Dimmi Che Non é Vero!

di cretien
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Era una notte di marzo ***
Capitolo 2: *** Festa di Capodanno ***
Capitolo 3: *** Fuori! ***
Capitolo 4: *** Figlia a sorpresa ***
Capitolo 5: *** Solo tre giorni! ***
Capitolo 6: *** Due ospiti ***
Capitolo 7: *** Convivenza forzata ***
Capitolo 8: *** Serata a due ***
Capitolo 9: *** I Love You ***
Capitolo 10: *** Sunday Evening ***



Capitolo 1
*** Era una notte di marzo ***


ERA UNA NOTTE DI MARZO

Marzo.
Era notte e la stanza era immersa nel buio. Paul Diamond sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma non poteva rimanere con quella ragazza.
Nel letto le lenzuola coprivano l'esile corpo di Camilla. I riccioli castani della ragazza addormentata, erano sparsi sul cuscino. 
Paul era rimasto subito colpito da quegli occhi blu, un blu così intenso da poter sembrare viola. Piano piano si alzò e si rivestì rapidamente.
Aveva conosciuto Camilla qualche giorno prima. Era un'amica di Johnny Mason, suo compagno di squadra, di università, e suo compagno di appartamento insieme all'amico comune Ted Carter.
Camilla aveva vent'anni, uno in meno rispetto a Paul. La ragazza studiava all'università di architettura e si manteneva agli studi facendo la ballerina classica e insegnando danza alle bambine. Era una ragazza intelligente che certo non se la sarebbe presa a morte come le altre ragazze che Paul si era portato a letto, se la mattina dopo lui non le sarebbe stato accanto.
"Però un po' mi dispiace non rivederti più." pernsò abbottonandosi la camicia e guardando Camilla che dormiva tranquillamente.
"O forse ci rivedremo, chi lo sa..."
Paul si avvicinò al letto e diede un bacio sulla guancia di lei che fortunatamente non si svegliò.
Il ragazzo altrettanto lentamente uscì dall'appartamento e raggiunse la strada . Guardò l'ora: le quattro del mattini. Ted e Johnny probabilmente erano già tornati dalla cena a casa di Benji Price, il portiere insuperabile, loro amico da sempre.
"Dai vieni anche tu, Paul!" chissà perchè avevano tanto insistito. Aveva di meglio da fare quella sera che una rimpatriata tra calciatori. Ormai Paul giocava solo in nazionale e dedicava il resto del tempo agli studi e... alle belle ragazze.
Quella sera per esempio si era dedicato a Camilla e neanche lui sapeva a chi si sarebbe dedicato la sera successiva. Magari a Susan, la mora che lavorava alla discoteca di Chad. Oppure a Elise, o a Lizzie, o a...
Bèci avrebbe pensato al momento opportuno. Ora meglio andare a casa e dormire, il giorno dopo avrebbe avuto lezione in facoltà.
Paul sospirò. Certo che per essere marzo faceva ancora un bel freddo. Ma alle quattro del mattino come avrebbe potuto fare caldo?
"E' meglio muoversi" pensò Paul allungando il passo e raggiungendo velocemente l'appartamento della signora Bess, che insieme a Johnny e a Ted aveva affittato.
Il ragazzo salì in fretta le scale ed entrò in casa.
La porta della sua camera era aperta. Il letto ovviamente intatto.
Paul sbirciò nelle altre due stanze. A destra Johnny stava già dormendo, a sinistra anche Ted dormiva.
"Bene. Non ho svegliato nessuno." Paul entrò in camera sua e andò a dormire.

Camilla si svegliò di soprassalto la mattina successiva.
"Paul?" niente.
La ragazza si infilò la lunga maglia che aveva abbandonato ai piedi del letto la sera precedente. Guardò in giro per la casa. Nessuno. Se ne era andato!
"Al diavolo!"disse ad alta voce la ragazza.
Doveva fare in fretta. Aveva lezione e non voleva arrivare in ritardo. Si vestì e uscì velocemente di casa.

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Capitolo 2
*** Festa di Capodanno ***


FESTA DI CAPODANNO

La musica era forte, la signora Bess, che prima si era lamentata del baccano che Paul, Johnny e Ted facevano con la loro festa, si era unita alla compagnia di ragazzi e ragazze la cui età era compresa tra i diciannove e i ventitre anni.
Diamond si guardava attorno in cerca di qualche bellezza per poter passare un po' il tempo.
"Ehi Paul! Manca poco a mezzanotte va a prendere delle bottiglie!" gli urlò Johnny.
Paul si limitò ad annuire. Non aveva nessuna intenzione di sgolarsi anche lui.
La signora Bess si era lanciata in una danza e aveva costretto Ted a ballare con lei.
"Poveraccio!" ridacchiò tra sè vedendo l'amico in seria difficoltà mentre cercava in tutti i modi di evitare che Bess gli saltasse sui piedi con tutto il suo dolce peso, una novantina di chili.
Bess era considarata una "mammona" dai tre ragazzi anche se ci teneva moltissimo ad esercitare l'autorità di "Padrona di Casa". 
La festa stava decisamente riuscendo. Mancavano ormai pochi minuti a mezzanotte e la musica si era leggermente abbassata per il classico conto alla rovescia.
Ted raggiunse Paul e Johnny, liberatosi finalmente dalle grinfie di Bess.
"Ciao, com'è andato il giro di ballo?" chiese sarcastico Mason.
Ted si massaggiò i polsi che la padrona di casa aveva stretto con forza per evitare una sua fuga.
"Fai anche lo spiritosi Johnny?"
"No cosa vai a pensare!" rise Paul.
La voce di Bess fece rimpicciolire il povero sventurato nascosto tra i due amici.
"E' inutile che scappi Carter! Devi ballare tutta la sera con la sottoscritta se non vuoi essere cacciato di casa!"
Paul lo guardò con un mezzo sorriso "E' un argomento convincete Ted!"
"Eccoti qua!" lo scovò la signora trascinandolo nuovamente tra la folla, mentre gli altri due lo guardavano ridendo.
"Aspetta tieni questo." disse Paul dando il suo bicchiere a Johnny.
"Che vuoi fare?"
Paul era già mescolato tra la folla e aveva raggiunto Ted e Bess.
Mason rimase a bocca aperta quando vide Diamond prendere il posto di Ted e iniziare a ballare con l'ingombrante signora.
Carter raggiunse l'amico.
"Finalmente un po' di tregua!"
"Ma che gli è preso?" chiese Johnny.
"Mi doveva un favore." rispose facendo spallucce Ted.
Ted e Mason guardarono Paul che si destreggiava piuttosto bene con Bess. 
Prima del previsto la musica finì e con quella anche la tregua di Carter che riprese i suoi vorticosi giri di ballo con la signora.
La serata andava avanti alla grande, e più il tempo passava più l'appartamento si svuotava, fino a quando non rimasero solo Paul, Ted, Johnny e la signora Bess.
"Bene ragazzi. Vi lascio. Domani mattina passo a darvi una mano per ripulire tutto. Bella festa comunque! Ah, un'ultima cosa: Paul insegna a ballare al nostro Mr Carter!" concluse lanciando un'occhiataccia al povero Ted, più imbarazzato che mai.
Mason e Diamond scoppiarono a ridere e la signora Bess andò a dormire.

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Capitolo 3
*** Fuori! ***


FUORI!

La mattina dopo nessuno dei ragazzi riusciva a svegliarsi, ma la signora Bess non accettava altre scuse all'infuori del decesso: le pulizie erano inevitabili.
Di malavoglia Paul, Ted e Johnny si alzarono e insieme alla padrona di casa che li attendeva al varco con scope, stracci e pannetti, si misero al lavoro.
"Ted va a prendere dell'acqua! Qui per terra è tutto sporco di fango! Paul muoviti e porta qui della cera che devo lucidare i mobili! Johnny forza! Op, op! Ho bisogno di stracci puliti! Non battete la fiacca ragazzi!"
In quel momento più che una padrona di casa sembrava un generale tedesco che dava ordini alle sue truppe.
Lei faceva le pulizie, Ted, Johnny e Paul facevano su e giù per le scale per portare ciò che la loro padrona di casa chie... cioè... ordinava-
"Altro che allenamento! Possiamo invitare anche gli altri ad aiutarci a fare le pulizie con Bess! Si manterebbero più in forma che con una corsetta!" disse Johnny che trasportava un secchio colmo d'acqua.
Ma che si poteva fare con Bess? Le regole erano semplici.
1) Lavorare
2) Non battere la fiacca
3) Studiare
E da brava "Non Mamma" Bess controllava che i suoi polletti rispettassero le regole.

"Che vuol dire che non posso più stare qua!?" Camilla era sconvolta.
"Mi dispiace signorina, ma abbiamo venduto l'appartamento che occupa lei. Dovrà cercarsi un'altra abitazione. Ha ancora tre giorni di tempo..."
"Tre giorni?!" Camilla era a bocca aperta. Come avrebbe fatto? "Nononononono! Non ci siamo capiti! In tre giorni non faccio neanche in tempo a fare le valige figuriamoci a trovare un'altra casa! E poi non so dove andare! E Mia figlia! Ha un mese è piccolina! Dove la metto?! Devo finire di studiare, mi manca un anno alla laurea e sto già facendo una fatica del trentadue!"
"Ascolti signorina, capisco che lei ha una bambina piccola e che deve finire gli studi. mMi dia retta, affidi la bambina a qualche sua amica e le darò una mano personalmente a trovare un altro domicilio. Le assicuro. In una settimana lei e la sua bambina avrete un tetto sopra la testa."
Camilla si alzò e uscì. Non c'era proprio niente da fare. Ma poi... si forse qualcosa riusciva a risolverla...

"Finalmente abbiamo finito!" disse Paul togliendosi i guanti di gomma.
"Già, abbiamo fatto un buon lavoro no?" disse soddisfatto Ted.
"Nononono! Voi tre non avete fatto un bel niente! IO ho lavorato tutto il tempo e ora cercate anche di prendervi tutto il merito?! Bè vi sbagliate di grosso!" li sgridò Bess con uno sguardo furioso. Poi lanciò un'occhiata all'orologio.
"Bene. Vado a preparare lo stufato. Ve ne porterò un po' per stasera. Voi studiate pure tranquilli! Avanti, su!"
I tre amici si guardarono con rassegnazione e trattennero una risata.

La signora Bess era rientrata nel suo appartamento.
Se avesse tardato qualche secondo avrebbe incorciato una ragazza con una cesta tra le braccia, intenta a salire le scale e poi posare la cesta di vimini davanti all'appartamento dei tre studenti.
"E' l'unica soluzione..." sussurrò Camilla al cestino "Tra qualche giorno passo a prenderti amore mio... e ti porto nella casa nuova... fa la brava... fa la brava con papà."

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Capitolo 4
*** Figlia a sorpresa ***


"Ehi ragazzi!" la signora Bess li richiamò.
Johnny era stravaccato nella poltrona accanto al camino, Ted era seduto al tavolo a leggere il giornale, mentre Paul era in bagno a farsi una doccia.
"Ragazzi!" la donna insisteva perchè uno di loro si alzasse.
"Vai tu?" fece Mason esausto.
"Perchè non mandiamo Paul? Magari scappa via inorridita alla vista di un essere maschio nudo!"
"Ho capito... Vado io." disse Johnny alzandosi e dirigendosi verso la porta. Quando l'aprì si ritrovò di fronte a Bess che gli porse un cesto.
"E' un regalo per noi?" chiese il ragazzo sorpreso.
"Pretendo delle spiegazioni!" disse la donna quasi bisbigliando.
"Cosa?" chiese Mason che non aveva sentito una parola di ciò che gli era stato detto.
"Shhhhhhhhhh! Rischi di svegliarla!"
"Svegliare chi?!" Mason ebbe all'improvviso la folgorazione e rientròin casa richiudendo a porta in faccia a Bess.
"Paul! Riunione di emergenza! Esci subito da quella doccia!" urlò Johnny. Ted si avvicinò al cesto che nel frattempo si era messo a urlare.
"Ma che...?"
"Che c'è? Che è successo?" chiese seccato Diamond.
Mason si limitò ad indicare il faredello urlante.
"Ma... che... che diavolo è?!" Paul proprio non capiva da dove saltasse fuori quel neonato che strillava come un disperato.
"L'ha trovato Bess davanti alla porta." disse Johnny.
I tre ragazzi erano sempre più confusi. Il piccolino non sembrava voler smettere di piangere.
"Ma che ha?! Perchè piange?!" chiese Paul irritato.
"Ma che vuoi che ne sappia io!?" gli urlò Mason.
Ted nel frattempo lo aveva preso in braccio e cercava di calmare l'essere strillante.
"Ehi! Piantatela tutti e due! Non vedete che lo state spaventando?!" li sgridò poco dopo Carter.
Paul sistemandosi l'accappatoio si avvicinò al cesto e tirò su un foglietto che era caduto a terra.
"Cos'è?" chiese guardando la busta.
"Leggila..." gli rispose Ted.
Paul si schiarì la voce.
"Caro Johnny... E' di Johnny." Paul allungò la lettera all'amico.
"Allora... CARO JOHNNY, LO SO CHE E' UN PO' DI TEMPO CHE NON CI VEDIAMO, MA TI PREGO CERCA DI CAPIRE: QUELL'ORRIBILE DISGUSTOSO FIGLIO DI PUTTANA DI MELTON MI HA CACCIATA FUORI DAL SUO APPARTAMENTO E DEVO CERCARNE UN ALTRO. TI LASCIO PER QUALCHE GIORNO MIA FIGLIA, SI CHIAMA SHARON E HA UN MESE. HO PENSATO DI LASCIARLA A TE PERCHE' SEI SEMPRE STATO UN TIPO IN GAMBA E ANCHE PERCHE'..."
Johnny si era improvvisamente bloccato, finì di leggere le ultime riche e poi alzò lo sguardò dalla lettera.
Ted lo guardò. Paul era tornato in bagno ad asciugarsi.
"Che hai? Che c'è scritto?" chiese Carter preoccupato.
"PAUL!"
"Che c'è ancora?" chiese l'altro per essere stato interrotto un'altra volta.
"Quando hai visto Camilla per l'ultima volta?"
Paul lo guardò senza capire "Camilla? E chi è?"
"Camilla è quella ragazza bruna con gli occhi blu. Quella che studia architettura e che fa la ballerina!" rispose Mason fuori di se.
"Ah! La ballerina! Ma non so... a marzo credo."
"A marzo? Sicuro?"
"Si, quasi al cento per cento. Perchè?"
"Tieni! Leggila tu!" disse sbattendogli addosso la lettera.
Ted era in qualche modo riuscito a calmare la bambina.
Diamond si allontanò leggendo la lettera.
"Ma che c'è scritto?" chiese Carter incuriosito.
"Adesso vedrai..." rispose sarcastico Mason.
Detto fatto. Come un fulmine Paul ricomparve davanti ai due amici.
"Che storia è questa?!" chiese sventolando la lettera davanti al naso di Johnny.
"Io non la so Paul. Perchè non ce la racconti tu!?"
"Ma che sta succedendo?" chiese sempre più confuso Carter.
"Sta succedendo che sono diventato padre!" urlò Paul facendo scoppiare a piangere la piccola Sharon.
"Ecco" Guarda che hai fatto! Guarda che hai fatto!!" lo sgridò Ted.
"Che altro ho fatto?!" chiese Paul.
"L'hai fatta piangere di nuovo! Ora prova un po' tu a farla stare zitta, papà!"
"E NON CHIAMARMI PAPA'!" fu tutto quello che riuscì a dire tornando poi a chiudersi in bagno.

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Capitolo 5
*** Solo tre giorni! ***


"Dobbiamo liberarcene!" disse Paul passeggiando avanti e indietro per la stanza.
Ted e Johnny erano seduti sulle poltrone.
La cesta con la bimba era sul tavolo e almeno aveva smesso di strillare.
"La madre non ha lasciato un recapito o qualcosa di simile?!" domandò speranzoso Diamond. Mason tirò fuori la lettera dalla tasca dei pantaloni,
"Dunque vediamo... Oh, ecco qui. Insegna danza alle ragazzine. C'è l'indirizzo della palestra."
"Bene. L'orario?"
"Dalle quattro alle sei, il venerdì pomeriggio..."
"Oggi è venerdì! Perfetto. Andiamo."
Ted e Johnny non si mossero.
"Bè? Che fate non venite?"
"E se Camilla ritorna e non trova nessuno?" chiese Ted.
"Senti, una persona che lascia un cesto e una lettera di solito non torna dopo un paio d'ore!"
Paul era davvero esasperato, ma mai quanto Johnny.
"Senti Paul, tu ti sei cacciato in questo pasticcio e tu ti ci tiri fuori!"
"IO mi sono cacciato in questo pasticcio?!" ora avevano il coraggio di dare la colpa a lui!
"Johnny ha ragione. Del resto sei tu il responsabile biologico!"
"Ehi! Aspetta un attimo! Come puoi dare la colpa a me!? E' lui che me l'ha presentata!" si difese inutilemente Paul.
"AH! E ora la colpa è mia che ti ho presentato la vittima sacrificale!?!" alzò la voce Johnny.
Ted si alzò in piedi cercando di sbollire la situazione "Dai ragazzi, non è colpa di nessuno se Sharon è qui. Se Camilla l'ha lasciata a noi vuol dire che si trova sul serio in difficoltà! Una madre normale non abbandona mai i proprio cuccioli davanti alla porta degli amici, no?"
"Una donna normale no..." sospirò Johnny.
Paul e Ted lo guardarono preoccupati.
"Sentite io vado da lei, giusto per sapere quando viene a riprendersela, voi due fate quello che vi pare!" disse Paul infilandosi la giacca e uscendo di casa.
Saltò in macchina e in pochi minuti raggiunse la palestra e in una saletta riconobbe la figura di Camilla.
Era sempre bellissima. I riccioli brundi erano sciolti sulle spalle, gli occhi blu erano stanchi, ma sempre lucenti e non avevano perso quelle particolarissime sfumature viola.
Davanti alla giovane c'era una fila di bambina che ripetevano gli esercizi. Paul aspettò nell'atrio e dopo circa dieci minutile bambine corsero verso i loro mamma e papàche le aspettavano per riportarle a casa.
Qualche secondo dopo comparve Camilla che appena vide il ragazzo si bloccò.
"Che... ci fai qui?" chiese imbarazzata.
"Bè... sono venuto a salutarti."
"Ora mi hai salutata..."
"E anche per ringraziarti del bel pacchetto regalo che c'era davanti a casa mia! Davvero una sorpresa!"
La ragazza cercò di andarsene, ma Paul le afferrò il polso e la trattenne.
"Perchè non me lo hai detto subito?!" chiese seccato
"Perchè è difficile dire a uno che conosci da mezza giornata che aspetti un figlio da lui!"
La donna alla scrivania alzò gli occhi dai moduli e guardò i due ragazzi che discutevano. I due si sentirono ossevati, ma la donna distolse lo sguardo dalla coppia.
"Senti Paul. Non è questo il momento per discuterne. Te lo chiedo per favore! Mi hanno buttata fuori dal mio appartamento, tienila solo per tre giorni! Fino a lunedì e poi se se vuoi non la rivedrai mai più! Ma ti prego..."
Paul incorciò gli occhi imploranti della giovane.
"E... e tu? Che farai fino a lunedì?" chiese lui cercando di preoccuparsi della... no! Neanche riusciva a pensarci!... Della madre di sua... sua... bè di quei tre chili di carne che al momento piangeva e strillava nel suo appartamento!
"Io dormo da una mia compagna d'università, avrei voluto portarmi Sharon, ma... non è un bel posto per una bimva così piccola e..."
"Va bè... ci vediamo lunedì..." fece cercando di non mettersi a piangere anche lui. Almeno la sua posizione di "Uomo" con la "u" maiuscola doveva rimanere intatta.
Camilla gli saltò al collo e lo abbracciò.
"Grazie Paul!"
"Ok! Ho capito! Mi fa piacere, che ti faccia piacere, ma se lunedì alle nove spaccate non sei a casa mia, troverai la bamibina impacchettata davanti al cancello! Io non la tengo un minuto di più!"
Camilla sorrise.
"Ok. Ricevuto."

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Capitolo 6
*** Due ospiti ***


Paul era tornato a casa.
"Era ora! Sono quasi le otto! Bess ci ha preparato lo stufato di fagioli." disse Ted vedendo l'amico che era rientrato dopo quasi due ore.
Johnny era sulla poltrona che aspettava che Paul dicesse qualcosa della sua chiacchierata con Camilla.
"Allora? Non ci dici niente?" chiese incrociando le braccia.
"Cosa vi dovrei dire? La teniamo fino a lunedì, il tempo che lei si trovi una casa."
Ted si unì agli amici, quando suonò il campanello.
"Ciao ragazzi, vi ho portato la cena. Visto il pacco a sorpresa di oggi ho pensato che avrste gradito." Posò l'enorme pentolone sul piano della cucina e guardò dentro il cesto dove dormiva Sharon. Poi guardò i tre ragazzi che non avevano per niente una bella faccia.
"Che avete? Ohhhh, tranquilli, se siete preoccupati per l'affitto della bambina! Non credo che possa causare troppi danni, e anche se fosse...è troppo bella che le si può perdonare tutto." disse Bess sorridendo alla piccola che dormiva tranquilla nel cesto.
Poi la donna guardò più attentamente "Ehi, sai che ti somiglia Paul?" disse non essendo a conoscenza della reale situazione.
Paul trasalì "Bè...è... come dire..." non sapeva dove cominciare. Johnny sorrise "E' la figlia di Paul."
La donna spalancò gli occhi e allargò la bocca.
Bess cominciò a ridere a crepapelle "Ma dai, ahahahahah, ma ve lo immaginate se fosse vero ahahahahah! Paul padre! ahahahahahah!" La signora continuò a ridere per cinque o sei minuti prima di rendersi conto che i ragazzi non stavano scherzando "Paul è davvero tua figlia?"
Diamont rispose con un tagliente "si".
"Bene... ora è meglio che vada... buon appetito ragazzi. Se avete bisogno sono sempre giù..." Bess se ne andò vergognadosi della sua troppa sincerità che nessuno dei tre giovani aveva apprezzato. 
Però era davvero incredibile che un tipo come Paul potesse diventare padre.
I tre ragazzi rimasero ancora fermi immobili per un po', quando la bambina cominciò a urlare.
"Cosa c'è ora?!" chiese esasperato Diamont.
Johnny si avvicinò alla cesta "Forse ha fame."
" Ma se ha mangiato dieci minuti fa!" gli ricordò Ted
"Allora sta male?" chiese preoccupato Mason
"No, imbecilli!" Paul rimproverò con una smforfia gli amici "credo che debba essere cambiata."
Gli altri due si guardarono "Bè quwsto è un compito che spetta al padre, no?"
"Mi trovi perfettamente d'accordo Ted. Ecco Paul i pannolini li abbiamo già sistemati in bagno! Divertiti" neanche il tempo di ribattere che Johnny e Ted si erano già dileguati lasciandolo solo la creatura urlante.

In bagno Paul aveva fatto la dolce scoperta e dopo averla lavata (ed essere stato lavato) asciugata e profumata prese il pacco di pannolini e cominciò a leggere le istruzioni.
"Allora... sistemare il pannolino tra le gambe del neonato...fatto...poi...staccare le strisce adesive ai lati del pannolino e... oh cavolo mi si sono... attaccate le dita..." dopo circa aver scartato una decina di pannolini, Paul aveva finalme imparato a mettere un pannolino. Riemerse dopo mezz'ora dal bagno con in braccio la bambina.
"Oh che bello riaverti ancora tra noi!" lo prese in giro Ted.
"Ormai stavamo per mandare la squadra d'emergenza per venirti a cercare in bagno!"
"Non avete idea di cosa significhi mettere un pannolino! E per fortuna che ci sono le istruzioni!" disse irritato Paul rimettendo nel cesto Sharon.
I tre si accerchiarono intorno alla creatura ormai addormentata.
"Bene, andiamo a dormire anche noi." propose Ted.

Era notte fonda, e l'appartamento era silenzioso, ma all'improvviso delle urladisumane svegliarono i tre abitanti.
"Che è successo?" chiese allarmato Paul che era arrivato per ultimo nel salotto dove era stato posizionato il cesto con la bambina.
"Thò chi c'è? Il responsabile biologico..." disse serio Johnny.
Paul vedendo che a fare tutto quel baccano era Sharon, fece un enorme sbadiglio e si riavviò in camera, ma fu presto richiamato dagli altri due "Ehi, ehi! Dove credi di andare?"
"A dormire." 
"Nononono caro mio, tu rimani qui con noi. Che cosa avrà stavolta?" chiese ormai al limite della sopportazione Ted
"E che ne so io, non sono mica laureato in puericultura!" disse irritato Paul.
"Ah-ah, perchè noi si invece?!"
"Forse avrà di nuovo fame" disse Ted
Paul sbarrò gli occhi "Fame?! Alle due di notte?!"
"Bè si sa che i bambini piangono anche di notte per avere da mangiare..." continuò Johnny.
"Bene allora diamole da mangiare, così starà zitta!"
"Tu le dai da mangiare Paul! Noi torniamo a dormire!" disse secco Johnny seguito da Ted che si era limitato a fare spallucce.
Il week-end trascorse più o meno allo stesso modo. Pappe, pannolini, un mal di pancia, notti in bianco, ma finalmente giunse il tanto sospirato lunedì.
In quei tre giorni Paul aveva avuto modo di affezionarsi alla piccola Sharon e anche Ted e Johnny le si erano affezionati, certo che quando alle nove il campanello suonò, i tre si precipitarono con un certo entusiasmo alla porta.
"Ciao ragazzi" disse la padrona di casa 
"Signora Bess quale onore." scherzò Ted.
"Buono Carter." Bess osservò le facce dei suoi inquilini. "RAgazzi che avete combinato con quella bambina?! Insomma siete giovani dovete fare esperienza per quando avrete una famiglia, no? Dite unpo' quanti anni avete?"
Fu Paul a risponder "Io me ne sento novantadue."
Johnny ridacchiò " Ventidue signora."
"Posso entrare?" fece una voce proveniente dalla porta socchiusa.
"Ciao Camilla! Come stai?" le chiese Johnny rivedendo la sua amica.
"BEne, ma che avete fatto sembrate degli zombi?"
Paul venne avanti con la bambina in braccio.
"Ciao Cam. Come vedi anche se sono le nove e tre minuti non l'ho messa sul marciapiede."
La ragazza sorrise alla vista della sua bambina.
"Ma le avete dato da mangiare!? E' magra come un chiodo!" disse prendendola in braccio. Poi notò il bizzarro modo in cui le avevano allacciato il pannolino con una lunga striscia di scotch. 
"Bè allora hai... hai trovato un posto dove stare?" le chiese Paul leggermente imbarazzato.
"Ehmm, non... non ancora..."
"Oh ma signorina perchè non dirmelo prima!" La signora Bess si intromise " Venga a stare in quest'appartamento tanto per i ragazzi è troppo grande e poi c'è bisogno di una presenza femminile in un contesto così disordinato come il loro!" Poi Bess guardò i tre ragazzi che erano rimasti senza parole "Tanto a loro non può fare che piacere, non è vero?" ringhiò la donna.
"Si, non è vero?" fece eco Ted
"Si, si!" confermarono in coro gli altri due.
Camilla era un po' imbarazzata "Ma... ecco non vorrei disturbare..."
"Ma nessun disturbo per due bambine in difficoltà!" disse Bess accarezzando la guancina della piccola Sharon "Faccio portare immediatamente qui la sua roba!" e uscì di corsa dall'appartamento lasciado i quattro a bocca spalancata "Io... davvero... non voglio creare scompiglio..."
"Nessun scompiglio Camilla ha ragione Bess, ci vuole una presenza come la tua!" disse sorridendo Johnny e riprendendo in braccio la bambina.
"Johnny ha ragione Camilla" disse Ted andando a recuperare le cose della bimba "Ci fa solo paicere!"
Paul era l'unico poco entusiasta dell'aggiunta.
"Accipicchia! sembrano davvero contenti che si fermino qui!" pensò Diamont.
"Bè allora... grazie per averci accettato nella tana." disse sorridendo Camilla, mentre le sue valige stavano arrivando.

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Capitolo 7
*** Convivenza forzata ***


I giorni passavano. Ted e Johnny gradivano la presenza di Camilla, e si erano affezionati molto alla piccina.
Anche Paul le voleva molto bene anche se non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma i suoi rapporti con Camilla erano tutt'altro che amichevoli.
Il povero Paul ormai era distrutto. Si svegliava di notte, perchè gli altri avevano sonno e dava lui da mangiare alla bambina, la cambiava, la puliva, la lavava, l'addormentava, stando ben attento che nessuno lo vedesse la faceva giocare, aveva dato la sua stanza a Camilla, e quindi passava le poche ore di sonno che gli restavano per dormire steso sul divano.

Altra notte. La casa buia fu invasa da un pianto infantile.
Paul si alzò dal divano e andò a recuperare il cesto.
Camilla era già accanto alla culla e aveva in braccio la bambina. Diamont le guardò e provò un senso di tenerezza per... "Ma cosa vado a pensare! Loro sono una rottura di scatole!"
Camilla si accorse della presenza di qualcuno alle sue spalle "Paul, torna pure a dormire, ci penso io."
"No.lascia, ormai ci ho fatto l'abitudine." disse avvicinandosi alla giovane e prendendo in braccio la piccola Sharon.
Camilla tornò a dormire in camera, lanciando un'ultima occhiata al... al... "Ma che vado a pensare! Quello stupido mi ha mollata con una bambina! E' un rompiscatole, e un grandissimo stronzo!!"
Paul finì il suo lavoro e senza pensarci invece di ritornare sul divano, andò nella sua ex-camera e si infilò sotto le coperte.
L'abajour che era sul comodina fu accesa.
"Cosa ci fai qui?!" disse secca Camilla.
"Cosa ci fai tu qui?!" chiese Paul che aveva avuto un momentaneo vuoto di memoria.
"Sta lontano dal mio letto!" sibilò la ragazza
"Il tuo letto?! IL MIO LETTO!" la corresse arrabbiato Paul. 
"Non urlare! Sta fuori dal letto di chiunque sia!" disse la ragazza che si era appoggiata sui gomiti.
"Non credi sia un pochino tardi per stare fuori dal tuo letto?!" chiese irritatissimo il ragazzo che si era alzato in piedi.
"Lurido verme..." Camilla stava perdendo la calma.
"Senti da che pulpito! Specie di Matahari! Nel giro di due giorni mi ritrovo padre di un figlio di cui neanche siamo sicuri sia il mio!" urlò Paul svegliando gli altri due che erano andati a controllare che Paul e Camilla non si stessero pugnalando.
Videro la ragazza appoggiata ai gomiti stesa nel letto e in piedi Paul, che era come al solito di pessimo umore.
"Bè se quando cresce somiglia a uno stronzo allora è tuo!" gli rispose la ragazza con un sorriso sarcastico.
Paul vistosi sconfitto anche in quell'occasione se ne andò senza ribattere.
Ted e Johnny si guardarono e poi rivolsero gli occhi a Camilla, e tutti scoppiarono a ridere.

L'indomani mattina Camilla andò in bagno per lavarsi, ma appena varcò la soglia della stanza le arrivò in faccia un asciugamano.
"Ti dispiace levarti dai piedi e lascirami fare la doccia in pace." disse Paul che aveva appena fatto in tempo a legarsi alla vita un asciugamano.
Camilla sorrise e portandosi dietro il panno fradicio che il ragazzo le aveva lanciato uscì.
"Ciao Cam, caffè?" le chiese Ted
"Si grazie. Johnny è in piedi?"
"Si, si sta vestendo oggi ha un esame."
Pochi secondi dopo, infatti il ragazzo sbucò dalla sua camera "Ciao ragazzi, devo andare!"
"Ciao Johnny in bocca al lupo!" gli urlarono gli altri due, mentre il ragazzo usciva di corsa dall'appartamento.
"Bene, è meglio che Paul esca da quel bagno oggi ho lezione anch'io." disse Camilla
Diamont uscì pochi minuti dopo.
"Oggi ho lezione devo fare in fretta, il caffè è già pronto?" chiese a Ted
"Anche tu hai lezione? E allora chi la tiene Sharon?"
I tre ragazzi si guardarono.
"Idea: Bess." disse Paul schiccando le dita.
"La signora Bess?" fecero in coro Camilla e Ted.
"Si, sai come se la spassa!"
Gli altri un po' perplessi annuirono.
E la giornata incominciò.

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Capitolo 8
*** Serata a due ***


Finalmente venerdì. Niente università. Niente lezioni. Solo riposo. Bè non proprio riposo. 
Paul ritornò a casa verso le otto e sulle scale che conducevano all'appartamento incontrò la signora Bess.
"Ciao, Paul. Te lo hanno detto i ragazzi?"
Diamont la guardò perplesso.
"Detto cosa?"
"Sono via questo fine settimana. Sono venuti ad avvertirmi poco prima di partire. Tornano domani sera o domenica mattina.Mi hanno detto che comunque ti telefonano per dirtelo con precisione."
Accidenti a loro! Lo avevano lasciato solo con la vipera! Ma era inutile arrabbiarsi con la povera signora Bess, che ci poteva fare lei.
Paul tentò di sorridere e arrivò nell'appartemento che sembrava vuoto. 
Si guardò intorno. Nessuno. La casa era silenziosa. Solo il cesto dove la piccola Sharon dormiva.
Paul si avvicinò alla culla. La piccina aprì gli occhi azzurri e guardò spaventata il suo scrutatore, ma non si mise a piangere o a urlare. Paul allungò la mano per accarezzarle una guancina. La bimba dopo aver sentito il contatto con la mano calda del ragazzo afferrò un dito e lo strinse forte, quasi avesse capito che a tranquillizzarla fosse il padre. "Caspita... mia figlia, è una cosa grossa!". Provò un senso di tenerezza per quella creaturina che fino a pochi giorni prima considerava solo come tre chili di carne che urlava e piangeva. Ora... ora era tutto diverso. Ora vedeva la bimba come... come sangue del suo sangue.
Poi come si accorse che in giro non c'era nessuno. Paul allora cominciò a sbirciare per le camere per vedere se scorgeva qualcuno.
Ted e Johnny erano partiti, e ciò fu confermato dall'assenza di parecchi vestiti dai loro armadi.
PAul entrò in bagno. Nella vasca piena di schiuma vi trovò infatti la bella Camilla, intenta a rilassarsi dalle fatiche della palestra.
"Oh, guarda chi c'è?!" disse la ragazza sorridendogli "Che ne dici di uscire e provare ad entrare come un essere umano? O se proprio come un essere umano non ci riesci prova a farlo come una scimmia, sarebbe comunque un progresso!"
Paul scosse la testa e uscì dal bagno senza però chiudere la porta, tanto valeva tentare di fare un po' di conversazione. "Come è andata la giornata?"
Camilla si sporse leggermente incredula dell'interesse per la sua giornata da parte di Paul.
"Parli con me?"
Paul rise "Certo! Ma se vuoi parlo con Sharon."
Camilla era incerta se continuare la chiacchierata oppure tornare al suo silenzioso relax, ma alla fine decise che due parole non avrebbero potuto causare la terza guerra mondiale.Ma con Paul tutto era possibile.
"Bene. E la tua?"
Paul era in cucina che preparava da mangiare.
"Bene." silenzio. Camilla si sorprese a pensare quanto fosse buffa quella situazione. Paul tentava di fare una conversazione pacifica con lei. 
Dalla porta aperta poteva vedere il ragazzo in cucina intento a preparare qualcosa da mangiare. "Non ti credevo un tipo così casalingo".
"Io casalingo? Mi sto solo facendo qualcosa da mangiare. Credo che BEss ci faccia da mamma ventiquattro ore si ventiquattro? Piuttosto... Hai fame?"
Caspita! Ora si preoccupava anche di lei.
"Bè oggi ho mangiato solo uno yogurt."
"Si vede." ridacchiò piano Paul tentando di non farsi sentire, ma Camilla sentì il mormorio "Cosa?"
"No niente. Dicevo solo che dovresti mangiare un po' di più, anche se prendi qualche chili rimani carina lo stesso."
Carina? La trovava davvero carina? 
"Davvero credi che sia troppo magra?" domandò Camilla cercando di rimanere in argomento.
"Non ho detto che sei troppo magra. Ma non mi hai risposto. Hai fame o no?"
"Si." Paul era tornato sulla soglia del bagno con in mano un piatto e un panno per asciugarlo nell'altra.
"Ti piace il pesce?" domandò cercando di non fare caso che Camilla fosse ancora nella vasca.
"Oh, si. Mi passi l'asciugamano?" disse allungando un braccio gocciolante verso PAul.
"Questo?" chiese cercando di rimanere indifferente.
"Cavolo, certo che è proprio bella! E' così... così... dolce... è così... Ma cosa penso! Paul vecchio mio stai dando i numeri!" si disse
Le allungò il panno e uscì per lasciarla uscire dalla vasca.
La ragazza si avvolse nel lungo asciugamano e andò nella "ex-camera" di Paul.
Dopo essersi liberata i riccioli che aveva raccolto sulla nuca, si asciugò per bene. Si infilò un paio di pantaloni della tuta a vita bassa e leggermente larghi viola, una canottierina dello stesso colore, e un paio di calzerotti. Benchè fossero a fine gennaio, i termosifoni andavano alla grande e nell'appartamento si stava benissimo.
Poco dopo raggiunse Paul in cucina, che aveva preparato la tavola per due e che ora stava dando a Sharon un po' di latte.
"Se continui a tenerla in braccio non se ne vorrà più andare!" disse Camilla.
"io non la tengo sempre in braccio. Le sto solo dando da mangiare, visto che sua madre era nella vasca da bagno, quando avrebbe dovuto farlo lei!!" la rimproverò.
Camilla sorrise e si sedette a tavola. Si guardò intorno. Luci soffuse, tavolo per due, lo stereo era acceso e la musica era appena percettibile, ma Camilla riconobbe ugualmente la canzone che cantava Frank Sinatra.
"Ti piace Sinatra?" domandò quando anche il ragazzo si sedette al tavolo.
"Si. Lo ascoltavo sempre da bambino. Mio padre aveva tutti i suoi dischi."
"Devi aver avuto una bella famiglia." disse lei cominciando a spiluccare la cena.
"Come tutte le altre. O forse un po' più particolare. Mi ricordo quando mio padre mi insegnava a ballare."
"Te lo ha insegnato lui?"
"Si. Ma ogni volta che ci provavo anch'io arrivava mia madre che diceva che era tutto sbagliato e si metteva a ballare con mio padre. Io rimanevo sui gradini a guardare e ad ascoltare le canzoni. Tutte rigorosamente di Sinatra!"
"E' una passione allora la Voce"
"Più che una passione un ricordo... della mia famiglia."
"Io ho sempre amato ballare fin da piccolissima. Mia zia mi prende in giro dicendo che ho imparato prima a ballare e poi a camminare."
I ragazzi avevano finito di cenare. Camilla aiutò Paul a sparecchiare.
"Vuoi ballare con me?" le chiese il ragazzo.

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Capitolo 9
*** I Love You ***


Camilla lo guardò "Parli sempre con me?" chiese stupita.
"No, stavolta parlavo sul serio con Sharon. Vieni bella di papà...vuoi ballare con papà". Non si era mai reso conto fino a quel momento quanto gli piacesse l'idea di essere papà. Il ragazzo aveva preso in braccio la bambina e cominciò a cullarla.
Camilla rimase a guardarli. 
Sharon dopo un po' si addormentò e Paul la rimise nel cesto. Poi si avvicinò alla ragazza, la prese tra le braccia e cominciarono a ballare piano piano.
"Perchè non me lo hai detto subito?" le chiese
"Perchè sapevo che saresti scappato via."
Camilla appoggiò la testa al petto di Paul che continuava a tenerla stretta. Era vero, se ora si era affezionato tanto a loro, era solo per pura combinazione, per merito di Bess che le aveva ospitate. "A LORO? Mi sono affezionato a LORO plurale??? No io mi sono affezionato solo alla piccina. Camilla per me è solo...solo...solo una splendida ragazza sotto ogni aspetto.Io non la posso vedere! Ma allora perchè ogni mattina quando la vedo, ringrazio che sia ancora qui con me? Non me ne sarò mica... oh mamma... si invece! Lo so, me ne sono reso conto per la prima volta in vita mia!
Io... io...io l'amo!"
"Perchè ti sei fermato?" gli chiese Camilla.
Il ragazzo si era fermato di colpo infatti.
"Ma ... che hai, Paul?" 
Paul la guardava fisso negli occhi.
"Perchè mi guarda così? Che c'è che non va? O forse si è reso conto anche lui che c'è qualcosa che va! Sta andando tutto alla perfezione! Lui vuole bene a sua figlia, e in qualche bizzarro modo ne vuole anche a me, lo so. Io non posso non voler bene a qualcuno che non me ne vuole... non posso..."
I pensieri della ragazza si bloccarono... "Paul che stai facendo?! Perchè la stai baciando?! Se ora lei ti da uno schiaffo avrà tutta la mia comprensione!" si diceva il ragazzo. Ma invece di un sonoro schiaffo sentì le braccia della ragazza abbracciarlo di più e corrispondere il bacio.
"Mi sta baciando! Ci sono ricascata un'altra volta! L'ho guardato negli occhi e mi si sono piegate le ginocchia come al solito! Però è diverso dall'ultima volta... sembra quasi che ci metta...amore. Paul che mette passione in un bacio? Noooooo! o Si?"
Quando le loro labbra si divisero, cercarono di non guardarsi. Paul era imbarazzatissimo. Si sentiva uno scolaretto inesperto. Aveva completamente dimenticato di essere quel casanova che era stato.
"Cam..."
"Cosa c'è?"
Paul prese fiato "Ti amo..."
Camilla rise piano per non sveglira la bimba che dormiva "E' solo la sera che ti fa questo effetto. Domani forse torneremo a litigare come al solito."
"No, Cam. Ti amo. Non sono mai stato tanto serio in vita mia."
"Magari ora credi di cavartela dandomi un altro bacio appassionato e dopo una notte di sesso."
"Credi davvero che ti voglia portare a letto?"
La ragazza ci pensò un attimo. Ripensò al modo in cui l'aveva baciata. Al modo in cui si erano baciati.
Camilla scosse la testa "No, non credo che tu voglia portarmi a letto."
"Dopo lo scherzetto dell'ultima volte pensi ancora che possa avvicinarmi a te?!" le sussurrò ridendo all'orecchio.
Anche lei si mise a ridere.
Paul la strinse forte a se "Non voglio perdervi. Vi amo tutte e due."
"Paul... ti amo anch'io..."
Paul la baciò di nuovo "Andiamo a dormire anche noi?"
Camilla annuì e tenendo Paul per mano si avviarono verso le camere da letto.
"Dove vuoi dormire?"
"Dormirò in una delle due camere libere! Dopo quasi un mese torno a dormire in un letto!!"
Camilla lo baciò ancora e con molta lentezza lo trascinò nella sua camera.

La mattina dopo la ragazza si svegliò di soprassalto "Paul?" Non se ne sarà andato ancora? 
Ma dalla cucina sentì fischiettare il ragazzo che finiva di preparare la colazione.
"Ciao Cam." disse dandole un bacio.
"Ciao. COme mai già in piedi?"
"ho dato da mangiare a Sharon. Caffè?"
"No grazie prendo anch'io un po' di latte."
"Pronto il latte." Paul tirò fuori dal frigo un cartoccio di latte lo posò davanti alla ragazza con una tazza.
"Grazie. Hai progetti per oggi?"
"Oggi? E' sabato... no. Non ho niente da fare. Vuoi andare un po' in giro? Vi porto tutte e due a spasso per la città e proviamo a fare qualche tentativo, come una famiglia vera."
Camilla rise. Paul sembrava entusiasta della giornata che si prospettava davanti a loro.
Possibile potessero essere diventati una famiglia?

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Capitolo 10
*** Sunday Evening ***


Ted e Johnny avevano passato il week-end a casa, ma la domenica finisce per tutti e anche loro si ritrovarono sul treno che li riportava al loro appartamento.
"Chissà se troviamo una strage, quando arriviamo." disse un po' sconsolato Ted
"Forse Sharon è l'unica sopravvissuta. Ma secondo te come mai si odiano tanto quei due?"
"Vallo a capire. Paul se l'è andata a cercare! Non può saltare la cavallina a vita! Insomma anche se a ventidue anni si è giovani, ci vuole sempre un po' di contegno."
"In queste settimane però sembra essersi dato una calmata, non trovi? Sharon è stata miracolosa!" fece Johnny.
"Forse è solo terrorizzato all'idea di avere altri figli"
Il viaggio non durò molto, ma quando arrivarono incontrarono la signora Bess che puliva le scale.
"Ciao ragazzi siete tornati!" disse un po' preoccupata "Andate a vedere cos aè successo in quell'appartemento, Paul e Camilla non sono usciti per tutto il week-end e non si è sentito il solito baccano che fanno quando litigano!"
Johnny e Ted si guardarono "Oh cavolo si sono ammazzati sul serio!" disse Ted.
"Non è andata a vedere signora?" chiese Johnny che sembrava avere più calma.
"Siete matti! Ho una paura del demonio entrare lì dentro da sola!"
"Andiamo a vedere presto." i tre corsero velocemente su per le scale e Johnny aprì la porta.
Tutto era in ordine. "Non mi sembra ci siano state stragi." disse TEd.
Camilla comparve in salotto "Oh, salve ragazzi! Buona sera signora!"
Tutti la guardavano a bocca aperta.
"C'è qualcosa che non va, amore?" chiese Paul, comparendo dietro di lei e dandole un bacio sulle spalle "Ciao ragazzi, Bess..."
"Amore?" chiesero in coro.
"Perchè fate quella faccia che c'è?" Paul non capiva tanto stupore.
"Bè ragazzi io vado a cucinare" Bess si dileguò e lasciò i quattro soli.
"Bè allora?"
"Credo che ne siano successe di cose in due giorni..." disse Ted.
"ooh, questo lo credo anch'io!" disse Paul mostranto agli altri due l'anulare sinistro.
"COSA??!" Ted e Johnny stavano per svenire.
"Oh, non ve lo abbiamo detto? Ci siamo sposati ieri pomeriggio." disse Paul aiutando Camilla ad apparecchiare la tavola.
"Vi... vi .... vi siete sposati, veramente?" chiese più incredulo che mai
"Si non avevamo tanta voglia di aspettare, allora abbiamo fatto un giretto e già che c'eravamo... ci siamo sposati."
Camilla prese in braccio Sharon e le diede l biberon con il latte tiepido.
"Dai ragazzi non fate quella faccia!" disse Camilla "Non ce ne andiamo mica via subito! Prima dobbiamo finere di studiare no?"
Ted e Johnny sorrisero "Hai ragione, vabbè vorrà dire che per un po' vi daremo una mano con Sharon, ma il prossimo figlio ve lo badate per conto vostro!" 

FINE

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