Ars Fascinandi (L'arte di ammaliare)

di monik
(/viewuser.php?uid=23902)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Serata al Pub ***
Capitolo 2: *** L'ombrello e il telefono 'quasi' assassinato ***
Capitolo 3: *** Il Gatto Radar ***
Capitolo 4: *** La gara delle tazzine.| Lacrime. ***
Capitolo 5: *** La scommessa ***
Capitolo 6: *** Un mazzo di rose ***
Capitolo 7: *** Pranzo Tentatore ***
Capitolo 8: *** *Festa a sorpresa* ***
Capitolo 9: *** *Il dopo festa*- Parte prima ***
Capitolo 10: *** Il dopo festa - Seconda parte. ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Serata al Pub ***


Ars
***Ars Fascinandi***

Capitolo Primo
Serata al Pub


La ragazza camminava lentamente, al riparo dalla pioggia sotto quel suo ombrellino nero con i bordini bianchi. Quel giorno, così uggioso, era solitamente tranquillo e calmo. Per le strade della città ormai poca gente girava a piedi. Le piccole folle che vi erano di pomeriggio si erano dileguate con l'arrivo delle gocce che cadevano picchiettando su vetri e macchine, che creavano un piacevole rumore cadendo su quel piccolo ombrello. Quello stesso ombrello era stato il regalo forse più prezioso che le fosse mai stato fatto. Fu l'ultimo regalo che sua madre le aveva donato, prima di morire.

Ciò ormai non scalfiva quasi più la ragazza che a passo leggero e delicato camminava sul marciapiede. Alle orecchie, le cuffie le infondevano una melodiosa canzone che, a volume alto, le riempiva la mente, le dominava la coscienza. Una canzone, dalle note semplici e tristi, si spandeva melodicamente, lasciando Kagome sognare ad occhi aperti, mentre al suo fianco i negozi iniziavano a chiudere.
"I can be your hero baby" canticchiò lentamente.
Quella canzone, di vecchia data ormai, si trovava su quel mp3 da molto tempo, ma Kagome non si era mai stancata di ascoltarla.
La città ora assumeva quella sua solita vivacità che era solita assumere verso quell'ora. Persone che rincasavano dal lavoro, altre che uscivano per trovarsi con amici, altre ancora che camminavano per la città. Il momento di quiete in cui si era trovata Kagome fino a pochi istanti prima finì.
Mestamente, la sua mente tornò alla realtà, risvegliandosi da quella miriade di pensieri, di idee, di sogni. Benchè avesse solamente 20 anni, era stata costretta ad iniziare a lavorare, per poter mantenere il nonno e il fratellino che abitavano con lei in quell'antica casa. Il nonno anche se aveva una grandissima forza di volontà, non aveva abbastanza forza fisica per sostenere un lavoro che lo occupava ben 8 ore al giorno, ma faceva solo piccole commissioni o lavori che gli occupavano abitualmente mezza giornata. Il fratellino invece, Sota, aveva solamente 12 anni, quasi 13, e la stessa Kagoma gli vietava di aiutarla nei lavori, ma di godersi l'infanzia, ormai agli sgoccioli.
La madre, che li aveva lasciati così prematuramente, era stato il cardine di quella famiglia.
Kagome non rammentava alcun ricordo dell'uomo che doveva esser stato suo padre, forse anche per il fatto che la madre non ebbe mai voglia di raccontarle la sua storia.
Era cresciuta così, in una famiglia semplice, di umili origine, ma con una grande determinazione. Aveva tutto quello che le era necessario, senza eccessi. ppure era contenta. Contenta della sua vita, della sua famiglia. Anche se la figura della madre si risentiva molto, lei aveva saputo assumersi il carico di mantenerla, di portare del cibo, di far crescere un fratello.
La canzone si concluse lentamente e Kagome, tirando fuori la mano dal suo cappottino, rimise la stessa melodia che partì ugualmente dolce.
"Let me be your hero Baby"
Quella sera, una delle poche, si concesse un po' di libertà, duramente guadagnata. La sua vita, organizzata tra lavoro e casa, sembrava quella di una mamma, ma Kagome non si lamentò mai di questa condizione. L'unica cosa che forse rammentava maggiormente era la mancanza di una persona al suo fianco, un uomo che la sapesse prendere fra le braccia, farla sentire al caldo e al sicuro. Le mancava quell'amore che aveva dovuto sempre rifuggire per poter consentire al piccolo fratello la stessa educazione che lei aveva avuto il pregio e la fortuna di ricevere.
Certo, la famiglia non era totalmente povera, si poteva definire una classe intermedia, ma con un difetto: la vita di Kagome.
Molte, troppe volte, la sua migliore amica Sango le aveva detto di staccare, che l'avrebbe aiutata lei economicamente, ma lei ebbe sempre rinunciato a tali proposte. Amava la sua famiglia, amava aiutarla e dedicarsi ad essa.
"Would you cry if you saw me crying?"
A
maramente ripensò a quel verso e si pose la stessa domanda, non trovando risposta. Ma, mentre entrava nel pub con lo stesso passo leggiadro, spense l'mp3 che l'aveva accompagnata per quel breve tragitto. Era in perfetto orario, come sempre. La cosa che forse più amava di quel piccolo pub-ristorante era il fatto che molto spesso si esibivano nuove 'star' e solitamente Kagome apprezzava molto le loro esibizioni. Lei non era il tipo di ragazza che beveva o andava in discoteca. Amava la semplicità, la stessa semplicità con cui era stata educata.
Non appena aprì la porta, lasciando che suonasse il campanellino, fu investita da quell'insieme di odori gradevoli che ogni volta l'avvolgeva, sempre accompagnato da quel tepore e vivacità che quel posto era solito avere.  
Quando attraversò l'ingresso, lasciando che tutto il corpo potesse essere avvolto da quel calduccio molto accogliente, molte persone la salutarono e lei rispose sorridendo, contenta di essere sempre la benvenuta. Lo stesso barista, un uomo abbastanza bene messo, amico di famiglia, l'accolse calorosamente, accarezzandole una guancia. Sapeva il perchè di tutte quelle attenzioni: provavano pietà e rispetto per quella ragazza che non poteva avere una vera vita. Kagome, ovviamente non la pensava così, ma era ugualmente felice di sapere che molte persone la stimassero. Si ricordava ancora bene il giorno di quel triste, straziante funerale. Molta gente era venuta per assistere alla celebrazione. Quando poi le fu riconsegnata l'urna contenente le ceneri della cara madre, erano giunte tante altre persone, alcune sconosciute, che le fecero le condoglianze.
Non era sicura che tutti gli sguardi che le venissero rivolti fossero sinceri, ma a lei non importava. Lei amava la sua vita, benchè Sango non la chiamasse vita.
A volte, era vero, lei invidiava la sua migliore amica. Invidiava il fatto che lei avesse un uomo che l'amasse, che avesse una madre, un padre, che potesse sempre uscire e divertirsi, ma era anche orgogliosa di avere un'amica così dolce e preoccupata per lei.
- Come stai Kagome? Tutto a posto, cara?
La ragazza si girò lentamente e quando vide una sua cara amica di famiglia, la signora Izayoi, sorrise amorevolmente.
- Izayoi! Salve, è sempre un piacere enorme poterla vedere! Io sto bene grazie, e lei?
Kagome, lo aveva chiesto così, senza pensarci, mordendosi la lingua non appena vide la donna abbassare leggermente lo sguardo. Quella donna bellissima indossava un'uguale bellissima maschera. Il dolore che provava per la perdita del marito, le procurava un dolore enorme e Kagome si sentì male per la cara donna che aveva davanti agli occhi. Lentamente abbassò anch'ella lo sguardò e le chiese di scusarla.
Benchè Izayoi soffrisse intensamente per la perdita del marito, Kagome non voleva di certo ferirla e questo la donna lo capì subito. Cercò di farglielo capire con l'accarezzarle la  guancia. Kagome, a quel gesto così dolce, così materno, capì che la bellissima donna che si trovava di fronte a lei non aveva preso quella domanda come presa in giro o altro. Alzò timidamente lo sguardo e le sorrise alquanto sorpresa e felice.
Cercando di cambiare discorso e quell'aria divenuta così triste, le domandò cortesemente per quale motivo era uscita.
- Gioia mia, come tua madre io sono stata sempre un bel tipetto! Non lo sai, ma amavamo uscire la sera e soprattutto oggi perchè ci sarà un magnifico evento, che ti farò vedere poi!
La donna sorrise sinceramente alla ragazza che si mise a ridacchiare, coprendosi la bocca con la mano.
- Mi farà molto piacere! Ora vado a metter giù il cappotto, poi vi raggiungo!
Non appena concluse di parlare andò vicino all'appendiabiti togliendosi il bel cappotto che si era comprata tempo prima con i soldi che si era guadagnata duramente, lavorando in quell'ufficio. Mentre rimaneva coperta da quel bel vestitino, corto, ma completato da quei pantacollant neri, una voce iniziò a parlare, che a sua memoria, non ricordava aver mai sentito.
- Buonasera a tutti. Questa sera vi intratterrò io e spero possa dilettarvi.
Kagome si girò quasi curiosa di scoprire a chi appartenesse quella bellissima voce. Rimase abbastanza sorpresa non appena vide un ragazzo bellissimo prendere posto su di uno sgabellino posto davanti al microfono e iniziare a maneggiare la chitarra. Partirono note inconfondibili all'orecchio di Kagome.
"Let me your hero baby
Would you dance if I asked you to dance?
Would you run and never look back
Would you cry if you saw me crying
Would you save my soul tonight?"
Sorpresa, ma allo stesso tempo emozionata da quella meravigliosa voce, si era persa nell'ascoltare quel bellissimo giovane che suonava e cantava la sua canzone preferita. Le vennerò i brividi e chiuse gli occhi per vivere più a fondo quelle meravigliose note.
"Would you tramble if I touched your lips?
Tutto ciò che Kagome desiderava era sentire e risentire quella bellissima canzone, suonata da un ugual bellissimo ragazzo. Quando riaprì gli occhi, si accorse di Izayoi e velocemente la raggiunse, mentre il suo orecchio non abbandonava mai il melodioso e magnifico canto di quel misterioso ragazzo dai capelli neri e ribelli. Quando raggiunse la cara donna, notò che anche lei ascoltava ad occhi chiusi quel fantastico suono.
- E' bravissimo, non trovate? Poi questa è la mia canzone preferita!
Izayoi si girò sorridendo verso la ragazza, facendole notare qanto fosse enigmatico quel gesto. Kagome alzò un sopracciglio, facendo sorridere la donna che aveva a fianco, ritornando ad ascoltare il ragazzo che suonava e cantava ad occhi chiusi sul palco.
"I can be your hero baby
I can kiss away the pain
I will stand by you forever
You can take my breath away"
Sperava solo che quella canzone non finisse mai. Nello stesso istante, il giovane, che aveva aperto gli occhi, guardò per un attimo Kagome, e sempre cantando, delineò un dolce sorriso che però dovette reprimere per riuscire a cantare giustamente. Tutto era perfetto quella sera. La musica, la gente, la temperatura, l'ambiente.
"You can take my breath away
I can be your hero baby."
Aveva pronunciato l'ultima strofa guardando la giovane, che era lievemente arrossita. Distolse lo sguardo, cercando di non essere notata ma Izayoi, ridacchiò, accarezzandole i capelli e mentre un enorme applauso si levava, il ragazzo saltò giù dal palco, dopo aver ringraziato i presenti per il tempo e l'attenzione che gli erano stati prestati. Mentre lui si prese qualcosa da bere, Izayoi domandò sempre sorridente alla ragazza di fianco a lei se trovasse quel ragazzo carino e lei diventò ancora più rossa, mugugnando un molto. All'improvviso, mentre teneva ancora lo sguardo basso, sentì una presenza dietro di sè e quando vide i suoi occhi vicinissimi, a poco più di trenta centimentri dai suoi non riuscì a trattenero un 'oh'. E Izayoi non si perse neanche una scena, sorridendo amorevolmente ai due.
- Buonasera, madre.
E Kagome perse un battito mentre il ragazzo si rivolse alla cara donna a cui si trovava vicino, la quale lo salutò baciandogli la guancia, felice della bellissima prestazione. Poi, notando lo sconvolto sguardo di Kagome per la nuova rivelazione, si rivolse nuovamente a lei.
- Cara, questo è mio figlio Inuyasha, non penso vi siate mai conosciuti.
Se avesse potuto essere un struzzo, pensò, avrebbe sicuramente nascosto la testa sotto la sabbia e se fosse stata invisibile sarebbe scappata. Come aveva potuto non conoscere mai quel bellissimo, ma che diceva, magnifico ragazzo che aveva davanti agli occhi?


***
Lo so VIVAMENTE che devo finire circa un centinaio di ff... ma avevo tanta voglia di scrivere una fanfiction dolce, che sapesse esprimere ciò che forse desidererei di più... =) Spero vi possa piacere e incuriosire. Per qualsiasi critica, non esitate a lasciarne! Mi fa piacere trovare modo e consigli per poter migliorare. Un grazie di cuore!
Monik

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'ombrello e il telefono 'quasi' assassinato ***


L'ombrello e il telefono 'quasi' assassinato
Capitolo II

L'ombrello e il telefono 'quasi' assassinato.


Come aveva immaginato aveva la febbre.
Lei ODIAVA la febbre. E sfortunatamente la temperatura era molto alta, constatò guardando il termometro. Sarebbe dovuta rimanere a casa da lavoro, ma per fortuna c’erano il nonno e il fratellino pestifero Sota a tenerle compagnia.
Sospirò pesantemente lasciandosi ricadere sul letto che l’accolse ancora tiepido. Chiuse gli occhi, cercando di calmarsi. Dalla sera precedente, dopo aver conosciuto il meraviglioso cantante, non riusciva più a respirare normalmente. Le aveva scombussolato la mente, inducendola a pensare ed a ripensare nuovamente al suo viso perfetto, a quelle labbra sensuali, a quel corpo suadente, possente e non continuò i pensieri perché, completamente rossa e imbarazzata si coprì il viso con il cuscino. Non riusciva a crederci! Si era trasformata nel suo miglior amico Miroku! Era un incubo!
Quando credette di essersi calmata sufficientemente per fare un po’ di pulizie, tolse il cuscino dal viso riprendendo finalmente a respirare.
Eppure, non riusciva a smettere di pensare alla sera precedente, quando aveva scoperto che la migliore amica della madre aveva un figlio così splendido. Ma ora, ripensando alla figuraccia fatta, si ricordò anche il motivo per cui in quel momento avesse l’influenza. Chiuse ancora gli occhi, sbattendo una mano sulla fronte. Come aveva potuto dimenticare il suo bellissimo ombrello nel pub? E per che motivo poi? Perché era uscita in compagnia di Inuyasha e la madre Izayoi. E dato che i Kami si divertivano a prenderla in giro, la pioggia aveva iniziato a scendere e quando ormai si rese conto che aveva dimenticato l’ombrello, era praticamente fradicia.
Ma perché quel ragazzo le aveva fatto un effetto tale?
“Sicuramente è perché è molto attraente. A me non piace!”
Eppure quegli occhi, quel sorriso sghembo, quel corpo.
“BASTA!”
Con movimenti fulminei si alzò dal letto, facendo cadere per terra il cuscino che teneva fra le mani. Saltellando per la stanza si mise la tuta pesante e comoda che solitamente indossava. Ovviamente non le mancò di cadere rovinosamente a terra, rimanendo in quella posizione per alcuni istanti. Quando poi si alzò, notò il gatto Buyo che la fissava sconcertato, poi, ripresosi dallo stato di trance in cui era caduto, si avvicinò alla padroncina che lo guardava quasi seccata. Infatti, non passò molto che iniziò a fare le fusa e a strusciarsi contro la sua gamba.
- Tu la fai facile, scemo di un gatto!
Improvvisamente il gatto si fermò, guardandola torvo, per poi riprendere a fare il ruffiano, obbligando Kagome a dargli da mangiare. Scuotendo il capo, rassegnata dalla vita melliflua e molle che trascorreva il suo gattone, uscì dalla stanza, richiudendo alle sue spalle la porta, e scese le scale sul finire del corridoio, quando il telefono squillò. Il suono dell’apparecchio risuonava nella casa come una minaccia e, spostando i capelli con una mano, si avvicinò celermente al telefono dal quale sollevò la cornetta e con voce tranquilla chiese chi fosse.
- Buon giorno, sorellona, per prima cosa, oggi sto fuori fino a tardi e secondo, come va ora?
La telefonata e la voce preoccupata del fratello la fecero sorridere. Pensare che quel piccolo diavoletto fosse preoccupato per lei, la metteva di buon umore e sorrise inequivocabilmente al ricordo del suo cambiamento repentino. Stava diventando un uomo.
Dopo che lo rincuorò e gli augurò buona giornata, rimise a posto la cornetta, fermandosi per un istante per pensare, cosa che le capitava molto spesso. Ricordò il sorriso dolce della madre che la rincuorava quando qualcosa non andava, quando la rimproverava per aver fatto tardi e per averla fatta preoccupare, a quando la chiamava spaventata per sapere se stava bene, in caso fosse rimasta a casa per malattia. Sorrise e le scappò una lacrima.
Fuggitiva, fuggevole, come i momenti che si vivevano.
Veloce, tagliente, come una pugnalata.
La lasciò scorrere sulla pelle, assaggiandola quando arrivò alle labbra.
Poi si riprese dallo stato di riflessione in cui si era fermata e si girò per andare in cucina, ma fu fermata ancora una volta dal suono opprimente e quasi spaventoso del telefono. Si girò, e lo guardò alterata, domandandosi per quale motivo così tanta gente avesse  bisogno di lei.
Con una nota leggermente accentuata di irritazione e con un sopracciglio leggermente inarcato, sollevò nuovamente la cornetta.
-Pronto?
- Tesoro!!! Fiorellino mio!!!
Allontanò leggermente la cornetta dall’orecchio, sospirando sconsolata. Quel vecchietto non sarebbe cambiato mai.
- si, nonno?
Le chiese come si sentiva e rispose sinceramente che si sentiva un pochino stanca ma che entro la sera sarebbe guarita.
- Ma scusami, perché mi stai chiamando e soprattutto da dove?
Sentì un silenzio abbastanza lungo dall’altra parte del telefono, così lo chiamò per capire se ci fosse ancora o meno.
-Bè, tesoro, mi sono dimenticato di dirti che partecipo al concorso di ‘miglior custode di forza spirituale.’
In quel momento avrebbe strozzato il nonno. No, non sarebbe cambiato, mai.
Ancora più alterata gli domandò per quando aveva intenzioni di tornare, ricevendo una risposta vispa ed emozionata. Sarebbe tornato solo la sera. Quando assicurò ancora una volta l’altro interlocutore della sua ottima salute, lo salutò rimettendo a posto la cornetta per una seconda volta.
Il suo proposito di aver compagnia per quel giorno andò a farsi benedire. Sarebbe stata sola fino a tarda serata, ma pazienza. Avrebbe avuto più tempo e agevolazione per fare i lavori di casa. Si voltò, per la seconda volta, avviandosi per la cucina, ma per una terza volta il telefono squillò e Kagome, spazientita, arrivò di corsa all’apparecchio telefonico e sollevando con nervosismo la cornetta per la terza volta, parlò con una nota quasi di minaccia.
- SIII!!! CHE C’è ANCORA!
Ci fu per un attimo silenzio e, quasi soddisfatta dell’effetto ottenuto sulla persona dall’altra parte del filo, aspettò la risposta del nonno. Improvvisamente sentì una risatina leggera e si rese conto che la voce era troppo giovanile per essere quella del nonno e ben troppo matura e profonda per essere quella di Sota. Un improvviso dubbio le sorse.
- Buongiorno, Kagome.
Il cuore le si fermò. Non era possibile. Semplicemente impossibile.
- B-buongiorno, I-Inuyasha.
Sentì una leggera risatina proveniente dal ragazzo. Si domandò velocemente per quale motivo, per quale assurdo motivo, la stesse chiamando. Nel giro di una manciata di secondi formulò così tante ipotesi, da farsi invidiare dalle ipotesi della scomparsa dei dinosauri.
- Spero di non disturbare, volevo solo dirti che l’ombrello, il tuo ombrello, l’ho preso io.
Perfetto. Non solo aveva cannato tutte le ipotesi, ma stava facendo la figura della muta e della sbadata. Ma quale ragazza con sentimenti umani non sarebbe rimasta incantata?
- ehm, g-grazie! Sai, sono molto sbadata.
Sentì un’ennesima risatina dall’altro capo del telefono e non riuscì a non pensare a quanto fosse meravigliosa.
- senti, quando te lo potrei riportare? Sarai a casa oggi?
Improvvisamente ringraziò mentalmente il nonno e Sota per aver degli impegni, segnandosi mentalmente di consacrarli con un’enorme cerimonia.
- A dir la verità, ecco...ieri mi sono presa l’influenza quindi sarò a casa per tutto il pomeriggio, ma se per te è un problema ti prego, non disturbarti a venire!
Si morsicò la lingua, ma che cavolo aveva detto? Lei voleva, desiderava, doveva vederlo. Durante quel minimo silenzio pensò stesse ripensando alla sua proposta.
-Assolutamente no! Mi sembra il minimo! Per colpa mia hai dimenticato l’ombrello! Devo farmi perdonare!
Lei rimase sconvolta, con gli occhi sbarrati. Come aveva fatto a capire che lei era rimasta stupita, affascinata, ammagliata da lui?
- P-per colpa tua?
La voce del ragazzo la affascinava, intrigava ogni momento di più. Avrebbe desiderato che pronunciasse il suo nome, solo per sentire l’effetto che avrebbe ottenuto sul suo corpo.
- Certo, ti ho chiesto io di parlarmi un po’ di te, tenendoti occupata. Comunque, Kagome, passerò verso le due e mezza, se per te non è un problema. Mi farebbe piacere rivederti.
Non poteva crederci. L’aveva realmente chiamata per nome e aveva voglia di rivederla. Non si rese nemmeno conto di Inuyasha che cercava di capire se ci fosse ancora o meno e subito gli rispose, esitando apposta, che verso quell’ora sarebbe andato più che bene.
Quando si salutarono, dopo che mise giù la cornetta, si rese improvvisamente conto che non gli aveva dato il suo indirizzo e stava per richiamarlo quando si diede della stupida. Infondo sua madre sapeva perfettamente dove abitava. Respirando a fatica, si avviò con passo leggero e danzante verso la cucina, dove Buyo ormai attendeva ansioso. Quando la ragazza lo vide, lo prese in braccio e lo fece roteare, iniziando a ballare poi con lui, mentre il nostro povero protagonista incompreso si sentì male e rimase immobile, incapace di muoversi. La sua padrona doveva essere impazzita.

Fine secondo capitolo.


Tanto per cominciare vorrei sinceramente ringraziare le due persone che hanno commentato il primo capitolo. Grazie a voi mi è venuta voglia di fare il continuo. =) spero che voi continuerete a seguirmi, lasciandomi sempre qualche consiglio e soprattutto critiche! =) Ora vi lascio, a presto!
Monik

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il Gatto Radar ***


Il gatto radar
.Capitolo Terzo.
Il gatto radar


Erano le due e 4 minuti, costatò guardando l'orologio posto alla parete.
Aveva sistemato come un razzo tutta la casa. In effetti, guardandosi in giro, i lavori che avrebbe dovuto fare quel giorno erano già fatti e finiti. Si fece un promemoria: ringraziare Inuyasha per averle fatto sistemare così velocemente la casa.
Si sedette sul divano, cercando di far passare  il tempo. Quel maledetto tempo! Si chiese perchè mai non passasse veloce quando si aspettava mentre quando v'era bisogno di sempre più tempo, finiva immediatamente! Accese la televisione, facendo scorrere i canali, ma come se i suoi stessi occhi fossero degli schermi, non riuscì a recepire le immagini che v'erano in onda. Irritata, la spense, gettando il telecomando poco più in là sul divano. Si lasciò andare su di esso cercando di rilassarsi. Era troppo nervosa per i propri gusti. Troppo entusiasta di vedere un ragazzo che neanche conosceva, ma lei stessa non sapeva come comportarsi davanti a quell'uomo.
Certo, forse non aveva mai provato così tanta attrazione per un ragazzo.
Forse, anzi, molto probabilmente, era la mancanza di un uomo al suo fianco a farle venire i brividi pensando solamente al suo viso.
Ma ora che ci pensava, cosa gli avrebbe potuto dire, oltre grazie?
Un miagolìo però la distraette dai pensieri e alzando il viso in direzione dell'orologio, si rese conto che erano passati ben diciassette minuti. Erano le due e ventuno minuti.
Girò il viso in direzione di Buyo, e lo vide rannicchiato sul bracciolo della poltrona. Con sguardo scettico si domandò come la poltrona facesse a non ribaltarsi.
Tornò a guardare l'orologio.
Tic.




Tac.




Tic.




Tac.





Continuò a guardare le lancette muoversi ad una lentezza inesorabile e lei, pervasa da una sensazione quasi d'ansia, attendeva ormai impaziente. La sua voluttà di vederlo era inimmaginabile. Se lo immaginò sullo stipite della porta, appoggiato con una spalla, mentre la guardava con quel suo sguardo magnetico. Gli di quel colore così straordinario. Quel nero con sfumature tendenti al blu. E quelle labbra poi. I capelli neri e lucenti, lunghi e scompigliati, la mettevano in pace.
Un ennesimo miagolìo la riportò al mondo terrestre, dove si rese conto che sarebbe mancato solo un minuto all'orario prestabilito. E se fosse arrivato in ritardo? E se non fosse proprio arrivato?
Riportò la sua attenzione sul gatto che si era spostato vicino l'ingresso. Si mise a miagolare ancora maggiormente e capì che aveva intenzione di uscire. Senza dire niente, ma con un'espressione sconsolata si alzò e quando arrivò alla porta l'aprì, permettendo al gatto di uscire. Ma quando questo mosse i primi passi si fermò, guardando in direzione delle scale. Vedendolo lì fermo, si domandò cosa avesse potuto fargli cambiare idea, e così, aprendo maggiormente la porta, mise la testa fuori e rimase anch'essa immobile.
Inuyasha era lì.
Inuyasha stava salendo le scale.
Inuyasha aveva alzato lo sguardo.
Inuyasha.
-I-Inuyasha! C-ciao!
Sorrise immediatamente, cercando di nascondere l'imbarazzo. Uscì completamente di casa, lasciando la porta socchiusa e cercò di far spostare il gatto dai suoi piedi. Lui però sbadigliò, rimanendo nella stessa identica posizione.
- Buyo, levati!
Proferì a denti stretti. Il suo sguardo però fu attirato dalle scarpe che si erano posizionate di fronte a lui.
"Che belle scarpe da ginnastica!"
Si diede della deficiente. Aveva di fronte a sè l'uomo più bello del mondo e non faceva nient'altro che pensare alle sue scarpe?
Percorrendo con lo sguardo tutto il suo corpo, e Kami, quanto avrebbe voluto sostituire le mani agli occhi, lo guardò in volto, con un leggero rossore in viso.
Lo vide sorridere.
- Buongiorno Kagome.
Kagome rimase scossa dalla sua voce, così dolce e rilassante.
Aprì la bocca per rispondere, ma si perse guardando i suoi occhi.










- Hai proprio delle bellissime scarpe, sai?
No. NO! Non aveva potuto dirlo! Non lei! Non in quel momento!
E invece, l'espressione interrogativa le fece capire che la frase era stata proferita e lei sperò, desiderò ardentemente di sotterrarsi. Si mise le mani davanti alla faccia, per nascondere la vergogna e gli chiese scusa. Ma poi sentì qualcosa di morbido e caldo sulla propria fronte. Tolse immediatamente le mani dagli occhi e lo guardò con espressione scioccata. Le aveva baciato la fronte?
Il sorriso sghembo che stanziava sul suo volto, la fece tremare.
- Comunque ciao.
Disse, ridendo un poco, lui. Iniziò a far scorrere lo sguardo sul suo corpo, come se fosse un manichino messo in bella vista. S'imbarazzò maggiormente, cercando di capire che fallo avessero i propri indumenti. Ma, per quel che vedeva, non aveva nulla di strano.
I vestiti comodi che s'era messa, però, non riuscivano a proteggerla dal vento autunnale che stava ormai giungendo e così, per cercar di distogliere il suo sguardo inquisitore si spostò, facendo tornare la sua attenzione sul suo viso. La guardò negli occhi e gli chiese se avesse intenzione di entrare un attimo.
-Ma va', Kagome, non voglio disturbare.
Lei gli sorrise, quasi delusa dal fatto che non volesse entrare.
- Però mi farebbe molto piacere.
Sbagliava o aveva pronunciato quel 'molto' con una nota leggermente, come dire, più profonda?
Sempre sorridendo, si spostò permettendogli di passare, facendolo entrare.
-Per me non c'è alcun disturbo. Anzi! Ti devo ancora ringraziare per l'ombrello. Sai, ultimamente ho la testa altrove.
Vide Inuyasha girarsi verso la sua direzione, distogliendolo dal guardare la casa.
Mentre lei gli prese il giubbotto, appendendolo all'ingresso, lui la guardò ancora una volta con quel suo sguardo esaminatore.
Che avesse i pantaloni sporchi? Ma era certa che fossero puliti!
- Vivi da sola?
Lei si voltò lentamente verso di lui, guardandolo negli occhi.
- No, vivo con mio nonno e il mio fratellino Sota, che deve fare ora 13 anni.
Cavolo, ma cosa gli interessava! Però, in un certo senso, le fece piacere che lui si interessasse a lei.
- Devi essere una figura di riferimento per tuo fratello, immagino. Insomma. Avere una sorella così premurosa, gentile e simpatica.
Arrossì nuovamente a quei complimenti.
- Vuoi accomodarti in sala? Posso farti un the o se preferisci, un caffè.
Sorrise nuovamente al ragazzo. Lo vide fissarla ed alzare un angolo della bocca, rendendolo ancora più affascinante.
- Mi andrebbe davvero un caffè, se per te non c'è disturbo.
Lei senza neanche rispondergli partì per la cucina a passo spedito. Per lei non c'era assolutamente alcun disturbo. Anzi.
Quando mise piede in cucina, si ricordò di aver lasciato l'ospite nell'anticamera, e battendosi una mano sulla fronte, si diede nuovamente dell'imbecille.
Tornò sui suoi passi, il più celermente possibile, e quando si ritrovò di fronte a lui, mise le mani sui fianchi.
- Mi sono dimenticata di dirti che puoi fare come se fossi a casa tua!
Poi si girò nuovamente e, alla stessa velocità con la quale era giunta davanti al ragazzo, era tornata in cucina, dove mise sul fornello la caffettiera. Si domandò per quale motivo davanti a lui, dovesse ogni volta fare la figura della sbadata e della ragazza buffa. Si ricordò nuovamente la madre che, divertita dalla sua buffonìa quasi involontaria, rideva felicemente. Si girò per guardare il caffè, notando che era uscito dalla caffettiera. Le scappò un urletto e iniziò a muoversi così velocemente per la stanza da causare dei rumori poco rassicuranti, alla ricerca di una spugnetta. Sentì dei passi e, prima che Inuyasha potesse entrare in cucina, schizzò fuori dalla stanza, chiudendo la porta alle sue spalle.
- Ma stai litigando con quel caffè?
Rise in un modo alquanto nervoso.
- E' il gatto. Sai... é un po' agitato.
Ma l'animale, chiamato in causa, sbucò dalle scale, miagolando. Si avvicinò lentamente al ragazzo che guardava la scena tentando di frenare una risata sincera. Vide le sue labbra sollevarsi, fino a formare delle piccole, infantili ma soprattutto dolci fossette sulle guance. Poi, rivolse la sua attenzione nuovamente su di lei, imbarazzandola nuovamente.
- Devo dire che il gatto è molto pericoloso.
Disse quasi sghignazzando.
Lei non riuscì a trattenersi e sbuffando, si mise a sorridere, aprendo poi la porta e mostrando l'enorme caos venutosi a creare alla ricerca di una spugnetta.
- Bè, almeno il caffè è pronto.
Gli disse, sentendolo dietro di sè. E mentre egli prendeva posto su una delle quattro sedie situate intorno al tavolo, lei si metteva sulle punte, cercando di prendere dalla credenza due tazzine.




.Fine terzo capitolo.

Dunque, tanto per cominciare vorrei ringraziare le persone che sprecano tempo per leggere questa storia. Sono contenta che piaccia a qualcuno. E sono contenta di aver ricevuto 4 commenti! =)

Prima di tutto vorrei ringraziare:
-Mikamey: Grazie! MI fa davvero piacere che ti piaccia la mia storia! Certo, magari è una storia un po' banale, dato che non capita tutti i giorni di trovare un ragazzo così. Mi fa anche felicissima che tu mi voglia seguire! Spero continuerai ad apprezzare la storia! Un mega abbraccio!!! Ciau!
-Achaori: Grazie anche a te! Spero continuerai a seguire! MI fa davvero piacere che ti piaccia credimi. Inoltre vorrei chiedere scusa per il ritardo ma ho avuto parecchi problemi.. =) Grazie ancora! Un bacione!
-Rosencrantz:Non immagini neanche quanto mi vergogni. Non mi ero proprio accorta dell'errore! Mi avrei voluto e vorrei sotterrarmi! Ora penso che quasi tutte le persone peneranno sia una stupida analfabeta, quasi come l'80% delle persone.. Grazie per avermi fatto notare l'errore, e assolutamente no! Nessuno si offende! Anzi! Grazie ancora..
- Bellatrix_Indomita:
In primis. Grazie per avermi lasciato il commento. Fa' sempre piacere vedere che ci sia gente che legga le proprie storie. Grazie anche per i complimenti, ma vorrei soprattutto ringraziarti per la critica. Ti giuro che ne ho bisogno! Sono disperata! Il punto è che la mia prof mi continua a mettere 5, nonostante io m'impegni con tutta me stessa. =( E a e dispiace davvero moltissimo. Comunque, per la comicità! Credimi che neanche io so come riesca a rendere ogni ff comica! Nonostante la mia intenzione forse primaria sia creare una storia seria, che faccia magari riflettere, non riesco proprio! Hai completamente ragione riguardo la battuta dei dinosauri.. Pensa che non era mia intenzione far ridere, ma solo mostrare la quantità ingente delle ipotesi.. Spero che a causa di questo particolare la storia non abbia iniziato a dispiacerti. Mi dispiace enormemente e ti ringrazio, davvero.


Ringrazio tutti. Anche coloro che hanno aggiunto la storia fra i preferiti... Al prossimo capitolo!

Monik

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La gara delle tazzine.| Lacrime. ***


La gara delle tazzine.

Capitolo Quarto

.La gara delle tazzine.




Finalmente Kagome riuscì a preparare il caffè. Nonostante la sua sbadataggine, alla fine il risultato fu più che apprezzabile.
Seduti al tavolo della cucina, Inuyasha stava bevendo il caffè senza toglierle gli occhi di dosso. Si sentiva scrutata, come mai s'era sentita. Gli sguardi che più d'una volta aveva ricevuto erano stati, almeno fino a quel momento, di compassione, di pena, di delusione. Ma si rese conto che avrebbe potuto risparmiare i pensieri tristi a dopo.

La tazzina bianca, vuota, che fino ad un attimo prima era tenuta fra le sue mani grandi e forti,  fu appoggiata sul piattino e sentì lo sguardo, che mai s'era staccato dal suo viso, farsi ancora più intenso.
Non potè far a meno di bere tutto d'un sorso il caffè che, ancora caldo, aveva continuato a girare con il cucchiaino fino ad un attimo prima. Se dal principio non si era accorta del calore della sostanza, poi improvvisamente sentì la lingua ed il palato reclamare pietà e frescura. Le scappò un gemito, che cercò di fermare con una mano, mentre l'uomo aveva iniziato a guardarla con uno sguardo interrogatore. Si alzò di colpo e a grandi falcate corse al lavandino, dove, preso un bicchiere, mandò giù velocemente acqua che riuscì a soddisfare, benchè in minima parte, la richiesta atroce della bocca. Cercando di calmarsi, si girò sorridendo, notando che Inuyasha cercava di trattenere un sorriso. Al suo fianco era seduto il gatto che sembrava avesse la stessa espressione del ragazzo. Da finta indignata, prese posto sulla sua sedia, ma il suo sguardo riuscì nuovamente a farle abbassare lo sguardo. Quel silenzio, seppur imbarazzante, era quasi piacevole. Quando si rese però conto, però, che non aveva più una tazzina colma di caffè dietro alla quale potersi nascondere, fu invasa dal panico.
Era buffa.
Stranamente buffa.
Alzò lo sguardo incrociando quello del ragazzo seduto di fronte a lei. Gli occhi, stupefacentemente attraenti, si erano posati ancora una volta sui suoi.
Il fiato mancò. La testa per un momento si spense, sorpresa di aver resistito a così tanto tempo, per l'esattezza quattro minuti, senza guardarli.
La voce di lui però, decisamente calda e dolce, l'avvolse, come dolci braccia.
- Kagome?
Mestamente si riprese dallo stato di trance in cui era caduta e sorrise. Lo vide alzarsi e avvicinarsi decisamente troppo. Bè, non propriamente pensò, quando lo vide ad un metro di distanza.
Era delusa.
Oh, sì, se era delusa.
Avrebbe tanto voluto tirarsi uno schiaffo da sola, ma se lo avesse fatto, Inuyasha avrebbe chiamato il manicomio.
- Ma... cosa stai facendo? Molla giù le tazzine!
Lo vide sogghignare ed avvicinarsi al lavandino. Lei schizzò ponendosi fra lui e il lavandino, come se fosse stata una meta irragiungibile.
- Inuyasha! Metti a posto le tazzine!
Il modo in cui aveva esposto l'ordine doveva essere irruente e quasi ridicolo perchè Inuyasha sorrise ancora e, serrando le labbra leggermente dischiuse (e, Kami, quanto avrebbe coluto morderle), trattenne una risata e si avvicinò ancora una volta, ma a dispetto di prima, questa volta era veramente vicino.
Inuyasha sogghignò ancora più divertito ed improvvisamente lei si sentì imporporare le guance. Che fosse arrabbiata? E se più semplicemente fosse agitata da quella distanza minima?

Improvvisamente sentì le sue gambe toccare quelle del ragazzo e il suo petto al riparo fra quelle sue braccia forti e muscolose. Non riuscì a non imbarazzarsi nuovamente.
Quasi involontariamente, la testa che ormai sfiorava la sua spalla destra, si appoggiò completamente, nonostante lei cercasse di far apparire l'azione involontaria. E quando ormai si rese conto di essersi incantata, lo sentì sussurrarle all'orecchio:

- Ho vinto io.
Tre parole.
Tre parole che la ridestarono da quella meravigliosa sensazione di sicurezza e felicità mista ad un profumo sorprendente che il corpo del ragazzo emanava. Il piacevole tepore che le procurava sulla pelle, però, nonostante gli abiti li separassero fisicamente, le faceva mancare il respiro e ciò le scombussolò ancora, per un'ennesima volta, i pensieri, la mente, il battito. Le mancava quel calore, quella sensazione, quell'idea di avere qualcuno al suo fianco. Per quanto amasse il fratello o il nonno, il loro calore non riusciva a riempirle il cuore, la mente, immergerla nella sensazione di beatitudine che provava al solo sguardo dell'uomo che la teneva fra le braccia. Se, ovviamente, lo si poteva definire un abbraccio, dato che le sue braccia erano ai suoi lati, solo al fine di mettere le tazzine nel lavandino.


Improvvisamente il fresco ritornò ad impossessarsi del suo freddo e lei non potè far altro che sentirsi quasi triste di quel cambiamento di posizione.
Per un attimo ancora, mentre si guardavano negli occhi, il silenzio diventò protagonista. Poi, guardando attentamente e con desiderio le labbra del ragazzo, cercò di capire cosa le stesse dicendo.
- Kagome, ti va di raccontarmi un po' di te?
La ragazza alzò lo sguardò, posandolo finalmente sui suoi occhi. Ancora quello sguardo, che le sembrava la scrutasse. Non riuscì a non domandarsi il perchè di quello sguardo, inclinando leggermente la testa. Quella domanda, quella curiosità, quegli occhi quasi imploranti di ricevere una risposta, la fecero sentire a proprio agio e, incamminandosi verso il salotto, si girò e gli fece segno di seguirla e lui obbedì immediatamente.
- Allora, mio padre e morto tanto tempo fa. Io ho ricordi molto vaghi. E' morto tredici anni fa, poco prima che mio fratello Sota nascesse. Mia madre ha quasi rischiato l'aborto per il dolore. Anche se poi, capendo che il figlio che doveva nascere sarebbe stato uno dei suoi regali, si riprese. Se fossero ancora qui, immagino sarebbero veramente contenti di vedere come Sota sia diventato grande.
Sorrise al pensiero del piccolo uomo di casa che finalmente non giocava a Tarzan nella cucina. In un certo senso lei e suo fratello si somigliavano molto e inorridì al pensiero di aver giocato anch'ella a Tarzan. Controllando che il divano fosse in ordine, fece cadere l'occhio sul corpo mascolino ch'era al suo fianco, mentre sentì ancora il suo sguardo sul suo corpo, come mani bollenti, come pioggia gelata.
Si sedette sul divano e invitò Inuyasha a far lo stesso. Stranamente, come mai l'era capitato, non sentiva il bisogno di accendere la televisione o la musica. Semplicemente la sua presenza la colmava e non le faceva mancare nulla. Il ragazzo, che fin da quando era entrato in casa non aveva mai smesso di fissarla, di studiarla, rimase in silenzio e le fece capire che il discorso lo interessava.
- Sota è alle medie, al primo anno. Non ha voti brillantissimi, ma soprattutto per il fatto che non muoia dalla voglia d'applicarsi nello studio. Mio nonno invece quest'anno compirà settantadue anni ed è sempre stato un tipo vispo, a volte fin troppo.
Inuyasha le sorrise e avrebbe tanto voluto rimanere lì per sempre. Non le capitava sovente che si sentisse così in pace in compagnia di altre persone, soprattutto di sesso maschile. Certo, aveva avuto piccole storielle di qualche settimana, ma non aveva mai provato la stessa attrazione che provava per Inuyasha. Koga, e prima di lui, Hojo, non erano riusciti a farla sentire a suo agio.

Inuyasha aveva una pelle stupenda. E lei avrebbe tanto voluto toccarla. Si diede delle mentecatta e tornò a guardare le sue scarpe. Si sentiva impotente, inutile, di fronte ad una tale bellezza. Avrebbe tanto desiderato chiedergli qualcosa di lui, ma si vergognò. Fortunatamente però fu lui a rompere il silenzio incombente.
- Quindi, tu sei costretta a lavorare. Mia madre, bè, lei è molto affezionata a te e mi raccontava un po' di settimane fa che eri una ragazza attiva.
Sorrise, guardando ancora le scarpe. Izayoi era sempre la stessa. Ma di sicuro, senza di lei, non sarebbe uscita così facilmente dal periodo buio in cui era caduta.
- Si, da quando un anno fa mia madre è morta, ho dovuto lasciare l'università e dedicarmi al lavoro. Mio fratello si merita un'educazione, proprio come l'ho avuta io. Per questo cerco di non saltare mai un giorno, anche se oggi è un'eccezione.
Finalmente tornò  guardare in faccia l'ospite non aveva cambiato espressione. Era quasi dolce.
Improvvisamente sentì il braccio caldo avvolgerle le spalle per poi venir attirata al suo petto. Era davvero caldo. E lei lentamente chiuse gli occhi. Il cuore batteva troppo forte. Quasi le faceva male. Il respiro era irregolare e il profumo delizioso dell'uomo era quasi soffocante. Si, soffocante, ma estremamente piacevole. E si abbandonò a quel calore, a quelle attenzioni che ormai da troppo tempo non aveva ricevuto. Sentì la sua mano grande accarezzarle la testa dolcemente, come se stesse cercando di non farle del male.
Qualcosa, al centro del petto s'incrinò. Qualcosa che da tempo non aveva sentito vivo. E le lacrime iniziarono a scendere copiosamente. Si sentì una scema, un'idiota. Ma Inuyasha non la lasciava, anzi, cercava di calmarla.
- Scusami, mi prenderai per un'idiota.
Si staccò lentamente dal ragazzo e notando con orrore che gli aveva bagnato la maglietta. Con occhi sbarrati, lo guardò negli occhi e lui le sorrise, dolcemente. Lo vide alzare la mano destra per poi appoggiarla sulla sua gancia, asciugandole un'ultima lacrima.
- E perchè dovrei, scusa? Non bisognerebbe mai vergognarsi di esprimere i propri sentimenti. E non sei un'idiota. Anzi.
Sorrise, riprendendosi e cercando di distrarlo dal trovare la macchia colpevolizzante. Ma, sfortunatamente, Inuyasha, notando il suo sguardo, abbassò il suo su ciò che attirava l'attenzione della ragazza. Kagome lo vide studiare per qualche secondo la macchia per poi alzare lo sguardo assassino, finto, su di lei. In un attimo si vide travolta dal ragazzo e ridendo, cadde sul divano e si ritrovò vittima del solletico. Quando iniziò a piangere dal ridere, lui si fermò, improvvisamente. Aprì gli occhi, sorpresa, e lo vide fissarla, ancora una volta intensamente. Si rese conto della strana posizione in cui si trovavano. Lui era sopra di lei, ma le gambe erano per terra, mentre lei era incastrata tra i cuscini del divano. Lo vide avvicinarsi, troppo. La distanza che lentamente diminuiva. E chiuse gli occhi, come una sciocca, desiderando che la baciasse.
E attese, per un tempo indefinito.
Quando, passati alcuni secondi, non sentì nulla, delusa e quasi curiosa aprì un occhio, cercando di capire dove fosse finito. Quando, però, lo vide giocare con il gatto che si trovava di fianco a lei sul divano, si sentì pervadere da una rabbia strana. Gelosia? Invidia? O più semplicemente, esasperazione? Ma quel gatto doveva sempre interrompere i momenti migliori?
Si ripromise che lo avrebbe scuoiato. E sbuffando sconsolata cercò di mettersi seduta, ma Inuyasha non aveva intenzione di spostarsi. Quando vide che smise di giocare con il gatto e che tornava a guardarla con il suo ormai solito sguardo, si sentì incastrata. E chiudendo gli occhi, come se dovesse attendere la morte prossima, aspettò ancora una volta. Ma lui, con voce bassa e rauca parlò.
- Non dirmi che sei invidiosa, Kagome.
Il proprio nome, pronunciato in quella maniera, le fece sbarrare gli occhi e cercò disperatamente una via di fuga. Ma sfortunatamente non ce n'erano. E lui lentamente si stava avvicinando ancora.
- Assolutamente no!
Ma detto con esitazione e balbettando non ottenne il risultato sperato.
- Siamo sicuri? Dobbiamo scommettere?
Kagome deglutì, cercando di diventare un tutt'uno con il divano. Scosse velocemente la testa in risposta negativa, ma ciò non fece altro che farlo sorridere. La guardò attentamente, fermando per un momento il suo avvicinamento. E lei si arrese, non resistendo più al suo sguardo magnetico.
- E va bene! Vinche il primo che... vediamo...
Cercò di pensare il più velocemente possibile, ma lui fu più veloce.
E avvicinando le labbra all'orecchio, le  sussurrò con voce roca.
- ...il primo che fa cadere ai suoi piedi l'altro.
Kagome diventò completamente rossa e solo in quel momento si accorse che i loro corpi aderivano perfettamente e si rese conto, disperatamente, che lei non voleva opporsi.



Fine quarto capitolo. 

Eheheh =)=)
Scusate il ritardo, ho avuto un malore... =(
Per prima cosa, come al solito vorrei ringraziarvi di seguire la mia storia, e spero che continuerete a seguirla. Spero di non aver fatto errori, e soprattutto di aver scritto comprensibile. Ma ora vorrei ringraziare le persone che hanno commentato il terzo capitolo! *-*
-Fmi89: Grazie mille per il commento! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! E soprattutto spero di non averti delusa!! =) Grazie ancora!
-Robylee: Grazie mille! Mi fa davvero tantissimo piacere che questa storia ti piaccia! Continua a seguirmi! ^-^ Bacione
-Mikamey: Ne che il gatto è fantastico? Adoro parlare di Buyo, anche perchè una tremenda somiglianza fra lui e il mio gatto! Antipatico!! E' un gatto monello! =D=D! Visto? questo capitolo è più lungo! Spero di aggiornare il più presto possibile, oppure immagino che qualcuno potrà strozzarmi! >-< Aiutoooo!! A presto! Bacione!
-Bellatrix_Indomita: Ciao! sai, mi fa sempre piacere ricevere un tuo commento! Soprattutto perchè è molto costruttivo. Mi rendo conto che hai proprio ragione! Forse il mio problema è essere troppo aperta e solare, ma penso che sia meglio passare una vita ridendo che piangendo.. tanto poi il tempo passa ugualmente.. >- -Achaori: In effetti il mio presupposto era fare una Kagome più buffa e pasticciona possibile. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacione, a presto!

Grazie mille anche alle 9 persone che hanno aggiunto questa storia nei preferiti!!!! ^-^ Bacioni!!
Monik

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La scommessa ***


La scommessa
E avvicinando le labbra all'orecchio, le  sussurrò con voce roca.
- ...il primo che fa cadere ai suoi piedi l'altro.
Kagome diventò completamente rossa e solo in quel momento si accorse che i loro corpi aderivano perfettamente e si rese conto, disperatamente, che lei non voleva opporsi.

Capitolo Quinto
La scommessa.

Kagome era in trappola, eppure, stava bene. Non sentiva il bisogno, non voleva, non poteva liberarsi dalla sua presa forte ma dolce. Ormai era più che certa che quel batticuore, quel respiro irregolare erano causa Sua. Il suo calore, il suo corpo, il suo viso, i suoi occhi. Tutto era così semplicemente perfetto. Tutto così silenziosamente tranquillo. Ma così com'era iniziata quella magnifica sensazione, così finì. Solo qualche istante dopo si accorse che il silenzio così piacevole era finito. Rotto dal suono sgradevole, acuto, frastornante del telefono. Sentì la presa di Inuyasha sui suoi fianchi diminuire, ma non cessare.
Si concluse il quarto squillo e Kagome dovette alzarsi, autoimponendosi di essere invasa da quel freddo.
Velocemente, ma sbuffando, si avvicinò al telefono, dalla parte opposta della stanza, sentendo il persistente sguardo del ragazzo sul suo corpo che s'allontanava sempre più da lui. Nervosa, stizzita, sollevò la cornetta, decisamente irritata.
" Lei, solo per oggi, ha la fortuna di poter vincere un premio meraviglioso spendendo solo".
Kagome non appena ebbe udito la voce registrata, sbattè la cornetta e incredibilmente arrabbiata, sbattè una mano sulla faccia. Gli occhi erano chiusi, il respiro, stranamente divenuto pesante, era l'unico verso, rumore che rompeva il nuovo silenzio che si era creato. Ma improvvisamente sentì una risata alle sue spalle e capì che la scena doveva essere tremendamente comica. Sebbene avesse voglia, bisogno di rivedere il Suo volto, rimase immobile, fino a quando non sentì dei passi. Inuyasha si stava avvicinando, superando tavolino e poltrona, fino ad arrivare alle sue spalle. E Kagome, terribilmente a suo agio, si rilassò e si girò, notando lo sguardo interrogativo e divertito di Inuyasha.
- Giuro che prima o poi ucciderò le compagnie telefoniche!
Inuyasha sghignazzò ancora e lei non potè far a meno di notare quanto lui fosse perfetto, in ogni movimento. Si domandò perchè lei fosse così perfetta nella sua imperfezione, al suo contrario. Il cuore, quando era al suo fianco, batteva forte, e il respiro le mancava. Ma adorava quella sensazione. Era in pace, e mai s'era sentita così. Alzò la mano, che ancora tremava leggermente per tutte le emozioni che aveva provato in quegli ultimi 10 minuti, e allungando un dito, come al rallentatore, lo puntò contro il petto di Inuyasha. Era così perfetto, muscoloso, caldo e non potè non rimanere ipnotizzata da quel suo movimento perfetto. Ma improvvisamente vide la sua mano alzarsi e posarsi sulla sua, schiacciandola contro il suo petto.
Perse un battito.
Aumentò il respiro. Ma stava bene.
Ed improvvisamente, come folgorata, si rese conto che lei provava qualcosa per lui. Le gli voleva bene. E sentì quella bestia dentro di lei grattare, ruggire, cercare attenzione per farsi sentire. Era stata sempre tranquilla, ma ora come un'onda stava esplodendo. La passione. Quella passione che mai aveva provato, che mai aveva cercato. Ora invece la stessa bestia si alimentava di Lui, del Suo sguardo, della Sua voce, del Suo corpo. Lo guardò negli occhi. Magnetici e dolci, le scrutavano l'anima e lei, rimase incantata, immobile di fronte a lui. Se in quel momento lui l'avesse baciata lei non ci avrebbe pensato due volte, ed avrebbe risposto. Si sentì però un'idiota, poichè il ragazzo che aveva davanti a sè lo conosceva a malapena da un giorno, eppure già desiderava ardentemente la sua compagnia, la sua presenza, un suo bacio.

-Forse è meglio che io vada, Kagome.
Sei piccole parole, che unite le spezzarono il cuore. E si diede della sciocca perchè Inuyasha non era nient'altro che un conoscente. Abbassò la testa, triste. Sentì le lacrime pungerle gli occhi e pregò che non uscissero. Che motivo aveva lei, in fondo, di sperare che Inuyasha potesse voler restare da lei?
Alzò di scatto la testa, rivelando uno strano sorriso. Enigmatico, ma di certo non felice. Inclinò leggermente il capo, cercando di nascondere la strana inquietudine, il vuoto incolmabile che s'era spanso in tutto il corpo.
Inuyasha la guardò, cercando di comprendere quello che la ragazza stesse pensando, ma tutto fu inutile. Si era nuovamente chiusa in se stessa, come poche ore prima, quando l'aveva vista da quel palco, bellissima.
Senza che nessuno dei due parlasse, Kagome si avviò, rompendo il magico contatto fra i due, verso l'ingresso, ma quando si rese conto che il ragazzo non la seguiva, si fermò e si girò nella sua direzione.
- Kagome, io volevo chiederti, beh, se vuoi ovviamente, se hai voglia di, insomma, uscire con me.
Kagome lo guardò interrogativa. L'ultima parte della frase era stata pronunciata così velocemente che sorrise inconsapevolmente. Annuì, contenta della proposta. Il vuoto che poco prima s'era impossessato di lei, si era all'improvviso colmato, e il freddo, che per un attimo era tornato a pungerla, era stato sostituito dal calore che la sola sua voce poteva ridarle.
Inuyasha si avvicinò a lei, che nel frattempo gli stava passando la giacca. Se la mise lentamente, come se ogni momento gli permettesse di poterla guardare ancora e ancora. Kagome però non sembrò accorgersene, poichè teneva la porta aperta e lo sguardo abbassato. Lo sentì avvicinarsi e lei lo guardò di sottecchi, sorridendo ancora per la domanda postale poco prima. Era contenta. Forse troppo, ma per una volta, dopo la disgrazia era felice. Alzò lo sguardo per salutarlo almeno decorosamente, proprio come si saluta un ospite, ma dovette indietreggiare per non sfiorare il suo mento con la nuca. Sbattè contro il muro, gli occhi erano serrati per lo spavento, ma sulle labbra era ancora, impercettibilmente, delineato il sorriso. Sentì di nuovo quel calore. Il Suo. Si era avvicinato, lo sentiva, e s'imporporò lestamente.
Inuyasha alzò la mano e lentamente le accarezzò, ancora per una volta, la guancia, lasciandole tracce di fuoco. Aprì gli occhi leggermente, e notò che il viso di Inuyasha era a pochi centimentri di distanza dal suo.
La porta era ancora aperta, i due ragazzi erano dietro di essa, appoggiati al muro. Le loro gambe erano intrecciate pericolosamente. I loro petti erano un tutt'uno. E Inuyasha, per non sbilanciarsi, era appoggiato con una mano al muro, di fianco alla testa della ragazza. Erano in trappola. Erano predatori e prede. Liberi e rinchiusi. Ma entrambi non volevano liberarsi.
Chi fu il primo a liberarsi è impossibile da dire. Entrambi, accortisi della stupefacente vicinanza, si erano istintivamente allontanati. Kagome mormorò velocemente moltissimi scusa e ciò non fece altro che far sorridere, per un'ennesima volta, Inuyasha, che la guardava con gentilezza. Per un attimo a Kagome parve di vedere il sorriso d'Izayoi. E alzando lo sguardo verso la parete, cercò l'orologio.

16.27

Erano passate quasi due ore da quando Inuyasha era arrivato a farle visita. Spostò nuovamente lo sguardo sul ragazzo e si decise di salutarlo. In caso contrario? Avrebbe perso la scommessa.
Inuyasha, dopo i saluti, se ne andò, dicendole che l'avrebbe chiamata. La porta fu chiusa alle sua spalle e Kagome, rimanendo per qualche istante immobile davanti ad essa, non potè non sentire le stranissime emozioni che, in solo due ore, aveva provato. Era percepibile nell'aria ancora il nervosismo per quella chiamata. Ed era ancora più percepibile il suo delizioso profumo.Virile, una semplice parola.
Si allontanò dalla porta, dirigendosi verso la cucina che solo in quel momento, si accorse di aver lasciato in un pietoso stato. Come aveva potuto sembrare così irresponsabile e buffa? Certamente, dopo quel pomeriggio, lui non l'avrebbe più chiamata. E sebbene sperasse ardentemente che quel telefono finalmente suonasse, d'altro canto temeva di provare ancora emozioni così forti.
Non era stata mai abbastanza capace di capire ciò che provava. Spesso non riusciva a riconoscere il disgusto dal nervosismo. E ciò la irritò maggiormente, perchè, per una volta nella vita si sentiva sciocca. In momenti come quelli avrebbe tanto voluto avere la madre al suo fianco, poterle chiedere spiegazioni, consigli.
Mentre i pensieri l'affollavano la mente, lei sistemava il disordine che aveva creato, lavando le stoviglie all'interno del lavandino e pulendo la caffettiera. L'acqua che scorreva veloce e fredda fra le sue mani era quasi una sensazione piacevole. Il calore che provava ogni qualvolta lo vedeva, lo toccava o più semplicemente le parlava, il suo corpo prendeva fuoco. Chiuse il rubinetto, e l'acqua finì di scendere. Solo qualche piccola goccia, a lunga intermittenza, rompeva quel silenzio.
Com'era possibile che il silenzio fosse diverso e vario?
Com'era possibile che in quel momento non fosse palpabile l'emozione che prima l'aveva posseduta?
E dov'era finita quella bestia che per lungo tempo aveva dimorato quieta e che poi si era sprigionata con tale violenza da sorprenderla?
Si sedette al tavolo, nello stesso posto dove, anche prima, s'era seduta lei. Guardò, quasi studiò, la sedia di fronte a lei, dove prima era seduto lui. Appoggiò i gomiti sul tavolo di legno e si strinse la testa fra le mani.
Il silenzio, ancora una volta regnava sovrano. E in quel momento aveva paura. Paura che tutto quello fosse stato un sogno, che lei non avesse mai provato felicità, che lui non esisteva.
Le scappò una lacrima, poi un'altra.
Si ritrovò a piangere, silenziosamente, con la testa appoggiata sulle braccia, ormai completamente distese sul tavolo.
Lui le mancava.
Lei aveva bisogno di lui.
Perchè senza di lui non era felice.
 ***
Un ragazzo entrò in casa, sbattendo la porta. Era arrabbiato, anzi, più che arrabbiato. Deluso. Deluso da se stesso. Si tolse il cappotto che poco prima lei aveva preso fra le mani, che aveva stretto, tenuto vicino al suo corpo. Con poca gentilezza lo lanciò sul divano, e solo in quel momento si accorse della madre seduta sulla poltrona che lo guardava con un sorriso a dir poco malefico. Sogghignò leggermente e lui fu invaso dal terrore. Credette che la madre fosse posseduta, ma quando la vide tornare sorridere normalmente si rilassò, e rincominciò a respirare.
- E allora?
Izayoi lo guardava interrogativa, quasi divertita dalla situazione, attendendo una risposta. Quando vide Inuyasha deglutire non riuscì a non ridere. Era fin troppo palese. Lei gli piaceva. E ringraziò i Kami! Per un attimo aveva pensato che il figlio non fosse attratto dalle donne. Scosse la testa velocemente, assottigliando lo sguardo in direzione del figlio.
- Ecco... ehm... io...
Izayoi lo guardò e quasi lo fece stramazzare al suolo per lo sguardo gelido che gli aveva mandato.Vide la donna alzarsi dalla poltrona e dirgersi verso la cucina. Sospirava, quasi disperata dalla situazione.
- Ma perchè voi giovani siete così addormentati!! Insomma! Tu a lei piaci, lei a te pure! Insomma! Bacetto qui, bacetto lì e tutti felici e contenti no?
Inuyasha la guardava scioccato: ma che madre aveva? Era un demone! Altro che umana!


Fine quinto capitolo.

Bè, finalmente ho aggiornato! Questo capitolo fa da intermediario fra l'inizio della vera storia e la fine del 'prologo'.
Insomma, diciamo che Izayoi alla fine di dimostra un diavolo, però dovete sapere che ho preso spunto dalla mia adorabile prof! Un peperino con i fiocchi!
^-^ Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento, e spero di ricevere anche qualche commento. Ma ora, oltre a ringraziare tutte le persone che anche solo leggono, mi sento in obbligo di ringraziare (*-*) le persone che hanno commentato il capitolo precedente! Grazie mille! Baci
La_mosca_bianca: ihihih! Mi fa molto piacere che ti piaccia questa storia! E spero che continuerai a seguirmi! Bè, ovviamente la storia è un po' strana, ma spero ugualmente che ti possa piacere!! Un abbraccio! Grazie ancora per il commento! ^-^
Vale728: Ciao! Mi fa molto piacere aver trovato un tuo commento! Sì, a dir la verità, credo che un Inuyasha intraprendente sia da una parte divertente, e dall'altra anche diverso dal nostro manga, dove è tutto burbero e timido! Muahahaha! La mia mente bacata ultimamente soffre dei cambi di temperature (tutte balle per non dire che ho problemi mentali) *-*! Spero che continuerai a seguire la mia storia e spero di avere ancora la fortuna di trovare un tuo commento! Bacione!
Bellatrix_Indomita: Ma ciao!!! Che piacere ritrovare un tuo commento!!! *-*--> *o*
Comunque sia (^///^) il commento mi riempe come al solito di piacere e spero che anche questo capitolo possa piacerti. Certo, diciamo che la storia non va molto avanti, ma avevo voglia di rendere ancora più buffa la situazione e mi sento terribilmente contenta ad aver interrotto la scena del bacio! Muahahahah!! Sono cattivaaa!! Non aspetto altro che un tuo prossimo complimento dato che sono molto costruttivi e soprattutto divertenti! ^^ Spero di aggiornare il più presto possibile! Bacioni!!! Ps: sfortunatamente dovrai attendere un bel pezzo (quasi un mese!) prima della prossima verifica scritta! E mi impegnerò al massimooo!!!!!! *-*!!
fmi89: Sono contentissima, ma che dico, felicissima, ma che dicoooo stupendamente lieta di aver trovato un altro tuo commento e soprattutto che il capitolo ti sia piaciuto! In questo capitolo mi sono divertita moltissimo a descrivere l'ultima parte ovvero quella della malefica, terribile, sveglissima Izayoi! Muahahaha! Aspetto un tuo prossimo commento! A presto!! Bacioni
Mikamey: Muahahahah!!! Me malefica!! Ho interrotto nuovamente il capitolo! O meglio, ho interrotto la scena più comico-drammatica!! Ma potranno avere mai un momento di privacy loro due eh? Ahah! Spero di poter trovare ancora un tuo commento positivo/negativo (se vuoi criticare ovviamente ben venga!!!) e sono davvero contentissima che tu segua la storia!! A presto! Bacioni!
Robylee: Si! W il gatto! Anzi prima o poi, penso che gli dedicherò un piccolo santuario, ma devo ancora progettarlo! xD! Comunque sia, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che continuerai a seguirmi! Bacioni! A presto!


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Un mazzo di rose ***


Il malefico piano di una malefica mamma
.Capitolo Sesto.
Un mazzo di rose

La sveglia stava suonando da ormai un minuto, ma Kagome non si decideva a spegnerla. Si era capovolta nel letto, si era buttata giù, era ritornata sopra, e infine, come ormai era rimasta per qualche secondo, col sedere in aria e la testa sotto il cuscino. All'improvviso sentì la sveglia fermarsi e alquanto sorpresa, guardò cosa fosse successo. Vide il fratello abbastanza annoiato che la guardava con ironia e sarcasmo.
- Menomale che dovrei essere io il minorenne.
Improvvisamente Sota si ritrovò il cuscino in faccia. Vide in meno di un minuto la sorella lanciarsi nell'armadio come un gatto ed uscirne già vestita. Almeno, doveva sembrarlo, dato che aveva messo la maglietta al contrario e aveva lasciato i pantaloni del pigiama sotto alla gonna che era costretta a mettere per andare al lavoro. Faceva la segretaria di una vecchia bisbetica, ma quella strana donna dalle più stravaganti smanie infondo le aveva dato un modo per poter portare del pane a casa. Vide la sorella guardarsi esasperata allo specchio, mentre velocemente, per quanto la sua natura di bradipo lo permettesse, si vestì decentemente.
Kagome si guardò allo specchio e dovette dire che il risultato era apprezzabile. Mentre si stava truccando il minimo indispensabile per non apparire già stanca di prima mattina, guardò attraverso il riflesso la figura del fratello che era, nel frattempo, appoggiato al muro con una spalla. Era un bel ragazzo e anche abbastanza maturo per la sua età, ovviamente cercò di tralasciare particolari molto imbarazzanti, come ad esempio quando, per caso ovviamente, il fratello si era lanciato dal primo piano perchè credeva che avrebbe potuto volare. Quando finì anche di truccarsi, si guardò intorno, notando i vestiti lanciando in giro. Forse anche la Sua camera era disastrosa come quella. Si diede della sciocca. Perchè in momenti come quelli le veniva in mente lui?
Il giorno prima non aveva chiamato. Ed era rimasta sveglia fino a tarda serata nella vana, stupida speranza che lui la chiamasse. Ma, alla fine, intorno a mezzanotte aveva ceduto e si era auto-imposta di addormentarsi. Scese lestamente dalle scale e, dopo aver preparato una veloce colazione per il nonno e per il fratellino, corse fuori nel vano tentativo di arrivare in orario. L'autobus, fortunatamente in orario, stava arrivando in quel momento e, cercando di non perderlo e di non rompere le scarpe a tacco che aveva indossato, dovette correre sulle punte.
L'odore di sudore che accompagnava quel veicolo era disgustoso, ma prendendo una boccata d'aria, si immerse in esso e il mezzo ripartì. Guardò l'orologio. Erano le 7.42 e aveva diciotto minuti per arrivare in orario, pensò guardando la sua fermata sotto un larice allontanarsi.
La giornata iniziava.

***


Izayoi alzò gli occhi al cielo sentendo qualche grugnito e bestemmia dal piano superiore. Sospirò, sconsolata. Ma come poteva un ragazzo così dolce all'apparenza essere un rozzo e presuntuoso ragazzo? Lei stessa si stupiva che avesse qualche vero amico, dato che venivano sempre trattati nel peggiore dei modi. Sentì qualche cosa ruzzolare dalle scale e neanchè si voltò per vedere una macchia schizzare verso di lei, baciarle la guancia ed afferrare una fetta biscottata. La donna si girò verso il figlio che nel frattempo stava prendendo posto al tavolo, sedendosi di fronte a lei. Aveva sempre quell'aria infantile che forse non l'avrebbe mai abbandonato. Ma infondo sapeva che era una buona persona. Da quando, pochi mesi prima, era morto il marito, lui si prendeva molta cura di lei, cercando di aiutarla il più possibile e ciò la rendeva molto felice e soprattutto orgogliosa di lui.
Guardò com'era vestito. Stava bene, come al solito. Era sempre vestito elegante per quel lavoro che gli era stato offerto.
- Mamma, ascolta, per caso Kagome ha chiamato?
Inuyasha aspettava pazientemente una risposta, ma vide arrivargli una fetta biscottata in faccia. Stupito e leggermente irritato, guardò interrogativo la madre, ma lei si era già dileguata. Ma chi le capiva le donne?
Guardò l'orologio appeso al muro. Era ora di andare.
Salutando la madre, che nel frattempo stava lavando la tazza che aveva usato per il caffè, si mise velocemente il cappotto.
La villetta in cui abitavano non era molto distante dal tempio shintoista nel quale abitava Kagome. Anzi se saliva in soffitta, riusciva ad intravedere la piccola casetta nel quale lei viveva.
Salì in macchina e guardando il piccolo display, partì quasi sgommando. Passò di fianco ad una fermata del pullman che si trovava sotto ad un larice. Erano le 7.43.
Aveva solamente 17 minuti per arrivare al lavoro e sperò, anzì prego ardentemente i Kami che davanti a lui non ci fosse il pullman che ogni mattina gli faceva perdere cinque minuti buoni. Sbuffò sonoramente, vedendo in lontananza che poco a poco diminuiva una figura arancione che emetteva una quantità enorme di fumo. Arrivato poco distante da esso, si sporse leggermente. In senso contrario, in quel momento, non circolavano macchine. Facendo una manovra incosciente superò il pullman e l'autista per lo spavento, inchiodò, per poi riprendere normalmente la corsa, mentre sul pullman una ragazza, più incazzata che mai, guardava l'A4 nera allontanarsi velocemente verso l'orizzonte. Kagome, persa nel guardare la macchina che sfrecciava veloce, si rese appena in tempo conto che la prossima fermata sarebbe stata la sua.
Guardò, già nervosa, l'orologio da polso che indossava. Aveva ancora 5 minuti precisi per timbrare e per non prendere una sgridata con i fiocchi dalla signora Miwako Toji. Era una signora sempre arrabbiata, ma era anche una donna molto intelligente. Lei, come suo marito, lavorava nel campo commerciale. Ma di certo, se era famosa per una cosa, era la crudeltà con cui puniva i suoi dipendenti. Rabbrividì al pensiero di uno strangolamento e, deglutendo, entrò nell'edificio enorme dove lavorava.


Erano solamente le 11.18. Davanti a lui c'erano ancora 5, lunghissime, estenuanti, ore di lavoro. Guardò nuovamente lo schermo piatto che si trovava sulla sua scrivania. Era cirillico forse? Sbattè la testa contro la scrivania. La girò nuovamente fino ad appoggiare la guancia e rabbrividendo per la freddezza del mobile. Fuori dalla finestra poteva vedere nitidamente un bellissimo cielo azzurro e un timido sole che sbucava da qualche nuvola vagabonda ed isolata. Era una giornata spettacolare, se considerato che era sul finire dell'autunno. Improvvisamente sentì aprirsi la porta dello studio del suo capo. Il signor Toji, commercialista abbastanza conosciuto nella città era noto soprattutto per avere molti contatti anche in America e in tutt'Europa. Anche sua moglie lavorava nel campo, e di sicuro non era affatto sorpreso che il socio 'primario' del suo capo fosse proprio la sua adorabile coniuge.
Non appena vide sbucare dalla porta l'uomo sulla cinquantina, fece finta di scrivere e controllare i dati dell'azienda. Con la coda dell'occhio vide, però, che il signor Toji si era fermato di fianco alla sua scrivania e immediatamente si alzò in piedi.
- Inuyasha, ascolta, visto che sei molto sveglio e attivo oggi, ho bisogno che tu faccia una corsa nell'ufficio di mia moglie.
Inuyasha lo guardò attentamente. Era molto strano che gli chiedesse una cosa del genere. Solitamente lui aveva molto piacere ad andare a trovarla, nonostante fossero sposati da quasi venticinque anni. Ma guardandolo bene, aveva un'aria molto afflitta e dispiaciuta. Immaginò che avessero avuto un battibecco e che lui avesse fatto da cavia umana. Fare da tramite fra mogli e mariti non era il suo hobby preferito! Insomma, c'era anche il detto: Fra moglie e marito non mettere il dito! Però, come al solito, un po' per rispetto e un po' per compassione non pronunciò nulla. E il sr. Toji continuò.
- Insomma, oggi è il nostro anniversario, solo che non riesco proprio ad andarla a trovare e mi dispiace pensare che lei possa odiarmi per questo! Mi sto struggendo, anzi, mi stavo struggendo per trovare un modo per farle arrivare il mio regalo, ma alla fine, mi sei venuto in mente tu!
L'uomo lo guardava con un sorriso a trentadue denti, ed Inuyasha deglutì, il più silenziosamente possibile. Sebbene non lo desse a vedere, aveva il terrore di andare dalla moglie del suo capo.
- Insomma, tutto ciò che devi fare è:
a) Passare a prendere un mazzo di fiori da 100 euro.
b) Andare nel suo ufficio e... Mi dispiace per te,
c) Sorbirti una sgridata con i fiocchi, forse qualche schiaffo, che poi dovrai riferirmi, ma ti prego vivamente di non torcerle un capello! E' una donna dolcissima! E poi è la più bella del mondo.
Bè, tutto sommato non era poi un'impresa così ardua. Sorridendo sempre falsamente, annuì e, dopo aver ricevuto qualche pacca di incoraggiamento e avendo ritrovato 'casualmente' una banconota da 100 euro in mano, prese il cappotto e uscì dall'edificio.
Stava per intraprendere la missione a.


Il tempo passava inesorabile, ma ad una lentezza impensabile.
Kagome si mise le mani sulle tempie. Iniziò a massaggiarsele con movimenti regolari e molto mesti. Solo in quelle prime 3 ore e 45 minuti di lavoro aveva ricevuto una decina di telefonate, aveva dovuto sorbirsi le lamentele della sua direttrice per ben tre volte. E tutto perchè? Perchè il marito non era ancora arrivato per farle gli auguri. Chiuse gli occhi.
Un attimo di pace. In quell'ufficio regnava il silenzio, che in quel momento era più che appagante. Era necessario. Si domandò, sempre cercando di riprendere un po' di lucidità, quante persone erano state portate ad un esaurimento nervoso. Non ci volle pensare. All'improvviso, sentì la voce squillante della signora Toji chiamarla, quasi urlando. Sempre mestamente, e cercando di rimettersi quella sua solita maschera di disponibilità, rispetto e cortesia, varcò la soglia del suo ufficio. Era immenso, se si pensava che una donna aveva potuto ottenere un potere tale. Era un ufficio semplice, ma con il semplice tocco femminile: i fiori.
- Mi sica, signora.
La signora Miwako Toji, intorno alla cinquantina, era una donna molto bella, di una strana rarità. Eppure, pensare che non aveva ottenuto quel posto solo con l'aiuto del marito, ma anche grazie al suo intelletto, le facevano conquistare un rispetto ingente.
- Kagome, cara. Mio marito mi ha appena detto che ha mandato un suo dipendente perchè LUI non può venire a farmi gli auguri! Ma ti rendi conto? Sono venticinque anni di matrimonio! E lui cosa fa? Non rinunzia al lavoro! No! Manda un suo qualsiasi dipendente! Magari è pure brutto! Oh, Kagome! Ma perchè gli uomini sono tutti così! Non sposarti mai, capito! Sono degli insulsi esserini schifosi striscianti che se ne approfittano! E appena ci si sposa pretendono OGNI sera la loro razione di 'coccole'!
Kagome la guardava sempre con una faccia comprensiva, mentre annuiva disperatamente, cercando di convincerla a smettere di sbraitare. Era una donna molto bella, ma quando si arrabbiava! Improvvisamente si avvicinò a lei e, spingendola fuori dall'ufficio, le chiuse la porta alle spalle.
- E bada di fare la gentile! Capito?
-SISSIGNORA!
Kagome si avvicinò nuovamente alla sua scrivania, ma dovette andare ad aprire alla porta. Di sicuro era arrivato il dipendente del signor Toji. Sperò almeno che non sputacchiasse in giro come faceva l'ultimo, un certo Hojo.
Guardò un attimo in giro per controllare che tutto fosse a posto e si avvicinò alla porta. Sospirando e prendendo un bel respiro, rimise la finta maschera per accogliere 'l'ospite'. Aprì la porta.
Ed ebbe un infarto.
Lui.
Inuyasha.
LI'??
Si rese conto di essere andata in iperventilazione, e il ragazzo che era di fronte a lei con un mazzo di fiori molto ingombrante e profumati, non era certo meno sorpreso.
-TU?
Kagome sorrise leggermente, un po' nervosamente e un po' divertita dalla loro sintonia. Vide Inuyasha fare un leggero inchino e lei non potè non imbarazzarsi e sorridere dolcemente. Che strano, la stanchezza era volata via improvvisamente!
Fece entrare Inuyasha e non potè non notare che fosse vestito impeccabilmente. Era straordinariamente bello. Come il giorno prima, ovviamente.
Inuyasha avanzò un poco e aspettò che Kagome lo raggiungesse. Era stupenda con quel tailleur. La fissò intensamente come anche il giorno prima si era ritrovato a fare. Quella camicia bianca mostrava chiaramente i doni che madre natura le aveva fatto e non potè non deglutire. Forse sarebbe stato più complicato del previsto vincere la scommessa. Si riprese, quando vide un alquanto imbarazzata ma divertita Kagome, muovere le labbra. Stava chiaramente dicendo qualcosa ma lui non riuscì a far a meno di fissare con desiderio le labbra.
- Scusami, Kagome, po-potresti ripetere?
Kagome lo guardò, facendo fintamente una faccia sconsolata.
- Ti ho detto, non mi aspettavo affatto che potessi essere tu il dipendente del sig. Toji!
Inuyasha rise leggermente. Insomma! Tutta quella situazione era una commedia! Improvvisamente si rese conto del motivo principale per il quale era stato mandato dalla signora Toji. Kagome colse al volo e siavviò verso lo studio della sua direttrice mentre Inuyasha faceva casualmente finire lo sguardo sul fondoschiena della ragazza. La vide, o meglio, la intravide bussare alla porta e, ad un consenso aprire la porta e con uno sguardo, farle capire che doveva seguirla.

- Signora Toji, ecco qui il dipendete di vostro marito.
Kagome si spostò di lato, lasciando entrare anche Inuyasha. Potè notare dall'espressione della donna che infondo, il fatto che il marito avesse dovuto mandare un suo dipendente, non le dispiaceva affatto. Trattenne una risata quando la vide 'trotterellare' verso il ragazzo.
- Signora, se vuole che io tolga il disturbo...
La signora la guardò con aria indifferente e le disse di rimanere pure. Assistì ad una scena molto divertente. E dovette mordersi la lingua per non ridere. Capì dall'espressione di Inuyasha che anche lui stava faticando a trattenersi. Miwako infatti, non appena vide i fiori, corse alla scrivania, ovviamente con i fiori in mano e strappò la lettera che il signor Toji gli aveva mandato. La lesse quasi voracemente. Quando finì, prese il cellurare e chiamò il marito.
- Si, tesorino! Il mio cucciolino! Piccolo lui! Che tenero! Si anche io! Tantotantotanto! No amore, non ti preoccupare! Però stasera mi porti s cena! Rimediamo poi! Si amoruccio! Tantotanto! Ciao piccolino mio!
Non appena chiuse il telefono, riassunse un'espressione seria e squadrando sia Kagome che Inuyasha li sbattè fuori dall'ufficio. E quando finalmente, furono fuori, scoppiarono a ridere.
- Tesoruccio?
- Inuyashuccio caro?
Si rimisero a ridere. Era una risata contagiosa la loro, vera e soprattutto sincera.
Quando finalmente smisero di ridere, Inuyasha la guardò attentamente. Era davvero bella con le gote leggermente arrossate. Gli sorrise e Inuyasha ricambiò.
- Forse sarebbe meglio che io vada, altrimenti il mio capo penserà che abbia fatto un incidente.
Kagome, per quanto le dispiacesse, dovette ammettere che aveva ragione. Infondo era lavoro. Non poteva mica sperare che pranzassero insieme e che magari passassero tutto il tempo insieme. Insomma, lei voleva vincere! Non poteva di certo permettersi di ritrovarsi ai suoi piedi, nel tentativo di ricevere un bacio, per quanto l'idea l'allettasse. Si avviò sempre sorridendo verso la porta, mentre Inuyasha camminava al suo fianco. Con la coda dell'occhio lo guardò un'ultima volta mentre lui usciva. Era bellissimo vestito con giacca e cravatta. Fece per chiudere la porta, quasi incantata, quando la sua mano la fermò.
- Mi vuoi proprio sbattere fuori, vero, Kagome?
Le vennero i brividi. Provocante, bellissimo, dolcissimo. Era semplicemente indescrivibile.
- Perchè, insomma, non usciamo a pranzo insieme? Io fra dieci minuti inizio la pausa. Tu invece?
Kagome deglutì forse fin troppo rumorosamente. Fece sorridere maliziosamente Inuyasha e ciò non fece altro che metterla in imbarazzo. Come poteva resistergli se lui aveva tutte le carte in mano, mentre lei non riusciva nemmeno a dire due parole sensate di fila?
- I-io? Bè, a-a dire la verità, a mezzogiorno i-inizio.
Inuyasha fece un passo in avanti, rientrando nello studio. La prese fra le braccia, fin troppo velocemente, a tal punto che Kagome dovette agrapparsi a lui. Avvicinò improvvisamente le labbra alle sue. Eppure, rimase ad una distanza terribilmente lontana, ma così tremendamente vicina. Kagome guardò le sue labbra. Sembravano morbide. Sembravano deliziose. Erano perfette.
Ormai si era arresa. Avrebbe perso. Avvicinò violentemente le labbra a quelle del ragazzo, ma improvvisamente lui si spostò e appoggiò le sue labbra poco sopra il suo orecchio.
- Sarebbe troppo facile, non trovi? Sarebbe così stupido perdere neanche dopo 24 ore. E poi, l'attesa è dolce se il premio che t'aspetta è il più bello.

Paralizzata. Non c'erano altre parole per descriverla.
I brividi che le correva per il corpo erano forse il minimo.
Tutti i muscoli erano contratti, quasi come se stesse facendo uno sforzo fisico. Non si accorse nemmeno che non stava respirando. Era sorprendente che un solo suo gesto, delle sole sue parole, potessero farle quell'effetto. Si sentiva debole, fra le sue braccia, ma allo stesso tempo forte e decisa. Adorava quella sensazione di insicurezza e di pace allo stesso tempo. Quando finalmente riuscì a muoversi, chiuse gli occhi e appoggiò la testa sulla sua spalla sinistra. Era tutto così perfetto. Sarebbe rimasta lì per ore, se il suo capo non li avesse interrotti, simulando un colpo di tosse.
Imbarazzati si staccarono immediatamente. La donna, ancora con lo sguardo perso nel vuoto, li superò. Kagome temette per un momento per il suo lavoro. Ma quando la vide passarle affianco e farle l'occhiolino, non riuscì a trattenere un sorriso imbarazzato.
Si fermò sulla soglia della porta.
- Mi raccomando, non fate troppo casino!
Uscì, chiudendosi la porta alle spalle. Era incredibile quella donna. Kagome non fece in tempo a girarsi verso Inuyasha che già la stringeva fra le braccia. E fu certa, in quell'istante, che avrebbe voluto restare così per sempre.


.Fine Sesto Capitolo.
 
Ringraziamenti:
- vale728: Carissima! Sono estremamente felice di aver ritrovato un tuo commento! Sono stat davvero molto felice di leggerlo, soprattutto perchè sono davvero contentissima che la storia ti piaccia. Scusami se ho tardato un po' ad aggiornare, ma in questo periodo sono pienissima di veriche e interrogazioni, per non parlare poi di teatro.. @.@ Help meee!! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.. Si vede comunque che io trovi una passione innata nell'interrompere i capitoli sul più bello! Muahahah! A presto, spero!! Bacione!!
- rita14: Ciau cara! Scusami se non sono riuscita ad aggiornare prima, ma spero comunque che leggerai questo capitolo, nel quale ovviamente, non faccio capitare ancora  nulla di che! Muahaha! Coff coff.. stavo dicendo? Ah, già! ^-^! Mi ha fatto davvero moltissimo piacere trovare un tuo commento e spero ardentemente che continuerai a seguirmi! Ciau! Bacione!
- fmi89: Siiii! Che bello! Hai commentato ancoraaa! >- - Bellatrix_Indomita: Carissimaaaaa! Ho riso per un quarto d'ora quando ho letto il tuo commento! Ovviamente non ho potuti farli baciare subito o io stessa avrei linciato Kagome! Insomma, non è giusto!! In effetti per il casino in cucina hai completamente ragione! Mi sono dimenticata di dire che aveva fatto cadere le padelle! ahah.. -.-' che tapina che sono! Comunque sia spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che continuerai a seguirmiii! Ps: la data del mio compito d'italiano si sta avvicinandooo! E cosa più terribile? E' un tema ARGOMENTATIVOOO! NOOO! (Monik assume una posa da 'l'Urlo' di Munch).. Ora vado cara!!! A presto! Un abbraccione mega galatticoso!! Ciau!! ^-*
-callistas:Tesorooo!! Ciaoooo!! E' stato un piacere enorme ritrovare un tuo commento! Sono davvero contentissima che la storia ti piaccia!Mi sto divertendo davvero troppo a prendere tempo! Muahaha.. secondo me i miei genitori mi hanno adottato e sono la figlia illegittima del diavolo, perchè, ebbene sì! Il diavolo ha una figlia illegittima!!! -.-.. ok.. decisamente sono fora ora, martedì 10 Febbrario alle ore 18.48.. !! Sparisco!! Ti assalto con un abbraccio e partenza da un miglione di metri!! Muahaha!! Ciau!!
- la_mosca_bianca: che bello ritrovare un altro tuo commento!! Sono davvero contentissima che questa storia ti piaccia, e spero soprattutto che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento! Inoltre, la cosa che mi spaventa maggiormente è che non sia stata scritta chiaramente o decentemente!! Help! Spero comunque che mi seguirai anche prossimamente!! A presto!!! Un bacione!!

Ringrazio, ancora una volta anche chi solo legge! Grazie! Davvero.. =) A presto belle!!!

Monik

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Pranzo Tentatore ***


Pranzo Tentatore
.Capitolo Settimo.
Pranzo tentatore


Erano ancora in quella maledetta, piccolissima e soprattutto caldissima stanza. Il cuore le martellava nel petto, a tal punto da farle male. Sentiva il suo pulsare maggiormente nella gola, più che in ogni altra parte del corpo. E sentiva la pelle bruciare, esattamente dove Inuyasha la toccava. I suoi fianchi, per quanto cercasse di non darlo a vedere, tremavano. Le sue mani, tremanti e quasi deboli, erano appoggiate sul petto possente di lui. Le sembrava impossibile essere in quel momento lì, con lui.
Inuyasha la stava guardando, a poca distanza dal suo viso. Stava studiando ogni suo piccolo particolare, nel tentativo di imprimerlo nella sua mente. Il rossore che aveva sulle gote, le mani tremanti che, appoggiate sul suo petto, per quanto innocenti e quasi allo scopo di difesa, lo stavano uccidendo. La sua semplice ingenuità, la sua inesperienza, la rendevano unica, in ogni particolare. Era una donna, ma con il cuore e gli occhi di bambina. Era tenera e dolce, ma provocante, per quanto involontariamente, e sensuale allo stesso tempo. Era la prima, l'unica donna, che sapeva donargli sensazioni plurime e fra loro così contrastanti. Perchè, nonostante fosse un uomo, non riusciva a non provare nei suoi confronti un senso di protezione e sicurezza, oltre al desiderio che provava ogni qual volta che la vedeva. Non riusciva a controllare la sua mente, il suo animo, il suo cuore. Fra le sue braccia sembrava una creatura così indifesa, ma era tanto calda da bruciarlo. E lui aveva intenzione di farsi bruciare. In fundis, lui amava giocare con il fuoco.
Kagome, per quanto impercettibilmente, si mosse, forse a causa della posizione innaturale, o forse involontariamente, e facendo ciò, i loro corpi si avvicinarono ancora maggiormente. Ormai i loro visi erano ad una distanza minima, ma per quanto avrebbero resistito? E soprattutto, chi avrebbe ceduto per primo?
Kagome, per non cadere, spostò leggermente la gamba destra, e le vennero i brividi toccando casualmente la gamba sinistra di Inuyasha. Ancora la sensazione di calura e poi quel freddo improvviso, pungente, doloroso. Kagome non potè intuire che quel semplice, sciocco movimento, aveva fatto scattare qualcosa nel ragazzo. Un movimento improvviso e lei si ritrovo ancora più stretta ad Inuyasha, e i loro nasi si toccarono.
Non riuscì a trattenere un piccolo gemito di sorpresa e si perse a guardare le labbra Inuyasha. Così virili, così dure, così morbidi, così provocanti. Kagome si avvicinò ancora un po'. Probabilmente, dall'esterno, quel piccolo spostamente sarebbe parso inesistente, ma al ragazzo sembrò tutto l'inverso. Deglutì, rumorosamente vedendo gli occhi luccicanti e dolci della ragazza e le sue labbra, così gonfie e rosse, così fantastiche. Mandò al diavolo la scommessa. Avrebbe perso, ma avrebbe vinto un suo bacio. Si avvicinò celermente, ancora, alle sue labbra.
Kagome chiuse gli occhi. Quel bacio avrebbe significato la fine di quella scommessa, di quel maledetto gioco. Lei avrebbe vinto, oppure perso, ma lui, lui che era in procinto di baciarla, cos'avrebbe fatto, poi? Sarebbe andato via, come tutti? Oppure sarebbe rimasto con lei, e si sarebbero frequentati?
Pensare alla possibilità di essere lasciata anche da lui le fece riaprire gli occhi, stranamente lucidi e così improvvisamente tristi. Anche Inuyasha ormai aveva gli occhi semichiusi. Era bellissimo. Ma preferiva davvero un bacio al perdere un'altra persona così importante? Valeva davvero la pena rinunciare a lui, che, solo, riusciva a renderla felice?
Inuyasha sentì improvvisamente la stretta di Kagome venir meno. Si risvegliò dallo stato di pace e guerra in cui era caduto, e, aprendo gli occhi, guardò la ragazza che lo fissava ora impaurita e insicura. Cos'aveva fatto? Quale errore aveva commesso? Inuyasha si distanziò maggiormente, ma non la lasciò andare, nonostante lei cercasse di allontanarsi ancora di più da lui. Perchè ora lo temeva? Perchè, invece prima, accondisceva anch'ella?
Inuyasha la guardò interrogativo, ma anche preoccupato. Vedendo poi Kagome rilassarsi, però, si tranquillizzò. Non sapeva cosa le fosse accaduto e, anche allibito e quasi in trans, si avvicinò al viso di Kagome. Chiuse gli occhi e appoggiò la sua fronte sulla testa della ragazza, il cui cuore aveva iniziato nuovamente a battere rumoroso nel suo petto. Inuyasha sospirò. Forse era stato meglio così. Certo, non era certo che lei lo rifiutasse, ma anche quella piccola probabilità, lo spaventava a morte. Non aveva forse sofferto abbastanza?
La morte del padre, deceduto solo poco tempo prima per un assesto cardiaco, lo aveva fatto soffrire davvero tanto, per non dire troppo. Di per sè, non era stata la perdita a fargli così male. Era stato il dolore di sua madre ad ucciderlo, giorno dopo giorno. E ciò era continuato per giorni, settimane, finchè non convinse la madre ad uscire. Si ricordava bene quando, due giorni prima, aveva supplicato la madre di venire, almeno per un breve momento, ad assisterlo. Era stata la sua prima esibizione in quel pub, e aveva anche ricevuto una somma abbastanza soddisfacente, per aver intrattenuto i clienti. Si era accorto fin da subito del sorriso quasi vero che aveva la madre mentre lo ascoltava. Ma più di ogni altra cosa, si era accorto di lei.
Da quando lei era entrata nei suoi pensieri, il dolore era stato spazzato via da una folata di sentimenti. Aveva potuto vedere la madre sorridere, il primo gradino di una lunga scalinata; non l'aveva sentita piangere la notte, almeno quella notte e cosa più importante, lui era riuscito a non pensare solo a lavoro e dolore.
Non si rese conto che Kagome ormai lo stava studiando preoccupata. Si risvegliò solamente quando sentì le sue mani piccole e delicate prendergli il volto. Aprì immediatamente gli occhi, ma rimase ipnotizzato da quella della ragazza, preoccupati e curiosi.
<< Inuyasha, stai bene? Io... Mi dispiace davvero molto. Non puoi capire. E' una cosa così... Sciocca.>>
Kagome cercava di spiegare ad Inuyasha il perchè di quella fuga. Si era sentita terribilmente in colpa dopo aver visto il ragazzo sospirare e rimanere immobile per un lungo momento. Chissà a cosa aveva pensato, a cosa stava pensando. Vide il ragazzo battere gli occhi un po' di volte e riprendere il suo solito sorriso sghembo, ma così straordinariamente perfetto. E se invece avesse frainteso il suo gesto? Se avesse pensato anche solo minimanete che lei non lo volesse? Si diede della stupida, ma non lasciò il viso dela ragazzo. Inuyasha prese con la mano destra, la sinistra della ragazza, ancora posata sulla sua guancia e se la portò alla bocca. Ne baciò il dorso, inchinandosi un po', a mo' di gentiluomo.
<< Se la signorina, lo desidera, mi farebbe davvero un enorme piacere poter essere accompagnato da lei a pranzo.>>
Kagome si imbarazzò, ma sorrise sinceramente al ragazzo. Annuì veloce e lo seguì al di fuori dell'ufficio. Scesero al piano terra e quando furono di fronte alla porta principale, Inuyasha la precedette e le aprì la porta, sempre con fare educato. Si sentì quasi una stupida per aver rifiutato un suo bacio, ma in quel momento, era estremamente felice di averlo fatto. In fondo, a lei non era stato dato il dono della preveggenza.
Inuyasha vide la ragazza seguirlo sempre con il sorriso, e ciò lo rincuorò. La vide al contempo pensierosa e non osò interrompere il filo dei suoi pensieri. Si avviò verso la macchina, e si rese improvvisamente conto di essersi dimentico una cosa importante. Il suo capo.
Celere e deciso, prese il cellulare e, sfogliando la rubrica, cercò il numero di Ayame, la segretaria del signor Toji. Attese che rispondesse, allontanandosi un po' involontariamente da Kagome, e quando Ayame rispose Inuyasha le spiegò di avvisare il signor Toji che aveva svolto la sua commissione, anche con successo, ma questo ovviamente, il suo capo lo sapeva già. Salutò la collega e la ringraziò vivamente.
Kagome lo aveva visto parlare fittamente al telefono. Non aveva avuto voglia di immischiarsi, così si tenne a distanza, cercando di pensare ad altro. Forse al telefono c'era la sua fidanzata? Era per quello che parlava così veloce e fitto? Quello di sicuro sarebbe stato un peso in più, un dolore maggiore. Ma, ancora una volta, mandò giù, e quando Inuyasha chiuse la conversazione, si fece trovare con il sorriso sulle labbra. Si sarebbe accorto che era falso?

Erano seduti al tavolo da ormai dieci minuti, ma nessuno aveva il coraggio di dire qualcosa. Inuyasha era ancora imbarazzato per aver quasi tentato di baciarla e per averla fatta spaventare, mentre Kagome, dal canto suo, si sentiva una stupida: se lui aveva una fidanzata, perchè si preoccupava così tanto per lei? Ormai aveva pensato a molti motivi, ma non riuscì a calmarsi. Si stava solo divertendo forse? E allora, per quale motivo cercava di ammaliarla, di sedurla e di vincere la scommessa?
La scommessa. Era quello allora il motivo per il quale Inuyasha si ostinava a starle accanto, di provocarla in quel modo?
Sentì improvvisamente una mano calda toccarla impercettibilmente il braccio. Alzò lo sguardo verso Inuyasha e gli donò un ennesimo sorriso. Falso.
<< Ora basta, Kagome. Cos'hai?>>
<< Io? Io nulla, davvero. Sono solo un po', come dire, stanca. E' stata una giornataccia e mi mancano ancora 4 ore di lavoro.>>Ormai era diventato un gesto naturale sorridergli senza motivo. E le fece male dover ammettere che in quel momento provava lo stesso dolore che aveva provato, che tutt'ora provava per la madre.
<< Non è vero, e tu lo sai meglio di me. Piantala di sorridere. Lo capisco che c'è qualcosa che non va.>> Inuyasha aveva usato un tono piuttosto perentorio, ma per nulla aggressivo, e ciò fece sperare Kagome di avere, forse, una misera possibilità.
<< Per favore.>>
<>
Inuyasha parve non capire e Kagome, dispiaciuta della sua goffaggine anche nell'esprimersi a parole, sospirò delusa, abbassando lo sguardo. Forse aver accettato quella scommessa era stato un errore. Per quanto fosse felice di conoscere e di passare tempo con Inuyasha, aveva l'enorme terrore che anche lui, come gli altri, provasse per lei solo compassione. Stava con lei solo per ciò? Oppure provava anche lui qualcosa per lei? Tante, troppe domande le affollavano la mente, ma nessuna di essa veniva esplicata al ragazzo seduto davanti a lei.
Fu risvegliata dai suoi pensieri solo quando sentì lo stridìo di una sedia che veniva spostata. Alzò lo sguardo su Inuyasha, che velocemente si alzò. Se ne stava andando? La lasciava così anche lui? Si aspettò di vederlo allontanarsi, ma invece, si sorprese quando lo vide avvicinarsi velocemente a lei e spostare la sedia. Non fece in  tempo a ribadir nulla che si trovò in piedi, abbracciata a lui.
Si sentì tremendamente in colpa. Da quando lo aveva conosciuto non era riuscita a tenergli nascosti alcuni suoi pensieri, ma ora lui quasi la costringeva, seppur involontariamente, a rivelargli ogni sua preoccupazione, ogni suo timore, ogni suo pensiero.
<< Perchè..?>>
Inuyasha si staccò un attimo, guardandola negli occhi. Scorse paura. Ma aveva paura di lui?
<< Cosa perchè?>>
Kagome riappoggiò il viso sul suo petto e poi gli pose la domanda.
<< Perchè stai facendo questo? Perchè vuoi passare tempo con me... e non con lei?>>
Lei? Lei chi? Ma cosa stava dicendo Kagome? Eppure non trovava la forza di staccarla dal suo petto. Sebbene guardarla negli occhi lo rendesse felice, non trovava la forza di allontanarla. Perchè solamente lei riusciva a riscaldarlo, sia dentro, che fuori. Poi, improvvisamente, mentre cercava di trovare una risposta adatta, capì a chi alludesse Kagome.
<< Stai parlando della ragazza con cui ho parlato al telefono?>>
Non la sentì rispondere, ma percepì un lieve spostamento del capo. Stava annuendo. Non riuscì a non trattenere un sorriso. Pensava provasse ribrezzo per lui. Quindi era solo ciò che le faceva paura? Che l'aveva fatta allontanare così tanto? Non ne fu certo, ma almeno gli aveva rivolto parola.
<< Kagome, era una mia collega. La stavo avvisando che sarei rimasto fuori a pranzo. Con te.>>
La sentì irrigidirsi e non potè non aumentare la stretta. Erano fin troppo vicini. Eppure, nessuno dei due aveva intenzione di distanziarsi dall'altro. Le accarezzò la testa e la sentì rilassarsi, a poco a poco. Ma cosa le veniva in mente? Per lui ormai le altre non erano più nulla. Da quando l'aveva incontrata, due sere prima, i suoi pensieri erano rivolti solo a lei. Solo a Kagome.
Sentì la mano di Kagome spostarsi e appoggiarsi sul suo petto. Fu percorso da un brivido, ma inconsciamente, sorrise. La ragazza si allontanò un po', quanto bastò affinchè potesse guardarlo in viso. Sentì ancora una volta le sue labbra calde sopra la sua fronte, coperta dalla sua fangetta ribelle. Chiuse gli occhi.
Inuyasha non poteva nemmeno immaginare le sensazioni che le stava donando.
Poi Inuyasha si staccò. Come se nulla fosse accaduto, si sedette nuovamente al suo posto, mentre lei era ancora immobile. Disarcionata dal freddo che aveva preso immediatamente possesso del suo corpo, si mosse mestamente. Lo guardò interrogativa.
<< Il pranzo si fredda.>>
Sconsolata e sospirando, prese anch'ella posto. Nuovamente. Riprese in mano la forchetta, portando alla bocca un pezzo di carne appena tagliato grazie ad un coltello. 
<< E poi, io devo vincere.>>
La forchetta le cadde. Il pezzetto di carne cadde anch'esso, centrando il sughetto. Inerme.
Cos'aveva detto?
E perchè Inuyasha sorrideva maliziosamente?


Fine settimo capitolo.
Dunque dunque dunque.. =)
Scusate il mio immenso ritardo.. Erano due settimane che non aggiornavo, ma sono davvero strapiena di compiti e interrogazioni. Fortunatamente riesco a stare dietro a tutto, più o meno, ma devo escludere alcune cose, almeno per il momento, come (per quanto mi dispiaccia) le mie storie. Mi dispiace davvero un sacco che non riesca ad aggiornare regolarmente ma prometto che proverò a fare del mio meglio. Ok.. Diciamo che questo capitolo è un po' melodrammatico. Insomma, il mio umore non è dei migliori. Anzi, ora si sono anche accumulati problemi di famiglia che non mi permettono di essere molto comica... Mi dispiace davvero un sacco, ma spero che questo capitolo possa essere apprezzato comunque. Ovviamente non sono così brava da fare un capitolo emozionante come tantissime altre autrici fanno, ma spero che almeno desti qualche interesse.
Ora però, passiamo ai ringraziamenti.
Ringraziamenti:
-rita14:
Grazie mille per il commento! Spero vivamente che anche questo capitolo ti sia piaciuto.. Certo non è stato il massimo, ma spero comunque che continuerai ad aver voglia di seguire questa storia. In il mio obbiettivo era di rendere Inuyasha e Kagome il più dolci possibile, ma boh.. Chissà! ^-^! Spero di ritrovare un tuo prossimo commento! Bacione! =)
-vale728: Ciau! Grazie anche a te del commento! Visto? Sono riuscita ad aggiornare? Certo, credo che questo capitolo non sia stupendo, anche perchè non è stato nulla di super emozionante, ma spero comunque che ti sia piaciuto. Guarda, mi sembra che i miei problemi ormai sono più esterni che interni, ma il fatto che comunque siano così vicini a me, mi rende molto agitata! Spero di poter aggiornare presto, contando anche sulla fantastica e imperdibile occasione di un ponte di 4 giorni! Bah.. Speriamo! ^-^! Ti ringrazio ancora per il commento bella! Spero di poter trovare un tuo prossimo giudizio! Bacione!
-la_mosca_bianca: ma ciau! Che bello trovare nuovamente un tuo commento! Mi fa davvero piacere! =)Finalmente sono riuscita a conquistare, facendo a spallate con tutto il resto, di trovare un po' di tempo per aggiornare. Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento. Com ho detto prima, è un po' un capitolo triste e riflessivo, ma spero di poter migliorare! Sono ansiosa di sapere come ti sia sembrato questo capitolo! =) Bacione!  ^-^
-callistas: Ciauuu! Che bello trovare un tuo commento! Mi riempe di felicità! ^-^ihih.. stavo morendo dal ridere quando ho letto il tuo commento, ovviamente tutto d'un fiato!Mi dispiace per gli ORRORI di scrittura, come dice la prof di italiano. Pensa che si mette sempre la mano fra i capelli e sospirando, ovviamente desolata, mi dice che dovrei tornare alle elementari.. Y.Y! E' quello il destino della figlia legittima di satana? Ovviamente anche questo capitolo è stato concluso appositamente nel momento in cui Inuyasha le sorrideva maliziosamente, ma non rivelerò mai il perchè.. Bwahahaha! Almeno, non fino al prossimo capitolo! Sono contenta che ti piaccia la mia storia! Mi sento onorata! Non solo ti trovo una magnifica scrittrice, ma le tue storie sono semplicemente stupende! Mi riempe di gioia trovare un tuo commento! *-*! Grazie mille, sul serio! Coffcoff.. Tornando al fulcro.. Insomma.. spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che continuerai a seguirmi! Ti prego, trovare anche critiche mi riempe di gioia se so che potrebbero aiutarmi! Quindi non esitare ad urlarmi dietro! L'importante è che tu non abbia la voce di un soprano o potrei rimanere stordita. Dimenticavo: le mie capacità uditive, seppur figlia di Satana, sono molto scarse. Forse anche perchè la prof mi urla sempre addosso! Help me! =) Ora vado, dai! ^-^! Spero di trovare un tuo nuovo commento! Bacioni e abbraccioni(senza uccidere nessuno, dai! Almeno per questa volta, bwahahah! xD)! Ciau!
-fmi89: Crepiii! Domani alle prime tre ore avrò il tema sui promessi sposi, anche se mi sono preparata non mi sopravvaluto.. Di sicuro sarà un ennesimo voto negativo.. T.T! Sono contentisssima che continuerai a seguirmi! Spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento! Certo, questo capitolo è un po' più corto degli altri, ma spero che ti piaccia ancora! Di sicuro qui ci sono un pochino di distanze, ma nel prossimo.. ehehe.. Malefica al 100%! =)=)=)!  Spero di trovare un tuo prossimo commento! Spero di aggiornare il più presto possibile! Un bacione! Alla prossima! =) ^-^!
-Mikamey: Ma ciau! Che piacere trovare un tuo commento! Non ti preoccupare! Non importa se non hai commentato! L'importante è che piaccia a te... Poi ovviamente, trovare vostri commenti mi riempe di felicità, e spero che continuerà a piacerti ugualmente! Nel prossimo capitolo, forse accadrà qualcosa di nuovo, oppure boh.. Ma chi lo sa! A dire il vero, neanche io lo so.. ho solo qualche idea.. muahahah! ^-^! Sai che adoro le tue storie? Seriamente! Solo che ultimamente il mio tempo scarseggia.. mi sento una mandragola.. o almeno penso si scriva così.. -.-'!! Spero che continuerai a seguirmi! E soprattutto che questo capitolo ti sia piaciuto! Almeno un poco! ^-^! Alla prossima, un bacione! Ciau!
-Bellatrix_Indomita: UDIO! Hai semplicemente ragione.. Mi dispiace un sacco! Non so come ringraziarti per tutti i consigli e critiche che mi stai dando.. Mi rendono estremamente contenta! Anche perchè penso che essendo critiche, una persona legga con attenzione il testo, per scovarne. Spero che continuerà a piacerti la storia, nonostante questi errori.. Non ti devi nemmeno minimamente preoccupare del fatto che tu metta critiche, anzi! Mi fa davvero moltissimo piacere, e spero che continuerai a farlo, se ovviamente, continuerai ad apprezzare questa storia. Non immagini quanto mi riempa di felicità il fatto che tu veda qualcosa in me.. Spero che tu abbia ragione.. Sai sei una delle poche che trova che, forse, abbia qualche 'possibilità', ma ovviamente devo e soprattutto voglio migliorare. =)! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.. O, in caso contrario, spero che mi seguirai, ancora..! .. Grazie ancora.. e spero di trovare un tuo nuovo commento! Un bacione immenso!
-luluchan: Hai perfettamente indovinato! E' proprio quella! Spero ardentemente che anche gli altri capitoli siano stati di tuo gradimento.. spero che continuerai a seguirmi! Mi fa davvero piacere aver trovato un tuo nuovo commento.. Spero a presto! Un bacione! ^-^
- robylee:Grazie mille x i complimenti! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, anche se non sono molto convinta del mio operato.. spero di aggiornare il prima possibile e spero che continuerai a seguirmi.. e' diverso scrivere una ff così, ma è estremamente divertente! Un bacione! Spero a presto!

Grazie ancora.. a presto spero..
Monik

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** *Festa a sorpresa* ***


Per un pezzetto di carne
Capitolo ottavo
Festa a sorpresa



Era più che imbarazzata.
Non solo le era caduta la forchetta ed era rimasta immobile per qualche, interminabile, istante, ma ora doveva anche assistere alle risate del ragazzo. Sbuffò e riprese in mano la forchetta. Ma come poteva passare da un atteggiamento comprensivo, ad uno provocante e l'attimo dopo ritrovarsi a ridere come se avesse visto un film comico?
Se non ci fossero state così tante persone presenti, di sicuro lo avrebbe strangolato.
Un  istante dopo, Inuyasha smise di ridere e con la mano destra, mentre con la sinistra si teneva la pancia dalle troppe risate, si asciugò l'occhio destro, da cui una piccola lacrima era in procinto di uscire. Poi ritornò, mestamente, serio. Era calato nuovamente il silenzio. E ritornò a guardarla in quel modo che solo lui sapeva fare.
Inuyasha la stava guardando di nuovo maliziosamente, ma per quale sciocco motivo? Stava cercando un ennesimo pretesto per poterla prendere in giro ed umiliarla, come suo solito?
Abbassò nuovamente lo sguardo e notò la macchia che la caduta 'accidentale' del pezzo di carne aveva causato. Più che una tovaglia le pareva fosse una scena del crimine. Guardò con aria truce prima il pezzetto di carne, in seguito il volto ancora sorridente di Inuyasha e infine ripose nuovamente lo sguardo sul sughetto. Ma che disastro aveva combinato?
Se un attimo prima si era preoccupata dei suoi sentimenti, ora aveva un profondo desiderio di prendere un altro pezzo di carne e tirarlo in faccia al ragazzo.
<< Scemo!>>
Vide Inuyasha accentuare il sorriso e Kagome non riuscì a tenere il muso e sorrise a sua volta. Ora pensare a quel sentimento di invidia -forse di gelosia- che aveva provato un attimo prima per la ragazza con cui aveva parlato al telefono Inuyasha, la faceva morire di imbarazzo. Eppure, ripensare al dolore che aveva provato, a quella fitta dolente che aveva sentito proprio all'altezza del cuore, le faceva capire che ciò che provava per Inuyasha era ormai troppo importante.
Ma, infondo, cosa sapeva lei di lui? Di sicuro non poteva mica pretendere di essere al centro dei suoi pensieri. Anche se proprio lui era entrato imponente nella sua testa e nel suo cuore, lasciandola esterrefatta, stupita, felice. Certo, non era tutto rose e fiori, ma sapere che lui viveva, che poteva sentirlo, toccarlo, desiderarlo, la faceva finalmente stare bene. E da quanto tempo lei non stava bene? Da quanto si era arresa al destino che più volte aveva giocato con lei?
<< Kagome?! Mi ascolti o no?>>
Risvegliata da Inuyasha, arrossì, vergognandosi della propria stupidità. Come poteva non prestare attenzione alle parole dell'unico ragazzo che le riscaldava il cuore?
<< Scusami!! Stavo pensando ad altro! Cosa mi hai detto, comunque?>>
Mostrò un ennesimo sorriso, ma Inuyasha fu travolto ancora una volta dal desiderio di baciarla, di sentire le labbra della ragazza. Ma si trattenne. Aveva paura di un ennesimo rifiuto, di una sua ennesima fuga. Come si sarebbe comportato se lei non avesse provato nulla nei suoi confronti?
Si ritrovò a fissare la ragazza. Prima, per quanto ne fosse dispiaciuto, avendo visto l'espressione basita della ragazza, non era riuscito a trattenersi. E non aveva riso così sinceramente da quando suo padre era morto.
Guardò l'ora. Erano le 12.59. Aveva ancora 16 minuti prima che la sua pausa pranzo finisse. Eppure, non aveva alcuna voglia di tornare al lavoro. Avrebbe preferito di gran lunga pedinare la ragazza e nascondersi nell'armadio del suo ufficio. Si diede dello scemo. Poi tornò a guardare la ragazza che nel frattempo aveva ripreso a mangiare il suo spezzatino. Anche nei suoi più semplici gesti le sembrava magnifica.
Si lasciò sfuggire un sospiro. Aveva davvero voglia di baciare quella ragazza. O almeno, cosa che lo allettava allo stesso modo, di starle accanto. Certo, se per lei fosse stato solo un amico, avrebbe sofferto, ma le sarebbe rimasto vicino. Avrebbe sofferto in silenzio, repressi i sentimenti. Non si accorse che Kagome avesse finito di pranzare e lo stesse fissando attentamente. Quel suo sguardo, per quanto innocente, non riusciva a non farlo sentire strano. Era agitato, ma allo stesso tempo si sentiva in pace.
<< Forse, sarebbe meglio tornare al lavoro.>>
Kagome parlò, spezzando quel momento di pace. Inuyasha annuì e si alzarono contemporaneamente. Kagome gli sorrise calorosamente e, mentre di avviavano verso la cassa, cercò il portafogli. Fu sul punto di tirare fuori il borsellino, quando Inuyasha le prese dolcemente la mano, facendola arrossire.
<< Lascia, ti prego. Non sia mai che una ragazza paghi il suo pranzo. >>
Kagome arrossì ancora, cercando di insistere, ma Inuyasha assottigliò lo sguardo, fintamente arrabbiato e Kagome non potè trattenere una piccola risata, facendo sorridere a sua volta Inuyasha, che nel frattempo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il proprio portafoglio.
Quando Inuyasha pagò il conto, uscirono dal ristorante e Kagome si voltò verso Inuyasha.
<< Grazie mille Inuyasha. Sul serio. E' stato un bellissimo pranzo. >>
Inuyasha non potè non fissarla mentre arrossiva lievemente. Quella ragazza gli piaceva ogni minuto di più, ma non poteva rischiare di rovinare tutto come un imbecille. Le sorrise e la ringraziò per la bellissima compagnia. Salirono in macchina e Inuyasha, con tranquillità la riportò davanti all'edificio dove Kagome lavorava. Spense la macchina. Aveva tempo. Erano le 13.07.
<< Bè, allora grazie, Inuyasha. Mi sono divertita molto. >>
Inuyasha non aprì bocca. Le fissò le labbra e poi tornò a guardarla negli occhi. Si avvicinò un po', non riuscendo a resisterle, ma Kagome, intuite le sue intenzioni, sorrise, mordendosi lievemente il labbro inferiore, mise una mano davanti alla bocca del ragazzo, che sorrise e sospirò fintamente offeso.
<< Non vorrai perdere, vero, Inuyasha? >>
Inuyasha non riuscì a non sorridere. Quella ragazza era davvero speciale. E no, non voleva perdere.
E mentre Kagome scese dalla macchina, salutandolo e correndo dentro l'edificio, non potè far a meno di fissarla.
Lui non avrebbe perso.
L'avrebbe fatta perdere.
Sgommando, ripartì in direzione della sua sede lavorativa.
Tutto sommato era stata una bella giornata. E ripensandoci, forse anche Kagome lo desiderava, anche se non quanto lui la bramasse. Parcheggiò la macchina, scese e dopo averla chiusa, entrò nell'edificio. Lo sapeva già: avrebbe passato tutto il pomeriggio a fantasticare su quella bellissima ragazza.
***
<< SONO TORNATA! >>
Kagome, dopo aver chiuso la porta, si tolse il cappoto e si tolse le scarpe, ringraziando il cielo. Le dolevano leggermente i piedi, come ogni giorno. Le scarpe con il tacco erano belle, certo, ma non erano il suo forte.
Rimase in silenzio per un attimo, attendendo qualche suono o voce. Non udì nulla. Si aspettò che il fratellino sbucasse dal soggiorno e le chiedesse di preparargli la cena, eppure ciò non accadde. Leggermente preoccupata guardò in soggiorno, non trovando però nessuno. Nella casa regnava un silenzio pesante, come se opprimesse ogni cosa. Gli unici suoni udibili erano il suo battito e il suo respiro. Si avvicinò alle scale che portavano al piano superiore, dove si trovavano le camere.
<< SOTA? NONNO? >>
La casa era abbastanza grande, ma di certo l'anziano e il bambino l'avrebbero udita. Eppure, nessuno si fece vivo. Kagome, perplessa, entrò nuovamente in soggiorno. Guardò l'orologio appoggiato sul mobile più vicino a lei. Erano quasi le 18 del 12 Novembre.
Le parve strano che nè il nonno, nè il fratello fossero in casa, ma si avviò verso la cucina, aspettandosi di trovare i due uomini intenti a rubare cibo dal frigorifero, eppure non c'era nessuno. Si soffermò un attimo a pensare. Se ci fosse stato qualche impegno, se ne sarebbe ricordata. Poi sentì il cigolìo della porta d'ingresso e, celere, guardò chi fosse. Sospirò di sollievo quando si rese conto che fossero il nonno e il fratellino.
Fu in procinto di far loro una bella ramanzina, quando si bloccò. Sota e il nonno la stavano guardando allibiti. Poi il ragazzo mostrò un sorriso a tretadue denti e salutò la sorella. Eppure c'era qualcosa che non andava. Perchè si comportavano così?
Lasciando cadere l'argomento, salì le scale ed entrò nella sua camera al fine di togliersi quegli abiti tanto belli quanto scomodi e per indossare la sua solita tuta. Quando scese le scale, sorprese il nonno e il fratello a bisbigliare fittamente tra loro. Li guardò un attimo, scrutandoli. Poi si illuminò.
<< Non è che state preparando qualcosa per il mio compleanno, vero?>>
Il nonno la guardò scioccato.
<< M-ma no! Certo che no, sorellona! Ma secondo te potremmo farti qualcosa di questo genere! In fondo sei solo la mia sorellona!>>
Il fanciullo fece una risata che sembrava più nervosa che sincera, ma Kagome, facendo spallucce, si avviò verso la cucina. Quella sera avrebbe preparato dell'oden. Fortunatamente, per loro, Kagome non si accorse dei loro nuovi bisbigli, e complottando, si avvicinarono camminando sulle punte al telefono.


Inuyasha era appena tornato a casa, quando il telefono suonò. Si avvicinò repentino al telefono, e nello stesso istante uscì la madre dalla cucina. Alla vita aveva un leggero grembiulino e Inuyasha le sorrise dolcemente.
<< Casa Taisho, chi parla?>>
Sentì un leggero bisbiglìo dall'altra parte della cornetta, poi una vocetta abbastanza vispa, ma sempre bisbigliando, iniziò a parlare.
<< Salve, sono Sota Higurashi.>>
Quel nome, e Inuyasha improvvisamente si interessò maggiormente, avvicinando, se possibile, ancora di più la cornetta. Izayoi nel frattempo si avvicinò, cercando di capire chi fosse. Avvicinò allora l'orecchio alla cornetta anch'ella. Inuyasha le fece segno di non respirare.
<< Ecco, io e mio nonno, volevamo -nonno zitto!- scusami, volevamo chiedervi se avevate voglia di - basta nonno!- prendere parte alla festa di compleanno a sorpresa di -NONNO BASTA!- Kagome.>>
Inuyasha ci pensò un attimo su. Come facevano a sapere dei contatti fra Kagome e lui? Che lei ne avesse parlato con i familiari? Poi vide sua madre ridacchiare leggermente ed intuì tutto. Mettendole una mano sulla bocca, si apprestò a rispondere al fratellino di Kagome.
<< Ci farebbe molto piacere, ma quando?>>
Sentì ancora dei bisbiglii.
<< Sarebbe dopodomani, venerdì sera, dalle ore 20.>>
Inuyasha sorrise, e tolse la mano dalla bocca della madre, che frattanto aveva ripreso contegno. Il ragazzo fece per rispondere, ma poi udì la sua voce. E non riuscì a non sospirare, mentre il cuore perdeva un battito.
<<- SOTA! VIENI A PREPARARE LA TAVOLA!!- S-scusami Inuyasha, devo andare..- A-ARRIVO!! NONNO ZITTO- Ciao!>>
Cadde la linea, mentre Inuyasha non riusciva a trattenere un sorriso. Poi si voltò verso la madre e la guardò falsamente offeso.
<< MAMMA, cos'hai detto ai familiari di Kagome?>>
Vide la donna giocherellare con il grembiule. Non riuscì a non sospirare. Ora si metteva anche la madre. Ovviamente, per fortuna, non sapeva della scommessa. Togliendosi il cappotto si avviò verso la sua camera. Aveva proprio bisogno di una bella doccia.
Fredda.
Inuyasha si tolse lentamente la camicia e i pantaloni, che furono seguiti anche dai boxer. Quando la sua pelle venne a contatto con l'acqua fredda non riuscì a far a meno di sospirare e di rabbrividire. Quella ragazza lo stava facendo impazzire. Ma ormai aveva in mente un modo per farla cadere ai suoi piedi. Non avrebbe perso. Il suo orgoglio ci avrebbe rimesso. E di sicuro non poteva dargliela vinta. Se avesse perso, Kagome sarebbe stata costretta come punizione a uscire con lui, ma da fidanzati. Già. Ormai le sue intenzioni erano più che palesi.
Lui voleva davvero bene a quella fanciulla. Ormai tutta la sua giornata girava intorno alla ragazza. Era possibile che la conoscesse da così poco e già provasse tali sentimenti?
Portò l'acqua ad una temperatura più calda. Non aveva voglia di ammalarsi e di perdersi la festa di Kagome, ma cosa le avrebbe comprato? Non aveva la minima idea delle cose che piacessero a Kagome. Ma da quello che aveva visto, comunque, Kagome era una ragazza semplice. Per questo motivo, escluse la bijoutteria. Poi, mentre usciva dalla doccia e si avvolgeva nell'asciugamano, gli venne in mente un'idea.
Sorrise contento.
Venerdì avrebbe vinto.
Dopo essersi vestito, andò in cucina, giusto in tempo per la cena.
<< Mamma, che vestito potrebbe piacere a Kagome?>>

.Fine capitolo.

Buona sera a tutti!
So che questo capitolo è più corto del solito, ma avevo bisogno di compenso per il prossimo capitolo. Dunque, in questo capitolo, come avete potuto vedere, non ci sono stati avvenimenti strani. ^.^! Ehehe! Sono cattiva, lo so! Ma dovrò pur lasciare spazio al prossimo capitolo.. Muahahaha! Ci saranno molti avvenimenti.. Chissà.. Forse la sfida potrebbe terminare, oppure la nostra Kagome darà ancora del filo da torcere ad Inuyasha?
Ringraziamenti:
- Vale728:
Ciao cara! Visto, ho aggiornato! Questo capitolo è un pochino più corto, ma volevo lasciare spazio all'altro che beh.. ospiterà molti colppi di scena.. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che sia stato scritto bene.. Insomma, la scuola mi sta facendo impazzire.. Sto facendo i salti mortali per rimanere sulla stessa media o onda del primo quadrimestre.. Sto impazzendo.. @.@! Mah, spero comunque di trovare al più presto tempo per scrivere.. Ovviamente ho già qualche idea per il prossimo capitolo.. Ora devo solo scrivere.. ^.^! Spero che tu abbia gradito! E spero di trovare un tuo prossimo commento! Bacione!
- fmi89: Grazie per il sostegno che mi stai dando, cara! Mi scuso enormemente se questo capitolo è cortissimo, ma volevo lasciare spazio x l'altro che invece sarà pieno di molti avvenimenti, di cui però non parlerò in anticipo! Muahaha.. guarda, il tema è andato.. Ho scritto parecchio e ho argomentato tutto.. spero che sia stato almeno più che sufficiente.. ma vedremo.. sono contentissima che il capitolo ti sia piaciuto, e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto ugualmente, nonostante abbia dato una nota un po' più comica al contenuto.. - ^.^- ! Spero di poter aggiornare al più presto! Ora vado! Ciau! Bacione!
- Callistas: Carissimaaa! Ciao! Visto? Ho aggiornato! ^//^ Dopo alcune minacce ricevute, pensavo fosse ormai giunto il momento di aggiornare e di soddisfare alcune 'richieste' ehm.. minatorie.. ^//^ Ihih.. ho riso un sacco per il tuo simpaticissimo commento! xP! Bomba ad orologeria? Muahahah! L'avevo detto io che ho qualcosa di 'Satanoso'! ihih.. Ti ringrazio per il sostegno, cara! Mi fa davvero piacere il commento che mi hai lasciato! ^.^! Ero e sono felicissima.. In questo capitolo ho cercato di fare meno errori possibili.. Almeno da migliorare un pochino lo stile e la forma.. ^^! Che dire.. ho cercato di fare un capitolo più comico per sdrammatizzare il capitolo precedente e le varie ondate depressive dei protagonisti.. ormai mi sto divertendo a non farli baciare.. muahaha.. ma nel prossimo.. mah.. chissà! [Ahahahah]! Sono davvero lieta, ma che dico, enormemente felice che la storia ti piaccia.. ^//^! E poi, tra le tue preferite? Oddei! Mi sono emozionata! *-*! Sono contentissima.. Soprattutto perchè vedo che i miei sforzi di aggiornare la storia siano ricompensati da commenti meravigliosi come i tuoi.. Con la speranza che questo capitolo ti sia piaciuto, mi metto subito all'opera per completare il prossimo capitolo.. o meglio.. per incominciarlo! Eh eh eh.. [risata nervosa].. ^.^! Ora, cara, vado! Spero di ritrovare un tuo prossimo commento! Bacioni! E abbraccioni! Ciau!
-mikamey: guarda, fortunatamente parte dei problemi è scomparsa, ma sono ancora incasinatissimissima con la scuola, ma spero di trovare presto il tempo per continuare il capitolo.. *-*! D-davvero ami le mie storie? Ma io avrò un collasso cardiaco [come dice un cretino di mia conoscenza.. =.=] sto diventando pazza.. scusami.. Sono contentissima che la storia ti piaccia e spero che anche questo capitolo ti abbia soddisfatto! Spero che continuerà a piacerti! Nel prossimo capitolo accadrà qualcosina.. ma non mi sento pronta mentalmente per annunciare.. [ooomm.. Monik medita attentamente]! Direi che oggi è la giornata delle castronate.. Con la speranza di trovare un tuo prossio commento, ti lascio con suspence, spero! *-*! Ciau cara! Bacioni!
-Bellatrix_Indomita: Ciau cara! Sono contentissima di aver trovato il tuo commento! Guarda, ti sopporto più che felicemente. Devi sapere che la qui presente autrice, la pazza sclerata di nome Monik, adora le critiche.. Certo non quelle pesanti, ma sono contenta di trovare sempre qualcuno che cerchia di migliorarmi o di correggermi. La trovo una cosa molto istruttiva, soprattutto per me. *-*! Quindi, aver trovato i tuoi commenti, mi rende solo contenta.. ^.^! Dunque, ho riletto il capitolo precedente e hai completamente ragione.. Ho fatto alcune ripetizioni sgradevoli e gli abbracci sono forse eccessivi, così in questo capitolo ho fatto prendere loro maggiori distanze.. Mi dispiace che il capitolo sia più corto del solito, ma spero comunque che ti sia piaciuto.. Ho riletto parecchie volte il testo, cercando di correggere eventuali errori di scrittura e/o battitura. Sono contentissima che tu trovi io abbia una grande fantasia, e spero di riuscire a mostrarla, nei prossimi capitoli! Attendo con ansia un tuo prossimo giudizio, spero anche critiche, e spero che il capitolo ti piaccia.. *-*! Ps: non sono io che devo sopportare te, ma piuttosto è il contrario.. ^///^! Grazie mille cara! A presto, spero! Bacioni!
-robylee: Ma ciau! Sono contentissimissima di aver trovato un tuo commento e ti ringrazio anche! *-*! Sono lietissima che il capitolo ti sia piaciuto, e spero altrettanto che questo sia stato ancora di tuo gradimento. Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi! Atendo con ansia e gioia, cercando di scrivere il prossimo capitolo! Spero a presto, nu bacione enorme! Alla prox! ^.^

Inoltre vorrei ringraziare le 34 persone che hanno aggiunto la storia fra i preferiti.. *-*! Graziegraziegrazie! Sono contentissimaaaa! Grazie ancora.. Un bacione.. Monik

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** *Il dopo festa*- Parte prima ***


Il dopo festa
Capitolo nono.
*Il dopo festa*



Giovedì.
Ore 11.48.


Kagome sbadigliò rumorosamente. La notte precedente non era riuscita a chiudere occhio ed ora si sentiva stanchissima. Ovviamente la colpa era di Inuyasha, il cui pensiero non riusciva a darle pace. Ogni volta che aveva provato ad addormentarsi, serrando la mente ad ogni pensiero, lui si era fiondato, potente, nella sua testa, facendole battere il cuore. Il risultato? Una, bellissima, magnifica, stupenda notte insonne!
Svogliatamente e con gli occhi pesanti guardò lo schermo del computer. Ma cosa ci facevano delle formichine che si muovevano sullo schermo? Sbattè gli occhi più volte, massaggiandoseli con le mani, e si rese conto che quegli strani esserini non erano altro che lettere. Sospirò, distrutta.
Ricominciò a battere le parole sulla tastiera.
Prima il dovere, poi il piacere.
Appuntò gli ultimi appuntamenti, poi appoggiò la testa sulla scrivania. Ma perchè Inuyasha le faceva ciò? E poi doveva assolutamente capire per quale assurdo motivo Sota e il nonno si stessero comportando in quel modo. Si rimise seduta correttamente e prese la cornetta del telefono. Avrebbe dovuto disdire alcuni appuntamenti della signora Toji. Compose il primo numero. Dopo sei squilli, non rispondendo nessuno, riagganciò.
Era proprio una giornataccia. L'occhio le cadde sull'orologio. 11.57.
Tre minuti. Tre soli minuti.
La porta dell'ufficio della signora Toji si aprì e la donna uscì dal suo ufficio, spegnendo la luce e richiudendosi alle spalle la porta. Fissò per un attimo la ragazza, che aveva delle profondissime occhiaie. La signora Toji le sorrise forzatamente e poi lasciò Kagome da sola nella stanza. Sospirò. Era già stanca ed era solo a metà giornata lavorativa. Per fortuna era il penultimo giorno. Poi sabato, avrebbe potuto riposarsi, finalmente.
Mentre si alzava dalla sedia per prendere la chiave del distributore, notò il giorno 14 circondato. Già. Era il suo compleanno. Il suo primo compleanno senza la madre. E non aveva assolutamente voglia di festeggiare. Ma di sicuro avrebbe preparato qualcosa di buono per il sabato. Era giusto che almeno il nonno e suo fratello mangiassero un po' di torta.
Lentamente, andò a prendersi dei taralli da sgranocchiare. Camminò di fianco all'ingresso, accorgendosi di quante persone stessero uscendo a mangiare o andando a casa. Le invidiò moltissimo. Proseguì, in direzione della macchinetta luminosa posta innanzi agli altri uffici. Aveva tanta fame, ma di sicuro non poteva permettersi tutti i giorni un pranzo come quello del giorno precedente. Si chiese quanto avesse pagato Inuyasha, cercando di non pensare a cifre fin troppo esorbitanti.
Non avesse mai pensato a lui, la sua mente cominciò ad elaborare pensieri d'ogni genere sul ragazzo in questione, mentre Kagome, tranquillamente, tornava nel suo ufficio, pranzando con un sacchettino di taralli.
Cercando di distrarsi e soprattutto al fine di togliersi dalla mente il ragazzo, cominciò a leggere le indicazioni sulla confezione. Rilesse gli ingredienti e le statistiche nutritive almeno una decina di volta, sino ad ottenere l'effetto sperato.
Infatti, come avrebbe fatto a lavorare se Inuyasha era il suo pensiero principale?

Inuyasha, appena iniziata la sua pausa pranzo, si lanciò fuori dall'edificio lavorativo. Saltò in macchina, allacciandosi la cintura di sicurezza e, ingranando direttamente la seconda, sgommò in direzione del più vicino centro commerciale. Aveva giusto un'ora per trovare e comprare l'abito più adatto a Kagome per la festa della sera seguente.
Quando arrivò al centro, parcheggiò e si fiondò all'interno, ringraziando che l'orario fosse continuato. Si aggirò per un quarto d'ora nel reparto donna di un negozio d'abiti, senza risultati. Si rese conto di essere osservato, così, senza dare nell'occhio, cercò di trovare il vestito più grazioso. Mentre si aggirava fra i vari reparti, non riusciva a non rimembrare la ragazza sorridente. Era così bella e graziosa che tutti lo avrebbero invidiato.
E poi, lo vide. Era un vestito da sera abbastanza scollato, ma nella giusta misura. Nero. Sorrise compiaciuto, cercando di immaginare il corpo della ragazza dentro a quell'abito. Andò ad occhio e immaginò che la taglia le potesse andare bene. Quando arrivò alla cassa, la ragazza lo guardò leggermente stranita, ma come era sua dovere, fece lo scontrino e attese che il ragazzo tanto di fretta pagasse.
Inuyasha, prese il portafoglio e porse i soldi alla ragazza, che frattanto lo studiava. Leggermente infastidito, non attese nemmeno la busta e si fiondò fuori dal negozio. Per un qualunque ragazzo sarebbe bastato, ma per lui no. Non voleva dopotutto conquistarla?
Sorridendo, si avviò verso un altro reparto. Quel regalo sarebbe piaciuto più a lui.

Kagome guardò l'orologio, distrutta. Dato che quel giorno non aveva fatto la pausa pranzo, le mancavano solo due ore. Sospirò distrutta, ma la sua attenzione fu rapita dallo squillo del telefono. Sussultando afferrò la cornetta, e dopo che si fu ricomposta, la portò all'orecchio, risponde con la solita voce atona.
<< Ma buongiorno, principessa! >>
Kagome lasciò scivolare la cornetta, ma poi la riprese immediatamente. Rispose alla voce maschile che la richiamava, sussurrando appena.
<< INUYASHA! Non possiamo parlare al lavoro! >>
<< E... Allora? >>
Kagome sospirò, ma le scappò un leggero sorriso.
<< Come hai fatto a prendere il numero dell'ufficio? >>
Sentì un momento di silenzio all'altro capo del telefono, un brusìo e poi riudì la voce del ragazzo.
<< Eh... I trucchi del mestiere! >>
La ragazza potè chiaramente immaginare che sul volto bellissimo del ragazzo vi fosse nato un sorriso e non riuscì a non trattenere una leggera risata. Poi però sentì il cigolìo della porta dell'ufficio della signora Toji, e parlando ad una voce normale, continuò iperterrita.
<< Ma certo, signora. Si ricordi solamente di mandare un fax al numero... Ah, lo sa già il numero? Perfetto! Si ricordi allora! Arrivederla! >>
Rimise a posto la cornetta e chiuse la chiamata. Alzò poi lo sguardo verso la sua principale e potè notare approvazione sul suo viso. Sorrise cortesemente, per poi rimettersi a trascrivere gli appuntamenti meno imminenti.
<< Signora, si ricordi che domani mattina, alle 10.30, avrà luogo nella sede della BF Group una riunione della massima importanza. >> Vide annuire la donna, che rientrò nel suo ufficio. Kagome sospirò e passò una mano sulla fronte. Stava sudando freddo.


Venerdì.
Ore 14.24.

Sota corse velocemente giù dalle scale, quasi inciampando nel gradino. Percorse velocemente il corridoio ed entrò in cucina, dove il nonno, vestito perfino di un grembiulino rosa con i fiorellini, stava cucinando qualche cosa. Sota aprì l'armadietto al fianco delle lavastoviglie, cercando dei decori. Il nonno fissò il nipotino tutto indaffarato e gli domandò cosa stesse cercando con tale foga.
<< Sto cercando un fiocchettino da attaccare al regalo! Che fiocchettino sta bene con il rosso? Il verde? No, il verde no! Il blu forse! No! Anzi! Meglio l'oro! Vero nonno? >>
Il vecchio fissava il bambino con occhi stra-lunati. Non aveva compreso una sola parola del piccolo monologo del bambino. Poi seguì la figura del ragazzo correre fuori dalla cucina e tornare al piano di sopra, probabilmente indaffarato ad impacchettare il regalo per la sua sorellona. Invece lui aveva ricoperto i panni dello chef, anche se il risultato poteva apparire leggermente orrido. Guardò la crema che doveva essere al cioccolato. Quello strano colore violastro non prometteva nulla di buono, ma di sicuro, un metodo infallibile per capire se il cibo fosse commestibile era a portata di mano. Ghignando, voltò lo sguardo verso il povero gattino indifeso che, seduto sul tavolo, si stava leccando una zampa.
Buyo, tirato in causa, sollevò lo sguardo, incontrando due occhi non promettenti nulla di buono. Vide la figura anziana fare un passo verso di lui, con uno strumento umano metallico a lui non conosciuto in una mano. Si alzò, e rizzando il pelo e soffiando, scappò in sala e il nonno, desolato, tornò alla sua postazione fornelli.
Sota, frattanto, aveva impacchettato per bene il regalo di Kagome e rifletteva sugli ultimi dettagli mancanti per la festa.
Ormai erano quasi le 15. Tempo pochi minuti e sarebbero arrivati i soccorsi.
Aveva pianificato tutto, dall'arrivo, alla cena, al dopo-festa. Si era divertito moltissimo, anche perchè gli pareva il minimo dopo tutto ciò che la sorella aveva fatto per loro. Sapeva benissimo che lei stava rinunciando a molti piaceri della vita, come uscire con gli amici e divertirsi. Eppure, dopo che lei aveva incontrato Inuyasha, Sota aveva notato che qualcosa era cambiato nella ragazza. Era più sbadata del solito e, sì, era anche felice.
Per tanto tempo aveva pensato che la sorella non si sarebbe mai ripresa dalla morte della madre, ma con quel ragazzo, sembrava che una gomma avesse cancellato alcuni momenti bui della vita di Kagome, e per questo era grato ad Inuyasha.
Per quanto fosse ancora un bambino, certe cose le comprendeva benissimo, e se c'era una cosa che aveva capito fin da subito era che i due si piacevano, e anche tanto. Ma ora arrivava il colmo. Se i due si piacevano
perchè, cosa incomprensibile anche per lui che era dotato della più fervida immaginazione, non si frequentavano decentemente? E per fortuna che lui era il fratellino minore!
Fu risvegliato dai suoi pensieri dal suono del campanello e, allegro, corse nuovamente giù dalle scale, saltandone a due a due, e, attraversato l'ingresso, si catapultò ad aprire la porta. Quando vide Inuyasha e la signora Izayoi sorrise e li fece entrare. Chiuse la porta, ma fu costretto ad aprirla di nuovo, poichè il campanello era stato premuto nuovamente. All'ingresso v'era anche la migliore amica della sorella e il suo fidanzato.
E con un ghigno malefico chiuse la parte. Iniziava il divertimento.

Kagome sospirò. Spense il monitor del computer. Aveva addirittura fatto un'ora di straordinario. Certo, in quel momento i soldi non erano così carenti, ma preferiva mettere da parte ancora qualcosa. Erano le cinque e un'ora di straordinario le era più che bastata. Stiracchiandosi, si alzò dalla sedia, la quale girò un poco. Alcune persone, come lei, stavano staccando, e così, si avvicinò all'appendiabiti e prese il suo cappotto.
Era il suo compleanno. Ma non era affatto contenta.
Sentì un'ombra di malinconia ricoprirle il volto, ma cercò di non pensarci. Le faceva male, però non era nemmeno giusto nei confronti del nonno e di Sota comportarsi sempre così. Doveva mandare avanti la famiglia, e ciò le impediva alcune cose. Era stato difficile dover dire addio alla giovinezza e ritrovarsi subito adulta e con la famiglia sulle spalle. Ma, in fundis, lei era contenta così com'era. Anche se la famiglia che aveva sempre desiderato era leggermente differente.
Uscì dalla sede e si avviò in direzione della fermata dell'autobus, ammirando il principio di un tramonto che sarebbe stato fantastico. Si apprestò ad attraversare la strada. Era in perfetto orario, ma qualcosa la bloccò. Sul ciglio della strada v'era Inuyasha, seduto sul cofano della macchina, con le mani incrociate sul petto. La stava fissando minuziosamente e lei non potè non arrossire.
Non si scambiarono alcuna parola, ma Kagome si avvicinò al ragazzo che nel frattempo aveva iniziato a sorridere. Si sedette anch'ella sul cofano dell'Audi, e rimasero entrambi in silenzio ancora per un po', ma fu Inuyasha, che spezzò quel silenzio.
<< Buona sera, principessa >>.
Kagome sarrosì leggermente. Ormai i nomignoli stavano volando. Senza proferire parola, forse fin troppo audace, appoggiò la testa sulla spalla di Inuyasha, il quale si avvicinò ancora di più a Kagome. Guardavano entrambi il cielo, in lontananza. Poi Inuyasha si mosse, e Kagome, che aveva gli occhi socchiusi, lo guardò, distanziandosi un po'. Inuyasha, senza dir nulla, andò dalla parte del passeggiero e le aprì la portiera e Kagome sorrise contenta.
Quando furono entrambi in macchina, Inuyasha accese il veicolo e iniziò a guidare, prendendo però una direzione leggermente diversa. Kagome non disse nulla, ma non fu nemmeno spaventata. Si fidava ormai troppo di quel ragazzo. E, purtroppo ne era sicura: lei gli voleva più che bene. Sospirò, emozionata e stanca alla stesso tempo, e il viaggio proseguì in quel modo: silenzioso e gradevole.
Poi, Kagome vide che Inuyasha aveva preso una strada provinciale. Stavano uscendo dalla città e sul volto di Kagome comparve un punto interrogativo e Inuyasha, che la guardava, non potè non sorridere dolcemente.
<< E' una sorpresa, Kagome. Una delle tante >>.
Kagome sbarrò gli occhi. Una sorpresa? Per lei? E come faceva lui a sapere che era il suo compleanno? Sorridendo e scuotendo la testa contemporaneamente, pensò a Sota e al nonno. Avrebbe dovuto immaginarlo.
Inuyasha frenò e uscì dalla macchina. Erano in campagna, e Kagome non potè non guardare stupita lo spettacolo, quasi surreale. Il tramonto illuminava ancora la strada e parte dei campi. Ma nelle parti di ombra, si alzava una leggera foschia.
La ragazza uscì dalla macchina e non potè far a meno di avvicinarsi ad Inuyasha, che la stava fissando. L'abbracciò da dietro e Kagome non potè rabbrividire. Poi le pose un bacio sul collo e Kagome si accaldò, sbattendo gli occhi leggermente sgranati.
Inuyasha appoggiò la testa sulla spalla della ragazza e rimasero in quella posizione, dolcemente cullati e toccati dalla luce solare che, a poco a poco, si affievoliva, lasciando spazio alle stelle e alla luna. Erano le sei, e Kagome si voltò verso Inuyasha, che frattanto, era rimasto in quella posizione.
<< Grazie, Inuyasha. Era bellissimo. >>
Inuyasha sorrise compiaciuto, ma poi le pose un bacio sul naso e Kagome dovette imporsi con la forza di non baciare il ragazzo. Lo sentì sussurrare un 'tu di più' e come sempre, arrossì.
<< Auguri, Kagome. >>
Kagome chiuse gli occhi. Quanto le faceva male dover pensare a lei, a sua madre. Quanta tristezza le metteva, ma non voleva piangere ancora davanti ad Inuyasha. Lui non c'entrava nulla, ma lui stesso l'abbracciò e Kagome si ritrovò con il capo appoggiato sulla sua spalla.
<< Io sarò vicino a te, per sempre. >>
Per sempre.
Quelle due parole risuonarono nella sua testa come una dolce cantilena e Kagome sorrise, staccandosi leggermente da Inuyasha.
<< Forse sarebbe meglio che io torni a casa. Sota e il nonno potrebbero darmi per dispersa. >>
Inuyasha annuì e, dopo essere saliti in macchina, tornarono in città, abbandonando quel paesaggio stupendo. Guidò fino a casa della ragazza e poi parcheggiò fuori dal tempio. L'accompagnò fino all'ingresso e poi fece per salutarlo, ma Inuyasha le pose un dito sulle labbra. Aprì la porta e altre 5 persone urlarono contemporaneamente 'auguri'. Kagome sorrise ed entrò in casa. Le vennero quasi le lacrime. La casa era stata riempita di striscioni e stelline varie e Kagome, per una volta, si sentì amata veramente. Guardò la signora Izayoi sorriderle dolcemente, la sua migliore amica Sango saltarle in braccio ed abbracciarla, il suo fidanzato, ormai eterno, Miroku fissarla con i suoi soliti occhietti maliziosi, il nonno guardarla con stelle al posto degli occhi e Sota, il più vicino a lei, fissarla dolcemente e con gli occhi dolci e Kagome non potè non abbracciarlo.
<< Grazie Sota. >>
Sussurò quelle poche parole, ma il fratellino l'abbracciò. Poi, tutti la trascinarono in sala, dove un buon odorino si spandeva per tutta la sala. Ci avrebbe scommesso la casa, ma era certa che la cena era opera, esclusivamente, della signora Izayoi. Sorrise mentre sei persone le parlavano contemporaneamente.

E lentamente, fra risate e sorrisi, Kagome si scordò del dolore, della tristezza, della paura, della delusione. Passarono due ore così, e Kagome, seduta al fianco di Inuyasha che non la perdeva d'occhio mai, si sentì per una volta, dopo la morte della madre, voluta e amata. Non riuscì a non ringraziare mentalmente il nonno e Sota per aver iniziato tutto. Ma arrivò il momento dei regali e Kagome non seppe se accettarli e ringraziarli o fare una scenata isterica perchè non desiderava ricevere regali. Ma quando vide il fratellino portare un regalo che era stato accuratamente impachettato da lui, non potè far a meno di accettarli.
Sota desiderò che la sorella aprisse per primo il suo regalo. Quindi Kagome, dopo aver esaminato il pacchetto, aprì lentamente e con attenzione il regalo. Era una cornice che ritraeva il fratellino e lei insieme, in una foto di cui lei non aveva memoria. Commossa ringraziò il fratello.
Poi toccò al nonno, il quale le aveva regalato degli amuleti leggermente strani.
<< Sono per tenere lontano i ragazzi dalla mia nipotina! >> L'uomo battè un pugno sul petto, con gli occhi chiusi, e non potè notare la mano di Inuyasha che sfiorò leggermente e quasi impercettibilmente la schiena della ragazza, che rabbrividì. Kagome sorrise leggermente imbarazzata e con un grosso gocciolone, ringraziando il nonno, che pensava alla sua nipotina come se fosse ancora una bambina, a cui era ignoto l'amore.
Sango e Miroku le regalarono una collana fatta d'oro e non potè non abbracciare la sua migliore amica e il suo amico, che non perse occasione per palparle il fondoschiena. Purtroppo per lui, però, ricevette tre pugni.
Izayoi e Inuyasha le regalarono un orologio, con rifiniture graziose e molto belle. Abbracciò Izayoi e Inuyasha, il quale però avrebbe desiderato di più.
Mentre Kagome metteva i regali sul tavolo in cucina, Inuyasha la guardò, e infine la seguì, mentre gli altri avevano ricominciato a mangiare la torta, fatta, ovviamente, da Izayoi. Entrò in cucina e vide la ragazza fissare i regali con le lacrime agli occhi. Si avvicinò a lei, e l'abbracciò da dietro, come poche ore prima, ma qualcosa era diverso. Kagome, che tutte le altre volte era leggermente tesa, quella volta si lasciò andare e appoggiò il busto e il capo sul corpo di Inuyasha.
Il ragazzo si immobilizzò. Cosa stava facendo? Se fosse andata avanti così, di sicuro avrebbe rovinato tutta la sorpresa.
Ma per fortuna, arrivò Sota, che non appena li vide ghignò soddisfatto e li chiamò in soggiorno.
La serata continuò allegramente, nonostante a volte Kagome fosse invasa dalla tristezza al ricordo della madre. Le mancava tanto, e quello, che era il primo compleanno senza di lei, era completamente diverso. Le mancava il suo sorriso, la sua dolcezza, il suo amore. Si incantò a fissare la migliore amica che stava bisticciando come al solito con il fidanzato che aveva osato palparle il seno a tavola. Si mise a guardare la madre di Inuyasha che sorrideva fissando la scena dei fidanzatini. Anche lei, come Kagome, soffriva per la perdita del marito. Si domandò come Inuyasha facesse a non soffrire per la perdita del genitore, o almeno, come facesse a non darlo a vedere.
Il nonno, come al solito, raccontava una sua storia sui demoni e sacerdoti, ma l'unico che lo stava ascoltando era Buyo, appallottolato sulle gambe di Sota.
E poi, sentendo lo sguardo fisso di Inuyasha su di sè, si voltò a guardarlo. Era davvero bellissimo.
Ormai sentiva che la scommessa e la sua importanza, per lei, stavano scemando. Eppure, qualcosa ancora la bloccava. Come avrebbe fatto senza di lui? Probabilmente anche lui provava qualcosa nei suoi confronti. Ma cosa? E quanto forte?
Lo guardò negli occhi, e sentì la di lui mano cercare la sua. Non riuscì a non imbarazzarsi e, per una frazione di secondo, tutto scomparve. Solo loro due erano importanti. Solo lui era nel suo cuore. Sentì il calore propagarsi per il suo corpo e percepì il calore sulle guance. Sorrise ancora di più, quando sentì la mano di Inuyasha accarezzarle ora l'avambraccio.
Questi movimenti non sfuggirono a Sota, il quale, appositamente, sbadigliò rumorosamente.
<< Sota! Ma ti pare educato?! >>
<< Scusami Kagome, è che sono così stanco. >>
Sota lanciò uno sguardo ad Inuyasha, e il ragazzo non potè non ringraziarlo con gli occhi. Sota sorrise, felice per la sorella e per il suo nuovo amico, che ormai considerava parte integrante della sua famiglia.
Lo sbadiglio di Sota sortì l'effetto sperato. La signora Izayoi si congedò, dicendo che all'indomani avrebbe avuto tanto lavoro da fare, lanciando uno sguardo abbastanza malizioso al figlio, che non riuscì a non ridacchiare. E ciò non sfuggì a Kagome, che gli tirò un pizzicotto sulla gamba. Sango si alzò, dicendo che il giorno dopo avrebbe dovuto preparare un esame per l'università, e Kagome sorrise pensando alla fortunata amica. Miroku la seguì a ruota, ma solo dopo averle ridetto, per la quattrocentesima volta, che era la festeggiata più bella del mondo.
Kagome, sconsolata, accompagnò gli invitati alla porta, per poi chiuderla alle loro spalle. Poi si voltò e vide Inuyasha che stava sparecchiando aiutato da Sota, mentre suo nonno, ancora seduto sulla sedia, era intento a leggere il giornale. Entrò in cucina, per mettere a posto i piatti e si voltò Inuyasha che nel frattempo si era fermato un attimo vicino a lei.
<< Inuyasha, non devi. Vai pure, anche tu! >>
Ma vide il ragazzo sogghignare e scuotere la testa. Notò, con la coda dell'occhio che anche il fratellino stava sorridendo alquanto malignamente. Ma cosa avevano in mente quelli? Erano forse pazzi assassini? Scosse la testa e si avvicinò al lavandino per mettere in ordine le stoviglie, accompagnata sempre dallo sguardo scrutatore di Inuyasha. Si sentiva emozionata e allo stesso tempo inquieta, come ogni volta che rimaneva sola con lui. Ma era veramente paura? Oppure, cosa ancora più probabile, era il desiderio di saltargli addosso?
Scosse per l'ennesima volta la testa e si rimboccò le maniche.
Poi, però la sua attenzione fu catturata dalla voce del fratello. Si voltò verso di lui e notò Sota trascinare il nonno verso l'uscita.
<< Nonno, mi avevi promesso che andavamo al CINEMA, non te lo ricordi? >>
Andò vicino all'ingresso, guardando, vicino ad Inuyasha, la scena. Vide però il nonno rispondere risoluto no.
<< Ma nonno! Me l'avevi promesso! >>
Il bambino lo guardò con degli occhi da cucciolo bastonato e non potè non dire di no al nipotino, anche se l'idea di lasciare Kagome ed Inuyasha da soli a casa non l'allettasse molto. Kagome vide il bambino trascinare il nonno fuori. La porta si chiuse alle loro spalle e mestamente si voltò. Inuyasha, appoggiato alla parete, la fissava sempre e lei, pur essendo alquanto emozionata e il suo cuore fosse in tumulto, si avviò con falsa tranquillità verso la cucina, con l'intenzione di finire di lavare i piatti.
Ma non appena giunse alla sua postazione, sentì le mani di Inuyasha, caldi e dolci, appoggiarsi sui suoi fianchi. Poi una mano le spostò i capelli, lasciando scoperto il collo. Per quanto Kagome non lo desse a vedere, il suo corpo stava esplodendo. Le gambe le tremavano leggermente e quando sentì le labbra di Inuyasha baciarla leggermente spostandosi per il collo la ragazza non riuscì a trattenersi e le scappò un leggero gemito. Ma come avrebbe fatto a resistergli? Se fosse andato avanti così, sarebbe finita male, se lo sentiva. Poi, però, Inuyasha si staccò e  Kagome fu pervasa dal freddo, che divenì pungente. Si voltò verso il ragazzo, il quale le sorrideva. Si soffermò a fissargli le labbra, ma scuotendo la testa, cercò di pensare ad altro.
<< Ora devo darti il mio primo regalo. >>
Kagome lo guardò interrogativa. Ma non le aveva già regalato un orologio con la madre? Lo fissò per un attimo, ma poi lui le fece segno di seguirlo e lei non disubbidì. La guidò fino al soggiorno, dove, da un'anta dell'armadio, prese un regalo abbastanza grande e morbido. Era impachettato accuratamente, al contrario di quello del fratello o del nonno.
<< Inuyasha ma non dovevi !>>
<< E invece sì! Che credi? Non sono mica un cretino! >>
Kagome sorrise e lo aprì. Il vestito che prese in mano era bellissimo. Lo fissò allibita per un attimo, con la bocca aperta, e quando alzò lo sguardo vide Inuyasha sorriderle e non potè non abbracciarlo di slancio. Inuyasha tentò di ricambiare quell'abbraccio improvviso, ma non fece in tempo che Kagome prese il vestito e corse al piano di sopra.
Scioccato e inerme, rimase in quella posizione per ancora qualche minuto, fissando il luogo in cui la ragazza era scomparsa. Poi, si decise a seguirla. Salì le scale, camminando, e quando arrivò al piano superiore, seguì la porta da cui veniva della luce. Quando si affacciò, però, fu sul punto di morire di infarto. Kagome indossava l'abito che le stava perfetto. Lei, di profilo, si stava fissando allo specchio e la vide girarsi. Stava sorridendo contenta e lui si sciolse. Poi entrò nella camera, ordinatissima, di Kagome. La fissò e glielo disse.
<< Sei bellissima Kagome.>>
La vide arrossire. E non potè non sorridere sincero. Era assolutamente perfetta quella ragazza. E decise: quella sera, avrebbe messo fine a quella sciocca, stupida scommessa. Poi la prese in braccio, dopo averle passato le scarpe col tacco che lei mise, e la portò giù da basso, nonostante la ragazza fra le sue braccia si stesse dimenando.
<< Principessa, la serata è appena cominciata!>>
Kagome sbarrò gli occhi. Guardò l'orologio. Erano solo le dieci di sera.

Fine capitolo.

Chiedo ENORMEMENTE perdono, ma vi giuro che non ho avuto tempo. Mi sto autodistruggendo da sola. Allora, mi dispiace, prima di tutto, dirvi che il capitolo è stato spezzettato in due parti perchè veniva decisamente troppo lungo! ^//^! Che dire? Kagome e Inuyasha sono rimasti soli, a Kagome ha fatto piacere la piccola festicciola, ma i colpi di scena non sono ancora finiti (Ma che colpi di scena?). E-ehm.. Ora, però vorrei ringraziare tutte coloro che hanno commentato!
Ringraziamenti:
- fmi89:
Ma ciu! Che piacere trovare un tuo altro commento! Sono contentissima che il capitolo precedente ti sia piaciuto! Dunque.. Spero che questo capitolo sia stato abbastanza e sufficientemente carino! Mi dispiace di aver dovuto interrompere il capitolo, ma veniva davvero troppo lungo, quindi ho diviso a metà! Spero che vada bene ugualmenteee! ^.^! Spero di trovare un tuo prossimo commento, ma soprattutto che questo capitolo ti sia piaciuto, anche se era un po' troppo riassuntivo, forse! Bacione! Ciau!
- vale728: Coffcoff.. Ehm! Scusa il ritardooo! Mi dispiace un sacco! Ma spero che questo capitolo ti abbia soddisfatto! Altrimenti.. Brrr.. [tutti: FORCAAA! MUAHAHA!]! A parte gli scherzi.. sono contentissima che il capitolo precedente sia stato di tuo gradimento, e spero allo stesso modo che anche questo ti sia piaciuto, anche se forse non è proprio interessante come i precedenti o il prossimo, per quanto riguarda la nostra coppietta.. Ciau! Spero di sentirti presto! Bacione! ^.^!
- Mikamey: ihih.. ma ciau! Beh.. che dire.. ho aggiunto solo dopo due settimane, ma il prossimo lo aggiungo più velocemente! Lo prometto! Tra l'altro.. Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento, anche se.. ehm.. l'ho interrotto proprio al principio della parte clue.. Muahaha! Sono una cattivaaaa!!! Muahahahahah! No scherzi a parte, il prossimo cerco di postarlo più velocemente così potrò accontentare la vostra sete di sangue [help me] ^.^!
Bè.. che dire.. Anche questo capitolo si è, finalmente x voi, concluso, ma spero di trovare ancora qualche tuo commento! Ciu! Un bacione enorme! Alla prossima! ^.^
- Bellatrix_Indomita: Non immagini nemmeno lontanamente che piacere mi abbia fatto leggere questo tuo commento! Sono felicissimissima, ma sono altrettanto determinata per cercare di riuscire in tutti i capitoli.. Di questo non sono sicurissima, anche perchè, in fondo, anche qui non accade nulla si particolarmente interessante.. Spero che sia stato di tuo gradimento.. Alla prossima! Un bacione enorme! Ciu!!! *-*
- Callistas: MA CIU CARA! Ma hai visto? No dico! Ho aggiornatooo! Si! E' proprio un nuovo capitolo! Certo, la qualità è abbastanza .. coffcoff.. Ma alla fine ho aggiornatooo! Ihih! Sotto le tue 'dolcissime' richieste di aggiornare, alla fine ho ceduto, ed eccoti qui un preludio ad un prossimo, penso penultimo capitolo.. eh si.. Siamo già quasi (ma che già! Finalmente! ndPubblico) alla fine.. Ma spero ugualmente che questo capitolo sia stata abbastanza soddisfacente! Non è nulla di emoziontante.. Cambiando argomento.. Muahahah! Non li ho fatti ancora sliguazzare.. chissà.. forse non lo faranno nemmeno! Muahahah! Ma oggi mi sento proprio cattiva cattiva! [nel frattempo qualcuno sta ardentemente progettando la mia morte.. ma non si sa chi è.. nono!]
Per quanto riguarda il resto.. Spero di trovare un tuo prossimo commento!!!! *-*! Mi rendono davvero troppo felice! Altro che adrenalina o cocaina! Io sono drogata di commenti by callistas! ihih.. dai! Ora vado bella! A presto, spero!
Ciu! un bacioneee!
-Maryku: Ma ciuuuuu! Grazie mille per il commento! Era assolutamente stupendo, e non ti preoccupare affatto di criticarmi! Anzi, sono contentissima di riceverle, basta che siano istruttive! ^.^! Mi dispiace che i dialoghi non si vedano e provvedrò immediatamente! Mi dispiace! Per quanto riguarda i punti di vista! Hai completamente ragione! Anche in questo capitolo sono saltata da quattro personaggi diversi.. ^//^ Ops! Ma il prossimo mi impegno a farlo meglio! Lo promettooooo! Per quanto riguarda il commento della shot! Mi fa solo piacere leggere storie stupende come le tue! Sei davvero bravissima, e spero che questo capitolo sia abbastanza carino! Spero di trovare un tuo prossimo commento! E spero soprattutto che ti sia piaciuto! Alla prossima! Ciiiu! Bacione! ^.^
- robylee: Ma ciu bella! Ho aggiornato, anche se in enorme ritardo, e spero ardentemente che ti sia piaciuto questo nuovo capitolo. Ci stiamo, lentamente dato i miei ottimi e rapidissimi ritmi, appropinquando verso la fine della storia, ma non intendo anticipare nulla! xD! Spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento, e prometto che aggiornerò più presto, cara! Un bacione! Alla prossima, allora! Ciau! ^.^

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Il dopo festa - Seconda parte. ***


Il dopo festa- II
.Capitolo decimo.
*Il dopo festa*- Parte seconda


Inuyasha si ostinava a tenerla in braccio, mentre lei cercava con tutte le forze di farsi mettere a terra. Eppure, più si dimenava, più lui pareva divertirsi. Kagome sbuffò, mettendo il broncio, mentre Inuyasha, quasi non sentendo nemmeno il peso della ragazza, spense l'interruttore e attraversò l'ingresso. Kagome, spaventata, lo fermò, cercando di tirargli la camicia, ma neanche ciò lo smosse dall'intento. Poi, venne messa a terra e Kagome sbuffò, realizzato finalmente il suo desiderio.
Ma subito, si trovò aiutata a mettere il cappotto.
<< Ma... Inuyasha! Dove stiamo andando?! >>
Lo guardò leggermente inviperita, ma fintamente arrabbiata. Era sì curiosa, ma non era affatto spaventata. Lei era nelle sue mani. Vide il ragazzo sorriderle sghembo, facendola arrossire, ma non rispose, alzando però le spalle. Sospirò, mandando gli occhi al cielo e vide il ragazzo avvicinarsi e distendere le braccia, come se avesse avuto a che fare con una bambina. Seppur leggermente preoccupata di pesargli troppo, alzò le mani, lasciandosi andare. Sentì le mani calde di Inuyasha prenderla per i fianchi e sollevarla, quasi con facilità, da terra, e fu presa fra le sue braccia, proprio come una fanciulla nella tenera età.
Inuyasha uscì dalla porta, chiudendola alle sue spalle.
Sentì, benchè fosse fra le sue calde braccia, il freddo di Novembre pungerle il volto scoperto e rabbrividì.
Inuyasha, accorgendosene, si fermò.
La ragazza si sentì nuovamente fissata ma poi vide il viso di Inuyasha avvicinarsi sempre più. Si bloccò emozionata e attese. Quella volta, seppur spaventata, non aveva intenzione di tirarsi indietro. Chiuse gli occhi, in attesa di un bacio, che, però, non arrivò.
Inuyasha pose alcuni dolci baci sulla fronte. Mestamente si spostò verso il naso, baciandone il profilo. Baciò le guance divenute rosse per l'emozione, calde al tatto e arrivò lì, dove aveva tanto mirato. Ma non baciò le labbra. Non gli pareva nè il momento, nè l'occasione giusta. Pose, quindi, un piccolo bacio all'angolo della bocca, assaporando lentamente il sapore della ragazza. Chiuse gli occhi, cercando di imprimerlo nella mente e pregò i Kami di fare arrivare il momento giusto al più presto, perchè non avrebbe resistito ancora per molto.
Kagome sbarrò gli occhi quando sentì che Inuyasha aveva ricominciato a camminare e corrucciò il viso involontariamente, delusa e leggermente indispettita. Per quanto tempo ancora Inuyasha avrebbe voluto negare l'evidente attrazione?
<< Non ti preoccupare, tesoro. Avremo tutta la notte >>.
Kagome sbattè gli occhi più volte, cercando di trovare una nota ironica nella sua voce, che per sua sfortuna, non v'era. Ma era davvero una sfortuna? Oppure, non vedeva l'ora di poter assaporare le labbra del ragazzo? Le sembrò più che palese la risposta, e cercò di pensare ad altro mentre Inuyasha, arrivato alla macchina, apriva la portiera. Mise giù Kagome e la fece accomodare nella macchina; poi salì dalla parte del guidatore.
Kagome non aveva la benchè minima idea di dove Inuyasha la stesse portando, e cercò più volte di esortarlo a comunicarle la destinazione, ma egli si rifiutò più e più volte di farlo. Era più che ovvio che il ragazzo non avesse alcun'intenzione di rivelarle la sorpresa.
Poi, infine, Inuyasha parcheggiò l' A4 davanti ad un edificio che Kagome non aveva mai visto.
Si trovavano in una zona della città che, a sua memoria, non aveva mai visitato. Guardò la casa che si presentava ai suoi occhi e non potè non rimanere stupita. Era una grande casa nello stile giapponese. Assomigliava infatti molto ai vecchi tempi caratteristici del Giappone.
Si voltò verso il ragazzo che la stava fissando ancora ardentemente. Tornò a guardare l'edificio boccheggiando. Si avviò verso il grande cancello in ferro battuto, realizzato finemente. Con molte domande, si voltò in direzione di Inuyasha, che nel frattempo si era avvicinato a lei.
<< Ma di chi è? >>
Vide Inuyasha sorriderle e non riuscì a non divenire rossa, come al solito. Come aveva fatto lei, donna comune e sfortunatamente di una bellezza comune, a conquistare, almeno sperava, il cuore di un ragazzo così bello. Sospirò, sperando vivamente che anche lui provasse qualcosa per lei. Ormai lei lo aveva capito.
Ne era innamorata. Ma non avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo.
Inuyasha frugò nelle tasche, tirando fuori un mazzo di chiavi. Sorpassò Kagome, che era ancora immobile davanti al cancello. Si sentiva quasi spaesata. Come faceva Inuyasha ad avere le chiavi di quel meraviglioso edificio?
<< Questa, Kagome, era la casa di mio padre, dove viveva da piccolo. >>
Kagome strabuzzò gli occhi. Facendo i suoi piccoli calcoli, secondo le norme dell'eredità, il ragazzo che ora la fissava sorridendo, doveva essere ricco. Poi si voltò a guardare la macchina parcheggiata davanti alla casa e si diede della scema. Eppure, il fatto che fosse economicamente agiato non la toccò minimamente. Si fece coraggio e mosse un passo in direzione di quella immensa villa, dove Inuyasha la stava aspettando.
Poi fu folgorata, però, da un pensiero. Per quale motivo Inuyasha la stava portando in una casa, che probabilmente, anzi, sicuramente, aveva una camera da letto?

Inuyasha la guardava estasiato. Ma com'era possibile che una ragazza così meravigliosa potesse avere a che fare con un ragazzo inutile e semplice come lui? La guardava dolcemente mentre osservava la villa paterna. Quella mattina, quando aveva pensato a un posto tranquillo dove poter passare la sera con lei, gli era balenato in testa il luogo adatto. In fondo, quella casa era di sua proprietà, perchè non sfruttarla?
La vide divenire rossa e non riuscì a non fissarla amorevolmente. Come poteva ancora resistere? E dire che si conoscevano solamente da 5 giorni. Eppure, ciò che provava era molto più forte di una semplice cotta. Era più forte di tutti i sentimenti che avesse mai provato. Cosa gli stava facendo? Lo stava stregando, forse?
La vide avviarsi in sua direzione e allungò una mano per prendere quella della ragazza, che guardava sempre più interessata il giardino, ove i crisantemi crescevano discreti e ordinati.
Camminando sul sentiero sterrato, percepì l'improvvisa agitazione della ragazza che camminava al suo fianco. La fissò con l'angolo dell'occhio e la vide mordicchiarsi il labbro inferiore. Quanto avrebbe desiderato morderlo lui? Avrebbe voluto semplicemente baciarla, sentire le sue labbra così rosse sulle proprie, accarezzarle il volto così perfetto, odorare i suoi capelli così magnifici.
Si riprese dallo stato di trance in cui era caduto e, prendendo la chiave giusta, aprì la grande porta d'ingresso in legno intagliato. Vide Kagome trattenere il fiato. Sorrise e spinse la porta che cigolò leggermente.
Fatti i primi passi, entrarono nella casa, che a differenza dei presupposti della ragazza, non sapeva di chiuso. Aveva un odore estremamente buono e meravigliosamente accogliente. Quando Inuyasha accese le luci, potè vedere che quella casa quanto era bella fuori, tanto lo era all'interno.
Sentì lo sguardo di Inuyasha per l'ennesima volta su di sè. Rabbrividì guardando gli occhi del ragazzo.
Il fatto che ci fosse una grande possibilità di passare la sua prima notte con Inuyasha, un ragazzo che conosceva solamente da 5 giorni, non la preoccupava, stranamente. Certo, l'agitava, ma se quello fosse servito per conquistarlo, lo avrebbe fatto.
Deglutì quando Inuyasha fece un passo verso di lei. Poi però lo vide iniziare a sorridere. Eppure il suo sorriso si allargò e cominciò a ridacchiare.
<< Kagome, non penserai mica che io voglia mangiarti, stanotte, vero? >>
Kagome sorrise imbarazzata. A dir la verità lei pensava che avrebbe fatto di peggio. Poi però guardò l'espressione di Inuyasha cambiare e diventare quasi triste. Gli si avvicinò preoccupata.
Cercò di capire cos'avesse, preoccupata che lei avesse fatto qualcosa di male, ma Inuyasha riprese il suo solito sorriso, come se quella nota di poco prima non si fosse mai designata sul suo viso perfetto.
Kagome allungò una mano, appoggiandola sulla guancia del ragazzo. Era così calda la sua pelle che sarebbe rimasta ad accarezzarla per tutta l'eternità, se lui non l'avesse risvegliata. Di fatto, la sua mano fu presa da quella di Inuyasha, sempre calda.
Fu trascinata nel salotto, tutto ordinato e con un enorme plasma nero.
Kagome rimase tanto stupita quanto emozionata. Guardò Inuyasha che ricambiava il suo sguardo dolcemente e corse di fronte all'enorme televisore. Prese il telecomando e rimase a fissare lo schermo meravigliata.

Il corpo di Kagome, che era fasciato in quell'abito, tolto il cappotto, era bellissimo e Inuyasha non riusciva a togliere lo sguardo dalla ragazza.
Un attimo prima, quando l'aveva vista spaventata, aveva avuto paura che lei lo rifiutasse nuovamente, come ormai era capitato tutte le volte. Eppure, quella sera, aveva intenzione di rimanere, finalmente, da solo con lei.
Non aveva intenzione di tirarsi indietro, ma non aveva nemmeno voglia di spaventarla troppo. L'aveva portata in quella casa solo perchè per lui, quel posto, era magico. Quando era piccolo andava sempre a giocare nella casa che, compiuti i 18 anni, avrebbe ereditato. Era forse uno dei pochi luoghi che gli ricordavano fin troppo la figura paterna, e, anche se odiasse sentirne la mancanza, stare isolato in quella casa lo metteva in pace.
La ragazza che era di fronte a sè stava ancora fissando lo schermo che si trovava davanti a lei e non lo vide con il viso nuovamente oscurato da un velo di tristezza. Odiava i momenti in cui ricordava il padre, odiava i momenti che lui pensava a lui e al dolore. Per quel motivo, dopo che il padre era deceduto, aveva cercato sempre di reprimere quel sentimento di sofferenza.
Si concentrò nuovamente sulla ragazza, evitando di pensare al padre ad oltranza. Guardandola, potè studiare per l'ennesima volta, il profilo del suo viso, del seno prosperoso, delle gambe lunghe e snelle. Forse fissò troppo ardentemente la ragazza, poichè ella si voltò nella sua direzione, potendole fissare gli occhi.
Non sapeva per quale motivo, non sapeva il quando, non sapeva il come eppure una parte di lui, che mai si era pronunciata, ora si faceva sentire sempre più e con maggior forza. Le fitte, dolorose e piacevoli nel medesimo tempo, avvolgevano il suo cuore, mozzandogli il respiro.
Quella sensazione di subordinazione, di dipendenza da Kagome lo spaventava e lo attirava contemporaneamente. Per questo motivo, e forse per altro, non riusciva a non immaginarsi senza lei.
Si accorse solo poi che Kagome si era avviata verso di lui e che ormai si trovava davanti a sè. Vide lo sguardo preoccupato della ragazza e sentì la sua mano sul proprio braccio. Deglutì rumorosamente quando l'occhio gli cadde sulla scollatura dell'abito che mostrava un poco il seno della ragazza, chiuso dolcemente dalla fasciatura.
Sentì un'ondata di calore pervaderlo e dovette costringersi a tornare a fissare lo sguardo. Odiava i momenti in cui si sentiva così debole. Si sentiva semplicemente un idiota, perchè, sfortunatamente, Kagome riusciva a farlo imbarazzare.
Vide le labbra di Kagome fin troppo vicine e il suo cuore iniziò a battere, se possibile, ancor più veloce e rumorosamente. La sua ragione, frattanto, era salita su una nave e stava circumnavigando il Giappone. Sentiva la mano di Kagome bollente a contatto con la sua pelle e se tratteneva il respiro poteva udire il respiro spezzato e irregolare di Kagome, che nel frattempo era arrossita leggermente.
E poi, la sua mano prese quella della ragazza. Sentì la sua pelle liscia e morbida e capì che non poteva più aspettare.
Avrebbe perso, ma con onore.
E sorridendo attirò la ragazza a sè, abbracciandola.

Kagome sentì i brividi quando Inuyasha l'abbracciò di slancio, facendole perdere l'equilibrio. Dovette, per ciò, aggrapparsi alle sue spalle, possenti e muscolose. Il suo corpo, ora, fremeva al contatto con quello del ragazzo, che, come poteva sentire dai respiri frammentati, non era messo in condizioni migliori. Potè percepire, sotto la leggera camicia blu del ragazzo, i muscoli sodi e in rilievo di Inuyasha e deglutì rumorosamente, mentre la sua mente, ormai fin troppo condizionata dalla presenza dell'uomo, aveva cominciato ad elaborare pensieri aldilà dell'essere pudici.
Alzò il viso, fissando insistentemente le sue labbra. Le vide dischiudersi leggermente e non potè far a meno di desiderarle. Era forse giunto il momento tanto atteso? Stava dunque per vincere la scommessa? Eppure, quel pensiero, in quel momento non la toccò più di molto e attese ormai con ansia quel bacio tanto desiderato.
Non riuscì a far a meno di inumidirsi le labbra, mentre percepiva la stretta di Inuyasha farsi più prepotente, bramosa.
Si alzò un poco nel tentativo di agevolare il ragazzo.
Le tremarono le gambe quando sentì la mano di Inuyasha risalire la sua schiena e dischiudersi dietro di essa, per sostenerla meglio. Riprendendo stabilità, Kagome mosse le gambe, per posizionarsi meglio, facendo involontariamente aderire anche le gambe. Notò, allora, un lieve rossore ricoprire le guance del ragazzo. Sorrise e attese che Inuyasha la baciasse.
In fondo, lei era la ragazza, non poteva baciarlo lei.
Aspettò qualche secondo, mentre il contatto con il corpo del ragazzo continuava ad emozionarla. Ormai attendeva impaziente il bacio, ma Inuyasha sembrava quasi ripensarci. Quasi offesa, si avvicinò maggiormente al suo corpo, facendolo immobilizzare. Potè sentire chiaramente che il ragazzo aveva trattenuto il respiro e non potè far a meno di sentirsi vittoriosa.
Fu percorsa, tuttavia, dai brividi quando Inuyasha l'avvicinò ancora più a sè, facendo in modo che le sue gambe fossero divise da quelle del ragazzo. Deglutì, sentendo che il calore del suo corpo aumentava, facendola impazzire. Perchè Inuyasha doveva giocare con il fuoco?
Ora, sentiva che il fatto di vincere era diventato indispensabile. In qualsiasi modo, con qualsiasi metodo, lei doveva vincere. Ne giocava l'onore! Gettò dunque le sue braccia intorno al collo del ragazzo che rimase per un istante spaesato. Colse l'attimo per portare il viso del ragazzo ancora più vicino, solo a qualche millimetro dalle sue labbra.
Sorrise compiaciuta quando scorse un bagliore di preoccupazione negli occhi del ragazzo.
<< Kagome... >>
La sua voce roca, ormai così profonda, le fece accapponare la pelle e per un momento fu tentata di cedere, ma si risvegliò un istante prima che commettesse il fatal errore. Non sapeva con quali risultati, ma pronunziò ad ugual tono il nome del ragazzo, che rabbrividì.

Inuyasha ormai era in preda alla disperazione. Sentiva ormai che non poteva più resistere e percepì uno strano formicolìo anche nel basso ventre, deglutendo rumorosamente e sperando che la ragazza non capisse che ormai era allo stremo della resistenza.
Ma quando sentì una mano di Kagome infilarsi sotto la camicia e, fredda, risalire seguendo la colonna vertebrale, per la prima volta desiderò essere una donna, evitando così di mostrare la propria eccitazione...









E' davvero strano pensare a quanto sia fortuita la vita.
E a volte è davvero illogico pensare ai casi della vita, alla sua diversità, alla sua varietà.
Pensare che in un attimo si possa perdere ogni cosa, e un attimo dopo prendere in pugno la propria vita, sovente può spaventare.
Eppure, se tutto si perde, se ogni cosa viene a mancare, solo una cosa può sopravvivere.
Solo una cosa può resistere a tutto il dolore:
l'amore.








Kagome sbarrò gli occhi, quando sentì le labbra, tanto bramate, di Inuyasha a contatto con le proprie.
Non riuscì a razionalizzare immediatamente, e tutto il desiderio di vincere svanì in un mero istante, disarmandola da ogni pensiero vagamente vicino alla ragione. Vedendo gli occhi chiusi di Inuyasha che ormai la stava baciando, chiuse anch'ella i propri e percepì le labbra di Inuyasha muoversi ardentemente sulle proprie, mandandola in estasi. Com'era possibile che una cosa tanto bramata poi giungesse così potente?
Sentì una nuova pressione all'altezza del ventre e non riuscì a non rabbrividire, non capendo più nulla.
Quando sentì la lingua di Inuyasha intrufolarsi prepotente, calda e ruvida fra le sue labbra, non riuscì a non stringere più, se ancor possibile, il ragazzo. Si sentì impotente quando percepì la lingua di Inuyasha leccarle le labbra e poi schiudere le proprie labbra, alla ricerca della sua lingua. Kagome, non riuscendo più a capir nulla, dischiuse immediatamente le labbra, lasciando che finalmente le loro lingue s'incontrassero.
I brividi che provava, dovevano essere i medesimi che anche Inuyasha sentiva. Ormai i loro corpi erano un tutt'uno, e desiderava, anzi bramava quel corpo a contatto con il suo.
Sentì il fiato ormai vacante e ne necessitava. In quel momento, però, sentì l'intensità del bacio diminuire, finchè questo finì.
Kagome esitò ad aprire gli occhi.
Ma quando sentì le labbra di Inuyasha che la toccavano su tutto il viso, non riuscì a non dischiuderli un poco. Vide il ragazzo con le gote rosse e sorrise. Sentiva il calore delle proprie guance e si sentiva sempre più accaldata. Inuyasha si fermò a guardarla e Kagome non riuscì a non imbarazzarsi ancora di più, vedendo quello sguardo ancora più famelico.
<< Kagome... Tu non sai, non puoi capire... >>
Stava parlando, anzi, biascicava ogni parola lentamente, con voce quasi impastata di desiderio, e la stessa Kagome sentiva che la sua voce era impossibilitata ad uscire. Dischiudendo nuovamente le labra, gli domandò cosa, anch'ella con voce rauca.
<< Non sai quanto io ti voglia bene... Neanche lontanamente. >>
Kagome deglutì. Era davvero certo che lei non provasse le stesse cose? E ora, però? Cos'avrebbero fatto? Sarebbero tornati semplici conoscenti? O si sarebbero frequentati?

Inuyasha la strinse nuovamente a sè, ormai capacitatosi di ciò che aveva fatto. Aveva perso.
Quel bacio, quello sciocco bacio che aveva segnato la fine di quella sciocca scommessa, lo aveva sbaragliato, scombussolato, emozionato. Sentiva ormai che la sua eccitazione era allo stremo e desiderava Kagome, ma non aveva nessuna intenzione di spaventarla in quel senso.
Lui aveva intenzione di metterla a suo agio e voleva essere sicuro che lei ne fosse convinta.
Vide Kagome sorridere stranamente e non riuscì a non darsi dello scemo. Aveva perso. E lui che aveva tanto sperato di vincere. Avrebbe avuto quella vittoria ormai in pugno, se la passione non avesse preso il posto della ragione.
Sentì delle fitte piacevoli e fastidiose nel basso ventre, e la vicinanza con il corpo di Kagome non l'aiutava di certo, ma al contrario, gli faceva perdere ancora la ragione.
<< Ora, tu, dovrai fare tutto ciò che vorrò io. >>
Il modo in cui Kagome aveva pronunciato quella frase, non prospettava nulla di facile. La mente di Inuyasha volò a pensieri estramente poco casti, ma cercò di non dare altro motivo di crescita alla sua eccitazione. Cercò di normalizzare il respiro attendendo che Kagome continuasse a parlare.
Ma, come al solito, la ragazza lo sorprese. Lo prese per una mano e lo trascinò fino al divano. Sbarrò gli occhi quando lei lo buttò su di esso e si stanziò di fronte a lui. Maledì la ragazza perchè a causa sua l'eccitazione si era nuovamente fatta sentire. Non riuscì a trattenersi e scrutò la figura della ragazza, contemplando il suo corpo. Le gambe lunghe e snelle erano perfettamente proporzionate. Il suo seno era tremendamente invitante e quel collo era semplicemente invitante.
L'avrebbe voluta per l'eternità, ma lei? Lei veramente l'avrebbe voluto?
<< Tu devi dirmi tutto! >>
Inuyasha la guardò, mentre sperava solo di poterla baciare ancora.
<< Riguardo a cosa? >>
Kagome si avvicinò pericolosamente. Deglutì quando Kagome si piegò verso lui e lui deglutì rumorosamente.
<< K-Kagome, cosa vuoi fare? >>
Kagome sorrise e lui pregò che lei lo baciasse. Ma cosa cercava di fare Kagome? Voleva farlo morire, forse?

In quale modo poteva porgli la questione? Come poteva spiegargli che lei desiderava averlo come ragazzo? Come poteva spiegargli che lei era innamorata?
Ma i suoi pensieri furono interrotti perchè Inuyasha la prese per i fianchi e la fece sedere sulle proprie gambe, cercando le sue labbra. Sentì nuovamente quelle vampate di calore che la facevano morire e percepì la presa di Inuyasha farsi più prepotente. La lingua di Inuyasha danzò ancora con la sua, fino a che Inuyasha si staccò nuovamente.
<< Kagome, devo dirti una cosa. >>
Kagome sussultò. Non ancora ripresasi completamente dal suo secondo bacio, cercò di capire e razionalizzare le parole del ragazzo. Attese impaziente, guardando il volto di Inuyasha assumere varie tonalità.
Poi, però si schiarì la voce, e da quella assurda posizione Inuyasha prese il volto di Kagome con una dolcezza disarmante, lasciandola ancora senza fiato.
<< Vuoi... Vorresti... Insomma... Essere la mia... Fidanzata? >>
Silenzio.
Kagome non parlò. Non riuscì a parlare. La voce, che di sicuro sarebbe uscita sotto forma di urlo, tuttavia non si formava. L'aria, l'ossigeno non arrivava al cervello. Il cuore le stava battendo troppo velocemente. Forse passò troppo tempo, perchè Inuyasha si rattristò, ma poi lo sentì continuare.
<< Ovviamente, se non vuoi... Non ti devi preoccupare... >>
Ma cosa stava capendo?
Si armò di tutta la sua forza di volontà e gli prese a sua volta il viso, attirandolo verso le sue labbra, baciandolo con tutta la dolcezza che potesse possedere. Come avrebbe mai potuto dirgli di no?
Inuyasha rimase disarmato a contatto con le sue labbra. Sarebbe mai cessato quell'effetto sbalorditivo che aveva su di lui? E quella poteva essere considerata una risposta positiva? Senza nemmeno rendersene conto, si alzò, prendendo Kagome in braccio, mentre ancora lei lo stava baciando. La strinse a sè, come se fosse stata la cosa più preziosa al mondo. E, in effetti, Kagome lo era.

Chiuse gli occhi e sorrise.








E' meraviglioso scoprire un sentimento potente come l'amore.
Ed e' ancora più sorprendente sapere che la persona amata ricambi il sentimento.
E' talmente potente, che tutto, perfino l'odio, può svanire.
Ed è solo allora che la vita si colora.
Ed è solo allora che non è più Dicembre.
 E, soprattutto, è solo allora che si ama vivere.


'' Si vis amari, ama.''


Fine capitolo.




Coffcoff.
*Monik sgranocchia le dita leggermente addormentate e formicolanti.*
Che posso dire?
Finalmente questa scommessa è finita!
Sono in ritardo, un po' come al solito. =) Ma in fundis, ormai sarete abituate! ^-^! Spero che questa conclusione un po' gettata così, sia di vostro gradimento. Sono abbastanza incerta sul fatto di creare un capitolo seguente post-finem.
Ovviamente spero che questo capitolo non sia troppo spinto od osè.
Ho deciso di non mandare troppo avanti il loro rapporto intimo, semplicemente perchè trovo forse sciocco il fatto che da un bacio così tanto desiderato e atteso si passi subito a rapporti ecco.. ^//^ Comprendete, spero! ^-^!
Per quanto riguarda la storia in generale, per una volta avevo intenzione di creare una storia finalmente senza maledetti ostacoli, se non il dolore per perdita di persone molto importanti. So benissimo che la vita è difficile, ma non può essere che l'amore si trovi quando meno uno se lo aspetti?

Vorrei ringraziare davvero sinceramente le persone che fino ad ora mi hanno seguito. Non ho davvero parole. Siete state davvero tutte gentilissime a commentare e a mettere questa storia, a mio parere forse un po' banale, fra le vostre preferite.
Mi scuso di non ringraziare singolarmente le persone, ma devo scappare a studiare greco, che mi aspetta a braccia, sfortunatamente U-U, aperte!
Grazie, grazie di cuore!
Alla prossima!
Monik

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Epilogo ***


Epilogo
Epilogo.



Un piccolo gattino di dimensioni alquanto normali si stava avviando tranquillamente verso una casa lontana.

Le macchine che gli sfrecciavano a fianco gli incutevano una fifa tale da non permettergli nemmeno di pensare ad attraversare una strada così umana.

Per le sue ottime dimensioni, si riteneva il piccolo capo di un quartiere allargato, nel quale, sfortunatamente, solo due persone erano ancora capaci di nutrirlo decentemente.

Con la sua solita camminata mattutina, si stava avviando, come ormai soleva da forse troppo tempo, verso la sua tappa numero uno: carne in scatola. Forse la sua piccola, astutissima, ingegnosissima mente non era ancora in grado di decifrare la parola via oppure, più semplicemente, la parola casa. Ma se c'erano due parole che di sicuro erano incluse nel suo piccolo, ma alquanto fornito vocabolario per un gattino così ben sveglio erano carne e pesce.

Come suo solito, la gente non badava più di molto al piccolo 're della foresta', i cui ritmi modesti e costanti erano pari allo spostamento di una piccola tartaruga alle prime armi con una bicicletta. Ma d'altronde lui meritava rispetto! Era un piccolo veterano di guerra, che giungeva a casa solo dopo molte ore di viaggio.

Improvvisamente, un dolore fortissimo lo colse all'estremità della sua piccola ma tozza coda. Guardò con astio l'esserino roseo che si allontanava saltellando dal loco del piccolo incidente mattutino.

Il gatto in questione, pertanto, fu costretto, come al solito, a fermarsi e dedicare le sue attente cure alla povera e piccola parte lesa. Quegli esseri tanto spregevoli erano davvero insopportabili. Tsk! Prima lo prendevano in braccio, gli facevano fare un piccolo lavaggio del cervello a furia di parlare in quella loro lingua così rumorosa, lo facevano sventolare come una piccola bandiera e quando finalmente lo posavano a terra, dopo avergli fatto ruotare lo stomaco, tra l'altro molto sensibile, gli pestavano la coda.

In due parole: umani odiosi.

Ripartì al suo celerissimo passo, dunque. Ormai erano passati minuti dalla partenza e il viaggio diveniva ad ogni passo sempre più arduo. La polvere gli colpiva i piccoli occhietti stralunati che spuntavano al di sopra di un musetto assolutamente anomalo.

Gli giunse, infine, un lieve odore di pesce, che lo distolse per un attimo dal proprio intento. Difficoltosa decisione fu quella per lui.

La meta lontana, o il pesce vicino?

Ma, al contrario di tutti i fanfaroni abitanti quel quartiere, si coricò la pinguedine sulle spalle e armato di buona volontà riprese la lunga marcia.

Non seppe quanto tempo passò o quanti calci ricevette in quel frangente, ma giunse finalmente in quella lontana e deserta casa, ove regnava una grande pace.

Prima, però, di entrare in casa e mostrarsi allo stremo, si accucciò per un attimo all'esterno di quel cancello, ormai vecchio, in ferro battuto. Doveva, ora, solo trovare un nuovo modo per attraversare le sbarre. Si ricordava solo vagamente un film umano, dove il protagonista spiccava un salto con varie giravolte.

Che esibizionista. Lui tuttavia avrebbe fatto molto meglio. Avrebbe raggiunto l'altissimo e lontanissimo tubicino di ferro orizzontale, distante ben 17 centimetri, applicando e svolgendo alla perfezione capriole mortali e complicatissime.

Riprese il fiato poco prima mozzato e si preparò al difficilissimo slancio. Mosse qualche piccolo passo all'indietro, facendo in modo che il suo manto si muovesse con l'eleganza di una pantegana, e si posizionò con cura.

Mosse i primi passi, accelerando ogni secondo più, e giunto infine di fronte al cancello, fece per staccare e avviare così una danza aerea di prima qualità. Ci fu solo un piccolo ostacolo: le zampette piccole e tozze non si staccarono dal terreno e il nostro povero micio andò a sbattere il suo delizioso musetto contro l'inferriata.

Quale sacrilegio! Quale inferno!

Si voltò, abbastanza celermente, e cercò qualche persona che potesse averlo visto, ma pareva che il mondo non s'interessasse più di molto a lui, povero, piccolo, indifeso micione.

Si avvicinò ancora maggiormente al cancello, trattenne il fiato e come ogni giorno, ritirando nel miglior modo possibile la propria pinguedine, passò attraverso le sbarre del cancello.

In fundis, l'indomani era un nuovo giorno.

Si avviò passando per quel giardino, a suo perfetto dire, fin troppo odoroso. Era un gatto di classe, lui!

Attraversatolo con fare maestoso e giunto di fronte alla porta, si accucciò, attendendo che i suoi pseudo-padroni, perchè in realtà lui era libero, gli aprissero.

Attese attese, ma nulla capitò.

S'avviò quindi verso la finestra che dava alla camera dove gli umani s'assopivano e vide i suoi 'padroncini' in tenuta molto semplice: avevano entrambi dei vestitini rosa carne, invisibili, e stavano facendo qualche strana danza umana.

Ribadì per un'ennesima volta: i gatti erano i migliori.

Fissò ancora le figure di due giovani nel pieno dell'allenamento mattutino finchè non smisero di fare quello sciocco gioco, a suo modestissimo parere, futile.

Gli umani erano proprio una civiltà sciocca: i suoi padroncini parlarono in quella loro lingua estremamente disgustosa e si toccarono, inutilmente, con quelle stranissime parti del corpo con cui scandivano le parole. Forse erano bocche?

Attese ancora qualche istante. Ma chi si credevano di essere? Insomma! Dovevano aprirgli!

Poi stranamente si misero quei loro meri abiti sopra i vestitini rosei e il suo padroncino, lo scemo Inuyasha, si avviò verso la porta d'ingresso.

Con abil mossa, spiccò un salto lunghissimo, e in pochi istanti si ritrovò di fronte alla porta d'ingresso che fu aperta.

L'aveva già detto che amava i suoi dolcissimi padroni?

Fece le sue solite fusa, districandosi fra le gambe fin troppo lunge, a suo egregissimo parere, dell'uomo e poi lo superò con sua solita grazia.

<< Kagome, ma quanto tempo camperà ancora questo gatto!? Mi fa terrore ogni volta che ci fissa dal davanzale! >>

Tsk. Osavano anche offendere sua grazia l'illustrissimo in sua presenza? Ma chi si credevano d'essere?

Li odiava proprio tanto! Sciocchi umani!

<< Amore! Ma ti sembrano cose da dire! Sei crudele! >>

Meno male che c'era sempre la sua primitiva, troglodita padroncina Kagome, che lo difendeva ogni volta.

<< Non è che sei geloso, Inuyasha? >>

Ma come si permetteva quella stupida umana pensare che lui, straordinario gatto dalle fattezze meravigliose, potesse trovare gusto nel guardarla?

Per una volta, dovette trovarsi d'accordo con il suo padroncino, che la stava trucidando con lo sguardo. Era semplicemente noiosa la routine di quella vita. Non facevano altro che bisticciare, fare quegli strani giochetti con le bocche e poi ballare con quei vestitini rosa e poi andavano via, lasciandogli tutta la casa.

<< Inuyasha, dovrei dirti una cosa... >>

Fu tentato di saltare alla gola della ragazza poichè aveva interrotto il marito nel servigli la sua prelibatezza mondana.

<< Dimmi, tesoro! >>

Fece per azzannare la caviglia dell'uomo: se ne stava andando verso quella sciocca umana! Ma come si permetteva?

<< Sono incinta, amore... >>

Buyo si spiattellò contro al muro sentendo le urla spandersi per la casa. Con gli ancora più stralunati del solito vedeva i suoi scemi padroni saltare per la casa come degli idioti. Ma era possibile?

<< E' un maschio o-o è una femmina? Insomma, è una bambina, vero? >>

Rimase immobile. B-b-bambina?

Cercò di rivangare la parola, già sentita molte volte, appurandone infine il significato.




Distruzione.




Disgrazia.




Terrore!




Fece per scappare, ma poi si ricordò di una cosa importantissima. Forse era la sua stessa esistenza.



La sua pappa.




*The End*


Ma ciao carissime!
Sono tornata con un piccolo epilogo, che spero possa avervi rallegrato. E' un capitolo, come dire, felino, non trovate?
Forse un po' differente da tutti gli altri, avevo voglia di concludere questa storiella così com'era iniziata.
Dobbiamo ringraziare  in parte il nostro gattino Buyo se i nostri protagonisti si sono incontrati a tal modo, etc etc... -c'è da notare le varie reiterazioni dell'aggettivo piccolo, per enfatizzare le sue enormi dimensioni! =P-.
Siamo giunte ormai alla fine di questa lunga storia, e spero di non avervi perso o annoiato durante questo itere!
Dire che mi mancherà molto scrivere una storia come questa è forse una riduzione, anche perchè mi sono davvero divertita moltissimo sia nello scriverla che nell'inventarla.
Spero che non vi abbia deluse e che non abbiate rincresimenti verso questa piccola malata mentale, ma credo che mi dedicherò finalmente alla stesura finale di 'Dolci Cambiamenti' e a qualche nuova storia già in cantiere. ^.^! Ragazze, ma che posso dire?
A parte ringraziarvi per avermi seguito e sperando di non avervi malaccontentato fin troppo, io vi lascio a ringraziamenti, che mi sento in dovere -finalmente- di fare.
Per prima cosa, vorrei ringraziare le persone che hanno letto e seguito la storia.
In secondo luogo, ringrazio le persone che hanno aggiunto la storia fra le proprie preferite [Mi avete riempito il cuore di felicità e gli occhi di lacrime! Merci!!!!].
E in ultimo luogo, ma non per importanza, vorrei ringraziare le persone che hanno commentato.
Ora i ringraziamente a voi dovuti.
-Vale 728: Carissima! Non so come ringraziarti per aver seguito questa storiella, e spero che anche questo corto epilogo ti abbia accontentato, benchè sia un po' semplice e forse anche un po' sciocchino. ^//^ Grazie mille per i complimenti e sono davvero felice che il fatto di non aver reso troppo intimi i rapporti ti abbia 'sorpreso', in un certo senso. ^-^! Che posso dire? Semplicemente spero di non averti annoiato durante tutti questi lunghi, interminabili 11 capitoli, e devo confessarti che mi dispiace davvero dover segnare questo capitolo come conclusivo. Certo, continuerò a scrivere, ma penso che una storia come questa sarà per sempre un po' il mio piccolo fulcro.
Ti saluto calorosamente! Un bacione! Grazie ancora! =)
- Luluchan: Ciao carissima! Certo che ho seguito i tuoi consigli! Credimi, a mio parere, le critiche possono solamente farmi crescere, ed apprezzo davvero molto queste! Sono davvero contentissima che la storia ti abbia così toccato. *-*! Sono semplicemente onorata di poter ricevere tali complimenti! Credimi, non penso di meritarli, anche perchè non trovo di essere affatto migliore di nessuna di voi, perchè siete anche voi tutte bravissime!
Ovviamente questa storia è stata scritta con l'intento di divertire la gente e per questo motivo ho cercato di renderla molto dolce e semplice, senza varie lotte o dispute. ^-^!
Non so come ringraziarti per i vari consigli e sostegni che mi offri! Davvero, sinceramente, apprezzo il tuo gesto, perchè lo trovo assolutamente fondamentale per migliore il mio italiano!
Ihihih.. credimi che anche io, molto spesso non sopporto le storie d'amore, ed è strano che io ne abbia scritta una così! =)! Sono davvero entusiasmata dal fatto che ti sia piaciuta così tanto e spero di poter scrivere altre storie che ti appassionino!
^-^! Grazie ancora di ogni minuziosa correzione, con le quali spero finalmente di migliorare! Grazie ancora..
Bacioni! ^.^
-fmi89: Eccomi qui con l'ultimo capitolo. Mi sembrava divertente concludere così una ff che aveva una nota leggermente comica. E' per questo motivo che il protagonista principale di questo capitolo è stato proprio lui, il nostro gattino sempre affamato e molto, molto egocentrico. =) Sono davvero lieta  che la mia storia ti sia piaciuta e spero di non averti mai annoiata con questi personaggi abbastanza modificati! =) Alla prossima e grazie, grazie davvero!
Un bacione! ^-^
-Bellatrix_Indomita: Ciau cara! Che piacere aver trovato un tuo commento! Sono davvero contentissima che il capitolo ti sia piaciuto, e ti ringrazio per gli ennesimi consigli super utili che mi dai! Senza le tue critiche e consigli e quelle di alcune altre ragazze, la storia sarebbe rimasta con i soliti errori, anche se ora ne è piena di altri! ^///^! Per quanto riguarda le critiche, guarda, io non me la prendo quasi mai -ovviamente me la prendo quando mi si offende.. =( Ecco!- ^-^!  Mi fanno solo piacere, quindi non ti devi assolutamente fare scrupoli! Semina consigli ovunque che prima o poi spunterà qualche fiore! =)! E siamo dunque arrivate all'epilogo di questa storiella che spero ti sia piaciuta. Sono contentissima di aver delle commentatrici come voi, e ti devo ringraziare ancora tantissimo per tutto il sostegno e gli aiuto che mi hai dato! Mi hanno solo aiutato! ^-^! Spero di trovarti ancora magari fra i miei commentatori -eheh.. Che tapina che sono!- perchè adoto davvero i tuoi consigli, grazie ancora Bellatrix!!! un bacione!! Ciau! ^-^!
- Mikamey: Ma ciau caraa!! Che felicità trovare un altro tuo commento! Visto? Ho postato l'epilogo di questa storia che non finiva più! ^-^! Sono contentissima che il capitolo ti sia piaciuto! E hai visto? Gli ho fatti sbaciucchiare per bene! Forse fin troppo! Muahahahah! Sono davvero crudelissimaaa! Per quanto riguarda le altre storie, spero di non deluderti postandone una nuova.. o meglio.. ^-^ ihih! Non te lo dicooo! Spero che anche questo capitolo, il cui protagonista è il nostro Buyetto, ti ia piaciuto! Poichè è l'ultimo ti voglio ringraziare davvero tanto per avermi seguito e riempito di commenti che non facevano altro che tirarmi su di morale e farmi davvero contentissima. Trovare i commenti di autrici così brave mi rende solo molto onorata e piacevolmente colpita! Grazie ancora, cara! Spero di trovarti presto con qualche tua storia o commento! A presto! Ciau! Bacione!!!! ^-^!
- Callistas: CARAAAAAAAAA! Ma ciau! Eccoci arrivate alla tanto agognata meta! Hai visto? Finalmente ce l'ho fatta!!!! ^-^Ihih.. non immagini quanto abbia riso leggendo il tuo tenerissimo commento! E poi, aspetta che devo fare copia e incolla perchè è troppo difficile per me..
supercalifragilistichespiralidoso?? Ecco una nuova parola da imparare! Mi impegnerò in questo periodo ad impararla! Tanto non aggiornerò per un bel po'! Muahah! Scherzo! Ovviamente io tornero! E tornerò per rovinarvi le feste! Muahahahahhaahha! Sono contenta che sia rimasta sorpresa del fatto che avesse vinto Kagome! Anche io credevo l'avrebbe vinta Inuyasha.. ma alla fine to và a vinto questa qui! Ihihh.. Mi mancherai un sacco! E mi mancheranno i tuoi fantastici commenti.. Ma comunque dovrai ancora subirmi perchè le tue storie sono fantastiche! Me crudelissimaaaaa... ^-^ Per quanto riguardi le migliaia di capitoli! Io li farei anche, ma ora che io li aggiorni tutti, noi due saremo diventate delle vecchiettine simpaticose! Ahahaha! =) Dai.. ora vado che devo postare ancora una sorpresina.. Spero di sentirti al più presto, cara.. Mi mancherete un sacco! Un bacione astrusamente abnorme! Ciau bella!!!!!!

Grazie ancora a tutte.. Ciau belle! Fate le brave, ne! =) ^-^

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=306379