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in un paio di aggiornamenti di questa
fanfiction inserirò una dedica particolare, spero che non me ne
vogliate...se non vi interessano saltatele pure!!
Allora...
La prima fra tutte va alla mia
migliore amica Chiara, che mi sopporta da più di quattro anni; che mi
ascolta sempre, anche quando dico delle enormi sciocchezze; che ha il mio
stesso nome!; che mi tira su di morale quando sono triste; che mi racconta
tutto quello che le viene riferito in merito di pettegolezzi scolastici,
perchè dice che io non mi accorgo mai di nulla; che si offre di
accompagnarmi da qualche parte anche se non le va, perchè tanto lo sa bene
che va a finire che da sola mi perdo; che non si arrabbia anche se le
rompo sempre le scatole; che non mi prende in giro se me ne esco con una
cavolata assurda; che ha il coraggio di dirmi tranquillamente (ma sempre
velatamente,eh!) se i capelli messi in quel modo mi stanno male; che è
l’unica che mi regge quando parto con i discorsi filosofici; che mi fa
ridere per le facce strane che riesce a fare; che si è sorbita la lettura
in anteprima di tutta la fanfic, e mi ha dato utili consigli che in realtà
non ho seguito poi troppo....; che riesce a sopportare il mio lato
bisbetico, e quello antipatico e quello dispettoso e quello lunatico; che
mi dice chiaramente ciò che pensa, anche se non è quello che vorrei
sentire o non c’entra nulla con l’argomento di cui stavamo parlando; che
arriva sempre in ritardo agli appuntamenti, quando sa bene che io sono il
tipo che se non arriva almeno dieci minuti prima si sente male; che mi ha
pazientemente sopportato quando la stressavo con la storia del
Sommo&co.; che è così tranquilla che per litigare con lei devi fare
qualcosa di veramente grave grave grave (tipo attentare alla vita di
Orlando Bloom); che è l’unica che mi aiuta a cercare le cose che perdo in
continuazione.
Che spero saràmia amica per
sempre.
Oh, e che oggi compie 18
anni!
Buon compleanno
tesoro!
Chiara.
1)
Era appena uscito
dalla mensa dopo un poco soddisfacente pasto, quando sentì un rumore di
passi stranamente ritmato avvicinarsi, era come se qualcuno stesse….oh,
no.
“Buongiorno Mello!”
disse la bambina alla quale apparteneva il rumore di poco prima, mentre si
dirigeva dal ragazzo saltellando, con stampato sul viso un sorriso a
trentadue denti.
Mello disperato cercò
riparo dietro una colonna, ma ormai era troppo
tardi.
“Devo allenare i
riflessi” pensò.
“Stai andando a
pranzo?” chiese lei con voce acuta, e prima che l’altro potesse rispondere
che aveva appunto appena finito di mangiare, quella lo prese per un
braccio e lo trascinò nella sala.
A Mello non piaceva
andare a mensa, c’era decisamente troppa gente
e…
“Cavolo”, disse,
improvvisamente distratto dai suoi profondi ragionamenti sul
sovraffollamento dell’istituto, quando vide che Sami, la ragazzina di
prima, si stava dirigendo col suo solito passo zompettante al tavolo dove
era seduto Near.
Già,
Near.
Quel maledettissimo
nano albino che gli voleva soffiare il posto da cervellone della Wammy’s
House….
Vide Sami
sedersi…sperava proprio che non lo chiamass….
“Meeeeeeellooooooooooooo….”.
Una voce lontana gli
fece perdere ogni speranza: Sami, con gesti evidenti gli diceva di andare
a sedersi anche lui lì con loro. Accidenti, non poteva rifiutare,
altrimenti avrebbe perso punti nella sua immaginaria classifica
io-sono-più-figo-di-te-mio-caro-Near. Stancamente si diresse al tavolo
piccolo e tondo dove quei due scocciatori stavano mangiando. O meglio,
dove Near stava giocando (Mello si rese conto allora di non averlo mai
visto nutrirsi…che fosse un robot??), e Sami stava ingurgitando latte.
Guardò il vassoio della ragazza: era colmo di latte, latte, latte in
polvere per dopo, fiocchi di latte, pane al latte, la salsa del maiale al
latte, gelato gusto fior di latte e caramelline morbide…al
latte.
Si può ben capire,
insomma, che mangiasse qualsiasi cibo avesse per ingrediente principale un
alimento nutriente che comincia per l- e finisce per
-atte.
“Uhm…che varietà di
sapori…”, disse ironico, quando Sami gli offrì qualcuno dei suoi
piatti.
Gesto inutile, tanto
Mello aveva sempre appresso grandi scorte di cioccolato (non si sa mai
cosa può succedere). Nel silenzio, interrotto solo da qualche chomp e
glu-glu della ragazza, prese a fissarla.
Gli arrivava quasi ad
una spalla, era poco più bassa di Near, minuta, aveva lunghi capelli neri
ondulati, una carnagione estremamente chiara, labbra rosse carnose e due
occhini a volte azzurri, a volte grigi. Oh, era pure
mancina.
Era una persona
simpatica, peccato parlasse un pochino troppo, e la sua sincerità a volte
fuori luogo era disarmante. L’aveva conosciuta due anni addietro, quando
era arrivata all’orfanotrofio. All’inizio stava sempre sola, si diceva
avesse subito un forte trauma, e non parlava mai (all’epoca!), la vista
vacua persa nel vuoto, come intenta a rincorrere un ricordo
lontano.
I suoi genitori erano
morti per proteggerla in un incidente aereo, lei era stata l’unica a
sopravvivere, gli raccontò più avanti, col suo sorriso falsamente radioso
ed uno sguardo carico di tristezza e lacrime mai
piante.
Fu per caso, poco
dopo il suo arrivo, che si trovò a parlare con lei, tutto grazie al
cioccolato.
Il fatto si svolse
più o meno così, ormai ne è passato di tempo: una delle barrette cadde a
terra e quando imprecando Mello si voltò per raccoglierla una manina, la
sua, gliela stava porgendo. Un gesto naturale, semplice, che lo portò a
sorridere, e così fece anche lei. E si sa, ci vuole poco per fare
amicizia, se si è ben disposti verso l’altro!
Da allora Sami
riacquistò la gioia di vivere e cominciò a seguirlo trotterellando
dovunque il ragazzo andasse. Aveva due anni in meno di lui, e non
conosceva il suo vero nome.
Ridestatosi dai
pensieri, vide Sami chiacchierare allegramente con un silenzioso Near. Più
che altro era un monologo. Ad un tratto il nano albino chiese: “Perché
prendi tutto quel latte?”
“Perché giochi sempre
con i tuoi pupazzi anche se hai un anno in più di me?” rispose guardandolo
intensamente e aggiunse “E poi devo crescere! Sai, servirebbe anche a te
un po’, altrimenti tra qualche mese ti supererò persino in
altezza!”.
E fu Mello a
scoppiare in una fragorosa risata, soffocata subito dallo sguardo di finto
rimprovero di Sami, che disse: “Mello! Pensa per te! Dovresti farti
qualche analisi del sangue, con tutto quel cioccolato chissà a quanto ti
saranno schizzati glicemia colesterolo e
trigliceridi!”
“Guarda che le mie
barrette hanno il 68% di grassi in meno!”
“Ah beh allora….”, e
si mise a ridere.
Sami era speciale,
fungeva un po’ da collante tra Mello e Near.
E stavolta il ragazzo
rimase davvero stupito vedendo quest’ultimo accennare un timido
sorriso.
Immagino che stiate
pensando...ma sinceramente non me ne importa più di tanto, sarò
franca.
Sento davvero il
bisogno di ringraziare quella stupenda donna che mi ha donato la vita, mi
ha cresciuta sacrificandosi in più occasioni, come continua a fare anche
adesso, ma soprattutto che mi ha permesso di diventare ciò che
sono.
Grazie mammy, per
tutte le storie delle tue avventure in Francia che mi facevano sognare, ma
anche per tutti i racconti divertenti o meno sulle cose che ti erano
capitate da giovane e nella vita!
Grazie per avermi
sempre ascoltata, grazie per essere stata l’unica a non prendermi in giro
quando inviai la mia prima letterina d’amore in terza
elementare.
Grazie per essere
sempre stata al mio fianco, dai pomeriggi passati sdraiate sul letto a
vedere MacGuyver alla vacanza estiva al mare quando presi la febbre e tu
passasti una settimana intera a leggermi il libro delle favole de
LaFontaine.
Grazie per non
arrabbiarti mai troppo quando in casa non faccio niente, e anche quando
litighiamo, sempre per cose stupide.
Grazie per avermi
sempre sostenuta, e sempre spronata a dare il meglio e ad andare sempre
avanti a testa alta per affrontare le avversità, e non scappare mai
davanti ad un problema.
Grazie per tutte le
volte che mi dici che mi vuoi bene, e grazie per tutte le volte che mi
sopporti quando io te lo dico in
continuazione.
Grazie perchè mi
porti sempre nel tuo cuore e nei tuoi pensieri, e grazie perchè non credi
mai che le mie idee siano stupide.
Grazie perchè mi
difendi sempre, anche se magari in alcune occasioni ho anche
torto.
Grazie perchè mi
consoli e perchè mi fai ridere, giocando con me come quando ero
bambina.
Grazie perchè con te
posso essere la vera me stessa, posso essere immatura, testarda,
capricciosa, buona, gentile e polemica quanto
voglio.
Grazie perchè anche
se c’è un programma che ti piace alla tv, alla fine vediamo sempre quello
che voglio io!
Grazie perchè sei
dolce, affettuosa, premurosa, terribilmente ansiosa e iperprotettiva,
simpatica, bella anche se non ci credi, intelligente, scorbutica al punto
giusto.
Grazie perchè mi
sopporti, e grazie, infine, per essere la mia
mamma.
In realtà, non potevo
avere fortuna più grande nella vita.
Chiara.
2)
Una timida luce
illuminava da dietro le nuvole il silenzioso paesaggio
inglese.
Erano le sette del
mattino e la vita degli orfani della Wammy House stava per riprendere dopo
il lungo sonno notturno.
Sami, distesa sul
letto disfatto aprì prima l’occhietto sinistro, poi lentamente anche
l’altro e infine sollevò il capo, terminando il risveglio con un sonoro
sbadiglio.
“Scuola….”, pensò
ancora confusa, e si alzò dal letto diretta in
bagno.
Dopo essersi
preparata a puntino, con aria un pochino più illuminata di prima, uscì
dalla stanza per andare a far colazione. Pochi passi ancora e si ricordò
di dover andare a svegliare Mello…si era abituato bene il signorino….ma in
fondo le faceva piacere essere utile!
Destarsi era uno dei
momenti migliori della giornata, perché solo la luce del mattino poteva
strapparla dall’oscurità dei suoi incubi, che la perseguitavano ogni
notte. Tutte le volte, appena chiudeva gli occhi, era di nuovo lì, faceva
freddo, c’era acqua ovunque. Lei cercava di muoversi, di nuotare, e a
fatica si portava davanti una porta. Sapeva che per salvarsi l’unico modo
era aprirla, e tentava, invano. Sempre giungeva alle sue orecchie un suono
spaventoso che proveniva dall’acqua tumultuosa che si era lasciata alla
spalle, e sempre nella sua mente si faceva largo la consapevolezza che non
ce l’avrebbe fatta, che sarebbe morta se qualcuno da fuori non avesse
aperto quella maledetta porta. Però mai nessuno arrivava, e così lei era
costretta ogni notte a rivivere queste orrende sensazioni e a svegliarsi
poi di soprassalto, ed infine a riaddormentarsi per destarsi al
mattino.
Sovrapensiero arrivò
davanti alla camera di Mello e, nascondendo le sue brutte riflessioni in
un angolo piccolo e lontano della sua mente, si preparò a fare uno dei
suoi migliori sorrisi e così bussò due volte.
***
Tonk, tonk. Bussano
alla porta.
“………….!
Noooooooooooooooooooooooooooooooooooo! Ho sonno!!!
Voglio dormire! Ma chi cavolo è??? Nooooo….. Scuola! Devo andare a scuola!
I compiti! Non li ho fatti….noooo devo copiarli da qualcuno…pure
oggi!.....non mi va….che palle….”, pensò tutto insieme Mello, svegliato
bruscamente.
TONK
TONK!
“Ho capito!! Adesso
arrivo, un attimo!” disse, disperato da quel rumore assordante che gli
fracassava i timpani ogni mattina. Si alzò lentamente e aprì la porta
ancora in desabillèe.
“Ma che splendida
visione mattiniera! Mello in pigiamino bianco a pinguini azzurri che
salutano felici! Forza sbrigati a prepararti che è tardi!”, gli parlò la
ragazza davanti a lui.
“Ma chi è questa?”,
pensò, “ah no aspetta…è Sami! Madò quanto so’ rincoglionito la mattina….”,
e invece disse: “Ecco dammi un attimo che sono
pronto”.
Fece uscire la
ragazza dalla stanza, in fondo lui era un uomo e lei una donna e non stava
bene che si cambiasse con lei nello stesso ambiente!, e si
preparò.
Uscendo, la ritrovò
nel punto in cui l’aveva lasciata, ancora
sorridente.
“Preso
tutto?”
Mello si guardò.
Scarpe, calzini, mutande, pantaloncini, maglietta, collan…. DOV’ERA LA
COLLANINA????
Inchiodando fece
immediatamente dietro-front e rientrò di corsa nella sua
stanza.
Eccola! Era sul
comodino accanto al letto, per fortuna!
Teneva molto a quel
monile, era l’unica cosa che faceva sopravvivere in lui quel solo sfocato
ricordo di sua madre. Era un’immagine lontana, un profilo che si
avvicinava, delle dita che lo sfioravano, un bacio sulla fronte, affetto e
calore materno.
Non aveva mai più
provato nella vita emozioni così intense.
Si infilò il filo
d’oro al collo e uscì dalla stanza, per raggiungere Sami che lo aspettava
poco più indietro. Fortuna che c’era lei a ricordargli le
cose!
Insieme si diressero
in sala mensa per ‘colazionare’ (verbo coniato da Sami…a volte si chiedeva
come facesse ad essere la più intelligente tra le ragazze
dell’orfanotrofio, terza dopo lui e Near…), spalancarono le porte
dell’ingresso principale e andarono al corridoio self service. Mello si
accontentò di caffè e brioches, mentre Sami si riempì come al solito il
vassoio di latte e cornettini con la nutella, che Mello fissò
avido….sarebbe riuscito a soffiarle tutto quel
cioccolato!
La ragazza partì
quindi in quarta e, prima che potesse fermarla, era arrivata al tavolino
occultato di Near. Sconsolato e con addosso la sensazione di non decidere
più niente da solo, Mello la raggiunse, sicuro che l’altro non li avrebbe
neanche ascoltati, e fu decisamente colto all’improvviso quando invece lo
vide scansarsi per far loro posto.
Strano.
***
“Ding”. Un suono
sordo ed unico della sveglia bastò a destare Near. Sembrava dormisse con
un occhio aperto e vigile per ogni evenienza!
Il suo primo pensiero
fu semplicemente l’impulso da dare ai muscoli necessario a farlo alzare
dal letto. In pochi minuti fu pronto, così approfittò del tempo in avanzo
per giocare un po’ col suo puzzle preferito, rivolgendo un unico fugace
sguardo al paesaggio, che si intonava bene al suo stato
d’animo.
Silenzio. Costante
silenzio.
A volte pensava che
sarebbe diventato pazzo, tutto era così uguale, ogni giorno, tutto così
immobile.
Ogni mattina, la
stessa stanza, lo stesso letto, lo stesso panorama, lo stesso
puzzle.
Il
silenzio.
Near decise di
alzarsi, sarebbe andato a fare colazione,
adesso.
Solitario si diresse
alla sala mensa, gli altri orfani lo sfioravano senza avvicinarsi troppo,
senza permettersi troppo. Nessuno lo conosceva e nessuno sapeva se la cosa
gli avrebbe fatto piacere o avrebbe scatenato la sua ira, per quanto essa
non si fosse mai palesata.
Aprì le porte
scorrevoli ed entrò nella sala.
Un po’ di pane
bianco, un succo di frutta ed era a posto.
Col vassoio si recò
diretto verso il suo solito posto, un banchetto distante da tutti e da
tutto, ben nascosto dietro una colonna, dove gli era permesso osservare ma
non essere osservato.
Sedutosi, infine,
stava per portarsi il bicchiere alle labbra quando avvertì una presenza,
anzi due, e alzò gli occhi.
Oh no. E ora che
volevano quei due scocciatori?
“Buongiorno! Da oggi
in poi faremo colazione insieme!” . La voce allegra di Sami gli tolse ogni
ragionevole dubbio e fu costretto a spostare un po’ il suo vassoio per
fare posto.
Mello parve sorpreso
dal suo gesto, ma in fondo a Near non andava di litigare ed è per questo
che non si era opposto.
E comunque era un
modo per rompere il silenzio che scandiva i suoi ritmi, era qualcosa di
diverso, ma soprattutto quei due gli coprivano la vista del paesaggio
esterno. Non soffriva quel prato, la rugiada al mattino, la brughiera che
separava la Wammy House dal resto del mondo civilizzato. Prigione. Si
sentiva in prigione, ma al tempo stesso non se ne sarebbe mai andato da
lì, lo sapeva bene. Chissà se i suoi sentimenti sarebbero mai
cambiati.
Elly_Mello: Ciao! Grazie per la tua recensione!
Tadam! Scusami se non ho aggiornato prima, ma il mio computer è andato in
panne per un po'... ç_ç ... XD Sono davvero felicissima che la
fanfiction ti piaccia, e spero che anche questo capitolo ti farà lo stesso
effetto! Fammi sapere...un bacio! Akki
Miellita: Ziettaaaa! Uhuhuh ora posso
chiamarti così...sei maggioraaaaa!! Continua a recensire...o la tua vita
sarà in pericolo ihihih... ti voglio bene tesorooooo!! (oh ma che fantasia
‘sto nick, eh...) bacibaci dalla tua Akki
Elly_Mello:
Ciaoooooo!
Certo che sei puntualissima nel recensire!! (e per fortuna perchè a quanto
pare sei l'unica che lo fa in generale...uhuhuh ma meglio pochi e buoni
commenti, che una marea di critiche!) . Sono estremamente contenta che la
storia ti piaccia! Ho postato tardiquesto capitolo perchè ‘sto maledetto pagebreeze mi dà un sacco di
problemi!!!...te lo dico così non mi darai per dispersa! Ma dimmi,
dimmi...chi è il tuo personaggio preferito? Sono curiosissima di saperlo!!
Fammi sapere! Un bacio, Akki.
Ringrazio
anche
tutti quelli che leggono e non commentano, anche se mi farebbe davvero
piacere sapere anche qual è il vostro character preferito nella mia
ff....aspetto speranzosa!
Vi
avverto che dal primo settembre ho intenzione di aggiornare
orientativamente una volta ogni 15 giorni, così voi non aspetterete troppo
e io avrò delle scadenze fisse...
ps.
fatemi sapere poi se preferite lo Spazio Autrice all'inizio o alla
fine..sembra una sciocchezza, ma magari a qualcuno può dare fastidio non
leggere direttamente il capitolo...
Un
bacio dalla vostra
Akki
3)
Prima ora: Biologia
Umana (III^ livello)
Sami si diresse
svogliatamente come ogni lunedì nell’aula al primo piano, per seguire la
lezione.
La materia le
interessava, certo, ma il problema riguardava i compagni di classe. Non
conosceva nessuno più di tanto, ed erano tutti molto seri (mai che
l’avesse visti sorridere), ma soprattutto erano parecchio più grandi,
almeno di due o tre anni, che non valevano come i due anni in più che
aveva nei suoi confronti Mello, decisamente no, lui era a volte più
bambino di lei stessa!
All’epoca delle
scelte dei corsi Roger le aveva detto di pensarci bene, le aveva
prospettato esattamente quello che stava vivendo in questo momento. In
fondo però non le importava troppo: era solo un’ora, non si sarebbe di
certo lasciata scoraggiare da così poco!
Entrò quindi nella
stanza e si sedette al secondo banco vicino al muro, lì non faceva troppo
freddo, come invece dalla parte della finestra, e dopotutto non era così
secchiona da sedersi al primo banco.
Cominciò tranquilla
la lezione, la professoressa dalla pronuncia sibilante fece qualche
domanda qua e là e poi cominciò a spiegare un po’ di anatomia umana e un
po’ di genetica.
A volte quella donna
confondeva i suoi studenti, spaesati dai continui cambiamenti di soggetti,
ma mai Sami, che seguiva facilmente il discorso dal principio alla
fine.
Forse era per questo
che non le parlavano mai, o forse perché si dicevano non aver nulla in
comune con una tredicenne.
Probabilmente si
dimenticavano che non così tanto tempo prima lo erano stati anche
loro.
Al suono della
campanella ognuno si alzò compostamente e si recò nel corridoio, avevano
circa sei o sette minuti per raggiungere l’aula dove si sarebbe svolta la
seconda ora di lezione, quindi se la presero tutti abbastanza
comoda.
***
Prima ora: Musica
(livello infimo)
Mello aveva cercato
in ogni modo di saltare quella maledetta lezione, purtroppo era stato
beccato da Roger mentre scavalcava il cancelletto del giardino, quindi era
stato costretto a inventarsi non so che scusa, dicendo prima che era
convinto di aver visto atterrare un ufo e di star andando ad avere il
primo contatto con la razza aliena e che l’anziano signore stava
ostacolando un’ambasciata pacifica, poi, visto che non attaccava (chissà
perché…), sconsolato tornò indietro verso l’ingresso ai corridoi e si
diresse in classe. Fu fatto sedere al primo banco della fila centrale,
appiccicato alla cattedra, in pratica in braccio al professore.
Diavolo. Oggi era
giorno di interrogazione. Di musica.
Interrogazione di
MUSICA! ….disumano….
Aveva avuto tre
settimane per prepararsi.
Ovviamente fu il
primo ad essere chiamato, così si alzò depresso, avvicinò il flauto
legnoso alle labbra e… “fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii”…..insomma, stonò
anche l’impossibile, così si sedette pieno di vergogna e con una bella
insufficienza sul registro.
Maledizione.
Ma chi l’aveva
convinto a scegliere quella odiosa ed inutile
materia??
Come era potuto
accadere??
Ah, sì, aspetta…era
l’unico corso che il nano albino non aveva scelto, quindi lui per ripicca
ci si era iscritto, perché LUI mica aveva paura di fallire,
tzè!
In realtà solo dopo
aveva scoperto che Near aveva ormai seguito tutti i livelli di corso
possibili di Musica, e suonava correttamente pianoforte, violino e
triangolo.
Povero Mello…alla
recita di metà anno lui era finito a presentare soltanto i musicisti, non
gli avevano permesso neanche di strimpellare il mandolino o sbattere i
piatti. “Non hai ritmo nel sangue” gli diceva il professore tentando di
consolarlo, evitando di dirgli che era l’antitesi vivente della
musica.
Finita l’ora (che era
a lui era sembrata lunghissima), il ragazzo stava per uscire quando fu
bloccato dall’insegnante: per punizione per il ritardo si sarebbe dovuto
fermare per il tempo per cui era stato assente. Altri dieci minuti di
sofferenza.
E fu così che i
ragazzi, circa un quarto d’ora dopo, videro una scheggia correre per il
corridoio del terzo piano: Mello era in ritardo per la sua lezione
preferita! Accidenti!
***
Prima ora: Statistica
avanzata (IV^ e ultimo livello)
Near, dopo una
colazione diversa dal solito, in compagnia, si era recato con calma in
classe, ed aveva preso posto per terra, come suo solito, ormai questo
atteggiamento non stupiva più nessuno.
E comunque a nessuno
importava più di tanto di lui.
Quando tutti furono
entrati in aula, le porte vennero chiuse e cominciò un test a
sorpresa.
Venti minuti dopo
Near consegnò, sicuro dell’ennesimo 100/100.
Chiese all’insegnante
di poter uscire, se l’intera lezione consisteva
nell’esame.
Dopo l’assenso del
professore, si alzò e, gettando un’ultima occhiata ai suoi compagni tutti
mezzi sudati che scrivevano come dei forsennati,
uscì.
Per il corridoio vide
Mello entrare accompagnato da Roger nell’aula
12.
Chissà che aveva
combinato quel cretino.
Si trovò così quasi
per caso a vagare per l’istituto pensando al rivale e alla sua amica,
quella ragazzina sempre allegra che da un po’ lo ossessionava. Che aveva
intenzione di fare?
Diventare sua
confidente? Era di certo pazza, lui non l’avrebbe permesso a nessuno.
Anche perché di amico non ne aveva mai avuto uno e non avrebbe saputo come
comportarsi. In effetti non era sicuro neanche di star adottando la
tecnica adatta a farla desistere dalle sue intenzioni. Pensava che se le
avesse mostrato che non era di compagnia alcuna lei si sarebbe
stancata.
Invece tornava
sempre. E con Mello, per giunta!
Near decise di
indagare, tanto si sarebbero incontrati tutti e tre nella prossima ora e
allora avrebbe potuto condurre le sue ricerche. Chi era davvero Sami? E
perché Mello le rimaneva vicino nonostante lei lo infastidisse a volte non
poco?
Il suono aspro e
prolungato della campanella lo fece quasi sobbalzare, così si diresse in
classe.
Finalmente
ecco postato il quarto capitolo... a quanto pare la storia piace, e sono
davvero soddisfatta di ciò!XD
Tra
qualche capitolo si useranno dei toni più drammatici (per modo di dire!),
ma in fondo la vita è così, quando meno te lo
aspetti...
XD
Ma
passiamo alle recensioni! Sono molto contenta che all’instancabile Elly_Mello, si sia aggiunta
anche
fleurs_du_mal...benvenuta!
Dunque:
Elly_Mello:
ciaooooo! Eccoti qui,
puntuale come sempre...se continui così fino alla fine della ff sarò
costretta a costruirti una medaglia! ...comincia a scegliere i metallo
prezioso... XD XD XD Allora il tuo personaggio preferito è Mello...in
effetti si sarebbe anche potuto intuire dal nick... XD Sono contenta ti
piaccia il caro mellino...anche se è una frana col flauto! Ecco...l'unica
cosa diversa tra me e lui è che io suono decentemente, eheheh! Ci sentiamo
prestissimo! Un bacio!
fleurs_du_mal: ciao!! Come ho detto prima, benvenuta! In effetti
povero Mello, è proprio scemo, ma vi avevo avvertite...e costruito quasi a
mia immagine e somiglianza!! XD XD XDSami invece ha una pazienza
infinita...che verrà messa a dura prova! ihihih! Comunque adoro il tuo
nick! Anche tu fan del grande Charles? Aspetto i tuoi commenti sul
prossimo capitolo! Un bacio!
Vi
lasciò così alla quarta parte di questa storia...grazie ancora a chi ha
letto, a chi ha recensito e...beh, spero di poter ringraziare in futuro
più gente che mi invia i
suoi commenti!
Un
bacio dalla vostra
Akki
4)
Aula numero
28.
Sami era appena
arrivata ed entrando vide che la stanza era vuota, fatta eccezione per un
ragazzino vestito di bianco.
A volte Near le
ricordava un bicchiere di latte.
“Ciao! Sei già qui!
Un fulmine…”
“In realtà ho
terminato in anticipo la prima ora”
“Ah beh, beato te
allora! Che materia avevi?”
“Statistica.”
“Wow! Volevo seguire
anche io quel corso, però con la matematica ho qualche problemino….”,
disse Sami con voce sconsolata, per poi aggiungere con la consueta
allegria, “quindi ho preferito le materie umano-biologiche! Adoro le
malattie! Magari da grande scoprirò qualche vaccino
importante!”
“Oppure diventerai
una killer esperta in armi batteriologice”, le rispose Near.
“Oh beh, allora il
primo che verrò a cercare sarai tu…”
“Sicura di poter
riuscire a trovarmi?”
I due si guardarono
con sguardo di scherzosa sfida e si
sorrisero.
Per un attimo il
tempo parve fermarsi, lei concentrata sul volto di lui, ed il ragazzo
perso negl’occhi di lei. C’era qualcosa di diverso dal solito, una strana
sensazione in entrambi, emozioni simili stavano affiorando, un leggero
movimento di Near verso Sami…quando tutto fu interrotto dall’arrivo di
Mello tutto sudato per la corsa.
I due scattarono
all’indietro e il nuovo venuto parve dubbioso dall’espressione spaventata
dei suoi compagni.
“Anf anf…Che è
successo? Anf..anf” chiese preoccupato
“Niente! Ti pare? Che
vuoi che sia successo?? È che mi hai fatto prendere un infarto! Sei
entrato come una furia, senza neppure bussare!” rispose in fretta
Sami.
“In effetti sei
parecchio inquietante, Mello, hai una faccia sconvolta” aggiunse
Near
“….per non parlare
dei capelli, sembri..”
“Ok ok ho capito, non
c’è bisogno di insultare la gente! Comunque è tutta colpa di quel pazzo di
Roger se ho fatto tardi! Pensate che mi ha fatto recuperare dieci minuti
di lezione che avevo perso perché stavo cercando gli appunti e…”, fu
interrotto da Near che gli disse:
“Sì, come no, gli
appunti…Mello se non sbaglio oggi è lunedì, quindi avevi lezione di
musica”
“No ti prego non
dirmi che Roger ti ha beccato mentre stavi facendo sega perché questa non
te la perdono! Quante volte ti ho spiegato che se vuoi diplomarti
decentemente non devi saltare lezioni??? E poi Musica l’hai pure scelta
tu!?” lo riprese Sami, scandalizzata.
Mello, alteratosi
perché preso in contropiede dalle sgridate degli amici rispose: “Ma che
volete tutti e due?? E poi Sami non sei mica mia madre, io faccio quello
che voglio, semmai sei tu che devi rispettarmi, ricordati che sono più
grande e…” stava per finire la frase quando si rese conto che c’era
qualcosa che non tornava.
“Un attimo. Voi due
non me la raccontate giusta. Mi state nascondendo qualcosa? E poi perché
TU conosci i miei orari??” disse rivolto a
Near.
“Perché è leggendaria
nell’orfanotrofio la tua disabilità nel suonare qualsiasi tipo di
strumento, persino fischiettare ti è difficile..” stava rispondendo
l’albino quando Mello lo prese per il colletto e tirandolo a sé con
violenza, mentre Sami cercava di dividerli, e cominciò :”Senti brutto nano
rompiscatole che non sei altro…” e sarebbe andato avanti se non avesse
sentito dei rumorosi singhiozzi provenire dalle sue
spalle.
La ragazza era in
lacrime.
Per la prima volta
nella storia della loro amicizia la vedeva
piangere.
Lei che aveva sempre
pronto un sorriso per tutti, anche per chi le faceva del male, ora era
disperata.
Ma soprattutto era la
consapevolezza di essere lui l’artefice di quel dolore, che convinse Mello
a lasciare Near, che dal canto suo era parimenti sconvolto dalla scena, e
ad andare da lei per consolarla.
E ovviamente fu
proprio in quel momento che entrò Roger, il professore di quell’ora, e
vide il panico nell’aula.
Ma che diamine era
successo??
In fretta i ragazzi
presero posto nei tre banchi della classe (erano gli unici a seguire quel
corso, che in realtà era stato creato appositamente per loro), e Roger
rimase un pochino interdetto dal tutto, finchè Sami, tornata al suo solito
buonumore per non destare sospetti gli spiegò che in realtà stavano
provando una scena del loro segretissimo lavoro teatrale, che avevano
intenzione di mettere in scena a fine anno, approfittando del suo
ritardo.
Leggermente più
tranquillo, l’anziano decise di cominciare la lezione e si diresse alla
lavagna.
Eccomi
qui! Posto presto perchè in effetti il capitolo quattro era un po’
corto...così faccio contenti i miei lovely
recensori!!
E...Mon
dieu! Tutte queste recensioni in una volta sola!
Gente,
così mi farete venire un infarto!!!
Allora
vediamo di rispondere a tutti...uhuhuh sono very
happy!
OnlyAShadow:Ciao!
Ecco qui che ho aggiornato presto...sono contentissima che ti piaccia
Sami...sì in effetti è la più normale lì dentro (se di gente normale si
può parlare...eheheh!)...allora aspetto tuoi commenti anche per questo
chappy! Un bacio!
Enne01:Ciao!
Eh già, povero Near, vediamo un po' a cosa porteranno tutte le sue
pipp...ehm, ecco, i suoi NOBILI ragionamenti...aspetto commenti!
Kiss!!
fleurs_du_mal:Ehi!
Due gemelle! Ma è fantasticissimo...vorrei essere al tuo posto!! Io ho un
fratello parecchio più grande, quindi non capisce niente di quello che gli
dico... XD XD XD Per il pianto di Sami...beh, prendila più per una crisi
isterica (dell'autrice in quel momento...uhuhuh!), diciamo che erano
troppe informazioni non catalogabili tutte insieme. Al prossimo
round...cioè...capitolo! Baci!!!
Elly_Mello:Anche
io ho visto 'Io sono leggenda'...oddio, adoro Will Smith, ma in quel film
fa paura! E poi esplode! (ok, ora tutti quelli a cui ho spoilerato la fine
staranno cercando di rintracciarmi per uccidermi...perdonoooooo!) Ti
piacciono i toni drammatici...beh allora mettiti comodo sorella, che si
parteeeeeee!!! Aggiornerai sempre questa storia?? ç__ç grazieee!!! Allora
vada per la statua di platino... XD
Lav_92:Benvenuta!
Spero che ti piaccia anche questo aggiornamento! Fammi
sapere!
inthemirror:
Ciao!
Abbi pazienza, per i toni pesanti c'è sempre tempo... XD Per la tensione
'sessuale', beh, hai notato che il raiting non è proprio porpora quindi SE
accadrà qualcosa verrà giusto accennata...e poi sono anche un po’ troppo
giovani per pensare a cose ‘spinte’, non trovi? Per quanto riguarda il
caso specifico di Near e Sami, non so quanti anni tu abbia, ma capita che
a volte tra due persone che si frequentano spesso ci sia un istante, anche
un solo unico fugace attimo, di attrazione. In fondo siamo animali, seppur
con orologi e pantaloni! Questo per farti capire che non per forza ci deve
essere chissà quale tensione sessuale di sfondo per un momento del
genere... XD Aspetto altre tue
recensioni!
E
ora godetevi la
Storia....il
prossimo post avrà l’ultima delle famose dediche che vi avevo anticipato
all’inizio, per omaggiare chi ha fatto sì che tutto fosse
possibile!
Un
bacio dalla vostra
Akki
5)
Seconda ora:
CRIMINOLOGIA AVANZATA APPLICATA (C.A.A.)
“Bene ragazzi,
cominciamo la lezione”, disse Roger, “come sapete la
CIA sta lavorando ad
un caso molto complicato che riguarda una grossa sparizione di denaro
legato alla malavita americana. Questi sono i dati raccolti finora.” ,e
consegnò a tutti un paio di fogli protocollo.
“Vi do mezzora per
analizzarli, poi voglio sentire come vi muovereste se conduceste voi
l’indagine. Mi raccomando, silenzio e
concentrazione”.
Sami cominciò a
leggere i documenti.
Allora, a quanto
pare, circa centomila dollari che l’anticrimine aveva requisito in una
retata ad una banda di noti malviventi erano stati rubati da un trasporto
organizzato super segreto.
Prove materiali, come
impronte o dna, non erano state rilevate.
Da quanto raccontato
dall’incaricato alla guida del trasporto, tutto era successo molto
velocemente, un’auto non sospetta aveva sterzato ed inchiodato davanti al
furgone, andandosi a collocare in posizione perpendicolare rispetto
quest’ultimo. Tre uomini coperti da maschere erano scesi dalla vettura
armati di mitra di ampia portata ed avevano minacciato il conducente e
l’agente che lo accompagnava di ucciderli se non gli avessero consegnato
il denaro e la combinazione della cassaforte che lo
conteneva.
La situazione era
abbastanza semplice da analizzare, infatti dopo neanche dieci minuti i
ragazzi erano pronti a porre all’ insegnante le loro domande, come erano
soliti fare. In seguito avrebbero stabilito la linea guida migliore da
seguire per risolvere il caso.
Mello:”Chi
all’interno della polizia era a conoscenza dei dettagli del
trasporto?”
Near:”A chi poteva
servire una cifra tanto ingente? Si dovrebbero controllare le entrate
economiche di tutti i partecipanti, anche marginali, all’indagine, perché
è ingenuo pensare che chi ha aiutato dall’interno non abbia quantomeno
preteso una percentuale sul colpo”
Sami:”Bisogna
riesaminare attentamente le armi usate dagli assaltatori, e le modalità
della rapina, per vedere se si può seriamente ricollegare il fatto alla
banda a cui il denaro era stato sottratto o ad una qualsiasi altra losca
associazione che voleva approfittare della situazione.
Giusto?”
Roger guardò
soddisfatto i suoi allievi.
“Esatto”, disse,
“dunque la conclusione…Mello?”
“Io controllerei
tutte le persone collegate all’indagine, sia quella in corso sia quella
precedente, e sottoporrei ad un nuovo interrogatorio quelli che hanno
visto i tre criminali, in cerca di descrizioni fisiche o di abitudini più
dettagliate.”, rispose, mentre Sami annuiva decisa e Near accennava un
leggero gesto con la testa.
“Eccellente ragazzi,
come sempre. Bene, potete anche andare se volete, usate questi dieci
minuti che vi avanzano per riposare le vostre menti affaticate e
dimenticare questi dati top-secret che vi ho mostrato oggi, mentre chiamo
il capo della CIA per aggiornarlo. Grazie, potete andare, a
domani.”.
E così i tre furono
congedati.
Era stato piuttosto
facile oggi.
All’uscita dell’aula
la situazione si fece un po’ imbarazzante per l’aria sostenuta che si
percepiva, e Sami, che non aveva assolutamente intenzione di riprendere da
dove Roger li aveva interrotti, prese sottobraccio Mello e salutò Near,
dandogli appuntamento per il pranzo.
“Su Mello che
facciamo tardi per la lezione di linguee sono sicura che non hai fatto
neanche un esercizio! Fortuna che ci sono io che ti faccio copiare…cambia
le parole però, perché se ci beccano è la fine visto che poi i controlli
si faranno serrati, hai visto che è successo a Natsumi quando l’hanno
scoperta….” , e con queste parole Near sentì Sami allontanarsi per il
corridoio.
Avrebbe dovuto
ragionare su quello che era successo, si disse, mentre si dirigeva in
biblioteca per la sua ora di filosofia, dove si sarebbero dedicati tutti
all’interessante lettura del ‘Fedro’ di
Platone.
Primi
fra tutti voi lettori
e recensori (a quanto pare il termine difetta del
femminile...uffa!)!
Grazie
della fiducia che mi state accordando, cercherò di non deludervi anche in
futuro!!
Poi
vorrei ringraziare:
-mio fratello, che nonostante anni e anni di
litigate mi vuole tanto tanto bene lo
stesso!!;
-la prima
persona, di cui ho un’immagine vaga nella memoria, che mi ha messo i
pattini da ghiaccio ai piedi, e mi ha così permesso di essere felice (e
anche mia madre che spende circa 2000euro l'anno per farmelo
fare!!);
-Tsugumi
Ohba e Takeshi Obata, perchè senza di loro non sarebbe esistita nessuna ff
su death note, dato che nessuno avrebbe mai scritto death note! (con Obata
vale anche per Hikaru no go);
-le mie compagne di
pattinaggio(Camilla,Giorgia
G.,Valeria,Michela,Francesca,Manuela,Silvia; e anche Sara,Nathascia,Miriam,Giorgia e
Eleonora, che nonostante abbiano lasciato sono sempre nei nostri
pensieri!) che si allenano tutti i giorni con fatica e TANTO senso del
dovere, ma sempre con un sorriso sulle
labbra;
-la mia
attuale professoressa di greco, che, dopo una bruttissima esperienza con
la prof che poi è andata in pensione, mi ha ridato la voglia di studiare
con piacere;
-i
miei amici un po’ pazzi (Andrea detto il Pantu –non picchiarmi per
questooooo-, Viviana che è una
sfegatata fan di Lady Oscar, Johnny Depp e dei Queen, Ilaria che mi ha prestato la
serie completa di Gals, Saretta che ha in classe il sommo
junior, Alice che si è fissata
con l’introverso nonché fidanzatissimo Pierandrea, Alessia che mi ha insegnato a
salutare con la mano come fanno le principesse, Mara e Beatrice che hanno fatto una
torta con Elle e Light, Mielle
e L3v1stus che sono con me
gli unici componenti del Socrub
(sigh), i miei compagni di
classe che per me sono una seconda famiglia (anche se sono 15 e un po’
si odiano...):
-il mio prof di filosofia e storia
del primo liceo, che con le sue lezioni divertentissime ha allietato la
classe per un intero anno, e al quale consegno ufficialmente il premio di
Professore
Preferito in tutta la mia carriera scolastica! (anche se magari non
gliene importa tanto o forse non lo saprà
mai...);
-tutto il forum “death note zone” di cui
faccio parte (sono misa90, se vi può
interessare);
-la mia
anima gemella (ehi tu, dovunque tu sia sappi che ti
cerco!);
-Andreas, Theresa e Marco (hockeyisti convinti) che
quest’estate hanno allietato notevolmente la mia vacanza! (mi dispiace
ragazzi ma resto dell’idea che l’artistico sia
meglio..);
-Gary Heenan che indirettamente mi ha fatto
capire un sacco di regole ignote dell’hockey e apprezzare questo sport che
da noi a Roma è decisamente bistrattato...;
-tutti gli austriaci, perchè ogni volta mi fanno
sentire come se fossi a casa mia nonostante io spiccichi tre parole in
croce di tedesco :sigh:;
-Mao Asada, Yu-Na Kim, Miki Ando, Daisuke Takahashi e Evgeni Plushenko, che ringrazio
più che altro di esistere, perchè senza di loro il pattinaggio sarebbe
nulla;
-.....bah, non mi viene più nulla in
mente....facciamo così: ringrazio tutti quelli che non ho citato ma
che avrei dovuto citare, perdonate la mia scarsa
memoria!!
6)
Era passata circa
un’ora e mezza, quando i tre si ritrovarono in Sala
Mensa.
Seduti tutti allo
stesso tavolino, dietro forte insistenza della ragazza, il silenzio pesava
su di loro come un macigno di cento chili.
Come al solito Sami,
tentando di recuperare la situazione, cominciò a parlare a
raffica:
“Nooo! Near che ti
devo raccontare, non puoi capire che è successo durante la lezione di
lingue!!!!”
“Ovvio che non lo
possa capire se non me lo racconti” , rispose quello, fintamente
concentrato sul suo piatto.
“Hai ragione!”,
riprese lei, “comunque c’è stato il P-A-N-I-C-O!!!” scandendo bene
l’ultima parola.
“Come sei esagerata!”
, intervenne Mello che era stato ad ascoltare poco partecipe fino ad
allora, “non è stato niente di che. Non ho visto botte né versamenti di
sangue. A volte succede di peggio!”
“Guarda che non
funziona così: non è che se non ci sono ‘feriti’ allora non è capitato
nulla! Che mente traviata che hai! Comunque lascia a Near l’opportunità di
giudicare come meglio crede!” concluse lei rivolta a Mello, e così si girò
verso l’altro ragazzo e disse, abbassando il tono di voce come se stesse
per rivelargli chissà quale segreto
sconvolgente:
“Ora ti dico…in
pratica, la lezione era cominciata da poco quando ad un certo punto un
ragazzo, un nuovo arrivato, mi pare si chiami Matt o qualcosa del genere,
si è di colpo alzato in piedi, si è diretto verso la lavagna, l’ha fissata
e poi…”
Pausa ad
effetto.
“…è caduto a terra e
ha cominciato ad urlare e contorcersi tutto! Alla professoressa è venuto
un colpo! Mello si è subito precipitato a vedere come stesse, e io l’ho
seguito. Fortunatamente dopo poco ha smesso di tremare. Diceva di non
ricordare nulla, ed era un sacco agitato, quando è arrivato l’infermiere
che l’ha portato al campo medico. Poverino, che cosa triste, era la sua
prima lezione qui all’orfanotrofio, e ora quando uscirà dall’infermeria,
penso che nessuno gli si avvicinerà. Almeno credo che questa sarà la
reazione di tutti, conoscendo la mentalità dei
più…”.
Aggiunse un sospiro
prima di terminare.
“…comunque io e Mello
siamo stati esentati dalle materie di domani per ‘comportamento eroico
’!”
“Anche se io penso
che vogliano solo tenerci lontani dagli altri ragazzi, tipo in
isolamento...chissà che malattia ha quello!” disse
Mello.
Dopo un paio di
minuti di silenzio, Near si sentì in dovere di dire anche lui qualcosa,
mosso più che altro dallo sguardo impaziente della
ragazza.
“Ah.”
“Nient’altro? Sai
dire solo ‘ah’?? Dopo tutto quello che ti abbiamo raccontato, neanche un
‘bravi’ o una parola buona per Matt?” , Sami lo squadrò per bene, “sai che
ti dico allora? Sei solo un essere senza cuore. Basta ora mi hai stufata!
Io ci sto provando, sul serio, ci sto provando a coinvolgerti in una vita
quantomeno normale, ma tutte le volte ti comporti in questo modo! È
finita, Near, tornatene ai tuoi giochetti stupidi!”, e detto questo si
alzò strusciando rumorosamente la sedia e se ne
andò.
I due ragazzi
rimasero un po’ straniti dalla sfuriata della loro amica, non era suo
carattere uscirsene con certi toni in certi luoghi e a proposito di certe
cose!
Mello esitò un
secondo e poi seguì la ragazza, accelerando il passo quasi correndo per
raggiungerla in corridoio.
Near rimase al suo
tavolo. Cosa era successo? Perché si sentiva come se la sua anima fosse
stata scalfita, come se fosse stato appena colpito da una sassata in pieno
petto o fronte?
Solo, in silenzio,
avrebbe rimurginato fino a notte tarda sugli avvenimenti di quella
giornata.
***
Sami si sentiva a dir
poco infuriata.
E non sapeva il
perché.
Non si era mai arresa
così, certo si rendeva conto che trasformare Near da lupo solitario ad
amicone in due settimane era impossibile, ma in quel momento lei non
ragionava.
Lui non si era mai
neanche sforzato di aprire un po’ il suo cuore, mentre lei aveva donato
l’anima per la causa!
E poi, quella strana
sensazione nel suo petto, quando lui la ignorava o la scherniva con parole
irridenti, l’aveva logorata.
Accidenti! Ma perché,
PERCHÉ??, si era messa in testa di doverlo aiutare a tutti i
costi??
Ma ora basta, era
davvero stanca.
E poi oggi era un
giorno particolare. Già, le era sfuggito di mente fino a quel
momento.
L’anniversario della
morte dei genitori. Come poteva aver dimenticato una data del
genere??
Così, come se tutto
non bastasse, oltre alla litigata, alla sfuriata e a quei maledetti
incubi, si aggiunse anche questo fatto, e ciò fece definitivamente
capitolare Sami, che proruppe in un pianto liberatorio, andandosi a
nascondere nel bagno femminile del piano.
***
Mello non sapeva
sinceramente che fare. Non si spiegava l’atteggiamento
dell’amica.
Cercando di
raggiungerla, la vide svoltare l’angolo diretta al bagno delle ragazze.
Stava piangendo.
Era la seconda volta
oggi, evidentemente aveva i nervi scossi da qualcosa, cambiava troppo
rapidamente umore.
Il ragazzo si
riscosse dai suoi pensieri. Sami era sua amica, nel bene e nel male, e non
un caso di quelli propinatigli da Roger da
analizzare.
Si fece coraggio e,
avendo controllato che non ci fossero testimoni (chissà se no che
avrebbero potuto pensare!!), entrò nel bagno. Fortunatamente era vuoto,
eccezion fatta per la sagoma esile di una bambina seduta in un angolino,
che tremando singhiozzava.
Mello le si avvicinò
e, senza dire nulla l’abbracciò.
Rimasero così fino a
che Sami non si fu calmata, e poi la sollevò e rimettendola in piedi la
portò nella sua camera.
Ora sarebbe arrivato
il momento delle parole e delle spiegazioni, ma non voleva forzarla a
parlare.
Arrivati a
destinazione, cogliendolo di sorpresa per il prolungato silenzio, la
ragazza decise che era il momento e così prese a raccontare la sua triste
storia a Mello.
Spazio
Autrice:
Eccomi
qui...ho spostato lo Spazio Autrice, e di conseguenza tutte le risposte ai
vostri commenti, alla fine del capitolo, perchè come già annunciato ci
tenevo tanto ad inserire quest’ultima dedica! Scusate il ritardo, ma
per la dedica mi ci è più voluto del dovuto...
XD
Ed
ora una richiesta che mi parte dal cuore...per favore, evitate di dirmi
che i capitoli sono corti, perchè è principalmente inutile, vista la
frequenza con cui posto solitamente (cioè almeno una volta a settimana!),
non credete? E di meglio non potrei neanche fare, vista la scuola e gli
allenamenti! Grazie, so che capirete...in fondo io ho le commentatrici
migliori di EFP (ma non lo dite in giro... XD)!
Spero
che la piega che sta prendendo la storia vi piaccia,
un
bacio dalla vostra
Akki
OnlyAShadow:
Sono contenta ti sia piaciuto anche il quinto capitolo!! Hai visto, ho
postato presto! (anche perchè il chappy di prima era un po’ corto... XD XD
XD)...fammi sapere che ne pensi! Baci!!
Elly_Mello: i
toni drammatici arriveranno amica mia, tranquilla!! XD XD Purtroppo per
te, le lezioni di scuola sono finite...anche se volendo sarei potuta
andare avanti all’infinito!!! Già mi pregustavo un Mello alle prese col
greco antico... XD XD
Bacini
bacini!
Enne01:
in effetti le reazioni di Near non sono mai troppo evidenti...a meno che
non sia felice o non ti stia prendendo per i fondelli...hai notato che
faccia gli disegnano in quei momenti?? XD
Fleurs_du_mal:
scusami
per il capitolo corto...in realtà ho la storia scritta fino al tredicesimo
capitolo, il problema è che ho fatto delle divisioni un po’ a
cavolo...perdonatemi!!! Sono proprio felice che la fic ti piaccia!!
Baci!!
Inthemirror:
ciao! Tesoro, non te la devi prendere per quello che ti ho detto, avevo
perfettamente capito quello che volessi intendere, ma quello che ho
scritto era per far capire a te (e ovviamente anche alle altre) il mio
punto di vista sulla faccenda...non so se mi sono spiegata...^^’’ Venendo
al capitolo...beh, devi far presente che non sono dodicenni normali (e tra
parentesi lì dentro solo Sami ne ha 12 –anzi quasi tredici-, mentre Near
ha un anno in più, e Mello addirittura due! –anche se è così scemo che non
si nota....-), ma dei genietti...e ci sono bambini che, nella realtà,
magari a quell’età sono già all’università (beati loroooo ç____ç ), quindi
non si può mai dire. E poi questa è una ff... XD Spero ti piaccia questo
capitolo, ma soprattutto che tu non sia arrabbiata con me!
Ciaoooo!!
Juu_Nana:
uhuhuh una nuova commentatrice!!! Benvenuta! E in effetti non è una fic
yaoi...beh, diciamo pure che non è che sia proprio sfavorevole allo yaoi,
è solo che non credo di essere in grado di scriverne, non sono così
brava...^^’’ Sono felicissima tu non ti sia pentita di aver scelto di
leggere la mia piccola operetta (sigh, sta già diventando come una figlia
per me... :D), e per quanto riguarda il Mello irascibile e
isterico...ehm...diciamo che è un tipo che si fa prendere parecchio dalle
cose...!! XD XD Fammi sapere che pensi dell’aggiornamento!
Bacionissimi!
Lasciatevelo
dire, l’ultimo anno di scuola è davvero troppo stressante!!! ..fortuna che
ci siete voi…
Elly_Mello:
Tesoroooo!! Ma siamo nate lo stesso giorno??? _io un anno dopo_ , e porti
anche il nome che mia madre mi avrebbe voluto dare!!! @____@
pazzesco…
Comunque…posso
aderire al T.P.C.P.M.?? ç__________ç è fantasticoooo!!
Bacionissimi!!
Umpa_lumpa:
mon dieu il tuo nick è stupendo… :love:…chissà perché non sei la prima a
dirmi che la mia ff all’inizio sembrava un po’ scialba… ç_ç sigh…e va beh,
però questo vuol dire che sono migliorata, quindi sono contenta!! XD XD
XD
Enne01:
ciaoooo!! Eh sì che ammmore Nearino… ma hai letto l’ultimo numero?? Hai
visto quant’è puccio????? ^ç^E il povero matt?? Oddio appare per tipo 10 vignette su tre
numeri!! Tesoroooooooooo ç________ç!!! …XD XD
baci!...
OnlyAShadow:
se ti è piaciuto il chappy precedente allora credo proprio che anche
questo non ti schiferà…anche se è un po' più triste... XD fammi
sapere!!! Baciiiiiii
Bye
Bye dalla vostra
Akki
7)
Ormai erano amici da
più di due anni, si sarebbe potuta fidare, pensò Sami, lui non l’avrebbe
derisa o compatita, ma semplicemente compresa. Era la cosa più simile ad
una famiglia che avesse, DOVEVA essere sincera con lui. Così si decise e
cominciò:
“Mello, io ti devo
raccontare la verità. Promettimi che non parlerai fino a che non avrò
finito.”
Incoraggiata da uno
sguardo d’assenso del ragazzo, continuò.
Ci volle più di
mezzora per dire tutto, e dopo lei si sentì decisamente più sollevata, ma
anche più triste. In quei trenta infiniti minuti, lui ascoltò quello che
lei aveva da dire.
Raccontò della sua
infanzia, raccontò dei suoi genitori, raccontò dell’incidente, raccontò
dei suoi incubi.
Sami era nata in una
bella casa nella campagna inglese.
Ricordava appena i
suoi genitori, ormai l’immagine di sua madre era stata scolorita dal
tempo.
Del padre aveva
presente solo il forte odore di tabacco che
emanava.
Per quanto ne sapeva,
tutto era perfetto nella sua vita, aveva una famiglia, un’abitazione
fantastica con un fantastico giardino e tanti animali, aveva un triciclo
rosa che le invidiavano tutte le sue amichette…fino a che non era avvenuto
quel fatto che aveva sconvolto e rovinato
tutto.
In principio doveva
essere solo un viaggio, una semplice
villeggiatura.
Sami era al settimo
cielo: la sua prima vacanza all’estero! La mamma ed il papà la portavano
in Francia per il suo sesto compleanno….oh ADORAVA la
Francia!
Ogni storia che le
era stata letta era ambientata lì, con i suoi cavalieri e le principesse,
e i draghi e i pasticceri eccentrici! L’unica cosa che la preoccupava un
po’ era il viaggio in aereo, ma l’avevano assicurata dicendo che sarebbe
durato davvero poco.
Sciocchezze, pensava
oggi.
Bugie.
Niente era stato
perfetto, quel giorno, niente era durato
poco.
L’aereo era caduto,
tutti erano morti. Tranne lei.
La sua vita, la vita
di altre duecento persone innocenti, tutto era sfumato in poche
ore.
Non c’era più futuro,
più pace per nessuno.
Sami aveva passato
circa quattro anni nel più totale mutismo e assenza, tanto che pensavano
avesse riportato danni cerebrali, o quantomeno psicologicamente profondi,
nel disastro.
Ed invece lei era lì,
lì a sentire quello che dicevano, a vederli affannarsi per cose talmente
sciocche, ad osservare dall’alto un’umanità senza
scopi.
Veniva nutrita con
delle flebo, alcune pietose infermiere le portavano dei fiori o le
raccontavano delle storie…così piccola e così sperduta, prematuramente
sola in una vita il cui destino è di per sé
solitario.
Ogni cosa scorreva
uguale, fino a che non giunse un uomo alla
clinica.
Strana persona, pensò
a ragazza quando lo vide. E fu allora che capì che non sarebbe riuscita ad
ingannare anche lui, che non avrebbe ingannato più nessuno, lesse nei suoi
occhi che l’avrebbe riportata volente o nolente alla realtà che tanto
cercava di dimenticare.
I giornali
pubblicarono grandi scoop, ‘ragazza si risveglia dal torpore dopo quattro
anni ’, le furono proposte interviste e servizi fotografici, ma quell’uomo
fece in modo che nessuno si avvicinasse alla sua piccola protetta.
Elle, si chiamava
così. Che nome buffo.
Elle la portò alla
Wammy’s House, e fu lì che conobbe Mello, una stella che illuminava il
paesaggio.
E poi Near, un
arcobaleno dai colori spenti.
La sua vita era
ricominciata in quel posto, una nuova Sami era nata, paga delle esperienze
della sua vecchia lei.