Look in her eyes

di Clitemnestra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gwen ***
Capitolo 2: *** Emrys ***
Capitolo 3: *** Artù ***
Capitolo 4: *** Mordred ***
Capitolo 5: *** Morgana ***



Capitolo 1
*** Gwen ***


Buio.
Da quando si era svegliata non vedeva altro.
Solo buio.
Ma lei non aveva paura. 
Non l'aveva mai spaventata .
La disorientava.
Si sfregò le mani sugli occhi.
Tentò di alzarsi ma sentì qualcosa che la incatenava al terreno.
Si tastò le gambe e lo avvertì.
Un'anello di metallo le cingeva la caviglia in una morsa fredda e glaciale.
Urlò.
La voce risuonò acuta e stridula.
Ma non accorse nessuno.
Gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime.
Urlò di nuovo.
Le lacrime minacciarono di cadere.
I ricordi della giornata precedente presero a raffiorarle nella memoria.
Rivide i cavallieri, con i loro mantelli, che parevano infuocati alla luce del sole.
Scorse i loro volti.
Sir Parsifal, Sir Leon ,Sir Galvano, Sir Elyan
Elyan. Suo fratello.
Dov' era? 
Dove si trovava in quel momento?
-Elyan- lo chiamò -Elyan, dove sei?-  Ma le rispose il silenzio.
Erano andati a trovare la tomba del padre.
Rammentò il sarcofago di marmo e il suo volto scolpito sopra.
Lo scultore era stato  bravo e il fabbro sembrava che dormisse beato.
Nulla, sul suo volto sereno lasciava presagire  la terribile tragedia che l'aveva colpito.
Improvvisamente sentì il suono di una chiava nella toppa, seguito dal cigolio dell'apertura della porta.
E a quel punto la vide.
Il volto, rischiarato dalla luce della candela che la donna portava con sè, era pallido e scarno.
Sulla fronte ampia e bianca le ricadevano i capelli arruffati , oscurandole le sopracciglia corvine.
Gli occhi gelidi la guardavano soddisfatti e gli angoli della bocca erano incurvati all’insù in un sorriso.
La riconobbe.
Morgana
La strega sorrise e, come se le avesse letto nel pensiero, disse –Si, Gwen, sono io-
-Tu …- la regina s’indicò la caviglia –Ti prego, Morgana, aiutami.-
La donna rise.
La sua fresca risata argentina si era trasformata in un rantolo gutturale e disumano.
-Perché dovrei, Ginevra? Cosa ne guadagnerei io?-
-La mia riconoscenza. E quella di Artù-
-Mi servirà ben poco la sua riconoscenza quando l’avrò schiacciato con le mie mani.-
-Tu non puoi …-
-Cosa? Ucciderlo? E’ stato predetto che Artù morirà in battaglia.-
-Io non credo nelle predizioni-
Morgana sorrise –Strano, dato che la tua  padrona era una chiaroveggente!- gli occhi fiammeggiarono di odio per quell’improvviso ricordo del passato.
-E’ stato tanto tempo fa- mormorò Ginevra con un filo di voce.
-Ma dura ancora!- gli occhi brillarono in una strana luce –E durerà per sempre!-
-Tu potevi fermalo,Morgana! Potevi controllarlo ma hai scelto di non farlo!-
-Io non ho avuto scelta!- la fiamma della candela tremolò –Non ho mai avuto scelta, Gwen, mai!-
La regina scosse la testa – A tutti noi, la vita pone delle scelte. Dipende da noi cosa fare.-
-Ti sbagli,Gwen, e ti sbaglierai per sempre.- La strega la fissò intensamente.
Gli occhi freddi la scrutavano silenziosi.
-Che ti è successo, Morgana? Dov’è la donna che amavo e che rispettavo?- la voce della regina tradiva una nota di dolore.
Morgana rise –Sono cresciuta-
Gwen scosse la testa –No, tutti siamo cresciuti ma nessuno è diventato come te!-
La strega si avvicinò fino a che i loro visi non si sfiorarono –Non sai che cosa ho passato, Gwen-
-Dimmelo, Morgana! Sono sempre stata disposta ad aiutarti!-
-Non tentare di capirmi!- urlò e in quel momento come se una forza invisibile l’avesse tirata, Ginevra venne scagliata all’indietro e sbatté la testa contro la parete.
-Sai cosa mi ha cambiato? La magia. Questo mio dono, mio potere mi ha reso più forte e coraggiosa.-
-No …- la voce della regina era appena udibile.
Ma Morgana rise.
 
La strega uscì dalla cella.
La luce improvvisa le ferì gli occhi.
Si coprì gli occhi con una mano e iniziò a camminare per il lungo corridoio.
Potevi controllarlo ma hai scelto di non farlo
 La voce di Gwen le risuonò nella mente.
Dov’è la donna che amavo e rispettavo?
Quelle parole suonavano come un’accusa
-Ma tu dove eri, Gwen?- chiese all’aria
Sono sempre stata disposta ad aiutarti
No.
No.
No.
Gwen era come tutti gli altri, l’aveva abbandonata.
Rifiutata perciò che era, disprezzata perciò che rappresentava.
Sai che non è così
Non era la voce di Gwen quella che sentiva.
Era la sua, roca e malinconica.
Gwen c’era, è colpa tua
No, no, no.
-Tu menti!- urlò
Perché dovrei ? Io sono la tua parte che ammette ciò che è!
-Non è vero! Non è la realtà!
Stai cercando di convincere te, non me!
-Zitta!- gli occhi le brillarono in una luce dorata e improvvisamente la fiamma della candela si alzò paurosamente.
Mostro!
-No!- le lacrime presero a rigarle le guance –No, io non sono un mostro!-
Si, invece!
-No …-  Guardati,Morgana!
Dal nulla apparve uno specchio e la donna guardò la superficie argentata.
Un mostro.
Negli occhi non c’era traccia di umanità.
La pelle del volto era cerea e i suoi capelli era una massa di riccioli informe e aggrovigliata.
Ginevra aveva ragione.
Non era stata la magia a trasformarla.
L’odio, il rancore e il dolore l’avevano resa un mostro.
Una creatura disumana, orribile e odiata.
E il mostro rise.

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Capitolo 2
*** Emrys ***


Doveva vivere più a lungo.
Cinque parole che esprimono la verità. La sua verità
Doveva vivere affinchè il trono fosse suo.
Doveva vivere perchè la sua gente fosse libera.
Doveva, ma non può .
Lo ha capito.
Anche Emrys lo ha intuito.
Emrys
Il grande mago.
La sua rovina.
Emrys o meglio Merlin, il servitore di Artù.
Merlin, il suo amico.
Ha provato qualcosa per lui.
Inutile negarlo.
Ma è stato tanto tempo fa e  ora si è tutto perso tra le rovine dei ricordi.
Merlin spinge la lama nella tua carne.
Geme.
Il suo viso sfiora il suo, il suo alito soffia sulla sua pelle.
Negli occhi del servo brilla solo la cieca obbedienza di chi si sottomette al proprio fato.
Non pietà, non rimorso.
Non è addolorato nel vederla morire.
Non tenta di estrarre la spada dalla sua carne.
No.
Spinge con crudele veemenza l’arma.
Gode nel vederla morire, gioisce per il suo dolore.
-Questa non è una spada forgiata da un uomo- la sua voce così aspra e canzonatoria.
Ma lei lo sa, non c’è bisogno che lui glielo dica.
Il grande Emrys l’ha battuta, togliendole l’unica cosa che la rendeva sicura di vincere: l’immortalità di una Sacerdotessa.
Afferra i polsini della sua giacca.
Le unghie lacerano il tessuto, strappandolo .
Il profumo del cuoio si mescola all’odore acre del sangue.
-Hai perso, Morgana.- la sua voce, melodiosa e crudele.
Ma si sbaglia.
Dio, quanto si sbaglia.
La strega sorride –Hai torto Emrys.-
Ma il mago estrae la lama e la donna cade per terra.
Lo spettro di sorriso ancora impresso nel volto.
Lei ha vinto.
Non è solo riuscita nell’intento di far uccidere Artù, ma anche a distruggere Emrys.
E tutti la ricorderanno per questo.
Il sangue esce copioso  dall’addome dove Excalibur l’ha trafitta.
Ma lei continua a ridere
Perché per la prima volta in vita sua ha veramente vinto.
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Artù ***


-Artù- la voce della donna risuonò bassa e roca per le pareti del castello. –Artù- chiamò di nuovo.
Ma le rispose solo il silenzio.
La donna prese a torcersi convulsamente le mani.
Aveva un terribile presentimento.
Ricordò improvvisamente il sogno della notte precedente.
Un enorme serpente guizzava sopra Artù.
Urlò.
Artù era pallido, i capelli biondi incrostati di sangue. Non si muoveva.
Urlò di nuovo.
-Artù!- la voce tenorile di Merlin irruppe –Artù!-
Ma il principe non rispondeva.
Teneva gli occhi chiusi e le braccia aperte lasciavano intravedere i punti dove la cotta di maglia si era sfaldata.
-Mia signora!- la voce di Ginevra la richiamò alla realtà.
Morgana alzò lo sguardo, gli occhi gonfi di lacrime.
-Dov’è Artù?- chiese con voce tremante.
Ma la serva non le rispose. Distolse lo sguardo.
La donna le afferrò le braccia –Dov’è?-
Gwen si nascose il volto tra le mani e con un filo di voce mormorò –E’ morto-
Morgana la guardò.
Le mani presero a tremarle violentemente.
-No … Lui non…- cacciò indietro le lacrime che minacciavano di caderle sulle guance –Lui …non può essere…-
-L’ha portato Merlino all’alba, era ferito … non c’è stato nulla da fare!-
-Tu menti !- ululò Morgana –Lui è vivo! E’solo un ridicolo scherzo!-
Poi con passo deciso si avviò verso le stanza del fratellastro, sicura che lo avrebbe trovato seduto sul bordo del letto pronto a prenderla in giro e a tirarle i capelli.
 
Artù stava morendo.
Se ne accorse appena lo vide.
Pallido, tremante e sudato.
Gwen aveva ragione.
Si gettò ai piedi del letto con la schiena inarcata all’indietro e il corpo scosso dai singhiozzi.
Le unghie presero a raschiare il pavimento.
Urlò.
Artù non doveva morire.
Artù doveva vivere.
Doveva essere un re.
Un re saggio e giusto.
Artù doveva sposarsi e dare a Camelot una degna regina.
Artù non poteva morire là, in quel momento, nel fiore degli anni e scosso dai bollori della febbre.
Artù doveva morire combattendo, affrontando schiere di nemici pronti a distruggere le torri bianche della sua città.
Artù.
Artù
-Artù- mormorò, ma il suo nome le apparve già così lontano –Perché sei partito?-
Si aspettava che lui si alzasse e le rispondesse con una battuta di scherno. Ma non lo fece.
-Sia maledetto il tuo coraggio, Artù Pendragon! Sia maledetta la tua intraprendenza e il tuo maledettissimo bisogno di attenzioni!- tese le braccia verso di lui –Perché ti hanno portato via da me e da Camelot! –
Si nascose il volto fra le mani –E che sia maledetto tu per aver affrontato quella bestia da solo!-
Scoppiò a piangere.
Avvertì una mano che le si posava delicatamente sulla spalla
-Su, Morgana.-
Lo riconobbe. Era Gaius.
Sollevò il viso e incontrò l’espressione addolorata del vecchio medico di corte.
-Artù ce la farà-
Morgana scosse la testa –No … io ho avuto un incubo e lui… moriva-
Per un attimo la fronte del vecchio si corrugò ma si rilassò subito –Sarà stato solo un sogno dettato dall’apprensione e dall’amore fraterno che provate nei suoi confronti.-
La donna annuì –Forse-
-Ora andate a riposare, la notizia vi ha sconvolto.-
Morgana si alzò, ma prima di andarsene mormorò –Promettete che non lo lascerete solo un attimo!-
-Lo prometto- le rispose Gaius, accarezzandole la guancia –Non potrei mai lasciarlo solo.-
La donna annuì sollevata poi sparì inghiottita dal lungo corridoio.
Gaius la guardò andarsene poi si accarezzò la fronte.
Lady Morgana lo preoccupava.
Non era la prima volta che ciò che sogna si avverava.
Aveva un terribile sospetto.
E pregò Dio che non fosse vero.  

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Capitolo 4
*** Mordred ***


Mordred
 
I suoi occhi la guardavano ammaliati.
Quegli occhi, blu, intensi.
-Morgana- disse.
La sua voce, dolce e voluttuosa, ma fredda come il cielo invernale.
-Mi sono scappati-
La sua confessione la colpì come uno schiavo assordante.
Quell’effimero attimo di amore s’incrinò come il ghiaccio sotto i pesanti passi dei minatori.
-Cosa?- la sua voce, il suo urlo, un lamento.
Aithusa alzò gli occhi preoccupata ma si acquietò appena vide la mano della strega che la intimava di stare ferma.
-Li ho persi nella tormenta-
Un ‘ altra bugia.
La donna si alzò dal trono e si eresse in tutta la sua statuaria freddezza.
-Bugiardo- le labbra si mossero fulminee ma l’accusa rimane sospesa nell’aria.
Il ragazzo indietreggiò, ma l’espressione sul suo volto non mutò.
Solo algida spavalderia e stupida arroganza.
-E’ la verità-
-No!  Tu menti!-
-Mia signora, lo giuro!- il ragazzo si protese in avanti –Te lo giuro!-
Morgana s’avvicinò a lui, il braccio alzato pronto a colpire.
Ma inaspettatamente lo accarezzò e sussurrò –Mordred-
Mordred rabbrividì al tocco della strega, e per un attimo quella maschera di stupidità coraggiosa parve vacillare.
-Non rammenti, Mordred, quando ti ho salvato dalle grinfie di Uther?-
Il ragazzo annuì
-Non rammenti quando ho rischiato la vita per farti scappare?-
Il ragazzo annuì..
-Ti amavo Mordred, come una madre- la strega si appoggiò a lui –Come nessuno aveva fatto con me..Ti amavo perché nei tuoi occhi rivedevo me!-
Il corpo della strega si afflosciò sui suoi piedi, due lacrime le argentarono la pelle cerea –E tu mi tradisci così? Dopo che io ho riversato in te tutto il mio amore e il mio affetto- riprese fiato .
Il ragazzo si accasciò accanto a lei e l’abbracciò
-Madre-
Sussurro e nella penombra delle sue braccia Morgana sorrise
 
Nota Autrice
Eccomi quaaaa!!!!!
Allora siamo giunti quasi alla fine di questa ff e …. Cosa ne pensate??
Comunque  a presto con un nuovo ed entusiasmante (spero) ultimo capitolo!!!
*COLONNA SONORA* 
*APPLAUSI*
Grazie troppo buoni.
 
P.S Per chi non lo sapesse, nelle leggende arturiane Mordred era il figlio di Artù e Morgana ;)
 
 

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Capitolo 5
*** Morgana ***


Morgana
 
Una principessa dolce e gentile
Una strega spietata e crudele.
La donna si guardò nello specchio e si vide.
Gli occhi arrossati di lacrime .
Gli angoli della bocca tirati in un ghigno.
Il suo volto pallido e cereo, argentato di lacrime e impreziosito dalle labbra turgide.
Morgana.
La principessa maturata nell’odio e nell’ingiustizia.
Morgana
La strega disprezzata dall’affetto e dall’amore.
Morgana
Una medaglia con due facce opposte.
Morgana
Una commedia che si trascina nella tragedia.
Morgana.
Ogni parte del suo corpo combatte, nemica di se stessa.
Un eterno conflitto tra bene e il male.
Perché in fondo Morgana era questo.
Dolcezza e crudeltà.
Miele e fiele.
Amore e Odio.
Non è il bene di Artù o Emrys.
Quello è irreale, solo nella favole.
Artù e Emrys sono protagonisti di una fiaba, gli eterni buoni che sconfiggono i nemici.
Ma Morgana è  ciò che è vero.
Morgana, che in eterno conflitto con se stessa ,alla fine soccombe al male.
Perché è l’unica via di uscita, in un mondo che impone la bontà.
 
 
 
 

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