La città era immersa nel sole più completo
La città era immersa nel
sole più completo.
Era strano per quel
periodo che Tokyo vivesse una giornata così bella ma Aries ne era felice.
Si era appena trasferita
dall'Irlanda per un contratto di lavoro molto importante nella ditta
farmaceutica nella quale lavorava.
Aveva 25 anni e si era
appena laureata con il massimo dei voti come ricercatrice ed aveva trovato
subito questo nuovo lavoro che però l'aveva spedita nel paese del Sol Levante.
Non che a lei dispiacesse,
visto che era orfana, ma arrivare nel periodo peggiore dell'anno dove pioveva
sempre e c'era sempre la possibilità di qualche uragano, non è che la mettessi
di così buon umore... Ma grazie a Dio per la prima volta da quando era
arrivata, il tempo si era aperto in una bellissima giornata di sole e lei lo
prese con un buon auspicio per il suo colloquio che si sarebbe svolto quella
mattina stessa.
D'altronde era irlandese:
era normale che fosse un po' superstiziosa!
La sede centrale della
Ryuzaki Pharmaceutical si trovava proprio a pochi passi da quella che era
diventata il simbolo della città: la Torre di Tokyo.
Aries era affascinata da
quella città dove tutto si sviluppava in altezza e dove il verde era limitato a
qualche parco, di solito, a più piano anch'essi.
Lisciandosi il completo di
seta che quella mattina indossava, si diresse verso la centralinista alla
reception che dopo una sola telefonata l'accompagnò all'ultimo piano
dell'edificio lasciandola davanti a una porta di noce massiccio, con la promessa
che il "capo" sarebbe giunto di li a breve.
Lasciata sola a guardarsi
in giro, la giovane notò dei quadri dipinti esposti alle pareti.
Erano strani ma al
contempo completamente famigliari: rappresentavano posti che era sicura non
essere di questo mondo, ma che erano immersi nel verde più assoluto.
Una montagna galleggiava
nell'aria, un tempio affogato nel mare, un vulcano in attività, un castello di
cristallo...
Erano quadri assolutamente
fuori da qualsiasi logica.
"Ti piacciono?"
Come se fosse una bambina
colta nel rubare la marmellata, Aries si girò di scatto trovandosi davanti una
giovane donna che doveva avere più o meno la sua stessa età.
Era alta quasi quanto lei
e i lunghi capelli lisci e azzurri erano sciolti sulle spalle, lasciando che una
frangetta sbarazzina le coprisse leggermente gli occhi azzurri, divertiti dal
suo spavento.
"Non volevo
spaventarti, ma eri così assorta guardando i mie quadri che ero curiosa di
sapere se ti piacevano o no!"
Aries sorrise e annuì:
"Sono... strani, ma
bellissimi. Complimenti, hai una bellissima mano!"
"Ti ringrazio!"
le sorrise l'altra donna, ma prima che potesse anche solo continuare la
conversazione, una voce maschile le interruppe e mentre la giovane dai lunghi
capelli azzurri si distendeva in un sorriso, Aries si irrigidì notando l'arrivo
del Presidente.
"Aries Mc'Mahon
giusto?" le porse una mano mentre il signor Ryuzaki in persona si
presentava e apriva lo studio con una mano.
"Vedo che ha già
conosciuto mia figlia Marina, ma prego non stiamo sulla porta entri e si
accomodi"
La giovane le strinse la
mano e le sorrise, presentandosi velocemente e seguendo il padre nella stanza.
"Sai, papà, le
piacciono i miei disegni" gli riferì come se la cosa fosse veramente
importante, ma l'uomo le sorrise con sufficienza facendole segno di accomodarsi
sul divanetto.
"Sua figlia ha
un'ottima mano per il disegno!" gli disse sorridendo e accomodandosi, mentre
una segretaria le portava una tazza di caffè.
"Si, mia figlia,
oltre ad occuparsi del settore amministrativo assieme a me, si occupa della
parte pubblicitaria e del design" ed un sorriso orgoglioso gli comparve sul
volto
"Ma torniamo a lei.
Sarà impaziente di conoscere i termini del suo contratto, non è vero signorina
Mc'Mahon?"
E così, dimenticandosi
dei disegni, ebbe inizio la riunione.
Quando Aries uscì era a
pezzi, ma soddisfatta. Sentì la tensione che le lasciava le spalle e un sorriso
le si allargò sul volto mentre realizzava che aveva finalmente concluso il
contratto della sua vita per poter continuare la sua ricerca su u farmaco di
nuova generazione contro le malattie degenerative.
"Scommetto che
festeggerai stasera!"
Voltandosi si ritrovò
davanti Marina che le sorrideva. E riuscì a guardarla per la prima volta, con
vero interesse.
Era molto bella e il
castigato tailleur non riusciva a mascherare le forme del suo corpo, armonico e
aggraziato.
"Beh penso che mi concederò
una cenetta in grande stile, anche se da sola!"
"Ma non conosci
nessuno qui?" Sembrava sconvolta e Aries scoppiò a ridere.
"Sono arrivata
solamente tre giorni fa e tu sei la prima persona che mi abbia rivolto la
parola!"
Marina annuì e sorrise:
"Ti piacerebbe
conoscere qualcun'altro allora?"
La torre di Tokyo era
immensa, proprio come aveva immaginato, ma quello che l'aveva stupita era stato
il sapere che era diventato il luogo di ritrovo di moti giovani e a quanto apre
era anche il posto preferito di Marina e le sue due amiche che ora le sedevano
davanti con sorridi incoraggianti.
E lei non si era mai
sentita così fuori luogo come in quel momento.
"Allora lei è
Anemone! E' il nostro piccolo genio. Si occupa di ricerca, un po' come te, ma le
sue ricerche sono fisiche e non farmaceutiche.
E' interessata alla
scoperta di dimensioni parallele" E Aries rimase a bocca aperta guardando
la giovane ragazza con i dolci boccoli biondi che le arrivavano appena alle
spalle e le incorniciavano un dolce sorriso e due grandi occhi verdi nascosti
dietro due grandi occhiali.
"Mentre lei è Luce
ed è la nostra sognatrice! E' un'atleta di livello internazionale nella
ginnastica artistica e da lei il Giappone si aspetta una o più medaglia d'oro
alle prossime olimpiadi." E guardando quella ragazza piccola dai capelli
rossi che le circondavano un volto sempre allegro, ma pieno di determinazione,
non ebbe dubbi che ce l'avrebbe fatta.
"Piacere io sono
Aries Mc'Mahon e sono una ricercatrice farmaceutica!"
Le due ragazze la fecero
sentire subito come a casa sua e ben presto si scoprì a rilassarsi e a
divertirsi, mentre un sorriso dopo l'altro si aprivano sul suo volto.
Dopo una battuta
particolarmente riuscita da parte di Luce, la conversazione tornò su di lei e
si ritrovò al centro della curiosità più o meno velata da parte delle tre
amiche:
"Allora ti sei
trasferita qui dall'Irlanda. Chissà i tuoi genitori e amici! Ne sentirai molto
la mancanza!" Anemone la guardò con gentilezza e Aries non se la sentì di
mentire a loro che si erano dimostrate così gentili
"Io non ho famiglia.
Sono orfana da sempre e tutti i miei amici o sono stati adottati molto tempo fa,
oppure sono andati tutti per la loro strada una volta finiti gli studi. Quindi
non è stato così difficile lasciare tutto per venire qui."
Luce rimase a bocca aperta
mentre scuoteva la testa:
"Quindi non sai
minimamente chi siano i tuoi genitori?"
E Aries sospirò, girando
il suo te:
"Non so se sia un
ricordo, o solamente un sogno, ma di loro ho delle piccole reminiscenze come
se... non so come spiegarlo, anzi non l'ho mai detto a nessuno, ma di loro
ricordo qualcosa. Sono solo sprazzi, qualcosa che ogni tanto torna nei miei
sogni, ma mi vengono in mente lunghi capelli biondi e scuri occhi neri, ma pieni
d'amore...
E un regno lontano... come
se non fosse di questo mondo"
Le tre amiche sobbalzarono
e impallidirono.
"Non so spiegarvelo,
ragazze, ma nei mie sogni vedo sempre montagne infuocate, foreste, mare e
montagne sospese in aria..." e sgranando gli occhi guardò Marina.
"E' come nei tuoi
quadri! Ecco dove li ho visti! Che posto è?"
Le tre sospirarono e Aries
scosse la testa.
"Voi sapete qualcosa!
Voi dovete dirmelo!"
E Luce sospirò.
"I quadri di Marina
risalgono a molti anni fa. A dieci anni fa... Quando siamo state trasportate in
un mondo diverso da questo. Fatto da foreste, vulcani, mare e montagne sospese
in aria."
Aries scosse la testa e
rovesciò la tazza vuota di te.
"Ma che state
dicendo? Ma che posto dite?"
Anemone la guardò
seriamente e sospirò:
"E' un posto chiamato
Sephiro"
E una luce immensa le
investì.
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