The Playmate di auroramyth (/viewuser.php?uid=448067)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 7: *** EPILOGO ***
Capitolo 1 *** PROLOGO ***
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PROLOGO
Una ragazza attende in una camera d’albergo.
Sa che cosa la attende, glielo hanno
detto.
Glielo hanno riferito il giorno che l’hanno
assunta. Ricorda bene quel giorno di un paio di mesi prima. Ricorda bene la
domanda che le hanno fatto: -Cosa sei disposta a fare per lavoro? Fin dove sei
disposta a spingerti?-
E lei sapeva già allora di essere
disposta a fare tutto.
Ma proprio tutto.
E ora sa che cosa deve fare con lui e
come farlo… teoricamente…
È atterrata un’ora prima.
Un uomo in giacca e cravatta è andato
a prelevarla dalla casa fatiscente che divide con i suoi genitori e l’ha
portata in aeroporto.
Biglietto di prima classe per il suo
primo volo in assoluto.
Dopo interminabili ore di volo e un
atterraggio che l’ha spaventata a morte per via del rumore che producono le
ruote del carrello quando toccano terra, non ha nemmeno fatto in tempo a
rendersi conto di cosa capitava intorno a lei che già era lì, seduta su quel
letto, le valigie (poche e quasi vuote) abbandonate malamente in cabina armadio.
Prega un Dio in cui non crede più che
lui la tratti bene… Che sia gentile con lei…
Ha paura.
È spaventata perché, armi e bagagli,
è partita verso luoghi con non conosce, per seguire un uomo di cui sa solo il
nome e di cui ha visto il volto solo in foto.
È partita per stare via circa un anno
senza aver detto ai suoi cosa avrebbe fatto davvero.
Perché si vergogna del lavoro che ha
accettato di fare…
La playmate, la groupie, la zoccola,
la battona, la puttana…
Questa è lei.
Questo è quello per cui la pagano.
La pagano per portarsi a letto un
uomo.
Ma non un uomo qualunque.
No, una rockstar.
Una rockstar conosciuta ai più in
tutto il mondo.
E lei sarà la sua puttana personale.
My Space: Rory is back! Ad
appena due giorni dal concerto dei nostri amati begnamini vi propongo
la mia nuova storia che prende ispirazione proprio da lì!
Spero che vi possa piacere! Avviso da subito che non sarà lunghissima... cinque, sei cap in tutto! Enjoy!
Ringrazio fin da subito quanti leggeranno, commenteranno, preferiranno, seguiranno e ricorderanno questa nuova mia storia!
Avviso che non mi farò attendere a lungo per il primo cap
(già pronto per la pubblicazione) visto che questo prologo
è un po' cortino... A presto! Baci!
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Capitolo 2 *** CAPITOLO 1 ***
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CAPITOLO 1
Bill, stanco e sfinito a causa del
jet-lag non ancora smaltito e del concerto durante il quale ha dato tutto se
stesso appena concluso, entra nella sua camera e trova una incantevole ragazza
seduta ai piedi del suo letto.
Tiene le mani giunte in grembo e la
testa chinata, il viso rosso d’imbarazzo è rivolto al pavimento che fissa con
occhi vacui e assenti, finché non nota la sua presenza.
Allora gli occhi si rianimano ma lei
resta immobile pervasa da una tensione paralizzante.
-Tu sei la mia nuova groupie?-
-Non mi piace essere definita in
questo modo…-
-E come vorresti essere definita?!
Preferisci puttana, forse?!-
Lei sussulta violentemente a quelle
parole volgari, pronunciate in modo tanto crudele e denigratorio.
-Allora, dunque, sei la mia groupie?-
-Sì.- gli risponde con un filo di
voce.
-Che fine ha fatto l’altra?-
-L’altra?- domanda confusa.
Sa di esserci solo lei.
-Quella che era con me a marzo.-
Non ne ha idea. Perciò si limita a scrollare
le spalle e scuotere la testa in segno di diniego.
-Quanti anni hai?-
-Venticinque.-
Uno meno di lui.
-Mi accompagnerai per tutto il tour o
solo qui in Europa?-
-Per tutto il tour.-
-Bene. Spogliati. Vado a fare una
doccia. Quando torno ti voglio nuda nel mio letto.-
Detto questo se ne va.
Entra in bagno continuando a
comportarsi come se niente di quello che vede e sente lo tocchi davvero.
Come se niente gli importi.
Porta le sue mani ai bottoncini che
allacciano il suo bellissimo vestito sul davanti, dono dei suoi genitori per la
sua sudata laurea. L’unico capo costoso che possiede, per cui i suoi hanno fatto
tanti sacrifici e si sono imposti molte privazioni.
“Non mi ha nemmeno chiesto il mio
nome…”, pensa con tristezza e rammarico mentre stinge la stoffa leggera.
Non ci riesce.
Non ce la fa.
Non esegue l’ordine.
Bill quando torna in camera la trova
ancora così. Seduta sul letto come prima che se ne andasse in bagno, con le
mani strette al vestito ormai tutto stropicciato e spiegazzato.
Le si fa vicino. Le stringe i polsi
nelle sue mani dalle dita lunghe ed eleganti e la spinge indietro, facendola
cadere distesa sul letto.
Si sposta carponi sopra di lei e
appoggia una mano sopra la sua testa per reggersi.
Si piega fino quasi a toccare il naso
di lei con il suo.
-Che cosa non ti è chiaro della
frase: ti voglio nuda nel mio letto, me lo spieghi?- sibila.
Non sa dire se sia arrabbiato o
divertito.
Forse entrambi.
Ma lei non ha nessuna esperienza di
queste cose quindi non può saperlo con certezza.
-Non hai nemmeno chiesto il mio nome…-
mormora così dispiaciuta da quasi commuoverlo. Quasi.
Bill non le risponde.
Si limita a distogliere lo sguardo
per nulla pentito dal suo e slacciarle il vestito, bottone per bottone, con
inquietante maestria.
Glielo leva e lo getta sul pavimento.
Presto si aggiungono anche le sue
mutandine e il suo reggiseno.
Bill si alza in piedi e le offre uno
spogliarello, mangiandosela con gli occhi.
È proprio bella. E sa di esserlo
anche lui.
Quello poi che gli manca in bellezza
lo compensa in fama e soldi, perciò sa di essere desiderato da molte donne, e
anche da molti uomini.
Si sdraia sopra di lei e per la prima
volta la tocca con le sue labbra.
Ma non le bacia la bocca.
La bacia ovunque tranne che sulle
labbra.
Il collo bianco da cigno è il suo
preferito.
Lei trema.
Trema tanto da sentire il rumore dei
suoi denti che sbattono gli uni sugli altri.
E anche Bill lo sente.
-Che cosa c’è? Non mi vuoi?-
Lei scuote la testa, come a dire: no,
non è questo, incapace di rispondergli a parole.
Bill fraintende.
-Se non mi vuoi allora perché hai
accettato di essere la mia gruopie?! Sapevi cosa significava accettare…- sputa
fuori velenoso.
-Intendevo dire che non è questo il
problema…- si sforza di dire lei.
-E allora qual è?- le domanda
scocciato.
-Ho paura.- mormora lei dopo un
attimo di esitazione.
-E di cosa?-
-Non l’ho mai fatto prima…-
-Immagino che tu non sia mai stata
una groupie prima, chi ti ha dato questo lavoro sa bene che non mi piacciono
gli scarti degli altri. Dunque è normale che per te sia tutto nuovo.-
-No, intendo che non ho mai fatto
sesso prima…-
Bill si fa indietro come se si fosse
scottato.
-COSA?!- urla sconvolto.
Lo sguardo di lei è imbarazzato, ma
Bill vede che è sincero.
Rilascia l’aria dei polmoni con un
sospiro e si sposta di lato, sdraiandosi sulla schiena al suo fianco.
-Buon Dio.- mormora fissando il
soffitto incurante della sua nudità e dell’erezione prepotente che gli poggia
sul ventre.
Il silenzio si protrae nel tempo,
tanto che lei si domanda sull’orlo delle lacrime perché mai si sia sognata di
rivelargli una cosa del genere.
Teme di perdere il lavoro.
L’unico che ha e che le permetterebbe
di garantire un tetto sopra la testa a sé e alla sua famiglia per almeno tre
anni.
-Lo vuoi fare? Stasera? O preferisci
che per oggi ci limitiamo a qualcosa di più soft?-
-Non mi hai ancora chiesto il nome…-
ribatte sempre più disperata.
-Perché è così importante per te che
io sappia il tuo nome?- domanda incredulo.
“Come può non capire?”, si chiede
lei.
-Perche l’idea che tu conosca
qualcosa di me, anche solo il mio nome, non mi fa sentire anonima… La scopata
anonima di cui la mattina non ricordi nulla…-
-Starai con me per un anno, VIVRAI
con me per un anno… Difficile che io mi dimentichi di te…-
Non le lascia il tempo di pensare, di
realizzare quello che le ha appena detto che è sopra di lei e la bacia.
Sulla bocca.
Per la prima volta.
Lei ha di nuovo i brividi. Ma questa
volta alla paura si aggiunge l’eccitazione.
Bill non solo è un bellissimo uomo ma
è anche molto abile con la bocca, le mani, il corpo… sa bene che nervi toccare
per portarla su vette inesplorate.
Lei si aggrappa a lui, stringe tra le
mani i suoi capelli morbidi, ora liberi da gel e lacca.
Accarezza con una mano la sua schiena
tonica e liscia.
Bill rabbrividisce e geme sulle sue
labbra.
Si stacca da lei e la spinge a
distendersi sui cuscini morbidi del letto.
La raggiunge a gattoni e si avventa
di nuovo su di lei.
Le accarezza il corpo con le sue mani
eleganti.
Affonda con la sua lingua nella sua
bocca e il piercing le sfiora il palato. Ora è lei a gemere.
Allarga le gambe e preme con entrambe
le mani alla base della schiena di Bill, per tirarlo più vicino a sé, per
chiedergli di più.
Bill comprende e in un attimo è
dentro di lei. Senza protezione.
Un ansito di lei accompagna questa
invasione ma presto il fastidio iniziale viene sostituito dal piacere
crescente.
Lei non ha mai creduto possibile
provare piacere nel sesso senza amore, motivo per cui è arrivata vergine ai
venticinque, non perché non le si fosse mai presentata occasione.
Tutto il contrario.
Ha avuto diversi ragazzi, ma non era
mai abbastanza coinvolta da fare quel passo.
E ora sta donando tutta se stessa ad
uno sconosciuto.
Ma non se ne pente.
Forse è venale ma se è stata pagata
profumatamente per provare un anno di piacere allora non è affatto pentita.
Potrà non amarlo, e lui non amare
lei, ma se non altro a letto stanno bene insieme, e questo è tutto ciò che
conta, visto e considerato che non si aspetta che Bill voglia passare anche i
momenti liberi della sua giornata con lei.
Arrivano al culmine ed entrambi
cominciano a gemere sempre più forte.
Lei accosta la bocca al suo orecchio
pieno di orecchini e bisbiglia: -Mi chiamo Amber. Di’ il mio nome quando vieni…-
Lei poi getta il capo indietro e si
lascia andare in un urlo orgasmico.
Bill la segue e geme il suo nome con
piacevole agonia mentre si svuota in lei.
My Space: a tempo di record
torno con il primo vero capitolo di questa ministoria (ve l'avevo detto
che era già pronto!)... spero che commentiate in tanti,
lasciandomi le vostre impressioni sul capitolo in sè e sulla
storia in generale!
Passo ai ringraziamenti. Grazie a coloro che hanno recensito il precedente capitolo, ossia: Petit_fantome, Phantom Rose, Zsadist e Alice Aghony e _andreea_. Grazie a coloro che hanno inserito la storia tra le preferite, ossia: Petit_fantome, Phantom Rose, serechelon78, Silents_words, Zsadist e Alice Aghony e _Lollipop_. Grazie a chi ha inserito la storia tra le seguite, ossia: Aliaaara, Jasmb, Petit_fantome e _andreea_. Infine grazie a coloro che semplicemente hanno letto la storia.
Come sempre vi ricordo la mia pag facebook e di Petit_fantome (il mio fantasmino preferito ^.^) per news e info: Dark Blue Horizon
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Capitolo 3 *** CAPITOLO 2 ***
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CAPITOLO 2
Amber si sveglia presto la mattina
dopo.
Bill le dorme accanto, a pancia
sotto, con il viso rivolto verso di lei e il lenzuolo aggrovigliato tra le
gambe.
È così tenero quando dorme, con le
labbra leggermente dischiuse e il viso disteso e sereno.
Non sembra lo stesso uomo freddo e
calcolatore che è entrato dalla porta la sera prima.
Con delicatezza gli scosta una ciocca
di capelli che gli è ricaduta sul volto e facendo attenzione a non svegliarlo
fa scivolare il lenzuolo su di lui fino a coprirgli le spalle.
Bill si stringe nella coperta e
sospira di beatitudine.
Lentamente apre gli occhi.
-Scusa, non volevo svegliarti.- gli
bisbiglia imbarazzata quando i loro sguardi si incrociano.
-Ciao, Amber…- ribatte Bill con la
voce ancora impastata dal sonno.
-Ciao…- mormora lei, segretamente
compiaciuta e felice che si ricordi il suo nome.
Bill si gira sulla schiena e la trae
a sé.
Amber si sdraia con il petto sul suo
e il volto nascosto nell’incavo del suo collo.
-Ora sei tu a non sapere il mio nome,
mi pare.- le dice mentre avvolge le sue spalle con le braccia, rompendo il
silenzio tra loro con la prima frase che gli passa per la testa assonnata.
-Oh, ma io so già come ti chiami…-
gli risponde civettuola contro il suo collo.
“Idiota, come hai potuto pensare che
non sapesse chi sei tu?! Magari per lei è come un sogno che si avvera passare
un anno a letto con il famoso Bill Kaulitz, per di più pagata per farlo… Scendi
dalle nuvole, bello!”, si rimprovera Bill.
La abbraccia stretta e prende un
profondo respiro tra i suoi lunghi capelli. Odora di frutti e di sesso.
“Quando vorrei che tu mi amassi… che
tu fossi solo una ragazza innamorata del tuo ragazzo…”, pensa mentre la tiene
tra le braccia.
Ma non può dimenticarsi del fatto che
non è così, che la loro relazione si basa sui soldi e non sull’affetto.
Improvvisamente tenere quella
sconosciuta tra le braccia, perché a ben pensarci non è nient’altro che una
sconosciuta per lui, lo infastidisce.
-Mmm… Scendi a colazione con me o
preferisci farla in camera per conto tuo?-
-Vengo con te, se non è un problema…-
-Nessun problema. Mi faccio una
doccia, poi il bagno è tutto tuo.- le dice mentre la scosta da sé non troppo teneramente
e scende dal letto.
Amber lo segue con lo sguardo finché
non sparisce dietro la porta del bagno.
Allora si lascia cadere sui cuscini
con uno sbuffo.
Fissa il soffitto mentre l’acqua
della doccia che scorre fa da colonna sonora ai suoi pensieri.
Si interroga su cosa possa aver detto
di male per farlo scappare in quella maniera.
Si chiede come possa essere così
scostante da volerla stretta a sé un attimo prima e non sopportare nemmeno la
sua vista in quello dopo.
Forse ha sperato davvero che lei rispondesse
che voleva fare colazione sola in camera…
“O magari aveva solo bisogno di
andare in bagno…”, si dice, decidendo di concedergli il beneficio del dubbio.
Quando riemerge dal bagno tra nuvole
di vapore con solo un asciugamano allacciato in vita le dice: -Puoi usare il
bagno tu ora, aspetta solo qualche momento che esca il vapore.-
Quando sparisce in cabina armadio lei
si alza dal letto incurante della sua nudità e va in bagno.
Sta per aprire il getto dell’acqua
della doccia per farla scaldare quando Bill irrompe nella stanza facendola
saltare in aria con uno strillo spaventato.
Si porta una mano sul cuore nel vano
tentativo di rallentarne i battiti e riprendere una normale respirazione mentre
si volta verso di lui coprendosi con l’altra le parti intime.
Dal suo volto sembra seccato e lei si
domanda che altro abbia fatto per contrariarlo.
-Che c’è?-
-Ti sei portata dietro solo quella
poca roba per stare via un anno?!-
-Mi sono portata tutto quello che
avevo di decente da mettermi…- replica con una nota di imbarazzo e astio nella
voce.
Bill lancia un’imprecazione in
tedesco, poi sparisce in camera.
Torna qualche secondo più tardi col
suo portafogli in mano, da dove ne estrae una carta di credito dorata.
-Tieni, vai a fare shopping oggi
pomeriggio con Natalie e compra tutto quello che ti piace.- le dice mentre
gliela tende.
Amber non la prende.
-Ce li ho i soldi per comprarmi dei
vestiti! E poi chi sarebbe questa Natalie?- ribatte un po’ piccata.
- Natalie è la mia make-up artist e
un’amica. Se vuoi farmi contento dovrai spendere parecchio. Voglio almeno altre
tre valigie di capi d’alta moda, quindi a meno che tu non intenda bruciarti
tutto il guadagno di un anno con me ti conviene accettare la mia carta. A te la
scelta.-
Questa volta è lei ad imprecare.
Prende la carta di Bill che con un
sorrisino supponente e soddisfatto se ne va, chiudendosi la porta alle spalle.
Finita la doccia si avvolge
nell’accappatoio ed esce dal bagno.
Mentre attraversa la camera coglie
Bill che, già vestito di tutto punto, sta conversando in tedesco con qualcuno
al telefono.
-Sì, lei scende con me, appena è
pronta… Siete già tutti scesi?… Ok, bene… Aspettateci!- sta dicendo ignorante
del fatto che lei il tedesco un po’ lo capisce.
-No, Tom, non so di che nazionalità
è, credo americana comunque… Non lo so se le piacciono i cornetti! Come cazzo
faccio a saperlo, me o spieghi?! Non è che stanotte quando è arrivata le ho
detto: “Ehi, senti, non è che ti piacciono i cornetti per caso? Perché, sai, di
recente mio fratello è diventato un cornetti addicted e non credo che potrai
andargli mai a genio se non mangi cornetti!… Sì, Tom, sì, ci ho scopato… Sì, lo
è… Che cazzo significa: “Quanto è brava?”?! Lo è, punto!- continua a sentire
anche mentre è in cabina armadio a trovare qualcosa di carino da mettersi
addosso per non fare proprio la figura della stracciona in confronto a lui.
Inspiegabilmente le sue guance si
tingono di imbarazzo nel sentire i commenti lusinghieri che le sta
indirettamente facendo Bill, credendo di non meritarli.
Appena finisce di vestirsi e riemerge
dalla cabina armadio Bill riattacca.
La prende per mano, escono dalla
stanza (insieme ad un cane che Bill chiama Pumba che sembra sbucato dal nulla
ma che a quanto pare è tutta la notte che è in camera), prelevando la tessera
magnetica e allacciando un guinzaglio dall’aria costosa a Pumba, e si avviano
verso gli ascensori.
Non parlano mentre scendono di piano
in piano, anche a causa della presenza dell’addetto all’ascensore che li sta
accompagnando al piano terra.
Le sembra di essere finita
direttamente dentro nella pellicola “Pretty Woman”, cane a parte.
Vengono scortati fino al tavolo del
ristorante occupato già da altre persone.
Gustav siede con sua moglie, Georg
con la sua compagna, Tom è solo.
Bill le scosta la sedia accanto a
quella del fratello e la fa accomodare, poi fa le presentazioni mentre prende
posto anche lui.
-Ragazzi, questa è Amber, la mia…
playmate.- la presenta Bill correggendosi all’ultimo sul termine con cui
definirla, temendo di offenderla o ferirla come la notte prima.
Pumba immediatamente va a
stravaccarsi sotto il tavolo rotondo e si accomoda placidamente mentre gli
uomini e consorti si scambiano strette di mano con la new entry.
-Ti piacciono i croissant?- le
domanda Tom, dopo i convenevoli, risparmiandole per il momento i discorsi
maliziosi.
-Sì, certo…-
-Bene, perché mi sono permesso di
ordinartene uno… alla crema…-
-Buono, grazie!-
-Non c’è di che. Per te, Bill, un
muffin… va bene?-
-Grazie, fratello.-
Si avvicina a loro un cameriere con
due brocche in mano che chiede se gradiscono caffè o acqua calda per il tè.
Bill chiede un caffè americano, Amber
un tè.
-Non bevi caffè?!- le domanda Bill un
po’ stupito.
-Non mi piace granché, in genere bevo
una cioccolata di mattina, ma anche il tè va bene…-
Bill sembra riflettere sulle sue
parole per un momento, poi si alza in piedi e raggiunge il cameriere che li ha
appena serviti.
Quello annuisce, allora Bill torna a
sedersi con nonchalance.
Amber lo guarda, ma lui la ignora e
prende un sorso di caffè.
In quel momento arriva un altro
cameriere che le serve la cioccolata calda, con la sua brioche, e il muffin a
Bill.
I suoi occhi si illuminano di
contentezza e stupore e un sorriso enorme si allarga sul suo volto.
-Mi hai ordinato la cioccolata?!-
-Ah-ah. Ti piace, no?-
-Sì, mi piace moltissimo… ma andava
bene anche il tè…-
Bill scuote le spalle e prende un
altro sorso di caffè, fingendo una noncuranza che in realtà non prova.
In realtà adora vederla sorridere,
non solo perché ha un sorriso bellissimo che le illumina tutto il viso, ma
anche perché adora il fatto che sorrida per qualcosa che ha fatto LUI per lei.
Adora inspiegabilmente il fatto di
essere lui a gratificarla.
-Allora, Amber, che farai oggi?- le
chiede la compagna di Georg con un pesante accento tedesco nella voce.
-Ehm, shopping con una certa Natalie,
a quanto pare…-
-A quanto pare?- indaga lei.
Amber coglie con la coda dell’occhio
Bill irrigidirsi.
-Già.- risponde non volendo
irritarlo, dando spiegazioni che non riguardano gli altri.
-Ma perché con Natalie?! Non puoi
accompagnarla tu, Bill? In fondo, oggi non avete gran che da fare…- continua
quella non demordendo.
-Meglio di no… Finirei per farle
acquistare quello che piace a me e non a lei…-
-Che ne sai che non mi piacerebbe
quello che scegli tu?- mormora Amber rivolta a Bill, mentre nasconde il rossore
delle guance causato dalla frase azzardata che gli ha rivolto dietro la tazza
della cioccolata facendo finta di prendere un sorso.
Bill si volta di scatto verso di lei,
alzando il sopracciglio piercingato.
-Ti piacerebbe che venissi a fare
shopping con te?!-
-Solo se fa piacere a te…- risponde
lei con un filo di voce, sempre più rossa di imbarazzo.
Bill non le risponde e prende un morso
dal suo muffin.
Amber è delusa per il fatto che non
le ha risposto, ma decide di non darlo a vedere.
-Non la bevi quella cioccolata?- le
domanda dopo un attimo di silenzio tra loro ma di chiacchiere rilassate tra gli
altri.
-Scotta ancora troppo…-
Bill annuisce e continua a mangiare
il suo muffin.
Il cornetto di Amber giace ancora
intatto nel piatto.
-Mangia.- le ordina Bill rivolgendosi
con un cenno della testa al suo cornetto.
Lei fa come le dice.
Prende il croissant, ne spezza la
punta e se la porta alla bocca.
La pasta è così morbida e friabile
insieme che le si scioglie in bocca.
-Mmm… Delizioso…- mormora con
piacere.
Bill, dietro il muffin che sta per
addentare, fa un sorrisino soddisfatto.
Tom non fa nulla per celarlo, anzi,
le da anche di gomito e agita le sopracciglia in su e giù come a dire: te
l’avevo detto.
Lei ridacchia. Trova già Tom un
burlone simpatico e divertente.
Ad un certo punto, sente qualcosa di
duro e grosso, sfiorarle gli stinchi coperti dai jeans.
Salta in aria per lo spavento e scosta
di fretta la tovaglia immacolata per sbirciare cosa sta accadendo.
Questi movimenti improvvisi
richiamano l’attenzione degli altri che si voltano verso di lei interrogativi.
Amber nota Pumba farsi avanti con un
uggiolio e appoggiare il suo testone peloso sulle sue ginocchia.
Lei crede che la guardi come a
implorare che venga dato anche a lui qualcosa da mangiare.
Allora si volta verso Bill e gli
chiede: -Posso dargli un pezzetto di croissant?-
-Sì, ma piccolo, i cibi dolci non gli
fanno bene.-
-Gli do la parte senza crema…-
-Allora va bene.-
Lei sorride e stacca l’altra punta
dal suo cornetto, poi la allunga verso il cane che la prende con inaspettata
grazia, non sfiorandole nemmeno le dita.
Lei si azzarda a fargli una carezza,
ma lui non ne sembra disturbato, anzi, si allunga per riceverne di più e poi
rimane con la testa sulle sue ginocchia, seduto tutto storto ai suoi piedi.
Lei ridacchia di nuovo, causando in
Bill un moto di serenità.
Gli piace la sua risata.
È in grado di farlo stare bene, di renderlo
felice.
-Mi piace il tuo cane.- dice a Bill.
-E a lui piaci tu, a quanto pare…-
risponde Bill con un sorriso genuino sul volto.
Il primo di quel tipo che abbia mai
rivolto a lei, facendola commuovere.
Abbassa gli occhi su Pumba per
nascondere gli occhi lucidi.
-Mangia.- la esorta di nuovo Bill.
Non se lo fa ripetere un’altra volta.
Finisce la sua colazione, non
avanzando nulla, odia gli sprechi.
My Space: eccomi tornata a tempo di record con un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia e lo commentiate in tanti!
Ringrazio infinitamente: Zsadist e Alice Aghony, Petit_fantome, Phantom Rose, memi881, Silents_words e _andreea_ per aver recensito il precedente capitolo e _VoCaLiSt_ per aver inserito la storia tra le seguite! Infine un grazie anche a tutti i lettori silenziosi!
Ricordo come sempre la mia pagina facebook per news and info: Dark Blue Horizon
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Capitolo 4 *** CAPITOLO 3 ***
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CAPITOLO 3
Bill quel pomeriggio la porta a fare
shopping.
Quando, dopo la colazione, le ha
detto di aspettarlo alle tre circa nell’atrio perché l’avrebbe portata per
negozi, non poteva crederci.
Quando poi, prima di ritirarsi con la
band chissà dove nell’albergo a fare chissà che, le ha lasciato il suo cane,
allungandole il guinzaglio, dicendole di badare a lui, mentre lui lavorava, lei
non ha resistito e gli ha gettato le braccia al collo, dandogli un tenero bacio
sulla bocca, lì, nella hall dell’hotel dove tutti avrebbero potuto vederli.
Stranamente Bill non si è arrabbiato
per il suo gesto.
Al contrario, l’ha stretta a sé per
un attimo, ridendo.
Ha una risata così bella e simpatica
da risultare coinvolgente.
Difficile non ridere a propria volta
quando lo fa lui.
Quando il guinzaglio di Pumba è
passato nelle sue mani e Bill se ne è andato, Amber ha pensato di passare la
mattinata nel giardino interno dell’albergo, un’oasi di verde così ben curata e
attrattiva da averla tentata subito, dopo averla adocchiata dalle finestre
della sala da pranzo dove ha consumato la colazione.
Si è fatta dare dalla receptionist
qualche rivista e giornale da sfogliare e poi si è recata in giardino, dove ha
passato tutta la mattinata e dove l’ha ritrovata ore dopo Bill, da sola.
Nessuno per tutta la mattina si è
fatto vedere in quel posto, a parte il giardiniere che ha annaffiato qualche
fiore.
Pumba ha dato il meglio di sé nel
rotolarsi sull’erba corta e curata.
Per fortuna il giardiniere le aveva
assicurato che non era proibito.
Hanno poi pranzato insieme. La band e
consorti al gran completo. A parte Tom, sempre solo.
Pumba è stato portato da qualcuno
dello staff nell’ala per animali dove è stato nutrito e accudito e ora è pronto
nella hall ad aspettare il suo padrone per andare a fare shopping.
Mentre passeggiano per le vie del
centro, protetti da molti bodyguards, Bill lascia il guinzaglio di Pumba ad
Amber, che si sente immensamente felice per la dimostrazione di fiducia di Bill
nei suoi confronti.
Non la tiene per mano, ma entrambi
sanno che non è possibile farlo lì in pubblico.
Arrivano ad un enorme centro
commerciale con al suo interno gli atelier delle firme più prestigiose e Bill
entra scostando le doppie porte dell’ingresso con le bordature dorate.
Amber lo segue e ben presto si
ritrovano con lei che indossa un abito dietro l’altro mostrando il risultato a
un Bill seduto comodamente in poltrona con Pumba al guinzaglio ai suoi piedi.
Si divertono un mondo per le facce
buffe che fanno quando lei indossa qualcosa di terribile e bocciato e delle
scenette che mettono in piedi ad ogni negozio.
Quando, tre ore dopo, tornano in
albergo, lo fanno carichi di un numero infinito di buste di cui sono stati sommersi
e appesantiti i bodyguards.
Dalle scarpe, alle giacche, dagli
abiti, agli accessori, hanno saccheggiato tutti i negozi, per un totale di
diverse decine di migliaia di euro.
Lei ancora non può crederci. Non ha
mai disposto di tanti soldi, figurarsi spenderli in una sola volta.
Ha cercato più volte di dire a Bill
che non aveva bisogno di così tante cose, anche visto che non avrebbe saputo
dove metterle. Ciò che ha ottenuto è l’ordine di tre valigie nuove enormi,
niente meno che Louis Vuitton, che le verranno recapitate l’indomani
direttamente in stanza.
Amber si è sentita da subito molto in
imbarazzo di fronte ad una tale ricchezza, ma sia i commessi che Bill sono
stati degli angeli a non farglielo pesare, a tal punto che, se anche un po’
stordita da tanto lusso che la circonda, ha finito per sentirsi più a suo agio
con Bill e l’idea che spendesse tanto per lei.
Depositati gli acquisti nella cabina
armadio della camera, Bill dichiara di essere tanto sfinito per aver spremuto
così a lungo le sue meningi modaiole da aver bisogno di un bagno ristoratore.
Amber gli chiede se le è possibile
recarsi in giardino a godersi gli ultimi raggi di sole con la compagnia di
Pumba e di un bel libro da leggere.
Bill acconsente e lei scende in
giardino.
Mezz’ora dopo si ritrova seduto al
suo fianco Tom, il gemello di Bill.
-Allora, ti sei divertita oggi con
Bill? Lui al telefono mi ha detto di essersi divertito molto in tua compagnia…-
le domanda lui per avviare una innocente conversazione che spezzasse il
silenzio imbarazzato in cui sono caduti.
-Oh, sì, mi sono divertita molto… Ti
ha detto lui che mi avresti trovata qui?- replica lei.
-Sì, appena qualche minuto fa quando
l’ho sentito…-
Il silenzio torna a pesare su di
loro, ma sono troppe le cose che Amber vuole scoprire su di Bill, così
enigmatico e misterioso, per sprecare l’occasione che ha di parlare
indisturbata proprio con il fratello.
-Mmm, posso farti una domanda?-
-Certo.-
-Perché tu sei solo?- decide di
domandargli, prendendo alla lunga ciò che lei brama in realtà apprendere sui
due fratelli.
-Che vuoi dire?-
-Beh, a parte Gustav e Georg voi non
avete una relazione fissa mi pare di capire… Allora Bill ha voluto una
playmate, perché tu no?-
-Ho smesso con le groupie qualche
anno fa… e ora ha cominciato Bill!- ridacchia lui, - Scherzi a parte, negli
ultimi anni sono stato con una ragazza… ma ora le cose si sono fatte complicate…
quindi ho deciso di passare un po’ di tempo da solo per capire bene cosa provo
per lei e se sono disposto a dare tutto me stesso per salvare la nostra
relazione.-
-Quindi disapprovi Bill? Per avermi
con sé? Non ti piaccio nemmeno io, dunque…-
-No, non disapprovo Bill. È mio
fratello e sarò sempre dalla sua parte… qualsiasi cosa decida…-
-Ma non ti piace l’idea che stia con
una come me… lo vedo da come mi guardi e da come mi parli…-
-No, affatto… È solo che questa
situazione di Bill mi ricorda troppo come mi comportavo io anni fa e so che non
è quello che lui vuole davvero. Non voglio che commetta anche lui i miei
errori. Diciamo solo che ho sperato a lungo che conoscesse qualcuno da poter
chiamare amore e che potesse essere al tuo posto in questo momento, ma non è
capitato… Quindi non ce l’ho con te, solo con la situazione in generale… Avrai
avuto le tue buone ragioni per accettare questo lavoro, perciò non ho
intenzione di criticarti per partito preso… mi spiace solo per Bill, perché so
che quando sarà tutto finito, cioè quando tu te ne sarai andata e lui non potrà
più fingere di avere una fidanzata che lo segue devotamente e lo appoggia in
tutto e per tutto, ne uscirà distrutto e ancora più depresso e sfiduciato di
quanto non sia ora…-
-Ti sbagli, Tom…- mormora Amber.
-Come?-
-Non mi vede come la sua fidanzata,
ti sbagli su questo…- precisa con lo stesso tono di un attimo prima.
-Io non sbaglio mai su ciò che
riguarda mio fratello!-
-E invece ti dico che ti sbagli… Ieri
notte mi ha definito con termini poco lusinghieri… Non gliene faccio una colpa,
so quello che sono diventata… Solo, credo che tu stia idealizzando un po’
troppo tuo fratello…-
Tom scuote la testa.
-No, so bene che cosa gli passa per
la testa… Lo conosco più di me stesso… Credimi, se ti ha trattato male, lo ha
fatto per proteggere se stesso. Capiterà ancora che lo farà, quando sentirà di
essere troppo coinvolto in qualcosa tra voi cercherà di rimettere le distanze trattandoti
male… Lo fa con tutti… con me, con i suoi amici, con i nostri genitori… con
tutti! È il suo modo di proteggersi dal dolore delle delusioni e dei
tradimenti…-
Amber riflette sulle parole di Tom
per qualche momento.
-Deduco da quello che mi hai detto
che sia già successo in passato che venisse deluso e tradito…-
-Da molte più persone di quante si
possa immaginare…-
My Space: eccomi qui cvon un
nuovo capitolo della mi storia! Non mi dilungo molto perchè
credo che il capitolo parli da solo... non vedo l'ora di scoprire cosa
ne pensate voi!
Ringrazio: Petit_fantome, Phantom Rose, Silents_words, Judies, _andreea_, memy881 e Zsadist e Alice Aghony per aver commentato il precedente capitolo, Judies e macky_love per aver inserito la storia tra le preferite e manhattansheaven e Emj alle seguite! Un grazie anche a tutti i lettori silenziosi!
Ricordo come sempre la mia (e di Petit_fantome) pagina facebook per news and info: Dark Blue Horizon
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Capitolo 5 *** CAPITOLO 4 ***
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CAPITOLO 4
Da qualche giorno Bill è strano e
Amber non sa se è per qualcosa che ha fatto lei che non gli ha fatto piacere o
se è semplicemente perché le tappe del tour si stanno facendo sempre più
serrate e i membri della band sono sempre più stanchi e impegnati.
Quel pomeriggio, poi, mentre lo
attende sul tourbus nel minisalottino, ha come la sensazione che qualcosa di
brutto stia per accadere.
Volge lo sguardo verso il corridoio
che porta alle cuccette della band e da dove provengono le voci delle consorti
di Georg e Gustav.
Il ricordo della sua prima notte in
cuccetta con Bill le provoca suo malgrado un sorriso.
È salita per penultima, dietro di lei
Bill, che le ha indicato come muoversi in quegli spazi ridotti ma lussuosi.
Arrivata davanti alla cuccetta di
Bill, sotto quella di Tom, si è chinata per appoggiare la borsa e nel farlo ha
sbattuto la testa sul legno della cuccetta sopra.
Più per la sorpresa che per il dolore
è barcollata indietro e Bill l’ha afferrata per le braccia sghignazzando
insieme a quelli della band.
-Attenta, qui si sta stretti!-
-Me ne sono accorta!-
Con grande attenzione poi è andata a
sdraiarsi su quel microscopico letto che avrebbe diviso con Bill.
Un attimo dopo lui l’ha seguita e
nello scavalcarla per addossarsi contro la parete rivestita di legno del
tourbus e lasciare lei dalla parte del corridoio ha inciampato sul bordo della
cuccetta, finendo a sbattere con le ginocchia sul legno e la testa e la schiena
sulla cuccetta superiore, cadendo rovinosamente con una imprecazione in tedesco
sopra di lei, spiaccicandola col suo peso sul materasso.
Lei è scoppiata a ridere lottando per
prendere fiato sotto di lui.
-Attento, qui si sta stretti!- gli ha
detto scimmiottandolo.
-Sta’ zitta, maledizione! Che male
cane, porca put…- ha imprecato Bill, non riuscendo a finire a causa della sua
mano che è andata a coprirgli la bocca.
-Non dire parolacce!- l’ha
rimproverato bonariamente lei con ancora la sua mano sulla bocca di Bill.
Lui ha alzato gli occhi al cielo.
-E potresti, per cortesia, spostarti?
Mi stai spiaccicando!-
Mentre Bill cautamente prendeva posto
nel suo angolo, Tom ha sporto la testa di sotto dalla sua cuccetta e con le
lacrime agli occhi dal ridere ha chiesto se erano ancora tutti interi.
-Vaffanculo, Tom! La prossima volta
ci mettiamo noi sopra! Echecazzo!- gli ha sibilato Bill, facendo di nuovo
ridere tutti quanti.
Alla fine poi si sono infilati sotto
le coperte e hanno finito per addormentarsi abbracciati e con le gambe
allacciate le une alle altre.
È stata la migliore notte della sua
vita.
Mentre una lacrima di nostalgia le
solca il viso al ricordo, volge lo sguardo fuori dal finestrino ed è lì che
scorge Bill, abbracciato ad una ragazza.
Sgrana gli occhi incapace di
distogliere lo sguardo dalla scena.
Bill ora la bacia sulla bocca.
Incapace di continuare a guardare la
scena corre via e si va a rifugiare nella cuccetta, tirando la tendina e
voltandosi con le spalle al corridoio.
-Oddio, Amber, che hai?- le domanda
la moglie di Gustav.
-Niente, ragazze, sto solo poco bene,
credo sia un po’ di mal d’auto. Scusate.- risponde con voce fievole per non far
notare la disperazione che serpeggia in lei.
“Stupida, cosa credevi?! Che si fosse
innamorato di te?! Di una puttana?! Sei solo questo per lui… la sua puttana
personale! Chissà con quante altre se la fa alle tue spalle!”, si dice con
astio e sconforto mentre piange silenziosamente contro il cuscino.
-Beh, se hai bisogno di qualcosa
faccelo sapere, ok? Comunque non preoccuparti… manca poco a che potremo
scendere da qui, stasera dormiamo in hotel!- la rassicura con dolcezza la
ragazza di Georg.
Amber, nonostante creda fermamente
che siano due donne dolcissime e carinissime con lei e con gli altri, non
riesce lo stesso a non provare fastidio per il loro interessamento.
In quel momento vuole solo rimanere
sola col suo dolore.
Come ha potuto credere che Bill
potesse mai ricambiare il sentimento buono e genuino che in due mesi di
frequentazione con lui è sorto dentro di lei?! In fondo lui può avere tutte le
donne che vuole, è da masochisti ciechi pensare che fosse fedele.
Non si sono mai imposti, in realtà,
la fedeltà verso l’altro e nemmeno nel suo contratto si accennava alla cosa,
non nel caso in cui lui avesse voluto altre ad ogni modo. Amber, sì, avrebbe
dovuto avere solo lui per un anno, era scritto a chiare lettere.
Finalmente la band risale sul tourbus
dopo il soundcheck e così possono ripartire alla volta dell’hotel.
Dopo il check-in in albergo, rimasta
sola con le ragazze, Amber dichiara, con la scusa del mal d’auto, di non voler scendere
per cena con loro due, ma di avere solo bisogno di una dormita. Nessuna la
ferma per fortuna. I ragazzi sono già ripartiti alla volta della location del
concerto e ceneranno lì. Una volta in camera si fa una doccia e poi si infila
sotto le coperte dove si addormenta quasi subito.
Viene strappata dai suoi sonni
agitati dall’arrivo di Bill in camera, il quale sbatte la porta e getta
malamente le scarpe ai piedi della poltrona con uno sbuffo sfinito.
Lanciando un’occhiata alla sveglia
sul comodino nota di aver dormito per tutta la sera e che i ragazzi hanno già
fatto e concluso il loro concerto da un pezzo.
Bill va a sedersi sul letto accanto a
lei e le scosta una ciocca di capelli dal viso.
-Ti ho svegliata?- le domanda con
dolcezza, mentre appoggia delicatamente una mano sul suo fianco.
-Sento ancora il suo profumo su di
te…- replica lei con un filo di voce.
-Cosa?- domanda Bill sorpreso.
-Ti ho visto con lei, oggi pomeriggio.
Immagino che tu non abbia bisogno di me stanotte visto e considerato che è
molto probabile che ti abbia già soddisfatto lei…-
-Ma di cosa cazzo parli?!- domanda
Bill leggermente alterato e con lo sguardo confuso.
-Ho visto che baciavi una oggi pomeriggio!-
gli urla addosso lei.
Lui scosta di scatto la mano come
scottato.
-Mi hai visto?- chiede sconvolto.
-Sì…- mormora lei tristemente.
Bill sospira.
-Lascia che ti spieghi.-
-Non fa niente, non c’è niente da
spiegare, so che non posso avanzare pretese su di te… Lasciami solo dormire in
pace questa notte, ti prego…-
-No, tu adesso mi ascolti.-
-Bill, davvero, non voglio sapere…-
-Ascoltami, ti dico!- le urla lui al
limite della pazienza.
Amber ammutolisce.
Non l’ha mai visto tanto arrabbiato.
-Lei è la mia ex groupie. Qualche
giorno fa mi ha contattato telefonicamente dicendomi che avrebbe avuto piacere
ad incontrarmi personalmente, visto che questa tappa è molto vicina a dove vive
lei, per spiegarmi faccia a faccia i motivi per cui non ha rinnovato il
contratto come mia groupie per questo tour.-
-Lei ha il tuo numero?- domanda lei
timidamente.
-Sì.-
“E io no… Non sono nessuno per lui…
Mentre io lo amo… Che stupida…”, si dice con tristezza.
-Comunque, quello che hai visto oggi
è stato un bacio di addio. Ha voluto dirmi di persona che ha conosciuto un
ragazzo negli ultimi sei mesi e che aspetta un bambino da lui. La prossima
primavera lo sposerà. Ho trovato il gesto molto carino, visto e considerato che
eravamo diventati molto amici e ci confidavamo spesso l’uno con l’altra per
tutto il tempo che siamo stati insieme.-
-Se l’hai vista solo oggi pomeriggio,
come è possibile che tu abbia ancora addosso il suo odore dopo tutte queste ore?!-
lo interroga con un filo di voce e sull’orlo delle lacrime, non credendo
completamente alla spiegazione di Bill.
-Perché era con me anche stasera.
L’ho invitata nel backstage così che dopo il concerto potessimo parlare un
altro po’ e lei potesse salutare per l’ultima volta gli altri. Ecco tutto.-
Le parole di Bill sono come una
stilettata nel suo cuore.
Lei ha il permesso di accedere al
backstage, Amber no.
Magari si è pure congratulata con lui
per il suo concerto con un bel bacio sulla bocca, quella puttana!
Lacrime amare cominciano a sgorgare
dai suoi occhi.
-Amber, che ti prende?! Perché piangi
adesso?!- le domanda Bill confuso e sconvolto.
Lei si rannicchia sotto le coperte
singhiozzando.
-Lasciami in pace!- urla.
“Non mi amerà mai, non sarò nient’altro
che una puttana per lui, per sempre! Può pure dirmi il contrario Tom, ma non è
vero!”, si dispera.
Bill si alza dal letto e si chiude in
bagno per una doccia.
Non sa davvero che cosa abbia Amber.
Non crede che possa essere stata la
gelosia a farla comportare così, in fondo non è tanto stupido da credere che il
suo attaccamento verso di lui sia tanto forte da scatenare una reazione del
genere.
Non può illudersi del fatto che forse
lei possa tenerci a lui. Sa bene che è con lui solo perché è pagata. Anche se
non sa cosa darebbe perché non fosse così.
Alla fine con la sua ex groupie ha
capito subito che non sarebbero mai potuti andare al di là dell’amicizia,
perché anche se a letto stavano bene non ha mai provato nulla di più di un
fraterno affetto per quella ragazza. Amber invece tocca corde del suo cuore che
nemmeno pensava di possedere.
Con lei si sente completo, integro, e
non sa cosa darebbe perché tra loro fosse tutto vero e non una finzione.
Dopo essersi accertato di non avere
più l’odore della sua ex addosso per non urtare ancora di più la sensibilità di
Amber, indossa la tuta morbida che usa per dormire e va a distendersi sotto le
coperte.
Lei gli dà le spalle.
Si fa vicino e la abbraccia,
respirando il profumo confortevole di frutti dei suoi capelli.
-Non piangere, amore mio, non farlo…-
mormora, certo che si sia già addormentata.
Ma lei invece è sveglia e lo sente.
“Amore mio, oddio… mi ha chiamata
così!”
Lentamente si volta verso di lui e
con gli occhi gonfi e arrossati dal pianto lo fissa.
Lui le sorride poi le dà un tenero
bacio sulla bocca.
-Sono innamorata di te, Bill…- prende
il coraggio di confessargli.
Lui la stringe ancora di più a sé.
-Sei mia. Non ti lascerò andare via
da me.- le dice ed è la cosa più simile ad una dichiarazione d’amore che potrà
mai ottenere da lui.
My Space: appena ad un giorno
dalla fine delle vacanze di Pasqua, torno già con un nuovo
capitolo! (Ringrazio infinitamente la mia amica Phantom Rose per
aiutarmi sempre nella revisione dei capitoli e la correzione degli
errori di battitura, sai che senza di te sarei persa! Ti voglio bene,
Ery!)
Un grande, enorme, infinito grazie va a Petit_fantome, Phantom Rose, Zsadist e Alice Aghony, memy881, RiaMore e Silents_words per aver commentato il precedente capitolo, a Beatrice29 e manhattansheaven per aver aggiunto la storia alle preferite e a dakihysteria e koa91 per averla inserita tra le seguite, infine un grazie va anche a tutti i numerosi lettori silenziosi!
Senza di voi le mie storie non avrebbero senso di esistere!
Ricordo infine come sempre la mia (e di Petit_fantome) pagina facebook per news ed info: Dark Blue Horizon
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Capitolo 6 *** CAPITOLO 5 ***
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CAPITOLO 5
La mattina dopo Amber si risveglia
nell’abbraccio di Bill con un sorriso enorme stampato in faccia.
Sfortunatamente i suoi bisogni fisici
decidono di rovinare il suo meraviglioso risveglio.
Fa per scostarsi ma Bill la trattiene
stringendola ancora di più.
-Dove credi di andare?!- le domanda
con voce impastata dal sonno.
-In bagno…-
-Dopo…-
-Bill, me la faccio addosso se non ci
vado ORA!-
Bill sbuffa.
-Ecco come rovinare un risveglio da
favola… Dio, certo che a volte hai proprio la finezza di un camionista…-
Anche lei sbuffa.
-Facci l’abitudine… Divento
irritabile quando mi scappa la pipì.-
Bill scoppia a ridere e la lascia
andare, voltandosi sulla schiena.
-Vai a fare questa benedetta pipì, ma
poi torna qui, hai capito? Ti voglio ancora un po’ nel mio letto…-
Amber lo guarda storto mentre si
mette seduta sul letto.
-La smetterai mai di darmi ordini?-
-Mai. Prendere o lasciare, amore
mio…- la prende in giro.
Lei sorride e si china su di lui.
-Mi sa proprio che prendo…- gli
risponde civettuola dandogli un bacio leggero sulle labbra.
Bill fa per riacchiapparla per
approfondire il bacio ma lei scappa via con una risata.
-Che strega che sei! Mi farai
diventare il tuo zerbino!- le urla dietro mentre va in bagno.
-Sono io il tuo, Bill, ma non mi
dispiace per nulla.- gli dice sporgendo la testa oltre la porta semichiusa e
lanciandogli un bacio soffiato con la mano. Poi si chiude dentro.
Bill ricade tra i cuscini e scuote la
testa divertito.
“Che tipa che è!”, pensa Bill con un
sorriso sulle labbra.
Quando riaffiora dal bagno, Amber lo
fa in completino intimo di pizzo.
Si accosta maliziosamente allo
stipite della porta per farsi ammirare da Bill.
Lui emette un fischio di
apprezzamento che la fa sghignazzare.
-Uomini…- sospira prendendolo in
giro.
-Donne…- la scimmiotta Bill, -Vieni
da me, donna… Ho un mucchio di domande da farti…-
-Domande?- gli chiede confusa.
-Sì, domande… Ho intenzione di
scoprire tutto di te prima di scendere a colazione questa mattina…-
-Sarà un’impresa alquanto ardua,
Bill… Hai solo circa un’ora…-
-Mi piacciono le sfide…-
Lei sorride all’arroganza di Bill e
si rimette a letto accanto a lui, girata su un fianco, con il gomito a reggerle
il volto.
-Allora, uomo, cosa vuoi sapere?-
-Prima di tutto, hai fratelli o
sorelle?-
-No, figlia unica.-
-Vivi con i tuoi?-
-Sì.-
-Diplomata o laureata?-
-Laureata.-
-Che lavoro facevi, se ne facevi uno,
prima di capitare con me? E come ci sei capitata?-
-Non ho trovato lavoro nel campo dei
miei studi… Mi sono accontentata di fare la cameriera, ma… gran parte dei miei
soldi andavano per ripagare il prestito studentesco e rimaneva ben poco per
aiutare mio padre e mia madre. Mamma non ha un vero lavoro, fa la volontaria in
parrocchia di tanto in tanto, ma quello che ne ricava sono spiccioli, papà era
magazziniere in una ditta. Quando poi la ditta è fallita e si è ritrovato senza
lavoro, per tirare avanti un po’ i miei hanno ipotecato la casa. Senza i soldi
di questo lavoro alla lunga saremmo finiti sotto un ponte perché la banca si
sarebbe presa la nostra casa visto che i miei non sarebbero stati assolutamente
in grado di rientrare del prestito chiesto. È stato parlando della mia
situazione a una collega di lavoro che ho scoperto di questo giro di ragazze.
“Puoi sempre andare a fare la playmate per qualcuno per un po’! Sei bellissima,
e quelle belle le prendono subito… Lo farei anche io se non fossi consapevole di
non essere all’altezza dei loro standard…” mi ha detto. Mi ha dato un numero e
nella disperazione ho chiamato. Il resto è storia.-
Bill non sa davvero cosa dire.
Si era aspettato una storia
completamente diversa.
Non avrebbe mai pensato che fosse
stata la disperazione ad averla spinta a fare la groupie, credeva che lo avesse
chiesto per la notorietà che ne ricavano tutte quante a fare le accompagnatrici
delle rockstar.
-Wow… Ehm… Dov’è che abiti di
preciso?-
-Periferia di Santa Monica,
California.-
-Io abito a Los Angeles, sai?-
-Wow, siamo quasi vicini di casa,
allora!-
-Esattamente… Ci possiamo vedere…
quando il tour sarà finito e tu tornerai dalla tua famiglia… se ti va…- le dice
un Bill imbarazzato.
Per lui è sempre così difficile
instaurare un rapporto normale con una ragazza.
È sempre così insicuro ed impacciato…
È difficile da credere per tutti, ma
lo è. Quando si tratta di lavoro è il re dell’universo, quando si tratta di
appuntamenti romantici è lo sfigato degli sfigati.
-Certo che mi va, Bill. Mi piacerebbe
moltissimo.- ribatte Amber con il cuore a mille.
Bill non ha nemmeno un po’ idea di
quanto lei abbia desiderato sentire queste parole da lui in questi ultimi mesi.
Ancora le sembra un sogno.
Ha quasi la tentazione di darsi un
pizzicotto per provare a se stessa che non sta sognando.
Bill le sorride con calore e si porta
sopra di lei.
La bacia e le accarezza il volto.
Fanno l’amore teneramente e poi si
tengono abbracciati fino a che il cellulare di Bill si intromette, avvertendoli
con un messaggio di Tom che gli altri li attendono per colazione.
Allora si fanno una rapida doccia
separatamente, o sanno che finiranno per non riuscire a non toccarsi arrivando
ancora più in ritardo di quanto non siano già, e si vestono in fretta.
Messo il guinzaglio a Pumba che come
al solito li aspetta all’ingresso della suite, si dirigono agli ascensori.
Questa mattina si tengono per mano
per tutto il tempo, anche una volta seduti al tavolo.
Tutti li guardano con sorpresa ma
nessuno commenta.
-Buongiorno a tutti.- li saluta Bill
con un sorriso soddisfatto sul volto.
-Buongiorno.- rispondono in coro.
Poi il silenzio cade su di loro,
mentre Bill finge di leggere il menu e Amber gioca con Pumba.
Alla fine è la compagna di Georg a
rompere il silenzio imbarazzato che è caduto sul loro tavolo: -Ti senti meglio
stamattina, Amber?-
-Oh, sì, grazie… Non sono abituata a
stare così a lungo sui pullman, il sonno prolungato di ieri mi ha fatto bene.-
-Sono contenta di sentirlo…-
-Sei stata male, Amber?!- le domanda
Bill sorpreso.
Lei annuisce, rossa in viso.
-Potevi dirmelo! Magari avrei potuto
esserti di aiuto!- la rimprovera Bill.
-Avevi il soundcheck e il concerto,
Bill. Non volevo disturbarti inutilmente…- mormora lei in totale imbarazzo.
Non capisce se Bill sia convinto che
lei sia stata male davvero o se finga, anche in virtù di quello che si sono
detti quella notte stessa, e stia mettendo in piedi una scenetta per gli altri.
-Inutilmente?! Non ripeterlo neppure
per scherzo! Se stai male, vieni da me e me lo dici, qualsiasi cosa stia
facendo, chiaro?-
Lei alza gli occhi al cielo.
-Sì, Bill, chiarissimo.-
-Porca puttana! Se poi penso a quello
che abbiamo fatto stamattina, quando invece tu avresti dovuto solo riposare, mi
sento in colpa da morire, cazzo!- esclama Bill, pentito.
-No, va beh, ma vuoi il megafono per
farlo sapere a tutti in sala per caso?!- gli sibila contro Amber.
In quel momento arriva il cameriere
per prendere le ordinazioni.
Come al solito, Amber chiede cornetto
e cioccolata calda, ma Bill dice al cameriere di portarle anche un tè leggero.
-Se non sei stata bene, meglio non
affaticare lo stomaco, Amber.- la ammonisce Bill.
-Per amor di Dio, Bill, non sono mica
incinta, cazzo! E poi sto bene! Non sono malata!-
Tutti al tavolo li guardano attoniti,
domandandosi cosa diavolo sia successo a quei due o tra quei due, per farli
comportare così quella mattina.
Georg decide di sciogliere
quell’impasse che è caduta su di loro con quello che spera sia un argomento
innocente.
-Sono contento che quella tua ex
groupie sia venuta a trovarci ieri sera, mi ha fatto piacere come le cose si
sono messe per lei, se le merita proprio…-
Amber per un attimo si irrigidisce,
poi si sporge verso Bill e gli mormora acida all’orecchio: -È per lei che sono
stata male ieri, e lo sai bene… Non voglio mai più sentir parlare delle tue ex,
è chiaro?-
-Cristallino.- ribatte Bill,
leggermente stordito dall’impeto di Amber, -Toglimi una curiosità, hai parenti
italiani per caso?-
-Perché?- domanda lei, stupita dal
cambio repentino di discorso.
-Per il tuo carattere… Sei passionale
e capace di grandi emozioni, positive e negative, proprio come lo sono gli
italiani…-
-Mia mamma è italiana…- spiega lei.
-Ora si spiega tutto…- ridacchia lui.
-Mi stai prendendo in giro, Bill?!-
domanda scioccata.
-Affatto, amore…- mormora mentre le
prende il mento in una mano e la bacia sulla bocca.
I membri della band e consorti
assistono attoniti alla scena, non capacitandosi del fatto che Bill sia appena
stato così tenero con lei, tanto da chiamarla amore.
Il più temerario di tutti, Tom,
decide di voler sapere una volta per tutte quello che sta accadendo, dando voce
alla curiosità collettiva.
-Ragazzi, ma non è che fate sul serio
voi due, no?-
-Sì, Tom, facciamo sul serio.-
risponde Bill fingendo noncuranza e prendendo uno svogliato sorso di caffè.
Secondo un tacito accordo, o forse
un’occhiata fulminante di Bill come a dire: provate a farci qualche altra
domanda e finite male, tutti si mettono a fare colazione conversando
serenamente dello show della sera prima.
Amber si volta verso Tom con un
sorriso e gli appoggia una mano sull’avambraccio che posa sul tavolo.
-E tu?-
-E io cosa?-
-Con quella storia complicata?-
Tom sorride a sua volta.
-Ho deciso che forse vale la pena di
provare a renderla meno complicata…- le spiega con un leggero sorriso di
imbarazzo sulle labbra.
Lei lo abbraccia di slancio.
Tom dopo un attimo di esitazione e
stupore ricambia la sua stretta.
-Sono contenta per te, Tom…-
-E io per te e Bill, Amber…-
My Space: ebbene siamo giunti
al penultimo capitolo di questa mia storiellina... premetto che ci
sarà un salto temporale non indifferente tra questo capitolo e
il prossimo, quello conclusivo, l'epilogo, ma ci tengo a precisare che
la scelta è voluta, perchè, come ho scritto in alcune
risposte ai commenti ai precedenti capitoli, ho voluto lasciare a voi
lettori la possibilità di immaginarvi un possibile proseguo a
questo capitolo, fatto di mille avventure che la vostra mente possa mai
immaginare! Dunque, buona lettura e spero di non deludervi! A settimana
prossima per la conclusione!
Passo direttamente a ringraziare: _andreea_, Silents_words, Phantom Rose, Petit_fantome, memy881, _Lollipop_e Zsadist e Alice Aghony per avermi lasciato il loro prezioso commento al capitolo precedente, difficileignorarti e hinasasu per aver aggiunto la storia alle preferite, e infine Mysticbaby98 e UCB per averla inserita alle seguite! Un grande grazie va anche a tutti i numerosi lettori silenziosi!
Ricordo come sempre la mia (e di Petit_fantome) pagina facebook: Dark Blue Horizon
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Capitolo 7 *** EPILOGO ***
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EPILOGO
Bill va al centro del palcoscenico e
allarga le braccia in un gesto di resa, accettazione e potere. La sua voce,
forte e delicata insieme, attraversa la folla e invita il pubblico a
condividere il suo viaggio, ad aprire il cuore e l’anima come lui sta facendo
per loro e per se stesso, a vivere con lui il dolore e il piacere della vita.
Un boato esplode nel gran finale e
Bill sorride.
È contento.
Questa è l’ultima tappa del tour, poi
partirà in vacanza con la sua famiglia e con la sua ragazza.
Ora sa che saranno inseparabili.
Guarda verso la prima fila, sperando
di individuarla, ma è troppo buio e non la vede.
Sa però che Amber è lì, in mezzo alle
sue fans, protetta da due donne all’apparenza lì per il concerto ma che in
realtà si stanno preoccupando della sua sicurezza.
Non vede l’ora di riabbracciarla nel
backstage e chiederle come le è sembrato il concerto.
Il primo concerto della sua vita.
E Bill è emozionato e compiaciuto che
abbia voluto che il primo a cui assistere fosse proprio il suo.
Ha cantato particolarmente bene
quella sera, perché lo ha fatto per lei.
La sua ragione per cantare e per
vivere.
Si avvicina a suo fratello e gli
sorride.
Anche Tom è felice perché finalmente
anche lui sa che cosa significa amare.
Forse le cose tra lui e la sua
ragazza non saranno facili come per suo fratello Bill e Amber, perché sono
molto diversi come coppia.
Ma vuole ugualmente provarci, dare
tutto se stesso nel tentativo di far funzionare le cose, per poter essere
felice anche lui come lo è suo fratello in quel momento.
Augurandosi che entrambi possano
esserlo sempre.
My Space: ebbene ecco che
un'altra storia è finita... ma chissà che non
approfondirò quella di Tom, qui appena appena accennata, voi che
ne dite? vi piacerebbe leggerla? Fatemelo sapere!
Innanzitutto ringrazio coloro che mi hanno lasciato la loro preziosissima recensione al precedente capitolo, ovvero: Silents_words, _andreea_, _Lollipop_, memy881, Phantom Rose e Zsadist e Alice Aghony.
Infine ringrazio tutti coloro che hanno seguito la mia
storia preferendola, inserendola nelle seguite o anche
semplicemente leggendola, e recensendola, sperando di leggere i vostri
numerosi commenti anche a questo capitolo finale, quantomeno per farmi
sapere se vi è piaciuto o vi ha deluso e se vi piacerebbe
leggere ancora qualcosa di mio legato a questa storia come detto
sopra...
Grazie davvero infinitamente e a presto (spero)!
Ricordo come sempre la mia (e di Petit_fantome) pagina facebook per contattarmi anche privatamente: Dark Blue Horizon
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