle pozioni!”
Le due ragazze
iniziarono a passeggiare fra gli
scaffali, carichi di boccette colorate.
“Ha un
filtro d'amore per me, Signora Ferguson?”
“Brenda!
– la rimproverò l’amica - Ti sembra il
momento?”
“Diciamo
che il male non verrà mai a bussare alla mia porta
senza una pozione, ecco...”
“A cosa ti
riferisci?”
“No,
niente. E’ solo che quel Terence era molto, molto
carino, sai?” bisbigliò.
Jade e Dana
esclamarono insieme, sconcertate:
“Brenda!”
Quella le
guardò, stupita: “Che c'è?”
“Non
può piacerti un cattivo! Ti prego, lascia
perdere, so perfettamente che di solito non molli mai le tue prende, ma
Terence
no! Devi assolutamente stare lontana da lui, intensi?”
L’altra
sospirò e alzò gli occhi al cielo:
“D'accordo!”
La nonna, pochi
secondi dopo, fece un sottile commento
sulla bellezza di Terence: “Però non ha tutti i
torti!”
Jade si rivolse
sconcertata anche a lei: “Nonna! Anche
tu adesso?”
“Per
carità, io sono troppo vecchia per lui!”
“Io
no!” aggiunse Brenda, con un’occhiataccia
dell’amica
a seguito.
“Ok, sto
zitta!”
Dopo qualche altro
giro, Brenda si avvicinò alla
signora Ferguson, che stava mischiando gli ingredienti di una pozione
su un
tavolo poco distante.
“Cos'è
quella sostanza nera che c'è nel recipiente?”
La donna
appoggiò il recipiente sul fornello per
riscaldarlo: “E’ per te, mia cara.”
“Per me? E
cosa ci dovrei fare?”
La signora sorrise:
“Jade mi ha detto che hai imparato
ad usare la balestra. La sostanza nera è porpora e
renderà le tue frecce ancora
più esplosive di quelle fatte da Jade.”
La nipote, poco
lontana, esclamò: “Non usare la tua
esperienza per sminuirmi, Nonna! Se avessi visto che esplosioni
facevano le
frecce fatte da me, ora non la penseresti così...”
“Non ti sto
sminuendo, bambina mia, credimi... Tu fai
cose che io, alla tua età, potevo solo sognare!”
Jade
arrossì vistosamente, anche se cercò di
nasconderlo: “Okay, adesso basta con i complimenti,
però!”
In quel momento la
pozione cambiò colore sotto i loro
occhi.
“Come mai
è diventata bianca? La pozione fatta da Jade
restava nera e basta.”
Dana la tolse dal
fuoco e la versò in un piccolo contenitore:
“Te l'avevo detto che le mie pozioni sono diverse. Le tue
frecce, adesso,
provocheranno un’esplosione tre volte più potente,
perciò sta attenta, ok?” e
le consegnò un pacco di frecce nuove.
“Ora
intingi delicatamente la punta nella porpora, intanto
che io mi occupo di Jade, ok?”
Tirando la nipote per
un braccio, la trascinò vicino a
uno scaffale.
Confusa, la ragazza
la seguì: “Nonna, che cosa vuoi
fare?”
La donna la
ignorò, continuando a cercare fra le
boccette: “Allora... vediamo... eccola, l'ho
trovata!”
“Trovato
cosa?”
Dana le mise in mano
una piccola fiala: “Bevi questa
pozione. Ti servirà ad aumentare al massimo i tuoi poteri,
perciò stai attenta
a come li usi da ora in poi, ok?”
La ragazza
esitò, perplessa: “Prima la porpora e ora
questa pozione, perchè?”
Una mano
dell’anziana signora si alzò e andò a
sfiorarle dolcemente il viso: “Tesoro, da adesso il gioco si
farà più duro per
te e per Samuel. Ora che John è ricomparso, lo vedrete molto
spesso e, credimi,
aumentare i poteri ti servirà. Quell'uomo, ormai, ne ha
molti più di
quanto pensi per via dell'emulazione permanente e puoi immaginare, in
questi
anni, a quanti individui ha assorbito i poteri...”
In quel momento,
furono interrotte dall’improvviso e
brusco arrivo di Xao, che portava una pessima notizia.
“Samuel e
Zack sono stati catturati!”
Jade, sconvolta, si
girò subito verso di lui: “COSA?!?
Da chi?”
“Il
Consiglio l'ha identificata come Faith. È una
strega e, non so come, nè perchè, i ragazzi
stavano indagando su di lei.”
“Teletrasportaci
immediatamente nel luogo in cui si
trovano!”
Brenda,
però, la fermò: “Aspetta! E i nostri
cloni?
Sono morte, ricordi?”
Senza perdere tempo,
la ragazza si rivolse a sua
Nonna, in cerca di una soluzione: “Nonna puoi fare
qualcosa?”
“Contatterò
il Consiglio per informarli, d’accordo?”
“Ricordati,
però, – aggiunse la nipote - che l'altra
Brenda è stata uccisa da John e che il suo corpo potrebbe
essere ovunque. Non
vorrei che qualcuno lo trovasse e iniziasse a girare la notizia che
Brenda è
morta. Questo sconvolgerebbe completamente la sua vita...”
“Andate
tranquille, ci penso io. Ok?”
E, attaccandosi a
Xao, le due ragazze si fecero
teletrasportare via.
Ore 4.29 a.m.
– Villa
Xandra, Savannah, Georgia
Dopo essere stata a
Salem da Faith, Xandra ritornò
nella sua villa in Georgia, dirigendosi subito nelle sue stanze per
prepararsi
un lungo bagno caldo nella sua vasca. Stava per togliersi
l’asciugamano che la
avvolgeva e immergersi, quando John le comparve alle spalle.
Senza voltarsi, la
donna si bloccò e sorrise: “A cosa
devo la tua visita, John? Vuoi farti un bagno rilassante con
me?”
“Mi
piacerebbe molto, ma ho diverse faccende da
sbrigare.”
Lei, allora, si
girò lentamente e si avvicinò a lui,
per poi accarezzargli una guancia: “Allora cosa sei venuto a
fare?”
“Dove sei
stata, Xandra?”
Lei, perplessa, si
fermò: “Cosa? Da nessuna parte,
perchè?”
L’uomo
alzò la mano e le diede uno schiaffo, facendola
cadere a terra.
“Odio
quando qualcuno mi mente!”
Xandra si
rialzò, ma continuò a tenere lo sguardo a
terra: “Sono stata da Faith. Uno dei prescelti ha usato la
mia porta-passaggio
e ho voluto avvertirla.”
Arrabbiato, John la
strattonò: “Il patto prevede che
tu non abbandoni questa villa. Ti ho dato il potere e la ricchezza e io
ti ho
chiesto una sola cosa in cambio: non lasciarla MAI!” e, senza
dire altro, si
voltò per andarsene.
“Non voglio
essere una prigioniera, John!” urlò la
donna, guardandolo allontanarsi.
Chiudendo la porta,
l’uomo concluse, dicendo: “Sono io
a dettare le leggi e tu devi sottostarvi! Non osare mai più
andartene, o la
prossima volta non sarò così clemente!”
E, ignorando le
lacrime che solcavano ormai le guance
di Xandra, le voltò le spalle e se ne andò.
Ore 4.39 a.m.
– Salem,
Oregon
Xao e le ragazze
ricomparvero poche secondi dopo in un
punto imprecisato di Salem e subito Jade iniziò a sentirsi
male, allarmando
l’amica.
“Jade,
è tutto a posto?”
“Non
preoccuparti, è solo un cerchio alla testa dovuto
al parassita. Deduco che questa città è stracolma
di disordini!”
In quel momento,
davanti a loro si teletrasportarono
un ragazzo e una ragazza e subito la strega si avvicinò loro
alle spalle e, con
la telecinesi, li buttò a terra.
“Se tu sei
Faith, – gridò - dimmi subito dove hai
messo i miei amici!”
La ragazza
iniziò a rialzarsi, guardandola perplessa:
“Ma sei fuori di testa, o cosa? Io non sono Faith, sono
Katrine!”
“Katrine? E
chi diavolo saresti, tu? Xao, – esclamò,
rivolgendosi all’uomo – devi dirci qualcosa, per
caso?”
A fianco dei due,
comparve allora un altro essere, che
riconobbe subito Xao.
“Ben
trovato, amico!”
“Elia? Cosa
ci fai qui?”
Jade era sempre
più sconvolta e confusa: “HEYYY!!!!
Qualcuno mi vuole spiegare cosa sta succedendo?”
“Sono
d'accordo con Jade! – l’appoggiò Brenda
-
Possiamo sapere chi è Katrine e il ragazzo -
decisamente carino - che
l'accompagna?”
“Non
prendetevela con Xao, – iniziò a raccontare il
misterioso Elia - il Consiglio ha preso questa decisione all'ultimo
momento e
lui non è stato ancora informato. Io sono Elia,
l'angelo-guida di Katrine e
Brett, i prescelti nominati nell'America del sud.”
Jade rimase
sbigottita dalle sue parole: “Se le mie
conoscenze di geografia non mi ingannano, noi siamo nell'America del
nord,
perciò voi siete decisamente nel posto sbagliato.”
“No, no,
invece sono proprio nel posto giusto. Il
Consiglio non ha abbastanza informazioni su questa Faith e ha deciso di
affiancarvi un'altra coppia di prescelti per aiutarvi.”
Nel sentirlo, Katrine
fece a Jade una linguaccia: “Hai
sentito? Il nostro posto è qui!”
L’altra
scosse le spalle: “Fate come vi pare. Io devo
salvare i miei amici!”
In quel momento,
venne colta da una visione: Samuel e
Zack erano rinchiusi in una gabbia, all'interno di una villa.
Subito Brenda le si
avvicinò, preoccupata: “Cosa ti
succede?”
“Ho avuto
una visione: Samuel e Zack si trovano in una
villa!”
Katrine si intromise,
saccente: “E come credi di
raggiungerla, se non sai nemmeno dov'è?”
Jade
sbuffò, infastidita: “Guarda che non hai a che
fare con un'incompetente! Li troverò con un incantesimo di
ricerca che ho usato
l'anno scorso per scovare una ragazza inseguita da un gruppo di
Banshee.”
“Conosco
quell'incantesimo e devi avere un oggetto
personale perchè funzioni.”
“Ti
consiglio di ripassare il tuo libro degli
incantesimi, perchè, oltre all'oggetto personale, si
può anche avere un legame
e, guarda caso, Samuel e io siamo legati dal vincolo di prescelti. Come
vedi,
so perfettamente cosa fare, non per questo sono la prescelta originale,
mentre
voi altre siete solo imitazioni, non dimenticarlo!”
Riuscì a
zittire la ragazza, che incassò il colpo e
fece un passo indietro.
“Ben detto,
tienile testa!” le sussurrò Brenda,
orgogliosa, aprendo davanti a lei la cartina della città.
La strega, allora,
chiuse gli occhi e iniziò a
recitare: “Vedo
i suoi passi, sento il suo respiro. Cuore di strega, indicami il
suo cammino...”
Riaprì gli
occhi e indicò un punto sulla mappa: “Ecco:
sono qui. Muoviamoci!”
Katrine,
però, la ignorò, osservando delle figure in
lontananza: “Chi sono quelle due donne che vengono verso di
noi?”
Brenda si
voltò, intimorita, iniziando a fissarle:
“Già! Chi sono quelle? Altre prescelte?”
Jade, sconvolta, le
vide sempre più vicine: “Non ci
credo!”
Pochi minuti dopo, le
due li raggiunsero: si trattava
di Faith ed Heith. Sorridendo, quest’ultima si rivolse a
Jade, che la fissava
con orrore.
“La
signorina si è degnata di venire, finalmente.
Cerchi il tuo Samuel?”
“Che
c'è, Heith? Sei intollerante alla morte, per
caso?”
Faith, nel sentirla,
rise, poi si rivolse alla sua
alleata: “Non vorrai dirmi che è lei la prescelta
di cui mi hai parlato...”
La ragazza le
lanciò un’occhiataccia: “Cosa vorresti
insinuare?”
“Che sei
solo una ragazzina! Mi sento patetica solo a
stare qui a parlare con te e con questi idioti che ti stanno
intorno”
Brenda si
sentì offesa: “Hey, bada a come parli,
stracciona!”
Heith si
voltò a guardarla con curiosità: “E tu
chi
saresti? Con quella balestra in mano, non fai paura a nessuno,
sai?”
La ragazza la
caricò, prima di rispondere: “Hai appena
commesso il più grande errore della tua vita!” e
scoccò la freccia. Questa,
però, si limitò a passare in mezzo alle due
donne, sfiorandole, per andare a
conficcarsi nell’auto dietro di loro e farla esplodere.
Furiose, le due donne
si rimisero in piedi.
“Inizialmente
volevamo uccidere la tua amica, ma,
visto che ci tieni tanto a morire, avrai la precedenza!” la
minacciò Faith.
Jade si
girò allora verso l’amica e le intimò:
“Raggiungi il punto che ho indicato sulla cartina e libera i
nostri amici. Xao,
accompagnala!”
Stessa cosa fece
Katrine con i suoi due compagni:
“Andate con loro, io resto ad aiutarla. Ok?”
“Grazie,
Katrine!”
“Jade,
sicura di farcela?” le chiese Brenda,
preoccupata.
“Tranquilla!
C'è Katrine con me, ci occupiamo noi di
queste due!”
Anche se ancora
esitante, il gruppetto si allontanò.
Faith,
però, decise di fermarli, ma Jade, usando la
telecinesi potenziata dalla sua pozione datale da sua Nonna,
scaraventò lei e
l’altra donna a terra.
“Non ci
provate, ragazze!”
“Wow, Jade!
– esclamò Heith, sinceramente sorpresa,
mentre si rialzava - Da dove proviene tanto potere?”
“Sai
com'è, sono la prescelta e per questo ho grandi
poteri. Al contrario tuo, che sei una strega invidiosa che non ha altro
da fare
che vendicarsi, perchè – poverina - non
è stata nominata come prescelta
dalla pietra delle profezie. Povera cara, sei così
patetica...”
Gli occhi della sua
nemica si colorarono di rosso:
“Presto tu e la tua amichetta strega -
urlò, furiosa - rimpiangerete di
essere venute qui!” e fece sollevare tutte le auto che si
trovavano nei
paraggi.
Faith la
guardò, preoccupata: “Devo andarmi a sedere,
per caso? Non vorrei intralciarti, amica!”
“Tranquilla!
Non ti farò sporcare le mani per due
streghe da quattro soldi!” esclamò, iniziando a
lanciare auto contro le due
ragazze come se stesse giocando al tiro al bersaglio.
Con la telecinesi,
Jade ne riuscì a deviare una dentro
un negozio vicino, mentre Katrine spedì la seconda fuori
dalla città con un
urlo ultrasonico, sotto lo sguardo sorpreso della sua alleata.
“WOW! Ecco
dov'è finito il mio vecchio potere!”
“Mi
dispiace che tu non l’abbia più, perchè
l’adrenalina mi sale a mille tutte le volte che lo
uso!”
“Tranquilla,
mi ricordo perfettamente la sensazione!”
Heith, esasperata, le
richiamò all’ordine: “Allora,
ragazzine, avete finito di chiacchierare?”
“Cosa
c'è, Heith? Le streghe da quattro soldi ti
stanno dando del filo da torcere?”
La donna, nel sentire
le loro parole, si arrabbiò ed
evocò un’enorme palla di fuoco: “Adesso
vi faccio vedere io!” e la lanciò
contro di loro. Le due, però, usando contemporaneamente la
telecinesi e l’urlo
ultrasonico, la rispedirono indietro, e le altre due la deviarono
contro un
edificio vicino, che esplose.
Sotto le risate
malvagie delle due streghe, Jade, sconvolta
e arrabbiata, gridò: “Siete impazzite?!? In
quell'edificio c'era della gente
innocente!”
Faith, annoiata,
intervenne per porre fine alla
contesa: “Ti prego, facciamola finita, non le sopporto
più!”
Prendendosi per mano,
le due crearono intorno a loro
una cupola di energia, che diventò sempre più
grande, avvicinandosi sempre di
più alle due ragazze, ferme immobili in mezzo alla strada.
Katrine,
però, non si rassegnò e prese l’altra
strega
per mano: “Conosco un incantesimo per accingere al loro
stesso potere. È
l'unico modo per contrastarle, perciò ripeti con
me: ogni
potere ha un’origine scaturente. Io
invoco l'energia più vicina e più potente,
affinché nulla mi renda impotente…”
ripeterono
insieme e,
improvvisamente, un’altra cupola di energia si
formò intorno a loro.
Le due cupole si
incontrarono a metà strada e,
scontrandosi, crearono scintille e scariche di energie che si diffusero
ovunque, arrecando danni a tutti gli edifici, i negozi e le automobili
che si
trovavano vicino. Le due coppie di streghe, allora, si concentrarono
per
riuscire ad avere la meglio l’una sull’altra, ma,
pochi secondi, l’accumulo di
energia creò una piccola implosione, che le divise,
scaraventandole contro le
auto vicine.
Poco dopo, Jade
aprì gli occhi, dolorante, e si voltò
verso Katrine, iniziando a scuoterla.
“Tutto
bene?”
“Apparte
qualche costola rotta, sì, tutto bene...”
Jade rise:
“Quella formula magica è stata davvero
forte! Ti avevo sottovalutata, sai?”
La ragazza
annuì e si guardò intorno in cerca delle
loro avversarie: “A quanto pare sono vive anche
loro...” e le indicò con un
cenno della testa.
Contemporaneamente,
anche Faith ed Heith avevano
ripreso i sensi: “Guarda, sono sopravvissute anche quelle
incapaci!”
“Maledette,
– imprecò la prima, scendendo dal
parabrezza frantumato - mi sento la schiena a pezzi. Senti, adesso
è meglio
andare, non dovrei stare così a lungo fuori dalla mia
villa....” e, insieme,
corsero via.
Jade le vide ed
esclamò: “Stanno tornando alla villa.
Seguiamole!”
Ore 5.03 –
Villa Faith
Intanto Brenda,
Brett, Xao ed Elia avevano raggiunto
la villa di Faith nel punto che Jade aveva indicato loro sulla cartina.
Ovviamente trovarono gli ingressi sigillati e Brenda si rivolse agli
angeli-guida in cerca di aiuto.
“Non
riuscite a teletrasportarci dentro?”
Elia rispose per entrambi:
“Mi dispiace, ma la villa è
protetta contro gli intrusi.”
“D’accordo,
allora allontanatevi!” ordinò, mentre
caricava la balestra con una freccia.
Brett,
però, la fermò: “Scusa, vorresti
sfondare una
porta con una misera freccia?”
La ragazza
ghignò: “Oh, ma queste non sono frecce
normali. Sta a vedere, tesoro!”
E, mentre il ragazzo
la guardava arrossendo, la
scoccò, facendo esplodere la porta e lasciando al suo posto
un grosso buco.
A quel punto,
entrò, voltandosi poi verso gli altri
che erano rimasti fermi fuori.
“Allora,
venite o no?”
“Tu sei
pericolosa, ragazza con la balestra!” esclamò
Brett, ancora a bocca aperta.
“Lo so,
– rispose, sfoderando uno dei suoi migliori
sorrisi - ma adesso diamoci una mossa, ok?”
I quattro, allora,
entrarono e si misero a frugare in
ogni angolo della casa, apparentemente vuota, finchè,
improvvisamente, dei
demoni non li attaccarono. In poco tempo, però, Brenda,
aiutata dalle sfere di
energia di Brett, riuscì a sconfiggerli.
“Formiamo
una bella coppia, io e te, vero?”
“Tecnicamente
la coppia siamo io e Katrine, ma sì,
siamo forti anche noi due...” ammise, suscitando un sospiro
nella ragazza.
“Siete
propri fissati con questo vincolo della
profezia, eh? Che noia!” si lasciò sfuggire, per
poi iniziare ad andare avanti
da sola. Percorso un lungo corridoio, si trovò davanti
l’entrata dei
sotterranei.
Seguita dagli altri,
scese le scale, fino a un altro
corridoio, su cui si affacciavano numerose porte.
“HEYYYYY!
– gridò - C'è nessuno?”
mentre gli altri
tre, scioccati, le bisbigliavano di fare silenzio.
In quel momento,
però, una voce, proveniente da una
delle stanze, la chiamò: “Siamo qui! Brenda, sei
tu?”
Sul volto della
ragazza, mentre si girava verso i suoi
tre compagni, si dipinse una smorfia: “Questa è la
voce di Zack. Avete visto
che urlare ha funzionato?”
Xao scosse la testa,
per poi dirigersi subito verso il
punto da cui era arrivata la voce: “Liberiamoli
immediatamente, prima che
quelle streghe tornino qui!”
Tutti insieme,
allora, entrarono nella stanza in cui
erano prigionieri i ragazzi.
Zack, sollevato di
vedere Brenda, esclamò: “Oh, grazie
a dio! Brenda, non sono mai stato così felice di vederti,
credimi!”
La ragazza sorrise e
si avvicinò alla gabbia per
aprirla: “Sì, sì i ringraziamenti
tienili per dopo. Cosa è successo a Samuel,
piuttosto?”
“E’
stato fulminato. Comunque, sbaglio o qui dentro ci
sono delle facce che non conosco?”
Mentre Xao si
prendeva cura del demone, gli altri due
si presentarono. Il primo a farsi avanti fu Elia.
“Io sono
Elia, l'angelo-guida di Brett, il demone
prescelto per il Sud America. Piacere di conoscerti...”
Zack gli strinse la
mano, per poi commentare,
sarcastico: “Wow, non bastava un demone solo, dovevano
mandarcene anche un
altro? Il piacere è tutto mio, comunque.”
In quel momento,
Samuel finalmente riuscì a
riprendersi e tutti insieme poterono lasciare il sotterraneo e risalire
verso
la villa.
Il demone, vedendo i
due estranei, chiese subito
spiegazioni a Brenda: “Chi sono questi due in tua
compagnia?”
“Mi
dispiace, ma ora non ho tempo per spiegarti tutto.
Dobbiamo andare via di qui, prima che Heith e Faith
ritornino!”
“Allora le
avete conosciute anche voi!” s’intromise
Zack, che camminava affianco a loro.
“Sì,
un’accoppiata davvero interessante, devo dire.
Ora, però, usciamo, ok?”
Il ragazzo,
però, la fermò: “No, non ancora:
dobbiamo
prima bruciare questa villa!”
Brett si
voltò a guardarlo, sorpreso: “Scusa, ma lei
ha detto che dobbiamo uscire in fretta. Non ci senti, per
caso?”
“Scusami
Signor Nessuno, ma io qui conto più di te e,
di certo, ho i miei buoni motivi, se voglio bruciare questa villa.
E’ chiaro?”
“Adesso
basta, – si intromise l’amica, intenzionata a
porre fine alla discussione - non essere scortese con Brett! E poi,
perchè
dovremmo perdere tempo qui? Hai idea di quanto ce ne voglia per
incendiare
questa villa immensa?”
“Ascoltate,
– intervenne Samuel, difendendo l’amico -
Zack ha ragione: la villa va distrutta, perchè concentra in
sè una notevole
quantità di disordini. In pratica, da quello che ho capito,
questa villa è un
epicentro da cui si diffondono i disordini, perciò,
distruggendola, porteremmo
a termine la prima parte della missione. Capite?”
“Bene, ora
mi spiegate come diavolo facciamo a
distruggerla?”
Ma nessuno fece in
tempo a rispondere perchè, in quel
momento, alle loro spalle comparvero le due streghe.
“Qui
nessuno distrugge niente!” esclamò Faith, mentre
la sua alleata si rivolgeva ai due (ormai ex) prigionieri.
“Vedo che
gli idioti sono usciti dalla gabbia! Beh vi
avverto: ci tornerete subito e, stavolta, dovrete stringervi, visto che
sarete
in tanti!”
Per nulla intimidita,
Brenda le gridò: “Al massimo ci
finirai tu, in gabbia! Dov'è Jade?”
“Lei e la
sua amichetta strega, intendi? – rispose per
entrambe Heith, tranquilla - Forse sotto a qualche maceria, chi
può dirlo?!”
Zack, pensando di
aver capito male, sgranò gli occhi:
“COSA?!?Jade è in città?”
Faith,
però, lo corresse: “ERA in città. Si
parla al
passato, quando una persona non c'è più,
sai?”
Fece appena in tempo
a finire la frase che le due
ragazze comparvero alle loro spalle e le due streghe cattive,
sentendole
arrivare, si girarono, sorprese.
“Spiacente,
mie care, ma sarà un po' difficile
liberarsi della sottoscritta e di Katrine, con cui ho sparlato di voi
due
durante il tragitto, ovviamente...”
Brenda rise, contenta
per l’inaspettato colpo di
scena: “Ma quanto siete patetiche da 1 a 10? 100?”
Heith, furiosa,
iniziò a inveire contro di loro:
“Adesso basta, razza di imbecilli! Voi non avete idea di chi
vi siete messe
contro!” e, dopo aver preso per mano Faith, ricreò
la cupola di energia.
La ragazza,
però, continuò a ridere: “E questo
cos'è,
un gioco di prestigio?”
Jade,
però, non era altrettanto tranquilla, anzi:
“Forse è meglio uscire, ragazzi! Quella cosa ha
creato una forte esplosione,
giù in città.”
“Tranquilla!
– la rassicurò, puntando la balestra
contro le due - Di quelle due presto rimarrà solo
cenere!” e si preparò, mentre
Samuel faceva altrettanto con le sue sfere di energia.
“Al mio tre
lanciamo, ok? 1... 2... 3!”
“NO,
fermi!” gridò Jade, troppo tardi.
La freccia e le sfere
vennero assorbite dalla cupola,
che divenne così potente che perfino le streghe ne persero
il controllo,
facendo sì che iniziasse a ingrandirsi senza limiti, sotto
gli occhi sgranati
dei presenti. La potente energia che si sprigionò
investì tutti quanti ed,
essendo troppa per essere contenuta dalla villa, la fece esplodere in
mille
pezzi. Ancora diversi minuti dopo, la scenario era agghiacciante:
macerie
ovunque, fiamme, fumo e, in lontananza il suono delle sirene della
polizia e
del camion dei pompieri che si avvicinavano, mentre piccoli pezzi
continuavano
a precipitare al suolo, fra il frastuono assordante degli allarmi delle
auto
del circondario.
Chi mai
potrà essere sopravvissuto a tale disastro?
Nessuno avrebbe potuto prevederlo…
CONTINUA NEL DECIMO
EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE:
Attenzione, Demon & Witch raddoppia. Lunedì
prossimo verranno pubblicati gli ultimi episodi di quest'anno,
rispettivamente la 2x10 "Dietro alle maschere" e la 2x11 "Un secondo
per provare la morte", che corripondono con il finale di
metà stagione. Dopo di che, la serie tornerà dal
5 Gennaio con la seconda parte di stagione.
|
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Capitolo 10 *** 2x10-Dietro alle maschere ***
CAPITOLO
DIECI
"A Tree That
Gives Back Us Wicked"
Ore 6.13 a.m.
– Villa di
Faith, Salem, Oregon
Mentre nel cielo si
mostravano le prime luci
dell’alba, la polizia e i pompieri giunsero sul luogo della
disastrosa
esplosione, alla fine di lunga notte costellata di avvenimenti strani
e, per
loro, inspiegabili.
Jade era stesa fra le
macerie della – ormai ex – villa
e fu la prima a tornare in sè.
Quando
riaprì gli occhi, una misteriosa voce accanto a
lei le disse: “Ci ho messo tredici minuti per riportarti in
vita, cosa diavolo
è successo qui?”
Scossa e agitata, la
ragazza si tranquillizzò quando
vide chi era il suo
interlocutore:
“Zeta! – poi si voltò, guardandosi
intorno - Oh mio Dio, che disastro! Samuel
dov'è? E Brenda, Zack? Oddio...”
La donna
cercò di tenerla ferma e di impedirle di
alzarsi: “Jade, ascoltami: in questa esplosione siete morti
tutti...”
“No, non
è vero! – gridò la strega, ormai in
lacrime -
Ti prego, non puoi dire sul serio!”
“Xao si
è teletrasportato un attimo prima
dell'esplosione e da venti minuti sta cercando di riportare in vita
Samuel. Mi
dispiace...”
“E Zack e
Brenda? Per loro non c'è proprio nulla da
fare? Dimmelo, Zeta!”
“Ehm... non
sono sicura di poterlo fare, Jade, non
sono tenuta a farlo...”
Jade, in un impeto di
rabbia e di disperazione, iniziò
a scuotere con violenza la donna, prendendola per le spalle:
“Mi prendi in
giroooo? Zeta, tu devi dirmelo se c'è una
soluzione!”
In quel momento, si
avvicinò a loro il demone, appena
ritornato in vita.
“Come sono
felice di vederti, amore mio” le disse,
abbracciandola.
“Anche io,
ma Zack e Brenda non ce l'hanno fatta! Però
Zeta sostiene che ci sia una soluzione per loro!”
Il ragazzo, allora,
si rivolse a Xao, che nel
frattempo li aveva raggiunti, in cerca di spiegazioni:
“E’ vero?”
“Non siamo
tenuti a dirvelo, ma sì, è così,
c’è una
soluzione.”
“Allora
cosa aspettate a dircela? – urlò la ragazza
–
Sono i nostri amici, santo cielo!”
La donna, allora, si
decise a parlare, non senza prima
sospirare: “Nel vostro Libro esiste un incantesimo che vi
permette di cedere il
vostro angelo-guida ad un'altra persona per un lasso di tempo ben
preciso.”
“Di quale
incantesimo parli? Io l’ho letto tutto e non
ho mai visto questa formula!”
“La pagina
che lo contiene è camuffata con un falso
incantesimo e solo noi possiamo rendervela visibile, ma, purtroppo, il
Consiglio ci ha vietato di farlo. Mi dispiace...”
Jade, isterica, non
riuscì a celare la sua rabbia:
“Non me ne frega niente del Consiglio! Rivoglio Brenda e Zack
qui con noi,
perciò rendete visibile quella dannata formula!”
“Io sono
d'accordo con Jade, – aggiunse Samuel - ma
c'è una cosa che non capisco: perchè il Consiglio
vi ha vietato di parlarci di
questa formula?”
“Ora che ve
lo spiego, capirete meglio: vedete, il
fatto è che, dal momento in cui deciderete di cedere i
vostri angeli-guida ad
altre persone, per un anno intero non potrete più usufruire
dei nostri poteri.”
“Quindi ci
stai dicendo che, se verremo feriti o,
addirittura, uccisi, voi non potrete curarci o riportarci in
vita?”
“Esatto! Il
Consiglio ha preferito non rivelarvelo,
perchè sapeva che un giorno sareste arrivati a fare una cosa
del genere. Ora,
so che l'unico vostro pensiero al momento è salvare i vostri
amici, ma prima
voglio ricordarvi che voi siete i prescelti e che il Male
tenterà di uccidervi
in ogni momento, perciò la mia domanda è:
riuscirete a sopravvivere per un anno
intero?”
I due ragazzi ci
pensarono su per qualche secondo.
Jade, sempre più determinata, fu la prima a rispondere.
“Correrò
il rischio. Non mi interessa! Loro ci hanno
seguiti per aiutarci nella nostra battaglia, nonostante tutti i
pericoli che ci
sono e nonostante il fatto che sia la nostra battaglia e non la loro.
Perciò
rendete subito visibile qull’incantesimo!”
Samuel,
però, era molto più dubbioso: “Jade,
forse il
Consiglio non ha tutti i torti: pensa a quanta gente morirebbe se noi,
i
prescelti, venissimo eliminati! E poi, sinceramente, non sono sicuro di
voler
cedere un anno della mia vita a Zack...”
“COOOSA?!?
– gridò lei, sconvolta - Non ci posso credere,
Samuel! Stiamo parlando di Zack e Brenda, le persone che viaggiano con
noi
tutti i giorni, che sono nostri amici, come può venirti
anche solo un dubbio?”
Ma l’altro,
nel sentire le sue parole, si arrabbiò:
“Il dubbio mi viene, perchè preferisco che sia tu
a vivere e non Zack. Come
pensi che potrei andare avanti, se ti dovesse succedere qualcosa? Mi
dovrei
consolare con lui? Senti, Jade, io tengo a loro, anche se non quanto
te.
Inoltre, se non ricordo male, entrambi sapevano bene a ciò
che stavano andando
incontro e hanno deciso ugualmente di venire con noi!”
“E non ci
pensi a come potrei vivere io, sapendo che
loro due non ci sono più? Non sarei più la stessa
e mi avresti perso in
entrambi i casi, perchè se andiamo via adesso, lasciandoli
al loro destino, io
morirò dentro, lo capisci oppure no?”
Samuel si commosse e
si arrese: “D'accordo, hai vinto!
Ma non piangere, se un giorno dovesse accadermi qualcosa,
perchè oggi stiamo
firmando la nostra condanna a morte, chiaro?”
Accorgendosi che
erano finalmente arrivati a una
conclusione, Xao li interruppe bruscamente.
“Qui non
possiamo più restare, prendete i loro corpi e
andiamo via. Sta arrivando la polizia!”
Si misero, allora, a
cercare i corpi e trovatoli, li
teletrasportarono fino all’auto. Mentre si occupava di
Brenda, Jade vide il
corpo di Katrine sotto le macerie e non poté non versare una
lacrima in suo
ricordo, prima di allontanarsi.
Mentre avviavano
l’auto, però, la strega vide qualcosa
che la lasciò sconvolta: Heith si stava alzando da sotto un
cumulo di detriti.
“Non posso
crederci! – esclamò – E’
ancora viva!” e si
precipitò fuori, iniziando a rincorrerla.
“MALEDETTAAAAA,
io ti uccidooooo!”
Quella, nel sentirla,
iniziò a scappare e Jade, con la
telecinesi, cercò di lanciarle addosso una trave
di legno, senza tuttavia
riuscirci.
Samuel,
dall’auto, cercò di richiamarla: “Jade,
lasciala stare! Muoviti, o la polizia ti vedrà!”
Sconsolata, la
ragazza cedette e tornò al suo posto,
non senza prima aver lasciato all’avversaria un ultimo
avvertimento: “Scappa
quanto vuoi! Giuro che, se ti rivedo sulla mia strada ancora una volta,
ti
uccido, maledetta bastarda!”
“Adesso,
però, calmati, ok?” le intimò Zeta,
trascinandola in auto.
I quattro, allora,
lasciarono la città fino a
raggiungere il confine con Washington, dove si fermarono in una vecchia
fattoria abbandonata e, mentre i due uomini trasportavano i corpi
all’interno,
Jade ripassò le fasi del rito, ora visibili sul Libro.
Trasferimento di un
angelo-guida
Il
processo consiste nella rinuncia volontaria, da parte di un prescelto,
del proprio angelo-guida al fine di cederlo ad un altro individuo.
Questo,
però, implica che il prescelto in questione non possa
usufruire dei poteri del
suo angelo per 365 giorni, durante i quali ne beneficerà il
ricevente.
Avvertimento: Se, nel corso
dell'anno, il prescelto dovesse perdere la vita,
l'angelo-guida passerà al ricevente in maniera permanente.
Procedimento: Incidere con una lama
sia il
proprio polso, che quello del ricevente, per poi avvicinarli, in modo
che i due
gruppi sanguigni entrino in contatto e leggere la formula.
Formula di
rinuncia
del proprio angelo guida: “Rinuncio
all'angelo che mi è stato accanto e lo cedo
secondo la mia volontà alla persona di cui mi fido tanto.
Rinuncio al suo
potere e al suo sostegno e che il suo proprietario, (nome del
ricevente), ne
abbia tutto il suo vantaggio. E da oggi a un anno, queste parole non
cambieranno...”
Finito di leggere,
Jade posò il libro accanto a sè.
“Hai capito
tutto?” le chiese Zeta, in piedi accanto a
lei.
“Sì,
è tutto chiaro, anche se non sono entusiasta
all’idea di tagliarmi i polsi. Però è
per gli amici, quindi non importa,
giusto?”
La donna le sorrise
sinceramente: “Hai davvero un
cuore grande, Jade!”
Pochi minuti dopo, i
loro amici erano ormai in
posizione, sdraiati a terra su alcuni residui di fieno.
“Bene,
iniziamo e facciamola finita in fretta, ok?”
esclamò Samuel.
Jade lo
guardò e capì che il ragazzo non era
altrettanto convinto: “Ascolta, Samuel: so che non ti va per
niente di fare
questa cosa, ma almeno fallo per me, se ci tieni veramente. Va
bene?”
“Puoi
giurarci! E penso anche che sia una pessima idea
renderci vulnerabili in un momento come questo, ma, come hai detto tu,
io lo
faccio per te, perciò muoviamoci!”
“D’accordo.
Ora incidi il tuo polso e quello di Zack,
falli combaciare e recita la formula, ok?”
Il demone
eseguì fedelmente la procedura e, alla fine,
recitò: “Rinuncio all'angelo
che mi è stato accanto e lo cedo secondo la mia
volontà
alla persona di cui mi fido tanto. Rinuncio al suo potere e al suo
sostegno e
che il suo proprietario, Zack, ne abbia tutto il suo vantaggio. E da
oggi a un
anno, queste parole non cambieranno...”
“Bene,
– esclamò la strega - ora tocca a me!”
si
tagliò il polso e lo avvicinò a quello di Brenda,
fino a farli toccare.
“Rinuncio
all'angelo che mi è stato accanto e lo cedo secondo la mia
volontà alla persona
di cui mi fido tanto. Rinuncio al suo potere e al suo sostegno e che il
suo proprietario,
Brenda, ne abbia tutto il suo vantaggio. E da oggi a un anno, queste
parole non
cambieranno...”
Quando
finì, però, si stupì,
perchè non era accaduto
nulla.
“E adesso?
Cosa succede?” chiese.
“Adesso
tocca a noi! – le sorrise Zeta - Dobbiamo
riportarli in vita come facciamo di solito con voi. Fra poco sapremo se
il rito
ha funzionato...”
La donna e Xao,
allora, si misero di fianco ai corpi
e, circa dieci minuti dopo, Zack e Brenda riaprirono finalmente gli
occhi, con il
respiro affannoso, come se fossero stati sotto’acqua per
molto tempo.
Jade corse subito ad
abbracciarli, incurante delle
loro difficoltà.
Una volta che si
ripresero, iniziarono a guardarsi
intorno, sempre più confusi.
“Qualcuno
mi vuole spiegare cosa è successo? – chiese
Brenda - Mi sento strana...”
“Già,
anche io! – aggiunse Zack - Mi ricordo
l'esplosione e poi più nulla, fino ad adesso. Oh mio Dio,
non eravamo morti,
vero?”
Jade, sorridendo,
intervenne: “Ragazzi, vi spiegheremo
in viaggio, d’accordo? Ora non abbiamo tempo da
perdere!”
Zeta, allora, si
congedò: “Adesso, però, io e Xao
dobbiamo proprio andare, il nostro lavoro qui non è
più necessario. A presto!”
Samuel,
però, li fermò: “Aspettate!
C'è una cosa che
devo domandarvi in merito ad una illustrazione che ho letto sul Libro a
proposito
di un gruppo chiamato I cinque del Cigno d'argento:
cos'è un potere
unico? E un patto oscuro?”
“Mi
dispiace, ma neanche noi conosciamo questo gruppo,
perchè sono ancora sconosciuti al Consiglio, però
a una delle due domande posso
risponderti: un potere unico viene creato quando il potere di un solo
individuo
non è sufficiente. Chiaro?”
“In genere
– aggiunse Zeta – si tratta di due o più
persone che si uniscono per accrescere i poteri di un singolo
individuo, oppure
per proteggere qualcosa.”
Fu Zack il primo a
intervenire e a fare domande:
“Quindi il potere unico dev'essere formato da questi Faith,
Rey, Devon, Xandra
e Terence, ma chi è l'individuo che stanno
aiutando?”
Jade, sorpresa, lo
interruppe: “Hai detto Terence, per
caso? Lui era con John a Morney Hill, perciò è
John l’individuo che aiutano!”
“Scusami,
– le chiese il ragazzo, confuso – ma chi
è
John?”
“E’
una lunga storia, poi ti spieghiamo!” tagliò
corto, lasciando Samuel libero di continuare.
“Quindi
dobbiamo eliminare i cinque e indebolire il
potere unico, in modo da accedere a ciò che proteggono e, al
tempo stesso,
indebolire questo John, giusto?”
“Il Libro
parla del cigno, probabilmente è quello che
proteggono.” concluse Zack, ma l’altro continuava
ad avere dei dubbi.
“Non credo,
perchè nella profezia c’è scritto che
devo
distruggerlo con un’arma ben precisa. Forse è
proprio essa che nascondono.
Però, dove?”
“Credo che
lo scopriremo solo mettendoci in viaggio!”
esclamò Jade, dando voce ai pensieri di tutti.
I due angeli, allora,
poterono finalmente andarsene,
ma prima dissero ancora qualche parola.
“Per quanto
riguarda il patto oscuro, invece, si
tratta di un patto di sangue a cui nessuno può sottrarsi. Se
lo si fa, si vieni
puniti con la morte.”
“D’accordo.
Grazie per le informazioni, ragazzi!” li
ringraziarono, mentre sparivano.
I quattro, quindi,
risalirono in auto, pronti a
ripartire, di nuovo insieme dopo tanto tempo.
Su
un’autostrada, in
direzione Washington
Mentre Samuel
guidava, gli altri si erano aggiornati
riguardo gli ultimi avvenimenti e le scoperte fatte durante il periodo
di
assenza e Zack, che non poté non rimanere sconvolto
nell’ascoltare il racconto
di Jade, commentò.
“Pazzesco!
Quindi il nostro nuovo nemico è il nonno di
Jade? Questa storia è peggio di Beautiful!”
“Nn
scherzare, idiota!” lo sgridò Brenda, dandogli un
pugno sul braccio.
In quel momento, il
ragazzo notò i tagli sui polsi di
Samuel e di Jade.
“Cosa vi
è successo ai polsi?”
La strega decise di
far finta di non saperne nulla:
“Oh, accidenti! Devo essermelo fatto durante il
combattimento...”
“E allora
come mai Samuel ha lo stesso taglio che hai
tu? – continuò quello, sempre più
perplesso - Mi sembra abbastanza strano.”
Brenda,
però, lo zittì con un altro colpo: “Ma
la vuoi
smettere con tutte queste domande? Che ti importa? L'importante
è essere tutti
vivi, no?”
Fu solo in quel
momento che il demone intervenne nella
discussione, appoggiando la ragazza: “Già, Brenda
ha ragione!”
Quello, pur rimanendo
sospettoso, capitolò:
“D'accordo, come volete. Piuttosto, adesso cosa si
fa?”
“Non ne ho
idea, ma questa faccenda di mio nonno e dei
Cinque mi preoccupa. Per non parlare di Heith: non mi fido di lei e non
mi
sento tranquilla, sapendo che è là fuori a
tramare qualcosa contro di noi.”
“Di lei ci
occuperemo quando sarà il momento, Jade. –
cercò di tranquillizzarla Samuel - Adesso la
priorità è trovare i cinque ed
eliminarli. Una è già fuori, perciò ne
restano quattro da stanare. Dal prossimo
che incontreremo, dovremmo scoprire dove nascondono
l’arma.”
Nel frattempo, Zack
si era messo a trafficare con il
portatile e dopo qualche minuto trovò finalmente le
informazioni che cercava.
“A
proposito di Faith: dopo l'esplosione della villa,
la concentrazione di disordini nella città di Salem
è svanita. Perciò, deduco
che ogni membro dei cinque possiede una villa nella quale vengono
indirizzati i
disordini, provenienti dal cigno, a questo punto. Per trovare gli altri
membri,
perciò, basterà semplicemente cercare con il mio
computer le altre quattro
località con la maggior concentrazione di
disordini.”
Improvvisamente,
però, l’auto si fermò bruscamente,
facendo sobbalzare tutti: uno strano muro fatto di fumo nero bloccava
la strada
davanti a loro, impedendo ai quattro di proseguire.
I ragazzi decisero di
scendere e di avvicinarsi a esso
per capirne di più; tuttavia, dopo aver fatto pochi passi,
si accorsero che la
bussola di Jade aveva iniziato a lampeggiare.
“E’
sicuramente un muro costituito da disordini”
esclamò lei, tirandola fuori dalla tasca.
Zack
guardò in entrambe le direzioni, sempre più
stupito: “Ma si estende per chilometri! Cosa diavolo
significa?”
Samuel, nel
frattempo, pensava a un modo per
distruggerla: “Qualunque cosa sia, ci sta sbarrando la
strada” e iniziò ad
avanzare verso di esso.
“Aspetta!
– cercò di fermarlo Jade - Cosa vuoi
fare?”
“Ho
intenzione di creare un varco per passare!”
Brenda prese la sua
balestra: “Sono con te!”
La strega li
guardò, sconvolta e senza parole: “Siete
diventati matti, per caso?! Per poco non morivate a Salem per colpa di
questa
combinazione esplosiva, ma cosa vi dice il cervello?!?”
L’amica le
lanciò un’occhiata stupita e perplessa:
“Di
cosa ti preoccupi, se possiamo tornare in vita?”
“Infatti,
di cosa ti preoccupi? – calcò Samuel,
lanciandole un’occhiataccia - Tanto possiamo tornare in vita
quante volte
vogliamo, no?”
La tensione fra i due
non sfuggì a Zack, che finora
era rimasto a guardarli in silenzio: “Mi sono perso qualcosa,
mentre ero morto,
per caso?”
Ma non ottenne
risposta.
Pochi secondi dopo,
Samuel fece comparire una serie di
sfere di energia e iniziò a lanciarle contro il muro, mentre
Brenda faceva
altrettanto con le frecce esplosive, ma nessuno dei due
riuscì a fare nulla,
perchè i colpi vennero immediatamente assorbiti.
Sconcertati, i due
rimasero immobili per qualche
secondo.
“Ma... ma,
non è successo nulla!”
Mentre ancora
cercavano di trovare una spiegazione, i
quattro vennero improvvisamente folgorati: Brenda e Zack finirono a
terra,
mentre Jade e Samuel furono risucchiati all’interno del muro.
1975 - Morbridge,
South
Dakota
Dopo quelli che a
loro erano parsi solo pochi secondi,
Jade e Samuel si risvegliarono in un campo di grano in mezzo alla
campagna.
Subito, la ragazza si tirò su e iniziò a
guardarsi intorno, spaventata.
“Dove siamo
finiti?”
“Non
chiedermelo... l'ultima cosa che ricordo è noi
che venivamo risucchiati nel muro...”
“Non vedo
Brenda e Zack! Non mi piace...”
Il ragazzo si
alzò e iniziò a camminare: “Tanto loro,
male che vada, possono sempre tornare in vita, non
dimentichi?” le disse,
ironico.
Anche lei si
tirò su e lo seguì: “Ti prego, Samuel,
non ricominciare con questa storia... E poi, sono sicura che anche tu
tieni a
loro e che per questo hai accettato di cedere Xao...”
“Hai
ragione: tengo a loro. Ma anche a noi due, Jade!
Come pensi che faremo a trascorrere un anno intero senza morire? Per
noi la
morte è all’ordine del giorno, ormai ho perfino
perso il conto di quante volte
ci abbiamo lasciato le penne!”
“Ci
penseremo quando sarà il momento, Samuel...”
Ma quello si
arrabbiò ancora di più: “Allora non
capisci proprio! Non c'è nulla da pensare, Jade! Se
moriremo, saremo morti e
basta! Fine. Nessuno potrà resuscitarci, quindi niente
prescelti e niente mondo
da salvare!”
Jade, nel sentire le
sue parole e la durezza con la
quale le pronunciava, si fermò e scoppiò a
piangere: “Sarò anche una stronza
egoista, ma non posso vivere senza i miei amici, Samuel! Loro sono il
mondo che
devo salvare: se li perdessi, sarebbe come perdere me stessa e io non
lo posso
sopportare...”
Anche Samuel si
fermò e la strinse forte fra le sue
braccia: “Ti prego perdonami... – le disse, di
nuovo dolce - È solo che, se
dovesse succederti qualcosa, io perderei il mio, di mondo...”
“Non
preoccuparti, non mi perderai...”
“Non ne
puoi essere sicura...”
Staccandosi da lui,
la ragazza notò in lontananza
un’abitazione: “Guarda! Che cos'è
quella?”
“Sembra la
tenuta di una nobile famiglia.”
I due, allora,
uscirono dal campo e la raggiunsero,
per poi nascondersi dietro un capanno per osservarla meglio: di fronte
ad essa
c’erano parcheggiate numerose macchine di lusso e uomini e
donne dell’alta
società che chiacchieravano e ridevano nei loro vestiti
eleganti.
“Ma qui
c'è una festa!” esclamò lei.
“Qui
c'è qualcosa che non quadra, però... –
osservò
lui, perplesso - Gli atteggiamenti, il modo di vestire: questo non
è il nostro
tempo! Credo che siamo finiti nel passato.”
Jade
scattò in piedi, sconvolta: “Nel passato?!?
Dobbiamo andarcene subito!”
“No, no,
– la trattenne Samuel, tirandola di nuovo giù
- dobbiamo restare, ci deve essere un motivo se siamo tornati indietro
nel
tempo, non trovi?”
“Quindi?
Cosa vuoi fare, imbucarti alla festa in jeans
e magliette all'ultima moda?”
Lui sorrise,
ghignando leggermente: “Non se fai una
piccola magia per passare inosservati...”
“Se lo
faccio, è solo per provare gli abiti con le
sottane, chiaro?”
Il demone rise,
scuotendo la testa: “D'accordo, sono
proprio curioso!”
Concentrandosi su una
coppia che stava entrando in
quel momento per avere un’ispirazione, la strega chiuse gli
occhi e si
concentrò: “Un’immagine
speculare è poco originale, che l'ispirazione fornita ai
miei occhi, faccia di me e il mio cavaliere una coppia bella da
vedere...!”
E in pochi secondi,
magicamente, si ritrovarono pronti
per la festa.
Con fare
cavalleresco, Samuel tese una mano a Jade:
“Possa accompagnarla a questo ballo, madame?”
Lusingata, lei
arrossì leggermente: “Certo, mio
cavaliere.”
Così,
uscirono dal loro nascondiglio e si mescolarono
in mezzo agli invitati, fino a raggiungere l’ingresso, dove
furono accolti da
un servizievole maggiordomo.
Samuel e Jade si
mescolano tra la gente e arrivando
all'ingresso, il maggiordomo dice a loro: “Benvenuti alla
tenuta dei Rosemberg.
Per questo ballo vi servirà una maschera” e gliene
consegnò due.
“Fico,
– esclamò lei - un ballo in maschera!”
Ma subito lui, con un
bisbiglio appena udibile, la
sgridò: “Non dire fico! Ti ricordo che siamo in un
ambiente abbastanza retrò!”
E, risolto questo
piccolo inconveniente, i due
entrarono, iniziando ad aggirarsi per la grande sala, gremita di
invitati
mascherati impegnati a bere e divertirsi.
“Chissà
in che epoca siamo finiti!”
“Presumo
siano gli anni Settanta, dato che il cognome
Rosemberg era molto frequente, sai?”
Jade
annuì, per poi mettersi finalmente la maschera
sul viso; subito, però, venne colta da
un’emicrania talmente forte da cadere quasi
a terra per il dolore, sotto lo sguardo preoccupato e ansioso di Samuel.
“Jade, va
tutto bene?”
Tempo pochi secondi e
la ragazza si riprese senza
problemi: “Sì, non preoccuparti. È
passato.”
“Ancora
quei capogiri dovuti al parassita?”
“No,
è quella maschera. – disse, indicando
l’oggetto che aveva scagliato poco lontano - È
malvagia!”
Samuel la raccolse,
incuriosito, per poi iniziare ad
esaminarla: “Allora c'è un disordine anche qui!
Comunque, questa maschera è
stata intagliata dal ramo di un albero.”
“Mi sembra
di averne visti alcuni nel retro della
tenuta. Andiamo a controllare!”
“NO!
– la fermò - Il ballo sta per iniziare e ci
renderemo sospetti, se ci allontaniamo. Inoltre, ho la sensazione che,
se c'è
un disordine, c’è anche un servitore del caos che
lo diffonde.”
“Ma, se non
posso indossare la maschera, come faremo a
confonderci tra gli altri?”
“Potresti
crearne due fasulle con la magia, ma facendo
in modo che siano identiche a quelle che ci hanno dato, proprio come
hai fatto
per i vestiti.”
Lei, allora,
annuì e chiuse gli occhi per
concentrarsi: “Una
maschera vale l'altra, ma il suo volto sempre cambia. Se la sua
forma non va bene, una diversa ne voglio avere...” e due copie esatte
comparvero nelle sue mani.
Pochi minuti dopo,
gli ospiti avevano smesso di
arrivare e il ballo poté finalmente avere inizio: i
musicisti iniziarono a
suonare i primi accordi di “Take to five” e signore
e cavalieri si avviarono al
centro della sala per le danze.
Anche Samuel, con un
sorriso sincero sul volto, invitò
la sua dama a ballare: “Mi vuole concedere questo ballo,
signorina?”
La ragazza si mise
una mano davanti al viso, come per
nascondere l’imbarazzo, poi rispose: “Non posso
credere che tutto questo stia
accadendo davvero...”
E i due si misero a
volteggiare al centro della
stanza, lo sguardo di uno negli occhi dell’altro, colmi di
amore e di
complicità.
Intanto, nel
presente...
Qualche secondo dopo
la caduta, Brenda e Zack, storditi
e confusi, cercarono faticosamente di rialzarsi, guardandosi intanto
intorno in
cerca degli altri.
“Dove sono
finiti quei due?”
“Non lo so,
sai com’è, ero troppo impegnato a
cadere...” rispose il ragazzo, ironico, non facendo altro che
aumentare la sua
preoccupazione.
“Spero
stiano bene... probabilmente non sono andati
lontano...”
*Povera
illusa! – pensò il ragazzo - Al massimo saranno
dietro qualche albero a
sbaciucchiarsi, mentre noi siamo qui a preoccuparci come degli idioti!*
Brenda,
però, lo sentì: “Cosa hai detto,
scusa?”
Quello la
guardò confuso: “Detto cosa? Non ho aperto
bocca!”
“Non
è vero! Hai detto che Jade e Samuel si stanno
sbaciucchiando dietro ad un albero!” riferì
agitata, lasciando sotto shock
Zack.
“COSA?!? Io
non l'ho detto, l'ho solo pensato!”
“Quindi mi
stai dicendo che sento i tuoi pensieri? È
ridicolo! Forse hai parlato senza muovere le labbra e non te ne sei
accorto...”
“Non sono
un ventriloquo! Piuttosto, vediamo se ci
riesci ancora, ok? Ripeti i numeri che adesso
penserò.”
*23,7,45,55,34*
La ragazza
sentì tutto e ripeté correttamente:
“23,7,45,55,34, giusto? Oh mio Dio, sento davvero i pensieri!
Com'è potuto
succedere?”
Improvvisamente,
vicino al muro comparvero Terence e
John, e Brenda, vedendoli in tempo, riuscì a trascinare Zack
dietro la loro
auto, dove si nascosero.
I due malvagi, che
apparentemente sembravano non
averli notati, si avvicinarono al muro e iniziarono ad esaminarlo.
“Ecco!
– indicò Terence – E’ in
questo punto che c'è
stata l'anomalia.”
“Accidenti,
se i confini ora sono visibili, significa
che la morte di Faith ha ridotto il potere unico!”
“Potremmo
trovare qualcuno che la sostituisca, che ne
pensi?”
John,
però, scosse la testa: “Ma ci vuole una strega
come lei!”
“Aspetta:
so che ha riportato in vita delle streghe,
morte anche loro con lei, tranne una, Heith.”
L’altro,
però, era ancora perplesso: “E chi è
questa
Heith?”
“Una strega
che ho già conosciuto in passato, quando
era viva. Adesso è fuggita, ma se vuoi posso cercarla e
portarla da te.”
“D’accordo,
fai il possibile per trovarla. Se i
prescelti dovessero seguire i confini, troverebbero in fretta la sede
degli
altri quattro membri e alla fine, beh, lo sai...”
Fu allora che,
voltandosi, notò l’auto dietro di loro.
“E questa
macchina da dove spunta fuori?” ma non
ricevette risposta.
In realtà,
però, Terence, che la conosceva, aveva già
capito la situazione. *Ma
questa è l'auto di Samuel e Jade! Chissà, magari
con loro c'è anche
lei...*
Intanto, senza farsi
vedere, Brenda e Zack erano
andati a nascondersi dietro un albero del bosco vicino.
“Che cosa
dicono?” le chiese lui, guadagnandosi solo
un’occhiataccia e una risposta sarcastica.
“Guarda che
non ho il super-udito, sento solo i
pensieri! Terence, però, sta pensando ad una lei che sta con
Jade e Zack!”
Ma lui, allarmato,
ormai non l’ascoltava più: “Guarda!
Si stanno avvicinando all'auto. Tu e Jade avete detto che John vuole il
suo
grimorio, giusto?E nell'auto, guarda caso, c'è il Libro!
Cosa facciamo?”
Poco più
in là, Terence stava cercando di tenere
lontano John dalla macchina.
“Magari
è l'auto di qualche idiota essere umano.
Andiamo via!”
L’altro,
però, scosse energicamente la testa: “No,
voglio vederla da vicino!”
Improvvisamente,
però, le porte si chiusero e la
macchina iniziò a spostarsi da sola, tornando indietro sulla
strada da cui era
venuta.
Sconcertati, i due
ragazzi assistettero a tutta la
scena.
“Ma...
ma... chi ha mosso l'auto?” chiese Brenda.
E Zack, sconvolto,
dovette ammettere: “Credo... credo
di essere stato io...”
“Impossibile!
E come avresti fatto?”
John, intanto,
raggiungendola, stava provando ad
aprire una delle portiere, ma, proprio in quel momento, Zack
concentrò lo
sguardo sull’auto ed esclamò, deciso:
“Mettiti in moto e parti!”
Come per magia, la
macchina fece retromarcia ancora
una volta, sgommò e sfrecciò via, sotto gli occhi
sgranati dei quattro.
John era sempre
più incuriosito dalla faccenda.
“Ma chi
c'era dentro quell'auto?”
“Senti,
andiamo via! – cercò di convincerlo Terence -
Perdiamo tempo prezioso e poi, ti ricordo che i confini sono costituiti
da
disordini, probabilmente questo ha creato qualche bizzarro fenomeno
paranormale.”
Benché
ancora perplesso, l’uomo concordò con lui:
“Sì,
forse hai ragione. Cerchiamo quella Heith, piuttosto!”
Ma, prima di
scomparire, Terence pensò: *Devono
essere nascosti nel bosco.
Spero che quella bella ragazza non esca allo scoperto, o John la
ucciderà.
Resta nascosta ancora un secondo, ti prego...* implorò,
come se
sapesse che poteva sentirlo.
E fu allora che
Brenda capì che la ragazza di cui
stava pensando l’uomo era proprio lei...
Morbridge, South
Dakota
1975- Tenuta Rosemberg
Mentre continuavano a
ballare, stretti uno all’altro,
Jade e Samuel non smisero un secondo di guardarsi intorno ed osservare
gli
altri invitati.
“Uomo
sospetto a ore dieci” sussurrò lei a un certo
punto nell’orecchio di lui.
“Perchè
ti sembra sospetto?”
“Guardalo:
sta lì seduto a fissare tutti, come se
stesse aspettando che accada qualcosa.”
“Forse si
è stancato di ballare e si è andato a
sedere.”
Poco dopo,
all’uomo se ne aggiunse un altro, dall’aria
alquanto nervosa, lasciando sempre più perplessa la strega.
“Quello che
è appena arrivato ha un'aria famigliare.
Accidenti, la maschera non mi permette di riconoscerlo!”
“Adesso
escono. Aspettiamo un po' e seguiamoli, ok?”
Poco dopo, anche i
due lasciarono la sala, pronti a
seguirli. Stavano per varcare la porta, però, quando accade
qualcosa di strano:
all’improvviso, tutti gli invitati iniziarono a litigare fra
di loro, al punto
da lanciarsi addosso anche sedie e coltelli. D’istinto, Jade,
sconvolta, fermò
il tempo, bloccando tutto, attirandosi, però, i rimproveri
di Samuel.
“Cosa stai
facendo?”
“Li fermo
prima che qualcuno si faccia male, no?”
“Jade, non
possiamo interferire con gli eventi del
passato. Non dovremmo nemmeno essere qui!”
Lei gli
lanciò un’occhiata sospettosa, prima di
rispondere: “Che c'è? Sai qualcosa che non
so?”
“All’inizio
era solo un sospetto, ma ora ne sono più
che certo: vedi, quando facevo parte del mio vecchio clan di demoni, ho
sentito
parlare della strage di Rosemberg.”
“E pensi
che sia legata a questa tenuta?”
“Credo
proprio di sì! Pare che un servitore del caos
abbia costretto più di settanta esseri umani ad uccidersi
tra loro in un vero e
proprio bagno di sangue, ma la vicenda di Rosemberg non fu l'unica,
perchè in
seguito, purtroppo, ci furono altre uccisioni di massa.”
E, senza aggiungere
altro, fece ripartire il tempo,
approfittando della confusione per trascinare la ragazza fuori dalla
stanza.
Raggiunto il
giardino, Jade cadde a terra, scossa dai
singhiozzi, mentre Samuel cercava, invano, di consolarla: “Lo
so che è una cosa
brutta, ma dovresti saperlo che i servitori del caos sono noti per la
loro
crudeltà.”
“Non
possiamo fare proprio nulla?”
“No, Jade.
Anche se intervenissimo, credo che non ci
converrebbe: abbiamo già abbastanza problemi nel presente e
non voglio che
qualcuno dal passato ce lo rovini ulteriormente. Capisci?”
In quel momento,
guardando sopra la spalla del
ragazzo, la strega notò un albero malefico e imponente
dietro di loro e glielo
indicò.
“Guarda:
dev'essere da lì che provengono le maschere.”
“Dal
colore, direi proprio di sì! Fa venire i brividi
solo a vederlo!”
Vedendo
un’ascia appoggiata a terra poco lontano, Jade
la prese e, senza pensarci, la usò nel tentativo di far del
male alla pianta.
“No! -
cercò di fermarla lui – Sei impazzita?”
“Se
l'albero viene distrutto, le maschere non
influenzeranno quelle persone ad uccidersi!”
Ma, sotto i loro
occhi, le ferite che aveva appena
inferto all’albero si rigenerarono da sole.
“Come vedi,
non possiamo fare nulla, Jade...”
La ragazza
lasciò cadere l’arma a terra e scoppiò
di
nuovo a piangere, sconfitta: “Non è possibile...
Da qui sento le loro grida e
mi straziano da morire...”
Samuel le fece una
carezza, subito distratto, però, da
alcuni bisbigli poco lontani.
“Abbassa la
voce. – le sussurrò - Qui dietro ci sono
quei due che abbiamo visto nella sala. A questo punto, credo siano
servitori
del caos.”
Dopo essersi nascosti
dietro un muretto, si sporsero
leggermente, in modo da ascoltare meglio la conversazione dei due
uomini
misteriosi che, nel frattempo, si erano tolti la maschera.
Nell’osservare il
volto di uno di loro, Jade rimase letteralmente senza parole.
“Ma quello
è mio nonno!” esclamò.
“Ne sei
sicura?”
“Riconoscerei
il volto di quel bastardo tra mille.
Inizio a pensare che non avevi tutti i torti, quando dicevi che siamo
qui per
un motivo: forse dovevamo assistere a questa conversazione.”
“Chi
sarà l'altro in sua compagnia, però?”
A giudicare da quel
poco che riuscirono a captare,
John sembrava molto agitato e preoccupato per qualcosa.
“Ho
consultato una veggente e mi ha detto che, in
futuro, Dana mi rinchiuderà in una cripta. Io non posso
finire così, devi
aiutarmi, Luis!”
“Conosco
una soluzione che può salvarti, ma devi farti
rinchiudere in quella cripta.”
“Come
sarebbe? È proprio quello che cerco di evitare!”
“Tranquillo,
John, non vi resterai a lungo. Ricordi
quella stanza segreta che c'è nel nostro castello?”
“Sì,
perchè?”
“Lì
è nascosto un cigno dai poteri mistici, che ho
creato con il potere dei disordini con il passare degli anni, e che
è in grado
di collegarsi ad una persona.”
John lo osservava,
sempre più confuso e perplesso:
“Non riesco a seguirti: in che modo potrebbe
aiutarmi?”
“Versando
il tuo sangue nella sua bocca, posso
collegarti ad esso. Tu e Dana siete collegati dal vincolo di prescelti,
perciò
anche Dana sarà collegata al cigno. Nel momento in cui lei
ti rinchiuderà nella
cripta, il vincolo fra voi due si spezzerà automaticamente e
il cigno rimarrà
collegato solo a lei.”
“E questo
cosa significa?”
“Il cigno
annullerà ogni incantesimo che lancerà
contro di te, perciò, anche se sarà convinta di
averti rinchiuso nella cripta,
in realtà avrà fallito.”
Il viso
dell’uomo si illuminò: “Ma è
grandioso! Ti
ringrazio!”
Luis,
però, frenò bruscamente la sua euforia:
“Non
ringraziarmi, John. Non pensare che non voglia qualcosa in cambio:
infatti,
quando uscirai dalla cripta, io ti esilierò su un'isola e
lì attenderai
l'arrivo di mio figlio Terence.”
“E
perchè?”
L’altro
alzò la voce, visibilmente seccato: “Non
discutere con me, John! Vuoi il mio aiuto? Ecco, te lo sto dando, ma,
in
cambio, ho bisogno di questo favore. Ricordati bene: quando sarai
sull'isola,
dovrai aspettare l'arrivo di mio figlio, quando sarà il
momento. Lui, infatti,
ti porterà il cigno con una mia lettera di istruzioni e a
quel punto tutto avrà
inizio. E’ chiaro?”
Jade, che assieme a
Samuel, aveva ascoltato tutto, si
voltò verso il demone e, confusa, gli chiese:
“Quali istruzioni? Di cosa stanno
parlando?”
“Non lo so,
ma la faccenda si fa sempre più
misteriosa, ora che abbiamo scoperto che c'è di mezzo anche
il padre di
Terence.”
In quel momento,
accidentalmente, la ragazza calpestò
un ramoscello, che scricchiolò. Lui, sentendo il rumore si
voltò di scatto,
allarmato.
“C'è
qualcuno lì dietro, John!”
L’uomo si
allontanò per andare a controllare: “Chi
c'è? – gridò - Odio la gente che
ascolta le conversazioni altrui!”
CONTINUA
NELL'UNDICESIMO EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana
Angolo autore: Non
muovetevi, perchè è già online anche
il prossimo capitolo.
|
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Capitolo 11 *** 2x11-Un secondo per provare la morte ***
CAPITOLO
UNDICI
"Post
mortem"
1975
– Morbridge, South Dakota
Quando Luis e John si
accorsero di essere spiati, i
due ragazzi, nascosti dietro il muretto, si bloccarono, in silenzio,
terrorizzati man mano che i passi si avvicinavano a loro.
“Cosa
facciamo, Samuel? – bisbigliò lei - Non possiamo
scappare!”
“Avanti!
– intimò John, sempre più arrogante -
Esci
fuori, chiunque tu sia: sei in trappola!”
Ma, quando
sbirciò oltre il muretto, con sua grande
sorpresa, non vide nessuno.
Tirando un sospiro di
sollievo, tornò da Luis: “Falso
allarme, probabilmente era solo un topo.”
L’altro,
però, non era convinto: “Doveva essere un
topo bello grosso, allora!”
Nel presente
Il muro nero
sputò fuori Jade e Samuel,
riportandoli nel presente.
Non appena se ne
accorsero, Brenda e Zack corsero
nella loro direzione, felici di rivederli.
“Jade! Sei
tornata!” la chiamò l’amica.
“Brenda!
Che bello rivederti!”
“Bel
vestito! E anche Samuel è uno schianto. Da dove
venite?”
“Siamo
stati ad un ballo in maschera, ma non è stato
un vero divertimento, a dire la verità.”
In quel momento, li
raggiunse anche Zack, che si era
attardato sul ciglio della strada: “B- bel vestito, Jade.
Dove sei stata?”
Samuel, geloso, gli
lanciò un’occhiata di fuoco:
“Guarda che ci sono anche io, eh. Dovresti rivolgere la
domanda ad entrambi,
sai?”
“Non darti
delle arie solo perchè indossi uno
smoking!”
Brenda, per farli un
dispetto, si intromise e
commentò: “Però, Zack, devi ammettere
che formano una bella coppia, vestiti
così....”
“Adesso
smettila!” la intimò, però,
l’amica,
profondamente imbarazzata.
Solo allora Samuel
notò che erano soli e che non c’era
traccia della sua auto.
“Ehm... non
vedo la mia macchina. C'è qualcosa che non
va?”
Entrambi abbassarono
lo sguardo e solo diversi secondi
dopo Brenda, mortificata, trovò il coraggio di parlare:
“Visto che hai tirato
in ballo la tua macchina, ne approfittiamo per dirvi una
cosa...”
“Sembrate
agitati. Cosa sta succedendo?”
“Vedi...
abbiamo un grosso problema: io sento i
pensieri e Zack ha detto alla macchina di andarsene...”
Samuel e Jade la
guardarono, senza capire: “Mi
dispiace, ma non riusciamo a seguirti.”
“Come
sarebbe che l'auto se ne andata? – chiese,
invece, la strega – E dove l'avete portata?”
“Mentre
eravate via, abbiamo avuto il tempo di capire
dal libro cosa ci era successo e, in pratica, io sono diventato un
tecnopatico,
mentre Brenda è telepatica.”
“COOOOSAA?!?
Vi siete dati dei poteri???” gridò,
scatenando una risatine isterica nell’amica.
“No, no!
Questi poteri sono comparsi solo dopo che il
muro ci ha folgorati.”
Ma il demone, sempre
più furioso, ignorò le
spiegazioni, rivolgendosi all’amico:
“Dov'è la mia auto, Zack?”
“Sono
venuti John e Terence per via di un'anomalia nel
muro in cui siete entrati, così, per proteggere il libro, ho
usato il mio
potere per allontanare l'auto, ma adesso non so dove l'ho
mandata.”
“John e
Terence sono qui?!?!?” chiesero i due,
allarmati.
“Erano qui,
– spiegarono gli altri - ma
poi se ne sono andati.”
Improvvisamente,
sgommando, l’auto tornò nel loro campo
visivo, fino a raggiungere il posto che occupava prima.
“Come
è possibile???”
Samuel, vantandosi,
rispose: “Guarda che sono stato
io! A quanto pare riesco ad usare il tuo nuovo potere meglio di
te...”
Brenda lo
guardò, poi gli disse, sinceramente preoccupata:
“Ti consiglio di non emulare il mio potere. Non immagini cosa
si può sentire!”
“Perchè
– le chiese l’amica, leggermente in ansia - mi
stai leggendo il pensiero, adesso?”
“No,
tranquilla, non invaderei mai la privacy della
mia migliore amica. Quando mi lamentavo del mio potere, parlavo di
Zack: non fa
altro che canticchiare nella sua mente le canzoni di Celine Dion. Vi
rendete
conto?!?”
Ovviamente, il
diretto interessato s’infuriò:
“HEYYYY!! Esci subito fuori dalla mia testa!”
“Magari!
Purtroppo, però, non riesco a controllarlo.”
Jade le
lanciò un’occhiata sospettosa, alquanto
preoccupata per lei: “Senti, il fatto che questi poteri
derivino dal muro, non
mi fa stare tranquilla. In passato abbiamo incontrato dei ragazzi che,
come te
e Zack erano stati infettati dai disordini e hanno manifestato dei
poteri, e il
risultato fu che ognuno di loro si sentiva un dio sceso in terra, al
punto che,
insieme, facevano quello che volevano, senza controllo.”
Il ragazzo si
affrettò a tranquillizzarla: “Non
preoccuparti, noi stiamo bene e non perderemo la testa.”
Samuel scosse la
testa e salì in auto, dietro il
volante come al solito: “Ora basta perdersi in chiacchiere.
Dovremo prendere
una strada alternativa, a questo punto, se vogliamo andare a
nord.”
“No, non
credo sia necessario. Salite tutti in
macchina!” ordinò Jade, prendendo posto.
I quattro, allora,
ripresero i loro soliti posti e fu
allora che la strega pronunciò un incantesimo.
“Gli
ostacoli sono fatti per essere saltati, ma alcuni sono troppo
complicati. Fammi superare ciò che non mi fa proseguire,
perchè nessuno il mio
cammino può impedire....”
E, magicamente, si
ritrovarono dall’altra parte.
“Accidenti,
Jade, – esclamò il demone, sinceramente
stupito - diventi sempre più brava!”
Brenda, dal sedile
posteriore, lanciò loro
un’occhiataccia, sospirando: “Okay, lo so che
adesso inizierete a guardarvi
come Romeo e Giulietta e finirete per farvi delle smancerie, ma noi
siamo in
attesa di sapere dove siete stati!”
Cinque ore dopo
–
Tacoma, Washington
Dopo diverse ore di
viaggio, finalmente i ragazzi
giunsero in una nuova città; mentre Samuel guidava,
chiacchierando con Zack e
Brenda per passare il tempo, Jade si mise ad ascoltare la radio,
alzando il
volume quando si sintonizzò sul notiziario locale, che
aggiornava gli
ascoltatori sulla misteriosa esplosione avvenuta a Salem la notte prima.
Nel sentire quelle
notizie terribili, Jade cadde preda
dell’angoscia: “Pensavo di aver scordato quella
terribile notte ed ecco che la
radio me la ricorda. Poveri cittadini, non solo indagano su qualcosa
che non
scopriranno mai, ma devono fare anche i conti con gli zombie che se ne
vanno in
giro!”
“Per non
parlare dei poveri Katrine e Brett. –
aggiunse l’amica - Che morte orribile!”
Ma il demone
tranquillizzò entrambe: “Degli zombie non
dobbiamo preoccuparci: infatti, quando Faith è morta,
così è stato per le
persone che ha riportato in vita.”
“Tutte
tranne Heith. – aggiunse Zack - Quella ragazza
ci perseguita, per caso?”
“Già!
Non ne parliamo. Chissà cosa dobbiamo aspettarci
da lei... Come se i problemi che abbiamo non fossero già
abbastanza!”
Improvvisamente,
però, la conversazione fu rotta dal
rumore provocato da cinque ambulanze che, in fila, passarono loro
accanto,
sfrecciando via. Allarmati, decisero di accelerare e inseguirle.
“Cosa
sarà successo?”
Jade tirò
subito fuori la bussola dalla borsa, notando
che stava lampeggiando con insistenza: “Qualunque cosa sia,
la bussola sta
lampeggiando!”
“Presto,
Zack: controlla sul tuo computer se Tacoma è
una delle città-epicentro!” lo incalzò
il demone.
“Città-epicentro
- chiesero le ragazze – Di cosa state
parlando?”
“Sarebbero
le città da cui si diffondono i disordini e
che, quindi, ne hanno la massima concentrazione.”
“Aspettate
un secondo: se non ricordo male, John disse
a Terence che quel muro nero era un confine e che, se l'avessimo
scoperto, ci
sarebbe bastato seguirlo per arrivare nelle città dei
cinque!”
“E lo dici
soltanto adesso???? Ci vorranno altre
cinque ore per tornare dove eravamo! E se è
sparito?”
“Scusa, ma,
con tutto quello che è accaduto, l'ho
dimenticato. E poi la colpa non è solo mia: c'era anche Zack
con me! A lui
niente terzo grado?”
“Tu
– la strega, stavolta, si rivolse al ragazzo –
cosa hai da dire a tua discolpa?”
“I confini
non ci servono: quando io e Samuel siamo
stati nella villa di Xandra, c'erano quattro porte e ognuna conduceva a
una
villa. Perciò ci basterà tornare lì
per raggiungere gli altri membri.”
Intanto, erano stati
costretti a fermarsi per
rispettare un semaforo rosso, con grande rabbia di Samuel, che temeva
di dover
rinunciare all’inseguimento.
“Aspetta!
– lo rassicurò Zack - Forse so come
fare” e,
fissando i semafori, da rossi li fece diventare verdi, lasciando Brenda
sotto
shock.
“Wow! Sei
stato fenomenale!”
“Modestamente...
È bello contare di nuovo su un potere,
sai?”
Jade scosse la testa,
preoccupata, e cercò di metterli
in guardia: “Vi ricordo che sono poteri usciti dal muro,
perciò state attenti a
non abusarne. Ok?”
“Va bene,
mammina!” risposero i due, in coro.
Intanto, Samuel era
riuscito a raggiungere le ambulanze
proprio mentre entravano nell’ospedale principale della
città, il cui piazzale
antistante era pieno di persone, intente a pregare con delle candele in
mano.
Subito, i quattro scesero dall’auto e si avvicinarono alla
folla, curiosi e
perplessi.
“Allora, si
tratta di una città-epicentro?”
“No, non ha
nulla a che vedere con Salem.”
Le due ragazze,
invece, si erano avvicinate a una
signora anziana dall’aria gentile, in cerca di spiegazioni.
“Mi scusi,
signora, ma cosa è successo? Perchè
c’è
tutta questa gente?”
Tristissima, la donna
rispose: “I bambini della scuola
elementare, che stamattina erano andati in gita al lago, sono stati
riportati
in città dalle ambulanze in stato di coma e così
anche le insegnanti che li
accompagnavano.”
Jade e Brenda
ammutolirono, sconvolte.
“Cosa
è successo al lago?”
“Nessuno lo
sa, né riesce a capirlo. Forse l'acqua era
contaminata.”
“Mi scusi,
saprebbe dirmi dove si trova questo lago?”
“Certo!
E’ a pochi chilometri dalla città.”
Jade, allora, la
ringraziò e le due si allontanarono
per parlare.
“Sicuramente
i medici e la polizia sanno qualcosa e tu
sei l'unica che può riuscire a scoprire la verità
su questa storia” disse
all’amica, stando attenta a non farsi sentire dalle persone
che avevano
intorno.
“Io? E come
potrei?” le chiese, però, quella,
perplessa.
“Sei
telepatica, ricordi? Entrando in ospedale, sarai
in grado di sentire ciò che pensano.”
In quel momento,
riuscirono a ritrovare i ragazzi e
subito li raggiunsero.
“Hey,
ragazzi, cosa avete scoperto?”
“Questa
gente non sa nulla. Parla solo del lago in cui
erano i bambini.”
“Pensate si
tratti di qualcosa di soprannaturale?”
“Decisamente!
Perciò i e Brenda entreremo in ospedale
per scoprire qualcosa di più sulla faccenda, mentre voi
andate a dare
un'occhiata a questo lago. Va bene?”
Ma Zack
protestò, contrariato: “Perchè devo
andare di
nuovo con Samuel? Ogni volta che siamo soli, finiamo sempre per
cacciarci in
qualche guaio!”
“Non
è vero!” negò con fermezza
l’altro, guadagnandosi
un’occhiataccia.
“Fammi
pensare... una volta siamo stati inseguiti da
gargoyle volanti e trasformati in statue di pietra, un'altra stavamo
per essere
risucchiati da un buco nero, o quasi divorati dalle bestie di una
fattoria e
l'ultima volta siamo finiti in una gabbia circondata da demoni! Devo
continuare
la lista, o è sufficiente?”
Prima che il demone
potesse replicare, però, Jade li
sospinse con forza verso la macchina: “Non mi interessano le
vostre
disavventure, voi andrete in quel dannato lago insieme. Fine della
storia. E’
chiaro?”
“Se ci
tieni tanto... – continuò Zack – Ma, se
dovessi
morire, ti assicuro che verrò a tormentarti
dall'aldilà!”
Villa di Terence,
Augusta, Maine
Terence, nervoso,
stava camminando avanti e indietro
lungo il corridoio che c’era all’ingresso della sua
villa, attendendo ansioso
che la porta di fronte a lui si aprisse. Finalmente, John si
teletrasportò lì e
fece la sua comparsa nella casa.
“Allora,
l'hai trovata?”
Terence
annuì: “I demoni di Xandra l'hanno trovata a
Seattle e la stanno portando qui. Dovrebbero arrivare a
momenti.”
Proprio in quel
momento, si spalancò una porta e
fecero la sua comparsa dei demoni e Heith, tenuta saldamente da due di
loro per
le braccia.
“Lasciatemi!
– urlava - Toglietemi le vostre luride
mani di dosso!”
John, lascivo, si
avvicinò a lei e iniziò a studiarla:
“Hai un bel caratterino, streghetta! E anche la pelle dura,
visto che mi
risulta tu sia morta da parecchi mesi...”
La donna lo
ignorò, rivolgendosi verso Terence,
sarcastica: “Ma guarda chi c'è: il
traditore!”
Quello sorrise, prima
di risponderle, gentile: “Ben
trovata, Heith! E’ da molto che non ci vediamo,
vero?”
“Già!
Da quando tu e Wolf mi avete uccisa, se non
sbaglio...”
“Guarda che
è stato Wolf, ma non preoccuparti: ha
pagato per le sue malefatte.”
John, irritato, li
interruppe, intromettendosi nella
conversazione: “Direi che i convenevoli sono durati fin
troppo, perciò veniamo
subito alla faccenda per cui sei qui. So che abbiamo un nemico comune:
Jade e
Samuel...”
“Io non
collaboro con voi! – protestò la donna,
risoluta – Lavoro da sola da quando il Male mi ha voltato le
spalle, perciò
eliminerò quei due per conto mio.”
L’uomo si
infuriò e le inveì contro: “Qui decido
io,
perciò hai solo due alternative: puoi allearti con me,
oppure ti uccido. Subito
dopo Jade e Samuel, naturalmente. Cosa preferisci?”
La sua reazione ebbe
l’effetto sperato, perchè lasciò
Heith intimorita e vagamente preoccupata.
“E io cosa
ci guadagno? – chiese - Chi mi garantisce
che non vi comporterete come Wolf?”
“Io non
sono Wolf, tesoro... Io ti darò molto più potere
di quello che puoi immaginare e, in cambio, ti chiedo solo di fare un
patto
oscuro con me.”
“Un patto
oscuro? Mi hai presa per una povera idiota,
per caso? Se lo faccio, dovrò sottostare a te per sempre,
perciò non se ne
parla assolutamente!”
“Questo
è vero, ma immagina che strega saresti con il
potere dei disordini dentro di te. Nulla ti fermerebbe più,
nemmeno Jade.”
La strega, ora, era
combattuta su cosa fare, perchè la
vendetta era un richiamo troppo forte: “Io voglio quella
strega morta e la
voglio uccidere con le mie mani, perciò... accetto il
patto!”
Entusiasta, John le
tese la mano: “Dammi la mano, così
posso portarti nel posto dove ufficializzeremo la cosa” ma,
prima che
sparissero, Terence li interruppe con un’ultima domanda.
“John, ma
se Heith prenderà il posto di Faith, dove andrà
a vivere, visto che la villa è stata distrutta?”
“Semplice:
dividerete questa!”
Haiden Lake - Tacoma,
Washington
Dopo qualche minuto
di macchina, finalmente Samuel e
Zack arrivarono al lago che era stato indicato loro in città
e subito notarono
che era tutto molto silenzioso e deserto, nonostante fuori dalla
riserva
fossero parcheggiate diverse auto della polizia, compresa una delle
scientifica.
“Che
silenzio! – esclamò Zack, stupito - Non vedo
nessuno.”
“Già!
Entriamo a dare un'occhiata, ma senza
avvicinarci troppo al lago, ok?”
E si avviarono.
Ben presto,
però, davanti a loro si presentò uno
scenario terrificante: vicino alla riva c’erano i corpi senza
vita dei
poliziotti, gli occhi sgranati per la sorpresa e la paura. Con cautela,
il
demone si avvicinò a uno di loro, osservandolo attentamente.
“Cosa
diavolo è successo qui?”
L’altro si
stava guardando intorno, sempre più
spaventato: “Che brutto posto! Mi viene la pelle d'oca! Chi
può aver fatto una
cosa del genere?” poi si avvicinò a uno degli
uomini a terra, toccandogli la
giugulare. “Sicuro che siano morti? Il battito
c'è, anche se molto debole.”
“Apparentemente
sembrano morti, ma forse sono soltanto
in coma. Proprio come i bambini.”
“Ottima
deduzione, dottor Samuel! Perciò adesso è
meglio tornare in città, prima che accada la stessa cosa
anche a noi, non
credi?”
“Ma non
abbiamo scoperto ancora niente!” protestò
l’altro.
L’amico,
però, non gli rispose, troppo terrorizzato
dalla visione che aveva davanti, al punto da tremare senza riuscire a
controllarsi: una donna, con lunghi capelli biondi e occhi blu, e
indosso solo
una vestaglia bianca, stava camminando sull’acqua,
dirigendosi verso di loro.
Samuel, però, non si accorse di nulla e lei, con fare
complice, gli fece cenno
di tacere. Per fortuna, il ragazzo non l’ascoltò e
lo avvisò subito.
“Samuel,
voltati: c'è una donna che ci sta guardando!”
Immediatamente, il
demone eseguì: “E tu chi diavolo
saresti? Sei stata tu a fare tutto questo, vero? Rispondi!”
ma quella tacque,
anzi, iniziò a ridere.
“Non vuoi
parlare? – continuò, innervosendosi sempre
di più - Adesso vediamo se cambi idea!” e le
lanciò delle sfere di energia che,
però, si limitarono ad attraversarla.
Zack, intanto, era
sempre più allarmato, al punto da
afferrare l’amico per un braccio: “Samuel, forse
è meglio andare via!”
Quella lo
sentì ed esclamò: “Io non vi
lascerò andare
via!” e, quando puntò il braccio verso di loro, i
ragazzi iniziarono a sentirsi
soffocare, fino a cadere a terra.
Prima di toccare il
suolo, con voce strozzata, Zack
riuscì a dire poche parole: “Samuel! Non...
riesco... a... respirare...”
L’altro,
nelle stesse condizioni, rantolò: “Nemmeno
io! Dev'essere lei .... a toglierci... il respiro. Maledetta, non ho la
forza... di... reagire”
In quel momento,
toccarono terra e dalle loro bocche
uscì una specie di bolla bianca, che volò via
fino alle mani della donna, da
cui furono lanciate in fondo alla lago. Soddisfatta, ella se ne
andò,
lasciandoli lì.
Intanto, in ospedale
Jade e Brenda
riuscirono a entrare abbastanza
facilmente in ospedale, ma furono costrette a nascondersi in qualche
stanza
tutte le volte che incrociavano qualche medico. Una di queste volte
finirono in
uno sgabuzzino e Brenda, esasperata, sospirò, lamentandosi.
“Jade, non
possiamo continuare a nasconderci ogni
volta che vediamo dottori o infermieri! Io mi sto stufando!”
“Se ci
vedono in giro, ci cacceranno e non scopriremo
niente!”
“Anche
nascondendoci tutto il giorno non scopriremo
nulla, perciò usciamo e vada come vada, ok?”
Ma l’amica
scosse energicamente la testa:
“Assolutamente no! Piuttosto, non riesci ad usare il tuo
potere da qui e vedere
se senti i pensieri di qualcuno?”
L’altra la
guardò, perplessa: “Non lo so... da dietro
una porta? In uno sgabuzzino? Non sono mica la ragazza bionica o Clark
Kent!”
Jade
sospirò e si arrese: “Uffa, quante storie!
Usciamo, va bene?”
Le due, allora,
aprirono la porta e tornarono in
corridoio, per poi, mano nella mano, iniziare a percorrerlo in punta di
piedi,
cercando di non fare rumore.
“Allora?
Riesci a sentire qualcosa?” sussurrò Jade.
“No! -
rispose l’altra, a denti stretti – se aspetti
un secondo, magari!”
In quel momento, si
fermarono fuori dalla stanza di
uno dei bambini e Brenda sentì una voce nella testa che
chiedeva aiuto.
*Aiuto,
sto soffocando! Mamma!*
Vedendolo dietro il
vetro, gli chiese,
telepaticamente: *Sei il
bambino steso sul letto? Sei tu che mi parli?*
Notando che
l’amica si era incantata davanti al vetro,
Jade la scosse dolcemente: “Brenda? Cosa c'è?
Perchè ti sei fermata davanti a
questa stanza? Senti qualcosa?”
“Shhhh!
– venne zittita - Aspetta!”
Intanto, il bambino
chiese: *Chi mi
sta parlando? Non ti
vedo!*
*Non mi
vedi perché hai gli occhi chiusi e sei steso su un letto.
Sei in
ospedale, lo sai, vero?*
*Io....io
non riesco a capire... Ti prego, aiutami, quella donna ha fatto
del male a me e i miei amici!*
*Chi?
Quale donna?*
Ma non ebbe mai
risposta perchè un’infermiera arrivò
alle loro spalle e le sorprese.
“Hey!
– chiese – Chi siete voi due? Qui non potete
stare!”
Jade si
voltò, spaventata: “Ehm... noi... noi... Oh,
al diavolo!” e la bloccò, sotto lo sguardo stupito
dell’amica.
“Wow! Sei
riuscita a bloccarla senza bloccare anche
me!”
“Sono
strega da parecchio tempo, se non sapessi
padroneggiare i miei poteri, dovrei lavorare al circo. Comunque, mi
puoi dire
cosa sta succedendo?”
“Io e il
bambino nella stanza stiamo comunicando
telepaticamente. E’ uno di quelli che erano al lago, mi stava
per dire chi li
ha ridotti così, quando è spuntata questa
stramaledetta infermiera.”
“Allora vai
a scoprirlo, no? – la incitò Jade,
spingendola nella stanza - Io bloccherò chiunque spunti nel
corridoio e terrò
bloccata anche lei. Muoviti, veloce!”
Brenda, allora,
entrò e si avvicinò piano al letto.
*Hey!
– lo chiamò - Ci sei ancora?*
*Voglio
svegliarmi, ma non ci riesco!* rispose quello,
sempre
più agitato.
*Cerca
di stare calmo. Come ti chiami?*
*Sono...
sono Michael.*
*Bene,
Michael, adesso ti va di dirmi chi ha fatto tutto questo a te e i
tuoi amici?*
La paura era palese,
ora, nella voce del bambino: *E’
stata una donna con i
capelli biondi e lunghi e un vestito bianco. Ha alzato le braccia e
tutti siamo
caduti a terra e abbiamo iniziato a non respirare più...*
*Ma
è terribile! – esclamò la ragazza,
sinceramente in pena per lui -
Senti, io posso aiutarti, ma mi servono più dettagli su
questa donna. Ricordi
altro, per caso?*
*Lei...
lei riusciva a camminare sull'acqua.*
*Bene,
mi sei stato davvero di grande aiuto. Grazie. Ti prometto che tu e i
tuoi amici vi risveglierete presto. Parola di Brenda!*
*Brenda?
– chiese - È così che ti chiami,
quindi?*
Dimenticandosi che
non poteva vederla, la ragazza
sorrise: *Esatto,
Michael! Adesso, però, devo andare. Non avere
paura, mentre non ci sono, ok?*
*Va
bene!*
Intanto, fuori dalla
stanza, Jade continuava a fare la
guardia, attenta a ogni minimo rumore, quando, improvvisamente,
comparve
davanti a lei Samuel, sotto forma di proiezione astrale.
Il ragazzo la
guardò, supplicandola con gli occhi:
“Aiutami, Jade! Non abbiamo molto tempo, non riusciamo a
respirare!”
Spaventata
dall’apparizione, la ragazza iniziò a
gridare, sconvolta, il suo nome, ma quello svanì prima di
poterla rispondere.
Quando, qualche
minuto dopo, Brenda la raggiunse
fuori, allarmata dal suo grido, le due si recarono nella mensa
dell’ospedale,
dove, sedute a un tavolo in disparte, si misero a consultare il Libro
in cerca
della donna misteriosa. Mentre Brenda girava le pagine,
però, la strega,
preoccupata, non faceva che pensare a quello che aveva visto.
“Samuel non
aveva una bella cera. – ripeté per
l’ennesima volta - Temo che lui e Zack siano davvero in
pericolo. Ha detto che
non respiravano!”
“Anche
Michael l'ha detto. ”
“Oltre al
messaggio, però, c'è un'altra cosa che mi ha
turbato...”
“Cosa?”
“Samuel ha
usato la proiezione astrale per avvertirmi
di lui e Zack. Io non ho più quel potere e, anche se lo
avessi, dovrebbe
essermi accanto per usarlo.”
L’altra
alzò gli occhi dal libro, confusa: “E quindi?
Scusami, ma non riesco a seguire il tuo discorso, visto che sono
impegnata
nella consultazione.”
“Temo che
Samuel sia diventato un emulatore
permanente, come mio nonno, e sia, quindi, in grado di acquisire poteri
senza
più perderli.”
Brenda si
bloccò, sconvolta: “Cosa?!? Ne sei
sicura?”
“Io... io
non so a cosa credere, in questo momento,
ma, se fosse così, Samuel potrebbe perdere la testa, come
è successo a John e
io a quel punto non saprei cosa fare....”
“Non
preoccuparti, Jade... – le disse l’altra dolce
–
Comunque, forse ho trovato qualcosa, la descrizione sembra uguale,
secondo te è
lei?” e girò il libro, in modo che potessero
leggerlo entrambe.
La guardiana del Lago
Luna
è il nome attribuito a tutte le guardiane dei laghi, ognuna
delle
quali ha il compito di vegliare su di essi e custodire lo scrigno dei
respiri,
che permette alla vegetazione circostante di nutrirsi e crescere, oltre
a
purificare i laghi e rendere possibile la vita delle creature marine.
In
particolare, Luna compare ogni 365 giorni per aprire lo scrigno,
camminando intorno al lago. Se non dovesse assolvere il suo compito,
l'equilibrio tra la flora e la fauna non ci sarebbe, provocando
conseguenze
negative sulla vita degli esseri umani.
*La
guardiana infettata dai disordini ha il potere di utilizzare lo
scrigno in tutt'altro modo, infatti può garantire la sua
salita in superficie
in maniera permanente, rubando i respiri degli esseri viventi e
rinchiudendoli
nello scrigno. Le vittime, a quel punto, appaiono come morte, ma in
realtà sono
solo rinchiusi nella loro mente, dove continuano a rivivere in eterno
il
momento in cui il loro respiro è stato rubato e, quindi, a
sentirsi soffocare, che
pare sia un destino ben peggiore della morte.
Avvertimento: Si
ricorda che la guardiana è un essere pacifico,
perciò non va eliminato,
ma solo purificato. L'incantesimo va pronunciato solo quando tutti i
respiri
saranno liberati dallo scrigno, perchè questo la
indebolirà a tal punto da non
riuscire a difendersi.
Incantesimo
per una
guardiana infettata: “Essere
della natura, che si nutre di aria
pura, respira velocemente alle mie dolci parole e non aver
più paura
dell'oscurità che ti cattura”
Le due, a questo
punto, sapevano come agire, ma c’era
ancora un problema da risolvere, che fu sollevato da Brenda.
“Okay, io
sono pronta a fare a botte con la pacifista,
ma come ci arriviamo al lago senza l'auto?”
L’amica,
però, le sorrise, porgendole la mano: “Prendi
la mia mano. Se c'è una cosa che so, è che io e
Samuel siamo legati da un
vincolo, perciò tento un incantesimo: Legame
magico che mi vincola per sempre,
sono in un luogo che non mi pretende. Che il battito del mio cuore mi
sposti in
un momento, in quello del suo sofferente tormento...”
E, in pochi secondi,
magicamente, comparvero sulla
riva del lago, dove videro subito i due ragazzi, stesi a terra.
Jade si
precipitò subito urlando nella loro direzione.
“Samuel!
Samuel! Zack!”
L’amica,
intanto, si era guardata intorno, sempre più
sconvolta: “Ehm, Jade... credo che siano tutti
intrappolati.”
Quella si
voltò e la osservò, disperata: “E
allora
cosa facciamo adesso? Non vedo la guardiana e nemmeno lo
scrigno!”
Ma, improvvisamente,
si sollevò una fitta nebbia e
comparve proprio la donna.
“Cosa
abbiamo qui? – chiese - La prescelta e la sua
fedele amica: siete così belle da togliere il fiato,
ragazze!” e, dopo aver
alzato la mano, iniziò a rubare il respiro di Brenda, che
cominciò a vacillare.
Vedendo
l’amica soffocare, Jade le inveì contro:
“Smettila, tu non sei davvero malvagia! Dov'è lo
scrigno?”
“Oh,
tesoro... Dubito tu possa raggiungere il fondo
del lago per recuperarlo...”
Intanto, Brenda era
caduta a terra, ormai senza fiato:
“Jade... non riesco... a... respirare...”
Allora, la strega,
provò a fermare la guardiana con un
incantesimo: “Ciò
che distrae, è la paura che cresce e sale. Cerchi di fuoco
nell'acqua e la guardiana rimane in trappola...”
E, proprio come aveva
sperato, intorno alla donna
comparve un cerchio di fuoco, che, momentaneamente, distolse la sua
attenzione
da loro.
Jade, vedendo che si
era allontanata, si precipitò
dall’amica, iniziando a scuoterla, mentre le lacrime le
rigavano le guance,
offuscandole la vista.
“Brenda?
Brenda! Avanti, non lasciarmi anche tu!
Nooooooo..”
Era rimasta sola, a
quel punto.
Guardò per
qualche secondo i suoi amici, a terra,
bloccati dentro la loro mente e si fece coraggio: “Io non vi
abbandono: vi
salverò!”
Si tolse i vestiti e,
approfittando della distrazione
della guardiana, si tuffò nel lago per raggiungerne il fondo
e aprire lo
scrigno. Man mano che scendeva, la temperatura dell’acqua si
abbassava e
l’ossigeno diminuiva e non aveva quasi più fiato,
quando vide davanti a lei
brillare qualcosa; con le ultime forze rimaste, raggiunse lo scrigno e
lo aprì,
liberando tutti i respiri rubati. Tranne il suo: senza ossigeno,
infatti, il
suo cuore aveva smesso di battere, i suoi occhi si erano chiusi e il
corpo
senza vita era risalito lentamente verso la superficie.
Quando rinvennero,
Zack, Samuel e Brenda osservarono per
qualche secondo Jade galleggiare sul pelo dell’acqua a faccia
in giù, poi si
accorsero di quello che era accaduto e corsero a tirarla fuori. Il
demone, più
esperto degli altri, prese in mano la situazione e iniziò a
premere sul petto
della ragazza, nel tentativo di rianimarla.
“Jade?
Jade! Jade, avanti, ti prego!”
Zack lo osservava
sconvolto, confuso e agitato: “Cosa
stai facendo? Chiama immediatamente Zeta!”
Lui, arrabbiato,
rispose senza nemmeno guardarlo negli
occhi: “Zeta non può fare niente! Il giorno che
siete morti, vi abbiamo ceduto
i nostri angeli-guida e ora non possono più aiutarci per un
anno.”
“COSA?!?
Stai scherzando, vero?” gridò Brenda,
sconvolta e in lacrime.
“Si,
Brenda, hai sentito bene: ora sono vostri, Xao e
Zeta. Vostri, maledizione!” e poi, stremato e scosso dai
singhiozzi, si
accasciò sul corpo senza vita dell’amata.
~
“Sono
morta?” chiese Jade e la sua voce rimbombò. Si
trovava in un luogo pieno di luce e nuvole trasparenti e fu un uomo
biondo e in
nero, davanti a lei, a risponderle, gentile.
“Ci
rivediamo ancora una volta...”
Perplessa, la ragazza
lo guardò, confusa: “Ancora una
volta? Chi sei?”
“La mia
identità non ha importanza.”
All’improvviso,
la ragazza ebbe un’intuizione e,
finalmente, ricordò: “Aspetta un attimo: per caso
sei quell'ombra che ho visto
tempo fa?”
L’uomo
sorrise: “Non cercare di scoprire chi sono, non
ho spiegazioni da darti e suppongo che tu sia già stata
avvertita dalla tua te
stessa del passato che non devi interessarti a me, perciò ti
prego, lascia
perdere. Ok?”
“Sì,
è vero, mi ha parlato di te, ma non capisco il
perchè: sei una sorta di nemico, per caso?”
“No, Jade,
io non sono né buono, né cattivo. Non
preoccuparti.”
Jade
annuì, poi iniziò a guardarsi intorno, confusa:
“Che posto è questo? Sono morta, per
caso?”
Quello scosse la
testa: “No, Jade, questa non è la tua
ora. Devi ritornare dove è giusto che tu stia, ma qualcosa
mi dice che presto
ci incontreremo ancora...” e, senza aggiungere altro,
scomparve.
“Aspetta!
Come sarebbe a dire che ci incontreremo
ancora? Aspettaaaa!!!”
CONTINUA NEL
DODICESIMO EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
Angolo
autore: Grazie a tutti voi per aver seguito questa prima parte di
stagione. Vi ricordo come sempre di lasciare un commento, anche breve,
con le vostre considerazioni; rappresenterà per me una
ricompensa in quanto scrittore e un motivo utile affinchè la
storia continui. Ringrazio anche la mia Beta reader per l'eccellente
lavoro con il testo della mia storia. Infine, vi ricordo che Demon
& Witch torna dal 5 Gennaio con la seconda parte di stagione e
verranno pubblicati gli episodi 2x12 "Venerdì" e 2x13 "Le
ossessioni del vampiro". Non mancate e buone vacanzedi Natale stregate!
Appuntamento all'anno prossimo!
|
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Capitolo 12 *** 2x12-Venerdì ***
CAPITOLO DODICI
"Dejà-vu
All Over Again"
24 ore dopo
– Tucson,
Arizona
Jade venne svegliata
da un raggio di sole, entrato
dalla porta socchiusa della stanza presa in un motel la notte prima.
Attraverso
di essa, vide Samuel, con indosso solo un paio di jeans, ammirare il
sole
nascente, appoggiato alla ringhiera del balcone.
Confusa, si avvolse
ancora di più nelle lenzuola e
iniziò a guardarsi intorno.
“Come sono
arrivata qui?”
Il ragazzo, al suono
della voce, si voltò e si accorse
che era sveglia, così, sorridendole, rientrò
nella camera.
“Buongiorno,
amore” e la baciò, lasciandola spiazzata.
“Non che mi
dispiaccia, eh, ma potresti prima
spiegarmi cosa ci facciamo in questo motel? E dove sono Zack e
Brenda?”
“Ci siamo
separati, ricordi? Loro sono in California,
adesso.”
“COSA?!?
– gridò lei, alzandosi di scatto – Cosa
sta
succedendo?”
Samuel la
guardò, confuso: “L'abbiamo deciso ieri:
dividendoci, libereremo più città dai disordini.
Non ricordi niente?”
Fu allora che Jade si
rese conto che dalla sua memoria
mancava tutta la giornata precedente: “Okay, ma non
è pericoloso lasciarli da
soli?”
L’altro
scosse la testa: “Zack è un veterano, ormai,
mentre Brenda se la cava abbastanza bene anche lei ora che ha un
potere. E poi,
di cosa ti preoccupi ora che sono immortali?”
“Oh, no!
– esclamò lei, a quel punto - La Guardiana
del lago!”
“La
Guardiana? – il ragazzo continuava a non capire -
Guarda che l'abbiamo eliminata dopo che sei tornata in vita. So che te
lo sto
ripetendo fino alla nausea, ma mi hai fatto prendere un grande
spavento, sai?”
“Tornata in
vita? Ma Zeta non può...”
“Cosa ti
prende? – chiese lui, guardandolo preoccupata
- Sembra che tu abbia una specie di vuoto di memoria... Non
sarà il parassita,
spero...”
In realtà
le cose stavano proprio così, ma, per non
farlo preoccupare, la ragazza decise di mentire: “No, no, il
mio parassita è
sottocontrollo, non preoccuparti. Ho solo un cerchio alla testa, credo
che
andrò in bagno” e si alzò, dirigendosi
verso la porta opposta a quella del
balcone, con addosso solo la camicia di Samuel.
“A
proposito... – aggiunse lui, prima che entrasse -
ho passato una fantastica notte, ieri!”
“Cosa?
Ehm...volevo dire... anche per me è stata
meravigliosa” e si chiuse in bagno, intuendo cosa era
successo.
Subito, decise di
chiamare Brenda per chiarire alcune
cose che le sfuggivano, bisbigliando per non farsi sentire.
“Oh mio
Dioooooooo!!!” sussurrò, quando l’amica
rispose.
“Cosa
è successo?” chiese l’altra, perplessa.
Il nervosismo era
palese, ma, per fortuna, non poteva
vederla: “Io e Samuel... ieri sera... motel...
amoreggiare...letto... Capisci?”
A Brenda, per
l’emozione, sfuggirono dei gridolini:
“Cosaaaaaaa??? È successo? Beh, era anche
ora!”
“No, tu non
capisci: io non me lo ricordo, non ricordo
assolutamente nulla della giornata di ieri e, soprattutto, della NOTTE
di
ieri!”
“Brutta
storia! Come mai?”
“Ehm...vediamo,
– replicò, sarcastica - ho solo un
parassita cancella-ricordi nella mia testa... chissà come
sarà successo! Piuttosto,
aggiornami su tutto quanto...”
“Oh, no!
Allora credo che non ti piaceranno le novità:
se, come hai detto, non ricordi nulla della giornata di ieri, ti
arrabbierai
molto per quello che sto per dirti...”
“Ok, ma ora
sputa il rospo!”
“Sei morta,
ma tua Nonna ti ha riportata in vita con
l'incantesimo della condivisione e tu ti sei infuriata molto. A quel
punto,
abbiamo purificato la Guardiana e salvato i bambini, per poi ripartire.
E’
stato allora che ti ho rivelato che, grazie al mio nuovo potere
telepatico,
quando sei tornato nel passato, ho scoperto che Terence ha una cotta
per me. Un
po’ di tempo dopo, tu e Samuel avete litigato, ma tu
l’hai perdonato quasi
subito ed è stato allora che abbiamo deciso di dividerci per
poter eliminare
più disordini possibili. Finito. Tutto chiaro?”
“Wow! Mi
sono dimenticata parecchie cose! Aspetta,
cos'è l'incantesimo della condivisione?”
“Quando sei
morta, Zeta ovviamente non poteva
riportarti in vita per via di quello che avete fatto, così
Samuel, disperato,
ha chiamato tua Nonna, che attraverso questo rito si è tolta
un anno di vita e
l'ha ceduto a te. In pratica, per un anno non puoi morire.”
Jade rimase in
silenzio per qualche secondo, troppo
sconvolta per rispondere: “Ma è
impazzita?!?”
“Sì,
anche ieri hai avuto una reazione simile, ma era
l'unico modo per riportarti tra noi, ingrata che non sei
altro!”
“Okay. Ora,
Terence ha davvero una cotta per te? Spero
tu stia scherzando: è malvagio!”
“Sì,
lo so. Ma, mentre era con John davanti al muro
nero, ho sentito che mi stava pensando.”
“Non voglio
neanche sapere cosa provi per lui, perchè
sarebbe ridicolo, perciò ne riparliamo di persona, ok? Cosa
mi dici della lite
tra me e Samuel, invece?”
“E’
stato perchè sospettavi avesse il potere
dell'emulazione permanente, come tuo nonno.”
“Lo
immaginavo, ma adesso c'è qualcos'altro che mi
preoccupa: il mio piccolo viaggio nell'aldilà!”
Brenda,
però, le mise fretta, troncando la
conversazione: “Ascolta, Jade: mi piacerebbe molto ascoltare
la tua storia
ultraterrena, ma Zack mi sta chiamando e, se non vado,
continuerà a farlo fino
a costringermi ad infilzarlo con una delle mie frecce. Sai, ci
aspettano dei
demoni dalle lingue lunghe. A presto, tesoro!” e chiuse
bruscamente la
chiamata.
“No, non
chiudere!” me era troppo tardi e così,
rassegnata, uscì dal bagno, trovando Samuel dietro la porta.
Il ragazzo le
lanciò un’occhiataccia, arrabbiato: “Ho
sentito tutto, sai?” esclamò, senza lasciarle il
tempo di spiegarsi.
“Ah
sì? – chiese l’altra, guardandosi
nervosamente
intorno - E che cos'hai sentito, di preciso?”
“Mi hai
mentito, Jade!”
Sbuffando, Jade fu
costretta ad arrendersi: “E va
bene: ho mentito, non ho alcun ricordo della giornata di ieri. Contento
adesso?”
“Neanche di
ieri notte?”
“A quanto
pare, no. Ma non è quello a cui volevo
arrivare, non preoccuparti...”
“Sappi che
per me è stato speciale, ma, piuttosto, ora
dimmi: dove volevi arrivare?”
“Al fatto
che tu, ultimamente, abbia volato e usato la
proiezione astrale. Io non ho più quei poteri,
perciò vuoi spiegarmi cosa sta
succedendo?”
Lui
sospirò, esasperato: “Ti prego, Jade... Ne abbiamo
già parlato ieri!”
“Sì,
ma io non me lo ricordo, perciò rinfrescami la
memoria: hai gli stessi poteri di mio Nonno, o no?”
“Come ti ho
detto ieri, sì, da diversi mesi, ormai.”
“Oddio... E
quanti poteri possiedi ora?”
“Ne ho
contati quindici.”
Jade, sconvolta,
iniziò a gridare, alzandosi dal letto
su cui si era appoggiata: “Quindici?!? Santo cielo, Samuel!
Mio Nonno ha perso
la testa con tutti i poteri che possiede, cosa mi garantisce che non
succederà
anche a te?”
“Rilassati,
alcuni sono poteri davvero inutili e poi
non dipendere da me, non posso controllare questa cosa! Ogni volta che
mi
avvicino a qualcuno che possiede dei poteri, io li acquisisco in
maniera
permanente, ma, come ti ho detto ieri, io non cederò come
è successo a tuo
Nonno!”
“Ora
capisco perchè il Consiglio ha così tanti
pregiudizi su di te e ti voleva esiliare a tutti i costi: temono che tu
possa
diventare una minaccia come mio nonno!”
Il ragazzo la
guardò senza rispondere, poi la invitò a
sedersi sul letto e le si accomodò accanto, guardandola
negli occhi.
“Credi che
dovevano lasciarmi dov’ero? Che hanno
sbagliato a liberarmi dall’esilio?”
“Certo che
no! Però rimani comunque una possibile
minaccia per loro. Se non fosse per la profezia, non credo che tu
saresti qui
con me, sai?”
Samuel le prese anche
le mani, stringendole nelle sue:
“Lo so perfettamente, ma ti prometto che il potere non mi
darà alla testa. Il
mio amore per te vincerà su tutto il resto...”
E, con queste ultime
parole, la convinse
definitivamente.
Jade, allora, lo
baciò, più tranquilla: “Allora di
questo non devo preoccuparmi, perchè so quanto mi ami tu e
quanto ti amo io...”
~
Venerdì
Jade e Samuel stavano
girando in auto la città,
guardandosi attentamente intorno, quando il ragazzo esclamò:
“C'è un disordine
da queste parti!”
La ragazza, con la
bussola in mano, annuì: “Già! Ne
sta segnalando uno, ma non siamo abbastanza vicini alla fonte. Prova a
girare a
destra, verso la zona industriale, ok?”
L’altro
eseguì.
“Chissà
cosa combineranno Zack e Brenda insieme!”
aggiunse, pensieroso.
“Al
telefono, Brenda mi sembrava abbastanza motivata
e, come hai detto tu, Zack è ormai un esperto nella lotta
contro il Male,
soprattutto ora che ha dei poteri.”
“Guarda che
io non intendevo la lotta contro il Male!
– esclamò il ragazzo, malizioso - Mi riferivo al
fatto che potrebbe scattare
qualcosa tra quei due, così magari Zack si
dimenticherà di te, finalmente!”
Jade rise di cuore e
gli tirò una pacca sulla spalla:
“Come sei cattivo! E poi, ti assicuro che Brenda ha altro per
la testa, al
momento...”
“Ma l'amore
è imprevedibile e fa innamorare le persone
più improbabili. Come me e te” ma, nel dire
questo, distolse lo sguardo dalla
strada un secondo di troppo. Infatti, non riuscì a evitare
il furgone che si
stava dirigendo verso di loro e l’impatto fu talmente forte
da schiacciare
l’auto contro un muro, facendo esplodere i vetri e riempiendo
l’aria di denso
fumo nero.
Qualche secondo dopo,
Jade, stordita e confusa, riaprì
gli occhi e la prima cosa che vide fu il volto di Samuel, ricoperto di
sangue,
accanto a lei. Angosciata, si tolse la cintura di sicurezza e
iniziò a
scuoterlo e chiamarlo, fra le lacrime, nel tentativo di risvegliarlo.
“Samuel,
avanti! Svegliati, ti prego! Avanti!” poi
liberò anche lui, cercando di tirarlo fuori attraverso il
parabrezza.
Nonostante le ferite riportate, salvare il suo amato era molto
più importante e
quindi Jade non sentì il dolore e riuscì nel suo
intento, mentre il Libro
rotolava poco lontano e John e Terence comparivano davanti a loro.
La ragazza
tentò di tutto per salvarlo, persino la
respirazione bocca a bocca, ma nulla sembrò funzionare,
anzi, ormai erano entrambi
in una pozza di sangue e le speranze si facevano sempre più
fioche. Disperata,
gli tirò un fortissimo schiaffo, senza vedere,
però, alcuna reazione.
“Non
morire! Non ti azzardare a morire, Samuel! Ti
scongiuro, resta qui con me!”
In quel momento, John
avanzò verso di lei, lanciandole
addosso il Libro delle Ombre.
“E’
morto, Jade! Il Libro si è diviso e io ho
finalmente riavuto il mio grimorio.”
La ragazza,
arrabbiata, alzò lo sguardo verso di lui e
lo squadrò: “L’incidente è
stato opera tua, vero?”
L’uomo
sorrise, compiaciuto: “Per dividere il Libro,
occorre che uno dei prescelti muoia, perciò ho usato il
potere dei disordini
per rendere la città un posto poco sicuro per voi.”
“Come?”
“Dopo aver
messo piede in questa città, non sareste
riusciti a lasciarla fino alla morte di uno di voi due. Se foste
sopravvissuti
entrambi a questo incidente, sareste sicuramente morti in qualche altra
maniera, ma vedo con piacere che ho ottenuto quello che volevo
già al primo
colpo!”
Jade, ora, era
davvero furente e – si sa – la forza
della disperazione è molto potente: “Se pensi che
rimarrò a guardare, ti sbagli
di grosso: abbiamo più risorse di quanto pensi!”
“Davvero? E
cosa farai adesso, chiamerai i vostri
angeli-guida? Ops, non potete più, a quanto ho saputo. Un
peccato, vero?”
Inaspettatamente,
l’altra rise: “E’ vero, non possiamo
più affidarci ai nostri angeli, ma su qualcosa posso
contare: i miei poteri. Se
io non avrò Samuel, tu non avrai quel grimorio, stanne
certo!”
Terence, allora,
intuendo la situazione, si intromise,
cercando di attirare l’attenzione di John: “Avanti,
andiamo via!”
L’altro,
però, gli lanciò un’occhiata
infastidita: “No, voglio stare qui e vedere cosa
farà la mia cara
nipotina arrogante.”
Sentendosi chiamata
in causa, la ragazza sorrise:
“Sono contenta tu l'abbia detto, perchè credo
proprio che nessuno di noi se ne
andrà tanto presto da qui, sai? Che il
tempo si riavvolga ad ogni sua
morte, non segnando la sua sorte. Chiedo al tempo di non seguire
più il suo
corso e che questo giorno non sia mai trascorso...”
I due la guardarono,
ignari delle conseguenze
dell’incantesimo che la strega aveva appena pronunciato.
Venerdì
– Numero 2
Jade si
svegliò bruscamente nella stanza del motel e,
dalla porta socchiusa, vide Samuel, vivo e vegeto, fuori sul balcone.
“Ci sono
riuscita! – sussurrò - L'ho salvato e mi
ricordo ogni cosa!”
In quel momento, il
ragazzo entrò nella stanza e vide
che era di nuovo cosciente.
“Vedo che
ti sei svegliata. Sei davvero bellissima,
sai?”
Contenta di vederlo,
lei si alzò di scatto e gli saltò
addosso, abbracciandolo e facendolo quasi cadere a terra.
“Così
mi soffochi, Jade! Cosa ti prende?”
La ragazza si
scostò da lui e lo guardò, perplessa:
“Ma come, non ricordi nulla di quello che è
successo?”
Samuel le sorrise,
complice: “Ti riferisci alla notte
di ieri, per caso?”
Jade si accorse di
essere l’unica a ricordarsi
dell’incidente, così decise di tenerselo per
sè e mentirgli: “Sì, è stato
fantastico!”
“Anche per
me!” concordò lui, prima di avviarsi verso
il bagno.
Un’ora
dopo, i due lasciarono il motel e si recarono
nel parcheggio vicino per prendere l’auto, ma, quando erano
quasi arrivati, la
ragazza, ricordandosi di quanto era successo, si fermò.
“Senti...
perchè non andiamo a piedi oggi? Magari
possiamo andare in qualche tavola calda e mangiarci qualcosa, che ne
dici?”
“Veramente,
Jade, abbiamo una missione più importante
da portare a termine e comunque ho preso qualcosa prima dal
distributore
automatico”
Ma lei insistette,
mettendosi addirittura in mezzo fra
lui e la portiera: “Ti prego, muoio di fame... Solo venti
minuti, avanti!”
Perplesso per il
comportamento insolito della ragazza,
alla fine Samuel scosse la testa e si arrese: “Ma se sei
sempre a dieta!
Comunque, se proprio hai fame, possiamo andare in qualche tavola calda.
Però
dovresti spostarti, altrimenti non posso salire in macchina,
ok?”
Quella,
però, lo prese per un braccio e lo allontanò
dall’auto: “Niente auto! Camminare ci
farà bene e poi ho appena visto l'insegna
della tavola calda non molto lontano da qui. Su, cammina!”
A qualche chilometro
di distanza, dall’altra parte
città, John e Terence stavano architettando un piano per
appropriarsi del
grimorio.
“Il
disordine che ho portato qui bloccherà i due
prescelti in una spirale di sfortunati eventi, che si
fermerà soltanto con la
morte di uno dei due. A quel punto il libro si dividerà e il
grimorio sarà tuo.
Soddisfatto?” spiegò Terence.
“Certo,
certo, il tuo piano è molto ingegnoso, ma...”
“Ma? Mi
sembri perplesso.”
L’altro lo
guardò, confuso: “Questa discussione tra
noi due mi sembra famigliare. Ho una bizzarra sensazione, Terence, come
una
sorta di… dejà-vu. Hai presente?”
“Non mi
sembra, io non ce l’ho. Comunque sia, temo
dovremo attendere prima di prelevare il grimorio...”
Nello stesso momento,
Jade e Samuel erano seduti nella
tavola calda vicino al motel, intenti a studiare il menù.
Pochi minuti dopo,
una giovane cameriera si avvicinò
loro con il blocchetto in mano: “Cosa ordinate,
ragazzi?”
“Io un
cheeseburger con patatine, un milk-shake e una
cola, grazie.”
“E lei,
signorina?”
Jade,
però, non rispose, fissando intensamente il suo
amato, seduto di fronte a lei: “Niente, grazie, tutto quello
che voglio è qui
davanti a me.”
Sbuffando, la
cameriera trascrisse tutto e si
allontanò.
Solo quando fu
abbastanza lontana da non sentirli, il
ragazzo iniziò a fissarla intensamente, lanciandole
un’occhiata stranita.
“Non avevi
detto che morivi di fame?”
Quella, dolcemente,
gli prese le mani, prima di
rispondere: “Adesso mi è passata, tesoro... Tu,
piuttosto, non hai esagerato?”
“Nah, al
contrario tuo, io sono affamato!”
In quel momento, la
cameriera ritornò con i piatti che
aveva ordinato, disponendoli sul tavolo fra i due.
Mentre Samuel
iniziava a mangiare, John e Terence
raggiunsero la tavola calda e riconobbero i due prescelti attraverso la
vetrina.
“Eccoli!
Ora dobbiamo solo aspettare che il disordine
agisca contro di loro” esclamò Terence, mentre
l’altro fu più cauto e
sospettoso.
“Non so,
sento che qualcosa andrà storto…”
“Cosa te lo
fa credere?”
Intanto,
all’interno, il demone divorava letteralmente
il contenuto dei piatti, sotto lo sguardo sempre più
sorpreso di Jade.
“Accidenti,
hai proprio fame! Però vacci piano, ok?”
“Non
soffocherò, tranquilla.”
La ragazza, allora,
voltò lo sguardo verso l’esterno e
notò i due uomini dall’altra parte della strada,
così, spostando bruscamente
indietro la sedia, si alzò dal tavolo.
“Oh
no, John e
Terence! Dobbiamo
andarcene subito, Samuel.
Samuel?” chiamò, non ricevendo risposta, ma il
ragazzo riuscì solo a gridare,
la voce strozzata e il respiro mozzato a causa del cibo che gli si era
incastrato in gola.
“Non…
respiro... Aiutami!” e cadde a terra.
“NOOOOO!
– iniziò a gridare Jade, chinandosi accanto a
lui - Sputalo fuori, Samuel! Aiutatemi, non rimanete a
guardare… presto!”
chiamò, guardandosi intorno.
Immediatamente, i
camerieri corsero ad aiutarla e a
loro si aggiunse un medico, che, come loro due, si era fermato a fare
colazione.
“Cosa
aspetta? Lo faccia respirare, presto!”
Ma l’uomo,
che stava facendo di tutto per salvarlo, fu
costretto a fermarsi, sconfitto: “Mi dispiace, ma
è morto.”
Gli occhi della
ragazza si riempirono di lacrime,
mentre, scivolando sul pavimento accanto al corpo dell’amato,
scuoteva
incredula la testa.
“Non
è possibile...”
A pochi metri di
distanza, Terence e John, guardando
la scena, iniziarono a correre verso il locale, pronti a entrare in
azione.
“Avanti,
John! Prendiamo il grimorio, ora possiamo
farlo!”
Venerdì
– Numero 3
Jade si
risvegliò ancora una volta nel letto del
motel, con Samuel sempre fuori ad ammirare il sole. Pochi secondi dopo,
lui
rientrò, sorridendole.
“Buongiorno,
amore!”
Scombussolata dagli
ultimi avvenimenti, la ragazza
esclamò: “Non ci credo!”
Lui la
guardò, confuso: “Cosa c’è,
Jade? Non ti va che
ti dica buongiorno o che ti chiami amore?”
Sbuffando, la ragazza
si alzò dal letto: “No, no, non
è quello. E’ solo che è una giornata un
po’ particolare...”
“Ma se
è appena iniziata!”
“Per te,
forse!” bisbigliò quella in risposta, stando
però attenta a non farsi sentire.
“Hai detto
qualcosa, per caso?” le chiese lui,
guardandola sinceramente preoccupato.
“No,
Samuel. – gli sorrise - Vado a cambiarmi e
andiamo via, d’accordo?” e si diresse verso il
bagno.
“Sono stato
bene, ieri notte” le urlò lui, prima che
varcasse la porta.
“Sì,
lo so.”
Qualche minuto dopo,
uscirono dal motel, diretti verso
il parcheggio, ma, quando Samuel si avvicinò
all’auto, Jade urlò, nel tentativo
di fermarlo.
“No! Niente
auto!”
“Va bene.
Sai una cosa? Ho proprio una fame da lupi!”
Sul volto della
ragazza si dipinse una maschera di
terrore: “NO! Niente tavole calde, pizzerie o fast food, ok?
Niente!”
Il ragazzo, per
l’ennesima volta dopo pochi minuti, la
osservò confuso: “Amore, ti senti bene?”
“Una
meraviglia!” mentì, isterica.
In quel momento,
Samuel si accorse di aver dimenticato
l’orologio e dovette tornare indietro.
“Oh, no,
devo tornare in camera, ho dimenticato
l’orologio!”
“Va bene,
ti aspetto qui, ma non metterci troppo e
stai attento alle macchine che parcheggiano, ok?”
Stava aspettando che
ritornasse, appoggiata alla macchina,
quando comparvero di fronte a lei John e Terence, pronti a prendere il
grimorio. Arrabbiato, il Nonno si avvicinò minacciosamente a
lei.
“Guarda che
ho capito cosa stai facendo!”
“Non so di
cosa stai parlando...” replicò lei,
indifferente, ma nervosa.
“Non fare
la finta tonta, ho capito che ci hai
bloccati in un aspirale del tempo. La prima volta pensavo fosse solo un
semplice dejà vù, ma adesso sono certo che
è così.”
“L’età
può fare molti scherzi, non credi?”
L’uomo, di
fronte alla sua indifferenza, si infuriò
ancora di più, fino a puntarle un dito in faccia:
“TU, piccola arrogante, ora
ti faccio vedere io!”
Intanto Samuel, da
una finestra del secondo piano,
vide tutta la scena e aprì la finestra più vicina
per urlarle di scappare via.
“Jadeeeeee,
vattene!!” si precipitò giù per le
scale
per raggiungerla, ma finì per inciampare e, dopo un lungo
volo, cadde a terra,
spezzandosi l’osso del collo.
Quando Jade si
accorse di quanto era successo, corse
da lui, ma era troppo tardi: Samuel era morto.
Nel frattempo, poco
fuori, Terence stava correndo
verso di loro.
“Presto,
John, prendiamo il grimorio
Ma l’altro
lo squadrò, senza muoversi: “Lascia
perdere. E’ inutile, sento che questa giornata sta per
ricominciare...”
Venerdì
– Numero 151
Jade e Samuel erano
seduti l’uno di fronte all’altra
sul letto che condividevano nella stanza di quello sconosciuto motel in
periferia. In quel momento, lui la stava guardando, perplesso,
tormentandosi le
mani.
“Quindi mi
stai dicendo che riviviamo lo stesso
giorno, ogni volta che muoio?”
Esasperata, la
ragazza sbuffò ancora una volta: “Sì,
te lo sto ripetendo da 148 venerdì e sono stufa,
francamente!”
“Scusami.
Perchè non proviamo a lasciare la città,
allora?”
Cercando di pensare a
una soluzione, la ragazza si alzò
e iniziò a percorrere a grandi passi la stanza, avanti e
indietro: “Non
possiamo, il mio incantesimo ci tiene bloccati qui.”
“Allora
scioglilo, no?”
“Oh santo
cielo, me l’hai detto anche la scorsa volta,
okay? Se sciolgo l’incantesimo, tu morirai!”
“Okay,
okay, non farlo!”
“Allora,
pensiamoci: se io sciolgo l’incantesimo, tu
muori, ma, se mio Nonno annulla il disordine, il tempo non si
riavvolgerà e tu
sarai salvo. Solo che non lo farà mai, accidenti!”
Sconfitti, i due
rinunciarono a trovare una via di
uscita e, pochi minuti dopo, lasciarono il motel. Stavano per
raggiungere
l’auto, però, quando Samuel si distraette un
attimo di troppo, fu investito.
Sotto shock, la ragazza si bloccò sul posto, incapace di
muoversi per
raggiungerlo.
“Non
può essere! Eppure aveva guardato prima di
attraversare...”
Intanto, il
conducente dell’altra macchina la stava
chiamando, disperato, facendole grandi segni con le mani.
“Signorina,
mi scusi, ma... dovrebbe venire qui.
Il...il ragazzo è... morto...”
All’apparenza
indifferente, Jade si riscosse e si
avviò verso i due: “Sì, lo
so.”
L’altro,
stupito, non nascose il suo palese nervosismo:
“Ehm, non dovrebbe chiamare il 911 o…piangere
disperata, mentre chiama il 911?”
Jade, a quel punto,
sorrise all’uomo: “Non servirà,
perché…”
Venerdì
– Numero 211
Samuel, chiuso in
bagno da Jade, dovette urlare per
farsi sentire da lei, da sola nella stanza a fianco.
“Si
può sapere perché mi hai chiuso qui
dentro?”
Isterica, quella a
malapena alzò lo sguardo dal
tavolo, sul quale aveva aperto il Libro per consultarlo:
“Così non ti farai
uccidere, amore.”
“Guarda che
posso scivolare nella doccia o prendere la
scossa.!”
Sbuffando, lei si
alzò, convinta: “Ok, ok, esci prima
che me ne penta e aiutami ad interrompere questi venerdì
interminabili.”
Camminando lentamente
e stando bene attento, il
ragazzo la raggiunse al tavolino: “Sei davvero
sicura che stiamo
rivivendo la stessa giornata? A me sembra un giorno come tutti gli
altri, sai?”
Sospirando, Jade lo
trascinò sul balcone, mostrandogli
la strada sotto di loro.
“Fra due
minuti passerà un bambino con lo skateboard,
una donna con un’auto rossa ne tamponerà una
grigia, nella stanza 23 cadrà la
porta e tu mi dirai che ho ragione.”
Ovviamente, tutto
quello che aveva detto si avverò,
lasciando Samuel stupito e confuso.
“Hai
ragione! Ma…come hai fatto?”
“E’
come rivedere lo stesso film un milione di volte:
dopo un po’, lo sai a memoria. Hai presente?”
Il ragazzo,
annuì, capendo cosa intendeva e la
tristezza si impadronì di lui: “Mi dispiace che tu
stia sopportando tutto
questo” le sussurrò, sfiorandole con dolcezza un
braccio.
Lei si
appoggiò esausta alla porta, stringendosi a
lui: “La mia unica consolazione è che anche mio
Nonno sta sopportando tutto
questo. Spero vivamente che non ne possa più e annulli il
suo disordine!”
Improvvisamente,
però, la ringhiera si ruppe e Samuel,
che vi era appoggiato col gomito, precipitò di sotto,
cadendo rumorosamente sul
marciapiede qualche piano più in basso.
Jade
sospirò, prima di rientrare nella stanza e
prepararsi a vedere ancora una volta il cadavere del suo amato.
“Okay,
questa storia è durata fin troppo. Deve
finire.”
Venerdì
– Numero 272
Samuel era legato al
letto, impossibilitato a
muoversi.
“Mi
raccomando, amore. – gli stava dicendo Jade, dolce
- È essenziale che vivi il tempo necessario
affinchè io chiami Zack e Brenda
per tirarci fuori da questo inferno, ok?”
“Vedrai che
non morirò stavolta. O almeno, non
subito...”
“L’hai
detto anche le altre volte e guarda dove
siamo... Cinque volte fa ti sei soffocato ingoiando una mosca, ci
credi?”
Il ragazzo
voltò la testa, nascondendo una smorfia di
disgusto: “Okay, questa storia deve finire. Chiamali pure, io
non mi muoverò.”
Jade, allora, prese
il cellulare e compose il numero,
ricevendo una risposta dopo pochi squilli.
“Pronto?
Brenda?”
“Dimmi
pure, ma fa presto, io e Zack abbiamo trovato
un covo di creature gelatinose da eliminare, ok?”
Agitata, la ragazza
iniziò a gridare: “Lasciatele
perdere e venite a tirarmi fuori da questo incubo!”
“Perchè
non mi hai chiamata subito, se sei in difficoltà?”
“Ci ho
provato, ma Samuel moriva prima che potessi
prendere il telefono. L’ho dovuto legare al letto per poterlo
fare, capisci?”
Confusa, Brenda
lasciò passare qualche secondo di
silenzio, prima di rispondere: “Okay, tesoro, di che cosa
stai parlando?”
Allora, un
po’ gridando, un po’ piangendo, l’amica
le
raccontò tutta la storia, lasciandola sconvolta e senza
parole.
“Capisci
perché vi ho chiamati?” concluse.
“Certo, ma
io non saprei come aiutarti, tesoro.”
“Chiama
Zack, no? Santo cielo, non ne posso più di
rivivere altri venerdì, quanto tempo è passato da
voi piuttosto?”
“Intendi
che giorno è oggi?”
“No, volevo
sapere se Kim Kardashian è comparsa in
qualche copertina per cui non ha ancora posato. – rispose
Jade, sarcasticamente
- Certo che intendo quello!”
“Accidenti,
ti hanno proprio resa isterica, eh?
Comunque è venerdì anche da noi.”
“Dici sul
serio? Quindi ho vissuto quasi trecento
venerdì in un giorno solo? Pazzesco!”
L’altra,
però, non la ascoltò, anzi, terminò
bruscamente la chiamata: “Ascolta, Zack è qui
adesso e ha bisogno di alcuni
minuti per capire come aiutarti. Ti richiamiamo fra poco, va
bene?”
“Per
favore, fate presto!” e si salutarono.
Jade, allora,
tornò da Samuel, fermo dove lo aveva
lasciato.
“Allora?”
“Dobbiamo
aspettare. Zack e Brenda stanno trovando un
modo per tirarci fuori da qui, perciò vedi di non
morire per i prossimi
otto minuti, ok?”
Ne erano trascorsi
quasi nove, quando finalmente il
telefono di Jade squillò, rompendo il silenzio.
“Grazie al
cielo, – urlò - ditemi che avete buone
notizie. Vi supplico...”
“Wow, devi
essere proprio disperata!” scherzò Zack.
“Non
è il momento di prendermi in giro, idiota!
Cos’hai in mente, piuttosto?”
“Ho una
buona notizia e una cattiva, quale vuoi per
prima?”
L’altra
sbuffò, spazientita: “Quella buona,
accidenti!”
“Potete
uscire dalla spirale del tempo con un
incantesimo che ho visto tempo fa sul libro, dovrebbe trovarsi verso le
ultime
pagine, prova a guardare. Va pronunciato sia nella nostra dimensione
che nella
vostra, nello stesso momento, se ricordo bene.”
Subito, Jade prese il
Libro e iniziò a sfogliarlo,
finchè non trovò la pagina giusta.
“Sì,
eccolo, l’ho trovato! E la cattiva notizia?”
“Se non
uscirete dalla spirale del tempo entro la fine
del NOSTRO venerdì, rimarrete bloccati in essa per sempre.
In pratica, dobbiamo
fare tutto prima che diventi sabato qui da noi, ok?”
“Va bene.
– annuì - Che ore sono da voi, adesso?”
chiese, nervosa.
“Mancano
tre quarti d’ora alla mezzanotte, mentre
suppongo voi siate ad inizio giornata per via
dell’avvolgimento temporale,
giusto?”
“Puoi dirlo
forte, – sospirò, esausta –
Perciò
facciamo in fretta, ok?”
I due ragazzi,
allora, presero l’auto e,
miracolosamente senza avere incidenti, riuscirono ad arrivare al
confine della
città, dove Jade richiamò Zack, mettendolo in
vivavoce.
“Sei
pronto?”
“L’importante
è che siate pronti voi. Ti sei
assicurata che Samuel sia al sicuro?”
“Certo!
E’ chiuso in auto con la cintura di sicurezza
ben stretta. Ma ora basta perdere tempo. Iniziamo!”
E i due, nello stesso
momento, pronunciarono l’incantesimo
che c’era nel libro:
“Il
tempo e lo spazio coesistano per un solo attimo, affinché si
pieghino le barriere e i giorni diventino sere...”
Intanto il ragazzo,
dall’auto, vide John e Terence
arrivare alle loro spalle e urlò per avvisarla.
“Jade,
dietro di te!”
Sbuffando, lei si
voltò: “Lo so, ma la formula va
ripetuta ancora una volta.”
John, intanto,
continuava ad avanzare, sempre più
sospettoso: “Hey, cosa state combinando
lì?” e con la telecinesi fece spostare
indietro l’auto.
Ma la strega,
però, lo ignorò, pronunciando con
l’amico una seconda volta l’incantesimo nel
tentativo di fermarlo.
“Il
tempo e lo spazio coesistano per un solo attimo, affinché si
pieghino le barriere e i giorni diventino sere...”
Un varco si
aprì, rivolto verso l’esterno, e la
ragazza si precipitò in macchina, sbattendo la portiera.
“Partiiiiiiiiii!”
urlò lei a Samuel.
I due riuscirono
così, finalmente, a lasciare la città. Intanto, temendo di rimanere bloccati nella
spirale del tempo, anche
John e Terence si misero a correre, preoccupati che il varco potesse
richiudersi.
Qualche minuto dopo,
mentre percorrevano l’autostrada,
i due ragazzi ricevettero una chiamata di Zack, in cerca di notizie.
“Beh?
Com’è andata?”
“Siamo
fuori, grazie al cielo! Incontriamoci da
qualche parte, magari alla prossima stazione di servizio, ok?”
“D’accordo,
non mancheremo!”
Anche John e Terence,
intanto, erano riusciti a
mettersi in salvo.
“Come mai
non siamo rimasti bloccati nella città?”
chiese il secondo, una volta al sicuro.
“I
riavvolgimenti temporali erano dovuti alle continue
morti di Samuel, perciò, lasciando la città, ha
liberato automaticamente anche
noi dalla spirale del tempo.”
“Siamo
stati fortunati, allora! Ma si può sapere cosa
diavolo c’è in quel grimorio da rischiare
così la nostra vita?”
“Qualcosa
che mi serve. Qualcosa di vitale importanza.
Ecco perchè dobbiamo prenderlo a tutti i costi!”
CONTINUA NEL
TREDICESIMO EPISODIO
Testo a cura di
Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE: Salve a tutti e
buon anno. da oggi parte ufficialmente la seconda parte della stagione,
ma non con un doppio episodio come previsto. Vi erano mancante le
avventure dei nostri prescelti? Non temete, perchè sono
tornati e vi terranno compagnia ogni Lunedì per le prossime
settimane, con gli ultimi 11 episodi della seconda stagione.
Ricordatevi di lasciare sempre un commento sul capitolo è
importante affinchè la storia continui. Non mancate al
prossimo apputamento con la 2x13 "Le ossessioni del vampiro". Buona
settimana stregata!
|
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Capitolo 13 *** 2x13-Le ossessioni del vampiro ***
CAPITOLO
TREDICI
“Bad
Blood”
Autostrada E56,
Arizona
Finalmente, in una
stazione di servizio nei pressi
della città di Flagstaff, i quattro riuscirono a
ricongiungersi. Subito, le
ragazze si rifugiarono in bagno a parlare, mentre gli altri due
facevano
rifornimento di benzina e di cibo.
Mentre Brenda si
sistemava il trucco nello specchio
scheggiato, Jade, seduta su una panca, iniziò a parlare,
senza alzare lo
sguardo dalle scarpe.
"Non immagini come
sono felice che tu abbia
risposto alla mia chiamata! Non avrei potuto sopportare di rivivere
altri
venerdì per tutto il resto della mia esistenza...”
"Devo ammettere che
questa volta è stato tutto
merito di Zack. Siete salvi grazie a lui.”
L’altra
alzò lo sguardo, sorpresa da una simile
affermazione: "Da dove viene tutta questa solidarietà per
Zack? – chiese,
maliziosa - Se non ricordo male, non vi siete mai sopportati. Mi sono
persa
qualcosa?"
Brenda si
voltò lentamente e le scoccò
un’occhiata
omicida: "Non ti fare strane idee! A parte una carneficina di demoni
dalla
lingua lunga, non è successo nulla, credimi."
"Ah, già.
Dimenticavo che stravedi per il mio
nemico numero uno...."
"Cosa?!? –
replicò l’altra, alquanto infastidita
- Io non stravedo per nessuno! Al massimo è lui, a giudicare
da quello che ho sentito..."
"Okay, comunque,
scherzi a parte, Terence è un
personaggio pericoloso, soprattutto ora che è il braccio
destro di mio Nonno,
perciò promettimi che non ti caccerai in qualche guaio come
al solito,
ok?"
"Promesso, mammina!"
esclamò Brenda, incrociando
le dita.
"Bene! Ora, tornando
a me e Samuel: sono convinta
ci sia qualcosa di strano, sai?”
Avendo finito di
truccarsi, l’amica si sedette sulla
panca di fianco a lei: "A cosa ti riferisci?"
"Io e Samuel siamo
stati protagonisti di numerosi
incidenti, ma io ne uscivo sempre illesa. Lo scopo di John era quello
di
dividere il libro, causando la morte di uno dei prescelti,
però era sempre
Samuel a morire. Perchè?"
"Sai, ultimamente ti
sono successe un sacco di
cose strane, come la tua morte o il rito fatto da tua Nonna. Io credo
che il
tuo dubbio sia legato a quello, perciò credo dovresti
consultare Zeta."
"Sì, hai
ragione. – si alzò in piedi - Credo che
la chiamerò proprio in questo momento" e così
fece.
Pochi secondi e la
donna comparve davanti a loro,
preoccupata.
"Che succede,
ragazze?"
Brenda
parlò per entrambe: "Jade ha un dubbio:
pensa che il rito di sua Nonna abbia interferito in qualche modo su...
su...
aspetta un attimo, su cosa?"
"Beh, –
prese la parola la diretta interessata -
in realtà nemmeno io so su cosa ha interferito il rito fatto
da mia Nonna,
perciò speravo potessi illuminarci tu su questo."
"Ho capito, non
c'è bisogno aggiungiate altro, so
perfettamente cosa è successo. Dal vostro punto di vista,
certi meccanismi
possono essere difficili da capire, perciò sarò
breve ed esauriente, ok? Dovete
sapere che, quando Dana ha riportato in vita Jade, l'ha fatto donandole
un anno
della sua vita e questo vale per tutto il tempo, qualunque cosa
succeda.
Capite?"
"Quindi ci stai
dicendo che sono diventata una
specie di essere immortale?"
"Esatto! Questo
rappresenta un'ancora di salvezza
per te, in quanto questa tua momentanea immortalità
durerà fino al mio ritorno
come angelo-guida."
Brenda, felice,
saltò in piedi, guardando esaltata l’amica:
"Hai sentito? Il tuo sacrificio per me e Zack ne è valsa la
pena, siamo
tutti salvi!"
Ma l’altra
scosse la testa, angosciata: "Tutti
tranne Samuel. Voi avete Xao e Zeta, io sono immortale grazie
all’anno di vita
che mi è stato donato, ma Samuel? Lui rimane il bersaglio
più vulnerabile tra
noi, anzi, l'unico!"
Nessuna aggiunse
altro, comprendendo la situazione,
perciò, dopo aver congedato e ringraziato Zeta, le due
ragazze uscirono dal
bagno, tornando all’auto.
I ragazzi, nel
vederle, sbuffarono, perchè stavano
aspettando da molto il loro ritorno.
"Si può
sapere perchè le donne rimangono chiuse
per ore nei bagni? – esclamò Zack, infastidito -
Stiamo aspettando da secoli!
Cosa stavate facendo?"
Potendo percepire i
suoi pensieri, Brenda gli si
avvicinò e gli tirò uno schiaffo così
forte che rimase il segno.
"Guarda che io sento
tutti i tuoi pensieri,
idiota! Non stavamo facendo quello che pensi, pervertito!”
L’altro si
arrabbiò altrettanto per quell’intrusione:
"Smettila di entrare nella mia testa!"
Prima che potessero
continuare, però, Jade si mise in
mezzo, cercando di calmarli: "Basta voi due! E poi, Zack, non so a cosa
stavi pensando e non voglio nemmeno saperlo, ma non stavamo facendo
niente di
quello che frulla nella testa di voi ragazzi!"
Avendo emulato anche
quel potere, Samuel ridacchiò,
sapendo a cosa Brenda si riferiva.
"Anche io lo so,
visto che sono telepatico grazie
a Brenda...”
"Fantastico!
– Zack era sempre più furioso - Vi
pregherei di non utilizzare più la mia testa come casetta
delle vacanze,
d’accordo? Uscite tutti e due, accidenti. ORA!"
"Okay, ragazzi!
– si intromise ancora una volta
Jade - Adesso basta! Non mi sembra il momento di scherzare, visto che
abbiamo
problemi più seri!"
"Ti riferisci al
fatto che tuo Nonno vuole
ucciderci per avere il grimorio, per caso?"
"Quello è
solo UNO dei tanti problemi. Comunque,
siamo rimaste tanto in bagno perchè stavamo parlando con
Zeta.”
"Perchè?
Sta succedendo qualcosa di cui non siamo
a conoscenza?"
Quella,
abbassò lo sguardo e annuì: "Sono immortale
per via del rito di mia Nonna. Ecco perchè nella serie di
incidenti moriva solo
Samuel."
"Ma è
fantastico, amore!" esclamò lui,
sinceramente contento, non notando la sua angoscia.
"Per niente! In
questo modo sei solo tu a
rischiare la vita e questo mi manda fuori di testa visto che ti ho
costretto io
a rinunciare al tuo angelo-guida. Senza offesa per Zack, ovviamente..."
"Tranquilla, Jade.
– la rassicurò l’amico – Non
gli avrei mai permesso di farlo, sapendo che per lui non c'era alcuna
garanzia
in caso di morte."
Il demone,
però, era sereno e, prima di parlarle, la
guardò negli occhi, sfiorandole un braccio: "Jade, non devi
sentirti in
colpa e nemmeno Zack. Quella scelta, alla fine, l'ho presa io e poi,
vedrai che
ce la caveremo, come è successo per la spirale del tempo.
Ok?"
Quella,
però, con uno strattone si liberò e lo
allontanò: "Pensi che, se ti sei salvato una volta,
sarà così anche per le
altre? Non posso creare spirali del tempo o altre cose simili in
eterno! Prima
o poi succederà qualcosa, me lo sento...”
"E’ solo
per un anno, Jade. Anzi, ormai solo per altri
nove mesi e quattro giorni. Vedrai che riuscirò a
sopravvivere."
"Per il momento!
– ammise, più calma - Ora che
John vuole il grimorio per non so quale motivo, farà di
tutto per eliminarti."
Zack, sentendo le sue
parole, si intromise: "Se
John vuole il grimorio, significa che dentro c'è qualcosa
che a lui serve, non
credi?"
"Cosa potrebbe
essere?" chiese Brenda,
incuriosita.
Il demone ci
pensò su un attimo, poi propose:
"Forse dovremmo leggere tutte le pagine al suo interno, fino a quando
non
troviamo qualcosa che possa essere potenzialmente sospetta. Che ne
dite?"
Tutti annuirono.
"Allora direi di
iniziare da subito, ok? Questo
libro ha molte pagine, che sfortunatamente continuano ad aggiornarsi da
sole.”
6 ore dopo -
Holbrook,
Arizona
Dopo diverse ore di
viaggio, nel cuore della notte i
ragazzi giunsero nella città di Holbrook, fermandosi, come
al solito, nel primo
motel che trovarono. Non appena misero piede nella reception,
però, la bussola
si illuminò, segno che c’era un altro disordine di
cui occuparsi al più presto.
I quattro, allora, si recarono nella stanza loro assegnata per lasciare
i
bagagli e subito i due ragazzi si prepararono a uscire, ma Jade, con
violenza,
si oppose.
"Cosa credi di fare,
uscire?"
"Esatto! Mi sto
cambiando per uscire a combattere
contro il nuovo disordine" rispose.
"E io lo accompagno!"
aggiunse Zack,
prendendo un’arma dal borsone.
Ma la ragazza si
arrabbiò, mettendosi davanti alla
porta: "Ma allora non avete proprio ascoltato niente del discorso che
ho
fatto in macchina! Che Zack esca, va bene, ma tu, Samuel, assolutamente
no!
Andrò io."
Zack alzò
le spalle, annuendo: "Okay! Per me va
bene lo stesso. Andiamo?"
Quella,
però, prese Brenda per un braccio, avviandosi
verso la porta: "Anche tu rimani qui. Sarà Brenda a venire
con me."
Samuel, per nulla
d’accordo, iniziò a scuotere con
violenza la testa: "Siete impazzite? Io non vi mando fuori da sole a
combattere contro chissà cosa!”
"Non siamo delle
bambine e abbiamo poteri
abbastanza forti da difenderci, perciò... ciao!"
"Aspetta, –
la fermò l’amica - prendo la mia
balestra!" e, dopo una manciata di secondi, uscirono, una sotto il
braccio
dell’altra.
Il ragazzo,
però, non si arrese e urlò loro dietro:
"Non mi interessa, vengo ugualmente!"
"Spiacente, mio caro.
– gli disse Jade, in piedi
sulla soglia - Dentro e fuori dalle
stanze, c'è una soglia separante. Fino al mio ordine
di strega, Zack e Samuel non avran più tregua...”
"Jade, che cosa gli
hai fatto?" chiese
Brenda, ma non ebbe bisogno di una risposta perchè, in quel
momento, Samuel,
che stava cercando di uscire, venne scaraventato indietro nella stanza
da una
campo di forza, creatosi con l’incantesimo.
"Avanti, Jade!
– le urlò Zack, spazientito - Non
è divertente. Annulla l'incantesimo!"
"Spiacente, ragazzi,
ma, fino a mio ordine, non
potrete uscire da queste quattro mura" e se ne andò via
ridacchiando con
Brenda, lasciando i poveri ragazzi chiusi in camera.
Le due iniziarono
allora a camminare tranquillamente
per le vie della città, continuando a tenere
d’occhio la bussola per verificare
dove il segnale era più forte.
“Non sei
stata troppo perfida con loro?"
"Lo faccio per il
bene di Samuel. Ora come ora
gli sarebbe fatale anche un graffietto!"
"Devo ammettere che
sei stata forte con
quell'incantesimo, però!"
L’amica, a
quel punto, si bloccò improvvisamente in
mezzo al marciapiedi.
"Senti, ne approfitto
adesso che non ci sono i
ragazzi... ho un problema e tu sei l'unica a cui posso dirlo..."
"Certo che hai
più problemi di Lindsay Lohan, eh?
– scherzò l’altra, cercando di
mascherare la preoccupazione crescente -
Comunque il tuo tono non mi piace per niente, di cosa si tratta?"
"Quando sono morta,
ho incontrato una strana
entità di cui mi aveva parlato la mia me stessa del futuro."
"Ehm…seguire
i tuoi discorsi diventa sempre più
difficile... A volte preferisco come eravamo un tempo, quando parlavamo
solo di
ragazzi e vestiti, ricordi?” ammise Brenda, confusa,
abbassando lo sguardo.
"Quei tempi sono
finiti, Brenda. Comunque, si
tratta di un’ombra che avevo già visto prima di
morire, accanto a Samuel."
"Oh, ma certo!
– ricordò - Ti riferisci a quel giorno
che eravamo sedute su quella panchina e farneticavi di aver visto
un'ombra,
giusto?"
"Sì,
però poi ti ho mentito, dicendoti che forse
mi ero sbagliata. In realtà quell'ombra era reale e la mia
me stessa del futuro
me l'ha confermato."
"Quindi cosa sarebbe?
Presumo non c'entri nulla
con i disordini, John e tutto il resto, o sbaglio?"
"No, credo di no, non
penso neanche che sia una
minaccia vera e propria. Comunque, la Jade del futuro mi ha detto di
non
combattere contro di essa e di non indagare. Quasi come se fosse
inutile…"
"Allora non farlo,
no? Puoi non fidarti di
quest’ombra, ma non puoi non credere alla te stessa del
futuro. Se ti ha detto
di non combatterla, allora ascoltala!"
L’altra si
tormentò le mani, angosciata: "Questo
lo so, ma il fatto è che c’è qualcosa
che mi turba, ho come una strana
sensazione addosso...sono spaventata a morte!"
Brenda le
circondò le spalle con un braccio, cercando
di rassicurarla: "Senti, tesoro... io ti consiglio di lasciar perdere e
di
calmarti. Se quest'ombra comparirà ancora, ti prometto che
indagheremo, ma, se
sei stata avvertita di non farlo, forse dovresti seguire il consiglio,
ok?"
Jade
annuì, convinta: "Va bene. Lo farò!”
Le due, allora,
ripresero a camminare finchè l’urlo di
una ragazza, proveniente da un vicolo poco più avanti, le
mise in allarme.
Subito iniziarono a correre, sperando di raggiungerla in tempo.
"Ma nessuno sa che
non bisogna mai girare da soli
nei vicoli bui? Eppure in CSI te lo fanno capire bene!"
esclamò Brenda,
cercando di raggiungere l’amica.
Quando arrivarono, si
trovarono di fronte un gruppo di
vampiri e, in mezzo a loro, una povera ragazza indifesa.
"Hey, ragazzi!
– gridò Jade, per attirare la loro
attenzione - Non vi hanno mai detto che inseguire le ragazze nei vicoli
è
stalking? Siete maniaci, per caso?"
Ma, quando quelli si
girarono a guardarle, la faccia
deformata sulla quale spiccavano gli occhi gialli e i canini allungati,
fece
capire alle due di avere a che fare con un gruppo particolarmente
aggressivo.
Brenda, da i riflessi
pronti, puntò subito contro di
loro la balestra: "Odio dover eliminare dei bei ragazzi come voi, ma i
vostri canini appuntiti non mi danno altra scelta!" e scoccò
la freccia,
infilzandone uno, ma, stranamente, non accadde nulla.
Jade si
voltò verso di lei, spiazzata e sorpresa:
"Ma non dovrebbe esplodere?"
"Dovrebbe,
sì!"
Intanto, il vampiro
si era tolto la freccia dal petto,
come se nulla fosse accaduto: "Spiacente, ragazze, ma il fuoco non ha
effetto su di noi."
Brenda lo
guardò strano, sinceramente stupita:
"Davvero? Perchè le prime tre stagioni di The
vampire diaries mi
hanno insegnato che il fuoco è una delle cose che temete,
dopo i paletti di
legno e la verbena, ovviamente!"
Quelli sbuffarono,
lanciandole un’occhiataccia:
"Dovresti sapere che quella è solo fantascienza!"
"Okay, – li
interruppe Jade, stanca di assistere
alla discussione - adesso basta con i convenevoli, ok? Lasciate andare
la
ragazza e non vi elimineremo. Forse..."
"Uuuuuhh, che paura!"
sussurrano quelli, in
coro, incuranti delle urla della ragazza in mezzo a loro.
"Va bene, adesso mi
avete stancata!" ma,
prima che potesse attaccarli, arrivo un altro vampiro in forma umana,
capelli
biondi e occhi azzurri che, senza guardare lei e l’amica,
iniziò a parlare.
"L'avete trovata,
finalmente! Perchè ci state
mettendo tanto?"
Brenda lo
guardò intensamente, incantata dalla sua
bellezza: "Wow, che carino!" beccandosi anche una gomitata e un
rimprovero dell’amica.
"Brenda!"
"Che
c’è? E’ la verità!"
Intanto la ragazza,
ignorandole completamente, aveva
ripreso a gridare, stavolta, contro il nuovo arrivato: "Vattene,
Gabriel!
Non tornerò mai più con te, quindi dì
subito ai tuoi amici di lasciarmi
andare!"
Brenda, confusa, la
interruppe: “Come? Vi
conoscete?"
Fu allora che il bel
vampiro notò le due ragazze,
chiedendo subito spiegazioni agli altri.
"E queste due chi
sono?"
"Guardale bene, o,
meglio, annusale!"
Per qualche secondo
Gabriel le squadrò, in silenzio,
poi disse, indifferente: "La smorfiosa non la conosco, ma l'altra
è la
prescelta, ne sento l'odore."
"Bene, –
esclamò la diretta interessata - allora
senti questo!" e lo scaraventò, con la telecinesi, contro i
cassonetti
dell'immondizia, mentre la ragazza, approfittando del momento, si
liberava.
"Scappa! Vieni con
noi!"
Così, le
tre si precipitarono fuori dal vicolo, senza
accorgersi, però, che si trovavano nei pressi di un
cimitero, dopo.
"Oh, no! –
esclamò Brenda - Non credo siamo
scappate dalla parte giusta. Sbaglio, o i cimiteri sono il luogo di
ritrovo dei
vampiri?"
Ancora affannata per
la corsa, la ragazza si fermò un
attimo a riprendere fiato, prima di tranquillizzarla: "No, non
preoccuparti.
Conosco Gabriel e la sua banda e so che si riuniscono altrove. A
proposito, mi
chiamo Eve. Grazie per avermi salvata..."
"Io sono Jade e lei
è la mia amica Brenda"
esclamò la strega, raggiungendole.
"Tanto piacere, Eve,
– le rispose l’amica,
gentile - ma mi spieghi cosa ci facevi con quei vampiri? Sembra che tu
li
conosca molto bene, o sbaglio?"
"Infatti è
così: Gabriel è il mio ragazzo, anzi
ex, da quando è diventato un vampiro."
Improvvisamente,
però, Brenda iniziò a sentire delle
voci e con un gesto della mano la zittì.
"Sentite anche voi
qualcuno che parla? Sembra una
specie di invocazione."
Quelle,
però, scossero la testa, negando.
"No, mi
dispiac-“ ma, prima che potessero finire
la frase, Brenda svanì nel nulla.
"Ma che diavolo
è successo alla tua amica?"
chiese Eve, confusa.
"Non ne ho idea!" le
rispose Jade,
sconvolta.
Villa di Terence,
Augusta, Maine
Pochi secondi dopo,
Brenda ricomparve nell’ingresso di
una villa sconosciuta e subito iniziò a guardarsi intorno,
confusa.
"Ma dove sono finita?"
Davanti a lei,
notò una tavola apparecchiata e, sopra
di essa, due candele accese. In quel momento, dalle scale di fronte a
lei scese
Terence, vestito con il suo abito migliore e una bottiglia di champagne
stretta
fra le mani.
"Vedo che sei
riuscita a venire, ma, purtroppo,
senza il vestito giusto...” e, con uno sciocco di dita, fece
comparire addosso
a lei un lungo vestito rosso e delle scarpe nere con il tacco, mentre
uno
splendido gioiello si andò ad adagiare sul suo collo.
La ragazza rimase
sconvolta da tutto ciò e, anzi, si
arrabbiò anche con lui.
"Sei uno psicopatico,
per caso? Cosa significa
tutto questo?"
Quello
spostò una delle due sedie, per farla
accomodare: “Che voglio cenare con una splendida ragazza..."
e sorrise.
Brenda,
però, rimase ferma dov’era, anzi,
scoppiò
anche a ridere: "Sei fuori di testa se pensi che mi siederò
qui con il
peggior nemico della mia migliore amica. Perciò riportami
subito dov’ero prima,
razza di idiota del caos o come diavolo vi fate chiamare!"
Terence,
però, la ignorò, andando ad accomodarsi
dall’altra parte del tavolo: "Tu non vai da nessuna parte,
tesoro. Non mi
dire che i tacchi e il vestito non sono di tuo gradimento... Eppure,
fino a
poco tempo fa era questo il tuo mondo, o sbaglio?"
L’altra non
rispose, voltandogli le spalle per
dirigersi verso la porta, sempre più arrabbiata: "Tu sei
malato! Me ne
vado da sola da qui!" ma, quando la raggiunse, si accorse che era
chiusa,
protetta con un campo di forze. Provò anche le finestre
più vicine, ma non
ottenne risultati neanche lì.
L’uomo alle
sue spalle rise: "Sei proprio
adorabile quando ti arrabbi e cerchi di fuggire, sai?"
Holbrook, Arizona
Rimaste sole, Jade ed
Eve iniziarono ad aggirarsi per
il cimitero, anche se la prima era ancora preoccupata per le sorti
dell’amica.
"Eve, dobbiamo andare
dai miei amici, sono in un
motel qua vicino. Loro ci aiuteranno. Ok?"
"E la tua amica?"
"Brenda sa cavarsela
da sola e sento che non è in
pericolo. Perciò adesso è meglio se mi occupo di
te. Spiegami come ti sei
trovata in questa situazione, va bene?"
Sospirando,
l’altra iniziò a raccontare: "Io e
Gabriel facevamo il liceo insieme ed è stato lì
che, pian piano, mi sono
innamorata di lui. Quando l’ho conosciuto, però,
era un umano.”
"E ora è
morto, giusto?"
Sentendosi debole,
quella si sedette su un muretto con
gli occhi pieni di lacrime: “Esatto! Quando è
girata la voce a scuola che lui
era morto per un banale intervento al ginocchio, a me è
caduto addosso il mondo
intero. Sono rimasta chiusa per giorni nella mia stanza a piangere e
Dio solo
sa quante lacrime ho versato... Pensavo di non aver mai provato un
dolore
simile in tutta la mia vita e lentamente stavo perdendo me stessa."
Alle sue parole,
anche Jade si commosse: "Ma come
è potuto morire, se, come hai detto, era un banale
intervento?"
“Non
è possibile e infatti qualche giorno dopo scoprì
che era una menzogna. I suoi genitori mi raccontarono che, in
realtà, Gabriel
soffriva di una malattia rara che colpisce una persona su un milione.
Sapeva di
stare morendo, ma preferì non dirmi nulla, finchè
un giorno, mentre mi rigiravo
nel letto cercando di prendere sonno, non l'ho visto seduto accanto a
me che mi
osservava."
"Era diventato un
vampiro, vero? – si intromise
Jade, sconvolta - Come aveva fatto?"
"Quando era ancora
umano e vivo, farneticava di
aver stretto una sorta di patto con i vampiri per essere trasformato.
Mi aveva
anche raccontato della malattia, ma era così sorridente e
spensierato che non
ci avevo creduto, pensando fosse una sua invenzione. Sai, lui scrivere
storie sul
soprannaturale, era la sua passione...”
"Secondo te,
perché ha fatto tutto questo? E che
genere di patto aveva stretto?"
Eve
sospirò, afflitta: "Mi disse di aver fatto
tutto questo per amore, perchè non voleva lasciarmi. Per
quanto riguarda il patto,
non ne ho idea. Comunque sia, inizialmente io non ero spaventata, anzi,
ero
felice di vederlo vivo e non mi interessava che fosse diventato un
vampiro,
perchè io lo amavo con tutta me stessa."
“Ma...?”
"Per un certo periodo
andò tutto bene: era gentile,
romantico, sensibile. Ma, circa sette mesi fa, tutto cambiò:
diventò violento
contro chi mi veniva accanto, mi perseguitava anche in casa mia,
temendo che io
non lo amassi più e in poco tempo diventai per lui una
specie di ossessione.”
Jade
annuì, capendo perfettamente la situazione e le
mise una mano sul braccio, comprensiva: "Ascolta Eve... io so
perfettamente cosa è successo a Gabriel: si chiamano
disordini. Il tuo Gabriel
non è quello di prima, perchè circa sette mesi fa
è stato infettato da questi
disordini."
"Quindi mi stai
dicendo che il suo comportamento
non dipende da lui?" le chiese la ragazza con gli occhi pieni di
speranza.
"Esatto Eve!
– strinse le mani nelle sue - E ti
prometto che ti restituirò il Gabriel che conoscevi.
D’accordo?"
Nel frattempo, i
ragazzi erano ancora bloccati nella
loro stanza al motel e Zack per passare il tempo pensò di
lanciare una pallina
da tennis contro il muro, mentre l’altro cercava una
soluzione.
“E’
inutile che cerchi un contro incantesimo: non lo
troverai.”
L’altro,
che stava sfogliando nervosamente le pagine
del Libro, alzò la testa e gli lanciò
un’occhiataccia: “Ti pregherei di
chiudere la bocca, grazie. Cavolo, non posso credere che Jade mi abbia
fatto
questo per davvero!”
L’amico,
stupito, si bloccò: “Non ti è mai
passato per
quella zucca vuota che hai per cervello che Jade ti ama a tal punto da
chiuderti qui dentro?”
“Certo, ma
lei, però, si è dimenticata che in passato
sono stato esiliato in una prigione infernale per molto tempo. Non
è stata
un’esperienza piacevole e lei dovrebbe sapere che non mi va
affatto di
riviverla...”
“Secondo me
lei lo sa perfettamente, per questo ti ha
lasciato con me, idiota!” e riprese a giocare.
Villa di Terence,
Augusta, Maine
Brenda, alla fine, si
era seduta a tavola, ma
continuava a essere molto infastidita dalla situazione.
“Sappi che,
anche se mi sono seduta, non vuol dire che
gradisco stare qui, chiaro? – chiarì subito,
leggermente isterica - Lo faccio
solo per far finire il prima possibile questa cena infernale e tornare
da
Jade.”
L’altro,
divertito, le sorrise: “Sai, trovo molto
affascinante il modo in cui ti esprimi. Altro Champagne?”
“E per
cosa? – ribatté, infastidita, coprendo il
bicchiere con una mano - Per farmi ubriacare e portarmi nella tua
camera da
letto demoniaca? No, grazie! Preferisco restare sobria, così
ti posso prendere
meglio a calci se tenti di avvicinarti a me!”
“Oh, mia
cara Brenda… – rise - sei proprio uno spasso,
sai?”
Improvvisamente,
però, dalle scale scese Heith e la
ragazza si alzò in piedi di scatto, facendo quasi cadere la
sedia.
“E questa
cosa ci fa qui?”
Quando anche
l’uomo notò la nuova arrivata, il suo
volto divenne una maschera di rabbia: “Heith, cosa sei venuta
a fare qui? Non
vedi che sono in compagnia?”
“Lo vedo.
– replicò, squadrando Brenda dalla testa ai
piedi – Ma lo sai che questa è anche casa
mia.”
La ragazza
iniziò a gridare per la rabbia, sentendo la
novità: “Che storia è mai questa? Non
mi dire che adesso questa è con voi!”
“Non sono
affari tuoi. E comunque lei adesso se ne va,
non preoccuparti.”
“Io non
vado proprio da nessuna parte, al massimo è
lei quella che deve andarsene!”
Brenda si
voltò verso di lei e le lanciò
un’occhiataccia: “Smetti subito di dare fiato a
quella bocca da sgualdrinella,
io voglio andarmene da qui più di quanto pensi, ma non posso
farlo, purtroppo!”
“A chi hai
detto sgualdrina?!?” si infuriò la strega
e, alzando un braccio, la scaraventò contro il muro.
Terence si mise in
mezzo, cercando di fermarla:
“Adesso basta!” e Brenda ne approfittò
per rialzarsi.
“Usi il tuo
potere contro di me, eh? Adesso vedremo!”
e, con la telepatia, intercettò la sua prossima mossa e la
usò contro di lei,
facendola rotolare giù per le scale.
Mentre quella,
arrabbiata, si rialzava con fatica, la
ragazza rimase sinceramente sorpresa di quanto era riuscita a fare.
“Come
diavolo hai fatto, maledetta?! Giuro che adesso
ti farò a pezzi e poi ti darò in pasto alle
bestie!”
Sicura di
sè, l’altra iniziò ad avanzare:
“Fatti
sotto, puttana!”
Ma Terence, con loro
sommo dispiacere, le fermò.
“Adesso basta, voi due! Questa serata è
chiaramente giunta al termine.”
Heith
ghignò: “Meglio per te che sia così,
perchè sono
a tanto così dal dire tutto a John.”
Brenda la
ignorò totalmente, continuando a inveire
contro l’uomo: “Rimandami immediatamente indietro e
non azzardarti mai più a
portarmi qui. Chiaro?”
“Va bene,
va bene. Tu ritornerai da dove sei venuta,
ma tu – e puntò l’indice contro la
strega – vedi di sparire immediatamente
dalla mia vista.”
“Voi due
siete malati. Vedi di sbrigarti” e aveva
appena terminato la frase che, con uno schioccò di dita,
Terence la fece
scomparire. Non prima di aver scambiato con lei uno sguardo molto
intenso e
complice, ovviamente.
Quando se ne
andò, Heith era ormai alle spalle di
Terence e gli chiese, molto più gentile di pochi secondi
prima: “Ami quella
ragazza, vero? Allora non ti conosco davvero come pensavo,
Terence!”
L’altro
sospirò, deluso: “So che dobbiamo vivere
insieme in questa villa, ma voglio che tu rispetti i miei spazi,
d’accordo?”
“D’accordo,
ma posso dirti una cosa prima di
andarmene?”
“Basta che
sia davvero l’ultima.”
“Ho
conosciuto persone davvero malvagie, me compresa,
ma non penso tu sia davvero come noi. Ora che ci penso, non ho mai
capito il
tuo ruolo in questa battaglia e, sinceramente, ho appena avuto la
dimostrazione
che, per me, tu rimani ancora un mistero” e, senza aggiungere
altro, se ne
andò, lasciando Terence fermo in mezzo alla sala, in preda
alla confusione più
totale.
Holbrook, Arizona
Brenda ricomparve nel
punto esatto in cui era sparita,
ma, con sua grande sorpresa, non trovò nessuno ad aspettarla.
“Accidenti,
dove saranno Jade ed Eve? L’unica cosa che
posso fare a questo punto è tornare al motel” e
iniziò a correre, sperando di
raggiungerli al più presto.
Intanto,
però, le due ragazze erano poco lontano da
lei, rinchiuse in un vecchio mausoleo e circondate dalla banda di
vampiri.
“Parliamo
piano e cerchiamo di non fare rumore, ok? I
vampiri hanno un udito molto sviluppato” sussurrò
Jade all’altra, spaventata a
morte.
“Cosa
facciamo se capiscono che siamo qui? Ci hanno
circondate!”
All’esterno,
Gabriel iniziò a chiamarla, suadente:
“Eeeveeee... lo so che sei qui. Sento il tuo cuoricino
battere forte, mio
tesoro...”
Quella,
all’interno, scoppiò a piangere, disperata:
“Ci ha trovate, ci ha trovate! Cosa facciamo adesso,
Jade?”
La strega,
però, si fece prendere dal panico e, senza
sapere come, riuscì a proiettarsi astralmente e a
raggiungere i suoi amici al
motel.
Zack, ancora
impegnato a giocare sul letto si voltò di
scatto e la vide, ferma al centro della stanza.
“Wow!
Sei... sei una proiezione astrale, vero? Non hai
più questo potere, come hai fatto?”
Lei, però,
era stupita quanto loro: “Non lo so, ma
adesso non c’è tempo per spiegare. Cercate sul
libro il capitolo sui vampiri e
ditemi tutto su come liberarmi di loro, ok? E fate in fretta,
perchè sto per
tornare nel mio corpo!”
Samuel, che stava
ancora sfogliando il libro, si
precipitò a cercare la pagina giusta.
Vampiri
Sono
esseri immortali creati da altri vampiri tramite
il famoso “morso del vampiro”. I mortali che
muoiono con sangue di vampiro in
circolo vengono chiamati “soggetti in stato di
transizione”, in quanto non
hanno completano del tutto la loro trasformazione. Quando
ciò accade, però,
egli ha un’amplificazione delle sue emozione umane e un
potenziamento fuori dal
comune dei suoi sensi (quindi super udito, super velocità,
etc.)
*Come
eliminare un
vampiro: esponendolo al sole,
con un paletto di legno nel cuore, oppure bruciandolo
con il fuoco.
*Motivi
che
spingono i mortali a diventare vampiri: i mortali stringono
patti con i vampiri per essere immortali come loro,
vivere un amore eterno, oppure perché temono la morte. I
vampiri accolgono
questi tipi di richieste da parte dei mortali solo in cambio della loro
anima,
in quanto risulta essere un’ottima merce di scambio nel mondo
demoniaco.
*I
vampiri infettati dai disordini subiscono
alterazioni a livello emotivo, diventando veramente malvagi. Essi sono
immuni
alla magia, al fuoco e a qualsiasi cosa uccide un vampiro normale. In
particolare, essi possono entrare in ogni abitazione senza essere
invitati.
*Incantesimo
per
purificare un vampiro: “Disordine che pervade
nelle menti
più malsane, esci fuori da questo corpo e va lontano, senza
far più ritorno”
Jade sentiva di stare
per ritornare nel proprio corpo,
così, allarmata, chiese a Samuel di sbrigarsi a leggere.
“Presto,
cosa c’è scritto?”
“Jade,
– si intromise Zack - forse hai bisogno di una mano.
Lasciami uscire!”
Lei lo
guardò per un attimo, poi annuì:
“D’accordo,
sei libero.”
Il demone,
però, si arrabbiò molto: “E io? Fa
uscire
anche me!”
“Tu non vai
proprio da nessuna parte! E ora dimmi
l’incantesimo.”
“Fammi
uscire o non te lo dico!” replicò
l’altro,
offeso.
Preoccupato e
infastidito dal comportamento
dell’amico, Zack si intromise: “Avanti, non
è il momento di fare il bambino!
Jade, l’incantesimo è: Disordine che pervade
nelle menti più malsane, esci fuori da questo corpo e
va lontano, senza far più ritorno...” fece appena
in tempo a finire di ripeterlo, che la ragazza scomparve dalla stanza.
“No!”
gridò Samuel, nel vederla sparire.
“Cosa
c’è?”
“Non le ho
dato certe informazioni importanti sul
vampiro infettato!”
“Tranquillo,
sto andando ad aiutarla” lo rassicurò,
uscendo dalla stanza.
A un paio di
chilometri di distanza, intanto, Eve
stava osservando preoccupata Jade, appena ritornata nel suo corpo.
“Hey Jade,
cosa ti è successo? E’ diversi minuti che
ti chiamo, ma non rispondi.”
“Ho
avvertito i miei amici, perciò adesso dobbiamo
uscire da qui e andare in un altro posto. Casa tua è molto
lontana da qui?”
“Non
molto.”
“Bene,
allora dovremmo fare una bella corsa. Uscite da
qui, dobbiamo essere come fulmini, ok?”
Eve la
guardò in modo strano, spaventata e
preoccupata: “Ma loro sono velocissimi!”
“Non
preoccuparti, se dovessero raggiungerci, saprò
come difenderci. Ok?”
Le due, quindi, si
presero per mano e corsero fuori,
subito notate da Gabriel e dalla sua banda, appostati lì
vicino.
“Eccole!
Dove credete di andare?”
Mentre correva, Jade
provò ad agitare le mani per
bloccarlo, ma fallì.
“Perché
non si bloccano?”
“Corriamo!
Ci raggiungono, lascia perdere, credo siano
immuni alla magia.”
“Allora
acceleriamo, Eve!”
Intanto, Zack vagava
per la città, cercando di trovare
le due ragazzi e, girando l’ennesimo angolo, si
scontrò con Brenda, facendola
cadere a terra.
“Stai
attento a dove vai!”
Lui alzò
lo sguardo, sorpreso: “Brenda? Ma non eri con
Jade?”
“Zack!
– esclamò quella, altrettanto stupita - Come
hai fatto ad uscire dal motel?”
Le porse una mano e
l’aiutò a rialzarsi: “Adesso non
c’è tempo per spiegare, portami da Jade!”
“Mi
dispiace, ma io non ero con lei, ma non chiedermi
nulla, perchè non ho tempo di risponderti. Comunque,
l’ultima volta che l’ho
vista, eravamo in un cimitero, ma ora non so dove sia. Come facciamo a
trovarla?”
“Se
riuscissi grazie al mio potere ad accedere al
sistema di telecamere della città, forse potrei
scoprirlo...”
“Pensi di
poterlo fare?”
Zack chiuse gli
occhi, cercando di concentrarsi:
“Posso provarci. Allora… qui niente, qui nemmeno.
Aspetta! Per caso è in
compagnia?”
“Sì,
sì, di una ragazza di nome Eve!”
“Allora
è lei! Andiamo, non sono molto lontane da qui.
Ho visto anche che sono inseguite, perciò facciamo in
fretta!” i due iniziarono
a correre, più veloci che potevano.
“Ma le hai
davvero viste attraverso una telecamera?”
gli chiese lei, dubbiosa.
“Certo!
Sono un tecnopatico, perciò posso entrare con
la mente dentro ogni macchina presente su questo pianeta. Bello,
vero?”
“Già..
io, invece, con il mio posso usare quelli degli
altri, però è una lunga storia, perciò
ora andiamo!”
“C-come
Samuel?”
“Diciamo…adesso
corriamo, non dobbiamo distrarci!”
Nello stesso momento,
poco lontano, le due ragazze
stavano continuando a correre, finchè Eve non
rallentò.
“Ecco!
Siamo arrivate a casa mia!”
“Presto,
entriamo!” gridò Jade, guardandosi alle
spalle, così spalancarono la porta e si precipitarono
dentro, inciampando
nell’ingresso e lasciandola, perciò, aperta.
Jade si
rialzò a fatica, un po’ stordita per la corsa
e la caduta: “Stai bene, Eve?”
“Ho battuto
la testa, ma niente di grave. Non
preoccuparti.”
Non appena
finì la frase, sulla porta comparve
Gabriel.
“Quanta
fretta, ragazze!”
Eve
scoppiò a piangere, disperata: “Cosa vuoi da me?
Smetti di tormentarmi, ti prego!”
Jade,
però, si affrettò a tranquillizzarla:
“Sta
calma! Non può entrare se non lo inviti. Perché
tu gli hai negato l’invito,
vero?”
“Sì,
sì, da quando ha iniziato a entrare di nascosto.
Tranquilla.”
Con loro grande
sorpresa, però, il ragazzo fece un
passo all’interno, sorridendo alle due.
“Ma tu
guarda! Non mi serve un invito per entrare!”
“Jade,
è dentro casa!” urlò Eve, terrorizzata.
“Tranquilla,
ci penso io: Disordine
che pervade nelle menti più
malsane, esci fuori da questo corpo e va lontano, senza ritorno...”
Non appena
pronunciò l’incantesimo, Gabriel iniziò
a
vacillare e ad emettere strani versi con la bocca, poi alzò
lo sguardo e
scoppiò a ridere.
“Ci siete
cascate! Credevi davvero bastasse una
formuletta da strega per annientarmi? I vampiri infettati sono immuni
alla magia,
prescelta. Dovresti leggere il tuo libricino più
attentamente, sai?”
Jade lo
guardò sconvolta: “Non è
possibile!”
Quello le sorrise,
afferrando il collo di Eve e
sollevandola da terra: “Invece ci devi credere, mia cara. E,
se Eve non sarà
mia, non sarà di nessun’altro!”
Quella,
però, nonostante la paura e le lacrime che le
scendevano copiose lungo le guance, trovò la forza di
liberarsi e di tirargli
uno schiaffo.
“Smettila!
Torna in te! Jade mi ha detto che a
cambiarti è stato un disordine, perciò devi
combatterlo, perché io rivoglio il
Gabriel di cui mi sono innamorata, chiaro? Io ti amo, ti amo con tutta
me
stessa e morirei senza di te...”
Il ragazzo rimase
sorpreso e senza parole di fronte a
una simile dichiarazione e tacque, immobile.
Anche Jade rimase
commossa e si rivolse direttamente a
lui, sperando di riuscire ad aiutarlo: “Ascoltala, Gabriel...
puoi combattere
quello che c’è dentro di te. Non perdere la tua
Eve, combatti!”
E, improvvisamente,
un denso fumo nero abbandonò il
suo corpo e lui, tornato normale, riuscì a guardare negli
occhi la sua amata.
“Eve!
– le prese le mani - Perdonami per quello che ti
ho fatto. Ti giuro che non riuscivo a controllarmi...”
Lei, notando il
cambiamento, gli saltò addosso, lo
baciò e lo abbracciò: “Tranquillo,
Gabriel, ora sei di nuovo te stesso.”
Proprio in quel
momento, fecero irruzione in casa Zack
e Brenda.
“Jade,
siamo qui! – chiamò la ragazza - Dove sei,
vampiro maledetto!”
Vedendoli, la strega
sorrise con gli occhi ancora
lucidi: “Meglio tardi che mai, giusto, ragazzi? Qui
è tutto risolto, non
preoccupatevi.”
Gabriel, non appena
riconobbe la nuova arrivata, si
avvicinò a lei: “Scusami se prima vi ho aggredite,
non ero in me. Vi chiedo
perdono...”
La ragazza,
affascinata da lui, gli sorrise: “Non
preoccuparti, un bel bocconcino come te non ha bisogno di chiedere
scusa.”
Zack le
lanciò un’occhiataccia: “Sempre la
solita,
eh?” e tutti scoppiarono a ridere.
Il giorno dopo
Prima di partire, i
ragazzi passarono da casa di Eve
per salutarla. Mentre Zack e Brenda aspettavano fuori in auto, Jade
entrò con
Samuel, per presentarglielo.
“Ciao,
ragazzi, lui è Samuel, il mio fidanzato.”
Gabriel gli strinse
subito la mano: “Piacere di
conoscerti. Sei un demone, vero? Scusa, ma il mio naso da vampiro
è attivo 24
ore su 24!” rise.
“Ma no,
figurati! È la tua natura, perchè
negarla?”
Mentre i due
continuavano a chiacchierare del più e
del meno, le ragazze si misero in disparte a parlare.
“Ora
capisco – iniziò Eve - perché hai
voluto
aiutarmi: sapevi cosa significa amare una persona… diversa!
Una persona che
viene giudicata male e che solo noi possiamo capire.”
Jade sorrise,
prendendole le mani: “La tua storia mi
ha davvero commossa, veramente.Ho trovato molte somiglianze tra noi due
e sono
contenta che alla fine tu abbia ritrovato il tuo Gabriel dopo tanto
tempo. Poi,
ti ammiro per la tua fermezza… voglio dire: sei una mortale
e avere a che fare
con vampiri, demoni e disordini non è di certo
all’ordine del giorno!”
L’altra
comprese e annuì: “Mi ha fatto molto piacere
conoscerti e spero che tu possa portare a termine il tuo compito. Non
arrenderti mai quando si tratta della persona che ami, ricordatelo
sempre!”
“Tranquilla,
– le rispose, guardando con occhi
innamorati il suo Samuel - non mi arrenderò mai. Credo
davvero di aver trovato
il vero amore e nessuna meglio di te può capire cosa
intendo..”
Pochi minuti dopo, i
ragazzi salutarono, preparandosi
a uscire. Prima di varcare la porta, però, Samuel aveva
ancora un’ultima
domanda per Gabriel.
“Come farai
con la banda di vampiri in città?”
“Tranquillo,
non sono poi così minacciosi. E poi sarei
io il loro capo, adesso: ci penso io!” e i due se andarono
via sereni, con la
certezza di aver conosciuto due persone speciali.
I quattro ragazzi
poterono, così, ricominciare il
viaggio, ma ora le cose si stavano facendo serie e non potevano
più fare finta
di niente.
“Credo
– esordì Jade – che sia ora di far
visita ad un
altro membro dei cinque. Torniamo al confine, o andiamo direttamente
alla villa
di Kendra? Adesso basta giocare!
CONTINUA NEL
QUATTORDICESIMO EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE: Demon &
Witch vi aspetta lunedì prossimo con un nuovo episodio, la
2x14 "Il sussurro", non mancate. Ricordate di lasciare il vostro
commento al capitolo, anche breve. Buona settimana stregata!
|
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Capitolo 14 *** 2x14-Il sussurro ***
CAPITOLO
QUATTORDICI
"Whispers
Persuade"
Oregon,
presso il confine
Grazie al
potere di Samuel di
teletrasportarsi, i ragazzi riuscirono in poco tempo a raggiungere
l’Oregon e,
più precisamente, il punto in cui lui e Jade erano stati
risucchiati dallo
strano muro nero. Subito scesero dall’auto e Zack si
complimentò sinceramente
con l’amico.
“Ci
era mancato questo potere, sai?
Abbiamo percorso migliaia di chilometri in pochi secondi!”
Jade,
però, non era altrettanto
d’accordo, anzi era infastidita dal suo avere le stesse
abilità del Nonno: “Sì,
certo. Ci era proprio mancato!”
Notando il
suo comportamento e cogliendo
l’ironia, il diretto interessato sospirò:
“Ti prego, Jade. Non dirmi che la
cosa ti infastidisce ancora... Ne avevamo già parlato e mi
sembrava avessimo
chiarito. O sbaglio?”
“Lo
so, è solo che la cosa mi da i brividi,
perchè mi fa pensare a quel mostro di John.”
Lui,
comprendendo, le accarezzò con
dolcezza il viso: “Io non diventerò un mostro. Non
con te accanto, Jade...”
Fu a quel
punto che, sbuffando, Brenda
li interruppe: “Ragazzi, abbiamo del lavoro da fare,
dimenticate?”
Intanto
Zack, con il computer appoggiato
sulla macchina, stava già facendo le sue solite ricerche:
“Il mio computer non
percepisce nulla! Sembra che quel confine, o muro nero che sia, sia
sparito
definitivamente!”
Samuel,
però, era scettico: “Secondo me,
invece, è sempre qui, solo che non possiamo più
vederlo, né percepirlo.”
“Quindi,
– si intromise Jade - ci stai
dicendo che John e Terence hanno fatto qualcosa per farlo sparire e
impedirci
di seguirlo fino alle cinque ville?”
“Pensateci:
Faith, uno dei cinque, muore
nell’esplosione. Poco dopo, ci compare davanti questo vasto
muro nero, John e
Terence se ne accorgono e vengono a controllare, poi vanno via e
magicamente
questo scompare di nuovo. Un po’ strano, non
trovate?”
“Vorresti
dire che qualcuno ha preso il
posto di Faith e che, ricostituito il potere dei cinque, i confini
svaniscono
nuovamente dalla nostra vista?”
“Ma
chi potrebbe averlo fatto?” tutti si
lanciarono uno sguardo perplesso e Brenda capì che era il
momento di dire la
verità sulla sua misteriosa sparizione del giorno prima.
“Heith!”
“Heith?
– chiesero – E come fai a
saperlo?”
Quella
abbassò gli occhi, imbarazzata:
“Okay, c’è una cosa che dovete sapere e
che finora vi ho tenuto nascosta: a
quanto pare, Terence è interessato a me. L’ho
scoperto con il mio potere, la
sera stessa in cui l’ho acquisito, allora l’ho
raccontato a Jade e lei mi ha
semplicemente raccomandato di stare attenta. Solo che, mentre eravamo
impegnati
con il vampiro Gabriel, lui mi ha evocato nel suo castello con un
incantesimo.”
“Ecco
perché sei scomparsa per ore! –
esclamò l’amica, capendo finalmente cosa era
successo - Comunque non si spiega
ancora cosa c’entri Heith.”
“Da
quel che ho capito, Heith e Terence
condividono la stessa villa e lei l’ha minacciato di rivelare
a John della
cena.”
Jade
alzò gli occhi al cielo, sospirando
infastidita: “Vedo che non ha perso tempo… Non la
sopporto!”
“Quindi
adesso cosa facciamo?”
Samuel, che
era il più pratico del
gruppo, ci pensò su un attimo, poi espose il piano:
“Si passa al piano B, ovviamente:
tornare alla villa di Xandra e usare una delle
porte-passaggio.”
I quattro,
quindi, risalirono in auto,
pronti per ripartire, ma furono bloccati dal rumore di rami spezzati
proveniente dalla foresta vicina.
“Cos’è
stato?” chiese Jade, spaventata, mentre
Samuel si guardava intorno circospetto.
“Non
lo so, ma con il potere di Brenda
sento una strana presenza psichica.”
La ragazza
in questione, a quel punto,
senza alcun timore scese dall’auto, imbracciando la balestra:
“Ci penso io!”
chiuse gli occhi e, ascoltando i pensieri nella sua testa,
riuscì a localizzare
gli intrusi. Poi, scoccò una freccia a destra, una sinistra
e, infine, una
sopra a un albero, seguite, pochi secondi dopo, dal rumore di corpi che
cadevano.
Gli amici,
nel vedere quello che aveva
fatto, rimasero letteralmente senza parole.
“Non
ho mai visto nulla del genere… come
diavolo hai fatto? Chi sei tu e cosa ne hai fatto di
Brenda?!?” esclamò Zack,
sconvolto, esprimendo i pensieri di tutti.
La ragazza
sorrise, compiaciuta: “La
vecchia Brenda non esiste più. Diciamo che ho sviluppato
diverse abilità,
grazie al mio potere...”
Jade la
osservò a lungo, poi, nel sentire
le sue parole, annuì, convinta: “Wow, quasi non ti
riconoscevo quando hai fatto
quella cosa con la balestra a occhi chiusi!”
Intanto,
Samuel aveva trascinato più
vicino i cadaveri: si trattava di strane creature dal corpo blu, con
piccole
corna bianche sulla fronte.
Non appena
lì vide, Zack riuscì a
identificarli: “Sono Japagi! Demoni agili e veloci che
vengono assoldati per
raccogliere informazioni.”
Tutti si
girarono a guardarlo,
sconvolti: “Come puoi identificarli senza nemmeno aver
controllato sul Libro?”
“Ho
letto molte volte il Libro, - praticamente
lo conosco a memoria – in più, grazie al mio
potere ho una specie di memoria
fotografica che mi permette di ricordare alcune delle varie
illustrazioni.”
Samuel,
però, interruppe bruscamente la
conversazione, non volendo perdere altro tempo: “Okay,
è davvero formidabile
che tutti abbiamo delle super abilità, ma dobbiamo muoverci
in fretta. Mi
sembra ovvio che questi Japagi sono stati mandati da John per
controllarci,
perciò andiamo!”
Nei pressi
della villa di Xandra, Savannah, Georgia
Ancora una
volta, Samuel riuscì a
teletrasportare tutti quanti, ma, stavolta, la destinazione fu la
Georgia.
“Mi
raccomando, – disse a tutti, mentre
scendevano dall’auto - prendete tutto quello che vi serve,
non dimenticate
nulla. Potremmo restare via molto a lungo. Ok?”
“Io
ho solo la mia balestra!” rispose
Brenda, mostrandogliela.
Jade,
invece, controllò la sua borsa:
“Io ho preso la bussola e il Libro. Non ho altro in
macchina.”
“Io
ho il mio computer, come sempre!”
concluse Zack.
“Bene,
state dietro di me e non fate
rumore, ok? I demoni di Xandra potrebbero essere appostati intorno alla
villa.”
A quel
punto, Brenda decise di chiudere
gli occhi e concentrarsi, in modo da avere la certezza di essere soli:
“Io
credo non ci sia nessuno. Non sento alcun pensiero, a parte i
vostri.”
“Forse
i demoni non pensano, ecco perché
non li senti!” le sussurrò Zack, sarcastico,
mentre le passava accanto.
Giunti di
fronte alla porta, Samuel
l’aprì e, lentamente e prestando la massima
attenzione, entrò; anche
nell’ingresso, però, non c’era anima
viva.
“Entrate,
via libera!” urlò agli altri,
rimasti fuori.
Zack
varcò la soglia perplesso,
guardandosi intorno: “Strano che non ci sia nessuno.
L’ultima volta che siamo
stati qui era pieno di demoni.”
“Forse
sono nei sotterranei.”
“Guarda
caso, proprio dove dobbiamo
andare noi!” esclamò Jade, seccata.
I quattro,
allora, decisero di separarsi
ed esaminare ogni stanza. A Brenda spettò il soggiorno e,
quando entrò, si
trovò davanti una scena talmente sconcertante che
iniziò a urlare, attirando
l’attenzione degli altri, che accorsero subito da lei.
“Cosa
sta succedendo? Perché hai gridato?!”
Quella,
però, era troppo sconvolta e non
disse nulla, limitandosi a indicare un punto davanti a lei:
lì giaceva Xandra
con una corda al collo, sollevata a pochi metri da terra e,
chiaramente, ormai
senza vita. L’orribile visione sconvolse tutti.
“Cosa
significa? Perché si è tolta la
vita?” chiese Jade agli altri, sperando ne capissero di
più.
“Questo
lo può sapere solo lei. – le
rispose Samuel - Tuttavia, questo va a nostro favore.”
Quella
annuì, per poi avvicinarsi al camino
ancora accesso; quando si appoggiò, però, ebbe
una visione.
John
comparve davanti a Xandra, proprio quando questa stava per immergersi
nella vasca da bagno. Lei lo vide in tempo e cercò di
sedurlo, ma quello la
ignorò, rivolgendosi minaccioso a lei.
“Dove
sei stata?”
“Cosa?
Da nessuna parte, perchè?”
Lui,
allora, le tirò uno schiaffo, accusandola di mentire e
quella,
spaventata, confessò la verità.
“Sono
stata da Faith! Uno dei prescelti ha usato la mia porta-passaggio e
ho voluto avvertirla.”
Ma quello
si arrabbiò, dicendole che non avrebbe dovuto lasciare la
villa.
“Mi
sento una prigioniera e non voglio più esserlo. –
urlò quella -
Liberami, ti prego! Non voglio più essere una di voi! Mi hai
sentito? Liberami,
John!” ma quello, senza risponderle, se ne andò.
Jade
tornò quasi subito in sè e gli
occhi le si riempirono di lacrime per ciò che aveva visto.
“Ora
so perché si è tolta la vita: si
sentiva sola, come... imprigionata in questa immensa villa.”
Samuel
annuì, comprensivo: “Anche io ho
ricevuto la premonizione. A quanto pare, Xandra non mentiva, non sapeva
davvero
nulla dei piani di John: i cinque membri sono soltanto pedine. Vivono
in queste
cinque ville, ma in realtà non sanno qual è lo
scopo di tutto questo.”
“Questo
perché – aggiunse Zack – John ha
dato loro tutto. Voglio dire… se mi dessero poteri
straordinari e una villa del
genere, penso che anche a me poco importerebbe di tutto il resto.
No?”
Brenda,
sentendoli, scosse la testa,
incapace di smettere di guardare il cadavere accanto a sè,
pur essendone profondamente
disgustata: “Sentite, non so voi, ma a me sta vendendo da
vomitare. Andiamo
via, o avete altri commenti da fare?”
“Andiamo!
L’entrata dei sotterranei è
dall’altra parte della villa.”
Come
avevano già fatto la volta
precedente, i ragazzi raggiunsero i sotterranei, discesero la scalinata
e poi,
dopo aver percorso il corridoio, giunsero nella stanza con le
porte-passaggio e
fu Brenda a sollevare il dilemma su cui si stavano arrovellando tutti.
“Rey,
Devon o Terence?”
Jade ci
pensò su un attimo, poi rispose:
“Mi sembra ovvio che non andremo da Terence, dato che
c’è anche Heith. Poi,
secondo me la mossa migliore sarebbe affrontare i cinque membri uno per
uno,
non come l’ultima volta, quando siamo tutti morti. Che ne
pensate?”
Samuel
l’appoggiò subito: “Sì, hai
ragione. Ora la scelta rimane tra Devon e Rey. Io direi di far
scegliere a
Brenda, visto che si tratta di due ragazzi” e rivolse alla
diretta interessata
un sorrisino.
Quella,
però, non apprezzò affatto
l’ironia: “Ma che idiota! Comunque, se proprio devo
scegliere, allora Devon.”
Zack non
poté resistere dal
punzecchiarla ancora: “L’hai scelto
perché è il nome del tuo ragazzo ideale,
per caso?” ma quella non gli rispose, lanciandogli
un’occhiataccia.
Scuotendo
la testa, Jade li zittì: “Dai,
ragazzi, basta!”
Subito
Samuel tornò in sè, pratico come
sempre: “Già! Bando alle chiacchere, è
ora di andare!”
E,
così come avevano deciso, varcarono
la porta-passaggio di Devon, pronti ad affrontare ciò che li
aspettava
dall’altra parte.
Villa di
Devon, San Diego, California
Quando
arrivarono dall’altra parte,
Brenda si guardò subito attorno, molto stupita.
“Certo
che queste ville sono tutte
uguali, eh? Sembra di essere ancora nell’altra!”
Subito,
Zack, preoccupato, la zittì:
“Shhhhhh! Vuoi farci scoprire? Guarda che, al contrario della
villa precedente,
il proprietario di questa è ancora vivo!”
Intanto,
Samuel si era subito messo al
lavoro e comunicò anche agli altri le sue scoperte:
“Sto usando il potere di
Brenda e la villa è vuota, al momento.”
Ma i due lo
ignorarono, perchè la
ragazza in quel momento stava tirando per vendetta piccoli schiaffi
all’altro:
“Chiedimi subito scusa, mi hai fatto la morale per niente,
idiota!”
Jade, nel
vederli, scosse la testa,
infastidita dai loro continui battibecchi: “Ragazzi, per
favore!”
I quattro,
allora, decisero di uscire
dalla villa, per scoprire dove erano finiti e subito la bussola
iniziò ad
attivarsi, come impazzita.
“Guardate,
ragazzi: dev’esserci un forte
flusso di disordini in città.”
Zack,
allora, decise che era arrivato il
momento di usare il suo potere: “Adesso provo ad accedere
alle telecamere di
tutta la città e a vedere se c’è
qualcosa di anomalo, ok?”
Jade,
preoccupata, gli mise fretta: “Fai
presto, però. Qualcuno potrebbe essere in
pericolo!” ma così riuscì solo a
innervosirlo.
“Ecco,
aspetta, ho trovato: c’è un uomo
in piedi su un ponte. Credo si stia per… gettare nel
vuoto...”
Brenda gli
lanciò un’occhiata perplessa:
“Quindi? Un suicidio non può essere naturale? Cosa
c’entrano le forze del
male?”
Il demone,
però, non era d’accordo ed
elaborò subito un piano d’azione.
“Provo
a teletrasportarci nel luogo che
hai visto, ok?” e, in pochi secondi, furono là.
Nel vedere
l’uomo, in procinto di
gettarsi, Jade iniziò a gridare per cercare di fermarlo.
“HEYYYY!!!
Non lo faccia, aspetti!” ma
l’uomo sembrava non reagire, come se non l’avesse
sentita.
“Jade
sta gridando, eppure lui non si
volta.” commentò Brenda.
“Forse
non la sente.” aggiunse Zack.
Fu in quel
momento che la strega notò
qualcosa di strano vicino all’uomo e così lo
indicò anche gli altri: “Ragazzi,
non vedete anche voi quella specie di sagoma trasparente accanto a
lui?”
Anche
Brenda avvertì qualcosa di anomalo
e iniziò a preoccuparsi: “C’è
qualcosa di strano: sento un altro pensiero oltre
a quello dell’uomo...”
“Qualcosa
mi dice che quell’uomo non è
solo, perciò... Che
ciò che ai nostri occhi rimane nascosto, possa rivelarsi
restando al
suo posto... ”
e, alle spalle dell’uomo, comparve una
persona, che subito si voltò verso i quattro.
“Bene,
bene, a quanto pare abbiamo dei
guastafeste!”
“Presto!
– Samuel aveva capito cosa
stava succedendo e si girò verso di lei – Il Libro
si aggiorna ogni volta che
incontriamo uno dei cinque. Controlla che poteri ha!”
E
così fece lei, scoprendo che aveva
ragione il demone: il Libro era cambiato.
I Cinque
del Cigno d’Argento
1.
Devon/ Il
sussurratore = Il suo potere gli consente, sussurrando, di
pilotare i pensieri degli altri. Chi è vittima della sua
magia, però, non ne è
consapevole per via della sua invisibilità
2.
Xandra/
L'incantatrice = Il suo potere
di persuasione le permette di controllare tutti i demoni e metterli al
suo
servizio
3.
Rey/ Il
cacciatore di ombre = Potere sconosciuto
4.
Terence/
Il servitore del caos = Il suo potere gli consente di compiere
mosse estreme di arti marziali durante il combattimento
5. Faith/
La
strega alchimista = Il suo potere le consente di riportare in vita i
morti
dall'oltretomba grazie all'utilizzo della magia nera
Dopo la
lettura, Jade riferì agli amici
quanto aveva appena scoperto: “Lui sussurra! Può
costringerci a fare quello che
vuole: è questo il suo potere.”
In quel
momento, l’uomo in piedi sul
parapetto del ponte si buttò giù, sotto gli occhi
sconvolti dei quattro.
“Fermalo,
Jade! – urlò Brenda,
spaventata - Santo cielo!”
La ragazza,
allora, si sporse e riuscì a
bloccarlo a mezz’aria, per poi farsi da parte e lasciare che
Samuel lo
recuperasse.
Intanto,
Devon, irritato per la loro
intrusione, iniziò ad avanzare minaccioso verso di loro.
“Credo
proprio che con voi dovrò fare un
gran lavoro. Giusto, ragazzi?”
Brenda lo
guardò, terrorizzata: “Sta
lontano da noi!”
Ma quello
la ignorò e si voltò verso la
strega: “Jade? – quella
si voltò - Buttati
di sotto!”
le impose e quella, ovviamente, eseguì sotto lo sguardo
sconvolto
dell’amica.
“Oh
mio Dio... Jadeeeeee!”
Zack prese
subito in mano la situazione
e si affacciò per avvisare Samuel: “Presto,
Samuel! Jade è caduta! Presto!”
E quello,
con l’uomo appoggiato su una
spalla, volò appena in tempo a recuperarla. Il troppo peso,
però, li fece
presto precipitare, facendoli cadere sulla riva del fiume.
A questo
punto, Zack e Brenda erano
rimasti da soli con Devon, che sorrideva compiaciuto, guardandoli
attentamente.
“E
ne restarono solo due!”
Ma, proprio
in quel momento, usando il
teletrasporto, Samuel ricomparve sano e salvo con Jade e
l’uomo.
“Credo
proprio che dovrai rifare i tuoi
conti, sai?”
Quello rise
di gusto, poi gli impose: “Teletrasportati
al circolo
polare artico e restaci.”
E, senza
dire una parola, quello eseguì,
proprio mentre Jade, stordita, si riprendeva dallo svenimento.
“Cosa
è successo?” chiese, guardandosi
intorno.
“Ti
ha costretta a buttarti dal ponte.”
“COOSA?!?
Non me ne sono nemmeno
accorta!”
L’uomo,
che era davanti a loro, nel
sentire le sue parole, rise nuovamente: “E’ questo
il bello del mio potere: le
mie vittime sono inconsapevoli.”
Brenda,
allora, s’infuriò, iniziando ad
inveirgli contro: “Adesso basta! Fai ritornare subito Samuel,
chiaro?”
Jade
pensò di aver sentito male: “Cosa?
Dov’è Samuel?”
“L’ha
costretto a teletrasportarsi al
circolo polare artico. Assurdo!”
“Brrrrrrrr!”
verseggiò Devon,
prendendosi gioco di loro.
Stavolta,
anche la strega si infuriò,
forse più dell’amica: “Fallo ritornare
qui! Subito!”
Irritato
dalla sua arroganza, Devon le
lanciò un’occhiataccia: “Tu non mi dai
ordini, chiaro? Semmai sono io che li do
a te... Vai in
città e usa i tuoi poteri
per…vediamo…svaligiare
una banca!”
e quella, senza reagire, si voltò,
allontanandosi lungo la strada.
Zack,
preoccupato, la rincorse: “Jade, –
le gridò - torna in te! Ti manovra. Reagisci!”
Ma lei
sembrava quasi in trance e anzi,
sentendosi ostacolata, usò il suo potere per liberarsi di
lui, scaraventandolo
a terra. Come prima, Devon assistette ridendo alla scena.
“Non
vi affannate troppo. Le mie vittime
portano sempre a termine ciò che io impongo a loro e non si
fanno intralciare
da nessuno. Questa è la mia città e voi siete a
casa mia. Non potete battermi!”
Brenda,
intanto, cercò di aiutare
l’amico a rialzarsi, sussurrandogli il suo piano:
“Scappiamo! Non abbiamo
possibilità contro di lui. Se rimaniamo qui, faremo la
stessa fine di Jade e
Samuel e nessuno potrà salvarci. Ok?”
“Va
bene. Tieniti pronta, ok? Userò il
mio potere per spegnere i lampioni che illuminano il ponte. A quel
punto sarà
buio e noi ne approfitteremo per scappare.”
Ovviamente,
l’uomo intuì che stavano
tramando qualcosa e cercò in tutti i modi di distoglierli
dalla conversazione.
“Hey,
cosa state bisbigliando voi due?”
Ma non
ricevette mai risposta perchè,
proprio in quel momento, i lampioni si spensero e sul ponte cadde
l’oscurità.
Grazie ad essa, però, i due ragazzi riuscirono a fuggire
via, mentre Devon, che
non vedeva nulla, rimaneva fermo immobile dov’era, senza
provare a
raggiungerli.
“Bel
trucchetto, ragazzi, ma io sono
superiore a tutto questo!”
A qualche
centinaio di metri di
distanza, intanto, Jade stava usando i suoi per distruggere
l’entrata di una
banca e l’esplosione fu talmente forte da far frenare
bruscamente alcune auto
che passavano lungo la strada. Una di queste stava per investirla,
quando
riuscì, grazie alla telecinesi, a farla volare sopra la
propria testa,
facendola atterrare sopra un’altra. Il caos regnava ormai
sovrano e anche la
ragazza dava segni di cedimenti per l’eccessivo sforzo, tanto
che cominciò a
perdere sangue dal naso.
Brenda e
Zack, intanto, iniziarono a
vagare per la città senza sapere cosa fare, quando la
ragazza si fermò,
sconvolta.
“Non
riusciremo a sfuggire a quel
mostro! Pazzesco, ogni sua parola è un comando forzato.
Questo tizio è peggio
del burattinaio!”
L’altro
annuì, distratto, perchè stava
consultando il Libro, dopo averlo appoggiato sul cofano di una macchina.
“Per
questo devo trovare un incantesimo
per proteggerci” ma non fece in tempo perchè alle
loro spalle comparve Devon
che, non appena li vide, iniziò ad applaudire.
“Bravi,
davvero molto bravi. Molto
interessante il trucchetto con le luci, sapete?”
La ragazza
lo guardò con occhi
terrorizzati, per poi iniziare a scuotere l’amico per
incitarlo a sbrigarsi:
“Presto! Hai trovato l’incantesimo?”
Quello,
senza dire una parola, si voltò:
“Se
queste parole tu ascolterai, nulla ci scalfirà mai e lontano
da noi
resterai...”
ma, con sua grande sorpresa, non
succede nulla.
“Forse
gli incantesimi funzionano solo
pronunciati da Jade o magari sei troppo spaventato per farli
funzionare. Oppure
queste cose non funzionano con i cinque” ipotizzò
Brenda.
A quel
punto, ovviamente, Devon iniziò a
considerarli degli incompetenti: “Sapete, non
c’è gusto con voi, perciò vediamo
di farla finita una volta per tutte, ok? – evocò
un coltello e lo lanciò a Zack
– Pugnalati...”
E quello,
senza pensarci, lo fece,
cadendo a terra, morto dissanguato.
Disperata,
Brenda si inginocchiò accanto
al corpo dell’amico, piangendo disperata: “Xao,
– chiamò – aiutaci, ti prego!
Zack, resisti!” ma lui non rispose alla sua richiesta.
“Angelo-guida,
vero? – si intromise
Devon – Mi dispiace, ma il tuo amico non può
essere riportato in vita perché i
miei comandi sono irrevocabili! L’unico modo per annullare
tutto ciò che ho
fatto ai tuoi amici è uccidermi , ma dubito che, da sola, ci
riuscirai,
bellezza.”
A quel
punto Brenda, distrutta,
arrabbiata e in lacrime, si rialzò a fatica, consapevole di
essere inerme di
fronte all’uomo e, in un ultimo sprazzo di
lucidità, recuperò il Libro e scappò
via. Subito, però, l’uomo la raggiunse, facendole
capire ancora una volta che
non aveva scampo.
Intanto,
Jade era riuscita a infilarsi
in banca e, grazie ai suoi poteri, stava staccando la gigantesca porta
del
caveau, mentre fuori la polizia aveva circondato l’edificio e
i cecchini
l’aspettavano, appostati sui palazzi circostanti.
Brenda era
in piedi, il Libro stretto
forte fra le braccia, mentre Devon, sorridendo, camminava avanti e
indietro
davanti a lei, pensando ad alta voce.
“Allora,
cosa posso farti fare? Farti
investire da un auto, buttarti giù da un palazzo, farti
uccidere qualcuno? Non
saprei, c’è l’imbarazzo della
scelta...”
Con voce
tremante, lei cercò di
difendersi: “Sei solo un pazzo psicopatico figlio di puttana,
lo sai? Pensi di
avere il mondo nelle tue mani, non è
così?”
“Sì,
qualcosa del genere” annuì, senza
accorgersi che l’altra stava intercettando i suoi pensieri.
“Inginocchiati!”
gli ordinò e quello, senza capire cosa stava succedendo,
eseguì.
“Ma…
ma cosa sta succedendo? Come puoi
riuscirci?”
Brenda gli
rivolse un sorriso,
asciugandosi le lacrime: “Grazie ai miei poteri riesco ad
intercettare i tuoi e
a usarli a mio favore. Non te l’aspettavi vero?”
L’uomo,
però, iniziò lentamente a
rialzarsi: “A quanto pare, però, non riesci a
farlo a lungo. Perciò, ora, inginocchiati
tu.”
ma quella riuscì a resistere.
I due,
allora, continuarono a darsi
reciprocamente comandi e a resistere, finchè a Brenda non
iniziò a colare il
sangue dal naso, con grande soddisfazione del suo avversario,
più allenato di
lei nell’arte della persuasione.
“Bene,
ti stai indebolendo. Ora non fai
più la dura, eh? Guardati: stai perdendo sangue e ti reggi a
malapena in
piedi...”
“Sta
zitto! Chiudi quella maledetta
bocca!” gli gridò lei, ormai stremata.
L’uomo,
allora, si avvicinò a lei e, con
il viso vicinissimo al suo, le sussurrò: “Concediti
a me. Adesso sei mia
e non opporrai resistenza.”
e iniziò a baciarla e a toccarla, fino
a sbatterla contro il muro vicino e abusare di lei, mentre sul suo
volto scendeva
una lacrima solitaria.
Devon
continuò a lungo ad approfittare
di lei, finchè, improvvisamente, non sgranò gli
occhi per la sorpresa e la sua
bocca si riempì di sangue: qualcuno lo aveva pugnalato alle
spalle. Mentre
cadeva a terra in una pozza di sangue, Brenda riuscì a
riprendere possesso del
proprio corpo e a sgusciare via, accorgendosi di essere stata salvata
dalla
persona più improbabile: Terence.
Per un
attimo rimase in silenzio, lo
sguardo fisso a terra, invasa dalla vergogna per quanto era appena
successo.
Lentamente, l’uomo si avvicinò a lei e le
accarezzò il viso con dolcezza.
“Non
preoccuparti. Ha pagato per ciò che
ha fatto.”
Lei
scoppiò a piangere, scuotendo
energicamente la testa: “Non sarà mai abbastanza.
Non riuscirò mai dimenticare
quello che mi ha fatto...”
“Se
vuoi, io posso farti dimenticare.”
Finalmente,
Brenda ebbe il coraggio di
alzare lo sguardo e, lentamente, riuscì a guardarlo negli
occhi: “Perché sei
qui? Hai ucciso un tuo alleato. Perché?”
“Ancora
non ci arrivi, vero?”
Quella
scosse di nuovo la testa: “Non
puoi innamorarti di me, non puoi giocare dalla parte del male e
pretendere che
cada ai tuoi piedi.”
L’uomo
sospirò, consapevole di come
stavano le cose.
“Io
non voglio che tu cada ai miei
piedi, io… non posso credere di stare dicendo una cosa del
genere, ma… voglio
solo poterti amare. Non... non ho mai provato nulla del genere. Per
molto tempo
ho osservato gli umani e mi sono fatto tante domande. Perché
sorridono? Perché
si baciano? Cos’è questa cosa che io non so
descrivere?”
Lei,
allora, con la mano gli fece segno
di tacere, poi si avvicinò lentamente a lui e lo
baciò, staccandosi
immediatamente.
“E
adesso? Riesci a farlo?”
Lui la
guardò negli occhi e annuì:
“E’
amore. Conoscevo questa parola, ma non il suo significato. Non fino ad
ora.
E... è stato meraviglioso...”
Brenda lo
guardò per qualche secondo,
lanciandogli strane occhiate, poi ebbe il coraggio di fargli la domanda
che gli
frullava in testa da un po’.
“Tu
non sei malvagio, vero?”
“Mi
sono trovato a combattere dalla
parte del Male perchè mio padre ha scelto così.
Non è un cammino che ho voluto
percorrere io, ma dopo averlo fatto per così tanto tempo,
è difficile cercare
di essere qualcos’altro, anche se, in fondo al cuore, ho
sempre pensato che ci
fosse qualcosa di sbagliato. Questa è la mia natura,
ma…stranamente non la
sento più mia!”
Comprendendo
i suoi sentimenti, la
ragazza lo abbracciò con calore: “Allora vattene!
Non essere più quello che non
sei, ma diventa quello che vorresti essere!”
Terence
rimase spiazzato da quella
manifestazione d’affetto, ma non ebbe il tempo di dire nulla,
perchè si accorse
che uno degli angeli-guida stava per teletrasportarsi lì,
così la staccò
bruscamente da sè, allontanandosi.
“Devo
andare. Uno dei vostri angeli sta
arrivando e se mi vede qui penserà che
tu…”
“Certo,
vai!” lo tranquillizzò lei,
capendo la situazione.
Prima di
sparire, però, lui le mise fra
le mani un piccolo libricino nero.
“Tienilo.
Io ne ho un altro identico. E’
magico e serve per comunicare. Tu leggerai ciò che ti scrivo
e io cosa mi
scriverai tu, ok? Adesso devo proprio andare, o si accorgeranno della
mia
assenza. A presto!” e scomparve.
Pochi
secondi dopo, Xao apparve alle
spalle della ragazza.
“Eccomi!
Sentivo il vostro richiamo, ma
qualcosa mi impediva di venire.”
Felice di
vederlo, Brenda gli corse
incontro: “Era per via di uno dei cinque. Ma ora facciamo
presto: Zack è stato
pugnalato!”
Intanto,
poco lontano, Jade era
finalmente uscita dalla banca, con la porta della cassaforte che
fluttuava
dietro di lei a mezz’aria, sotto gli sguardi sconvolti della
polizia e di tutto
il resto dei presenti. Quelli iniziarono a sparare, senza tuttavia
riuscire a
farle nemmeno un graffio. Arrabbiata, lanciò allora contro
di loro la porta,
usandola come un frisbee e causando diverse esplosioni e molto caos. Fu
a quel
punto, però, che tornò in sè,
guardandosi intorno sconvolta, senza riuscire a
credere di essere stata lei a causare tutto quel caos.
“Oddio,
che cosa ho fatto... Devo
andarmene subito e tornare dagli altri...”
Nel
frattempo, Xao era riuscito a
riportare in vita Zack, proprio un istante prima che si
teletrasportassero lì
Jade e, subito dop, Samuel e quest’ultimo rimase molto
stupito nel vedere cosa
la strega era riuscita a fare, da sola.
“Ma...
ma... come hai fatto?”
Stupita
quanto lui, la ragazza si girò
verso l’angelo in cerca di spiegazioni:
“Già. Xao, tu hai qualche idea?”
“Non
allarmarti, Jade... – la tranquillizzò
- Quei poteri sono sempre stati parte di te, prima o poi sarebbero
tornati.”
“Ma
– gli chiese lei, confusa – pensavo
fossero stati divisi fra tutte le prescelte, o sbaglio?”
“Molti
prescelti stanno perdendo la vita
in questa battaglia. Non hanno tutti i poteri che possedete voi,
né la vostra
esperienza, perciò, purtroppo, il male ha avuto la meglio su
di loro.”
Nel sentire
le sue parole, rimasero
tutti sconvolti: “E’ terribile! –
esclamò la strega, sotto shock – Vorresti
dire che ogni volta che riacquisto un potere, dietro
c’è la morte di un’altra
prescelta?”
“Di
MOLTE streghe” le rispose lui,
mortificato, abbassando lo sguardo.
Proprio in
quel momento Samuel notò poco
lontano il cadavere di Devon, immobile nell’esatta posizione
in cui era caduto.
“Scusate,
ragazzi, ma cosa è successo
qui?” chiese, indicandolo.
“Ehm…
sono morto e resuscitato, a quanto
pare” replicò Zack, pensando parlasse di lui.
“Non
mi riferivo a te, ma a Devon. Chi
l’ha ucciso?”
“Sono
stata io!” ammise Brenda, la voce
appena udibile.
Jade,
allora, si voltò verso di lei e
notò preoccupata che l’amica era in uno stato
pietoso.
“Tesoro,
stai bene?”
Quella
sorrise debolmente: “Sì, non ti
preoccupare” e il discorso fortunatamente finì
lì.
Samuel,
contento per la vittoria
riportata, propose di partire immediatamente, ma Jade, che non era
d’accordo,
fermò tutti.
“Aspettate!
Abbiamo un grosso problema,
anzi, IO ho un grosso problema: la polizia mi sta cercando.”
Xao, che
nel frattempo, aveva ricevuto
un messaggio telepatico dal Consiglio, annuì:
“Sì, è vero, ti stanno cercando,
ma il Consiglio mi ha appena rivelato che non sono riusciti ad
identificarti.
Vi suggeriscono, però, di ripartire in fretta, prima che
possano scoprire chi
sei in realtà, dato che questo potrebbe compromettere la tua
copertura a Morney
Hill e l’intera missione. Andate, presto!”
Intanto, da
un’auto misteriosa
parcheggiata in un vicolo vicino, qualcuno osservava in silenzio il
gruppetto...
CONTINUA
NEL QUINDICESIMO EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE: Scusate
il ritardo del capitolo, ma ho avuto degli impegni urgenti.
L'appuntamento con Demon & Witch vi aspetta per
Lunedì o Martedì prossimo, con la 2x15 "Il
ritratto di Julian Gray?". Ricordatevi di lasciare un commento,anche
breve, alla storia, affinchè prosegua. Buona
settimana stregata!
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Capitolo 15 *** 2x15-Il ritratto di Julian Gray? ***
CAPITOLO QUINDICI
"The
Evil Side"
Nei pressi di un
fiume, New Mexico
Il gruppo era
all’inseguimento di una
creatura chiamata “Khali” ma, mentre, Jade, Samuel
e Zack attraversavano un
ponte sospeso sul fiume per raggiungere l’altra sponda,
Brenda era nascosta
dietro ad un albero a scambiare messaggi con Terence grazie al
libricino magico
che le aveva donato.
Voltandosi indietro,
Jade la notò e le
fece cenno di sbrigarsi: “Brenda! Cosa aspetti a passare il
ponte con noi?”
“Arrivoo!
Un secondo!”
“Fai
presto, o rimarrai indietro!”
Intanto, Zack aveva
consultato il Libro e,
dopo aver trovato la pagina giusta, la lesse ad alta voce agli altri.
Khali
Khali
è una creatura dalla piccola statura,
veloce e sfuggevole che assomiglia ad un elfo dalle orecchie a punta.
E’ capace
di evocare tra le sue mani una sfera dai colori accecanti, in grado di
infondere
felicità.
*Se
infettato da un disordine, la sfera,
anziché infondere felicità, causa lo scambio di
corpi di chi gli è vicino.
Khali, però, è una creatura pacifica,
perciò non va eliminata, ma solo
purificata. Basta pronunciare la formula di purificazione e chi
è stato colpito
dai poteri della sfera ritornerà nel proprio corpo.
Incantesimo
per la purificazione di Khali: “Forze
del Bene, a voi siamo riconoscenti per la felicità che ci
rende
potenti. Ruota la sfera di pura magia e del disordine non sarai
più in balia”
Finito di leggere,
Zack scoppiò a ridere,
divertito: “Sarebbe comico se scambiassi il corpo con
Samuel!”
Quello, ovviamente,
gli lanciò
un’occhiataccia: “Sarei capace di ucciderti. Anche
se si tratta del mio corpo,
sappilo.”
Sbuffando, Jade
cercò di porre fine alla
discussione: “Avanti, ragazzi, non fate gli stupidi!
L’importante è che non ci
avviciniamo troppo a Khali, ok?”
In quel momento, dopo
una bella corsa, li
raggiunse finalmente Brenda.
“Allora?
Cosa mi sono persa?” chiese,
ancora con il fiatone.
“A quanto
pare stiamo cercando una specie
di scambia corpi. Tu, però, non avvicinarti, ok?”
Improvvisamente,
Samuel notò dei movimenti
all’interno dei cespugli dall’altra parte della
sponda e avvisò gli altri.
“Eccolo!
L’ho visto!”
I quattro, allora,
iniziarono a correre in
quella direzione, ma Brenda, lasciando tutti senza parole,
lanciò velocemente e
con decisione quattro frecce, che bloccarono la creatura a un albero.
“Wow!
– esclamò l’amica, sorpresa - Non ti
ho mai vista così sicura di te. L’ultimo
combattimento con il membro dei cinque
ti ha cambiata, o sbaglio?”
“Non sai
quanto!” replicò quella, lo
sguardo serio e un po’ perso.
Sfortunatamente,
però, il Khali riuscì a
liberarsi e iniziò a scappare.
Stavolta,
però, era il turno di Jade di
provare a fermarlo: “Adesso ci penso io: voragine!” e sotto i
piedi della
creatura si aprì una fossa, nella quale cadde immediatamente.
Lentamente e con
circospezione si
avvicinarono.
“Ciao,
piccoletto. Ti abbiamo preso!”
esclamò Brenda, guardandolo dall’alto.
“Adesso
spostatevi, ok? – intimò subito
dopo la strega - Devo leggere l’incantesimo.”
Zack, allontanatosi
con Samuel, vide che
Brenda era rimasta ferma e la chiamò: “Spostati
anche tu!”
In quello stesso
istante, però, Khali
materializzò fra le sue mani una sfera magica, che
creò un vortice di luce
attraverso il quale si scambiarono le anime delle due ragazze, colte di
sorpresa, mentre i ragazzi si buttavano a terra, coprendosi gli occhi
con le
mani.
Prima che si
riprendessero, però, la
creatura scappò.
Alzandosi in piedi e
constatando di essere
interi e nel proprio corpo, Zack esclamò, sollevato:
“Grazie a Dio non sono
Samuel!”
“Meglio per
te, amico. – replicò quello,
sarcastico – Ti avrei eliminato!”
Solo allora si
accorsero che le ragazze,
stordite, giacevano a qualche passo di distanza.
“Tutto a
posto voi due? Siete nei vostri
corpi?”
Jade, nel corpo di
Brenda, scosse la
testa, osservandosi con orrore: “Oh mio Dio, porto la quarta
di reggiseno!”
Anche la reazione
dell’amica, che era nel
suo corpo, fu molto simile: “Oh mio Dio, indosso la giacca
orrenda di Jade!”
“Ops!
– esclamò, allora, Samuel, spiazzato
per la piega imprevista che aveva preso la situazione - A quanto pare
c’è un
problema nel paradiso femminile!”
Jade, furiosa, gli
gridò contro: “Non fare
battutine stupide, Samuel! Troviamo Khali, piuttosto. SUBITO!”
Zack, ridendo, non
poté resistere dal
punzecchiare Brenda: “Hey, come ci si sente ad essere la
prescelta?”
Quella, girandosi di
scatto verso di lui,
usò la telecinesi facendolo volare sul ponte, rimanendo poi
impressionata dai
suoi nuovi poteri: “Oddio, scusa... Non l’ho fatto
apposta...”
Rialzandosi a fatica,
quello le lanciò
un’occhiata di fuoco: “Sei impazzita, per caso?!?
Potevi farmi precipitare nel
fiume!”
Jade assistette
sconvolta alla discussione
e alla scena che la seguì, poi impose: “Okay,
dobbiamo trovare Khali al più
presto, prima che Brenda sperimenti per sbaglio tutti i miei
poteri.”
E, proprio allora,
grazie al suo nuovo
potere, riuscì a captare i pensieri di Samuel.
*Adesso
come farò a baciare Jade se è rinchiusa nel
corpo di Brenda? Ho il terrore a chiederglielo...*
Si
avvicinò a lui e, senza dire una
parola, gli tirò uno schiaffo.
“Io non ti
bacerò mai chiusa nel corpo
della mia migliore amica. Ti è piaciuta la
risposta?”
“Già!
– si ricordò lui, amareggiato,
toccandosi la guancia dolorante - Adesso tu puoi leggere nella mente.
Dovevo
intuirlo subito.”
Non potendo fare
altro, i quattro
tornarono all’auto e Jade decise di usare la bussola per
decidere quale
direzione prendere.
“Indica
sud-est. Zack, puoi darmi delle
coordinate più precise su dove si trova Khali?”
Quello non perse
tempo e controllò subito
sul suo computer: “Rilevo un picco di disordini nella
città di Albuquerque.
Direi che ce ne sono almeno due.”
Jade roteò
gli occhi, sospirando: “Come se
Khali non bastasse… Va bene, ci occuperemo anche
dell’altro disordine, ma la
priorità adesso è far tornare me e Brenda nei
nostri corpi, ok?”
Albuquerque, New
Mexico
Giunti in
città, i ragazzi iniziarono a
vagare, notando subito che l’atmosfera era alquanto piatta:
sui marciapiedi,
infatti, le persone camminavano con lo sguardo fisso nel vuoto e
Brenda,
osservandoli attraverso il finestrino, non riuscì a non
rabbrividire.
“Questa
città mi fa venire la pelle d’oca!
Non sembra anche a voi che da queste parti ci sia solo gente
anziana?”
“In
effetti…” confermò Jade, ma non
riuscì
ad aggiungere altro, perchè ebbe un piccolo giramento di
testa.
Preoccupato, Samuel
fermò subito l’auto:
“Cosa succede? Tutto bene?”
Lei si riprese subito
e annuì: “Sì, sì,
è
stato solo un piccolo capogiro. Questo luogo ha una concentrazione di
disordini
molto intensa e il mio parassita se la sta spassando, a quanto
pare.”
“Pensavo
che fosse rimasto nel tuo corpo.”
Quella scosse la
testa, massaggiandosi le
tempie: “Il parassita è nella mia mente,
perciò, anche se cambio corpo, lui
rimane sempre con me.”
Lo sguardo che le
rivolse nel sentire le
sue parole era carico di preoccupazione: “Bene, allora faccio
subito
retromarcia e ce ne andiamo via da qui, ok?”
Ma lei lo
fermò: “No, no, sto bene adesso.
E poi, dobbiamo svolgere una missione e non sarà certo un
giramento di testa a
ostacolarci. Chiaro?”
Convinto, Samuel
riprese a guidare finchè,
a un certo punto, non iniziò a vedere doppio e la macchina,
priva di controllo,
iniziò a sbandare.
“Samuel,
che ti prende?” gli urlò Jade,
spaventatissima.
“Prendi il
volante! Presto, ci vedo
doppio!”
“Ma io non
so guidare! Zack, aiuto!”
Ma lui non poteva
aiutarla, troppo
impegnato a tenere a bada le sue mani, che avevano iniziato a tremare
violentemente, sotto lo sguardo preoccupato di Brenda, seduta al suo
fianco.
“Cosa ti
prende?”
“Io…
io… non lo so”
Quella gli
lanciò un ultimo sguardo
preoccupato, poi si rivolse all’amica: “Jade,
presto, prendi il volanteeee!” ma
non riuscì neanche a finire la frase che la macchina si
schiantò contro un palo
della luce.
Il fumo ormai
circondava la vettura,
quando le due riuscirono a uscirne fuori.
“Accidenti!
– esclamò Jade, sotto shock –
Cosa diavolo è successo?”
Quella, indolenzita,
le si avvicinò: “La
prossima volta fa sedere me sul sedile anteriore, almeno io agisco in
fretta!”
L’altra
fece una smorfia, sbuffando: “Lo
sai che io non so guidare!”
Solo allora si
ricordò dei ragazzi e corse
a liberare Samuel, mentre Brenda faceva la stessa con Zack e con
fatica,
riuscirono a estrarli dalla macchina.
“Cosa
è successo?” chiese il demone, steso
a terra, con voce rauca.
Lei lo
guardò sconvolta: “Hai perso il
controllo, cosa ti sta succedendo?”
Intanto Brenda,
notando qualcosa di strano
in Zack, la chiamò: “Hey, Jade! Vieni un
po’ a vedere!”
“Cosa
c’è?”
Quella, allibita per
quanto stava
accadendo, indicò l’amico steso davanti a lei:
“Zack ha i capelli bianchi!”
Jade
osservò sconvolta che aveva ragione
e, quando si girò verso il demone, si accorse con sorpresa
che la pelle di
quest’ultimo era diventata rugosa.
“Che
diavoleria è mai questa?!? Sembra che
stiano... invecchiando...”
Le due, allora,
aiutarono i due ragazzi ad
alzarsi e sedersi su una panchina.
“Perché
sta succedendo solo a loro,
secondo te?”
“Credo di
aver letto che, quando si è
sotto un incantesimo, non è possibile subirne
altri.”
“Quindi
è un bene che Khali abbia
scambiato i nostri corpi, in questo modo non siamo soggette ad altri
incantesimi.”
“Beh,
sì, altrimenti saremmo invecchiate
di colpo anche noi.”
In quel momento Zack,
che aveva il
computer sulle ginocchia, cercò di attirare la loro
attenzione, facendo loro
capire che voleva dire qualcosa e Jade si sedette accanto a lui per
aiutarlo.
“Stai
cercando di dirci qualcosa, per
caso?”
Ma quello, che faceva
fatica a parlare, si
limitò a indicare qualcosa sullo schermo.
Spostando lo sguardo,
allora, le due
videro che si trattava di una sontuosa villa, posta su una collina.
“Ci sta
dicendo che dobbiamo andare lì?”
chiese Brenda, dubbiosa.
“Penso di
sì! – replicò l’altra,
convinta
- Forse il responsabile di questo invecchiamento abita proprio
lì.”
“Pensi che
si tratti di un altro membro
dei cinque? Te lo chiedo visto che vivere nelle ville è una
loro
caratteristica.”
“Non mi
interessa, andremo lì e lo
scopriremo. Ok?”
“E come
facciamo con loro? Invecchiano a
vista d’occhio!”
L’altra,
però, non rispose, troppo
distratta da qualcosa alle sue spalle: grossi mostri deformi che
avanzavano
verso di loro.
“Dietro di
te! Usa la telecinesi per
allontanarli!”
Quella, girandosi,
urlò, vedendo ciò che
aveva davanti: “Oddio, come cavolo funziona il tuo potere?
Aiutami!”
“Forza!”
le gridò.
Per fortuna, Brenda,
muovendo le mani,
riuscì a scaraventarli a terra, ma quelli, con sua grande
sorpresa, si
rialzarono subito.
“Credo che
dovremmo correre, ma come
facciamo con Zack e Samuel?”
“Scudo
intorno a voi, scudo che protegge.
Alza la barriera che nessuna forza può abbattere...”
pronunciò Jade, sperando che fosse sufficiente.
“Wow,
l’incantesimo è riuscito anche se
non sei nel tuo corpo!”
“Adesso
scappa! Andiamo verso la collina,
presto!”
Le due non si
fermarono per ben venti
minuti, avvicinandosi sempre di più alla villa che avevano
visto sul computer.
Intanto, John,
Terence ed Heith fecero la
loro comparsa in città.
“Ti prego,
– iniziò subito la donna,
maliziosa - dimmi che Jade sta diventando una vecchietta brutta e
rugosa...”
John si
guardò intorno, circospetto: “Non
eccitarti troppo, Heith! Jade e la sua amica sono riuscite a salvarsi
da questo
sortilegio, ma Samuel no.”
Terence
sospirò di sollievo nel sentire
che la sua amata era salva.
“Che cosa
vuoi fare adesso?” chiese poi.
“Ora che
Samuel è vulnerabile, posso
ucciderlo e riavere il mio grimorio. Heith, voglio che tu faccia un
incantesimo
per rintracciarlo.”
L’altro,
però, cercò di distrarlo e di
temporeggiare.
“Ma il
Libro potrebbe averlo la strega,
non credi?”
“Una volta
che si sarà diviso, non sarà
lei a fermarmi. Sarà uno scherzo appropriarsene!”
La strega, pronta per
fare quanto le era
stato chiesto, li guardò e sorrise: “Bene. Non
vedo l’ora di uccidere l’amato
Samuel. Iniziava a darmi i nervi, questa coppietta... Che la
mia essenza prenda la forma di una
piccola luce, rintracci la sua persona, che sia vicina o lontana, e mi
conduca
presto da lei con gioia profana... ” dal suo
corpo fuoruscì
una sfera di energia negativa che si librò via.
“Venite!
Dobbiamo inseguirla!” e corse
via, seguita da un compiaciuto John e da un preoccupatissimo Terence.
Nel frattempo, Jade e
Brenda erano
arrivate sulla collina e stavano scavalcando il cancello della villa,
un bellissimo
edificio in stile vittoriano. Nel fare questo, però, a Jade
cadde in terra un
piccolo libricino nero che era nella tasca di Brenda. Confusa, lo
guardò
giacere sull’erba, senza toccarlo.
“Cos’è
questo?”
Nel vederlo, Brenda
iniziò ad agitarsi,
cercando di riprenderlo: “Ridammelo! Non è
nulla!”
Quella,
però, era troppo incuriosita,
perciò lo prese e, dopo essersi allontanata, lo
aprì.
“Come
sarebbe?? E’ caduto dalla mia – cioè
dalla tua - tasca!”
Poi iniziò
a leggere le strane
conversazioni di cui le pagine erano piene, finchè non le fu
brutalmente
strappato via dalle mani dalla sua amica.
“Non
giudicarmi, ti prego!” la supplicò
Brenda, senza avere il coraggio di guardarla negli occhi.
“Comunichi
con messaggi magici con
Terence? – gridò Jade, sconvolta da ciò
che aveva appena scoperto - Sei
impazzita forse?!?”
“Non
è come credi! Lui mi ha salvata da
Devon!”
“Okay,
adesso sono davvero confusa. Puoi
spiegarmi cosa sta succedendo?”
L’altra
scoppiò in lacrime e si decise a
rivelarle la verità: “Quando voi eravate tutti
soggiogati da lui, Devon mi ha
fatto… del male. In realtà non sono stata io ad
ucciderlo, ma Terence” e, senza
aggiungere altro, cadde a terra.
Jade si
chinò e l’abbracciò, avvolgendola
fra le sua braccia: “Tesoro, va tutto bene. Tranquilla,
ok?”
“Scusa se
ti ho nascosto una cosa del
genere... Lui non è cattivo come sembra, lui mi ha salvata
da quel mostro!”
Improvvisamente,
però, dalla porta della
villa uscì il proprietario, molto infuriato e accompagnato
da due grossi
pitbull.
“E voi chi
siete? – chiese, minaccioso -
Questa è proprietà privata.”
Dopo aver fatto un
salto per la sorpresa,
le due si rialzarono in piedi, sostenendosi a vicenda.
“Più
tardi ne riparliamo, ok?” sussurrò
con dolcezza Jade, per poi girarsi e rivolgersi all’uomo,
molto giovane e
bello.
“Saltiamo i
convenevoli, tu sai chi sono
io e io so che stai facendo qualcosa a questa
città.”
Quello, sentendosi
minacciato, strinse
ancora di più la presa sul guinzaglio dei cani:
“Non so di cosa stai parlando,
io so solo che, se non uscite immediatamente da qui,
scioglierò i cani.”
Ma la ragazza
continuò ad avanzare verso
di lui, senza timore: “Ma guardami, sto già
tremando di paura...Palloncini!
”
e, con un gesto della sua mano, trasformò i due animali in
altrettanti
palloni, che volarono via nel cielo.
L’uomo,
agitandosi, iniziò a
indietreggiare: “Ma chi sei tu, una strega?!?”
“Risparmiati
queste scenette! – replicò
quella, sempre più nervosa - Sappiamo che sei uno dei
cinque. Comunque,
accidenti, riesco ad usare i miei poteri anche in questo corpo.
Fantastico!”
Brenda
sbuffò, roteando gli occhi: “La
solita fortuna della prescelta, io posso usare solo i tuoi poteri, che
non
riesco nemmeno a far funzionare! Comunque, io credo che lui non abbia
idea di
chi tu sia, dal modo in cui ci guarda spaventato!”
“La tua
amica ha ragione: non so chi siete
e non sono certo uno dei cinque di cui blaterate!”
La strega lo
guardò, confusa: “Allora chi
è stato a fare questo alla città?”
Quello fece loro
cenno di avvicinarsi:
“Venite dentro!”
Le due,
però, esitarono, titubanti: “Ci fidiamo?”
“C’è
solo un modo per saperlo: prova a
sentire i suoi pensieri, usando il mio potere.”
L’altra
annuì e chiuse gli occhi per
qualche secondo per concentrarsi: “Niente. Non sento niente
di malvagio in
lui.” perciò entrarono.
La casa era molto
calda e, quando
entrarono nel soggiorno, rimasero letteralmente senza parole di fronte
all’enorme libreria e ai mobili sontuosi che lo riempivano.
Tuttavia, Jade era
comunque intenzionata a
stare poco e perciò si girò verso lui, che si
stava versando da bere, per
mettergli fretta: “Te lo chiedo ancora una volta: che cosa
sta succedendo alla
città?”
Quello si
agitò sulla sedia per qualche
secondo, prima di rispondere: “Mi chiamo Julian Gray e vi
assicuro che non sono
malvagio come pensate, ma, prima di spiegarvi, c’è
qualcosa che dovete vedere,
ok?” poi si alzò e si allontanò e le
due, dopo essersi lanciate un’occhiata
perplessa, lo seguirono.
L’uomo
salì al piano superiore, fermandosi
davanti alla porta che doveva condurre in soffitta e lì
aspettò che lo
raggiungessero.
“Dovrete
avere la mente aperta, perchè
quello che sta per vedere ha dell’incredibile. Ok?”
“Apri la
porta! – lo interruppe
bruscamente Jade, sbrigativa - Credimi, la mia mente è molto
più che aperta,
dimentichi che ho trasformato i tuoi cani in palloncini, poco
fa?”
Quello
annuì e la spalancò.
La notte stava
calando ormai su Albuquerque
e un raggio di luce lunare, passando attraverso una finestrella,
illuminò
alcuni scatoloni coperti da grandi lenzuoli bianchi e varie
cianfrusaglie, di
quelle che si trova comunemente nelle soffitte. Julian, allora,
entrò e si
avvicinò a un cumulo di scatole, estraendone un ritratto
impolverato.
“Cos’è
quello?” chiesero.
“Questo
dipinto ritrae me. Mi è stato
fatto qualche mese fa” e glielo mostrò.
Il protagonista del
quadro, però, era
brutto e, sopratutto, non ritraeva Julian come lo vedevano le ragazze.
“E’
orrendo! – si lasciò sfuggire Brenda,
sorpresa - Come puoi essere tu quel mostro?”
“Invece
sono proprio io. Solo che non
raffigura me, ma la mia anima.”
Jade, allora,
ricordò e il suo viso si
illuminò: “Aspettate un secondo! Io questa storia
già la conosco, sembra quella
di Dorian Gray o sbaglio?”
“Sì,
hai ragione!” confermò l’amica e
l’uomo, perplesso, annuì.
“Esatto…credo!”
“Com’è
possibile?”
“Dopo
essermi fatto ritrarre, ho iniziato
a guardarlo ogni notte, come se ne fossi geloso, o, meglio, invidioso,
perchè
io sarei invecchiato e lui no. Poi, una sera, bussò alla mia
porta un tizio
vestito di nero dall’abito al cappello e mi
domandò se volessi rimanere giovane
per sempre. Io all’inizio scoppiai a ridere, ma lui
era serio, così lo
feci entrare.”
“Cosa
voleva? Chi era?”
“Mise un
foglio sul tavolo, era una sorta
di contratto. Mi disse che, se avessi firmato, il mio dipinto sarebbe
invecchiato al posto mio e io sarei rimasto giovane per sempre.
All’inizio
avevo timore nel firmarlo quel foglio, ma qualcosa, dentro di me, mi
costrinse
a farlo, anche se non ne ero convinto del tutto. Pochi giorni dopo,
però, capii
che qualcosa era andato storto…”
“Il tuo
dipinto stava cambiando!”
Julian scosse la
testa, sedendosi su un
baule lì vicino: “No, no. Secondo
l’accordo doveva invecchiare al posto mio ed
era così che stava andando, infatti. Io intendo le persone
di questa città:
stavano tutti subendo le conseguenze del mio patto con
quell’uomo.”
Le ragazze sgranarono
gli occhi per la
sorpresa.
I tre, quindi,
tornarono in soggiorno e
nel tragitto Jade ebbe modo di pensare attentamente a tutta la faccenda.
“Ascolta,
– esordì, mentre entravano nella
stanza - questo patto è stato fatto da un demone, ma il
fatto che questo abbia
influito anche sulla città è legato ai
disordini.”
E tirò
fuori dalla borsa il Libro, con
l’intenzione di consultarlo e verificare la sua ipotesi.
Gli ispiratori
Sono
creature invisibili che hanno seguito
scrittori e poeti nel corso dei secoli, fornendo loro
l’ispirazione giusta per
creare le loro opere.
Quando
coloro che ispirano muore, essi
hanno il compito di mantenere viva la sua opera, facendo sì
che diventi quasi
vera. Prima di farlo, però, selezionano coloro che faranno
parte di essa in
base alle somiglianze che hanno con i personaggi inventati (nomi,
cognomi,
stili di vita, storie comuni o aspetto fisico). Trovato il giusto
candidato,
gli ispiratori si rivelano, facendo stringere loro una sorta di patto
diabolico
e offrendo qualcosa che desiderano disperatamente, pur di farli firmare.
Naturalmente,
le vittime non sanno che
tutto ciò che ottengono ha un prezzo.
Per
spezzare il patto, bisogna far
concludere la storia, esattamente come viene conclusa
nell’opera originale,
oppure distruggere la persona o l’oggetto intorno a cui ruota
l’intera vicenda.
Ovviamente, le vittime non sono consapevoli di vivere la vita di un
personaggio
letterario e ogni giorno è come se i personaggi
dell’opera originale si
reincarnassero in loro, rendendo loro impossibile poterlo spezzare da
sole.
*Il
disordine che infetta un ispiratore fa
in modo di ampliare il sortilegio anche su altri esseri umani, quasi
come se
fosse un sortilegio collettivo.
Incantesimo
per liberare un ispiratore da un disordine: “Libero
da un disordine io ti renderò, questo è il nostro
patto e io lo
rispetterò”
Finito di leggere,
Jade mostrò a Julian
l’immagine che c’era in fondo alla pagina per avere
l’ultima conferma della sua
ipotesi.
“E’
lui quello che ha stretto il patto con
te?”
“Sì.
Ma perché ha scelto proprio me?”
“Gli
ispiratori scelgono le loro vittime
in base alle somiglianze che esse hanno con il personaggio creato dallo
scrittore che in passato seguivano. Tu hai molte somiglianze con Dorian
Gray:
sei giovane e bello, vivi in una villa lussuosa, ti sei fatto fare un
ritratto
e hai anche il suo stesso cognome.”
“Adesso
l’importante è capire come
annullare il patto, però” s’intromise
Brenda.
“Per caso
nella tua libreria possiedi
l’opera di Wilde?”
L’uomo
cercò fra gli scaffali, tornando da
loro mortificato: “Mi dispiace, forse lo avevo, ma ora non
c’è più. Inizio a
ricordare il nome di questo protagonista, ma non la storia.”
Rendendosi conto
della propria stupidità,
Jade sospirò, roteando gli occhi: “Era ovvio!
Sicuramente gli ispiratori hanno
rimosso la storia di Dorian Grey sia dalla tua mente, che dalla tua
libreria
per non permetterti di capire l’inganno e spezzare il
patto.”
“Allora
come salveremo Samuel, Zack e il
resto della città?” le chiese l’amica,
sconvolta e in panico.
Jade, allora, le
prese le mani e la guardò
negli occhi: “Brenda, dobbiamo fare affidamento ai nostri
ricordi delle le
lezioni di letteratura del professor Gregory, ok?”
Quella
sbuffò sonoramente: “Ma io sentivo
la musica nelle sue ore! Era così noioso che, se
l’avessi ascoltato per più di
un minuto, avrei avuto una crisi isterica!”
“Già!
Io invece scarabocchiavo sul
quaderno. Bene, allora dobbiamo trovare un altro modo e in
fretta!”
In quel momento
Brenda, maldestra come
sempre inciampò nel tappeto, finendo addosso a Julian. Nel
toccarlo, però, ebbe
una premonizione: vide lui, seduto sulla poltrona accanto al fuoco che
leggeva le
ultime pagine della storia di Dorian Grey.
Fortunatamente si
riprese dopo pochi
secondi, facendo un respiro profondo per calmarsi.
“Wow! Ho
avuto una premonizione!”
“Cos’hai
visto?”
Quella,
però, non gli rispose, troppo
impegnata a guardare storto Julian: “Ma tu hai letto il
libro! Ci stai
mentendo, per caso?”
L’uomo
scosse la testa, alzando le mani:
“No, no, no, io non ricordo di averlo fatto. Non so come
finisce l’opera.
Davvero.”
Jade gli credette e
si girò verso l’amica,
cercando di spiegarle la situazione: “Credo che sia sempre
per via del patto.
Se si ricordasse il finale dell’opera, si
salverebbe da solo, non credi?”
“Ma io
adesso lo conosco! L’ho appena
letto nella premonizione.”
“Bene,
– le sorrise - sputa il rospo,
allora!”
“Se ho
letto bene, Dorian pugnala il
dipinto, solo che poi questo si salva e lui si uccide da solo. Ma che
razza di
finale è questo?”
Julian rimase
allibito e sgranò gli occhi:
“COSA?!? Io non ho intenzione di suicidarmi, come la mia ex
fidanzata!”
“Faceva
l’attrice a teatro, per caso?”
“Sì,
come fai a saperlo?”
Anche se era
fuoriluogo, Jade saltellò,
entusiasta:
“Sììììì,
allora qualcosa mi ricordo della lezione!”
Sbuffando, Brenda la
interruppe
bruscamente: “Okay, io non mi ricordo nemmeno quello,
comunque resta il fatto
che Julian deve pugnalarsi da solo o il resto della città
morirà di vecchiaia.”
L’uomo, nel
sentire le sue parole,
indietreggiato, il volto deformato dall’orrore e dalla paura:
“Non potete
obbligarmi!”
“Rilassati,
– cercò di tranquillizzarlo
Jade - non arriveremo a tanto, il Libro dice che basta distruggere
l’oggetto
intorno a cui ruota la storia, cioè il dipinto.”
“State
scherzando, vero? Se pugnalo il
quadro, morirò ugualmente!”
“Allora
incendia la villa, così saremo
sicuri che il dipinto sparirà per sempre, annullando il
patto.”
Quello,
però, scosse con energia la testa:
“No, la villa no! Non brucerò la mia
villa!”
“Decidi: o
ti pugnali da solo, o bruci la
villa. Non hai altra scelta.”
Cinque
minuti dopo, i tre erano fuori
dalla villa, pronti a bruciarla, quando Brenda ricevette sul quadernino
un
messaggio di Terence.
Siamo
in città. John sta cercando di uccidere Samuel.
Sgranando gli occhi,
la ragazza chiamò
subito l’amica, invitandola ad avvicinarsi a lei.
“Tuo Nonno
è in città e vuole uccidere
Samuel!”
Quella la
guardò un attimo, perplessa: “E
tu come lo sai?”
Le mostrò
il messaggio. “Mi ha avvisata
Terence, che in questo momento è con lui. Te
l’avevo detto che ora è buono!”
“Accidenti,
dovevo immaginare che sarebbe
venuto! Sa che Samuel è vulnerabile e che, uccidendolo,
otterrà il suo
grimorio.”
“Quindi
cosa facciamo?”
In risposta, Jade la
prese per un braccio
e iniziò a correre: “Lo scudo non
durerà ancora molto, perciò dobbiamo tornare
in città, in fretta!”
Julian, rimasto solo,
le rincorse fino al
cancello, gridando: “E io cosa faccio adesso?”
“Brucia la
villa e sarai libero” gridò
Jade, prima di scavalcare la cancellata e sparire.
Intanto, la sfera di
Heith era riuscita a
trovare Samuel, ormai davvero anziano.
Nel vederlo, John
scoppiò a ridere:
“Questa volta me l’avete fatta proprio
facile!” poi si avvicinò a lui, ma, a
una certa distanza, fu costretto a bloccarsi.
“Cosa
succede? C’è una sorta di scudo
invisibile che non mi fa avvicinare a lui.”
Subito Heith fece un
passo avanti: “Vuoi
che faccia qualcosa?”
Ma quello, in preda
alla rabbia, iniziò a
lanciare decine di sfere di energia contro la barriera, senza,
tuttavia,
riuscire nemmeno a scalfirla.
Fu proprio in quel
momento che le due
ragazze li raggiunsero. Mentre ancora erano lontane, però,
Jade sussurrò
un’ultima raccomandazione all’amica.
“Non devono
capire che ci siamo scambiate
i corpi o lo useranno a loro favore, ok?”
L’altra
annuì, perciò si rimise in
cammino. Ovviamente, John le vide da lontano e, con un finto sorriso
sulle
labbra, si preparò a salutarle.
“Ma guarda
chi c’è: la mia nipotina
preferita!”
Ovviamente fu Brenda,
che occupava il
corpo di Jade, a rispondere: “Risparmiati i convenevoli di
famiglia, nonnetto!”
e inciampò, sbattendo la faccia per terra.
L’aria si
riempì delle risate di scherno
di Heith, che non riuscì a trattenersi: “E tu
saresti la prescelta? La pietra
delle profezie non aveva altre streghe più capaci fra cui
scegliere?”
Irritata, Jade non
riuscì a trattenersi:
“Rilassati, il mio posto non l’avrai mai!”
La strega si
girò verso il corpo di Brenda
e la guardò, piuttosto confusa: “E tu cosa
c’entri?”
John,
però, fu più sveglio di lei e riuscì
a intuire la situazione: “Ma tu guarda… si sono
scambiate i corpi!”
“No, non
è vero!” esclamarono insieme, le
due ragazze.
“Beh,
– esclamò Heith – non è
cambiato
molto: entrambe bionde ed entrambe tonte!”
Brenda, nel sentirla,
si innervosì a tal
punto da far esplodere un lampione della luce vicino e anche la
reazione
dell’amica fu di rabbia.
“Ma lo sai
che sei proprio una maledetta
spina nel fianco, Heith?”
“Una spina
conficcata molto in profondità,
mia cara.”
“Sai,
quando ti ho uccisa la prima volta,
avrei dovuto assicurarmi che nessuno potesse riportarti in vita, ma
– ahimè! -
ero una strega alle prime armi e ancora non conoscevo le mie
potenzialità.”
“Sarà
per la prossima volta, allora” e le
lanciò contro una sfera di energia verde che,
fortunatamente, Brenda riuscì a
schivare con la telecinesi. Purtroppo, però, la ragazza
perse il controllo e,
senza sapere come, si proiettò astralmente fuori dal corpo.
“Cosa stai
facendo?” le urlò Jade,
preoccupatissima.
“Non lo
so!”
Heith le
guardò nascondendo a malapena il
ghigno che le spuntò sulle labbra, divertita dalla
situazione: “Che scena
patetica!”
Intanto, John
continuava a cercare un modo
per abbattere la barriera di protezione, senza tuttavia aver ancora
avuto
successo.
“Non ti
azzardare!” gli gridò la nipote,
notandolo.
“Altrimenti
cosa fai, mi leggi il
pensiero?” poi, con i suoi mostruosi poteri,
scaraventò le due ragazze contro
la vetrina di un negozio.
Nel vedere quella
scena, qualcosa scattò
nella testa di Terence, finora rimasto in disparte e l’uomo
decise che era
arrivato il momento di ribellarsi e attaccò i suoi vecchi
alleati, riuscendo anche
a ferirli.
“Adesso
basta!”
John lo
guardò, sinceramente sorpreso:
“Terence? Ti è dato di volta il cervello, per
caso?”
“Tu non
toccherai mai più questi ragazzi.
Hai capito?”
“Questa
è bella! – rise - Tu dalla parte
del bene? Cosa ne penserebbe tuo padre?”
Nel sentire nominare
il genitore, Terence
si infuriò: “Lui era un pazzo, proprio come te.
Tutti e due presi dalla voglia
di potere. Lui mi ha abbandonato per inseguire i suoi scopi e guarda
che fine
ha fatto! Fallirai anche tu, proprio come è stato per lui
per colpa del
cigno..”
“Io non
commetterò i suoi stessi errori.
Lui mi ha dato delle istruzioni precise e io le
seguirò.”
Solo in quel momento,
però, si accorsero
che la città, fra cui i due ragazzi sulla panchina, stava
lentamente ritornando
alla normalità. John capì quindi di non poter
rimanere un minuto di più e
iniziò quindi a battere in ritirata, ma non prima di dire
un’ultima cosa a
Terence.
“Mi
dispiace che tu abbia fatto la scelta
sbagliata. Sai cosa ti attende, hai fatto un patto oscuro e morirai per
averlo
appena infranto.”
Appena si ripresero,
Samuel e Zack corsero
in aiuto delle ragazze e il suo amato fu quindi la prima cosa che vide
Jade
quando riaprì gli occhi.
“Allora
Julian ha incendiato la sua villa
ed è riuscito a spezzare il patto...”
Brenda,
però, non la stava ascoltando,
troppo occupata a sorridere al suo Terence: “Grazie per
averci aiutate, sapevo
che potevo fidarmi di te.”
Zack,
però, non era della stessa opinione
e gli lanciò un’occhiataccia: “Se fossi
in te, non ne sarei così sicuro. Chi ci
dice che non sia una manovra per imbrogliarci?”
Jade, percependo che
la situazione stava
diventando difficile, si intromise fra i due: “Terence ci ha
aiutato, perciò
meriterebbe un grazie, in questo momento.”
Anche Samuel gli
lanciò un’occhiata
sospettosa: “Grazie tante, ma io la penso come
Zack.”
Solo in quel momento,
Jade si accorse di
essersi dimenticata qualcosa.
“Oh no:
Khali e l’ispiratore! Dobbiamo
annullare i loro disordini!”
Ma Terence la
tranquillizzò subito: “Non
preoccupatevi, sono un servitore del caos e posso annullarli
io” e così fece,
con un semplice schiocco di dita, permettendo alle ragazze di tornare
nei loro
corpi.
Felice, Brenda lo
raggiunse e lo abbracciò,
per poi imbarazzarsi come l’uomo: “Grazie! Ora cosa
farai, però?”
“Nulla.
Purtroppo, chi si sottrae a un
patto oscuro è destinato a morire e io ho poco tempo prima
che accada.”
Preoccupata, la
ragazza si rivolse verso
l’amica in cerca di aiuto: “Cosa possiamo fare per
lui?”
“Non lo so.
Ci penseremo strada facendo,
ok?”
Villa di Terence,
Augusta, Maine
Accompagnata da John,
Heith fece
finalmente ritorno alla villa.
“Che bello!
Suppongo che ora sarò l’unica
persona a vivere qui dentro, giusto?”
“A quanto
pare!”
Poi, mentre lui stava
bevendo un bicchiere
di bourbon guardando le fiamme che ardevano nel camino, lei gli si
avvicinò
silenziosamente alle spalle.
“Secondo te
si sono accorti che dei
mortali sono sulle loro tracce?”
“No, non
sanno ancora che qualcuno gli ha
scoperti. Del resto, era scontato con tutti i disastri che si sono
lasciati
dietro in questi due anni!”
Sdraiandosi sul
divano, la strega scoppiò
a ridere: “Sarà proprio una bella sorpresa per i
nostri amici, non vedo l’ora!”
CONTINUA NEL
SEDICESIMO EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE:
Martedì prossimo cominciano gli episodi inediti che
aspettavano i miei vecchi lettori dell'anno scorso. Martedì
prossimo non perdete l'appuntamento con la 2x16 "Ombre smarrite". Buona
settimana stregata!
|
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Capitolo 16 *** 2x16-La città delle ombre smarrite ***
CAPITOLO
SEDICI
"Shadowless"
Villa Devon, San
Diego, California
Dopo aver evitato
l’uccisione di Samuel da parte di
John, il gruppo fece ritorno a villa Devon per attraversare
un’altra delle
porte-passaggio, ma questa volta con loro c’era Terence,
passato dalla loro
parte. Tuttavia, non tutti sembravano comunque fidarsi di lui.
Mentre si
addentravano nei sotterranei, Jade vide
l’amica a disagio, così si avvicinò a
lei.
“Brenda, va
tutto bene?” le sussurrò.
Lei, confusa, si
voltò di scatto e la guardò confusa
per qualche secondo, prima di rispondere: “E’
che… stare nella villa di Devon
mi fa ricordare quello che mi ha fatto...”
Terence, che era poco
lontano, decise di intervenire
nella discussione per rassicurarla: “Sta tranquilla, lui non
può più farti del
male. L’ho ucciso, ricordi?”
La ragazza lo
guardò intenerita: “Grazie per avermi
salvata. Ti prometto che noi, invece, ti aiuteremo per la questione del
patto
oscuro. Vero, Jade?”
L’altra,
con il Libro stretto in mano, annuì: “Di
questo non devi preoccuparti, farò tutto il possibile per
aiutarti, Terence.”
“Mi
dispiace per… beh, per tutto quanto. – le disse
lui, con l’aria di essere sinceramente pentito - Ti ho fatto
passare l’inferno,
eppure vuoi ugualmente aiutarmi...”
“Hai solo
commesso degli sbagli. E poi, meglio tardi
che mai, no?”
Intanto, pochi metri
più avanti, Zack e Samuel
commentavano la situazione.
“Ma
guardale! Si fidano veramente di Terence! Chi ci
dice che non sia tutta una farsa per condurci in una
trappola?” esordì Zack.
“Niente,
purtroppo. – confermò sconsolato l’amico
- Ma
Jade si fida, perciò non ci posso fare un bel niente, lo
sai.”
“Scherzi,
vero? Dobbiamo intervenire e farle
ragionare!”
Ma Samuel lo
fermò, deciso: “Per quanto io sia
d’accordo con te, non riuscirai mai a convincerle, credimi.
Per ora pensiamo
alla missione e, se Terence farà qualche passo falso,
sarò felice di farlo
fuori con le mie mani. Ok?”
Poco dopo, i cinque
raggiunsero la sala delle porte.
“Rimane
solo una villa a cui far visita, a questo
punto: Xandra si è suicidata, Faith e Devon sono stati
eliminati e Terence è
qui. Rimane solo Rey, giusto?”
“Ed
Heith!” aggiunse Brenda.
“Ah,
già, dimenticavo che lei è un altro membro del
cigno!” commentò Zack, dando voce anche ai
pensieri degli altri.
Terence,
però, si affrettò a correggerlo e a
spiegargli la situazione: “No, lei non è mai stata
un membro del cigno. Esso è
stato attivato da cinque persone e continuerà ad essere
così. Non può esserci
una sesta persona, o qualcuno che prenda il posto di quelli eliminati.
John
glielo ha fatto credere per tenerla buona e per usufruire delle sue
conoscenze
di strega.”
“Ma questo
è fantastico! – esclamò Jade, che
teneva
ancora in mano il Libro - Perché non l’hai detto
subito?”
L’amica le
sorrise: “Te lo sta dicendo adesso, no? Non
ha avuto molte occasioni per farlo, visto che è con noi solo
da qualche ora.”
“Quindi,
Jade? – Zack mise bruscamente fine alla
conversazione fra le due ragazze - Perché tutto questo
sarebbe fantastico?”
“C’è
un incantesimo chiamato Scambio di esistenze,
che permette di trasferire il proprio destino a qualcun
altro.”
“E cosa
significa? Vuoi fare uno scambio di corpi, per
caso?”
“No, no,
assolutamente. In poche parole, l’incantesimo
serve a scambiare il destino di due persone. Se lo usiamo su Terence ed
Heith,
possiamo scambiare le loro esistenze: Heith otterrà il patto
oscuro e sarà il
quinto membro del cigno, mentre Terence riceverà il suo,
cioè niente. E sarà
libero, come se non avesse mai fatto quel patto.”
L’uomo
rimase letteralmente senza parole: “Davvero? Ne
sei sicura?”
Brenda, invece, era
dubbiosa: “Ma Terence così non
perderà i suoi poteri? Insomma, lui diventerà uno
stregone e lei un servitore
del caos e membro del cigno, no?”
“No, nulla
di tutto questo. Essere strega o servitore
del caos fa parte della loro natura e questo non può essere
cambiato. Sono le
scelte che si fanno a determinare il destino di una persona e io
andrò a
cambiare proprio questo.”
Samuel aveva
ascoltato in silenzio le sue parole, ma
ora non poté non esimersi dal rivolgere all’uomo
un commento sarcastico,
pensando a quanto diversa era stata la sua esperienza:
“Sarebbe bello se tutti
i nostri errori fossero cancellati così facilmente, non
credi, Terence? Stai
per uscirne fuori, come se non avessi mai fatto nulla.
Complimenti!”
Terence rimase
impassibile, cercando di rispondere nel
modo più gentile possibile, per quanto difficile:
“So che non ti fidi ancora di
me e non ti biasimo per questo…”
Ma Brenda,
impaziente, non gli diede il tempo di
finire la frase: “Allora, Jade? Quando possiamo farlo questo
incantesimo?”
“Anche
subito, ma è di tipo demoniaco, quindi solo un
demone può recitarlo. Una volta letto
l’incantesimo, comunque, Terence cadrà in
un sonno profondo che durerà quasi un giorno. Al suo
risveglio, il suo destino
sarà cambiato.”
Zack, perplesso, la
fermò per esporle i suoi dubbi:
“Questo significa che anche Heith cadrà in un
sonno profondo, perciò cosa
impedirà a John di capire cosa sta succedendo e di venirci a
eliminare?”
“L’incantesimo
riguarda solo la persona che ha deciso
di voler scambiare la propria esistenza. Perciò, non solo
Heith non si
addormenterà, ma non si accorgerà proprio di
niente.”
“Quindi,
– chiese il demone, ancora ostile - devo
recitarlo io l’incantesimo, oppure non se ne fa niente.
Giusto?”
Brenda, insolitamente
minacciosa, si avvicinò a lui a
tal punto che i loro volti si sfioravano: “E
perché non dovresti farlo?”
“Perché
lui dovrebbe meritare di cambiare la sua
esistenza? Perché dovrebbe essere migliore di me? Io ho
ucciso una bambina perché
ero posseduto da quel folle di Wolf, ma nessuno ha cambiato la mia
esistenza e
sono stato segregato ingiustamente in una cella infernale, pagandone le
conseguenze. Quindi, ripeto: perché dovrebbe meritare il mio
aiuto per
liberarsi del suo fardello?”
“Perché
lui presto morirà!” la ragazza alzò la
voce.
“Beh,
– intervenne Zack, deciso - questi sono affari
suoi! Nessuno gli ha chiesto di fare un patto oscuro con quello
psicopatico del
nonno di Jade!”
Brenda si
bloccò e si guardò intorno, sconcertata:
“Non posso crederci… dite sul serio?”
Jade che la sostenne:
“Se non fosse per Terence, non
saremmo usciti vivi da Albuquerque. Ci ha salvato la vita e sta
cercando di
cambiare. Non vi basta?”
Fu a quel punto che
Terence, capendo la situazione,
decise di intervenire: “Va tutto bene, Jade. Hanno ragione
loro. Lasciate che
mi meriti quell’incantesimo in un’altra maniera,
ok?”
Samuel era
tutt’orecchi: “Bene, sentiamo.”
L’altro si
rivolse direttamente a lui: “Se mi aiuterai
a liberarmi dal patto oscuro, vi svelerò tutto quello che so
sul cigno
d’argento e sull’arma mistica di cui parla la
vostra profezia.”
Il demone lo
guardò per un attimo, poi sorrise: “E noi
dovremmo crederti sulla parola? Per chi mi hai preso, scusa?”
Jade, vedendo la sua
reazione, si avvicinò a lui,
determinata: “Samuel, per favore. Ti posso assicurare che
Terence è sincero e
che per noi è vitale avere quelle
informazioni…”
Annuendo,
l’uomo proseguì: “Non sono vitali solo
per
la vostra missione, ma anche per Jade. Non è del tutto fuori
pericolo, dopo
l’intervento della signora Ferguson, perchè ha
ancora quel parassita nella
testa, che diventa sempre più forte grazie ai disordini
circostanti. Adesso sta
bene, ma più avanti…”
Fuori di
sé, Samuel cercò di gettarsi addosso a
Terence, ma fu fermato in tempo da Zack, mentre Brenda si schierava
davanti al
suo amato per difenderlo.
“Come ti
permetti?!?”
“Samuel, ti
prego… – intervenne nuovamente Jade - non
facciamo finta che non sia vero. Lui ha ragione: ogni giorno che passa,
perdo
un pezzo di me stessa.”
Capendo di non avere
altra scelta, se voleva salvare
la sua amata, il demone si arrese.
“Hai vinto,
Terence. Avrai ciò che vuoi.”
La strega
annuì, poi, pratica come sempre, spiegò agli
altri il suo piano: “Bene, qui di fianco
c’è una cella. Terence rimarrà chiuso
lì dentro con un mio incantesimo, finchè il
passaggio di esistenze non sarà
completato. D’accordo?”
Il gruppo, quindi, si
spostò e Samuel si preparò a
leggere l’incantesimo. Intanto, Brenda era andata a
procurarsi delle candele,
necessarie per completare il rito.
“Dove le
hai prese?” le chiese Jade, vedendola.
“Le ho
staccate dalle pareti del sotterraneo, non c’è
tempo per andare a cercare da un’altra parte.”
La strega
annuì e iniziò a disporle in cerchio, mentre
Terence si sdraiava su una lastra di marmo rettangolare che occupava il
centro
della stanza. Ora, finalmente, era tutto pronto e Jade poté
dare le ultime
indicazioni.
“L’incantesimo
sarà attivo, quando le candele si
accenderanno e poi si spegneranno di colpo. Dopo, Terence
dormirà per parecchie
ore.”
Samuel, pronto, anche
se non molto convinto, annuì:
“Bene, ma facciamo in fretta, grazie!”
Terence,
però, improvvisamente lo fermò:
“Aspetta!”
“Cosa
c’è adesso?” gli chiese Brenda,
preoccupata,
avvicinandosi a lui.
“Prima
lasciate che vi metta in guardia sul prossimo
membro che incontrerete, ok? Dovete stare molto attenti,
perchè Rey è il più
pericoloso di tutti: la sua capacità è quella di
rubarvi l’ombra!”
Zack lo
guardò, perplesso: “E allora? Anche gli altri
erano pericolosi, ma, come vedi, siamo riusciti ad
eliminarli.”
“Rey
è affiancato da una creatura mistica, che si
nutre di coloro che non hanno un’ombra, perciò
state attenti a non farvela
rubare, perché altrimenti non avrete scampo,
credetemi!”
“Grazie per
averci avvertiti!”
“Staremo
attenti, tranquillo!”
Rilassato,
l’uomo poté finalmente sdraiarsi e così
Samuel iniziò a recitare l’incantesimo.
“Quod tibi destinatus,
alia mutata est” [“Ciò
per cui sei
destinato, con un altro è stato cambiato”]
Quando
terminò, Jade disse a Terence: “Ora ti basta
pensare alla persona con cui scambiare la tua esistenza. Ok?”
Le candele, allora,
si sollevarono a mezz’aria e si
accesero improvvisamente, per poi spegnersi pochi secondo dopo,
tornando
lentamente a terra.
Non vedendo
più reazioni nell’uomo, Brenda,
preoccupatissima, iniziò a chiamarlo: “Terence?
Terence!”
“Ha
funzionato. Ora usciamo da qui, tesoro!”
I tre, allora,
uscirono dalla cella e aspettarono
all’esterno che la strega, con un gesto delle mani, ponesse
una sorta di blocco
sulla porta della cella, per renderla inaccessibile fino al giorno
successivo,
quando il rito si sarebbe completato. Poi, raggiunge finalmente gli
altri.
“Ora
nessuno potrà interrompere il rito. Andiamo,
forza!”
I quattro tornarono,
allora, nella stanza delle
porte-passaggio.
Brenda era intimorita
al pensiero di ciò che li
aspettava: “Sapete... dalle parole di Terence, questo Rey non
mi ispira nulla
di buono!”
“Noi
quattro siamo forti, perciò anche lui deve avere
paura. – tranquillizzò Zack - Quattro contro uno,
ricordatelo!”
Improvvisamente,
però, la porta-passaggio iniziò ad
illuminarsi, emettendo una luce così forte che furono
costretti a coprirsi gli
occhi per non rimanere accecati.
“Ma che
cosa...?”
Samuel
provò ad avvisare Jade e Zack, che erano i più
vicini,
ma non fece in tempo perchè i due furono risucchiati dentro
di essa.
Subito dopo, tutto
tornò alla normalità e Brenda osò
avvicinarsi, osservando sconcertata il punto da cui erano spariti poco
prima i
suoi amici.
“Cosa
diavolo è successo?”
“Forse la
porta è stata manomessa. John sapeva che
l’avremmo varcata e ha voluto dividerci.”
“Dividerci
per cosa?”
“Per quello
che ha detto Zack: insieme siamo forti,
separati no.”
Devils Lake, South
Dakota
Jade e Zack
ricomparvero in un quartiere buio, illuminato
solo debolmente da lampioni ad intermittenza. Tuttavia, sembrava essere
deserto.
Subito, Jade si
guardò attorno, perplessa: “Non siamo
ricomparsi nella villa di Rey. Come mai?”
“Sento
puzza di sabotaggio... Le porte-passaggio non
avevano mai fatto così, prima d’ora!”
“Ma dove
sono Brenda e Samuel? Erano dietro di noi!”
Solo in quel momento
il ragazzo si accorse che erano
soli: “Forse la porta ha risucchiato solo noi due. Eravamo
più vicini ad essa,
rispetto a loro: ecco perché al liceo non mi sedevo mai in
prima fila!”
L’altra non
riuscì a non sorridere: “Perché? Cosa
succedeva a chi si sedeva in prima fila?”
“Che quelli
delle file dietro ti lanciavano palline di
carta a ripetizione!”
Lei gli
lanciò una strana occhiata, prima di chiedere,
esitante: “Sembri saperne molto, non è
che…”
“Sì,
ero io quello seduto in prima fila, contenta? Le
palline di carta era il piccolo prezzo da pagare per essere il
secchione della
classe. Pensavo di aver imparato la lezione!”
Jade rise:
“Se può farti stare meglio, io mi sarei
seduta accanto a te, al liceo.”
Lui, ovviamente, non
le credette: “Bugiarda!”
I due,
però, smisero presto di scherzare e iniziarono
ad incamminarsi lungo la strada, ancora tranquilla. Improvvisamente,
però,
videro un uomo terrorizzato che correva nella loro direzione,
finchè, per
l’agitazione, questo non finì contro un palo della
luce.
Dopo essersi lanciati
un’occhiata di intesa, i ragazzi
iniziarono a correre verso di lui, cercando di attirare la sua
attenzione.
“Hey! Va
tutto bene?”
“Cosa le
è successo?”
L’uomo,
affannato per la corsa, respirò lentamente per
qualche secondo, prima di riuscire a parlare: “Un
uomo…. con l’impermeabile
nero. Lui... lui mi ha fatto qualcosa e poi… una creatura
dagli occhi rossi è
uscita fuori dai cespugli, ma non… non riuscivo a vederla,
era come
invisibile... Aiutatemi, vi prego!”
Spaventata, capendo
che qualcosa non andava, Jade si
allontanò leggermente: “Zack, guarda a terra! La
luce del lampione riflette le
nostre ombre, ma non la sua!”
L’altro
annuì e si rivolse all’uomo: “Dove lo ha
incontrato?”
“A…
a qualche isolato da qui.”
“Dov’è
la gente di questa città, invece?”
“Nascosta
dove non può essere trovata. La maggior
parte di noi è stata catturata da quel mostro,
però!”
“E quel
mostro dove porta la gente che cattura?”
Ma, prima che quello
potesse rispondere, un suono
assordante riempì l’aria spezzando il silenzio, un
suono così potente da far
piegare i ragazzi per il dolore, gli occhi chiusi nel tentativo di
sopportarlo.
Improvvisamente, qualcosa afferrò l’uomo vicino a
loro e, ignorando le sue
grida di aiuto, lo trascinò via con forza sovraumana. Solo
allora il suono si
interruppe e i due ragazzi riuscirono a rialzarsi, benché a
fatica.
“Cos’era?”
gridò lei, allibita, guardandosi intorno.
Zack,
però, era altrettanto sconvolto: “Suppongo la
creatura mistica di cui parlava Terence.”
“Fortuna
che non ha preso anche noi…”
“Per ora!
Ma dobbiamo stare attenti a non perdere la
nostra ombra, o faremo la fine di quell’uomo. In questa
città, solo chi perde
l’ombra, viene preso dalla creatura.”
“Hai visto
in che modo l’ha preso? Con un suono che ti
spacca i timpani è difficile scappare da qualcosa che non
riesci a vedere.”
“Ecco
perché dobbiamo stare doppiamente attenti: non
c’è scampo di fronte a quella creatura!”
“Sei
riuscito a vedere i suoi occhi, piuttosto?”
L’altro
scosse la testa: No. Riuscivo a malapena a
tenere i miei aperti.”
Improvvisamente,
però, alle loro spalle risuonò una
voce poco amichevole.
“Oh, due
nuovi turisti!”
Preoccupati, i due si
voltarono di scatto: “Oh no!”
esclamò lei.
“Suppongo
tu sia Rey...” osò l’altro,
più coraggioso.
L’uomo di
fronte a loro sorrise: “Esatto, sono proprio
io, in carne ed ossa!”
“Vedo che
hai spaventato a morte la gente che vive
qui...” gli disse Zack, sbruffone.
Rey rise, tirando
fuori una sorta di bacchetta
appuntita dalla tasca: “Pensate davvero di distrarmi con
questa inutile
conversazione?”
Senza farsi sentire,
Jade sussurrò all’amico: “Hai
visto cosa ha tirato fuori?”
“Probabilmente
è con quello strumento che ruba le
ombre alle persone, perciò dobbiamo riuscire a
prenderlo!”
Ovviamente,
l’altro, che era molto perspicace, capì le
loro intenzioni: “State discutendo su come prendermi questa
bacchetta, vero?”
“Stammi
bene a sentire, sotto specie di Harry Potter:
non ci fai paura. Abbiamo già eliminato i tuoi compagni di
banco, quindi
abbassa la cresta e preparati a raggiungerli!” gli
urlò il ragazzo, per poi
voltarsi verso l’amica, che lo guardava allibita.
“Stai
scherzando, vero?!? Ora siamo praticamente cibo
per la bestia!”
“Almeno
moriremo con dignità, – replicò quello,
ironico - sapendo che non abbiamo supplicato questo buffone di
risparmiarci...”
Rey, a quel punto, si
infuriò: “Adesso basta! -
urlò - Mi avete stancato!”
Poi, posò
la punta della bacchetta sull’asfalto e le
ombre dei due ragazzi iniziarono lentamente a staccarsi da loro,
attirati dalla
bacchetta come se fosse stata una calamita.
Jade, disorientata,
iniziò a guardarsi intorno
agitata: “Oh no, che cosa sta facendo?”
“Ci ruba
l’ombra, no? Presto, fa qualcosa, bloccalo!”
Ma l’altra
iniziò a vacillare: “Credo di avere un
capogiro, non mi sento per niente bene, Zack...”
“Ma certo!
– lui guardò il loro avversario e capì
cosa
stava accadendo - Ogni volta che ruba un’ombra, utilizza il
potere dei
disordini. E questo non va bene, visto il tuo parassita. Dobbiamo
allontanarci!”
“Troppo
tardi, – sussurrò lei, sempre più
instabile -
prendimi…” e svenne, afferrata al volo
dall’amico, preoccupatissimo.
“No, no,
no! Non adesso, Jade, ti prego!”
Ray rise nel vederlo:
“Adesso siete cibo per il mio
fedele amico, ma… prima di lasciarvi a lui, voglio giocare
un po’ con voi...”
agitò la bacchetta e, dalla strada, si sollevarono due
ombre, identiche a Zack
e Jade.
Il ragazzo,
perplesso, osservò attentamente la scena:
“Ma quelli siamo noi!” esclamò.
“Esatto,
con la sola differenza che non hanno un volto
e che non vi daranno tregua!”
Capendo che era
arrivato il momento di fuggire, Zack
prese in braccio l’amica, mentre Rey lo derideva senza
pietà.
“Pensi
davvero di potermi scappare, amico? Tu e la
strega siete nella città delle ombre e qui nessuno sfugge al
mio controllo!”
E così
accadde: le ombre, infatti, iniziarono subito
ad inseguire i due fuggitivi.
~
Intanto, Brenda e
Samuel avevano attraversato la porta
ed erano arrivati nella villa di Rey. La ragazza si guardò
subito attorno,
sperando che l’amica fosse nelle vicinanze.
“Credi che
siano qui?” gli chiese, mentre
camminavano.
“Non lo so,
vedremo. Adesso pensiamo ad uscire da qui,
ok?”
Una volta fuori, dopo
aver constatato di essere soli,
i due ragazzi uscirono in strada in cerca dei loro compagni. Brenda non
riuscì
a non notare che le finestre delle case erano barricate con assi di
legno e che
per strada non c’era anima viva.
“Accidenti,
questo posto sarebbe perfetto per il
prossimo film di Stephen King!”
“Concentrati,
– la richiamò lui - dobbiamo trovare
Jade.”
“E Zack.
Perché ti dimentichi sempre di lui?”
“Perchè
Jade è quella più vulnerabile, in questo
momento. Non hai sentito cosa ha detto il tuo fidanzatino, prima che lo
aiutassi a redimersi gratuitamente?”
Innervosita, la
ragazza lo interruppe bruscamente:
“Per prima cosa, non è il mio fidanzatino e poi,
perché continui ad essere così
spregevole con lui? Pensavo che i buoni dovessero sostenere gli
aspiranti buoni,
o sbaglio?”
Il ragazzo si
voltò verso di lei e la guardò,
serissimo: “Lui non è un aspirante buono.
E’ un servitore del caos malvagio e
senza scrupoli.”
“Perché
continui a giudicarlo così, quando lui ci ha
aiutati?” ormai stavano entrambi gridando.
“Perché
tu non lo conosci come noi, okay? Non puoi
arrivare nel bel mezzo di una storia cominciata prima che arrivassi e
prendere
per buono tutto ciò vedi: bisogna essere realisti, non
ingenui!”
“Okay,
questa storia dell’ultima ruota del carro è
andata avanti per troppo tempo. – replicò lei,
offesa e seccata - Va bene, io
non conosco Terence come voi, ma Jade sì. Eppure, non la
pensa come te, o
sbaglio?”
“Lei non
è in sé, ora. E’ distrutta, lo sento
con ogni
fibra del mio corpo, nonostante cerchi di non farcelo notare. Io ho
paura di
perderla e perciò non ho tempo per essere l’ancora
di salvezza di uno come
Terence.”
Brenda lo
guardò un attimo, poi gli mise una mano
sulla spalla: “Sai... quando ho iniziato questo viaggio con
voi, Jade mi ha
raccontato ogni cosa su di te, come la tua reclusione in quella sorta
di
prigione infernale, ad esempio. Io credo che tu sia stato da solo per
talmente
tanto tempo, da aver perso la capacità di fidarti degli
altri. Nessuno ti ha
aiutato, quando ne avevi più bisogno e hai paura che il
mondo ti possa portare
via l’unica persona di cui ti fidi davvero, ignorando tutto
il resto. Beh, devi
tagliare i ponti con il passato, Samuel, e iniziare a pensare che le
persone
possono anche essere realmente buone, se solo qualcuno decide di
aiutarli,
fidandosi completamente della loro volontà di cambiare. E,
credimi, nessuno
vuole deludere la persona che crede in te.”
Colpito dalle sue
parole, Samuel scoppiò a piangere:
“Per diversi anni sono stato in quel clan di demoni. Molti
erano come fratelli
per me, ma, quando è arrivato Wolf e ha preteso di avermi,
nessuno si è opposto
e mi ha salvato. Mi hanno dato via, come se per loro non fossi mai
esistito...”
Sentendo il bisogno
di abbracciarlo, la ragazza lo
strinse forte a sé: “Loro sono il passato, noi
siamo il presente. E per quello
che vale, ora ci sono delle persone nella tua vita che farebbero il
diavolo a
quattro per te. Non sarai mai più solo, anzi, non lo sei da
parecchio tempo
ormai, e non te ne sei nemmeno accorto.”
I due rimasero
così, in silenzio, abbracciati, per
qualche minuto, finchè Samuel non scoppiò a
ridere.
“Zack che
fa il diavolo a quattro per me?”
Rendendosi conto
della situazione, la ragazza si unì a
lui: “Beh, a modo suo ti vuole bene. Credo....”
“Terence
è fortunato ad averti come ancora di
salvezza, sai? Meglio per lui se non ti delude e, per quello che vale,
se tu ti
fidi della sua buona volontà a cambiare, allora lo
farò anche io.”
Brenda non nascose la
sua felicità: “Sono contenta di
essere rimasta da sola con te... cioè, non in quel senso,
ma… volevo dire,
avevamo bisogno di legare un po’, ecco. Non trovi? Insieme
agli altri era
difficile riuscire ad avere una discussione da soli.”
“Lo stesso
vale per me. Sei una persona straordinaria
e ora capisco perché Jade tiene tanto a te.”
In quel momento,
Samuel notò una sagoma che si muoveva
nei cespugli di fianco a loro e si insospettì.
“Cosa
diavolo è quella?!?”
“Sembra...
sembra una persona..” poi, la sagoma avanzò
lentamente verso di loro, facendosi via via più nitida.
“Jade?”
gridò il ragazzo, sorpreso.
“Cosa?
Jade?” replicò Brenda e lui la invitò a
osservarla meglio.
“Guardala
bene: ha gli stessi tratti di Jade!”
Allora
l’ombra, che fino a quel momento si era
rivelata innocua, alzò una mano e li fece volare contro il
parabrezza di un
auto.
Solo diversi secondi
dopo i due riuscirono a
riprendersi dalla botta e a rialzarsi.
“Ha anche i
suoi stessi poteri! Cosa diavolo sta
succedendo?” chiese la ragazza, spaventata.
“Forse Rey
le ha rubato l’ombra.”
“E ora cosa
facciamo?”
Il ragazzo ci
pensò su un attimo, poi, notando che la
macchina su cui erano caduti non era chiusa, gliela indicò:
“Presto, entriamo
in questa macchina!”
L’altra lo
seguì senza esitazioni: “Cosa vuoi fare? Un
tour della città, per caso?”
Lui sorrise e mise in
moto: “Qualcosa del genere...” e
partì, puntando verso l’ombra, che era in piedi in
mezzo alla strada. Non
appena le fu vicino, accese i fanali e quella, a causa della forte
luce, si
dissolse.
Mentre il ragazzo
sfrecciava via, Brenda si voltò
indietro e notò che l’ombra si stava ricomponendo
lentamente.
“Credo che
non basterà una piccola lucetta, per
liberarsi di questi esseri, sai?”
“Lo so, ma
noi adesso dobbiamo pensare a trovare Jade
e Zack e con questa macchina faremo più
velocemente.”
Intanto, Zack era
riuscito a trasportare il corpo di
Jade nei pressi di un vicolo buio. Dopo averla fatta sedere con la
schiena
contro al muro, tentò di svegliarla, dandole dei piccoli
colpetti sulle guance.
“Jade?
Forza, Jade, andiamo! Svegliati!”
Finalmente, lei
riuscì ad aprire lentamente gli occhi,
guardandosi intorno confusa: “Cosa è
successo?”
Lui
sospirò, sollevato: “Grazie a Dio! Beh, sei
svenuta, probabilmente a causa della grande concentrazione di disordini
che
c’era in quell’uomo.”
“A
proposito di lui, come facciamo a fermarlo? Ci ha
preso le ombre e noi non sappiamo come fare, perchè non
possiamo nemmeno
consultare il Libro.”
“Spero che
Samuel e Brenda siano qui da qualche parte.
Da soli possiamo fare ben poco, soprattutto ora che siamo senza
poteri.”
Nel sentire le sue
parole, Jade si agitò, spaventata e
preoccupata: “Senza poteri? Cosa vorresti dire?”
“Portandoci
via le ombre, ci ha tolto anche i poteri.
Ma mi sono accorto di non averli solo mentre ti portavo qui.”
Nervosa, Jade si
rimise bruscamente in piedi:
“Dobbiamo trovare Samuel e Brenda. Se ruba le ombre anche a
loro, saremo in
guai grossi!”
Nello stesso momento,
gli altri due stavano
continuando a girare con la macchina per le strade della
città, quando,
improvvisamente, Samuel frenò bruscamente vedendo qualcuno
attraversare la
strada di fronte a lui. Immediatamente, si rese conto che erano Zack e
Jade.
Brenda, felice, scese
subito dall’auto: “Ragazzi, come
sono felice di vedervi!” e corse ad abbracciare
l’amica, mentre Samuel
accostava vicino al marciapiedi e la raggiungeva.
“Si
può sapere cosa vi è successo?”
“Quella
porta-passaggio è stata manomessa. E’ chiaro
che volevano farci dividere.”
Subito, Jade corse
fra le braccia dell’amato: “Mi ha
rubato l’ombra!”
Lui la
guardò negli occhi, felice di rivederla, prima
di rispondere: “Lo so, l’abbiamo incontrata
prima.”
Lei lo
guardò perplessa: “Incontrata? In che
senso?”
Rendendosi conto
dell’errore, Zack provvide subito ad
aggiornarla sulla situazione: “Ehm…
già, tu non puoi saperlo visto che sei
svenuta: le nostre ombre hanno preso forma e vagano per la
città a caccia di
noi due.”
Nel sentire le sue
parole, Samuel si preoccupò
immediatamente: “Cosa?!? Svenuta?”
“Tranquillo,
– si affrettò subito a spiegare l’altro
–
solita storia del parassita. E’ bastato allontanarci da quel
Rey e si è ripresa
subito.”
Fu allora che Brenda,
spazientita, sbuffò,
interrompendo i loro discorsi: “Ora possiamo elaborare un
piano, per favore?
Qui c’è qualcuno che ha ancora la sua ombra e di
certo non vuole perderla.
Allora, come sconfiggiamo Rey?”
“Beh, il
suo piatto forte sono le ombre, quindi
informiamoci su di esse consultando il libro, no?” e
così fecero
immediatamente.
I cacciatori di ombre
Essi
sono esseri in grado di rubare le ombre altrui attraverso una sorta di
bacchetta magica, fatta di Acacia dealbata, da cui non si separano mai.
Portando via l’ombra, risucchiano assieme ad essa anche i
poteri di chi ne
possiede.
Un
cacciatore di ombre, inoltre, può controllare tutte quelle
che ha in
possesso. Solitamente, è affiancato da una creatura chiamata
Shatux, che si
nutre dei corpi privi di ombre. Lo Shatux, però, non si
nutre subito delle vittime;
dopo averle rapite, infatti, le porta nella sua tana, dove le immerge
in una
sorta di enorme calderone. Nel giro di poche ore, coloro che ne sono
immersi
diventano “liquido privo d’ombra” che lo
Shatux beve per saziare la sua fame.
Lo Shatux, inoltre, è una creatura invisibile,
perciò non è possibile riconoscerla
al momento dell’attacco; pare, però, che i suoi
occhi possano essere notati, in
quanto brillano come un flash. Per stordire le sue vittime e renderne
più
facile la cattura, emette un potente suono acustico.
Sorpreso da quanto
appena scoperto, Zack interruppe
bruscamente la lettura.
“Avete
sentito?”
Brenda, impaurita,
gli lanciò un’occhiataccia:
“Sentito cosa? Non scherzare, Zack!”
“E chi
scherza!” ribatté l’altro, serio.
Poi, però,
si sentì un rumore lieve provenire dai
cespugli vicini e anche Jade si allarmò.
Subito, Samuel
cercò di mettere tutti in guardia:
“Potrebbe essere lo Shatux. Chi non ha l’ombra stia
indietro, ok?”
Ma Zack, sentendo un
rumore alle sue spalle, si voltò
nella direzione opposta a quella dei suoi amici e vide
due occhi luminosi
che quasi lo accecarono. Il ragazzo, ovviamente, non esitò
un istante ad
avvertire gli altri.
“ATTENTI!
Lo Shatux è dietro di noi!” ma, non appena
gli altri si voltarono, un suono assordante li fece piegare tutti e
quattro a
terra. Il dolore era insopportabile e a stento il demone
riuscì a tenere gli
occhi aperti.
“Jaaaade!
– gridò - Sta attenta, non farti
prendere!”
Ma era troppo tardi:
lo Shatux aveva già afferrato lei
e Zack, incapaci di reagire. Brenda e Samuel, impotenti, non
poterono fare
altro che rimanere a sentire le urla dei compagni, mentre venivano
trascinati
via. E fu allora che tornò il silenzio.
Samuel, fuori di
sé, iniziò a gridare: “Maledizione!
Non doveva succedere!”
Subito, Brenda
provò a calmarlo: “Non sono morti,
ricordi? Il Libro dice che dovranno essere trasformati nel calderone,
prima che
la creatura possa divorarli, bevendo il loro liquido, o quello che
è! Abbiamo
ancora del tempo, non agitarti!”
Fortunatamente, le
sue parole riuscirono nell’intento
e il ragazzo più lucido, riuscì a rialzarsi e a
guardarsi intorno: “Non ho
finito di leggere tutte le informazioni che ci servono. Nascondiamoci
da
qualche parte, se restiamo qui in bella vista, Rey potrebbe trovarci e
rubarci
l’ombra e questo non deve succedere!”
Lei annuì:
“Già, considerando che ci sono anche le
ombre di Jade e Zack in giro a cercarci, probabilmente siamo in
pericolo qui...”
I due, allora,
entrarono in un piccolo supermercato
saccheggiato e devastato da atti di vandalismo e ormai abbandonato. Le
luci
funzionavano ad intermittenza, ma erano abbastanza luminose da
permettere ai
ragazzi di muoversi al suo interno senza problemi.
Cercando di evitare
dei pezzi di vetro, Brenda guardò
sorpresa la devastazione che la circondava: “Accidenti, cosa
è successo qui?”
“La gente
è fuggita e si è nascosta, Brenda. E quando
qualcuno fugge e si nasconde, ha bisogno di un grosso rifornimento di
cibo per
sopravvivere.”
“Wow,
sarebbe questa l’anteprima di un apocalisse?
Accidenti!”
Finalmente, facendosi
largo attraverso scaffali
crollati e scatoloni distrutti, riuscirono a raggiungere il magazzino,
dove
poterono fermarsi a leggere in tranquillità il Libro.
“Bene, qui
saremo al sicuro, finchè non capiremo cosa
fare.”
La ragazza,
però, non era altrettanto convinta e si
guardava intorno perplessa: “Sicuro che Rey o le ombre non ci
raggiungeranno
anche qui?”
“Qui
c’è molta più luce rispetto alla strada
e le
ombre non possono proiettarsi nella luce senza un corpo. Fuori
c’erano dei lampioni,
ma illuminavano solo il marciapiedi e non tutta la strada, qui invece
non ci
sono zone buie.”
Più
convinta, Brenda lo incitò a continuare la
lettura: “Va bene, mi hai tranquillizzata, ora vediamo come
salvare i nostri
amici, ok?”
E, ovviamente, Samuel
non perse altro tempo.
Gli Shatux
Sono
particolari creature mistiche, invisibili agli occhi di tutti. Per
secoli sono stati temuti dai cacciatori di ombre, perseguitati da essi
in
quanto “privi d’ombra”. Essi, infatti,
risultano essere la loro unica fonte di
sazietà eterna, tanto che nel XII secolo, gli Shatux
decimarono interi
villaggi abitati da loro.
Pur
di non permettere la loro estinzione, alcuni dei cacciatori rimasti
decisero di stipulare un accordo con gli Shatux: avrebbero procurato
loro dei
corpi senza ombra, così da poter sopravvivere. In cambio,
sarebbero stati
finalmente risparmiati. E così hanno fatto da allora.
Avvertimento: Un cacciatore fornisce
la sazietà eterna allo Shatux, mentre un essere
umano o una qualunque altra creatura soprannaturale lo fa solo per
breve tempo.
“Mi sembra
chiaro quello che dobbiamo fare, no?”
esclamò Brenda, quando finirono entrambi di leggere.
Samuel la
guardò perplesso, stupito che avesse un
piano: “Anche io, ma non so se stiamo pensando alla stessa
cosa!”
“Rivoltare
lo Shatux contro Rey, ovviamente!”
Interessato, il
ragazzo le fece cenno di continuare.
Prendendola come una
sfida, lei iniziò a esporgli nel
dettaglio quanto aveva in mente: “Al momento, lo Shatux
è in buoni rapporti con
il nostro cacciatore di ombre, perché questo continua a
fornirgli corpi senza
ombra da poter divorare per saziarsi. Perciò, prima di
tutto, propongo di
rubare la bacchetta a Rey, quella che usa per risucchiare le ombre,
dopo di che
faremo visita alla tana dello Shatux e rovesceremo il calderone
liberando tutti
e…”
Ma l’altro
la interruppe bruscamente: “Cosa impedirà
allo Shatux di farci a pezzi nel frattempo?”
“La nostra
astuzia, ovviamente. Insomma, basta
spaventare lo Shatux, dicendogli che Rey non ha più la
bacchetta e che quindi
non può più fornirgli corpi privi
d’ombra per restare in vita, no? A quel punto
spezzeremo la bacchetta davanti ai suoi occhi abbaglianti e renderemo
le cose
moooolto serie.”
Rendendosi conto che
era davvero un buon piano, Samuel
le sorrise: “E nulla impedirà allo Shatux di
divorare Rey, per avere la sua
sazietà eterna...”
I due, felici di
essersi capiti, si scambiarono il
cinque.
“Esatto!
Due piccioni con una fava!”
“Devo
ammetterlo, mi hai davvero sorpreso: questo è un
piano a dir poco geniale!”
Solo in quel momento,
Samuel si accorse che c’erano
delle falle nel loro progetto e subito, ovviamente, la ragazza si rese
conto
del suo cambio di espressione.
“Cosa
succede? Perché non hai più la faccia da Abbiamo
la vittoria in pugno?”
“Ci sono
due problemi: primo, non sappiamo dove si
trova lo Shatux e secondo,non siamo abbastanza forti per rubare una
bacchetta
dalle mani di un membro del cigno!”
Brenda,
però, era più ottimista di lui e non lo
nascose: “Una cosa per volta, Samuel. Passami quel libro,
intanto.”
Fiducioso, lui
eseguì e lei gli diede una rapida
occhiata, prima di spiegargli cosa doveva fare.
“Allora,
qui c’è scritto che gli Shatux amano gli
ambienti umidi, dove la luce non penetra mai. Che razza di luogo
sarà mai?
Dubito che esista...”
Samuel
abbassò lo sguardo verso il pavimento: “Beh,
prova ad immaginare…”
Finalmente, la
ragazza ci arrivò e la sua faccia
schifata lo fece capire all’amico più delle
parole: “No! Ti prego, no! Non
dirmi che vivono nelle fogne!”
L’altro
annuì: “Già! Ora non ci resta che
pensare a
come rubare quella dannata bacchetta dalle mani di Rey e
poi…tutti giù per il
tubo come i topolini di quel cartone, no?”
“Guardi i
film d’animazione, adesso?”
“Colpa di
Zack, sul suo portatile trovi solo quelli da
guardare…però non sono male!”
“Ne sono
sicura, adesso vieni con me, ho un piano! ”
esclamò lei, iniziando a correre.
“Accidenti,
Brenda, – replicò lui, mentre cercava di
raggiungerla - se tu avessi un diario, avresti molte cose da scrivere
sulla
giornata di oggi!”
“Ma non ce
l’ho! Non sono mica una tredicenne con
problemi adolescenziali cronici! E ora forza, corri, super demone a cui
piacciono i cartoni!”
“Non
insultarmi sempre, ora che te l’ho detto!”
Pochi minuti dopo,
mentre vagava per le strade della
città in cerca di Brenda e Samuel, l’attesa di Rey
finalmente finì, perchè la
ragazza spuntò all’improvviso davanti a lui.
“Oh, salve!
– lo salutò - Volevo un informazione...
per caso ha visto un tizio - un cretino, per la precisione –
con una bacchetta
in mano stile Maghi di Wevarly?”
Rey ignorò
il suo commento sarcastico e le sorrise:
“Che carina ad esserti buttata nella tana del lupo
così facilmente! Sono quasi
commosso, ti cercavo solamente da qualche ora, sai?”
Fingendo di
distrarsi, l’altra replicò: “Bene,
adesso
che mi hai trovata, cosa vogliamo fare? Vuoi rubarmi l’ombra,
giusto?”
Intanto Samuel stava
camminando lentamente alle spalle
di Rey.
“Davvero
sei venuta qui, vulnerabile come sei, per
farti rubare l’ombra da me? Sembri fin troppo ingenua per i
miei gusti...”
Poi, si
girò, trovandosi di fronte Samuel che, subito,
gli prese la bacchetta dalle mani, mentre con una grossa folata di
vento Rey,
per sbaglio, lo faceva volare per terra.
“Nooooooo!
– gridò - Ombre, prendetelo!” e
comparvero
subito le ombre di Jade e Zack che, in poco tempo, riuscirono a fermare
il
ragazzo.
Nel frattempo,
Brenda, assisteva alla scena e al loro
fallimento.
“E’
ora del piano B!” esclamò, correndo dentro la
macchina aperta e non smettendo di farfugliare fra sé e
sé.
“Allora,
Samuel ha detto che devo collegare i due fili
per farla partire. Dai, scintillate! Dai, forza!” e,
improvvisamente, i fili
emisero una scintilla e il motore si accese.
Brenda, allora, si
mise dietro il volante e si diresse
proprio in direzione di Rey.
“Cosa
vorresti fare? Investirmi?” le chiese lui,
guardandola.
“Lo
vedrai... Luci
accecanti, irrompete in questo buio
così raro e rendete quest’auto abbagliante come un
faro...”
Subito, i fari
dell’auto si accesero, investendo i
presenti con una luce talmente potente, da far dissolvere le ombre che
avevano
agguantato Samuel. Rey, invece, cercava con una mano di ripararsi gli
occhi per
non rimanere accecato.
“Spegni
queste dannate luci, o giuro che te ne
pentirai!” le sibilò,minaccioso.
“Spegnerle?
– esclamò lei, prima di ingranare la
marcia - Ci ho messo mezz’ora per scrivere il mio primo
incantesimo con una
rima decente!” e partì a tavoletta, non dandogli
nemmeno il tempo di spostarsi
e prendendolo in pieno, al punto che il suo corpo rotolò
sopra l’auto, prima di
toccare terra.
A quel punto, Brenda
scese dall’auto e raggiunse
Samuel, che intanto si era guardato intorno, esaminando la zona.
“Muoviamoci,
ho visto un ingresso fognario da quella
parte!”
Eccitata per quanto
aveva appena fatto, la ragazza lo
seguì correndo: “Visto come l’ho
investito? E non andrò nemmeno in galera!”
Qualche minuto dopo,
i due riuscirono finalmente a
calarsi nelle fogne, anche se Brenda non nascose mai il suo disgusto
per quanto
stavano facendo.
“Santo
cielo, è questo l’odore di una vera fogna?!?
Nei film, gli attori si disgustano per tipo un minuto, qui
c’è da tapparsi il
naso a vita!”
Avanzando con una
torcia stretta in mano, Samuel la
zittì: “Smettila di lamentarti, mi sa che siamo
vicini, perchè sento delle
voci.”
“Non sono
voci, sono pensieri!”
“Lamenti di
persone che soffrono... Allora siamo molti
vicini! Ecco il calderone, infatti. L’abbiamo trovato,
finalmente!” e, puntata
su di esso la luce della torcia, permise anche all’amica di
vederlo.
“Corro a
rovesciarlo prima che arrivi lo Shatux, allora!”
“Io ti
guardo le spalle!”
Quando si
avvicinò all’enorme calderone, Brenda, vide
al suo interno tanti piccoli fasci luminosi, che si muovevano emettendo
lamenti
confusi e assordanti. La ragazza rimase sconcertata da quanto aveva
davanti.
“Oh mio
Dio, povere persone... Non preoccupatevi,
presto sarete liberi!”
“Brenda,
sbrigati!” la incitò l’amico, a qualche
passo
di distanza.
“Aiutami,
è troppo pesante!” lo chiamò, sbuffando
per
la fatica.
L’altro,
allora, provò a sollevare un braccio e ad
usare la telecinesi, ma non accade nulla.
“Allora?
Perché non funziona?”
“Mi
dispiace, è troppo pesante anche per me. Ci vuole
qualcosa di più potente!”
La ragazza, allora,
ebbe un’illuminazione e si tolse
lo zaino dalle spalle: “Le frecce intinte nella porpora che
mi ha fatto la
Signora Ferguson! La loro potenza esplosiva riuscirà a far
rovesciare il
calderone, vedrai...”
Ma Samuel non era
altrettanto fiducioso e, anzi,
iniziò anche a indietreggiare.
“Ti ricordo
che siamo quasi morti, l’ultima volta, ma
il piano è tuo, quindi fa come vuoi!”
Senza rispondere,
l’altra caricò la balestra e scoccò
la freccia contro il calderone che, con una grossa esplosione,
finalmente si
rovesciò. Subito, i piccoli fasci di luce sgorgarono fuori,
dirigendosi verso
l’alto, mentre un suono assordante investiva
l’intero tunnel.
I due si coprirono le
orecchie con le mani, nel
tentativo di resistervi.
“Sta
arrivando lo Shatux, presto, spezza la
bacchetta!”
E lei
eseguì, mentre di fronte a loro si palesavano
gli occhi luminosi della creatura. Non appena lei li vide, si mise
davanti ad
essi.
“Fermo,
fermo! – gridò, mostrandogli la bacchetta -
Come vedi, il tuo cacciatore non ha più gli strumenti per
procurarti il
nutrimento che ti serve. Indovina chi è ferito e pronto a
darti la sazietà
eterna, su in città, steso su una strada?”
Capendo che ormai era
fatta, Samuel non nascose un
sorriso.
Nello stesso momento,
qualche metro più sopra, Jade e
Zack ricomparvero nel punto esatto in cui erano stati rapiti.
Ancora scombussolati,
si guardarono intorno: “Siamo
tornati, vero?” chiese lui all’amica, nel suo
stesso stato.
“Credo di
sì, ma non vedo Samuel e Brenda.”
Fu allora che
intravide nel cielo una forte luce e
subito gliela indicò: “Vedi anche tu quella luce?
Non credo che la strada da
cui provenga sia molto lontana, sai?” e i due iniziarono
subito a correre per
raggiungerne la fonte.
Una volta arrivati,
compresero che si trattava di una
macchina con dei fari molto potenti e subito la strega si
insospettì.
“Una
macchina normale non può fare tutta questa luce,
vero?”
Zack,
però, non la ascoltava, distratto da qualcosa
che si muoveva dietro di essa: “No, ma…
chi è quel tizio ferito che sta
cercando di mettersi in piedi?”
Togliendosi dalla
luce abbagliante, riuscirono a
vederlo meglio: “Ma è Rey!”
esclamò lui e subito l’uomo si accorse della loro
presenza.
“Accidenti,
vi hanno liberati!” esclamò, ansimando per
lo sforzo.
Improvvisamente,
ricomparve nuovamente quel suono
assordante e i due ragazzi si coprirono immediatamente le orecchie con
le mani
per cercare di resistervi.
“Oh no! Di
nuovo!” gridò Zack, ma, con sua grande
sorpresa, questa volta lo Shatux trascinò via soltanto Rey,
mentre loro due
assistevano impotenti alla sua triste dipartita.
Pochi minuti dopo, i
quattro finalmente riuscirono a
ritrovarsi e, avendo salvato anche la città di Devils Lake
dalla minaccia di
uno dei cinque, si affrettarono a tornare a villa Rey per attraversare
nuovamente la porta-passaggio, ignari, però, della macchina
parcheggiata fuori
da essa, che per tutto il tragitto li aveva inseguiti.
Mentre raggiungevano
la stanza delle porte, Brenda non
riusciva a nascondere il nervosismo.
“Non vedo
l’ora di tornare da Terence, – mormorò -
chissà se il rito ha funzionato...”
Subito, Jade le si
affiancò, cercando di calmarla:
“Rilassati, mancano ancora diverse ore prima che il rito si
completi. Festeggia
per essere riuscita a salvarci tutti, piuttosto!”
Intanto, a poca
distanza da loro, Zack era ancora
abbastanza carico per gli ultimi avvenimenti: “Wow, ma ci
credete? Abbiamo
sconfitto tutti i membri del cigno!”
“Beh, non
tutti!” aggiunse Samuel, ricevendo
un’occhiata perplessa da parte di Jade.
“Cosa stai
dicendo? Certo che li abbiamo eliminati
tutti!”
Brenda, nel sentirla,
scoppiò a ridere, pensando
stesse scherzando: “Simpatica! Posso capire il tuo odio verso
Heith, ma così
esageri!”
Sorpresa,
l’altra si fermò, bloccandosi in mezzo al
corridoio: “Heith? Di cosa state parlando?”
Zack la
guardò a occhi sgranati: “Okay, non stai
scherzando, vero? Cioè, sei seria?”
Fu allora che Samuel
riuscì a capire cosa stava
succedendo: “Sta perdendo i ricordi!”
Confusa, lei lo
guardò e, finalmente, riuscì a
ricordare: “Accidenti, per un attimo io… scusate,
ora mi ricordo...”
Subito,
l’amica si precipitò ad abbracciarla:
“Tesoro,
va tutto bene. Sistemeremo anche questo, ormai siamo vicini alla fine
e, quando
i disordini verranno cancellati da questo mondo, tu guarirai.
D’accordo?”
Fiduciosa, la ragazza
guardò uno ad uno i suoi amici:
“Lo spero, altrimenti…” ma non
completò la frase e, seguita dagli altri,
attraversò la porta-passaggio.
Poco dopo, i due
individui che si trovavano nell’auto
parcheggiata fuori, un uomo e una donna, si introdussero nella villa.
Dopo aver ispezionato
ogni centimetro della casa, si
ritrovarono proprio nella stanza in cui erano i quattro pochi minuti
prima.
“Non sono
da nessuna parte, dove sono finiti?”
L’altro
stava osservando con interesse le
porte-passaggio di fronte a lui: “Magari sono passati
attraverso queste
porte...”
Lei lo
guardò, perplessa: “C-cosa stai dicendo? Lo
vedi anche tu che dietro c’è solo un muro di
mattoni!”
Quando si
voltò, l’uomo indossava una collana simile a
un amuleto: “Te l’ho detto, non sono persone
normali. Sono anni che indago su
di loro, specialmente sulla ragazza, Jade Alison.”
“Okay,
– replicò la donna, ancora diffidente - ma
tutto questo è comunque assurdo! Quello che so io, invece,
è che quella ragazza
ha svaligiato una banca a San Diego e che, da quando lavoro con te, non
fai
altro che farneticare di cose strane e a dir poco...
impossibili...”
“Ancora non
mi credi, vero?Allora, spiegami, dove
sarebbero andati quei quattro ragazzi entranti qui poco fa?”
“Beh, io
non lo so!” dovette ammettere lei, sconfitta.
L’altro,
allora, annuì, si voltò di nuovo verso la
porta e iniziò a camminare verso di essa, finchè
non la attraversò e scomparve,
sotto gli occhi sconvolti della collega che, seppur esitante e
incredula, si
costrinse a seguirlo.
CONTINUA NEL
DICIASSETTESIMO EPISODIO
Testo a
cura di Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE: Scusate per il ritardo del capitolo, ma andava
revisionato prima della pubblicazione e in questi giorni non sono
riuscito a trovare il tempo. Non mancate all'appuntamento con il
prossimo episodio, la 2x17 "Emozioni mortali". Buona settimana stregata!
PROMO
2x17
I PIANI DEL NEMICO STANNO PER ESSERE SCOPERTI
Il gruppo è davanti al computer di Zack
Brenda: "Di cosa si tratta?"
Zack: "...ho iniziato a raccogliere queste informazioni dopo l'incontro
con il primo membro del cigno!"
Jade: "...nulla potrà impedirci di prendere l'arma che
disattiverà il cigno!"
Terence: "Avete scoperto gran parte dei piani di John, ma questo non
vuol dire che resterà fermo a guardarvi mentre vi
appropriate dell'arma!"
DUE DESTINI SONO STATI CAMBIATI
Heith: "Cosa mi sta succedendo?"
John: "Hanno scoperto l'incantesimo che cercavo nel grimorio, quello
dello scambio di esistenze!"
E SI TROVERANNO FACCIA A FACCIA CON IL NEMICO
Brenda: "Che sgualdrina!"
Heith: "Ti pentirai di averlo detto!"
Jade: Prova a torcele un solo capello e ti pentirai di essere ritornata
in vita!"
MA LE COSE SI METTERANNO MALE
Brenda: "...come facciamo ad aiutare Jade e Zack?"
Samuel: "Zack è un uomo morto!"
E TUTTI SARANNO MESSI L'UNO CONTRO L'ALTRO
Zack: "Tu non la meriti!
Samuel, torna qui! Non ho finito con te!"
Demon & Witch / Nuovo episodio Martedì 10 Febbraio
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Capitolo 17 *** 2x17-Emozioni mortali ***
CAPITOLO DICIASSETTE
“Destructive
Behavior”
Villa Devon, San
Diego,
California
Il gruppo era tornato
nella villa di Devon, in attesa
della fine del rito e del risveglio di Terence. Subito, i quattro
entrarono
nella stanza in cui l’uomo era immerso nel sonno e
immediatamente Brenda si
sedette accanto a lui.
“Jade,
– chiese all’amica, senza smettere di guardarlo
– credi ci vorrà ancora molto?”
L’altra,
però, era distratta e non le rispose subito:
“Ehm, cosa?”
“Ti ho
chiesto quanto ci vorrà ancora.”
“Scusami,
mi sto sforzando di pensare. Inizio a temere
di poter dimenticare cose importanti, così sto controllando
se ricordo tutto.”
Samuel,
dall’altra parte della stanza, non riuscì a
non intervenire: “E ricordi ancora tutto?”
La strega dovette
ammettere di non essere molto
tranquilla: “Beh, la maggior parte delle cose, sì.
Però, ci sono alcuni
incantesimi che fino a ieri sapevo alla perfezione, ma che in questo
momento
fatico a ricordare.”
“Questo
è un problema, se tuo nonno decidesse di
attaccarci da un momento all’altro.”
commentò subito Zack.
Samuel, invece, non
riuscì a nascondere la sua ira:
“Accidenti a quel figlio di puttana di Wolf!”
Subito
l’amico gli mise una mano sulla spalla nel
tentativo di calmarlo: “Calmati, adesso! Di certo non
risolverai il problema,
così, non credi?”
“Calmarmi?!?
Abbiamo eliminato tutti i membri del
cigno, eccetto Terence che sta scambiando la sua esistenza con quella
di Heith,
e poi? Cosa faremo adesso per mandare via i disordini? Jade non ha
più tempo e
presto perderà la sua identità!”
Brenda, a quel punto,
decise di intromettersi fra i
due: “Quando Terence si sveglierà, sarà
lui a dirci quale sarà la prossima
mossa, okay? Non siamo delle pecorelle smarrite, non ancora,
perlomeno!”
Finalmente il demone
riuscì a calmarsi e Zack decise
di prendere il computer e sfruttare il tempo che rimaneva per parlare
agli
altri.
“Ragazzi,
c’è una cosa che devo mostrarvi intanto che
aspettiamo. Si tratta di qualcosa cui sto lavorando da tempo, ma solo
ora credo
di avere un quadro abbastanza completo” poi
appoggiò il portatile su un ripiano
e tutti si avvicinarono per vedere e per ascoltarlo.
Per prima cosa, Zack
aprì un’immagine:
Non riuscendo a
capire, Brenda chiese subito
spiegazioni.
“Di cosa si
tratta?”
“Santo
cielo, è una mappa, non vedi?” replicò
l’altro,
seccato.
“Lo so,
genio! Mi riferivo a tutte quelle frecce e
quei colori. Cos’è, il compito di un bambino delle
elementari?”
Samuel non
riuscì a non ridere, anche se questo gli
costò un’occhiataccia.
“Se mi date
un secondo, ve lo spiego, razza di
idioti!”
“Cosa sono
quei cerchi rossi?” chiese Jade, senza
dargli tempo di parlare.
“Ora ci
arriviamo. Allora, ho iniziato a raccogliere
queste informazioni dopo l’incontro con il primo membro del
cigno…”
“Cioè,
– si intromise Samuel – da quando mi hai
parlato per la prima volta delle città-epicentro che
ricevono i disordini e poi
li distribuiscono, giusto?”
“Esatto!
Qui le città epicentro sono rappresentate
dalle cinque punte della stella; il che mi fa pensare che le residenze
dei
cinque non siano state scelte a caso, ma situate in un punto geografico
ben
preciso.”
“Quindi, i
disordini giungevano nelle città-epicentro
e i cinque avevano solo il compito di distribuirli nelle zone
circostanti,
giusto? – commentò Jade - Perciò le
frecce rosse rappresentano la direzione di
diffusione del disordine, a partire da quelle città.
Esatto?”
Il ragazzo
annuì: “Proprio così!”
“Il cerchio
rosso a sinistra che poi si collega
con l’altro, cosa sarebbe, invece?”
“Quello
è il punto in cui abbiamo trovato quel muro
nero che si estendeva per chilometri, ve lo ricordate? Lo
stesso che vi
ha teletrasportati fino ad un campo di grano vicino a Morbridge, nel
1975.”
Brenda, perplessa, si
mise a ragionare ad alta voce:
“Ma certo, il muro è comparso dopo la morte di
Faith in quell’esplosione!”
“Che mio
Nonno, poi, ha provveduto a rendere di nuovo
invisibile!” aggiunse Jade.
“Ed
è qui che arriva il bello: le linee blu
rappresentano i confini scomparsi dopo la morte dei vari membri, mentre
quelle
in giallo sono i confini di…”
“…Terence.
L’unico membro ancora vivo!” concluse
Brenda per tutti e subito l’amica la guardò,
preoccupata.
“Ma presto
quei confini apparterranno ad Heith, quindi
dovremo eliminarla al più presto, se vogliamo farli
sparire.”
“E quelle
linee rosse, invece?” senza saperlo, il
demone aveva posto la domande più importante.
“Era
proprio qui che volevo arrivare: i disordini
hanno assediato ogni stato presente sulla mappa, eccetto quelli
all’interno del
pentagono. Questo mi porta a pensare che John abbia creato i membri del
cigno
per tenerci lontani da ciò che si trova al centro della
stella.”
“L’arma
che neutralizzerà il cigno, forse?” propose
Jade.
“Ma certo,
è senz’altro così! Ecco
perché era così
preoccupato quando i confini di Faith sono diventati visibili ai nostri
occhi:
temeva che avremmo capito ciò che stava
combinando!” esclamò Samuel, sicuro.
Ma Brenda ancora
aveva dei dubbi e si affrettò ad
esporli anche agli altri: “Un secondo, ma, se non sbaglio,
quella volta
scavalcammo il muro, grazie all’incantesimo di Jade. Se
l’arma si trova davvero
all’interno del pentagono, cosa ci impedirà di
scavalcare anche quel confine ed
entrare?”
“Sai, non
credo che i confini in blu siano uguali a
quelli in rosso. Penso che non si possano scavalcare con nessuna magia,
altrimenti sarebbe stato troppo facile per noi. John non è
stupido. Tuttavia,
credo che le pareti del pentagono si siano indebolite sempre
più, man mano che
i membri del cigno venivano sconfitti, e che rimangano in piedi solo
grazie
all’ultimo membro rimasto.”
“Beh, mi
sembra chiaro cosa dobbiamo fare, allora: non
appena lo scambio di esistenze sarà completato, elimineremo
Heith e insieme a
lei spariranno i confini che partono dalla sua città e che
mantengono sollevate
le barriere del pentagono.”
Il volto di Jade si
aprì in un ampio sorriso: “E, a
quel punto, nulla potrà impedirci di prendere
l’arma che disattiverà il cigno
per sempre!”
Improvvisamente,
però, il loro entusiasmo fu
interrotto da Terence, finalmente sveglio.
“Non siate
così ottimisti!” esclamò, facendo
voltare
tutti di scatto.
Subito, Brenda gli
sorrise, felice: “Ti sei svegliato,
finalmente!”
Samuel,
però, era rimasto serio, deciso a capire cosa
intendeva dire l’uomo:
“Perché?”
“Avete
scoperto gran parte dei piani di John, ma
questo non vuol dire che resterà fermo a guardarvi, mentre
vi approprierete
dell’arma! Inoltre c’è ancora molto
altro che non sapete...”
“Ma noi non
vediamo l’ora di ascoltarti... Spero che
onorerai la tua promessa.”
“Ti
ringrazio per la fiducia, non avere dubbi su
questo. Però adesso, non possiamo più restare
qui, dobbiamo andarcene..”
Zack
appoggiò subito la proposta: “Ha ragione: John
potrebbe notare qualcosa di diverso in Heith e noi non possiamo restare
in uno
dei primi posti in cui ci verrebbe a cercare.”
Jade raccolse subito
le sue cose e, per ultimo, il
Libro: “Bene, allora usciamo immediatamente da qui. Abbiamo
molto di cui
parlare.”
Qualche minuto dopo
che il gruppo, insieme a Terence,
aveva lasciato la villa, le due persone che li avevano seguiti
attraverso la
porta-passaggio uscirono allo scoperto: fino a quel momento, infatti,
erano
rimasti nascosti nella stanza accanto alla loro, ascoltando ogni cosa.
I due erano Byron
Mills, un agente di polizia, ed Ava Reynolds,
la sua partner da qualche mese.
Lei era ancora
incredula per quanto era accaduto loro
pochi minuti prima.
“Io-io…
io…”
Più calmo,
l’altro si avvicinò subito a lei:
“Rilassati, adesso, ok? So che tutto questo è
assurdo, ma è reale.”
“Ma... ma,
com’è possibile? Chi è quella gente? E
di
cosa stavano parlando?”
Byron,
però, era confuso quanto lei: “Nemmeno io
riesco a capire di cosa parlavano, ma so che in ogni città
in cui mettono piede
c’è qualche stranezza: sono due anni che sono
sulle loro tracce, eppure nessun
altro sembra notare i disastri che si lasciano dietro. Come se qualcuno
cancellasse la memoria a tutti!”
“Tu sembri
ricordare tutto, però...”
“Il giorno
in cui la casa di quella ragazza si
incendiò, mandarono me sul posto. Era tutto distrutto, tutto
bruciato. Alcune
cose, però, si erano salvate, come la collana che porto al
collo da allora. – e
gliela mostrò – Sai, io penso che sia grazie ad
essa se io ricordo ogni cosa e
gli altri no.”
La donna era sempre
più sconcertata e incredula: “Stai
parlando di… stregoneria?”
L’altro
sorrise, rendendosi conto di quanto tutto
sembrasse assurdo: “Chiamala stregoneria, magia, o quello che
vuoi: so solo
che, un anno dopo, quella casa è ricomparsa dal nulla e che
nessuno, escluso
me, ricorda l’incendio. Né disastri accaduti in
altre città dello stato:
l’esplosione dell’istituto genetico a Norfolk,
l’anno scorso? Mai esistito. Il
blackout nell’intero stato del New Jersey, sempre
l’anno scorso? Nulla. La
misteriosa esplosione di quella villa a Salem, qualche mese fa? Niente,
nessuno
ha la minima idea di che cosa si tratti.”
“Ma la
rapina alla banca da parte di questa Jade
Alison, se la ricordano ancora tutti, però. Come
mai?”
“Non ne ho
idea, ma qualunque stregoneria hanno usato
finora per cancellare le loro tracce, adesso non funziona
più. Ed è qui che
entriamo in scena noi.”
“Noi?
– chiese Ava, confusa – Cosa vorresti
dire?”
“Quella
ragazza può procurarmi la promozione del
secolo, così non sarò più solo un
comune agente. L’anno scorso, seguendo quei ragazzi,
mi sono imbattuto in un negozio di stregoneria, uno vero! La donna che
ci
lavorava si chiamava Heith e io, disinvolto e stando al gioco, le ho
chiesto se
avesse qualcosa per recuperare dei ricordi perduti. Mi ha consegnato un
sacchetto con dentro della polvere e mi ha detto che dovevo miscelarla
a
qualcosa di liquido che si potesse bere. Il giorno dopo, l’ho
messa nel caffè
di un mio collega e lui ha iniziato a ricordarsi di cose a cui non
pensava da
anni.”
L’altra non
riuscì a trattenere una risatina: “Oh mio
Dio, tutto questo è assurdo! E cos’avresti in
mente di fare, ora?”
Quello le
lanciò un sorriso compiaciuto:
“Arresterò
quella ragazza e, dopo aver fatto bere a tutti quella polvere,
farò loro
ricordare ogni suo crimine, così io riceverò la
promozione che aspetto da tutta
una vita. Dio, dopo ben due anni di inseguimenti, aerei, microfoni e
videocamere, ci sono finalmente così vicino...”
“E io ti
aiuterò!” esclamò Ava, pensando di
trarre
anche qualche vantaggio per sé dalla situazione.
Villa di
Terence/Heith -
Augusta, Maine
Poiché era
in allarme, John si era recato alla villa
per discutere con Heith di cosa fare.
Lei, però,
sembrava indifferente, mentre lui, nervoso,
faceva avanti e indietro per la stanza.
“Siamo nei
guai: Rey è stato eliminato e io non ho più
tempo!”
“Più
tempo per cosa? – replicò lei, guardandosi le
unghie - Pensavo che ora che siamo così intimi, mi avresti
svelato i tuoi
piani...”
L’altro
alzò la voce, irritato: “Voi membri del cigno
non siete tenuti a sapere i miei piani. Siete stati creati solo per
amministrare il potete dei disordini e distribuirli!”
Heith rise:
“Tutto qui? Davvero? O, forse, siamo solo
la tua rete di protezione, per qualcosa che vuoi tenere nascosto ai
prescelti.
Magari, l’arma di cui parla la profezia...?”
“Ho detto
che non sei tenuta a sapere i miei piani!
Come ti ho creata, posso distruggerti. Non dimenticarlo!”
Sempre ridendo, la
donna si avvicinò a lui finchè i
loro volti non si sfiorarono: “Tu non puoi distruggermi,
– gli sussurrò, soave
- ora che Terence morirà per essersi sottratto al patto
oscuro, perchè questo
farà di me l’ultimo filo che regge il sipario. E,
se cadrà, l’arma che tenti di
nascondere così disperatamente sarà a portata di
chiunque...”
L’altro
comprese allora che era il momento di
rivelarle il suo inganno: “Vedi, Heith, il fatto è
che... non sei tu l’ultimo
filo che regge il sipario, perché, in
realtà…”
Ma non
finì la frase, perchè gli occhi della donna si
annerirono per qualche istante e questa iniziò a ondeggiare:
“Cosa mi sta
succedendo?”
Subito John la prese,
sorreggendola, controllando
subito gli occhi: “Va tutto bene?”
“Ho... ho
una strana sensazione. – mormorò lei, ancora
confusa - Mi sento come… potente. Sì, sento un
grosso potere dentro di me...
cosa mi sta succedendo?”
L’altro
sgranò gli occhi, comprendendo come stava
realmente la situazione: “Hanno scoperto
l’incantesimo che cercavo nel
grimorio, quello sullo scambio di esistenze”
mormorò, senza farsi sentire.
Intanto, Heith stava
iniziando lentamente a
riprendersi: “Hai detto qualcosa, per caso?”
“Sì,
hai ragione tu, Heith, sei l’ultimo filo del
sipario. Loro verranno qui per ucciderti e questo non deve accadere,
perciò
dobbiamo prendere quel grimorio. Perchè, quando lo
avrò, potrò salvare
entrambi.”
Augusta, Maine
Grazie ai poteri di
Samuel, l’auto venne
teletrasportata direttamente nella città di Augusta,
perchè Terence era pronto
a portare il gruppo alla sua villa, che ora era di Heith.
Jade, più
agguerrita che mai, fu la prima a scendere
dall’auto: “Muoviamoci, non vedo l’ora di
prendere a calci Heith!”
Subito Brenda la
affiancò, la sua fedele balestra in
mano: “E io di renderla un fantastico spiedino di
strega!”
Samuel, invece, non
riuscì a trattenere un commento
sarcastico: “Chi non ha paura, scagli la prima pietra.
Insomma, credo che ci
sarà anche John insieme a lei, perciò datti una
calmata, ok?”
La ragazza gli fece
l’occhiolino: “Prenderemo a calci
anche lui, se prova ad intromettersi, non preoccuparti. E poi, ora sono
immortale, dimentichi?”
“Parla per
te, – replicò lui, preoccupato - io non lo
sono!”
Subito Jade si
affrettò a tranquillizzarlo: “Amore,
non preoccuparti, nessuno ti farà del male,
c’è la tua ragazza a
proteggerti...”
Sospirando, Zack
roteò gli occhi: “Possiamo lasciare
da parte le smancerie per dopo o…mai?”
Dopo aver camminato
per un quarto d’ora, con Terence a
capo del gruppo, Brenda iniziava a stufarsi.
“Ci vuole
ancora molto? Non possiamo semplicemente
teletrasportarci dentro la villa e farla finita?”
L’uomo le
rispose senza nemmeno voltarsi: “Niente
magia, o se ne accorgeranno. Dobbiamo coglierli di sorpresa!”
Intanto, di fronte a
loro iniziò a stagliarsi una
grossa abitazione: la villa.
“Eccola,
dev’essere quella!”
“Sì,
– confermò Terence – ma, come pensavo,
non è
sola, c’è anche John con lei. Come avete
intenzione di agire, una volta
dentro?”
“In
realtà, non abbiamo mai pensato a cosa fare una
volta qui” gli rispose Samuel e Zack non riuscì a
trattenere uno dei suoi
soliti commenti sarcastici.
“Già,
il tema smancerie ha occupato gran parte della
conversazione, durante il tragitto!”
Brenda
sbuffò: “Che c’è da pensare?
Siamo cinque
contro due!”
“Sì,
ma non sono due persone qualunque!”
“Beh,
– esclamò allora Jade, sempre più
determinata,
iniziando a camminare da sola verso la villa – io non me ne
starò qui a pensare
su come agire per uccidere quella stronza. Potrei perdere i miei
ricordi da un
momento all’altro e voglio essere me stessa, quando
ucciderò quella bastarda!”
Brenda non disse
altro e raggiunse subito la sua
amica.
“Vedo che
hanno deciso loro, come al solito!” si
lasciò sfuggire Zack, innervosito.
Terence rimase
spiazzato dalla sua reazione: “E le
lasciate andare così?!?”
“Credimi,
fanno sempre di testa loro. Andiamo!” gli
spiegò Samuel, mentre anche loro si avviavano.
Finalmente erano
tutti dentro la villa e stavano
varcando la porta d’ingresso. Con loro grande sorpresa,
trovarono Heith
piacevolmente seduta su una sontuosa poltrona, che sorrideva
compiaciuta. John,
invece, era proprio alle sue spalle.
Per alcuni,
lunghissimi, secondi le due fazioni si
lanciarono sguardi intensi, finchè Brenda non ruppe il
silenzio.
“Che
sgualdrina!” commentò, suscitando una risata
nella donna.
“Ti
pentirai di averlo detto, ragazzina!”
Ovviamente, Jade
prese subito le parti
dell’amica: “Prova a torcerle anche solo
un capello e ti giuro che ti
pentirai di essere ritornata in vita da quel mucchio di ceneri che
eri!”
“Ma quanta
rabbia repressa! A cosa è dovuto, Jade?”
“Ehm,
vediamo... hai quasi ucciso i miei amici insieme
a quella pazza di Faith, mi rendi la vita impossibile e… ti
odio a morte. Ti
basta?”
Fu John,
però, a prendere la parola, guardando
direttamente Terence: “Ma guardati, Terence, non ti senti un
po’ ridicolo con
questo branco di adolescenti?”
Samuel non
riuscì a non intromettersi: “Beh, tu non
sei messo tanto meglio, visto che il tuo destino dipende da quella
psicopatica,
da circa… sessanta minuti?”
Heith, che non
capiva, si voltò subito verso John in
cerca di spiegazioni: “Di che cosa sta parlando?
Zack,
però, rispose per lui: “Te lo dico io: non sei
mai stata un membro del cigno, fino a qualche ora fa. John ti ha
ingannata, mia
cara!”
La donna, allora, si
lanciò bruscamente, lanciando
un’occhiata a John: “E’ la
verità?”
L’uomo
riuscì, per fortuna, a mantenere il sangue
freddo, mentre le rispondeva: “I membri del cigno sono solo
cinque, non
potevano essercene altri. Ti ho mentito per tenerti buona e per
sfruttare le
tue capacità a mio favore, perciò, sì,
è la verità. Cosa ti aspettavi da me? La
lealtà, forse? Beh, non è una delle mie
qualità.”
Jade non
riuscì a trattenere un sorriso beffardo: “Sai
che novità per Heith.... un malvagio che le volta le
spalle!”
Lentamente, quella si
voltò verso di lei, il volto
contratto in una smorfia di rabbia: “Chiudi quella bocca,
razza di stupida!”
poi tornò a rivolgersi a John con uno sguardo di sfida.
“No, la
storia non è la stessa. Questa volta sono io
che ho un malvagio in pugno. Senza di me, infatti, ora non puoi
nulla!”
Annoiata, Brenda
scoccò una freccia: “Tutto questo è
commuovente, ma noi dobbiamo ucciderti, mi dispiace...” ma la
freccia si bloccò
a metà strada, mentre Heith le dava ancora le spalle.
Poi, la donna si
voltò verso i ragazzi: “Pensate
davvero che sia così facile liberarvi di me? Mi sembra
chiaro che qualcosa, in
me, è cambiato. Ora sono più potente. E, state
certi che TUTTI VOI avrete ciò
che meritate!” e, con la forza della mente, fece uscire il
Libro del Bene e del
Male dalla borsa di Jade.
“Ma guarda
un po’, il libro dei prescelti nelle mie
mani!”
Tutti gli altri si
allarmarono.
“Restituiscimelo,
immediatamente!” gridò Jade, ma
l’altra la ignorò e, anzi, iniziò anche
a sfogliarlo, notando che tutte le
pagine erano bianche.
“Pagine
bianche, eh? – rise - Ingegnoso, questo
stupido libro!”
Samuel la
guardò con un sorriso: “Vedo che il Libro
è
in grado di proteggersi benissimo da solo. Qualunque cosa cercavate,
sembra che
non riuscirete a leggerla!”
“Non se uno
di voi muore e il libro si divide” si
affrettò a ricordargli John. Ma Heith, che era furiosa con
lui, gli lanciò
un’occhiataccia.
“Chiudi
quella bocca! Se pensi che continuerò ad
aiutarti, beh, ti sbagli di grosso. Non appena avrò finito
con questo branco di
idioti, sta pur certo che il prossimo a soccombere sarai tu!”
“Non puoi
voltarti contro di me, ora che sei
sottomessa al patto oscuro” le ricordò lui,
suscitando, però, solo un’altra
risata in lei.
“E vuoi che
non lo sappia, razza di genio del male?
Perché credi che abbia appena rubato loro il Libro? Non
appena li avrò uccisi
tutti, infatti, troverò un modo per liberarmi anche da te.
In fondo, se ci è
riuscito Terence, perché non può farlo anche una
strega come me?”
Poi, si
voltò verso i ragazzi e iniziò a recitare una
formula: “Separa
i sentimenti che insieme vagano, isola il più forte e gli
altri
presto cadano. Che le emozioni umane non siano più leali e
diventino presto
emozioni mortali...”
I ragazzi ne furono
subito colpiti, anche se non riuscirono
a capire di cosa si trattava esattamente.
Zack fu il primo a
domandarglielo: “Che cosa ci hai
fatto?”
“Si tratta
di una mia creazione. Diciamo che mi avete
ispirata non appena vi ho visti e ho subito capito quali sono le vostre
emozioni dominanti.”
Brenda, invece, la
guardò confusa: “Di cosa stai
parlando? Traduci, prego!”
“Come siete
noiosi, devo proprio fare la maestrina con
voi?! Beh, prima di tutto dovete sapere che le nostre emozioni sono
tutte in perfetto
equilibrio fra loro, nessuna sovrasta le altre, o, almeno, non in modo
permanente. Quello che ho fatto io, però, è stato
isolare tutte le vostre
emozioni e lasciarne una sola a dominarvi. Presto sentirete la
differenza!”
Subito, Jade la
squadrò con rabbia: “TU! Io ti faccio
a pezziiiiiiiiii!!” e lanciò un urlo ultrasonico
che, per fortuna, l’altra
deviò in tempo, grazie a una sorta di scudo magico, verso
l’ala destra della
villa. Naturalmente questo produsse una spaventosa esplosione che
creò un
enorme voragine nella parete.
Heith, allora,
applaudì, abbozzando anche un piccolo
inchino verso i presenti: “Bene, vi presento la rabbia:
l’emozione più
pericolosa di tutte!”
Samuel, a quel punto,
iniziò a indietreggiare,
impaurito: “Forse è meglio andarcene!”
Ma Zack non solo non
lo ascoltò, ma gli lanciò anche
un’occhiataccia: “E lasciare qui Jade? Che razza di
fidanzato sei?!? Tu non la
meriti!” e gli tirò un pugno, sotto lo sguardo
divertito di Heith.
“Ed ecco a
voi paura ed invidia. Troppo facile,
ragazzi!”
Stanca della
situazione, Brenda la guardò sbuffando:
“Hai finito il tuo teatrino, Heith? Dovrò
eliminarti per annullare ciò che hai
fatto a loro, lo sai?”
Quella,
però, la ignorò, anzi le si rivolse con tono
arrogante: “Ed infine abbiamo il coraggio. Sai, pensavo fossi
una fifona, invece....
beh, ora è ora di andare, ma, provate a prendermi, se ci
riuscite!” poi si
voltò un’ultima volta verso John.
“Con te,
facciamo i conti, dopo, chiaro?” e svanì.
Poco dopo, anche John
fece lo stesso, ma non prima di
aver lanciato un sorriso compiaciuto al gruppo.
Scomparsi i malvagi,
la situazione iniziò a
degenerare.
Jade, in particolare,
era sempre più fuori di sé e
continuava a urlare e a inveire contro l’altra strega:
“Vado in città a
cercarla e giuro che le farò uscire gli occhi dalle
orbite!”
Intanto, Brenda
cercava inutilmente di fermarla: “Ehi,
amica, datti una calmata!” ma fu gettata a terra con la
telecinesi.
“Non ho
tempo, amica! Devo trovare Heith e ucciderla!”
poi se ne andò, distruggendo la porta d’ingresso
in mille pezzi.
Intanto, Zack, a
cavalcioni su Samuel, lo stava
prendendo a pugni.
“Ho
dovuto… trattenermi… fino ad ora. Per mesi sono
stato… a guardarti… sperando che arrivasse il
giorno… in cui ti avrei
finalmente spaccato… la faccia!”
Quando
riuscì a rialzarsi, Brenda li notò subito e si
affrettò a chiedere aiuto a Terence: “Presto, che
aspetti a dividerli?”
L’altro la
fissò: “Stai scherzando, vero?”
In quel momento,
Samuel tirò un calcio a Zack, che
cadde di lato, permettendogli di rialzarsi e scappare via attraverso la
voragine creata da Jade poco prima.
Subito,
però, Zack si affrettò a seguirlo:
“Samuel,
torna qui! Non ho finito con te!”
“Nooooooo!
Zack, aspetta, torna qui!” urlò Brenda,
assistendo sconvolta alla scena, mentre Terence la fermava afferrandole
un
braccio.
“Lascialo
andare, è tutto inutile. Ormai sono in balia
delle loro emozioni dominanti.”
Lei, nel sentire le
sue parole, si voltò e gli lanciò
una lunga occhiata perplessa: “Tu non sembri diverso da
solito, eppure Heith ha
lanciato l’incantesimo su tutti noi. O sbaglio?”
“Non ha
effetto su di me, quella formula. Non provavo
alcuna emozione, quando lei ha lanciato l’incantesimo, grazie
alla mia natura
di servitore del caos; infatti, noi siamo stati addestrati a non
provare alcuna
emozione di fronte al nemico.”
Brenda
annuì, già immersa nei suoi pensieri:
“Devo
salvarli ad ogni costo, perché sicuramente saranno in
pericolo!”
Preoccupato per lei,
Terence le prese le mani: “Anche
tu sei in pericolo, perché è il tuo coraggio a
parlare. Finirai per rischiare
la tua vita per cercare di salvarli ad ogni costo. Lascia almeno che ti
aiuti...”
Ma quella si
sottrasse bruscamente alla stretta,
fuggendo via: “Non posso perdere tempo con queste smancerie,
Terence. Devo
correre a salvarli. Ora!”
“Aspettaaaaa!
Non era un discorso romantico, Brenda!
Accidenti!”
Villa Devon, San
Diego,
California
I due agenti di
polizia erano ancora nella villa
dell’ultimo membro del cigno sconfitto. Dopo aver visto
l’auto dei ragazzi, con
loro dentro, sparire nel nulla, però, tornare dentro e,
più precisamente, nella
stanza delle porte-passaggio. Ava, però, era sempre
più scombussolata per tutto
ciò che aveva visto nelle ultime ore.
“Come fai
ad essere così calmo? – chiese al collega -
Insomma, quei ragazzi sono letteralmente svaniti nel nulla!”
Ma l’altro
la ascoltò appena, troppo impegnato a
leggere le targhette sopra le porte: “Ho visto cose
più strane, credimi.”
La donna
respirò profondamente nel tentativo di
mantenere la calma: “Okay, mi hai detto che il tuo piano
è catturare quella
ragazza, ma cosa ti fa credere che ci riuscirai? Non è sola,
come hai ben
visto!”
“Tempo fa,
ho intercettato una loro conversazione.
Pare che lei sia malata o qualcosa del genere e che più
tempo passa, più
diventa vulnerabile. Da come discutevano prima di svanire, pare che
ormai non
manchi molto a che la ragazza si indebolisca del tutto. A quel punto,
entreremo
in scena noi, sperando che sia sola. Ok?”
Ava annuì.
“Adesso cosa stai facendo, esattamente,
invece? Vuoi di nuovo attraversare una di quelle porte?”
“C’era
qualcun altro con quei ragazzi. Mi è parso di
sentire il nome Terence, hai avuto anche tu
quest’impressione?”
“Sì,
ho sentito anche io quel nome.”
Byron, sorridendo, le
indicò una delle porte dietro di
lui: “Beh, casualmente una di queste porte porta il suo nome,
perciò penso
proprio che li raggiungeremo molto presto!” e, senza
aggiungere altro, la
attraversò.
Subito dopo, anche
Ava lo raggiunse dall’altra parte e
la donna non riuscì a trattenersi dall’inveire
contro il collega.
“Potevi
almeno avvertirmi, che stavi per attraversare
quella stupida porta!”
Ma l’altro
non la sentì, già impegnato a fare un giro
della villa, così lei fu costretta a corrergli dietro
nascondendo un sospiro.
Ad un certo punto, i
due raggiunsero la sala
d’ingresso, dove trovarono la voragine e la porta
d’ingresso distrutta.
Ava
osservò sconvolta la scena: “Oh, santo cielo, cosa
è successo qui?”
“Sembra sia
avvenuta da poco una lotta” commentò il
collega, guardandosi intorno.
“Avrei
detto un terremoto, ma ormai non ci sto davvero
capendo più niente. Piuttosto, dove diavolo siamo?”
Byron era sempre
più euforico: “Andiamo a scoprirlo,
no?” e scappò fuori, mentre Ava ancora una volta
lo inseguiva seccata.
“Aspettami,
Byron! Oh, insomma, non correre!”
Nel frattempo, i
ragazzi si erano recati in città.
Samuel, in
particolare, stava girovagando per le
strade affollate, spaventato e letteralmente impaurito da tutto
ciò che lo
circondava. Ad un certo punto, mentre attraversava distrattamente la
strada,
per poco non fu investito da una macchina e cadde a terra, mentre
l’autista
della vettura lo insultava.
“Stai
più attento, stronzo!”
Il ragazzo si
alzò a fatica, tremante: “Mi- mi
scusi... Io- io non volevo, mi scusi...”
L’altro gli
lanciò un’occhiata perplessa: “Amico,
stai
bene? Sembra che tu ti sia fatto di qualche sostanza...”
“Sto- sto
bene!” gli urlò Samuel, scappando via.
Subito dopo,
riuscì a trovare rifugio in un vicolo
deserto, ma ecco che alle sue spalle comparve Zack, minaccioso e
inquietante.
“Avresti
fatto meglio a non percorrere strade coperte
dalle telecamere di sorveglianza. Lo sai che posso vederti, vero? Io ho
il
potere di controllare ogni apparecchiatura elettronica,
ricordi?”
L’altro
iniziò a indietreggiare: “Senti, Zack,
perché
non ti calmi adesso? Si può sapere cosa ti ho
fatto?”
Quello
però lo ignorò, continuando ad avanzare con
arroganza: “Cosa mi hai fatto?!? Per colpa tua, Jade non
può amarmi! TU sei
l’ostacolo che ci separa. Se tu morissi, sarebbe tutto
più facile. Anzi,
sarebbe stato più facile se tu non fossi mai esistito e se
non esistesse anche
quella stupida profezia in cui voi siete dannatamente destinati a stare
insieme!”
Sempre più
spaventato, il demone fu costretto a
fermarsi, perchè aveva raggiunto una recinzione metallica:
“Zack, mi- mi
dispiace... Io non volevo che tu arrivassi a soffrire così,
mi dispiace
veramente, te lo giuro!”
Ma Zack
continuò ad avanzare, stringendo fra le mani
un tubo di metallo recuperato nel frattempo da terra: “Ho
dovuto sopportare i
vostri baci, le vostre carezze, i vostri sguardi. Tu non hai idea di
cosa sia
la sofferenza, ma… sta tranquillo, lo saprai
presto...” e iniziò a correre,
mentre l’altro cercava di arrampicarsi sulla recinzione.
Intanto, in
un’altra parte della città, Jade era alla
disperata ricerca di Heith, mentre la sua energia psichica disturbava
la luce
dei lampioni, creando sbalzi di corrente.
“HEITH!
– gridava, fuori di sè - Esci fuori, razza di
codarda! Non vedo l’ora di sfogare la mia rabbia su di te,
perché ne ho
abbastanza di vederti sulla mia STRADA!” e, al suo urlo,
tutte le vetrine
circostanti esplosero in mille pezzi.
Finalmente la strega
comparve davanti a lei, pur
mantenendosi a distanza di sicurezza.
“Calmati,
piccola strega... Fortuna che in questa zona
non passa molta gente, o qualcuno ti avrebbe vista usare i tuoi
grandiosi
poteri.”
L’altra,
sempre più furiosa, l’ascoltò a
malapena:
“Sai, Heith, non mi interessa se qualcuno mi vede. Io voglio
solo ucciderti,
così finalmente parte dei miei problemi andranno via con
te.”
“Come sei
gentile... Peccato che, così facendo, non
saprai mai dove ho nascosto il vostro prezioso Libro, Libro che tuo
nonno non
fa che cercare disperatamente, fra l’altro, ma questo lo
saprai già sicuramente,
perché la prescelta è una tipa sveglia. Quanto fa
stupida moltiplicato per
molto stupida? Oh, ma certo: fa Jade! Allora non sei così
sveglia come si dice
in giro...”
Jade prese
un’auto e la sollevò sopra di sé:
“Vediamo
se continuerai a parlare anche dopo che ti avrò spalmata per
bene sull’asfalto
come formaggio fuso!”
Ma Heith, sempre
più arrogante, si limitò ad alzare
una mano verso di lei: “E vediamo come avrai la forza di
farlo, dopo che avrò
sovraccaricato la tua rabbia!”
Proprio in quel
momento, Jade iniziò a sentire un
forte dolore alla testa che la stordì completamente:
“Bastaaaa, fermati! Giuro
che dopo ti faccio a pezzi, stronza! Fermatiii!” poi si
inginocchiò a terra,
incapace di sopportare il dolore, mentre l’altra si godeva la
scena.
“Ora non
fai più la dura, eh?”
Intanto, Terence,
giunto anche lui in città, era
riuscito a trovare Brenda.
“Brenda!
– le gridò - Hey, eccoti!”
Subito, lei si
voltò a guardarlo: “Terence? Mi hai
trovata, alla fine.”
Ancora affannato per
la corsa, si prese qualche
secondo prima di rispondere: “Già, ci ho
messo un bel po’, ma alla fine
ce l’ho fatta. Senti, devo tenerti d’occhio:
più il tempo passa, più la tua
unica emozione cresce. In questo momento, tu provi un inteso coraggio e
questo
ti porterà alla morte, senza che tu te ne renda
conto.”
Ma la ragazza si
limitò a sorridergli: “Tranquillo,
Terence, va tutto bene. Pensavo che l’incantesimo avesse
avuto più effetto su
di me, ma a quanto pare sto benissimo. Ora, invece, devo trovare i miei
amici,
che sicuramente sono quelli veramente in pericolo.”
Nello stesso momento,
poco lontano da loro, un
edificio stava bruciando e, sotto di esso, molte persone lo guardavano,
circondate da diversi camion dei pompieri. Tuttavia, Terence decise di
ignorare
la cosa e continuare a parlare con Brenda.
“Senti,
c’è qualcosa di strano in John. E’ stato
fin
troppo silenzioso durante la nostra discussione alla villa.”
Per lei,
però, era difficile seguire il filo del
discorso, distratta com’era dalla scena che si stava
svolgendo vicino a loro:
“Cosa vorresti dire?”
“Heith ha
in pugno la situazione e anche il Libro.
Voi, invece, ormai siete ad un passo dall’arma, ma lui rimane
calmo. Ha
sicuramente qualcosa in mente!”
“Senti,
– cercò di concludere lei - sei tu quello che
ancora non ci ha detto tutto quello che sai sul cigno e sui piani di
John. Io
ora devo andare a vedere cosa sta succedendo laggiù, ma tu
cerca di indagare,
okay?” e, senza aspettare una risposta, scappò via.
“Accidenti,
aspetta!” ma, prima che potesse
rincorrerla, fu teletrasportato in un altro luogo: il tempio in cui era
custodito il cigno sull’isola sconosciuta.
John, nascosto
nell’ombra, si fece subito avanti.
“Finalmente
possiamo chiacchierare noi due da soli...”
Terence,
però, non aveva tempo per i giochetti
dell’uomo: “Rimandami subito da dove mi
hai preso, John!”
“Rilassati,
Terence. – replicò l’altro, gentile -
Voglio solo parlare. Tutto qui.”
“Non mi va
di parlare con te, va bene?”
Alle sue parole,
l’altro divenne più aggressivo:
“Invece, sì, dal momento che sei l’unica
persona che conosce qualche mio
piccolo... segreto...per quanto insignificanti. Ma sono pur sempre
segreti, no?”
Terence lo
guardò e sorrise: “Beh, non penso di sapere
molto dei tuoi piani, sai? Non ti sei mai fidato di nessuno, del resto,
o
sbaglio? Quello che mi chiedo, però, è
cos’hai in mente di fare ora? Non sono
stupido e neanche cieco: sei stato fin troppo indifferente agli ultimi
avvenimenti e la cosa mi puzza!”
John non
riuscì a trattenere una risata: “Hai ragione,
mio caro. Ho grandi progetti per il gran finale. Sai
com’è, la vittoria si
conquista in silenzio. E subdolamente, nel mio caso. Tuttavia, ho
recitato bene
la commedia anche con te: i confini non vengono resi visibili quando un
membro
muore. Sono stato io a renderlo visibile, dopo la morte di Faith,
infatti,
proprio perché volevo che i prescelti arrivassero a tutte le
ville e che ne
eliminassero i proprietari. E così è stato.
Magari ho reso visibile quel muro
anche per altri scopi, ma ora non voglio stare qui ad annoiarti. Poi mi
hai
portato Heith e ho pensato che miglior regalo non potevi farmi,
Terence: come
vedi, lei me la tengo stretta, perchè intendo trarne grandi
benefici.”
Nonostante tutto,
Terence era ancora fiducioso: “Non
so cosa tu stia architettando, né quale piano contorto tu
abbia in testa, ma
loro sanno più di quanto immagini. Non manca molto al
momento in cui l’arma
sarà nelle loro mani. E, credimi, sarò io stesso,
poi, a condurre Samuel in
questo tempio per completare l’opera e vederti colare a
picco!”
“Come siamo
ottimisti, mio caro Terence. – replicò
l’altro, per nulla intimorito – Non hai proprio
idea di come mi sto prendendo
gioco di tutti voi, ma presto ne avrai un assaggio. E tranquillo, non
cadrò a
picco come speri...”
“E’
tutto inutile, John, il Male non vince mai. Per
quanto tu possa affannarti a raggiungere il tuo obiettivo, qualunque
esso sia,
non ci riuscirai, perchè il Bene trionfa sempre:
È una legge universale.”
L’altro
rise, divertito: “Ti consiglio di gustarti del
buon vino, mentre mi guardi stravolgere quella legge universale di cui
stai
farneticando. Ascolta tu, piuttosto, la voce di chi mi
aiuterà a sovvertire la
legge che ci impedisce di vincere contro il Bene…”
e, improvvisamente, una
terza voce rimbombò nel tempio.
“Ben
trovato, Terence!”
L’uomo,
confuso, iniziò a guardarsi intorno
circospetto: “Conosco questa voce: è quella di mio
padre!”
Sul volto di John,
ora, era ben visibile un sorriso
compiaciuto: “Non è nell’aria, Terence.
La voce di tuo padre proviene dal
cigno, perché lui è DENTRO il cigno.”
Incredulo, Terence
riuscì a stento a mettere insieme
poche parole: “No, non è possibile! Io- io pensavo
fosse morto!”
“Invece no.
E le sorprese non finiscono qui, perché la
mente che si nasconde dietro a questo gioco non sono mai stato io, ma
tuo
padre. Io lo sto solo aiutando, visto che gli devo un favore. Se non
fosse per
lui, a quest’ora sarei ancora rinchiuso in quella cripta
progettata da Dana.”
“Che- che
cosa avete in mente? Che cosa volete
ottenere?”
Questa volta,
però, fu direttamente il padre a
rispondere: “Quello che abbiamo sempre desiderato:
l’immortalità!”
“Vedi,
– continuò John - come ben sai, sono i
disordini a tenere in vita i servitori del caos. Essi, infatti,
rallentano il
vostro processo di invecchiamento, ma tutto ciò non dura in
eterno. Prima o
poi, anche voi servitori del caos morite. Wolf, però, non ha
saputo portare a
termine il suo compito, perché preso dalla sete di potere,
ha perso di vista il
suo obiettivo e perciò i prescelti sono riusciti ad impedire
il ritorno di
Deimos, colui che vi avrebbe resi finalmente immortali e
potenti.”
“E come
avete intenzione di rendere possibile tutto
ciò?”
“I
disordini non fanno parte di questo mondo, perciò,
da sempre, voi servitori avete continuiato a diffonderli. Ma immagina
ora se
questo non dovesse più accadere. Immagina se i disordini
facessero parte di
questo mondo a tutti gli effetti e che nessuno fosse più in
grado di
cancellarli. Beh, indovina: tuo padre ha trovato il modo!”
Incredulo, Terence
voleva sapere il più possibile
sulla questione: “E’ impossibile, nessuno
è in grado di rendere i disordini
permanenti in questo mondo! Cosa vi fa credere di poterci
riuscire?”
“Perché
tuo padre è un genio. Quello che frulla nella
sua testa…e un qualcosa di sbalorditivo e senza precedenti.
Ma lascia che ti
dica una cosa: è stato un bene che io e tuo padre ci siamo
conosciuti in
passato, perché è stato un piccolo segreto di noi
prescelti a dargli
l’ispirazione.”
“Di cosa
stai parlando?”
Ma quello mosse un
dito, scuotendo con energia la
testa: “No, no, te l’ho detto, è un
segreto. Ma sta tranquillo, non ti
divorerai il fegato a cercare di capire di cosa si tratti,
perché tu non avrai
memoria di questa conversazione, né di tutto quello che sai
su tutta questa
storia, di tuo padre o del suo passato. Mi dispiace, ma non voglio che
qualcuno
ci guasti i piani, arrivati a questo punto, perché basta
anche un misero
tassello per permettere ai tuoi nuovi amici di metterci i bastoni tra
le
ruote.”
E, con un gesto della
mano, cancellò dalla mente di
Terence alcuni degli ultimi ricordi, per poi rimandarlo indietro.
Finalmente soli, Luis
si rivolse a John.
“Ecco
perché non mi fido mai di nessuno. Anche un
figlio può voltarti le spalle.”
“Fortuna
che hai qualcuno di cui fidarti, allora,
giusto, mio caro Luis?”
“Già.
Comunque, è arrivato il momento di dare inizio
alla seconda fase del piano. Ne servono solo quattro, compreso te, per
realizzare la prossima mossa e serve anche qualcuno che recuperi gli
anelli
della congiunzione dimensionale, il pezzo più importante.
Penso che tu sappia
già come agire...”
John
sfoderò un sorriso: “Una del gruppo è
un essere
umano. Si chiama Brenda. Mi sembra un’ottima candidata per
recuperare gli
anelli, senza che lo sappia, non credi?”
“Non mi
interessa. L’importante è che sia umana e che
abbia coraggio da vedendere”
“Oh,
credimi, il coraggio non le manca!”
Intanto in
città, Heith era accanto al corpo svenuto
di Jade, che, per il sovraccarico della sua unica emozione, aveva
ceduto. Fu
allora che sulla scena comparvero Byron e Ava, increduli di
ciò che avevano
davanti e sorpresi di essere riusciti, finalmente, a trovare la ragazza.
La strega non appena
li vide alzò lo sguardo su di
loro: “Oh, ma guarda chi c’è: gli esseri
umani che stanno dando la caccia alla
streghetta! Era ora che vi faceste vivi, sapete?”
Ava, confusa, si
girò subito verso Byron in cerca di
spiegazioni: “Chi è questa? Cosa sa di
noi?”
Ma l’altra
la sentì e si intromise: “Risparmiati
le spiegazioni, io sono una strega molto potente e, assieme al mio capo
super
malvagio e super bastardo, visto che mi ha usata, sapevamo che degli
esseri
umani erano sulle tracce di questa idiota e del suo ragazzo demone.
– osservò Byron
attentamente - Carino l’amuleto che porti al collo, a
proposito, credo che, se
non fosse per quello, oggi non sareste nemmeno
qui…”
Istintivamente, la
mano dell’uomo andò al collo:
“L’ho
trovato tra le macerie della casa di quella ragazza, circa due anni fa
e…”
“Sì,
sì, l’amuleto ti permette di non essere soggetto
alla manipolazione dei ricordi e bla bla bla... Ora prendete questa
imbecille e
sparite, ok?”
Ava ancora si
guardava intorno confusa, incapace di
fare i conti con lo strano mondo che la circondava: “Demoni?
Streghe? Sul
serio?!?”
Heith
roteò gli occhi e sospirò rivolgendosi a Byron:
“Dio, quanto è noiosa! Perché
l’hai portata con te?” poi, con un solo gesto
delle mani, le spezzò il collo e la ragazza cadde a terra,
morta, sotto lo
sguardo sconvolto del collega.
“NO!
perché l’hai fatto?”
La donna lo
guardò indifferente, mentre si accasciava
sul corpo dell’amica, disperato: “Alzati,
è morta! E poi era una spina nel
fianco, credimi.”
“Come
potrò giustificare la sua morte?”
Con
un’altra magia, Heith fece sparire il corpo:
“Ecco, ora non è mai esistita. L’ho
letteralmente cancellata dalla faccia della
terra, merito dei miei nuovi e spaventosi poteri. Adesso prendi quella
dannata
strega e assicurati che abbia la sua camicia di forza ad Alcatraz, ok?
Au
revoir!” e mentre si allontanava, parlò tra
sé e sé: “Mmmh, so anche il
Francese!”
Ma Byron la
fermò: “Aspetta! Ci siamo già visti da
qualche parte, o sbaglio?”
“Davvero?
Sai, sono morta e resuscitata parecchie
volte, quindi ho qualche problema di memoria...”
Fu allora che
l’uomo, finalmente, la riconobbe: “Ma
certo, tu sei Heith! La proprietaria di quel negozio di magia a
Brunswick!”
Lei lo
guardò, sorpresa: “Ah sì? Adesso sarei
anche
famosa?”
“Mi hai
dato una polvere per aiutarmi a recuperare
ricordi perduti. Stranamente, tutti si sono dimenticati dei disastri
che questa
ragazza si è lasciata dietro, perciò avevo
bisogno di quella polvere, perché,
se l’avessi arrestata, mi avrebbero preso per matto, dato che
questa Jade
Alison risulta pulita nei registri della polizia.”
“Beh, mio
caro, mi dispiace dirtelo, ma avrai bisogno
di molto di più che quella misera polvere!” e gli
fece comparire fra le mani
una boccetta con dentro una strana sostanza bianca.
“Quando
avrai portato questa stronza in centrale, apri
la boccetta e soffiaci sopra, affinché la fragranza si
diffonda nell’aria. Una
volta che l’avrai fatto, tutti ricorderanno ogni cosa.
Attento a non romperla,
però, perché hai tra le mani qualcosa di molto
potente, ok?” e corse verso il
corpo di Jade, pronta per teletrasportare entrambi.
Byron,
però, non si mosse, limitandosi a fissarla
intensamente: “Perché mi stai aiutando? Pensavo
che le streghe si aiutassero a
vicenda, o almeno così ho sempre creduto dopo tutti i film
che ho visto su di
voi.”
“Ricordami
di uccidere i registi di tutti quei film,
perché io quella strega la voglio morta. Ah, un consiglio:
lascia la città più
in fretta che puoi, perché se il suo ragazzo demone dovesse
sopravvivere al mio
incantesimo, beh, avremmo un poliziotto in meno su questa terra.
Addio!”
e se ne andò, lasciando Jade nelle mani dell’uomo.
Nel frattempo, Brenda
si era avvicinata al luogo
dell’incendio e aveva chiesto ad una donna dettagli su quanto
stava accadendo.
“Mi scusi,
sa dirmi per caso se c’è ancora qualcuno
dentro quell’edificio?”
“Sì,
ancora due persone, una donna e un bambino. Spero
si salvino.”
“Grazie per
l’informazione, signora.”
Poi, lentamente si
fece strada tra la folla e,
approfittando della distrazione dei vigili del fuoco,
oltrepassò il nastro
giallo e corse verso l’entrata dell’edificio in
fiamme. Uno di loro, però, si
accorse di lei e cercò di fermarla.
“Hey! Hey,
ragazza! Dove stai andando? Torna subito
indietro!” ma era troppo tardi: Brenda era già
all’interno del palazzo e, fra
le fiamme e il fumo, cercava i due che vi erano intrappolati.
“C’è
qualcuno? Fatevi sentire!” delle grida di aiuto
sembrarono risponderle e subito cercò di avvicinarsi alla
fonte.
“Sto
arrivando, non temete. Signora, continui a
parlare così la posso raggiungere, ok?”
E così
fece la donna. “Sono qui, faccia presto!”
Finalmente gli
intravide, rintanati insieme in un
angolo: “Presto, attaccatevi a me. Non temete, vi
porterò in salvo.”
Pochi secondi dopo,
raggiunsero l’uscita e la ragazza
spinse i due fuori per metterli in salvo. Mentre stava per uscire anche
lei,
però, una trave di legno le cadde addosso, bloccandole una
gamba e impedendole,
quindi, di uscire. Tuttavia, sembrava non sentire il dolore,
né la necessità di
chiedere aiuto.
“Accidenti!
– esclamò – E adesso come faccio? Devo
trovare il modo di liberarmi!”
In quel momento,
all’esterno, Terence, ricomparso
davanti all’edificio in fiamme, si ricordò di lei
e subito si teletrasportò
all’interno per cercarla, sapendo che era lì.
Quando la trovò, non fu per
niente sorpreso di vederla in quelle condizioni.
“Brenda,
maledizione! Ti avevo detto di non entrare!
Hai deciso che vuoi morire a tutti i costi, per caso?”
L’altra a
malapena lo ascoltò, troppo impegnata a
cercare di liberarsi da sola: “Ora sono immortale,
dimentichi? Mi basta
chiamare Zeta e sarò come nuova!”
Terence scosse la
testa, mentre cercava di togliere la
trave che la bloccava: “Non mi sembra tu l’abbia
chiamata, però. Pensavi di
essere tanto coraggiosa da riuscire a cavartela da sola, per
caso?” e,
finalmente, riuscì a farla rialzare.
“Ho salvato
due vite, questo dimostra che me la so
cavare benissimo da sola!”
E, in un attimo,
grazie ai poteri dell’uomo, i due
furono fuori dall’edificio.
Lui la
guardò intensamente, preoccupato per la sua
incolumità:
“Devo aiutarti a spezzare l’incantesimo di Heith,
prima che tu arrivi a
buttarti sotto ad autobus anche solo per salvare un gattino.”
“Rilassati,
– lo tranquillizzò lei, scrollandosi la
polvere dai vestiti - i gatti hanno nove vite, perciò non mi
butterò sotto ad
un autobus tanto presto.”
“Tanto
presto? Seriamente, ma ti ascolti quando parli?”
Passarono soltanto
poche manciate di secondi, che le
sirene di un gruppo di auto della polizia attirarono di nuovo
l’attenzione
della ragazza.
“Accidenti,
chissà cos’è successo... Devo
andare!” ma
Terence afferrò la sua mano e la prese immediatamente in
braccio.
Dopo un lunghissimo
istante in cui i loro sguardi si
incrociarono, lui la teletrasportò via in un’altra
parte della città.
Scendendo subito
dalle sue braccia, Brenda, furiosa,
iniziò a inveire contro di lui: “Perché
l’hai fatto? Avevano bisogno di me!”
Ma Terence si
limitò a sorriderle: “Bene, hai
recuperato un’emozione: la rabbia.”
Lei lo
squadrò, per nulla divertita dalla cosa: “Se
è
per questo, mi è tornato anche l’istinto omicida,
eh.”
“L’istinto
omicida? – esclamò l’altro, perplesso
– Ma
non è un emozione!”
“Beh,
allora proverò una grande emozione
nell’ucciderti!”
Ma, in quel momento,
spuntò fuori Samuel, che subito
corse verso di loro: “Fortuna che vi ho trovati! Aiutatemi,
vi prego, Zack
vuole uccidermi perchè è invidioso di
me!”
Brenda
sbuffò, roteando gli occhi: “Sai che
novità, lo
è da sempre! Sei fidanzato con la ragazza di cui
è innamorato, svegliati!”
Fu allora che Terence
ebbe un’illuminazione: “Ma
certo! – esclamò - Forse so come spezzare
l’incantesimo che vi ha fatto
Heith! Provate a stringetevi la mano.”
I due si voltarono e
lo guardarono perplessi.
“Hai
bevuto, per caso?”
“Stringetevi
quelle dannate mani e basta!”
Intimoriti dal tono
che l’uomo aveva usato, i due
senza discutere, eseguirono e subito si creò fra loro una
piccola scintilla.
Brenda, spaventata e
confusa, ritirò subito la
mano: “Cosa è successo?!?”
Samuel, furente,
iniziò a inveire contro l’amico:
“Zack è un uomo morto!”
Ovviamente, Terence
intervenne immediatamente per
farli calmare: “Tranquilli, adesso siete liberi
dall’incantesimo e avete
recuperato tutte le vostre emozioni, nuovamente in equilibrio fra
loro.”
“Davvero? E
come abbiamo fatto?”
“Semplice,
basta usare la logica: il coraggio e
la paura si annullano a vicenda, perchè sono due emozioni
opposte fra di loro.”
Samuel
annuì, ma era ancora preoccupato per Jade: “Per
caso anche la la rabbia e l’invidia si annullano a
vicenda?”
“Non
esattamente!”
“Allora
come facciamo ad aiutare Jade e Zack? –
gli chiese Brenda, seccata - Presto si autodistruggeranno, come stavo
facendo
io in quell’edificio in fiamme!”
Il demone non
riuscì a non lasciarle un’occhiata: “Sei
entrata in un edificio in fiamme?”
“Già!
E credo di avere anche qualche costola rotta.
Quando l’adrenalina sarà svanita, non voglio
essere nei miei panni.”
“Okay,- la
interruppe, però, Samuel,
per ritornare al discorso principale - per quello
chiamerai Zeta, ora
dobbiamo pensare a Jade e Zack. Come possiamo aiutarli?”
“Beh, ora
che Heith è un membro del cigno, ha
utilizzato il potere dei disordini per dare origine
all’incantesimo, quindi ci
basterà portare Jade e Zack fuori dai confini del suo
territorio e tutto questo
dovrebbe annullarsi.”
“Le linee
gialle!” esclamò Brenda, lasciando gli altri
a guardarla confusi.
“Le linee
gialle? Di cosa stai parlando?”
“No,
niente, parlavo di uno schema che Zack ci ha
mostrato questa mattina in cui i confini di Heith erano
segnati in
giallo.”
“Quindi, –
riassunse Samuel - ci basta
spostarli al di fuori del territorio che Zack ha delimitato sulla
cartina. Fino
a qui è facile, ma come facciamo a prenderli? Dubito che
quella furia scatenata
di Zack si faccia toccare e di Jade non ne parliamo nemmeno!”
“Tranquilli,
a questo penserò io. Sono un servitore
del caos, no?”
Sorridendo, Brenda si
attaccò al suo
braccio: “Hai sentito, Samuel? Ci pensa il mio
Terence.”
Il volto
dell’uomo assunse un’insolita sfumatura
rossiccia: “Il mio Terence?”
Samuel, roteando gli
occhi, si voltò, pronto a
mettersi in cammino: “Muoviamoci, per favore!” e i
due lo seguirono, ancora
avvinghiati.
Poco lontano da dove
si trovavano loro, Zack vagava
ancora in cerca di Samuel. Non trovandolo, l’invidia fece
riemergere anche la
rabbia che covava dentro, al punto che iniziò a urlare.
“Esci
fuori, Samueeeel! Sono STANCO di cercarti!” alle
sue spalle, però, comparve qualcuno che non era decisamente
la persona che
cercava.
“Zack,
vero? – gli chiese - Sono contento di
conoscerti senza la presenza degli altri intorno.”
Arrogante, il ragazzo
lo squadrò per qualche
secondo: “Quale onore, il nonnino di
Jade... Mi piacerebbe tanto
restare qui a fare due chiacchiere con lei, ma al momento non
è questa la mia
priorità.”
Quello,
però, proseguì, sempre in tono gentile
e pacato: “Gira voce che sei in cerca di
Samuel per
ucciderlo. E’ un peccato che ci sia
voluto un incantesimo per farti
rendere conto che il tuo unico pensiero è vederlo morto.
Oltre al fatto che,
normalmente, è impensabile che tu abbia il coraggio di
farlo, visto che senza
l’incantesimo di Heith sei innocuo e insignificante.
E non hai la forza
necessaria per battere un demone come lui, ovviamente.”
Zack, ovviamente, si
sentì provocato e replicò
minaccioso: “Levati dalla mia strada, o te ne
pentirai!” alle sue
parole, le luci dei lampioni circostanti iniziarono ad alzarsi
ed
abbassarsi di intensità.
Nonostante
ciò, John continuò a parlare:
“Tecnopatico,
vero? Davvero forte, ma non abbastanza per battere un demone con
innumerevoli
poteri, non credi?”
“Hai
finito? Perché io me ne starei andando...”
L’altro,
allora, decise di giocare un’ultima carta pur
di attirare l’attenzione del ragazzo: “Ti
piacerebbe essere un demone
come Samuel? Se tu lo diventassi, giochereste ad armi pari. E
magari, alla
fine di tutto, potresti ritrovarti con un demone morto e una strega
tutta per
te, quella che ami, che hai sempre amato. Jade,
insomma.”
Zack trovò
la sua proposta interessante, ma cercò di
non darlo a vedere: “Di che cosa stai parlando?”
John lo
guardò e sorrise: “Sto dicendo che ho il
potere di renderti un demone, se lo vorrai. A mio parere, potresti
diventare di
gran lunga più interessante agli occhi di Jade e sicuramente
migliore di
Samuel. Allora, Zack, ti interessa? Ti interessa la mia proposta di
renderti
l’uomo giusto per Jade e mandare al diavolo quella stupida
profezia secondo la
quale loro due devono stare insieme?”
“Quella
stupida profezia…” mormorò il ragazzo
fra sé e
sé, mentre l’uomo ridacchiava.
“Se hai
deciso, avanza pure, mio nuovo amico” e così
fece Zack, sempre meno titubante, mentre l’altro riusciva a
stento a nascondere
la propria soddisfazione.
Fuori dal territorio
di
Heith - Portland, Maine
Byron aveva lasciato
la città da ormai diverse ore e
ormai si trovava a Portland, diretto in Wisconsin per consegnare Jade
alle
autorità. Mentre guidava, però, non riusciva a
non lanciare, di tanto in tanto,
qualche occhiata alla ragazza distesa sul sedile posteriore,
ancora priva
di sensi. Un piccolo sorriso gli sorgeva, allora, sulle labbra, un
sorriso di
trionfo nel vederla lì, inerme.
“Presto
sarà tutto finito e io avrò una grossa
ricompensa, grazie a te. Devo soltanto avere
pazienza…”
Poi riprese a
guidare, mentre la strega, incosciente,
era ancora totalmente ignara del destino che la aspettava...
CONTINUA NEL
DICIOTTESIMO EPISODIO
Testo a cura di Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE: Scusate
per il ritardo, ancora una volta, ma i tempi sono questi. Non perdete
il prossimo appuntamento con la 2x18 "Diabolico" Mercoledì
prossimo. Buona settimana stregata!
PROMO 2X18
PERDERANNO UN AMICO
Brenda: "Nooo! Non farlo
Zack, per favore, svegliatiti!"
John: "Ci vorrà un pò affinchè la
trasformazione sia completa!"
E IL NEMICO DIVENTERA' SEMPRE PIU' DIABOLICO
John: "...ora sono tutti miei!"
Brenda: "Samuel è finita! Quel pazzo ha dalla sua parte tre
delle persone più potenti, rimaste.
MENTRE DA QUALCHE PARTE STA SUCCEDENDO QUALCOSA
Byron: "Hey, hey...dove credi di andare!"
Jade: "Lasciami stare, cosa vuoi da me?"
DEMON & WITCH / Mercoledì 18 Febbraio
|
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Capitolo 18 *** 2x18-Diabolico ***
CAPITOLO
DICIOTTO
“Rampage”
Augusta, Maine
Il gruppo, formato
soltanto da Samuel, Brenda e
Terence, fece sosta in un parco, dove Brenda iniziò a
sentire per la prima
volta il dolore per le ferite che si era procurata. Improvvisamente,
sopraffatta, si fermò: “Non ce la faccio
più! Mi fa male ovunque: la spalla, le
gambe…”
Subito, Terence le si
avvicinò, preoccupato: “Reggiti
a me, su!”
“Ora chiamo
Zeta, d’accordo? – le disse, invece,
Samuel - Zeeetaa??” ma, stranamente, nessuno
arrivò.
“Strano!”
“Forse
c’è una concentrazione così alta di
disordini,
da interferire con la chiamata del vostro angelo-guida.”
Il demone scosse la
testa, preoccupato: “Non ci resta
che uscire dal territorio di Heith, allora.”
Ma la ragazza,
sorprendentemente, si oppose, cercando
di mostrarsi forte: “No, non se ne parla. Dobbiamo salvare
Zack e Jade, io ce
la farò, starò bene. Tranquilli, ragazzi,
ok?”
“Sei
sicura?”
Proprio in quel
momento, alle loro spalle comparve
John, che esordì sprezzante e giocherellone come sempre:
“Ma che fantastico
trio! E vedo anche che alcuni di voi si sono salvati
dall’incantesimo di Heith.
Complimenti! Merito tuo, Terence? Ben trovato di nuovo!”
Subito Brenda si
voltò verso Terence, perplessa: “Di
nuovo? Perché, ci hai già parlato?”
“No, certo
che no! – replicò l’altro, confuso,
guardandosi intorno - Te l’avrei detto.”
“Oh, ma
certo! – intervenne John, sentendo le sue
parole - Dimenticavo... ho cancellato alcuni ricordi di Terence e,
precisamente, la conversazione avuta quest’oggi su di me e il
mio piano. Spero
tanto che l’abbiate interrogato per bene, visto che ora non
può più darvi alcun
indizio...”
Combattuto, Terence
abbassò lo sguardo, incapace di
guardare in faccia i compagni: “Scusate, avrei dovuto trovare
il tempo di dirvi
almeno quello che sapevo e ora sono come un libro bianco...”
Comprensiva, la
ragazza gli mise una mano sul braccio:
“Non preoccuparti, scopriremo da soli quello che ha in mente.
Esattamente come
abbiamo scoperto dei confini e tutto il resto. Ok?”
Ma John,
nell’ascoltarli, non riuscì a trattenere una
risata: “Ma come siete adorabili… Beh, comunque
ora basta scherzare, perché ho
un piccolo annuncio da fare. Per prima cosa, voglio presentarvi un
ospite.
Avanti, prego!” e, dopo un suo cenno, comparve Zack.
Il gruppo rimase con
il fiato sospeso nel vederlo e
Samuel fu il primo a ritrovare la parola.
“Zack? Cosa
vuoi fare con lui?”
Quello gli rispose
stranamente arrogante: “Perché non
chiudi quella bocca, Samuel?”
Brenda, irritata, non
riuscì a stare zitta: “Sei
impazzito o cosa, Zack? Vieni subito qui con noi!”
“Sono
stanco di correre con voi da tutte le parti,
sai? E sono stanco anche di sentirmi dire quello che devo fare, senza
mai un
grazie. Ma ora finalmente tutto questo finirà,
perché sto per riscrivere il mio
destino.”
Anche Samuel era
innervosito dalla situazione e non lo
nascose: “Avanti, Zack, non fare lo stupido. Sei soltanto in
balia
dell’incatesimo di Heith!”
“Sarò
anche in balia dell’incantesimo di Heith, ma il
mio odio e la mia invidia nei tuoi confronti sono più che
reali ed è bastato
isolare tutte le altre emozioni, per farmi capire ciò che
sento veramente.”
Gli altri rimasero
letteralmente senza parole e John
ne approfittò per intromettersi nella conversazione.
“Ok, direi
che per ora può bastare. Arrendetevi, Zack
non tornerà più dalla vostra parte dopo oggi. E
adesso ne approfitto per
presentarvi altri due ospiti...” e, con un altro cenno delle
mani, fece
comparire dal nulla Heith e la signora Ferguson.
Le due donne erano
chiaramente molto confuse e la
prima a prendere parola fu l’anziana donna.
“Cosa sta
succedendo? Come sono arrivata qui?”
“Signora
Ferguson?” la chiamò la ragazza, sorpresa
quanto lei.
“Brenda! Tu
ne sai qualcosa?”
Subito John si
affrettò a chiarire la situazione a
tutti: “Sono stato io, tesoro. Ti ho portato io
qui.”
Heith, seccata, si
intromise subito nella
conversazione: “Non lavoro più per te, John!
Grazie al libro di Jade e Samuel
troverò un modo per sottrarmi al patto oscuro. Quindi, se
non ti dispiace, ora
ritorno dov’ero.”
L’altro,
però, la fermò subito, limitandosi ad agitare
un dito: “No, no, no, tu non vai proprio da nessuna parte,
bellezza, perché chi
ha il potere, qui, sono io. E’ chiaro?”
Dana, sprezzante, non
riuscì a non commentare ad alta
voce: “Ma davvero? Non sfidarmi, John, potrei essere
pericolosa, lo sai.”
Quello si
voltò verso di lei, la guardò e sorrise:
“Vuoi sapere come mi sono liberato dalla cripta, Dana? Grazie
all’aiuto di un
caro amico, ho versato una goccia del mio sangue dentro la bocca del
cigno. Noi
eravamo legati dal vincolo di prescelti, perciò, se io ero
collegato al cigno,
lo eri anche tu. Sfortunatamente per te, tu hai deciso di spezzare il
vincolo,
quandi vi sei rimasta legata soltanto tu e l’incantesimo che
hai fatto su di me
si è annullato. Ormai, nemmeno tu puoi fermarmi.”
Heith comprese subito
le parole e sgranò gli occhi per
la sorpresa e l’indignazione: “Bastardo, figlio di
puttana!”
“Esatto,
Heith, ci sei arrivata!”
Brenda,
però, non era così sveglia e si voltò
confusa
verso gli altri in cerca di spiegazioni: “E’
arrivata a cosa? Non riesco più a
seguire il discorso.”
Ma fu la strega ad
aiutarla: “In genere, gli oggetti
mistici vengono utilizzati per amministrare un certo tipo di potere o
controllare altri individui contro la loro
volontà.”
Nell’aria
risuonò subito il piccolo applauso di John:
“10 e lode, mia cara, 10 e lode... E, indovinate un
po’ – indicò con il dito
Dana, Heith e Zack – uno, due e tre hanno versato il loro
sangue nel cigno. E
ora sono tutti miei!”
“NO, non
può essere!” gridò Heith, subito
seguita da
Dana.
“Sei uno
psicopatico folle!”
Sconvolta, la ragazza
invece si rivolse a Terence:
“Cosa?!? Può farlo davvero?”
“Terence?
– lo incalzò Samuel - Dice la
verità?” ma
quello non rispose, restando a guardare sconcertato la scena.
A quel punto, John
guardò le tre persone nominate e
pronunciò, passando una mano davanti ai loro visi, un
incantesimo: “Totum
imperium” e gli
occhi dei tre divennero per qualche istante rossi, per poi tornare
normali.
Soddisfatto, si
rivolse loro: “Allora, ragazzi, chi
comanda adesso?”
La risposte dai tre
fu la stessa: “Tu, John. Siamo qui
per servirti, John.”
Brenda
guardò la scena sconvolta, come i suoi compagni
accanto a lei: “E’ una specie di scherzo,
vero?”
John,
però, non aveva finito: “E non finisce qui, miei
cari: Heith, evoca l’artiglio di Anvolea!”
Samuel e Terence
inorridirono: “No, non può essere!”
gridarono nello stesso momento, mentre la ragazza li guardava perplessa.
“Perchè??
Volete spiegarmi cosa sta succedendo?”
Sentendola, John
rispose per loro: “Ti ci vuole
proprio un bel corso di storia demoniaca, tesoro! Beh, se proprio vuoi
saperlo,
l’artiglio di Anvolea serve a…”
Ma Samuel lo
interruppe e finì la frase per lui: “John
vuole trasformare Zack in un demone. A questo serve
l’artiglio: alcuni nascono
demoni, mentre altri lo diventano. La leggenda dice che il primo essere
umano
trasformato in demone fu graffiato da un mostro che viveva nella
foresta di Anvolea,
una dimensione oscura, dove finivano i peccatori e altre persone
predisposte al
Male.”
L’altro
applaudì, sarcastico come prima: “10 e lode
anche per Samuel. Quanti primi della classe abbiamo, oggi!”
Brenda, stanca di
tutta la situazione, si voltò verso
l’amico, cercando di scuoterlo: Non puoi volerlo davvero!
Cosa direbbe Jade, se
ti vedesse?” ma quello si limitò a lanciarle uno
sguardo assente, senza
rispondere.
Con dolcezza, Terence
la allontanò, prendendola per un
braccio: “Non può sentirti, è
completamente succube di John, ora.”
Heith, allora,
tramite una formula, evocò il fatidico
artiglio e lo consegnò subito a John, che si
avvicinò a Zack per graffiarlo.
Subito Samuel
preparò una sfera di energia: “Non si
torna indietro dopo il graffio, perciò non ti
permetterò di rovinare la vita
del mio amico!”
Senza nemmeno
guardarlo, John si voltò verso Dana: “Ci
pensi tu?” e subito la donna annullò la sfera di
energia, per poi generare uno
scudo di protezione per l’uomo, che intanto stava graffiando
Zack.
Brenda non ci poteva
credere e per questo iniziò a
gridare nel tentativo di distrarlo: “NO! Non farlo, per
favore, Zack,
svegliati!” ma era troppo tardi.
John, a quel punto,
si rivolse direttamente ai
ragazzi: “Ci vorrà un bel po’
affinché la trasformazione sia completa. Ma
consiglio caldamente a Samuel di non farsi trovare quando
avrò rilasciato Zack,
diabolicamente demoniaco. La partita, ora, è nelle mie mani,
perciò a me la
prossima mossa!” e sollevando le braccia,
teletrasportò via lui e i suoi seguaci.
Sui tre, rimasti soli
e sbigottiti dagli ultimi
avvenimenti, cadde il silenzio.
Brenda, ancora
incredula, fu la prima a parlare: “Cosa
è appena successo? Ditemi che non è
vero!”
“Devo
ammetterlo, – ammise Terence, non senza
dispiacere - l’avevo sottovalutato.”
Samuel era combattuto
quanto lui: “Dobbiamo
assolutamente trovare Jade. Non vorrei che fosse la prossima ad entrare
nell’esercito privato di John. Le verrà un colpo,
quando le racconteremo cosa è
successo...”
Ma Brenda, affranta,
lo prese per un braccio: “Samuel,
non capisci? E’ finita. Anche se riuscissimo a trovare Jade,
quel pazzo ha
dalla sua parte tre delle persone più potenti fra quelle
rimaste. Inoltre, sono
sicura che troverà un modo per rendere Heith immune alla
morte – hanno anche il
Libro! – e, se non la uccidiamo, i confini che ci
separano dall’arma
rimarranno invalicabili e senza arma… beh, lo
sai...”
Anche Terence la
pensava in quel modo: “Non credevo
che sarebbe andata a finire così, ma Brenda ha ragione. In
più ho perso i
ricordi relativi a quello che sapevo, perciò i giochi sono
davvero chiusi, ora,
Samuel.”
A quel punto, il
ragazzo dovette ammettere la
sconfitta e, in preda alla disperazione, riuscì soltanto a
mettersi le mani nei
capelli, incredulo.
La mattina seguente,
in una stazione di
servizio presso Harrisburg, Pennsylvania
Byron, alle prime
luci dell’alba, fece una sosta nella
prima stazione di servizio dello stato. Jade era ancora priva di sensi,
ma,
mentre il poliziotto stava facendo rifornimenti di cibo, la ragazza
rimasta in
auto, si svegliò.
Confusa e
scombussolata, si guardò attorno e si
accorse di avere delle manette ai polsi: “Ma che
diavolo...?!? Dove sono?” poi,
d’istinto cercò di aprire la portiera, ma
ovviamente questa era bloccata.
Innervosita,
iniziò a gridare e ad agitare le mani:
“Accidenti!” e all’improvviso tutte le
portiere si sbloccarono.
Sbigottita, si
domandò fra sé e sé: “Che
strano, come
ci sono riuscita?” ma non fece in tempo a darsi una risposta,
che già era scesa
dall’auto.
Si guardò
attorno, mentre si allontanava e per questo
Byron riuscì a vederla in tempo, per poi far cadere tutti i
suoi acquisti e
rincorrerla: “Hey, HEY! Dove credi di andare?” e la
afferrò, mentre lei
gridava, cercando di liberarsi.
“Lasciami
andare! Cosa vuoi da me?”
Ma lui
continuò a trascinarla verso l’auto, attirando
anche l’attenzione di un camionista fermo poco lontano.
“Ragazzo!
Hey, dico a te!”
Subito Byron si
voltò.
“Che cosa
stai facendo? Perché la ragazza sta urlando?
La stai importunando, per caso?”
Appena lo vide, la
ragazza lo guardò, implorante: “Mi
aiuti, la prego!”
L’uomo,
allora, estrasse dalla tasca il distintivo e
lo mostrò, per poi far notare all’altro le manette
ai polsi di lei.
“Come vedi,
non la sto importunando. E’ una
criminale.”
“Oh,
scusami tanto, allora” rispose quello e si
allontanò.
Jade, ovviamente,
rimase sorpresa da una simile
affermazione: “Una criminale? IO? Ma non ho fatto
niente!”
“Ti
piacerebbe, tesoro!” replicò quello, prima di
buttarla in auto e poi tornare dietro il volante, pronto a partire.
“Ascolta,
giuro che non ricordo di aver commesso un
crimine. Io... io non so nemmeno chi sono o come sono arrivata
qui...”
Mentre metteva in
moto, Byron le lanciò una lunga
occhiata attraverso lo specchio retrovisore: “Non usare
questi trucchi con me,
so perfettamente che sei una strega. Buffo vero? Esistete per davvero,
a quanto
pare!”
“Di che
cosa stai parlando? – replicò lei, confusa -
Le streghe non esistono e... e tu sei malato.”
L’uomo
sbuffò, seccato: “Farai meglio a sederti e a
chiudere la bocca, perchè il viaggio sarà ancora
molto lungo. Quando arriveremo
a destinazione, sconterai finalmente la giusta punizione per tutti i
disastri
che ti sei lasciata dietro negli ultimi due anni.”
“Negli
ultimi due anni?” bisbigliò quella fra
sé e sé,
incapace di ricordare.
Fuori dalla villa di
Rey, Devils Lake, North Dakota
Samuel
teletrasportò nuovamente la sua auto a Devils
lake, esattamente nel punto da cui erano partiti, prima che il gruppo
si
dividesse. Appena scesi dalla vettura, Brenda provò a
chiamare Zeta e,
stavolta, la donna comparve. Tuttavia, fu Samuel il primo a parlarle.
“Ciao Zeta,
come mai non rispondevi al nostro
richiamo?”
“I
disordini che si trovavano nella zona da dove
chiamavate avevano creato interferenze. Fortunatamente,
però, adesso sono qui,
perchè devo mettervi al corrente di molte cose.”
“Cose non
belle, suppongo!” commentò il ragazzo,
notando l’espressione tesa sul suo volto.
“Da qualche
tempo i poteri del Consiglio sono
diventati del tutto inefficaci a causa dei disordini sempre
più diffusi. A
quanto pare, ciò che è successo a San Diego non
è stato cancellato dalla
memoria dei mortali.”
“Intendi,
quando abbiamo combattuto contro il
sussurratore?” chiese Brenda, preoccupata.
Subito Samuel,
sconvolto, intuì cosa realmente significavano
le parole della donna: “Oh mio Dio, Jade aveva rapinato una
banca, quindi
questo vuol dire che…”
“Esatto,
è ricercata dalla polizia, ma fortunatamente
non l’hanno ancora trovata, visto che avete lasciato quella
città diverse
settimane fa. Tuttavia, al momento si trova con qualcuno di cui siamo
venuti a
conoscenza soltanto ora, purtroppo...”
“Chi?”
“Si tratta
di un poliziotto di nome Byron Mills che
pare sia sulle vostre tracce da ben due anni.”
“Due anni?
– il demone la guardò perplesso -
Com’è
possibile, se avete cancellato la memoria a tutti dopo la sconfitta di
Wolf?”
“Purtroppo
non ce ne siamo mai resi conto fino a ieri,
quando si è esposto e ha rapito Jade. Comunque, il Consiglio
mi ha detto di
riferirvi che questo Byron è stato uno degli agenti che
hanno ispezionato la
casa della signora Ferguson dopo l’esplosione e che tra le
macerie trovò un
amuleto che l’ha praticamente reso immune alla cancellazione
della memoria, su
quelle vicende.”
L’altro
annuì e sospirò: “Come se i problemi
che abbiamo
non fossero già abbastanza...”
Brenda, invece, era
più positiva: “Va bene, ma Jade sa
perfettamente come cavarsela. E’ una strega potente. Insomma,
questo Byron è
solo un essere umano, perciò prima o poi scapperà
e verrà da noi, no?”
Ma Zeta scosse la
testa, dispiaciuta: “Purtroppo non
può farlo. Ha perso completamente la memoria, dopo che Heith
ha sovraccaricato
la sua rabbia con il potere dei disordini. Non sa minimamente di essere
una
strega.”
Fu solo in quel
momento che Terence prese la parola:
“Avete qualche altra brutta notizia da darci, per
caso?”
“No, questo
è quanto” rispose lei, mortificata.
Brenda, allora,
tornò a rivolgersi a lei, speranzosa:
“I tuoi… – ehm - capi non possono
aiutarci? Abbiamo perso il Libro, la signora
Ferguson e…”
Ma l’angelo
la interruppe prima ancora che finisse la
frase: “Sì, sappiamo tutto quello che è
successo. Purtroppo, però, non possono
aiutarvi, non ci sono vie d’uscita. La profezia è
molto chiara: bisogna
recuperare l’arma e disattivare il cigno. E, stando alle
vostre recenti
scoperte, se non ucciderete Heith, non avrete accesso ad
essa.”
Samuel non
riuscì a trattenere un commento sarcastico
alle parole della donna: “Buffo, vero? Ora stranamente sapete
ogni cosa, mentre
prima ignoravate addirittura l’esistenza di questo poliziotto
e molte altre
cose che, tra l’altro, abbiamo dovuto scoprire da soli.
Si può sapere a
cosa servite, voi? Perché io non ne ho proprio
idea...”
“Samuel...
so che in questo momento sei
arrabbiato, ma voglio ricordarti che noi non siamo onnipotenti e
onnipresenti.
Cerchiamo solo di aiutarvi come possiamo.”
Terence, allora,
capì che era il momento di chiudere
il discorso e rivelare il motivo per cui l’avevano chiamata:
“A proposito,
potresti…?”
“Oh, ma
certo!” esclamò lei, avvicinandosi alla
ragazza e iniziando a curarla.
Intanto, Samuel, con
le mani affondate nei capelli,
cercava di riflettere, deciso a prendere in mano la situazione.
“Allora…
– esordì dopo un po’ - per prima cosa,
salviamo Jade da questo pazzo. Seconda cosa, dobbiamo lavorare sugli
appunti di
Zack. La sua borsa è rimasta in auto, vero?”
Subito Terence
andò a verificare: “Sì, le sue cose
sono tutte qui.”
“Bene!
– proseguì, allora - Se c’è
un altro modo, lo
troveremo. Questa volta la profezia non ha una scadenza, quindi abbiamo
tempo
per esaminare tutto. ok?”
Brenda, intanto, era
riuscita a riprendersi: “Ok, –
esclamò, decisa - mettiamoci al lavoro!”
Tempio del cigno
sull’isola sconosciuta
John portò
i suoi nuovi seguaci al Tempio, dove
avrebbe rivelato loro le prossime mosse.
Avvicinandosi al
cigno, si rivolse subito a Luis:
“Come vedi, te ne ho portati tre.”
“Bene,
– rispose quello - ma ne serve ancora uno per
realizzare il rito. Sai già chi usare?”
L’uomo
annuì, avvicinandosi a Zack:
“L’angelo-guida di
Samuel è passato a lui, perciò i due sono
collegati, ora. Sarà Xao il quarto e
con me arriveremo a quota cinque.”
“Non vedo
l’ora di uscire da questo cigno... Comunque,
complimenti, John: sei riuscito a riunire cinque esseri per attivare il
cigno e
altri cinque per liberarmi da esso. Sono colpito, non pensavo che ce
l’avremmo
fatta, sai?”
L’altro
sorrise, compiaciuto: “Passeremo alla storia
per aver compiuto l’impossibile!”
“Già…
e pensare che, se non avessimo avuto quella
conversazione nel 1974, oggi non saremmo dove siamo e io non avrei mai
creato
quel cigno…”
1974 - Castello dei
Servitori del Caos, Canada
Luis
accolse per la prima volta John nel suo castello.
Gli mostrò ogni corridoio, ogni stanza, felice e incredulo
di avere uno dei
prescelti dalla sua parte.
“Sai,
John, – gli disse a un certo punto - sto ancora
cercando di abituarmi al fatto che tu ti si sia unito a noi e che giri
nel mio
castello. Dopo tutto, sono anni che lottiamo fra di noi!”
Già,
per me è lo stesso. Tuttavia, devo ammettere che
voi mi avete aiutato. Se non fosse per voi, i cacciatori di demoni
mandati dal
consiglio mi avrebbero ucciso.”
“Sì,
ho sentito la storia della tua emulazione
permanente. Pare che tu abbia molti poteri, ora e che loro ti ritengano
una
minaccia.”
“Non
mi sono mai piaciuti quelli del Consiglio, perchè
hanno sempre disprezzato noi demoni. In realtà,
l’emulazione permanente era
solo una scusa per farmi fuori. Non aspettavano altro,
perchè non è mai andato
loro a genio che un demone facesse parte della profezia.”
“I
soliti diffidenti, che si credono una sorta di Dio
onnipotente... Nemmeno io li ho mai sopportati, sai?”
In quel
momento, John rabbrividì e iniziò a guardarsi
intorno, sentendosi addosso una strana sensazione: “Che
cos’è? L’aria è
diventata pesante, da queste parti...”
“Devono
essere i disordini che vagano nel castello. –
rispose l’altro, entrando nelle sue stanze - Sono quelli che
ci permettono di
sopravvivere in questo mondo. Se qualcuno dovesse mai cancellarli, non
so che
fine faremmo io e gli altri servitori, perchè rallentano il
nostro
invecchiamento e ci permettono di vivere più a lungo. Vedrai
che ti abituerai
all’atmosfera...”
John
sorrise e gli lanciò una lunga occhiata: “Temete
la morte, per caso?”
“Non
esiste essere al mondo, che non la tema”
“Io
non la temo, perchè il destino di noi prescelti è
ben diverso da quello di tutti gli altri, dopo la morte.”
Luis,
incuriosito, si versò del vino e non riuscì a
trattenersi dal chiedergli spiegazioni: “Ah sì? E
in cosa?”
“Diciamo
che i prescelti hanno una sorta di
ricompensa, alla fine di tutto. Passano la vita a combattere contro il
Male e
per questo non possono vivere una vita del tutto normale,
così qualcuno –
non so esattamente chi, però – ha deciso che
devono avere una seconda chance…”
“Spiegati…”
“Dopo
la morte, veniamo condotti in un nuovo mondo,
dove la magia non esiste e dove possiamo vivere la vita che non abbiamo
potuto
avere in questa. Ecco perché non ho paura della morte:
perché io continuerò a
vivere da un’altra parte.”
In quel
momento, nella mente di Luis iniziò a formarsi
l’idea che, negli anni successivi, sarebbe diventato un vero
e proprio piano.
Lungo
un’autostrada
della Pennsylvania
Il viaggio di Byron,
dopo la tentata fuga della
ragazza, poté finalmente andare avanti, mentre sulla
macchina cadeva il
silenzio.
Intanto, a Devils
Lake, Samuel stava tentando di tutto
pur di raggiungere la sua amata.
“Allora,
adesso tenterò un incantesimo che Jade ha
usato parecchie volte con me, ok?”
“Intendi
quello del cuore e del respiro?” chiese Brenda
e l’altro annuì, serio, prima di concentrarsi e
chiudere gli occhi.
“Vedo i
suoi passi, sento il suo respiro. Cuore di strega, indicami il suo
cammino...” ma, ovviamente, non
successe nulla.
“Forse
funziona solo se detto da Jade...” suggerì la
ragazza, ma Samuel scosse energicamente la testa.
“No, questo
incantesimo proviene dal Libro, chiunque
può usarlo.”
Terence, allora,
decise di intervenire per provare ad
aiutarlo: “Forse dovresti sostituire la parola strega con
demone, non credi?”
gli altri due sobbalzarono, sentendosi improvvisamente molto stupidi.
“Già,
che sciocco!”
Allora il ragazzo si
concentrò nuovamente e ritentò,
sperando di avere maggior fortuna: “Vedo i
suoi passi, sento il suo respiro.
Cuore di demone, indicami il suo cammino...”
Quando
riaprì gli occhi, aveva chiara la via.
“Allora?”
gli chiese la ragazza, impaziente.
Lui sorrise, prima di
rispondere: “Sta raggiungendo
Pittsburgh, in Pennsylvania.”
“Non ha
perso tempo il nostro Byron, eh!”
“Forza,
allora, teletrasportiamoci!”
Poco dopo, il trio
ricomparve al centro di
un’autostrada deserta.
Perplessa, Brenda
iniziò a guardarsi intorno: “Sicuro
che qualcosa non sia andato storto? Non la vedo!”
“Forse sta
arrivando” suggerì Terence, notando
un’auto
che si avvicinava in lontananza.
Samuel
annuì, sicuro: “Sì, è
lì dentro. Percepisco la
sua presenza.”
Intanto, Byron
continuava a guidare indisturbato,
finchè non si accorse che, poco distante da lui,
c’era qualcuno fermo in mezzo
alla strada.
“E quelli
chi sono?” mormorò fra sé e
sé, ma non
abbastanza piano da non farsi udire dalla ragazza alle sue spalle.
“Cosa sta
succedendo? Qualcosa non va?”
“Ehm…
niente, forse qualcuno è rimasto a secco e vuole
un passaggio. Peccato che non saremo noi a darglielo!”
Quando furono vicini,
però, Jade si accorse che
qualcosa non andava: “Ma non ci sono auto accanto a quelle
persone!”
Byron se ne accorse e
frenò bruscamente.
“Oh
no!” esclamò ad alta voce, facendo spaventare la
sua passeggera.
“Cosa ti
prende? Sei impazzito, per caso?”
Ma quello non rispose
e iniziò a fare retromarcia: li
aveva riconosciuti.
“Dobbiamo
tornare indietro. Ora!”
Dall’altro
lato, Samuel fece un sorriso beffardo,
mentre con la mano puntata verso l’auto, con la telecinesi
bloccava le ruote.
“Tu non vai
da nessuna parte, mio caro!”
Subito dopo, arreso,
Byron scese dall’auto e fece
uscire anche Jade.
Da lontano, il demone
gli gridò: “Dacci la ragazza e
noi non ti faremo del male, intesi?”
“No, non vi
permetterò di farle del male!”
Brenda lo
scrutò, perplessa, pensando di aver sentito
male: “Cosa diavolo sta dicendo?!? Non siamo di certo noi i
sequestratori di
streghe!”
Terence,
però, capì la situazione e cercò di
avvisarli:
“Sta recitando, vuole farci passare per i cattivi, visto che
Jade non si
ricorda di noi.”
Tutti e tre capirono
di non poterselo permettere.
“Jade,
vieni subito qui! – urlò Samuel, rivolgendosi
direttamente a lei - Siamo venuti a salvarti, non credergli!
Quell’uomo vuole
solo farti del male!”
Byron, allora, si
voltò verso la ragazza di fianco a
lui, in preda alla confusione: “Stanno mentendo,
sono loro quelli che
vogliono farti del male. Io ti ho salvata.”
Lei si prese la testa
fra le mani, smarrita: “Io... io
non so nemmeno chi siete!”
“Sono stati
loro a rapirti, ecco perché sei
ammanettata e io sono quello che ti ha salvata.”
Ormai la ragazza
tremava e piangeva, incapace di
controllarsi: “Ma.. ma mi hai detto che sono una
criminale...”
“Ti ho
mentito, perché la mia bugia è migliore della
verità. Tu sei una strega molto potente e loro vogliono il
tuo potere. Ti hanno
addirittura cancellato la memoria pur di portarti dalla loro parte,
credimi!”
Da lontano, Samuel li
guardava parlare, sempre più
spazientito, finchè non si decise ad agire.
“Ora basta,
vado a prenderla!”
“Stai
attento! – lo ammonì Brenda - Lei non sa chi
sei.”
Intanto, anche Jade
si era accorta delle mosse del
ragazzo: “Oh no! Uno di loro sta venendo qui!”
Byron
continuò: “Loro voglio torturarti per avere il
tuo potere. Fidati di me, non sono io il nemico!”
“Hai detto
che sono una strega potente, giusto? –
replicò lei, agitata – Adesso che mi ricordo,
prima ho fatto qualcosa alle
portiere della macchina per farle aprire, quindi… mi hai
detto la verità.”
“Non ti ho
mai mentito. – proseguì lui, gentile -
Anzi, ti ho salvata!”
Jade, allora, si
convinse che doveva fidarsi di lui:
“Entra in macchina!” ordinò e quello
eseguì.
“Cosa
vorresti fare?”
Subito, lei lo
seguì all’interno della vettura: “Provo
a farci scomparire. Se sono una strega potente come dici,
sarò in grado di
farlo, no?”
In
quell’istante, Samuel riuscì ad ascoltare i suoi
pensieri, proprio mentre l’auto si smaterializzava davanti ai
suoi occhi.
“Nooo!”
urlò, puntando subito le mani verso di essa
per cercare di fermarla.
Tuttavia, i suoi
sforzi furono vani, perchè, pochi
secondi dopo, scomparve.
Brenda e Terence,
sconcertati, lo raggiunsero subito.
“Ma... ma
come ha fatto? – chiese lei, guardando gli
altri due in cerca di spiegazioni - Non può essersi
ricordata di essere una
strega!”
Samuel
sospirò: “A quanto pare, Byron è
riuscito a
farglielo credere...”
“Se Jade ha
recuperato anche il potere del
teletrasporto, allora, questo significa che anche gli altri prescelti
stanno
perdendo la loro battaglia.”
Terence la
guardò confuso: “Cosa vorresti dire?”
“Oh, certo,
tu non lo sai. Beh, quando siamo partiti,
Jade non possedeva tutti i poteri che aveva la scorsa volta,
perché con la
nomina di più prescelte, erano stati suddivisi. Se ne ha
recuperato uno, significa
che altre streghe sono morte.”
“Mi
dispiace… non mi sento in pace con me stesso,
sapendo che parte di quel male che tutti state combattendo,
l’ho creato io.”
Lei si
avvicinò, comprensiva, e gli accarezzò un
braccio: “Tu non fai più parte di quel male,
ormai. Non preoccuparti...”
Intanto, Samuel era
impegnato a osservare il terreno
circostante in cerca di indizi e, infatti, notò subito
qualcosa nel punto in
cui poco prima era ferma l’auto.
“E quello
cos’è?”
Subito si
avvicinarono per capire meglio: “Sembrerebbe
una valigetta.”
“Già,
– esclamò il ragazzo, prendendola in mano -
è
proprio una valigetta. Devo averla trattenuta con il mio potere, mentre
l’auto
si smaterializzava.”
“Beh, che
aspetti? Aprila, no?” e così fece.
Tempio del cigno
sull’isola sconosciuta
John era ancora alle
prese con la gestione del suo
piano e così iniziò ad assegnare a tutti un
compito da eseguire, partendo dalle
sue due streghe.
“Prendete
il Libro e tornate alla villa di Terence.
Voglio che uniate i vostri poteri per dividerlo, intesi?”
“Faremo
ciò che ha chiesto, padrone” risposero quelle,
in coro, prima di svanire.
Poi, l’uomo
si rivolse a Zack: “Togliti la maglietta!”
e il ragazzo, succube, ubbidì, mentre l’altro
toccava il lato destro del suo
petto, soddisfatto.
“Bene, vedo
che il marchio del demone è quasi
completo. Presto la trasformazione arriverà alla fine, mio
caro.”
Luis, dal cigno,
aggiunse: “E quando Zack sarà
diventato un demone malvagio, avrà abbastanza influenza sul
suo angelo-guida da
far passare anche lui dalla nostra parte…”
L’altro
sorrise: “... E una volta che saremo in
cinque, potremo finalmente liberarti da questo cigno.”
“Quando le
due streghe avranno diviso il Libro e il
grimorio sarà finalmente nelle tue mani, avremo anche
l’incantesimo che ci
serve. A questo punto, ci mancheranno solamente gli anelli della
congiunzione
dimensionale. Che piani hai per questi?”
“Te
l’ho detto: nel gruppo c’è anche un
umana. Sarà
lei a procurarceli.”
Luis,
però, era ancora dubbioso: “E come arriveranno a
quegli anelli, se non sanno nemmeno della loro esistenza?”
“Se
c’è una cosa che so su quel gruppo, è
che sono
tutto tranne che stupidi. Esamineranno ogni mossa che ho compiuto fino
ad ora,
pur di fermarmi. Vedrai che ci arriveranno da soli, prima o
poi...”
Tavola calda
“Woody” –
Pittsburgh, Pennsylvania
Dopo aver recuperato
la valigetta, Samuel, Brenda e
Terence decisero di fermarsi in una tavola calda per esaminarne il
contenuto.
Più che altro, solo Samuel si prestò a questo
compito, dato che la ragazza era
troppo impegnata a mangiare.
Tolto tutto il
contenuto (principalmente fogli), lo
sparse sul tavolo, mentre lei si gustava affranta un enorme
cheeseburger.
“Dio,
sembra che non mangio da una vita!”
Terence, intanto, la
squadrava, sorpreso da tanta
voracità: “Ehm… è
buono?”
“Sì,
ma… tu non mangi? – chiese, indicando il lato del
tavolo dell’uomo, completamente vuoto - Insomma, voi malvagi
mangiate, vero? O
siete come i vampiri?”
“Sì,
mangiamo., non preoccuparti. Solo... cibi più
raffinati di un cheeseburger.”
Con sua grande
sorpresa, l’altra rise: “Beh, lascia che
ti porti sulla cattiva strada, allora. Credimi, mi
ringrazierai!”
Poi si
voltò verso la cameriera: “Un altro
cheeseburger, per favore!”
Fu allora che Samuel
si intromise nella conversazione:
“Byron vive a Morney Hill e… ci sta seguendo
praticamente da sempre! – poi
mostrò loro alcune foto – Questi siamo io e Jade a
San Francisco, qualche anno
fa. Poi a Norfolk, dopo l’esplosione del laboratorio genetico
e c’è anche
Zack!”
Brenda le
osservò, divertita: “Uuuh guarda, – ne
indicò una - ci sono anche io! Se non sbaglio eravamo a
South Band, dove sono
uscita con quell’affasciante fantasma, che poi voleva
uccidermi.”
Ma l’altro
continuò a rimanere serio: “Questo tizio ha
prove che possono rovinare tutti noi!”
Lei lo
guardò, perplessa: “E perché noi siamo
qui,
mentre Jade è l’unica ad essere stata
rapita?”
“Beh, non
poteva mica catturarci tutti! E poi Jade è
molto più nei casini di noi, dopo la rapina alla banca di
San Diego.”
Solo allora Terence
decise di condividere con gli
altri i suoi dubbi: “Scusami, ma mi sembra abbastanza
fallimentare come piano.
Insomma, se il Consiglio ha provveduto a cancellare la memoria a tutti
sugli
eventi che vi riguardano, come crede di essere preso sul
serio?”
“Non ne ho
idea, – rispose il ragazzo, confuso quanto
lui – ma, se dovesse riuscire nel suo intento, diventerebbe
l’uomo che ha
arrestato la criminale più ricercata di tutti i
tempi!”
In quel momento,
però, si accorsero che Brenda,
accanto a loro, stava maneggiando una strana boccetta trovata nella
valigetta.
“E questa
cos’è?” chiese, ma non fece in tempo a
ricevere risposta, che le cadde di mano e finì sul
pavimento, distruggendosi.
“Brenda!”
la sgridò Samuel, sgranando gli occhi e, per
una volta, la ragazza era davvero mortificata per quanto aveva fatto.
“Ops!”
Intanto, Terence
iniziava a sentirsi strano a causa
dei fumi che stavano salendo dal liquido sparso sul pavimento.
“Ragazzi,
sta succedendo qualcosa…”
I due si voltarono di
scatto verso di lui: “Cosa?”
chiesero, all’unisono.
“Ho
recuperato i ricordi!” esclamò quello, stupito.
“Davvero?
– Brenda sgranò gli occhi per la sorpresa -
E come avresti fatto?”
“La
boccetta che hai rotto! Dev’essere così che Byron
voleva far ricordare a tutti i crimini commessi da Jade. Deve essere
una sorta
di pozione.”
“Una
pozione? E dove l’avrebbe presa, scusa?”
Ma l’altro
a malapena la ascoltò, troppo impegnato a
radunare tutto il materiale e a richiuderlo nella valigetta, per poi
recuperare
le sue cose e prepararsi ad uscire.
“Non lo so,
ma si diffonde velocemente. Di certo non è
stata creata per far riemergere i ricordi ad un numero limitato di
persone e
potrebbe anche avere effetto su scala mondiale.”
“D’accordo,
ma dove vai adesso?”
“Forse
anche Jade riacquisterà i ricordi perduti e
voglio essere lì quando accadrà. Voi continuate a
trovare una soluzione per la
faccenda dell’arma, io vado a recuperare la mia auto e la mia
ragazza, ok?” e
scappò via.
“Non
uccidere, Byron, è solo un essere umano,
ricordatelo!” gli urlò dietro lei, accorgendosi
troppo tardi di avere addosso
gli sguardi di tutti i clienti del fast food. Con una risatina
isterica, gli
guardò, cercando una soluzione per rimediare al disastro
combinato.
“Ehm…
ucciderlo in senso metaforico, ovviamente...”
Terence, intanto,
cercava di richiamarla lanciandole
lunghe occhiate, ma fallì, così le
sussurrò: “Brenda… ehm…
girati, lascia
stare, ok?”
Subito, lei
eseguì: “Okay, sto zitta!”
In una stazione di
servizio presso Morney Hill, Wisconsin
L’auto di
Byron era ricomparsa in una stazione di
servizio, con sua grande sorpresa non molto lontana da Morney Hill.
“Ce
l’hai fatta!” esclamò, contento e lei
sorrise,
ancora incredula.
“Oh mio
Dio, sì! Ce l’ho fatta davvero!”
“Ora scendo
a fare il pieno e poi giungeremo a Morney
Hill, ok? Sai, Jade... – a proposito, questo è il
tuo nome – Morney Hill è la
città dove abiti e io… beh, io ti sto riportando
a casa.”
La ragazza
sgranò gli occhi: “Io ho una casa?”
“Certo che
sì e anche qualcuno che ti aspetta. E ti
prometto che una volta che ti avrò portata a casa, nessuno
potrà più farti del male.”
Lei annuì,
felice della rassicurazione, poi aggiunse:
“Prima di partire, posso andare a rinfrescarmi un
po’ in bagno?”
“Certo, ma
non metterci tanto, ok? Ci vorrà pochissimo
per fare il pieno.”
La ragazza, allora,
si diresse in bagno e, dopo essersi
lavata la faccia, si guardò allo specchio e,
improvvisamente, qualcosa cambiò.
“Ora
ricordo! – esclamò, sbigottita - Sono Jade Alison
e vivo a Morney Hill con mia nonna Dana.”
Il contenuto della
boccetta l’aveva finalmente
raggiunta e la ragazza aveva recuperato la memoria.
Intanto, fuori,
Byron, impegnato a fare il pieno, non
si accorse che alle sue spalle c’era qualcuno.
“Ciao
Byron, ci si rivede!” gli disse una voce poco
lontana e subito l’uomo si voltò.
“Ancora
tu!” esclamò, mentre l’altro sfoggiava
un
sorriso beffardo, stringendo fra le mani la valigetta.
“Guarda un
po’ cos’ho qui! La riconosci? Sembra
proprio la tua valigetta!”
Byron
iniziò ad agitarsi e a sudare freddo:
“Restituiscimela subito!”
Quello,
però, rise, scuotendo la testa: “E tu pensi
che un demone potente come me, si metta ad ubbidire ai tuoi ordini? Le
tue
leggi non esistono nel mondo del sovrannaturale. Puoi affannarti quanto
vuoi a
rapire Jade e dimostrare che lei è una criminale, ma non ci
riuscirai. La magia
cancella sempre tutto” e poi bruciò la valigetta
davanti ai suoi occhi,
incurante delle urla dell’uomo.
“NOOO!”
Divertito, il demone
continuò: “Ah, volevo anche farti
sapere che la boccetta che custodivi qui dentro è stata
accidentalmente rotta
dalla mia amica, perciò ora tutti sanno che Jade
è una criminale e sicuramente
inizieranno a cercarla. Complimenti, il tuo piano sembra essere
riuscito
perfettamente! Peccato, però, che una volta strappato
l’amuleto che porti al
collo, non ci sarà un’altra pozione a farti
ricordare quanto sei stato patetico
nel credere che potessi davvero farla franca!”
Terrorizzato,
l’uomo strinse talmente forte nella mano
l’oggetto che portava al collo, che le nocche gli diventarono
bianche, poi alzò
gli occhi al cielo: “Heith? – chiamò -
Ho bisogno di te, presto!” Samuel
continuava a ridere di gusto: “E’ stata Heith a
darti quella pozione, quindi?
Beh, c’era da aspettarselo. Comunque ho una brutta notizia da
darti: al momento
non è disponibile, perciò… buon
ritorno alla normalità, Byron!” con la telecinesi,
allora, gli strappò dal collo l’amuleto che lo
proteggeva dall’oblio.
Poi, l’uomo
rimase a fissare il ragazzo, mentre faceva
il pieno alla sua auto.
“Non trova
anche lei che il prezzo della benzina sia
quasi un furto, oggi giorno?” gli chiese quello, a un certo
punto.
Byron sorrise:
“Già! Sono dei veri ladri!” poi
rientrò
in auto e se ne andò per la sua strada, privo dei ricordi
che riguardavano Jade
e tutte le cose che aveva scoperto su di lei negli ultimi due anni.
Samuel, a quel punto,
non desiderava altro che vedere
subito la sua ragazza, così iniziò a cercarla
ovunque. Improvvisamente, ci andò
a sbattere contro, proprio mentre questa usciva dai bagni.
Subito, gli occhi di
lui si illuminarono, mentre li
fissava in quelli di lei: “Ciao!”
esclamò.
Lei, mortificata,
abbassò lo sguardo: “Oh mio Dio,
scusami!” esclamò, mentre la aiutava a rialzarsi.
“Stai
bene?”
“Sì,
niente di rotto. Ti ringrazio. Ehm… senti, sai
dove ci troviamo, per caso? – rise per l’imbarazzo
– Ho una specie di vuoto di
memoria, al momento, devo essere andata ad una festa e la mia amica
Brenda deve
avermi fatta ubriacare fino a farmi perdere la memoria...”
Il ragazzo la
guardò, senza riuscire a nascondere la
delusione: “Quindi ricordi solo questo?”
“Perché,
dovrei ricordare altro?” chiese lei,
perplessa, continuando a sorridere.
“No,
niente, non farci caso. Comunque, siamo a pochi
chilometri da Morney Hill.”
“Che bella
notizia! Abito proprio in quella città,
solo che – si guardò intorno preoccupata
– non so come tornarci. Non è che potresti
darmi un passaggio? Sempre se stai andando da quella parte, sia
chiaro.”
“Ma certo,
– esclamò lui, contento di poterle stare
accanto per un po’ di tempo - ho la macchina proprio qui
dietro.”
Lei, sollevata,
poté finalmente calmarsi: “Non so come
ringraziarti, mi hai davvero salvata. Anche se teoricamente mia nonna
mi
ucciderà lo stesso, visto che non so esattamente quanto
tempo sono stata fuori
casa...”
“Sai...
qualcosa mi dice che non lo farà...”
“Spero che
tu abbia ragione, perché non sai come sia
quando è furiosa. A proposito, io mi chiamo Jade Alison,
tu?”
“Samuel
Roth” rispose lui, mettendo in moto l’auto.
Lei lo
fissò per qualche secondo, ma poi non disse
nulla: “Piacere di conoscerti, allora.”
Lui sorrise, ma
dentro di sé sentiva soltanto un senso
di tristezza e inquietudine, mentre, insieme, si mettevano in viaggio
verso
Morney Hill.
Tavolo calda
“Woody” –
Pittsburgh, Pennsylvania
Era ormai passata la
mezzanotte e Brenda e Terence
avevano passato quasi tutta la giornata all’interno della
tavola calda a
cercare un modo per aggirare i confini che separavano Samuel
dall’arma, ma
ormai era tardi e la cameriera fece notare loro che non erano
più persone
gradite.
“Scusate,
ma tra dieci minuti dobbiamo chiudere.”
Del tutto
indifferente, la ragazza le chiese: “Può
portarci un altro cheeseburger?”
Sia la donna che
Terence la guardarono sorpresi:
“Ancora?” esclamarono insieme e lui ricevette un
calcio sotto il tavolo.
“Ma certo!
Ancora!”
La cameriera
sbuffò: “Sentite, ve ne porto ancora un
altro, ma dopo ve ne andate, ok?”
La ragazza
sfoderò un sorriso innocente: “Sai, il
fatto è che il mio ragazzo è vegano,
perciò gli sto facendo provare qualcosa di
nuovo.”
Quella, senza
aggiungere altro, si diresse verso la
cucina mormorando fra sé e sé: “Questa
è fuori di testa!”
Quando se ne
andò Terence, arrossendo, si voltò verso
di lei: “Il tuo ragazzo?”
Imbarazzata, Brenda
abbassò lo sguardo: “Ho detto
così? Davvero?”
Lui annuì,
mentre lei tornava a riguardare gli appunti
di Zack, voltando nervosamente i fogli.
“Beh, non
me ne sono accorta!”
“Comunque,
oggi mi hai fatto mangiare almeno venti
cheeseburger e ne stai ordinando ancora. Perché tenti in
tutti i modi di farci
restare qui? Possiamo benissimo continuare le ricerche in una comoda
stanza di
un motel, sai?”
“Hai
sentito la cameriera? – replicò lei, nascondendo
a stento il nervosismo - Possiamo stare qui ancora un altro
po’.”
“Stai
cercando di non rimanere sola con me, per caso?”
L’altra si
sentì in trappola e dovette ammettere la
verità: “A dire la verità, sto cercando
di non rimanere sola con te davanti ad
un letto, okay?”
“Oookay!”
esclamò lui, di una strana tonalità
rossiccia.
A quel punto, una
pagina che la ragazza reggeva fra le
mani attirò la sua attenzione.
“Aspetta,
torna indietro!” esclamò.
“Cosa? Cosa
hai visto?”
Lui indicò
una foto: “Questa!”
“Ah,
sì! Morbridge. Jade e Samuel ci sono stati tempo
fa, nel 1975, per la precisione.”
“Quindi
l’anomalia rilevata da John, quando è apparso
il muro, si trattava di un viaggio nel tempo?”
“Sì,
perché?”
“Ora che ho
recuperato parte dei ricordi perduti,
rammento la conversazione che ho fatto con John sull’isola,
poco prima che me
li cancellasse. Ha detto che è stato lui a far comparire il
muro, non la morte
di Faith. Poi aggiunto che faceva parte dei suoi piani, in modo da
permettere a
voi di seguire i confini, giungere alle ville ed eliminare i cinque. E
infine
mi ha fatto intendere che serviva ad altri scopi, magari proprio il
viaggio nel
tempo di Jade e Samuel.”
“Quindi tu
pensi che sia stato voluto da John? E perché?”
“Non ne ho
idea, ma la parola chiave è Morbridge. Che
si trova proprio…”
Ma la ragazza lo
interruppe e terminò la frase per
lui: “…accanto al confine. Credi che lì
ci sia una sorta di accesso segreto che
può farci attraversare l’ostacolo e penetrare
all’interno del pentagono in cui
si trova l’arma?”
Terence sorrise:
“Non ci resta che andare lì e
scoprirlo, no?”
CONTINUA
NEL DICIANNOVESIMO EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE: Il
prossimo episodio vi aspetta Mercoledì 25 Febbraio con la
2x19 "La casa del viaggiatore". Ricordate di lasciare un commento, ai
fini della continuazione della storie. Buona settimana stregata!
- 4 episodi al finale
di stagione.
|
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Capitolo 19 *** 2x19-La casa del viaggiatore ***
CAPITOLO DICIANNOVE
"No
Exit"
Casa Ferguson
– Morney
Hill, Wisconsin
Samuel aveva condotto
Jade a Morney Hill, come gli
aveva chiesto. Parcheggiata l’auto fuori dalla villetta della
donna, la ragazza
scese per entrare, ignara di ciò che stava accadendo intorno
a lei,
mentre Samuel, rimasto in piedi accanto all’auto, decise di
chiamava finalmente
Brenda.
“Hey, sono
io!” la salutò, quando rispose.
“Che voce
poco allegra che hai! Sei riuscito a salvare
Jade?”
“Sì,
sì. Tranquilla.”
“Ma
è fantastico! – esclamò la ragazza,
contenta -
Quando ci raggiungete?”
Suo malgrado, il
ragazzo dovette frenare il suo
entusiasmo: “Diciamo che la situazione è un
po’ complicata. Sono riuscito a
togliere l’amuleto dal collo di Byron e, naturalmente, non
ricorda più nulla,
quindi di lui ci siamo finalmente liberati. Jade, invece, grazie alla
pozione
ha recuperato la memoria, ma non del tutto...”
“Come
sarebbe a dire? Insomma, adesso sa chi è oppure
no?”
“Ha
recuperato la memoria, ma, sfortunatamente, ha un
bel buco di due anni.”
“Quindi…”
“…
quindi non conosce me, né sa di essere una strega.”
“Okay, ma
adesso lei dov’è?”
“Mi ha
chiesto un passaggio per tornare a casa,
pensava di essere andata ad una festa e di essersi ubriacata con te.
Ora è
dentro casa sua e sicuramente si starà chiedendo dove
diavolo è sua nonna.”
“Bene,
almeno si ricorda di me. Adesso, però, Samuel,
ascoltami bene, ok? Devi trovare il modo di portarla qui da me, senza
farle
capire che sei un demone con poteri sovrannaturali. Se sono
l’unica persona di
cui si ricorda, allora sono anche l’unica di cui
riuscirà a fidarsi.”
“E come
faccio? – replicò lui, isterico e disperato -
Le metto una benda sugli occhi e poi le dico abracadabra, siamo
dall’altra
parte dello stato?”
“In
verità, siamo molto più vicini di quanto pensi.
Al
momento ci troviamo a Morbridge.”
“Cosa?!
Perchè? Non è dove…”
“…tu
e Jade siete stati nel 1975? Sì, esatto!”
“Come mai
siete lì?”
“Abbiamo
una pista: ora che Terence ha recuperato i
ricordi cancellati da John, siamo riusciti a fare qualche collegamento
con gli
appunti di Zack e forse abbiamo scoperto un modo per entrare nella zona
invalicabile.”
Il ragazzo
sgranò gli occhi, anche se lei, ovviamente,
non poteva vederlo: “Sul serio?”
“
Sì, davvero. Ecco perché devi raggiungerci al
più
presto: se troviamo un modo per varcare il confine, tu potrai accedere
all’arma
senza dover uccidere quella troietta di Heith, che anche stavolta si
salverà, a
quanto pare!”
Sentendo le sue
parole, Samuel si sentì più felice e
sollevato: “Bene, troverò un modo per
raggiungervi, ma non sarà facile.
D’accordo?”
“Va bene.
Un’ultima cosa: Terence ha detto che la
pozione rievocherà i ricordi di tutti quelli che
l’hanno respirata e a
quest’ora dev’essersi ormai diffusa ovunque,
perciò stai attento, perché la
polizia potrebbe venire a cercare Jade a momenti, ok? In
teoria è una
super criminale, adesso.”
“Hai
ragione. – confermò lui - Devo portarla subito
via da qui!” e chiuse la chiamata.
In quel momento, Jade
uscì da casa sua con il viso
sconvolto, sull’orlo di una crisi di pianto e subito Samuel
le andò incontro,
preoccupato.
“Ehm…
va tutto bene?”
Lei lo
guardò, stupita: “Sei ancora qui? Pensavo fossi
andato via.”
“Mi volevo
assicurare che andasse tutto bene e stavo
aspettando che uscissi a dirmi che è tutto a posto con tua
nonna.”
“In
verità, – ammise l’altra, perplessa
- non
c’è e non capisco dove possa essere alle cinque
del mattino...”
“Magari
è andata a fare una corsetta.”
Jade gli
lanciò un’occhiataccia che, se avesse potuto,
lo avrebbe incenerito: “Mia nonna non corre!”
“E adesso
come faccio….” mormorò fra
sé e sé, ma non
così piano da non essere sentito dalla ragazza.
“Fare
cosa?”
Improvvisamente, si
udirono in lontananza le sirene
della polizia, così Samuel, spaventato, la
spintonò in auto, nervoso.
“Ehm…
dobbiamo andare: la tua amica Brenda è in
pericolo!”
Lei lo
guardò, confusa e sbigottita: “La mia amica
Brenda? Di cosa stai parlando?”
Solo quando
avviò il motore e sfrecciò via, il ragazzo
si decise a risponderle: “Eravamo alla stessa festa, ma
pensavo parlassi di
un’altra Brenda alla stazione di servizio. Comunque ti spiego
strada facendo,
okay?”
Jade, guardandolo con
occhi spalancati per il
comportamento assurdo che aveva avuto, non aggiunse altro e si fece
portare
via.
Morbridge, South
Dakota
Terence e Brenda si
erano teletrasportati alla
periferia di Morbridge, dove c’erano solo diverse fattorie
immerse nella
campagna. Percorsero allora uno dei sentieri, cercando di scoprire
qualcosa in
più.
Ad un certo punto, la
ragazza ruppe il silenzio: “Come
ci aiutano i tuoi ricordi? Se pensi a Morbridge, cosa ti viene in
mente?”
Lui ci
rifletté su un attimo, prima di rispondere: “La
strage di Rosemberg, una sontuosa tenuta che si trova da queste
parti.”
“Cosa
successe?”
“Settanta
persone sono morte, massacrandosi a
vicenda.”
Brenda rimase
sconvolta dalla rivelazione: “Santo
cielo, chi può aver fatto una cosa del genere?!?”
Terence
accennò un sorriso triste: “Mio padre.”
Se possibile, la
ragazza rimase ancora più sbigottita:
“A volte dimentico che siete tutti servitori del Caos e che
lui deve averti
preceduto...”
“E’
mio padre che si nasconde dietro a tutto questo,
Brenda! – esclamò lui, all’improvviso -
Non è solo l’artefice della strage di
Rosemberg. “
Spiazzata, Brenda si
voltò di scatto verso di lui:
“C... come sarebbe? Cosa vorresti dire? E’ stato
John a dare origine a tutto
questo!”
“Sì,
è vero, ma l’ha fatto su precise istruzioni di
mio padre. Purtroppo, me ne sono reso conto soltanto ora,
perché, quando John
mi ha evocato nel suo Santuario, ho avuto il piacere di rivedere mio
padre,
anche se non fisicamente.”
“Non ti ho
mai chiesto se tuo padre fosse vivo, ma
presumevo fosse morto visto che non ne ho mai sentito parlare. Ma cosa
significa che lo hai incontrato, ma non fisicamente?”
“E’
dentro il cigno, Brenda! Parlava da dentro il
cigno.”
Le sgranò
gli occhi, fermandosi: “Tuo padre è il
cigno?”
“No,
è solo al suo interno, anche se non capisco
perché.”
“Ma tu lo
sapevi, prima di quel momento?”
“Sì,
ma pensavo fosse morto. Una sera, nel castello
dei servitori del Caos, circa trentadue anni fa, quando io avevo solo
11 anni,
ho seguito mio padre nelle segrete. Lì aveva riunito con
sé delle persone
incappucciate, che si misero in cerchio intorno a
lui…”
Ma la ragazza lo
bloccò prima che potesse continuare:
“Aspetta un secondo! Mi stai dicendo che hai 43 anni?!? Oh
mio Dio, sembra che
tu non ne abbia nemmeno una trentina! Com’è
possibile?”
“Te
l’ho detto: i disordini rallentano il nostro
processo di invecchiamento e poi, ti ha colpito solo questo del
discorso che
sto facendo?”
Mortificata, lei
abbassò lo sguardo: “Ehm, sì, scusa,
continua pure. Anche se devo ancora metabolizzare che mi piace un
vecchio con
il triplo della mia età, che se li porta bene...”
Terence decise di
ignorare l’ultima frase e di andare
avanti da dove era stato interrotto: “Fecero una sorta di
rito, in cui mio
padre fu letteralmente risucchiato all’interno del cigno.
Spaventato, scappai
via e il giorno dopo, tra i servitori del Caos, si diffuse la notizia
della sua
scomparsa. Ecco perché lo credevo morto.”
“Ma gli
altri sapevano cosa stava facendo? E chi erano
quelli incappucciati?”
“Ho sentito
molte conversazioni quando ero al castello
e molti sostenevano che mio padre avesse consultato un oracolo, che gli
aveva
predetto la disfatta di Deimos per mano degli ultimi prescelti della
profezia.
Per quanto riguarda gli incappucciati, non ho idea di chi fossero,
probabilmente ricoprivano lo stesso ruolo che hanno avuto gli attuali
membri
del cigno che avete eliminato.”
“Quindi tuo
padre, sapendo che Deimos sarebbe stato
sconfitto…”
“…
creò il cigno!”
Brenda,
però, era ancora confusa: “Ma a quale
scopo?”
chiese.
“Brenda,
noi servitori del Caos, sopravviviamo grazie
al potere dei disordini. Finchè c’era la statua di
Deimos, eravamo al sicuro.
Ora, però, è il cigno a farlo: mio padre
l’ha creato per prevenire la sconfitta
di Deimos.”
“Perchè
fare tutto segretamente?”
“Erano
tutti ciecamente fedeli a Deimos e nessuno
avrebbe potuto immaginare che sarebbe stato sconfitto. Se avessero
scoperto
cosa stava facendo mio padre, l’avrebbero giudicato
severamente. Tuttavia,
penso che lui avesse progetti ben più grandi con il
cigno....”
La ragazza
rifletté sulle sue parole per qualche
istante, poi, improvvisamente lo guardò, triste:
“Hai detto che i disordini
tengono in vita voi servitori del Caos. Quindi... questo vuol dire che
quando
Samuel disattiverà il cigno…”
“…
non lo so, Brenda. Può essere” replicò
Terence,
altrettanto abbattuto.
Sui due, allora,
calò il silenzio, mentre continuavano
a camminare attraverso la campagna, troppo angosciati dal futuro per
fare
qualsiasi altra cosa.
Ex villa di Terence
–
Augusta, Maine
Dana ed Heith,
intanto, erano impegnate a concentrare
tutto il loro potere nel tentativo di separare il libro del Bene e del
Male.
John, da meticoloso supervisore quale era, si era teletrasportato nella
villa
per controllare come stava andando l’impresa. Dopo essere
comparso
all’improvviso davanti a loro, osservò il Libro,
sospeso a mezz’aria e colpito
da fasci di energia emanati dalle mani delle due streghe, in piedi una
di
fronte all’altra. In quel momento, era inglobato in una sfera
di grande
energia, che faceva zampillare piccole saette da ogni parte.
Subito,
l’uomo si intromise: “Come procede la
divisione del Libro?”
Fu Dana a rispondere,
tenendo sempre gli occhi chiusi,
le braccia puntate verso il libro e la mente concentrata: “Ci
serve più tempo,
non è un’impresa da poco. Di solito, si divide
solo se uno dei prescelti muore,
ma, in questo momento, stiamo cercando di cambiare la regola. Anzi,
stiamo
cercando una scorciatoia per aggirarla, a dire il vero.”
“Avete
tutto il tempo che vi serve, per quanto mi
riguarda. Ma non metteteci più del dovuto, non vi ho dato
l’eternità per
portare a termine questo compito. E’ chiaro?”
“Non
preoccuparti, – lo rassicurò Heith - non ci
vorrà
ancora molto. Il grande potere da noi posseduto rende il processo molto
più
veloce e presto avrai ciò che ti serve.”
Sul volto di John
comparve l’accenno di un
sorriso: “Bene, era proprio quello che volevo
sentire!”
Improvvisamente,
nella sala comparve anche Zack, in
compagnia di Xao.
“Il marchio
è completo e ora sono un demone a tutti
gli effetti. Come mi avevi chiesto, ho chiamato Xao e gli ho fatto
versare il
suo sangue nel cigno…”
L’uomo,
succube, si girò subito verso John: “Sono ai
suoi ordini.”
“Bene,
bene. – John si sfregò le mani, soddisfatto -
Direi che tutto sta filando liscio come l’olio. Ora ho solo
un piccolo problema
da risolvere: Jade e Samuel. Stanno raggiungendo i loro compagni a
Morbridge e
io ho bisogno che la ragazza umana non si riunisca ai suoi amati
prescelti,
perchè per lei ho altri piani in serbo.”
Subito, Zack si
intromise: “Vuoi che me ne occupi io?”
“Ma tu
guarda, era proprio quello che stavo per
chiederti! E immagino che tu non veda l’ora di sperimentare
il tuo lato
demoniaco su Samuel e Jade. O meglio, su Samuel e basta, direi.
Giusto?”
“Non
aspetto altro...” rispose quello, serio.
L’uomo
rimase quasi affascinato di fronte a ciò che
era riuscito a fare del ragazzo, ma riuscì a tornare in
sè in tempo: “Allora
vai” lo congedò e Zack svanì subito in
una nube nera.
Qualche ora dopo -
presso Ortonville, South Dakota
Jade nutriva sempre
più dubbi nei confronti della
storia che gli aveva raccontato Samuel e anche per questo, durante il
viaggio,
nessuno dei due disse una parola, fino a quando lei non si rese conto
che tutta
la storia era ridicola e che probabilmente il ragazzo era completamente
pazzo,
o qualcosa del genere.
“Senti,
– esordì – io sto iniziando a pensare
che non
tu non mi stia portando da Brenda e, chiaramente, non siamo
più nel Wisconsin.
Si può sapere dove cavolo mi stai portando allora?”
Il ragazzo comprese
di dover fare di tutto per non
farla agitare: “Ti ho detto la verità: la tua
amica Brenda è in pericolo e io
ti sto portando da lei, a Morbridge.”
“A
Morbridge? – chiese l’altra, perplessa - E che cosa
ci fa lì?”
“Ehm…
vedi, dopo la festa, un ragazzo più grande l’ha
rapita e ho letto dalla sua carta d’identità che
vive a Morbridge.”
Seppur ancora piena
di dubbi, Jade prese dalla tasca
il telefonino: “Storia assurda, ma perché non
crederci, a questo punto?
Insomma, se tu fossi un serial killer, mi avresti già
uccisa, no?”
Samuel
annuì, poi, per un attimo, spostò lo sguardo su
di lei, per controllare le sue mosse: “Hey, aspetta! Cosa
stai facendo?”
“Chiamo la
polizia, no?”
Con un gesto
fulmineo, lui le tolse il telefono dalle
mani: “Sai, forse è meglio non coinvolgerla. Non
sappiamo cosa potrebbe fare
questo pazzo a Brenda, non credi?”
In risposta,
ricevette un’occhiataccia: “E cosa
dovremmo fare? Hai in mente di salvare la mia amica con dei super
poteri, per
caso?”
Nel sentire le sue
parole, per poco il ragazzo non
andò fuori strada: “Hai detto super poteri, per
caso? Perché?”
La sua reazione
sconvolse ancora di più la già fragile
Jade, che lo guardò preoccupata: “Era
per dire, ma… ti senti bene? Sei
parecchio strano...”
Lui
ridacchiò nervosamente, stringendo le mani sul
volante: “Devo essere ancora su di giri per la festa di ieri,
non farci caso…”
poi spostò di nuovo gli occhi sulla strada e vedendo
qualcuno in piedi in mezzo
alla carreggiata, frenò bruscamente.
“Oh
no!”
La ragazza.
spaventata, gridò: “Ma che problema hai?
Sei impazzito, per caso?!?” poi aprì la portiera e
scese, subito seguita da
Samuel.
“No,
aspetta! – le urlò lui - Vieni qui, è
pericoloso!”
“Ma quella
è una persona! Mi scusi – e alzò la
voce
per farsi sentire meglio – mi può aiutare, per
favore?”
Il demone, allora, la
prese per un braccio: “Dobbiamo
tornare in macchina, quel tipo è pericoloso.”
Lei guardò
prima la mano che la teneva ferma e poi
lui, lanciandogli un’occhiataccia: “Di cosa stai
parlando? Semmai, qui quello
pericoloso sei tu!” e si liberò dalla stretta.
Ma lui non la
lasciò perdere, anzi: “Non vedi che non
c’è nessuna auto accanto a lui?”
“Senti,
– lo interruppe lei, gridandogli per l’ultima
volta - vuoi lasciarmi stare? Ora vado da quel tizio e chiamo la
polizia,
chiaro?” e, improvvisamente, una sfera di energia
colpì Samuel, facendolo
volare contro il parabrezza della sua auto.
Jade, con occhi
sgranati, osservò sconvolta la scena:
“Ma che diavolo…?”
A fatica, il ragazzo
riuscì a rialzarsi: “Entra in
macchina, corri!” e, per una volta, lei eseguì
senza discutere.
A quel punto, Samuel
iniziò ad avanzare verso la
figura misteriosa, che altri non era se non Zack.
Giunti faccia a
faccia, Zack gli sorrise, beffardo:
“Non ti arrendi mai, eh? Piaciuta la mia prima sfera di
energia, a proposito?”
Deluso, il ragazzo
ribatté con cinico sarcasmo: “Come
cattivo, Zack, sei ridicolo, sai? Andiamo, chi credi di prendere in
giro?”
L’altro,
però, fece finta di non cogliere la
provocazione: “Chi vuoi prendere in giro TU, Samuel. Non sei
mai stato così
patetico come adesso, dovresti arrenderti, sai? Lei è persa,
tu anche e John
ormai è vicino a… beh, a qualunque cosa stia
cercando di ottenere. Perciò,
fermati, grande demone coraggioso, è finita.”
Prima di
rispondergli, Samuel si voltò a guardare
Jade, nascosta all’interno dell’auto: “So
perfettamente cosa vuoi fare: darmi
una lezione davanti a lei, così che possa amarti e stare con
te, giusto? Beh,
non funziona così, Zack, mi dispiace.”
“Io eseguo
solo degli ordini, non sono qui per
gareggiare con te!” rispose quello, arrogante.
In quel momento, alle
loro spalle, si udì una sgommata
partire dall’auto di Samuel: Jade aveva messo in moto
l’auto per fuggire.
Zack si
voltò immediatamente a guardare cosa stava
succedendo: “La tua strega sta scappando. Si vede che non ama
molto stare con
te...”
L’altro,
però, non rispose, anzi, approfittò della
situazione per tirare al suo avversario un pugno così forte
che quello cadde a
terra.
“Beh, non
starà nemmeno con te, però!” poi si
teletrasportò nell’auto con Jade, che, vedendolo
apparire all’improvviso,
gridò, perdendo il controllo della macchina.
“E tu da
dove spunti fuori?”
Prendendo subito in
mano la situazione, Samuel riuscì
con la tecnopatia a frenare, sotto gli occhi sempre più
sconvolti della
ragazza.
“Ma...
ma... come hai fatto?”
Lui la
guardò negli occhi, prima di risponderle:
“Fidati di me, ti porterò dalla tua amica
Brenda.”
Improvvisamente, il
paesaggio fuori dal finestrino
cambiò: i due, infatti, non erano più lungo
l’autostrada, ma su un sentiero
immerso nella foresta.
Jade, distogliendo lo
sguardo da Samuel, si guardò
attorno, disorientata: “Cosa è successo? Io non
capisco... eravamo… poco fa,
eravamo… ma chi sei tu?”
Il ragazzo, allora,
capì che non doveva più mentirle:
“Sono un demone” le rivelò e su di loro,
per qualche secondo, cadde il
silenzio.
“Un demone?
Mi stai prendendo in giro, forse?”
Lui, stanco per la
situazione ed esasperato dalla
perdita di memoria della ragazza, perse il controllo:
“Sì, sono un demone,
dannazione! E tu sei una strega, la MIA strega! Che non ricorda di
esserlo,
però…”
Stremata anche lei
dagli eventi, Jade uscì
dall’auto: “Ora basta, tu hai qualche problema
serio!”
Subito Samuel la
seguì: “Io avrei un problema? Solo
perchè non credi nell’esistenza dei demoni? Beh,
poco fa hai visto una sfera di
energia colpirmi e come spieghi che da quell’autostrada siamo
finiti qui,
allora?! Sicura di non avere TU qualche problema?”
Nel sentire
l’ultima frase, la ragazza si fermò,
voltandosi lentamente: “Io voglio soltanto andare a
casa…”
Qualcosa nel tono,
più che in ciò che disse colpì il
demone, che tornò a rivolgersi a lei con dolcezza:
“Credimi, vorrei tanto
saperti sana e salva, ma non puoi tornare a casa. Non è
sicuro.”
Jade, allora,
scoppiò in lacrime, soffocando il volto
in mezzo alle mani: “Spiegami cosa sta succedendo,
almeno.”
“Lascia che
prima ti porti da Brenda, poi dopo avremo
modo di parlare, okay? Ti prego solo di fidarti di me!” e lei
lo ascoltò,
perché sentiva che doveva farlo.
Intanto, poco lontano
In quella stessa
foresta, Brenda e Terence erano
impegnati a raggiungere la parete del confine, quando, non molto
lontano,
intravidero del fumo denso salire verso il cielo.
“Guarda,
c’è del fumo! – esclamò lei
– Perciò deve
esserci un’abitazione, qui vicino!”
“Già,
hai ragione!”
“Credo sia
meglio allungare il passo, allora.”
In quel momento,
Terence si accorse che la ragazza era
tesa e le lanciò una lunga occhiata: “Sei
preoccupata?”
Lei decise dei
fingersi forte: “Per cosa?”
“Per me.
Per quello che accadrà quando Samuel
disattiverà il cigno.”
“Senti,
– esordì lei, determinata a chiudere il
discorso il prima possibile - l’arma non è ancora
in nostro possesso, perciò
non affrettare le cose! Abbiamo tempo e per allora troveremo una
soluzione,
ok?”
“Non
c’è nessuna soluzione, Brenda. Quando i disordini
lasceranno questo mondo, ogni servitore del Caos morirà.
Compreso me.”
“Beh, io
voglio credere che ci sia, okay? Perché, se
vado avanti sapendo già che ti perderò, allora
potrei anche smettere di lottare
per recuperare questa stupida arma!”
gridò lei, esasperata.
Nel tentativo di
farla calmare, lui la afferrò
saldamente per le spalle: “Tu devi aiutare Samuel e Jade a
portare a termine la
loro missione. Non permettere a ciò che il destino ha in
serbo per me di
offuscare il tuo obiettivo, okay? Almeno morirò sapendo che
qualcuno teneva a
me.”
La tristezza si
dipinse sul volto della ragazza,
mentre questa abbassava lo sguardo: “Non è
giusto…”
Terence le sorrise:
“Invece sì che lo è, Brenda.
E’
giusto che esista il Male, ma non senza il Bene, è giusto
che esistano i
cattivi, ma non senza gli eroi. Ed è anche giusto che esista
la Morte, così
come la vita. Tutto questo porta sempre a qualcosa e, senza di esso,
noi non ci
saremmo mai conosciuti e tu non saresti quella che sei ora. Guardati:
quella
che eri un tempo, non vale nemmeno la metà di quella che sei
oggi. Eppure, in
entrambi i casi, io mi sono innamorato di te.”
Nel sentire le sue
parole, Brenda scoppiò in un pianto
disperato e lo abbracciò: “E io mi sono innamorata
di te…”
Mentre si stavano
separando, però, dietro loro
comparve qualcuno con in mano un’arma, che subito li
interruppe.
“Chi siete
voi due?”
La ragazza
alzò le mani, voltandosi lentamente: “Hey,
sta calmo, ok?”
Intanto, Terence
riuscì a far comparire l’arma fra le
sue mani, mentre l’altro, agitandosi, si preparò a
scappare, subito fermato da
Brenda.
“Aspetta,
non vogliamo farti del male! Per favore...”
Quello la
ascoltò, fermandosi: “Cosa volete?”
chiese.
“Noi…
noi siamo qui per cercare una cosa.”
Lui le
lanciò un’occhiata sospettosa: “Sei una
strega,
per caso?”
“Una
strega? No, perché?”
“Perché
l’area è protetta da una magia che vieta ai
malvagi come lui di avanzare verso la mia casa. Perciò tu
devi essere per forza
una strega, altrimenti lui sarebbe stato respinto.”
Terence, allora, non
riuscì a trattenere la curiosità
ed intervenì: “Ma tu chi sei? Come fai a sapere
queste cose?”
Brenda,
però, lo zittì immediatamente: “Lascia
parlare
me! – poi si rivolse al ragazzo – Senti, lui non
è malvagio e nemmeno io. E, da
quello che ho capito, non sei neanche tu del tutto estraneo alla magia,
perciò,
se proprio vuoi saperlo, ci stiamo dirigendo verso la barriera che
segna un
confine…”
“Intendi
quella sorta di muro invisibile?” la
interruppe lui, per nulla stupito.
“Esatto,
proprio quello. Oltre quella parete è
custodita un’arma molto potente che serve ai miei amici
prescelti per
sconfiggere… beh è una lunga storia, comunque, ci
lasci passare, allora?”
Il ragazzo apparve
confuso, tanto che ignorò la sua richiesta:
“Prescelti?”
Terence
intuì che il ragazzo non era a conoscenza proprio
di tutto, così cercò di farlo notare anche alla
sua compagna: “Brenda, credo
che non sappia proprio tutto.”
L’altro,
però, si intromise, non dandole il tempo di
replicare: “Voi conoscete mio padre, per caso?”
“No,
dovremmo?” chiese lei, perplessa.
“Perché
mi ha lasciato scritto che un giorno qualcuno
sarebbe venuto qui per l’arma di cui mi avete appena
parlato.”
I due sgranarono gli
occhi per la sorpresa.
“Davvero?”
domandarono, all’unisono.
“Sì,
davvero.”
“E
dov’è tuo padre, adesso? Vorremo parlare con
lui.”
“Non
potete. Lui è... dall’altra parte.”
Intanto, Samuel e
Jade, dopo aver abbandonato l’auto,
continuarono a percorrere il sentiero a piedi, senza rivolgersi mai la
parola.
Lui camminava avanti e lei dietro, con aria seccata. Improvvisamente,
però, la
ragazza decise di rompere il silenzio.
“Chi era
quel ragazzo? Quello che ti ha aggredito –
oddio, non posso credere di stare per dirlo davvero – con
quella sfera
luminosa?”
“Un mio...
amico.”
“Non
sembravate molto amici quando ti ha fatto volare
contro il parabrezza, però!” ribatté
lei, sarcastica.
“Ex -
amico, ok?”
Jade
annuì, sbuffando: “Piuttosto, siamo ancora
lontani? Voglio parlare subito con Brenda.”
In quel momento,
ebbero entrambi una visione in cui
videro Brenda, che camminava lungo il loro stesso sentiero con Terence.
Lei tornò
sconvolta alla realtà:
“Cos’era?”
“Una
visione, a quanto pare.”
“No, non
può essere. – negò lei, ancora scettica
-
Insomma, mia Nonna mi ha riempito di storie sulla magia, sul fatto che
era una
strega e…”
“Ed era
tutto vero...”
“Dov’è
adesso mia Nonna, a proposito?”
Ancora una volta, il
ragazzo decise di essere sincero:
“Non voglio mentirti. Non è in una bella
situazione.”
“Okay,
tutto questo non sta succedendo davvero. Per
favore, spiegati meglio...”
Samuel,
però, stanco, sospirò e scosse la testa:
“Ti
spiegherà tutto Brenda, okay? Ora è importante
che continuiamo a camminare.”
Improvvisamente, una
sfera di energia si disintegrò
contro un albero e quella che sembrava essere la voce di Zack,
gridò
diabolicamente, nella loro direzione.
“Ragazzi,
dove volete andare senza di me?”
Jade si
voltò subito, sconvolta: “Oh no! E’ il
ragazzo
di prima!”
Zack parve quasi
offeso dalle sue parole: “Ma che
maleducato, il nostro Samuel! Non le hai ancora detto chi
sono?”
L’altro,
però, lo ignorò, rivolgendosi direttamente a
lei: “Corri!” le urlò e i due iniziarono
a scappare.
“Questa
foresta non è infinita, Samuel. Sappiamo
entrambi che c’è un confine a pochi passi da qui e
che segnerà il vostro
capolinea!”
Ma, in quel momento,
andò a sbattere contro la
protezione intorno all’area, mentre i due la attraversavano
indenni.
Confusa, la ragazza
si voltò indietro e vide la scena:
“Cosa è successo?”
“Non ne ho
idea!”
Intanto, lentamente,
Zack si era risollevato da terra:
“Cosa diavolo è?”
Ovviamente, Samuel
approfittò subito della situazione
per prendersi gioco di lui.
“A quanto
pare sei arrivato TU al capolinea!” gli
urlò.
“Troverò
il modo di raggiungervi, stanne certo!” ma i due
si voltarono e continuarono a camminare senza più voltarsi.
Nel frattempo, il
misterioso ragazzo aveva condotto
Brenda e Terence alla sua abitazione, di fianco alla quale scorreva un
fiume.
Dopo averli fatti
accomodare, finalmente si presentò:
“Io mi chiamo Noa e questa è la mia
casa.”
Il fuoco nel camino
rendeva l’ambiente caldo e
accogliente e Brenda ne fu letteralmente estasiata:
“E’ davvero molto bella.”
“Ti
ringrazio, l’ha costruita mio padre molti anni
fa.”
Terence,
però, non aveva tempo da perdere in convenevoli,
perciò mise subito fretta agli altri due:
“Giust’appunto: tuo padre. Dove
eravamo rimasti?”
“Mio padre
è scomparso circa un anno fa, quando quella
strana parete è comparsa all’improvviso.
Inizialmente si presentò come un
enorme muro nero, poi sparì, ma… io sapevo che
c’era ancora.”
“Come
facevi a saperlo? Sei stato respinto, non appena
hai tentato di avvicinarti?”
“No, non mi
sono mai avvicinato. Mio padre era partito
poco prima che tutto iniziasse e, una settimana dopo la comparsa di
quel muro,
qualcuno dall’altra parte cercò di attirare la mia
attenzione, lanciando dei
sassi. Io, però, non riuscivo a capire chi fosse a
lanciarli, perchè sbucavano
dal nulla e dall’altra parte non vedevo nessuno, era tutto
normale.”
Fu Terence a intuire
la soluzione: “Forse chi si trova
di là, può vedere chi c’è da
questa parte, ma non viceversa.”
Noa, però,
proseguì, senza confermare, né smentire la
sua ipotesi: “Continuavo a guardare attentamente e vedevo
solo alberi e il
paesaggio intorno, ma niente persone. Improvvisamente, qualcuno
lanciò una
penna con agganciata una lettera e io mi resi conto che era mio padre,
perché
sapevo che era sua. Così ho iniziato a gridare il suo nome,
ma nessuno mi
rispondeva. Penso che fosse proprio davanti ai miei occhi, ma non
potevo
vederlo per via di quel muro sovrannaturale.”
“Possiamo
leggere questa lettera?”
Il ragazzino
annuì, prendendola da una specie di
scrigno posto sopra il camino: “Tieni. La conservo da molto
tempo ormai…” e
subito lei aprì.
“Quindi tuo
padre non ha mai fatto ritorno?”
Il volto
dell’altro divenne triste: “No. Evidentemente
è rimasto bloccato dopo la comparsa di quel muro. Anche se
non capisco di
preciso come funzioni questo meccanismo. Insomma, questa sorta di muro
ha
diviso il mondo in due parti?”
“Non
esattamente. Vedi, parte del Kansas, Missouri,
Iowa, South Dakota, Wyoming, Colorado e l’intero stato del
Nebraska sono
racchiusi all’interno di un pentagono da cui nulla entra e
nulla esce.
Noa rimase sconvolto
da quella rivelazione: “Quindi le
città che sono all’interno, sono isolate dal resto
del mondo?”
Ma Terence non
rispose, perchè, in quel momento,
Brenda lo strattonò per un braccio per mostrargli la lettera.
“Guarda
qui!” indicando, ficcandogliela fra le mani.
Figliolo, ti scrivo
per farti sapere che sto bene. Sentivo che c’era
qualcosa che dovevo trovare. Non ti ho mai detto la ragione per cui
sono
partito per questo viaggio, ma, vedi, io sentivo che dovevo farlo, che
in
questo momento della mia vita dovevo compiere qualcosa…
scoprire qualcosa. E
finalmente l’ho trovato!
Noa, figliolo, non
immagini nemmeno tutto ciò che ho scoperto e visto
durante questo mio viaggio! Devi sapere che esiste un mondo diverso da
quello
che conosciamo, un mondo in cui c’è la magia,
quella vera, non quella che si
vede negli spettacoli o in televisione. Ho conosciuto una strega, qui,
e mi
sono avventurato con lei in un misterioso tempio antico, dove abbiamo
trovato
quella che lei definisce “l’arma della
profezia”.
Ora, però,
sono solo molto confuso al riguardo, ma credo ci sia una lotta
in corso per quell’arma e solo io sono riuscito ad arrivarci,
perciò
rappresento un ostacolo che va eliminato. Dentro la busta,
perciò, troverai un
amuleto che dovrai gettare nel fiume che scorre accanto alla nostra
abitazione:
proteggerà l’intera area da coloro che hanno
cattive intenzioni e nessuno potrà
farti del male. Ricorda anche queste due ultime cose che ti scrivo: nel
punto
in cui ti ho lanciato la penna, inizia una parte del confine che mi
tiene
bloccato qui e che non dovrai mai oltrepassare. Infine, se qualcuno
riuscirà ad
eludere l’incantesimo che hai lanciato sull’intera
area, dovrai consegnargli
questa lettera, assicurandoti prima, però, che si chiamino
Samuel e Jade.
Ti abbraccio forte,
con la speranza di tornare presto a casa.
Papà
Terence, perplesso,
si rivolse al ragazzo: “Posso
vedere una foto di tuo padre?” chiese e l’altro,
benché sorpreso dalla domanda,
annuì e gliene porse una.
“Eccola,
perché?”
“Già,
– lo incalzò la ragazza - perché ti
interessa,
Terence?”
Lui, in risposta, le
mostrò il tatuaggio sul collo
dell’uomo: “Ci avrei giurato! Ha tatuato sul collo
un triangolo celtico: è un
viaggiatore!”
Noa, nel sentire le
sue parole, rise di gusto: “Quella
è una voglia, non un tatuaggio!”
“Tatuaggio,
voglia, qualsiasi cosa sia, è il simbolo
dei viaggiatori.”
Brenda lo
guardò, sempre più confusa:
“Cos’è un
viaggiatore?”
“Sono molto
rari da incontrare, quasi una leggenda.
Esistono con l’unico scopo di cercare qualcosa di importante,
loro sentono di
doverlo fare, ma senza sapere che cosa. Se ne incontri uno, sta pur
certo che
ti porterà a trovare qualcosa di enorme e potente.”
“In questo
caso l’arma che ci serve!”
“Quindi,
– chiese loro il ragazzino, speranzoso - se
voi entrate in possesso dell’arma, mio padre potrà
tornare a casa?”
La ragazza lo
guardò e sorrise: “L’arma serve a
neutralizzare ciò che tiene in piedi questi confini, quindi
sì. Però, – e il
sorriso si spense - ora che ci penso, come facciamo a recuperare
l’arma se non
c’è modo di andare dall’altra
parte?”
Ma non ebbe mai
risposta, perchè, proprio in quel
momento, qualcuno bussò alla porta, mettendo tutti in
allarme.
“Aspetti
ospiti, Noa?”
“No. Sai
com’è, siamo in mezzo al bosco!”
Intanto, Terence, con
cautela, stava aprendo la porta.
“Samuel!
– Brenda corse subito ad abbracciare i nuovi
arrivati – Jade! Tesoro, come stai?”
L’altra,
però, la evitò, alquanto arrabbiata:
“Come
dovrei stare, secondo te? Si può sapere che cavolo di gente
stai frequentando?
Questo ragazzo mi ha appena detto che sono una strega, ho provato
l’ebbrezza del
teletrasporto e ho evitato una sfera di energia lanciata da un tizio
completamente fuori di testa! In più, ti ho vista nella mia
testa che camminavi
con un tizio che non avevo mai visto prima in tutta la mia vita e che
ora è qui
davanti a me con te!”
Capendo che era sotto
shock, l’amica la scosse
energicamente: “Calmati ora, ok?”
Noa, preoccupato per
l’evolversi della situazione,
decise di intervenire: “Scusate, chi sono questi
due?”
“Chi sei
TU, piuttosto!” ringhiò Samuel, guardandolo
storto.
“Beh, io
qui non conosco nessuno!” esclamò Jade,
seccata.
Brenda le sorrise,
dolcemente: “Tecnicamente ci
conosci tutti, ma piano piano ci arriviamo, okay?”
Intanto, Terence ne
approfittò per aggiornare il
demone sugli ultimi sviluppi: “Suo padre ha trovato
l’arma. E’ un viaggiatore!”
“DAVVERO?!?
Allora esistono veramente, ne ho sentito
parlare!”
“Solo che
dobbiamo andare dall’altra parte per farci
dare l’arma.”
Noa, a quel punto, si
intromise ancora una volta: “A
proposito, volevo dirvi che dietro la lettera c’è
una nota.”
“Oh,
davvero? Non avevo guardato dietro…”
Girando il foglio,
lessero questa frase:
P.S. Il confine
può essere attraversato solo da esseri umani.
Tutti quanti
sbuffarono, tranne Noa, che non capì
perchè tanta agitazione.
“C’è
qualche problema? C’è qualcuno di umano in mezzo
a voi, vero?”
Terence
alzò la mano: “Servitore del caos.”
E Samuel lo
seguì a ruota: “Demone.”
“Strega, a
quanto pare. Anche se non so che cavolo sta
succedendo!” aggiunse Jade.
“Accidenti,
– esclamò il demone, demoralizzato - se
Zack non fosse diventato un demone malvagio, ci avrebbe
salvati!”
Noa, però,
lo ignorò, rivolgendosi all’unica che non
aveva ancora parlato: “E tu cosa sei, invece?”
“Beh, io
sarei un’umana, ma…”
“Bene!
Allora perché quelle facce abbattute?”
“Brenda
è umana, ma… insomma, non sappiamo cosa
c’è
dall’altra parte e… dubito che recuperare la spada
sia una passeggiata...”
cercò di spiegargli Samuel, subito interrotto dalla ragazza,
infuriatissima per
le sue parole.
“Credi che
non ne sia capace? Okay, forse per un
secondo non ci ho creduto nemmeno io, ma non ho affrontato fantasmi
assassini,
vampiri, streghe pazze e una lunga lista di demoni con svariati poteri
per poi
arrendermi adesso! Evidentemente è destino che io sia
l’unica a poter passare
dall’altra parte e quest’anno sono stata messa
davanti a numerose prove per
essere preparata a questo, perciò… sono pronta!
Sono nata pronta, a essere
sinceri.”
“Sei
sicura?” le chiese Terence, per l’ultima volta e
lei non nascose la sua determinazione.
“Mai stata
più sicura! Lo devo fare anche per Jade,
perchè recuperi al più presto la
memoria.”
L’amica le
lanciò una lunga occhiata perplessa:
“Memoria?”
“Esatto.
Purtroppo, per via di alcune circostante
spiacevoli, hai perso i tuoi ricordi. Tutto questo ti
sembrerà assurdo, adesso,
ma fino a qualche giorno fa era la normalità, il tuo mondo.
Sei stata proprio
tu a farmelo conoscere e per questo non finirò mai di
ringraziarti, perché non
solo mi hai resa forte e matura, ma mi hai anche permesso di trovare lo
stesso
amore vero – e per un attimo il suo sguardo si
posò su Terence - che hai
trovato tu. Andare a prendere quell’arma e salvarti,
sarà il mio modo per
dirti: grazie, amica mia...”
Jade,
benché ancora molto confusa, decise di credere
alle sue parole, mentre le lacrime le rotolavano lungo le guance:
“Va bene.
Anche se non capisco, va bene.”
Ormai anche Brenda
piangeva, mentre correva ad
abbracciarla un’ultima volta: “Stai tranquilla, ok?
Quando sarò andata, sappi
che di Samuel e Terence puoi fidarti ciecamente. Ma se adesso avessi i
tuoi
ricordi, non sarebbe stato necessario dirti una cosa del genere,
perché tu
affideresti la tua vita ad occhi chiusi a quel ragazzo in piedi accanto
a te.”
Quando Jade si
voltò a guardarlo, incuriosita, Samuel
la guardò, emozionato e adorante: “Sono qui per
te…”
E la ragazza
iniziò a fidarsi veramente di lui.
“Allora vai! – disse a Brenda - Io starò
bene.”
Dopo quella
chiacchierata ricca di emozioni forti e un
veloce aggiornamento sulla storia del viaggiatore, il gruppo
uscì fuori
dall’abitazione e seguì Noa lungo un ponte di
legno che attraversava il fiume,
finchè il ragazzo non si fermò davanti ad una
linea tracciata con un ramo tempo
prima.
“Il confine
inizia qui.”
Brenda, allora, si
voltò, rivolgendosi a tutti,
eccetto a Jade che non poteva capire: “Ora che siamo tutti
aggiornati riguardo
i recenti sviluppi, ho pensato una cosa…”
“Cosa?”
“Prima
Terence mi ha parlato delle cinque persone che
rinchiusero suo padre all’interno del cigno, diversi anni fa.
Mi chiedevo se
con la signora Ferguson, Zack ed Heith, John non voglia
ripetere lo
stesso processo...”
Samuel la
guardò, perplesso: “Entrare nel cigno anche
lui?”
Ma Terence ebbe un
lampo di genio e capì: “No! Forse
far uscire mio padre dal cigno!”
“Cosa
pensate che abbiano in mente?”
Ancora una volta,
però, fu Noa a intromettersi e a
risponderle: “Beh, lo scopriranno per conto loro, mentre noi
andiamo dall’altra
parte insieme, ok?”
Lei sorrise,
sorpresa: “Noi?”
“Sono un
essere umano anche io, devo ritrovare mio
padre. E, grazie al tuo arrivo, ora ho un buon motivo per varcare
finalmente
quel confine.”
Terence, ovviamente,
riuscì a fatica a nascondere la
sua gelosia: “Sei ancora sicura di volerlo fare?”
Ovviamente, la
ragazza notò il suo atteggiamento e gli
sorrise, comprensiva: “Sì, lo sono. L’ho
detto almeno dieci volte, mentre
uscivamo da casa di Noa!”
Il ragazzino, allora,
si intromise, sfacciato come
sempre: “Non hai capito che è geloso? Tranquillo,
amico, – si rivolse verso di
Terence - ho gusti diversi!”
Ovviamente Brenda si
offese per le sue parole:
“Apparte che non mi interessa, cosa ci sarebbe che non va in
me? Sono
praticamente la ragazza più desiderabile del
pianeta!”
Noa, però,
non rispose, limitandosi a guardare Samuel,
che, notandolo, tossì per l’imbarazzo.
“Ehm…
Brenda, non c’è niente che non va in te. Fidati,
la questione è ben diversa.”
L’altro,
allora, sorrise: “Già, fidati di ciò
che dice
il nostro amico demone!”
Jade, allora, notando
che l’amica era l’unica a non
aver intuito che il loro nuovo amico era gay, scoppiò a
ridere, guadagnandosi
un’occhiataccia.
“Hey, stai
ridendo… Che bello, non lo credevo
possibile date le circostanze!” e si avvicinò a
lei per salutarla con
l’ennesimo abbraccio.
“Mi
raccomando, stai attenta, okay?”
“Lo
sarò!” poi si spostò ad abbracciare
Samuel, che
quasi si imbarazzò.
“Non
pensavo che mi sarei affezionata così tanto a te,
ma è successo. Ti porterò quella dannata arma,
d’accordo? Così potrai salvare
la persona che amiamo.”
Lui la strinse a
sè: “Sono fiero di te, cerca di stare
attenta!”
“Mi
dispiace solo che Zack non sia qui con noi. Grazie
al mio potere riesco a capire che stai soffrendo per una persona che
consideravi ormai un amico. Ti prometto che salveremo anche
lui...”
Infine, si
spostò da Terence, con cui scambiò un
saluto alquanto formale ed imbarazzante: “Bene, ci siamo,
giusto? Prenditi cura
dei miei amici, ok?”
Lui le sorrise:
“Promesso. Anche se non sarà più lo
stesso qui, senza di te.”
Lei
arrossì immediatamente: “Grazie. Mi mancherai
anche tu.”
Poi si
avvicinò a Noa, pronta per varcare il confine.
Tutti e due avrebbero voluto un saluto molto più affettuoso,
ma nessuno aveva
avuto il coraggio di renderlo tale.
Era pronta, ormai.
“Bene,
è ora di andare!”
Ma Jade la
fermò: “Ancora un attimo!”
“Cosa
c’è?”
“Scusate,
sto cercando in qualche modo di essere la
vecchia me. Noa, in casa, ha spiegato a Samuel che la lettera era
insieme ad
una penna, giusto?”
Il ragazzino la
estraette subito dallo zaino: “Ah, sì,
questa. La tengo sempre con me da quando mio padre me
l’ha… beh, -
ridacchiò - lanciata. Si chiama Thomas Quill e
fabbrica penne da
collezione, come questa che mi ha dato.”
Brenda rimase
sorpresa dalle sue parole: “Aspetta,
QUEL Thomas Quill?!? Quello che incide sulle penne un soprannome? Mio
padre va
matto per le sue penne!”
Samuel, allora, si
incuriosì: “Davvero incide
soprannomi sulle penne? E cosa c’è su quella che
ti ha dato?”
“Broken”
lesse e Terence subito gliela chiese in
prestito.
“Dammela un
po’!” e Noa gliela lanciò.
Quello, non appena la
ebbe fra le mani, però, la
spezzò.
“NOOOO,
cosa stai facendo?” gli urlarono, prima di
accorgersi che, all’interno, era contenuta una mappa.
“Cosa
credete che sia?” chiese Jade, incuriosita.
“Forse la
mappa per arrivare all’arma?” suggerì
Samuel, mentre Noa gli lanciava uno sguardo malizioso.
“Dev’essere
senz’altro come dice il demone... Beh,
buon per noi!”
A quel punto, Brenda
guardò sorridente i suoi compagni
per l’ultima volta, poi si voltò con Noa, pronta
ad attraversare il confine.
“Andiamo?”
le chiese lui, e lei rispose determinata
come sempre.
“Andiamo!”
ed insieme in pochi secondi attraversarono.
I ragazzi, rimasti
dall’altra parte, ormai non
potevano più vederli a causa del muro, ma per loro non era
la stessa cosa e
Brenda non poté che lanciare loro uno sguardo triste.
“Loro non
mi vedono più, vero?” chiese a Noa.
“Esatto.
Proprio come io non vedevo mio padre, quando
era da questa parte. Allora, sei pronta per
l’avventura?”
Lei, però,
non rispose, rendendosi conto di aver
dimenticato una cosa importante.
“No,
– mormorò fra sé e sé - non
posso andarmene senza
averlo baciato! Potrei non avere un’altra
occasione!” e immediatamente ritornò
indietro per fare ciò che doveva, ma non appena si
avvicinò al confine che
aveva da poco attraversato, fu letteralmente respinta e cadde a terra
con un
tonfo.
Noa corse subito in
suo soccorso: “Stai bene?” le
chiese, aiutandola a rialzarsi.
“Cosa
è successo? – gli domandò lei, confusa
- Perché
non sono riuscita a tornare indietro?”
“Credo
proprio che siamo bloccati qui anche noi,
adesso!”
Allora Brenda,
sconvolta e incredula, si rese conto
che le occasioni vanno colte al volo e, soprattutto, quando se ne ha la
possibilità…
CONTINUA NEL
VENTESIMO EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
ANGOLO
AUTORE: Purtroppo oggi non ci sarà il doppio episodio
previsto, ma state tranquilli perchè l'episodio 2x20
"Eternità" vi aspetta Giovedì 5 Marzo, mentre gli
episodi finali della seconda stagione saranno pubblicati
Lunedì 9 Marzo, perciò manca solo una settimana
al finale di stagione, contenti? Vi ricordo, inoltre, che Demon
& Witch tornerà presto con una terza stagione.
Naturalmente, cercate di lasciare un commento ai fini della
continuazione della storia. Buona settimana stregata!
|
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Capitolo 20 *** 2x20-Eternità ***
CAPITOLO VENTI
"Heart
Bewitched"
All’interno
del
Pentagono
Brenda era stata
appena respinta dalla parete
invisibile del confine e ora era seduta a terra, ancora confusa: lei
poteva
vedere i suoi amici, ma la cosa non era reciproca. Una lacrima le scese
lungo
il viso, mentre Noa correva da lei per aiutarla a rialzarsi.
“Stai
bene?”
La ragazza scosse la
testa, amareggiata e disperata:
“Non l’ho salutato come dovevo. Avrei dovuto
baciarlo quando ero ancora
dall’altra parte, mentre adesso sono qui e non posso
più tornare indietro!”
Nel tentativo di
consolarla, lui la abbracciò: “Ma lo
rivedrai, non temere…”
Lei si
staccò bruscamente da lui, continuando a
piangere: “No, tu non capisci. Lui morirà, quando
sarà tutto finito! E io… io
non gli ho detto addio, come una stupida!”
“Mi
dispiace tanto…”
“E, quando
se ne andrà, io non ci sarò, perché
sono
bloccata qui dentro, ora.”
“Senti,
magari non tutto è perduto, magari riusciremo
a tornare dall’altra parte, in un modo o
nell’altro. Ti ricordo che qui c’è mio
padre e una strega con lui. Dai, non ti abbattere!”
“Vorrei
tanto essere ottimista come te, ma, se ci
fosse stato un modo, tuo padre sarebbe già tornato a casa da
un pezzo, non
credi?”
Noa, di fronte a
quelle parole, si rese conto che
aveva ragione e non aggiunse altro.
All’esterno
del
Pentagono
Era passato solo
qualche minuto da quando Brenda aveva
attraversato il confine con Noa, ma Jade si allarmò lo
stesso.
“Dov’è
finita? Non la vedo più!”
“Il confine
è sovrannaturale, cioè incantato – si
affrettò a spiegarle Samuel – e perciò
non ci permette più di vedere Brenda, da
quando lo ha attraversato.”
“Se lo dici
tu! Non sono certo io l’esperta, qui!”
esclamò lei, per nascondere la sua confusione.
“No. In
verità, qui l’esperta sei proprio tu,
ma…”
“…non
me lo ricordo. Sì, sì, me lo hai già
detto!”
finì lei, annoiata.
Poi, Samuel
spostò lo sguardo su Terence e notò che
era leggermente provato.
“Tutto
bene, amico?” li chiese.
“Potrei
stare meglio, ma… direi che è ora di fare
anche noi la nostra parte.”
L’altro,
con lo sguardo alquanto perplesso: “La nostra
parte? Pensavo che la mia iniziasse una volta avuta l’arma.
Cosa vorresti
fare?”
L’uomo
rise: “Non avrai mica creduto che noi tre
saremmo stati qui tutti insieme felici e contenti ad aspettare con
ansia il
ritorno di Brenda, spero! Ho i miei progetti a cui badare,
ora.”
“Scusami,
non credo di aver capito. Di cosa stai
parlando? Noi qui siamo al sicuro, grazie all’incantesimo che
ha lanciato Noa
sull’intera area, perciò ci basta aspettare
l’arma portata da Brenda per
mettere fine a tutto questo.”
“Credi
davvero che sia tutto così facile? John e mio
padre progettano questa cosa da anni, probabilmente, e noi non siamo
nemmeno
sicuri di cosa sia. Non sono così stupidi da farsi battere
così facilmente,
perciò ho intenzione di andare a scoprire cosa hanno in
mente. E non ti
chiederò certo il permesso di andarmene!”
“D’accordo,
ma vedi di non farti uccidere, perché sei
l’unico a sapere dove si trova il cigno, ok?”
L’altro,
però, non rispose, dileguandosi in una nuvola
di fumo nero.
A quel punto, Jade si
avvicinò a lui.
“Servitore
del Caos mi suona di malvagio…”
Il demone la
guardò e sorrise: “Infatti è
così!”
“Quindi
Brenda sarebbe innamorata di un cattivo?”
chiese lei, perplessa.
“Beh, non
lo è più, come hai potuto vedere. Brenda si
fida di lui e anche io ho imparato a farlo.”
La ragazza, sorpresa,
non gli nascose la sua
diffidenza: “Io non mi sarei fidata, anzi, l’avrei
fermata!”
“E invece
l’hai sostenuta. Dal primo istante.”
“Davvero?
Non mi sembra di essere io!”
“E lo
faresti, se ti dicessi che Brenda non è l’unica
ad essersi innamorata di un ex-cattivo?” le chiese allora
lui, guardandola
negli occhi.
Per un attimo, lei ne
rimase rapita, poi distolse
rapidamente lo sguardo, iniziando a indietreggiare: “Senti,
Samuel, senza
offesa, ma… magia o non magia, io ti conosco solo da due
giorni.”
Lui, però,
continuò ad avanzare, serio e determinato:
“E invece mi conosci da due anni!” poi la prese per
i polsi e la tenne ferma.
“Ascolta,
Samuel, non puoi pretendere che io mi
innamori di te, solo perché prima era così.
E’ come se mi chiedessi di
innamorarmi di un ragazzo qualsiasi in mezzo ad una folla. Al momento,
tu, per
me SEI soltanto un ragazzo qualsiasi.”
Sapendo che aveva
ragione, il ragazzo le lasciò le sue
mani: “Scusami, non volevo. Prova anche a metterti nei miei
panni, però: io
ricordo ancora ogni cosa e mi si spezza il cuore a sentire che mi vedi
solamente come un estraneo…”
“Mi
dispiace davvero, ma non posso cambiare ciò che
provo in questo momento. Però, c’è
qualcosa che puoi fare, se vuoi.”
“Cosa?”
“Farmi
ricordare chi sono, per esempio. Raccontandomi
delle cose o mostrandomi dei luoghi che per noi sono stati importanti.
Che ne
dici?”
“Mi
piacerebbe tanto ripercorrere con te la tua
storia, la NOSTRA storia, ma forse è meglio restare qui,
dove siamo al sicuro
grazie all’incantesimo di Noa e nessuno come il ragazzo che
ci ha attaccato
prima, può farci del male.”
“Allora
raccontami e basta. Credo che le storie
abbiano un grande peso, quando sono vere. Voglio sapere ogni cosa da
quando ti
ho conosciuto. Ok?”
“D’accordo.
– le concesse lui, felice di farlo -
Ricordare farà bene ad entrambi.”
“Ehm…
prima potresti andare a prendermi un bicchiere
d’acqua, per favore? Non bevo da diverse ore e potrei morire
disidratata durante
il racconto.”
“Ma certo!
– annuì lui, con un sorriso - Entro e te lo
prendo. Torno subito!” poi si incamminò verso la
casa di Noa, mentre Jade si
sedeva sui gradini del ponte.
Mentre lo guardava
allontanarsi velocemente, si chiese
se una parte di lei lo amasse davvero, ma quel pensiero
svanì non appena vide
accanto al ragazzo un’ombra misteriosa. Spaventata, si
sollevò in piedi per
guardare meglio, ma non c’era già più.
Così si risedette, ancora stranita.
Nel santuario del
Cigno
sull’isola sconosciuta
Intanto, John era
tornato al Santuario e si era
avvicinato subito al Cigno per aggiornare Luis sugli ultimi sviluppi.
“Le streghe
hanno diviso il Libro?”
“Non
ancora, ma ci stanno lavorando. Ricorda che non è
un libro qualunque!” rispose l’uomo, mortificato.
“Devono
farcela, John! Ho praticamente donato me
stesso per questo piano e devo portarlo a termine a tutti
costi!” insistette
Luis.
“E ci
riuscirai! Dannato libro! Se non viene diviso, è
impossibile leggere la formula che c’è scritta.
Inoltre, è talmente potente da
farla dimenticare a chi l’ha già letta, o
l’avrei già estorta a quel Zack.”
“E gli
anelli della congiunzione dimensionale?”
“Non
preoccuparti, presto avremo anche quelli.
L’essere umano, Brenda, è passata attraverso il
confine assieme al figlio del
bastardo che mi ha rubato gli anelli un anno fa, poco prima che
attivassi il
cigno.”
“Sei sicuro
che sia abbastanza coraggiosa? Sai come
funzionano, no?”
“Beh, ad
Augusta, dopo l’incatesimo di Heith, la
ragazza è stata sopraffatta dall’unica emozione
che provava in quel momento: il
coraggio. Stranamente non ha paura di niente e questo ci
tornerà utile.”
“Saresti
dovuto stare molto attento, John. Avresti
dovuto assicurarti prima che non ci fosse nessuno nelle vicinanze,
mentre li
recuperavi.”
“Già,
hai ragione!”
Un anno
prima –
Santuario del Cigno
Terence
aveva appena consegnato a John il cigno e la
lettera che vi era allegata.
“Cosa
è contenuto in quella lettera?”
“Delle
istruzioni.”
“Per
cosa, esattamente?”
“I
disordini non fanno più parte di questo mondo, ora
che i prescelti hanno sconfitto Deimos e portato a compimento la
profezia.
Perciò ogni servitore del Caos è destinato a
morire nel giro di poco tempo.
Nessuno escluso. Quelle che ho in mano, sono le istruzioni necessarie
per
attivare il cigno e, quando esso canterà, i disordini
torneranno di nuovo a
regnare in questo pianeta e magari per sempre, stavolta.”
“Dovresti
starci attento. Ho visto mio padre giocarci,
tanti anni fa, e non ha fatto una bella fine. Per caso la lettera te
l’ha
mandata uno di quelli incappucciati che erano con lui?”
John lo
ascoltò distrattamente, troppo impegnato a
leggere: “Ora non ho tempo di rispondere alle tue domande. Ma
stai tranquillo,
so quello che faccio, perciò adesso lasciami sbrigare le
ultime faccende, prima
di dare inizio alle danze!” e lasciò il Santuario.
Questo era
ciò che recitava la lettera:
Esiste un
antico tempio a pochi chilometri da una
città chiamata North Platte, nel Nebraska, dove è
custodita l’unica cosa che
può mettere fine al nostro piano, quello di cui abbiamo
parlato poco prima che
ti isolassi dal mondo. Di fianco ad esso, c’è un
enorme quercia secolare, ai
cui piedi ho sepolto una collana alla quale sono stati agganciati due
anelli.
Essi rappresentano una parte fondamentale del piano, perciò,
quando andrai a
recuperarli, assicurati che nei dintorni non ci sia nessuno. Su di essi
vige un
incantesimo molto potente: infatti, sono attirati da chi possiede un
immenso
coraggio, perciò stai attento!
John,
allora, era giunto ai piedi dell’albero, come
richiesto, e, dopo aver scavato con pazienza, era riuscito a trovare
gli anelli
e a metterseli al collo. Ebbe appena il tempo di fare un sorriso per la
buona
riuscita del lavoro, che alle sue spalle udì il rumore di un
ramoscello che si
spezzava. Si voltò subito e, a qualche passo da
lui, vide un uomo con uno
zaino sulle spalle, che subito si affrettò a
tranquillizzarlo.
“Oh,
scusa! Non volevo spaventarti. Non pensavo di
trovare qualcuno da queste parti, sinceramente. – rise,
tirando fuori una
cartina – Posso chiederti un’informazione,
allora?”
John,
però, iniziò a indietreggiare, nervoso:
“Ehm…
non sono del posto, perciò non ti avvicinare!”
L’altro
gli lanciò una lunga occhiata perplessa:
“Ascolta, mi chiamo Thomas Quill e voglio solo
un’informazione, okay? Sta
calmo!”
Improvvisamente,
però, la collana sparì dal collo di
John, per ricomparire su quello di un incredulo Thomas.
“Ma
che diavolo....?”
Ora John
era davvero furioso: “Sei un uomo morto,
amico!” lo minacciò e l’uomo
iniziò a scappare, arrivando all’entrata del
Tempio vicino.
Esitò
qualche secondo sulla soglia, ma, alla fine, la
varcò. Qualche secondo dopo, John lo raggiunse, ma si
fermò prima, a causa di
una nota contenuta nella lettera.
P.S. Per
nessun motivo dovrai entrare nel Tempio. Chi
lo fa, infatti, non è più in grado di uscirne. O
meglio, solo alcuni non sono
in grado di farlo, fra cui quelli come noi.
Sapendo di
non poter fare nulla, John iniziò a
sbraitare, sempre più furioso: “Accidenti, non
finisce qui! Ho tutto il tempo
del mondo per venire a riprendermeli!” e se andò a
mani vuote, sapendo che un
giorno sarebbe riuscito a riappropriarsi di quegli anelli.
Intanto a Dallas,
Texas...
Terence, intanto, era
alle prese con la sua missione:
scoprire i piani di John e di suo padre. Pensò che uno
scontro frontale fosse
una pessima idea, perché in una battaglia ad armi pari
è l’astuzia che fa la
differenza, perciò decise di contattare una sua vecchia
conoscenza.
Entrò,
quindi, in una libreria non molto affollata e
si diresse verso uno scaffale, dove c’era una donna sulla
quarantina che
sistemava libri. Quando ella udì che era entrato qualcuno
nel negozio, si voltò
e, non appena vide chi era, lasciò cadere i libri, sconvolta.
“Terence?
Sei proprio tu?”
L’altro la
guardò e sorrise: “Sì, sono proprio io,
Talia.”
“Caspita,
non sei invecchiato di un giorno, eh?”
“Sai
perfettamente che noi servitori del Caos non
invecchiamo come gli altri. O l’hai dimenticato?”
Irritata, la donna si
mise a raccogliere i libri
caduti a terra: “Come potrei? Ma… un conto
è saperlo e un conto è vederlo con i
propri occhi vent’anni dopo! Sai, non ho frequentato molti
servitori del Caos
per poter sperimentare la cosa...”
Ridendo,
l’uomo si chinò per aiutarla: “Vedo che
il
rancore non è sparito...”
L’occhiataccia
che gli rivolse fu molto eloquente:
“Vorrei abbracciarti e darti uno schiaffo allo stesso tempo e
francamente non
so quale pensiero sovrasti l’altro, in questo
momento.”
“Ti chiedo
scusa per essermi comportato in quel modo
e…”
Ma lei lo
fermò, risentita: “Mi stai chiedendo scusa
adesso, dopo vent’anni? Dopo essertela spassata con me, per
poi sparire come
nulla fosse per inseguire il tuo destino da essere malvagio? Terence,
io mi ero
innamorata di te! E tu mi hai trattato come un’ingenua
streghetta con cui
passare il tempo! Credimi, le tue scuse sono del tutto
inutili…”
“Ma ora non
è più così, ora sono buono! E sono
completamente d’accordo con te, quando dici che le mie scuse
non saranno mai
sufficienti, ma, per quello che vale, sappi che anche io mi ero
innamorato di
te. Tuttavia, i miei ideali sono stati molto più forti e
hanno offuscato giorno
dopo giorno quello che provavo per te. Mi dispiace ancora.
Davvero.”
La donna, allora, gli
mise una mano sul cuore e chiuse
gli occhi per qualche istante: “Stai dicendo il vero, a
quanto pare. Cosa vuoi
allora, Terence?”
“Sei a
conoscenza della profezia?”
“Non vivo
sulla luna! – ridacchiò - Certo che
sì.”
“Sto
aiutando uno dei prescelti a compierla.
Purtroppo, di recente, sono venuto a sapere che dietro a tutta la
storia del
cigno c’è mio padre. E ho paura che non
sarà facile sconfiggerlo…”
“Non ne
sono affatto sorpresa, sai? I servitori del
Caos non si arrendono davanti a niente, quando si tratta di potere,
tantomeno
tuo padre. Esattamente, però, cosa sei venuto a
chiedermi?”
“Sei ancora
una strega praticante? O hai deciso di
fare la vita da comune mortale e sei soltanto una bibliotecaria,
ora?”
Sbuffando, Talia gli
fece cenno di seguirlo. Arrivata
davanti ad un’altro scaffale carico di libri, ne
tirò giù uno, aprendo un
passaggio. I due, allora, entrarono in una stanza segreta, piena di
pozioni,
libri di stregoneria di ogni genere, talismani, amuleti e molto altro.
La donna allora si
girò e lo guardò: “Chi nasce
strega, muore strega, mio caro Terence!”
L’uomo
sorrise: “Non ho mai dubitato di questo, a dire
il vero. La mia era solo una provocazione, come ai vecchi
tempi.”
“Allora,
cosa ti serve?”
“C’è
un posto in cui l’alleato di mio padre ha passato
molto tempo, da cui parlava con mio padre e continua a farlo tuttora.
Un posto
che nasconde tutti i loro segreti, che custodisce tutto quello che si
sono
detti e io ho bisogno di sapere!”
Talia, allora,
girovagò un po’ per la stanza,
guardandosi attentamente intorno, finchè non
trovò un piccolo scrigno di legno,
che prese e depose fra le mani dell’uomo.
“Dentro ci
sono due pietre, chiamate pietre
scisma, che ti permetteranno di vedere ciò che
è passato e ciò che è
importante. L’unica regola è posizionarle in due
posti differenti: la prima in
un luogo qualsiasi scelto da te e la seconda in quello in cui vige il
mistero
che vuoi conoscere e svelare. D’accordo?”
L’altro,
però, era alquanto confuso dalla sua
spiegazione: “Quindi devo mettere la pietra nel Santuario e
poi? Cosa
succederà?”
“Lascia
quel luogo e dirigiti in un altro posto con
l’altra pietra. Una volta arrivato, ti basterà
posarla per terra per ritrovarti
improvvisamente in quel Santuario, ma non nel presente,
bensì nel momento in
cui si è parlato di quel segreto.”
“E’
una sorta di viaggio nel tempo, quindi? E loro mi
vedranno?”
“No, non
è un viaggio nel tempo. Rimarrai sempre nello
stesso luogo, anche se lo scenario cambierà. Le pietre ti
permettono di vedere
e sentire, quasi come in una visione. Loro non ti vedranno, sarai come
una
sorta di fantasma invisibile e muto e, quando avrai scoperto
ciò che ti serve,
le pietre ti riporteranno alla realtà. Semplice,
no?”
L’uomo,
allora, finalmente capì e ne rimase
semplicemente sbalordito: “Wow, sono davvero senza parole! Ti
ringrazio per il
tuo aiuto.”
“Mi
raccomando, Terence, non fare con lei gli stessi
sbagli che hai fatto con me. Ho sentito il tuo cuore, prima, e ho
percepito che
batte per qualcuna.”
Lui annuì,
poi, per ringraziarla, le stampò un bacio
sulla fronte: “Non lo farò, Talia, non lo
farò” e poi lasciò il negozio,
finalmente pronto.
Casa di Noa
– Morbridge,
South Dakota
Samuel stava
riempiendo un bicchiere d’acqua per Jade,
come gli aveva chiesto. Improvvisamente, però,
percepì qualcuno seduto sulla
poltrona alle sue spalle che lo fissava e, quando si voltò,
vide se stesso. Le
parole gli morirono in gola, mentre, sempre più sorpreso,
guardava quell’essere
identico a lui, vestito di nero. E fu proprio l’altro,
infatti, a parlare per
primo.
“Non essere
spaventato, non sono un nemico.
L’incantesimo di quel ragazzo mi avrebbe respinto,
altrimenti.”
“E allora
chi sei?”
“Sono colui
che tutti temono, te compreso, o non
staresti tremando.”
“Sei la
Morte, vero?”
“Esatto.
Proprio io!” confermò, alzandosi in piedi,
mentre Samuel lo guardava confuso.
“Perché
sei identico a me?”
“La Morte
non ha un aspetto, Samuel. E’ solo
un’entità. In genere non mi rivelo mai a nessuno,
sai? Mi limito solamente a seguire
coloro che sono prossimi alla morte, fino a quando non arriva quel
momento.”
“E
perché io ho l’onore di incontrarti,
allora?”
“Perché
c’è qualcosa di ingiusto, in tutto questo.
Colui che sta per salvare il mondo, merita di sapere che non
sopravvivrà e che
questi sono gli ultimi giorni della sua vita su questa terra.”
“Morirò?
– chiese il ragazzo, sconvolto, con un filo
di voce - Ma io sono il prescelto, senza di me la profezia non si
compierà e...
e tu hai appena detto che salverò il mondo!”
“Sì,
salverai il mondo, ma perderai la vita facendolo.
Sono la Morte, credimi, so perfettamente ciò che dico e
anche come morirai.”
“Perché
me lo stai dicendo?”
“Te
l’ho detto: lo trovo ingiusto.”
“Perché?”
“Quelli del
Consiglio sanno perfettamente che farai questa
fine, ma hanno preferito tacerlo. Tu incastrerai l’arma nel
cigno e i disordini
verranno richiamati ad esso, ma prima, però, passeranno
attraverso di te.
Immagina tutto il male che c’è in questo mondo che
tocca ogni fibra del tuo
essere. Fidati, nessuno sopravviverebbe. Ecco, è questo che
trovo ingiusto: tu
meriti di sapere ciò cui stai andando incontro e di goderti
gli ultimi istanti
che ti restano. E’ orribile morire all’improvviso,
quando ancora non hai fatto
quello che potresti...”
Samuel
annuì, triste: “Ti ringrazio.”
“Non
ringraziare chi ti toglierà la vita, Samuel.
Prendi le mie parole e fanne tesoro. Per quanto riguarda Jade, lei
è una strega
davvero molto potente. E’ riuscita a percepirmi molte volte
al tuo fianco,
sai?”
Fu a quel punto che
il demone capì i comportamenti
strani della ragazza nei mesi precedenti: “Per questo era
preoccupata…”
“Sì,
lo era. Tuttavia, non ha mai capito chi sono,
perciò è ignara del tuo destino.”
“D’accordo.
Ora devo andare, però. Come si dice, il
tempo è tiranno, no?”
“Certo,
certo! Non ti trattengo oltre, ho già fatto la
mia parte. Posso solo augurarti buona fortuna e… a
presto!” poi scomparve e
Samuel rimase per qualche minuto spaesato.
Improvvisamente,
però, fuori dall’abitazione si
sentirono delle urla e il ragazzo corse fuori a vedere,
preoccupatissimo.
“Jade,
tutto a posto?”
Ma ciò che
vide, lo lasciò senza parola: a terra c’era
il corpo di quella che sembrava essere Zeta, mentre la ragazza stava
correndo
terrorizzata nella sua direzione.
“Quella
donna è comparsa dal nulla, io mi sono
agitata, ho alzato una mano e lei è... è volata
per terra. Cosa sta
succedendo?”
“Sta calma,
è un’amica, ok?” e corse ad aiutarla.
“Tutto
bene, Zeta?” le chiese, mentre quella cercava
di rimettersi a posto.
“Sì,
non preoccuparti. Ho cercato di dirle che sono
buona, ma è difficile convincere qualcuno che non si ricorda
di te.”
Mortificata, Jade si
avvicinò lentamente ai due: “Mi
dispiace, non volevo farle male!”
“Tranquilla,
– la rassicurò subito la donna - non è
successo niente.”
Ma non
riuscì, però, a nascondere al demone il suo
nervosismo.
“Zeta, ti
vedo tesa, cosa sta succedendo?”
“Xao
è stato catturato, o meglio, soggiogato dal patto
oscuro di John.”
“Come
è potuto succedere?”
“Gli
angeli-guida sono strettamente collegati ai prescelti
e, in questo caso…”
“…Xao
è collegato a Zack. Accidenti! Non ci voleva!”
sbuffò lui, completando la frase.
“Il
Consiglio pensa che aver preso Heith, Zack, Dana e
Xao in un colpo solo, sia un tentativo di ricostituire i cinque per
attuare
qualcosa di malvagio.”
“Risparmia
pure al Consiglio la fatica di pensare:
Luis, il padre di Terence, è all’interno del cigno
e John ha intenzione di
tirarlo fuori con l’aiuto dei suoi succubi.”
Zeta rimase scioccata
dalla rivelazione: “Santo cielo,
ma è terribile! Riferirò subito,
allora” e svanì.
Allora Jade,
perplessa, si voltò verso Samuel.
“Non ho
capito neanche un parola di ciò che avete
detto, sai?”
Nonostante tutto, il
ragazzo non riuscì a non
sorriderle: “Senti, ti va ancora di andare a visitare quei
posti importanti?”
“Ma non
avevi detto che era pericoloso e che qui siamo
al sicuro?”
“Ho
cambiato idea. Certe cose vanno fatte quando se ne
ha la possibilità, non credi? – il suo tono si
abbassò improvvisamente – Magari
poi non sarà più così....”
“Ehm,
sicuro di stare bene? Sei strano...”
“Sto bene,
non preoccuparti. – cercò subito di
tranquillizzarla lui - Pensavo solo ad alta voce. Allora, devi solo
attaccarti
a me e saremo ovunque vuoi in un attimo, d’accordo?”
Lei
eseguì, cingendogli un braccio con forza: “Voglio
andare dove ci siamo incontrati per la prima volta. Te lo ricordi,
vero?”
“E come
potrei dimenticarlo?” replicò lui, guardandola
negli occhi e, improvvisamente, i due svanirono, lasciando solo un
lieve vento
dietro di loro.
All’interno
del Pentagono,
presso Pierre, South Dakota
Brenda e Noa erano
all’ingresso della prima città
incontrata da quando si trovavano dentro il Pentagono. Durante il
viaggio,
però, avevano chiacchierato molto e lui era rimasto
letteralmente rapito dai
racconti di lei.
“Accidenti,
ne hai fatta di strada da quando hai
iniziato il tuo viaggio con Jade!”
“Già,
ma a volte avrei tanto voluto non essere
partita. Non sapevo proprio a cosa andavo incontro!”
“Per non
incontrare mai Terence?” le chiese lui,
notando il suo tono triste.
“Fa troppo
male. Io lo amo da morire, ma lui
probabilmente non lo saprà mai, perché sono una
ragazza stupida.”
“E invece
lo sa! Le vostre bocche non avranno parlato,
ma i vostri occhi sì!”
Lei gli sorrise,
sincera: “Sembri un esperto
sull’amore. Anche tu hai una persona speciale?”
“Niente di
serio, solo un amico di penna che non ho
mai incontrato.”
“Un
amico?” chiese la ragazza, perplessa, scatenando
in lui una risata.
“Brenda,
sono gay! Pare che l’abbiano capito tutti,
tranne te!”
“Oh mio
Dio, lo vedi quanto sono stupida? Ecco perché
guardavi Samuel in quel modo! Certo che hai gusto, eh. Comunque,
scusami se non
l’ho capito subito, ma sei davvero bravo a
nasconderlo.”
“Io non
nascondo niente. E’ solo che, quando conosci
qualcuno, non ti metti mica a parlare subito della tua
sessualità! Quando ce ne
è l’occasione, lo dico, altrimenti lascio che la
gente lo capisca da sè.”
Brenda
annuì, prendendo dalla borsa la mappa che
avevano trovato nella penna: “Non l’avrei mai
capito, credimi.”
Intanto, mentre
camminavano, Noa vide una città spenta
e deserta e se ne stupì.
“Siamo
finiti ai confini della realtà, o cosa? Il sole
è tramontato da pochi minuti e i lampioni non si sono ancora
accesi. Per di
più, non c’è luce da nessuna
parte…”
“Non
è la prima città che incontro ad apparire
così
strana, sai? Piuttosto, la mappa dice che dobbiamo raggiungere una
sorta di
antico tempio che si trova a 150 chilometri da una città
chiamata North Platte.
Quanto siamo lontani da questo posto, secondo te?”
“Hai detto
North Platte, per caso? Mi sembra di averlo
già sentito, sai? – poi, di colpo, si
ricordò – ma certo: North Platte! Mio
padre mi raccontava sempre di una zia che abita lì e non
faceva che ripetermi
quanto fossero buone le sue torte di mele. E se lui fosse a casa sua,
adesso?
Insomma, non abbiamo altri parenti dentro questo pentagono.”
“Bene,
direi che è buon inizio. Se lo troviamo, magari
potrà portarci lui stesso al tempio che custodisce
l’arma.”
“Sì,
però non è vicinissima, ci serve un mezzo di
trasporto.”
La ragazza
annuì e, guardandosi intorno, notò poco
distante un’officina nel quale un uomo era impegnato a
lavorare e glielo
indicò.
“Guarda,
c’è una persona! – poi si rivolse
direttamente all’uomo – Hey, mi scusi!” e
corse verso di lui, che li squadrò,
indifferente e impegnato.
“Cosa
volete?” chiese, senza distogliere lo sguardo
dal suo lavoro.
Fu Noa a parlare per
entrambi: “Senta, non c’è un
posto dove possiamo noleggiare un’auto? Oppure ce ne
può prestare una lei,
abbiamo dei soldi…”
Brenda lo
guardò, perplessa: “Abbiamo?”
L’altro
roteò gli occhi, sbuffando: “HO dei soldi. La
prego, ci serve assolutamente un auto!”
Stranamente,
l’uomo rispose lui con un sorriso
beffardo dipinto sul volto: “Spiacente, ragazzi, ma non
noleggio auto. E, se
anche fosse, non credo vi servirebbe a molto.”
“Certo che
ci serve! La prego, ci faccia questo
favore...”
“Da dove
diavolo venite? – replicò quello, guardandoli
con sospetto -Tutti sanno che in questa regione le auto non funzionano.
Nulla
funziona, qui!”
“Regione?
Di che cosa sta parlando?”
“Parlo di
tutti gli stati esclusi dal resto del mondo.
Da quando siamo stati intrappolati qui, tutti gli stati sono stati fusi
in una
sola regione, chiamata La Regione Unica.”
“Fantastico!
– commentò la ragazza, sarcastica -
Come aggiungere storia ad altra storia. Le unificazioni non mi sono mai
piaciute!”
“Tranquilla,
– si affrettò a rassicurarla il suo
compagno di viaggio - non credo che La Regione
Unica finirà
sui libri o, comunque, non occuperà molte pagine.”
“Sapevo
– continuò l’uomo - che c’era
un complotto
terroristico in atto, ma nessuno mi ha mai creduto. Io sono uno che
naviga
parecchio sul web per informarmi di queste cose, sapete? O meglio, ci
navigavo.”
“Ma sta
dicendo sul serio? Davvero non funziona nulla,
qui?”
“Niente
tecnologia, niente corrente. Sembra di vivere
nella preistoria: la gente ruba, uccide e si nasconde. Tuttavia, credo
che il
culmine di questa apocalisse debba ancora arrivare!”
“Avanti,
amico, non scherzare! Ho guardato il telefono
meno di un minuto… – ma si bloccò
nell’istante in cui notò che il telefono, che
ora aveva fra le mani, era spento - Ma che diavolo?!? Non si
accende!”
Il meccanico, allora,
lanciò loro una lunga occhiata:
“Non siete di queste parti, vero? Non ditemi che venite da
fuori!”
“Sì,
ma ora non possiamo più uscire.”
In quel momento, Noa
si avvicinò a una delle auto
posteggiate nell’officina: “E’
sicuro che non funzionino? Ha provato a
cambiare il solenoide?”
Brenda fece un mezzo
sorriso, sorpresa: “Wow, sono
impressionata! Ti intendi di auto e meccanica? E io che ti immaginavo
davanti
alla tv, abbracciato ad un cuscino, mentre guardi una puntata di
Glee!”
“E io che
ti immaginavo davanti ad una rivista di
moda, mentre ti fai le unghie con la tua migliore amica!”
replicò lui, aprendo
il cofano.
“Beh, ma io
lo faccio davvero!”
“Come non
detto... Comunque, è ora di sfatare certi
stereotipi, Brenda. Se tutti sanno che una rana salta, non vuol dire
che tutte
le rane lo facciano allo stesso modo, sai?”
Allora
l’uomo, che era rimasto confuso ad ascoltare i
loro discorsi, decise di intervenire: “Ho già
provato a cambiare il solenoide,
ma non funziona lo stesso.”
Noa annuì
e iniziò a trafficare con i alcuni cavi:
“Può provare ad accendere l’auto? Forse
sono riuscito a risolvere il problema.”
L’altro
girò la chiave e scosse la testa: “No, niente.
Te l’avevo detto.”
Allora Brenda,
volendo dare una mano, gridò: “Hey, qui
ho trovato un altro di quei sole… beh, quei cosi!
– e ne prese in mano uno,
ricevendo una piccola scossa - Ahia! Ma che cavolo...?”
“Attenta,
– le urlò il ragazzo - non farlo cadere!
Passamelo!” lei, seccata, eseguì.
“Odio la
meccanica!”
Intanto, Noa aveva
inserito il solenoide portato da
Brenda nell’auto: “Ehm,
signor…?”
“Kinney!”
“Signor
Kinney, riprovi a mettere in moto.”
Il meccanico, allora,
fece quanto gli aveva chiesto e,
con sorpresa, si accorse che l’auto si stava accendendo.
“Come avete
fatto?”
Noa si
voltò verso Brenda in cerca di risposte:
“Già,
come hai fatto?”
“Fatto
cosa? Sei tu che hai messo quel sole-coso nella
macchina.”
Il ragazzo
capì che non sarebbe mai riuscito ad avere
una risposta soddisfacente, così si voltò e si
rivolse direttamente all’uomo:
“Può darci l’auto? Ho dei contanti e un
mio documento. Se non gliela riporto,
potrà anche denunciarmi, okay?”
“Non ce ne
è bisogno. Se mi svelate il trucco che
avete usato per far partire quest’auto, sarà
vostra, ok?”
Ma Brenda
intervenì: “Da quello che ho visto, il mio
amico non ha fatto nulla di speciale, sa?”
Il ragazzo in
questione si voltò verso di lei: “Forse
io no, ma tu sì! Devi aver fatto qualcosa al solenoide,
quando l’hai toccato.”
Lei
ridacchiò: “Sì, certo, ora ho anche il
potere di
resuscitare le parti di un auto!”
Lui, allora, ne prese
un altro e lo inserì in un’altra
auto, ma, quando provò ad accenderla, non successe nulla.
Allora tornò a
rivolgersi a lei.
“Puoi
toccare il solenoide, per favore?”
Lei
eseguì, ancora seccata: “Tutto questo è
ridicolo!”
e, stavolta, la macchina si accese, lasciando la ragazza a bocca aperta
per lo
stupore.
“Ehm…
l’auto ora è nostra, vero?” chiese,
voltandosi
verso il meccanico, che era altrettanto incredulo.
“Tocca
tutti i miei solenoidi e sarà vostra.”
Noa sorrise:
“Sicuro!”
Morney Hill, Wisconsin
Samuel aveva deciso
di seguire il consiglio della
Morte e aveva lasciato la casa di Noa per portare Jade sul viale dei
ricordi.
Il demone, quindi, si era teletrasportato con la sua amata in un luogo
che per
entrambi era stato importante, un tempo: il liceo di Morney Hill.
Subito, percorrendo
il cortile, la ragazza lo
riconobbe.
“Ma questa
è la mia scuola! Cosa ci facciamo qui?”
“E’
qui che ci siamo incontrati per la prima volta.”
Lei si
voltò a guardarlo, sorpresa: “Davvero? Per caso
eri un mio professore?”
L’altro non
poté trattenere una risata: “No, no, ma
Terence lo è stato, o almeno, fingeva di esserlo. Tu,
però, hai intuito subito
che era una minaccia, così sei fuggita fuori dalla scuola e
sei andata a
sbattere contro di me.”
Jade si
sforzò davvero di pensare a ciò che le stava
dicendo, ma tutti i suoi sforzi furono vani: “Mi dispiace,
vorrei tanto
ricordare, ma…”
“Non
preoccuparti, non mi aspettavo che lo facessi.
Come potresti, del resto...”
“Perché
non potrei? – chiese lei, notando in lui
qualcosa di strano - Magari, se vedessi altri posti, la mia memoria
potrebbe
essere risvegliata, non credi?”
“Purtroppo,
la situazione è molto più complicata di
quello che pensi. Infatti, tornerai a ricordare solamente quando io
avrò
portato a termine la missione.”
“Okay, non
ho capito, ma non importa. Allora, ci sono
altri luoghi da visitare?” lui si avvicinò subito
a lei, per portarla da
un’altra parte.
Stavolta, giunsero
davanti al cimitero di Morney Hill.
“Qui
c’è stato il primo nostro vero combattimento.
Avevamo appena scoperto la nostra missione e Terence cercò
di ucciderci, dopo
che la tua casa esplose, quando ancora pensavi che tua nonna fosse
morta.”
Avvicinandosi al
cancello, la ragazza vide accanto un
volantino con una sua foto: “Ma questa sono io!
Ricercata?”
“Ehm…
anche questa è una lunga storia. Sai, per la
città eravate morte nell’esplosione della tua casa
e poi hai svaligiato una
banca, tempo fa, anche se sotto l’influsso del
male.”
Nel sentire le sue
parole, Jade sgranò gli occhi per
la sorpresa: “COSA?!? Sono una criminale morta? Accidenti,
almeno avrò qualcosa
da scrivere nella domanda di ammissione per il college. –
solo allora si
ricordò della scuola – Oh mio Dio, il college!
Come sono messa?”
“Rilassati,
mentre eri in viaggio con me, c’era un
clone a sostituirti – un clone molto intelligente, devo dire
– che sicuramente
ha provveduto a mandarla.” la tranquillizzò lui,
riuscendoci solo parzialmente.
“Ma se ora
io sono ricercata, cosa le sarà successo?”
“Calmati,
Jade! Lei sicuramente è in salvo e, quando
tutto questo sarà finito, riavrai la tua vita normale e
nessuno ricorderà di ciò
che è successo, okay?”
“Ok, ok,
non preoccuparti!” e subito si spostarono in
un altro luogo.
Questa volta erano a
Gettysburg, una città molto
importante per Jade, ma Samuel sembrò alquanto nervoso
quando si rese conto di
dov’erano finiti.
“Ehm,
riattaccati a me. Credo di aver sbagliato
posto.”
“E invece
io credo di no. – esclamò lei, notando che
qualcosa non andava - Cosa significa questa città per
me?”
L’altro
sospirò, prima di decidersi a rispondere: “Qui
hai conosciuto, o meglio, abbiamo conosciuto, una persona speciale,
soprattutto
per te: Zack, il tuo migliore amico.”
“E
dov’è lui, adesso? Insomma, quando eravamo con gli
altri, non ricordo di avervi sentito parlare di questo ragazzo, o
sbaglio?”
“Beh,
vedi... lui è quello che ci ha attaccati su
quell’autostrada.”
Jade rimase sconvolta
da quella rivelazione: “Ma…
ma... non era nostro amico? Cosa stai dicendo? Così mi
confondi.”
“Diciamo
che al momento è sotto l’influenza del male
e, se tu fossi di nuovo tu, ne soffriresti molto. Per te è
una persona
importantissima, forse anche più di me.”
A lei,
però, non sfuggì il tono triste con cui lo
aveva detto: “Anche tu tieni molto a lui, vero? E non
negarlo, perché non credo
che tu stia soffrendo solo per me!”
Gli occhi del ragazzo
divennero, allora, improvvisamente
lucidi: “E’ orribile, quando due persone a cui
tieni diventino quasi
irriconoscibili. Tu non ti ricordi di me, mentre Zack è
completamente accecato
dal male. Prima, invece, noi tre eravamo sempre insieme, inseparabili.
Sì,
abbiamo avuto i nostri alti e bassi, ma in fondo al mio cuore vi
consideravo
come… la mia famiglia. Una famiglia che non mi avrebbe mai
abbandonato, che non
mi avrebbe mai fatto del male e che mi amava, nonostante le nostre
nature
differenti. E ora, invece, sono qui a chiedermi perché sto
soffrendo...”
Commossa, la ragazza
gli accarezzò una spalla e subito
lo scenario cambiò ancora una volta.
Adesso, erano nel bel
mezzo di un campo di fiori e il
sole stava ormai per tramontare. Jade, però,
intuì che c’erano molte altre cose
che tormentavano il ragazzo.
“Siamo
stati anche qui? Perché sento di non c’entrare
niente con questo posto…”
L’altro,
però, le dava le spalle, piangendo ai piedi
di un enorme albero.
“Mi ci ha
portato mia madre, una volta. Diceva che era
un posto meraviglioso da mostrare a un bambino, perché era
aria pura, maestosa
bellezza e libertà. Io iniziai subito a correre tra questi
fiori profumati e a
rincorrere farfalle colorate e solo dopo diversi minuti mi accorsi che
mia
madre non c’era più. La cercai ovunque, ma se
n’era semplicemente andata.”
“E poi
è tornata?”
Lui scosse la testa:
“Non l’ho mai più vista, da quel
giorno. Con il passare del tempo, scoprii di essere stato adottato da
due
mortali e che quelli che consideravo mia madre e mio padre, non erano i
miei
veri genitori. Perciò, quando iniziai a manifestare i miei
poteri, mio padre
decise che non era sicuro tenermi e che la cosa migliore sarebbe stata
sbarazzarsi di me perché ero diverso. Credo che solo mia
madre abbia sofferto
nell’abbandonarmi, perché portandomi qui pianse a
dirotto, solo che io ero piccolo
e non compresi il perchè.”
Ormai anche il volto
di Jade era ricoperto di lacrime,
mentre, commossa, ascoltava la storia di Samuel: “Come hai
scoperto tutto
questo, se non li hai mai più visti?”
“Quando
diventai grande e facevo ormai parte del clan
di demoni che mi aveva accolto, tornai nella mia vecchia casa, ormai
disabitata, dove trovai solo un diario, dentro un cassetto
dell’armadio. Era di
mia madre e c’era scritta ogni cosa. Nonostante mi avesse
abbandonato,
continuava a ricordarmi in ogni pagina che
scriveva…”
A quel punto, i due
si fermarono e si sedettero sul
prato, sotto le fronde dell’albero.
Lei sorrideva
spensierata, inebriandosi del profumo
dei fiori, mentre Samuel ne coglieva uno e glielo donava. Jade,
sorpresa e
incantata, lo prese, stringendolo delicatamente fra le mani.
“E’
meraviglioso... non ne ho mai visto uno così bello
in tutta la mia vita.”
“Esiste
solo qui, ai piedi di quest’albero. E’
chiamato Fiore dell’eternità.
Ogni volta che viene colto, ne cresce
un altro nello stesso punto. Vent’anni fa, mia madre lo
donò a me, perché si
dice che simboleggi un amore eterno e lei mi amava, nonostante tutto,
per
questo non l’ho mai odiata per quello che ha fatto.”
Solo allora lui si
accorse delle lacrime di lei: “Stai
piangendo...?”
Spiazzata, Jade si
affrettò ad asciugarle: “Io… io non
so cosa mi stia succedendo, ma… per un attimo è
come se avessi provato
qualcosa. Ho sentito come una stretta al cuore.”
Samuel le sorrise,
dolce: “E’ amore, Jade. Una parte
di te sta lottando per non perdere anche quello, perchè
l’amore è l’unico
ricordo che non può essere cancellato.”
Lei, allora, lo
abbracciò, stringendolo forte: “E’
qualcosa di indescrivibile, Samuel. Sento di provare qualcosa di forte,
sento
tantissime emozioni dentro di me, ma non hanno un senso!”
“Lo
avranno, te lo prometto. – sussurrò lui,
ricambiando la stretta - Non mi darò pace fino a quando le
tue emozioni non
avranno di nuovo un senso.”
E i due rimasero a
lungo abbracciati, fra le lacrime.
Presso le rovine del
castello di Deimos, al confine fra USA e Canada
Terence aveva
posizionato una delle pietre-scisma
all’esterno del Santuario, come aveva detto Talia. Poi, dopo
essersi
teletrasportato via dall’isola senza essere visto da nessuno,
era ricomparso in
un luogo in cui non tornava da tempo, il castello di Deimos. Tra le
macerie di
quel castello, posò la seconda pietra e, continuando a
seguire le istruzioni
della sua amica strega, aveva schioccato le dita per due volte. In un
batter
d’occhio, lo scenario cambiò e lui si
ritrovò nuovamente all’esterno del
Santuario, esattamente doveva aveva messo l’altra pietra;
stavolta, però, si
trovava nel passato, o meglio, in una sorta di visione del passato.
“Pazzesco!
– esclamò, incredulo - Questa
allucinazione, o quello che è, sembra dannatamente
reale!” poi iniziò a
muoversi all’interno del Santuario, facendo subito un balzo
indietro non appena
vide John accanto al cigno.
Tornando indietro, si
accorse di aver fatto rumore,
ma, con sua grande sorpresa, nessuno lo aveva udito. Solo allora si
ricordò ciò
che gli aveva detto Talia.
A quel punto, si fece
nuovamente avanti, iniziò ad
ascoltare cosa John stesse bisbigliando al cigno e lentamente
cominciò a
scoprire ogni cosa.
Non appena comprese
che cosa avevano in mente John e
suo padre, però, sgranò gli occhi per la
sorpresa, ritrovandosi di nuovo nel
presente.
“Oh mio
Dio, – esclamò - ha trovato il modo!” e
si
rese conto che doveva correre subito da Samuel, per raccontargli di
quel folle
piano.
Villa Faith
– Salem,
Oregon
Dopo qualche minuto,
il viaggio nei luoghi importanti
continuò e Samuel teletrasportò Jade in quello
che aveva segnato una scelta
difficile per loro, anche se non riuscì a non sbuffare
quando si accorse di
dov’erano finiti.
“Accidenti,
cosa non va nei miei poteri?” esclamò,
mentre lei osservava le macerie della villa.
“Perché?
Cos’è questo posto?”
“Credo che
siano le mie ansie e paure a pilotare la
maggior parte dei luoghi dove andiamo” replicò
lui, angosciato.
“Senti,
– ribatté lei, innervosita - per quasi tutto
il giorno mi hai mostrato diversi luoghi in cui sono successe cose
importanti.
Mi hai raccontato molte cose e io ho dovuto lentamente accettare di
essere una
strega, che il male esiste e che mia nonna è succube di un
essere malvagio.
Perciò smettila di fingere che siamo finiti qui per sbaglio,
ok?”
Samuel
sospirò e, dopo aver camminato per un po’ in
mezzo alle rovine, si decise a parlare:
“C’è stata una battaglia qui, tempo fa,
dove siamo morti tutti. Compresi me e te. Noi, però,
riuscimmo a ritornare in
vita grazie ai nostri angeli-guida, ma i nostri amici
no…”
“Poi, cosa
è successo?”
“Quando ci
siamo risvegliati, abbiamo scoperto che
c’era un modo per salvarli, ovvero cedere loro i nostri
angeli-guida e tu non
esitasti nemmeno per un secondo, anche quando ci fu detto che saremmo
stati
vulnerabili per un certo periodo di tempo e che saremmo potuti morire.
Ancora
oggi, infatti, io sono sempre in pericolo di vita.”
“Intendevi
dire che SIAMO in pericolo, giusto?” chiese
lei, perplessa, ma l’altro sorrise, triste.
“Tua nonna
in qualche modo è riuscita a salvarti e,
credimi, io ne fui immensamente sollevato, perchè oggi sono
qui, nel luogo in
cui ho preso una decisione che ha segnato il mio destino per sempre, e
ho
paura...”
“E non si
può fare la stessa cosa con te? Insomma,
anche se fosse, non durerà per molto questa tua
vulnerabilità, giusto? Tu sei
il prescelto e salverai il mondo, non può succederti
nulla!” ma, quando lui le
si avvicinò per cercare di spiegarle che non c’era
nulla da fare,
inspiegabilmente, lei iniziò a indietreggiare, fino ad
inciampare in una pietra
e far cadere entrambi a terra. Toccando il suolo, entrambi furono colti
da una
visione che riguardava il passato.
Un
paramedico era appena giunto
con un ambulanza, poco dopo l’esplosione. Aveva trovato una
donna sotto le
macerie ed aveva iniziato subito a farle un massaggio cardiaco per
rianimarla.
Ad un certo punto, il suo cuore ricominciò a battere e
quella, bruscamente, si
risvegliò, subito tranquillizata dall’uomo, mentre
gli altri paramedici la
caricavano in ambulanza. Lui, però, le rimase accanto anche
in ospedale, mentre
lei dormiva beatamente nel suo letto.
La visione era
terminata, ma Jade non riusciva proprio
a capire ciò che le era stato mostrato e si stupì
notando che anche Samuel era
disorientato.
“Hai visto
anche tu? Che cosa significa? Mi avevi
detto che eravate tutti morti!”
“Infatti!
Oh mio Dio, Faith è ancora viva!”
“Chi
è questa Faith? Un’altra nostra amica di cui non
mi ricordo?”
“Non
esattamente...”
CONTINUA NEL
VENTUNESIMO EPISODIO
Testo
a cura di Lady Viviana.
ANGOLO
AUTORE: Non perdete l'appuntamento con il gran finale di stagione,
Giovedì 12 Marzo con doppio episodio (2x21-2x22).
Lasciate un commento a questo
episodio, ricordo che serve ai fini della continuazione della storia.
|
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Capitolo 21 *** 2x21-La spada della buona sorte ***
CAPITOLO
VENTUNO
“The
Smile
Sword”
Villa di Faith
– Salem,
Oregon
Dopo aver scoperto,
grazie ad una visione, che Faith
era viva, Samuel non si fece scrupoli nel chiamare Terence per
informarlo della
novità, sotto lo sguardo perplesso di Jade.
“Si
può sapere cosa sta succedendo? Chi è questa
Faith?”
“Un
miracoloso asso nella manica!” esclamò
l’altro,
compiaciuto, mentre Terence compariva davanti a loro, alquanto stupito
per
quella chiamata.
“Ero venuto
a cercarvi alla casa del viaggiatore. Cosa
ci fate qui? Perchè non siete rimasti al sicuro, come avevi
detto?”
Ma il demone
ignorò tutte quelle domande:“Ho una
notizia!” esclamò.
“Anche io:
conosco tutto il piano che hanno architettato
John e mio padre!”
“Davvero?!?
Come hai fatto?”
“Mi sono
fatto aiutare da una mia vecchia conoscenza.
Tuttavia, il tempo stringe e loro potrebbero essere già in
vantaggio.”
“Forse
possiamo capovolgere la situazione. Io e Jade
abbiamo avuto una visione: Faith è viva!”
“COSA?!?
Non è possibile!”
“E invece
è proprio così! Dopo l’esplosione, un
paramedico l’ha soccorsa e rianimata. Come abbiamo potuto non
accorgerci di
nulla?!”
“Ma certo:
Faith è una strega alchimista! Quando è
morta lei, sono morte anche tutte le streghe che aveva riportato in
vita. Poi,
però, è stata salvata da quel paramedico e per
questo Heith è viva. Che
stupidi, avevamo la prova proprio sotto gli occhi!”
“Esatto!
Nessuno di noi si è mai chiesto come Heith
avesse fatto a sopravvivere. Perciò, se adesso eliminiamo
Faith, morirà anche
Heith e tuo padre non uscirà mai da quel cigno se non
saranno in cinque a
compiere il rito.”
“Ottimo!
Nella visione hai visto anche dov’era?”
L’altro
scosse la testa: “L’hanno portata in un
ospedale, ma non so quale.”
A quel punto Jade,
che finora si era limitata ad
ascoltarli, decise di intromettersi nella discussione: “E se
facessi un
incantesimo? Sono una strega, no? Dovrei riuscirci.”
Terence,
però, scosse la testa, nervoso: “Dobbiamo
trovarla immediatamente. Senza Heith, il piano fallirà
sicuramente.”
“Il potere
è dentro di me, quindi non dev’essere
complicato, giusto?!” la strega continuò a
insistere, poi prese una pietra dal
cumulo di macerie.
“Fredda
è la tua storia, di cui hai memoria. Mostraci la via che la
strega Faith ha
compiuto e saremo grati del tuo immenso aiuto...” recitò.
La pietra, allora, si
sollevò in aria e iniziò a
muoversi e tutti la fissarono per un attimo, incantati.
“Beh? Ha
funzionato, no? – esclamò lei, soddisfatta
–
Cosa aspettiamo a seguirla?”
“Per un
attimo, mi sei sembrata di nuovo tu, sai?” le
disse Samuel, ricevendo in cambio un sorriso.
Ma Terence, che stava
già correndo via, rovinò il
momento: “Muovetevi, accidenti! – urlò
loro - Questa dannata pietra è veloce!”
North Platte, Nebraska
Dopo diverse ore di
viaggio, Noa e Brenda erano
finalmente giunti a North Platte. Mentre il ragazzo cercava di
ricordare il
quartiere in cui abitava la zia di suo padre, lei ripensava ancora alla
faccenda dei solenoidi.
“Ancora non
riesco a capire come ho fatto a far
funzionare quei cosi. Insomma, non sono una strega o roba simile. Ho
solo il
potere di sentire i pensieri e una discreta abilità con la
balestra...”
Noa si
voltò e le lanciò un’occhiataccia,
irritato:
“Ma non ce la fai proprio a chiamarli solenoidi? E’
così difficile da
memorizzare? E poi, cosa ti importa di quella storia?
L’importante è aver
trovato un mezzo con cui spostarci e, a giudicare dalle autostrade
deserte che
abbiamo percorso, è l’unico. E hai reso ricco quel
meccanico, aggiustando tutti
i suoi solenoidi, o qualunque cosa tu abbia fatto.”
“Ti ho
detto che non ho fatto un bel niente, a parte
toccarli. Dev’essere stato
qualcos’altro!”
“Ok,
comunque ci siamo. – esclamò lui, infilandosi in
una stradina – Ne sono certo: è questo il
quartiere.”
“Finalmente!
Un altro minuto in auto e mi sarei
gettata fuori dal finestrino. Forza, troviamo tuo padre e facciamola
finita,
ok?”
I due, allora,
scesero dall’auto e si diressero verso
il cancello dell’abitazione di fronte a loro.
“Vedi la
cassetta delle lettere? – indicò lui, sempre
più convinto di essere nel posto giusto -
L’incisione che c’è sopra l’ho
fatta
io con la punta di una chiave.”
“Hai
inciso aprimi? -
replicò lei,
sarcastica – Ingegnoso... Scommetto che il postino non ci
sarebbe mai arrivato
da solo!”
Lui le
lanciò un’occhiataccia: “Avevo solo 11
anni!”
“Quante
volte sei venuto qui?”
“Una o due
volte, credo.”
Lei rimase
sbalordita: “Vedo che eri molto rispettoso
nei confronti di una parente appena conosciuta!”
Noa le sorrise,
mentre avanzavano: “Lascia stare, ero
ribelle e maleducato, da piccolo. Pensa che una volta ho dipinto di
viola il
gatto di mia nonna e lei ha gridato per un’ora,
finchè uno dei quadri appesi
alla parete non è caduto a terra.”
Brenda non
riuscì a trattenere una risata, mentre il
ragazzo suonava il campanello e lei gli raccontava le sue avventure:
“Io ho
messo della super colla sulla cerniera della borsa di una
professoressa, quando
ero al primo anno. Ho pensato che se non poteva tirare fuori i libri,
allora
non avremmo fatto lezione. Morale della favola? Ne aveva una copia nel
cassetto
dell’aula professori e io sono stata sospesa. Però
le ho anche fatto un favore,
visto che quella borsa era orrenda!”
“Oh mio
Dio, eri proprio tremenda! Chissà cosa avremmo
combinato insieme, se fossimo stati compagni di banco!” ma la
risata si spense
nel momento in cui la porta fu aperta.
“Ehm…
questa donna mi sembra un po’ troppo giovane per
essere la zia di tuo padre, non credi?”
Come se avesse
percepito qualcosa, quella rimise
dentro la testa e urlò a qualcuno che si trovava
all’interno: “Thomas, c’è
qualcuno che ti cerca!”
Noa, sgranando gli
occhi, domandò: “Mio-mio padre è
qui?”
Lei gli sorrise:
“Devi essere suo figlio, o sbaglio?
Quegli occhi sono inconfondibili! E sì, lui è
qui.”
In quel momento,
l’uomo la raggiunse e rimase per
qualche secondo a guardare il figlio, incapace di dire qualsiasi cosa:
“Noa… -
e corse verso di lui per abbracciarlo – Oh mio Dio, non posso
credere che tu
sia qui!”
“E io non
posso credere di averti ritrovato,
finalmente!” gli rispose, staccandosi da lui.
“Come hai
fatto a ricordarti di questa casa? Ti ci ho
portato solo due o tre volte, quando eri piccolo. E poi non ti avevo
detto di
non oltrepassare il confine?”
“Memoria
fotografica!” esclamò il figlio.
Brenda rimase molto
sorpresa nel vedere il
meraviglioso rapporto che c’era fra l’amico e suo
padre e, assieme alla donna,
non poté non sorridere.
Poi, il ragazzo
rivelò loro perchè si trovavano lì:
“Mi mancavi tanto e poi non potevo lasciare lei – e
indicò Brenda – da sola.”
Thomas la
guardò attentamente: “Non può essere
uno dei
prescelti!”
“Infatti
non lo sono, visto che gli esseri
soprannaturali non possono attraversare il confine. Ho solo
accompagnato i
prescelti nel loro viaggio, perchè Jade, la strega,
è la mia migliore amica.”
“Quindi
sarai tu a portare l’arma, giusto?”
“Sì,
se lei ci aiuterà. Siamo qui per questo, infatti.
Noa mi ha detto che lei è l’unico ad essere
entrato nel tempio dove è custodita
l’arma, come ha scritto anche nella lettera.”
“Esatto. Io
e Monique siamo stati gli unici.”
La donna, allora, si
fece avanti, presentandosi:
“Piacere, sono Monique.”
“La
strega!” esclamò Noa, guardandola con
più
attenzione e quella annuì.
“Esatto.”
Il tempo,
però, era prezioso e Brenda, frettolosa,
interruppe il loro discorso: “Potete portami in questo
tempio, tipo adesso? I
miei amici sono là fuori ad aspettare l’arma e il
tempo stringe.”
“Non essere
così precipitosa!” la ammonì Thomas,
lasciandola turbata e confusa.
Noa, allora, decise
di venirle in aiuto: “A proposito
del mondo esterno, perché siamo riusciti a oltrepassare il
confine, ma non
possiamo tornare indietro?”
Fu Monique a
rispondergli: “Purtroppo siete rimasti
bloccati qui, come tutti gli altri. Gli esseri umani possono
oltrepassare il
confine una sola volta e questa regola vale sia per chi è
dentro, che per chi è
rimasto fuori, fin dal momento in cui le pareti si sono
sollevate.”
“Quindi,
chi era dentro il pentagono quando il cigno è
stato attivato può uscire, giusto?”
“Sì,
perché?”
“Potrei
recuperare l’arma e darla a qualcuno che la
porti dall’altra parte. Qualcuno che non ha ancora utilizzato
il suo biglietto
di sola andata, no?”
Ma Noa subito la
sgridò: “Brenda!”
“Che
c’è? Di certo io non posso andare da nessuna
parte, perchè ho già varcato una volta
l’enorme metal detector soprannaturale!”
“Ascolta,
Brenda, – intervenì Thomas, più gentile
-
ormai è un anno che sono qui e grazie a Monique ho scoperto
molte cose sul
mondo che pensavo di conoscere. E, se c’è una cosa
che ho capito più di altre,
è che quest’arma è troppo importante
per essere messa nelle mani di un
estraneo.”
“Molta
gente è rimasta bloccata qui, visto che il
cigno è stato attivato durante l’estate, quando
molte famiglie erano di ritorno
dalle vacanze. Gli altri che non sono mai andati via, non sono nemmeno
consapevoli di poter uscire dal pentagono. Hanno paura, non
c’è corrente, il
cibo scarseggia, gli omicidi sono all’ordine del giorno e
pensano che sia così
in tutto il mondo. Perciò, mettere in mano un’arma
ad una persona
psicologicamente provata da tutto questo è un enorme
rischio. Che non possiamo
assolutamente correre.”
“E allora
che cosa dovrei fare? Andare al supermercato
e litigare per l’ultimo pacchetto di patatine con dei
saccheggiatori sull’orlo
di un apocalisse?” replicò l’altra,
esasperata, alzando la voce.
“Magari
può gettare l’arma dall’altro lato, come
hai
fatto tu con la penna, no?” propose Noa, ma la strega scosse
energicamente la
testa.
“Impossibile!
L’arma è un oggetto soprannaturale, non
può varcare il confine.”
La ragazza rimase
letteralmente senza parole: “Mi
state prendendo in giro, per caso?!? Allora cosa ci faccio qui? Dalla
lettera,
sembrava che sapeste perfettamente come fare per aiutarci!”
Thomas
tirò fuori una collana da sotto la camicia:
“Credo che questa possa portarti fuori da qui, o almeno
credo. L’ho rubata ad un
tizio che si aggirava nei pressi di quel tempio, probabilmente
l’ha usata per
entrare e uscire dal pentagono a suo piacimento.”
“Credo,
magari, forse… Queste sono tutte
supposizioni!” rispose lei, nervosa.
Noa, allora, si
rivolse nuovamente alla strega:
“Monique, tu che sei una strega, sai a cosa serve questa
collana con gli
anelli?”
“No, non
l’ho mai vista in vita mia. Ma sono sicura
che non deriva dai Creatori, o
sarebbe sui libri di
stregoneria. E’ stata sicuramente creata dai servitori del
Caos, ma non so
dirvi a quale scopo.”
Brenda
guardò l’oggetto, dubbiosa: “Ma
funzionerà
quando la avrò al collo? Potrò varcare il confine
con l’arma?”
“Gli anelli
di questa collana sono sicuramente magici,
ma all’interno del pentagono non esiste la magia,
perchè, da quando il cigno ha
cantato, da qui è sparita completamente.”
“Quindi,
fatemi indovinare, gli oggetti magici non
sono più magici, giusto? Dove sarebbe la soluzione ai nostri
problemi?”
“Ascolta...
Monique è fermamente convinta che, una
volta in possesso dell’arma, sarà essa stessa a
permetterti di uscire.”
E la donna prese
parola per aggiungere dettagli a
quanto appena dettole da Thomas: “Quella che serve al
prescelto, non è una
comune arma. Si tratta di una spada, la spada della
buona sorte, detta anche spada
del sorriso.
Essa viaggia di dimensione in dimensione e, molto probabilmente,
è nata nello
stesso momento in cui è stato creato il Male più
puro, il cigno. Infatti,
compare nei luoghi in cui regna una minaccia e, soprattutto, dove
qualcuno ha
osato spingersi oltre il consentito.”
“Cosa
vorresti dire?” le chiese Brenda, confusa.
“La guerra
contro i servitori del Caos si sarebbe
dovuta concludere con l’ultima profezia, ma così
non è stato, perchè qualcuno è
riuscito a riportare il Male in questo mondo, attuando un piano astuto
ancora
prima di sapere l’esito di quella battaglia.”
“Ma noi
sappiamo chi c’è dietro a tutto questo: un
servitore del Caos. Però non capisco, lei sta forse cercando
di dirci che
questa persona sapeva che la prima profezia si sarebbe
compiuta?”
L’uomo
annuì: “Monique pensa che l’uomo contro
cui
combattete, abbia consultato un oracolo.”
Noa era alquanto
perplesso. “Un oracolo?”
“Gli
oracoli osservano, VEDONO il futuro. Ma sarebbe
troppo facile per chiunque poter prevedere l’imprevedibile,
ecco perché sono
rari da incontrare.”
“E, allora,
come avrebbe fatto Luis, l’uomo contro cui
stiamo combattendo, ad incontrarne uno?”
“Per
contattare un oracolo, bisogna compiere tre
massacri di enorme portata” le spiegò
l’altra e subito la ragazza capì.
“La strage
di Rosemberg” sussurrò e l’altra
annuì.
“Quella
è solo una delle tre, mia cara. Questo Luis
deve essere perfettamente cosciente di ciò che sta facendo,
altrimenti non
avrebbe dato vita a tutto questo e non avrebbe reso la spada
così irraggiungibile.”
“E come
può aiutarmi ad uscire dal pentagono?”
“E’
una spada benefica e porterà buona sorte solo a
coloro che combattono contro il Male. Non so esattamente in che modo ti
farà
uscire da qui per raggiungere i tuoi amici, ma, se non fosse
così, perché Luis
si sarebbe affannato tanto a rinchiuderla in un antico tempio,
aggiungendo
intorno ad esso delle pareti invalicabili? E’ come se avesse
chiuso una
cassaforte dentro un’altra cassaforte, capisci? Quella spada
è troppo
importante per finire nelle mani dei buoni!”
A quel punto Thomas
capì che era ora di andare e
recuperò la giacca da una sedia: “E’ ora
di fare visita a quel posto, se volete
capire meglio. D’accordo?”
Ex villa di Terence
–
Augusta, Maine
Le streghe stavano
ancora tentando di dividere il
Libro, ancora a mezz’aria, quando John tornò alla
villa per verificare i loro
progressi. Purtroppo, ancora una volta non c’erano risultati.
“Accidenti,
– disse fra sé e sé - non sta
funzionando!
Non posso deludere Luis, non dopo quello che ha fatto per me!”
1975
– Castello dei servitori del Caos, Canada
Luis,
grazie ai suoi poteri da
servitore del Caos, aveva appena compiuto un massacro, quello che tutti
avrebbero chiamato “la strage di Rosemberg”. Quella
notte, però, John si era
presentato da lui per discutere di una questione delicata: Dana stava
per
rinchiuderlo in una cripta, perché ormai rappresentava una
minaccia per lei e
per il Consiglio da quando si era unito a loro.
Subito
dopo aver parlato, lo
portò al castello per aiutarlo a sfuggire a quel destino e,
più precisamente,
lo condusse nei sotterranei.
“E’
ora di portarti nella stanza
di cui ti ho parlato, quella dove tengo nascosto il cigno.”
L’altro,
però, era ancora
scettico: “Sei sicuro che riuscirà ad
aiutarmi?”
“Certo!
L’ho creato io e può fare
cose strabilianti.”
Arrivati
nella stanza, l’uomo
sollevò subito il telo che lo nascondeva.
“Ho
creato questo cigno per
renderlo un’arma infallibile contro i nemici. Purtroppo, la
sto ancora
perfezionando, ma posso controllare chiunque io voglia se solo ne
verserò
dentro del sangue. Tu e Dana siete collegati dal vincolo di prescelti,
giusto?
Perciò basterà versare qui il tuo sangue per
collegarla e annullare quindi
qualsiasi incantesimo lancerà su di te. Quando lei
spezzerà il vincolo, perciò,
farò in modo che solo lei rimanga collegata.”
“E
poi che le accadrà?”
“Dana
farà tutto ciò che voglio,
se solo vorrò, anche se preferirei tenermi questo asso nella
manica per un
prossimo futuro. Sai, John, ormai sono quasi due anni che sei passato
dalla nostra
parte e, se ti sto aiutando, è perché per me sei
stato una fonte di
ispirazione...”
L’altro
era lusingato e sorpreso
per le sue belle parole: “Davvero? Beh... ti ringrazio,
ma… per cosa ti avrei
ispirato?”
Per
rispondere, Luis si avvicinò
a lui e abbassò la voce:“Hai presente questa
battaglia che stiamo combattendo
contro la fazione di cui facevi parte? Loro vogliono fermare il ritorno
di
Deimos, mentre noi vogliamo impedirlo, perchè, quando il
nostro padrone tornerà
a camminare tra noi, avremo potere e immortalità,
ciò che ci aveva promesso, in
pratica. Ricordi?”
“Sì,
certo, quindi?”
“Ho
dei forti dubbi sul suo
esito, perché, siano noi che loro, siamo convinti di
vincere. Perciò mi chiedo
chi avrà ragione, alla fine. E, beh, non possiamo saperlo
– e rise – non
possiamo prevedere il futuro, no? Perciò l’unica
che so è che, se vinceremo,
otterremo tutto ciò che vogliamo, ma, se perderemo,
sarà la nostra fine e io
non voglio di certo soccombere. E sai cosa si fa in questi
casi?”
“Prevenire,
prima che sia troppo
tardi…” replicò John,
d’istinto, e l’altro annuì.
“Esatto.
Ma qui, nel nostro
Castello, vige la fedeltà assoluta nei confronti del nostro
padrone. Nessun
servitore del Caos oserebbe voltare le spalle a Deimos. Peccato che io
ci stia
già pensando e forse mi sono spinto troppo oltre, creando
quel cigno. Se gli
altri servitori lo scoprissero, io…” e si
interruppe.
“Luis...
cos’è questo cigno
esattamente? Da quanto ho capito, può fare molto di
più che controllare le
persone…”
“John,
io ho creato il cigno
pensando di dare vita a una vera e propria arma, non un semplice
oggetto! Da
quando mi hai raccontato di quella faccenda dei prescelti che vanno in
un mondo
senza magia dopo la morte, il mio cervello ha cominciato a fare mille
ragionamenti per arrivare da solo ad avere ciò che Deimos ha
promesso a tutti
noi.”
“Hai
bene in mente ciò che vuoi
fare?”
“Sì,
certo. Inoltre, grazie alle
mie conoscenza della storia sui servitori del Caos, sono riuscito a
pensare ad
un piano ben strutturato. Infatti, qui esiste un’altra
stanza, nella quale
vengono custoditi alcuni oggetti mistici e potenti creati da Deimos,
che uniti
alla mia creazione, lo renderebbero semplicemente… il piano
perfetto!”
Il demone
era sempre eccitato
all’idea di una possibile collaborazione fra loro due:
“Allora dimmi tutto.
Dobbiamo assolutamente attuarlo!”
Ma quello
scosse la testa: “No,
non posso. I poteri del cigno devono essere ancora plasmati; inoltre,
non posso
dare origine a qualcosa di enorme, prima di essere certo che questa
battaglia
verrà persa.”
John lo
guardò, perplesso: “Ma
hai detto che non è possibile avere la
certezza…”
“Lo
so, per questo ho deciso di
contattare un oracolo. Quello che mi hai visto fare stasera alla tenuta
dei
Rosemberg e le uccisioni di massa sono il modo per incontrarlo. Dovevo
compiere
tre massacri e quello di stasera era il secondo. Me ne manca ancora uno
e poi
potrò finalmente consultarlo e chiedergli se la profezia si
compierà. Se
risponderà no, allora non faremo niente, altrimenti...
nessuno potrà
fermarmi...”
Ex villa di Terence
–
Augusta, Maine
John si riscosse dai
suoi pensieri e capì che tutti
quegli anni, passati a meditare e a preparare il piano perfetto, non
dovevano
essere vani, così gridò alle due donne:
“FERME! BASTA!” ed esse cessarono di
scatenare i propri poteri contro il Libro e alzarono la mani, facendo
sì che
questo cadesse al suolo.
Subito,
l’uomo si avvicinò a loro: “Ditemi la
verità:
i vostri tentativi non serviranno a nulla, vero?”
“Il Libro
è molto potente e oppone resistenza, ma noi
faremo il possibile” gli rispose Dana, risoluta, ma non
abbastanza da
convincerlo.
“NON BASTA!
E tu, nonostante sia sotto il mio
controllo, hai ancora una mente da buona e quindi hai una visione del
tutto
limitata. – poi si rivolse ad Heith – Tu, invece,
ragioni come i cattivi, che
non hanno limiti. Perciò, cosa ti serve per dividere questo
dannato Libro?”
“Più
potere! Quello che abbiamo non è nemmeno la metà
di ciò che serve.”
John rimase molto
sorpreso da quella richiesta:
“Vorresti dire che il potere dei disordini di cui sei dotata,
immenso ora che
sei rimasta l’unica del gruppo, non è sufficiente?
Allora, sentiamo, come lo
vorresti ottenere?”
“Beh...
sarebbe una cosa proibita, punibile con la
morte e nessuna strega oserebbe farlo...”
“Sì,
sì questa l’ho già sentita! –
ridacchiò lui - Il
fatto è che non puoi più decidere cosa sia giusto
fare e cosa non fare, perchè
la posta in gioco è troppo alta e puoi vincere soltanto se
osi fare quello che
gli altri temono di fare. Perciò dimmi pure.”
Ma,
sorprendentemente, fu Dana a rispondere: “Noi
streghe possiamo appropriarci dei poteri di altre streghe. Questo,
però, non
può accadere, visto che siamo state dotate tutte degli
stessi poteri e nessuna
sovrasta le altre. Quando ciò avviene, però, non
significa che essa abbia più
magia, ma che, semplicemente, si è allenata maggiormente a
usarla.”
“Ma voi
siete collegate al cigno, ora, e quindi
ad un immenso potere, che io posso darvi. Questo, perciò, vi
porta ad un
gradino più sopra rispetto le altre. Ops... ho appena
sovvertito le leggi della
magia, o sbaglio? – e rise, prima di tornare serio e perfido
- Adesso fate ciò
che serve per dividere quel Libro, anche se significa privare tutte le
streghe
del mondo della loro magia. ORA!” e le due, subito,
eseguirono.
“Sarà
fatto!” esclamarono insieme le due donne, prima
di alzare le mani al cielo, pronte a recitare la formula, mentre John
le
osservava soddisfatto.
Nei pressi di un
quartiere residenziale – Salem, Oregon
Terence era fuori di
sé, perchè ormai stavano seguendo
la pietra incantata da Jade da almeno un’ora ormai, senza
risultati.
Alla fine, perse del
tutto la pazienza: “Okay, adesso
basta! Sono stufo di seguire quella pietra, non la troverà
mai!”
Jade, irritata, gli
lanciò un’occhiataccia: “La
vecchia me potrà anche esserti stata amica, ma in questo
momento io decisamente
no, ragazzo di Brenda o come diavolo ti chiami!”
“Mi chiamo
Terence e non sono fidanzato con la tua
amica!”
Sentendoli, Samuel
sbuffò, incapace di sopportare
simili battibecchi: “D’accordo, la pietra ci ha
portati in ospedale, ma lì non
c’era. Inoltre abbiamo scoperto che una certa Jane
Doe è stata dimessa circa sei mesi fa, ma non
sappiamo dove
sia andata. Suggerimenti?”
“La volete
smettere? – li ammonì lei - Questo è il
mio
primo incantesimo e, dato che mi avete ripetuto fino alla nausea che
sono una
brava strega, sono sicura che funzionerà. La pietra ci sta
semplicemente
mostrando il percorso che ha fatto questa Faith dopo
l’ospedale, non credete?”
“Qualcuno
può spiegarmi chi sarebbe questa Jane
Doe, piuttosto?” chiese allora
Terence, confuso.
“Suppongo
che al castello dei servitori non c’era la
tv via cavo, vero? E che quindi non hai mai visto Grey’s
Anatomy o altre serie
medical.”
“Ehm no,
che cos’è?”
Jade, allora, lo
prese bonariamente in giro: “Maddai,
lo so perfino io che sono praticamente una lavagna bianca senza
ricordi!” ma ne
guadagnò solo un’occhiataccia.
“Ok, vuoi
spiegarmi ora?”
“Jane Doe è
il nome assegnato alle donne sconosciute che non ricordano il proprio
nome,
oppure a quelle trovate morte e senza documenti che ne permettano il
riconoscimento. L’equivalente maschile, invece, è John Doe.”
“Hai mai
pensato di insegnare quando tutto questo sarà
finito?”
L’altro,
improvvisamente angosciato, lo guardò in modo
strano: “Forse in un’altra vita, in questa non
credo proprio!”
Ovviamente
l’uomo notò che qualcosa non andava, ma non
fece in tempo a scoprire di più perchè fu
interrotto da un urlo di Jade, poco
più avanti lungo la strada.
“Si
è fermata! La pietra si è fermata!”
Quando la
raggiunsero, i tre si ritrovarono davanti ad
una tipica casa borghese, con il giardino perfettamente immacolato
circondato
da una staccionata bianca.
Terence sollevo un
sopracciglio, perplesso: “Faith ha
per caso sterminato una rispettabile famigliola e si è
sistemata qui?”
“Stiamo per
scoprirlo!” esclamò Samuel, avanzando, ma
subito Jade lo fermò, prendendolo per un braccio.
“Hey, non
mi dire che stiamo per usare la violenza!
Potrebbe esserci altra gente in quella casa, oltre alla vostra Faith,
sai?”
“E quindi
cosa vorresti fare? Entrare con un cestino
di muffin e chiederle gentilmente di farsi uccidere?”
La ragazza gli
lanciò immediatamente un’occhiataccia:
“Fate andare avanti me e statemi dietro pronti
all’azione in caso volesse
uccidermi, ok?” e, senza aspettare una risposta,
iniziò a camminare verso la
porta.
“Eccome se
vuole ucciderti!” sussurrò l’uomo fra
sé e
sé.
Samuel, invece, fu
più diretto: “Jade, non mi piace la
tua tattica, sappilo. Un tempo l’avresti presa a calci, non
ti saresti
comportata come stai facendo ora!” ma lei lo
ignorò, suonando il campanello.
Pochi secondi dopo,
si affacciò una donna.
“Sì,
eccomi, chi mi… – ma, quando osservò
bene la
ragazza, quella reagì male e cercò subito di
chiudere la porta – Oh mio Dio!”
esclamò.
Subito, Jade
cercò di opporre resistenza e di tenerla
aperta.
“Aiutatemi,
cavolo!” gridò e subito il demone
iniziò a
preparare una sfera di energia, che distrusse la porta.
“Dovevamo
fare così dall’inizio!”
esclamò Terence,
mentre entravano.
Trovarono la donna in
cucina, circondata da coltelli
che fluttuavano per aria, minacciosi.
“Non vi
avvicinate, o sarò costretta a farvi del
male!”
Nel vederla, Terence
rise: “Adesso saresti pacifica?
Ma fammi il piacere!”
“No,
– rispose lei - voi non capite: io non sono più
quella persona. Non voglio farvi del male, ok?”
Il demone, invece, le
lanciò un’occhiata strana,
l’ennesima sfera di energia fra le mani: “Stai
scherzando, vero?”
“Sta
recitando, – gli gridò l’uomo
– lanciala!” e in
quel momento furono raggiunti da Jade, che entrò correndo
nella stanza.
“Fermi, non
fatelo!” urlò loro, tra le mani una
fotografia presa da un ripiano in soggiorno.
Samuel,
però, non si voltò nemmeno, rimanendo in
guardia: “Jade, tu non capisci: se non la uccidiamo ora,
è finita!”
Disperata, Faith
lasciò cadere i coltelli: “Vi prego,
non fatemi del male… ho una vita, adesso!”
Terence
sgranò gli occhi per la sorpresa: “Come,
scusa? Ho sentito bene?”
La ragazza, allora,
intervenì, mostrando loro quello
che aveva trovato: “Sta dicendo la verità: in
questa foto sorride accanto ad un
uomo. – poi si rivolse direttamente a Faith –
E’ il paramedico, vero?”
“Sì,
è l’uomo che mi ha salvata. Dopo avermi portata
in ospedale, non mi ha mai lasciata sola, si è preso cura di
me e io,
lentamente, me ne sono innamorata, come lui di me. Mi ha cambiata, non
sono più
quella che ero un tempo e ora siamo felici, SONO felice, e viviamo
insieme.
Perciò, vi prego, non fatemi del male, non rovinate tutto
questo... Perdonatemi
per quello che vi ho fatto in passato, vi supplico...”
Terence era
sbalordito: “Stai mentendo!” le urlò, ma
subito Jade prese le sue difese.
“Non sta
mentendo! Si vede chiaramente che è sincera!”
Samuel,
però, prese le parti dell’uomo: “Jade,
noi
dobbiamo ucciderla, o…”
“O niente,
Samuel! Noi non faremo proprio niente e
tantomeno uccideremo qualcuno! Guardala... io forse non ricordo chi
sia, ma la
donna che ho davanti ai miei occhi adesso, è
tutt’altro che malvagia e non
merita di morire.”
Gli occhi della donna
si riempirono di lacrime, mentre
la guardava riconoscente: “Grazie!”
Con grande sconcerto
di Terence, Samuel abbassò le
mani.
“Stai
scherzando, vero?”
“Cosa vuoi
che faccia? Che la uccida davanti a Jade?
Tu lo faresti, se Brenda fosse qui a dirti di non farlo? Beh, non
credo, perciò
non alzare la voce con me!”
La ragazza rimase
sollevata quando sentì le sue
parole: “Ti ringrazio!” ma quello, in procinto di
uscire dall’abitazione,
rimase serio.
“Non
ringraziarmi, abbiamo un grosso problema,
adesso”.
Ancora sotto shock,
Terence lo seguì a ruota.
Prima che uscissero,
però, Jade li fermò: “Io non
vengo!”
Samuel, guardandola
perplesso, tornò subito indietro:
“COSA?!? Che significa? Brenda sta per tornare con
l’arma e noi dobbiamo
escogitare subito un piano B, visto che il piano A è dietro
di te!”
L’altra,
allora, li prese per un braccio, conducendoli
via: “Devo scambiare due parole con loro, torno subito,
ok?” disse a Faith,
prima di uscire.
Appena varcarono la
porta, però, i due si sfogarono.
“Allora?
– chiese Terence, spazientito – la tua era
una recita e possiamo ucciderla di sopresa?”
“No!
Assolutamente no!”
“Quindi?”
la incalzò Samuel.
“Terence ha
delle informazioni sui piani delle persone
contro cui state combattendo, o sbaglio? Andate da qualche parte e
discutetene,
mentre io resto con Faith e le faccio qualche domanda. In fondo, siete
stati
voi a dirmi che è una strega, quindi potremmo ottenere
ciò che vogliamo senza
dover uccidere nessuno, non credete?”
“No, non ti
lascio da sola con quella. – le disse
Samuel, contrariato - Ti ricordo che… anzi, no, non puoi
ricordarlo. Ascolta,
Jade, lei è malvagia e ci ha quasi uccisi l’ultima
volta che l’abbiamo
incontrata...”
Ma Jade scosse
energicamente la testa: “Nei suoi occhi
c’è qualcosa di innocente, non è
più la stessa persona. Sentite, fidatevi di me
e andate da qualche altra parte. Lei di me si fida, quindi
riuscirò a farci
dare una mano, ok?”
Alla fine, Terence
capitolò e si arrese: “Senti,
andiamo, è testarda come la sua amica!”
Il demone,
però, non riuscì a trattenersi dal fare
un’ultima raccomandazione: “Stai attenta, ok? Hai
perso due anni della tua vita
e non hai più le stesse abilità e la stessa
astuzia che hai maturato con il
tempo. E’ come se il tuo viaggio fosse ricominciato
dall’inizio e all’inizio si
è sempre ingenui...”
“Non
preoccuparti!”
A quel punto, Terence
e Samuel se ne andarono, mentre
Jade rientrava in casa di Faith per parlare con lei. Ma i due non si
allontanarono molto, anzi, si fermarono pochi metri più in
là, dove c’era una
panchina. Subito, Samuel vi si diresse e si sedette, lasciando
l’altro molto
perplesso.
“Cosa
c’è, sei stanco, per caso?”
Quello gli
lanciò un’occhiataccia, osservando la casa
che avevano appena lasciato: “Credi davvero che me ne sarei
andato da qualche
altra parte, sperando che vada tutto per il meglio? Per lei Faith
è solo una
sconosciuta, ma noi sappiamo chi è veramente. Poi, Zack si
sarà accorto che non
siamo più a casa di Noa, rinchiusi nell’area
protetta dall’incantesimo e
sicuramente starà venendo qui per prendermi a calci. Quindi
resto qui!”
L’altro
annuì e lo raggiunse.
“Visto che
ci vorrà molto, perchè non mi racconti
cos’hanno in mente John e Luis?”
Terence, allora,
iniziò a parlare.
Presso il Tempio
Antico,
all’interno del Pentagono
Thomas e Monique
condussero i due ragazzi al Tempio in
cui è custodita la Spada della Buona Sorte, ma Brenda
sembrò essere talmente
ottimista che l’uomo si sentì subito in dovere di
ammonirla.
“Senti, non
pensare che sarà così facile. Purtroppo
dentro quel tempio ci sono numerose insidie. Ok?”
“Di che
tipo di insidie parliamo?” chiese allora la
ragazza, ormai davanti all’imponente ingresso.
Tuttavia, fu la
strega a risponderle: “C’è una
creatura all’interno di quel tempio. Diciamo che ho
conosciuto Thomas in
circostanze assai poco... gradevoli...”
L’uomo,
ovviamente, si affrettò a spiegare loro
com’era andata: “Monique mi ha salvato da quel
mostro, perchè all’epoca aveva
ancora i suoi poteri.”
Ma, con loro grande
sorpresa, Brenda scrollò le
spalle: “La cosa non mi intimidisce. Quest’anno ho
affrontato cose che non
pensavo potessero esistere, che andavano al di là
di… beh, di tutto quanto!
Perciò non sarà certo un mostro ad impedirmi di
prendere quella spada.”
Thomas
annuì, poi si rivolse di nuovo a lei e al
figlio: “Siete riusciti a trovare la mappa
all’interno della penna?”
Noa la estrasse
subito dallo zaino: “Sì, da un lato
c’era la mappa per arrivare a questo tempio e
dall’altro lato… beh, suppongo
sia quella per arrivare all’arma.”
“Esatto!
Monique mi ha raccontato che il tempio che è
stato creato dal vostro nemico per tenere l’arma lontana dal
prescelto, fa parte
di una magia molto potente chiamataTempio
del non ritorno, perchè, chi vi entra,
è destinato a restarci per
l’eternità.”
Lei lo
guardò, perplessa: “E allora come ha fatto ad
arrivare all’arma e ad uscire?”
“Credo che
la spada sia talmente potente da avermi
infuso parte della sua buona sorte, affinché potessi uscire
sano e salvo.”
“Vedete,
– aggiunse Monique - Thomas era del tutto
neutrale, quando vi entrò. Era qualcuno di inaspettato, che
non combatteva né
per il Bene né il Male, perciò la spada si
è fidata di lui, aiutandolo a
trovare l’uscita.”
L’uomo,
allora, prese la mappa dalle mani del figlio:
“Ho fatto molto di più che uscire dal quel posto:
ho trascritto il percorso
sulla carta affinché chiunque fosse giunto qui per
recuperare l’arma, potesse
anche trovare la via per andarsene.”
La ragazza
annuì, soddisfatta: “Bene, perciò non
ho
solo la mappa con me, ma anche l’uomo che l’ha
disegnata. Direi che a questo
punto possiamo entrare, no?”
“D’accordo,
vi guiderò io. Ma non aspettatevi
striscioni di benvenuto. Sarà dura!” e, senza
aggiungere altro, entrò, seguito
dagli altri.
Casa di Faith
– Salem,
Oregon
Jade si sedette
accanto a Faith, che iniziò a
raccontarle in breve tutto ciò che le era capitato, tenendo
sempre in mano la
foto di lei col suo fidanzato.
“Si chiama
Alex – iniziò, mentre gli occhi le si
inumidivano, mentre gliela mostrava – e lo conobbi
durante il mio terzo
giorno in ospedale, quando mi svegliai.”
“Carino!”
esclamò la ragazza, sorridendo e suscitandole
una risata.
“Sì,
molto. – il suo tono, però, tornò
subito serio –
All’inizio non capivo bene cosa fosse successo e trattavo
male chiunque mi si
avvicinasse, perchè ero ancora malvagia. Facevo
così anche con lui, dicendogli
che non volevo la sua compagnia, che volevo solo andarmene. Un giorno,
però,
un’infermiera entrò nella stanza per cambiarmi le
bende che avevo al braccio e
mi disse quanto fossi stata fortunata: Alex mi aveva trovata, mi aveva
salvato
la vita, dato che ero praticamente morta, ed era stato così
buono e altruista
da aver passato ogni notte accanto al mio letto, nella speranza che io
mi
svegliassi e stessi meglio. Dopo quelle parole, quando lui
tornò a trovarmi, la
mia visione sul mondo era cambiata radicalmente: cominciai a
ringraziarlo, a
sorridere e lui ricambiava, gentile. E, ogni volta che se ne andava,
sentivo un
grande vuoto nel cuore. Improvvisamente, avevo come dimenticato
totalmente chi
ero, come se la mia vita prima della morte fosse svanita in un
attimo.”
“Allora sei
stata davvero fortunata a incontrarlo,
perchè... beh, guarda dove sei ora: siete innamorati e
vivete una vita
meravigliosa in questa bellissima casa. Un po’ ti invidio,
sai?”
Mortificata, la donna
le prese le mani nelle sue:
“Jade, voglio tu sappia che mi dispiace tanto per tutto
quello che ti ho fatto
passare quando ci siamo incontrate l’ultima volta. Se tu
ricordassi, non ti
saresti di certo seduta qui con me, anzi, mi avresti uccisa subito,
come
volevano fare Samuel e Terence non appena hanno varcato quella porta.
Ora sono
veramente cambiata, sono una persona buona e mi sento bene, come mai
ero stata
in tutta la mia vita. Non voglio morire…”
“E non
morirai, non lo permetterò, te lo prometto. Non
mi interessa chi eri prima, l’importante è che tu
abbia deciso di cambiare.
Però, avrai anche capito che siamo in una situazione
difficile e che, se non ti
uccideremo, avranno comunque bisogno di un aiuto magico per contrastare
quelli
contro cui combattono. Anzi, quelli contro cui combattiamo, visto che
ci sono
di mezzo anche io.”
“Ascolta,
Jade, io non ho il potere di fermare John.
Se la riuscita del suo piano è collegata ad Heith,
l’unico modo di ucciderla è
uccidere me, purtroppo. Perciò, se deciderete di
risparmiarmi, io non potrò
comunque aiutarvi. Mi dispiace...”
“Apprezzo
la tua sincerità e, anche se non potrai
aiutarci, non ti uccideremo ugualmente. Troveremo sicuramente un altro
modo per
liberarci di questa Heith. Tu cerca di vivere bene questa tua nuova
vita, ok?”
Intanto, fuori
dall’abitazione, seduto su una panchina,
Terence stava spiegando a Samuel cosa aveva scoperto grazie alle Pietre Scisma.
“Mentre ero
in quella sorta di allucinazione, ho
sentito tutto quello che John diceva a mio padre, rinchiuso nel cigno.
Quello
che ti dirò, però, deve rimanere strettamente
confidenziale, o almeno una
parte. Non lo dovrà sapere nessuno, ok? Nemmeno Jade,
né Brenda. Nessuno.”
“D’accordo,
dimmi pure.”
“Mio padre
creò quel cigno, dopo che John gli rivelò
un segreto sui prescelti. Inizialmente, infatti, non era una vera
è propria
arma, ma lo diventò quando mio padre consultò un
oracolo per scoprire se la
prima profezia si sarebbe avverata, il che spiega i tre massacri: gli
sono
serviti per consultarne uno.”
“Come
quello di Rosemberg, quando io e Jade siamo
andati nel passato…”
“Quando
questo oracolo gli confermò che la profezia si
sarebbe compiuta, il cigno diventò una vera e propria arma
diabolica. Mio
padre, a quel punto, era sicuro che Deimos non sarebbe mai
sopravvissuto e
quindi realizzò il suo piano in segreto, senza che nessun
altro servitore del
Caos venisse a scoprirlo, apparte John, il suo unico alleato. Il cigno
fu poi
modificato e non ebbe più solo la capacità di
controllare le persone, ma anche
quella di assorbire al suo interno ogni tipo di magia, compresi i
disordini.”
“Sì,
però c’è anche tuo padre
all’interno. Perché?”
“Per
assorbire tutta quella magia dentro di sé, no? E
immagina quanta possa essere dopo trentasette anni di
reclusione!”
“Perché
è dovuto rimanere dentro così a lungo?
–
chiese allora Samuel, alquanto preoccupato - Insomma, se voleva essere
il più
potente in assoluto, gli bastava restare lì dentro solo
qualche anno. O sbaglio?”
“Non
è quello il suo obiettivo, infatti. I servitori
del Caos hanno da sempre aspettato il ritorno di Deimos per la salute e
l’immortalità che ci avrebbe offerto e i disordini
non fanno parte di questo
mondo, per questo dobbiamo diffonderli, per sopravvivere.
Così mio padre ha
trovato il modo di renderli permanenti in questo mondo.”
“Come?”
“Si fece
rinchiudere nel cigno da cinque servitori del
Caos che controllava grazie ad esso. Per farlo, infatti, gli servivano
esseri
magici e discretamente potenti e loro facevano al caso suo. Subito
dopo, però,
essi morirono, perché una volta collegati al cigno con il
loro sangue, avrebbero
dovuto stipulare il patto oscuro per rimanere in vita e John,
ovviamente, fece
in modo di liberarsi subito dei corpi. Il cigno, poi, grazie a un
incantesimo
di occultamento, fu nascosto nel castello, insieme ad una lettera di
istruzioni
lasciata da mio padre, in modo che nessuno potesse trovarlo. Allora
John,
creduto morto sia dal Consiglio che da Dana, si esiliò su
un’isola, attendendo
gli eventi che avrebbero seguito il compimento della
profezia.”
“Quindi il
piano è stato progettato per avere inizio
subito dopo la sconfitta di Deimos? E cosa c’entra John con
il fatto di rendere
permanenti i disordini in questo mondo?”
“Il segreto
dei prescelti che John gli ha rivelato e
che tu non dovrai riferire a nessuno. Quello secondo cui, riceverete
una sorta
di premio per il lavoro svolto…”
Il ragazzo rimase
alquanto stupito dalle sue parole:
“Un premio? Il Consiglio non ci ha mai parlato di
questo!”
“Infatti,
nessun prescelto ne è a conoscenza, almeno
inizialmente. Lo si viene a sapere solo quando la missione è
quasi arrivata al
termine. John e Dana scoprirono di quel premio, nell’esatto
momento in cui
Annabelle Montgomery e Joshua Alison scoprirono di aspettare Jade, la
cui
nascita avrebbe significato la fine della loro missione, con la
consegna
dell’amuleto all’ultima prescelta.”
“E di cosa
si tratta, esattamente?”
“Quando i
prescelti muoiono in questa vita, si
risvegliano subito in un nuovo mondo. Il Consiglio la definisce come
una sorta
di seconda opportunità per vivere la vita che non si
è potuta avere, per via della
lotta contro il Male. Esso, però, non è simile al
nostro, perchè lì la magia
non esiste.”
Samuel, allora,
abbassò lo sguardo, triste, e sussurrò
con voce quasi impercettibile: “Allora non
morirò…”
Terence,
però, lo sentì ugualmente: “Di cosa
stai parlando?”
“Anche io
ho un segreto che non dovrai dire a nessuno,
nemmeno a Jade: ho scoperto che compiere la nuova profezia,
causerà la mia
morte, una volta incastrata l’arma nel cigno.
Finirò in questo… mondo, a quanto
pare.”
“Mi
dispiace tanto, ma almeno sarai vivo, no?”
“Beh,
sì, ma non con Jade. Comunque è ancora presto
per dire addio a questa terra, perciò ora dimmi cosa
c’entra il piano di tuo
padre con il segreto dei prescelti.”
“Mio padre
ha intenzione di scambiare la sua esistenza
con quella di John, così, quando morirà,
andrà nel nuovo mondo, grazie a un
anello, chiamato Anello della congiunzione
dimensionale. Ce ne è
anche un altro, gemello, che porterà John e
servirà per tenere collegati i due
mondi.”
Il demone rimase
letteralmente sconvolto da quella
rivelazione: “Ma perché tuo padre dovrebbe voler
andare in un luogo dove non
c’è magia?”
“Quando mio
padre uscirà dal cigno, avrà talmente
tanta magia in corpo, che potrà cambiare le leggi di quel
mondo in modo che ci
sia anche lì. E, con i disordini in entrambi i mondi,
creerà un equilibrio
talmente perfetto da renderli…”
“...
permanenti in entrambi! In questo modo, nessuno
potrà mandarli via e i servitori del Caos otterranno tutto
quello che Deimos
aveva promesso loro: potere e immortalità. Un piano geniale,
direi...”
“Esatto!
Ecco perché mio padre e John hanno fatto in
modo che l’arma fosse ben protetta all’interno del
pentagono.”
Rendendosi conto
della gravità della situazione, il
ragazzo si alzò, pronto per andarsene: “Non
possiamo permetterlo! Faith deve
morire, non c’è altra soluzione per rovinare il
piano di quei due prima che sia
troppo tardi!”
In quel momento,
però, poco lontano da loro, apparve
Zack, un sorriso malvagio stampato sulla faccia.
“Ops..
– esclamò, vedendoli - spero di non aver
interrotto
niente. In ogni caso, qualcosa mi dice che qui non ci sarà
un campo di forze ad
impedirmi di staccarti la testa, Samuel...”
Allora i due,
allarmati, presero posizione.
“Zack, non
voglio ucciderti, ok?” gli disse l’ormai
ex-amico.
Ma Terence era di un
altro parere: “Beh, io sì,
però!”
Zack li
osservò e rise: “Qui nessuno mi
ucciderà, non
illudetevi. Sono un demone potente dotato dei poteri del cigno, credete
davvero
che John mi avrebbe mandato a darvi la caccia, se fosse stato certo che
mi
avreste ucciso? – ma dai due non arrivò alcune
risposta - No? Nessuno risponde?
Bene, allora: Zack 1 - coppia di idioti 0.”
Samuel
sospirò: “Beh, io non ti ucciderei in ogni
caso. Siamo amici e non lo farei mai, anche se sei malvagio.”
“Wow, sei
anche diventato sentimentale! – rise di
gusto – Devi essere proprio disperato, perché non
è da te.” poi sollevò le
braccia e li fece letteralmente volare a terra.
Per poi aggiungere,
in tono crudele: “E, Samuel, sappi
che noi non siamo amici.”
Improvvisamente, Jade
e Faith uscirono di casa,
attirate dai rumori proveniente dall’esterno e la ragazza
rimase letteralmente
sconvolta dalla scena che si ritrovò davanti.
“Cosa sta
succedendo?!?“ urlò.
“Torna in
casa, Jade!” le urlò Samuel, rialzandosi, ma
Zack aveva già puntato lo sguardo su di lei.
“Vedo con
piacere che voi due siete ancora insieme: in
salute e in malattia, finchè un’amnesia da
parassita mangia-ricordi non vi
separi, eh? Davvero patetico, Samuel, davvero patetico. Le hai
raccontato di
me, per caso? Del suo diabolico migliore amico?”
“E di
quanto fai schifo in questo momento? – replicò
l’altro, pulendosi il sangue che colava dal labbro
– Ovvio che no, amico caro.
E vuoi sapere una cosa? Lei ti odia a morte, adesso!”
Furioso, quello gli
graffiò la faccia con un solo gesto
della mano e, a quel punto, il demone decise che era arrivato il
momento di
giocare pesante.
“Terence,
– disse, glaciale - porta via le ragazze. Io
e Zack abbiamo un paio di cose da dirci” e subito
l’uomo eseguì,
allontananddosi con le due.
“Abbiamo
qualcosa da dirci? – gli chiese Zack, appena
rimasero soli - E cosa, di preciso? Che la ragazza giusta sta con il
ragazzo
sbagliato? Non ti senti privilegiato dalla profezia, per caso?
Chissà se Jade
avrebbe mai guardato un demone ripugnante come te, senza quella stupida
pietra!”
“Sai, Zack,
da quando ho scoperto di poter assorbire
molti poteri, mi sono sempre chiesto come sarebbe stato usarli tutti
insieme e
forse sto finalmente per scoprirlo....” e improvvisamente, si
alzò in aria, si
avvicinò a Zack e gli tirò un calcio, beccandolo
in pieno petto, per poi
volteggiare all’indietro e tornare al suolo, lanciando una
serie di sfere di
energia.
Per evitarle, Zack
dovette nascondersi dietro un auto,
ma subito Samuel la sollevò grazie alla telecinesi, per poi
rendersi
invisibile.
“Ops, dove
sono?” gli disse, prendendosi gioco
di lui e quello iniziò a guardarsi intorno per cercarlo,
finchè non iniziò a
ricevere una serie di pugni che lo colpirono allo stomaco e in faccia,
buttandolo a terra.
Presso il Tempio
antico
all’interno del Pentagono
Il gruppo era ormai
dentro il tempio: era un luogo
cupo, le vie illuminate da torce infuocate e le pareti piene di disegni
e
incisioni. Thomas era davanti a tutti, con in mano la mappa,
poiché ricordava i
corridoi che andavano seguiti, mentre Brenda lo seguiva continuando a
fargli
domande.
“Questo
posto è inquietante. Secondo voi, il mostro ci
ha percepiti?”
“Questo
tempio è la sua casa, sa come muoversi e
sicuramente sa anche che siamo qui” le rispose
tranquillamente Monique, mentre
Noa la guardava.
“Davvero
confortante! – esclamò, prima di rivolgersi
al padre – Papà, manca ancora molto?”
Quello
sbuffò, troppo concentrato per prestargli
attenzione: “Noa, non è una passeggiata al parco
questa!”
“Non
mettergli pressione. Se sbaglia direzione,
rischiamo di perderci, ok?” aggiunge la strega,
più gentilmente.
“Davvero
confortante!” replicò allora Brenda,
imitandolo, quando un rumore ruppe il silenzio in cui erano immersi,
facendoli
voltare di scatto.
“Cos’è
stato?” chiese il ragazzo, spaventato.
“Forse il
mostro!” gli rispose lei, più coraggiosa,
guadagnandosi un’occhiataccia.
“Non
scherzare!”
Monique scosse
impercettibilmente la testa: “Restate
in guardia, ok? Potrebbe anche non essere nulla.”
Poi, Thomas
esclamò: “Ok, ci siamo, mi ricordo questa
zona del tempio. Solo che c’è qualcosa di
diverso…”
Davanti a loro,
infatti, c’era un muro con una
scritta: “Solo
la verità potrà proseguire il cammino”
Brenda la lesse,
alquanto perplessa: “Che cosa
significa, signor Quill?”
“Non lo so,
quando sono passato io, non c’era.”
“Forse ti
sei sbagliato, papà, perchè non proviamo
un’altra via?”
Ma, quando si
voltarono, il corridoio alle loro spalle
era scomparso, sostituito da un altro muro: non c’era
più nessuna vita
d’uscita.
Brenda, incredula,
esclamò: “Ok, sono sicura che
dietro di noi ci fosse un lungo corridoio.”
Improvvisamente,
però, la parete iniziò ad avanzare
verso di loro, pronta a schiacciarli e tutti si allarmarono.
Thomas,
però, era sicuramente il più nervoso:
“Ok,
mantenete la calma e toccate tutta la parete, ok? Magari
c’è qualche passaggio
segreto. O almeno spero.”
“Spero? Ha
detto spero?!?” chiese la ragazza,
isterica, mentre si metteva all’opera.
Il muro,
però, continuava ad avanzare e allora a
Monique venne un’idea.
“Aspettate!
Forse dovremmo fare come dice la scritta:
qualcuno di noi nasconde qualcosa e questo non ci permette di
proseguire.”
“Io non
nascondo niente. Giuro!” esclamò Brenda,
risoluta, mentre Noa, imbarazzato, abbassava lo sguardo.
“Forse il
problema sono io...”
Subito Thomas
notò la sua angoscia e si preoccupò:
“Hey, cosa ti succede? Intendi dire che nascondi un segreto?
Che lo nascondi a
me?”
“Sì…”
“Pensavo
che noi ci dicessimo tutto. Io ti ho sempre
ascoltato e appoggiato, non capisco…”
“Papà,
sono gay...
Per qualche istante,
il padre rimase fermo immobile,
poi, si scrollò le spalle e ritrovò la parola:
“Va bene, non è un problema. – e
lo abbracciò – Va tutto bene, figliolo.”
Brenda,
però, indicò terrorizzata la parete dietro di
loro: “Il muro però c’è
ancora! Significa che non tutti abbiamo vuotato il
sacco.”
“Io non
nascondo niente. Ve lo garantisco!” le rispose
Thomas e, stavolta, infatti, fu Monique a prendere la parola.
“Sono io
quella che nasconde qualcosa. Thomas, io….
sono innamorata di te, ma non ho mai trovato il coraggio di dirtelo e
forse era
destino che dovessi entrare qui con te per rivelartelo. Dal momento in
cui ti
ho incontrato la prima volta, ho capito che eri un uomo speciale, ma
temevo che
la mia natura di strega e la tua di mortale non potessero combaciare.
Pensavo
che non mi avresti mai accettata, perché era tutto nuovo per
te.”
L’uomo
rimase incredulo di fronte a quella
rivelazione: “Accidenti! E io che pensavo di essere
l’unico a provare
qualcosa...”
Lei
arrossì, imbarazzata: “No, non eri
l’unico. E sono
felice di saperlo.”
Ancora una volta,
Brenda li interruppe, sempre più
agitata: “Tutto questo è molto tenero, ragazzi, ma
il muro c’è ancora. Stiamo
per essere schiacciati vivi e vi assicuro che non sto nascondendo
nulla, perché
in genere non ho peli sulla lingua e non so mantenere un segreto.
Faccio
proprio schifo.”
Allora, Thomas ebbe
un’idea e provò a toccare la
parete, finendo subito a terra dall’altra parte.
Subito, gli altri lo
seguirono.
“Fortuna
che non siamo rimasti lì a pensare a cosa
potessimo nascondere!” esclamò la ragazza,
sollevata.
“Ve
l’avevo detto che questo tempio è pieno di insidie
e che questa non sarà di certo
l’ultima!” le rispose lui, rialzandosi.
Più
avanti, infatti, c’era una nuova sfida da
affrontare: il corridoio, stavolta, aveva un pezzo mancante e tra loro
e
l’altra sponda c’era il vuoto più
assoluto, superabile solo grazie a piccole
piattaforme di pietra che oscillavano a mezz’aria.
Brenda non
riuscì a trattenere una risata: “Davvero?
Cioè, dovremmo saltare su quelle pietre per arrivare
dall’altro lato?”
“Papà,
per caso siamo fuori strada?” chiese invece
Noa, preoccupato.
Ma quello scosse la
testa: “No, no, questa parte me la
ricordo benissimo, c’era anche prima. Dobbiamo solo fare
attenzione e saltare
uno alla volta, ok?” spiegò, tirando fuori una
lunga corda dallo zaino.
“Allora, io
andrò per primo così fisserò la corda
a
quel gancio dall’altra parte, ok?”
“Quindi ci
aiuteremo con la corda, giusto?” gli
domandò la ragazza, ancora dubbiosa.
“Sì,
esatto! Mio figlio fisserà l’altro capo della
corda al gancio che c’è qui e
così riusciremo a passare senza
problemi e senza vertigini. Più o meno.”
“Odio
quando le sue frasi finiscono con più o meno, o
credo, ma va bene. Male che vada precipiterò in eterno in un
vuoto senza fine,
perché questo vuoto non ha un fondo, giusto?”
Monique, vedendola
nervosa, cercò di tranquillizzarla:
“Ce la faremo, cara, non preoccuparti. So perfettamente che
senti il peso di
questo compito sulle spalle e che i tuoi amici contano su di te,
perciò sta
calma. Se c’è qualcuno che conosce bene questo
posto, quello è Thomas, perciò
fidiamoci di lui.”
Lei, però,
non si arrese e iniziò ad assillare Noa.
“Sei sicuro
di saperlo fare?”
Quello le
lanciò un’occhiataccia: “Mio padre mi ha
costretto ad andare al campo scout per sei estati di fila. Credimi, lo
so fare
un nodo ad un gancio!”
Il padre, che stava
per saltare, lo sentì e non riuscì
a non farsi sfuggire un commento: “Almeno c’erano
scout carini?” e, mentre le
due ragazze erano rimaste pietrificate dalle parole appena uscite dalla
bocca
dell’uomo, Noa rispose tranquillamente.
“Papà,
ti prego, non iniziare... Ti voglio bene e sono
contento che hai accettato la cosa, ma lascia stare, ok?”
“Ok, sto
zitto!”
“Per la
cronaca, – aggiunse Brenda - al campo scout ci
sono sempre dei tipi carini, per questo ci vanno anche le
ragazze.”
L’uomo
annuì: “Ok, vado, allora!” e
iniziò a saltare
una pietra dietro l’altra, mentre Monique lo guardava, in
apprensione.
“Stai
attento!”
“Ora che ho
una donna che mi ama, non cadrò di certo!”
e finalmente, nonostante tutta l’ansia, arrivò
dall’altra parte, fissando
subito la corda all’altro gancio.
“Bene, ora
che la corda è ben tesa potete tenervi,
mentre saltate. Forza, Brenda, vieni tu, adesso!”
Lei
indietreggiò, intimorita: “Io? Non posso essere
l’ultima, come a ginnastica?”
L’uomo
roteò gli occhi, sbuffando: “Non siamo a scuola,
Brenda! E poi dubito che nella tua palestra ci sia un percorso
simile.”
Allora, la ragazza
cercò di farsi coraggio e,
attaccandosi con una mano, iniziò a saltare sulla prima:
“Ok, la prima è
andata, no? Ora devo passare alla seconda.”
Ma, improvvisamente,
Thomas si accorse che alle spalle
di Noa e Monique stava arrivando qualcosa, anzi qualcuno,
così gli avvisò.
“Attenti,
alle spalle!”
E un feroce mostro
con il corpo ricoperto di bende,
gli occhi gialli, denti e unghie affilatissime e cicatrici sparse su
tutto il
corpo, si avvicinò lentamente verso loro, come se stesse
annusando le sue
prede.
Preoccupata, Brenda
si voltò: “Oh mio Dio!”
Subito, Monique si
mise davanti a Noa per proteggerlo
e, quando il mostro le saltò addosso, il ragazzo cadde
indietro nel vuoto,
rimanendo aggrappato solo grazie a una piccola sporgenza rocciosa.
Brenda, allora, prese
la balestra e iniziò a colpire
il mostro, che nel frattempo stava cercando di trascinare via Monique,
mentre
Thomas tornava indietro per aiutarli.
“Noa!
Monique! Resistete!”
Intanto, la ragazza
era riuscita a colpirlo e quello,
gravemente ferito, lasciò andare la strega, per poi scappare
via.
“Monique,
stai bene?” le chiese subito, preoccupata,
mentre quella cercava di rialzarsi, ancora scossa.
“Sto bene,
sto bene. – poi corse ad aiutare il ragazzo
- Eccomi Noa!” esclamò, tirandolo su.
A quel punto,
però, Thomas si trovava sulla stessa
pietra di Brenda.
“Bene,
vieni, ti aiuto io a finire la traversata, ok?”
ma non fece in tempo a fare nulla, che le pietre fluttuanti iniziarono
a
spostarsi via dalla fune.
Brenda, spaventata,
iniziò a gridare: “Cosa sta
succedendo?!?”
“Attaccati
alla corda! Attaccati alla corda!” la incitò
lui e, quando tutte le pietre si allontanarono, rimase solo quella a
salvarli
dal vuoto.
Noa li
osservò dalla sponda, preoccupato. Erano
rimasti appesi.
“Ce la
fate?”
“Evidentemente
dovevamo attraversarla uno per volta.
Se ci aiutiamo, è come imbrogliare!” gli rispose
Thomas, mentre la ragazza, in
difficoltà, invocava il suo aiuto.
“Mi sudano
le mani, sento che sto per mollare!”
“No, non
mollare! - le urlò lui - Non abbiamo fatto
tutta questa strada per mollare!”
“Io ci sto
provando, ma… oddio, le mani iniziano a
farmi male. Non ce la faccio!”
“Sali sulla
mia schiena!” le ordinò allora l’uomo,
lasciandola sbigottita.
“Cosa?
Ma…”
“Brenda, ti
ho detto di salire sulla mia schiena!
Fidati di me.”
Lei eseguì
e, nonostante il grande sforzo, lui riuscì
ad avanzare, poco alla volta. Le sorprese, però, non erano
finite lì, tant’è
che, dal vuoto, iniziarono a salire delle minuscole fiammelle, quasi
stesse
piovendo al contrario.
La ragazza, quando le
notò, rimase senza parole: “Cosa
sta succedendo? Da dove arrivano?”
Monique e Noa,
invece, osservavano sconvolti la scena,
incapaci di fare nulla, mentre Thomas cercava di ignorare tutto quanto
e di
continuare ad avanzare, finchè una di esse non
sfiorò la corda, che iniziò a
bruciare.
“Oh mio
Dio.. la corda sta bruciando, sta bruciando!”
gli urlò Brenda, ma lui non fu abbastanza veloce e,
inevitabilmente, essa si
ruppe, facendoli precipitare per qualche metro, fin quando non
colpirono
duramente l’altra sponda, rimanendo appesi per miracolo.
“State
bene?” gridò subito loro la strega,
preoccupata, ma i due ignorarono le sue grida.
“Arrampicati,
presto!” intimò Thomas alla ragazza.
“D’accordo,
ma…”
“Non
preoccuparti se mi metterai un piede in testa o
su una spalla, devi arrampicarti e fregartene. Sei tu quella che deve
arrivare
alla spada, non io. Ok?”
Gli occhi di lei si
riempirono di lacrime: “Ma… Oddio,
la prego, mi dica che salirà dopo di me... Non
può mollare!”
Lui le fece un
sorriso forzato, perchè ormai era
arrivato al limite delle sue forze: “Sto per cedere, non ce
la faccio più,
Brenda. Nell’ultimo tratto di strada sarai sola, ma potrai
usare la mia mappa,
intesi? Alla fine di questo corridoio ti troverai davanti
un’enorme porta e
dietro ad essa troverai la spada. Adesso vai e dì a Noa e
Monique che li amo!”
e lei, arrampicandosi con la morte nel cuore, finalmente
riuscì a salire la
sponda.
Noa, a quel punto,
iniziò a incitare il padre: “Dai,
papà, tocca a te! Arrampicati!”
Ma quello scosse la
testa: “Non ho più forze figliolo.
- poi si lasciò cadere - Mi
dispiaceeeeeeeeee...”
“Noooooooooooooo!”
gridarono tutti, distrutti dal
dolore, mentre Brenda si rialzava in piedi a fatica, osservando gli
altri,
sconvolti quanto lei.
Monique, allora,
strinse fra le braccia Noa, mentre le
lacrime le solcavano il viso.
“Non
può essere vero. – mormorava il ragazzo - No, non
può essere!”
La strega, allora,
fece capire con un cenno a Brenda
che doveva proseguire e quella comprese il messaggio e
iniziò ad allontanarsi,
distrutta dal pianto incessante dell’amico.
Casa di Noa
– North
Platte, Nebraska
Mentre la lotta tra
Samuel e Zack continuava, Terence
aveva teletrasportato Jade e Faith a casa di Noa. Non essendoci nessuno
a
fermarlo, l’uomo pensò che fosse meglio per tutti
togliere di mezzo la donna
una volta per tutte e poter quindi rovinare tutti i piani del padre.
Ovviamente, Jade si
oppose, mettendosi davanti alla
donna nel tentativo di difenderla.
“No, tu non
la toccherai!”
“Non vedi
che sta cercando di ingannarti con questa
commedia sull’essere cambiata ed essere diventata buona?
Dobbiamo eliminarla,
prima che sia troppo tardi!”
“Ho detto
che non le torcerai un capello. CAPITO?” e
fece partire un urlo ultrasonico che fece cadere l’uomo a
terra.
Poi, ancora
incredula, si voltò verso Faith: “Presto,
scappa, prima che si riprenda! Io lo terrò
occupato.”
Lei fece quanto le
aveva detto, ma subito Terence le
comparve davanti di nuovo.
“Spiacente!”
“Ti prego,
lasciami andare. – lo supplicò allora lei,
disperata - Io sono davvero cambiata, proprio come hai fatto tu.
Perché non mi
credi?”
“Okay, puoi
anche essere cambiata, ma resta il fatto
che Heith è collegata a te, perciò se muori,
morirà anche lei e questo manderà
a monte i piani di mio padre. In questo modo salveremo il mondo,
perché la tua
vita non vale più di quelle che verranno sacrificate quando
questo sarà un
luogo di dolore e sofferenza. Vuoi davvero che la persona che ami, quel
paramedico, viva in un mondo simile?”
Sentendo le sue
parole, la donna si arrese con un
sospiro: “D’accordo, forse hai
ragione…”
Ma Jade si intromise
subito, furibonda: “NO! No, che
non ha ragione! Possiamo trovare un’altra soluzione, lei non
merita di essere
uccisa perché ci fa comodo per salvare il mondo. Noi
dovremmo salvare tutti,
nessuno escluso.”
Faith si
voltò verso di lei: “Per le mie azioni
passate, meriterei di essere morta in quella esplosione, ma non
è stato così. Ora
tu vuoi salvarmi e io sento sempre di più di non
meritarmelo, soprattutto dopo
le parole di Terence. Probabilmente, lui vi ha dato una prova del suo
desiderio
di voler cambiare, o per dimostrare che lo stava facendo,
perciò lasciate che
io faccia altrettanto, ok?”
L’uomo le
lanciò, allora, una lunga occhiata:
“Impedirai a mio padre di uscire dal cigno?”
“No, ma
posso risolvere un grosso problema futuro,
quello di Jade.”
Intanto, poco
lontano, Samuel e Zack erano
distesi, feriti, in mezzo alla strada, senza la forza per
alzarsi e
riprendersi.
“Non posso
credere che siamo arrivati a questo punto…”
disse il demone, sospirando.
“Mi
dispiace, avresti dovuto aspettartelo.”
L’altro
fece un sorriso triste: “Mi dispiace che sia
andata a finire così. Ciò che dirò,
probabilmente non ti sfiorerà nemmeno,
visto che sei succube del cigno e che non provi più nulla.
Ma io ci provo lo
stesso, perché, quando tutto questo finirà, tu
ricorderai tutto.”
“Non me ne
importa niente delle tue parole!” gli gridò
l’altro, insensibile.
Samuel,
però, parlò ugualmente:
“C’è stato un periodo
della mia vita in cui sono stato davvero felice e ci siete tu e Jade,
oltre a
Brenda, anche se è arrivata dopo. Tutte le avventure, i
litigi, le
incomprensioni, le risate nei momenti più critici fanno
parte di un
meraviglioso ricordo che serberò per sempre nella memoria.
Non credo nemmeno io
a ciò che sto per dirti, ma lo faccio comunque: tu sei
l’unico vero amico che
io abbia mai avuto e sono sicuro che in fondo al cuore, tu non mi odi
veramente. Zack, io sto per morire… ed è per
questo che voglio che tu ti prenda
cura di Jade, quando tutto questo sarà finito,
perché lei sarà distrutta e avrà
bisogno dell’altra persona che ama più al mondo.
Ok?”
Zack, per tutto il
tempo, aveva fissato il cielo, col
sangue che gli colava lungo il volto e uno sguardo arrabbiato e, come
previsto,
quelle parole non lo toccarono: “Va all’inferno,
Samuel!”
L’altro,
però, sorrise, perchè capì che non era
il
momento.
“Ti voglio
bene anche io, amico...” sussurrò, prima di
teletrasportarsi via.
Pochi secondi dopo,
ricomparve presso il fiume che
scorreva vicino alla casa di Noa e gli altri si accorsero subito del
suo arrivo
e gli corsero incontro, soprattutto Jade, quando notò che
era ferito.
“Samuel,
stai bene?” gli chiese, preoccupata.
“Si,
tranquilla! – la rassicurò, per poi rivolgersi
subito a Terence – Si può sapere perché
Faith è ancora viva?”
“Perché
ha qualcosa da offrirti, a quanto pare”
replicò quello, lasciandolo perplesso.
“Di che
cosa stai parlando?”
Ma fu direttamente la
donna a prendere la parola: “A
quanto pare, non avete raccontato a Jade del suo parassita.”
“Non avevi
il diritto di dirglielo!” le urlò il
demone, arrabbiato, ma subito la ragazza lo calmò.
“E’
tutto a posto. Non prendertela con lei!”
Lui la
guardò e abbassò lo sguardo: “Mi
dispiace non
averti rivelato il motivo della tua amnesia, ma non volevo spaventarti.
Fai
ancora fatica a capire tutto ciò che ti circonda
e…”
Faith,
però, si intromise, impedendogli di finire la
frase: “Sei molto dolce a volerla proteggere, ma
così non la salverai.”
“Sì,
invece! Una volta che avrò incastrato l’arma nel
cigno, il parassita morirà e Jade ricorderà
tutto.”
Ma la donna scosse la
testa, mortificata: “Mi
dispiace, ma le cose non funzionano così, Samuel. Il
parassita è nella mente di
Jade da parecchio tempo e sta facendo più danni di quanto
immagini. Se non
fosse per la pozione di Heith di cui mi ha parlato Terence,
infatti,
sarebbe in condizioni ben più gravi. Tuttavia, il suo
effetto non durerà ancora
per molto e perciò presto perderà nuovamente i
ricordi.”
Lui, però,
continuò ad insistere: “Ho detto che quando
porterò a termine…” ma fu di nuovo
bruscamente interrotto.
“Non
servirà a nulla portare a termine la tua
missione! Il parassita ha danneggiato la memoria di Jade a tal punto,
che,
anche se i disordini spariranno da questo mondo, lei non
sarà comunque mai più
quella di prima!”
Allora, Terence si
intromise, per cercare di farlo
ragionare: “Lei vuole offrirti il suo aiuto, in cambio della
salvezza.”
“Questo
è solo un trucco per non permetterci di
ucciderla!” ribatté il ragazzo, sempre diffidente.
“Credimi,
è la verità! Posso ancora salvarla! So che
voi morite dalla voglia di farmi fuori, ma lasciate che meriti di
vivere
facendo un atto di altruismo verso Jade, datemi
l’opportunità di redimermi. Vi
prego!”
“Ti prego,
Samuel! – la sostenne Jade, rivolgendosi
direttamente a Samuel - Sono stanca di essere confusa e non voglio
risvegliarmi
in un mondo in cui non mi ricordo dei miei più cari amici e
di te.”
Tutti videro che,
dopo quelle parole, Samuel era
combattuto.
Tuttavia,
c’era ancora un’importante questione da
sistemare e il ragazzo si voltò verso Terence per chiarirla:
“Come facciamo con
l’altra faccenda, però?”
“Sapevo che
l’avresti risparmiata, così ho preparato
anche un piano B.”
“Bene,
è quello che speravo di sentirti dire. – poi si
rivolse a Faith – Cosa le farai?”
“Le
farò un incantesimo, che preserverà la sua
memoria
fino a quando i disordini non lasceranno questo mondo. Tuttavia, per
fare
questo, dovrà cadere in un lungo sonno. Quando si
sveglierà, però, la sua
memoria sarà intatta e i vecchi ricordi
ripristinati.”
Terence la
guardò, dubbioso: “Ma non hai detto che la
memoria di Jade è gravemente danneggiata? Cosa vuoi
preservare, allora?”
“Il mio
incantesimo andrà ad aggiustare i danni fatti
dal parassita, prima di preservarne la memoria. Fortuna che mi avete
trovata
appena in tempo, o non l’avreste mai saputo!”
Samuel non aveva
più dubbi, a quel punto: “Allora
procedi!”
Presso il Tempio
antico
all’interno del pentagono
Brenda, senza
voltarsi indietro, imboccò l’ultimo
tratto di strada che la separava dalla meta. E, come le aveva detto
Thomas,
dopo pochi passi si ritrovò davanti ad un’enorme
porta, affiancata da una fontana
di pietra e dall’ennesima incisione.
“Andrà
versato il sangue di chi ha perso per permettere al vincitore di
spalancare le
porte e giungere al proprio premio ”
In quel momento la
ragazza, con ancora gli occhi
lucidi e il respiro affannato per gli eventi appena vissuti,
sentì dei passi
alle sue spalle e, quando si voltò, vide se stessa: vestita
bene, unghie perfette
e capelli impeccabili. Solo quella sorrideva malvagiamente, mentre lei
la
accoglieva con ghigno dipinto sulle labbra.
“E
così sarei io l’ostacolo di me stessa? Bene
– e
afferrò una freccia dall’astuccio che portava
sulle spalle – non sarà così
difficile togliere di mezzo tutto ciò che rappresentavo un
tempo, visto che ora
sono cambiata...” poi corse verso la ragazza e gliela
conficcò nello stomaco,
facendola accasciare a terra.
“Beh,
all’epoca non sapevo difendermi molto bene, in
effetti...” esclamò, mente strappava una parte
della maglietta e tamponava
parte del sangue che stava colando copioso sul pavimento. Poi, lo
portò vicino
alla fontana e, strizzandolo, fece colare il liquido al suo interno.
Allora, la porta si
spalancò ed ecco, l’arma era
proprio davanti a lei, che fluttuava al centro dell’enorme
stanza immersa in
una bolla di energia celeste. Non appena la ragazza
attraversò la soglia, la
ragazza si sentì quasi travolta da un’ondata di
pace e speranza.
“E’
così bella…- sussurrò, con voce soave
e un sorriso
dipinto sul volto - Finalmente ti ho trovata, finalmente sei mia, spada
della
buona sorte” poi si avvicinò, pronta a prenderla
fra le mani. Il suo braccio
penetrò all’interno di quella bolla di energia e
la sua mano afferrò senza
timore la spada.
“Portami
fortuna…” aggiunse, prima che il Tempio
iniziasse a tremare...
CONTINUA
NELL’ULTIMO EPISODIO DELLA SECONDA STAGIONE
Testo
a cura di Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE: Siamo
arrivati al penultimo episodio di questa stagione, purtroppo,
però, non sono riuscito a revisionare anche l'ultimo e
dovrete aspettare fino a domani per il gran finale della seconda
stagione dal titolo "Incastro". Ricordate di lasciare sempre un
commento ai fini della continuazione della storia, a domani!
|
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Capitolo 22 *** 2x22-Incastro ***
CAPITOLO
VENTIDUE
"Heroes Walk Alone at the End"
Casa
di Noa – Morbridge,
South Dakota
Tutti i presenti si
erano spostati in una delle camere
e Jade subita si era seduta sul letto, mentre Faith si apprestava a
spiegarle
quello che doveva fare.
“Grazie al
mio incantesimo, ti sveglierai non appena i
disordini verranno neutralizzati. Ricorderai ogni cosa, anche quello
successo
fino a questo momento.”
La ragazza
l’ascoltò attentamente, ma non riuscì a
nascondere la tensione: “Quindi funzionerà
sicuramente, giusto?”
“Questo
dipende dal tuo ragazzo: se porterà a termine
la sua missione, senza dubbio.”
“E...
– chiese quella, dubbiosa – se non dovesse
farcela? Cosa mi succederà se Samuel non
disattiverà questo cigno?”
“Semplicemente,
non ti sveglierai mai più.”
Samuel, allora,
dovette intervenire, per placare il
terrore che aveva visto comparire negli occhi di Jade: “Ti
prometto che non
succederà. Io ce la farò. Ad ogni costo,
ok?”
Sentendo le sue
parole, lei decise finalmente di
fidarsi: “D’accordo, – disse alla donna -
fallo! Preferisco non risvegliarmi
mai che essere una ragazza senza ricordi. Io... ne ho bisogno,
quindi… vale la
pena rischiare.”
“Bene, se
vuoi puoi stenderti sul letto adesso…”
Ma il demone la
fermò: “Aspetta, Faith, potresti darci
un minuto?”
“Ma certo!
Sono qui fuori, quando avete finito, ok?” e
uscì.
Allora, Samuel si
sedette accanto a Jade sul letto e
lei subito gli sorrise.
“Cosa
c’è? Vuoi dirmi addio, per caso? Guarda che
dormirò solamente, non andrò mica
all’altro mondo!”
Lui rise, nel
sentirla: “Lo so che non morirai, ma non
permetterò nemmeno che tu dorma per sempre come
Biancaneve.”
“Ma lei non
dormì per sempre, dato che il suo principe
arrivò a salvarla, no? Almeno le favole me le
ricordo!”
Il ragazzo,
però, tornò subito serio e le prese una
mano: “Ti prometto che farò in modo che anche tu
abbia un lieto fine…”
Fiduciosa, la ragazza
fece altrettanto: “Con te, si
spera!”
Samuel si
sforzò di sorridere: “Già…
Con me!” e lei
improvvisamente lo abbracciò, lasciandolo di stucco.
Quando Jade si
staccò, lui subito le disse: “Pensavo
che…”
“…non
saresti riuscito a conquistarmi? Se ce l’hai
fatta in soli due giorni e mezzo, non voglio immaginare quanto ti possa
amare
la Jade con tutti i ricordi!”
“Ti
amo… e non mi interessa se mi tirerai uno schiaffo
per quello che ti ho appena detto.”
“Non
preoccuparti, non lo farò. E non ti dirò nemmeno
che ti amo, perché tu dovresti già saperlo, se mi
conosci veramente come dici…”
Lui la
guardò negli occhi, prima di risponderle:
“E’
così.”
“Allora sai
già cosa provo e al mio risveglio ne avrai
la conferma.”
Poi, Samuel la
osservò ancora una volta per cercare di
catturare più dettagli possibili del suo viso, poi si
voltò verso la porta e
chiamò Faith, che aspettava fuori e che rientrò
subito al suo cenno.
“Siamo
pronti?” chiese.
“Adesso
sì!” le rispose la ragazza.
“Allora
stenditi e chiudi gli occhi.”
Prima di farlo,
però, Jade rivolse un ultimo sguardo
al demone: “Buona fortuna! Salva mia Nonna e tutti gli altri,
ok?”
“Salverò
tutti voi!” la rassicurò lui.
E, non appena la
ragazza chiuse gli occhi, la strega
iniziò a pronunciare l’incantesimo.
“La
ragazza ora cade in un sonno profondo e solo quando il suo male
sarà
morto, farà ritorno…”
Poi, Samuel
provò a chiamare Jade, ma quella,
ovviamente, non rispose e Faith annuì, soddisfatta.
“L’incantesimo
ha funzionato. Ora tocca a te, no?”
“Già…
Grazie per quello che hai fatto, anche se è
stato solo per avere salva la vita.”
“Se io
muoio, con me si annullerà l’incantesimo fatto
a Jade. Tuttavia, non l’ho fatto per avere salva la vita, ma
per me stessa.
Perchè ora sono buona, ma non avevo ancora avuto
l’opportunità di dimostrarlo,
né a me, né al resto del mondo. Da quando sono
morta e tornata in vita, è come
se avessi iniziato a vivere davvero. Ho vissuto come una persona
normale, lì
fuori e mi è piaciuto da morire: una casa, una persona che
ti ama. Niente
magia, niente buoni o cattivi, solo io e una vita normale.”
“Già.
La magia è la rovina di questo mondo e
probabilmente vivremmo meglio senza. Magari, in un giorno non molto
lontano,
saprò anche io cosa si prova a vivere in un mondo
normale...” poi si apprestò
ad uscire dalla stanza, ma Faith lo fermò perchè
aveva una domanda per lui.
“Aspetta,
perché non le hai raccontato che il vostro
nemico è suo nonno?”
“Quando si
sveglierà, se lo ricorderà, perché
farle
avere degli incubi inutilmente?” e poi, senza aspettare una
risposta, se ne
andò, pronto a tornare da Terence, che lo aspettava fuori.
Quando lo raggiunse,
l’uomo stava osservando quello
che c’era oltre il fiume, dove si trovava Brenda. Samuel,
però, lo distolse dai
suoi pensieri.
“L’incantesimo
è stato fatto.”
“E ti fidi
a lasciare Jade da sola con Faith?”
“Non le
farà del male, non preoccuparti” poi
tirò
fuori una lettera dalla tasca e gliela porse.
“Puoi dare
questa a Jade quando si risveglierà?”
L’altro
rimase un attimo sorpreso, ma poi la prese:
“Ma certo! Solo che… perché
l’hai data a me?”
“Perché
mi fido, no? Jade lo ha fatto fin da subito,
quando sei passato dalla nostra parte e avrei dovuto farlo anche io,
per quello
che vale. E poi, sono sicuro che con te arriverà a
destinazione, perché anche
tu ami qualcuno e sai benissimo quanto tutto questo sia
importante.”
L’uomo
sorrise: “Grazie per la fiducia. Considerala
già consegnata!”
Il ragazzo allora
annuì, mettendosi poi a osservare
come lui il paesaggio di fronte a loro.
“Allora,
Terence, qual è il piano B?”
“Il piano B
è insieme a Brenda. E non mi riferisco
alla spada.”
“E che
cos’è?”
“Hai uno di
quei telefoni che usate per comunicare,
per caso?”
“Siamo nel
2014, – rispose quello, ironico - tutti ne
hanno uno, anche i demoni!”
“Bene.
Dobbiamo chiamare Brenda e assicurarci che il
piano B arrivi qui con lei, allora.”
Nei pressi del
Tempio,
all’interno del Pentagono
Quando il tempio
aveva iniziato a tremare, Brenda
aveva chiuso gli occhi e, non appena tutti i suoni cessarono, gli
riaprì,
rendendosi subito conto che il tempio era scomparso del tutto: si
guardò
intorno e c’erano soltanto alberi e una vasta distesa
pianeggiante.
Improvvisamente, però, udì qualcuno piangere,
così corse verso quel suono, con
la spada stretta nella mano, finché finalmente si
fermò: davanti a lei c’era
Noa, stretto fra le braccia di Monique.
Subito la ragazza si
avvicinò, straziata per il dolore
che vedeva nell’amico.
“Noa…”
chiamò, con un filo di voce.
Sentendo sussurrare
il suo nome, il ragazzo si voltò
con gli occhi pieni di lacrime senza dire nulla. Monique,
perciò, prese la
parola al suo posto: “Hai preso la spada, a quanto
vedo…”
Brenda
abbassò lo sguardo, mortificata per l’amico:
“Sì, l’ho presa, ma adesso cosa devo
fare? Come la porto agli altri?”
Il ragazzo, allora,
si asciugò le lacrime, divenne
serio e rispose: “Troveremo un modo. Mio padre non
è morto invano!”
L’amica
annuì, grata: “Mi dispiace per quello che
è
successo. Ti ringrazio!”
E una voce alle loro
spalle mormorò: “Successo cosa?”
Noa, incredulo, si
girò e gridò: “Oh mio Dio,
papà!”
Monique, con una mano
davanti alla bocca, esclamò:
“Thomas!” e i due corsero subito ad abbracciarlo,
mentre Brenda assisteva alla
scena, sorridendo sollevata.
L’uomo rise
per la loro reazione e si sentì quasi
soffocare per gli abbracci: “Pensavate che fossi morto? Beh,
potrebbe succedere
veramente,se continuate a stringermi così!”
Subito si staccarono,
imbarazzati: “Oh, scusa! E’ che…
sono così felice di vederti!” sussurrò
Monique, ancora incredula, subito
seguita da Noa.
“Ma…
ma, come hai fatto? Ti abbiamo visto precipitare
nel vuoto!”
L’uomo,
però, era sorpreso quanto loro: “Credetemi:
non ne ho la più pallida idea. L’ultima cosa che
ricordo è che sono caduto e un
attimo dopo mi sono ritrovato disteso al suolo.”
Brenda,
però, non la lasciò finire e prese la parola:
“Sono felice di rivederla, signor Quill. E grazie.”
Lui le sorrise:
“Hey, ragazza con la spada! Vedo che
ce l’hai fatta!”
“Sì,
diciamo di sì, dai. – replicò lei,
modesta -
Peccato che ora non sappiamo come portarle fuori dal
Pentagono.”
Improvvisamente,
però, Thomas notò qualcosa di
famigliare al collo della ragazza ed esclamò: “Ma
quella è la mia collana!”
Lei, allora,
abbassò lo sguardo e lo rialzò subito,
perplessa: “Com’è arrivata
qui?”
“Forse
gliel’hai data tu, papà” propose Noa.
Ma quello scosse la
testa: “No, non l’ho mai tolta da
quando ce l’ho.”
“Allora
è stata la magia?”
“Beh,
– intervenne Monique - qui non c’è
magia, ma
potrebbe...”
“E’
sicuramente magia! – replicò invece Thomas -
Quando l’ho rubata all’uomo che la possedeva,
ricordo di non aver avuto paura,
anzi, di aver provato un immenso coraggio. Forse la collana viene
attirata dal
coraggio. Ma certo! Dev’essere senz’altro
così: Brenda ha affrontato quel
mostro con la sua balestra senza timore. E’ stato sicuramente
in quel momento
che la mia collana è passata a lei!”
La strega
rifletté sulle sue parole, ancora dubbiosa:
“Allora la magia è tornata? Io sono una strega,
eppure non sento niente di
diverso in me.”
In quel momento, il
telefono di Brenda iniziò
improvvisamente a squillare.
“E’
impossibile, i telefoni non funzionano qui!”
Quella la
guardò un attimo sarcastica, prima di
rispondere: “Allora dev’esserci una super
recezione!”
Poi lo prese in mano:
“Pronto?”
Dall’altra
parte, con qualche interferenza, si sentì
una voce debole: “Brenda? Mi senti? Sono Terence!”
Il viso di lei si
illuminò per la felicità di
sentirlo: “Terence! Oh mio Dio, come sono felice di sentirti,
anche se la linea
è disturbata.”
“Anche io,
ma non c’è più tempo, devi venire
subito
qui! Hai recuperato la spada?”
“Sì,
è qui con me.”
“Bene,
però ci serve anche un’altra
cosa…” e iniziò a
spiegarle tutto, ma, dopo qualche minuto, la ragazza lo interruppe.
“Aspetta!
C’è qui una strega con me, pensi potrebbe
funzionare?” e, subito dopo aver sentito la risposta, chiuse
la chiamata.
Gli altri,
ovviamente, erano curiosi e Monique fu la
prima a farsi avanti.
“Cosa ti
hanno detto? Cosa c’entro io?”
“Pensi sia
possibile che io abbia un po’ di magia in
me? Insomma: la collana, i solenoidi che riprendono a funzionare al mio
tocco,
il mio telefono che è l’unico a
funzionare…”
“Perché
dovresti, se qui non può esistere?”
“Non ne ho
idea, ma qui c’è sicuramente sotto
qualcosa. Forse sono una sorta di fonte magica e questa spada
è il conduttore
che mi permetterà di passare parte della mia magia a te.
Accidenti, non avrei
mai creduto di poter formulare una frase chimico-magica!”
Thomas,
però, la interruppe, scuotendo la testa: “Se
fosse così, saresti un essere soprannaturale, ma loro non
possono attraversare
il confine.”
“Beh,
comunque c’è qualcosa. – rispose lei
– Ma non lo
scopriremo mai, se Monique non tocca la spada. I miei amici mi hanno
spiegato
il loro piano, ma serve una strega per attuarlo, prima di tornare da
loro con
essa.”
Il suo discorso,
fortunatamente, aveva convinto la
donna, che acconsentì: “D’accordo,
proviamo!” e toccò la spada, tenendola
stretta fra le mani per qualche secondo.
“Allora?”
la incalzò Brenda.
“Hai
ragione: sento qualcosa. Sento... del potere
dentro di me…”
“Bene!
E’ sufficiente per fare un incantesimo?”
“Suppongo
di sì. Di cosa si tratta?”
Ma la ragazza
iniziò a correre: “Ve lo dico
strada facendo, ora dobbiamo raggiungere al più presto il
confine da cui siamo
entrati!” e il gruppo subito la seguì, mettendosi
in marcia.
Ex villa di Terence
–
Augusta, Maine
Dana ed Heith, sotto
gli ordini di John, diedero
inizio al rito che avrebbe rubato la magia alle streghe di tutto il
mondo. Tale
potere, però, sarebbe servito per separare finalmente il
Libro del Bene e del
Male e l’uomo era determinato a riuscire
nell’impresa.
“Non
fermatevi fino a quando non avrete prosciugato
ogni strega di questo pianeta, intesi?”
Senza rispondere, le
due chiusero gli occhi e stesero
le braccia con il palmo delle mani rivolto verso l’alto: “Maleficis
virtute cupimus, palmam in
manu nostra…” [“Che
le streghe mettano nelle nostre
mani il loro potere”]
Intanto, John aveva
provato a richiamare Zack, ma
questo non gli aveva risposto. Tuttavia, ad un certo punto
riuscì a percepire
dove si trovava e così si teletrasportò da lui,
trovandolo disteso a terra e
sanguinante.
Cercando di
scuoterlo, lo prese a calci: “Sveglia,
forza!”
Ma l’altro
gli rispose dolorante, con un filo di voce:
“Vorrei, ma sono conciato abbastanza male. Samuel me la
pagherà, quando mi sarò
rimesso in piedi!”
John
sospirò: “Non abbiamo tempo per le tue vendette,
abbiamo ben altro di cui occuparci al momento, perciò ti
farò guarire dall’altro
imbecille che ho come seguace – schioccò le dita e
comparve Xao – Cura questo
buono a nulla e fa presto!”
Subito quello
eseguì.
“Ora
andremo a recuperare il pezzo mancante di questa
grande opera e lo faremo davanti ai loro occhi.”
aggiunse, mentre il
ragazzo si rimetteva di nuovo in piedi.
“Di cosa
stai parlando, padrone?”
“Non sono
affari che ti riguardano, tu verrai solo con
me e mi starai dietro, perchè sto preparando
un’entrata in grande stile per i
nostri amici!”
Zack,
però, era perplesso: “Ma… si trovano
nella zona
protetta dal campo di forze!”
L’uomo,
allora, gli rivolse un sorriso compiaciuto:
“Non preoccuparti, se ne stanno occupando le nostre alleate e
presto tutte le
streghe del mondo saranno private della loro magia. E, dato che essa
nasce da
loro, se non l’avranno più, semplicemente...
svanirà. Esattamente come il campo
di forze e qualsiasi altra diavoleria da loro creata.”
Casa di Noa
– Morbridge,
South Dakota
Non appena Terence
finì di spiegare cosa aveva in
mente a Brenda e chiuse la chiamata, Faith uscì
dall’abitazione e lo raggiunse.
“Ho fatto
il mio dovere, come da accordi. Non sono più
utile qui, perciò vorrei tornare alla mia vita.”
Subito Samuel si
avvicinò a lei: “D’accordo, hai fatto
la tua parte e credo proprio che ora la tua vita non sia più
in pericolo. Se
John venisse a scoprire che sei viva, di certo non ti ucciderebbe,
perciò puoi
andare. E grazie per aver aiutato Jade!”
“Non
ringraziarla, non l’ha fatto mica gratis!”
replicò Terence, duro come sempre e la risposta della donna
fu altrettanto
cinica.
“Hai fatto
cose ben peggiori delle mie mio, caro
ex-servitore del caos. Dovresti tacere e ringraziarmi anche
tu!”
“Mai, mia
cara. Mai.”
Nel vederli, Samuel
sbuffò, roteando gli occhi:
“D’accordo, ora puoi andare, Faith. Ti auguro il
meglio per la tua nuova
vita...”
In quel momento,
però, la strega ebbe un mancamento e
il ragazzo la afferrò al volo prima che cadesse a terra.
“Hey, va
tutto bene?”
Con lentezza,
l’altra cercò di rialzarsi: “Ho avuto un
capogiro e ora mi sento debole, cosa mi succede? Sembra quasi che mi
stiano
succhiando via la magia...”
Intanto, Terence si
avvicinò a loro: “Cosa? Di cosa
stai parlando?”
Ma fu il demone a
rispondere: “Credo che John le stia
facendo qualcosa. Zack deve averla vista e forse glielo ha
spifferato.”
L’uomo,
però, era perplesso: “Sì, ma per quale
motivo?
Strategicamente parlando, non dovrebbe farle nulla se vuole preservare
il suo
piano e non uccidere anche Heith, no?”
“Ma lui non
mi sta uccidendo. Mi sta solo portando via
la magia, infatti” spiegò la donna.
Improvvisamente la
porta della casa di Noa si aprì e
ne uscì Jade, gridando.
“Si
può sapere cosa sta succedendo? Perché mi sono
già
svegliata? Non mi sembra di aver recuperato i ricordi...”
Faith capì
subito cos’era successo e lo spiegò agli
altri: “L’incantesimo dev’essersi
sciolto. Se mi viene portata via la magia,
esso diventa automaticamente nullo.”
“Accidenti!
– esclamò Samuel, per poi voltarsi verso
Terence - Secondo te cosa significa?”
L’uomo era
nervoso, ma cercò di mantenere la calma:
“Forse ho capito cosa sta facendo John, ma per ora
atteniamoci al piano e
aspettiamo, ok?”
“Farai
meglio a spiegarti, perché, se Jade non si
riaddormenta di nuovo, io non mi muoverò da qui!”
Casa di Monique
–
All’interno del Pentagono
Dopo la telefonata
con Terence, Brenda aveva compreso
di non avere più molto tempo e subito avvisò il
gruppo.
“Ci abbiamo
messo molto per arrivare qui e ci vorrà
altrettanto per tornare al confine. Peccato che, purtroppo, non abbiamo
tutto
questo tempo.”
“Non
abbiamo altra scelta, visto che possiamo solo
usare la macchina” le ricordò Monique.
Ma Noa subito si
intromise: “Scusami, se hai appena
fatto un incantesimo per gli amici di Brenda, non puoi portarci al
confine con
la magia?”
“Già!”
esclamò la ragazza, annuendo.
La donna,
però, era ancora dubbiosa: “Non so nemmeno
se quello ha funzionato. E comunque, non credo di avere la magia
necessaria per
portarci al confine.”
“Tentar non
nuoce, no?” cercò di convincerla Thomas e
lei, finalmente, cedette.
“D’accordo,
proviamo. Brenda potrà anche essere una
sorta di inspiegabile fonte magica, ma resta il fatto che questa
è una parte di
mondo priva di magia, quindi il potere che ho è limitato e,
francamente, non so
nemmeno se ne ho ancora.”
La ragazza, allora,
le prese le mani: “Ti prego,
facciamolo e basta, ok? Ho bisogno di raggiungere subito i miei
amici...”
“Probabilmente
non ho abbastanza magia per portarci
tutti al confine.”
Fu a quel punto che
Thomas si intromise: “Non è
necessario che io e mio figlio veniamo con voi. Ora è tutto
soltanto nelle mani
di Brenda”
Lei, però,
non voleva abbandonarli e si oppose: “Ma
così voi rimarrete bloccati qui!”
Noa le si
avvicinò e le mise una mano sul braccio,
sereno: “Non preoccuparti per noi. E poi, se il tuo amico
porta a termine la
missione, saremo di nuovo liberi. Le pareti a quel punto spariranno,
no? – le
sorrise - Avanti, vai!” e la ragazza abbracciò
entrambi, triste.
“Ci
rivedremo presto. Promesso!”
L’uomo
rise, ricambiando la stretta: “Questo è poco,
ma sicuro ragazza con la spada!”
“Veramente,
io sono la ragazza con la balestra. La
spada è per il mio amico demone!”
Poi, dopo
l’ennesimo saluto, finalmente si avvicinò a
Monique: “Bene, cosa dobbiamo fare ora?”
“Prendi le
mie mani” e così fece.
La strega, allora,
chiuse gli occhi, ma non successe
niente.
“Allora?
Perché non funziona?”
“Te
l’avevo detto: non ho magia. E, se l’avevo,
l’ho
sprecata per l’incantesimo di prima.”
Brenda allora
fissò la spada e la allungò verso di
lei: “Allora facciamo un altro pieno di magia. Toccala, ok?
Forse posso
trasferirti un altro po’ di magia, come prima.”
Benché
poco fiduciosa, la donna eseguì: “Ok,
sento di nuovo qualcosa scorrere dentro di me. Riproviamo!” e
le due si presero
di nuovo per mano.
Improvvisamente,
scomparvero nel nulla, sotto lo
sguardo sbalordito di Noa.
“Wow, ma
dove sono andate? Quasi non me ne sono
accorto!”
Thomas gli sorrise:
“Evidentemente ha funzionato. Ora,
però, il nostro lavoro è finito, ti va di andare
a farci una birra e un
cheeseburger?”
“Pensavo
che qui fosse stato tutto saccheggiato giorni
fa.”
L’altro gli
circondò le spalle con un braccio: “Beh,
tentar non nuoce, no? E poi, ho una gran fame…” e
i due andarono per la loro
strada.
Intanto, Brenda e
Monique erano comparse proprio nei
pressi del confine, ma la donna era estremamente affaticata, tanto da
far
preoccupare molto la ragazza, quando se ne accorse.
“Monique,
stai bene?”
“Prova tu a
gestire qualcosa che equivale ad una
goccia di magia! Comunque sto bene, non preoccuparti”
La ragazza
annuì e si girò verso il confine: “Vedo
il
fiume, ma non la casa di Noa. Dov’è?”
“Forse
siamo ricomparse in un altro punto, ma, se c’è
il fiume, significa che non siamo molto lontane.”
“D’accordo,
ma resta comunque un altro problema: come
faccio ad attraversare il confine?”
“L’ultima
volta sei stata rigettata via, prova ora che
hai la spada.”
E così
fece Brenda, ma fu respinta nuovamente.
“Niente,
anche con la spada non funziona.”
Monique, allora,
iniziò a riflettere attentamente su
tutta la situazione: “La magia qui non esiste, ma tu sembri
riuscire a crearla
in qualche modo e non riesco a capire come mai.
C’è qualcosa che ti è successo
in passato, per caso? Hai detto di non essere una strega e il fatto che
tu sia
riuscita a varcare il confine la prima volta lo dimostra.
Perché allora c’è
della magia in te?”
“E’
vero, non sono una strega, ma ho acquisito dei
poteri, tempo fa. Ci siamo imbattuti in un muro oscuro fatto di
disordini, mi
sono avvicinata troppo e... mi ha folgorata. Da quel momento ho la
capacità di
ascoltare i pensieri altrui.”
“Aspetta!
Queste pareti, o muri, sono fatti di
disordini. E tu hai ottenuto un potere, quando sei stata folgorata da
un muro
disordinato. – fu allora che ebbe un’illuminazione
– La tua magia si è
conservata, perché deriva dai disordini! Non può
svanire come quella normale,
ecco perchè ne sei immune!”
“Ma questo
non risolve comunque il nostro problema,
no?”
“Invece
sì! Se con la poca magia che mi hai trasmesso,
io provassi ad estrarre quella che c’è dentro di
te, potrei rigettarla contro
il muro e aprire un varco che ti permetta di uscire.”
Brenda,
però, era ancora perplessa: “Davvero puoi
farlo? Aspetta, ma questo vuol dire che poi non avrò
più un potere?”
“Direi che
è arrivato il momento di restituirlo al
mittente. Quel potere, infatti, sta per diventare il tuo biglietto di
sola
andata verso il mondo esterno.”
L’altra,
benché triste all’idea di perdere il suo
potere, acconsentì: “Ok, facciamolo!”
Monique, allora,
puntò la mano verso di lei, chiuse
gli occhi e lentamente estrasse il potere che aveva dentro. Subito una
sfera
oscura lasciò il corpo di Brenda, che si spaventò
nel vederla.
“Oh mio
dio, quella cosa era dentro di me?”
La donna
annuì, tenendo la sfera sospesa fra le sue
mani: “E’ la forma di magia più malvagia
di sempre e per fortuna te ne ho
appena liberato. Ora è arrivato il momento di uscire,
però!” e la lanciò contro
la parete, che da invisibile si colorò di nero,
finchè uno squarcio non si aprì
nel mezzo.
Brenda, sorridente,
esultò: “Ce l’hai fatta!”
Monique era
altrettanto contenta, ma la incitò
comunque a sbrigarsi: “Non perdere tempo, corri! Il varco non
rimarrà aperto a
lungo e non avrai altre occasioni!”
“Ma tu non
vieni con me?”
“No, io
rimarrò qui con Noa e Thomas. Sono riuscita ad
aiutarti e qui finisce il mio compito. – poi le sorrise - Ora
tocca a te,
Brenda!”
“Ci
rivedremo quando sarà tutto finito. Grazie di
tutto!” e poi, con la spada stretta fra le mani, si
gettò velocemente
attraverso il piccolo squarcio che stava per richiudersi, mentre, alle
sue
spalle, la strega le augurava ancora una volta buona fortuna. Quando si
voltò,
però, il varco si era già chiuso e la parete era
tornata nuovamente trasparente
e tranquilla; non vedeva più niente, ma sapeva che Monique
era ancora lì dentro
e la stava osservando.
Fece un grosso
respiro, aspirando di nuovo l’aria pura
del mondo esterno, poi urlò, determinata: “Sto
arrivando, ragazzi!” e iniziò a
correre, seguendo il corso del fiume.
Nel frattempo, a casa
di Noa, tutti avevano assistito
stupiti ai cambiamenti della parete.
“Cosa
è successo? – chiese Jade, confusa -
Perché la
parete si è oscurata in quel modo?”
“Non lo so,
ma ora sembra essere tornato tutto alla
normalità” osservò Samuel, mentre
Terence si guardava intorno preoccupato.
“Forse
è tornata Brenda, ma dov’è?”
Improvvisamente, alle
loro spalle, una voce
diabolicamente ironica li interruppe: “Che piacere vedervi
qui tutti insieme!”
Girandosi
velocemente, il volto di Samuel si deformò
per la sorpresa: “John! Come hai fatto
a…”
“…a
superare il campo di forze? Beh, diciamo che ho
preso in prestito la magia di tutto il pianeta e l’amuleto
è magico, no? Anzi,
lo era!”
“Cosa sei
venuto a fare qui?”
Intanto, gli si erano
affiancati Xao e Zack, immobili
alle sue spalle: “Niente, sono solo venuto a dare
un’occhiata. Un campo di
forze è sospetto, quindi ho pensato che forse nascondevate
qualcosa.”
Terence, cinico,
prese parola per primo: “Come se non
lo sapessi! Piuttosto, qualcosa mi dice che non hai rubato tutta la
magia del
mondo per abbassare un misero campo di forze. O sbaglio?”
L’altro
sorrise: “E’ questo che adoravo di te, mio
caro Terence: sei sempre stato incredibilmente perspicace. Tuttavia, i
piani di
guerra non si rivelano mai al nemico, non credi?”
A quel punto Jade,
sfacciata, intervenì: “Quindi sei
tu quello contro cui lottiamo? Ti pentirai di aver preso mia
nonna!”
John si
voltò subito verso di lei con un ghigno: “Oh,
dimenticavo la mia quasi nipote… Beh, dico quasi,
perché la tua memoria fa un
po’ schifo ultimamente, a quanto mi è stato
detto...”
Ovviamente, Jade
rimase senza parole: “Nipote?” poi si
voltò subito verso gli altri in cerca di spiegazioni.
“Nessuno ti
raccontato di me? – le chiese l’uomo,
stupito, per poi guardare Terence e Samuel – Ma che
smemorati!”
Il demone, allora,
sospirò e si decise a raccontare
alla ragazza la verità: “Il nostro nemico
è tuo nonno, Jade. Non te l’abbiamo
detto per non darti un altro dolore.”
“Già,
il dolore di tuo nonno che manda fuori strada
l’auto dei tuoi genitori!”
Arrabbiata, Jade
alzò il braccio per fargli del male,
ma non accade niente e subito John scoppiò a ridere.
“Spiacente,
tesoro, ma non hai più magia!”
E mentre Jade cercava
di calmarsi, Faith rivelò
finalmente la sua presenza: “Ciao John. Ci si rivede,
eh?”
L’uomo la
guardò per qualche secondo, come se non la
riconoscesse, poi, esitante, la chiamò:
“Faith?”
“In carne
ed ossa!”
“Ma...
ma, come è possibile? – chiese lui,
incredulo - Tu dovresti essere morta!”
“Rilassati,
non sono più collegata al tuo stupido
cigno. Sono morta e tornata in vita nel giro di un attimo, ma
è stato
sufficiente.”
Allora, John
capì e le rivolse uno dei suoi sorrisi:
“Anche tu sei passata dalla parte dei patetici buoni, a
quanto vedo. Pessimo
errore, Faith. Pessimo errore. Nella mia fetta di mondo non saranno
ammessi i
traditori, lo sai...”
“Tranquillo,
perchè non ci tengo. – replicò lei,
sfacciata - Hai reso tutti noi dei mostri e marcirai
all’inferno per questo!”
Fu allora che,
dall’altra parte del ponte, si udì una
voce affannata rispondere: “E ci marcirà molto
presto!”
Era Brenda che, con
gran sorpresa di tutti, sollevò la
spada per intimorire il nemico. John, però, non si fece
intimidire tanto
facilmente.
“O magari
lo farete voi!” poi, con un gesto della
mano, cercò di appropriarsi dell’arma, ma essa
rifletté il suo potere, facendo
risplendere la lama, mentre la ragazza, compiaciuta, osservava la scena.
“Qualcosa
mi dice che la spada sa difendersi da sola
da quelli come te!”
Ma l’uomo
era del tutto indifferente al fallimento:
“Beh, la spada saprà anche difendersi da sola, ma
gli anelli che porti al collo
no!” e, sempre con lo stesso gesto, le strappò la
collana, facendola volare fra
le sue mani aperte.
Tutti rimasero a
guardarlo, senza dire una parola,
mentre contemplava gli anelli.
“Sapete,
era tutto pianificato. Sapevo che la ragazza
umana avrebbe attraversato il confine, che avrebbe preso gli anelli da
chi me
li aveva rubati e che con il suo coraggio gli avrebbe conquistati.
Perché
questi anelli sono attirati da chi ne ha tanto coraggio e in questo
momento voi
tremate tutti di paura” e rise.
Poi, in conclusione,
aggiunse: “Tuttavia, non intendo
certo perdermi in chiacchieri inutili con voi e nemmeno sprecare tempo
a
uccidervi. Ho quello che mi serve, perciò ora me ne
vado…”
Nell’istante
in cui svanirono, però, all’insaputa
degli altri, Jade e Zack incrociarono i loro sguardi per pochi secondi.
Santuario del Cigno
presso l’isola sconosciuta
John aveva finalmente
tutto quello che gli serviva e
ora nulla avrebbe potuto più fermare i piani suoi e di Luis.
Quando arrivò
all’interno del Santuario, l’uomo era
già circondato da tutti i suoi fedeli.
“Bene, vedo
che siete tutti qui.”
Heith, avvicinandosi
a lui, gli porse un libro:
“Grazie al potere di tutte le streghe del mondo, siamo
riuscite a dividere il
Libro. Ecco il tuo grimorio!”
John rispose con un
sorriso compiaciuto:
“Finalmente…”, poi si
avvicinò al cigno, prese una lama e si fece un taglio
lungo il palmo della mano, versando il sangue nella bocca.
“Bene,
John, – gli disse Luis, quando finì - ora sei
collegato al cigno anche tu.”
“Adesso
siamo in cinque e ti tireremo fuori”
Poi si rivolse ai
presenti, ovvero a Dana, Heith, Zack
e Xao.
“Uniamoci
intorno al cigno, formando un cerchio.
Prendiamoci per mano e riportiamo indietro il nostro padrone”
e così fecero.
Allora
l’uomo pronunciò l’incantesimo: “In
olor esset exsilio, et nunc liberus
erit ab ibin” [“Nel cigno
era in esilio e ora da esso
sarà liberato”]
Improvvisamente,
un’aura oscura iniziò ad uscire dal
cigno e a prendere forma accanto a loro. I cinque, allora, lasciarono
libere le
mani e John si fece avanti per parlare con l’uomo che non
vedeva da moltissimi
anni.
Luis era ormai libero
e subito guardò il suo alleato:
“Sono libero, finalmente… – gli sorrise
– Non hai idea di quanto io abbia
aspettato questo giorno!”
Ma, in
realtà, John la capiva benissimo avendo vissuto
una situazione simile tempo prima: “Invece ce l’ho,
credimi. Comunque sia, sono
felice di rivederti...”
“Anche io,
ma fai in modo che non sia tornato invano.
Hai tutto quello che ci serve?”
Lui, allora, gli
mostrò il libro e gli anelli:
“C’è
tutto, come puoi vedere. E abbiamo anche un demone – e
indicò Zack con lo
sguardo – per lo scambio di esistenze.”
Lui annuì,
soddisfatto: “Non perdiamo altro tempo,
allora. Ho dato metà della mia vita per raggiungere questo
obiettivo e fatto
l’impossibile per procurarmi i mezzi necessari,
perciò non intendo fallire...”
1975
Luis aveva
compiuto l’ultimo dei
tre massacri e finalmente era al cospetto dell’oracolo. Non
appena essa arrivò,
l’ambiente circostante si trasformò e
diventò tutto bianco, mentre davanti a
lui comparve una donna vestita di bianco, seduta su un trono; tra le
mani aveva
un bastone, che all’estremità superiore
racchiudeva una sfera di vetro.
Impaziente
di parlare con lei, si
avvicinò: “Ho compiuto tre massacri, come da
procedura. Avrò le risposte che
cerco?”
“Certamente,
se farai la domande
giuste. E ricorda: non avrai mai più altre occasioni per
incontrarmi.”
L’uomo,
allora, non perse altro
tempo: “La profezia si avvererà? Deimos
verrà sconfitto dai prescelti?”
L’oracolo
rise: “Ma certo che la
profezia si avvererà! Avevi qualche dubbio, forse? Sai
meglio di me che il bene
trionfa sempre. O forse non lo sai, visto che i cattivi sono sempre
convinti
del contrario?”
Luis
ricambiò il sorriso: “E se
ti dicessi che ho un piano, un’arma, capace di ribaltare
questa legge?”
Ma la
donna continuò ad usare il
suo tono beffardo: “Pensi che non sappia di cosa stai
parlando? Io vedo tutto e
so tutto. Non ci sono misteri per me.”
Intimorito
dal suo tono, l’uomo
iniziò ad arretrare: “Io però ce la
farò, vero? Insomma, il mio piano è solo
all’inizio, ma…”
“…è
un ottimo piano? – lo
interruppe subito – E’ questo che vuoi dirmi? Beh,
sappi, mio caro, che anche
il migliore dei piani può fallire...”
Lui, nel
sentire le sue parole,
si indignò, arrabbiandosi: “Sto per creare
l’arma più potente di tutti i tempi.
Credimi, so per certo che non fallirò!”
“Sai,
Luis, per ogni veleno c’è
sempre un antidoto…”
“Cosa
vorresti dire? Che la mia
arma può essere distrutta da un’altra?”
“Non
mi sono spiegata bene con
quella metafora, forse?”
Luis
annuì, determinato: “Allora
troverò quell’arma e la farò sparire,
la distruggerò, farò tutto ciò che
è
necessario, insomma!”
“Ti
auguro buona fortuna allora.
E... posso darti un consiglio? Non affannarti a fare in modo che niente
e
nessuno possa ostacolare il tuo piano, perché alcune volte
il piano perfetto
può rovinarsi con le sue stesse mani...”
E dopo
queste ultime parole,
l’oracolo scomparve, ma Luis non si fece intimidire e si mise
subito all’opera,
senza darle retta.
Casa di Noa
– Morbridge,
South Dakota
Brenda si trovava
ancora dall’altra parte del fiume
con la spada fra le mani, mentre i suoi amici non aspettavano altro che
il
momento in cui li avrebbe raggiunti e avrebbero potuto abbracciarla. La
ragazza,
perciò, corse più veloce della luce,
attraversando il pontile e buttandosi
subito tra le braccia della persona che la aspettava con più
ansia di tutti:
Terence. I due si baciarono appassionatamente, dimenticandosi del resto
del
mondo per qualche secondo.
“Avrei
dovuto farlo prima di avventurarmi in
quell’inferno” gli disse lei, quando si staccarono,
strappandogli un sorriso.
“Meglio
tardi che mai, no?”
Intanto, alle spalle
di Terence, erano arrivati gli
altri.
Il primo a prendere
la parola fu Samuel: “Hey – le
sorrise – come stai? Vedo che ce l’hai
fatta!”
Brenda corse subito
ad abbracciarlo, sorprendendolo:
“Wow, – rise lui – Piano, così
mi fai male.”
“Sta zitto,
mi sei mancato!” replicò lei, fra le
lacrime e il ragazzo la strinse più forte.
“Mi sei
mancata anche tu. Sei l’ultima persona rimasta
a cui tengo e che non ho ancora perso…”
Sentendo quelle
parole, però, Jade si rattristò,
sapendo di non rappresentare più la persona capace di
colmare il vuoto causato
nel demone dalla solitudine.
Terence,
però, decise di interrompere questo momento
per passare subito al da farsi: “Ragazzi, credo che sia
arrivato il momento…”
“Di andare
sull’isola, giusto?” gli chiese il ragazzo.
“Beh,
sì” rispose.
“Siamo
sicuri che il piano funzionerà? – si intromise
Brenda - Dentro il Pentagono, la magia scarseggiava, quindi non
sappiamo se i
poteri di Monique hanno funzionato o no.”
“DEVE aver
funzionato, altrimenti siamo fregati!”
replicò Terence e subito Faith si intromise.
“Se
è stato fatto un incantesimo dall’altra parte, qui
non sarà più attivo. Heith e Dana hanno rubato
tutta la magia delle streghe e,
se non la ripristineremo, la fatica di Brenda e di questa Monique
sarà stata
vano.”
“Già,
non ci avevo pensato!” le rispose Samuel,
improvvisamente preoccupato, ma non ebbe tempo di aggiungere altro,
perchè in
quel momento Brenda si accorse della presenza della strega.
“Un
secondo, ma lei non è…?”
“Sì
è Faith, ma ora non c’è tempo per le
spiegazioni.
Sappi solo che puoi fidarti di lei, quindi rimani calma, ok?”
la tranquillizzò
subito Terence.
Sentendo che la
questione era conclusa, la donna
proseguì: “Jade è una strega molto
potente, anche se al momento non ne è
consapevole e io lo sono altrettanto, perciò forse possiamo
riportare indietro
la magia e ripristinare tutti gli incantesimi fatti, compresi i
vostri.”
Ma il ragazzo scosse
la testa: “Non possono esserci
dei forse, è vitale che la magia torni, altrimenti perderemo
Jade e anche la
battaglia!”
La strega, allora, si
girò verso la ragazza,
prendendole le mani: “Ascoltami attentamente, ora uniremo le
nostre forze per
riportare la magia a tutte le streghe e ripristinare
l’equilibrio originario,
ok? Perciò ripeti insieme a me la formula...”
Benché
titubante, l’altra acconsentì: “Certo,
d’accordo. Sì, ce la posso fare!”
“E’
necessario che tu sia calma e concentrata, perciò
non avere paura. Iniziamo!”
Intanto, non sentita,
Brenda sussurrò a Terence:
“Siamo sicuri che quella sia Faith? Sprizza bontà
da tutti pori!”
“Già,
da non credere…”
Nello stesso momento,
Jade si bloccò, quasi volesse
tirarsi indietro: “Aspetta!” gridò a
Faith.
“Che
c’è? Pensavo fossi pronta.”
La ragazza si
avvicinò immediatamente a Samuel: “Non
posso andare avanti senza …” e improvvisamente lo
baciò, sorprendendo tutti i
presenti.
Quando si staccarono,
il ragazzo parve piuttosto
confuso: “Perché questo bacio?“
“Per farti
sapere che non sei mai stato solo e che non
mi hai persa del tutto. Posso anche non ricordare tutto il tempo
passato
insieme, ma dentro di me c’è qualcosa di talmente
forte nei tuoi confronti, che
dovrebbero inventare una nuova parola per descrivere questo sentimento
che non
ho mai provato in tutta la mia vita.”
Gli occhi di lui
divennero immediatamente lucidi:
“Adesso devi andare, ma, credimi, non potevi farmi regalo
migliore per aiutarmi
ad affrontare l’ultimo ostacolo…”
Jade gli sorrise:
“Ci rivedremo quando mi sveglio,
allora!”
Terence, allora,
sbuffò e roteò gli occhi di fronte a
quella scenetta smielata, attirandosi un’occhiataccia di
Brenda: “Hey, guarda
che sono carini! E poi, si sono appena subiti il nostro bacio da premio
oscar,
perciò taci!”
“Possiamo
fare in fretta, però? Avrei un demone da
condurre verso la vittoria...”
Le due donne, allora,
si misero subito in posizione e
pronunciarono l’incantesimo.
“Maleficis
virtute cupimus noi in palmam manu nostra…” [“ Che le
streghe mettano nelle nostre mani il potere che desideriamo”]
Improvvisamente,
tutti percepirono una vibrazione
nell’aria e, dopo pochi istanti, Jade svenne e cadde al suolo.
Brenda fu la prima ad
allarmarsi e a correre da lei:
“Oh mio Dio, Jade!”
Ma Terence subito la
prese per un braccio e la
rassicurò: “Tranquilla è tutto normale
– si rivolse poi a Faith – giusto?”
La donna
annuì: “L’incantesimo che avevo fatto a
Jade
è ripartito, quindi vuol dire che ce l’abbiamo
fatta. La magia è ufficialmente
tornata a tutte le streghe!”
A quel punto Terence,
visibilmente a disagio, si
avvicinò al demone, lasciando che la ragazza si prendesse
cura dell’amica:
“Ehm… ora dovresti darmi le mani.”
L’altro gli
lanciò un’occhiata perplessa: “Co-come?
Le
mie mani, nelle tue mani, dici?”
“Non
farmelo ripetere un’altra volta!”
“E’
proprio necessario?”
L’uomo si
spazientì e alzò la voce:
“Sì, è necessario.
Vuoi andare sull’isola o no?”
Brenda li
osservò, roteando gli occhi: “Oh, andiamo!
–
esclamò - Non vi state mica sposando! Forza
Samuel!”
“Ok, ok, ho
capito!” si arrese lui.
Una volta per mano, i
due chiusero gli occhi, ma… non
accadde nulla e subito il demone li riaprì, perplesso.
“Beh?”
L’altro lo
guardò altrettanto confuso: “Strano, non ci
riesco…”
Faith allora prese
nuovamente la parola: “Non è
strano, è magia di strega! Avete l’arma che
distruggerà il cigno, John sa
perfettamente che la vostra prossima tappa sarà
l’isola.”
“Ma allora
come ci arriveranno?” chiese Brenda, preoccupata.
“A quanto
pare, via mare!” esclamò Terence,
guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Samuel, per nulla
in vena di battute.
“Scherzi,
vero? Non ho tempo di solcare i sette mari!
Siamo sicuri che non ci sia un altro modo?”
“C’è
un blocco magico che ci impedisce di
teletrasportarci lì, perciò sì, non
c’è un altro modo, se non quello che ti ho
appena suggerito. Raggiungeremo il molo più vicino
all’isola e useremo una
barca per arrivarci.”
Ancora una volta
Brenda si intromise: “Ma ci sei
sempre andato con un incantesimo, almeno sai dove si trova
esattamente?”
Il volto
dell’uomo si contrasse in una smorfia:
“Sì,
che lo so! E ora attaccatevi tutti a me, così vi
teletrasporto al molo da cui
partiremo.”
Il demone, allora,
corse subito verso la sua amata:
“Un secondo, prendo Jade” e la prese in braccio,
per poi tornare accanto a
Terence ed farsi teletrasportare insieme agli altri.
Molo 44 –
Washington
D.C.
Terence e i suoi
passeggeri ricomparvero pochi secondi
dopo presso il molo 44 del porto della città di Washington
D.C. e Brenda non
perse occasione per commentare il luogo in cui erano finiti.
“Wow, fa
tanto Orange County, vero?”
L’uomo
scosse la testa, ignorandola: “L’isola,
esattamente come il tempio antico, è stata creata dal nulla,
probabilmente da
mio padre. Perciò, partendo da qui, dovremmo metterci circa
mezz’ora per
raggiungerla.”
“Non
perdiamo altro tempo, allora e chiudiamo questa
storia” esclamò Samuel, determinato, con ancora la
sua amata stretta fra le
braccia.
Il gruppo,
perciò, si diresse verso l’approdo più
vicini e, una volta arrivati, il demone fece segno all’uomo
di avvicinarsi a
lui: “Tieni, prendi Jade!”
“Ma... io
pensavo che sarei venuto con te…”
replicò,
eseguendo quanto gli aveva chiesto e ricevendo in risposta un sorriso.
“Ti
ringrazio, ma devo andare da solo. Hai già fatto
più di quanto avrei immaginato. Del resto, negli due anni ci
siamo fatti la
guerra e ora eccoci qui, che combattiamo contro un nemico
comune.”
“Come
arriverai all’isola? E se dovessi perderti e non
sapere più in quale direzione andare?”
“Hai
ripetuto anche nella mente le coordinate di
questa dannata isola, perciò me la caverò.
Tranquillo.”
Brenda, nel sentirlo,
sospirò: “Beato te che puoi
ancora sentire i pensieri... Io ho perso quel potere per sempre e ora
sono la
ragazza comune di prima…”
Il ragazzo, allora,
si girò e le sorrise: “Brenda, tu
sei tutto tranne che comune. Sei riuscita a recuperare l’arma
più potente che
sia mai stata creata e dio solo sa cosa hai dovuto affrontare dentro al
Pentagono. Hai contribuito a salvare questo mondo e la persona che
entrambi
amiamo più di chiunque altro. Perciò, quando
tornerai a casa, ricordati che non
sarai più la ragazza comune che eri prima di questo viaggio,
ma una vera
eroina, d’accordo?”
L’altra,
commossa, gli consegnò la spada: “Sei pronto
a diventare un eroe anche tu?”
Samuel la
abbracciò velocemente, prima di prendere
l’arma: “Non vedo l’ora e
– guardò Jade per un secondo – prenditi
cura di
lei per me, ok?”
Quelle parole
lasciarono la ragazza abbastanza perplessa,
mentre lui si spostava per salutare Terence e Faith. Poi, pronto ad
affrontare
il suo destino, salì a bordo della barca vicino a loro e,
una volta al largo,
iniziò a remare.
Guardandolo
allontanarsi, Brenda decise di condividere
con gli altri i suoi pensieri: “Lui non tornerà
mai più, vero?”
Terence, con in
braccio Jade, scosse la testa e
abbassò lo sguardo: “No, non
tornerà” per poi alzarlo e vedere le guance della
sua amata rigate di lacrime.
Dopo aver remato a
lungo, il demone, finalmente, si
voltò indietro, scorgendo a malapena il molo da cui era
partito, per poi
riportare subito lo sguardo davanti a sè e osservare se
stesso. Stavolta, però,
non si spaventò.
“Ah, sei
tu!”
La Morte gli fece un
cenno: “Ti farò compagnia durante
tutto il viaggio. Ormai non manca molto tempo.”
“L’ultima
volta mi hai detto che non bisogna
ringraziare chi ti toglie la vita, ma io voglio farlo lo stesso. Mi hai
dato la
possibilità di salutare tutte le persone che amo, un
privilegio che pochi al
mondo possono avere, e di fare tutto quello che non avrei mai fatto, se
non
avessi saputo di stare per morire. Perciò grazie. Grazie
infinite!”
“Gli eroi
camminano da soli verso la fine.”
“Ed ecco
laggiù la mia fine…”
sussurrò il ragazzo,
scorgendo l’isola in lontananza.
Intanto, dentro il
Santuario del Cigno, Luis e John
aveva spedito tutti fuori, con la raccomandazione di stare in guardia,
e
trattenendo con loro soltanto Zack.
Allora Luis, con in
mano gli anelli, ne diede uno al
suo fedele amico e l’altro subito se lo mise al dito.
“Ora manca la formula ed
è fatta” disse John e l’altro
annuì.
“Lo scambio
di esistenze costa una giornata di lungo
sonno, ma, grazie all’immenso potere dei disordini,
durerà poco più di qualche
minuto. Perciò, non appena mi risveglierò, tu mi
pugnalerai, così io mi
ritroverò direttamente nel nuovo mondo. Saremo collegati
tramite gli anelli,
perciò, quando avrò preso il controllo di esso, i
disordini diventeranno
stabili sia lì che qui e avremo finalmente la nostra
vittoria.”
“E un
giorno ci rivedremo di nuovo, mio caro amico!”
esclamò il suo alleato, mentre si scambiavano un sorriso
complice.
A quel punto Luis si
rivolse a Zack, poco lontano:
“Bene, comincia con l’incantesimo!”
Obbediente, il
ragazzo iniziò a recitare la formula: “Quod
tibi destinatus, alia mutata...”
Lentamente,
l’uomo iniziò a vacillare, finchè non
si
adagiò a terra, immerso in un lungo sonno profondo. Subito,
John controllò le
sue condizioni, prima di rivolgersi nuovamente a Zack.
“Passami il
pugnale. Quando si sveglierà, lo scambio
di esistenze sarà completato e, dopo che lo avrò
ucciso, avrà inizio anche il
nostro dominio sui due mondi.”
Ebbe appena il tempo
di finire la frase, però, che
iniziò a vacillare, uno smorfia di puro orrore dipinta sul
volto.
“Co-cosa mi
sta succedendo?” sussurrò, cadendo a
terra.
Subito, il ragazzo
accorse per aiutarlo: “Mio signore,
si sente bene?”
“C-che cosa
diavolo mi hanno fatto? Che cooosaaa?” e
cadde addormentato accanto a Luis, sotto lo sguardo confuso
dell’altro.
Nel frattempo, Samuel
era sbarcato sull’isola e, dopo
aver lasciato l’imbarcazione sulla spiaggia, si era
incamminato verso il
Santuario. Quando giunse alla scalinata d’ingresso,
però, si accorse che,
appena fuori dalla porta, c’erano Heith, Dana e Xao di
guardia, così si rese
invisibile. In quel momento, però, gli occhi dei tre
diventarono
improvvisamente rossi, per poi tornare normali subito dopo, come quando
John li
aveva resi schiavi, così il ragazzo, percependo la loro
confusione, decise di
rivelarsi.
“Siete di
nuovo voi?”
L’anziana
signora fu la prima ad accorgersi della sua
presenza: “Samuel? Cosa sta succedendo?”
Intanto, Heith,
disorientata come gli altri, quando si
accorse della presenza del demone, senza dire una parola
scappò via, sotto gli
occhi indifferenti di Xao.
“Siamo
sull’isola, vero?” chiese l’angelo al
nuovo
arrivato.
“Esatto.
Siete stati sotto il controllo di John, ma,
grazie all’incantesimo fatto segretamente sugli anelli, ora
lui e Luis sono
caduti insieme in un lungo sonno e voi siete stati liberati. Adesso,
però, dovete
andare via, d’accordo?”
Dana sorrise e, dopo
essersi avvicinata a lui, gli
accarezzò una guancia: “Ce l’hai fatta,
mio caro. – una lacrima le cadde lungo
la guancia – Hai salvato la mia bambina, come mi avevi
promesso. Sappi che non
lo dimenticherò mai...”
Il ragazzo si
voltò, cercando di sfuggire al suo
sguardo: “Adesso andate, vi prego!” e i due non se
lo fecero ripetere due
volte.
A quel punto il
demone, finalmente, poté varcare le
porte del Santuario: davanti a sé ora aveva il cigno,
delicatamente appoggiato
sull’altare, i due malvagi stesi a terra nella vicinanza e,
in un angolo, Zack,
confuso, ma libero.
“Zack? Sei
di nuovo tu?” gli chiese, avvicinandosi, ma
l’altro non riusciva a parlare, perché ricordava
ogni cosa di ciò che aveva
fatto nel frattempo, così gridò ancora
più forte.
“Zack, sei
tu?”
E l’altro,
allora, si decise a rispondergli: “Tra poco
si risveglieranno, perchè il loro rito dura meno rispetto a
quello di Terence,
perciò fai presto, ok?”
Samuel
annuì, per poi correre verso l’altare con la
spada fra le mani: “Togli l’anello a Luis e poi
vattene da qui!”
Poi, senza perdere
altro tempo, la incastrò nel Cigno
e, improvvisamente, la terra cominciò a tremare: i disordini
erano stati
richiamati e lentamente stavano tornando indietro.
In
quell’istante, dentro il santuario comparve anche
Terence, che subito gli sorrise: “Il blocco magico non
c’è più. Serve una
mano?”
Il ragazzo si
voltò leggermente, in modo da poter
continuare a mantenere la spada incastrata nel cigno, in attesa
dell’arrivo dei
disordini, e annuì: “Togli l’anello a
tuo padre, presto!”
“Con molto
piacere!” rispose l’altro, per poi buttare
l’oggetto appena recuperato a terra, in un angolo lontano.
Poi vide il pugnale
che Zack aveva fra le mani.
“Dammelo!”
ordinò e, senza aspettare l’altro, glielo
strappò letteralmente dalle mani.
Poi, pieno di rabbia
e rancore, si avvicinò al corpo
del padre e lo pugnalò a morte. Proprio in
quell’istante, però, Luis aprì gli
occhi e chiese se era già giunto nel nuovo mondo, oppure no.
“No,
papà, – rispose il figlio, scuotendo la testa -
non ci sei arrivato!”
L’altro,
deluso, sospirò, sentendo la morte vicina:
“Ho fallito. Non ce l’ho fatta, ho sprecato solo
del tempo prezioso...”
Sentendo le sue
parole, Terence affondò ancora di più
la lama, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime: “Tempo che
avresti dovuto
passare con me, non a progettare piani per saziare la tua sete di
potere. Hai
avuto solo ciò che meritavi e non avrai più altre
occasioni per rimediare.
Addio, papà!” e subito dopo Luis, piangendo anche
lui, esalò l’ultimo respiro.
Samuel assistette
alla scena in silenzio, esattamente
come Zack, ma poi si accorse che l’inevitabile stava per
accadere, che i
disordini stavano arrivando, così ruppe il silenzio per
avvisare i suoi due
compagni.
“Dovete
andarvene! Subito!”
“E di John
cosa ne facciamo?” chiese Terence,
indicando il corpo dell’uomo.
“Morirà
qui con me. Tranquillo, non sopravvivrà.”
L’altro
annuì, triste: “Mi dispiace davvero tanto,
Samuel... Ti prometto che farò in modo lei abbia la lettera
che mi hai dato,
prima di morire anche io.” poi si girò verso Zack.
“Dobbiamo
andarcene, Brenda e gli altri non sono molto
lontani da qui, quindi penso tu posso riuscire a percepirli e a
teletrasportarti fino a loro. Sbrigati!”
Ma, mentre stava
svanendo, John aprì gli occhi e saltò
sulle sue spalle, svanendo con lui.
Il demone assistette
a quella scena impotente, perchè
tutto si svolse in pochi secondi.
“NOOOOOOO!”
Subito,
l’amico si avvicinò a lui, tranquillo:
“Ormai
John non rappresenta più una minaccia, non credi? Terence si
occuperà
sicuramente di lui.”
L’altro,
però, era troppo preoccupato per lui per
pensarci: “Zack, devi andartene! Questa stanza
sarà presto invasa dai disordini
e non voglio che tu faccia la mia stessa fine!”
“Non
capisco... hai incastrato la spada, no? Allora
adesso possiamo andarcene, insieme.”
Samuel gli sorrise,
triste e abbassò lo sguardo: “Non
posso, purtroppo. Le mie mani sono come incollate alla spada, non
riesco a
muovermi. Il mio destino è qui, a quanto pare. Ma tu puoi
andartene, tornare
dagli altri e... stare con Jade, prenderti cura di lei, come hai sempre
voluto.”
Nel sentire le sue
parole, gli occhi del ragazzo si
riempirono di lacrime: “Mi dispiace talmente tanto, Samuel.
Mi dispiace
davvero. Io... io non pensavo quelle cose che ho detto, io non ti odio
veramente. Tu… tu sei mio amico!”
“Mi fa
piacere sentirtelo dire, – gli rispose l’altro,
piangendo - non è bello sentirsi odiati. Quando Jade ha
perso i ricordi che
aveva di me, non soffrivo solo per aver perso lei, ma anche per aver
perso te,
l’unico vero amico che abbia mai avuto. Sono contento di
morire, sapendo che
anche tu pensi lo stesso di me.”
Intanto, intorno a
loro, la terra tremava sempre di
più.
“Non posso
tornare da Jade, non dopo quello che ho
fatto. Ti prego, non chiedermi di tornare da loro…
Ora sono un demone e
il mio cuore è cambiato.”
“Zack, devi
andartene! Ma prima devi promettermi che
la proteggerai ugualmente, che troverai il modo di farti perdonare. Per
favore,
ora vatteneeeee!” gli urlò, sentendo la fine
vicina; l’altro capì e corse il
più velocemente possibile verso l’uscita.
“Addiooo!”
Nello stesso istante,
Terence ricomparve sul molo
davanti agli compagni guardarsi intorno preoccupato e gridando.
“Ma
dov’è andato?!?”
Brenda, felice di
vederlo, si avvicinò, confusa dal
suo comportamento: “Hey, sei tornato! Ma di chi stai
parlando?”
“John si
è attaccato a me, mentre mi teletrasportavo!”
rispose lui, agitato e subito Faith si intromise.
“Allora
dov’è, se non qui?”
A quella domanda,
però, non ci fu mai risposta, perché
poco più avanti comparvero Dana e Xao e la ragazza,
vedendoli, corse subito
verso di loro.
“Signora
Ferguson! Xao! Siete salvi!” ma l’entusiasmo
si spense subito, perché tutti si fermarono ad osservare il
cielo, diventato
ormai scuro come la pece: i disordini stavano passando proprio sopra le
loro
teste. Nubi nere arrivavano da tutto il mondo dirette verso
l’isola e pronte a
sparire per sempre.
Samuel era ormai
rimasto solo all’interno del
Santuario e sentiva la fine ormai vicina. Ma, mentre lo pensava,
davanti a lui
comparve John, che aveva intanto recuperato le forze.
Il ragazzo lo
guardò storto: “Cosa c’è?
Vuoi restare a
morire? Beh, tanto non fa differenza, perchè lo farai,
quando i disordini
spariranno definitivamente da questo mondo.”
Ma quello rise, per
poi rispondergli con la sua solita
arroganza: e John, ridendo arrogantemente, disse:
“Che meraviglia, vero?
Sono rimasto solo io... Luis si era totalmente insinuato nella mia vita
e ora
non c’è più, grazie a voi. Sai, non ho
nemmeno dovuto sforzarmi tanto, perchè
sapevo che sarebbe andata a finire così.”
Il demone lo
guardò, confuso: “Di cosa stai parlando?”
“Tranquillo,
non resterò qui a lungo. Sono solo venuto
a salutarti e a dirti che presto renderò la vita della tua
Jade e di tutti gli
altri un vero inferno. Ora in questo mondo c’è
solo un cattivo ed è così che
doveva essere fin dall’inizio. Dopotutto, non sono fatto per
dividere la mia
gloria con altri...”
Pensando fosse
impazzito, Samuel scoppiò a ridere: “Tu
stai delirando: presto morirai, come tutti gli altri che ti hanno
preceduto.”
Ma quello
continuò, sempre sicuro di sé:
“C’è sempre
un modo per scampare alla morte, mio caro Samuel. Nel tuo caso,
purtroppo, no,
ma nel mio, non è detta l’ultima parola. Sappi che
mi divertirò un sacco a far
vivere le persone che ami in un mondo di dolore, mentre tu ti
risveglierai
chissà dove. E sai qual è la cattiva notizia? Che
non potrai fare nulla per
salvarli!” e, mentre la sua risata malefica risuonava
nell’aria, scomparve.
I disordini erano
ormai arrivati e, con una forza
impetuosa, colpirono e attraversarono il demone. Lentamente,
rientrarono nel
Cigno, per poi sparire per sempre, mentre il dolore del giovane era
talmente
grande da farlo gridare disperato.
“JADEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!”
Intanto, poco
lontano, Jade, ancora distesa sul
cemento di cui era fatto il molo, riaprì gli occhi.
“Samuel…”
~
Due settimane dopo
Grazie al sacrifico
di Samuel, la battaglia era ormai
finita e i disordini solo un ricordo lontano. Nella città di
Morney Hill era in
corso la cerimonia dei diplomi e Brenda stava per salire sul palco a
ritirare
il suo. Nell’attesa di sentir pronunciare il suo nome, la
ragazza contemplava
la sedia vuota accanto a sé, dove avrebbe dovuto sedersi la
migliore amica,
assente nel loro giorno più importante.
Improvvisamente,
però, una voce alle sue spalle le
risollevò il morale: “Emozionata?”
Sorpresa, la ragazza
si girò verso la fila alle sue
spalle: “Terence, ce l’hai fatta a venire! E ti sei
messo anche un vestito
elegante!”
L’altro
arrossì, abbassando lo sguardo: “Beh, è
un
giorno importante per te, no?”
“Sì,
dovrebbe…” rispose lei, mentre il sorriso le
svaniva dalle labbra.
“Jade non
si è ancora vista?”
“Credo che
non le importi nulla di essere qui, che non
le più interessi più niente, ormai. Pensavano di
recuperare la nostra Jade, una
volta conclusa la storia dei disordini. Invece, beh, ci sbagliavamo:
ora
l’abbiamo persa per sempre e non credo che le cose torneranno
mai più come
prima. – poi lo guardò teneramente,
accarezzandogli il viso – E’ stata una
fortuna non perdere anche te.”
Terence le sorrise,
comprensivo: “Se sono ancora qui,
è solo merito tuo. Non pensavo che mi amassi a tal punto da
fare quello che hai
fatto per salvarmi.” e lo guardò innamorata,
finchè una voce non irruppe nei
suoi pensieri: qualcuno stava chiamando il suo nome.
“Brenda
Jenkins!”
Sentendo il suo nome,
si alzò, di nuovo il sorriso
sulle labbra: “Tocca a me, ora, è il mio momento.
Questo è il mio momento!”
FINE DELLA SECONDA
STAGIONE
~
INTRODUZIONE ALLA
TERZA
STAGIONE
Morney Hill, Wisconsin
In una tranquilla
casa della città di Morney Hill, una
famiglia felice, composta dai due genitori e dal loro figlioletto di
sei anni,
aveva appena finito di cenare. La madre, subito dopo, aveva portato il
bambino
nella sua camera, per poi rimboccargli le coperte, mentre il padre
lavava i
piatti, canticchiando.
Ad un certo punto, la
moglie lo chiamò dal piano di
sopra: “George, tuo figlio vuole che sali a raccontagli la
favola della
buonanotte, altrimenti ha giurato sui suoi piedini che non
dormirà!”
L’uomo
rise: “Sto salendo, ho quasi finito!” ma la
distrazione gli fu fatale, perchè si ferì ad un
dito.
“Oh,
accidenti! – esclamò, rivolgendosi alla moglie,
che nel frattempo l’aveva raggiunto e osservava preoccupata
il sangue scendere
copioso - Tesoro, dove hai messo i cerotti?”
“Secondo
cassetto in alto della cucina. Fai presto!”
Ma, quando gli porse
la scatola, si accorse di
qualcosa di sconvolgente: il sangue stava ritornando dentro la ferita.
Mentre
l’uomo si guardava sconvolto il dito, incapace
di fare i conti con ciò che aveva appena visto, la donna
continuava a chiamarlo
insistentemente, senza ricevere mai risposta.
“George?
George!”
CONTINUA…
Testo
a cura di Lady Viviana.
ANGOLO
AUTORE: Siamo arrivati alla fine di questa lunga seconda
stagione, ringrazio Lady Viviana per aver curato i testi e i lettori
che mi hanno seguito. La terza stagione partirà nella
seconda metà di Aprile con la 3x01 "Il secondo avvento". Non
mancante a questo appuntamento e ricordate di lasciare un commento
all'episodio finale. A presto!
ECCO
LE DOMANDE LASCIATE IN QUESTA STAGIONE: Cosa ne
sarà di Samuel, dopo la morte? Jade scoprirà il
segreto dei prescelti e del nuovo mondo? Che ne sarà di
Zack? E di John? Che accadrà a Terence? Quale
sarà il mistero della terza stagione?
Scoprirete
cosa è successo molto presto, buon mese stregato!
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