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di ludo22
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nella mia storia tra Caroline e Stefan non c'è mai stato niente e Damon e Bonnie sono morti in seguito all'operazione 'fai saltare in aria il grill assieme ai Viaggiatori'.
Caroline ha vissuto per 10 anni a New Orleans con Enzo alla ricerca di un modo per dichiararsi al suo amore nascosto (Klaus) ma i suoi proponimenti sono stati dovuti rimandare a data da destinarsi in quanto Ester e Mikeal hanno deciso di voler uccidere il loro odiato figlio usando come leva Caroline che è morta in seguito ad un incantesimo di Davina che è stata posseduta temporaneamente da Bonnie, subito seguiti da Esther e Mikeal.
In seguito Klaus e Davina/Bonnie con l'aiuto di Stefan, Elena ed Enzo sono riusciti a far resuscitare Caroline, però c'è uno scotto… Klaus ha dovuto soggiogarla affinché perdesse la memoria di lui e dei suoi fratelli.

   

 

                                                                 Mystic Falls 30 maggio 2027

Liz 

Sentì una macchina accostare presso il vialetto di casa e il suo pensiero corse veloce alla figlia: Caroline.
Erano un paio di mesi che non tornava a casa, e finalmente oggi sarebbe tornata.
Stando a quanto le avevano detto Elena e Stefan stava uscendo con un nuovo ragazzo.
Le avevano anche raccontato di Klaus, del fatto che non lo dovesse nominare nemmeno sotto tortura, a meno che non volesse essere sottoposta a domande cui non era certa di saper (o voler) rispondere.
Ma dalla finestra di casa vide il vice sceriffo Donovan.
Non era la persona che si aspettava di vedere quel sabato mattina, ma comunque…
<< Matt, entra pure! >> disse la donna, andando ad aprire la porta e sorseggiando il caffè che si era appena preparata.
<< Liz, abbiamo un problema in centrale! >> si limitò a dire il vice sceriffo.
<< Non potete risolverlo da voi? >> chiese la donna, infastidita.
Si era presa apposta quel giorno di ferie, nella speranza di riuscire a passare la giornata con Caroline, ma, osservando il volto dell'amico della figlia, capì che, a quanto pareva, non era destino…
<< Dammi cinque minuti che mi cambio! E prendiamo la tua macchina. >> gridò entrando nella stanza da letto e prendendo l'uniforme dall'armadio. 

 

Caroline 

<< Sei nervoso? >> chiese al ragazzo che stava guidando la macchina, sistemandogli una ciocca di ricci ribelli sulla nuca.
<< Assolutamente no. Anzi credo che tua mamma mi adorerà! >> le rispose lui in tono fintamente sconvolto.
<< Bene, vediamo cosa non sai? Ti ho già detto che è uno sceriffo, giusto? E che odia la torta al limone, che tu, ovviamente hai preparato? >> 
<< E' l'unica che so fare >> si difese l'uomo.
<< A quanto pare ho scovato il tuo unico punto debole, >> gli sorrise la bionda, dandogli un bacio leggero sulla guancia. << devi girare a destra comunque! >> aggiunse dopo qualche istante, vedendo che il ragazzo stava per sbagliare strada.
Dopo qualche secondo di pace, Caroline gli indicò una piccola casa.
<< Okay, entra è quella! >>
<< Sei sicura? Non vorrei che ti sbagliassi come quella volta… >> disse il ragazzo maliziosamente, ma fu interrotto dallo sbuffo della bionda che aveva al suo fianco.
<< Ero ubriaca e non ricordavo quale fosse l'hotel in cui avessi prenotato, per quanto tempo vorrai farmelo pesare? >>
<< Mmmh, una decina d'anni mi pare il tempo necessario per il disturbo che hai creato a quei poveri signori… >> sorrise il ragazzo. 
<< Caroline >> uscì la madre trafelata di casa, dopo che il ragazzo ebbe parcheggiato la macchina all'interno del vialetto << tesoro… Oh ma vedo che abbiamo compagnia… >> 
<< Mamma, lui è… >> ma stavolta fu lui ad interrompere lei.
<< Jesse, piacere signora Forbes >>
<< Chiamami Liz! Piacere mio. >> sorrise la madre. << Su entrate, ragazzi. Jesse, rimani per cena? >>
<< Grazie, Liz. >> rispose il ragazzo.

 

Elena 

Era tutto perfetto, pensava la vampira. 
Jeremy si era sposato da poco con una ragazzetta incontrata alla scuola d'arte e adesso vivevano a New York, Matt era vice sceriffo, Tyler era diventato il sindaco della città, Caroline era tornata e Klaus… Beh… Non si faceva sentire dal giorno in cui si erano lasciati New Orleans alle spalle.
Si, pensò la vampira, stiracchiandosi nel letto di casa Salvatore, finalmente nelle loro vite sembrava tutto filare alla grande.
Certo era la seconda volta che ripeteva il corso di medicina al Whitmore Collegge, ma si sarebbe fatta uccidere piuttosto che rovinare l'idilliaca pace che era tornata da quando Caroline era riapparsa.
Avevano solamente dovuto soggiogare qualche insegnante che si sarebbe potuto ricordare qualcosa su di loro e il gioco era fatto!
La loro nuova vita era iniziata quel giorno.
La sua nuova vita con Stefan.
Ripensando al passato non poteva che essere soddisfatta della piega che avevano preso gli eventi.
Anzi era più che soddisfatta, si ritrovò a pensare, mentre osservava Stefan uscire dalla doccia e scendere in cucina.
Pochi minuti dopo sentì un invitante profumino di bacon e uova fritte uscire dalla stanza a pianterreno e decise di uscire dalla tana da dove si era rinchiusa da fin troppo tempo e scese lentamente le scale.
<< Stefan… Dove sei? >> chiamò fingendo di essersi appena svegliata.
<< Elena, torna subito a letto! >> la raggiunse la voce del ragazzo << Ti volevo preparare la colazione e poi portartela a letto, ma come al solito, non mi dai ascolto. >> aggiunse quando la ragazza entrò nella stanza.
<< Mi dovresti conoscere, oramai! >> gli disse la ragazza, dandogli un bacio.

        

Stefan 

Sapeva che Elena era sveglia ma aveva fatto finta di niente, perché voleva parlarle di una cosa importante, che ultimamente gli aveva portato via parecchie ore di sonno, ma quando la ragazza entrò in cucina e gli diede un bacio non poté far e a meno di sorridere.
<< A cosa devo l'onore di bacon e uova fritte? >> chiese la ragazza curiosa, servendosi di una generosa dose di caffè.
Stefan sorrise di nuovo. Non poteva nasconderle niente.
<< Volevo parlarti di una cosa importante! >>
<< Dimmi tutto. >>
<< Quand'è stata l'ultima vota che hai parlato con Caroline? >>  chiese il ragazzo.
<< Ieri sera, prima di partire per Mystic Falls. Perché? >> gli rispose la ragazza.
<< Non ti sembra strana? >> la incalzò Stefan.
<< Chi? Caroline? No… Mi è sembrata la solita ossessiva e nevrotica Caroline di sempre. Sai che oggi sarebbe venuto Jessi a conoscere Liz, no? >> 
<< Ma per chi mi hai preso?, certo che lo so! >> Stefan si finse offeso << Comunque non intendevo dire strana in senso di pazza o cose del genere. Quand'è l'ultima volta che l'hai vista sorridere? >>
<< Mmmh ieri mattina a lezione di anatomia >> rise Elena. Non capiva dove Stefan volesse andare a parare con quel discorso.
<< Dai! Dico ridere sul serio? >> proseguì il ragazzo << Non te ne rendi conto che il suo sorriso è solo di circostanza? Piange quando deve piangere, ride quando deve ridere, scherza quando deve scherzare, ma sembra sempre come se il suo cuore fosse da un'altra parte! >>
<< Credi che… >> la vampira non finì la frase, troppo spaventata per proseguire. Non poteva essere tornato.
<< No. Credo che Klaus sia ancora a New Orleans, ma questo non le impedisce di stare a ricamare sul perché abbia mollato medicina al primo anno e sia stata dieci anni a New Orleans, no? >> 
<< Quindi credi abbia dei sospetti? >> 
<< Non lo so! So solo che ho una strana sensazione! >>
Elena era scettica. Non si fidava di Klaus, ma Stefan lo conosceva. Sapeva che non avrebbe mai rischiato di perdere il controllo facendo un salto al Whitmore Collegge, ne passando a Mystic Falls. Così decise di prendere l'iniziativa e chiese alla sua ragazza:
<< Elena, ti andrebbe un viaggetto a New Orleans? >>
<< Per fare cosa? Vuoi controllarlo, vero? >> 
<< Non solo >> le rispose misteriosamente Stefan.
<< Cosa vuoi fare? >>
<< Se te lo dicessi non sarebbe più un segreto >> Stefan le fece l'occhiolino e la vampira arrossì.
<< Va bene, va bene… Tu prenota i biglietti. Io mi faccio una doccia e avverto Caroline che staremo fuori per il week end, va bene? >>
<< E' solo un week end Elena, non c'è bisogno di portarti tutti i vestiti che abbiamo nell'armadio >> chiosò il vampiro, mentre la vampira si girò per fargli la linguaccia.

 

Liz 

Quel ragazzo era così diverso da Klaus, fu l'unico pensiero che riuscì a fare lo sceriffo.
Non solo negli atteggiamenti, dove Klaus era una persona impulsiva e schietta, quel ragazzo era timido e riflessivo, non solo nell'aspetto fisico, dove uno era biondo con gli occhi blu, l'altro era moro, con gli occhi nocciola, ma c'era qualcosa di strano in Caroline. Il suo sorriso appariva più cupo, meno gioioso, e i suoi occhi più spenti, quando posava lo sguardo su quel ragazzo.
Si chiese se fosse dovuto a Klaus o a qualcos'altro.

 

Stefan 

Ma se Klaus avesse deciso di trasferirsi? 
Lui lo avrebbe fatto, dopotutto.
Così, mentre ciccava su invio per prenotare il volo che avrebbe portato lui ed Elena a New Orleans, gli venne in mente di chiamare una persona (l'unica, probabilmente) che gli avrebbe risposto in quella città e chiedere.
Sapeva che la sua ragazza non avrebbe gradito la sua chiamata, quindi decise di uscire (e aspettò di sentire l'acqua che scrosciava) per farla.
<< Pronto? >> rispose una voce dopo qualche secondo.
<< Rebekah >> si limitò a dire il vampiro << buongiorno… >>   

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


  Capitolo I

 

Elena

Quando atterrarono quello stesso pomeriggio, Elena si sarebbe aspettata tutto ma non il sogghigno della bionda vampira originale e il sollievo che quest'ultima provò quando constatò che erano solo lei e Stefan a scendere dall'aereo.
<< Tu?! Stefan! >>
<< Scusa Elena, ma ci serviva un porto sicuro e quale porto è meglio di casa Mikealson? >>

 

Klaus

 

Sentì la porta della sua stanza aprirsi e una voce che apparteneva a qualcuno di non ben identificato chiedergli se aveva fame.
Un ringhio fu sufficiente a far rintanare lo sventurato che si era azzardato a disturbare il suo sonno.
Poco dopo (ma sarebbero potuti anche essere mesi o anni dopo) sentì nuovamente la porta aprirsi e questa volta riconobbe la voce del fratello.
<< Niklaus, sono giorni che non esci da questa stanza. Cosa è successo? >>
<< Non ne voglio parlare Elijah >> 
In quel momento una domestica si avvicinò alle finestre per aprire le tende e Klaus le si avventò contro. 
<< La ragazza è viva, fratello. Non dovresti gioire di questo? >>
"Si è viva, ma lontano da me" pensò l'ibrido che si mise a piangere, ricordandola. Chissà perché faceva più male saperla viva ma irraggiungibile che morta. Almeno a lui.
Sentì il fratello sedersi sul letto affianco a lui. 
<< Niklaus, ti prego… >>
<< L'ho lasciata andare Elijah, va bene? >>
<< Come? >>
<< Le ho fatto dimenticare tutto >>
Avvertì il fratello scostarsi, come se improvvisamente qualcosa o qualcuno nel letto avesse iniziato a bruciare.

 

 

Si rese conto che era passato troppo tempo dall'ultima volta che aveva messo il naso fuori di casa, così, vestendosi, decise di uscire. 
Appena uscito però si mise a ricordare di quella volta, di quasi sei mesi prima quando un maledetto lupo soggiogato dal padre gli aveva portato una ciocca di capelli di C… No, non ci doveva pensare… Era stato sei mesi chiuso in casa, tentando di trovare una via d'uscita al patto stretto con le streghe e non era riuscito a trovare un'idea che fosse una. 
"Chissà cosa stai facendo?"   
<< Klaus! >> la voce di una ragazza che lo chiamava.
Decise di ignorarla.
Almeno fino a quando, pochi istanti dopo, la ragazza in questione non gli si parò davanti
<< Camille >> la salutò in fretta, sperando di riuscire a sfuggire al torrente di parole che sapeva sarebbero uscite dalla sua bocca, ma non ce la fece perché lei riuscì, Dio solo sa come a bloccarlo all'angolo della strada.
<< E' una vita che non ci si vede! Tutto bene? Ho saputo di quella ragazza… Com'è che si chiamava? Caro qualcosa mi pare… Poveretta… >> 
Lui annuiva e basta, svuotato, sperando che quella tortura finisse in fretta, ma lei non ne voleva sapere di lasciarlo libero perché dopo qualche minuto di monologo gli chiese speranzosa
<< Ti va una birra stasera? Offro io… >>
<< Ehm credo che Elijah mi abbia incastrato in qualche sua noiosa riunione con i rappresentati delle varie fazioni… >> mentì lui, sperando di riuscire finalmente a levarsela dai piedi. Ora che la guardava bene non aveva niente della sua Caroline, tutta la sua luce, tutto il suo ardore, tutto la forza che lui credeva che quella ragazza avesse erano sparite, come era sparita lei… 

 

Caroline

Le aveva fatto piacere che la madre avesse apprezzato Jess, quindi quando arrivò il momento di salutarlo fu dispiaciuta.
<< Caroline, ci vedremo lunedì a lezione >> rise il ragazzo << Sono solo due giorni amore >>
"Non chiamarmi amore" pensò "non sei tu quello giusto" ma poi si rese conto di ciò che stava pensando e dandosi della pazza mentalmente, gli schioccò un bacio sulle labbra e si limitò a dirgli 
<< Guida piano! >> 
<< Certo! >>

 

Stefan 

Arrivarono a casa Mikealson in dieci minuti scarsi, merito della velocità da pazzoide che assumeva Rebekah al volante. 
Ci vollero pochi istanti al vampiro per portare fuori le valigie sue e di Elena anche perché non avevano in programma di fermarsi per più di un paio di giorni. Elena aveva l'università e poi c'era… beh… lei… Non potevano assentarsi per più di due giornate anche per quello… 
Fu in quel momento che lo videro…

 

 

N/A

 

Ciao a tutti,
Intanto ringrazio Laura_m per avermi dato l'opportunità di continuare questa storia, che mi ha divertito molto. 
In questo capitolo vediamo una Elena infastidita, un Klaus con manie omicide e una Caroline indispettita.
Lascio a voi il tempo per le ulteriori considerazioni. 
Tanti baci 
Ludovica
Ps. Non ho ancora deciso un giorno fisso per la pubblicazione di questa storia e per le prossime due settimane sarà abbastanza saltuaria la cosa (purtroppo la tesi non si scrive da sola XD)! Nella speranza che mi perdonerete.

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


Caroline 

 

Stava passeggiando per il piccolo centro di Mystic Falls, chiedendosi se fosse il caso di chiamare Elena.
Lei e Stefan erano partiti per New Orleans, lasciandole un messaggio in cui dicevano che sarebbero tornati in tempo per le lezioni e lei ne era rimasta sbigottita.
Erano state dieci anni a New Orleans, perché tornarci?
Magari avevano voglia di passare un po' di tempo da soli, aveva pensato, mentre ascoltava il messaggio ma quell'ipotesi era stata quasi subito scartata.
Elena non era la tipica persona che l'avrebbe lasciata sola, specie in un momento del genere.
Era un periodo un po' difficile per Caroline.
Non era triste, ma non si sarebbe nemmeno definire del tutto felice.
Rideva, scherzava, giocava, piangeva, ma sentiva come se le mancasse sempre qualcosa.
Con quel pensiero fisso in testa si diresse verso il Grill, con la segreta, ma nemmeno troppo, speranza di incontrare Matt, e sfogarsi con l'amico di sempre.
Ma, appena arrivò davanti al pub, si rese conto che era giorno di chiusura.
<< Accidenti >> mormorò arrabbiata con se stessa e con il proprietario del famoso, nonchè unico, locale di Mystic Falls in cui vendessero bourbon anche ai minorenni (o a quelli che sembravano tali). << non me ne va mai bene una! >> 
Vicino al locale aveva aperto un piccolo negozietto che Caroline non aveva mai visto.
La scritta sopra di esso recitava:

Da Mimì, tarocchi e sibille.

La vetrina era oscurata, non avrebbe saputo dire se per colpa del sole, se era dovuto alla sporcizia e all'incuria del proprietario o se era perché la vetrata era scura. 
Facendo spallucce, considerando che aveva parecchio tempo da perdere, (non erano che le undici di mattina e la madre non sarebbe tornata che per le quattro del pomeriggio) decise di entrare.
Appena varcò la soglia si rese conto di essere entrata in un negozio dell'occulto.
Ci sarebbe potuti facilmente perdere in quel suggestivo angolo del mondo, considerò.
Le pareti erano tappezzate da libri e da palle di vetro, oltre che da una non indifferente quantità di manufatti magici (sulla cui natura Caroline dubitava parecchio) e si mise a girovagare dentro la piccola bottega.
Aveva conosciuto solo tre streghe, ma dubitava fortemente che quel sonaglio potesse accrescere il potere di una di loro, pensò sogghignando, affascinata.
Ricordava che a New Orleans esisteva un negozio del genere, Le Jardin Gris, un nome del genere, ma vendevano perlopiù erbe, non artefatti dalla dubbia natura e dal dubbio gusto, rifletté, osservando una piccola ampolla che prometteva amore eterno per chiunque la bevesse.
<< Desideri qualcosa, cara? >> chiese una piccola donna da dietro un bancone, che Caroline non aveva notato in precedenza, e che la fece sobbalzare.
<< No, no, grazie. Stavo solo guardando! >> disse la vampira, assottigliando gli occhi e chiedendosi come avesse fatto a sorprenderla.
Era un vampiro, maledizione!
Riusciva a sentire il ticchettio sui tasti del computer della signora Ferguson, che abitava a tre isolati di distanza, e non era riuscita a sentire quella donna.
La donna in questione aveva lunghi capelli rossi, occhi di un verde brillante e un volto abbastanza attraente per avere cinquant'anni o giù di lì, considerò in fretta la giovane.
<< Non ti ho mai visto da queste parti, sei nuova per caso? >> chiese la rossa.
<< Nuova? Assolutamente no. Sono la figlia dello… >> 
<< Sceriffo Forbes, si, adesso riconosco i tratti, e le carte non mentono mai! >> finì la donna.
<< Le carte? Che carte? >> domandò Caroline. 
Non lo avrebbe mai ammesso ad anima viva, ma quella donna la stava spaventando.
<< I miei tarocchi. Oh scusami Caroline, non mi sono ancora presentata. Il mio nome è Mimì e sono la proprietaria del negozio! >> le rispose la rossa, sorridendo di un sorriso infimo e misterioso, considerò velocemente la bionda, che a quel punto non vedeva l'ora di uscire a respirare l'aria pulita dell'esterno.
Stava appunto per salutare, ignorando del tutto il fatto che la donna sapesse il suo nome e lei non si era presentata, quando Mimi le chiese:
<< Sai cosa sono i tarocchi, no? >>
'No e non voglio nemmeno saperlo!' disse il cervello, ma la sua testa si mosse da sola quando la scosse.
Le sue gambe sembravano non volersi muovere.
<< Sono carte divinatorie. Mi permettono di vedere il futuro. >> 
<< Sei una strega, quindi? >> chiese Caroline, iniziando a capire.
<< Non proprio, ma è inutile che mi metta a disquisire su cosa sono io se ci sei tu davanti a me! Allora, dimmi, cosa stai evitando: il tempo o il sole? >> 
<< Il tempo o il sol…? Cosa vuoi dire? >> domandò Caroline, sbalordita. Non aveva mai conosciuto nessuno che le sapesse leggere dentro come stava facendo quella donna.
Nessuno, tranne… 
Un ricordo le balzò alla memoria, rapido come le ali di un uccellino.
Una villa e… 
Era impazzita, adesso era ufficiale.
Quella casa apparteneva senz'altro ad un qualche film che aveva visto. 
<< Cosa non ti è chiaro della mia domanda? Ho parlato in inglese, giusto? >> chiese la piccola donna.
<< Credo di stare evitando la gente >> le rispose dopo qualche istante, guardandosi attorno circospetta.
<< Oh questo si che è interessante! Un vampiro che evita le persone. Generalmente voi ci cibate delle persone, giusto? >> tornò a chiedere la strega. 
<< Ei, aspetta un attimo… Come fai a sapere che… >> Caroline non fece in tempo a finire la frase che Mimi la interruppe. 
<< Che sei un vampiro? Oh tesoro, non è difficile capire cosa sei. Basta sapere dove guardare e cosa guardare… >> si limitò a dirle Mimi, avvicinandosi come se Caroline fosse uno strano animale da laboratorio e indicando il colletto della leggera camicia di lino che portava quel giorno.
La vampira chinò appena il capo e vide una minuscola macchia rossa.
Sangue, collegò immediatamente.
<< Vuoi che ti legga il futuro, cara? >> chiese, facendo comparire dal nulla un mazzo di carte << anche se a pensarci bene, non tutti ce l'hanno… >> ragionò in fretta, come se si fosse ricordata di una cosa.
<< Tutti abbiamo un futuro. Non è possibile non averlo! >> disse la vampira, accomodandosi su una sedia, mentre il suo cervello strepitava.
'Esci, esci da questo stupido negozio' sembrava dirle.
<< Oh assolutamente no. Alcuni hanno solo un passato >> le sorrise misteriosamente la rossa, esibendo un paio di fossette che le ricordavano qualcuno.
Solo che non aveva mai conosciuto nessuno con delle fossette, ragionò in fretta la sua mente.
<< Tutto quello che vuoi è dall'altra parte della paura, Caroline. >>  sussurrò Mimi, continuando a sorriderle con quel sorriso enigmatico e misterioso.
La ragazza intuì che si trovava ad un punto focale della sua vita.
Poteva decidere di andarsene e vivere la sua vita come aveva sempre fatto, o poteva scegliere di rimanere e farsi leggere il dannato futuro, su delle dannate carte.
Si chiese cosa avrebbero fatto Liz, Elena, Stefan e Jess, prima di prendere la sua decisione.
<< Leggimelo! >> disse tutto d'un fiato, come se avesse paura che entrasse qualcuno a fermarla, o, molto più probabile, il suo cervello le impedisse di fare una tale follia.
La strega dispose le carte sul tavolo, mentre sorrideva.

 

 

N/A

 

Capitolo Caroline-centric.
Mi scuso per il ritardo con tutte voi, ma ho avuto dei problemi a mettermi seduta e scrivere in questi giorni.
Cosa ne pensate del capitolo? 
E di Mimi? 
Ho cercato di alleggerire il più possibile la loro discussione, perché mi stava venendo una cosa come quindici pagine e no, grazie! 
Se questo nuovo personaggio vi piace quanto piace a me, potrei pensare di allungare le parti a lei dedicate (attualmente solo questo capitolo e parte del prossimo). 
Insomma fatemi sapere cosa ne pensate, perché io sennò continuo a scrivere e magari voi preferite che io mi soffermi più su un determinato punto che io, invece, salto per mancanza di tempo o di spazio o di voglia o l'opposto, non vi frega niente di niente di Mimi e io invece mi dilungo inutilmente.
Tanti baci 
Ludovica 

 

 

 

 

 

  

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