Libertà

di Seiraluna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Nella foresta vicino al grande tempio
Cardia camminava nella foresta con lo scrigno dell’armatura sulle spalle. Lo aveva coperto con un telo per non farsi notare dagli abitanti dei villaggi vicini. Gli avrebbero chiesto qualche favore se lo avessero notato. I cavalieri d’oro da quelle parti erano popolari e molto richiesti ma non potevano sempre fare tutto. Lungo la strada del ritorno si era già fermato dieci volte per aiutare dei contadini e era in ritardo di cinque ore. Di sicuro il grande sacerdote lo aveva dato per disperso. Era più forte di lui, non riusciva a restare impassibile di fronte alle persone bisognose. Le zone intorno al villaggio non erano molto ricche, fatta eccezione per alcuni ricchi mercanti e alcuni nobili. I contadini erano molto poveri e vivevano solo vendendo i prodotti che ricavavano dalla terra. Però spesso si trovavano in difficoltà poiché i giovani partivano sempre verso le grandi città in cerca di lavoro, altri venivano uccisi dagli specter. Restavano solo donne, anziani e bambini in alcuni villaggi e non ce la facevano a lavorare nei campi da soli. Quel giorno Cardia aveva aratro dieci campi e piantato tutto quello che aveva potuto. In più, si era fermato in due villaggi per giocare con dei bambini. Piangevano perché i loro genitori erano partiti per andare a lavorare nella città vicina e loro erano rimasti con i nonni o con i fratelli maggiori. Cardia aveva il cuore tenero e non aveva mai sopportato vedere le lacrime sui volti dei bambini. Aveva giocato a corda, a palla e si era persino fatto mettere ko da un gruppetto di dieci maschietti.
Era proprio ora di tornare al tempio visto che era il tramonto. Per fortuna era riuscito ad arrivare alla foresta vicino alle dodici case.
-Che stanchezza! Oggi i marmocchi mi hanno messo a terra peggio del lavoro nei campi. Meglio che mi fermi a pulirmi la faccia al ruscello qui vicino, non posso andare al cospetto di Atena conciato in questo modo. Quel dannato specter che ho affrontato due giorni fa mi ha anche strappato la casacca.
Cardia si fermò dietro dei cespugli vicino al ruscello vedendo una ragazza vestita di nero riempire delle brocche. Il cavaliere uscì allo scoperto vedendo che la ragazza alzava con fatica le brocche piene.
-Vuoi che ti dia una mano?
La fanciulla si girò e vide un ragazzo alto e muscoloso di fronte ai suoi occhi. Aveva gli occhi profondi e grandi e dei capelli lunghi. Sarebbe sembrato un principe se non fosse stato per i suoi abiti strappati.
Cardia si perse negli occhi verdi della fanciulla, erano veramente ammalianti. La pelle della ragazza era bianca come il latte e aveva i capelli del colore del caramello. Il tempo si era fermato nel momento in cui i loro occhi si erano incontrati. Non riuscivano a muovere un muscolo. In un istante fra loro si era creato qualcosa di magico e poetico. Cardia non aveva mai provato una sensazione più bella vedendo una ragazza.
Dopo qualche minuto di mutismo, il cavaliere riformulò la domanda visto che la ragazza non rispondeva.
-Vedo che le brocche pesano, sono grandi, vuoi che ti aiuti? Dove abiti?
La fanciulla fece no con la testa, si legò una brocca sulla schiena e una la prese fra le braccia. Poi la ragazza salutò il cavaliere inchinandosi per ringraziarlo della gentilezza. Corse via come se qualcosa l’avesse spaventata.
-Accidenti con le ragazze non ci so proprio fare. Devo averla spaventata con la mia faccia, è corsa via come una furia dopo che ha guardato dalla mia parte. Non pensavo di essere tanto sporco sul viso.
Cardia si specchiò nel ruscello e vide che aveva solo un po’ di fango sulla guancia.
-Accidenti, quella ragazza mi deve aver scambiato per uno straccione impertinente e invadente. Dovrò farmi dare lezioni di corteggiamento da Degel. Non se ne parla, si metterebbe a ridere se sapesse come ho approcciato quella fanciulla. Forse dovrei chiedere consigli a Manigoldo. Anzi no, ripensandoci anche lui ci ricamerebbe sopra.
Cardia si pulì il viso e tornò al grande tempio per il suo rapporto al grande sacerdote.
 
-Sei in ritardo di molte ore, è successo qualcosa di grave?
-No, grande sacerdote. Mi sono solo fermato ad aiutare alcuni contadini e a giocare con dei bambini.
-Non cambi mai Cardia, sempre pronto ad asciugare le lacrime dei bambini. Sisifo voleva mandare una squadra a cercarti perché era preoccupato, non hai mai ritardato più di due ore.
-Mi dispiace ma questa volta il lavoro nei campi era più del solito.
-Capisco. Puoi andare a ripulirti e a riposare. Lady Atena mi ha detto di riferirti che è felice di vederti sano e salvo.
-La solita ragazzina apprensiva.
 
Mentre Cardia scendeva le scale del tempio incontrò Degel che lo vide con la testa fra le nuvole.
-Hai incontrato qualcuno?
Cardia non si era accorto della presenza di Degel al suo fianco, aveva completamente la testa da un’altra parte. Degel dovette chiudergli il naso per farlo tornare alla realtà.
-Sei impazzito, volevi uccidermi.
-Non mi hai neanche visto arrivare. Cardia non è da te, a cosa pensavi?
-A nulla. Torno alla mia casa.
-Non è che hai incontrato una persona che ti ha colpito in modo positivo.
Cardia fece la linguaccia a Degel come un bambino piccolo e si dileguò verso la sua casa.
 
Alla residenza di Ade
-Ragazzina dove sei stata?- domandò Pandora in modo minaccioso.
La fanciulla non rispose, indicò alla donna le brocche che portava con sé.
-Non dirò a Ade che hai parlato con me, forza dimmi dove hai preso questa acqua purissima.
La ragazza sapeva bene che non poteva disobbedire a un ordine del sommo Ade e non rispose. Preferì indicare dove era stata sulla cartina che era nel salone.
-Dannata ragazzina, come osi disobbedirmi. Quando ti dico parlami, devi farlo e basta. Mi irrita quando resti in silenzio.
Pandora colpì la ragazza sulla guancia e poi afferrò una frusta dalla parete.
-Sei ancora in piedi dopo il mio schiaffo. Allora puoi sopportare la mia punizione. Non mi piace quando le ragazze impertinenti come te non mi obbediscono.
La frusta di Pandora stava per colpire la fanciulla quando qualcuno si mise in mezzo.
-Pandora non impari mai dove si trova il tuo posto. Ti avevo detto di lasciarla in pace, lei mi serve.
-Sommo Ade sei già qui.
-Sono tornato a controllare la situazione. Ho saputo che degli specter sono stati inviati al tempio a mia insaputa e non è la prima volta. È stato un tuo ordine Pandora?
-Sommo Ade ho dovuto farlo. I cavalieri d’oro stavano per scoprire questo castello. Dovevo impedire loro di avanzare creando un diversivo.
-Pandora non disobbedire più ai miei ordini in futuro e lascia in pace Mana. La gelosia non si addice a una donna del tuo rango.
-Io non sono gelosa sommo Ade, perché dovrei esserlo?
-Non saprei Pandora, il tuo cuore mi dice questo. La tua gelosia potrebbe essere controproducente per i miei scopi quindi tienila a freno. Non hai nulla da temere da Mana, lei obbedisce solo ai miei ordini, non ha dei sentimenti verso di me. Pandora dici ai due gemelli che fra un’ora voglio parlare con loro e non farli arrabbiare, mi servono calmi. Andiamo Mana, voglio ascoltare una tua canzone.
La fanciulla seguì Ade nelle sue stanze.
-Vedo che sei diventata obbediente Mana e non hai parlato neanche di fronte ai miei servitori. Oggi non sarò costretto a rinchiuderti nella prigione delle anime urlanti. Sono lieto che tu abbia capito che devi conservare la tua voce per cantare solo per me. Non so perché la tua voce allieta la mia mente. Se oggi canterai bene, domani potrai uscire di nuovo ma guai a te se parli con qualcuno. Ti controllo sempre anche se non mi vedi.
-Lo so sommo Ade. Cosa volete che canti oggi?
Ade fece apparire un pianoforte e ci incatenò la ragazza.
-Avevate detto che non mi avreste più legata.
-Sono Ade e non mantengo mai le promesse. Suona e canta qualcosa di triste. Ricordati di non ridere o dovrò farti piangere nella prigione del pianto. Non dire, non di nuovo lì dentro per favore, le suppliche non servono con me.
-Non vi supplicherò mai, come non ho mai voluto inginocchiarmi davanti al vostro cospetto.
-Prima o poi dovrai inginocchiarti davanti alla divinità che governerà l’intero universo. Devo dire che la tua testardaggine non è da sottovalutare e mi diverte. Non ci sarebbe stato divertimento se tu avessi subito piegato la testa.
-Dovete lasciarmi andare, sono cinque mesi che mi tenete qui.
-Ti avevo detto che ti avrei lasciata dopo un mese perché le tue canzoni mi avrebbero annoiato dopo poco tempo. Però la tua voce è talmente bella e melodiosa che mi va di tenerti qui ancora molti mesi. Non mi urlare contro che la tua gente ha bisogno di te perché non c’è più nessuno che ti cerchi.
Mana aveva saputo in modo atroce che Ade aveva fatto uccidere la sua gente. Pandora una notte era andata alla prigione dove Ade l’aveva rinchiusa e gli aveva fatto vedere la strage attraverso una sfera magica. Quella donna non conosceva cosa fosse la pietà. Le aveva tenuto la testa davanti la sfera e gli occhi aperti durante tutto il massacro. Era stata una grande sofferenza, lei era legata nella prigione e non aveva potuto aiutare nessuno.
Mana iniziò a cantare per Ade e non sorrise neanche una volta, voleva assolutamente uscire per allontanarsi almeno qualche ora da tutta quella malvagità.
Arrivati i due gemelli, Ade ordinò a Mana di ritirarsi nella sua stanza.
-Splendida canzone come sempre signorina Mana. Ho sentito così tanta tristezza che ho addormentato per sempre qualche persone del villaggio sotto questo castello.
Mana guardò con disprezzo la divinità del sonno.
-Non fare quella faccia, abituati a questa situazione perché resterai per sempre la cantante schiava del sommo Ade.
Mana corse via e si rinchiuse nella sua stanza. Non ne poteva più di sentire di complotti e di morti, le scoppiava la testa.
 
Il giorno dopo
Ade sarebbe stato lontano dal castello per due giorni e aveva concesso a Mana di uscire quanto voleva. Finalmente poteva stare fuori da quel posto tetro per molte ore.
La ragazza raccolse dei soldi che aveva portato via dalla sua casa prima di essere rapita da Ade e andò nel villaggio vicino al grande tempio. Voleva provare a fare qualcosa da ragazza normale, libera dalle catene di Ade e sperava di non essere stata seguita da qualche specter di Pandora. Ade gli aveva ordinato di non farmi seguire ma lei non obbediva mai. Per ora era tutto calmo.
Per andare al villaggio Mana aveva indossato un vestito lungo simile a quello di un’ancella ma con dei ricami neri sul petto. Sopra si era messa un mantello con il cappuccio per non farsi notare troppo. Una volta al villaggio si scoprì la testa e iniziò a girare vicino al mercato. Quel posto le ricordava la sua terra d’origine, tutti ridevano e chiacchieravano pacificamente. Non c’era l’aria tetra che avvolgeva il castello di Ade.
Arrivata di fronte a una scalinata Mana si accorse di aver camminato senza meta. Non doveva andare oltre gli scalini o qualcuno avrebbe potuto farle delle domande e lei non poteva rispondere. Non poteva parlare fuori dal palazzo di Ade. Decise di tornare al castello, tanto non poteva fare qualcosa da ragazza normale se non poteva neanche parlare con gli abitanti di quel villaggio. Si fermò solo una volta prima di uscire dal villaggio. Fece una sosta davanti l’orfanotrofio dove trovò due bambini che piangevano.
-Signorina avete degli occhi bellissimi.
Mana sorrise per il complimento e fece una carezza al bambino che aveva parlato. Poi gli mise in mano due monete d’oro. Mentre all’altro bambino che era più grande diede tutto il suo borsellino e gli indicò di aprire. Il bambino sgranò gli occhi, nel portafoglio c’erano venti monete d’oro. Mana gli fece capire a gesti che erano per tutti i bambini e corse via.
Cardia era appena sceso al villaggio e aveva visto una ragazza simile a quella del ruscello davanti l’orfanotrofio. Però era scappata via prima che potesse avvicinarsi. Forse i bambini la conoscevano, continuavano a salutarla anche se era lontana.
-Ehi bambini sono tornato per voi.
-Cardia ti abbiamo aspettato una settimana intera.
-Mi dispiace, ero in missione.
-Lord Cardia guardi cosa mi ha dato la bella signorina dagli occhi verdi.
-Soldi. Non li spendere tutti in dolci. Voi conoscete quella ragazza?
-No, è la prima volta che la vediamo e guarda quanti soldi ci ha dati. Era davvero dolce e gentile.
-Una sconosciuta che vi lascia tanti soldi, non vi è sembrato strano?
-Ci ha fatto capire che non le piace vedere i bambini piangere e ha asciugato le lacrime del mio fratellino.
-Davvero? Quella ragazza è piena di qualità. Cosa vi ha detto di preciso? Come era la sua voce?
-Lord Cardia state invecchiando, vi ho appena detto che lei ci ha fatto capire a gesti cosa voleva dire. Non ha mai aperto bocca, non parlava.
-Forse per quello è scappata l’altra volta, non sapeva come farsi capire da me. Voi bambini capito anche i gesti più incomprensibili ma io sono un adulto.
-Lord Degel dice che siete un bambinone poco cresciuto.
-Cosa? Discuterò più tardi con Degel, ora ho una fanciulla da prendere.
I bambini si misero a ridere, Cardia era buffissimo. Lo videro sparire all’orizzonte, speravano che non si cacciasse nei guai.
 
Mana si era fermata al ruscello dove il giorno prima aveva riempito le brocche. Quel posto era talmente bello che si sentiva in pace. Lì riusciva a riposare senza sentire le urla delle persone torturate da Pandora o dagli specter al suo servizio. Lì non sentiva neanche la presenza di Ade dietro le sue spalle.
-Ti ho trovata finalmente.
Mana si girò verso il ragazzo che aveva appena parlato e lo riconobbe. Era lo stesso del giorno prima, solo che era vestito molto meglio. Anche se aveva la faccia sporca di qualcosa. Sembrava che avesse appena mangiato qualcosa e come un bambino si fosse dimenticato di pulirsi il viso.
Mana bagnò il suo fazzoletto di stoffa azzurro e lo passò sulla guancia del ragazzo.
-Avevo del cioccolato sulla guancia vero? Grazie per avermi pulito. Tutti mi dicono che sono un bambino vivace quando mangio troppa cioccolata e corro via senza ripulirmi. Oggi era il giorno di consegne al tempio e ho preso delle barrette di cioccolato dal carretto per solo due monete. Parlo troppo?
La ragazza fece no con la testa. Poi ripensò a quello che aveva detto il ragazzo, veniva dal grande tempio quindi era un cavaliere di Atena.
Mana iniziò a guardarsi intorno per controllare che non ci fossero specter, non voleva che facessero del male a quel ragazzo. Se era controllato, lo avrebbero di certo attaccato.
-Ehi, perché ti agiti tanto?
Mana non sapeva come spiegare al cavaliere la sua situazione. Non poteva parlare. Si avvicinò alla riva del ruscello, mischiò della terra e dell’acqua per ammorbidire il terreno e scrisse qualcosa.
-Vuoi farmi capire qualcosa?
Mana annuì subito e scrisse che non poteva parlare perché qualcuno la sorvegliava da molto vicino.
-Allora non sei muta?
Mana fece no con la testa e sorrise perché il cavaliere l’aveva compresa.
-Perché sei scappata l’altro giorno?
La ragazza continuava a scrivere e a cancellare sul fango. Si stava imbrattando tutta pur di spiegare le sue ragioni.
-Al tramonto devo tornare dove vivo o mi potrebbero punire.
-Chi? Sei prigioniera?
Mana si guardò di nuovo intorno, doveva essere prudente. Non voleva far morire anche quel ragazzo.
-Perché continui a guardarti intorno con l’aria spaventata?
-Non posso dirti niente, mi dispiace.
-Sei molto triste, non mi piace vedere le persone soffrire.
-Sei un cavaliere molto altruista, grazie per la tua preoccupazione.
-Nessuno si preoccupa per te vero? Ti tengono prigioniera in un castello. Quando ti sei seduta ho notato il segno della catena sulla tua caviglia. Hai anche un segno rosso sul polso sinistro, ti hanno legata a qualcosa.
Mana scrisse qualcosa.
-Non vi preoccupate per me, è troppo pericoloso. Non voglio che vi uccidano.
-Sono un tipo tosto, non mi possono uccidere facilmente. Puoi dirmi il tuo nome?
La fanciulla non resistette più e aprì la bocca. Lo doveva a quel cavaliere che si era preoccupato per lei, stava lì con lei e rischiava la vita solo per conoscere il suo nome.
-Io sono Mana.
-Hai parlato, che bello.
Cardia sembrava un bambino piccolo che aveva scoperto qualcosa di meraviglioso. Afferrò le mani della ragazze e le strinse fra le sue.
-Io sono Cardia, cavaliere d’oro dello scorpione.
-Piacere di conoscervi lord Cardia.
-Hai una voce bellissima, non capisco perché ti obblighino a non parlare.
-Perché la signorina qui presente è solo una serva- disse uno specter basso e viscido.
-Oh no, è uno dei servitori di lady Pandora.
-Quando la mia padrona saprà che hai disobbedito a Ade, andrà subito a dirgli tutto e tu sarai rinchiusa nelle prigioni del dolore.
Cardia vide la ragazza sbiancare, doveva essere già stata rinchiusa nelle prigioni di Ade, tremava come una foglia.
-Pensi che ti permetterò di fare la spia. Lascia in pace questa ragazza.
-Stupido ragazzo, non sai che lei è una serva del sommo Ade, nessuno può sfuggirgli.
-Moscerino sai con chi stai parlando?
Cardia richiamò l’armatura e cambiò espressione.
-Non può essere, sei un cavaliere d’oro.
Lo specter tentò di scappare ma fu tutto inutile. Cardia lo sconfisse in pochi secondi insieme a altri due specter nascosti dietro i cespugli.
-Mi ero già accorto di voi. Non sapete che non si fa la spia.
Cardia tornò da Mana e la vide piangere.
-Mi dispiace, devo tornare al castello. Quando lady Pandora non vedrà tornare i suoi specter sospetterà qualcosa. Non deve sapere che mi avete aiutata o dirà tutto al sommo Ade. Se torno adesso, avrà solo dei sospetti e non manderà nessuno a indagare qui intorno. Nessuno deve sapere che ho parlato con un cavaliere o il sommo Ade si infurierà.
-Non puoi tornare laggiù.
-Io devo tornare al castello o lui scoprirà che ho parlato con qualcuno.
-Promettimi che ci rivedremo qui domani mattina?
-Forse posso venire. Il sommo Ade tornerà solo fra un giorno e posso uscire anche domani. Se riesco a scappare al controllo di Pandora e di quei due gemelli verrò qui.
Cardia abbracciò la ragazza e le mise un fiore fra i capelli. Era una semplice margherita ma le stava benissimo.
Mana tolse il fiore dai suoi capelli e lo appuntò sull’armatura con un po’ di fatica.
-Se lo tieni tu al tempio non si seccherà presto. Al castello diventerebbe subito nero.
Cardia baciò la mano della ragazza e la lasciò andare. Poi tornò al tempio saltellando e buttandosi su ogni prato che vedeva.
-Mana non vedo l’ora che venga domani. Mana suona benissimo.
Manigoldo vide Cardia e si sedette al suo fianco.
-Chi è Mana? Una nuova cameriera della locanda?
-No, lei è un fiore raro e prezioso. Perché racconto proprio a te queste cose.
-Non è un segreto che oggi sei allegro. È da dieci minuti che saltelli per il tempio gridando che sei felice.
Cardia andò via rubando una mela dal cestino che Manigoldo aveva di fianco e se ne tornò alla sua casa. Voleva trovare un modo per stupire la bellissima ragazza che aveva incontrato. Doveva farle passare una giornata diversa e farle dimenticare di essere una prigioniera.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Quella notte Cardia non riusciva a prendere sonno, non vedeva l’ora che si facesse giorno. Lui guardava le stelle dalla casa dello scorpione mentre Mana le guardava dal palazzo nascosto di Ade. Sopra il palazzo non si vedevano sempre le stelle a causa della barriera. Spesso Ade preferiva coprire il cielo stellato con una nebbia perenne, non gli piaceva per niente. Quella notte, però, Ade non c’era e Hisako poteva guardare il cielo pieno di stelle dalla finestra della sua camera. Ogni tanto guardava l’orizzonte pensando di poter scorgere la casa di Cardia. Sapeva che non era possibile, ma quel pensiero la faceva star bene. Forse anche lui tentava di scorgerla da lontano.
Sisifo era di pattuglia al tempio quando vide Cardia seduto davanti la casa dello scorpione. Aveva lo sguardo rivolto all’orizzonte. Chissà cosa stava cercando di vedere? Sembrava molto concentrato.
-Shion hai mai visto Cardia in quello stato?
-Avrà trovato qualcosa di interessante per passare le giornate. Sisifo sei preoccupato per lui?
-No, so che se la cava da solo. Spero solo che non faccia una delle sue bravate. È molto cresciuto rispetto alle sue prime missioni ma resta pur sempre un ragazzo dentro. Per non parlare del fatto che è una testa calda come Manigoldo. Il grande sacerdote gli ha messo una babysitter addosso.
-Sì, Doko mi ha detto che spesso Degel tiene a bada il nostro amico. Spesso è troppo irruento e alquanto spietato. Porsi dei limiti spesso è fondamentale per crescere.
Shion e Sisifo tornarono al pattugliamento e lasciarono Cardia a fissare l’orizzonte. Non si era spostato di un millimetro nonostante avesse percepito la presenza dei suoi amici. Gli andava solo di guardare avanti in cerca di qualcosa.
 
Il giorno dopo
Cardia si fece un bagno lunghissimo quella mattina e indossò uno dei suoi abiti migliori. Forse nessuno dei suoi abiti era bello ma sperava che Mana non desse troppo peso all’abbigliamento.
Intanto Mana aveva tirato fuori dall’armadio un abito azzurro con qualche ricamo blu sulla gonna abbastanza ampia. Si fece un bagno facendo attenzione che non ci fossero specter molesti nei paraggi della sua stanza, indossò il suo abito e delle scarpette basse e nere. Sperava che a Cardia piacesse il suo vestito, non era di alta sartoria ma non aveva altro. Non voleva indossare davanti al cavaliere un abito nero che gli era stato dato da Ade. Lui non sopportava i colori chiari e le aveva fatto bruciare tutti i vestiti colorati. Le era rimasto solo quel vestito lungo e azzurro. Lo era riuscita a salvare nascondendolo. Anche se immaginava che Ade facesse perquisire la sua stanza ogni tanto e lo avesse notato. Non sapeva perché ancora non lo aveva bruciato. Ora non doveva pensare alla sua prigionia e ai suoi giorni a cantare per Ade. Doveva solo correre al ruscello.
Mana indossò il suo mantello nero dopo essersi sistemata i capelli. Aveva preferito lasciarli sciolti.
Mana uscì dal castello senza difficoltà e la cosa le sembrò strana. Pandora quel giorno non era lì e i due gemelli non si erano visti. Stava succedendo qualcosa di strano.
La ragazza fece attenzione a non farsi notare da alcuni specter fuori il castello. Non dovevano assolutamente seguirla o avrebbe passato l’intera giornata a guardarsi intorno.
 
Arrivata davanti il ruscello Mana vide Cardia seduto sulla riva. Si avvicinò al cavaliere e lo salutò con la mano.
-Sei qui finalmente- disse il ragazzo facendo sedere Mana accanto a lui.
Mana sorrise quando Cardia le mise un fiore fra i capelli sciolti.
-Profumi come un bocciolo primaverile. I tuoi capelli sono setosi e i tuoi occhi sono splendidi.
La ragazza sorrideva, non aveva mai ricevuto tanti complimenti.
-Hai avuto problemi? Non ti avranno chiusa in prigione?
Mana fece no con la testa.
-Non puoi parlare come la prima volta che ci siamo visti. Perché non ti lasciano in pace. Sei così dolce e tenera, non capisco che motivo ci sia per tenerti prigioniera.
-Per la mia voce. Non ce la facevo più a rimanere in silenzio. Devi sapere che Ade adora come canto e mi tiene chiusa nel suo castello. Non vuole che parli con nessuno perché dice che non devo sforzare la mia voce per cose inutili. Aveva promesso di liberarmi dopo un mese, al contrario, ha massacrato la mia gente.
Cardia vide il volto della ragazza mutare. Era triste. Non poteva immaginare cosa stesse provando ma doveva essere atroce.
-Devi venire a vivere al tempio, lì ti proteggeremo.
-No, non voglio che muoia altra gente a causa mia. Sei un cavaliere di Atena e hai il dovere di proteggere la tua dea e le persone che hanno bisogno di te.
-Non ti lascerò nelle grinfie di Ade.
-Devi lasciarmi tornare al castello o lui verrà al tempio e non avrà pietà per nessuno. Non è ancora ora della grande battaglia. Ci sono ancora tante cose da fare.
-Come sai che non è ora della battaglia finale tra Ade e Atena?
-Lui non andrebbe in giro così spesso se si stesse preparando allo scontro con la vostra dea. In questi giorni si assenta per molte ore e parla spesso con i due gemelli. Sta macchinando qualcosa. Possiamo parlare di altro. Passo tutto il giorno in quel castello e non faccio altro che stare chiusa in una stanza. Altre volte canto per ore per Ade senza sosta. Per non parlare delle volte che mi ha rinchiusa nella prigione per puro divertimento.
Cardia stava per tirare un pugno sul terreno ma si trattenne, non voleva spaventare la ragazza. Non sopportava le ingiustizie, voleva tanto colpire quella divinità con tutta la sua forza.
Cardia fece un bel respiro e strinse la mano della ragazza. Era ora di divertirsi. Voleva farle passare delle ore indimenticabili.
-Andiamo a mangiare qualcosa al villaggio. Passerai delle ore senza pensare a quel brutto posto. Ovviamente offro io, è il minimo visto che ti faccio correre un grosso rischio.
-Non è vero.
-Non mi hai detto che se ti prendono ti puniscono?
-Sì, ma non è colpa tua. Io esco non appena mi è concesso. Lo facevo anche prima di incontrarti.
-Però non uscivi per tante ore.
-Anche questo è vero. Ho deciso io di venire, non vi incolpo di niente.
-Per fortuna vivere con Ade non ti rende cattiva. Dicono che i suoi poteri ti rendono malvagio.
-Cerco di non diventare come gli specter al suo seguito, non voglio far soffrire la gente. Ho visto cosa fanno e è orribile.
Cardia trascinò Mana al villaggio stringendole la mano. Arrivati davanti un piccolo ristorante la fece accomodare all’esterno a un tavolino libero e ordinò due piatti di spaghetti con il ragù.
Dopo quindici minuti il cameriere portò al tavolo acqua, pane e due piatti di spaghetti. Cardia gli disse qualcosa all’orecchio e il cameriere gli rispose che si poteva fare.
-Non credo che riuscirò a finire questo piatto gigante di spaghetti.
-Lo finisco io, non ti preoccupare. Ho tantissima fame. Veramente ho sempre fame anche se non mi alleno. Oggi ho il giorno libero e non ho fatto molto allenamento a parte qualche piegamento.
-Se non finisco gli spaghetti, te li cedo volentieri.
-Grazie.
 
Manigoldo girava per il villaggio per controllare la situazione quando vide Cardia seduto al tavolo di un ristorante e in dolce compagnia.
-Allora è lei il motivo per cui sei uscito di fretta questa mattina.
-Manigoldo sei di pattuglia qui oggi?
-Certo, ordine del vecchio. Questa mattina ti ho visto correre giù per la scala del tempio tutto allegro. Non vedevi l’ora di incontrare questa bella ragazza.
-Ti presento Mana, lui è Manigoldo, cavaliere del cancro.
-Piacere di conoscerla.
-Puoi anche darmi del tu, gli amici di Cardia sono anche i miei. Ora capisco perché ieri eri tanto euforico, è davvero carina.
-Manigoldo non metterla in imbarazzo e torna al tuo giro.
-Vi lascio soli, a presto signorina.
-Arrivederci lord Manigoldo. Mi sembra simpatico.
-Quando vuole sa esserlo.
-Ti ho visto quando combatti, la tua faccia muta completamente. Cosa è che ti ha spinto a diventare cavaliere?
-Tante cose e non ho molto tempo per spiegartele. Facciamo un accordo. Vediamoci fra un giorno al ruscello e inizio a raccontarti la mia storia. Anzi incontriamoci tre volte a settimana e ti svelo tutto il mio passato.
-Non è possibile. Non riuscirò a uscire tanto spesso. Vorrei tanto vederti di nuovo ma se uscissi tante volte, lui ti scoprirebbe. Non voglio che te lo trovi davanti, non voglio che ti faccia male.
-Mana se non verrai agli appuntamenti, penserò che ti abbia fatto qualcosa di brutto e sarò costretto a trovare il castello.
-Ora che ci penso, potevi chiedermi dove si trova il castello ma non lo hai mai fatto.
-Non ti metterei mai in pericolo. Se venissi a sapere dove si trova il castello, sarei costretto a dirlo al grande sacerdote. Tu potresti rischiare la vita.
-Grazie per il pensiero.
Cardia e Mana mangiarono gli spaghetti e poi il cameriere portò due fette di torta al cioccolato.
-Come sapevi che adoro il cioccolato?
-Non lo sapevo, ho ordinato la torta pensando che a tutti piace il cioccolato.
-Hai ragione.
-Sembra che tu non ne mangi mai?
-Al castello non ci sono molti dolci. E poi bisogna stare attenti a cosa si mangia, ad alcuni specter piace scherzare e spesso nel cibo si trovano degli insetti.
-Orribile. Non deve essere facile vivere in quel posto.
-Ormai mi sono abituata. So che Ade non mi lascerà mai andare. Però quando ha preso il corpo di quel ragazzo in prestito, è leggermente cambiato. A volte non sembra lo stesso. Fa delle cose molto strane, tanto che i due gemelli sospettavano che il ragazzo avesse ancora il controllo sul corpo. Poi all’improvviso Ade faceva qualcosa di crudele e loro non borbottavano più.
-Un momento, tu hai visto il vero corpo di Ade?
-Sì, è stato lui a rapirmi. Non si era ancora preso il corpo di quel ragazzo tanto amico del cavaliere Tenma. Ho visto il vostro amico discutere con Ade dalla sfera di Pandora.
-Penso che tu sia una delle poche a essere ancora viva dopo aver visto il vero aspetto di Ade.
-A lui non piace mostrare il suo vero aspetto, non vuole rischiare qualche sorpresa. Vi teme più di quanto pensiate.
-Fa bene a non sottovalutarci, non ci faremo battere da lui. Quando l’avremo sconfitto tu sarai libera di nuovo.
-Non so se mi terrà in vita fino alla grande battaglia. Quando si stanca del canto di una ragazza, la uccide senza pietà.
-Devi scappare da lì se sospetti che voglia farti del male.
-Io non posso prevedere le sue mosse, è impossibile. Solo pochi cavalieri riescono a capire cosa ha in mente. Io non ho la minima parte della forza di un cavaliere, mi sarebbe impossibile sapere cosa ha in mente Ade. L’unica cosa certa è che per ora non ha intenzione di mandarmi nel regno dei morti. Ha altri progetti per me.
Cardia pagò il conto e portò Mana al tempio. Lei si bloccò a metà della scala.
-Io non dovrei essere qui. Lasciami tornare indietro.
-Non è tardi, credo che tu possa restare qualche ora.
-Non è il tempo che mi preoccupa. Questo posto è impregnato dei vostri poteri e del potere immenso della dea Atena. Quando torno al castello Ade si accorgerà che sono stata in un posto tanto luminoso.
-Non ti lascerò tornare al castello.
-No, avevi detto che non avresti fatto storie. Anche tu non mantieni la parola data.
-Non piangere per favore.
Cardia asciugò le lacrime sul viso della ragazza e la strinse forte.
-Io non voglio rimandarti laggiù per proteggerti.
-Io devo tornare per proteggere questo posto. Non siete pronti ad affrontarlo, non ora.
-Tu non vuoi vedere altre vittime. Me lo hai già detto. I tuoi occhi hanno visto abbastanza sofferenze. Se potessi farlo, ti rapirei e ti porterei lontana da tutte queste battaglie, dal sangue, dalle mostruosità della divinità dell’oltretomba. I tuoi occhi profondi e luminosi dovrebbero brillare alla luce del sole, non restare nell’ombra di un brutto castello.
-Grazie Cardia. Mi hai convinta resterò ancora un po’ solo perché sei tu a chiedermelo. Scusa per come ho reagito prima.
-Sono io quello da biasimare, non dovevo dire quelle cose. A volte perdo la testa quando sento delle storie assurde. Non mi piace sapere che qualcuno ti tiene chiusa da qualche parte e ti leghi per ascoltarti cantare.
-Mi conosci appena. Sei il primo che si preoccupa per me.
Cardia rivide l’espressione triste sul volto della ragazza. Si caricò Mana sulla schiena e la portò alla casa dello scorpione.
-Pensavo fossi impazzito quando mi hai caricata sulla schiena. Non dovevi farlo, ora hai il fiatone.
-Ho il fiatone perché ho scordato di respirare regolarmente mentre correvo, non perché pesi.
-Sapevi cosa pensavo?
-Certo, la tua espressione mi ha fatto capire che temevi di pesare troppo per me. Qui puoi togliere il mantello nero che porti sulle spalle.
-Va bene. Lo poggio su questa panca.
-Sei bellissima con quel vestito.
-Questo e quello bianco sono gli unici vestiti chiari che mi restano. Quello bianco me lo hanno dato al castello, dicono di usarlo quando esco. Questo l’ho nascosto nella mia stanza per non farlo bruciare. È un regalo di mio padre. L’unico ricordo che mi resta di lui, tutto quello che possedevo è stato distrutto o bruciato da Ade. Ma ora non voglio rattristarti con la mia storia.
-Voglio conoscere la tua storia, voglio sapere tutto quello che ti riguarda.
-Anche io vorrei sapere qualcosa di te.
-Se ti racconto la mia storia, tu non tornerai fra un giorno.
-Questo non è bello Cardia. Cerchi di fare il furbo. Non devo parlare solo io.
-Per oggi sì.
Mana vide un cavaliere che usciva dalla casa dello scorpione mentre lei e Cardia stavano parlando allegramente. Si nascose subito dietro la schiena di Cardia. Non voleva farsi notare, non si fidava di nessuno in quel posto a parte Cardia.
-Perché ti nascondi?
Cardia si girò e vide Sisifo.
-Mana, lui è il cavaliere del sagittario, non devi avere paura. Non è un nemico.
-Per favore Cardia, dici al tuo amico di non avvicinarsi troppo ai due gemelli, potrebbe soffrire molto. L’altro giorno ho visto il tuo amico che girovagava nei pressi del castello di Ade.
-Sisifo è alla ricerca della dimora dei due gemelli da mesi e mesi per ordine del grande sacerdote.
-L’altro giorno era vicino ma è troppo pericoloso. Se arriva ai due gemelli, Ade ordinerà loro di fargli qualcosa. Quel cavaliere soffre per qualche motivo a me sconosciuto e i due gemelli si approfitteranno di questa debolezza.
Cardia lasciò qualche minuto Mana seduta su uno scalino della casa dello scorpione. Il cavaliere di avvicinò a Cardia e gli parlò di quella storia senza dirgli che era stata Mana a riferirgli tutto.
-Cardia queste informazioni sono molto precise, come le hai avute?
-Non chiedermelo, sai che non ti dirò niente.
Sisifo guardò la ragazza seduta davanti alla casa dello scorpione, non era del villaggio, non l’aveva mai vista.
-Non ti chiederò niente Cardia. Se non vuoi riferirmi il nome del tuo informatore, hai le tue buone ragioni.
Sisifo andò via e Cardia tornò a sedersi accanto alla ragazza.
-Ho riferito a Sisifo il tuo messaggio. Non gli ho detto che sei la mia fonte, ti avrebbe fatto troppe domande.
-Grazie Cardia. Tra poco devo andare via.
-Non posso proprio convincerti a restare per sempre qui.
-Meglio di no. Preferisco tornare laggiù che vedere altre persone piangere e soffrire. Le pene che quella divinità infligge sono atroci. L’ho visto uccidere dipingendo su una tela e è stato uno spettacolo raccapricciante. Mi ha costretta a guardare mentre disegnava sulla tela con il sangue perché doveva darmi una lezione.
Mana si strinse le mani al petto e chiuse gli occhi ripensando a quella scena. Cardia le afferrò le mani e le strinse fra le sue.
-Troverò il modo per portarvi via da lui, è una promessa.
-Finché tu sei vivo, non mi importa di me stessa. Non fare il pazzo, io troverò un modo per andarmene.
-Sei una ragazza molto forte.
-Da bambina dicevano che ho preso la mia forza da mio padre.
-Deve essere un tipo tosto.
-Dipende dai punti di vista.
Cardia prese una ciocca dei capelli color caramello della ragazza e la baciò dolcemente.
-Mi mancherà non poter toccare questi capelli morbidissimi e non poter vedere il tuo meraviglioso viso.
-Cardia non passerà molto tempo prima di rivederci. Farò di tutto per venire al ruscello fra un giorno.
-Ne sono felice. Se non riesci ad uscire dal castello, non correre rischi. Io capirò che non sei potuta uscire se non ti vedo entro due ore. Non farti punire a causa mia.
Mana preferì non dire a Cardia che Ade la puniva anche quando non faceva nulla di sbagliato. Non voleva farlo infuriare. Da quello che aveva visto, Cardia perdeva la testa quando era arrabbiato. La sua espressione diventava terribile quando combatteva. Non era spaventata da quel suo lato ma non voleva vederlo in quello stato a causa sua. Sprecare energie per lei che era condannata a restare prigioniera di Ade non era giusto. Preferiva che Cardia si occupasse di gente che aveva bisogno di aiuto come i contadini attaccati dagli specter.
Cardia e Mana chiacchierarono per un’altra ora di cose più allegre. Dimenticarono per qualche minuti di essere una prigioniera e un cavaliere.
-Cardia ti ho portato le tue mele visto che me le avevi chieste.
-Degel non potevi passare più tardi.
-Ho interrotto qualcosa?
Mana si era di nuovo nascosta dietro Cardia. Non conosceva nessuno lì e temeva che qualche specter la scoprisse.
-Mana non preoccuparti, è solo Degel. Lui non è un cattivo ragazzo.
-Questa non è una bella presentazione Cardia. Tu devi essere la ragazza che ieri ha fatto urlare Cardia per tutto il tempio. Abbiamo dovuto indossare i tappi per fare gli esercizi di concentrazione.
Cardia sgranò gli occhi, Degel stava scherzando con una sconosciuta e non era un sogno. Decise di pizzicare la guancia dell’amico per accertarsi che fosse vero.
-Cardia pizzica la tua guancia, io sono reale.
-Sei diverso oggi, non avrai mangiato qualcosa preparato da Manigoldo?
-No, sono in piena forma. Piacere di conoscervi signorina Mana.
-Il piacere è tutto mio signore. Scusate se mi sono nascosta, non conosco nessuno qui e non voglio farmi vedere da alcune persone.
-Non preoccuparti, Cardia saprà come proteggerti da ogni pericolo. Puoi fidarti ciecamente di lui.
-Sono sicura di potermi fidare di lui.
Degel andò via e lasciò i due di nuovo soli.
-Ti fidi di me nonostante tu abbia visto come sono quando combatto.
-Lotti per un mondo migliore, per aiutare le persone, per salvare queste terre. Ho visto un cavaliere che lotta per la sicurezza di questa terra.
-Strano, di solito non vengo paragonato a un eroe.
-Ora devo andare. Mangia le tue mele e pensa ai tuoi compiti da cavaliere domani. Mi raccomando non distrarti a pensare a altro.
-Aspetta. Devi pensare a qualcosa di bello se hai paura.
Mana sorrise a quelle parole.
-Se mi chiuderà di nuovo in quella brutta prigione, penserò a questa bellissima giornata con te. Non posso pensare a momento più bello di questo.
Cardia diede un ultimo abbraccio alla ragazza e poi la lasciò andare. La vide correre giù per la grande scalinata e sparire all’orizzonte. Avrebbe voluto correrle dietro per scoprire dove viveva ma avrebbe potuto metterla in pericolo. Il cuore gli pulsava forte e desiderava tanto spaccare la faccia a quel maledetto che la teneva rinchiusa. Le mani fremevano per la rabbia e lui non poteva fare altro che restare lì inerme. Non si era mai sentito tanto inutile.
 
Dopo un’ora di cammino Mana rientrò al castello di Ade. Corse subito nella sua camera dove trovò Pandora ad attenderla.
-Dove sei stata usignolo?
Mana non rispose, Pandora cercava di provocarla.
La donna le strappò di dosso il mantello e vide il vestito azzurro.
-Il sommo Ade si infurierà quando saprà che hai quel vestito. Non vedo l’ora di dirgli che ti sei vestita bene, pettinata e truccata per qualcuno. Forse non è vero ma a me non importa. Per me conta solo che tu sparisca da questo castello. Però non dirò niente se mi dici dove sei stata?
La ragazza continuava a non rispondere.
-Stupida insolente.
Pandora le mise le mani al collo e iniziò a stringere. Mana scalciava ma la donna non si fermava.
-Pandoraaaa esci subito da qui.
Mana cadde a terra in ginocchio tossendo forte. Per poco non la strangolava.
-Sommo Ade siete già tornato.
-Come osi stringerle la gola in quel modo. Spero per te che tu non le abbia rovinato le corde vocali o fatto altri danni alla gola. Non ti punisco solo perché sei un’alleata preziosa.
Pandora corse via infuriata ma anche sollevata. Aveva rischiato di essere sbattuta in qualche angolo remoto dell’oltretomba.
-Canta subito, voglio sentire se non devo sostituirti con una nuoca cantante.
Mana iniziò a cantare e era una melodia meravigliosa come sempre.
-Pandora non è riuscita a piegarti neanche con la forza. Sei una ragazza tenace. Ah ah. Sono arrivato appena in tempo per vedere l’espressione di sofferenza sul tuo volto. Però non è ancora arrivato il tuo momento, voglio che canti ancora per molti giorno nel mio salone. Dimmi dove sei stata?
-Ho fatto una lunga passeggiata nel bosco.
-Hai incontrato qualcuno?
-Ho visto dei contadini da lontano e non ci ho parlato, erano al loro villaggio. Non mi sono avvicinata.
-Sei sicura di non aver visto qualcun altro?
-Sicurissima.
-Come mai hai indossato questo bel vestito solo per passeggiare?
-Non potevo destare sospetti, con questi vestiti neri sarei sembrata una sacerdotessa cattiva.
-La cosa ti fa ribrezzo. Non vorresti mai essere un mio cavaliere. Preferiresti morire piuttosto che uccidere per me, lo leggo nei tuoi occhi. Togliti il vestito e metti quello nero con le maniche a sbuffo. Voglio che mi consegni questo vestito azzurro nel salone entro un’ora.
-Non brucerete anche il dono di mio padre.
-Lo farò a brandelli perché rappresenta l’unico ricordo che ti resta di tuo padre. Te lo aveva regalato per il tuo primo ballo e dovevi andarci la sera che ti ho rapita. Che peccato, sei mancata. Però nessuno ha sentito la tua mancanza come hai visto dalla sfera magica. Anzi alcuni cittadini delle tue terre hanno preferito consegnarti in cambio della loro vita e di qualche soldo. Ah ah.
-Siete un mostro.
-Queste tue parole non mi toccano e tu lo sai. Fra un’ora devi venire nel salone con il vestito fra le mani o ti rinchiuderò in una delle mie prigioni. A te la scelta.
Mana si cambiò in fretta. Non voleva che il suo bel vestito venisse distrutto ma non poteva fare altro che consegnarlo.
-Cardia vorrei tanto che tu fossi qui adesso, già mi manchi.
Mana decise di nascondere il suo vestito, non voleva rinunciare al dono del padre. Ade poteva far cercare ovunque, tanto i suoi servi non lo avrebbero trovato.
Mana si recò nel salone e vide Ade seduto sul suo trono.
-Vedo che hai deciso di venire a mani vuote. Dovrò punirti dopo che mi avrai cantato due canzoni tristi. Canta.
Mana cantò per tutta la sera. Ade diceva sempre due canzoni e poi la faceva cantare per ore. Verso le undici di notte Ade rinchiuse Mana nella sua prigione del pianto. La ragazza sentì gente piangere per tutta la notte e non chiuse occhio.
Il mattino dopo Ade la fece uscire e la rinchiuse nella sua stanza a pane e acqua. Per fortuna, la ragazza riuscì a chiudere a dormire per qualche ora. Nel pomeriggio venne svegliata da uno specter che la portò al cospetto di Ade.
-La notte nella prigione ti ha resa silenziosa e triste.
-Sono abituata alle vostre maniere rudi, non piangerò perché mi chiudete in una cella.
-Canta o farò qualcosa di peggio.
Mana cantò per due ore e poi fu rinchiusa di nuovo nella sua stanza. Ade aveva lasciato di nuovo il castello e il giorno dopo la ragazza avrebbe potuto raggiungere Cardia al ruscello.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Castello di Ade, mattina, ore sei
Mana si era alzata presto per recuperare il vestito azzurro dal suo nascondiglio. Sapeva che la mattina presto c’erano pochi specter in giro e poteva uscire dalla sua stanza senza farsi notare. Ade non era al castello e non rischiava alcuna punizione uscendo dalla stanza. Ora non restava che trovare un modo per uscire senza farsi vedere dai due gemelli. Come sospettava, i due dei erano già nel loro salone privato a giocare a scacchi e a muovere i loro specter sulla terra. Ogni mattina si divertivano a uccidere qualcuno, anche se non avevano ricevuto ordini da Ade.
Mana recuperò il suo vestito e tornò nella sua stanza. Mise il vestito in uno zaino dopo averlo avvolto in un vecchio lenzuolo bianco. Ora non restava che uscire dal castello e andare a fare una passeggiata. Per fortuna Pandora non era nelle vicinanze o avrebbe riferito tutto a Ade.
Mana prese due brocche vuote e si recò verso l’uscita del castello.
-Dove vai Mana? Non mi sembra che il sommo Ade ti abbia concesso di uscire oggi.
La ragazza era stata bloccata da Thanatos che si era messo davanti alla porta d’uscita. Indicò alla divinità le brocche vuote.
-Non puoi ancora parlare per ordine di Ade, è noioso quando qualcuno non risponde alle domande.
-Thanatos lasciala passare e non scocciarla. Se provassi ad alzare un solo dito su di lei, il sommo Ade potrebbe infuriarsi.
-Fratello sai bene anche tu che non ha il permesso per uscire oggi.
-Lasciala andare qualche ora fuori, deve solo prendere dell’acqua.
Thanatos si spostò dalla porta e Mana corse fuori dal castello prima che i due gemelli cambiassero idea. Erano assai capricciosi e non poteva fidarsi delle loro parole.
-Fratello hai in mente qualcosa?
-Quando il sommo Ade saprà che è uscita la farà cantare fino allo sfinimento. Adoro sentire le canzoni di quella ragazzina.
-Il sommo Ade non si limiterà a farla cantare questa volta. Quella ragazzina avrà una punizione più severa del solito questa sera.
 
Mana correva verso il ruscello, erano solo le otto ma voleva arrivare il prima possibile. Non poteva aspettare ad uscire dal castello, rischiava di essere bloccata da Pandora. Con lei di mezzo non sarebbe uscita di sicuro.
Arrivata al ruscello Mana poggiò le brocche vuote sul terreno e si sedette sulla riva. Cardia non era ancora arrivato ma era normale. Forse quella era l’ora degli allenamenti per i cavalieri d’oro. Lo avrebbe aspettato anche cinque ore se necessario. Non voleva andare via senza prima averlo visto.
Quel giorno Mana aveva dovuto indossare un vestito lungo e nero di quelli che gli erano stati donati da Ade. Non aveva altro che abiti scuri nel suo armadio. Sperava di non sembrare strana di fronte a Cardia.
All’improvviso Mana dovette nascondersi dietro dei massi, due specter uscirono fuori da alcuni cespugli alla periferia del bosco. Sperava che non la trovassero o l’avrebbero costretta a tornare indietro. Tutti i seguaci di Ade sapevano chi era e avevano l’ordine di riportarla indietro in caso di uscita non consentita.
Mana cercò di diminuire il battito cardiaco, era agitata e il cuore le batteva a mille per la paura di essere scoperta. I due specter si fermarono davanti al ruscello per venti minuti, non sembravano voler andare via.
-Ehi ragazza non sai che questo territorio è sotto il nostro comando? Sparisci prima di farti male.
-Questo ruscello è di tutti e io ci resto quanto voglio.
-Insolente, diamo una bella lezione a questa bocca larga.
Prima di muovere un solo muscolo, i due specter erano già a terra. Il ragazzo trascinò i due specter in due buche che aveva scavato cinque minuti prima e li seppellì.
-Non mi piace che qualcuno macchi di sangue questo bellissimo luogo. Tornate da dove siete venuti.
Mana non aveva visto niente perché era girata di spalle e non osava alzare lo sguardo per paura di essere scoperta.
Dopo qualche minuto qualcuno le toccò la spalla e lei sobbalzò per la paura.
-Per favore non fatemi male.
-Mana sono io.
La ragazza riaprì gli occhi e si trovò davanti Cardia.
-Perdonami, ero spaventata e non ti ho riconosciuto. Pensavo fosse qualche specter che mi aveva trovata. Come sapevi che ero qui dietro?
-Ho sentito il tuo cuore? Devi esserti spaventata parecchio.
-Sì, avevo il timore che mi riportassero al castello e raccontassero tutto al sommo Ade. Sono uscita senza avere il suo consenso. Ieri e il giorno prima si è infuriato con me perché non ho voluto dirgli dove avevo nascosto il mio vestito azzurro e chi avevo incontrato durante la mia passeggiata. Deve essersi accorto che ho parlato con qualcuno. Speravo di tenerlo nascosto, ma lui scopre sempre tutto.
-Mana cosa ti ha fatto?
-Mi ha solo rinchiusa nella prigione l’altro giorno. Non è stato facile sentire quelle anime piangere ma alla fine ce l’ho fatta. Pensare alla nostra giornata insieme mi ha aiutata moltissimo. Mi ha aiutata il tuo consiglio.
-Hai pensato a me e hai avuto meno paura, sono contento. Cosa è successo? Sei molto triste.
-Oggi pensavo di non riuscire a venire. Sono arrivata fino a qui solo perché avevo tanta voglia di vederti. La paura non mi ha bloccata.
Cardia afferrò le mani della ragazza e l’aiutò ad uscire dal suo nascondiglio.
-Non c’è più nessuno specter qui intorno, con me sei al sicuro.
-Cardia posso chiederti un favore?
-Puoi domandarmi qualsiasi cosa.
-Dentro questo zaino c’è un vestito avvolto in un lenzuolo bianco. Lo terresti nella tua casa. È il vestito che portavo l’altro giorno, è un dono di mio padre. Se lo riporto al castello, Ade lo brucerà davanti ai miei occhi e non voglio. Me lo ha regalato mio padre per il mio primo ballo. Non ho potuto indossarlo o andare al ballo, perché quella sera sono stata rapita da Ade in persona. Alcuni abitanti mi hanno consegnata a Ade in cambio della vita e di qualche moneta.
-Terrò il vestito per te. Puoi venire a prendertelo quando vuoi. Dimmi da dove vieni e vado a spaccare la faccia ai tuoi concittadini.
-No, mantieni la calma Cardia. Non ce l’ho con loro perché hanno permesso a Ade di rapirmi.
-Ti hanno praticamente consegnata, non devi giustificarli.
-Li ha minacciati. E poi so che tutti gli abitanti sono morti qualche mese dopo la mia scomparsa. Ade non voleva che io avessi una ragione per fuggire dal castello e ha mandato i suoi specter al villaggio. Per questo non voglio che sappia di te, vorrebbe eliminarti per impedirmi di uscire ogni volta. Non deve sapere del desiderio che provo di voler uscire a qualunque costo pur di vederti. Cardia ti senti male, perché fai quella faccia?
-Non ho mai sentito di una ragazza che rischiava delle punizioni pur di vedere qualcuno.
-Ti devo sembrare una sciocca.
Cardia la strinse forte fra le braccia.
-Non potevi dire frasi più belle. Sapere che vuoi vedermi è meraviglioso. Nessuna ragazza mi ha mai detto frasi tanto assurde quanto fantastiche.
-Non capisco se tu mi prendi in giro o se mi lusinghi.
-Sono tutti complimenti per la splendida fanciulla che ho davanti gli occhi.
-Grazie.
Mana notò un graffio sul braccio di Cardia, si strappò un pezzo dell’abito e lo andò a bagnare.
-Hai un graffio sul braccio destro. Hai combattuto senza armatura e non eri protetto.
-Solo un graffio.
-Va medicato lo stesso.
-Non dovevi strapparti l’abito.
-Non è una grave perdita. Ne ho venti di questi abiti neri nell’armadio. Ogni modello è diverso ma il colore e la lunghezza sono gli stessi. Nel castello non si possono portare colori come il rosa, il verde, l’azzurro, il rosso e così via. Al massimo ogni tanto mi danno degli abiti grigi. Ade sceglie ogni vestito che mi viene consegnato di persona.
-Controlla ogni cosa che fai.
-Esatto. Controlla ogni mio movimento, tranne quando sono fuori dal castello. L’unica cosa che mi viene in mente, è che intuisce sempre se ho incontrato qualcuno. L’altro ieri mi ha fatto tante domande e tutte precise. Credo che sappia che mi vedo con qualcuno e che ci parli.
-Cosa ti fa se scopre che parli con un cavaliere di Atena?
-Se scopre che parlo con una persona che non è lui mi rinchiuderà nella prigione per molti giorni. Se viene a sapere anche che si tratta di un cavaliere nemico, farà qualcosa di peggio.
-Ti ha mai picchiata?
-No, l’unica che alza le mani o mi colpisce con i suoi poteri è Pandora. Neanche i due gemelli osano toccarmi.
-Maledetta Pandora.
-Cardia forse non dovrei dirti queste cose. Ti arrabbi e cambi espressione ogni volta che ti racconto quello che mi succede.
-Mi dispiace, è più forte di me. Non tollero le ingiustizie. Non capisco perché debbano far soffrire tanto una ragazza.
-Io gli servo, sono solo un oggetto per loro. Sono qualcosa che usano per divertirsi. A volte quando Ade si annoia mi chiude in prigione solo per vedere come mi comporto. Nel castello non sono considerata come una persona, per questo ne approfitto sempre per uscire. Ogni boccata d’aria per me è qualcosa di bellissimo.
Cardia guardava le mille espressioni della ragazza mentre gli raccontava come viveva al castello di Ade. Non doveva essere per niente facile passare le notti in una prigione buia. Ascoltare le voci di mille anime che si lamentano doveva essere una tortura per lei. Avrebbe voluto tanto prenderla in braccio e portarla lontano dal castello ma la ragazza si sarebbe opposta.
-Decidi tu cosa fare oggi?
-Mi basta restare qui con te a parlare. Dovevi raccontarmi qualcosa di te.
-Una storia al giorno, così sono sicuro che tornerai qui fra un giorno. Da dove posso iniziare, vediamo.
-Raccontami delle tue missioni in giro per l’Europa o dei tuoi allenamenti al tempio.
-Sei molto curiosa.
-Mi sono sempre piaciute le storie sui cavalieri. Però non ho mai sentito delle storie sui cavalieri d’oro. A mio padre non piaceva molto parlare di loro, non so per quale motivo. Era molto misterioso, non mi diceva mai niente. Con questo non mi sto lamentando di lui, so che mi voleva bene, però spesso mi raccontava un mare di frottole.
-Io ti racconto una storia su di me e poi tu mi racconti qualcosa sulla tua vita prima di essere imprigionata nel castello di Ade.
-Affare fatto.
Cardia raccontò a Mana di una missione con Degel e Manigoldo. La ragazza rise tantissimo, non credeva possibile che due cavalieri d’oro potessero essere tanto infantili.
-So che io e Manigoldo a volte esageriamo ma non abbiamo bisogno sempre del tutore.
-A me sembra il contrario. Se lord Degel non vi bloccava avreste fatto saltare in aria l’intero villaggio e non solo gli specter.
-Erano tanti, qualche danno collaterale era inevitabile. Io e Manigoldo siamo usciti con un braccio rotto a testa da quella battaglia.
-Ora mi sembri in forma.
-Sono un tipo che guarisce in fretta. È il mio cuore che non mi vuole dare tregua.
-Soffri di cuore?
-Purtroppo sì. Quando ne parlo con qualcuno, non ci crede. Si pongono tutti la stessa domanda, come fa uno con un difetto cardiaco a sopportare i dolori che porta la vita di un cavaliere d’oro.
-Sopporti il dolore perché sei forte, essere cavaliere ti rende felice. Era il tuo sogno e lo hai realizzato.
-Sembra che tu mi legga nella mente.
-No, non posso farlo, non sono un cavaliere o una divinità. Provo solo a capire cosa provi e osservo ogni tua espressione. Si vede che sei fiero di essere diventato un cavaliere.
-Ora basta parlare di me. Raccontami di quando tuo padre ti ha detto che potevi andare al tuo primo ballo e ti ha dato il vestito.
-All’inizio mio padre non voleva mandarmi a quel ballo, diceva che c’erano troppi ragazzi e non voleva che mi ronzassero intorno. Queste sono state le sue esatte parole. Due giorni prima del ballo, mio padre bussa alla porta della mia camera e mi mette fra le mani un pacco. Lo apro davanti a lui  e vedo il vestito. Mi dice che potevo recarmi al ballo. Io lo abbraccio forte per ringraziarlo e lui mi bacia sulla fronte. Non è un tipo che fa queste cose di solito, ma quella volta è stato dolcissimo.
-Vuoi dire che tuo padre non ti abbracciava mai?
-No, non amava fare certe cose. Mio padre è un tipo severo e rigido. Io non sono cresciuta con lui nel suo castello ma in una casa alla periferia del suo regno. Ha voluto che crescessi con una balia e che studiassi privatamente.
La ragazza era stupita che Cardia non gli domandasse chi fosse suo padre. Doveva aver capito che era un uomo ricco e potente.
-Quando sei andata ad abitare con tuo padre?
-Mi ha accolta nel suo castello quando ho compiuto diciassette anni. Ora ne ho diciotto, non ho potuto passare molto tempo con lui. Non c’era mai a causa dei suoi impegni e poi sono stata rapita.
-Tuo padre ti starà cercando ovunque?
-Non penso. Una volta ho sentito lady Pandora che parlava con il sommo Ade. Diceva che mio padre non avrebbe creato alcun problema per il rapimento. Lady Pandora avrà mentito a mio padre, gli avrà raccontato che sono fuggita con qualche ragazzo perché non ne potevo più di stare con lui.
-Come la spiega l’intromissione di Ade e Pandora?
-Qualcuno degli abitanti scampati al massacro avrà raccontato a mio padre che ero stata rapita. Lui avrà convocato Ade o Pandora e loro si saranno inventati qualcosa per screditare me e i testimoni. Mio padre sarà ancora infuriato con me. Anche se mi liberano, non posso più tornare a casa.
-Questo è ancora più crudele. Come hanno osato metterti contro anche tuo padre? Vorrei tanto andare in quel castello maledetto e dare una lezione a quel bastardo.
-Non ti adirare a causa mia, io me la caverò. Ora che ti ho conosciuto, so che c’è qualcosa di meraviglioso al mondo e non ho intenzione di arrendermi davanti a Ade.
Cardia percepì un cosmo molto potente nelle vicinanze e si nascose dietro delle rocce con Mana.
-Cosa hai sentito?
-Qualche specter molto potente si avvicina.
-Se mi trova qui, sono spacciata.
-Calma il tuo respiro e il tuo battito cardiaco.
-Non so come fare.
Cardia strinse forte Mana per farla rilassare.
-Farti sentire al sicuro, è il primo passo per calmarti. Quando sei con me non devi avere paura. Nessuno specter ti allontanerà dal mio fianco.
-Mi conosci appena, perché rischi tanto?
-Sono felice di aver incontrato una bellissima fanciulla che mi capisce in tutto e non si lascia influenzare dalla mia espressione mentre combatto.
-Stai di nuovo blaterando Cardia.
-Lo so, è più forte di me. Starti vicino mi confonde le idee. Non è una brutta cosa, anzi è positivo.
Cardia era riuscito a tranquillizzare Mana e questo era un vantaggio. Il nemico non si sarebbe accorto della sua presenza.
-Se arriva uno specter, io lo affronto, tu resti nascosta. Non deve accorgersi di te e tu non devi preoccuparti per me o lui si accorgerebbe che c’è qualcun altro.
Dopo venti minuti il cosmo nemico svanì nel nulla.
-Non si è accorto di noi per fortuna. Combattere qui avrebbe rovinato il paesaggio.
Mana ringraziò Cardia dandogli un bacio sulla guancia. Fu una cosa che si sentì di fare dal profondo del cuore. Doveva molto al cavaliere, quando era con lui ogni ansia, ogni timore svaniva.
-Wow. Se devo nascondermi qui dietro con te per ricevere un bacio, lo farò ogni volta che ci vedremo.
-Quel bacio è l’unico dono che potevo darti. Non possiedo nulla di materiale da poterti dare come ringraziamento.
-Non voglio niente, tranne la tua compagnia.
Mana salutò Cardia e gli disse che sarebbe tornata fra un giorno. Il cavaliere tornò al tempio più allegro che mai e toccandosi ripetutamente la guancia. Quel bacio dolcissimo era stato qualcosa di portentoso.
-Una ragazza deve averti baciato, sei tutto rosso.
-Manigoldo non fai mai silenzio.
-Adoro punzecchiare i miei amici, ma non posso farlo di certo con Degel, Doko o Shion. Quelle facce serie ti fanno passare ogni voglia di scherzare e per dirla tutta fanno anche paura in certi momenti. Ti saluto Cardia, devo andare a fare un giro per il vecchio.
 
Mana rientrò al castello di Ade e notò che non c’era neanche uno specter in giro. Sembravano tutti spariti nel nulla. Neanche Pandora era in giro e i due gemelli non giocavano a scacchi come sempre. Entrata in camera sua Mana si sedette sul letto e sorrise ripensando alla giornata con Cardia. Gli abbracci del cavaliere la facevano sentire veramente bene, non pensava più alla sua prigionia quando stava con lui.
-Quel sorriso mi dice che hai incontrato qualcuno di speciale.
Mana non si era accorta che Ade era seduto su una sedia in un angolo della stanza. Era un maestro quando si trattava di celare la sua presenza nell’ombra.
-Vuoi dirmi chi è che ti fa sorridere tanto?
-Ho solo assistito ad alcune scene divertenti.
Ade si alzò dalla sedia e si avvicinò a Mana. Le prese il mento fra le mani e la costrinse a guardarlo.
-Non puoi mentire a me e lo sai bene. Chi vuoi proteggere?
-Lasciatemi in pace. Voglio tornare a casa mia, non è giusto che mi teniate qui contro la mia volontà.
-Ti libero se mi dici con chi ti sei incontrata? Non ti cercherò mai più, non dovrai più cantare per me.
-Non ho nulla da dire. Sono uscita a fare una passeggiata e ho visto delle scene divertenti. Sono libera di andare in giro e osservare la gente, non potete proibirmi anche questo.
-Piccola impertinente, sono capace di fare molto peggio che proibirti di uscire da queste mura. Non sfidarmi. La tua voce è preziosa ma potrei decidere di stancarmi di ascoltarti. Dimmi con chi hai parlato e io ti dono la libertà.
-Non ho niente da riferire.
Ade fece apparire una sfera per mostrare a Mana come i suoi specter spazzavano via un intero villaggio.
-Guarda bene queste scene perché non le dimenticherai mai più. Non trovi che sia divertente veder soffrire queste povere donne con i loro figli.
-Smettetela, lasciateli in pace.
Mana aveva le lacrime agli occhi e Ade le teneva la testa ferma davanti la sfera.
-Stai ferma o rischio di farti male al collo.
-Quando mio padre scoprirà la verità, non la passerai liscia. Ma non servirà lui a punirti, la dea Atena ti sconfiggerà e ti rinchiuderà per secoli.
-Cosa ne sai tu della mia lotta con Atena? Sei solo una ragazzina. Io trovo sempre il modo di provocare gravi danni a Atena e lei soffre, si indebolisce.
-Siete troppo sicuro di voi.
-Hai la lingua un po’ troppo lunga. È ora che io ti dia una punizione molto severa.
Ade colpì Mana più volte e lei cadde a terra svenuta.
-Resterai chiusa qui per tutto il giorno domani. Dormi bene piccola Mana, ti sarà difficile uscire ancora visto che raddoppierò la sorveglianza intorno al castello.
 
Mana si svegliò solo il mattino dopo e vide che qualcuno le aveva fasciato il braccio. Ade l’aveva colpita più volte e le aveva rotto un braccio. Le aveva anche causato qualche graffio alle gambe ma non era nulla di serio. Aveva sofferto tantissimo in quei momenti. Ade era stato crudele, l’aveva fatta soffrire lentamente e lei aveva sentito ogni suo colpo. Avrebbe voluto urlare il nome di Cardia per chiedere aiuto ma non poteva farlo. Non doveva svelare a quel mostro che vedeva un cavaliere d’oro.
 
Al grande tempio
Cardia si stava allenando nella sua casa e era di pessimo umore. Quella notte aveva avuto un incubo e non riusciva a togliersi dalla testa quelle immagini. Era come se Mana lo chiamasse mentalmente e lui non poteva fare niente. Era troppo lontana, non riusciva a raggiungerla.
-Manigoldo cosa ci fai qui?
-Ho delle buone notizie. Dei contadini dicono di aver visto il castello di Ade. Però affermano che si sposta di giorno in giorno.
-Possibile, per non essere trovato sposterà la sua dimora. Con i poteri che possiede, può fare questo e altro.
-Sembra che tu abbia avuto un incubo questa notte.
-Esatto e non voglio parlarne.
-Riguarda la tua fanciulla, ecco perché sei tanto adirato.
Cardia stava per buttare fuori casa Manigoldo quando vide al suo fianco un’anima, una sorta di fantasma.
-Manigoldo non mi avrai fatto qualcosa per farmi vedere i morti.
-Non posso prestarti la mia abilità, non sono cose possibili.
-Allora perché vedo un’anima al tuo fianco?
-Hai ragione c’è qualcuno qui. Scusa, dovresti raggiungere il regno dei morti, non vagare per il tempio. Non vorrai ascoltare la ramanzina che il vecchio fa alle anime che non vanno a finire nell’oltretomba. Sai te la sconsiglio, può parlare per ore con voi morti.
L’anima divenne più chiara e prese la forma di una bellissima donna.
-Scusate se disturbo i vostri allenamenti, volevo chiedervi un favore. Poi potrò andarmene in pace.
-Signora per essere un fantasma siete in forma- disse Manigoldo.
-Sei il cavaliere che vede i morti e ci scherzi sopra, mi hanno parlato di te. Io devo parlare con il tuo amico e ho poco tempo, lui potrebbe bloccare questa comunicazione.
-Di chi parli?
-Mi riferisco a Ade, lui sa tutto delle anime dei defunti, vede ogni cosa sul nostro conto. In questo momento è occupato e non bada alle anime che gli sfuggono. Cavaliere dello scorpione hai incontrato una fanciulla dagli occhi verdi di recente?
-Sì, mi avete spiato?
-No, io volevo vegliare su di lei, ma non ci sono riuscita. Mi richiamavano sempre nell’altro mondo. Cavaliere devi proteggere quella ragazza.
-Perché mi chiedete questa cosa?
-Io non ho potuto restarle accanto perché sono morta due mesi dopo la sua nascita a causa di un incidente. Il padre l’ha sempre tenuta lontana dal castello per paura che qualcuno le facesse del male. Si incolpava della mia morte e non voleva che succedesse lo stesso alla bambina. Dopo diciassette anni ha capito che doveva averla vicino ma qualche mese fa Ade l’ha rapita.
-L’hai combinata grossa Cardia, ti sei invaghito di un’ancella di Ade.
-Lei non è una sua ancella, ti sbagli Manigoldo. La tiene prigioniera e la fa cantare per ore solo per il suo piacimento.
-Sapete tutto lord Cardia, la mia piccola si è confidata con voi. Grazie per averla ascoltata. Sono felice che si fidi di qualcuno.
-Quindi voi siete la madre di Mana. Perché non vi siete fatta vedere da lei?
-Non posso farlo, Ade si accorge di tutto quello che succede al castello. La punirebbe se sapesse che ha parlato con me o con altri. Rischia molto quando viene da voi. Lei è felice quando può uscire ma temo che lui l’abbia scoperta. Da ore sento che la mia piccola soffre.
-Il sogno era reale. È successo qualcosa di brutto a Mana.
Cardia strinse i pugni e i denti. Non poteva restare lì senza fare niente, doveva correre da lei.
-Cavaliere non compiere azioni avventate, la metteresti più in pericolo.
-Non posso lasciarla nelle mani di quel mostro.
-Lui non la ucciderà, gli serve ancora. Come madre non dovrei dire queste parole ma non posso fare altro. Vorrei che vivesse con voi ma per ora è impossibile. Sono qui solo per chiederti di farle passare delle belle ore quando è fuori con te. Sei diventato un punto di riferimento per lei. Non abbandonarla, continua a incoraggiarla a venire ai vostri appuntamenti o smetterà per sempre e si chiuderà in sé stessa. Passare le giornate al castello di Ade è terribile, in quel posto si avvertono solo sofferenza e paura.
-Mi assicurerò che stia bene. Troverò anche una soluzione per liberarla.
-Grazie cavaliere. Addio e non riferite a mia figlia che vi ho parlato. Vorrebbe di certo vedermi e io non posso più tornare, non ho più energie. Ho già trasgredito troppe regole palesandomi davanti a te che non possiedi il potere di vedere i morti. Addio.
-Quella donna deve aver sprecato le sue ultime forze per venire da te. Ora sarà già nel regno dei morti. Cosa vuoi fare con la tua bella?
-Devo trovare un modo per farla scappare dal castello senza conseguenze.
-Ade non si fa mai scappare una preda.
-Sparisci Manigoldo.
Il cavaliere del cancro sapeva di essere stato duro ma doveva dire la verità all’amico. La ragazza aveva pochissime chance di uscire viva da una fuga definitiva da quel castello. Se Ade voleva una cosa e la otteneva, poi non la mollava più.

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Castello di Ade
Mana era chiusa nella sua stanza e non mangiava dal giorno prima. Ade aveva ordinato ai suoi domestici di non portarle niente da mangiare. Poteva avere solo un bicchiere d’acqua se ne aveva bisogno.
Verso le due del pomeriggio Ade si recò nella stanza della ragazza e la trovò stesa sul letto con il braccio fasciato e ogni graffio medicato.
-Chi ti ha medicata?
-Non lo so, mi sono svegliata con il braccio fasciato.
-Vedo che ancora non vuoi chinare la testa di fronte al mio potere. Sei testarda, devi aver preso questo lato da tuo padre.
-Me lo dicono spesso.
Ade uscì dalla stanza e prima di andarsene sorrise alla ragazza.
-Sappi che non potrai uscire neanche domani.
-Non potete tenermi chiusa qui.
 
Cardia continuava ad allenarsi al tempio e pensava a Mana. Voleva sapere cosa le era successo. Sentiva che qualcosa non andava. Era furioso e voleva spaccare tutto. Non poteva fare altro che restare lì e aspettare il giorno dopo. Sperava che Mana si presentasse all’appuntamento senza problemi. Le voci sulla posizione del castello di Ade si erano rivelate false. I contadini si erano sbagliati. Cardia sarebbe corso al castello conoscendo la sua posizione, voleva liberare subito Mana. Però era impossibile, Sisifo cercava da mesi la base del nemico e ancora non aveva trovato niente a causa della barriera di Ade e dei due gemelli. C’erano pochissime tracce da seguire e ogni specter che sconfiggevano non voleva parlare. Avevano troppa paura del loro padrone per riferire ai cavalieri d’oro dove era la loro base.
 
Il mattino dopo, ore sei
Mana si alzò presto quella mattina, si fece un bagno e indossò un vestito pulito. Come sempre era costretta a mettere un abito nero con qualche ricamo sulla gonna. Si sedette davanti allo specchio e a fatica si spazzolò i capelli e poi li legò in uno chignon lasciando due ciocche libere lungo le guance. Il braccio rotto non le facilitava i movimenti. Rispetto al giorno prima le faceva meno male, qualcuno l’aveva medicata proprio bene. Mise un filo di trucco sulle labbra e poi controllò come era il tempo dalla finestrella nella sua stanza. C’era un bel sole oltre le nubi che circondavano il castello.
Mana andò vicino alla porta per vedere quante guardie c’erano nel corridoio. Notò che la porta era socchiusa e non era possibile. Era convinta che Ade l’avesse chiusa a chiave con un sigillo il giorno prima. Non voleva che uscisse quella mattina, non si spiegava la porta aperta. Forse Ade voleva tenderle una trappola. Gli specter nel corridoio erano tutti addormentati. Era come se qualcuno volesse aiutarla a uscire dal castello.
Mana uscì dalla sua stanza e corse verso l’uscita senza voltarsi mai. Nessuno l’aveva bloccata quindi erano tutti addormentati o erano usciti per andare con Ade. Quella situazione era strana e pericolosa ma lei voleva assolutamente vedere Cardia.
 
Arrivata al ruscello di corsa, Mana vide Cardia seduto sotto un albero e gli andò incontro. Il cavaliere dormiva tranquillo, doveva essere stanco a causa degli allenamenti.
Mana si sedette al suo fianco e gli fece una carezza sulla guancia. Il cavaliere si svegliò subito e vide la ragazza al suo fianco.
-Sei arrivata. Meno male, pensavo di non vederti.
-Sono in ritardo?
-No, sono solo le otto, abbiamo tutto il tempo per stare insieme e parlare.
Cardia vide il braccio di Mana che era completamente fasciato, di sicuro era rotto.
-Quel bastardo ti ha spaccato il braccio.
-Cardia non infuriarti. È colpa mia se mi ha ferita, ho parlato troppo. So che non devo essere insolente con lui ma l’altro ieri non sono riuscita a trattenermi. Voleva che io gli dicessi il nome del ragazzo che incontro.
-Non gli hai detto niente e ti ha rotto il braccio.
-Sì, ma sta già guarendo. Qualcuno mi ha medicato con delle erbe particolarmente potenti e sembra che la frattura stia guarendo in fretta. Ieri il dolore era maggiore, oggi riesco a muovere il braccio meglio.
-Mana perché non gli hai riferito il mio nome, ti saresti risparmiata tanto dolore.
-Non farò mai il tuo nome a Ade. Verrebbe al tempio e reclamerebbe la tua vita o farebbe intervenire uno degli dei gemelli. Temevi che io facessi la spia?
-Non ho mai pensato una cosa del genere. Sono solo preoccupato per te. Non mi piace vederti ferita. Io non ero lì con te e non ho potuto aiutarti. Questo mi fa infuriare. Non posso proteggerti perché sono lontano da te.
-Le ferite non mi fanno male, ho sofferto di più guardando quelle scene atroci.
-Cosa ti ha fatto vedere?
-Un altro massacro, non voglio più assistere a quelle scene.
Mana poggiò la testa al petto di Cardia e lui la strinse delicatamente per la vita. Mana piangeva, doveva aver visto delle cose orribili. La malvagità di Ade non aveva limiti. Pur di piegarla, le faceva vedere le scene più crudeli. Lei sopportava ogni giorno ma non poteva continuare a vivere in quel modo.
-Io mi sento inutile, non potevo fare niente per quelle persone che urlavano e venivano uccise.
-Mana non è colpa tua. Non potevi fare niente, tu sei una prigioniera. Quel bastardo fa soffrire anche te. Sfogati, fai uscire tutte le lacrime, sono qui per te.
-Grazie Cardia.
-Sono io quello che deve ringraziarti. Sapere che continui a lottare contro Ade, mi rende un cavaliere più forte. Non voglio perderti e farò di tutto per liberarti dal castello.
-Non devi fare pazzie per me. Se ti perdessi, sarebbe peggio che morire.
-Penso che tu abbia una cotta per me e non è positivo. Faresti meglio a non invaghirti di un pazzo come me.
-Allora neanche tu dovresti avere tante attenzioni per me. Può essere pericoloso avere a che fare con me.
-Siamo due folli, su questo siamo d’accordo.
Sentendo un fruscio Mana iniziò a guardarsi intorno.
-Qualcosa non va?
-Pensavo che qualcuno ci spiasse. Oggi sono letteralmente fuggita dal castello. Qualcuno ha addormentato alcuni specter nel corridoio fuori la mia stanza. Non ho idea di chi possa aver fatto una cosa del genere. Addormentare venti specter non è una cosa facile.
-Forse al castello c’è una spia, qualcuno che può aiutarti.
-Non ha mai fatto nulla del genere. Si avvicina a me solo quando sono svenuta o fa qualcosa quando devo uscire. Avevo già notato che le guardie al cancello sparivano in alcuni giorni ma non era possibile. So che Ade lascia sempre qualche specter di guardia.
-Qualcuno vuole che tu esca, però non vuole essere scoperto.
A Mana brontolò lo stomaco e divenne completamente rossa. Era imbarazzante, Cardia forse aveva sentito il suo stomaco che si lamentava. Non riusciva a guardarlo in faccia.
-Quando hai mangiato l’ultima volta?
-Circa 30 ore fa.
-Ti ha lasciata per più di un giorno senza cibo. L’ultima volta che hai mangiato, eri con me. Questo è troppo.
Cardia prese Mana in braccio e la portò al grande tempio di corsa.
-Posso camminare.
-Con quei graffi sulle gambe meglio che riposi. Li ho notati anche se hai la gonna lunga. Difficile che mi sfugga qualche ferita.
Arrivati alla casa dello scorpione, Cardia prese dalla sua scorta panini, cioccolata, marmellata, cracker, formaggio, latte e acqua e li portò a Mana che lo attendeva seduta fuori.
-Non penso di riuscire a mangiare tutta questa roba.
-Ti aiuto io. Questa mattina non ho fatto colazione perché non vedevo l’ora di vederti. Ho messo il tuo vestito al sicuro nella mia casa. Nessuno lo toccherà nella mia stanza.
-Grazie, sei l’unico di cui mi fidi.
-Se tu venissi a vivere qui, potresti fidarti anche degli altri cavalieri.
-Ogni volta che ci incontriamo tenti di convincermi a venire qui. Sai che non è possibile.
-Ti legherei in casa mia pur di tenerti al sicuro, ma non sarebbe corretto.
-Apprezzo il pensiero. Chi è quella ragazza nel prato laggiù?
-Lei è la fidanzata di Degel.
-Ha una compagna splendida. Riescono a vivere insieme nonostante gli impegni del tuo amico?
-Degel dice che lei non si lamenta mai quando lui parte per più giorni. Sono molto innamorati e non possono fare a meno l’uno dell’altra. Ora ti faccio vedere una cosa.
Cardia prese Mana in braccio e salì sul tetto della casa.
-Guarda davanti il grande tempio con questo telescopio piccolo.
-Vedo lord Degel e lord Sisifo che discutono davanti il tempio.
-Degel parla delle strategie da usare contro gli specter con Sisifo e contemporaneamente controlla che nessuno si avvicini alla sua bella.
-Questo è romantico.
-Ora sarà meglio scendere, Degel si sarà accorto che lo guardo e più tardi mi congelerà vivo.
-Siete simpatici.
Margaret saliva gli scalini del tempio per tornare all’undicesima casa quando vide Cardia in compagnia di una ragazza.
-Ciao Cardia. Hai dormito questa notte? Degel mi ha riferito che in questi giorni non dormi bene.
-Ho dormito poche ore ma sono in piena forma. Grazie per il pensiero.
-Non mi presenti la tua nuova amica?
-Quasi dimenticavo. Lei è Mana. Mentre lei è Margaret, la fidanzata di Degel.
-Per me è un piacere conoscerla.
-Dammi del tu Mana, non sono tanto vecchia.
Margaret strinse la mano di Mana e ebbe una visione.
-Mana sei una prigioniera vero?
-Come lo sai?
-Io ho un dono particolare. Ade voleva tenere anche me prigioniera una volta. Non ti avrà rapita perché vedi il futuro?
-No, io non ho una capacità così sorprendente.
-Allora come mai ti tiene al castello?
-Sono una brava cantante. Ade afferma che il mio canto lo fa sentire forte. Mi ha rapita più di sei mesi fa dal castello di mio padre. Ne ha approfittato perché mio padre era impegnato e non era nella sua dimora.
-Povera ragazza. Ade ti ha anche rotto il braccio.
-Hai visto proprio tutto.
-Solo dei frammenti. Mi è venuta la pelle d’oca per quella scena. Immagino la paura che puoi aver avuto in quei momenti. Cardia prenditi cura di lei.
-Certo. Non è che hai visto qualche altra cosa?
-Mana puoi tornare a casa se usi il tuo potere.
-Non capisco. Cosa vuol dire?
-Non lo so Mana. Mi è apparsa una scena in cui una signora diceva che potevi usare il tuo potere per ritrovare la via di casa. Deve risalire a quando eri molto piccola. Ho pensato che quella frase ti fosse utile per trovare una via di fuga da Ade.
-Io non ho poteri come i cavalieri, non so cosa significhi. Non ricordo di una signora che mi diceva qualcosa del genere. Sono confusa.
-A volte le mie visioni sono enigmi da decifrare. Mi dispiace se non sono stata chiara.
-Non è colpa tua, grazie. Mi hai dato una speranza. Forse c’è un modo per scappare da quel castello maledetto.
-Spero che tu lo trovi e venga a trovarci di nuovo. A presto!
-A presto!
Cardia si era seduto a riflettere mentre Mana salutava Margaret.
-Come sei serio. Ho visto un’altra espressione del tuo viso. Imparerò a conoscerle tutte.
-Hai detto una cosa meravigliosa. Allora guarda anche questa espressione.
-Smetti di fare la linguaccia come un bambino di cinque anni.
Mana infilò nella bocca di Cardia una mela.
-Mangia una mela così fai meno il buffone.
Mana prese un pezzo di pane e lo mangiò insieme a un po’ di formaggio. Continuava a pensare a quella frase. Lei non aveva poteri, cosa poteva significare?
-Non preoccuparti troppo, scopriremo un modo per farti uscire dal castello per sempre.
-Grazie.
 
Era ora di tornare al castello. Mana baciò di nuovo Cardia sulla guancia per ringraziarlo e lui la strinse.
-Se hai bisogno di me, usa questo piccolo corno.
-No, non posso suonarlo al castello.
-Il corno non emette alcun rumore. È come se fosse un allarme per me. Solo io e pochi altri cavalieri sanno come si usa.
-Non voglio usarlo. Correresti al castello e rischieresti la vita pur di proteggermi.
-Non entrerò nel castello. Voglio solo che tu tenga il corno in caso di bisogno.
-Mi arrendo, con te non posso discutere, vinci sempre.
Mana corse via. Era tardi e doveva rientrare nella sua stanza.
Arrivata nel bosco Mana si accorse di essere osservata.
-Oh no.
La ragazza iniziò a correre più veloce che poteva. Il braccio le faceva male perché mentre correva non poteva tenerlo fermo. Anche le gambe erano stanche, non avrebbe resistito a lungo. Mana decise di suonare il corno mentre correva nel bosco, era l’unica speranza per salvarsi da quella belva. Era fuori dal castello e forse Ade non avrebbe saputo del suo incontro con Cardia. Ma non poteva neanche lasciarsi maltrattare da quella belva.
Mana si nascose dietro alcuni alberi, ma la belva sentiva il suo odore. Dovette ricominciare a correre. Arrivata a una radura inciampò in un tronco e rotolò a terra. La belva stava per saltarle addosso quando Cardia lo bloccò con una mano.
-A cuccia cagnolino, lei non si tocca.
-Mi hai sentita.
-Certo, ti avevo promesso che ti avrei protetta e eccomi qua. Brutto cagnolino cosa volevi fare alla mia bellissima Mana.
Mana si sorprese per l’espressione usata da Cardia. Era stato dolcissimo.
-Attento Cardia, quello è cerbero, il cane da guardia di Ade.
-Questo cane troppo cresciuto non mi spaventa. Il tuo padrone ti ha mandato a caccia di belle ragazze. Credo che ti riavrà indietro con qualche dente in meno.
Cerbero cercava di mordere Cardia ma lui schivava ogni morso e l’armatura lo proteggeva.
-Questo cane non si arrende facilmente.
-Combatte finché non ha catturato la sua preda. In questo caso, non si arrenderà finché non mi avrà presa e riportata al castello.
-Scommetto, dopo averti strapazzata un pochino. Non se ne parla. Non ti toccherà neanche con una zampa. Vai a cuccia cagnolino.
In pochi minuti Cerbero fu costretto ad abbassare la testa di fronte a Cardia. La sua espressione minacciosa faceva paura persino al cane da guardia degli inferi.

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Nel bosco vicino al grande tempio
Mana aveva suonato nel piccolo corno che le aveva regalato Cardia e lui era corso da lei. Era arrivato appena in tempo per bloccare Cerbero, il cane da guardia di Ade. Lo aveva bloccato con una delle sue tecniche e poi gli aveva legato zampe e bocche con delle funi resistenti che si era procurato nel bosco.
Cardia si avvicinò a Mana e controllò che non avesse ferite.
-Ti fa male qualcosa?
-Solo un po’ il braccio. Grazie per essere venuto.
-Ti ho già detto che ti avrei protetta da qualsiasi pericolo. Perché Ade ha slegato Cerbero?
-Credo che l’abbia fatto uscire per riportarmi al castello. Si deve essere accorto della mia fuga. Ho suonato il corno perché mi sono spaventata davanti i denti del cane. Sapevo che non voleva uccidermi, ma ho avuto tanta paura. Mi ha rincorsa per mezzo bosco e mi sono fatta prendere dal panico.
-Tranquilla, hai fatto bene a chiamarmi. Quel cane ti avrebbe ferita se io non fossi arrivato. Sono sicuro che lo abbia mandato qui per riportarti indietro ma anche per provocarti qualche ferita. Questa volta non te la saresti cavata con qualche graffio. Una zampata di questo cane enorme, avrebbe potuto danneggiare la tua colonna vertebrale. Affronta dolo ho sentito quanto siano micidiali i colpi che sferra.
Cardia strinse forte Mana, tremava tantissimo. Non riusciva a smettere, Cerbero l’aveva terrorizzata.
-Mi dispiace, ti ho messo in pericolo, ma non sapevo cosa fare.
-Mi sarei arrabbiato se tu non avesse soffiato nel corno. Meno male che sono arrivato in tempo. Quando ho visto che stava per colpirti mi sono buttato davanti a te per fermarlo. Non voglio che ti facciano ancora male.
Cardia e Mana restarono abbracciati per diversi minuti. La ragazza si stava calmando grazie alla vicinanza del cavaliere.
Dopo alcuni minuti i due ragazzi sentirono un fischio assordante e videro che Cerbero correva verso nord. Si era liberato e era scappato via.
-Dobbiamo andare via Cardia.
-Sei pallida Mana. Cosa succede?
-Quel fischio è un richiamo per Cerbero. Qualcuno lo ha richiamato al castello. Deve essere qui vicino e non voglio che tu lo combatta.
-Vuoi dire che Ade è qui vicino?
-No, il fischio di Ade per Cerbero è più acuto. La persona o meglio la divinità che ha fischiato è Hypnos. Devi andare via prima che arrivi in questa radura. Non puoi affrontarlo, non voglio che ti ferisca.
-Vuoi restare qui ad aspettarlo? Non te lo lascerò fare. Quel gemello potrebbe farti del male.
-Non mi può toccare senza un ordine di Ade. Mi riporterà solo al castello. Gli dirò che ero uscita a fare una passeggiata e che mi sono spaventata quando ho visto Cerbero nel bosco.
-Non ti crederà mai.
-Lo so, non mi farà neanche parlare per giustificarmi. Mi prenderà di peso e mi riporterà al castello dal suo padrone. Lì riceverò la punizione da Ade.
-Non ti lascerò tornare al castello. Questa volta potrebbe farti di peggio. Non posso permetterlo.
-Cardia vai via. Sta arrivando, le nubi si avvicinano. Non voglio che ti addormenti.
-Non me ne vado senza di te.
-Cardia se ti succede qualcosa, non riuscirò più …
Cardia tappò la bocca di Mana con un bacio.
-Non dire niente. Io ti amo.
Mana sorrise. Era il suo primo bacio e era stato bellissimo e dolcissimo. Mai si sarebbe aspettata di riceverlo da un cavaliere. Lei sapeva di provare qualcosa per Cardia ma non pensava che anche lui la ricambiasse. Invece, era stato lui a prendere l’iniziativa e si era anche dichiarato. Lui l’amava e era sincero, si vedeva.
-Volevo dirtelo al tempio ma non ho avuto il coraggio. Ora ti devo sembrare sciocco, un cavaliere che ha paura di pronunciare due semplici parole.
-Non ti trovo sciocco, semplicemente sei Cardia.
Un luce nera attraversò la radura e davanti ai due ragazza comparve Hypnos.
-Ecco dove eri finita. Seguendo le tracce di Cerbero all’indietro sono giunto qui. Il sommo Ade voleva ascoltarti cantare ma non ti ha trovata nella sua stanza. Ha mandato Cerbero a cercarti ma non vedendolo tornare ha inviato anche me.
-Non la riporterai al castello.
-Togliti di mezzo cavaliere o sarò costretto a farti male. Se te ne vai subito, non ti farò niente. Non amo gli spargimenti di sangue ma se sono costretto, sono disposto a combattere. Sappi che nessuno mi ha mai sconfitto. Lei è una preda di Ade e la rivuole indietro.
-Parlare di Mana come una preda, così mi fai infuriare di più.
-Cardia torna al tempio.
Il cavaliere continuava a tenere la ragazza stretta fra le sue braccia. Non voleva lasciarla andare, aveva sofferto abbastanza.
-Se Ade sapesse che tocchi una sua cosa in quel modo, ti spedirebbe subito nel regno dei morti. Sei fortunato che ci sia io qui e non lui.
-Per favore, non fategli male.
Mana si era staccata da Cardia e si era messa in ginocchio davanti Hypnos.
-Con me le suppliche non funzionano ragazzina. Rischi di essere punita per essere uscita. Se dirai il nome del cavaliere Ade, ti risparmierai un sacco di colpi sul tuo corpo.
-Non ho niente da dire a Ade.
-Ragazzina ancora non hai capito di cosa è capace veramente, non tirare troppo la corda.
-Come potete fare del male a una ragazza innocente. Non vi ha fatto niente e la tenete prigioniera. Non capisco cosa vogliate da lei.
-Ade vuole solo ascoltarla cantare.
-Non vi giustifica. La tenete rinchiusa nella sua stanza o in una cella, è atroce.
-Ragazzina hai spifferato tutto al cavaliere d’oro dello scorpione, vuoi essere proprio maltrattata oggi.
-Non parlarle in questo modo.
-Taci.
Hypnos lanciò un colpo verso Cardia e Mana gli si parò davanti. La divinità bloccò subito il suo colpo, non poteva rischiare di ferire la ragazza.
-Togliti subito, è un ordine.
-Non obbedisco a un seguace di Ade. Non siete nessuno per darmi ordini.
-Mana sei impazzita, non dovevi metterti in mezzo.
-Non mi farà del male. Non può ferirmi se non ha un ordine specifico di Ade. Tu hai protetto me e ora io salvo te.
-Sono io il cavaliere, lasciami fare il mio dovere.
-Non devi morire, hai ancora tante cose da fare per la tua dea.
-Mana torniamo al castello, prima che perda la pazienza.
-Non darle ordini, non sei suo padre.
-Taci cavaliere. Potrei facilmente arrivarti alle spalle e spedirti in un mondo lontano se solo volessi. Potrei romperti qualche osso aggirando la ragazzina. Non lo faccio solo perché non mi interessa combattere con te. Non sei una mia priorità. Al contrario, Mana è un mio compito e devo riportarla al castello prima che Ade perda la pazienza. Non ti piacerebbe trovartelo davanti. E poi se fossi suo padre, non permetterai mai che uscisse con un cavaliere d’oro di dubbio valore.
-Non parlate a Cardia come se non valesse niente. È un cavaliere forte, altruista, coraggioso e merita rispetto.
-Ragazzina non ti sarai innamorata di un cavaliere di Atena? Non sai che potrebbe essere pericoloso per te. Ade leggerà nel tuo animo e scoprirà che ti sei innamorata e studierà un modo per farti passare ogni voglia di vedere il tuo bello.
-Manigoldo ha ragione quando dice che siete due gemelli senza scrupoli. Non vi fermate davanti a niente. Ora capisco il desiderio dei due gemelli di sconfiggervi.
-Nessuno può sconfiggere due divinità.
-Siete troppo sicuro di voi sommo Hypnos, così vi chiamano i vostri specter. Ne ho incontrato qualcuno durante le mie numerose missioni. Avete perso molti seguaci con noi cavalieri fra i piedi. Ho saputo che Thanatos per la rabbia ha ucciso metà dei suoi specter.
-Cavaliere insolente, tieni a freno la lingua. Ringrazia che sia venuto io a prendere la ragazza o ora tu saresti sotto terra e lei sarebbe svenuta e piena di ferite. Thanatos sarebbe stato capace anche di lasciarla per giorni nella tua pozza di sangue a soffrire a causa della tua perdita. Mio fratello non ama parlare ma adora il sangue.
-Dovrebbe prima riuscire a uccidermi. Voi mi sottovalutate, non sono un tipo facile da spedire nell’oltretomba.
-Mi hanno parlato della tua storia. Hai rinunciato a restare in vita per sempre per compiere il tuo dovere di cavaliere.
-Questa faccenda non ti riguarda. Ho fatto la mia scelta e ne vado fiero. Ora torna dal tuo capo e riferiscigli che lei non tornerà mai più a cantare per lui.
Thanatos tentò di attaccare di nuovo Cardia arrivandogli alle spalle ma qualcosa impedì che il colpo toccasse il corpo del cavaliere.
-Non ti permetterò di fare male a Cardia.
-Un muro invisibile come scudo, notevole ragazzina. Il tuo potere si sta risvegliando. Riesco a sentire in modo lieve il tuo cosmo. Lo senti anche tu cavaliere?
Mana respirava affannosamente, tenere quello scudo alzato era faticoso, non era allenata a usare i suoi poteri. Cardia le poggiò una mano sulla spalla e un braccio intorno la vita e le sussurrò di abbassare le braccia. Lui stava bene, poteva abbassare lo scudo. Mana fece crollare lo scudo e si poggiò a Cardia con la schiena per cadere a terra.
-Mana non usare il tuo potere, ti stanca troppo. Non controlli ancora il tuo cosmo, la tua forza, la tua energia. È pericoloso per te usare dei poteri che non conosci ancora.
-Volevo solo aiutarti, non so nemmeno come ho fatto ad alzare quella specie di barriera.
-Ti ringrazio. Ora riposati, sei pallida e ti sei anche levata la benda che reggeva il tuo braccio ferito. Sei un’imprudente, non mi piace vederti soffrire.
-Il braccio non mi fa più tanto male.
-Lo dici per non farmi preoccupare. Lascia che mi occupi io di chiarire le idee a questo tipo.
-Cardia devi farmi tornare al castello con lui, non puoi rischiare che Ade si scateni contro il tempio.
-Se ti lascio tornare al castello, quel folle ti studierà con i suoi metodi per servirsi dei tuoi poteri per scopi malvagi.
-Ho solo usato uno scudo, non gli servirebbe a niente.
-Mana dal tuo cosmo si percepisce che nascondi altri grandi poteri. Nessuno te lo ha mai detto e non sai come usarli.
Cardia sentiva che la ragazza aveva paura più per lui e gli altri cavalieri che per le sue sorti. Voleva tornare da Ade per proteggere loro, ma non poteva permetterlo. Era un cavaliere e doveva proteggere le persone che avevano bisogno del suo aiuto.
-Inizio a stancarmi di aspettare, sono un tipo paziente ma adesso esageriamo. Mana saluta il tuo amico e vieni da me.
Mana doveva prendere una decisione e in fretta. Era divisa e sapeva che ogni suo gesto avrebbe avuto delle conseguenze molto serie.

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Mana e Cardia erano ancora nel bosco vicino il grande tempio. Davanti ai loro occhi si ergeva minaccioso Hypnos che aveva dato un ultimatum alla ragazza. Doveva decidere se andare con Cardi o tornare al castello di Ade.
Mana sapeva cosa l’aspettava una volta tornata al castello. Avrebbe voluto andare con Cardia, ormai sapeva di essersi innamorata e lui la ricambiava. Però non voleva che Ade scatenasse la sua ira sul grande tempio e sui cavalieri per causa sua.
Cardia strinse la mano di Mana e la baciò con dolcezza.
-Non ti lascerò tornare laggiù, ti potrebbero fare del male e io non sarei lì a proteggerti.
-Devi lasciarmi andare. Non voglio che se la prendano con te per causa mia. Per favore, lasciami tornare al castello. Non mi importa se mi punirà di nuovo, ciò che mi sta a cuore è la tua salvezza. Non voglio che Ade venga al tempio e con un gesto della mano ti strappi l’anima. È capace di cose orribili quando è furioso.
-Per questo non posso permettere che una persona innocente torni al suo castello. Non so cosa ti farà ma sono certo che non lascerà correre.
Hypnos era restato ad ascoltare tutto il tempo la conversazione dei due ragazzi senza fiatare. Facevano dei discorsi talmente assurdi. Non potevano sperare di scampare all’ira di Ade, qualsiasi scelta aveva dei lati negativi.
-Staccati da lei cavaliere, è ora che io la riporti dal suo padrone.
-Non ti avvicinare. Mana non è un oggetto che Ade possa usare a suo piacimento. Dopo che l’avrai portata al castello, spiffererai tutto a Ade sul risveglio del suo potere. Dopo aver ascoltato il tuo racconto, Ade riderà di gusto e poi penserà a un modo per sprigionare i poteri di Mana.
-Le tue parole non servono a niente. Non mi convincerai a lasciarla venire con te. Se non vuoi regalare la tua anima a Ade, lascia che Mana venga verso di me.
Cardia continuava a tenere vicina Mana, voleva convincerla ad andare con lui al tempio. Lì sarebbe stata al sicuro, niente più percosse e botte da Ade. Niente più manipolazioni. Mana aveva sofferto abbastanza, non voleva più vederla piangere e stare male.
-Mana, lady Atena sarà felice di accoglierti al tempio. Con noi sarai al sicuro, nessuno ce l’avrà con te perché sei un’amica.
-Cardia se vengo con te, lui non avrà pietà per nessuno. Lasciami tornare al castello.
-Ascolta la ragazza, cavaliere.
-Stai zitto. Vuoi confonderla. Se la lascio nelle vostri mani, piangerà ancora e avrà altre ferite. Non capisco come possiate accanirvi su di lei.
-Parli da cavaliere o da innamorato? Lei non ti serve, lasciala a noi.
Cardia si stava infuriando e il suo cosmo iniziava a ribollire.
-Ti ripeto ancora una volta di non trattare Mana come una cosa. Se ora la lasciassi andare, non la rivedrei mai più. Tu dirai a Ade che si è innamorata di un cavaliere d’oro di Atena lui la punirà severamente.
-Ti assicuro che la punirà, ma non la ucciderà, lei gli serve ancore per molto tempo.
-Hypnos si può sapere perché ci metti tanto?
Al fianco di Hypnos era comparso suo fratello gemello Thanatos. Ora Cardia aveva davanti due potentissimi dei.
-Vai via Cardia, non puoi restare, lui non ha pietà per gli esseri umani.
-Fratello dovevi dirmi che stavi parlando con un cavaliere nemico, mi sarei divertito con lui. So che a Atena piacciono i regali. Vedere spegnersi il cosmo di un suo cavaliere le strazierà il cuore.
-Non toccherai Cardia.
Mana si era rimessa davanti a Cardia per fargli da scudo.
-Ragazzina a te penserà più tardi il sommo Ade, togliti dai piedi. Se non ti scansi, dovrò colpire anche te. Finirete entrambi nel mondo dei morti e resterete insieme o  forse no.
-Thanatos non puoi ucciderla.
-Lo so. Sei sempre troppo calmo e riflessivo, a volte serve spaventare un po’ questi inutili esseri patetici. Guarda quanta paura c’è negli occhi di questa ragazzina. Ha paura di morire, dentro di lei sta sperando e supplicando che io non la uccida.
-Ti sbagli fratello, Mana spera che tu non prenda l’anima di Cardia. Non vedi questa cosa perché non rifletti abbastanza. Basta guardare come si stringe a lui per fargli da scudo che non vuole che resti ferito. Non serve neanche leggere nella sua mente, ogni suo gesto è una dimostrazione dell’amore immenso per il cavaliere dello scorpione.
Mentre Hypnos e Thanatos discutevano, Cardia si mise Mana sulla schiena e scomparve nel nulla. I due dei si accorsero della scomparsa dei ragazzi solo dopo dieci minuti.
-Thanatos non è da te farti scappare una preda.
-Hypnos mi hai distratto con le tue chiacchiere. Ora dovrai dire al sommo Ade che la ragazza è sotto la protezione di Atena. Non la prenderà bene.
-Io penso che volesse che andasse in questo modo. Ha un pretesto per andare a fare visita alla sua nemica.
I due gemelli tornarono al castello e raccontarono tutto a Ade. La divinità sorrise, aveva perso momentaneamente Mana ma presto se la sarebbe ripresa con la forza.
 
Cardia e Mana in quindici minuti erano arrivati al tempio e il cavaliere aveva subito chiesto udienza a Atena e al grande sacerdote.
-Vi scongiuro, lasciate che resti qui. Non posso permettere che torni prigioniera al castello di Ade.
-Ragazza è vero che Ade ti ha tenuta nelle sue prigioni.
-Sì, a volte mi faceva passare le notti nella prigione del pianto o degli urli. Altre volte mi chiudeva nella mia stanza senza farmi uscire per giorni. Altre volte ancora mi teneva legata ad un pianoforte o a un’arpa per sentirmi cantare.
-Perché Ade voleva che tu cantassi per lui?
-Diceva che il mio canto gli piaceva e non lo annoiava mai. So che ha avuto anche altre cantanti nel castello ma sono tutte morte. Mi ha mostrato i loro scheletri.
Mana si strinse a Cardia, stava tremando. Non le piaceva ricordare tutte le atrocità che Ade le aveva mostrato. Quando era al castello, Ade le aveva fatto vivere i peggiori incubi.
Al grande sacerdote non sfuggì il sentimento che legava Cardia e Mana. La ragazza si poggiava a lui con la massima fiducia, non aveva il minimo timore a contatto con il cavaliere. Alcuni giorni prima l’aveva vista tremare di fronte a Sisifo, al contrario, si era abituata in poco tempo a Cardia, ne era certo.
-Mana, Ade ti ha rotto il braccio?
-Sì, ha scoperto che avevo parlato con qualcuno e si è infuriato. Lui non voleva che parlassi con nessuno quando uscivo. Non mi era concesso nulla.
-Ti hanno torturata anche in altri modi al castello?
Mana tremò ancora sentendo la parola tortura. Non voleva ripensare a quelle brutte cose. Cardia la strinse forte per farla calmare.
-Per favore, potreste riprendere domani con le domande. Non mi sembra in condizioni di rispondere, è scossa, impaurita e non riesce a smettere di tremare.
-Cardia, lei sarà una tua responsabilità. Se è una spia, sarai tu il colpevole e sarai punito severamente.
Mana smise di tremare ad un tratto, si alzò in piedi e si mise in ginocchio davanti a Atena e al grande sacerdote.
-Non sono una spia, ve lo assicuro. Cardia mi ha portata qui solo perché era preoccupato per le mie sorti. Non dovete punirlo.
Atena si avvicinò a Mana e le accarezzò una guancia.
-Mana, il grande sacerdote ti stava solo mettendo alla prova, Cardia lo sapeva. Infatti non ha scattato per difenderti. Ci sono molte spie in giro e dovevamo essere certi che tu non fossi una di loro o che Ade avesse il controllo su di te.
-Mi scusi se vi interrompo lady Atena. Ade ha provato controllarmi mentalmente ma non ci è riuscito.
-Devi avere dei poteri speciali se Ade non è riuscito a fare di te un suo cavaliere. Puoi restare qui con noi, sei la benvenuta. Cardia prenditi cura di lei e non esagerare con le tue maniere.
Dopo aver ricevuto il consenso dal grande sacerdote e da Atena, Cardia portò Mana alla sua casa e le preparò un bagno caldo.
-Rilassati, il bagno è tutto tuo. Sono qui fuori se hai bisogno. Puoi spogliarti tranquillamente, non ti spio.
Mana si fece un lungo bagno. Cardia le aveva procurato un vestito bianco della sua taglia. Ora poteva buttare via quel vestito nero che non le era mai piaciuto.
-Vedo che ho indovinato la tua taglia.
-Grazie per il vestito.
-Quello vecchio l’ho bruciato. Non dovrai più vedere una cosa che ti ha dato quel folle. Ti senti meglio?
-Sì, devo tutto a te. Non hai temuto per la tua vita di fronte ai due gemelli?
-Avevo più paura di vederti di nuovo ferita. Puoi dormire nel mio letto, ho cambiato le lenzuola e le coperte. Gentilmente Manigoldo mi ha prestato una vecchia brandina e un materasso che non usava più.
-Dormirai scomodo.
-No, sono abituato a dormire in luoghi peggiori. Una volta sono stato costretto persino a dormire in un letto con un orso.
-Mi fai sempre i complimenti.
-Manigoldo si bussa prima di entrare, potevo essere nudo.
-Non mi sei mai sembrato un tipo timido. Sono venuto a congratularmi con te, so che hai tenuto testa ai due gemelli.
-Il merito è tutto di Mana. Ha avuto molto coraggio a discutere con Hypnos e poi con Thanatos.
-Brava ragazza- disse Manigoldo scompigliando i capelli a Mana.
-Voi ce l’avete con Thanatos per qualche motivo?
-Sì, mi hai scoperto ragazzina. Non vedo l’ora di tirargli un bel pugno.
-Sono sicura che riuscirete a battere quei due gemelli. Ho visto quanto siete forti.
-Non fartela scappare Cardia, oltre a essere una vera bellezza, è anche molto gentile e coraggiosa.
Cardia trascinò fuori Manigoldo prendendolo di peso e chiuse la porta.
-La prossima volta bussa prima di entrare.
Cardia tornò da Mana e passarono l’intera serata insieme. Il cavaliere non intendeva mollare la ragazza neanche un attimo quel giorno e quello dopo. Farla sentire a casa era la prima cosa che desiderava fare. Cardia sentiva di aver trovato il suo grande amore e non avrebbe permesso a nessuno di farle del male. Era capace di affrontare un intero esercito pur di tenerla al sicuro.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Quattro giorni dopo
Mana era arrivata al tempio da poco e si era già integrata bene. Cardia era contento che la ragazza non si spaventasse più di fronte agli estranei. Aveva fatto la conoscenza di quasi tutti i cavalieri d’oro e spesso si fermava a parlare con Tenma e Yato. I due cavalieri l’avevano conosciuta per caso mentre cantava una canzone seduta davanti la casa dello scorpione. Erano rimasti incantati ad ascoltarla per un’ora prima che arrivasse Cardia. Li aveva presi di peso e con un calcio gli aveva detto di filare di corsa in arena ad allenarsi. Cardia non era un tipo geloso ma i due cavalieri erano troppo imbambolati. Erano rimasti a guardare Mana troppo tempo. Lei si era messa a ridere per la reazione di Cardia.
Da quel giorno Tenma e Yato passavano ogni tanto a chiacchierare con Mana. Cardia spesso era occupato fra allenamenti e giri di ronda e Mana era sola in casa. Cardia le aveva raccomandato di non uscire mai dalla zona del tempio e ciò significava che non poteva andare neanche al villaggio. Ade era un ingannatore e poteva trasformarsi in qualsiasi persona per riportare Mana al suo castello. Era capace persino di inviare al villaggio i suoi specter più potenti come spie per controllare se la ragazza uscisse.
 
Mattina ore undici
Mana era seduta davanti la casa dello scorpione e guardava l’orizzonte. Il giorno prima Cardia era partito per una missione e doveva tornare nel pomeriggio.
Quella mattina Mana si era alzata presto e aveva lavato i panni che Cardia aveva sporcato e li aveva stesi al sole. In quel luogo c’era sempre il sole e Mana si sentiva bene. Non c’erano più nuvole nere in cielo ma un bellissimo azzurro.
Cardia aveva anche comprato alla ragazza dei cambi di abito adatti a lei. Nessuno dei vestiti era nero. Il cavaliere sapeva che Mana adorava i colori come il blu o il verde e aveva provveduto ad acquistare vari abiti.
Mana aveva anche lucidato tutta la casa per far sentire bene Cardia. Non voleva essere di peso e si rendeva sempre utile facendo un po’ di pulizie.
-Mana tutto bene?
Mana si alzò in piedi e si inchinò davanti a Shion. Era una ragazza molto rispettosa e educata nonostante fosse cresciuta lontano da suo padre e solo con la balia.
-Lord Shion non pensavo ci fosse qualcuno al tempio oggi, ho sentito il grande sacerdote che vi diceva di partire tutti in missione.
-Sì, dieci cavalieri sono in missione in vari villaggi, ma io e Doko siamo rimasti ad allenare i cavalieri più giovani come Tenma e Yato. Hanno bisogno di molta disciplina per crescere e diventare forti.
-Mi sembra che Yato e Tenma si allenino molto.
-Possono fare meglio. Sono due ragazzi pieni di energie ma a volte sono troppo irruenti. Doko li allenerà nel migliore dei modi, ci sa fare con i ragazzi.
-Lord Shion posso farvi una domanda?
-Certo.
-Cosa succederebbe se Ade attaccasse il tempio ora? Sareste tutti in pericolo?
-Credo che potrei apporre un muro di cristallo. I cavalieri di bronzo e d’argento si schiererebbero contro chiunque osi minacciare Atena. Non temere Mana presto gli altri torneranno e nessuno correrà rischi. Non è ancora ora della grande battaglia.
-Grazie per la spiegazione.
 
Nel pomeriggio Cardia arrivò al tempio e si recò subito a fare rapporto al grande sacerdote. Dopo un’ora scese verso la sua casa con ancora l’armatura addosso. Trovò Mana seduta davanti la sua casa. Lo aveva aspettato lì tutto il tempo, era incredibile.
-Sono qui.
Mana si alzò in piedi e corse ad abbracciare il cavaliere. Cardia allontanò la ragazza prima che lo stringesse.
-Non toccarmi sono sporco di sangue. Non voglio imbrattarti con questo sangue di specter.
-Sei ferito?
-No, è tutto sangue dei nemici. Tranquilla, non mi sono fatto niente.
Mana baciò la guancia di Cardia per dargli il bentornato.
-Sono felice di riaverti qui al tempio. Mi sei mancato.
-Mana sei dolcissima.
Cardia corse a farsi una doccia e a ripulire la sua armatura. Dopo un’altra ora decise che era tempo di stare con la bellissima Mana. Sapeva che si era sentita sola anche se non erano stati lontani per molto.
-Mana vieni qui.
La ragazza rientrò nella casa e si sedette di fianco a Cardia sul letto.
-Anche tu mi sei mancata, non vedevo l’ora di assaporare le tue labbra.
-Cardia rispondimi sinceramente, se Ade attaccasse il tempio a causa mia, mi consegnerebbero a lui per placare la sua ira?
-No, non permetterò a nessuno di consegnarti a quel pazzo sanguinario. Qui al tempio nessuno potrebbe mai fare una cosa del genere. Non pensare più a certe cose.
-Non posso pesare su lady Atena.
-Atena sa che sei buona e ha deciso di proteggerti di sua volontà, non preoccuparti più. Lascia a me ogni problema per qualche tempo. Hai bisogno di rilassarti, ne hai passate fin troppe.
Cardia strinse la ragazza con tanta dolcezza. Quel semplice abbraccio cancellò ogni amarezza, ogni brutto pensiero dalla testa della ragazza. Accanto a Cardia, Mana era convinta di poter stare bene, di poter iniziare una vita lontana dalle tenebre. Con lui avrebbe vissuto alla luce del sole, niente più celle lugubre e ossa rotte.
-Il tuo braccio sembra andare molto meglio.
-Riesco a muoverlo abbastanza bene grazie alle medicazioni di lord Shion.
-Non devi ancora muoverlo. Solo qualche esercizio ogni tanto, ma non sforzarlo troppo.
-Cardia è successo qualcosa durante la missione?
-No, è andato tutto bene. Quando vado in missione con Degel e Manigoldo, siamo una squadra perfetta. Eri preoccupata per me?
-Sì, non sapevo quando saresti tornato.
-Ti sentivi sola, non è venuto nessuno a trovarti?
-Oggi è passato Shion e ieri sera Tenma e Yato. Volevano ascoltare un po’ di musica per rilassarsi.
-I due pivelli sono tornati qui, dovrò sottoporli a un allenamento triplo domani.
-Non vorrai allenarli personalmente solo perché sono rimasti qui ad ascoltarmi.
-No, ho un conto in sospeso con quel moccioso di Yato. Mana scotti tantissimo, non me ne ero accorto prima.
-In effetti sento un po’ di freddo.
-Stenditi, vado a prendere delle coperte.
-Grazie.
Mana aveva la febbre alta e Cardia corse a chiamare Shion.
-Accidenti che febbre! Cardia devi tenerla al caldo e cambiarla se suda. Devi darle anche questa medicina ogni sei ore. Solo un cucchiaio ogni sei ore, ricordalo.
-Va bene.
Cardia passò l’intera notte a vegliare su Mana. La febbre le era scesa in fretta grazie alla medicina di Shion ma la ragazza aveva il sonno agitato e sudava un sacco. Cardia dovette svegliarla più volte e porgerle i vestiti puliti in modo che si cambiasse. Ogni volta che succedeva si girava imbarazzato per non guardarla. Però il mattino dopo Cardia fu costretto a fare una cosa non intenzionalmente. Mana si era svegliata alle otto e si era alzata per vestirsi. Voleva aiutare Cardia preparandogli la colazione, dopo tutto aveva vegliato su di lei tutta la notte. Non era stata molto lucida durante la nottata ma aveva sentito con quanta cura il cavaliere si occupava di lei. La faceva sentire bene semplicemente con una carezza.
Mana si era tolta il pigiama e lo aveva poggiato sul  letto. Era rimasta in biancheria e si era avvicinata all’armadio per prendere un vestito pulito. All’improvviso le girò la testa.
Cardia non vedendola uscire dalla stanza, corse a vedere cosa succedeva. La febbre le era passata e poteva alzarsi per andare in cucina. Doveva solo restare in casa e riposare.
Cardia trovò la ragazza stesa sul pavimento, era svenuta.
-Mana, non fare scherzi, svegliati.
-Sono sveglia Cardia. Ho avuto solo un giramento di testa. Scusa se ti faccio preoccupare tanto.
Cardia non fece caso all’abbigliamento di Mana e la prese in braccio. La poggiò sul letto e le accarezzo il viso.
-Non posso fare a meno di preoccuparmi per te.
-Grazie Cardia. È la prima volta che un ragazzo mi tratta con tanta dolcezza.
-Impossibile, sei meravigliosa.
-Non è vero.
-Invece sì. Non posso fare a meno di guardarti.
-Sono uno straccio adesso, come puoi dire certe cose.
-Sei bellissima.
Cardia strinse la mano di Mana e la baciò. Il cavaliere non poteva fare a meno di compiere quel gesto dolce e tenero.
Dopo qualche momento di carezze, i due si resero conto della situazione, la ragazza era seminuda. Mana afferrò subito il lenzuolo e si coprì, era rossa come un peperone.
-Mi dispiace. Non ho visto niente.
-Lo so, mi fido di te Cardia. Mi hai aiutata anche questa volta e non sono arrabbiata con te. Forse sarei ancora sul pavimento senza il tuo intervento.
-Non riesco a mentirti se sei tanto gentile e dolce. Non fare quella faccia, mi viene voglia di confessare.
-Cosa?
-In realtà, io ti ho guardata per qualche secondo. Hai un corpo magnifico, una pelle bianca e soffice e un profumo delizioso.
Mana era rossa come un peperone e Cardia non riusciva a staccare i suoi occhi da lei. Adorava le reazioni della ragazza.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Mana e Cardia avevano passato un intero giorno chiusi nella casa dello scorpione. Cardia era preoccupato per la ragazza dopo il suo quasi svenimento. Se lui fosse stato in missione, lei sarebbe rimasta sul pavimento per giorni. Aveva chiesto al grande sacerdote di non assegnargli missioni per qualche settimana, voleva vegliare su Mana e farla abituare a quel luogo. Temeva che lei si sentisse a disagio al tempio.
-Mana ti senti meglio dopo ieri?
-Sì, perdonami se ti sono di peso. Non voglio darti tanti pensieri, hai già tante cose da fare e ora io ti dono altri problemi.
-In realtà tu mi hai donato serenità, pace e amore, non potrei volere di meglio.
-Sei troppo buono con me.
-Meriti tutto l’amore possibile. Non dovrai più passare le notti insonni o essere torturata o legata. Qui starai bene.
-Ne sono sicura.
Cardia aiutò la ragazza ad alzarsi dal letto e lei si recò in bagno. Dopo un bel bagno, si vestì con uno degli abiti che le aveva regalato Cardia e lo raggiunse nella stanza principale della casa. Cardia si stava allenando contro Manigoldo.
-Scusate non sapevo di trovarvi qui ad allenarvi. Esco subito, così non vi disturbo.
-No, resta pure Mana. Io e Manigoldo dobbiamo andare all’arena dagli altri cavalieri. Riposa in casa e non uscire, sei ancora debole dopo ieri. Ti ho lasciato della spremuta di arance in cucina.
-Grazie Cardia.
-A me non hai preparato niente caro Cardia.
-Un pugno in piena faccia se non ti muovi a uscire da qui. Dobbiamo correre all’arena o arriveremo in ritardo. A dopo Mana. Riposa e non preoccuparti per il pranzo, oggi ti porto qualcosa di speciale.
-A dopo Cardia. Stai attento!
-Sicuro. Non preoccuparti per me.
Mana passò l’intera mattina a leggere dei libri che aveva trovato nella camera di Cardia. Lui le aveva detto che poteva toccare tutto quello che voleva, soprattutto i libri visto che non li apriva mai. Togliere un po’ di polvere da quei libri, avrebbe fatto credere a Degel che Cardia si era messo a leggere qualcosa. Il cavaliere dello scorpione pensava di poter fare il furbo.
 
Verso le due del pomeriggio Cardia tornò dall’arena e trovò Mana addormentata sul letto. Aveva due libri di fianco, doveva aver passato la mattinata a leggere. Andò a farsi una doccia e poi si vestì. Sentendo il cavaliere sedersi sul letto Mana si svegliò e si trovò davanti il viso del suo bellissimo Cardia.
-Ti sei annoiata questa mattina?
-No, ho letto qualcosa. I tuoi libri erano pieni di polvere e ne ho approfittato per spolverare.
-Leggere non è la mia passione. Non ti avevo detto di non affaticarti.
-Fare le pulizie non è faticoso.
Cardia baciò Mana sulle labbra e la prese in braccio.
-Dove andiamo?
-A mangiare in cucina. Ti ho portato uno stufato ottimo. Il cavaliere del toro mi ha regalato un’intera pentola per entrambi.
-Molto gentile.
-Lui è fatto così. Cucina tantissimo per tutti, non si rende conto che non tutti mangiano quanto lui. Sei dimagrita ancora, hai perso almeno due chili.
-Non è vero.
-Non puoi negarlo, lo sento prendendoti in braccio. Oggi finirai due piatti di stufato.
-Ti preoccupi sempre troppo per me, non voglio essere un peso.
-Non lo sei. Voglio solo farti dimenticare i brutti momenti passati al castello di Ade e farti sentire a tuo agio.
Cardia mise Mana su una sedia in cucina e poi le riempì un piatto di stufato.
-Ecco qua, super stufato per te.
-Grazie.
I due ragazzi mangiarono tranquilli e poi andarono a fare una passeggiata in giro per il tempio, evitando le zone affollate.
-Come mai non mi hanno ancora chiesto dove si trova il castello di Ade?
-Il grande sacerdote sa che Ade sposta di continuo il suo castello. E poi gli ho chiesto di non interrogarti sui tuoi  giorni di prigionia, non voglio che tu ricordi quei momenti.
-Io voglio esserti di aiuto.
-Hai già fatto abbastanza.
-Cardia sai spiegarmi cosa significa quando ti batte forte il cuore e non puoi fare a meno di stare con una persona?
-Vuoi dire che ti succede questo quando sei con me?
-Sì, succede anche a te?
-Certo. Non posso fare a meno di passare molte ore al tuo fianco. Sei innamorata di me come io lo sono di te.
-Questo lo so, ma non sapevo che si provassero sensazioni tanto forti.
-Non si può fare a meno di fissare e coccolare la persona che si ama quando si provano queste sensazioni. Io sono corso qui da te dopo gli allenamenti.
-Queste domande ti devono sembrare sciocche.
-Per niente.
-Non è pericoloso per te uscire senza l’armatura?
-Meglio che io resti in abiti civili quando non ci sono pericoli o non sono di pattuglia. Non voglio attirare l’attenzione su di me.
-A me sembra che questi ragazzi ti fissino.
-Sono cavalieri di bronzo e non fissano me. Sono tutti interessati a te. Sono incuriositi da te e dal nostro rapporto. Qualcuno di loro potrebbe anche avvicinarsi a te e farti molte domande.
-Cosa devo dire?
Cardia scoppiò a ridere.
-Non dirmi che hai paura di fare qualcosa di sbagliato.
-Non so se posso dirgli tutto o se ci sono delle cose da tenere segrete. Al castello di Ade non mi era permesso parlare con nessuno e non sono abituata alle conversazioni. Anche quando vivevo con la mia balia parlavo con poche persone e tutte approvate da lei o da mio padre. Quando mio padre ha deciso di riprendermi con lui al castello, non faceva avvicinare nessuno a me. Al suo palazzo non si poteva parlare di tutto ciò che volevi, c’era un’etichetta da rispettare.
-Troppe regole da ricordare per i miei gusti. Qui sei libera di esprimerti. Dimmi qualcosa senza timore.
-Con te non ho paura di esprimermi, il problema è con gli altri.
-Qui nessuno ti farà del male per quello che dici.
-Sei straordinario.
-Cosa te lo fa dire?
-Tutto quello che hai fatto per me e quello che fai per gli altri. Mi hanno raccontato delle persone che hai salvato.
-Tutti questi complimenti mi faranno montare la testa.
Mana e Cardia si sedettero in un prato di fiori vicino alla casa dell’ariete. Si tenevano per mano e non si staccavano neanche un secondo. Il contatto fra loro era diventato come una cosa essenziale, non potevano fare a meno di quei piccoli gesti.
-Cardia ti capita mai di pensare al futuro?
-Sì, penso a noi e alla nostra vita insieme. Poi ricordo che ho una missione e che presto inizierà la grande battaglia finale.
-Vuol dire che rischierai la vita durante la guerra con Ade e potrei non vederti più?
-Io rischio sempre la vita, avrai sentito parlare del mio problema al cuore.
-Me lo ha detto lord Shion, pensava che tu me lo avessi riferito prima.
-Sono felice che tu sappia del mio minuscolo problema. Per me non è un peso, ormai ci convivo.
-Non mi lascerai sola prima del tempo, vero?
-Non ho intenzione di morire domani o il giorno dopo o il giorno dopo ancora. Voglio restare al tuo fianco ancora a lungo. Sei diventata importantissima per me. Sei la persona più importante della mia vita.
-Mi farai piangere se continui a parlare in questo modo.
-Non farlo, voglio solo vederti sorridere.
Cardia avvicinò le sue labbra a quelle di lei e la baciò con molto trasporto. Ormai baciarla era diventata una specie di medicina per il suo grande cuore pieno di amore, non poteva farne a meno. Sentire il sapore di lei sulle sue labbra era qualcosa di indescrivibile, di magico. Ora capiva cosa significava veramente voler vivere a lungo a qualsiasi costo.
 
Dopo qualche ora seduti sul prato parlando del loro passato, Cardia e Mana sentivano di aver fatto molti passi avanti. Cardia conosceva meglio lei e lei conosceva meglio lui.
-Torniamo alla casa, inizia a fare freddo. Qui le sere possono essere gelide.
-Va bene. Mi ha fatto piacere poter condividere i miei anni con la mia balia con te.
-Lo stesso vale per me. Poterti parlare dei miei allenamenti è stato fantastico. Voglio dirti tutto di me.
-Io temo solo che quando di parlerò di mio padre, non vorrai più vedermi.
-Non potrà mai accadere. Chiunque sia tuo padre, io ti vorrò sempre bene. Hai paura di parlare di lui?
-Mio padre non è un uomo semplice, è severo, cocciuto e molte volte sa essere crudele. Io non sapevo che facesse alcune cose e ne sono rimasta scioccata. Ogni volta che le persone delle sue terre mi incontravano, dopo aver scoperto chi ero, mi evitavano. Nessuno voleva contrariare mio padre. Avevo diciassette anni e pensavo fosse tutta colpa mia. Pensavo che mi evitassero perché ero nuova o perché avevo qualcosa di strano. Poi ho saputo tutto sul conto di mio padre. La mia vecchia balia mi ha raccontato tutto prima di andare via. Mio padre ha deciso di cacciarla perché era troppo affettuosa e tenera con me. Diceva che nella vita ci vuole anche molta disciplina. La mia balia è stata dolce con me e anche severa e l’ho detto a mio padre, ma lui non mi ha ascoltata. Sempre troppo impegnato con i suoi affari da signore potente e ricco.
-Deve essere stato difficile separarti dalla donna che ti ha cresciuto.
-Sì, la donna che mi ha riportato al castello era la mia seconda balia. La prima è morta molti anni fa. Poi ho scoperto che ne avevo avuto anche una terza ma era morta a causa di un incendio al palazzo di mio padre. Non so se tutto quello che mi ha raccontato mio padre sia vero, sembrava che a volte mi mentisse.
-Non mi importa chi sia tuo padre, non ti abbandonerò mai.
-Grazie Cardia.
Arrivati alla casa dello scorpione, i due ragazzi videro che Manigoldo e Degel li aspettavano.
-Sei tornato finalmente, ero stufo di aspettare.
-Manigoldo perché sei qui?
-Mi ha mandato il vecchio, vuole che partiamo in missione.
-Avevo chiesto di tenermi fuori dalle missioni per qualche giorno.
-C’è un situazione pericolosa in un villaggio a otto ore da qui. Il vecchio pensa che gli specter cerchino qualcosa di prezioso laggiù. Dobbiamo partire subito.
-Va bene. Datemi il tempo di prendere l’armatura, vi raggiungo alla scalinata.
Cardia entrò in casa con Mana e l’abbracciò forte.
-Pensavo di poter stare con te più tempo ma devo partire in missione.
-Vai, io starò bene. Pensa alla missione per il bene degli altri. Ci sono persone che hanno bisogno di te, pensa solo alla loro salvezza. Qui io sono al sicuro.
Cardia prese lo scrigno dell’armatura, diede un bacio a Mana e raggiunse i suoi amici. La ragazza era al sicuro al tempio e poteva partire tranquillo.
 
Passarono quattro giorni e Cardia ancora non rientrava. Mana iniziava a preoccuparsi. Il grande sacerdote le aveva riferito che sarebbe stata una missione veloce ma i cavalieri non erano ancora tornati dal villaggio.
Mana se ne stava seduta fuori dalla casa dello scorpione e scrutava l’orizzonte in attesa di vedere Cardia. In quei giorni aveva ripulito la casa del cavaliere, aveva passato molto tempo con i cavalieri di bronzo insegnando a chi non sapeva leggere a farlo e era stata persino ospite di lady Atena a due cene. La dea aveva voluto che la ragazza andasse al tempio per avere un po’ di compagnia.
-Mana è da questa mattina che sei qui, Cardia non tornerà neanche oggi. Non sento nessuno avvicinarsi al tempio.
-Lord Shion siete gentile a informarmi. Non è che è successo qualcosa e voi non me lo dite?
-No, non sappiamo niente. Mi dispiace non poterti dare buone notizie.
-Non fa niente. Lo attenderò con pazienza.
 
Due giorni dopo
Mana era nella camera di Cardia e dormiva tranquilla. Erano le quattro del mattino e non si sentiva un rumore al tempio.
Qualcuno entrò nella stanza di Mana e le sfiorò lievemente il viso. Sentendo il tocco lieve sulla sua guancia, Mana aprì gli occhi e vide lo sguardo profondo di Carida, era lì accanto a lei.
-Sei tornato con molto ritardo.
-Mi dispiace, la missione è stata più dura del previsto.
Mana aprì del tutto gli occhi e vide la ferita sul braccio del cavaliere.
-Vado a prendere le erbe mediche e le bende.
-Non è grave.
-Quella ferita va disinfettata, non dirmi che non è grave per non farmi preoccupare.
Mana medicò Cardia e gli fasciò il braccio.
-Ho fatto del mio meglio ma verso le dieci o undici dovresti andare a farti visitare da Shion.
-Non serve, avrà già da fare con Degel. Aveva una lieve ferita alla gamba. Anche Manigoldo aveva qualche graffio ma di lui si occuperà il grande sacerdote. Manigoldo adora farlo preoccupare, andrà al tempio tutto acciaccato e si farà medicare.
-Ti porterò di peso da Shion se necessario.
-Come vuoi, andrò a trovare Shion e gli farò vedere la ferita.
-Ero preoccupata.
-Sono qui intero, non è ancora la mia ora.
Mana si strinse a Cardia e il cavaliere le avvolse la vita con le braccia.
-Questo contatto mi è mancato. Il tuo profumo è meraviglioso, i tuoi capelli sono setosi, la tua pelle è morbidissima e le tue labbra sono belle e invitanti.
-Cardia dovresti riposare.
-Non voglio. In questo momento ho bisogno solo di tenerti stretta a me.
I due ragazzi passarono l’intera mattina a scambiarsi coccole.
Verso le undici Cardia andò alla prima casa e si fece controllare la ferita da Shion.
-Mana era molto preoccupata per te.
-Lo so. Quando mi ha visto per poco non piangeva, si è trattenuta.
-Ti ama moltissimo. Ti ha aspettato seduta fuori la casa quando non era richiesta al tempio da lady Atena.
-Lei è fatta così.
-Pensa che ha insegnato a leggere ad alcuni cavalieri di bronzo in pochi giorni. Se la cava bene con i bambini e con i ragazzi. Dove è cresciuta?
-So solo che ha vissuto con la sua balia per molti anni.
-Cardia non vuoi parlare mai di lei, sai qualcosa che non vuoi dirci?
-Mi stai facendo il terzo grado?
-No, volevo solo sapere se sapevi da dove veniva la ragazza. Prima o poi qualcuno le farà questa domanda e non potrà evitarla.
-Non deve rispondere se non vuole. Mi sembra che abbia sofferto abbastanza in passato. Ora devo andare.
-Cardia sei innamorato di lei e è una bella cosa. Però dovresti scoprire chi è veramente prima di rimanere scottato.
-Non starai dubitando della sua bontà e della sua sincerità?
-No, devi solo accertarti delle sue origini.
-Non ho più voglia di parlare.
-Cardia ti scaldi troppo per delle semplici domande.
-Dopo tanto tempo trovo una persona che tiene a me e che mi ama sinceramente e le persone l’accusano di essere una bugiarda.
-Non ho mai detto che mente. Ma altri potrebbero dirlo visto che è sopravvissuta alle torture di Ade.
-Sono stufo delle chiacchiere, torno da lei.
Cardia era stanco di sentire tante malignità. Mana era scappata dal castello di Ade perché aveva incontrato lui. Se qualcuno provava ad accusarla di essere una spia o di mentire, lo avrebbe preso a pugni.

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Dopo essersi fatto controllare la ferita da Shion, Cardia tornò alla casa dello scorpione e trovò Mana in cucina. Stava provando a cucinare qualcosa.
-Meno male che sei tornato, non riesco a preparare nulla di commestibile. Di solito non sono tanto imbranata in cucina. Invece, oggi ho già bruciato due torte. Volevo farti una sorpresa.
-Non ti preoccupare, è il gesto che conta.
-Non capisco perché non riesco a fare nulla di buono oggi.
- Cuciniamo insieme, vedrai che prepareremo qualcosa di super. Anche se io non sono un bravo cuoco.
Mana e Cardia si misero ai fornelli e prepararono una pasta al pomodoro e un po’ di carne grigliata, la preferita del cavaliere.
-Non pensi che la pasta sia troppo salata?
-Mi sembra perfetta. Sediamoci a tavola e mangiamo.
-Cardia è successo qualcosa mentre eri alla prima casa?
-Nulla. Ho solo avuto uno scambio di opinioni con Shion. Mi ha fatto capire che qualcuno pensa che tu sia una spia di Ade o qualcosa del genere.
-Non mi importa quello che pensano gli altri, l’importante per me è che tu ti fidi di me.
-Non ho mai avuto dubbi sul tuo conto- disse Cardia facendo una carezza alla ragazza.
Le voleva molto bene e non permetteva a nessuno di parlare male di lei. Lei non aveva fatto male a nessuno, non capiva perché dovessero essere tanto cattivi mettendo in giro delle voci su di lei. La cosa certa era che lei non era una spia.
-Mana non permetterò a nessuno di farti male.
-Grazie Cardia.
Dopo aver mangiato e rimesso in ordine la cucina, i due innamorati passarono del tempo nella camera da letto a scambiarsi delle coccole.
-Mi sei mancata tantissimo. Non poterti vedere era atroce.
-Non esagerare Cardia.
-Dico la verità. Le poche ore che ho dormito ti ho sognato.
-Cosa facevo nei tuoi sogni?
-Indossavi un bellissimo vestito bianco con un lungo strascico e correvi verso di me. Credo di aver sognato le nostre nozze o era un mio desiderio che si trasformava in sogno.
-Anche io ti ho sognato. Non era il nostro matrimonio ma eravamo lo stesso felici. Eravamo qui e la grande battaglia contro Ade era finita. Non eri scomparso, eri rimasto qui con me.
-Stai di nuovo piangendo a causa mia, non è possibile.
-Vorrei che non ti succedesse niente durante la battaglia finale. Ti sembrerò egoista, ma non voglio restare di nuovo sola.
-Non sarai mai sola. Potrai restare qui e sarai circondata da tanti amici.
Cardia abbracciò forte Mana, non riusciva a staccarsi da lei quel giorno. Non voleva assolutamente perderla e averla fra le sue braccia era bellissimo. Ogni volta che stava con lei provava emozioni indescrivibili. Tutto diventava più bello quando passava del tempo con lei.
-Ti sembrerà strano che io lo dica ma sento di essere diventato più forte con te al mio fianco.
-Anche io sono più coraggiosa quando sono con te. Sento di poter fare tutto con te al mio lato.
-Sentiamo le stesse cose.
Cardia legò al polso di Mana un bracciale fatto di conchiglie e fra di esse c’era un piccolo pendente a forma di stella marina.
-Questo è per te. Ti proteggerà dai pericoli se sei sola.
-Come?
-Diciamo che ho infuso un po’ del mio cosmo nel bracciale e saprò quando sei in pericolo.
-Un pensiero bellissimo, grazie. Io non ho niente da darti.
-Mi hai già regalato qualcosa.
Mana guardò Cardia perplesso, non capiva a cosa si riferisse. Poi il cavaliere la baciò sulle labbra e le sorrise.
-Diciamo che questo era il mio regalo.
-Così poco.
-Per me è tantissimo.
-Come sapevi che adoro le conchiglie?
-Diciamo che lady Atena mi ha detto che le hai raccontato di quando raccoglievi conchiglie sulla spiaggia. Voleva darmi un suggerimento e mi ha parlato di quella storia. Sei stata bene con lei?
-Sì, è una persona buona e gentile. Mi ha dato un sacco di consigli e mi ha regalato uno dei suoi vestiti.
Mana mostrò a Cardia il vestito e lui lo afferrò e lo ripose nell’armadio.
-Non mettere quel vestito al tempio.
-Non capisco.
-Non mi va che i cavalieri di bronzo e d’argento ti fissino, già lo fanno abbastanza. Quel vestito metterebbe in risalto tutte le tue curve ancora peggio di quelli che indossi ogni giorno.
-Manigoldo mi aveva detto che puoi essere geloso.
-Appena lo vedo lo strozzo.
Mana scoppiò a ridere, Cardia in quel momento era buffissimo. La ragazza prese una mela e la mise sulla mano del cavaliere.
-La tua mela del giorno, non l’hai ancora mangiata.
-Grazie, sei un tesoro. Suppongo che ti abbiano parlato anche della mia fissa per le mele.
-Sì, ho scoperto molte cose sul tuo conto.
I due si misero a letto presto, il giorno dopo li aspettava una lunga giornata di allenamenti e pulizie.
 
Quella notte Mana sognò Hypnos, ma era qualcosa di reale. La divinità era entrata nei suoi sogni per spaventarla. Era orribile quello che stava vedendo nella sua mente, di nuovo quelle brutte immagini.
Mana si svegliò di colpo e vide che era ancora notte fonda. Scese dal letto e si inginocchiò a terra. Le gambe le avevano ceduto, rivedere quelle brutte immagini del castello di Ade le aveva ricordato i mesi passati lì. Non voleva ricordare quelle cose.
Cardia che dormiva dall’altro lato del letto allungò il braccio per stringere Mana ma sentì che non c’era nessuno. Mana per non far sentire che piangeva si era tappata la bocca. Il cavaliere si alzò dal letto e vide la ragazza a terra.
-Mana cosa succede?
-Non è finita, vuole che torni laggiù.
-Hai avuto un incubo.
Cardia prese Mana in braccio e si sedette sul letto con lei. Non la mollò neanche un istante. Voleva cullarla fra le sue braccia per farla calmare. La ragazza sembrava aver visto cose orribili.
-Cosa hai sognato?
-Non era  un sogno o una specie. Con il suo potere Hypnos mi ha fatto vedere quello che succede ai traditori di Ade. Vogliono che torni al castello.
-Bastardi, ora non si limitano alle sofferenze fisiche, ti entrano anche nei sogni.
-Mi dispiace se ti ho svegliato.
-Non mi importa stare sveglio, voglio stare con te e farti sentire bene. Non sopporto quando ti fanno piangere.
-Ho paura!
-Non tornerai in quel castello, resterai qui con me. Ti proteggerò da qualsiasi pericolo a costo della mia vita. Ti ha mostrato le immagini che vedevi quando eri nelle prigioni?
-Alcune di quelle e altre immagini di nuovi attacchi. Ho visto un villaggio molto grande essere spazzato via dalla potenza di uno dei giudici infernali di Ade. C’erano moltissimi morti. Ho visto anche dei bambini ricoperti di sangue a terra, era orribile.
Mana si appoggiò al petto di Cardia e lasciò uscire le lacrime. Cardia le accarezzava la schiena cercando di farla calmare. Lei continuava a tremare. Negli ultimi giorni non aveva più pensato ai mesi passati al castello e ora quei bastardi la volevano di nuovo far soffrire. Cardia era furioso e voleva spaccare la faccia a quel bastardo di Hypnos. Per una volta sentiva gli stessi sentimenti che provava Manigoldo nei confronti di Thanatos. Capiva perché ci teneva tanto a colpirlo almeno una volta. Mana era la persona più importante della sua vita e non avrebbe permesso a una divinità di distruggerla psicologicamente solo per divertirsi.
-Cardia sto meglio, grazie. Mettiti a dormire, domani devi allenarti.
-Non ho nessuna intenzione di dormire e lasciarti in questo stato. Lo sento che hai ancora paura. Mi dici di stare meglio, solo per non farmi preoccupare ma io non ne posso fare a meno.
-Cardia sei molto gentile con me.
-Ti amo e voglio che tu abbia il meglio. Non devi più soffrire a causa di quel bastardo. Qui sei circondata da pace e amore. Forse sentirai qualche schiamazzo, litigi e altro ma tutte cose nella norma.
-A parte i tuoi litigi con Manigoldo o le tue chiacchierate con Degel.
-Ti assicuro che tutti i litigi e le chiacchierate amichevoli sono nella norma. Io e Manigoldo siamo molto amici, ci scontriamo perché abbiamo opinioni diverse su alcuni argomenti. Facciamo anche cose buffe e pericolose ma è tutto sotto controllo.
Mana sorrise, il cavaliere sapeva come farla sentire meglio.
-Sei incredibile Cardia. Un attimo fa stavo piangendo a dirotto e ora mi è tornato il sorriso. Le tue parole mi aiutano sempre.
-Basta così poco per farti sentire meglio?
-Sì, mi basta sentire la tua voce e averti vicino per stare meglio. Quando mi hai portata al tempio ho sentito qualcosa di strano. Una sensazione bellissima. Qui so che non sarò più sola.
-Esatto. Puoi contare su di me e sugli altri cavalieri qualsiasi cosa accada.
Cardia e Mana si addormentarono abbracciati e la ragazza non ebbe più incubi. Tutto era dovuto all’influsso del cosmo di Cardia, impediva a  ogni forza nemica di invadere la mente della ragazza.
Il mattino dopo
Cardia aprì gli occhi e vide Mana che stava seduta sul letto.
-Sei già vestita.
-Ho fatto un bagno e ti ho preparato qualcosa da mangiare. Poco fa è venuto Manigoldo e mi ha detto che ti aspetta all’arena.
-Dobbiamo allenarci. Abbiamo molte cose da provare, tra cui la nuova strategia. Sono sicuro che litigheremo di nuovo. È troppo cocciuto e non mi ascolta.
-Posso venire a guardarvi? Non sarò un impiccio e non vi disturberò.
-Ti annoierai a vederci lottare. Quando siamo in arena parliamo solo di strategie, missioni e specter.
-Voglio solo vedere cosa fate in arena, non parlerò neanche una volta.
-Va bene, puoi venire. Puoi parlare se vuoi, soprattutto se esageriamo con i litigi o con i colpi. A volte andiamo troppo oltre il limite. Una volta ci siamo rovinati le armature e il grande sacerdote per poco non ci faceva secchi. Far riparare le armature richiede grandi risorse di energia. Anche se Manigoldo ha scoperto che il grande sacerdote sa ripararle con un semplice schiocco di dita.
-In poche parole lo ha spiato.
-Ormai sai come ragiona Manigoldo.
-Siete due comici nati.
-Ci hai scoperti. Vado a indossare l’armatura, aspettami all’ingresso.
-Va bene.
 
Cardia e Mana andarono all’arena dove trovarono Manigoldo che si riscaldava.
-Dovete allenarvi sempre con le armature?
-Non sempre. Spesso ci alleniamo con le nostre armature addosso per simulare un vero combattimento. Abbiamo anche dei partner di allenamento fissi, a meno che qualcuno non voglia fare allenamenti extra. La settimana scorsa io mi allenavo con Degel, questa settimana mi alleno con Manigoldo, mentre la prossima dovrei essere di turno con il cavaliere del capricorno. Facciamo scambi di continuo per essere pronti a ogni genere di colpo.
-Capisco.
-Cardia vedo che hai portato la tua dolce metà.
-Manigoldo iniziamo ad allenarci e non fare commenti.
-Mana sei splendida come sempre.
-Grazie lord Manigoldo.
Cardia tirò un pugno a Manigoldo e lo fece finire al centro dell’arena.
-Mana resta sulle gradinate mentre mi occupo del dongiovanni.
-Non mi muoverò da qui.
-Cardia fai piano, mi hai quasi spaccato la mascella.
-Piantala di parlare e frignare e concentrati Manigoldo. Il tuo maestro ci osserva.
-Il vecchio è venuto qui a controllare me, dice che parlo troppo e mi alleno poco. Ieri blaterava di qualcosa su essere pronti alla battaglia contro una divinità gemella.
-Si riferisce al suo scontro con Thanatos.
-Sì, a quanto pare il vecchio ha tutte le intenzioni di sconfiggere quel folle di Thanatos. Io non vedo l’ora di colpirlo.
-Ieri ho sentito l’impulso di voler colpire anche io il gemello.
-Cardia deve essere successo qualcosa di grave per spingerti a un tale desiderio.
-Hypnos è entrato nella mente di Mana e voleva convincerla a tornare al castello di Ade con i suoi sporchi termini. Ade vuole qualcosa da Mana e è pronto a tutto per riaverla.
-Non hai ancora scoperto cosa ha di tanto speciale da attirare l’attenzione della divinità degli inferi.
-Mana è speciale perché è una ragazza dolce, buona e sincera.
-Sei proprio innamorato.
-Sono innamorato e lo sanno tutti. Ma io voglio proteggerla anche perché so che lei è buona e sincera, non ha secondi fini, non ci tradirebbe mai. Non è una spia come pensano alcuni al tempio e  il suo malessere di ieri ne è una conferma. Ti dico anche che non è la prima volta che sta male. Il prossimo che dirà che lei lavora per Ade, subirà uno dei miei colpi.
-Spargerò la voce in giro per il tempio.
Manigoldo e Cardia si allenarono per molte ore e  Mana li osservava. Era felice di poter vedere cosa faceva Cardia quando non era con lei. Voleva conoscere tutto di lui.
 
Dopo tre ore
-Mana possiamo tornare a casa.
-Siete stati molto bravi. Non sapevo usaste i vostri colpi durante gli allenamenti.
-Per poco Manigoldo non mi spediva realmente nel mondo dei morti.
-Mi hai fatto perdere la pazienza a un certo punto.
-Il nemico punta a farci perdere il controllo, ti ho solo messo alla prova. Siamo due teste calde e a volte non ci controlliamo.
-Per una volta hai ragione Cardia.
-Siamo d’accordo su qualcosa finalmente.
Mana rideva mentre i due parlavano, erano davvero simpatici insieme.

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Dopo l’allenamento Cardia tornò alla casa dello scorpione e si tolse l’armatura. Nel pomeriggio fu convocato da Sisifo e dal cavaliere dei gemelli, volevano parlare con lui e Mana.
Sisifo aveva deciso di incontrarli nella casa del sagittario con il cavaliere dei gemelli. Avevano alcune domande da fare a Mana.
-Si può sapere perché mi avete fatto venire qui con Mana?
-Dobbiamo parlare con lei- disse Sisifo.
-Voi volete interrogarla su Ade. Non vi permetterò di tormentarla con mille domande.
-Dobbiamo sapere se sa qualcosa sul suo conto che ci possa aiutare- disse il cavaliere dei gemelli.
-Conosco i tuoi metodi e non ti permetterò di interrogarla.
-Cardia posso rispondere alle loro domande.
-No, non devi farlo se non te la senti. Se non rispondi come vuole lui, il cavaliere dei gemelli sarebbe capace di usare le maniere forti per ottenere ciò che vuole.
-Non gli permetterei mai di usare la forza su una ragazza innocente- disse Sisifo.
-Non le farete alcuna domanda.
Cardia strinse la mano di Mana e si girò verso l’uscita per portarla via. Sisifo gli sbarrò il cammino e domandò a Mana di sedersi su una poltrona.
-Smetti di domandargli di farsi interrogare da voi. Non la farò restare qui mentre le fate ricordare i giorni orribili passati al castello di Ade.
-Dobbiamo sapere tutto quello che ci serve sul conto di Ade. Lei deve sapere qualcosa visto che è stata più volte nel salone del suo castello e ha visto molte volte le due divinità gemelle.
-Come sapete che io sono stata nel salone di Ade e ho visto più volte Hypnos e Thanatos, non l’ho raccontato a nessuno tranne a Cardia e a lady Atena.
-Semplice intuito.
-Voi mentite cavaliere dei gemelli.
-Non osare dire che mento ragazzina- disse il cavaliere dei gemelli con tono minaccioso.
Cardia si mise davanti a Mana e fronteggiò il cavaliere dei gemelli.
-Non la minacciare o sarà peggio per te. Sono molto serio.
-Non mi fai paura Cardia.
-Neanche tu a me.
Mana tirò la manica della maglia di Cardia e lo fece girare verso di lei.
-Posso sopportare qualche domanda. Voglio essere utile per la vostra battaglia.
-Mana hai ragione quando dici che non è solo intuito quello del cavaliere dei gemelli. Lui ti ha letto nella mente per vedere se mentivi. Lui è uno di quelli che crede che tu sia una sacerdotessa spia di Ade.
-Allora leggendomi la mente avrà capito che sono sincera.
-Non ho visto molto. Solo delle immagini di quando Ade ti teneva legata a un pianoforte e c’erano anche i due gemelli.
-Sei un bastardo a entrarle nella mente senza permesso.
-Tu non vuoi che le faccia qualche domanda e ho dovuto rimediare.
-Sai che non puoi fare sempre come ti pare.
Mana decise di rispondere alle domande di Sisifo e si sedette sulla poltrona. Cardia restò tutto il tempo accanto a lei. La ragazza non era agitata ma non voleva restare sola. La presenza di Cardia la rassicurava.
-Non entrare nella sua mente, è capace di rispondere sinceramente senza intromissioni altrui.
-Non capisco perché tu la protegga tanto. Se scopriamo che è una spia, sarai tu a pagarne le conseguenze.
-Vi assicuro che io non sono una spia.
Mana raccontò a Sisifo tutto quello che aveva visto nel castello di Ade e gli descrisse in ogni minimo particolare quello che ricordava. Gli descrisse persino quello che sapeva della struttura delle prigioni.
Dopo due ore di domande, Cardia decise che era il momento di finirla con l’interrogatorio. Il cavaliere dei gemelli le faceva domande a raffica con l’intento di farla crollare. La stava trattando come una criminale e a Cardia non andava bene.
-Andiamo via Mana. Gli hai raccontato già molto.
-Mi sembra che la tua amica non abbia finito di parlare.
-Quante ore la vuoi tenere chiusa nella casa del sagittario?
-Il tempo necessario cavaliere dello scorpione. Se non vuoi che la interroghi io, posso sempre chiamare Shion o Doko. Le faranno delle domande insieme a Sisifo.
-Shion e Doko non la tratterebbero mai come stai facendo tu. Mettiti in testa che lei non è una tua nemica.
-Non puoi fidarti di questa ragazza solo perché ti fa gli occhi dolci.
Cardia stava per tirare un pugno al cavaliere dei gemelli ma Mana lo trattenne per un braccio.
-Non sto male a causa delle loro domande, tranquillo. Non importa se mi interrogano, non ce l’ho con loro se non si fidano. Lascia che mi chiedano tutto quello che vogliono, sono pronta a rispondere a tutte le domande.
-Sei sicura di non voler riposare un pochino?
-Sto bene, grazie.
Sisifo e il cavaliere dei gemelli continuarono a fare molte domande a Mana e lei rispose in modo tranquillo. Poi il cavaliere dei gemelli iniziò a fare domande sempre più pesanti.
-Come mai Ade non vi ha uccisa?
-Diceva che gli servivo, non so altro. Comunque mi puniva ogni volta che lo facevo arrabbiare o quando ne aveva voglia.
-Ade che prova pietà per un’umana, è difficile da credere. Non mi sembra che tua abbia qualcosa di speciale che possa interessare alla divinità.
-Vi ripeto che mi teneva in vita per il mio canto e perché gli servivo a qualcosa. Non mi ha mai detto cosa voleva veramente, stava sempre attento a come parlava di fronte a me.
-Avevi una storia con Ade?
-No, non ho mai avuto interesse per lui e lui non aveva certe mire su di me.
Cardia sollevò in aria il cavaliere dei gemelli e lo sbatté al muro.
-Piantala di fare certe insinuazioni. Non capisco perché tu ti accanisca contro di lei.
-Voglio solo sapere perché Ade era interessato a questa semplice ragazzina. Non ha alcun senso.
-Shion non ti ha parlato dei suoi poteri che non si sono ancora risvegliati?
-Sì, ma non devono essere niente di speciale.
-Io ho visto cosa può fare e è molto forte. A Ade non deve essere sfuggito il suo potere sopito. 
Cardia lasciò andare il cavaliere, prese Mana e la portò via.
-Per oggi l’interrogatorio finisca qui. Sisifo se vorrai di nuovo parlare con lei, devi farlo da solo o con un altro cavaliere. Non voglio che lui le si avvicini. Ho sentito che per tutto il tempo ha usato i suoi poteri sulla sua mente.
Cardia portò Mana alla casa dello scorpione e la strinse forte.
-Mi dispiace se ti hanno tartassato di domande.
-Facevano solo il loro dovere, non sono arrabbiata o triste.
-Stai tremando di nuovo.
-Il tremolio è dovuto ai ricordi di quando ero prigioniera. Le domande dei tuoi amici non mi hanno dato fastidio. Non devi preoccuparti troppo per me, non voglio che litighiate per colpa mia.
-La discussione non è stata causata da te. Erano giorni che volevo dirne quattro al cavaliere dei gemelli, spesso esagera a gesti e parole.
Mana baciò Cardia sulla guancia per esprimere il suo grazie. Era stato molto premuroso a restarle accanto per tutte quelle ore.
-Il cavaliere dei gemelli è entrato nella mia testa in qualche modo e io l’ho sentito. Cercava di scavare sempre più in fondo. Non so cosa cercava.
-Era convinto che tu fossi una spia, ora dovrà arrendersi. Non ha trovato niente e ora dovrà ricredersi. So già che non ti chiederà mai scusa e non ammetterà mai di aver sbagliato.
-Non importa. A me basta che sia tu a credermi.
-Mi fiderò sempre di te. Non temere, ti proteggerò con tutte le mie forze da qualsiasi pericolo interno o esterno.
Cardia e Mana passarono il resto della giornata insieme scoprendo nuove cose. Cardia raccontava alla ragazza alcune delle sue missioni e Mana continuava a parlare dei suoi anni passati con la sua balia.
-Pensi che io sia stata poco chiara durante l’interrogatorio?
-Non pensare a quella storia. Non permetterò più che siano tanto invadenti, non mi piace come ti hanno trattato.
-Dovevano farlo, non devi arrabbiarti. Mi hai sempre detto che un cavaliere deve sempre adempiere ai propri doveri. Se loro ritenevano necessario farmi delle domande, hanno fatto bene.
-Il cavaliere dei gemelli ha esagerato.
Mana notò che Cardia si agitava e pensò di fare qualcosa per calmarlo. Lo prese per mano e lo trascinò fuori la casa e poi giù per la scalinata del grande tempio.
-Dove stiamo correndo?
-Vedrai.
Mana trascinò Cardia fino alla foresta dove si erano incontrati la prima volta. Voleva che si rilassasse un pochino, da alcuni giorni le sembrava sempre troppo nervoso.
-Ricordi quando ci siamo incontrati la prima volta?
-Certo, non potrei mai scordare il nostro primo incontro. Quando ti ho vista la prima volta ero incantato.
-Anche adesso, non smetti di fissarmi.
-Signorina potrei dire lo stesso di te.
Cardia e Mana rimasero nella foresta per un’ora e poi tornarono al tempio. Avevano bisogno di dormire molte ore.
-Mana ti manca casa tua?
-Non ho più una casa. Se mio padre avesse voluto, mi avrebbe cercato. Al contrario, ha creduto alle parole di Ade e di Pandora. So che non dovrei dire certe cose ma sento che a casa sarei sola come sempre. Quando ero lì non faceva differenza se c’ero o non c’ero, mio padre non passava mai del tempo con me.
-Tuo padre non può aver creduto alle parole di Pandora.
-Mio padre riteneva che io parlassi troppo a volte e mi teneva chiusa in camera come punizione. Diceva che non dovevo sfidarlo.
-Cosa mai avrai potuto dirgli per farti chiudere in camera?
-Non mi piacevano i metodi che usava con alcune persone del suo regno. Spesso era troppo duro. Ha rinchiuso dei signori solo perché hanno osato dargli dei suggerimenti su alcune questioni interne al suo regno. Mio padre non accetta di essere contraddetto da nessuno.
-Al tempio puoi dire quello che vuoi senza paura di essere rinchiusa.
-Grazie Cardia.
-Devi sapere che mio padre mi ha chiusa in camera più volte perché io dicevo alle guardie della prigione di liberare le persone che lui incarcerava. Dicevo che era un suo ordine.
-Una vera ribelle.
-Mio padre si arrabbiava molto all’inizio, poi ci ha fatto l’abitudine.
-Quante volte hai sfidato tuo padre?
-Erano tutte persone innocenti, non potevo permettere che morissero nelle prigioni del castello di mio padre. L’ho fatto solo cinque volte. Poi sono stata rapita da Ade e non ho più visto mio padre.
-Dopo questo racconto credo di essere ancora più innamorato di te, mia piccola ribelle.
Mana sorrise udendo quelle parola. Era felice che Cardia condividesse le sue stesse idee. Era sicura che lui era il ragazzo perfetto per lei e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea. Suo padre o Ade non l’avrebbero mai allontanata dal cuore di Cardia, perché il cavaliere le aveva detto che l’amava e non era tipo da rimangiarsi le proprie parole.

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Cardia e Mana avevano passato due giorni tranquilli al grande tempio. Nessuna missione, nessun attacco nemico. Cardia aveva solo dovuto fare qualche allenamento e poi aveva passato tutto il tempo con la ragazza. Avevano parlato tantissimo e ormai Cardia conosceva ogni aspetto di Mana. Con lei si sentiva a suo agio e desiderava renderla felice. Dall’arrivo della ragazza non aveva neanche più avuto problemi cardiaci, forse era vero che l’amore è una medicina potente.
-A cosa pensi Cardia?
-A noi due. Voglio fare qualcosa di carino per te.
-Lo hai già fatto in questi due giorni. Hai passato tanto tempo con me e questo mi basta.
-Questo sembra più un regalo per me che per te.
-Diciamo per entrambi.
All’improvviso Mana sbiancò e si immobilizzò. Non riusciva a muovere un muscolo, sentiva una voce nella sua testa e non riusciva a farla smettere. Sembrava che qualcuno la chiamasse.
-Mana devi tornare a casa, ho bisogno di riavere la mia bambina con me.
Mana respirava affannosamente. Cardia si avvicinò a lei e la prese fra le sue braccia. La ragazza si aggrappò alle sue spalle d’istinto, con lui vicino sembrava tutto più semplice.
-Mana cosa succede? Sei pallida.
La ragazza non riusciva a parlare, la voce continuava a martellare nella sua testa.
-Mana ti aspetto sulla spiaggia per domani mattina. Vieni presto, è ora di tornare a casa.
-Mana qualsiasi cosa ti succeda, combatti.
Mana si strinse al petto di Cardia quando la voce smise di parlarle. Sapeva che suo padre la rivoleva a casa ma lei non aveva intenzione di tornare laggiù. Nel suo palazzo non era una figlia ma una prigioniera. Non sarebbe più tornata da lui, non la spaventavano le sue minacce. Se stava lontana, non poteva di certo rinchiuderla.
-Cosa è successo?
-Mio padre vuole che torni al suo palazzo. Per favore, Cardia non cacciarmi.
-Sciocca pensi davvero che ti manderei via. Sei la mia speranza, il mio grande amore, non rinuncerò mai a te. Tuo padre non può obbligarti a tornare da lui se non vuoi. Non ti preoccupare, ti proteggerò anche da lui.
-No, non devi. Con lui devo parlare io. Non voglio che ti faccia del male, sei troppo importante per me. Non voglio che si intrometta nel nostro rapporto. Se fosse per lui, mi farebbe sposare uno dei suoi barbosi amici ricchi e forti.
-Nessuno ti porterà lontana da me.
Cardia baciò Mana con molta passione e la ragazza si lasciò stringere dalle sue braccia forti. Quei muscoli erano la sua fortezza, la sua sicurezza. Ogni abbraccio del cavaliere le dava la forza di andare avanti senza alcuna paura. Ogni sua carezza era qualcosa di indescrivibile sulla sua pelle. Mai aveva provato tutte quelle sensazioni splendide. Con Cardia tutto era perfetto.
-Tuo padre ti ha detto quando devi tornare a casa?
-Mi ha urlato di andare alla spiaggia più vicina domani mattina. Era un ordine. Non so cosa farà se non vado. Non voglio che ti faccia male.
-Lui non sa di me.
-Se mi ha chiamata, sa che sono nelle vicinanze della costa. Prima non percepiva la mia presenza perché ero prigioniera nel castello di Ade. Ora può di nuovo tenermi sotto controllo.
-Domani vengo con te e gli parlo. Non ti ha cercata per mesi quando eri prigioniera e ora ti rivuole a casa. Devo assolutamente dirgli quattro parole dolci.
-Cardia, mio padre può essere pericoloso.
-Sai che per te rischierei la vita.
-Non devi venire alla spiaggia con me, parlerò io a mio padre. Lo convincerò a farmi restare al tempio e gli racconterò tutto dei mesi di prigionia. Deve sapere la verità e spero mi creda.
-Se vengo io e gli racconto tutto, dovrà crederti per forza. Sono un testimone. Non ho paura di tuo padre.
-Non lo conosci nemmeno. A volte fa veramente paura.
-Ti ripeto che non mi importa. Può anche farmi a pezzi, io non ti lascio tornare al palazzo di tuo padre. Non voglio perderti.
Mana baciò Cardia sulla bocca e lui la strinse forte.
-Sono poche le volte che prendi l’iniziativa e mi lascia sempre senza fiato. Adoro i tuoi baci.
Cardia spiegò a Mana il suo piano per il mattino dopo. L’avrebbe accompagnata alla spiaggia più vicina e le sarebbe rimasto vicino. Avrebbe affrontato chiunque pur di non allontanarsi dalla sua amata.
 
Mattina, ore sei
Mana si era lavata e aveva indossato un vestito verde che aveva comprato il giorno prima facendo un giro al villaggio con Cardia. Il vestito si intonava bene ai suoi occhi e faceva risaltare i suoi capelli color caramello. Cardia si era messo i suoi soliti abiti ma puliti. Mana aveva fatto il bucato per un’intera settimana e ora tutti i vestiti di Cardia profumavano e non avevano più buchi.
-Sei pronta a rincontrare tuo padre?
-Posso affrontarlo se ho te vicino. Però se inizia a fare qualcosa di strano devi andare via, non voglio che ti ferisca.
-Ti ripeto che chiunque sia tuo padre, non mi spaventerò. Gli parlerò sinceramente e gli dirò che mi sono innamorato di te.
-Temo che non basterà a convincerlo. Devo dirti chi è prima di arrivare laggiù.
-Parleremo lungo la strada.
Cardia si mise sulla schiena lo scrigno dell’armatura e insieme a Mana si avviò verso la spiaggia più vicina. Portava con sé l’armatura in caso di pericolo.
Durante il tragitto dal grande tempio alla spiaggia, Mana raccontò a Cardia di cosa era capace suo padre e il ragazzo capì con chi avrebbe avuto a che fare. Ma non gli importava, era pronto ad affrontare di tutto pur di restare con Mana. Suo padre non li avrebbe allontanati solo a causa del suo egoismo e della sua mania del controllo.
-Vuoi ancora accompagnarmi?
-Certo. Non ho paura di tuo padre.
-Quando lo vedrai con il suo tridente in mano ti farà paura. Lo agita sempre quando è nervoso. Di sicuro se lo sarà portato dietro per convincermi ad andare con lui. Mi minaccerà in qualche modo pur di farmi tornare al suo palazzo.
-Non cederò davanti a tuo padre. Vedrà che siamo innamorati e cambierà idea.
-Ne dubito, però voglio provare a convincerlo. Sono pronta ad affrontarlo pur di restare con te. So che proverà a farmi dubitare di te, ma non ci riuscirà.
-Incredibile!
-Cosa?
-Hai tantissima fiducia in me.
-Cardia mi hai salvata più volte, come potrei dubitare di te.
Mana strinse la mano di Cardia e proseguirono il loro cammino fino alla spiaggia.
 
Dopo un’ora Cardia e Mana arrivarono davanti a una distesa sabbiosa e il mare tranquillo e limpidissimo si estendeva di fronte a loro. Mana sentiva la tensione salire, sapeva bene la reazione che avrebbe avuto suo padre vedendola con un cavaliere di Atena. Avrebbe dovuto convincerlo a restare al tempio ma lui l’avrebbe seguita. Cardia l’amava e desiderava restare con lei, anche a costo di sfidare suo padre.
-Ho paura di mettere piede sulla spiaggia. Appena lui si accorgerà che sono vicina al suo territorio, arriverà in questo posto.
-Ci sono io, non succederà nulla di brutto.
-Devi andare via se si infuria. Non voglio che ti faccia del male.
-Non ti lascio sola con lui, potrebbe trascinarti via. Non posso non vederti più.
Cardia strinse la mano di Mana e si avvicinarono alla riva. Dopo dieci minuti videro un mulinello in acqua. La ragazza capì che suo padre stava arrivando, era tesissima. Avvertendo la sua paura, Cardia avvicinò la ragazza a sé stringendola forte per la vita. Non avrebbe rinunciato a lei.
 
Davanti a loro comparve un uomo con addosso un’armatura scintillante e un tridente. Il suo cosmo era enorme, forse l’aggettivo non bastava neanche a definire quel potere. Cardia lo avvertiva benissimo ma non era spaventato, per Mana era disposto ad affrontare qualsiasi pericolo.
La divinità si spostò sulla riva di fronte ai due ragazzi e notò subito con quanta confidenza il cavaliere di Atena toccava sua figlia.
-Cavaliere non tieni alla tua vita?
-Ci tengo ma la cosa che mi importa di più della mia stessa vita è vostra figlia.
-Devi essere uno stolto a parlarmi in questo modo.
-Padre non dovete prendervela con lui, non ha fatto nulla di male.
-Ti ha toccata e sotto i miei occhi.
-Io e lui ci amiamo e voi non ci separerete. Non tornerò a casa con voi.
-Stai attenta a come parli Mana. Non ti lascerò al tempio di Atena, li rischieresti la tua vita.
-Non corro rischi se resto al fianco di Cardia.
-Questo pivello non potrà proteggerti per sempre. Quando arriverà Ade, lui dovrà combattere e ti lascerà sola per sempre.
-Smettetela di dire queste cose. Cardia non deve morire. È un cavaliere forte e tornerà alla casa dello scorpione finita la guerra contro Ade.
-Ah ah. Figlia mia sei una piccola ingenua. Ade non permetterà a tantissimi cavalieri di vivere.
Mana guardò il padre con uno sguardo glaciale, non poteva essere tanto crudele. Cardia non aveva mai visto quello sguardo in lei. Era arrabbiata e fremeva per quello che diceva il padre.
Mana si girò verso Cardia che le sorrise per tranquillizzarla. Lo sguardo della ragazza tornò come prima, il cavaliere sapeva sempre come calmarla in ogni situazione.
-Mana devi tornare con me prima che ti succeda qualcosa di brutto.
-Non tornerò più al vostro palazzo.
La divinità alzò il suo tridente e creò un colpo di vento che sbalzò in aria la figlia. Vedendola volare in aria Cardia corse verso di lei e l’afferrò prima che cadesse sulla sabbia.
-Grazie Cardia
Mana vide Cardia infuriato, non aveva più lo stesso viso. Dovette abbracciarlo forte allacciando le sue braccia dietro il suo collo per non farlo correre verso il padre. Sentiva tutto il corpo del cavaliere fremere per la rabbia e sapeva che aveva intenzione di colpire il padre.
-Cardia non devi sfidarlo, non voglio che ti ferisca.
Cardia continuava a tenere Mana in braccio e la teneva stretta. Non voleva che il padre escogitasse altri scherzi.
-Ti ho visto volare in aria e mi sono spaventato. Non posso perderti.
-Non mi sarei fatta male.
-Un colpo sul suolo e ti saresti potuta ferire alla schiena.
-Smettete di parlare fra voi, sono io il vostro interlocutore e stacca le tue mani da mia figlia.
Cardia strinse Mana ancora più forte. Era una provocazione contro la divinità.
-Come osi sfidarmi? Nessuno deve toccarla.
-Siete voi che avete iniziato. Non dovevate scaraventarla in aria, è una ragazza delicata, poteva farsi male. A meno che non volevate proprio questo. Volevate che io vi supplicassi di guarirla e voi avreste preteso qualcosa in cambio.
-No, non era quella la mia intenzione. Non sono un folle, voglio solo riavere mia figlia a casa.
-Dovete accettare che sono cresciuta e posso scegliere dove vivere.
-Non ti permetterò di vivere con un cavaliere di Atena. Con tanti ragazzi sulla terra, sei andata a scegliere un nemico.
-Non è un cattivo ragazzo e mi ha protetta molte volte.
-Stento a crederlo.
Cardia mise a terra Mana e continuò a tenerle la mano.
-Siete tanto diffidente perché tendete a non fidarvi di nessuno. Dovete sapere che Cardia mi ha salvato dalle grinfie di Ade. Ha affrontato persino Hypnos pur di liberarmi dalla mia prigionia.
-Ade ti teneva prigioniera? Non posso crederti. Pandora mi ha detto che eri scappata con qualcuno.
-Dubitate della mia parola?
-Non posso fidarmi di te piccola mia. Mi hai deluso mettendoti con questo cavaliere. Mi hai deluso anche allontanandoti dal mio palazzo. E continui a deludermi volendo restare al tempio di Atena.
Le guance di Mana furono rigate dalle lacrima. Non riusciva a credere alle parole del padre, come poteva essere tanto crudele?
-Siete un vigliacco a parlare in questo modo a vostra figlia. La fate soffrire. Mana era prigioniera al castello di Ade e lui le ha fatto passare dei mesi da incubo. Se non mi credete, basterà che controlliate le spalle di Mana, ci sono ancora dei lividi per le botte prese. Ade più volte l’ha sbattuta nelle sue prigioni e l’ha fatta assistere alle stragi, le più crudeli.
Mana non riusciva a smettere di piangere, non riusciva a credere che il padre preferisse ascoltare Ade piuttosto che lei. Non aveva creduto a una sola parola di quello che aveva detto. Non voleva ascoltare neanche Cardia. Nonostante se lo aspettasse, c’era rimasta malissimo.
Cardia continuava a tenerla stretta e non la lasciava un secondo. Vederla in quel modo, lo faceva arrabbiare ancora di più. Voleva tanto togliere dal viso della divinità quella sicurezza che lo caratterizzava. Aveva una faccia di bronzo incredibile e non aveva intenzione di cambiare idea.

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


Cardia e Mana erano davanti al signore degli oceani, colui che governa le acque con un semplice gesto della mano. I due ragazzi non erano spaventati ma Mana era a pezzi. Aveva avuto la conferma che il padre non aveva alcuna fiducia in lei e che non credeva ai suoi giorni di prigionia. Neanche far vedere le ferite sul suo corpo sarebbe servito a far cambiare idea al padre.
Su un punto però la ragazza non cedeva, non sarebbe tornata al palazzo del padre. Non voleva vivere di nuovo come una prigioniera. Voleva restare al fianco di Cardia perché lo amava con tutto il suo cuore.
La divinità si avvicinò ai due ragazzi e guardò con i suoi occhi blu come l’oceano dritto negli occhi di Cardia. Quello era il primo avvertimento per il cavaliere.
-Togli le mani di dosso a mia figlia e non voglio ripetermi.
-Non vedete che la fate soffrire. La fate a piangere perché preferite ascoltare quel bugiardo di Ade piuttosto che vostra figlia. Siete veramente ottuso.
-Sei un insolente cavaliere dello scorpione.
-Non ve la prendete con lui, padre. Lo avete provocato per primo.
-Quel ragazzo deve averti plagiata, non ti riconosco più.
-Sembro diversa ma sono sempre io. Neanche le torture di Ade mi hanno piegata. Ho sperato per tre mesi che voi mi veniste a prendere, credevo di impazzire rinchiusa in quel luogo tetro e pieno di specter. Non so come ho fatto a resistere.
-Ade non mi avrebbe mai fatto un affronto simile.
-Continuate a dire che affermo il falso. Sono sempre più convinta di non voler tornare con voi al vostro palazzo. Resterò al grande tempio. Non provate a inviare i vostri cavaliere o a scatenare un’onda anomala, sarei disposta a dare la mia vita per salvare gli abitanti nei pressi del grande tempio. Sono pronta a sacrificarmi anche per Cardia e i suoi amici se provi a ferirli.
-Non ti ho mai sentita parlare in questo modo. Hai un fuoco dentro che non sapevo che tu possedessi. Riesci a parlarmi come mai hai fatto prima. Inizio a pensare che sia stata tu a liberare alcune persone dalle mie prigioni di massima sicurezza.
-Avete imprigionato intere famiglie e chi vi dava buoni consigli solo perché non facevano come volevate. Non potete rovinare intere famiglie e pensare che io resti a guardare.
-Sei coraggiosa ma sai anche che non sopporto di essere contraddetto.
La divinità alzò il tridente e creò un mulinello sulla spiaggia.
Cardia strinse forte Mana e bloccò il colpo della divinità con il suo braccio sinistro.
-Ti ho sottovalutato cavaliere di Atena, hai bloccato il mio mulinello con un braccio. Sei molto forte ma non ti servirà per battermi.
-Prendetevela con me, non colpite anche vostra figlia.
-Il mulinello non vi avrebbe ucciso. Non voglio fare del male alla mia bambina. Voglio solo strapazzarvi un po’ e convincere questa piccola cocciuta a tornare a casa. Neanche lei può disobbedirmi.
-La mia casa ormai è dove è Cardia, non tornerò più al tuo palazzo. Non voglio sentirmi di nuovo sola e abbandonata.
-Starai con me, non sarai mai sola.
-Voi non mi avete mai trattata come una figlia. Non mi avete cercata per tre mesi e ora pretendete che io torni a casa. Non vi fidate di me e pretendete che io mi fidi della vostra parola. Desidero restare con Cardia e non me lo impedirete neanche con la forza.
-Mana, la mia non era una domanda ma un ordine. Devi tornare al palazzo o scatenerò contro il tuo amico tutta la mia potenza.
-Non farete del male a Cardia. Sono pronta a fargli da scudo pur di vederlo sano e salvo.
-Sai bene che posso colpirlo senza usare le mie armi. Mi basta agire all’interno del suo corpo.
-No, non dovete fargli male. Io lo amo.
La divinità si adirò sentendo quelle parole e lanciò una palla di cannone fatta d’acqua a pochi millimetri dai due ragazzi.
-Mana non mi va di stare qui a perdere tempo. Vieni da me e torniamo a casa, non costringermi a trasformarti in un essere disgustoso.
-Come osate minacciarla in questo modo? Non avete un briciolo d’amore verso vostra figlia? Siete pronto a renderla orribile solo per un desiderio egoista.
-Non ti piacerebbe più se la trasformassi in una nuova medusa o in un brutto orco marino o in una piovra gigante. Andrebbe bene anche un’arpia.
-Non vi permetterò di farla soffrire.
Mana si accasciò a terra e si strinse le mani al petto. Sentiva un fortissimo dolore al cuore. Cardia si chinò vicino a lei e vide che soffriva molto.
-Posso benissimo trasformare mia figlia senza lanciare alcun raggio o farle bere niente.
-Smettetela, non vedete che soffre. Mana resisti.
-Cardia non voglio che tu mi veda nelle sembianze di un mostro. Vai via.
-Non ti lascio da sola.
-Non voglio farmi odiare da te, vai via.
-Non smetterò mai di amarti.
-Quando l’avrò trasformata in un essere orribile, sai riluttante. Non vorrai più toccarla come fai ora.
Mana respirava a fatica a causa del dolore per la trasformazione. Non aveva idea di cosa avesse in mente il padre per lei. Forse la stava tramutando in una nuova medusa. Doveva assolutamente allontanare Cardia.
-Vai via Cardia, se mi trasforma in Medusa, potrei tramutarti in pietra.
-Non ti trasformerà in medusa, ne sono sicuro.
La divinità rideva vedendo il ragazzo impotente. Non poteva fare niente per fermare il suo potere e non faceva che restare in ginocchio di fianco a Mana. Ora aveva capito che nessuno poteva sfidare il suo potere.
 
Dopo cinque minuti di dolori lancinanti al petto Mana svenne fra le braccia di Cardia.
-Cosa le hai fatto? Sei un vigliacco a prendertela con una ragazza innocente.
-Decido io come punire mia figlia. Ha sbagliato a scappare dal mio palazzo e a venire al tempio di Atena. Ma l’errore più grande è stato mettersi con te. Non mi piaci per niente e non ti permetterò mai più di vedere mia figlia.
-Non la farò tornare con voi. La riporterò al grande tempio dove vivrà in pace e felice.
-Cavaliere guarda le gambe di mia figlia e ti accorgerai che da ora in avanti per lei sarà impossibile vivere sulla terra ferma.
Cardia guardò le gambe di Mana e vide che erano sparite. Al loro posto c’era una coda da sirena di colore verde smeraldo come i suoi occhi. Era così preoccupato per la ragazza che non si era accorto del cambiamento. Non gli importava niente di quella cosa, amava Mana così tanto da accettarla in qualsiasi modo. Una coda non la rendeva per niente più brutta.
-Mana non potrà più vivere lontano dall’acqua salta perché è una sirena. Essendo mia figlia pensavo nascesse con la coda quando ho saputo che la mia amante era incinta. Purtroppo ha ereditato le doti umane di sua madre. Resta il fatto che per me è super facile trasformarla in quello che voglio.
-Falla tornare normale, non ha fatto nulla di male.
-La sua colpa è di essersi innamorata di te.
Mana si svegliò e notò che al posto delle gambe aveva una coda.
-Sono una sirena.
-Sei sempre bellissima.
-Grazie Cardia ma sai che in questo modo non posso più vivere con te. Le sirene hanno bisogno dell’acqua salata per sopravvivere.
-Non voglio lasciarti andare, non posso perderti.
-Mi dispiace Cardia, è colpa mia. Pensavo di poter convincere mio padre a farmi restare con te, al contrario, l’ho solo fatto arrabbiare.
Cardia sussurrò qualcosa all’orecchio di Mana senza farsi sentire dalla divinità. Poi la baciò sulle labbra in modo passionale. Fu un bacio lunghissimo e intenso. La divinità non riuscì ad avvicinarsi ai due durante quel momento perché inconsapevolmente Mana aveva creato una barriera con i suoi potere ancora sopiti. Sua figlia era più potente di quanto pensasse.
Cardia si alzò in piedi prendendo Mana in braccio e la portò in acqua.
-Manterrò la promessa che ti ho fatto qualsiasi cosa accada.
-So che lo farai. Ti penserò sempre Cardia.
I due ragazzi si salutarono e poi Mana e il padre sparirono nella profondità del mare. Cardia sfogò la sua rabbia lanciando un urlo straziante che non tardò ad arrivare alle orecchie di Mana. La ragazza per rispondere al suo amato cantò una strofa della canzone preferita di Cardia. La melodia cantata dalla sirena arrivò dritta alle orecchie del cavaliere che si calmò in un istante.
-Mana pensi sempre a farmi sentire bene, anche se sei tu quella triste e in difficoltà. Ti amerò per sempre.
 
Cardia tornò al grande tempio e si rinchiuse nella casa dello scorpione ad allenarsi. Non voleva vedere nessuno. Non faceva che pensare a Mana. Non aveva potuto fare niente per riportarla al tempio perché il suo cosmo non era abbastanza forte per affrontare una divinità.
Quella notte Cardia dormì solo due ore perché ebbe un incubo. Mana veniva di nuovo presa in ostaggio da Ade e questa volta la sua prigionia era ancora più dura.
Il cavaliere passò i tre giorni successivi ad allenarsi duramente. Voleva potenziare il suo cosmo, voleva assolutamente salvare Mana. Non poteva perderla.
 
Un mese dopo
Cardia riaprì gli occhi alle sei del mattino, si lavò, prese lo scrigno della sua armatura e corse verso la spiaggia più vicina. Alle sette era sulla sabbia, in ginocchio davanti la riva.
All’improvviso il cavaliere vide l’acqua muoversi e dalle sue profondità comparve Mana.
-Sei riuscita a venire per fortuna. Non ce la facevo più a non vederti.
-Non sono potuta venire prima, mio padre mi ha rinchiusa nelle mie stanze. Non ha voluto neanche ridarmi le mie gambe, dice che la coda è la mia punizione. Finché non accetterò il suo volere, non mi ridonerà il mio vero aspetto. Con queste sembianze non posso neanche uscire dall’acqua e abbracciarti.
-Vorrà dire che sarò io a venire da te.
-No, non farlo. Mio padre potrebbe avvertire il tuo cosmo anche se lo azzeri.
-Non mi importa.
Cardia si tolse le scarpe e entrò in acqua. Si avvicinò a Mana e la strinse fra le sue braccia.
-Mi sei mancata tantissimo.
-Non ti spavento con questo mio nuovo aspetto?
-Sei sempre la stessa ragazza di cui  mi sono innamorato. Sei venuta qui rischiando l’ira di tuo padre, questa è la prova che non sei cambiata.
-Sei straordinario Cardia. Mi vuoi ancora bene nonostante tutto quello che è successo e questo cambiamento.
-Mana ti preoccupi troppo di non piacermi.
Cardia baciò Mana sulle labbra e si accorse che erano fredde.
-Mana sei gelata.
-Le sirene sono molto fredde, si dice che alcune abbiano persino il cuore gelido e non provino sentimenti. Mio padre spesso le usa per catturare i suoi nemici sulle coste.
-Mana qualcosa ti preoccupa?
-Sì, si dice che più una sirena passa il tempo nell’acqua più diventa fredda. Ho paura che il mio cuore di congeli e che mio padre mi costringa a fare del male a qualcuno. La voce delle sirene è pericolosa, attira gli uomini e li porta in un baratro di sofferenza, urla e oblio.
-Ne ho sentito parlare dal grande sacerdote. Tu non sei come le sirene che obbediscono a tuo padre. La prova è qui davanti a me. Sei venuta qui e mi stai abbracciando, non sei per niente cattiva.
-Ora non sono malvagia ma potrei diventarlo un giorno.
-Non succederà mai.
-Come fai a esserne così sicuro.
-Ti conosco e so che non faresti mai del male a nessuno. Tuo padre non arriverà a costringerti a fare qualcosa che non vuoi. Sarebbe troppo crudele anche da parte sua.
-Hai una grande fiducia in me.
-Come tu ne hai in me. Oggi ti ho già detto che sei bellissima- disse Cardia accarezzando una guancia della ragazza.
-No, non me lo avevi detto.
-Allora dovrò rimediare. Sei stupenda. Sai che il top da sirena ti dona. Mette in risalto tutte le tue curve.
-Cardia cosa dici? Mi fai arrossire di proposito.
-Adoro vedere la tua faccia rossa. Sei carinissima quando ti imbarazzi. Ti amo.
Dopo un’ora Cardia e Mana si salutarono e tornarono alle loro rispettive dimore. Prima di andare via Cardia promise a Mana di tornare a trovarla presto e la ragazza gli promise di tornare in superficie. Nessuno poteva tenerli separati, neanche il potere di una divinità. Il loro amore era forte e presto si sarebbero accorti di poter fare grandi cose se restavano uniti anche se lontani.

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Era passato un mese e Cardia non aveva più visto Mana. Era partito per due missioni in Italia con Manigoldo, Degel, Doko e Shion. Erano state molto impegnative e i cinque cavalieri avevano riportato qualche ferita durante gli scontri. Tornati al grande tempio avevano fatto rapporto a lady Atena e al grande sacerdote. Si erano sorbiti anche la ramanzina dal vecchio, come lo chiamava Manigoldo, perché avevano causato diversi danni ad alcuni vecchi edifici. I ricchi proprietari avevano mandato un conto salatissimo al tempio e il grande sacerdote aveva tagliato i compensi a Cardia e a Manigoldo. Sapeva che erano stati loro due a esagerare durante i combattimenti contro i nemici. Come al solito si erano comportati come due banditi. Secondo il rapporto di Shion e Degel, erano due vere teste calde.
Nonostante Cardia non smettesse di pensare a Mana, si era concentrato sulle missioni, con qualche danno collaterale. Quando lui e Manigoldo andavano in battaglia spesso esageravano. Al tempio spesso li definivano i due banditi senza controllo. Spazzavano via tutto ciò che trovavano sul loro cammino, incluse le abitazioni sul campo di battaglia.
 
Dopo la seconda missione in Italia Cardia se ne stava seduto davanti alla casa dello scorpione aspettando il momento giusto per andare da Mana. Non capiva come faceva ma sentiva sempre quando era il momento giusto per raggiungerla sulla spiaggia. Era come se lei lo avvertisse telepaticamente ma non aveva quel potere. Forse il loro legame era talmente forte che sentivano di volersi vedere così intensamente da non poter più aspettare neanche un secondo.
Cardia non aveva quella sensazione da un mese e iniziava a preoccuparsi. Mana non era riuscita a inviare neanche una lettera. Il padre doveva controllarla in modo stretto.
-Cardia ancora aspetti la tua bella?
-Taci Manigoldo.
-Dovresti aver capito che quella divinità non la lascerà tornare sulla terra ferma. Atena è sua nemica e non deve sopportare l’idea che sua figlia sia innamorata di un suo cavaliere. E poi so che alle sirene si congela il cuore dopo qualche tempo.
-Non succederà mai. Mana è dolce e buona e non diventerà come le schiave di suo padre. Non riuscirebbe più a guardarsi allo specchio se dovesse cantare per fare del male. Lei ha un animo gentile.
-Hai molta fiducia in lei. Amico mio sei proprio innamorato, non c’è cura a questo problema. Neanche il saggio Shion può guarirti.
-Manigoldo piantala di scherzare e dimmi perché sei qui?
-Ho trovato per caso questa bottiglia davanti l’ingresso del grande tempio. Ho visto un bambino con le ali che volava via a grande velocità. Ho pensato che fosse un messaggio per te.
-Grazie Manigoldo. Questa è la calligrafia di Mana. Deve aver messo la lettera nella bottiglia per non farla bagnare e deve averla consegnata a un amico di cui si fida. Sono contento che abbia qualcuno con cui parlare.
-Cosa ha scritto?
-Mi sembra che sia una cosa privata, sparisci.
-Io sono curioso di sentire cosa vuole da te la sirenetta.
-Non ti riguarda.
Manigoldo si girò e si avviò verso la casa del cancro. Non era opportuno disturbare oltre Cardia, aveva altro a cui pensare.
-Cardia finalmente ho trovato il modo di scriverti una lettera e di fartela arrivare di nascosto. Un mio amico mi ha aiutata. Ho saputo che le due precedenti lettere che ti avevo spedito sono state intercettate da mio padre. Le ha bruciate e mi ha punito severamente. Non preoccuparti, non mi ha picchiata o altro. Mi ha solo chiuso in camera mia per una settimana. Posso uscire solo per pranzare e cenare con lui. Mi è proibito anche vedere il mio piccolo amico che mi ha aiutato a farti arrivare questa missiva. Questa lettera l’ha rubata lui dalla mia camera mentre ero a cena con mio padre, è stato molto gentile.
Ora basta parlare di me. Vorrei sapere come stai? Possiamo vederci sulla spiaggia un giorno di questi. Ti aspetterò tutti i giorni per una settimana. Mio padre è lontano e non potrà impedirmi di uscire. La punizione è finita e sono libera per qualche giorno. Per favore, non avercela con me se non mi sono fatta sentire prima.
Ti aspetto alla spiaggia, Mana.
-Non potrei mai avercela con te. Sei la persona a cui tengo di più e non permetterò che un singolo ostacolo ci separi. Verrò da te domani.
 
Il giorno dopo Cardia corse alla spiaggia dove vide Mana seduta sulla riva con la coda che le cadeva nell’acqua.
-Sono qui.
-Cardia hai ricevuto la mia lettera.
-Certo. Sono felice di vederti, mi sei mancata tantissimo.
Cardia si inginocchiò sulla riva, di fianco alla ragazza e le diede un bacio sulle labbra. Il contatto con lei le era mancato, come aveva nostalgia della sua bellissima voce e dei suoi occhi profondi.
Il cavaliere rimase dieci minuti a fissare il viso di Mana. La ragazza dovette pizzicargli le guance per farlo tornare in sé.
-Cardia sei qui  o da un’altra parte?
-Ahi, mi hai fatto male.
-Era l’unico modo per riportarti sulla terra. Sembravi partito per un altro pianeta.
-Mi sei mancata così tanto che sono rimasto incantato a guardarti. Non so come ho resistito un intero mese senza di te.
-Sei andato in missione?
-Sì, questa volta è stata durissima. Io e Manigoldo abbiamo riportato delle ferite sulle braccia e dei graffi sulle gambe.
-Ti fa male qualcosa? Posso fare qualcosa per alleviare il tuo dolore?
-Calmati Mana, ora sto bene. Sei sbiancata quando ti ho detto che mi hanno ferito. Ho solo qualche graffio, tranquilla.
Cardia prese la mano di Mana e la bacio delicatamente sul dorso. Sentire che la ragazza si preoccupava per lui gli faceva capire quanto lo amasse.
-Cardia sei sicuro di star bene?
-Sicurissimo. Guarda le mie braccia, non ci sono neanche più i graffi.
-Però hai una fasciatura sulla gamba sinistra, proprio sopra il ginocchio.
-Come lo hai capito?
-Ti ho sfiorato la gamba quando ti sei seduto e hai fatto una piccola smorfia di dolore. Nessuno l’avrebbe notata ma io …
-Tu sei sempre attenta a quello che mi succede. Sei meravigliosa. Shion ha detto che la ferita sulla gamba si è rimarginata bene dopo qualche giorno. Ora devo solo metterci delle speciali erbe mediche che mi ha dato lui.
-Meno male.
Mana guardò alle spalle di Cardia e vide dei pescatori che si avvicinavano alla spiaggia.
-Oh no, devo nascondermi.
Cardia si girò e vide gli uomini con le canne da pesca. Capì subito il timore di Mana. Se un pescatore la scopriva sulla spiaggia, sicuramente lo avrebbe detto a tutti i villaggi vicini. In pochi giorni la spiaggia si sarebbe riempita di curiosi e di cacciatori di taglie. Si diceva che le sirene erano vendute a prezzi altissimi al mercato nero.
Cardia si tolse il mantello e lo poggiò sulla coda di mana. Poi strinse forte la ragazza. Doveva cercare di non attirare l’attenzione di quegli uomini. In caso di pericolo, avrebbe dovuto usare le mani contro dei semplici pescatori. Sperava di non dover arrivare a tanto.
-Cardia ho paura!
-Resta accanto a me, qualsiasi cosa accada, ti proteggerò io. Non permetterò a nessuno di farti male o portarti al mercato nero. Sei mia e non voglio che nessun altro ti tocchi.
-Cardia continui a volermi bene nonostante questo mio aspetto.
-Non voglio nessun altra e non mi importa del tuo aspetto. Prima o poi troveremo il modo per ridarti il tuo vero aspetto. Sei nata con le gambe e anche tuo padre capirà che non può lasciarti in questo stato. Dovrà accettare anche ci amiamo.
-Non succederà mai. Nonostante ciò io non mi arrenderò. Voglio stare con te e lui non potrà impedirmelo.
 
I pescatori si erano avvicinati alla riva e guardavano i due ragazzi. Erano molto curiosi. Per loro era strano vedere una coppia stare sulla spiaggia in quella stagione.
-Ragazzi, l’acqua non è troppo fredda in questo periodo?
-Per niente. E poi si dice che l’acqua fresca aiuti la circolazione.
-Ragazzo per caso lavori al grande tempio?
-Sì, vengo da lì.
-Mi sembrava di averti visto in compagnia del grande sacerdote quando è venuto al mio villaggio.
-Può darsi.
-State attenti ai granchi sulla sabbia, in questo periodo se ne vedono parecchi. Sono due giorni che un mio amico ne raccoglie qui intorno e sta facendo un sacco di soldi al mercato. Sembra che la divinità degli oceani sia arrabbiata e agiti le acque di questi tempi. Tutte le creature marine vengono a riva.
Mana guardò Cardia preoccupata. Suo padre forse sospettava del loro incontro. I tempi coincidevano, le acque erano agitate da pochi giorni.
-Staremo attenti ai granchi signori, grazie per l’avvertimento.
-Ragazza attenta al tuo mantello, ti si bagnerà tutto se lo tieni sulla riva.
Il pescatore stava per raccogliere il mantello sulla coda di Mana quando Cardia lo bloccò parandosi davanti alla ragazza.
-Scusi ma non le piace essere toccata da altri, si spaventa facilmente.
-Hai una ragazza molto delicata. Andiamo ragazzi, lasciamo soli i due innamorati.
I pescatori si allontanarono e Mana tirò un sospiro di sollievo.
-Mana tieni il mantello sulla coda, non vorrei che ci spiassero da lontano. Guarda cosa hanno messo laggiù, fra quegli scogli a pochi metri di stanza uno dall’altro.
-Una rete trappola sotto l’acqua. Sarei andata dritta da quella parte per tornare a casa e mi ci sarei incastrata.
-Ci sono altre reti da pesca sparse nell’acqua. Questi pescatori devono essere a caccia di qualcosa di grosso che gli frutti molti soldi. Probabilmente un cucciolo di delfino o qualche orca che si è persa.
-Non è giusto. Uccidere un delfino indifeso è atroce.
-Mana devi permettermi di accompagnarti a casa.
-Cardia non puoi, se mio padre percepisse la tua presenza tornerebbe subito al palazzo e ti catturerebbe prima che tu riesca a tornare a riva. Potrebbe anche venirti a cercare sulla terra ferma se si infuria.
-Non posso lasciarti andare da sola con tutte quelle reti. Non voglio che ti catturino.
Mana iniziò a battere i pugni sulla sua cosa e le lacrime le rigarono il viso.
-Se non avessi questa coda tutto sarebbe più facile. Non voglio più stare rinchiusa in quel palazzo con questa coda al posto delle gambe. Voglio tornare al tempio e camminare sulla terra, cogliere qualche fiore ma soprattutto passare molte ore con te.
-Basta, non battere i pugni sulla tua coda. Sei bellissima, non dubitarne mai.
-Cardia se non ci fossi tu accanto a me, sarei a piangere nella mia stanza, sola e disperata.
-Sai bene che io ci sarò sempre per te.
Cardia baciò Mana sulle labbra e le fece tornare il sorriso. I suoi baci erano dei veri regali per la ragazza e Cardia adorava assaggiare le labbra di lei.
-Grazie Cardia. Non puoi venire con me al palazzo di mio padre, ci sono i suoi cavalieri. Per venire qui sono dovuta uscire di nascosto. In più, come faresti a respirare in fondo al mare?
-Shion mi ha dato una bevanda fatta con alghe speciali che ti permettono di respirare in fondo al mare per un intero giorno.
-Avevi intenzione di accompagnarmi a casa fin dall’inizio.
-Voglio sapere come vivi e chi ti circonda. So che ti senti sola e voglio passare più tempo possibile con te.
-Hai i tuoi doveri di cavaliere al tempio.
-Oggi ho una giornata libera e è ancora mattina. Abbiamo tutto il tempo per stare insieme. Ti accompagnerò a casa per assicurarmi che tu non rimanga incastrata in qualche rete.
-Io ti mostrerò dove vivo. Sono felice che possiamo stare insieme più tempo. Però dobbiamo stare attenti ai cavalieri di mio padre,sono pericolosi.
-Ho la mia armatura con me e sai che non temo nessun nemico. Sono anche un ottimo nuotatore e saprò stare dietro alla più bella delle sirene.
-Molto spiritoso. Incontrerai delle ancelle bellissime nel palazzo e non hanno la coda. Forse tenteranno anche di capire chi sei per guadagnare la fiducia di mio padre. Tutti al palazzo puntano a mio padre, vogliono diventare i favoriti. Solo i cavalieri godono della sua più totale fiducia. Le altre persone nel palazzo sono trattate come domestici.
-Starò attento a non farmi notare.
-Impossibile, sei troppo bello per non destare l’attenzione delle persone. Dovrei farti indossare un vecchio mantello per coprirti o qualche sirena potrebbe rapirti e portarti a casa sua.
-Nessuno può allontanarmi da te.
Cardia posò di nuovo le labbra su quelle della ragazza e si baciarono per diversi minuti. Mana adorava quel lato sicuro e forte di Cardia. Alcune persone si spaventavano vedendo quel lato di Cardia, a volte poteva sembrare duro ma in fondo era dolcissimo. Bastava vedere come si comportava con i bambini al grande tempio. Quando li vedeva tristi si fermava sempre a giocare con loro e era sempre buffissimo.
-Mana a cosa pensavi?
-Mi ero incantata a ripensare a te al tempio. In particolare, pensavo a quando giocavi con i bambini e il tuo volto cambiava totalmente. Alcuni dei tuoi amici cavalieri ti hanno definito pacioccone.
-Sanno che mostro il mio lato tenero solo con alcune persone. Tu sei la persona a cui ho mostrato più di tutte il mio lato nascosto. Non posso apparire vulnerabile davanti ai nemici ma con te e i miei amici è diverso.
-Mi farai piangere se continui a parlare in questo modo. Sapere che qualcuno si fida di me è bellissimo.
All’improvviso Cardia ingoiò tutto il liquido di una boccetta che aveva preso dalla tasca e si alzò in piedi.
-Ho detto qualcosa che non va?
-No, voglio solo passare un po’ di tempo nei luoghi dove vivi ora. Voglio sapere tutto quello che fai mentre non sei con me. Voglio passare una meravigliosa giornata insieme alla ragazza che amo, forse mi mancherai meno domani. Anche se è impossibile.
Cardia prese in braccio Mana e la portò fino a dove non si toccava più con i piedi.
-Cardia ora puoi lasciarmi, so nuotare.
-Non mi va di mollare questa splendida sirenetta.
-Smetti di blaterare, sono pesante e ingombrante con questa coda. Dobbiamo anche andare giù se vuoi vedere dove passo le mie giornate.
-Sei leggera come prima se vuoi saperlo.
-Solo perché siamo in acqua.
-Dimentichi che ti ho sollevata anche prima e non mi sei sembrata ingrassata.
-Cardia contro di te non vincerò mai in duello verbale.
-Mi sconfiggi in altre battaglie.
-Come?
-Fai la finta tonta. Ogni volta che ti vedo resto senza fiato e sono completamente ammaliato dalla tua bellezza. Mi affascina anche il tuo carattere.
Mana afferrò la il braccio di Cardia e lo trascinò giù con lei.
-La medicina funziona bene, posso respirare e parlare sotto l’acqua senza alcuna fatica.
-Che bello! Potrò restare con te più tempo e qui sotto non rischio di essere catturata da qualche pescatore o mercante.
Mentre nuotavano verso il palazzo del padre della ragazza, Cardia aveva rotto tutte le reti dei pescatori. Non voleva che Mana o altri ci restassero impigliati. Sapeva che al mercato nero la gente era crudele.
Mana mostrò a Cardia il luogo dove andava a parlare con il suo migliore amico. Lì nessuno li disturbava o li spiava. Poteva avere tutto la privacy senza temere l’ira di suo padre.
-Mi presenterai anche il tuo amico?
-Non credo che oggi verrà qui sotto. So che è molto impegnato a spargere amore per il mondo.
-Non vorrai dirmi che la lettera mi è stata consegnata da cupido?
-Sì, lui è un mio amico. Lo conoscevo anche quando stavo con la mia balia. Veniva spesso a trovarmi perché diceva che gli piaceva come ragionavo e con i suoi zii si annoiava. Non ne poteva più neanche delle guerre e rimaneva per ore a raccontarmi delle sue avventure in giro per il mondo. Pensa che è solo un ragazzo di venti anni e ha già visto tantissimi paesi.
-Sa trasformarsi?
Sì, lo fa per non essere scoperto dalle altre divinità. A molti non piace che lui sparga amore per il mondo.
-Non è che cupido ha una cotta per te?
-No, lui sa che io ti amo. Non sarai geloso?
-Per niente.
Mana e Cardia si avvicinarono al palazzo e videro due cavalieri davanti l’ingresso.
-Non possiamo entrare da lì, non devono vederti. Vieni con me- disse Mana afferrando la mano di Cardia.
Girarono intorno al castello e arrivarono a una porta secondaria dalla quale entrarono. Mana trascinò Cardia nella sua stanza e chiuse a chiave.
-Per fortuna i generali di mio padre non ci hanno visti. Ho sentito la voce di lord Ondion poco fa. Il suo potere è spaventoso e non voglio che tu lo affronti. Se ti facessero del male, non me lo perdonerei mai.
Cardia afferrò Mana alle spalle e la strinse forte a sé.
-Nessuno mi farà male amore mio.
-Non dubito della tua forza o del tuo cosmo. Semplicemente non voglio che ti feriscano. Non voglio lotte. Desidero solo trascorrere una giornata tranquilla con te.
-Starò attento a non farmi vedere.
-Lady Mana ho sentito delle voci, c’è qualcuno lì con voi?
-Oh no, è Serafin, un cavaliere d’argento di mio padre.
 
Dopo cinque minuti Mana andò ad aprire e si trovò davanti un giovane cavaliere dagli occhi azzurri  e i capelli argentati. Serafin era solo un cavaliere d’argento ma era fortissimo e sapeva come spaventare i suoi nemici con i suoi colpi.
-Lady Mana come mi ha ordinato vostro padre, devo controllare la vostra stanza una volta al giorno.
-Non avete mai fatto una cosa del genere.
-Vostro padre me lo ha chiesto ieri sera prima di partire. Fatemi entrare.
-Non si entra nella stanza di una ragazza senza permesso quindi sparite.
Serafin spinse con forza la porta e entrò nella stanza. Cardia strinse i denti per non uscire dal suo nascondiglio. Quel cavaliere aveva spinto Mana a terra con brutalità nonostante fosse la figlia del suo padrone e fosse una ragazza.
-Non sarò gentile e premuroso con voi solo perché siete una sirena.
-Non ve l’ho chiesto.
-Vostro padre ha ragione, non vi piegate davanti a nessuno e siete molto coraggiosa. Io torno alle mie mansioni da cavaliere, il pranzo sarà servito fra due ore, vi prego di non mancare. Oggi cucina il generale Tempest e si offende se non ha abbastanza persone a tavola.
-Cercherò di venire.
-Vi consiglio di non mancare.
Il cavaliere guardò Mana in modo gelido e uscì fuori dalla stanza. Cardia aspettò che il cavalieri si allontanasse dalla porta per entrare. Era stato brutale con la ragazza e già lo detestava.
-Mana stai bene?
-Mi ha solo dato una spinta. Il suo sguardo era gelido, non gli ho fatto nulla ma mi detesta.
Cardia strinse Mana e la baciò sulla fronte. Quello era uno dei modi per farle passare ogni tremore, ogni preoccupazione e ogni paura. Ormai i due innamorati si capivano al volo e sapevano come stare bene insieme. Avrebbero trascorso una bellissima giornata insieme, con qualche piccola avventura.

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


Mana e Cardia si erano chiusi nella stanza della ragazza per non farsi vedere dai cavalieri di Poseidone. Il palazzo della divinità quel giorno sembrava più pattugliato del solito. Forse il padre di Mana voleva tenerla sotto controllo e non permetterle di incontrare qualcuno e aveva messo i suoi cavalieri in allerta. Forse tramava qualcosa e non voleva farlo scoprire a Mana. La ragazza non sapeva più cosa pensare sul padre. La trattava come una prigioniera e a volte le sembrava di essere tornata ai giorni in cui era rinchiusa nelle stanze al castello di Ade. Come Ade, suo padre spesso la teneva rinchiusa nella sua stanza e le ordinava di uscire solo per i pasti con lui. A volte non la vedeva per giorni e la lasciava chiusa nella sua stanza con delle guardie all’esterno della porta. Spesso non voleva neanche parlare con lei, la ignorava nonostante fossero nello stesso palazzo. Non si fidava di lei e cercava di piegarla in ogni modo possibile.
Mana era contenta di essere riuscita a uscire dal palazzo e a raggiungere Cardia. Ora erano nel palazzo dove viveva attualmente e dovevano stare attenti a non farsi scoprire. I cavalieri di poseidone non dovevano scoprire che un cavaliere di Atena era in quel luogo.
-Non dovevo portarti qui, è troppo pericoloso.
-Sono venuto di mia spontanea volontà e non me ne vado. Voglio vedere dove trascorri le tue giornate e passare più tempo possibile con te. Non so per quanto tempo non potremmo vederci.
-Non voglio restare un altro mese senza vederti. Qui è bello ma sono sempre sola. Cupido viene sempre più raramente perché mio padre non vuole che incontri altre persone oltre a lui e ai suoi cavalieri.
-Cercherò di venire a trovarti spesso o ti manderò molte lettere.
-Non trascurare i tuoi doveri di cavaliere a causa mia.
-Te lo prometto. Adempirò ai miei doveri ma non ti abbandonerò a questa vita. Troveremo il modo per ritrasformarti come prima. Sono sicuro che qualcuno sulla terra conosce un rimedio contro questa trasformazione.
-Io so come far tornare Mana normale.
-Cupido come hai fatto ad entrare?
-Sono entrato dal passaggio segreto nell’armadio. Ciao dolce Mana, salve cavaliere di Atena. Sei in forma. Mana mi ha parlato molto di te.
Mana divenne completamente rossa sulle guance, aveva chiesto a Cupido di non riferire a nessuno che parlava spesso di Cardia. Certe cose la imbarazzavano.
-Mana non ho detto nulla di sconcio, tranquilla. Diventi sempre rossa e il tuo cuore va a mille quando si tratta di questo cavaliere. Sei veramente innamorata e è una cosa meravigliosa per me. Le mie frecce reagiscono quando vengo a trovarti e questo mi aiuta a capire che nel mondo c’è ancora amore.
Cardia strinse la mano di Mana e le sorrise. La ragazza ricambiò il sorriso e si sedette sul suo letto con il cavaliere. Volevano ascoltare cosa aveva da dirgli Cupido.
-Mana, mia madre mi ha detto che tuo padre tiene una boccetta che trasforma le sirene in esseri umani. È una sorta di rimedio alle sue trasformazione. Mi ha detto che la tiene chiusa nella stanza degli artefatti mitici e dei tesori.
-Impossibile entra in quella stanza, è dove i generali di mio padre giocano a scacchi e a dama. Lì passano le giornate a leggere o a parlare dei piani strategici con mio padre. A me è vietato entrare in quella specie di salone. È una stanza immensa, ben sorvegliata. Anche se è sempre aperta, ci sono sempre dei cavalieri di guardia.
-Non può essere l’unico modo per farla tornare sulla terra.
-Sì, al potere di una divinità si rimedia con una pozione, una medicina della divinità stessa. O deve essere il padre di Mana a volerla ritrasformare di sua spontanea volontà.
-Ho provato già a convincerlo, non ci sono riuscita. Mi ha rinchiusa in questa stanza per cinque giorni per punizione. Non vuole che io torni sulla terraferma per non farmi tornare al grande tempio.
-Mi dispiace Mana ma non ci sono altri rimedi.
-Non è colpa tua Cupido, grazie per aver fatto ricerche.
Cupido andò via dopo aver abbracciato la ragazza e lei rimase di nuovo sola con Cardia.
-Mana non essere triste, troverò un modo per farti tornare al tempio.
-Grazie ma dovresti pensare a trovare qualcuno di più adatto a te per non soffrire.
-Non rinuncerò mai a te. Dovessi affrontare l’intero esercito di tuo padre, ti riporterò a casa amore mio.
Mana si strinse forte a Cardia e si stesero sul letto. Il cavaliere tenne la ragazza stretta fra le sue braccia e la coccolò per molti minuti.
-Non ti fa senso avermi fra le braccia visto che ho la coda?
-Per niente. Non sei brutta, quante volte devo ripeterlo?
-Non sono mai stata una persona sicura di sé stessa. Quando sono con te mi sento libera e felice. In questo luogo, al contrario, mi sento schiacciata da mio padre. Non posso fare nulla senza il suo permesso. Mi è vietato persino di aiutare le domestiche in cucina. Non mi fa neanche aiutare i bambini del palazzo, i figli dei domestici. Ha allontanato tutti quelli con cui parlavo senza motivo.
-Presto non ti sentirai più sola. Farò di tutto per riportarti a casa.
-Non è giusto che io ti faccia carico di altri pesi.
-Mana non posso restare al tempio senza far niente, sapendo che tuo padre ti tiene rinchiusa fra queste mura. Quello che fa non è bello nei tuoi confronti. Vietarti di uscire e vedere i tuoi amici è da tiranno.
-Mio padre si comporta come un re con tutti, è il suo carattere.
-Lui è un re ma non è detto che sia un sovrano giusto e leale. Non dovrebbe trattarti come una prigioniera. Ti ha mai detto qualcosa di dolce per farti capire che ti vuole bene.
-Non che io ricordi. Negli ultimi tempi mi tratta con molto distacco o non mi calcola proprio. È sempre impegnato con i suoi cavalieri. Sembrano agitati per qualcosa.
-Deve essere per il cosmo di Ade. La battaglia finale fra lui e lady Atena è sempre più vicina. Tuo padre starà cercando di rimanere neutrale ma organizza le difese in caso di attacco.
-Penso che stia tramando qualcosa e non parli solo di tattiche difensive con i suoi cavalieri. Ora devo correre a pranzo o uno dei generali sfonderà la porta e ti troverà qui. Aspettami qui, cercherò di portarti qualcosa da mangiare.
-Va bene. Sarò qui al tuo ritorno.
 
Mana si diresse verso la sala da pranzo dove trovò i quattro generali di suo padre e alcuni cavalieri d’argento. Quando entrò nella sala tutti si girarono a guardare nella sua direzione. Nessuno distoglieva lo sguardo dalla sua figura, era come se volessero leggerle dentro.
-Come mai oggi non andate in giro per il castello ad aiutare i servi?
-Mi dispiace non poterlo fare lord Star ma mio padre me lo ha proibito.
-Non siete una ragazza che si arrende a un singolo divieto. Oggi mi sembrate piuttosto pensierosa. Non starete nascondendo qualcosa?
-Quello che faccio non sono affari vostri.
-Spero per voi che non abbiate portato nel castello qualche vostro strano amico. Vostro padre si infurierebbe al suo ritorno. Potrebbe anche sbattervi nelle segrete e credetemi, non è un posto per sirenette fragili e delicate.
-Basta Star, non puoi parlare in questo modo a lady Mana. È pur sempre la figlia del sommo Poseidone. Per una volta tieni a freno quella linguaccia.
-Vi ringrazio lord Diamond.
-Dico queste cose per rispetto a vostro padre. Imparate a obbedire al suo volere  e vedrete che i suoi cavalieri vi vorranno bene come ne vogliono a lui.
-Continuate tutti a dirmi quello che devo o non devo fare, vi sembra normale?
-Certo. Non puoi vivere al grande tempio visto che sei la figlia di una delle divinità più potenti dell’Olimpo. Tuo padre è un nemico di Atena e non ti farà tornare da lei.
-Lady Atena è buona, non capisco da dove provenga tutto questo odio nei suoi confronti. Quando sono stata liberata dal castello di Ade, lei mi ha accolta senza sapere chi fossi e mi ha dato un posto dove dormire e del cibo.
-Ti ha semplicemente messa fra le lenzuola di uno dei suoi cavalieri per farlo divertire. Quel cavaliere deve essere un bravo amante per averti conquistata.
Mana si alzò dalla sedia e nuotò verso Star. Si fermò davanti a lui e gli tirò uno schiaffo sulla guancia. Il generale non si aspettava un gesto del genere da quella ragazza, lo aveva sorpreso. Non aveva avuto neppure il tempo di schivare il colpo.
-Come osi ragazzina?
-Star resta seduto e non osare alzare un dito su lady Mana. Questa volta hai esagerato.
-Starò buono Diamond, tranquillo. Non voglio far adirare il sommo Poseidone. Dimmi una cosa ragazzina, perché mi hai colpito? Sono curioso.
-Non puoi offendere un cavaliere di Atena. Cardia mi ha sempre rispettata, non ha mai fatto nulla di quello che pensate.
-Difendi il cavaliere dello scorpione con tanta foga. Vostro padre ha ragione, al tempio vi hanno fatto il lavaggio del cervello.
-Non è vero. Sono stati buoni con me.
-Questa è un’illusione che ti sei creata nella mente. Il cavaliere dello scorpione non ti ama veramente, ti usa solo per arrivare al potere di tuo padre. A Atena serve l’aiuto di tuo padre per sconfiggere Ade e il cavaliere dello scorpione ti ha conquistata per arrivare a lui.
-State mentendo. Non mi farete dubitare di Cardia.
Mana nuotò via senza toccare cibo e si rinchiuse di nuovo nella sua stanza. Lì trovò Cardia che stava ammirando il paesaggio marino dalla finestra facendo attenzione a non farsi notare dai cavalieri all’esterno del palazzo.
Il cavaliere di girò verso la porta sentendola chiudersi e vide Mana in lacrime. Corse da lei e la strinse più forte che poteva.
-Non voglio più stare qui.
-Mana cosa ti hanno fatto?
-Non voglio dubitare di te.
Cardia capì al volo cosa avevano cercato di fare i generali di Poseidone. Insinuare il dubbio nella testa di Mana l’avrebbe convinta a fidarsi del padre e a diffidare di Atena.
-Non li sopporto quando ti offendono. Non ti conoscono e osano giudicarti in modo crudele.
-Non mi importa. Mana cosa hai fatto?
-Come?
-Mi hai difeso davanti ai generali e sospetto che tu abbia fatto qualcosa che non è da te.
-Mi dispiace, non volevo colpirlo ma ero tanto furiosa.
Cardia scoppiò a ridere. Quella ragazza era incredibile. Aveva schiaffeggiato un generale solo per difenderlo. Era così sensibile e dolce e allo stesso tempo aveva il carattere e il coraggio di una guerriera.
-Sapevo che non dovevo colpirlo ma non mi piace quando parlano male di me. Perché ridi?
-Non mi viene in mente cosa può aver detto di così brutto su di me per aver scatenato la tua indole guerriera.
-Non posso ripeterlo.
-Se non vuoi dirmelo, si tratta di qualcosa di indecente.
Mana mise il broncio gonfiando le guance e si staccò da Cardia. Si sentiva una stupida per quello che aveva fatto.
Il cavaliere la prese in braccio e la fece volteggiare più volte per tutta la stanza.
-Mia principessa sei stata coraggiosa a difendermi. Sono estasiato da questo tuo lato combattivo.
-Cardia non pensi che io sia stata avventata?
-Sì, poteva colpirti a sua volta e non lo avrei perdonato. Non devi più sfidarli qualsiasi cosa dicano su di me.
 -Non posso lasciare che ti insultino liberamente. Quei mascalzoni hanno le lingue lunghe.
-Non devi più controbattere alle loro cattiverie su di me, neanche verbalmente. Non voglio che ti prendano di mira. I cavalieri, a volte, sanno essere molto vendicativi e subdoli.
-Ti preoccupi troppo per me.
-Non voglio che nessuno ti faccia del male, sei tutto quello che ho di più caro.
Cardia poggiò la mano destra di Mana sul suo petto e le fece ascoltare il suo cuore che batteva forte a causa della sua vicinanza. Lei fece lo stesso, cosa che turbò un pochino il cavaliere. Le curve di Mana erano messe in evidenza dal top che portava.
-Cardia sei tutto rosso.
-Mana non dovresti fare certi gesti, sono pericolosi. Potrei saltarti addosso ora se non fossimo nel palazzo di tuo padre.
-Cardia ricorda che sarò sempre solo tua.
Il cavaliere baciò Mana così forte che la ragazza dovette aggrapparsi alla maglia di lui per non cadere a terra. I baci di Cardia diventavano sempre più intensi e le facevano perdere ogni controllo sul suo corpo. Era tutto meraviglioso in quei momenti. Il momento fu interrotto da uno dei cavalieri del padre che era entrato senza bussare.
-Cosa abbiamo qui? Un cavaliere di Atena che bacia la figlia del sommo Poseidone. Questo non posso proprio permetterlo.
-Noooo. Non farete del male a Cardia lord Star. Andate via.
-Mocciosa, io obbedisco solo agli ordini di tuo padre. Non hai abbastanza potere e fascino per comandarmi. Sei solo una piccola viziata che campa alle spalle del padre e gode a fare i capricci.
Cardia stava per scattare in avanti ma Mana lo trattenne con tutta la forza che aveva.
-Lasciami, voglio spaccare la faccia di quel damerino arrogante.
-No, Cardia. Non mi importa cosa pensa di me. Vai via prima che arrivi qualcun altro, non puoi affrontarli tutti.
-Non ti lascio sola in balia di questo tizio.
-Non mi farà del male, non può toccarmi.
Cardia lesse negli occhi di Star un desiderio nascosto. Quello era il desiderio di un uomo che bramava potere ma soprattutto una giovane ragazza con cui divertirsi.
-Mana non posso andare via. Quel cavaliere non ha belle intenzioni.
-Hai capito perché sono venuto qui solo guardandomi. La tua fama è fondata cavaliere dello scorpione.
-Hai una boccetta in tasca e scommetto che è quella che rende le sirene umane. L’hai portata qui per ridare le gambe a Mana ma in cambio avresti richiesto un pagamento.
-Io non ho denaro.
-Stupida sciocca mi sarei preso qualcosa di meglio del denaro.
Mana continuava a non capire di cosa parlassero. Era molto confusa ma quella situazione iniziava a farle venire i brividi.
-Bada a come le parli.
-Sei il suo cavaliere ma non per molto. Dopo che ti avrò eliminato la porterò nella mia dimora e lì mi divertirò con lei per molte ore.
-Non ti permetterò di sfiorarla neanche con un dito. Non ti è andata giù che ti abbia schiaffeggiato e sei venuto qui per vendicarti. Tutto di nascosto. Scommetto che i tuoi amici non sanno che sei qui. Ti avrebbero impedito di venire nelle stanze della figlia del tuo capo. Sei tenuto a rispettare le regole della tua divinità o potresti essere cacciato o addirittura eliminato da Poseidone.
-So bene che potrei essere cacciato ma non dirò al mio capo di questa storia. Posso riferire ai miei amici quello che voglio perché non ci sono testimoni in questa stanza. Eliminerò te e mi prenderò lei come premio. Sarà troppo scioccata per spifferare tutto a suo padre e tanto lui non le crederebbe. Si fida più dei suoi cavalieri che di sua figlia.
Mana si strinse a Cardia, quella situazione era spaventosa. Anche se avesse detto tutto a suo padre, rischiando la sua collera, avrebbe dato ragione al suo cavaliere. Su quel punto lord Star aveva ragione.
-Non la toccherai mai. Mana è la mia fidanzata e non permetto a nessuno di farle del male.
-Sei patetico cavaliere. Sei un debole ragazzo che si è invaghito di una ragazza irraggiungibile. Non potrai mai stare con lei.
-Ti sbagli. Non rinuncerò a lei solo perché me lo dice un cavaliere pieno di sé e senza onore. Sei un essere spregevole.
-Ah ah. Siete patetici. Cresciuti sperando di vivere felici e contenti con la persona amata e combattendo per la giustizia. Questi ideali non esistono più, aprite gli occhi e capite la realtà della vita. È ora di uccidere l’intruso che si è permesso di penetrare nel palazzo del grande Poseidone senza permesso. Hai sfiorato la figlia del grande Poseidone e quindi sei colpevole, non c’è neanche bisogno del processo. Ho carta bianca su come eliminarti.
-Smettetela, non potete fargli del male.
Mana si era messa davanti a Cardia per impedire a Lord Star di attaccarlo.
-Stupida ragazzina spostati da lì se non vuoi farti male.
-Vai via o inizio a urlare e chiamo gli altri cavalieri.
-Sono usciti di pattuglia.
-Non possono essere andati via tutti.
-Sei una sciocca. Loro crederebbero a me anche se tu urlassi. Come spiegheresti la presenza di un cavaliere di Atena?
-Direi la verità.
-La verità non serve piccola principessina. Non si ottiene niente dicendo il vero. Solo le persone furbe vanno avanti e hanno successo.
-Smetti di blaterare stupidaggini. Mana non è come te o suo padre.
-Dalle tempo cavaliere di Atena, presto suo padre la renderà una vera arma contro i suoi nemici.
Mana era scioccata dalle parole di lord Star. Non poteva credere che un cavaliere di suo padre potesse essere tanto crudele. Aveva sentito parlare alcuni domestici delle azioni compiute dai cavalieri di Poseidone ma mai avrebbe immaginato di sentire tanta cattiveria persino nel palazzo di suo padre.
-Mana non verrà mai usata come un’arma. Troverò un modo per riportarla al grande tempio. Mana non si trasformerà mai in una crudele sirena per fare piacere a suo padre.
-Hai troppa fiducia in questa ragazzina. Le sirene non sono pure come credi.
-Mana non è una sirena e è dolce e gentile.
-Non riuscirà a mantenere il suo dolce carattere qui sotto. Suo padre userò ogni mezzo per piegarla al suo volere.
Cardia si mise al fianco di Mana e la strinse per la vita. La guardò negli occhi e la ragazza capì cosa voleva fare il cavaliere.
Cardia indossò la sua armatura e si preparò a fronteggiare il cavaliere Star.
-Mana stai lontana, non voglio che resti ferita.
-Stai attento!
A differenza di Star, Cardia combatteva per proteggere Mana e questo gli dava una forza enorme. Il suo cosmo era potentissimo e i cavalieri che erano andati di pattuglia lo avvertirono a miglia di distanza.
-Povero stolto, hai appena avvertito i miei amici.
-Allora dovrai dirgli che sei un traditore. Sei stato tu a permettere il rapimento di Mana molti mesi fa. Ade non sarebbe mai penetrato qui senza il consenso del tuo padrone. Tu l’hai aiutato a passare inosservato con i suoi servi e lui ha rapito Mana. Dimmi cosa ti ha promesso?
-Come hai capito che lavoro per Ade?
-Nessun cavaliere pronto a difendere la propria divinità la sfiderebbe cercando di fare del male a un suo discendente. Entrando nella stanza di Mana con l’armatura addosso e senza permesso ti sei smascherato da solo ai miei occhi. Potevi giustificarti davanti ai tuoi amici ma non davanti a me. Affermi di voler fare tua Mana solo per divertirti e speri che io non reagisca. Speri anche che non dubiti della tua fedeltà per la tua divinità, sei folle. Ti sconfiggerò.
-Sei troppo debole per battermi. Presto quella sirena sarà mia e io ti terrò in vita quel poco per farti vedere come si diverte con me.
Cardia colpì il cavaliere e lo scaraventò fuori dal palazzo. Mentre i due combattevano Mana notò che Star aveva perso la pozione che rendeva umani. Era la sua possibilità per ridiventare umana. Sapeva che poteva respirare anche da umana nel palazzo essendo figlia di Poseidone. Mana indossò in fretta un vestito e ingoiò una goccia della pozione che aveva trovato per terra. Cupido prima di andare via si era raccomandato di prenderne una sola goccia perché era estremamente potente. Mana si accasciò a terra e avvertì delle fitte tremende alla coda coperta dalla gonna del vestito.
Cardia vide Mana a terra e nuotò da lei dopo aver scaraventato Star lontano dal palazzo, abbastanza da fargli guadagnare qualche minuto.
-Mana cosa succede?
-Fa male. Ho bevuto la pozione che ha perso Star ma non sapevo che la trasformazione fosse tanto dolorosa.
-Mana sei pallida e hai l’affanno.
Cardia strinse la mano di Mana e controllò cosa succedeva alle gambe della ragazza. Dopo due minuti la coda della ragazza sparì e fu sostituita da due gambe.
-Sei tornata come prima amore mio. Hai di nuovo le tue gambe.
-Sono felice, finalmente posso tornare con te al grande tempio. Se mi vuoi ancora con te?
-Certo, voglio passare più tempo possibile al tuo fianco.
Star riapparve davanti ai due innamorati e sferrò un colpo nella loro direzione. Cardia strinse Mana ruotando in acqua evitò il colpo per un millimetro.
-Cardia stai sanguinando.
-Mi ha solo sfiorato, è un graffio. Tranquilla non mi fa male. Sei impazzito, potevi colpirla e ferirla gravemente.
-Non mi importa più niente. Sono stufo di voi due. Ora ti elimino cavaliere di Atena e poi mi occupo di lei. Dopo essermi divertito con lei, vi farò rincontrare nell’oltretomba, aspettala lì.
Cardia incendiò il suo cosmo e si scagliò sul nemico.
-Impara come si parla di fronte a una ragazza villano.
-Strano, mi sembra di aver già sentito queste parole.
-Forse perché in Italia hai incontrato un altro cavaliere di Atena. Ora ricordo dove ho sentito parlare di te. Un mio amico mi ha parlato di te e delle tue scorrettezze in battaglia.
-Allora sei un amico di quel pazzo che diceva di vedere i morti. Quando l’ho incontrato per poco non mi spediva nel mondo dei morti.
-Ci sarebbe riuscito se tu non avessi combattuto in modo sleale.
Cardia fronteggiò Star e lo sconfisse per il bene di Mana. Lo scontro non era durato molto ma gli altri cavalieri di Poseidone erano tornati al castello. Si misero davanti a Cardia in posizione d’attacco dopo aver visto il generale Star a terra.
-Fermi- urlò Mana mettendosi davanti a Cardia.
-Lady Mana si sposti.
-Non dovete colpirlo, lui mi ha salvata. Lord Star era un traditore, guardate sul suo petto c’è la prova.
Lord Shark si avvicinò al corpo di Star e notò sul suo petto la stella nera, uno dei tanti simboli di Ade e degli dei gemelli.
-Va bene, vi crediamo. Portate via questo corpo e gettatelo nella fossa eterna. Lady Mana resta il fatto che questo cavaliere di Atena non dovrebbe essere qui. Vostro padre si arrabbierà quando lo saprà.
-Lui mi ha salvata. Sarei …
Mana non riusciva a finire la frase. Non poteva pensare a cosa le sarebbe accaduto se non ci fosse stato lì Cardia.
-Non pensare più alle parole di quel traditore- disse Cardia sfiorandole la guancia.
-Grazie Cardia.
-Stai lontano da lei Cardia dello Scorpione. Nessuno può toccare Lady Mana senza il consenso di suo padre.
-Smettetela di comportarvi in questo modo. Io gli devo tutto e lo amo. Non vi permetterò di fargli male per nessun motivo.
-Lady Mana non fate i capricci e permettete a noi cavalieri di catturarlo.
-Dovrete passare sul mio corpo. Lui non ha fatto nulla di sbagliato e anche mio padre lo capirà. Lasciatelo tornare al grande tempio per favore. Non verrete puniti da mio padre perché gli dirò che è tutta colpa mia.
-Mana cosa dici? Non ti lascerà più uscire dalla tua stanza.
-Non posso permettere che ti sbattano in cella per causa mia. Mi hai salvata dal traditore e io non permetterò a loro di sbatterti nelle segrete. Torna a casa.
-Non ti lascio subire l’ira di tuo padre da sola.
-Forse lui capirà.
-Hai sempre tanta fiducia nelle persone- disse Cardia sorridendo alla ragazza e dandole una carezza sulla guancia.
-Lady Mana visto che questo cavaliere ha smascherato il traditore abbiamo il dovere di lasciarlo andare. Siamo in debito con lui e la libertà gli è concessa. Un debito va sempre ripagato come dice vostro padre. Ma voi dovete restare nel palazzo. Le vostre cose saranno spostate in un’altra stanza più sicura- disse lord Shark.
-Grazie. Vai Cardia o potrebbero cambiare idea.
-Mana sei sicura di voler affrontare tuo padre da sola?
-Se ti trova qui, ti sbatterà in prigione e non mi piace la prospettiva. Massimo per me arriverà una punizione. Però ora posso venire a trovarti al tempio, ho di nuovo le gambe.
-Ho visto amore mio. Mandami una lettera appena puoi. Verrò a prenderti alla spiaggia e ti porterò a casa.
-Non succederà presto. Mi servirà tempo per calmare mio padre e convincerlo a farmi venire al grande tempio.
-Ti aspetterò.
Cardia baciò Mana sulle labbra e nuotò via.
-Lord Shark tenete la piovra gigante lontana da Cardia, so che mio padre l’ha liberata prima di andare via.
-Non attaccherà il cavaliere di Atena, state tranquilla. Ora la piovra è incatenata di nuovo.
Mana si spostò nella sua nuova stanza mentre Cardia risaliva in superficie. Uscito dall’acqua il cavaliere si voltò un’ultima volta verso il mare e sperò che Mana ricevesse il suo messaggio.
-Ti amo mia coraggiosa principessa.
Mana avvertì qualcosa fuori dal palazzo marino e capì che Cardia le aveva mandato un ultimo messaggio prima di allontanarsi dalla spiaggia.
-Peccato che io non abbia un super udito caro Cardia. Devi sapere che già mi manchi e spero che queste parole ti raggiungano.
-Amica mia farò in modo che le tue belle parole arrivino a Cardia. Sai che ti considera la sua bella principessa coraggiosa?
-Ecco cosa aveva detto. Mi era sembrato di avvertire qualcosa.
-Questo vuol dire che i tuoi potere e i tuoi sensi si stanno sviluppando amica mia. Essere la figlia di Poseidone vuol dire anche ereditare qualcosa da lui. Scusa l’azzardo ma meno male che non hai ereditato il suo caratteraccio.
Mana sorrise a causa delle parole di Cupido.
-Se ti avesse sentito, sicuramente ti avrebbe scatenato contro la sua banda di squali.
-Mi vengono i brividi solo a pensarci. Devo andare via presto quindi ci vediamo fra qualche giorno. Abbi cura di te amica mia.
Mana passò il resto della giornata nella sua stanza a cantare e a scrivere una lettera per Cardia. L’avrebbe affidata a Cupido e sicuramente sarebbe arrivata al suo amato. Intanto Cardia era tornato al tempio e si stava allenando alla casa dello scorpione. Aveva passato una giornata movimentata ma bellissima. Mana aveva di nuovo le gambe e presto sarebbe andata a trovarlo. Sapeva che la ragazza manteneva sempre la parola data e lui l’avrebbe attesa anche per interi mesi.

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Due giorni dopo la visita di Cardia al palazzo di Poseidone
Cardia era chiuso nella casa dello scorpione ad allenarsi. All’improvviso qualcuno sfondò la porta e entrò in casa rotolando sul pavimento.
-Scusa non sono bravo negli atterraggi e spesso rompo le cose che mi trovo davanti.
-Cupido hai spaccato una porta di legno pregiato. L’avevo appena montata nella stanza adibita agli allenamenti per non essere disturbato.
-Scusa ma ho due lettere di Mana per te. Questa l’ha scritta dopo che sei andato via due giorni fa. Questa deve essere di oggi.
-Sai se suo padre è tornato?
-Non credo. Mana ancora esce dal palazzo per passeggiare. So che i cavalieri le impediscono di salire in superficie e di allontanarsi dal castello. Io devo ancora entrare dal passaggio segreto perché le è vietato vedere qualsiasi amico.
-Accidenti non posso tornare da lei se ci sono i cavalieri a sorvegliarla.
-Sei impaziente cavaliere. Mana ha scritto tutto nelle lettere. Ha escogitato un modo per vedervi.
-Non farò rischiare altre punizioni a Mana. Se i cavalieri di suo padre si accorgono che mi vede ancora, diranno tutto al loro padrone.
-Non vuoi più vedere Mana?
-Stai scherzando. Vorrei vederla tutti i giorni ma è impossibile. Non mi piace che venga rinchiusa nelle mura di una stanza solo per causa mia.
-Il vostro amore troverà un modo per vincere anche contro una divinità.
Cardia era perplesso. Si chiedeva come mai Cupido gli dicesse tutte quelle cose. Era un amico di Mana ma non suo. A cosa mirava? Stava facendo tutto quello senza volere nulla in cambio?
-Sono giorni che mi domando come mai una divinità aiuti un cavaliere d’oro di Atena? Non fate mai nulla senza avere qualcosa in cambio.
-Io non sono malvagio come Ade e non so essere spietato come Poseidone. Sono una divinità in grado di spargere amore per il mondo, nulla di più.
-Sei amico di Mana ma perché fai tanto anche per me?
-Se sono gentile con te, Mana è felice. Non sai quante volte l’ho sentita piangere nella sua stanza. Il mio potere si affievoliva perché lei non poteva stare con te, non poteva vederti o abbracciarti.
-Vieni a portarmi le sue lettere solo per gentilezza.
-So che ti è difficile credere a una persona visto tutto quello che ti è capitato in passato, ma di me devi fidarti per il bene di Mana. Sono l’unico che può tenervi in contatto finché non trovate il modo di vedervi di nuovo. Mana ha un piano ma non sarà semplice da realizzare, anche perché tu non vuoi metterla nei guai.
-Mi è difficile fidarmi di te, non di altri.
-Io ti ho osservato per anni, non ti fidi mai di nessuno come tutti gli altri cavalieri. A parte Regulus. Però ti sei fidato di Mana quando l’hai incontrata, questo è un passo avanti.
-Mana non è come te o suo padre. Lei è splendida, dolce e gentile. Non puoi paragonarla a suo padre.
-Non era mia intenzione. Dico solo che dovresti fidarti di più degli altri.
-Decido io di chi fidarmi o meno.
-Sei un ragazzo cocciuto. Mana non mi ha detto che sei così ostinato, non fa che elogiarti.
Cardia sorrise a quel pensiero. Mana pensava sempre a lui e questo lo rendeva il ragazzo più fortunato della terra.
-Dalla tua espressione evinco che stai pensando a lei.
-Non sono affari tuoi, puoi andare.
-Torno al lavoro ma ti consiglio di migliorare quel caratteraccio.
-Sparisci prima che mi infuri.
Cupido andò via e Cardia iniziò a leggere la prima lettera di Mana. Era molto lunga e ben scritta.
-Cardia sei andato via da poco e già sono di nuovo imprigionata in questo palazzo. Per oggi non posso più uscire perché i cavalieri me l’hanno proibito, dicono che è per il mio bene. Non diranno niente a mio padre perché hai smascherato il traditore e mi hai salvata. Sanno che mio padre scoprirà tutto ma sono pronti ad accettare le conseguenze. Spiegherò tutto a mio padre e farò in modo che non vengano puniti. Non mi piace che vengano incolpati altri per causa mia. So che mio padre mi punirà ma non mi importa. Mi chiuderà di nuovo in questa stanza e io non farò che sospirare e pensare a te. Avrò più tempo per scriverti e leggere qualche libro, guardo il lato positivo. Non so quando tornerà al palazzo. Spero che questa giornata passa con me ti sia piaciuta. Io sono stata benissimo. Avrei voluto stare con te più tempo ma ci hanno interrotti. Mi dispiace. La prossima volta verrò io da te. Forse ho trovato un modo per venire sulla terra senza che i cavalieri di mio padre se ne accorgano. Grazie per oggi amore mio. Ho ancora il cuore a mille dopo i momenti passati insieme. Non faccio che pensare a te. Non ti preoccupare troppo per me, sto bene. Pensa ai tuoi allenamenti e alle missioni, so che hai tanto lavoro al grande tempio. Vorrei esserti accanto per supportarti visto che le lotte contro gli specter sono durissime. Non vedo l’ora di rivederti, Mana.
-Mana ti prometto che troverò un modo per riportarti qui a casa con me. Non ti lascerò sola in quel palazzo, non voglio più vederti triste.
Cardia chiuse la prima lettera nel cassetto del suo comodino e lasciò la seconda sul letto. L’avrebbe letto al suo ritorno dall’arena. Ora aveva delle faccende da sbrigare con i pivelli del grande tempio. Degel aveva chiesto di aiutarlo con gli allenamenti dei pivelli visto che Doko, Shion e il cavaliere del Toro erano assenti e lui aveva accettato volentieri. Non vedeva l’ora di mettere sotto esame i ragazzini. Li avrebbe torchiati per bene.
 
Verso le dieci di sera Cardia tornò dall’arena tutto sporco di polvere. I pivelli da allenare erano stati molti e lui e Degel avevano dovuto lottare con loro per ore. Allenarli non era stato difficile ma nel gruppo c’erano dei ragazzini che facevano troppo di testa loro, tra i quali Yato e Tenma. Due veri combina guai. Ma Cardia non poteva lamentarsi, quando era più giovane aveva fatto di peggio che disobbedire ai suoi maestri. A pensarci bene ancora non aveva messo la testa a posto. Non per niente lui e Manigoldo erano definiti le teste calde dell’intero tempio.
Tornato alla casa dello scorpione, Cardia si fece un bagno e poi si stese sul letto. Aprì la lettera di Mana e iniziò a leggere. Aveva aspettato ore prima di leggerla e aveva un po’ di ansia. Non si era mai sentito in quel modo. Non vedeva l’ora di avere qualche notizia della sua fidanzata. Mai nessuna ragazza gli aveva fatto provare quei sentimenti. Non poteva assolutamente perderla, lei era troppo importante.
-Cardia, sono passati due giorni dall’ultima volta che ti ho visto. Ancora ricordo quello che è successo insieme a te e non vedo l’ora di passare altri bei momenti insieme. Sono sicura che vorrai sapere se mio padre è tornato e mi ha punita. Ti scrivo subito che non è qui al palazzo. I suoi cavalieri dicono che è molto impegnato a nord della Grecia. Dicono che ci sono degli strani movimenti degli specter da quelle parti. Sono solo voci che ho sentito passando dal corridoio centrale del palazzo. A me i cavalieri non dicono niente, mio padre non vuole che io sappia cosa combina. Mi tengono all’oscuro di qualsiasi missione. Mi dispiace se non posso darti più informazioni sugli specter. Vorrei tanto aiutare lady Atena.
Cardia smise di leggere e si mise seduto sul letto. Stava immaginando che Mana fosse lì con lui e gli raccontasse tutto di persona. La ragazza lo metteva sempre di buon umore. Era straordinaria, nonostante fosse lei quella triste, trovava sempre il modo per farlo sorridere. Pensava agli altri nonostante il suo stato d’animo.
Il cavaliere lesse altre due righe della lettera e scoppiò a ridere.
-Ti sarai fermato a pensare alla mia situazione. Non farlo, pensa di più a te stesso. Mangi bene? Che sciocca sono, ti faccio le domande come se tu potessi rispondermi subito. Non riesco a non pensare ai tuoi abbracci e ai nostri baci. Mi mancano le carezze che mi davi per tirarmi su di morale. Mi manca anche il tuo bellissimo sorriso quando giocavi con i bambini al tempio. Pur di non vederli piangere li portavi a cavalluccio per ore e poi esausto ti lamentavi con Manigoldo che ti prendeva in giro per il tuo cuore tenero. Non potrò mai scordare le giornate passate al tempio, mi mancano. Lì c’era sempre tanta gioia, tanti sorrisi e tanto amore.
Cardia strinse i denti e si ripeté la promessa fatta alla ragazza. L’avrebbe ricondotta al tempio in qualsiasi modo. Ora più che mai era convinto che il suo posto era accanto a lui. Erano fatti l’uno per l’altra e nessuno poteva tenerli separati per sempre.
 
Tre mesi dopo
Cardia aveva passato due giorni di pattuglia nei boschi intorno al grande tempio e non era mai rientrato. Poi era partito per l’isola di Creta per una missione di un mese con Degel. Il grande sacerdote gli aveva chiesto di osservare gli spostamenti degli specter nelle vicinanze del tempio. Aveva ricevuto notizie allarmanti da alcuni villaggi non lontani dal tempio. Molte persone erano state costrette a rifugiarsi nel villaggio ai piedi della grande scalinata per fuggire dalla furia di Thanatos. Gli specter diventavano sempre più crudeli e aggressivi.
Di ritorno dalla sua missione il cavaliere aveva fatto rapporto e poi era rientrato alla sua casa. Pensava di trovare qualche lettera di Mana davanti la porta ma non c’era niente.
Cardia non vedeva Mana da tre mesi e ne sentiva molto la mancanza. Lei era il suo sole quando tornava dalle missioni. Ogni stanchezza svaniva quando la vedeva aspettarlo di fronte la porta, le ferite non facevano più male quando le sue mani lo toccavano e lo medicavano. Tutto quello gli mancava.
Cardia si tolse l’armatura e andò nella sua camera da letto. Con sua grande sorpresa trovò una ragazza bellissima ad aspettarlo seduta sul letto.
-Ti aspettavo Cardia.
-Mana sei veramente tu?
Cardia si pizzicò la guancia come un bambino per capire se non stesse sognando.
-Non sono un miraggio.
Il cavaliere corse da lei e la strinse forte. Era proprio lei, sentiva la sua pelle morbida, il suo profumo inebriante, i suoi soffici capelli e poteva baciare le sue labbra delicate e invitanti.
Cardia stava letteralmente soffocando Mana di baci sulla bocca e sul collo. Vederla lì lo faceva sentire al massimo. Ogni stanchezza era svanita, ogni ferita non faceva più male, tutto era meraviglioso in quel momento.
Il cavaliere aveva sollevato Mana da terra e la stava stringendo forte per la vita e intanto la riempiva di coccole. Finalmente poteva toccare la sua bellissima principessa.
-Come hai fatto a scappare dal palazzo?
-Sono uscita dopo aver convinto mio padre. Mi ha permesso di venire da te. Fino a un mese fa non voleva sentire parlare di noi insieme ma poi sono riuscita a convincerlo a farmi tornare al tempio. Mi ha lasciato le gambe e non ha più minacciato di trasformarmi in una sirena. Dopo che è tornato dal viaggio era strano e sembrava diverso. Un mese fa ha deciso di dirmi cosa era successo. Mi ha riferito che aveva scoperto da alcuni specter che si erano infiltrati nel suo territorio che Ade aveva cercato di impadronirsi del  mio potere imprigionandomi nel suo castello. Mi ha detto che per farsi perdonare potevo chiedergli qualsiasi cosa.
-Gli hai domandato di tornare da me?
-Esatto.
-Potevi avere di tutto e hai deciso di sprecare un desiderio per me.
-Sono felice solo se sono accanto a te mio cavaliere dall’armatura d’oro. Scusa se ci ho messo un mese a tornare qui.
-Sciocca non devi mai chiedermi scusa. Non hai fatto nulla di sbagliato. Posso capire che volevi passare un po’ di tempo con tuo padre.
-No, lui è partito subito dopo aver accettato che tornassi al tempio. Mi ha detto che doveva affrontare diversi specter penetrati a nord dei suoi confini. Il palazzo è rimasto incustodito dopo la sua partenza, i suoi cavalieri lo hanno scortato per proteggerlo. Sono rimasta laggiù solo per aiutare alcuni domestici a mettere al sicuro le cose di mio padre.
-Capisco. In effetti, in questi mesi gli specter si sono mossi parecchio. Ma ora non mi va di parlare di loro. Dimmi cosa hai fatto tutto questo tempo?
-Oltre a pensare a te. Ti ho sognato molte volte in questi mesi. Ho persino pensato al tuo petto che sembra scolpito da un artista, ai tuoi muscoli che mi stringevano e al tuo bellissimo viso.
Cardia stese Mana sul letto e si mise sopra di lei facendo attenzione a non schiacciarla.
-Mana non dovresti dire certe cose di fronte a un uomo, può essere pericoloso.
-Ma è vero che ti ho sognato seminudo mentre mi stringevi. Forse perché in passato lo hai fatto più volte. Mi mancavano i nostri contatti.
-Oh Mana sei dolcissima e allo stesso tempo sensuale.
-Cardiaaaa sono venuto a prenderti per gli allenamenti con i pivelli. Dove ti sei nascosto?
Manigoldo aprì la porta della stanza di Cardia e lo trovò sopra Mana che la baciava sulla bocca.
-Eri qui in dolce compagnia. Potevi dirmelo che eri impegnato con un’ancella.
Cardia lanciò un cuscino a Manigoldo e si alzò dal letto, per poi aiutare Mana a rimettersi in piedi.
-Non vedi che è Mana, metti un paio di occhiali se ti manca qualche grado.
-Scusa piccola Mana, non ti avevo riconosciuta con quel damerino che copriva la visuale.
Mana era completamente rossa e non riusciva a spiccicare una parola. Essere vista in quella posizione da altri, era molto imbarazzante. Riuscì solo a fare un inchino per salutare il cavaliere.
-Cardia sei un monello, l’hai messa in imbarazzo.
-L’unico ad averla fatta agitare sei tu. Si bussa prima di entrare nelle stanze altrui. Ha ragione il grande sacerdote quando dice che il galateo non è il tuo forte.
Cardia disse a Mana che sarebbe stato in arena per qualche ora. Lei ne approfittò per disfare i suoi bagagli. Aveva portato solo qualche vestito e qualche libro. Non aveva molte cose e non voleva occupare gli spazi di Cardia.
Prima che tornasse Cardia, la ragazza si fece un lungo bagno con dei petali di rosa profumati e poi indossò un vestito verde smeraldo che si accostava bene ai suoi occhi e ai suoi capelli. Il verde era un colore che le piaceva molto, soprattutto perché Cardia amava i suoi occhi color verde smeraldo e lo ripeteva spesso. Ora non restava che aspettare il ritorno del suo bel cavaliere.

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


Al grande tempio
Mana era seduta sul letto di Cardia e lo aspettava. Si erano fatte le dieci di sera e il cavaliere ancora non si vedeva. La ragazza aveva preparato qualche panino, insalata e qualche spiedino di carne e di verdure. Ormai tutto si era raffreddato e il cavaliere non tornava.
Mana iniziava a preoccuparsi. Decise di uscire dalla casa e di andare verso l’arena. Scendendo le scale incontrò molti cavalieri di bronzo ma dei cavalieri d’oro non vi era traccia. Forse erano ancora in arena.
Arrivata dentro l’arena Mana vide Cardia che parlava con Degel e Sisifo. Sembrava che lo stessero rimproverando per qualcosa ma non riusciva a capire niente, era troppo lontana. Andati via Degel e Sisifo, Mana si avvicinò a Cardia che si era seduto al centro dell’arena per riflettere.
-Disturbo?
-Non dovevi uscire a cercarmi, qui di notte fa freddo.
-Ho messo la mantellina addosso e non ho per niente freddo. Ero preoccupata perché non tornavi, non sapevo avresti fatto tanto tardi.
-Gli allenamenti sono stati durissimi. Dobbiamo preparare i cavalieri per la grande battaglia contro gli specter e questo implica anche parlargli delle implicazioni psicologiche.
-Dovete impedire che gli specter li spaventino e li facciano scappare in pochi secondi. Molti cavalieri sono giovanissimi, capisco che vogliate prepararli al meglio.
-Ci sono state già troppe vittime. Abbiamo saputo che dei cavalieri di bronzo mandati di pattuglia sulla costa sono stati uccisi da uno dei giudici infernali di Ade.
-Mi dispiace.
Cardia si alzò da terra e si mise davanti Mana. La guardò negli occhi e le poggiò le mani sulle guance.
-Ti proteggerò a costo della vita. Quando gli specter arriveranno al tempio devi restare al sicuro.
-Voglio aiutare in qualche modo. Posso essere utile a lord Shion con i feriti. Me la cavo bene con le medicazioni.
-Devi andare al sicuro con gli abitanti del villaggio quando sarà il momento. Il grande sacerdote ha fatto preparare dei rifugi con dei viveri per migliaia di persone.
-Io resterò ad aiutare chi ne ha bisogno e non abbandonerò i cavalieri in un momento difficile.
-Sei troppo cocciuta. Cosa farei se ti perdessi?
-Non mi perderai perché starò attenta. Non andrò in battaglia perché non so combattere come voi ma so di poter aiutare i feriti. Posso anche aiutare le persone a raggiungere i rifugi. Sai bene che il villaggio è pieno di anziani e bambini.
-Mana sei fantastica. Sono felice di averti incontrata quel giorno nella foresta.
-Mi hai salvata mio cavaliere.
Cardia prese Mana sulla schiena e la riportò alla casa dello scorpione.
-Posso camminare.
-Tira vento, non voglio che la mia principessa si prenda un raffreddore. Starai al caldo a contatto con la mia schiena.
-Fai così solo per distrarmi. Sai che voglio chiederti qualcosa ma non vuoi dirmi niente per non farmi preoccupare.
-Vuoi sapere perché Sisifo e Degel erano amareggiati, arrabbiati, furiosi. Sei arrivata alla fine della conversazione, abbiamo discusso un’ora a causa di quello che è successo ai cavalieri di bronzo andati in missione. Sisifo afferma che avremmo potuto impedire il massacro. Non si accorge che non può prendersi ogni colpa per quello che succede. Quei cavalieri si sono comportati da eroi affrontando gli specter.
-Sisifo si sente in colpa perché non era con loro per proteggerli, vero?
-Sì, dice che non erano cavalieri molto esperti e che dovevano solo fare un pattugliamento. Gli specter li hanno colti di sorpresa e massacrati. Non erano pronti ad affrontare un giudice infernale. Sisifo si è arrabbiato con me perché cercavo di non farlo sentire in colpa. Lui è fatto così, deve sempre farsi carico di tutte le responsabilità.
Mana strinse le braccia intorno alle spalle di Cardia per fargli sentire la sua vicinanza. Cardia non lo diceva ma anche lui si sentiva triste e in parte in colpa. Sicuramente pensava che avrebbe potuto preparare meglio quei ragazzi. Avvertirli del pericolo per poi salvarli.
La ragazza sentiva che i muscoli di Cardia erano contratti, tesi. Il cavaliere non era il solito. Era pensieroso e in alcuni momenti era completamente assente.
-Cardia non devi sentirti responsabile.
-Hai capito che sono arrabbiato solo appoggiandoti alla mia schiena. Io volevo nasconderti tutto per non farti preoccupare ma è inutile. Ho capito che a te non posso mentire.
-Cardia puoi dirmi tutto, non andrò in giro a spifferare che provi delle emozioni forti.
Arrivati alla casa dello scorpione Cardia portò Mana nella camera da letto e chiuse la porta a chiave. Una volta lì la strinse forte e iniziò a tremare e a urlare. Sentiva che con lei poteva sfogarsi liberamente.
-Caccia tutto fuori amore mio, sono qui per ascoltarti e supportarti.
-Grazie Mana.
Cardia si addormentò esausto fra le braccia della ragazza che gli tolse le scarpe e la maglia e lo coprì con una coperta. Voleva che stesse comodo nel suo letto. Aveva bisogno di molto riposo per riprendersi, era stata una giornata dura per i cavalieri.
 
Il mattino dopo
Cardia si svegliò alle sette e toccando l’altro lato del letto non trovò la sua splendida fidanzata. Doveva essere uscita per andare al mercato e comprare qualcosa di fresco.
Cardia decise di farsi una doccia veloce. Si levò tutti i vestiti e entrò in bagno. Non si era accorto che c’era già qualcuno. Entrando vide Mana nella vasca mentre si lavava le spalle. Come uno stupido non aveva guardato nel cestino dei vestiti. Non capiva come mai non si era accorto della presenza di Mana? Era un cavaliere e sapeva percepire la presenza di altre persone. Quando si trattava di Mana qualcosa lo mandava in confusione.
Mana si girò verso la porta e vide Cardia completamente nudo.
-Scusa se ho occupato il bagno. Esco subito e ti lascio solo.
Mana afferrò un asciugamano, si avvolse il corpo, si coprì gli occhi imbarazzata dopo aver visto il cavaliere nudo e tentò di uscire dalla vasca. Mettendo il piede a terra la ragazza scivolò sul pavimento bagnato. Cardia raggiunse la ragazza e le fece da cuscino facendola cadere sul suo corpo.
-Ti sei fatta male?
Mana riaprì gli occhi sentendo qualcosa sotto di lei. Non era caduta sul pavimento freddo ma sul petto del suo bellissimo cavaliere.
-No, sto bene. Scusa se ti sono caduta addosso. Stai bene? Non ti ho fatto male?
-Sono forte, non mi faccio male per così poco. Sono felice di averti fatto da cuscino. Non avrei mai permesso che il tuo corpo riportasse qualche ferita.
Mana divenne completamente rossa per l’imbarazzo. Solo in quel momento si era accorta che l’asciugamano le era scivolato via cadendo e che era nuda sopra Cardia. Il suo seno era schiacciato sul petto muscoloso del cavaliere e le sue gambe erano intrecciate a quelle di lui.
Mana non sapeva come fare per rialzarsi. Cardia l’avrebbe vista tutta nuda se si alzava ora. Ormai il danno era fatto, era stata a contatto con lui e Cardia l’aveva già guardata ovunque. Ma non riusciva a non sentirsi in imbarazzo.
Cardia allungò un braccio e afferrò un asciugamano grande per avvolgerla.
-Ecco fatto. Con l’asciugamano intorno al tuo splendido corpo puoi rialzarti.
Mana sorrise al cavaliere. Aveva capito che era in imbarazzo e aveva rimediato subito. La riusciva sempre a capire con uno sguardo, era fantastico.
-Scusa se sono entrato qui senza bussare, non mi sono accorto che nella vasca. Quando si tratta di te faccio sempre delle figuracce.
-Scherzi, di fronte a me sei sempre il cavaliere perfetto.
-Non sarei entrato in bagno se tu non mi mandassi in confusione.
-Sappi che anche tu mi fai agitare. Ogni volta che sto con te non so come comportarmi. In alcuni momenti divento così rossa che sembro un vulcano in eruzione.
-Lo so. Adoro quando ti agiti perché ti sussurro parole dolci e quando diventi rossa.
Nonostante Cardia l’avesse coperta con l’asciugamano, Mana non riusciva a muovere un muscolo. Era completamente rapita dallo sguardo di Cardia e lui da quello di lei. Non riuscivano a staccarsi l’uno dall’altra. Il cavaliere dovette fare un grande sforzo per rimettersi in piedi con Mana. La prese in braccio e la portò nella stanza da letto.
-Mana è ora di vestirsi, fra poco dobbiamo andare al villaggio, ho un giro di pattuglia. Verrai con me così avrò il tempo di mostrarti le vie di fuga più veloci dal villaggio e ti farò vedere dove si trovano i rifugi.
-Non ti darò fastidio?
-Devo solo controllare la zona, non mi disturbi per niente. Non percepisco altri cosmi nei dintorni. Sarebbero dei folli ad attaccare oggi, tutti i cavalieri sono al tempio.
Mana si vestì con un abito verde da giorno mentre Cardia si faceva un bagno. Il cavaliere inclinò i bordi della vasca con le mani. Era nervoso. Mancava poco che non perdesse il controllo e non voleva. Mana era una ragazza dolce e gentile. Voleva aspettare che fosse pronta per il passo successivo, non gli piaceva forzare le cose. La ragazza gli avrebbe fatto capire quello che per loro era il momento perfetto.
 
Dopo trenta minuti i due uscirono e si recarono al villaggio
Tutti guardavano Cardia con la sua armatura scintillante con ammirazione, mentre le ragazze fissavano Mana per capire cosa ci facesse in compagnia di un cavaliere. Mana sentiva i loro sguardi su di lei.
-Sono solo curiose, non farci caso.
-Mi guardano da molti minuti.
-Non ti faranno niente perché sei insieme a me.
-Non pensavo che mi facessero qualcosa. Cosa dovrebbero fare?
-Mana, la tua balia non ti ha spiegato che se le ragazze sono invidiose fanno cose assurde?
-Sì, ma non credo che queste belle ragazze mi invidino.
-Anche Margaret e Conaire erano guardate in quel modo quando passeggiavano con gli altri cavalieri. In questo villaggio le ragazze sono tutte affascinate dai cavalieri del tempio. Molte fanno di tutto per farsi notare.
-Capisco.
Mana si guardò intorno e vide molte persone che correvano verso la piazza centrale.
-Cosa succede nella piazza?
-Oggi è il giorno della vendita dei dolci. C’è una gara di torte. Pensa che hanno invitato Manigoldo come giudice.
Cardia e Mana si recarono nella piazza ma c’era troppa gente, non si vedeva niente. Cardia si mise la ragazza sulle spalle per farle vedere meglio il tavolo con i dolci.
-Riesci a vedere qualcosa?
-Vedo Manigoldo che mangia una torta al cioccolato.
-La gara è già iniziata. Manigoldo avrà già finito metà dei dolci.
-Infatti il tavolo è mezzo vuoto. Pensavo che dovesse solo assaggiare le torte, non mangiarle intere.
-Manigoldo ha sempre fame e i quando vede i dolci ci si butta sopra e li divora. Immagino che non stia lasciando niente agli altri giudici.
-No, vedo solo Regulus che mangia qualcosa dopo di lui.
-Lui deve essere il secondo giudice. Darò filo da torcere al cavaliere del cancro.
Cardia mise a terra Mana e continuò il giro di pattuglia con lei.
-Sei di pattuglia perché devi controllare che qualche specter non si infiltri. Il grande sacerdote ti ha mandato al villaggio per proteggere gli abitanti da un eventuale attacco. Mentre Manigoldo e Regulus sorvegliano il centro del villaggio, tu giri anche nelle periferie.
-Hai capito tutto Mana. In un giorno di festa con tanta folla non potevamo lasciare il villaggio senza protezione. Gli specter approfittano sempre di queste manifestazioni per colpire più gente possibile. Se vedono noi in giro, ci penseranno due volte prima di attaccare.
 
Mana e Cardia si diressero verso la fine del villaggio. Il cavaliere doveva controllare il bosco e i dintorni del fiume.
-Non ho mai visto tanta gente tutta insieme.
-Al villaggio amano le feste. Dovresti vedere cosa succede il giorno dei fiori. È fra un mese, ti porterò in piazza e ti regalerò un mazzo di fiori. O meglio ti comprerò un centinaio di fiori.
-Non serve che mi compri dei fiori. Se viene da te, mi basta un fiore di campo.
-Meriti molto di più e io farò di tutto per darti tutto quello che ti serve.
Mana sorrise al cavaliere e lui ricambiò. Quel sorriso spontaneo e gentile lo rendeva l’uomo più felice dell’universo. Adorava quella ragazza e avrebbe fatto di tutto per farle vivere una vita piena di gioia e amore.
 
Dopo due ore in giro per il bosco, i due innamorati tornarono al tempio. Ormai la festa era finita e tutto era tornato tranquillo al villaggio. Cardia poteva togliersi l’armatura e rilassarsi.
-Mana vieni qui, corri.
-Cosa è successo?
Cardia era seduto su una poltrona e Mana era in cucina. Quando la ragazza sentì Cardia che la chiamava, corse nella sala della casa dello scorpione.
Arrivata nella sala Mana non vide più Cardia.
-Cardia dove sei?
Il cavaliere afferrò la ragazza da dietro e la strinse fra le sue braccia.
-Ecco qua la mia bellissima principessa. Mi sono mancati questi momenti solo fra noi due.
-Hai gridato solo per prendermi di sorpresa. Sei sleale, io mi sono spaventata.
-Un piccolo scherzetto per farti lasciare quello che facevi e farti correre da me. Voglio tenerti tutto il resto del giorno fra le mie braccia. Non mi va di lasciarti perché mi sembra di sognare e temo di svegliarmi.
-Non stai sognando- disse Mana girandosi verso il cavaliere e dandogli un pizzicotto sulla guancia.
-Ahi. Mi hai strizzato tutta la guancia.
-Così capisci che non è un sogno.
-Hai ragione.
Cardia si impossessò delle labbra di Mana e affondò la sua lingua nella bocca della ragazza. Era un bacio passionale e non aveva fine. I due si staccavano solo per riprendere fiato e poi ricominciavano il gioco di lingue. Mana si sentiva sempre più accaldata, non riusciva a resistere ai suoi baci. Cardia la stava scombussolando tutta, non riusciva neanche a pensare lucidamente in quel momento.
-Cardiaaaa.
-Mana non pronunciare il mio nome con questa vocina o rischi di farmi impazzire. Non te ne rendi conto ma quando fai certe cose diventi super sensuale.
Cardia era completamente rapito dalla bellezza e dal carattere della ragazza. Ogni giorno era sempre più innamorato.
 
Il giorno dopo
Cardia si alzò presto quella mattina e andò all’arena per allenarsi. Mana era sveglia e gli aveva preparato la colazione. Fra i due andava tutto bene e si sentivano sempre più innamorati. Ogni momento che passavano insieme gli regalava sensazioni indescrivibili.
 
In arena
-Come è andata la giornata solo con Mana?
-Manigoldo non devo darti spiegazioni.
-Cardia sei sereno e non sei agitato, quindi deduco che sia stata una serata da fuochi d’artificio.
-Non è quello che pensi. Non le farò pressioni.
-Cardia di solito sei impaziente. Cosa c’è in lei che ti rende tanto calmo e riflessivo?
-Tutto. Lei è la ragazza giusta per me. Non hai mai provato nulla di simile Manigoldo?
-L’ho provato ma so che dovrò rinunciarci in futuro. Anche tu devi essere pronto a non vederla più. Viene prima la nostra missione da cavalieri e poi il resto.
-Non serve che me lo ricordi.
 
Dopo due ore di allenamento con i cavalieri di bronzo, Manigoldo e Cardia percepirono un forte cosmo ostile provenire dal centro del bosco. Sisifo li inviò subito a controllare e gli ordinò di non far avvicinare gli specter al villaggio e al tempio. Intanto Shion e Doko preparavano le difese al tempio in caso di infiltrazioni nemiche.
 
Una volta arrivati nel bosco Manigoldo e Cardia misero fuori combattimento dieci specter. Ma nessuno di quelli aveva un cosmo tale da sentirsi fino al grande tempio. Quelli a terra erano solo pesci piccoli.
-Dove pensi che si trovi il loro capo?
-Non sento più alcun cosmo ostile, non vorrei che si fosse avvicinato al tempio- disse Cardia.
-Sì, mi sono avvicinato al tempio e ho preso un regalo per il sommo Ade. Erano mesi che cercava questa cosa e era impaziente di riaverla nelle sue mani.
-Ade ha inviato una delle sue divinità gemelle in territorio nemico. Molto sospetto, cosa sta macchinando?
-Nulla di strano e che vi farà perdere il sonno. Sono solo venuto a riprendere una cosa per il sommo Ade.
Hypnos aprì il suo mantello e mostrò quello che aveva fra le braccia.
-Mana. Vigliacco cosa le hai fatto?
-L’ho solo addormentata con un pugno allo stomaco. Non è da me ma non voleva seguirmi in nessun modo e sembrava che il mio potere non avesse effetto su di lei.
-Lasciala subito.
Hypnos mise a terra Mana perché capì che i due cavalieri non lo avrebbero lasciato andare senza combattere. Ci avrebbe messo poco a toglierli di mezzo. Ad aiutare i cavalieri arrivarono anche Degel e Doko che si scagliarono subito contro Hypnos e lo allontanarono da Mana.
-Cardia controlla che stia bene e portala via mentre noi ci occupiamo di lui.
I suoi amici sapevano quello che provava per lei e gli stavano dando modo di salvarla.
-Mana avevo promesso di proteggerti e sei finita di nuovo nelle mani del nemico. Mi dispiace amore mio.
Cardia controllò se la ragazza avesse ferite. Per fortuna era solo svenuta, non aveva nessuna ferita. Ma doveva essersi spaventata parecchio vedendo Hypnos. Cardia poteva solo immaginare il terrore che aveva provato la ragazza pensando di dover tornare nel castello di Ade. Probabilmente era svenuta più per la paura che per il colpo.
-Ti porto al sicuro Mana. Non ti toccherà più con quelle mani sporche di sangue. Ade non ti avrà mai.
Cardia prese la ragazza in braccio e la riportò alla casa dello scorpione. Hypnos doveva averla catturata mentre la ragazza scendeva la scalinata. Quello era il punto vulnerabile del tempio quando non c’erano i cavalieri d’oro nei paraggi.
 
Dopo due ore Manigoldo, Doko e Shion tornarono al tempio con qualche ferita ma nulla di serio. Raccontarono a Cardia quello che era successo e che Hypnos non aveva combattuto seriamente. La sua sembrava tutta una tattica. Ade tramava qualcosa ma non aveva scoperto di cosa si trattava. Mandare uno dei suoi seguaci più forti allo scoperto, significava che aveva un piano preciso in mente. Mana era uno degli obiettivi ma non era il solo punto del piano.
Mana si svegliò verso le undici di notte e pensò di essere tornata al castello di Ade. Era tutto buio e non c’era nessuno nella stanza con lei. Aveva paura e tremava.
Cardia entrò nella stanza e vide la ragazza inginocchiata sul letto a piangere.
-Mana ti senti male?
-Cardia sei veramente tu?
-Sì, amore mio. Hai pensato di essere al castello di Ade. Dovevo lasciarti una candela accesa, sarebbe stato meglio.
-Sono ancora a casa.
-Sei con me, nessuno ti allontanerà da questo luogo.
Cardia strinse forte Mana che si mise a piangere sul suo petto.
-Ho avuto paura quando ho visto Hypnos. Non sono per niente coraggiosa. Mi dispiace.
-Non hai nulla di cui scusarti amore mio. Non è colpa tua. Voleva riportarti da Ade che vuole qualcosa da te. Ti proteggerò, non tornerai in quel luogo buio e pieno di odio e dolore.
-Meno male che ci sei tu.
-Mana smetti di piangere, ci sono io con te e non vado da nessuna parte. Sei al sicuro nella mia casa.
-Grazie.
Mana si calmò e si asciugò gli occhi.
-Devo chiederti qualcosa, posso?
-Sì.
-Cosa ti ha detto Hypnos prima di colpirti?
-Che era ora di tornare da Ade. Lui mi cerca da mesi per un importante missione. Gli serve il mio potere per qualcosa. Non ha detto altro.
-Ti fa male la pancia?
-No, sto benissimo. Grazie.
Mana vide Cardia voltarsi. Era strano.
-Mi dispiace. Sono io quello che deve chiedere scusa. Non ho saputo proteggerti e ti stavano per rapire di nuovo. Quando ti ho vista a terra con gli occhi chiusi, i capelli sparsi sul terreno e il vestito sgualcito, mi è salito il sangue alla testa. Avrei voluto strozzare quel pazzo. Gli altri cavalieri hanno capito dalla mia faccia che ero fuori di me e mi hanno detto di restare con te. Avrei potuto distruggere tutto il bosco se avessi combattuto.
Mana si avvicinò a Cardia, si sedette al suo fianco e lo baciò sulla guancia.
-Grazie di tutto Cardia.
Cardia aveva omesso alcuni dettagli. Non voleva far sentire Mana più insicura. Shion gli aveva riferito che Hypnos sarebbe tornato presto. La divinità lo aveva detto ai cavalieri durante lo scontro. Diceva che Ade non avrebbe rinunciato facilmente ai poteri nascosti di Mana, lui otteneva sempre ciò che voleva.
 
Mana e Cardia passarono il resto del tempo insieme. Il cavaliere non voleva lasciare la ragazza sola visto che era ancora scossa. Prima doveva assicurarsi che stesse bene al cento percento.

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


Passati quattro giorni dall’attacco di Hypnos al grande tempio, sembrava tornato tutto tranquillo. Erano giorni che non si vedeva uno specter nei paraggi e non c’erano missioni per i cavalieri d’oro.
Cardia aveva passato quattro giorni ad allenarsi in arena con i cavalieri di bronzo e Manigoldo. Il grande sacerdote aveva chiesto ai due cavalieri d’oro di preparare i cavalieri più inesperti alle battaglie future. Gli specter potevano attaccare in qualsiasi momento e i cavalieri più giovani avevano bisogno di tanto allenamento fisico e mentale.
 
Come tutte le mattine Cardia si alzò presto e si recò in arena con Manigoldo. Intanto Mana andava a trovare lady Atena che l’aveva fatta convocare.
Arrivata nelle stanze di Atena, Mana venne fatta accomodare davanti  a un tavolino da te. Arrivata la dea, Mana parlò con lei per ore. Le ragazze spesso si sentivano tristi e quelle chiacchiere le aiutavano a superare quei momenti. Sapevano di poter contare l’una sull’altra.
 
Verso le undici Mana corse alla casa dello scorpione, si cambiò il vestito, indossando un vestito verde molto semplice, e si legò i capelli con un nastri dello stesso colore. Voleva preparare uno spuntino per il suo bel cavaliere.
Tornato a casa, Cardia sentì un profumo che lo spinse fino alla cucina. Lì trovò una tavola piena di cose buonissime. C’era una zuppa di verdure, del pane fresco, del formaggio, delle belle bistecche ben cotte, un’insalata di pomodori e un dolce al cioccolato.
-Ti piace?
-Come hai fatto a preparare tutto in poco tempo? Sapevo che dovevi andare al tempio.
-Il pane l’ho preso al mercato questa mattina presto e il dolce me lo ha regalato una cuoca al tempio. Per il resto ho solo dovuto tagliare le verdure e cuocere la carne.
-Sei stata premurosa a fare tutto questo per me.
-Devi allenarti e devi mangiare bene. Per questo motivo ho aggiunto anche la zuppa di verdure, hai bisogno anche di cose salutari. Manigoldo mi ha detto che quando non ero qui spesso mangiavi panini con salame e formaggio.
-Non mi andava di cucinare.
-Sei un pigrone.
Mana e Cardia mangiarono tutto e poi si concessero un riposino sul letto. Il cavaliere aveva bisogno di qualche ora di riposo.
-Mana sai di essere la ragazza più bella che io abbia mai visto?
-Più bella della signorina della locanda dove hai portato lady Atena?
-Oh no. Lady Atena ti ha raccontato quella storia. A mia discolpa posso dire che non sapevo chi fosse veramente. Ho messo in pericolo Atena senza volerlo.
-Lei non mi ha detto questo. Mi ha riferito che sei stato un cavaliere molto coraggioso e abile. Ha ribadito che è contenta di aver trascorso dei bei momenti con te. Le hai fatto tornare il sorriso in un momento di incertezze e di angosce.
-Mana cosa altro hai scoperto?
-Niente. Dopo aver parlato di quella storia, abbiamo parlato di questioni da ragazze.
Cardia guardò le dita di Mana e notò che erano piene di taglietti. Le afferrò entrambe le mani e le baciò con dolcezza.
-Le tue ferite guariranno meglio con un po’ di amore. Come ti sei provocata questi taglietti?
-Ho cercato di prepararti dei dolci con le mele o al cioccolato in questi giorni ma non ci sono riuscita. Sai che so fare poche cose in cucina.
-Ti sei ferita a causa mia. Tutto questo è troppo per me. Sei davvero speciale.
-Non ho fatto nulla di complicato.
-Per me è tanto. Ogni tuo gesto è carico di dolcezza e amore, non posso fare a meno di riempirti di coccole. Ti amo Mana. Vuoi chiedermi qualcosa?
-Possiamo stare un altro po’ in questo modo.
-Anche meglio.
Cardia si stese sul letto e fece poggiare Mana su di lui.
-Devi riposare, con me sul tuo petto non puoi farlo.
-Sto benissimo in questa posizione. Con te riesco sempre a riposare al meglio.
Mana decise di fare qualcosa di inaspettato e sorprese Cardia. Il cavaliere restò a bocca aperta a causa del gesto della ragazza.
Mana si avvicinò all’orecchio di Cardia e gli disse qualcosa che fece sorridere il ragazzo.
-Sei sicura?
-Sì.
-Mana se perdo il controllo non mi fermo più. Sono un cavaliere avventato e spesso vado fuori di testa. Questo potrebbe succedermi anche con te. Sai bene che mi fai impazzire.
-Ti amo Cardia e sono tua.
Cardia si accertò che la porta della camera da letto fosse chiusa a chiave e poi si levò la maglia. Si rimise sul letto e si avvicinò lentamente a Mana sciogliendole i capelli.
-Hai lavato i capelli con quello shampoo profumato, sanno di fiori come la tua pelle.
-Cardia mi metti in imbarazzo se parli in questo modo.
-Mana sei tutta rossa solo perché ti sussurro parole dolci. Immagina cosa succederà quando ti sussurrerò che sei mia e di nessun altro in quel momento.
Mana si coprì il viso. Si sentiva felice per le parole di Cardia ma anche super tesa. Temeva che al cavaliere non piacesse fare quelle cose con lei, non aveva alcuna esperienza.
-Mana non coprirti il viso, sei bellissima e voglio guardarti- disse Cardia scostandole le mani dalla faccia.
-Scusa ma non sono brava in queste cose.
-Non devi assolutamente scusarti. Mana sei tutta mia e questo mi fa eccitare sempre di più. Il fatto che io sia l’unico ragazzo che tu abbia mai amato mi fa venire ancora più voglia di sentire la tua voce estasiata a causa delle mie coccole. Ti voglio da mesi. Senti come mi batte forte il cuore.
Mana si lasciò trasportare dalle profonde parole di Cardia che la trasportò in un mondo di passione, sentimento e amore.
Cardia baciò Mana sulla bocca e insinuò subito la sua lingua dentro. Mana rispose subito al bacio. Quella era pura passione. La ragazza non riusciva a resistere a quelle tenerezze. Cardia passò a baciare il collo di Mana e lasciò un segno su quella parte del corpo.
-Con questo bel segno tutti sapranno che sei mia e che non devono toccarti.
-Cosa hai fatto?
-Solo un ricordo per dire a tutti che non si tocca la mia bellissima fidanzata. Mai.
Cardia fece scivolare la mano dietro la schiena di Mana e le iniziò a sciogliere i bottoni e i lacci del vestito.
-Indossi un vestito da giorno ma è più complicato di un abito da festa.
Il cavaliere era impaziente di vedere la pelle liscia e vellutata della ragazza. La stringeva più forte che poteva e piano piano le abbassava la parte superiore del vestito.
-Mana non chiudere gli occhi, mi piace vedere il tuo sguardo profondo e dolce. Non hai paura vero?
-No, temo solo che io non possa piacerti.
-Non farti venire questi dubbi. Hai un corpo stupendo e non mi stanco mai di guardarti. Erano mesi che aspettavo di poterti stringere in questo modo. Ma se vuoi che mi fermi, lo faccio?
-Assolutamente no.
-Non ti farò male amore mio. 
Cardia baciò Mana sulla bocca e poi scese a baciarle il collo. Delicatamente il cavaliere fece scivolare la sua mano sul gancio del corsetto di Mana e lo slacciò con un po’ di fatica.
-Accidenti di cosa sono fatti questi affari?
Cardia si alzò mettendosi seduto e fece sollevare anche Mana.
-Lascia, faccio io.
-Non sono molto romantico in questo momento. Sembro un imbranato e non lo sono mai stato.
Mana fece un gesto che sorprese non poco il cavaliere. La ragazza si mise seduta sulle gambe del cavaliere senza più il corsetto. Ormai Mana aveva il petto completamente scoperto e Cardia poteva vedere tutto il suo seno.
-Mana vuoi farmi perdere la testa?
-No, pensavo di facilitarti i movimenti. Non sono brava in queste cose, perdonami.
-Non chiedere sempre scusa amore mio, tutto quello che fai è fantastico. Però non mi aspettavo questa tua mossa. Mana metti le bracci intorno alle mie spalle.
La ragazza si poggiò a Cardia che lentamente poggiò una delle sue mani sul seno di Mana. Iniziò a toccarlo lentamente e a massaggiarlo. Mana dovette stringere la mano sulla spalla del cavaliere per non buttare la schiena indietro. Più Cardia la toccava più si sentiva accaldata e non riusciva più a pensare in modo lucido.
Cardia fece scivolare Mana sul letto e iniziò a stuzzicarle il seno con la lingua. Mana non riusciva più a trattenere i gemiti.
-Cardiaaaa.
-Mana se fai quella voce mi viene voglia di impossessarmi di te subito e non voglio affrettare le cose. È la tua prima volta e deve essere tutto perfetto e romantico.
-Sono con te, non può esserci cosa più perfetta.
-Accidenti, non so come ho fatto a resisterti fino a oggi. Dici sempre delle frasi stupende.
Cardia continuò a stuzzicare il seno di Mana con la bocca mentre con la mano destra abbassava la gonna del suo vestito.
D’istinto la ragazza chiuse le gambe quando sentì la mano del cavaliere sfiorare la coscia destra.
-Sei rigidissima.
-Non fraintendere, non ho paura. È che non ho mai sentito tante scariche elettriche insieme. Sento delle sensazioni indescrivibili.
-Lo stesso vale per me, è normale quando si ama.
-Ma tu sei calmo mentre io sono agitatissima.
-Se io perdessi la calma, rischierei di farti male. Non voglio che ricordi questo momento a causa della mia impulsività.
-Cardia puoi farmi quello che vuoi, sono completamente tua.
-Mana non si dicono certe cose a un uomo, rischi che ti prenda alla lettera. Sei fortunata che sia io il tuo bel cavaliere.
-Il mio cavaliere forte e coraggioso.
Cardia e Mana passarono una notte piena di passione. Fecero l’amore due volte e poi si addormentarono esausti. Mana si accoccolò sul petto di Cardia per tutta la notte che l’accolse fra le sue forti braccia. Gli piaceva sentire che la ragazza fosse tanto serena fra le sue braccia. Nessuno poteva turbare la sua serenità in quei momenti grazie a lui. Sembrava come se Cardia le infondesse un po’ del suo cosmo per darle coraggio e pace.
 
Il mattino dopo
Cardia aprì gli occhi per primo e vide che Mana si era spostata durante la notte. Aveva intrecciato le sue gambe con quelle del cavaliere e teneva la testa poggiata tra sul braccio del ragazzo. Era come se gli facesse da cuscino. Era davvero bellissima.
Cardia le toccò la guancia e la ragazza aprì i suoi splendidi occhi verdi.
-Buongiorno amore mio!
-Buongiorno Cardia!
-Hai dormito bene?
-Benissimo. Sei stato scomodo questa notte?
-Per niente. Adoro dormire a contatto con te e mi piace che tu ti senta a tuo agio. Voglio che tu ti senta sempre felice quando sei con me.
-Cardia so che è una domanda sciocca, ma vorrei sapere se ti è piaciuto?
Cardia baciò Hinata sulla bocca e poi le disse qualcosa nell’orecchio. Mana sorrise al cavaliere e lo abbracciò forte.
-Sai che mi fai venire voglia di rifarlo. Siamo ancora tutti e due nudi.
Mana si coprì con il lenzuolo e si alzò dal letto, lasciando Cardia completamente scoperto.
-Vado a fare un bagno.
-Mi lasci da solo e senza nulla addosso?
Mana tirò il cuscino sulla faccia del cavaliere e poi si allontanò dal letto per recarsi nel bagno. Si riempì la vasca di acqua calda e ci entrò dentro. Dopo qualche minuto sentì la porta aprirsi e vide Cardia entrare nel bagno. Istintivamente si coprì il seno con le braccia.
Il cavaliere si avvicinò alla ragazza e si inginocchiò di fianco alla vasca.
-Ti ho già vista, lo hai dimenticato?
-Cardia sei più malizioso del solito questa mattina.
-Vederti tanto imbarazzata mi fa venire voglia di punzecchiarti. Sei così carina.
-Senti, è normale che mi facciano male le gambe e senta le farfalle nello stomaco?
-Penso sia per quello che è successo ieri notte. Non sei abituata a certe cose e forse io la seconda volta ho esagerato. Non dirmi che non è vero, so di aver perso la testa.
-Sei stato molto premuroso con me. Non ho mai provato tutte quelle sensazioni insieme. Sentivo amore, gioia, serenità, pace e tanta passione. Il mio corpo stava bene, è stato tutto meraviglioso. Non so neanche descrivere bene cosa provavo quando mi baciavi su tutto il corpo. Ormai conosci ogni parte di me.
-Sappi che non smetterò di fare certe cose con te. Più ti sto accanto e più voglio passare delle ore a letto con te e farti di tutto. Ci sono ancora milioni di posizioni da provare.
-Cosa dici?
Cardia si sporse verso Mana e la baciò sulla bocca. Proprio in quel momento il cavaliere avvertì un cosmo avvicinarsi verso la sua casa.
-Mana esci dalla vasca e indossa qualcosa. Sta arrivando qualcuno e sarà qui in pochi minuti.
Mana afferrò un asciugamano e si coprì velocemente. Intanto Cardia andava a indossare la sua armatura.
 
Cardia era davanti l’ingresso della casa dello scorpione e attendeva la persona che sprigionava quel cosmo enorme.
-Chi osa entrare nella casa dello scorpione senza prima chiedere il permesso?
-Ho sentito parlare di voi cavaliere dello scorpione. Il mio capo dice che siete alquanto cocciuto e che ottenete sempre quello che volete. Io dovrei parlare con lady Mana, è possibile?
-Dimmi chi sei?
-Io mi chiamo lord Triton e sono il braccio destro del grande e possente Poseidone.
-Mana non tornerà al palazzo di suo padre contro la sua volontà.
-Non sono qui per riportare indietro lady Mana, ho solo un messaggio per lei. Suo padre le ha scritto una lettera e le manda questo pacco.
Mana uscì dalla stanza e lord Triton si inginocchiò al suo cospetto.
-Per me è un piacere rivedervi lady Mana. Vostro padre mi ha chiesto di portarvi questo pacco e questa lettera.
-Mi sembra strano che abbia mandato voi.
-Il sommo Poseidone dice che una consegna così importante poteva farla solo il suo cavaliere più fedele.
Mana si avvicinò a Cardia e gli sfiorò il dorso della mano con la sua.
-Aprite quel pacco lord Triton?
-Il sommo Poseidone mi ha detto di riferirvi che lady Mana dovrebbe aprirlo personalmente. Qui dentro c’è qualcosa che apparteneva a vostra madre.
-Vi chiedo di aprire il pacco per me lord Triton.
-Mi dispiace ma non posso accontentarvi. Devo rispettare il volere di vostro padre.
-Mana mi ha parlato di voi. Siete il cavaliere che ha chiesto la sua mano a suo padre. Avete insistito molto ma Mana ha rifiutato. Ve la siete presa e avete fatto di tutto per farle accettare il matrimonio. Quando vi ha detto che amava un altro, vi siete infuriato e avete spaccato metà dei mobili nella sua stanza. Non avete ricevuto rimproveri o punizioni solo perché il padre di Mana vi stima e si fida di voi. Gli avete riferito che Mana vi aveva risposto molto male e che vi aveva respinto con violenza.
-Ho solo dato la mia versione dei fatti. Mana a volte dimentica quello che fa agli altri.
Cardia in un attimo arrivò di fianco al cavaliere di Poseidone.
-Entrate nella casa dello scorpione e pensate di fare come più vi piace. Avete commesso un grande errore. Mana non è una bugiarda e non permetto a nessuno di insinuare certe cose su di lei.
-Poseidone mi ha parlato anche di questa tua cotta per sua figlia. Lei è diventata la tua serva devota.
-Questo è falso. Io e Cardia ci amiamo.
-Ti ha plagiata e non te ne sei neanche accorta.
-Andate via prima che io vi prenda a calci. Non tornate perché la prossima volta potreste pentirvene.
-Siete due folli se pensate di poter vivere felici. Ricordate sempre chi siete veramente.
Il cavaliere sparì nel nulla e Mana corse a leggere la lettera di suo padre. C’erano poche frasi su quel foglio e la calligrafia era proprio quella della divinità.
-Cosa ti ha scritto?
-Dice che devo stare attenta perché presto Ade entrerà in azione. Dice anche che se dovessi restare sola, posso tornare al suo palazzo.
-Mana perché fai quella faccia?
-Mio padre sa qualcosa e non me lo dice.
Cardia strinse Mana fra le sue braccia per farla calmare.
-Mana ascoltami bene. Non pensare neanche un momento che ti lascerò sola. Non intendo morire ora che ti ho trovata. Il mio cuore ha retto fino a questo momento e non lo farò cedere proprio ora. Voglio trascorrere ancora moltissimi giorni con te. Se Ade attaccherà il tempio, lo affronteremo e lo batteremo con l’aiuto della grande Atena.
-Sai sempre come non farmi piangere. Grazie.
Dopo qualche minuto, Cardia si avvicinò al pacco e lo aprì lentamente.
-Non era una trappola. Vieni qui Mana, questo è per te.
Mana vide l’abito da sposa di sua madre e lo prese in mano. Dentro la scatola c’era anche un ritratto di Poseidone con sua madre.
-Pensavo che non fosse rimasta neanche un’immagine della mamma. Mio padre e la balia mi hanno mentito.
-Sai che tuo padre è orgoglioso. Sicuramente non si è voluto far vedere tenero con te e con altri.
-In questo ritratto sembra davvero felice. La mamma doveva essere una donna fantastica se è stata capace di farlo sorridere in questo modo sincero.
Cardia decise di appendere il ritratto nella loro stanza.
-Forse all’inizio mi metterà soggezione avere tuo padre davanti ma ci farò l’abitudine.
-Grazie Cardia.
Mana e Cardia passarono il resto della giornata insieme senza altre visite da esterni. I due ebbero modo di parlare di molte cose. Ormai potevano di dire di sapere quasi tutto l’uno dell’altra.

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


Due giorni dopo la visita di lord Triton, Cardia dovette partire per una missione urgente con Manigoldo, Degel, Regulus, Sisifo, Shion, Doko e Albafica. La missione richiedeva la presenza di molti cavalieri visto la delicatezza della questione. A nord della Grecia in una città molto popolata erano scoppiati molti disordini fra la gente. Dagli informatori del Grande sacerdote si era venuto a sapere che era tutta opera di alcuni specter molto forti. Era una questione che andava affrontata dai cavalieri d’oro con la massima urgenze e delicatezza. Secondo il grande sacerdote era inopportuno mandare i cavalieri di bronzo. Nessuno aveva mai visto questi misteriosi specter e non sapevano a cosa andavano incontro. Bisognava far partire due grandi strateghi e dei combattenti abili e veloci. Tutto si sarebbe sistemato nella città grazie all’aiuto dei cavalieri d’oro.
-Quando dista questa città?- domandò Regulus a Sisifo.
-Si trova a circa quattro ore di corsa dal grande tempio. Si tratta di una città molto popolata e bisogna stare attenti a non coinvolgere civili nei combattimenti. Prima di tutto dobbiamo capire con quanti nemici abbiamo a che fare e poi dobbiamo mettere i civili al sicuro. Arrivati a pochi chilometri dalla città ci divideremo in squadre, ognuna delle quali avrà un compito. Non voglio che ci siano feriti o danni troppo estesi. Mi avete capito bene voi due?
-Sisifo non devi dirci sempre le stesse cose. La ramanzina me l’ha già fatta il vecchio.
-A me pensa Degel e non ho voglia di sentire anche le tue urla- rispose Cardia scocciato. Sono grande e so che non devo combinare pasticci.
Gli altri cavalieri scoppiarono a ridere. Cardia e Manigoldo erano sempre i soliti, non si smentivano mai.
 
Intanto al grande tempio
Mana aveva visto Cardia allontanarsi con gli altri e poi era salita al tempio per parlare con lady Atena. Voleva sapere qualcosa di più sulla missione se era possibile, era preoccupata per Cardia.
-Accomodati Mana, sono libera in questo momento.
-Non era mia intenzione disturbarti, ma volevo sapere dove vanno i cavalieri? Se sono andati via così di fretta, è successo qualcosa di grave.
-Mana è bello vedere come ti preoccupi per Cardia. Il vostro amore è una cosa meravigliosa. Tornando alla missione, i cavalieri sono andati in una città a quattro ore da qui. Il grande sacerdote ha ricevuto notizie allarmanti sugli abitanti. Si dice che alcune persone si siano uccise a vicenda a causa di alcuni specter. Si pensa al controllo mentale o qualcosa del genere. Avevo sentito dire che Ade nel suo esercito ha alcuni specter con quelle capacità.
-Tutto questo è orribile.
-Non preoccuparti i cavalieri sono partiti in gruppo e non corrono pericoli. Vedrai che porteranno a termine la missione con successo e torneranno sani e salvi.
-Questa volta non lo dite convinta. Lo vedo dal vostro volto.
-Mana non posso nasconderti niente. Cardia ti deve aver insegnato a leggere le espressioni facciali.
-Passare il tempo con Cardia è stupendo e lui mi mostra tantissime cose. Mi ha persino insegnato alcune mosse di combattimento per difendermi. Non sarò mai brava come un cavaliere ma non peserò troppo sulle spalle di Cardia.
-Sai che lui non pensa nulla del genere.
-Lo so. Sono io quella che non vuole essere sempre salvata. Quando arriverà la grande battaglia voglio essere in grado di reggermi in piedi e non cadere alle prime difficoltà. Non posso appoggiarmi sempre a Cardia, ha sempre tante cose da fare. Voglio essergli di qualche supporto.
-Sei una ragazza piena di risorse. Cardia avrà cura di te, non ti succederà niente finché sei al suo fianco.
-Ma io voglio essere di aiuto a lui. Voglio essere capace di guardargli le spalle in qualche modo.
-I cavalieri staranno fuori per qualche giorno, che ne pensi se ti faccio conoscere un bravo maestro?
-Magari. Ma io sono una pasticciona, dovrà essere molto paziente con me.
-Non ti preoccupare di questo. Il tuo maestro sa essere paziente e poi non capirai mai cosa pensa. Vedi lui non ride mai, ha sempre la stessa espressione facciale.
-Quindi il mio maestro sarà il cavaliere del capricorno.
-Cardia ti ha parlato di lui.
-Mi ha parlato un po’ di tutti.
Lady Atena portò Mana dal cavaliere del capricorno in arena e la lasciò sola con lui.
-Non farla sforzare troppo El Cid, Mana è una ragazza tranquilla. Desidera solo apprendere qualche tecnica per difendersi.
-Come volete Atena.
La dea andò via e il cavaliere del capricorno mostrò a Mana dove andare a cambiarsi. Il vestito che indossava non era adatto per gli allenamenti.
-Indossa questa tuta da cavaliere donna ma non mettere la maschera. Non ti serve, non sarai mai un cavaliere, non sei adatta a quella vita.
Mana percepì un brivido di freddo udendo quelle parole. Sembrava che per il cavaliere d’oro fosse una seccatura allenarla nelle tecniche di difesa.
-Ora che hai indossato gli abiti giusti, fai venti giri di corsa dell’arena. Intanto io mando a casa i pivelli.
Il cavaliere del capricorno mandò via tutti i cavalieri di bronzo e d’argento che allenava e restò con Mana. La osservava correre e pensava che non ci fosse molto da fare. Ci sarebbero voluti mesi per farle dare qualche calcio decente al nemico.
-La nostra dea ti ha dato un bel peso da allenare cardo Cid.
-Spiavi di nuovo gli allenamenti dei cavalieri di bronzo. Ti interessano tanto i miglioramenti di Tenma e degli altri?
-Non mi importa niente dei pivelli, sono qui per divertirmi. Ho sentito lady Atena che parlava della principessina che voleva allenarsi per essere di qualche aiuto a Cardia. Commovente. El Cid se non stai attento a come la tratti, Cardia potrebbe infuriarsi.
-Sottovaluti il cavaliere dello scorpione.
-No, ti sbagli, so come è fatto e conosco la sua impulsività. Quando scoprirà che hai fatto sudare la sua bella, verrà di corsa da te e ti tirerà qualche pugno. Non vedo l’ora di assistere allo spettacolo.
-Cavaliere dei gemelli, io penso che tu abbia altro da fare in questo momento, il grande sacerdote ti cerca da due ore. E poi puoi scommettere che Cardia non correrà alla mia casa.
Il cavaliere dei gemelli andò via, perplesso per le parole di El Cid. Non lo aveva mai sentito parlare in modo tanto strano e così tanto. Era un tipo taciturno ed a un tratto si metteva a straparlare.
-Ho fatto venti giri di corsa.
-Ci hai messo troppo tempo. Voglio che tu ne faccia dieci in meno di cinque minuti e sono generoso.
-Ci proverò maestro.
-Non chiamarmi in quel modo, per te sono solo il cavaliere del capricorno.
-Come volete. Non vi chiamerò più in quel modo.
-Basta chiacchiere, corri!
Mana strinse i denti e ricominciò a correre, doveva mettercela tutta. Non voleva più essere la ragazza dietro la schiena di Cardia. Voleva essere di qualche aiuto. Avrebbe dimostrato a tutti che non era una donzella che aveva sempre bisogno di aiuto e aveva pochi giorni per imparare alcune tecniche.
-Ho finito.
-Quattro minuti, sei ancora troppo lenta. L’arena non è così grande.
-Non sono abituata a correre tanto.
-Perché sei una principessina viziata.
-Questo non è vero.
-Sei la figlia di Poseidone e venivi servita nel suo palazzo. Ogni tuo ordine era sodisfatto e non dovevi sforzarti per niente.
Mana non sopportava quando la giudicavano senza conoscerla. Si avvicinò al cavaliere del capricorno e tentò di colpirlo con un pugno. Il cavaliere bloccò la mano della ragazza e la buttò a terra.
-Cosa pensavi di fare?
-Non sopporto quando la gente mi giudica una ragazzina viziata. Voi non mi conoscete e non potete dire certe cose.
-Puoi aver convinto Cardia ma con me non funzionano i tuoi occhi dolci.
-Non cerco di farvi cambiare idea su di me con i miei occhi, vi dimostrerò con i fatti che sono capace di combinare qualcosa di buono. Mi allenerò duramente con voi e renderò Cardia orgoglioso di me.
-Non riuscirai a fare nulla in pochi giorni.
-Vi dimostrerò che posso farcela.
Mana fece altri dieci giri di corsa e ci mise solo tre minuti. Il cavaliere del capricorno, però, sembrava non voler cambiare idea. Reputava Mana troppo fragile per i suoi allenamenti ma avrebbe comunque obbedito all’ordine di Atena.
 
Mentre Mana iniziava i primi esercizi con El Cid, Cardia e gli altri cavalieri erano arrivati a pochi chilometri dalla città della loro missione.
-Per ora gireremo per la città con abiti da civile. Dobbiamo prima controllare la situazione e poi agiremo. Manigoldo e Cardia girate per il centro della città. Regulus vieni con me in periferia. Doko e Shion cercheranno tracce dei nemici nei dintorni mentre Albafica e Degel cercheranno di avere informazioni dai cittadini. Se scoppiano delle rivolte cercate di placarle. Non usate troppa forza, ricordatevi che sono civili. Per ora non percepisco la presenza di specter.
-Agli ordini comandante Sisifo- dissero Cardia e Manigoldo ridendo.
-Non fatemi pentire di avervi messo in squadra insieme. Vi ricordo anche di non combinare guai e di non distruggere tutto. Se trovate gli specter avvertite gli altri con un segnale e poi agite. Non vi buttate nella mischia senza riflettere.
-Abbi fiducia Sisifo. Siamo due cavalieri che sanno come lottare e riflettere sulle cose da fare in battaglia.
I cavalieri si divisero e cominciarono a girare per la città. Gli abitanti che incontravano sembravano zombie, non rispondevano ad alcuna domanda. Continuavano a camminare avanti e indietro per le strade senza una meta precisa. Era come se qualcuno avesse prosciugato le loro energie e gli avesse ipnotizzati. Il grande sacerdote aveva ragione, qualcuno controllava le persone come se fossero tanti burattini. Ora bisognava trovare il burattinaio pazzo e l’ipnotizzatore.
-Sono quaranta minuti che giriamo per il centro e non facciamo che incontrare persone strane. Hanno lo sguardo spento e fanno sempre le stesse cose. Questa gente sembra essere stata svuotata.
-Manigoldo non possiamo arrenderci. Troviamo gli specter prima che questa gente crolli al suolo per il dolore e l’angoscia. Sappiamo cosa succede quando gli specter usano le loro tecniche sui civili.
-O muoiono subito o vengono usati come scudi umani o giochi per il divertimento degli specter. So bene di cosa sono capaci quei bastardi. In questa città deve essere passato anche Thanatos. Mentre entravamo in città ho visto moltissime tombe fresche nel cimitero. Ci devono essere stati moltissimi morti nell’ultimo periodo e non è normale.
-Però se qualcuno ha scavato le tombe, vuol dire che non è stato ipnotizzato o non è controllato.
-Hai ragione Cardia. Troviamo le persone che non hanno subito l’effetto dei poteri degli specter. Speriamo che ce ne siano.
 
Verso sera i cavalieri si accamparono poco fuori la città e si scambiarono le informazioni raccolte. Shion e Doko avevano sconfitto uno specter non molto forte e gli avevano carpito qualche informazione. A quanto pare di lì era passato Thanatos che teneva sotto scacco metà degli abitanti della città. Mentre gli altri erano stati lasciati ad alcuni generali di Ade, tutti capaci del controllo mentale e abilissimi nel combattimento.
Sisifo decise di rimandare la caccia agli specter al giorno dopo. Avevano bisogno di riposare se volevano sconfiggere tutti i nemici.
Quella notte Cardia sognò Mana che correva nell’arena. Era un sogno così reale che pensò di poter vedere cosa succedeva al grande tempio. Il cavaliere si alzò e si fece un tè caldo con la miscela che gli aveva dato Mana prima della partenza. Diceva che scacciava ogni brutto pensiero.
-A cosa pensi Cardia?
-Manigoldo hai dato il cambio a Doko?
-Certo. Allora cosa ti turba?
-Nulla, ho fatto un sogno strano.
-Hai visto Mana nei tuoi sogni. È normale che ti manchi visto che l’hai appena ritrovata.
-Mana si allenava nel mio sogno. Mai fatto dei sogni come questo.
-Non hai pensato che Mana possa aver creato un legame mentale con te. L’avrà fatto inconsapevolmente. I suoi poteri si stanno sviluppando da quello che mi raccontavi. Lei si starà allenando per non esserti di peso. Sicuramente vuole esserti di qualche aiuto.
-Manigoldo da quanto sei così acuto?
-Da anni ma il ruolo del saggio lo lascio volentieri a Doko e Shion. Preferisco continuare a essere un burlone coraggioso e a far preoccupare il vecchio. Gli mancherei troppo se diventassi troppo serio.
-Ho mal giudicato, tu non cambi mai.
Cardia si rimise steso e chiuse gli occhi. Doveva riposare per riprendere le forze. Voleva trovare gli specter al più presto e tornare a casa da Mana. Doveva dirle molte cose. Se Mana pensava di pesare sulle sue spalle si sbagliava. Lui l’amava e la proteggeva perché non voleva perderla. Mana doveva essersi sentita in debito ma non era così. Cardia era il suo fidanzato e la difendeva volentieri. Per lei avrebbe rischiato persino la vita pur di vederla salva. Mana era tutto per lui e questo non sarebbe mai cambiato. Ora che aveva trovato la persona che lo sopportava, nonostante il suo caratterino, non l’avrebbe lasciata andare.
 
Due giorni dopo
Cardia e gli altri cavalieri avevano trovato e battuto molti specter nella città della loro missione. Purtroppo la missione non era ancora finita. Gli abitanti del luogo erano ancora sotto il controllo di qualche specter di livello superiore. Nessuno dei cavalieri d’oro aveva trovato tracce dei generali di Ade. Da vigliacchi si nascondevano nell’ombra.
-Sisifo cosa hai in mente per scovare gli specter rimasti?
-Doko e Shion hanno iniziato a mettere in pratica il mio piano. Presto torneremo a casa. Cardia, Manigoldo non combinate guai, ora vi spiego il piano. Non voglio errori o colpi di testa. Bisogna mantenere la calma in questa battaglia, ci sono troppi civili nei paraggi e noi dobbiamo salvarli. Non voglio che il posto diventi un enorme cimitero. Ci sono state già abbastanza vittime.
-Puoi contare su di noi Sisifo- disse Cardia.
Intanto al grande tempio
Mana continuava ad allenarsi nell’arena nelle ore in cui non c’erano i cavalieri di bronzo e d’acciaio. El Cid la faceva correre per chilometri la mattina presto e nel tardo pomeriggio le imponeva degli esercizi molto faticosi in arena. Faceva flessioni, piegamenti, alzava pesi. Il cavaliere d’oro le stava insegnando persino a fare capriole e ribaltate per cadere bene in piedi o evitare i colpi agilmente. Oltre agli esercizi fisici, le stava insegnando anche come si combatteva con una spada. Le armi erano fondamentali in un allenamento secondo il cavaliere del capricorno. Voleva far in modo che Mana divenisse almeno capace di difendersi, non sperava in grandi progressi.
-Sei abbastanza scarsa per essere la figlia di una divinità.
-Io non sono come mio padre. Non possiedo i poteri che ha lui e non voglio fare quello che combina lui. Scatenare tempeste contro la gente non mi sembra un atto di cui essere orgogliosi.
-Strano, di solito alle persone piace tutto quel potere.
-Ti ripeto che io non ho ereditato quei poteri da mio padre.
-Hai altre capacità e non te ne accorgi. Sei troppo intenta a fare la ragazza dolce e gentile per sviluppare tutti i tuoi poteri sopito.
-Non c’è nulla di sbagliato a essere gentile con gli altri.
-Non andrai lontano se non fai altro che sorridere e frignare. Per oggi basta, sono stanco di vedere la tua faccia. Ti aspetto domani pomeriggio alle sei in arena. Suderai molto con l’allenamento di domani e non farai pause.
-Non mi spaventa la fatica.
-Avrai paura del mio percorso domani, ne sono sicuro. Vedi anche di mangiare meno, sei ingrassata negli ultimi giorni.
Mana tornò alla casa dello scorpione e si fece un bagno caldo. Non pensava di aver mangiato così tanto. Uscì dalla vasca e si guardò allo specchio, non vedeva alcun cambiamento. Iniziava a pensare che il cavaliere del capricorno la provocasse per farla reagire contro di lui. Quale era il suo scopo? Perché si comportava tanto male con lei?
Quella notte Mana sognò Cardia e era come se fosse con lui. La ragazza non si era resa conto che la voglia di vedere il suo cavaliere, l’aveva spinta a entrare nei sogni di Cardia.
-Dove sono?
-Mana sei nel mio sogno. Non sapevo avessi la capacità di entrare nella mia mente.
-Non sapevo di poter fare queste cose. Mi dispiace, me ne vado subito.
-Sciocca resta un po’ qui con me. Sono contento di vederti, mi manchi tantissimo. La voglia di vedermi deve aver attivato uno dei tuoi poteri sopiti.
-Che fortuna! Volevo vederti e sono riuscita a farlo.
-Qualcosa ti preoccupa?
-Mi alleno con il cavaliere del capricorno ma non gli sono simpatica.
-Nessuno è simpatico a El Cid. È un tipo alquanto solitario e serio. Sai che non sei un peso per me, non devi allenarti per forza.
-Lo faccio per non essere un peso. Voglio aiutarti in qualche modo.
-Amore mio sei la persona che desidero proteggere di più al mondo e rischierei la vita  per te. Non sforzarti troppo.
-L’allenamento è duro ma posso farcela. Domani mi aspetta il percorso di lord El Cid. Spero di essere all’altezza.
-Mana non devi fare quel tragitto. El Cid usa quel percorso per i cavalieri e ci mette moltissime trappole. Ti vuole mettere alla prova per far risvegliare i tuoi poteri. Scommetto che ti sta anche provocando a parole, lo fa spesso con i cavalieri.
-Sì, ma non pensavo che mi facesse fare un percorso difficile.
-El Cid tratta tutti in modo uguale negli allenamenti, principianti e cavalieri esperti. Non voglio che ti accada qualcosa.
-Starò attenta. Non sono forte come un cavaliere ma posso usare la testa. Non serve solo la forza nelle prove.
-Mana sei una ragazza molto coraggiosa. Ti amo ricordatelo.
-Cardia stai bene?
-La missione è dura con Manigoldo che russa e Doko che si mangia tutte le provviste. Per non parlare di Shion e Sisifo che fanno esercizi di meditazione tre volte al giorno.
-Cardia cerchi di cambiare argomento per non farmi preoccupare. Mi nascondi qualcosa?
-No, sto bene. Anche gli altri sono in perfetta forma. Per favore non affaticarti troppo con gli allenamenti di El Cid, sa essere crudele con i suoi allievi.
-Starò attenta.
-Sto impazzendo non potendoti vedere e toccare.
-Ora mi stai guardando.
-Sai bene cosa intendo amore mio. Non riesco a stare lontano da te troppo tempo.
-Pensa alla missione e non distrarti. Mi sentirei in colpa se ti ferissero perché stai pensando a me.
-Sono un esperto in missioni pericolose, non tornerò tutto rotto. Mana non ti vedo più.
-Credo che qualcuno si entrato nella casa dello scorpione, devo svegliarmi.
-Mana cosa succede?
 
La ragazza si svegliò mentre Cardia a chilometri di distanza si metteva in piedi in pochi secondi.
Mana andò a controllare chi c’era nella casa ma non vide nessuno. All’improvviso qualcuno l’afferrò alle spalle e la fece svenire. Lottare per liberarsi dalla morsa non servì a niente.
 
Al campo dei cavalieri
-Cardia perché sei sveglio?
-Qualcosa non va alla casa dello scorpione. Percepisco che qualcuno è entrato nel mio territorio evitando ogni mia trappola e arrivando alla zona abitata.
-Sei preoccupato per Mana.
-Mi sembra normale Manigoldo. Sono a chilometri di distanza mentre lei corre dei rischi perché dorme nella casa che io devo custodire.
-Non preoccuparti, è solo El Cid che la mette alla prova.
-Sai che la sta allenando.
-Sì, ho sentito il vecchio che diceva a lady Atena di consigliare a Mana di fare un po’ di allenamento con El Cid. Diciamo che so che a un certo punto dell’allenamento il nostro amico mette alla prova i suoi allievi. Li sottopone al loro peggior incubo.
-Vuoi dire che Mana si vedrà catapultata di nuovo al castello di Ade.
-Forse anche qualcosa di peggio. Avete mai parlato delle vostre paure?
-Mana mi ha detto che ha il terrore che i due dei gemelli la vengano a riprendere per ordine di Ade.
-Tu cosa le hai detto?
-Non succederà mai.
-Non hai capito Cardia. Quale paura gli hai confidato.
-Manigoldo sai bene che un cavaliere non può mostrare le sue paure.
-Vuoi dire che non hai detto alla donna che ami che temi qualcosa. Non è bello che lei si confidi e tu resti sulle tue. Lo scambio deve essere reciproco. Non pensi che lei possa capire che non ti fidi?
-Mana non è così, ha capito perché non le dico molte cose.
-El Cid non le farà una prova leggera solo perché è una ragazza normale. Farà di tutto per provare a far uscire i suoi poteri.
-Se succede qualcosa a Mana, prenderò a calci El Cid. I suoi metodi sono esagerati. Potrà funzionare con i cavalieri di bronzo ma con lei non deve esagerare. Gli è stato chiesto di aiutarla con qualche esercizio, non di massacrarla.
 
Mana si svegliò in una stanza buia e vide che era legata con delle corde a un asse di legno.
-Mi hanno riportata al castello di Ade, non è possibile.
Mana provò a fare quello che gli aveva spiegato Cardia. Doveva cercare di percepire la presenza di qualcuno. Mana non sentì nulla e capì che quello non poteva essere il castello di Ade. Non c’era nessuno lì, solo lei e il buio. All’improvviso nella stanza entrò Ade che la slegò e l’afferrò per un braccio. La trascinò in un’altra stanza dove le mostrò il corpo di un cavaliere d’oro. Mana si inginocchiò per terra e sgranò gli occhi. Non poteva essere vero, Cardia non poteva essere lì, non era morto.
-Non sei il vero Ade, non percepisco alcun ostilità, alcuna malignità in te. Questa è solo una prova, vero?
-Sei stata brava mocciosa. Non sapevo che Cardia ti avesse insegnato a distinguere il vero dal falso. Hai superato una delle mie prove. Ti aspetto domani sera per gli allenamenti. Ora torna a casa, non voglio vedere le tue lacrime.
Mana si rinchiuse nella stanza di Cardia e cercò di ricontattarlo nel sonno ma niente. Alla fine crollò addormentata per lo sforzo e lo shock della prova. Aveva avuto abbastanza emozioni quel giorno.

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Capitolo 19
*** capitolo 19 ***


Era una settimana che Cardia era lontano dal grande tempio per una missione urgente con altri cavalieri d’oro. Intanto Mana era messa sono torchio dal cavaliere d’oro del capricorno che la spingeva a usare i suoi poteri. Il suo intento era vedere se la ragazza fosse realmente capace di sprigionare enormi poteri come gli aveva detto lady Atena. La dea era sicura che la ragazza nascondesse dentro di sé grandi potenzialità ereditate forse dal padre.
-Se continui a essere così lenta ti colpiranno subito. Non sei neanche stata in grado di superare il mio percorso a ostacoli ieri.
-Non mi arrenderò e supererò tutte le trappole.
-Quando ti metterò alla prova con l’esame finale, mi pregherai di smettere di allenarti.
-Non ci speri. Non sono una ragazza che molla.
-Cardia ti ha insegnato a lottare con le unghie e i denti. Allora qualcosa di buono c’è in te, spero che questa tua forza ti aiuti a superare tutte le prove a cui ti sottoporrò nei prossimi giorni.
Il cavaliere del capricorno sparì nel nulla mentre Mana tornava alla casa dello scorpione. Era stanchissima. Per due interi giorni il suo maestro l’aveva tenuta sveglia in arena cercando di insegnarle la resistenza. In più, l’aveva sottoposta a molti sforzi. I suoi metodi erano duri e spesso crudeli. Il cavaliere del capricorno non era mai tenero, con nessuno.
 
Intanto Cardia affrontava uno specter molto potente. Aveva il controllo su un centinaio degli abitanti della città e li mandava contro i cavalieri d’oro. I ragazzi dovevano stare attenti a non ferire i civili.
Cardia cercava di spezzare il controllo che legava gli abitanti allo specter mentre Manigoldo, Regulus e Doko cercavano di bloccare gli attacchi dei civili senza ferirli. Sisifo e gli altri cercavano gli specter rimasti. Avevano poco tempo per salvare i civili. Il grande sacerdote gli aveva avvertiti che i civili non dovevano restare troppo tempo sotto il controllo dei nemici, era pericoloso.
 
Dopo molte ore di battaglia, i cavalieri d’oro riuscirono a sconfiggere tutti gli specter. Finalmente potevano tornare al tempio. I civili erano salvi e tutto in città era tornato normale tranne qualche piccolo danno ai palazzi.
 
Sera tardi, arena del grande tempio
Mana era ignara del ritorno di Cardia e proseguiva nei suoi allenamenti. I cavalieri d’oro, Atena e il grande sacerdote erano stati avvertiti che la missione aveva avuto successo. Però il cavaliere del capricorno aveva deciso di non dire niente alla ragazza. La sottopose al suo durissimo percorso a ostacoli per la quinta volta e ne aumentò i pericoli.
Mana superò senza esitazione il primo ostacolo, cioè la buca di lava su cui era sospeso un tronco di legno instabile. L’arena sembrava essersi trasformata in un incubo.
-Cosa fai ferma davanti quella buca? Ti vuoi arrendere al secondo ostacolo? Le tue braccia sono troppo deboli per superare quel burrone pieno di lance appuntite? Reggiti alla corda e supera quella buca enorme o non sarei mai degna di stare al fianco di Cardia.
-Smettila, non mi arrenderò a causa delle tue parole.
Mana superò anche il secondo ostacolo e arrivò davanti il terzo pericolo. Il cavaliere del capricorno aveva detto a otto cavalieri di bronzo di attaccare Mana con le loro armi. Questa volta aveva esagerato per tentare di far arrabbiare la ragazza e vedere i suoi poteri.
-Vediamo cosa combini contro delle persone in carne ossa? Fino ad oggi hai affrontato solo manichini. Ora vediamo se sei in grado di fronteggiare dei cavalieri vivi.
Mana sapeva di non poterli affrontare tutti, erano troppi e lei non sapeva combattere come loro. Doveva cercare di schivare i colpi e arrivare alla fine dell’arena. Se riusciva a raggiungere la fine del percorso, avrebbe dimostrato al maestro che non era un inutile ragazzina che sapeva solo piangere e disperarsi.
El Cid aveva detto ai cavalieri di bronzo di non andarci piano solo perché era la compagna di Cardia. Quello era un allenamento anche per loro. In battaglia potevano incontrare sacerdotesse che potevano ingannarli con la loro apparente dolcezza e alla fine ucciderli. Dovevano superare ogni debolezza.
Mana venne spintonata in arena per più di dieci volte. Riusciva a schivare alcuni colpi ma i cavalieri diventavano sempre più pericolosi. Due di loro la spinsero fino al burrone con le lance e la fecero indietreggiare fino al limite.
-Cosa fai piccolina, non reagisci?
-Il maestro ha ragione, non sei in grado di vivere al tempio. Sei troppo debole.
Mana sprigionò una bolla d’acqua che imprigionò i due cavalieri ma un terzo la spinse nel burrone colpendola su un fianco.
-Ahhhh.
Mana sentiva il vuoto dietro di sé. Non c’erano appigli a cui aggrapparsi per salvarsi. Chiuse gli occhi e attese la sua fine. Non avrebbe più visto il sorriso di Cardia e odiava questa cosa.
Mana non si sentì trafiggere la schiena da una lancia, era come se fosse sospesa in aria da qualcosa o meglio qualcuno.
-Principessa apri gli occhi, sei in salvo.
Mana aprì gli occhi lentamente e vide il viso del suo cavaliere.
-Cardia.
-Sei salva. Aggrappati forte a me mentre risalgo questo buco.
Mana si strinse a Cardia che con agilità tornò sul suolo sicuro. Non lasciò andare la ragazza neanche un secondo. Voleva sentirla vicina, gli era mancata tantissimo.
-Mana aspettami fuori.
-No, lei non ha finito.
-Taci El Cid. Le hai fatto correre troppi rischi oggi. Non dovevi metterle contro otto cavalieri di bronzo.
-Se non si trova in pericolo, i suoi poteri non si attivano. Non sa come usare la sua forza.
-Non è un buon motivo per metterla in pericolo. Hai esagerato. Lady Atena ti aveva chiesto dei piccoli allenamenti, non di prepararla alla guerra. Un po’ di autodifesa era più che sufficiente.
-Io mi ritiro. Ho visto abbastanza. Ho concluso il suo allenamento. Ora se vuole sopravvivere, deve cavarsela da sola.
-El Cid non hai intenzione di chiederle scusa?
Il cavaliere del capricorno sparì nel nulla come gli otto cavalieri di bronzo che aveva radunato in arena.
Cardia tornò da Mana e guardandola meglio vide che aveva graffi e ferite ovunque.
-Ti hanno conciata male. Accidenti a lui e ai suoi modi rudi.
-Sto bene, questi sono solo graffietti.
Cardia prese Mana in braccio e la portò alla sua casa. Lì medicò ogni ferita della ragazza.
-Grazie ma non era necessario. Ora lascia che sia io a medicare quella ferita sulla spalla.
-Te ne sei accorta nonostante l’armatura.
-Stai perdendo sangue.
Cardia si tolse l’armatura e si lasciò medicare dalla ragazza.
-Come è andata la missione?
-Abbiamo risolto tutto. I civili sono salvi.
-Perché allora hai questa faccia?
-Sono morte tantissime persone. Quando siamo arrivati abbiamo trovato venti lapidi nel cimitero, erano tutte donne. A nord della città c’erano le tombe di cinque bambini e dieci uomini. Non siamo arrivati in tempo per salvarli.
-Non puoi incolparti per questo. Hai salvato tantissime persone.
-Mana ho pensato a te mentre ero laggiù. Se io dovessi perderti durante la grande battaglia e doverti seppellire come quelle donne, non so come reagirei. Quando ho visto quelle tombe il mio sangue ha iniziato a ribollire.
Mana strinse forte Cardia che si rilassò grazie a quel gesto. Il tocco della ragazza, il suo calore, la sua dolcezza lo aiutavano sempre. Lei era la sua roccia e l’avrebbe toccata.
Cardia raccontò di tutta la missione alla ragazza e lei gli disse tutto sugli allenamenti. Il cavaliere si sorprese, era stata molto forte a sopportare le torture di El Cid. Spesso i ragazzi si ritiravano dai suoi allenamenti e rinunciavano a diventare cavalieri a causa dei suoi modi rudi, delle sue torture, dei suoi silenzi.
-Cardia devo dirti una cosa che mi ha mostrato Lord El Cid.
-Il tuo incubo peggiore.
-Come fai a saperlo?
-Tutti i cavalieri conoscono i suoi metodi. Cosa ha voluto farti vivere per allenarti?
-Mi ha fatto vedere …
Mana iniziò a tremare ripensando a quelle immagini crudeli. Non riusciva a parlare. Rivedeva ancora e ancora il sangue e risentiva la risata malefica di Ade.
-Mana qualcosa ti ha scioccata. Dimmi cosa hai visto?
-Non voglio vedere più quelle cose. Ade rideva e tu eri steso a terra in un lago di sangue.
Cardia si alzò in piedi e spaccò il muro della stanza da letto. Era furioso.
-Come ha osato giocare con le tue paure. Questo è troppo.
-Calmati Cardia.
Mana dovette afferrare Cardia da dietro per farlo ragionare. Con forza lo fece rimettere seduto e tentò di parlargli.
-Cardia non sforzare il braccio e calmati. Non devi fare così.
-Mi dispiace. Non mi piace chi gioca con i tuoi sentimenti.
Il cavaliere abbracciò Mana e la baciò sulle labbra.
-Mi sei mancata tantissimo. Hai passato giorni difficili e io non ti ero accanto, mi dispiace.
-A volte ho pensato di cedere ma poi ho pensato a te. Mi hai ripetuto tante volte mai arrendersi e ho deciso di andare avanti. Ho ripensato ai tuoi racconti sui tuoi allenamenti e ho deciso di essere coraggiosa come te.
-Sono fiero di te amore mio. Hai superato delle prove durissime.
-Cardia la tua bocca dice una cosa ma la tua cuspide un’altra. Abbassa quel dito, non voglio che tu vada da lord El Cid con le armi in mano.
-Mana cosa altro hai visto nel tuo incubo? So che ti ha fatto credere qualcosa di ancora più crudele della mia morte.
Mana si staccò da lui e si alzò in piedi. Tentò di scappare fuori dalla stanza ma il cavaliere l’afferrò e la rinchiuse fra le sue braccia.
-Mana non ti agitare. Cosa hai visto?
-Non voglio pensarci.
-Quindi si è spinto fino al limite. Mi hai visto mentre ti colpivo con un faccia crudele. Provavi a parlarmi ma io non ti ascoltavo e poi ti ho colpito con il pungiglione letale dello scorpione. Ti ho trafitta con il mio colpo più potente mentre ti guardavo negli occhi colmi di lacrime.
-Basta, non è possibile. Non faresti mai nulla del genere. Mi fido di te e lo sai.
Cardia prese il viso della ragazza fra le sue mani e la baciò con molta passione. Quella era la prova che i due si fidavano l’uno dell’altra.
-Mana riposa tranquilla, questa notte veglierò io su di te. Non avrai più incubi.
-Grazie mio cavaliere.
Mana si addormentò fra le braccia del cavaliere che la tenne stretta tutta la notte. Era meraviglioso poterla stringere di nuovo. Sentiva il calore della ragazza, il suo respiro ma soprattutto il suo cuore in tumulto. Lei era felice perché era tornato. Mai nessuno gli aveva riempito il cuore di gioia come faceva Mana. Ogni giorno che viveva con lei era un ricordo prezioso.
 
Il mattino dopo
Cardia si alzò presto, andò a fare il suo rapporto al grande sacerdote e tornò prima che Mana si alzasse. Per dire la verità dovette svegliarla per farle mangiare i biscotti caldi che aveva preso dalla cucina del tempio. Mana adorava latte e biscotti.
-Buongiorno principessa!
-Cardia mi hai preparato la colazione, grazie.
-Diciamo che ho preso alcune cose dalla cucina del tempio. I biscotti sono ancora caldi.
-Hai fatto rapporto?
-Sì, Sisifo mi ha chiesto di andare presto al tempio questa mattina. Ora sono tutto tuo, cosa vuoi fare oggi?
-Passare del tempo con te. Mi basta anche restare a guardarti mentre ti alleni.
-Davvero?
Cardia si tolse la maglietta e rimase a torso nudo. Iniziò a fare delle flessioni per riscaldarsi. Ogni tanto sorrideva a Mana che lo guardava rapito. Ogni muscolo del torace del cavaliere era perfetto. Era stato davvero scolpito dal migliore degli artisti. Mana era così intenta a fissarlo che non si accorse neppure che il cavaliere le si era avvicinato. Ora era a pochi centimetri da lei.
-Mana non è che sei rapita dai miei movimenti?
-Non mi sono neanche accorta che ti sei mosso.
-Perché eri completamente incantata da me- disse Cardia rubandole un bacio.
Mana afferrò un asciugamano posto sul tavolino mentre Cardia la baciava. Lo mise intorno al collo del ragazzo e gli iniziò ad asciugare le gocce di sudore.
-Grazie ma così rischi di farmi eccitare. Questi tuoi movimenti sono come una tentazione per me. Non ti toccavo da giorni e ora ho una voglia matta di fare l’amore con te.
-Nessuno ti ferma.
-Mi stai invitando per caso?
-Diciamo che mi sei mancato tanto e non vedevo l’ora che queste tue forti braccia mi stringessero.
-Sei davvero furba principessa.
Cardia prese in braccio Mana e la portò nella camera da letto. Non la stese subito sul letto, le slacciò lentamente il vestito da giorno e le baciò spalle e collo.
-Perché ridi mentre mi baci?
-Sei troppo carina per resisterti. Non riesco neanche ad aspettare di toglierti il vestito. Ti salterai addosso subito ma non mi piacciono le cose affrettate. So anche che meriti il meglio e non voglio essere avventato e violento con te. Lo abbiamo già fatto ma non significa che io non debba essere dolce e allo stesso tempo audace. Ciò che desidero di più è non vederti più soffrire.
-Cardia puoi farmi quello che vuoi, non protesterò o piangerò per il modo in cui mi stringi.
-Mana non devi dire certe cose. Io posso essere irruento, focoso, un mascalzone in poche parole.
-Cardia sei il mio mascalzone preferito. Temi sempre che le persone abbiano paura di te quando indossi l’armatura. Hai paura che chi ti vuole bene veda la tua faccia crudele,quella che metti quando affronti gli specter. Sappi che non mi fai per niente paura, capisco perché ti infuri quando combatti i nemici. Capisco perché ti arrabbi quando fanno del male ai bambini e alle bambine del villaggio.
Mana accarezzò una guancia di Cardia e lui le strinse la mano portandola fino alla bocca per baciarla.
-Sei veramente strana Mana, chiunque avrebbe paura vedendo la mia faccia.
-Vuoi fare quello terribile e aggressivo ma in realtà sei dolcissimo. Basta vedere come ti comporti quando vedi i bambini piangere. Basta ricordare cosa hai fatto quando hai incontrato la prima volta lady Atena.
-Ti hanno raccontato tutti i miei segreti, non è bello, ora sono completamente in balia di te.
-Non dirò a nessuno i tuoi segreti.
-Non ne dubito.
Dalle dodici case dei cavalieri tutti udirono una grande esplosione provenire dai piedi della scalinata. L’esplosione fu così forte che ognuna delle dodici case tremò come se ci fosse un terremoto. Cardia strinse Mana per proteggerla, la casa stava tremando come se stesse per crollare.
-Cosa succede?
-Qualcuno ha provocato un’esplosione ai piedi della grande scalinata. Devo andare a controllare la situazione.
Cardia indossò l’armatura d’oro mentre Mana si riallacciava l’abito da giorno. La ragazza insistette per andare con il cavaliere.
-Posso aiutare se ci sono feriti.
-Va bene vieni ma resta attaccata a me. Se si tratta dell’attacco di specter sarà pericoloso.
In pochi minuti i due raggiunsero Shion, Albafica, Manugildo, Doko e Degel ai piedi della grande scalinata. Stavano controllando la situazione. Alcuni cavalieri di bronzo erano rimasti feriti per salvare dei bambini che giocavano nei pressi del grande tempio.
-Mana per favore aiutami a medicare questi due cavalieri, hanno solo qualche ferita sulle braccia. Io vado a vedere come stanno i quattro bambini, sono rimasti scioccati.
-Sì, lord Shion.
-Degel controlla la ferite dei quattro cavalieri a destra.
-Lo faccio subito Shion.
Intanto Cardia e Manigoldo cercavano le tracce dei nemici. L’esplosione era di sicuro opera di qualche specter.
Mana prese la sacca con le erbe mediche e le bende e iniziò a medicare i due cavalieri a sinistra della scalinata.
-Ti fa male da qualche altra parte cavaliere?
-Sei tu che mi stai facendo male ragazza. Non sei per niente brava a medicare le persone.
-Faccio del mio meglio ma voi non dovreste muovervi. Queste ferite sulle braccia vanno disinfettate o rischiate un’infezione.
-Ti ho detto di smettere di toccarmi ragazza, non mi piace come mi fasci le ferite e il mio amico è d’accordo con me.
Il cavaliere di bronzo si alzò in piedi con il suo amico e afferrò Mana per un braccio.
-Cosa fai? Mi stai facendo male. Ahhhh.
I due cavalieri rivelarono il loro vero aspetto. Mana tentò di liberarsi da sola ma lo specter le stava stritolando il polso e l’aveva fatta inginocchiare a terra puntandole un pugnale alla gola.  Non riusciva minimamente a muoversi.
-Povera piccola ragazza inutile, volevi provare a tirarmi un calcio ma sei troppo debole. Sei veramente patetica.
-Hanno ragione al castello, sei qui solo perché sei la scopamica del cavaliere dello scorpione. Lui ti usa solo per il suo divertimento. Vedrai che presto si stancherà del suo giocattolo.
-Potete dire tutto quello che volete su di me ma non vi azzardate a parlare male di Cardia.
-Sei ancora più patetica. La poverina si è presa una cotta per un cavaliere d’oro che non la potrà mai rendere felice. Viene prima il dovere e poi tutto il resto.
Cardia arrivò alle spalle dei due specter quando il più chiacchierone stava per sgozzare Mana con il coltello. Colpì lo specter con il suo colpo e lo fece finire a terra. Non lo uccise subito mentre il secondo finì a terra lamentandosi per il dolore al cuore.
-Il veleno dello scorpione ti sta uccidendo. Morirai prima di questo folle che ho osato puntare un pugnale contro Mana.
-Non ho paura di morire.
-Soffrirai molto prima di morire e piangerei per farti uccidere velocemente.
Prima di occuparsi del nemico Cardia si accertò delle condizioni di Mana.
-Ti ha fatto male? Hai un livido enorme sul polso.
-Sto bene, grazie. Mi sono lasciata ingannare.
-Non fare quella faccia principessa. Neanche Shion si era accorto della loro vera natura. Questi due non sono riusciti a scappare prima dell’esplosione e si sono mascherati in cavalieri di bronzo azzerando il loro cosmo.
-Cardia cosa hai intenzione di fare?
-Soffrirà per averti parlato in quel modo.
-Non esagerare Cardia. Potrebbe dirvi qualcosa se lo sbatti in prigione e basta.
-Sei più patetica di quello che pensassi, hai pietà del nemico. Non sarai mai in grado di vivere per sempre al grande tempio con il tuo cavaliere. Povera piccola ingenua.
Cardia colpì lo specter con un altro colpo e questo urlò per il dolore.
-Non ti conviene farmi arrabbiare specter.
Negli occhi del nemico si leggeva il terrore. Cardia aveva saputo incutergli talmente tanta paura che lo specter tremava. Non pensava che un cavaliere d’oro potesse essere tanto folle e crudele.

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Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


Cardia aveva sbattuto in prigione lo specter che aveva colpito per due volte con il suo colpo. Non lo aveva colpito in punti vitali ma doveva soffrire molto a causa delle punture. Cardia non perdonava chi colpiva la ragazza che amava o i suoi amici. Quegli specter avevano addirittura osato farsi passare per dei cavalieri di Atena per ingannarli. Non potevano passarla liscia facilmente.
Cardia aveva accompagnato Mana alla casa dello scorpione e le aveva passato un unguento sul polso. Poi aveva controllato che non avesse altre ferite.
-Ti ho già detto che sto bene. Non devi controllare ogni centimetro della mia pelle. Mi ha solo stretto il polso e al collo non ho ferita.
-Non sono stato attento e stava per tagliarti la gola.
-Non dire stupidaggini. Se non fosse stato per te sarei già nelle mani di Ade. Mi hai salvata da due specter e ora vuoi prenderti delle colpe. Non accetto questa cosa.
Mana si alzò e guardò Cardia con sguardo molto serio.
-Vai fuori da questa casa e cerca di carpire informazioni da quello specter, senza esagerare.  Non è da te stare qui a crogiolarti nelle paranoie. Smetti di colpevolizzarti e continua a essere il cavaliere di sempre.
Cardia si rimise in piedi, afferrò la mano della ragazza e la baciò con dolcezza.
-Ci vediamo stasera. Se faccio tardi mettiti a dormire. Dopo la giornata di oggi, hai bisogno di molte ore di sonno.
-Ti aspetterò alzata. Tu non stancarti troppo e non fare sciocchezze.
Cardia andò verso le prigioni mentre Mana si inginocchiava a terra. Sentiva il corpo pesantissimo a causa della tensione e della paura accumulata. Vedersi un coltello alla gola le aveva fatto credere veramente che era giunta la fine. Si sentiva strana. Aveva potuto parlare a Cardia per farlo ragionare ma ora chi avrebbe alzato lei da terra. Non era solo il suo corpo a essere bloccato. Mana si sentiva bloccata anche dentro, non sopportava più di pesare sulle spalle di Cardia. Ogni volta che c’era un pericolo era lui a sentirsi in colpa ma in realtà era lei la responsabile. Era lei la persona minacciata, Cardia era solo l’eroe e non aveva motivi per colpevolizzarsi.
 
Cardia era alle prigioni e stava interrogando lo specter. Urlava tantissimo per il dolore alla spalla e al ginocchio.
-Se non vuoi fare la fine del tuo amico, ti conviene parlare. Quando ci sarà il prossimo attacco dei tuoi compagni?
-I generali degli specter vi distruggeranno presto. Nessuno di voi resterà in vita. Anche la tua puttanella perirà perché non ha obbedito al sommo Ade.
Cardia colpì di nuovo lo specter ma questa volta vicino al fegato.
-Mossa sbagliata parlare di lei davanti a me. Sei solo un sottoposto di Ade e nessuno verrà qui a salvarti perché nessuno tiene a te. Siete dei mezzi per raggiungere uno scopo crudele e maligno. È ora che tu ti penta e confessi i piani dei tuoi compagni specter.
-Non tradirò il sommo Ade. Però scommetto che ora la tua amica sta soffrendo da sola nella casa da te protetta. Sono due ore che mi interroghi e il mio veleno avrà iniziato a fare effetto. Sappi che quando le ho stretto il polso le ho iniettato un veleno. Ora sarà in preda alle allucinazioni o sarà svenuta sul pavimento gelido della tua casa.
Cardia stava per dare il colpo fatale allo specter ma venne bloccato da Degel e Manigoldo.
-Vai da lei, ci occupiamo noi di lui. Ci dirà tutto.
-Grazie ragazzi.
Cardia corse alla sua casa e trovò Mana stesa sul letto. Aveva la febbre alta ma non stava tremando o delirando. Qualcuno l’aveva adagiata sul letto e le aveva messo una pezza bagnata sulla fronte.
-Shion come sapevi che l’aveva avvelenata?
-Non sapevo niente. Albafica mi ha detto di aver sentito uno strano odore venire dalla casa dello scorpione. Mi ha dato questo antidoto e mi ha detto di correre qui. Ho trovato Mana stesa per terra davanti l’ingresso. Credo che cercasse aiuto quando è svenuta.
-Se tu non fossi arrivato, non l’avrei trovata in tempo.
-Smetti di prenderti colpe che non hai, penso che te lo abbia detto anche lei.
-Tutti a dirmi cosa fare o non fare. Ho capito cosa voleva dirmi Mana. Si sente in colpa perché io devo correre in suo aiuto ogni volta. Non è giusto, io la amo e farei questo e altro per lei.
-Vi lascio soli- disse Shion uscendo dalla casa.
-Ti ho sentito Cardia, ora non puoi nascondere più quelle lacrime da me.
-Accidenti, sei proprio una furbetta.
Cardia si asciugò il viso e si sedette accanto a Mana.
-Non dire a nessuno che cosa è successo in questa stanza o sarò costretto a non farti più uscire di qui.
-Non scherzare. Sono contenta di rivedere il tuo viso Cardia. Vedere tutto nero o bianco non è bello.
-Sarebbe una tragedia per me non vedere più i tuoi splendidi occhi.
-Per me sarebbe orribile non sentire più la tua voce gioiosa e ascoltare i tuoi assurdi discorsi.
Cardia si inginocchiò davanti la ragazza e chinò la testa davanti a lei. Le stava chiedendo scusa, questa volta non aveva saputo proteggerla. Non doveva rimanere ferita ma era successo e era suo dovere chiedere perdono.
-Alza quella testa o mi farai piangere cavaliere dello scorpione. Ora dimmi che hai chinato la testa solo perché l’elmetto della tua armatura d’oro è molto pesante o potrei sentirmi in colpa.
-Fai battute al posto mio, sei davvero carina a tirarmi su di morale.
-Faccio solo quello che tu fai sempre per me. Nulla di complicato, ti parlo con il cuore.
Il cavaliere si tolse l’armatura e passò tutta la notte al fianco di Mana. Doveva tenere sotto controllo la sua temperatura. Quella situazione gli ricordava un po’ quando Degel alcuni anni prima vegliava su di lui a causa del suo cuore malato.  Ora era Mana la sua dolce medicina. Ogni suo bacio era una vera fonte di energia per il suo corpo. Tutto con la ragazza era bellissimo, Cardia si sentiva benissimo ogni volta che era in sua compagnia. Ogni tanto c’era qualche piccolo litigio ma nulla di esagerato. La coppia risolveva tutto in pochi minuti. Qualche volta Mana metteva il broncio perché Cardia esagerava ma poi il cavaliere sapeva come farsi perdonare.
 
Il mattino dopo
Cardia si alzò presto e preparò del latte caldo per Mana. Non doveva assolutamente sforzarsi, quel giorno l’avrebbe viziata.
-Principessa sono le nove è ora di alzarsi, ti ho preparato del latte.
-Buongiorno Cardia. Come mai non stai riposando?
-Non ne ho bisogno. Oggi sono a tua disposizione, puoi chiedermi tutto quello che vuoi. Non mi lamenterò neanche un secondo.
-Non ho bisogno di niente tranne che la tua compagnia. Non ci siamo visti per giorni mentre eri in missione e mi sei mancato. Non parlare con te e non ricevere abbracci e baci è stato molto difficile.
-Pensavo ti fossi divertita con gli allenamenti.
-Mi stai prendendo in giro?
-Sì. Sei proprio carina quando gonfi questa guance che si tingono di rosso ogni volta che ti sussurro qualcosa di dolce.
-Non mi arrabbierò con te perché sei stato dolce a prepararmi la colazione.
-Ho solo scaldato del latte e preso qualche biscotto dalla dispensa, nulla di difficile.
-Hai di nuovo rubato i biscotti con Manigoldo. Siete incredibili. Vi svegliate all’alba solo per prendere qualche biscotto dalla cuoca e per farvi rincorrere da lei.
-Ci alleniamo appena mattina. Correre fa bene.
Mana finì tutto il latte e poi andò a lavarsi. Voleva vestirsi bene per uscire con Cardia. Le aveva promesso di portarla un po’ in giro quel giorno. Sarebbe stato un modo per svagarsi per entrambi. Questa volta sarebbe stata un’uscita senza interruzioni. Cardia aveva in mente qualcosa di tranquillo in un posto conosciuto da pochi.
 
Dopo un’ora tutto era pronto per la partenza. Cardia aveva persino preparato un cestino per il pranzo.
-Dove andiamo?
-Sorpresa. Sali sulla mia schiena, oggi viaggi comoda.
-Posso camminare da sola.
-Non si discute oggi. Shion ha detto che non devi fare sforzi dopo che ti ha controllata.
-Non dovevi farmi controllare di nuovo. Quando è successo?
-Questa mattina presto. Non ti sei accorta di niente, dovevi essere davvero stanca. Ti abbiamo anche cambiato le bende e non ti sei accorta di niente.
-Mi prendi in giro dandomi della pigrona, non sei carino.
-Non mettermi di nuovo il broncio o la mia giornata non riuscirà bene. Ho bisogno del tuo sorriso per stare bene.
Mana saltò addosso a Cardia e gli stampò un bacio sulla guancia. Era stato carino ad organizzare una giornata tutta per loro.
Dopo trenta minuti Cardia e Mana arrivarono in una bella villa a qualche chilometro dal grande tempio. Lì c’era un grande giardino pieno di fiori, una cucina immensa, un salone da ballo e molte stanze da letto. Persino i bagni erano di lusso.
-Di chi è questa casa?
-Un rifugio per noi cavalieri. Quando ci sentiamo a pezzi o abbiamo bisogno di una pausa veniamo qui a meditare e a distrarci. Anche a noi capita di sentirci tristi, inutili, inadeguati.
-Ti è successo?
-Non di recente. Mi sentivo inutile nei miei primi giorni di allenamento con il maestro ma allora non ero un cavaliere d’oro. La causa era il mio cuore. Per fortuna il mio organo ha retto per tanti anni o non ti avrei incontrata.
Cardia e Mana passarono un’intera giornata nella villa a ballare, a parlare, a coccolarsi. Non c’era nulla che non andava fra loro.
-Si è fatto tardi per questa sera resteremo qui.
-Cardia guardi sempre fuori. Ci ha seguito qualcuno?
-No, nessuno conosce questa casa. Però la foresta qui intorno è piena di pattuglie di specter. Dobbiamo stare attenti, non voglio sorprese sgradevoli.
 
Mana andò al piano di sopra a preparare il letto per dormire mentre Cardia controllava che non ci fossero nemici in zona.
-Ciao piccola Mana, non ci si vede da qualche mese.
-Tu dovresti essere con mio padre.
-Sono venuto qui per te. Non riesco a levarmi dalla testa il tuo viso. Sei troppo bella per stare con quel misero cavaliere di Atena.
Mana si avvicinò al cavaliere del padre e gli tirò un ceffone sulla guancia.
-Sei diventata manesca.
Mana guardò il cavaliere con astio, non sopportava i tipi che parlavano solo per dare fiato alla bocca. Odiava chi insultava Cardia senza conoscere il suo valore.
-Vada via lord Ork o mio padre potrebbe punirvi per la vostra insolenza.
-Vostro padre sarebbe felice se io vi prendessi come compagna. Non ha ancora accettato la tua storia con il cavaliere d’oro di Atena.
-Mi ha dato il permesso di stare sulla terra con lui quindi in parte ha accettato la mia storia con Cardia. Ci vorrà tempo perché approvi del tutto il nostro amore ma riuscirò a convincerlo che siamo felici. Ora vada via.
Lord Ork colpì Mana sulla guancia e poi la spinse verso il letto.
-A me non piacciono le ragazze che fanno le difficili. Quindi stai buona e lasciati portare nella mia dimora nel mare del nord. O preferisci diventare mia in questo luogo?
-Non sarò mai vostra.
Mana provò ad attivare i suoi poteri ma non ci riusciva.
-Non sei in grado di usare i poteri che ti spettano dalla nascita perché non sei forte come la mia divinità.
Mana urlò forte ma il cavaliere le tappò subito la bocca. La stava stringendo forte per la vita e contemporaneamente le teneva la mano sulla bocca. Mana gli morse la mano e lanciò un urlo più forte. Lord Ork la stese sul letto e le bloccò le braccia. Mana si dimenava ma era tutto inutile, l’uomo era troppo forte.
Cardia fece irruzione nella stanza e vide il cavaliere su mana mentre tentava di slacciarle il vestito con una mano e con l’altra le toccava le gambe. Con un solo dito scaraventò il cavaliere sulla parete opposta. Poi corse da mano e si accertò che non fosse arrivato troppo tardi.
-Ti ha fatto male?
-Sto bene. Grazie.
Cardia non fece in tempo a girarsi verso il nemico che era sparito.
-Cosa voleva da te?
-Quello era lord Ork, un altro pretendente. Anche lui ha chiesto a mio padre di sposarmi ma io non ho mai accettato. Sono stanca di dover lottare contro di loro. Vogliono me solo per raggiungere un posto di prestigio al fianco di mio padre. Pensano che otterranno il suo favore sposandomi.
Cardia strinse forte Mana. La ragazza era furiosa e allo stesso tempo impaurita. Doveva essere difficile sopportare tutto quello, non aveva un attimo di respiro.
-Doveva essere una bella giornata per noi e lui ha rovinato tutto.  Mi dispiace Cardia. Per colpa mia tutto va male, sempre. Ogni volta che organizzi qualcosa, arriva qualcuno e prova a rapirmi.
-Shhhh. Non è colpa tua se quei folli vogliono farti del male. Con me sei al sicuro. Non pensare più queste brutte cose.
Cardia aiutò Mana ad addormentarsi e poi la riportò al tempio. Doveva accertarsi che fosse al sicuro mentre lui partiva per un breve viaggio. Aveva bisogno di parlare con una persona e non sarebbe stato un discorso facile.

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