Il ritorno del Leone

di un battito di ali
(/viewuser.php?uid=826487)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** Cap 1 ***
Capitolo 3: *** Cap 2 ***
Capitolo 4: *** Cap 3 ***
Capitolo 5: *** Cap 4 ***
Capitolo 6: *** Cap 5 ***
Capitolo 7: *** Cap 6 ***
Capitolo 8: *** Cap 7 ***
Capitolo 9: *** Cap 8 ***
Capitolo 10: *** Cap 9 ***
Capitolo 11: *** Cap 10 ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


Era ormai passata una settimana da quando Leo se ne era andato, alla fine tutti erano venuti a conoscenza del motivo per cui il ragazzo aveva deciso di lasciare l'ospedale e del fatto che non voleva più curarsi. L'atmosfera era cambiata, l'allegria e la spensieratezza che trasmetteva Leo con i suoi amici braccialetti era svanita,ed aveva lasciato posto alla tristezza di quel luogo. Però nessuno sapeva ancora che da lì a breve Leo sarebbe tornato in ospedale, infatti grazie alla forza dei braccialetti rossi aveva deciso di tornare a curarsi e di sconfiggere una volta per tutte il cancro che ormai lo perseguitava da anni. Angolo autrice: questa era solo una piccola introduzione, dal prossimo capitolo inizierà la vera e propria storia.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cap 1 ***


LEO'S POV. Alla fine i miei amici mi avevano convinto, avrei combattuto questa battaglia contro il cancro con loro. Avevamo appena lasciato l'isola di Nicola e presto saremmo arrivati in ospedale; a differenza del viaggio d'andata questa volta a guidare era Toni e non Cris, che invece aveva deciso di sedersi dietro con me e che in questo momento si era appisolata sulla mia spalla. Guardavo fuori dal finestrino e pensavo a tutti i dolori che avevo dovuto vivere in questi anni in cui sono stato in ospedale, un luogo che tanto odio ma che contemporaneamente amo, perché proprio grazie all'ospedale ho incontrato degli splendidi amici i braccialetti, ho trovato Cris, la donna della mia vita, e Ruggero che è come un fratello, ed infine ho conosciuto Nicola che ormai considero come un secondo padre. Il viaggio era giunto al termine, eravamo davanti all'ingresso dell'ospedale e Cris mi stringeva la mano per darmi forza, ed era proprio ciò di cui avevo bisogno perché sapevo che da quel momento in poi tutto sarebbe stato più difficile.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cap 2 ***


Entrai, Cris mi stringeva ancora la mano. Avevo paura, paura della chemio, paura di non farcela e soprattutto avevo paura che il tumore si sarebbe spostato in altre parti del corpo; ma avevo deciso questa battaglia dovevo vincerla, dovevo mettere K.O. il cancro. Appena varcai la soglia della porta tutti si girarono verso di me: medici, infermieri, portanti e pazienti nessuno si attendeva il mio ritorno; molti di loro mi vennero incontro, mi parlavano, ma io non capivo niente, avevo solo una confusione assurda in testa; l'unica cosa che sapevo e che dovevo dirigersi subito verso l'ufficio della Lisandri, dovevo dirle che ero tornato per curarmi, tornato per sconfiggere il tumore alla testa. Mi allontani dalla folla di gente che si era creato all'ingresso e mi avviai verso l'ascensore; era al secondo piano l'ufficio della Lisandri, si trovava vicino al reparto di oncologia, il reparto più brutto dell'ospedale. Passai davanti alla mia vecchia stanza, la stessa stanza dove ho conosciuto Vale, non era stata occupata ancora da nessuno o almeno credevo, c'erano ancora i segni della mia presenza in quella stanza come ad esempio alcune cose che mi ero dimenticato lì oppure l'armadietto con le date di nascita dei braccialetti bianchi. Passai oltre e finalmente arrivai davanti al suo studio. Bussai, sentii la voce della dottoressa che mi permetteva di entrare, abbassai la maniglia della porta ed entrai; era seduta alla scrivania sulla quale c'erano soltanto fogli e cartelle cliniche dei suoi pazienti; appena mi vide rimase a bocca aperta, non si aspettava di certo il mio ritorno o almeno non così presto; mi venne incontro; stava per dire qualcosa ma non ebbe il tempo di farlo che io la interruppi dicendole che avevo deciso di curarmi e di rifare per la terza volta la chemioterapia; a quelle mie parole fece un sorriso, sapevo che era contenta di ciò anche se cercava in tutti i modi di nascondere le sue emozioni. -Sono felice della tua decisione, hai fatto la scelta giusta- disse guardandomi dritto negli occhi. -Dottoressa, quando dovrò ricominciare a fare la chemio ?- Lei mi disse che era meglio incominciare subito visto le mie condizioni di salute e la gravità del tumore, ed infine mi avvisò che la mia stanza non era ancora stata occupata da nessuno, visto che in quei giorni non c'erano stati nuovi ricoveri, e che quindi avrei potuto sistemare le mie cose anche subito. La ringrazierà ed uscì dal suo studio, fuori c'era Cris che mi aspettava, era stata l'unica ad aver capito che sarei venuto qui; gli andai incontro e lei mi abbracciò : in quel momento era tutto ciò che avrei voluto.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cap 3 ***


Io e Cris ci avviammo verso la mia camera, avevo deciso che prima avrei sistemato le mie cose e dopo sarei andato a salutare gli altri ragazzi che erano rimasti qui... ma non ce ne fu bisogno, perché appena varcato la soglia della stanza, li vidi tutti li che urlavano -Bentornato Leo!-, c'erano tutti... o quasi, c'erano Nina e Ruggero, c'erano Chicco e la piccola Flam, c'era Rocco che anche se era stato dimesso veniva quasi tutti i giorni qui, ed infine c'era Bea che mentre ero via era uscita dal coma, mancavano solo Nicola e Davide, quanto vorrei che ci fossero anche loro in questo momento... Vederli lì tutti insieme per me, mi fece commuovere, per la prima volta avevo pianto davanti a tutti... Le ore volarono e si fece subito sera, pian piano tutti se ne andarono o si diressero nelle rispettiva stanze; rimasi solo con Cris per circa un'oretta, durante la quale siamo stati tutto il tempo abbracciati ed anche se non stavamo facendo niente avrei voluto rimanere in quella posizione per sempre, ma non fu possibile perché dopo poco Cris ha ricevuto un messaggio da Carola che le diceva che era venuta a prenderla, salutari Cris e le diedi un bacio... ero rimasto solo, già mi mancava; cercai di dormire ma non ci riuscii e quindi decisi di ascoltare della musica Io non ho finito, quanti ricordi legati a quella canzone... all'improvviso qualcuno busso alla porta: era la Lisandri -Leo stai dormendo?- mi chiese lei, -No stavo ascoltando della musica, entri pure-, si mise seduta accanto a me, aveva appena finito il turno perché non indossava più la sua solita divisa da lavora ma degli abiti normali. -Sapevo che prima o poi saresti tornato- mi disse -Bisogna ringraziare i braccialetti, senza di loro non so se in questo momento starei qui- -Saresti tornato comunque prima o poi...- mi disse lei La guardavo, non sapevo cosa dirle, alla fine ricominciò a parlare lei- Scusa se te lo dico solo adesso, ma domani mattina ricomincerei la chemio, ti abbiamo messo nello stesso orario di Nina, così magari potreste farvi compagnia a vicenda- -Grazie per avermi messo con Nina, anche se non so se sarò di buona compagnia...- Mi guardava, aveva gli occhi lucidi, ormai con me non riusciva più a nascondere le sue emozioni, decisi di abbracciarla e la ringraziai per tutto ciò che aveva fatto in quegli anni in cui sono stato in ospedale. Quell'abbraccio durò qualche minuto, dopodiché ci allontanammo, lei sia alzò dal letto e mi disse che ora dovevo dormire... ci provai, ma non ci riuscivo continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto, sapevo che da quel momento in poi tutto sarebbe stato più difficile. La mattina dopo a svegliarmi fu Ester, saranno state le 8:30 -Buongiorno Leo, su svegliati che fra circa mezz'ora viene Ulisse che ti accompagna a oncologia per fare la chemio- Mi alzai, feci la colazione e mi preparai, volevo inviare un messaggio a Cris in cui le dicevo che stamattina avrei ricominciato le cure, ma non lo feci perché mi ricordai che si trovava a scuola e che quindi non volevo disturbarla. Arrivò Ulisse con la carrozzella, accanto a lui c'era anche Nina, che con la sua testardaggine aveva ottenuto il permesso di andarci a piedi. Arrivammo a oncologia, davanti all'entrata c'era ancora il murales con il leone, ricordo ancora quella sera con Davide e gli altri, quel disegno non serviva a dare forza solo a me ma anche a tutti coloro che dovevano fare la chemioterapia. Io e Nina ci sistemammo sul lettino, ci avevano messo vicini. Poco dopo sentii una melodia provenire dal corridoio, non sapevo chi fosse e quindi decisi di chiedere a Nina -È Flam, quasi tutte le mattine dà il buongiorno ai pazienti con la melodia del pianoforte che le ha regalato Chicco-, suona davvero bene pensai, quella melodia mi rilassava. Vedevo Nina che incominciata a soffrire e le dissi -Nina che ne dici di fare un gioco, me l'ha insegnato Vale quando facevo la chemio, devi soltanto chiudere gli occhi e pensare ad un posto dove vorresti essere in questo momento, può sembrare strano però serve- Lo fece e decisi di farlo anche io: feci lo stesso sogno che ho fatto la prima volta, però era un po' diverso perché in questo caso c'erano anche Nina, Flam, Chicco e Bea che sono le New entri del gruppo... Quel sogno servii molto ad entrambi, aveva ragione come sempre la Lisandri, io e Nina ci facevamo compagnia a vicenda.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cap 4 ***


Primo giorno di chemio superato... per fortuna a farla con me c'è Nina, ormai siamo diventati buoni amici, lei sta con Vale ed io sono fidanzato con Cris... a proposito di Cris, a quest'ora sarà sicuramente uscita da scuola quindi decido chiamarla. -Ciao amore-... sentire la sua voce è la sensazione più bella del mondo. -Ehi Cris tutto bene a scuola?-, lei rispose che era andato tutto bene -Senti Cris puoi venire in ospedale che ti devo dire una cosa- -Ok arrivo subito- CRIS'S POV Sarà successo sicuramente qualcosa se no non mi avrebbe chiesto di andare li subito; decido di non passare nemmeno a casa a mangiare, prendo il motorino e mi dirigo subito in ospedale. Andai da Leo, era nella sua stanza che si stava riposando, intorno a lui non c'erano flebo o cose del genere per fortuna, però era successo qualcosa, lo sentivo dalla sua voce. Mi avvicinai al letto, cercai di fare il più piano possibile per non svegliarlo, ma mi aveva lo stesso sentito; decisi di sedermi accanto lui che mi salutò con un bacio. -Leo è successo qualcosa, sei stato male?- chiesi, ero agitatissima. -Senti Cris, te l'avrei voluto dire prima, ma stamattina ho ricominciato con le cure- mi disse -Leo avrei voluto essere con te, te l' avevo promesso, mi dispiace che l'abbia fatta senza la compagnia di nessuno- -Dai non ti preoccupare e comunque non ero solo perché c'era anche Nina. La Lisandri ci ha messo insieme così ci facciamo compagnia a vicenda- Se un mese fa mi avesse detto che avrebbe fatto la chemio con Nina mi sarei di certo arrabbiata e ingelosita, ma ora no perché sono entrambi fidanzati e soprattutto erano buoni amici. -Senti Leo, anche se c'è Nina almeno una volta vorrei venire io- Lui mi disse che non c'è n'era bisogno, ma alla fine lo convinti con il fatto che eravamo fidanzati e che almeno una volta gli avrei voluto tenere la mano... Poco dopo qualcuno bussò alla porta, erano Nina e Vale, venuti per passare un pomeriggio insieme fatto di chiacchiere ed urla. Arrivò sera ed io e Vale fummo costretti a salutare i nostri fidanzati, mi sarebbe tanto piaciuto rimanere ancora un po' con Leo, ma l'orario delle visite era già finito da un'ora, quindi non potevamo chiedere agli infermieri di farci restare ancora un po'... LEO'S POV La mattina dopo mi svegliai alle 8:00, alle 9 avrei dovuto incominciare la chemioterapia. Come ieri anche stamattina mi vennero a chiamare Nina ed Ulisse, oggi però non si sentiva la dolce melodia del pianoforte che risuonava per tutto l'ospedale, stamattina si sentivano solo le sirene delle ambulanze che arrivavano e l'odore dell'ospedale, il solito odore metallico che io odio; tutto questo mi rendeva più triste... Oggi Cris non mi sarebbe venuta a trovare, aveva da fare una commissione con la sorella, domani mi aveva promesso che mi avrebbe accompagnato a fare la chemio, ricordo ancora quando l'anno scorso era venuta con me ed era scappata perché non riusciva a vedermi soffrire, però adesso era diverso, stavolta Cris ce l'avrebbe fatta... Ero in giro nei corridoi, quando vidi arrivare Rocco con il suo skateboard e dirigersi verso la stanza di Bea -Ehi ciao Leo sto andando da Bea, ti va di venire anche tu?- Io avevo risposto con una cenno con la testa, Rocco riprese la sua corsa con lo skate ed io cercai di stare al suo stesso passo, però per colpa della protesi alla gamba non ci riuscii... Mi sentivo stanco, non riuscivo più a camminare, mi appoggia alla parete; mi venne incontro Carlo che in quel momento si trovava vicino a me -Leo ti senti bene?- Non riuscivo a rispondere, mi tremavano le gambe, sudavo freddo, poi caddi a terra; tutti mi vennero vicino, sentii il dottor Carlo urlare a degli infermieri di andare a chiamare subito la Lisandri ed Alfredi, poco dopo li vidi arrivare, provarono a muovermi e a chiamarmi più volte ma io non riuscivo a rispondere, poi non ricordo più nulla, il vuoto totale... Mi risveglia alcune ore dopo in letto non mio e con delle flebo al braccio, affianco a me c'era Asia -Leo come stai?- mi chiese, -Un po' meglio, ma che ci fai qui non dovresti essere all'università a quest'ora?- le dissi -Si, ma mi hanno chiamato e mi hanno detto che eri svenuto, quindi sono corsa subito da te- -Asia, non c'è n'era bisogno, sarà stato di sicuro un calo di pressione dovuto alla chemio, ora vai che domani hai un esame, tanto ora mi porteranno a fare i soliti esami, quindi non c'è bisogno che resti- le dissi -Ok, però appena saprai qualcosa mi chiami- Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò. Avevo paura, avevo paura che non fosse stato solo uno svenimento dovuto alla chemio, avevo paura che si trattasse di qualcosa di più grave... Poco dopo arrivò la Lisandri -Leo come ti senti?- mi chiese -Ho un po' di mal di testa e mi sento stanco, dottoressa che cosa ho avuto?- Lei mi disse che ero svenuto e molto probabilmente a causa della chemio -Domani mattina farai degli esami per assicurarci che sia tutto apposto, adesso riposati però- Quelle parole mi avevano tolto l'ansia che avevo addosso, il mio svenimento era stato causato dalla chemio...

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cap 5 ***


Era tardi quando riuscii a prendere sonno, stare in quella stanza con tutti quei macchinari mi metteva un po' di inquietudine... La mattina dopo mi dovetti svegliare presto, avrei dovuto fare tutti gli esami prescritti, esame del sangue, tac e radiografia, i soliti controlli della Lisandri... Presi il cellulare e vidi che c'erano 5 chiamate perse e 7 messaggi tutti da parte di Cris; stavo per avvertirla del fatto che stamattina non avrei fatto la chemio, ma fui interrotto da Ulisse che arrivò con la carrozzella -Ehi Leo salta su che ti portiamo di sotto a fare gli esami-, non ero riuscito ad avvertire Cris, speriamo che non si preoccupi troppo... CRIS'S POV Questa mattina mi svegliati un po' prima del solito, dovevo accompagnare Leo alla chemio che sarebbe iniziata verso le 9, però sarei andata lì un po' prima e gli avrei portato la colazione: due cornetti alla crema, i suoi preferiti. Arrivai in ospedale, parcheggiai il motorino e andai nella camera di Leo; arrivata non c'era nessuno, il letto era rifatto, provai a vedere se era in bagno ma niente non era nemmeno li, mi stavo iniziando a preoccupare anche perché era da ieri pomeriggio che non rispondeva più alle miei chiamate e ai miei messaggi; ad un certo punto vidi dal finestrone della stanza passare la dottoressa Lisandri in compagnia di altri medici, -Mi scusi dottoressa sa mica dov'è Leo, questa mattina l'avrei dovuto accompagnare a fare la chemio, ma nella sua stanza non c'è- le chiesi, lei si fece scura in volto -Cris nessuno ti avvertito di ciò che è successo ieri a Leo?-, mi stavo iniziando seriamente a preoccupare -No nessuno mi ha avvertito, cos'è successo, adesso sta bene?- inizia a tempestarla di domande -Cristina non è successo niente di grave, ieri Leo dopo la chemio è svenuto, crediamo si sia trattato di un mancamento dovuto alle cure che sta facendo, adesso gli stiamo facendo degli esami per confermare che sia tutto apposto; ora scusa ma devo andare, stai tranquilla Cris-, così mi aveva congedato la dottoressa. Avevo deciso che l'avrei aspettato, ma non ce la facevo ad attenderlo nella sua stanza quindi decisi di andare da Olga, che ancora non era stata dimessa... Andare in quel reparto mi faceva venire in mente brutti ricordi legati ai miei ricoveri, che credevo fossero stati ormai cancellati dalla mia mente. Arrivai, era sul letto ad ascoltare della musica; quanti ricordi legati a quella stanza: il primo bacio con Vale, l'amicizia con Olga e la teoria del mio amore per Leo di Toni... -Ehi ciao Olga-, si tolse le cuffie e mi venne incontro per abbracciarmi -Cris che bello rivederti- si staccò da me e mi guardò dritto negli occhi -Non mi dire che sei stata ricovera di nuovo?-, l'assicurai delle miei condizioni di salute e del motivo per cui mi trovassi lì -Cris non sarà niente di grave come ha detto la dottoressa, non ti preoccupare-, parlare con Olga mi calmava molto; passammo diverse ore a parlare del più e del meno e del fatto che c'era del tenero tra lei e Ruggero. Verso l'ora di pranzo decisi di andare nella stanza di Leo per vedere se era tornato dagli esami, eccolo lì, era seduto sul letto che giocava con la sua pallina da tennis. -Amore, come stai?- gli chiesi entrando in stanza, mi diede un bacio e poi rispose -Adesso mi sento meglio, ho appena finito di fare gli esami e nei giorni prossimi mi daranno i risultati; mi dispiace averti fatto preoccupare-, mi prese a sé e ci sdraiammo sul suo letto; sentire il suo calore e il suo profumo era la cosa più bella al mondo

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cap 6 ***


Qualche giorno dopo... POV'S LEO Oggi è domenica, è una bellissima sensazione sapere che questa mattina non farò la chemio e che forse avrò il permesso del sole. -Buongiorno Leo- sono la Lisandri e Laura che come ogni mattina fanno il giro delle visite -Buongiorno dottoressa, oggi posso andare al sole?- dico mentre Laura mi infila il termometro sotto il braccio che poco dopo toglie -Tempertura non ne hai, il polso è regolare, però dato ciò che hai avuto nei giorni scorsi...- non la lascio neanche finire di parlare. -Dottoressa la prego, oggi è domenica e Cris starà con me tutto il giorno, non vorrà mica farci stare qua dentro tutto il tempo?- le dico guardandola con occhi dolci, che di solito funzionano -Va bene però cerca di non stancarti. Ora vado, buona giornata- L'ho fregata anche stavolta, i miei occhi dolci fanno sempre colpo su di lei... Poco dopo arriva Cris, quant'è bella penso dentro di me -Buongiorno amore- mi da un bacio -Ti ho portato la colazione- dice mentre tira fuori da un sacchettino bianco due croissant appena sfornati ed ancora fumanti. -Grazie amore- le dico; ci sediamo sul letto insieme ed incominciamo a mangiare -Ho ottenuto il permesso del sole, quindi possiamo stare tutto il giorno sul terrazzo- dico, in quel momento arrivano anche Vale e Nina. -Ciao Leo- dicono all'unisono -Nina ha avuto il permesso del sole te?- dice Vale -Anch'io, che ne dite se andiamo tutti e quattro sul terrazzo e ci facciamo un picnic e una partita a basket?- propongo io Tutti rispondo di si poi Vale chiede - Leo ma come facciamo a fare un picnic senza i panini e tutto l'occorrente?- A quella domando tiro fuori da una busta del prosciutto, salame e dei panini -Ti sei dimenticato che io ho la password per entrare in cucina- affermò ridendo. Poco dopo eccoci tutti e quattro sul tetto con una palla da basket in mano e tutto l'occorrente per preparare il picnic però non siamo soli, ci sono anche Rocco e Bea -Ehi ragazzi volete fare una partita a basket con noi?- I due ragazzi si guardarono, fu Rocco poi a rispondere -Dai ci stiamo.- E partita fu... maschi contro femmine, bella sfida pensai tra me e me. Mi viene in mente la partita a basket con Davide, Toni, Nicola e Ruggero con i suoi amici... I primi punti furono fatti da noi ragazzi, soprattutto fatti grazie a Rocco che si rivelò un bravo giocatore di basket, ma presto il risultato si rovesciò, le ragazze tirarono fuori tutta la grinta e la forza che avevano e riuscirono a batterci. A fine partita tutti avevamo fame, decidemmo quindi di sederci a terra e di incominciare il picnic, il primo picnic fatto all'interno di questo ospedale. Mi vennero in mente i picnic al parco con la mamma, Asia e papà; tutte le domeniche eravamo sotto l'ombra di una quercia seduti su una tovaglia a quadretti rossi e bianchi e ci facevamo un picnic, alla mamma piacevano molto... Ed infine ci mettemmo tutti e sei gli occhiali gialli rubati dal reparto ottico, anche se erano graduati e non ci vedevamo niente, loro c'erano sempre stati nei momenti migliori di noi braccialetti. Calò la sera e rientrammo tutti in ospedale, Vale, Cris e Rocco dovettero andare via perché era finito l'orario di visite e noi decidemmo di ritirarci nelle rispettive stanze; mi misi a dormire pensando ancora alla bellissima giornata trascorsa con gli altri... Si svegliò all'improvviso, il led della sveglia segnava le 3:00 di notte, a svegliarlo era stato un rumore proveniente dalla sua stanza, infatti vicino al suo letto c'era lei con occhi rossi pieni di lacrime e dolore, era la Lisandri...

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Cap 7 ***


Era successo qualcosa, lo capivo dal suoi occhi e dallo sguardo con cui mi guardava. -Dottoressa cos'è successo?- le chiesi, lei si fece scura in volto -Leo sono arrivati i risultati delle analisi che hai fatto, i valori sono di nuovo tutti sballati e...- Non la feci neanche finire di parlare -E che cosa? Mi sta cercando di dire che devo aumentare i cicli di chemioterapia o che il tumore si è spostato in altre zone del corpo? Se è così me lo dica senza fare troppi giri di parole che tanto non servono, tanto sono ormai abituato alle brutte notizie- le dissi alzando la voce -Non si tratta di questo Leo, noi ti dobbiamo operare-, in quel momento avrei voluto scomparire ma non potevo, così mi alzai dal letto e mi misi sulla sedia a rotelle, siccome ero senza protesi, e andai vicino alla finestra; quando ero triste mi mettevo sempre lì, da quella finestra si vedevano benissimo il mare o la luna e in questo modo mi sembrava in un certo senso di essere libero e di non trovarmi in quel posto ma da un altra parte. La dottoressa si sedette sul davanzale accanto a me e mi disse - Leo siamo costretti a farlo, la massa nella testa è aumentata e la chemio in questo caso non servirebbe più a niente- -È già sei volta che mi operate, ed ogni volta mi dite che la chemio non serve a niente ma alla fine mi ritrovo sempre a farla- le dissi. -Hai ragione, dopo l'operazione dovrai continuare a fare la chemio ma meno cicli rispetto a come avevamo prestabilito- -Se non mi opero cosa rischio?- chiesi -Se non ti operi rischi che la massa nella testa aumenti ancora- mi disse, -E se mi opero cosa rischio?- -Rischi di non farcela- disse -Però questa decisione spetta soltanto a te- continuò. -Fino a quando ho tempo per decidere?- domandai -Fino a domani pomeriggio.- Stavolta avevo più paura del solito, quest'operazione era più rischiosa rispetto a quella precedenti... Chiamai Cris e le chiesi di venire in ospedale, era l'unica persona con cui mi volevo confrontare in questo momento. Eravamo sotto gli ulivoni quando gli raccontai di quello che era successo stanotte, le vennero le lacrime agli occhi, odiavo vederla soffrire a causa mia. -Leo lo so che è una decisione difficile da fare ma ricordati che io sono e sarò sempre dalla tua parte, qualsiasi scelta decida di fare- Fu proprio sotto a quegli ulivi che presi la mia decisione... Andai nello studio della Lisandri, Cris rimase fuori; all'interno trovai anche il dottor Alfredi -Ho deciso mi opero- dissi varcando la soglia della porta; i due medici si guardarono, firmai un foglio in cui vi erano scritte tutte le condizioni e i rischi dell'operazione, questo sarebbe stato il mio primo intervento da maggiorenne -Quand'è che mi operate?- chiesi, fu il dottor Alfredi a rispondere -Dobbiamo spostare alcune operazioni però credo che domani mattina ti possiamo operare. Da questo momento non puoi più mangiare- Uscii dallo studio ed avvisai Cris del fatto che l'indomani mi sarei operato... Cris aveva deciso di dormire con me quella notte, i medici erano d'accordo; si addormentò quasi subito, sentire il suo respiro mi piaceva però, nonostante la sua vicinanza, non riuscì lo stesso a dormire... La mattina dopo gli infermieri mi vennero a chiamare verso la 7:00. Poco prima di entrare in sala operatoria salutai tutti i miei amici che sarebbero rimasti in sala d'attesa tutto il tempo. La mia settima operazione si stava avvicinando sempre di più, l'ansia cresceva e la mia paura di non farcela anche.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Cap 8 ***


POV'S LISANDRI È la prima volta che anch'io sono in sala d'attesa tra amici e parenti durante un intervento, spesso ho il ruolo di chirurgo in sala operatoria ma questa volta no, questa volta sono anche io in ansia di sapere notizie da parte dei miei colleghi che stanno operando. FLASHBACK Ero nel mio studio con Andrea, quando arrivò Laura -Dottoressa sono arrivati i risultati degli esami di Leo- mi consegnò la solita busta gialla con tutti i referti; tirai fuori gli esami del sangue: molti valori erano sballati e questo non era un buon segno, ma fu la tac a rivelare la verità: il tumore nella testa stava crescendo sempre di più -Maria Pia tutto bene?- mi chiese il mio collega -Andrea il tumore è di nuovo cresciuto, non sta reagendo alle cure come speravamo-, guardò gli esami anche lui poi alzò gli occhi da essi e mi disse -L'unica soluzione è operare, se non lo facciamo rischiamo che il tumore cresca ancora di più e a quel punto non ci sarebbe più nessuna cura che potrebbe salvarlo.- Era un'operazione che presentava molti rischi, ma era anche l'unica soluzione per far si che Leo non morisse -È un'operazione molto rischiosa, il tumore si trova molto vicino al cervello; però credo di poterci arrivare-; il mio collega però mi disse -Maria Pia forse è meglio se non lo operi tu, sei troppo legata a quel ragazzo.- Aveva ragione: se fosse successo qualcosa a Leo non me lo sarei mai perdonata. FINE FLASHBACK Erano passate quasi tre ore e non avevamo ancora nessuna notizia da dentro, ad un certo punto mi si avvicina Cristina che mi chiede - Scusi dottoressa, è normale che ci stiano mettendo così tanto?- -Si è normale, si tratta di un intervento molto complesso e lungo-; -Dottoressa ma se non è lei ad operare, chi si trova in questo momento in sala operatoria con il dottor Abele?- aveva chiesto Vale che aveva ascoltato tutto -Insieme al dottor Abele ci sarà il dottor Alfredi- gli risposi, mi aspettavo questa domanda da parte di uno dei ragazzi... Erano quattro ore e mezza che era dentro, all'improvviso vidi medici ed infermieri uscire ed entrare dalla sala operatoria con bombole dell'ossigeno e sacche del sangue, stava succedendo qualcosa, dovevo intervenire. -Dottoressa cosa sta succedendo?- mi chiesero tutti -Non vi preoccupate- avevo detto io entrando in sala operatoria. Mi misi la mascherina e tutto l'occorrente ed entrai, Andrea avrebbe voluto dire qualcosa vedendomi entrare ma quello non era il momento adatto: infatti le pulsazioni stavano calando molto velocemente e in breve tempo Leo entrò in arrestò cardiaco -Defribilliamo- aveva detto il mio collega, non si riprendeva; ad un certo punto tutti i valori rincominciarono a risalire, l'intervento poteva continuare. Non mancava tanto alla fine dell'operazione, ma decisi che avrei continuato io; -Bisturi- avevo detto io allungando la mano... Dopo un'ora l'intervento si concluse e tutti gli infermieri e noi medici potemmo uscire; all'uscita tutti i ragazzi mi vennero incontro -Dottoressa com'è andato l'intervento?- mi chiesero loro -È andato bene, ci sono state alcune complicazioni ma siamo riusciti a salvarlo- -Possiamo vederlo?- mi chiese ansiosa Asia -Sta per arrivare- dissi mentre usciva dalla sala operatoria sopra ad una barella. -Ciao ragazzi- disse Leo con un filo di voce. Decisi di andarmene, questo momento era solo per i parenti e per gli amici...

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Cap 9 ***


LEO'S POV Ero da poco ritornato nella mia stanza, con se ne erano tutti andati e con me erano rimaste soltanto le due donne della mia vita: Asia e Cris -Ha detto la dottoressa che l'operazione anche se ha avuto alcune complicazioni alla fine è andato tutto bene. Ora però cerca di riposare-; aveva ragione Asia mi dovevo riposare. Al mio risveglio Asia se ne era andata, era rimasta Cris che intanto si era addormentata sul letto vuoto di fianco al mio; era bellissima anche quando dormiva, era sempre perfetta, la lasciai dormire perché sapevo che anche lei in questi giorni era riuscita a riposare poco siccome era in ansia per me. Rimasi ad osservarla tutto il tempo, finché non si svegliò, le toccai la mano e lei mi sorrise -Amore hai dormito bene?- chiesi -Si, scusa se mi sono addormentata- -Cris non ti devi scusare hai fatto benissimo, in questi giorni ti sei presa solo cura di me, ora è giusto che pensi anche a te stessa- le avevo detto dandole un bacio; bussarono alla porta: erano la Lisandri e Laura, venute a vedere se era tutto apposto dopo l'operazione -Scusate ragazzi- avevano detto entrando, in quel momento io e Cris ci sentivamo un po' in imbarazzo; -Come va Leo?- mi domandò Laura infilandomi il termometro sotto il braccio: avevo un po' di febbre, era abbastanza normale visto che avevo subito un' intervento poche ore prima -Senti Leo, l'operazione è andata bene, la massa nella testa siamo riusciti a rimuoverla del tutto, ma devi lo stesso continuare con la chemio- mi avvertì la dottoressa che mi aveva già avvisato di questa cosa ancora prima dell'intervento -Ok, quand'è che riprendo con le cure?- le chiesi mentre Cris mi stringeva la mano -Da domani mattina riprenderai con la chemio, adesso vi lascio soli ragazzi- disse e andò via accompagnata da Laura -Leo, lotteremo insieme, domani ti accompagnerò- la ringraziai e la baciai. La mattina dopo a svegliarmi fu Cris, venuta presto in ospedale per la chemio; come sempre quando veniva la mattina, anche oggi aveva i miei cornetti preferiti in mano; dopo una mezzoretta arrivò Ulisse, dovevamo scendere di sotto. Con me stavolta c'era Cristina, con lei mi sentivo più forte e mi sembrava di sentire meno dolore, ma non fu così, infatti dopo breve tempo incominciano a sudare freddo, mi venne la nausea ed incominciai a vomitare; Cris stavolta non scappò via come la prima volta, questa volta mi stringeva la mano e mi aiutava a tirare fuori tutto quello schifo di medicinali che avevo dentro il mio corpo, riuscii ad addormentarmi; al mio risveglio stavo per finire la chemio e Cris stava ascoltando della musica al cellulare, vedendomi sveglio si tolse le cuffie dalle orecchie -Leo, ben svegliato, come stai?- mi domandò -Un po' meglio rispetto a prima, riposarmi mi ha fatto bene- le risposi... Era appena finita la prima chemio, ma sapevo che ne avrei dovute fare ancora molte prima di poter guarire del tutto. ANGOLO AUTRICE: questo capitolo è un po' più corto rispetto agli altri, ma l'ho fatto per potervi lasciare tutte le sorprese nel prossimo, che sarà l'ultimo capitolo...

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Cap 10 ***


Qualche mese dopo... Mi svegliai, fuori c'era la neve, oggi era il 25 dicembre, il giorno di Natale; era già da un mese che in ospedale si sentiva aria di festa grazie agli addobbi, le lucine e l'albero bianco dalle palline rosse e blu che si trovava nell'atrio. Erano passati quasi quattro mesi da quando mi ero operato alla testa, i capelli mi erano ricresciuti ma non avevo ancora ricevuto notizie da parte dei medici riguardo a dei miei miglioramenti o peggioramenti, però oggi era un giorno di festa, non volevo pensare a queste cose... Oggi, come tutti gli anni, ci sarebbe stato il pranzo di Natale: una grande tavolata veniva bandita qui in ospedale, alla quale avrebbero partecipato medico e pazienti. Quest'oggi sarebbero venuti tutti qui per festeggiare con me, infatti da quando Nina, Bea, Flam e Chicco erano stati dimessi, ero l'unico braccialetto ad essere ancora qui in ospedale... Mi iniziai a preparare: mi feci una doccia calda, mi sistemai i capelli ed incominciai a vestirmi: mi sarei messo una camicia bianca con una cravatta nera, le due cose più eleganti che avevo; dopo non molto arrivò anche Cris, era bellissima, indossava un vestitino rosso che le arrivava appena sotto le ginocchia ed aveva i capelli color miele che le cadevano sulle spalle; le andai incontro -Buon Natale amore mio- le dissi -Buon Natale anche a te- rispose dandomi un bacio; ci scambiammo i regali: le consegnai un piccolo cofanetto blu all'interno del quale c'era un anello che avevo fatto comprare da Asia -Amore è stupendo,grazie- disse lei che mi consegnò il suo regalo: era incartato all'interno di una carta color oro, erano delle cuffie, sapeva che mi si erano rotte le mie e che me ne sarei dovute comprare di nuove, ma ci aveva pensato lei con questo regalo. Dopo lo scambio dei regali andammo nella stanza dove avrebbe avuto luogo il pranzo, erano già tutti li, erano vestiti tutti elegantemente ed erano tutti felici; la stanza era tutta addobbata, in sottofondo si sentiva una musica natalizia e in mezzo c'era una lunga tavolata ricca di cose da mangiare, i bambini correvano da una parte all'altra della stanza e nonostante fossero malati, oggi erano contenti e pensavano solo a divertirsi... Il pranzo ebbe inizio, noi braccialetti ci sedemmo vicini, c'erano un sacco di cose da mangiare: pollo arrosto, ravioli e tanto altro ancora, era stato preparato tutto dalle cuoche o da alcuni genitori che avevano deciso di contribuire anche loro al pranzo; era tutto squisito... Arrivò il momento di festeggiare: la Lisandri, siccome era la direttrice dell'ospedale, andò al microfono e fece gli auguri di buone feste a tutti quanti, le bottiglie di spumante vennero stappate e partì un grande applauso da parte dei presenti... Tra balli e risate arrivò presto sera, e la gente cominciò ad andarsene o a ritirarsi nelle proprie stanze. Ero con i miei amici quando mi venne incontro la dottoressa Lisandri: anche lei oggi era vestita elegante e non portava il solito camice bianco da lavoro, fece gli auguri a tutti noi e poi si rivolse a me dicendomi che doveva parlarmi, non capivo, però decisi lo stesso di ascoltarla -Leo, non ti ho detto questa cosa prima perché volevo averne la conferma, ma ora c'è l'ho avuta- mi disse -La conferma riguardo a cosa?- le domandai curioso -Leo sei guarito, il tumore non c'è più, puoi lasciare l'ospedale quando vuoi-, la guardai, non credevo alle miei orecchie, dopo due anni di chemio e di cure ero finalmente guarito -Leo tutto bene?- mi chiese la dottoressa, io le sorrisi -È il regalo di Natale più bello che potessi ricevere. Lei è la più brava dottoressa di questo mondo- le dissi per poi abbracciarla e baciarla; corsi subito dai miei amici che avevano assistito a quella scena ma non avevano sentito nulla -Ragazzi sono guarito, non ho più il tumore, posso lasciare l'ospedale anche subito- a quella notizia Cris mi diede un bacio e poi mi abbracciò, in breve tempo a quell'abbraccio si unirono anche gli altri, tutti erano contenti per me. Alla fine dell'abbraccio urlai -Braccialetti rossi in alto- e tutti in coro -WATANKA!-; era stato il più bel Natale della mia vita questo, non potevo ricevere notizia migliore di quella che avevo ricevuto...

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3063485