Frammenti

di draconisfirebolt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sguardo (Mickey) ***
Capitolo 2: *** Sorriso (Ian) ***
Capitolo 3: *** Mani (Mickey&Ian) ***



Capitolo 1
*** Sguardo (Mickey) ***


Note: Coppie di piccoli squarci introspettivi idealmente divisi un "prima" e "dopo" in cui lo spartiacque è la fine della terza stagione e l'inizio della quarta, con la fuga e il ritorno e la malattia di Ian. Il tutto all'insegna del cuore agonizzante e dei feels che vanno in frantumi - sì, ecco cos'è quel rumore di vetri rotti.

Per quella bellissima persona della mia Ian, che non si è ancora stufata di una psicopatica come me e che, udite udite, è appena invecchiata di un anno. Tantissimi auguri!

Sguardo

 

 
C’è tutto, nel blu dei tuoi occhi difficili.
Il rosso prepotente del sangue di uno zigomo, un labbro, un’anima spaccati.
Il nero della Colt 2000 di Terry.
Il bianco del corpo estraneo e nemico che dovrebbe scoparti fuori il frocio che è in te.
Annegano in se stessi, i tuoi occhi troppo pieni.
Occhi che non piangono la rabbia e il disgusto e la paura che bruciano e corrodono e graffiano dentro.
Occhi che gridano uno scusami! disperato, istintivo e irrazionale, senza passato né futuro.
Occhi che lottano per trovare un appiglio, un’ancora di salvezza, in Ian, incollato alla poltrona sfondata a nemmeno un metro da te ma lontano anni luce.
È costretto a vedere, lui, non a guardare.
E così ti lascia solo.

 
***



 
Lo accarezzi piano con gli occhi, come se avessi paura di svegliarlo anche solo con lo sguardo.
Attraverso le volute di fumo della sigaretta, ti sforzi di assorbire ogni singola molecola del suo respiro regolare, della sua pelle chiara, scoperta, dei suoi capelli di fiamma sprofondati nel cuscino.
Perché è un fottutissimo spettacolo, ecco perché.
Perché quando dorme, Ian, è una versione primigenia di se stesso, purissima e perfetta e incontaminata.
Non esistono boa di piume, provocanti pantaloncini paillettati e geriatrici viagroidi pronti ad allungare le mani.
Non esistono l’esercito, la marina e l’aeronautica.
Non esistono nemmeno i jeans calati, le spinte forsennate, gli ansiti soffocati.
È solo qui e ora, una visione con cui lavarsi l’anima, abbeverarsi il cuore.
Guardare Ian dormire è il migliore dei modi per passare la tua vita del cazzo, ci puoi giurare.

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Capitolo 2
*** Sorriso (Ian) ***


Sorriso

 


È con quel tuo sorriso spontaneo e puro e infantile che entri davvero dentro Mickey, che gli svergini il cuore.
Perché, nel silenzio delle tue labbra increspate, gridi al mondo che, fanculo!, non c’è niente di strano o sbagliato in voi.
Perché, nel silenzio delle tue labbra increspate, sussurri che voi due, sudati, brucianti e affamati, schiacciati contro una parete, eternamente in lotta contro il tempo che non avete, contro nemici invisibili da cui nascondervi, siete l’unica cosa che chiedi a questa cazzo di vita.
Sorridi e non riesci a controllarlo, perché quello che c’è tra te e Mickey – senza che abbia bisogno di un fottuto nome, di una fottuta etichetta – è semplicemente più di quanto tu possa controllare.
Sorridi anche per lui, con la bocca e con gli occhi e con l’anima, perché, se nessuno gli ha mai insegnato come si fa, sai che guardando te potrà imparare.

 
***




Una meteora di felicità che t’illumina il viso, che sa di effimero e invincibile allo stesso tempo.
Un sorriso che, per la prima volta da troppo tempo, non è fatto di labbra innaturalmente tirate e di occhi vacui né di cocaina e fragile euforia.
Un labbro gonfio e sanguinante, una birra, un campetto da baseball tutto per te e Mickey, una scopata che non vuole essere un fare l’amore, perché il vostro, di amore, l’avete costruito a baci rubati e angoli bui e vaffanculo.
È bastato questo, per farti tornare il sorriso, quello vero.
Questo e la promessa di un brandello di normalità, di un fottuto appuntamento con Mickey fottuto Milkovich che non ha più paura di sbattere in faccia a tutti, là fuori, di essere il tuo fottuto ragazzo.
Sorridi e sorride, voi due contro il mondo.

 

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Capitolo 3
*** Mani (Mickey&Ian) ***


Mani

 

Un contatto che è un punto fermo per non essere inghiottiti dal buco nero di sensazioni che, prepotente, li strappa alla realtà: quella di essere riempito e completato e spaccato a metà da Ian, quella di affondare e annegare e perdersi nella stretta di Mickey.
Due mani chiuse l’una sull’altra, un cazzo di compromesso che entrambi sono costretti ad accettare.
Per Ian, poter toccare quelle nocche sempre sbucciate, quelle dita che urlano costantemente al prossimo di andare a fare in culo, significa sgattaiolare nell’anticamera del mondo selvaggio e caotico di Mickey.
Per Mickey, quella presa salda è poter assaporare la pelle di Ian illudendo se stesso che si tratti di un male necessario per avere sempre di più da quelle spinte profonde e perfette che lo mandano in paradiso.
Un contatto che brucia con l’intensità di mille soli, che detona ogni loro singola terminazione nervosa, che non è più solo una fottuta scopata.

 
***



 
Insieme e felici.
Il loro ossimoro personale, una contraddizione fottutamente crudele che mangia vivi sogni e speranze.
Le labbra si divorano, le lingue s’inseguono e si scontrano e si fondono in un bacio tanto forte da mancargli l’aria, in un bacio selvaggio e selvatico che sa di sangue e di prima.
Prima, un tempo fuggito lontanissimo lasciandosi dietro una scia di briciole, di momenti imperfetti da buttar giù tutto d’un fiato, che bruciano più di una sorsata di gin, della carezza di fuoco di un cazzo di proiettile, della superficie rovente di una piastra.
Momenti imperfetti come quello, in cui le mani di Ian esitano e tremano e si fermano a mezz’aria, senza trovare il coraggio per aggrapparsi a Mickey, in cui le mani di Mickey sui fianchi di Ian non bastano per tenere insieme i pezzi. 

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