Per quanto tempo è per sempre?

di Earth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Martedì 14 luglio 1789 ***
Capitolo 2: *** Domenica 20 luglio 1969 ***
Capitolo 3: *** Venerdì 31 dicembre 1999 ***



Capitolo 1
*** Martedì 14 luglio 1789 ***


Questo capitolo: Terzo classificato al PILLOLE DI RIVOLUZIONE- Flash contest indetto da katniss_jackson sul forum di EFP con la citazione numero 10: "La vita inizia dove finisce la parola." (Osho)

Questo capitolo: Nono classificato al Sintetic Contest indetto da Nora_2000 sul forum di EFP

Questo capitolo: Terzo classificato al Contest - Love is... indetto da milla4 sul forum di EFP ( a pari merito con "Pezzi di nastro" di phoenix_esmeralda )


Cosa accadde? Presa della Bastiglia.

Parole: 497.

Martedì 14 luglio 1789


Faceva caldo.
L'aria afosa aveva riempito la stanza, intrufolandosi dalla finestrella del sottotetto, aveva esplorato ogni angolo, ficcando il naso nei mobili di legno, e infine aveva deciso d'intromettersi nei sogni di Andrè.
Lui aveva cercato di aggrapparsi a quelle figure che si scioglievano, ma alla fine aveva aperto gli occhi e si era ritrovato a fissare le travi impolverate del soffitto.
Era sudato e la camicia gli si incollava alla pelle.
Si tirò su, portandosi una mano alla fronte appiccicosa e pulsante; la sera prima doveva aver bevuto troppo.

Scendendo le scale ascoltò l'irreale silenzio della locanda e il borbottio della vita che scorreva lontano.

« Bonjour Madame » salutò la signora dietro al bancone che continuava a passare uno straccio lurido su di un bicchiere « dove sono tutti? »
La donna rise « vi siete divertiti la notte scorsa, eh? » gli fece l'occhiolino « stamattina sono corsi via: gridano alla rivoluzione. Anche la tua bella! »
E forse solo allora Andrè si svegliò davvero, mentre le parole del ragazzo con il berretto rosso acquistavano senso. Fraternité...

Si alzò di scatto e, lasciandosi dietro il rumore dello sgabello che cadeva, si ritrovò in strada. Corse, inciampando tra i pettegolezzi e gli odori di cucinato che scappavano dalle finestre.
Mentre il suo cuore batteva veloce, per le vie roventi, ricordò il calore dei baci di lei, il tepore delle sue risate e i sussurri sulla sua pelle confondersi alle fiamme del caminetto.
Si fermò, senza fiato, davanti a quel groviglio di gente... Qualcuno gli diede uno spintone a cui non fece in tempo a rispondere che i loro sguardi si mescolarono.
Se la ricordava incastrata in quegli abiti di pizzo e fiocchi. Bella e delicata come una bambola di porcellana.
E rimase a bocca aperta nel vederla lì, in mezzo alla folla, con i capelli in disordine e le guance rosse scottate dal sole. Camille gli lanciò uno sguardo; un sorriso insolente, deciso e brillante. Liberté...
Sembrava un eroe. Come nei racconti che leggeva d'estate, quelli che aveva negato di conoscere in quelle feste lontane, piene di riverenze, violini e parrucche.
Poi, come l'inchiostro nero e splendente macchia il foglio bianco, un colpo partì. Egalité...
Lì, mentre Parigi iniziava a gridare, quando la prigione fu vestita di fumo, Andrè sentì una pagina voltarsi e l'aprirsi di un nuovo capitolo.
Quella gente non sapeva nemmeno impugnare una penna, ma sarebbe stata sua la firma sull'ultimo foglio.
Così, mentre il sole di mezzogiorno bagnava i cuori, feroci e pieni di rabbia, Andrè la vide sparire, trascinata via dalla penna acuta e pungente di quell'invisibile scrittore e non poté fare altro che dire addio ai loro “per sempre”, che forse erano soltanto suoi, e augurarle la migliore delle avventure.
Brava Camille” pensò “ non ti bastava leggerle quelle tue inutili favole, piene di intrighi, inganni e imprese impossibili; quei tuoi maledetti libri illegali.
Brava Camille, ci sei riuscita, stanne certa, il tuo romanzo lo vivrai.





NdA:
Salve ^.^ Per prima cosa: no, non muore nessuno. Camille si fa strascinare dalla folla e André la perde di vista, ma non è stata colpota da nessuna pallottola o che, semplicemente nella confusione si perdono di vista. Poi la storia è stata scritta seguendo i prompt "calore" e "romanzo", e questo è quello che ne è venuto fuori.
È un originale, sono andata un po' a naso quindi spero sia uscito qualcosa di decente XD
(All'inizio ero un po' incerta se i romanzi fossero diffusi già all'epoca della rivoluzione francese e temevo di essere anacronistica, ma, cercando qua e là, wikipedia e questo sito mi hanno confermato come il romanzo è nato in Inghilterra e in Francia nel 1600-1700 e come poi, con l’affermarsi della classe borghese, si sia diffuso sempre di più, quindi dovrebbe essere ok.)
Grazie per essere arrivati fino qui XD

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Capitolo 2
*** Domenica 20 luglio 1969 ***


Questo capitolo: Ha partecipato al contest Oscar Efpiani 2016 indetto da SigynFreyadottir sul forum di EFP dove ha ricevuto una nomination come "Miglior Cortometraggio".


Cosa accadde? Sbarco sulla Luna.

Parole: 492.

Domenica 20 luglio 1969


La TV gracchiava al centro della sala attirando l'attenzione e gli sguardi di tutti i clienti. E anche dei non clienti.
Nel locale il cameriere, un giovane biondo magrolino, saltellava di qua e di là, zigzagando tra mormorii e schiamazzi, facendo tintinnare bicchieri e monetine.
Mary, nel suo vestito a pois, se ne stava su di un lato del bancone, appollaiata su di uno sgabello troppo alto, con le scarpe penzoloni.
Il barista le fece scivolare davanti un bicchiere opaco con aggrappato al bordo uno spicchio d'arancia semi trasparente. Mary gli lanciò un'occhiata interrogativa a cui lui rispose con un mezzo sorriso ed un "divertiti" a voce troppo bassa per poter essere sentito veramente.
La ragazza osservò quelle due dita di divertimento. Non era sicura che quella fosse l'ora adatta per un drink. Come era certa che la sera precedente non era il momento giusto per lasciarsi.
Un anno era corso via la settimana passata e già lì, con la rosa rossa in mano, gli orecchini scintillanti e gli occhi incastrati a quelli di lui, aveva visto qualcosa incrinarsi.
Poi ieri la sua vicina di casa aveva sentito la litigata.
Mary mandò giù il liquido colorato che per un secondo le bruciò la gola, mentre la TV alle sue spalle incantava tutti con parole grosse e pretenziose di cui lei non conosceva il significato.
Filippo le aveva detto che era finita, che lei pretendeva troppo e che mai nessuno le avrebbe dato le stelle.
Nella sua testa la voce del telecronista, che declamava la riuscita dell'atterraggio, si mescolò a quella di lui sovrapponendosi e confondendosi, come una di quelle registrazioni riuscite male su una di quelle vecchie cassette di cui nessuno ricordava mai il nome.
Ma lei non aveva mai chiesto l'irrealizzabile. E mentre cercava di frenare quella rabbia mista a lacrime che sentiva invaderle l'anima, nel locale qualcosa spazzò via ogni mormorio, schiamazzo e tintinnio.
Mary si voltò verso il silenzio: i respiri si erano fermati e gli sguardi catturati da quel piccolo marchingegno in bianco e nero. Tutto si era fermato un attimo prima che quel cavaliere, nella sua armatura biancastra, saltasse giù dal suo destriero impossibile e con quel passo, quell'unico piccolo grande passo, conquistasse anche la Luna.
Poi accadde, sotto gli occhi di Mary, del barista, della signora dai capelli rossi e di tutti gli altri: un'orma si materializzò su quel terreno irraggiungibile e un pezzo di cielo divenne americano, terrestre, nostro.
E quel silenzio elettrizzato e incantato si ruppe.
Qualcuno offrì da bere, il locale si riempì di chiacchiere, di risate e mormorii, il volume venne alzato e il telecronista si unì agli inquilini della scala C.
Mary quella sera, mente tornava a casa, un po' stordita e un po' sbalordita, lanciò uno sguardo a quella piccola e incredibile lampadina che si affacciava dalle nuvole e sorrise: nessuno mai le avrebbe potuto regalare le stelle, su questo Filippo aveva ragione, ma un pezzo di Luna quello sì.





NdA:
Salve ^.^
In primis ringrazio tutti quelli che hanno letto, e per chi ha recensito il precedente capitolo un abbraccio grande grande :* mi ha fatto molto piacere sentire il vostro parere sappiatelo.
Ora mi scuso per i tempi apocalittici con cui aggiorno, ma l'università è una cosa che ti mangia il tempo credetemi -.-'' Cmq... forse come capitolo non è originalissimo, e nemmeno stupendisimo :-( , ma spero che almeno un pochino possa avervi fatto sorridere; in ogni caso fatemi sapere quello che pensate, thanks ^.^
Ora, prima di sparire, vi segnalo questa storia qui che è un po' la gemella di quella che avete appena letto, ma giuro che ne io ne l'altra autrice lo abbiamo fatto apposta XD e sappiate che prima o poi (ok lo ammetto: molto, molto, moooolto poi) loro si incontreranno.
Grazie per essere arrivati fino qui XD

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Capitolo 3
*** Venerdì 31 dicembre 1999 ***


Cosa accadde? Il mondo stava per finire a causa del Millennium Bug.

Parole: 469.

Venerdì 31 dicembre 1999


Il ticchettio dell'orologio si intrecciava al ronzare dell'ultimo computer acceso creando un ritmo curioso, che ricordava vagamente il dondolarsi delle onde dell'oceano nelle prime sere d'estate.
Sorai si avvolse la sciarpa al collo e, lanciando uno sguardo allo schermo luminoso e intermittente che nascondeva il lavoro di tutto un anno, corse giù per le scale.

Camminava di fretta per le vie piene di risate e di bambini, che spingevano gli aquiloni* blu e gialli contro le stelle.
Sorrise tra se pensando al quel tè verde* che se ne stava nella credenza in silenzio a prepararsi ad inondare, anche questa volta, la casa con il suo profumo agrodolce.

Sorai si strinse nel cappotto scorgendo la casa di Naomi in fondo alla strada.
Quell'inverno lei gli aveva fatto firmare più biglietti del solito, quasi con apprensione non aveva dimenticato nessuno. Amici parenti, conoscenti, persone viste di sfuggita... Tutti avevano ricevuto il proprio nengajō* macchiato d'inchiostro e di auguri.

E poi, come l'ombra di una bicicletta che corre sul ciglio della strada, quell'anno era sfumato via.
Sorai si domandò se, come aveva bisbigliato la TV negli ultimi tempi, quello sarebbe stato l'ultimo brindisi prima che in mondo si fermasse, ammanettato dalla forza sconosciuta delle macchine e dei computer che, stipati negli uffici, sarebbero impazziti, si sarebbero ribellati.
Chi sa, forse li avrebbero riportati in tempi lontani e dimenticati. O forse si sarebbero solo spenti per non riaccendersi più, mandando il mondo nel caos, distruggendo la borsa, fermando i treni e le relazioni intergalattiche.

Entrò in casa e Naomi gli corse in contro confondendolo con le sue parole che si arrampicavano le une sulle altre e rimproverandolo di essere in ritardo.
Salutò i parenti sconosciuti che gli sfilarono davanti e rise alle storie dei vecchi amici riapparsi solo per quell'ultimo giorno.
Poi tra un brindisi e uno spuntino notò l'anziana Fumie che, nel suo kimono scolorito, se ne stava ad aspettare la neve alla finestra annodando le corde di paglia* e sussurrando inutili nenie contro vecchi spiriti sventurati.
« Salve obaasan*, come sta? » le chiese.
« Sei un ragazzo pieno di polvere » gracchiò la signora Fumie « Oh e non guardarmi con quello sguardo come se avessi capito! » lo rimproverò tornando a cercare le nuvole bianche nel cielo « sei un ragazzo pieno di povere e questa è una cosa buona. Presto arriverà la burrasca e la spazzerà via tutta. »
« Ha bevuto obaasan? » chiese osservando le mani tremolati della vecchia signora.
« Forse un po' » ammise lei facendo schioccare la lingua.
« Sorai sbrigati o ti perderai i fuochi! » Naomi aveva acceso il televisore.
La signora Fumie sogghignò mentre lui accennava ad un inchino e si dileguava verso il resto della festa lasciando dietro alla finestra il futuro sfocato e misterioso che stava per arrivare.





NdA:
Ok, ok, ok. Adesso spiego tutto, ma prima chiedo scs per le castronerie che avete appena letto ^.^'' So che neanche questo capitolo è molto storico e me ne scuso, ma nonostante abbia appurato che l'andazzo ormai è questo mi si stringe il cuore a spostare questa raccolta nella sezione Generale, capitemi.
Punto primo: siamo in Giappone. Poi: il Millenum Bug era una catastrofe informatica prevista per il nuovo millennio poichè, con il cambio di data, i computer avrebbero confuso il 2000 con il 1900. E a me i computer che impaziscono mi ha fatto pensare al mondo nipponico... bah, sarà che da piccola guardavo troppi cartoni giapponesi con robot che salvavano il mondo....
E Sorai è un ragazzo che si trova a festeggiare il nuovo millennio.
Ora avrete nontato degli asterischi in giro nel testo:
* Takoage (aquilone) è un'attività tipica del capodanno in cui i bambini fanno volare degli aquiloni.
* La mattina del giorno di capodannoè tradizione sorseggiare del fukucha, tè verde con una prugna agrodolce, chiamata umeboshi.
* I nengajō sono cartoline d'auguri di buon anno che giapponesi hanno l'abitudine di inviare ad amici e parenti.
* Ai lati della porta d’ingresso vengono messi dei rami di pino (Kadomatsu) e una fune di paglia con striscioline di carta (Shimenawa) per evitare che gli spiriti malvagi entrino in casa.
* Obaasan significa nonna ^_^
Per la questione della polvere e della burrasca a dire il vero nn so... lascio a voi libera interpretazione :-D
E sparisco. Addio. Ciao.

P.S.: chiedo perdono per gli aggiornamti lentissimi T.T

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