Le favole della buonanotte di zio LePa

di LePableu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Deodorante per ambienti ***
Capitolo 2: *** Esperimento 2611 ***
Capitolo 3: *** Blackout in sala operatoria ***
Capitolo 4: *** Nella neve ***
Capitolo 5: *** Il giardino ***
Capitolo 6: *** Se mi dedicassi alla poesia... ***
Capitolo 7: *** Sogni di morte ***
Capitolo 8: *** Orsetto ***
Capitolo 9: *** La mia ispirazione ***
Capitolo 10: *** Fantasmi ***



Capitolo 1
*** Deodorante per ambienti ***


Creepypasta numero 1

Deodorante per ambienti



Il mio nome è...era Maya, avevo appena compiuto 23 anni e vivevo da poco tempo nel mio appartamento da sola, beh, sola non proprio, con me c'era sempre il mio cane Scott. La convivenza non era difficile, lui era buono, l'unico difetto era l'odore che emanava, sgradevole e forte anche a causa della cattiva ventilazione dell'appartamento. Certo, avrei potuto lasciarlo tranquillamente in balcone, ma tutte le volte che voleva rientrare iniziava a fare rumore grattando con le unghie contro la portafinestra. scelsi quindi di acquistare un deodorante per ambienti che trovai in un vecchio supermercato alla periferia della mia città, funzionava con le fotocellule e avrebbe rilasciato profumo al passaggio di un corpo qualsiasi, in quel caso, il mio cane. Per i primi tempi andò tutto bene fino a quando una notte di settembre non decisi di concedermi un po' di riposo leggendo sul letto di camera mia. La pioggia batteva sulle ante della mia casa e io stavo dentro al caldo con il libro in mano. A un certo punto sento attivarsi il deodorante e diffondersi la splendida fragranza. Subito dopo... sentii il cane grattare con le unghie alla portafinestra. E la porta della mia stanza si aprì di colpo.

[al momento mi trovo sprovvisto di formattatrice perché quella precedente non riesco a rintracciarla quindi spero mi possiate perdonare eventuali errori grammaticali ]

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Capitolo 2
*** Esperimento 2611 ***


 
Creepypasta numero 2


Esperimento 2611

Siamo al 189 esimo giorno dell'esperimento 2611.
Io, lo scienziato Mike Connor, ho personalmente molto a cuore la sua buona riuscita che verrà rivelata oggi dopo mesi di prove. Il 14 gennaio ho iniziato sul soggetto Gamma l'esperimento, gli ho impartito con un team di psicologi ricordi che non erano suoi, introducendolo in un mondo di attori e scenografie facendo in modo che non si accorgesse di nulla e pensando che quella fosse sempre stata la sua vita. Lo riprendo così incessantemente per 170 giorni con scritto nel mio diario di cui questa sarà l'ultima pagina. Quest'esperimento è atto a scoprire le reazioni di una persona media, il nostro soggetto Gamma, quando tutte le sue convinzioni scompaiono improvvisamente, quando il suo mondo, qualunque esso sia si sgretoli come non fosse che un'illusione. Ho scritto un testo in cui tutto veniva rivelato, l'esperimento, il mio nome, la natura di questo test umanitario finanziato dal nostro governo italiano. Il testo da me scritto è stato quindi immesso in rete. Precedentemente abbiamo fatto in modo che, immettendo i ricordi nel soggetto, 189 giorni fa, il soggetto iniziasse a frequentare i siti dove avrebbe potuto trovarlo oggi, il grande giorno. L'esperimento 2611 procede come da manuale, dopo aver condiviso il file su social network e affini il soggetto Gamma vi è incappato, sul sito italiano 'EFP fanfiction'. ricordo che l'avevo postato qui, nella sezione creepypasta. Finalmente tutti i miei studi verranno ripagati.
Il soggetto Gamma sta leggendo proprio ora il documento.

Non l'hai capito?

Sei tu.

Sei il mio esperimento 2611.




Benvenuto nel mondo reale... soggetto Gamma.

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Capitolo 3
*** Blackout in sala operatoria ***


Creepypasta numero 3
Blackout in sala operatioria


Una giornata come tante al policlinico di Monaco di Baviera.
Il neuro-chirurgo, Frederick Von Sinclair, si recava nel suo reparto per un'operazione importante, pur non particolarmente complicata.
La riparazione di un nervo ad un vecchio muratore per ridare sensibilità alla sua mano sinistra im seguito ad un incidente di cantiere.
L'uomo era già sdraiato sul lettino e l'infermiera l'aveva anestetizzato poco prima dell'arrivo del medico.
Nel grande ospedale si svolgevano circa 250 operazioni ogni ora, quel giorno in particolare i medici erano molto attivi per il grande afflusso di pazienti.
L'operazione era iniziata e Von Sinclair aveva preso il bisturi, scrutando il volto addormentato del paziente.
Ci fu uno sfarfallio dello schermo dell'elettrocardiogramma e delle luci ma riprese subito a funzionare correttamente e l'operazione riprese.
Aprì la mano scoprendo i tendini dell'uomo e si occupò subito di fermare l'emorraggia.
Ma in quel momento le luci sfarfallarono di nuovo fino a spegnersi.
Le urla di panico fecero capire che il blackout era esteso a tutto l'ospedale causando panico tra impiegati e pazienti.
La gente lasciava i letti per trovare una via di fuga dallo strano fenomeno, la gente moriva a poco a poco nei lettini a a causa dell'interruzione degli interventi, le persone in coma che combattevano tra la vita e la morte morirono col blackout a causa dello spegnimento delle macchine che le tenevano in vita, così come la gente tenuta in vita da ogni genere di macchinario o flebo.
I medici morivano calpestati sulle scale durante la fuga e si accalcavano spingendo a terra i loro stessi pazienti.
Il blackout durò un'ora alla fine della quale  le luci non più sovraccaricate si riaccesero.
Fu allora che Frederick uscì dalla sala operatoria, dopo aver lasciato il muratore nel sangue di quell'emorraggia che non aveva potuto fermare.
Fuori nel corridoio trovò uno spettacolo orrendo di gente calpestata in fondo alla tromba delle scale, pazienti che tentavano ti trascinarsi fuori dai lettini.
Scendendo le scale vide le due porte dell'ingresso spalancate, non volava una mosca, quelli che potevano erano fuggiti.
Davanti alla porta un cumulo di cadaveri, gente soffocata dalla folla.
Le stanze erano orrende scatole di sangue.
Frederick Von Sinclair si sedette sul pavimento verrde scuro dell'ospedale con le testa tra le mani e pensò:
''Tutto per un blackout, uno dei tanti, uno di quelli che potrebbe capitare a chiunque ed in qualunque momento… forse… anche a te, a te che leggi…’’
E si rialzò, lasciando cadere per terra la chiave della centralina elettrica dell’ospedale, rubata il giorno prima.
Ed uscì…sorridendo.

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Capitolo 4
*** Nella neve ***


Creepypasta numero 4
Nella neve

Oggi ha nevicato nella mia città.


E' stato bellissimo, amo la neve sapete?
In questi giorni vedo gli splendidi campi di Vercelli sotto una candida coperta bianca, il fumo dai casolari della campagna e il piccolo nucleo abitato gremito di gente che si riunisce a giocare nei parchi dopo le abbondanti nevicate. Ora sono grande per fare a palle di neve, ma mi piace passeggiare per il parco, e vedendo i pargoli che giocano ripenso ai vecchi tempi.
Il parco che sono solito frequentare è molto ampio e dotato di ottime strutture, tra cui un piccolo banco dove un uomo sulla sessantina soleva vendere le sue caldarroste. Ricordo quel caldo profumo, mi ricorda quel vecchio uomo che vendeva castagne a un me più piccolo.
E' il 7 febbraio e nevica.
Vado al banchetto e l'ho trovato lì, fermo a guardare un piccolo bambino nel parco. In giro non c'è nessuno, lui lo fissa insistentemente. In questi giorni nella zona sono spariti alcuni bambini, di età simile al pargoletto che ora si trova lì sulla neve appallottolandola per creare un pupazzo. Lo vedo avvicinarsi con un sacchetto di castagne fumanti in mano. Ho paura. Mi allontano per chiamare aiuto ma non vedo nessuno, non sono solito portare il cellulare con me. Sento un urlo, di sicuro il piccolo, e poi delle urla ancora più forti del vecchio, e una voce rauca profonda che emette un ruggito.
Torno indietro, svolto l'angolo e vedo la neve rossa, sangue ovunque, davanti a me accasciato c'era il vecchio con il grembiule intriso di sangue, due castagne al posto degli occhi e la pelle ustionata così come la gola riempita di quelle calde pepite.
Mi volto di scatto e il piccolo bambino mi guarda, a pochi centimetri da me.
-Signore, non è colpa mia, ma quell'uomo cattivo mi ha dato delle castagne che scottavano tanto...peggio di quei bambini cattivi che mi hanno tirato una palla di neve l'altro ieri! -
Mi porge il sacchetto e dentro, inorridito, trovo i due occhi dell'uomo.
- Non è che vorrebbe una castagna? Ora si sono raffreddate, la prego, non rifiuti.-

Oggi ha nevicato nella mia città.
Da te? Perchè se anche da te ha nevicato, segui il consiglio di questo povero sventurato. Chiuditi in casa. E guarda la neve da lontano.

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Capitolo 5
*** Il giardino ***


Creepypasta numero 5
Il giardino

Mettiamo le cose in chiaro dall'inizio, sono morto, ok? E come già avete capito non di morte felice, altrimenti leggeresti tutto ciò su qualche patetico fandom fluffy.
Hai già capito tutto no? Sei proprio una cima guarda...
Ebbene sì, io ero uno di quei burberi, soli, tristi e misantropi vecchietti che passano la vita a urlare ai bambini di star lontani dal loro prato. E lo stereotipo si estendeva anche a me. Negli anni '40 curavo un piccolo giardino nel retro di casa mia, era splendido: l'erba più curata, arbusti e fiori percorrevano il terreno, splendide volte create da rami di melograno creavano giochi di ombre e luci, i fitti cespugli di rose erano la siepe più bella e protettiva che conoscessi.
Nel mio piccolo Eden ci passavo intere giornate. Lo curavo d'estate, lo proteggevo d'inverno.
Nel 1956 l'inverno arrivò anche per me: ero vecchio, stanco, stanco di vivere e timoroso di morire. A quell'incapace del mio vicino di casa diedi un solo compito: seppellirmi, qualora mi avesse trovato senza vita, nel mio giardino. Quell'inetto non ne fu capace: mi trovò un pomeriggio di novembre sdraiato sull'amaca e dopo aver provato più volte a scuotermi, constatando che non gli rispondevo, ha preso il mio corpo e l'ha buttato in una piccola fossa del giardino, senza cassa né cerimonia.
Ennesima morte apparente, ma non mi dispiacque giacere per qualche ora sotto la terra che avevo curato, la terra che mi amava. Le ore divennero mesi e anni, la mia pelle si staccava dal corpo come il grasso da una costoletta ben cotta e in poco tempo di me non rimasero che piccole ossicine.
1987. Il comune decide di inglobare l'ammasso di sterpaglie che era stato il mio giardino in un parco pubblico eliminando gli alberi, le rose. Diventa tutta una distesa d'erba, brutta, scialba, banale. Sento tutto da là sotto, rivoglio il mio giardino, non avete il diritto di far questo. Voglio riposare in pace ora, mi spetta di diritto.
Niente, nessuno mi ascolta.
2015. Almeno tu, ascoltami: sono stato buono fino a adesso, di me non rimangono che le ossa eppure i miei sensi sono svegli, forse quella terra che un tempo ho curato ora mi ricambia. Non sa che quella che provo è una tortura.. tu sei la mia tortura, tu che spesso passi su questo prato, disturbi la mia quiete, cambia strada,
SMETTI DI PASSARE SOPRA DI ME.
Se passerai di qui ancora una volta non esiterò a trascinarti qui sotto a capire cosa ci prova.
Sei solo un essere molesto.
Stai alla larga dal mio prato.

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Capitolo 6
*** Se mi dedicassi alla poesia... ***


Creepypasta numero 6
Se mi dedicassi alla poesia...

 
Quel lampione dal candido biancore. 
Nell'aria non aleggia alcun rumore. 
E lì nel mezzo del tuo giardino, 
Giace quel gracile lumino.
 
E lo guardi  dalla finestra 
Mentre altrove è la tua testa. 
Da solo in quella casa, pensando a chissà cosa, l
Fuori è tutto immobile, l'inter giardin riposa. 
 
Un po' suggestinonabile certo lo sei, 
Veder nei tuoi pensieri certo non potrei,
Immaginandoli però, questo è quello che vi vedrei: 
Pensando che nel buio, qualcosa si fosse mosso, 
 
Ti prende quel tal tremore, un brivido per ogni osso. 
Ti affacci per veder meglio, alla luce del lumino, 
Avresti dovuto invece girarti, e incontrare, il tuo assassino..
...
 
E invece lui è già là, che col sorriso acceso, che con le labbra rosse, quei lunghi capelli blu, con il coltello in mano e la scritta lungo il muro. 


"Per oggi, l'ultimo, sei tu."
 
 
 
 
[Ispirata ai gemelli Delaville]

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Capitolo 7
*** Sogni di morte ***


Creepypasta numero 7

Sogni di morte

Vi siete mai chiesti perchè quando dormite non sognate mai la vostra morte? Nessuno ci riesce, potete sognare di cadere nel vuoto, di essere uccisi, ma vi fermerete sempre un'istante prima che la morte soppraggiunga su di voi. Questo perchè i sogni non sono altro che ricordi, decine e decine di ricordi che la nostra mente proietta durante il sonno e dei quali ricordiamo poco o niente. Ricordi che vengono gettati alla rinfusa, mischiati e capovolti ma tra i quali, logicamente, non figurerà mai la vostra morte, questo perchè voi non l'avete mai vissuta. è logica in fondo, nessuno di noi può sognare la propria morte. punto. il caso è chiuso... anzi no. Tu non puoi sognare la tua morte. Ma chissà... stanotte la tua mente potrebbe farti uno scherzetto. O forse lo scherzetto te lo farà quell'essere nascosto nella stanza accanto. Decidi tu.

Io ora vado. Sogni d'oro.

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Capitolo 8
*** Orsetto ***


Creepypasta numero 8
Orsetto

All'età di quattro anni possedevo un orsetto di peluche al quale ero particolarmente affezionato.
Per quanto possa apparire fluffy, questa storia ha un che di strano e quando ci ripenso mi tornano i brividi..

Ogni tanto lo vedo, lì, sulla mensola e ripenso al mio dolore quando lo persi molti anni fa. Un bambino che perde il suo compagno di giochi non può essere felice. Lo cercai ovunque, non riuscii a trovarlo. Fino all'età di otto anni non l'avevo dimenticato, e ogni tanto ci ripensavo ancora con il groppo alla gola.
Proprio in quell'anno mi capitò di tornare alla mia vecchia casa al lago dove passavo le estati con i miei genitori quasi ogni anno. Lì lo vidi, il fondo al garage, nello stesso stato in cui l'avevo lasciato quando lo persi. Subito chiamai mia madre perchè venisse a vedere: là in alto, nel ripiano più altro di una libreria, l'orsetto sembrava avermi aspettato per tanti anni. Stavo per mettermi in punta di piedi ed afferrarlo quando mia madre mi fermò.
-Ehm.. Quando l'hai perso...eravamo in vacanza in montagna.-
-Cosa?- risposi io non capendo.
-Non saresti mai riuscito a metterlo là in alto a quell'età, non ci arrivi nemmeno adesso.-
- Mamma?-  Dissi io percependo la paura nei suoi occhi mentre prendeva l'orsetto e lo tirava verso di me, notando un biglitto attaccato alla sua testa.

"Non mi dimenticherai più, vero?"

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Capitolo 9
*** La mia ispirazione ***


Creepypasta numero 8
La mia ispirazione
Ho scritto 28 creepy su questa sezione... piaciute, non piaciute, non recensite e recensite da più persone.
28 storie diverse,tutte inventate, tutte ispirate, tutte derivanti dalla mia mente: una mente normale, in fondo. Non è semplice però trattare sempre lo stesso soggetto, l'incubo, senza incappare nella monotonia, la noia che ho sempre odiato e che porta la mia mente a immaginare le situazioni caratteristiche di un'avventura. Sono LePableu, un ragazzo normale, come hobby scrivo creepypastas.
Sinceramente.. la mia mente non può ingegnare 30 storie, non ne sono in grado, mi serve una spinta. Una spinta non proprio...lecita, ma mi è servita per trovare l'ispirazione. Ricordo il sangue che scorreva tra le mie mani la prima volta, i pezzetti di cadavere nel pianoforte di quel mio amico, il lampo di genio e la mia seconda creepy. Ho spesso dovuto ricaricare la mia creatività con macabri eventi che mi han quindi consentito di mantenere la promessa fatta al fandom scrivendo e scrivendo ancora. Ne mancano 2, forse una potrebbe essere questa, e l'altra...
Mannaggia, l'ispirazione va e viene. Forse...
...
Chissà, non sarebbe una brutta idea. L'unica cosa che mi dispiace è che in cambio tu non riuscirai a leggerla. Ma in fondo, lo fai per me, non è vero? Lo fai per la prossima creepy. Pensa che onore. Ci sarai anche tu...

 29esimo.

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Capitolo 10
*** Fantasmi ***


Creepypasta numero 10
I fantasmi

L'ultima creepy: fantasmi. I fantasmi sono gli spiriti dei morti che ritornano in vita per spaventare i mortali, stai attento, forse sono vicino a te, hai paura? Morirai.
Detto ciò vi saluto ci vediamo.
Arrivederci da LePableu.


...

...


Ok, ho poco tempo.

Chiariamo, non ho scritto io quell'obbrobbio, sono stati loro: sono entrati in casa mia da pochi giorni, hanno subito messo mano al profilo chiudendomi nella mia stanza. Ho paura, Dio mio quanta paura...ho dato un'occhiata, hanno persino risposto a un paio di recensioni al posto mio, li sento, sono riuscito a avvicinarmi per poco tempo al pc sfuggendo al loro controllo.
Mi vogliono morto, lo so, credo che mi uccideranno, pubblicheranno ciò per giustificare la mia morte quindi devo sbrigarmi a inserire il messaggio. Non avrei mai dovuto scrivere creepy su quel vecchio caso, su di loro. Hanno ucciso Fabiola, la formattatrice, poco tempo fa la polizia ha  trovato il corpo, questo spiega perchè non è stata rintracciabile da un po'.
Ho paura, li sento arrivare, hanno scritto anche sul muro, i Delaville, vado via ripeto ho fokeans ods nfblIOGUF EIWdsfghujRFTGHY

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