Phantomhive Twins

di Kira Nikolaevic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Quei gemelli, litigio. ***
Capitolo 2: *** 2. Quei gemelli, riappacificazione. ***
Capitolo 3: *** 3. Quei gemelli, a cena. ***



Capitolo 1
*** 1. Quei gemelli, litigio. ***


UNO
-
Quei gemelli,
litigio.

- Buongiorno Ciel!-
- Isabel..- salutò di rimando il ragazzino alla sorella gemella.
- Mamma mia! Come siamo freddi.. Hai dormito male, Ciellino fratellino?- lo punzecchiò la ragazza calcando con particolare malizia sull’epiteto che gli aveva affibbiato. Il giovane capofamiglia Phantomhive si trattenne con imperioso autocontrollo dal rispondere in malo modo alla sorella che era scesa per fare colazione assieme a lui.
- Immagino che anche oggi tu sia impegnato per tutta la mattina..- esordì la fanciulla con un velo di tristezza sconsolata nella voce.
- Immagina bene, signorina..- le disse Sebastian, dopo aver ricevuto il consenso del padroncino di rispondere -questa mattina vostro fratello ha un incontro col professor Hugues. Continuò il maggiordomo.
- Ah.. E io che faccio Ciel?- disse esasperata.
Non ti vedo mai, se non a colazione, a pranzo, al tè delle cinque e a cena! Non stiamo quasi mai insieme, o perché tu hai qualche impegno come “cane da guardia della regina” o perché io sono dai marchesi Mildford, nostri zii, per passare il tempo quando tu non puoi stare con me..- disse con ira fredda ed esasperata. – Va bene.. Sebastian, per favore, prepara la carrozza.. Vado dagli zii..- aggiunse dopo una pausa in cui respirò per calmarsi e mantenere l’autocontrollo. – Farò colazione strada facendo- sentenziò – Ah! E non aspettarmi per pranzo.. mangio da Lizzy e Ed. ..- aggiunse prima di uscire dalla sala, lasciando solo ed allibito il fratello insieme alla servitù che era rimasta quando Sebastian era uscito per esaudire la richiesta della padroncina.

         Salì le scale con furia per andare in camera sua per cambiarsi e prepararsi per il “viaggio”.
         Mentre si pettinava i capelli, la travolse l’ira che era riuscita a trattenere durante la ‘discussione’ con il fratello. ‘Okay, Isabel.. Ora cerca di calmarti: respira ed espira.. Calmati.. Non è successo niente di grave.. è la solita routine, Ciel ha degli impegni? E tu, allora, vai dagli zii.. semplice, no?’. Bussarono alla porta. Una. Due volte. Non sentendo niente in risposta, Ciel aprì la porta per entrare nella stanza della sorella, ma non appena superò l’uscio, venne travolto da un cuscino volante che lo colpì in piena faccia. – Chi ti ha dato il permesso di entrare? Non mi sembra di aver risposto, Ciel! Disse, quasi urlando, Isabel, alteratissima. – Non solo non hai mai tempo per stare con me, ma vieni ad infierire! Io.. io non ti capisco.. ‘Calmati.. autocontrollo!.. no. Non ce la faccio..’ – Vai immediatamente fuori! – Ma Isabel.. – Niente ma! Fuori! Devo vestirmi! Non ti voglio vedere!.. Esci! – Esco, esco.. ero solo venuto a dirti che mi dispiace, e che oggi a cena ci sarà anche lo zio Chlaus, quindi, per cortesia, vedi di essere presente a cena.. – Hai detto lo zio Chlaus? Lo zio Chlaus viene a cena da noi? Chiese al colmo della felicità, felicità che svanì quasi subito. – Non l’avrai mica fatto venire per eseguire appieno qualche incarico che ti ha affidato la regina, vero? Chiese la ragazza, non appena fu sfiorata da quel pensiero. Il silenzio del fratello e il suo sguardo che si posò sulla punta delle sue scarpe furono una risposta più che esauriente per Isabel, e fu anche la goccia che fece traboccare il vaso. – E tu inviti a casa lo zio solo per eseguire un ordine della regina?!? Non lo vediamo mai! Nemmeno  nei giorni festivi.. hhha.. va bene, ci sarò.. ma solo per salutare lo zio! Ora, per favore, potresti uscire da camera mia? Vorrei finire di prepararmi per andare.. – Si.. a dopo, allora. – A dopo..
  Odiava enormemente litigare con Ciel. Da quando erano tornati a casa con Sebastian, un paio d’anni, ormai, tutto era cambiato drasticamente: a partire dal carattere di Ciel, che era dovuto crescere tutto d’un colpo, per arrivare alle abitudini ‘familiari’. Dallo stare sempre insieme ridendo e scherzando, erano passati a vivere ognuno la propria vita, quasi ignorando l’uno l’esistenza dell’altra, e questo faceva soffrire molto Isabel.
  Respirò profondamente, cercando di calmarsi, e, una volta repressi rabbia e tristezza, si diresse verso il suo guardaroba, da cui tirò fuori un vestito che le potesse essere comodo durante il viaggio, ma allo stesso tempo elegante, in maniera tale da non ricevere un’ altra lavata di capo da parte della zia Francis. E poi, a dirla tutta, non le sarebbe dispiaciuto fare una bella impressione davanti al promesso sposo e cugino, Edward. Era un abito semplice, certo di stoffa pregiata, ma semplice, senza inutili fronzoli, eccetto per delle decorazioni in argento sul corpetto blu notte, che formavano un motivo arabescato. Raccolse i capelli in uno chignon morbido sulla nuca, in maniera tale da far ricadere intorno al viso alcune ciocche della frangia. Come calzature scelse un paio di stivaletti in velluto scamosciato senza tacco, non riusciva a stare su quei trampoli, per quanto la moda dell’epoca ‘esigesse’ che mettesse quei trampoli, Isabel si rifiutava categoricamente di indossarli o anche di farli entrare nel suo corredo di scarpe e calzature. Mentre si stava infilando i guanti in seta nera, qualcuno bussò leggermente alla porta. – Avanti. La porta si aprì lentamente, facendo entrare un Sebastian cauto, ‘fin troppo cauto..’. – Signorina, sono venuto ad avvisarla che la carrozza è pronta. – Va bene, grazie, Sebastian. – Vi aspetto all’entrata della villa. – Si, arrivo subito. Rispose con voce quasi monotona. – Signorina, scusate se mi permetto.. ma, va tutto bene? – Si, Sebastian. ‘No. Mi dispiace per quello che ho detto a Ciel.. vorrei che stamani non fosse successo niente.’ rispose col pensiero. ‘Ma comunque non torno indietro sulla mia decisione.. ho detto che sarei andata dagli zii e ora ci vado.. e poi, non mi dispiace passare un po’ di tempo con Lizzy e Ed..’ prima di uscire dalla stanza prese una mantellina in velluto nero , in pandan con il vestito che aveva indossato e si diresse verso l’uscita della villa. Lì vi trovò Ciel che la attendeva e la cosa la colse di sorpresa. 

ANGOLINO AUTRICE: Buonsalve lettori! Bene! Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto.. ho già iniziato a lavorare al secondo capitolo, ma non saprei dirvi quando lo pubblicherò.. Allora.. abbiamo visto e conosciuto la sorella gemella di Ciel, Isabel(è lo stesso nome della protagonista dell'atra ff di Kuro che sto scrivendo.. ma... vabbè! xD) Per qualsiasi cosa, errore, incongruenze, et similia, vi prego di farmelo sapere. voglio sapere che ne pensate di questo mio obbrobrio.. grazie per aver letto questo capitolo e spero vogliate continuare a seguire l'entusiasmante (?) storia dei gemelli Phantomhive.. ok.. smetto di ammorbarvi le palle con il mio blablabla.. grazie ancora! Baci, Kira :*

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Capitolo 2
*** 2. Quei gemelli, riappacificazione. ***


DUE
-
Quei gemelli,
riappacificazione.
Nel posto davanti al suo trovò un cestino di vimini, in cui Sebastian aveva riposto la sua colazione. Il maggiordomo, che la accompagnava all’interno dell’abitacolo, lo aprì, tirò fuori il thermos di tè caldo per versarlo in una tazzina che porse ad Isabel – Tè Ceylon? Chiese riconoscendone l’aroma. – Si, signorina. Quando la ragazza prese il piattino, da sotto questo, cadde un foglietto ripiegato su se stesso. – Oh, perdonatemi. Non lo avevo notato. Disse Sebastian mentre lo raccoglieva, e leggendovi il destinatario scrittoci sopra, sorrise. – Sembra però sia vostro.. aggiunse sorridendo cordiale alla padroncina, la quale lo prese in mano non poco sorpresa. Lo aprì e riconobbe chi era il mittente dalla scrittura: ‘Ciel..’ sorrise.
   Isabel, perdonami. Ti assicuro che non è mia intenzione non passare del tempo con te, anzi, non sai cosa darei per passare una giornata insieme.. e per quanto riguarda la storia dello zio Chlaus, so di aver approfittato della sua disponibilità, ma come sai, la regina fa affidamento su di me per questi casi. Del resto, sono il “cane da guardia della regina”, no? È mio compito e dovere agire in questa maniera, così come faceva il mio predecessore.. mi spiace che non ci sarai a pranzo, spero quindi di rivederti stasera a cena. E spero anche mi voglia perdonare. Con affetto, Ciel. E ricordati: ti voglio bene, sorellina.
Mancò poco che le scivolasse una lacrima lungo il viso. Raramente Ciel le scriveva e altrettanto raramente le diceva di volerle bene o le chiedeva scusa. ‘Oh, Ciel.. ti voglio bene anche io..’. – Ehm.. signorina? Fareste meglio a finire il vostro tea, siamo quasi arrivati.. – Mh? Oh, si. Grazie.. – Spero per voi, che voi e vostro fratello vi siate chiariti. - Cosa? Oh.. si. Ma tu come facevi a saperlo, Sebastian? – Se il maggiordomo del casato Phantomhive non riesce a capire ciò che affligge i suoi padroncini… non è degno di tale nome. – Ahahahah.. hai ragione.. senti, Sebastian.. cosa deve fare Ciel, questa volta? So che non dovrei saperlo.. ma.. – Oh... deve impedire che la mafia italiana continui i suoi traffici di droga a giro per Londra. – Mh.. spero solo che non si cacci nei guai.. si è messo a giocare ad un gioco troppo pericoloso, secondo me.. nostra madre non credo che avrebbe preso la cosa con tanto entusiasmo, come, credo, avrebbe fatto nostro padre.. oh. Scusami, stavo divagandomi con delle sciocchezze.. – Non si preoccupi, signorina. Ah. Siete arrivata. – Grazie per avermi accompagnata, Sebastian.. verrai a prendermi tu stasera? – Certamente, signorina. – Grazie.. allora a stasera. Disse scendendo dalla carrozza aiutata dal cocchiere, non fece nemmeno in tempo a mettere il secondo piede a terra che venne travolta da una furia bionda, dalla vocina petulante e fin troppo acuta, che iniziò a stritolarla. – Isabel! Come sono felice di vederti! – Lizzy.. ma sono passati solo un paio di giorni dall’ultima volta in cui sono stata qui.. – Ah.. davvero? Va bè! Ma tu mi sei mancata tanto lo stesso! Disse strusciando la guancia contro quella di Isabel. – Elizabeth! Lascia stare tua cugina! Disse una voce femminile ed autoritaria. – Si, nobile madre.. rispose la ragazzina, staccandosi controvoglia da Isabel. – Buon giorno, zia Francis. Salutò, con un inchino Isabel. Alquanto inquietata dal tono di voce della zia. –  A quanto pare, anche oggi tuo fratello è impegnato… - Eh già… disse imbarazzata. – Buon per te, allora. Avrai più tempo rispetto a lui per allenarti. – A-allenarmi per cosa, zia? – Come in cosa? Mi pare ovvio. – Ah, già… quello... in quel momento arrivarono Edward e suo zio. – Buon giorno, marchese.. Edward… salutò Isabel, rifacendo un inchino. Il marchese Midford, suo zio, dopo che Edward l’ebbe salutata con un baciamano, l’abbracciò strizzandola più di quanto avesse fatto la figlia minore. – Ehm.. zio.. mi state soffocando. Non riesco a respirare.. – Oh! Scusami, cara, è che mi è sembrato sia passata un’eternità da quando ti ho vista.. eheh.. Non c’erano dubbi: Lizzy aveva preso tutto da suo padre, tranne che per i capelli, biondi come quelli della madre, così come Edward era la copia esatta della marchesa Midford, sia per carattere che per aspetto. La giornata per Isabel volò come non mai. Tra gli allenamenti e gli altri momenti passati con i cugini, nell’ampio giardino di villa Midford. Sebastian la venne a prendere subito dopo le tre. Stava parlando con Lizzy (più che altro era solo la bionda a parlare) di Ciel e di quanto fosse carino, quando la raggiunse il cocchiere della carrozza per avvisarla che Sebastian la stava aspettando in carrozza, appena fuori dalla villa. Annuì col capo e, prima di andare, si congedò dalla cugina, per andare poi a salutare i suoi zii ed Edward.
  • Fra quanto dovremmo arrivare, Sebastian? – Dovremmo essere alla villa fra una manciata di minuti, signorina. – Ah.. mi spiace non esserti stata d’aiuto come sempre questa volta.. immagino che Ciel ti abbia dato non poche gatte da pelare.. – Oh, non si preoccupi, signorina. Me la sono cavata piuttosto bene, nonostante le “gatte da pelare” che mi ha dato il padroncino.. – Ahahah! Spero si sia comportato bene, stamani. – Certamente, signorina, non avete di che preoccuparvi. – Che programmi ha Ciel, oggi pomeriggio? – Ha voluto fare una scommessa con me.. – E se vinci tu, gli tocca riguardarsi e ripassare la lezione di ieri e prepararsi per quella di domani, vero? Ahah.. sei proprio diabolico, quando ti ci metti! Disse calcando sul ‘diabolico’ con fare scherzoso. – Mh.. signorina, non dite così.. io sono solo… - Un mero maggiordomo, lo so. Lo dici sempre.. di essere “solo un mero maggiordomo”.. ahahah! Si sorrisero l’un l’altra con fare complice.
Quando arrivarono alla villa, Isabel andò in camera sua per lavarsi e cambiarsi. Quando scese in giardino per raggiungere il fratello, l’incontro era appena finito e fece in tempo a vedere Ciel che porgeva un bicchiere di limonata, sospetto ‘molto sospetto..’. essendo la gemella di Ciel poteva benissimo intuire che c’era qualcosa che non andava in quella limonata, poi vide Tanaka al suo fianco e capì tutto. Li raggiunse proprio quando Sebastian stava rimproverando Finnian, Mey-Rin e Baldroy, rimandandoli alle loro mansioni. – Sebastian, a proposito di lavoro… devo parlarti in proposito di una chiamata di Chlaus. Vieni. Anche tu, Isabel, se vuoi. – Mh. Sì, arrivo Ciel.. – Ai vostri ordini, signorino.
Nel loro studio, Ciel aveva esposto anche a Sebastian la notizia dell’arrivo di Chlaus.
Si trovavano nello studio della villa, quello in cui Ciel e Isabel, a volte, studiavano. – Allora, pare che Chlaus sia riuscito a trovare quanto gli avevo chiesto, mi ha detto che ha dovuto faticare un po’.- disse lanciando vari sguardi alla sorella, col timore che potesse scoppiare di nuovo, uscendosene con una delle sue ramanzine, come quella che gli aveva fatto quella mattina, ma la vide sorridente e solare. Poi tornò a rivolgersi a Sebastian – Sarà qui per le sei, Sebastian.. sai esattamente cosa fare, vero?- - Sì, mio signore. Farò tutto quanto è in mio potere per offrire al signor Chlaus, la più sopraffina delle accoglienze... signorino, perdonate, ma potrei sapere cosa c’era nella limonata?- chiese il maggiordomo portandosi una mano allo stomaco, evidentemente dolorante. – Oh. È la limonata speciale di Tanaka al glutammato monosodico. Visto che è bianco, lo avrà sicuramente scambiato per zucchero. Mi è bastato un sorso per evitare di continuare a berne.- ‘Ciel! Sei impossibile!’ pensò Isabel, sorridendo divertita dal pensiero di Tanaka mentre preparava la limonata per il fratello. Notò però che Sebastian pareva un poco irritato da quel tiro mancino da parte del padroncino, mentre diceva – Mi appresto ai preparativi, dunque. – A-ha. Mi raccomando, Sebastian.- disse Ciel riprendendo a leggere il giornale che aveva iniziato prima di iniziare quel discorso. Isabel, in quel momento decise che avrebbe aiutato Sebastian anche in quell’occasione. – Lascia fare a noi, Ciel!- esclamò la ragazzina tutta un sorriso, per poi avvicinarsi al fratello per scoccargli un bacio sulla guancia – Per la faccenda dello zio, ti ho perdonato.. e anche io ti voglio bene!- gli sussurrò facendogli l’occhiolino, lasciando, così, interdetto il giovane Phantomhive.
Prima di tutto, si occuparono, o meglio, Isabel, si occupò di scegliere il servizio di piatti più adatto al menù del giorno, dopo averne parlato con Sebastian, si curò di farlo brillare come se i piatti fossero specchi e scelse anche una tovaglia che fosse adatta: nuova, senza pieghe né macchie. Sapeva come Ciel e Sebastian fossero meticolosi da quel punto di vista. Poi, insieme, lucidarono l’intera argenteria. Sebastian curò le rose bianche sterling silver, le preferite dei due rampolli del casato Phantomhive, recidendo via quelle lese. Una volta che ebbe estirpato tutte le erbacce dal viale d’accesso, il maggiordomo, pareggiò il prato come fosse velluto.
  • Per la cena, che è il fulcro dell’ospitalità, signorina, utilizzeremo solo gli ingredienti migliori. Useremo in abbondanza carne di manzo, verdure e riso, sale e pepe, il tutto scelto personalmente da me al mercato. Questa è l’accoglienza di prima classe Phantomhive!- disse, rivolto ad Isabel, tutto infervorato dai preparativi.
In quel momento, suonò il campanello dallo studio in cui si trovava Ciel – Ma tu guarda. Chiamarmi quando sono così occupato. Distraendomi, tra l’altro, dal mio lavoro.. cosa vorrà adesso il signorino?- disse borbottando tra sé e sé, mentre si toglieva il grembiule da cucina, si srotolava le maniche della camicia e afferrava la giacca del frac. – Signorina, non state a preoccuparvi troppo per me. Andate pure a prepararvi per questa sera. – Accidenti, Sebastian! Non ci metto mica un’eternità a scegliere cosa mettermi! Non sono Lizzy..- disse mettendo il broncio al maggiordomo davanti a quel rifiuto di aiuto da parte sua. – Insisto, signorina. Non potete di certo mettervi la prima cosa che vi capita sotto mano. Sarebbe disdicevole, per una lady come voi. Andate, io me la caverò.- disse bonariamente Sebastian – Uff! e va bene! Vado, vado... però. Questa me la lego al dito, Sebastian. Me ne ricorderò!- disse, uscendo spedita dalla cucina avviandosi ai piani superiori per raggiungere la sua stanza. Sebastian, sorrise, quasi intenerito da quella ragazzina che, come il fratello, avrebbe potuto benissimo comportarsi da contessina viziata, ma che comunque, non perdeva mai un’occasione per dargli una mano o in cucina o a riparare agli errori causati da quei tre che avrebbero dovuto costituire il resto della servitù. Poi, uscì dalla cucina anche lui infilandosi la giacca del frac, incamminandosi per il corridoio per avviarsi poi ai piani superiori e raggiungere il signorino nel suo studio.
 
In prossimità della cucina, tre paia di occhi avevano seguito ogni movimento di Sebastian e di Isabel. Quindi, una bocca occupata da una sigaretta, parlò. – Non ci sono dubbi. Sebastian e la signorina che si impegnano così tanto... stasera avremo ospiti!- esclamò Baldroy, lo “chef”. – N-no dubbio!- gli fece eco MeyRin, la “cameriera”. – Siiiii! Potremo mangiare da Dio!- esclamò Finnian, il “giardiniere”, giungendo, però, alla conclusione sbagliata, infatti – No scemo! Non è questo il punto!- gli disse Bald picchiettandogli la fronte con un dito, quasi a controllare se quella testa fosse vuota o meno. – Questa è la nostra chance! Potremo finalmente dimostrare a Sebastian e alla signorina di cosa siamo capaci! Faremo tutti dei lavori da lasciarli a bocca aperta!- disse l’uomo tutto impettito, con un sorriso strafottente sul viso. – Oh! Giusto... hai ragione, Bald!- disse Finnian, illuminato da quella ‘rivelazione’. – Allora, io... io farò un giardino che di così belli non se ne sono mai visti!- proclamò il ragazzo immaginandosi già la riuscita del suo lavoro. – A.. allola io lucidelò il selvizio da tè talmente bene che semblelà nuovo!- disse MeyRin impacciata dall’imbarazzo con la sua pronuncia cinese. – Ed io preparerò un secondo così delizioso e grandioso che al nostro ospite cadrà addirittura la mascella!- concluse il ‘capo’ dei tre. – Bene! Diamo il via all’operazione! Facciamo del nostro meglio!- dissero all’unisono i tre.
 
Al piano di sopra...
Lo studio di Ciel... – Cosa desiderate, signorino?- chiese Sebastian, piuttosto irritato dall’interruzione del suo lavoro. – Ho fame. Fammi qualcosa di dolce, tipo un parfait.- disse il ragazzino. – Signorino, non va bene così. Se mangiate ora non avrete appetito a cena. – Non m’interessa. Fammelo. – No, signorino. – Fammelo, Sebastian. – Vi ripeto: no.
 
La stanza di Isabel... Erano ormai più di dieci minuti che stava davanti al suo guardaroba intenta ad osservare i suoi abiti. Era indecisa su cosa mettere quella sera.        – Sebastian aveva ragione a raccomandarmi di venire a scegliere cosa mettere per questa sera. È strano. Solitamente avrei preso la prima cosa passatami sotto mano. Questa sera, però, voglio che lo zio Chlaus mi veda conciata e vestita per bene.- disse fra sé e sé la ragazzina esaminando ed analizzando ogni singolo vestito. – Uff... mi sento tanto Lizzy... non è che mi ha contagiato con la sua mania del carino e dell’elegante? Aaaah. Al diavolo! Metterò questo!- decise spazientita afferrando un abito in raso e seta di colore azzurro chiaro con motivi in seta blu notte floreali e arabescati ricamati a mano sul corpetto. Avrebbe tenuto i capelli sciolti o parzialmente raccolti sulla nuca tenuti da un fermaglio in argento. All’improvviso sentì dei rumori provenire da diverse zone della villa, quali il giardino, la cucina e la sala delle porcellane ‘Ma che diamine sta combinando Sebastian? Lo lascio solo per pochi minuti e guarda che mi combina... però... queste voci... non sembra sia lui...’ si disse prima di precipitarsi fuori dalla sua stanza dopo aver udito un’esplosione proveniente dal piano inferiore, quindi, dalla cucina. Ci mancò poco che si scontrasse con il maggiordomo, anche lui attirato da tutto quel trambusto.
Correndo per il corridoio dalle grandi finestre vide in che condizioni riversava il cortile interno. Un deserto a confronto sarebbe risultato più rigoglioso e verdeggiante. ‘Santo cielo... ma che hanno combinato quei tre?!’ si chiese. Arrivarono entrambi nel corridoio della cucina e vi trovarono i tre servitori indaffarati a parlottare tra di loro. – Insomma, volete spiegarmi come avete fatto a combinare tutto ciò?- chiese Sebastian a dir poco irritato, riferendosi al giardino desertificato, al servizio da tè ridotto in polvere e alla carne, pietanza principale della cena, carbonizzata. – Dopo che ho estirpato tutte le erbacce, ho pensato di dare il diserbante... ma il coperchio era rotto e ho diserbato tutto- disse Finnian con i lacrimoni che avevano iniziato a corrergli lungo il viso, facendo assomigliare ad una fontana. – Io quando stavo pel tilale fuoli selvizio da tè, sono inciampata... e caduta su callello... e poi, schiantata contlo mobile del selvizio da tè...- si “giustificò” MeyRin con una lacrimuccia e gli occhiali rotti, come ogni volta che cadeva o inciampava. Quindi gli occhi di Isabel e Sebastian, andarono a posarsi su Baldroy. – Bhè, quando sono entrato in cucina, ho trovato sul piano da lavora della carne cruda, e... ho pensato di arrostirla un po’… usando la fiamma ossidrica...- disse l’uomo. – Va bene, ho capito. È stato un mio errore lasciare in sospeso le cose, in maniera tale da poter ultimare il tutto in una volta sola.- disse, mentre Isabel lo guardava di sbieco, con il sottofondo dei piagnistei che stavano facendo i tre, implorando il perdono di Sebastian e della signorina. – Va bene, ora calmatevi, però!- disse Isabel, mentre Sebastian pensava a come poter riparare i pasticci fatti dai tre. – Il giardino senza più un filo d’erba, il servizi da tè ridotto in polvere, la pietanza principale della cena carbonizzata e il signor Chlaus arriverà fra poco più di due ore.                  – Sebastian, ormai non c’è più tempo per poter reperire della carne pregiata e un servizio da tè nuovo. – Sì, lo so signorina... che fare?- si chiese il maggiordomo, rispondendo ad Isabel, ma trovando per sé un nuovo quesito a cui trovar risposta. – Fate silenzio. Dovreste tutti e tre imparare dal signor Tanaka a comportarvi più da adult...- si interruppe, illuminato da un’idea folgorante, scambiò uno sguardo con Isabel  e comprese che anche lei aveva avuto la sua stessa idea. – Bene, … signori. Prestate molta attenzione a ciò che vi dirò adesso e vedete di eseguire prontamente, quanto vi indicherò nelle mie istruzioni. Risolveremo il tutto con questo.- annunciò prendendo dalle mani di Tanaka il bicchiere di ceramica vetrata da cui stava sorseggiando il suo tè verde.
 
 
ANGOLINO AUTRICE: Ok, chiedo scusa per il ritardo, anche se è un mese dal primo capitolo.. eheh.. allora, che ne pensate? Ho voluto fare di Isabel quasi l’esatto opposto di Ciel, cosa che noterete anche nei prossimi capitoli... come ben saprete, il nostro giovane conte si comporta da perfetto egoista e ragazzino viziato nei confronti di Sebastian e di tutti gli altri (ma, come avete letto, non è così con la sua ‘sorellina’ come l’ha chiamata lui nel bigliettino/lettera che lei, o meglio, Sebastian, ha trovato nel cestino della colazione), mentre lei è sempre gentile e disponibile con gli altri, un po’ schietta nel parlare e ‘maschiaccio’ nel vestire (anche se lei, in fondo, ci tiene a ben apparire, come avete già letto nel primo capitolo). Bene! Spero di poter leggere qualche vostro commento (sia positivo che negativo)… anche dieci parole, mi bastano e risponderò a tutte le recensioni che vorrete lasciarmi, come faccio sempre con voi lettori. A presto, sperando di non tardare troppo, baci Kira :*  

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Capitolo 3
*** 3. Quei gemelli, a cena. ***


TRE
-
Quei gemelli,
a cena.
 
Isabel osservava l’enorme giardino della villa dalla finestra della sua stanza, dalla quale aveva la piena visuale della strada che conduceva alla villa.
Aspettava con ansia l’arrivo dello zio.
Sebastian l’aveva quasi costretta ad andare a preparasi, lasciandogli, così, gli ultimi preparativi da svolgere. Quindi, si era diretta in camera sua. Aveva litigato con l’abito che aveva scelto mentre tentava di indossarlo, ma era arrivato Sebastian ad aiutarla una volta che aveva finito con i preparativi. Aveva preso due ciocche di capelli neri e con un fermaglio in argento, le aveva fissate sulla nuca. Dopodiché, aveva steso un velo di trucco sul viso, per lo più, sugli occhi, per risaltarne l’azzurro scuro e la bocca, per nascondere la secchezza evidente delle labbra, dovuta al clima di quel periodo dell’anno.
Non appena vide l’auto, che era certa stesse trasportando lo zio, le si stampò sul volto un sorriso solare e felice. Quindi si precipitò verso il corridoio e poi le scale, cercando di non inciampare nella gonna lunga dell’abito che aveva indossato per l’occasione.
***
-Ahhh, già, già… dall’Italia alla mia terra natia, è davvero un lungo viaggio, accidenti! Era da tempo che non venivo qui... borbottò tra sé e sé Chlaus appena scese dalla macchina che l’aveva portato alla villa. In quel momento gli si avvicinò Ciel che si era accorto  del suo arrivo, seduto sulle scale che conducevano all’entrata della villa.
-Vedo che sei arrivato, Chlaus.
-Ciel! Buonasera! Tutto bene? Ti sei alzato di qualche centimetro?
-...no, purtroppo.
-Oh! Chiedo scusa per la poca delicatezza. Ma è bello, comunque, vederti sempre uguale!
-Nemmeno tu sei cambiato. Sei sempre uguale, Chlaus- gli rispose il ragazzino, aprendo la porta della villa.
Ad accogliere lo zio dei signorini, l’intera servitù schierata all’entrata. Chlaus assunse una faccia stupita, meravigliato da come fosse stata trasformata.
-Però! È diventata uno splendore!
In quel momento, sulla sommità delle scale giunse, trafelata, Isabel.
-Zio Chlaus!- disse precipitandosi giù per le scale per correre ad abbracciare lo zio.
-Isabel! Cara mia! Assomigli sempre di più a tuo padre! Disse l’uomo dopo essersi sciolto dall’abbraccio con la nipote, osservandola in viso. In particolare gli occhi azzurri con il neo sotto quello sinistro e il destro coperto perennemente con una veletta in pizzo nero, e la bocca, così simile a quella del fratello da oramai tre anni deceduto: aveva lo stesso sorriso di Vincent, Isabel.
In quel momento di “pausa” Sebastian, ne approfittò per salutare l’ospite.
-Signor Chlaus... vi attendevamo.
-Oh! Sebastian! Quanto tempo! Non ho potuto non notare che si sono aggiunte delle facce nuove!- disse porgendo il cappotto a Finnian -Tieni ragazzo. Anche il cappello, grazie.
-Immagino avrete di che parlare con i signorini. La cena sarà pronta il prima possibile... intanto, vogliate sistemarvi comodi nel cortile interno.- disse il maggiordomo, scambiando un’occhiata complice con Isabel, davanti alle facce basite, chi più chi meno, dello zio e di Ciel.
-Il signorino mi ha incaricato di offrirvi l’accoglienza più appropriata per voi e i vostri sforzi. Spero vivamente sia di vostro gradimento.- annunciò Sebastian, aprendo la porta che li avrebbe condotti nel cortile interno.
Davanti a loro faceva bella mostra di sé un meraviglioso giardino zen giapponese, con tanto di ghiaia, rocce, alberi secchi e fiori di iris. ‘E quindi, mi hai mandato via solo per prenderti tutto il merito di questo capolavoro, eh, brutto diavolaccio di un Sebastian!’ pensò la ragazzina, rivolta al maggiordomo, mentre questi li invitava a rilassarsi.
-Prodigioso! È un giardino zen giapponese tradizionale...
-Prego, da questa parte. Il tè è pronto.- disse Sebastian indicando il tavolo posto al centro del cortile.
-Devo dire che gli iris sono davvero meravigliosi... e poi, alberi secchi e fiori... è quel concetto giapponese chiamato “wabisabi”?- chiese l’uomo sedendosi mentre ammirava ciò che lo circondava.
-Se permettete...- fece Sebastian versando il tè nei bicchieri di ceramica vetrata.
-Wow! Persino il tè giapponese! Sei proprio uno attento ai dettagli, tu.
-Siete troppo gentile...
-Arrivati a questo punto, bhè, mi aspetto grandi cose anche alla cena! Ahahah!
Ciel ed Isabel osservavano la scena divertiti e compiaciuti. Poi, Ciel parlò.
-A proposito, Chlaus. Ehm... volevo dire, zio- si corresse dopo aver ricevuto un’occhiataccia da parte della sorella. -quella cosa che ti avevo chiesto?
-A-ha. Certo! L’ho portata... come ti avevo promesso.
-Ecco, il videogioco che mi avevi chiesto.- disse allungando una scatola di un gioco a Ciel. -È stata una faticaccia riuscire a procurarmelo, sai? In Italia non è ancora uscito.
-Umph. “Una faticaccia”, dici? Rispetto alla telefonata di questa mattina, hai aumentato l’enfasi.
-Mi sembra giusto. Del resto, un principe premia il lavoro duro dei propri sudditi con una ricompensa che si adegui ai loro sforzi, no?
-Bhè, se è un gioco che richiede tale ricompensa, sì. Ma quello che abbiamo risolto l’ultima volta, devo ammettere che ha avuto un finale davvero poco divertente.- disse il ragazzino dondolandosi sulla sedia sulla quale sedeva.
-Ahahah! Eh, già! I giochi durano un nulla nelle mani dei bambini. Tant’è che me ne chiederete subito un altro, vero?
-...esatto.- rispose dopo aver lanciato uno sguardo alla sorella. -Del resto, è risaputo che i bambini siano avidi di divertimento.
-È proprio perché sei così, Ciel, che la Funtom è divenuta la ditta di giocattoli numero uno d’Inghilterra. Non mi azzardo minimamente ad immaginare come sarai una volta cresciuto... 
-Ma non parliamo sempre e solo di affari, Ciel! Per favore...
-Isabel ha ragione... stiamo sempre a parlare di affari. E... ho anche qualcosina per la nostra cara signorinella.- annunciò tirando fuori, un pacchettino abbastanza sottile, che porse ad Isabel.
-Zio! Ma non dovevi! Davvero! Grazie!- disse la ragazzina prendendo ciò che le stava porgendo lo zio. Lo scartò. Era il libro di un’opera teatrale. Non un’opera teatrale qualunque, ma la sua opera preferita: l’ Amleto di William Shakespeare. Le brillavano gli occhi.
-Avanti! Aprilo...- la incoraggiò lo zio, guardandola amorevolmente. Eseguì le indicazioni dello zio e dentro vi trovò una collana. Era una catenella in argento con un medaglione dove all’interno c’era un piccolo bocciolo di rosa Sterling Silver fatto essiccare, il suo fiore preferito.
-Magari non è un granché, ma questo apparteneva a vostro padre. Così anche tu avrai un ricordo da parte di Vincent.- Isabel non riuscì a controllare le lacrime e con gli occhi lucidi si avvicinò allo zio per abbracciarlo.
Ciel osservò tutta la scena, e appena vide le lacrime spuntare dalle ciglia della sorella sentì una morsa all’altezza dello sterno.
Una stretta allo stomaco e una specie di fitta al cuore.
-Shshsh. È tutto apposto, piccola mia.- le diceva Chlaus mentre le carezzava i capelli per calmarla, mentre lei tra le lacrime continuava a ripetere “Grazie” all’infinito. Dopo poco tempo, ricompostasi, Isabel si allontanò dallo zio. Un sorriso di gratitudine ad illuminarle il volto. Gli occhi arrossati l’unico indizio del suo pianto. In quel momento arrivò Sebastian.
-Perdonate l’attesa. Sono stati ultimati i preparativi per la cena e mi son permesso di portarvela. Il menu di oggi, curato dal nostro chef Baldroy, prevede il Gyu Tataki Don, ovvero, filetto di manzo con riso- Ciel guardò di sottecchi la sorella, la quale sorrideva quasi orgogliosa del lavoro svolto sia da Sebastian che da lei, poi, passò lo sguardo sulla faccia sorpresa di Chlaus.
-Questa è... la cena, dunque?-
-Si, signore.
-Oh... pensavo si trattasse dell’antipasto...
-Lo sapete, signor Chlaus...?
-Hm? Cosa?
Isabel si preparò a sentire l’introduzione al pasto da parte di Sebastian con un sorriso divertito sulle labbra.
-Il Donburi, anche chiamato “Don”, fin dall’antichità viene utilizzato per rifocillare i lavoratori manuali. È il piatto che sta a simboleggiare la gratitudine dei datori di lavoro verso i dipendenti. Ovvero, la ricompensa dopo una giornata di dure fatiche! Ed è questo il significato del Donburi!- disse tutto infervorato ed esaltato, lasciando a bocca aperta sia Ciel che lo zio Chlaus. -Si pensa sia la versione popolare del Bohan, un piatto della corte imperiale che i contadini, il volgo, potevano solamente sognare. E... io... ho pensato foste stanco dei cibi raffinati che siete solito gustare in Italia, signor Chlaus. Ho preferito, quindi, farvi gustare una carne pregiata nel più semplice dei modi- finì il maggiordomo.
-Ahahahah! Siete il massimo! Riuscite a stupirmi ogni volta! Nel campo in cui lavoriamo, c’è un sacco di gente totalmente priva del senso dell’umorismo. E mi sa, invece, che lavorare con te, Ciel, sarà sempre molto divertente.
-Ne sono onorato.- rispose il ragazzino sorridendo affabile.
-Comunque, non sapevo che il Donburi giapponese avesse un background così particolare e profondo. Sei davvero erudito, Sebastian.
-Vi ringrazio- disse l’interpellato, scambiando un’occhiata complice con Isabel, ricordando che per poter sapere tutte quelle cose per poter fare una presentazione del piatto profonda, insieme avevano messo a soqquadro la biblioteca della villa.
-E già! È proprio come hai detto. Ero proprio stanco dei sapori forti ed intensi della cucina italiana! Bhè, buon appetito.- disse l’uomo mettendosi il tovagliolo al collo.
-E come vino, abbiamo abbinato al piatto un rosso italiano, che sappiamo essere di vostro gusto.- disse aspettando che Mey Rin, la cameriera, entrasse con il vino, ma questa era ferma imbambolata davanti al carrello del vino.
-Mey Rin.
-S...sì?
Esasperato, il maggiordomo le si avvicinò per sussurrarle qualcosa all’orecchio.
-Sì un corno! Non startene lì imbambolata! Va a versare il vino nel bicchiere!
Isabel non aveva sentito ciò che Sebastian aveva detto alla cameriera, ma notò che era arrossita spropositatamente e che la vide più strana del solito e la cosa non la convinceva affatto. Aveva una forte tremarella alle mani con cui teneva strettissima la bottiglia di vino, tanto che non sarebbe riuscita a versarne nemmeno un goccio nel bicchiere. E infatti, accadde proprio quello che Isabel si era immaginata: Mey Rin versò quasi tutto il vino sulla tovaglia. ‘Maledizione! Mey Rin! Stai versando fuori tutto il vino! Così tutti gli sforzi fatti fino ad ora, diverranno vani...’ In quel momento, proprio poco prima che una goccia di vino andasse a finire sui pantaloni di Chlaus, Sebastian, sfilò la tovaglia dalla tavola senza far cadere nulla di quello che vi si trovava sopra. Proprio come un vero prestigiatore. Quel suo gesto lasciò esterrefatti sia Isabel, che Ciel che la servitù.
Fortunatamente lo zio Chlaus non si era reso conto di nulla, perché era intento ad osservare ed elogiare la bellezza degli iris, piantati da Sebastian. Si accorse solo della sparizione della tovaglia.
-Oh. C’era una piccola macchia, l’ho fatta quindi togliere. Non ci far caso- disse Ciel continuando a mangiare tranquillamente.
-Chiedo umilmente perdono. Prego, continuate a consumare la vostra cena con calma...- disse il maggiordomo inchinandosi, con la tovaglia sporca tra le braccia.
-Avete proprio un maggiordomo capace, cari i miei Ciel ed Isabel- disse Chlaus.
-Capace? Quello là ha fatto solo quello che mi aspetto dai nostri servitori.
-Ahahahah! Quale severità! Però, anche volendo cercare per tutto il Regno Unito, non si trova nessuno altrettanto bello e capace!- disse l’uomo.
-Ovvio. Ma io non l’ho assunto per queste cose... noi... non abbiamo mai mangiato dolci più buoni di quelli che prepara lui- disse Ciel specchiandosi nel cucchiaino d’argento destinato per i dolci.
-Dolci?- chiese a mezza voce Chlaus, verificando se era esattamente quello che aveva sentito, per poi scoppiare in una fragorosa e grassa risata.
-Ahahahah! Per dei bambini è, senz’ombra di dubbio, una buonissima ragione!
-Non vedo l’ora che arrivi il dessert di questa sera!- esclamò solare Isabel.
Dopo appena dieci minuti, arrivò Sebastian, con il carrellino su cui vi era posato il dessert, un millefoglie all’albicocca e tè verde.
-Perdonate l’attesa. Vi ho portato il dessert.
 
 
ANGOLINO DELL’AUTRICE: Salve bellissimi! Chiedo scusa per il ritardo che ha subito la pubblicazione... come sempre ;P (anche se vi avevo avvisato...) Comunque! Fino a qui, penso conosciate benissimo cosa succede... vi chiedo, però, un’opinione su come ho riportato i fatti in versione ‘gemelliana’ :D
Ciel, nonostante sia il ‘capofamiglia’, ogni tanto, per non dire spesso, viene messo sotto dalla sorella e dalle sue occhiatacce, anche perché le vuole bene. E penso, che nel capitolo, ed anche in quelli precedenti, la cosa sia uscita fuori... ma preparatevi! Nei prossimi capitoli, Isabel, tirerà fuori     il suo lato più ‘tenero’ :3.
Bene! Fatemi sapere che ne pensate! Alla prossima pubblicazione, che spero avvenga il prima possibile -nei miei limiti ;P. baci Kira :*

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