Pieces - Oltre il tonal

di LittleDreamer86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Flash ***
Capitolo 2: *** Ombra di una testa ***
Capitolo 3: *** Nota del 28 Giugno 2013 ***
Capitolo 4: *** Usare un volto. ***
Capitolo 5: *** Promessa è promessa. ***
Capitolo 6: *** Who?Where?When? ***
Capitolo 7: *** Come avviene il controllo? ***
Capitolo 8: *** Sessualità ed Energia Rubata ***



Capitolo 1
*** Flash ***


A casa di Lele, my lover. Alla fine di febbraio 2015.

Stavamo sistemando delle cose, al lavandino. Con la coda dell’occhio colgo un flash azzurro, alla nostra destra, sopra i fornelli, della grandezza di una ventina di centimetri.
Flash con un singolo metallico rumore. Ci giriamo. Impossibile che venga da fuori. Luci di auto dietro casa impossibili perché ci sono i campi.
E poi la colorazione sarebbe stata gialla. Questa era bianco-azzura.

Prima di giungere a conclusioni affrettate, avanzo una seconda ipotesi.
< E se fossero i fornelli?> domando.
< Sono tutti staccati. Nessun rumore in caso di accensione > mi risponde Lele.
< Inoltre era bello grosso come flash. Luce azzurra come il gas.> aggiungo.
< Qualcuno che è svampato! > lui.
< Si. Credo anch’io. > Perfettamente d'acccordo.
< Si. >
< Minimo. Nessuno deve rompere. > aggiungo io.

La prima volta che mi capitava di vedere qualcosa di più, in questa realtà normalmente noiosa.
Mi sentivo molto molto ma davvero molto gasata.
Probabilmente quanto Carlos Castaneda mentre esplorava i mondi degli essere inorganici. (1)

(1) Dal libro "L'arte del sognare" di Carlos Castaneda. Qui l'autore racconta dei suoi viaggi nelle altre dimensioni, attraverso i sogni. Assieme ad un altra apprendista del suo maestro, di nome "La Gorda", riportano alla luce alcuni ricordi di vissuto nel sognare dove Don Juan gli faceva lezione sul sognare e sui vari livelli di "attenzione" (consapevolezza).

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Capitolo 2
*** Ombra di una testa ***


Di nuovo, “sogno” i parenti. Parenti serpenti. Che strano modo di dire vero?
Probabilmente tutt’altro che strano, quando comprendi che nel sognare possono cambiare forma e farsi passare per persone che conosci e ti sono care, amici e quindi parenti.
Anche stanotte è successo. Mi ricordo di due cani uno marrone chiaro di taglia piccola, ed uno marrone scuro di taglia media. Quest’ultimo si pensava di regalarlo a mia zia M. per il compleanno.
Mi ricordo di averlo accarezzato sulla schiena. Pelo corto. Un cane che non mi piaceva.
Mi ricordo inoltre che davanti a casa mia, c’era una gran festa. Ed appiccicata a me, ballava una mia amica. E si, ci stava provando con me, perché la sentivo dietro di me. Inquietante.

Mi sveglio e ne parlo al mio ragazzo, mentre sono ancora nel suo abbraccio. Gli racconto tutto con precisione. So che anche stamattina mi hanno fregato coi parenti. Di nuovo. Sono stanca di questa cosa.
E’ ancora mattino presto, tutto silenzioso. Il mio ragazzo continua a dormire, mentre io son lì, ancora, coi miei pensieri. Luce filtra dalla tenda che separa la camera dal corridoio e si proietta sulla parete alla mia destra.
Guardo la parete, la luce e ad un certo punto me ne accorgo.
Mi accorgo di un ombra nera, ovale, proiettata poco sopra quella della valigia a terra. Un metro circa da terra. Una testa!
No. No. NO!
E’ qualcuno oltre la tenda. Ruoto lo sguardo da quella parte. Nessuno. Torno a guardare la parete.
L’ombra adesso è scomparsa.
Passano due secondi al massimo ed eccola lì di nuovo. Si muove. Si muove sulla parete alla stessa altezza.
Voglio gridare, ma è come se il fiato fosse bloccato in gola. Nulla.
Guardo di nuovo verso la tenda, a sinistra del letto. So che c’è qualcuno. So. L’ho visto proiettato sulla parete.
Riprovo di nuovo a gridare ma niente.
Terzo tentativo.

Mi esce dalla gola, l’ urlo più profondo, lungo, agghiacciante ed aspro che mai avessi udito.

Rimango del tutto stupita dalla forza che ho avuto e dalla lunghezza dell'urlo.
Cosa da fare utile di fronte ad un aggressore, diventare più pericoloso e aggressivo e temibile di lui.
Creare quella paura che lui crea in te. Battere i piedi a terra, mettere uno sguardo deciso e tremendo, urlare, proprio come consigliava Don Juan a Carlos.
Mi sblocco, da quella situazione. Il mio cuore batte a mille. E suona la sveglia due o tre secondi dopo.
< Amore, qualcuno era qui. C'era l'ombra di una testa sulla parete. >
< Vieni qui e abbracciami.>
< Si ma l’ho vista! Era qualcuno dalla tenda. Ho urlato! >
< Non ho sentito nulla. Eri nel sognare…>
< Lo so! >
 
Quando mi sono alzata, senza accendere la luce ho fatto la prova dell’ombra. Per ricrearla esattamente nello stesso punto in cui l’avevo vista.
Ebbene, per proiettare un ombra del tipo che ho visto sulla parete, la cosa doveva essere alta un metro e venti al massimo.
Dal letto avevo creduto fosse più alto. Ecco spiegato perché guardando da quella parte nulla avevo visto.
Un grigio. Si proprio uno di quegli esseri piccoli, bassi, viscidi e che puzzano di cadavere.
 

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Capitolo 3
*** Nota del 28 Giugno 2013 ***


(Prima scena)
Dentro una casa. Una casa diversa da quella in cui attualmente vivo. All'improvviso un rombo attira la mia attenzione. Esco fuori perchè credo ci siano degli aerei che passano, su nel cielo.
Girando attorno alla casa osservando lassù vedo delle scie, scie bianche. Proseguo camminando e ritorno davanti a quella casa, e finalmente lo vedo...l'aereo del rombo, passare a bassaquota.
Quando è più lontano, la sua traiettoria cambia; è come se curvasse modificando la sua direzione, per incrociarsi, poco dopo, con un altro "aereo" che lascia altre scie.
Il primo aereo si abbassa, per arrivare quasi a toccare il tetto di una casa bifamiliare, poco distante da quella in cui sto io. Vedo ogni cosa da qui, di fronte a me: una pianura di campi e qualche casa dispersa tra scacchi di verde e giallo.
E l'aereo adesso, ritornando nella direzione dal quale era venuto, è più vicino a me. Ha colore verde militare, uno di quelli con l'elica davanti, della prima guerra mondiale.
Un due posti. Sulla carlinga spicca una scritta. Ricordo di averla vista e letta; qualcosa tipo TADD's ma solo della " 's" posso essere certa, adesso.
Il secondo "aereo", che aveva preso a seguire il primo, era tutt'altro che un aereo. Una vecchia macchina, molto simile al modello FORD AF dei primi del 900 ( vedi foto in link ).

http://www.photaki.it/foto-auto-d%27epoca-modello-ford-auto-americane-detroit_426896.htm

Era di tre colori: verde, nero e bordò. Al suo interno vi erano quattro persone. Probabilmente militari. Scorgo il cappello nero lucido, simile nella forma a quello dei nostri carabinieri.
Vedo la macchinia cambiare un poco d'aspetto: apre come delle ali, con flaps e spoilers. Poi scompare. So che ha appena fatto un salto nello spazio-tempo.

(Seconda scena)

Film horror a casa di amici. Sala con divano. Avevo messo due sedie, alla sinistra e poco dietro il divano che era rivolto alla televisione. Io mi ero seduta lì.
Un ragazzo che era in classe con me alle medie, Andrea T., aggiunge un uleriore sedia vicina alle due che avevo messo io. Seduto accanto a me, c'è un altro ragazzo.
Lì seduta, ad un certo punto ho un ricordo: a terra c'erano dei quotidiani, ed io mi ero piegata sulle ginocchia per prenderli, raccoglierli, quando qualcosa mi aveva p'unto.
Un qualcosa di piccolo e nero. Un ragno, penso. Allora, lo dico a tutti. Dico che un ragno mi ha morso sulla mano. Loro, gli amici, dicono che se era uno di quelli neri e un po grosso, allora è grave.
Ecco, comincio ad agitarmi. Mi alzo in piedi ed esco di casa subito, seguita da qualcuno. Qualcuno che non ricordo di preciso, qualcuno che probabilmente conosco o forse no.
Ipotesi: mio fratello, l'ex, un amico o...uno sconosciuto?
Ci dirigiamo entrambi alla macchina per andare velocemente al pronto soccorso.

Boom. Eccoci lì. Ricordi zero della strada percorsa in auto.
Il parcheggio è grande. Ci sono macchine parcheggiate in punti diversi, sparse. Apriamo il bagagliaio. Perchè lo apriamo? ( Forse qualcosa di importante dimenticato?)

Arriva ad un certo punto una che fa la fisioterapista, amica del mio ex, Lucia. Lei dice che mi preleva un campione di sangue per mandarlo all’ospedale, perché ha sentito il dottore, e solo nel caso in cui sia davvero un ragno devo andarci all’ospedale.
Mi lascio fare il prelievo nel braccio destro e non nel sinistro, tenendolo stretto con il laccio di plastica. Lo trovo strano. Tutta la situazione è strana.

Altro vuoto. Il percorso in auto, dal parcheggio dell'ospedale all'appartamento degli amici, dove si vedeva il film.
Salgo delle scale ed entro dentro l’appartamento.
A terra vedo una mosca morta. Pensiero personale: forse non era un ragno ad avermi punto, forse era stata quella mosca a toccarmi e nel buio, durante la visione del film non l'avevo vista.
Ma allora, come avevo fatto a vedere a terra i giornali?
Sono confusa.
Tutto questo è irrazionale. Irragionevole.
Nonostante lo fosse stato, io ho lasciato che qualcuno lo prendesse con la scusa del morso e mi facesse un prelievo. Hanno un campione del DNA di questo corpo fisico, da qualche parte.

(Terza scena)
Sono in uno spazio aperto di campagna, di terra battuta bianco/gialla. C’è il sole. Vedo correre a terra un piccolo cagnetto, verso di me ma anche verso la sua padrona poco distante.
Mi sembra la  mia vicina di casa,Romana. La vedo trasformarsi in una specie di procione. Si fa seguire dal piccolo cane, un cucciolo probabilmente. Corriamo assieme tutti e tre per un po, in giro per la campagna.

E poi...

Nero. Vedo il nero. Ma voglio vedere. Mi trovo dentro un campo. Percepisco l'erba alta, sfiorarmi le ginocchia e le gambe mentre corro. Si! Sono qui, adesso! Felice! Nel sogno, consapevole di essere, di fare. Mi abbasso, piegando le ginocchia e tocco l'erba e le piccole piante, fiori di campo, con le mani. Mi rialzo, e cammino ancora verso la strada vicina. E lì ancora consapevole della mia lucidità, mi abbasso di nuovo a toccare l'asfalto. Lo sento. Sento la sua ruvidità, gli inerti che lo compongono. E' vero. E' tutto vero. Anche i fiori sul ciglio della strada, che si sporgono avanti. Li sfioro. Sento i petali. La loro morbidezza.
E' tutto reale.
In quel mondo.
Altrove.

Sono contenta di poter vedere e toccare.
Percepire.

Sento sfuggirmi il controllo. Si fa nero.
 

Riafferro la concentrazione. Comincio a camminare. E’ come se scendessi per la strada dello svincolo della superstrada da mia nonna. Ma arrivata in fondo trovo una specie di lago, con piante tipo canneti, ma con insommità un fiore come il girasole.

Di nuovo un po nero. Ho perso il controllo del sognare.

Acqua. Dentro c’è un gruppo schiamazzante di persone. Ragazzi e ragazze. Ad un certo punto un gruppetto di maschi solleva qualcuno,un ragazzo forse. Lo portano così fino a riva.


(Quarta scena)

Sono in giro nelle campagne (forse questa parte si ricollega a sopra) e sento qualcuno dirmi delle cose dalla mia parte sinistra. Un discorso sull’ “infinito” ma le parole sono contorte…le capisco male e tutta la scena sfoca.

Mi sveglio in una piccola stanzetta. Una donna apre la porta e fuori c’è un ampio spazio di terra bianca e polverosa. Però siamo in un posto fuori città, ci sono poche case, molti spazi aperti. Mi richiama all’attenzione e vedo oltre una finestra un ragazzo con gli occhi marroni, capelli castano biondi (al massimo 20 anni) un po lunghi (ma che stanno sopra le spalle) ed un po robusto, poco più basso di me (ha gli occhiali neri da sole sopra la testa). Era lui che mi parlava prima, lo sento perché ha la stessa voce. Da dietro il vetro della finestra dice qualcosa.

Anche la donna dice qualcosa che ho dimenticato.

Esco e corro ad abbracciare questo ragazzo forte forte. C’è calore ed emozione. Mi viene in mente che lo conosco. Ci rincontriamo dopo molto tempo.

Poi arriva qualcun altro: ho difficoltà a ricordarmi se fosse ragazzo o ragazza.

In ogni caso mi si avvicina, conosco anche lui/lei, e si avvicina anche la donna. Ci abbracciamo noi tre assieme e la donna bacia sulla bocca questo ragazzo/a.

Di nuovo, qui. In questa dimensione, fissata alla solita posizione del punto d'unione.


NOTA "Sul punto d'unione":
Nella tradizione sciamanica tolteca, il punto d'unione è una sorta di centro energetico libero di spostarsi all'interno del campo energetico umano.
I Toltechi ci spiegano come, ogni razza o gruppo sociale condivida una specifica posizione del punto d'unione.
Le variazioni tra un gruppo sociale e l'altro si discostano quel tanto che basta per consentire le diverse sfumature nella percezione della realtà.
In linea di massima il punto d'unione dell'essere umano, in ogni epoca è fissato in una posizione pressoché condivisa da tutto il genere umano.
Finché il nostro punto d'unione rimane esattamente dov'è posto quello di tutti gli altri, la nostra e la loro percezione sono perfettamente allineate.
Quando spostiamo, consapevolmente o meno, il punto di unione, si aprono dinanzi a noi orizzonti percettivi nuovi e accettiamo nuove possibilità di crescita e di conoscenza.
Quando sognamo, automaticamente il nostro punto d'unione va a trovarsi in un punto diverso rispetto al suo solito.

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Capitolo 4
*** Usare un volto. ***


20-07-2015 (Prima delle 5 a.m.)
 

Serpenti
Un serpente su un piede. Un mezzo colpo al cuore. Inaspettato. Lo calcio via, abbastanza inquieta.
Mio fratello poco distante, in giardino, un giardino da qualche parte, con varie siepi e parti di prato.
Corro verso di lui gridando “Ci sono i serpenti! Stai attento, capito?”
Lui si guarda attorno, e ne vede uno grosso, con altri sepentelli più piccoli. Forse i figli.
Mi fa abbastanza schifo tutto questo. Non i serpenti in sé, ma il fatto che siano dappertutto. Sono davvero tantissimi. Troppi.
Alcuni lunghi, alcuni piccoli. E tutti verdi. Un verde chiaro, quasi acerbo.
Mia madre esce dalla porta, ed ecco, avverto pure lei gridando “ Sepenti!”

Mi sveglio da questa specie di sogno, tendente all’incubo. La finestra è completamente spalancata, alla mia sinistra, come l’avevo lasciata ieri sera, con la zanzariera abbassata.
Il cielo notturno comincia a cedere spazio all’alba. Blu chiaro.
Mi voglio alzare per andare in bagno, e così allungo la destra verso il comodino ad afferrare l’interruttore della luce. Click.
Nessun suono. Non succede niente. Lo schiaccio ancora. E ancora e ancora. Niente. Non si accende niente.
Ma com’è possibile?
Continuo a cliccare con l’indice il tasto d’accensione ma nulla. E poi si rompe. Si schianta il coperchietto dell’interruttore.
Rimango interdetta.
Cerco di riposizionarlo e alla fine ci riesco. Ma il risultato è sempre lo stesso. Niente luce.

E poi, succede. Qualcuno mi afferra le mani e cerca di trascinarmi giù dal letto.
Vedo delle braccia, un mezzo busto, una testa emergere come dal nulla di fronte a me, nell’ambiente virtuale della mia stanza personale.
Nello spazio tra me e l’armadio, che è esattamente di fronte al letto.
Sento emergere dentro di me, una paura sproporzionata. Immensa.
Mi vogliono portare via, mi vogliono portare via!!!!
Sono completamente presa da questa grande inquietudine ma voglio rimanere nella mia stanza, voglio essere io a scegliere per la mia vita.
Mi faccio coraggio e riesco a dire “No!” anche se sento dentro di me solo terrore.
La presa di quel qualcuno, si allenta un poco.
Chiunque sia sembra del tutto stupito per quanto sta succedendo. Non si aspettava la mia reazione.
In ogni caso non ha intenzione di fermarsi. Mi trascinerà via. Questo è quello che voleva fare e vuole fare ancora. Lo so!
E così, l’ho visto. Ho visto quell’immagine, prima come confusa, definirsi e un volto prendere spazio su quella testa che era stata sfocata e anonima.
Quella faccia era quella di mio padre. Mio padre, morto ben dieci anni fa.
Allora, ho capito. La paura voleva ancora che fossi sua preda, ma io ormai avevo compreso.
Mi sono opposta a quella presa in giro, a quell’arruffianamento.
Usare il volto di chi ha “recitato” la parte di mio padre, per indurmi a farmi trascinare, per indurmi a lasciarmi fregare.
No.
Ho detto con ancora più forza “Mai più! No more!”
Mai più deve accadere una cosa del genere. E così, tutto è sfocato.
La creatura lentamente e svanita ed io ho visto quel volto, rimutare a nulla e svanire come un’ombra, viaggiando orizzontalmente sopra il mio letto.
Un impressione sulla retina, che pian piano degrada e scompare.


Quando tutto è finito, mi sono messa seduta sul letto e sono riuscita finalmente ad accendere la luce.
Fuori la luminosità era esattamente la stessa e tutto nella mia stanza era così com’era prima.
Stava per succedere di nuovo. Ed invece NO!
Tiro un sospiro di sollievo, e mi prometto che mai più succederà qualcosa di simile.
Scrivo qui e sottoscrivo: ogni giorno eseguo il triade color test o il simbad (2), e rendo la Mente immacolata, pura, perfetta, immota.
Il fatto che abbia scritto questa promessa al presente è perché lo faccio adesso. In ogni attimo di presente.

Posso concludere scrivendo solo quest’ultima cosa: trovo molto subdolo usare volti di parenti e persone care per indurre ognuno di noi a fare come “loro”(3) vogliono ma anche molto intelligente, allo stesso tempo. Tutto questo ho un solo fine comunque: comprendere per migliorarci. Infatti questo fatto delle parentele e della famiglia deve essere superato per andare oltre i nostri limiti e il senso di colpa; dobbiamo scegliere noi la nostra strada.
Liberi dalle credenze, dalla morale, da quello che quelli prima di noi hanno creduto vero perché a loro volta gli hanno fatto credere che fosse vero. Liberi di essere noi stessi.
Nessuna regola, nessun governo, nessuna religione (religione da “religo” metto sotto regole). Sono solo limiti che ci siamo imposti. E’ ora di finirla, se volgiamo vedere ciò che c’è oltre il velo.
Qualcuno potrà pensare "ma senza regole se uno uccide...ecc...ecc..": se ogni essere  arriva a comprendere chi o cosa è, c'è solo amore nei propri riguardi e quindi anche verso tutto il resto. E niente può portare squilibrio in quello stato di cose.

Note interessanti:
(1)Perché la luce non si accendeva? Nulla funziona quando il Tempo viene bloccato. Rimane solo lo Spazio. Uno spazio dove nessun suono può propagarsi, perché la funzione d’onda si sviluppa nel tempo. Dove niente può cambiare. E la tecnologia è inutile. Ecco perché nonostante i miei sforzi la luce è rimasta spenta.
(2) Simbad e Triade Color Test sono simulazioni mentali, proposte dal ricercatore C. Malanga.
(3) “loro”: quelli che una volta erano chiamati Demoni o Spiriti (con accezione negativa, è chiaro) adesso sono quelli che chiamiamo Alieni. Da “Alieni o Demoni” di Corrado Malanga.

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Capitolo 5
*** Promessa è promessa. ***


Quando una promessa a se stessi è una promessa, niente e nessuno può fermarci.
Da quando l'uomo/l'essere con la faccia di mio padre ha tentato di portarmi via, la promessa che ho fatto a me stessa è stata "Mai più, mai più una cosa del genere!".
Sono passati due giorni e per due giorni ho usato due ore del mio tempo per tentare la simulazione mentale Simbad di Corrado Malanga.
E ho compreso come ci sia ancora tanto caos dentro me.
Quando tutto sembra immoto e silenzioso nella Mente, qualcosa da sotto la superficie emerge e rompe la linearità perfetta del Silenzio.
Ogni volta che giocavo a Dio, dentro di me, creando scale, creando situazioni qualcosa bruscamente frantumava la concentrazione, e mi trascinava altrove.
A qualche altra idea, a qualche altro pensiero. Evidentemente, tutt'altro che mio.
Perchè, se siamo padroni di noi stessi, dobbiamo lasciar sfumare un idea per farci trascinare da un altra?
Forse, è perchè siamo come schiavi, dei nostri pensieri. Loro sono i nostri padroni e non noi i loro.
E allora, forse, questi pensieri che ci possiedono potrebbero anche non appartenerci.
E se non ci appartengono, di chi sono?
Noi...siamo qualcosa di diverso dai pensieri che ci arrivano in testa.
Altro.

Alla fine,in questi due giorni, il mio intento di fare ogni giorno la simulazione mentale di Corrado è fallito. Però, per varie decine di secondi, la mia mente è rimasta immota. Silenziosa.
O meglio, dovrei dire, nessun pensiero ha interrotto la perfezione di quell'immobilità. Nessuna goccia, per quel tempo così breve. Intervalli di sereno, in mezzo alla tempesta che infuria.
Oltre ai pensieri, quando stai cercando di comprendere chi e cosa sei, cominciano i pruriti, i formicolii, i dolori in un punto o più punti del tuo corpo.
E tutto per distoglierci dalla nostra meditazione. Così è stato.
Sono convinta tuttavia, che ce la posso fare. E che ce la faccio sicuramente.

In ogni caso, tutti i miei sforzi sono stati premiati dal mio inconscio. Infatti, dopo mesi di nulla totale, torno consapevole nel sognare.

Sogno Lucido e Oobe (1)
Questa notte, mi trovavo a camminare al buio in una via, di un qualche paesino. Amo il buio, amo l'oscurità. Mai ne ho avuto paura. Lo sento come il ventre caldo e oscuro di una madre.
Nella via che stavo percorrendo, c'erano delle case, ai lati. Case a schiera, villette. Un cane lupo cominciò ad abbaiarmi dietro un cancelletto.
E poi un doberman molto alto e snello, esce dal vialetto di una casa, alla mia sinistra, e rabbiosamente cominciò a imitare l'altro cane, dall'altro lato della strada.
Si avvicinò così tanto a me che sentivo il soffio del suo abbaiare sulle mie mani. Tuttavia rimasi completamente serena. Calma. Niente, sapevo, mi poteva e può fare del male.
Con questa consapevolezza, ogni cosa sfumò. E tutto divenne nero.
Ero tornata. Ero nella mia camera. E continuava ad essere buio.
Sentivo di essere in piedi sopra il letto, anche se sarebbe meglio dire che mi sentivo come se fossi in posizione verticale,
senza possedere una forma vera e propria, con dei confini definiti.
Ero leggera come piuma, quasi senza peso.
Forse, c'era qualcun'altro nella stanza.
Allora per sicurezza, dissi per me stessa che volevo rimanere dov'ero e così lentamente la mia posizione tornò orizzontale. Rientrai dentro il contenitore che è il mio corpo.

Quando sono tornata completamente in questa forma, mi sono ricordata che avevo il telefono acceso. Allora per spegnerlo ho letto l'ora: ore 1.05 a.m. (22/07/2015)
Praticamente era passata poco più di un ora da quando mi ero messa a letto.

Promessa è Promessa.

(1) Oobe: sta per out of the body experience, esperienza fuori dal corpo. Più la parte mentale sta in silenzio più il fenomeno è facile che si verifichi. Talvolta succede anche quando la nostra volontà di essere altrove è così grande, magari quando stiamo molto male, che alla fine quello è il risultato. Com'è successo ad una cara amica.


 

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Capitolo 6
*** Who?Where?When? ***


Behind this personality there's nothing.
There, I don't konw where, no space and no time exixt.
No one has a name.
Because we're nothing and evrething at the same time.



7/12/2015

Nero.Più nero.
Chi sono?
Neppure la minima idea. Mi sforzo di sapere.
L'unica risposta che riesco a darmi è nessuno.
Dove sono?
Anche in questo caso, non so.
Da nessuna parte.
Quando sono?
Nessun tempo, nessun era, niente. Solo Adesso.
Mi sforzo di capire. Di comprendere.
E vedo spirali formarsi attorno a me nel nero assoluto, e ruotare, ruotare.
Ma nulla ruota, sono io e sola mente io a farlo.
Un io senza nome, senza spazio nè tempo.


Quando apro gli occhi, sono distesa nel mio letto, in camera mia.
Conosco il mio nome, la mia posizione spazio-temporale.
Sono tornata nella parte che recito, e mi domando se ciò che è vissuto fosse all'inizio del tempo, all'origine dei mondi.
Quando? Dove? In un non-luogo e in un non-tempo.
Quando gli Antichi dicevano che siamo in un universo illusorio intendevano che nulla di tutto questo esiste veramente.
Forse è questo ciò che intendevano.
Dietro a ogni nome c'è una storia, una fiction. Ma al di là di quel nome c'è il nulla.
Un nulla pieno e creativo.
Molto creativo se ha generato la personalità che oggi sono.
Tuttavia, tenere sempre a mente quest'esperienza vissuta.
Guardare la realtà con occhio diverso. Prendere coscienza, istante per istante, della commedia e del dramma.
Perchè stiamo recitando.
Semplicemente questo.
Tutto è perfetto. E fatto perfettamente e giustamente.

 

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Capitolo 7
*** Come avviene il controllo? ***


Vi siete mai domandati perché avvengono certi accadimenti?

Perché magari verso una persona agite in un certo modo piuttosto che in un altro?

Perché magari a pelle una persona vi stia antipatica o al contrario vi piace da impazzire?

Perché magari decidete improvvisamente, dopo esservi organizzati di fare una cosa, di ritornare sui vostri passi?

Magari queste potrebbero essere domande con risposte tutte scollegate fra loro, ma se non fosse realmente così.


Se ci fosse un'unica risposta a tutte queste domande.

Per esempio…siamo tutti fuori controllo.
Siamo tutti sotto controllo che è la stessa cosa.
La nostra mente è fuori controllo. E se questo è vero…è facilmente controllabile.

Mettersi seduti e smettere di pensare è difficilissimo, così come creare nella propria mente una storia o meglio una simulazione reale della realtà virtuale fisica  perché improvvisamente subentrano pensieri alieni che s’insinuano come serpenti e vi sviano dal vostro intento, o magari addirittura vi deconcentrano a un punto tale che vi dimenticate pure che stavate pensando poco prima.

Siamo controllabili qui, ed anche quando ci addormentiamo passando nella realtà del sognare finiamo per esser controllati e guidati da ciò che ci succede in quel mondo con ripercussioni in questo. Questo accade sempre a meno che siamo in ogni istante dei sognatori lucidi cioè coscienti di essere in un sogno, senza mai dormire.

Nella realtà del sogno ci accadono avvenimenti da cui ci lasciamo influenzare.
Ecco un piccolo esempio.

Proprio questa notte sogno di essere a casa della sorella del mio compagno Lele. Lei la chiamerò con la sua iniziale ovvero M. semplicemente. Ad un certo punto del sogno suonano alla porta e vado ad aprire perché avevo ordinato dei pasticcini e sapevo che me li avrebbero consegnati. Prendo questi pasticcini, dopo aver guardato dentro la scatola e chiacchierato con la donna delle consegne, ed afferro anche altre cose che dovevo portare in cucina. Lì appoggio i pasticcini e anche il resto ma sfortunatamente (ma era facile visto che avevo le braccia piene) il grembiulino della nipote di Lele mi cade mentre stavo per appoggiarlo allo schienale di una sedia lì vicino. Mai averlo fatto. Arriva mia nonna che comincia a criticarmi dicendomi che sono maldestra, che è anti-igienico ecc. ecc. Inutile dilungarsi. Chiaramente io apporto le mie ragioni e comunque sono alquanto irritata. La storia finisce che vado a riposare con il mio compagno. Però stranamente mi accorgo che è tutto buio, e comprendo di essere cosciente. E questo significa capace di agire. Vedo qualcosa davanti a me, abbastanza grossa. Come se qualcuno fosse nel letto, sotto le coperte. Mi muovo un po e tiro un calcio colpendo qualcosa di solido. Poi sento un sottile rumore ed un inquietante sussurro proveniente dalla mia sinistra. Una singola parola dal significato oscuro. Il rigonfiamento scuro davanti a me scompare. Tutto è finito. Sono inquieta e il mio umore è basso. Per le critiche e per la situazione successiva che non prometteva nulla di buono. Il primo pensiero che mi viene in testa è “Non è che abbia tanto voglia di andare a pranzo da nonna. Devo inventare una scusa”.

Attenzione!!! Ero passata casualmente da “Inquietante e probabile tentativo di adduzione” a “Non andare da mia nonna”!
Ieri mi ero organizzata coi nonni per andare a pranzo da loro perché ci vediamo raramente e nella notte prima di andarci per caso sogno mia nonna che mi critica, poi succede qualcosa di strano e mi sveglio inquieta col primo pensiero “Non mi sento così bene da andare da nonna a pranzo!”

Qualcosa non va, ormai l’ho compreso come ho compreso che le mie azioni come quelle di chiunque altro sono il frutto di volontà individuali mescolate a controllo attuato qui e nel sogno da controllori, agenti smith proprio come in Matrix.

E’ chiaro che compreso che il pensiero era controllato mi sono sentita subito bene. Sparita l’inquietudine creata ad hoc da altri, oggi sono andata a pranzo da mia nonna e tutto si è svolto tranquillamente.

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Capitolo 8
*** Sessualità ed Energia Rubata ***


Tutto appare sfocato. Un gruppo di persone. Compagni di scuola. Compagni d'avventura. O perlomeno è quello che mi vien fatto credere.
C'è qualcuno di molto alto in mezzo a loro. Gli vado a sbattere contro. La mia testa arriva a metà del suo busto. Potrebbe essere una donna? Ha i capelli lungi e lisci. Chiarissimi, come se fossero bianchi. Fini come fossero quelli di una bambola, e divisi a metà dalla riga in mezzo alla testa, perfettamente centrata.

" Non ho intenzione di lottare con lei... " dico riferendomi a questa cosa così alta, parlando ad un ragazzo lì vicino.

 Un ragazzo dai capelli neri come la notte, mossi e morbidi. Lo conosco. Mi sta simpatico. E poi è un bel ragazzo. Mi fa piacere poter guardare qualcuno di così bello e particolare allo stesso tempo. Stupida…eh?


CAMBIO SCENA
Ci sediamo da qualche parte. Io e lui. Tiene il braccio dietro le mie spalle, appoggiato sul bracciolo della sedia, sfiorandomi appena la schiena. C'è qualcuno che sta spiegando qualcosa. Un insegnate. Siamo in un aula? Ci sono ragazzi seduti ai banchi.

" E se tutto quello che è stato scritto sulla storia fosse tutta una grande menzogna?" domando io.

" Bella domanda..." risponde l’insegnante.

Poi il ragazzo vicino a me fa qualcosa che mi stupisce totalmente. Mi morde l'orecchio e la cosa mi fa impazzire. Sento il piacere propagarsi da quel punto ovunque nel mio corpo. Dall'alto al basso. Sono in grado di controllare quell'ondata di sensazioni e farle muovere a mio piacere. Le faccio ripercorre ancora il mio corpo. Questa volta dal basso verso l'alto.
E ho un momento improvviso di lucidità.

Che cavolo sto facendo? Che cavolo stai facendo (il mio nome)?



Mi sveglio dal "sogno", leggermente sconvolta. La mia stanza.
C'è qualcosa di strano. Prendo il telefono. Cerco di accenderlo.
Lo schermo si accende e si spegne. Si accende e si spegne.
Provo ad accendere la luce. Niente. Niente. Niente.

Ho capito. Mi trovo a metà in quello spazio tra gli spazi. Dove il tempo è bloccato. Dove qualcuno ha bloccato il tempo per riuscire a fare i suoi comodi.
Sento il corpo legato, trattenuto. No!
Posso sollevarmi. Posso andarmene.
So che c'è qualcuno che mi osserva, aldilà della visione apparentemente immutata che ho della stanza.
Sento delle mani provare ad eccitare il mio contenitore. Sento quella stessa sensazione ed energia percorrermi, come nel "sogno", a partire dai genitali.
NO! Sono ostinata! Deve finire tutto!
L'unica cosa che mi viene in mente, mentre cerco di mandar via con le mie mani invisibili quelle mani altrettanto invisibili è quella di creare un cerchio.
Un cerchio fatto di consapevolezza all'interno della stanza.
Quando avrò percorso il cerchio con il mio intento. Tutto terminerà.
Lo percorro. E lo chiudo su se stesso.
E' finita.

Mi sveglio e mi accorgo di tenere le mani dentro le mutande. Sopra la vagina. Come ad impedire a qualcuno o qualcosa di entrarmi dentro. Lo so è spaventoso. Tremendo.
Mi ricompongo. Non ho affatto paura. No.
Prendo da sotto il letto il libro dalla copertina quasi completamente nera, fatta eccezione per il volto alieno che sta in "bella vista".
Alieni o Demoni. Corrado Malanga

Lo sfoglio. So dove cercare. All'inizio. Scorro le varie tipologie di esseri. Le loro caratteristiche.

Conosci il tuo nemico, e conosci te stesso, solo così potrai vincere. L'arte della Guerra.

Alto 2,20 metri. Pallido. Capelli lisci bianchi.
Non ho idea di quante dita avesse.
Sembrava come un grosso gorilla senza cervello.

Un sei dita con dentro il suo ospite nero e bidimensionale, proveniente dai mondi dell' Universo che sta morendo.

Sapevo fossi tu, Ringhio.
Dalla mia stessa rabbia.


 
NOTA: La nostra energia può essere utilizzata da noi o da altri. Possiamo decidere di abbandonarci ai pensieri e sprecarla a rimuginare sui nostri errori, sul nostro essere vittime, lasciare che altri ce la succhino via…che siano parenti, che siano demoni o alieni. Possiamo anche decidere che è ora di finirla di lasciare che altri ci dicano cosa fare e quando farlo. Possiamo anche smettere di aver paura…e prenderci le nostre responsabilità di quanto ci accade. Siamo noi a permettere che accada. Siamo sempre noi che possiamo farlo finire.
 

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