I diari di Draco

di SoffioDiDolcezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il ritorno ***
Capitolo 3: *** Perché sei nel mio letto? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

 
"Mi sono state strappate le speranze, una ad una.
Parlare è diventato impossibile... O meglio, è diventato impossibile comunicare ciò che provo, ciò che penso, perché il parlare, nella maggior parte dei casi, non  mi è negato, a patto che io dica ciò che gli altri vorrebbero e si aspettano da me.
Come se non fossi un essere pensante, quasi non avessi volontà.
Le parole che devo pronunciare hanno l'obbligo di essere estremamente ponderate, meccaniche, studiate e ristudiate. 
Perdono così ogni velo d'emozione, ogni possibile traccia di spontaneità. 
Quanto vorrei potermi liberare, quanto vorrei trovare la forza di farlo.
Ma sono debole, so solo chinare il capo e ubbidire, senza far realmente conoscere chi sono.
La sofferenza l'affronto meglio solo condividendola con fogli bianchi.
I fogli bianchi non giudicano, ricevono e basta."

 
Posa la piuma sul mogano della scrivania ed avvicina le ginocchia al petto, abbracciandosi.
Niente lacrime e sguardo vuoto per Draco Malfoy.

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Capitolo 2
*** Il ritorno ***


IL RITORNO

"Non so se ho qualche talento, non so se diventerò mai qualcuno. Il dubbio governa la mia vita, l'incertezza la divora. E come se avere un animo sensibile non bastasse, come sempre il destino, il fato, o chissà quale Dio ritiene necessaria anche la beffa. E' pericoloso vantare un animo sensibile, tutti sono bene accetti, ma chi poi riuscirà a conservarne la fragilità insita senza turbarne l'innocenza? Voglio bene a mio padre, questo è indubbio, biologico, ma non so cosa lui pensi di me. Gli voglio bene ma il suo sguardo critico mi trafigge. Lui non è come le mie pagine bianche, lui giudica, e sottrarsi alla sua delusione è impossibile. Alzo la voce, faccio il duro, ostento una sicurezza che non m'appartiene. Lancio sfide con gli occhi e insulti a parole, per poi raggomitolarmi affianco al cesso e piangere. Poco poetico dire cesso? Forse. "

Lucius misura a grandi passi il salone principale del castello Malfoy, stringendo i pugli. Dall'altro lato della stanza il figlio e la moglie son seduti composti su poltrone finemente lavorate, imbottite di velluto verde smeraldo.
 Nessuno parla, i passi di Lucius risuonano sordi.
L'uomo è cambiato, la delicata ed inconfondibile bellezza tipica d'un nobile ed avvenente mago è ormai solo un ricordo.
I lunghi capelli biondi sono sciolti sulle spalle, disordinati e visibilmente unti. La barba incolta gli dona un aspetto burbero, quasi animale, ed i vestiti logori rendono la sua immagine complessiva trasandata, poco curata.
Lucius si ferma di scatto e punta con l'indice il figlio:
<< Feccia! Incompetente! Torni ad Hogwarts da perdente Draco, quale vergogna! >>
Con la mano destra fa un cenno all'elfo più vicino, che tempestivamente avvicina al padrone una sedia. L'uomo vi si appoggia, senza distogliere lo sguardo dalla propria famiglia.
<< Il signore oscuro non sarà clemente con la nostra famiglia, questo lo sappiamo. Ad Hogwarts comportati come si conviene Draco, non deludermi un'altra volta.  I Carrow sono stati nominati professori di Difesa contro le Arti Oscuri e Babbanologia. Devi assecondarli, adularli se necessario, voglio che tu sia tra i loro favoriti. Abbiamo più che mai bisogno di amici vicini al Signore Oscuro Draco, la nostra è una posizione ... difficile. >>
Gli occhi di Lucius sono freddi, decisi, calcolatori.
Lo sguardo del figlio è invece mesto, basso, incerto.
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Narcissa allunga la mano ad accarezzare le nocche bianche del figlio. 
<< E' ora. Non vorrai perdere il treno. Andate.>>
I due si alzano e s'avvicinano l'uno all'altro, stringendosi i fianchi.
<< Ti saluto padre. >>
Lucius risponde con un frettoloso cenno della mano, il viso girato, indifferente alla partenza dell'unico figlio.
Draco sente la madre spostarsi al suo fianco, ed assecondando i suoi movimenti gira su se stesso, smaterializzandosi con un sonoro crack dal teatro del monologo del padre.



Il binario 9 e 3/4 non è caratterizzato dal solito disordine spensierato. Il numero delle famiglie che s'apprestano a salutare i propri figli è drasticamente diminuito. Non v'è traccia d'espressioni contente o sollevate, l'incertezza ed il sospetto governano gli animi.
Narcissa accarezza il viso teso del figlio, mentre intorno a loro chi s'è accorto della loro presenza s'allontana rapidamente, lanciando occhiate diffidenti.
<< Draco mio.>> Sospira.
<< Draco, non dar troppo peso alle parole di tuo padre >>
Sul volto del ragazzo si dipinge un'espressione meravigliata.
Da quando sua madre va deliberatamente contro gli ordini del marito?
<< Tesoro, vai ad Hogwarts, stai lontano dal nostro castello. Non so cosa succederà da qui a Natale, e voglio che tu stia al sicuro, anche se lontano da me. Non dar troppo peso agli altri, nella difficoltà riconoscerai gli amici veri. >>
<< Madre.. dubito mi siano rimasti amici veri. Ma grazie per il conforto. >>
Madre e figlio s'abbracciano teneramente, prima che il ragazzo s'allontani per entrare nell'espresso.
Una volta solo nella cabina sospira, rassegnato.
E' il primo Settembre, e per l'ennesima volta in sette anni Draco cerca d'abbandonare timori ed insicurezze, per indossare le vesti del solito Malfoy freddo e crudele, quello che tutti si aspettano.
In breve i posti intorno a lui vengono riempiti. Tiger, Goyle, Zabiti, Nott e Pansy lo salutano con vigore ed allegria, apprestandosi a gustare il ritorno a scuola da vincitori, da signori indiscussi.
<< Voglio proprio vedere se la troia della McGranitt avrà ancora qualcosa da ridire riguardo ai miei "modi burberi".>> Sogghigna Nott, sputando al nome della professoressa.
<< Se la vedrebbe con i Carrow, non penso che la vecchia abbia abbastanza fegato!>>
Conviene Pansy, annuendo col capo.
<< Non so, è sempre stata una vecchia cocciuta... >>  Riflette Draco, con espressione divertita.
<< Spero per lei che si dimentichi di questa sua attitudine allora. Non credo voglia attirare il malcontento del preside. >> Sorride Nott.
Piton, il nuovo preside. 
Che il Signore Oscuro lo scegliesse come preside di Hogwarts era prevedibile, quasi preannunciato. Solo un uomo che s'era meritato la sua completa fiducia avrebbe potuto comprire un ruolo tanto importante, e Severus era il candidato più degno.
Draco stringe gli occhi sendendo quel nome. Nella mente riemergono vivide le immagini di quella tragica sera, nella torre, con Silente.
Piton, la causa del suo fallimento.
Piton, colui ch'era riuscito a metterlo in ombra, rubandogli il momento di gloria.
Come se lui non avrebbe fatto ciò che stava progettando da mesi, come se non sarebbe riuscito ad... uccidere, a sangue freddo, il vecchio Silente. Stringe i denti al ricordo, e cerca d'allontamarlo dai pensieri.
<< Sarà divertente averlo come preside. Non vedo l'ora di gustarmi i malcontenti del Ragazzo che è sopravvisuto. Prescelto di sto cazzo. >> Conclude Draco.
Nel vagone s'alzano risate divertite e rumorose, le uniche che rompono il silenzio carico di tensione che s'è impossessato dell'intero Espresso.
Il viaggio procede veloce, ed in breve tempo il buio cala e fuori dai finestrini la natura silvestre annuncia l'avvicinarsi dalla locomotiva al castello.
I thestral salutano Draco con lo sguardo all'arrivo nella piazzola delle carrozze. Il ragazzo è inquieto, quasi spaventato, ma non dà mostra del proprio stato d'animo. Sente una mano stringergli la spalla, e la voce di Nott gli accarezza le orecchie:
<< Ora che pui vederli anche tu... Non sono forse deliziosi? Eleganti cavalli delle tenebre, annunciatori di disgrazie per alcuni, di gioie per altri. Io e te siamo fortunati amico mio, la loro vista ci è stata concessa da occasioni di pura gioia.>>
Draco non si volta a guardare negli occhi il compagno, c'è qualcosa della venerazione che usa nel descrivere quegli animali oscuri che lo spaventa e lo intimidisce. La sua volce è amorevole, una carezza suadente. Annuisce con vigorosità, e l'amico gli da una pacca sulla spalla, soddisfatto.
Il viaggio alla volta del castello è veloce e meno complicato del solito. Gli studenti sono pochi, pochissimi, ed il trasporto di un  numero così esiguo risulta facilitato.
Hogwarts dà il benvenuto ai pochi undicenni che s'apprestano a conoscerla, ed il bentornato a chi il giugno prima l'aveva lasciata per l'estate.
Il castello è incorniciato da un cielo cupo, carico di nubi nere. Dall'alto i dissennatori ispezionanto il perimetro della scuola, mentre maghi in abiti da mangiamorte camminano lenti tra le mura.
Hogwarts non è più una promessa di conforto e protezione, Hogwarts è diversa, e gli studenti se ne accorgono subito.
C'è chi lo accetta gioioso, e chi trattiene urla indignate. Draco ha un soriso di ghiaccio sul volto, e gli occhi tentano di nascondere, fallendo, il suo esser disorientato e terrorizzato allo stesso tempo.





Nota dell'autrice
Ciao a tutti!
Eccomi qua, col primo capitolo de " I diari di Draco".
Vi rubo due minuti per darvi qualche precisazione riguardo al testo. Come credo avrete capito, lo "spezzone di pensieri" che ricorre all'inizio del prologo e di questo capitolo è un estratto dei diari di Draco, di cui avrò modo di parlare più avanti. Sono convinta della complessità caratteriale di Draco, ed intendo ampliare i confini di questo personaggio. 
Spero che questi primi capitoli un po' "lenti" non vi annoino... Non m'interessa far iniziare questa storia "col botto". Preferisco piuttosto delineare bene le situazioni ed i personaggi, in modo  da prepararli e prepararvi al seguito, che so bene essere poco convenzionale.
Ringrazio di cuore chi ha recensito il prologo e chi ha già messo la storia tra i preferiti... Quanta fiducia! Spero bene di non deludervi.
Con affetto,
Soffiodidolcezza

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Capitolo 3
*** Perché sei nel mio letto? ***


Perché sei nel mio letto?


"Nulla può impedirti di staccare la penna dal foglio.
D'altronde, a chi potresti mai raccontare ciò che provi?
Chi nel mondo, potrebbe portare con sè anche solo una minima parte del  fardello che piega le tue spalle, nel silenzio?
Chi, se non le pagine candide e mute, che t'ascoltano senza giudicare o tradire?
Lascia che pian piano i pensieri, anche se assopiti, fuoriescano da quella tua mente così piena di vita e problemi, permettendoti una serenità priva di dubbi.
"


Draco alza lo sguardo, e vede un cielo di velluto nero , gombro di nubi e lacerato da lampi intermittenti sopra di sè.
Rapidamente abbassa gli occhi, cupo.  Sente che la visione del soffitto della Sala Grande è per lui soffocante, quasi dolorosa.
Nott gli dà una vigorosa pacca sulla spalla, e lui sobbalza, colto di sorpresa.
<< Draco , Draco, tu pensi troppo! Lascia stare quel vecchio soffitto polveroso, ci si diverte molto di più qua giù con noi! >>
Si abbandona ad una grassa risata soddisfatta ed incoraggia  ancora una volta l'amico a riempirsi il piatto. Il biondo non si fa pregare, e si unisce alle conversazioni degli amici addentando una coscia di pollo e tentando di dimenticare il tetro teatro in cui si è trasformata la Sala che conosce da ormai così tanto tempo.
<< Questa sì che è una Hogwarts nuova ragazzi! Salazar ne sarebbe felice>> 
Afferma Goyle, sputacchiando incurante qua e là.
<< Non dire cazzate Goyle. >>
Dice sprezzante Draco.
<< La feccia ahimè è ancora tra queste mura. Ma siamo sulla buona strada per liberarcene infretta.>>
Conclude, levando un calice al cielo incantato.
Pansy gli accarezza un gomito, e lui la avvicina per schioccarle un rapido bacio sulle labbra. La ragazza sorride deliziata, e riprende il discorso.
<< Certo ci siamo liberati di un enorme rottura di palle. Lo sfregiato ed i suoi amichetti non si sono presentati!>>
I ragazzi accompagnano le parole dell'amica con chiassose risate, e tutti bevono soddisfatti.
<< Bhé, il trio del cazzo avrà capito che è meglio non rischiare di 'sti tempi! Si staranno nascondendo nella catapecchia di lenticchia, non credi? >>  Domanda Draco a Pansy, accoccolata tra le sue braccia.
<< Lenticchia sì, dicono si sia preso una non so quale malattia contagiosa che l'ha costretto all'isolamento... Per quanto riguarda gli altri due, mia madre m'ha scritto che son giorni che li cercano ma non sanno dove si siano andati a cacciare. Dice che hanno creato problemi, credono che stiano escogitando un "piano". Come se potessero qualcosa contro il Siglione Oscuro! >>
<< Questo non me l'avevi detto.>> Sibilla Draco, allontanandola da sè.
<< Non pensavo lo volessi sapere.>> Si difende la ragazza, per poi girarsi e continuare a chiacchierare con una sua amica.
Il biondo ricorre un'altra volta alla sua imperturbabile facciata di ghiaccio e prende a fissare il tavolo dei Grifoni, alla ricerca di volti noti, quasi non credesse a ciò che gli è appena stato raccontato.
Il suo sguardo incontra quelli di Ginny Weasley e Neville Paciock, che gli rivolgono un'espressione carica d'astio.
Draco non abbassa gli occhi, ma li mantiene incatenati a quelli dei due Griffondoro, quasi in segno di sfida.
A distanza di qualche attimo scoppia a ridere ed esibisce il dito medio, chiaramente rivolto ai due, per poi riprendere a conversare con la tavolata.

La cena si consuma infretta, e dopo un laconico discorso introduttivo di Piton, gli studenti sono invitati ad alzarsi e a dirigersi nei rispettivi dormitori.
La Sala Grande si svuota ordinatamente, ma Draco si attarda, suggerendo ai suoi compagni di andare avanti senza di lui. 
Senza dare nell'occhio individua i suoi obbiettivi e li segue, facendo in modo di incrociare la loro strada, quasi per caso, in un corridoio deserto vicino alla torre Griffondoro.
<< Ed io che pensavo che i dormitori dei Serpeverde fossero giù tra le fogne. Non sei un po' troppo in alto Malfoy? >>
Domanda Ginny, con le mani appoggiate ai fianchi.
<< Non ho tempo per le tue  stronzate rossa. Piuttosto, come sta il fratellino?>>
La Weasley per un attimo vacilla, ma subito si riprende e risponde a tono.
<< Non è affar tuo furetto! >>
<< Ginny voleva dire.. >> Interviene Neville << Che Ron è a casa perché ha contratto una malattia contagiosa, sarebbe stato pericoloso farlo avvicinare a noi altri studenti.>> 
Paciock è stato fermo, breve e conciso. Trattiene con un braccio l'amica, mentre l'altro l'ha levato in direzione di Draco, muovendolo per accompagnare le sue parole di spiegazione.
Il ragazzo è cambiato anche nell'aspetto. E' più slanciato, più muscoloso, ed il viso ha perso la sua tipica rotondità, ed ha ormai dato spazio a dei tratti più netti e virili.
Draco lo guarda disorientato. Dov'è finito il ragazzino paffuto e smarrito ch'era così facile prendere in giro? Neville Paciock è cresciuto in un'estate, tutto ad un tratto. In una società governata da paure ed incertezze non ci si può concedere il lusso d'esser bambini, una società che ha aperto le porte al male necessita la presenza di uomini che sappiano sostenere gli indifesi, ed il Griffondoro ha chiaramente risposto alla richiesta d'aiuto dell'intero mondo dei maghi.
<< Non mi sembra d'averti interpellato Paciock.>> 
<< Non l'hai fatto infatti. Non vorrei solo che turbassi Ginny. E' molto preoccupata per Ron. Non ho alcuna intenzione di litigare con te, non siamo più ragazzini.>>
Neville misura bene le parole, ma lo sguardo è cautamente ostile.
<< Nessuno vuole litigare qui, Paciock. Vorrei solo suggerire alla rossa di far sapere ai tre impavidi fuggiaschi, se ne ha modo, che qualsiasi cosa vogliano fare, dovrebbero stare attenti. Questa volta è pericoloso davvero. >>
Il giovane uomo ha appena il tempo di accorgersi delle loro espressioni ingenuamente meravigliate  prima di voltarsi e dirigersi verso la stanza delle necessità.
<< Ma cosa pensano di fare questi stupidi Griffondoro? >> è la domanda che gli rimbomba nella mente, mentre s'affretta per evitare d'imbattersi nella ronda serale.
Raggiunto il settimo piano si posiziona  di fronte al ridicolo arazzo raffigurante un mago che tenta di insegnare la danza classica a dei Troll, e cammina lungo quel tratto di corridoio per tre volte, avanti ed indietro, mentre la voce nella sua mente ripete ossessivamente " Voglio un luogo in cui possa trovare serenità e conforto. " 
La preziosa porta lavorata in ebano ed oro non tarda ad arrivare, e si spalanca invitante davanti al Serpeverde, che attende impaziente d'esser solo in compagnia dei suoi pensieri, senza nessuno a disturbarlo.
La stanza nella quale si ritrova è piccola ed accogliente. La tappezzeria è d'un azzurro cielo, e l'elegante letto a baldacchino che s'erge davanti alla finestra è avvolto da invitanti coperte blu.
In un angolo una scrivania di mogano, piccola ed ordinata, affiancata da una poltrona ricoperta da una stoffa vellutata. 
Draco studia curioso il locale.
Non è abituato a quei colori, ma si sorprende ad apprezzarli col sorrido sulle labbra.
Con infinita lentezza si dirige verso il letto, sul quale si siede pensieroso.
Si spoglia e finalmente s'abbandona alle morbide coperte, ch'emanano un piacevole profumo di vaniglia.
Sta quasi per addormentarsi, quando il suono d'una voce meravigliata lo fa sobbalzare.
<< Perché sei nel mio letto? >>


Nota dell'autrice
Ciao a tutti!
Vi porgo le mie più sentite scuse!
Mi dispiace di non aver aggiornato la storia per addirittura due settimane, ma ho avuto problemi di connessione, dunque non avevo come caricare il capitolo.
Spero possiate perdonare le mie negligenze.
Con questo capitolo finalmente iniziamo ad entrare nella storia. So d'averlo lasciato un po' in sospeso, ma non preoccupatevi, farò in modo di non farvi aspettare molto per scoprire ciò che accadrà. Voi avete qualche ipotesi a riguardo?

Ringrazio inoltre tutte le persone che hanno messo le mie storie tra preferite, ricordate e seguite, non mi aspettavo sareste stati in tanti.
Ringrazio di cuore anche chi ha recensito... Mi fa sempre tanto piacere conoscere il vostro parere sul capitolo e le vostre varie congetture.
Dunque, il prossimo aggiornamento va a giovedì sera.
Dunque alla prossima!
Un bacio,

Soffio




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